Un rantolo sommesso le passa tra i denti, ed è come ascoltare un albero secolare spezzarsi in due, colpito da un fulmine.
Ma gli occhi. Gli occhi mi segano a metà.
Si coprono di un velo di lacrime, e sono tanto profondi da cascarci dentro e non riemergerne più.
E’ come affacciarsi su un buco nero. Sull’inconcepibile immensità del vuoto.
E cado dentro il nulla.
Mi ingoia, interamente.
E qui, dentro di lei, la sento parlare.
Il suo cuore pulsa violento, accanto al mio.
E siamo lo stesso ventre, lo stesso dolore.

Io ero la musica. Danzavo sul pentagramma, seguendone le linee austere. Ero il bianco della pagina ed il nero della nota. Ero l'avorio delle ottave e l'ebano delle alterazioni. Io ero la musica.

E lui dondola, dondola. Ma continua a non volerla guardare. E tutto brucia.
E lui si stropiccia il viso, tira la pelle. Afferra i capelli e si accartoccia su se stesso. E dondola.
E lei piange e affonda, sempre, in tutti i sensi.
Sta pensando a quello che ha detto Sarah.
“Amare è guardare qualcuno morire”.
Ti guarderò morire, amore mio.
[Inspired by What Sarah Said - Death Cab For Cutie]

Ultimo urlo.

Elia ha diciotto anni, e canta in un gruppo. Sta con un ragazzo che è da sempre uno dei suoi migliori amici- ed ha un migliore amico che è stato per un anno il suo ragazzo. Ha un fratello adottivo che sembra divertirsi a scavargli strani vuoti nello stomaco. E che non si accorge di niente, chiaro. Elia ha capelli rossi, occhi verdi e un viso che dicono sia la fotocopia di quello di suo padre- solo che lui suo padre non l'ha mai conosciuto. Elia ha tanti pensieri, tanta confusione nella testa. E tanta strada ancora da camminare.

'Solo amore, quanto sangue e quanto amore avrò per te. Puro amore, non c'è niente da capire non c'è.' In realtà c'è poco da spiegare, forse basterebbe chiedersi che futuro potrebbe avere una storia fra un punk ed una ballerina classica non in questo presente ma in un passato più difficile...

Alcuni ritorni portano già in bocca sapore di nostalgia. Come l'aspettativa di qualcosa che dovrà arrivare, e cambierà tutto. Indistintamente.
Lo Shadow di Karl. Seiran visto dai suoi occhi. La loro storia, il loro ritrovarsi. Loro.
Ambientato dopo Beating, e parecchio dopo la fine del Nero.

La musica, la scuola, i sogni. La vita. L'amore. Ma come è difficile quando hai diciott'anni e hai perso la testa per il tuo migliore amico. Come è difficile se tutto sembra assurdo, come una lastra di vetro nero che, improvvisamente spezzandosi, rivela tanti, minuscoli frammenti bianchi...

In una città divorata dal vento e dal sole, Lizard deve scoprire la direzione giusta. Amistad gli starà vicino, Amistad gli darà una mano, sicuro. Ma tutte le strade di Santa Soledad hanno la stessa storia, e lo stesso finale. Perché ogni lotta, ogni guerra – ogni amore – ha il finale già scritto. E l'inchiostro per cambiarlo, più non si trova.

filo dopo filo la trama si inspessisce ed il ragno aspetta solo la sua falena, senza rendersi conto di essere lui steosso la preda

"Mi sembrava di rivederlo, Robi. Appoggiato al muretto con le mani in tasca e il Tirreno dietro. Cupo come i suoi romanzi gotici. Quel pomeriggio i suoi occhi sembravano strappati al mare, erano altrettanto liquidi e rabbiosi. Le ragazze che passavano, anche se di fretta, si voltavano a guardarlo, attratte dal suo viso gelido e inespressivo. Lui neanche le vedeva. Io avevo voglia di dargli una spinta e farlo cadere giù. Vedere se il sale dell'acqua riusciva a lavargli via il dolore, disinfettargli la ferita. Avevo voglia di afferrarlo per il colletto del giaccone e fissarlo in quegli occhi freddi, urlargli in faccia, a due centimetri dal naso, di smetterla, farsi furbo, che non poteva permettere che una stronza gli rovinasse la vita. Avevo voglia di prenderlo a sberle fino a farlo piangere, o almeno battere le palpebre, spostare lo sguardo. Reagire."