Recensioni per
Non era amore, ma almeno era Amyl
di NPC_Stories

Questa storia ha ottenuto 100 recensioni.
Positive : 100
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/04/21, ore 18:01

Ma ciao Npc!

In alcuni punti di questo capitolo ho riso, in altri ho riflettuto, in alcuni momenti ho trovato un lirismo particolare. Ma andiamo con ordine. Per una serie di circostanze inerenti la Mezzaestate e il non volersi aspettare niente di più, Amyll e l’alicorn non hanno praticamente più parlato del figlio che condividono. La conversazione insieme a quest’ultimo, apprendista druido che apprende un sacco di cose tutte in una volta, è un miscuglio di verità, di tensione e anche di punti di vista giusti. Ha ragione il ragazzo a sentirsi fuori posto, a mostrare un’immaturità che non è nemmeno colpa sua, a rispondere in quel modo a un padre che è tale biologicamente e che offre dei consigli che sembrano dati più per cortesia che per interesse, sebbene siano importanti. Ha una reazione tutto sommato composta, ma allo stesso tempo smarrita, di fronte alla prospettiva di vivere più degli altri e di dover avere la responsabilità della foresta, ma anche e soprattutto all’idea, lui che ha solo settantacinque anni, di dover sfruttare questo sangue fatato. Ed è bello anche che tu abbia spiegato con poche parole la questione delle creature fatate. Hai evitato lo spiegone, ma acceso la curiosità del lettore. L’angst insito nel concetto di immortalità viene spezzato dal ricordo buffo della notte di passione tra Amyll e l’alicorn e al giusto imbarazzo di Navar.

Su Daren barista per un giorno, alle prese con lo gnomo e con gli avventori curiosi e un po’ sadici, ci vorrebbe una recensione a parte. Lui resta lui pure in questo contesto. Non ha idea di che debba fare, lo ammette, ammette la propria natura un po’ perversa, a un certo punto si sente sopraffatto, capisce nitidamente di essere oggetto di attenzione e divertimento da parte di avventori che desiderano assistere a uno spettacolo, eppure sopporta e affronta questa situazione particolare. Ed è bello anche vedere come riconosca l’utilità del lavoro di Amyll e come, tra i due, questa situazione particolare dell’entrata in scena del padre di Navar non implichi un allontanamento, tra i due, quanto, piuttosto, un avvicinamento, figlio di un rapporto adulto. A tale proposito è bello riconoscere come anche Amyll rifletta sul suo passato (e sulle sue ombre) e come Navar esprima il suo desiderio di rendere fiera sua madre. Insomma, un capitolo proprio bello **!
Un abbraccio e a presto,
Shilyss

Recensore Junior
28/03/21, ore 09:07

Allora questo capitolo devo dire che apre un numero incalcolabile di porte verso il futuro.
Nella prima parte io pure come Johel covavo un profondo malumore verso la situazione che si stava creando intorno alla piccola Jaylah, comprendo il motivo per cui Elendyl gli abbia riferito tutto ciò (lui parlava soprattutto per proteggere il suo amore e la sua relazione) ma non posso dire di non avergli voluto tirare un "cartone" dritto sul muso.
Questi perchè non apprezzo il coinvolgimento della piccola su questioni politiche troppo future e troppo lontane (ma sono pur sempre elfi e chi li capisce è bravo, per modo di dire).
Devo dire che la scena di Tazandil invece mi ha fatto rivalutare quel vecchio gufo, già avevo una concezione positiva della sua persona per quanto burbera e poco espansiva, gli apprezzamenti però diretti verso suo figlio e verso Daren mi hanno dato quella spinta necessaria per permettermi di apprezzarlo ancor più come personaggio nelle tue storie.
Zuccottina da quanto tempo non leggevo questo nomignolo, quanta dolcezza in una parola cosi semplice XD.
Ho apprezzato un dettaglio però inerente il tuo stile di scrittura noto che più scrivi e vai avanti nel narrare queste storie, più il tuo stile si evolve e appaiono sempre vocaboli nuovi e devo dire che è davvero stupendo tutto ciò, anche perchè comprendo la fatica nel cercare sempre vocaboli più adatti e l'uso dei termini da te utilizzati sta divenendo sempre più narrativo al pari di un romanziera professionista.
Infine sono molto felice perchè finalmente ho trovato il tempo di scrivere una recensione.
Non vedo l'ora di scrivere pure per le altre storie che ho visto che hai aggiornato.
(Grazie ancora per questo capitolo e alla Prossima Recensione XD )

Recensore Master
15/03/21, ore 18:17

Mia cara NPC!
Finalmente riesco a passare da te e a lasciarti una recensione come si deve **. Credo di poter dire che il fulcro del capitolo è basato sull’analisi delle proprie capacità. Daren ha una consapevolezza di sé che è maggiore di quella degli altri: sa che dovrà morire e il suo tempo è finito, conosce le proprie peculiarità e le proprie debolezze e osserva in maniera chiara il mondo attorno a lui. Ecco perché dice a Navar che sarebbe morto senz’altro. Certo, lo ha visto per colpa di questo potere molto simile a una maledizione, ma prevalentemente analizza e valuta con la testa la situazione. Navar si fa prendere dall’istinto e dal caos e per poco ci rimette un braccio, mentre Raelran è afflitto da una incompetenza che arriva un po’ a tradimento e lo rende inabile laddove lui crede di essere abile.

Mi piace sempre molto come descrivi le battaglie e gli assalti. Descrivi il necessario e così anche una cascata piacevole e verdissima assume dei toni sinistri, da “palude in miniatura.” Qui, per un momento, ci ho sperato, che Navar riuscisse a intavolare un qualcosa con la bestia che poi gli ha quasi strappato il braccio: a questo proposito, mi chiedo come mai Navar sia così casinista e cosa abbia sentito. In quel momento era rapito e certo di farcela, perché era convinto di aver istituito una sorta di legame. Ugualmente interessante è la rivelazione del guaritore Raerlan, che ha perso le sue abilità e si trova nella tragica situazione di non poter neanche riuscire a curare decentemente quello che è suo figlio. E adesso dovrei aprire la parentesi Amyll, che finalmente ho imparato a scrivere (quasi). Amyl, cui comunque girano le scatole perché è stata piantata in asso da Daren, scopre cos’è successo e quando Daren le chiede se il guaritore è lì, sceglie di essere sincera e di non mentire a Daren.

In questo capitolo compare poco e quando lo fa ci trasmette un’immagine di forza e di stanchezza insieme. Forza per come tratta l’elfo che le ha dato suo figlio e con cui non c’è alcun tipo di legame sentimentale, stanca perché Navar è ancora palesemente inadatto a essere un adulto. E Daren, in tutto questo e nella decisione con cui decide di aiutare il guaritore, come sempre spicca per essere un antieroe con cui è impossibile non provare un qualche tipo di feeling. Il mio problema è, però, che lo sto shippando a morte con Amyl. E mo? Un abbraccio forte forte e a presto,
Shilyss

Recensore Master
14/03/21, ore 10:48

Capitolo scritto estremamente bene con un'ottima cura dei dialoghi, riguardanti sia la successione del capoclan e la situazione dei goblin, dando l'atmosfera più che adatta soprattutto al secondo discorso. Curioso di vedere come entrambi i temi saranno trattati, a presto.

Recensore Master
14/03/21, ore 09:37

Questo capitolo si può chiamare esattamente come finisce "menate elfiche e dove trovarle".
Se facciamo un salto di immaginazione e vediamo Daren presente ad entrambi i dialoghi, io me lo immagino che rotea gli occhi al cielo e impreca sottovoce.
"E successioni, e non pestare i piedi a questo, ed identità elfica dei miei coglioni ... almeno noi la risolvevamo subito nel Sottosuolo, ci si ammazza, o avvelena o punisce male e via".
Mi piace molto il piano proposto da Taz perché è intelligente: lo sbarbato (metaforicamente) re non lo capisce ed ha l'intelligenza di un paramecio "siiii attacchiamo brutto, sono solo cazzo di goblin!"
Sì, però con terreno a favore. Vediamo di evitare, va'.
La questine di Jaylah non l'avevo mai valutata, ma in effetti è meglio non si acclimati troppo alla foresta, che secondo me è meglio che torni dalla mamma e si levi da quel vespaio di politiche degli elfi dei boschi.
Bel capitolo, molti discorsi ma mi è piaciuto perché apre uno squarcio in più su come funziona la foresta.

Recensore Master
25/02/21, ore 19:21

Cara NPC!
In imperdonabile ritardo eccomi finalmente da te. Vorrei anche io un albero per il teletrasporto e l’agilità elfica, devo dirlo. Ma soprattutto vorrei uno zio come Daren, i cui sistemi educativi mi illuminano d’immenso, specie nella frase sulla fetta di torta rubata. È protettivo e figo (e i bambini questo lo percepiscono), ma è anche una persona su cui fare affidamento nel momento del bisogno (poi, che questa sua affidabilità rovini le gite romantiche è un altro discorso). Ha una visione e corre verso il pericolo. Si dirà che in fondo fa il suo mestiere, che tra gli elfi dei boschi che lo hanno accolto ha questa funzione, che lotta da una vita, sennò la spada bastarda non ce l’avrebbe. Eppure in lui io vedo sempre qualcosa di più: il superamento difficoltoso di una condizione di partenza e l’accettazione di un’esistenza non facile e diversa, trascorsa tra gente che rimarrà sempre estranea, in un certo qual modo. Il racconto di Amyl e la sua spiegazione circa il motivo per cui saliva da bambina ci offre un angolo in più da cui guardarla anche in relazione agli altri capitoli.

È una persona abituata a prendersi cura degli altri e, allo stesso tempo, a stare nell’ombra, non vista. E questa sua discrezione e il tono in cui parla di quella che è stata la sua infanzia e del tentativo di una bambina di vedere casa e di diventare importante è qualcosa di comune un po’ a tutti noi, nel senso: tutti ci siamo sentiti incompresi e ci siamo messi in un angolo, soli con noi stessi. Non mancano anche analisi del rapporto tra Daren e Amyll: magari non è amore, ma sicuramente è passione, dato che Jayhla cresce e Daren trova che le curve della sua amante siano particolarmente belle e piacevoli da vedere – la trova bella nonostante non sia una novità, quasi scoprendola nuovamente ogni giorno – tutto ciò è molto romantico, lo immagina il nostro elfo scuro preferito?? Un abbraccio forte, mia cara: la bestia a sei zampe mi inquieta abbastanza, ma sono certa che il nostro eroe ce la farà.
P.S.
Ma perché ogni tanto scrivo Amyl con due L??
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
23/01/21, ore 10:10

Ciao Npc!

Anzitutto, perdonami per l’enorme ritardo con cui passo a recensirti, ma le settimane volano e a recensire di sera non riesco proprio più (troveresti una sfilza di parole sconnesse e orrori ortografici che ti farebbero sanguinare gli occhi, temo). La conversazione tra Aphedriel e Freya mi ha fatta sorridere e perché pretendere attenzioni e impegno è un qualcosa che si trova in personalità appiccicose che possono essere sia uomini che donne – ma la capisco, io mal tollero chi si accolla. Ma torniamo a noi. Sono d’accordo con Freya e ho trovato curioso che Aphedriel abbia ammesso (mentendo e raccontando comunque un’altra storia) l’intervento di Daren nella sua partecipazione a questi tè pomeridiani. Rivela e non rivela, spezzando una lancia a favore del drow, ma comunque le cose rimangono sostanzialmente come nello scorso capitolo: sospese. Daren e Amyll si piacciono, con tutta probabilità si stanno innamorando, si trovano persino in sintonia e sono affezionati l’uno all’altra, ma c’è ancora questo lecito bisogno di confrontarsi con il resto del mondo che li frena, questo timore che una storia seria insieme sarebbe terribile per le aspettative disattese (quindi c’è paura di deludere il partner), questa timidezza nel non voler sbandierare ai quattro venti la loro relazione non perché c’è timore degli altri, ma per timore, dunque, di loro stessi e della loro capacità di stare insieme. Vogliono vedere se questa relazione va avanti ed è come se la sentissero, pressante e presente.

Mi si stringe il cuore nel leggere che Amyll vorrebbe solo essere certa di non sbagliare. In realtà, credo che non possa saperlo e se fossi a tavola con lei direi “cogli l’attimo e vivi il presente” sebbene, con i drow e con gli elfi, questo attimo è sempre qualcosa di differente rispetto al nostro concetto di tempo e ne è un esempio il fatto che la lunghissima vita degli elfi li fa essere giovani e sessualmente attivi anche quando lo sono i loro figli e, addirittura, nipoti.
Le riflessioni di Daren sono sempre molto affascinanti e anche qui mi sono piaciute molto: lui continua a fare delle connessioni che lo tradiscono. Pensa alla sorella e poi ad Amyll, ammette che si affeziona alle persone e poi non riesce a lasciarsi andare alla possibilità di poter amare. E credo che questo dipenda dal suo essere stato solo per molto tempo, dall’educazione drow e anche dall’idea di poter divenire inutile, come quando pensa al fatto che può non andare da Krystell perché lei non è ingenua, anzi, e forse non ha più bisogno di lui. Riconosce come sempre i propri limiti (e questo per un guerriero che vive molto spesso da solo è fondamentale, sopravvalutarsi rischia di essere molto, molto pericoloso). Lui non comprende del tutto nemmeno Krystell e abbraccia saggiamente il so di non sapere di Socrate. I momenti più leggeri servono comunque a cogliere sia Amyll che Daren alle prese con quella che è la vita quotidiana di una città dove tutti si conoscono. Il momento dello gnomo col caffè è divertentissimo perché Daren lo manipola pur di non chiedergli qualcosa e lo fa nel modo più antico del mondo, convincendolo di aver avuto lui per primo l’idea di una tazza di pregiato caffè. Loro sono sempre carinissimi insieme, devo proprio dirlo.

Un saluto e a presto,
Shilyss

Recensore Master
11/01/21, ore 12:22

Ma buon lunedì, cara Npc!
Nonostante i miei gloriosi propositi, solamente oggi sono riuscita a passare, me tapina. E come sempre mi trovo in difficoltà a iniziare, perché c’è molto da dire su questa relazione, certo, ma anche sul rapporto tra Amyll e le sue amiche. Una cosa bella di questi tè che si susseguono è che la locandiera Amyll non è un personaggio di spicco, anzi. La sua utilità all’interno della comunità è indubbia, ma non è nobile, né maga, né bellissima, né forte. Questo la colloca in una posizione di inferiorità rispetto alle amiche che spesso non hanno la necessaria delicatezza per trattare con lei, come quando si rassicurano perché ritengono che la troppa bellezza sia per Daren un deterrente. La vanità viene preservata, ma a discapito di quella di Amyll. E queste dinamiche esistono e sono una componente dei rapporti femminili (io ho avuto la sventura di frequentare il liceo in una classe di sole donne e pur facendo il tifo per le donne, sempre, ne riconosco anche le crudeli dinamiche interne: no, il mondo in mano alle donne non sarebbe pacifico. Tuttavia il pettegolezzo e le confidenze sono ciò che cementifica un rapporto e permette anche il confronto, che può consolarci o darci una visione più ampia del mondo e, banalmente, arricchirci. È quello che fa Amyll quando giunge a confidarsi, previa autorizzazione dell’amante, con le amiche e ad esternare il problema.

Anche qui, è ben scritto il modo in cui Amyll cerca di spiegarsi: il dialogo è costruito naturalmente e non ha nulla di artificioso.
E le chiacchiere tra le elfe hanno lo scopo di chiarire come Daren sia ancora legato ad alcune delle dinamiche drow. Nell’amplesso volto alla soddisfazione dell’amata c’è sicuramente una componente d’amore e di generosità che Amyll non riesce ad accettare perché le appare come sbilanciata – perché anche lei vorrebbe dare piacere e trarre, da questo, una soddisfazione e il fatto che si crei il problema di questa relazione nuova e per certi versi fragile è sintomo di quanto anche lei sia coinvolta da Daren. Poi, entrambi l’affrontano in maniera molto matura, dandosi tempo, rispettando gli spazi e andando avanti con una cautela incredibile. Gli sforzi di Daren sono evidenti quando cerca di spiegare la sua stranezza e la sua necessità di rimanere comunque “altro” rispetto alla comunità della quale si sente ospite e non vuole diventare parte.

Per concludere, si tratta di un altro capitolo che unisce momenti leggeri (lo stupido biondino, le chiacchiere) con riflessioni sulle differenze culturali e i rapporti personali che trovo pregevoli, belle e ben scritte. Un abbraccio forte, mi auguro che sia una settimana serena,
Shilyss

Recensore Master
31/12/20, ore 18:10

Buona Vigilia, Npc!
Adoro Daren e ormai lo sai. In questo capitolo lo possiamo osservare in diversi momenti, che ce lo restituiscono sempre lucido, consapevole, attento. È un cacciatore e un guerriero che sa come agire nel migliore dei modi, che non spreca risorse, che quando insegue dei mostri, pensa. C’è il guerriero che analizza i suoi avversari, cerca di carpirne i punti deboli, aiuta gli alleati seguendo una sorta di codice d’onore, come quando aiuta l’elfa, ma non interferisce con lei. Poi c’è l’elfo scuro che non dimentica il suo passato da conciatore e quello che ha fatto durante la sua infanzia (ricordo la bellissima shot) e si schifa e sa di non essere bravo come Johel nello scuoiare un animale. Direi che Daren sa stare al suo posto. Ha una consapevolezza estrema di sé e della sua alterità rispetto agli altri. È anche molto razionale e il riconoscere i propri limiti e le proprie caratteristiche vincenti gli hanno permesso di fare la vita avventurosa e straordinaria che ha fatto.

La questione Amyl è gestita sempre molto bene, soprattutto perché lei qui non è presente. Abbiamo visto Daren nelle sue giornate tipo, se vogliamo, alle prese con ronde e con l’integrazione con altri elfi ranger e con l’amico di sempre con cui c’è sempre questa continua presa in giro così maschile e così realistica, così intensa. Rispetto al rapporto con Amyl Daren mostra una protettiva cecità. È un elfo talmente acuto da sapere perché Johel si impiccia delle sue questioni e che non c’è un secondo fine maligno nella sua curiosità, così come sa benissimo che il legame con la locandiera non è un’avventura. Lui fa di tutto per girare intorno alla questione, ma Amyl è importante, significa qualcosa. La ama alla sua maniera – anche questa è una forma d’amore. Neanche a dirlo, anche questo capitolo mi è piaciuto moltissimo – e a Daren e Johel mi sono affezionata molto, lo sai: non sai con che tuffo al cuore ho letto il pezzo della conceria, dei ricordi di Daren bambino <3. Un abbraccio e buon 2021,
Shilyss

Recensore Master
25/12/20, ore 17:51

Cara Npc!
Anzitutto, buon natale! Poi, questo capitolo mi è piaciuto da impazzire per la sua profondità. Daren è un personaggio molto sfaccettato e interessante. Anzitutto, è un drow differente dagli altri perché si interroga in maniera critica sul suo popolo e sulle differenze tra il modus operandi degli Elfi Neri e quelli di altre razze. Poi, ha degli scrupoli di coscienza che lo portano a scontrarsi con delle verità circa il proprio operato, come quando ammette che la sopravvivenza degli elfi cui appartiene Amyl è più importante della maledizione eterna dei nani morti nella grotta. Ed è anche molto suggestivo leggere di questo incontro e di come un luogo maledetto possa essere fonte di guadagno perché c’è la possibilità di stregare oggetti o raccogliere piante. E qui torniamo allo scorso capitolo e alla maga. Mi sono divertita moltissimo nel leggere di come Daren riesca a mantenere un’interessante faccia di bronzo di fronte al tè che esiste per sua intercessione, anche se ovviamente Amyl non lo saprà mai.

Poi c’è il loro rapporto, ovviamente. Io lo trovo profondamente maturo e ben bilanciato. Adoro la loro franchezza, perché capisco che Daren non possa garantire un impegno di lungo termine senza tradire la sua natura e mi piace che sia sincero e schietto con la locandiera, esponendole i suoi punti di vista molto utilitaristici e spiegando diverse cose del suo essere. Le vuole bene, tiene a lei e la rispetta a tal punto da non volerla illudere con false speranze. D’altro canto, Amyl qui matura nei suoi sentimenti verso il drow quando capisce che non può darlo per scontato e che deve approfittare di ogni visita di Daren per vivere la loro storia finché durerà. Ecco perché mi piace molto leggerti: c’è l’analisi di quella che è una relazione adulta di coppia, con due persone che hanno la vita già su dei binari prestabiliti e che non possono cambiare o abbandonare tutto all’improvviso; ci sono le bugie bianche dette per far felice il partner o per favorirlo in qualche modo e ci sono le riflessioni sulla vita e sulla morte, sull’individualismo e sull’anima, sulla società e sulle scelte egoistiche che spesso compiamo per un nostro esclusivo vantaggio. E niente, come sempre sono felicissima di essere riapprodata qui e colgo l’occasione per augurarti di trascorrere delle serene festività. Un abbraccio forte,
Shilyss

Recensore Master
06/12/20, ore 15:46

Ciao, arrivo per lo scambio.

Gli elemementi e le atmosfere fantasy sono da sempre il mio pane quotidiano, amo visceralmente questo genere e sebbene una long richieda impegno e costanza, ho deciso di buttarmi in questa avventura.
Daren dalla descrizione che ne dai è il tipo di protagonista che potrebbe rapirmi l'anima, è un elfo scuro, una razza da sempre considerata infida, ma che ha trovato il suo posto fra il popolo degli elfi della foresta a prescindere dal suo retaggio. Un drow, è in effetti un elfo scuro dall'indole malvagia, giusto? Daren dev'essere davvero un tipo speciale per essersi elevato da questa condizione al rango di guerriero accettato da gente che non è la sua, devo dire che questo aspetto mi piace molto. In genere i drow sono anche bellissimi, un elemento che certo non guasta, ma oltre alla bellezza notiamo che Daren ha in sé molti aspetti caratteriali ben precisi, come la timidezza e la naturale propensione alla solitudine, che mette ben in risalto quando chiede di essere esentato dal rimanere alla festa perché si sente un pesce fuor d'acqua. La sua decisione di badare alla piccola elfa biricchina è decisamente molto divertente, e in effetti, fra balli, bagordi e amoreggiamenti in corso, la bambina si domostra essere tanto impegantiva quanto una distrazione efficace. Ho da subito apprezzato la parte narrativa in cui introduci il modo in cui la città e i vari abitanti si preparano alla ricorrenza, con gli addobbi e i vari festoni così ben descritti da poterli visualizzare. La gioia e la magica atmosfera che si respira nella città elfica è palpabile, l'hai saputa trasmettere e raccontare anche attraverso i dialoghi con cui introduci altri personaggi come il nonno di Jaylah, o le due elfe innamorate che si considerano anime gemelle. Il rifiuto di Daren ad accettare l'insolito invito a unirsi a loro mi ha fatta pensare; certo, aveva un compito ben preciso al momento, ma la sua reazione mi ha fatta interrogare sulle motivazioni che potrebbero spingere un uomo a dare il due di picche a due meraviglie tanto allettanti. Ad ogni modo, era solo uno scherzo. Beh, forse lo avrà merito? Chissà... Ho trovato il testo assolutamente perfetto, per cui nulla da eccepire anche sotto questo aspetto, hai fatto un ottimo lavoro da più punti di vista. Mi auguro di approfondire e continuare la lettura perché già amo Daren e la sua storia! Ancora complimenti!

Tea.

Recensore Master
28/11/20, ore 22:04

SAERON MA SEI UN COGLIONE.
Cioè, FINALMENTE Belegron ti dice chiaramente che è attratto da te e te fai la madonnina infilzata e te ne vai a culo ritto, giusto per avere l'ultima parola.
SEI UN GENIO.
Comunque Saeron mi ricorda Sherlock Holmes nella serie tv con Cumberbatch: è identico. Secondo me, se esiste un autismo ad alta funzionalità nel mondo elfico, 'sto tizio un po' ce l'ha. Potrebbe?
Comunque Jaylah rimane adorabile: CONOSCO I MIEI DIRITTI.
Ciaone quando diventa adolescente nei termini elfici. Sarà divertente.
Comunque mi era mancato questo mondo, sono felice di aver ripreso a leggerlo - anche se un po' in ritardo.

Recensore Master
22/11/20, ore 12:37

Ottimi dialoghi e scene a mio avviso, mostrando un buon pensiero su certi dettagli del mondo che spero precedano buoni scontri. Unica cosa ti consiglio di mettere più spazio tra un dialogo e l'altro, a mettere tutto troppo vicino personalmente viene difficile leggere.

Recensore Junior
17/11/20, ore 21:38

Era da tanto anzi tantissimo che non avevo un momento libero e finalmente posso scrivere una recensire.
Non posso fare a meno che essere felice dopo aver letto questo capitolo.
In primis il titolo è accattivante e ti mette curiosità, in secondo luogo i personaggi di cui si legge, infatti anche se relativamente nuovi hanno attirato le mie simpatie ed il mio interesse.
Leggere della piccola Jaylah è sempre divertente, infatti leggere dei suoi progressi, di sicuro mette allegria, inoltre spero che davvero possa divenire un ottima druida e poi sono sicuro che le sue idee si evolveranno ancora crescendo però sono sicuro che il suo desiderio rimarrà costante.
La parte invece di Saeron e di Belegron è stata bellissima, ogni singola parte è stata magnifica, fremevo leggendo i ragionamenti e le riflessioni di Belegron su Saeron come sia riuscito ad anticiparlo e ho adorato come lo abbia smascherato facilmente.
Ho apprezzato notevolmente come loro abbiano una attrazione reciproca di cui sono parzialmente inconsapevoli a vicenda e anche come Saeron la celi mentre Belegron l'abbia esternata, è stato davvero bello poter dedicare il mio tempo a leggere questo capitolo che a mio parere è un piccolo capolavoro sulla psicologia di questi personaggi.
Devo inoltre ringraziarti perchè grazie a te ho appreso sia dei nuovi termini che non conoscevo ( è stato piacevole cercarli ) che dei nuovi risvolti sulla psiche che possono avere determinati soggetti, sia altre informazioni e dettagli a dir poco succulenti sulla razza elfica.
Grazie ancora per questo stupendo capitolo alla prossima recensione =), spero un minimo di essere riuscito ad esprimere la soddisfazione e il traposto che ho provato leggendo questo capitolo.

Ma ciao Npc!

Sorpresa? Sorpresa **! Dunque, perdonami se questo presente sarà piccino picciò, ma io la domenica leggo e scrivo tutto quello che dovrei leggere e scrivere durante la settimana, alla fine. Daren ha fatto una cosa carinissima per Amyll e il suo dialogare con l’elfa della luna è piacevolissimo, soprattutto perché ho apprezzato tanto la scelta di usare solo il pov della maga. La chiacchierata con il drow le offre il privilegio di uno schietto punto di vista totalmente estraneo, che la porta a ragionare meglio sul suo status presso il popolo della moglie e sulla sua eccessiva riservatezza. A volte noi non abbiamo idea di come veniamo percepiti all’esterno ed è sempre prezioso un parare come quello di Daren, così come il suo comportamento è interessante.

Lui nega di amare Amyll. Lei è la sua amante, è una persona a cui vuol bene, dice. Nel drow manca del tutto, potremmo dire, la concezione romantica dell’amore che invece Aphedriel e Freya hanno, ma come nota la maga, lui agisce come una persona innamorata, sebbene neghi. Ho adorato il suo ragionamento rispetto al voler declinare eventuali favori di natura intima: c’è una fiammata di stupendo orgoglio quando dice “io sono un guerriero e offro la mia abilità di guerriero.” L’ho amato.

Essendo un’anima contemplativa e dedita allo studio, io credo che Aphedriel si arricchirà interagendo con una persona più concreta con Amyll. Entrambe potrebbero beneficiare di questa conoscenza imposta. Rispetto sempre ad Aphedriel e alla sua anima gemella, mi è piaciuto molto il ragionamento iniziale che le fai fare. Freya è la sua metà. Perderla era l’equivalente di sopravvivere. Eppure, Aphedriel sente di aver fatto un compromesso rispetto alla sua inclinazione di maga. In questo io trovo che ci sia una grande verità, perché le relazioni sono sempre compromessi che si accettano con slancio, nel tentativo di instaurare un equilibrio retto dall’amore. Quando questo viene a mancare, certe pulsioni individualistiche tornano. Freya e Aphadriel si amano, si amano davvero, ma anche in un amore così perfetto c’è spazio per riflessioni legittime su cosa vuol dire vivere in coppia. Insomma, un altro capitolo che mi è piaciuto moltissimo! Un abbraccio e a presto,
shilyss