Ciao, mia carissima Star^^
Perdonami davvero per questo immenso ritardo, è un periodo che mi toglie tutto, anche il respiro. Recupero entrambi gli aggiornamenti e cerco di tornare il prima possibile sulla storia che sto recuperando. 🤍
Se ripenso al momento in cui si trova questa storia, a quanti passi dividono Jari e Verner nello spazio e nelle scelte, il ricordo che narri all'inizio del capitolo diventa ancora più significativo e commuove pensare che questo idillio tra loro rischi di essere irrimediabilmente compromesso. Leggere questi momenti con la consapevolezza del futuro che li attende non è per nulla semplice emotivamente, eppure sono certa che quella promessa ora come allora non abbia perso senso e loro sapranno onorarla scendendo a patti con la dolorosa separazione che hanno vissuto.
Questo continuo gioco tra amicizia e amore quando parli di loro è bellissimo, rende il loro rapporto ancora più solido e lascia intravede una luce per nulla flebile su una loro possibile riconciliazione. Stavolta non mi sbilancio su ciò che potrebbero avere ancora in comune dopo le loro scelte, ribadisco le ipotesi a cui ho pensato nei capitoli precedenti e attendo l'evoluzione della trama.
Al risveglio di Jari scorgiamo che il cuore è ancora molto diviso tra il ricordo di Verner e il pensiero del comandante, anche se sembra prevalere l'inconscio insieme a ciò che è stato nel passato. Verner occupa un posto nel cuore di Jari che è insostituibile e penso che nessuno dei due potrà più vivere un rapporto d'amore tanto speciale come quello che sopravvive tra loro; è significativo che la figura di Verner ancora da lontano non perda valore e che Jari nutra la speranza che Verner lo ami ancora nonostante tutto. È un rapporto che non può essere spezzato dalla presenza del comandante, perché, secondo me, viaggiano su binari differenti; questo comandante ricopre un ruolo importantissimo nell'esperienza bellica di Jari, c'è fiducia e complicità su ogni piano, ma resta il fatto che i sentimenti di Jari per questi due giovani siano nati e cresciuti in contesti diversi, per cui arriveranno a ricoprire funzioni diverse nella sua vita (mi auguro davvero sia così, crei rapporti così belli nelle tue storie che sarebbe un peccato non coltivarli tutti).
Anche i pensieri di Bernhard sono rivolti a Jari. Il comandante dimostra di essere un uomo sincero che prova sentimenti sinceri, non abusa del carisma che ha sul sottoposto; la loro attrazione non è stata mediata dalla guerra, dalla situazione estrema che stanno vivendo, è sorta fuori dal campo di battaglia, si fonda su ideali, reciproci pensieri, obiettivi comuni, riflettuti, non meri atti di violenza per annientano un nemico, ma azioni di patriottismo.
Bernhard è un uomo razionale, cede ai sentimenti quanto basta per scorgere che ha un cuore in grado di amare, ma anche in grado di prendersi cura di coloro che ama; vorrebbe preservare la vita di Jari, si sente responsabile per le sue sorti, ma anche in questo caso dubita di non essere un buon comandante (un aspetto su cui la presenza di Jari tenta sempre di confortarlo), sente di non dare lo stesso valore alla vita dei suoi soldati. Sa che la vita di tutti i sottoposti è ugualmente importante, come la causa per cui lottano e che vede viva negli occhi di Jari; vuole proteggerlo, ma anche affiancarlo nella formazione di militare, in fondo è stato lui ad averlo avvicinato alla causa.
Devo ammettere che mi preoccupa un po' la convocazione di Bernhard a Berlino.
Anche tra il dottor Lange e Yrjö si è creato un ottimo rapporto, costruito partendo dalla fiducia riposta nella morale dell'altro e dagli insegnamenti che lo studente sta acquisendo in un contesto così duro, forse il più traumatico dal punto di vista umano, ma anche il migliore campo di apprendimento; non è solo un buon campo di apprendimento per le sue capacità, egli riesce immergendosi in una esperienza cruenta a testare i propri nervi.
Ho sempre sostenuto quanto la posizione di Yrjö in questa storia sia stupenda; togliendo nulla ai protagonisti, stare nel ruolo in cui si trova lui deve essere difficilissimo, sognare la vittoria pur sentendo il desiderio di curare il nemico -un altro essere umano come lui e i suoi alleati, fatto di gioie e dolori- è uno stato che potrebbe provocare una crisi a qualunque altra persona, invece Yrjö ha trovato in questa soluzione proprio se stesso, anzi partecipare alla guerra in questo ruolo gli permette di onorare i propri ideali.
Arriviamo al punto del capitolo che mi ha provocato un sorriso e tanta gioia per la piega che ha preso la trama per Yrjö e Kaija **. Avverto tantissimo potenziale in questo scambio epistolare; la sola esistenza della ragazza, che vive fuori dall'atrocità della guerra, diventa un punto di riferimento per il giovane e l'assenza di questo scambio di lettere minaccia di lasciare un vuoto nel cuore di Yrjö.
Quindi stai cercando di farmi amare ancora di più Yrjö? Sei sulla strada giusta, questo rapporto tra loro mi ha sciolta come neve al sole. Già di norma adoro le relazioni che valorizzi, ma qui hai dato il meglio di te.
Lauri è forse colui che vive con maggiore impulso il suo destino; ha un obiettivo il cui raggiungimento prevede un conflitto e lui non sembra affatto a disagio tra le armi e i corpi dei nemici, anzi ciò accende la sua indole. In questo capitolo ci ricordi che Lauri non perde affatto di vista gli affetti che ha lasciato a casa, per la moglie e il loro futuro ha un occhio di riguardo; ho sempre più la percezione che il pensiero dei genitori lo abbia reso tenace e capace di prendere in mano la sua vita, imboccare una strada diversa dalle aspettative sociali e considerando la società in cui vivono trovo sia solo un bene. Do ragione a Lauri, quando suggerisce all'amico di scongiurare i rimpianti in guerra.
È un ritardo enorme e ti chiedo davvero scusa, è frutto del periodo particolare che sto vivendo che mi costringe ad essere molto lenta su tutto. A presto sul secondo capitolo de Il rivale! 🤍🤍
Un abbraccio grande
-Vale (sempre tua affezionata lettrice) |