Recensioni per
Raccolta di racconti raffazzonati, ruspanti ed accidentalmente riflessivi
di GenGhis

Questa storia ha ottenuto 106 recensioni.
Positive : 98
Neutre o critiche: 8 (guarda)


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Recensore Veterano
10/08/13, ore 15:56

La parte buona di me dice: "che bello, un mago... grande... voglio conoscere tutte le tue magie... posso essere la tua assistente?"
La parte cattiva di me dice: "vieni bambina, ti farò tanto male, ma così tanto, che non avrai parole per spiegarlo alla tua fottutissima mamma."
Nella testa, però, mi girano solo due parole: "dico bene?"
Monty
(Recensione modificata il 23/06/2014 - 12:12 am)

Nuovo recensore

Molto bello adoro la prima storia. Scrivi proprio bene mi piace lo stile anche se non riesco a definirlo. Vado a leggere il secondo capitolo. Ciao!

Recensore Junior
05/07/13, ore 15:52

Su questo non so cosa dire, mi hai lasciato un vuoto dentro. Immaginare il dolore di quella ragazza è stato orribile... non ho da aggiungere, quando sono emotivamente coinvolta non ho parole... sei bravissimo/a.

Recensore Junior
05/07/13, ore 15:44

Questa storia mi ha lasciato un senso di amarezza dentro... non voglio neanche immaginare cosa abbia potuto farle quell'estraneo. Se non son scema io, il tuo racconto ha voluto sottolineare una dura realtà, vero? Mi colpiscono i tuoi dialoghi, mi hai lasciata con il fiato sospeso, ero impaziente di arrivare all'ultima riga (e non è poco, considera che mi succede solo con i migliori racconti) e quando ho letto l'ultimo dialogo son rimasta per un po' a riflettere. Questa storia è solo costruita su dialoghi ma è confezionata bene, ripeto: lascia il lettore con il fiato sospeso. Tu hai un dono: sai scrivere.

Recensore Junior
05/07/13, ore 15:39
Cap. 2:

Qui ti dò un consiglio: i medicinali che elenchi sarebbe buono se tu dicessi a cosa servono. Immagino che se lo svelassi, probabilmente potremo capire subito che tipo di disturbo ha l'uomo e tu, forse, vuoi farcelo intendere e svelarlo più in là. Da un lato è buono, dall'altro (mia considerazione personalissima) mi sarebbe piaciuto sapere a che servono quei farmaci (sono curiosissima e mi piacciono i racconti molto dettagliati). Posso immaginarlo dal racconto: probabilmente sono tutti antidepressivi. Mi piace come concludi il racconto con quella serie di "sono libero, vivo, pazzo" e alterni la parola "vivo" a "pazzo" per far intendere quanto sia realmente frenetica l'attività cerebrale del protagonista. Mi piace come descrivi la dottoressa, come affiori la superficialità di quel medico nei confronti di un malato di mente ed è vero: tendono a guardarli come se stessero sempre male come se non potessero mai esprimersi per paura che possano far qualcosa. I malati di mente hanno disturbi e i medicinali inibiscono quei comportamenti, dal tuo racconto s'evince tutta l'impazienza, la fragilità, la pazzia del protagonista. Non è semplice scrivere racconti di carattere psicologico, anche questo mi piace.

Recensore Junior

Devo farti i miei complimenti, non è semplice scrivere racconti del genere. Dal punto di vista della sintassi e della grammatica, ci siamo decisamente. Ottimo. Per quel che riguarda il racconto ho immaginato nella mia mente la voce di un ragazzo che raccontava, che stava davvero per buttarsi di sotto. Ho sentito la sua disperazione ma forse non si può neanche definire disperazione; apatia, stanchezza... ecco, forse adesso ci siamo. E' apatia, voglia di farla finita. Mi ha colpito molto come si rivolge al lettore, come se si destasse dalle sue considerazioni personali. Hai saputo trasmettermi le emozioni del protagonista. Ti faccio i miei complimenti, nel modo più assoluto. Recensione decisamente positiva, continua così. Buon lavoro! P.S.: ometto le emoticons nelle recensioni perché mi sembrano più adatte in un linguaggio da sms.

Nuovo recensore
12/06/13, ore 09:54

Santo cielo! Inquietante, piena di significato, bellissima.
Il fatto che non si esca mai dal dialogo la rende spaventosamente realistica, immaginare il signor Roosevelt che ammalia la bambina è tremendo, ma non puoi staccarti dallo schermo, perché quella figura orribile alla fine ha ammaliato anche te. La pedofilia è una cosa terribile, nessuno dovrebbe toccare i bambini, ma è anche un tema molto particolare di cui tu hai parlato alla perfezione.
Questa storia mi ha fatto venire i brividi, davvero complimenti.

Nuovo recensore
24/03/13, ore 20:26

Questa raccolta è meravigliosa! 
Riesci ad immedesimarti in maniera incredibile ai personaggi che crei! Leggendo sembra quasi che questi potrebbero uscire dallo schermo da un momento all'altro per fare un chiacchierata sui problemi e i dubbi della vita (e della morte). Sono rimasta sconvolta dalla facilità con cui tu riesca a capire come pensano le persone, e non solo le persone "comuni" ma anche quelle con problemi anche gravi.
La storia che mi ha colpito maggiormente è "sotto la pioggia..." che affronta il delicato tema della pedofilia. Pochi, davvero pochi, hanno il coraggio di parlare di questo tema o di scriverne una storia. Si ha sempre paura essere fraintesi o di essere troppo poco attenti. Non si può essere troppo espliciti perché si potrebbe colpire le persone più sensibili, ma se non lo si è la pedofilia assume un'aria da storiella e perde tutta la sua gravità.
Questa storia, a mio parere, potrebbe essere pubblicata su un giornale. Rende perfettamente l'idea: come l'ingenuità e la curiosità dei bambini superino tutte le regole e le lezioni impartite dai genitori, e come l'astuzia e la crudeltà dell'uomo non abbiano limiti e non si scalfiscano neanche grazie all'espressione spaventata e innocente di una bambina indifesa.
Grazie mille per aver scritto questa raccolta e averla pubblicata qui.
Ancora complimenti, e continua a scrivere!

Karen_Aiko
(Recensione modificata il 24/03/2013 - 09:32 pm)

Nuovo recensore
21/03/13, ore 14:40
Cap. 5:

meraviglioso. Adoro la ricchezza di termini che hai usato, la lettura scorrevole, e  impegnato. ho avuto il fiato in sospeso per tutto il tempo, davvero, non so come hai creato una strana suspence che ho adorato. complimenti davvero.

Recensore Master
15/01/13, ore 00:27
Cap. 5:

  Avevo capito che si trattava di un bambino e che c'era di mezzo un affido/adozione, ma inizialmente pensavo che i ruoli fossero capovolti, ovvero che la narratrice fosse la madre biologica e l'altra l'affidataria. Il fatto che tu sia così abile (Cercherò di usare solo aggettivi neutri, da adesso u^u) nel narrare eventi così vicini ad ognuno di noi mi soprende ogni capitolo di più. Questa raccolta è un piccolo capolavoro e non mi risulta difficile capire perché è stata inserita tra le Storie Scelte.
  L'affidamento è un fenomeno molto delicato, che talvolta, secondo me, fa più danni che bene. L'adozione è più... cerotto, sicuramente toglie ogni speranza alla madre naturale di riavere la patria podestà. È uno di quegli argomenti che uno non sa come trattare... da un lato è ovvio che gli affidatari si affezionino al bambino e non vogliano darlo via, dall'altro è proprio questo l'affidamento: dare aiuto a un bambino fintanto che i suoi genitori (o uno di essi) non è di nuovo in grado di mantenerli. Agli occhi della donna è semplice giudicare la sua rivale in amore, eppure io, personalmente, non riesco a farlo totalmente.
  Non sono qui per esprimere giudizi sull'etica, ma sulla storia, e ti dico che hai fatto un ottimo lavoro. Riesci a ricostruire la psicologia di chiunque, in pratica, e non avevo mai visto una cosa del genere. Ti prego, continua a scriverlo, fallo. Se dovessi mai scrivere un libro, mi farebbe piacere saperlo. Lo leggerei davvero, e questa cosa non la dico mai a nessuno, giuro, perché c'è gente che è brava a scrivere ma non ce la vedrei ad avere successo lì, fuori, invece te sì. Secondo me, tu sbancheresti. 

Recensore Master
15/01/13, ore 00:14

Ammetto di non aver capito totalmente questo racconto, ma penso sia anche quello il tuo obiettivo. La cosa che più colpisce nei tuoi racconti è la cruda realisticità: chiunque di noi potrebbe capire che tutto ciò potrebbe benissimo succedere o che è già successo almeno una volta quest'oggi.
La freddezza che ci caratterizza di fronte a eventi così drammatici forse non è da giudicare, forse ci serve a non andare giù, a fondo. Ci serve per non perdere totalmente la speranza, la dritta via, il sonno. Non sto dicendo che sia giusto essere totalmente disinteressati a ciò che avviene, questo no.
Il finale è agghiacciante: il pensiero di quella ragazza che sogna ogni notte di essere uccisa rende la scena così inquietante che non so cosa cosa mi ricorda. Il mio commento iniziale è legato soprattutto a lei; ciò che non ho capito sono le sue cicatrici. Non so perché, ma io immagino una cosa strana. La immagino malata di cuore, operata da poco. E, la cosa assurda, è che, per me, il cuore è quello della ragazza morta, che è sicuramente la cosa assurda che non è possibile. Be'... questa recensione fa schifo, di fatto, mi dispiace!

Recensore Master
14/01/13, ore 23:29

Ecco, questa mi ha seriamente sconvolto. La pedofilia è una delle cose che non riesco a capire, accettare... niente di niente. Giuro, io sono aperta a qualsiasi cosa, ma la violenza non la accetto in nessuna maniera, tanto meno sui bambini. Mi fa schifo il pensiero di ciò che fanno, di come adescano bambini innocenti e smaliziati e gli tolgano qualsiasi cosa. 'La morte non sia augura a nessuno', non è per niente vero. Perché se questi soggetti fossero sciolti in qualche gocciolina d'acido a me non dispiacerebbe neanche per niente.
La maestria con cui sei riuscito (a?) a ricostruire l'atmosfera è sublime. Sembra di essere in una bolla, in un film in bianco e nero: un sentiero grigio, un pallone che rotola sul marciapiede e una bambina che corre fin quando questo non viene bloccato dal piede di un signore che sorride, incoraggiante, e poi le offre l'ombrello perché piove.
Il finale in sospeso è fantastico e tremendo: la speranza che la madre di Marylou (che, tra parentesi, ha il mio stesso nome xD) la chiami, o magari anche che l'essere schifoso si svegli (e poi venga ripetutamente buttato sotto da un trattore quando esce di casa) e scopra che è un sogno non vengono né confermati, né smentiti.

Recensore Master
14/01/13, ore 23:21
Cap. 2:

Cavolo.
Penso che mi verrà un attacco di cuore prima che riesca ad arrivare alla fine, davvero.
Questa mi ha letteralmente... BOOM. Non ho parole, il che è grave, perché io ho sempre qualcosa da dire.
Mi è piaciuta da morire l'idea del sovrapporre le due immagini, il sogno (che non è detto sia un sogno per forza) e la realtà (che non è detto sia reale per forza), mi è piaciuta la sfilza di nomi assurdi di medicinali che mi ha lasciata sconvolta. Sì, sconvolta. Perché sei riuscito (continuo a darti del ragazzo, ma non lo so xD) a farmelo sentire, farmi sentire tutto il racconto, le sensazioni, i pensieri, la confusione, il senso di libertà, la PAZZIA. Ho visto ogni cosa. Penso di non essermi mai sentita così, e di cose ne ho lette tantissime. Questa è tutto ciò che una storia introspettiva dovrebbe essere.

Recensore Master

La prima volta che ho letto questa storia sono rimasta interdetta. La seconda pure. La terza ho pensato "Questo è pazzo". La quarta "Questo è un genio".
È raro, rarissimo riuscire a scrivere cose così importanti, in questo modo e riuscire a piacere a così tanta gente. Non parlo per me, no. Non sono una di quelle che dice "Oh, hai scritto del suicidio, non puoi parlarne in questi termini". Io penso che dovremo prenderci un po' meno sul serio, su un sacco di cose. Ci sono così tanti tabù che sembra di essere ai tempi di Galileo Galilei. Manca solamente l'intellettuale di turno che dice che la Terra è piatta, ma le differenze sono ben poche. Ed è una cosa triste. Molto, molto triste.
Io penso che gente come te debba arrivare agli occhi di tutti. Però non mi piace, "gente come te". È riduttivo, come un marchio. E i marchi non mi piacciono. Quindi dico tu, parlo solamente con te. Penso che tutti dovrebbero leggerti, così da capire qualcosa sulla vita. Cose del genere.
Questa non è solo una storia forte, come un pugno in faccia, è una vera e propria scrollata collettiva. Sei forte, davvero. Hai fegato. E fai bene ad averlo: oggi come oggi, se non hai fegato, è meglio che non scrivi proprio. Ho letto di ogni sorta di suicidi: sventati perché la vita è bella, deprimenti e depressivi perché la vita è brutta. Eppure penso che il suicidio sia qualcosa di complesso, personale, in cui non puoi metterti lì a giudicare. Penso che sia una cosa che non si fa così, tanto per passare il tempo. Devi pensarci e molto a lungo. Non così, per dire "ci ho pensato", ma proprio perché ci vuole un coraggio della miseria per farlo e se non ci pensi neanche un po' non lo fai, punto e basta. E a volte ci pensi e capisci che non ne vale la pena, a volte ci pensi e capisci che non hai alternativa. O pensi di non averla.
Ma del resto, agli altri, cosa importa? L'essere umano è sempre, sempre, sempre pronto a puntare il dito, a giudicare. Quello si taglia, è malato mentale. Quello si è suicidato, è un peccatore, un idiota, non ci ha di sicuro pensato. L'essere umano muore sempre, alla fine, e questo mi riempie di gioia. Seriamente. Mi entusiasma sapere che tutti quelli che hanno il dito sempre puntato prima o poi saranno anche loro sottoterra, allo stesso livello di tutti quelli che hanno giudicato nel corso della loro vita.

Nuovo recensore
22/12/12, ore 15:47

Ciao, ho letto tutti i racconti e penso che siano davvero magnifici. Scrivi benissimo, a parte qualche piccolo errore di battitura che si incontra qua e la, ma di cui non ho tenuto conto. Con poche e semplici parole azzeccate e messe nel punto giusto riesci a descrivere in maniera perfetta i tuoi personaggi, le tue similitudini rendono perfettamente l'idea di ciò che vuoi dire. I tuoi personaggi,pur essendo per molti aspetti diversi da me, hanno raccontato parte di me. Mi sono immedesimata tantissimo in loro, è come se tu avessi descritto parti della mia personalità che ho trovato sparsi qua e la tra le righe, l'ultimo racconto poi mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.