Ciao, mia carissima Star^^
Riemergo dal silenzio, ma stavolta ho già pronte quattro recensioni da inviarti. Come di consueto, ti domando scusa per l'incostanza e per il fiume di parole che ti invio periodicamente. ❤
Mi è sempre piaciuto tantissimo il modo in cui affronti l'introspezione nei tuoi racconti, senza troppi giri di parole vai diretta al centro dei sentimenti profondamente umani che provano i tuoi personaggi. In questo tuo toccante modo di narrare ho sempre visto un tentativo (riuscito!) di accostare le parole alle condizioni spesso precarie in cui vivono a causa di guerre e conflitti di varia natura. Sei concreta, ancorata alle realtà, anche i sogni e i desideri gettato sempre uno sguardo al "qui ed ora"; il tuo stile così diretto, sia quando si tratti di sentimenti gradevoli sia quando si tratti di sentimenti meno piacevoli, aiuta tantissimo a immedesimarsi in coloro che vivono i momenti che racconti, spesso ho la percezione di essere al loro fianco, di vedere la scena attraverso i loro occhi o di riuscire a immedesimarsi con le loro emozioni. Ti ho scritto talmente tante cose da quando leggo le tue storie che non ricordo di aver mai approfondito questo aspetto o se l'ho già fatto non ricordo di essermi soffermata su questi elementi, ci tenevo però a ribadirlo o a dirtelo.
Tornando a Verner e a ciò che ho appena scritto, sei riuscita a creare una sintonia tra la solitudine del giovane e il lettore; è facile cogliere la determinazione con la quale Verner considera la resa un tradimento nei confronti della sua famiglia, dal momento che partecipare all'insurrezione migliorerebbe le condizioni di vita dei suoi cari e in mancanza di un capo famiglia le responsabilità pesano tutte le sue spalle, per cui sembra piuttosto convinto sul da farsi. Dall'altro lato della medaglia però, è pur sempre un giovane appena entrato in un ambiente di insorti che sostiene una causa che va oltre la sua cerchia di parentela, perciò non può fare a meno di avvertire il peso del vuoto lasciato da Aleks, l'uomo che fin dall'inizio di questa sua esperienza ha rappresentato una guida per lui. Esiste però un fatto a cui Verner può aggrapparsi e che tu hai saputo esprimere molto bene, chiunque incontri sulla sua strada lascia un segno nell'anima del giovane e imprime un'impronta nel desiderio di lotta; si convince così sempre più grazie a ciò che prova e alle motivazioni espresse dagli altri che combattere con la violenza è l'unico modo per ottenere un futuro migliore.
Il confronto tra Verner e la madre è molto toccante dal punto vista sentimentale, ma è anche utile per avere l'ennesima prova del ruolo indispensabile che Verner ha assunto nei riguardi dei suoi cari.
Da una parte c'è una madre affezionata in ansia per l'incolumità del figlio, in preda alla disperazione di subire nuove gravi perdite e per questa ragione si affida al figlio maggiore. È questo il frangente in cui si scorge più chiaramente il ruolo di guida che ha assunto Verner in famiglia dopo la morte del padre e dello zio, la madre confida a lui le preoccupazioni sulle sorti del figlio minore, come se fosse appunto il suo unico punto di riferimento; non viene così difficile credere che Verner, sentendosi investito di questo ruolo, arrivi a compiere qualunque azione pur di preservare il benessere e l'incolumità della sua famiglia.
Nonostante ciò, Irina non appare affatto come una donna debole, anzi fa valere il suo ruolo di madre quando cerca di far comprendere a Verner che ha qualche anno più di lui e ha avuto modo di conoscere il vero volto della guerra; la morte del marito la fa arrivare presto a terribili conclusioni, la frustrazione dell'impotenza è comprensibile, conoscere l'epilogo a cui stanno andando inesorabilmente incontro i suoi figli la devasta, poiché l'esperienza del marito le ha insegnato ad aspettarsi l'epilogo più doloroso per la sua famiglia.
Verner è costretto ad ammettere la sua inadeguatezza di fronte alle richieste della madre; è il primo a combattere per la Causa, è il primo a crederci a tal punto da rischiare la vita in suo nome, non può essere per il fratello l'esempio che chiede la madre. Inoltre le promesse del fratellino non sono molto rassicuranti, è molto difficile che Hjalmar riuscirà ad essere prudente e allo stesso tempo portare con le sue azioni un vantaggio rilevante alla Causa. A Verner non resta che riporre fiducia nei compagni, i suoi stessi compagni a cui ha giurato lealtà, che lottano in nome della medesima Causa.
Ogni volta che Verner e Jari pensano all'altro subentrano sentimenti contrastanti, specie in questo momento in cui la prospettiva di rivedersi è alta; Verner non sa come affrontare un loro eventuale incontro, dopo che il tempo e gli eventi, anche personali, li hanno portati ad essere così distanti. Allo stesso modo Jari non riesce a vivere serenamente la prospettiva di rivedere Verner, pensa ad un loro potenziale scontro, considerando il modo in cui si sono salutati l'ultima volta.
Un animo puro come quello di Yrjo non può che rimanere segnato dall'impotenza che ha provato nella lotta contro l'epidemia di tubercolosi; questo evidenzia quanto fossero pesanti da sopportare i limiti di un medico soprattutto in quegli anni quando la scienza non era così avanzata. Un medico che svolgeva il suo lavoro con vocazione e dedizione non poteva che avvertire questo fallimento al pari di un macigno sul cuore.
Come ti ho scritto tempo fa, la guerra è un ottimo quanto doloroso campo di esperienza per Yrjo e a tal proposito mi hanno colpita molto queste parole del superiore del ragazzo sulla paura di fallire: «Hai dimostrato di essere un ottimo medico. Quando tornerai in Finlandia i tuoi connazionali potrebbero aver ancora bisogno del tuo aiuto. La paura di fallire non può fermarti dalla volontà di fare del bene». Sono certa che questa dimostrazione di stima e questo incoraggiamento a non lasciarsi abbattere dall'esperienza vissuta lo aiuteranno a tornare a vivere, saranno l'incentivo per superare la paura di non riuscire ad aprire il cuore all'amore dopo ciò che ha vissuto in guerra.
Il rapporto tra Jari e Winkler resta molto complicato, benché tra loro l'attrazione non manchi. Anche se, lo ammetto, sogno dal reclutamento di Jari una rappacificazione con Verner. Nonostante i miei desideri, apprezzo davvero tanto il rapporto che hai creato tra i due compagni d'armi, non è scontato e mi appassiona molto questa parte del racconto.
Ci lasci sempre con l'ansia dell'avanzamento delle operazioni militari attraverso le voci, le azioni e le sensazioni dei protagonisti che combattono sul campo. Chissà se vedremo la fine di questa carneficina e un periodo di pace per coloro che lottano così strenuamente per la giustizia. ❤️❤
A prestissimo, ti invio le recensioni tutte insieme.
Un abbraccio grande,
Vale (sempre tua affezionata lettrice) |