Batté ancora le palpebre, e un'unica immagine s'impresse sulla sua retina: fili dorati, un volto senza età e due lampi d'azzurro che erano stati assieme consolazione e orrore delle notti passate. Atteggiò le labbra a un sorriso, o forse ci provò soltanto.
"Sapevo che sarei finito all'inferno." mormorò con il poco fiato che l'ammasso rovente e malconcio dei suoi polmoni era riuscito a catturare.
Poi il buio lo inghiottì.
Seguito di "Macerie".

"Dan. Devi crescere."
E lui è cresciuto, a modo suo. Si è liberato dell'innocenza e delle illusioni di un adulto troppo bambino per abbracciare il dolore di un perpetuo rimpianto. Vive teso verso un passato irraggiungibile, desiderando un'ingenuità che gli è stata strappata via come fosse uno strato supplementare di pelle. E il futuro è una scia sfocata di cui non è certo gli importi davvero.
Il fautore e la vittima di uno stesso segreto.

Il vigilante si sentiva la testa completamente svuotata. Chissà come, chissà perché, i suoi piedi lo avevano portato fino a lei. Ma che fosse un caso o meno non gli importava. C’era qualcosa che doveva dirle, una cosa che gli frullava nella mente da otto anni e che ora più che mai aveva urgenza di ricordare.
Certo, ricordare.
La storia di Eddie Blake e Sally Jupiter, fra mille ricordi, nella notte in cui accadde il "miracolo".

“Ti sei divertito oggi, eh, Ozy?”
L’oggetto della sua ira non fa una piega, anzi, continua a leggere delle carte dietro a quella fottuta scrivania. Il desiderio di premergli il sigaro acceso sulla fronte è una tentazione difficile da ignorare e potrebbe essere un ottimo pretesto per iniziare una sana rissa, ma proprio quando il pensiero si sta concretizzando nella sua testa finalmente Veidt si alza, abbandonando la lettura, per posare gli impassibili occhi azzurri su di lui.
“Ne abbiamo già parlato, Blake. Se le linee che sto adottando non sono di tuo gradimento, sei libero di lasciare i Crimebusters”.
Piccolo avvertimento: la storia contiene del linguaggio volgare, al fine di rendere al meglio il carattere del protagonista.
[ Questa storia ha partecipato al contest "La notte degli Oscar" ]
[ Questa storia si è classificata seconda al contest "A colpi di Lemon!" ]

Cinque mezze drabble per cinque vigilanti.
Who watches the Watchmen?

L'ascensore arriva. La porta si apre. E tutto comincia.
Seconda classificata al contest "I do what I want!" di vannagio.

Si avviò in bagno senza preoccuparsi di prendere dei vestiti puliti, ma giunto sulla soglia si bloccò di scatto, la bocca semiaperta e il lancinante dolore alla testa regredito a un sottofondo appena percettibile nella sorpresa che gli aveva sopraffatto ogni pensiero. Perché nella doccia, nudo e perfettamente a suo agio davanti al suo sguardo sconvolto, c'era Adrian Veidt.
Le imprevedibili conseguenze di una sbronza.

Il tempo era musica e la musica era un fluido, un qualcosa in divenire che allontanava per un attimo il futuro.
Doveva pensarlo anche Eddie in quel momento...
[Questa storia partecipa al "Flash contest di fine estate - affidatevi alla fortuna" indetto da Stareem]

"Sono l'uomo più intelligente di questo secolo. Sono l'uomo che ha ucciso quindici milioni di persone.
E, poi, la lama affondò di nuovo.
Sono l'uomo che ha salvato il mondo."
Dan è di nuovo Nite Owl e passa le notti in preda al dubbio sul proprio destino.
Laurie non l'ha più cercato.
Adrian è scomparso.
Seguito di "Fondamenta".

Dicono che non si uccida per la gloria.
Gridano, Ozymandias.
[Questa storia partecipa al Multifandom Drabble e flashfic contest - Who we are]

Breve flash ispiratami da un particolare momento del film, un momento che a modo suo mi ha fatto sorridere, ma che mi ha fatto anche molto riflettere sul personaggio di Rorschach. Buona lettura!

Laurie strillò fino a raschiarsi la gola, quando due grosse mani la afferrarono sotto le ascelle e la sollevarono in aria. Tenne gli occhi chiusi e le orecchie tappate, perché con i mostri funzionava così, glielo aveva detto la sua amica Betty, se non li vedi non ti possono fare niente. La mamma diceva che era una sciocchezza, che i mostri andavano affrontati a occhi spalancati e pugni serrati, ma Laurie preferiva il metodo di Betty.

che Alan Moore mi perdoni, l'ho fatto. una one-shot Rorshach, het, con OC. non svenite, è angst, anzi tragica. se è venuta male farà schifo, se è venuta bene farà piangere. in testo normale il presente, in corsivo i flashback.

Una ragazza come tutte le altre, persa nella Grande Mela. Una ragazza pervasa da una curiosità illimitata e un essere misterioso. Entrambi non possono sopportare la propria immagine riflessa nello specchio. Due vite monocromatiche. Ma c'è chi vede grigio e chi vede bianco e nero...

[Post-Karnak; Movieverse]
Cinque anni dopo essere stato sconvolto dalle esplosioni che hanno distrutto le maggiori città del pianeta, il mondo sta cominciando lentamente a riprendersi. Allo stesso modo, Dan e Laurie stanno iniziando a rimettere insieme i cocci delle loro vite, cercando di superare insieme gli eventi di Karnak.
Il diario di Rorschach, però, che giace dimenticato in un angolo da un quinquennio, continua a minacciare la pace mondiale con la sua esistenza. E quando un giorno viene trovato, l’equilibrio tanto faticosamente conquistato rischia di crollare.

Breve raccolta che conterrà varie situazioni, più o meno possibili, affrontate dagli Watchmen in preparazione al Natale.
[ Questa storia ha vinto il premio "Babbo Natale" - migliori personaggi - al contest "Preparativi per Natale", di Jo_gio17 ]

Sai cosa vorrei? Vorrei che tutta la feccia della Terra avesse una gola, e io avessi le mie mani attorno ad essa.

La disillusione di chi ha vissuto troppo il mondo e per troppo tempo.
Questa storia si è classificata seconda al contest "Brighter than a thousand suns", di Stareem.

Dietro occhi cristallini può nascondersi un mostro. Dietro un re giusto può celarsi un despota. E più un uomo risplende nei propri successi, più grande è l’ombra deforme alle sue spalle.
| Seconda classificata al Flash Contest - The Darkest Side of Me indetto da Stareem sul forum di EFP. |

Se c’era una cosa che non si doveva fare con Adrian Veidt, era chiedere spiegazioni. Non perché lui non fosse in grado di darne, ma perché le riteneva superflue a chiunque fosse estraneo alla sua stessa persona. La voce morbida e gentile non nascondeva la sicurezza che albergava nella mente del miliardario, e l’ammirazione che riusciva a suscitare nell’animo delle persone era sempre sincera. Egli non era saccente, ma sapiente. Non presuntuoso, ma saggio, tanto che nessuno gli avrebbe dato l’età che effettivamente aveva.
Ciò che serve per essere davvero un re.
[ Questa storia si è classificata terza al contest "I do what I want!" ]