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Buongiorno
a tutti! Questa è la mia prima fan fiction, quindi abbiate
pietà di me!
E' una storia Bella&Edward, in cui saranno presenti un po'
tutti. Sono tutti umani e le vicende dei Cullen si intrecceranno con
quelle degli Swan nella poco assolata Forks.
Grazie a tutte quelle che avranno voglia di cimentarsi nella lettura di
questa mia creatura!
A
presto e spero che mi seguiate numerose, bacioni!
PROLOGO
Mi
chiamo Isabella Swan e ho
17 anni. Sono una ragazza normalissima, poco appariscente, lunghi
capelli
castani, occhi di un insignificante marrone, fisico asciutto con le
forme al
posto giusto. Grazie al mio carattere molto estroverso riesco a fare
amicizia
con tutti. Ho avuto un fidanzato per quasi un anno, Dylan, il capitano
della
squadra di basket della scuola, ma quando ho scoperto che si ripassava
quasi
tutte le ragazze mentre
stava con me,abbiamo
rotto. Pensavo che ci sarei stata molto male, ma a parte
l’umiliazione che
sentivo a causa della situazione, mi resi conto che non ero innamorata.
Una
nota positiva è che quest’anno non
dovrò vederlo a scuola in quanto ha iniziato
il college. Da allora ho cominciato a divertirmi a più non
posso, non che sia
una “leggera”, ma neanche una da relazioni
sentimentali durature, anche perché
ora faccio molta fatica a fidarmi del genere maschile. Una delle mie
amiche più
care è Angela Weber, una ragazza dolcissima, molto timida ed
eternamente e
segretamente innamorata di Ben, un nostro compagno di scuola.
In casa con me ci sono: mio
padre Charlie, a cui voglio un mondo di bene e a cui assomiglio molto
sia
fisicamente che caratterialmente,è il
capo della polizia di questa città e ama andare a pesca ogni
weekend; il mio
gemello Jasper, completamente diverso da me fisicamente infatti ha i
capelli
biondi, gli occhi azzurri, molto alto e bello, con cui ho un rapporto
talmente
stretto che basta uno sguardo che ci capiamo al volo; e da un paio
d’anni mia
cugina Rosalie, rimasta orfana di entrambi i genitori a causa di un
incidente
stradale. Mio padre l’ha accolta come una figlia senza
pensarci due volte e io
e Jasper come un’altra sorella. Abbiamo un rapporto molto
stretto e ci
confidiamo tutto. Rosalie ha 17 anni come noi ed è
bellissima, capelli lunghi e
biondi, occhi grigi, molto alta e formosa, sembra una modella e tutta
la scuola
le sbava praticamente dietro, ma lei fa la sostenuta con tutti i
ragazzi. Dice
che non le interessano perché pensano solo al sesso e non
vale la pena farsi
usare come un giocattolino. È stata soprannominata Miss
Iceberg, ma io che la
conosco so che non è per niente una ragazza fredda e il
giorno che incontrerà
il ragazzo giusto senz’altro riuscirà ad aprire il
suo cuore.
Mia mamma purtroppo
è morta quando avevo dieci
anni dopo una terribile malattia. Jasper le assomiglia molto
fisicamente e
caratterialmente, infatti fa strage anche lui di cuori, come faceva mia
madre
alla sua età (a quanto dice mio padre), ma dubito che lei
facesse come Jasper,
che ha una ragazza nuova tutte le settimane e che non crede affatto
nell’amore
ma solo in una sana e soddisfacente scopata.
Mio padre è sempre rimasto
single, ma da un anno, dopo che gli abbiamo insegnato a usare Internet,
intrattiene una relazione in chat con una donna, di cui non conosciamo
neanche
il nome ma sappiamo solo che è di New York e quando si
vedono lo fanno sempre a
metà strada. Di lei non sappiamo quasi niente, se non che
è vedova da qualche
anno. Ora sono in vacanza in crociera ai Caraibi da 4 settimane.
Sarebbe dovuto
rientrare una settimana fa ma ha telefonato che avrebbe prolungato
ancora
qualche giornoe
che sarebbe tornato con
una bella sorpresa.
Ciao
a tutti. Questa è la mia prima fiction. Non ho mai scritto
niente in vita mia ma spero comunque che vi appassionerete a questa
storia dove tutti sono umani e dove si raccontano
semplicemente stralci di vita quotidiana, niente di speciale. Sono ben
accette tutte le critiche, sia positive che negative, purchè
costruttive.
E ora buona
lettura!
Blair Waldorf: Ciao Betty sono contenta che ti
piaccia. Spero di continuare a incuriosirti. Isangel:
grazie mille sono proprio contenta che ti piaccia e grazie per avermi
dato le dritte per scrivere, non so come avrei fatto altrimenti. Sono
una vera imbranata col pc e non ci capivo niente, ma con la guida tutto
è andato a posto. Spero che continuerai a seguirmi. Uchiha_chan: ciao,
non so se chiedendomi il codice ti riferisci a come ho scritto il
prologo. Scusa ma non sono molto pratica spero di aver fatto meglio col
primo capitolo.
CAPITOLO 1
Sorpresa
Pov
Bella
Finalmente oggi arrivava mio padre! Eravamo
tutti in agitazione per questa sorpresa che ci aveva promesso. Ero
felice per lui: dopo parecchi anni lo vedevo di nuovo sereno e appagato
e se la sorpresa aveva a che fare con la misteriosa donna con cui aveva
la relazione, non potevo che essere più contenta per lui.
Magari aveva deciso di presentarcela… sarebbe stata proprio
l’ora!
-Hei Bells, a che ora ti ha detto che arrivava
papà? Perché mi ha chiamato Jenny e dovrei uscire
nel pomeriggio- mi domandò mio fratello. E ti pareva che non
si dovesse vedere con qualche sgualdrinella!
-Non ti preoccupare Jazz, ha detto che sarebbe
arrivato in mattinata, quindi anche per oggi, quel cosino che ti
ritrovi in mezzo alle gambe, verrà ampiamente soddisfatto!-
lo schernii.
Rosalie non riuscì a trattenersi e
scoppiò a ridere quasi cadendo dalla sedia su cui era seduta
per fare colazione. Jazz, invece, senza dire neanche una parola,
uscì dalla cucina. Mmm… non era
possibile!
Stavo ancora rimuginando su quanto fosse stato
strano e sospetto il comportamento di mio fratello quando
cacciai un urlo spaventoso. Quel brutto demente aveva fatto il giro dal
salone e rientrando dalla porta posteriore della cucina mi aveva
versato un secchio di acqua gelata sulla testa, inondando me e
soprattutto il mio barattolo gigante di Nutella appena iniziato!
-E per la cronaca io in mezzo alle gambe sono
messo bene!- sentenziò, mentre mi faceva una linguaccia.
Rosalie se prima era quasi caduta dal ridere
ora era completamente sdraiata per terra tenendosi la pancia per i
singulti che la scuotevano tutta.
-Jasper sei un idiota!! Sai
benissimo che puoi toccare tutto ma non la mia Nutella! Sei mortooo!!-
urlai, incazzata nera. In un attimo afferrai la doccina del lavandino e
cercai di annaffiarlo, ma il furbone si parò dietro il
tavolo così centrai Rose ancora per terra. Ora sì
che aveva smesso di ridere!
Nel giro di qualche secondo eravamo tutti e
tre impegnati in una battaglia ad acqua all’ultimo
sangue.. fu proprio in quel preciso istante che udimmo la
voce di nostre padre. Ci paralizzammo all’istante! Merda!
-Ragazzi sono tornato, dove siete?- ci
chiamò ancora, alzando il tono.
Non ci potevo credere, eravamo stati
impeccabili per tutto il mese: ci eravamo occupati della casa e
soprattutto avevamo evitato di organizzare anche la più
piccola festicciola, come si era raccomandato lui.
E ora?! Doveva proprio tornare nel momento in
cui avevamo praticamente allagato la cucina… per non parlare
poi di come eravamo conciati noi! Se questa non era una sfiga pazzesca!
Ci fissammo negli occhi e poi con un gesto di
noncuranza (tanto ormai non potevamo più
rimediare!), ci avviammo verso l’entrata, lasciando
una lunga scia d’acqua.
Quando spuntammo imbarazzati dal salone,
rimanemmo basiti tutti e tre: mio padre non era affatto solo! Sulla
porta accanto a lui c’erano una donna, una ragazza e due
ragazzi.
Rimanemmo tutti e tre a bocca spalancata
mentre mio padre, evidentemente stupito di trovarci in quelle
condizioni, ci fissava incredulo, mentre l’acqua
che continuava a gocciolare copiosa dai nostri corpi e vestiti sul suo
prezioso parquet.
Ok, eravamo morti! Ma mio padre ci
stupì una volta di più!
-Ragazzi ma cosa diavolo avete combinato?! Non
si usa più fare la doccia in bagno? Mentre ero in vacanza
è per caso scoppiata una nuova moda?- esclamò
divertito, inarcando le sopracciglia.
Dio avremmo dovuto ringraziare per tutta la
vita la combriccola che lo accompagnava… ero certa che se
non fosse stato per la loro presenza ci avrebbe tirato il collo!
La donna era minuta, capelli color
caramello, occhi azzurri e un viso dolce e materno. La ragazza accanto
a lei, le somigliava molto: stessa corporatura minuta, ben
proporzionata, occhi azzurri e capelli scuri, corti e con le
punte sbarazzine. Sembrava gli fosse scoppiato un petardo in testa e ci
guardava evidentemente divertita, cercando di trattenersi dallo
scoppiare in una risata.
Uno dei due ragazzi aveva capelli corti e
neri, occhi verdi… ma quello che saltava subito
all’occhio era la sua corporatura massiccia che, insieme
all’altezza imponente, lo rendeva molto simile a un enorme
orso gigante. A differenza della donna e della ragazza, lui non faceva
nulla per cercare di contenere l’ilarità e stava
sghignazzando, completamente a suo agio.
Quello che però mi aveva
letteralmente colpita al cuore, era l’ultimo ragazzo
presente. Leggermente più basso di quello che pensavo fosse
il fratello, con una muscolatura ben definita ma meno evidente, capelli
ramati e perfettamente disordinati, grandi ed espressivi occhi verdi;
era il ragazzo più bello che avessi mai visto! Sembrava un
dio greco e anche lui rideva spudoratamente.
In un attimo io e Rose eravamo saltate
subito addosso a mio padre per abbracciarlo, e Jasper si era
avvicinato aspettando pazientemente il suo turno per salutarlo: era
mancato tanto a tutti noi!
Anche se era stato bello avere avuto la casa
libera per un mese, noi preferivamo quando lui era presente…
era un padre fantastico e molto comprensivo; ci dava pieno spazio e
libertà, fidandosi incondizionatamente di noi…
fiducia che era sempre stata ben riposta!
-Ehi! Piano, piano… così
non mi fate respirare, bambine mie!- esclamò felice quanto
noi; -E poi… come potete vedere non sono solo!- aggiunse,
arrossendo leggermente.
-Sarebbe bene che vi occupaste anche dei
nostri ospiti- ci rimproverò bonariamente.
-Sì, scusa papà! Hai
ragione, ma… ci sei mancato così tanto! Dovevamo
assolutamente strizzarti un po’, prima!- esclamai contenta.
-Più che strizzarmi mi avete
completamente bagnato. Ma cosa stavate combinando?- ci chiese
sospettoso. Io sorrisi sorniona.
-Niente! E’ che… Jasper
è un tantinello permaloso e non riesce ad
accettare la verità!- affermai, deridendo mio fratello che
mi lanciò unì’occhiataccia
inteneritrice. Io gli feci una linguaccia e lui sorrise minaccioso.
Sapevo che dietro quel falso sorriso erano contenuto il chiaro
messaggio: “non ti preoccupare con te finisco
dopo”. Ma non mi preoccupai troppo… tanto poi
finiva sempre col farmele passare tutte lisce!
-Allora, ragazzi! Loro sono Esme, Alice,
Emmett ed Edward- ci spiegò indicando la compagnia. -Invece
questi tre pulcini bagnati sono le mie gioie. Loro sono i miei figli:
Jasper e Isabella… ma è meglio che la chiamiate
Bella se non volete vederla arrabbiata! E lei è mia nipote
Rosalie… anche se più che una nipote ormai per me
è come una figlia- continuò orgoglioso.
-Grazie zio… mi fai sempre
commuovere- gli rispose Rose, mentre arrossiva. Poi si rivolse agli
altri.
-E’ un piacere conoscervi- esclam,
stringendo le mani ad ognuno di loro e scusandosi del fatto che fosse
bagnata.
Io e mio fratello seguimmo il suo
esempio. Nel momento in cui strinsi la mano di Edward rimasi
paralizzata: una tremenda scossa elettrica scaturì al
contatto con la sua calda e grande mano e si propagò e
diffuse per tutto il mio corpo, lasciandomi senza fiato.
Mi staccai immediatamente come scottata e
arrossii violentemente, imbarazzata dalla mia reazione. Per fortuna mio
fratello richiamò l’attenzione e i suoi occhi
magnetici si staccarono dal mio corpo, permettendomi di nuovo di
riprendere il controllo di me stessa.
-Allora papà, la sorpresa di cui
parlavi era questa! Finalmente ti sei deciso a presentarci la tua dolce
metà e la sua famiglia- dichiarò gioioso Jazz.
Eravamo contenti e sembravano delle brave persone.
-Era ora! Sa Esme lei ha reso di nuovo molto
felice il nostro caro papà e quindi ci fa molto piacere
conoscerla- intervenni io, mentre Rose e Jazz annuivano convinti.
-Oh grazie, ma il piacere è tutto
mio, ragazzi! E poi se qui c’è qualcuno che mi ha
reso felice dopo tanto tempo, quello è porprio vostro padre!
E’ un uomo meraviglioso!- cinguettò innamorata,
lanciando uno sguardo di vera adorazione verso l’uomo di cui
stava parlando. Sorridemmo.
-Ma vi prego, datemi del tu! I miei
figli lo fanno già con Charlie- aggiunse.
-Grazie Esme. Ma quanto vi fermate? Spero
almeno un po’ di giorni così avremo modo di
conoscerci un po’ meglio. E voi ragazzi mi potrete raccontare
qualcosa di più su New York! E’ la
città che adoro più di tutte, anche se non ho
ancora avuto la fortuna di visitarla. Qui il posto per dormire non
manca di certo, con tutte le stanze che abbiamo!- affermai.
L’atmosfera intima e gioiosa che si
era formata poco prima, si raffreddò immediatamente e notai
i volti di mio padre e Esme colorarsi sempre di più, mentre
si lanciavano sguardi tremendamente imbarazzati.
E adesso cosa diavolo avevo detto di male?!
Sì che a volte la mia bocca si dotava di vita propria e mi
faceva fare delle figuracce, ma stavolta non mi sembrava di aver
pronunciata nulla di sconveniente…
-Ehm.. veramente…. Non so come
dirvelo ragazzi…- balbettò impacciato mio padre.
-Dai zio non vorrai mica farci morire, arriva
al sodo!- tagliò corto Rosalie, che non era famosa per la
sua pazienza.
-Ve lo dico io! Tanto se aspettiamo loro
facciamo notte... si sono sposati!- intervenne Alice, urlando gioiosa
l’ultima frase.
I nostri visi mutarono in
un’espressione di autentico stupore, mentre le parole
continuavano a vorticarmi in testa senza un senso logico. Alice ci
richiamò alla realtà.
-Quindi ragazzi, adesso siamo tutti una grande
famiglia e vivremo qui tutti insieme! Vorrei subito vedere la mia
stanza… sapete com’è! Il volo
è stato lungo e mi ci vuole una bella doccia calda e
rilassante e vestiti pultiti!- affermò con un tono che non
ammetteva repliche, mentre noi ragazzi eravamo ancora impietriti sul
posto e non riuscivamo a proferire parola.
Ciao ragazze. Sono
molto contenta che la storia vi piaccia. Sinceramente non immaginavo di
avere così tante risposte positive fin dall'inizio. Vi
ringrazio infinitamente e spero che continuiate a seguirmi. Bacioni e
vi lascio il secondo capitolo dopo aver risposto a tutte.
vanderbit: ciao, sono molto
contenta che ti piaccia la storia e ti ringrazio per i complimenti.
Loro vivono a Forks, scusa ma è la prima volta che scrivo
qualcosa e ho dato per scontato il luogo dove vivono. COPmunque dovesse
ricapitare che ci sia qualcosa di poco chiaro, chiedi pure che ti
spiegherò tutto. Sì Alice si è subito
fatta riconoscere e come poteva essere altrimenti? Grazie ancora.
sandy69: ciao
, contenta che la storia ti incuriosisca, in effetti le cose si
ingarbuglieranno parecchio. Anche a me piaceva l'idea della lotta con
l'acqua ma non saranno gli ultimi casini che combineranno.... Alla
prossima!
Isangel: ciao,
grazie. Vedrai gli sviluppi saranno numerosi, d'altronde con una
famiglia così numerosa non potrebbe essere altrimenti.
loulou72: ciao
Lucia grazie di seguirmi anche qui. Un bacione.
CullenSwan: ciao
grazie. Felice di averti incuriosito. Alice è sempre la
solita, altrimenti non sarebbe Alice. Chi la ferma!!!
bellina97: ciao
benvenuta. Sì anch'io mi sarei arrabbiata ma vediamo come la
prendono loro. Comunque ti ho appena conosciuto e già mi fai
sganasciare: il piede di porco. Ah ah ah!!! Sei mitica. Comunque non ti
preoccupare non ti servirà perchè la storia
conitnua.
mayalory: ciao
lory, ti ringrazio per i complimenti. Lo vedrai in questo capitolo se i
ragazzi si arrabbiano. Comunque posterò spesso, penso ogni
due giorni, salvo qualche intoppo.
Hell Girl: ciao
grazie e benvenuta. Aggiornerò ogni due o tre giorni, salvo
intoppi vari.
Ok credo
di aver risposto a tutte. Ancora un grazie e buona lettura!!!
CAPITOLO
2
Cambiamenti
Pov
Bella
Era ormai una settimana che la nostra vita era cambiata: mio padre si
era risposato e ora vivevamo tutti insieme sotto lo stesso tetto. Per
fortuna possedevamo una casa a due piani molto capiente;
c’erano stanze in abbondanza e quindi ognuno aveva la
propria. I soldi per noi non erano mai stati un problema!
Mio padre era capo-ispettore della polizia di Forks solo
perché amava immensamente il suo lavoro, ma se avesse voluto
avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento… mia madre
apparteneva a una famiglia agiata e quindi aveva ereditato ogni cosa! A
noi, d’altro canto, non era mai mancato nulla.
Dopo esserci ripresi dallo shock iniziale, l’irritazione
verso quell’assurda situazione si era insinuata nei nostri
cuori. Sinceramente, specialmente io e Jazz, non ci saremmo
mai aspettati che mio padre tenesse un comportamento del genere!
Cavoli! Se proprio si amavano così tanto potevano anche fare
in modo di presentarci prima, piuttosto che metterci di fronte al fatto
compiuto... E poi… anche se cercavo di non darlo a vedere e
di non farlo pesare a nessuno, io ero anche tremendamente delusa da mio
padre! Ero sinceramente felice per lui… però
visto che amava così tanto Esme da decidere di compiere un
passo del genere, mi avrebbe fatto piacere che si fosse confidato con
noi figli… e soprattutto… mi sarebbe piaciuto
presenziare al loro matrimonio. Invece avevano fatto tutto alla
chetichella, in gran segreto e nonostante mi fossi accorta quanto amore
ci fosse tra loro, la delusione bruciava comunque!
La sera del loro arrivo, ci eravamo riuniti in camera mia, io, Rose e
Jazz e ne avevamo parlato a lungo. Alla fine, come al solito, Jasper
aveva cercato di farmi ragionare ed eravamo arrivati alla
conclusione che dovevamo passare sopra ai nostri sentimenti e cercare
di essere felici per loro, accettando senza tanti problemi la
situazione. In fondo quella convivenza forza sarebbe durata solo un
anno, perché poi saremmo partiti tutti per il
college… e l’idea che mio padre non sarebbe
rimasto in questa grande casa completamente solo dava parecchio
conforto a tutti e tre! Così decidemmo in modo maturo di
accettare tutto ciò che avrebbe comportato.
Esme si era rivelata una persona dolcissima… era palese
l’amore che provava nei confronti di papà e questo
ce la fece subito prendere in estrema simpatia. Era rimasta vedova da 5
anni e nonostante avessimo capito che anche loro erano estremamente
ricchi, si erano rivelati persone semplici come noi.
Alice era simpaticissima e un vulcano di energia pura; aveva una
vitalità addosso che avrebbe fatto passare la depressione a
chiunque. Parlava in continuazione, senza mai però risultare
noiosa o eccessiva nelle sue manifestazioni di affetto sincero. Con
Rosalie poi, il feeling era perfetto, perché idolatravano
entrambe tutto ciò che riguardava la moda e lo shopping!
Anche a me piaceva abbastanza ciondolare tra un negozio e
l’altro, ma avevo capito immediatamente che andare con loro
per centri commerciali, era da suicidio! In una sola settimana mi
avevano costretta per ben 4 volte, a ore e ore di shopping
sfrenato… cosa per me assurda!
Emmett, nonostante la stazza che poteva incutere un po’ di
terrore, si era rivelato simpaticissimo. Il suo passatempo preferito
era scherzare con tutti! Le sue continue battutine erano fonti di
risate assicurate per tutti… e proprio per questo si trovava
a suo agio con tutti noi… bè quasi tutti! Mi ero
accorta che il suo atteggiamento cambiava drasticamente in presenza di
Rosalie… spesso sembrava quasi… imbarazzato.
Avevo il forte dubbio che l’algida bellezza di Rose avesse di
nuovo fatto centro… ma (ahimè per lui!) non aveva
ancora idea con chi avesse a che fare!
Rose, dal canto suo, in sua presenza, riusciva a ridere e scherzare in
modo naturale… come se lo avesse conosciuto da una vita.
Fatto decisamente strano e fuori dal comune per lei!
L’unico che rovinava quell’armonia familiare
era… Edward. Con lui avevo decisamente aprecchi problemi!
Innanzitutto, quando lui era presente, mi sentivo in completo
imbarazzo… cosa alquanto strana per me, che non avevo nessun
tipo di problema a far amicizia. Probabilmente questo fattore era
dovuto essenzialmente al fatto che sembrava non sopportarmi proprio! Mi
trattava sempre con sufficienza e arroganza, mentre con gli altri era
sempre molto educato e simpatico. Proprio per questo suo atteggiamento
odioso nei miei riguardi, il lato peggiore del mio carattere
fuoriusciva con impeto e così ci ritrovavamo spesso a
battibeccare o a ignorarci completamente. Non riuscivo a comprendere
questa sua forte antipatia… non mi sembrava di aver fatto o
detto niente per suscitare un sentimento così negativo in
lui.
In quella settimana tutti i loro effetti e alcuni mobili erano stati
fatti recapitare da New York e ognuno di loro si era orgnanizzato come
più gli aggradava nella nuova camera da letto. A Edward era
stata persino assegnata una stanza in più dove poteva
suonare il suo pianoforte, fatto arrivare, anch’esso da New
York. Ero rimasta piacevolmente colpita dal suo hobby, ma naturalmente
non avevo potuto approfondire l’argomento con lui,
perché a malapena mi rivolgeva la parola.
Erano arrivati anche i loro mezzi di trasporto. Per fortuna
oltre al nostro garage che era già pieno, avevamo anche
un’altra struttura a fianco della casa, che usavamo come
magazzino. Così dopo averlo liberato e sistemato ci
sistemarono i loro mezzi di cui eravamo rimasti piacevolmente sorpresi.
Alice possedeva una Porsche giallo canarino, Emmett una Jeep Wrangler
nera, Esme una Mercedes nera e Edward una Volvo C30 grigio
metallizzata e una fantastica moto: una Yamaha r6. Era un appassionato
di motori e per questo avevo stretto subito un buon rapporto con
Rosalie, che ne era altrettanto appassionata. Infatti era il
meccanico di fiducia della famiglia insieme al mio miglior amico di
Jacob Black.
Loro non avevano ancora visto i nostri mezzi perché erano
chiusi in garage, infatti per spostarci insieme di solito usavamo il
pick up di famiglia, decisamente meno appariscente, che lasciavamo
sempre fuori sul vialetto di casa.
Jasper aveva una Ferrari testa rossa, Rosalie una Bmw Z3 rossa ed io
una Aston Martin Vanquish nera e la mia adorabile e inseparabile Roxi,
una Honda CBR 600, che però custodiva, in gran segreto,
Jacob nella sua officina a La Push, la riserva indiana Quileutes dove
abitava e lavorava. Mio padre infatti non sapeva della mia passione dei
“letali mezzi a due ruote”, come li chiamava lui.
Amavo correre in moto e soprattutto fare gare di velocità
che ogni tanto organizzavamo per riprenderci dalla noia di Forks. Ero
una delle migliori nelle corse e vincevo quasi sempre, anche
grazie a un motore ben potenziato da Rosalie e Jacob.
Mio padre invece guidava sempre l’auto della polizia anche
quando non era in servizio e anche se negli anni avevamo espresso
numerose rimostranze, non eravamo mai riusciti a convincerlo a
staccarsi da quell’odiosa auto!
Nonostante il nostro vastissimo, a questo punto, parco-macchine,
Charlie ed Esme avevano deciso di comprare anche un minivan Mercedes 8
posti, così se avessimo avuto piacere di muoverci tutti
insieme, avremmo potuto tranquillamente farlo.
Purtroppo l’estate era finita e con lei le nostre
vacanze… oggi sarebbe iniziata nuovamente la scuola. Avremmo
frequentato tutti l’ultimo anno, perché Alice ed
Edward avevano la stessa età anche se si passavano 11 mesi
l’uno dall’altra. Infatti Edward 18 anni li aveva
già compiuti a gennaio, mentre Alice li avrebbe compiuti a
novembre come me e Jasper; Emmett ne aveva già diciannove ma
aveva perso un anno quando era morto suo padre per stare vicino alla
madre. Rosalie diciotto li avrebbe compiuti tra una settimana.
Pov
Edward
La mia vita in due settimane era completamente cambiata.
Ero venuto a vivere con la mia famiglia in questo paesino sperduto,
dove pioveva quasi sempre e se anche non pioveva il sole non usciva
mai. Certo che da New York era un bel salto! Sì
ma… all’indietro!
Nonostante il mio scarso entusiasmo, non vedevo mia madre
così felice da parecchi anni… quindi avevo deciso
di mettere da parte il mio egoismo e i miei desideri… e
comunque avrei dovuto resistere solo un anno… Si poteva
anche fare.
Per fortuna quelli che consideravo i miei migliori amici, mio fratello
e mia sorella, erano con me… dopo tutto il casino che avevo
combinato anni prima, non avevo più stretto amicizie
importanti e quindi, spesso, uscivo con Emm ed Alice.
L’importante per me era avere delle ragazze per le mani,
giusto per levarmi dei capricci, mai niente di serio… ero
certo che, nonostante il piccolo paesino, anche qui non avrei di certo
avuto problemi a trovarmene diverse! Non avevo nessuna intenzione di
legarmi e comunque, per mia fortuna, non mi ero mai innamorato. Avevo
visto alcuni dei miei amici che dopo essersi innamorati, erano cambiati
totalmente. Non pensavano ad altro che a compiacere la fidanzata, a
cercare di fare regali che alla fine non erano mai apprezzati, a
seguirla ovunque senza mai avere un minuto libero e quando non si
vedevano stavano ore e ore al telefono. Per me era un atteggiamento
assurdo! Quindi il mio motto era diventato: “prendi quello
che vuoi e non dare niente in cambio, se non tanto, tanto
sesso!”. Qualcuno poteva pensare che fossi uno stronzo, e
magari lo ero anche… ma non avevo mai illuso nessuna delle
ragazze che frequentavo: parlavo chiaro fin dall’inizio e se
poi, ci stavano lo stesso, problemi loro… evidentemente
avevano le loro esigenze, e dovevo ammettere che nessuna si era mai
lamentata di non essere soddisfatta dalle mie prestazioni,
anzi… la mia reputazione era ottima! Cosa di cui ero
particolarmente orgoglioso.
Charlie, per quel poco che lo avevo conosciuto in quei giorni, mi aveva
fatto un’ottima impressione: si capiva subito che era un
brav’uomo e si vedeva lontano un miglio che amava mia madre
in maniera incondizionata... la venerava! Difficilmente mi sbagliavo
nel capire le persone: ero un bravo lettore.
La casa si era rivelata molto più di quello che mi
aspettavo… a New york avevamo saputo che Charlie era il capo
della polizia locale e, conoscendolo, avevo avuto modo di vedere quanto
fosse semplice… l’ultima cosa che pensavamo con i
miei fratello era che fosse così ricco! La cosa ci aveva
piacevolmente stupiti! Ognuno di noi aveva una propria stanza e, anche
se la casa era decisamente sovraffollata, ci eravamo ambientati a
meraviglia.
Per fortuna possedevano anche un magazzino grande che avevano
messo a disposizione dei nostri mezzi… non avrei sopportato
di tenere i miei gioielli in mezzo alla strada, specialmente la mia
piccolina!
Avevo qualche dubbio di poterla usare spesso qui a Forks, dato il
tempo, ma la prima cosa che feci fu fargli sostituire le gomme per
assicurarmi un’ottima aderenza
all’asfalto bagnato.
La cosa, però, che mi conquistò più di
tutto il resto fu un meraviglioso pianoforte a coda, che faceva bella
mostra di sé, su un rialzo in un angolo
dell’immenso salone.
Sapendo che suonavo e componevo per ore e ore, in quei giorni Charlie
mi aveva fatto preparare addirittura una stanza tutta mia,
completamente insonorizzata, con all’interno il mio
pianoforte, arrivato da N.Y.! E l’aveva pure dotata di tutti
i comfort! Ero rimasto completamente incantato da
quell’attenzione nei miei confronti… ma sapevo
esattamente chi dovessi ringraziare… evidentemente
quell’angelo di mia madre gli aveva rivelato quanto fosse
importante per me suonare in un posto tutto mio e che nel nostro attico
avevo una mia stanza, da cui, poteva anche capitare, che non uscissi
per giorni.
La convivenza non era risultata difficile come pensavo. Alice si era
trovata benissimo, ed era contenta di aver lasciato N.Y. dato che ne
usciva da una relazione massacrante con un ragazzo. Emm aveva subito
legato moltissimo con tutti, ma come poteva essere altrimenti, con il
carattere allegro che lo caratterizzava?
Io trovavo simpaticissimo Jasper, con cui ero subito entrato in
confidenza, visto che abbracciava la mia stessa filosofia di vita:
tanto sesso! Rosalie era un portento di bellezza… sembrava
una dea e poi aveva le mie stesse passioni: la musica, infatti era lei
in casa che suonava il piano, e i motori. Ero rimasto piacevolmente
sorpreso dal sapere che era un bravo meccanico. Ma
stranamente, nonostante tutte queste meravigliose doti, non avevo fatto
il minimo pensiero indecente su di lei… non la trovavo
attraente da quel punto di vista… quasi come se avessi
immediatamente trovato un’altra sorella. Inoltre, cosa
alquanto importante nella mia scala di valori, avevo notato che Emm in
sua presenza era strano, come se fosse in soggezione, e ciò
poteva significare solamente che Rosalie gli piaceva e anche
molto… e d io non mi sarei certo messo di mezzo.
E infine c’era lei… la mia tortura…
Isabella… o come la chiamavano tutti: Bella.
Il primo giorno che la vidi ne rimasi completamente abbagliato. Era
bagnata dalla testa ai piedi… la maglietta e il pantaloncino
che indossava aderivano al suo corpo, evidenziando le meravigliose
curve in una maniera da dichiarare illegale. Sprizzava
sensualità da tutti i pori! Ogni suo gesto richiamava alla
mia mente immagini decisamente poco caste… anche se non
compiva nulla di significativo, già solo il modo che aveva
di gesticolare quando parlava… mi faceva eccitare come mai
mi era successo!
Quando poi si era presentata, dandomi la mano, ero stato completamente
stravolto da una potente scarica elettrica che si era irradiata in
tutto il mio corpo lasciandomi come un ebete senza parole.
Non avevo mai provato niente del genere e ogni volta che mi si
avvicinava, il suo calore e il suo profumo si infrangevano con una
forza talmente potente su di me, da lasciarmi stordito e destabilizzato.
Questo rappresentava un grossissimo problema per me… lei non
poteva e non doveva farmi quell’effetto… facevamo
parte della stessa famiglia e non potevo assolutamente finire a letto
con lei! Anche se dovevo ammettere che non avevo mai desiderato una
ragazza così tanto intensamente come Bella…
Dovevo assolutamente darmi una regolata, altrimenti la convivenza
sarebbe diventata un incubo…
Ma per tanto che cercassi di non pensarci me la ritrovavo davanti tutto
il santo giorno… così il solo modo che
avevo trovato per mantenere le distanze e soprattutto integro il mio
cervello, era quello di trattarla male, in modo superiore e
arrogante… come se non la sopportassi.
Ero convinto che, una volta ripreso il mio abituale ritmo
sessuale, le cose sarebbero andate meglio anche con lei e sarei
riuscito a non vederla più come una dea.
Per fortuna oggi avremmo iniziato ad andare a
scuola… non me la sarei trovata sempre davanti
agli occhi e per di più avrei potuto distrarmi piacevolmente!
Ciao ragazze. Vedo che vi
è piaciuto anche il capitolo scorso. Quindi dopo aver
risposto alle recensioni vi lascio il prossimo. Scusate ma mi
è venuto un po' lungo.
Andresti d'accordissimo con
Rosalie (per i motori) ed Alice (per lo shopping). Se vuoi ti presento
Alice così andate a fare shopping insieme e mi salvi la
povera Bella, che può dedicarsi al suo hobbie
preferito, ovvero Edward!!! Goditi il capitolo e buona lettura. grazie
e un bacione!
CAPITOLO
3
Primo giorno di scuola
Pov Bella
-Bella
ma possibile che non sei ancora pronta?! Stiamo aspettando tutti te! Ti
vuoi dare una mossa?!- mi urlò Jasper dal piano inferiore.
-Sto
arrivando!- risposi. In fondo non eravamo in ritardo, avevamo solo
deciso di arrivare prima del solito orario per poter accompagnare gli
altri in segreteria a presentarsi e ricevere ognuno i
propri… orari. E poi non era colpa mia se ero
l’ultima, ma di Alice, che aveva occupato il bagno che
dividevamo anche con Edward, per quasi tutto il tempo dopo colazione.
Per le prossime mattine avrei dovuto organizzarmi e svegliarmi prima.
Scesi di
corsa le scale ma agli ultimi due gradini misi male il piede e volai
letteralmente addosso a qualcuno, finendo entrambi per terra. Alzai lo
sguardo e arrossii all’istante quando mi resi conto di essere
sdraiata completamente sopra Edward e che i suoi grandi occhi smeraldo
stavano perforando i miei.
-Sc-scusa-
balbettai, mentre i miei palmi aperti erano appoggiati al suo
petto. Mmm… dio che fisico!
-Quando
hai finito di farti gli affaracci tuoi sopra di me, mi fai un fischio,
eh? Vedi di sgombrare e alla svelta!- mi ordinò,
sgarbatamente.
Mi alzai
di scatto e l’imbarazzo lasciò il posto
all’irritazione… come sempre, quando avevo a che
fare con lui.
-Non
l’ho mica fatto apposta! E poi tu cosa ci facevi davanti alle
scale? Dovevi stare per forza a mezzo?- gli urlai; quel ragazzo aveva
la capacità di fare uscire il peggio di me ogni giorno di
più.
-Ah!
Adesso sarebbe anche colpa mia?! Mi piombi addosso sbattendomi per
terra, te la prendi comoda sopra di me, neanche fossi un materasso, e
come se già questo non fosse sufficiente, è
almeno mezz’ora che ti stai facendo attendere da
tutti…- sbraitò, mentre la mia rabbia saliva a
livelli pericolosi… lo interruppi immediatamente, prima che
aggiungesse qualche altra cattiveria gratuita.
-Guarda
che non eri affatto obbligato ad aspettarmi, hai la tua auto! Potevi
iniziare ad andare!- sibilai, con tono glaciale.
-Ehi,
ehi ragazzi… adesso basta. Datevi una calmata! E’
meglio avviarci, altrimenti arriveremo veramente in ritardo-
cercò di calmarci Jasper, interrompendo il nostro battibecco.
Lanciai
ancora un’occhiataccia ad Edward e senza aggiungere una
parola, mi voltai e uscii di casa con gli altri.
Noi
salimmo, come al solito, sul pick-up; mentre gli altri sulla Volvo di
Edward.
Pov
Edward
Appena
salii in auto, un piccolo uragano di nome Alice, mi investì.
-Ma si
può sapere cos’hai contro Bella? Ogni volta ti
rivolgi a lei come se fosse niente di più che spazzatura!
Con Rosalie non ti comporti così male! Bella è
molto simpatica, carina, gentile ed educata e ti ricordo che
ora fa parte della famiglia; quindi potresti cercare di andarci un
po’ più d’accordo e lasciarla in pace?
Quando parli con lei non ti riconosco neanche! C’è
qualcosa che non va? Mi sembrava che non fossi così
arrabbiato per il cambiamento, ne avevamo parlato tutti insieme e
avevamo deciso che per il bene della mamma avremmo fatto uno sforzo. E
poi sinceramente mi sembra che siamo capitati bene, no? Sono tutti
molto simpatici e anche Charlie è forte. La casa
è uno sballo e anche la nuova scuola potrebbe
incontrare i nostri gusti! Ci saranno un sacco di belle ragazze e
magari finalmente troverai qualcuna come si deve e metterai la testa a
posto… certo sarebbe il massimo se ci fosse il sole un
po’ più spesso, ma non si può avere
tutto, no? Io proprio non ti capisco…- mi
rimproverò tutto d’un fiato. Come diavolo facesse
a non prendere nemmeno fiato, per me continuava a restare un enorme
mistero.
-Ehi,
ehi folletto! Frena la lingua che mi stai già intontendo di
prima mattina. Mi sono sempre chiesto come fai a respirare quando
parli così velocemente- la canzonai, ridendo.
-Vedi di
non sviare il discorso: non sono nata ieri!- mi ammonì, con
le braccia incrociate sul petto.
-Veramente
Edward… questa volta devo dare ragione alla nana. A me Bella
piace, e mi dispiace che la tratti così. È una
tipa tosta e molto simpatica. Certo che se le dessi una piccola
possibilità, magari cambieresti idea e scopriresti che non
è poi tanto male- intervenne Emmett.
-Mi sa
che per te la tipa tosta è solo Rosalie. Ho visto come la
guardi e come rimani imbambolato quando ti parla. Ho come
l’impressione che qui qualcuno abbia perso la testa- ghignai,
sviando il discorso. Non avevo nessuna intenzione di farmi fare la
predica! Più restavo lontano da Bella e meglio era per tutti!
-Cosa?!
Fratellino non diciamo cavolate per favore, la guardo come guardo
qualsiasi altra bella ragazza, niente di più.
Però… è vero che mi mette un
po’ di soggezione; a volte mi sembra di avere a che fare con
una professoressa che mi bacchetta, e questo…. be’
devo ammettere che questo un po’ mi eccita- rispose Emm,
facendomi scoppiare in una sonora risata.
-Tu sei
malato, lasciatelo dire col cuore. Da quando se i professori ti
bacchettano, ti ecciti?- gli domandò mia sorella,
sbellicandosi anche lei dal ridere. Perfetto! Missione compiuta!
Ero un
vero campione nel distogliere l’attenzione da me, per evitare
di rispondere a domande decisamente
scomode.
Anche perché non avrei saputo che scusa trovare per
giustificare il mio comportamento assurdo. Cosa avrei dovutofare?
Ammettere che quando siamo finiti per terra, l’avevo
maltrattata per farla alzare in fretta, prima che si accorgesse del mio
amico dei piani bassi che si era improvvisamente risvegliato?! Quando
il dolce profumo di fragola dei suoi capelli si era insinuato nelle mie
narici… il mio cuore aveva perso un battito…
quando i miei suoi occhi avevano incrociato i suoi… ero
sprofondato in quelle pozze di cioccolato fuso… e
soprattutto, quando avevo percepito la morbidezza del suo piccolo corpo
completamente abbandonato sopra al mio… le sue mani calde
delicatamente appoggiate sul mio petto… il mio cervello si
era scollegato del tutto, innescando quella reazione naturale, ma
alquanto imbarazzante! Se non fossi riuscito a reagire così
prontamente, avrei rischiato grosso! E poi, comunque, il mio
comportamento odioso nei suoi confronti era ampiamente ricambiato! Non
ero solo io a trattarla male, anche lei ci andava
giù pesante con me e non lo faceva di certo per i miei
stessi motivi.
Perso
nelle mie elucubrazioni mentali, mi resi conto che eravamo
già arrivato nel parcheggio della scuola, e parcheggiai
accanto al pick-up.
Pov Bella
Scendemmo
tutti dalle auto e ci avviammo verso la segreteria attraversando il
parcheggio ancora deserto.
Una
volta raggiunta, presentammo i ragazzi Cullen alla signorina Cope che
consegnò loro gli orari, augurando un buon inizio di anno
scolastico a tutti.
Noi
ragazze eravamo contente perché condividevamo
l’ultima ora di ginnastica; io ed Alice anche le
prime due ore di letteratura inglese, la mia materia preferita; e con
Rosalie, invece, solo un’ora di spagnolo.
Dell’orario dei ragazzi non me ne interessai.
Intanto
la scuola si era animata e poco prima di varcare l’entrata mi
sentii mancare la terra sotto i piedi e sollevare per aria sulla spalla
di qualcuno.
-Bellaaaaa!!!
Non vedevo l’ora che arrivassi!!! Questa volta non accetto un
no come risposta- urlò, con tono entusiasta una voce che
conoscevo fin troppo bene, anche se nella mia posizione non potevo
scorgere il viso del mio interlocutore.
-Mike!
Ma sei impazzito! Mettimi subito giù! E poi a cosa dovrei
dirti di no, se ancora non mi hai chiesto niente?- esclamai, irritata.
Potevo vedere i volti degli altri stupiti e notai che mio fratello
iniziava a innervosirsi: non aveva mai sopportato Mike Newton, il
capitano della squadra di football. Anche se faceva parte della sua
ristretta cerchia di amici, non aveva mai nascosto il fatto che lo
volesse a chilometri di distanza da me.
-Ah
Bella, Bella. Cosa dovrei chiederti se non un appuntamento?-
dichiarò Mike, come se fosse la cosa più ovvia di
questo mondo.
-Se mi
metti subito giù potrebbe anche essere un sì,
stavolta- mentii. Dopo un attimo riuscii di nuovo a toccare terra con
le mie gambe… il movimento però fu troppo veloce
e mi fece barcollare pericolosamente… ero già
convinta di sentire l’impatto del mio sedere col suolo,
quando due possenti e robuste braccia mi afferrarono
saldamente, mantenendomi dritta. Pericolo scampato!
-Bellina
cara, certo che tu in piedi dritta mai, eh?- mi schernì
Emmett, scoppiando in una sonora risata.
-Ma tu
che ci stai a fare altrimenti, orsetto dolce?- risposi ridacchiando,
mentre tutti ci guardavano divertiti.
Tutti
tranne Mike che stava fissando Emmett in cagnesco.
-E tu
chi saresti?- si rivolse a lui con tono sgarbato. I miei occhi si
sgranarono per la sorpresa.
Ma cosa
diavolo voleva, quel mentecatto mentale, tutto muscoli senza cervello?!
Non ero mica proprietà privata, e se anche avessi mai avuto
un minima intenzione di accettare (cosa comunque impossibile!), ora mi
aveva fornito la scusa per rifiutare su un piatto d’argento.
-Mike
non credo siano affari tuoi, e comunque prima che esca con te vedrai
gli asini volare!- esclamai ancora indignata. Gli diedi le spalle senza
aspettare una risposta e feci cenno agli altri di avviarci. Alice e
Rosalie non smettevano di ridere per la faccia di Mike quando me ne ero
andata. Jasper invece parlottava con Emmett, spiegandogli quanto fosse
cretino, secondo lui, il nostro capitano. Edward invece mi sembrava
seccato. Probabilmente perché pensava che gli stessi facendo
di nuovo perdere tempo. Ognuno si avviò alla propria ora di
lezione, dandoci appuntamento in mensa per il pranzo.
Pov
Edward
Quando
entrai in classe mi presentai al professore e poi mi sedetti in un
banco libero. Prima che iniziasse la lezione ripensavo a quello che era
successo all’entrata. Avrei preso volentieri a pugni quel
Mike solo per aver osato toccarla. E poi l’avevo visto
chiaramente che quando se l’era tirata sulla spalla le aveva
messo una mano sul culo. Come si permetteva?! Non sapevo
perché mi avesse dato così fastidio…
non aveva senso… ma forse, era semplicemente per il fatto
che avrei tanto voluto essere in grado anche io di scherzare in quel
modo con Bella…
No! Ma
cosa diavolo mi passava per la testa?! Lei non era la mia ragazza,
anzi… non avrei neanche dovuto vederla come una ragazza. Una
voce mi riscosse dai miei assurdi pensieri.
-Ciao,
io sono Lauren- si presentò, una ragazza molto carina. Bene!
Qualcuna con cui distrarsi!
-Ciao,
io sono Edward Cullen- risposi, con un enorme sorriso che di
solito abbagliava tutte le ragazze.
-Sei
nuovo… sai? Spero che diventeremo amici… amici
molto intimi!- azzardò, molto maliziosamente.
-Penso
proprio che si possa fare- dichiarai, stando al suo gioco, e facendole
l’occhiolino.
Perfetto!
Avevo già trovato il mio diversivo quotidiano. Pensavo che
in un paese così piccolo, magari fossero tutte delle
santarelline… Ma come si dice: tutto il mondo è
paese!
La
lezione cominciò e la mattinata passò molto
velocemente. Suonò anche l’ultima campanella e
mentre mi dirigevo in mensa mi sentii tirare per un braccio e mi
ritrovai in un’aula vuota. Non feci neanche in tempo a vedere
chi fosse che due mani mi stavano già tirando giù
la zip dei jeans. Mi resi conto a fatica che era Lauren e dopo un
attimo la mia eccitazione era tra le sue mani e poi nella sua bocca.
Dovevo ammettere che la bimba ci sapeva proprio fare e così
dopo qualche giochetto in cui io rimasi appoggiato beato su un banco
senza neanche muovere un dito, il piacere si impossessò dei
miei sensi esplodendo nella sua bocca. Lauren si alzò con un
sorrisino e quando si avvicinò per baciarmi, mi scostai
bruscamente e mi risistemai i pantaloni. Le rivolsi un bel sorriso e mi
avviai verso la porta, facendole un cenno di saluto.
La sua
espressione da sorpresa di venne immediatamente furiosa.
-Cullen
sei proprio uno stronzo!- urlò, mentre aprivo la porta.
-Lo so!
Ma nessuno ti ha mai detto il contrario! E poi io non ti avevo chiesto
niente, hai fatto tutto da sola!- risposi, sorridendole e andandomene.
Era
carina, sì, ma non volevo che si montasse la testa. Doveva
capire subito chi era Edward Cullen, non uno che si lasciava
abbindolare per due servizietti. IO mi prendevo ciò che
volevo, IO decidevo e se non avevo voglia di dare niente in cambio, non
lo facevo. Ma soprattutto non ero uno da relazioni stabili, per di
più con una che probabilmente l’unico hobby che
aveva era farsi tutta la scuola. E poi non meno importante, non potevo
mica perdere il pranzo! Dovevo pur sostenermi in qualche modo!
Entrai
in mensa che ancora mi stavo sistemando la camicia e mi avvicinai al
tavolo con i miei parenti.
-Uhhhhh
Edward, hai già colpito!!!- esclamò
Emmett, sghignazzando.
-Nooo!
Sei qui da appena mezza giornata e sei già riuscito a fare
un touch-down. Sei un mito! E si può sapere il nome della
fortunata?- continuò Jasper.
-Non
potrei mai, io sono un gentiluomo!- risposi ridendo.
-Per me
non lo sa neanche- affermò sicura mia sorella, lanciandomi
un’occhiataccia nauseata. Uffa! Che palle!
Alice,
non aveva mai sopportato il mio modo di fare. Asseriva, convinta, che
sprecassi solo il mio tempo. Ma la cosa che mi faceva più
incazzare era la sua convinzione che la mia fosse solo una facciata!
Non riusciva ad accettare il fatto che non volessi avere una relazione
stabile, e mi canzonava sempre prevedendo (neanche avesse avuto la
sfera di cristallo!) che prima o poi avrei trovato la ragazza che mi
avrebbe fatto capitolare. E sarebbero stati dolori per il sottoscritto,
perché avrei dovuto fare i conti anche col mio passato, che
senz’altro avrei voluto cancellare! Bah! Donne!
Rosalie
mi fissava con lo stesso sguardo di mia sorella; Bella, invece, non mi
guardava neanche in faccia, sembrava troppo intenta a spezzettare il
suo polpettone con la forchetta, senza però toccarne neanche
un pezzo. Sembrava… triste. Forse le era successo qualcosa a
lezione.
Ma
ancora?! Non dovevo assolutamente preoccuparmi di cosa facesse!
Finalmente mi ero potuto sfogare un po’… e allora
perché i miei pensieri verso di lei non cambiavano?
Probabilmente quella Lauren avrei dovuto farmela, magari mi sarei
sentito più appagato.
-Scusate
ma io devo andare, ho un impegno, ci vediamo dopo in palestra ragazze.
Ciao a tutti- mormorò, e se ne andò senza una
spiegazione e senza dare il tempo alle ragazze di chiederle niente.
Pian
piano, l’idea che magari dovesse incontrarsi con un ragazzo,
iniziò a farsi strada dentro di me…
improvvisamente la pace raggiunta grazie a Lauren scemò e
un’irritazione pungente mi rovinò la pausa pranzo.
Non
capivo perché dovesse darmi così fastidio! Basta!
Dovevo assolutamente concentrarmi su altro! Presi così a
chiacchierare con Jasper, perché mi indicasse le
pollastrelle che ci sarebbero state subito.
Pov Bella
Corsi
fuori dalla mensa e mi rinchiusi in bagno. Mi accorsi che sul mio viso
erano iniziate a scendere calde lacrime. Perché stavo
piangendo? Non lo sapevo nemmeno io. Stavo bene fino a qualche minuto
prima e poi dopo che Edward era comparso, e dopo quello che si era
capito benissimo avesse combinato, avevo iniziato a sentire una stretta
alla bocca dello stomaco e una terribile angoscia si era propagata
nella mia testa e nel mio cuore.
Ma era
mai possibile che mi dovesse fare quell’effetto? Proprio lui,
che non mi sopportava e che per di più, a quanto avevo
capito, ne aveva una diversa ogni giorno? Ma poi perché
stavo piangendo? Solo perché aveva fatto sesso con qualche
sgualdrinella già al primo giorno di scuola? E allora? A me
cosa interessava? No, dovevo assolutamente riprendermi prima che mi
venissero gli occhi gonfi. Rosalie si sarebbe subito accorta che avevo
pianto e mi avrebbe tempestato di domande e con lei Alice, visto che
saremmo state insieme a lezione. E io non avevo nessuna voglia di
rispondere né tantomeno di parlare di una situazione
così strana. Anche perché non sapevo neanche io
cosa raccontar loro. Nessun ragazzo mi aveva mai fatto
quell’effetto, nemmeno Dylan. L’unica cosa di cui
ero certa ora è che ero gelosa di una persona che, se ancora
non mi odiava, poco ci mancava.
Sentii
suonare la campanella, mi risciacquai il viso e corsi a recuperare i
libri e poi verso l’aula di trigonometria sicura ormai che
sarei arrivata in ritardo dato che si trovava in un altro edificio.
Accaldata
dalla corsa entrai in aula dove il professore stava già
parlando alla classe.
-Oh,
signorina Swan! Siamo molto lieti che abbia deciso di onorarci della
sua presenza. La prossima volta, se non le è di troppo
disturbo, potrebbe essere puntuale così da non interrompere
la lezione? Magari, i suoi colleghi, a differenza di lei, hanno piacere
di imparare questa materia?- mi schernì il professor Varner
(il mio incubo personale!), facendo sghignazzare tutta la classe. Mi
aveva sempre odiato e la cosa era perfettamente ricambiata.
L’unica consolazione era che avrei dovuto sopportare lui e la
sua orribile materia, di cui non capivo una mazza, e che tra
l’altro rischiava di rovinarmi la media quasi
perfetta, solo ancora per quest’anno.
Mi
guardai intorno per vedere dove potevo sedermi e per poco non mi prese
un colpo. L’unico banco libero era quello vicino ad Edward.
Fantastico, di male in peggio!
-Signorina
Swan ce la fa ad accomodarsi o vuole che le chiami un maggiordomo che
le indichi il suo posto?- continuò Varner; e altra risata
della classe. Se prima ero solo rossa ora sicuramente tendevo ad un
cremisi. Mi accomodai velocemente e vidi Edward, sogghignare
spudoratamente.
Mi stavo
ancora sistemando quando qualcuno bussò alla porta e la
bidella fece capolino per chiedere al professore di assentarsi un
attimo.
-Vedo
che il professor Varner ti ama!- sussurrò una voce che ormai
conoscevo fin troppo bene. Feci finta di niente e non gli risposi, ma
lui continuò.
-Come
mai in ritardo? Sei andata a divertirti con Mike?- mi
domandò. Nonostante avessi voluto gridargli in faccia con
che coraggio si faceva gli affari miei, rimasi impassibile e continuai
a tirare fuori le mie cose dallo zaino.
-Be’,
che fai adesso? Neanche mi rivolgi la parola?- esclamò,
sorpreso.
-No,
dico… ma tu sei tutto matto! Prima mi tratti come una merda
e poi pretendi che ti parli come se niente fosse? A casa ci p mancato
poco che mi scannassi per una cosa che, per altro, non ho fatto apposta
e di cui ti ho chiesto subito scusa e ora fai finta di niente?- mi
irritai. Non riuscivo proprio a comprendere il suo atteggiamento.
-Evidentemente
non sono un tipo che porta rancore- dichiarò, come se fosse
la cosa più normale di questo mondo. Scossi la testa
incredula.
-Senti
Edward… visto che stiamo parlando civilmente per la prima
volta da quando ci conosciamo, posso chiederti come mai non mi
sopporti? Non mi sembra di averti mai fatto niente e non penso neanche
che sia per la situazione in casa dato che con gli altri non ci sono
problemi- gli chiesi sincera, guardandolo negli occhi. Improvvisamente
si irrigidì e per un attimo rimase in silenzio. La mascella
era contratta e i pugni serrati… sembrava che fosse
combattuto se rispondermi o meno. Ma che diavolo gli avevo fatto?!
-Che
vuoi che ti risponda! Non si può essere simpatici a tutti-
affermò d’un tratto, voltandosi nella direzione
opposta e guardando fuori dalla finestra come se niente fosse.
Stavo
per mandarlo a quel paese quando il professore rientrò per
continuare la lezione.
Appena
suonò la campanella, mi alzai raccolsi i miei libri e senza
dirgli una parola mi avviai a biologia, dove trovai Jessica, la
pettegola della scuola che mi aspettava ansiosa. Si sbracciava per
farmi sedere vicino a lei e così feci, anche se sapevo
benissimo dove voleva andare a parare.
-Bella,
ma chi sono quei fichi stratosferici con cui siete arrivati
stamattina?- domandò immediatamente, senza nemmeno salutarmi.
Non feci
in tempo a risponderle che dalla porta vidi entrare Edward. No! Non era
possibile! Pure qui!
Pov
Edward
Entrai
nell’aula di biologia e mi presentai al professor Banner.
-Buongiorno
professore, sono Edward Cullen- salutai, mentre gli porgevo il foglio,
da riportare in segreteria a fine giornata.
-Oh
signor Cullen, sono proprio contento di fare la sua conoscenza. Ho
letto dalla sua scheda che ha degli ottimi voti e anche le lettere di
presentazione dei miei colleghi di New York le rendono onore-
affermò il professore, mettendomi un po’ in
imbarazzo.
-Grazie,
non sapevo che i miei ex professori avessero spedito delle lettere,
dato il poco preavviso con cui ci siamo trasferiti- mi sorpresi.
-Oh
sì, di tutte le materie. Evidentemente ci tenevano molto a
lei, signor Cullen. Spero che non mi deluderà, anche
perché se vuole essere ammesso al college di Harvard, come
ho letto, dovrà impegnarsi molto quest’anno. Ma
prego, si accomodi che fra poco inizieremo- dichiarò.
Mi
voltai e vidi che anche Bella frequentava quest’ora. Era
occupata a parlare con una ragazza molto carina, che continuava a
fissarmi maliziosa mentre Bella, quando le passai accanto, non mi
degnò nemmeno di uno sguardo. Fantastico! Più
cercavo di starle lontano e più me la ritrovavo davanti.
Prima a trigo, mi aveva chiesto spiegazioni, fissandomi con quei suoi
grandi occhi nocciola, stavo per confessarle tutto quanto. Ma per
fortuna non avevo ceduto, anche se sapevo che ci era rimasta male.
Infatti finita la lezione se ne era andata senza neanche
salutarmi… ero dispiaciuto veramente, ma non sapevo come
altro comportarmi per tenerla lontana da me.
Il
professore iniziò la lezione, ma dopo qualche minuto si
interruppe.
-Signorine
Swan e Stanley, c’è qualcosa che volete
condividere con l’intera classe? Qualcosa che evidentemente
è molto più importante della mia
lezione?- le rimproverò. Vidi Bella arrossire
violentemente. Certo che non era proprio la sua giornata fortunata,
poverina.
-No. Ci
scusi professore, non succederà più- gli rispose,
decisamente imbarazzata.
-Su
questo non ci sono dubbi! Anche perché ora, signorina Swan,
cambierà posto, così eviterà di
distrarsi. Si metta a sedere accanto al signor Cullen.
Quest’anno faremo molti lavori a coppie che vi procureranno,
se eseguiti bene, dei crediti extra, per l’ammissione al
college. Vorrei vedervi lavorare insieme, dato che siete i
più bravi- ordinò il professore. Bella si
alzò e fece cambio di posto col mio vicino, evidentemente
molto scocciata.
Non ci
potevo credere! Ma questa era una congiura!
Potevo
proprio affermare che il primo giorno era decisamente iniziato male. Il
resto dell’anno scolastico, se non mi fossi dato una regolata
quando le stavo vicino, sarebbe potuto solo peggiorare.
L’ora
passò senza che Bella mi rivolgesse nemmeno mezza parola, e
senza che mi guardasse neanche per un momento. Io, invece,
anziché ascoltare la lezione, non feci altro che spiarla con
la coda dell’occhio. Non potevo farne a meno.
Finalmente
anche quella maledetta ora finì e anche stavolta, lei, senza
una parola, si alzò e se ne andò.
Sì,
sarebbe stato un anno molto lungo…
Pov Bella
Mi
incamminai a passo spedito verso la palestra e entrai negli spogliatoi
sbattendo lo zaino su una panca e sbuffando sonoramente. Notai subito
Rose ed Alice, già pronte, che mi aspettavano. Rose mi
squadrò.
-Siamo
un tantino nervosette? Sembra quasi che tu voglia far fuori qualcuno-
dichiarò, meravigliata dalla mia espressione rabbiosa.
-Sì
effettivamente farei fuori volentieri un paio di persone, oggi!- mi
infervorai ancora di più.
-Ehi!
Calmati, cosa è successo?- mi domandarono in coro.
Raccontai
per filo e per segno le due ore precedenti, con gli occhi lucidi per il
nervoso. Purtroppo la rabbia e il nervoso erano legate a doppio filo
con i miei occhi.
-Certo
che il comportamento di mio fratello è proprio strano. Di
solito è molto gentile con tutti. Non sembra neanche lui. Di
solito quando non sopporta qualcuno, il suo atteggiamento è
di indifferenza totale, del tipo “non ti sopporto, non ti
calcolo”. Invece con te è diverso… ci
deve essere sotto qualcos’altro- mi spiegò Alice,
sempre più pensierosa.
-Cosa
vuoi che ci sia sotto? E’ tutto molto semplice e lineare: non
mi sopporta quindi mi tratta male- le risposi, forse un po’
troppo malamente.
-Bella,
come mai te la prendi tanto? So che può essere una
situazione spiacevole, ma io ti conosco bene e non te
n’è mai importato niente se non eri simpatica a
qualcuno. Adesso perché questo cambiamento?- mi chiese Rose
sospettosa.
Cercai
di essere più indifferente possibile, era troppo umiliante
dirgli come stavano realmente le cose… se poi avesse saputo
che avevo anche pianto per lui, sarebbe stato il massimo!
-Nessun
cambiamento, Rose! Il fatto è che lui non è come
tutti gli altri, fa parte della nostra famiglia ora, e sai quanto
è importante la famiglia per me. Mi spiace che non possiamo
andare tutti d’accordo. Poi mettici anche che in bio dovremo
lavorare a stretto contatto molte volte e siamo a posto. Non penso che
a te farebbe molto piacere passare tanto tempo con una persona che sai
che non ti sopporta e che non fa altro che trattarti come se fossi la
cosa più spiacevole che ha sotto gli occhi- dichiarai,
sempre più nervosa.
-Ok, ok
hai ragione! Ma ora cerca di calmarti. Ora andiamo che si sta facendo
tardi, così poi potremmo tornarcene a casa- mi
consolò Rose, abbracciandomi.
L’ora
passò velocemente e per fortuna non riuscii a non cadere
nemmeno una volta, non mi feci nessun livido e non ammazzai nessuno.
Ci
ritrovammo tutti nel parcheggio e tornammo finalmente a casa.
Ciao ragazze eccovi un'altro capitolo. Non succede un
granchè, è un capitolo di passaggio, ma ci
vogliono anche questi.
Ringrazio infinitamente chi mi ha messo tra gli autori preferiti, chi
tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi semplicemente ha
voglia di perdere un po' di tempo leggendo questa storia.
GRAZIE!!!!!!
ciao bellina, come al solito
mi fai morire. Il criceto di Edward sulla ruota, mi ha letteralmenre
conquistata. Ah ah ah! Comunque su Mike, hai prorpio ragione,
è sceso proprio in basso. Non l'ho mai sopportato e quindi
nella mia storia mi posso sfogare. Penso che presto lo
ritirerò in ballo!
Le cose si complicheranno
ancora, resta con me e lo vedrai. Grazie e un bacione.
CAPITOLO
4
Idea
Pov
Bella
Nel pomeriggio ci ritrovammo con le mie “sorelle”
nella mia camera, mentre i ragazzi occupavano il salone, sfidandosi
alla Wii. Bambinoni!
-Sapete, ragazze… è già da qualche
giorno che mi frulla un’idea in testa… volevo
sentire cosa ne pensavate- esordì Alice, pensierosa, mentre
decideva di intrufolarsi nel mio armadio.
-Devo ammettere che in pochi giorni ho imparato ad avere un
po’ paura delle tue idee- la schernì Rose, ridendo.
-Ahhhhh!!- urlò Alice, facendoci sobbalzare dallo spavento.
-Ma sei impazzita! Mi hai fatto venire un colpo!- la rimproverai,
stizzita; -Che diavolo hai da urlare?- le chiesi.
-Bella! Ma questo non è un armadio! E’ una
discarica… mi fa venire voglia di piangere solo a guardarlo.
Cosa sono tutte ‘ste schifezze?- continuò
imperterrita Alice, con un tono e un’espressione decisamente
nauseate, mentre afferrava le mie tutone belle larghe e calde che
indossavo in casa per stare comoda.
- Io, in casa, voglio essere a mio agio!- le spiegai, irritata; -E
cambia espressione che non hai in mano della spazzatura!- la
rimproverai, punta sul vivo.
-E questi?- domandò, inarcando un sopracciglio, mentre
tirava fuori anche jeans e felpe, sempre molto comodi.
-Che palle, Alice! Guarda che non tutti impazziscono per vestitini
all’ultima moda o magliettine striminzite ultrafirmate, sai?!
Lascia perdere il mio armadio e spara l’idea che hai avuto-
affermai, cercando di portare la sua attenzione su un altro argomento,
prima che mi spazientissi veramente. In più Rose, che
sghignazzava come una matta, non aiutava certo a calmarmi!
-Pensavo che in fondo mia mamma e Charlie non hanno avuto un festa come
si deve per il loro matrimonio, e che potessimo organizzargliela noi a
sorpresa- ci spiegò, Alice.
-Ma è un’idea stupenda!- ci entusiasmammo io e
Rose.
-Anche a me è dispiaciuto non partecipare al loro
matrimonio, anzi… sarebbe fantastico se potessimo
addirittura farlo celebrare di nuovo dal reverendo Weber con tutti noi
presenti!- propose Rose.
-Oddio, sarebbe stupendo!- accettò immediatamente Alice.
-L’unico problema sarà la sorpresa… tua
madre lavora a casa, Alice… non riusciremo mai organizzare
un matrimonio e una festa a sorpresa, senza che si accorga di
qualcosa…- mormorò preoccupata, Rose.
-Bisognerà anche aspettare che ritorni il reverendo Weber:
Angela e i suoi hanno allungato le loro vacanze in Grecia, e torneranno
venerdì, nel pomeriggio- aggiunsi io.
-E’ vero non ci avevo pensato… altro piccolo
intralcio…- si preoccupò Rose.
-Comunque per il reverendo Weber avremo una risposta già
domani perché mi chiamerà Angela; ne
approfitterò per spiegarle ogni cosa e non penso che ci
saranno problemi- cercai di rassicurala.
-Perfetto! E per il resto scendiamo dai ragazzi e sentiamo cosa ne
pensano anche loro, visto che ci dovranno aiutare… e poi
magari potrebbero anche stupirci con qualche loro idea brillante-
cinguettò felice Alice. Quella ragazza non perdeva mai il
buonumore! Era incredibilmente allegra e positiva!
Raggiungemmo i ragazzi: Emmett si stava azzuffando sul divano con
Jasper per il controllo del telecomando, mentre Edward continuava a
giocare a tennis, sbellicandosi dalle risate.
Provammo a richiamare la loro attenzione ma erano troppo presi dal
gioco, così Rose si piazzò davanti al televisore.
-Rosalie sei molto affascinante, ma non sei il mio tipo…
quindi ti potresti togliere? Grazie- affermò Edward. Brutto
presuntuoso!
-Se è per questo, neanche tu sei il mio tipo, e comunque
dovremmo parlarvi- gli rispose Rose a tono, spostandosi di lato.
Niente! Il fatto che avessimo bisogno di parlargli, non impediva loro
di continuare a ignorarci e a giocare. Ma non avevano fatto i conti con
la nostra determinazione… in particolar modo quella di
Alice! In un batter d’occhio spense Wii e televisione,
ottenendo così la loro totale attenzione.
-Ma porca… Alice! Stavo vincendo! Lo sai che era un torneo
importante?- esclamò Edward, arrabbiato.
-E io me ne frego! Sbaglio o Rose vi ha fatto presente (molto
gentilmente tra l’altro!) che vi dobbiamo parlare? Ci serve
il vostro aiuto!- gli rispose lei, con un tono che non ammetteva
repliche.
-Non vi accompagneremo a fare shopping! E non vi faremo da facchini!-
intervenne Emmett, procurandosi un’occhiataccia di Alice.
-Cercate di fare gli adulti per un attimo, anche se vi riesce molto
difficile. Dobbiamo spiegarvi una questione importante-
incalzò Rose, fulminandolo .
Finalmente riuscimmo a spiegare cosa ci era venuto in mente e
incredibilmente, anche loro si entusiasmarono all’idea.
-E se organizzassimo tutto nella casa al mare?- propose Jazz.
-No, è troppo lontana: ci vuole un’ora di auto ad
andare e una a tornare. Non possiamo fare avanti e indietro tutti i
giorni. E ci vorranno una sacco di preparativi- gli rispose Rose.
-Avete una casa al mare?- ci chiese Emmett, illuminandosi
immediatamente.
-Sì, vicino a Port Angeles. E’ proprio sulla
spiaggia e la vedrete tra due week-end, perché ci
organizzeremo la festa di compleanno di Rose- gli spiegai.
-Wow! Che figata!- continuò Emmett, iniziando ad agitarsi
come un bambino; ma immediatamente uno scappellotto di Alice, lo
calmò.
-Sentite, cerchiamo di concentrarci su una festa alla volta. Prima il
matrimonio, ok?!- lo sgridò la sorella. E
all’improvviso la soluzione mi balenò davanti agli
occhi.
-Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima. Il mio sole personale!
Colui che rischiara le mie giornate buie- esclamai, ridendo, guardando
Rose e Jazz; -Ci può aiutare
senz’altro!- continuai. Notai che i Cullen mi guardavano con
un’aria curiosa, mentre gli altri avevano già
capito.
-Cosa stai blaterando, Bellina?- mi chiese Emmett.
-Jake! Ci può senz’altro aiutare. Potremmo
organizzare il tutto sulla spiaggia di La Push, visto che il tempo
è ancora mite… i ragazzi della riserva,
non avranno alcun problema a darci una mano- gli spiegai.
-E’ vero…- sogghingò Jasper;
-…figuriamoci se il “tuo” Jake ti
negherebbe qualcosa- mi schernì.
-Il “tuo”? Il “mio sole
personale”? Cos’è questa storia? E
perché non me ne avevi ancora parlato?- mi
rimproverò immediatamente Alice, imbronciata. Non sopportava
essere tenuta all’oscuro delle cose.
-E’ una lunga storia. Poi ti racconteremo- tagliò
corto Rose, ridendo sotto i baffi.
L’unico che ancora non aveva parlato era Edward,
così azzardai a rivolgermi a lui.
-E tu? Com’è che non fiati?- domandai ironica.
Muoveva sempre la lingua a sproposito e solo per dire cose velenose
(almeno con me) e ora che doveva esprimere un suo parere,
gliel’aveva mangiata il gatto?
-Per me va bene, contate sul mio aiuto!- rispose, fissandomi
serio; -Ma sarà meglio che tu vada subito a
chiedere al “tuo” Jake se è disponibile-
aggiunse, con un ghigno sarcastico sul viso. Aveva la mascella
contratta e si vedeva che era teso.
Basta! Ci avrei rinunciato a capire quel ragazzo! Orami era palese che
non gli piacessi proprio. Ma che diavolo dovevo fare? Fare finta che
non esistesse? Era incredibile quanto riuscisse a irritarmi
anche solo con uno sguardo.
-E’ vero, Bells! Anche perché se vogliamo
festeggiare all’aperto, conviene organizzarsi per
questa domenica, dato che è previsto sole. Il weekend
successivo ci sarà la festa di Rose e dopo
inizierà a fare troppo freddo- aggiunse Jasper.
-Ok vado subito, poi vi telefono per farvi sapere. Ah, dite
ad Esme che non tornerò per cena. Mi fermo a mangiare un
boccone da Jake, così sto un po’ con lui. Mi
è mancato tanto in questi ultimi giorni!- affermai.
-Bellina? Mi raccomando non fare la porcellina!- si
raccomandò Emmett, scoppiando a ridere come un matto. In uno
scatto fulmineo, Alice saltò sul divano e lo
colpì con tutte le sue forze con un cuscino. Il fratello
si sbilanciò e cadde all’indietro,
trascinando con sé anche Edward e Jasper, col risultato che
finirono tutti per terra. Era stata la scena più esilarante
che avessi mai visto ed ero piegata in due dal ridere.
-Grande Alice! Sei un mito!- si congratulò Rose, battendole
un cinque.
Intanto che i ragazzi cercavano di districarsi e rialzarsi, Alice,
ancora in piedi sul divano rincarò la dose.
-Visto?! Alla fine dovete accompagnarci comunque a fare shopping!
Quindi vi avverto già ora: domani non pensate nemmeno di
prendervi degli impegni, o potrei diventare ancora più
violenta. Questo era solo un assaggio!- li minacciò, e
scappò per le scale perché Emmett ormai in piedi,
non sembrava avere buone intenzioni.
-Sarà una lunga settimana…- sospirò
triste Jasper.
-Già…- aggiunse Edward.
-Io vado! Ci sentiamo più tardi- e così dicendo
afferrai le chiavi del pick-up e mi avviai alla riserva.
Pov
Edward
Bella era appena uscita e le ragazze si erano chiuse in camera di
Alice, per sfuggire alla vendetta di Emmett. Io, dal canto mio, non
avevo più voglia di giocare alla Wii, così mi
diressi nella stanza del pianoforte e cominciai a suonare. Ero nervoso,
irritato…
Di solito suonare mi rilassava, ma non sembrava funzionare nemmeno
quello stavolta. Non riuscivo proprio a fermare tutti i pensieri che mi
vorticavano per la testa. Perché mi aveva dato fastidio che
Bella avesse parlato in una maniera così calorosa
di quel ragazzo? Il”tuo” Jacob le avevo detto Jazz.
“Il mio sole personale” l’aveva definito
lei. Chi era? Sapevo che era un amico di famiglia, che anche lui si
intendeva di motori e che insieme a Rose si occupavano della
manutenzione dei mezzi di famiglia.
Ma per Bella, cos’era? Era il suo ragazzo? No…
sapevo che era single, e poi aveva preso in considerazione di uscire
con quel Newton. Se fosse stata fidanzata non l’avrebbe mai
fatto. O forse sì.
In fondo cosa sapevo io di lei? Come facevo a sapere se era una che
anche impegnata usciva con altri ragazzi? No, non mi sembrava il tipo.
Forse anche se non stavano assieme, lei era innamorata di quel ragazzo.
Avevo scoperto dai discorsi degli altri che l’unica relazione
duratura che aveva avuto era stata con un certo Dylan che
l’aveva presa in giro per mesi e l’aveva fatta
soffrire, e che da allora aveva deciso solo di divertirsi.
E se fosse stata innamorata di Jacob e non glielo avesse mai confessato
per paura di soffrire ancora? Be’ almeno non stavano insieme
e la cosa non poteva che farmi piacere. E se invece si divertivano
insieme. In fondo quando Emmett le aveva detto quella frase lei non
aveva negato. Alice aveva reagito, ma Bella? No, lei non si era difesa.
Forse perché era la verità.
Interruppi la melodia e scoppiai a ridere. Anche se assomigliava
più a una risata isterica.
Quella ragazza mi stava facendo perdere la testa! Mi ero fatto tutte
queste elucubrazioni mentali solo per una semplice frase. Mi sembrava
di essere in una di quelle soap-opera che guardava mia madre, in cui
dietro una semplice frase si nascondevano chissà quali
complotti…
Ricominciai a suonare e cercai di perdermi nella mia musica.
Ciao sandy, hai
ragione, penso proprio che Edward il piano lo userà
spesso!!! E sono sicura che il finale di questo capitolo ti
piacerà molto! Buona lettura!
Ciao vanderbit! Bella vero
l'idea del matrimonio, e poi ad Alice basta festeggiare! Qualsiasi
motivo va bene! Anch'io non sono per Jacob, ma vedrai che in questa
fiction ti piacerà. E visto che ti piacciono anche Leah e
Seth, ne rimarrai contenta!!! Un bacione!
CAPITOLO
5
Jacob
Pov
Bella
Appena
arrivata A La Push, controllai l’ora e anziché
andare a cercare Jake a casa, andai dritta nel posto dove ero sicura
che lo avrei trovato, il suo garage-officina.
Come
sentì il rumore del pick-up si affacciò dalla
porta e mi corse incontro.
-Bells,
come sono felice di vederti, che sorpresa!- esclamò,
prendendomi tra le braccia e facendomi volteggiare.
-Ehi!
Piano Jake, sai che il mio equilibrio è molto precario, se
poi mi fai anche girare la testa, una caduta e un livido sono
assicurati- lo rimproverai, ridendo.
-Effettivamente
hai ragione! Non sono mai riuscito a spiegarmi come non riesci a
camminare su una superficie piana senza inciampare, e allo stesso
tempo, essere così brava quando vai in moto. Per non parlare
poi di quando balli, in quei momenti diventi estremamente sexy-
affermò, ammiccando malizioso.
-Ehi! Ci
stai per caso provando, Jacob Black?- domandai, schiaffeggiandogli un
braccio.
-Già
fatto! Ma non ha funzionato molto bene, no?- mi rispose, facendo finta
di imbronciarsi.
-No…
decisamente no! Non farmi ricordare quella stranissima esperienza-
dichiarai, con un’espressione palesemente nauseata.
-Ehi!
Hai cominciato tu a fare allusioni, e poi così mi offendi!-
si lamentò, pizzicandomi il fianco; -Guarda che sei proprio
strana!- mi schernì ridendo e appoggiandomi piano per terra,
sostenendomi ancora un po’ per un braccio per accertarsi che
non cadessi. Mi conosceva meglio delle sue tasche.
-Non mi
sembra di aver mai detto di non esserlo! Anzi… -lo
assecondai, ridendo anch’io.
-Allora
dimmi… come mai sei qui? Vista l’ora non penso che
sia una visita di cortesia. A proposito ti fermi a cena, Billy
sarà molto contento di vederti- mi invitò.
-Sì
grazie! E riguardo alla visita hai perfettamente ragione: ho bisogno di
un favore… ma andiamo da Billy perché mi serve
anche il suo aiuto- gli risposi, misteriosa.
-Ok…
ma mi stai incuriosendo sempre di più- rispose, mentre ci
avviavamo verso casa sua. E quando mai non era curioso? La sua
principale caratteristica!
Quando
entrammo Billy ci venne incontro sulla sua sedia a rotelle e mi
salutò con un abbraccio caloroso e affettuoso.
Il padre
di Jacob purtroppo, dieci anni prima, aveva avuto un terribile
incidente d’auto e da allora era paraplegico. Per fortuna
aveva uno spirito molto forte e non si era lasciato abbattere dalle
avversità, anzi… era sempre stato
l’uomo più solare e ottimista che avessi mai
conosciuto e Jake aveva ereditato quella caratteristica da lui. Era il
migliore amico di mio padre e io, Jazz, Jake e Rose eravamo
praticamente cresciuti insieme.
-Bella,
come sono contento di vederti, ti fermi a cena?- mi chiese, con un
enorme sorriso sulle labbra.
-Sì,
grazie Billy! Ma prima devo parlarvi di una cosa importante- affermai.
Spiegai
loro la nostra idea e furono molto felici di aiutarci. Intanto che io
avvertivo Rosalie, Billy chiamò Sue, la mamma di Seth e
Leah, due nostri carissimi amici, che a sua volta avrebbe
fatto un giro di telefonate per avvertire tutti. Billy mi
spiegò cosa avessero deciso: le donne della riserva si
sarebbero occupate del pranzo, mentre gli uomini con i ragazzi
avrebbero pensato al gazebo e a tutto il resto. Noi dovevamo
preoccuparci degli addobbi, del reverendo, degli inviti e naturalmente
degli sposi. Durante la cena riuscii anche a convincere Jacob a farmi
un grossissimo favore in occasione del matrimonio: gli altri ne
sarebbero stati entusiasti! Sapevo che aveva accettato unicamente per
il bene che voleva alla nostra famiglia e che gli costava
molto… e ne fui veramente felice.
Dopo
cena, salutai Billy e io e Jacob ci rifugiammo in garage a
chiacchierare, mentre lucidavamo i nostri gioiellini.
-Allora
Bells, come va con la nuova famiglia?- mi chiese Jacob.
In quei
giorni caotici, non ci eravamo visti perché volevo stare con
gli altri per conoscerci meglio, e poi Alice ci aveva trascinato non so
quante volte a fare shopping, con la scusa che non era preparata per un
inverno così glaciale come quello di Forks e per comprare
nuovi pezzi d’arredo per la sua camera e quelle dei fratelli.
Eppure ne arrivava da N.Y., non è che l’inverno
lì fosse proprio una passeggiata.
-Bene,
Jake… sinceramente non credevo. Non posso negare che quello
che è successo è stato un vero e proprio
shock… ma devo dire che mi trovo bene... siamo stati
fortunati. Esme è dolcissima, una brava cuoca e una brava
mamma. E’ una famosa arredatrice d’interni, molto
richiesta, ma per fortuna grazie all’uso del computer non si
deve assentare spesso. Papà è molto
felice… come non lo vedevo da tanti anni. Sembra rinato:
ride, scherza, e poi quando può la abbraccia, la bacia, la
riempie di coccole e spesso le porta fiori o cioccolatini. È
un piacere vederlo così, è un lato di mio padre
che non conoscevo, anche se con noi è sempre stato molto
affettuoso… non posso che essere grata a Esme per averlo
reso così felice!
Emmett
è il maggiore: ha l’aspetto di un grande
orso… la sua stazza potrebbe incutere un po’ di
timore a prima vista, ma è di una simpatia unica e mi sembra
fondamentalmente buono. E’ riuscito a legare subito con
tutti; e si è rivelato molto dolce e premuroso. Ha sempre
qualche attenzione in più per noi ragazze, anche se si
nasconde dietro le sue battutine- gli raccontai; poi decisi di
sganciare la bomba, tanto se ne sarebbe senz’altro accorto
anche lui non appena l’avesse visto con i propri occhi.
-E ora
tieniti!- lo avvertii; -Sono quasi certa che Emmett stia conquistando
Rose, ogni giorno di più!- continuai, facendogli strabuzzare
gli occhi. Per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
-Credo
di non aver capito bene!- mormorò, ancora incredulo; -A Miss
Iceberg piace un ragazzo?!- domandò, ancora completamente
scioccato. Bè, effettivamente era un evento più
unico che raro!
Tutti i
ragazzi della riserva ci avevano provato con lei (per non parlare di
quasi tutta la popolazione maschile della scuola di Forks!), facendole
anche una corte serrata… ma nessuno era mai riuscito ad
ottenere neanche un piccolo appuntamento… tanto che alla
fine quel nomignolo, che le era stato affibiato a scuola, aveva anche
fatto il giro della riserva.
-E dai
Jake! Non ti ci mettere pure tu! Conosci benissimo la nostra
Rose… sai che la sua è una solo una facciata per
non soffrire. Cerca di non essere cattivo- lo rimproverai,
assestandogli uno scappellotto sul collo.
-Sì,
scusa, hai ragione. E’ che mi hai lasciato completamente
spiazzato. E ora sono ancora più curioso di conoscere questo
ragazzo che sta riuscendo nell’impossibile!-
affermò, prendendosi un altro pungo.
-Ancora?!
Ma la finisci, cretino!- lo redarguii. Mi sembrava di parlare con un
bambino!
-Ma sei
proprio sicura?- mi chiese.
-Direi
di sì… Ho notato come lo guarda, appena pensa di
non essere vista... Giuro che è la prima volta che Rose ha
quello sguardo… sai… quando gli occhi prendono la
forma di tanti cuoricini, come nei cartoni animati!- sghignazzai,
facendolo ridere sguaiatamente.
-Non lo
perde d’occhio un attimo, e poi ha sempre voglia di scherzare
con lui… Ti rendi conto?! Rose che ride e scherza con un
ragazzo come se fosse il suo più caro amico! Sembra
un’altra! Spero solo che per una volta nella sua vita riesca
lasciarsi andare- continuai pensierosa.
-Lo
spero anch’io per lei… se lo merita…
sai quanto le voglia bene! Per me è come una
sorella… E lui? Ti sembra interessato?- domandò.
-Bè,
chi non sarebbe interessato a Rose?! Sembra una modella! Comunque a
parte il lato fisico, mi sembra che anche Emmett sia parecchio
interessato… però… bè,
anche lui è un po’ come Jazz riguardo le
relazioni… Alice ci ha raccontato che ad entrambi i fratelli
piace passare di fiore in fiore!- gli spiegai triste. Non volevo che la
prima volta che Rose si prendeva una cotta, poi dovesse soffrire
perché il tizio non voleva impegni.
-Può
darsi che finora non abbia semplicemente mai trovato la ragazza giusta.
Chissà…- affermò Jake.
-Già…
lo spero! Comunque le mie sono solo supposizioni, non lo conosco
bene… proverò a chiedere a Alice se anche a lei
suo fratello le è parso interessato… mi sembra
molto in confidenza con loro e un’attenta
osservatrice… magari con il suo aiuto potrei tentare di
organizzare qualcosa, improvvisandoci delle piccole cupido- dichairai,
ammiccando.
-Sei
sempre la solita! Non sarebbe meglio che ti facessi gli affari tuoi,
anziché intromettersi in cose che non ti riguardano?- mi
rimproverò, scompigliandomi i capelli.
-Ehi!
Così mi offendi! E se io mi offendo non ti potrò
aiutare con quel favorino che mi avevi chiesto, no? Anzi penso proprio
che comincerò da adesso a farmi gli affari miei- gli risposi
piccata, incrociando le braccia al petto.
-Eh no!
Avevi promesso! Dai su scherzavo… come sei permalosa!- mi
schernì, anche se un velo di preoccupazioni gli era balenato
nello sguardo. Sporse in fuori il labbro inferiore, in un autentico
broncetto da bambino e sbattè le ciglia, facendomi gli
occhioni dolci. Scoppiai a ridere! Che scemo! Come potevo resistere a
quell’espressione.
-Anch’io
scherzavo! Non rinuncerei alla mia missione per niente al
mondo… Come potrei non aiutare un cucciolotto come te- lo
rassicurai. E poi il matrimonio potrebbe essere una buona occasione,
per mettere in pratica il nostro piano!- proposi, abbracciandolo.
Ricambiò, stringendomi forte a sé e sussurrandomi
un grazie.
-Dai
continua. La ragazza, invece, che tipo è?- si riprese
immediatamente. Non ce la faceva proprio a frenare la sua innata
curiosità.
-Alice…
Alice è una vera forza della natura, un ciclone! Dove
c’è lei, non si può stare tranquilli,
perché non sta ferma un attimo e soprattutto non sta mai
zitta… Sembra una macchinetta! E’ minuta, ma ha
dentro di sé una carica che farebbe invidia a chiunque.
È simpaticissima e riesce a influenzare tutti con la sua
allegria. L’idea della festa è stata sua- gli
raccontai ancora.
-Non
vedo l’ora di conoscere questo piccolo uragano-
affermò Jacob, sorridendo.
-Domani
ne avrai l’occasione. Dopo la scuola andremo a Seattle a
comprare tutto quello che ci serve e poi, se non è troppo
tardi, verremo qui a portare tutto l’occorrente, ok? Ora
sarà meglio che vada.. si è fatto tardi e domani
c’è scuola- dichiarai, alzandomi.
-Scusa…
ma dove pensi di andare? Non ti sei dimenticata di parlarmi di
qualcuno? Sbaglio o c’è ancora un ragazzo in casa
tua?- mi domandò, immediatamente sospettoso per il mio
atteggiamento evasivo. Diavolo! E io che pensavo di cavarmela con poco.
-Mmm…
sì, c’è… E’
Edward… stronzo come pochi! Preferirei non parlarne,
è un argomento piuttosto spinoso e non fa altro che
irritarmi!- dichiarai, sperando di concludere lì il
discorso. Ma non avevo fatto i conti col mio migliore amico, che
continuava a fissarmi con quel sorrisino a fior di labbra di chi la sa
lunga… Come lo odiavo quando si stampava quel ghigno sulla
faccia! Mi arresi, tanto sapevo che non mi avrebbe fatta andare via
finchè non avessi sputato il rospo.
-E va
bene! E’ il ragazzo più bello che abbia mai visto!
Ma è uno stronzo colossale e non ci sopportiamo. O
meglio… è lui che non sopporta me! Non so
perché, ma dal primo giorno che ci siamo conosciuti mi
tratta sempre come se fossi spazzatura. Con me è sempre
antipatico e mi risponde peggio di un cane, mentre con Jazz e Rose si
trasforma in un normale ragazzo: simpatico, educato, gentile,
disponibile. So che non si può essere simpatici a tutti e
nemmeno lo pretendo… però Jake… non mi
ha dato nemmeno la possibilità di farmi
conoscere… ha deciso che mi odia solo guardandomi!
Così… anche se ci sto male cerco di non darlo a
vedere… sai meglio di chiunque altro che non sono tipo da
farmi mettere i piedi in testa! Quando si rivolge a me con quel tono
strafottente, non riesco a trattenermi e gli rispondo di
conseguenza… col risultato che finiamo con lo stuzzicarci
tanto che concludiamo litigando furiosamente!- gli spiegai tristemente,
tutto di colpo, senza nemmeno riprendere fiato. Jake mi
accarezzò dolcemente una guancia.
-Bells…
guardami negli occhi e sii sincera…- mormorò
serio; -Sei proprio convinta che non ti sopporti?- mi
domandò, facendo di nuovo spuntare quel sorrisino sardonico.
Dio come lo non lo sopportavo! Se non se lo toglieva subito dalla
faccia rischiavo di cancellarglielo io e non in modo gentile.
-Sì,
sono convinta! Penso di riuscire a capire una cosa così
elementare! E poi stamattina ho anche provato a chiedergli
cosa gli avessi fatto per trattarmi in modo così odioso e il
deficiente, come se niente fosse, mi ha semplicemente
risposto che non si può essere simpatici a tutti- gli
risposi, sempre più irritata, sia
dall’atteggiamento di Jake, sia dai ricordi delle discussioni
con Edward.
-Sarà….-
sussurrò, tra sé e sé. Ora lo
picchiavo selvaggiamente, se non la piantava subito!
-Ma
‘sarà’ cosa?! Ora mi stai facendo
proprio incazzare Jake! Sarà meglio che vada a dormire
perché il genere maschile per me è troppo
contorto, specialmente a quest’ora… sono troppo
stanca per cercare di capire le vostre menti bacate!- esclamai,
alzandomi di scatto e avviandomi al pick-up.
-Ci
vediamo domani Bells, e sappi che sei molto carina anche quando sei
incazzata- mi urlò dalla porta dell’officina,
sghignazzando senza ritegno.
Mi
girai, lo guardai e gli feci un gestaccio con il dito e lui si
sganasciò ancora di più dal ridere.
Mmm che
nervoso! Prima o poi avrei preso un bel bastone e gliele avrei date di
santa ragione! Salii in auto e tornai a casa.
Era
già mezzanotte passata e le luci erano tutte spente. Entrai
facendo attenzione a non fare rumore e mi diressi in cucina per bere un
bicchiere d’acqua prima di andare a dormire.
Pov
Edward
Era
già mezzanotte passata e Bella non era ancora rientrata. Ma
cosa diavolo stava facendo?! I miei pensieri furono interrotti proprio
dal rumore del pick-up sul vialetto e senza rendermene conto, ancora
prima che lei entrasse in casa, mi ritrovai in cucina.
La
sentii entrare piano e, senza accendere le luci, venne anche lei in
cucina. Nella penombra, data dalla luce della luna che filtrava dalle
finestre, intravedevo la sua sagoma muoversi sicura verso il frigo, ma
lei non si era accorta di me che ero appoggiato al lavandino.
-Divertita
abbastanza per stasera?- domandai improvvisamente, non riuscendo a
trattenermi oltre.
La vidi
sobbalzare per lo spavento e inciampò... fu questione di un
attimo: d’istinto mi mossi verso di lei per sostenerla, e
dopo un attimo lei era tra le mie braccia e i nostri visi si
stavano sfiorando vicinissimi. Il mio cuore prese a galoppare impazzito
e il mio respiro si stava intensificando. Il calore e la morbidezza del
suo corpo, e il profumo della sua pelle si infrangevano su di me,
eccitandomi all’inverosimile. Anche lei respirava veloce e mi
fissava come in trance. I nostri sguardi era intrecciati e
non capivo più niente… desideravo solo sentire
finalmente la morbidezza di quelle labbra carnose che mi richiamavano
con una potenza inaudita… stavo per annullare la
distanza tra le nostre bocche, quando il rumore di una porta al piano
di sopra mi fece riprendere un attimo di lucidità.
Che
diavolo stavo facendo?! La scostai da me bruscamente, raddrizzandomi e
sciogliendo l’abbraccio… un vuoto enorme mi
colpì come un pugno in pieno stomaco. Dovevo essere certo
che non si fosse accorta della mia debolezza, quindi rialzai la mia
barriera di scortesia.
-E’mai
possibile che non puoi stare un po’ più attenta?!-
la rimproverai, sgarbatamente. I suoi occhi si spalancarono, dapprima
sorpresi , ma poi si socchiusero lasciando trasparire tutta la sua
rabbia.
-Se non
mi avessi spaventata, stando qui al buio come un ladro, non sarei
inciampata!- mi rispose, stizzita.
Non
aveva tutti i torti… ma era stato più forte di
me… la voglia di sapere cosa avesse fatto tutta la sera con
quel Jacob mi stava logorando.
-Sono
solo sceso a bere, e non mi sembrava il caso di accendere la luce, col
rischio di disturbare qualcuno- affermai, cercando di risultare il
più indifferente possibile.
-Be’,
potevi palesare la tua presenza appena sono entrata-
continuò, sempre più acida; -E poi…
cosa ti importa se mi sono divertita? Non sono di certo affari tuoi, ma
se proprio lo vuoi sapere… sì, ho passato proprio
una bella serata- dichiarò soddisfatto, facendomi andare il
sangue al cervello.
-Era
solo una domanda retorica! Non me ne frega proprio niente di cosa fai
nel tuo tempo libero… Se hai voglia di farti ripassare da
tutta Forks, è un problema tuo! Non sono di certo affari
miei!- ribattei seccato, all’idea che qualcun altro avesse
potuto godere di quel favoloso corpo che avrei voluto tutto per me. Il
pensiero che quel ragazzo l’avesse toccata, accarezzata
baciata… oddio, mi faceva stare male!
-Ma come
ti permetti! Io non mi faccio ripassare da tutta Forks! E
comunque… non mi sembra di parlare con un integerrimo
cittadino, visto che dopo qualche ora di scuola eri già a
scopare con una appena conosciuta. Quindi Mr Squallore vedi di
lasciarmi in pace che mi stai proprio stufando!- si risentì,
palesemente indignata.
Le
parole che disse mi colpirono come uno schiaffo in pieno viso, e
così non potei fare a meno di ribattere.
-Be’…
se non eri a scopare con qualcuno perché te la prendi
tanto?- la provocai, sorridendo sarcasticamente.
-Vaffanculo,
Edward!- mi gridò, e corse via, lasciandomi lì
come un cretino.
Già…
un cretino! Idiota, deficiente e stronzo! Perché non potevo
essere altro…
Cosa mi
era saltato in mente di offenderla in quella maniera?! Lei non aveva
nessuna colpa! Ero io lo stupido che non riusciva a tenere addosso i
pantaloni. Lei non si meritava un trattamento del genere e se avessi
sentito un altro ragazzo parlarle con quel tono e darle della puttana,
come avevo appena fatto io, probabilmente non sarebbe rimasto integro
per molto. Sospirai rassegnato.
Ormai
avevo capito che lei era il mio frutto proibito… come la
mela per Adamo: così dolce, succosa e tentatrice. Ma cosa
era capitato ad Adamo quando l’aveva colta? Aveva perso il
paradiso…
E
così sarebbe successo a me! Non dovevo sentirmi attratto da
Bella… lei ormai faceva parte della mia famiglia, e non
avrei potuto certo portarmela a letto e poi mollarla come facevo con
tutte le altre… lei non era una di quelle sciacquette pronte
a farsi sbattere in qualsiasi modo e momento… lei era una
brava ragazza, matura, posata, intelligente e… belissima,
sexy, sensuale e ingenuamente provocante. Già…
nemmeno si rendeva conto dell’effetto che era in grado di
scatenare in me.
Cazzo!
Stavo uscendo fuori di testa! Dovevo assolutamente trovare una
soluzione… e in fretta! Rischiavo di far diventare
insostenibile per tutti questa nuova convivenza, ma soprattutto per me!
Non potevo continuare ad accanirmi su di lei in quella
maniera… ci stavo male anch’io…
Ma non
potevo neanche avvicinarmi troppo… altrimenti chi mi avrebbe
impedito di cogliere quella mela?
ciao belllina, è
vero non si può scegliere di chi innamorarsi. Ma Edward non
pensa di esserlo, sa solo che è attratto fisicamente, quindi
non vuole incasinare la famiglia, visto che lui è il tipo da
una botta e via!
A presto!
Ciao vanderbit! Edward
innanzitutto è attratto da Bella fisicamente, ma visto come
tratte le donne, non vuole creare casini in casa, per questo lei
è il suo frutto proibito. E da buon deficiente pensa che lo
attragga solo perchè sa di non poterla avere. Non
è ancora consapevole che c'è dell'altro. Ma
vedrai che da questo cap. le cose andranno meglio!
CAPITOLO
6
Posso venire con te?
Pov
Bella
Quella mattina mi alzai con un tremendo mal di testa. Avevo pianto per
buona parte della notte, dopo la tremenda discussione con Edward, e
alla fine mi ero lasciata andare ad un sonno agitato per niente
ristoratore. Andai a farmi una doccia, per fortuna il bagno era tutto
per me. Mentre mi asciugavo i capelli guardavo il mio volto allo
specchio. Ero un disastro: il mio colorito era più pallido
del solito, le occhiaie molto marcate, gli occhi gonfi e il viso
sembrava più lungo e smunto per via della stanchezza. Dovevo
assolutamente darmi una sistemata, altrimenti chi le avrebbe sentite
Rosalie ed Alice! In più mi aspettava una giornata molto
lunga e faticosa: shopping con le due pazze! Un incubo!
Scesi a fare colazione e trovai Emmett, Jasper e Rosalie già
intenti a mangiare tutto il ben di dio che aveva preparato Esme.
Chissà a che ora si alzava, poverina, per far trovare tutto
pronto a noi ragazzi. Era proprio molto dolce e premurosa.
Mi ripromisi che, dal giorno successivo, avrei cercato di svegliarmi
presto per darle una mano: non era proprio giusto che si accollasse
tutto quel lavoro da sola… d’altronde avevo sempre
pensato io alla colazione e, nonostante mi avesse rassicurata
più volte che le faceva piacere occuparsi di noi, non volevo
assolutamente farmi servire e riverire da lei… il lavoro non
le mancava di certo!
Mio padre come al solito era già al lavoro, Alice aveva
preso il mio posto in bagno e di Edward neanche l’ombra. Che
fortuna! Non ero proprio dell’umore per sopportare le sue
frecciatine mattutine. Le parole della sera prima bruciavano
ancora… e parecchio anche!
La notte avevo rimuginato tantissimo sul perché mi avesse
offesa in quella maniera gratuita… e poi una terribile paura
si era fatta strada in me… lasciandomi agitata e
ansiosa…
E se Edward, quando mi aveva afferrata per non farmi cadere, si fosse
accorto che stavo per baciarlo? E proprio per quel motivo aveva
erroneamente pensato che fossi come tutte quelle sciacquette che era
abituato a ripassarsi?
Baciarlo… il pensiero di quelle labbra piene e carnose sulle
mie, mi faceva accaldare… Scossi la testa per scacciare
quelle immagini così vivide…
Ma cosa diavolo mi stava passando per la testa?! Io non dovevo baciare
Edward! Già non mi sopportava… se la sera prima
mi fossi fatta trasportare dal momento, non lo avrebbe più
fermato nessuno dal ricoprirmi di insulti ogni singolo
momento… Oddio, ero stata a un passo da fare la peggiore
figura di tutta la mia vita… per fortuna che la sua solita
acidità era uscita fuori quasi subito e mi ero
immediatamente ripresa, altrimenti avrei anche potuto cambiare stato.
Cercai di non pensarci e iniziai a mangiare. Ma la mia quiete
durò poco perché, dopo poco, ci raggiunsero anche
Alice e Edward. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo e si
buttò letteralmente sul suo piatto, mentre parlava con Jazz.
Diedi una rapida occhiata agli altri… certo che riuniti
attorno al tavolo tutti insieme eravamo proprio una bella famiglia.
Quel pensiero mi risollevò un po’ il morale.
-Ehi, Bellina! Fatto le ore piccole ieri sera, eh?!- mi
canzonò Emmett, maliziosamente.
-Già…- risposi io, senza aggiungere altro.
-Che hai stamattina? Ti vedo sbattuta! Se non riesci a tenere questi
ritmi non dovresti uscire con certi fusti che ti stancano
così tanto- mi schernì Emmett, ridendo come un
matto.
Rose gli tirò uno scappellotto tra capo e collo. -Ehi! Ma
come vi offendete subito!- si difese, imbronciato.
-Grazie Rose, era troppo lontano- affermai, ridendo.
-Non c’è di che! E’ sempre un piacere
picchiarlo. Ma dimmi un po’… hai litigato con
Jake, per caso?- mi chiese Rose, guardandomi sospettosa.
-N-no- balbettai, avendo capito dove voleva andare a parare.
-Ma dai! Guarda che ti conosco molto bene. E sono sicura che tu hai
pianto e non poco!- continuò convinta, Rose. Tutti
improvvisamente mi fissarono curiosi, soprattutto sentivo lo sguardo di
Edward addosso, anche se cercavo meticolosamente di non guardare nella
sua direzione. Probabilmente, in quel momento, sul mio viso era
comparsa la gamma completa di tutte le sfumature di rosso. Mi sentivo
le guance bollenti.
-Assolutamente no, Rose!- esclamai, guardandola in modo truce
per farle capire che non era un argomento da discutere davanti a tutti.
-Sono solo stanca. Era tanto che non vedevo Jake, quindi avevamo molte
cose di cui parlare, noi- spiegai, calcando sul
“parlare”, e voltandomi a fissare negli occhi
Edward. A buon intenditor poche parole!
Mi aspettavo una delle sue risposte velenose e invece con mia enorme
sorpresa, mi guardò imbarazzato e poi abbassò la
testa sulla sua colazione. Sembrava… pentito del suo
comportamento? Possibile? Mah… ci credevo poco.
Rose ci osservò e capì immediatamente che era
successo qualcosa, ma, per mia fortuna, lasciò
perdere… anche se sapevo che la discussione era solo
rinviata…
-Allora ragazzi, visto che la mamma è di sopra e non ci
sente, mettiamoci d’accordo per oggi- propose Alice, carica
di energia come al solito. -Come sei rimasta con Jacob?- si
informò, rivolgendosi a me.
-Gli ho riferito che nel pomeriggio saremmo andati a Seattle a comprare
tutto l’occorrente. Noi ci occuperemo delle decorazioni, del
reverendo, degli sposi e degli invitati, al resto penseranno loro. Poi
al ritorno, se non è tardi passeremo da lui a lasciare tutti
gli acquisti- spiegai.
-Perfetto! Io proporrei di andare direttamente finita la scuola; nel
pomeriggio, poi, avvertiremo mamma e Charlie che non saremo presenti a
cena, così faremo le cose con calma- continuò
Alice. Vidi mio fratello sbiancare e mi scappò subito da
ridere.
-Alice… cosa vuoi dire?! Quante ore pensi che dovremo
rimanere a fare shopping?!- le domandò, già
disperato all’idea. Non era un amante degli acquisti!
-Quelle necessarie! Cosa pensi?! Scegliere le cose migliori richiede
tempo e pazienza, quindi prima guarderemo tutto quello che ci
può servire e poi decideremo cosa comprare-
chiarì, descrivendo dettagliatamente tutto quello che ci
aspettava nel pomeriggio. Mi sentivo già male!
-Ma tu sei matta!- sbottò Emmett; -Te lo scordi che faremo
il giro doppio del centro commerciale, uno basta e avanza.
Quindi… vedi di partire già con le idee chiare su
quello che vuoi, sorellina! Passati davanti ad un negozio non torneremo
più indietro… ricordatelo bene e ficcatelo nella
tua testolina da patita dello shopping maniaco-compulsivo! E stai
all’occhio! Non cercare di fregarmi, perché sono
disposto a trascinarti via anche per i capelli!- sbottò
Emmett, con un tono tremendamente serio, che non ammetteva repliche.
Alice lo guardò in cagnesco e poi si avviò su per
le scale, borbottando. Santo! Santo dovevano farlo ‘sto
ragazzo!
-Grazie, Emmett!- esclamò Jasper, visibilmente sollevato;
-Tua sorella mi fa veramente paura a volte- aggiunse, e tutti
scoppiammo a ridere.
Decidemmo che saremmo andati con più auto, in modo da poter
trasportare tutto. Nei approfittai per far prendere aria alla
mia piccolina, era da troppo tempo che non la facevo sgranchire un
po’. E questa era proprio l’occasione giusta! Ci
sarebbero volute ben due ore per raggiungere Seattle; l’avrei
coccolata un po’! Finimmo in fretta di mangiare e, dopo aver
salutato Esme, uscimmo. Ci recammo per la prima volta, da quando si
erano trasferiti i ragazzi Cullen, verso il nostro garage. Eravamo
stati così presi dal resto che ancora non avevano
avuto occasione di vedere i nostri mezzi. Appena Jazz aprì
la saracinesca, rimasero tutti a bocca aperta. Edward ed Emmett erano
meravigliati e Alice era ammaliata dalla Ferrari di Jasper.
-Allora ragazzi… se per voi va bene potreste venire con la
Jeep e la Volvo perché ci sta più roba. Io ho
bisogno di far girare il motore della mia piccolina… ma
purtroppo non è molto capiente- spiegai, mentre accarezzavo
il cofano della mia bambina. Salii sopra la mia adorata Aston e dopo
aver fatto scaldare un pochino il motore, uscii dal garage, fermandosi
subito fuori, dove gli altri stavano ancora
parlottando.
-Questa è la tua?!- mi chiese Edward, sbalordito.
Fissava la mia macchina ammaliato, come stesse rimirando la donna
più bella di questo mondo. Le girò attorno,
sfiorandola appena, quasi stesse toccando un fragile oggetto di
cristallo. Ero decisamente compiaciuta.
Pov
Edward
Non era possibile, avevo davanti ai miei occhi la macchina dei miei
sogni, con sopra la ragazza dei miei sogni… No! Ma che
diavolo stavo farneticando?! Mi ero completamente rincoglionito?! La
ragazza no! O forse sì… Non ci capivo
più niente!
Sfiorai delicatamente la carrozzeria come se stessi accarezzando la
più preziosa delle amanti… ero estasiato,
elettrizzato e eccitato…
Sì… vedere Bella seduta su quell’auto
mi stava eccitando da morire! Ma si poteva essere così
maniaci?!
Intanto Bella aveva aperto il finestrino. Mi abbassai per guardare gli
interni in pelle. Ma fu un grosso errore: fui catturato dai suoi
magnifici occhi… I nostri sguardi si incatenarono
magicamente… per un attimo tutto intorno a noi
sparì… in quel momento c’eravamo solo
io e lei…
La voglia di baciarla, di prenderla, di farla mia tornò
prepotentemente in me con la forza di un uragano…
La tonante risata di Emmett, che conversava con Jasper, mi fece
riprendere lucidità… ma, senza rendermene conto,
all’errore precedente, se ne aggiunse immediatamente un
altro: le parole uscirono dalla mia bocca, senza che il mio cervello
avesse dato il via libera e soprattutto non considerando le
implicazioni che ne conseguivano da quella frase.
-Bella ti prego posso venire in macchina con te oggi?- la supplicai.
Vidi chiaramente i suoi occhi sgranarsi per la sorpresa.
-C-co-cosa?- balbettò, in evidente imbarazzo.
-Sai… questa è la macchina dei miei sogni e mi
piacerebbe farci un giretto. Posso? Prometto che mi
comporterò bene!- la rassicurai, con il mio migliore
sorriso. Ci pensò un po’ su.
-Ok, ma a una condizione. Guido io e non ammetto repliche! Mi
spiace, ma la mia piccolina non si tocca!- accettò, mettendo
in chiaro le cose. Dentro di me, esultai felice, anche se avrei tanto
voluto provare l’ebbrezza di guidare quell’auto.
-Va bene, per adesso mi accontenterò- risposi,
sorridendo.
-Per adesso e anche in futuro, Cullen- puntualizzò, seria.
Odiavo quando si rivolgevano a me, chiamandomi per cognome…
ma come era possibile che detto da lei suonasse così sexy?
-Grazie… Swan- le risposi sarcastico; rise di rimando.
Cavoli, quando rideva, era ancora più bella.
Basta… non dovevo pensarci!
Salimmo sulle rispettive auto e ci avviammo a scuola. Nel tragitto
pensai all’implicazione che la mia richiesta comportava. Come
avrei fatto a stare in auto con lei per due ore, seduti così
vicini, con i nostri corpi che si sfioravano? Cosa diavolo mi era
venuto in mente?!
Quella ragazza mi piaceva ogni giorno di più, e iniziavo a
pensarci un po’ troppo spesso. Non mi era mai capitato con
nessuna. Ma probabilmente dipendeva dal fatto che vivevamo assieme e
che quindi ce l’avevo sempre davanti agli occhi.
Sì… era senz’altro così. Se
fosse stata una normalissima ragazza conosciuta a scuola, probabilmente
me la sarei già fatta e non ci avrei più pensato.
Sempre che lei avesse voluto… non mi calcolava neanche di
striscio! Anzi sembrava proprio che la irritasse anche solo la mia
presenza. Il mio fascino su di lei sembrava innocuo, come se non mi
vedesse nemmeno. Magari era perché ero sempre
scortese con lei. Pensavo che sarebbe stata una soluzione facile per
risolvere il mio problemino, invece trattarla così male,
iniziava a pesarmi. Mi ero accorto che soffriva per la
situazione… in più a colazione Rosalie
era sicura che la sera precedente avesse pianto e i suoi occhi ne erano
una chiara dimostrazione… ma quando era rincasata stava
bene… Possibile che avesse pianto per causa mia, per le mie
parole? Ero confuso, non sapevo proprio come affrontare la situazione.
Magari dovevo solo lasciarmi andare….
Pov
Bella
Ci stavamo recando a scuola e ripensavo alla grossa cavolata che avevo
appena fatto. Come avrei sopportato un viaggio fino a Seattle sola in
macchina con lui? Poteva finire solo in due modi o lo facevo fuori o
gli saltavo addosso e nessuna delle due opzioni era in qualche modo
lontanamente accettabile. Ma possibile che se non mi mettevo nei casini
non ero contenta? Cosa mi diceva la testa? Dovevo dirgli semplicemente:
“No, grazie”. Invece quando mi aveva parlato
così vicino, mi ero persa in quegli smeraldi e il mio
cervello era andato in stand-by. Non riuscivo ancora a capacitarmi di
come fossi riuscita a rispondergli senza avventarmi su quelle labbra
così carnose e perfette a pochi centimetri dalle mie.
Ohhhh… ma Bella cosa pensi?!
-Basta devo ricordarti come ti ha trattato ieri sera e quello che pensa
di te?- domandai ad alta voce a me stessa.
Perfetto! Ora ero proprio andata… mi mettevo persino a
parlare da sola! Va già bene che non c’era nessun
altro in auto con me, altrimenti mi avrebbero preso per pazza.
Arrivammo a scuola e mentre mi avviavo a lezione con Alice, mi ritrovai
affiancata anche da Rose.
-Bella, dobbiamo parlare un attimo- dichiarò seria Rose,
bloccandomi improvvisamente in mezzo al corridoio. Deglutii a fatica.
-Rose, non ora… arriveremo tardi- provai a replicare,
sapendo già dove volesse andare a parare.
-Non ti preoccupare, le nostre aule sono qui di fronte e mancano ancora
dieci minuti. Quindi non ci puoi scappare- si intromise Alice. Divolo!
Ma cos’era?! Un complotto?! Evidentemente si erano messe
d’accordo durante il tragitto in auto.
-Cosa volete?- chiesi acida, sbuffando sonoramente.
-Cosa è successo ieri sera? Hai detto che Jake non
c’entra e ti ho creduto… ma a giudicare dagli
sguardi tra te ed Edward, deve essere successo qualcosa quando sei
tornata- domandò Rosalie, centrando subito la questione.
Uffa! Ma perché era sempre così attenta? Avrebbe
senz’altro avuto una carriera in ascesa come detective
privato! Alice spalancò gli occhi alle sue parole.
-Cosa diavolo ha combinato stavolta, quel deficiente di mio fratello?-
esclamò, palesemente arrabbiata.
Trovandomi alle strette, raccontai per filo e per segno tutta la
conversazione della sera precedente e nuove lacrime si fecero strada
sul mio viso.
-Mi dispiace… ma allora non capisco proprio
perché hai accettato di dargli un passaggio, oggi.
Perché non l’hai mandato a quel paese?- mi chiese
Rose, sempre molto pratica.
-Non lo so... ci teneva così tanto… non sono
riuscita a rifiutarmi. E poi a colazione… mi sembrava un
po’ imbarazzato per quel che è
successo… magari si è reso conto di aver
esagerato stavolta- supposi, sperando che fosse la verità, e
non una mia illusione.
-Sì, in effetti stamattina non ti ha trattata male come al
solito, nonostante Emmett gli abbia dato lo spunto per una serie di
frecciatine velenose- mi dette ragione Rosalie.
Alice, che fino a quel momento, era rimasta in silenzio, mi
guardò in modo molto strano.
-Hai detto che mio fratello era sceso per prendere un bicchiere
d’acqua, giusto?- domandò, pensierosa.
-Sì, così mi ha detto. Perché?- le
chiesi curiosa.
-Bè… direi che la cosa mi puzza alquanto!
Vedi… Edward si porta sempre una bottiglietta
d’acqua quando va a dormire, e ho notato che ieri sera,
quando mi ha dato la buonanotte, ce l’aveva con
sé, come sempre- mi spiegò. Non capivo comunque
dove volesse arrivare. Poteva pure essere che l’avesse
già finita… non ci vedevo niente di
così astruso.
-Ma allora…- si intromise Rosalie, con
l’espressione di chi avesse improvvisamente capito ogni cosa.
Ma non fece in tempo ad aggiungere altro, perché il suono
della campanella ci richiamò al nostro dovere.
-Uffa ne riparleremo, ci vediamo dopo- ci salutò
Rose; io ed Alice entrammo nella nostra classe.
La mattinata passò veloce e in un attimo ci ritrovammo in
mensa: mancava solo Edward.
Poco dopo, fece il suo ingresso, abbracciato a una morettina del terzo
anno. Si salutarono con un bacio, che di casto aveva ben poco, e ci
raggiunse.
Jasper ed Emmett come al solito ridevano, io invece mi
sentivo morire. Basta! Dovevo togliermi dalla testa certe
idee e soprattutto lui.
Con le ragazze non potemmo proseguire il discorso, iniziato in
mattinata, per la presenza dei ragazzi e io mi sentii sollevata: ero
stufa di pensare al perché o al come del comportamento di
Edward. Era fatto così, non c’era
nient’altro da aggiungere.
Ci riavviammo alle ultime lezioni, che, per fortuna, passarono in un
lampo; e così ci trovammo tutti nel parcheggio:
ero agitatissima all’idea del viaggio con lui!
Ciao a tutte
ed eccomi qui con un nuovo capitolo. Diciamo, che iniziamo a fare dei
passi avanti...
Ringrazio come sempre le fedelissime ma anche chi ha voglia di dare
anche una semplice occhiata per curiosità.
Un bacio a tutte!
Grazie per i complimenti! Non
sai quanto mi faccia piacere il fatto che qualcuno apprezzi il mio modo
di scrivere. Mi riempie di orgoglio. Penso che ti piacerà il
viaggio in macchina! Un bacio
Oddio ashar, ce l'hai fatta a
trattenere il fiato? Ero preoccupata!!! Hi hi hi hi!!!
Sei troppo forte. Ti lascio alla lettura del viaggio, vedrai che ti
piacerà!!! Un abbraccio!
Alice è sempre
Alice. E' un mito! Chissà se li aiuterà? Mah!!! A
presto!
CAPITOLO
7
Conoscersi
Pov
Edward
Noi ragazzi eravamo appena partiti. Come d’accordo io ero in
auto con Bella e non riuscivo già a toglierle gli occhi di
dosso. Continuavo a pensare a quanto fosse bella. Guidava sicura e
veloce. Era decisamente affascinante.
-Mettiamo un po’ di musica?- propose, interrompendo quel
silenzio imbarazzante.
Contemporaneamente avvicinammo le nostri mani all’autoradio e
ci sfiorammo. Le ritraemmo entrambi di scatto, io perché
avevo sentito di nuovo quella scossa del primo giorno e lei
probabilmente per imbarazzo, perché vidi che era arrossita.
-Lascia faccio io- la rassicurai.
Accesi e le note che si sprigionarono mi avvolsero subito
come le braccia di una dolce compagna.
-Scusa cambio subito cd, me lo sono dimenticata dentro
dall’ultima volta che l’ho usata- mi disse
avvicinandosi pericolosamente al cassettino e sfiorandomi le gambe col
suo seno. Quella macchina era decisamente troppo stretta! E lei era
troppo vicina. La mia testa urlava TROPPO VICINA!
-No, non cambiare. Mi piace molto Debussy e “Claire de
lune” è la mia preferita. Non pensavo ti piacesse
questo genere- mi meravigliai, rilassandomi dato che era tornata nella
sua posizione.
-Bè… non sai parecchie cose su di me…-
mormorò, in tono di rimprovero. Era vero, non le avevo mai
dato la possibilità di farsi conoscere meglio con il mio
atteggiamento odioso.
-Comunque… è anche la mia preferita, la
ascolterei per ore e ore. Sai… la musicista in famiglia era
mia madre. Il pianoforte a casa è il suo, e poi è
passato a Rose. La suonava tutte le sere quando era ora di dormire,
come se fosse la nostra ninna nanna. Io e Jasper ci sdraiavamo sul
divano e dopo qualche minuto crollavamo, poi mio padre ci portava nelle
nostre stanze. Altre volte invece lei suonava e noi cantavamo.
Specialmente nel periodo natalizio. Erano tempi felici.
Nell’ultimo periodo della sua malattia e quando poi se
n’è andata, per molto tempo feci fatica ad
addormentarmi, senza la mia mamma che suonava. Poi un giorno Jasper,
con l’aiuto di Jake, registrò su cd delle riprese
che avevamo di lei che suonava. Questa che senti è proprio
lei- mi rivelò, con una forte malinconia nella voce; -Io non
ho mai imparato a suonare. Mia mamma ha cercato di convincermi un sacco
di volte, ma le rispondevo sempre che avrebbe avuto un sacco
di tempo per insegnarmi e invece….- si interruppe e una
lacrima le scese sul viso.
Avrei voluto asciugarla, non volevo piangesse, non volevo che si
rattristasse, ma mi trattenni e rimanemmo in silenzio per un
po’ avvolti dalle dolci melodie incise sul cd.
Pensai che non l’avevo mai sentita parlare così
tanto, anche perché non gliene aveva mai dato occasione.
-Sai… tua madre era proprio brava!- mi complimentai, anche
per interrompere quel silenzio denso di tristezza che era sceso tra
noi. Avevo l’assurdo bisogno di risentire la sua voce.
-Lo so grazie, ma mi hanno detto che anche tu sia molto
bravo… Anche se non ho ancora avuto l’onore di
sentirti suonare- affermò, con una punta leggere di
risentimento nella voce, facendomi sentire in colpa.
In effetti, le volte che mi aveva trovato al pianoforte, appena entrava
nella stanza, io smettevo. Era una sensazione strana… ma mi
sentivo in imbarazzo a suonare davanti a lei, come se fossi stato
sicuro che avrebbe potuto leggermi dentro… quando suonavo
mettevo a nudo la mia anima e la mia paura più grande era
che lei potesse capire il desiderio che provavo per lei. Ma in quel
momento volevo cancellare quell’espressione triste e
malinconica.
-Ci sarà occasione, non ti preoccupare. E poi non penso di
essere questo fenomeno, ma mi piace veramente suonare, ci metto tutta
la passione che posso. Mi fa sentire libero, come se in quel momento
potessi tradurre qualsiasi emozione o sentimento che provo in una
lingua comprensibile a tutti- le rivelai, cercando di rassicurarla. Non
mi ero reso nemmeno conto delle parole che mi erano uscite dalla bocca.
Perché le avevo raccontato quelle cose? Era come se non
riuscissi a farne a meno e poi, d’improvviso
compresi… io volevo che lei mi conoscesse, che capisse come
era fatto il vero Edward.
-E’ una cosa meravigliosa. Sei fortunato, non tutti hanno la
possibilità di potersi esprimere così. Anzi
veramente molti ragazzi non hanno proprio niente da esprimere. Ci sono
tanti deficienti in giro- dichiarò, ridendo e io mi unii a
lei confermando.
-Quali altre musiche ti piacciono?- le domandai. Non potevo fare a meno
di voler sapere tutto di lei.
-Veramente non c’è un tipo particolare, deve
piacermi la canzone in quel momento. Deve comunicarmi qualcosa. Non so
se sono riuscita a spiegarmi- mormorò.
-Perfettamente, per me è lo stesso- le risposi. Iniziavamo
ad avere un po’ troppe cose in comune e questo per la mia
ossessione non era un buon segnale.
-Comunque ascolto tanta musica italiana. La sorella di mio nonno
paterno si è trasferita in Italia anni fa e si è
formata una famiglia. Noi andiamo tutte le estati a trovarli e di
solito ci stiamo un mese. Così fin da piccoli ci hanno fatto
studiare l’italiano e ora lo parliamo e capiamo
perfettamente. Sai questa è stata la prima estate in cui mio
padre non è venuto con noi in Italia, perché poi
doveva andare in crociera con tua mamma e non avrebbe avuto abbastanza
ferie- mi raccontò.
-E questo ti ha dato fastidio?- le chiesi. Volevo capire se in lei
c’era del risentimento per quello che aveva fatto suo padre.
-Un po’ sì, devo ammetterlo… ma poi ho
capito che anche lui ha diritto a rifarsi una vita e se è
felice lui, lo siamo anche noi- mi spiegò, rivelandomi un
animo gentile e generoso.
-Comunque anche a me piace molto la musica italiana e anche noi
parliamo perfettamente quella lingua- le rivelai. Mi guardò
stupita.
-Mio padre era figlio di un inglese e di una italiana e quindi
è cresciuto conoscendo entrambe le lingue e la stessa cosa
ha fatto con noi. Ci parlava spesso in italiano, fin da piccoli, quindi
per noi è come se fosse la nostra seconda lingua- le
raccontai.
-Certo che abbiamo un sacco di cose in comune- dichiarò
sorpresa. Appunto! Decisamente troppe!
-Sono contenta che mio padre abbia trovato una donna dolce come tua
madre. Ma voi? Cosa ne pensate? Con Alice ne abbiamo già
parlato e so che anche lei è felice per loro- mi chiese
all’improvviso.
-Anche io ed Emmett siamo contenti. Non vedevamo così serena
la mamma da un bel po’. Personalmente ero molto angosciato
all’idea di doverla lasciare sola alla fine
dell’anno. Andremo tutti in college lontani, sempre che ci
accettino, e quindi avremo poche occasioni di vederla. Ma ora che so
che è in ottima compagnia sono
più tranquillo. Tuo padre la ama, si vede lontano un miglio
e ha accettato anche tutti noi. Quando sono tornati dal viaggio e
abbiamo saputo la notizia del matrimonio e del trasloco, ero scioccato.
Non pensavo che mia madre potesse fare un gesto del genere senza
neanche avvertirci. Ma poi ne abbiamo parlato tra di noi e abbiamo
capito che si amano proprio tanto e che la felicità della
mamma doveva essere al primo posto. Così abbiamo
fatto armi e bagagli e siamo venuti, senza protestare- le spiegai.
-Siete stati molto generosi, non so se io l’avrei presa
così bene al posto vostro. Per noi non è poi
cambiato tanto… ma il pensiero di lasciare la mia casa, i
miei amici, il posto in cui sono cresciuta, mi metterebbe addosso una
terribile angoscia- mi rivelò sincera. La capivo
perfettamente.
-Sì, ma da quel poco che sono riuscito a conoscere di te,
l’avresti fatto senza creare problemi alla tua famiglia-
affermai sicuro.
-Vero- confermò.
-Non siamo poi così diversi- sussurrai, più a me
stesso che a lei.
-E poi non abbiamo proprio lasciato la casa: la mamma l’ha
tenuta, nel caso un domani qualcuno di noi voglia stabilirsi a New York
o anche avessimo solo intenzione di passarci qualche giorno- le confidai
-Oddio! Ma è fantastico!! Allora nelle feste di Natale
potremmo fare un viaggetto a N.Y.!- esclamò, entusiasta;
-Bè… sì, insomma… sempre
che a voi vada bene, si intende- aggiunse flebile, smorzando il tono,
palesemente imbarazzata. Sorrisi compiaciuto. L’idea di noi
due insieme a N.Y. mi stava già entusiasmando.
-Certo, non ti preoccupare, ormai quel che è nostro
è anche vostro e viceversa- la rassicurai. Poi mi venne in
mente un’idea; -Siamo una famiglia, no? E in famiglia si
condivide tutto. Giusto?- affermai, subdolamente.
-Sì… ma perché mi sembra che il tuo
tono di voce abbia dei sottintesi?- mi chiese, sospettosa. Cavoli! Non
poteva già aver capito dove volessi andare a parare. Poi il
viso le si illuminò.
-Ti ho già detto che la mia piccolina la guido solo
io!-esclamò, scoppiando a redere; -Certo che sei proprio
subdolo!- mi schernì. Era una ragazza incredibile, mi capiva
al volo… era anche incredibilmente stupenda quando rideva.
-Eddai! Però sei cattiva! Io ti dico che uno splendido
attico al centro di Manhattan, nel cuore della città che
dici di adorare, è anche tuo e tu hai il coraggio di negarmi
una cosa così piccola?- mi lamentai, lanciando
l’amo e aspettando che abboccasse.
-Hai detto attico a Manhattan?!- urlò, stupita. Perfetto! Lo
scopo era stato raggiunto.
-Sì… hai capito bene! Certo che
però… se tu non sei pronta a
condividere, non c’è problema…- le
risposi, con un finto atteggiamento indifferente.
-E va bene! Ma se gli fai solo un graffio o non la tratti come la cosa
più preziosa che esista al mondo, sei morto!- si arrese.
Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere seguito subito da lei.
Avevo trovato una che era peggio di me nell’adorare oggetti
inanimati.
-Per quanto riguarda gli amici e la ragazza?- continuò,
quando ci fummo calmati.
-Di amici veri e propri non ne avevo, erano piuttosto conoscenti. E per
quanto riguarda la ragazza ne ho avuta una fissa per qualche mese, ma
poi ho capito che è meglio divertirsi- le rivelai.
-Ho visto… e direi anche che ci dai dentro a divertirti-
affermò, improvvisamente stizzita.
-Sì, ma io non prendo in giro nessuna! Tutte quelle che
vengono con me sanno benissimo che non voglio relazioni serie, e come
io uso loro per divertirmi, loro usano me. Anche alle ragazze piace
divertirsi, sai?- cercai di difendermi, leggermente seccato.
-Certo… ma per fortuna non tutte sono
così… e sono convinta che molte, magari, vengono
con te perché non riescono a resisterti. Però
vorrebbero comunque qualcosa di più e in questo
modo… si illudono lo stesso- continuò,
accalorandosi.
-Se si illudono è un problema loro, perché io
sono chiaro fin dall’inizio!- dichiarai perentorio. Iniziavo
veramente ad irritarmi.
Il silenzio scese nell’abitacolo dell’auto,
riportando quell’imbarazzo iniziale, che eravamo
riusciti a scioglere. Non volevo litigare… stavo
così bene in sua compagnia. Dovevo cercare il modo di
riportare la conversazione sui livelli scherzosi di poco prima.
Ripensai alle sue parole e un sorriso spuntò sulle
mie labbra attirando la sua attenzione.
-E adesso, cos’ hai da sorridere?- mi chiese sorpresa.
-E così… sarei irresistibile!- mormorai,
malizioso. Riuscii a farla sorridere.
-No, mio caro! Ho detto che loro non riescono a resisterti.
Probabilmente frequenti delle ragazze che non sono sane di mente-
precisò, sarcastica.
-Ehi! Non iniziamo a offendere!- mi lamentai, ridendo; -Io sono molto
bello e affascinante Swan- affermai con un tono scherzoso, passandomi
la mano tra i capelli con atteggiamenti da divo.
-Convinto tu, Cullen!- rispose, ridendo anche lei. Mi resi conto che si
era fermata.
-Cosa stai facendo? Perché ci fermiamo?- le domandai,
confuso.
-Siamo arrivati, bell’addormentato- mi schernì,
ridendo ancora.
Oh mamma! Non me ne ero nemmeno accorto! Mi voltai e notai che anche
gli altri stavano scendendo dalle auto. Incredibile! Al mattino mi
preoccupavo di come far trascorrere il viaggio velocemente e ora avrei
voluto che non finisse. Ero proprio stato bene.
Bella fece il giro dell’auto, si avvicinò e mi
porse le chiavi di quel gioiellino.
-Ma cosa…?- le chiesi, sorpreso.
-Al ritorno guidi tu, no? O hai cambiato idea?- domandò, con
un’espressione leggermente preoccupata e ritraendo un pochino
la mano con le chiavi.
-No, no, va bene!- esclamai, entusiasta. Afferrai le chiavi prima che
cambiasse idea. E nel prenderle di nuovo quella scossa. Ma era mai
possibile? Cosa aveva in corpo quella ragazza: elettricità
pura?
Il pensiero del ritorno mi fece sorridere. Mi resi conto
però che il piacere di guidare quel sogno, non era niente
paragonato a quello di passare altre due ore solo con lei.
-Com’è che siete ancora vivi voi due?- ci chiese,
Emmett meravigliato; -Pensavo vi saresti scannati!- affermò
certo.
-Stupido!- lo insultammo contemporaneamente io e Bella. Ci fissammo per
il coretto improvvisato e scoppiammo a ridere, mentre gli altri ci
fissavano a bocca spalancata.
Poi i nostri timpani furono perforati dall’urlo di quella
pazza furiosa di mia sorella.
-SHOPPINGGGGGGG!- risuonò per tutto il parcheggio.
Ciao mie bellissime fanciulle! Eccovi il capitolo dello
shopping. Non è niente di che, ma è abbastanza
carino.
Ringrazio tutte moltissimo di avermi inserito nelle seguite, nelle
preferite o addrittura avermi messo nelle scrittrici preferite. E' un
vero onore, non so davvero come ringraziarvi! Un bacione a tutte.
Ciao sandy! Hai proprio
ragione quei due sembrano due calamite ma chissà quanto ci
vorrà ancora prima che i due poli si uniscano! Be' per
adesso l'importante è che si avvicinino un po'! Baci
Ciao benvenuta! Fa sempre
molto piacere avere una nuova lettrice e sono ancora più
felice che ti piaccia la storia. Ho letto tutte le tue recensioni ai
precedenti capitoli e devo dire che adoro le tue recensioni! Non solo
perchè ti piace come scrivo, anche se ne sono superfelice
(fa sempre piacere quando si scrive riuscire a trasmettere i sentimenti
dei propri personaggi), ma soprattutto perchè commenti le
cose più importanti del capitolo, dandomi un indizio di
ciò che ti trasmette il mio scritto. Sono proprio contenta.
Ti prego non abbandonarmi mai! Bacioni!
Sì ti anticipo che
i rapporti piano piano migliorano! E poi c'è ancora il
viaggio di ritorno! Per quanto riguarda la sua ossessione per Bella, mi
sa che è solo destinata ad aumentare!!!!
Ciao ahsar! Sono contenta che
questa volta tu abbia aspettato respirando, sono più
tranquilla! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e penso che
allora apprezzeraimolto anche il viaggio di ritorno! Ma per ora
rilassati con un po' di shopping sfrenato!
Ciao bellina! No in Eclipse
non c'è questa scena, anzi sono rimasta molto delusa per il
poco spazio riservato ad Alice rispetto a quello occupato nel libro! E'
proprio un peccato! Ma tu come mai non sei ancora andato a vederlo?
CAPITOLO
8
Shopping
Pov Bella
Entrammo nel centro
commerciale ed Alice oramai non si poteva più contenere.
-Allora dividiamoci perché altrimenti non riusciremo a fare
tutto. Voi ragazzi recatevi subito al primo piano dove
c’è tutto il reparto uomo e comprate tre completi
neri uguali e relative scarpe. Così se ci saranno da fare
delle migliorie, i sarti avranno il tempo mentre compriamo il
resto. Mi raccomando completi eleganti e non roba sportiva- disse Alice
puntando il dito contro Emmett. Sembrava un generale che impartiva gli
ordini alle proprie truppe prima di un’importante battaglia.
-Confido in te Jasper che sei sempre impeccabile nel vestire-
Vidi mio fratello arrossire e sfregarsi la mano dietro la
testa mentre balbettava un -Grazie-.
Mio fratello che arrossiva e balbettava?????? Mah! Questa famiglia ci
stava proprio facendo uno strano effetto. A tutti quanti!
-Noi ragazze andremo a fare la stessa cosa al secondo piano. Ci
ritroveremo tra due ore, così mangeremo qualcosa e poi ci
dedicheremo agli addobbi, che stanno al quinto piano-
continuò Alice.
-Alice scusa ma come fai sapere cosa c’è ad ogni
piano se non siamo mai venute qui?- le disse Rose scioccata.
-Questa mattina quando Emmett mi ha minacciata…-
Emm la guardò incredulo –Iooooo?-
-Oh non fare quell’aria da angioletto, TU mi hai minacciata
di trascinarmi via per i capelli!- e lo guardò imbronciata
con le braccia incrociate al petto.
-Ma nana quella non era una minaccia, quella era sopravvivenza!- e
tutti ridemmo, tranne Alice ovviamente.
-Vedi di fare poco lo spiritoso, orso, e poi mi stai facendo perdere
tempo. Andiamo ragazze, vi spiego strada facendo. Ci vediamo tra due
ore davanti agli ascensori del quinto piano, e se vi becco che avete
perso del tempo prezioso in qualche negozio di videogiochi, neanche un
santo vi potrà salvare!- e detto così
trascinò me e Rosalie al secondo piano.
-Questa mattina, ho visitato il sito di questo centro e studiato la
cartina con le ubicazioni dei vari negozi che ci potevano essere utili,
così non perderemo tempo- disse con un sorriso trionfante.
-Sei fantastica!- disse Rose, sorridendo.
Entrammo in un negozio di abiti da cerimonia, che mi sembrava molto
elegante e caro, e subito una commessa ci venne incontro sorridendo
gentile.
-Posso esservi utile o prima preferite dare un’occhiata per
conto vostro?-
-Abbiamo bisogno di un abito da sposa, che non sia bianco, per una
donna sulla quarantina, della mia taglia. E’ il secondo
matrimonio, quindi niente di sfarzoso. Qualcosa di elegante e sobrio.
Poi tre abiti da damigelle per noi. Naturalmente i
più belli che avete, ma anche lì niente di troppo
pomposo. Magari qualcosa di corto. E’ un matrimonio sulla
spiaggia. Grazie- le sorrise Alice.
-Certo seguitemi. Accomodatevi nel nostro salottino, vi porto subito i
nostri migliori pezzi. Avete preferenze di colori?-
-Andrebbe bene qualcosa di rosa. Mia mamma lo adora. Per noi vedremo
dopo aver scelto l’abito della sposa- le rispose Alice con
aria molto professionale. Avrebbe avuto sicuramente un futuro in quel
campo. Già la vedevo diventare una stilista famosissima che
mi torturava per andare ad assistere a tutte le sue sfilate!
-Alice scusa ma non c’era qualcosa di un po’ meno
pretenzioso- le dissi quando fummo sole. I soldi non erano un problema
ma non mi era mai piaciuto sprecarli e chissà
perché avevo idea che stavo per spendere una cifra da
capogiro per un abito che non avrei mai più messo.
-Bella dobbiamo andare a un matrimonio, non a fare una passeggiata- mi
disse Alice con un tono che non ammetteva repliche. -Quindi vedi di non
scocciare e cerca di divertirti almeno per una volta mentre compriamo-.
Sbuffai, ma tanto sapevo che non l’avrei mai spuntata.
-Ah e non pensare che il discorso del tuo armadio sia finito
lì, perché non appena la storia del matrimonio
sarà finita andremo a rifarti il guardaroba che lasciato
dire col cuore, fa veramente pena!- mi disse stizzita.
Era meglio non replicare, perché ero certa che sarebbe
finita ancora peggio.
Nel frattempo entrarono nel camerino cinque commesse, ognuna con una
abito più bello dell’altro. Alice li
provò tutti. Aveva la stessa taglia di Esme, quindi eravamo
sicure che se stava bene a lei sarebbe stato perfetto anche per la
madre. In più conosceva i suoi gusti alla perfezione quindi
le sarebbe sicuramente piaciuto.
Alla fine decidemmo per un abito di satin rosa antico. Era senza
maniche e arrivava appena sopra il ginocchio. Era ripreso con un
drappeggio sul fianco sinistro e aveva un taglio asimmetrico
più lungo dalla parte del drappeggio. Alice era un incanto
con quel vestito e lo sarebbe stata anche Esme.
Toccò poi a noi ed io ero un po’
impaurita per il tipo di vestito che avrebbero scelto Alice e Rose.
Perché a me era consentito solo fare da manichino, mi
avevano già avvertito che non avevo nessun potere
decisionale, data la mia scarsa attitudine in questo campo. Mentre loro
continuavano imperterrite nella loro impresa io ripensavo al viaggio in
macchina con Edward.
All’inizio era stato un po’ imbarazzante. Non
sapevo cosa dire e in più con la coda dell’occhio
mi ero accorta che continuava a fissarmi: mi metteva a disagio. Poi la
situazione era peggiorata quando ci eravamo sfiorati ed io avevo di
nuovo sentito quella maledetta scossa di elettricità che mi
aveva fatta arrossire. Ero sicura che si fosse accorto di
tutte le volte che arrossivo quando lui era nei paraggi.
Chissà cosa pensava di me. Sicuramente che ero come tutte
quelle sciacquette che frequentava. Che lo credessi bello e
irresistibile. Be’ in realtà era così,
ma non l’avrebbe mai saputo. Il suo ego era già
abbastanza grande.
Ma dopo che ebbi acceso la musica diventò talmente naturale
parlare con lui da farmi dire cose di mia madre di cui non parlavo mai
neanche con Jazz o Rosalie, per paura del troppo dolore che mi
assaliva.
Mi resi conto che ero anche soddisfatta del fatto che non avesse
lasciato una ragazza importante a N.Y. e che non si fosse mai
innamorato. Ma perché mi importava così tanto
ancora non riuscivo a capirlo. Anche se le cose tra noi, grazie a quel
viaggio andavano un po’ meglio, dovevo cercare di ricordare
che era stato gentile con me con il solo scopo di poter guidare la mia
auto. Mi aveva ribadito più volte di non sopportarmi e non
penso che in due ore avessi detto o fatto qualcosa di così
strepitoso da fargli cambiare parere. Il problema è che
più lo conoscevo e più mi piaceva e questo
avrebbe portato senza alcun dubbio a farmi soffrire!
Alla fine finalmente quelle due avevano scelto per dei vestiti di
cotone e seta blu e grigi. Senza maniche con con spalline larghe dello
stesso colore e tessuto del corpetto che fasciava stretto il seno. Da
sotto il seno la seta scendere giù larga e morbida lungo il
corpo fino a un palmo sopra il ginocchio.
Dovevo ammettere che avevano avuto molto gusto entrambe e mi piaceva
come mi cadeva il vestito. Se non altro non avrei inciampato nella
stoffa.
Ora dovevamo comprare le scarpe. Così mi ritrovai in un
altro negozio a provare delle scarpe con vertiginosi tacchi.
-Ma voi siete matte. E’ un matrimonio in spiaggia. Io mi
ammazzo con ‘sti tacchi- mi lamentai.
-L’ambiente sarà anche la spiaggia ma non
camminerai sulla sabbia, Bella. Dove si svolgerà il
matrimonio e poi il ricevimento metteranno un pavimento di legno come
hanno fatto già per altri matrimoni,ricordi?- mi disse
Rosalie, come se dovesse spiegare delle cose ovvie ad una bambina che
si ostinava a fare i capricci.
-E poi nonostante il tuo equilibrio precario, non hai mai avuto
problemi a camminare con i tacchi, basta che ti concentri!- aggiunse
ridendo.
Concentrate… facile per lei, ma come facevo a rimanere
concentrata con Edward vicino. E se avessimo dovuto ballare insieme?
Oddio non volevo neanche pensarci.
-A cosa stai pensando? Sei tutta rossa!- disse Alice, con fare da
poliziotto.
Cercai di riprendermi. -A qualche brutta figura che farò per
colpa vostra. Ma io non posso prenderne un paio uguali ma
più basse?- cercai di convincerle ancora.
-Bella ora basta, non fare più questi capricci, altrimenti
ti nascondo tutti i barattoli di Nutella- mi disse Alice.
-No, no per carità. Va bene, scegliete voi, tanto per me
sono tutte trappole- le risposi seriamente preoccupata per la Nutella.
Dovevo ricordarmi di non contraddire mai Alice, faceva paura quando
voleva.
Optammo per dei sandali argentati e con strass, con tacco 10, erano
veramente belli. Per Esme, Alice, che per fortuna aveva anche lo stesso
numero della madre, scelse delle decolleté di raso rosa,
aperte in punta e con un grande di tulle con tacco 10. Ci avviammo al
negozio di intimo.
Comprammo dei completini reggiseno a fascia e culottes di seta dello
stesso colore del vestito e per Esme un completino rosa di pizzo.
Alice ci obbligò a passare anche in gioielleria, nonostante
le mie vistose proteste. Avevo un sacco di gioielli da mettermi e anche
Rose, ma lei non volle sentire ragioni, dicendo che dovevamo essere
tutte uguali.
Finalmente ci incontrammo con i ragazzi e andammo a mangiare al Mc
Donald. Anche loro avevano comprato dei completi magnifici e
già mi immaginavo quanto sarebbe stato splendido Edward.
Mentre mangiavamo parlammo degli acquisti fatti e di quelli ancora da
fare.
-Bella, abbiamo pensato a tutto tranne che alla musica durante il
ricevimento!- mi disse Alice improvvisamente agitata.
-Non ti preoccupare, tutto sistemato. Al ricevimento ci sarà
una band di tutto rispetto- le dissi facendole l’occhiolino.
-Nooooo! Non dirmi che sei riuscita a convincerli? Come hai fatto?
Hanno giurato che piuttosto che suonare ancora a un matrimonio
avrebbero smesso?- mi disse Rosalie meravigliata.
-State parlando della band che penso io?- intervenne mio fratello anche
lui sorpreso.
-Chi? Chi? Chi?- cominciò Alice, imbronciata
perché era tenuta fuori dal discorso.
-Già, potreste rendere partecipi anche noi?- disse Emmett,
anche lui un po’ scocciato.
-Scusateci, è che siamo rimasti di sasso. Non
hanno mai più suonato ad un matrimonio, né
tantomeno a uno che si svolge alla riserva- continuò Jasper.
- Jacob e alcuni ragazzi della riserva alcuni anni fa hanno formato una
band e sono molto bravi. Ora hanno parecchi ingaggi ma
all’inizio non riuscivano a trovarne. Si sa è un
campo duro. Così i vari genitori vedendo che i figli stavano
male per questa cosa, decisero di aiutarli, trovandogli delle feste a
cui suonare, tra cui anche i matrimoni. Con i mesi però
Jacob, da cui è partita l’idea di costituire la
band, si rese conto che ormai lo spirito con cui avevano iniziato si
era affievolito anche perché ormai suonavano sempre lo
stesso tipo di musica richiesta per i matrimoni e così ne
parlò anche agli altri che gli diedero ragione. Decisero
allora di provare altre strade e di chiudere con questo genere di feste
e per non ricadere in questa spirale giurarono che mai
più avrebbero suonato ad un matrimonio se non in casi
eccezionali- gli raccontò Rose.
-Il Jacob di Bella?- disse Alice.
-Non è il mio Jacob, Alice!- e la guardai in cagnesco.
-Se non è il tuo Jacob, come hai fatto a convincerlo,
Bellina cara?- mi disse Emmett malizioso, come al solito.
-Ho i miei metodi! E poi come si fa a resistere al mio fascino?- dissi,
scuotendo la testa e facendo ondeggiare i miei lunghi capelli.
Si misero tutti a ridere. Tutti tranne Edward che mi guardava con una
strana espressione. Mi ricomposi subito.
-No scherzo, vuole solo farmi un favore. Sapete quanto è
affezionato a Charlie, ed è contento per lui. E poi ha detto
che in qualche modo se lo farà restituire,
quindi….-
-Uhhhhh attenta Bellina, chissà magari il favore glielo devi
rendere tra le lenzuola- continuò Emmett.
-Ahhhhh! Ma il tuo è un tarlo. Se ti aprissero la testa, di
che forma pensi che troverebbero il tuo cervello? Sempre che lo
trovino?- gli risposi, provocando uno scoppio di risate, anche da parte
sua.
-Finalmente Emm hai trovato pane per i tuoi denti, era ora!- disse
Alice.
-Eh già- rispose l’orso.
-Come si chiama la band?- mi chiese curiosa Alice.
-Ok ve lo dico ma non ridete, perché il nome deriva da una
vecchia leggenda della loro tribù: I Licantropi-
E ridendo ci alzammo e ci avviammo a comprare il resto.
Eccomi qui ragazze! Innanzitutto vi devo dire che nel
capitolo precedente non ho postato le immagini degli acquisti
perchè non riuscivo. Scusate ma con il pc sono un po'
imbranata. Comunque ora ho capito come fare, quindi ve le
posterò nel capitolo riguardante il matrimonio. Scusate
ancora. Il nuovo capitolo verterà principalmente sul viaggio
di ritorno. Penso vi piacerà e già dal titolo si
capisce come potrà scorrere la loro conversazione. Quindi di
nuovo in macchina insieme, di nuovo vicini... cosa
succederà? Buona lettura!!!!!
Caio sandy! Sì i
sentimenti e l'attrazione stanno aumentando, specialmente da parte di
Edward! In questo capitolo si capisce ancora di più quanta
fatica fa a gestirli. Bacioni!
Ciaso ashar! Be' la band come
poteva chiamarsi se non così! Volevo mettere il nome in
inglese, ma non rendeva bene come nell'itailiano. E di Emmett che dire?
Anche la Meyer ci dimostra che il suo cervello ha veramente quella
forma.... Bacioni e grazie!
Ciao Lala!!!! Come al solito i
tuoi commenti mi fanno impazzire!!!
Hai capito benissimo... Edward sta impazzendo dalla gelosia e dalla
voglia di lei ed è sempre più confuso...
Alice invece è sempre Alice e pur essendo così
minuta tutti la temono... un motivo ci sarà pure!!!!
Per quanto riguarda Jake ti posso solo dire che farà la sua
parte....
hai centrato in pieno i personaggi... ma allora ti devo proprio credere
quando mi dici che riesco a trasmettere....Hi hi hi! Grazie comunque di
tuto e un bacione grande grande!!!
Ciao giova! Vedrai che questo
capitolo ti piacerà! Bacioni!lo shopping è andato
tutto sommato bene, il generale alice non và mai contradetto
altrimenti non sai mai cosa ti capita............... chissà
come andrà al ritono, aspetto ulteriori sviluppi.UN bacione
grandissmo ciao *_____*
Ciao! Mi fa piacere che ti sia
piaciuto il cap. Eh che vuoi.... Alice se si tratta di compere
è super organizzata!!! Può darsi che per Jazz non
sia solo semplice imbarazzo, ma si vedrà!!!! Baci!!!
CAPITOLO 9
Amici?
Pov
Bella
Erano
già le 21.30 quando stavamo per partire, così
decidemmo di andare direttamente a casa e di portare
l’occorrente a Jake il pomeriggio seguente. Lo
avvertii di non aspettarci e partimmo. Ero di nuovo un
po’ agitata e mi torturavo le mani in grembo. Edward
notandolo, probabilmente pensò che fossi nervosa
perché guidava la mia auto. -Vuoi stare
tranquilla, per favore? Se continui così ti graffierai tutte
le mani. Sono un guidatore bravo e responsabile e non ho mai fatto
incidenti- mi disse, continuando a guardare la strada. -Ecco siamo a
posto! Ma sei matto? Lo sai che non si dicono queste cose? E’
come chiamarle!- gli dissi gesticolando. -Mi sono perso al
“matto”- rispose guardandomi un attimo con
un’espressione confusa. -Guarda davanti,
per favore! Vantarsi di non aver mai fatto incidenti mentre si guida
un’auto è come sfidare la sorte. Fantastico ora ci
schianteremo da qualche parte e con la mia auto per giunta- gli dissi
incrociando le braccia al petto. -Non pensavo fossi
così superstiziosa!- Rideva come un matto. -Non sono
superstiziosa ma credo nel destino e penso che sia sempre meglio non
sfidarlo!- -Qui la matta sei
tu! Parli del destino come fosse una persona che sta tutto il giorno ad
ascoltare i dialoghi della gente, aspettando il momento di punire chi
osa vantarsi di una qualsiasi cosa- disse ridendo ancora di
più. Aveva le lacrime agli occhi. -Sì
effettivamente hai ragione- dissi ridendo ormai anch’io. -Ma
adesso smettila subito di ridere in quella maniera altrimenti gli occhi
ti si offuscheranno per le troppe lacrime e alla fine un incidente lo
faremo veramente- gli dissi seria. -Agli ordini!- e si
mise con la schiena dritta e la mano in segno di saluto militare. Ridemmo ancora.
Come era possibile che la stessa persona che da più di una
settimana mi trattava come un randagio ora era qui con me a ridere e
scherzare come se fosse la cosa più naturale di questo
mondo? Lo faceva veramente solo per guidare l’auto? Possibile
che fosse così opportunista? Restammo una decina
di minuti in silenzio, con la musica che riempiva l’abitacolo
della macchina, e poi mi decisi e azzardai. -Non mi sembra di
esserti più così antipatica- lo vidi irrigidirsi
e stringere le mani sul volante. Ops ma perché non stavo mai
zitta? Adesso sarebbe ritornato il solito scontroso. -Non sei
obbligato a rispondere- gli dissi abbassando la testa, un
po’ delusa. -Scusa, Bella, mi
sono comportato proprio come uno stronzo con te, senza neanche darti la
possibilità di farti conoscere- mi disse sincero. -Non ti preoccupare
spero solo che sia acqua passata. E’ che mi chiedevo il
perché del tuo atteggiamento, tutto qui. Con gli altri non
ti sei mai comportato così, quindi ho capito che il problema
era con me. Poi a scuola me lo hai pure
confermato…- risposi, cercando di alleggerire
l’atmosfera che si era creata. Sembrava tentennare. -E’..
è solo che… che mi ricordi una ragazza che
mi fa stare male- -Ma non avevi detto
che non avevi mai avuto una relazione seria?- ero confusa. -Sì
è vero- -Ma se hai appena
detto….- -Con questa ragazza
non c’è mai stato niente, ma mi piace moltissimo,
più di quanto mi sia mai piaciuta nessun’altra- -E io in cosa te la
ricorderei? Fisicamente? - avevo qualche dubbio, viste le bellezze da
capogiro che frequentava. -Perché caratterialmente
non è possibile visto che non abbiamo mai avuto una
conversazione vera e propria prima di oggi- -Non lo so,
è un mix di cose- sembrava in imbarazzo. Ma ero curiosa e
volevo sapere di più. -Che
c’è che non va, lei non ricambia?- gli chiesi,
pensando a quanto fosse pazza! -E’ una
storia molto complicata e sinceramente non ho voglia di parlarne.
Scusa- Il suo tono era diventato duro e distante così
lasciai perdere. Pensai solo che probabilmente era una ragazza di N.Y.
perché qui a Forks erano tutte cadute ai suoi piedi. Mi resi conto di
essere molto gelosa perché lui ne parlava al presente,
quindi a lei ci teneva ancora molto. Calò di
nuovo il silenzio. -E tu invece?
Hai qualcuno in particolare?- mi chiese a bruciapelo.
Be’ lui si era confidato potevo farlo anch’io. -No, non ho
nessuno. Ho preso una bella batosta e faccio un po’ fatica a
fidarmi di voi uomini!- gli dissi sarcasticamente e calcando sul voi. -Ecco
perché sei così suscettibile quando si parla di
divertirsi con le ragazze. Che ti è successo? Sempre se hai
voglia di parlarmene- mi chiese serio. -Ormai riesco quasi
a parlarne serenamente. Sono stata per quasi un anno con il capitano
della squadra di basket, eravamo una delle coppie più
popolari ma poi ho scoperto che si ripassava anche tutte le sciacquette
della scuola… le stesse che ti stai ripassando tu- dissi
amaramente. -Io non lo farei
mai- sussurrò. -Questa
sì che è bella! Ma se vai anche con due diverse
nella stessa giornata- gli dissi alzando un soppracciglio. Non voleva
mica fare il santarellino con me… -E’ vero
ma se decidessi di impegnarmi con qualcuna, non la tradirei mai. Non
sono il tipo, credimi! Se non ci fosse più niente che ci
lega allora troncherei il rapporto ma non mi abbasserei mai a
umiliarla, tradendola. Anche se il mio atteggiamento ti può
portare a pensare che non rispetti le ragazze, ti assicuro che non
è così. Ti ripeto anche a loro va bene usarmi, ma
sarebbe diverso se la relazione fosse seria- ok non sapevo
perché ma gli credevo e feci un cenno affermativo con la
testa, mi aveva lasciata spiazzata e non sapevo cosa aggiungere. -Vai avanti- mi
disse -Dopo che avete rotto, cosa è successo?- -Niente, ha cercato
in tutti i modi di farsi perdonare, ma mi aveva delusa così
tanto che non ho nemmeno più voluto parlargli e per fortuna
non lo vedrò per un po’, visto che è
andato al college. Per un bel po’ di tempo non avevo neanche
voglia di andare a scuola. Ogni volta che mettevo piede lì
dentro o ricevevo sguardi compassionevoli, e io odio farmi compatire, o
mi sghignazzavano dietro, bisbigliando ogni sorta di cattiverie, il che
mi faceva deprimere ancora di più. Pensavo che in fondo
avrei dovuto aspettarmelo perché comunque non sono mai stato
questo granché, di certo non ai livelli di tante ragazze a
scuola, almeno fisicamente- mi interruppe di colpo. -Non dire cazzate,
tu non hai proprio niente da invidiare a nessuno. Sei una bella
ragazza, intelligente e anche simpatica e spiritosa. Quindi vedi di
alzare un po’ la tua autostima e di non paragonarti nemmeno a
quelle oche a scuola- Le stesse oche che però che ti fai
anche tu e a me non mi vedi nemmeno, non potei fare a meno di pensare. -E poi
niente giustifica il suo comportamento, neanche se tu fossi stata la
più brutta ragazza al mondo, cosa che evidentemente non
è- aggiunse arrabbiato. Mi sentivo lusingata ma non dovevo
assolutamente pensarci, perché ero convinta che le sue
fossero solo parole di cortesia. Così continuai. -Jacob e
Jasper mi sono stati molto vicini e mi hanno aiutata a capire che non
avevo niente di cui vergognarmi, che era lui che avrebbe dovuto
nascondersi dopo il suo comportamento e così iniziai a
girare per la scuola a testa alta, a non farmi intimidire da quelle
sciacquette che mi deridevano, ma ad affrontarle. Quindi dopo essermi
ripresa ho deciso di non dare più molta importanza ai
ragazzi e ho iniziato a divertirmi anch’io. Certo non ai tuoi
livelli- e lo vidi alzare gli occhi al cielo. Era un gesto che faceva
spesso e mi piaceva da morire… Ok Bella tu sei malata. -Lo amavi?- mi
chiese a bruciapelo. - Pensavo di essere
innamorata di Dylan ma quando abbiamo rotto, mi sono resa conto che non
era amore, altrimenti avrei sofferto molto di più. Amare
è una parola molto grossa che implica un concetto ancora
più grande, e penso che fin troppi nostri coetanei usino il
“ti amo” con troppa leggerezza- -Pienamente
d’accordo- e mi sorrise. -Ma nonostante io
ora faccia fatica ad affidare il mio cuore a qualcun altro, se dovessi
sentir nascere dentro me questo sentimento lo farei senza remore-
mentre dicevo queste parole mi resi conto che colui a cui volevo
affidarlo era proprio vicino a me. Ok Bella e ora dopo questa
rivelazione preparati a soffrire e anche molto. -Quindi adesso non
hai nessuno in particolare?- non capivo perché insistesse
così tanto. -No- e poi senza
neanche rendermi conto aggiunsi: -Ma c’è un
ragazzo che mi piace molto, è solo che non mi vede nemmeno
col binocolo, quindi…- non so perché avessi
aggiunto quella frase. Bocca mia ma perché non resti mai
chiusa? -Be’
allora è proprio cieco!- e mi guardò tanto
intensamente che il mio cuore schizzò alle stelle. Mi girai
imbarazzata e guardai la strada. -Alla fine comunque
siamo sulla stessa barca! Tutti e due cerchiamo di divertirci ma la
persona con cui vorremmo stare non ci calcola nemmeno- aggiunsi per
riprendermi da quella situazione. Come avrei voluto che desiderasse me
e non la ragazza che gli ricordavo… -Eh già-
e lo sentii sospirare forte. -Allora adesso
possiamo considerarci amici?- mi parve pensieroso, forse lo avevo dato
troppo per scontato. -O no, non sei
obbligato- mi affrettai subito ad aggiungere. -Mmm
amici… sì direi di sì- tirai un
sospiro di sollievo, anche se essere amici non era proprio la sola cosa
che desideravo. -Sai mi viene
veramente facile parlare con te, fino a stamattina non lo avrei mai
creduto- gli dissi sincera. -Sì
anche a me e mi scuso ancora per il mio comportamento imperdonabile- mi
rispose triste. -Niente di
irreparabile visto come è andata la giornata. E poi
chissà avere un amico che se ne intende così
tanto di donne, potrebbe rivelarsi utile- e mi scappò una
risatina. -In che senso?- -Be’ di
sicuro sai cosa piace a voi ragazzi e visto che hai così
tanta esperienza, quando dovrò uscire con qualcuno mi
potresti consigliare come farlo impazzire- gli dissi maliziosa,
sperando nel mio profondo che un po’ si ingelosisse. Ma
ingelosirsi di cosa, sei proprio un’illusa. -Non ti servono i
miei consigli per fare impazzire qualcuno- ma aveva di nuovo sussurrato
appena e non ero sicura del significato di quella frase così
lasciai perdere. Ci lasciammo
cullare dalle dolci note della nostra musica preferita e lentamente
sentii i miei occhi chiudersi.
Pov
Edward
Eravamo quasi
arrivati e mi accorsi che gli altri ci avevano lasciato indietro da un
pezzo. Senza rendermene conto, mentre parlavamo avevo rallentato per
prolungare il viaggio. Volevo stare ancora da solo con lei. Adesso
dormiva ed era bellissima. La testa era inclinata verso di
me, così che la potevo guardare bene. Il viso era un ovale a
forma di cuore e nel sonno era dolce e rilassato. Le guance erano piene
e mi facevano impazzire quando, al minimo imbarazzo le si coloravano di
un rosso porpora. La pelle era chiara e delicata. I meravigliosi
capelli setosi le ricadevano morbidi sulle spalle, accarezzando le sue
braccia fino al gomito. Avevamo parlato e
avevo scoperto molte cose ma alcune poco piacevoli. Mi veniva rabbia
solo a pensare al male che le aveva fatto il suo ex, rendendola fragile
ed insicura. Lui che aveva potuto abbracciarla, baciarla, toccarla, lui
che l’aveva avuta e che avrebbe dovuto amarla,
l’aveva fatta soffrire nella maniera più ignobile.
Era vero tutto quello che le avevo detto. Il tradimento non era una
cosa insita nel mio DNA. Poi ripensai al
fatto che c’era qualcuno nel suo cuore, e un motto di gelosia
mi fece stringere tanto il volante da indolenzirmi le dita.
Chissà chi era quello stupido che non si accorgeva di una
creatura così meravigliosa. Mi venne anche in
mente la stupidaggine che le avevo propinato per cercare di spiegare il
mio comportamento. Cosa mi era saltato
in testa di dirle quelle cose? Se ne avessimo parlato ancora un
po’ rischiavo di confessarle tutto. Di dirle che non
c’era nessuna ragazza che le assomigliava, ma che quella
ragazza era semplicemente lei. Mi aveva chiesto se
potevamo considerarci amici e le avevo risposto di
sì… Ma a chi volevo darla a bere? Io volevo di
più, molto di più. Come potevo starle accanto e
fingere di esserle amico se i miei pensieri e il mio corpo mi portavano
in tutt’altra direzione. E’ vero parlavamo bene
insieme, veniva tutto molto naturale, ma sarei mai riuscito a
raccogliere qualche confidenza e a darle consigli sinceri se la
desideravo così intensamente? La sua vicinanza
faceva impazzire il mio cuore, i miei sensi si riempivano del suo dolce
profumo, della sua figura meravigliosa, della sua pelle che pareva
vellutata come una pesca. Volevo toccare quella pelle…
Eravamo talmente vicini che il suo calore si infrangeva su di me a
ondate talmente intense che la mia eccitazione andava alle stelle. -Edward…-
La guardai e vidi che continuava a dormire e intanto sorrideva. Eppure
avevo sentito chiaramente pronunciare il mio nome. -Edward…-
di nuovo. Bella parlava nel
sonno! E un sorriso si dipinse sul mio viso. Dormiva e sognava me! Ma cosa vado a
pensare!!! Probabilmente sognava che stavamo ancora parlando e quindi
mi aveva chiamato. Il mio nome
pronunciato dalle sue labbra mi piaceva da morire: aveva un suono
dolcissimo. Subito immaginai a come sarebbe stato bello sentirglielo
pronunciare all’apice del piacere che io solo avrei voluto
darle. Ma che diavolo mi stava facendo questa ragazza? Intanto arrivammo a
casa e parcheggiai in garage. Mi voltai e mi persi nel contemplarla.
Finalmente potei godermi ogni centimetro del suo meraviglioso viso
senza che nessuno si accorgesse di niente. Dormiva profondamente e non
riuscii a trattenermi dal carezzarla. Sapevo di fare una cosa azzardata
ma non potei farne a meno. Sfiorai con la punta delle dita,
la fronte, il naso, le guance, facendo attenzione a non svegliarla. Poi
scesi su quelle labbra tentatrici. Il labbro inferiore era leggermente
più carnoso e sporgente di quello superiore. Mi ero accorto
che tutte le volte che era nervosa, specialmente quando litigavamo o si
sentiva in imbarazzo, lo torturava con i denti. Era così
sensuale quando lo faceva che non riuscivo a trattenermi dal fissarla. Ora lo stavo
finalmente toccando. Ma non mi bastava, avrei voluto sfiorarlo con le
mie labbra. Ma se si fosse svegliata, come mi sarei giustificato? Mi
avrebbe preso per un pervertito. Decisi che non me
ne importava niente, non potevo più trattenermi, ormai ero a
pochi centimetri da lei, solo una manciata d’aria ci
divideva….
Capitolo 11 *** Cap. 10: Ti faccio ridere, eh? ***
Ciao a tutte, come va? Ho visto con piacere che
il capitolo vi è proprio piaciuto. E ora finalmente saprete
se Edward la bacerà! Chissà...
Buona lettura e grazie a tutte di continuare a seguirmi.
Bacioni.
P.S.: Ho aggiunto la copertina della fiction, chi ha la
curiosità di darle un'occhiata basta che clicchi sul Cap. 1:
Sorpresa.
Grazie e ditemi se vi piace, me l'ha disegnata una ragazza, Barbara,
che frequenta il forum delle fan fiction di Twilight Italia. E'
veramente brava!
Ciao Lala, naturalmente manco
a dirlo, mi fai sempre scompisciare dal ridere!!!
Sì devo dire che Edward le farebbe veramente una scansione!
E mi sa che si deve andare a comprare dei jeans con un cavallo
più ampio, altrimenti a furia di stringergli troppo non
vorrei che causasse qualche danno ai gioielli di famiglia, che
naturalmente sono patrimonio nazionale!
Ti lascio alla lettura così ti togli questo dubbio atroce
che ti tormenta!
Ciao Nerak, vedo che sei
nuova! Come sono contenta e ancora di più che ti piaccia la
storia. E sai sono un po' sadica quindi aspettati spesso dei capitoli
che finiscono sul più bello! Non vorrei mai che non foste
incuriosite di leggere il seguito! Grazie mille e bacioni!
Ciao sandy, dai non essere
troppo arrabbiata! Adesso forse cominci a capire quanto sono sadica e
non sarà la prima e unica volta! Sono contenta che ti sia
piaciuto. Hai visto che allocchi? Si sono confessati che si piacciono
senza neanche rendersene conto. Non so se Edward la spierà
di notte, se lo becca Charlie lo spenna!!!! Bacioni!
Ciao vanderbit! Bene, felice
che ti sia piaciuto e contenta di trovarti d'accordo con me sul
tradimento e sul "Ti amo". Vorrà dire che se mai si
accorgeranno di provare quel forte sentimento e se mai avranno il
coraggio di confessarselo, assumerà un significato ancora
più grande! Baci!
Ciao giulietta, un'altra nuova
nel gruppo!!! Non posso crederci e ti do il benvenuto con gioia. Sono
felicissima che tu abbia voglia di continuare a seguirmi! Bacioni e
buona lettura!
CAPITOLO 10
TI FACCIO RIDERE, EH?
Pov Edward
Mi raddrizzai di scatto quando sentii aprirsi la porta che dal garage
introduceva nella lavanderia accanto alla cucina. Era Alice. Per
fortuna mi aveva interrotto appena in tempo… o per
sfortuna….
-Ma vi siete persi? Come mai ci avete messo così tanto?
Dobbiamo nascondere ancora tutto quello che c’è
nella vostra macchina!- disse, venendoci incontro, e fermandosi di
colpo quando vide che Bella dormiva.
-Ho dovuto rallentare perché Bella non si fidava molto della
mia guida, sai com’è gelosa della sua auto- cercai
di essere indifferente, sperando se la bevesse.
-Sì lo so, infatti mi meraviglio che te l’abbia
fatta guidare, mi ha detto Jasper che non l’ha mai fatta
guidare a nessuno!- ne rimasi piacevolmente sorpreso.
-Ho provato a svegliarla ma ha il sonno troppo pesante- mentii.
-Ci penso io, tu scarica tutti i pacchi e nascondili in quel grosso
armadio che c’è là in fondo-
Mentre facevo come mi aveva ordinato mia sorella, Alice
svegliò Bella e dopo avermi dato la buonanotte si avviarono
in casa.
Rimasi lì come uno scemo a pensare a quel che avevo appena
rischiato. Avevo fatto bene fin’ora a starle lontano, questa
era un’ulteriore prova, perché non riuscivo
proprio a controllarmi in sua presenza.
Mi avviai in casa, salutai Charlie e mia madre a me ne andai a dormire.
Il mattino seguente mi alzai e dopo una doccia scesi per la colazione.
Era molto presto e in cucina trovai mia madre ai fornelli con Bella,
che ridevano. Erano una visione…. Mi appoggiai allo stipite
e le fissai per un po’.
Mi davano la schiena e Bella indossava un paio di pantaloncini e una
maglietta stretta in vita dal cordino del grembiulino. Aveva un corpo
favoloso, ogni sua forma era ben proporzionata, le gambe erano lunghe e
affusolate, la vita stretta e il fondoschiena da urlo. Iniziai a
lasciarmi andare con la fantasia e subito là sotto qualcuno
si risvegliò. Non è possibile che il solo
guardarla mi ecciti così tanto, sto decisamente
peggiorando di giorno in giorno. Era meglio riscuotersi da quei
pensieri prima che qualcuno mi beccasse addirittura a sbavare. Per
fortuna la maglia che indossavo era abbastanza lunga da coprire il
cavallo dei miei pantaloni improvvisamente troppo stretti.
-Buongiorno- ed entrambe sobbalzarono.
-Oh buongiorno amore, come mai sei già in piedi?- mi chiese
mia madre, venendo a darmi un bacio sulla guancia. Vidi Bella che mi
guardava sorridendo per il gesto affettuoso.
-Be’ la casa sarà anche grande, ma i bagni
scarseggiano, quindi se voglio farmi una doccia devo alzarmi prima di
quella pazza che hai partorito 17 anni fa, altrimenti non riesco
neanche a metterci piede in bagno- le dissi rassegnato.
-Concordo pienamente- disse Bella -e buongiorno anche a te-
Non potei trattenere una risata. Aveva il naso e le guance sporchi di
farina. Era troppo buffa.
-Cos’hai?- mi chiese, guardandomi stralunata.
-No, niente, è che hai un po’ di farina sul viso-
le dissi indicando col dito, cercando di ricompormi.
-Dove?- e così dicendo, si toccò sporcandosi
ancora di più. Ripresi a ridere e con me mia madre.
-Ti faccio ridere, eh?- disse Bella avvicinandosi sinuosa e
in un attimo prima che potessi reagire strofinò le sue mani
sulla mia faccia.
-Oddio Edward ora sei messo peggio di lei!- rise ancora di
più mia madre.
-Questa me la paghi- dissi io, continuando a ridere e correndo verso di
lei, ma Bella era già scappata dietro la penisola e non
riuscivo a prenderla.
-Siamo un po’ suscettibili, Cullen? Che
c’è, non ti piaci così? Magari qualche
ragazza ti troverà più affascinante!-
continuò prendendomi in giro.
-Aspetta che ti acchiappo e poi vedi-
-Uhhhh sto tremando di paura- disse, tirandomi una manciata di farina e
ricoprendomi da capo a piedi.
Con un balzo fui su di lei, la tenni stretta in vita
avvolgendola con un braccio e facendo appoggiare la sua schiena al mio
petto. Velocemente, con l’altra man, presi il sacchetto della
farina e glielo rovesciai sulla testa.
-Ahhhhhhh! Maledizione avevo già fatto la doccia!-
mugugnò imbronciata.
-Perché io no? E ringrazia che ne era rimasta poca nel
sacchetto!- la lasciai andare perché avrebbe sentito la mia
eccitazione appoggiarsi ai suoi glutei.
Ebbene sì era eccitante anche solo giocare con lei, anche
solo vederla ricoperta di farina, anche solo sentirla ridere felice e
spensierata.
-Ok basta vi prego, altrimenti non mi basterà tutta la
giornata per pulire- ci disse mia madre, tenendosi la pancia dal ridere.
Noi ci guardammo intorno e vedemmo che la cucina era ricoperta di
farina. Che guaio.
-Scusaci Esme ci siamo fatti prendere un po’ la mano, ti
aiutiamo subito a pulire- le disse imbarazzata Bella.
-No, no per carità, altrimenti non mi rimarrà
più farina per preparare degli altri pancake, e poi Emmett
chi lo sente. Voi andate a farvi di nuovo la doccia, qui ci penso io-
-Grazie mamma e scusa ancora- le dissi baciandola.
-Non preoccupatevi, per me la cosa più bella è
vedervi così in sintonia. Non credevo fosse possibile, e
invece mi avete fatto un regalo enorme. Non sapete quanto eravamo
preoccupati io e Charlie a vedervi battibeccare in continuazione- aveva
gli occhi lucidi.
Io e Bella ci guardammo imbarazzati ma poi scoppiammo di nuovo a
ridere, perché sembravamo dei pupazzi di neve.
-Il problema è che nel nostro bagno ci sarà
Alice- disse Bella.
-Usate pure il nostro. Ho come l’impressione che facciate
prima voi due di Alice- disse mia madre.
-Grazie Esme- e ci avviammo di sopra.
Le nostre camere erano una di fronte all’altra e Bella si
fermò un attimo con la mano sulla maniglia.
-Edward, posso andare prima io? Sai mi ci vuole un mucchio di tempo per
asciugare i capelli-
-Certo non c’è problema- e perché non
farla insieme? Ma cosa pensi sei scemo?
-Grazie-
Entrai in camera mia e rimasi lì qualche minuto a pensare a
quello che era appena successo. Era inutile cercare di tenerla lontana.
Mi veniva troppo naturale stare con lei, ridere, scherzare. Aveva
ragione mia madre: eravamo in sintonia. Presi un cambio e mi avviai
verso la camera di Charlie e mia madre.
Mentre aspettavo, sentivo l’acqua scorrere e pensavo
a Bella sotto la doccia. Immaginavo di raggiungerla, di
insaponarla molto lentamente, partendo dal collo, scendendo sulle
spalle, poi sulla schiena. Di girarla piano verso di me e di prenderle
a massaggiarle i seni, mentre i capezzoli si irrigidivano al mio lieve
ma deciso tocco, il suo respiro che accelerava, e poi accarezzare quel
ventre piatto scendendo piano verso il suo centro…
-Edward- oddio non mi ero accorto che era uscita e mi stava fissando
preoccupata.
-Che hai? Sei tutto rosso e hai il respiro affannato. Stai male?- era
avvolta solo nell’asciugamano.
E certo! Sì che stavo male! Stavo morendo di
autocombustione! E poi cavoli non si poteva coprire un po’ di
più.
-No non ti preoccupare- dissi imbarazzato e mi infilai nel bagno il
più velocemente possibile.
Dovevo fare una doccia, ma doveva essere ghiacciata.
Dopo un’ora eravamo davanti alla scuola.
Pov Bella
Quella mattina ero veramente di buon umore!
Il giorno prima pensavo di aver fatto dei passetti avanti con Edward,
ma avevo paura che oggi sarebbe tornato il solito scontroso. E invece
dopo quello che era successo in cucina, mi sentivo al settimo cielo.
Quando mi aveva cinto la vita col suo braccio il mio cuore si era messo
a galoppare frenetico, e sotto la doccia avevo fatto dei pensieri non
proprio casti, pensando a quanto fosse bello anche ricoperto di farina.
Poi uscita dal bagno non si era neanche accorto di me. Io ero
lì praticamente nuda, con un solo asciugamano che avvolgeva
una piccola parte di corpo, e lui neanche mi guardava. Certo, era
abituato ad avere tante belle ragazze, io non mi potevo certamente
paragonare a loro, ma cavoli era pur sempre un ragazzo con gli ormoni
impazziti, e io pur sempre una ragazza mezza nuda, e anche se non
bellissima, almeno un po’ interessante. Possibile che non gli
facessi nessun effetto. Dopo poco mi ero accorta che era tutto
accaldato, che non riusciva a respirare bene e le mie fantasie e
insicurezze avevano lasciato il posto alla preoccupazione. Gli avevo
chiesto cosa avesse, ma sembrò imbarazzato e si rinchiuse in
bagno.
Avevo sospirato e mi ero andata a cambiare. Dovevo togliermelo dalla
testa. Non si sarebbe mai interessato a me.
Appena arrivammo nel parcheggio gli si avvicinò subito una
ragazza e cominciò a strusciarsi contro di lui come una
gatta in calore.
-Pensavo che fosse la stagione del letargo non del calore- disse Alice.
Tutti risero, anche io, ma solo per non dare nell’occhio,
perché in realtà non ne avevo proprio voglia.
Vidi Tyler Crowley, un amico di mio fratello, venirci
incontro.
-Ehi ragazzi ciao!-
-Ciao Tyler- rispose Jazz e poi lo salutammo tutti.
-Bella volevo chiederti se ti va di andare a ballare venerdì
sera- rimasi sorpresa. Non mi ero mai accorta di interessargli. Stavo
per declinare l’invito quando mi accorsi che Edward non stava
più baciando quella sguattera ma era attento alla nostra
conversazione.
-Volentieri Tyler, ho proprio voglia di divertirmi un po’-
dissi sperando che Edward avesse sentito.
-Ok ti passo a prendere alle 10-
-Grazie, ciao-
Vidi Edward che salutava la paperella e tutti insieme ci avviammo verso
l’entrata. Ero quasi dentro quando mi sentii strattonare per
un braccio. Mi girai e vidi mio fratello che mi guardava truce.
-Ma sei scema? Perché hai accettato? Sai benissimo che Tyler
ha un solo scopo quando esce con una ragazza!- gli altri si erano
fermati e ci guardavano.
-E chi ti dice che non sia anche il mio scopo?- odiavo quando mi diceva
cosa non dovevo fare. So che lo faceva per il mio bene, per
proteggermi, ma era più forte di me. Ritornavo una bambina
capricciosa che si intestardiva a fare a modo suo. E più mi
dicevano di no e più io mi incaponivo per il contrario.
-Da quando il tuo scopo è farti ripassare da un cretino come
Tyler, che sai che non ti cercherà il giorno dopo?-
continuò Jazz, tirandomi ancora per un braccio.
Ero sicura di essere viola, perché le guance mi andavano a
fuoco, soprattutto perché erano tutti in silenzio, e non
volevo fare la figura della bambina, specialmente davanti ad Edward.
-Senti fatti gli affari tuoi, Jazz. E poi non mi fare la predica quando
tu sei il primo a comportarti come lui con le ragazze- e
così dicendo me ne andai.
Odiavo discutere con mio fratello. Finiva che mi sentivo sempre in
colpa e stavo male. In più questa era stata una discussione
veramente inutile, dato che avevo accettato l’invito solo
perché stavo male a vedere Edward con quella. Non avevo
nessuna intenzione di finire a letto con uno come Tyler, mi sarei solo
svagata un po’ per una sera. Che male c’era?
Così almeno per qualche ora non avrei pensato in
continuazione a lui, che senz’altro venerdì non
sarebbe rimasto certamente a casa. E poi sapevo badare a me stessa e
Jasper se lo doveva mettere in testa.
La mattinata passò presto e in mensa io e Jazz non ci
rivolgemmo la parola. Edward come al solito era arrivato abbracciato a
una, che non era nemmeno quella del parcheggio.
Ma cosa era diventata la scuola di Forks, la casa delle squillo!!!
Anche le lezioni con lui passarono molto velocemente, specialmente
adesso che andavamo d’accordo.
Avendo mangiato insieme, era naturale che andassimo insieme anche in
classe, visto che avevamo la stessa lezione. Parlando scoprii che era
molto bravo in trigonometria, e si offrì persino di aiutarmi
a casa con i compiti. Accettai molto volentieri, primo
perché ne avevo veramente bisogno, secondo
perché, anche se sapevo di essere masochista dato che aveva
mille ragazze e non mi calcolava nemmeno, avevo la scusa anche a casa
di passare del tempo con lui. Per la prima volta da quando avevo
conosciuto gli orrori della trigonometria e del relativo professore,
sperai di avere valanghe di compiti.
Il resto andò bene e in un attimo ci ritrovammo tutti
insieme davanti a casa, con le macchine cariche, pronti per andare a La
Push.
Ciao a tutte ed eccomi qui con il nuovo capitolo. Volevo
postare già ieri, per non lasciarvi troppo sulle spine, ma
purtroppo ho avuto dei problemi e non ci sono riuscita!
Da questo capitolo in poi, sono stata molto aiutata da una mia
carissima amica, Sara, che qui su efp si chiama Sara_Cullen. E'
bravissima e corregge tutti i miei casini, dando un tocco in
più ai capitoli e invitandomi e aiutandomi ad approfondire
ancora di più i personaggi e le situazioni.
GRAZIE SARA!
Ringrazio infinitamente le 45 persone che mi hanno inserito tra i
preferiti, le 13 nelle storie da ricordare, le 82
nelle storie seguite e infine un ringraziamento speciale a:
ANNETTACUllEn / bellad93 / braking down / Giulia_Cullen / sandy69
che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.
Sono veramente onorata di tutte queste attenzioni, e mi spingete sempre
di più a continuare con maggiore impegno!
Bacioni a tutte e buona lettura!
So che hai voglia di vederli
insieme, anch'io mentre scrivevo sembrava quasi che mi implorassero di
far accadere qualcosa tra loro, ma devono aspettare ancora un
pochino... non tanto... forse...
Spero solo che edward non mi tiri il collo!!!
Non voglio anticipare niente ma tiene sempre conto che comunque questa
è pur sempre una storia Bella/Edward, quindi prima o poi....
Grazie mille sandy! Bacioni!!!
Ciao bellina! Io sono figlia
unica e quindi non posso sapere come ci si senta a litigare con un
fratello. Ma mi piaceva l'idea di dare l'impressione, forse anche
perchè sono gemelli, di un legame molto forte tra loro.
Infatti in questo capitolo si capirà ancora di
più!!! Bacioni.
Ma ciao mia adorata
"prof"! Ma non ti sei ancora stufata di me? Almeno quando sei in
vacanza, goditi il maritino, anche se con tutti i mess, che ti ho
mandato, sarà stata un'impresa!!! Bacioni!
Ciao Austen buone vacanze!!!
Beata te! Quando torni recuperi... se ne hai voglia! Non so come farai
senza internet, io andrei già in crisi d'astinenza!
Ok per la colletta ci sto! Ma
per il bagno no, perchè essendo occupato sempre da Alice, i
nostri due poverelli, si ritroveranno spesso in cucina molto presto per
ovviare il problema del bagno... e chissà cosa mai
può succedere qualche volta....
Bacioni!
Caio e benvenuta! Fa sempre
molto piacere quando si uniscono persone nuove!
Al contrario tuo, io li preferisco umani, perchè si
può giostrare molto di più sulle situazioni e gli
avvenimenti, ma comunque tutto quello che riguarda loro, mi
piace sempre molto e non faccio altro che leggere tantissime
fiction!
Vedrai, presto le cose inizieranno a smuoversi... un po' per tutti!
Ciao!
Lo sai che Alice è
sempre in mezzo come il prezzemolo! Però devi ammettere che
tante volte aiuta anche!
Vedrai per quanto riguarda i gemellini, il capitolo ti
piacerà senz'altro!
Grazie di tutto e bacioni!
Sì diciamo che
Bella è abbastanza sveglia, nonostante tutte le sue
insicurezze!
In qualche modo si deve rifare per il fatto che Edward si spupazzi
tutte quelle sventole!
Vedrai che adesso in poi le cose si faranno un po' più
movimentate! Bacioni!
Ciao Lala! Sei sempre la
solita.... te la vedi Bella che entra in baby doll da Edward, magari a
chiedergli se gli presta una matita..... naaaaaaa!!!
Come poteva non fraintendere lo sguardo, si sa quanto è
tonta la nostra Bella!
Dai, dopo l'appuntamento mi dici cosa avevi pensato così
vediamo se ci avevi azzeccato!
lui si fa i problemi per la situazione familiare perchè
comunque tutti conoscono la sua reputazione di dongiovanni, abita in
casa loro e poi pensa anche a Charlie e Jasper, mentre lei è
tranquilla e sa che non ci sarebbero problemi.
Grazie di tutto e bacionissimi!!!!
Ciao! Sì penso che
Alice abbia il dono di comparire sempre nei momenti meno opportuni, ma
d'altronde non sarebbe Alice se non rompesse un po'!
Bella è una persona tremendamente insicura su tutto, anche
perchè le è mancata la mamma proprio nel momento
in cui iniziava a crescere, quindi penso che sia normale, non avendo
una figura materna che ti sostiene nei momenti di maggior cambiamento,
sottostimarsi un pochino.
Ed è geloso marcio, e lo diventerà sempre di
più, finchè..... no non voglio anticipare niente!
Bacioni!
CAPITOLO 11
LA PUSH
Pov Edward
Eravamo pronti a partire.
Tutti
erano allegri ma io ero sicuro che non sarei riuscito a godermi il
pomeriggio se non avessi trovato il modo per sfogare tutte le emozioni
che in quella giornata mi avevano dominato.
Quando Bella aveva accettato di uscire con Tyler ero rimasto deluso.
Sentendoli parlare avevo sperato che lei declinasse il suo invito, ma
dopo aver dato un’occhiata nella mia direzione, gli aveva
detto di sì. Sapevo che era corteggiatissima, ma vederla
flirtare con quel bell’imbusto aveva scatenato una strana
reazione in me. Ero frustrato non riuscivo a capire per quale motivo
dovesse darmi così fastidio.
La volevo, mi piaceva stare con lei, stavo bene quando
parlavamo, mi divertivo a scherzarci insieme, ma non era mia. Io non
ero forse abbracciato ad un’altra ragazza, in quel momento? E
allora? Lei non poteva uscire con un altro? Non mi era mai importato
niente se una che stava con me dopo cinque minuti si faceva un altro.
Perché con lei avrebbe dovuto essere diverso…
Poi all’entrata, quando Jasper, le aveva detto che
tipo era Tyler, la mia frustrazione si era trasformata in
preoccupazione.
Come faceva a uscire con un tipo così? Lei meritava di
meglio. Ma chi ero io per criticarlo? Non mi comportavo forse allo
stesso modo con le ragazze?
Ma in un attimo anche quell’emozione si era
trasformata, diventando rabbia.
Sapere che anche lei avrebbe voluto solo una serata di puro
divertimento, con tutte le implicazioni del caso, mi faceva ribollire
il sangue nelle vene.
Alla fine, tornando a casa, avevo deciso che una bella corsa in moto
era quello che ci voleva per scaricare tutte queste energie negative!
-Vi dispiace se vengo in moto?- dissi, rivolgendomi agli altri.
-No, anzi, le strade di La Push, sono l’ideale. E’
lì che di solito si fanno le gare- mi disse Jasper.
-Perché, ti interessano le gare di moto?- mi chiese Bella,
incuriosita.
-Sì a N.Y. ci partecipavo spesso e ho anche vinto tante
volte- mi vantai, per suscitare un po’ di interesse in lei.
-Vedremo, sai qui sono bravissimi. Specialmente i ragazzi della
riserva- rispose.
Vidi che Rosalie e Jasper la guardarono come per aggiungere qualcosa ma
Bella fu più veloce di loro.
-Dai andiamo, che Jake ci aspetta e poi così vediamo come te
la cavi, Cullen!- e salì in macchina.
Partimmo e mi divertii a tirare un po’ la mia piccolina lungo
la strada. Era vero quelle strade erano fantastiche per correre in
moto: alternavano rettilinei a curve a gomito, dove potevo
tranquillamente piegare fin quasi a sfiorare il ginocchio per terra.
Poi non c’era assolutamente traffico il che mi permetteva di
aumentare ancor più la velocità. Mi era sempre
piaciuta la sensazione che mi dava la corsa in moto:
l’adrenalina si irradiava dal mio cervello per tutto il
corpo, facendo scorrere il sangue nelle mie vene, ancora più
velocemente, dandomi una sensazione di eccitazione ed euforia. Mi
faceva sentire così libero, così vivo!
Anche se non avevo mai percorso quella strada, in base alle indicazioni
che mi aveva dato Jasper, fu facile per me arrivare a La Push,
all’officina di Jacob. Quando spensi il motore, un ragazzo
alto, scuro di carnagione, con i capelli lunghi legati in una coda, e
una montagna di muscoli (che non avevano niente da invidiare a quelli
di Emmett) mi venne incontro con un enorme sorriso. Dovevo riconoscere
che era molto bello come ragazzo, e ripensando a Bella e a come ne
parlava, fui ancora più geloso. Chissà
perché avevo sperato che almeno fosse brutto e
mingherlino…
-Ciao, devi essere Edward. Mi ha telefonato Bella per dirmi che stavi
arrivando- mi salutò allungandomi la mano.
-Sì e tu devi essere Jacob- gli risposi stringendogliela.
-Cavoli gran bella moto! E’ favolosa!- si
complimentò.
Neanche il tempo di aggiungere mezza frase che arrivarono gli altri e
subito Jacob corse incontro a Bella che stava scendendo e
l’abbracciò vigorosamente. Iniziavo ad odiarlo.
Si presentarono anche Emmett e Alice e portammo dentro al garage tutto
quello che avevamo comprato.
-Wow, non c’è che dire sono un sacco di cose. Ma
avete svaligiato Seattle?- scherzò Jacob ridendo.
-E’ colpa di Alice- gli rispose Bella; -Lei non riesce
proprio a contenersi quando si tratta di shopping- la
schernì, ottenendo in risposta una linguaccia da
mia sorella.
-E’ permessoooo!!!!!- un gruppo di ragazzi entrarono e
all’improvviso lì dentro non c’era
neanche più spazio per respirare.
-Cavoli, ma cosa vi danno da mangiare qui alla riserva, anabolizzanti e
steroidi. Mi sento ancora più piccola!- se ne
uscì Alice guardando i nuovi arrivati. Effettivamente erano
dei ragazzoni ben piantati, della stessa stazza di Jacob e tutti
insieme incutevano un po’ di soggezione.
-Ragazzi ecco a voi ‘I Licantropiiiii’!!!-
urlò Bella e tutti ridemmo.
-Loro sono Paul, Quil, Embry e Jared, rispettivamente batteria,
chitarra elettrica, basso, tastiera e Jacob altra chitarra elettrica e
voce del gruppo- ci spiegò, indicando i vari ragazzi.
Una bellissima ragazza, alta, snella, con carnagione scura, con occhi e
capelli scuri corti sulle spalle entrò e andò ad
abbracciare Bella.
-E lei è Leah, una delle mie più care amiche-
continuò Bella. -Loro invece sono Emmett, Edward ed Alice-
ci presentò.
A un certo punto mi girai e vidi due moto fantastiche, ma quella che mi
attirò di più fu un’Honda.
-Che belle sono tue, Jacob?- volli sapere.
-No, solo una, l’altra è di….-
-L’altra è di un’ amica- si
affrettò a dire Bella, interrompendolo. Vidi Jacob che la
fissò un po’ allibito, ma non capii la sua
espressione.
-Ehi questa sera c’è una gara! Dobbiamo
approfittare finché il tempo regge! Vuoi partecipare
Edward?- mi propose uno dei ragazzi, Paul mi sembra.
-Sì, potremmo mangiare qualcosa intorno al falò
dato che siete già qui!- disse Embry, avvicinandosi a Bella
e prendendola per la vita. Lei di tutta risposta si appoggiò
al suo fianco e glielo cinse con un abbraccio.
Ma cavoli, avevano finito tutti di toccarla e abbracciarla?
Pov Bella
I ragazzi andarono tutti ad allestire i preparativi per il
matrimonio, mentre noi ragazze rimanemmo in officina per suddividere i
vari acquisti e per decidere come addobbare l’ambiente di La
Push.
-Certo Alice che hai proprio due fratelli notevoli, bei bocconcini, non
c’è che dire. Uno più succulento
dell’altro!- esclamò Leah, ridendo. Era sempre la
solita. Vidi Rose irrigidirsi all’istante.
Erano sempre andate d’accordo quelle due, ma a Rose non era
mai piaciuto il modo di scherzare con i ragazzi di Leah; anche se poi
in definitiva Leah non combinava niente. Era quel che si dice
“tutto fumo e niente arrosto”. E poi io sapevo di
chi era cotta quella ragazza, ma ci stavo ancora lavorando…
Me ne ero accorta al volo perché se gli
interessava veramente qualcuno, non riusciva a comportarsi con
indifferenza come con gli altri… ma, anzi lo trattava in
modo peggiore.
Mi venne subito in mente lo stranissimo comportamento di Edward nei
miei confronti… ma no non poteva
essere… e poi in auto al ritorno da Seattle mi aveva
chiaramente spiegato il perché mi aveva trattato
così, quindi dovevo piantarla di farmi illusioni…
-Attenta Leah il più grosso mi sa che è
già prenotato!- dissi ridendo, seguita a ruota anche da
Alice, e tutte guardammo Rosalie, che era arrossita, imbarazzata.
Leah, conoscendola, aveva sgranato gli occhi.
-Noooo, finalmente ti stai sciogliendo, miss Iceberg!!!- e tutte
scoppiammo a ridere.
-Eh no, anche tu no! Basta con questo nomignolo!- rispose arrabbiata
Rose. Alice, ci guardava con aria interrogativa, così le
spiegammo tutta la storia, facendo aumentare le sue risate.
-Ma cerchiamo di non deviare il discorso! Allora? Cosa hai da dirci?
Confessa!- le disse Leah, fingendosi seria, additando Rose.
-Io non ho proprio niente da dire!- ribatté seccata.
-Guarda Rose, che si vede lontano un miglio che ti piace- affermai. -E
non c’è proprio niente di male a riconoscerlo-
continuai. Sbuffò e si arrese.
-E’ vero, ma ho scelto il tizio sbagliato per
innamorarmi- disse, abbassando la testa, triste.
-Immagino dove vuoi arrivare- la consolò dolcemente Alice.
-Mio fratello Emm è sempre stato un farfallone, ma ti
assicuro che in questi pochi giorni, l’ho visto cambiare.
L’hai mai visto con una ragazza? No, e non perché
gliene manchi l’occasione, ma per te, senz’altro.
Vedo gli sguardi che ti lancia, è sempre attento a dove sei,
a cosa stai facendo; inoltre con te è premuroso, e se non
sei nei paraggi, entra in agitazione, e inizia a gironzolare per casa,
facendo finta di niente, ma io so che ti sta cercando!-
Anch’io per la verità avevo il dubbio che Emmett
avesse un debole per lei, ma non mi ero accorta di così
tanti e significativi particolari.
-Wow Alice, ma chi sei? Un agente segreto della CIA?!- le disse Leah,
ridendo.
-No sono solo una buona osservatrice e conosco bene i miei fratelli.
Davvero Rose, Emmett per me è cotto di te, devi solo
lasciarti andare un po’ e dargli qualche piccolo indizio, in
modo che trovi il coraggio di farsi avanti-
Rosalie alzò lo sguardo ed era palesemente felice, con una
calda luce negli occhi che mai le avevo visto.
-E dato che conosco bene i miei fratelli, tutti e due- disse, girandosi
improvvisamente verso di me; – direi che
c’è qualcosa di strano anche nel comportamento
di…- fu interrotta di colpo dall’ingresso dei
ragazzi.
Si era già fatto piuttosto tardi e non me ne ero accorta.
Avevamo passato uno splendido pomeriggio e avevamo avvertito Esme che
non saremmo riusciti ad andare a casa per cena. Quella sera ci sarebbe
stata la gara ed ero agitata all’idea che avrebbe partecipato
anche Edward. Con la macchina avevo cercato di stargli più
incollata che potevo, ma dovevo ammettere che era veramente bravo e
veloce.
In quel momento si era allontanato: era andato con Quil a vedere il
percorso per la gara. In fondo era svantaggiato perché non
conosceva la strada, quindi gli altri, molto sportivamente, avevano
suggerito di fargliela provare almeno un paio di volte.
Noi nel frattempo eravamo già tutti riuniti intorno al fuoco.
-Perché non hai detto ad Edward che la moto è la
tua e che stasera gareggerai anche tu?- mi chiese Jake davanti a tutti
gli altri.
-Cosa???? La moto è la tua???- si stupirono in coro Alice ed
Emmett.
-Perché non mi andava. Non voglio che sappia che
gareggerà contro di me, non vorrei che mi lasciasse vincere
o che si sentisse a disagio a confrontarsi con una donna-
spiegai, alzando le spalle, cercando di sembrare
indifferente. In realtà non sapevo nemmeno io cosa mi era
passato per la testa poco prima, quando aveva chiesto di chi fosse la
moto; ma avevo voglia di sorprenderlo, perciò inventai
lì per lì una bugia… così
avrebbe capito che non ero come tutte quelle sciacquette con cui, a
scuola, si sbaciucchiava e non solo…
-E come pensi di gareggiare senza che lui ti riconosca?- mi
sfidò Emmett.
-Perché quando corro metto sempre una tuta di pelle e il
casco integrale, quindi, se arriverò all’ultimo
momento e non gli parlerò, sarò irriconoscibile-
risposi.
-E vai Bellina! Dagli del filo da torcere! Ma stai attenta
perché è veramente bravo sulla moto, sembra che
ci sia nato con le due ruote!- mi avvertì Emmett.
-Vedremo, vedremo- aggiunsi; subito dopo arrivarono Edward e Quil.
-Ehi amico sei veramente bravo! Ho faticato a starti dietro!
Ed era pure la prima volta che facevi quella strada! Mi sa che stasera
ci darai del filo da torcere!- lo lodò Quil; ecco ora
sì che iniziavo a preoccuparmi un po’.
-Grazie, ma anche tu non sei niente male- Edward ricambiò il
complimento.
Era vero, Quil era uno dei più bravi, avevo anche perso
qualche gara con lui. Ma stasera dovevo vincere io!
Ad ogni costo.
Mangiammo tutti in allegria. I Cullen avevano legato subito con tutti i
ragazzi della riserva e Embry non mi toglieva gli occhi di dosso. Non
so perché ma mi ritrovai ad assecondare ogni suo approccio.
Non lo avevo mai fatto prima perché non mi interessava e non
volevo rovinare la mia amicizia con lui; ma avevo deciso che dovevo
togliermi Edward dalla testa e uscire con altri ragazzi poteva essere
un’ottima soluzione.
Intanto anche qualcun’altra era corteggiatissima: Alice. Quil
e Paul facevano a gara a chi le regalava più gentilezze. Si
vedeva che entrambi erano interessati, e lei non disdegnava
affatto le loro attenzioni. Mi accorsi che mio fratello era molto teso
e che non le toglieva gli occhi di dosso. Possibile che
fosse… interessato a lei? Noooo, impossibile, Jazz
non voleva relazioni serie! E le ragazze che si portava a letto, non
erano mai “brave ragazze”. Cioè erano
tipe che avevano lo stesso suo comportamento, tipe a cui non
interessava legarsi. Quindi?! Se era sul serio interessato a lei,
doveva essere una cosa importante… altrimenti non avrebbe
mai incasinato la famiglia solo per una scopata, per di più
sapendo che Alice non era una ragazza da una botta e via.
Mi resi conto che dalla litigata del mattino non ci eravamo
più parlati, così decisi di fare pace con lui.
-Fratellino? Ancora arrabbiato con me?- gli feci gli occhioni dolci,
sedendomi in braccio a lui e cingendogli il collo con le braccia.
-Se possibile ancora di più!- mi rispose guardandomi in
cagnesco.
-Cosa ho fatto adesso?- lo guardai sorpresa.
Mi fece alzare e iniziammo a passeggiare lungo la spiaggia,
abbracciati. Mi piaceva sempre quando mi stringeva a sé, mi
faceva sentire sicura, protetta… e mi sembrava di
tornare ai tempi in cui eravamo ancora ragazzini spensierati,
innocenti e felici.
-Com’è che stasera sei così interessata
a Embry? Cosa c’è sotto Bells? Ti conosco troppo
bene. Non è da te accettare di uscire con uno come Tyler,
sapendo benissimo che vuole solo portarti a letto e la stessa sera fare
la scema con Embry, dandogli false speranze. Sappiamo bene entrambi che
non ti interessa veramente nessuno dei due. Chi è che vuoi
fare ingelosire? A me non la fai- mi disse fermandosi e guardandomi
negli occhi.
Io abbassai la testa. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo
perché sapevo che aveva ragione e mi vergognavo soprattutto
per Embry, a cui volevo molto bene.
-Chi ti dice che anch’io non mi diverta con Tyler? Non sono
solo i ragazzi quelli a cui piace andare a letto con qualcuno senza
legarsi, e tu lo sai bene, visto le tipe che frequenti- cercai di
cambiare argomento, per non rispondere alla sua scottante domanda.
-Ah ah! Ma tu non mi hai risposto, furbetta! E comunque non vorrai che
la tua prima volta sia con un tipaccio come Tyler?- divenne serio.
Spalancai gli occhi per la sorpresa.
-E tu cosa ne sai se sono ancora vergine?- la mia voce era un sussurro;
non ne avevamo mai parlato apertamente, ma molti dopo Dylan davano per
scontato che non lo fossi più.
-Scusa ma con chi credi di parlare? Ti conosco meglio di chiunque altro
e anche se a volte ti posso sembrare un po’ distratto ti
assicuro che ti osservo continuamente e me ne sarei accorto. Come mi
sono accorto che c’è qualcosa che mi nascondi.
Adesso mi dici chi vuoi far ingelosire, anche se spero proprio che non
sia chi penso io!-
Uffa, non riuscivo mai a nascondergli niente, ma stavolta non avrei
ceduto tanto facilmente… anche perché
non volevo sentire la sua inevitabile ramanzina su quanto fossi stupida
a sperare che uno come Edward si interessasse a me e soprattutto
decidesse di avere una relazione duratura.
-Non voglio far ingelosire nessuno, ma devo dimenticare qualcuno! E sai
come si dice: chiodo scaccia chiodo!- provai a mentire, anche se di
solito se ne accorgeva sempre.
-Senti, diciamo che prendo la tua versione per buona… per
adesso. Però venerdì usciamo tutti
assieme. Quindi fatti portare al solito posto, così lo
terrò d’occhio e se allunga troppo le mani, lo
sistemo io. Anche perché Tyler non è tipo solo da
pomiciata o toccatina, credimi lo conosco bene e a volte esagera con le
ragazze- si preoccupò Jasper.
-Okay va bene, anche io non ho questa gran voglia di rimanere da sola
con lui- gli dissi ridendo. -Grazie Jazz, sistemi sempre i casini che
faccio! Lo sai quanto ti voglio bene?- e lo abbracciai.
-Certo che lo so! Perché è almeno quanto te ne
voglio io- esclamò.
-Adesso però è il mio turno per
l’interrogatorio!- e lo guardai con curiosità.
- Cosa vuoi?- mi chiese perplesso.
-Sbaglio o ti interessa qualcuno in particolare? E’
un’intera settimana che stai sempre con noi a casa e non esci
con nessuna… e non penso che alla tua
età sia dovuto a un calo delle prestazioni fisiche, no?- lo
provocai maliziosa.
Lo vidi diventare di mille colori e si imbarazzò da morire.
Non lo avevo mai visto così sulle spine e questo
rafforzò la mia idea.
-Sbagli, lo sai che non credo nell’amore, nelle relazioni a
lunga durata e che mi piace solamente divertirmi…- lo
interruppi.
-Calma, calma, chi ha parlato d’amore, di
relazioni….. ohhhhhh non dirmi che sei innamorato di
Alice!!!!!!- gli dissi a voce un po’ troppo alta e lui mi
tappò la bocca con la mano.
-Sssshhhhh, ma sei impazzita? Cosa urli? E poi io non sono innamorato
di nessuno, penso solo che sia una bella ragazza, simpatica e
intelligente, mi piace passare il tempo con lei, e mi piace sentirla
parlare, tutto qui- mormorò imbarazzatissimo; ero
felicissima per lui, ma non mi volevo arrendere, doveva dirmi tutto.
-Tutto qui? E ti sembra poco? Se… - mi interruppe.
-Ti ricordo che IO mi sono accontentato della tua spiegazione senza
indagare, quindi tu fai altrettanto, ok?- aveva ragione, ma in fondo
tra i due ero io la donna e si sa la curiosità è
femmina!
-Per adesso…- ma fui interrotta di nuovo.
Jacob ci raggiunse.
-Bella è quasi ora della gara, altrimenti poi
farà buio. Sarà meglio, se vuoi tener fede al tuo
piano, che tu venga a cambiarti subito. Ti accompagno e poi
ci presentiamo tra dieci minuti alla linea di partenza-
-Ok andiamo, ci vediamo dopo Jazz- lo salutai.
-Sì e in bocca al lupo per la gara! Te lo dico adesso, dato
che dopo non ti potrò parlare. E stai molto attenta, cerca
di non strafare!- si raccomandò.
-Crepi! Non ti preoccupare, che la tua sorellina è un asso
delle due ruote- lo rassicurai con un bacetto sulla guancia; poi Jacob
mi prese per mano e mi trascinò a casa sua, lasciando
lì Jasper che rideva.
Ma ciaooooooo, mie belle ragazze!!!!
Oggi sono di buon umore perchè finalmente questo caldo,
almeno qui in Liguria, si è leggermente attenuato, grazie ad
un venticello fresco che permette a noi poveri mortali di far
funzionare il cervellino. Anche se a molti non funziona nemmeno con il
freddo intenso!!!!!
Grazie a tutte quante di continuare a seguirmi, e sono felicissima del
fatto che il numero di lettrici continui a salire.
Per questo capitolo ho due ringraziamenti speciali.
Il primo in assoluto alla mia cara Sara che mi sostiene e mi sprona a
dare sempre il meglio di me, e che con le sue correzioni e aggiunte
rende i miei capitoli decisamente migliori.
Il secondo, ma non meno importante, va ad un'altra Sara (artemide88)
che con il suo aiuto e la sua pazienza mi ha aiutato nel pezzo della
gara, dandomi ottimi consigli sia generali che più specifici
di carattere tecnico e ha revisionato il pezzo. A questo proposito vi
segnalo una delle sue bellissime fiction "Io a Beverly Hills"
, consigliandovi vivamente di leggerla anche se è molto
conosciuta e probabilmente già la conoscete!!!
Ora rispondo e poi vi lascio al nuovo chappy!
Ciao Lala!!!!! Non ti
preoccupare alla gara nessuno si farà male!!!! Solo sano
divertimento e competizione e ti posso anticipare che sì
Bella si rivelerà!!! Di Leah non ti posso dire
niente, ma si scoprirà presto chi le piace!
Bacioni e buona lettura!!!!
Ciao! Sì anche a me
piace molto Jazz, soprattutto dopo aver visto Eclipse! Anche per questo
ho voluto dargli un ruolo un po' più importante del solito,
perchè è un personaggio che adoro. Ancora di
più da quando leggo una fiction in cui mi piace molto. Si
chiama My pretty woman, è un rating rosso, ma non viene
postata qui su efp, ma sul forum delle fan fiction del sito di Twilight
Italia. Se ti va puoi farti un giro.
Bacioni!
Eh sì se ne sono
accorti anche gli altri di loro, ma lo sai come vanno queste cose, i
diretti interessati di solito sono sempre gli ultimi a saperlo!!!
Per quanto riguarda la reazione di Edward alla gara, non voglio
assolutamente rovinarti la sorpresa, quindi.... buona lettura!!! Baci!!
Ciao!!!!
Sììììì Edward
è geloso!!! E quando fa così mi fa impazzire!!!!
Come vorrei che fosse geloso per me!!!
Eh.... anche il nostro Jazz sta pian piano capitolando, ma
più avanti si capirà meglio!
Sono contenta di suscitare interesse e curiosità, goditi
questo capitolo e bacioni!!!
Ciao! Bella e Jazz sono molto
legati, un po' per il fatto di essere gemelli e un po' per quello che
hanno vissuto insieme alla morte della madre. Jazz adora
incondizionatamente la sorella e anche lei ricambia, anche se a volte
la sua testardaggine li fa litigare. Ma tra fratelli è
normale!!!
Adesso buona lettura e spero ti piaccia la gara, visto che adori i
motori!!!!
Ma soprattutto goditi la reazione di Edward!!! Mi spiace ma
non posso anticipare il formarsi delle coppie, rovinerei la sorpresa a
tutti!!! Baci!!
Amore miooooooo!!!! Ma come
sono contenta che commenti anche qui!!!! Sai benissimo che ti adoro e
grazie mille per tutto l'aiuto che mi dai!!!!!!
Bacioni!!!!
CAPITOLO 12
LA GARA
Pov
Edward
Era
quasi ora della gara e avevo visto Jacob andare da Bella, prenderla per
mano e trascinarla via. Ma dove caspita
erano andati? E
perché Jasper se l’era fatta portare via da sotto
al naso senza protestare? Si era chiaramente
capito che era molto protettivo con Bella, e anche molto
geloso… Il primo giorno di
scuola gli aveva dato parecchio fastidio l’atteggiamento di
Mike Newton, ma a confronto non era niente paragonato a quanto, quella
mattina, si era arrabbiato con Bella, per via della sua prossima uscita
con Tyler. Avevano persino litigato e avevo notato che non si era
più rivolti la parola fino al falò. Adesso sembrava
avessero fatto pace, come poteva non essere altrimenti: si vedeva
lontano un miglio che si adoravano. Mi ricordavano molto me ed
Alice… Però
ero confuso, non riuscivo a capire perché invece non si
lamentava con Jacob. Avevo capito che
con Bella non stavano assieme, però si vedeva che tra loro
c’era qualcosa di più. La loro intesa era
favolosa, erano in sintonia perfetta e si avvicinavano, toccavano,
abbracciavano, come se fossero una coppia collaudata, come se
condividessero molto di più che una semplice amicizia. Forse Jasper gli
permetteva di comportarsi così, perché sperava
che si mettessero veramente insieme… Ma in
realtà avevo notato che in serata Bella era stata
corteggiata anche da Embry. Le era stato appiccicato tutto il
tempo…. Non li avevo persi
d’occhio un attimo: mi dava molto fastidio che lei fosse
così gentile con lui. Aveva flirtato tutta la cena. Se lui le faceva
un complimento, lei lo ringraziava e subito ricambiava; se lui le
metteva il braccio attorno alle spalle o alla vita e la stringeva, lei
non si allontanava; se lui le accarezzava una guancia, lei non si
imbarazzava… Ecco una cosa interessante che avevo notato era
che lei non arrossiva con tutti… Con Embry non si sentiva in
imbarazzo, con me invece, ogni volta che solo fissavo il mio sguardo su
di lei qualche secondo in più, arrossiva
inevitabilmente… E con lui non si mordeva nemmeno il labbro
nervosa, con me invece lo torturava sempre, torturando
inevitabilmente anche me… Ma Jacob non si
era minimamente preoccupato di lui, e allo stesso tempo, Embry, non
sembrava aver dato peso al fatto che loro due si erano volatilizzati
insieme… che strano! Se gli
piaceva come faceva a non dargli fastidio… lo dava a me! Chissà
dov’erano andati ad imboscarsi. -Andiamo, Edward,
è ora!- Quil mi riscosse dai miei pensieri contorti. Mi alzai e un
piccolo tornado mi investì. -Mi raccomando
fratellino, stai attento, ok?- si preoccupò Alice. -E’
tutto a posto- la rassicurai, sorridendole e abbracciandola. Ma non
riuscii a trattenermi e nell’orecchio le sussurrai: -Vedo che
stasera hai fatto strage di cuori-. Ero un
po’ infastidito da tutte quelle attenzioni, ma in fondo
sapevo che la sua bellezza e il suo carattere avrebbero attirato un
sacco di ragazzi anche in questa sperduta cittadina… che per
la verità iniziava a piacermi. -Be’
vedi la classe non è acqua!- mi rispose, ridendo. Ci avviammo tutti
alla partenza e i ragazzi mi diedero una tuta da indossare per
sicurezza. In un attimo ero
pronto a partire, facendo rombare il motore per scaldare un
po’ la mia piccolina. Oltre a me e Quil,
c’era anche Jared, pronto per gareggiare. Iniziavo
già a sentire l’adrenalina scorrere nelle mie
vene. L’eccitazione che mi assaliva prima di ogni gara, a
volte era anche meglio della gara stessa. Ma questa volta
c’era qualcosa che mi disturbava, che non me ne faceva godere
appieno… Bella non si vedeva. Continuavo a guardarmi intorno
ma di Bella e Jacob neanche l’ombra. Dannazione! Oltre a pensare a
chissà cosa stavano facendo, mi resi conto che volevo che
lei fosse presente. Che mi vedesse correre… come se la cosa
potesse rassicurarmi. Ma perché era così
importante per me che lei fosse lì? Ero sempre
più confuso e frustrato. Basta! Dovevo
concentrarmi sulla gara, altrimenti rischiavo di farmi male. -Ok possiamo
partire?- chiesi a Jared accanto a me. -Tra un momento,
stiamo aspettando ancora una persona- e mi fece cenno nella direzione
da dove stava provenendo una moto. Ah sì,
chissà chi era? Qualcuno che non conoscevo perché
i ragazzi presenti al falò erano tutti lì con noi. Il rombo della
moto che si avvicinava attirò la mia attenzione e accanto a
me apparve la splendida Honda che avevo visto da Jacob. -Ciao Seth, vedo
che tua sorella ti ha prestato la sua moto- Jasper si stava rivolgendo
al nuovo arrivato, ma questi gli fece solo un cenno. Non riuscii a
vedere il suo viso perché il casco aveva la visiera scura.
Indossava una tuta di pelle nera e non si premurò
neanche di presentarsi o farmi un cenno di saluto. Però
molto socievole il tipo! Non lo badai più di tanto, ero
concentrato sulla sfida… Leah interruppe i
miei pensieri. -Siete pronti!?-ci
urlò per sovrastare il rombo delle nostre moto. Aveva un
braccio alzato, con un foulard in mano. Sapevo che nel momento in cui
il suo braccio si fosse abbassato, sarei potuto partire.
Pov Bella
Ero
appena arrivata e Edward continuava a guardarmi. Non poteva sapere chi
c’era sotto il casco e ciò mi rendeva la gara
ancora più elettrizzante. Non vedevo l’ora di
misurarmi con lui. Non mi aveva mai
fatto paura la competizione, anzi aveva sempre risvegliato in me la
voglia di dare il meglio; e ormai non mi accorgevo neanche
più di chi mi stava intorno… ero troppo
concentrata sul percorso! Il pensiero di
poter fare una delle cose che più mi piaceva condividendola
proprio con lui, mi faceva uscire fuori di testa
dall’eccitazione… Be’ forse pazza lo ero
veramente… era solo una corsa, ma le scariche di adrenalina
che adesso mi oltrepassavano il corpo, mi ricordavano che la gara era
con lui. Ok Bella
concentrati e non lasciarti distrarre dal quel semidio sulla moto.
E’ uno come gli altri! Seeeee chi ci
credeva? Lui era tutto tranne che come gli altri… -3 2 1 VIAAAA!-
gridò Leah, abbassando il braccio.
Apro il gas di
scatto e parto come un fulmine! Anche per gli altri è stata
una bella partenza e siamo più o meno tutti allineati.
Decido di decelerare un pochino per potermi accodare, così
da controllare bene le loro mosse. Stiamo affrontando il primo
rettilineo dell’autostrada di La Push e io ed Edward
rimaniamo leggermente indietro avendo tutti e due una 600, cilindrata
inferiore rispetto alle 1000 di Quil e Jared. Ma nonostante la
differenza, batterli non è mai stato un problema. Ci apprestiamo ad
affrontare la prima serie di curve e all’ultima riesco ad
inserirmi alla destra di Jared, tagliandogli la strada e
superandolo. Quil è
sempre in testa, perché siamo in un altro
rettilineo… è più corto degli altri e
presto ci ritroviamo nel tratto più pericoloso: le curve che
costeggiano a strapiombo la scogliera. La strada
è libera perché a quest’ora non passa
mai nessuno… sgusciamo sicuri e
impertinenti per la strada, come fosse nostra di diritto. Edward riesce a
superare abilmente Quil. Certo che averlo davanti mi distrae
parecchio… tanto che sto per perdere l’equilibrio
a causa dell’ultima curva di questo tratto, la più
difficoltosa. Le mie ruote slittano leggermente per l’asfalto
reso bagnato dall’umidità della sera, ma riesco a
non perdere il controllo della moto. Non è la prima volta
che mi succede, ma come sempre il mio cuore schizza alla
velocità della luce, per il piccolo spavento. Altro rettilineo e
poi ci sono due doppie curve. Sorrido sotto il
casco: sono sempre state il punto debole di Quil! La sua 1000, mentre
è un portento su rettilineo, è poco
“agile” nelle curve, perché il manubrio
ha poco sterzo… quando affronta questo tratto
è costretto a piegare quasi completamente e di solito nella
penultima curva fatica a tirare su la moto in tempo per poter
affrontare l’ultima. E’ proprio in quella che
allarga un po’ troppo ed io, piegando, passo davanti alla sua
Ducati, facendogli un piccolo gesto di saluto con la mano. Lo immagino
imprecare come tutte le altre volte che è successo e poi ne
abbiamo riparlato a gara finita. So che è una cosa che lo fa
talmente infuriare da fargli perdere la concentrazione, quindi posso
non preoccuparmene più. Le scariche di
adrenalina aumentano di frequenza e intensità. Ora siamo
solo io ed Edward! Cavoli
è proprio bravo! Mantengo la sua andatura ma non riesco a
trovare uno spiraglio per superarlo. Anche lui come me stringe molto le
curve, non permettendomi mai di inserirmi. Sotto il casco e
con la tuta sudo parecchio e sono tutta indolenzita a causa della
tensione e dello sforzo. Uffa domani saranno dolori… ma devo
resistere! Non ho mai faticato tanto per una gara… o
probabilmente non ci ho mai tenuto così tanto come a vincere
questa… Edward non ha
nessuna intenzione di mollare, non che pensassi il contrario, ma
essendo l’arrivo su un rettilineo, devo giocarmi il tutto e
per tutto nelle ultime curve, altrimenti se mi rimane ancora davanti, a
parità di potenza, non riuscirò più a
superarlo! Nelle curve riesco
ad avvicinarlo sempre di più, finché
all’ultima riesco ad inserirmi, lasciandomelo dietro!
Sìììììììì! Mi rendo conto che
sono riuscita a passargli avanti solo perché non ha
affrontato in tempo l’ultima curva, allargandosi
troppo… come se non se l’aspettasse…
probabilmente non aveva proprio memorizzato bene il percorso, come
aveva detto. Se non fosse stato per quell’errore non ci sarei
certo riuscita. Ma non mi importa “il come l’ho
fatto”, ma solo che ci sono riuscita e ormai ho la vittoria
in tasca! Non riuscirà mai a superarmi sul rettilineo
finale. Non finisco di pensare a questo che con la coda
dell’occhio lo vedo affiancarmi e siamo quasi alla stessa
altezza con le ruote davanti. Cavoli ce
l’ho proprio addosso! Il pensiero di
perdere contro di lui e di vedere quel sorrisino compiaciuto, che lo
contraddistingue ogni volta che una ragazza gli si avvicina, comparire
sul suo volto, mi fa avere uno scatto di rabbia talmente intenso che
con una poderosa accelerata, porto al massimo la mia Roxi. La sento
tremare sotto di me e ho seriamente paura di perderne il controllo,
stringo quindi ancora di più la presa sul manubrio e i
muscoli delle mie braccia bruciano tanto è lo sforzo immane
che sto facendo. Ma me ne preoccuperò dopo: voglio troppo
vincere! Oramai vedo
l’arrivo, gli altri ci stanno già aspettando,
esultanti. Edward
è dietro di me, sento il rombo prepotente del suo motore che
cerca di riprendermi, ma non può più fare niente
e finalmente taglio il traguardo, fermandomi parecchi metri
più in là! Ho vinto! Ho
vinto! Ho vinto!
Pov Edward
Non
ci potevo credere, avevo perso… Non che non mi fosse mai
capitato, ma ero stato sicuro per quasi tutta la corsa che ormai la
vittoria fosse già nelle mie tasche… e invece la
sconfitta ora bruciava, e anche parecchio. Però il
ragazzo contro cui avevo perso, era stato bravissimo… Se non
altro avevo perso contro un fuoriclasse. Magra consolazione, lo sapevo,
ma era meglio di niente. “Dobbiamo
cercare il lato positivo anche nelle situazioni in cui ci sembra che
non ce ne siano”. Questo mi diceva sempre mio padre. Ed aveva
ragione! Scesi
così dalla moto e mi avviai verso il gruppo che stava
festeggiando il vincitore, per stringergli la mano e presentarmi. Mentre mi
avvicinavo, il gruppo si allargò per far passare il
vincitore che mi stava venendo incontro con una mano tesa. Quando fummo
uno di fronte all’altro, gliela strinsi in una presa forte e
sicura (avevo perso, ma non volevo che pensasse di avermi scalfito in
qualche maniera). -Complimenti,
bella gara, guidi da dio. Io sono Edward Cullen, potrei sapere con chi
ho avuto il “piacere” di perdere?- e sentii gli
altri sghignazzare. La persona davanti
a me, dopo aver lasciato la mia mano, anziché rispondermi,
si chinò in avanti, tirando giù la testa, e piano
piano si sfilò il casco… Una cascata di capelli
castani si liberò e la persona si tirò su di
scatto, tirando indietro la testa di colpo… Rimasi
letteralmente a bocca aperta… -B-Bella…-
balbettai, non avevo nemmeno più il controllo della mia voce. -Grazie per i
complimenti, ma anche tu guidi benissimo, mi hai fatto penare fino
all’ultimo- e mi sorrise compiaciuta. La studiai meglio,
senza riuscire a proferire parola e quello che vidi, anziché
aiutarmi a riprendere coscienza col mio corpo, peggiorò
ancora di più la situazione perché mi
mandò in ebollizione il cervello e non solo quello! Il
cavallo dei miei pantaloni iniziava a stringere un po’
troppo… La tuta le
fasciava il corpo sinuoso come fosse una seconda pelle. Era talmente
sexi da ispirarmi tutta una serie di visioni di noi due nudi e frementi
che avrebbero lasciato senza fiato chiunque! Intanto tutti
ormai ridevano a crepapelle, soprattutto Emmett. -Eddino chiudi
quella bocca che ti entrano le mosche- mi canzonò mio
fratello. -Oddio Edward
dovresti vedere la tua faccia!!! Dovevamo fargli una fotografia!-
continuò mia sorella sghignazzando come una pazza. Io ancora non
riuscivo a proferire parola. Continuavo a guardare Bella come un ebete.
Quella ragazza era una continua sorpresa. Per non parlare del fatto che
quella tutina di pelle nera la faceva sembrare una dea. Era una visione
divina, eccitante da morire. Avrei voluto prenderla, baciarla,
strapparle di dosso quell’indumento così
tentatore… -Hai perso
l’uso della parola?- e mi guardò continuando a
sorridere. Cercai di
riprendermi per non sembrare un perfetto idiota. -Perché
non mi hai detto niente?- cercai di fare
l’indifferente, ma la mia voce uscì un
po’ troppo stizzita. -Per vedere la tua
faccia in questo momento, ma devo confessare che mai avrei pensato che
la tua espressione fosse così impagabile. Sono proprio
contenta del risultato!- e i suoi occhi, come in un sortilegio, si
incatenarono ai miei. Intanto gli altri
iniziarono a dirigersi verso il garage di Jacob e io e lei eravamo
rimasti indietro. -Me
l’hai proprio fatta sotto il naso… Dovrei
ricambiarti in qualche maniera…- la mia voce di colpo si era
fatta roca, piena di desiderio. -Devo aver paura?-
asserì maliziosa. Mi spostai
lentamente verso di lei che continuava a guardarmi. Spalancò
un po’ gli occhi, probabilmente non capendo cosa volessi
fare; ma intanto non dava segni di volersene andare: era lì,
inchiodata dal mio sguardo come lo ero io dal suo. Veramente neanche
io sapevo cosa volessi fare, era come se una forza invisibile mi
ordinasse di avvicinarmi ed io non potessi oppormi. Le cinsi la vita
con le mani e la attirai a me. I nostri corpi si scontrarono e
l’elettricità si sprigionò a quel
contatto. Vidi Bella che tratteneva il respiro. Appoggiai la bocca
al suo orecchio e le sussurrai: -Non ho mai visto niente di
così sexi, te lo giuro! Sei meravigliosa…- Mi scostai, per
guardarla di nuovo negli occhi, ma non ci riuscii perché
aveva abbassato la testa e le sue guance si erano imporporate. -Allora vi
muovete? Parlate dopo della gara!- ci urlò Emmett, da
lontano. Lei si
staccò di colpo e senza dirmi una parola raggiunse gli
altri, portando la moto in garage da Jacob. Perché
non ero riuscito a trattenermi? Ok che quando ero
vicino a lei il mio cervello si trasferiva in un altro stato, ma ero
stato uno stupido. Forse avevo
esagerato e l’avevo solo messa in imbarazzo. Ma io la volevo
così disperatamente che quando si era staccata il mio cuore
aveva perso un battito. Ancora
scombussolato per quel gesto, presi la moto, li raggiunsi, restituii la
tuta, salutai tutti e iniziai ad avviarmi verso casa. Avevo bisogno di
aria fresca che mi permettesse di schiarirmi le idee perché,
ancora una volta, ero confuso a causa sua come mai mi era capitato
prima.
Pov Bella
Da
tempo ormai ero nel mio letto, ma non riuscivo a dormire. Continuavo a
girarmi e rigirarmi tra le lenzuola, come avessi avuto le tarantole nel
letto. La serata era
stata ricca di emozioni: prima la gara e poi… le parole di
Edward e il contatto con lui. Quel suo gesto mi
aveva mandato in iperventilazione… Non so se si era
accorto dell’effetto che mi aveva fatto, ma speravo vivamente
di no, mi sentivo troppo in imbarazzo… E poi sentire il suo
alito caldo sfiorarmi l’orecchio, aveva fatto partire brividi
che si irradiavano dalla radice dei capelli fino alla punta dei piedi.
Che sensazione meravigliosa… Non mi ero mai
eccitata tanto, nemmeno quando mi lasciavo andare con un ragazzo. Non potevo andare
avanti così, mi avrebbe spedita dritta al manicomio. Le sue parole
continuavano a vorticare nella mia mente come tante lettere sconnesse. Non riuscivo a
capire perché le avesse pronunciate. Ero combattuta. Da una parte
speravo veramente di apparire sexi e meravigliosa ai suoi occhi. La sua
voce quando me le aveva sussurrate, era roca, bassa, piena di
desiderio… ma dall’altra, la mia insicurezza e la
mia incredibile capacità di rimanere sempre con i piedi ben
piantati per terra, mi suggerivano che quelle parole fossero state
dettate da un particolare momento. Con tutte le belle
ragazze che aveva, come facevo ad interessargli io, così
insignificante? Certo gli
ammiratori non erano mai mancati nemmeno a me, ma ero sempre stata
convinta di conquistarli più per il mio carattere aperto che
per il mio fisico certamente non appariscente. E comunque la
soluzione più razionale mi permetteva di non far nascere in
me una minima speranza. Non ero più la bambina che credeva
alle favole, che credeva al lieto fine. Più ci
pensavo e più me ne convincevo. Probabilmente gli bruciava
che avessi vinto io (una ragazza!) e che fosse stato preso in giro da
tutti. E probabilmente per reazione si era comportato così. Magari aveva
pensato che una conquista in più, gli avrebbe tolto un
po’ d’amaro dalla bocca… Maledettamente
consapevole com’era del suo fascino aveva
senz’altro pensato che anche io gli sarei caduta tra le
braccia. Sì…
effettivamente se Emmett non ci avesse interrotti lo avrei fatto, ma
poi? Cosa sarebbe successo? Mi avrebbe trattata come tutte le altre e
per me sarebbe iniziato l’inferno… Che fosse uno
stronzo lo sapevo già, ma non immaginavo fino a questo
punto. Un moto di rabbia
mi salì al cervello e inevitabilmente dai miei occhi
sgorgarono lacrime amare. Amare perché mi rendevo conto che
la rabbia non era dovuta alla sensuale situazione che si era creata tra
di noi, ma alla delusione che non si fosse realizzata… Eh
sì… inutile negarlo: volevo essere baciata da
Edward Cullen! Lo volevo con tutta me stessa, nonostante sapessi che
per lui non ero niente. E mi resi conto
che il mio non era solo un bisogno fisico… No
perché io lo volevo in tutti i sensi… Io, Isabella Marie
Swan, mi ero innamorata di Edward Cullen… ma lui non mi
avrebbe mai contraccambiato. E altre lacrime
scesero, finché non mi addormentai esausta.
Ciao a tutte quante!!!!
Come è andato il weekend? Spero bene! Il mio tanto sole,
mare e spiaggia!!!! Temperatura ideale e venticello bello fresco!!!!
Bando alle ciance!!! Rispondo alle recensioni, vi mollo il chappy e che
altro dire?
BUONA LETTURA!!!!
P.S.: UN GRAZIE SPECIALE ALLA MIA SARETTA CHE SUPERVISIONA SEMPRE IL
CAPITOLO!!! MORE TI VOGLIO TANTO BENE!!!!
Ciao Marta! Scusa ma per il
prossimo capitolo intendevo quello della gara che hai letto. Abbi
pazienza se mi sono espressa male, è che rispondo alle
recensioni qualche giorno prima di postare, e poi le salvo. Mi riferivo
al fatto che Edward la attiri a sé alla fine della gara e le
sussurri quanto è sexi. Comunque vedo che ti è
piaciuto e l'importante è questo, no?
Sì le cose, stanno per cambiare, soprattutto per Edward e
probabilmente si capisce già dal titolo. Ma sai come sono
fatti tutti e due, sono un pochino testoni. Si vedrà...
Per quanto riguarda le altre due coppie vedrai che anche per loro
arriveranno i momenti giusti.
Grazie e bacioni!
Ciao ashar! Grazie sono
contenta che ti sia piaciuto.
Povero Eddino, dobbiamo proprio trovare il modo di
raffreddare i punti calienti!!!
Ma vedrai che prima o poi Bella ci si metterà d'impegno!
Ma quando? Ti chiederai? Purtroppo non tanto presto!!!
Sono proprio testoni entrambi!
Per quanto riguarda il bacio........ Non so non ricordo! Hi hi hi hi!
Baciotti!
Ciao more mio!
Grazie per i complimenti, ma te li meriti tutti anche tu!!!!
Che dire della povera Bellina. Prima o poi Edward
troverà il modo di far salire la sua autostima e cancellare
ogni insicurezza!!!
Bacioni e morsetti!
Caio Lala!
se vuoi ti presto una mazza da baseball, per sistemare la nostra
Bellina!
Però non so se troverai d'accordo Edward. Mi sa che avrebbe
qualcosa da ridire.
Anche se non so potrà parlare, ho come l'impressione che
quando l'ha vista con la tutina sexi, gli sia caduta la mascella.... la
sta ancora cercando!!! Hi hi hi hi hi!
Grazie bacioni!
Ciao K.!
Addirittura i brividi! Ora li fai venire a me per l'emozione di essere
riuscita a suscitarti sensazioni del genere!
Non sai quanto sia contenta!
Sì avevi indovinato per la gara. Bacioni!!!
Grazie mille di seguirmi!
Ciao giova!!! lo sai che sono
due testoni, quindi ti pare che si possano parlare chiaro e tondo,
confessando tutto quanto? Nooooooooooooooooooooooooooo!!! Figuriamoci!
Perchè mai farla così semplice!!!
Grazie e baci!!!
Ciao! Edward ci arriva
anche lui, non ti preoccupare. Lei sarà anche una
testona, ma anche lui è un po' tardo!!!!
Sono di Savona. Anche tu sei ligure?
Grazie di tutto e bacioni!!!
Ciao sandy! Grazie di tutto.
Sono contenta che il capitolo e in particolar modo la gara ti sia
piaciuto.
Quei due continuano impeterriti a travisare le cose e non si vogliono
proprio parlare chiaramente!
Ma che vuoi, nella realtà e alla loro età spesso
e volentieri succede veramente così.
Vedrai che però le cose miglioreranno. Baci!
CAPITOLO 13
IO... INNAMORATO?
Pov
Edward
Eravamo già
tutti a scuola e non ero ancora riuscito a vedere Bella. Quella mattina
non aveva fatto colazione con noi, era uscita presto per delle
commissioni e poi sarebbe venuta direttamente a scuola. Sospettavo
fosse solo una scusa per evitarmi. Dovevo assolutamente parlarle,
cercare di chiarire. Già,
ma chiarire cosa, se nemmeno io sapevo perché mi ero
comportato così? Adesso che le cose tra noi andavano meglio,
avevo rovinato tutto… Non sapevo più che
“pesci pigliare”… Le
lezioni del mattino proseguirono senza intoppi, a parte il fatto che
iniziavano a ricoprirci di compiti. Mi
ritrovai a sperare che lo stesso facesse il professor Varner,
così avrei avuto una scusa per stare con lei anche a casa. Ma
quanto stavo diventando patetico? Da quando avevo bisogno di scuse per
stare con una ragazza? Durante
il tragitto per la mensa fui fermato ben quattro volte da altrettante
ragazze, ma quel giorno non avevo voglia di intrattenermi con nessuna. In
mente avevo solo Bella… avevo voglia di vederla. Mi resi
conto che in pochi giorni era diventata una presenza indispensabile per
me. Non
vederla mi procurava una sensazione di vuoto, come se mi mancasse un
pezzo per essere completo. Vederla,
invece, mi faceva sentire appagato, come se non avessi avuto bisogno di
nient’altro. Non mi
era mai successo con nessun’altra ragazza… Ripensai
ai discorsi che mi aveva fatto Alice quando si era accorta dei
sentimenti che provava per il suo ex… noooooo…
possibile che anch’io… No, io
ero Edward Cullen, il ragazzo che si divertiva e basta, che non si
legava, che non credeva nelle storie sdolcinate e in tutte quelle
cavolate da fidanzatini. Il ragazzo a cui bastava un po’ di
sesso per sentirsi pienamente soddisfatto, senza il bisogno di
accompagnare il tutto con inutili smancerie… Insomma
ero uno stronzo di prima categoria e me ne vantavo. E ora
invece… Avevo
voglia di vederla… Avevo
voglia di stare con lei… Avevo
voglia di stringerla… Avevo
voglia di abbracciarla… Avevo
voglia di baciarla… Avevo
voglia di sentire la sua voce… Avevo
voglia di conoscerla e di sapere tutto di lei… Avevo
voglia di farmi conoscere e dirle tutto di me… Avevo
voglia di piacerle… Oddio…
ero innamorato!!! E non di una delle tante che avevo avuto, che non
avrebbe chiesto di meglio che sentire quelle parole uscire dalle mie
labbra... Noooo,
figuriamoci se facevo le cose in modo semplice! ERO
INNAMORATO DI ISABELLA SWAN!!!!! Ora
sì che ero nei casini! Cosa dovevo fare? Dovevo cercare di
conquistarla? Innanzitutto
dovevo farle capire che lei non era assolutamente una delle tante, ma
era speciale. Ma
anche ammesso che anch’io le piacessi, avrebbe creduto che
fossi sincero, con la bruttissima reputazione che avevo? Be’
dovevo almeno provarci. E
ripensai a quello che ci diceva sempre mio padre: “Ragazzi,
ricordatevi che nella vita, ogni vostro comportamento, ogni vostro modo
di fare, ogni cosa che direte, avrà sempre delle
conseguenze…” E
infatti proprio a causa del mio modo di fare con le ragazze, ora ero
nei casini con l’unica di cui mi importava! Perfetto! Arrivai
in mensa, ancora confuso da tutte quelle sensazioni che si facevano
strada in me. Raggiunsi il nostro tavolo ma lei non c’era
ancora. -Ehi
fratellino, inizi a perdere colpi! Oggi non ti ho ancora visto con una
ragazza! Cos’è ti brucia ancora la sconfitta di
ieri sera?!- mi canzonò Emmett. -Sei
proprio scemo!- risposi stizzito -Non ho semplicemente voglia di
sentire le stupidate di qualche gallinella- e mi sedetti. -Certo
che se iniziassi a frequentare ragazze con un po’ di cervello
oltre che con un bel corpo, magari ti capiterebbe di sentire anche dei
discorsi intelligenti. Ma questo implicherebbe l’impegnarti
in una storia seria, il che per uno come te risulterebbe impossibile-
non perse occasione di ribadire mia sorella. -Perché
uno come me come sarebbe? Credi che non potrei impegnarmi in un
rapporto serio?- la aggredii verbalmente. Ero stato punto sul vivo! Se
neanche mia sorella poteva crederci figuriamoci Bella. Tutti
mi guardarono sbalorditi. -Edward
Anthony Cullen!- continuò Alice -Cosa mi stai nascondendo?!
E soprattutto: chi stai cercando?! Da quando sei arrivato non hai
smesso un attimo di guardarti intorno!- -Io
penso di aver capito qualcosa!- quella voce mi fece sobbalzare. Tutti
ci girammo stupiti verso chi aveva appena parlato: Emmett! Lui era
un fratello fantastico, sempre pronto ad aiutare tutti, generoso,
altruista, ed eravamo molto legati, ma quanto ad intuito… e
soprattutto nelle faccende di cuore… lasciava decisamente a
desiderare. Quindi come poteva aver capito? E in particolar
modo COSA pensava di aver capito? Aveva
forse visto Bella tra le mie braccia la sera prima? No, non
poteva essere, era lontano e poi si stava facendo buio. Decisi di dare
un taglio a quella situazione. -Non
c’è proprio niente da capire, Emmett! E non sto
cercando nessuno, Alice! Ora per favore continuate a mangiare e
soprattutto a farvi gli affari vostri!- ribadii in malo modo. In quel
momento vidi entrare Bella… era abbracciata a Tyler. Che
stupido! E io che speravo... Cosa,
cosa speravo!? La
rabbia si impossessò di me, mi alzai di scatto, e senza
neanche salutare gli altri, andai al tavolo di Lauren, che, da quando
ero entrato, non aveva smesso di fissarmi e non aspettava altro che un
cenno da parte mia. Non guardai neppure se Bella mi avesse notato. -Andiamo!-
le ordinai con un tono che non ammetteva un no come risposta! Subito
pronta si alzò, la presi per mano e la trascinai fuori dalla
mensa, passando davanti a loro due. -Bella-
la salutai con un tono neutro, che non lasciava trasparire la mia
rabbia e soprattutto la mia delusione. Non sentii nemmeno se mi aveva
risposto perché ero già fuori. -A cosa
devo tutto questo onore oggi? Ti sei finalmente accorto che sono meglio
di tutte le altre smorfiette che ti girano intorno?- gracidò
Lauren. La sua voce, che in precedenza non mi era sembrata sgradevole,
risuonò fastidiosa alle mie orecchie. Intanto
eravamo entrati in bagno. -Senti
non ti ho portata qui per fare conversazione, avrei
senz’altro scelto qualcun’ altra. Quindi vedi di
piantarla e di darti da fare, altrimenti faccio sempre in tempo a fare
un cambio!- mi guardò con gli occhi spalancati per i miei
modi bruschi, ma non se lo fece ripetere due volte, e finalmente potei
sfogare tutta la mia frustrazione. Ma
nonostante tutto, immaginai che lì con me ci fosse Bella.
Pov Bella
Ero
ancora imbambolata a guardare il punto dove era appena sparito Edward
con quell’oca di Lauren. Immaginai
dove stessero andando e anche cosa avrebbero fatto. La
delusione era veramente cocente e feci un grandissimo sforzo per
ricacciare indietro quelle lacrime che prepotentemente volevano farsi
strada attraverso i miei occhi. Avevo
fatto di tutto quella mattina per cercare di evitarlo,
perché il solo rivederlo mi faceva stare male. Non
sapevo come comportarmi e quindi da buona vigliacca che ero lo avevo
evitato finché era possibile. Ma non
potei fare niente per evitare che un piccolo semino di speranza
attecchisse nel mio cuore. E con il passare delle ore aveva piantato
radici. Speranza che nel momento in cui i nostri occhi si fossero
incrociati avrei potuto vedere in lui, un minimo dell’amore
che mi ero resa conto di provare. La stessa speranza che
pochi istanti prima era stata spazzata via con le sue deboli radici
dalla visione di Edward e Lauren per mano, che uscivano insieme dalla
mensa e dall’indifferenza invece riservata a me, nel
salutarmi. Sì
ormai, ne ero ancora più convinta, la sera precedente, il
suo comportamento era stato solo dettato dalla sconfitta subita! Per
fortuna che avevo incontrato in corridoio quel cretino di Tyler, che ne
aveva subito approfittato per abbracciarmi proprio mentre entravamo,
conscio del fatto che saremmo usciti assieme l’indomani e
pensando quindi di potersi prendere qualche confidenza. Almeno
ci aveva visti insieme e non pensava che sarei stata lì ad
aspettare lui, come tutte le ragazze della scuola. Certo
una magra consolazione, ma sempre meglio di niente. Non
persi però l’occasione di ridimensionare
l’entusiasmo di Tyler, dicendogli che la sera seguente
saremmo stati in gruppo e non da soli. Non era molto contento ma non si
oppose. Lo
salutai e mi avviai al tavolo, dove tutti stavano discutendo dello
strano comportamento di Edward. Non
ebbi nemmeno il tempo di chiedere a cosa si riferissero
perché Jasper fu praticamente assalito da Tanya, che
iniziò a baciargli il collo. Vidi
Alice sbiancare… bene questo poteva solo significare che
anche a lei piaceva Jasper. -Ciao,
ti sono mancata?- disse con una voce sensuale a mio fratello,
noncurante di essere in una mensa piena di gente. Jasper la
scostò in malo modo. Tanya
non mi era mai piaciuta e avevo tremato a fine anno quando aveva
iniziato a tampinare Jasper, perché sapevo che spesso a
ballare, lei e un altro gruppetto, facevano uso di acidi e altre
sostanze abbastanza pesanti, e avevo paura, anche se mi fidavo
ciecamente di mio fratello, che in qualche modo riuscisse a
coinvolgerlo. Poi per fortuna era partita e non l’avevamo
più rivista per tutta l’estate. -Ma
scusa, sbaglio o dovevamo finire un discorso, quando sono partita? Che
c’è hai cambiato idea?- era veramente infastidita,
non era abituata a essere rifiutata. -Non
ricordo nessun discorso lasciato a metà, anzi penso che
avessimo proprio chiuso tutti i discorsi e se non lo erano, lo sono
adesso, quindi aria- quando ci si metteva anche Jasper sapeva essere
molto stronzo con le ragazze. -Be’
sei tu che ci perdi. Ma almeno presentami il tuo amico- e la sua voce
era ritornata sensuale indicando Emmett. D’istinto
guardai Rose, e la vidi irrigidirsi sulla sedia. Tanya
stava sfidando le sorte quel giorno: già Rose non la
sopportava e non perdeva occasione per insultarla, se in più
la mia teoria era giusta, Tanya non avrebbe avuto una bella pausa
pranzo. -Lui
è Emmett, ma non gli piace la roba di seconda mano,
figuriamoci quella di decima o ventesima!!!- intervenne Rose,
fulminandola con gli occhi. Poi
senza dare il tempo a Tanya di capire cosa stesse succedendo, si
rivolse ad Emmett e guardandolo intensamente aggiunse: -O sbaglio?- Emmett
aveva gli occhi spalancati, probabilmente non aspettandosi
l’intervento di Rose, ma subito gli sorrise felice. Si vedeva
che era compiaciuto. Io e
Jasper invece eravamo esterrefatti per la sua audacia, non era proprio
da lei. Sì non aveva detto niente di compromettente, ma per
noi che la conoscevamo bene, era una dichiarazione in piena regola. Ad
Alice invece scappò un risolino, evidentemente aveva capito
anche lei. -Non
sbagli proprio per niente- aggiunse Emmett,stava visibilmente
gongolando. -Ma
come ti permetti, verginella da strapazzo?- urlò Tanya,
richiamando l’attenzione di molti verso il nostro tavolo. Rosalie
la guardò come se fosse una pazza, odiava certe scenate, ma
lasciandoci ancora più sorpresi scoppiò
a ridere. -Da
quando dare della verginella a qualcuno, è un insulto?- e
rise ancora più forte -Ti conviene cambiare pusher,
perché la roba che ti vende ti brucia troppi neuroni e visto
che già ne hai pochi, fatti un po’ due conti e
vedi quanti ne restano- ormai tutti ridevano ed ero sicura di vedere
del fumo uscire dai capelli di Tanya. -Non
finisce qui, stai tranquilla- la minacciò. -Perchè
mi vedi agitata? Sarà meglio che vai anche
dall’oculista, allora- continuò imperterrita
Rosalie. Tanya
se ne andò con la coda tra le gambe, ma conoscendola era
meglio per Rose che stesse in guardia… Sì
perché Tanya sapeva essere molto vendicativa! Ne sapeva
qualcosa la povera Angela, che un giorno, per aver rovesciato
involontariamente uno yogurt addosso a Tanya, si era trovata durante la
pausa pranzo con un intero vassoio di cibo sulla testa e tutti i
presenti che ridevano. Poverina, aveva pianto per ore e per due giorni
non era più venuta neppure a scuola… Intanto
vidi chiaramente gli sguardi intensi che si scambiavano Rose ed Emmett.
Non avevo mai visto Rosalie guardare così un ragazzo! Non
distoglieva gli occhi dai suoi, gli sorrideva ed Emmett ricambiava. Ero
troppo felice per lei, ma ora toccava ad Emmett fare un passo avanti,
perché anche se lui non lo sapeva, Rose aveva fatto anche
troppo per i suoi standard. Non
vedevo l’ora di raccontare la scena a Jake…
avrebbe senz’altro riso per almeno mezz’ora. Ero un
goccino più serena, ero riuscita a dimenticare per un
po’ i miei problemi ma il suono della campanella e il
pensiero di chi avrei avuto vicino nelle due ore successive, mi
riportarono bruscamente alla realtà e mi fecero contorcere
lo stomaco dall’ansia. Mi
avviai mesta e quando arrivai in classe Edward non c’era
ancora. Meglio. A un
certo punto sentii spostare la sedia vicino a me, ma non alzai la testa
dal libro e comunque lui non fece niente per darmi motivo di guardarlo
o salutarlo. Per
fortuna entrò subito il professore e iniziò la
lezione. Cercai di seguire ma in testa avevo ben altro che la
trigonometria. Ad un
certo punto il professore mi fece una domanda, ero il suo bersaglio
preferito, ma non avendola neanche sentita non sapevo cosa rispondere,
non che sarebbe cambiato qualcosa se l’avessi ascoltato. Le mie
gote si stavano già colorando quando Edward mi
sussurrò la risposta. Mi fidai ciecamente ed evitai la
solita ramanzina. Ero
stupita. Prima in mensa non mi aveva quasi salutato, arrivato in classe
idem e ora mi aiutava? Mah,
chi lo capiva era bravo. Anche
quell’orrenda lezione finì e non feci neanche in
tempo a ringraziarlo che era già fuori della classe. Di
solito andavamo sempre insieme a biologia… Quel ragazzo
doveva sicuramente farsi curare.
Pov
Edward
Arrivai
a biologia con il fiatone, perché avevo praticamente corso,
per evitare di parlare con Bella, soprattutto per evitare di dirle cose
spiacevoli, perché il ricordo del braccio di Tyler sulla sua
spalla e di lei che gli parlava amabilmente, mi bruciava ancora. Però
non avevo potuto non aiutarla a trigo. Sapevo che si sentiva
terribilmente in imbarazzo ogni volta che il professore Varner la
riprendeva, e per lui ogni scusa era buona. Quel buono a
nulla… Poco dopo Bella mi
raggiunse, ma dietro di lei entrò subito il professor Banner
che iniziò immediatamente la lezione. -Oggi
lavorerete a coppie- esordì. Fantastico! Di male in peggio. Dopo
aver spiegato quello che dovevamo fare, iniziammo a lavorare. Tra noi
c’era imbarazzo, ci passavamo il materiale per
l’esperimento senza neanche parlare o guardarci, ma a un
certo punto Bella, posò la mano sulla mia, costringendomi a
guardarla. Solo
quel semplice contatto mi mandò in fibrillazione. -Grazie
per trigo, Edward- la sua voce era impregnata di sincerità. -Di
niente- borbottai appena e continuai il lavoro, togliendo la mano da
sotto la sua. -Io non
ti capisco proprio- sbottò arrabbiata -Senza neanche
conoscermi inizi a trattarmi male, in seguito decidi che possiamo
diventare amici, poi ieri sera mi fai delle avance solo per vendicarti
della sconfitta in gara, ma oggi di nuovo non mi rivolgi la
parola… poi però mi salvi in trigo e
adesso di nuovo non mi parli. Scusa se mi permetto, ma soffri di
disturbi multipli della personalità? Perché il
tuo comportamento mi confonde parecchio!- Ero
sbalordito. Era vero! Mi ero comportato come un pazzo! Come poteva non
pensare che fossi uno psicopatico, lo avrei pensato anch’io. Ma una
cosa mi aveva colpito più delle altre… La
guardai: aveva gli occhi lucidi e le guance tutte rosse. Non volevo che
piangesse a causa mia, così cercai di buttarla sul ridere. -Primo,
quando parli prendi un po’ di respiro. Stare con mia sorella
troppo tempo, ti fa male, ha una brutta influenza, su di te- e le
sorrisi. Il suo viso si distese un pochino ma era ancora arrabbiata. -Secondo,
forse soffro veramente di quel disturbo, perché da quando
sono qui a Forks, il mio umore si è messo a ballare la
samba- anche se avrei voluto dirle che era lei che lo influenzava
principalmente, ma mi trattenni. Stavolta le scappò una
risatina. -Terzo…
ti chiedo scusa- e le rivolsi il mio sorriso speciale, quello sghembo
che, a detta di mia madre, avevo ereditato da papà: il
sorriso che l’aveva fatta capitolare.
Sperai facesse lo stesso effetto anche a Bella. -Be’che
ti scusi è già qualcosa. Allora non ce
l’hai con me? Sinceramente non avrei sopportato di tornare a
litigare con te tutto il giorno - mi disse, scuotendo leggermente il
capo. Era dolcissima. Ma poi mi rivenne in mente Tyler e non riuscii a
trattenermi. -Stai
con Tyler adesso? – Il mio tono forse era stato un
po’ troppo acido. -N-no…
perché me lo chiedi?- era sorpresa. -Perché
a mensa sembravate una coppia molto felice!- le risposi, alzando le
sopracciglia, come se la cosa fosse ovvia. Dovevo sapere! -Allora
dal tuo ragionamento devo dedurre che tu stai con Lauren- colpito e
affondato. -No, ma
per un ragazzo è diverso…- la vidi subito
irrigidirsi. -Cosa
vorresti dire Cullen? Che se tu vai a divertirti ogni giorno con
un’oca diversa, sei un mito e se invece voglio divertirmi io,
senza essere impegnata, allora divento una sgualdrina? Non credevo che
fossi così maschilista e per giunta bigotto- ok avevo
esagerato. Non era certo quello che intendevo e ora l’avevo
fatta di nuovo arrabbiare. -Scusa
volevo solo sapere se stavi con Tyler, non era mia intenzione
offenderti in nessun modo e poi non la penso così. Hai
tratto le tue conclusioni facendo solo delle deduzioni e per giunta
sbagliate- ribattei, ma con un tono più pacato. -Ok
lasciamo perdere. Comunque non sto con Tyler, ci stavamo solo mettendo
d’accordo per domani sera- Era
meglio cambiare argomento, non volevo pensare a lei e Tyler soli in
macchina, e poi dovevo assolutamente avere chiarimenti su quello che
aveva detto prima. -Non ho
capito cosa volessi dire prima col fatto che ieri sera mi volevo solo
vendicare- e la guardai negli occhi, ma lei abbassò subito
la testa sull’esperimento che stavamo facendo e
improvvisamente era molto impegnata. -Allora?
Sto aspettando- insistetti. Sospirò
forte e vidi che era di nuovo rossa. -Mi
riferivo al fatto che so benissimo che ieri sera volevi solo vendicarti
per averti tenuta nascosta la mia identità durante
la corsa e soprattutto che ti ho stracciato…- non poteva
pensarla veramente così. Stavo per replicare ma lei
continuò. -Tranquillo
so di non essere per niente il tuo tipo, non sono né bella,
né interessante. Be’ perlomeno per i tuoi canoni.
Ma non sono stupida… Probabilmente per il nervoso, hai
pensato che magari togliendoti una piccola voglia, ti saresti ripreso
in qualche modo una specie di rivincita, ma non sono fatta
così. E’ vero esco anch’io a divertirmi
con i ragazzi, ma non faccio mai le cose troppo alla leggera, non
è nel mio carattere. E sai benissimo quanto ho sofferto per
la presa in giro di cui sono stata vittima. Quindi se mi rispetti anche
solo un minimo, almeno come sorella acquisita o come tua nuova amica,
evita di prenderti gioco di me, perché sono già
stata derisa abbastanza- era molto seria, e la rabbia si
impossessò di nuovo di me. Non poteva pensare che fossi
così meschino. Pensava che non fossi attratto da lei, ma che
volessi solo umiliarla. Ma che razza di persona credeva che fossi?
Stavo per risponderle ma il professore si avvicinò e ci
riprese. -Siete
pregati di concentrarvi sul lavoro, anche se vedo che siete
già a buon punto rispetto agli altri- e se ne
andò alla cattedra. -
Bella, non volevo offenderti in alcun modo. Il mio voleva essere un
complimento, forse ho esagerato. Mi sono fatto prendere dal momento,
dall’eccitazione della gara, ma non volevo assolutamente
offenderti o prenderti in giro. Credimi. E poi chi l’ha detto
che non sei bella o interessante? Ti assicuro che eri una favola con
quella tuta…- mi interruppi perché ormai non
c’era più un punto del suo viso che non fosse
rosso. -Ok,
allora… grazie, ma non pensiamoci più e finiamo
‘sto benedetto esperimento- sospirò e
abbassò di nuovo il capo. La
fissai ancora qualche minuto. Ok era ufficiale: quella ragazza mi
avrebbe fatto impazzire. O lo ero già?
Buongiorno eccomi qui di nuovo!
Avete visto che brava come ho fatto presto?
Innanzitutto una comunicazione. Dalla prossima settimana
posterò il lunedi' e il giovedi'. Spero di accontentare
tutte in questo modo.
Spero vi piaccia il capitolo. In questo devo ringraziare ancora di
più SARA, perchè il pov di Edward è
ricco di sue citazioni e aggiunte. Eh sì, se il capitolo vi
piacerà sarà anche merito suo.
Grazie a tutte di seguirmi.
Ho visto i numeri delle preferite, seguite e da ricordare continuare a
salire, con mio immenso piacere naturalmente.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ora rispondo alle recensioni e poi BUONA LETTURA!!!!!!!!!!
Ma ciaoooooo!!! Bentornata!!!
Tutto bene in vacanza? Spero di sì.
Grazieeeeeee!!!!! Continua a seguire, che da qui in poi le cose si
faranno più interessanti!!!
Ciao! Rosalie è un
mito, ma purtroppo Tanya è un osso duro e non
sarà l'ultima volta che rompe.
Tra i due innamorati tonti inizia a smuoversi qualcosa.... Baci!!!
Sì Bella
l'intelligenza l'ha avuta, invece lui ragiona solo con le parti basse!!!
Mi sa che la mazza ferrata te la presto per Edward, ma in questo
capitolo ti servirà anche per qualcun altro!
Grazie mille bacioni!!!
Tardi è fargli un
complimento!!!
Comunque vedrai che prima o poi ci arriveranno anche loro. Intanto
goditi i capitoli che seguiranno, pieni di avvenimenti!
Bacioni!!!
Sì rimane un po'
stronzo, anche perchè ammettiamolo... un po' stronzo
è ancora più figo!!! Chissà
perchè il ragazzo bastardo attira sempre di più
di quello santarellino!
Finalmente l'hanno capito tutti e due, ma a confessarselo (tra
l'orgoglio di uno e la testardaggine e l'insicurezza dell'altra) ce ne
passa di acqua sotto il ponte....
Bacioni!!!
Ciao, che bello di Genova!!!
Quanti anni hai? Io 35, sono un po' vecchiotta!!!
Tanya è una sgualdrinella che romperà ancora le
scatole, purtroppo....
Rose è un mito e con Emm inizia a smuoversi qualcosina!!!
Bacioni!!!
CAPITOLO 14
NEW MOON
Pov Bella
Era venerdì sera ed eravamo già
arrivati al New Moon, il locale di Sam a Port Angeles, dove andavamo
sempre.
Sam era un dei ragazzi più grandi di La Push, per noi era
come uno zio: da piccoli mio padre ci affidava spesso a lui quando
andavamo in giro per la riserva. Aveva dieci anni più di noi
ed era sposato da cinque con Emily. Jacob era stato il suo testimone ed
io ero la madrina della loro splendida bambina, Maya, di tre anni.
Seth, il fratello di Leah, era già nella sua postazione di
dj e noi ai nostri soliti divanetti.
Alice e Rosalie mi avevano vestita come fossi una bambina incapace di
fare anche la cosa più elementare. Non si erano fidate a
lasciarmi scegliere cosa indossare, ma soprattutto, dopo aver messo sul
letto dei pantaloni di satin nero aderentissimi e un top microscopico
ricoperto di strass, avevano aspettato che mi vestissi. Non mi avevano
permesso nemmeno di farlo in bagno, con un po’ di privacy,
perché sostenevano che avrei trovato il modo di indossare
qualcos’altro, neanche tenessi un cambio nascosto nella
doccia.
Per fortuna almeno sull’intimo non si erano imposte in alcun
modo, andava bene la brasiliana e il reggiseno a fascia neri che
indossavo. Mi avevano fatto calzare dei sandali neri con un tacco
vertiginoso e per finire la tortura mi avevano truccata: un trucco
molto scuro e marcato sugli occhi e un rossetto rosso fuoco sulle
labbra. I capelli mi avevano permesso di lascarli sciolti, ma mi
avevano fatto i boccoli con l’arricciacapelli di Rose. Era
stata un’esperienza tremenda, ma alla fine il risultato
piaceva anche a me, anche se non avrei mai dato a quelle due
pazze la soddisfazione di farglielo sapere, altrimenti chi mi avrebbe
salvata per tutte le altre uscite?
La soddisfazione più grande, però,
l’avevo avuta quando ero scesa dalle scale e avevo visto
Edward, che tra parentesi era uno schianto allucinante, sgranare gli
occhi nel vedermi. Era rimasto senza parole, tanto che Emmett gli aveva
passato la mano davanti alla faccia per farlo riprendere. Ah! 1 per
Bella e 0 per le oche della scuola. Ma il momento era stato rovinato da
Jasper, che si era incazzato da morire, pensando già agli
sviluppi della serata con Tyler. Si era messo a urlare che dovevo
andare a cambiarmi e soprattutto che dovevo coprirmi. Alice
l’aveva subito liquidato con poche parole e lui , stranamente
aveva smesso di inveire borbottando qualcosa come -Ah le donne!- e poi
si era diretto all’uscita senza aspettare nessuno.
Mi sentivo a disagio, perché Tyler continuava a fissarmi
famelico e già in macchina aveva allungato le mani un paio
di volte. Per di più aveva bevuto tanto e non gli si poteva
stare a una spanna di distanza per la forte puzza di alcool del suo
alito.
Ma avevo notato, e con molto piacere, che anche Edward non mi toglieva
gli occhi di dosso, nonostante Lauren gli si fosse appiccicata non
appena arrivati.
Ad un certo punto si avvicinò Tanya e la sua grande amica
Lauren gli presentò Edward. Mi sentii mancare, quelle due
insieme erano veramente pericolose. Edward iniziò a parlare
amabilmente con entrambe e la mia rabbia schizzò alle
stelle.
Decisi di andare a ballare con Alice, Rose e Leah, per scaricare la
tensione ed ero intenzionata a rimanere in pista il più
possibile. Seth metteva una canzone più bella
dell’altra e a un certo punto anche i ragazzi ci raggiunsero.
Cavoli c’era anche Edward con quelle due zoc… che
gli stavano incollate. Una gli ballava davanti e l’altra
dietro. Non stavano affatto ballando, gli si stavano strusciando
addosso e lui ci stava!!! Addirittura Tanya gli stava accarezzando il
sedere e le mani di Edward tenevano i fianchi di Lauren facendola
muovere a tempo contro il suo bacino.
Ok, se volevano la guerra, anch’io ci sapevo andare
giù pesante. Mi avvicinai a Tyler in modo molto seducente e
cominciai a ballare con lui in maniera provocatoria. Lui mi strinse
forte e mentre ballavamo sentivo la sua erezione premere sulla mia
anca. Forse stavo esagerando, ma avevo ottenuto l’attenzione
di Edward, che, anche se continuava a ballare con loro, ora guardava me
e non sembrava per niente contento.
Bene, te la sei cercata. Ma cercato cosa? Magari era solo preoccupato
che Tyler non tenesse le mani a posto, facendo le veci di Jasper, che
era andato con Sam non so a fare cosa. Anzi togliamo pure il
“magari”, perché era
senz’altro così. Di certo non era geloso di me.
Tyler, intanto, si stava facendo prendere la mano e iniziò a
palparmi il sedere. Dovevo trovare il modo di togliermi da quella
situazione sgradevole. Sempre ballando col polipo, che non aveva
nessuna intenzione di mollarmi, mi spostai sotto la
postazione di Seth e gli feci un cenno.
Capendo tutto al volo, fece scemare la canzone e prese la parola al
microfono.
-Ok ragazzi, vi state divertendo?!- urlò. Quel ragazzo era
veramente un peperino e tutti lo amavano, non solo per la sua bravura
al piatto, ma anche per la sua simpatia e bontà
d’animo. Era una perla rara. Lo adoravo!!!
-Sìììììììì!!!-
fu la risposta di tutto il locale.
-Bene, movimentiamo un po’ la serata! Vorrei qui sul mio
palco alcune delle più brave ballerine che io conosca
così ci scateneremo tutti insieme con il tormentone
dell’estate: il Waka Waka!
E altre urla risuonarono dappertutto.
-Daremo così il giusto addio a questa favolosa stagione!
Leah, Rosalie e Bella ci volete raggiungere, bellezze?-
Bene, Tyler era stato costretto a mollarmi e anche le due cozze si
erano staccate da Edward.
Chiesi velocemente ad Alice se sapeva ballarlo, e ad un suo cenno
affermativo, me la trascinai dietro. Passammo davanti alle due arpie,
che ci guardarono invidiose, con le braccia conserte. Erano proprio
incazzate. Era un onore essere chiamati a ballare sul palco
del dj e a loro non era mai capitato, anche perché
saper ballare bene non voleva solo dire strusciarsi addosso a qualcuno
o a un palo: l’unica cosa che pareva sapessero fare. Vidi
anche la faccia meravigliata e incuriosita di Edward. Effettivamente
per lui doveva essere strano pensare a me come a una che ballava bene,
visto che quando camminavo inciampavo in continuazione. Ma ormai
avrebbe dovuto capire che ero strana, se non altro già dalla
storia della gara! Bene, volevo proprio sorprenderlo.
-Ohhh abbiamo una quarta fanciulla- disse Seth- e che a
quanto mi dicono è anche molto in gamba. Bene ragazzi, molti
di voi non la conoscono perché è nuova, ma vi
assicuro che è favolosa! Vi presento Alice Vulcano Cullen,
direttamente da New York- e scoppiarono urla e applausi.
Partì la canzone e noi e tutta la gente in pista
iniziammo i passi di quella danza meravigliosa che metteva addosso
un’energia unica. Era bellissimo veder muovere tutte le
persone in sincrono dalla nostra postazione. E il pensiero che fossimo
noi a dettare il ritmo e i passi che tutti seguivano mi dava una
sensazione di compiacimento.
Durante la nostra performance non persi d’occhio nemmeno un
attimo Edward che, appoggiato con la schiena ad un pilastro, ci
osservava. A causa delle luci non riuscivo a vederlo bene in viso, ma
quello che avevo notato mi piaceva, perché ora non si
lasciava più distrarre dalle moine delle facilone,
nonostante tentassero di stargli incollate e di richiamare la sua
attenzione su di loro. Quasi alla fine del pezzo, vidi che le
mandò via in malo modo. Bene brutte sgualdrinelle, il sesso
a tre andate a farlo con qualcun altro per stasera.
Finita la canzone ci fu un applauso eclatante e scendemmo dal palco.
Nella folla cercai Edward con lo sguardo e vidi che cercava
di avvicinarsi con un gran sorriso… il sorriso sghembo che
mi faceva ogni volta mancare la terra sotto i piedi.
Eravamo a poche persone di distanza quando mi sentii tirare per un
braccio e venni letteralmente trascinata via da Tyler.
Pov Edward
Il mio autocontrollo questa sera era stato messo a dura prova per
troppe volte.
Ancora prima di partire da casa, ero rimasto folgorato dalla visione di
Bella. Anche se avevo fatto una figura di merda perché mio
fratello come suo solito aveva rovinato tutto. Per fortuna che
l’attenzione era stata distolta da me grazie alla scenata di
Jasper quando l’aveva vista vestita in quella maniera.
Poi per tutta la sera, non avevo perso d’occhio Tyler, a cui
avrei voluto spaccare volentieri la faccia, perché stava
sempre appiccato a Bella, allungando un po’ troppo le mani.
Come se non bastasse due allupate mi si erano avvinghiate e
continuavano a strusciarsi addosso a me, e a fare continue battutine su
come mi sarei divertito con tutte e due. Vabbè che ero un
mezzo pervertito e che altri al posto mio avrebbero fatto carte false
per fare sesso con due donne contemporaneamente, ma io non ero proprio
il tipo. Per me certi limiti non si dovevano oltrepassare.
Poi Bella, che fino ad un attimo prima sembrava infastidita da quel
maiale, si era messa a ballare con lui in un maniera molto provocante.
Avevo una rabbia di tali livelli che non riuscivo nemmeno
più a nasconderla, ed ero sicuro che Bella si era certamente
accorta di come li guardavo… Poi per fortuna Seth aveva
interrotto il tutto invitando le ragazze sul palco.
Ero proprio curioso di vederla ballare. Certamente
l’equilibrio non era il suo punto forte, anche se avevo
notato che in pista se la cavava alla grande. Ma un conto è
fare balli da discoteca e un conto fare dei passi ben precisi in una
coreografia.
Fu così che ricevetti il colpo di grazia della serata. Eh
sì! Perché non avevo mai conosciuto una ragazza
così eccitante.
Si muoveva sinuosa, le sue gambe affusolate, slanciate ancora di
più da quei tacchi vertiginosi, si spostavano sicure per il
palco, i fianchi ondeggiavano in maniera provocante e i suoi seni
perfetti, fasciati in quel piccolissimo top che ne esaltava le forme,
ballavano per me una danza tutta mia. Intanto Tanya e Lauren
continuavano a stuzzicarmi, ma io non volevo loro, in quel momento
volevo solo Bella! Le mandai via bruscamente, così da
potermi concentrare di nuovo su quella visione paradisiaca.
Mi persi nelle mie fantasie e immaginai di averla sopra di me con
quegli stessi seni che si muovevano mentre ballavamo la danza
più antica del mondo. Fui risvegliato
dall’applauso fragoroso che risuonò in tutto il
locale.
Senza distogliere il mio sguardo da lei, decisi di andarle incontro,
mentre sul mio volto si era dipinto inconsapevolmente il mio sorriso
sghembo.
Ma ebbi un brusco risveglio perché me la vidi portare via
sotto il naso da Tyler. Cercai subito di seguirli, ma la folla, che
aveva ricominciato a ballare accalcata in pista, me lo
impedì, e così li persi di vista.
Avevo un brutto presentimento. Come me anche Tyler era
senz’altro parecchio eccitato, ma inoltre, cosa
senz’altro più preoccupante, era completamento
ubriaco.
Mi ritrovai a essere sballottato in varie direzioni senza riuscire
più a scorgerli. Intanto, inconsciamente la mia sensazione
di disagio aumentava.
Ogni tanto chiedevo a qualcuno dei nostri se avesse visto Bella, ma la
risposta era sempre negativa.
Jacob mi si avvicinò e mi chiese cosa fosse successo, il
perché fossi così agitato: dovevo essere
estremamente nervoso, in effetti. Gli spiegai in due parole la
situazione e anche lui iniziò a preoccuparsi. Il che mi
agitò ulteriormente. Mi rivelò che sul retro
c’era un posticino dove le coppie di solito si appartavano,
così decidemmo di andare a vedere lì.
Già uscendo dalla porta sul retro, la musica
sembrò molto lontana… il locale era ben
insonorizzato.
Neanche il tempo di guardarci intorno che sentimmo una voce maschile
visibilmente alterata.
-Brutta puttana! Prima mi provochi e poi mi dici di no. Eh
no, non ci si comporta così! Ora tu fai la brava e ma la dai
subito!-. Riconobbi la voce di Tyler, ma era ancora lontana.
Sentimmo un urlo di dolore. Un urlo maschile, per fortuna. Ci fermammo
un attimo, ci guardammo e poi iniziammo a correre, verso il punto da
dove arrivavano le voci.
-Se non mi lasci immediatamente, la prossima volta non avrai neanche
più la forza di parlare, brutto porco!- urlò
Bella, il suo tono sembrava sicuro, ma la voce era stridula e le
tremava: era spaventata. Ora ero veramente incazzato.
-Maledetta, questa me la paghi!- la voce di Tyler era
trasfigurata dalla rabbia, intanto noi correvamo nella direzione da cui
proveniva. Il tempo di girare l’angolo e assistemmo alla
scena che mai avrei voluto vedere, nemmeno nei miei incubi…
Bella era in trappola contro il muro e si teneva il top strappato, e
Tyler aveva una mano sul suo membro e con l’altra
le tirava un sonoro schiaffo che le fece girare la faccia.
Neanche il tempo di rendermi conto che Jacob l’aveva
già atterrato e lo stava riempiendo di pugni.
-No Jake, fermo, non ne vale pena!- urlava Bella.
Io presi Jacob e lo levai di dosso a quell’animale,
altrimenti l’avrebbe senz’altro ammazzato di
botte...
Grazie al mio intervento riprese un po’ di
lucidità, mentre il bastardo si contorceva ancora per terra;
e abbracciò subito Bella.
-Ehi piccola tutto bene? Fammi vedere la guancia, ti fa male?- ora era
improvvisamente dolce e premuroso, nettamente in contrasto con
l’essere di brutale violenza di poco prima.
-Non è niente… sai che ho la pelle dura- gli
rispose, ma la sua voce tremava ancora.
Io ero ancora imbambolato, come uno spettatore esterno, che altro non
può fare se non restare a guardare. Avrei voluto prenderla
io tra le braccia per rassicurarla, avrei voluto prendere io Tyler a
pugni, ma non potevo perché sentivo che Jacob era quello di
cui lei aveva bisogno. Una fitta dolorosa mi attraversò il
petto: il loro legame era molto più forte di quello che
credessi…
-Grazie, ragazzi, se non foste arrivati voi, non so come
sarebbe finita. Grazie Edward- e mi guardò con gli occhi
lucidi. Ero ancora pietrificato e non riuscii nemmeno a risponderle. La
rabbia per la scena a cui avevo assistito non si attenuava, anzi:
più guardavo quel verme e più avevo voglia di
finire il lavoro che Jacob aveva cominciato.
Ad un tratto Jacob si staccò da lei e andò da
Tyler che si stava rialzando a fatica.
Io, finalmente ripresi un po’ di
lucidità, mi avvicinai a Bella e le accarezzai piano la
guancia. Di colpo lei mi abbracciò e iniziò a
singhiozzare forte.
-Shhhh, non ti preoccupare ora sei al sicuro. Va tutto bene, ci sono
io- e mi stupii della mia voce che era appena un sussurro. La mia
salivazione era assente e tutto l’amore che sentivo per lei
esplose come un fuoco d’artificio nel mio corpo e cercai di
donargliene almeno un po’, stringendola forte a me.
-Vieni andiamo dentro, altrimenti ti becchi un malanno- mormorai; ma
lei non si mosse e continuò a piangere sul mio petto.
Sentii Jacob che minacciava Tyler, di starle a metri di distanza
d’ora in poi. Io non riuscivo neanche a guardarlo,
perché non sarei riuscito a farlo andare via sulle sue
gambe… se fosse stato per me, da verme qual era, avrebbe
dovuto solo strisciare! Tyler se ne andò e Jacob
tornò da noi. Intanto Bella si era calmata e Jacob la
guardò serio.
-Ma che diavolo ti è venuto in mente di venire qui con quel
mentecatto, che per di più era ubriaco perso!- le disse
in maniera troppo brutale. Non doveva usare quel tono: Bella
era ancora spaventata e sotto shock! Ok, ora mi stavo davvero
incazzando!
-Non mi sembra proprio il caso di farle la predica adesso!- gli dissi
in malo modo.
-No Jacob ha ragione. Sono stata una cretina- e guardò me e
Jacob con gli occhi colmi di una colpa che non era certamente sua.
-Ma Jake, non è come pensi. Non sono venuta qui con lui
apposta, mi ha trascinata senza che me ne rendessi conto, e non mollava
la presa. Probabilmente prima di uscire avrei dovuto mettermi a urlare,
così mi avrebbe mollato… o magari qualcuno
sarebbe intervenuto, ma non volevo fare scenate, e pensavo di tenerlo a
bada. Pensavo che una volta respirata un po’ d’aria
fresca, gli si schiarissero le idee e sarei riuscita a farlo ragionare.
Non pensavo arrivasse a tanto!- rispose Bella, mortificata.
-Ok scusa, ho esagerato, ma ti giuro che vedere che ti metteva le mani
addosso, mi ha fatto svalvolare- le disse Jacob prendendola tra le
braccia. Quell’abbraccio mi lasciò frustrato e
amareggiato. Ecco con tutto quello che era successo ora ero pure
geloso… Ma si può avere una mente
più bacata?
Bella si staccò e sorrise a Jacob.
-Penso che per un po’ non riuscirà a
usarlo… La ginocchiata nelle palle gliel’ho
assestata in maniera impeccabile, proprio come mi hai insegnato tu!-
esclamò; e noi scoppiammo a ridere.
-E brava la mia sorellina!- esclamò Jacob. COSA?! Era quello
allora il loro legame… un immediato sollievo
rilassò il mio corpo e mi fece… sperare.
-Probabilmente se non avessi dovuto reggerti la maglietta non sarebbe
riuscito neanche a schiaffeggiarti!- affermò Jake.
-E soprattutto se avessi indossato le mie Converse e non questi
tacchi… - e si guardò i sandali sconsolata,
facendo ridere Jacob ancora più forte.
-Con tutta l’autodifesa che ti ho insegnato, non poteva
essere altrimenti!- le disse affettuosamente Jacob con mezzo sorriso.
-Ehi! La ginocchiata gliel’ho tirata io, adesso non ti
prendere tutto il merito, ok?- e gli mollò uno schiaffo sul
braccio, che probabilmente per lui risultava essere giusto una
spolverata.
-A parte gli scherzi, ragazzi… non so come ringraziarvi- e
ci guardò, improvvisamente seria.
-Non devi ringraziare me, ma lui- e Jacob mi indicò.
-E’ stato Edward a cercarti per tutto il locale e ad
avvertirmi- le spiegò.
Bella mi guardò con gli occhi intensi, carichi di
gratitudine. Ero in leggero imbarazzo. Neanche fossi stato un
supereroe…
-Non c’è bisogno che tu dica niente. Mi basta
sapere che ora stai bene- e la abbracciai. Non riuscivo a starle
lontano per più di qualche minuto. Volevo sentirla tra le
mie braccia, specialmente dopo quello che le era appena successo.
-Sarà meglio non dire niente a Jasper- disse Jacob e Bella
si staccò da me. Vuoto, una terribile e opprimente
sensazione di vuoto…
-E’ vero se lo venisse a sapere lo ammezzerebbe. Ti prego
Edward non farti scappare niente con lui!- mi pregò.
-Non ti preoccupare sarò una tomba; ma se ti vede con la
maglia strappata, chiederà spiegazioni sicuramente- aggiunsi
indicando il pezzettino di stoffa che cercava di tenere su.
-E’ vero! Che caspita gli racconto adesso?- e
iniziò a mordersi il labbro inferiore. Avevo notato che lo
faceva sempre quando era nervosa, specialmente quando litigavamo, ed
era un gesto che mi eccitava da morire. Ancora quei
pensieri… BASTA!!!! Per fortuna Jacob ci
prospettò una soluzione.
-Sentite, facciamo così. Voi due fate il giro e aspettatemi
dalla tua macchina, così nessuno vedrà che Bella
ha la maglietta strappata. Io rientro, recupero le vostre giacche dal
guardaroba e ve le porto. Poi andate a casa e io mi
inventerò qualcosa con gli altri. Che so, magari che ti sei
sentita male e che tu gentilmente l’hai riaccompagnata per
non disturbare nessuno. Intanto dico anche ai buttafuori di non far
entrare mai più quello schifoso, anche se dubito che
avrà ancora il coraggio di mettere piede qui dentro. Sempre
che per te vada bene, Edward. Non so se avevi altri
programmi, ti ho visto prima con Lauren e Tanya- mi fece un
sorrisetto complice e alzò le sopracciglia, ammiccando.
-Non ti preoccupare, nessun problema. La accompagno volentieri- gli
risposi, forse un po’ troppo scortesemente. Mi aveva dato
fastidio quello che aveva insinuato davanti a Bella, non volevo che lei
pensasse che preferivo finire la serata con quelle piuttosto che con
lei.
-Ok ci vediamo nel parcheggio- mi guardò un po’
stranito. Probabilmente non capiva il perché del mio
repentino cambiamento di tono, ma non aggiunse altro e
rientrò nel locale.
Noi ci avviammo alla macchina, ma vidi che Bella tremava per il freddo,
o forse per lo shock.
D’istinto la abbracciai e cercai di scaldarla sfregandole le
braccia. Si rilassò un po’ e appoggiò
la testa sulla mia spalla. Come poteva un così semplice
gesto farmi stare così bene? In quel momento nulla mi
mancava.
Ciao a tutte oggi sono un po' di fretta quindi rispondo
veloce alle recensioni e vi posto il capitolo senza dilungarmi tanto!!!
L'unica precisazione che vorrei fare è il solito
ringraziamento alla mia Sara che ha corretto, aggiunto e reso speciale
il capitolo, specialmente la parte che so vi piacerà di
più e che è in gran parte merito suo!
Bacioni a tutte e buona lettura!
Sì devo dire che
Jake ha l'occhio lungo senz'altro più di Bella, che a quanto
hai potuto capire è veramente una tontolona...povera
è solo la sia insicurezza che non la fa accorgere di quanto
Edward sia perso!
Goditi il capitolo! Baci!
Grazie e benvenuta! E' sempre
un piacere enorme leggere che qualcuno adora la fiction, ci metto
l'anima nel scriverla e anche la persona che mi aiuta ci si impegna
tanto. Vedrai che il capitolo sarà di tuo gradimento. Baci!
Grazie Lala, i tuoi commenti
sono sempre meravigliosi! Non sai quanto mi fai felice quando riesci a
recepire tutto quello che ho voluto mettere nel personaggio, ma se il
pov di Edward è stato così bello e profondo il
merito è anche della mia carissima amica Sara!!!
Sono sicira che questo cap. ti piacerà ancora di
più! Bacioni!
Oddio mi fai sentire
vecchissima! L'età dei tuoi? Cavoli però ti hanno
avuta giovani! Meglio ti sembrerà di avere vicino due amici!
Vedrai che ci sarà presto una svolta nel rapporto
tra Ed e Bella, diciamo già da questo chappy!
Baci!
Ginocchiata ben assestata, non
ti preoccupare!
Vedrai che prima o poi questi due riusciranno a capirsi. Intanto inizia
a leggerti il capitolo e gositelo!!!
Bacioni!
Ecco arrivato il
lunedì che tanto hai sospirato! Forse Bella ha capito che
è meglio non esagerare nelle cose!
Ma vedrai che eddino la saprà consolare a dovere!
Per quanto riguarda Alice e Jazz, ci vorrà ancora un po'....
sai Alice è un po' sadica! Ma non ti preoccupare
perchè ho intenzione, quando sarà il momento, di
dedicargli un momento speciale, con magari un loro pov.... ma
non ti assicuro niente, non ho ancora deciso!
grazie di tutto e un bacione!!!
CAPITOLO 15
SCUSA...
Pov Bella
Ero appoggiata alla Volvo e aspettavamo Jake con le nostre giacche.
Edward era di fronte a me e continuava a sfregarmi le braccia per
cercare di riscaldarmi un po’. Continuavo a tremare come una
foglia. Ormai l’adrenalina del momento stava scemando, la
guancia bruciava e sentivo la pelle tirata dal gonfiore e iniziavo a
metabolizzare quello che avevo appena rischiato. E più ci
pensavo più il tremore aumentava. Edward,
accorgendosene, mi abbracciò stretta.
-Non ti preoccupare è tutto finito, ormai quel
bastardo non oserà neanche più avvicinarti- mi
sussurrò con la bocca appoggiata alla mia testa. Affondai
ancora di più il viso nel suo petto.
Sentirlo così vicino e il suo alito solleticarmi i capelli,
mi faceva stare bene e piano piano riuscii a rilassarmi.
Nel frattempo Jacob ci aveva raggiunti.
-Eccovi le giacche. Gli altri non si sono ancora accorti di niente, ma
ho dovuto dirlo a Sam per giustificare il fatto che non deve
più mettere piede nel locale- mi spiegò Jake,
preoccupato.
Smisi di respirare. Sam era anche più protettivo di Jasper.
Mi staccai da Edward e fui colpita da una sensazione di
vuoto…
-No Jake come hai potuto?! Ora lo dirà a Jazz, lo
ammezzeranno e si rovineranno la vita solo per colpa mia, solo
perché sono una stupida! Non dovevo provocarlo in quella
maniera! Come ho potuto farlo!- oramai stavo urlando, ero nel pieno di
una crisi isterica. Per fortuna il parcheggio era ancora vuoto,
altrimenti mi avrebbero presa per una pazza, ma la paura e il senso di
colpa mi attanagliavano.
Jacob mi prese per la braccia e mi scrollò bruscamente per
farmi riprendere il contatto con la realtà. Sapeva che era
l’unico modo per calmarmi quando ero in crisi.
-Bells calmati, non succederà niente di tutto questo! Sam ha
promesso che non gli dirà niente, era molto incazzato ma gli
passerà- cercò di rassicurarmi.
Mi rilassai un po’.
-Mi dici da dove ti vengono certe cazzate?- il tono duro di Edward mi
fece trasalire. Lo guardai e i suoi occhi sembravano persino scuriti
tanta era la rabbia che vi si leggeva.
-Come puoi anche solo pensare per mezzo secondo che sia colpa tua?-
aspettava che rispondessi. Ma io mi sentivo troppo in imbarazzo. Se non
avessi accettato di uscire con Tyler solo per dispetto
perché l’avevo visto con un’altra, se
non lo avessi provocato in pista, solo per farlo ingelosire, tutto
questo non sarebbe successo. Come potevo spiegargli il
perché sapevo che era colpa mia? Me l’ero cercata
e ora ne pagavo le conseguenze.
-E’ vero Bells. Edward ha ragione. Cosa pensi di aver fatto
di tanto grave?- incalzò Jake, con un tono più
dolce e alzandomi il viso in modo che lo guardassi dritto negli occhi.
-E’ colpa mia… Non so cosa mi sia preso
ma mentre ballavamo ho iniziato a farlo eccitare, quando poi mi sono
accorta che stavo oltrepassando il limite allora sono andata a ballare
sul palco, ma questo penso che abbia peggiorato ancora di
più la situazione e quando sono scesa mi ha trascinato
fuori. Sapevo che era ubriaco, era tutta la sera che cercavo di tenerlo
lontano e poi invece…- non riuscii a continuare.
Ormai le lacrime scendevano copiose.
-E allora?- continuò Jake -Cosa pensi, che questo gli abbia
dato il diritto di esagerare? Andiamo Bells sei più
intelligente di così. Pensa un po’ fosse successo
a qualche tua amica, o a Rose o ad Alice. Gli avresti detto che se
l’erano cercata? No non penso proprio- Jake trovava sempre il
modo di farmi ragionare in maniera equilibrata e non come una pazza
isterica.
-Ricorda Bella che una ragazza può dire di no in qualsiasi
momento, anche se si è andati molto avanti. Secondo che
limiti si oltrepassano un uomo può far fatica a fermarsi,
non lo nego, ma DEVE farlo. Perché non siamo animali, siamo
persone guidate dalla ragione e non dagli istinti, ok?- era stato
Edward a parlare ed ero sbalordita dal tono dolce e comprensivo che
aveva usato mentre cercava di farmi capire che io ero la vittima e non
il carnefice.
Annuii e li ringraziai.
-Mi raccomando quando arrivate a casa assicurati che metta del ghiaccio
sulla guancia che è un po’ gonfia- disse rivolto
ad Edward. -Se domani Charlie o Jasper vedessero la tua faccia
capirebbero che c’è qualcosa che non va e tuo
fratello non ci metterebbe molto a fare due più due. Sai che
ha come un sesto senso per queste cose, come se percepisse le
emozioni di ogni persona vicina a lui- continuò Jacob
rivolgendosi a me. Mentre parlava mi fece sedere in macchina, intanto
Edward saliva dalla parte del guidatore. Jake si inginocchiò
vicino a me.
-Ehi piccola me lo fai un sorriso prima di andare?- cercai di sorridere
ma mi uscì una smorfia. -Ma dai che sai fare di meglio! E
poi sono o non sono il tuo sole? E quando c’è il
sole Isabella Swan è felicissima quindi sorridi!-
e stavolta non mi potei trattenere. Era così dolce e gli
volevo un bene dell’anima. Gli diedi un sonoro bacio sulla
guancia e lui mi accarezzò il viso.
-Mi raccomando Edward te la affido- e gli lanciò
un’occhiata che non capii.
-Non ti preoccupare è in buone mani- mise in moto
e partimmo.
Per un po’ il silenzio la fece da padrone. Edward sembrava
teso, arrabbiato. Continuavo a torturarmi il labbro e che con la coda
nell’occhio mi accorsi che spesso si girava a guardarmi.
Non ne potei più di quella tensione: non capivo se ce
l’aveva con me perché gli avevo mandato a monte i
piani per concludere degnamente quello che aveva iniziato in pista.
-Scusa Edward, ti ho rovinato la serata. Probabilmente i tuoi piani con
Lauren e Tanya erano più interessanti che riportare a casa
me- mormorai, abbassando la testa. Nuove lacrime uscirono, senza che
potessi fare niente per fermarle. Ma stavolta non erano dovute a quello
che era successo ma al pensiero di Edward che si intratteneva con
un’altra o addirittura con più di una.
Inchiodò di colpo a bordo strada e tirò due pugni
fortissimi sul volante. Si girò verso di me e mi
fissò.
-Adesso basta!- urlò e io per la sorpresa spalancai gli
occhi. Non capivo la sua reazione, mi faceva paura, il suo volto era
trasfigurato dalla rabbia, anche se sempre bellissimo: sembrava un
glorioso dio della guerra.
-Non voglio più sentirti chiedere scusa, Isabella- Era la
prima volta che usava il mio nome per intero.
-Sto parlando sul serio. Non riesco neanche a pensare lucidamente,
continuo a rivedere la scena di te terrorizzata che ti tieni il top
strappato, in trappola con la schiena al muro… e della sua
mano che scende prepotente sulla tua faccia. Per non parlare
delle parole che ha usato… Vorrei ammazzarlo, e se non mi
avesse preceduto Jake mi ci sarei buttato addosso… ma non so
se sarei riuscito a fermarmi come ha fatto lui- ormai ansimava per la
collera.
La sua voce mentre ripercorreva i fatti era così dura e
schifata che se non avessi visto con i miei occhi che era lui a
parlare, non l’avrei neanche riconosciuta.
Continuò, ma il suo tono cambiò di nuovo, ora era
più dolce con un non so che di sarcastico.
-E tu? Tu cosa fai? Anziché pensare a te stessa, a
quello che ti è successo, chiedi scusa a me per avermi
rovinato la serata? Non smetti mai di stupirmi- e lo vidi scuotere il
capo mentre si rilassava nuovamente.
Senza neanche rendermene conto aveva già rimesso in moto e
viaggiavamo di nuovo tranquilli.
Ero sbalordita. Non sapevo cosa dire, le sue parole mi avevano
spiazzato.
All’inizio, pensavo fosse un ragazzo superficiale, perlomeno
per i rapporti con l’altro sesso; invece
più lo conoscevo e più me ne innamoravo.
Più approfondivo la sua conoscenza, più il
sentimento che provavo si intensificava, e più si
intensificava e maggiore sarebbe stata la mia sofferenza.
Interrupe i miei pensieri.
-Giusto perché tu lo sappia, non sarei mai andato con quelle
due contemporaneamente. Ho anch’io dei limiti nella mia
morale, per quanto ti possa sembrare assurdo. Anzi a dirla tutta, non
avrei finito la mia serata con nessuna delle due, i miei piani erano
altri…- e mi sorrise. Non potei non contraccambiare.
Era stupido ma mi sentivo felice per quello che aveva appena detto. Mi
venne in mento lo sguardo e il sorriso che mi aveva rivolto, mentre ci
avvicinavamo, quando ero scesa dal palco, e quella microscopica
speranza che era stata sradicata, quando l’avevo visto andar
via con Lauren dalla mensa, tornò timidamente ma
ostinatamente, a far capolino come la gramigna che attecchisce ovunque.
No, dovevo tornare con i piedi per terra! Non ero certo tra i suoi
piani di fine serata. Ora si sentiva solo in dovere di starmi vicino
per quel che mi era successo. Niente di più.
Accese un po’ di musica, forse per stemperare la tensione.
-Posso chiederti una cosa personale?- disse, improvvisamente, con la
sua voce soave.
-Dimmi- se me lo chiedeva con quel tono gli avrei detto tutto, anche il
colore dell’intimo che indossavo! Bella!!! Ma cosa vai a
pensare?
-Che rapporto c’è tra te e Jacob? Come mai lo
chiami il tuo sole? Anche lui stasera si è definito
così- la sua voce adesso era titubante, sembrava quasi
temesse la risposta.
-Io e Jake siamo cresciuti insieme e ci vogliamo un sacco di bene. Io
personalmente lo adoro e la cosa è reciproca. Ogni volta che
ero triste per qualcosa, o mi facevo male, o gli altri bambini mi
prendevano in giro, lui interveniva sempre riportando il sorriso sul
mio volto. Allora mia mamma aveva iniziato a dire che Jacob per me era
come il sole che rischiara le giornate buie, perché mi
metteva sempre di buonumore. Era convinta che da adulti ci saremmo
messi insieme. Ci prendeva sempre in giro per questo. Se non ci fosse
stato lui, quando mia mamma se n’è andata non so
come avrei fatto. Poi crescendo abbiamo iniziato a credere a quelle
parole e così un giorno parlando, poco prima che mi mettessi
con Dylan, ci siamo detti “perché no,
proviamo”. Poco dopo ci baciammo- non riuscii a trattenermi e
scoppiai a ridere. Al solo pensiero delle nostre facce quel giorno non
potei farne a meno. Edward mi guardava con le sopracciglia aggrottate,
confuso, non capiva perché non smettessi di ridere,
così mi ricomposi e continuai.
-Scusa ma non ho potuto farne a meno. Vedi, quando le sue
labbra si posarono sulle mie e le nostre lingue si intrecciarono, io mi
staccai subito perché ebbi un conato di vomito- Lo vidi
spalancare gli occhi.
-Sì hai capito bene. Ho vomitato, è stato
inevitabile. Era come se avessi baciato Jasper- al solo pensiero mi
ritornava la nausea.
-E Jacob?- ora anche lui sorrideva.
-Be’ lui non vomitò, anzi si arrabbiò
moltissimo, era proprio offeso!- e risi ancora. -Ma dopo pochi minuti
scoppiò a ridere e disse che anche per lui era stato molto
strano, come se avesse baciato una delle sue sorelle. Ci prendiamo
ancora in giro per quella storia- non riuscivo a smettere di ridere.
Edward non smetteva di sorridere.
-E io che credevo che il ragazzo che ti piace fosse lui – lo
guardai con una smorfia di disgusto.
-No decisamente no- e ridemmo di nuovo tutti e due.
Intanto eravamo arrivati a casa, anche perché
guidava come un pazzo, e parcheggiammo in garage.
La casa era immersa nel silenzio, Esme e mio padre dormivano. Ci
dirigemmo in cucina senza fare rumore e
prese la busta di ghiaccio sintetico dall’armadietto dei
medicinali.
-Andiamo in camera tua, così ti cambi, ti fai una doccia
rilassante e poi cerchiamo di far sgonfiare quella guancia, che
è anche parecchio rossa- mi sussurrò.
Il mio cuore subì un’accelerata. Io e lui in
camera mia. Non è una buona idea, urlava il mio cervello.
-Non è il caso che tu mi assista, posso fare da sola. Sarai
stanco, vai pure a dormire, hai fatto fin troppo- ma da una parte
speravo insistesse.
-Non se ne parla nemmeno, ho promesso a Jacob di prendermi cura di te e
lo farò. Forza cammina, saliamo- e mi spinse gentilmente su
per le scale.
Entrammo in camera e stavo per accendere la luce, quando la sua mano si
posò sulla mia, fermandomi. Deglutii a fatica e ormai il
cuore non lo sentivo più tanto andava veloce.
-E’ meglio che non l’accendi. La tua camera
dà sulla strada e se arrivano gli altri, vedendo che sei
ancora sveglia, potrebbero venire a vedere come stai e si
accorgerebbero della guancia- non ci avevo pensato. E come avrei
potuto, quando era così vicino, il mio cervello andava in
pensione.
-Ok, dovrei avere una pila qui nel cassetto, almeno per prendere il
pigiama- ma la sua mano non mi mollava.
L’elettricità iniziò a scorrere
potente. Ero pietrificata, oramai i muscoli non rispondevano
più. Era come se anche loro si rifiutassero di interrompere
quel semplice contatto che tante emozioni mi donava. La sua mano era
grande e calda e la immaginai percorrere il mio corpo delicatamente. Il
mio respiro si fece più veloce e profondo, come se mi
mancasse l’aria. Tutto a un tratto senza neanche rendermene
conto, tanto ero immersa nelle mie fantasie e sensazioni, me lo
ritrovai davanti… Mi guardava intensamente e mi persi nel
suo sguardo che ero quasi sicura brillasse di desiderio quanto il
mio… Al buio i suoi occhi sembravano ancora più
grandi, come se mi volessero scavare dentro, fino in fondo
all’anima. D’improvviso mi lasciò la
mano e dandomi la schiena andò a sedersi sul letto. Mi
riscossi improvvisamente imbarazzata ma soprattutto delusa. Ma cosa
credevo, che mi avrebbe baciata? Lui era lì solo per
aiutarmi, non gli piacevo nemmeno, dovevo smetterla di illudermi, avrei
evitato una figuraccia. Probabilmente gli facevo anche pena in questo
momento. I miei occhi si fecero improvvisamente lucidi, e ringraziai il
buio della stanza. Presi la pila, il cambio, maledicendomi per la mia
avversione per la moda. In questo momento avrei tanto voluto possedere
un indumento che indossato non mi facesse sembrare una bambina piccola.
Andai a farmi una doccia il più velocemente possibile.
Nonostante sapessi che non mi desiderava, volevo tornare da lui e
bearmi della sua vicinanza, finché era possibile.
Pov Edward
Ero seduto sul letto di Bella e mi guardavo intorno. Era la prima volta
che entravo nella sua camera. Ero emozionato. Ma si può?
Devo ancora abituarmi a tutte queste sensazioni che mi investono anche
per le più piccole cazzate che riguardano lei.
Cercavo di non pensare che lei era oltre quella porta, completamente
nuda, sotto la doccia. Più cercavo di non pensarci e
più mi sentivo accaldato ed eccitato.
Possibile che con quello che le era accaduto io non potessi pensare ad
altro? Non ero migliore di quel porco se, nel momento in cui lei aveva
bisogno di conforto, io pensavo invece a baciarla.
E prima c’ero andato talmente vicino, per
l’ennesima volta in pochi giorni, che mi ero vergognato di me
stesso. Se lo avessi fatto cosa avrebbe potuto pensare di me?
Sicuramente che ero ai livelli di Tyler, che cercassi di approfittarmi
di una sua debolezza, e fu solo quel pensiero, il pensiero di vedere la
delusione dipingersi sul suo viso, che mi aveva fatto desistere e
staccarmi da lei, anche se per un momento ero stato convinto che fosse
la cosa che più desiderava anche lei.
Sì sogna!
Mi ridestai dai miei pensieri sentendo la porta del bagno aprirsi.
Bella uscì: indossava un pigiama buffissimo, con tanti
orsacchiotti. La guardai alzando un sopracciglio. Per me era bellissima
comunque, anche avesse indossato un sacco della spazzatura, e ancora
non mi capacitavo di come non se ne rendesse conto, ma volevo prenderla
un po’ in giro.
-Carinaaa! Quanti anni hai? Cinque?- e sghignazzai.
Sbuffò. Cavoli si era offesa!
-Senti sono un tipo cui piacciono le cose semplici, anche se non ho
più l’età per gli orsacchiotti- e mi
fece una linguaccia. Era dolcissima.
Alzai le mani in segno di resa, scuotendo la testa e sorridendo. -Stavo
scherzando, sei molto carina anzi direi proprio deliziosa-
senza rendermene conto le parole erano uscite dalla mia bocca e Bella
arrossì e prese a mordersi il labbro. Era nervosa. Forse la
mettevo a disagio, avevo esagerato. Di nuovo! Cercai di rimediare,
facendo l’indifferente.
-Dai vieni, mettiti sotto le coperte che cerchiamo di curare la tua
guancia- fece come le avevo detto e si sedette a gambe incrociate con
la schiena appoggiata alla testiera del letto. Mi avvicinai e le
poggiai il ghiaccio. Certo potevo darglielo e andarmene, ma non ci
riuscivo. Volevo prolungare quel momento il più possibile.
Bella continuava a muoversi, per il freddo sulla sua guancia.
-Vuoi stare ferma? Se non lo tieni appoggiato non servirà a
niente. Sembra che hai le tarantole nel letto!- le dissi ridendo. Fece
una smorfia buffa.
-E’ troppo freddo! Mi brucia la guancia- il suo tono era
lamentoso come una bambina capricciosa.
-Ma va! Ma pensa, il ghiaccio freddo, non lo avrei mai detto! Sembri
una bambina. Pensa a Charlie e Jasper se si accorgono del gonfiore e
cerca di resistere- e mi avvicinai ancora di più davanti a
lei per evitare che si muovesse troppo. La mia mano sinistra era
appoggiata sul letto vicino alla sua coscia destra e con
l’altra le tenevo il ghiaccio.
-Ora sta ferma e non ti muovere- le sussurrai. Ma la mia voce era
uscita un po’ troppo roca. La desideravo…
I nostri volti erano vicinissimi. Mi ritrovai per l’ennesima
volta ad affogare in quel mare di cioccolata e come un naufrago che in
balia delle onde cerca l’aria per poter sopravvivere, allo
stesso modo il mio cervello aveva bisogno del contatto con quelle
labbra per non soccombere. Avevo bisogno di ossigeno, avevo bisogno di
un suo bacio.
-Non ti muovere…- e molto lentamente mi avvicinai ancora.
Ero come attirato da una calamita potentissima, non potevo fare a meno
di avanzare verso il suo viso. Lei era ferma e non si ritraeva. Come me
continuava a fissarmi con una luce di desiderio negli occhi.
-Ferma…- le sussurrai ancora e oramai le nostre labbra
distavano pochi centimetri e si stavano sfiorando appena. Deglutii a
vuoto, non sapevo cosa fare. Non volevo fare il primo passo, temevo una
sua reazione di rifiuto... ma la verità era che non avevo
mai desiderato così intensamente un bacio, neanche quando
avevo dato il mio primo bacio. Fui attratto irresistibilmente dalle sue
labbra che oramai fissavo bramoso. Avevo smesso di respirare tanta era
l’eccitazione, e anche lei era in apnea... anche lei mi
desiderava! Ogni mia irrazionale paura si sciolse come neve al sole:
mai come in quel momento fui sicuro che l’unica donna che
avrei mai voluto era proprio lì, davanti a me. Consapevole
di questa assoluta verità non resistetti più e
decisi di approfondire il mio contatto con questa creatura eccezionale.
Non volevo che si spaventasse, volevo essere dolce e tenero; con
movimenti attenti e lentissimi avvicinai il mio viso al suo; inspirai e
respirai la fragranza del suo profumo inebriante e poggiai le mie
labbra sulle sue. Sentii una scossa percorrermi lungo tutto il corpo.
Finalmente mi gustai la tenerezza di quella bocca tanto agognata: era
carnosa, morbida, invitante e calda. Chissà cosa stava
provando lei in quel momento, se stava assaporando le mie stesse
emozioni… Volevo vedere la sua espressione. Aprii gli occhi
e la guardai estasiato: era piena di felicità. Questa
sensazione mi fece impazzire: volevo di più, volevo un bacio
più profondo. Dischiusi le labbra e con la mia lingua
accarezzai il delicato contorno delle sue; poi leccai, succhiai,
mordicchiai quella meravigliosa bocca rosso fuoco. Ero meravigliato
dalle miriadi di sensazioni che mi investivano come un treno in
corsa…
Le sue labbra, la sua bocca… sarei stato ore ed ore a
baciarla. Dopo poco sentii la sua risposta e finalmente ad un certo
punto anche lei dischiuse le labbra come un invito ed io non mi feci
pregare… le sue labbra si aprirono e la sua bocca
cominciò ad assecondare la mia. La sua lingua cercava la
mia, mi piaceva il suo sapore. Entrai con la mia dentro la sua bocca e
le accarezzai il palato. Andai alla ricerca della sua e finalmente la
trovai. Le nostre lingue iniziarono una danza senza tempo. Avevo la
testa che mi girava, mi sentivo in estasi. Non avevo mai provato una
cosa del genere, mai… Non avevo mai provato queste emozioni,
mai mi ero sentito così… I baci che avevo dato e
che mi erano stati dati si annullarono tutti, a confronto con questo:
il primo vero bacio! La sentivo fremere e sospirare e questo mandava
ancora di più in tilt il mio cervello. Senza interrompere il
contatto si mise in ginocchio, appoggiando il suo corpo al mio. Rimasi
piacevolmente sorpreso da quell’audacia. Anche Bella tremava
e fremeva… anche lei mi voleva come la desideravo
io… Ora ne ero convinto.
Infilò le mani nei miei capelli in maniera molto passionale
Mi fece impazzire quel gesto: mai avevo permesso ad un’altra
di toccare i miei capelli, mi aveva sempre dato fastidio, ma con lei
era diverso… era tutto diverso! E le mie braccia, in
risposta, le cinsero la schiena e i fianchi. La presi per i fianchi e
spingendola ardentemente sul letto, mi adagiai sopra di lei, attento a
non pesarle addosso; e le nostre lingue ricominciarono con gioia a
danzare, a inseguirsi, a intrecciarsi. Non riuscivo più a
pensare, quel bacio mi stava portando in paradiso. Sentirla sotto di me
era una sensazione di puro piacere, fisico e mentale insieme. Quanto
avevo desiderato quel momento… dalla prima volta che
l’avevo vista. E ancora di più mi resi conto di
quanto fossi perdutamente innamorato di lei! Continuavamo a baciarci,
senza neanche staccarci per prendere aria… non mi importava
di soffocare, sarei morto su quelle labbra che mi stavano spalancando
le porte del paradiso…
Anche Bella era presa da quel bacio: ricominciò a riempirmi
di carezze, ricolma di baci da offrirmi. Ed io potevo solo lasciarmi
trasportare da quell’ondata di tenerezza e passione che mi
investì; avevo sofferto e fatto soffrire coloro che amavo
così tanto nella mia vita! Avevo bisogno di sentirmi amato.
Sì, amore era la parola giusta: io Edward Cullen ero una
persona assetata d’amore…
Le sue mani mi stringevano forte, come se avesse avuto paura che
allentando la presa, sarei scappato (come se fosse
possibile!)… e alternavano la schiena ai miei capelli: ogni
sua carezza mi mandava in estasi. Mi faceva desiderare di
più, sempre di più…
La mia erezione ormai evidente, premeva contro il suo bacino, ma lei
non ne fu spaventata, e non fece niente per scostarsi, anzi; sentivo il
suo bacino spingere contro il mio, in maniera estremamente naturale. In
quel magico istante compresi che anche lei ricercava il piacere, un
piacere che solo io potevo donarle, perché lei era MIA, la
mia donna… Non poteva e non doveva essere di nessun
altro… solo MIA!!
Sentimmo il rumore degli pneumatici nel vialetto e delle luci
illuminarono un po’ la stanza. Mi alzai di scatto e il vuoto
che sentii staccandomi da lei mi colpì come una fucilata,
riportandomi alla realtà.
Bella era sul letto col respiro ancora accelerato, le guance
completamente in fiamme e gli occhi lucidi per l’eccitazione.
Ci guardammo per un lungo istante. Non riuscivo a dire niente.
Veramente non riuscivo neanche a pensare... il massimo che il mio corpo
riusciva a fare era inspirare ed espirare, solo quello. Ero
completamente frastornato. Sentii chiudere la porta
d’ingresso.
-Scusa, è meglio che vada nella mia camera- mormorai con un
roco sussurro, e senza darle il tempo di dire niente, uscii dalla sua
stanza. Appoggiai la schiena alla porta e mi lasciai scivolare
giù. Avevo il fiatone! E tutto per un solo bacio…
Sentii gli altri salire, così mi riscossi e mi infilai
velocemente in bagno per farmi una doccia e cercare di rilassarmi. Ma
il risultato fu veramente scarso, perché continuavo a
pensare e ripensare a quello che era appena successo. Mio dio che
bacio! Ero ancora completamente scosso. Se non fossero arrivati gli
altri, non so come sarebbe finita. Perché anche se il bacio
era stato sensazionale, sapevo che in realtà il mio corpo
avrebbe preteso di più, molto di più. La bramavo
con ogni fibra del mio essere. Il suo respiro, il suo profumo, la sua
pelle, la sua bocca, i suoi capelli e poi sentirla prigioniera sotto di
me, così arrendevole, ma allo stesso tempo così
viva, così passionale….
Chissà cosa pensava Bella… In quel momento avrei
tanto voluto leggerle nel pensiero!
Regolai il getto dell’acqua sul freddo, ma neanche questo
funzionò; così decisi a malincuore di procurarmi
piacere da solo, almeno mi sarei calmato un po’. Che patetica
soluzione! Da quanti anni ormai non lo facevo? Non ne avevo avuto
più bisogno da quando avevo iniziato a fare sesso
regolarmente. Ma come mi sono ridotto!!! L’ho sempre detto io
che l’amore fa male!
Ritornai in camera mia e quasi mi venne un colpo perché mi
accorsi che non ero solo….
-Ehm… Ciao- dissi sorpreso e imbarazzato al ricordo di
quello che mi era appena successo.
-Vorrei parlarti un attimo, se non sei troppo stanco…-.
capitolo 16
Ciao bellezze!!! Ho visto che il capitolo del bacio ha
riscosso un enorme successo!!! Non sapete quanto mi avete
fatto
felice!!! Sono anche meravigliata dal fatto che la lista dei seguiti,
da ricordare e soprattutto dei preferiti continui a crescere
vertiginosamente!!! GRAZIE MILLE A TUTTE!!!!
E un GRAZIE speciale anche da SARA che vi ringrazia di tutti i
complimenti per il bellissimo bacio. Eh sì se è
diventato
così speciale è gran parte per merito suo!
Sinceramente non pensavo che una semplice storia, che racconta
solamente la quotidianetà che potremmo vivere tutti,
riscuotesse
un simile seguito. Ma d'altronde anche a me piacciono molto le storie
in cui sono tutti umani e si raccontano semplicemente le situazioni,
più o meno ingarbugliate dei protagonisti!
In questo capitolo, saprete finalmente (dopo aver fatto mille
supposizioni) chi c'è in stanza con Edward! Ma soprattutto
scoprirete qualcosa in più sulla vita precedente del nostro
amato protagonista e non solo di lui.
Ringrazio come sempre SARA, per aver corretto tutto e avermi aiutato a
dare un bel tono al dialogo!!!
Bacioni a tutte e buona lettura!!!
Prima rispondo alle recensioni.
MaRtA HaLe:grazie
Marta! Sono felice che ti sia piaciuto tutto il capitolo e non solo il
bacio! Sì con questo abbiamo fatto dei passi avanti... ma
chissà... vedremo! Comunque per ALice e Jasper stai
tranquilla... mi ci sto dedicando proprio in questi giorni, anche se
però si tratta di capitoli più in
là... dovrai
pazientare! Baci! bellina97:
ciao!!!
Non ti preoccupare... ti posso anticipare che le coppie sono quelle
della zia Steph, anche perchè non mi piace mischiare e
purtroppo
l'ho già dovuto fare con Esme e Charlie, anche se devo
confessare che mi sembra così strano che stiano assieme...
lo so
sono fulminata!
Per quanto riguarda il quando si formeranno, dovrai ancora
pazientare!!! Baci! Nerak:
ciao! Sì sono sadica, ma spero che tu abbia rirpeso a
respirare
con calma, altrimenti da lunedì non so se sarai ancora viva
per
scoprire chi c'è in camera di Ed! Sono strafelice di averti
emozionato così tanto col capitolo e spero che anche questo
ti
piaccia, anche se ti anticipo che sarà moooolto
più
tranquillo! Baci! Lalayasha:
ciao Lala! felicissima che tu abbia apprezzato così tanto il
chappy! Sì sono un po' tanto insicuri, oltre che testoni.
Per
Bella e Jake mi sono ispirata ad una mia amica che dopo aver baciato un
amico gli ha fatto così schifo che gli sono venuti i conati
di
vomito.... vabbè lei era anche ubriaca persa e penso che
questo
abbia contribuito molto, ma mi piaceva metterlo proprio per rimarcare
che tra loro c'è e ci potrà essere
sempre e SOLO
amicizia fraterna! Bacioni! laura88:
ciao, sono contenta che oltre che seguirmi e piacerti la mia
storia, tu abbia voluto stavolta fermarti anche a scrivere due parole.
Fanno sempre molto piacere. Ti ringrazio per tutti i complimenti e mi
scuso per la lunghezza dei capitoli... forse ti sarai accorta che i
primi erano un po' più corti, ma man mano che andavo avanti
con
la storia, si sono allungati, perchè (anche su consiglio
della
mia carissima amica che revisiona il mio operato) mi sembrava che i
personaggi avessero bisogno di più approfondimento. A
cercare di
farli più corti mi sembrerebbe di non riuscire a far capire
bene
i loro sentimenti e le situazioni a chi legge, e a dividerli invece mi
parrebbe di spezzare la continuità del capitolo. Scusa!
Sì Edward era proprio emozionato per il bacio, anzi...
eccitato!!! Bacioni!!! lampra:
ciao
e benvenuta! Fa sempre piacere una nuova lettrice o se seguivi
già, grazie di aver trovato il tempo di recensire. Come
già comunicato posterò sempre, salvo imprevisti,
il
lunedì e il giovedì. Sono felice che ti sia
piaciuto il
capitolo e spero di continuare a incuriosirti sempre in modo da farmi
seguire per tutta la storia! Grazie e bacioni! vanderbit:
grazie mille di tutto, anche per le rassicurazioni sul fatto che non
sia vecchia!!! Eh sì la mamma è sempre la mamma e
anche
la mia, essendo molto giovane, è la mia migliore amica!
Comunque
tornando ai nostri Ed e Bella... sì si sono finalmente
baciati!
Era ora... Ora vedremo che succede! Bacionisssimi!!! giova71:
finalmente si sono baciati. Chissà se basterà per
farli
finalmente mettere insieme... o faranno un passo indietro? Mah...
vedremo! Grazie e baci! ashar:
ciao!!!!
Sì mi sono ispirata al film, perchè
quel bacio mi
fa impazzire veramente!!! Peccato che si interrompa troppo presto...
bè il mio è durato un po' di più!!!
Tanto che
Edward ha dovuto continuare da solo!! Hi hi hi!! Vediamo con chi deve
parlare in camera! Grazie e baci! Austen95:
Edward non è mai stanco!!! Ma più avanti qualcuno
ci penserà a stancarlo.... Baci! sara_cullen:
ciao moreeeee!!! Hai visto come è piaciuto il bacio in cui
hai
contribuito fortemente ad agitare gli ormoni? Bravissima!!!! Vai a
vedere chi c'è in camera con Edward, che magari non lo
ricordi!!! Hi hi hi! Bacioni!!! sandy69:
ciao! Praticamente mi hai detto quasi tutti! Ci potrebbe
essere
chiunque, ma una cosa posso anticiparla. Una delle supposizioni l'hai
azzeccata, ora non ti resta che andare a leggere chi c'è con
Ed!
Grazie e baci! barbara_f:
grazie barbara!!! Devo dire che è anche uno dei
miei preferiti! Insieme 'sti due fanno scintille! Bacioni! Lau8910:
grazie
di tutto e anche per aver recensito! Eh hai capito che Bella
è
un'insicura cronica purtroppo! Ma vedremo... Comunque la cosa certa
è che tra poco le cose inizieranno a movimentarsi... un po'
per
tutti! shally:
grazie, a quanto ho capito ti è proprio piaciuto! bacioni!
CAPITOLO
16
CONSIGLI
Pov
Edward
Dannazione!
Perché mi sentivo in colpa? In fondo lui non sapeva un bel
niente.
-Certo, dimmi tutto- e mi sedetti sul letto.
-E’ vero che Bella non stava bene?- mi chiese. Ero spiazzato;
possibile che avesse saputo cosa era successo al locale? No, non
sarebbe stato così calmo…
-Sì, aveva un forte mal di testa. Infatti si è
portata un
po’ di ghiaccio in camera, da mettere sulla fronte- spiegai
tentando di bluffare. Se fosse andato a controllarla, almeno avrebbe
saputo il perché della presenza della busta del ghiaccio.
-Mmm… e come mai l’hai accompagnata tu? Tyler
dov’era?- volle sapere. Certo che Jasper era proprio furbo!
Dovevo stare attento a non farmi scappare niente, altrimenti Bella non
me l’avrebbe mai perdonato. Perciò provai ad
imbastire una
storiella abbastanza plausibile.
-Ho visto Bella che chiedeva a Tyler di riaccompagnarla a casa; ma mi
sono accorto che era troppo ubriaco per guidare, o perlomeno per
portare lei. Così mi sono intromesso tra loro e le ho detto
che
l’avrei riportata a casa io- mi stavo arrampicando sugli
specchi,
ne ero consapevole; speravo solo di non scivolare.
L’importante
era mantenere un tono tranquillo, quasi indifferente e non abbassare il
mio sguardo.
-E Tyler non si è opposto?- mi chiese stupito e sospettoso.
Sì, aveva ragione: effettivamente quel Tyler non era il tipo
da
farsi portare via la ragazza da sotto il naso…
-Veramente sì! Ha protestato e anche un po’ troppo
pesantemente, lo sai com’è quel Crowley, no?
Così
l’hanno sbattuto fuori, dicendogli di non mettere
più
piede nel locale- raccontai; perfetto!... ecco, così ogni
particolare sarebbe combaciato; non mi restava altro che cercare di
avvertire Bella della nuova versione, altrimenti se Jasper le avesse
chiesto qualcosa e lei gli avesse propinato un’altra storia,
sarebbe scoppiato un putiferio incasinato.
-E perché hai rinunciato alla serata che ti si prospettava
con
quelle due ‘fanciulle morigerate’ per portare a
casa la mia
sorellina?- chiese con tono inquisitorio; che razza di mastino testardo
e cocciuto! Non mollava mai l’osso! Stavo iniziando a
innervosirmi sul serio. Decisi di cambiare discorso.
-Jasper volevi parlarmi di qualcosa in particolare, o avevi intenzione
di farmi il terzo grado?- ringhiai veramente incazzato.
-Volevo solo darti due consigli da…
“fratello”- mi avvisò; e mimò
le virgolette con le mani.
-Bella è una ragazza che all’apparenza
può sembrare
forte e sicura di sé, per il suo carattere aperto e
spigliato,
ma ti assicuro che in realtà è tutto il
contrario.
E’ una ragazza molto dolce e timida, e tremendamente
insicura. Te
ne puoi facilmente accorgere da tutte le volte che arrossisce
involontariamente…- mi spiegò. Certo che me
n’ero
accorto! Adoravo il colorito e la luce che assumeva il suo volto quando
era in preda a forti emozioni… o quando, imbarazzata, si
mordeva
il labbro inferiore rendendolo ancor più rosso
fuoco…
-Pensa di non essere mai all’altezza di una situazione o di
qualcuno. E il suo atteggiamento spavaldo a volte
è solo
una maschera. Anche se lei non mi ha mai detto niente, sono sicuro che
soffriva come un cane i primi giorni, ogni volta che tu la trattavi
male…- affermò. Già, lo avevo visto
con i miei
occhi… ed inoltre ci stavo male anch’io! E sapere
che ero
io la causa della sua sofferenza mi aveva fatto sentire ancora peggio!
-Quindi come puoi ben comprendere è una ragazza estremamente
fragile. Ci vuole un niente per distruggerla. Nonostante le batoste
della vita, si è sempre rialzata a testa alta; ma
l’ha
fatto con molta fatica e perdendo comunque un pezzetto del suo cuore.
Capirai quindi che non voglio assolutamente vederla soffrire!-
esclamò serio. Lo comprendevo benissimo: il dolore e le
lacrime
di Bella mi erano entrati nel profondo, ed erano divenuti anche parte
di me.
-Ho notato come la guardi, Edward. Ho sempre avuto un sesto senso per
certe cose, specialmente se riguardano lei. Mi dispiace, non
è
mia intenzione offenderti in nessuna maniera, ma so come tratti le
ragazze e non voglio assolutamente che Bella faccia parte della tua
lista!- concluse con uno sguardo truce.
Ero sbalordito, allibito, senza parole. Il mio silenzio lo spinse a
continuare.
-Forse Bella mi ammazzerà per quello che sto per dirti, ma
lo
devo fare, per il suo bene. Nonostante quello che si pensi a scuola
Bella… è ancora vergine- mi rivelò; lo
guardai ad
occhi spalancati, sempre più esterrefatto e lui mi sorrise
freddamente.
-Sì hai capito bene, ‘fratello’! Non
è mai
stata con un ragazzo, perlomeno non fino in fondo. Quindi se pensavi di
portartela a letto, cambia pure i tuoi programmi e soprattutto stai
lontano da lei! Le faresti solo del male- esclamò con rabbia
trattenuta a stento. A quelle parole mi ripresi.
-Cos’è una minaccia?- gli chiesi con una smorfia
di disappunto sul volto.
-No Edward, assolutamente. Il mio è un semplice
consiglio… fraterno- mi rispose con una determinazione negli
occhi che faceva quasi paura. Jasper sapeva essere molto autoritario,
mi sentivo più in soggezione con lui, riguardo a Bella, che
con
Charlie.
-Jasper, per me lei non è come le altre. Io… ci
tengo
molto a lei- e risposi al suo sguardo indagatore con fermezza. Doveva
capire! Ma io dovevo essere più chiaro…
-Penso di
essermi… innamorato- affermai.
Scoppiò a ridere, ma era una risata amara.
-Ah, ah! Innamorato! Ma dai, Edward! Sai cosa vuol dire quella parola,
almeno? Non penso proprio che essere innamorati di una persona
significhi strusciarsi con Tanya e Lauren, come ti ho visto fare questa
sera- esclamò. NO! Era ingiusto! Io non avevo fatto nulla!
Erano
quelle due oche che si erano avvinghiate a me, non il contrario!
-Jasper, non penso di dover rendere conto a te di quello che faccio;
ma voglio comunque spiegarti come stanno le cose. Stasera ti
assicuro che non sono andato io a cercare quelle due. Sono loro che mi
hanno cercato!- cercai di fargli capire che quella non era una
situazione che avevo voluto creare io.
-E’ proprio questo il punto Edward! Tu non hai detto di no!
Tu
sei stato al loro gioco. Ti piace essere corteggiato dalle ragazze, ti
piace come si comportano con te, ti piace che cadano ai tuoi piedi, che
sospirino al tuo passaggio e non fai niente per allontanarle.
Ti
fai prendere dal gioco e così Bella soffrirà.
Soffrirà perché, ammesso che tu decida di avere
una
storia seria con lei, come mi stai facendo capire, non so se
riusciresti a resistere se dovesse ricapitare. Le ragazze ti girano
intorno, tu le attrai come un magnete. Ci sarà sempre
qualcuna
più spudorata che proverà a portarti a letto,
nonostante
tu sia impegnato; e allora tu cosa farai? Avrai la forza di
allontanarla o ti sarai già stufato della solita routine con
mia
sorella e cederai? So che non possiamo prevedere il futuro,
ma
prima di buttarti con Bella ti chiedo solo di essere il più
sicuro possibile…-mi pregò. Aveva ragione! Dio,
se
l’aveva!
-E secondo me il modo migliore per iniziare un percorso serio
è
quello di dimostrare a tutti e soprattutto a lei, che non sei
più il tipo di ragazzo che se ne passa due o tre al
giorno… e che usa le donne come fossero carta straccia-
esclamò. Sì, condividevo ogni parola di Jasper.
Ma sarei
riuscito a modificare radicalmente il mio atteggiamento?
-Intanto è una prova anche per te, per vedere se riesci a
resistere, o se il sesso ti manca troppo. Perché ti ricordo
che,
essendo Bella ancora vergine, non so che intenzioni abbia con
te… anche se a dire il vero, non l’ho
mai vista
guardare qualcuno come guarda te. Ma metti in conto che potrebbe anche
non aver intenzione di fare sesso, o almeno non per il momento-
concluse.
Ne dubitavo fortemente, visto il bacio che ci eravamo scambiati. Mmm,
il bacio…
Cavoli e adesso come potevo fare con lei? Volevo accettare il
consiglio di Jasper, perché l’ultima cosa che
desideravo
era vederla soffrire; ma come potevo tirarmi indietro? Cosa le avrei
detto?! “Scusa, ma mi sono sbagliato, è meglio
aspettare”?! Ma andiamo!
-Mi prometti che almeno ci penserai?- insistette ancora.
-Sì non ti preoccupare non voglio assolutamente che lei
soffra.
Grazie per essere stato così sincero con me. Avresti potuto
solo
ordinarmi di starle lontano… ma sapevi che avresti ottenuto
proprio il contrario, vero?- lo provocai con mezzo sorriso. Sapevo che
mi conosceva bene…
-Certo che lo sapevo… io e te siamo molto simili, anche se
anch’io… sto tentando di cambiare- mi disse un
po’
titubante e un sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra.
Già!
Avevo capito a chi si riferiva…
-E in questo cambiamento centra per caso un piccolo folletto?- lo
stuzzicai malizioso e vidi Jasper arrossire.
-Be’ a quanto pare non è solo una prerogativa di
tua
sorella quella di arrossire- lo schernii, e scoppiai a ridere. Avevo
notato che si innervosiva quando c’era Alice nei paraggi; che
quando qualcuno la nominava i suoi occhi all’istante
guizzavano
in quella direzione; che non poteva fare a meno di stare
nella
stessa stanza quando lei era in casa; che le dava ragione su tutto; che
s’incupiva quando un ragazzo le faceva il filo, come la
serata
alla riserva…
Non bisognava essere uno dell’FBI per capirlo:
c’erano
tanti piccoli indizi che sommati insieme portavano ad
un’unica
soluzione…
-Non ti faccio la predica che dovrei perché tutte
le
parole che mi hai detto sai benissimo che valgono anche nel tuo caso; e
quindi non c’è bisogno di aggiungere altro!-
affermai; ma
dalla sua espressione cupa capii che qualcos’altro forse
c’era.
-O sbaglio?- gli chiesi alzando un sopracciglio.
-Vedi… io con Alice non so assolutamente come comportarmi!
E’ frustrante. Sono sempre riuscito a comprendere le emozioni
altrui, è una specie di dono, ma con lei… non ci
riesco.
Lei è sempre allegra, solare, gentile, divertente, ride e
scherza; ma lo fa con tutti in eguale maniera. Non mi ha mai fatto
capire se potrei avere una possibilità o no…
Quando mi si
avvicinano le ragazze per chiedermi di uscire, vedo che si irrigidisce,
sembra scocciata, e quando le allontano, si rilassa; ma poi non mi
dà il minimo segno per potermi fare avanti. Fossimo in
un’altra situazione avrei già fatto il primo
passo, ma
capisci bene che se poi non ricambia, la convivenza tra noi
diventerebbe piuttosto imbarazzante! E io inizierei a stare male in
casa mia. In questi giorni vedere la persona che mi è
entrata
nel cuore, essere corteggiata da un sacco di ragazzi, vederla sorridere
agli altri, o accarezzare il braccio di qualcuno anche solo
distrattamente è stato… è
stato… Non
lo so, Edward! Non riesco neppure più a esprimermi come si
deve
quando si parla di lei. E’ come se il mio cervello si
scollegasse
dalla connessione ad alta velocità ed entrasse in
modalità stand-by- si crucciò.
Non avevo mai sentito Jasper parlare così tanto come
stasera. Mi
dispiaceva per la sua situazione, mi avrebbe fatto piacere
aiutarlo…
-Sinceramente non so cosa dirti, Jasper. Non so se Alice ti ricambia,
ma potrei cercare di capirlo. Già il fatto che sembri
scocciata
quando ti si avvicinano le altre ragazze è un buon inizio.
Di
solito non le dà fastidio se la persona non le interessa,
anzi!
Lei cerca sempre di fare da cupido per qualcuno…
è la sua
fissa! Sai il suo lato “facciamo i cazzi degli altri che mi
diverto tanto”- mimai la sua gestualità e Jasper
scoppiò a ridere. Ma decisi di raccontargli di
più,
volevo che capisse Alice.
-Quello che ti posso dire con certezza, è che una come lei
nota
molte cose, è una brava osservatrice. Quindi se le
interessi,
certamente si sarà accorta del tuo cambiamento. Mi riferisco
al
fatto che i primi giorni non facevi altro che uscire con le ragazze e
ora invece non lo fai più da un pezzo. E
senz’altro
apprezzerà questa cosa. Però non so altro per il
momento.
Perché non provi a chiedere a Bella? Magari le ha detto
qualcosa, si è confidata con lei…- lo consigliai.
Si sa
che le ragazze chiacchierano tra di loro, no? E credo che, tra le
fanciulle, l’argomento ‘maschietti’ sia
in genere
discusso, analizzato e sviscerato abbondantemente… Io da
parte
mia avrei sondato il terreno con Bella e avrei provato a ricavare
qualche informazione interessante.
-Non lo so, anche mia sorella quando entra in modalità
“facciamo i cazzi degli altri” può
diventare
parecchio irritante. Per adesso vediamo come procede la situazione,
sono solo un po’ agitato per il matrimonio alla riserva. Non
vorrei che qualcuno si facesse avanti con Alice…- si
preoccupò mentre si torturava le mani dall’ansia.
Probabilmente si riferiva a Quil e Paul. Lo comprendevo perfettamente:
come mi ero sentito io riguardo a Jake, Tyler, Embry? Geloso, geloso
marcio! Provai a dargli il consiglio che io stesso avevo deciso di
seguire. Magari avrebbe funzionato per entrambi…
-E tu non dargli la possibilità di farlo. Cerca di stare
sempre
con lei, invitala a ballare spesso; e magari ballando e standole
così vicino, ti renderai conto anche se lei è
attratta da
te o no. Io dal canto mio cercherò di sapere qualcosa- gli
promisi. Dopo la mia affermazione scese rapidamente il silenzio; di
certo eravamo tutti e due molto imbarazzati dai discorsi appena fatti.
Sembravamo due ragazzine alla prima cotta, non due uomini esperti! Ad
onor del vero, dovevo ammetterlo almeno con me stesso, avevamo
sicuramente abbondante esperienza in campo di incontri fugaci, ma in
quello delle relazioni… eravamo entrambi immaturi ed
inesperti,
come due bambinetti.
-Ok grazie per avermi lasciato parlare Edward, mi ha fatto molto
piacere. E sappi che se le cose con Bella dovessero funzionare, ne
sarei molto felice. Però nonostante tutte le confidenze di
questa sera…- si interruppe: in quel momento era tornato
molto
serio e i suoi occhi erano di nuovo duri e freddi come il ghiaccio
-…se la farai soffrire prendendola in giro, non vedrai
l’ora di partire per il college, perché la tua
permanenza
fino ad allora diventerà un inferno, te lo posso assicurare.
Ma
adesso è molto tardi sarà meglio che andiamo a
dormire,
buonanotte- si girò, andò alla porta e quando
stava per
uscire si fermò ancora un attimo e guardandomi mi disse:
-Grazie… fratello!- ed uscì.
Erano già cinque minuti che Jasper se n’era andato
e io
ero ancora lì in piedi, nello stesso punto di quando
parlavamo.
Mille cose mi frullavano per la testa e non sapevo come riordinarle: le
parole di Jasper, le sue confidenze su Alice, la serata al locale, lo
schiaffo di Tyler, il viaggio in macchina con Bella, le sue confidenze
su Jake, e non da ultimo… il meraviglioso bacio con lei!
Scossi
un po’ la testa come per riordinare le idee. Innanzitutto
dovevo
avvertire Bella in qualche modo della storia che avevo propinato a
Jasper.
Ero indeciso su cosa fare: avevo una voglia matta di vederla e di
riprendere da dove avevamo interrotto, ma dopo il discorso di Jasper
ero sicuro che non fosse la soluzione giusta.
Almeno una volta dovevo comportarmi da persona matura e piantarla di
porre i miei interessi davanti a quelli degli altri.
Ripensai inevitabilmente a quanto fossi già stato egoista e
stronzo negli ultimi anni…
Non avevo pensato a nessuno, non mi ero attaccato a nessuno, nemmeno a
un amico. Mi importava solo della mia famiglia, anche se, per quasi un
anno, non mi ero comportato bene neanche con loro. Come avevo fatto a
diventare così?
Lo sapevo bene come… da quando era morto mio padre.
Non riuscivo ad accettare la sua morte; lo ritenevo colpevole di averci
abbandonato. Che stupido ero stato, come se avesse avuto scelta. Quel
maledetto incidente se l’era portato via sotto i nostri occhi
e
io avevo incolpato lui.
Ripercorsi con la mente quello che era successo e mi resi conto di
tutto il male fatto a mia madre, a Emmett e a Alice nell’anno
successivo alla morte di mio padre.
Da bravo e serio ragazzo qual ero avevo iniziato a uscire con pessime
compagnie. Fumavo, bevevo moltissimo, e spesso ero così
ubriaco
e sfatto che i miei compagni di sballo erano costretti a riportarmi a
casa svenuto; partecipavo a gare di moto illegali, scappando via di
casa a notte fonda e lasciando in continua apprensione mia mamma.
Poverina! Quante notti insonni che le avevo fatto passare…
A causa del mio comportamento autodistruttivo, avevo inoltre fatto
perdere un anno di scuola ad Emmett, che si era sentito in dovere di
badare alla mamma, sempre più disperata e angosciata per la
situazione di ansia e tensione che le stavo facendo subire ogni giorno..
E poi, abbastanza presto, conobbi le gioie del sesso…
Era la soluzione perfetta per me! In quel modo avevo trovato la mia
valvola di sfogo ideale a tutto il dolore che continuamente provocavo
ai miei familiari: fare sesso ogni giorno mi serviva per ricaricarmi di
adrenalina e di eccitazione, per farmi provare che la vita non mi
riservava solo sofferenze, che la vita poteva dare emozioni potenti a
chi se le sapeva prendere con orgoglio e decisione… e a me
non
serviva altro… ero appagato e stavo bene con me stesso.
Questo
significava fare sesso per me: notevole ed egoistico appagamento
fisico.
Perciò lasciai perdere tutti gli altri pessimi comportamenti
dannosi, riportando la pace in famiglia. Almeno mia madre si era
rasserenata ed eravamo ritornati ad essere una famiglia unita.
In effetti ,nonostante tutto quello che avevo combinato, mia mamma mi
aveva riaccolto come se nulla fosse successo e Emm ed Alice erano stati
grandiosi: non mi avevano mai rinfacciato niente. Anche per questo ci
adoravamo ed eravamo sempre insieme.
Cosa dovevo fare con Bella? Decisi di scriverle un biglietto, dove
spiegavo ciò che avevo detto a Jasper, e glielo infilai
sotto la
porta.
Non si sentiva alcun rumore provenire dall’interno.
Chissà
se stava già dormendo o stava ripensando a quanto successo
tra
noi?
E se invece, nonostante quello che aveva detto suo fratello, io non le
interessavo? Sapevo che non era una facile, non avevo dubbi, ma si sa
la carne è debole e magari tutta la situazione
l’aveva
portata a rispondere al bacio… Dio com’ero stufo
di farmi
tutte queste paranoie mentali! Non poteva essere più
semplice?
Andai a letto sperando che un sonno ristoratore mi aiutasse a capire
come avrei dovuto comportarmi dal giorno seguente con Bella, ma invece
di dormire mi ritrovai a pensare a tutta la serata e specialmente al
viaggio di ritorno in macchina con lei.
Mi aveva proprio fatto incazzare! Mi ero dovuto persino fermare,
perché avevo paura di andare a sbattere da qualche parte,
tanto
la rabbia mi accecava.
Come poteva anche solo pensare che mi avesse rovinato la serata?
La cosa che più mi infastidiva erano le mie colpe!
Sì… perché se la pensava
così era solo
colpa mia e di nessun’altro. Non di Tanya, non di Lauren, ma
solo
mia e del mio stupido comportamento avuto da quando ero arrivato in
questo posto.
Come poteva non pensare che avessi preferito una scopata invece che
passare del tempo anche solo a chiacchierare con lei? Non le avevo dato
motivo per credere nient’altro.
Lei era così pura e sincera… Lo capii ancora di
più quando mi raccontò del suo bacio con
Jake…
un’altra magari se ne sarebbe vergognata, ma lei no! Lei non
faceva mai quello che mi aspettavo.
Il mio era stato un sollievo enorme: poter finalmente capire il loro
rapporto, anche se ancora un po’ di gelosia rimaneva per il
loro
speciale legame… Legame che avrei voluto avere io con lei.
Perché di lei volevo assolutamente tutto: l’anima,
il
corpo, lo spirito e qualsiasi tipo di alchimia che si può
creare
con un’altra persona… TUTTO!
Perso nei miei pensieri, senza nemmeno accorgermi, scivolai nel sonno.
Capitolo 18 *** Cap. 17: E' successo e basta... ***
Cap. 17
Ciao ragazze! Brutto periodo, poco movimentato
per le
fiction! Penso che molte di voi saranno in ferie in questi giorni, ma
visto che io non vado da nessuna parte, continuerò lo stesso
a
postare e chi non potrà leggere subito lo farà
quando
torna trovando magari 3 o 4 capitoli!!!!
Ok siamo alla resa dei conti. Dopo il tanto sospirato bacio e il
discorso tra Edward e Jasper, cosa succederà? Edward si
tirerà indietro? Bella come si comporterà? Buona
lettura!!! Il mio solito
ringraziamento a SARA che ha corretto e dato quel suo tocco speciale al
capitolo. Rispondo alle recensioni e vi lascio alla lettura.
Ah ancora un'ultima cosa. Sono felicissima che il capitolo del dialogo
tra Jasper e Edward vi sia piaciuto così tanto!
Sinceramente , visto il bacio del precedente, pensavo vi
aspettaste qualcosa di più. Grazie mille a tutte
quante!!!!!!!!!!
Ciao Marta! Ehhhhh
chissà se Edward
si allontana o se ormai i suoi sentimenti sono così forti,
da
non riuscire più ad aspettare? Sulle intenzioni di Alice si
saprà qualcosa nel prossimo capitolo, il 18. Buona
lettura!!!! E grazie mille per tutto!
Ciao! Mi spiace ma non era
Bella. Non
sarebbe stato realistico se lo avesse seguito in camera. Tra la sua
insicurezza e il fatto che lui se ne sia andato senza dirle una parola
di quello che era successo, Bella non avrebbe mai avuto il coraggio di
fiondarsi in camera sua per chiarire. Bacioni e grazie!
Ormai Edward ha messo la testa
a posto, ma
sai com'è Bella!!! Troppo insicura.... avrà il
coraggio
di ammettere i suoi sentimenti? Ed Edward cosa farà dopo il
consiglio di Jasper? Buona lettura! Grazie e bacioni.
Ciao Lala immaginavi bene! Era
proprio
Jasper! E comunque anche se ha fatto la predica a Edward, anche lui si
è dichiarato! Non sono tuti e due teneroni? Non ti
preoccupare
il fatidico momento che stai tanto aspettando si avvicina sempre di
più!!! Baciotti!
Ciao barbara!!! Ma quanto
è carino
anche Jasper? Mi piace proprio e sto cercando di valorizzarlo sempre di
più!!! Anche se ci vorranno ancora un po' di capitoli, come
certamente saprai!!! Baci!!! Grazie di seguirmi anche qui!!!
Ciao! Su Bella hai proprio
ragione!
Supera Edward alla grande riguardo a paranoie! Chissà se
Edward
seguirà il consiglio di Jasper? Aspetterà prima
di farsi
avanti o non potrà più aspettare? Ti tocca solo
leggere e
lo saprai presto! Bacioni e grazie!!!
Ciao Karen! Certo che ne hai
di
fantasia! Non c'ero proprio arrivata a 'sta cosa del nome al contrario!
Grazie di esserti spiegata, mi hai tolto una curiosità.
Sono molto contenta che ti piacciano i capitoli in cui le persone si
spiegano, perchè nella mia storia ce ne saranno molti. Anche
perchè secondo me il dialogo è fondamentale in
qualsiasi
tipo di rapporto, ma in special modo in una relazione. E quindi quando
sarà il momento tutto si spiegherà, anche il
più
piccolo comportamento all'inizio!
Bacioni e grazie!.
Wowwww Laura che
complimentoni!!!!
Grazie mille!!! Mi fai arrossire. Pensavo che non ti andasse bene la
lunghezza, e invece avevo capito male. Scusami ancora. Comunque sono
d'accordo con te. Anch'io in alcune fiction ho trovato i capitoli
lunghi un po' noiosetti, ed è strano perchè se la
storia
mi interessa, più il capitolo è lungo e
più sono
contenta, perchè significa che c'è più
da leggere.
Sono contenta che ti sia piaciuto il dialogo tra Edward e Jasper. Mi
sembrava giusto mettere un chiarimento tra i due visto che Jasper adora
Bella ed è così protettivo con lei. Sarebbe
sembrato
strano che non interferisse per niente. E poi così ho colto
l'occasione per fargli esternare i suoi sentimenti per Alice!
Grazie ancora e bacioni!!!
Ciao ashar! Hai ragione sono
tutti sulla stessa barca... ma proprio tutti!!! Chissà cosa
succederà ora?
Edward riuscirà a resistere alle tentazioni d'ora in poi o
si
lascerà coinvolgere ancora con altre ragazze? Mah! Penso
proprio
che stavolta abbia preso una di quelle batoste che lo farà
rinsavire un po'! Bacioni!
Ciao socia!!!! Mi manchi
tanto!!! Almeno goditi la vacanza!!! Bacioni!!!
CAPITOLO
17
E' successo e basta...
Pov Bella
Finalmente era domenica, il tanto atteso giorno del matrimonio.
Erano le sei di mattina e io, Rose ed Alice eravamo già in
cucina a far colazione. Alice, come al solito non si poteva contenere,
tanto era elettrizzata, e iniziava a far agitare anche noi.
Jasper aveva portato papà già da
mezz’ora alla
riserva. Gli aveva fatto credere che sarebbe andato ad una battuta di
pesca con lui, Billy ed Harry, il papà di Leah e Seth. Non
sapeva cosa lo aspettava, aveva già là tutto
l’occorrente per vestirsi. Ci aveva messo un po’
per
convincerlo, perché non voleva lasciare Esme tutto il giorno
da
sola, dato che il giorno prima non si erano praticamente visti. Che
dolce!!! Mi faceva un po’ effetto vederlo così
innamorato.
Noi invece dovevamo occuparci di Esme.
Il giorno prima, sabato, approfittando del fatto che papà
sarebbe stato occupato tutto la giornata con il lavoro, noi ragazze
l’avevamo portata a Seattle, con la scusa di farle vedere la
città. Naturalmente era tutto programmato.
Dopo averle fatto un giro al mattino, molto veloce, ci eravamo recate
nel più grande centro commerciale dove, unilateralmente,
Alice
aveva deciso di rifarmi il guardaroba. Era stata una vera tortura: mi
aveva costretto a provare una miriade di indumenti uno più
piccolo e imbarazzante dell’altro. L’avevo
avvertita che
non avrei mai messo quella roba, ma lei, per tutta risposta, mi aveva
minacciata che mi avrebbe fatto sparire tutti i jeans, le tute e le
felpe di notte mentre dormivo, e chissà perché le
credetti… Il pomeriggio lo avevamo passato nel
più
rinomato centro estetico della città, dove Alice ci aveva
già fissato un appuntamento per un trattamento completo:
sauna
nel bagno turco, peeling del corpo, depilazione, pulizia del viso,
sopracciglia, doccia solare e la cosa che mi era piaciuta da morire, un
massaggio completo rilassante. Poi dopo un lungo idromassaggio, eravamo
passate ai capelli, con una piega liscia, così che Rose
sarebbe
riuscita a farci delle belle acconciature per l’indomani.
Nonostante la parentesi dello shopping sfrenato, ci eravamo proprio
divertite. Esme ed Alice erano meravigliose, si stava molto bene in
loro compagnia: mi ero resa conto che mi mancava molto una figura
materna, non che Esme potesse in qualche modo sostituire mia madre, ma
in pochi giorni era riuscita a farsi volere bene, come
d’altronde
ci erano riusciti anche tutti i suoi figli.
Già i suoi figli…
Edward era stato nei miei pensieri tutto il sabato. Non
l’avevo
visto per niente. Eravamo partite presto, prima che i ragazzi
scendessero a fare colazione, e quando eravamo arrivate la sera, dopo
cena, loro erano già usciti.
Chissà con chi era. Con quale ragazza era…
Per tutto il giorno non avevo fatto altro che ripensare a quanto
successo la sera precedente… e ogni volta immancabilmente
arrossivo, tanto che se ne erano accorte pure Alice e Rose, che mi
avevano tempestato di domande. Ero riuscita a glissare le risposte con
delle scuse anche perché c’era Esme e non volevo
sapesse
assolutamente niente. Era già abbastanza imbarazzante
parlarne
con loro, sempre che ne avessi mai avuto il coraggio. Mi vergognavo da
morire… gli ero praticamente saltata addosso, non che lui si
fosse tirato indietro, ma si sa, era abituato a farsi tutte le ragazze,
aveva una certa reputazione… io no!
Non ero riuscita a controllarmi, quel ragazzo mi faceva uscire fuori di
testa.
Dal momento in cui ero uscita dalla doccia era stata tutta
un’escalation di emozioni sempre più forti!
Già solo quando mi aveva detto che ero deliziosa con un tono
di
voce molto sensuale, mi aveva fatto battere forte il cuore. Mentre mi
lavavo ero riuscita a convincermi a non sperare che succedesse
qualcosa, dopo il suo distacco improvviso in camera, e poi, invece, era
bastata una misera parolina, per farmi emozionare e sperare di nuovo.
Mi aveva poi fatta sedere sul letto e mi teneva il ghiaccio,
rimproverandomi del fatto che non stessi ferma, proprio come si fa con
una bambina… e io ero rimasta di nuovo delusa, e le mie
paure e
insicurezze si erano di nuovo fatte avanti. Lui non mi vedeva come una
ragazza, ma come una sorellina da proteggere, e questo mi aveva fatto
molto male.
Poi d’improvviso, l’atmosfera era cambiata,
c’era
elettricità nell’aria, la sentivo, la
percepivo…
L’espressione del suo viso era cambiata sembrava…
teso, i
suoi occhi erano cambiati… esprimevano desiderio ne ero
sicura,
come ero certa che anche i miei lo esprimessero.
Il suo corpo si accostava sempre più al mio, ogni secondo
che
passava guadagnava qualche centimetro… il suo viso piano
piano
si faceva sempre più vicino al mio. Continuava a dirmi di
restare ferma, di non muovermi… e chi ci sarebbe riuscita?
Io no
di certo! I miei muscoli non ne volevano sapere di interrompere quel
momento, come se al solo minimo movimento si sarebbe potuta spezzare
quella magia che si era creata. Speravo con ogni fibra del mio essere
che mi baciasse, lo volevo tanto intensamente che ero convinta che se
non lo avesse fatto avrei sentito un dolore fisico. Era sempre
più vicino e oramai ci sfioravamo, lo vidi deglutire nervoso
ed
io… io avevo smesso di respirare, tanta era
l’attesa… Ma non pensavo assolutamente
all’aria che
mi mancava, ma solo al fatto che volevo quel bacio… e
finalmente
arrivò… e mille sensazioni esplosero nella mia
testa e
nel mio corpo.
Oddio quelle labbra che tanto avevo sognato erano appoggiate
delicatamente sulle mie…
Non era uno di quei baci che gli avevo visto dare tante
volte…
no, era dolce e tenero, sembrava avesse quasi paura di violare una cosa
sacra, era come se stesse venerando le mie labbra. Le leccò,
le
succhiò, le mordicchiò e io ero un metro sopra il
cielo,
sì perché era così che mi faceva
sentire: felice e
leggera come non mai. Avevo tanto desiderato quel bacio, ma neanche nei
miei sogni era stato così meraviglioso… ora era
completo
perché in quel momento potevo sentire anche il suo
profumo… era fantastico, sapeva di miele e lillà
e
mi stava inebriando i sensi… ma volevo di più,
volevo
sentire il suo sapore e perdermici…
Schiusi un po’ la bocca, sperando che accettasse il
mio
invito e lui non perse tempo ed entrò timidamente per
assaporare
quello che io gli offrivo. Ero sicura che in quel momento i nostri
desideri collimassero perfettamente e tutte le mie insicurezze caddero,
facendomi diventare più audace di quello che avrei mai
pensato
di essere… e fu in quel momento che praticamente gli saltai
addosso.
Le mie mani percorrevano la sua schiena, ma quello che mi diede
più appagamento fu poter finalmente immergere le mani in
quei
capelli che mi facevano impazzire. Era da quando l’avevo
conosciuto che volevo toccarli, accarezzarli, verificarne la morbidezza
ed era anche meglio di quello che immaginavo.
Mi resi conto che tremavo persino dalla voglia di sentire le sue mani
sul mio corpo e lui, come accogliendo la mia silenziosa richiesta, mi
prese per i fianchi e mi fece sdraiare sotto di lui.
Quel semplice gesto era pura estasi per me, e quando sentii la sua
eccitazione premere sul mio bacino, non mi imbarazzai neanche un
attimo, perché mi sembrava la cosa più naturale
del
mondo.. Io lo amavo! Dio quanto lo amavo e mi sarei concessa a lui
senza remore, perché lo volevo tanto intensamente da stare
male.
Ma quel momento idilliaco era stato rovinato. Rovinato non
dall’arrivo degli altri, ma dalla sua reazione!
Di colpo si era staccato da me, e dopo esserci guardati, aveva deciso
di andarsene, senza dirmi niente e senza tornare neanche dopo che gli
altri erano andati a letto. Anzi mi aveva fatto scivolare un
bigliettino sotto la porta dove mi spiegava cosa dire a Jasper il
giorno seguente… non aveva neanche avuto il coraggio di
dirmelo
in faccia. Sicuramente si era pentito di quello che aveva
fatto…
Le mie debolezze tornarono prepotentemente, riportandomi con i piedi
per terra: la sua era stata solo una reazione al momento.
Mentre ci baciavamo nei suoi occhi mi era parso di scorgervi amore, ma
sapevo che era solo una mia illusione, perché non mi amava
di
certo; il suo era stato puro desiderio, in fondo anch’io,
seppur
insignificante, ero pur sempre una donna…
E ora al solo ripensarci e al solo rivederlo, mi sentivo morire. Non
sapevo più come comportarmi.
Le opzioni che avevo preso in considerazione erano due:
1 fare la persona matura e parlargli. Chiedergli spiegazioni del
perché mi avesse baciato. Non era riuscito a tenere a bada
gli
ormoni? Ero come le altre per lui? Una da una botta e via? Oppure anche
lui provava qualcosa per me? O ancora peggio gli avevo fatto
pena
per quello che mi era successo?
2 comportarmi da immatura e fare finta di niente. Parlargli normalmente
come se non mi aspettassi qualcosa da lui. Fare
l’indifferente e
aspettare che facesse il primo passo.
Ma chi volevo prendere in giro? Sapevo benissimo qual era la strada
giusta da seguire ed ero altrettanto sicura che avrei scelto
l’altra perché ero codarda e vigliacca.
Avevo paura di avere una di quelle delusioni, che ti segnano per tutta
la vita, prostrandoti l’animo e il corpo.
Sì perché ero sicura che non mi ricambiasse e
sentirmelo
dire in faccia mi avrebbe procurato un dolore talmente intenso che non
mi sarei ripresa per un bel po’ di tempo.
E se avesse fatto finta di niente anche lui?
Allora avrei saputo che quel bacio non era stato importante,
ma
solo una debolezza del momento, una voglia da togliersi, e almeno mi
sarei messa il cuore in pace… Il cuore…
altro che
in pace, il cuore mi si sarebbe spezzato! Però avrei
sofferto,
senza che lui lo sapesse, senza rendermi ridicola ai suoi
occhi…
una magra consolazione, ma mi procurava un minimo di
sollievo…
Ero talmente presa dai miei ragionamenti che non mi accorsi che Emmett
ed Edward erano entrati in cucina.
-Buongiorno principesse!- brontolò Emmett; -Bella la vita
ieri,
eh? A farvi coccolare e vezzeggiare tutto il giorno, e noi a lavorare
alla riserva come degli schiavi fino a notte fonda- si
autocommiserò, con un broncio da bambino piccolo che vuole
essere consolato.
Ecco dov’erano! Allora lui non era con una ragazza…
Lo guardai di sfuggita e vidi che mi fissava. Distolsi subito lo
sguardo, non riuscivo a sostenerne l’intensità.
-Ad ognuno il suo compito!- tagliò corto Alice con una
linguaccia.
-Io quella lingua qualche giorno te la taglio sorellina,
così
finalmente avremmo un po’ di pace- ribattè Emmett
serio.
-Non credere di risolvere il problema, stai tranquillo che troverebbe
lo stesso il modo di tormentarci- mi intromisi, facendo scoppiare a
ridere tutti.
-Ehi! Ma tu da che parte stai?- mi chiese Alice, visibilmente offesa.
-Quando si tratta di te, sempre dalla loro! Ti ricordo che mi hai
torturato sottoponendomi a ore di shopping sfrenato con il pessimo
risultato di avermi riempito l’armadio di cose talmente
striminzite che andrebbero bene a una bambina di tre anni,
anzi…
non so nemmeno se la coprirebbero!- e appoggiai la schiena alla sedia,
incrociando le braccia al petto, come a dichiarare chiuso il discorso
shopping.
Alice mi fulminò con gli occhi e si
lanciò in uno
dei suoi monologhi su quanto poco apprezzassi i suoi sforzi per
rendermi più bella e attraente, su quanto poco capissi di
moda,
su quanto fossi fortunata che lei fosse piombata nella mia vita per
insegnarmi a usare dei normalissimi trucchi o dei tacchi. Tutti la
guardavamo sbigottiti. Ero sicura che non avesse ancora preso respiro.
-Basta!- urlai e mi alzai andando verso di lei. La tirai per un
braccio, facendola alzare e iniziai a guardarla davanti, dietro, di
sopra, di sotto, insomma da tutti i versi, le alzai persino un
po’ la maglietta.
-Tanto prima o poi riuscirò a trovarlo!- urlai.
Lei era stupita. -Ma cosa stai cercando? Cosa troverai?- si
incuriosì con la voce sorpresa.
-Il bottone per spegnerti! Ci deve essere! Tu non sei umana! Non
è possibile! Devi avere delle pile da qualche parte, per
forza!-
ci fu uno scoppio generale di risate. Emmett non ce la faceva
più.
-Mi spiace Bellina ma è da quando è nata che lo
cerchiamo
e non l’abbiamo ancora trovato!- sghignazzò e si
piegò ancora di più dal
ridere.
Alice, infuriata, iniziò a salire le scale borbottando che
nessuno l’apprezzava.
-E dai Aliceeee! Lo sai che ti voglio bene!- le gridai mentre saliva ma
mi mandò a quel paese. Altre risate.
-Oh be’ tanto le passa subito!- aggiunsi e iniziai a lavare
le tazze per la colazione.
Sobbalzai quando sentii una voce familiare al mio orecchio.
-Tu lavi e io asciugo- sussurrò con voce roca e il mio cuore
subì un’accelerazione. Cavoli! Ma come poteva
avere una
voce così sensuale…
Avrei dovuto chiedergli un rimborso per le medicine che sicuramente
sarei stata obbligata ad usare per curare il mio povero cuore,
costretto a fare gli straordinari da questo dio sceso in terra!
Avevamo quasi finito e nessuno dei due aveva ancora detto niente. Fu
lui a rompere il silenzio.
-Senti Bella, a proposito dell’altra sera…- no non
ce la
potevo fare a sentirmi dire che era stato tutto uno sbaglio,
così lo zittii subito.
-Non ti preoccupare Edward. Non c’è niente da
dire,
è successo e basta. Non mi devi dare nessuna spiegazione.
Probabilmente è stato il momento, la situazione. Siamo due
ragazzi con gli ormoni in subbuglio. Si è già
ampiamente
visto che a te piace molto il genere femminile e non ti lasci scappare
un’occasione neanche a morire, e io… io
be’ avevo un
po’ bevuto e forse quello che è successo con Tyler
ha
influito. Sai il fatto che mi hai salvata, che sei rimasto con me, che
ti sei preso cura di me… Comunque è stato un
errore a cui
possiamo facilmente rimediare non pensandoci più. Quindi non
stare a logorarti il cervello per cercare le parole giuste per non
offendermi, perché non mi aspetto proprio niente da te. Ora
che
abbiamo chiarito, se permetti raggiungo Alice e Rosalie. Dobbiamo
ancora vestirci e soprattutto preparare Esme. Scusami- e lo scansai
correndo di sopra senza dargli neanche il tempo di ribattere,
altrimenti avrebbe visto delle copiose lacrime bagnarmi il volto.
Pov Edward
Ero ancora imbambolato dalle sue parole. Certo che ‘sti Swan
avevano un bel caratterino! Venerdì notte la
predica di
Jasper, ora il monologo di Bella… Non mi aveva nemmeno dato
il
tempo di replicare.
Avrei potuto fermarla prima che corresse di sopra ma non ci ero
riuscito perché mi ero reso ancora più conto che
Jasper
aveva pienamente ragione!!!
Bella credeva che l’avessi baciata perché non
riuscivo a
trattenermi dall’andare con una ragazza. Esattamente quello
che
già aveva detto Jasper: che non sapevo resistere a certe
situazioni. Ma non era così! Stavolta era diverso! Avrei
dimostrato ad entrambi che sbagliavano.
Dovevo riuscire a ottenere la sua fiducia e a conquistarla…
non
avrei più potuto fare a meno di lei! Io l’amavo
così tanto che non credevo possibile che una singola persona
potesse contenere tutto questo sentimento.
Adesso però ero confuso… Jasper mi aveva fatto
capire che
lei contraccambiava il mio interesse, anche se non potevo certo sapere
se provasse le mie stesse emozioni… anzi ne dubitavo
fortemente,
visto che erano così intense!
Ma allora perché mi aveva liquidato con quelle parole? Era
vero
che non era stato niente per lei? Possibile che si fosse fatta
trasportare solo dalla passione del momento? Non sembrava collimare con
la descrizione che Jasper mi aveva fatto di lei.
Dovevo scoprire presto cosa provava per me, sempre che provasse
qualcosa… il solo pensiero che lei non mi corrispondesse mi
faceva sentire dilaniato nell’anima!
Ma ora dovevo cercare di non pensarci più: questa
giornata
doveva essere dedicata solo alla gioia di mia madre e Charlie e dovevo
assolutamente mettere da parte i miei problemi, ci sarebbe stato tempo
per pensarci. Andai anch’io a prepararmi.
Era già mezz’ora che io ed Emmett eravamo
giù ad
aspettare la mamma e le ragazze. Eravamo tutti agitati ma
più di
tutti mia mamma. Quando le avevamo detto della sorpresa era
scoppiata a piangere dalla felicità. Ci aveva spiegato che,
anche se erano contenti del matrimonio, si erano pentiti di non averci
coinvolti, e celebrarlo insieme a noi era un sogno che si avverava.
Poi avevano iniziato a prepararsi. Non vedevo l’ora
che
scendessero. Ero curioso di vedere come si erano agghindate: Alice ci
aveva vietato di sbirciare minacciandoci seriamente, e in quei momenti
nessuno, e ripeto nessuno, osava contraddirla.
Finalmente iniziarono a scendere. Emmett, che le vide per primo, emise
un fischio prolungato come segno di ammirazione.
-Cavoli ragazze siete una visione! Avete intenzione di fare stragi di
cuori alla riserva?- a quelle parole mi irrigidii. Non ci avevo
pensato, oggi Bella sarebbe stata senz’altro molto
corteggiata.
Uno strano e sgradevole calore iniziò a diffondersi su tutto
il
viso, al solo pensiero di vederla ballare tra le braccia di qualcun
altro, mentre sfiorava, con il suo, il volto di un
altro….
Cavoli non ero mai stato un tipo geloso ed era un sentimento che non
avevo mai compreso… ma adesso lei aveva stravolto tutte le
mie
convinzioni e le sensazioni che provavo, mi investivano a ondate
così furiose che spesso mi lasciavano frastornato. Tanto che
non
le avevo ancora osservate!
Nel momento in cui i miei occhi si posarono su di lei rimasi
stregato! Era una meraviglia! I capelli tirati su le evidenziavano il
collo che si congiungeva armoniosamente alle spalle, lasciate scoperte
dal vestito, in una linea morbida e sensuale. Mi ci sarei tuffato
all’istante riempiendolo di baci e carezze. Il seno era
fasciato
e messo in evidenza dalla scollatura a cuore. Le gambe erano per la
maggior parte scoperte e i sandali con quel tacco vertiginoso la
slanciavano, dandole un portamento e un’eleganza innati.
Immaginai di percorrere tutto il suo profilo con le mie mani e di
perdermi nella sua pelle vellutata. Deglutii rumorosamente e iniziai ad
avere caldo… Non riuscivo a proferire parola… ero
sicuro
di stare soffocando, mi mancava l’aria… ma era mai
possibile? Se continuavo così mi avrebbero ricoverato presto
in
un ospedale psichiatrico e gettato via la chiave…
Come guidato da una forza misteriosa ed incontrollabile, presi
coraggio, mi avvicinai a Bella e un po’ titubante le
sussurrai:
-Sei bellissima. Non so se qualcuno guarderà la sposa,
sarà difficile distogliere l’attenzione da una
creatura
così meravigliosa- la mia voce era arrochita dal desiderio.
Lei
sgranò gli occhi e subito arrossì violentemente.
Mi
piaceva da impazzire quando le sue gote si coloravano per
l’imbarazzo e la consapevolezza che fossi io a donarle quel
rossore mi dava un po’ di sicurezza in più.
Mi girai per fare i complimenti anche a mia sorella e Rosalie ma mi
accorsi che la mia scenetta era stata seguita dal tremendo folletto che
ora mi guardava con un gran sorriso e un’espressione sorniona
che
sottintendeva “Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo”.
Per
fortuna si era trattenuta dall’esternare le sue
elucubrazioni, e
si era limitata a fissarci, forse capendo, per una volta, dal colorito
di Bella, quanto fosse inopportuna una sua intromissione. Ma sapevo che
non gli sarei potuto scappare per molto e avrebbe certamente trovato
l’occasione di farmi il terzo grado degno di un
inquisitore…
Bene non avevo niente da nascondere e avrei potuto contraccambiarla
indagando un po’ sui suoi sentimenti per Jasper. Sarebbero
stati
perfetti insieme! Solo lui sarebbe riuscito a frenare la sua esuberanza
esagerata.
-G-grazie. Anche tu stai molto bene- mi rispose Bella. Era dolce e
imbarazzata. Dov’era finita la ragazza sicura e indifferente
che
prima mi aveva fatto quel freddo discorso in cucina?
Solo in quel momento mi accorsi che Emmett non aveva prestato
attenzione a ciò che era appena successo perché
era
troppo preso dal ricoprire di attenzioni e complimenti
Rosalie…
E bravo, finalmente aveva deciso di buttarsi anche lui!
Certo che tra tutti eravamo proprio messi bene!
Intanto mia madre ci raggiunse. Tutti le andammo incontro: era
incantevole e molto emozionata!
Emmett le porse il braccio, essendo il fratello maggiore
l’avrebbe accompagnata all’altare, e ci avviammo
alle
macchine per recarci alla riserva.
CAP18
Ciao a tutte, anche se molte sono ancora in
vacanza!!!!
Diciamo che il matrimonio sarà un momento decisivo per i
nostri
piccioncini, ma non si svolgerà in un solo capitolo quindi
armatevi di moooolta pazienza!!!!!!!!!!! Un grazie speciale a SARA
che si presta sempre a correggere e rivedere i capitoli!!!!
Bacioni a tutte e buona lettura!!!
Ma ciaoooooo!!! Non sai come mi fa
piacere avere
una nuova lettrice e ancora di più sapere che ti piace
così tanto la storia!!!! Hai aggiunto una nota positiva alla
giornata! Grazie!
Allora c'è da dire che il nostro Eddy in questa storia parte
veramente come uno stronzo e fa soffrire molto la nostra ingenua e
insicura Bella, ma ti posso anticipare che si rifarà alla
grande... anche perchè io li adoro e non ce li vedo proprio
separati. Devi solo pazientare un pochino perchè ormai siamo
agli sgoccioli e i capitoli del matrimonio sono i decisivi!
Jasper ha complicato le cose è vero, ma vedrai che anche lui
più avanti avrà pane per i suoi denti. Eh
sì!!!!!
Grazie di seguirmi e non so se lo sai ma io posto sempre il
lunedì e il giovedì.
Bacioni!!!!
Ciao Lala!!! Vedrai al
matrimonio che ci
sarà un piccolissimo avvicinamenteo! Non disperare, sono
pessimisti, è vero, ma prima o poi si chiariranno!
Sì ma
quando?????
Bacioni e buona montagna!!!
Caio Giada, sono contentissima
che ti sia
piaciuto. Vedrai allora che anche il prossimo ti piacerà.
Hai
ragione Bella è veramente vigliacca, ma tutto questo
è
dovuto alla sua insicurezza. Certo che il comportamento che ha sempre
avuto Edward non è che l'abbia aiutata molto! Non ti
preoccupare
che il tuo adorato Edward si rifarà molto molto presto!!!!
Bacioni!!! Non serve che mi ringrazi tutte le volte che ti rispondo....
anzi devo io ringraziere te che dedichi un po' del tuo tempo qer
scrivere la recensione. Grazie mille!!!!
Ciao laura! Peccato che non
bazzichi mai il
forum, perchè è pieno di ragazze carine e dolci e
siamo
come una grande famiglia. Sono contenta che sia riuscita a barcamenarti
tra i tutti i commenti e soprattutto che ti sia piaciuto quello che ho
scritto. Be' sì... di cose ne succederanno e anche
parecchie!
Bacioni!
Se mi leggerai anche sul forum, fatti riconoscere perchè non
se il tuo nickname è uguale.
Ciao Marta forza che in questo
si
saprà qualcosina in più sulle intenzioni di
Alice!
Proprio in questi giorni, mi sto dedicando in particolar modo alla loro
storia, anche se ti premetto (ma non mi uccidere!) che non saranno
proprio tutte rose e fiori!
Per Bella invece un po' di pazienza... sai che è una
testona!!! Baci!!!!!!!
CAPITOLO 18
MATRIMONIO
Pov Bella Mentre ci
dirigevamo in auto
alla riserva, ero ancora frastornata dalle parole di Edward... Non
riuscivo proprio a capire perché si comportasse in quella
maniera. Quella mattina ero stata molto chiara…
sì non
gli avevo dato il tempo di rispondere e quindi non avevo idea di cosa
gli passasse per la testa a proposito del bacio…
ma sapevo
di avergli fatto un favore a toglierlo dall’impaccio di dirmi
che
per lui non aveva alcun significato… o forse non era
così? Perché
mi aveva fatto
quel complimento? E poi il tono di voce che aveva usato:
così
caldo e sensuale, lo stesso del venerdì sera, poco prima che
mi
baciasse… Non potevano essere tutte coincidenze! E ancora la
maledetta speranza… certo che, anche lui, quando ci si
metteva,
era un vero diavolo tentatore… come si poteva
resistergli! Sembrava quasi si
divertisse a farmi impazzire o a mettermi in imbarazzo. Una vocina mi
riscosse dai miei pensieri. -Allora, si può sapere cosa
state combinando tu e mio fratello?- Alice! Non si
smentiva mai! Ma soprattutto non le sfuggiva niente! Non mi andava di
dare
spiegazioni… almeno non oggi! Ero troppo confusa e per di
più non volevo concentrare le attenzioni su di
me… ne
avrei avute anche troppe nel pomeriggio! E dei brividi di puro terrore
si irradiarono per tutto il corpo. -Hai perso la
lingua?- insistette la mia nuova sorella. Vidi nello specchietto che
anche Rose mi fissava curiosa. -Non
c’è pericolo che, invece, tu perda la tua, vero?-
ribattei sarcastica. Non volevo
arrendermi! -E
comunque, potrei farti la stessa domanda. O sbaglio?- le chiesi,
cercando di dirottare la conversazione. -Certo che
potresti! Ma la
domanda l’ho fatta prima io, e poi non lo sai che non si
risponde
mai con un’altra domanda? E’ maleducazione!- e mi
guardò convinta di avere la vittoria in tasca. Non mi conosceva
ancora bene… se volevo evitare di rispondere, nessuno
riusciva a cavarmi niente di bocca! -Sarebbe meglio mi
rispondessi… giuro che non mai visto Jasper comportarsi
così- ribadii. Sapevo che stavo giocando sporco con mio
fratello, esponendolo così. Ma lo facevo per una buona causa
(e
per distogliere l’attenzione dalla mia situazione, certo) ed
ero
sicura che Alice ricambiasse, e conoscendo la sua curiosità,
l’effetto era assicurato. Infatti… -Così,
come?- mi chiese. Centro! Ce l’avevo fatta! -Non è
più uscito
con una ragazza; se lo vengono a cercare le manda via subito;
è
molto premuroso e attento con te; nota particolari insignificanti; in
casa è la tua ombra; e poi tante altre piccole
cose… Ti
assicuro che non è da Jasper, comportarsi così, o
perlomeno il vecchio Jasper. Perché direi che è
un
ragazzo completamente nuovo- le spiegai e Rosalie confermò
tutto
ciò. Sul volto di Alice
comparve il
più bel sorriso che le avessi mai visto fare… il
sorriso
di quando sei innamorato e finalmente hai la certezza che
l’altra
persona ti ricambia. Ero felice per loro. -Sì,
anch’io mi
sono accorta di alcuni cambiamenti… sento che tra noi
c’è parecchia sintonia… quando sono con
lui mi
sento calma e tranquilla: è come se influenzasse le mie
emozioni… come se in qualche modo riuscisse a gestire la mia
esuberanza anche solo standomi vicino. Ci completiamo proprio
perché siamo i due opposti della stessa medaglia- ci
spiegava
tutto con occhi sognanti e per un momento la invidiai. Sì
perché lei ora
sapeva che Jasper la ricambiava e tra loro sarebbe venuto tutto in
maniera naturale, mentre io… brancolavo nel buio
più
totale! -Ma allora
perché non
gli fai capire che ricambi? Sicuramente non si è ancora
fatto
avanti per paura di un tuo rifiuto!- ribattei. -Bella,
Bella… ma sei
proprio un’ingenua! Le cose troppo facili per un uomo, non
sono
mai interessanti! Anche se in questo momento non vorrei altro che lui,
so per certo che avremo molto tempo a nostra disposizione. Quindi
è giusto che soffra un po’, che cerchi di
conquistarmi… voglio essere corteggiata! Per di
più da
uno come lui che ha avuto vita fin troppo facile con le donne. Mi
vuole? Me lo dimostri!- mi spiegò, come fosse la persona
più esperta del pianeta. Ero sbalordita! -Ma sei
diabolica!- la canzonai, e tutte scoppiammo a ridere. Ci accorgemmo che
eravamo
arrivate ma prima di scendere Alice non perse occasione di ribadire:
-Io sarò anche diabolica, ma tu non sei da meno! Sei
riuscita a
glissare la mia domanda… ma non potrai sfuggirmi in eterno!-
e
con un ghigno spaventoso e un tono che non prometteva nulla di buono,
scese dall’auto. Mio padre ci venne
incontro per abbracciarci e ringraziarci per tutto quello che avevamo
fatto. Era chiaramente in
imbarazzo e
molto, molto emozionato. Aveva gli occhi lucidi e sapevo che il gesto
di organizzargli tutto questo, era il regalo più
bello che
potesse ricevere. Ma le sorprese non
sarebbero
finite perché avevo intenzione di fargli il regalo che, ero
sicura, avrebbe gradito più di tutti… C’erano
un sacco di
invitati, persino il nostro preside, nonché suo caro amico.
Essendo una persona conosciuta e amata in città, non avevamo
potuto fare una cerimonia intima, ma lo spazio alla riserva, per
fortuna non mancava. Era tutto curato
nei minimi
particolari… Alice era stata anche fin troppo pignola,
esasperandoci tutti, ma l’effetto d’insieme era
meraviglioso. Persino il sole ci stava assistendo. Incredibile! E impagabile fu
anche l’espressione di Esme quando vide tutto ciò
che avevamo fatto per loro. Per
fortuna
l’accompagnava Emmett, che con qualche battutina, aveva
impedito
che la madre scoppiasse a piangere di gioia, prima ancora della
cerimonia, evitando così una Alice inviperita, se per caso a
Esme le fosse colato anche solo un filo di rimmel. Eravamo tutti al
settimo cielo
e durante la celebrazione, cercai di concentrarmi sugli sposi. Era
difficile perché con la coda dell’occhio vedevo
Edward
fissarmi, sentivo il suo sguardo magnetico perforarmi ogni centimetro
di pelle, ma non potevo assolutamente contraccambiare, altrimenti mi
sarei persa in quegli smeraldi e sicuramente si sarebbe accorto dei
sentimenti che provavo. Ero
così concentrata a
convincermi a non guardarlo che non mi accorsi nemmeno che il reverendo
Weber aveva appena finito la celebrazione dichiarandoli
marito e
moglie. Perfetto! Anche se stavolta ero presente, non avevo
praticamente né visto né sentito un tubo per
colpa di
Edward e della mia testa bacata! Ma si poteva essere così
storditi?! Ci avvicinammo
tutti per fare
le congratulazioni agli sposi e mentre ci dirigevamo nel punto in cui
si sarebbe svolto il ricevimento, senza rendermene conto mi ritrovai
sotto braccio a Jacob che mi stava trascinando lontano. Si
fermò dove nessuno poteva sentirci e mi fissò
negli occhi. -Ehi piccola tutto
bene? E’ dall’altra sera che non ci vediamo! Ti sei
ripresa?- mi chiese dolce; annuii. -Ieri mentre
lavoravamo ho
parlato un po’ con Edward, senza farci sentire da nessuno
ovviamente, e mi ha spiegato la storia che avete propinato a
Jasper. Penso che l’abbia bevuta perché non mi ha
chiesto
conferma di niente. E conoscendolo, se avesse avuto qualche sospetto,
non si sarebbe arreso così facilmente- continuò
Jake. -Sì
penso anch’io.
Spero solo che lunedì a scuola, quello schifoso,
non mi si
avvicini neanche, perché non so come potrei
reagire… e se
Jasper vedesse il mio atteggiamento, non ci metterebbe molto a fare due
più due- mormorai triste. Odiavo mentire a mio fratello, ma
lo
dovevo fare per lui. -Non ti
preoccupare di questo,
Edward mi ha assicurato che ci penserà lui a tenertelo
lontano,
non ti lascerà un attimo!- e fece cenno verso Edward che ci
guardava. Ma non aveva altro da fare che controllare ogni mio
movimento? Mi sentivo in imbarazzo. Poi ripensai alle
parole di
Jake… -Come Edward? Cosa ti ha detto? E cosa vuol dire che
non
mi lascerà un attimo?- avevo parlato un po’ troppo
velocemente e con un tono un po’ troppo alto, e naturalmente
questo non gli sfuggì. -Bells che
succede? Tra te ed
Edward, intendo. Anche lui era strano ieri-
incrociò le
braccia al petto, divaricò le gambe con i piedi ben piantati
per
terra, assumendo la posizione di quando voleva delle spiegazioni, e
dalla sua espressione capii che non me la sarei cavata tanto facilmente. Con un sospiro
rassegnato mi
decisi a spiegargli la situazione, in fondo lui era un uomo e magari mi
avrebbe aiutata a capirci qualcosa. Mentre gli raccontavo tutto, sul
suo volto un sorriso si era fatto strada e ora lo illuminava
completamente. Mi
abbracciò forte, fin quasi a soffocarmi. -E brava la mia
Bells che si
è innamorata! Lo sapevo che c’era sotto qualcosa,
fin
dalla prima volta che mi hai raccontato di lui!- e finalmente riuscii
di nuovo a respirare, perché aveva mollato la presa. -Sì
vabbè Jake,
ma con tutti i ragazzi che ci sono proprio di lui, che non si lega a
nessuno! E poi non sono di certo il suo tipo e sicuramente mi ha
baciata solo per togliersi una voglia- e abbassai il capo triste. Lui mise un dito
sotto il mio mento e mi alzò la testa perché
potessi guardarlo negli occhi. -Ma tutte queste
idiozie da dove le tiri fuori? Dalla borsa di Mary Poppins?- disse
esasperato. -Ah ah, molto
spiritoso, ma è la pure e semplice verità-
insistetti. -Eh sì,
hai proprio
ragione. Si vede lontano un miglio che non gli piaci! Infatti ieri sera
non ha fatto altro che chiedermi qualche aneddoto su di te. Si
è
fatto raccontare un sacco di cose. Questo naturalmente
perché
non gli interessi, gli servivano senz’altro per una ricerca
scolastica… Ah e non dimentichiamoci che non ti toglie mai
gli
occhi di dosso quando siete vicini e che se potesse ti mangerebbe
viva… ma questo sempre perché gli fai schifo!- il
suo
tono era un pelino sarcastico. I miei occhi erano spalancati per la
sorpresa… aveva chiesto di me? Allora forse la speranza che
troppo spesso spuntava non era del tutto da soffocare… No la
mia
testardaggine ebbe la meglio. -Sì
certo, come no!
Mettiamo il caso che io ti creda, rimane comunque il problema
principale…- sibilai, arrabbiata con me stessa
perché non
riuscivo a smettere di sperare… Jake mi guardò
interrogativo. -Che io non voglio
solo farmi
una scopata, ma voglio una storia seria e lui sicuramente no!-
esclamai; lui per risposta spalancò gli occhi. -Signorina, da
quando usi certi
termini? Non ti si addice, specialmente oggi!- e rise forte. -Scusa se
non ti ho ancora detto niente, ma sei semplicemente meravigliosa. E poi
da dove ti viene tutta questa convinzione che per lui non sia la stessa
cosa?- stavolta alzai le sopracciglia: ero io quella completamente
incredula. -Scusa ma hai
presente, vero,
di chi stiamo parlando? Di Edward-mi faccio tutte-Cullen, mica del
principe azzurro!- e ancora una fragorosa risata uscì dalla
sua
bocca. Scoppiai a ridere anch’io e l’atmosfera si
rilassò nuovamente. -Senti cambiamo
discorso per
ora… Ieri non sei venuta e quindi non abbiamo fatto
l’ultima prova, ti senti pronta?- era tornato serio e anche
un
po’ preoccupato e il mio cuore iniziò a battere
veloce,
ero agitatissima solo al pensiero. Ma dovevo rassicurare Jake, era lui
che si giocava il tutto per tutto, anche se sapevo che sarebbe andato
tutto ok. -Sì,
stavolta sì.
Me lo sento nel cuore di potercela fare, e poi se non ci riesco mando a
monte tutti gli sforzi per aiutarti. Per non parlare del lavoro che
abbiamo fatto nell’ultimo mese! Piuttosto tu sei pronto a un
passo del genere davanti a tutti?- volli sapere; sospirò e
abbassò le braccia, che fino a poco prima erano appoggiate
alle
mie spalle. Era teso, aveva paura. -Ehi!!!! Non
penserai di
tirarti indietro proprio adesso! Ci hai anche messo troppo a
deciderti!- lo incoraggiai; e il suo viso riprese un po’ di
luminosità e di convinzione. -Sì,
sono pronto. Spero
solo che vada tutto bene- continuava a dondolare sui talloni come
quando era in preda all’agitazione più sfrenata. -Certo che
andrà tutto
bene, stai tranquillo, io lo so! Altrimenti non ti avrei mai fatto
rischiare così davanti a tutti- gli sorrisi e cercai di
rassicurarlo. Mi abbracciò forte. -Grazie per tutto
quello che
hai fatto, ti voglio un bene immenso, lo sai vero?- mi diede
un
bacio in fronte e abbracciati ci avviammo a festeggiare insieme agli
altri.
Pov
Edward
Era già
un po’ che
Jacob e Bella si erano appartati a parlare. Sapevo benissimo che non
avevo nessun motivo di essere geloso, ma non riuscivo a non pensare che
avrei voluto io avere quella complicità con Bella. E poi
anche
se si volevano bene solo come fratelli e amici, mi dava comunque
fastidio che qualcuno, che non fossi io, potesse abbracciarla, come
stava facendo in questo momento Jacob. E che cavolo!
Piano! Non la lasciava nemmeno respirare, poverina!!! No, non ci eravamo
proprio, stavo decisamente sbarellando. Decisi di avviarmi
al buffet a mangiare e bere qualcosa, così magari mi si
schiarivano le idee. Raggiunsi gli
altri ad un
tavolo, a cui nel frattempo si era unita anche Bella. Jacob invece
aveva raggiunto gli altri sul palco e si preparavano a suonare. Ero
proprio curioso di sentirli. Gli altri ne avevano detto
meraviglie… Mi avvicinai a
Bella, stava parlando con Leah e la sua amica Angela. -Signorine,
gradite qualcosa da bere?- chiesi gentilmente. Mi sembrava scortese
chiederlo solo a Bella. Tutte e tre si
misero a ridere, probabilmente per il modo di fare da gentleman di
un’altra epoca. -Caspiterina che
galanteria
Edward! Non me l’aspettavo da un tipo come te. Ho sentito che
i
tuoi modi, specialmente con le donne, sono molto più
sbrigativi.
Sai hai già fatto strage di cuori- se ne uscì
Leah e
guardò maliziosa Bella. Che Bella le avesse parlato di noi?
Lei
in risposta al suo sguardo abbassò la testa e non mi
guardò. -Be’ sai
com’è la gente. Chiacchiera. Ma non tutto
è vero di
solito!- ribattei io educatamente. Iniziavo a essere un po’
stufo
di sentirmi sempre e solo etichettato in quel modo… Io avevo
molto altro da offrire! -Questo
è vero ma in
tutte le leggende c’è sempre un fondo di
verità-
insistette Leah e non potei far a meno di mettermi a ridere. -Touché!-
le risposi
imbarazzato. E rise anche lei. Bella no. Lei mi guardava scocciata. Era
forse gelosa che scherzassi con Leah? Mi sentii un po’
rassicurato. Prima che rifacessi alle ragazze la stessa domanda, dato
che non mi avevano ancora risposto, comparve Embry con un bicchiere per
Bella. Ma non era sul palco? Non riuscii a trattenermi dal farglielo
notare. -Ma tu non
dovresti essere sul
palco con gli altri?- il mio tono forse era stato un po’
troppo
brusco e possessivo. Bella e Leah mi guardarono sorprese per il mio
repentino cambiamento d’umore e vidi Leah dare una gomitata a
Bella, come a dire “te l’avevo detto”.
Sì… decisamente avevano parlato di me. -Adesso vado,
volevo solo
essere sicuro che Bella fosse a posto- e si girò verso di
lei
sorridendole dolcemente. Mmm… lo sapevo io che mi sarei
fatto
del nervoso. Stavo per
controbattere
malamente, quando una mano si poggiò sulla mia spalla e
strinse
abbastanza forte da farmi sussultare. Mi girai e incontrai lo sguardo
ammonitore di Jasper. Ci allontanammo un pochino. -Non è
facendo scenate
che la conquisterai. A Bella non sono mai piaciuti i tipi asfissianti.
La gelosia va bene, ma la possessività diventa pesante- mi
consigliò. Gliene fui grato. Stavo per fare un passo falso. -E’ che
mi sento
così frustrato! Non riesco a capire cosa vuole
veramente…
non riesco a starle lontano neanche un attimo… e mi sento
morire
ogni volta che penso che può finire tra le braccia di un
altro-
risposi mestamente. -Sì ti
capisco
benissimo- e così dicendo mi fece un lieve cenno col capo,
indicando mia sorella circondata da “pretendenti”.
-Non
sono nemmeno riuscito a dirle quanto fosse bella oggi, o a
congratularmi per tutto quello che ha organizzato! Non la mollano un
attimo!- e poi aggiunse con un tono acido – E lei non
disdegna
affatto tutte queste attenzioni…- Mi dispiaceva,
sapevo cosa provava e volevo fare qualcosa per lui, così
richiamai l’attenzione della tavolata. -Sentite! Durante
il primo
ballo degli sposi dovremmo poi unirci anche noi figli. Che ne dite?
Come un ballo di tutta la famiglia!- e tutti si dichiararono
entusiasti. Continuai: -Direi Jasper ed Alice. Mi sembra la coppia
più logica visto che sono gli unici di sesso opposto delle
due
famiglie. Poi Emmett e… Rosalie o Bella?- sapevo benissimo
come
sarebbe andata la cosa, in questo modo davo una mano alla causa di
tutti! Emmett , pronto,
rispose prima
delle ragazze -Ehm… non ti offendere Bella, ma avevo
comunque
già invitato Rosalie per un ballo- era rosso come un
peperone.
Cavoli non lo riconoscevo quasi! In presenza di Rosalie
l’Emmett
sbruffone diventava un gattino! -Bene allora
rimaniamo io e
Bella…- e vidi che aveva sgranato gli occhi. La mia
sicurezza
vacillò per un secondo… Non capivo la sua
reazione. Non
voleva ballare con me perché non mi voleva stare vicino o
perche
aveva pura a starmi vicino? La differenza era sottile ma importante. Mentre
chiacchieravamo, vidi
una bellissima bambina, dalla carnagione scura e lunghi capelli neri ,
correre verso di noi e fiondarsi in braccio a Bella mentre urlava
-Tata! Tata!-. Bella ridendo la
abbracciò forte. -Ciao amore mio, finalmente ti sei
svegliata.
Ti sei persa tutta la festa. Ma lo sai che stai diventando proprio una
dormigliona?- e le schioccò un sonoro bacio sulla guancia. -Sì, mi
piace taaanto dommiee- era proprio buffa. -Voio vedee i novi
fatelli- e tutti scoppiammo a ridere. -Ma certo adesso
te li
presento. Allora ragazzi lei è la mia figlioccia Maya,
figlia di
Sam, il proprietario del New Moon, ed Emily, la moglie. Lei, invece
è Alice- e indicò mia sorella che le fece un gran
sorriso. -Ma o sai che hai
il vetito uguuuale alla mia Tata? Pecchè?-
domandò curiosa. Tutti ridemmo.
-Perché
noi e Rosalie eravamo le damigelle e quindi ci dobbiamo vestire nello
stesso modo. Ti piacciamo, almeno?- le disse con dolcezza mia sorella. -Sìììììì,
belleeee! Ma la mia Tata è la
piùùùùù
belllissimissima di tutte!-
e la abbracciò forte. Dio se aveva ragione! -Lui invece
è Emmett- e indicò quell’orso di mio
fratello. Maya lo
guardò male e sussurrò piano -Lui è
butto! Mi fa paua- e di nuovo giù a ridere! -Ma nooo, cosa
dici? Lo sai
che è come il tuo orsacchiotto Winnie?- le
spiegò
Bella e la bambina sgranò gli occhi. -Sì,
Sì.
Sembra grande e grosso, ma sa fare un sacco di giochi, specialmente
quelli alla televisione che ti piacciono tanto- Ah sì se a
Maya
piacevano già i videogiochi, allora sarebbe andata
d’accordissimo con Emmett. Anzi ci sarebbe andata
d’accordo
lo stesso, perché era un bambino pure lui. -E infine lui
è Edward- e mi guardò negli occhi così
intensamente che rimasi senza fiato. -Uhhhhhhhh,
è
bellissimissimo come te Tata! E’ il tuo fidanzato?- chiese
innocentemente. Bella arrossì e non riuscì a dire
niente.
L’aveva colta alla sprovvista. -Purtroppo no- mi
lanciai
suscitando lo sguardo allibito di tutti, primo tra tutti quello di
Bella. -Però grazie mille per il complimento. Ma qui la
più bella di tutte sei tu signorina. Talmente bella che non
posso non chiederti se dopo balli con me- le dissi, suscitando il suo
entusiasmo, tanto che venne a sedersi in braccio a me.
Pov
Bella
Ecco aveva
conquistato anche lei. Eravamo a posto adesso. Tutti parlavano
allegri e
felici mentre mangiavamo e bevevamo, ma a me si era chiuso lo stomaco
definitivamente. Ero già agitata per quello che dovevo fare,
e
adesso ci si metteva pure Edward… Continuava a rimbombarmi
nell’orecchio il suo “purtroppo
no”, detto a
Maya, tanto frettolosamente, che non ero neppure sicura di aver capito
bene. Ma il modo in cui tutti lo avevano fissato, mi diceva che le
parole erano state proprio quelle. Non capivo proprio
a che gioco stesse giocando. I miei pensieri furono interrotti dalla
voce di Jacob. -E ora gente, qui
in pista, il
signor e la signora Swan!- partì un applauso e la
musica.
Dopo qualche minuto che ballavano, vidi Jasper ed Emmett, che si erano
alzati, tendere la mano alle loro rispettive compagne di ballo. Mi girai e trovai
Edward che mi
fissava. Con un inchino, porgendomi la mano mi disse: -Mi
concede
questo ballo signorina Swan?- mi alzai frastornata dal suo
comportamento così gentile e galante e prendendomi la mano
mi
condusse in pista. Il ballo era un
normalissimo
lento, anche perché con l’incapacità di
muoversi in
maniera decente e a ritmo di mio padre, non poteva essere altrimenti. Edward mi strinse
forte a
sé. Le mani sui miei fianchi, mi davano delle
sensazioni
talmente piacevoli, che dimenticai tutti quelli che ci circondavano. I
nostri occhi si incatenarono e senza dire niente, continuammo a
muoverci trasportati dalla dolce melodia di quella canzone. I nostri
visi erano talmente vicini, che potevo sentire il calore della sua
bocca e il ricordo di quel passionale bacio, che solo qualche sera
prima ci eravamo scambiati, mi investì con la forza di un
treno.
Volevo sentire ancora la morbidezza di quelle labbra sulle mie, il
calore del suo corpo, avvinghiato al mio, le sue mani sul mio corpo, le
nostre lingue rincorrersi e giocare. Di colpo mi irrigidii e mi staccai
un po’ da lui, abbassando la testa imbarazzata e rossa. I
nostri
bacini erano talmente appiccicati che avevo sentito la sua erezione
premere su di me. Allora era
eccitato come me! Lo vidi imbarazzarsi, probabilmente aveva intuito il
motivo del mio allontanamento. Sembrava volesse
giustificarsi
in qualche modo, ma le parole non gli uscivano di bocca… Per
fortuna la musica finì e noi potemmo tornare ai nostri posti. Passato
l’imbarazzo post
ballo, passammo un bel po’ di tempo a chiacchierare come due
vecchi amici, ma Jasper ci interruppe. -Bella
è il momento, Jacob mi ha fatto cenno di chiamarti- mi
sussurrò. -Il momento di
cosa?- chiese un po’ troppo forte Edward e tutti si girarono
a guardarci. -Del mio
personalissimo regalo per mio papà- e così
dicendo, mi alzai.
Buongiorno mie dolci fanciulle!!!
Passato un bel ferragosto? Spero di sì anche se in gran
parte d'Italia il tempo non era dei migliori!!! Pazienza... dobbiamo
prendere quello che viene!
Allora finalmente saprete quale sarà la sopresa di Bella per
Charlie e il famoso piano architettato da Bella per aiutare Jacob!
Alcune hanno fatto centro in pieno!
Finalmente è tornata dalla ferie anche la mia dolce SARA.
Senza di lei sono completamente persa!!! GRAZIE MORE PER TUTTO L'AIUTO
CHE MI DAI CON I CAPITOLI: CORREZIONI E AGGIUNTE VARIE!!!
T.V.B.
Ma ora passiamo anche ai ringraziamenti delle sempre più
numerose lettrici!
Sono meravigliata da come i numeri delle seguite, preferite e da
ricordare, continuino a salire, coinvolgendo sempre più
persone! GRAZIE DI CUORE A TUTTE!
Una raccomandazione prima di leggere: VI PREGO PERDETE CINQUE MINUTI PER VEDERE IL VIDEO! Ne vale la pena e ascoltate attentamente le parole. Grazie.
Bacioni e buona lettura!!!!
Ciao Karen!
Sono contenta che tu ti senta sempre più coinvolta!
Sì effettivamente Edward ha un po' l'eccitamento facile, ma
questo effetto glielo fa solo Bella, prima non era così! E
vedrai che più andremo avanti e peggio sarà per
lui!!!!! Hi hi hi!!!!
Brava hai indovinato in pieno. Spero che ti piaccia. Bacionissimi!!!
Ciao! Eh sì Edward
non ce la fa più con Bella e vedrai che questo capitolo
sarà decisivo per loro, perché capiranno....
Basta ho detto troppo è meglio che leggi!
Mi spiace ma non è un ballo! Bacioni!
Ciao tesoro!!! Mi spiace che
ti perdi proprio i capitoli decisivi per loro, ma sono sicura che
quando tornerai te li godrai di più potendoli leggere uno di
seguito all'altro! Bacioni e buone ferie!!!
Ciao Lala!!! So che ormai sei
in ferie e non potrai leggere ma al tuo ritorno sono convinta che ti
rifarai... anche con i tuoi splendidi commenti. Buone montagna e
bacioni!!!
Ciao Austen!!! Grazie mille
per i tuoi complimenti. Mi fai arrossire. Sono sicura che i prossimi
tre capitoli saranno sicuramente di tuo gusto!!! Bacioni!
Ciao ashar! Brava hai
indovinato. Bella canterà!
Ti prego non farmi più di questi scherzi. Respira altrimenti
alla fine di questo capitolo che farai fino a giovedì?
Ahhhh! Ho alimento la tua curiosità, scimmietta? Vai...
corri a leggere! Bacioni e ricordati: RESPIRA!!!
Ciao giova!!! Eh sì
Edward e Jasper sono moooolto gelosi! Non ti preoccupare manca
veramente poco che Bella finalmente capisca quello che vuole!
Bacioni!
Ciao Marta! Spero che sarai
felice di sapere che nei capitoli che sto scrivendo adesso mi sto
dedicando proprio alla tua coppia preferita... e che capitoli che
stanno uscendo!!! Basta non ti dico altro altrimenti che gusto
c'è?
Sono super contenta di riuscire ad allietarti la giornata solo sapendo
che potrai leggere un mio capitolo è veramente una
soddisfazione che non ha eguali. Credimi!
Oddio sei così curiosa che addirittura volevi contattarmi?
Comunque non mi avresti di certo disturbato! E non saresti la prima...
un paio di ragazze lti hanno preceduto!
Be' allora finito questo capitolo che farai? Devo dire che qui sono
stata veramente sadica a lasciarvi col fiato sospeso! Bacioni e buona
lettura!!! Grazie mille per tutti i complimenti!!!
Ciao laura!!! Eh sì
effettivamente districarsi nei capitoli tra i commenti sul forum
è un po' un pasticcio... ma a quanto ho capito le mod si
stanno muovendo per fare i topic doppi di ogni fiction e in uno dei due
ci saranno solo i capitoli! Peccato che hai poco tempo
perchè è vero che siamo molto unite e con alcune
abbiamo approfondito l'amicizia anche privatamente!
Comunque grazie mille per i complimenti e continua a seguirmi!
Bacioni!!!
CAPITOLO 19
VIVIMI
Pov Edward
Cosa voleva fare? Che regalo? Ero veramente curioso!
Jasper mi sorrise e aggiunse: -Pazienta. Ora vedrai!-.
La musica cessò e Bella prese il posto di Jake al microfono.
Erano tutti in silenzio aspettando che parlasse.
Le sue gote erano lievemente colorite e la mano che teneva il microfono
tremava appena. Era agitata, si vedeva chiaramente. Prese la parola.
-Grazie a tutti di essere qui a festeggiare questa meravigliosa coppia!
Siamo tutti felici per loro, e in particolar modo noi figli.
Naturalmente lo abbiamo dimostrato ampiamente organizzando tutto
questo. Non vedevo mio padre così felice da tanto tempo. E
per questo ringrazio te Esme, che gli hai riempito il cuore di tanta
gioia. Ti assicuro che se la merita tutta quanta!- ci fu un applauso
generale.
Bella, aspettò che il silenzio scendesse di nuovo e riprese.
-Ma vorrei contribuire un po’ anche io a questa
felicità regalando una cosa che piaceva molto a mio padre e
che gli ho negato per troppo tempo: CANTARE!- e la sua voce
marcò l’ultima parola, lasciandomi attonito e
suscitando un mormorio generale.
Non me lo aspettavo… sì, mi aveva detto che lei e
Jasper cantavano spesso accompagnati al pianoforte dalla madre, ma
pensavo fossero cose da bambini.
Il suono della sua voce era un canto melodioso alle mie orecchie
già solamente quando parlava. Figuriamoci se poi avesse
anche cantato bene… D’istinto guardai Charlie e
vidi che era commosso. Mi girai verso Jasper con
un’espressione interrogativa e lui mi fece cenno di stare a
sentire Bella.
-Questa è una canzone che abbiamo composto io e Jake
nell’ultimo mese. Esprime tutti i suoi sentimenti verso una
persona a cui tiene molto. Diciamo che l’ho solo aiutato a
tradurli in parole, il grosso del lavoro lo ha fatto lui! Non voglio
assolutamente prendermi meriti che non ho- aggiunse sbrigativa.
Ecco di nuovo la mia Bella insicura e certa di non fare mai niente di
speciale. Come si sbagliava! In realtà si sottovalutava
troppo. Non riusciva proprio a rendersene conto. Già il
fatto che esistesse era una cosa speciale.
-Lui non sarà con me sul palco perché
dovrà chiedere a una persona molto importante di ballare- e
la vidi guardare intensamente Leah.
Non me l’aspettavo proprio, ma ero stato uno stupido, avrei
dovuto accorgermene subito. Quei due si trattavano sempre con
sufficienza e spesso non si davano un attimo di tregua con le loro
battutine pungenti. D’altronde lo stesso atteggiamento che
avevo avuto io con Bella!
Intanto Bella continuava a parlare e Jake stava scendendo dal palco.
- La canzone si intitola VIVIMI! Ok ragazzi iniziamo…- e
fece un cenno ad Embry.
Mentre la musica iniziò a sprigionarsi in una melodia
dolcissima Jacob si avvicinò al nostro tavolo e chiese
gentilmente a Leah se voleva ballare. Era imbarazzatissimo, ma dal
sorriso luminoso di lei, si capiva chiaramente che contraccambiava in
pieno tutti i suoi sentimenti. Ero proprio contento per lui. Se lo
meritava di essere felice con la persona che ama. Era un ragazzo
sincero, leale e puro di cuore e si era rivelato un ottimo
amico… mi veniva ancora da sorridere al pensiero
dell’odio, dato dalle fitte di gelosia, che avevo
provato per lui quando pensavo fosse un mio rivale.
Ma ora volevo concentrarmi sulla mia Bella che cantava. Lei era LA MIA
CANTANTE. Tutto di lei cantava per me… la sua voce, il suo
corpo, la sua anima, i suoi occhi… persino il suo sangue,
che ogni volta che le parlavo, correva per andare a irrorare le sue
guance. Subito la sua voce era suonata leggermente tremula, certamente
per l’emozione, ma già da lì si capiva
che era bellissima e non riuscivo a smettere di guardarla incantato.
Piano piano acquistò sempre più sicurezza e
iniziò a muoversi e gesticolare assecondando le strofe.
Sembrava nata per stare su un palco. Le parole della canzone erano
perfette per la loro situazione ma mi resi conto con piacere che si
adattavano benissimo anche a noi e mi ritrovai a sperare che lo capisse
anche lei. Ad un certo punto i nostri sguardi si incrociarono e non
riuscimmo più a staccarci fino alla fine della canzone.
Non ho bisogno più di niente
Adesso che
Mi illumini d´amore immenso fuori e dentro
Credimi se puoi
Credimi se vuoi
Credimi e vedrai non finirà mai
Ho desideri scritti in alto che volano
Ogni pensiero è indipendente dal mio corpo
Credimi se puoi
credimi perché
farei del male solo e ancora a me
Qui grandi spazi e poi noi
Cieli aperti che ormai
Non si chiudono più
C´è bisogno di vivere da qui
Vivimi senza paura
Che sia una vita o che sia un´ora
Non lasciare libero o disperso
Questo mio spazio adesso aperto ti prego
Vivimi senza vergogna
Anche se hai tutto il mondo contro
Lascia l´apparenza e prendi il senso
E Ascolta quello che ho qui dentro
Così diventi un grande quadro
che dentro me
Ricopre una parete bianca un po´ anche stanca
Credimi se puoi
Credimi perché
Farei del male solo e ancora a me
Qui tra le cose che ho
Ho qualcosa di più
Che non ho avuto mai
Hai bisogno di vivermi di più
Vivimi senza paura
Che sia una vita o che sia un´ora
Non lasciare libero o disperso
Questo mio spazio adesso aperto, ti prego
Vivimi senza vergogna
Anche se hai tutto il mondo contro
Lascia l´apparenza e prendi il senso
E ascolta quello che ho qui dentro
Hai aperto in me
La fantasia
Le attese i giorni di un´illimitata gioia
Hai preso me
Sei la regia
Mi inquadri e poi mi sposti in base alla tua idea
Vivimi senza paura
Anche se hai tutto il mondo contro
Lascia l´apparenza e prendi il senso
E ascolta quello che ho qui dentro
(LA
CANZONE E' DI LAURA PAUSINI "VIVIMI")
Quando finì la musica un applauso scrosciante mi fece
riprendere da quell’incantesimo e vidi Jacob e Leah , in
pista, che si baciavano appassionatamente, incuranti degli sguardi di
tutti su di loro. Iniziarono i fischi di incoraggiamento a proseguire e
quando il bacio si fece un po’ troppo passionale, Bella si
schiarì la voce rumorosamente al microfono e
richiamò la loro attenzione. Interruppero così il
bacio e la guardarono sorridendo felici.
-Ok ragazzi, penso di dovervi fare le congratulazioni, ma penso sia
meglio darvi una calmata altrimenti il capo Swan sarà
costretto ad arrestarvi per atti osceni il luogo pubblico-
scherzò. Tutti scoppiammo a ridere, e Leah
arrossì talmente tanto che nonostante il suo incarnato
scuro, faceva luce.
Vidi Bella scendere e Jacob e Leah andare ad abbracciarla e a
ringraziarla. Sospirai pensando a quanto fosse la creatura
più meravigliosa sulla faccia della terra, anzi
no… era un angelo sceso dal cielo, e quell’angelo
era stato inviato a me. Come potevo resistergli? No, lei doveva capire
quanto io l’amassi.
Mi sentii toccare il braccio e mi accorsi che era Jasper…
Aveva gli occhi lucidi, probabilmente per l’emozione di aver
risentito la sorella cantare e sorprendendomi mi sussurrò:
-Poche volte ho visto uno sguardo così carico
d’amore, come quello che ho notato mentre guardavi mia
sorella. Conquistala, ma ti prego non farmi pentire di aver riposto la
mia fiducia in te!- e dandomi una pacca sulla spalla si
avviò anche lui da Bella.
Non mi sembrava vero! Anche Jasper aveva capito quanto
l’amassi e mi stava praticamente dando il permesso di farmi
avanti, senza dovergli dimostrare altro!
E ci sarei riuscito. Ad ogni costo.
Pov
Bella
Ce l’avevo fatta! Ci ero riuscita! Avevo di nuovo cantato
davanti a tutti come facevo quando ancora la mia povera mamma era viva.
E poi, cosa ancora più importante, aveva funzionato alla
perfezione tra Jacob e Leah! Lo sapevo! Gli unici che avevano paura di
non essere contraccambiati erano solo loro.
Mentre cantavo, le mie emozioni era così forti che mi
sembrava di non poterle più contenere. Le parole
che avevo scritto e poi cantato un sacco di volte durante le prove,
all’improvviso si erano rivelate a me come se non le avessi
mai ascoltate veramente… erano diventate perfette non solo
per loro, ma anche per me. Rispecchiavano in pieno tutto quello che
provavo per Edward, e mentre cantavo, non avevo più paura
che lui capisse la portata dei miei sentimenti, anzi… il
contrario… volevo che li comprendesse, tanto che non avevo
più lasciato i suoi occhi per tutta la durata della mia
esibizione.
A questo punto non mi importava più se qualcuno si
accorgesse di noi, della nostra attrazione, dei nostri
sguardi… no… io volevo solo Edward, volevo che
capisse quanto profondi erano i miei sentimenti.
Frastornata da tutta quella consapevolezza scesi dal palco e venni
travolta dagli abbracci di Jacob e Leah. I loro occhi erano lo specchio
dell’amore.
-Grazie di tutto Bells, senza di te non avrei mai trovato il coraggio
di farmi avanti- mi ringraziò Jake.
-Sì anch’io non so come ringraziarti, non si
decideva mai, questo zuccone!- aggiunse Leah e gli tirò uno
scappellotto sulla testa. Risi… non si smentiva mai.
-Ragazzi sono io che devo ringraziarvi, per la vostra amicizia nei miei
confronti e per tutte le volte che mi siete stati vicini. Diciamo che
questo è stato solo un piccolissimo gesto a paragone di
quello che avete sempre fatto per me- e commossa, li abbracciai forte,
con gli occhi lucidi.
-Ora però sarà meglio che torni a suonare,
altrimenti rischi il linciaggio… I ragazzi hanno voglia di
scatenarsi in balli sfrenati, sono stufi di queste canzoni
melense… Forza! Ne avrete di tempo per fare i
piccioncini…- li rimproverai bonariamente. Si diedero ancora
un bacio e Jacob riprese il suo posto sul palco.
Non feci in tempo a muovere un passo che fui investita da un altro
abbraccio: mio padre e dietro di lui Jasper e Rosalie.
-Grazie… la mamma sarebbe orgogliosa di te!- sentii
sussurrare al mio orecchio. Questa volta non riuscii proprio a
trattenermi e calde lacrime iniziarono a scendere sul mio viso. Lacrime
di gioia, per aver superato, almeno in parte, un dolore così
grande. Ero riuscita a fare un piccolo passo avanti.
-Sei stata fantastica sorellina! Lo sapevo che ce la potevi fare! Erano
anni che non sentivo la tua voce e ti assicuro che non ricordavo che
fosse così angelica- e anche Jasper mi strinse forte.
-Sì sei stata bravissima, ma adesso basta piangere,
altrimenti Alice chi la sente? Ti stai rovinando tutto il trucco!-
aggiunse Rosalie, sorridendo e asciugandomi le lacrime che non avevano
nessuna intenzione di fermarsi.
Rose, la mia Rose, come al solito era molto pratica nelle cose, ma a me
non era sfuggita, mentre cantavo, quella lacrima che, birichina, era
scivolata via senza che lei potesse fare niente per fermarla, e che con
un gesto imbarazzato avevo asciugato frettolosa.
Non l’avevo mai vista piangere, solo al funerale degli zii.
Era una persona che teneva tutto dentro e cercava di non lasciarsi mai
andare, probabilmente pensando di soffrire meno. Ma oggi, per un
attimo, la sua maschera era caduta. Sì, solo la frazione di
un secondo, ma era già qualcosa. Ed ero ancora
più sicura che il cambiamento c’entrasse qualcosa
con un certo orsacchiotto!
Ringraziai mentalmente il cielo di aver fatto messo i Cullen sul nostro
cammino… Era stato un miracolo! Lentamente stavamo tutti
cambiando e in meglio!
Ci riavviammo al nostro tavolo, dove tutti mi riempirono di
complimenti. Alice era eccitata da morire e non finiva più
di blaterare. Continuava a battere le mani e a saltellare sulla sedia.
Mi faceva ridere… Ma si ricompose immediatamente quando
Jasper le chiese di ballare. Sorrisi compiaciuta a mio fratello e
mentre si dirigevano in pista, Alice si girò, mi
guardò e ammiccò con le sopracciglia, e
ripensando al discorso fatto in auto, mi fece ridere ancora di
più.
Ma io volevo vedere Edward. Era l’unico che non si era ancora
avvicinato a dirmi niente…
Mi guardai intorno ma di lui neanche l’ombra. Delusa mi
allontanai e togliendomi le scarpe, che per fortuna non mi avevano
gabbata durante la giornata, andai a fare una passeggiata in riva al
mare.
Dovevo pensare, riflettere, capire…
Durante la canzone, mi era sembrato che i suoi occhi rispecchiassero i
sentimenti che esprimevano i miei… la sensazione che provavo
era di pura felicità… ma poi… non si
era neanche fatto vedere. Forse mi ero immaginata tutto. Quel ragazzo
era un completo enigma per me… e questo continuo altalenare
tra dubbi, speranze, incertezze e poi di nuovo speranze e delusioni mi
faceva stare talmente male che in questo momento mi sembrava di non
riuscire neanche a respirare.
Per fortuna la brezza fresca della sera, che ormai stava calando, mi
fece riprendere un po’ di lucidità, e ricominciai
a respirare normalmente. Possibile che mi facesse questo effetto?
Iniziavo a sentire un po’ di freddo così mi
strinsi un po’ nelle braccia.
All’improvviso sentii una giacca appoggiarsi sulle mie
spalle, e due mani calde prendere delicatamente i miei lunghi capelli,
che nel frattempo avevo sciolto da quella complicata acconciatura, e
tirarli fuori dal colletto. Gesto che mi donò dei forti
brividi lungo la schiena. Non mi girai, sapevo a chi appartenevano
quelle dita lunghe e affusolate… solo una persona sapeva
donarmi certe sensazioni… e ancora prima di rendersene conto
il mio corpo, l’aveva capito il mio cuore, che aveva
già iniziato la sua corsa furiosa, non appena il suo profumo
sulla giacca aveva assalito i miei sensi.
Continuai a guardare il mare senza dire niente. Le sue braccia mi
avvolgevano, la mia schiena era appoggiata al suo petto e la mia testa
tra la sua spalla e il suo collo. Mi sentivo a casa, mi sentivo
completa.
In lontananza la musica e i festeggiamenti riecheggiavano.
-Edward…- sussurrai il suo nome quasi senza voce, ma lui mi
sentì lo stesso.
-Sì…?- e strinse maggiormente la presa attorno
alla mia vita.
Ci fu ancora qualche minuto di silenzio ma poi non riuscii
più a trattenermi.
-Cosa stiamo facendo? Cosa sta succedendo?- non ce la facevo
più ad andare avanti così, dovevo avere un
chiarimento. Stavo troppo male. Dovevo sapere che cosa c’era
tra noi, cosa e soprattutto se provava anche lui qualcosa per me, oltre
l’attrazione, l’unica cosa che ormai mi era
perfettamente chiara. Dovevo sapere se per lui ero solo una
distrazione, una conquista in più o se…
Mi girò verso di lui e mi guardò negli occhi
così intensamente che non sentivo più le
gambe…
Capitolo 21 *** Cap. 20: Ti amo... ma non posso! ***
Buonasera ragazze!
Scusate oggi sono stata imperdonabile a postare a quest'ora ma ero
parecchio impegnata e non ho potuto fare altrimenti!
SCUSATEMI TANTO!!!
Intanto prima di rispondere alle vostre sempre gradite recensioni e
lasciarvi alla lettura del capitolo devo rendervi partecipi di un
importante novità! Da questo
capitolo in poi la fiction verrà scritta a 4 mani. Ci
sarò sempre io ma sarò affiancata, non
più solo nelle correzioni ma in tutto il
resto dalla mia splendida amica, nonchè prof. SARA!
Quindi vi prego d'ora in poi tutti i complimenti che mi rivolgerete (e
vi ringrazio perchè sono sempre numerosi) di farli ad
entrambe!
Grazie per avermi ascoltato e ora godetevi il capitolo!
Finalmente è arrivato il momento da voi tanto agognato.
Riusciranno a chiarirsi una volta per tutte? Mah! BUONA
LETTURA!
Ciao Marta! Effettivamente mi
stavo preoccupando! Avevi pensato male... niente ballo per Bella e
Charlie... ma è stato molto meglio, no?
Non c'è bisogno che mi ringrazi perchè i capitoli
ti piacciono, semmai il contrario, sono io che devo ringraziare te che
mi segui e che ti entusiasmi ogni volta!
Ora che so che, anche se non dovessi trovare la tua rencensione,
continuerai comunque a leggere sono più tranquilla, anche se
mi dispiacerà molto perdere i tuoi meravigliosi
commenti.Grazie mille e bacioni!!!
Ciao Nicole! Sono proprio
contenta che ti sia piaciuta la canzone della Pausini... ne ho sentite
tante per vedere quale fosse quella che più si adattava alla
situazione di entrambe le coppie e devo dire che è
abbastanza azzeccata! Bacioni e buona lettura.
Ciao tesora! Ma quale onore...
addirittura mi segui anche in vacanza e per di più dalla
Grecia... non potrei che esserne più lusingata. Spero ti
stia divertendo! Questo capitolo e soprattutto il prossimo saranno
moooolto decisivi. Sono contenta che ti sia piaciuta anche la canzone.
Bacioni e buon proseguimento di vacanza!
Ashar ti prego! Non voglio
averti sulla coscienza!
Conosco benissimo la canzone dei Paramore come tutte le altre del
soundtrack. Mio marito ha detto che qualche giorno mi farà
volare il cd dal finestrino (ho fatto un cd misto con le più
belle di Twilight e New Moon per l'auto) perchè non ne
può più! Ascolto solo quello da mesi!
Comunque goditi questo capitolo ma ti dico già che per
l'epilogo del matrimonio (e che epilogo!) dovrai aspettare anche il
prossimo chappy, quindi lunedì! Mi spiace ma purtroppo il
capitolo era così lungo che ho dovuto dividerlo, ma vedrai
che aspettare ne varrà la pena! Baciotti!
Ciao! Diciamo che qualche
passo avanti, chi più chi meno, lo stanno facendo tutti....
ma finalmente è arrivata l'ora dei chiarimenti per i nostri
preferiti!
Buona lettura e bacioni! Grazie!
Ciao Karen!!!
Sì effettivamente sono molto sadica, e penso che alla fine
di questo capitolo mi considererai ancora più cattiva
perchè il vero epilogo sarà nel prossimo!
Ti prego non ti arrabbiare, ma questo chappy era diventato
talmente tanto lungo che ho dovuto dividerlo in due... quindi ti prego
di perdonarmi e di avere pazienza fino a lunedì per vedere
come andrà a finire tra i nostri piccioncini! Vedrai ne
varrà la pena!
Visto che sei una romanticona sono sicurissima che il chappy di
lunedì sarà il tuo preferito come lo è
per me!
Grazie di tutti e tanti bacioni!!!
Ciao!!! Eh sì Jake
e Leah sono proprio carini insieme e saranno presenti spesso nella
storia perchè mi piacciono molto!
Tu non sai come mi rendi felice facendomi tutti questi complimenti, ma
soprattutto per i sentimenti che riesco a trasmetterti.
Effettivamente anche mio marito ormai è rassegnato
perchè pensa che viva solo davanti al pc, e ti capisco
benissimo perchè anch'io spesso piango o rido da sola
davanti allo schermo. Ma che ci posso fare? Certe fiction mi prendono
talmente tanto che non posso farne a meno.
Vorrei avvertirti che se ti hanno fatto quell'effetto le parole di
Jasper ad Edward non oso pensare in questi due capitoli cosa ti
succederà! Soprattutto nel prossimo capitolo ti ci vorranno
i fazzoletti!
Grazie mille di tutto e bacioni!!!
Ciao Austen!!! Mi spiace
averti fatto aspettare fino a quest'ora!
Sono contenta che ti siano piaciuti sia il chappy che la canzone!
Sono sicura che gradirai anche questo capitolo! Grazie e bacioni!!!
CAPITOLO 20
Ti amo... ma non posso!
Pov
Edward
-Edward…-
il mio nome era stato appena un timido sussurro tra lo sciabordio delle
onde che si infrangevano sulla spiaggia… ma io, i sensi tesi
allo spasimo, avevo udito benissimo, come avevo intuito che si trattava
di un momento molto delicato e importante per noi e per la nostra
storia. Fondamentale.
-Sì…?- risposi al suo richiamo accorato: in quel
monosillabo era racchiuso tutto l’ardore che mi era
possibile, e la strinsi ancora più forte al mio petto. Avevo
paura che scappasse da me, rompendo quel magico equilibrio che si era
appena creato. Stavo bene con lei tra le mie braccia, volevo che quel
momento non finisse mai.
Passò qualche minuto ancora; noi nel frattempo restammo in
silenzio, avvolti solo dal rumore della risacca. Probabilmente neanche
lei voleva interrompere quel contatto.
-Cosa stiamo facendo? Cosa sta succedendo?- la voce le tremava.
Era ora dei chiarimenti. Era ora di smetterla di comportarmi come un
ragazzino egoista ed egocentrico, come mi aveva consigliato Jasper. Non
potevo più aspettare o avrei rischiato. Non volevo perderla!
La feci girare lentamente verso di me e la guardai con una nuova
intensità, come a volerle trasmettere tutto
l’amore che provavo per lei. -Edward…
perché mi hai baciata?- il suo tono di voce era accorato, ma
non mi guardava, la testa era bassa. La sua domanda mi
stupì.
Non l’aveva ancora capito? Non sentiva quanto la
volevo… in tutti i sensi? Che strano! Di solito era
così intuitiva e perspicace! La sua reazione mi
bloccò e improvvisamente fui colto da un irrazionale terrore
che mi spinse a tacere i miei sentimenti e a mettere al riparo il mio
cuore.
-Questa mattina hai detto che è stato un errore, che non
vuoi più pensarci… lo credi veramente?- le chiesi
timoroso.
Non riuscivo ancora a lasciarmi andare del tutto, ad aprire il mio
cuore con serenità; e questo mi accadeva perché
non ero ancora del tutto certo che anche lei provasse qualcosa per me.
Ero consapevole di comportarmi da vigliacco: volevo una
conferma da lei, prima ancora di dargliela io, era un comportamento
quasi indegno del mio autentico me stesso, così…
poco cavalleresco…
Ma quando lei si trovava a pochi centimetri da me, la mia
razionalità e il mio buon senso andavano a farsi benedire, e
io mi sentivo una persona insicura, impaurita, impacciata. Incapace di
far emergere il vero me stesso, i miei reali sentimenti. Lei era
migliore di me: aveva avuto l’enorme coraggio di affrontare
la questione del nostro legame; ma io, alla sua domanda così
diretta, le avevo risposto con un’altra domanda che mi
avrebbe consentito di starmene nascosto, almeno per un altro
po’… che vile codardo ero! Ma non riuscivo a fare
altro.
E in quegli istanti quasi rarefatti per la loro intensità,
tutto dipendeva dalla sua risposta: o sarei stato il ragazzo
più felice sulla terra o il più disperato, e in
quel caso, privato per sempre di un sentimento puro e nobile come il
mio amore per lei, sarei tornato quello stronzo bastardo di prima, se
non peggio… ne ero sempre più
consapevole: avevo bisogno di lei, del suo amore. Nient’altro
mi importava! Ero degno di lei? Meritavo di essere accanto ad una
creatura così speciale?
Le sollevai delicatamente il viso per guardarla, mentre, fremente,
aspettavo una risposta che tardava ad arrivare. La mia ansia cresceva
con il passare dei secondi. Trattenni il respiro per qualche attimo,
poi esplosi.
-Bella ti prego rispondimi… Dimmi cosa pensi, cosa senti,
cosa provi? Non riesco a comprenderti, è frustrante per me!
Di solito le persone le capisco al volo, ma con te è tutto
diverso… Hai stravolto tutto il mio mondo. Prima di
conoscerti avevo delle certezze: poche, è vero…
ma c’erano; e invece tu, hai rivoluzionato tutto…
tutto!- continuava a guardarmi mentre affondava i denti nel labbro
inferiore così in profondità, che pensavo di
veder uscire una goccia di sangue da un momento all’altro.
Le posai un dito sul labbro e glielo accarezzai delicatamente. Avrei
tanto desiderato compiere quel gesto con la mia bocca e la mia
lingua… ma anche così funzionò
perché smise di morderlo, chiuse gli occhi e
sospirò.
-Bella…- aspettavo la mia risposta. Ero un fascio di nervi.
-Edward io… io non posso!- sibilò e si
staccò da me, dandomi di nuovo le spalle e guardando il
mare. Quel gesto mi provocò un senso di vuoto opprimente e
per un attimo mi sconfortai, abbassando le spalle per
quell’intensa sofferenza. Ma non mi arresi. Mi sentivo come
un naufrago immerso nelle acque profonde che lotta per riuscire a
respirare nel mezzo di un oceano in tempesta. Mi aggrappai ad un
flebile appiglio… era quasi invisibile,
d’accordo… ma c’era!
Aveva detto “non posso”… non
“non voglio”, e le cose era ben diverse. Erano
completamente diverse! Non potevo ancora perdere la speranza. E lottai
per una boccata d’ossigeno.
Le appoggiai le mani sulle spalle.
-Cosa non puoi? Cosa vuol dire?- questa volta non mi sarei accontentato
di mezze risposte.
- Vuoi sapere cosa penso e cosa provo veramente? Ok ti accontento!-
esclamò decisa. Ecco, era arrivato il punto
cruciale… divorato dall’ansia, trattenni il
respiro mentre, impaziente, attendevo di riascoltare la sua voce.
-Penso che il bacio che ci siamo dati sia la cosa più
meravigliosa che mi sia successa in questi ultimi anni. Penso che tu mi
sia entrato nel cuore come mai nessun altro.
Penso che quando sei nei paraggi, non riesco più a pensare
lucidamente.
Penso che quando mi sfiori, il mio cuore voglia uscire dal petto, per
andare a posarsi direttamente tra le tue mani, perché
è a te che ormai l’ho donato.
Penso che quando vuoi sai essere il ragazzo più gentile,
dolce e adorabile che ci sia.
Penso… penso di essermi innamorata di te…- il suo
tono deciso era andato via via scemando tanto che se non fossi stato
concentrato al massimo su quello che stava dicendo, l’ultima
frase si sarebbe persa al suono dell’infrangersi delle onde.
Ma avevo sentito… avevo sentito ogni parola… e
tutto quello che comportava quella semplice frase mi fece scoppiare il
cuore dalla gioia. In meno di un secondo non ero più un
essere alla deriva, in balia di una tempesta… in un momento
lei mi catapultò in paradiso…
Emozionato, incredulo e colmo di gioia la presi di nuovo tra le mie
braccia, ma quando la guardai mi accorsi che stava piangendo. Non era
felice come me. Aggrottai le sopracciglia perché non
capivo… perché piangeva? Mi aveva appena rivelato
che si era innamorata di me…
Oddio che idiota! Che stupido, cieco, idiota! Che stronzo!
Avevo voluto a tutti i costi sapere cosa provava lei per me, ma ancora
non le avevo confidato quello che sentivo io…
Feci per parlare ma la sua mano si posò imperiosamente sulla
mia bocca, bloccando ogni mia azione, ogni mio pensiero.
Deglutì, si asciugò le lacrime e si
staccò nuovamente dal mio abbraccio. Mi guardò
dritto negli occhi e questa volta il suo sguardo era deciso e molto
più freddo. Un brivido di autentica paura mi percorse la
schiena…
-Aspetta non ho ancora finito. Quello che ti ho appena detto
è tutto vero, ma non è solo questo quello che
penso…- precisò. Boccheggiai e mi ritrovai
nuovamente senz’aria.
-Penso che tu sia il ragazzo più monello che abbia mai
conosciuto. Tratti le donne come fossero degli oggetti, delle cose usa
e getta. Credi che tutte ti cadano ai piedi e di questo te ne
approfitti. Fai sesso con tutte perché per te è
una cosa senza importanza, solo un atto fisico che ha il solo scopo di
soddisfare le tue voglie. Sei pieno di orgoglio, arrogante e
presuntuoso. Ma soprattutto penso di essere solo un giocattolo per te.
Un bel giocattolo di cui ti stuferai presto. Appena avrai ottenuto
quello che vuoi, mi butterai via come fai con tutte le altre. Ecco
perché non posso, Edward! Perché io non posso
permettermi più di soffrire! Non per te almeno. Il
mio cuore questa volta non reggerebbe!- la sua bellissima voce si
spezzò, addolorata; detto questo,
abbassò di nuovo la testa e lasciandosi cadere in ginocchio
sulla sabbia scoppiò in singhiozzi.
La sua sofferenza mi colpì come una frustata. Che razza di
disgraziato! Come potevo farla ancora piangere? Troppe emozioni
scuotevano il mio animo e la mia mente; facevo fatica a pensare a
qualcosa di coerente. Perciò rifiutai qualsiasi approccio
razionale e mi abbandonai all’istinto. La sollevai
delicatamente, come fosse il cristallo più prezioso e
fragile di questo mondo. La presi di nuovo tra le mie braccia, la
strinsi forte, sperando di riuscire a infonderle quell’amore
enorme che provavo, ma che ancora non riuscivo a trasmetterle a parole.
Le accarezzai teneramente la schiena, i capelli, le braccia, per
cercare di calmare non solo lei, ma anche me stesso. Non potevo vederla
stare così male, ogni suo singhiozzo era una stilettata
diretta esattamente al centro del mio cuore. Lei stava male, ma non ne
aveva alcun motivo perché per me non era un passatempo, e
non sarebbe mai stata un giocattolo! Lei era tutto per me, tutto!
Dovevo solamente riuscire a trovare un modo per esprimermi, per aprirle
il mio cuore…
-Bella per favore, calmati e ascoltami per un attimo, un attimo solo-
la supplicai accoratamente; piano piano il suo pianto si
attenuò.
La presi per mano e la guidai fino ad un tronco quasi bianco, che
sembrava una panchina naturale, e la feci sedere. Io mi misi davanti a
lei e mi inginocchiai sulla sabbia, di modo che i nostri occhi fossero
alla stessa altezza. Volevo osservarla e desideravo che lei prestasse
attenzione alle mie parole. Era il momento di mostrarle il mio cuore,
era il momento di comportarmi da uomo. Le mie parole volevano rompere
gli argini e trovare la via per emergere; e finalmente mi liberai di
ogni mia pura e le rivelai la mia anima. In quel momento ogni stupida
remora sparì: sapevo esattamente cosa dirle.
-Io ti ho lasciato parlare, ora se mi permetti vorrei raccontarti una
storia..- iniziai; vidi la sua espressione confusa, stava per
ribattere, ma non le lasciai il tempo.
-Ti prego ascoltami, ti chiedo solo questo…- la implorai con
tutta la tenerezza che mi era possibile.
cap21
Buongiorno mie care ragazzuole!!!!
Sia io che SARA siamo estremamente felici che il chappy vi sia piaciuto!
Ringraziamo sentitamente per tutti i complimenti che abbiamo ricevuto.
Oltre a quelle che hanno il tempo di lasciarci due paroline,
naturalmente ringraziamo anche le lettrici silenziose che continuano ad
aumentare ogni giorno: chi ci ha messe tra le seguite (152),
chi tra quelle da ricordare (29)
e infine chi tra quelle preferite (97).
Siamo veramente felici e vorremmo urlare a tutte un sentito GRAZIE!!!!!!!!!!
Per quanto riguarda questo capitolo siamo liete di annunciare che
finalmente è arrivato il momento che tutte aspettavate con
ansia!
Il nostro Edward dopo lunghe peripezie e ben 20 capitoli ha deciso di
buttarsi!
Cosa racconterà alla nostra Bella?
Spiegherà tutti i suoi comportamenti passati e le
dichiarerà infine il suo amore?
Non vi resta che fiondarvi nella lettura di questo capitolo che finora
è in assoluto quello preferito da noi autrici! BACIONI A
TUTTE E VI ASPETTIAMO CON I VOSTRI COMMENTI!!!!!
Come al solito risponderemo prima alle recensioni!
_Miss_:
ciaoooo e benvenuta!!!! Sono felicissima che ti piaccia e ti ringrazio
per la miriade di complimenti che mi hai fatto sia qui che sul forum!
Grazie, ma molti vanno anche alla mia socia Sara che da questi capitoli
in poi non si limiterà più solo a correggere e a
fare qualche aggiunta ma scriverà con me, fornendo anche
numerose idee e rendendo i capitoli speciali. La sua
specialità sono gli approfondimenti romantici di Edward! E'
veramente brava con i suoi pov!
Buona lettura e bacioni!!! Anch'io adoro la tua fiction!!!
Lalayasha:
BENTORNATAAAAAA!!! Ci spiace che le tue vacanze siano finite
ma
siamo liete di averti ritrovata! Ben contente che tu abbia gradito
entrambi i capitoli che hai trovato al tuo ritorno!
Bella finalmente si è data una svegliata e ha parlato molto
chiaramente. Ora toccherà ad Edward! Buona lettura e
bacionissimi!!!!
Vanderbit
: BENTORNATAAAA!!! Ci spiace veramente che tu sia tornata prima
perchè non vi siete trovati bene. E' sempre brutto quando le
vacanze si rovinano per qualsiasi motivo!
Sì questo capitolo sarà molto decisivo per
entrambi e ti
assicuriamo che Edward si farà perdonare per tutto il male
che
le ha fatto finora col suo comportamento! Bacioni!
Giada
is owned by Edward:
ciao Giada, felici che ti sia piaciuto! Se ti è
sembrato
romantico il capitolo precedente vedrai che non rimarrai delusa nemmeno
con questo, anzi... Bacioni!
ashar:
non ti preoccupare vedrai che Edward le spiegherà tutto!
Bacionissimi!!!!
bellad93:
ciao e benvenuta! Fa sempre piacere avere una nuova lettrice o una
vecchia che per stavolta ha avuto il tempo di lasciare due paroline!
Grazie in ogni caso! Eccoti accontentata, ora potrai fnlamente leggere
il seguito. Comunque se fossi nuova sappi che noi postiamo il
lunedì e il giovedì! Bacioni!!!
giova71:
ciao giova!!! Non ti preoccupare ora è il turno di
Eddy! E
vedrai che dichiarazione con i fiocchi e controfiocchi...
riuscirà a farsi perdonare per tutto quanto anche da voi
lettrici!
nikki96:
Ciaooooo!!!! Una nuova lettrice o una vecchia che ha avuto il
tempo di lasciare due paroline? Va bene comunque e grazie in
ogni
caso!!! Grazie mille anche per i complimenti, la scriviamo con il
cuore! Ora buttati pure sul capitolo e goditi questa meravigliosa (per
noi che l'abbiamo scritta!) dichiarazione di Edward! Buona lettura e se
hai tempo lasciaci anche solo un piccolo commento per farci sapere se
ti è piaciuta! Bacioni!!!
Nerak:
ciao Karen! Sì lo so siamo molto sadiche e cattive
ma
vedrai che con questo capitolo ci faremo perdonare per tutte le
sofferenze che abbiamo inflitto a Bella e anche a voi lettrici! Bacioni
e grazie!
Ed4e:
ciao! Eh sì non è stato proprio un gentiluomo ad
aspettare che lei facesse la prima mossa... comunque si farà
perdonare! Non solo la nostra Bella ma anche lui si è
rivelato
un insicuro! Bacioni e grazie!
Austen95:
dai cara che finalmente è arrivato il pezzo che
aspettavi!
Goditi la lttura e grazie mille da parte di entrambe!!!
sara_cullen:
amoooo ma che troppo buona?!?! Sei tu che sei fantastica!!!! Bacioni e
anche io ti lovvo tanto!!!!
CAPITOLO 21
Finalmente insieme
Pov
bella
Ormai gli avevo confessato tutto, avevo messo a nudo la mia anima, e
ora mi sentivo completamente inerme e indifesa. Lo straziante dolore
che sentivo era talmente forte e reale da avermi fatto cedere le gambe!
Un dolore arrivato dalla consapevolezza della verità delle
mie
parole, dal fatto che per lui fossi solo un giocattolo, visto che non
mi aveva assolutamente fermata e rassicurata quando gli avevo
confessato quella mia paura… Tutte le mie insicurezze
avevano
avuto la loro conferma nel momento in cui non aveva negato
con
tutte le sue forze che per lui non fossi solo un oggetto…
non mi
aveva zittito, offeso dalla mia insinuazione, anzi: mi aveva fatto
continuare a parlare… La sua espressione
addolorata per
quel che gli stavo dicendo, era ancora peggio…
chissà
come gli facevo pena! Una stupida illusa che si era immaginata
chissà cosa!
Ma ora, su quel tronco, ero proprio confusa. Non riuscivo a capire cosa
volesse raccontarmi, ma lo lasciai fare, anche perché non
avevo
più le forze né di pensare
né di agire.
Incoraggiato dalla mia immobilità e dal mio silenzio,
iniziò a parlare.
-C’era una volta un ragazzo che non conosceva
l’amore.
Pensava solo a divertirsi, specialmente con le fanciulle, e non si
negava nessun tipo di piacere…- il suo tono era duro, come
di
rimprovero, mentre mi guardava intensamente.
Ma cosa stava dicendo? Mi stava forse prendendo in giro? Combattei
contro l’apatia del mio corpo per difendere la mia
dignità. Feci per ribattere con uno sguardo che mandava
lampi,
ma prima ancora che parlassi mi posò in dito sul labbro e
scosse
la testa. Quel gesto così dolce mi commosse. Lo lasciai
continuare.
-Un giorno però conobbe una ragazza, e dal primo momento che
la
vide e che le strinse la mano, la sua vita cambiò. Aveva
sentito
una forte scossa nel momento in cui si erano toccati, scossa che si
ripresentava puntualmente ogni volta che i loro corpi, per puro caso,
si sfioravano- mormorò.
Oddio! L’aveva sentita anche lui, allora! Non era solo la mia
immaginazione… C’era veramente
un’alchimia tra noi!
I miei occhi erano spalancati per la sorpresa. E lui sorridendo
accennò un leggero sì con la testa.
-Si sentiva fortemente attratto da quella meravigliosa creatura ma non
poteva permettersi di farglielo capire, perché loro vivevano
in
una situazione… particolare. Così, da stupido,
decise di
allontanarla, in modo che quell’attrazione non avesse
più
motivo di esistere. Iniziò a trattarla male, ma non riusciva
ad
ignorarla e così non perdeva occasione di stuzzicarla in
qualsiasi maniera… - confessò.
Cavoli! Allora era quello il vero motivo del suo astio iniziale nei
miei confronti! Non potevo ancora crederci, mi sembrava talmente un
sogno irreale…
-Inoltre iniziava a sentire una rabbia furiosa crescere nel suo cuore
ogni volta che la fanciulla mostrava anche solo un minimo interesse per
un altro ragazzo… e non riusciva proprio a comprenderne la
ragione tanto era cieco e stupido!-
Ora sul mio viso era comparso un sorriso timido ma compiaciuto: lui era
geloso di me! ! Sentii la sua mano calda e avvolgente sfiorare la mia
guancia arrossata, poi iniziò a muovere il suo palmo,
accarezzandomi. Appoggiai il mio viso sulla sua mano e sollevai il mio
sguardo: l’espressione dei suoi occhi ardenti mi
incantò.
-Quella ragazza, però, era tanto speciale, che
piano piano
si insinuò sempre più profondamente nel suo
cuore, e
senza rendersene conto glielo rubò-.
Trattenni il fiato inconsapevolmente. Non ero sicura di aver sentito
bene… aveva veramente detto che gli avevo rubato il cuore?
Io?
In risposta a quelle incredibili parole il mio cuore
cominciò
nuovamente la sua corse frenetica, tamburellando come se volesse uscire
dal mio petto.
-Lui non sapeva più che fare, si sentiva sempre
più
confuso. Ma come ogni uomo caparbio e testardo, che non vuole ammettere
con se stesso una verità ormai ovvia, ma ancora celata solo
ai
suoi occhi, continuava a intrattenersi con le altre ragazze, pensando
di risolvere così la situazione…-
sussurrò.
Un velo di tristezza e… pentimento? passò nei
suoi occhi.
-Ma si sbagliava, e di grosso anche! Così non faceva altro
che
peggiorare le cose, facendo soffrire anche quella stupenda ragazza, che
tanto disapprovava quel comportamento!-. Una marea di dolorosi ricordi
mi travolse. Le lacrime iniziarono di nuovo il loro percorso attraverso
il mio volto: il pensiero di quanto soffrissi ogni volta che lo vedevo
insieme alle altre era ancora molto vivido… ma la sua mano
delicata le asciugò, con pazienza e tenerezza.
-Intanto sentimenti contrastanti si facevano strada nel suo corpo,
nella sua testa e nel suo cuore; e con il passare dei giorni,
prese coscienza di quello che gli stava succedendo e si rese conto che
quelle sensazioni che gli facevano battere il cuore altro non erano che
tante sfaccettature di quel potente sentimento che gli uomini
chiamano… amore- rivelò in un soffio.
Mi accorsi che di nuovo stavo trattenendo il respiro, e allora Edward
mi accarezzò i capelli che ricadevano al lato del mio viso e
mi
spostò una ciocca dietro l’orecchio. Il mio cuore
che
già stava facendo gli straordinari, aumentò se
possibile
ancora di più il ritmo. Mi sorrise trionfante e
continuò.
-Il ragazzo, non avendo mai vissuto una situazione del genere, non
sapeva come comportarsi, aveva paura di essere rifiutato o addirittura
deriso e umiliato. Il suo stupido orgoglio non gli permetteva di
aprirsi a lei… Poi una sera ci fu un fantastico
bacio… e
finalmente il ragazzo capì la differenza tra quel bellissimo
bacio e i mille altri che aveva dato, senza alcun sentimento e senza
alcun valore. Si trattava del suo primo bacio impregnato
d’amore!-
Ora sì che mi ci voleva un defibrillatore per far ripartire
il
mio cuore, perché ormai si era fermato del tutto a quelle
parole!
-E prese la decisione di conquistare la ragazza. Ma era consapevole che
sarebbe stata un’impresa difficile…
perché lei non
si fidava, e giustamente del resto, dato che aveva paura di soffrire.
Ma il ragazzo non poteva più tornare indietro
perché si
era perdutamente innamorato di quella adorabile ragazza e doveva
assolutamente ottenere la sua fiducia… ad ogni costo!-
esclamò con passione; ormai non riuscivo nemmeno
più a sentirlo. Da quando aveva detto che si era innamorato
di
me, il mio cervello si era bloccato su quelle parole, e non aveva
avuto bisogno di altro. Con un sussulto il mio corpo si
liberò dalle catene del dolore e della paura che lo
trattenevano: avevo bisogno di sentire un contatto. Annullai la
distanza tra i nostri visi e piangendo poggiai le mie labbra sulle sue.
Non fu un bacio passionale come il precedente, ma dolce e intenso. Con
il suo labbro inferiore accarezzò la mia bocca socchiusa e
tremante, mentre caldi soffi del suo alito mi sfioravano il volto,
facendomi rabbrividire dall’emozione. Le nostre lingue si
ritrovarono, come due amanti tenuti separati per troppo tempo, e
ricominciarono a rincorrersi, a danzare e a giocare come fosse la cosa
più naturale e giusta di questo mondo. Non esisteva niente
altro: solo io e lui, il nostro bacio, i nostri gemiti, il nostro
amore. Poi lui si staccò dalle mie labbra e
iniziò a
baciarmi tutto il viso: il naso, la fronte, il mento, le guance, gli
occhi… assaporando le mie lacrime salate e ribaciandomi
facendole gustare anche a me.
Ci staccammo solo quando non potemmo più fare a meno di
prendere aria.
Si alzò in piedi, mi diede la mano e mi attirò a
sé.
-Ti amo Isabella Marie Swan. Non dimenticarlo mai e ti giuro che
arriverai a fidarti ciecamente di me, perché non ti
darò
mai motivo di dubitare del mio amore per te!- sussurrò
trionfante; i suoi occhi erano come fiammelle ardenti, tanto era
l’intensità dei sentimenti che trapelavano dalle
sue
parole.
-Ti amo Edward Anthony Cullen! E spero che tu abbia cura del mio cuore,
perché te lo sto donando incondizionatamente- e posai il mio
viso sul suo largo petto.
Restammo ancora abbracciati a lungo, godendo e gioendo del nostro amore
appena rivelato; ma poi la realtà ci riportò con
i piedi
per terra… anche se era molto difficile, perché
la mia
testa galleggiava nello spazio da quanto ero felice.
-Cosa facciamo adesso? Cosa diciamo agli altri?- gli chiesi, un
po’ preoccupata delle reazioni di mio padre e soprattutto di
Jasper. Era il colmo, accidenti: avevo più paura di come la
avrebbe potuta prendere mio fratello che mio padre!
Lo vidi sorridere.
-Adesso perché ridi?- ero curiosa.
-Pensavo a Jasper. Be’ vedi… venerdì
sera abbiamo
parlato proprio di questo!- confessò con un guizzo di
divertimento nello sguardo.
-Ehhhh???- ora ero sorpresa e soprattutto preoccupata.
- Jasper si è accorto di come ci guardavamo e si
è
insospettito quando ti ho riaccompagnato a casa. Pensava volessi
portarti a letto- ammise; io arrossii violentemente pensando
al
fatto che se non ci avessero interrotti ci sarebbe senz’altro
riuscito!
-Perché sei arrossita?- domandò; e mi
carezzò la
guancia accaldata. Certo che così non aiutava di certo a
farmi
passare il rossore più in fretta.
-Niente, abituati, perché come hai già potuto
constatare,
è uno dei miei difetti. Vai avanti- cercai di fare
l’indifferente. Non volevo assolutamente affrontare quel
discorso. Per lo meno non adesso.
-Io vado avanti, ma faccio una doverosa precisazione. Una delle cose
che adoro di più di te è il modo in cui le tue
gote si
colorano, donandoti una luce speciale… quindi non azzardarti
più ad annoverare il rossore tra i tuoi difetti, sempre che
tu
ne abbia!- affermò cavallerescamente; e ovviamente il viso
mi si
infiammò ancora di più.
-Edward così non mi aiuti per niente! Finirò che
mi
andranno a fuoco le guance!- esclamai; subito
scoppiò a
ridere e io con lui.
-Comunque, facendotela breve, tuo fratello mi aveva chiesto di
aspettare un po’ prima di farti capire i miei sentimenti per
te…- mi rivelò; lo interruppi immediatamente, ero
veramente arrabbiata.
-COSAAAA???? Ma come si permette quel troglodita, quello
spocchioso, di intromettersi così nella mia vita!
Proprio
lui che con le donne…- non potei più continuare a
inveire
contro Jasper, perché Edward mi aveva tappato la bocca con
la
sua.
Devo dire che era il modo più piacevole (e
senz’altro
anche il più efficace!) che qualcuno avesse mai trovato per
farmi stare zitta… Non potei fare altro che rispondere a
quel
meraviglioso bacio, stringendomi ancora di più a lui. Quando
si
staccò avevamo tutti e due il respiro affannato.
-Se la smetti di interrompermi posso finire di raccontarti-
sghignazzò divertito, ma ribattei subito.
-Se tutte le volte mi zittisci così, penso proprio che
continuerò a interromperti, blaterando a vanvera qualsiasi
cosa!- e lo guardai maliziosa.
-Signorina Swan… se lei continuerà a provocarmi
così, sappia che non risponderò più
delle mie
azioni!- e percorse il mio collo sfiorandolo con il naso e le labbra.
Iniziò a baciarlo e sentii la sua lingua risalire su fino ad
arrivare alla mascella, che iniziò a mordicchiare. Tanti
piccoli
brividi si diramarono in tutto il corpo e gemetti di desiderio. Oddio,
volevo molto, molto di più!
Mi staccai di colpo e mi allontanai di qualche passo indietro. Rimase
lì imbambolato, con le braccia alzate a mezz’aria
e
un’espressione stupita, quasi addolorata.
-Scusami Bella… non volevo offenderti in nessuna maniera-
mormorò colpevole; era realmente triste…
Ma non
aveva capito un bel niente!
Mi avvicinai di nuovo, non volevo si sentisse in colpa per una cosa che
non esisteva.
-Edward cos’hai capito? Non mi sono offesa, è
che…
be’, se avessi continuato così, rischiavo io di
non
rispondere più delle mie azioni! E questo non mi sembra il
luogo
più adatto… con tutte queste persone a poche
centinaia di
metri di distanza…- ammisi; il suo viso si distese di nuovo
nell’espressione serena e felice che aveva fino a pochi
istanti
prima. Mi abbracciò impetuosamente, non riuscivamo a stare
staccati per più di cinque secondi. Abbassò il
suo volto
al mio orecchio; mi imposi di non farmi travolgere dal suo odore
così virile, dalla sua bocca così carnosa, dal
suo
respiro così caldo…
-Allora Bella, fammi riprendere la spiegazione e non interrompermi
più!- riprese, allontanando i nostri volti solo per poterci
guardare negli occhi.
-Jasper era solo preoccupato per te. Non puoi biasimarlo, con la mia
reputazione, e poi pensava esattamente le stesse cose che mi hai detto
tu prima…- e alzò le sopracciglia, come a
sostenere che
era una cosa ovvia che tutti la pensassero così.
-Sì lo so, ma quando si permette, senza il mio permesso, di
intromettersi così nella mia vita, i miei ormoni da
adolescente
si risvegliano provocandomi una ribellione totale, anche se so che
probabilmente ha ragione lui… e dovrei solo ringraziarlo-
ammisi. Si mise a ridere.
-Aggiungiamoci poi anche la tua famosa testardaggine e siamo a posto!-
aggiunse.
-Quindi adesso cosa dobbiamo fare? Nasconderci? Fare gli amanti
clandestini?- gli chiesi. Non mi piaceva proprio
l’idea di
dover mentire a tutti e poi non ne ero assolutamente capace…
le
mie scarsissime doti recitative mi impedivano di essere
un’attrice almeno decente.
-No, ascoltami: quando stasera hai cantato sul palco, tuo
fratello ha capito da come ti guardavo che facevo sul serio…
mi
ha praticamente dato il suo permesso!- era felice e soddisfatto.
-Oh be’ se abbiamo il suo permesso allora è tutto
ok!-
aggiunsi sarcastica -Ma con i nostri genitori come la mettiamo? La
questione è un po’ diversa. Non che possano in
qualche
modo impedire di vederci, ma se non fossero d’accordo,
diverrebbe
tutto estremamente fastidioso- il solo pensiero delle continue
discussioni che avrebbero potuto nascere mi faceva venire mal di
stomaco.
Edward si accorse del mio improvviso cambiamento di tono e
cercò subito di rassicurarmi.
-Possiamo fare così: quando siamo in casa, cerchiamo di non
far
capire a mia mamma e Charlie di noi; mentre quando siamo fuori ci
comportiamo normalmente, come una coppia, ok?- mi spiegò.
-Per me va bene, ma se qualcuno prima o poi glielo riferisse?
D’altronde Forks è una cittadina molto piccola e
qualcuno
che si fa i cavoli degli altri c’è sempre!-
ribattei. Ero
sicura che qualcuno lo avrebbe detto a mio padre, anche solo
involontariamente.
-Be’ in quel caso, diremo la verità. Non
c’è
nessun problema, non dobbiamo vergognarci dei nostri sentimenti; e poi
io sono maggiorenne e tu lo sarai tra poco, e come hai detto tu cosa
potrebbero fare per tenerci separati?- incalzò sicuro e
combattivo. Era vero non dovevo preoccuparmi di niente, con lui al mio
fianco.
-Va bene, ma ora sarà meglio tornare alla festa, prima che
qualcuno noti la nostra assenza, anche perché penso che
ormai
sia ora di tornare a casa…- e gli lanciai
un’occhiata
triste al solo pensiero di interrompere il nostro abbraccio. Avrei
tanto voluto non muovermi mai da lì, ma era tardi e dovevamo
sbrigarci.
Ci incamminammo mano nella mano, pronti a staccarci non appena ci
saremmo avvicinati alla festa.
Il pensiero che d’ora in poi sarei stata tra le sue braccia
ogni
volta che volevo mi rincuorò e mi fece sospirare forte e mi
aprii in un sorriso sgargiante.
-Cosa c’è?- mi chiese, accorgendosi della mia
espressione beata.
-Niente, sono semplicemente felice!- e mi avvicinai baciandolo sulla
guancia. Sorrise.
-Sei radiosa… e anch’io sono felice! Decisamente
amore
mio!- esclamò; e mi donò il sorriso che tanto
amavo e che
mi faceva tremare ogni volta le gambe.
‘Amore mio…’ così mi aveva
appena
chiamato… oddio, ma si poteva essere più felici
di
così? Per un istante persi consapevolezza di tutto, e sentii
la
mia gioia irradiarsi ad ogni cellula del corpo, ad ogni angolo della
mente…
Naturalmente, attento com’era anche alle mie minime reazioni,
Edward si preoccupò.
-Cosa c’è, Bella? Tutto bene?- disse prendendo le
mie mani tra le sue.
-Mi hai chiamata… ‘amore
mio’…- sussurrai estasiata.
-Ma certo! Dato che lo sei…- e mi guardò come se
io e
lui, finalmente insieme, fossimo la sua vittoria più bella.
Ricambiai il suo sguardo, ma in modo piuttosto perplesso forse,
perché ridacchiò e continuò a
parlarmi. Sarei
stata ad ascoltarlo per ore… lui e la sua voce
melodiosa…
-Sono particolarmente orgoglioso di me stesso, sai? Avevo una specie di
blocco, qui…- e portò la sua mano destra sul
petto,
indicando il suo cuore; -Ma sono riuscito a vincere le mie paure, i
miei timori, le mie debolezze… e, lottando contro i miei
difetti, sono riuscito a mostrarti il vero me stesso… i miei
sentimenti, le mie emozioni, la mia anima…- la sua voce
divenne
impalpabile come una carezza. I miei occhi si incatenarono al suo volto
bellissimo e trionfante, come quello di un angelo. E, trasportata dalle
sue parole, la mia mano tremante raggiunse la sua guancia e
lasciò una carezza, lieve ed eterea come il suono della sua
voce.
Non so ciò che vide racchiuso nel mio viso, nei miei occhi
ardenti… forse parte di ciò che serbavo nel mio
cuore, di
ciò che custodivo nel mio animo… ripeto, non so
cosa vide
in me… ma, in lui, io lessi un’adorazione
così
potente da farmi sussultare; mi attirò al suo petto,
circondandomi nel suo più tenero abbraccio.
-Bella, io sono oggi una persona migliore solo grazie a te! Tu, la tua
bontà, la tua anima pura, forte, determinata, racchiusa in
una
delicata e struggente bellezza… tu sei il mio angelo, la mia
guida nella vita… accanto a te, con il tuo sostegno, il tuo
aiuto, il tuo amore… io cercherò, in ogni
istante, di
impegnarmi al massimo per essere un uomo degno di te! Te lo giuro,
amore mio!!- un velo di lacrime iniziò a scendere sul suo
viso,
passando poi al mio; mescolammo le nostre lacrime, mentre unimmo i
nostri volti e le nostre labbra in una celestiale melodia:
l’armonia dell’amore.
Restammo abbracciati per un momento eterno, finché
l’intensa commozione si placò. Quando anche i
nostri
respiri si furono calmati mi scostai leggermente dal suo petto per
portare la mia bocca al suo orecchio.
-Grazie per aver condiviso la tua anima con me!- mormorai colma di una
felicità mai sperimentata prima.
-Grazie perché mi ami- fu la sua risposta. Mi
baciò sulla
fronte e mi sorrise sereno. -Lo so, l’abbiamo già
detto… ma è il caso di ritornare dagli altri,
no?- le sue
parole mi riportarono alla realtà. Una meravigliosa,
stupenda
realtà! Annuii semplicemente, e stando vicini il
più
possibile, rientrammo alla festa.
Man mano che ci avvicinavamo, riconobbi la figura di Leah che guardava
incantata Jacob sul palco.
-Questa si è rivelata una giornata bellissima per gli
innamorati…- sospirai felice e gli feci cenno verso Leah.
-Già… a questo proposito mi viene ora in mente
che devo
rimediare a una gaffe clamorosa: non ho ancora fatto i
complimenti alla mia ragazza…- e si
fermò,
riprendendomi di nuovo tra le braccia.
Wow la sua ragazza, non ci credevo ancora…
-Ma lo sai che hai una voce meravigliosa? Se un angelo ti sentisse
cantare sarebbe invidioso di te… Mentre eri sul palco ero
completamente incantato, ammaliato dalla tua voce- mi
rivelò; a
quelle parole arrossii per la milionesima volta. Ormai non le contavo
nemmeno più.
-G-grazie- non sapevo che altro dire, ero impacciata. I complimenti mi
avevano sempre fatto piacere, ma il tono che aveva usato mi metteva in
imbarazzo. Sì, ero stata brava… ma
cioè non
è che avessi fatto poi chissà cosa…
invece lui
riusciva a farmi sentire speciale come nessun altro.
-Credimi Bella! Non finisci mai di stupirmi… da quando ti ho
conosciuta ho scoperto tante di quelle qualità in te che ora
mi
chiedo se ti merito veramente. Mi ritengo il ragazzo più
fortunato della terra…- adesso stava proprio esagerando.
-Non voglio più sentirti dire che non mi meriti. Sono io che
continuo a chiedermi cosa ci trovi in me…- borbottai; fece
per
interrompermi, ma io fui più veloce. -Basta con questi
discorsi,
mi hai detto anche tu che il tuo comportamento ormai fa parte del
passato, quindi non parliamone più, ok? Sono troppo felice
per
noi, per Jake e Leah, per mio padre ed Esme… per tutti,
quindi
godiamoci il momento e basta!- usai un tono risoluto che non ammetteva
altre repliche. Non so da dove mi era uscita tutta la determinazione
che mi sembrava di avere in questo momento, ma tra le sue braccia mi
sentivo forte e mi sembrava che niente e nessuno potesse scalfirmi:
forse ero anch’io forte e determinata dopotutto…
-Va bene, ma volevo solo dirti ancora una cosa. La canzone che hai
scritto con Jake era veramente magnifica, piena di sentimento e di
amore… Mentre tu cantavi, le parole mi si sono insinuate nel
cuore e in quel momento ho deciso… che saresti stata mia ad
ogni
costo! Non volevo più aspettare, non volevo rischiare di
perderti, io volevo solo… VIVERTI!- e mi baciò di
nuovo
in un modo così dolce e intenso che i miei occhi iniziarono
di
nuovo a pizzicare per le emozioni che non riuscivo più a
contenere.
SPERIAMO VERAMENTE CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CON
SARA ABBIAMO DECISO D'ORA IN POI CHE A FINE CAPITOLO TROVERETE UNA
PICCOLA ANTICIPAZIONE PER IL SUCCESSIVO, SPERANDO DI FARVI COSA GRADITA!
ANTEPRIMA
Un
gemito mi scappò un po’ troppo forte e lui subito
mi tappò la bocca con la sua di nuovo. Sentimmo dei
rumori provenire dalla scala e immediatamente ci staccammo…
mio padre fece il suo ingresso in salone. -Papà!
Cosa ci fai a casa a quest’ora?- chiesi sbalordita. L’ispettore
Swan alle 06.00 tutte le mattine era già in ufficio, cosa ci
faceva ancora qui? Ci era mancato un soffio e ci avrebbe beccati in
pieno sconvolgimento ormonale. Al solo pensiero divenni ancora
più rossa di quello che ero già. Ci
guardò preoccupato… oddio non dirmi che ci aveva
beccati!?
Buongiorno
a tutte!
Abbiamo constatato con piacere che il capitolo è piaciuto a
tutte quante! Eh il nostro Edward è sempre favoloso:
stronzo, geloso, romantico, innamorato, passionale.... insomma sempre,
sempre! Ci piace in tutte le salse!
La volta scorsa vi abbiamo lasciato una piccola anteprima: era un
esperimento. Vi è piaciuto?
Non abbiamo ancora deciso se la posteremo ogni volta, molto
dipenderà anche da quello che farà piacere a voi!
Ora risponderemo alle recensioni e poi: BUONA LETTURA!!!
vampirettafolle: ciao e benvenuta! Siamo felicissime che
la storia ti piaccia e ti ringraziamo per i complimenti. La scriviamo
io e la mia socia Sara. Grazie di cuore, ci hai fatto arrossire! Noi
postiamo sempre il lunedì e il giovedì. Ho
iniziato a leggere la tua storia e... mi piace! Appena avrò
finito di leggere i capitoli ti lascerò una recensione
più dettagliata! Brava e bacioni!!!!
Ed4e: grazie
e sì finalmente si sono messi insieme! Un bacione e grazie!
Niky4ever:ciao Nicole! Grazie di
continuare a seguirci anche qui! Baciotti!
Giada is owned by Edward:
chissà perchè ero sicura che ti sarebbe piaciuto
da morire! Diciamo che ora ci dedicheremo un po' anche agli altri!
Bacioni!
_Miss_: grazie
mille! Ci fai arrossire! Abbiamo deciso per il pov Bella,
perchè
Edward stava già parlando e quindi dovevate conoscere le
sensazioni di Bella mentre lui le raccontava tutto! Bacioni!
Nerak: ciao
Karennnnn!!!! Ero certa che ti sarebbe piaciuto! Un bacione e grazie
mille!
MaRtHa HaLe: bene!
Siamo contente che tu abbia potuto recensire anche senza il tuo pc. Mi
raccomando tieni duro, perchè aspettiamo sempre i tuoi
commenti!
Il titolo del 20 ti confesso che lo abbiamo fatto proprio apposta, per
farvi palpitare ancora un pochino! ( Eh che vuoi siamo sadiche!)
Però dai ci siamo fatte ampiamente perdonare con il 21, no?
Be'
siamo felici che ti siano piaciuti e non ti preoccupare non siamo
così cattive da far scoppiare subito dei problemi appena
messi
insieme! Bacioni!
ashar: mamma
mia... ci fai un
po' paura! Hi hi hi! Dai pensavamo di fare cosa gradita dandovi
un'anticipazione del prossimo chappy, ma non so se ha funzionato...
Alla fine non ci hai detto se il chappy ti è almeno piaciuto
o
no! Grazie comunque e bacioni!
giova71: ciao!
Dai finalmente i nostri beniamini sono insieme, ora ci dedicheremo un
po' anche gli altri! Bacioni e grazie!
vanderbit: ciao!
Siamo super felici per il tuo commento perchè hai veramente
capito cosa volevamo trasmettere! Diciamo che all'inizio della storia
pensavo di far mettere insieme per ultimi proprio Bella ed Edward, ma
alla fine i capitoli si scrivevano da soli e loro si sono imposti
prepotentemente per essere i primi! Potevo dirgli di no? XD! Bacioni!
Lalayasha: ciao
Lala! Vediamo con piacere che il chappy ti è strapiaciuto!
Bene
siamo felicissime! Sì effettivamente l'idea era proprio
quella
di confessare il suo amore raccontandoglielo sotto forma di favola! Per
l'anteprima dobbiamo ancora decidere se sarà la prima o
l'ultima! Bacioni!
sara_cullen: ciao
moreeeeee!!!! Ma tu ormai non devi più recensire, solo
rispondere! XD! Comunque direi proprio che uomini così non
se ne
trovano proprio! Sigh... lacrimuccia! Bacioni!!!
bellad93:
ciao!
Perchè il coraggio? Non si deve mai aver timore di lasciare
due
paroline! Anzi... a noi fa piacerissimo!!! Vi lovviamo tutte e aver la
possibilità di sentire le vostre voci, anche solo per un
breve
"Sì mi è piaciuto" oppure "No mi ha fatto
schifo!" ci
rende sempre felici! Quindi mi raccomando forza e coraggio! Grazie e
bacionissimi!!!!
Austen95: grazieeeee!!!!
Anche noi siamo felici che ti sia piaciuto e naturalmente anche per
'sti due tontoloni che finalmente si sono dichiarati! Ora ci
dedicheremo agli altri! bacioni!
POSTIAMO SEMPRE
LUNEDI' E GIOVEDI'!
CAPITOLO 22
SCIOPERO!
Pov
Edward
Era
ormai notte fonda. Ero nel mio letto, ma non riuscivo assolutamente a
prendere sonno. La giornata
continuava a scorrermi davanti come in un lungo film. Un film con un
lieto fine. Non mi sembrava
vero:
finalmente io e Bella avevamo avuto il coraggio di rivelare
reciprocamente i nostri sentimenti… lei mi amava! Se penso a quanto
l’avevo
vista soffrire con il mio atteggiamento… e poi anche quando
mi
aveva confessato di essere innamorata di me, perché non
pensava
che la ricambiassi… se penso a quante volte
l’avevo vista
con gli occhi lucidi o rossi e gonfi per il pianto che io gli
avevo procurato… una rabbia incontrollata mi fece stringere
i
pugni. Come avevo potuto
procurarle così tanto dolore? Ma ormai era tutto
passato! Ci
eravamo chiariti, stavamo assieme… Oddio stavamo
assieme…
già il solo pensarlo mi procurava dei brividi di
piacere… Me lo ripetei
più e
più volte… Bella è la mia ragazza!
Bella…
è… la… mia…
ragazza… Dio che sogno! Non avrei
più permesso
che versasse anche solo una piccola lacrima per me, che non fosse
dettata dalla commozione e dalla felicità. Questa era una
promessa! Poi questi
pensieri lasciarono
il posto al ricordo dei suoi baci, della sua pelle morbida, delle sue
mani tra i miei capelli… Quanto era bella, meravigliosa,
fantastica… Non avevo abbastanza aggettivi per descriverla e
mi
ritrovai a sospirare rumorosamente al solo pensiero che ora era mia. Quando eravamo
ricomparsi alla
festa, nessuno si era accorto della nostra assenza, perché
erano
tutti in pista a ballare scatenati e noi li raggiungemmo. Quella era stata
la parte
più difficile della giornata. Eravamo rimasti ancora solo
un’ora, ma era stata la più lunga della mia vita:
guardarla ballare, ridere e scherzare, senza poter palesare davanti a
tutti che lei ora stava con me, mi faceva male. Forse non era stata una
grande idea nasconderlo ai nostri genitori. Se tutti avessero saputo,
non avrei più avuto nessun motivo per starle lontano, ma
d’altronde era meglio aspettare. Ma poi
perché? Non ne ero sicuro neanche io… Tornati a casa,
ormai era
tardi, e dopo esserci preparati andammo tutti a letto…
pensavo
che almeno in corridoio di sfuggita riuscissimo a darci il bacio della
buonanotte, ma, uscito dal bagno, non trovai nessuno in corridoio e
dalle voci capii che quella pestifera di mia sorella l’aveva
rapita portandosela in camera sua. Mmm quel folletto fastidioso,
riusciva sempre a rompermi le uova nel paniere! Avevo aspettato
per qualche minuto che uscisse… ma poi sarebbe sembrato
strano vedermi sostare fuori dalla loro porta. Pensai allora di
fare irruzione
in camera e baciarla davanti ad Alice… in fondo avevamo
deciso
di dirlo ai ragazzi… Avevo rinunciato anche a
quello per
amore di Bella: sapevo che se avessi fatto una cosa del genere Alice
non l’avrebbe fatta andare a dormire finché non le
avesse
raccontato tutto nei minimi particolari e il mattino seguente ci
sarebbe stata scuola, non volevo che la mia piccola si stancasse
troppo. Alla fine, seppur a malincuore, rinunciai. A furia di tutti
quei ragionamenti, senza rendermene conto mi addormentai.
Pov
Bella
La sveglia
suonò imperterrita e, con il solito colpo che la fece finire
per terra, la spensi.
Mentre mi crogiolavo ancora un po’ nel tepore, piano piano
tutto
ritornò alla memoria e mi sedetti di scatto sul letto con un
sorriso enorme stampato sulla faccia.
Da oggi sarebbe iniziata la mia vita come ragazza di Edward Cullen. Non
ci potevo credere!!!
Edward… è… il…
MIO… ragazzo…
Feci una doccia veloce e con la casa ancora immersa nel silenzio, scesi
in cucina ad aiutare Esme a preparare la colazione.
Era diventata una così piacevole abitudine, che non mi
pesava
nemmeno l’alzarmi un’abbondante ora prima del mio
solito
orario.
Entrai in cucina canticchiando e il ‘buongiorno’ mi
morì in gola.
Edward, avvolto da jeans e maglietta aderenti, che risaltavano la sua
muscolatura perfetta, più bello che mai, era seduto al
bancone.
E che cavoli! Lui non c’era mai, scendeva sempre
più
tardi… poteva anche avvertire! Una, tranquilla, entra in
cucina
e si ritrova LUI, un dio in terra, vestito così con un
sorriso
mozzafiato sul viso… come minimo la ricoverano per infarto!
Il sorriso lentamente scemò dal suo viso e ora mi guardava
con
le sopracciglia aggrottate, evidentemente confuso dalla mia improvvisa
immobilità e probabilmente anche dalla mia espressione.
-Buongiorno!- proruppe Esme, interrompendo quel momento imbarazzante.
-Buongiorno a tutti!- mi ripresi subito io. -Come mai già in
piedi questa mattina?- e mi rivolsi ad Edward, mentre mi allacciavo il
grembiule.
-Perché dovevamo ripassare insieme quell’esercizio
di
trigonometria che non avevi capito, ricordi?- mi rispose, alzando le
sopracciglia e approfittando del fatto che la madre fosse girata di
spalle, mi accennò la sala, ancora vuota.
Mi ci volle qualche minuto buono per capire di cosa stesse parlando,
mentre continuavo a fissarlo. Si alzò e si mise a
gesticolare,
per non farsi scoprire, di raggiungerlo nell’altra stanza, ma
io
come un’ebete continuavo a pensare alla trigonometria. Non
avevamo nessun eserc….
Ahhhh! Ma si può essere così cretini? Mi ripresi
velocemente.
-Ah già scusa, ma con il matrimonio e tutto il resto, la
trigo
era l’ultimo dei miei pensieri. Non mi ricordavo proprio- e
lo
vidi alzare gli occhi al cielo e scuotere il capo sorridendo.
Ehhhhh, ci doveva fare l’abitudine alla mia sbadataggine!
-Non ti preoccupare Bella, vai pure, io qui me la cavo. La scuola prima
di tutto!- mi rassicurò Esme e mi fece un gran sorriso.
Ecco mi sentivo già in colpa per la bugia e ancora non era
iniziato neanche il primo giorno…
Mi tolsi il grembiule e raggiunsi Edward, che intanto si era avviato
dall’altra parte della casa, per avere un po’
più di
privacy. Non feci in tempo a mettere piede nel salone che due braccia
forti mi circondarono e mi strinsero da dietro, facendomi sobbalzare.
Edward appoggiò la bocca sui miei capelli e lo sentii che
scuoteva il capo sorridendo, mentre inspirava forte il mio profumo.
Già solo con quel semplice gesto, mi aveva fatto partire per
mondi lontani!
-Bella, Bella… cosa devo fare con te?- e mi girò
piano
per guardarmi negli occhi. Ok ero partita e mi ero già anche
persa! Persa in quegli smeraldi luminosi! Non resistetti e gli saltai
al collo, baciandolo appassionatamente, intrecciando subito le mani nei
suoi capelli, mentre le sue iniziarono a percorrermi la schiena, i
fianchi, il collo. Le nostre lingue si ritrovarono e si intrecciarono.
Ci staccammo ansanti per riprendere fiato, ma subito Edward,
iniziò a tracciare il profilo delle mie labbra con la sua
lingua
e mi mordicchiò il labbro inferiore, quello stesso labbro
che
tante volte avevo tormentato a causa sua, e che ora era alla sua
mercé.
Un gemito mi scappò un po’ troppo forte e lui
subito mi tappò la bocca con la sua di nuovo.
Sentimmo dei rumori provenire dalla scala e immediatamente ci
staccammo… mio padre fece il suo ingresso in salone.
-Papà! Cosa ci fai a casa a quest’ora?- chiesi
sbalordita.
L’ispettore Swan alle 06.00 tutte le mattine era
già in
ufficio, cosa ci faceva ancora qui? Ci era mancato un soffio e ci
avrebbe beccati in pieno sconvolgimento ormonale. Al solo pensiero
divenni ancora più rossa di quello che ero già.
Ci guardò preoccupato… oddio non dirmi che ci
aveva beccati!?
-Per via del matrimonio, questa mattina mi hanno sostituito i colleghi.
Andrò oggi pomeriggio… Non è che avete
di nuovo
ripreso a litigare? Bella mi sembri un po’ su di giri! La
stai
facendo di nuovo arrabbiare Edward?- e lo guardò con un
sopracciglio alzato.
Su di giri… e certo che lo ero, ma non per il motivo che
pensava lui...
-No, Charlie non ti preoccupare. Stavamo ripassando trigonometria e
Bella si è un po’ agitata perché ha
iniziato a
inveire contro il nostro professore- lo rassicurò. Che
faccia
tosta il ragazzo! Era stato talmente naturale che quasi quasi ci
credevo pure io…
-Bella… lo sai che non dovresti insultare i tuoi professori,
sono lì per cercare di insegnarti qualcosa. Mica
è colpa
del professor Varner se tu e la trigonometria siete diametralmente
opposte- e mi sorrise, lasciandomi come una rimbambita che non capiva
assolutamente niente di numeri. Non che avesse tutti i torti!
Incrociai le braccia al petto e guardai il mio ragazzo furiosa.
-Una scusa migliore no? Devo sempre andarci di mezzo io?- e lo fulminai.
-Uhhh! Come siamo permalose!- mi canzonò -Cosa dovevo dirgli
che
eri tutta rossa per via degli ormoni che ti giravano a mille
perché mi eri appena saltata addosso?- e rise di gusto.
-Ohhh ma come sei spiritoso stamattina! Ma te lo faccio passare subito
quel sorrisetto impertinente! Sappi che le mie labbra sono appena
entrate in sciopero per tuuuuuutto il giorno. Quindi regolati!- e feci
per tornarmene in cucina. Ma non riuscii a fare un passo
perché
mi sentii tirare per il braccio e senza rendermene conto mi ritrovai di
nuovo stretta a lui con la sua bocca a pochi millimetri dalla mia e uno
sguardo implorante.
-Non dirai sul serio, vero? Tu non hai la minima idea di quanto mi sei
mancata da ieri sera e non poterti dare il bacio della buonanotte e
starti lontano tutte queste ore è stata già una
punizione
sufficiente- e strofinò le labbra sulle mie, ricoprendo il
mio
corpo di piccoli brividi.
-Anche tu mi sei mancato tanto, ma tua sorella non mi mollava
più!- e gli diedi un bacio a stampo per poi staccarmi a
distanza
di sicurezza. Se avessimo continuato così, ci avrebbero
beccati
senz’altro stavolta.
Lo presi per mano e andammo a sederci sul divano, con i libri in
braccio, che facevano solo scena.
-A proposito lo sai che lei e Jasper si sono innamorati?- gli chiesi
curiosa. Volevo vedere se si era accorto di qualcosa. Rise.
-Sì lo so, me l’ha confessato Jasper. Ma non ero
sicuro
che Alice ricambiasse. Bene un’altra coppia in famiglia-
rispose
allegro.
-Frena, frena. Tua sorella è innamorata, ma prima che
diventino
una coppia ha deciso che lo farà soffrire un po’.
Pensa
che fino adesso si sia comportato male con le donne, e anche se ha
capito che i sentimenti di Jasper sono sinceri vuole farlo penare,
dandogli una bella lezione!- gli spiegai.
-Brutta vipera!- disse visibilmente arrabbiato. Si vedeva che aveva
legato molto con Jasper, e probabilmente avrebbe voluto vederlo felice.
Anche io, ma ero ancora arrabbiata per essersi intromesso tra me ed
Edward.
-Calma con i termini! E poi Alice ha ragione da vendere. Anche tu
avresti meritato un trattamento del genere, ma siccome sono troppo
buona, sei stato più fortunato!- e ammiccai. In
realtà la
mia bontà d’animo c’entrava
poco… se fossi
stata una ragazza più sicura di me, se in passato non avessi
sofferto così tanto con le persone che amavo…
Invece le mie costanti insicurezze bloccavano la parte più
sbarazzina e solare del mio carattere, rendendomi, di fatto, fragile e
bisognosa di continue conferme…
-Sì, hai ragione: sono una ragazzo davvero fortunato... Ma
mi dispiace per Jasper, ci patisce molto- disse, triste.
-Oh, non ti crucciare così. Mio fratello ha la pelle dura, e
vedrai che se sfodera le sue armi di seduzione, anche Alice non ci
metterà molto a capitolare. Ci sa davvero fare con le donne
quando ci si mette!- e ridacchiai al pensiero di tutte quelle che gli
erano cadute ai piedi. -Ma soprattutto quello che ti ho detto sui
sentimenti di Alice è strettamente confidenziale. Guai a te
se
ti lasci scappare qualcosa con Jazz- lo ammonii seria.
-Me lo dai un altro bacio? Sono già in crisi
d’astinenza- chiese malizioso con due occhi da cucciolo.
-Cullen ti vuoi dare una calmata? Quando usciremo di qua, mi potrai
baciare quanto vuoi! Adesso è troppo pericoloso e poi non
senti
che stanno per scendere anche gli altri?- e gli indicai i rumori
provenienti da sopra le nostre teste.
-Uffa, come sei fiscale?!- mormorò imbronciato come un
bambino a
cui veniva negato un ultimo giro sulla giostra. Scoppiai a ridere, ma
poi mi venne un’illuminazione.
-No anzi, neanche quando usciamo mi puoi baciare, perché tu
ancora per oggi non sarai il mio ragazzo, ma mio fratello!- e gli
sorrisi. Di rimando lui sbiancò. Ma prima di lasciargli
chiedere
spiegazioni gli prospettai la mia idea. Per tutto il tempo che impiegai
a rivelare il mio piano mi guardò perplesso. Alla fine
sbuffò.
-No! E sarebbe meglio che la piantassi di farti i fatti degli altri! Le
cose devono procedere da sole, senza nessuna forzatura!- mi
rimproverò dolcemente dandomi un buffetto sulle guance.
-Non è che non mi vuoi aiutare perché questo
implicherebbe che mi devi stare lontano ancora per oggi?- gli chiesi
visibilmente sorpresa dal suo rifiuto.
-E se fosse? Ti sembra che ci sia qualcosa di male? Ti sono stato
lontano anche troppo! Mi devo rifare del tempo perduto- e nonostante
l’ammonimento di prima, mi baciò a sorpresa,
vincendo
immediatamente tutte le mie difese.
Un rumore improvviso ci fece sobbalzare e vidi Jasper e Rosalie davanti
a noi, che ci guardavano sorpresi. Prima che potessero dire niente, gli
facemmo cenno di stare zitti.
-C’è qualcosa che forse dovremmo sapere?-
sussurrò Rosalie. Noi le sorridemmo radiosi e ci guardammo.
-Da sapere c’è che finalmente questa dolce
donzella mi ha
concesso l’onore di poterle stare accanto come fidanzato-
rispose
Edward, non togliendomi gli occhi di dosso. Io la guardai stranita per
il modo buffo che aveva avuto per dire che stavamo assieme e scoppiai a
ridere seguita dagli altri. Ma gli facemmo subito cenno di abbassare la
voce.
-Ebbene sì, anche io sono capitolata davanti
all’indiscutibile fascino del cavalier servente Cullen!- e
feci
l’imitazione di uno svenimento. Rosalie non la smetteva di
ridere
e mi si buttò addosso sul divano per abbracciarmi forte.
-Non sai quanto sia felice per te, ti voglio bene, sai?- mi
sussurrò all’orecchio, mentre Jasper strinse la
mano ad
Edward. Ricambiai l’abbraccio felice; pensavo sinceramente
che mi
avrebbe fatto una predica lunga un chilometro, vista la reputazione di
Edward, ma evidentemente anche lei si era accorta che nei miei
confronti era cambiato.
-Ehi sorellina dai che voglio abbracciarti anch’io- e detto
questo mi strinse forte. -Mi raccomando qualsiasi cosa sai che ci
sono… se solo me lo dici gli spezzo tutte le ossa!- mi disse
piano, ma Edward lo sentì lo stesso.
-Non ce ne sarà bisogno, Jasper, non ti preoccupare- lo
rassicurò -ma comunque lo prendo come un
avvertimento…
l’ennesimo- e sospirò.
-E la stessa cosa vale anche da parte mia!- lo minacciò
seria Rosalie.
-Ecco… lei mi fa più paura- disse con finta aria
terrorizzata Edward e scoppiammo di nuovo a ridere.
-Bè cos’ è tutta questa allegria
stamattina, fate
ridere anche noi!- tuonò Emmett col suo vocione. Lui ed
Alice
erano comparsi dalle scale.
-Stiamo festeggiando i due piccioncini- disse piano mio fratello e ci
additò -Ma ancora non ho capito bene perché
dobbiamo
parlare piano- continuò confuso.
Le facce di Alice ed Emmett erano impagabili, tanta era la
sorpresa. Emmett mi tirò subito su dal divano e
iniziò a
farmi volteggiare per la stanza, continuando a dire -Lo sapevo, lo
sapevo, stavolta ci ho azzeccato! Come sono contento per voi!- e mi
diede un bacio sonoro sulla guancia. Mi mise giù, ed Edward
arrabbiato gli disse: -Cos’è che non hai capito
del fatto
che dobbiamo fare piano?-. Emmett imbarazzato si scusò.
Quella che mi preoccupava invece era Alice che continuava a fulminarmi
e non diceva niente. Ebbi paura. Pensavo sinceramente che sarebbe stata
contenta… ora invece perché sembrava una furia?
-E questo quando sarebbe accaduto?- ci chiese sospettosa.
-I-ieri al matrimonio, p-perché?- le chiesi balbettando.
Edward,
accorgendosi della mia agitazione, riprese subito la sorella.
Evidentemente aveva già capito perché si
comportasse
così.
-Alice, non cominciare, per favore! Bella avrà tutto il
tempo
per raccontarti tutto quello che è successo- io lo guardavo
sempre più confusa. Certo che le avrei raccontato tutto,
dopotutto era diventata come una sorella per me. -Se non ti ha detto
niente ieri sera in camera, è solo perché era
molto
stanca- continuò, cercando di difendermi.
Ahhh, ora capivo! Effettivamente pensandoci, avrei dovuto immaginarlo
che si sarebbe offesa per non averle raccontato subito tutto.
-Allora non è perché non mi vuoi bene come a
Rose?- mi chiese con il broncio Alice.
-Ma noooo Alice cosa ti viene in mente? Certo che voglio bene anche a
te, è solo che ieri sera dovevo ancora elaborare bene tutto
quello che era successo, avevo ancora la testa che mi girava. E poi
anche Rosalie l’ha saputo solo poco fa- la rassicurai e mi
girai
verso di lei che annuì con vigore.
-Ok, va bene, ma ti dovrai far perdonare raccontandomi tutto nei minimi
particolari!- la abbracciai forte.
-Adesso però per favore mi dite perché
continuiamo a bisbigliare?- ci chiese Emmett.
Edward gli spiegò velocemente della decisione di non dire
niente ai nostri genitori e loro accettarono.
Prima di andare in cucina spiegai loro quello che volevo facesse
Edward. Come mi aspettavo Rose e Alice erano entusiaste del
mio
intervento e pensavano che avrebbe funzionato alla perfezione, invece
Jasper ed Emmett diedero lo stesso parere di Edward. Uomini!
-Allora hai deciso?- gli chiesi nuovamente al mio ragazzo (wow). -Prima
di darmi una risposta ti ricordo un’unica parola:
S-C-I-O-P-E-R-O!- ribadii e lo vidi deglutire, sgranando gli occhi.
-Ok ma solo per stavolta! E se non funziona entro oggi sappi che da
domani non ci sarà anima viva a scuola che non
saprà che
tu sei la mia ragazza! M-I-A, capito? Di nessun altro!-
ribatté
scandendo la parola come avevo fatto io con lui. Mi misi a ridere,
seguita a ruota dagli altri.
-Ma lo sai che quando fai il geloso diventi proprio sexi?- e con
l’indice scesi a tracciargli i pettorali, facendolo sospirare
e
chiudere gli occhi, evidentemente per il piacere provocatogli.
-Bella!!!- gridò mio fratello, fingendosi scandalizzato. E
un’altra risata seguì le precedenti.
Andammo a far colazione, per poi avviarci tutti insieme a scuola.
cap. 23
Buongiorno a tutte! Eccoci qua con un altro
capitolo!
Oggi saprete finalmente l'idea che ha avuto Bella.
Siamo rimaste molto colpite dalle bellissime e numerose recensioni sul
capitolo precedente!
Non pensavamo che vi piacesse così tanto e quindi ne siamo
rimaste piacevolemente sorprese! GRAZIE A TUTTE QUANTE!
Ringraziamo inoltre anche tutte le lettrici silenziose che anche se non
lasciano commenti continuano comunque a seguirci con costanza.
Diamo inoltre il benvenuto alle nuove lettrici che continuano a salire
di numero!
Quindi un sentito ringraziamento a tutte quelle che ci hanno messo tra
le seguite (170),
tra le preferite (106)
e da ricordare (28).
Per adesso non lasceremo ulteriori spoiler per i prossimi capitoli,
perchè non c'è stata una risposta positiva da
parte
vostra, quindi ne abbiamo dedotto che preferiate non avere nessun tipo
di anticipazione e rispetteremo il vostro parere.
Bacioni e tutte!
SARA e ISAMARIE vi augurano una buona e rilassante lettura!!!!!
grepattz:
ciao
e benvenuta! Siamo super felici che ti piaccia la storia e ti
ringraziamo per i complimenti! Sì nella nostra storia
abbiamo
voluto dare a Jacob il suo giusto ruolo, quello che avrebbe dovuto
sempre avere e lo abbiamo messo con Leah, perchè ci
piacciono
molto... infatti saranno molto presenti nella storia. I prossimi
saranno...... no, no, non posso dirtelo! Ah, ah, ah!
Bacioni e grazie ancora!
_Miss_: ciao!
Oggettivamente
come si fa a resistere a Edward Cullen? Non si può proprio!
Chissà come la prenderanno Charlie ed Esme? Una cosa
possiamo
anticipartela... prima o poi lo verranno a sapere! XD! Hai visto che
grande anticipazione? Hi, hi, hi! Grazie e bacioni!!!
Moni68: ciao
e benvenuta! siamo
felicissime che ti piaccia e ti ringraziamo tanto per i bei complimenti
che ci hai rivolti! Bacioni e continua a seguirci!
sara_cullen:
amore mio come te
lo devo dire che Bella è una tontolona? Per me le parole
Edward
e sciopero delle labbra, non dovrebbero mai stare nella stessa frase!
XD! Baciotti!
HappyDayana: ma
ciaoooo! E' un po' che non ci si sente. SOno contenta di vedere che
continui a seguirci! Grazie mille e bacioni!
Nerak: ciao
Karen! Grazie per i
mille complimenti! Sì Edward potrebbe anche non resistere ma
Bella? Per noi neanche lei! Bacioni!
vanderbit:
ciao! Non ti
preoccupare nessuno è riuscito a intuire cosa vuole fare
Bella!
Anche perchè non abbiamo dato nessun indizio,
però
ora leggendo lo saprai! Siamo contente che riusciamo anche a
divertirti! Sì anche a noi ci fa impazzire Edward geloso...
e
non hai ancora visto niente! Per lo spoiler sei l'unica che ci ha
scritto che le farebbe piacere quindi purtroppo non avendo avuto
altre risposte positive per adesso non lo metteremo, poi si
vedrà! Bacioni!
Lalayasha: ciao
Ross! Povera
Bella, però c'è da capirla! Entra in cucina e,
senza
aspettarselo, si ritrova quello strafigo allucinante di Edward...
anch'io mi sarei un attimo persa per strada! XD!
Alice c'era da aspettarselo... lo sai che curiosa e "impicciona"
com'è vuole sapere tutto in anteprima! Bacioni e grazie di
cuore!
giova71:
ciao ragazza! Anche
noi ci siamo divertite a scriverlo e ci è piaciuto! Ora
vedrai
cos'ha in mente Bella e perchè le serve Edward! Bacioni!
Ed4e: ciao!
Mammina santa
quante domande! A tutte avrai la risposta con questo capitolo e felici
che ti sia piaciuto il precedente! Bacioni!
Giada is owned by Edward:
ciao!
Anche a te dico di non preoccuparti perchè non sei l'unica
che
non ha capito il piano di edward. Ora lo capirai. Noi non avevamo dato
indizi di nessun tipo! Siamo contente di vederti sempre entusiasta e
ancora di più perchè adori Alice e Jasper che
è
l'altra nostra coppia preferita! Vedrai che capitoli su di loro! Li
stiamo scrivendo proprio in questi giorni! Bacioni!
Niky4ever:
ciao Nicole! Eh
sì, Charlie li stava per beccare, ma per fortuna se la sono
cavata benissimo, specialmente Edward! Bacioni e grazie!
bellad93:
ciao! Grazie, siamo
felici che il capitolo ti sia piaciuto così tanto! Edward
è favoloso sempre, ma quando è geloso
è super!
Bella invece è una pazza furiosa a voler entrare in sciopero
con
uno così! Anche a noi è piaciuta da morire la
scusa di
Edward per Charlie! Grazie mille per i bei complimenti! Ti lovviamo
tanto! Bacioni!
CAPITOLO
23
Scenetta
Pov Edward
Stavamo andando a
scuola: divisi in due auto: i fratelli Swan e i fratelli Cullen.
Avevo detto a Bella che sarebbe stata l’ultima
volta… dal
giorno seguente lei sarebbe venuta con me. Volevo starle il meno
lontano possibile, almeno quando si poteva.
Emmett, da quando avevamo varcato la soglia di casa, non aveva smesso
di fare battutine più o meno sconce su me e Bella, ed Alice
era
ancora incavolata nera, perché Bella la sera prima non le
aveva
raccontato niente, ma questo non le impediva di continuare a blaterare
di quanto fosse felice per noi; di come lei avesse avuto una sorta di
premonizione su Bella e il sottoscritto, dato che eravamo destinati a
stare sempre insieme; di quanto volesse bene a Bella. Naturalmente non
mancò di minacciarmi di non farla soffrire. Ma quello che mi
stupì di più fu Emmett.
-Ed, sono completamente d’accordo con Alice. In poco tempo
Bella
è riuscita a farsi volere bene da tutti noi. Io non mi sono
mai
intromesso nelle tue questioni di donne, anche se spesso il tuo
comportamento ha fatto letteralmente schifo. So che Bella non ha
bisogno di protettori, bastano già Jasper e Jacob, per non
parlare di quello che ti farebbe Charlie, ma ti giuro che se, mentre
stai con lei, ti becco ad inzuppare il biscotto da qualche altra parte,
stavolta ti castro! E sappi che non sto scherzando, anzi penso di non
essere mai stato così serio in tutta la mia vita!- e lo vidi
fulminarmi dallo specchietto e appoggiarsi con la schiena al sedile,
incrociando la braccia al petto muscoloso. Ero veramente sbalordito. Le
mie incredule orecchie avevano appena ascoltato il discorso
più
serio e maturo che avesse mai fatto mio fratello. Ripensando
ai
discorsi di Alice ed Emm sghignazzai tra me: sembravano tenessero
più a Bella di me… ma questa considerazione non
mi diede
fastidio, anzi: conoscevo benissimo il loro affetto per me; inoltre ero
felice per la mia ragazza: era una creatura talmente speciale, che
aveva saputo farsi amare e volere bene da tutti… comunque, a
scanso di equivoci, decisi di mettere in chiaro anche con i miei
fratelli le mie intenzioni con Bella.
-Non vi preoccupate, non ho nessuna intenzione di farla soffrire. Come
ho già detto anche a Jasper, vederla soffrire, fa stare male
anche me. E’ una cosa seria, non ho mai provato niente del
genere: la sua sofferenza io la vivo amplificata; e quella che in
passato le ho provocato io resterà sempre un marchio di
dolore
dentro di me- li rassicurai con tono sincero. Compresi
immediatamente che le mie parole li avevano toccati e scossi nel
profondo. Infine, dopo un silenzio carico di sottintesi, Emmett
iniziò a ghignare incredulo.
-Wow, Edward Cullen innamorato! Penso che se te l’avessi
detto
anche solo un mese fa mi avresti dato del cretino!-
sghignazzò
Emmett, facendo ridere anche Alice e me.
-Sì effettivamente…- e intanto parcheggiai
accanto al pick-up.
Appena scendemmo mi si avvicinarono subito due ragazze del terzo anno,
con cui mi ero già… intrattenuto qualche volta.
Imbarazzato, mi girai subito verso Bella e la vidi irrigidirsi
all’istante. Mi accorsi che anche gli altri mi guardavano
attentamente, specialmente Jasper. Feci per mandarle via ma ci
pensò Tanya, che era spuntata dietro di loro, a prendermi
alla
sprovvista buttandomi subito le braccia al collo. Le presi le mani e le
staccai delicatamente; in fondo era una donna e non avrei mai usato la
forza o la violenza con una ragazza; inoltre non volevo fare scenate
davanti a tutto il liceo di Forks…
-Oh Edward, nel weekend mi sei proprio mancato!- cinguettò e
velocemente mi si incollò alle labbra. Cazzo, no!
Mi staccai subito e impallidii quando vidi Bella che se ne stava
andando furiosa. No! Maledizione!
-Tanya cosa diavolo stai facendo?!- le urlai. Ora ero veramente
incazzato.
-So benissimo cosa vuole uno come te, Cullen… e non penso
che tu
abbia mai trovato chi sia in grado di soddisfarti come saprei fare io-
ribatté la strega, e si riavvicinò di nuovo.
Stavolta la spinsi via bruscamente senza preoccuparmi del fatto che
fosse una donna. Forse una così mi avrebbe fatto piacere nel
mio
“anno sabbatico”, ma adesso mi faceva solo schifo.
La
guardai disgustato, ma quella, per niente arrendevole,
aggiunse
con voce suadente: -Mmm.. mi piace l’uomo un po’
violento…-
-E della donna un po’ violenta, che ne dici?- Rose, con voce
dura ed autoritaria era intervenuta.
-Fatti gli affari tuoi Hale. Devo ancora trovarlo l’uomo che
mi dice di no!- ribatté imperterrita l’oca.
-Adesso non sai neanche più contare? A me pare proprio che
sia
il terzo ragazzo che ti rifiuta. Ti sei già scordata le due
batoste della settimana scorsa in mensa?- e si mise a ridere forte.
Già! Mi avevano raccontato la scena… che spasso
doveva
essere stata! Mi dispiaceva essermela persa, ma ora ero in prima fila e
me la volevo godere tutta.
-Ti ho già avvertita di stare attenta e te lo ribadisco
ancora,
perché mi sa che non te lo sei ancora ficcato in quella tua
testolina bionda e vuota. Non tirare troppo la corda, miss Iceberg!- le
si rivolse Tanya rabbiosa con il dito puntato contro il suo
petto
e il suo viso a pochi centimetri di distanza. Erano alte uguali, ma nel
momento in cui quel dito sfiorò appena Rosalie, la vidi
inalberarsi talmente tanto che sembrava sovrastasse completamente
Tanya, che pareva non essersi resa conto subito di aver, forse,
valicato un sottile confine.
Rosalie abbassò leggermente il capo e seguì con
lo
sguardo quel dito ancora puntato su di lei per poi rialzarlo
su
Tanya, che accorgendosi dei suoi occhi di ghiaccio, lo
abbassò
subito e indietreggiò leggermente ma anche molto
saggiamente. Lo sguardo di Rose mandava lampi; altera e fiera sembrava
un’amazzone… l’ira la rendeva maestosa e
bellissima,
un angelo vendicatore…
-Ti consiglio vivamente d’ora in poi di dare fastidio solo a
quelli che ancora apprezzano la tua arte da strada, perché a
quanto pare sia i ragazzi Cullen che Jasper, hanno fatto un salto di
qualità, lasciandoti perdere- scoppiammo a ridere mentre
Tanya la fissava con un’aria confusa.
Probabilmente non aveva capito che le aveva appena dato della
sgualdrina, in maniera fine ed elegante. Anche Rosalie si era accorta
che Tanya non aveva recepito il messaggio, e così
rincarò
la dose.
-Sai nel sesso, il detto “gallina vecchia fa buon
brodo”
non va tanto bene, anzi la merce troppo ripassata perde di valore- la
canzonò, sempre più ardente e vittoriosa.
Tanya sbiancò… ora sì che
probabilmente ci era
arrivata anche lei! Be’ meglio tardi che mai! E, con
ciò,
ritenni Tanya più sveglia che interessante…
Rosalie si girò e si allontanò, mentre Tanya non
riusciva
ancora a muoversi per la rabbia. Dopo qualche passo, però
quella
forza di Rosalie si voltò di nuovo verso la
“vecchia
gallina” e aggiunse: -Ah! Ricordati che io non amo la
violenza… ma se dovesse ricapitare che anche solo mi
sfiori con quelle tue luride mani che chissà nei
pantaloni
di chi erano infilate fino a poco prima che arrivassimo, giuro che te
le spezzo- e dopo averle lanciato uno sguardo assassino finì
minacciandola ancora: -E puoi star certa che le mie non sono parole al
vento!-.
Con un’eleganza, che avrebbe fatto invidia anche alla
più
famosa delle modelle, prese sottobraccio Alice, che come tutti noi si
stava piegando in due dal ridere e si avviò
all’entrata.
Noi ragazzi le seguimmo immediatamente con Emmett che orgoglioso mi
sussurrava: -Che donna! Fosse l’ultima cosa che faccio ma, lo
giuro!, quella donna sarà mia!- e lo guardai stupito.
Sì
era sempre stato un farfallone, ma di solito erano le donne che lo
cercavano e lui non disdegnava le loro attenzioni; ma, non
l’avevo mai visto cercare di conquistare qualcuna, e
iniziando a
conoscere un po’ Rosalie avevo l’impressione che ci
sarebbe
stato da ridere.
Mi avvicinai alle ragazze. -Sei un mito Rose!- le sussurrai
all’orecchio.
-Ti ringrazio, ma con certe sottospecie di animali bisogna avere polso,
altrimenti pensano di poter prendere il comando. Ricordatelo la
prossima volta e adesso prima che suoni la campanella, vai a cercare
Bella che, se la conosco bene, si sarà rintanata nel bagno
di
fronte all’aula di letteratura inglese-
Mi avviai di corsa mentre Rosalie ancora urlava: -Polso, Edward,
ricordatelo!- rimarcando il concetto con ironia e facendomi ridere. In
effetti ero stato proprio un rammollito, ma avrei presto rimediato.
D’ora in poi non avrei dato il tempo a nessuna di saltarmi
addosso. E se Tanya fosse tornata all’attacco, avrei lasciato
definitivamente a casa la cavalleria. D’altronde mio padre mi
aveva sempre insegnato a trattare le donne con gentilezza, ma
ero
sicuro che per donne non si riferisse a quelle come Tanya! E che cavolo
a tutto c’era un limite! Lo dovevano capire tutte che ero
cambiato! Io ero solo di Bella e lei era solo mia!
Pov
Bella
Ero praticamente scappata dal parcheggio e mi ero rintanata nel bagno.
Appena arrivati Edward era stato assalito dalle ragazze, come ogni
altra mattina, ma ero scesa dalla macchina consapevole di questo, ma
anche sicura che le avrebbe scacciate. Invece Tanya… era
riuscita a baciarlo. Mi rendevo perfettamente conto che lui si era
staccato immediatamente e non aveva risposto al bacio, non ce
l’avevo con lui, ma non ero riuscita a stare lì a
guardare
come se niente fosse. La rabbia e di colpo anche tutte le mie
insicurezze esplosero come una bomba ad orologeria e mi costrinsero a
scappare per non piangere lì davanti a tutti. La porta del
bagno
si spalancò all’improvviso e mi ritrovai due occhi
verdi e
ardenti che mi fissavano tristi e addolorati. Mi vergognai
perché sapevo di averlo fatto soffrire scappando. Non
riuscii a
trattenermi e volai tra le sue braccia che calde e
confortevoli
mi strinsero subito.
-Oh Bella, mi dispiace tanto. Ti prego non piangere, amore mio. Giuro
che non me frega niente né di lei né delle altre.
Non mi
aspettavo che mi baciasse, non sono riuscito a scansarmi in tempo.
Quella Tanya è peggio di una sanguisuga- mi
mormorò con
un tono di voce intrisa di tutto il dolore che provava a vedermi
così. Smisi di piangere e cercai di parlare per spiegargli.
-Lo so Edward, ti credo. Ma vederla abbracciarti mi ha fatto salire una
rabbia… poi ho iniziato a pensare che comunque
lei… ci sa
fare… con gli uomini, intendo… e magari
tu…-
e sentii le guance scaldarsi. Dal mio tono e dai miei balbettii
capì cosa intendevo perché subito posò
le mani
sulle mie braccia e mi scostò dal suo petto per potermi
guardare
negli occhi.
-E’ questo il problema?- mi sussurrò dolcemente.
Annuii, incapace di dire altro.
-Bella, purtroppo io ho il mio passato, che ti assicuro vorrei tanto
cancellare. Ma non posso. Posso solo cercare di vivere in maniera
diversa il presente e il futuro. Ed entrambi vorrei viverli con te. Non
mi interessa di nessun’altra, te lo giuro. Ti amo e non mi
stancherò mai di dirtelo. So che con quello che hai passato
fai
fatica a fidarti, soprattutto di quelli come me… ma ti
assicuro
che riuscirò a conquistare anche la tua fiducia come ho
fatto
con il tuo cuore!- cercò di rassicurarmi. I suoi occhi
bruciavano di sincerità.
Mi asciugò le guance ancora rigate dalle lacrime e mi
baciò. Un bacio dolce, delicato pieno di tutto
l’amore che
cercava di trasmettermi. Quando ci staccammo si mise a ridere di cuore.
Anche se quel suono era magico, aggrottai le sopracciglia: cosa
c’era di tanto buffo?
-Penso che abbiamo battuto tutti i record! Neanche 24 ore che stiamo
assieme e già piangi a causa mia! Faccio proprio schifo come
fidanzato!- mi spiegò e mi misi a ridere
anch’io.
-E poi, oggi, non possiamo proprio litigare, altrimenti come faccio ad
aiutarti con il tuo diabolico piano?- mi ricordò. -Ora
sarà meglio che usciamo, prima che entri qualcuno e mi cacci
a
pedate, visto che, fino a prova contraria, sono nel bagno delle
ragazze- sghignazzò.
Uscimmo e appena fuori spalancai gli occhi: erano tutti lì
ad
aspettarci. Rosalie ad Alice mi abbracciarono subito e Jasper diede una
pacca sulla spalla a Edward. Mi piaceva proprio il cameratismo che si
era creato tra di loro, come la mia bellissima amicizia nata con Alice:
era una complicità destinata a resistere a lungo,
perché
nata dal profondo affetto che ci legava tutti.
-Allora Bellina, quel fratello senza spina dorsale che mi ritrovo, te
l’ha raccontato come Rosalie l’ha salvato,
distruggendo
l’arpia- mi chiese Emmett. Io sgranai gli occhi e feci cenno
di
no, guardando Edward, che sorrideva sornione, probabilmente ripensando
alla scena.
La campanella suonò.
-Nooo, adesso mi avete incuriosita!- mi lamentai.
-E che problema c’è? Abbiamo due ore insieme! Vuoi
che non
trovi il tempo per raccontarti tutto quello che è successo?-
mi
domandò Alice. -E poi la prof. è pure sorda,
quindi
problema risolto, andiamo!- aggiunse sorridente.
-Sì e noi due ci vediamo davanti all’aula di
spagnolo
prima di entrare. Non ti dimenticare- mi raccomandai con Edward.
Ci salutammo tutti ed entrammo in classe, proprio mentre suonava la
seconda campanella.
Pov
Edward
Le prime due ore passarono in un baleno e appena finirono, mi
precipitai verso l’aula di spagnolo per attuare il piano di
Bella. Per fortuna che era vicino alla classe della mia prossima
lezione, altrimenti non avrei avuto il tempo di mettere in atto tutta
la scenetta. Ah donne! Una ne fanno e cento ne pensano. Ma con Bella ed
Alice forse era vero anche il contrario: cento ne fanno e
un’altra ancora ne pensano! Non so perché ma avevo
la
sensazione che non sarebbe stata l’ultima volta che
l’aiutavo in qualcosa del genere: Bella mi avrebbe presto
trascinato in un’altra delle sue diavolerie mentali. Ero
certo
che, a tal proposito, Alice fosse il massimo, ma mi ero dovuto
ricredere, perché in Bella aveva trovato non solo
un’amica, ma anche la sua degna compagna in questioni di
cuore.
Sono convinto che, fossero nate nell’Olimpo, sarebbero
riuscite a
strappare l’arco a Eros, il dio
dell’amore… Anzi no,
la mia Bella avrebbe senz’altro rubato il posto ad Afrodite,
la
dea della bellezza.
Arrivai appena in tempo e vidi Bella che stava già parlando
con Ben.
-Ciao ragazzi! Tutto bene?- salutai indifferente.
-Ciao Edward- ricambiò Ben gentile. Quel ragazzo mi piaceva,
era davvero simpatico e inoltre una brava persona.
-Ciao Ed. Avevi bisogno? Stavo giusto dicendo a Ben della festa di
Rosalie sabato al mare- mi spiegò con finta aria sorpresa
Bella.
Certo che recitare non era il suo forte, povero tesoro!
- Se possibile vorrei chiederti una cosa riguardo una tua carissima
amica, Angela Weber- dissi recitando la battuta prevista dal mio
copione; vidi Ben irrigidirsi immediatamente. Bella aveva proprio
ragione: a Ben piaceva Angela, avevano solo bisogno di una
piccola spinta… e noi gliela avremmo data!
-Puoi scusarci un attimo Ben?- lo pregai, e ci spostammo solo di
qualche passo, in modo che lui potesse continuare a seguire la
conversazione.
-Non avrai intenzione di portarti a letto anche lei, vero Edward?
Angela è una brava ragazza!- mi rimproverò Bella,
attenendosi al piano.
-No, be’ forse sì, ma solo se lei ci sta! Comunque
volevo
invitarla alla festa di Rosalie. Pensi che accetterà?-
continuai
e con la coda dell’occhio vidi Ben stringere i pugni. Bene
ora
toccava a lui darsi una svegliata. Speravo solo funzionasse.
-Non lo so, penso di sì. Ti cadono tutte ai piedi, no?
Perché dovrebbe dirti di no. E poi non la invita mai
nessuno, e
anche lei ha diritto a un po’ di divertimento- e mi sorrise
contenta, visto che dava le spalle a Ben.
-Ok allora penso proprio che a mensa glielo chiederò. Grazie
“sorellina”! Ci vediamo dopo- e la abbracciai
fraternamente. Non avrei dovuto perché il suo dolce profumo
mi
investì come un treno e faticai a trattenermi dal baciarla
appassionatamente davanti a Ben. Ma mi ripresi subito pensando alle
conseguenze che avrei subito se con un gesto avventato avessi fatto
fallire il piano di Bella quando ormai aveva preso forma… la
parola ‘sciopero’ non mi aveva mai terrorizzato
tanto! Mi allontanai subito per ritornare in classe.
Anche le altre due ore passarono in fretta, e mi resi conto che non
avevo fatto altro che pensare ad Angela e Ben… avrebbero
avuto
l’ultima ora prima di mensa assieme; e se Ben non era uno
stupido, avrebbe colto l’occasione di invitarla, sapendo che
subito dopo, un avvoltoio sarebbe sceso sulla sua ragazza, implacabile.
Ero agitato e curioso di sapere l’esito della nostra
messinscena.
Oddio la mia ragazza mi stava proprio cambiando radicalmente e mentre
mi avviai in mensa risi da solo. Raggiunsi subito gli altri e vidi
Bella che, mentre si accomodava, sorrideva, guardando in fondo alla
mensa. Mi fece cenno di seguire il suo sguardo e scorsi con piacere Ben
e Angela appartati, seduti a un tavolo da soli che conversavano,
leggermente imbarazzati. Ci battemmo il cinque. Tutti gli altri si
congratularono per la nostra scenetta ben riuscita.
Mentre mangiavamo, le ragazze cercavano di decidere qualcosa di
concreto per la festa di sabato, ma vidi che Bella era molto distratta
e spesso si guardava intorno. Mi dispiaceva vederla turbata o
preoccupata, perciò mi avvicinai al suo orecchio. -Cosa
c’è che non va? Stai cercando qualcuno in
particolare?- le
sussurrai.
La vidi sobbalzare e senza guardarmi scosse la testa. Ok ora iniziavo a
preoccuparmi io...
-Bella… dimmelo per favore. Vorrei che fossimo sempre
sinceri
l’uno con l’altra- la supplicai, sempre senza farmi
sentire
dagli altri.
Sembrò pensarci un po’, ma poi optò per
confidarsi con me.
-Stavo pensando che Tyler non è al solito tavolo. Non
l’ho
incrociato stamattina… mi sembra strano. Sai Jake ci
è
andato un po’ giù pesante venerdì
sera…-
bisbigliò in pena.
I miei pugni al ricordo della scena si serrarono, tanto che sentii
scricchiolare le nocche. Non potevo crederci, quello schifoso
l’aveva picchiata, quasi violentata e lei si preoccupava che
Jake non gli avesse fatto troppo male!
Non avevo parole e probabilmente per i pugni, o per la mia espressione
furiosa, Bella mi prese la mano e me l’accarezzò,
cercando
di calmarmi.
-Scusa…- mi sussurrò. Sgranai gli occhi. Ora mi
chiedeva anche scusa…
-Senti Bella non hai proprio niente di cui scusarti, e poi non crederai
mica che sono arrabbiato con te per questo, vero?- e lei in tutta
risposta abbassò la testa, sottraendosi al mio sguardo. Con
un
dito sotto il mento gliela rialzai.
-Vorrei solo che non ti preoccupassi per certi individui, che non
dovrebbero neanche far parte della società!- sputai quelle
parole con un tale odio, da sorprendere anche me stesso!
-Noooo! Cos’hai capito? Non ero preoccupata che stesse troppo
male, anzi… avrei voluto fargli male io- e mi sorrise dolce.
Al
pensiero della ginocchiata che era riuscita ad assestargli sorrisi
anch’io. -E’ solo che non vorrei che Jake ci
andasse di
mezzo! Non si sa mai!- continuò.
-Pensi che lo voglia denunciare? Non credo proprio, e comunque verrebbe
fuori il motivo per cui le ha prese e non penso assolutamente che gli
convenga, se non vuole fare una brutta fine!- e con un cenno della
testa indicai Jasper.
La vidi rilassarsi e sorridermi, poi si concentrò anche lei
sulla festa.
Le altre ore passarono serene e presto ci ritrovammo nel parcheggio,
tutti insieme. Ormai eravamo una famiglia, uniti e forti insieme.
cap24
Buongiorno a tutte splendide fanciulle. E' giorno di
capitolo!
Ringraziamo tutte quante per l'affetto che ci dimostrate, e anche chi
ci ha contattato privatamente per approfondire la conoscenza!
Siamo sempre più contente del fatto che ci continuate a
seguire in tantissime e soprattutto che la storia vi piaccia sempre di
più.
Noi da parte nostra ci metteremo sempre più impegno nello
scrivere capitoli che speriamo apprezziate sempre maggiormente.
Ora risponderemo alle recensioni e poi vi lasceremo al capitolo!
A lunedì! Bacioni a tutte.
_Miss_: ciao
Miss! Grazie infinite dei complimenti che sempre ci rivolgi. Siamo
molto contente che ti piaccia la storia! Bacioni!
Ed4e: ciao!
Il piano era quello di far mettere insieme Angela e Ben. Be' Edward e
Bella se ne accorgeranno presto tutti che stanno insieme, non hanno
bisogno di dimostrare niente a nessuno. Vedrai già da questo
capitolo! Per quanto riguarda l'anticipazione abbiamo deciso che la
metteremo una volta ogni tanto.
Un bacione e grazie di tutto!
giova71:
ciao! Contente che ti sia piaciuto il loro piano e sì,
Rosalie ha messo subito a posto quell'oca di Tanya!
Ma non è finita qui! Vedrai.... Bacioni e grazie!
barbara_f: grazie
barbara, e non smetteremo mai di ringraziarti per seguirci anche qui.
Bacioni!
ashar: ciao!
Bene contente che Rosalie ti sia piaciuto, per noi è un
mito! Eh sì piano piano dobbiamo formare le coppiette. Chi
saranno i prossimi? Bacioni!
MaRtA HaLe: ciao
carissima! Siamo felici che anche a due a due comunque a tu riesca a
recensire. Maledetti pc che non funzionano!!!! Alla festa di Rosalie ti
assicuro che ne vedrete delle belle! La abbiamo addirittura dovuta
dividere in due capitoli da quanto c'è da raccontare. E
per tua estrema gioia ti anticipiamo che vedrai in primo
piano anche la tua coppia preferita! Bacioni!
bellad93:
ciao! Perchè povero Edward, alla fine vedi bene che si
è divertito anche lui a fare la scenetta, anzi alla fine era
molto curioso di vedere se l'esito fosse positivo! Bacioni!
Nerak:
ciao Karen! Finalmente Ben si è svegliato e Rosalie
è stata una vera furia.... che vuoi che ti dica Tanya la
faremmo furoi volentieri anche noi, ma vedrai che prima o poi
avrà quel che merita! Sii paziente! Bacioni e grazie!
vanderbit:
ciao! Anche a noi piace molto Rosalie nella saga, anche se nei film in
confronto al libro, l'hanno valorizzata poco e quindi nella nostra
fiction abbiamo voluto darle più spazio! Purtroppo con Tanya
non è ancora finita, ma vedrai che.... In questo capitolo si
capiranno meglio i sentimenti e le intenzioni di Emm. Sì
l'idea di Bella l'abbiamo presa da Midnight Sun e adattata alla nostra
storia. Adoriamo quel manoscritto anche se non verrà mai
finito, ma quasi quasi, io IsaMarie, lo preferisco ancora di
più che Twilight, perchè adorando Edward
preferisco sapere di più cosa pensa lui! Bacioni e grazie!
Austen95: grazieeeeeee
e bacionissimi!!!!
Lalayasha:
ciao Rossella! Per quanto riguarda il pessimismo e l'insicurezza di
Bella, è ancora un po' presto perchè le passi!
Però vedrai che Edward ci lavorerà sopra
aiutandola! siamo strafelici che ti sia praticamente piaciuta ogni cosa
del capitolo! Bacioni e grazie mille!
Niky4ever:
ciao Nicole! Anche noi amiamo Rosalie ma soprattutto odiamo Tanya
& company e vedrai alla festa di Rosalie.... Basta non dico
più niente! Bacioni egrazie!
Alba97: ciao
e grazieeeee! Ci fai arrossire con tutti questi complimenti! Eh
sì Edward è perfetto in tutto ma come fidanzato
è una favola. Vedrai sarà sempre meglio! Bacioni!
Giada is owned by
Edward: ciao e grazie per
tutti i complimenti! Anche secondo noi Rosalie ed Emmett sono perfetti
e vedrai che fuochi d'artificio! Per Alice e Jasper ci vorrà
ancora un po'! Bacioni e ancora un sentito grazie!
Ok abbiamo risposte a tutte e ora non ci resta che
augurarvi: BUONA LETTURA!!!!
CAPITOLO
24
Studiare
insieme!
Pov
Bella
Eravamo
fuori nel parcheggio, quando vidi Angela e Ben venire verso di noi mano
nella mano. Erano tutti e due sorridenti e quando ci
raggiunsero abbracciai subito la mia cara amica. Ero felicissima per
lei, e anche per Ben che era proprio un bravo ragazzo. Mi accorsi che
guardava in cagnesco Edward, probabilmente pensando che volesse
portarsi a letto quella che finalmente ora era la sua donna…
Mi dispiaceva per Edward, perché sapevo che Ben gli era
molto simpatico, ma mi tranquillizzai subito quando lo vidi dargli una
pacca sulla spalla e sorridergli. Così mi avvicinai e sentii
cosa gli stava sussurrando all’orecchio, per non farsi
sentire da Angela. -Non ti
preoccupare amico, non ho nessuna intenzione di provarci con lei. Il
mio cuore è già stato rubato da
un’altra dolce fanciulla, che però ha una
testolina un po’ perversa e aveva deciso che tu avessi
bisogno di una piccola spinta per capire cosa ti stavi perdendo!- gli
spiegò. Ben
sgranò gli occhi per la sorpresa, probabilmente sia per la
scoperta che la scenetta di prima faceva parte di un piano architettato
per fare in modo che lui si sbloccasse con Angie, e sia per le cose che
gli aveva rivelato Edward, indicandomi. Si girò
automaticamente verso di me. Pensai subito che
volesse come minimo tirarmi il collo per la mia intromissione, ma la
sua espressione sbigottita mutò in un enorme sorriso e mi
prese tra le braccia facendomi volteggiare e ringraziandomi, sotto lo
sguardo divertito di tutti i presenti, e quello confuso di Angela. Le
feci cenno che dopo le avrei spiegato tutto. Quando mi rimise
giù, mi accorsi che Edward era nervoso ed impaziente di
starmi vicino. -Non ne potevo
più, credimi!- mormorò al mio orecchio; poi mi
abbracciò e mi baciò appassionatamente in mezzo
al parcheggio, davanti agli sguardi attoniti di Angela, che non sapeva
ancora niente di noi e di parecchi studenti. Effettivamente
poteva sembrare strano dato il nuovo legame familiare che avevamo, ma
in fondo noi ci conoscevamo solo da due settimane e sinceramente
dell’opinione altrui non me ne era mai importato
granché. Quando ci staccammo, anche per i continui colpi di
tosse di mio fratello e di Emmett, Edward mi guardò negli
occhi con un’espressione di assoluta felicità, che
se possibile, lo rendeva ancora più bello. -Ora non hai
più scuse, tutti devono sapere che sei la mia ragazza!-
disse ad alta voce. Ero felice, felice
ed appagata come non mai e mi presi le mie soddisfazioni: con la coda
dell’occhio vidi Lauren e Tanya, che vicino alle loro auto,
erano livide di gelosia e furiose per la rabbia. C’era una
cosa che però mi rodeva e mi dava parecchio fastidio: quelle
due oche, senz’altro, pensavano che io non fossi
abbastanza per lui, che sarei stata una delle tante… ma si
sarebbero presto ricredute. Poi mi staccai e
mi spostai verso le mie sorelle. Sì, ormai le consideravo
tutte e due come delle vere sorelle. Sospirai forte ed Alice si
preoccupò subito, anche perché aveva seguito il
mio sguardo. -C’è
qualcosa che non va, Bella? Non devi farti mettere sotto da loro.
Quando vedranno quanto Edward tiene a te, vedrai che non gli ronzeranno
più intorno. Prima o poi si dovranno mettere il cuore in
pace!- asserì sicura. -Non so Alice, tu
non le conosci. Specialmente Tanya. E ora sono preoccupata anche per te
Rose. Non che non sia contenta di tutto quello che le hai detto,
anzi… avrei voluto assistere! Però non vorrei che
ti facesse qualche tiro mancino… sai
com’è fatta!- mi preoccupai. Rosalie rise forte. -Non ti
preoccupare Bella, ho la scorza dura! Se mi cercherà
troverà pane per i suoi denti!- mi rispose sicura. Era vero,
Rose, quando ci si metteva, poteva veramente far paura. Al solo
guardarla, incuteva rispetto e molte ragazze della scuola, nonostante
la sua poca dimestichezza con gli uomini o forse proprio per questo suo
aspetto, la veneravano, tanto che era presidentessa del comitato
scolastico, per l’organizzazione di tutti gli eventi
importanti, e senza un suo parere nessuno si muoveva. Aveva un gusto e
un’eleganza impeccabili, che non sfociavano mai
nell’eccessivo o nel pacchiano. Anche per questo motivo Tanya
non l’aveva mai sopportata, perché Rosalie non
l’aveva mai voluta nel comitato e lei se l’era
legata al dito. Ora, dopo l’umiliazione che le aveva inflitto
quella mattina davanti a tutti, non ero per niente tranquilla. Alice mi riscosse
dai miei pensieri. -Allora ragazzi,
cosa facciamo?- chiese. Dagli sguardi sconsolati di tutti capimmo
subito che non avevamo molte alternative: COMPITI! Purtroppo avevano
iniziato a riempirci, anche perché eravamo tutti
all’ultimo anno e avremmo dovuto sgobbare molto per
l’ammissione alle varie università… e
tenendo conto che il mio più grande sogno era quello di
riuscire ad entrare ad Harvard… be’ avrei dovuto
darci sotto! Mi resi conto che
ancora non sapevo dove volesse andare Edward e cosa volesse fare.
Iniziai a sentire un nodo allo stomaco al pensiero che tra meno di un
anno probabilmente ci saremmo dovuti separare… Basta, Bella!
Finiscila di piangerti addosso! Ma è mai possibile che tu
non riesca a goderti il presente? Era appena il primo giorno che
stavamo assieme e iniziavo a farmi già le paranoie per
quando ci saremmo dovuti lasciare… magari tra un anno non
saremmo neanche più stati assieme… altra fitta
allo stomaco. -Che
c’è, Bella, non stai bene?- mi chiese premuroso
Edward. -No, no tutto
bene, è che devi fare l’abitudine ad avere una
ragazza che viaggia un po’ troppo con la fantasia e si fa
delle paranoie mentali, senza neanche avere la minima conferma a tutto
quello che pensa!- risposi sincera e mi misi a ridere, seguita da lui
che un po’ rassegnato mi disse: -Sì me ne ero
già accorto. Diciamo che ne ho avuto un piccolo assaggio dal
tuo discorso di ieri- e scosse la testa, poi insistette: -Ma
adesso a cosa ti riferivi di preciso?- indagò.
Ahi… generalmente quella del futuro era sempre
un’incognita che mi provocava fastidio e malessere
fisico… ma con Edward la stessa mi faceva quasi
soffrire… Cercai di cambiare
discorso, non volevo fargli capire che le mie paranoie andavano
così lontano, ci sarebbe stato tanto tempo per affrontare
quel discorso. -Niente non ti
preoccupare- lo rassicurai e poi mi rivolsi a tutti. -Dai andiamo a
casa, preparo una bella torta al cioccolato, iniziamo a studiare e poi
facciamo una bella pausa merenda, appena è pronta!- mi
sentii di nuovo sollevare, ma stavolta avevo il sedere per aria ed ero
sulle spalle di qualcuno che stava saltellando felice. Chi poteva
essere se non Emmett? Ovvio: solo lui poteva eccitarsi così
alla parola torta. -Emm mettimi
subito giù brutto orso da circo. Mi farai vomitare tutto il
pranzo, se non la pianti di sballottarmi!- gli urlai. Ma probabilmente
le risate che scuotevano le mie parole, non lo convinsero e quindi
continuò imperterrito nei suoi festeggiamenti. -Jazz, ti prego
aiuta la tua povera sorellina!- mi appellai a mio fratello. -Ma tu sei matta!
Hai visto quanto è più grosso di me!- e tutti
scoppiarono ancora di più a ridere. -Emmett Cullen se
non mi metti subito giù, giuro che la tua fetta di torta
sarà così piccola che non riuscirai nemmeno a
sentirne il gusto!- e come se avessi pronunciato un incantesimo, mi
ritrovai immediatamente in piedi, con la faccia seria di Emmett che mi
scrutava. -Stavi scherzando
vero Bellina! Non puoi fare questo al tuo orso!- e sporse il labbro
inferiore come un bambino spaventato. Gli scoppiai a ridere in faccia,
era troppo irresistibile. -Se non mi avessi
messo giù subito, potevi stare tranquillo che
l’avrei fatto, eccome!- e dandogli un pugno sul braccio,
chiusi il nostro siparietto. Entrammo in auto,
salutando Ben e Angela, che rifiutarono il nostro invito, per rimanere
un po’ da soli, giustamente. Una volta a casa,
preparai subito la torta e la misi in forno a cuocere. Ci accomodammo
tutti al tavolo del salone, convinti di riuscire a studiare insieme, ma
i risultati furono pessimi. Così decidemmo di dividerci
nelle varie stanze, a seconda delle materie da studiare, e di
ritrovarci dopo un’ora in cucina per mangiare la torta, che
avrebbe pensato Esme a sfornare. Naturalmente io ed
Edward finimmo nella sua stanza del pianoforte, dato che i maggiori
compiti ce li avevano dati biologia e trigonometria, le materie che
frequentavamo assieme. Ci eravamo
accomodati sul divano e stavo finendo un esercizio di trigo, quando
vidi con la coda dell’occhio Edward che mi fissava con
un’attenta ammirazione. Involontariamente arrossii un
po’. -Se non la smetti
di fissarmi, mi spieghi come faccio a concentrarmi su trigo?- gli
chiesi. -Mmm…
non riesco a smettere… sei troppo bella- mi
sussurrò, di nuovo con quel tono di voce, che mi faceva
venire in mente un sacco di pensieri, uno meno casto
dell’altro. Ecco, se prima era un lieve rossore, ora ero
color ciliegia, ne ero certa! Cercai comunque di fare
l’indifferente. -Non hai da
studiare?- mormorai, cercando di non distogliere lo sguardo dal
quaderno. -No ho finito.
Aspettavo te per iniziare biologia, e nell’attesa, se non ti
dispiace, vorrei continuare a fare quello che facevo prima, anche
perché non ne posso fare a meno. Se possibile quando sei
concentrata a far qualcosa diventi ancora più irresistibile-
continuò come se niente fosse. Ok così
non avrei concluso niente. -Allora
nell’attesa, anziché perdere tempo, mi controlli
gli altri esercizi, che sicuramente ho sbagliato,
così ti rendi utile, e io non mi sotterro per
l’imbarazzo, ok?- gli proposi. -Va bene, ma solo
perché se continuo così rischio di saltarti
addosso!- e ci mettemmo entrambi a ridere. Dopo tre quarti
d’ora avevamo finito tutto, sia trigo che bio. Certo che, a
parte le distrazioni ovvie, studiare con lui mi venivano davvero
facile: era un ottimo insegnante calmo e paziente; quello che non
capivo io me lo spiegava lui e viceversa.
Pov
Edward
Trascorremmo tutto
sommato una piacevole oretta di studio; l’unica cosa che mi
aveva infastidito leggermente era la sua costante poca autostima: le
avevo controllato, come mi aveva chiesto, gli esercizi di trigo che, a
detta sua, era sicura di aver sbagliato. Invece erano praticamente a
posto; c’erano un paio di errorini di calcolo, ma erano
frutto di distrazione: il procedimento invece, che era molto complesso,
l’aveva capito perfettamente. Mi dispiaceva molto vedere come
lei stessa sminuisse le sue capacità… in
realtà aveva un gran cervello, attento ed intuitivo e una
mentalità aperta e ricettiva… non avrebbe certo
sfigurato in una prestigiosa università, magari del calibro
di Princeton, Yale o Harvard… La sola ed unica
cosa in cui avrebbe dovuto migliorarsi era l’autostima: aveva
bisogno di avere più fiducia in se stessa e in
quell’ambito io avrei potuto senz’altro dare il mio
contributo, aiutandola e rendendola più consapevole delle
sue qualità, non solo intellettive ma anche
fisiche… già, era davvero bellissima
così assorta… -Ecco fatto!-
esclamò soddisfatta, chiudendo i libri. -E siamo anche in
antic…- non riuscì a finire la frase,
perché la sua bocca si ritrovò improvvisamente
impegnata con la mia. Baciarla era ogni
volta un’esperienza che mi lasciava senza fiato. Le sue
labbra vermiglie e carnose mi attiravano come il canto di una sirena
attirava i marinai, ammaliandoli. Non riuscivo a resistere. Bella mi aveva
messo entrambe le mani intorno al collo, e aveva iniziato a stringere i
miei capelli con le sue piccole dita. Il suo profumo mi inebriava.
Stavo perdendo completamente la concentrazione. Percepivo solo lei. Lei
e il suo calore. Lei e il suo odore. Lei addosso a me. Tutto il mio
mondo. Le nostre lingue
ora stavano di nuovo giocando felici, si assaporavano a vicenda mentre
la stringevo sempre più a me. Senza rendermene conto
l’avevo portata a sedersi sopra di me. Mi staccai leggermente
per scendere a baciarle il collo. La sentivo ansimare, fremere e le sue
mani stringevano spasmodicamente i miei capelli, rendendomi ancora
più eccitato: quel suo gesto così possessivo mi
faceva impazzire. Ritornai alle sue
labbra e senza staccare le nostre lingue, che fameliche si cercavano,
si rincorrevano, e giocavano a un eccitante gioco all'interno delle
nostre bocche, le mie mani si infilarono sotto la sua maglietta e presi
ad accarezzarle la schiena. La mia mano destra cominciò a
vagare. Dalla schiena si spostò sulla vita. L'accarezzai con
un dito e lo feci arrivare fino al suo fianco. Lì la sua
pelle era libera dalla maglietta, e io preso dalla frenesia che quel
contatto mi trasmetteva, vi poggiai il palmo aperto, e lo feci
scivolare dal basso verso l'alto. E viceversa. Poi da destra verso
sinistra. Spingendomi sulla sua pancia, arrivando in
prossimità dell'ombelico. E utilizzando solo un dito, le
disegnai dei cerchi immaginari intorno. Dio quanto era morbida e
vellutata quella pelle! Se penso a tutte le volte che avevo immaginato
di toccarla e accarezzarla… ma la voglia che mi scatenava il
ricordo non era neanche paragonabile alle sensazioni che stavo provando
in quel momento! Con una mano tenevo la sua nuca per far avvicinare il
più possibile il suo viso al mio; con l’altra
ritornai ad accarezzarle la schiena, provocandole brividi e sospiri di
piacere. La sua pelle era
calda, scottava sotto il mio tocco che da delicato stava diventando via
via più frenetico ed io mi inebriavo del suo dolce profumo.
Un piccolo gemito di piacere uscì dalle sue labbra quando la
mia mano dalla sua schiena passò di nuovo al fianco per poi
percorrere il ventre piatto e andare ad accarezzarle un seno, ricoperto
da un reggiseno di pizzo. Mi avvicinai estasiato a quella dolce
collina, mentre sentivo che lei, come me, era rapita da quel bacio
carico d’amore e di passione. Con le dita seguivo
il bordo della scollatura e l’indice stava per infilarsi
sotto quel sottile ma eccitantissimo pezzo di stoffa per poter
finalmente toccare la sua gemma, quando sentimmo qualcuno schiarirsi
rumorosamente la voce… cazzo, no! Bella si
alzò di scatto: era rossissima e col fiato corto ed io non
ero in condizioni migliori, per non parlare dei miei jeans, che mi
stavano torturando all’impossibile da quanto erano diventati
stretti. -Ehi ragazzi,
sarà meglio che d’ora in poi chiudiate a chiave.
Poteva anche entrare la mamma a chiamarvi e in quel caso
addio segreto!- sghignazzò quel troglodita senza tatto di
mio fratello. Ero incazzatissimo per l’interruzione, per non
parlare della tenerezza che mi faceva Bella a vederla così
imbarazzata… era la persona più dolce che
conoscessi… una tenera micetta… -Anche fosse stata
la mamma, avrebbe senz’altro bussato prima di entrare, a
differenza di te, animale!- gli ringhiai, innervosito. -Sì, ma
anche ammesso che foste riusciti a staccarvi prima che entrasse, come
pensavate di spiegare che Bellina sembra un peperone maturo e per
giunta con l’asma in questo momento? Non penso proprio che le
materie che state studiando, implichino anche questo tipo di reazione
corporale!- continuò imperterrito, ridendo sempre
più forte. Vidi qualcosa
volare per la stanza e subito l’astuccio di Bella
colpì con millimetrica precisione il testone di Emmett,
togliendogli il sorriso ebete dalla faccia e facendogli rilasciare
un’esclamazione di dolore. Ora eravamo io e
Bella a ridere di lui. -Uhhhhh Bellina!
Guarda che potevi anche far male al mio prezioso cervello!-
esclamò Emmett sorpreso dall’irruenza della mia
Bella… la gattina con gli artigli! -No, non ti
preoccupare! Quando ti ho colpito ho sentito l’eco di un
suono vuoto provenire da lì dentro, quindi anche se ne hai
uno è molto piccolo!- lo canzonò Bella, facendomi
ridere ancora di più. La gattina aveva gli artigli, e anche
affilati! Era proprio vero ciò che dicevamo tra
noi: Emmett con lei aveva trovato pane per i suoi denti! -Certo che sei
diventata proprio suscettibile! La sua vicinanza ti fa già
troppo male, prima avevi più senso dell’umorismo!-
si imbronciò Emmett, continuando a massaggiarsi il punto
dolorante. -Comunque ero solo venuto a dirvi che Alice ci vuole tutti
giù a rapporto subito- e gesticolò imitando il
generale Alice alla perfezione. Sospirando e
dandomi un bacio a stampo, Bella si allontanò da me e
iniziò a scendere. A me invece serviva ancora un
po’ di tempo… Dovevo solo far calmare le acque
lì sotto… non penso che a mia madre avrebbe fatto
piacere vedermi in quello stato, sapendo che ero rimasto da solo con
Bella… Intanto mi alzai e
mi sistemai un po’ il cavallo dei pantaloni che iniziava ad
allentare la presa, e naturalmente questo non sfuggì a mio
fratello, che mi venne incontro e dandomi una poderosa pacca sulla
spalla, mi guardò sorridendomi sornione. -Quella ragazza ti
fa proprio un bell’effetto! Ti vedo diverso, a poco a poco ti
sta cambiando e in meglio direi! Non l’avrei mai creduto
possibile, ormai avevo perso le speranze con te!- mi
canzonò; per risposta gli sorrisi leggermente imbarazzato. -Sì
anch’io mi sento sereno e felice come non mi accadeva da
anni! Non so come spiegarti. So che agli occhi degli altri
può sembrare strano perché è poco che
ci conosciamo… ma quando sono con lei è come se
non avessi più bisogno di nient’altro, neanche
dell’aria per respirare. E come se fossimo una cosa
unica… completa… ecco sì con lei mi
sento completo, come se fino adesso avessi perso la mia metà
da qualche parte e ora finalmente si è ricongiunta a me!-
gli confessai. Mi sorrise
dolcemente. -Wow Edward ma ti sei sentito? Se avessi saputo che te ne
uscivi con una cosa del genere ti avrei registrato col cellulare e
messo su YouTube nel giro di poco! Edward-mi faccio tutte-Cullen
completamente innamorato perso… da non crederci!- mi prese
in giro Emmett. -Possibile che con
te non si riesca mai a fare un discorso serio?- lo rimproverai,
irritato. -Scusa, stavo solo
scherzando, lo sai che è più forte di me!
Comunque ti capisco perfettamente. E’ la stessa cosa che
provo io quando sono vicino a… be’, lo sai anche
tu… Rosalie- ma il suo tono da canzonatorio divenne
improvvisamente triste. -Emm che
c’è che non va? Non sei contento di esserti
innamorato anche tu?- cercai di capire cosa gli passava per la testa,
mi dispiaceva vederlo così abbattuto, non ero abituato. -Le
cose tra voi non funzionano? Mi sembra che Rosalie sia interessata a
te, e sinceramente non capisco cosa stai ancora aspettando a farti
avanti- gli chiesi. -Vedi Ed, per me
non è facile… tu mi hai sempre visto con un sacco
di ragazze, ma era completamente diverso. Innanzitutto mi veniva
naturale farci lo scemo, perché anche se non gli fossi
interessato non me ne importava proprio niente… e poi
comunque sono sempre state le ragazze a fare il primo passo con me, io
praticamente decidevo solo se uscirci o no… ma lei
è diversa. Lo vedi anche tu: con lei sono sempre
imbarazzato, praticamente in soggezione, non mi viene naturale fare
battute, e soprattutto non trovo il coraggio di confessarle quello che
provo. Ti giuro che anche ieri mentre ballavamo volevo provare a dirle
qualcosa, ma quando mi guarda con quegli occhi meravigliosi, le parole
mi muoiono in bocca, e o arrossisco o balbetto! Non mi sento alla sua
altezza!- si disperò. Non me
l’aspettavo proprio una confessione del genere. Ero basito!
Il mio fratellone grande e grosso, giocherellone, sempre sorridente e
con la battuta pronta, ora era sprofondato nel piccolo divano della
stanza, con la testa tra le mani, e pareva dover sostenere tutto il
peso del mondo sulle sue spalle. Cercai di
rassicurarlo in qualche modo e se non avesse funzionato avrei chiesto
consiglio alla mia cupido personale. -Emmett! Non
voglio più sentirti dire che non sei alla sua altezza! Di
solito ne dici di cazzate, ma questa veramente le supera tutte!- il mio
tono serio e duro, gli fece alzare la testa per guardarmi. Con tutto
quello che Emmett aveva fatto per la famiglia, non doveva assolutamente
pensare di non essere all’altezza di qualcuno. Era una
persona fantastica, intelligente e sensibile, ed ero intenzionato ad
aiutarlo! Cercai di fargli un’iniezione di fiducia in se
stesso. -Fossi meno
coinvolto da Rosalie, ti saresti già accorto da un bel
pezzo, che lei ricambia eccome! Sta solo aspettando che tu faccia il
primo passo! E questo weekend è l’occasione giusta
per buttarti! Se hai bisogno di qualche consiglio, possiamo anche
chiedere alle due impiccione di casa! Lo sai che se si tratta di queste
cose, sono dei vulcani di idee! E si da il caso che entrambe ti
vogliano un bene dell’anima e farebbero di tutto per
aiutarti! Guarda solo stamattina cosa è riuscita a studiarsi
Bella con i suoi amici. Lo sai che quei due si morivano dietro dai
tempi dell’asilo e Bella, in una ridicola scenetta di due
minuti è riuscita a farli mettere insieme!- lo rassicurai
e tirandolo per un braccio lo feci alzare. Sorrise e mi
abbracciò forte, ringraziandomi. -Ora
sarà meglio che scendiamo altrimenti il generale Alice
sarebbe anche capace di ucciderci! Aveva detto che doveva parlarci
urgentemente!- disse ridendo Emmett e accompagnando la frase con il
gesto del taglio della gola. Scendemmo e
arrivati in cucina fummo investiti dal profumo buonissimo della torta,
ma anche da una tempesta forza dieci. -Ma cosa siete?
Dementi? Emm sapevi benissimo perché vi avevo detto di
scendere subito! Non è che mi diverto a impartire ordini,
giusto per il gusto di comandare! Ci sono sempre dei buoni motivi
quando dico una cosa! E subito significa immediatamente, non dopo che
mi sono fatto i miei comodacci!!- sbraitò Alice sempre
più inviperita. Alzai un sopracciglio, avevo dei dubbi che
non ci trovasse gusto a comandare e vidi Bella e Jasper trattenere una
risata per la mia espressione. -E tu non mi
guardare così, perché rischi grosso!- mi
additò più nera che mai ed io non potei fare
altro che alzare le mani in segno di resa: era impossibile ragionare
con lei quando era così arrabbiata. Ma la adoravo comunque.
Cercai di addolcirla almeno un po’. -E dai Ali
calmati! Lo sai che sei la mia sorella preferita! Siamo qua ora, no? Di
cosa volevi parlarci?- cercai di calmarla e la abbracciai. Si
scostò subito fulminandomi. Quando voleva sapeva essere
proprio un osso duro! -Guarda che con me
non attacca! E poi sai che sforzo: la tua sorella preferita…
capirai, sono l’unica!- replicò stizzita. -Adesso non andare
a vedere il pelo nell’uovo! L’importante
è che tutti noi ti adoriamo, no?- replicò mio
fratello, stringendola in uno dei suoi poderosi abbracci. Sospirò
e si apprestò a spiegarci, non prima di lanciarci ancora
un’occhiataccia. -Vi volevo qui
subito, perché Rose è andata a farsi la doccia,
anche se ormai penso che abbia quasi finito, e dobbiamo parlare del
regalo da farle. Quindi teniamo basse le voci e cerchiamo di stare
attenti ad ogni più piccolo rumore, nel caso dovesse
arrivare all’improvviso- ci spiegò sussurrando.
Ora il generale sembrava un agente segreto. Ci scambiammo occhiate
divertite, e vidi che tutti, compreso Jasper, avevano voglia di ridere,
ma nessuno ebbe il coraggio di sfidare così apertamente
Alice. Oramai anche gli Swan stavano imparando a conoscerla! Emmett, un
po’ imbarazzato, prese la parola. -Veramente io pensavo di
farle un regalino da solo… se per voi non è un
problema… Quando siamo andati a Seattle ho notato che le
piaceva moltissimo una parure di Swarowsky, e be’…
avrei pensato di prenderle quella… dite che le
farà piacere o che lo reputerà eccessivo?- disse
titubante. Probabilmente era ancora più in imbarazzo per la
presenza della mamma, ma vidi che lei sorrideva e poi gli
carezzò la testa sussurrandogli: -Sei molto dolce, figliolo-
e lo baciò sulla guancia. Intanto il suo colorito aveva
raggiunto tonalità molto simili al cremisi e tutti ridemmo a
crepapelle. Bella gli si
fiondò addosso e lo strinse forte in un abbraccio
affettuoso. Probabilmente non le era sfuggito il tono insicuro di
Emmett… notava sempre tutto lei, e quindi cercò
di consolarlo e rassicurarlo. Si vedeva che gli voleva bene e questo me
la fece apprezzare ancora di più, ma mentre la guardavo con
occhi rapiti, ricevetti una gomitata da Jasper, che mi
sussurrò: -Sembri un ebete con quell’espressione
sognante… e tua madre sarà anche una persona
dolcissima e riservata ma non è scema per niente. Quindi
togliti quello sguardo da pinguino innamorato, se non volete che vi
becchino già al primo giorno!- e mi sorrise complice. -E’ un
regalo perfetto orsacchiotto, non ti preoccupare. E poi, conoscendo
Rose, la sorprenderai piacevolmente, già solo per il fatto
che tu abbia notato il suo interesse per
quell’oggetto… pensa non me ne sono accorta
neppure io che la conosco da sempre! Lei adora quando qualcuno
è attento alle sue esigenze o semplicemente a quello che le
piace. Anzi facciamo così: ti accompagno volentieri a
comprarle il regalo, se vuoi!- lo rassicurò premurosa. Il
viso di Emmett si illuminò come quello di un bambino e la
abbracciò forte. Avevo quasi paura che la stritolasse! -Ok, uno
è sistemato, ma noi cosa le regaliamo?- chiese Jasper. Bella ed Alice si
guardarono e in coro esclamarono: -Borsa e portafoglio di Gucci della
nuova collezione autunno-inverno!- scoppiando a ridere per il coretto. -Sapete cosa
potremmo regalarle io e Charlie?- intervenne mia madre. -Vorremmo farle
qualcosa di speciale, perché sono i suoi 18 anni.
Già in una tappa così importante della vita, le
mancheranno i genitori, vorrei cercare in qualche modo di alleviare il
suo dolore- non finì il discorso che una figura bionda, ci
passò accanto, andando ad abbracciarla forte. Rosalie! Era
spuntata senza che nessuno si accorgesse di niente e aveva sentito le
parole affettuose di mia madre. Ora si abbracciavano e la vidi con gli
occhi lucidi. Bella, frettolosamente si asciugò le guance
bagnate dalle lacrime, evidentemente commossa per il gesto della
cugina, che a quanto avevo capito, non era incline a lasciarsi andare
spesso a simili affettuosità. -Non ti
preoccupare Esme, io sto bene. Oramai me ne sono fatta una ragione.
Sì, avrei tanto voluto che ai miei 18 anni fossero presenti
anche i miei genitori, ma non si può avere tutto…
e comunque mi ritengo già fortunata dato che sono circondata
da persone che ci tengono così tanto a me… vorrei
che sappiate che voglio bene ad ognuno di voi e sono molto felice che
vi siate uniti a questa splendida famiglia!- mormorò con
voce rotta dalla commozione. Bella ed Alice le saltarono subito addosso
e si abbracciarono strette. Anche Alice ora piangeva e ancora
singhiozzando sussurrò convinta: -Giuro che ti
organizzerò la festa più grandiosa e bella che
abbiano mai visto a Forks!- facendoci scoppiare tutti a ridere e
stemperando un po’ l’atmosfera carica di dolore che
si era creata. Quel folletto non si smentiva mai!
ANTEPRIMA CAPITOLO 25
-Edward… ti
devo confessare una cosa- e mi guardò preoccupata. Ma non
andava avanti e ora mi stavo agitando anch’io.
-Vedi… io con Dylan… non ho mai…
cioè…- sospirò di nuovo e poi tutto
d’un fiato disse: Edwardsonovergine!- e abbassò
ancora la testa. Sorrisi ancora e cercai di nuovo di rassicurarla.
-E allora? A parte il fatto che lo sapevo già…-
ma non finii che un -Cosaaaaaa?!?!?!- urlato mi fece sobbalzare.
Cavolo ora sì che ero nei guai; Jasper mi avrebbe
ammazzato… se prima Bella non avesse fatto fuori lui.
Capitolo 26 *** Cap. 25: Sarà meglio che chiariamo... ***
cap.25
Buongiorno ragazze! Ormai siamo a settembre, l'estate sta
volgendo
al termine e si ritorna al tran tran della vita quotidiana! Che
p....e!!!!
Dallo spoiler che vi abbiamo lasciato abbiamo notato che aspettate
tutte con ansia questo chappy, per il delicato discorso che dovranno
fare i nostri beneamati piccioncini! IMPORTANTE!
Abbiamo una questione da sottoporvi!
Ormai la storia sta andando avanti e siamo arrivate a scrivere i tanto
sospirati capitoli hot!
La storia per adesso è un rating arancione, ma dovremo
cambiarla in rating rosso.
Siete d'accordo?
O preferireste che sdoppiassimo la storia, lasciando il rating
arancione (smorzando il tono dei capitoli) e aggiungendo una nuova
serie dove postare solo i capitoli hot, come è successo in
altre
fiction?
Se la questione è importante per voi, vi preghiamo vivamente
di
farci sapere la vostra opinione. Se non avete mai recensito, non
è importante che scriviate chissà cosa, basta
anche solo
segnalare il rating che preferireste.
Se non otteremo abbastanza risposte la nostra decisione sarà
quella di passare al rosso, anche per evitare di scrivere i capitoli
doppi.
Ci raccomandiamo fateci sapere!
Ora vi lasciamo al capitolo e vi auguriamo BUONA LETTURA!
giova71:
ciao!
Hai ragione Emmett è proprio un orsacchiotto dolcioso
e
vedrai che Bella ed Edward si rifaranno presto del tempo
perso e
delle occasioni mancate!!!! Bacioni e grazie!
_Miss_:
ciao
Miss! Ci fai arrossire all'inverosimile con tutti questi complimenti!
Ma naturalmente ci fai anche tanto piacere! Sì questo che
stai
per leggere è uno dei nostri capitoli preferiti, proprio per
il
discorso approfondito che affronteranno Bella ed Edward! Se stavi
già andando in iperventilazione per il capitolo precedente
figuriamoci per gli altri! Emmett è dolcissimo e vedrai che
combina.... Bacioni e grazie mille!
Nerak:
ciao
Karen! Siamo sorprese ti leggere che i capitoli vi piacciano
sempre molto e naturalmente anche contente. Emmett è
veramente
forte, anche timido e imbarazzato!
Buona lettura e grazie! Bacioni!
Lalayasha:
ciao
Ross! Eh sì Edward non vedeva l'ora di far sapere a tutti
che ha
messo la testa a posto, anche per evitare situazioni come
quella
in cui si è trovato quando sono arrivati a scuola. Anche io
vorrei tanto passare delle ore di studio così! XD! Vedrai
che
piano piano Edward la guarirà da questa insicurezza cronica,
anche perchè comunque pian piano che il rapporto si
rinforzerà è anche normale che diventi meno
dubbiosa. (Mi
spiace Ross ma per quella cosa là il capitolo è
diventato
il 33, poi ti spiegherò meglio!). Emmett è un
tenerone!
No non ti preoccupare Rosalie non ha sentito altro della conversazione.
Grazie mille e bacioni!
MaRtA
HaLe : ciao
Marta! Contente che sia stato di tuo gradimento anche questo chappy! E
per lo spoiler, non ti arrabbiare troppo con il povero Jasper, lo sai
che è un tipo protettivo, specialemente con la sorella! Se
ti
piacciono questi primi approcci, non oso immaginare quelli che stiamo
scrivendo!!!!! La parte finale ci voleva proprio, anche
perchè
18 anni sono importanti ed è normale che Rosalie sia anche
un
po' triste per non aver i genitori accanto e che chi le vuole bene,
cerchi di fare di tutto per alleviare questo dolore. Bacioni e grazie
di cuore!
P.S.: mi raccomando voglio sapere tutto sul tuo progetto! Fammi sapere
presto!
bellad93:
ciao ragazzuola! Contente per il tuo
apprezzamento! Bacioni!
Giada
is owned by Edward: ciao!
Mamma mia quanto entusiasmo! Siamo super felici! Se fossero tutte come
te saremmo strapiene di recensioni!!!! Bravissima è questo
lo
spirito che ci piace! La scena del divano devo dire che ha fatto
furore.... chissà le altre che abbiamo scritto... ti dico
solo
che piano piano il rapporto si approfondisce sempre più!
Quindi
preparati a farti delle doccie fredde... anzi no gelate!!!! Bacioni e
grazie ancora!
fabyp:
ciao
e benvenuta! Suppongo che tu sia nuova! Grazie mille. La fiction la
scriviamo io (IsaMarie e Sara_Cullen), e ti ringraziamo per averci
messo nelle storie da ricordare. Inoltre siamo contente che ti piaccia.
Mi raccomando continua a seguirci, non te ne pentirai... la storia si
fa sempre più interessante! Se continui a lasciarci un tuo
commento ci fai immensamente piacere, ma se farai parte delle lettrici
silenziose sappi che ti apprezzeremo ugualmente, né
più
né meno! Ah postiamo sempre il lunedì e il
giovedì! Bacioni!
Austen95:
ciao
cara! Grazie mille e non ti preoccupare... non potremmo mai
far
fuori il nostro Ed... quindi sopravvivrà! XD! Bacioni!
vanderbit:
ciao!
Davvero hai sentito che uscirà la versione completa l'8/12?
Mi
sembra un po' strano perchè anche quando è uscito
l'ultimo su Bree, la Meyer aveva ribadito che quel progetto era
definitivamente abbandonato, quindi... mah, io spero che
abbia
ragione tu!
Siamo contente che tutti i capitoli ti piacciano e non ti preoccupare,
non ci stuferemo mai di sentirtelo dire! XD!
Vedrai che Tanya avrà quello.... no, no, non possiamo dire
altro, altrimenti poi ti dovremmo eliminare e ci dispiacerebbe perdere
una lettrice con i fiocchi come te! Hi, hi, hi! Per Ed e Bella quando
scoppierà la passione saranno fuochi d'artificio te lo posso
assicurare! Alice è un vero generale, ma anche lei
nasconde....
no, non ti possiamo dire neanche questo! XD!
Basta altrimenti la prossima volta ci fucili anzichè
complimentarti! Scusa ma spesso esce il nostro lato sadico! Bacioni
alla prossima!
Ed4e:
GRAAAAZZZZIIIEEE!!!!
Sì sono diventati una grande famiglia. Sappiamo che magari
può sembrare inverosimile perchè sono passate
poche
settimane, ma in fondo è una fiction, quindi è
consentito
evadere un goccino dalla realtà! Siamo contente che ti sia
piaciuto tutto il chappy, perciò ti lasciamo subito alla
lettura
di questo! Alla prossima bacioni!
Niky4ever:
ciao!
Eccola qui la nostra piccolina che continua a seguirci dappertutto! Non
sappiamo come ringraziarti! Ti lovviamo tanto lo sai benissimo!
Bacionissimi!!!!
CAPITOLO
25
Sarà
meglio che chiariamo…
Pov Bella
Era già
venerdì
pomeriggio e tutti eravamo euforici perché ci stavamo
preparando
per trascorrere il weekend nella casa al mare e organizzare la festa a
Rose. In quei giorni purtroppo io e Edward non eravamo riusciti a
starcene per conto nostro: io ero stata praticamente sequestrata e
travolta dalla turbinosa pazzia di Alice, che mi aveva coinvolto anche
per le più piccole sciocchezze e non si schiodava da camera
mia
fino a tarda notte.
Quel pomeriggio Alice mi aveva spedito in cucina a prendere il
necessario per la festa, mentre lei preparava anche la mia valigia,
sostenendo che avrebbe senz’altro fatto un lavoro migliore
del
mio: la mia instancabile e asfissiante sorella sosteneva che preparare
i bagagli era una vera e propria abilità che sfiorava
l’arte. E al mio sguardo perplesso dalla sua affermazione mi
aveva risposto che lei era in grado di sistemare in valigia il doppio
degli abiti che ci avrei messo io. Ovviamente, mi arresi e la lasciai
fare, anche se avevo un forte sospetto: chissà
perché
avevo l’impressione che non avrei trovato neanche un paio di
normalissimi jeans, o delle semplici magliette... Speravo almeno che
non esagerasse con il vestito per la festa: non sarei stata a mio agio
con un abito troppo corto o eccessivamente scollato. Anche
se…
in realtà mi sarebbe piaciuto far rimanere a bocca aperta
Edward…
Immaginare quel dio greco guardarmi con ammirazione e meraviglia era un
sogno stupendo… ma per l’appunto poteva rimanere
solo
tale; in quale ipotetico universo la perfezione fatta a persona avrebbe
mai potuto guardare estasiato ME?! Come al solito le mie insicurezze
quando si trattava di lui ricomparivano più in forza di
prima e
il pensiero che sarebbero state presenti tutte quelle galline che si
era ripassato a scuola, mi faceva salire un nervoso allucinante.
Purtroppo, dato che erano stati invitati tutti quelli
dell’ultimo
anno, ci sarebbero state anche Tanya e Lauren, e sapevo che quelle due
avrebbero cercato di avvicinare Edward in ogni modo e maniera
possibili… Dio che rabbia! Ma stavolta ero pronta a dare
battaglia! Lui era il mio ragazzo, e questo concetto, evidentemente
troppo complicato per il loro micro cervellino, glielo avrei ficcato io
ben bene in testa! Mi avevano già abbastanza irritato a
scuola,
in questa settimana, con le loro continue battutine idiote su di me e
gli ammiccamenti vari; se non addirittura, a volte, veri e propri
strusciamenti su Edward. Sì perché le due
arpie-cozze,
appena potevano, gli zompavano addosso, incuranti del fatto che tutte
le volte le scostasse malamente… anche lui iniziava a non
poterne più, era veramente esasperato…
Che settimana impegnativa!
Comunque eravamo riusciti ad andare a comprare i regali per Rosalie,
evitando i suoi sospetti. Mi ero messa d’accordo con Jake:
lui
l’aveva chiamata chiedendole se poteva dargli una mano, dopo
scuola, con un’auto con cui era in difficoltà. E
naturalmente Rose non si era fatta scappare l’occasione di
poter
mettere le mani su un motore... La sua era una vera e propria passione
e comunque, i due insieme, erano un portento per quel che riguardava la
meccanica.
Noi, approfittando del suo ‘imprevisto’ impegno,
eravamo
andati al centro commerciale e avevamo preso qualsiasi cosa che il
nostro comandante ritenesse solo vagamente utilizzabile. Alice ed io,
poi, avevamo anche dato parecchi consigli ad Emmett su come
dichiararsi. Era stato buffo, vedere quel ragazzone sempre sorridente e
pronto alla battuta, torturarsi le mani imbarazzatissimo e rosso come
un pomodoro maturo, mentre ci chiedeva impaurito e timido se poteva
avere qualche possibilità concreta con Rosalie. Gli avevamo
consigliato di buttarsi subito, il sabato mattina, prima della festa,
perché poi dopo ci sarebbe stata parecchia confusione. Ma
non
ero proprio sicura che ci sarebbe riuscito, perché era molto
impacciato: e a Rose piacevano gli uomini di polso, decisi e
determinati... mah, bisognava solamente incrociare le dita!
I nostri regali li avremmo consegnati alla festeggiata il sabato a
pranzo, insieme ai ragazzi di La Push che ci avrebbero raggiunti in
mattinata per darci una mano con i vari preparativi. Seth ci avrebbe
fatto da Dj per la festa. Al New Moon lo avrebbero sostituito per una
sera: Sam non riusciva a dirmi di no, quando gli chiedevo un favore
facendogli gli occhioni luccicanti da cucciola… e quindi gli
aveva concesso la serata libera nonostante fosse sabato.
La sera precedente, giovedì, avevo aiutato Esme a preparare
una
cena deliziosa e una torta per festeggiare il compleanno, dato che lei
e Charlie non sarebbero stati presenti alla festa al mare. Era stata
proprio una bella e calorosa cena di famiglia, che non era
più
così serena da tanto tempo; infine Esme e papà
avevano
consegnato il loro regalo a Rosalie. La sua espressione, quando vide
cos’era, fu impagabile… Alice le aveva scattato
tante foto
e poi ci eravamo fatti un sacco di risate, quando le avevamo scaricate
sul pc. Non avevo mai visto Rosalie lasciarsi andare a così
tanti abbracci ed effusioni, era al settimo cielo. Aveva ricevuto un
biglietto per una prova di guida su una delle macchine del circuito di
Indianapolis, compreso biglietto aereo andata e ritorno, soggiorno per
un weekend, il tutto per lei e un accompagnatore a sua scelta. Era il
suo sogno! A dire il vero con la passione sfrenata per la
velocità e le auto era un po’ il sogno di tutti in
quella
famiglia, ma lei in particolare erano anni che la sentivo parlarne.
Nonostante tutti le avessimo chiesto chi avrebbe portato con
sé,
lei non si era voluta sbilanciare, sostenendo che ci sarebbe stato
tempo per decidere, visto che il regalo aveva validità di 6
mesi, e poteva andarci in qualsiasi momento.
Qualcosa mi diceva che se sabato tutto fosse andato per il verso
giusto, il fortunato che l’avrebbe accompagnata lo avrebbe
saputo
presto…
-Ok è tutto pronto. Andiamo?- trillò Alice
entrando in cucina con tutti gli altri.
-Sì, anch’io ho preso tutto e con Jasper abbiamo
già caricato ogni cosa nelle auto- le risposi, prima che
iniziasse uno dei suoi monologhi, elencando tutto quello che avrei
dovuto prendere.
Salutammo Esme e ci avviammo in garage.
Io ed Edward avremmo preso la mia piccolina, Alice aveva chiesto a
Jasper se potevano andare con la Ferrari, perché non ci era
ancora salita, e così Emmett e Rosalie sarebbero venuti da
soli
con la jeep; speravo vivamente che Emmett si sciogliesse un
po’
approfittando del viaggio.
Quando lo sguardo di Edward si posò sulla mia Aston nera
capii
immediatamente che avrebbe desiderato guidarla lui, perciò
lo
invitai ad accomodarsi alla guida. Felice come un bambino mi
ringraziò con un bacetto a stampo e salimmo in auto.
Partimmo ed
io ero felicissima al pensiero di poter passare tre giorni con Edward,
senza doverci nascondere.
Pov Edward
L’Aston
di Bella filava
che era una meraviglia. Finalmente eravamo in auto, diretti alla casa
al mare. Non mi sembrava vero poter trascorrere tre interi giorni con
Bella.
La settimana era trascorsa velocemente, ma tra i regali da comprare, la
preparazione per la festa, i compiti, la cena per Rosalie, io e Bella
non eravamo riusciti a stare insieme neanche un attimo. Le uniche ore
in cui potevamo stare vicini erano le ore in comune a scuola. Ma non si
poteva certo stare come avrei voluto io… In casa, oltre al
fatto
che dovevamo stare attenti a non farci beccare da Charlie e mia madre,
ci aveva pensato Alice a tenerci ben separati: con il suo perfezionismo
maniacale per i dettagli, non aveva mai mollato Bella e la cercava per
ogni minima cretinata. Per due sere non ero neanche riuscito a darle il
bacio della buonanotte! Maledizione alla nana, era sempre in camera
della mia ragazza!
Ero leggermente frustrato… forse anche un po’
più
che leggermente, ma d’altronde era parecchio che non stavo
così tanto tempo senza fare sesso…
Non è che mi mancassero le ragazze che avevo sempre avuto
intorno; ma, per uno come me, abituato a farlo quasi tutti i giorni,
era… boh non lo so nemmeno io com’era! Era una
strana
situazione, mi sentivo diviso a metà: da un lato
l’Edward
innamorato e passionale che bramava con ardore di poter finalmente
possedere la propria donna; dall’altro l’Edward
dolce e
romantico che desiderava rispettare la propria ragazza… non
sapevo nemmeno io come comportarmi… sapevo solo che la mia
voglia di Bella cresceva ogni giorno a dismisura… Non volevo
però forzarla a fare niente, con lei sarebbe stato diverso:
ci
saremmo presi il nostro tempo, e se lei mi avesse desiderato come la
desideravo io, allora avrei reso la nostra prima volta davvero
speciale, e non mi sarei fatto prendere dalla foga del momento. Di
questo ne ero certo! Per me contavano solo la sua felicità e
i
suoi desideri, perché fare felice lei rendeva felice me.
-Come mai sei così silenzioso? C’è
qualcosa che non
va?- mi chiese Bella con dolcezza, mentre l’auto procedeva
sicura
e veloce sulla strada.
-No, non ti preoccupare amore, ero solo sovrappensiero- cercai di
rassicurarla.
-E si può sapere a cosa pensavi… o è
un segreto di stato?- mi canzonò.
-Pensavo a te. Questa settimana non siamo riusciti a stare neanche un
po’ insieme e non mi sembra vero che abbiamo tre giorni tutti
per
noi!- esclamai con ardore; la vidi arrossire immediatamente e chinare
il capo imbarazzata. Che amore di ragazza! Ma forse… oddio,
chissà cos’aveva capito…
Ecco, con la mia reputazione, adesso chissà cosa pensava che
volessi fare… probabilmente che avessi in testa solo il
sesso...
Mi dispiaceva, non volevo che si sentisse obbligata a fare niente.
-Bella… che c’è? Guarda che con questo
non voglio
dire che dobbiamo fare chissà cosa. Voglio solo passare un
po’ di tempo con te… anche solo il poterti
abbracciare o
il tenerti per mano quando più mi aggrada, mi fa felice!-
sussurrai. Un sorriso spuntò di nuovo sulle sue labbra.
Labbra
che, appena arrivati, sarebbero state di nuovo mie! Sospirai al solo
pensiero.
-Sì anche a me è dispiaciuto stare
così distanti
questa settimana; e non vedevo l’ora che arrivasse oggi.
E’
che… mi chiedevo… cioè…
ecco…
insomma…- balbettò assumendo una
tonalità sempre
più accesa. La interruppi all’istante, mi faceva
troppa
tenerezza vederla così, ed era sempre più rossa.
-Ferma, ferma, piccola! Se continui così, ti
scoppierà il
cuore! Mi sembra di sentirlo battere alla velocità della
luce
persino da qui, da quanto sei agitata!- la presi in giro, sperando di
calmarla un po’, e infatti una risata nacque in entrambi.
La sentii fare un sospiro profondo, probabilmente per trovare il
coraggio di dirmi quello che le girava in quella bellissima testolina.
La anticipai ancora, immaginando senza sforzo l’imbarazzata e
caotica direzione che in quel momento stavano assumendo i suoi
pensieri; era arrivato il momento di spiegarle la situazione dal mio
punto di vista.
-Allora Bella, sarà meglio che chiariamo due cosine,
perché non voglio assolutamente che ti rovini il weekend,
pensando a chissà quali cose possono o non possono avvenire
tra
noi due, ok?- la vidi annuire con la testa.
-Il fatto che io fino a poco tempo fa fossi abituato in un certo
modo… con le ragazze, intendo…- ecco, ero io
adesso ad
imbarazzarmi…
-Bè, questo non significa che mi aspetto lo stesso dalla
nostra
relazione… cioè… non è che
io non ti
desideri, anzi…- perfetto Edward! Mi stavo impappinando alla
grande! Coraggio, campione!, mi imposi. Sospirai e continuai. -Insomma,
faremo quel passo solo se e quando lo vorrai tu, ok? Di certo non
affretteremo i tempi solamente perché pensi che io lo voglia
o
non ne possa fare a meno… non è così,
te
l’assicuro. A me interessa solo stare con te! In che modo non
è importante. Ti amo, e aspetterò tutto il tempo
necessario. E non credere che se non andremo a letto insieme, io possa
andare a cercare qualcun’altra, chiaro? Non ti deve passare
neanche per l’anticamera del cervello una simile sciocchezza!
Io
voglio solo te, Bella! Te e nessun’altra! Le mie esperienze
le ho
già avute, non me ne servono altre di quel genere,
perché
non mi interessano, non mi appagano più! Io, con te, se e
quando
ti sentirai pronta, vorrei vivere un’esperienza molto
più
intensa e meravigliosa, che non ho mai provato. E con questo dichiaro
chiuso il discorso… capito amore? E per adesso…
voglio
solo che pensi a divertirti durante questo weekend!- e non mi
lasciò il tempo di dire altro che le sue braccia erano
già attorno al mio collo e mi stava riempiendo di baci la
guancia. Sorrisi della sua dolcezza. Ma anche solo con quei bacetti
molto casti iniziavo a perdere la concentrazione sulla
strada…
il suo inebriante profumo, la sua pelle morbida e calda mi avevano
già mandato in tilt il cervello! -Lo sai che ti amo tanto,
vero?- mi chiese mentre continuava a baciarmi.
-Sì, ma se vuoi che non faccia neanche un piccolo graffietto
al
tuo prezioso gioiellino, sarà meglio che ti accomodi di
nuovo
buona buona sul sedile, perché mi stai decisamente
deconcentrando!- le precisai con un sorriso sornione.
-Ah… ti faccio questo effetto solamente con dei piccoli
bacini?- disse maliziosa e compiaciuta.
-Decisamente! Anche con tutte le buone intenzioni di questo mondo, la
tua sola vicinanza mi fa un effetto strano- ammisi; e scoppiammo a
ridere entrambi. -Mi dispiace, ma dovrai sopportare di avere un
fidanzato un po’ maniaco!- e ammiccai, facendole venire le
lacrime agli occhi dal ridere.
Ero veramente contento di poter parlare con lei così
liberamente
e di poter scherzare su argomenti che in prima battuta avrebbero potuto
essere piuttosto spinosi. Invece con lei mi veniva tutto talmente
naturale, che mi sembrava persino strano. E poi, mi piaceva il fatto
che anche io riuscivo a suscitarle certe emozioni… Forse non
era
ancora pronta ad un passo così importante, come quello di
fare
l’amore con me; ma sicuramente mi desiderava anche lei. Di
questo
ne ero più che sicuro!
-Come pensi che stia andando nelle altre auto?- mi domandò
curiosa.
-Non so… Emmett starà cercando di fare il cretino
come al
solito, per non sentirsi in imbarazzo. Rosalie ti ha detto qualcosa in
questi giorni?- ero curioso.
-Non abbiamo avuto molto tempo per parlare con tranquillità,
ma
dalle poche cose che mi ha detto, penso proprio che anche lei si
aspetti una svolta tra loro, alla festa. Non l’ho mai vista
così, ti assicuro. E’ molto innamorata di Emmett:
spero
solo che se si metteranno insieme, anche Emmett abbia la stessa
delicatezza che hai avuto tu con me…- e arrossì
di nuovo.
Le carezzai una guancia e le sorrisi. Dio, quanto l’adoravo!
-Edward… ti devo confessare una cosa…- e mi
guardò
preoccupata, bloccandosi di punto in bianco. Per un po’ la
lasciai ai suoi pensieri, ma non andava avanti e ora mi stavo agitando
anch’io.
-Vedi… io con Dylan… non ho mai…
cioè…- sospirò di nuovo e poi, il
volto di un
color ciliegia, tutto d’un fiato esclamò:
-Edwardsonovergine!- e abbassò ancora la testa, rattristata.
Sorrisi ancora e cercai di nuovo di rassicurarla.
-E allora? A parte il fatto che lo sapevo già…-
ma non
finii la mia frase che un -Cosaaaaaa?!?!?!- urlato mi fece sobbalzare.
Cavoli ora sì che ero nei guai! Jasper mi avrebbe
ammazzato… se prima Bella non avesse fatto fuori lui. Mi
stava
guardando a occhi spalancati ancora sorpresa dalle mie parole e la sua
espressione mutò in sospetto facendole stringere gli occhi.
Probabilmente aveva collegato la chiacchierata che avevo fatto con
Jasper, il suo avvertimento, col fatto che fossi a conoscenza di certi
suoi dettagli intimi: chi mai avrebbe potuto dirmelo se non lui?
-Mio fratello è un uomo morto!- sibilò infuriata
e
incrociò le braccia sotto il seno, assumendo una postura
rigida
e un’espressione che faceva davvero paura.
Per fortuna avevamo ancora un po’ di tempo prima di arrivare,
magari sarei riuscito a farla calmare un po’: glielo dovevo,
povero Jazz!
-Bella non ti arrabbiare con lui… non sapeva ancora quanto
ti
amassi e cercava solo di proteggerti!- cercai di farla ragionare.
-Oh, no, no! Non ti azzardare nemmeno a cercare di difenderlo!! Questa
volta ha veramente passato il limite. Appena arriviamo mi sente! E poi
racconterò tutto ad Alice… conoscendola, lo
farà
penare ancora di più di quello che già non fa!-
affermò soddisfatta della punizione ideata.
Non volevo litigare con lei, ma non potevo lasciare Jasper nel casino
in cui io l’avevo messo.
-Bella ti prego! Fallo per me! Ti giuro che Jasper non voleva
assolutamente mancarti di rispetto, anzi… pensava che tu per
me
fossi solo un’avventura, e allora, vedendomi così
determinato, si è giocato l’unica carta che sapeva
avrebbe
potuto fermarmi. Poi, quando gli ho spiegato quello che provo io per
te, mi ha chiesto di accertarmi dei miei sentimenti e mi ha pregato di
buttarmi solo nel momento in cui fossi veramente sicuro che
ciò
che provavo non era solo un capriccio. Lo ha fatto perché tu
ti
meriti solo il meglio e hai già sofferto abbastanza, in
passato… credimi!- la implorai, spiegandole.
-Lo so che lo fa perché mi vuole bene, ma a tutto
c’è un limite!- continuò arrabbiata.
-Tu credi? Prova un po’ a metterti nei suoi panni. Non
avresti
fatto lo stesso per lui? E sii sincera, senza lasciarti ingannare dalla
rabbia che provi adesso. E poi ti lamenti proprio tu! Ti piace
intrometterti negli affari di cuore degli altri e vieni a dirmi che
Jasper non avrebbe dovuto farlo? Sei un po’ incoerente o
sbaglio?- cercai ancora di farle capire. Fortunatamente la vidi
calmarsi e riflettere alle mie parole.
-Sì… hai ragione, ma io non l’ho mai
messo in imbarazzo in questo modo…- si giustificò.
-Guarda che non c’è niente di sbagliato
nell’essere
ancora vergine. Anzi… se devo proprio dirti la
verità… sono contento…- mi sentivo un
po’ in
imbarazzo ad insistere sull’argomento per cui si era tanto
vergognata, ma volevo essere totalmente sincero e quindi continuai.
-Probabilmente sarò un grandissimo egoista, visto il modo in
cui
mi sono sempre comportato… però il pensiero che
nessun
altro ti abbia avuta, mi riempie di gioia…- e la guardai con
un
enorme sorriso, che ricambiò, ormai paonazza. Poi
però
sembrò prendere consapevolezza di qualcosa e
abbassò di
nuovo il capo.
-Veramente Edward, forse non hai capito bene.
Cioè… io
sono vergine… però… non è
che sia una
santa… qualcosina ho fatto anch’io, anche se non
sono mai
andata… fino in fondo- mi confessò, balbettando.
Mi irrigidii istantaneamente al pensiero di altre mani che non fossero
le mie su di lei… e la vidi abbassare la testa, triste e
addolorata. Chissà come mai aveva avuto quella
reazione…
-Cosa c’è, Bella?- chiesi apprensivo.
-Ti ho deluso?- mi sussurrò timorosa. Dalla mia reazione
aveva
capito, come al solito, il contrario. Pensava che magari non la volessi
più o che pensassi male di lei… Ma la mia era
solo pura e
semplice gelosia.
Accostai a lato strada e lei mi guardò sorpresa. Le posai
una
mano su una guancia per accarezzarla e la guardai intensamente. I suoi
occhi si erano fatti lucidi e il rossore non accennava a darle un
po’ di tregua.
-Non voglio mai più sentirti dire che mi hai deluso. Sono io
che
dovrei vergognarmi come un cane per come mi sono comportato fino
adesso. Tu non hai fatto proprio niente. Sei la ragazza più
dolce, sensibile e meravigliosa che io abbia mai conosciuto e so
benissimo che anche tu hai avuto le tue esperienze. Ma sono anche
contento che il passo più importante, se vorrai, lo farai
con
me. Sai? Oltre che un fidanzato maniaco, dovrai accettare che sia anche
molto geloso e possessivo. So che non sono tra le migliori
qualità in una persona: ma ti giuro che con te non posso
farne a
meno. Non sono mai stato un tipo così, ma adesso…
il solo
pensiero che qualcuno possa toccarti o anche solo guardarti un
po’ più insistentemente di come è
lecito fare, mi
fa salire il sangue al cervello e non capisco più niente.
Non so
cosa mi hai fatto… ma mi hai cambiato radicalmente, sia in
meglio ma, come hai potuto capire da questa mia spiegazione, anche in
peggio…- le spiegai sorridendo, sperando che potesse capire
il
mio stato d’animo e i miei sentimenti sempre più
profondi.
Non ebbe il tempo di rispondere niente che sentimmo dei colpetti sul
vetro: erano Jasper ed Emmett che si erano fermati dietro di noi, ed
erano scesi perché preoccupati che ci fosse successo
qualcosa.
Tirammo giù i finestrini.
-Tutto a posto?- chiese Jasper, dalla parte di Bella, guardandola
preoccupato. Probabilmente si era subito accorto degli occhi lucidi e
del rossore diffuso di Bella. Lei, ancora un po’ frastornata
dalle mie parole, sorrise per rassicurarlo.
-Non preoccuparti- la anticipai; -Stavamo facendo solo un discorso un
po’ delicato ed ho sentito il bisogno di fermarmi per poter
guardare bene in viso tua sorella. Sai è un po’
testona!-
e risi insieme a Jasper ed Emmett, che invece si era posizionato dal
mio lato.
Lei ci fulminò con un’occhiata e poi si
voltò verso
Jasper, lo prese per il colletto della camicia e lo tirò
verso
di sé tanto forte che quasi lo strozzò.
-Tu ed io dopo abbiamo un bel discorsetto da fare, caro il mio
impiccione!- certo che non demordeva. Pensavo di averla convinta e
invece come al solito mi sorprendeva.
Vidi Jasper sbiancare e guardarmi leggermente deluso per aver confidato
a Bella i nostri discorsi; e sul mio viso si dipinse
un’espressione contrita.
-Mi dispiace mi sono scappate certe nostre confidenze, ma ti giuro che
sto facendo di tutto per convincerla a non farti fuori!- cercai di
giustificarmi un minimo perché non si arrabbiasse molto. In
fondo era come se l’avessi tradito.
Bella lasciò andare il colletto e baciò la
guancia di Jasper, che la guardò confuso.
-Visto che ho un fidanzato fantastico e che, a quanto ho capito, tiene
molto anche a te, per questa volta sei perdonato!- dichiarò,
con
un’espressione più rilassata. Poi assunse di nuovo
un’aria minacciosa e un tono glaciale. -Ma bada bene che sia
l’ultima volta che ti permetti di oltrepassare certi limiti.
Chiaro?- e gli tirò una ciocca di capelli.
-Ahi!- urlò Jasper, mentre si massaggiava la parte
dolorante.
-Ok me lo sono meritato. Ma mi vuoi ancora bene, vero? Anche se ormai
hai “spifferone” come fidanzato, io rimango sempre
il tuo
preferito, giusto?- mugugnò imbronciato.
-Certo, tu sei il mio fratellino numero uno!- e gli schioccò
un altro bacio. Ma quanto era dolce!
-Sarà meglio muoverci o non arriveremo più- si
intromise Emmett. Ritornarono alle loro auto e ripartimmo.
-Grazie Edward- mormorò Bella.
-Di cosa scusa?- non capivo.
-Di esistere e di volermi nella tua vita- mi spiegò. Lei
ringraziava me di volerla? La ragazza non aveva idea di quanto io fossi
fortunato!
-Sono io che dovrei ringraziare te di volermi così tanto da
soprassedere allo schifo di comportamento che ho sempre avuto. Ancora
non riesco a capire cosa ho fatto di così speciale nella
vita
per meritarti. Ti amo così tanto che a volte mi sembra di
scoppiare!- le spiegai a mia volta.
-Anche per me è la stessa cosa e spero che duri a lungo,
molto a
lungo!- e si avvicinò per baciarmi la mascella. Un bacio
delicato, appena uno sfioramento che mi fece però sentire
l’uomo più amato di questa terra.
Le presi la mano e per il resto del viaggio, rimanemmo in silenzio,
ascoltando la musica e godendo semplicemente della reciproca vicinanza.
cap. 26
Buongiorno da Marie e Sara!
Abbiamo notato con piacere che il capitolo dei chiarimenti è
stato di vostro gradimento!
Siamo felici di questo e del fatto che il numero delle persone che si
appassionano alla nostra storia stia continuando ad aumentare.
Sinceramente all'inizio non pensavamo assolutamente di avere un simile
seguito e di questo non finiremo mai di ringraziarvi.
Vi amiamo tutte quante indistintamente, sia quelle che recensiscono che
le lettrici silenziose!
Grazie anche di aver risposto in tantissime alla domanda sul rating che
vi avevamo posto, sia tramite efp sia attraverso altri canali privati.
La maggior parte di voi ha espresso l'opinione di passare al rating
rosso, per evitare confusione.
Per noi sarebbe molto più semplice, in quanto non dovremmo
sdoppiare nè la storia nè tantomeno i capitoli,
che
sarebbero da riscrivere due volte.
Ma come non ascoltare quella piccola parte di voi, che ci ha supplicato
di lasciare il rating arancione, altrimenti non poteva continuare a
seguire la storia?
Non possiamo proprio!
Quindi lasceremo il rating così com'è e all'nizio
di ogni
capitolo hot, metteremo un avviso con il link di chi può o
preferisce leggere il capitolo con rating rosso.
Il contenuto sarà uguale identico, differirà solo
la parte hot.
Vi ringraziamo per la collaborazione e ci scusiamo per il disagio, ma
quando abbiamo iniziato la storia non pensavamo né
diventasse
così lunga, né così hot.
Ma dato che i nostri capitoli, col tempo sono diventati sempre
più dettagliati e ricchi di approfondimenti e particolari,
ci
sembrerebbe di fare torto a voi lettrici se decidessimo di descrivere i
rapporti sessuali, in maniera poco approfondita.
Ora basta perdere tempo. Le cose importanti ve le abbiamo fatte
presenti, quindi dopo aver risposto alle recensioni vi auguriamo: BUONA LETTURA!!!!
lampra:
ciao! Non ti preoccupare come vedi
abbiamo deciso di sdoppiare i capitoli. Contentissime che ti piaccia!
Grazie e bacioni!
Niky4ever:
ciao Nicole! Grazie, contente che ti
sia piaciuto come sempre! Ti lovviamo tanto! Bacioni!
sabry85:
ciao
e piacere di conoscere una lettrice affezionata! Non è il
caso
che chiedi scusa per non aver mai recensito... non ce n'è
assolutamente bisogno! Ti ringraziamo di averci sempre seguito e se in
futuro avrai voglia di spendere di nuovo qualche parolina, ben
contente, altrimenti non fa nulla! Non ti preoccupare! Per quanto
riguarda le altre nostre due coppiette in questo weekend ne
succederanno di tutti i colori! Mi raccomando continua a seguirci!
Baciotti!
Ed4e:
ciao!
Figuriamoci se la nostra Bella fa fuori il suo gemello, ma ti posso
anticipare che durante il weekend ne vedremo delle belle!!!! Un
bacione!!!!
ashar:
ciao!
Sì ci uniamo anche noi al club: salviamo Jazz! E' adorabile,
anche quando esagera un po', come in questo caso con Bella! Ehhhh mi
spiace abbiamo chiesto ad Alice ma non ne vuole sapere di rivelare i
suoi segreti! Hi, hi, hi! Per quanto riguarda il rating non ti
preoccupare! Non scriveremo niente di così astruso, ma le
descrizioni saranno dettagliate e le situazioni saranno molteplici,
quindi.... Alla prossima bacioni e grazie!!!!
Nerak: ciao
Karen! Grazie e contente che il capitolo sia stato di tuo gradimento!
Non ti preoccupare per i nostri piccioncini: si rifaranno nel weekend!
Bacioni!
MaRtA
HaLe : ciao
carissima! I prossimi capitoli saranno decisivi per Emmett e Rosalie e
vedrai che reazione la sua!!!!! Il weekend sarà molto molto
molto romantico!!!! Per tutti... o quasi!
Bacioni e morsetti!!!!
vampirettafolle:
ciao
bellezza! Non è da questo capitolo che inizieranno le scene
hot.
Abbiamo già iniziato a scriverle, ma noi siamo molto
più
avanti rispetto ai capitoli postati. La storia sarà ancora
molto lunga e avrà anche un sequel. Questa
durerà
per tutto l'anno scolastico e si concluderà col diploma,
anche
se ci saranno periodi, naturalmente in cui i mesi voleranno. L'altra si
svolgerà invece all'università. Comunque non ti
preoccupare per la lunghezza, perchè cercheremo di non
cadere
mai nel noioso, ma creeremo sempre situazioni diverse e movimentate.
Sperando che non ti stuferai e che continuerai a seguirci ti salutiamo.
Grazie e alla prossima!
Lalayasha:ciao
Ross! Sì nel chappy precedente Edward è stato
molto
dolce, ma da questo cahappy in poi uscirà anche l'altro suo
lato
che anoi piace tanto: quello passionale, che vedremo fare capolino
sempre più spesso. D'altronde è un uomo... e che
uomo!
Dai non mi trattare male Jasper, poverino l'ha fatto solo per
proteggere Bella! Alice, invece, è sempre Alice, che ci vuoi
fare? Con Emmett e Rosalie ne vedremo delle belle! XD! Siamo
felicissime di essere riuscite ad emozionarti. Bacioni grandi grandi!
vanderbit: ciao!
Edward è molto romantico e lo diventerà sempre
più, ma anche molto passionale e questo suo lato nel weekend
uscirà... eccome se uscirà! Ma non saranno gli
unici
protagonisti di questo weekend! Bacioni e grazie!
bellad93:
ciao! Sì Eddino
è proprio un dolcetto tutto da mangiare! Bacioni!
fabyp:
ciao
tesora! Siamo sempre più contente del tuo entusiasmo! Ci fai
arrossire da morire ma anche tanto tanto piacere! Vedrai questo weekend
sarà favoloso e succederanno un sacco di cose, ma proprio un
sacco! Bacioni!
giova71:
ciao!
Diciamo che la festa sarà molto movimentata sotto tanti
punti di
vista e durante l'intero weekend ci saranno numerose rivelazioni!
Vedrai! Grazie mille e bacioni!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Diciamo pure che non sei l'unica che adora il nostro Edward, noi
personalmente sbaviamo solo a descriverlo, e vedrai che descrizioni
durante i 3 giorni, roba da svenimenti! In questo weekend ne
succederanno di tutti i colori ma soprattutto conoscerete meglio anche
altri protagonisti! La festa poi sarà super movimentata!
Per quanto riguarda il rating ti ringraziamo e non ti preoccupare ti
sei spiegata benissimo!
Per lo spoiler scusa, ma ce lo siamo proprio dimenticate. Comunque
abbiamo deciso di metterlo perchè ci siamo rese conto che lo
apprezzate molto. Bacioni e grazie infinite per i mille complimenti che
ci fai sempre! Alla prossima!
CAPITOLO 26
La casa al mare
Pov
Bella
Finalmente eravamo
arrivati.
Prima di scaricare tutto il necessario, aprimmo casa, e facemmo fare il
giro ai ragazzi. Erano tutti e tre a bocca aperta.
Effettivamente la casa al mare era magnifica.
Era costruita direttamente sulla spiaggia, aveva una pianta molto larga
ed era disposta su due piani. Il vialetto d’ingresso
pavimentato
in pietra dura era costeggiato da entrambi i lati da un magnifico
giardino, ricco di alberi secolari e imponenti. Il portone
d’ingresso della villa si apriva in un enorme salone tutto
contornato da vetrate che offrivano uno spettacolo stupendo sulla
spiaggia e sul mare; queste si affacciavano su un portico in
cotto arricchito con sedie e tavolini in vimini, un dondolo e in un
angolo un forno a legna. Da qui si accedeva ad un bellissimo giardino
pieno di fiori che attraverso un vialetto declinava verso la
spiaggia. Nel salone tre divani e due poltrone color bianco
panna
offrivano una comoda sistemazione, mentre un antico camino in
pietra occupava tutto un angolo della sala e regalava alla
stanza
un senso di accoglienza e calore. Un oggetto che caratterizzava
l’ambiente e lo rendeva unico e particolare era un bel
pianoforte
a coda, nero e lucido, appartenuto a mia madre. Al piano terra
c’erano anche la grande cucina moderna in legno laccato
bianco,
con un imponente tavolo di legno e cristallo, contornato da sedie e un
ampio giropanca; la lavanderia; due bagni, uno studio
dall’aria
mascolina, con scaffali ricolmi di libri, due poltrone di pelle marrone
scuro posizionate di fronte ad un caminetto, con appeso un prezioso
dipinto ad olio di metà Ottocento, appartenuto al nonno
Richard,
il papà di mamma, che raffigurava un veliero in navigazione;
e
una sala da pranzo arredata con colori chiari e mobili sobri ed
eleganti, dalle linee pulite. Al piano superiore c’erano sei
camere da letto, tutte dipinte con colori diversi: bianco, rosa
salmone, verde chiaro, lavanda, ecrù, azzurro; in ognuna di
esse
un bagno super accessoriato con doccia e vasca idromassaggio.
Ai lati della casa c’erano due edifici più
piccoli. Dalla
parte della cucina, c’era il garage, che fungeva anche da
magazzino-dispensa; lì stavano comodamente tre auto
più
le nostre biciclette. Dall’altro lato della casa, invece,
attraverso un lungo corridoio si accedeva a una dépendance
anch’essa contornata da vetrate scorrevoli, che conteneva due
grandi spogliatoi con armadietti per riporre il cambio e due docce, una
grande piscina, un’ampia zona con tavolini, sedie, sdraio e
lettini e un magnifico bancone bar: qui si sarebbe svolta la festa.
Ricordavo ancora, nonostante fossero passati tanti anni, le memorabili
feste che organizzava la mamma… erano favolose e piene di
gente.
Io, Jasper, Rose e Jake, ci nascondevamo sempre sotto il bancone del
bar e assaggiavamo alcuni cocktail che ci passava il barman di turno.
Che cretini! Noi pensavamo di ingannare i nostri genitori bevendo
alcolici e loro, invece, se la ridevano alle nostre
spalle,
perché l barman, d’accordo con loro, ci
passava,
naturalmente, solo analcolici… alla fine della
serata,
ridevamo sempre come matti pensando di essere ubriachi! Ricordo ancora
le nostre facce, il giorno che Billy, ci rivelò il trucco.
Dio
che umiliazione… ma poi subito dopo eravamo scoppiati a
ridere,
dandoci degli imbecilli da soli! Che bei ricordi!
Alice era a dir poco entusiasta, stava già praticamente
prendendo tutte le misure della dependance per gli addobbi. Mi accorsi
che Edward era tornato indietro nel salone e lo raggiunsi.
Lo trovai seduto allo splendido pianoforte a coda, che non poteva
mancare neanche qui, anche perché ci passavamo molti weekend
da
piccoli. Timidamente mi andai a sedere vicino a lui, temendo di
disturbare i suoi pensieri. Ma lui mi sorrise sereno e mi
abbracciò dolcemente ed io appoggiai la testa sulla sua
spalla.
Mi sembravano gesti talmente naturali i nostri… come se
stessimo
insieme da chissà quanto tempo.
Adoravo reclinarmi sul suo petto: il suo abbraccio aveva il potere di
farmi sentire amata e protetta, come se nulla di male potesse mai
accadermi. Lui era stupendo, bello da togliere il fiato,
così
assorto e concentrato alla vista dello strumento. Mi sembrava ancora
incredibile il fatto che proprio io potessi suscitare interesse ed
amore in quel dio greco! Con un sospiro accarezzai quel volto perfetto,
che mai mi sarei stancata di ammirare. Ad un tratto mi ricordai di un
particolare che mi aveva colpito a suo tempo, ma che poi
avevo
rimosso a causa del rapido susseguirsi degli eventi.
-Sai che non ho ancora avuto il piacere di sentirti suonare?- sussurrai.
-Lo so…- rispose, poi sospirò come
nascondesse un
segreto. -Sono uno stupido! Tutti mi hanno sentito suonare in casa, con
Rosalie abbiamo perfino improvvisato dei duetti. Anche lei è
molto brava- confessò; io ero stupita. Quando poteva essere
successo tutto ciò? Non mi ero mai accorta di niente.
Probabilmente vedendo la mia espressione confusa, capì la
mia
difficoltà.
-Vedi per me suonare non è solo pigiare dei tasti per
comporre
una melodia. Per me è mettere a nudo la mia anima.
Non so
come spiegarti, ma è come se rivelassi al mondo intero il
vero
me stesso, i miei sentimenti, le mie emozioni. Proprio per questo non
suonavo mai quando tu eri in casa- cercò di spiegarmi; ora
iniziavo a capire.
-In quel primo periodo, quando tu ed io eravamo vicini, indossavo
sempre quella maschera di indifferenza e insofferenza verso di te;
inoltre avevo paura che se mi avessi sentito suonare quella
maschera che proteggeva il finto me stesso, sarebbe caduta
rovinosamente, rivelandoti il vero perché del mio astio. Ero
sicuro di una cosa: se, mentre suonavo, ti avessi guardato
negli
occhi, allora tu saresti riuscita facilmente a leggere tutto il
desiderio che avevo di te. Non potevo permetterlo… non
potevo
farti capire l’intensità di ciò che da
subito ho
provato per te… Ricordi cosa ti ho detto il giorno del
matrimonio? Quando ti sei presentata dandomi la mano… non so
cosa hai provato tu… Ma ti posso assicurare che una potente
scossa elettrica ha attraversato tutto il mio corpo, come se fosse
stata una scarica di adrenalina pura…- Annuii: sapevo bene
di
cosa parlava! -Il punto è che tu non avresti dovuto farmi
quell’effetto sconvolgente, perché facevamo parte
della
stessa famiglia… temevo che la nostra convivenza avrebbe
potuto
rivelarsi un vero e proprio inferno. Facevo il possibile per non avere
continui pensieri sensuali su di te. Mi ero stupidamente convinto che
la mia fosse un’attrazione più forte delle
precedenti solo
perché sapevo di non poterti avere... Ma tu… tu
hai
sconvolto tutto il mio mondo, e così il solo modo che avevo
trovato per mantenere le distanze era quello di trattarti male, come se
non ti sopportassi. Che stupido sono stato! Ti avevo paragonato nella
mia mente ad un frutto proibito, il mio frutto proibito! Ero nervoso,
irritato, scontento. Di solito suonare mi rilassava, soprattutto nei
momenti difficili, ma non volevo farlo se c’eri tu. E
così, da idiota, ho evitato di suonare in tua presenza. Ma
questo…- e indicò il pianoforte -è una
parte
talmente importante della mia vita che ora la cosa che mi preme di
più è suonare per te. Avrei già voluto
farlo in
settimana, ma non ce n’è stata
l’occasione- mi
rivelò.
Avevo gli occhi lucidi per l’emozione: le sue parole mi
avevano
colpito, arrivandomi dritte al cuore. Lo abbracciai forte, gettandogli
le braccia al collo e lui mi strinse accarezzando i miei capelli. Mi
staccai e lo guardai intensamente. Sarebbe riuscito a leggermi
nell’anima e a comprendere la profondità del mio
amore per
lui? Portai la mia mano tremante al suo viso dolcissimo e vi posai una
lieve carezza.
-Fallo adesso, Edward… suona per me- mormorai, con voce
rotta dall’emozione.
Mi sorrise, portando le sue dita affusolate all’altezza della
sua
guancia e circondando la mia mano nella sua… ma non fece
nemmeno
in tempo a muovere un solo dito sul piano che quel magico momento fu
interrotto da una voce minacciosa.
-Non ci pensare nemmeno signorino! Se tocchi anche un solo tasto sono
guai! Non penserai di farle la serenata in questo momento e scamparti
così la fatica di scaricare tutto quello che la nana
è
riuscita a far stare nelle auto, vero? Forza pianista dei miei stivali,
alza il tuo bel culetto, che ha fatto sospirare tante fanciulle, e
vieni ad aiutarci. E’ un ordine!!!- tuonò Emmett.
-Vabbè ti perdono per avermi dato della nana,
perché devi
scaricare tutto, ma quando poi la finirete di darmi nomignoli veramente
assurdi, mi fate un fischio, ok?- lo rimproverò Alice con le
braccia incrociate al petto e battendo un piede a terra, irritata e
nervosa. Tutti ridemmo.
Edward sospirò, alzandosi e tirandomi su con sé.
Mi
avvolse nel suo abbraccio e io mi persi nel calore del suo corpo e nel
suo odore così virile e inebriante… la sua
vicinanza mi
sconvolgeva tutta. Sempre e comunque.
-Un altro giorno Bella, con calma. Noi due da soli… te lo
prometto!- sussurrò al mio orecchio, donandomi dei brividi.
Chiusi gli occhi ed annuii, incapace di aggiungere una sola sillaba, e
raggiungemmo tutti gli altri in garage.
I ragazzi scaricarono tutto l’occorrente per la festa, mentre
io
e Rose sistemavamo i vari acquisti in frigo, nei mobili e tutti gli
alcolici nel bar della piscina. Cavoli se ci avesse beccati Charlie, ci
avrebbe tirato il collo! Eravamo più forniti di un bar!
Alice
invece stava già addobbando tutta la dépendance.
Essendo una festa in piscina con falò sulla spiaggia,
l’organizzatrice-direttrice della festa aveva optato per lo
stile
Hawaiano. Come al solito aveva pensato a tutto nei minimi particolari e
tutto era perfetto. C’erano moltissime corone e ghirlande di
fiori, per noi ragazze. Sembravano vere. Aveva anche preso molti
gonnellini di paglia, per chi avesse voluto indossarli e
un’asta
lunga per ballare il limbo (mi scappava già da ridere al
pensiero di vedere quella montagna di Emmett piegarsi
all’indietro per cercare di passarci sotto). Ogni tipo di
decorazione possibile per i bicchieri era presente. Probabilmente aveva
speso un capitale, ma il risultato era ottimo. Sembrava di essere in
uno di quei villaggi turistici che si vedono nei depliant delle agenzie
di viaggi.
Tutti noi eravamo super indaffarati e l’ora di cena
arrivò
in un batter d’occhio; poco prima i ragazzi
portarono i
nostri borsoni di sopra nelle camere.
Edward mi chiamò un momento in disparte, sembrava
imbarazzato.
-Volevo chiederti una cosa- iniziò titubante; annuii per
farlo
continuare. -Ti piacerebbe se… dormissimo insieme?- mi
propose;
lo guardai stupita. Cioè per me era una cosa ovvia. In
più avevamo chiarito la questione sul sesso, quindi non
capivo
come non lo desse per scontato anche lui. Come al solito lui non
capì il mio stupore e si affrettò ad aggiungere
per
tranquillizzarmi: -Non mi fraintendere. Non voglio forzarti a fare
niente, volevo solo dormire insieme abbracciati. Il pensiero che
stanotte tu sarai l’ultima cosa che ammireranno i miei occhi
e
che domattina potrò risvegliarmi con te tra le braccia, mi
piace
da impazzire!- mi spiegò. Ecco, non ne avessi già
avuta
intenzione anch’io, con queste semplici parole, mi avrebbe di
certo fatto capitolare. Gli sorrisi e mi affrettai a rassicurarlo.
-Guarda che io davo già per certo che dormissimo insieme.
Non
c’è niente di male… non è
che due persone
che dormono nello stesso letto devono per forza saltarsi addosso!-
replicai e ridemmo insieme. Certo che trattandosi di Edward, non ero
proprio sicura delle mie parole, visto il nostro unico precedente. E
poi già al momento il mio cervello non mi inviava
più i
segnali giusti ma solo immagini di noi due avvinghiati stretti! Ma non
ci volevo pensare, tutto sarebbe avvenuto in maniera naturale. Lui,
felice per le mie parole, mi abbracciò,
sollevandomi e
facendomi volteggiare. Poi mi riposò delicatamente a terra.
-Corro a posare le borse nella nostra camera e mi faccio una doccia,
poi scendo- disse rimarcando l’aggettivo
“nostra”.
Aveva un’espressione beata. Non avrei mai creduto, che un
tipo
come lui, o perlomeno per come si era presentato all’inizio,
potesse anche solo emozionarsi per una cosa che ad un altro sarebbe
sembrata insignificante. Eravamo proprio in sintonia! Anche per me era
così.
-Sì, va bene; intanto noi ragazze prepariamo la cena, che
è già tardi, poi quando scendi salgo io per la
doccia,
ok?- mi accordai.
-Sì, però indossa qualcosa per non prendere
freddo,
perché dopo cena vorrei fare una passeggiata con te sulla
spiaggia. Sempre se ti va. Ho visto che c’è una
luna
stupenda!- affermò, rivelandomi i suoi piani per la serata.
Oddio che romantico: passeggiata sulla spiaggia al chiaro di luna! Ma
da dove era uscito? Da un romanzo? O forse era un angelo sceso dal
paradiso apposta per me?
Comunque annuii vigorosamente, sempre sorridendo per la gioia. Oramai,
quando ero con lui, sembravo un’ebete con una paresi facciale
incorporata: un sorriso mi si stampava in volto e non si toglieva
più. Felice per la mia reazione, si avviò al
piano
superiore ed io ritornai alle mie cose.
Quando fu il mio turno, feci la doccia il più rapidamente
possibile, e nel momento in cui misi le mani nel borsone per prendere i
vestiti, quasi mi pigliò un colpo. Maledetta piccola strega!
Lo sapevo che non dovevo fidarmi. Come una scema mi ero solo
preoccupata di non trovare neanche un jeans, invece quelli
c’erano… eccome! Quello a cui, ingenuamente, non
avevo
pensato era il pigiama…
Ma figuriamoci!!! Nana malefica! Mi poteva aver messo qualcosa di
normale per dormire? Nooooooo!!! La mia borsa era piena di completini
intimi uno più imbarazzante dell’altro, uno
più
trasparente dell’altro… e l’unica cosa
che forse
potevo indossare per dormire era una camiciola in seta nera, molto
corta, che lasciava la schiena completamente scoperta e, ne ero quasi
certa da quel che vedevo, pure la scollatura sul davanti era generosa.
Ma che cavolo! Erano andati a risparmio quando l’avevano
confezionata? Qualche centimetro in più di stoffa non li
avrebbe
di certo mandati in rovina!
-Allliiiicccceeeeeee!!!!!!!!!!!- urlai con tutta la forza che avevo.
Dopo qualche secondo sentii uno scalpiccìo lungo le scale ed
Edward entrò spalancando la porta, trafelato, con
l’affanno e guardandomi spaventato. Be’ forse avevo
esagerato un po’ con l’urlo.
Mi alzai di scatto e mi resi conto di avere solo un piccolo asciugamano
addosso che a malapena mi ricopriva la parte centrale del corpo.
Arrossii di colpo.
-Cosa è successo?- mi chiese. Nonostante la voce
fosse
angosciata, ciò non gli impedì di
percorrermi con
lo sguardo tutto il corpo da capo a piedi e lo vidi deglutire
chiaramente. Mi ripresi, compiaciuta di quello che notai nei suoi
occhi: desiderio.
-Finita la radiografia?- incalzai maliziosa. Il mio sorriso sghembo gli
si dipinse sul volto.
Il folletto ci interruppe facendo la sua entrata in camera. Mi
guardò un po’ scocciata e vide la borsa aperta ai
miei
piedi. Probabilmente aveva già capito dal mio urlo cosa
volevo:
farla soffrire con lente e dolorose torture.
-Fuori, fuori che devo parlare a quattr’occhi con mia
cognata… no sorella… no… ma cosa
diavolo siamo
adesso?- s’impappinò; e intanto spingeva fuori
Edward, che
continuava a guardarla confuso.
-Oh non cercare di cambiare discorso, tu! Ma come diavolo ti
è
venuto in mente di mettermi questa roba in borsa! Con cosa dovrei
dormire io adesso? Ti avevo detto di non esagerare e tu mi avevi
promesso di non farlo. Mi sono fidata di te e guarda in che guaio sono
ora!- le mie parole erano uscite tutte assieme, e mi resi conto che non
avevo neanche preso respiro.
-Io ho mantenuto la promessa- si intestardì. La fulminai.
-Tu mi
avevi fatto promettere di metterti anche dei semplici jeans in valigia.
Be’ cosa vuoi? Io l’ho fatto! Non hai fatto nessun
accenno
all’intimo o all’abbigliamento notturno. Quindi hai
poco da
arrabbiarti con me. Piuttosto la prossima volta sii più
precisa-
e facendomi una linguaccia se ne uscì lasciandomi
lì come
una cretina.
Avevo il fumo che mi usciva dalle orecchie. Non solo mazziata, ma anche
schernita! D’ora in poi, avrei saputo come comportarmi con
lei.
Di certo era l’ultima volta che mi fregava così!
Diedi ancora uno sguardo a quegli indumenti succinti e in particolar
modo alla pseudo-camicia da notte. Oddio mi sarei vergognata da morire!
Però il pensiero del viso di Edward quando mi aveva visto
solo
con l’asciugamano, mi fece comparire un sorriso, e
chissà
la sua faccia quando mi avrebbe visto con questa micro-camicia
addosso…
Sogghignai maliziosamente. Be’ forse Alice non aveva fatto
poi
così male. Non mi ero mai reputata una gran bellezza, ma
ormai
ero sicura che ad Edward piacessi così e quindi dovevo
cercare
di non farmi venire altre insicurezze inutili e soprattutto non
servivano gli attacchi di panico.
Mi cambiai in fretta, seguendo il consiglio di Edward sulla nostra
serata, infilandomi un jeans aderente, una t-shirt (naturalmente molto
corta, dato che l’aveva scelta Alice)e legandomi in vita una
felpa che senza dubbio mi sarebbe servita. Poi svuotai il borsone
mettendo a posto i vestiti e vidi con piacere che Edward aveva
già sistemato i suoi nell’armadio e nei cassetti.
Il solo
fatto di condividere quella cosa mi fece sorridere e mi
tranquillizzò all’istante. Finalmente scesi a
cenare.
I ragazzi divorarono tutto e Jasper non la finiva più di
elogiare la cucina di Alice. Mi faceva tenerezza, con i suoi continui
tentativi di avvicinamento, ma Alice sembrava ancora volerlo tenere
sulla corda. Doveva stare attenta però, altrimenti si
sarebbe
potuta spezzare.
Emmet invece, più passava il tempo e più si
incupiva. Non
ero abituata a vederlo così silenzioso e mogio. Proprio lui
sempre pronto alla battuta e agli scherzi goliardici! Probabilmente
stava già pensando all’indomani, a quando avrebbe
consegnato il regalo a Rosalie, a cosa dirle.
Mi dispiaceva fosse in difficoltà a tal punto,
perché
anche io ci ero appena passata e sapevo cosa voleva dire vivere
nell’incertezza. Mi sentivo in colpa perché
Rosalie, quel
giorno alla riserva, ci aveva confessato i suoi veri sentimenti per
lui, ma non potevamo dirgli niente, non spettava a noi. Io ed Alice
avevamo cercato di rassicurarlo in tutti i modi, senza dirgli nulla di
più esplicito, ma ora doveva trovare il coraggio di farsi
avanti
e tutto sarebbe andato bene.
-Noi andiamo a fare una passeggiata. Se quando torniamo siete
già a dormire ci vediamo domani a colazione, ok?-
esordì
Edward. Sembrava impaziente di restare un po’ da solo con me.
Lo
capivo, per me era lo stesso. Mi prese per mano ed uscimmo dalla porta
a vetri del salone.
Aveva ragione la luna era splendida e illuminava un bel pezzo di mare.
Circondò le mie spalle con il braccio, io mi aggrappai alla
sua
vita e ci incamminammo. Stavamo in silenzio, avvolti solo dalla pallida
luce della luna. Eravamo entrambi appagati dalla presenza
dell’altro e non avevamo bisogno di parole. A un certo punto
vidi
una macchia più scura sulla sabbia e mano a mano che ci
avvicinavamo mi accorsi che era una coperta stesa sulla sabbia con due
cuscini sopra, proprio di fronte allo spicchio di mare illuminato
dall’astro notturno.
-Ma… quando?- balbettai, incapace di proferire una frase di
senso compiuto.
-Quando sei salita per la doccia, sono corso qui e ho sistemato tutto.
C’è anche una coperta in più, nel caso
tu abbia
freddo. Vieni qui…- e si sedette allargando le gambe e
facendomi
sistemare in mezzo ad esse, con la mia schiena appoggiata al suo petto;
poi sistemò la coperta sulle mie gambe e con le braccia
circondò il mio corpo, donandomi tutto il suo calore. Ecco
ora
ero in paradiso, non avevo più bisogno di niente.
Parlammo tantissimo. Volle sapere più cose possibili su di
me,
non permettendomi mai di chiedergli qualcosa. Diceva che questa era la
sua sera, il suo turno per le domande, ed io ero tanto felice che non
replicai; aprii il mio cuore e gli raccontai tutto quello che aveva
piacere di sapere: qual era il mio colore preferito, il mio animale, se
c’era, il mio piatto, quante volte ero caduta da
piccola,
se ero mai finita al pronto soccorso per la mia sbadataggine, e tante
altre cose futili. Da una parte mi chiedevo come potessero
interessargli certe sciocchezze, ma dall’altra lo sapevo
benissimo, perché lo stesso valeva per me. Anch’io
volevo
sapere ogni minimo particolare su di lui. Ogni piccola cosa mi sembrava
importante.
Era bellissimo il rumore dello sciabordio del mare misto ai nostri
respiri tranquilli… assaporavo il profumo della salsedine
unito
al suo odore, così maschile, inebriante e unico…
Le piccole onde, si infrangevano sulla battigia, con una
cadenza
lenta e regolare. E lì, tra le braccia del mio amore gli
occhi
si fecero pesanti, e Morfeo mi accolse dolcemente.
Pov
Edward
Sentivo il suo corpo abbandonarsi sempre più al mio e il suo
respiro farsi regolare: si era addormentata. Era favoloso sentirla
completamente affidata alle mie braccia. Il suo profumo mi
riempiva i polmoni e mischiato alla fragranza della salsedine del mare
mi inebriava ancora di più. Ripensai a tutto quello che mi
aveva
raccontato di lei. La mia voglia di conoscerla era insaziabile, avrei
voluto ripercorrere con lei ogni giorno della sua vita dalla nascita,
per poter sapere ogni minimo particolare… anche il
più
insignificante per me era degno di nota. Mi sembrava ancora strano
essere diventato in pochi giorni così dipendente da lei.
Risi da
solo ripensando a quanto l’amore può fare cambiare
una
persona, persino un tipo come me… Non mi era mai
interessato,
con le altre ragazze, di cercare di sapere anche cose
‘abbastanza’ importanti, come ad esempio il
nome… eh
sì, perché di alcune non ricordavo neppure
quello!
Bella fu percorsa da un piccolo brivido… effettivamente
stava
iniziando a fare freddo e nonostante la coperta avevamo i vestiti
appiccicati addosso per l’umidità della sera:
dovevo
portarla a casa e farla cambiare, altrimenti si sarebbe beccata un
malanno, e io con lei.
Non volevo svegliarla, era troppo bella… Piano mi alzai e la
presi in braccio, sollevandola delicatamente… era
così
piccola, accoccolata tra le mie braccia…
Mi incamminai verso casa, sarei venuto dopo a recuperare le coperte e i
cuscini.
Aveva i capelli arruffati e profumava appena di sabbia bagnata.
Com’era bella! Avevo voglia di baciarle il collo
profumato…
Entrai in salone e trovai Emmett che chiacchierava con Jasper. Dalla
sua espressione capii di cosa stavano parlando. Era preoccupato per il
giorno seguente. Gli sorrisi, cercando di rassicurarlo e lui,
sospirando, mi fece un cenno di ringraziamento. Ci capivamo al volo.
Jasper mi disse di non preoccuparmi, di andare pure a dormire che
avrebbe recuperato tutto lui. Lo ringraziai, augurai la buonanotte a
entrambi e mi avviai verso la nostra camera.
Adagiai Bella sul letto e guardai la sua figurina sottile
distesa.
Le tolsi le scarpe e poi mi resi conto di essere di fronte ad un
preoccupante dilemma. Svegliarla per dirle di cambiarsi, o cambiarla io
stesso continuando a lasciarla dormire? In quel caso avrei dovuto
spogliarla e farle indossare dei vestiti asciutti… Mmm. Non
sarebbe stato per niente facile…
Deglutii e mi sentii la bocca secca al solo pensiero di spogliarla
io… allettante ma… no, non ce l’avrei
fatta.
Decisi saggiamente per la prima opzione e molto delicatamente le
scrollai la spalla e la chiamai con dolcezza.
-Bella…- niente, riprovai. -Bella amore…-. Un
mugolio
sommesso uscì dalla sua bocca, ma di svegliarsi proprio non
ne
voleva sapere. Certo che aveva il sonno pesante, ma mi dispiaceva
scrollarla più forte.
-Ok Edward, sii uomo e fai quello che devi… insomma dove
è finita la tua forza di volontà?- mi dissi da
solo.
Eh già, quando si trattava di Bella, me lo chiedevo proprio.
Davanti al suo corpo andavo fuori di testa. Come prima di cena quando
l’avevo vista con solo l’asciugamano addosso...
Cavoli!
Ancora un po’ e mi si sarebbe fermato il cuore! Chiusi gli
occhi
e mi abbandonai a quel delizioso ricordo…
Era una visone… i capelli bagnati le ricadevano sulle spalle
e
sulla schiena, lasciando cadere goccioline d’acqua che le
carezzavano il corpo. Dio come avrei voluto raccogliere tutte quelle
perle con la mia bocca… Basta! Certo che se rievocavo quelle
immagini, altro che spogliarla solamente… Dovevo cercare di
pensare a cose tristi come… come la fame nel
mondo… Ecco
sì quello poteva andare… la fame… mmm
la fame che
avevo io di lei… e il pantalone già stretto
schiacciò il mio gioiellino ancora di più. Porca
miseria
non potevo andare avanti così!
Presi un bel respiro e mi avvicinai di nuovo a Bella, quasi intimorito.
Pensai ad una strategia: dovevo scacciare dalla mente il pensiero che
avrei dovuto denudare Bella… lei aveva bisogno di me e mi
feci
forza. Un passo alla volta…
Le misi una coperta addosso e decisi di cambiarmi prima io,
così
almeno lì sotto avrei avuto un po’ di respiro con
il
pantalone piuttosto largo della tuta. Chissà
perché avevo
l’impressione che anche se il mio cervello sapesse
perfettamente
che nessuna parte del mio corpo questa sera avrebbe avuto
soddisfazione, il mio amico nei paesi bassi non avrebbe però
collaborato.
Mi cambiai e mi diedi anche una sciacquata al viso con
l’acqua
bella ghiacciata, nella speranza di riprendere un po’ di
lucidità.
Tornai da Bella e le tolsi la coperta e la felpa. Niente…
non dava cenno di svegliarsi.
Ok forza Edward! Iniziai a sbottonarle i jeans. Mi accorsi che le mie
mani tremavano leggermente. Ma si può… uno che
come me
aveva avuto un sacco di ragazze, ora tremava al solo pensiero di vedere
lei con gli slip addosso. Chissà cosa indossava? Dopo il
primo
bottone slacciato mi bloccai… da sotto, un leggero bordo di
pizzo scuro mi fece fremere. Scostai i lembi del pantalone e
dell’audace pizzo nero si palesò alla mia vista.
Scattai
indietro… cazzo! Proprio l’intimo che preferivo
doveva
indossare? Un semplice slip di cotone bianco no, eh?
Provai a chiudere gli occhi e cercai di impormi di smettere di tremare.
Dovevo stare molto, molto attento.
Se con il tocco della mia mano l’avessi svegliata…
come le
avrei spiegato poi che cercavo solo di metterle il pigiama? Cosa
avrebbe pensato di me? Deglutii e mi sembrò di aver ingoiato
paglia. Cercai nuovamente di sfilarle i jeans, ma i miei pensieri erano
rivolti alle sue gambe lunghe e magre, che erano a pochi centimetri da
me…
Dovevo essere proprio uno stupido idiota se lasciavo che certe fantasie
si impossessassero di me proprio in quel momento. Stare su di lei,
così vicini, sentire l’inebriante profumo della
sua pelle
quasi nuda…
Basta Edward! Non pensare a lei in quel modo! Sii cavaliere! Annuii ai
miei pensieri.
Decisi di prendermi una pausa, cercando intanto il pigiama. Guardai
nella sua parte d’armadio… niente.
Aprii il primo cassetto e mi ritrovai per le mani dei completini intimi
che neanche nei miei sogni avrei mai pensato di vedere addosso a Bella.
L’unica cosa che trovai che poteva essere indossata per
dormire
fu una camiciola nera di seta. Risi piano… ora avevo capito
perché Bella era così arrabbiata con Alice:
sicuramente
non le piaceva quello che le aveva infilato in borsa e capii
perché mia sorella, mentre mi spingeva fuori dalla camera,
mi
aveva sussurrato all’orecchio: -Poi mi ringrazierai-. Che
pestifera!!!
Ritornai da lei e lo sguardo mi cadde sulla maglietta: era talmente
corta che le lasciava scoperta un bel pezzo di pancia. Ammirai il suo
ventre piatto, con quel piccolo e perfetto buchino che era
l’ombelico. Dio quanto avrei voluto leccarglielo e giocarci
con
la mia lingua. Basta!
Ripresi da dove avevo lasciato: mi appoggiai al letto e, avvicinandomi,
cercai di sollevarle un po’ il bacino per sfilarle il jeans.
-Edward- sentii pronunciare chiaramente. Oddio si era svegliata! E
adesso cosa le avrei raccontato? Avrebbe senz’altro pensato
che
fossi un pervertito che voleva approfittare di lei nel
sonno…
Piano aprii gli occhi che d’istinto avevo chiuso appena avevo
sentito pronunciare il mio nome, e aspettai che mi insultasse, invece
niente. Mi feci coraggio e la guardai… aveva ancora gli
occhi
chiusi. Ahhhh già! Parlava nel sonno. Me l’ero
dimenticato. L’aveva fatto anche quella sera in macchina.
Un sospiro di sollievo uscì dalla mia bocca. Riprovai e
stavolta
riuscii ad alzarle il bacino, sfilandole da sotto il jeans; ma Bella
mugugnò e si passò una mano sul viso. Se si fosse
svegliata in quel momento non avrei saputo cosa fare. Fissai intontito
quella meravigliosa visione. Ne ero rapito, non avrei potuto fare
nient’altro che ammirarla... La linea morbida delle cosce e
dei
suoi fianchi, ogni centimetro della sua pelle nuda era perfetta. Avevo
voglia di baciarla sull’ombelico, di disegnare con le labbra
i
contorni delle sue morbide forme anche, di giocare con la lingua sulle
cosce, di far scorrere la mia mano sul ginocchio e di attirarla verso
il mio corpo lentamente, molto lentamente...
Mio Dio! Scrollai la testa e mi allontanai da lei. Non credevo fosse
così difficile.
Bella, dopo un ennesimo sospiro, si girò a pancia in
giù. Eh che cazzo! Il mio viso era a pochi
centimetri
dalle sue bellissime natiche. Lo slip di pizzo si rivelò una
brasiliana. Scossi la testa come a voler scacciare quella meravigliosa
visione.
Finii di toglierle del tutto i pantaloni lasciando scoperte le sue
gambe lunghe e affusolate. Mi alzai e la ammirai.
Cavoli era perfetta. Mi accorsi di avere il respiro accelerato. Mi
passai una mano nei capelli per cercare di calmarmi un po’.
Ma
possibile che anche la tuta mi sembrava ora così
maledettamente
stretta… e poi che caldo assurdo faceva in quella
stanza…
non mi sembrava appena entrati.
Senza neanche rendermene conto mi ritrovai di nuovo sul letto a
fissarla famelico. Una mia mano decise, senza il mio permesso, di
posarsi su una delle sue caviglie.
Con l’indice mi ritrovai a tracciare una linea retta che
partiva
dalla caviglia, per poi salire lungo il polpaccio,
all’interno
del ginocchio e proseguire lungo la coscia. Già appena
sfiorandola, la sua pelle sembrava così morbida, levigata e
setosa, che bastava a mandarmi al manicomio!
Come attratto da una calamita, il mio viso si stava pericolosamente
avvicinando a quelle due colline meravigliose. Volevo sfiorarle con le
labbra…
-Edward... ti amo...- mormorò nell'incoscienza, mentre un
sorriso le illuminava il volto sereno. Oddio, com'era radiosa! Rimasi a
lungo rapito da quelle sensazioni che univano il suo corpo al mio. Poi
con una mano cercai di toccarla in quel punto, ma mi fermai in tempo.
Cosa diavolo stavo facendo? Non avrei mai approfittato di lei nel
sonno! Ma... ma quella pelle così calda e morbida era come
una
calamita e io non mi rendevo conto di ciò che stavo
facendo... i
miei gesti erano guidati dal primitivo, ancestrale bisogno di fare
l’amore con la donna che amavo più di me stesso.
All’improvviso Bella sussurrò ancora il mio nome e
per
poco non buttai all’aria tutto l’ autocontrollo di
cui ero
dotato in pochissimi secondi. Oddio, ma qualcosa avrei fatto! Al
diavolo tutte le mie buone intenzioni, al diavolo tutto... Era
lì, mezza nuda che diceva di amarmi e Dio solo sapeva quanto
l’adoravo io... Cosa poteva esserci di sbagliato nel volermi
sentire parte di lei? Ero nato per amarla e per venerarla!
Improvvisamente però cominciò a tremare dal
freddo. Povero amore!
Quel gesto mi fece tornare in me. Mi avvicinai di nuovo a lei. Ero un
fascio di nervi, ma il gentiluomo in me ricacciò quel
desiderio.
Guardai la t-shirt che indossava e immaginai cosa ci potesse essere
sotto... Errore madornale!
Perseverare era diabolico, lo sapevo, ma mi lasciai trasportare...
immaginai lo stesso bordo di pizzo nero che imprigionava le curve del
suo seno, le gemme seminascoste, l’incavo del suo collo
profumato... Anche il mio corpo pulsava dal desiderio fremente di
unirmi a lei...
Ma se si fosse svegliata? Altro che pervertito le sarei
sembrato… Basta Edward, ricomponiti. Mi alzai di scatto,
frustrato per quello che non potevo fare e amareggiato per la mia
debolezza… come potevo anche solo pensare di sfiorarla senza
il
suo permesso? Cavoli! Lei stava dormendo, era inerme e
indifesa…
ma era anche così bella abbandonata nelle braccia di
Morfeo...
Abbassai gli occhi per cercare di distrarre la mia mente e lo sguardo
si posò sulla maglia che avrei dovuto sfilarle... Decisi che
le
avrei lasciato la t-shirt che aveva indosso, almeno quella era
asciutta. Bé avevo chiesto già troppo al mio
animo
cavalleresco... La t-shirt poteva anche tenersela addosso, ero al
limite della perseveranza. Mio Dio, che nottata!
Andai a farmi una doccia fredda che, per mia fortuna, riuscì
a
farmi riprendere un po’ il contatto con la realtà,
poi
andai a letto anch’io e, con molta fatica, mi addormentai.
ANTEPRIMA CAPITOLO 27
I
miei occhi decisero contro la mia volontà di soffermarsi su
quel
petto così sensuale e virile… sulla leggera
peluria che
dall’ombelico scendeva verso il basso e proseguiva ancora
più giù, sotto i pantaloni della tuta…
Basta, Bella!!
Oddio, non dovevo semplicemente guardarlo, altrimenti non sarei
più uscita da quel letto!
Con enorme fatica cercai di alzarmi più in fretta possibile,
dirigendomi verso l’armadio per prendere un vestito; ma dopo
qualche passo mi resi conto di cosa avevo fatto. Era stata tanta la
confusione del bacio e della visione di Edward mezzo nudo, che non mi
ricordai che anche io ero praticamente quasi nuda…
Mi girai di scatto e lo vidi che mi fissava ammaliato: gli occhi
sgranati e sognanti, la mandibola abbandonata
all’ingiù,
la vena sul collo che, ingrossata, pulsava ritmicamente, mandandomi in
trance... lo osservai per un bel pezzo, incapace di fare o pensare ad
altro.
cap. 27
Buongiorno a tutti!
Eccoci puntuali con un nuovo capitolo! Speriamo che vi diverta come ha
divertito noi scriverlo!
Volevamo ringraziare tutte le lettrici che ci seguono e che, con nostra
somma sorpresa continuano ad aumentare. Quindi cogliamo l'occasione per
dare il benvenuto alle nuove lettrici!
Ricordiamo inoltre, per chi ancora non lo sapesse, che i giorni in cui
postiamo sono il LUNEDI'
e il GIOVEDI'!
Grazie a chi ci ha inserito nelle storie da ricordare (33),
chi in quelle seguite (197),
e chi nelle preferite (126). GRAZIE MILLE A
TUTTE!!!!!!!
nessie_92:
ciao!
Benvenuta! Siamo contente che la nostra storia ti piaccia tanto e non
ti preoccupare perchè non abbiamo nessuna intenzione di
smettere. La storia sarà ancora parecchio lunga, ma abbiamo
già un sacco di capitoli pronti, e mentre vi postiamo
questi,
noi continuamo a scrivere, così da riuscire a rispettare la
promessa di postare due volte alla settimana. Quindi grazie per i
complimenti e speriamo che vorrai continuare a seguirci. Bacioni alla
prossima!
MaRtA
HaLe : ciao
Marta! Siamo sempre contente che tu in un modo o nell'altro, riesca a
lasciarci la tua recensione, nonostante i tuoi problemi col pc! Grazie!
Eh sì il nostro Eddino è stato messo a dura
prova, ma non
ti preoccupare si rifarà! Per quanto riguarda Jazz... non
hai
ancora visto niente!!!!!! Vedrai, vedrai..... Lo sappiamo siamo sadiche
ma è più forte di noi! L'unica cosa che ti
possiamo
anticipare è che presto avrai un intero capitolo dedicato a
lui!
Per la tua enorme gioia, riuscirai a conoscerlo ancora meglio!
Bacioni!!!
P.S.: non vedo l'ora che sia finito del tutto così lo
potrò finalmente leggere!
barbara_f:
ciao
barbara! Grazie per aver recensito anche il cap. precedente. Non
sappiamo più come ringraziarti per i tutti i complimenti che
ci
rivolgi. Siamo molto felici che la nostra storia e quello che succede
ogni volta nei vari capitoli sia di tuo gradimento. Sai benissimo che i
tuoi complimenti ci fanno arrossire, perchè fatti da una
persona
che entrambe ammiriamo per il modo di scrivere e per la tua storia
meravigliosa. Quindi ancora grazie e bacioni!
bielefeld89: ma
ciaooooo!!!!!! Innanzitutto benvenuta nella nostra fiction! Siamo due
autrici: IsaMarie e sara_cullen. Siamo veramente felici che qualcuno
abbia fatto le tre di notte per leggere la nostra storia, anche
perchè di solito siamo noi che facciamo quell'ora per
leggere
quelle degli altri, e sapere che qualcuno fa lo stesso con la nostra,
ci riempie di orgoglio! Grazie ancora e continua a seguirci,
perchè la storia è ancora molto lunga e i
capitoli
già pronti sono tantissimi! Quindi mi raccomando aspettaci
ogni
lunedì e giovedì. Noi siamo sempre puntualissime!
Bacioni e ancora grazie!
Nerak: ciao
Karen! Eh sì Alice colpisce sempre! Per quanto riguarda
Edward... povero, ha sofferto molto! Ma non ti preoccupare che si
rifarà al più presto! Bacioni e grazie!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Te lo abbiamo già detto che aspettiamo sempre con
gioia i
tuoi commenti dettagliati? Ci fanno letteralmente impazzire! Grazie
come sempre per tutti i complimenti, ma soprattutto per l'entusiasmo
che ci dimostri in continuazione. Ehhhhhh anche noi vorremmo essere al
posto di Bella, e stai sicura che non ci saremmo addormentate come
lei!!!! XD!!! Bacioni, grazie e alla prossima!
ashar:
ciao!
Mi raccomando tienici il posto in pullman! XD!!! effettivamente l'idea
del cartone animato è proprio forte! Quando abbiamo letto il
tuo
commento, nella nostra testa, si sono formate inevitabilmente le
immagini e siamo morte dal ridere! Grazie e baci! Alla prossima! Lalayasha: ciao
moreeeee!!! Alice ne sa una più del diavolo e vedrai anche
più avanti che combina a Bella (ma molto più
avanti).
Edward, poverino, era veramente allo stremo del suo autocontrollo, ma
non ti preoccupare che poi si rifarà! Mmm chissà!
Tu dici
un bel risveglio? Boh, leggi, e poi ci dirai! Hi, hi, hi! Bacioni e
grazie!
vanderbit: ciao
tesoro! Grazie per la storia del rating, ma era il minimo che potessimo
fare per ringraziare tutte le lettrici! Edward, poverino è
stato
messo a dura prova. Eh che ci vuoi fare? Abituato ad averle tutte e
subito, ora è un bel cambiamento per lui e proprio con la
ragazza che desidera di più! XD! Emmet fa tenerezza, ma
vedrai
che in questo capitolo tornerà l'allegro oracchiotto di
sempre!
Speriamo proprio che ti piaccia! Bacioni e grazie!
Ed4e: ciao
carissima! Sì, per Edward è stata veramente dura,
ci
è proprio mancato poco che le saltasse addosso, ma forse
Bella
non sarebbe stata tanto d'accordo, anche se... bé se avesse
svegliato noi così, non avremmo avuto niente da obiettare,
anzi.... Vedrai che in questo capitolo il nostro orsacchiotto Emm si
prenderà un po'! Hi hi hi! Bacioni e grazie!
giova71:
ciao!
Ehhhh devono succedere ancora un sacco di cose. Diciamo che questo
weekend per voi lettrici sarà mooooolto lungo,
perchè
è suddiviso in un sacco di capitoli, quindi come puoi ben
immaginare le cose da raccontare saranno tantissime! Bacioni e grazie!
sabry85:
ciao!
Sì la serata domande è stata ripresa proprio da
Twilight.
Ci piace da morire, riuscire a inserire delle connessioni con la storia
vera, sia dal punto di vista del carattere dei personaggi che delle
situazioni! Come d'altronde era già accaduto durante il loro
primo bacio, ispirato a quello del film, ricordi? Eh sì,
Edward
si è complicato la vita da solo con la storia del pigiama,
ma
penso proprio che sia soddisfatto di essere riuscito a trattenersi! XD!
E' stata veramente dura! Bacioni e grazie!
Austen95:
ciao cara! Alice è sempre
un passo avanti rispetto a tutti! Bacioni e grazie!!!!
lampra:
ciao!
Effettivamente stanno impazzendo, ma probabilmente chi patisce di
più è senz'altro Edward... ma non ti preoccupare
si
rifarà presto! Grazie per i complimenti, sono sempre
graditissimi. Bacioni alla prossima!
fabyp:
ciaooooo!!!
Siamo felicissime che ti sia piaciuto così tanto. E' sempre
motivo di orgoglio, quando vi appassionate così ad
un
capitolo. Anche a noi è piaciuto molto scriverlo, ci
scappava da
ridere già solo mentre parlavamo di come impostare
lo
svestimento di Bella da parte di Edward! Povero... ma si
rifarà!
Bacioni e ancora grazie!
bellad93:
ciao!
Siamo molto contente di averti lasciata a bocca aperta. Significa che
il capitolo ti è piaciuto molto! Grazie e bacioni!
Bene, ora che abbiamo risposto a tutte, vi
lasciamo al chappy! ISAMARIE E SARA VI AUGURANO UNA
BUONA LETTURA!
CAPITOLO
27
Risveglio!
Pov Bella
Un rumore
fortissimo mi fece
scattare a sedere sul letto. Non capivo niente, non ricordavo dove mi
trovassi, non riuscivo nemmeno a tenere gli occhi aperti, mentre, per
lo spavento, il mio cuore batteva come un tamburo nel petto.
-Bellina, Bellina, ti prego devi aiutarmi!! Ti prego, ti prego, ti
prego!!- il vocione di Emmett mi stava tartassando il cervello, a pochi
centimetri dalla mia faccia.
-Ma ti sei rincoglionito, Emmett?! Ma ti pare il caso, entrare
così?! Ci hai fatto venire un colpo! E poi per favore,
potresti
spostarti un secondo? Sei addosso alla mia ragazza, scimmione! Togliti
da lì! Sai, se lei non avesse il tuo quasi quintale addosso,
magari riuscirebbe a capire cosa sta succedendo!- la voce di Edward,
invece, era più che alterata dalla rabbia, quasi
furiosa…
ovviamente per quell’inusuale quanto sgradita sveglia
mattutina.
-Scusatescusatescusate- disse mortificato Emmett tutto d’un
fiato. -E’ che sono così agitato che non riuscivo
più a dormire…- mormorò sconsolato; mi
fece
tenerezza. Ok, Bella, svegliati!, mi ordinai. E prova a mettere due
parole in fila!
-Non ti preoccupare Emm, solo due secondi che mi ripiglio un
po’… e poi potrai chiedermi tutto quello che vuoi-
lo
assicurai; sentii Edward sbuffare sonoramente. Mi dispiaceva che lui
fosse così seccato, ma non avrei mai potuto abbandonare il
mio
fratello orso! Avevo pronunciato quelle parole con la voce ancora
impastata dal sonno e mi ributtai con la schiena sul letto, sollevando
le braccia sopra la testa per stiracchiarmi un po’; nel
frattempo
Emmett rimaneva seduto a fissarmi con uno sguardo piuttosto ansioso.
Ripensai a dove eravamo, a che giorno era… e inevitabilmente
la
memoria si soffermò alla sera precedente: una serata magica,
decisamente! Io ed Edward finalmente soli, la nostra passeggiata
romantica sulla spiaggia, le chiacchiere dolci e scherzose sulla
coperta e poi… il nulla…
Cavoli, mi ero sicuramente addormentata in spiaggia! Quindi Edward,
evidentemente, mi aveva riportata a casa in braccio per non svegliarmi.
Che dolce…
Poverino però: tutta quella strada con me in
braccio… non ero certo uno zainetto!
Poi, pian piano, una nuova consapevolezza iniziò a farsi
strada
in me: la consapevolezza di sentirmi le gambe libere, non fasciate da
nessun tipo di pantaloni…
Di colpo provai l’urgenza di verificare il mio sospetto:
alzai
con le mani le coperte e sbirciai sotto, arrossendo violentemente
all’istante: indossavo solo gli slip! Oddio!! E per di
più, essendo di pizzo, erano tragicamente trasparenti!
Il respiro mi si mozzò in gola per l’imbarazzo e
la
tremenda vergogna… chissà di che colore ero
diventata! Di
sottecchi osservai l’unico possibile responsabile di tutto
ciò.
Naturalmente Edward si accorse della mia reazione; ma stranamente non
mi lanciò il suo solito sguardo a metà tra il
malizioso e
il divertito… anzi, lo vidi arrossire e guardarmi
imbarazzato.
Oops! Come mai il mio ragazzo si stava trasformando in un pomodoro
maturo?! Quella era una mia peculiarità, non sua!
Cavolicavolicavoli!! Cosa aveva visto? Quanto aveva visto?!
Decisamente era il caso di indagare molto a fondo sulla
questione… ma non era quello il momento adatto. Mi feci
coraggio
inspirando a fondo e cercai di fare l’indifferente: non
volevo
chiedergli spiegazioni davanti ad Emmett, non era il caso.
-Allora Emm, dimmi tutto. Qual è il problema?- chiesi
cercando di prestare tutta la mia attenzione al mio orso preferito.
-Vedi… questa mattina ho deciso di dare il mio regalo a
Rosalie
e provare a chiederle… be’ sai già
tutto, no?- e mi
guardò interrogativo. Certo che sapevo già tutto,
gliel’avevamo suggerito io ed Alice!
Gli feci un cenno d’assenso per farlo continuare, sforzandomi
intanto di non cedere al mio istinto di lanciare una sbirciatina
indagatoria ad Edward.
-Vorrei prepararle la colazione e portargliela in camera e
lì
dichiararmi… be’ perlomeno provarci. Dici che
è
troppo? Che è meglio che aspetti che scenda? O che rinunci
proprio? Oppure magari dopo la festa è meglio! O
forse…-
si agitò.
-Fermati, Emmett!- interruppi quello sproloquio per riflettere. Avevo
bisogno di un momento per ricapitolare tutta la situazione e per
ipotizzare diverse soluzioni. La mia testolina era già
avviata a
progettare romantiche strategie e sotterfugi poco innocenti, degni di
Cupido…
-Stop! Fai un respiro profondo e calmati- gli intimai;
ubbidì
immediatamente. Ripensai alle sue parole e mi convinsi che la sua prima
idea non era niente male…
-Allora andiamo con ordine. Direi che quella della colazione in camera
sia un’ottima idea di partenza! Naturalmente quando gliela
porterai, se conosco Rose, dovrai darle un attimo di tempo per andare
in bagno a darsi una sistemata. Quindi non entrare senza bussare e non
investirla come hai fatto con noi, altrimenti ti caccerà
fuori a
calci… e addio romanticismo!- affermai; Emm seguiva attento
ogni
mia spiegazione, mentre continuava ad annuire, serio serio. Sembrava
proprio un’altra persona! Mi scappò da ridere ma
mi
trattenni: mi ricordava l’atteggiamento di un alunno modello
che
seguiva una lezione importante!
-Quindi, magari prima di entrare come una furia, ti consiglierei di
bussare e di aspettare che ti inviti lei. Anzi, ti consiglio di
imparare a farlo per il bene di tutti, dato che non è la
prima
volta che piombi nella stanza in cui siamo noi!- lo redarguii e sentii
Edward ridacchiare. Lo fulminai con lo sguardo e si zittì
immediatamente: aveva poco da fare lo spiritoso! Molto presto
l’avrei sottoposto a un minuzioso interrogatorio, e avrebbe
dovuto spiegarmi parecchie cosette! Bé, forse, una sola: la
delicata questione dei miei pantaloni mancanti…
Mi imposi di ritornare col pensiero ad Emmett.
-Ok, per la colazione come sei messo, Emm? Hai bisogno di una mano?-
gli chiesi.
-Sì grazie, ne ho bisogno, ma vorrei comunque preparargliela
io… vedere il suo sguardo quando le dirò che
è
opera mia… cioè magari mi dici solamente cosa
devo
fare…- mi spiegò.
-Ma da dove siete usciti voi Cullen?- domandai, guardandolo con
simpatia. Mi fissò confuso.
-Sei così dolcioso! Non me l’aspettavo Emmett, che
avessi
simili accortezze verso una donna- e gli sorrisi teneramente. Lui,
imbarazzato, abbassò la testa, sorridendo compiaciuto per il
complimento.
-Bella… mi tremano le gambe! E’ la prima volta che
mi
succede! Ho lo stomaco sotto sopra e mi sudano le mani. Non ho quasi
chiuso occhio stanotte, e alle cinque non ce la facevo più e
sono sceso!- confessò arrossendo. Un urlo accanto a me mi
fece
sobbalzare spaventata.
-Coooosaaaaa??? Ma che diavolo di ore sono, Emmett?!- gridò
Edward. Sì effettivamente non ci avevo fatto caso, ma fuori
era
ancora piuttosto buio.
-Ehm… manca un quarto alle sei. Lo so, lo so, ragazzi, che
non
è l’ora di andare in giro per le camere a
svegliare la
gente, ma ti giuro che sono disperato, fratellino. Mi perdoni?-
mugolò imbronciato, sporgendo il labbro inferiore, come un
bambino dopo una marachella.
Edward sbuffò. -Ti perdono se esci immediatamente da qui e
mi
lasci ancora dieci minuti con la mia ragazza, poi lei ti
raggiungerà subito di sotto. Se portassi la colazione a
Rosalie
a quest’ora, l’unica cosa che potrai ottenere
sarà
una bella ginocchiata nelle parti basse…-
sentenziò
Edward, facendo sghignazzare me stavolta.
-Concordo, Emm. Rosalie odia svegliarsi troppo presto!- confermai.
-Ok, obbedisco; ma giuro che se tra dieci minuti non sei giù
ad
aiutarmi, ti vengo a prendere di peso!- mi minacciò Emmett,
alzandosi e avviandosi alla porta. Con una mano già sulla
maniglia, aggiunse: -Tanto i porcellozzi arrapati li potrete fare
un’altra volta!- e detto questo si eclissò come un
lampo
perché Edward gli tirò un cuscino, che
però
colpì la porta che si stava già richiudendo.
-Certo che a vederlo così grosso, non si direbbe che possa
anche
essere veloce e scattante!- esclamai scoppiando a ridere, seguita da
Edward.
Ero in imbarazzo, perché la mia determinazione a ottenere
‘quelle’ spiegazioni da Edward era scemata; non
sapevo cosa
dire o fare… comunque avrei voluto sapere come mai indossavo
solo gli slip…
Mi girai a guardarlo: era sdraiato e mi fissava. Sgranai gli occhi per
la spettacolare visione… per tutta l’incasinata
chiacchierata con Emmett, non mi ero ancora accorta che Edward era a
torso nudo…
Oh Dio del cielo!!
Era la prima volta che lo vedevo in quel modo e quello che avevo
davanti agli occhi mi piaceva, mi piaceva immensamente! Il suo torace
era largo e tonico, coperto da una leggera peluria, i pettorali ben
disegnati e sul ventre aveva un guscio di tartaruga semplicemente
perfetto... Le braccia erano muscolose ma non troppo; e dato che le
mani erano sollevate ed incrociate dietro la testa, i bicipiti erano
ben evidenziati e delineati.
Arrossii di nuovo, deglutendo a fatica. Lo vidi sorridere malizioso
stavolta, ma anche compiaciuto. Mi circondò con le sue
braccia e
mi attirò verso di sé. I nostri visi erano a
pochi
centimetri, sentivo già il calore delle sue labbra e la
voglia
di baciarlo si impossessò di me come una furia. Avevo
dimenticato tutto: la mia vergogna, il mio imbarazzo…
sentivo
solo la necessità di riappropriarmi di quella bocca
così
perfetta, così rossa, così sensuale,
così
peccaminosa…
Mi avventai su quelle labbra carnose e morbide (a cui mai avrei fatto
l’abitudine!) e nel momento in cui le nostre lingue si
incontrarono scordai anche il mio nome. Ero soggiogata da quella bocca
e in quel momento avevo io il comando!
Sentii che lui mi assecondava. Entrai con la mia lingua dentro la sua
bocca e gli accarezzai più e più volte il palato
e la
lingua. Poi lui si fece man mano più deciso e le nostre
lingue
iniziarono una giocosa battaglia. Avevo la testa che mi girava, il
respiro corto e affannato, mi sentivo in estasi.
Senza neanche rendermene conto, ribaltò le posizioni senza
staccarsi dalla mia bocca. Sentii immediatamente un calore salire dal
mio basso ventre e la sua eccitazione premere sulla mia anca. Edward
scese a baciarmi il collo e lo percorse per tutta la sua lunghezza con
la sua lingua infuocata. Un gemito mi scappò dal profondo
della
gola e lo sentii sorridere sul mio collo. Poi strofinando il naso
risalì e mi diede un bacio a stampo, soffermandosi ad
ammirarmi
come solo lui sapeva fare.
-Buongiorno, amore mio- mi sussurrò. Aveva una voce nuova,
bassa e roca per l’eccitazione.
-Buongiorno anche a te- riuscii a dire, ma anche la mia voce
risuonò piuttosto strana. Dio, mi faceva andare fuori di
testa!
In più il fatto che continuassi a sentire sulla mia anca
qualcosa di molto duro non mi era d’aiuto per cercare di
riprendermi...
Mi scostai un po’ e mi tirai di nuovo su a sedere.
-Sarà meglio che mi prepari e scenda, altrimenti tuo
fratello mi farà a fettine veramente- affermai sorridendo.
-Che dici? Quanti anni di galera possono darmi se lo faccio fuori?
Dopotutto avrei un ottimo movente…- mi rispose ironico. Nel
frattempo si era rimesso di nuovo sdraiato nella posizione di prima. I
miei occhi decisero contro la mia volontà di soffermarsi su
quel
petto così sensuale e virile… sulla leggera
peluria che
dall’ombelico scendeva verso il basso e proseguiva ancora
più giù, sotto i pantaloni della tuta…
Basta, Bella!!
Oddio, non dovevo semplicemente guardarlo, altrimenti non sarei
più uscita da quel letto!
Con enorme fatica cercai di alzarmi più in fretta possibile,
dirigendomi verso l’armadio per prendere un vestito; ma dopo
qualche passo mi resi conto di cosa avevo fatto. Era stata tanta la
confusione del bacio e della visione di Edward mezzo nudo, che non mi
ricordai che anche io ero praticamente quasi nuda…
Mi girai di scatto e lo vidi che mi fissava ammaliato: gli occhi
sgranati e sognanti, la mandibola abbandonata
all’ingiù,
la vena sul collo che, ingrossata, pulsava ritmicamente, mandandomi in
trance... lo osservai per un bel pezzo, incapace di fare o pensare ad
altro.
Poi, riscuotendomi dalla mia immobilità, mi tornò
in
mente la mia precaria condizione e presi la prima cosa che mi
capitò sotto mano e cercai di posizionarla davanti a me,
piena
di vergogna.
-No ti prego! Non coprirti… sei così
bella… ti
prego!- esclamò con un lamento doloroso. Ecco, ora il
cremisi
sul mio viso era assicurato senz’altro! Non so come trovai il
coraggio per fargli quella domanda imbarazzante.
-Edward… potrei sapere come ho fatto a rimanere in slip?-
gli
chiesi, anche se non era difficile immaginare come poteva essere andata!
-Non pensare male Bella! E’ che… ecco, ho provato
a
svegliarti, ma eri addormentata profondamente… e poi eri
così serena e tranquilla mentre dormivi… che non
ho
voluto insistere. Però mi ero accorto che avevamo gli abiti
leggermente bagnati per l’umidità della notte e
non potevo
lasciarteli addosso: ti saresti beccata un malanno; così ho
pensato di infilarti il pigiama, ma non ho trovato praticamente niente
che gli assomigliasse…- e, passandosi una mano sulla sua
chioma
ribelle, sorrise malizioso indicando il cassetto dove avevo riposto la
biancheria intima. Il mio rossore, se possibile, aumentò.
-Allora ti ho lasciato con gli slip, la maglietta invece era asciutta.
Penso di non aver mai patito così tanto la vicinanza di una
donna come ieri sera… e tu, Isabella Swan, mi porterai al
manicomio!- mi spiegò imbarazzato. Wow, il solo pensiero che
io
gli facessi questo effetto mi mandava in estasi!
-S-scusa- balbettai, anche se non sapevo neanche io il
perché mi stessi scusando.
-Bella non ti devi scusare. Non hai mica fatto niente di
male…
anzi sono io che mi dovrei scusare, perché sono stato molto
vicino a baciarti tutto il corpo. Non sai quanto ci ho messo a
calmarmi! Sei così meravigliosa! Non mi stancherò
mai di
ammirarti!- mi confessò.
-Grazie Edward, ma proprio non capisco come io faccia a piacerti
fisicamente. Non ho niente di speciale!- e abbassai il capo, al
pensiero di tutte le belle ragazze che aveva avuto, non da ultime
Lauren e Tanya. Sì, anche se erano delle oche patentate, non
potevo negare però che fossero bellissime e con un corpo da
urlo.
In meno di un secondo me lo ritrovai di fronte, con
l’espressione
contrariata. Mi avvolse nel suo abbraccio e mi fece appoggiare la testa
sul suo petto.
-Non voglio più sentirti dire certe scempiaggini! Non
capisco
come fai a non accorgerti di quanto tu sia bella e sensuale! E la cosa
che più mi fa arrabbiare è che tu stessa credi
veramente
a quello che dici! Non ti rendi conto che mezza scuola ti sbava
dietro?! I maschi che ti ignorano o sono gay o sono
fidanzati… e
a volte nemmeno quello è sufficiente! Io li sento i commenti
in
giro dei ragazzi… e non ti dico negli spogliatoi le frasi
oscene
che ci sono sui muri dei bagni! Non c’è il tuo
nome
scritto esplicitamente, perché altrimenti tuo fratello li
ammazzerebbe… ma alcuni dei ragazzi mi hanno fatto vedere
quali
sono le frasi che ti hanno dedicato! E ti assicuro che nessuno ti
reputa insignificante, anzi… se ripenso a quelle
frasi…-
e lo sentii stringere i pugni dietro la mia schiena.
Ma quanto mi faceva emozionare sentirlo così geloso! Lo
guardai
allibita dalle sue parole. Non potevo credere che ci fossero scritte
frasi sconce su di me! Scoppiai a ridere di cuore. Mi sembrava una cosa
tanto assurda!
-Guarda che non c’è proprio niente da ridere! Io
spaccherei la faccia a tutti se solo potessi! Te lo giuro, Bella! Mi
sale una furia… pensare che più di qualcuno
voglia farti
sul serio tutte quelle cose!- ringhiò furibondo, mentre una
vena
nuovamente riprese a pulsare ritmicamente, gonfiandogli il collo: era
veramente serio e arrabbiato. Essere in grado di suscitare in quel
ragazzo stupendo sentimenti di possesso e gelosia mi rendeva
orgogliosa! Ok, era bellissimo, d’accordo; ma dovevo farlo
calmare.
-E tu, sciocchino, quando senti che stai per esplodere, pensa che
quelle cose invece me le puoi fare solo tu…- gli sussurrai
molto
maliziosamente, rendendo la mia voce il più sensuale
possibile.
Lo sentii irrigidirsi maggiormente e la sua eccitazione, solo
momentaneamente sopita, si rifece sentire prepotentemente.
-Se continui a provocarmi in modo così spudorato non
scenderai
mai giù in cucina da Emmett! Credimi!- mormorò di
nuovo
roco e mi baciò appassionatamente.
D’un tratto sentimmo bussare alla porta e poi questa si
spalancò di nuovo.
-Lo sapevo io che con mio fratello maniaco finiva così!-
esclamò Emmett e lo prese per un braccio trascinandolo sul
letto.
Poi si girò verso di me. Mi squadrò e quando si
rese
conto che ero quasi nuda, spalancò gli occhi, e io corsi
all’armadio per infilarmi un jeans.
-Ma sei scemo!!- gli urlò Edward. -Ora stai esagerando,
passi
che sei agitato… passi che sei innamorato… ma che
cavoli!
Per noi è la nostra prima mattina insieme, ce la vuoi fare
godere almeno un po’, visto che è ancora
presto?!-.
-Tu hai già goduto abbastanza finora! E Bella può
anche
aspettare ancora qualche ora, ok?- lo canzonò. Ci fu un
attimo
di silenzio, e mentre finivo di cambiarmi mi voltai per vedere cosa
succedeva.
Vidi Emmett che mi guardava stupito. Che c’è, che
avevo fatto?
-Però Bellina… sai che come carrozzeria sei messa
davvero
bene! Vivissimi complimenti!- affermò con un sorriso a
trentadue
denti. Spalancai gli occhi per la sorpresa e vidi una scarpa volare e
prenderlo in piena testa… Edward non aveva proprio
resistito:
-Imbecille!- sibilò.
-Ahi! Ma guarda che per me è come una sorella, cretino!
Volevo
solo farle un complimento! Da quando sei così geloso?-
cercò di spiegare Emmett.
-Da quando mi sono innamorato della creatura fantastica che hai
davanti, che per tua informazione è la persona
più
importante della mia vita! E ora sparisci dalla mia vista, animale che
non sei altro!! Fra un attimo scendiamo!- concluse Edward furibondo.
Mentre Emmett usciva gli gridai: -Guarda che oltre a bussare di solito
bisogna anche aspettare di essere invitati ad entrare!- e lo sentii
ghignare in corridoio. Povera me: era una causa persa!
-Vado un attimo a rinfrescarmi, ma la doccia me la faccio dopo che
abbiamo finito con le colazioni. Già che ci sono la preparo
per
tutti- spiegai.
-Sì, ok, quando scendi vado io a farmela. Così
poi avrai il bagno tutto per te- e mi baciò a stampo.
Mi infilai in bagno e poi scesi in cucina.
ANTEPRIMA CAPITOLO 28
La
visione di quello che
mi si parò davanti agli occhi mi distrasse dai miei
pensieri:
sul tavolo c’era di tutto e di più, ogni genere di
cibo
per preparare la colazione come minimo per cento persone! -Guarda che i
ragazzi di La
Push arriveranno più tardi, non c’è
bisogno di
cucinare anche per loro!-lo canzonai. Quando si girò per
rispondermi, scoppiai in una sonora risata. Mi continuavo a tenere la
pancia e non riuscivo a smettere di ridere. Emmett indossava
un grembiule
piuttosto particolare… Probabilmente era un regalo di mia
madre
a mio padre, per qualche loro anniversario.........
Ok vorremmo mettervi
qui sotto i titoli di alcune delle nostre fiction preferite ancora in
corso!
Sono scritte da ragazze veramente brave! Se ancora non le conoscete vi
consigliamo di dare un'occhiata perchè ne vale veramente la
pena!
cap. 28
Buongiorno a tutte!
Finalmente oggi scoprirete se il nostro Winnie Pooh riuscirà
a dichiararsi o si farà prendere dal panico! Vedrete!
Ringraziamo come sempre tutte quante per il vostro immenso affetto con
cui continuate a seguirci.
Oggi avremo il primo capitolo hot, per tanto abbiamo aperto una nuova
sezione di "Frutto proibito" dove saranno presenti solo i capitoli a
rating rosso. Chi ha la possibità di leggerli,
troverà il link sempre prima dell'inizio del
capitolo, per accedere direttamente a quello hot.
Le recensioni, se avrete piacere e tempo di spendere due paroline, le potrete lasciare direttamente in
quella sezione, noi invece risponderemo a tutte sempre qui nella storia
originale.
Bacioni a tutte!
MaRtA
HaLe : ciao
Marta! grazie per i bellissimi complimenti che ci rivolgi sempre. Li
apprezziamo tantissimo. In questo capitolo vedrai se Emmett si
farà prendere dal panico, o se riuscirà a
prendere in
mano la situazione! Il tuo Jazz, tra poco
diventerà
l'assoluto protagonista di un intero capitolo, quindi spero che ne
sarai assolutamente contenta! Bacioni e grazie di cuore.
P.S.: i complimenti te li sei meritati tutti!
ELVE89
: ciao
e benvenuta! Innanzitutto grazie mille per i complimenti, sono molto
apprezzati, anche perchè nello scrivere questa storia ci
mettiamo tanto impegno, e quando troviamo una lettrice così
entusiasta, non possiamo che esserne felici ed orgogliose. Ti preghiamo
di non scusarrti per la lunghezza del commento,
perchè noi
adoriamo le recensioni lunghe! Per noi significa che ti hanno colpite
molte cose e che hai voglia di condividerle con noi, e di questo te ne
siamo infinitamente grate! Quindi scrivi quanto hai voglia senza
preoccuparti di annoiarci, perchè non è
così!
Quanto invece alla curiosità per il seguito, ti capiamo
benissimo, perchè siamo accanite lettrici anche noi,
seguiamo
una miriade di fiction (a volte non capiamo nemmeno come facciamo a
stare dietro a tutte senza confonderci!) e quindi anche noi quando una
fiction ci piace muoriamo dalla curiosità, e siamo sempre
impazienti di vedere postati i capitoli succesivi. Comunque noi
postiamo sempre il lunedì e il giovedì, quindi ti
aspetteremo sempre con ansia... senza impegno, s'intende! Se hai voglia
ci lasci una recensione, in caso contrario, non importa, ti lovviamo
tanto ugalmente. Bacioni e grazie ancora! Isabella Marie Swan
: ciao e benvenuta! Siamo molto
felici di avere una nuova lettrice, ma soprattutto che ti piaccia la
storia! Bacioni e grazie!
barbara_f
: ma
ciaoooo barbarella nostra!!!! Eh sì! Emmett è
dolcioso al
massimo. Invece Edward è troppo geloso, e quindi i
complimenti per Bella, non li sopporta nemmeno da suo fratello. Certo
che non si può dire che Emm abbia avuto molto tatto nei suoi
confronti... ma non si può pretendere... in fondo
è
sempre Emmett! Grazie e alla prossima.
nessie_92
: ciao!
Grazie mille, ci fai arrossire! Eh Emmett era nel panico più
totale, così ha pensato di chiedere aiuto a Bella... e nota
bene
a Bella e non a sua sorella Alice! Anche perchè come pensi
che
avrebbe reagito Alice se l'avesse svegliata a quell'ora? Lo avrebbe
senz'altro ammazzato! Invece Bella, è generosa e non se
l'è sentita di dirgli di no! Bacioni, alla prossima.
Moni68
: ciao
Moni! Grazie infinite per aver espresso il tuo parere, e per averci
seguite fin dall'inizio. Fa sempre piacere sapere l'opinione delle
lettrici! Siamo felici che ti piaccia la storia e che tu sia riuscita a
immedesimarti nei pensieri dei personaggi, pur essendo
passata da
un pezzo la loro età. Purtroppo anche noi l'abbiamo passata
da
un po' (siamo del '75) e a volte facciamo fatica a ricreare
quel
tipo di ragionamenti, ancora immaturi. Anzi... a volte ci sembra che il
nostro Edward abbia fatto un cambiamento fin troppo vistoso e sia
maturato troppo in fretta, ma per fortuna questa è solo una
fiction e ci si può sbizzarrire come meglio si crede. Per
quanto
riguarda il rating avrai visto la nostra decisione di dividere i
capitoli hot, per poter accontentare le lettrici minorenni che hanno
iniziato a seguire la storia. Grazie ancora e bacioni!
ashar
: ciao!
Eh sì Emmett si è fatto un po' prendere dal
panico e ha
esagerato... ma poverino tu saresti riuscita a diro di no ad un
orsacchiotto dolce come lui? Però può anche
essere che
con Edward mezzo nudo nel letto, avremmo sbattuto fuori Winnie Pooh e
ci saremmo dedicate al nostro figozzo! Anzi, a pensarci bene, sarebbe
andata senz'altro così! Baci e alla prossima!
Ed4e : ciao!
FHai proprio ragione: anche se Emmett ha esagerato, Bella non poteva
assolutamente tirarsi indietro e doveva aiutarlo! Grazie e bacioni!
Nerak
: ciao
bellezza! Povero Emmett siete tutte contro di lui perchè ha
rovinato la mattinata ai nostri piccioncini! Ma vedrai che avranno
l'occasione di rifarsi e poi lui aveva bisogno d'aiuto. Goditi il
chappy! Bacioni e alla prossima!
bellad93
: ciao!
E' vero Emmett sembra proprio l'orsetto Pooh! Povero era agitato, aveva
bisogno d'aiuto e Bella non si è tirata indietro. Ma con uno
così nel letto e per di più mezzo nudo, non
l'avresti
assalito pure tu? Noi sì, e senz'altro non saremmo uscite da
quella camera senza concludere qualcosa di più concreto!
Bella
è una pazza furiosa! Bacioni e grazie mille!
Lalayasha
: ciao
amoreeee!!! Contente che il chappy sia stato di tuo gradimento! Emmett
comunque con le sue battute è sempre favoloso, non ci fosse
lui,
sarebbe tutto molto più noioso. Bella ed Edward non ce la
fanno
più a sopprimere la loro attrazione, anche tra i mille
imbarazzi
di Bella, che vedrai prima o poi lascerà un po' da parte
quell'
insicurezza che tanto la caratterizza! Grazie Ross per i complimenti e
la menzione in fondo te la meriti tutta! Bacioni!
vanderbit : ciao
bellezza! Felici di sapere che il capitolo ti sia piaciuto
così
tanto! Hai visto? Anche Edward Cullen si imbarazza, anche
perchè
Bella lo ha cambiato profondamente, e quindi escono fuori
delle
nuove sfaccettature del suo carattere, che a noi, sinceramente, non
fanno che far aumentare la nostra adorazione per lui! E poi hai proprio
ragione: non sappiamo perchè ma geloso e possessivo piace e
arrapa ancora di più! XD! Rassegnati, ragazzi come
lui,
non esistono proprio! Bacioni e grazie!
giova71
: ciao!
Non ti preoccupare i nostri piccioncini si rifaranno presto, e per Rose
ed Emmett non ti resta che catapultarti a leggere il chappy! Bacioni e
grazie!
Austen95
: ciao
carissima! Emm effettivamente inizia a rompere un po' le scatole! Ma
come si può dirgli di no e abbandonarlo a se stesso? Sarebbe
un
crimine! Bravissima hai indovinato, in questo chappy abbiamo il pov
Rosalie per la prima volta! Bacioni e grazie!
fabyp
: ciao
e grazie infinite per i meravigliosi complimenti! Edward geloso,
più che dolce, è proprio da mangiare tutto... a
noi fa
impazzire quando fa il possessivo e quando continua a ribadire in
più maniere il suo amore per Bella, anche
davanti agli altri! Bacioni e alla
prossima!
Giada
is owned by Edward : ciao
tesora! Diciamo che in questo capitolo Edward ha fatto veramente strage
di cuori, ancora più del solito! Effettivamente geloso
è
una favola! Comunque anche noi come te, non avremmo fatto uscire Edward
da quel letto e soprattutto non ce l'avremmo lasciato per andare a
preparare la colazione! XD! Anche noi amiamo incondizionatamente EDWARD
CULLEN! Grazie di tutto Giada e non ti preoccupare che abbiamo
perfetamente capito che adori la storia e ne siamo anche super
felici!!!!! Bacioni!
IsaMarie e
sara_cullen vi augurano una buona lettura!
Ero appena entrata
in cucina, lasciando a malincuore Edward in camera.
Quanto avrei voluto restare con lui, ma non potevo assolutamente
abbandonare Emmett nel momento di maggior bisogno… noi
avremmo
avuto tante altre occasioni per riempirci di coccole… e non
solo!
Al solo pensiero di quello che sarebbe potuto succedere quella mattina
se Emmett non fosse venuto a disturbarci mi fece scaldare le
guance… possibile che dovessi sempre arrossire per tutto?
Iniziavo veramente a patire quel mio grosso difetto! Soprattutto
perché ormai, rispetto a quando non conoscevo
ancora
Edward, le occasioni di arrossire si erano moltiplicate a dismisura e
continuavo a fare figuracce mettendo sempre ben in evidenza la mia poca
esperienza riguardo a determinate situazioni!
La visione di quello che mi si parò davanti agli occhi mi
distrasse dai miei pensieri: sul tavolo c’era di tutto e di
più, ogni genere di cibo per preparare la colazione come
minimo
per cento persone!
-Guarda che i ragazzi di La Push arriveranno più tardi, non
c’è bisogno di cucinare anche per loro!- lo
canzonai.
Quando si girò per rispondermi, scoppiai in una sonora
risata.
Mi continuavo a tenere la pancia e non riuscivo a smettere di ridere.
Emmett indossava un grembiule piuttosto particolare…
Probabilmente era un regalo di mia madre a mio padre, per qualche loro
anniversario, perché c’era la figura nuda di un
uomo che
corrispondeva alle parti del corpo di chi lo indossava… Nel
petto c’era disegnato un busto nudo e muscoloso, le gambe
nude e
la parte centrale… bé, era ben in evidenza e devo
dire
anche ben piazzata! Era la cosa più buffa che avessi mai
visto!
-Hai finito?- mi chiese scocciato Emmett, ma io non riuscivo a
smettere. Provavo a stare seria, ma quando il mio sguardo si posava su
di lui scoppiavo di nuovo. -Era l’unico che mi andasse bene,
gli
altri sono troppo piccoli!- si giustificò.
-Gli altri sono piccoli perché sono da donna, questo invece
deve
essere di mio padre!- e al pensiero di Charlie con quel grembiule anche
lui scoppiò a ridere.
-Ti prego dimmi che non vuoi andare su da Rose con quello indosso!- e
cercai di ricompormi almeno un po’. -Non è
divertente
Bellina, io sto soffrendo come un cane!- mugugnò Emmett.
Oddio,
ma quanto era dolce quando faceva così! Adoravo quel
ragazzone
dal cuore d’oro! Lo abbracciai forte e ci mettemmo al lavoro.
Poi andammo in giardino a cogliere qualche rosa, le preferite di Rose.
-Ma come fate ad averle in questa stagione? E ad avere il giardino
così curato se non ci siete mai?- si incuriosì
Emmett.
-Vedi, questo giardino è opera di mia mamma. Lei ci teneva
immensamente…- e varie immagini di lei chinata, tutta
imbrattata
di terra mentre curava amorevolmente ogni pianta, mi invasero la mente.
Una nuova ondata di tristezza e malinconia mi attanagliò, ma
la
scacciai via: dovevo pensare al presente e al futuro! Continuai. -Mio
padre alla sua morte non se la sentì di abbandonarlo,
così ancora oggi paga un giardiniere perché se ne
occupi;
e le rose non mancano mai: mia mamma le adorava!- e mentre spiegavo
queste cose, rientrammo e preparammo il vassoio con tutto quello che
aveva cucinato Emmett. Era stato proprio bravo. Aveva eseguito le mie
istruzioni alla perfezione ed era tutto molto buono.
Intanto ci aveva raggiunti anche Edward che ci aveva dato una mano,
(tra una risata e l’altra ogni volta che guardava Emmett col
grembiule!) soprattutto ad assaggiare… era un pozzo senza
fondo
quel ragazzo, mi chiedevo come facesse a rimanere in forma con tutto
quello che trangugiava. Intanto ci raggiunse anche Jasper, dicendoci
che aveva incrociato Alice in corridoio. Per fortuna che Emm si era
tolto lo straccetto dagli evidenti particolari anatomici, altrimenti
mio fratello l’avrebbe preso in giro a vita! Lo convincemmo a
darsi una mossa prima che anche Rosalie si alzasse… anche
perché l’omone era stato colto da un momento di
puro
panico e non era più sicuro di voler andare da lei! Ma per
sua
fortuna noi eravamo lì, e lo costringemmo con le buone e con
le
cattive.
Gli augurammo in bocca al lupo ed Emmett, salì, timoroso, al
piano superiore.
Quanto avrei voluto essere una piccola farfalla per poter volare da
loro due… ma sapevo che tanto poi Rose mi avrebbe raccontato
tutto nei minimi particolari! Dovevo avere solo un attimo di pazienza!
Pov
Rosalie
Era già da un pezzo che ero sveglia. Sentivo i rumori
provenienti dal piano di sotto e l’inconfondibile risata
tonante
di Emmett. Sospirai al solo pensiero.
Quel ragazzo mi era entrato nel cuore. All’inizio non
riuscivo a
capire cosa ci trovassi di così speciale in lui, e a volte
mi
irritavo persino con me stessa… Era bello sì,
molto
bello, ed era forte e muscoloso, con un corpo mozzafiato… ma
cosa mi aveva colpito di lui, in fondo? Ne avevo avuti a bizzeffe di
corteggiatori così, ma nessuno mi era mai
interessato… e
poi un giorno capii…
Quel giorno ero triste perché pensavo al mio compleanno che
si
avvicinava… i 18 anni sono una tappa importante, ed ero
persa
nei miei più intimi e dolorosi ricordi per la mancanza dei
miei
genitori. Continuavo a crogiolarmi in essi, chiusa nella mia sofferenza
anche se sapevo che tutti in casa erano preoccupati per me; mi avevano
sommerso di domande per capire cosa avessi, ma io, ne ero consapevole,
che avevo un carattere difficile e schivo, mi ero sentita bersagliata
dalle loro attenzioni… finché mi ero sentita
quasi
soffocare e mi ero rifugiata in un angolino solitario ed appartato. Mi
dispiaceva moltissimo per tutti loro, mi rendevo conto che la mia
amarezza avrebbe potuto essere scambiata per ingratitudine e questo mi
faceva ancora più male, se possibile. Pensare che i miei
cari mi
ritenessero un’ingrata egocentrica mi spezzava il cuore: a
loro
dovevo tutto, tutto!
Accidenti a me! Perché avevo questo caratteraccio?!
Perché non riuscivo ad aprirmi e diventare una persona
più solare?
A un certo punto Emmett mi raggiunse, ma a differenza degli altri non
mi chiese niente…
No… lui semplicemente mi fece ridere, ridere di cuore.
Iniziò a fare lo stupido e a fare battutine, a prendere in
giro
alcuni nostri compagni, a raccontarmi qualche spiritoso aneddoto della
sua vita e in un attimo ci chiamarono per cenare. Ero sbalordita! Il
pomeriggio era già passato e io lo avevo trascorso ridendo e
non
soffrendo, senza nemmeno accorgermi del tempo che trascorreva. Ero
felice, leggera come non mai e la notte ripensandoci capii che era di
lui di cui avevo bisogno nella mia vita… non di un ragazzo
che
facesse chissà cosa per conquistarmi, ma solo di un ragazzo
che
mi stesse accanto con semplicità e fosse capace di
cancellare i
brutti ricordi facendomi scoprire una persona più gioiosa e
solare, senza farmi pensare alle cose più tristi che mi
erano
accadute.
Sapevo di piacergli, me ne ero accorta! Come avevo anche notato tutti i
rifiuti che aveva rifilato in quei primi giorni alle ragazze che gli si
buttavano addosso. Certo che ‘sti Cullen avevano un fascino!
Ognuno in modo diverso, ognuno a modo suo, ma era un fatto
indiscutibile!
Bella era cotta di Edward ed era ricambiata, Jasper di Alice, e anche
lui era certamente ricambiato… anche se doveva ancora avere
un
po’ di pazienza, ed io…
Anche se Emmett avesse deciso di avere una relazione seria con me e di
lasciar perdere tutti gli atteggiamenti da playboy, come facevo io a
competere con tutta l’esperienza che aveva lui?
Io, sempre miss perfettina e precisina in tutto, su questo argomento
ero ai livelli della scuola materna, anzi dell’asilo nido! Eh
già, perché io non avevo mai baciato un ragazzo.
Dio, che
vergogna! Come potevo immaginarmi di stare con lui? E se poi mi avesse
chiesto un bacio ed io non lo avessi fatto bene e per questo non gli
fossi piaciuta? D’altronde avrebbe potuto fare tanti di quei
paragoni tra me e tutte le ragazze che aveva avuto, che
senz’altro ne sarei uscita sconfitta… e allora mi
avrebbe
lasciata…
Sospirai, affranta. Ma cosa diavolo stavo pensando? Noi non stavamo
neanche insieme ed io pensavo già a quando mi avrebbe
lasciata
perché non sapevo baciare! Sì decisamente i
Cullen ci
avevano cambiati tutti: io ad esempio mi ero bevuta il cervello
completamente!
Sentii bussare alla porta. Chi poteva essere? Le ragazze
senz’altro si sarebbero fiondate dentro senza bussare. Di
nuovo
due colpetti alla porta. Mi tirai su a sedere.
-Avanti!- esclamai, in modo da farmi sentire. La porta si
aprì
piano e l’oggetto dei miei sogni fece la sua comparsa,
più
bello che mai, con in mano un vassoio ricolmo di cibo ed un sorriso
timido sul viso.
-Tanti auguri Rose!- disse gioviale Emmett e si avvicinò al
letto. Io ero a bocca spalancata. Non sapevo cosa dire per la prima
volta in vita mia. -Ho pensato che in un giorno così
speciale,
ti meritassi più attenzioni del solito. Posso?- e mi fece
cenno
verso il letto, per chiedermi se poteva appoggiare il vassoio.
Arrossii e mi ricordai dello stato pietoso in cui ero: denti non ancora
lavati, alito dalla dubbia fragranza, viso non ancora rinfrescato,
capelli legati in una trecciona della nonna per dormire, in modo che
non si gonfiassero troppo nella notte, come mi aveva insegnato mia
madre… un bello spettacolo, sicuramente! Maledizione!
Perché non avevo chiesto chi era, prima di farlo entrare?!
Se
qualcun altro mi avesse vista così, mi avrebbe dato solo un
lieve fastidio, ma con lui…
Caspita, Rose, trova un rimedio! Subito!! Mi imposi.
-Ehm… certo accomodati pure; ma ti dispiace se mi do una
rinfrescata veloce? Giuro che faccio prestissimo!- lo pregai
e
sperai con tutto il mio cuore che non si offendesse.
-Ci mancherebbe, vai pure! Io sarò qui ad
aspettarti…-
mormorò con una voce sensuale da morire; e mi sorrise. Mi
incamminai rapidamente verso il bagno, ma poi mi resi conto che ero
stata la solita persona fredda e scostante, che non l’aveva
neppure ringraziato… oddio, non volevo apparirgli
così!
Magari pensava che non mi avesse nemmeno fatto piacere... no, no, no!!
Non potevo permetterlo!
Così decisi di osare, facendo una cosa che non avrei mai
pensato
di riuscire a fare… corsi fino a lui e lo baciai su una
guancia,
sussurrandogli all’orecchio: -Grazie, sei un angelo. Torno
subito!- e imbarazzata, ma contenta della sua espressione stupita e
felice, corsi in bagno. Mi lavai in modo accurato ma veloce, e dopo
aver sciolto e pettinato i miei capelli (accidenti, proprio stamattina
avevano deciso di essere più antipatici e cespugliosi del
solito?!), tornai in camera. Emmett era ancora immobile dove
l’avevo lasciato, con una mano appoggiata sulla guancia che
avevo
baciato. Vederlo così dolce e rapito dal mio gesto mi fece
un’enorme tenerezza e non potei che sorridere: probabilmente
aveva compreso che mi ero lasciata andare, per lui...
-Eccomi- e mi andai a sistemare di nuovo tra le coperte. Mi
posizionò il vassoio sopra le gambe.
-Bella mi ha detto quali erano le cose che preferivi, ma ho cucinato
tutto io!- affermò orgoglioso; sgranai gli occhi per la
sorpresa. Non credevo sapesse cucinare! -Certo ho fatto tutto sotto la
supervisione di Bella, altrimenti avrei rischiato di avvelenarti
anziché farti contenta!- confessò. Scoppiai a
ridere… eccolo il mio Emmett che mi rendeva spensierata. Il
“mio”? Da quando era “mio”?
Rosalie riprenditi!
-Grazie, ma non dovevi disturbarti così tanto. Almeno mangia
qualcosa anche tu, così mi fai compagnia… e poi
per me
sarebbe davvero troppo l’intero vassoio!- gli proposi.
-Va bene spiluccherò qualcosa, ma poco perché ho
già fatto colazione- e prese quattro pancake, inondandoli di
sciroppo d’acero e iniziando a mangiarli con mille faccine
buffissime. Risi di nuovo: era incorreggibile! Ed unico!
L’unico
ragazzo che riusciva a penetrare nella mia algida corazza…
D’un tratto mi accorsi di un particolare che prima mi era
decisamente sfuggito: in un vasetto erano sistemate tre delicate
roselline rosse…
-Che belle rose, sono le mie preferite!- affermai guardando il vasetto
con i fiori che accompagnava la colazione.
-Per quelle devi ringraziare Bella che mi ha permesso di coglierle dal
giardino… ma l’idea è stata mia!- mi
rivelò
compiaciuto.
-Grazie ancora Emmett! Ti devo fare i complimenti perché
è tutto squisito!- lo lodai. Parlando del più e
del meno,
finimmo tutto quello che c’era sul vassoio; o perlomeno fu
Emmett
a spazzolare tutto, io mi limitai ad assaggiare ogni cosa per non
offenderlo, ma in realtà avevo lo stomaco già
pieno… di farfalle.
Emmett prese il vassoio e andò a posarlo sul
comò, poi si
diresse verso la porta e spiegandomi che sarebbe tornato
immediatamente, sparì dietro di essa; ma neanche il tempo di
chiedermi perché e tornò con un pacchetto in
mano. Il mio
cuore prese il via… chissà cosa mi aveva
regalato? Aveva
in mano una scatolina rettangolare, avvolta da una delicata carta di
riso color avorio. Me la porse e si riaccomodò accanto a me
sul
letto. La presi e mi accorsi che le mani mi tremavano.
-Grazie, ma non dovevi disturbarti!- mi sentivo in
imbarazzo…
sinceramente pensavo che mi avrebbe fatto il regalo insieme agli
altri… e invece aveva voluto farmene uno tutto suo. Fosse
anche
stato uno spillo non avrei potuto essere più contenta! Lui
aveva
pensato a me!
Lo aprii e quando vidi il contenuto spalancai la bocca per la
meraviglia.
-Ma… come… cioè…-
balbettai; non riuscivo a
tirare fuori una frase con soggetto, verbo e predicato! Non avevo detto
a nessuno che mi piaceva quella parure, nemmeno ad Alice e Bella! Come
faceva a saperlo, lui?! Emmett probabilmente prese i miei tentennamenti
per un rifiuto, perché subito iniziò un discorso
tanto
incoerente quanto dolcissimo che però feci fatica a
seguire… in realtà ero ancora imbambolata davanti
al suo
bellissimo regalo…
-Ecco lo sapevo, sono una bestia! Mi sono sbagliato, scusami, non
è quella che volevi! Mi ero accorto che la
guardavi… ma
forse guardavi qualcos’altro vicino… non proprio
quella
che ti ho preso io… insomma, scusa, ma sai si può
cambiare, non c’è problema, davvero! Ti prego
dimmi che
non sei arrabbiata con me, io non lo sopporterei proprio! Ok ora scendo
così ti potrai cambiare con calma, ma promettimi che non ti
farai rovinare la giornata dalla mia stupidaggine, e…- lo
zittii
baciandolo con foga.
Ero meravigliata di me stessa… io, che non avevo mai baciato
nessuno, gli ero saltata al collo! Con ancora il regalo in mano, io
stavo baciando quel figo di Emmett Cullen! Dio, quanto era meravigliosa
e calda la sua bocca… e le sue labbra così
carnose! La
sua lingua, con urgenza, entrò nella mia bocca, esplorando,
assaggiando, assaporando la mia. La testa mi girava, il mio corpo
sembrava dotato di vita propria e si era avvinghiato al suo che con
prepotenza animale mi aveva spinta sul letto e ora mi
sovrastava… Le sue mani percorrevano avide il mio corpo,
accarezzandomi i fianchi, le gambe, la pancia, le braccia…
un
calore sconosciuto, mai provato prima, si irradiò dal mio
basso
ventre per tutto il corpo, donandomi brividi di piacere al passaggio
delle sue mani… fuoco, stavo andando a fuoco! Mi resi conto
avrei voluto sentire quelle mani in parti del mio corpo in cui nessuno
si era mai addentrato.
Mi stavo facendo trascinare in un vortice di lussuria peccaminosa, ma
non me ne importava… non mi vergognavo delle mie emozioni e
non
mi interessava quello che avrebbe potuto pensare di me…
quella
bocca avrei voluto sentirla per sempre su di me, sui miei seni, sul mio
ventre… e come se mi avesse letto nei pensieri
più intimi
e profondi, Emmett mi accontentò scendendo a leccare il mio
collo, e con una scia di baci bollenti passò alla clavicola
e
poi sempre più giù finché non sentii
la sua bocca
sul mio seno… senza neanche accorgermene, ero io che avevo
sbottonato i bottoni della casacca del mio pigiama… un forte
gemito uscì dalla mia bocca quando Emmett prese a baciarmi
tutta
quella mia zona così sensibile.
Mai avrei immaginato un piacere così grande!! Lui sapeva
come
farmi impazzire, e ci stava riuscendo alla perfezione, trascinandomi in
un vortice di amore e passione inimmaginabili.
-Oh Emmett, così… continua… ti prego!-
non
riconoscevo nemmeno più la mia voce! Ma dov’era
finita la
fredda e algida Rosalie? Se ne era andata a fare un giro sulla luna,
perché il suo posto era stato preso dalla calda e passionale
Rosalie. Chi era la nuova me? Non lo sapevo con certezza…
sapevo
solo che lui, così dolce e appassionato, così
tenero e
innamorato, era riuscito in un’impresa straordinaria: in
pochi
attimi la mia corazza di ghiaccio si sciolse e il gelo che avvolgeva il
mio cuore si trasformò in un’onda bollente che mi
invase,
anima e corpo.
Mi ritrovai ad accarezzare il petto nudo e possente di Emmett. Quando
si era tolto la maglietta? Non capivo più niente! Le mie
mani
continuavano ad accarezzarlo con un’urgenza mai provata prima
d’ora! Dio ma cos’era? Roccia? Era fantastico, da
urlo! Ed
io urlai, eccitata, in preda alla frenesia; in un attimo mi ritrovai
senza nemmeno i pantaloni! Sollevai lo sguardo e vidi lui che si era
inginocchiato ad ammirarmi, come fossi una divinità da
adorare.
-Oddio Rose… sei bellissima!- mormorò con una
voce roca e
tremante; gli sorrisi maliziosa, senza alcun imbarazzo: avevo appena
scoperto che mi piaceva essere venerata da lui! Sotto il pigiama di
seta non indossavo mai l’intimo: mi piaceva troppo la
morbidezza
di quella stoffa sul mio corpo… ma ora era altro che volevo
sentire su di me… Lo bramavo!
-Forse stiamo correndo troppo…- mi sussurrò
Emmett
timoroso, riprendendo un po’ di
lucidità… cosa che
a me invece non era ancora successa!
-Ma ti assicuro che non ho mai provato niente del genere per nessuna:
tu sei l’unica per me Rose, lo sarai sempre… non
è
solo sesso per me… io… Rosalie io ti amo!- mi
dichiarò e i suoi occhi scintillavano, non solo per
l’eccitazione del momento, ma anche per tutto
l’amore che
vi leggevo! Il mio orsacchiotto!
-Vieni qui scimmione! Ti amo anch’io!- e lo tirai verso di me
per
continuare quello che avevamo interrotto… Emmett non se lo
fece
ripetere due volte e in un attimo, si tolse i pantaloni e mi raggiunse
di nuovo con più passione di prima.
Poi, però lo sentii staccarsi da me e un po’
imbarazzato
mi disse: -Rose, tesoro, scusami: non ho il
preservativo…-confessò; gli sorrisi: non sarebbe
stato un
problema…
-Non ti preoccupare, orsacchiotto, prendo la pillola da
parecchio…- gli rivelai; lui mi guardò confuso.
-Non per
quello che pensi tu… ho dovuto prenderla solo per
regolarizzare
il ciclo- spiegai.
I suoi occhi si illuminarono di nuovo e ricominciò a
baciarmi.
Sentivo la sua eccitazione premermi sul fianco e come trascinata da una
frenesia, la nuova Rose prese il sopravvento: mi ritrovai a percorrere
con la mia mano il suo petto, per poi scendere con movimenti lenti ma
decisi sul ventre e infine posarsi proprio in mezzo alle sue cosce.
Ero che io gli scatenavo tutte quelle emozioni: ero compiaciuta,
perché volevo che provasse il piacere che lui donava a me; e
così iniziai a donargli piacere… era una cosa che
mi
veniva naturale… sembrava fossi nata per far scoppiare tutta
quella passione che finora era stata sapientemente nascosta ed
ingabbiata da qualche parte dentro di me, aspettando lui. I suoi gemiti
si fecero sempre più forti e i miei anche. Mi tolse
delicatamente la mano e mi portò le braccia sopra la testa.
Prese a baciarmi tutto il corpo, non tralasciando neanche un centimetro
della mia pelle e quando arrivò alla mia intimità
un urlo
mi uscì dal profondo della gola. Oddio, era la cosa
più
bella che avessi mai provato! Io ansimavo e gemevo sempre di
più, travolta dal piacere che mi stava donando.
-Dio come sei buona Rose, sei dolcissima, sai di rosa!- mi disse mentre
continuava quella dolce tortura anche con la mano… ero in
uno
stato completo di beatitudine! Quanto erano alte le vette del piacere?
Quante cose mi ero persa in tutto questo tempo! Ma, ne ero certa, tutto
questo lo dovevo a lui, unicamente al mio orsetto! Con nessun altro
sarei stata in grado di lasciarmi andare così!
Intanto che la sua mano continuava a donarmi piacere,
Emmett risalì lasciando baci di fuoco lungo tutto il
percorso.
Arrivò al mio orecchio sussurrandomi: -Sei così
calda… così magnifica… che mi fai
impazzire- e mi
baciò di nuovo con passione. Le sue parole e il suo sapore
mi
mandarono ancora più in estasi e le parole uscirono
inconsapevoli dalle mie labbra.
-Ti prego Emmett prendimi, fammi tua! Voglio fare l’amore con
te!- lo implorai. Per me era diventato un bisogno necessario: volevo
essere una donna, la sua donna!
-Ti amo, Rose!- mormorò; poi Emmett, sempre tenero ma
passionale, si posizionò sopra di me, stando attento a non
pesarmi e mi fece sua… usò tutta la delicatezza
possibile, in confronto all’irruenza che lo aveva
caratterizzato
fino a poco prima. Il dolore acuto che sentii subito durò
appena
pochi secondi e poi iniziai ad essere avvolta dal piacere
più
intenso che avessi mai provato. Continuavamo ad amarci con sempre
maggiore passione, mentre ci baciavamo con foga, come se il solo
rallentare il ritmo non potesse soddisfare l’immensa voglia
che
avevamo l’uno dell’altro.
-Sììììì…
continua…
oddioooooo… oh
sììììì
Emmettttttt!!!!- urlai nel momento in cui un piacere purissimo mi
avvolse, poco dopo la stessa ebbrezza meravigliosa avvolse anche Emmett.
-Ohhhh Roseeeee!- e mentre i nostri corpi si rilassavano lentamente
Emmett si accasciò sul mio petto, continuando a baciarmi e a
mordicchiarmi i seni. Restammo per un po’ in quella
posizione,
mentre i nostri respiri affannati si stabilizzavano pian piano. Poi
Emmett si posizionò vicino a me, su un fianco, facendomi
girare
verso di lui. Ci guardammo negli occhi a lungo, sorridendoci
soddisfatti e sazi, non solo per l’atto fisico, ma per
l’amore che provavamo l’uno per l’altro.
La stanza
era impregnata dei nostri profumi ed io ero al settimo cielo.
-Ti amo- mi sussurrò ancora, donandomi un bacio sulla punta
del naso.
-Ti amo anch’io- gli risposi accarezzandogli una guancia. Non
avevamo bisogno di tante parole, noi. Emmett era sempre stato
più un tipo fisico ed io avevo appena scoperto di esserlo
altrettanto. Eravamo perfetti l’uno per l’altro. Mi
abbracciò, portandomi la testa sul suo petto e
così
scivolammo in un sonno ristoratore, avvolti dalla beatitudine
più appagante.
ANTEPRIMA CAPITOLO 29
Chissà
com’era andata al mio fratello orso! Poverino, era
così
timido ed impaurito poco prima di salire da Rose… sperai che
si
fossero parlati con il cuore in mano, rivelandosi reciprocamente i loro
sentimenti; in cuor mio sperai inoltre che Emm fosse riuscito a
rimediare almeno un bacetto…
Magari Emmett e Rose erano già scesi… ero proprio
curiosa
di sapere come fosse andata e di vedere un sorriso radioso sul volto di
mia sorella e un’espressione felice sul viso di Emm.
Sì,
perché ero sicura che la sua risposta sarebbe stata
positiva. Ci
avrei scommesso!
Proprio mentre passavo davanti alla sua camera, sentii la voce di
Rosalie che urlava a squarciagola il nome di Emmett. Mi fermai di
scatto per la sorpresa. Cosa stava succedendo tra loro?!
Oh no, no! Possibile che stessero litigando? Poverini!
Fu più forte di me, non riuscii a frenare né la
curiosità né la voglia di aiutare quei due
piccioncini....
Come la
scorsa volta vi lascio alcune fiction, ancora in corso, che meritano
veramente di essere seguite!
CAP. 29
Buongiorno e buon inizio di settimana!
Vi ringraziamo infinitamente per i complimenti per la parte hot, e
siamo contente di essere riuscite nell'intento di non risultare volgari.
Volevamo rassicurare ancora le giovani lettrici, che non possono
leggere i capitoli a rating rosso.
Il contenuto del capitolo a rating arancione non differisce in nessuna
maniera da quello a rating rosso. La parte che riguarda la descrizione
dell'atto sessuale, viene ammorbidita, ma comunque riportata, come sono
riportati anche tutti i dialoghi e tutte le emozioni dei nostri
protagonisti.
Quindi, in particolar modo, chi era preoccupata di perdersi qualcosa
della storia, non deve assolutamente farlo!
Non ci stancheremo mai di ringraziare tutte voi lettrici, silenziose e
non, per l'affetto che ci dimostrate e per l'apprezzamento della nostra
storia. GRAZIE!!!! IsaMarie e sara_cullen vi
augurano come sempre una BUONA LETTURA!!!!
shashley94:
ciao! Ci fa proprio piacere sentire
una nuova voce, che a quanto abbiamo capito, ci segue comunque
già da un po'. Non sai la gioia quando troviamo questo tipo
di commenti, perchè significa che il capitolo vi ha
particolarmente colpito. Grazie infinite. Comunque preparati
perchè il weekend sarà molto movimentato per
tutti i nostri protagonisti, sia dal punto di vista delle situazioni
che si creeranno, sia dal punto di vista emozionale! Bacioni e grazie
ancora!
MaRtA
HaLe: ciao
tesoro!!!! Grazie per aver lasciato un commento ad entrambi i capitoli.
Come hai potuto vedere sono identici, tranne che per la parte hot che
è stato solo approfondita un po' di più.
Finalmente
Rosalie si è sciolta rivelando un'indole passionale e il
nostro
orsetto, potrà finalmente stare tranquillo e non incupirsi
più per la paura di non essere ricambiato. Penso che sia
rimasto
piacevolmente sorpreso dalla sua ragazza! Grazie infinite per i
complimenti, siamo felicissime che ti sia piaciuta la parte erotica.
Ora gositi la reazione di Bella! Hi, hi, hi! Bacioni e alla prossima!
vanderbit:
ciao!
Grazie per aver commentato entrambi i capitoli che come hai potuto
constatare sono esattamente uguali, tranne per il fatto che la parte
hot è leggermente più approfondita.
Siamo contentissime che tu non abbia trovato il capitolo volgare e
anche ti sia piaciuto il pov di Rosalie. Anche a noi amiamo questo
personaggio, ma pensiamo che nella saga sia un po' troppo fredda e
distaccata. Qui abbiamo voluto voluto addolcirla un po' e renderla un
po' più comprensiva, mantenendo comunque le sue principali
note
caratteriali. Speriamo di esserci riuscite. Per lo spoiler non hai
azzeccato, il pov non è di Alice, ma non sei stata l'unica a
pensarlo. Bacioni!
giova71:
ciao!
Grazie di aver lasciato il commento su entrambi i capitoli, ma come hai
potuto vedere sono praticamente uguali, a parte l'appronfondimento
della parte hot. Eh sì finalmente Emmett e Rosalie si sono
messi
insieme e anche alla grande! Ora vi aspettano ancora moltissime cose in
questo weekend, quindi preparati! Bacioni e grazie!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Allora le risposte alle recensioni le daremo sempre sul capitolo
della storia originale (se così si può
chiamare),
quindi risponderemo a tutte da qui. Eh sì Emmett e Rosalie
hanno
accelerato decisamente i tempi, ma ci sembrava in linea con i loro
personaggi, e quindi abbiamo deciso di osare! Il capitolo di Ed e Bella
arriverà, arriverà... devi solo avere un po' di
pazienza.
Alice e Jasper saranno anche loro protagonisti di questo weekend. Come?
Vedrai!!!! Ti ringraziamo del consiglio sulla festa, ma devi sapere che
i capitoli sono già stati scritti da parecchio (noi siamo
molto
più avanti), e devi anche sapere che alla festa succederanno
tante di quelle cose, che non potevamo assolutamente fare un riassunto.
Vedrai ci sarà da divertirsi, esaltarsi, eccitarsi e anche
arrabbiarsi! Quindi ti assicuro che non ti annoierà affatto!
Per
lo spoiler, ora potrai leggere la reazione di Bella... comunque anche
per noi ogni scusa andrebbe bene per farci consolare da Edward! XD!
Ciao e bacioni a nche a te!
Ed4e: ciao!
Eh sì il nostro orsetto ora è felice e contento!
Rosalie
con lui è riuscita a lasciarsi andare. Dato che loro sono
tipi
molto fisici nella saga, abbiamo voluto lasciare anche noi questa
caratteristica e sorprendervi tutte! Contente che ti sia piaciuto.
Bella che farà? Li beccherà nudi o non
oserà
entrare? Corri a leggere! Grazie e bacioni!
bet98:
ciao!
Allora il seguito non è a rating rosso, solo alcuni capitoli
come il precedente lo saranno, perchè la parte sessuale
verrà approfondita in maniera più, come dire...
esplicita, usando termini che nel rating arancione non si possono
usare. Ma ti assicuriamo che i capitoli postati nell'arancione,
differiranno di poco, usando termini un po' più blandi, non
specifici, ma la situazione descritta sarà esattamente
uguale.
Quindi non hai nulla di cui preoccuparti. Fidati! Se poi hai bisogno di
una ulteriore conferma, se vorrai potrai contattarci privatamente
così potremmo spiegarti meglio. Non farti nessun tipo di
problema perchè ti daremo tutte le spiegazioni che vorrai.
Bacioni!
Nerak:
ciao
Karen! Felici che il capitolo ti sia piaciuto. Ora almeno Emmett
tornerà allegro come sempre e magari la smetterà
di
interrompere in continuazione Bella ed Edward! Alice e Jasper saranno
anche loro protagonisti di questo weekend, vedrai? Grazie mille e un
bacione!
ELVE89: ciao!
Adoriamo il tuo entusiasmo e non sei assolutamente una maleducata!
Contentissime che ti sia piaciuto il capitolo e che tu gradisca il
nostro modo di scrivere! Sappi che dovranno succedere ancora moltissime
cose nella nostra storia e quindi passeremo insieme tanti mesi! La
storia si svolgerà durante l'anno scolastico fino al loro
diploma, naturalmente ci saranno momenti in cui passerà da
un
capitolo all'altro parecchio tempo, ma essendo ancora solo a fine
settembre, ad arrivare a giugno ne passerà di acquea sotto i
ponti!Hai visto la nostra fredda Rose come ha fatto presto a
surriscaldarsi? E si faceva tanti problemi perchè non aveva
mai
baciato! Meno male che Emmett non è andato da lei con il
grembiule, altrimenti non sarebbe andata a finire così bene!
Hi,
hi, hi! Ora finalmente forse l'orsetto la pianterà
di
interrompere i nostri piccioncini e magari anche loro riusciranno ad
avere un momento intimo... chissà! Alice e Jasper saranno
anche
loro protagonisti del weekend, quindi vedrai.... Bacioni e a
lunedì!
Lalayasha: ciao
Ross! Hai visto che fuoco Rose? Diciamo che ha saputo scaldare anche il
nostro Emmett, che per fortuna, in questa occasione, ha lasciato da
parte le battutine, e ha dato dimostrazione di essere un amante, non
solo focoso e passionale, ma anche dolce e attento. Bacioni e grazie di
tutto!
fabyp:
ciao!
Hai visto? Li hanno fregati tutti! Hai ragione ora mancano solo gli
ultimi due, che però saranno protagonisti anche loro del
weekend, quindi abbi pazienza... Bacioni e grazie mille!
Austen95:
ciao! Grazie mille per i complimenti e
felici che ti sia piaciuto il chappy! Bacioni!
barbara_f:
ciao
Barbara! Eh sì la nostra coppia appena formata ha
decisamente
surclassato Edward e Bella... ma sai com'è lei ha i suoi
tempi... prima o poi si scioglierà? Bacioni e
grazie mille!
bellad93:
ciao! Grazie... e vedrai prima o poi
Bella da quel letto non uscirà! Bacioni!
CAPITOLO 29
Imbarazzi
Pov Bella
Stavo
uscendo dalla mia camera, per raggiungere gli altri di sotto. Dopo che
Emmett era salito da Rose, ero andata a farmi una doccia e ora, dopo
aver riordinato un po’ la camera sistemando i miei vestiti e
rifacendo il letto, non vedevo l’ora di scendere da Edward a
farmi coccolare un po’ mentre aspettavamo che arrivassero
Jacob e
gli altri ragazzi della riserva per darci una mano ad
allestire
la festa. Finalmente in quella casa Edward ed io potevamo essere noi
stessi e vivere la nostra storia senza sotterfugi e finzioni. Che bella
sensazione!
Chissà
com’era
andata al mio fratello orso! Poverino, era così timido e
impaurito poco prima di salire da Rose… sperai che si
fossero
parlati con il cuore in mano, rivelandosi reciprocamente i loro
sentimenti; in cuor mio sperai inoltre che Emm fosse riuscito a
rimediare almeno un bacetto…
Magari
Emmett e Rose erano
già scesi… ero proprio curiosa di sapere come
fosse
andata e di vedere un sorriso radioso sul volto di mia sorella e
un’espressione felice sul viso di Emm. Sì
perché
ero sicura che la sua risposta sarebbe stata positiva. Ci avrei
scommesso!
Proprio mentre
passavo davanti
alla sua camera, sentii la voce di Rosalie che urlava a squarciagola il
nome di Emmett. Mi fermai di scatto per la sorpresa. Cosa stava
succedendo tra loro?!
Oh no, no!
Possibile che
stessero litigando? Poverini! Fu più forte di me, non
riuscii a
frenare né la curiosità né la voglia
di aiutare
quei due piccioncini: in fondo era compito di Cupido accertarsi che
tutto procedesse bene! Così mi ritrovai ferma lì
davanti,
con una mano sulla maniglia della sua porta, ad ascoltare per cercare
di capire cosa stesse accadendo, e, se fosse stato necessario, ad
entrare da loro per aiutarli. Dopo pochi secondi, quando sentii anche
la voce soddisfatta di Emmett, mi resi conto che non erano grida
provocate da un litigio, ma altri tipi di urla…
Oops! Arrossii
immediatamente
per la mia ingenuità: al pensiero di essere lì a
spiare
due che stavano facendo evidentemente sesso… e neanche in
modo
tanto tranquillo, a giudicare dai rumori… oddioddioddio, che
vergogna!!
Con il cuore che
batteva
impazzito, mi fiondai giù dalle scale e raggiunsi gli altri
che
si erano accomodati nel giardino sul retro. Altroché aiuto
di
Cupido… quelli ormai erano ampiamente autosufficienti!
-Ciao amore, vieni
qui con me-
mi chiamò Edward con un sorriso e io mi sedetti sul dondolo
accanto a lui, abbassando la testa e guardando insistentemente le
piastrelle scure che pavimentavano l’esterno. Cavoli,
chissà quale tonalità tra il rosso e il fucsia
aveva
assunto il mio volto… per fortuna dopo qualche attimo il mio
battito stava finalmente rallentando la sua furia. Osai sollevare gli
occhi verso Edward. Mi fissò un istante, con la fronte
corrugata, ma prima che potesse chiedermi qualcosa, Jasper che mi
conosceva meglio di chiunque altro, si alzò, mi si
avvicinò e mi accarezzò una guancia.
-Caspita Bells, sei
bollente!
Stai bene? Se non fossi stato tutto il tempo qui con Edward, avrei
giurato che proprio lui ti avesse messo mooolto in imbarazzo-
spiegò, sorridendo.
-Mmm cretino!- lo
insultai.
-Ovviamente non è stato Ed a mettermi in
imbarazzo….
Prova un po’ a mettere il naso dentro casa, e poi mi
dici…- esclamai ironica. Ecco, l’avevo spifferato!
Tutti mi guardarono
sorpresi; ma
dato che nessuno ci stava capendo granché, entrarono in
salone… anche Edward. Vidi le loro facce meravigliate e poi
Alice corse fuori ridendo a crepapelle.
-Oddio,
oddio… sono così felice per loro!-
gridò, continuando a saltellare e sorridere.
-Certo che non me
la immaginavo
così passionale Rosalie- borbottò incredulo
Edward e poi
si mise a ridere pure lui. -Quei due si sono proprio trovati!-
puntualizzò ancora con una luce divertita e maliziosa negli
occhi, tornando ad abbracciarmi.
-Io invece
l’ho sempre
sospettato, che dietro quella apparente freddezza, Rosalie celasse una
passionalità fuori dal comune, pronta ad
esplodere… Basta
vedere come si surriscalda e lotta con gli artigli, quando qualcuno
pesta i piedi a lei o alle persone a cui vuole
bene… tira
fuori una grinta che farebbe invidia al più letale
combattente!-
ci rivelò Jasper.
Io invece ero
pensierosa.
Chissà come si sentiva Rosalie? Chissà se Emmett
le aveva
fatto male? Be’ anche fosse, doveva essere durato proprio
poco, a
sentire come era presa dal piacere... Arrossii di nuovo al pensiero.
Mio fratello se ne accorse nuovamente… possibile che fosse
sempre così attento! Mi irritava parecchio essere un libro
aperto, soprattutto per lui che era il mio gemello...
-Bella…
puoi venire a
fare due passi sulla spiaggia con me?- mi chiese gentile, allungandomi
una mano. Sospirai e mi lasciai trascinare sulla riva, sotto lo sguardo
perplesso di Edward ed Alice. Sapevo esattamente dove volesse andare a
parare...
Dopo esserci
allontanati in silenzio decisi di aprire bocca per prima.
-Jasper lo so
già…- ma non mi lasciò finire che
aveva già
posato una mano sulla mia bocca, e con l’altro braccio mi
teneva
stretta al suo fianco, in un atteggiamento insieme affettuoso e
protettivo.
-So che ti costa un
certo sforzo
stare zitta… ma cerca di impegnarti e di ascoltarmi senza
interrompermi, ok?- e si fermò girandosi e guardandomi negli
occhi… percepii dal suo sguardo fermo la volontà
e la
pazienza di spiegarmi il suo punto di vista sulla questione,
perciò annuii.
-Bene! So che tu ed
Edward vi
amate moltissimo, e anche che il desiderio reciproco probabilmente
è talmente forte che ti farà arrivare a prendere
la tanto
sospirata decisione…- iniziò; io in risposta
arrossii
ancora e abbassai lo sguardo. -Ma vorrei farti capire che non
è
un percorso obbligato… cioè non devi sentirti
obbligata a
compiere subito quel passo importante, magari solo perché
conosci le passate abitudini di Edward e non vuoi deluderlo…
sono sicuro che lui, che ti ama così intensamente, ti
aspetterà senza problemi finché non ti sentirai
davvero
pronta, ok?- mi spiegò. Che belle parole, le sue! Una
persona
che non lo conosceva, solo da quel breve discorsetto poteva comprendere
quanto bene mi volesse il mio fratellone! Ero più che
fortunata
ad avere lui accanto; poi lo adoravo e sapevo di potergli confessare
qualsiasi cosa… anche se la questione che mi frullava in
testa
da un po’ di tempo era piuttosto imbarazzante da esporgli per
me… infatti in quel momento mi sentivo abbastanza
impacciata.
Com’era naturale, lui se ne accorse al volo.
-Bella…
dimmi
qualcosa… mi sento un cretino a stare qui a farti la predica
sul
sesso, quando so benissimo che sei una persona matura…- alle
sue
parole mi decisi a guardarlo negli occhi e lo vidi sorridere, forse
ancora più imbarazzato di me. -Ma so anche che sei
una
persona molto insicura e non vorrei che proprio questo tuo grosso
difetto ti porti a fare un passo che magari non ti senti ancora di
fare… solo per paura di perdere Edward- continuò
sicuro.
Mi faceva piacere che si preoccupasse per me, ma io ero tranquilla e
serena per quanto riguardava quella specifica questione… il
mio
problemuccio era di altro tipo, ma ero decisa a cercare di risolvere
anche quello… Ora, però, dovevo cercare
di
rassicurare Jazz su ciò che temeva per me… non
era come
pensava, dovevo parlargli il più chiaramente possibile.
-Jazz non ti devi
preoccupare
per quello. A tal proposito mi ha già rassicurato
Edward…
ma… vorrei cercare di spiegarti ciò che
provo,
anche se per me è particolarmente difficile…
comunque,
vedi… è che… io mi sento pronta per
quel
passo… desidero Edward con ogni fibra del mio
essere… quando mi sta vicino io… io impazzisco
del tutto,
mi sembra di non sapere nemmeno più come si fa a
respirare...-
lo vidi sorridermi affettuoso e tenero. -Però ho paura!-
esclamai d’un fiato. Mi guardò carico di
comprensione.
-E’
normale Bella…
per voi donne la prima volta è un passo davvero molto
importante
e può essere un po’ dolorosa, ma ti assicuro che
si tratta
di un dolore che dura solamente un attimo per poi lasciare il posto ad
un piacere immenso…- cercò di tranquillizzarmi.
Come al
solito non riuscivo a spiegare bene i miei sentimenti… non
era
quello il mio problema! Figuriamoci, il dolore! Vabbè che io
ero
un caso patologico, e la mia soglia era bassina, ma a mio modesto
parere i maschietti erano delle vere e proprie lagne! Che provino a
sopportare i dolori mensili che dico io, prima di aprire la loro
boccuccia! Uff! Che fatica, però, ‘sto discorso
con Jazz!
-No, no Jazz che
hai capito? Lo
so questo non sono scema… anche se devo confessare che se ci
penso a mente fredda un po’ di ansia mi viene… sai
la mia
soglia del dolore è pressoché nulla o addirittura
sotto
lo zero…- gli dissi ridendo e facendo sorridere anche lui.
Sapeva benissimo che se c’era una cosa che proprio non
sopportavo
era il dolore… ma più che altro mi traumatizzava
la vista
del sangue: anche il minimo taglietto per me si trasformava in
tragedia. Almeno sopperivo questa mia debolezza col
coraggio…
improvvisamente mi venne in mente lo schiaffo che mi aveva dato Tyler,
e la rabbia che ne aveva fatto scaturire, piuttosto che il dolore in
sé. Scacciai via quel pensiero molesto.
-E allora qual
è il
problema, Bella? Non capisco! Di cosa hai paura?- mi chiese,
tornando serio. Lo avevo spiazzato, era confuso… lo vedevo
chiaramente mentre cercava di capire che tipo di problema mi facesse
stare male. Ero piuttosto disperata e in cerca di aiuto, e questo fu
sufficiente a farmi sbloccare e a farmi mettere da parte
l’imbarazzo con mio fratello…
-Ho paura di non
essere
abbastanza… di.. non piacergli…- sussurrai
aprendogli il
mio cuore, e abbassai lo sguardo, rossa di vergogna. La sua reazione
però mi fece letteralmente infuriare: scoppiò a
ridere e
io per tutta risposta lo guardai torva, fulminandolo.
-Ah, ah, ah!
Sorellina ho sempre
saputo che sei un’insicura, ma adesso stai proprio
esagerando!
Come puoi pensare di non piacergli? Ma non hai mai notato come ti
guarda?!- domandò retoricamente.
Be’,
sì,
effettivamente ne ero consapevole… sapevo che Edward mi
desiderava… ma ancora una volta Jazz non aveva capito a cosa
io
alludessi.
-Bella, ci manca
solo che ti
spogli con gli occhi… e con questo non voglio aggiungere
altro,
perché il pensiero delle cose che potreste fare, mi fa
salire un
po’ di nervoso… Se proprio te la devo dire tutta,
sono infastidito!!- mi spiegò, stringendo i pugni.
Ero
meravigliata! Non avevamo mai parlato apertamente di certe cose e
sapere che a Jasper dava fastidio il pensiero che andassi con qualcuno,
anziché farmi arrabbiare, non so perché
mi fece
piacere. Mi sentivo quasi orgogliosa di questo suo lato
protettivo… di questa sua
possessività… beninteso,
però: senza esagerare!
Gli sorrisi
comprensiva e
compiaciuta e di getto lo abbracciai forte, nascondendo il volto
nell’incavo della sua spalla. Feci un sospiro rumoroso e
cercai
il coraggio di chiedergli quello che più mi interessava. Mi
scostò leggermente prendendomi per le braccia e mi
guardò
con intensità, non riuscendo a capire le mie paure.
-Si può
sapere cosa ti
passa per la testa? Ti prego Bella non farmi stare in ansia…
dimmelo per favore!- mi pregò accoratamente. Vedevo
l’angoscia nei suoi occhi per non riuscire a far sparire dal
mio
viso la “disperazione” che vi era dipinta. Sospirai
ancora,
cercando di racimolare tutto il mio coraggio.
-Jazz, anche se mi
sembra ancora
strano credere di piacere così tanto a un dio come
Edward…- fece una smorfia di disapprovazione sempre per la
mia
insicurezza, facendomi alzare gli occhi al cielo. -Ormai ho capito
anch’io che è attratto da me, l’ho visto
chiaramente
stamattina!- arrossii di nuovo al ricordo della potente carica sensuale
che sprigionavano i nostri corpi seminudi...
-Ma non
è questo che
intendevo…- mi interruppi un attimo. Uffa! Ma
perché
è sempre così difficile parlare di cose che
dovrebbero
essere naturali? Piano piano vidi mio fratello che da pensieroso, per
cercare di capire dove volessi arrivare con il mio discorso, si fece
sempre più sorpreso, finché gli occhi non gli si
spalancarono talmente, da farmi pensare che avrei visto le orbite
uscire dal loro attuale posto, da un momento all’altro.
-Nooooo, Bella non
mi puoi
chiedere questo!! Tu sei la mia sorellina!! Dimmi che non mi stai
chiedendo come fare precisamente per compiacere Edward a letto!! Ti
prego, dimmi che non mi stavi chiedendo questo!- mi pregò,
sconcertato, scrollandomi per le spalle. Ora stavo proprio passando
tutte le tonalità di rosso, per non parlare del fuoco che mi
bruciava il viso per la vergogna. Ma dovevo farmi coraggio: non mi
sarei arresa.
-Ti prego Jazz,
aiutami! Tu sei
un uomo e hai tanta esperienza, come l’ha avuta Edward. Io
fino
adesso ho fatto veramente poco, e quel poco non è stato
neanche
tanto soddisfacente!- confessandogli il disastro della mia vita
sessuale; lui però mi interruppe subito con una mano sulla
bocca.
-Ti prego basta,
Bella, abbi
pietà di me! Senti… queste sono cose che vengono
in modo
naturale e vedrai che più starete assieme con Edward e
più imparerai a conoscere quali sono i suoi desideri e i
tuoi… ma, ti prego, non mi chiedere particolari!- mi
implorò, cercando di farmi cambiare idea. Mi staccai e lo
guardai in modo truce: gli avevo chiesto aiuto vincendo il mio sommo
imbarazzo, e lui si stava ritirando? Come poteva non aiutarmi? Aveva
visto quanto fossi disperata! Sospirò e poi lo vidi
illuminarsi:
forse aveva avuto una buona idea…
-Senti facciamo
così; mi
è appena venuta un’idea splendida! Tra poco ci
raggiungerà Jake: chiedi a lui. Ci sarà
senz’altro
meno imbarazzo tra voi due perché siete amici per la
pelle… inoltre anche lui ha molta esperienza, quindi ti
saprà consigliare bene!- affermò, cercando
abilmente di
sottrarsi da questa scomoda conversazione. Be’, a
parte
tutto, era un’idea geniale!
Gli sorrisi
speranzosa di avere
presto dal mio amico le risposte che cercavo. Poi mi guardò
serio e aggiunse: -Però ricordati una cosa…
quando un
uomo è innamorato come Edward, l’esperienza che
possiede
la sua donna passa in secondo piano, perché in quei momenti,
il
poter insegnarle tutto quello che ha a che fare con la sfera intima
è fonte di enorme soddisfazione. Già solo il
pensiero che
lei non abbia esperienza è eccitante, perché
significa
che nessuno, o quasi, nel tuo caso, l’abbia
toccata…
sarà lui a guidarti e sarà felice di farlo,
fidati
sorellina! Cerca di goderti questa esperienza, senza lasciarti
distrarre dal pensiero se stai facendo le cose bene o male. Il solo
guardarti o poterti sfiorare lo eccita. Credi davvero che quando
sarà arrivato il vostro momento lui penserà che
tu non
abbia esperienza? E dai, Bella! Su, cerca di far funzionare la tua
testolina!- mi spiegò molto dolcemente. Aveva perfettamente
ragione… ma avrei comunque chiesto qualche dettaglio a Jake,
male non poteva fare.
-Grazie Jazz, ti
voglio bene, e scusa se ti ho messo così in imbarazzo-
mormorai, abbracciandolo forte.
-Non ti
preoccupare, per te questo ed altro!- e ci rincamminammo verso casa,
entrambi più sereni.
Pov
Edward
Continuavo a
guardare Jasper e
Bella sulla riva che parlavano animatamente. Lei, come spesso accadeva
nelle conversazioni a quattr’occhi, mi sembrava imbarazzata;
in
realtà la cosa strana era che lui sembrava esserlo
più di
lei… che strano… Jasper arrossito e imbarazzato
con sua
sorella! Non l’avevo mai visto così in
difficoltà!
Naturalmente quel particolare mi colpì: ero curioso di
sapere
cosa si stessero dicendo quei due e quali argomenti potevano ridurre
Jasper in quello stato... ma forse avrei potuto immaginarlo abbastanza
agevolmente…
Sicuramente Jazz le
stava
chiedendo alcuni chiarimenti sulla mia storia con lei, magari per
accertarsi che io mi stessi comportando bene sul serio e facessi il
bravo ragazzo come promesso. La cosa mi infastidì un
po’,
perché ritenevo di aver dimostrato a tutti loro, suo
fratello
compreso, che il mio sentimento per Bella non solo era forte e intenso,
ma anche sempre rispettoso; e questo perché, amandola, ero
in
grado di considerare il suo particolare carattere, le sue
giustificabili paure, i suoi tempi, diversi dai miei. Comportarmi in
questo modo non mi risultava mai difficile o complicato…
bè, a parte alcune delicate situazioni, in
realtà…
Oddio, per un
momento la mia
determinazione vacillò, al ricordo delle potenti sensazioni
trasmessemi dal mio corpo mentre spogliavo Bella dai pantaloni la sera
prima… o quando, proprio quella mattina, l’avevo
vista in
mezzo alla sua stanza con solo la maglietta e gli slip addosso. Cristo
santo! Sospirai ancora.
Comunque, a parte
quei momenti,
diciamo così, di debolezza, mi sentivo orgoglioso di me
stesso
per come mi stavo comportando. Quando sarei riuscito a tranquillizzare
tutti loro sul mio conto?
Sospirai lievemente
e mi portai
una mano sui miei capelli, per poi abbassarla per grattarmi la nuca.
Coraggio Edward!, mi dissi. Tu continua così, pensa sempre
al
bene e alla felicità di Bella prima della tua…
vedrai che
presto i pregiudizi degli altri sul tuo passato da playboy impenitente
verranno cancellati!
Certo ripetermelo
mi confortava
un minimo, anche se avrei desiderato poter aspettare Bella e poi farmi
raccontare da lei la sua conversazione così imbarazzante con
Jazz.
Ma probabilmente
era più
saggio, anche se non molto facile da attuare, lasciare a quei due i
loro spazi e allontanarmi da quel luogo; sapevo anche che non
avrei dovuto chiederle niente al suo ritorno: quelli erano discorsi tra
fratelli e tali sarebbero dovuti rimanere… se proprio avesse
voluto me ne avrebbe parlato lei, spontaneamente.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 30
C’era
qualcosa che non mi convinceva del tutto. Questa non era mia sorella!
In un lampo di comprensione fui certo di una cosa: Alice stava
indossando una maschera. Decisi di cercare di farmi dire il reale
motivo. -Alice…
io ti conosco
molto bene, e lo sai. Questa storia, magari, puoi darla a bere a
Rosalie o a Bella, che ancora non sanno tutto di te… ma non
a
me. Ti vuoi decidere a dirmi la verità? Lo sai che di me ti
puoi
fidare!- incalzai sicuro. La vidi titubante,
poi prese un
lungo respiro profondo e dopo aver controllato che Bella e Jasper
fossero ancora a distanza di sicurezza, si girò verso di me
e mi
fissò con aria addolorata. Rimasi colpito da tutta la
sofferenza
che traspariva dai suoi occhi. Quanto dolore racchiudeva dentro se
stessa?
Ecco alcune fiction, ancora in
corso, che meritano veramente di essere seguite!
cap. 30
Buongiorno a tutte e buon giovedì!
Ringraziamo come sempre tutte le lettrici che ci seguono
costantemente. GRAZIE A
TUTTE QUANTE DI TUTTO CUORE!
Con nostra somma soddisfazione le cifre continuano a salire e non
sapete quanto ci rendiate felici!
Questo chappy è quasi interamente dedicato alla storia della
nostra Alice. Oggi saprete qualcosa in più sul suo passato.
Speriamo che sia di vostro gradimento come al solito. Bacioni e a
lunedì. IsaMarie e sara_cullen vi
augurano una BUONA LETTURA!
vampirettafolle:
ciao!
Grazie, siamo felici che tu abbia trovato bello il chappy! Per quanto
riguarda Alice si saprà tutto in questo chappy, quindi non
ti
resta che fiondarti nella lettura!
Bacioni e a lunedì!
P.S.: ti prometto che appena potrò darò
un'occhiata alla
tua storia. Ora la inserisco subito tra le seguite, ma non ti assicuro
che la leggerò subito nei prossimo giorni, perchè
purtroppo sono indietro con le letture, perchè
impegnatissima.
Faccio anche fatica a trovare il tempo per scrivere. Prima per leggere
approffittavo delle ore della notte, ora, invece, da quando
è
ricominciata la scuola, non riesco più a stare sveglia fino
a
tardi, perchè mi devo alzare alle 6.30, per preparare il
bambino. Ma ti prometto che farà del mio meglio! Baciotti e
morsetti! shashley94: ciao!
Contente che ti sia piaciuto. Siamo certe che se l'anteprima ti ha
incuriosita, allora anche questo chappy sarà di tuo
gradimento.
Scopriremo qualcosa in più sul nostro folletto! Baci e
grazie!
Austen95:
ciao
carissima! Sì questo chappy è tutto un pov
Edward, che
indagherà un po' sulla situazione della nostra folletta
preferita! Baci e grazie!
porporina:
ciao
e benvenutaaaaaa!!!! Grazie mille, siamo contentissime che ti piaccia!
Se ancora non lo sapessi, noi postiamo sempre il lunedì e il
giovedì! Bacioni e alla prossima!
MaRtA
HaLe : ciao tesora! Dai
l'attesa è finita, puoi fiondarti sul chappy e sapere cos'ha
Alice.
Per quanto riguarda il precedente, effettivamente Bella è
stata
un po' una tontolona a credere che litigassero piuttosto che...
Bé va già bene che l'ha capito prima di entrare!
Eh
sì Jasper è un fratello stupendo e un ragazzo
tutto da
mangiare (slurp!), speriamo che se ne accorga anche Alice! Grazie
infinite e bacionissimi! Mi raccomando di non ti intristire
più... ormai avrai capito che siamo delle romanticone e
quindi
gli screzi, se ci saranno, si risolveranno sempre in nome dell'amore!
giova71:
ciao!
Bè il fratellone i consigli li sa dare bene, anche se
è
riuscito a lavarsi le mani sulla cosa che più voleva sapere
Bella, scaricando l'incombenza sul povero Jacob! Bacioni e grazie!
Giada is owned by Edward:
ciao
Giada! Innanzitutto come hai visto abbiamo postato puntuali, e vorremmo
rassicurarti a tal proposito perchè, salvo forze esterne,
noi
posteremo sempre il lun. e il giov. Quindi tranqui! Bella ha penato
parecchio per quello che doveva chiedere a suo fratello, ed anche se
molto imbarazzante, per lei sarebbe molto peggio, non riuscire a
soddisfare Edward, quindi si è fatta coraggio e ha chiesto.
Eh
sì, ora vedremo cosa gli dirà quel poveretto di
Jake che
si ritrova messo in mezzo! Con questo chappy tutte le tue
curiosità su Alice saranno soddisfatte, quindi che aspetti?
Corri a leggere! Bacioni e grazie mille!
ELVE89: ciao
gioia nostra! Siamo sempre contente che i nostri chappy ti piacciano e
in special modo se ti divertono anche, visto che spesso è il
nostro intento, oltre che naturlamente emozionare chi legge! Per quanto
riguarda Alice è una cosa che appartiene al suo passato, ma
comunque quando leggerai, ti verrà svelato tutto quanto. Non
ci
devi assolutamente ringraziare perchè, come dici tu, ti
"sopportiamo"... anzi dovremmo essere noi a ringraziare te, proprio
perchè hai tante cose da dire e ormai saprai benissimo che
adoriamo i tuoi commenti, in cui ci riempi sempre di tantissimi
complimenti! Quindi non ti fare remore di nessun tipo e scrivi quanto
vuoi! Alla prossima e ancora grazie. Un grossissimo bacione e un
abbraccio affettuoso! A lunedì!
Nerak:
ciao
Karen! Ehhhh Rose ed Emmett non perdono mica tanto tempo, come fa
Bella! Vanno subito al sodo! Beata te che hai un fratello
così!
Bella e Jazz erano davvero imbarazzati, ma la cocciutaggine di Bella
non ha limiti, come hai potuto vedere, quindi non si arrende e si
fionderà a tormentare il povero Jake! Bacioni a
lunedì!
Grazie mille!
Ed4e: ciao!
Su Alice ci hai azzeccato in pieno. Brava! Ora leggi così
saprai
tutto nei dettagli. Contente che ti sia piaciuta la conversazione tra i
gemelli! Bacioni e grazie!
Lalayasha:
ciao
Ross! Be', dai, povero Jazz! Certo che Bella ha proprio esagerato
stavolta! Come poteva pretendere che le spiegasse per filo e per segno
certe cose. Penso che già solo immaginare la sorella che
prende
in mano ......... di Edward o altro sia abbastanza, ma doverglielo
anche spiegare....XD! A tutto c'è un limite. E' senz'altro
un
discorso più adatto ad un amico! Hi,hi,hi! Povero Jake!
Vedrai,
vedrai! Allora ti lasciamo al capitolo dove si scopriranno molte cose
su Alice! Bacioni e a presto! Grazie mille!
fabyp:
ciao
tesoro! grazie, siamo molto contente che ti sia piaciuto il chappy!
Anche noi adoriamo questa coppia di gemellini, e stiamo facendo di
tutto per far emergere e apprezzare il loro rapporto. Liete di riuscire
a trsmettere tutto questo! Bacioni e ancora grazie!
vanderbit: ciao
carissima! Concordiamo pienamente col pov Emmett per la saga. Sarebbe
stato ello conoscere meglio i personaggi. Jazz è veramente
fantastico, e noi non lo vorremmo come fratello, nonostante le
qualità, ma piuttosto per altro! Stiamo cercando di renderlo
più figo e dargli spazio maggiore, rispetto a come
è
sempre stato trattato nella saga. A noi in Eclipse (film) è
piaciuto da morire! Ci ha fatte innamorare. La conversazione tra Jake e
Bella, ci sarà! Eccome! Ne succederanno di cose in questo
weekend... vi aspettano parecchi capitoli per questi due giorni, che si
riveleranno di fuoco sotto vari punti di vista, un po' per tutti
quanti! Bacioni e grazie!
CAPITOLO 30
Alice
Pov
Edward
Era ancora assorto
nella
contemplazione di Bella e Jasper sulla spiaggia, quando la voce
trillante di mia sorella mi riscosse dai miei pensieri.
-Pensieroso, Ed?- Alice si accorse della mia fissità e mi
riportò alla realtà. Con un mugugno sollevai una
mano e
la scrollai, per farle intendere che non era nulla. -Pensi abbiano
finito quei due di sopra?- mi chiese maliziosamente mia sorella. -Non
si sente più niente…-.
Risi al pensiero di tutto il casino che avevamo sentito: un vero e
proprio putiferio! Ero sinceramente felice per Emmett: sembrava che
tutti avessimo trovato la nostra anima gemella.
Anche se, per dirla tutta, rimanevano ancora da sistemare Jasper ed
Alice… certo, erano stracotti l’uno
dell’altro… ma se lasciati a loro stessi,
rischiavano di
non riuscire a combinare molto, per paura od orgoglio…
chissà se avevano bisogno di un piccolo aiuto di Cupido
anche
loro? In fondo ero stato bravo nella farsa per far mettere insieme
Angela e Ben… forse anch’io avrei potuto darmi da
fare per
i due restanti cuori solitari…
In un ridicolo flash mi vidi nei panni dell’alato pupattolo,
pieno di romantica inventiva per riuscire ad abbattere le fragili
barriere tra i due testardi del clan… ma mi riscossi
immediatamente, all’immagine del sottoscritto con faretra,
frecce
e improbabile mutandone bianco… rabbrividii, disgustato.
Oh porca… ma Bella mi aveva per caso contagiato? Bastava lei
in famiglia!
Decisi di allontanare quel flash poco dignitoso con una scrollata di
spalle, e di concentrarmi in un compito affine ma meno
‘mitologico’: desideravo comunque spezzare una
lancia a
favore di mio cognato. Ci tenevo troppo a lui perché Alice
continuasse a tenerlo sulla corda. E poi non era un comportamento
giusto il suo, e non ne capivo il perché… visto
che anche
lei sembrava innamorata! Come mai Alice non si voleva lasciar andare?
Sperai non fosse per la ragione che temevo io…
-Alice, cos’hai intenzione di fare con Jasper? Non credi di
averlo fatto aspettare a sufficienza?- le chiesi a bruciapelo. Lei mi
sorrise... ma sembrava quasi… dispiaciuta?
-Tu dici? Mah, non so. Non mi ha ancora corteggiata
abbastanza…-
disse con finta noncuranza. Alzai gli occhi, scuotendo la testa. -Vedi
i tipi come lui e… te, hanno sempre avuto tutto troppo
facile,
per quanto riguarda le donne. Quindi lo voglio far sospirare
un
po’- cantilenò. C’era qualcosa che non
mi convinceva
del tutto. Questa non era mia sorella! In un lampo di comprensione fui
certo di una cosa: Alice stava indossando una maschera. Decisi di
cercare di farmi dire il reale motivo.
-Alice… io ti conosco molto bene, e lo sai. Questa storia,
magari, puoi darla a bere a Rosalie o a Bella, che ancora non sanno
tutto di te… ma non a me. Ti vuoi decidere a dirmi la
verità? Lo sai che di me ti puoi fidare!- incalzai sicuro.
La vidi titubante, poi prese un lungo respiro profondo e dopo aver
controllato che Bella e Jasper fossero ancora a distanza di sicurezza,
si girò verso di me e mi fissò con aria
addolorata.
Rimasi colpito da tutta la sofferenza che traspariva dai suoi occhi.
Quanto dolore racchiudeva dentro se stessa?
-Non so neanche io Edward cosa mi prende quando sono vicina a Jasper...
Vedi… ho sofferto talmente tanto con quello
schifoso, che
ora faccio fatica a lasciarmi andare. E’ più forte
di
me… vorrei volare tra le sue braccia anche
subito… ma
quando me lo ritrovo davanti, la mia vocina interiore continua a
ripetermi che anche lui è uguale a quel disgraziato, e che,
come
lui, mi userà come ha sempre fatto con tutte le
altre… mi
ripete ogni secondo di non fidarmi…- non la lasciai
continuare.
-Alice, devi cercare di fidarti, invece! Ti assicuro che Jasper
è perso di te! Non ti vuole usare, e ti sarai accorta anche
tu
che è molto cambiato dal nostro arrivo. Non ti ricordi
com’era all’inizio? E invece ora…
è cambiato
del tutto, credimi! Chi potrebbe saperlo meglio di me? Mi è
successa la stessa identica cosa con Bella… ma se
continuerai
così, se proseguirai in questo tuo atteggiamento di
chiusura,
c’è il rischio che si stuferà e si
butterà
con qualcun’altra!- sentenziai. Forse avevo esagerato,
dicendole
cose volutamente sgradevoli, ma volevo riscuoterla in qualche modo.
Certo, non le avevo fornito buone motivazioni, ma si trattava
dello stesso tipo di ragionamento che avevo fatto io, prima di sapere
che Bella mi ricambiasse.
-Allora in quel caso vorrebbe dire che non era poi tanto innamorato di
me, e mi sono risparmiata una sofferenza inutile!- esclamò,
incrociando le braccia al petto, imbronciata. Bé dal suo
punto
di vista, il ragionamento filava. Ma era un pensiero prettamente
femminile, il suo. Nei rapporti con l’altro sesso,
generalmente
per le donne era tutto molto semplice: o bianco o nero… se
c’è amore bene, altrimenti niente amore uguale
niente
sesso…
Invece, noi maschi non la pensiamo esattamente in questo
modo…
non riesco a dire purtroppo o per fortuna… siamo diversi,
punto.
Questo non vuol dire giustificare il sesso senza amore dovunque,
comunque, con chiunque… ma, nei casi della vita, in cui i
sentimenti sono… grigi… bé,
ecco… noi ci
comportiamo in tutt’altro modo. Questo succede
perché
sesso e amore per noi sono due strade che raramente
combaciano…
fare sesso è una cosa, fare l’amore
tutt’altra. La
prima è semplice ‘ginnastica’, utile per
sfogare
ogni cosa: ormoni, orgoglio, frustrazione, attrazione, anche
rabbia… tutto insomma.
Fare l’amore… bé… fare
l’amore
è un’altra questione, completamente
diversa… come
spiegare? Bé, per me è contemporaneamente amore e
passione, sentimento e carnalità, tenerezza e frenesia, dono
e
possesso…
Tutto questo non l’ho mai sperimentato fino in fondo, in
realtà… io non ho MAI fatto l’amore. Ma
dai primi
approcci, dalle prime carezze con Bella, sento che è
così… perché un solo bacio con lei mi
provoca un
piacere e un godimento così intenso, che non ho mai
sperimentato
prima, nemmeno in un rapporto completo. Non so molte cose, ma questa
mia sensazione è intrisa della verità
più intima e
sincera.
Wow, Edward! Che pensieri profondi! Forse un po’ troppo, di
prima
mattina…, ridacchiai tra me. A parte le battute, ero
contento di
me stesso, per aver raggiunto una sorta di chiarezza nella mia mente in
questo argomento così complesso. Il mio problema in
quell’istante, comunque, era quello di riuscire a spiegarmi
con
la mia sorellina…
-Non è così Alice. Devi cercare di capire che noi
maschi
ragioniamo in maniera completamente diversa da voi donne- sul viso le
si dipinse un’espressione di come chi fosse sicuro che non
era
così. Continuai cercando di spiegare in maniera
più
semplice possibile, perché effettivamente neanche io a volte
ero
riuscito a capire il motivo per cui, in passato, mi fossi comportato in
determinati modi.
-Quando mi sono reso conto di essere innamorato veramente di Bella, ho
continuato a fare lo scemo con le altre… come
quella volta
in mensa… per la frustrazione di non essere corrisposto.
Ricordi, vero? Quando ho visto Bella abbracciata a Tyler…-
spiegai; il solo pronunciare quel nome mi fece salire una furia
immensa, ma cercai di calmarmi subito. -…non capii
più
niente e trascinai Lauren in bagno…- una smorfia di ribrezzo
si
dipinse sul viso di mia sorella. Come darle torto?
Comprendevo benissimo che dal suo punto di vista le mie parole non
avevano alcun senso, ma era anche vero che la maggior parte di noi
uomini ragionava così… Continuai a spiegare.
-Questo però non vuole dire che io non fossi innamorato di
Bella, anzi… anche se mi vergogno a confessarlo, anche a me
stesso, in quel momento avrei voluto ci fosse stata lei con me.
E’ stato solo un modo per sfogare la mia frustrazione, un
qualcosa che era slegato dai sentimenti. È difficile,
accidenti!
Vedi… per voi donne, o perlomeno, per la maggior parte, il
sesso, spesso, è legato all’amore… per
noi invece
è… diverso… non riesco a spiegarmi
bene, ma
è come se rappresentasse una valvola di sfogo, come se
facessimo
della ginnastica… non è legato per forza ai
sentimenti o
alla persona con cui si fa…- mi zittii, per cercare di
capire se
mia sorella continuasse a seguirmi o meno. La vidi pensierosa e
un’espressione rabbiosa la contraddistinse. Perché
la
rabbia? Non capivo, non c’era un legame con quello che
stavamo
dicendo… Ma lei interruppe i miei pensieri.
-Senti Edward, ho capito cosa stai cercando di dirmi, anche
se
non lo condivido affatto. Io, se sono innamorata, non riesco a fare
l’amore con qualcun altro!- si arrabbiò; ecco
eravamo
arrivati proprio al nocciolo della questione.
-E’ proprio questo che sto cercando di farti capire! Io non
parlo
di fare l’amore, ma di sesso… e ti assicuro che
anche se
l’atto è lo stesso, sono due cose molto
differenti…
e me ne sono reso conto fin dalla prima volta che ho baciato Bella.
Già solo un semplice bacio, se dato con amore, è
ben
diverso da tutti gli altri… Credimi!- e la vidi assentire.
-Ok credo di aver capito… ma comunque questo è un
dettaglio e non vi giustifica. Magari per voi maschi non è
tradimento, ma lo è eccome!- si surriscaldò.
-Alice, io non ho detto che se stai con una persona e questa fa del
sesso senza amore con un’altra, non ti tradisca. Certo che
è tradimento! Ma volevo farti capire che se non farai
conoscere
i tuoi sentimenti a Jasper, lui si lascerà attrarre da
qualcun’altra, pensando di non essere ricambiato. E questo
non
perché lui non sia abbastanza innamorato di te! E non vuol
nemmeno dire che, solo perché si è
sfogato
fisicamente, non soffra per la situazione, ok? Anzi, magari lo
farà proprio per cercare di soffrire meno, come è
successo a me… fidati sorellina! Le ho provate su di me
queste
cose!- le spiegai pazientemente; che fatica,
però… anche
lei quanto a testardaggine se la poteva giocare con Bella!
-Alice ti devo chiedere una cosa… ma voglio che tu sia
sincera
una volta per tutte!- le intimai. Non sapevo esattamente cosa fosse
successo tra lei e il suo ragazzo a New York, non ci aveva raccontato i
particolari… l’avevamo solo vista distrutta per
giorni e
giorni e avevamo ritenuto che purtroppo quel bastardo
l’avesse
tradita…
E mentre parlavamo la disperazione…
l’angoscia… e
soprattutto la rabbia che sembrava albergassero in lei mi faceva temere
che ci fosse di più… ed era arrivato il momento
di tirare
fuori tutto.
-Alice cosa è successo con Josh? E pretendo la
verità
stavolta!- le dissi duramente, fissandola negli occhi che
sgranò
per la sorpresa. In un attimo le si riempirono di lacrime e corse tra
le mie braccia singhiozzando disperata.
Una rabbia piano piano risaliva dal mio stomaco, facendomi
irrigidire… ma dovevo cercare di farla parlare…
si era
tenuta dentro per troppo tempo quello straziante dolore. Le alzai il
viso delicatamente e la baciai affettuosamente sulla fronte per cercare
di calmarla. Aspettai che finisse di sfogarsi e quando il respiro si
normalizzò, iniziò a raccontarmi la vicenda con
la voce
ancora spezzata da quel pianto improvviso.
-A-avevo sco-perto che… che…-
balbettò; mi resi
conto che non riusciva neanche a pronunciare il suo nome e tutte le mie
paure iniziarono a concretizzarsi. -Sì, insomma…
che lui
mi aveva tradito e così decisi di lasciarlo. E dopo non
faceva
altro che riempirmi di telefonate e messaggini… ma io ero
troppo
delusa e amareggiata anche solo per parlargli… cavoli Edward
l’ho trovato a letto con Vicky!- urlò. Spalancai
gli occhi
per la sorpresa. Non me lo aspettavo proprio: il suo ragazzo e
Victoria, la sua migliore amica! Ero disgustato dal comportamento di
quei due. Le feci un cenno per incitarla a continuare. -Così
un
pomeriggio in cui tu ed Emm eravate al cinema e la mamma non era ancora
rientrata sentii suonare alla porta e andai ad aprire pensando fosse
lei che magari aveva dimenticato le chiavi…-
sospirò,
ancora persa nel racconto di quei ricordi dolorosi. Le accarezzai una
guancia per rassicurarla. -Ma… ma lui… era
completamente
ubriaco ed entrò in casa prima che potessi chiudere la
porta.
Ero spaventata… non l’avevo mai visto
così fuori di
sé… non ragionava e continuava a urlare che
dovevo
perdonarlo… che mi amava… che era stato solo
sesso niente
di più… solo lo sfogo di un momento…-
mi
guardò ferita… e rabbrividii: erano le
stesse
parole che le avevo detto io prima!
Che stupido! Aveva ragione lei, il mio ragionamento sulla differenza
tra sesso e amore non era assolutamente una giustificazione in quel
caso: quello di Josh era tradimento, senza dubbio. Io avevo introdotto
quell’argomento solamente per parlare di lei e Jazz, e
sfortunatamente avevo usato le stesse espressioni di
quell’animale! Ci credo che l’avevo turbata, povera
Alice!
Ma ormai la mia preoccupazione era un’altra…
dovevo sapere
se quella bestia le aveva fatto del male!
-Alice… ti ha fatto qualcosa…- chiesi
terrorizzato; giuro
che lo avrei ucciso! Sarei tornato a New York e sarei stato capace di
ammazzarlo! Ma per fortuna lei scosse la testa energicamente per
rassicurarmi.
-No no… non è arrivato a tanto… si
è
fermato prima, rendendosi conto di quello che stava facendo.
Poi
se n’è andato e non l’ho mai
più sentito
né visto…- mormorò. Il sollievo che si
impossessò di me era tale che mi sarei messo a saltare per
la
gioia.
-Capisci ora perché non riesco a lasciarmi andare? Lui era
tutto
per me… diceva di amarmi sopra ogni altra cosa…
come
posso fidarmi ancora di qualcuno, Edward… come? Io lo vorrei
con
tutto il cuore… ma è proprio il mio cuore che si
rifiuta
di lasciarsi di nuovo calpestare!- oramai piangeva di nuovo disperata.
La continuavo a stringere e cullare nel mio abbraccio nella speranza di
calmarla. La feci alzare e la accompagnai in bagno per farle
rinfrescare il viso, prima che Bella e Jasper decidessero di tornare
indietro e trovarla in quello stato.
Prima di tornare in giardino la abbracciai ancora, riempiendole di baci
la sua buffa testolina. Poi la scostai e la guardai in quegli occhioni
azzurri ancora lucidi.
-Alice… so che hai sofferto tantissimo… ma
credimi se ti
dico che noi uomini non siamo tutti così! Non ti posso dare
la
certezza assoluta che non soffrirai più per
amore… ma
siamo ancora giovani e non puoi precluderti di provare ancora certi
sentimenti per non rischiare… tu sei una persona
meravigliosa
che ha tantissimo da donare agli altri… e lo fai ogni giorno
mettendo tanto amore in ogni piccola attenzione che hai per le persone
che ti stanno vicine… lascia che ora qualcuno si occupi di
te… cerca di aprirti con Jasper… anche se ancora
non te
la senti di fare un passo verso di lui… lascia almeno che lo
faccia lui verso di te: raccontagli quello che ti è
successo… cerca di aprirgli il tuo cuore e vedrai che
saprà aspettarti e non si sentirà
rifiutato… anzi
sono sicuro che avrà la pazienza necessaria per aspettare
che tu
sia pronta per lui e proprio questo ti farà capire la
portata
dei suoi sentimenti per te!- le spiegai teneramente. Dio quanto volevo
bene a quel piccolo folletto! Non avrei mai potuto sopportare che le
succedesse qualcosa di male! Mi abbracciò forte,
trasmettendo
nella stretta tutta l’energia che di solito la caratterizzava.
Non aggiungemmo altro perché sentimmo strombazzare dei
clacson.
Intanto sentimmo rientrare in casa anche Bella e Jasper e andammo
insieme ad accogliere gli ospiti.
-Ciao ragazzi!- ci dissero appena aprimmo la porta: era arrivata tutta
la banda di La Push, al gran completo!
Leah volò nelle braccia di Bella e si strinsero forte. Non
avevano più avuto occasione di vedersi dal giorno del
matrimonio. Poi si voltò verso di me e mi tirò un
pugno
sul braccio, sorprendendomi.
-Allora Cullen, qui qualcuno ha da raccontare molte cose, vero?- e si
rivolse a Bella, che sorridendole mi abbracciò.
-Sappi che ti farò spaccare le gambe da Jacob e da tutti gli
altri ragazzi, se solo provi…- completai io la frase. Ormai
la
sapevo a memoria.
-… a farla soffrire! Lo so, non sei la prima che me lo dice.
Ma
non ne ho nessuna intenzione!- esclamai allegro. Jacob ci raggiunse e
mi diede una poderosa pacca sulla spalla. Ci sorridemmo complici.
-Allora ti sei deciso, eh? Era ora, altrimenti questa…- e
indicò Bella -…ci avrebbe mandati tutti al
manicomio con
le sue paranoie!- e ridemmo tutti quanti, tranne Bella.
Saltò sulle spalle di Jake e iniziò a tirargli
degli
scappellotti sulla testa, insultandolo mentre lui scappava e cercava di
scrollarsela di dosso, facendoci ridere ancora di più.
Quando
però Jacob diede una scrollata più forte, Bella
perse la
presa sulle spalle cadendo… ma qualcuno la prese al volo
tenendola stretta tra le sue braccia: Embry. Un basso ringhio mi nacque
nel petto. Stavo per fiondarmi a riprendere la mia ragazza, quando
Jasper mi fermò, esattamente come era avvenuto al
matrimonio,
prima che io e la mia gelosia trasformassimo in tragedia una cosa da
nulla.
-Calmati fratello! Ricordati cosa ti ho detto… e poi adesso
cos’hai da temere? Lei è tua! E credimi se ti dico
che non
va da nessuna parte!- mi rassicurò con tono deciso.
-Ok, grazie, Jazz… ma se quell’energumeno non la
mette
subito giù, me la vado a riprendere, giuro! E poi guardalo!
Ma
deve per forza parlare così vicino al suo viso? Cristo! Non
le
dà nemmeno lo spazio per respirare.
Cos’è, Bella
sta per caso soffocando?! Le deve fare la respirazione bocca a bocca? O
una radiografia alla lingua?!- mi lamentai. Sentii Jasper e Jacob
ridacchiare alle mie spalle e mi resi conto che forse mi stavo rendendo
ridicolo, ma non potevo farne a meno.
-Amico mio, cerca di abituarti con Bella!- mi canzonò Jacob.
Abituarmi?! Cosa diavolo voleva dire?!
-Sì, sì. E’ inutile che mi guardi
così.
Abituati perché, anche se Bella non se
n’è mai resa
conto, è molto richiesta, e più di qualcuno le
muore
dietro. Lei ha l’assurda convinzione che tutti i ragazzi,
specialmente quelli della riserva, le ronzino intorno perché
ha
un bel carattere allegro, amichevole… ma ti assicuro che non
ce
n’è uno che non ci farebbe un pensierino non solo
amichevole… anzi più di uno!- e
sghignazzò di
nuovo con Jasper. Io strabuzzai gli occhi.
-Oh be’ allora adesso sì che posso stare
tranquillo!
Grazie, grazie mille, ragazzi! Ora sarò moooolto meno geloso
di
prima!- risposi sarcastico.
-Edward cerca di non esagerare! Jasper ha ragione, Bella ti ama come
nessun altro e non ti tradirebbe mai… Mi raccomando non fare
l’errore di arrabbiarti con lei pensando magari che possa
fare la
civettuola con qualcuno per farti ingelosire! Perché allora
te
la vedresti veramente brutta! Diventerebbe una furia! Non ama per
niente i sotterfugi e quindi non farebbe mai nulla del genere. Lei ride
e scherza con i ragazzi sempre in modo naturale, senza secondi fini.
E’ proprio il suo carattere: è aperta, solare e
divertente! Ma non ti preoccupare, perché, se qualcuno
esagera,
sa metterlo al suo posto in un batter d’occhio! Non pensare
che
sia una povera donzella indifesa…- mi spiegò
Jake; subito
mi vennero in mente tutte le volte che la trattavo male e che lei,
senza scomporsi troppo, mi rimetteva per bene in riga con qualche
risposta altrettanto dura. Sorrisi, avevano ragione da
vendere…
inoltre la conoscevano senz’altro meglio di me.
-Ah, e cosa ancora più importante, non pensare nemmeno
lontanamente di farla ingelosire tu! Nemmeno se per caso doveste
litigare. Non riuscirebbe a perdonarti… è troppo
insicura, la faresti solamente soffrire!-aggiunse serio. Questo
l’avevo capito anche da solo!
Finalmente il mio angelo tornò tra le mie braccia, anche se
notai l’occhiataccia rivoltami da Embry e a cui risposi senza
farmi vedere da lei. Se lo doveva mettere in testa chiaramente: BELLA
ERA MIA!!!
Le ragazze sistemarono le provviste e soprattutto la torta che avevano
il compito di ritirare Jake e Leah e che doveva essere messa in frigo,
mentre noi ragazzi scaricammo tutta la postazione da dj di Seth e
andammo ad aiutarlo a sistemarla nella dependance.
-Ma sbaglio o mancano proprio le braccia più forti, in
questa casa?- se ne uscì Paul, cercando chiaramente Emmett.
-Sì, l’ho notato anch’io! Ma manca anche
Miss Iceberg!- aggiunse ridendo Jared.
Tutti i ragazzi di La Push ci guardarono allibiti ed io e Jasper
sorridemmo sornioni. Proprio in quel momento fece il suo ingresso
Emmett e un applauso e delle urla di incitamento, unito a vari fischi,
partirono all’unisono. Io mi fiondai da lui e gli diedi una
pacca
sul braccio.
-Sono veramente felice per te, fratello!- esclamai. Il viso di Emmett
rifletteva tutta la sua gioia, ma era rosso e imbarazzato,
così
la buttammo tutti sul ridere, senza che nessuno si permettesse di
fargli qualche domanda più intima.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 31
-Grazie…-
sospirai
sollevato -Basta ho deciso! Quando scende le parlo, non ne posso
più di questa situazione! O mi vuole o cercherò
di
farmene una ragione!- esclamai con impeto, mentendo spudoratamente
nell’ultima affermazione: come avrei potuto essere felice se
lei
mi avesse rifiutato? Mi voltai e non gli diedi nemmeno il tempo di
rispondermi che andai ad aspettare Alice al fondo delle scale. Dopo dieci minuti
quasi eterni
in cui mi tormentai mani e capelli, sentii un rumore proveniente
dall’alto; subito sollevai il mio sguardo e vidi il mio
angelo
che scendeva. Aveva già indossato il costume e sopra aveva
un
vestitino giallo stretto e corto, che metteva in risalto il suo fisico
da urlo. Deglutii rumorosamente per quella visione: era stupenda;
così minuta e bellissima… le gambe sode
e snelle,
il fisico slanciato, i seni piccoli e semplicemente
perfetti…
dio, era una dea! -Jasper, cosa fai
qui?- mi chiese sorpresa ma felice della mia presenza. Ok,
Jasper… respira… stai calmo…
rispondile, spiegale che vuoi parlare con lei… -Aspettavo
te…-
sussurrai nervoso. -Stai veramente bene… sei bellissima- mi
complimentai, cercando di riacquistare un po’ della mia
sicurezza
che in sua presenza naturalmente andava sempre a farsi una
lunga
vacanza. Il suo viso si
aprì in un sorriso luminoso, e il mio cuore
impazzì dall’emozione.
Come ormai nostra abitudine vi segnaliamo alcune fiction che
meritano di essere seguite!
cap 31
Ciao a tutte! Iniziata bene la settimana?
La nostra così così, perchè siamo
entrambe un po'
influenzate... ma resistiamo ai primi acciacchi di stagione e siamo qui
puntuali come sempre!
Questo chappy sarà un intero pov Jasper, che conoscerete
molto meglio!
Speriamo che vi piaccia come a noi... personalmente a noi inizia ad
attizzare da morire! Da quando poi l'abbiamo visto in Eclipse ha
acquistato un sacco di punti, peccato che non l'abbiano valorizzato
ancora meglio!
Ringraziamo tutte voi che ci seguite e felici che siate sempre di
più ogni giorno.
Grazie a chi ci ha inserite nelle preferite (136),
nelle seguite (222)
e nelle ricordate (40)
e chi come autrici preferite (13).
Un ringraziamento ancor più sentito a chi trova sempre il
tempo
di lasciare un piccolo commento, che naturalmente fa sempre un piacere
enorme! Bacioni a
tutte e BUONA LETTURA da IsaMarie e sara_cullen!
ArYeTtA:
ciao
e benvenuta! Ti ringraziamo tantissimo per i complimenti, che sono
sempre ben accetti, ma siamo ancora più contente che ti
piaccia
la storia e quello che scriviamo! Forse non lo sai ma la
scriviamo in due e postiamo sempre il lunedì e il
giovedì! Grazie per aver lasciato un commento e speriamo di
risentirti prestissimo. Bacioni e ancora grazie!
MaRtA
HaLe: ciao
carissima! Eheheh! Mi sa che prenderti Jazz ti devi mettere in coda
come per Edward! Ormai è diventato richiestissimo anche lui!
Comunque vedrai che in questo chappy, come hai potuto capire
dall'anteprima, si darà la tanto sospirata mossa! Come
andrà? Non ti resta che leggere! Bacioni e grazie!
porporina:
ciao!
Siamo contentissime che ti piaccia. Eh sì... su Edward hai
proprio ragione da vendere! E' geloso e anche molto! Ma porca l'oca
quanto è più figo geloso e possessivo?
Troppooooooo!!!!!!
Bacioni e grazie!
ashar: ciao
cara! Be' per quanto possa essere in figo in tutte le salse possibili
Edward col pannolone nu se po' guarda'! Hihihihi! Dai povero Jazz, non
ce lo trattare così, vedrai che in questo chappy si sveglia
e
conoscerai il vero Jasper, come si può già
dedurre dal
titolo! Bacioni e grazie!
vanderbit: ciao
ragazzuola! Ma in che episodio è comparso Jazz, in OC? Li ho
visti tutti ma proprio non me lo ricordo! Oddio come ho fatto a
cancellare l'apparizione di questo angelo?
Vabbé sono stordita! Contente che ti sia piaciuto il
capitolo e
che hai perfettamente compreso il ragionamento di Edward e concordi con
te che ora con le nuove generazioni le cose stanno un po' cambiando!
Sì questo chappy è dedicato ad Alice e Jazz,
quindi buona
lettura! Bacioni e grazie!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Ci fa sempre molto piacere il tuo entusiasmo nei commenti. Sei
proprio forte! Felici che ti sia piaciuto tutto quanto abbiamo scritto
ma soprattutto il modo! Anche noi adoriamo Edward geloso, infatti
appena possiamo cerchiamo di mettere in primo piano questo suo lato,
che noi vediamo tremendamente romantico! Ci fa salire la pressione
quando fa il possessivo! Questo chappy è interamente
dedicato
all'altra nostra coppia preferita. Chissà se ti
piacerà?
Forza corri a leggere! Bacioni e grazie mille!
Austen95:
ciao
carissima! Come hai potuto leggere Alice ha una storia triste alle
spalle, ma per fortuna niente di irrimediabile... non siamo
così
sadiche e cattive! Sì questo è un pov Jasper, e
da come
hai potuto notare nel titolo, spiegheremo per bene questo personaggio
che noi adoriamo, e che vogliamo mettere in risalto al meglio! Bacioni
e grazie!
Lalayasha: ciao
Ross! Grazie come sempre! Per quanto riguarda le differenze tra uomo e
donna hai perfettamente ragione, sono molte di più, ma a noi
interessavano in particolar modo quelle riguardanti il sesso, e siamo
contente di essere riuscite a spiegarci bene. Questo chappy
è
dedicato ad Alice e Jazz, speriamo che ti piaccia, anche se.... Baci e
grazie!
P.S.: ma quando cavoli posti! Porca l'oca!
giova71:
ciao!
Lo scorso chappy è stato il turno di Alice, ora scoprirai
molto
di più su Jasper... il vero Jasper! Spero che ti piaccia
come a
noi! Per quanto riguarda Eddino nostro, si deve dare una calmata con la
sua gelosia, altrimenti rischia di combinare qualche guaio, ma stai
tranquilla che, anche se non lo da a vedere, Bella non è
certamente da meno! Vedrai.... Baci e grazie!
Nerak:
ciao tesora! Eh sì proprio
povera Alice! Ma tu pensi che per lei i guai siano finiti? Mah....
Siamo molto felici che ti piacciano i dialoghi, perchè per
noi
sono importantissimi e speriamo sempre di non annoiare mai! Hai visto
giusto: questo chappy ti farà conoscere meglio un altro
protagonista che noi adoriamo! Chissà se con Alice
riuscirannoa
chiarirsi?..... Bacioni e grazie!
Ed4e: ciao
carissima! Finalmente in questo chappy conoscerete meglio Jasper e i
suoi sentimenti... ma soprattutto il suo carattere! Parlerà
con
Alice... riusciranno a chiarirsi? Bé non ti resta che
fiondarti
a leggere! Bacioni e a presto. Grazie mille!
ELVE89:
ciao
amore nostro bellissimo!!!!! Ci fai sempre arrossire con i tuoi
commenti meravigliosi! La pensassero tutte come te a quest'ora dovremmo
avere i soldi e la fama della Meyer! Porca puzzoletta! Vedi? Queste
sono le ingiustizie della vita! XD! Hihihihi! Contente di averti fatto
ridere alle lacrime con l'idea di Edward nei panni di Cupido! Quella
è stata un'idea di quella pazza furiosa della mia socia Sara
e
ti assicuro che quando mi ha mandato il pezzo, fra un po' mi
catapultavo anche io giù dalla sedia dal ridere! Che vuoi
che ti
dica? E' proprio pazza così! E' troppo forte! Ormai non so
più che dire su Edward geloso, perchè ci fa
alzare
l'ormone a tutte e due, quindi appena possiamo mettiamo sempre in
risalto questa sua "qualità", se così la possiamo
chiamare. Questo chappy è interamente dedicato all'altro
nostro
personaggio maschile preferito, che ti assicuro che sta iniziando a
farci salire l'ormone anche lui in maniera esponenziale! Conoscerai il
vero Jasper, che più avanti sarà messo ancora
più
in primo piano, e sì ti possiamo assicurare, che ci
sarà
la tanto sospirata dichiarazione! Come andrà? Dai vai a
leggere!
Ti aspettiamo con il solito papiro di recensione... mi raccomando! Non
una riga in meno! Bacioni e ti lovviamo tanto tanto! Grazieeeeee!!!!1
CAPITOLO
31
Il
vero Jasper
Pov Jasper
La giornata era
davvero
splendida e noi ragazzi avevamo appena finito di sistemare tutta la
strumentazione di Seth. Dalla cucina si sprigionava un profumino che
mise l’acquolina in bocca a tutti. Raggiungemmo di corsa come
scemi il giardino dove le ragazze avevano apparecchiato la tavola ormai
imbandita di ogni genere di squisitezza. Erano un portento ai
fornelli… specialmente Bella, che aveva sempre adorato
cucinare.
La raggiunsi. Chissà se aveva già chiesto a
Jake…
-Allora sorellina, hai già parlato con Jake?- le chiesi
curioso.
Mi dispiaceva aver messo il mio amico in questa situazione, sicuramente
si sarebbe trovato in imbarazzo e in difficoltà con quello
che
voleva chiedergli, ma… meglio lui che io!
-No, c’è troppa confusione e poi è
sempre insieme
ad Edward… sembrano siamesi quei due!- borbottò
imbronciata. Scoppiai a ridere.
-Non dirmi che sei gelosa per l’amicizia che è
nata con
Jacob!? A quanto mi risulta nessuno dei due ha ancora cambiato
tendenze!- la canzonai.
-Ma quanto sei spiritoso stamattina! Non sono gelosa… ho
solo
urgenza di parlare col mio migliore amico visto che quel furbone di mio
fratello ha dato forfait!- mi rimproverò. Alzai gli occhi al
cielo… certo che quando si metteva in testa qualcosa non si
riusciva più a farla ragionare!
Una risata cristallina, che mi emozionò nel profondo,
riempì la cucina.
Mi girai e un angelo apparve: lei!
Lei che, senza quasi rendersene conto, aveva fatto breccia in me,
sconvolgendo tutto il mio mondo; un mondo fatto di illusioni e
maschere, ma che io ero stato in grado, negli anni, di far apparire
come certezze.
Sì, era così: in passato ero stato un bambino
piuttosto
chiuso e timido, simile a mio padre… era la mia gemella
quella
più aperta, vivace e sbarazzina tra i due; e anche durante
la
prima adolescenza la mia riservatezza non scomparve, anzi...
In realtà, possedevo anch’io un carattere
appassionato, ma
lo tenevo nascosto e riuscivo ad aprirmi e a mostrarmi del tutto solo
con Bella; comunque, circondato dall’affetto dei miei cari,
ero
una persona felice, amata, protetta. All’esterno risultavo un
ragazzo tranquillo, poco amante della folla, molto sulle
‘sue’; anche se, a dire il vero, mi piaceva molto
la gente,
e adoravo mettermi in disparte ad osservare le persone nelle situazioni
più disparate: il comportamento, le parole, gli
atteggiamenti,
le timidezze, gli imbarazzi, i silenzi…
Insomma, ero diventato piuttosto bravo a comprendere abbastanza
rapidamente i sentimenti di chi mi circondava, dei miei familiari ed
amici… ma anche quelli dei semplici conoscenti, quasi
possedessi
una sorta di ‘dono’.
Riuscivo agevolmente non solo a capire, ma anche a gestire le emozioni
altrui… e sin da bambino ho usato svariate volte questo mio
‘potere’ anche nella mia famiglia…
riuscivo a
calmare le litigate più accese dei miei (per fortuna non
frequenti, ma c’erano eccome: con il carattere
così
infuocato di mamma!); i pianti, i capricci e le incoerenze di Bella;
gli eccessi d’ira dei miei amici.
Ma dopo la morte della mamma noi tre eravamo improvvisamente
sprofondati in un abisso ignoto e soffocante, ritrovandoci di fronte ad
un dolore così straziante ed intenso che ci sentivamo
incapaci
di affrontare anche le piccole routine quotidiane: apparecchiare la
tavola con un posto in meno, fare la spesa senza di lei, vedere il
pianoforte chiuso ed ordinato senza i soliti spartiti, il giardino e le
sue amatissime rose, sempre più trascurate…
Io mi sentivo impotente e purtroppo, essendo molto piccolo, non ero
assolutamente in grado di gestire queste emozioni così forti
e
destabilizzanti, così intrise del dolore più
puro.
Mio papà, da cui avevo preso parte del mio carattere, ossia
quello più schivo e timido (la parte più
passionale e
nascosta l’avevo ereditata invece dalla mamma), aveva reagito
alla sofferenza buttandosi sul lavoro ma chiudendosi in se stesso. Si
trattò di un periodo estremamente difficile, e lui chiese a
noi
due di prenderci cura l’uno dell’altro, da bravi
fratelli.
Avevo solo dieci anni ma presi con serietà man mano
crescente
quell’impegno: e più crescevo più mi
sentivo in
dovere di badare a mia sorella.
Dio, che situazione! Cosa avremmo potuto fare noi due, se non aiutare
nostro padre?
Più crescevo e più ero consapevole di un fatto:
che con
il mio carattere così chiuso e introverso nei confronti del
mondo, avrei avuto serie difficoltà ad aiutare Bella e mio
padre. Me ne rendevo conto: dovevo sbloccarmi, cambiare me stesso, dare
una svolta alla mia riservatezza, facendo emergere con sforzo la parte
del mio carattere più nascosta, che io invece amavo mostrare
solo nei confronti delle persone della mia sfera più intima.
Quindi crescendo indossai la maschera del ragazzone più
aperto,
più solare, più spigliato che stava a suo agio in
mezzo
alla gente, che non aveva problemi a fare battute, a stare in
compagnia, a fare l’amicone con tutto il mondo.
Perciò diventai il Jasper che quasi tutti credevano di
conoscere
a fondo: quello che amava le brigate allegre e spensierate, quello che
disprezzava l’amore ed era sempre disponibile ad una sana
scopata, quello che adorava una gran bevuta con gli amici, quello
sempre ottimista e felice della vita.
Ma io non ero così. Quello che stavo mostrando al mondo non
era il vero me.
E, ne ero sicuro, il mio reale carattere l’aveva capito anche
lei, il mio angelo. Mi sentii sciogliere al ricordo...
Quel giorno lei mi aveva capito, in quel momento era riuscita a
leggermi nell’anima perché io, colto da un
irrefrenabile
ardore, per un istante avevo abbassato la mia corazza per
ammirarla… e lei mi aveva visto, aveva colto
l’elettricità del mio sguardo più
sincero ed
autentico; e quello che aveva scoperto, ossia il Jasper più
vero
e profondo, le era piaciuto. Me ne ero accorto quando avevo visto nei
suoi occhi sognanti un lampo d’azzurro che l’aveva
illuminata tutta: tenerezza, comprensione, amore.
Per me. Per il vero, l’autentico Jasper.
Dio, che sogno! Poter mostrare il mio vero volto, la mia nuda anima, il
mio immenso amore… a lei!
Mi emozionai a quei pensieri e percepii una scossa di brividi
attraversarmi il corpo; strinsi i pugni e chiusi per un istante gli
occhi, sopraffatto da quelle sensazioni intense.
Il suo trillo gioioso mi riportò alla realtà.
Chissà perché il mio angelo era così
felice?
Stavo per chiederle cosa ci fosse di così divertente quando
dietro di lei fece la sua comparsa Paul, che la abbracciò.
Lei
continuò a ridere contenta, pregandolo di non farle
più
il solletico.
Mi bloccai immediatamente e mi sentii impietrire, mentre una
fitta di gelosia si impossessò del mio animo, rendendomi
incapace di formulare anche solo un pensiero che non comprendesse una
qualsiasi dolorosa tortura a cui sottoporre quel cretino di Paul.
Testa di cazzo! Io ti spacco quel muso, vedrai idiota! Non osare
avvicinarti al mio angelo, o io ti…
Una forte gomitata nel costato di Bella, accompagnata da
un’occhiataccia ammonitrice, mi permise di connettermi di
nuovo
con la realtà circostante.
-Jazz, attento! Guarda che siamo ad una festa, non in guerra! Se gli
sguardi potessero uccidere, Paul sarebbe già al camposanto!
Riprenditi… perché come me ne sono accorta io
potevano
accorgersene anche gli altri, compreso lui… siete sempre
stati
amici o sbaglio? Se ti dà tanto fastidio perché
non ti
butti anche tu con Alice?- mi redarguì. La guardai grato per
aver interrotto i miei pensieri omicidi e presi il piatto che mi
porgeva recandomi in giardino. Già aveva ragione Bella:
dovevo
buttarmi.
Andai perciò a sedermi vicino ad Alice, cercando di lanciare
chiari segnali ai maschi interessati a lei; pranzammo tutti
in
allegria facendo anche numerosi brindisi. Prima a Rosalie per il suo
compleanno, poi a Rosalie ed Emmett per la loro unione, poi per lo
stesso motivo anche per Bella ed Edward e Jake e Leah…
insomma
per i ragazzi della riserva ogni scusa era buona per brindare.
Fu poi il momento della torta e dei regali.
Rosalie aprì e apprezzò tutto quello che
ricevette e
ringraziò sentitamente tutti quanti. Sembrava
diversa…
più sciolta… più allegra…
insomma sembrava
quasi avesse trovato finalmente il suo posto nel mondo accanto ad
Emmett. Che sensazione meravigliosa quella di amare ed essere amati!
Ero veramente felice per la nuova coppietta e di getto guardai Alice
intensamente, senza maschera, sperando che capisse la portata dei miei
sentimenti.
I nostri sguardi si incatenarono in una magia, affogai in quel mare
azzurro e vidi ancora quella particolare luce nei suoi
occhi…
una luce che lei riservava unicamente a me! Di questo ne ero
più
che certo, perché non l’avevo mai notata quando
guardava
qualunque altro ragazzo. Un lieve sorriso arcuò le mie
labbra e
lei mi regalò un’emozione meravigliosa:
ricambiò il
mio sorriso!
Dio, com’ero felice! C’era tutto in quello sguardo,
tutto!
E il suo volto illuminato dalla gioia non era mai stato così
radioso!
Per la prima volta, la sola speranza che continuava a germogliare nel
mio cuore lasciò il posto alla sicurezza che lei ricambiasse
in
pieno i miei sentimenti… sì, incatenato al suo
sguardo,
ero certo che anche lei provasse qualcosa di potente per me! Anche lei
mi amava…
La magia del nostro momento fu però interrotta,
perché
quel coglione di Paul pretese la sua attenzione; e questo mi fece
ripiombare di nuovo nell’incertezza, affogando la mia gioia.
Oramai non ce la facevo più a non sapere se lei ricambiasse
o meno il mio amore. Già amore…
Io, Jasper Swan, che non avevo mai provato niente di più che
l’affetto verso i membri della mia famiglia, o la profonda
amicizia che mi legava a Jacob e ora anche ad Edward ed Emmett, adesso
dovevo fare i conti con un sentimento talmente intenso da lasciarmi
ogni volta spiazzato e senza fiato!
Sapevo in cuor mio che prima o poi mi sarei innamorato
anch’io
come tutti… ma non ero assolutamente preparato ad una cosa
del
genere!
Il sentimento che mi legava a questa splendida ragazza era di una
portata talmente vasta che non riuscivo nemmeno a gestire le mie
emozioni in maniera normale e razionale quando ero in sua presenza. Ero
quasi sempre stato in grado di usare il mio dono, ma con
lei… il
mio lato più nascosto, quello più appassionato,
con lei
esigeva di emergere ed erompeva come un vulcano. E questo mi lasciava
sbigottito e inerme. Non ero abituato a gestire il mio carattere
impetuoso e focoso…
Sì, focoso: perché lei mi incendiava tutto: la
mente,
l’anima, il corpo. E io, in balia di questo Jasper, non ero
più in grado di pensare a nulla se non a lei.
Ogni cosa di lei mi attraeva, sia fisicamente che caratterialmente. Mi
aveva conquistato dal primo istante. Aveva un corpo mozzafiato, un viso
bellissimo, vispo e sbarazzino. Non riuscivo a capire come una creatura
così piccola potesse contenere così tanta
energia! Era
sempre positiva, ottimista, vitale; riusciva a trovare il lato buono in
ogni cosa… era il classico tipo che vedeva il bicchiere
mezzo
pieno piuttosto che mezzo vuoto. Avrei speso ogni minuto della giornata
a guardarla, osservarla, fissarla… ero talmente ammaliato da
lei
che mi sentivo come un satellite che gravita intorno al
sole… il
mio sole…
Sì perché era talmente gioiosa che illuminava la
vita di
ognuno di noi, specialmente la mia. Era bellissima anche quando si
arrabbiava… perché il suo sguardo emanava una
luce
potente, intensa che mi mandava a fuoco… e mio dio, come si
arrabbiava! All’apparenza diventava una furia
incontrollabile, ma
io avevo un’idea molto chiara su come poter riuscire a
domarla...
più era irruente e combattiva più mi
infuocava…
Comunque, a parte le emozioni più carnali, mi aveva colpito
inoltre il fatto che anche in quei momenti lei riusciva a sprizzare
un’energia positiva. E io sentivo il bisogno di
ciò, di
provare gioia ed ottimismo.
Era il mio contrario… non che io fossi una persona negativa,
ma
sicuramente non ero così espansivo come lei, né
così esuberante… anzi! Ero sicuro che saremmo
stati
meravigliosamente insieme, sia come innamorati che come amanti,
perché ci completavamo… come lo yin e lo yang,
due facce
opposte ma facenti parte della stessa medaglia.
Ma chissà se anche lei la pensava alla stessa maniera? Lo
avrei
saputo presto, perché oramai non potevo più
aspettare a
dichiararle il mio amore… e il solo pensiero di un suo
rifiuto
mi fece tremare per un attimo. Ma in gioco c’era il mio cuore
e
sentivo che con lei avrei potuto trovare la vera felicità.
Perciò decisi di osare il tutto per tutto; attesi solamente
il
momento più propizio per poter parlare con lei.
Intanto l’ora della festa si avvicinava sempre più
così iniziammo a rassettare tutto.
Ad un certo punto però guardandomi intorno mi accorsi che
Alice era sparita… e anche Paul.
Cazzo, no! Lo stomaco mi si contorse per l’angoscia e una
fitta
di gelosia e dolore mi investì. Certo che i consigli ad
Edward
li davo proprio bene… avevo un bel dire di restare
calmo…
di non asfissiare mia sorella… ma quando si trattava di
Alice,
tutta la teoria andava a farsi benedire!
Probabilmente dopo avermi sentito chiedere dove fosse Paul, Edward si
accorse dell’ansia che mi attanagliava e mi si
avvicinò.
Mi prese con forza una spalla e la strinse con affettuosa amicizia.
-Non ti preoccupare, Jazz, non sono insieme. Fidati, fratello! Vengo
ora dal piano di sopra e so che Alice è a farsi una doccia,
fra
poco ci raggiunge, mentre Paul, l’ho visto giù in
spiaggia
che stava finendo di sistemare la legna per il
falò… mi
hanno detto che è un perfezionista del fuoco!- mi
rassicurò sorridendo. Le parole di Edward mi calmarono
all’istante e in quel momento affrontai i miei timori e li
vinsi:
volevo parlare al più presto con Alice. E lei avrebbe
conosciuto
il vero Jasper, quello senza maschere, quello forse troppo timido e
introverso, ma anche quello ricco di ardore e passione.
-Grazie…- sospirai sollevato -Basta ho deciso! Quando scende
le
parlo, non ne posso più di questa situazione! O mi vuole o
cercherò di farmene una ragione!- esclamai con impeto,
mentendo
spudoratamente nell’ultima affermazione: come avrei potuto
essere
felice se lei mi avesse rifiutato? Mi voltai e non gli diedi nemmeno il
tempo di rispondermi che andai ad aspettare Alice al fondo delle scale.
Dopo dieci minuti quasi eterni in cui mi tormentai mani e capelli,
sentii un rumore proveniente dall’alto; subito sollevai il
mio
sguardo e vidi il mio angelo che scendeva. Aveva già
indossato
il costume e sopra aveva un vestitino giallo stretto e corto, che
metteva in risalto il suo fisico da urlo. Deglutii rumorosamente per
quella visione: era stupenda; così minuta e
bellissima… le gambe sode e snelle, il fisico slanciato, i
seni
piccoli e semplicemente perfetti… dio, era una dea!
-Jasper, cosa fai qui?- mi chiese sorpresa ma felice della mia presenza.
Ok, Jasper… respira… stai calmo…
rispondile, spiegale che vuoi parlare con lei…
-Aspettavo te…- sussurrai nervoso. -Stai veramente
bene…
sei bellissima- mi complimentai, cercando di riacquistare un
po’
della mia sicurezza che in sua presenza naturalmente andava sempre a
farsi una lunga vacanza.
Il suo viso si aprì in un sorriso luminoso, e il mio cuore
impazzì dall’emozione.
-Grazie, sei molto carino…- e abbassò la testa un
po’ imbarazzata. Be’ almeno avevo notato che
quell’effetto, quel leggero colorito quando le venivano
rivolti
dei complimenti, glielo facevo solo io! - Volevi qualcosa in
particolare?- continuò, riprendendosi dal suo lieve rossore.
Eh sì, piccola! Ti vorrei tenere tra le mie braccia e
baciarti
fino a farti svenire… per non parlare poi del fatto che
vorrei
spogliarti tutta, leccare il tuo corpo dappertutto e prenderti qui,
adesso, lasciandoti senza fiato… e farti mia in ogni modo
che
conosco… e vorrei fare l’amore con te ogni singolo
giorno… ogni singola ora… ogni singolo
momento…
Cazzo, Jazz, che sei fuori?! Datti una calmata, maniaco! Non potevo di
certo uscirmene così… ma Cristo, che donna! Come
potevo
non andare a fuoco?! Come??
-Ehm.. Alice… vorrei parlarti, se possibile… da
soli,
vieni…- il Jasper passionale prese il sopravvento: la presi
per
mano, incamminandomi verso la dependance, così
nessuno ci
avrebbe disturbato.
Quando toccai la sua mano, il mio cuore iniziò a battere
furioso, attraversato da un milione di scosse; anche lei
sussultò al mio contatto, e la cosa mi mandò
fuori di
testa perché ero certo che la scossa l’avesse
provata
anche lei! E il solo pensiero del suo corpo tremante per le scosse e i
brividi del piacere che io potevo donarle mi incendiò tutto.
Mi resi conto che non mi bastava solo quel
contatto…
pretendevo di più, molto di più! Tutta la mia
passione
era stata messa a freno per troppo tempo. Con lei vicino il Jasper che
amava nascondersi non esisteva più; con lei accanto mi
sentivo
un uomo diverso, innamorato, appassionato che ardeva per il suo angelo.
Ero stato in grado, per qualche giorno, di gestire tutti i miei istinti
più profondi, e c’ero riuscito solo
perché,
dal matrimonio, non avevo più avuto contatti
fisici con
lei; ma ora la sua mano sembrava scottare, bruciare nella mia,
trasmettendomi una sensazione di calore a tutto il resto del corpo.
Per fortuna lei mi seguì silenziosa e docile e questo mi
piacque
enormemente: ero io al comando, adesso! Dio, mi cresceva un fuoco,
dentro!
Arrivati a destinazione la feci sedere su un lettino e mi sedetti di
fronte a lei: volevo guardarla bene negli occhi. Notai che si stava
agitando, probabilmente capendo da sola dove volessi arrivare con
questo mio gesto ardente e improvviso. Sperai solo che la sua non fosse
un’agitazione portata dall’imbarazzo
perché non
ricambiava i miei sentimenti… eccolo qui il Jasper
introverso e
timido, pieno di dubbi…
Maledizione! Cercai di scacciarlo o quanto meno isolarlo per un attimo.
-Alice… probabilmente te ne sarai accorta già da
sola… ma io per te non provo… ecco…
solamente un
affetto fraterno…- esordii con voce incerta; e bravo Jazz!
Complimenti, stai facendo un figurone! Mi insultai nel frattempo. In
risposta lei diventò tutta rossa e abbassò il
capo,
togliendomi la visuale dei suoi occhi.
Dannazione, Alice, guardami! Ho bisogno dei tuoi occhi!, la implorai
mentalmente.
Io riuscivo a mostrarle il vero me stesso solo quando lei mi mostrava
quella particolare luce nel suo sguardo…
Iniziai a perdere le speranze. Ma mi feci coraggio e continuai, ormai
ero in ballo e non potevo più tirarmi indietro. Non sarei
più riuscito a sopportare quell’incertezza.
-Vedi Alice… i miei sentimenti per te sono molto forti,
credimi…- le sussurrai, afferrandole delicatamente il mento
tra
l’indice e il pollice e riportando i suoi occhioni azzurri
come
il cielo sereno nei miei.
Lei mi sorrise dolcemente, e io esultai perché rividi quella
luce.
-Non ho mai provato niente del genere per nessuna
ragazza…
mai.. te lo posso giurare! Fidati di me!- le spiegai con voce
più decisa, per farle capire che per me non era mai stata
una
delle tante, anzi: per me era l’unica!
-Però non so se da parte tua c’è anche
solo una
minima parte di quello che sento io. Se ho anche solo la più
piccola speranza che tu possa ricambiare i miei sentimenti…
vorrei… saperlo…- sussurrai in un soffio. La voce
mi era
venuta meno, la gola si era fatta secca. Cavoli! Ma cosa mi succedeva?
Mi sentivo pieno di ardore e passione e quando ero questo Jasper le
parole non mi erano mai mancate, né il coraggio di tirarle
fuori! Come mai mi sentivo il vero Jasper e contemporaneamente ero
impacciato e timido?
Continuavo a guardarla, ma ora il sorriso iniziale aveva lasciato il
posto ad un’espressione strana… come definirla?
Preoccupata?!
Sì direi che preoccupata era la definizione giusta. Non
riuscivo
a capire il perché. Cosa c’era che non andava?
Possibile?
Forse non ricambiava e ora si sentiva in imbarazzo…
NO! Non poteva essere vero, perché mi sembrava felice per le
mie
parole, entusiasta dalla mia rivelazione… Mamma mia era
così frustrante non poter decifrare le sue emozioni! Ero
così bravo nel farlo, ma con lei…
-Alice?- la richiamai per rompere il silenzio imbarazzante
che si
era venuto a creare tra noi. Ora continuava a fissarsi i piedi e non
sembrava avere intenzione di rispondermi; mi sentivo spaesato e avvolto
dall’incertezza più totale. Ad un tratto fece un
movimento
che mi spezzò il cuore: ritrasse le sue mani dal mio
contatto.
No! Alice! E il vuoto che aveva lasciato bruciava nel mio cuore ferito.
-Vedi Jasper io…- si interruppe imbarazzata. Imbarazzo in
una
donna dopo una dichiarazione poteva significare solo una cosa: due di
picche, garantito!
Cazzo, no! No! Non poteva essere! Lei mi stava rifiutando e non sapeva
come darmi quella notizia… dio, non volevo farle pena! Tutto
ma
non quello! Non volevo farle pietà!
Ok, ok, avevo capito… non c’era bisogno di
continuare. Il
Jasper appassionato e innamorato scomparve all’istante e
diventai
un essere di pietra. Il cuore, il volto, le lacrime… tutto
divenne freddo e gelido, come il marmo.
-Ehilà Alice! Sei qui?- sentimmo urlare da fuori. Lei si
alzò di scatto e sembrò sollevata da
quell’interruzione. Sollievo! Lei provava sollievo per non
rispondermi… quella era un’ulteriore
conferma…
abbassai il mio sguardo e strinsi i pugni lungo i fianchi;
già,
avevo capito tutto, tutto!
Quil fece il suo ingresso e si fermò imbarazzato,
probabilmente
capendo di aver interrotto qualcosa. Sì, aveva interrotto la
discesa nel mio abisso personale; ma a chi importava del resto?
Ma forse era meglio così: almeno non avrei avuto reazioni
inconsulte di fronte a lei.
-Oh scusate, non volevo disturbare. E’ che le ragazze stanno
andando a cambiarsi e vorrebbero che tu le raggiungessi di sopra- si
giustificò, probabilmente capendo di essersi intromesso dove
non
era desiderato. Ma oramai nulla aveva importanza, nulla. Desideravo
solamente sparire dalla faccia della terra, possibilmente
all’istante. Mi girai di nuovo verso di lei per congedarmi e
vidi
i suoi occhi farsi sempre più lucidi. E che cazzo! La
pietà no, non l’avrei sopportata!
Non c’era bisogno di dire altro. Avevo perfettamente capito
la
situazione e non volevo assolutamente metterla ancora di
più in imbarazzo, costringendola a cercare delle frasi di
circostanza per spiegarmi che non contraccambiava i miei sentimenti.
Ero solo un coglione, che aveva creduto possibile essere ricambiato da
lei. Ma non ero stupido! O almeno non ancora!
-Non ti preoccupare Quil, non disturbi, io e lei… - ecco,
nemmeno la parola NOI stavo usando, nemmeno quella! Non c’era
nessun noi, non c’era mai stato! Era tutto frutto della mia
mente
malata! -…avevamo finito- asserii con un tono che forse
risultò un po’ più sconsolato di quello
che avrei
voluto adoperare e mi avviai verso il corridoio.
-Jazz…- mi richiamò lei, titubante. Mi fermai un
attimo,
chiusi gli occhi e presi un respiro profondo indossando la mia maschera
più collaudata ed efficace: quella dello stronzo figlio di
puttana.
Mi girai di nuovo verso di lei e, stampando il miglior sorriso che ero
riuscito a fare, cercai di rassicurarla riuscendo anche a tirar fuori
un tono quasi divertito nella voce.
-Non ti preoccupare Alice… capisco perfettamente. Fai conto
che
non ti abbia detto niente!- e incapace di continuare a guardare
quell’espressione addolorata, di chi prova solo pena per te,
mi
incamminai per raggiungere gli altri.
I miei passi risuonavano come un rimbombo lontano e finto nelle mie
orecchie. Ero sicuro di non sentire più il mio
cuore… ero
sicuro che si fosse spezzato irrimediabilmente. Nonostante fossi
ritornato il vecchio Jazz, l’amicone di tutti, non ce la feci
a
buttarmi subito nell’allegria della festa, e così
mi
rinchiusi per un po’ in uno dei bagni.
Appena entrai crollai in ginocchio, liberandomi delle mie maschere,
altrimenti sarei soffocato. Non avevo mai sentito un dolore
simile: lancinante, pulsante, soffocante. Quando era mancata
mia
mamma, avevo sofferto tantissimo, ma poi da bravo ometto di casa, mi
ero concentrato su Bella, che aveva bisogno di me, e quindi il mio
dolore era stato messo da parte, come tutto me stesso; e piano piano
senza rendermene conto, col passare del tempo, il dolore si era
affievolito.
Questo invece… mi toglieva l’aria! Mi sembrava di
non
riuscire a respirare. Avevo la sensazione molto realistica che mi
avessero conficcato mille coltelli nel cuore, che il cuore si fosse
lacerato in tanti piccoli pezzi, strappato da mani crudeli e
insensibili con lentezza esasperante per infliggere la tortura del
dolore più acuto possibile…
Lei non ricambiava… non provava lo stesso amore che era nato
in
me… come potevo ora continuare a vivere senza di lei? Come
potevo anche solo sopravvivere, giorno dopo giorno quando ormai la
speranza che prima mi faceva alzare la mattina e affrontare la giornata
ora era morta definitivamente? E soprattutto come avrei ancora potuto
guardarla negli occhi, leggendovi magari pietà per me?
Non voglio la tua pietà, Alice! Voglio te! Il tuo cuore! Il
tuo
corpo da amare! Voglio che tu sia mia!! Mia! Perché non mi
ami?!
Perché Alice?!
Uno spaventoso e lancinante singulto proruppe dal mio petto e
abbandonato in ginocchio sul pavimento, mi accorsi che i miei pantaloni
erano puntellati da piccole macchiette umide all’altezza
delle
cosce… senza rendermene conto stavo piangendo. Per la prima
volta dopo la morte di mia madre, io stavo piangendo… ero un
uomo straziato, distrutto…
Lentamente mi alzai e mi fissai nello specchio. Il volto che incrociai
era l’immagine di un disperato, di un uomo stravolto dalla
consapevolezza che l’unica persona al mondo che amava non
provava
neanche una goccia di tutto l’oceano d’amore che
lui
sarebbe stato in grado di donarle.
Bene, Jazz! Questa è la tua realtà, volente o
nolente! Che pensi di fare ora? Reagisci!
Mi risciacquai il viso con abbondante acqua fresca e dopo un tempo che
mi parve infinito decisi di scendere ed unirmi agli altri. Aprii la
porta del bagno molto lentamente… sembrava che ogni minimo
movimento mi costasse uno sforzo enorme.
Basta Jasper! Riprenditi! Passerà! Ci vorrà del
tempo, ma
prima o poi passerà! Sei bravo a fingere i tuoi sentimenti!
Mi
ripetei in continuazione come un mantra, mentre scendevo le scale a
ritmo lentissimo, un piede dopo l’altro.
Arrivato al fondo delle scale, indossai la mia maschera del migliore
amicone al mondo e mi ributtai nella mischia, evitando accuratamente
Edward. In quel momento non avevo assolutamente voglia di raccontargli
com’era andata… si sarebbe subito accorto del mio
stato
d’animo e non avevo bisogno di questo, né di
compassione
né di pietà. Avevo bisogno solo di una cosa:
ritornare il
prima possibile ad essere il falso Jasper. E quel Jasper tutto sommato
era un ragazzone molto semplice da gestire: aveva un gran bisogno di
distrazioni femminili e tra poco, con la festa, ne avrebbe avute
molte…
Sogghignai al
pensiero.
Nessuno si sarebbe accorto della mia sofferenza, ero sempre stato bravo
a mascherare le mie vere emozioni!
Allora
vi prego non uccideteci! Purtroppo le cose dovevano andare
così! Ma
non disperate... siamo un po' sadiche, ma in fondo sempre molto
romantiche!!!!! Bacioni
a tutte e vi lasciamo con una piccola anteprima.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 32
Il
discorso che mi aveva fatto Edward quella mattina però mi
aveva
aperto gli occhi. Forse Jasper era diverso… forse mi sarei
potuta fidare completamente di lui… o forse più
semplicemente avrei potuto provarci, raccontandogli tutto quello che mi
era successo, il mio dolore, le mie ferite, la mia doppia
umiliazione… sperando che in questo modo lui capisse i miei
tentennamenti e avesse la pazienza necessaria per guarire completamente
il mio cuore. Sì, avrei dovuto comportarmi da persona
più
matura e smetterla di nascondermi dietro alle mie paure: Jasper mi
aveva insegnato proprio questo concetto e per tale motivo lo ammiravo
maggiormente.
Chissà come Jasper poteva aver interpretato il mio
silenzio… forse non molto bene…
Oh maledizione! Accidenti Alice! Altro che ‘non molto
bene’… ma chi prendevo in giro?
Ero sicura di aver, come al mio solito, combinato un gigantesco
disastro! E quella che inizialmente era stata la paura di aprirmi con
lui, in quel momento si stava trasformando nel consapevole terrore di
averlo definitivamente perso.
Ero stata una stupida! Cretina! Demente! Idiota!
Ho notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio le loro opinioni e i loro sentimenti.
Cap. 32
Ciao ragazze!
Eccoci col nuovo chappy! Questo è un capitolo di passaggio,
ma
è fondamentale per riuscire a capire (come molte di voi ci
hanno
chiesto) perchè Alice sia rimasta zitta di fronte alla
dichiarazione di Jasper.
Non succede praticamente niente e molte di voi, probabilmente
rimarranno deluse... ma ci vogliono anche questi chappy,
perchè
noi, come avrete notato, siamo molto pignole e non lasciamo niente al
caso: dobbiamo farvi assolutamente sapere tutto sui nostri personaggi e
su qualunque piccola sfumatura dei loro comportamenti e sentimenti!
E poi comunque non è che debba succedere sempre
chissà cosa, no?
Vi rifarete con i capitoli della festa!
Grazie come sempre a tutte le lettrici silenziose e non.
Vi lovviamo tanto e ci date parecchie soddisfazioni!
Bacioni e BUONA LETTURA!
ArYeTtA:
ciao, non ti preoccupare, non
c'è bisogno di scuse. Siamo contente che ci segui e questo
basta e avanza! Siamo felici di essere riuscite a trasmetterti lo stato
d'animo di Jazz! Ci tenevamo molto a questo capitolo. Bacioni e buona
lettura! A presto! Grazie!
MaRtA
HaLe : Ciao
Marta! Grazie mille per i complimenti che ci hai rivolto... stavolta ci
hai veramente fatte arrossire! Lo sappiamo che non avresti voluto
leggere un finale così... ma tempo al tempo e vedrai che
prima o
poi le cose andranno come devono andare! Bacioni e un abbraccio forte
forte!
vanderbit:
ciao
tesoro! Grazie per avermi spiegato dove è comparso in OC, ma
assolutamente non me lo ricordo. Cioè ricordo l'episodio che
lo
riguarda, ma non il suo volto. Probabilmente ero proprio fusa! Siamo
veramente contente che sia riuscito ad arrivarti Jasper e la sua
sofferenza. Abbiamo cercato di fare il nostro meglio per farvi capire
che tipo è e il fatto di esserci riuscite ci fa molto
piacere.
Grazie mille e bacioni!
ashar:
ciao!
Ci dispiace che ti sia persa Eclipse! Noi penso che ci saremmo
trascinate al cinema anche con la febbre a 40! Io personalmente sono
riuscita ad andare a vederlo 3 volte e non vedo l'ora che sia il 4
dicembre per avere l'edizione completa del DVD. Così poi lo
farò sorbire a mio marito altre 300 o 400 volte. Penso che
prima
o poi mi butterà giù dalla finestra insieme a
tutti i
libri e i DVD della saga! (Intanto l'altra sera l'ho beccato che si
stava rivedendo Twilihgt con la scusa che su Sky non c'era niente. XD!)
Comunque siamo contente di essere riuscite a farti rivalutare il nostro
Jasper... noi lo adoriamo! Grazie mille e bacioni!
Nerak: ciao
carissima!
Sìììììììììì!!!
Purtroppo è successo... fattene una ragione! Però
dai
vedrai che col tempo (ma quanto?) si aggiusterà tutto!
Povero
Quil, non è colpa sua se le ragazze l'hanno mandato a
cercare
Alice! Baciotto e grazie!!!!
Austen95:
ciao
tesoro! Dai non ti arrabbiare così che ti sale la pressione!
Allora quando leggerai i capitoli della festa, cosa farai? Ahahahahah!
Su, siamo sadiche ma solo poco poco! Siamo buone in fondo.... ma molto
in fondo!!!!!!!! Bacioni e grazie!
ELVE89:
ciao
amore!!!! Non sai quanto siamo felici di averti fatta ridere ma anche
emozionare tantissimo! In questo capitolo capirai perchè
Alice
non è riuscita a parlare e a lasciarsi andare. Mi spiace ma
tutte le tue elucubrazioni sulla festa, non sono proprio esatte! Hai
azzeccato qualcosina ma proprio poco! Riprova sarai più
fortunata! Ahahahah! Mi raccomando nell'attesa dei capitoli, visto che
sbavi così tanto sarà meglio che tieni a portata
dimano
uno straccetto per asciugare il tutto!!!!! Ahahahah! Bacioni e a
lunedì! Grazie mille!
fabyp:
ciao!
Ti prego non ci far fuori un personaggio altrimenti rimaniamo a corto!
In questo chappy capirai che quello di Alice non è stato
affatto
un rifuto! Su Jasper hai proprio ragione: è dolcioso,
fantastico, meraviglioso ma soprattutto arrapante! Bacioni e grazie!
giova71:
ciao
tesoro! Eh sì per Alice ora sarà dura
riconquistare la
fiducia di Jasper, ma sei sicura che non sarà anche il
contrario? Mah... vedremo! Baci e grazie!
sabry85:
ciao
carissima! Non ti preoccupare, l'importante è che non ci
molli e
che prima o dopo recuperi! Siamo contente che ti piacciano i rapporti
che abbiamo instaurato tra le coppie di fratelli. Puntiamo molto su
questo tipo di rapporto, anche se nella realtà purtroppo non
sempre esiste! Contente anche che ti sia piaciuto Jasper... noi lo
adoriamo e vedrai che con questo chappy capirai meglio anche la
reazione di Alice. Be' per la festa non ti possiamo proprio assicurare
che non ci saranno casini... ma chi li combinerà? Mah...
vedremo! Bacioni e grazie!
Lalayasha: ciao
Ross! Grazie grazie grazie! Addirittura l'inchino? Non oso pensare
allora quanto ti piacerà un capitolo più avanti
sempre su
Jasper.... Basta altrimenti Sara mi uccide... parlo sempre troppo!
Comunque preparati perchè alla festa succederà
veramente
di tutto! Ancora grazie e baci! P.S.: ti prego postaaaaaaa!!!!
Ed4e:
ciao! Noooooo non volevamo farti
piangere! Perdonaciiiiiii!!!!! Dai vedrai che prima o poi si sistema
tutto! Bacioni e grazie!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Dai non ti arrabbiare con la povera Alice! Vedrai che in questo
capitolo riuscirai a capire un po' meglio la sua reazione e magari la
perdonerai. Jazz, pensa di risolvere tutto con il solito modo alla
festa, ma ci riuscirà? Fossi in te aspetterei a fasciarmi la
testa. Aspetta e vedrai! Non sai quanto ci rendi felici quando ci
rendiamo conto di essere riuscite ad emozionarti davvero! Grazie per
tutti i complimenti e ti lovviamo tanto! Bacioni e ancora grazie!
CAPITOLO 32
Come ho potuto?
Pov
Alice
Dopo la
conversazione con Jasper
ero rimasta ancora qualche minuto nella dependance... Avevo ringraziato
Quil e l’avevo pregato di lasciarmi un attimo da sola. La sua
interruzione tutto sommato era arrivata al momento più
opportuno, perché quella ragazza estremamente scossa che
stava
parlando con Jasper non era più Alice… e
chissà
cosa avrebbe potuto rispondere o fare il fantasma di me
stessa…
sicuramente avrebbe combinato guai e Quil mi aveva tolto dai casini!
Perciò mentalmente lo ringraziai.
Anche se, dovevo ammetterlo, ero ancora così turbata per il
discorso e le parole del ‘mio’ Jasper…
così
tenere… così appassionate…
sì, quando mi
guardava in quel modo così limpido, così
vero…
mostrandomi senza alcuna finzione o paura la sua anima più
pura,
lo consideravo ‘mio’, perché solo con me
liberava
quella sua espressione così infuocata da togliermi il
respiro!
Perché io conoscevo benissimo quel lato che lui faceva
fatica a
mostrare agli altri: la parte più intima, quella
più
nascosta che lui celava agli occhi di quasi tutti, proprio quello per
me era il suo lato più affascinante, e mi mandava fuori di
testa! Era dolcissimo, quasi impacciato, così tanto tenero e
delicato che lo avrei riempito sempre e sempre di mille baci!! Ma allo
stesso tempo riusciva ad essere così pieno di
passionalità e ardore… mi comunicava un fuoco
così
potente che era in grado di farmi morire per autocombustione!
Come ci riusciva? Era un miracolo, un miracolo vivente!
Nessun ragazzo, mai, era riuscito a coinvolgermi in questo modo
così totalizzante e io avevo compreso in quale attimo la sua
vera personalità mi si era rivelata.
Il giorno del matrimonio di mia madre con Charlie, proprio durante il
ballo verso la fine della cerimonia, ero riuscita a comprendere il vero
Jasper; lo avevo capito, in quel momento ero riuscita a leggergli
nell’anima e avevo visto, avevo colto
l’elettricità
del suo sguardo mentre mi ammirava; e quello che avevo scoperto, ossia
il Jasper più vero e profondo, mi era piaciuto immensamente.
Si trattava di un ballo lento, e Jasper mi si avvicinò con
apparente tranquillità per chiedermi di ballare con lui,
come da
programma. Mi portò in mezzo alla pista e mi strinse forte a
sé. Le mani sui miei fianchi mi regalavano delle sensazioni
talmente piacevoli, che dimenticai tutti quelli che ci circondavano. I
nostri occhi si incatenarono, succubi di una magia… e senza
dire
una parola per non rovinare quel momento perfetto, continuammo a
muoverci trasportati dalla dolce melodia di quella canzone.
La musica che ci avvolgeva, il suono dei nostri cuori emozionati che
sembravano volessero uscire dai rispettivi petti, l’affanno
dei
nostri respiri che si mescolavano a vicenda… ero
così
rapita dalle stupende sensazioni che stavo provando tra le braccia di
quel meraviglioso ragazzo che fui costretta a chiudere gli occhi per la
forte emozione.
-Alice- d’un tratto mi sussurrò
all’orecchio,
provocandomi migliaia di brividi che da quel punto raggiunsero ogni mia
terminazione nervosa, in ogni parte del mio corpo.
Il calore del suo alito sul mio collo, il suono meraviglioso della sua
voce roca e sensuale che accarezzava il mio udito, l’odore
virile
che investiva e soggiogava il mio olfatto, il ritmo impazzito del suo
cuore che tamburellava almeno quanto il mio… improvvisamente
sentii un bisogno urgente, una vitale necessità: ogni cosa
mi
spinse ad aprire i miei occhi e li posai su quell’angelo.
Fu una visione paradisiaca, da togliere il fiato: un nuovo e
strabiliante Jasper mi apparve come fosse una rivelazione, e in
quell’attimo io intuii la sua autentica
personalità, la
sua anima più sincera e profonda, la sua bellezza interiore.
Compresi e fui certa della sua gentilezza, della sua bontà,
del
suo altruismo, della sua innata generosità, del suo
carattere
riservato; ma anche fui consapevole di un fatto: che lui possedesse un
animo appassionato e capace di potenti emozioni.
E sono certa che tutto ciò si tratti di un privilegio: il
ricordo di quella magica serata e della sensazionale scoperta che feci
sul carattere e l’anima di Jasper, resteranno racchiusi per
sempre nel mio cuore come il più prezioso dei
tesori…
perché da quel momento in poi eravamo due cuori e due anime
che
si erano rivelate reciprocamente.
Com’ero felice!
Oddio che ragazzo fantastico! Mi faceva impazzire, letteralmente
impazzire! Un mix letale di dolcezza e ardore, tenerezza e
passione… racchiusi in un corpo da dio!
Ripensai alla scena che io e quello stupendo ragazzo avevamo vissuto
poco tempo prima e mi emozionai al ricordo. Stavo scendendo dalle scale
quando lo vidi e mi bloccai.
Il suo sguardo adorante e impacciato mentre mi aspettava in fondo alle
scale… mi aveva scatenato un incendio devastante in tutta me
stessa… nel corpo, nell’anima, nel cuore, nel
cervello!
Mi stava contemporaneamente venerando mentre mi spogliava con gli
occhi… oddio, un ragazzo così bello!! Alto,
muscoloso,
con un fisico mozzafiato e un fondoschiena da urlo!! Ebbene
sì,
a me piace adocchiare quella parte del corpo in un uomo… e
devo
dire che Jazz era messo proprio bene!
Per non parlare poi del suo viso: una gran massa di capelli biondi e
mossi gli incorniciava il volto, grandi occhi blu, profondi come il
mare che ti rapivano e ti facevano affogare in loro… e un
sorriso da infarto! Mio dio, la bocca… quella bocca
così
carnosa, rossa, quelle labbra da baciare per ore e ore senza stancarmi
mai… e la sua voce… una voce profonda, roca,
virile… così sensuale!
Quella voce che aveva pronunciato le sue prime parole estasiate e quasi
imbarazzate per chiedermi se poteva parlare con me… oddio
lui mi
avrebbe potuto fare di tutto, di tutto! Lo leggevo anche nel suo
sguardo!
-Ehm... Alice… vorrei parlarti, se possibile… da
soli,
vieni…- aveva mormorato; le sue timide parole mi avevano
fatto
comprendere il suo imbarazzo, ma la reazione del suo corpo mi
destabilizzò: con irruenza e decisione afferrò la
mia
mano, così piccola in confronto alla sua… e
quando toccai
la sua mano calda, avvolgente, protettiva, il mio respiro si
mozzò in gola e sentii il mio cuore perdere un battito
(bè, forse non solo uno!), per essere poi attraversato da
una
scossa elettrica che mi paralizzò all’istante; se
lui era
riuscito a regalarmi queste potenti sensazioni solamente con il tocco
della sua mano sulla mia, chissà come sarebbe stato tutto il
resto!
I suoi peccaminosi baci, le sue grandi mani sul mio corpo, le carezze
sensuali della sua pelle nuda sulla mia…
Mi ridestai da quelle visioni ad occhi aperti quando mi sentii
trascinare per un braccio, e io per tutta risposta non riuscii a fare
altro che seguirlo buona buona, con sguardo colmo di venerazione per
quel magnifico ragazzo, perché il mio corpo, la mia energia,
la
mia vitalità era stata soppiantata, annichilita dalla sua
dominanza del corpo e della mente… mi aveva soggiogata e io
non
potevo far altro che seguirlo dovunque! E la cosa mi piacque in modo
quasi incomprensibile…
Quando poi mi portò nella dependance mi imbarazzai come una
bambina di fronte a lui.
-Alice… probabilmente te ne sarai accorta già da
sola… ma io per te non provo… ecco…
solamente un
affetto fraterno…- iniziò con voce emozionata.
Oh cielo! Oh mio dio! OMIODDIO! OMIODDIO! OMIODDIO!!
Finalmente voleva farmi quel discorso… aprirmi il suo cuore,
dichiarare i suoi sentimenti per me… che NON erano
fraterni…
Oddio! Ero così entusiasta e su di giri che avrei voluto
battere
le mani e saltellare su e giù per l’intera stanza
urlando
a squarciagola la mia gioia infinita… ma… con lui
il mio
corpo non reagiva come al solito, e cosa strana per la mia esuberanza
(ma solo per chi non mi conosceva!) non lo guardai negli occhi
perché ero troppo felice, troppo emozionata,
troppo…
tutto!!
Sì, perché ero una ragazza piuttosto strana per
ciò che riguardava le mie reazioni e le mie emozioni: se
ricevevo attenzioni e complimenti da ragazzi che non mi piacevano
riuscivo a ridere e scherzare in allegria e serenità,
ricambiando sorrisi, ammiccamenti, sguardi maliziosi…
così per gioco, senza ferire e farmi ferire da
nessuno…
ma non appena una persona che mi coinvolgeva (e nel caso di Jasper il
mio coinvolgimento era ai massimi livelli!) rivolgeva la sua attenzione
alla sottoscritta, il mio povero cervello andava in tilt e non capivo
più nulla, inviando drammaticamente una serie di segnali
opposti
alla mia volontà: invece di sorridere felice e serena mi
bloccavo in una tragicomica paresi facciale; invece di rispondere alle
battute mi racchiudevo in un esasperante e incomprensibile mutismo;
invece di guardare negli occhi il mio interlocutore abbassavo lo
sguardo in un’ignobile e vergognosa ritirata (conoscevo a
memoria
ogni sfumatura delle pavimentazioni di casa Swan,
d’altronde!)…
Ma lui per fortuna comprese la mia vergogna e non si arrese:
continuò il suo discorso con una voce sempre più
tenera,
sempre più appassionata, sempre più...
innamorata!
Chissà com’era bellissimo il suo viso! Ma io non
avevo il
coraggio di sollevare il mio sguardo che restò
immancabilmente
incatenato al pavimento…
-Vedi Alice… i miei sentimenti per te sono molto forti,
credimi…- mormorò; d’un tratto mi
sentii alzare il
viso in modo attento e delicato: lui aveva preso il mio mento tra
l’indice e il pollice e aveva posizionato i suoi occhi
ardenti
sui miei, come se sentisse la necessità di ristabilire un
contatto.
Io ero raggiante, felice, allegra, spensierata, innamorata! E gli
sorrisi di gioia.
Quelle parole di Jasper mi vorticavano nella testa rendendomi
euforica… l’avevo visto dai suoi occhi, si era
aperto con
me, mi aveva mostrato la sua vera anima, senza maschere…
quanto
mi era piaciuto il Jasper più autentico! Era un vero uomo,
appassionato e innamorato e scoprire in lui tutto quel fuoco mi
incendiò l’anima… quando mi parlava il
mio cuore
aveva preso il volo e pensavo che non sarebbe più tornato al
suo
posto, nel mio petto, da quanto volava alto.
Perfetto, era tutto perfetto! Ero piena di gioia e ricolma di un amore
così totalizzante che non vedevo l’ora di parlare
e
rivelargli tutti i miei sentimenti.
Ma lui continuò a parlare…
-Non ho mai provato niente del genere per nessuna ragazza…
mai... te lo posso giurare! Fidati di me!- le sue parole mi provocarono
uno shock, un blocco…
Quando Jasper mi aveva chiesto cosa provassi io… avrei tanto
voluto dirgli (macchè dirgli: urlare al mondo intero!) il
mio
immenso amore, la mia somma adorazione per lui… ma purtroppo
inconsapevolmente Jasper usò un’espressione che mi
aveva
bloccato.
‘Fidati di me!’ aveva esclamato con il cuore in
mano, ma
io… io mi sentii ad un tratto vuota. Iniziai a tremare e per
un
attimo vidi tutto bianco… non ero più a
Forks…
La scena cambiò in un istante… davanti a me non
c’era più Jasper, ma Josh a letto con Vicky, la
mia
migliore amica! Proprio lui che diceva di amarmi, che mi
assicurava sempre che non aveva mai provato niente del genere per
nessun’altra ragazza, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per
rendermi felice!
Mi ero sempre chiesta in cosa avessi sbagliato… il sesso con
lui
era sempre stato bello… nella vita quotidiana avevamo gusti
simili… stavamo bene assieme… con la mia amica
poi ci
conoscevamo da anni ed eravamo sempre andate
d’accordo…
nessuna causa apparente per giustificare un simile tradimento.
Né da parte di lui, né tantomeno da parte di lei!
Mi era
crollato tutto addosso e la mia capacità di avere fiducia
nelle
persone si era frantumata.
Ma poi le nozze di mia madre con Charlie e il rapido trasferimento a
Forks erano arrivati al momento opportuno e per fortuna
eravamo
diventati parte di questa splendida famiglia e l’amicizia di
Bella e Rosalie aveva in parte risanato le mie ferite.
Sfortunatamente però quando nacquero i sentimenti
d’amore
per Jasper, mi resi conto che le ferite erano molto più
profonde
di quello che pensassi e la mia incapacità di fidarmi ancora
di
un uomo, di affidarmi a lui completamente era tornata prepotentemente a
devastarmi. Avevo indossato una maschera di finzione davanti alle mie
nuove amiche-sorelle, facendo loro credere di avere in mano la
situazione… facendomi credere una tipa capace di rigirarsi i
ragazzi come e quando voleva… ma la
verità
purtroppo era ben altra!
Il discorso che mi aveva fatto Edward quella mattina però mi
aveva aperto gli occhi. Forse Jasper era diverso… forse mi
sarei
potuta fidare completamente di lui… o forse più
semplicemente avrei potuto provarci, raccontandogli tutto quello che mi
era successo, il mio dolore, le mie ferite, la mia doppia
umiliazione… sperando che in questo modo lui capisse i miei
tentennamenti e avesse la pazienza necessaria per guarire completamente
il mio cuore. Sì, avrei dovuto comportarmi da persona
più
matura e smetterla di nascondermi dietro alle mie paure: Jasper mi
aveva insegnato proprio questo concetto e per tale motivo lo ammiravo
maggiormente.
Chissà come Jasper poteva aver interpretato il mio
silenzio… forse non molto bene…
Oh maledizione! Accidenti Alice! Altro che ‘non molto
bene’… ma chi prendevo in giro?
Ero sicura di aver, come al mio solito, combinato un gigantesco
disastro! E quella che inizialmente era stata la paura di aprirmi con
lui, in quel momento si stava trasformando nel consapevole terrore di
averlo definitivamente perso.
Ero stata una stupida! Cretina! Demente! Idiota!
Ovviamente non ero riuscita ad aprirmi e a raccontargli subito tutto
quanto… e quando finalmente avevo trovato il coraggio di
farmi
avanti e iniziare a parlare, Quil ci aveva interrotti.
Jasper probabilmente convinto di aver capito tutto il contrario di
quello che in realtà volevo dirgli, con mia angoscia se ne
andò; e si allontanò da me con
un’espressione
talmente addolorata da lasciarmi senza fiato! Non l’avevo
fermato, non ne avevo avuto il coraggio; e ora ero sicura che me ne
sarei pentita amaramente. E molto.
Una sgradevolissima sensazione albergava nel mio cuore, la sensazione
di aver fatto del male ad una persona meravigliosa, alla persona che,
ora ne ero più sicura che mai, amavo più di me
stessa.
Più passavano i minuti e più il mio amore per lui
cresceva; e più il mio sentimento diventava forte,
più
aumentava la consapevolezza di aver lasciato andare l’unico
amore
della mia vita. Era proprio vero quello che si diceva: ti accorgi di
quanto ami una persona solo dopo averla persa.
Con la morte nel cuore mi avviai verso le camere a cercare le ragazze,
che senz’altro non si erano accorte di niente. Gli occhi mi
pizzicavano da morire, le lacrime premevano prepotentemente per uscire,
ma deglutendo vistosamente cercai di ricacciarle indietro. Non era
quello il momento per farsi prendere dalla disperazione. Non volevo che
mi compatissero, né che provassero pena per me! Non ero io
quella da consolare. No… io ero quella maledetta che aveva
spezzato il cuore a Jasper… stavolta ero io che avevo fatto
del
male… io che avevo inferto ferite in uno dei cuori
più
puri e belli che avessi mai conosciuto. Sì perché
Jasper
era una persona meravigliosa, degna della fiducia di chiunque e per me
era cambiato tanto! Come avevo potuto ferirlo in questo modo?
Mentre mi trascinavo senza forze al piano superiore, lo sconforto si
impossessò di me ma non permisi neanche alla più
piccola
lacrima di farsi strada sul mio volto; e arrivata davanti alla porta di
Rosalie, da dove sentivo provenire le allegre e spensierate voci delle
ragazze, cercai di far calare di nuovo una maschera sul mio viso.
Pov
Bella
Eravamo in camera di Rosalie che ci cambiavamo e ci aveva appena
raggiunte anche Alice.
Rosalie, aveva stampato in viso il miglior sorriso che le avessi mai
visto. Ancora non ci aveva raccontato niente perché, in
mattinata, c’era sempre qualcuno dei ragazzi che ci girava
intorno. Ma ora non avrebbe avuto scampo. Emmett, dal canto suo, mi
aveva abbracciata e ringraziata per tutto l’aiuto e il
sostegno,
e anche lui era il ritratto della felicità.
Anche Leah era molto felice: ci aveva raccontato che con Jake andava
tutto alla grande e che la cosa che l’aveva più
sorpresa
era che si fosse rivelato un romanticone. Jake, mi avevano riferito i
più pettegoli, era tutta la settimana che girava con un
sorriso
da ebete stampato in faccia! Ah l’amore! Ero felicissima per
loro
e sapere di aver avuto un piccolo ruolo nella loro unione mi
inorgogliva parecchio.
L’unica che mi sembrava un po’ strana, da quando
era
entrata in camera, era Alice. Aveva uno sguardo che non mi quadrava per
niente, sembrava quasi addolorata. Anche Rose se n’era
accorta e
mi aveva guardato come a chiedermi se fosse successo qualcosa di cui
non era a conoscenza, ma gli avevo fatto spallucce negando col capo.
Continuava come sempre a ridere e scherzare con noi, ma la sua sembrava
una maschera… il suo sorriso era diverso, ma non sapevo
come… poi osservandola bene avevo capito: il
sorriso che
di solito le illuminava completamente il viso non arrivava
agli
occhi, era… finto! Senz’altro era successo
qualcosa.
Pensai d’istinto a mio fratello e anche se non ero sicura al
cento per cento, avrei giurato che c’entrasse qualcosa.
Mentre ci cambiavamo, Alice, che era già pronta, continuava
a guardare fuori dalla finestra con sguardo assente.
-Allora Rose, raccontaci tutto nei minimi particolari!- la
incalzò subito Leah.
-Che volete che vi dica ragazze? Sono innamorata!- e sospirando si
lasciò cadere di schiena sul letto a braccia aperte con
l’espressione più sognante che avessi mai visto!
Scoppiammo a ridere e la raggiungemmo sul letto, tutte tranne Alice che
continuava a darci la schiena: non era proprio da lei non fare domande
e disinteressarsi completamente di quello che le stava intorno:
soprattutto se quel qualcosa poteva essere un succoso pettegolezzo
sulla ‘vita di coppia’!
-Sono felice… felice come non mai. Emmett può
sembrare
grande e grosso, ma è dolcissimo. Ha addirittura cucinato
tutta
la colazione da solo per me… e poi guardate cosa mi ha
regalato!- e alzandosi, prese la parure dal cassetto e ce la fece
vedere. Leah rimase a bocca aperta.
-E’ bellissima, Rose!- esclamò.
-Sì, ma non è questo il punto. E’ stato
il fatto
che abbia notato che mi piaceva a mandarmi fuori di testa. Non
l’avevo detto a nessuno, guardavo solo la vetrina senza fare
commenti e non c’era solo questo gioiello,
figurarsi… ma
lui si è accorto che era proprio questo che mi incantava!
Sono
rimasta meravigliata, e da lì ho capito quanto fosse attento
e
premuroso nei miei confronti, molto di più di quanto mi
stesse
già dimostrando. Poi per il mio mutismo, a causa
della
meraviglia, ha iniziato a balbettare che il regalo si poteva cambiare,
che lui era sempre il solito e non aveva capito che non era questo che
mi piaceva… ma la cosa che più mi ha colpito,
è
stato quando mi ha pregato di non farmi rovinare la giornata per colpa
sua, che niente avrebbe dovuto compromettere la gioia del mio
compleanno… è stato un amore, davvero!- e
sospirò
di nuovo. La abbracciai di getto, la sua serenità era un
toccasana per tutti.
-E poi?- la guardò maliziosa Leah.
-E poi che ne so! Non ho capito più niente! Gli sono saltata
praticamente addosso e be’… il resto lo potete
immaginare!- disse per nulla imbarazzata. Come la invidiavo! Come
faceva a parlarne così tranquillamente?
Leah le diede un poderoso cinque con la mano.
-Evvai sorella! Sei mitica Rose! Ma dimmi com’è
l’orso?- le chiese curiosa.
-M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O! Ovviamente non ho termini di paragone, ma vi
assicuro che sa come far impazzire una donna come me. Se avessi saputo
che il sesso era così appagante mi sarei data una mossa
prima!-
gongolò soddisfatta.
-Rose!!!- le urlai io fingendomi scandalizzata e scoppiammo di nuovo a
ridere.
Poi ci girammo tutte verso Alice, meravigliate che non commentasse
quello che era appena stato detto e ci accorgemmo che tremava.
ANTEPRIMA CAPITOLO 33
-Mi
spiace Alice, manon
sono mai stato un tipo di molte parole,
lo sai… e con te ne ho sprecate fin troppe, credimi!- e
detto questo la baciò
appassionatamente. Alice rispose con veemenza al bacio, allacciando le
braccia
al suo collo, sotto lo sguardo attonito di chi era vicino, compresa la
combriccola appena arrivata. Vidi Tanya diventare livida dalla rabbia.
Finalmente!
Stavo quasi per gongolare e per scoppiare dalla contentezza, ma un
movimento
secco di Edward al mio fianco mi bloccò. E ciò
che accadde subito dopo mi
investì come una doccia gelata.
Abbiamo notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una
nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio il
loro punto di vista.
Capitolo 34 *** Cap. 33: Di parole ne ho sprecate fin troppe... ***
cap.33
Buongiorno a tutte quante!
Con il capitolo di oggi diamo finalmente il via alla festa
di compleanno di Rosalie!
Ne succederanno di cose quindi ci sarà più di un
capitolo a farvi compagnia.
Speriamo vivamente che vi piaccia.
Buona lettura e buona settimana a tutte!
Vi lovviamo tanto e non finiremo mai di ringraziarvi di seguirci
così numerose e fedelissime!
Bacioni!
sabry85:
ciao tesoro! Siamo contente di essere
riuscite a farti capire anche il punto di vista di Alice. Bene, in
questo capitolo si dà il via alla famosa festa, e vedremo se
questa tua paura che succeda qualcosa di brutto si
avvererà... Conoscendoci tu che dici? Ahahah! Lo so siamo
sadiche, ma il bello è anche tenervi in continua tensione,
altrimento sai che noia! Grazie mille! Bacioni e a giovedì!
Austen95:
ciao Perfida! Ahahah! Dai calmati che
sei vai avanti così ti devono ricoverare e poi non ci puoi
più seguire. Lo sai che siamo delle romanticone, potremmo
mai lasciare Alice e Jazz a soffrire in eterno? Nooooo.... ma le cose
si aggiusteranno subito? Mah vedremo, intanto inizia a leggere questo
primo capitolo sulla festa e poi ci dirai che ne pensi nel prossimo
commento! Bacioni e ricordati di stare calma! Grazie mille!
fabyp:
ciao carissima! No... Alice guardava
fuori dalla finestra solo per dare le spalle alle ragazze
così non si sarebbero accorte che stava piangendo. Oddio ci
fai morire dal ridere con le tue uscite... vabbé ti sei
ripulita tutta? Anche perchè è finalmente
arrivato il momento di leggere. Forza! Grazie e bacioni!
vanderbit: ciao
tesoro nostro! Bene, siamo contente che sei riuscita a capire
perfettamente la reazione di Alice. Sicura sicura che le cose tra i due
si sistemino? Mah... io andrei subito a leggere fossi in te! Bacioni e
grazie!
Ed4e: ciao!
Eh sì anche a noi che l'abbiamo scritta dispiace tanto per
Alice e Jazz, ma dopo tutto se va sempre tutto a gonfie vele poi
diventi tutto troppo noioso! Le cose si sistemeranno.... mah! Sicura
sicura? Buona lettura! Baciotti e morsetti! Grazie a giovedì!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giadina nostra! Siamo proprio contente che il chappy ti sia piaciuto e
che tu abbia perfettamente compreso la reazione della nostra povera
Alice! Bella invidia Rosalie, solo per la sua spontaneità
che ha nel parlare di certe cose che dovrebbero essere naturali, ma che
spesso, a quell'età, creano numerosi imbarazzi. Invece
Rosalie pur non avendo mai avuto nessun tipo di esperienza è
riuscita a lasciarsi andare facilmente senza farsi problemi, mentre lei
si continua a farsi mille paranoie, soprattutto per la sua insicurezza
e la sua poca autostima. Scusa, forse non ci siamo spiegate bene, ma
speriamo di averti fatto comprendere il perchè la invidiasse
in quel momento. Se c'è qualcosa che però non ti
è chiaro non ti fare nessun tipo di remora a chiedere altre
spiegazioni. Saremo felici di dartele. Non ti preoccupare che alla
festa Tanya non resterà tanto tranquilla. Basta ho
già detto troppo! I capitoli sono già
pronti perchè siamo arrivate a scrivere quasi il capitolo
50, ma abbiamo deciso di continuare a postare due volte,
perchè abbiamo numerosi impegni e non riusciremo a a postare
tre volte la settimana. Ci spiace... speriamo che non rimarrai troppo
delusa da questo. Bacioni e goditi l'inizio della festa.
bellad93:
grazie mille! Contente che ti sia
piaciuto! Ora inizia la festa. Bacioni!
ashar:
ciao carissima! Anche secondo noi sono
una delle coppie più belle! Vedrai che chiariranno! Quando?
Mah! Vedremo! Bacioni e alla prossima. Grazie mille!
Lalayasha:
ciao Ross! E' vero Alice ha perso
un'occasione per l'arrivo di Quil, ma pensava fosse meglio
così perchè aveva paura di dire qualche cavolata,
di non riuscire ad aprirsi... poi si è resa conto che Jasper
l'ha presa male, che non ha capito il suo tentennamento, prendendolo
per un rifiuto e ora è disperata. Forza leggi l'inizio della
festa e vediamo se i due piccioncini riusciranno a chiarirsi! Bacioni e
grazie!
giova71: ciao
tesoro! Bravissima! Sei l'unica che ha capito che i guai sono appena
iniziati! Tanya porterà un po' di scompiglio ma non a loro e
vedrai che stavolta.... Basta non posso dire nient'altro altrimenti la
mia socia mi trucida! Baciotti e buona lettura! A giovedì!
CAPITOLO 33
Di parole ne ho sprecate
fin troppe…
Pov
Bella
Appena mi accorsi
del tremore di
Alice, mi avvicinai subito a lei e mi accorsi che stava piangendo,
cercando di trattenere i singhiozzi per non farsi scorgere da noi.
-Alice cosa è successo?- le sussurrai dolcemente. Lei mi
guardò e poi andò a buttarsi sul letto
lasciandosi
prendere dalla disperazione. Aspettammo che si calmasse mentre Rosalie
ed io la accarezzavamo, cercando di infonderle un po’
d’amore.
-Alice per favore, così ci fai preoccupare da morire! Hai
litigato con Jasper?- le chiese Rosalie. Si mise a sedere e
asciugandosi le lacrime, prese un respiro profondo per riuscire a
parlare.
-No peggio! Oggi si è dichiarato ed io non sono stata capace
di
rispondergli, così ha pensato che non lo ricambiassi-
urlò e ricominciò a singhiozzare.
-Alice… come mai non sei riuscita a dirgli niente?- le
chiese Rose.
-Non lo so… quando mi ha chiesto cosa provassi per lui mi
sono
bloccata… non sono riuscita a lasciarmi andare
subito… ma
poi quando avevo preso il coraggio e stavo per parlare Quil ci ha
interrotti e io non sono riuscita più a dirgli
niente… e
lui se n’è andato pensando che il mio fosse un
rifiuto-
rispose singhiozzando.
-Alice come mai hai avuto questo blocco?
Cos’è che
ci nascondi?- le domandai dolcemente sperando che si aprisse.
Tra un singhiozzo e l’altro ci raccontò la sua
storia e ne rimanemmo meravigliate.
Nessuna di noi si era mai accorta delle paure di Alice. Con il suo
carattere gioviale, era riuscita a fregarci tutte e pensavamo che
avesse solo voglia di giocare un po’ con Jasper…
sapevamo
che il suo ex l’aveva fatta soffrire tanto, ma prima non ci
aveva
mai raccontato niente di preciso e non pensavamo avesse provocato
così tanto dolore.
-Vabbè Alice, dov’è il problema? Ora ti
dai una
sistemata, scendi e gli vai a dire tutto!- esclamò Leah. Per
lei
era sempre tutto molto semplice: bastava parlare chiaro e tutto si
risolveva. Aveva perfettamente ragione, ma avevo
l’impressione
che per Alice non sarebbe stato così facile. Era la prima
volta
che la vedevo così disperata e proprio per questo mi faceva
una
tenerezza infinita… ma il pensiero andò anche a
mio
fratello… chissà come l’aveva presa
Jasper: era
molto innamorato di lei, ed era la prima volta che apriva il suo cuore
a qualcuno. Speravo solo non facesse cavolate che avrebbero
irrimediabilmente compromesso ogni loro chiarimento. Sentimmo bussare.
-Avanti!- dicemmo in coro. Edward ed Emmett fecero capolino dalla porta.
-Ragazze, iniziano ad arrivare gli ospiti, sarebbe meglio che scendeste
tutte; per il momento li stanno ricevendo Jasper e Jacob, mentre gli
altri ragazzi li fanno accomodare negli spogliatoi della piscina- ci
informò Edward.
Appena si accorse dello stato di Alice corse subito verso di lei,
seguito da Emmett e le si inginocchiò di fronte.
-Non sei riuscita a dirgli niente, vero?- mormorò affranto a
vedere la sorella in quelle condizioni. Lei negò col capo.
Ero
meravigliata dal fatto che Edward sembrava sapesse tutto, anche che
Alice dovesse chiarire con Jasper. Edward sospirò forte e la
prese tra le braccia, intanto vedevo Rosalie ed Emmett bisbigliare in
un angolo della stanza: probabilmente Rose gli stava spiegando la
situazione.
-Mary Alice Cullen!- tuonò Emmett, visibilmente arrabbiato,
venendo verso di noi. -Ora tu scendi e ti vai a riprendere il tuo uomo!
Non è da te farti compatire e piangerti addosso!
Dov’è finita la mia sorellina super vulcanica?
L’unico folletto che provoca un terremoto ogni volta che
parla?-
e la trascinò verso il bagno per farle rinfrescare il viso,
seguito da Edward, che mi diede un bacio al volo e mi
sussurrò:
-Ti aspetto giù, vado con loro, ok?-. Assentii e aspettai
che
uscissero dalla stanza.
Ero molto scossa per tutto quello che ci aveva raccontato Alice e vidi
che per Rosalie e Leah era lo stesso.
Ci guardammo con espressione triste e sembrava quasi che nessuna avesse
voglia di interrompere quel silenzio intriso di tristezza e dolore.
Sospirai rumorosamente. Fu Leah la prima a parlare.
-Certo che non mi aspettavo proprio che il folletto soffrisse ancora
così tanto per la storia del suo ex- esordì
affranta.
-Puoi biasimarla con quello che le è successo? E’
come se
tu dopo un anno di amore sereno con Jacob lo trovassi a letto con
Bella. Come reagiresti?- le chiese Rosalie con un tono disgustato al
pensiero del tradimento del ragazzo di Alice con la sua migliore amica.
Leah mi guardò e un lampo di furia passò nei suoi
occhi.
-Guarda che era solo un’ipotesi!- la redarguii io, e alzai le
braccia in segno di resa, conoscendo il suo carattere impetuoso e
irascibile. Mi sorrise serena ed io ricambiai.
-Io la ammiro tanto, sapete?- affermai; vidi le loro espressioni
curiose. -Se ben ricordate ce ne ho messo parecchio di tempo prima di
riprendermi dal tradimento di Dylan, anche se non ne ero veramente
innamorata… ma se lo avessi trovato a letto con la mia
migliore
amica… boh, non so se sarei più riuscita ancora a
fidarmi
di qualcuno. Penso che sia il tradimento peggiore!- spiegai. Le ragazze
assentirono energicamente.
-Eppure lei è venuta qui e in poco tempo è
riuscita a
conquistarci e da quello che ci ha raccontato lei, la cosa è
stata reciproca. E ora che conosco le paure che ha dovuto superare con
se stessa per arrivare a fidarsi di noi la ammiro ancora di
più
di prima!- continuai convinta.
-Io non so se ci sarei riuscita! Specialmente entrando a far parte di
una nuova famiglia, il trasloco dalla sua città natale,
perdere
tutto quello con cui sei cresciuta, per di più lasciare i
luoghi
e la casa che custodiscono i ricordi di tuo padre… eh
sì
è proprio da ammirare- disse Rosalie decisa.
-Sì ragazze, ma non è riuscita a superare proprio
tutto… Avete visto quanto era disperata al pensiero di non
essere riuscita ad aprirsi con Jasper…- precisò
Leah.
-Veramente come al suo solito pensava più al fatto che
Jasper
stia soffrendo che a se stessa. Non smette mai di stupirmi…
è anche per questo che mi ha subito conquistata, proprio per
questo suo amore incondizionato… lei pensa sempre prima agli
altri: non ho mai conosciuto una persona così altruista-
sentenziò Rosalie.
-Dici che Jasper stia molto male?- si preoccupò Leah,
rivolgendosi a me. Ci pensai un po’ su pensierosa, cercando
di
indovinare cosa provasse mio fratello in questo momento. Ma quando si
trattava di far vedere la sua sofferenza, si chiudeva come un riccio,
per non coinvolgermi e proteggermi e questo mi mandava su tutte le
furie, perché ormai ero cresciuta ed ero diventata
più
forte, e mi sarebbe piaciuto dargli il sostegno che lui aveva sempre
dato a me, fin dalla morte della mamma.
-Non lo so Leah, veramente… Jasper è sempre
così
enigmatico e riservato quando si tratta dei suoi sentimenti
più
profondi. Ma lo conosco bene e se pensa che non ci sia nessuna speranza
con Alice, stasera farà senz’altro qualche
cazzata, mi ci
gioco quello che vuoi!- cercai di spiegarle.
-Sarà meglio che ci avviamo, altrimenti ci daranno per
disperse,
e poi chi li sente i nostri uomini! Magari saranno già
circondati da tante belle ragazze!- ci interruppe Rosalie, cercando di
alleggerire l’atmosfera e riportare un po’ di
buonumore, in
fondo di sotto ci aspettava una festa e noi eravamo pur sempre le
padrone di casa. Non andava affatto bene che scendessimo con i musi
lunghi! Sorridemmo e ci avviammo ma quando ormai stavamo uscendo dalla
stanza, con me in testa, mi girai e le bloccai sulla porta, spingendole
di nuovo all’interno. Mi guardarono con espressioni
interrogative.
Avevo assolutamente bisogno della collaborazione di Leah, anche se con
la storia di Alice e Jasper, le mie priorità mi sembravano
essere diventate ridicole.
-Leah, ho bisogno di un favore… Più tardi mi
serve il tuo
fidanzato per dieci minuti, devo assolutamente parlargli, ma devi
assicurarti che il mio non si intrometta, piuttosto distrailo in
qualche modo… fagli fare quattro chiacchiere- la pregai.
-Ok, ma potrei sapere a cosa ti serve il mio Jake? Hai uno sguardo
malizioso negli occhi!- cantilenò. Cavoli se era attenta!
Sorrisi alle due che mi scrutavano.
-Devo farmi spiegare ben bene da Jake cosa piace a un uomo…
sì insomma… come far impazzire Edward!- buttai
fuori
sbuffando per l’imbarazzo. Le ragazze mi guardarono un
po’
serie e un po’ sconcertate, ma poi scoppiarono a ridere.
-Certo, certo, ma quando te lo spiega fammi un favore tu: poi mi
riferisci tutto per bene così anch’io
saprò come
far impazzire il mio cucciolotto!- mi canzonò Leah,
continuando
a ridere come una matta, seguita a ruota da Rosalie.
-Oddio Bella sei unica! Solo tu potevi uscirtene con una cosa
così assurda!- rincarò la dose Rosalie e
sghignazzando
raggiungemmo gli altri al piano di sotto.
In poco tempo la casa si riempì di un notevole numero di
ragazzi. Man mano che arrivavano, indicavamo agli invitati il luogo in
cui avrebbero potuto cambiarsi e davamo indicazioni sulle
modalità della festa: pomeriggio in piscina con musica,
bevande
e stuzzichini; a seguire, cena davanti al falò sulla
spiaggia e
alla sera tardi discoteca vicino alla piscina. Tutti erano entusiasti e
naturalmente muniti di costumi, asciugamano e cambi per la sera, come
da noi richiesto al momento dell’invito.
Mi guardai un po’ in giro: tutti continuavano a guardarsi
intorno
con autentica ammirazione. Effettivamente la dependance era bellissima:
entrando ci si trovava di fronte ad un amplissimo spazio con tanti
lettini, che erano sparsi anche intorno alla piscina, e numerosi
tavolini. Guardando verso destra ci si trovava di fronte la postazione
da dj di Seth e dietro di essa, anziché un semplice muro,
c’erano delle grandi vetrate scorrevoli che permettevano di
recarsi nel giardino davanti alla casa.
Di fronte all’entrata invece, dall’altra parte
della
stanza, c’era la porta dalla quale si accedeva agli
spogliatoi e
subito accanto era posizionato il bancone bar, decorato con luci,
fiori, addobbi scintillanti, festoni dai colori sgargianti.
Al centro della stanza troneggiava l’enorme piscina
circondata da
centinaia di candele e in fondo, vicina ad essa, un’altra
più piccola in versione idromassaggio, che avrebbe potuto
contenere tranquillamente una decina di persone.
La parete di fronte alla postazione di Seth, alla fine delle piscine,
era di nuovo formata da altre vetrate scorrevoli che permettevano,
nella stagione fredda, di poter godere ugualmente della zona piscina
riscaldata; infine dalle medesime vetrate aperte si poteva, attraverso
un vialetto, accedere direttamente in spiaggia.
Eh sì, mia madre aveva sempre fatto le cose in grande!
Sorrisi
al pensiero che senza dubbio sarebbe andata d’accordissimo
con
Alice: entrambe erano maniache dei dettagli, fino
all’inverosimile.
Mentre svolgevo il compito di accoglienza da brava padrona di casa, mi
sentivo però stranamente nervosa e irritabile, consapevole
che
avrei preferito aiutare i due piccioncini incompresi con le buone e con
le cattive: in quel momento avrei desiderato prendere per le orecchie
quello scemo di mio fratello, trascinarlo di fronte ad Alice e invitare
quei due sciocchi a parlarsi guardandosi negli occhi. Ero certa che
tutto si sarebbe risolto nel giro di qualche attimo: non appena quei
due testoni fossero riusciti a stare di nuovo da soli e ad aprire il
loro cuore, ogni dubbio, incertezza o timore sarebbe stato spazzato via
come neve al sole. Accidenti, lo sapevamo tutti: quei due erano fatti
l’uno per l’altra!
Nel frattempo notai con soddisfazione come tutti si stavano divertendo,
e pian piano cercai di rilassarmi. Edward si era quasi appartato
accanto ad Alice e mi accorsi che stava cercando di convincerla ad
andare a parlare con Jasper; mi piacque moltissimo assistere a quella
scena di affetto fraterno… Edward, con le mani di Alice tra
le
sue, in un atteggiamento attento, risoluto ma al contempo paziente e
delicato, stava ascoltando sua sorella, intervenendo abbastanza spesso
per spronarla, consigliarla o fare una battuta per stemperare la
tensione di Alice.
Che ragazzo fantastico, il mio Edward: così generoso,
altruista,
leale, forte, sincero, dolcissimo… e bellissimo…
Un sorriso nacque spontaneo sul mio volto: con un rapido sguardo notai
ad un tratto due smeraldi intensi e vivi posarsi su di me,
incatenandomi… lui si era accorto della mia occhiata
prolungata
nella loro direzione e mi aveva risposto, lanciandomi un segno di muta
e reciproca comprensione.
Il mio cuore si intenerì a quella visione e in quel momento
sentii distintamente il mio amore per lui espandersi e crescere ancora:
come poteva essere? Ogni giorno lo amavo più del
precedente…
Intanto quell’asino di Jasper, da perfetto deficiente
rincretinito, non faceva altro che flirtare e fare l’idiota
con
le altre. Mi innervosii all’istante perché era
parecchio
che non vedevo questo atteggiamento odioso in lui; e, nonostante
sapessi che Jazz si stava comportando in questo modo solo
perché
si sentiva offeso o ferito dalle incomprensioni con Alice, la
ricomparsa del vecchio e stupido Jasper che usava le ragazze solamente
per i suoi poco nobili fini mi fece davvero molto male.
Ma il peggio doveva ancora accadere!
Sentii una risata falsa e gracchiante, mi girai e per poco non mi prese
un colpo: Tanya e Lauren avevano appena fatto il loro ingresso al
braccio di… Tyler! Oddio!
Non l’avevo più rivisto dal venerdì del
fattaccio
al New Moon. Non era venuto a scuola per tutta la settimana e girava la
voce che fosse a causa di un incidente stradale… come no? E
non
solo io sapevo la vera ragione! Una rabbia nacque al centro esatto del
mio cuore e poi si irradiò per tutto il corpo al solo
ricordo
delle sue mani che mi strappavano il top e mi toccavano il seno
violentemente. Per non parlare poi dello schiaffo ricevuto da quelle
luride e viscide mani… mio dio, che schifo! Cercai di
calmarmi.
Mai mi sarei aspettata che quel sudicio animale avesse il coraggio di
venire ad una festa a casa mia! Che emerito idiota! Che credeva di fare?
Che fosse un essere unicellulare senza cervello l’avevo
già capito da un pezzo, ma non sapevo che avesse anche
innegabili istinti suicidi… non osavo pensare a come
avrebbero
reagito Edward o Jacob se quel viscidone avesse anche solo
provato ad avvicinarsi a me…
Quel ‘simpatico’ trio si diresse verso Jasper per
salutarlo
e vidi che mio fratello abbracciò le due stupide oche molto
calorosamente. Eh no! Questo era veramente troppo!
Mai e poi mai avrei permesso che Jasper ricominciasse a frequentare
quella gallina di Tanya! Era una catastrofe che bisognava assolutamente
evitare! Venni pervasa da una furia quasi incontenibile, che riuscii a
controllare solamente per un soffio: mi vedevo già fiondata
su
Jasper per poi prenderlo a sani schiaffoni per agevolare il suo
rinsavimento mentale, e contemporaneamente su quell’oca
maledetta, per strappare uno ad uno quei ridicoli capelli…
Un forte urlo proveniente da un gruppo di ragazzi che giocavano nella
piscina mi strappò via da quel bellissimo sogno; per fortuna
quel suono riuscì a calmarmi un minimo, ma presi una
decisione.
Mi riscossi in modo piuttosto risoluto e mi diressi verso Alice ed
Edward.
-Alice guarda un po’ là? Vuoi lasciare mio
fratello nelle
grinfie di Tanya o di Lauren o di qualsiasi altra stupida oca alla
festa?!- la provocai per ottenere una reazione di qualche tipo. Che
cavolo: doveva tirare fuori la sua grinta! Alice ne aveva da vendere!
Capivo il suo momento di difficoltà, ma era giunto anche il
momento di lottare!
Quando Alice si voltò al mio accorato richiamo la vidi
spalancare gli occhi attonita e schifata: Tanya era avvinghiata come
una cozza al collo di mio fratello e lui, quel fetente!, con un ghigno
di soddisfazione le carezzava la schiena. Un lampo di rabbia
passò anche negli occhi di Alice: la vidi irrigidirsi per un
istante, ma poi si diresse a passo di marcia verso di loro.
Finalmente, Alice! Falle capire con chi ha a che fare! Vai e
distruggila!, esultai raggiante. Per un attimo sollevai lo sguardo e lo
posai su Edward, per studiare la sua reazione. Come me, anche lui
esultò, e mi fece un sorrisino complice e divertito.
Con piglio risoluto la nostra folletta preferita salutò la
combriccola e, scostando malamente quella cretina di Tanya,
prese
per mano Jasper e lo trascinò un po’ verso di noi,
senza
dargli il tempo di capire cosa stesse succedendo. Io ed Edward ci
avvinammo con noncuranza a quei due per assistere in prima fila alla
loro riappacificazione, cercando di sostenere Alice con un tifo
silenzioso ma partecipe.
Finalmente Edward mi raggiunse e automaticamente le nostre mani si
cercarono per intrecciarsi tra loro in un contatto che sapeva di
tenerezza, comprensione, amore.
Vedemmo, con il fiato sospeso, Alice che stava diventando, da
determinata com’era, sempre più insicura e
intimidita
dallo sguardo incattivito e truce di Jazz, che probabilmente non capiva
cosa lei volesse ancora da lui.
-Jazz scusa per oggi.. è che io…-
iniziò a
balbettare; e la sua sicurezza, sotto lo sguardo duro di mio fratello,
sparì in un lampo, facendole chinare il capo imbarazzata.
Come la scena di un film girata al rallentatore, vidi Jasper posarle un
dito sotto il mento e sollevarle delicatamente la testa. Per un istante
esultai a quel gesto; ma c’era qualcosa che non quadrava, non
quadrava affatto... intanto sentii la mano di Edward rafforzare la sua
presa sulla mia.
Jasper la guardò intensamente, a lungo… a me
batteva
forte il cuore, quasi non stava più nel petto
dall’ansia… non osavo immaginare nemmeno, quello
di
Alice…
-Cazzo, no!- sibilò all’improvviso Edward accanto
a me; mi
voltai rapidamente e notai il suo sguardo sofferente e le nocche delle
sue dita chiuse a pugno farsi bianche per la tensione.
Alla brusca reazione di Edward mi spaventai, ma riuscii comunque a
dirigere la mia attenzione su di loro. Poi il tutto si svolse molto
velocemente.
-Mi spiace Alice, ma non sono mai stato un tipo di molte
parole,
lo sai… e con te ne ho sprecate fin troppe, credimi!- e
detto
questo la baciò appassionatamente. Alice rispose con
veemenza al
bacio, allacciando le braccia al suo collo, sotto lo sguardo attonito
di chi era vicino, compresa la combriccola appena arrivata. Vidi Tanya
diventare livida dalla rabbia. Finalmente! Stavo quasi per gongolare e
per scoppiare dalla contentezza, ma un movimento secco di Edward al mio
fianco mi bloccò. E ciò che accadde subito dopo
mi
investì come una doccia gelata.
D’improvviso Jasper si staccò bruscamente,
lasciando Alice
ancora un po’ intontita (conoscevo bene quella sensazione
provocata da un bacio mozzafiato!), e… la umiliò
davanti
a tutti noi.
-Vedi piccola? Purtroppo per te, questo è quello che ti sei
persa. Non mi servono più le tue scuse! E ora se permetti ho
delle bellissime ospiti da intrattenere. Sai non fanno tutte
le
misteriose come te!- e la lasciò lì, tornando dai
cretini
con cui era fino a poco prima. Quelle facilone di Tanya e Lauren
ridevano come matte e si incollarono subito a Jasper, ghignando
divertite e trionfanti.
Disgustata dalla schifosa scenetta e infuriata per il comportamento di
Jazz, spostai lo sguardo dal clan degli idioti e rivolsi tutta la mia
attenzione al mio piccolo folletto.
Alice aveva gli occhi lucidi e tristi e tornò mesta verso di
noi. Io intanto sentivo la rabbia aumentare in modo talmente forte che
avevo iniziato a tremare. Me ne accorsi solo quando sentii Edward
abbracciarmi stretta per cercare di calmarmi.
-Mi dispiace Alice, è un imbecille! Un cretino, un idiota!
Anzi
è il re dei deficienti!- sputai fuori, cercando di non far
tremare la voce.
-No… lui ha ragione… me lo sono meritato. Tu mi
avevi
avvertita Edward, e io, come una stupida, ho tirato troppo la
corda!- e se ne andò. Avrei tanto voluto seguirla per farla
sfogare e consolare, ma Edward me lo impedì.
-Ha bisogno di un po’ di tempo da sola… per
schiarirsi le
idee. Credimi, Bella, io la conosco bene! Non puoi fare nulla
adesso… aspettiamo…- mi sussurrò
all’orecchio, trattenendomi tra le sue braccia. Sospirai
sconsolata e dopo un ultimo sguardo assassino verso quel demente di mio
fratello, che ero sicura avesse notato, andammo a cercare gli altri.
La festa intanto, per tutti gli altri, proseguiva tranquilla.
Con mio sommo stupore Alice, dopo una mezzoretta in cui era riuscita a
ricomporsi e calmarsi, ritornò da noi; io al suo posto,
sarei
scappata via da lì, piena di umiliazione e vergogna. Invece
lei
stava affrontando la difficile situazione a testa alta, cercando di
ridere e scherzare; la ammiravo per questo suo carattere risoluto, ma
ormai conoscevo bene le sue reazioni ed ero sicura che in
realtà
stesse soffrendo tantissimo.
Edward ogni tanto cercava di tranquillizzarmi, spiegandomi che secondo
lui tutto si sarebbe sistemato tra loro: ma non capivo se le sue
fossero semplici parole di rassicurazione per cercare di non farmi
esplodere dalla rabbia o se ci credesse veramente.
Intanto Paul e Quil avevano raggiunto Alice e non la mollavano un
attimo, circondandola di mille attenzioni.
Personalmente ne ero felice: almeno quei due mattacchioni non le
avrebbero dato il tempo di rimuginarci sopra. Ogni tanto mi permettevo
di lanciare qualche occhiata in direzione di Jasper, che
disgraziatamente sembrava divertirsi molto con tutte le ragazze
presenti. Neanche una volta quell’imbecille si
avvicinò
per stare un po’ con noi, e anche quel suo odioso
atteggiamento
di fredda indifferenza mi dispiaceva da morire, sapevo che era meglio
così, altrimenti avremmo finito per litigare bruscamente per
questo suo comportamento infantile e assurdo!
ANTEPRIMA CAPITOLO 34
Non
ero mai stata così audace in vita mia, ma
evidentemente la
gelosia e la possessività portano a fare questo ed altro!
Quando restammo tutte e tre con dei bikini microscopici, che mettevano
in risalto le nostre forme, le facce dei nostri rispettivi
uomini
furono la soddisfazione più grande che potemmo prenderci.
Emmett
e Jacob avevano la mandibola praticamente sul fondo della piscina, ma
io ero troppo concentrata su Edward. Era rimasto bloccato con la palla
in mano da un bel po’ di minuti e le due oche accanto a lui
continuavano a cercare di attirare la sua attenzione, invano.
Il mio uomo aveva occhi solo per me… e che occhi!
Affascinata,
spostavo il mio sguardo dagli smeraldi più ardenti del mondo
alla vena che gli pulsava ritmicamente sul collo, mandandomi sotto
ipnosi…
-Scusate ma devo andare a venerare una dea- mormorò con una
voce
roca mai udita prima; infine lasciandole basite e restituendo
distrattamente la palla, con due bracciate nuotò verso il
bordo
della vasca, si avvicinò a me porgendomi la mano per
aiutarmi a
scivolare nell’acqua.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di
essere seguite!
Abbiamo notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una
nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio il
loro punto di vista.
Capitolo 35 *** Cap. 34: La goccia che traboccare il vaso! ***
cap. 34
Ciao ragazze!
Speriamo con tutto il cuore che vi siate calmate!
Povero
Jazz, gliene avete dette di tutti i colori! Effettivamente è
stato proprio un vero bas.... e non è ancora finita la festa!
Ma non vi preoccupate perchè prima o poi le cose si
aggiusteranno.
Ricordatevi sempre, qualunque cosa accada, che noi amiamo immensamente
il lieto fine... ma sinceramente... qualcosa dobbiamo pur far succedere
altrimenti sai che noia, leggere sempre e solo quanto si amano, quanto
sono felici e innamorati, no?
Bene ora ringraziamo come sempre tutte voi cari lettrici silenziose,
che, anche se non abbiamo mai avuto il piacere di sentire la vostra
voce, continuate a seguirci con affetto e di questo non ci stancheremo
mai di ringraziarvi!
Un ringraziamento ancora più speciale va invece a voi che ci
inviate sempre i vostri commenti carichi di tutte le emozioni
che
ci riusciamo a trasmettervi! Grazie veramente!
Vi lovviamo tutte quante indistintamente.
Ma ora basta smancerie e godetevi la seconda parte della festa!
Se ne vedranno delle belle e speriamo vivamente che sia di vostro
gradimento soprattutto Edward in costume!
Bacioni e BUONA LETTURA!
ilovejackson_rathbon:
ciao
e benvenuta! Dal tuo nick abbiamo già capito chi sia il tuo
preferito! Bene! Con noi allora ti troverai a meraviglia
perchè
lo adoriamo indiscutibilmente... anche se ora come ora, in base ai
nostri capitoli, non sembrerebbe proprio! Ma non ti preoccupare prima o
poi si rifarà! Eccome se si rifarà! Ti
ringraziamo per i
complimenti e siamo felici che ti piaccia la storia e che soprattutto
tu abbia sprecato un po' del tuo tempo per lasciarci un commento! Le
vostre recensioni e l'entusiasmo che mostrate a fine di ogni capitolo
ci incentivano a cercare di fare sempre meglio! Grazie veramente di
cuore! Comunque se per caso non lo sapessi noi postiamo due volte la
settimana: il lunedì e il giovedì! Ma soprattutto
siamo
sempre puntualissime! Bacioni e buona lettura! Austen95: ciao
cara! Ti prego calmati, altrimenti alla fine della serata, con quello
che deve ancora succedere sicuramente ci dai fuoco! Dai che anche noi
non sopportiamo i dissapori e vedrai che prima o poi tutto si
aggiusterà. Prima o dopo non ci è dato
divulgarlo,
però! Hihihi! Bacioni e ti lovviamo tanto quando ti
surriscaldi
così! Giada is owned by Edward:
ciao
Giada! Non scusarti assolutamente per non aver recensito
immediatamente! La scuola è molto più importante!
L'importante è che continui a seguirci, naturalmente con i
tuoi
tempi, senza dover correre e tralasciare magari cose più
importanti!
Povero Jasper ce lo state martoriando a sangue! E ancora non siamo
arrivate alla fine della serata! Però una cosa te la
dobbiamo
concedere: Jasper ha veramente esagerato ed Alice non meritava di certo
una cosa del genere... ma non preoccuparti che anche la nostra folletta
preferita prima o poi si sveglierà da questo torpore e
inizierà a reagire! Magari trovare una foto di Edward in
costume! Ti assicuro che non se ne trovano (a parte una in cui indossa
delle orribili mutande rosse per Natale che se non vuoi avere incubi
notturni è meglio non vedere!) Il bel Robert
è
restio a fare foto seminudo! Mannaggia! Ma possibile che una casa di
intimo non gli proponga un bel contratto! Vabbè! Quindi
accontentiamoci di immaginarlo dalle nostre descrizioni! Bacioni!
sabry85:
ciao
sabri! Tra qualche capitolo capirai tutto non ti preoccupare, Jasper
spiegherà per filo e per segno il suo orrendo comportamento!
Comunque per rispondere alla tua domanda... no, Jasper non ha capito i
sentimenti di Alice, pensa sempre che lei lo abbia rifiutato e che si
senta in colpa verso di lui. Non ti anticipiamo nient'altro
perchè la festa è ben lungi dall'essere
finita....
Bacioni! Goditi questo capitolo che è un po' più
leggero
e speriamo che ti diverta leggerlo! A lunedì!
giova71:
ciao
tesoro! Eh sì Jasper ha fatto un'enorme cazzata... ma sta
soffrendo parecchio! Ma non ti preoccupare perchè pian piano
anche Alice capirà che è inutile piangersi
addosso!
Comunque hai proprio ragione: non è ancora finita e
c'è
parecchia carne al fuoco! La festa dura ancora molto! bacioni e grazie!
Lalayasha:
ciao
Ross! Ahahah! Mamma mia! Ma sei imbufalita con Jasper! Ci fai morire,
giuro! Hai ragione è stato un gran deficiente... ma
purtroppo la
festa non è ancora finita! Basta... non fateci parlare! Hai
anche perfettamente ragione su Alice, ma vedrai che la piccoletta,
prima o poi si riprende! Su Edward hai azzeccato il
perchè
si è trattenuto, ma si spiegherà meglio
più
avanti. Vedrai saranno capitoli di fuoco per tutti!!!! Bacioni e grazie
mille come sempre!
Ed4e:
ciao!
Ma siete tutte delle furie! Ahahah! Guardate che fate veramente paura!
Non vorremmo essere nei panni di Jasper se lo beccate da qualche parte!
Hihihi! Comunque non ti preoccupare... sappiamo che vorresti sapere
perchè si è comportato come il re degli
imbecilli... tra qualche capitolo lo saprai... il brutto è
che
la festa non è ancora finita! E lui avrà finito
di fare
il deficiente? Mah! Diciamo che nei prossimi capitoli avrete delle
belle visioni di Edward in costume e quando ballerà insieme
alla
sua Bella! Bacioni e grazie mille! A giovedì!
fabyp:
oddio
faby all'ennesima minaccia di decapitazione a Jasper, inizio veramente
a preoccuparmi un po' per lui! Diciamo solo che continuerà a
frvi arrabbiare ancora per un po', perchè prutroppo per il
tuo
dolcissimo folletto la festa non è ancora finita!
Però
vedrai che lei si darà una svegliata e lui prima o poi
rinsavirà... e noi ci faremo perdonare di tutta questa
sofferenza inflitta a questa bellissima coppia! Ricordati sempre che
siamo delle romanticone! Grazie mille per i complimenti che ci fai...
ti adoriamo! Sei dolcissima (tranne quando sei arrabbiata con Jasper!
XD!) e siamo orgogliosissime di riuscire a emozionarti
così tanto! Bacioni e un abbraccio forte forte!
bellad93:
grazie tesoro! Liete che ti sia
piaciuto anche questo! Bacioni e a giovedì!
vanderbit:
ciao
carissima! Contente che il chappy ti sia piaciuto! Hai ragione anche
Bella è molto altruista e generosa, probabilmente se la
giocano
alla grande! Mi spiace ma diciamo che nel prossimo capitolo le cose non
miglioreranno e ti diciamo solamente che la festa non è
ancora
finita... chissà! Scusa non vi possiamo anticipare nulla! Ti
possiamo solo dire che alla fine si metteranno insieme,
perchè
non li possiamo vedere neanche noi separati! Bacioni e a
giovedì! Intanto goditi la visione di Edward in costume! Noi
stavamo sbavando solo a scriverla!
Acetona:
ciao
Bea! Se sei nuova benvenuta tra noi pazze! Se è da un po'
che ci
segui, invece, siamo felicissime che tu abbia deciso di lasciarci un
commentino, che fa sempre un mondo di piacere! Innanzitutto grazie per
i complimenti per la nostra storia! Cerchiamo di fare del nostro meglio
e ci impegnamo tanto! Per quanto riguarda Edward, ti assicuro che
spiegherà esaurientemente le sue prossime reazioni e per
queste
passerà anche dei guai! Ma capirai meglio nel capitolo di
giovedì! Sì Jazz è stato proprio uno
stronzo, e ne
pagherà le conseguenze, ma non ti preoccupare noi siamo
romanticone e prima o dopo il nostro belloccio e la nostra follettina
si metteranno insieme! Bacioni e ancora grazie!
CAPITOLO
34
La
goccia che fa traboccare il vaso!
Pov Bella
Ero
tanto presa ad osservare con disappunto, sconcerto e fastidio mio
fratello che non mi resi conto che i nostri ragazzi si erano buttati in
piscina e quando mi girai rimasi folgorata: il mio Edward stava
giocando a pallavolo in acqua con Jacob, Emmett ed Embry ed era rimasto
a petto nudo, con il costume: di colore nero, abbastanza
largo,
gli arrivava al ginocchio.
Oh cielo! Ero a
bocca aperta: i
muscoli guizzanti dell’ampio torace, delle spalle larghe e
dei
bicipiti erano messi ben in evidenza dai movimenti che faceva giocando.
Certo il torace di Emmett oppure quello di Jake erano sicuramente
più massicci ed appariscenti, ma il suo corpo era uno
spettacolo
di perfezione assoluta: sembrava un adone, un dio bellissimo. Ad un
tratto il pallone uscì dall’acqua e Edward
andò a
recuperare lo sferico oggetto. Ringraziai tutti i santi del paradiso,
perché in quel momento potevo bearmi di quella magnifica,
abbacinante visione. Ero rapita dal suo corpo, e specialmente dalle
goccioline d’acqua che danzavano dispettose sul suo petto e
che
scendevano rotolando verso la perfetta tartaruga dei suoi addominali e
poi ancora più giù, oltre il bordo
dell’elastico
del costume: avevo una voglia matta di raggiungerlo e asciugare tutto
il suo corpo, leccando via ogni singola goccia d’acqua con la
mia
lingua birichina…
-Guarda che stai
perdendo la
bava!- mi canzonò Leah. La sua voce divertita e maliziosa mi
riportò alla realtà in un istante e naturalmente
arrossii
dei miei stessi pensieri.
-E non sei la
sola!-
sibilò subito dopo arrabbiata; e indicò un gruppo
abbastanza numeroso di ragazze oche che ammiravano i nostri uomini con
sorrisini artefatti, lanciando urletti tipici delle dodicenni.
Chissà perché avevo la sensazione che quelle non
fossero
le sole e infatti nel momento in cui mi ero distratta per osservare le
prime oche, un secondo gruppetto di galline starnazzanti si erano unite
ai nostri uomini per giocare… o più che altro per
fare le
facilone! Due cozze erano praticamente addosso ad Edward: sentivo il
mio autocontrollo giungere al limite.
-Che facciamo? Ci
buttiamo un
po’ in acqua anche noi? Sarà meglio far capire che
quei
bei bocconcini dei nostri uomini non sono liberi, perlomeno non tutti!-
propose Rosalie, che avevo scoperto solo adesso,
dall’atteggiamento che aveva avuto nei confronti di alcune
ragazze che si erano appiccicate ad Emmett poco prima, quanto fosse
gelosa del suo orso.
-Sarà
meglio!- rispose
Leah con il fuoco della furia negli occhi. Ok era chiaro
ormai…
ci eravamo bevute tutte il cervello. Avevamo sempre preso in giro le
ragazze troppo gelose e possessive… le avevamo sempre
definite
delle povere insicure… ma ora eravamo noi nelle stesse
condizioni. Risi e le ragazze mi squadrarono, inarcando le
sopracciglia. Scrollai la testa e feci cenno di andare.
-Edward
è mio!- esclamai con piglio deciso, volendo raggiungerlo a
passo di marcia.
-Aspetta Bella! Non
così!- ammiccò Rose; -Non temere, saranno loro a
raggiungerci!- spiegò con un sorriso malizioso accompagnato
da
un occhiolino. Per fortuna capii immediatamente la sua allusione e
tutte e tre ci muovemmo in sincrono, pronte ad attuare
un’infallibile tattica.
Rose indossava un
bikini
striminzito con disegni geometrici tra il bianco e il fucsia, con i
lacci dietro al collo e sulla schiena; sopra portava un mini abito
color amaranto con maniche lunghe e ampie, dalla generosa scollatura a
V; Leah, per mettere in risalto la sua meravigliosa carnagione ambrata,
aveva invece optato per il colore bianco: un sensuale bikini e un
prendisole senza spalle. Io indossavo un abitino bianco, piuttosto
corto e sbracciato, molto semplice, con scollo a V e un piccolo nastro
sotto il seno; il mio bikini invece era di uno stupendo color corallo,
abbastanza succinto per i miei gusti (dato che i due triangolini di
stoffa non riuscivano a coprire granché!), perfetto invece
per
le mie consulenti personali…
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Comunque ci
posizionammo proprio
davanti ai nostri maschietti; e dopo aver verificato con
un’attenta occhiata che ci avessero notato, iniziammo a
sfilarci
i vestitini con una lentezza snervante, senza mai distogliere lo
sguardo dai nostri uomini, che parevano ammaliati dalle nostre movenze.
Io mi ero
incatenata allo
sguardo di Edward; non appena feci le prime mosse mi sentii avvampare
dall’imbarazzo e dalla vergogna, e avrei desiderato abbassare
il
volto e sprofondare; ma Edward mi teneva incollata al suo viso, e man
mano che lessi negli occhi del mio ragazzo solo ammirazione, amore e
desiderio, mi sentii sempre più coraggiosa e disinibita.
Non ero mai stata
così
audace in vita mia, ma evidentemente la gelosia e la
possessività portano a fare questo ed altro!
Quando restammo
tutte e tre con
dei bikini microscopici, che mettevano in risalto le nostre
forme, le facce dei nostri rispettivi uomini furono la
soddisfazione più grande che potemmo prenderci. Emmett e
Jacob
avevano la mandibola praticamente sul fondo della piscina, ma io ero
troppo concentrata su Edward. Era rimasto bloccato con la palla in mano
da un bel po’ di minuti e le due oche accanto a lui
continuavano
a cercare di attirare la sua attenzione, invano.
Il mio uomo aveva
occhi solo per
me… e che occhi! Affascinata, spostavo il mio sguardo dagli
smeraldi più ardenti del mondo alla vena che gli pulsava
ritmicamente sul collo, mandandomi sotto ipnosi…
-Scusate ma devo
andare a
venerare una dea- mormorò con una voce roca mai udita prima;
infine lasciandole basite e restituendo distrattamente la
palla,
con due bracciate nuotò verso il bordo della vasca, si
avvicinò a me porgendomi la mano per aiutarmi a scivolare
nell’acqua.
Mi guardava come se
fossi io il
primo premio di una lotteria multimilionaria… ed io non
potevo
che esserne felice. Avevo proprio voglia di vedere
quest’espressione sognante sul suo viso mentre guardava
me… me, Bella Swan, e non un’altra ragazza! Non mi
sembrava ancora vero.
Ora ero tra le sue
braccia, mi
fissava intensamente e tutto il resto intorno a noi si dissolse come
neve al sole. Eravamo solo io e lui.
Gli sorrisi
maliziosamente e
avvicinandomi al suo orecchio gli sussurrai: -Mi sembra proprio che il
mio costume sia di tuo gradimento…- lo sentii fremere di
piacere. Mi strinse maggiormente e fece scontrare i nostri
baccini… qualcosa di notevole si era svegliato!
-Non sai
quanto!-
sussurrò pieno di passione; mi accarezzò
dolcemente il
viso e mi abbracciò con forza, facendomi aderire al suo
bellissimo corpo.
-Mmm
Bella… sono senza
parole… tu… mi farai veramente finire al
manicomio… sei meravigliosa!- mormorò; ora la sua
voce
era roca, eccitata, bassa e il respiro decisamente accelerato. Un
sorriso involontario di compiacimento spuntò sul mio
viso… non riuscivo neanche ad esprimere a me stessa la gioia
di
essere in grado di fargli quell’effetto.
Stavamo per
lasciarci andare ad
uno di quei baci che già sapevo mi avrebbero fatto perdere
totalmente la connessione con il mondo reale, quando un’onda
enorme ci travolse completamente. Ci girammo infuriati per
l’interruzione ed il solito Emmett non ci diede nemmeno il
tempo
di capire cosa fosse successo che iniziò subito quella che
poi
si trasformò in una battaglia d’acqua di
proporzioni
epiche, coinvolgendo un sacco di ragazzi.
Il pomeriggio
continuò a
trascorrere in modo divertente; ci fu la gara di limbo in cui ci
facemmo un sacco di risate a vedere i ragazzoni di La Push (grossi come
armadi) cercare di passare sotto quell’asticella sempre
più bassa… poi un bel numero di ragazze, tra cui
anche
noi della famiglia, ci buttammo in una danza hawaiana, spiegataci da
Alice, dopo aver indossato i classici gonnellini, sotto lo sguardo
assorto dei ragazzi presenti; e infine i ragazzi improvvisarono una
gara di tuffi… che vinse Jared (era davvero bravo!), anche
perché era quello che più spesso si tuffava dalla
scogliera di La Push; secondo me si trattava di una cosa
pericolosissima, e alla riserva la facevano troppo frequentemente per i
miei gusti!
Ormai era quasi ora
di cena e si
erano già fatti quasi tutti la doccia e avviati alla
spiaggia.
C’eravamo rimasti giusto noi, che stavamo togliendo di mezzo
tutti i piatti e i bicchieri, per lasciare posto poi alla discoteca e
in più una decina fra ragazzi e ragazze.
A un certo punto
sentimmo un
rumore, una specie di tonfo e poi delle risate sguaiate. Mi girai per
vedere che succedeva e vidi Rosalie per terra che si teneva un
ginocchio tra le mani e Tanya e Lauren che sghignazzavano come oche
giulive.
Io e Leah corremmo
preoccupate
verso Rose per aiutarla ad alzarsi e sentimmo Tanya esclamare: -Scusa
non ti avevo proprio visto!-, in tono canzonatorio.
-Oh non ti
preoccupare Tanya,
non vedi che ci sono le sue amichette ad aiutarla! Biancaneve e
Pocahontas!- ridacchiò Lauren.
Quel giorno ne
avevo provate di
emozioni furiose! Io cercavo di tenere a freno la rabbia, per cercare
di dimostrare a me stessa la mia superiorità e anche per
cercare
di essere una brava padrona di casa; ma Leah non era del mio stesso
avviso. Intanto si erano avvicinati anche gli altri per vedere se
Rosalie avesse qualcosa di serio, visto che il ginocchio le sanguinava.
Per fortuna si trattava solo una sbucciatura.
-Come mi hai
chiamata?!- le
urlò Leah. Jacob, prontamente la prese per la vita e la
trascinò a distanza di sicurezza… per Lauren
naturalmente!
-L’ho
sempre detto io che
quegli indiani sono dei selvaggi! Non dovrebbero neanche permettergli
di uscire dalla riserva, come facevano una volta!- asserì
con
noncuranza Tanya e mentre ancora metabolizzavo le sue parole, tra le
braccia di Edward, che probabilmente aveva capito che era meglio
cercare di calmarmi, quella lurida arpia si avvicinò a lui e
passandogli una mano nei capelli, gli sussurrò
all’orecchio: -Mi raccomando quando sei stufo di verginelle,
mezzosangue e bambine fammi un fischio! Tu ed io sappiamo come
divertirci!-.
Basta!!
Avevo contenuto la
mia ira per tutta la giornata e quella fu la classica goccia che fece
traboccare il vaso.
In un istante la
mia rabbia divenne una furia ed esplose in un attimo… e
senza che nessuno riuscisse a fermarmi mi
avventai su Tanya, trascinandola per terra, per poi cadere entrambe in
piscina.
Pov
Edward
Era stato un
attimo: le parole
di Tanya, Bella che si divincolava dalle mie braccia, loro due per
terra e poi per la foga eccessiva cadute in piscina, che urlavano e si
schiaffeggiavano furiose...
Anzi per la
verità chi le
prendeva era solo Tanya, a cui una Bella mai vista, quasi indemoniata,
non dava nemmeno il tempo di riprendere fiato. La stava strattonando
per i capelli e continuava a trascinarla sotto l’acqua. La
faccenda da divertente stava per trasformarsi in cosa seria e decidemmo
di intervenire rapidamente. Io, Jacob, Emmett e Jasper ci tuffammo
insieme e le dividemmo.
-Brutta stronza!
Non ti
permettere mai più di insultare i miei amici e tieni
giù
le tue zampacce dal mio uomo! Se ti rivedo di nuovo girargli intorno,
giuro che neanche tutti gli angeli del paradiso riusciranno a salvarti!
Io te li strappo uno ad uno quei quattro peli che ti ritrovi
in
testa. Hai capito?!- le gridò Bella; era come impazzita.
Tanya
cercava di riprendersi, ma si vedeva che stava soccombendo e per questo
era ancor più livida di rabbia.
Ad un tratto
sentimmo un altro tonfo; ci voltammo immediatamente e vedemmo anche
Lauren in piscina. Ma com’era…
-E non ti
permettere più di darmi dei nomignoli, strega!- le
urlò Leah.
Oh ma dove eravamo
capitati in un incontro di wrestling selvaggio tra ragazze?
Qualunque persona
sana di mente,
dopo un’umiliazione del genere, se ne sarebbe
andata via
subito dalla festa, visto che era casa di Bella; ma quelle due facce di
bronzo, no. Impettite e sdegnate, uscirono dalla piscina e si
infilarono negli spogliatoi.
Intanto trattenevo
Bella tra le
mie braccia; lei però si divincolò in malo modo e
uscì da sola dalla piscina, dirigendosi verso Rosalie.
Uscimmo
anche noi, completamente sbalorditi dalla reazione di Bella.
Sì quel
giorno,
effettivamente, Tanya era stata proprio la classica goccia che aveva
fatto traboccare il vaso! Volevo alleggerire un po’ la
situazione
ancora troppo tesa e vedere di nuovo sorridere il mio angelo; decisi
perciò di stemperare il tutto con una battuta alla Emmett,
tanto
per fare terminare la questione con una gran risata generale.
Così
raggiunsi Bella, mentre controllava il ginocchio di Rosalie, e la
abbracciai da dietro.
-Dio amore! Ma
quanto sei sexy
quando marchi il territorio lottando nella piscina di casa! La prossima
volta magari ve la riempiamo di fango, così vi divertite di
più! E anche noi!- esclamai tronfio.
Per un istante mi
guardò
perplessa, poi sorpresa e poi infine scoppiammo tutti a
ridere
più sereni, lei compresa.
Ci andammo a
cambiare e
raggiungemmo gli altri in spiaggia. Naturalmente le battutine di Emmett
su Bella che picchiava Tanya, si sprecarono durante la cena.
Finito di mangiare,
le ragazze
si andarono a cambiare per l’ennesima volta. Che stress
essere
una donna! Dio, ma non erano mai stanche di cambiarsi
d’abito?
Fosse stato per me
la faccenda sarebbe stata molto più semplice:
l’avrei voluta sempre e solo nuda!
Le ragazze erano
richiuse nelle camere per cambiarsi già da un po’.
Io, Jacob, Emmett,
Paul e Quil
avevamo deciso di aspettarle in fondo alle scale. Ci stavamo
già
scambiando battutine poco lusinghiere per l’altra
metà del
cielo, riguardanti l’allegra concezione del tempo percepito
dalle
donne in piena fase di trucco e parrucco (‘Aspettami, caro,
ci
metto un secondo!’ See come no!) lamentandoci del fatto che
ci
stavano mettendo una vita, che era il destino immutabile nei secoli di
noi poveri maschietti quello di aspettare all’infinito le
nostre
donzelle… quando finalmente sentimmo le loro voci. Alzammo
lo
sguardo e rimanemmo tutti a bocca aperta e occhi sgranati, con
espressioni non proprio da premi Nobel. Ecco ci eravamo lagnati per la
lunga attesa, ma… per quella spettacolare visione
personalmente
io sarei stato disposto ad attendere anche il doppio!
Erano tutte
bellissime,
credo… non feci in tempo ad osservale tutte
perché in
realtà io avevo occhi solo per lei!
Oddio, non potevo
credere che
quella splendida dea che stava scendendo lungo quella scalinata in modo
sexy e provocante fosse la MIA ragazza… Ma quanto ero
fortunato?
Quell’angelo mi amava!
Bella indossava un
vestitino
aderente che poco lasciava all’immaginazione. Era rosso come
il
colore del peccato, peccato che mi ispirava anche solo il guardarla;
rosso fuoco, come il fuoco che stava in quel momento scorrendo nelle
mie vene al posto del sangue e che mi stava incendiando.
L’abito
era molto
corto… le sue lunghe e sinuose gambe, rese ancora
più
slanciate da un paio di sandali altissimi, erano completamente
scoperte. Aveva solo una spallina, lasciando scoperta tutta la zona,
che io trovavo molto erogena, del collo, della clavicola,
della
spalla e le fasciava stretto il suo seno meraviglioso. I capelli
lasciati sciolti erano stati acconciati in splendidi boccoli,
nei
quali mi sarei perso immancabilmente, rapito dal suo odore inebriante.
Dopo averla vista
in costume nel
pomeriggio, credevo che non avrei potuto sopportare più di
vederla vestita… il mio cervellino da maniaco avrebbe voluto
averla nuda per sempre tra le mie braccia…
Ma dopo questa
visione mi ero
dovuto ricredere: Bella era stupenda, sempre e sempre! E con questo
vestito poi era a dir poco sbalorditiva… risvegliava ogni
cellula del mio corpo… il mio corpo sembrava vibrasse
nell’attesa di stringerla di nuovo tra le braccia e
naturalmente
giù di sotto qualcuno si era risvegliato. Ormai quando ero
con
lei… o anche solo quando pensavo a lei…
il piccolo
Cullen (piccolo si fa per dire!) era sempre sull’attenti e,
impaziente, pregustava già il momento in cui finalmente
quelle
delicate manine lo avrebbero avvolto con il loro calore…
Basta! Non potevo
sempre essere così maniaco! Datti una calmata, pervertito!,
mi insultai.
Quella scalinata
non mi
sembrò mai così lunga! Non vedevo l’ora
che
quell’angelo fosse tra le mie braccia. Mentre scendeva non mi
toglieva gli occhi di dosso ed emanava passione e dolcezza da tutte le
parti. Un lieve rossore, dettato dal fatto probabilmente che si accorse
di come la fissavo ammaliato, la rendeva ancora più unica!
Speciale per me, per me solo!
Finalmente la mia
splendida
donna volò nelle mie braccia e dopo averla stretta a me la
baciai in un modo che forse avrebbe dovuto essere dichiarato illegale.
Come un falco che
si avventa
sulla sua preda, così presi possesso di quelle labbra
carnose e
sensuali iniziando subito a mordicchiarle e a succhiarle con desiderio.
Immediatamente entrammo in un vortice di passione incredibile,
perché la sua risposta al mio bacio divenne sempre
più
ardente: appoggiò le sue mani al mio volto e
guidò la mia
bocca sul suo collo profumato di fiori freschi e fragole. Mi inebriai
di lei e ritornai con foga alla sua bocca: andai alla ricerca della sua
lingua che impaziente attendeva la mia per iniziare una appassionata
battaglia. Le mie mani scivolarono sulla sua schiena, finché
giunsi alla rotondità delle sue natiche: d’istinto
le mie
mani affondarono in quelle sode colline per ritornare sulla schiena; da
lì aumentai la mia presa sul suo corpo e la sollevai dal
pavimento di qualche centimetro per baciarla più
agevolmente.
Lei si aggrappò ai miei capelli con possessività
e il
bacio diventò un gioco di sole lingue.
Con tutto quello
che era
successo non ci eravamo lasciati andare molto alle effusioni oggi e i
baci del mattino, ormai erano un lontano ricordo. Fosse stato per me,
l’avrei presa in braccio e portata subito di sopra nella
nostra
camera, ma sapevo che non era possibile.
-Eddai,
porcellini,
staccatevi un po’, che avete tutta la notte a disposizione!-
ci
urlò Emmett, facendo arrossire Bella.
-Guarda orso che
stai
rischiando! Non hai visto che tigre diventa la mia donna quando si
arrabbia?- gli ricordai sogghignando malizioso, abbracciando forte la
mia Bella e posandole un bacio sulla fronte.
Tutti scoppiarono a
ridere e Leah si rivolse subito a Jacob, arrabbiata.
-La prossima volta
che mi fermi
dal dare una lezione come si deve a quell’oca, la mia furia
non
ti risparmierà! Guarda adesso, tutti gli onori a Bella!- e
scoppiò a ridere, con noi.
Jacob che subito si
era spaventato dall’espressione furiosa dipinta sul viso di
Leah, sospirò sollevato.
-Ma con chi ci
siamo messi? Con Wonder Woman e Cat Woman?- mi chiese.
-Devo ricordare ad
entrambi che
fine hanno fatto le ultime che si sono permesse di apostrofarle con dei
nomignoli?- ci rimbeccò Alice. -Ma ora ti ordino di seguirmi
Bella: guarda qui che disastro! Devo rimetterti di nuovo il
rossetto… quel morto di fame di Edward se
l’è
mangiato tutto!- continuò la mia sorellina. Sghignazzammo e
ci
avviammo in piscina.
La musica si
interruppe di colpo
e Rosalie prese il microfono per parlare: aveva un annuncio
importante da fare alla truppa prima che iniziasse la festa. Tutti noi
sapevamo che quel discorsino sarebbe potuto apparire odioso e
antipatico; in realtà era una premessa importante,
perché
in una festa ci si può divertire anche senza andare in coma
etilico!
-Allora ragazzi
finora è
andato tutto bene, vedo che vi state divertendo! Sono felicissima,
grazie ancora a tutti voi! Avete reso questo giorno indimenticabile!-
un urlo di entusiasmo accolse le belle parole di Rose, interrompendola.
Lei ringraziò l’uditorio con un sorriso smagliante
e
proseguì.
-Il bar
aprirà in questo
momento, ma ho delle direttive da darvi. Potrete bere quello che
volete, ma alcolici potrete averne solo due bicchieri a testa!- qualche
fischio acuto e indignato si levò nella sala.
-Calma, calma! Lo
so che molti
di voi non saranno d’accordo, ma la strada per Forks
è
lunga e non voglio avere nessuno sulla coscienza… quindi vi
propongo due opzioni! Numero uno: se non lo avviso entro poco, il capo
Swan sarà qui con un etilometro e voi lo conoscete bene! Non
farà salire in auto nessuno che dovesse risultare vagamente
alterato dal test! Numero due: quando andrete al bar, per ogni alcolico
vi verrà posto un timbro sulla mano destra e dal secondo in
poi
potrete bere solo analcolici. Ma non vi preoccupate: ne abbiamo di
tutti i tipi e anche dei cocktail molto saporiti! Naturalmente per
quelli che stanno già pensando a come aggirare il problema,
vi
avverto che il timbro non si lava facilmente appena apposto, viene via
solo dopo parecchie ore, quindi non scervellatevi troppo! Secondo me la
maggioranza preferirebbe l’ultima opzione, vero ragazzi?- li
incitò.
-SIII’-
si entusiasmò la platea.
Incredibile donna!
Era riuscita a placare una quasi rivolta di liceali!
-Bene lo
immaginavo! E
ora… BUON DIVERTIMENTO!!!!- urlò; un
applauso
generale scoppiò e Seth ricominciò il suo lavoro.
ANTEPRIMA CAPITOLO 35
Avevano
ragione Jake e Jasper: dovevo lasciare che tutto avvenisse in modo
naturale senza forzare niente, e soprattutto senza fare un corso
teorico rapido di sesso estremo! -Grazie Jake! Ti
voglio bene e
non sai quanto sia felice per te e Leah!- e lo abbracciai forte; in
risposta sentii il suo calore fraterno avvolgermi. Sentimmo qualcuno
che si stava
schiarendo in modo poco tranquillo la voce, e voltandoci vedemmo Edward
che ci guardava con una furia negli occhi che non gli avevo mai visto.
Un brivido di terrore mi percorse il corpo. Oddio, ma perché
era
così nero? Oops! Io e Jacob eravamo abbracciati…
da
soli… negli spogliatoi, chissà cosa gli girava
per la
testa?! NO!
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Abbiamo notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una
nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio il
loro punto di vista.
cap. 35
Buongiorno a tutte!
Eccoci con l'ultimo capitolo riguardante la festa.
Vi preghiamo di non uccidere le autrici, nè qualcuno dei
loro
protagonisti alla fine del chappy, altrimenti poi non potrete
continuare a leggere la storia! Hihihi!
Bene, per ora ci sembra che la festa sia di vostro gradimento, e siete
tutte molto curiose della reazione di Jake al discorso di Bella e
quella di Edward al loro abbraccio... Bè allora non perdete
tempo e fiondatevi a leggere!
Ringraziamo come sempre tutte quelle che ci seguono, sempre contente
che il vostro numero continui a crescere, coloro che ci hanno inserito
nelle seguite (243 ),
nelle preferite (141 )
e in quelle da ricordare(45). Diamo
anche il benevenuto a tutte le nuove lettrici!
Un bacione grande e un abbraccio affettoso a tutte voi, da Sara e Manu!
Acetona: ciao
Bea! Grazie ancora! Contente che tu abbia trovato di tuo gradimento il
chappy! Chissà perchè avevamo il sospetto che la
litigata vi esaltasse da morire! Avremmo voluto essere noi al posto di
Bella a dargliele di santa ragione! Ci spiace deluderti ma le cose tra
Jazz e Alice non andranno come hai supposto anzi penso che Jasper ti
farà di nuovo venire un attacco di bile! Baciotti alla
prossima!
vampirettafolle:
ciao
carissima! Per la pubblicità non c'è problema!
Quando una
fiction merita è sempre un piacere! Per quanto riguarda
Tanya,
anche a me non piace quella che hanno scelto... boh me l'aspettavo
diversa. Invece il resto del clan Denali mi piace un sacco! Tornando a
noi, eh sì, Bella ha dato proprio una bella lezione alla
sgualdrina! Stavolta aveva passato il limite! Bè invece per
Alice e Jasper purtroppo la festa non è ancora finita e....
Basta! A lunedì! Grazie mille e baciotti!
ashar:
ahahahah!
Tesoro ci fai sempre morire. Effettivamente le dimensioni del piccolo
Cullen non sono proprio microscopiche! Ma te lo spiegherà
meglio
Bella la prima volta che avrà il piacere di incontrarlo dal
vivo! Ahahahah! Felicissime che la trama sia sempre più di
tuo
gradimento! Grazieeeee!!!!!! Baciotti e morsetti!
giova71:
ciao
tesoro! Hai visto che fine hanno fatto le due oche? Bè ci
voleva
proprio! La violenza non va mai bene, però questa
è una
fiction e allora diamo un po' di libero sfogo a quello che tanto ci
piacerebbe fare, ma che nella realtà, magari non faremmo
mai!
Bè oddio avessimo a che fare con due così,
probabilmente
io (Sara non so) avrei avuto la stessa reazione! Effettivamente a
quella età quando vedevo rosso non capivo più
niente! Ora
sono più posata! Eh sì la festa procede e
c'è
ancora un capitolo a concluderla degnamente! Spero solo non ci
uccidiate! Bè credo di aver aumentato la tua
curiosità!
Bacioni e grazie!
Lalayasha:
ciao
amore!!!! Grazie come sempre per tutti i complimenti. Siamo sempre
felici dei tuoi bellissimi commenti. Hai visto come le ha prese Tanya?
Ce la saremo finalmente tolta dalle palle? Mah... non si può
mai
dire! Oggi c'è l'ultima parte della festa e speriamo che ti
gusti mucho! Bacioni!
ilovejackson_rathbon:
ciao
Evelin! Hai ragione Jay è meraviglioso e molto molto sexy! A
noi
fa impazzire! le cose tra Alice e Jasper con questo chappy si
complicheranno ancora e succederà un bel casino che
coinvolgerà anche altri! Ma comunque fiondati a leggere
così vedrai! Comunque prima o poi le cose si
aggiusteranno...
bisogna solo vedere quando! Hihihi! Grazie mille per i complimenti e
siamo felicissime che ti piaccia la storia! Tosta Bella con Tanya, hai
visto?! E non è ancora finita! Bacioni!
fabyp:
Ciao!
Brava brava non ci far fuori uno dei protagonisti perchè
vedrai
che si rifarà in pieno e vi farà dimenticare
tutto quello
che ha fatto passare al nostro dolce e piccolo folletto! Ma devi avere
ancora un po' di pazienza! Contente che il chappy ti sia piaciuto.
Bella è stata veramente forte con Tanya... se lo meritava
proprio! La nostra coppietta felice poi ha gli ormoni che girano a
mille e prima o poi si sfogheranno... quindi se ti è
piaciuto il
bacio sulla scala non osiamo immaginare il resto! XD! E ora corri a
leggere così ti togli il dubbio della reazione di Edward
all'abbraccio tra Jake e Bella! Bacioni e alla prossima! Grazie mille!
Ed4e:
ciao!
Dai finalmente è arrivato il momento del chappy e ti potrai
togliere ogni dubbio! Non ci piace proprio far litigare i nostri
piccioncini, ma purtroppo nella realtà succede spesso che si
litighi per i più disparati motivi, giusti o meno che
siano...
però è bellissimo anche quando si fa pace, no?
Bacioni e
grazie!
Nerak:
ciao
tesoro! Anche tu ci sei mancata e abbiamo immaginato che avessi avuto
qualche problema. Comunque meglio la connessione che non va (anche io
ho avuto parecchi problemi e ti giuro che ho fatto i salti mortali per
riuscire a postare puntuale!) che una brutta influenza come avevamo
pensato noi. Dai comunque hai già risolto il problema,
quindi
meglio così! Per quanto riguarda Jazz, purtroppo non ha
ancora
finito con le cazzate, ma prima o poi si riscatterà e ti
assicuriamo che lo farà alla grande! Per quanto riguarda
Edward
diciamo che te ne abbiamo dato un piccolo assaggio perchè si
avvicina sempre più l'hot della nostra coppietta
preferita, quindi preparati! Bella è stata un mito,
e
speriamo di esserci tolti di mezzo Tanya una volta per tutte, anche se
non starei così tranquilla fossi in te! Bacioni e grazie
mille!
Austen95:
ciao tesorino! Sono stati tutti
favolosi e ora goditi la continuazione della festa. Bacioni e grazie!
sabry85:
ciao
bellissima! Siamo contente di essere riuscite a farti divertire, spesso
è anche quello il nostro scopo. Anche perchè
nella vita
ridere è importantissimo e fa bene al cuore! XD! Sappiamo
che
sei dispiaciuta per la situazione tra il folletto e Jasper, ma
ricordati che dopo una grossa lite, dopo una situazione
molto complicata,
arriva sempre il sereno (almeno nella nostra fiction) e maggiore
sarà la potenza con cui faranno pace! Fidati di noi!
Bè
siamo un po' sadiche ma non troppo! Hihihi! Bacioni e grazie!
marilenacappucci:
ciao
Mariiii!!! Eh sì mi hai trovata anche qui, ma sono contenta
che
continui a recensire anche di là! Hai visto quante cose sono
successe? Sì, hai ragione! Jasper è stato proprio
uno
stronzo, ma purtroppo la festa non è ancora finita e vedrai
cosa
deve ancora succedere. Allora ti chiarisco alcune cose. Al punto in cui
siamo qui su efp, non scrivo più da sola la storia, ma con
Sara,
che prima correggeva solo i capitoli, abbiamo iniziato una
collaborazione più completa dal capitolo 20! Postiamo due
volte
la settimana e precisamente il luedì e il
giovedì. Buona
lettura e grazie mille! Un bacione grande grande!
vanderbit:
ciao
more!!! Bene allora i vestiti e i costumi ti sono piaciuti! Noi non
siamo molto amanti dello shopping, ma ogni tanto ci fa piacere farvi
vedere quello che abbiamo in mente per i nostri protagonisti! Contente
che ti sia goduta il capitolo e soprattutto Edward! Ehhh è
sempre un toccasana per il cuore una sua visione! Hai proprio ragione,
perchè i loro ormoni stanno letteralmente impazzendo,
specialmente quelli di Edward che la desidera più di ogni
altra
cosa al mondo... ma vedrai che non manca molto a soddisfare la loro
attrazione! Preoccupata per lo spoiler? Effettivamente quando lasciamo
le anteprime siamo un po' sadicucce... più del solito se
possibile! Bè che aspetti allora? Corri a leggere! Bacioni e
grazie mille!!!! Incondizionatamente:
ciao Lina! Che piacere sentire una
voce nuova! Ti ringraziamo infinitamente! Siamo felici di riuscire a
far ridere oltre che a far trasparire i sentimenti, perchè
un po' di puro e sano divertimento fa sempre bene! In questo chappy
riderai un po' meno, ma comunque un paio di scene divertenti ci sono lo
stesso. Fai attenzione soprattutto al dialogo tra Jake ed Edward a
inizio capitolo. Alla prossima ciao e bacioni!
sara_cullen:
ciao amore mio! Ma tu sei una pazza
furiosa! Cosa ci fa qui una tua recensione? Hahaha! Mi fai morire! Ti
lovvo tantissimo!!!!!
BUONA
LETTURA E VI ASPETTIAMO COME SEMPRE PER UN PICCOLO COMMENTO!
CAPITOLO
35
Serata
movimentata!
Pov
Edward
Dopo
che Rosalie
diede il via alla festa le ragazze si fiondarono in pista a ballare ed
io e Jacob andammo a prendere da bere, trovando Tyler già
attaccato al bancone del bar che cercava di corrompere Quil e Jared per
la questione del timbro degli alcolici. Vedendoci avvicinarsi, si tolse
subito di mezzo per tornare probabilmente dalle sue amichette. Meglio
per lui! -Se lo vedo
avvicinarsi anche
solo di mezzo metro a Bella, questa volta non gli basterà
una
settimana per riprendersi!- mormorai nero dalla rabbia a Jacob. Il
ricordo di quel venerdì era ancora troppo nitido
perché
la rabbia sfumasse. -Non ti
preoccupare non penso
che sia scemo fino a questo punto… anche se visto che
è
venuto qui ho i miei dubbi sul fatto che abbia un cervello -
affermò Jacob serio in volto. -Jake non ti ho
nemmeno
ringraziato per quella sera… per avermi aiutato a
cercare
Bella… non fosse stato per te non saremmo mai arrivati in
tempo
e… - cazzo! Mi bloccai spaventato. Non riuscii
nemmeno a
continuare la frase, al pensiero di quello che avrebbe subito Bella se
Jacob non avesse saputo dove trovarli. La rabbia si irradiò
come
una potente scarica in tutto il corpo e la voglia di andare ad
ammazzare Tyler di botte divenne prepotente. -Edward calmati!
So cosa ti sta
girando per la testa, ma il suo omicidio, anche se l’idea
è gradevole, non è un modo simpatico
per
movimentare una festa!- e mi guardò sorridendo, per cercare
di
calmarmi. Aveva perfettamente ragione, ma prima o poi avrei chiuso il
conto con quell’essere, lasciato in sospeso quella
sera… Mi rilassai e gli
sorrisi
anch’io. Iniziavo veramente a voler bene a quel ragazzone
enorme
con un cuore ancora più grande. Ero proprio contento che
fosse
il migliore amico di Bella; anche se, in fondo al mio animo, percepivo
una punta di gelosia: avrei tanto voluto che prima o poi Bella
riuscisse a fidarsi tanto di me, in modo da sostituirmi a lui nel suo
cuore. -E poi non
c’è
assolutamente bisogno che mi ringrazi! Per la mia piccolina questo ed
altro!- affermò con voce forte e sicura, e mi diede una
spallata
amichevole. Ormai non mi dava neanche più fastidio che si
rivolgesse a lei con certi vezzeggiativi, perché sapevo che
era
come se li avesse pronunciati Jasper. Per lui non era niente di
più che una sorella più piccola, da proteggere e
coccolare… e di questo ero contento. Bella aveva la
straordinaria capacità di instillare un senso di tenerezza e
protezione in chi le voleva bene e la amava. Poi lo vidi
guardare verso la
pista da ballo e la bocca gli si aprì in una smorfia di
stupore.
Seguii la direzione del suo sguardo e per poco la mascella non mi cadde
per terra. Bella e Leah erano
in
pista a ballare: la schiena di Bella era completamente
appoggiata
al petto di Leah, che la teneva per i fianchi, facendo muovere e
scontrare i loro bacini in maniera sensuale a ritmo delle note di
‘Poker Face’. Io e Jacob ci guardammo un attimo in
un’espressione di muta comprensione a quella visione
paradisiaca. -Cazzo! Bella mi
farà
impazzire se continua così!- esclamai, quasi furioso per il
prepotente desiderio che si era risvegliato in tutto il mio corpo.
Nessuna, e ripeto nessuna, mi aveva mai fatto neanche lontanamente un
effetto così devastante! Quella ragazza era da dichiarare
illegale! Tutta! Qualsiasi suo gesto, qualsiasi sua movenza…
per
non parlare poi di quando anche solo mi sfiorava… -Sì
perché invece
Leah, no! Ma guardale! Se continuano così qualcuno
salterà loro addosso!- esclamò, scuotendo la
testa. Ci
guardammo e scoppiammo a ridere. -Certo che siamo
proprio messi
bene! Da grandi rubacuori a cagnolini che perdono le bave dietro a due
bellezze mozzafiato, che ormai hanno il pieno controllo del nostro
guinzaglio!- sghignazzò Jacob. -Eh
già… e noi siamo anche felici di esserlo, vero
Jake?- ammiccai. -Bau bau bau!-
abbaiò in
risposta, tirando fuori la lingua e ansimando come un cucciolo in cerca
di carezze. Ridemmo come matti finché ci vennero le lacrime
agli
occhi. -E poi questi
maledetti
pantaloni aderenti non aiutano per niente noi poveri maschietti!-
rincarai la dose, facendolo ridere ancora di più. Oddio le
donne! Che effetto portentoso avevano! -Ok Edward ascolta
me,
fratello: d’ora in poi, solo tute mooolto larghe!-aggiunse
Jacob,
continuando a sbellicarsi. Certo che era un vero e proprio pagliaccio! Improvvisamente
vidi la sua
espressione irrigidirsi e seguendo la direzione del suo sguardo di
ghiaccio, anch’io ebbi la sua identica reazione. -Sarà
meglio che da
bravi cagnolini andiamo a marcare il nostro territorio. Leah
è
la mia donna!- aggiunse livido di rabbia repressa. Lo capivo
perfettamente: i suoi sentimenti rispecchiavano i miei alla perfezione. -Subito!-
affermò furibondo, stringendo i pugni e avviandosi a passo
di marcia in pista. Bella e Leah erano
attorniate
da ragazzi che le fissavano famelici e facendo finta di nulla si
avvicinavano sempre più ai loro corpi… e quelle
due non
si erano nemmeno accorte che una folla di depravati si erano
scaraventati addosso a loro. Seguii subito Jacob e ci fiondammo in
pista per “salvare” le nostre donzelle! Io mi avvicinai
minaccioso in
volto, pugni chiusi e occhi stretti come fessure, che mandavano lampi
di avvertimento alla fauna maschile. La maggior parte dei lumaconi si
dileguò prima del mio arrivo: avevano capito che non stavo
scherzando. Ghignai soddisfatto. Un idiota che si stava attardando in
prossimità delle nostre ragazze sussultò al mio
ringhio,
che lo colse impreparato; ebbi comunque il compiacimento di vederlo
fuggire con la coda tra le gambe. Bella si accorse
della mia
presenza giusto in quel momento e si aprì in un meraviglioso
sorriso, per me. Ricambiai la sua tenerezza con un bacio a stampo, poi
le misi le mie mani sui fianchi, la voltai e iniziai a muovermi al
suono della musica. Immediatamente, giusto per mettere in chiaro le
cose, cominciai anch’io a dondolare il bacino su di lei,
mentre
le mie dita si muovevano leggere sul suo corpo, tra gambe, fianchi,
schiena, spalle e la mia bocca si impossessava ancora della sua, calda
e carnosa, scendendo poi tra labbra, mandibola e collo. Ballavo
appiccicato a Bella, e
la mia eccitazione si ingrandiva a dismisura ogni minuto che passava.
In questo momento la sua schiena era appoggiata al mio petto e il mio
bacino schiacciava il suo, facendole sentire tutto il mio desiderio su
quella sua parte del corpo. Le mie mani appoggiate ai suoi fianchi
accompagnavano i nostri bacini in un ballo molto sensuale. Non avrei
resistito ancora a lungo in quella posizione, rischiavo veramente di
caricarmela sulle spalle tipo cavernicolo e portarla in camera per
farla mia! Mi staccai e la
trascinai vicino le porte-finestre per prendere un po’ di
fiato e calmare i miei bollenti spiriti. -Scusa ma non
avevo ancora
finito di ballare e poi… mi piaceva molto ballare con te!-
mi
sussurrò in maniera seducente. La presi per la
vita e la strinsi a me. -Dio Bella mi fai
impazzire! Te
ne rendi conto?!- lei arrossì leggermente e poi
avvicinandosi
provocante al mio orecchio mi soffiò: -Ben lieta di farti
questo
effetto!- e mi mordicchiò il lobo. Tanti brividi si
irradiarono
nel mio corpo e nel bassoventre il mio amichetto stava pulsando
dolorosamente, sperando che qualcuno gli desse un po’ di
sollievo. Eh no ragazzo, mi spiace ma dovrai aspettare ancora!
Pov
Bella
Durante il ballo
sentivo
chiaramente l’eccitazione di Edward premere sul mio
fondoschiena
e sapevo che se avessimo continuato così la serata sarebbe
finita in un modo molto piacevole. Questo mi ricordò che
dovevo
assolutamente ancora parlare con Jake ed iniziai ad agitarmi un
po’. Naturalmente lui se ne accorse subito; mi si
avvicinò
al lobo dell’orecchio e mi sussurrò: -Ehi,
piccola, che
c’è?-. Oops! Dovevo trovare un pretesto plausibile
per
allontanarmi da lui, per poter fare una chiacchierata con il mio
migliore amico. -Perché?
Mi vedi
agitata? Senti…ehm… Edward… io vado a
farmi un
giretto per vedere cosa combina tua sorella e anche quel deficiente di
mio fratello. Ci vediamo dopo al tavolo- dichiarai nel modo
più
risoluto possibile, cercando di giustificare il mio allontanamento. Mi
guardò intristito e confuso, con gli occhi più
teneri di
un cucciolotto... e per un istante il mio proposito vacillò;
ma
poi mi riscossi, ripensando che in fondo stavo per fare una cosa che ci
avrebbe aiutato… -E non posso
venire anch’io?- si lamentò. -No…
perché
se continuo a starti così appiccicata
anziché
cercare loro, finiamo su in camera!- gli mormorai maliziosa, sperando
che demordesse. Mi sorrise con un guizzo di desiderio e dopo avermi
dato un altro bacio da stordimento mi fece cenno di andare. In quel marasma
non riuscivo a
scorgere Jake. Non era più in pista con Leah, ma subito dopo
lo
trovai al bancone bar. Lo trascinai via, senza dargli il tempo di
capire, negli spogliatoi e vidi Leah che mi schiacciava
l’occhiolino, per farmi capire che si sarebbe occupata lei di
Edward. -Bella, ma sei
impazzita, che fai?- mi chiese Jake. -Ti prego Jake
sono incasinata.
Mi devi as-so-lu-ta-men-te aiutare e sappi che non accetto un no come
risposta! Chiaro?- gli spiegai. Con un’espressione
rassegnata ma curiosa mi fece cenno di continuare, ignaro della mia
insolita richiesta... -Senti…
vedi… oh
insomma basta! Devo cercare di crescere!- dissi più a me
stessa
che a lui, cercando di trovare il coraggio per formulare quel semplice
concetto. Certo, era semplice solo nella mia mente: ma tradurre a
parole il mio pensiero, mi risultava una cosa complicatissima, anche
perché non avevo mai approfondito con Jacob quel genere di
discorso… era sì il mio migliore amico, ma
nessuno dei
due si era mai lasciato andare a troppi dettagli!! Intanto, a causa
di quei
pensieri imbarazzanti, percepivo che il mio volto probabilmente stava
andando a fuoco e sbuffai per la mia congenita propensione al color
pomodoro maturo; intanto lo sguardo di Jacob si fece via via
più
preoccupato, consapevole della suprema vergogna apparsa sul mio viso. Forza, Bella! Come
strappare un
cerotto: con un colpo secco!, mi incitai. Inspirai per prendere un bel
respiro e buttai fuori il tutto. -Mi devi dire come
fare impazzire Edward a letto!- sputai tutto d’un fiato. L’espressione
che si
dipinse sul volto del mio amico fu impagabile! Dapprima
impallidì in modo preoccupante, tant’è
che ebbi il
timore che si fosse sentito male. Poi sfiorò tutte le
tonalità del rosso: dal tenue al carminio… infine
mi
guardò attonito. -Ti prego non
chiedermi questo
Bella! Tutto, ma non questo! Ma sei impazzita?! Come puoi pensare che
ti spieghi nei particolari… cosa piace a un uomo? Tu sei la
mia
piccolina! E poi non vorrai mica che Edward mi ammazzi, vero? Se viene
a sapere che quello che farai a letto con lui te l’ho
spiegato
io, stai sicura che non avrai più un amico a cui chiedere
nessun
tipo di consiglio! Quello mi castra solo con il pensiero! Non
ti
sei accorta di quanto è geloso?!- disse tutto d’un
fiato.
Alle sue parole mi demoralizzai e mi sedetti su una delle panche degli
spogliatoi. Speravo tanto in un suo aiuto! Jake,
consapevole di avermi in qualche modo deluso, si inginocchiò
paziente di fronte a me. -Senti
Bells… prima
quando ballavate con noi in pista, ti sarai accorta di…
be’ sì insomma… Edward mi sembrava
abbastanza
eccitato, no?- mi chiese con un ghigno divertito. Lo guardai
sorridendo: bè, fin lì ci arrivavo
anch’io! -Molto, molto,
molto!- gli risposi orgogliosa del fatto che fossi proprio io a
provocargli quella vistosa eccitazione! -Ecco allora!
Pensi che ti
serva sapere chissà quale altra tecnica per farlo
impazzire? Io dico che basta il solo vederti per farlo uscire fuori di
testa. Sai benissimo che anch’io ho molta esperienza, ma ti
assicuro che la mia prima volta con Leah è stata quasi
imbarazzante!- confessò. Lo guardai sorpresa; i miei occhi
ardevano con una muta domanda, in attesa di risposta. -Senti Bells, se
lo dirai a
qualcuno giuro che ti uccido!- minacciò; annuii convinta e
curiosa, pronta a ricevere la confidenza del mio migliore
amico. -Bè
insomma… sai
com’è… la prima volta…-
balbettò; eh
no che non lo sapevo! Per me tutta la faccenda era un buco nero
totale… e avevo bisogno di un po’ di
luce…
incrociai le braccia sotto il petto e iniziai a battere la punta del
piede sul pavimento, in evidente stato di impazienza.
Sospirò
sconfitto dal mio sguardo determinato e si decise a confidarsi con me. -La prima volta
che l’ho
vista nuda e che abbiamo fatto l’amore la voglia che avevo di
lei
era talmente forte e intensa che… bé…
ho faticato
per non fare una figuraccia! Credimi, tutta l’esperienza che
avevo non è servita proprio a nulla con lei… e
stavo per
venire già solo dopo due spinte. C’è
voluto tutto
l’autocontrollo di cui dispongo per aspettare che anche
lei… sì insomma hai capito!- ammise
imbarazzatissimo. Ero
incredula e… sollevata: le sue parole mi avevano fatto
comprendere che non c’era un modo infallibile per
amarsi…
bisognava solamente lasciarsi andare con la persona amata ed essere se
stessi. Compresi che tutte le paranoie che mi ero fatta risultavano
davvero inutili. Avevano ragione Jake e Jasper: dovevo lasciare che
tutto avvenisse in modo naturale senza forzare niente, e soprattutto
senza fare un corso teorico rapido di sesso estremo! -Grazie Jake! Ti
voglio bene e
non sai quanto sia felice per te e Leah!- e lo abbracciai forte; in
risposta sentii il suo calore fraterno avvolgermi. Sentimmo qualcuno
che si stava
schiarendo in modo poco tranquillo la voce, e voltandoci vedemmo Edward
che ci guardava con una furia negli occhi che non gli avevo mai visto.
Un brivido di terrore mi percorse il corpo. Oddio, ma perché
era
così nero? Oops! Io e Jacob eravamo abbracciati…
da
soli… negli spogliatoi, chissà cosa gli girava
per la
testa?! NO! -Edward…
non è
come pensi!- farfugliò Jake preso dal panico. In quel
momento
per fortuna comparve la nostra Leah e vedendo la situazione,
immaginò in un secondo cosa stesse pensando Edward. Mi
guardò rammaricata, per non aver adempiuto al suo compito. -Mi spiace Bella,
non ho fatto
in tempo a fermarlo. Ma Edward, ascoltami: non giungere a conclusioni
affrettate… credimi, stavano solo parlando e io sapevo
tutto!-
lo rassicurò la mia amica. Jake la prese per mano e la
trascinò fuori, per lasciarci la nostra privacy in un
momento
che sarebbe potuto diventare estremamente delicato. Prima di uscire
mise una mano sulla spalla di Edward. -Fidati, amico!-
mormorò. Edward lo salutò annuendo con un cenno
veloce
del capo. Wow, aveva capito tutto, grazie al cielo! Io abbassai il
capo imbarazzata
dalla situazione di malinteso e in un attimo mi sentii sollevare la
testa da una mano di Edward, che voleva lo guardassi negli occhi. -Scusa se ho
tratto subito le
conclusioni sbagliate… è che quando si tratta di
te non
capisco più niente!- mi sussurrò dolce con uno
sguardo
contrito. Non ci potevo credere: era lui che chiedeva scusa a me,
quando nella situazione equivoca c’ero io?! -So che
probabilmente sarai
curioso di sapere cosa avevamo di tanto riservato da dirci, e te lo
dirò… ma non adesso! Ti chiedo solo di fidarti di
me e di
aspettare un po’. Quando sarò pronta mi
confiderò
con te, ok?- lo pregai. Annuì con un sorriso sereno e mi
baciò dolcemente. -La gente sta
iniziando ad
andare via, sarà meglio che tu faccia la brava padrona di
casa e
vada a salutare gli ospiti- spiegò. Ritornammo
nell’altra stanza. Ormai erano quasi
le tre ed
erano rimaste pochissime persone. Stavamo parlando al nostro tavolo
quando a un certo punto vidi Alice sbiancare e scappare fuori dalla
dependance, seguita da Rosalie ed Emmett, che le corsero dietro
chiamandola. Seguii la direzione che aveva il suo sguardo fino a poco
prima e per poco non mi prese l’ennesimo colpo
della
giornata. Jasper era sdraiato su un lettino e a cavalcioni su di lui
c’era Jessica, che gli stava praticamente mangiando la
faccia… inoltre le mani di mio fratello erano
dappertutto.
Ma cosa diavolo stava facendo quell’imbecille?! Si era
rincretinito del tutto?! A passo di marcia,
incavolata
nera, mi avvicinai a lui e dato che nessuno dei due
sembrava accorgersi della mia presenza, mi schiarii la voce
con
decisione. Si interruppero rapidamente e quell’oca di Jess,
con
la sua vocina orribile, cinguettò: -Oh ciao Bella!
Complimenti
per la festa, eh!-. La fulminai
letteralmente. -Aria! Sparisci
Jess e al volo
anche! E’ ora di tornare a casa, la festa è
finita!- e la
mia espressione inferocita la convinse che non era il caso di
replicare. Eseguì immediatamente. Intanto mio fratello mi
stava
guardando indifferente. -Sei uno stronzo,
Jazz! Ma chi
sei?! Cosa credi di fare? Di farla ingelosire? E’
così che sei perdutamente innamorato di una ragazza? Non ti
sei
accorto di quanto male le stai facendo? Sei così cieco?
Prima
con quel bacio la umili davanti a tutti e ora ti fai anche vedere con
Jessica?- lo insultai in tono glaciale. Mi sembrò di
scorgere
dolore nello sguardo di mio fratello, ma durò pochi secondi
perché l’espressione divenne immediatamente dura e
sprezzante. Sosteneva freddamente il mio sguardo, ma non diceva un bel
niente, allora continuai, sempre più inviperita. -E poi con tutte
quelle che ci
sono proprio con Jess! E’ una vita che ti muore dietro, lo
sai!
Non l’hai mai calcolata proprio perché sapevi che
se ci
fossi andato l’avresti illusa inutilmente visto che
è
innamorata di te! Ah, ho capito: ormai dato che TU hai subito una
delusione, ti ritieni in diritto di fregartene dei sentimenti degli
altri, vero? Ma come ragioni Jazz, perché io proprio non ti
riconosco più!- gli urlai. -Fatti i cazzi
tuoi, Bella! Mi
hai appena fatto scappare una bella scopata, ora non ci sono altre
ragazze, sono andate via tutte. Chi mi scopo stasera,
eh?!-esclamò adirato ma con un tono di profonda disperazione
nella voce. Rimasi sbigottita.
Mai, e ripeto mai, Jazz mi aveva parlato così! La mano
partì che
nemmeno me ne resi conto e colpì in pieno il viso di Jasper.
Subito mi sentii avvolgere da due braccia forti che mi trascinarono via
prima ancora che Jasper si rendesse conto di quello che avevo fatto. Lo
guardai con odio mentre venivo allontanata in corridoio fino
all’entrata. -Bella calmati,
amore!- mi
chiamò Edward sbigottito dalla scena. -Cosa ti prende? Lo
sai
che Jasper non voleva risponderti così, è solo
che sta
soffrendo per Alice!- cercò di spiegarmi. Lo guardai
incredula… come poteva difenderlo dopo aver visto quanto
male ci
fosse rimasta Alice?! -Cosa mi prende?
Cosa prende a
me?! A quel demente di mio fratello piuttosto! Si stava facendo la
Stanley su quel lettino! Davanti ad Alice! Ti rendi conto?! Ma
l’hai guardata tua sorella? Hai visto la sua espressione
quando
è scappata? E’ distrutta dal dolore! E poi
l’idiota
mi viene anche a dire di farmi i cazzi miei… e che gli ho
rovinato una scopata?! Ma io lo distruggo! Come si permette di parlarmi
in quel modo?!- urlavo disperata, quasi in preda alle lacrime,
ansimando dalla rabbia. Se lo avessi avuto ancora tra le mani un altro
schiaffo non glielo avrebbe tolto nessuno. Ci raggiunsero
anche Jacob e Leah. -Bells cerca di
calmarti! Ti
verrà un attacco di cuore se continui così- mi
disse
Jacob dolcemente, accarezzandomi la schiena. Ormai le lacrime
avevano
iniziato a scendere e non riuscivo a fermarmi. Cosa era successo a
Jasper? Un rifiuto non poteva averlo fatto diventare così
menefreghista e… stronzo! Il suo comportamento non solo era
autolesionistico: per di più faceva soffrire molte
altre
persone. -Amore anche tuo
fratello sta
soffrendo molto, per la situazione… e lui affronta il dolore
così! Purtroppo per alcuni uomini è diverso, il
sesso in
questi momenti è solo una valvola di sfogo, non
c’entra
con i sentimenti- cercò di spiegarmi Edward. -Diverso?!-
ribattei
sarcasticamente. -Devo ancora capire perché voi uomini
davanti
alle delusioni d’amore vi infilate nelle mutande di
un’altra, con la stessa facilità con cui noi ci
cambiamo
d’abito!- esclamai. -Ma dico io, ragionate solo con quello
che
avete in mezzo alle gambe?- cavoli non ero mai stata così
adirata, nemmeno prima con Tanya. -E’
quello che cercavo di
spiegare ad Alice stamattina, perché quando…
vabbè
lasciamo perdere che sei già abbastanza in collera e non
vorrei
te la prendessi anche con me- dichiarò Edward. Lo guardai
truce
e a braccia incrociate. Possibile che cercasse ancora di difendere e
capire il comportamento di Jasper anziché arrabbiarsi anche
lui
per come stava facendo soffrire Alice? Cavoli avrebbe dovuto
difenderla, non giustificare mio fratello! Lui sapeva perché
Alice si era comportata così con Jasper, non lo aveva
rifiutato
per tenerlo sulle spine o per giocarci, si era semplicemente bloccata
per tutta la sofferenza che aveva dovuto affrontare prima…
Mmm
che rabbia!!! -Sai cosa ti dico,
Edward?
Finite voi qui, io vado su da Alice. Può darsi che dorma con
lei… o forse no… comunque non mi aspettare
sveglio,
perché tanto non ho voglia neanche di parlare con te. Anzi
fai
così, visto che anch’io in questo momento ti sto
probabilmente deludendo con il mio comportamento un po’
schizzato, prova a vedere se trovi anche tu qualcuna con cui scopare,
tanto per voi il sesso è solo… aspetta come hai
detto?… ah sì! “una valvola di
sfogo”!- e
lasciandolo con espressione triste e arrabbiata, mi avviai su per le
scale per raggiungere Alice, seguita da Leah. Sapevo che era
ingiusto
prendermela con Edward, e sapevo, parlandogli in quel modo velenoso e
acido, di averlo ferito; ma non avevo potuto trattenermi. Purtroppo ero
esplosa ed era esattamente quello che pensavo in quel momento: proprio
non sopportavo l’idea che giustificasse anche solo
minimamente
Jasper e quello che aveva combinato. Intanto le lacrime continuavano
inesorabili a scorrermi sul viso e il braccio caldo e confortevole
della mia amica mi avvolse teneramente le spalle mentre correvo di
sopra.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 36
Ad
un tratto mi svegliai di soprassalto, con un respiro affannoso e un
battere impazzito e furioso di un cuore a me vicino: sobbalzai cercando
di comprendere cosa stesse accadendo, mentre mi sforzavo di tenere le
palpebre aperte per mettere a fuoco la situazione. Ancor prima di
capire per bene la faccenda, ero consapevole della maggiore vicinanza
di Bella al mio corpo, che praticamente si era abbarbicata a me con
tutta se stessa, creando un groviglio quasi inestricabile. Quando mi
sembrò di riemergere del tutto dal mondo dei sogni, percepii
compiaciuto che le mani di Bella stavano vagando lungo il mio corpo
riempiendomi di carezze e tocchi mozzafiato… la mia
bambolina coccolosa!
Si era aggrappata al mio petto, circondandomi i fianchi con le gambe e
avvolgendomi il collo con le braccia, mentre la sua bocca ansimava sul
mio collo…
Oddio, che risveglio! Oppure stavo sognando?!
Già già, stavo sognando… sarebbe stato
molto più probabile, in effetti… solamente il mio
cervello da maniaco pervertito poteva farmi avere un sogno
così vivido e intenso… e ovviamente il mio
amichetto, a differenza mia, era ben sveglio!
Mmm Bella, amore… sì, adoro quando mi lecchi il
collo… così, piccola… Oddio, Bella, mi
fai impazzire con quella lingua!
Sì non c’era dubbio, stavo sognando: Bella stava
usando la sua bocca carnosa in modo così provocante e
disinibito su di me come non l’avevo mai sentita
fare… facendomi eccitare da matti! Sì,
sì, doveva trattarsi di un bellissimo sogno…
anche se… anche se…
CIAO A GIOVEDI'!
Alcune fiction ancora in corso che meritano di
essere seguite!
Abbiamo notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una
nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio il
loro punto di vista.
Cap. 36
Buongiorno a tutte!
Eccoci con un nuovo capitolo. Già dallo spoiler avete
intuito di
cosa si tratta, ma non sarà questo il capitolo hot!
Quindi leggete con calma senza agitarvi o accaldarvi! Per il prossimo
però preparatevi!
Noi vi abbiamo avvertite! BUONA LETTURA!
Giada is owned by Edward:
ciao Giada! Non preoccuparti, capita
anche a noi di leggere e poi dimenticarci di recensire se non lo
facciamo subito, quindi non ti vogliamo più sentir dire che
fai schifo! Non è assolutamente vero! Sei una delle
più accanite fans e di questo ti ringraziamo infinitamente!
Però ti dobbiamo sgridare perchè, anche se non la
consideri importante, la scuola lo è tantissimo! Quindi non
ti far risucchiare in questi mondi fantastici, ma rimani sempre con i
piedi per terra e soprattutto impegnati con lo studio! Ci
raccomandiamo! Scusa se ci siamo permesse ma essendo Sara un'insegnante
e io una mamma di due bimbi, non ne potevamo proprio fare a meno! Per
quanto riguarda i chappy, siamo felici che ti siano piaciuti. Come
avevamo promesso la festa è stata movimentata! Ora hai
capito perchè abbiamo dovuto dilungarci così
tanto. Speriamo di non averti annoiata troppo! Abbiamo notato che gli
screzi e le liti che ci sono stati ti hanno intristito molto e fatta
anche tanto arrabbiare, ma non ti preoccupare! Sai che amiamo il lieto
fine e prima o poi tutto tornerà a posto! Una piccola
precisazione. Quando Bella ha parlato con Jake era sera, dopo cena e
quindi le due oche erano già fuori dagli spogliatoi da un
pezzo. Ok ora ti lasciamo al chappy e ti mandiamo un mondo di baci! A
lunedì! Ed4e: ciao
tesoro! Effettivamente Jazz si è comportato malissimo ma non
ci
stancheremo mai di ripetere: fidatevi di noi! Prima o poi tutti si
sitemerà e si farà ampiamente perdonare! Edward
non
è che giustifica Jasper, è solo che riesce a
mettersi nei
suoi panni e vedrai che in questo chappy spiegherà a Bella
come
la pensa. Bacioni e alla prossima! Grazie!
Moni68:
ciao!
Che piacere leggere di nuovo un tuo commento! Non ti preoccupare non
siamo così sadiche! Edward non si tocca più!
Ormai sta
con Bella e le altre oche rischierebbero serissimi danni se si
infilassero nel letto con lui! Non hai letto la furia di Bella? Hihihi!
Se trovasse mai una a letto con lui la sua reazione sarebbe
stile
tsunami! E con ragione! XD!!
ilovejackson_rathbon:
ciao
Evelin! Non ci uccidere ti prego! Ricordati sempre che ci faremo
perdonare! E il tuo Jazz si riscatterà alla grande! Grazie
mille
per tutti i complimenti! Bacioni grandi grandi e un abbraccio
affettuoso!
Austen95:
ciao!
A giudicare dal tuo commento direi che non vedevi l'ora di leggere
questo chappy! E allora cosa aspetti? Forza e buona lettura! Grazie!
Nerak:
ciao
tesoruccio nostro! Siamo molto felici che il chappy ti sia piaciuto.
Non ti preoccupare Alice e Jasper stanno soffrendo molto ma ricordati
sempre che amiamo il lieto fine!
Bacioni alla prossima! Grazie mille!
Lalayasha:
ciao
Ross! Grazie! Edward in qualsiasi salsa ce lo presentino è
sempre strepitoso! Però ti prego non ci far fuori uno dei
nostri
protagonisti. Ritira gli scagnozzi e abbi fiducia in noi! Vedrai che
Jasper si saprà far perdonare da tutte voi! Baciotti e un
abbraccio affettuosissimo!
giova71: ciao!
Lo sappiamo Jazz non ha proprio scuse per il suo comportamento ma
vedrai che si rifarà... prima o poi! Bella è
davvero con
il nostro Eddino, ma cosa starà facendo? Si sarà
veramente lasciata andare o Edward sta immaginando tutto? Bè
non
ti resta che leggere! Bacioni e grazie!
vanderbit: ciao
more! Contente che la conversazione tra Bella e Jake ti sia piaciuta!
Bè Edward ormai lo adoriamo in qualsiasi versione e comunque
è vero: geloso è ancora più sexy!
Sì dai
che le cose si aggiustano, quindi fiondati sul capitolo! Bacioni e
grazie!
marilenacappucci:
ciao
mary! Felicissime che il chappy ti sia piaciuto e che tu abbia
percepito tutti i sentimenti che volevamo trasmettervi. Non sai quanto
siamo orgogliose quando capiamo che tutto il nostro impegno viene
premiato, e ce ne possiamo rendere conto solo se voi lettrici ci
esprimete quello che provate quando leggete. Quindi un grande grazie!
Eh sì, Jasper si sta comportando da stronzo, ma vedrai che
anche
la nostra folletta si saprà far rispettare.
Chissà
perchè piace anche noi in questa versione... che dire...
purtroppo noi donne un po' masochiste lo siamo perchè di
solito
ci facciamo attirare di più da questi tipi che dai bravi
ragazzi! Bene bacioni e alla prossima!
yara89:
ciao!
Non hai idea di quanto ci faccia piacere un tuo commento! Ti
ringraziamo innanzitutto perchè ci segui dall'inizio, e poi
per
tutti i complimenti che ci rivolgi. GRAZIE! Siamo sempre felici di
sentire la vostra voce, anche perchè ci spinge a far sempre
meglio e ad impegnarci sempre di più! Per quanto riguarda il
chappy, Edward cerca solo di mantenersi neutrale in un momento delicato
tra membri della sua famiglia. Se tutte le volte si schierassero gli
uni contro gli altri succederebbe una macello e sarebbe guerra aperta
tuti i santi giorni. Comunque vedrai che riuscirà a farlo
capire
anche a Bella. Il fatto che pensi che riusciamo a rendere bene
il personaggio di Jasper non sai quanto ci inorgoglisca,
perchè con lui ci siamo impegnate veramente tanto! E' un
personaggio che amiamo entrambe particolarmente e abbiamo cercato di
farlo emergere il più possibile per farlo amare anche a voi.
Ecco quindi un ulteriore motivo per ringraziarti ancora!
Ok ora chiudiamo qua altrimenti ci dilunghiamo troppo e se avrai
piacere e tempo ogni tanto per lasciare un commento, mi raccomando non
pensarci troppo e scrivi! Il fatto poi che il commento sia bello lungo
ci fa ancora più piacere, perchè adoriamo sapere
tutto
quello che vi passa per la testa! Bacioni e buona lettura!
ashar:
ciao!
Oddio tesoro ci fai morire con i tuoi commenti! Ci hai fatto venire le
lacrime agli occhi dal ridere! Per quanto riguarda Jasper,
invece, probabilmente, durante la festa, il cervello gli
si è staccato ed è finito in piscina, e forse lo
sta
ancora cercando! XD! Ma non
ti preoccupare che prima o poi lo ritroverà! Grazie mille e
bacioni!
Incondizionatamente:
ciao
tesoro! Non finiremo mai di ringraziarti per tutti i
complimenti!
Addirittura le lacrime quando Bella ha litigato con Jasper?
Bè
allora preparati vagoni di fazzoletti per quando finalmente si
chiariranno! Noi lo troviamo uno dei capitoli più intensi ed
emozionanti che abbiamo scritto finora! Non ti preoccupare che presto
avrai potrai leggere di Edward e del suo polaretto!!!!!!! Hahaha! Ci
hai fatto letteralmente scompisciare! Sei una forza! Grazie di tutto e
tantissimi bacioni! Ah Edward ti manda i suoi morsetti! Speriamo che
gradirai!
CAPITOLO
36
Sogno
o son desto?
Pov Edward
Ero appena arrivato in camera e Bella non c’era
ancora…
probabilmente sarebbe rimasta con Alice, forse tutta la notte, come
aveva minacciato di fare poco prima. Dannazione!
Calciai con rabbia un cuscino che era per terra: ero troppo nervoso! Ma
possibile che se la dovesse prendere con me? Ero sicuro che sarebbe
andata a finire così, dopo che avevo notato quanto fosse
arrabbiata con me; e solamente perché avevo cercato di farle
capire che anche Jasper stava soffrendo da morire…
E, maledizione, la cosa mi si era ritorta contro, facendomi veramente
infuriare! All’inferno!
Ero irritato e offeso con lei: Bella mi aveva trattato malissimo, come
se a me non importasse niente di mia sorella! Certo che mi dispiaceva,
lei stava soffrendo… ma che ci potevo fare io se mi
dispiaceva
in ugual misura anche per Jasper? Quei due stavano soffrendo entrambi,
seppur in modo diverso… di questo ne ero pienamente convinto.
Stanco dalla lunga giornata e nervoso con Bella, decisi di farmi una
doccia bollente per tentare di rilassarmi un po’. Mi spogliai
completamente e andai in bagno, regolando il termostato al massimo;
appena raggiunta la temperatura ideale, mi chiusi nel box e chiudendo
gli occhi mi infilai sotto il potente getto dell’acqua e mi
insaponai rapidamente i capelli, appoggiando poi i palmi sulle
piastrelle e perdendomi nei miei pensieri, mentre osservavo i piccoli
rivoli d’acqua che si formavano scendendo e accarezzando
dolcemente il mio corpo.
Sapevo benissimo cosa stava provando quel povero ragazzo e comprendevo
perfettamente anche la sofferenza a cui era andato incontro:
Jasper si era aperto, mostrando l’autentico se stesso alla
persona che amava con tutto il cuore; e quella persona, per diversi e
validi motivi che a lui restavano ancora ignoti, non era riuscita a
sbloccarsi, né a rivelargli i suoi veri sentimenti.
Perciò lui, purtroppo, aveva interpretato il suo silenzio e
il
suo imbarazzo come un rifiuto da parte di Alice… inoltre
comprendevo anche il suo comportamento: era la stessa identica reazione
che avrei avuto io se Bella non avesse accettato di corrispondere tutto
l’amore che avevo da donarle.
Ma quello che mi faceva più male era pensare che, nonostante
tutto, Bella non si fidasse ancora completamente di me. Mi rendevo
perfettamente conto che era passata solo una settimana da quando ci
eravamo messi insieme e che effettivamente poteva sembrare troppo poco
tempo per conquistare la sua fiducia in modo totale e completo; ma nel
mio intimo speravo vivamente che l’amore che le donavo e la
fiducia che cercavo di guadagnare ogni secondo, ogni ora, ogni giorno,
le fosse sufficiente. Ma evidentemente no… forse pensava
ancora
che io, in fondo, fossi rimasto il ragazzo stronzo che poteva
risolvere tutto con una bella scopata. Che palle!
Sentivo lo scorrere dell’acqua calda sui miei muscoli tesi e
pian
piano mi rilassai; decisi di terminare la doccia in fretta: velocemente
mi insaponai di nuovo il viso e tutto il corpo, e mi risciacquai in un
secondo. Spensi il getto della doccia e afferrai un asciugamano
portandolo subito sul torace e iniziai a sfregare la pelle bagnata.
Passai una mano sulle guance e sentii la barba un po’ ispida;
ma
non avevo voglia di tagliarmela in quel momento e decisi di rimandare
l’operazione all’indomani mattina. Con il telo
allacciato
in vita andai in camera e mi diressi verso il mio cassetto
dell’intimo. Indossai dei boxer neri di D&G e mi misi
a letto.
Nonostante fosse stata una giornata lunga e stancante sotto vari punti
di vista, non riuscivo a prendere sonno, turbato al pensiero che lei
fosse ancora arrabbiata con me. Fin da piccolo, ero stato abituato a
vedere che i miei cercavano di risolvere una situazione difficile o
tesa prima di andare a dormire. Mia madre aveva sempre affermato che
“la litigata va risolta nella giornata”, sostenendo
che non
bisognava mai far tramontare il sole su una lite, perché
pian
piano esso sarebbe potuto tramontare anche sulla relazione,
distruggendola irrimediabilmente.
Ero nervoso a causa della tensione con Bella e insoddisfatto e
frustrato per il termine della serata; mi trovavo girato su un fianco
osservando come ipnotizzato la porta della camera, sperando di vedere
la maniglia abbassarsi per poi aprirsi da un momento
all’altro. E
quando finalmente vidi sul serio la maniglia abbassarsi e la porta
spalancarsi, d’istinto, e non so neanche io
perché, chiusi
gli occhi e feci finta di dormire.
Che razza di codardo che ero! Sapevo benissimo che il mio comportamento
infantile non avrebbe potuto evitare a lungo il nostro confronto, ma
solo rimandarlo di un pochino; ma in qualche modo volevo prima studiare
le sue reazioni, per cercare di comprendere il suo stato
d’animo.
Si era tranquillizzata? O era ancora arrabbiata? Se sì,
più a causa mia o di Jasper?
La sentii entrare pian piano, probabilmente cercando di fare attenzione
per non svegliarmi; e poi la sentii armeggiare nei cassetti della
biancheria e chiudersi in bagno.
Una volta uscita dalla camera, con uno scatto di reni mi sollevai sul
letto appoggiando i palmi all’indietro e sospirai nervoso.
Non
sapevo nemmeno io come comportarmi con lei, non mi ero mai ritrovato in
una situazione del genere prima d’ora… da un lato
avevo
voglia di parlarle per chiarire tutto, ma dall’altro
pretendevo
che fosse lei a fare il primo passo, a scusarsi, anche
perché se
l’era presa con me senza motivo… Maledetto
orgoglio!
Sentii dei rumori nell’altra stanza e velocemente ritornai
disteso sul fianco.
Dopo poco la porta del bagno si aprì, e sbirciando con un
occhio, la vidi avvolta nella famosa e super sexy camiciola nera e
avvicinarsi al letto. Perfetto! Borbottai tra me e me.
Mi immobilizzai immediatamente, forse un po’ troppo per uno
che
in teoria avrebbe dovuto dormire tranquillo… ma comunque era
piuttosto buio e mi rincuorai pensando al fatto che lei, un
po’
sulle nuvole, non lo avrebbe di certo notato.
Bella si infilò nel letto ma purtroppo rimase il
più lontana possibile da me, girandosi sul fianco a sua
volta e
dandomi la schiena. Ok, avevo recepito il poco velato messaggio: era
ancora molto arrabbiata. Uff!
Non resistetti a lungo anche perché volevo evitare
l’insorgere di ulteriori discussioni con lei…
perciò, tentai un approccio prima sul piano fisico che
verbale… facendo finta di muovermi nel sonno, mi
avvicinai
un po’ di più, poggiandole un braccio sulla vita.
Purtroppo non gradì la mia vicinanza: si irrigidì
di
colpo e pian piano cercò di allontanarsi, girandosi supina.
Sicuramente lei era una gran testarda, ma io ero molto più
cocciuto di lei: avevo deciso di sistemare la questione al
più
presto, toccarla mi mancava troppo!
Mentre Bella si voltava per cambiare la sua posizione, la mia mano,
dapprima appoggiata all’altezza della sua vita,
scivolò
sulla seta finendo ‘involontariamente’ su uno dei
suoi
seni… naturalmente, al contatto con quella soffice
rotondità, la mia eccitazione, già
leggermente
sveglia dopo averla vista con la camiciola e averla sentita distendersi
nel letto, si svegliò prepotentemente. Dio se la desideravo!
La sentii trattenere il respiro e piano sollevò la mia mano
dal seno e la fece scivolare di nuovo sulla sua vita.
Be’ era già un fatto positivo che non
l’avesse tolta
completamente… forse un po’ le era passata, o
forse si era
semplicemente resa conto di aver esagerato…
l’importante
era l’aver ristabilito un contatto fisico, che mi
regalò
una scarica di brividi.
Dopo un periodo che mi parve eterno e in cui non avevo più
osato
muovermi, la sentii girarsi sul fianco, per posizionarsi infine di
fronte a me. Ero sicuro che mi stesse guardando, sentivo il suo intenso
sguardo perforarmi… ma non potevo palesarle di
essere
sveglio. Sentii che si stava avvicinando al mio volto e la sua mano
passò tra i miei capelli in una dolce carezza, per non
svegliarmi. Poi sentii le sue labbra sulla mia fronte e sul mio naso,
sempre molto delicate e leggere. La mia piccola!
Non resistetti più e spalancai gli occhi, facendola
sussultare spaventata.
-Sc-scusa… non volevo svegliarti- balbettò
imbarazzata.
Continuai a fissarla senza fiatare… non sapevo esattamente
cosa
dirle… di certo non volevo continuare la discussione, ma non
potevo nemmeno lasciar correre: quello era il momento perfetto per
cercare una riconciliazione. I suoi occhi brillavano nel buio della
notte e anche nella penombra creata dalla luna lei era…
bellissima!
Ad un certo punto il mio sguardo fu attirato da un lieve
balenìo: vidi qualcosa che luccicava sulla sua guancia e mi
accorsi che stava piangendo. La mia piccola stava piangendo! Oh no!
Raccolsi la lacrima che avevo notato sulla sua guancia arrossata con le
mie labbra, e il suo dolce profumo mi investì, facendo
cadere
tutte le barriere del mio stupido orgoglio. Che scemo che ero! Tanta
agitazione e nervosismo nel cuore per una sciocchezza! La soluzione in
realtà era talmente semplice: avrei dovuto solamente
rivelarle
ciò che stavo provando io, aprendole il mio animo; esisteva
un
modo migliore per ottenere la sua fiducia?
La abbracciai con il cuore in gola e mormorai al suo orecchio: -Mi
dispiace, amore mio! Mi dispiace!-. Appena queste parole uscirono dalla
mia bocca, iniziò a singhiozzare disperata. Continuai ad
accarezzarla per cercare di calmarla e intanto le baciavo con tenerezza
infinita i morbidi e profumati capelli. Mi dispiaceva vederla
così agitata e triste, e cercavo di fare del mio meglio per
calmarla, con mille baci e lievi carezze… ma ero contento
della
situazione, perché ero sicuro che ogni incomprensione della
serata fosse ormai alle nostre spalle.
Quando si calmò, si staccò un po’ da me
per guardarmi.
-Scusa Edward per come ti ho trattato… sarei bugiarda se ti
dicessi che… non volevo dire quelle cose, perché
in quel
momento le pensavo. Ma ora che è passata la rabbia mi rendo
conto che sono stata ingiusta con te… che tu cercavi solo di
calmarmi. Ma davvero non riesco ancora a capire
perché sei
così convinto e determinato a difendere Jazz
anziché tua
sorella!- mi confessò sincera, con la voce ancora tremolante
per
il pianto. Sospirai forte, contemporaneamente felice per le sue parole
e sperando di essere in grado di dare un senso logico al mio discorso,
dato che la mia razionalità, a stretto contatto con il
sensuale
calore del suo corpo, andava ogni volta a farsi un lungo giro.
-Bella, io non difendo Jazz per come si è
comportato…
questo non potrei mai farlo! Stavo solo cercando di farti capire che
comprendo il suo atteggiamento perché fino a poco tempo fa
io
stesso mi comportavo così…- mi interruppe.
-Sì Alice mi ha riferito tutto quello che le hai spiegato
stamattina. Assurdo! Ero andata per consolarla e alla fine era lei che
cercava di far ragionare me. Scusami ancora Edward…- mi
pregò affranta.
Il mio nome sulle sue labbra mi faceva fremere di desiderio e ora
facevo fatica anche solo a ricordarmi come fosse nata la discussione.
-Non fa nulla, piccola… l’importante è
che tu abbia
capito quello che volevo spiegarti. Come sta Alice?- le chiesi.
-E’ addolorata e arrabbiata… con se stessa! Ti
rendi
conto? Non con mio fratello… ma con se stessa,
perché si
reputa l’unica responsabile del suo comportamento! Sta male
perché immagina quanto stia soffrendo lui!- sorrisi
comprensivo… era tipico di Alice pensare prima agli altri e
poi
a se stessa.
-Cos’hai da ridere? Guarda che anche lei soffre tantissimo.
Senti, non voglio rivangare i tuoi comportamenti passati… ma
sai
benissimo ormai quanto io soffrissi ogni volta che ti vedevo con
qualcun’altra… e oggi è successo a tua
sorella.
Quindi, come puoi ben immaginare, è una cosa che mi tocca
molto
da vicino e forse è anche per questo che mi sono sfogata con
Jasper! Sì, perché almeno tu ti comportavi in
quel modo
inconsapevolmente, non essendo conscio di tutto il dolore che mi
provocavi! Invece… invece lui l’ha fatto proprio
apposta, sapendo che comunque stava ferendo la ragazza che
ama e
solo per scaricare la sua frustrazione. Per non parlare poi della
stupida frase che le ha propinato dopo averla baciata!
L’apoteosi
dell’idiozia maschile! Sono proprio queste le cose che mi
fanno
veramente incavolare come una iena. E non riuscirò a
perdonarlo
tanto facilmente! Vedi… Jasper è sempre stato un
dongiovanni, ma mai cattivo! Ha sempre parlato chiaro con le varie
ragazze e non ha mai illuso nessuno… stasera
invece… boh,
non sembrava neanche lui!- affermò accorata e triste. Chiusi
gli
occhi per non farle vedere quanto male mi avessero appena fatto le sue
parole. Soffrivo ancora molto al pensiero del dolore che ero riuscito a
provocarle in poco tempo. Cercai di riprendermi e di spiegarle la mia
visione della faccenda.
-Bella, io capisco il tuo punto di vista, ma vorrei che non litigassi
con Jasper. So quanto siete legati e quanto tu odi quando siete
separati da delle incomprensioni. Ti assicuro che anche lui sta molto
male perché pensa di averti deluso. Quando te ne sei andata
io e
Jacob siamo tornati da lui ed era in uno stato pietoso. Lo abbiamo
fatto parlare tanto e ho capito quanto sia innamorato di Alice. Non me
la sono sentita di dirgli quello che Alice prova per lui,
perché
è una cosa che devono risolvere da soli…
soprattutto
Alice deve riuscire a lasciarsi andare… ma gli abbiamo fatto
capire che se mia sorella ha reagito così quando
l’ha
baciato e poi l’ha visto con Jessica non è di
certo
perché non gliene frega niente di lui. Pensavo che il nostro
amore fosse unico da quanto è grande e forte ma sono
tutt’ora convinto che in questa casa ci siano altre coppie
che
provano i nostri stessi sentimenti, con la medesima
intensità.
Jasper emanava disperazione da ogni poro e non credo proprio che si
senta orgoglioso per come si è comportato questa sera. E se
avessi anche solo cercato per un attimo di capire il suo dolore
anziché accusarlo di menefreghismo, forse te ne saresti
accorta
anche tu!- la rimproverai dolcemente. Doveva capire che a soffrire in
quel momento erano in due, e paradossalmente questo ci dava la speranza
che le cose avrebbero potuto sistemarsi per il meglio.
Abbassò gli occhi affranta. -Hai ragione…
scusa…- sussurrò.
-Guarda che le scuse non le devi fare a me. Sarà meglio che
domani tu cerchi di parlare con Jasper con calma, cercando di chiarire
la situazione… e poi se non fate pace come pensi di poter
fare
da cupido a quei due? Ci vorrà una trovata delle tue per
farli
riavvicinare!- la presi in giro per farla sorridere. Ci riuscii: mi
fece un enorme sorriso e sfregò il suo nasino contro il mio.
Mi
sciolsi in quel dolcissimo gesto.
-Non ti assicuro che le cose con Jasper si risolveranno presto, ma ti
posso promettere che ci proverò… molto,
però, dipenderà da come continuerà a
comportarsi
lui…- mi spiegò seria. Ok ora basta, non era
giusto che
nei casini ci finisse anche il nostro rapporto, noi avevamo
già
avuto le nostre gatte da pelare e in fondo alla fine ce
l’eravamo
cavata da soli!
La baciai dolcemente… ritrovare le sue labbra dopo quella
odiosa
litigata fu dolcissimo. La sua bocca si aprì leggermente e
la
mia lingua si insinuò alla ricerca della sua. Iniziammo un
gioco
che ormai conoscevamo bene ma che non ci sarebbe mai venuto a noia.
Anche se non mi sarei mai staccato da quella bocca, mi resi conto che
Bella doveva essere molto stanca. Cercai di calmarmi, avremmo avuto
tanto tempo…
-Ora cerchiamo di dormire un po’ che ormai sarà
quasi
l’alba e devi essere stravolta- le sussurrai e il fatto che
non
cercasse nemmeno di replicare mi diede ulteriore ragione. Mi
costò enorme fatica staccarmi dalle sue morbide e calde
labbra,
ma sentivo che era ancora troppo sconvolta dall’accaduto per
lasciarsi andare con me; e io non avevo voluto insistere, in un
atteggiamento che avrebbe potuto sembrare una forzatura da parte mia.
Si addormentò tranquilla sul mio petto, tra le mie braccia
dopo
pochi minuti e subito la seguii anch’io, sereno e felice di
aver
risolto ogni incomprensione con la mia ragazza.
Ad un tratto mi svegliai di soprassalto, con un respiro affannoso e un
battere impazzito e furioso di un cuore a me vicino: sobbalzai cercando
di comprendere cosa stesse accadendo, mentre mi sforzavo di tenere le
palpebre aperte per mettere a fuoco la situazione. Ancor prima di
capire per bene la faccenda, ero consapevole della maggiore vicinanza
di Bella al mio corpo, che praticamente si era abbarbicata a me con
tutta se stessa, creando un groviglio quasi inestricabile. Quando mi
sembrò di riemergere del tutto dal mondo dei sogni, percepii
compiaciuto che le mani di Bella stavano vagando lungo il mio corpo
riempiendomi di carezze e tocchi mozzafiato… la mia
bambolina
coccolosa!
Si era aggrappata al mio petto, circondandomi i fianchi con le gambe e
avvolgendomi il collo con le braccia, mentre la sua bocca ansimava sul
mio collo…
Oddio, che risveglio! Oppure stavo sognando?!
Già già, stavo sognando… sarebbe stato
molto
più probabile, in effetti… solamente il mio
cervello da
maniaco pervertito poteva farmi avere un sogno così vivido e
intenso… e ovviamente il mio amichetto, a differenza mia,
era
ben sveglio!
Mmm Bella, amore… sì, adoro quando mi lecchi il
collo… così, piccola… Oddio, Bella, mi
fai
impazzire con quella lingua!
Sì non c’era dubbio, stavo sognando: Bella stava
usando la
sua bocca carnosa in modo così provocante e disinibito su di
me
come non l’avevo mai sentita fare… facendomi
eccitare da
matti! Sì, sì, doveva trattarsi di un bellissimo
sogno… anche se… anche se…
Bella mi tolse ogni dubbio quando sentii la sua mano sopra i boxer
afferrare con decisione il mio sesso già duro e gonfio; la
sua
presa improvvisa e vigorosa mi svegliò del tutto e mi
ritrovai,
come lei, ansimante e con il cuore a mille.
Stupito ma compiaciuto dal suo gesto così audace, iniziai a
rispondere alle sue sensuali carezze e ai suoi tocchi mozzafiato: ero
in trance, non avevo mai sentito la mia gattina
così…
pantera!
-Ahh Bella…- mugolai dal piacere accarezzandole la schiena e
cercando di cambiare le nostre rispettive posizioni per prendere le
redini del gioco. Le mie mani scivolavano morbide e audaci lungo quella
scollata camiciola fino ai suoi fianchi, dove aumentai la presa per
voltarla e posizionarla sotto di me. Finalmente ero su di lei e non
vedevo l’ora di ammirare lo splendore dei suoi occhi in
questo
momento di piacere così intenso, così presi tra
le mani
il suo viso per osservare il suo sguardo… e restai
allibito…
Mi bloccai di colpo perché mi accorsi che Bella in
realtà… era ancora addormentata! Lei stava
dormendo e
stava continuando con le sue piacevolissime carezze su Cullen junior!
Oddio che situazione!
Oh povero me! Che dovevo fare adesso?!
E te lo chiedi, Edward?!, mi insultò il mio cervello da
maniaco. Effettivamente…
Pervertito!, mi accusò la mia coscienza. Oops! E’
vero…
Goditi le carezze, idiota! Bè, quasi quasi…
Pazzo! Svegliala! Già, già, lo so…
dovrei proprio…
Ma pazzo sarai tu! Non vorrai mica far finire questo paradiso, vero
Edward?! Carpe diem! Ehm ehm... non hai tutti i torti… mai
provata una goduria così…
Zitto, brutto maniaco! Lei sta dormendo, lo vuoi capire, cazzone? Non
vorrai approfittare di lei nel sonno, vero Edward?! Ehm no…
certo che no… coscienza di m…
Riemersi provatissimo dall’assurdo dialogo con me stesso, ma
mi
riscossi rapidamente rendendomi conto che, con estrema riluttanza,
avrei dovuto porre fine a quella piacevolissima situazione; e
nonostante avessi già deciso di fare la cosa giusta, non me
la
sentivo proprio di interrompere quel meraviglioso contatto, consapevole
che una volta sveglia, purtroppo lo avrebbe interrotto lei…
quindi decisi di non toglierle la mano dai miei boxer e di svegliarla
solamente, e iniziai a chiamarla il più dolcemente possibile.
-Bella… amore… svegliati…- bisbigliai
con la voce roca, cercando di scuoterla lievemente.
-Mmm… Edward… ancora…-
mugugnò in risposta, ancora in preda al sonno e…
agli ormoni.
Oh Cristo santo! Qui mi dovevo dare una mossa! Decisi di tralasciare
l’eccessiva gentilezza, altrimenti non sarei riuscito a
salvaguardare la mia sanità psicofisica.
-Bella… svegliati! Svegliati!- esclamai con un tono di voce
più elevato, dandole un tenero morsacchiotto sul nasino
impertinente. Al mio tocco di canini finalmente si riscosse e
iniziò a sbattere le palpebre con un lamento infastidito.
-Edward! Ma… che ti prende?!- mormorò seccata e
insonnolita.
Ah, questa poi! Che prende a me?! E lei allora, che stringeva ancora
con una mano il mio migliore ed eccitato amico?!
ANTEPRIMA CAPITOLO 37
Ad
un tratto si sollevò leggermente e posizionò la
sua mano
sulla spallina della camiciola, mentre mi osservava con due smeraldi
splendenti.
-Posso..?- mormorò con voce piena di ammirazione e
timidezza.
Ero pronta a farmi vedere nuda da lui? Mi stavo godendo quegli istanti
meravigliosi, abbandonata alle sue carezze, persa nel piacere che mi
stava donando; ero felice di condividere con lui un momento
così
importante: entrambi avevamo bisogno di prendere confidenza con i
nostri corpi nudi.
In quell’istante non provai né vergogna
né
imbarazzo: ad un tratto sentii solo l’acuto desiderio di
mostrargli il mio seno nudo… e annuii alla sua richiesta. E
lui
accolse la mia risposta con un sorriso colmo di gioia, che gli
illuminava il viso e l’anima. Mio Dio, era meraviglioso e
bellissimo! Come un lampo si avvicinò alla mia bocca e mi
donò un casto bacio.
-Ti amo!- esclamò con voce emozionata e ricca di passione.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Abbiamo notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una
nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio il
loro punto di vista.
cap. 37
Buongiorno a tutte!
Eccoci con un nuovo capitolo!
Con questo chappy
speriamo vivamente di non deludere le vostre aspettative!
Cosa succederà
ai nostri piccioncini? Bella proseguirà quello che ha
iniziato nel sogno?
Bè non vi resta che leggere per saperlo!
Ringraziamo tutte le lettrici che ci seguono!
Vi lovviamo tantissimo!
A inizio capitolo troverete, come la volta precedente, il link per
accedere direttamente al capitolo con rating rosso.
Le recensioni che avrete piacere di lasciarci potete postarle su questo
link o sull'altro, ma noi risponderemo a tutte indifferentemente sul
link della storia originale, sempre naturalmente nel prossimo capitolo.
Che altro dire se non: BUONA LETTURA da IsaMarie
e sara_cullen!
porporina:
ciao
tesoro! Non sai quanto siamo felici sapendo che il chappy è
ti
è piaciuto da morire! Vedrai che questo non ti
deluderà!
Però forse ti farà venire un po' calduccio! A
presto
baciotti e grazie! MaRtA HaLe: ciao
moreeee!!!! Bentornata! Imaginavamo che la tua connessione di avesse
lasciata a piedi perchè lo sappiamo che non ci
abbandoneresti
mai e poi mai! Eh sì intanto che non c'eri le cose si sono
surriscaldate un po' e ora goditi l'hot!
Per il tuo Jasper non ti preoccupare che anche se lo maltrattiamo un
po' poi faremo in modo che si farà perdonare da tutte voi!
Bacioni e alla prossima (speriamo!). Quando non ci sei ci manchi
tantissimo! Grazieeeee!!! Austen95: ciao
cara! Vedrai che in questo chappy il nostro Eddy non sarà
più tanto povero! XD!!!! Bacioni e alla prossima! Grazie! Incondizionatamente:
ma ciaooooo!!!! Anche noi ti adoriamo! Come
si fa a non compiacersi, con i complimenti che ci fai sempre? No, non
si può proprio farne a meno! E poi tu e il
‘polaretto’ di Edward ci fate sganasciare
letteralmente!
Vedrai che in questo capitolo ti accontenteremo del tutto! Preparati ad
avere caldo! Bacioni!
Moni68:
ciao tesoro! Certo che ci puoi consigliare delle fiction, anzi
a noi fa solo che piacere perché siamo entrambe accanite
lettrici e divoriamo tutto! Quella che ci hai consigliato
l’ho
letta subito (Sara non ha ancora avuto tempo). Ti ringrazio
infinitamente perché è bellissima, anche se ho
pianto
come una fontana! Bene, torniamo a noi! Guarda ti capiamo perfettamente
per il caldo eccessivo che ti viene a leggere, figurati a
noi…
La scena della doccia è venuta in mente a Saretta mia, che
ha
sempre queste splendide idee per farvi venire un infarto, quindi
ringraziatela se dovete ricorrere al dottore! Ti frena il fatto che sia
piccolo? Nooooo, noi non ci poniamo proprio il problema! Siamo troppo
assatanate e poi anche se non fosse maggiorenne varrebbe la pena finire
in galera per lui, non credi? Bé ora abbiamo sparato anche
troppe cazz… Non ti tratteniamo più e ti lasciamo
andare
a goderti questo piccolo capitoletto caliente! Bacioni e alla prossima!
Grazie!
Ed4e:
ciao!
Notiamo con piacere che il chappy è stato di tuo gradimento!
Ora
goditi quello che naturalmente non sarà più un
sogno e
poi ci dirai che ne pensi! Bacioni e grazie!
marilenacappucci:
ciao mary! Mi spiace ma non ti possiamo inserire nel chappy al posto di
Bella perché dovresti picchiarti duramente con tutta la fila
che
aspetta impaziente il suo turno, comprese le autrici, naturalmente!
Anzi… le autrici sono le prime! XD! Certo che dormissimo
vicino
ad Edward anche noi diventeremmo sonnambule! Anzi no! Non
l’avrebbe proprio fatto dormire! Sì ora le cose si
fanno
più piccantine! Alla prossima! Baci e grazie!
ashar:
ciao carissima! Eh sì Bella ha fatto un sogno che
è
diventato un tantino reale! Hai proprio ragione comunque! Anche noi non
avremmo dormito con lui accanto! Cullen jr in questo capitolo
sarà ancora più contento! E poi comunque anche se
Bella
non lo volesse, non penso che rimarrebbe senza coccole. Ci penseremmo
noi! Mio Dio tra il nuovo titolo e il cervello di Jasper fra un
po’ cadiamo dalla sedia dal ridere! Sei un mito! Bacioni e
alla
prossima! Grazie!
Nerak:
ciao Karen, tesoruccio nostro! Contente che il chappy ti sia piaciuto e
ancora di più per il fatto che ci chiedi un pov Jasper o
Alice.
Era proprio questo il nostro intento: far affezionare voi lettrici a
questa coppia che noi consideriamo super, quasi al pari di Bella e
Edward! I loro pov ci saranno tra qualche capitolo, ma prima vi
spiegheremo, attraverso altri pov e conversazioni, come la pensano nei
minimi particolari, non ti preoccupare. Bacioni e grazie!
Giada
is owned by Edward:
ciao Giada! Per Jasper no ti preoccuapre che prima o poi si
farà
ampiamente perdonare! Bella ha l’ormone impazzito, ma quando
è sveglia si fa un po’ frenare dalle sue paure e
insicurezze, ma nel sonno, la sua coscienza è libera di dare
sfogo a tutte le sue voglie! Per quanto riguarda Edward…
poverino in fondo è un ragazzo giovane! E’ anche
normale
che non abbia avuto voglia di interrompere quel piacevole contatto! E
come biasimarlo? Alla fine siamo felici che il chappy ti sia piaciuto e
ora goditi questo! Bacioni e grazie!
fabyp:
ciao tesoro! Non ti arrabbiare che in questo capitolo ci rifaremo per
averti lasciata a bocca asciutta nel precedente! Almeno lo speriamo! In
quanto alla situazione, bé… tu faresti la stessa
cosa che
faremmo tutte noi: violentarlo (naturalmente nel senso buono del
termine)! Per Jasper ed Alice hai ragione, mancano solo loro, ma non ti
preoccupare prima o poi, rimedieremo! Grazie milleeeee!!! Bacioni!
vampirettafolle:
ciao
tesoro! E sì ci siamo! O forse no? Bè leggi il
capitolo e
poi ci dirai se è quello che ti aspettavi o no! Ma
soprattutto
se ti è piaciuto! I boxer di Edward, come pure la doccia
è un’idea di Sara! E’ una esperta in
questo genere
di descrizioni, proprio per far salire l’ormone a voi
lettrici!
Per quanto riguarda le tue domande, non ti possiamo rispondere
perché ancora devono succedere un sacco di cose, ma se avrai
la
pazienza di continuare a seguirci sappi che non te ne pentirai perche
devono succedere ancora un sacco di cose! Bacioni a presto! Grazie!
vanderbit:
ciao more! Contente che il chappy ti abbia divertito e che ti sia
piaciuto! Edward, poverino, era tremendamente indeciso, ma come dargli
torto? E’ in astinenza da parecchio… Bella si
mette a
letto con quella camiciola supersexy… e come colpo di grazia
gli
zompa addosso mentre dorme! Un altro non si sarebbe fatto tanti
scrupoli! Non ti preoccupare, questo chappy ti farà
accaldare!
Bacioni e grazie!
Lalayasha:
ciao Ross! Vabbè se volevi solo intimorire Jasper allora hai
campo libero! Ma non torcergli un capello! Addirittura meglio Tanya che
Jessica? Ma dai! Almeno Jessica è innamorata da una vita di
Jasper, invece Tanya basta che respiri e le va bene anche una pietra! I
nostri piccioncini li abbiamo fatti chiarire subito perché
non
sopportiamo che litighino! E’ più forte di noi!
Hai
proprio ragione col risveglio che ha avuto, Edward non ci pensa nemmeno
più alla lite! E ora è arrivato il momento tanto
sospirato da tutte voi! Grazie e un bacione! Alla prossima!
bellad93:
ciao carissima! Non ti preoccupare! I nostri piccioncini prima di
uscire dalla stanza la metteranno un po’ a soqquadro! E anche
per
un po’ di ore! XD! Bacioni e grazie!
giova71:
ciao tesoro! Non ti preoccupare la notte porterà buonissimi
frutti… e non solo la notte! Bacioni e grazie mille!
Stavo
così bene! Ero così felice!
Ma poi la voce di
Edward mi
aveva ridestato dal mio sogno stupendo e mi ritrovai mezza addormentata
e infastidita con lui perché mi aveva svegliata. Mi lamentai
con
un borbottio irritato; finalmente, con la massima sorpresa, mi accorsi
della situazione altamente imbarazzante: la mia mano destra stava
stringendo… stava stringendo…
ODDIODDIODDIO!! Oh
povera me!!
Di scatto mi
ritrovai seduta sul
letto con una mano sul cuore, che intanto stava battendo furiosamente,
e l’altra sulle labbra, per cercare di chiudere la mia bocca,
incapace di formulare un pensiero o un’azione coerente. Non
riuscivo a sollevare il mio sguardo, mentre nel frattempo sentivo
Edward ridacchiare in modo non molto discreto… io ero certa
di
aver battuto ogni record: sentivo le mie guance scottare in maniera
drammatica e credo tuttora che in quel momento avessero raggiunto una
nuova tonalità, probabilmente color magenta.
Oh merda, che
situazione!
Chissà cosa stava pensando di me! Mi avrà presa
per una
pazza assatanata… oh Gesù! Che figura!
Una tenera carezza
mi
sfiorò il viso e sentii le sue dita sollevare il mio volto;
mi
incatenai ai suoi occhi carichi di passione e desiderio.
-Tutto bene,
piccola?- si
preoccupò per me, tenerissimo come sempre. Certo tutto bene,
Edward! Fammi solo un favore: dammi una pala, che inizio a scavare
esattamente in questo punto… se inizio subito, a ora di
pranzo
potrei anche trovarmi in Cina…
-Non devi
imbarazzarti troppo,
tesoro! Non preoccuparti; non è successo nulla di male, non
credi?- sussurrò con quella voce dolce come il miele. Eh
certo,
nulla di male, per una pervertita come me!
-Bella, mi
rispondi, per
favore?- continuò con il suo sorriso sghembo, quello da
infarto
assicurato. Bene, ottimo! Ero una ninfomane sotto infarto, ora!
-Ehm…
scu-scusa…- mormorai balbettando.
-Ma
perché ti stai
scusando?- si stupì. Che domanda! Lo osservai incredula: sul
serio non si era accorto di nulla?
-Bella, non devi
scusarti… te lo ripeto, va tutto bene…-
ribadì con
voce intensa e sensuale, mentre mi guardava con gli occhi carichi di
desiderio. Oops! Se n’era accorto, eccome!
-Ma Edward!-
sbottai piena di
vergogna; -Ho esagerato! Mi avrai presa per una maniaca!- confessai
abbassando il mio sguardo imbarazzato. Per tutta risposta lo sentii
ridere di cuore e iniziai a guardarlo perplessa.
-Ah ah ah! Se tu
sei una
maniaca, io cosa sono allora? Te lo garantisco, Bella, credimi: sono io
il pervertito tra noi due! Pensa che mi ero accorto di tutto, ma non
avevo proprio voglia di svegliarti, altrimenti tu avresti tolto la tua
mano da lì…- mi rivelò con una punta
di imbarazzo.
-Tranquilla, tesoro, mio! Il desiderio del sesso è una cosa
ovvia e naturale tra due persone che si amano…-
spiegò
mentre mi attirava sul suo muscoloso e accogliente petto. -Vieni qui,
piccola mia… sei troppo lontana! E io ti voglio sentire
addosso
al mio corpo…- mormorò mentre con il suo naso
dritto e
perfetto sfiorava il mio. -Ti amo!- soffiò poi sulla mia
bocca,
fermandosi a mezzo centimetro dalle mie labbra.
-Ti amo
anch’io!- risposi
colmando l’eccessiva distanza tra di noi. Iniziò
con un
bacio tenero e io mi persi tra le sue labbra carnose e morbide, mentre
la sua barba, leggermente ispida ma non sgradevole, sfiorava il mio
volto a tratti.
Chiusi gli occhi e
il suo odore
così intenso e virile mi trasportò in
un’altra
dimensione; con naturalezza e impazienza socchiusi le mie labbra
diventate d’un tratto ipersensibili. La punta della sua
lingua
accarezzò l’interno del mio labbro superiore. Mi
strinsi
contro di lui, contro il suo petto così largo e possente,
così protettivo… e premetti il mio petto, avvolto
solamente da quel sottile strato di stoffa, sul suo torace nudo. Al mio
gesto Edward rispose aumentando il suo ardore: con un gemito soffocato
portò una mano sulla mia nuca per farmi avvicinare ancora di
più alla sua bocca avida ed esigente; l’altra mano
iniziò a muoversi rapida e leggera sulla mia schiena,
regalandomi una serie di brividi al suo passaggio.
Le nostre lingue
erano ormai
sempre intrecciate, incollate e inseparabili. I nostri respiri si
confondevano, i nostri ansiti si mischiavano.
Un’improvvisa
urgenza di
approfondire il contatto con la sua pelle mi fece portare le mani sul
suo petto nudo e muscoloso e iniziai ad accarezzarlo tutto.
-Ahh…
Bella…-
gemette con una voce roca e calda di desiderio. Il calore del suo corpo
mi fece pervadere da una nuova sensazione che mi diede una lieve
vertigine: volevo toccarlo ancora di più, essergli
più
vicina. Edward si lasciò sfuggire un altro gemito strozzato
di
desiderio, quasi un ringhio dal profondo della sua gola; e quel suono
mi fece impazzire. Abbassai il mio viso e iniziai a baciare e mordere
leggermente il suo pomo d’Adamo, mentre Edward mi accarezzava
le
braccia, il dorso, i fianchi. Mi spostai sul suo collo e sentii il suo
cuore martellare furioso, tanto quanto il mio. Ritornai sulle sue
labbra e le nostre lingue ricominciarono una eccitante battaglia.
Per carenza
d’ossigeno
staccammo di poco le nostre bocche; lui mi prese il viso tra le mani e
lo allontanò un momento per osservarlo. Anch’io lo
guardai: era rosso in volto, affannato e i suoi occhi verdi ardevano
dal desiderio. I nostri cuori battevano furiosamente e in un attimo, mi
prese per i fianchi e mi ritrovai sotto quel corpo meraviglioso.
-Sei stupenda!-
mormorò,
chinandosi di nuovo verso di me; ma invece di baciarmi la bocca mi
alzò il mento e mi baciò la pelle della gola; il
suo
gesto mi provocò un gemito di piacere che lo
infiammò
ancora di più. Abbassò ancora di più
la testa e mi
passò le labbra sulla curva del seno.
Immediatamente le
mie gemme si
risvegliarono sotto la leggera stoffa e diventarono sensibilissime.
Edward se ne accorse e pian piano cominciò a soffiare il suo
caldo respiro sopra di esse. Le sue labbra si appoggiarono con
delicatezza proprio lì e iniziò a riempirmi di
baci,
sopra la stoffa.
Io ero rapita,
ammaliata dai
suoi gesti così appassionati e insieme delicati, e non
riuscivo
a fare altro che passare e ripassare le mie dita sui suoi capelli
morbidi e profumati, lasciandomi sfuggire continui gemiti. Per quanto
fossero dei baci dolci e teneri, provai delle sensazioni veramente
intense.
Ad un tratto si
sollevò
leggermente e posizionò la sua mano sulla spallina della
camiciola, mentre mi osservava con due smeraldi splendenti.
-Posso..?-
mormorò con
voce piena di ammirazione e timidezza. Ero pronta a farmi vedere nuda
da lui? Mi stavo godendo quegli istanti meravigliosi, abbandonata alle
sue carezze, persa nel piacere che mi stava donando; ero felice di
condividere con lui un momento così importante: entrambi
avevamo
bisogno di prendere confidenza con i nostri corpi nudi.
In
quell’istante non
provai né vergogna né imbarazzo: ad un tratto
sentii solo
l’acuto desiderio di mostrargli il mio seno nudo…
e annuii
alla sua richiesta. E lui accolse la mia risposta con un sorriso colmo
di gioia, che gli illuminava il viso e l’anima. Mio Dio, era
meraviglioso e bellissimo! Come un lampo si avvicinò alla
mia
bocca e mi donò un casto bacio.
-Ti amo!-
esclamò con
voce emozionata e ricca di passione. Con delicatezza scostò
un
lembo della camiciola da notte e lo abbassò sulla spalla,
scoprendo un seno. Lo osservai, curiosa della sua reazione.
Subito notai la
vena sul collo
ingrossarsi e pulsare ritmicamente, mentre i suoi occhi scuri dalla
passione mi mostravano una marea di emozioni, intense come le mie.
Edward non smetteva di fissarmi il petto, come se fosse ipnotizzato da
quella visione.
-Sei bellissima,
una dea!
Posso… adorarti?- mi chiese, sfiorando con
l’indice la mia
gemma scoperta, mandandomi fuori di testa.
-Edward…
ti amo!- risposi, rendendo esplicita la mia voglia di lui.
-E io…
io ti adoro!
Vedrai quanto, piccola!- affermò, cominciando a muovere
delicatamente la sua mano sul mio seno.
-Edward!- lo pregai
mormorando
il suo nome dopo un po’ di tenere carezze; lui
recepì alla
perfezione la mia richiesta, che lo accese; e iniziò a
stringere
il seno scoperto. Quella sensazione mi fece impazzire: volevo
di
più!
-Baciami!- lo
implorai; e la sua
bocca si avventò sulle mie soffici colline. Quando schiuse
le
labbra e il suo calore avvolse la mia rotondità, gemetti dal
piacere e iniziai ad ansimare, come se avessi appena terminato una
corsa. Le mie mani si strinsero sulla sua testa e afferrandogli i
capelli lo costrinsi ad approfondire il suo contatto sul mio petto.
-Ahh…
sì…
Edward… così… mi fai impazzire!-
ansimai in preda
al piacere. Il mio gesto e le mie parole lo fecero infiammare ancora di
più: con una mano teneva a coppa il mio seno e
cominciò a
baciarmi in modo sempre più deciso e vigoroso;
mentre
l’altra mano fece abbassare l’altra spallina,
scoprendomi
del tutto il petto… e quasi credetti di svenire.
Non sentivo
nient’altro:
solo Edward e la sua bocca, le sue labbra, i suoi denti, la sua lingua.
Io rispondevo alle sue carezze e ai suoi baci con ansiti e gemiti,
incapace di fare altro.
La sua bocca
passò
finalmente sull’altro seno e gli dedicò le stesse
attenzioni che aveva riservato al primo. Ero in paradiso, e lui era il
mio angelo… e mi sentii sopraffatta da una gioia
così
intensa che avrei desiderato piangere. Lo amavo, lo amavo immensamente!
Edward
ricominciò a
baciarmi nell’incavo tra i seni, mentre la sua mano scese
verso
il basso, per finire sopra le mie mutandine; non mosse la sua mano,
come per farmi abituare a quella presenza.
-Non voglio
forzarti,
tesoro… ma… adesso mi piacerebbe moltissimo
accarezzarti
anche qui…- disse premendo la mano sulla stoffa delle mie
mutandine.
-Posso, piccola
mia?-
domandò ansioso. Le sue dolcissime parole mi avevano
dimostrato
un’ennesima volta in che modo profondo, delicato e intenso
lui mi
amasse, mi venerasse… era sempre attento ai miei timori, ai
miei
bisogni. E il mio bisogno in quel momento era sentirlo di
più,
perciò annuii con un cenno alla sua richiesta; mi rispose
con un
sorriso colmo di felicità e subito dopo le sue dita lunghe
ed
affusolate scivolarono sotto il leggero tessuto e cominciarono a
muoversi sulla mia intimità.
-Mmm…
Bella… sei
così… liscia… soffice…
morbida…-
sussurrò eccitato. Mi sfiorò e mi
accarezzò a
lungo, regalandomi mille brividi. Un profondo gemito uscì
dalla
mia gola e vidi Edward sorridermi con tenerezza e poi avvicinarsi alle
mie labbra.
-Sei
bellissima…
sì, lasciati andare…- sussurrò a mezzo
centimetro
dalla mia bocca; colmò l’esigua distanza e mi
baciò, facendo prendere posto alla sua lingua nella mia
bocca. E
io ricambiai il bacio in un modo che non avrei creduto possibile: la
mia lingua pretese il pieno controllo della sua e lui mi
lasciò
fare, mentre la sua mano prese a muoversi sempre più veloce
sulla mia intimità.
Quando mi accorsi
che stava per
approfondire il suo contatto nella mia parte più inviolata,
trattenni il respiro, e poi fui pervasa da una carica di piacere che
esplose in un grido.
-Sì,
così…
lasciati andare per me, Bella… così…-
sussurrò con una voce roca e profonda, mai udita prima. Per
un
istante restò fermo in quella posizione per farmi abituare a
quella dolce invasione; poi iniziò a muoversi dentro di me,
moltiplicando il mio piacere, finché non fui costretta a
chiudere gli occhi e a stringere le mie mani sulle lenzuola, come per
aggrapparmi a qualcosa. Dal mio ventre una bolla di puro godimento, mai
provato prima, si propagò fino alla mia bocca, fuoriuscendo
in
un ennesimo urletto di piacere. Non ero preparata a provare tutta
questa gioia immensa… era una sensazione così
profonda,
intensa… una cosa davvero inimmaginabile…
Senza esserne
consapevole, dato
che il mio corpo aveva assunto il pieno controllo anche sulla mia
mente, mi ritrovai ad assecondare i movimenti della mano Edward e dopo
poco un piacere immenso e appagante mi travolse. Con l’altra
mano
prese ad accarezzarmi i capelli e il viso, mentre le sue labbra si
appoggiarono delicate sulle mie.
Molto lentamente il
respiro e il
battito del mio cuore si calmarono, e io non ero mai stata
così
felice, amata e rilassata.
-Bella…-
continuò in un sussurro tenerissimo; -Ti amo!-.
-Ti amo
anch’io…
immensamente!- gli risposi sorridendo dalla felicità. Lui
avvicinò il suo viso al mio e la sua bocca fu ancora sulla
mia,
in un bacio dolce e delicato.
Chiusi gli occhi
per assaporare quel momento di pura gioia e intanto si
sdraiò al mio fianco.
Iniziai a muovere
la mia mano
sul suo petto nudo e lo accarezzai lentamente: le spalle larghe, i
pettorali muscolosi, gli addominali scolpiti, i fianchi, la leggera
peluria sotto l’ombelico che proseguiva più
giù,
sotto i boxer…
Notai con piacere
che la sua
reazione alle mie carezze era molto accentuata: continui brividi gli
ricoprivano la pelle, il suo respiro si fece man mano più
affannoso, e il cuore iniziò a martellare con frenesia.
Volevo
ricambiare ogni sua carezza, ogni suo bacio, ogni momento di estasi che
lui mi aveva donato con tanto amore.
Edward era una
visione stupenda:
supino, con la testa appoggiata al cuscino, gli occhi chiusi per
godersi le mie carezze e una sua mano che si muoveva indolente sulla
mia schiena. Io intanto, di fianco, lo accarezzavo, sottolineando con
le dita ogni suo muscolo perfetto, fino ad arrivare ai suoi capezzoli.
Iniziai a girare in
tondo,
compiendo cerchi sempre più piccoli; al mio tocco
aprì
gli occhi e quello che vi lessi mi mozzò il fiato: erano due
scure e profonde pozze di desiderio. Il mio sguardo scese sul suo
bacino e notai la sua notevole erezione, che implorava di venire
soddisfatta. E io lo volevo fare, più di ogni altra cosa al
mondo: volevo donargli almeno metà del piacere che lui aveva
appena regalato a me!
Sperai solo di
riuscirci…
Pian piano le mie
mani scesero
verso il suo ombelico e iniziai a giocare con l’elastico dei
suoi
boxer. In risposta al mio gesto, lui iniziò ad ansimare
più forte e io appoggiai la mia mano sopra la stoffa che mi
separava dal suo sesso: lo sentii alla perfezione e non riuscii a fare
a meno di mordermi il labbro inferiore per l’emozione che
entrambi stavamo provando. Lentamente cominciai a muovere la mia mano
sopra i boxer, aumentando pian piano la mia decisione e il mio vigore,
mentre Edward ansimava sempre più affannosamente.
Io ero divisa a
metà: da
un lato ero la solita Bella, timorosa e piena di imbarazzo;
dall’altro invece mi sentivo più audace, quasi
smaniosa di
vedere finalmente il mio Edward completamente nudo. Avrei tanto voluto
abbassagli quell’inutile stoffa e liberarlo da quella
costrizione
che lo faceva impazzire… ma chissà se sarei stata
abbastanza per lui? La voglia di vederlo felice mi fece superare il mio
imbarazzo.
-Edward…
posso?- chiesi
in un sussurro, muovendo leggermente la punta delle mia dita sulla
stoffa scura. Due laghi verdi e profondi mi trapassarono
l’anima
e un’espressione di gioia intensa gli attraversò
il
bellissimo volto.
-Bella…
io ti amo!-
riprese la mia risposta, per lasciarmi libera di fare ciò
che mi
sentivo, per far decidere a me. E io avevo già deciso cosa
fare… Dio, quanto lo amavo!
Con decisione
portai le mie mani
sull’elastico dei boxer e lui immediatamente, con un sorriso
che
gli illuminava il viso, sollevò il bacino per aiutarmi a
sfilarli; quando finalmente quell’inutile pezzo di stoffa fu
a
terra, non potei fare altro che trattenere il fiato…
Troppo, era troppo
bello! Era perfetto!
Edward mi guardava
terribilmente
eccitato e io decisi di non indugiare oltre, di non lasciarlo ancora a
lungo senza le mie carezze.
Appoggiai
la mia mano sul
suo inguine e iniziai a muovere le mie dita sul fulcro del suo piacere.
Con un sorriso e un gemito trionfante Edward si accasciò sul
materasso reclinando la testa sul cuscino, un po’
all’indietro e tenendo gli occhi chiusi e la bocca lievemente
socchiusa. Non esisteva nulla di più bello ed esaltante al
mondo… nulla! Ammirare Edward mentre stava provando piacere
era
uno spettacolo meraviglioso, assolutamente perfetto! Lui era perfetto,
in tutto!
Iniziai a toccarlo
in modo via via più audace, e intanto potevo vedere come
fremesse leggermente sotto le mie dita.
-Ahh…
sì…
Bella…- gridò scosso dalla frenesia. Io in teoria
sapevo
esattamente cosa e come fare… ma in quel momento lo stavo
solo
accarezzando; avrei invece voluto fare di più, ma avevo
paura di
non essere abbastanza brava per lui… temevo di non riuscire
a
fargli provare piacere…
Lui si accorse
della mia
esitazione e premuroso come sempre afferrò il mio volto tra
le
sue mani e incatenò il suo sguardo al mio.
-Tutto ok, amore?
Non temere, va
bene così, se vuoi fermarti… te lo giuro,
piccola, non
aver paura di deludermi, io sto bene…- le sue parole mi
tranquillizzarono un po’. Dio che stella, che era! Ma questa
volta non aveva capito, non volevo fermarmi… per nulla al
mondo!
-Edward, voglio
continuare!
Scusami tanto ma… non so… se io…
insomma…
se sto facendo bene… non so se sono tanto brava…-
balbettai arrossendo per l’imbarazzo. Alla mia spiegazione mi
parve di udire un sospiro di sollievo; poi mi avvicinò al
suo
petto caldo e profumato di uomo e mi circondò in un
abbraccio
mozzafiato. Per un momento restammo così, poi lui si
abbassò sul mio orecchio, causandomi una serie di brividi
incontrollati sulla schiena.
-Oh tesoro, non
devi
preoccuparti di questo! Ma se proprio vuoi… posso insegnarti
io…- mi propose in un sussurro roco. La sua frase mi piacque
da
impazzire. Annuii e immediatamente Edward afferrò la mia
mano,
la prese sulla sua e portò le nostre mani a circondare
nuovamente il centro del suo bacino.
Insieme iniziammo a
muoverci
lentamente, mentre Edward respirava in modo sempre più
affannoso, con il suo cuore che batteva sempre più furioso.
Insieme aumentammo leggermente il ritmo delle carezze; poi ad un certo
punto mi accorsi che la mano di Edward si era staccata dalla mia per
appoggiarsi ed accarezzare i miei capelli.
Continuai a
muovermi da sola,
sperando di proseguire a dargli piacere. Le mie paure svanirono come
neve al sole, quando Edward reclinò di nuovo la sua testa
sul
cuscino, chiudendo gli occhi e ricominciando a gemere forte. Sorrisi
tra me, comprendendo quanto fossero inconsistenti i miei timori. Mi
sentivo serena e felice, una donna sensuale e capace di soddisfare il
suo uomo. Decisi di osare un po’ di più e aumentai
leggermente la cadenza dei miei movimenti. In risposta, il corpo nudo
di Edward era scosso da lievi brividi e la sua voce, arrochita dal
godimento che stava provando, mi incitava a non fermarmi.
-Oh
Bella… Bella…-
sentirlo così preso da me aumentò la mia
felicità:
sorrisi inconsapevolmente e lui aprì gli occhi e
ricambiò
il sorriso, per rassicurarmi che andava tutto bene. Ad un tratto sentii
il corpo di Edward irrigidirsi e tremare leggermente.
-Oddio
amore…-
urlò scosso quasi in preda al massimo piacere. Volevo
regalargliene tanto, tantissimo! Volevo portarlo fino in fondo, come
lui aveva fatto con me: continuai ad accarezzarlo sempre più
forte, muovendomi ancora più velocemente, fino a quando
percepii
tutto il suo corpo tendersi al massimo per poi lasciare libero il suo
piacere sulla mia mano, mentre urlava: -Sì! Sì!
Ti amo,
Bella! Sìììì…-.
Che meraviglia! Ero
riuscita a far godere il mio ragazzo!
Continuai a muovere
la mia mano
in modo via via più lento e delicato, e quando lui
riaprì
gli occhi compresi quanto lui fosse felice e soddisfatto.
-Grazie, piccola
mia! Ti amo da impazzire!- mormorò sulle mie labbra.
-Oh
Edward… sono tanto
felice!- sussurrai annullando la breve distanza tra le nostre bocche
che si riunirono con tenerezza. Certo che ero felice: felice di avergli
donato così tanto piacere, di essere riuscita a compiacere
il
mio ragazzo. Edward mi prese e mi strinse fortissimo al suo petto.
Ci addormentammo
così, felici, appagati e tanto, tanto innamorati.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 38
Io iniziai ad agitare le mani per tentare di liberarmi, ma lui fu colto
da un momento di pazzia giocosa: sogghignando malignamente,
posizionò il pezzo del croissant che grondava nutella sul
mio
viso e mi spalmò tutta quella crema tra fronte, guance,
occhi,
naso, labbra… che spiritoso! Sicuramente dovevo essere un
bello
spettacolo, perché il bambinone, colto da un attacco di
risate,
lasciò il pezzo di brioche e cominciò a
sghignazzare
senza pudore.
Ero contemporaneamente irritata e divertita; ma poi vederlo
così
felice e sentire la sua risata spontanea che nasceva dal cuore mi
provocò mille brividi e una sensazione di profondo
benessere.
Cos’altro avrei potuto fare se non lasciarmi andare e
cominciare
a ridere di cuore anch’io?
-Sei bellissima!- esclamò ad un tratto guardandomi con due
smeraldi carichi di passionalità.
-Ma Edward! Scherzi?! Guarda come mi hai ridotto!- mi lamentai un
po’, facendo sporgere il labbro inferiore come una bambina
piccola. Come un falco, la sua bocca si avventò sulla mia e
la
sua lingua iniziò dolcemente a ripulirmi
dall’eccesso di
cioccolata sparsa sul mio viso.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di
essere seguite!
Abbiamo notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una
nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio il
loro punto di vista.
CAP. 38 EFP
Buongiorno a tutte!
Eccoci con un altro capitolo interamente dedicato alla nostra coppietta
preferita.
Ci sarà ancora la suddivisione in due capitoli per
il colore del rating, quindi a inizio prima del titolo troverete come
sempre il link per accedere al rating rosso per chi può o
chi avesse piacere di leggere la versione un po' più hot.
Siamo felicissime che il precedente sia piaciuto e speriamo di non
avervi deluso per il fatto che i nostri piccioncini non siano andati
fino in fondo. Ma ci è sembrato più realistico
andare per gradi visto il carattere e l'insicurezza di Bella. Le
recensioni sono state tutte positive, ma se qualcuna fosse rimasta
delusa o avesse qualche critica da fare, vi preghiamo di parlare senza
problemi e noi saremo felici di rispondere a tutti i vostri dubbi.
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite! BUONA LETTURA!
ashar:
tu
sei una pazza furiosa! Ma come ti vengono certe idee? Oddio non ce la
facevamo più dal ridere! Comunque con Sara abbiamo deciso
che
andremo noi a riprenderlo ma prima di rimetterlo a posto, ci giocheremo
un po'! Vuoi venire a giocare anche tu?
Grazie per i complimenti e ti lovviamo un casino! Bacioni al prossimo
chappy!
giova71:
ciao
gio! Eh sì Bella si è data proprio una smossa...
poteva
essere altrimenti con Edward, praticamente nudo nel letto? Noi pensiamo
proprio di no! Anzi non ci saremmo nemmeno addormentate! Grazie e
bacioni!
Lalayasha:
ciao
amore! Eh sì Edward è stato dolcissimo e molto,
molto
delicato. Noi saremmo capitolate del tutto, ma Bella ha ancora le sue
insicurezze. Vedrai che tra qualche capitolo capirai
perchè non si è lasciata andare del tutto. Questo
capitolo da come hai potuto vedere dalla nostra presentazione
è
un altro rating rosso, quindi ci sarà da surriscaldarsi! Ma
se
ne può fare a meno con Edward? No, proprio no! Bacioni e
alla
prossima.
P.S.: ma quando la posti la nuova shot? Non mi hai più fatto
sapere niente!
bellad93:
ciao! visto? Come promesso hanno
ravvivato l'atmosfera! Bacioni alla prossima!
vanderbit:
ciao
tesoruccio! Non si può proprio non venerarlo! E' vero che
è perfetto in ogni situazione e in questo chappy abbiamo
tentato
di renderlo il più delicato possibile, pur cercando di non
fargli perdere la sensualità e l'ardore che lo
contraddistinguono! E ora goditi quest'altro capitolo in cui una
giocosa colazione si trasforma..... Basta! Leggi e poi ci dirai! Per
quanto riguarda Alice e Jasper, saprai qualcosa nel prossimo capitolo,
ma non ti preoccupare che qualcuno prima o poi deciderà di
metterci mano! Bacioni e grazie mille!
barbara_f:
ciao
sposina! Grazie dei complimenti! Abbaimo cercato, in base al
carattere e alle paure di Bella di renderlo meglio possibile! Contente
di sapere che ci siamo riuscite! Bacioni e ancora grazie!
RenEsmee_Carlie_Cullen:
ciao! Hai proprio ragione! Infatti noi
siamo perse! Alla prossima! Bacioni!
Giada
is owned by Edward: bravissima
tesoro! Hai visto che ce l'hai fatta? Ti ringraziamo ancora
infinitamente di averci avvertite dei tuoi problemi di connessione
persino per mail! Sei dolcissima! Hai indovinato anche questo chappy
sarà hot! E ci sarà anche il pov di Edward
riguardante il chappy
precedente, anche se solo a grandi linee per non ripeterci. Per le
risposte alle recensioni non ti preoccupare, perchè qualche
minuto
prima di postare controllo sempre se c'è qualche recensione
aggiunta, e
come è già capitato, inserisco subito la risposta
sul chappy da postare
e poi invio. Quindi a meno che non arrivi la tua recensione dopo che ho
postato fai sempre in tempo. Comunque siamo felicissime che il chappy
ti sia piaciuto e su edward hai proprio ragione perchè io
così come lui
non ho mai avuto la fortuna di conoscerli... non mi esprimo per Sara,
perchè magari suo marito invece è proprio
così! Bacioni e ancora grazie!
Austen95:
ciao cara! Eh sì anche in
questo chappy... Bè buona lettura. Grazie e bacioni!
Nerak:
ciao
bellezza! Strafelici che il chappy ti sia piaciuto. Sì per
Bella è
stato molto imbarazzante, ma si è ripresa piuttosto bene,
no? Bè con
Edward al proprio fianco chi non si riprenderebbe? XD! Ci fai arrossire
con tutti i tuoi complimenti, però ci fanno proprio piacere.
Questo
chappy è un mix di pov Bella e pov Edward. Quindi riuscirai
a leggere i
vari punti di vista. Speriamo sia di tuo gradimento! Ci fa anche
piacere che la coppia Alice/Jasper ti piaccia: noi li adoriamo, anche
se li stiamo trattando un po' maluccio, e purtroppo non è
ancora finita!
Bacioni e alla prossima!
Ed4e:
ahhhhhh! Quanto ci fai felici che ti
abbia entusiasmato così tanto! Tu
non te ne fai un'idea.
Be'
allora senz'altro ti piacerà quest'altro momento ancora
tutto per loro.
Direi che dopo mille vicissitudini, se lo siano proprio meritato, no?
Di Jazz e Alice, saprai qualcosa di
più nel prossimo capitolo !
Bacioni e a presto! Grazie mille!
Acetona:
ciao
Bea! Non c'è bisogno che ti scusi per una mancata
recensione... ti
assicuriamo che non stiamo con il fucile puntato, ci mancherebbe altro!
Siamo felici che ti siano piaciuti entrambi i capitoli. Alice e Jazz
saranno spesso protagonisti dei capitoli, ma purtroppo la loro
è una
strada un po' difficoltosa, ma capirai meglio più avanti.
Comunque non
ti preoccupare che prima o poi... Bacioni alla prossima! Grazie mille
di tutto!
Mi svegliai con il
sole
già alto, e visto che Bella era ancora profondamente persa
tra
le braccia di Morfeo, decisi di fare una sorpresa al mio amore: andai
in cucina e velocemente preparai la colazione per entrambi; poi risalii
in camera, portando un vassoio colmo di brioches alla nutella. Nel
frattempo la casa restò immersa nel silenzio; probabilmente
tutti noi stavamo recuperando le ore piccole della nottata appena
trascorsa. E che nottata!
Mi emozionai al ricordo. Che situazione eccitante!
Svegliarmi in quel modo, con lei che, anche se inconsapevole
perché ancora addormentata, stringeva tra lemani il
‘piccolo’ Cullen! Ma, come avevo temuto, quando si
era resa
pienamente conto della posizione della sua mano, di scatto si era
alzata seduta sul letto con una mano sul petto e l’altra
sulla
bocca, imbarazzatissima. Tratteneva lo sguardo incollato al pavimento,
mentre le sue guance erano diventate color pomodoro maturo. In risposta
avevo ridacchiato leggermente. Che dolce però!
D’istinto avevo portato una mano sulla sua guancia color
ciliegia
e l’avevo sfiorata con una lieve carezza, sollevandole il
viso:
avevo desiderato guardarla negli occhi per rassicurarla,
perché
ero certo che, sciocchina com’era, si stesse facendo
chissà quali paranoie mentali.
-Tutto bene, piccola?- le avevo chiesto mezzo divertito e mezzo
preoccupato dal rossore intenso del viso che non accennava a scemare.
Io le stavo parlando, ma lei sembrava persa in un suo monologo
interiore. Chissà a cosa stava pensando! Mi sarebbe tanto
piaciuto poter leggere nella sua mente in quell’istante: e
forse
avrei scoperto che in realtà i suoi pensieri…
erano casti
tanto quanto i miei! Avevo sorriso al pensiero, e sorrisi anche in quel
momento, mentre la guardavo dormire completamente rilassata; era
meravigliosa, una visione mozzafiato: la bocca leggermente dischiusa,
le labbra rosse come due boccioli, le guance appena rosate, le palpebre
che terminavano in lunghe ciglia tremolanti…
Non resistetti oltre: mi stesi al suo fianco e iniziai ad accarezzarla,
mentre la osservavo immerso in pensieri non proprio casti e puri, e
ripensavo a lei la sera prima, rossa per la vergogna, che mi aveva
spiegato il motivo di tanto imbarazzo.
-Mi avrai presa per una maniaca!- mi aveva confessato, sempre
più rossa. Avevo riso di cuore alle sue parole. Lei una
maniaca?!E io allora?! Avevo voluto assolutamente tranquillizzarla.
Anche se un po’ avevo temuto di rivelarle per intero proprio
tutti i miei pensieri… quelli sì che erano degni
di un
erotomane pervertito!
-Ah ah ah! Se tu sei una maniaca, io cosa sono allora? Te lo
garantisco, Bella, sono io il pervertito tra noi due!- le avevo
rivelato con un tono giocoso, per cercare di alleggerire la situazione
e, mentre la tenevo stretta sul mio petto, l’avevo avvicinata
alla mia bocca per baciarla.
Il tenero bacio si era trasformato in pochissimo in un vortice di
passione, in cui io ero annegato con impazienza e piacere: in
quell’istante riuscivo a percepire solamente la
sofficità
della sua morbida collina,coperta da un impalpabile strato di stoffa
sul mio petto nudo, il calore della sua bocca sulla mia, la frenesia
dei nostri corpi avvinghiati.
Quando avevo sentito Bella approfondire il contatto del suo corpo con
il mio, la passionalità miera esplosa in un profondo gemito
di
desiderio, che era uscito dalla mia gola come un ruggito appartenente
ad un desiderio ancestrale. Le mani del mio angelo nel frattempo mi
toccavano, mi accarezzavano, mi sfioravano, donando al mio corpo
fremente una miriade di brividi e amplificando al massimo la mia voglia
di lei. Non esisteva nient’altro al mondo: solo io, lei e i
nostri corpi, travolti da un amore passionale che incendiava ogni
cellula del nostro organismo, della nostra anima.
L’avevo sentita tra le mie braccia: era fremente e calda di
passione, mentre rispondeva ai miei baci con carezze e tocchi
infuocati, infiammandomi sempre di più. Ad un certo punto
avevo
provato la pressante necessità di guardarla negli occhi, per
affogare in lei, per cercare di comprendere i suoi più
intimi
desideri. E quando avevo letto in quelle due pozze scure e ardenti una
passione immensa, tale e quale la mia, ero impazzito per lei. Era
stupenda, bellissima, era la creatura più sensazionale che
esistesse nell’intero universo. Lei era tutto per me, tutto.
-Sei stupenda!- avevo sussurrato abbassando il mio capo dapprima sul
suo profumato collo e poi chinandomi sulla morbida rotondità
del
suo seno, mentre la sentivo sempre più prigioniera delle mie
carezze, dei miei baci infuocati, del mio corpo audace e prepotente.
Comprendere che la mia ragazza, la mia donna era così rapita
e
abbandonata tra le mie braccia, mi aveva fatto impazzire; una forza
primitiva mi aveva imposto di volere di più, di bramare in
modo
intenso e possessivo il suo corpo che in quegli istanti era
completamente arreso a me.
E finalmente, dopo infiniti ed eccitanti sogni fatti sul suo corpo, mi
ero deciso a compiere un passo fondamentale per noi: chiederle di poter
scoprire e ammirare reciprocamente i nostri corpi nudi.
Avevo posizionato la mia mano, quasi tremante dall’emozione,
sulla spallina della sua camiciola da notte; se avessi seguito il mio
istinto più primordiale probabilmente gliela avrei strappata
di
dosso senza troppe cerimonie; ma in quel momento, per fortuna, venni
guidato dal mio immenso amore per lei. Non avrei permesso, per nessuna
ragione al mondo, che si sentisse forzata dalla mia bramosia: le avevo
garantito molte volte che io sarei stato in grado di aspettare i suoi
tempi e le sue emozioni, promettendole amore e pazienza. E, fiero di me
stesso, con orgoglio potevo affermare che proprio così ero
riuscito a comportarmi.
-Posso…?- le avevo sussurrato timoroso di forzarla troppo,
ma al
contempo audace: bramavo di ammirarla nuda più di ogni cosa.
Avevo atteso con impazienza e un velo di timore la sua risposta; avevo
notato l’ardore della passione bruciare con
intensità
anche nei suoi occhi, e per quel motivo avevo osato tanto; ma volevo
essere assolutamente sicuro di compiere questo passo importante insieme
a lei.
Quando l’avevo vista annuire eccitata alla mia richiesta, ero
come impazzito dalla gioia. Mi aveva detto di sì! Potevo
finalmente ammirare la sua delicata bellezza, la sua eccitante
nudità…
Mi ero avvicinato alle sue labbra e le avevo sfiorate con un bacio, per
ringraziarla: mi aveva dato il permesso di poter essere il suo uomo!
Non esisteva niente di più giusto e sublime!
-Ti amo!- avevo esclamato con passione. E, dopo aver abbassato con mano
tremante la spallina del suo indumento, mi si erano spalancate le porte
del paradiso. E io, come un assetato in mezzo al deserto che trova per
miracolo un’oasi per ristorarsi, mi ero dissetato
all’unica
fonte del mio desiderio.
Pov
Bella
Mi sentii accarezzare il viso e quel tocco gentile ebbe
l’effetto
di un benefico raggio di sole, che mi riscaldò il cuore;
inoltre
la consapevolezza che la mano che così delicatamente mi
stava
ancora sfiorando fosse quella del mio amore, fece sorgere un sorriso
spontaneo sul mio volto.
-Mmm… Buongiorno- sussurrai con la voce ancora arrochita dal
sonno.
-Buongiorno amore mio- mi rispose con il tono di chi era sveglio
già da un po’. Aprii gli occhi e una luce molto
forte mi
colpì, facendomi strizzare un po’le palpebre,
infastidite
dal forte bagliore.
-Che ore sono?- chiesi sorpresa dalla luminosità intensa che
avvolgeva la stanza: la luce non mi sembrava affatto quella mattutina.
Lo sentii ridacchiare, sornione.
-E’ quasi l’una. Sei una dormigliona… ma
non ti
preoccupare, arrivo adesso dalla cucina e non c’è
ancora
in giro nessuno- mormorò al mio orecchio, facendomi
rabbrividire. Possibile che solo quel gesto riuscisse a provocarmi
mille brividi che si irradiavano fino in fondo alla schiena? Dal lobo
del mio orecchio portò le sue labbra sul mio naso, dove
lasciò un bacetto, proprio sulla punta.
Ridacchiò della mia faccia perplessa, poi ne aggiunse un
altro sulla fronte.
-Se la mia principessa si degna di alzarsi, ho preparato la colazione
per entrambi… vedrete Altezza, il vostro cavaliere non vi
deluderà!- scherzò con un sorriso, e un invitante
profumo
di brioches calde invase il mio olfatto, facendomi sorgere un
languorino.Per carità, ero felice che lui mi avesse viziato
così spudoratamente, preparandomi e portandomi la colazione
in
camera; ma dopo la scorsa nottata io provavo anche un altro genere di
languorino… avevo fame di Edward!
-D’accordo, io mi alzo,come da vostra richiesta,
messere…
ma prima pretendo un degno bacio del buongiorno- lo pregai con la voce
affettata, mettendo una mano sul cuore. Ridacchiòdella mia
scenetta, anche probabilmente per il mio tono, ma, come mi aveva
promesso poco prima, non mi deluse e non mi fece attendere. Appena
appoggiò le sue morbide labbra sulle mie però,
rimasi
incantata dal sapore buono e fresco della sua magnifica
bocca…
Con sgomento mi resi conto che, se lui si era già alzato da
un
pezzo, evidentemente si era anche già lavato…
mentre
chissà quali erano le disastrose condizioni in cui versava
il
mio povero alito… oddio dovevo fare subito qualcosa! Mi
tirai su
d’improvviso, lasciandolo interdetto per la brusca e, solo
per
lui, incomprensibile interruzione.
-Scusa ma… devo andare un attimo in bagno!- mugugnai
imbarazzataa mo’ di spiegazione. Lo vidi scuotere la testa
sorridendo e allargò il braccio indicandomi il bagno con la
mano.
-Prego, Vostra Altezza- mi invitò continuando il gioco. Feci
una
corsa e mi ci infilai al volo. Mi lavai in fretta ma il più
accuratamente possibile (non solo i denti!) e poi tornai in camera.
Lo ritrovai che mi aspettava in piedi,con le braccia conserte, vicino
alla finestra e sembrava un Adone! Mi resi conto che indossava
solamente dei favolosi boxer neri e lo mangiai con gli occhi.
Era l’essere più perfetto che avessi mai visto.
Già
il giorno precedente, mentre eravamo in piscina, avevo avuto
l’occasione di osservarlo bene, ma indossava uno di quei
boxer-costume che arrivavano fino al ginocchio e per di più
erano molto larghi… certo la notte scorsa avevo visto tutto
quello che c’era da vedere (oddio che batticuore al solo
pensiero… e che caldo!), ma il buio della stanza non aveva
permesso ai miei affamatissimi occhi di bearmi della sua visione e di
godere di ogni particolare di quel corpo statuario…
Ora invece potevo ammirare non solo il suo petto largo e roccioso, ma
anche l’interezza della sua figura virile, la sua posa
decisa, la
sua muscolatura tonica, il suo atteggiamento sicuro, il suo corpo
mozzafiato…
I boxer neri erano corti e aderenti egli mettevano in evidenza il
fondoschiena da urlo, da dichiarare illegale. Le lunghe gambe sode
erano ben delineate dai muscoli possenti e la schiena era ampia e
perfetta. Com’era possibile che quel ragazzo meraviglioso
fosse
mio? Ancora in certi momenti faticavo a crederci!
Si voltò verso di me e mi rivolse il sorriso sghembo che
tanto
adoravo… il sorriso che da un bel pezzo riservava solo a me:
il
mio cuore perse un battito, al pensiero. Si avvicinò e mi
prese
per mano facendomi sedere sul letto con la schiena attaccata alla
testiera; poi prese il vassoio della colazione che aveva appoggiato sul
comò e si accomodò anche lui vicino a me.
Le brioches calde erano davvero squisite e me le aveva farcite con la
nutella, sapendo quanto mi piacesse quella delizia. Era stato veramente
carino, dolce e molto premuroso.
Mangiammo insieme tenendoci per mano, ridendo e scherzando; ad un certo
punto ghermì dalla mia bocca un pezzo di brioche, e io
naturalmente iniziai a protestare come una bambinetta: bé in
fondo quel dispettoso mi aveva pur sempre rubato la mia colazione
preferita! Cominciai a picchiettarlo sul petto, dandogli degli innocui
pugni sulle spalle, lamentandomi con un piagnisteo scherzoso, e lui,
per risposta, afferrò i miei polsi e li trattenne nelle sue
mani.
-Ciao, guerriera!- mi salutò bofonchiando con il boccone
stretto
tra le labbra, prendendo sicuramente in giro la mia abilità
pugilistica messa in atto il giorno prima con Tanya. Io iniziai ad
agitare le mani per tentare di liberarmi, ma lui fu colto da un momento
di pazzia giocosa: sogghignando malignamente, posizionò il
pezzo
del croissant che grondava nutella sul mio viso e mi spalmò
tutta quella crema tra fronte, guance, occhi, naso, labbra…
che
spiritoso! Sicuramente dovevo essere un bello spettacolo,
perché
il bambinone, colto da un attacco di risate, lasciò il pezzo
di
brioche e cominciò a sghignazzare senza pudore.
Ero contemporaneamente irritata e divertita; ma poi vederlo
così
felice e sentire la sua risata spontanea che nasceva dal cuore mi
provocò mille brividi e una sensazione di profondo
benessere.
Cos’altro avrei potuto fare se non lasciarmi andare e
cominciare
a ridere di cuore anch’io?
-Sei bellissima!- esclamò ad un tratto guardandomi con due
smeraldi carichi di passionalità.
-Ma Edward! Scherzi?! Guarda come mi hai ridotto!- mi lamentai un
po’, facendo sporgere il labbro inferiore come una bambina
piccola. Come un falco, la sua bocca si avventò sulla mia e
la
sua lingua iniziò dolcemente a ripulirmi
dall’eccesso di
cioccolata sparsa sul mio viso.
-Mmm, sei anche buonissima!- sogghignò malizioso. -La mia
dolce,
cioccolatosaXena!- esclamò, prendendomi ancora un
po’ in
giro per la lotta che avevo intrapreso con Tanya.
-Sì, penso proprio che stavolta quell’oca abbia
recepito
il messaggio… in caso contrario le darò
volentieri una
rinfrescatina alla memoria!- affermai ridendocon un quasi minaccioso
pugno sollevato in aria, mentre cercavo di ripulirmi al meglio il viso
con un fazzolettino nell’altra mano.
-Se devo dirtela tutta ero indeciso se lasciarti finire il lavoro che
avevi iniziato o salvare quella gallina, ma poi ho pensato che se ti
avessero messo in galera per omicidio, non avrei potuto baciarti tutti
i giorni, e quello sì che sarebbe stato un vero delirio! Un
incubo!- affermò in tutta serietà.
-Scemotto!- replicai e gli tirai uno schiaffetto sul braccio; -E io che
ti stavo anche a sentire, più attenta che mai, come se
dovessi
confessarmi chissà quale verità!- ridacchiai
ancora.
Posò per terra, di fianco al letto, il vassoio con la
colazione e mi prese tra le sue possenti braccia.
-Ora posso darvi questo benedetto bacio del buongiorno come si deve,
principessa? O avete qualcos’altro di meglio da fare?- mi
chiese
con tono provocante.
Be’ effettivamente una cosa la dovevo ancora fare…
Mi staccai e scesi dal letto, avviandomi alla porta. Mi girai un attimo
a guardarlo e vidi che era talmente sorpreso e frustrato dal mio
allontanamento che non aveva parole.
Sogghignai, al pensiero che non avrebbe potuto sbagliarsi di
più!
-Non ti preoccupare, Edward… non scappo, voglio solo essere
sicura che nessuno ci disturbi- e mentre parlavo chiusi a chiave la
porta. -Non si sa mai, non vorrei che al tuo fratellone venisse
un’altra delle sue splendide idee- continuai sarcastica. Rise
di
gusto, rilassato e allegro.
-Credi? Io invece penso che non ne avrà il tempo…
sarà senz’altro molto occupato anche dopo sveglio-
ribadì con malizia.
-Bene… esattamente come noi- dichiarai col tono
più
sensuale e deciso che mi uscì. Lo vidi sgranare gli occhi,
trattenere il fiato e deglutirea fatica, sorpreso ma eccitato dalla mia
maliziosa affermazione. Si passò una mano tra i capelli ed
io
persi finalmente un po’ della mia insicurezza. In fondo il
ghiaccio era rotto dalla scorsa notte e sapevo che anche lui mi
desiderava tanto e anche che gli piacevo moltissimo… non
avevo
nessun motivo di vergognarmi. Immaginai che lui provasse esattamente
quello che sentivo io… solo voglia di perderci uno nelle
braccia
dell’altro.In quegli istanti era completamente rapito dalle
mie
parole e cercava di stare attento ad ogni mio movimento; bene,
l’avevo sconvolto! Decisi di approfittare di quel momento di
vantaggio psicologico e, cercando di non pensare troppo, mi lasciai
trasportare dalle mie emozioni e osai.
Mi avvicinai al letto molto lentamente, ma salii dal fondo
anziché dal fianco e mi misi a gattoni. Con movimenti quasi
al
rallentatore mi avvicinai a lui e subito l’occhio mi cadde
sui
boxer aderenti, notando la comparsa istantanea di un vistoso
rigonfiamento. Sorrisi compiaciuta del risultato delle mie movenze e
senza rendermene conto mi leccai le labbra molto voluttuosamente.
Edward perse letteralmente il controllo: con un gemito strozzato si
avventò su di me, prendendomi tra le braccia e stringendomi
forte al suo petto muscoloso. Ora eravamo entrambi inginocchiati sul
letto con i nostri corpi appiccicati.
-Lei, signorina Swan, mi vuole far impazzire, vero?- mi chiese con una
voce roca ed appassionata e uno sguardo carico di desiderio. Mi
compiacqui di avere questo effetto su di lui… e ancora non
l’avevo nemmeno sfiorato! Questo mi diede ancora
più
sicurezza,e riuscii a liberarmi di gran parte del mio imbarazzo.
-Lei che ne dice signor Cullen?Ci sto riuscendo?-mormorai maliziosa con
un sorriso. Mi guardò intensamente con gli occhi colmi di
eccitazione e poi si avventò sulla mia bocca.
-Decisamente sì!- mormorò con un tono di voce di
notevole
intensità, poco prima di arrivare a destinazione. La sua
lingua
forzò subito le mie labbra facendo irruzione e andando in
cerca
della mia. Appena la sfiorò, si intrecciarono
inesorabilmente
cominciando a inseguirsi.
Le sue mani che fino a poco prima stringevano possessive il mio viso,
ora erano diventate leggere e languide; e dalle spalle scesero lungo le
mie braccia fino ai fianchi, per poi massaggiarli e fare il percorso
inverso, risalendo. Pian piano mi accarezzarono il dorso per fermarsi
sul fondoschiena, sfiorandolo in carezze circolari, mentre la lingua
sfrontata lambiva un mio lobo e tutta la zona intorno. Il mio corpo
vibrava come un diapason sotto il suo tocco delicato ma deciso.
Un gemito soffocato fuoriuscì dalla mia bocca e un calore si
sprigionò nel bassoventre. Le sue mani si muovevano sinuose
sui
miei fianchi, osando sempre di più, mentre le mie erano
intrecciate ai suoi capelli e ogni tanto scendevano su quella schiena
liscia e dura come il marmo. Mi sentii sollevare piano piano la camicia
da nottee le nostre bocche si separarono.
Mi guardò con intensità e ardore, e ci perdemmo
entrambi
in un momento di una bellezza sconvolgente. Non aveva bisogno di
parole, la richiesta dei suoi occhi rispecchiava il mio identico
desiderio; e,anziché rispondergli con chissà
quali
discorsi, alzai le braccia sopra la testa con un sorriso e lui,
donandomi il suo sorriso sghembo, me la sfilò delicatamente,
buttandola poi a terra.
Si fermò a guardare il mio corpo seminudo con una smisurata
adorazione negli occhi; e non potei fare a meno di arrossire. Il suo
sguardo sembrava quasi affamato… ma una fame che nemmeno il
cibo
più buono e saporito di questo mondo avrebbe mai potuto
sopire,
perché la sua era fame del mio corpo.
Del mio… non di quello di qualunque altra ragazza, solo del
mio.
Lo leggevo nei suoi occhi… oltre al desiderio nel suo
sguardo
c’era tutto l’amore che riusciva a trasmettermi e
dio se
era tanto! Mi sorrise e con voce languida mi sussurrò: -Sei
talmente bella da togliere il fiato...-.
-Anche tu sei bellissimo Edward- gli risposi incapace di trattenermi.
Era vero: lui era il ragazzo più perfetto che avessi mai
visto,
avrebbe potuto tranquillamente fare il modello.E oltre a questo fatto
incontestabile, quel dio in terra era innamorato di me!
Pov
Edward
Davanti a me avevo la creatura più splendida che avessi mai
visto. Il suo corpo era minuto ma ben proporzionato, coperto ora solo
da un minuscolo slip nero che spiccava sul candore della sua pelle
diafana. Lesue bellissime, morbide rotondità, che
già
avevo ammirato e adorato la notte scorsa, erano davvero perfette e ora
ondeggiavano su e giù a causa del suo respiro accelerato,
ammaliandomi.
Gli occhi del mio angelo erano lucidi per l’eccitazione, e le
labbra rosse e gonfie. Continuava a torturare con i denti quello
inferiore, lievemente imbarazzata. Mi domandai il perché,
dopo
l’esperienza meravigliosa che avevamo vissuto la notte
scorsa.
Chissà, forse dubitava ancora di se stessa, della sua
bellezza,
del suo essere una splendida donna, capace di farmi impazzire come
nessuna era mai riuscita. Ma io le avrei mostrato sempre, in ogni
occasione possibile, quanto la veneravo!
Le presi il labbro tra i miei denti cominciando a mordicchiarlo, a
succhiarlo, poi mi persi di nuovo in quell’anfratto caldo che
mi
accolse con gioia. La strinsi spasmodicamente a me e quando le sue
soffici colline si appoggiarono al mio pettostrusciandosi sulla leggera
peluria del mio torace, all’istante sentii pulsare
dolorosamente
il mio bassoventre. Le sue mani percorrevano i miei capelli, la mia
schiena e infine andarono a posarsi sulle mie natiche, accarezzandole
piano, come avevo fatto prima io con lei. Un sospiro profondo
uscì dalle mie labbra.
Le appoggiai una mano nell’incavo dietro la schiena e con
l’altra la feci adagiare lentamente sul letto, sdraiandomi di
fianco e appoggiando la mia testa ad una mano per poter deliziare la
mia vista col suo splendido corpo mozzafiato.
Con la mano libera posai l’indice sulla sua fronte e piano
scesi
giù, disegnando linee immaginarie sulla sua morbida e
profumata
pelle, sfiorandole il naso… la bocca… il
mento…
proseguendo verso il basso…
Ero completamente rapito dal suo corpo e la voglia di prenderla con
impeto si faceva sempre più prepotente in me. Ma non avrei
mai
fatto quell’errore… avrei venerato quel corpo come
era
giusto che fosse, perché lei era la mia dea!
Arrivato nell’incavo tra le sue meravigliose
rotondità, la
sentii trattenere il respiro… continuando a muovermi sempre
solamente col dito, tracciai con il polpastrello la circonferenza di
entrambi i seni e il suo respiro accelerò decisamente. Con
cerchi concentrici sempre più ravvicinatimi spostai al
centro di
uno dei due,e Bella emise un piccolo gemito di piacere ed io, non
resistendo, mi avvicinai col viso all’altro, dedicandogli
tutta
la mia attenzione. Dio, quanto era morbida e vellutata la sua pelle!
Aveva un profumo delizioso ed era liscia come seta, con il seno tonico
e sodo. Ormai Bella ansimava vistosamente e il pensiero che ne fossi io
la causa mi faceva eccitare ancora di più.
Mi staccai, forzando me stesso, per tornare a baciarla e per proseguire
con la mia mano il cammino intrapreso prima. Dal soffice seno scesi
pian piano sul ventre piatto e giocai un po’ con quel buchino
perfetto che era il suo ombelico. Intanto le sue mani continuavano ad
accarezzarmi i capelli.
La mia adorazione proseguì scendendo verso il centro del suo
piacere e il mio dito passò leggero sopra lo slip, ma
deviando
subito il cammino per andare ad accarezzare l’interno di una
sua
coscia. Un gemito quasi contrariato uscì da lei facendomi
sogghignare.Avevo compreso perfettamente la frustrazione per il suo
desiderio insoddisfatto e a differenza di poco prima, quando avevo
richiesto con il mio sguardo il suo permesso per spogliarla, decisi di
essere molto, molto più audace.
Mi tirai un po’ su, andai ad inginocchiarmi proprio davanti a
lei
e bruscamente le sfilai lo slip, facendola sussultareper il mio gesto
vigoroso e deciso.
Sentii il suo cuore battere furiosamente e quando notai il suo sguardo
illuminato da una luce di passione, compresi che la mia audacia non le
dispiaceva affatto. Rispetto alla notte scorsa il mio atteggiamento era
decisamente più rude, ma questa forza ancestrale, quasi
primitiva, che si era impossessata di me, mi faceva andare fuori
controllo… e il mio lato cavalleresco era in quel momento in
forte difficoltà. Sentivo il rude bisogno, la primitiva
necessità di dimostrarle che quel corpo da urlo, quel fisico
che
mi faceva impazzire dal desiderio, lo consideravo solamente
mio…
e spogliarla e toccarla senza chiederle il permesso mi dava un senso di
possesso mai provato, facendomi sentire il suo uomo; e questa cosa mi
mandava letteralmente fuori di testa.
Finalmente in quel momento potevo ammirarla completamente
nuda…
e questo incendiò ancora di più la voglia di lei,
che si
fece intensa come non mai.Oramai iniziavo a detestare anche i
boxerdiventati insopportabili. Con le mani iniziai ad accarezzarle le
gambepartendo dalle caviglie e risalendo piano verso la parte
più nascosta di lei.
La sentii fremere di impazienza e me ne compiacqui. Finalmente le mie
mani stavano finendo la loro corsa ed erano quasi arrivate al
traguardo. Accarezzarono l’inguine e mentre una
tornò su
un seno, l’altraarrivò al suo fiore, trovandolo
già
pronto econ un profumo talmente inebriante da stordirmi.
Cominciai ad accarezzarla sempre più a fondo e i suoi gemiti
ora risuonavano alti.
-Oh Edward…- sospirò. Sentire il mio nome
mormorato da
quella voce così sensuale, carica di desiderio ed
eccitazione mi
fece perdere completamente la testa…. Volevo di
più ma
sapevo che era troppo presto… però volevo farla
morire di
piacere, più e meglio della scorsa notte…
Al ricordo delle sensazioni di quella meravigliosa esperienza,
aumentò la mia voglia di assaporarla.
Con uno scatto deciso portai il mio viso al centro del suo piacere e
finalmente potei godere del suo stupendo sapore di miele
Un gridolino acuto uscì dalla sua bocca sensuale e carnosa.
Alzai lo sguardo per vedere la sua espressione e mi accorsi che aveva
reclinato il capo all’indietro e che stringeva
spasmodicamente le
lenzuola con le mani. Era bellissima anche da questa angolazione. Il
sapore della sua pelle era buonissimo e dolcissimo, era la mia dea. La
sentivo gemere sempre di più, finché non si
lasciò
andare, abbandonandosi al piacere .
-Ed…ward…
sììììì…
oddio…-
esclamò in preda all’emozione.
Mi tirai su, e tornai facendo il percorso a ritroso…
lasciando
piccoli baci su tutto il suo corpo, soffermandomi un po’ di
più sulle sue dolci colline… il suo cuore batteva
ancora
furioso e il suo respiro era ancora affannato. Risalendo ancora arrivai
a quelle splendide labbra a cui potei di nuovo dedicarmi, baciandola
delicatamente. Bella fece subito incontrare le nostre lingue e mi
baciò con passione.
Si alzò seduta tirandomi con sé e facendomi
inginocchiare
di fianco a lei mi sfilò i boxer. Il mio migliore amico la
ringraziò per avergli dato un po’ di
libertà, stava
soffocando…
Vidi Bella sgranare gli occhialla visione del
‘piccolo’
Cullen in tutto il suo splendore, e sorrisi compiaciuto, come la scorsa
notte… effettivamente il suo viso, nella posizione in cui
eravamo messi, era a pochi centimetri dal mio soldatino
sull’attenti... Dio, come avrei voluto che quella bocca
calda… Basta Edward!
Tornai a sedermi per non metterla in condizione di sentirsi obbligata a
fare qualcosa che non voleva, e lei mi fece sdraiare sulla schiena.
Anche lei, come poco prima avevo fatto io, iniziò con le sue
mani a percorrere il mio corpo. La sentii tracciare leggera con le dita
i miei pettorali e poi gli addominali scendendo sempre più
verso
il bassoventre, dove ormai le pulsazioni erano veramente dolorose.
Sospirai per l’impazienza e la vidi sorridermi. Mi osservava
rapita, con gli occhi ancora lucidi e le gote arrossate per il piacere
provato poco prima: dire che era bellissima era veramente
riduttivo… non c’erano aggettivi per definirla.
Mentre ero
ancora preso da questi pensieri non mi accorsi che la mano era scesa
ancora e quando mi resi conto di dove si era fermata, un
-Oddio…- sospirato e roco uscì dalla mia bocca.
Riprese a
baciarmi il collo, l’orecchio, il torace, mentre continuava a
muoversi piano… forse troppo piano… delicatamente
posai
la mia mano sulla sua e le diedi il ritmo giusto. Poi la sentii
scendere sempre più con la bocca ed avvicinarsi
pericolosamente
alla sua mano, lasciando dei baci infuocati lungo tutto il
percorso…
Con un sussulto eccitatocapii le sue intenzioni e anche se il desiderio
era intenso come non mai, non volevo assolutamente che lei facesse
qualcosa solo per farmi piacere… avrebbe dovuto desiderarlo
veramente.
-Bella no, tesoro mio… non sei obbligata!- le sussurrai
cercando
di sollevarla leggermente. Lei mi guardò maliziosa e poi mi
sorrise.
-Ma io voglio farlo, Edward! Io voglio darti tutto il piacere che tu
hai dato a me- mormorò in modo seducente.Che ragazza
fantastica!
Mi abbandonai ai suoi voleri, portando entrambe le mani nei capelli
sospirando e aspettando di ricevere tutto quello che lei voleva donarmi.
Pov
Bella
Non sapevo cosa stavo facendo… il piacere che mi aveva
donato
Edward era stato così forte che ero ancora
sconcertata…
subito dopo una strana frenesia si era impossessata di me, facendomi
perdere quel poco autocontrollo che mi era rimasto. Volevo poter
concedere all’uomo che più amavo almeno una
piccola parte
del piacere che mi aveva appena regalato. Così dopo averlo
sentito gemere e sospirare sotto il mio tocco, volevo letteralmente
farlo impazzire con il calore della mia bocca come lui aveva fatto con
me.
Non sapevo bene cosa fare, perché per me era la prima
volta… mai mi ero spinta così in là,
nemmeno con
Dylan, ma in quel momento mi sembrava una cosa assolutamente normale e
giusta.
Quando il mio viso ebbe raggiunto la sua agognata meta un brivido
percorse il suo corpo meraviglioso.
-B…Bel…la- sentire il mio nome sussurrato dalla
sua voce
spezzata per il piacere mi fece percorrere da un fremito facendomi
osare ancora di più…
-Oddio... Bella.. mi… fai imp…azzire-
mormorò con
voce arrochita dall’intenso desiderio Edward. Ero
eccitatissima
anche perché significava che stavo andando bene e la cosa
più importante era che riuscivo a dare emozioni forti a quel
bellissimo ragazzo che chissà per quale intervento divino mi
amava quanto io amavo lui.
Mentre continuavo quello che avevo iniziato con sempre più
audacia, mi accorsi che anche Edward stringeva forte il lenzuolo come
prima avevo fatto io e ciò mi fece sorridere
compiaciuta…
Ma la cosa più bella fu quando, nel momento in cui mi
spostò per arrivare al culmine del piacere, vidi il suo
volto
contratto in una smorfia di puro piacere: era bellissimo
così!
-Sììììì…
Bella…- lo
sentii dire, fremendo e sussultando per poi stringermi forte a
sé in un abbraccio che conteneva tutto il suo amore. Mi
tenne
stretta per qualche minuto poi ricominciò a baciarmi molto
dolcemente.
-Mmm Bella… ti amo così tanto…-
mormorò con
ancora un po’ di affanno nella voce. Un sorriso compiaciuto
comparve sul mio viso e le parole di Jasper e Jacob risuonarono nella
mia mente: era vero non avevo niente di cui preoccuparmi…
era
stato tutto molto bello e naturale.
-Ti amo tanto anch’io Edward…- e le nostre lingue
continuarono a giocare ancora un po’, finché fece
appoggiare il mio viso sul suo petto, avvolgendomi nelle sue braccia
calde, e ci coprì entrambi con il lenzuolo. Ci crogiolammo
ancora un po’ nel tepore del letto. Finché non
sentimmo
bussare.
-Bella… sono Rose… siete svegli?- sentii chiedere
al di là della porta.
-Sì Rose… avevi bisogno?- urlai per farmi
sentire.
-Stiamo preparando la pasta, volevamo sapere se mangiate anche voi?-
domandò. Guardai Edward che mi fece cenno di sì.
-Edward sì, io no. Il tempo di prepararci e scendiamo- le
risposi. Ero ancora sazia dalla colazione.
-Ok ma non perdetevi a fare i porcellini!- si intromise la voce di
Emmett. -Ahi! Ma amore che ho detto di male?- sentimmo Emmett
lamentarsi. Scoppiammo a ridere… probabilmente aveva preso
uno
dei famosi scappellotti di Rosalie.
-Ok ci vediamo di sotto e non preoccupatevi… fate con calma-
ci rassicurò Rose.
-Perché non mangi la pasta?- mi chiese Edward preoccupato.
Lo guardai stranita.
-Forse non ti ricordi più quelle due mega brioches con
praticamente un chilo di nutella come ripieno che mi hai preparato e
che ho trangugiato? Non vorrai mica che diventi una botte?- lo
canzonai. Mi sorrise.
-Non me ne fregherebbe niente. Saresti bellissima comunque per me- mi
sussurrò roco e, abbracciandomi, sentii che era di nuovo
eccitato. Ma com’era possibile? Avevamo appena finito! Mio
Dio,
come poteva essere già pronto di nuovo? Lo fissai
probabilmente
con un’espressione sorpresa e lui accorgendosene si
imbarazzò leggermente.
-Non mi guardare così… è solo colpa
tua se gli fai
questo effetto!- e indicò il punto del lenzuolo che ora
chissà perché era sollevato. Gli sorrisi
sorniona. Era
troppo bello essere consapevole di avere questo potere su di lui!
Controvoglia mi alzai… mi sentivo un po’
imbarazzata
perché sapevo di essere completamente nuda ma lo sguardo
pieno
di desiderio di Edward mi fece subito passare la vergogna: lui mi
desiderava e mi faceva sentire bellissima!
-Vado a farmi la doccia e tu…- e lo indicai con fare da
maestrina che lo fece sorridere -…resta qui, altrimenti
finisce
che scendiamo tra due ore!- finii maliziosa. Sporse il labbro inferiore
fingendosi triste.
-Devo proprio? Sai…- e indicò di nuovo sotto
-…lui
potrebbe non essere d’accordo!- asserì e mi
sorrise,
inarcando un sopracciglio diventando ancora più sexy.
Sospirai… com’era difficile dirgli di no, ma non
mi
sembrava educato far aspettare gli altri… per non parlare
poi
delle battutine che avrei dovuto subire da Emmett.
-Be’ dì al tuo amichetto di darsi una calmata!-
risposi
sorridendogli anch’io, cercando di essere più
indifferente
possibile, anche se la voglia più autentica era quella di
catapultarmi sotto le lenzuola con lui.
-Sì certo… fosse facile… ma ti sei
guardata? Sei
una tentazione peccaminosa! E poi ti avevo avvertito che hai un
fidanzato maniaco…- non lo lasciai finire che mi ero
già
infilata in bagno, facendogli ‘ciao ciao’ con la
manina e
arrossendo per il complimento che mi aveva appena fatto. Dio quanto lo
amavo!
ANTEPRIMA CAPITOLO 39
Riscuotendomi
dalle mie riflessioni, decisi di essere operativa e andai alla ricerca
del mio fratellone preferito. Ma subito mi resi conto che Jasper non
era in casa e mi recai in garage, accorgendomi che non c’era
neanche la sua auto.
Perfetto! Dove poteva essere andato? Possibile che fosse tornato a
casa, senza aspettarci e senza preoccuparsi per noi, per me? Era
così arrabbiato da volermi evitare?
Eppure Edward mi aveva riferito che era dispiaciuto per la nostra lite,
addirittura disperato per la paura che di avermi deluso! Era
così che pensava di risolvere la nostra delicata situazione:
scappando? No, non poteva essere… Jasper non si comportava
come
un codardo! Mi rifiutavo di crederlo!
Con un sussulto mi abbandonai ai ricordi, che, come una corrente,
rifluirono numerosi nella mia mente.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Abbiamo notato che a molte di voi piacciono Alice e Jasper. Bene! Una
nostra
lettrice li considera la coppia preferita in assoluto e proprio per
questo ha scritto delle shot sulla saga dal loro punto di vista. Se
anche voi state iniziando ad affezionarvi sempre più a
questi
due personaggi, vi consigliamo di leggerle, per capire ancora meglio il
loro punto di vista.
cap. 39
Buongiorno bellezze!
Siamo entusiaste dei vostri commenti per i precedenti due capitoli!
Grazie di tutto cuore! Siamo felici di aver superato a pieni voti il
difficile compito della descrizione di momenti intimi!
Per quelle di voi, e sono molte, che vogliono sapere di Alice e Jasper
è arrivato il momento.
In questo capitolo scoprirete che fine ha fatto Jasper e cosa ha deciso
di fare e anche cosa pensa Alice di tutta questa situazione.
Ancora un grazie a tutte voi che continuate a seguirci e alle nuove
lettrici che sono veramente tante!
Grazie infinite e BUONA
LETTURA!
Un bacione da IsaMarie e sara_cullen!
fabyp: ciao
tesoro! Contente che ti sia piaciuto! Tranquilla... tutte noi vorremmo
essere al posto di Bella! XD! Jasper nel prossimo chappy si
saprà dove è finito e soprattutto cosa ha
intenzione di
fare! Non ti preoccupare, non lo ammazzerai! Bacioni! Grazie mille!
vanderbit:
ciao
tesoruccio! Siamo molto felici che il chappy ti sia piaciuto e ancora
di più per la tua preoccupazione per I due litiganti.
Significa
che siamo riuscite a farteli entrare nel cuore. Naturlamente, come
immaginerai già, non possiamo rispondere alla tua domanda se
ci
vorrà molto per sistemare le cose tra loro, altrimenti
rovineremmo la sorpresa a tutte... possiamo solo dirti che amiamo il
lieto fine e quindi prima o poi le cose inizieranno a girare nel verso
giusto! Bacioni e grazie di cuore!
vampirettafolle:
ciao
Serena! Non ti preoccupare per la recensione, perchè capita
spesso anche a noi! Quindi no problem! Adesso le cose continueranno a
procedere per gradi e andremo avanti continuando a raccontare le loro
giornate. Bacioni e grazie!
barbara_f:
ciao
amore nostro! Innanzitutto grazie per aver letto e recensito entrambi i
capitoli! E poi siamo contente che ti siano piaciuti tutti e due,
specialmente l'hot! Era logico che tra Bella ed Edward le cose
procedessero per gradi... vedremo più avanti se Bella si
sentirà pronta ad affrontare questo passo. Bacioni e ancora
grazie!
yara89: ciao
tesoro! Grazie per aver letto entrambi i capitoli e per tutti i
meravigliosi complimenti! Siamo rimaste sorprese e piacevolmente
colpite dalla tua recensione. Hai perfettamente colpito nel segno
descrivendo come si sente Edward riguardo al sesso con Bella e lo
vedrai da te più avanti quando in un capitolo lui
cercherà di spiegarlo anche a lei. Sì noi
adoriamo anche
Jasper e per quanto riguarda me, sicuramente leggerò le tue
shot, appena avrò un po' di tempo. Mi spiace ma non posso
parlare anche per Sara perchè è impegnatissima e
non so
se riuscirà a leggerle. Sono andata nel tuo account e
caspita ne
hai scritte moltissime... complimenti per l'impegno. Un bacione e ogni
tanto se hai tempo continua a far sentire la tua voce che ci fai un
enorme piacere! Bacioni!
Moni68:
ciao
Moni! Ehhhh... è un problema anche nostro quello di sembrare
di
averlo nel nostro letto, figurati che ce lo sognamo pure! Contente che
hai condiviso la nostra scelta e hai perfettamente ragione quando dici
che Bella non può tirarla ancora per le lunghe, ma come ti
sarai
sicuramente accorta a volte per descrivere un giorno ci vogliono
parecchi capitoli e quindi magari all'atto completo mancano pochi
giorni ma potrebbero passare molti chappy. Non so se siamo riuscite a
spiegarci! Ma nel frattempo non preoccuparti che non li lasceremo
inattivi completamente! Hihihi!
Ed4e:
ciao
more!!! Mamma mia quanto entusiasmo! Ci fai sprizzare gioia da tutti i
pori! Di Alice e Jazz, si saprà qualcosa in questo capitolo
e
soprattutto nel prossimo. Grazie ancora e tanti bacioni!
Austen95:
ciao! Hihihi! Il coppettino di Rose ad
Emmett non può mai mancare! Bacioni e grazie!
Lalayasha:
ciao
tesoro! Sì dai, finalmente Bella si lascia andare un po'...
potrebbe essere altrimenti con Edward? No dire proprio di no! Noi i
boxer glieli avremmo strappati letteralmente di dosso! Siamo
felicissime che ti sia piaciuto. Cosa combinerà Jasper lo
vedrai
proprio in questo capitolo e speriamo vivamente che ti piaccia!
P.S.: scusa, scusa scusa! Non mi ero accorta che l'avessi
già
postata! Ora la inserisco subito e me la rileggo con calma! Forza
mettiti sotto con l'altra!
Bacioni e grazie ancora!
ashar:
ahahahahahahah!!!!!
Ti pregooooo!!! Qualche giorno ci farai veramente morire dal ridere e
così non potrai più leggere Frutto proibito!
Veramente
non sappiamo come ti vengono certe idee! SuperCullen disumano
è
da piegarsi in due.... Comunque grazie mille e siamo contente che ti
sia piaciuto! Bacioni!
Incondizionatamente:
ciao
Lina! Ti abbiamo già detto che non ci scocci assolutamente
con i
tuoi commenti e quindi speriamo vivamente che vorrai continuare! Siamo
contente che la storia ti appassioni così tanto... in teoria
questo sarebbe proprio il nostro scopo! Quindi quando troviamo qualcuno
così entusiasta, non possiamo fare altro che gioire
immensamente! Bacioni e alla prossima! Grazie mille!
Debby1968:
ciao
Debby! Siamo felici che ti sia piaciuto così tanto! Grazie
mille
per i complimenti e anche per aver deciso di farci avere il tuo parere.
Quando abbiamo occasione di sentire voci nuove siamo sempre entusiaste,
perchè significa che in quel capitolo siamo riuscite a
toccarvi
il cuore più che in altri! Ancora grazie e bacioni!
Giada
is owned by Edward: ciao
tesoro nostro! Contente che la tua connessione non ti abbia
abbandonata! Allora abbiamo notato che il capitolo ti ha entusiasmata
parecchio e di questo non potremmo che essere particolarmente felici.
Anche noi adoriamo il soprannome "piccolo Cullen" proprio per il motivo
di cui tu ci accennavi. Vedrai che prima o poi Bella si
lascerà
andare...
Di Jasper non ti devi preoccupare e in questo chappy si
vedrà
dove è andato e soprattutto cosa vuole fare. Bacioni
e
grazie mille!
giova71:
ciao!
Innanzitutto grazie di aver letto e recensito entrambi i capitoli!
Bè Bella è normale che piano piano si lasci
andare,
prendendo confidenza con Edward... Chissà ora chi li ferma
più? Bacioni e grazie!
marilenacappucci:
ciao
Mary! Non ti preoccupare, abbiamo immaginato che avessi avuto qualche
problema, anche perchè ci sono parecchie, compresa anche io,
che
spesso hanno problemi di connessione. Ebbene sì ci hanno
preso
la mano! Perchè tu non la prenderesti con Edward
nel
letto, che ti prepara la colazione, che ti sporca di cioccolata e poi
ti lecca tutta? Chissà perchè pensiamo che non ci
prenderesti solo la mano!!!! Hihihi! Bacioni e a giovedì!
Grazie!
Nerak:
ciao
amoreeee! Siamo felici che anche questo chappy sia stato di tuo gusto!
Però dai non ci trattare male il nostro Jazz! Povero! Vedrai
dov'è finito e cosa ha in mente, poi ci dirai! Bacioni e
grazie!
eli777:
ciao
tesoro! Siamo felicissime che tu abbia iniziato a leggere la storia.
Sappiamo che è un tantino lunghetta la storia, per
rimettersi in
pari velocemente, ma apprezzaimo tantissimo il fatto che tu abbia
voglia di commentare un po' di capitoli, per farci sapere se ti piace
man mano che vai avanti! Dai non essere cattiva con Sara...
è
vero è una professoressa di lettere classiche, ma ti
assicuro
che è buonissima! Hihihi! Dal tuo commento abbiamo capito
che la
storia sia di tuo gradimento e non possiamo che esserne felici. Quanto
al fatto che tu sia una gran chiacchierona, non possiamo fare altro che
gioirne, in quanto amiamo i commenti lunghi e dettagliati! Quindi non
aver amai paura di annoiarci! Bacioni e al prossimo commento!
Grazieeeee!!!
CAPITOLO 39
Thunder
Pov
Bella
Dopo esserci
preparati
raggiungemmo gli altri e li trovammo già indaffarati nel
riordinare il disastro lasciato nel dopo festa. I ragazzi della riserva
erano rimasti a dormire qui con noi per darci una mano a mettere in
ordine e per smontare e riportare al locale l’attrezzatura di
Seth.
Dalla cucina si sprigionava un profumino di sugo delizioso: Rose in
cucina era un vero portento, ma io avevo fatto il pieno con la ricca,
abbondante e squisita colazione preparatami da quell’angelo
di
Edward e comunque il mio stomaco si era completamente chiuso ad un
pensiero: sapevo di dover chiarire parecchie questioni con Jasper.
Rimandare il nostro temuto confronto, per quanto doloroso potesse
risultare per entrambi, non era possibile… non eravamo
più bambini. Innanzitutto volevo assolutamente chiedergli
scusa
per lo schiaffo che gli avevo dato… non mi era mai successo
di
perdere il controllo in un modo così violento, neanche nei
nostri peggiori litigi… e cavoli se ne facevamo! Almeno fino
a
poco tempo fa! Allo stesso tempo però pretendevo anche le
sue
scuse per il modo odioso con cui mi aveva parlato. Mi aveva
fatto
parecchio male, soprattutto il tono di ghiaccio che aveva usato, come
se io per lui non fossi nulla! Ne avevamo passate talmente tante noi
due insieme… d’altronde eravamo gemelli, quindi il
nostro
rapporto fraterno era sempre stato all’insegna della massima
condivisione: eravamo inseparabili! E una semplice, anche se
estremamente dolorosa, litigata non ci avrebbe mai potuto allontanare!
Io volevo sistemare ad ogni costo il rapporto incrinato con il mio
fratellone, anche se il suo comportamento mi aveva fatto infuriare
parecchio: lo conoscevo bene, lui non era così! Mi
dispiaceva da morire che lui e Alice soffrissero in quella maniera, ma
avevo capito una cosa: io avrei ricercato solamente una riconciliazione
fraterna con lui, per il resto se la doveva vedere con Alice.
Ora più che mai capivo la fondatezza della paura che aveva
avuto
Edward quando aveva capito la portata dei suoi sentimenti per me.
Effettivamente qualsiasi litigio in una coppia in casa nostra avrebbe
creato situazioni non solo spiacevoli, ma anche colme di sofferenza che
si sarebbero ripercosse sull’intera famiglia. Infatti,
così era successo con Alice e Jasper: le loro accese e
reciproche incomprensioni avevano trascinato anche me ed Edward (e la
nostra gioia) nel loro litigio.
In questo frangente Edward era stato decisamente più maturo
di
me: infatti non aveva voluto intromettersi in modo
approfondito
tra quei due testoni, cercando di tenersene al di fuori e
dando
il suo sostegno ad entrambi…
Io, in un primo momento, pensavo invece si trattasse di poco coraggio
da parte sua: sapevo che voleva bene a Jazz e che adorava la sua
sorellina, perciò credetti che non volesse
‘tifare’
per nessuno dei due, anche se uno dei due (in quel caso mio fratello,
purtroppo) si era comportato in modo ignobile, soprattutto a causa del
suo stupido orgoglio. E questo mi aveva fatto infuriare sia con Jasper
che con Edward; non riuscivo a capire in che modo il mio ragazzo
potesse difendere il comportamento insensato e parecchio idiota di
Jazz…
Invece ero stata io la stupida: come una ragazzina, mi ero fermata alle
apparenze, accontentandomi della spiegazione più
facile…
Jasper era stato uno stronzo. Punto e basta; incontestabile.
La realtà dei fatti invece era molto più
sfaccettata e
complessa, e Edward, con notevole tatto e molta saggezza,
l’aveva
compresa: il doloroso litigio tra Alice e Jazz era nato a causa di
reciproche chiusure e incomprensioni, e la conseguenza di tutto
ciò erano state due antitetiche reazioni, curiosamente
frutto
dei loro caratteri in realtà così complementari.
Io ero
rimasta accecata dall’ira per mio fratello, e non avevo
provato a
mettermi nei suoi panni, non provando nemmeno ad immaginare che lui
potesse soffrire di un dolore così intenso da straziargli
l’anima… Edward invece aveva dimostrato di
possedere un
carattere più introspettivo, più maturo,
più
riflessivo; e un po’ lo invidiavo per questo. Ma per me era
diverso… ormai ero consapevole che quando c’era di
mezzo
il cuore, non ero in grado di essere razionale e matura, ma mi lasciavo
trasportare dai sentimenti: il sentimento dell’amore per me
era
talmente e totalmente coinvolgente che mi trascinava in una sorta di
tempesta emotiva, durante la quale molto spesso smarrivo riferimenti,
orientamento, razionalità. Con mio sommo disappunto, dato
che mi
ritenevo una persona matura e responsabile che si vantava di
comprendere le persone, compresi quanto ancora dovessi crescere e
maturare per cercare di approfondire il mio carattere, per dedicare
maggiore attenzione agli altri, per rendere la mia
personalità e
la mia mentalità sempre meno egoista. Questo in generale;
invece
per ciò che riguardava il litigio tra Alice e Jazz, decisi
di
adottare la linea di Edward.
Mi ripromisi quindi, d’ora in poi, di cercare in futuro di
limitarmi a dei consigli o in qualche caso a cercare di creare
situazioni che potessero avvicinare quei due testoni, ma non avrei mai
più preso le parti di nessuno in particolare (o almeno
speravo
di riuscirci). Dovevo semplicemente cercare di capire il punto di vista
di entrambi, come aveva fatto Edward.
Riscuotendomi dalle mie riflessioni, decisi di essere operativa e andai
alla ricerca del mio fratellone preferito. Ma subito mi resi conto che
Jasper non era in casa e mi recai in garage, accorgendomi che non
c’era neanche la sua auto.
Perfetto! Dove poteva essere andato? Possibile che fosse tornato a
casa, senza aspettarci e senza preoccuparsi per noi, per me?
Era
così arrabbiato da volermi evitare? Eppure Edward mi aveva
riferito che era dispiaciuto per la nostra lite, addirittura disperato
per la paura di avermi deluso! Era così che pensava di
risolvere
la nostra delicata questione: scappando? No, non poteva
essere…
Jasper non si comportava come un codardo! Mi rifiutavo di crederlo! Con
un sussulto mi abbandonai ai ricordi, che, come una corrente,
rifluirono numerosi nella mia mente.
Sorrisi al pensiero di tutte le volte che avevamo litigato furiosamente
e in cui io, testarda come un mulo, non gli chiedevo scusa neanche
quando avevo torto marcio… soprattutto quando lui,
così
riflessivo e maturo, per il mio bene mi proibiva di fare una cosa: in
quei casi diventavo una furia! Lo so, ero e sono tuttora una persona
difficile: se la raccomandazione mi arriva sotto forma di consiglio, la
posso accettare, ma se viene espressa come un divieto o un
ultimatum… allora divento un’ira furibonda. Mai
dire a
Isabella Marie Swan cosa deve o non deve fare!!
Il mio sorriso si allargò maggiormente
quando mi
venne in mente il nostro modo di fare pace in quei casi. Era tanto
tempo che non attuavamo quel rito, soprattutto perché non ne
avevamo più avuto bisogno, dato che eravamo cresciuti e che,
di
conseguenza, litigavamo sempre meno.
Un lampo di comprensione attraversò i miei pensieri: ecco
perché Jazz non si vedeva in giro… ma
sì, non era
un’ipotesi impossibile! Anzi!
L’avevo capito: lui anche adesso aveva veramente intenzione
di
far pace così! Che matto! Ma forse c’era una
ragione:
arrabbiata e delusa come ieri sera, non mi aveva mai vista…
e
probabilmente avrà pensato che io nemmeno oggi avessi
intenzione
di rivolgergli la parola! E magari… uffa! Magari…
magari…
Bella vai in spiaggia e aspettalo come hai sempre fatto!, riflettei.
Gli altri erano tutti in giardino a tavola e li raggiunsi, un
po’ timorosa e un po’ euforica, per dir loro che
sarei
andata in spiaggia. Alice mi bloccò.
-Quando Rosalie è scesa per avvertirci che tu ed Edward ci
avreste raggiunto per pranzo, lui ha mollato tutti senza dire una
parola e se n’è andato- mi spiegò con
aria
affranta, intuendo probabilmente chi stessi cercando. -Mi spiace tanto,
Bella, che abbiate litigato a causa mia- continuò ancora
più rammaricata. Le sorrisi, dando un bacetto sulla fronte
della
mia Alice.
-Non ti preoccupare Alice, tra fratelli si litiga, no? Non
è certamente la nostra prima lite! Il fatto che sia andato
via
senza dire niente a nessuno, la dice lunga. Penso di sapere dove
trovarlo per chiarire, lo conosco troppo bene. Probabilmente si sente
in colpa per quello che è successo, e avrà
pensato che io
non avessi voglia di parlargli… avrà pensato che
l’unico modo per far pace con me fosse quello che usavamo
sempre
da piccoli- le spiegai attenta a farmi sentire solo da lei ed Edward,
seduto vicino alla sorella e sperando di alleggerire il suo senso di
colpa.
-Voi continuate pure a mangiare… io spero… (anzi
credo!)
di avere un appuntamento con mio fratello…- sussurrai.
-Cosa vuol dire “credo”, amore? E poi dove stai
andando?- mi chiese curioso Edward.
-Dico “credo” perché pensavo che io e
lui fossimo un
po’ troppo cresciuti per questo genere di riti, ma
evidentemente
no…- mormorai con un sorriso enigmatico che li rese
perplessi
entrambi. Immaginavo che non riuscissero a comprendere le mie parole:
com’era possibile spiegarlo facilmente?
-Ehm… vedete… è un po’
infantile in
effetti… ma è il nostro modo per dirci
reciprocamente che
abbiamo sbagliato entrambi e che vogliamo rimediare, anche se stavolta
dovremmo comunque poi chiarire in modo più approfondito-
cercai
di far capire loro… era un po’ complicato, ne ero
consapevole, ma mi sarei spiegata meglio dopo… ancora non
sapevo
con assoluta certezza se Jasper si sarebbe fatto vedere: le mie erano
tutte congetture per il momento. Edward ed Alice mi guardarono sempre
più confusi.
-Non ti preoccupare, stella, ci vediamo dopo- diedi un bacio al mio
angelo e mi avviai alla spiaggia con il cuore più speranzoso
e
leggero.
Ero già quasi in fondo al vialetto quando mi sentii chiamare.
-Bella dove stai andando?- mi urlò Rosalie. Mi voltai e le
sorrisi, non aveva bisogno di altro, lei: infatti
capì al
volo quello che stava per succedere e notai che si mise a parlottare
con Emmett e gli altri, probabilmente spiegando loro ogni cosa. Jacob
subito si alzò e si mise in prima fila per godersi lo
spettacolo. Ritornai sui miei passi, per non urlare a causa della
distanza.
-Jacob torna a mangiare che non so nemmeno se Jasper
arriverà!
Magari se ne è tornato a Forks…- gli dissi,
sperando
però, con tutte le mie forze, che non fosse così.
Era una
sensazione strana, la mia: più trascorrevano i minuti,
più, nel mio intimo, nella mia parte più emotiva,
ero
sicura della mia intuizione sulla riappacificazione con Jasper. Ma la
mia parte più razionale frenava questa mia certezza, per cui
con
gli altri cercavo di apparire piuttosto possibilista.
-Certo, certo… e secondo te lui ti lascerebbe qui senza dire
niente a nessuno e soprattutto senza cercare un chiarimento con te?
Vai, sciocchina, che tra poco arriverà… come
sempre!- mi
rassicurò con un enorme sorriso. Con il cervello speravo
avesse
ragione, con il cuore ne ero certa.
Mi affrettai a scendere in spiaggia e mi sedetti in attesa degli
eventi. Jasper, ti prego!, implorai in continuazione nella mia mente
per qualche minuto. Dopo poco un sorriso sorse spontaneo sul mio viso,
vedendo la sagoma di mio fratello in lontananza.
I suoi capelli biondi ondeggiavano sotto i raggi del pallido sole del
primo pomeriggio, che sembravano donargli dei riflessi ancora
più chiari e dorati, di un caldo color miele… man
mano
che si avvicinava a gran velocità, riuscivo a leggere
l’espressione dipinta sul suo bel viso: era dura e
concentrata
per lo sforzo fisico che stava compiendo.
Era semplicemente fantastico, bravissimo… mi aveva sempre
inorgoglito la sicurezza della sua cavalcata, quando lo vedevo arrivare
al galoppo. Mi concentrai per cercare di riconoscere il cavallo e vidi
che era lui. Il pelo nero era talmente lucido che sembrava brillare al
sole, la criniera era folta e lunga e i muscoli erano tesi al massimo
per lo sforzo.
Mmm brutto segno… aveva preso Thunder! E questo poteva solo
significare che Jasper sentisse una prepotente necessità di
scaricare la tensione e soprattutto la rabbia. Thunder infatti era
considerato un cavallo molto difficile da montare, in pochissimi
riuscivano a domarlo. Ma Jasper, negli anni, aveva instaurato un
bellissimo rapporto con lui ed era riuscito ad ottenere la sua
più totale fiducia, tanto che Thunder si lascava cavalcare
non
solo da Jazz, ma anche da me se ero in sella con lui. Era un esemplare
davvero magnifico: quando ero al galoppo, sempre in groppa assieme a
mio fratello, Thunder riusciva a raggiungere una velocità
talmente elevata, che le sensazioni che provavo in sella erano simili a
quelle che percepivo quando correvo in moto: adrenalina pura!
E la faccenda mi spaventava un po’: non avevamo mai fatto
pace
con Thunder, anche perché era un cavallo giovane e molto
poco
mansueto per questo genere di giochetti. Mi alzai in piedi e,
guardando verso il giardino, vidi che erano tutti lì,
intenti ad
osservare la scena; con una rapida ma attenta occhiata, notai come
Edward, ora vicino a Jacob, avesse un’espressione al contempo
curiosa e confusa. Gli lanciai un sorriso di rassicurazione e mi voltai
verso Jasper, che stava cavalcando a velocità fortissima,
ulteriore segno delle emozioni che lo agitavano; ma ora iniziavo ad
essere agitata anch’io… era già un
po’ che
non facevamo il nostro ‘numero’ circense ed ero
preoccupata: se fosse andato storto qualcosa?
Non feci nemmeno in tempo a chiedermi altro che Jasper, sempre
più vicino, iniziò a sporgersi da un lato e ad
allungare
il braccio per afferrarmi al volo…
Il cuore mi batteva all’impazzata e il sangue scorreva veloce
in
tutto il corpo a causa dell’adrenalina… cercai di
escludere tutte le sensazioni che in qualche modo potevano distrarmi e
mi concentrai al massimo nei movimenti: mi piegai leggermente sulle
ginocchia per prendere il massimo slancio possibile e sollevai il mio
braccio, in attesa.
Ed ecco che in un movimento fluido ma fulmineo, frutto di anni di
pratica, Jasper mi afferrò saldamente ed io, con uno slancio
sicuro e un deciso colpo di reni, mi issai in sella dietro di lui e mi
strinsi forte in un abbraccio che voleva trasmettergli tutto
l’affetto che provavo per lui insieme a tutto il mio
dispiacere
per il nostro litigio…
Avevo sentito chiaramente le urla di acclamazione e ammirazione di chi
ci stava guardando, ma non mi voltai nemmeno mentre ci allontanavamo
galoppando sulla spiaggia… in quell’istante
eravamo solo
io e mio fratello… mano a mano che procedevamo Jasper fece
rallentare Thunder, passando presto ad un’andatura da
passeggiata.
Restammo per un po’ in silenzio, godendoci il mare e la
reciproca
compagnia. Poi decisi che era venuto il momento di parlare.
-Jazz… non siamo più dei bambini…
sarebbe
bellissimo se potessimo risolvere sempre le questioni più
delicate in questo modo, come facevamo tempo fa… ma questa
volta
il gesto non basta, vorrei anche parlare con te…- gli
sussurrai.
Era incredibile quanto mi faceva stare male litigare con lui, mi si
formava un peso all’altezza del petto che mi faceva battere
forte
il cuore e allo stesso tempo lo opprimeva lasciandomi senza aria. Lo
sentii sospirare forte, fece fermare il cavallo e mi fece scendere
delicatamente per poi raggiungermi anche lui; infine mi sorrise
teneramente.
-Lo so che dobbiamo parlare, ma… be’ diciamo che
è
bello e confortante che nonostante i casini, nonostante
l’età, nonostante la portata della litigata certe
cose non
cambino mai!- e mi abbracciò, stringendomi forte.
Dio quanto gli volevo bene!
Pov
Edward
I ragazzi di La Push ci avevano dato una gran mano e se ne erano andati
dopo aver caricato la strumentazione di Seth; erano rimasti solo Leah e
Jacob ed ora, dopo aver finito di sistemare anche la dependance, ci
eravamo accomodati in giardino a goderci il sole, anche se
ormai
le giornate si erano accorciate e i deboli raggi del pomeriggio
inoltrato riscaldavano a malapena.
Bella e Jasper non si erano ancora visti. Speravo che avessero chiarito
tutto, anche perché stavano male entrambi e nessuno dei due
si
meritava di soffrire in una qualsiasi maniera, specialmente il mio
amore.
Davanti ai miei occhi continuava a pararsi la scena a cui avevo
assistito neanche un’oretta prima.
Incredibile! Bella era riuscita a stupirmi per l’ennesima
volta.
Quella ragazza era un portento… ed era mia, solo mia!
Quando Bella si era recata sulla riva, sostenendo che Jasper
l’avrebbe raggiunta lì per far pace, ero
leggermente
confuso: non riuscivo a capire perché si aspettasse di
vederlo
arrivare in spiaggia dato che era andato via in auto. Poi avevo capito
che probabilmente doveva succedere qualcosa di speciale, visto che
tutti si erano alzati per assistere, anche se Jacob non aveva voluto
anticiparmi niente.
-Guarda la tua donna!- mi aveva sussurrato con un sorriso sornione.
Ad un certo punto in lontananza, era spuntato un ragazzo a cavallo che
galoppava velocissimo. Mano a mano che si avvicinava avevo
riconosciuto, con mia somma sorpresa, la figura di Jasper.
D’istinto mi ero girato verso Alice, e l’avevo
vista con
gli occhi sgranati. La sua mano sinistra era corsa a coprire la bocca,
che si era aperta in una O di meraviglia, e la destra era corsa al
cuore, come a volerlo fermare dato che, immaginai, le dovesse battere
furioso. Le avevo messo una mano sul braccio e lei senza distogliere lo
sguardo aveva sussurrato: -Oh mio dio! E’…
è
bellissimo!- appoggiandosi di riflesso a me, come per sostenersi.
Avevo poi riportato la mia attenzione alla spiaggia, accorgendomi che
più Jasper si avvicinava a Bella e più spronava
il
cavallo ad aumentare l’andatura. Il brusio intorno si era
tacitato e tutti sembravano trattenere il respiro. In quel momento
anche il mio cuore aveva preso a battere frenetico, mentre la paura si
faceva strada in me.
Mi ero chiesto cosa diavolo volesse fare Jasper, perché non
rallentasse.
Poi, senza rendermene conto, mentre Jasper si piegava dal
lato di
Bella… e lei gli porgeva il braccio avevo
trattenuto il
fiato!
Con un gesto fulmineo Jasper aveva afferrato Bella che, con uno slancio
degno di una cavallerizza di un circo, si era issata in sella,
stringendo subito il fratello, il tutto mentre il cavallo non aveva
minimamente rallentato la sua corsa. Wow, ero basito… tutti
urlavano, applaudivano, fischiavano… io no! Io ero senza
parole,
con gli occhi ancora spalancati e la bocca aperta.
Alice ed Emmett erano entusiasti, ma per qualche minuto non ero
riuscito a muovere un muscolo, continuando solo a fissare
l’orizzonte dove Bella e Jasper, allontanandosi, era
diventati sempre più piccoli.
Fu Jacob a farmi riprendere dal mio stato catatonico, con una poderosa
pacca sulla spalla.
-Che forza, eh?! Sono stati fantastici come sempre!- aveva esordito.
Forse per l’espressione del mio viso, era scoppiato a ridere.
-Sarà meglio che diate un bicchiere d’acqua ad
Edward,
altrimenti non si riprende più!- mi aveva canzonato, facendo
ridere tutti gli altri. Mi ero poi unito anch’io
all’allegria del momento, cercando di fare
l’indifferente, anche se dentro mi sentivo ancora
scombussolato.
Ora, che eravamo rimasti solo noi di famiglia (sì
perché
oramai consideravo Jacob come un fratello!), lui e Rosalie ci stavano
per spiegare l’origine del gesto a cui avevamo assistito.
-Mia zia e mia mamma appartenevano ad una famiglia molto ricca e fin da
piccole sono state iniziate all’equitazione,
perché
nell’alta società si dice che sviluppi il
portamento-
iniziò a raccontare Rose. Era la prima volta che venivo a
conoscenza dell’origine della loro ricchezza, non avevo mai
chiesto niente di preciso a mia madre.
-Mia zia, in particolar modo, ma anche mia madre si appassionarono
talmente tanto che trasmisero questo loro amore anche ai noi figli.
Bella, Jasper ed io cavalchiamo praticamente da quando abbiamo iniziato
a camminare. Qui vicino c’è un maneggio in cui
siamo di
casa… ci considerano di famiglia! Per il proprietario, il
mitico
Robert, è come se fossimo dei figli e anche noi gli vogliamo
molto bene. Abbiamo passato gran parte della nostra infanzia
lì
con i nostri genitori, specialmente con le nostre mamme…-
continuò con la voce quasi rotta dall’emozione.
Probabilmente anche solo parlare e ricordare la madre le procurava
ancora molto dolore, ma la sua voce calda esprimeva anche la
dolcezza della sua infanzia.
-Ci fu un periodo, verso gli 8 anni, in cui Bella e Jasper si erano
fissati con i rodei- sorrise al ricordo. -Erano due pesti e
costringevano tutti i weekend gli zii a portarli a vedere qualche
spettacolo: si erano messi in testa che da grandi avrebbero viaggiato
per tutta l’America partecipando ai rodei e vincendo tutti i
premi in palio!- stavolta ridemmo tutti. Jacob prese la parola.
-Mi ricordo che Bella stressava Renée tutti i giorni
perché le permettesse di imparare qualche numero speciale e
alla
fine, stremata, come regalo per il nono compleanno dei gemelli,
Renéè ingaggiò uno stuntman che gli
insegnasse
qualche trucchetto. Quello che avete visto oggi è diventato
il
loro preferito e credetemi (perché io ci ho provato con
pessimi
risultati, infatti mi sono slogato il braccio!) che è molto
difficile e pericoloso da attuare perché puoi finire sotto
le
zampe del cavallo trascinando con te anche la persona che ci sta sopra-
affermò serio e il mio cuore subì di nuovo
un’accelerata al ricordo della paura provata quando li avevo
visti.
-Un giorno, Bella e Jasper litigarono furiosamente. Nel pomeriggio
andarono come al solito al maneggio e Jasper voleva far pace con Bella,
perché l’aveva vista con gli occhi gonfi e
arrossati, e
aveva immaginato che avesse pianto tutta la notte e la
mattina… non riusciva proprio a vederla stare
male, anche
se sapeva di avere ragione. Solo che conoscendo Bella sapeva anche che
se si fosse resa conto di aver sbagliato, per la sua cocciutaggine, non
gli avrebbe chiesto scusa. Così, mentre Bella era venuta a
fare
una passeggiata sulla spiaggia Jasper arrivò e fece la
stessa
cosa che avete visto oggi e Bella lo abbracciò
forte… non ebbero bisogno di dirsi altro: quando
tornarono
al maneggio erano più uniti di prima. Da quella volta quando
litigavano un po’ più animatamente si
riappacificavano
sempre nella stessa maniera… ma era parecchio tempo che non
lo
facevano più. Sono rimasto sorpreso che Jasper abbia pensato
di
risolvere con Bella così… probabilmente era
veramente in
imbarazzo per come sono andate ieri le cose, e magari sperava di
ammorbidire un po’ Bella con questo gesto- ci
spiegò Jacob.
Mi aveva fatto enormemente piacere conoscere un altro tassello della
vita di Bella, e a quanto avevo capito i cavalli erano importanti per
lei. Io non ne avevo mai montato uno, ma se avesse voluto, pur di poter
condividere con lei una sua passione, le avrei chiesto di
insegnarmi… come a me sarebbe piaciuto insegnarle a suonare
almeno un po’ il pianoforte. I miei pensieri furono
interrotti
dalla dolce voce di mia sorella, intrisa di tristezza.
-Sono mortificata che per colpa mia abbiano litigato. Sono contenta
solamente perché Bella ieri sera ha capito che
d’ora in
poi ne deve restare fuori. Le ho detto che non voglio assolutamente che
si metta contro di lui, solo per tenere le mie parti. Non è
proprio il caso!- disse, rivolgendosi a tutti, come un monito.
Effettivamente aveva ragione: non dovevamo farci coinvolgere in faide
familiari quando qualcuno litigava, anzi…
-Cos’hai deciso Alice? La notte ti ha portato consiglio?- le
chiese Leah.
-Veramente non ho deciso niente di preciso. So solo che ieri ero
disperata perché mi sentivo in colpa verso Jasper, per come
lo
stavo facendo soffrire e ora… ora non sono più
tanto
convinta che sia stata solo colpa mia… anzi più
ne parlo
e più mi rendo conto che oggi la rabbia ha preso il posto
del
senso di colpa- affermò con voce sempre più
convinta e
decisa.
-Cosa vuoi dire sorellina?- le domandò Emmett.
-Vedete è vero che ieri con il mio tentennamento posso aver
dato
ad intendere a Jasper che non ricambiassi i suoi sentimenti, ma
è anche vero che lui, molto probabilmente per orgoglio, non
mi
ha dato neanche il tempo di spiegarmi. Nella dependance se
n’è andato e al pomeriggio, alla festa, quando gli
volevo
confessare tutto, lui che ha fatto? Mi ha baciata con una passione
unica per poi umiliarmi davanti a tutti!- disse con rabbia. In effetti
aveva ragione: Jasper si era comportato male con lei e ora, forse, era
tardi per rimediare. Con quello che aveva passato Alice, era
già
fortunato che avesse deciso di aprirsi, ma ora non ero più
così sicuro che le cose avrebbero potuto sistemarsi. Non
sapevo
se la mia sorellina avrebbe mai trovato la forza per passare sopra
anche a questo.
-Alice, Jasper sarà anche orgoglioso, ma anche lui, seppur
in
modo diverso da te, ha sofferto molto nella vita. Ha perso la mamma a
10 anni, lo zio per il dolore si è buttato nel lavoro e di
colpo
si è trovato a doversi prendere cura di Bella
perché era
troppo debole per superare una cosa del genere… questi
avvenimenti l’hanno cambiato molto: l’hanno reso
una
persona forte e orgogliosa nell’affrontare determinate
situazioni ma anche molto debole in altre. E ti assicuro che
è la prima volta che apre il suo cuore a qualcuno- le
spiegò Rosalie.
-Questo l’ho capito Rose, ma anch’io ho sofferto
molto e,
anch’io ho perso un genitore… sono stata tradita
dal mio
ragazzo nel peggiore dei modi, con la mia migliore amica, senza che
avessimo alcun problema in particolare… ma penso anche che
questo non mi dia il diritto di trattare le altre persone come ha fatto
lui. Io sono innamorata di lui, ma se così non
fosse
stato, dovevo farmene una colpa perché non ricambiavo i suoi
sentimenti? Secondo te se non fossi stata innamorata di lui, avrei
dovuto prenderlo in giro e dirgli che lo ero o farmi umiliare come lui
ha fatto davanti a tutti i nostri compagni? E cosa penseranno quelli
che l’hanno visto che mi baciava e poi andare insieme alle
altre
ragazze? Che in questa famiglia ci baciamo così per il gusto
di
farlo? No, mi spiace Rose, ma più ragiono sulla questione e
più mi irrito se penso a come si è comportato!-
affermò sempre con maggiore rabbia. La vedevo proprio dura
la
riconciliazione. Perlomeno non in tempi brevi. E quando Alice si
metteva in testa una cosa, era testarda e niente la smuoveva.
La abbracciai e la strinsi forte.
-Vedrai che prima o poi si risolverà tutto- le sussurrai,
cercando di calmarla e rassicurarla.
-Stanno tornando- disse Jacob. In lontananza la sagoma di un cavallo
con due figure in sella veniva verso di noi al galoppo.
ANTEPRIMA CAPITOLO 40
-Hai capito subito che
sarei venuto a cavallo, eh?- sghignazzò mio fratello.
-Veramente ci ho messo un po’, non me lo
aspettavo… ma poi
ho sperato che fosse così, piuttosto che sapere che eri
tornato
a casa senza dirmi nulla, senza chiarire- affermai. -Però,
cavoli Jazz, proprio Thunder! Mi hai fatto quasi venire un colpo quando
ti ho visto con lui… e se ci fossimo fatti male? Lo sai che
ha
un caratteraccio!- lo rimproverai.
-Come me! E’ per questo, che andiamo così
d’accordo!- scherzò. Ridemmo entrambi.
Jasper prese le redini di Thunder e iniziammo a tornare indietro a
piedi, passeggiando tranquillamente sulla riva. Ormai la burrasca era
passata… almeno per noi due; sapevo che la sofferenza di
Jasper
non si sarebbe quietata fino a che non avesse chiarito con
Alice…
-Fratellino, come hai intenzione di comportarti ora?- gli chiesi,
curiosa di sapere le sue intenzioni.
-Non lo so. Ci ho pensato tutta la notte e l’unica soluzione
mi
sembra quella di allontanarmi un po’- mi rivelò.
Mi fermai
di scatto, terrorizzata.
-Come scusa? E dove hai intenzione di andare?- gli domandai con una
voce palesemente spaventata.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Cap. 40
Buonasera a tutte!
Scusatemi tanto per questo piccolo ritardo!
So che di solito posto in mattinata, ma la mia connessione era morta e
poi sono dovuta uscire e sono rientrata solo ora!
Vabbè dai! E' ancora giovedì quindi mi
perdonerete senz'altro!
Eccovi un altro chappy. In questo faremo un piccolo passo indietro.
Lo scorso capitolo è finito con Bella e Jasper che stavano
tornando dal loro chiarimento.
In questo, nel primo pov, potrete leggere cosa si sono confidati e
sapere finalmente che intenzioni ha Jasper!
Il secondo pov (di Edward) ripartirà invece da quando i
gemelli tornano alla casa sulla spiaggia. BUONA LETTURA da IsaMarie
e sara_cullen!
yara89: ciao
carissima! Anche a noi piacciono molto i cavalli e quindi abbiamo
pensato di inserirli nella storia... ci saranno sviluppi
futuri con protagonisti nuovamente questi
splendidi animali!
Per quanto riguarda il rapporto tra Edward e Bella hai assolutamente
ragione! Devono ancora approfondire la loro conoscenza e nonostante
l'amore sia immenso non basta solo quello per tenere legate due
persone! Grazie di tutto e bacioni!
ashar:
tesoro
nostro! Ci farai morire un giorno o l'altro! Sei troppo forte! Ho dato
una sbirciata al tuo account ma abbiamo visto che non hai mai scritto
una storia di Twilight... dovresti provare a cimentarti in una parodia
dei nostri protagonisti... secondo noi avresti un successone! Grazie di
tutto e ti prego continua a farci ridere! Bacioni!
marilenacappucci:
ciao
Mary! Eh sì anche secondo noi il folletto ha delle ottime
ragioni per arrabbiarsi. E poi con il carattere che ha, non la potevamo
mantenere completamente passiva! Anche lei si farà valere!
Bacioni e grazie!
Lalayasha:
ciao
more!!!! Vediamo se con questo chappy compatirai anche un po' Jasper.
Credo che dopo le spiegazioni giustificherai un po' anche lui.
Però hai ragione! Non sarà facile appianare le
cose tra
questa coppia! Grazie e bacioni!
P.S.: scusa ma non sono ancora riuscita a leggere la oneshot e a
lasciarti una recensione. Lo farò presto giuro!
giova71:
ciao
tesoro! Per la pace con Jasper ci vorrà un po' di
tempo,
per come si stanno evolvendo le cose tra loro. Ma tu non disperare!
Bacioni e grazie!
Nerak:
ciao
tesoro nostro! Allora l'idea è venuta ad entrambe. Sara ha
pensato che sarebbe stato bello far arrivare a cavallo Jasper sulla
spiaggia... ma dovevamo giustificare in qualche modo che Bella fosse
sicura di trovarlo lì, così a me è
venuta l'idea
sul loro modo di far pace e poi parlandone con Sara, abbiamo tirato
fuori la storia del maneggio. Così ci siamo assicurate anche
svilluppi futuri per altri capitoli e non è rimasto un
episodio
a sè. Se hai pensato che il capitolo precedente fosse
triste,
figuriamoci quando leggerai il pov di Bella in questo! Prepara i
fazzoletti! Buona lettura e bacioni! Grazie mille!
fabyp:
ciao
tesoro... vedrai tra poco se dovrai disperarti per la partenza di
Jasper o no! L'idea del cavallo è venuta a
entrambe. Sara
ha pensato che sarebbe stato bello far arrivare a cavallo
Jasper sulla spiaggia... ma dovevamo giustificare in qualche modo che
Bella fosse sicura di trovarlo lì, così a me
è
venuta l'idea sul loro
modo di far pace e poi parlandone con Sara, abbiamo tirato fuori la
storia del maneggio. Così ci siamo assicurate anche
svilluppi
futuri
per altri capitoli e non è rimasto un episodio a
sè.
Bè sarà meglio che prepari i fazzoletti
perchè il
primo pov è abbastanza triste! Bacioni e grazie!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto così
tanto e
anche noi adoriamo i cavalli! Comunque non ti preoccupare
perchè
l'idea di insegnarsi a vicenda le loro passioni, sarà
sviluppata
sicuramente. Abbiamo messo apposta quella frase! Ti abbiamo
già
detto più volte che i tuoi commenti non ci rompono, anzi...
ci
inorgogliscono parecchio, quindi continua così! Bacioni e
grazie!
Austen95:
ciao
carissima! Grazie mille! Siamo felici che ti sia piaciuto e ti
consigliamo di preparare i fazzoletti per il primo pov! Bacioni e
grazie!
vanderbit:
ciao
moreee! Innanzitutto siamo felici che ti sia piaciuta la scena della
riconciliazione. Poi volevamo dirti che hai perfettamente compreso il
dolore che muove le azioni di Jazz e in questo chappy avrai ulteriore
conferma perchè anche Jasper darà una
giustificazione
esauriente di quello che ha fatto. Andrà via? Vedremo...
devi
solo leggere per saperlo! Bacioni e grazie!
Ed4e:
ciao! Abbiamo visto che ti preoccupa
molto il fatto che Jasper se ne possa andare. Vedremo! Buona lettura!
Un bacione e grazie!
porporina:
ciao tesoruccio! Siamo felici di
averti fatto sognare un po'! Grazie mille e un bacione grande grande!
SaturnoL:
ciao!
Non sai quanto siamo contente di aver avuto l'opportunità di
sentire la voce di una lettrice che ci segue fin dall'inizio.
Innanzitutto grazie per i complimenti e soprattutto per esserci sempre!
Poi un'altra doverosa precisazione è questa: Sara, l'autrice
di
Weekend, ecc. non è la stessa Sara che scrive questa storia.
Sono due persone diverse. Il nominativo di Sara che scrive questa
storia è sara_cullen, mentre l'altra Sara, scrive col
nominativo
di Isabella v e ora anche col suo personale sara_g. Spero di aver
chiarito l'equivoco.
Sinceramente per quanto riguarda Emmett e Rose non abbiamo ancora
pensato a niente di preciso perchè ora ci stiamo
concentrando
sull'unica coppia che ancora si deve formare e anche sulla prima volta
di Bella ed Edward, ma sicuramente saranno protagonisti anche loro,
più avanti, quando le cose principali saranno risolte.
Abbiamo pensato a un loro futuro sviluppo, ma sarà
molto
più avanti, probabilmente nel seguito della storia.
Per quanto riguarda invece la tua "lamentela" ti assicuriamo che non
hai offeso proprio nessuno e che a noi fa piacere anche leggere
critiche e consigli.
Ci hai dato un'idea sul fatto che Bella potrebbe vendicarsi di Alice
per i vestiti, e se la svilupperemo sarà
senz'altro
più avanti, quando comunque le cose si saranno sistemate,
perchè vedrai che tra pochi capitoli la situazione
peggiorerà, precipitando clamorosamente!
Hai ragione e ti capiamo benissimo quando dici che sei stufa dei soliti
personaggi, infatti noi preferiamo leggere storie in cui sono
umani, in quando ci si può sbizzarrire molto di
più nel
creare situazioni interessanti, invece con i vampiri alla fine si
è un po' limitati.
Non siamo molto d'accordo però sul fatto che i personaggi
debbano essere cambiati per risultare interessanti. Infatti si scrivono
storie che fanno riferimento a Twilight e ognuno decide di lasciare un
qualcosa che riprenda la saga. Visto che già le storie
cambiano
moltissimo almeno i personaggi mantengono un minimo della loro
caratteristica personale, cioè il carattere e l'aspetto.
Alla
fine ogni autrice cerca di mantenere le cose che le piacciono e cambia
quelle che invece non incontrano i suoi gusti personali e se la maggior
parte di quelle che leggi hanno personaggi sempre uguali è
perchè evidentemente Alice, Emmett e Rosalie alla fine
piacciono
proprio per queste loro caratteristiche.
Io sinceramenre ho letto qualche storia in cui ad esempio Alice era
completamente diversa, e non mi è piaciuta molto
perchè
non mi ci ritrovavo, in quanto a me piace moltissimo così
com'è. Infatti è il mio personaggio preferito,
dopo
Edward naturalmente.
Comunque ognuno ha i suoi gusti e per fortuna sono tutti diversi,
altrimenti sai che noia!
Speriamo di essere state abbastanza chiare e di risentire
presto la tua voce!
Grazie infinite e bacioni!
CAPITOLO
40
Chiarimenti
Pov
Bella
Ci
staccammo dal nostro abbraccio e Jasper mi guardò
intensamente,
con una nuova luce di consapevolezza e dispiacere negli occhi. Alzai la
mia mano e la posai sulla guancia che la sera prima gli avevo
schiaffeggiato e l’accarezzai delicatamente, quasi per
cancellare
quel mio gesto impulsivo e infantile che aveva colpito una persona
meravigliosa in un momento di profonda sofferenza, nel quale si era
rinchiuso.
-Mi dispiace Jazz. Non avrei mai dovuto… non so cosa mi sia
preso in quell’istante- e abbassai la mano e il viso, molto
imbarazzata; mi sentii afferrare dolcemente il mento, Jasper mi
alzò il volto per potermi guardare di nuovo negli occhi.
-E’ a me che dispiace tanto Bells, sono io che mi devo
scusare!
Avevi ragione tu, mi meritavo quello schiaffo, sia per quello che ti ho
detto che per il modo assurdo e ignobile in cui mi sono
comportato…- esclamò e la sua voce era intrisa di
un
profondo rimprovero verso se stesso. Ma non era giusto che lui si
addossasse anche le mie responsabilità, perché
anch’io avevo la mia parte di colpa! Sì, ero stata
una
stupida, che credeva di avere la ragione in tasca e per questo motivo
non si era curata di nient’altro. Vedevo solo
l’ingiustizia
e la cattiveria del suo atteggiamento, e non mi ero soffermata a
riflettere sulla sua sofferenza, sul fatto che quel suo comportamento
da ‘stronzo’ avrebbe potuto essere solo una
maschera… e che magari aveva pure sofferto ad indossarla,
perché quello della sera prima non era il vero
Jasper…
che cieca ero stata! Una bambina egoista!
Provai a parlare ma mi zittì con un cenno della testa:
quando
notavo quel suo sguardo determinato e passionale, sapevo che stava per
confidarsi con me, aprendomi il suo cuore. Lo lasciai continuare: lui
aveva bisogno di sfogarsi in quel momento, e io ero lì per
lui.
-Lo sai, Bells? Mi sono deciso a parlarti perché non ce la
faccio più! Mi sono rinchiuso nel mio antro oscuro e
doloroso,
avrei voluto evitare tutto e tutti per un bel pezzo… ma con
te… non ce la faccio! Non voglio che tu pensi di avere uno
stronzo per fratello, non voglio che tu pensi male di me! Scusami, lo
so che ti ho deluso! No, aspetta, voglio spiegarti…- mi
interruppe mentre tentavo di prendere la parola. Mi calmai un
po’
e decisi di lasciarlo continuare, probabilmente sfogarsi con la sua
sorellina costituiva per lui la medicina migliore, al momento.
-Perdonami! Io sto male, male da morire, Bella! Ma vedo che stare da
solo non mi dà il minimo sollievo! Lo so che sono sempre
stato
il tuo fratellone su cui potevi sempre contare, ma in questo momento
sono talmente fragile che ho bisogno di te! In questi giorni ti ho
visto con occhi nuovi: mi hanno colpito il tuo coraggio, la
tua
forza, la tua felicità accanto ad Edward. Sei una persona
nuova
Bella, una donna ogni giorno sempre più sicura di se stessa
e
ormai capace di camminare con le proprie gambe, affrontando le varie
situazioni della vita, positive e negative che siano, in modo sereno.
Sono molto orgoglioso di te, Bella! E proprio per questo sento che
questa volta sono io che posso appoggiarmi a te. Perciò ti
ho
cercato perché ti volevo vedere, per cercare di parlarti,
per
confidarmi, per vedere se almeno, dividendola con qualcuno che mi vuole
veramente bene, questa angoscia mi concederà un attimo di
respiro! Io mi sento morire, Bells, ogni minuto! Non solo per Alice, ma
anche perché sono stato odioso con te! Lo so, non dovevo
permettermi di parlarti così, non so cosa mi sia capitato
è che… che… che mi sentivo soffocare
dal dolore e
avevo bisogno di una valvola di sfogo, altrimenti lo strazio che
sentivo opprimermi il cuore mi avrebbe sopraffatto! Ero distrutto, ma
mi vergognavo a farmi vedere in quel modo… ero
così… dilaniato! Avevo paura di me stesso, paura
di
soffrire per sempre, paura di venire deriso per la mia
debolezza… mi vergogno a dirti queste cose,
perché ho
avuto pensieri veramente poco lusinghieri, così poco degni
di
me… ma voglio che tu capisca… è
orribile a dirsi,
lo so, ma avevo bisogno di fare male a qualcuno…
perché
il mio era così lancinante che mi avrebbe ucciso! Dio,
Bella! Il
dolore che ho sentito e che sento ancora è troppo forte! Non
riesco a gestirlo! Non ce la faccio… è
insopportabile…- e si accasciò a terra con i
pugni
stretti sulle ginocchia. Il più altruista e generoso tra gli
angeli, il mio fratellone adorato… oh, povero Jazz! Lacrime
amare e impotenti sgorgavano copiose, mentre cercavo di consolarlo con
una mano sulla spalla. Lui così straziato e
così…
preoccupato per me, spaventato di avermi deluso! Ma si poteva essere
più buoni d’animo?
Non potevo vederlo soffrire così, mi stava lacerando il
cuore!
Avrei voluto urlargli che le sue paure erano tutte sciocchezze, che
poteva ancora sognare e cercare l’amore di Alice! Ma non
potevo… almeno questo l’avevo compreso
chiaramente: era
sbagliato intromettersi nel dolore di due anime e due cuori
così
lacerati e sofferenti solo perché si riteneva di avere la
verità in tasca… quello era un passo che
avrebbero dovuto
compiere da soli… tutti noi, io in primis, potevamo
solamente
star loro accanto, consigliandoli, spronandoli, amandoli…
Non potevo proprio confessargli che non aveva alcun motivo di provare
quelle sensazioni orribili perché Alice lo amava
tanto…
lo avrei voluto urlare, ma sapevo che non avrei fatto la cosa
più giusta, ma solo quella che, al momento, mi sembrava la
più semplice.
Era terribile e ingiusto che soffrissero così, ma dovevano
chiarirsi da soli! A parte il fatto che poi non sapevo nemmeno se in
quel momento, passata la disperazione iniziale, Alice fosse disposta a
perdonare Jasper e soprattutto a fidarsi di lui dopo il suo
comportamento. Anche lei purtroppo aveva sperimentato
l’odioso
gelo del tradimento… il suo ragazzo e la sua migliore
amica…
Come potevo illuderlo, se nemmeno io sapevo qualcosa di preciso su
Alice? Sarebbe stato ancora più crudele! Non potevo fare
altro
(e se sapevo che poteva sembrare poco!), ma mi sedetti vicino a lui e
lo abbracciai forte, cercando di infondergli tutto l’amore e
l’affetto che mi era possibile.
-Jazz… non temere di avermi deluso, non preoccuparti per me!
Io
ti voglio un bene dell’anima, lo sai! Sei la persona
più
generosa e altruista che io conosca, ma adesso smettila di pensare agli
altri! Sii un po’ più egoista!- gli sussurrai con
un
velato sorriso mentre tentavo di asciugare le lacrime dal mio volto. Mi
guardò per un istante in modo perplesso, perciò
continuai
il mio discorso; speravo solo di riuscire ad accendere nel suo cuore
una tenue fiammella di speranza… mi sarebbe bastato!
-Jazz, purtroppo non ne so molto dei suoi sentimenti adesso…
ma… tu devi cercare di chiarirti con Alice- alle mie parole
lo
vidi scuotere la testa, quasi spaventato che quel confronto potesse
aumentare a dismisura il suo strazio. Afferrai tra le mie le sue mani
gelide, abbandonate lungo i fianchi.
-Ti prego, ascoltami! Già ieri sera Edward ti ha spiegato
che se
lei ha avuto quella reazione quando ti ha visto con Jessica,
può
significare solo che anche da parte sua c’è un
interesse,
no? Quindi devi cercare di aggrapparti a questa piccola speranza e
soffocare la delusione e il dolore in un angolino del cuore…
anche se adesso ti sembra che non ci sia spazio per
nessun’altra
emozione- cercai di rassicurarlo senza lasciarmi trascinare troppo
dalla voglia di raccontargli tutto quello che aveva passato Alice la
sera precedente e soprattutto la sua triste storia.
Maledizione!
Non era sufficiente che lei avesse sofferto per quella cosa? Adesso
stavano male in due! E quello era l’unico motivo
per cui
ora Alice e Jazz non erano insieme, felici e innamorati. Cavoli
com’era difficile però! Avevo paura di dire
troppo…
ma Jasper mi guardò e un barlume di speranza mi
sembrò
illuminare il suo viso e i suoi occhi. Gli sorrisi teneramente e cercai
di smorzare la tensione con una battuta idiota.
-E poi scusa… non sarò esperta come te, ma mi
sembra che
ieri pomeriggio lei abbia pienamente risposto al tuo bacio, o sbaglio?-
gli chiesi, cercando di infondergli un po’ di sicurezza. La
sua
reazione però mi stranì, perché invece
di
sorridermi, lui si rabbuiò. Oops! Non era stato
così?
Cavoli, vabbé inesperta, ma a me era sembrato un gran bacio,
il
loro…
-Oddio, Bella! Che stronzo sono stato! E ora sono così
mortificato per quello che ho fatto… quando mi ha trascinato
in
un angolino della stanza dicendo che doveva parlarmi, mi è
venuta una paura assurda: non volevo sentire niente di quello che
voleva dirmi… Pensavo che volesse solo scusarsi
perché
gli facevo pena, ma allo stesso tempo era così
bella…
sembrava una piccola bambola dolcissima! In preda a non so nemmeno io
quale pazzia, non ho resistito e l’ho baciata, pensando che
almeno mi sarebbe rimasto quel ricordo di lei…-
sussurrò,
sorridendo appena al ricordo del loro bacio. Ma ancora non mi spiegavo
il suo comportamento che gli aveva fatto pronunciare quelle parole
così odiose.
-Scusami Jazz, ma proprio non riesco a capire perché, quando
hai
sentito che lei ti stava ricambiando, l’hai umiliata in
quella
maniera villana davanti a tutti!- gli domandai, forse con un tono un
po’ troppo acido… ma già solo il
ricordo mi faceva
ribollire il sangue nelle vene. La sua espressione contrita,
però, mi fece pentire subito del mio tono accusatorio.
Cavoli ci
stavo ricascando… dovevo solo consigliarlo e non giudicarlo!
-Lo so sono stato uno stupido… ma quando ci siamo staccati
mi
sono reso conto che nel mio cuore esisteva un minimo di speranza!
Capisci, Bells? Io pensavo, dopo la disastrosa dichiarazione nella
dependance, che fosse definitivamente morta! Invece si è
risvegliata prepotentemente e non potevo permetterlo, Bells!-
urlò, alzandosi di scatto. -Non potevo perché
sapevo che
avrei sofferto ancora di più di quello che già
stavo
facendo… il mio cuore non avrebbe retto…- mi
rivelò affranto. Era tutto come aveva compreso Edward:
Jasper,
totalmente devastato, si era costruito un muro di indifferenza, una
maschera di freddezza, una corazza di crudeltà per
difendersi
dal dolore…
Mi resi conto che alle strazianti parole di mio fratello, calde lacrime
avevano ricominciato a scendermi sul viso. La sua sofferenza era
talmente intensa e profonda che anche la più piccola
speranza,
invece che risollevarlo, lo spingeva sempre più a fondo
lasciando il posto ad una delle sensazioni più terribili e
angoscianti esistenti: la paura.
-Jazz, dimmi la verità: perché pensi che Alice
abbia
risposto al tuo bacio?- gli chiesi con la voce rotta per
l’acqua
salata che mi scorreva lungo il viso. Mi guardò dapprima con
gli
occhi leggermente annebbiati, come se si fosse perso nei suoi ricordi;
ma poi si accorse che stavo piangendo e premurosamente si
chinò
su di me per abbracciarmi e consolarmi. Mi asciugò le
lacrime,
con la sua grande e calda mano e appoggiò le labbra sulla
mia
testa, accarezzandomi la schiena in un gesto di conforto.
Era una persona davvero incredibile… lui stava soffrendo le
pene
dell’inferno ed invece che starsene passivo a lasciarsi
consolare, era lui che pensava a me! Ma per quale motivo mi stupivo
ancora?
In fondo era sempre stato così… Jasper credeva
che tante
cose su di lui non le sapessi, ma io invece mi accorgevo di tutto
quello che lo riguardava…
E soprattutto mi ero resa conto perfettamente del dolore che aveva
ricacciato indietro alla morte della mamma solo per potersi occupare di
me. Sì, io sapevo… le notti in cui non
riuscivo a
dormire pensando alla mia mamma che non c’era più,
sentivo
i suoi singhiozzi disperati. Di giorno non si lasciava sfuggire una
lacrima, mi dispensava sempre i suoi sorrisi, cercando di fare di tutto
per tirarmi su il morale, o perlomeno di non farmi pesare troppo la
mancanza della mamma… ma di notte… dava
libero
sfogo alla sua disperazione. Io non potevo andare da lui, ad
abbracciarlo e a consolarlo: oddio, l’avrei tanto desiderato!
Ma
sapevo che, piuttosto di farsi vedere così debole e triste
da
me, avrebbe soffocato anche il suo piccolo momento di dolore notturno,
che lasciava sfogare proprio perché riteneva di farlo in
gran
segreto, senza ferire nessuno.
Allora andavo a sedermi fuori dalla porta della sua stanza, appoggiata
con la schiena e la testa ad essa, aspettando che lui si addormentasse,
spossato dal pianto, per poi tornarmene nel mio letto. In quei momenti
era il mio unico modo per stargli vicino e dargli il mio sostegno anche
se lui non l’aveva mai saputo…
Ora invece quanto mi sentivo orgogliosa di essere la sua
roccia a cui aggrapparsi nel mezzo della sua tempesta!
Quando le lacrime si fermarono, lo guardai ansiosa, aspettando che mi
rispondesse.
-Non lo so Bells! Non lo so perché ha risposto al
bacio…
magari perche sono un figo e bacio bene?- scherzò
probabilmente
per mettere fine a quel momento di sofferenza. Ok, quando iniziava a
scherzare, significava solo una cosa: non ne voleva più
parlare;
ed io ero d’accordo, anche perché se avessimo
continuato
così, ci sarebbe stato il serio rischio di raccontargli
tutto
ciò che sapevo su Alice. Scoppiai a ridere e mi
staccai da
lui, avvicinandomi a Thunder.
-Stai attenta Bells, è un po’ che non ti vede,
potrebbe
avere brusche reazioni- mi avvertì Jasper, costantemente
premuroso nei miei confronti.
-Non ti preoccupare mi sono portata degli zuccherini- lo
rassicurai; ne tirai fuori dalla tasca una manciata
e mi
avvicinai cautamente con la mano aperta. Thunder chinò la
testa
e cominciò a mangiare dalla mia mano facendomi il solletico,
mentre con l’altra accarezzavo il suo bel muso.
-Hai capito subito che sarei venuto a cavallo, eh?-
sghignazzò mio fratello.
-Veramente ci ho messo un po’, non me lo
aspettavo… ma poi
ho sperato che fosse così, piuttosto che sapere che eri
tornato
a casa senza dirmi nulla, senza chiarire- affermai. -Però,
cavoli Jazz, proprio Thunder! Mi hai fatto quasi venire un colpo quando
ti ho visto con lui… e se ci fossimo fatti male? Lo sai che
ha
un caratteraccio!- lo rimproverai.
-Come me! E’ per questo, che andiamo così
d’accordo!- scherzò. Ridemmo entrambi.
Jasper prese le redini di Thunder e iniziammo a tornare indietro a
piedi, passeggiando tranquillamente sulla riva. Ormai la burrasca era
passata… almeno per noi due; sapevo che la sofferenza di
Jasper
non si sarebbe quietata fino a che non avesse chiarito con
Alice…
-Fratellino, come hai intenzione di comportarti ora?- gli chiesi,
curiosa di sapere le sue intenzioni.
-Non lo so. Ci ho pensato tutta la notte e l’unica soluzione
mi
sembra quella di allontanarmi un po’- mi rivelò.
Mi fermai
di scatto, terrorizzata.
-Come scusa? E dove hai intenzione di andare?- gli domandai con una
voce palesemente spaventata. Lui mi sorrise tranquillo.
-Ma no, cos’hai capito? Non vado da nessuna parte!- mi
rassicurò. Tirai un sospiro di sollievo, e ci incamminammo
di
nuovo. -Intendevo che dovrei passare meno tempo con voi a casa, e
riprendere il mio tran tran di prima. Stare un po’ di
più
con i miei amici, anche a scuola…- affermò; mi
rattristai
immediatamente. Mi piaceva da morire la piega che aveva preso in
quest’ultimo periodo la nostra vita, e l’idea che
Jasper
trascorresse tutto il tempo solo con i suoi amici trogloditi e non
più con noi, mi faceva male. Capendo le mie emozioni
cercò subito di giustificarsi.
-Mi dispiace ma è l’unica soluzione…
non posso
assolutamente continuare a starle vicino dopo il modo ignobile in cui
l’ho trattata, vederla ridere e scherzare come se niente
fosse
tutti i santi giorni, magari con altri ragazzi…-
mormorò
sempre più triste; -Ci sto troppo male, Bells, ho bisogno
del
mio spazio… almeno per un po’ di tempo…
ho bisogno
di leccarmi da solo le ferite, di ritrovare il coraggio per parlarle di
nuovo, in futuro…- aggiunse. Potevo capirlo, ma volevo
essere
sicura di una cosa.
-Jazz, dimmi la verità. Vuoi passare del tempo con i tuoi
amici
o con le tue ‘amichette’? Perché non
penso sia una
gran mossa, se speri di riparlarle… e se Alice provasse
qualcosa
per te, di certo non la farai capitolare, in quel modo odioso
anzi…- cercai di fargli capire che era la strada sbagliata
da
prendere con Alice, avrebbe frantumato anche la più piccola
possibilità che lei potesse iniziare a fidarsi di lui, tanto
da
aprirgli il suo cuore.
-Non farò lo stesso errore che ho commesso ieri
sera… ma
devo essere sincero Bells… non so come la potrò
prendere
se la vedrò con qualcuno…- mi confessò
con i pugni
serrati.
-Ok, ma promettimi che prima di fare qualche cazzata verrai a
confidarti con me! Ricorda che io ed Alice siamo molto legate e quindi
quando avrai dei dubbi sul suo comportamento, potrò sempre
cercare di aiutarti, perché senz’altro lei si
sarà
confidata con me- gli ricordai.
-Vuoi dire che sarai la mia spia personale? La mia piccola Bond girl?!-
sghignazzò al pensiero.
-Noooo! Non potrei mai tradire la sua fiducia!- e gli tirai un pugno
sul braccio, per la presa in giro.
-Però potrei senz’altro aiutarti con qualche buon
consiglio… e scusami ancora per ieri, non
succederà
più che prenda le parti di uno dei due senza prima capire
per
bene la situazione. Ti giuro che d’ora in poi
cercherò di
starne fuori, e di limitarmi a degli affettuosi consigli- gli promisi.
Mi guardò con un sorriso sornione.
-Mia cara sorellina, guarda che stai parlando con me! E io dovrei
credere che d’ora in poi farai la brava e non ti impiccerai
più se mi vedrai fare qualche altra cazzata come quella di
ieri
sera? Ah! Non ci crederò neanche se ti dovessi vedere!
Scherzo,
sorellotta! E poi, sono sincero, non lo vorrei assolutamente.
Se
non fosse stato per te, avrei fatto la più grande cazzata
della
mia vita, finendo a letto con la Stanley… quindi ti prego,
anzi
no… ti ordino di non iniziare a farti gli affari tuoi!-
dichiarò ridendo, e con un braccio mi cinse le spalle
facendomi
avvicinare al suo fianco per scoccarmi un sonoro bacio sulla guancia.
Ma quanto stavo bene in quel momento? Troppo… mio fratello
era
iper fantastico e si meritava di essere felice! E se quei due non
fossero riusciti a riavvicinarsi da soli, ci avrei pensato io!
D’altronde avevo il suo permesso!
- Ah, ah! Hai lo sguardo da impicciona! Mi sembra di sentire gli
ingranaggi del tuo cervellino da qui. Vedi di non approfittare di
quello che ti ho appena detto!- mi canzonò Jasper,
conoscendomi
perfettamente. Gli feci una linguaccia, facendolo ridere di cuore.
-Allora, Bells, cambiamo un po’ discorso. So che a causa mia
hai
litigato con Edward… avete fatto pace?- mi chiese in
evidente
apprensione.
-Sì, sì!! Decisamente!- affermai un po’
troppo
entusiasta. Jasper mi guardò stringendo gli occhi a due
fessure
e io, al ricordo di me ed Edward, arrossii di botto.
-Devo dedurre di sì, e anche che hai parlato con
Jacob…-
sghignazzò ancora. Ecco, ci era riuscito: ora il mio viso
era un
incendio.
-Avevate ragione tu e Jake…- confessai con un po’
di
vergogna. -Sono stata una stupida a preoccuparmi tanto…
è
avvenuto tutto in maniera molto naturale e…- presi un
profondo
respiro; -E’ stato tutto molto bello, anche se di preciso non
sapevo molto…- sussurrai sempre più imbarazzata.
-Anche
Jake mi ha fatto il tuo stesso discorso, comunque- gli spiegai, sapendo
che senz’altro era curioso di sapere se il mio migliore amico
fosse sceso nei particolari che gli avevo chiesto. Continuò
a
fissarmi con uno sguardo indagatore.
-Sono felice per te! Ma ancora non avete avuto un rapporto
completo…- affermò con una discreta sicurezza. La
sua non
era una domanda, ne era certo. Lo guardai sorpresa. Lui mi sorrise.
-Te l’ho detto che sono molto attento e che me ne
accorgerò il giorno che succederà. Volevo solo
sapere, se
non sono indiscreto e se te la senti di raccontarmelo, come mai non ti
senti ancora pronta. Mi sembrava di aver capito il contrario.
C’è forse qualcosa che non va? Lo sai che puoi
parlarmene-
mi chiese, cercando allo stesso tempo di mettermi a mio agio, con un
argomento così delicato.
Sospirai profondamente. Mi vergognavo a confessargli quella cosa. Ma
poi mi decisi.
-Vedi Jazz… è che io sono pronta! Oggi avrei
tanto voluto
fare l’amore con Edward, ma non ho avuto il coraggio di
confessarglielo… avevo paura che pensasse male di
me… Lo
so, lo so sono una stupida bambina. Pensavo che magari me lo avrebbe
chiesto o me lo avrebbe fatto capire, e in quel caso io, a mia volta,
gli avrei risposto di sì… lo desideravo
veramente. Ma
probabilmente col discorso che abbiamo fatto in auto venendo qui,
avrà pensato che ancora non ero pronta e quindi non si
è
azzardato neanche a provarci. Avevo tanta voglia di far uscire dalla
mia bocca quelle parole, ma erano bloccate, non ci sono riuscita- gli
spiegai un po’ tristemente. Non che quello che
c’era stato
tra noi non fosse stato bello anzi… ero ancora euforica al
pensiero, ma mi sentivo come se mi mancasse qualcosa, come se ancora
non fossi completa.
Jasper mi accarezzò la schiena dolcemente.
-Ahhhh la mia sorellina- sospirò e mi sorrise. -Bella, non
c’è niente di male a voler dire al tuo uomo quello
che
desideri, anzi… ti assicuro che è altamente
eccitante in
quei momenti. Sentire la tua donna che con la voce roca di desiderio ti
chiede quello che la rende felice e che la appaga è una cosa
che
ti manda fuori di testa…- mormorò con voce bassa
per il
palese imbarazzo. Ancora una volta cercava di aiutarmi, anche se si
vedeva chiaramente che questo discorso gli costava una fatica enorme.
Gli regalai il mio miglior sorriso per fargli capire che apprezzavo
immensamente il suo sforzo.
-Però allo stesso tempo, ti consiglio di avere pazienza,
arriverà anche il vostro momento, e magari non ci
sarà
nemmeno bisogno di chiedere, riuscirai a farglielo capire. Approfittate
di questi giorni per approfondire la vostra conoscenza anche da quel
punto di vista, più ci si conosce in profondità e
più magica sarà anche la vostra prima
volta…- mi spiegò, continuando ad accarezzarmi.
Il suo
tocco mi calmava sempre, come se fosse in grado con la sua
volontà di riuscire a infonderti una quiete surreale. Gli
feci
un cenno del capo e gli sussurrai un grazie all’orecchio
mentre
gli baciavo la guancia.
-Ora sarà meglio che ti riporti a casa, così poi
vado a
lasciare Thunder al maneggio e poi…- d’improvviso
si
fermò. Non sapeva neanche lui cosa fare. Lo agevolai.
-E poi te ne torni tranquillo a casa! Noi ci possiamo arrangiare con
due auto, non c’è niente da caricare e il grosso
del
lavoro, se non tutto, a quest’ora l’avranno
già
fatto gli altri, quindi non ci sarà bisogno anche delle tue
braccia- affermai. Sapevo che per lui vedere Alice in quel momento
sarebbe stato ancora troppo doloroso. Mi sorrise radioso.
-Grazie, sei la migliore, sister!- e salì in sella.
-Grazie, ma il migliore sei tu- gli risposi e mi aiutò a
salire.
Spronò subito Thunder al galoppo ed io mi strinsi forte al
suo
corpo, appoggiando la testa alla sua larga, muscolosa e possente
schiena e mi crogiolai nella consapevolezza che, prima o poi, anche le
difficoltà tra loro si sarebbero appianate.
Pov
Edward
Guardavo Bella e Jasper avvicinarsi sempre di più. Erano
bellissimi entrambi su quel cavallo… e lo cavalcavano con
una
grazia e un’eleganza innata. Avrei tanto voluto essere al
posto
di Jasper… e sentire il corpo di Bella aderente al
mio… e
prima o poi ci sarei riuscito! Ormai avevo deciso, volevo che Bella mi
insegnasse, volevo condividere ogni esperienza possibile con lei.
Arrivarono all’inizio del vialetto e Jasper aiutò
Bella a
scendere. Si salutarono e poi lui fece un cenno di saluto verso di noi
che ricambiammo. Vidi il suo sguardo soffermarsi su Alice, ma con la
coda dell’occhio mi accorsi che lei teneva la testa china e
non
lo ricambiava.
Bella avanzò verso di noi con un sorriso radioso sul viso.
Non
potei non rispondere al suo sorriso: ero felice per loro, dato che
avevano fatto pace e si erano chiariti. Ero davvero contento.
Il mio angelo si fiondò subito tra le mie braccia e non
potei
fare a mano di accoglierla e di baciarla. Mi era mancata troppo in
quell’ora. Lei rispose immediatamente al mio bacio, e ci
dimenticammo completamente di non essere soli. Ogni volta che sfioravo
quelle labbra carnose, perdevo il contatto con la realtà. Mi
beavo talmente tanto delle sensazioni che mi suscitava che per me era
come essere in paradiso. Le nostre lingue si ritrovarono e iniziarono a
rincorrersi, a giocare, a danzare, finché quel magico
momento
non venne bruscamente interrotto.
-Ehhhh bohhhhh!!!- urlò Emmett. -Ci sono le camere di
sopra!- continuò sghignazzando.
A malincuore ci staccammo e lo fulminammo con lo sguardo.
-Io starei zitto fossi in te, visto che appena ieri mattina facevi
tremare le pareti dell’intera casa, rendendo tutti partecipi
delle tue attività ludiche- lo canzonò Bella. Che
donna!
Scoppiammo tutti a ridere, specialmente perché Rosalie gli
aveva tirato uno scappellotto sulla testa.
-Ahia, ma che ho fatto io! E’ stata lei che ha detto che
facevamo
casino a letto!- si lamentò Emmett imbronciato, additando
Bella.
Rosalie scosse la testa.
-Se chiudessi quella boccaccia e non andassi a stuzzicare tutte le
volte Bella, lei non si sarebbe sognata di dire certe cose! E poi non
l’hai ancora capito che con lei non hai speranze? Ti
stracciona
sempre!- affermò esasperata Rosalie, facendoci sghignazzare
ancora di più!
-Allora Bella com’è andata? Avete chiarito con
Jazz?- le
chiese Jacob, premuroso. Sorrisi. Se lo avesse fatto anche solo una
settimana prima, mi avrebbe dato fastidio, per la mia stupida gelosia.
Ormai invece Jacob non mi faceva più nessun effetto, anzi:
ero
contento che Bella avesse lui oltre a Jasper e per di più
anch’io avevo trovato un caro amico. Andavamo
d’accordissimo e ne ero contento. Ero stato proprio uno
stupido
la sera prima, quando li avevo trovati nello spogliatoio insieme. La
rabbia provata nel momento in cui l’avevo vista nelle sue
braccia, per di più in un posto così appartato,
mi aveva
fatto scollegare il cervello dal trovare delle giustificazioni sane a
quel gesto, per lasciare posto ad immagini violente di Jacob sotto i
miei pugni. Che stupido! Dovevo darmi una bella calmata con questa
storia della gelosia, altrimenti prima o poi lei si sarebbe giustamente
stancata. Che strano sentimento però che era! Non pensavo
davvero potesse essere così forte e totalizzante, da
espandersi
in ogni minima parte del corpo così da portarti a gesti o
pensieri tanto violenti. Ora sì che capivo Otello!
Ero tanto distratto nei miei pensieri che non avevo neanche sentito la
risposta di Bella, ma non ce n’era bisogno, si vedeva dalla
sua
espressione contenta che era tutto a posto. Mi avrebbe
senz’altro
raccontato in privato.
-Ora verrà qua?- continuò Jacob. Sbirciai verso
Alice e
mi accorsi che non aveva ancora mosso un muscolo dall’arrivo
di
Bella.
-No, gli ho detto di andare pure a casa che qui non avevamo bisogno di
lui- gli rispose e vidi chiaramente Alice rilassarsi dalla postura
rigida che aveva assunto da quando li aveva visti avvicinarsi.
Anche lei non era ancora pronta ad affrontarlo. Cavoli sarebbero stati
giorni duri in casa! Chissà se Charlie o mia madre avrebbero
mangiato la foglia… soprattutto la mamma! Lei era sempre
molto
attenta… si sarebbe accorta della tensione che si sarebbe
creata
in casa? Sicuramente sì, e mi avrebbe senz’altro
chiesto
spiegazioni… Chiedeva sempre a me quando si trattava di
Alice.
Forse dovevo raccontarle quello che le era successo con Josh; era
giusto che anche lei sapesse: era stata molto male nel vedere la sua
bimba così sofferente, ed era ancora più
addolorata,
perché Alice era il tipo che parlava in continuazione, ma
quando
doveva raccontare le sue sofferenze non apriva bocca, per non recare
dolore agli altri. Chissà cosa ne sarebbe venuto
fuori…
Bé comunque, riguardo alla situazione attuale, le si sarebbe
potuto raccontare che quei due avevano litigato per un motivo futile,
inerente alla festa e che, essendo due testardi, nessuno di loro voleva
fare il primo passo per una riappacificazione. Ne avrei discusso con
Bella, per avere anche un suo parere.
-Dai finiamo di mettere a posto e poi andiamocene a casa- propose
Bella.
-Abbiamo già fatto tutto, possiamo anche andare- le rispose
Rosalie.
-Mi spiace ragazzi, oggi non vi ho neanche aiutati, mi sento in colpa!-
si rammaricò, sinceramente dispiaciuta. Erano due giorni che
cucinava per tutti, che si affaccendava per tutta la casa e si sentiva
in colpa per non aver aiutato noi quel pomeriggio. Era proprio una
brava padrona di casa. Era la mia donna!
Un film inaspettato partì nella mia mente: ci vedevo
già
un domani nella nostra futura casetta, con una miriade di figli, con
lei che si prendeva cura di tutti e di me specialmente…
Ma cosa stavo pensando? Edward Anthony Cullen che blaterava discorsi su
casa, matrimonio e figli?!
Ero impazzito del tutto?! Sì, poteva essere…
ma…
intanto non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine
idilliaca
che si era formata del nostro futuro felice. Cercai di riscuotermi un
po’ prima di uscire veramente fuori di testa…
-Non ti preoccupare Bella, ci hanno aiutato anche i ragazzi prima di
andare via, quindi abbiamo fatto prestissimo. E poi era molto
più importante quello che dovevi fare tu!- la
rassicurò
Rosalie, con fare materno. -Andiamo a fare i bagagli!- ci
invitò.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 41
In un attimo le
nostre mani
cercarono soddisfazione nel contatto reciproco con la nostra pelle
nuda: prima mi tolse lei la maglietta, poi gliela levai io. Subito
accarezzò il mio torace, mentre io giocai con le spalline
del
suo reggiseno. Ci ritrovammo ai piedi del letto e con una leggera
spinta lei -mi fece sdraiare, mettendosi a cavalcioni su di me.
-Abbiamo poco tempo…- mi stava uccidendo con quella voce
sensuale… Appoggiò una mano sul mio petto nudo e
l’altra sulla cerniera dei miei jeans; io ero troppo
estasiato,
troppo su di giri per fare o dire qualcosa… ero suo
prigioniero,
travolto dalla sua prepotente passionalità. E la cosa mi
esaltò parecchio, tanto che sentivo i miei pantaloni
dannatamente stretti. Riuscii solo ad annuire, eccitato in modo
pazzesco.
-Edward… gli altri ci aspettano…- aggiunse
più sexy che mai.
-Sì…- mormorai come un idiota, incapace di
pensare.
-Aspetteranno…- affermò decisa, dandomi il colpo
di grazia.
Come avrete
capito da questo piccolo pezzetto il prossimo chappy sarà di
nuovo suddiviso per rating!
Ehhhhh.... i piccioncini ci hanno preso gusto! XD!
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
cap.41
Buongiorno a tutte e buona festa dei
Santi!
Fa sempre piacere quando la settimana inzia con
un giorno di festa!
Bene
vi lasciamo il capitolo, anche se speriamo di non deludere nessuno
visto che siete quasi tutte convinte di una cosa che ancora non
accadrà!
Ringraziamo tutte coloro che continuano a seguirci e tutte le nouve
lettrici! BUONA LETTURA da IsaMarie
e sara_cullen!
vanderbit:
ciao
tesoro e tantissimi auguri! Quanti anni hai compiuto, se non siamo
indiscrete? Siamo felici che ti sia piaciuto il chappy, anche
perchè ci siamo impegnate tantissimo per cercare di far
emergere
il rapporto tra i nostri gemellini! Per quanto riguarda Edward, ormai
è partito per la tangente! E' troppo innamorato il ragazzo!
Bacioni e grazie! Ancora auguroni!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Mi spiace deluderti ma non faranno quello che tu e molte altre
avete pensato! Siamo contente che ti sia piaciuto il capitolo su Jazz e
hai ragione sul fatto che lui ed Alice debbano chiarire, ma purtroppo
le cose si complicheranno ancora un po'! Sono belle le tue idee ma i
capitoli sono già stati scritti da tempi immemori, quindi
non
possiamo aggiungere quello che ci hai suggerito! Ma vedrai che ce ne
sarà comunque da leggere! Un abbraccio affettuoso e un
grazie
infinito!
giova71: ciao
carissima! Effettivamente la situazione tra Alice e Jasper
sarà
ancora un po' incasinata, specialmente in casa, ma ricorda che dopo la
tempesta c'è sempre la quiete! Bacioni e grazie!
Ed4e:
ciao tesoro! Hai ragione Esme
è una mamma molto attenta, ma rispetta anche molto la
privacy dei figli... Vedremo! Ora goditi questo piccolo capitoletto!
Bacioni!
Moni68:
ciao Moni! Contente che tu sia ancora
con noi, non avevamo dubbi! Sappiamo che anche se non recensisci,
continui a seguirci e di questo siamo felici! Eh sì il sexy
Edward manca come il pane! Ma non ti preoccupare: cercheremo di farlo
uscire sempre più spesso, senza però esagerare,
vista la storia e chi la legge! Bacioni e a presto! Grazie infinite!
ashar:
nooooo!!!! Ci è mancato il
tuo solito commento! Vabbè ogni tanto va bene anche quello
soft! Bacioni e grazie! Approviamo la fanfic con i piccoli dei nostri
amici! Suuuuuperlativa!
Austen95:
ciao tesorino! Siamo felicissime di
essere riuscite a commuoverti! Grazieeee!!! Ora ti lasciamo al chappy!
Goditelo! Bacioni!
Lalayasha:
ciao Ross, tesoro nostro! Bene,
abbiamo visto che hai perfettamente capito il punto di vista di Jasper,
o perlomeno quello che volevamo far arrivare. Il rapporto tra i gemelli
l'abbiamo voluto proprio confidenziale al massimo e siamo contente che
sia piaciuto a tutte quante. Lo so cosa aspetti, ma purtroppo dovrai
aspettare ancora! Mi spiace... ma ne varrà la pena! Bacioni
e a presto! Grazie di esserci sempre!
Nerak:
amooooreeeee!!!!! Lo sappiamo che ti
abbiamo fatto piangere tanto e ci dispiace... ma almeno significa che
ti sono arrivate tutte le emozioni che volevamo trasmettere in questo
chappy! Anche secondo noi, fratelli così esistono solo nella
finzione, per non parlare di fidanzati come edward! Ma che vuoi? Almeno
con loro possiamo sognare! XD! Bacioni e grazie!
P.S.: ci dispiace ma dovrai aspettare ancora con i nostri piccioncini e
nei capitoli più avanti scoprirai perchè! fabyp: tesorooo
nostro bellissimo! Ci dispiace averti fatto piangere così
tanto, vorrà dire che ti manderemo una scorta di fazzoletti
e ti avvertiremo quando usarli! Hihihi! Grazie per aver capito e
perdonato il nostro ritardo dell'altra volta... è un periodo
che siamo incasinatissime entrambe e riuscire a rispettare anche questi
impegni sta diventando piuttosto difficile... ma ce la faremo
perchè vi vogliamo un mondo di bene e ci spingete ad andare
sempre avanti e a cercare di fare sempre meglio! Bacioni e grazie di
esserci sempre!
Ci avviammo nelle
nostre camere
per raccogliere tutti i nostri effetti; nel frattempo pensai di
lasciare lì più cose che potevamo, come
spazzolini,
dentifrici, shampoo, tute, pigiami… dato che la casa al mare
ci
sarebbe servita spessissimo, se io e lei avessimo voluto avere un
po’ di privacy…
-Che ne pensi, Bella? Lasciamo qui un po’ di accessori?
E’
inutile portare sempre avanti e indietro alcuni abiti e gli effetti da
bagno…- proposi.
-Ah sì? Perché, quanto spesso ti
servirà la casa
al mare?- chiese maliziosa. Ah, questa poi! La mia gattina si era messa
a provocare… ma aveva a che fare con un maestro…
-Quanto spesso credi che avrò voglia di privacy con te?-
bluffai, con un faccino innocente.
-Non lo so proprio! Dimmelo tu…- rispose con un visino
dall’apparenza altrettanto angelico… ma si
voltò
subito, per non farmi vedere che in realtà si stava sempre
più colorando di rosso.
Era adorabile e… irresistibile! Ma perché
resisterle? Si
trattava della mia ragazza, no? Con uno scatto felino la raggiunsi e la
abbracciai da dietro, schiacciando la sua schiena al mio petto e
abbassando le mie labbra sul suo collo.
-Fosse per me, mi trasferirei qui adesso, bimba…
perché,
se non te ne fossi accorta, ho sempre voglia di te…-
mormorai
con voce particolarmente arrochita, sfiorandole con la punta del naso
il lobo dell’orecchio e il lungo collo. Sentii che il mio
gesto
l’aveva fatta rabbrividire per l’eccitazione e lei,
in
risposta, appoggiò il suo capo sul mio petto; vederla
così abbandonata a me, mi rese eccezionalmente felice e mi
provocò una serie di sussulti al basso ventre.
-Sì… lo sento…- sospirò con
il respiro
corto, mentre anche la mia lingua cominciava a sfiorare il suo morbido
e profumato collo… ovviamente si era accorta del
‘piccolo’ Cullen che premeva con insistenza sulla
parte
bassa della sua schiena.
-Bè, sei tu l’unica responsabile…-
puntualizzai con un ghigno divertito.
-Allora… dovrò rimediare…- aggiunse,
dopo essersi
voltata per guardarmi negli occhi, mentre sogghignavo con un mezzo
sorriso che sapevo quanto la facesse impazzire. E lei si
avventò
con foga sulle mie labbra. Come un assetato in mezzo al deserto che si
imbatte in una fresca e miracolosa oasi, mi dissetai alla fonte della
mia gioia, ricambiando il bacio con tutta la passione di cui ero
capace.
Con una mano le cinsi i fianchi e la portai più aderente al
mio
petto, beandomi della morbidezza e del calore del suo corpo sul mio,
mentre posai l’altra sulla sua nuca per schiacciare ancora di
più le sue soffici e carnose labbra sulle mie. Un profondo
gemito sfuggì dalla mia gola, quasi una disperata richiesta
di
accedere all’interno della sua calda e sensuale
bocca… lei
assecondò il mio bisogno, facendolo suo.
Finalmente le nostre lingue si incontrarono e come per magia
rinnovarono l’incantesimo della loro unione, trasportandoci
in
una dimensione di pura felicità. Percepii le sue mani
frenetiche
accarezzare il mio torace, la mia schiena, le mie spalle, il mio viso,
i miei capelli… e io potevo soltanto ricambiare tutte le sue
attenzioni, dimostrandole in questo modo quanto fosse immenso ed unico
il mio amore per lei e quanto potente ardesse la passione che mi
calamitava verso il suo corpo.
In un attimo le nostre mani cercarono soddisfazione nel contatto
reciproco con la nostra pelle nuda: prima mi tolse lei la maglietta,
poi gliela levai io. Subito accarezzò il mio torace, mentre
io
giocai con le spalline del suo reggiseno. Ci ritrovammo ai piedi del
letto e con una leggera spinta lei mi fece sdraiare, mettendosi a
cavalcioni su di me.
-Abbiamo poco tempo…- mi stava uccidendo con quella voce
sensuale… Appoggiò una mano sul mio petto nudo e
l’altra sulla cerniera dei miei jeans; io ero troppo
estasiato,
troppo su di giri per fare o dire qualcosa… ero suo
prigioniero,
travolto dalla sua prepotente passionalità. E la cosa mi
esaltò parecchio, tanto che sentivo i miei pantaloni
dannatamente stretti. Riuscii solo ad annuire, eccitato in modo
pazzesco.
-Edward… gli altri ci aspettano…- aggiunse
più sexy che mai.
-Sì…- mormorai come un idiota, incapace di
pensare.
-Aspetteranno…- affermò decisa, dandomi il colpo
di
grazia. Con movimenti decisi ma piuttosto lenti, sbottonò il
jeans e abbassò la zip, liberandomi finalmente da quella
dolorosa costrizione. Iniziò a giocare con entrambe le sue
mani
sopra la stoffa scura dei boxer, facendomi impazzire.
-Oh Bella…- gemetti mentre chiudevo gli occhi, reclinando la
testa sul cuscino. Quando percepii le sue dita farsi strada attraverso
la stoffa, arrivando finalmente alla loro ambita meta, credetti di
svenire… subito dopo cominciò ad accarezzarmi con
sempre
maggiore decisione, muovendo entrambe le mani in un ritmo perfetto. Il
mio cuore stava battendo come un furioso tamburo, il mio respiro era
affannoso e la mia gola emetteva gemiti profondi e arrochiti; mi
abbandonai ad un piacere sempre più intenso e coinvolgente,
finché ogni consapevolezza sparì nel momento del
piacere
assoluto.
-Ti amo…- riuscii a mormorare quando mi ripresi da quegli
istanti di puro benessere. Bella con un sorriso radioso si
accoccolò al mio petto. La abbracciai di slancio, la tenni
stretta al mio corpo e poi con un movimento deciso mi portai sopra di
lei.
-Ora tocca a me…- affermai con un sorriso che la
inchiodò
al mio sguardo infuocato. Mi inabissai sul suo collo profumato,
inebriandomi del suo odore fresco e floreale, che mi mandava
letteralmente fuori di testa, baciandole ogni centimetro di pelle
scoperta.
-Ma Edward… ci stanno… aspettando…-
faticò
a pronunciare quelle parole, rapita dai miei baci. Non me ne poteva
importare di meno!
-Aspetteranno…- liquidai la questione. Sollevai i miei occhi
per
osservare la sua reazione e con gioia notai il limpido ed emozionato
sguardo di Bella, privo di ogni sensazione di vergogna e imbarazzo;
diventai perciò più audace e sbottonai i suoi
jeans,
spostandoli un po’ più giù.
Mi sentii accarezzare il petto dalle sue dita leggere, e mi avvicinai
maggiormente a lei, abbassando le spalline del reggiseno e iniziando a
sfiorare con le labbra il contorno superiore di quelle dolci colline.
Le sue mani finirono tra la massa ormai spettinata e ribelle della mia
chioma, passando e ripassando in continuazione sulla mia testa. Mi
piaceva quel suo gesto: era eccitante, dolce e intimo allo stesso
tempo. Ad un tratto mi scostò leggermente e con un sereno e
caldo sorriso portò le sue mani dietro la schiena per
sganciare
quel pezzo di stoffa divenuto ormai inutile.
-Hai ragione… aspetteranno…- mormorò
divertita,
lanciando il suo indumento in mezzo alla stanza. Risi di cuore alla sua
affermazione, che rispecchiava alla perfezione il mio pensiero.
Poi fissai i suoi seni perfetti e inconsapevolmente cominciai a
passarmi la lingua sulle labbra e la mano sui miei capelli, guardandola
ammirato come per chiedere il suo permesso. La sua risposta mi fece
impazzire: reclinò la testa sul cuscino, chiuse gli occhi e
con
i denti iniziò a torturarsi il labbro inferiore, impaziente
di
abbandonarsi alle mie carezze.
Mi abbassai su di lei e alternando mani e bocca iniziai a vezzeggiare
quella parte del suo corpo così sensibile al mio tocco
delicato
ma deciso. Il corpo di Bella si ricoprì ben presto di mille
brividi, mentre si lasciava sfuggire dalla gola eccitanti gemiti di
piacere che risvegliarono nuovamente il mio miglior amico.
Sapere di essere in grado di donarle emozioni così belle ed
intense mi fece impazzire Quando sentii che il suo corpo
stava
iniziando a tremare, portai una mano sulle sue mutandine e la premetti
sopra la stoffa. Il suo gemito strozzato e l’inarcarsi del
suo
bacino verso di me mi fecero capire che voleva di più:
perciò scivolai sotto il tessuto e iniziai ad accarezzarla,
prima in maniera delicata e poi in modo sempre più
deciso,
finché non la portai a raggiungere il massimo piacere.
-Ti amo, Edward…- sussurrò ancora con gli occhi
chiusi dal piacere appena provato.
-Ti adoro, Bella…- mormorai stringendola al mio petto;
restammo
per un po’ abbracciati e silenziosi, fino a quando i nostri
cuori
e il nostro respiro affannoso si regolarizzarono.
-Ehi, siete pronti piccioncini? Dobbiamo andare!- urlò dal
piano
di sotto il possente vocione di mio fratello. Ridacchiammo e ci alzammo
per rivestirci il più rapidamente possibile.
Ci ritrovammo tutti in garage e chiudemmo per bene la casa. Io e Bella
ci avviammo verso la Aston, mentre Rose, Emmett ed Alice decisero di
tornare insieme.
-Ehi, fratellino, sono un po’ preoccupato per te…
ti vedo
un po’ sciupatino, ragazzo mio… ce la farai domani
in
palestra o vuoi che ti firmi la giustificazione con il prof. di
ginnastica?- ghignò il più idiota dei fratelli.
-Non temere, orso… le mie energie per
l’attività
fisica sono praticamente inesauribili…- risposi mettendo un
braccio attorno alla vita della mia ragazza.
-Confermo!- esclamò Bella, sorprendendoci tutti e rendendomi
particolarmente compiaciuto. -Invidia?- aggiunse facendoci ridere a
crepapelle, compreso quel bestione di Emm.
-Ma come te lo devo dire che con lei non la spunti? Sali in macchina
che è meglio!- lo rimproverò nuovamente Rosalie,
continuando a ridere.
-Dai andiamo, almeno per due ore non dovremo sentire le sue stupidate!-
lo canzonò ancora Bella, rivolgendosi a me.
Ci accomodammo nelle varie auto, salutando Jacob e Leah, che si
sarebbero diretti subito a La Push, senza fermarsi a Forks, e partimmo
in un secondo.
Appena in viaggio, la mano di Bella, andò a fare
compagnia
alla mia sul cambio. Mi piaceva tantissimo ogni nostro contatto e i
miei pensieri, naturalmente, corsero immediatamente a quanto appena
successo in camera: un sorriso ebete mi si dipinse sul volto.
-Perché sorridi in quel modo?- mi chiese curiosa, il mio
amore.
-Perché sono felice, piccola! Fa’
l’abitudine a
questo fantastico sorriso… e ricorda che ogni volta che lo
vedrai, significa che sto pensando a te!- esclamai; la vidi arrossire,
ma anche sorridere compiaciuta dal mio complimento. Le accarezzai una
guancia, proprio nel punto in cui le si era diffuso
maggiormente
un caldo rossore.
-Spero che questa tua caratteristica particolare non passi
mai…
ti giuro che mi fai impazzire quando arrossisci così!- le
sussurrai, con una voce improvvisamente roca. Il suo sorriso si
allargò e il colore delle sue gote si intensificò.
-Sei tremendo! Io invece me ne vergogno tanto, perché ogni
volta
le mie emozioni vengono messe praticamente in piazza davanti a tutti!
E’ sempre stato così facile per qualsiasi persona
leggermi, che questa cosa mi ha sempre dato parecchio fastidio!-
ammise, un po’ irritata. Scoppiai a ridere e lei si
girò a
fissarmi perplessa, non capendo la mia improvvisa ilarità:
probabilmente pensava che volessi solo prenderla in giro… ma
il
motivo era un altro… era molto lontana dalla
verità… almeno per quanto mi riguardava. Cercai
di
spiegarmi meglio.
-Sarà stato facile per gli altri, forse! Ma per
me… se
ripenso alle primissime settimane, ti assicuro che eri tutto, tranne
che facile da comprendere! Mamma mia… che
frustrazione…
non ti capivo proprio e mi innervosiva ogni tuo piccolo movimento, o
parola, o gesto… proprio perché non riuscivo a
interpretarli. Avrei tanto voluto sapere cosa pensassi di me in quel
periodo… Mi costruivo un’opinione su di
te… sul tuo
carattere, sul motivo del tuo rossore, sulle tue amicizie, sui tuoi
pensieri! Come un lampo mi nasceva un’idea che mi sembrava
sensata; ma poi tu mi spiazzavi con un semplice sguardo e le mie teorie
crollavano miseramente… mi confondevi ogni giorno di
più
e mi facevi diventare matto, aumentando così in modo
esponenziale, l’attrazione che provavo per te!- confessai,
sorridendo al ricordo della frustrazione e della rabbia che
accompagnavano inesorabilmente le mie giornate.
-Bé consolati, la stessa identica cosa succedeva a
me…
anzi peggio! Perché, dalle tue occhiate torve e
indecifrabili,
dalle tue rispostacce gelide e saccenti, ero convinta addirittura che
tu mi odiassi senza un valido motivo; quindi puoi ben immaginarti come
fossi ancora più confusa dai tuoi repentini sbalzi
d’umore
nei miei confronti!- ammise. Sorrisi al ricordo di quando, in classe,
completamente spiazzata dal mio strano comportamento, mi aveva chiesto
se soffrivo di disturbi della personalità multipla.
Sì,
decisamente: quella che aveva patito di più la situazione
iniziale di tensione tra noi, era certamente lei!
-Perdonami...- le sussurrai, sinceramente pentito. Lei mi sorrise
così dolcemente, con uno sguardo colmo d’amore,
tanto che
pensai di potermi sciogliere davanti a tutta quella tenerezza.
-Non hai niente di cui scusarti… se ci pensi
bene… è stato bello!- affermò convinta.
-Scusa ma mi sono perso… Cosa è stato bello? Che
ti
trattassi in maniera così sgarbata? Che mi comportassi come
un
troglodita?- le chiesi confuso; proprio non capivo.
-No, quello no. Mi riferivo alla nostra storia: ai dispetti, agli
scontri, agli avvicinamenti… e poi infine alla sera del
matrimonio… insomma tutto quello che ci è
successo, dalla
cosa più dolorosa e antipatica da ricordare a quella
più
straordinaria e magica… tutto ciò che abbiamo
vissuto
insieme, ci ha permesso di arrivare dove siamo adesso, e di instaurare
questo bellissimo rapporto. Tutto fa parte della nostra storia: il
bello, ma anche il brutto; e ora che va tutto a gonfie vele
è
simpatico e carino ricordare anche gli screzi iniziali!- mi
spiegò convinta. Ci pensai un attimo, e mi resi conto che
era
vero. Annuii concorde con il suo ragionamento. Aveva perfettamente
ragione: le nostre litigate, i nostri battibecchi… solo due
ragazzi immaturi come noi in quel periodo avrebbero potuto credere di
odiarsi a vicenda…
-Sei fantastica, tesoro!- sospirai, felice, e lei d’istinto
strinse maggiormente la mia mano. Era riuscita con le sue parole, a
farmi sentire un po’ meno in colpa per il mio comportamento
passato verso di lei. Ero proprio un ragazzo fortunato ad avere
quell’angelo accanto!
-Come mai non mi chiedi niente sul chiarimento con Jasper? Non sei
curioso?- domandò d’improvviso, dopo qualche
minuto di
silenzio. Bè, certo che ero curioso… come una
scimmia! Ma
non avevo voluto assalirla con le mie richieste di spiegazioni.
-Bé, non volevo invadere la vostra sfera
personale… ma se
hai voglia di raccontarmi tu qualcosa, riusciresti senz’altro
a
lenire un po’ la mia curiosità su cosa vi siete
detti… magari anche solo su ciò che riguarda
Alice…- le spiegai. Aspettavo da un po’ quel
momento, ma
non avendomi accennato niente finora, avevo iniziato a pensare che non
ne volesse parlare, e quindi non volevo metterla in condizioni di
sentirsi obbligata a raccontarmi tutto.
-Sinceramente pensavo che appena avessimo messo piede in camera, mi
avresti riempito di domande e solletico per farmi parlare; ma una volta
di più hai dimostrato la tua maturità rispetto a
me, che
senz’altro non sarei riuscita a trattenermi, se le posizioni
fossero state invertite…- confessò abbassando lo
sguardo,
con una punta di rimprovero verso se stessa.
Oops! Allarme rosso… la mia psiche ormai irrimediabilmente
malata (prima o poi avrei dovuto compiere una seria
autodiagnosi…) stava già fantasticando sulla
frase appena
pronunciata senza malizia dalla sua bocca sensuale… le
paroline
magiche ‘posizioni…
invertite…’ mi accesero
d’entusiasmo e di interessanti e stuzzicanti
prospettive…
Cristo Edward, finiscila! Sei da camicia di forza!!
Con un sospiro cercai di scacciare quelle immagini erotiche dalla mia
testolina, per dedicare la mia più totale attenzione
all’angelo che avevo accanto. La mia principessa riteneva di
essere meno matura di me…Oh com’era lontana dalla
verità! Cercai di rassicurarla.
-Bella, io non la definerei maturità la mia…
piuttosto
fissazione!- tentai di spiegarle con un mezzo sorriso; ma dalla sua
espressione confusa, capii che non aveva afferrato a cosa mi riferissi.
Decisi di essere più esplicito, assolutamente certo che
avrei
rivisto nuovamente quello splendido rossore imporporarle il viso.
-Bé, diciamo che prima… in
camera… avevo
un’unica idea in testa! Il discorso che hai fatto con tuo
fratello, era l’ultimo dei miei pensieri… credimi
piccola:
ho fatto uno sforzo titanico a non saltarti addosso mentre eri china
sulla valigia, per sistemare i tuoi vestiti. Quei jeans che indossi,
dovrebbero toglierli dal mercato, perché sono troppo, troppo
provocanti… ti fasciano le gambe, il tuo adorabile
fondoschiena, in una maniera che… anzi adesso che ci
penso… scordati di indossarli a scuola, o almeno
accompagnali
con un maglioncino lungo e molto, molto largo!- le ordinai, con
cipiglio serio; il suono della sua risata allegra proruppe nel piccolo
abitacolo, deliziando il mio cuore; e il suo rossore si diffuse
uniformemente come avevo immaginato.
-Oddio, tesoro… ma sei incorreggibile!- mi
rimproverò,
non smettendo di ridere. Aveva persino le lacrime agli occhi! Vederla
così mi trasmetteva gioia allo stato puro.
-Infatti! E come vedi la mia maturità c’entra ben
poco!-
continuai a denigrarmi, pur di poter ancora sentire quel suono
melodioso e aggiungendomi anch’io alla sua risata. Amore,
adorazione, devozione… ecco ciò che provavo io
per quella
sensazionale creatura!
-Fatti dare un bacio, gelosone!- ammiccò. Felice, mi scostai
dal
sedile e mi avvicinai a lei, puntando l’indice sulla mia
bocca,
punto d’arrivo del suo bacio.
-Scherzi, vero? Non posso dartelo lì, devi guidare! Al
massimo
sulla guancia!- dichiarò con sguardo divertito. Ah, la
furbetta!
Pensava di riuscire a farmi desistere con così poco?
Perciò, ancora una volta, decisi di dimostrarle chi era
Edward
Anthony Cullen!
Decelerai scalando le marce e accostai l’auto al bordo della
strada, voltandomi con un ghigno soddisfatto. Ripetei il gesto di
prima, indicando le mie labbra già socchiuse e rimanendo in
attesa del mio premio. Mi guardò dapprima allibita, ma poi
lo
sguardo le si addolcì e con una mano mi sfiorò la
guancia.
-Tu sei tutto matto, Edward!- affermò divertita. Senza
parlare
risposi annuendo più volte con la testa. Le sue parole
potevano
trattarsi di un primo passo verso la mia autodiagnosi… ma a
quello c’ero già arrivato da un pezzo! Finalmente
colmò la distanza tra le nostre labbra e le bocche
iniziarono
immediatamente a esplorarsi, dando vita ad un sensuale e lungo gioco di
lingue, allo stesso tempo prede e cacciatori…
finchè ci
ritrovammo ansanti e con il fiato corto. Eravamo tutti e due
assatanati, altroché!
-Sono pazzo di te!!- urlai dopo essermi staccato lievemente da lei.
-Sono pazza!- esclamò lei quasi all’unisono.
Scoppiammo a
ridere come due bambini con il cuore in gola e le lacrime agli occhi,
finché una sonora strombazzata del clacson della jeep di
Emmett
ci riportò bruscamente alla realtà. Ci voltammo
verso il
solito guastafeste e notammo che tutti loro stavano sghignazzando in
preda all’ilarità sicuramente scatenata dalle
battute
‘eleganti’ di quel gentiluomo di mio fratello. Per
tutta
risposta io e Bella senza esserci consultati prima, ricambiammo il loro
saluto festoso con una bella linguaccia! Subito dopo ripartimmo verso
casa.
ANTEPRIMA CAPITOLO 42
-Senti Edward, cambiando discorso, è già un
po’ che
volevo chiederti una cosa…- mormorò, quasi
timorosa. -Lo
sai principessa, che puoi chiedermi qualsiasi cosa!- cercai di
rassicurarla, anche se non avevo idea di quello che volesse sapere. -Bè,
ecco, noi… Non abbiamo mai parlato del nostro futuro,
dell’università…
ecco io… ora… cioè il pensiero di
separarci…- interruppi quel
balbettio, perché avevo compreso cosa intendesse, ed era la
mia stessa
paura, che più di una volta in questi giorni si era fatta
strada in me. -Ehi,
calmati piccola… fai un bel respiro… ho capito,
non c’è bisogno che tu
prosegua…- mormorai, e la vidi sobbalzare per la sorpresa. -Sì,
è la mia stessa paura: la separazione a causa
dell’università!- le spiegai.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Cap. 42
Buongiorno ragazze!
Eccoci con la seconda parte del viaggio di ritorno in cui si faranno
discorsi importanti sul futuro, come già
avete dedotto dallo spoiler.
Ringraziamo infinitamente chi ci ha inserito tra le ricordate (53 ),
le preferite (160 )
e le seguite(275)
e chi come autrici preferite (19).
Siamo felicissime che siate sempre più numerose e non
smetteremo mai di ringraziarvi!
Ci incoraggiate a cercare di migliorare sempre! BUONA LETTURA da Manu e
Sara!
giova71:
ciao
carissima! Grazie per avere letto e recensito entrambi i chappy! I
piccioncini sono veramente partiti, ma se tu fossi Bella, non
partiresti anche tu per la tengente? Noi sì e anche di
filato!
XD! Ora non ti resta che scoprire se i nostri piccioncini dovranno
separarsi per l'università! Bacioni e ancora grazie!
Giada
is owned by Edward: ciao
tesoro! Grazie per tutti i complimenti che ci rivolgi sempre e anche
per aver letto entrambi i capitoli! Bè per quanto riguarda
le
complicazioni ci sono sempre anche nella vita reale... nella nostra
fiction invece ce ne saranno ma non spesso e non molte. Non siamo molto
amanti del metodo: catastrofi quasi ad ogni capitolo! Comunque non
vogliamo anticiparti niente, altrimenti dove sta il gusto di leggere?
Siamo contente che tu abbia accettato che i nostri piccioncini se la
prendano con calma e soprattutto che non sia rimasta delusa! Allora
goditi il resto del viaggio e speriamo di risentirci presto, dato che
hai di nuovo internet ko! Bacioni e grazie ancora!
ashar:
ciao
moreee!!! Oddio! A Koda non ci avevamo ancora pensato per un eventuale
nomignolo di Emmett! Ci hai dato una bella idea... chissà
che in
qualche capitolo futuro Bella non lo apostrofi così! E
pensare
che l'avrò visto centinaia di volte con mio figlio! Ora ti
daremo una mezza anticipazione! In un capitolo (molto più
avanti, però) il "piccolo Cullen" cambierà
soprannome,
come vorresti tu, e siamo sicure che sarà all'altezza del
nuovo
nome! Hihihi! Basta! Abbiamo già detto troppo! Purtroppo
sì, si fanno già le pippe mentali per
l'università, anche perchè devi sapere che in
America, il
collegge è molto importante per i ragazzi dell'ultimo anno
del
liceo, e passano praticamente tanto tempo a
preparare test
di ammissioni ai vai college e a raccattare tutti i crediti possibili
per eventuali borse di studio, dato che hanno costi altissimi e molti
ragazzi pur di frequentarlo si fanno fare addirittura dei prestiti,
inziando la carriera universitaria già pieni di
debiti!Quindi
come potrai ben capire, nonostante manchino molti mesi ancora, per loro
è un argomento di primo piano! Comunque bravissima, sei la
numero uno per farci ridere! Bacioni e alla prossima!
Lalayasha: ciao
Ross! Tesoro sei tornata! Vabbè poi ci sentiamo in privato!
Eh
sì! Suda suda! Dovrai sudare ancora un po'! Però
poi
vedrai che ne varrà la pena! Hai proprio ragione:
l'insicurezza
di Bella è ancora molto presente inlei, ma vedrai che piano
piano con edward, la metterà definitivamente da parte... lui
è talmente innamorato, che, anche se ci vorrà del
tempo,
lei si convincerà del tutto che lui la vede perfetta tanto
quanto lei vede perfetto lui! Alla prossima e grazie mille!
Bacioni!
fabyp:
ciao
tesoruccio! Hai ragione: Emmett inzia a rompere un po' troppo! Neanche
avesse un radar che intercetta i loro momenti intimi! Hihihi!
Oddio comunque ci fai sempre arrossire con i tuoi complimenti!
Grazieeee! Bè però non ti devi preoccupare
perchè
se avrai la pazienza di seguirci, nonostante l'alto numero di capitoli
già postato, ce ne saranno ancora moltissimi! Non sappiamo
se lo
sai ma questa storia dura per tutto il loro ultimo anno scolastico
(naturalmente avremo anche salti temporali!) e siamo solo ad ottobre...
poi inizieremo il seguito con l'università! Le idee non ci
mancano e la voglia neppure, quindi mettiti comoda e speriamo che avrai
la pazienza di restare sempre con noi! Un bacione grande grande!
vampirettafolle:
sìììììì!
Pucciosi e dolciosi! Ehhhh Edward fa impazzire tutte quante e in tutti
modi lo si presenti! Ormai siamo pazze! Io poi adoro anche Robert
Pattinson, tanto che oggi mi stavo comprando persino il calendario! Poi
mio marito mi ha guardato e mi ha detto: "Ma ti ricordi quanti anni
hai?" e allora ho desistito! Ma in settimana senza il rompi dietro me
lo vado a comprare lo stesso e chi se ne frega dell'età!
Bè comunque grazie! Siamo contente che il chappy ti sia
piaciuto! Bacioni alla prossima!
P.S.: tu nella tua vedi di far in modo che Edward si faccia
perdonare da Bella, perchè si è comportato
malissimo e
sono ancora molto arrabbiata!
barbara_f:
ciao Barbara! Grazie mille per i complimenti che ci fai sempre! Piano
piano i nostri piccioncini, stanno diventando sempre più
intimi
e stanno entrando sempre più inconfidenza! D'altronde il
loro
è veramente un grande amore! Bacioni!
Austen95:
ciao tesoro! Sì il titolo è riferito anche alle
autrici! Bene! Ora sai con chi hai a che fare! Hihihi!
yara89:
ciao carissima! Grazie sempre gentilissima. Su Edward hai proprio
ragione, non glielo avrebbe chiesto, avrebbe aspettato che fosse lei a
parlargliene. Bene siamo felici che tu abbia inqueadrato il nostro
Edward! Ora ti lasciamo alla seconda parte del viaggio! Bacioni e a
presto!
marilenacappucci:
ciao Mary! Grazie mille! Ne abbiamo parlato e mi spiace ma Edward non
ha amanti! Si dona solo a Bella... forse se fossi arrivata prima che
conoscesse Bella, con la reputazione che aveva si sarebbe potuto fare!
Hihihi! Ehhhhhhh!!!! Magari! Probabilmente saremmo tutte sue amanti!
Baci e alla prossima!
Ed4e:
ciao tesoro nostro! eh sì Edward e Bella sono proprio una
coppia
perfetta, come non se ne trovano molte... sempre che esistano... ma
abbiamo i nostri dubbi perchè di Edward nella vita reala non
se
ne trova proprio! Sigh! Comunque non ti preoccupare per
l'università, vedrai che qualche compromesso lo troveranno!
Non
ti resta che leggere! Bacioni e grazie!
vanderbit:
ciao amore nostro! Wow 18 anni?! Noi non ce li ricordiamo nemmeno
più! Ti abbiamo quasi doppiata! Uhhhh che tristezza! Grazie
per
i complimenti e anche se li ripeti sempre, a noi fanno comunque un
enorme piacere, quindi non ti preoccupare assolutamente in proposito!
Sì, Emmett è un tenerone nonostante le battutine
sconce
che gli scappano sempre, ma il bello è proprio quello! In
questo
chappy, come puoi già notare dal titolo, si parla del futuro
dei
nostri piccioncini! Che faranno? Non ti resta che leggere! Bacioni e
alla prossima!
Annabella
90: ciaoooo!!!
E benvenuta!!!!! Ti ringraziamo infinitamente di aver letto tutto
quanto... sappiamo che sono parecchi capitoli! Siamo felici che ti
piaccia! Questa storia la scriviamo in due, Manu (IsaMarie) e Sara
(sara_cullen). Postiamo due volte alla settimana e precisamente il
lunedì e il giovedì! E ora ti lasciamo alla
lettura del
chappy! Bacioni e a presto!
CAPITOLO
42
Futuro
Pov
Edward
Eravamo appena
ripartiti, dopo
la fermata forzata che avevo voluto fare per riuscire a carpire un
bacio degno di tale nome dalla mia dolce metà. Bella era
decisamente divertita dal mio comportamento, ma anche lei era sulla
buona strada...
-Bè, almeno siamo due pazzi, felici di esserlo
perché ci
siamo trovati!- affermai ridendo di cuore. Anche la sua risata
cristallina si riunì alla mia. Dopo qualche minuto di
irrefrenabile ilarità, riuscimmo lentamente a calmarci.
Notai
che il suo volto si era fatto più riflessivo, e compresi che
in
quel momento era pronta a rispondere alla domanda su Jazz lasciata in
sospeso poco prima.
-Va bene… ora passiamo ad argomenti più seri: io
e mio
fratello abbiamo fatto pace… non scendo in particolari, per
rispettare lui e il suo dolore… ma, come mi avevi
già
anticipato tu, devi sapere che sta soffrendo come un cane e questo
fatto, di conseguenza, fa soffrire anche me. Ancora di più,
poi,
se penso al modo orrendo in cui mi sono comportata ieri
sera… ho
pensato, come una ragazzina immatura, di avere la verità in
tasca, senza dar peso alle varie sfumature che una situazione
così complessa e delicata può in
realtà assumere!
Tu invece… tu sei stato molto più maturo di me, e
non ti
sei limitato ad aiutare Alice e Jazz… tu hai anche cercato
di
farmi capire il mio sbaglio, senza accusarmi direttamente come ho fatto
io con te! Anzi! Hai cercato semplicemente di farmi
ragionare… e
tutto perché non volevi che io litigassi con mio fratello,
perché sapevi che ci sarei stata male! Oh tesoro…
io mi
sento veramente in imbarazzo per averti trattato in quel modo orrendo!
E ti prometto che, d’ora in poi, cercherò di
pensare molte
volte, prima di aprire la mia boccaccia e darle fiato!-
dichiarò, convinta.
Ero frastornato dalle sue parole… e anche un po’
incredulo… mi sembrava ancora strano che lei mi vedesse
sempre
così perfetto e più maturo di lei, in ogni
situazione.
Anche perché ero ben lontano dalla perfezione! Volevo
rassicurarla, ma non mi diede il tempo di aggiungere niente: riprese a
parlare, un po’ imbarazzata, per le parole appena pronunciate.
-D’ora in poi Jasper vuole starsene un po’ per
conto suo,
ritornare a frequentare quel branco di cretini…- mi
rivelò con voce triste; -Ma non temere, mi ha assicurato che
non
vuole più fare il cascamorto con le altre
ragazze… ha
solo bisogno di un po’ di tempo lontano da tua sorella, per
schiarirsi le idee e per trovare il coraggio di riparlarle. Ah, la cosa
più importante è che mi ha dato il permesso di
impicciarmi negli affari suoi… quindi ho già
deciso che,
a seconda di come proseguirà la faccenda tra quei due
testoni,
mi inventerò io qualcosa per farli riavvicinare!-
puntualizzò, tutta felice. Ecco, mi sembrava strano che il
suo
lato “cupidico” non fosse ancora emerso…
Sorrisi sornione; già immaginavo che avrebbe coinvolto tutti
nei
suoi progetti, me compreso. Mi rassegnai… tanto non
c’era
verso di farla ragionare se si metteva in testa qualcosa.
-Chissà perché… ma ho
l’impressione che i
prossimi saranno giorni di fuoco!- esclamai. Annuì
vigorosamente.
-Senti Edward, cambiando discorso… bé,
è
già un po’ che volevo chiederti una
cosa…-
mormorò, quasi timorosa.
-Lo sai, principessa, che puoi chiedermi qualsiasi cosa!- cercai di
rassicurarla, anche se non avevo idea di quello che volesse sapere.
-Bè, ecco, noi… insomma… non abbiamo
mai parlato
del nostro futuro, dell’università…
ecco io…
ora… cioè, il pensiero di separarci…-
interruppi
quel balbettio sconnesso, perché avevo compreso cosa
intendesse: era la mia stessa paura, che più di
una volta
in questi giorni si era fatta strada in me.
-Ehi, calmati piccola… fai un bel respiro… ho
capito, non
c’è bisogno che tu prosegua…- mormorai,
e la vidi
sobbalzare per la sorpresa.
-Sì, è la mia stessa paura: la separazione a
causa
dell’università!- le spiegai; -Anch’io,
se ci penso,
mi sento morire all’idea di separarmi da te… ma
non deve
andare per forza così, magari…- cercai di
spiegarle la
mia idea, ma non mi lasciò continuare.
-No Edward, non venirmi a dire che uno dei due dovrebbe rinunciare al
suo sogno, per seguire l’altra persona, perché io
non te
lo permetterei mai! E sono certa che nemmeno tu lo permetteresti con
me!! O mi sbaglio?- mi chiese, palesemente convinta di quello che aveva
appena detto.
-Ok, ok… hai ragione! Ma senti… prima di
fasciarci la
testa, dimmi un po’… dove vorresti andare? Che
laurea
vorresti prendere?- domandai. In fondo, magari, avremmo potuto scoprire
che si trattava di due università abbastanza
vicine, e non
ci sarebbe stato bisogno di intristirci così
tanto…
-Vedi… io, fin da bambina, ho sempre sognato Harvard.
E’
da una vita che lavoro sodo per poter frequentarla… solo
che… adesso non mi sembra più così
importante, se
mi terrà lontana da te…- la sua voce era
diventata un
flebile sussurro, a causa dell’imbarazzo di quella
rivelazione.
Sorrisi di gioia, soprattutto per il nome del college! Il mio cuore
stava esultando, a causa dell’estrema felicità!
Non potevo
credere di essere così fortunato! Harvard… era
anche il
suo sogno… eravamo due anime gemelle, non c’erano
più dubbi!! Dio, ero così al settimo cielo che
ebbi
voglia di scherzare un po’.
-Bè… effettivamente… Harvard
è un po’
lontanuccio dal college che ho scelto io… forse sarebbe
meglio,
al momento di partire, prenderci una pausa… sai, non ho mai
creduto nei rapporti a distanza…- affermai, bluffando. Il
mio
sorriso era talmente mal celato che ero certo che lei sarebbe scoppiata
a ridere per la mia buffa espressione da bugiardo colto in
flagrante…
Il suo viso invece si fece improvvisamente sofferente e triste; e, dopo
essermi voltato per fissarla meglio, mi accorsi che i suoi occhi erano
diventati lucidi. Stava per piangere… oddio, ma quanto ero
cretino! Stupido, idiota, demente! Rincoglionito!!,
m’insultai.
Avrei desiderato mollarmi un calcio nel sedere…
-Ehi, ehi, piccola! Non fare così, ti prego scusami! Tesoro,
stavo solo scherzando… sono un deficiente rincretinito!
Scusami,
principessa, volevo solo prenderti un po’ in giro. Sono un
idiota
patentato! Anche fossero state due università poste ai poli
opposti della Terra, non ti avrei mai lasciato, credimi! E non avrei
permesso che lo facessi tu!- mi affrettai a spiegare; ma il suo viso
non accennava a sollevarsi, né il sorriso a ricomparire su
di
esso. Le afferrai delicatamente il mento, e la feci voltare
nella
mia direzione.
-Non mi chiedi qual è il college che ho sempre sognato di
frequentare io, fin da bambino? Lo stesso che ha frequentato mio
padre?- le domandai. Lei mi fece cenno di continuare.
-Harvard!!- le rivelai con un guizzo divertito; e il suo volto si
illuminò di nuovo per lo splendido sorriso che si era aperto
su
di esso.
-Scusami ancora amore, pensavo fosse divertente tenerti sulle spine!
Quando hai nominato Harvard, ero così gasato che stavo
gongolando dalla gioia! Ma, da emerito lobotomizzato, non ho
messo in conto che tu potessi prenderla così seriamente. Mi
perdoni di averti fatto soffrire, anche se per pochi attimi?- la
implorai. Mi buttò le braccia al collo e iniziò a
riempirmi la guancia, il collo, l’orecchio, di una serie di
piccoli baci a stampo, che però avevano il potere di
resuscitare
anche i morti!
Sbandai leggermente, ma raddrizzai lo sterzo con rapidità e
lei
non se ne accorse. Risi, per il mio poco autocontrollo quando lei mi
era così vicina.
-Bella… così andremo a sbattere!- cercai di farle
capire.
Lei si ricompose immediatamente sul sedile, e mi regalò un
gran
sorriso, scusandosi. Era felice per la mia rivelazione… si
vedeva lontano un miglio, e lo ero anch’io.
-Ora dimmi cosa vorresti frequentare ad Harvard…- le
domandai, curioso.
-Fino a poco tempo fa, ti avrei detto letteratura… mi
sarebbe
piaciuto poter diventare un’insegnante. Ho sempre adorato
leggere, e l’idea di far apprezzare e appassionare i ragazzi
ai
libri e alla letteratura, mi ha sempre affascinato.
Però…
bé, sei mesi fa, un episodio mi ha fatto cambiare idea. Un
giorno, in cui ho portato il pranzo a Charlie in centrale
(perché la tavola calda dove di solito pranzava, era chiusa
per
ristrutturazione), ho conosciuto un bel bambino biondo e riccioluto di
circa dieci anni, Michael. Era seduto su una panca e lacrime silenziose
scendevano sul suo bel visetto. Vicino a lui, c’era una
signora
un po’ anziana, che avevo già notato qualche volta
in
città. Lo stava stringendo in un caloroso abbraccio, mentre
anche lei piangeva, in maniera discreta. Ho chiesto a mio padre cosa
fosse successo, e mi ha riferito che, disgraziatamente, una settimana
prima, Michael aveva avuto un incidente d’auto con i suoi
genitori, a causa di una lastra di ghiaccio sull’asfalto.
Purtroppo i genitori di Michael erano morti sul colpo… e lui
ne
era uscito miracolosamente illeso. L’anziana che era con lui
era
la nonna materna, e insieme stavano aspettando gli assistenti sociali:
dovevano venire a prelevare Michael per portarlo in una
famiglia
affidataria. Alla nonna non era stato concesso di tenerlo con
sé, perché anziana e malata. Nonna e nipote erano
distrutti dal dolore della separazione che naturalmente si andava a
sommare a quello, già straziante, della perdita orribile che
avevano subito. Mio padre mi aveva spiegato che si trattava di una
vicenda schifosa: era tutta una questione di soldi! Se la nonna di
Michael fosse stata abbastanza ricca, avrebbe potuto permettersi un
avvocato di grido, senza doversi accontentare di uno
d’ufficio, e
avrebbe senza dubbio intentato una causa, che si sarebbe rivelata
vincente. Ricordo come fosse oggi, le urla strazianti di Michael,
quando l’assistente sociale, dovette staccarlo con la forza
dalle
braccia della nonnina. Ma ti rendi conto della tremenda ingiustizia?!-
scosse la testa energicamente a quei ricordi, che molto probabilmente,
per lei, erano ancora vividi e dolorosi. -Non potevo permetterlo!
Così ho chiesto il permesso a mio padre di poter pagare
l’avvocato per quella famiglia, attingendo al mio fondo
fiduciario…- la guardai meravigliato: ma quanto era generoso
quell’angelo che avevo di fianco a me?! Quale altra ragazza
avrebbe fatto una cosa simile? Non c’erano veramente parole
per
descriverla…
-Naturalmente il mio papà ha approvato seduta stante la mia
idea; e, per fortuna, siamo riusciti ad assumere uno dei migliori
avvocati del diritto di famiglia: ora Michael è
felice con
sua nonna e vivono nella loro bella casetta…
certo…
felice come può esserlo un bambino che ha perso entrambi i
genitori prematuramente, in quel modo orrendo… ma almeno
vive
con la sua nonnina!- esclamò soddisfatta.
-Chissà come ti sono stati riconoscenti, eh?- domandai,
incapace
di aggiungere una qualsiasi altra cosa sensata dopo la sorpresa di
quello che avevo appena saputo.
-Bé… ecco… loro…
non sanno
niente… cioè, non sanno che sono stata io a
pagare il
loro avvocato... hanno creduto che si trattasse solo un di un nuovo
avvocato d’ufficio. Non l’ho fatto per ricevere
ringraziamenti, lo sai che mi intimidiscono… e poi ti
immagini
come si sarebbe imbarazzata quella signora per un gesto compiuto in
fondo da un’estranea? Io l’ho fatto per cercare di
riparare
una terribile ingiustizia avvenuta sotto ai miei occhi! E per vedere
almeno un po’ di felicità, negli occhi spenti e
addolorati
di quel bambino e di sua nonna. Morale della favola, è stato
proprio in quel periodo che ho deciso di voler diventare un avvocato,
specializzato in diritto di famiglia! Un avvocato al servizio,
però, di chi non può permettersi certe parcelle
da
capogiro!- finì di spiegare. Mi sentivo un groppo alla gola
che
mi stava impedendo di respirare, gli occhi umidi. Bella era un
affascinante e stupendo mistero, una creatura inviata sulla Terra
direttamente dal paradiso, affinché illuminasse tutto con la
sua
sola radiosa presenza…
E quell’angelo, quel miracolo, quella creatura
perfetta…
mi amava… si era innamorata di me!! Avrei potuto essere
più felice o fortunato di così?!
-Sei unica, amore mio… quello che hai fatto è
semplicemente un gesto sublime e meraviglioso! E in questo momento non
hai idea dell’orgoglio smisurato che provo a sapere che tu
hai
scelto me, per condividere tutto l’amore che hai da donare!-
mormorai, avvolto da intime emozioni potenti e intense, mai
sperimentate prima: possibile che sentissi tangibilmente aumentare il
mio amore, la mia devozione verso di lei? Ogni giorno venerarla
più del precedente? I suoi occhi si illuminarono quando
notò la mia espressione adorante e un caldo sorriso,
accompagnato ormai dal suo consueto rossore, fecero comparsa sul suo
tenero viso.
-E tu tesoro? Cosa vorresti fare nella vita?- mi chiese, chiudendo il
discorso, probabilmente per il palese imbarazzo che provava per le mie
parole.
-Io vorrei seguire le orme di mio padre: diventare medico, e in
particolar modo un pediatra- le spiegai, attendendo la sua reazione.
-Wow, medico! Ma… come mai proprio pediatra? Cosa ti porta
verso questa scelta? Non capirmi male, ti prego! Sono
felicissima
del tuo sogno! Penso solo che sia un po’
particolare… scegliere di dedicarsi ai bambini per
un
ragazzo così giovane!- si incuriosì.
-Sì, effettivamente la maggior parte dei ragazzi interessati
alla medicina vorrebbero diventare cardiochirurghi, neurologi,
chirurghi plastici… insomma tutte specializzazioni molto
più redditizie e senz’altro sotto le luci della
ribalta!
Ma… mio padre per fortuna mi ha insegnato che
l’obiettivo
principale di questo lavoro, non è fare soldi a palate o
diventare famosi per qualche complicato intervento, o indispensabili
alle attrici e agli attori orrendamente rifatti! Il fine ultimo di un
medico dovrebbe essere quello di aiutare le persone più
deboli e
sofferenti; e chi più dei bambini ha bisogno di tutto il
nostro
aiuto? Sono loro le creature da difendere, da salvare… loro,
così indifesi, meritano tutta la nostra attenzione, il
nostro
aiuto, il nostro amore… non credi?- le chiesi retoricamente.
Lei
mi fissava ammaliata dalle mie parole e probabilmente anche
dall’intensità con cui le pronunciavo. Mi
succedeva sempre
così, quando accennavo a mio padre, al suo lavoro, e
all’amore che, nonostante la sua prematura morte, era
riuscito a
trasmettermi verso quel mestiere, che secondo lui era una vera e
propria missione. Le sorrisi e continuai, dato che era in attesa del
mio racconto.
-Vedi… mio padre era un uomo che non spendeva troppe parole
in
prediche inutili, ma passava direttamente ai fatti, sapendo sempre
farsi amare e rispettare da noi figli! Quando si accorgeva che
superavamo certi limiti… come ad esempio litigare per delle
stupidate che in quel momento ci sembravano tanto importanti da farne
delle vere e proprie tragedie… ci portava, nel suo tempo
libero,
con sé in ospedale, e in particolar modo nel reparto di
oncologia pediatrica. Dio mio, Bella! Tutti quei bambini malati, dagli
occhi così grandi, pieni di mille domande senza
risposta…
molti erano rinchiusi nelle loro stanze sterili, con la sola speranza
che l’ultima cura facesse effetto, che il loro dottore li
aiutasse a guarire e che potessero conoscere ancora qualcosa della loro
troppo breve vita… Dio era uno strazio… e noi che
perdevamo tempo ad arrabbiarci per delle cretinate, senza renderci
conto di quanto fossimo fortunati ad avere il dono della salute! Quei
bambini ci davano delle vere e proprie lezioni di vita, con la loro
tenacia e la loro forza! Da quel giorno iniziai a fare il volontario
due volte la settimana in quel reparto. Andavo a suonare il piano nella
sala comune per loro, e passavamo interi pomeriggi a ridere e
cantare… ma ogni volta che qualcuno ci lasciava, e purtroppo
succedeva spesso, era uno strazio e la rabbia mi faceva venire voglia
di poter fare qualcosa di più! Fu così che decisi
la mia
specializzazione!- finii il mio racconto con un groppo in gola, al
ricordo dei nomi dei bambini che avevo conosciuto in quel periodo e che
ora erano degli angioletti che vegliavano da lassù su tutti
noi.
Dopo qualche minuto di silenzio, mi voltai verso Bella, e mi accorsi
che stringeva i pugni e aveva le guance rigate di lacrime. Era la
tenerezza fatta persona: si era commossa al mio racconto, pensando
anche lei a tutti quei bambini malati e morenti, ma allo
stesso
tempo, non voleva farsi accorgere del suo turbamento. Avendo ormai
capito come ragionava, sicuramente non voleva che mi sentissi
responsabile per quelle lacrime. Con una mano la attirai al mio fianco
e la lasciai sfogare un po’ senza dirle niente…
quando
sentii che il suo respiro non era più spezzato, la lasciai
tirarsi su e le sorrisi.
-Certo che saremo proprio una bella squadra, io e te!- decretai, sicuro
del futuro che si stava delineando davanti a me accanto a quella
creatura unica e strabiliante.
-In che senso scusa?!- mormorò, ancora con un filo di voce,
un
po’ a causa del pianto eccessivo e un po’
perché non
aveva capito cosa intendessi.
-Bé… come pediatra, purtroppo, dovrò
aspettarmi di
visitare e guarire anche bambini con traumi psicologici e fisici
vittime di ingiustizie… in quel caso ti chiamerò
e tu li
assisterai, rendendo loro giustizia e trovando, per chi ne ha bisogno,
una sistemazione che li porterà ad essere
felici…
garantendo così per loro un futuro sereno! Vedo
già
l’insegna del nostro studio associato, naturalmente nello
stesso
piano del palazzo, (anche perché io non posso stare tante
ore
senza vederti, amore mio! E quindi, tra una visita e l’altra
e
tra un caso e l’altro, dovrò sicuramente venire a
ristorarmi con i tuoi baci!)… comunque tornando a
noi…
vedo già l’insegna a caratteri cubitali
sull’ingresso del portone: “Cullen&Cullen:
un
nome, una garanzia!”- e scoppiai a ridere, seguito
a ruota
da Bella.
-Mmm… perché
‘Cullen&Cullen’? Scusa ma
che fine ha fatto il mio bel cognome?- mi chiese sorniona. Avevo capito
cosa volesse sapere!
-Non dirmi che sei una di quelle donne che quando si sposano vogliono a
tutti i costi mantenere il proprio cognome?- domandai, fingendomi
indifferente a quello che avevo appena affermato con sicura
nonchalance… anche se mi rendevo conto che si trattava di
parole
importanti per due ragazzi come noi. Mi guardò
sbigottita
dalla mia rivelazione e poi un enorme sorriso le rischiarò
il
viso, ancora leggermente provato dalle lacrime e dal dolore di poco
prima.
-No, no… Cullen mi andrà benissimo…
quando
sarà il momento- balbettò, tremendamente
imbarazzata.
-Quando sarà il momento…- approvai con un
sorriso.
Le schioccai un sonoro bacio sulla guancia, e il resto del viaggio
trascorse all’insegna delle carezze sulle mani che ci
donavamo
reciprocamente e dei sorrisi che continuavamo a scambiarci
ininterrottamente... incapaci di pensare o fare qualcos’altro
al
di fuori della nostra oasi di felicità.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 43
Aprii
silenziosamente la porta
della mia stanza e lanciai uno sguardo furtivo al corridoio: deserto.
Bene, ottimo! Uscii e sgattaiolai in tutta fretta in camera di Bella.
Saggiamente chiusi la sua porta a chiave (tié, Emm!) e mi
avvicinai senza far rumore al letto. Era addormentata
su un fianco e
i capelli erano sparsi tutti attorno al suo viso e sul cuscino, a
mo’ di ventaglio. Le mani piccole e delicate erano unite
sotto la
guancia che appoggiava sul guanciale e la bocca era leggermente
socchiusa. Era bellissima! Ovviamente
già ben
sveglia dopo il sogno, la mia solita erezione mattutina
aumentò
ancora di più, se possibile, mentre guardavo il suo corpo da
sopra il lenzuolo. Sei un maniaco, Edward!, mi rimproverai mentalmente.
Scostai le
coperte, attento a
non svegliarla e rimasi paralizzato davanti a quella spettacolare
visione: la mia Bella era fasciata in uno stretto e corto pantaloncino
e un top altrettanto striminzito. Ma non portava il pigiama?
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Capitolo 44 *** Cap. 43: Al diavolo le sveglie! ***
Cap. 43 EFP
Buongiorno ragazze! Buon inizio settimana!
Allora, come
avete potuto leggere, i nostri piccioncini, per adesso, possono stare
tranquilli per quel che riguarda il loro futuro universitario!
Ma andrà sempre tutto bene? Si vedrà in seguito!
Ora non ci pensate.
Vi lasciamo a questo capitolo di passaggio... scusate ma ogni tanto ci
vogliono anche questi!
Anche questo sarà diviso per rating!
Grazie a tutte le lettrici silenziose e non! BUONA LETTURA da IsaMarie
e sara_cullen!
porporina:
ciao tesoro! Grazie mille per i
complimenti e siamo contente che tu abbia apprezzato il cambiamento del
nostro Edward! Bacioni!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Non ti preoccupare, hai fatto in tempo a rencensire! Contente
che ti sia piaciuto il chappy. Hai visto? Non potevamo di certo
separare i nostri piccioncini! Bacioni alla prossima! Grazie!
yara89:
ciao!
Eh sì qualche imprevisto ci sarà senz'altro!
Certo le
liti nella vita reale sono inevitabili, come nella nostra fiction...
però non ce ne saranno spessissimo,
perchè non
amiamo molto le storie catastrofiche, in cui i protagonisiti ne passano
una dietro l'altra senza mai avere un attimo di respiro... preferiamo
raccontare gli eventi quotidiani, che caratterizzano questa famiglia
allargata, sperando di non annoiarvi! Fino ad ora ci sembra che vi
piacciano anche i capitoli di passaggio, come questo che stai per
leggere, e secondo noi, ci vogliono per legare bene gli eventi e non
lasciare niente al caso. Ehhhh siamo un po' pignole... io prima lo ero
molto meno, ma poi la mia Saretta mi ha influenzata! E meno male! Siamo
felici che ti piaccia il nostro modo di scrivere e non ti accorgi della
differenza di mano, perchè, non scriviamo un
capitolo
ciascuno, ma insieme. Decidiamo prima cosa scrivere nel
capitolo,
poi lo butto giù (se ho qualche dubbio ci sentiamo ancora
telefonicamente!), lo passo a Sara che approfondisce aggiundendo di suo
(è molto molto brava nei pezzi hot!) e alla fine spesso ci
troviamo con capitoli così lunghi che siamo costrette a
dividerli in due! Infine mi ripassa il chappy, e prima di postare lo
rileggo almeno altre due volte, così da sistemare eventuali
imperfezioni. Effettivamente è un lavoraccio, ma ci sembra
che
il risultato ottenga numerosi consensi, quindi continueremo su questa
strada anche per il seguito ed eventuali altre storie che ci ronzano in
testa! Alla prossima! Grazie e bacioni!
marilenacappucci:
ciao tesoro! Grazie, contente di aver
raggiunto lo scopo! Grazie mille e bacioni!
giova71:
ciao
cara! Gli altri? Ancora non ne hanno parlato ma non andranno ad
Harvard! Ci sarà la separazione al momento? Vedremo! Bacioni
e
grazie!
Lalayasha:
ciao
tesoro! Grazie per tutto! Siamo felici che anche questi chappy, in cui
non succede granché ti piacciano. Sono i nostri preferiti...
adoriamo quando parlano, si confidano e fanno progetti. Ti promettiamo
che anche altri saranno così! Questo invece è un
po' di
passagio, ma avendo questo pizzico di hot, speriamo sia lo stesso di
tuo gradimento! Comunque Bella non lo stava aspettando e scoprirai
perchè non indossa il pigiama! Bacioni e a presto!
sunlight_:
ciao
e benvenuta! Grazie mille, siamo felicissime di avere una nuova
lettrice che apprezzi quello che scriviamo! Questa storia, ormai da
parecchi capitoli, è scritta a 4 mani, da me (IsaMarie) e da
sara_cullen. Postiamo sempre il lunedì e il
giovedì!
Bacioni e a presto!
ashar:
ciao
tesoro nostro! Il chappy ti è piaciuto e ne siamo felici.
Oddio... l'arnese ad angolo retto ci ha fatto morire! Non avevamo
ancora pensato a denominare il "piccolo Cullen" in questo modo!
Comunque per la tua gioia, sappi che nei capitoli più
avanti,
Bella darà un altro nome all'arnese di Edward, che
diciamo... si
addice molto di più alle sue dimensioni! Ahahah!
Per la parodia, potresti pensare ad un dialogo tra gli arnesi di casa
Cullen e Swan in una piccola one-shot! Io la leggerei sicuramente!
Bacioni e alla prossima!
faitytale:
ciaooooo
e benvenuta!!!!! Grazie innanzitutto di aver sprecato così
tanto
tempo dietro ai nostri chappy, che non sono di certo pochi! Poi grazie
per i complimenti, siamo felicissime che ti sia innamorata di questa
storia, perchè ti assicuro che ci mettiamo un impegno
mostruoso
per cercare di regalarvi dei capitoli, che non vi annoino e che vi
convincano a rimanere con noi! La fiction la scriviamo in due: io
(IsaMarie) e sara_cullen. Postiamo sempre il lunedì e il
giovedì. Si svolgerà per tutto il loro ultimo
anno
scolastico (naturalmente ci saranno dei salti temporali) e poi ci
sarà il seguito, che narrerà delle loro vicende
universitarie! Bacioni e ancora grazie mille di seguirci!
fabyp:
oddio
tesoro nostro... ma ci vuoi proprio fare arrossire con tutti i
complimenti che ci rivolgi! Grazie, grazie, grazie! Ti lovviamo tanto
tanto! Eh sì questo chappy sarà di nuovo
suddiviso per
rating, e anche noi vorremmo avere Edward che arriva al mattino presto
a farci delle sorprese così gradite! XD! Bacioni e buona
lettura!
vanderbit:
ciao
maggiorenne! Bene... hai apprezzato il chappy precedente per la
dolcezza e ora goditi invece Edward in versione sexy! Bacioni e grazie
mille!
P.S.: sei ligure che vai al Gaslini? Io sono di Savona!
Moni68:
ciao Moni! Contente che il chappy ti
sia piaciuto e questo speriamo sia di tuo gradimento altrettanto!
Dici che Bella sia un po' troppo perfettina? A noi non sembra, anzi...
è una ragazza molto insicura, molto gelosa, con un carattere
che
prende fuoco facilmente (vedi la festa tra Tanya e Jasper), a volte
parla per rabbia dicendo cose che non vorrebbe... ci sembra ben lontana
dalla perfezione!
Invece per Edward non abbiamo capito in cosa deve essere meno
controllato. Se è per il sesso, che lo vuoi più
macho,
non ti preoccupare che più avanti sarai senz'altro
accontentata.
Per ora è molto attento alle esigenze di Bella,
perchè,
fondamentalmente, è un ragazzo molto sensibile, in
più
mettici anche che è la prima volta che si innamora.
Se ti riferisci invece al carattere, non ti preoccupare che ci saranno
capitoli molto movimentati, in cui sarà molto meno
controllato... ma molto! Piano piano che il suo rapporto con Bella
maturerà, uscirà fuori anche la parte del suo
carattere,
quella impetuosa e gelosa, che ha sapientemente nascosto finora per
cercare di fare la cosa giusta per la nuova famiglia. Se ti riferisci
anche alla storia di Alice e Jasper, in cui non è
intervenuto in
difesa della sorella, è solo perchè comprende
benissimo
cosa Jasper provi e sa che non l'ha fatto con cattiveria. Fosse stato
un altro stai tranquilla che avrebbe reagito in maniera molto
differente! E a questo proposito.... basta non ti dico altro altrimenti
ti rovino la sorpresa! Bacioni e speriamo di essere state esaurienti,
ma se hai ancora qualche dubbio o se noi non abbiamo capito le tue
motivazioni, non farti problemi... ne parleremo ancora! Goditi il
chappy a rating rosso!
Ero in
un mondo
ultraterreno: abbracciato stretto stretto al mio amore addormentato, la
stringevo al mio petto e le stavo dando una quantità
infinita di
baci sul viso, sul collo e sulle spalle, perdendomi nel suo
calore… era così soffice… e
morbida… DRIIINNNN
DRIIIIINNNN! Innervosito
per
l’ingloriosa interruzione della mia paradisiaca
attività,
con uno scatto rabbioso e repentino sbattei la sveglia a terra. E che
cavoli, possibile che fossero già le sette? Merda, mi
sembrava
di essermi addormentato cinque minuti prima! Aprii
un occhio, sperando
almeno di rivedere il mio angelo e… nessuno!! Per lo stupore
li
spalancai entrambi… e mi ritrovai avvinghiato al
cuscino…
stile koala arpionato al suo bell’eucalipto… che
mentecatto! Ma si poteva essere più dementi di
così?! Avevo
scambiato la morbidezza
del guanciale con la sofficità del corpo di
Bella… e da
maniaco pervertito quale ero, avevo immaginato di avvolgerla di
baci… per non parlare poi del ‘piccolo’
Cullen che
già di solito di minuscolo aveva ben poco, in quel momento
era a
dir poco esagerato! Certo
era un sogno un tantino meno sconcio del solito, ma la mia mente era
innegabilmente malata! Ghignando
tra me per la mia
preoccupante instabilità psicofisica (dipendenza assoluta e
totale da Bella, era la mia diagnosi…), sbattei le palpebre
perché la stanza mi sembrava ancora un po’ troppo
buia… poi piano piano ripresi il contatto con la
realtà e
diedi un’occhiata all’orologio: le sei!! Oh
cazzo! Spalancai di colpo
gli occhi… ma perché diavolo avevo
messo la sveglia
a quell’ora?! Perché dovevo essere così
rincoglionito?! Ma… un attimo… Oddio,
oddio, sì…
che idiota! Ora ricordavo perché avevo puntato la sveglia
così presto… e un sorriso nacque spontaneo sulle
mie
labbra. Mi alzai, riprendendo in un attimo il mio buonumore,
ripensando che in qualche modo il mio sogno fosse quanto meno una
premonizione destinata ad avverarsi entro breve… Aprii
silenziosamente la porta
della mia stanza e lanciai uno sguardo furtivo al corridoio: deserto.
Bene, ottimo! Uscii e sgattaiolai in tutta fretta in camera di Bella.
Saggiamente chiusi la sua porta a chiave (tié, Emm!) e mi
avvicinai senza far rumore al letto. Era
addormentata su un fianco e
i capelli erano sparsi tutti attorno al suo viso e sul cuscino, a
mo’ di ventaglio. Le mani piccole e delicate erano unite
sotto la
guancia che appoggiava sul guanciale e la bocca era leggermente
socchiusa. Era bellissima! Ovviamente
già ben
sveglia dopo il sogno, la mia solita erezione mattutina
aumentò
ancora di più, se possibile, mentre guardavo il suo corpo da
sopra il lenzuolo. Sei un maniaco, Edward!, mi rimproverai mentalmente.
Scostai
le coperte, attento a
non svegliarla e rimasi paralizzato davanti a quella spettacolare
visione: la mia Bella era fasciata in uno stretto e corto pantaloncino
e un top altrettanto striminzito. Ma non portava il pigiama? Scossi
la testa per riprendermi
e mi infilai nel letto accanto a lei, facendo appoggiare la sua schiena
al mio petto. Si mosse leggermente, poi il suo respiro regolare
iniziò a velocizzarsi, segno che si stava svegliando;
iniziai ad
accarezzarle i capelli molto dolcemente. Un mugolio uscì
dalla
sua bocca e lentamente si girò verso di me accoccolandosi
meglio
sul mio petto. Dopo un attimo la sentii irrigidirsi di colpo e
spalancò gli occhi, fissandomi sorpresa. -Ma…
Edward?-
biascicò con la voce ancora roca per il sonno. Un sorriso
nacque
spontaneo sul mio viso e le posai dolcemente un bacio sul naso e poi
sulle labbra. -Buongiorno,
principessa… ho pensato di farti una sorpresa- le sussurrai,
continuando a posarle teneri baci su tutto il viso. -Mmm…
proprio una bella
sorpresa- mormorò, strusciandosi sul mio collo e facendo
pulsare
ancora di più il mio amichetto, sempre più
sveglio. -Bella…
se continui
così… non rispondo più di
me…- mormorai,
ormai perso completamente nei movimenti del suo corpo che si era
avvinghiato al mio e nei suoi baci che continuava a lasciare sul mio
collo. -Scusa…-
soffiò e
si staccò leggermente, arrossendo. Eh no!,
protestò il
mio coinquilino dai piani bassi. Con uno
scatto la attirai di
nuovo a me, facendo scontrare i nostri bacini; lei sussultò
e un
sorrisetto malizioso le si dipinse sul viso, quando sentì la
mia
eccitazione. -Non
osare allontanarti mai
più!- affermai serio, guardandola intensamente. Mi avventai
su
quelle labbra, che ormai consideravo di mia proprietà e ci
perdemmo in un bacio che si trasformò presto in un affanno
incontrollato da parte di entrambi. Le mie
mani presero a vagare
sul suo corpo, completamente in preda alla frenesia. Bella, di tutta
risposta, intrecciò entrambe le sue nei miei capelli,
tirandoli
leggermente quando una mia mano si infilò sotto il top e
prese a
stuzzicarle la pelle morbida e delicata delle sue colline: non
indossava il reggiseno. Trovavo questa cosa estremamente eccitante! -Mmm…
adoro il tuo seno-
le sussurrai roco all’orecchio, sentendola fremere. Le alzai
la
maglietta con un gesto deciso e le mie labbra presero a torturare di
baci e morsetti tutta quella zona sensibile. Un piccolo gridolino le
uscì dalla bocca, ma prontamente gliela tappai con la mano
rimasta libera. -Ssshh!
Vuoi farci
scoprire…- le soffiai con ancora la bocca sulla sua gemma
rosa.
Bella inarcò la schiena, rabbrividendo. Ma lei si
vendicò
all’istante: iniziò a lambire con la lingua
bollente prima
un dito poi l’altro, passando e ripassando quella
meravigliosa
tentazione su ogni dito della mia mano… poi
cominciò a
torturarmi i polpastrelli, succhiandoli uno per uno… io
stavo
letteralmente impazzendo, perché la mia testolina depravata
stava immaginando quella lingua vogliosa e calda impegnata in
un’altra zona del mio corpo… Sentii
una frustrata protesta
quando la mia mano dalla sua bocca scese pian piano, iniziando un lungo
cammino, accarezzando quelle curve meravigliose che mi facevano
impazzire sempre di più, mentre la mia bocca non ne voleva
sapere di staccarsi da quella parte del suo corpo. Arrivai
finalmente a
destinazione, e anche attraverso il tessuto, mi accorsi che era
già pronta per me. Questa cosa mi fece andare ancora
più
fuori di testa, e preso dalla frenesia di sentire ancora di
più
il suo soffice calore sulle mie dita, infilai la mano oltrepassando la
stoffa sottile sia degli shorts che degli slip. Intanto
ero salito con la mia
bocca arrivando alle sue labbra, prima che si facesse scappare un nuovo
gridolino; e infatti non appena la mano riuscì ad arrivare
alla
meta, quello che doveva essere un urletto si trasformò in un
forte gemito, mentre le nostre lingue si intrecciavano sempre
più voraci. Intanto
anche la mano di Bella
stava attraversando il mio corpo accarezzandomi il petto sotto la mia
t-shirt, donandomi brividi in tutto il corpo. Quando poi scese e si
fermò sul mio punto più sensibile, un fremito mi
percorse. Il mio
respiro accelerato,
divenne un affanno incontrollato, quando la sua piccola mano si
infilò dentro il pantalone della tuta e dentro i boxer,
cominciando a muoversi. DRIIINNN
DRIIINNN! Cazzo,
no! Odio tutte le
sveglie!, mi lamentai. Proprio adesso doveva suonare il suo timer?! Con
la mano libera diedi un colpo all’oggetto
fastidioso
spegnendolo e facendolo cadere per terra malamente. Bella
sorrise
per il mio gesto, ma intanto fermò il movimento della sua
mano
guardandomi rammaricata. Lo
sapevo benissimo che doveva
alzarsi ma mi avventai ancora su quella bocca e lei rispose con
veemenza al bacio. La sua mano, però, aveva
lasciato
Cullen junior da solo, che pulsava insoddisfatto. Non
m’importava, io
potevo aspettare, ma lei non si sarebbe ancora alzata da quel
letto… non sia mai che Edward Cullen lasci che la donna che
ama
più della sua vita si alzi dal letto
insoddisfatta… -Mmm
amore… vorrei tanto
continuare questo nostro incontro… ma il dovere mi
chiama… non posso lasciar fare tutto a tua madre- si
giustificò, con ancora la voce rotta
dall’eccitazione
e… vabbé anche dal fatto che la mia mano non
aveva ancora
lasciato quel luogo accogliente e anzi… ora iniziava a
muoversi
in modo più deciso. Un altro gemito roco le
sfuggì. -No! Tu
non vai da nessuna
parte, prima di…- mi interruppi, per baciarla nuovamente,
sapendo benissimo che dovevo assolutamente soffocare altri suoi
gridolini, visti i movimenti della mia mano. Si arrese a quella dolce
tortura… chiuse gli occhi, si staccò dalla mia
bocca e
ansimando, si lasciò andare con la testa sul cuscino,
abbandonandosi completamente al piacere. Questa
sua resa incondizionata
e l’espressione di pura beatitudine, la dipinse ancora
più
bella ai miei occhi e iniziai a baciarle il collo, salendo poi a
mordicchiarle il lobo, mentre con la mano libera, continuavo a
dedicarmi al suo seno. Quando
sentii i suoi respiri
farsi sempre più forti e veloci, presi a
baciarla… Era
bellissimo sentirla completamente persa nel piacere che io le stavo
donando, e poco dopo la sentii arrivare al culmine mentre i
gemiti, per fortuna soffocati dalla mia bocca, si erano fatti sempre
più forti… Il suo respiro si fece di
nuovo regolare
e un mio sorriso nacque sulla sua bocca. La mia
mano lasciò quel luogo così accogliente e mi
staccai per guardarla. Lei
mise una mano dietro la mia
testa e mi attirò a sé per baciarmi
appassionatamente.
Quel suo gesto così deciso mi piacque molto, ma mi resi
conto
che si stava facendo tardi e a malincuore mi staccai. -Ora
sì che puoi andare
ad aiutare mia madre- la canzonai. Lei arrossì e
abbassò
gli occhi, imbarazzata. Non capivo… cosa avevo detto
di
male? -Mi…
spiace
Edward… hai pensato a me ma tu…-
sussurrò e mi
fece segno, come ad indicarmi che io non ero stato soddisfatto. Ma
quanto era tenera la mia cucciolotta? Le dispiaceva lasciarmi
così! -Non ti
preoccupare
amore… mi fa impazzire vederti persa nel piacere…
e poi
la sorpresa l’ho fatta io a te, no? Davvero, è
tutto a
posto! Non penso proprio che ci manchino le occasioni vivendo 24 ore al
giorno insieme! Mi sa che questa settimana avremo parecchia
trigonometria e biologia da studiare al pomeriggio, vero?- le sussurrai
malizioso, facendola ridere di cuore. -Ma
prima toglimi un dubbio:
quel pigiamone con gli orsetti che avevi la prima volta che ti ho
baciata che fine ha fatto?- le chiesi curioso. Lei si mise a ridere con
un’espressione da furbetta. Ora avevo ancora più
voglia di
sapere. -Se te
lo dico non ci credi!-
sghignazzò. -E’ colpa di tua sorella! Da quando ha
saputo
che stiamo insieme ha rivoluzionato il mio armadio, facendo
letteralmente sparire tutti i miei confortevoli e caldi pigiamoni e i
miei completini intimi più casti! E quando dico sparire, non
scherzo, perché non so assolutamente dove siano! Sostiene
che
per tenersi uno come te, abituato… bé insomma hai
capito… non bisogna assolutamente essere sciatti in nessun
momento della giornata, a maggior ragione per il fatto che viviamo
assieme!- mi spiegò tra il divertito e un po’
anche
l’irritato, per non sapere che fine avesse fatto la sua roba.
Scossi la testa incredulo. Mia sorella aveva un’opinione
talmente
bassa di me, che pensava che se avessi visto Bella con un indumento che
non fosse all’ultima moda, avrei potuto lasciarla? Ora
iniziavo
ad irritarmi io e anche parecchio! Avrei dovuto fare un discorsetto
serio con quel piccolo folletto! -Bé,
comunque hai
apprezzato, no?- aggiunse Bella, probabilmente per stemperare la mia
espressione sempre più infuriata. Ma prima che potessi
spiegarle, che anche con addosso un sacco della spazzatura, mi avrebbe
ispirato ogni genere di pensieri per niente casti,
ricominciò a
baciarmi e io non resistetti abbandonandomi nuovamente a tutte le
sensazioni che il suo contatto suscitava in me: non mi sarei mai alzato
da quel letto. -Mmm
Edward, devo alzarmi…- mormorò, staccandosi
leggermente. Sospirai e la guardai. -Sei
sicura che devi
proprio…- mi imbronciai. Che scemo, ma si può?
L’avevo appena rassicurata che io potevo aspettare e ora non
volevo farla allontanare neanche di mezzo centimetro dal mio corpo?
Certo che sì! D’altronde avrei voluto ricominciare
un
altro round, ancora tutto per lei! Sporsi
il labbro inferiore in
un broncio e lei di tutta risposta me lo mordicchiò.
Mmm…
chiusi gli occhi beandomi dei brividi che continuavano a irradiarsi nel
mio corpo… così non mi aiutava proprio!
Approfittando del
fatto che fossi completamente perso nei suoi morsetti, con uno scatto
si alzò dal letto, facendomi spalancare gli occhi sorpreso. -Questa
me la paghi, sai?- la minacciai, ridendo. Ma
prima che potessi anche solo
alzarmi, raccolse la sua roba e, facendomi una linguaccia,
aprì
la porta per recarsi in bagno, forte del fatto che non potessi correrle
dietro in corridoio. Sospirai
sconfitto e soprattutto certo che prima o poi mi avrebbe
senz’altro fatto uscire fuori di testa! Mi
alzai e, sbirciando fuori in corridoio, tornai nella mia stanza per
prepararmi anch’io.
Pov
Bella
-Buongiorno
Esme- salutai, entrando in cucina. -Buongiorno
Bella- mi rispose
con un sorriso e venendo a baciarmi una guancia. Le sorrisi
calorosamente. Mi piaceva quel gesto affettuoso che aveva iniziato a
fare con tutti noi, mi dava serenità e mi faceva sentire
amata.
Mi annodai il grembiule sospirando felice. Quella mattina, nonostante
fosse fredda e piovosa, era iniziata proprio bene! Ero
ancora piacevolmente
scombussolata per la sveglia mattutina. Edward mi aveva sorpresa, e non
mi capacitavo ancora di quello che avevamo appena fatto sotto lo stesso
tetto del capo Swan, nonché mio padre! Stavo impazzendo del
tutto, ero diventata un’incosciente: e se ci avessero
sentiti? Ma
chi se ne importava! Quando ero con lui, lo trascorrere del tempo e lo
spazio in cui ci trovavamo diventavano relativi… i contorni
sfumavano, tutto si perdeva ed esistevamo solo noi… noi e i
nostri corpi… noi e il nostro amore. Esme
interruppe i miei intimi ragionamenti. -Mi
sembri più felice
del solito, oggi! Hai un sorriso meraviglioso che ti dona una luce
nuova e speciale al viso…- affermò, guardandomi
con
un’espressione di curioso affetto. Non potei fare a meno di
arrossire. Mi resi conto che avevo una voglia matta di confidarmi con
lei, come se fosse davvero la mia mamma… ma non
potevo!
Cielo che tentazione! Era una persona così gentile,
generosa,
dolce… materna… Non
feci in tempo a rispondere
o lei a chiedermi altro, perché una voce melodiosa, che
ormai
avrei riconosciuto tra mille, diede il buongiorno a entrambe: Edward
aveva appena fatto il suo ingresso in cucina, con il mio sorriso
sghembo, stampato in viso. Mi accorsi che Esme lo fissava impassibile,
e dopo aver sorriso, anche lei ricambiò il saluto del figlio. -Ciao
amore! Mi
dispiace… ormai sei costretto a svegliarti sempre presto a
causa
di tua sorella. Facciamo così: in settimana, quando Charlie
è al lavoro, usa il nostro bagno, così puoi
dormire un
po’ di più. Tanto noi a quest’ora
abbiamo già
fatto da un pezzo!- gli propose affettuosa Esme. Era davvero un gesto
premuroso il suo. I ragazzi erano veramente fortunati ad avere una
mamma come lei, era dolcissima e sempre attenta alle esigenze di tutti
quanti. Gli occhi mi si fecero lucidi, ripensando a quanto fosse
premurosa anche la mia mamma, ma cercai subito di distrarmi
con
la preparazione della colazione… non volevo rovinare questa
splendida giornata con la malinconia. Poi
sorrisi involontariamente
perché mi venne in mente che non era proprio colpa di Alice
se
Edward era già pronto in cucina. Intanto notai con la coda
dell’occhio che Edward si era posizionato accanto a me, con
le
mani dietro la schiena. -Grazie
mamma, ma non è
il caso, non ti preoccupare. Sto iniziando ad abituarmi a svegliarmi
presto… diciamo che ha i suoi lati positivi!- rispose
malizioso,
palpandomi una natica, approfittando del fatto che Esme fosse impegnata
a cuocere i pancake. Ma era impazzito?! Lo
fulminai con lo sguardo, per tentare di riportarlo alla ragione. Con le
labbra mimò:
“Te l’ho detto che me l’avresti
pagata” e senza
neanche avere il tempo di rendermene conto mi mordicchiò un
orecchio. Oh, ma era impazzito del tutto?! Sussultai
sorpresa e gli feci
capire che avremmo fatto i conti dopo... sperai di averlo minacciato a
sufficienza, ma lui, per tutta risposta, alzò le
spalle in
un gesto di infantile noncuranza, e sedendosi sullo sgabello accanto a
dov’ero posizionata per lavorare, sfacciatamente
posò la
sua mano di nuovo sulla mia natica, iniziando ad accarezzarmela con
maggiore pressione. Ok, era
davvero fuori di testa: da camicia di forza!! Io
ormai ero completamente
paonazza, mentre il cuore tambureggiava a mille, per la paura e
l’ansia di essere beccati da sua madre; ma questa
trascurabile e
innocua conseguenza sembrava eccitarlo ancora di
più… che
incosciente! Mi
girai per fulminarlo ancora
una volta con uno sguardo truce ed eloquente, ma fui distratta dallo
scappellotto ben assestato che arrivò sulla sua testa:
sobbalzò per lo spavento e quasi cadde dallo
sgabello…
questo bastò a fargli togliere la mano dal mio fondoschiena.
Mi
portai una mano alla bocca, per soffocare la mia risata…
avevo
persino le lacrime agli occhi dal ridere, aggravate dal fatto di non
farci beccare da Esme, che ignara, continuava a cuocere tutto quel ben
di Dio. La scena era troppo esilarante: mio fratello guardava
quel genio del mio ragazzo con un sopracciglio alzato in una muta
conversazione come a insultarlo… ‘ti sei per caso
bevuto
il cervello? Esme è lì vicina, idiota!’
sembrò gridargli. Mi fiondai immediatamente nelle braccia di
Jazz, sussurrandogli un ‘grazie’
all’orecchio. Intanto
Edward si era
imbronciato: teneva le braccia incrociate al petto e il labbro
inferiore sporgente, come un bambino a cui era appena stato tolto il
suo nuovo giocattolo. -Buongiorno
a tutti!-
esclamò Jazz, per farsi sentire anche da Esme, che non si
era
ancora accorta della sua silenziosa presenza. -Scusatemi, ma stamattina
ho un impegno, quindi prendo un caffè al volo e poi ci
vediamo
direttamente a scuola, ok?- ci spiegò. Lo
guardai triste. Ero sempre
stata abituata ad andare a scuola insieme a lui, fin da quando eravamo
piccoli; e questa nuova routine appena iniziata non mi piaceva affatto,
anche se conoscevo e rispettavo le sue ragioni. -Buongiorno
Jasper- gli rispose
Esme e gli lasciò un tenero schiocco sulla guancia. Come me
prima, Jazz si illuminò per il gentile e affettuoso gesto di
Esme e io gli sorrisi comprensiva. Mi guardò e capii, dalla
sua
espressione, che anche lui aveva avuto esattamente il mio pensiero
paragonando la dolcezza di Esme a quella di nostra madre. A
differenza però delle
altre mattine, in cui ingurgitava quantità spropositate di
cibo
a causa del suo stomaco senza fondo (come d’altronde quello
di
tutti gli uomini di casa!) prese solo un caffè, sostenendo
che
non aveva tempo di mangiare. Ma io sapevo che il motivo era ben altro.
Da quanto non mangiava? Ci
riflettei per un secondo.
Dunque: il giorno prima non aveva pranzato; poi, arrivati a casa, non
era sceso a cena, sostenendo di avere un forte mal di testa e
ora… neanche la colazione? Eh no! Ero
veramente preoccupata per lui! Presi
un croissant appena
sfornato e glielo parai davanti agli occhi. Mi guardò
sorpreso e
scosse la testa, in segno di diniego. Mi conosceva? Eh no,
non avrei permesso che
lasciasse la casa, se prima non avessi visto con i miei occhi che
ingurgitava qualcosa, che non fosse solamente del liquido. Mi misi le
mani sui fianchi e lo fulminai con lo sguardo; sapeva quando era meglio
obbedirmi! Con un
sospiro e un moto di
stizza mi strappò la brioche dalle mani, sussurrandomi che
ero
più testarda di un mulo e in due bocconi la
ingurgitò in
zero secondi. Naturalmente ingoiò il tutto troppo in fretta
e il
boccone gli si fermò in gola. Che bamboccio! Scuotendo il
capo
mi avvicinai, lo voltai e cominciai a dargli leggere pacche sulla
schiena. Lo feci tossicchiare e finalmente si decise a bere un sorso
dalla sua tazza di caffè. Edward lo fissava divertito,
ottenendo
la sua piccola rivincita sulla schermaglia di poco prima. Ma si
poteva essere più bambini? Jasper
si alzò e
salutando tutti uscì, senza esimersi dal tirare un altro
scappellotto ad Edward, che non fece in tempo a reagire per la
sorpresa. Sorrisi divertita: gemelli Swan alla riscossa! Appena
Jasper uscì di casa Esme si girò a fissarci con
uno strano cipiglio in volto. Io non
sapevo che pensare, non
l’avevo mai vista assumere un tono così
inquisitore e mi
voltai verso Edward; quando lo vidi teso e con un sorriso un
po’
forzato, mi preoccupai anch’io. -Allora
ragazzi…
qualcuno può raccontarmi cosa è successo o devo
iniziare
a preoccuparmi in modo serio per Jasper ed Alice?- ci chiese, con aria
interrogativa, ma di chi la sa molto lunga. Io ed
Edward ci guardammo
attoniti. Poi Edward prese la parola, anche perché io non
sapevo
proprio cosa rispondere… -Non
c’è niente di
cui preoccuparsi mammina! Alice e Jasper hanno avuto un piccolo
battibecco, tutto qui!- minimizzò il prossimo vincitore
all’oscar; la reazione di Esme fu piuttosto contenuta:
inarcò un sopracciglio, incredula. Dio come mi ricordava
Edward
in quel gesto, sorrisi involontariamente. Lui invece
sospirò,
cedendo. -Vabbé,
mamma, non tanto piccolo… ma nulla che non si
possa
risolvere nel giro di qualche giorno, vedrai…- la
rassicurò. Ah, ah! Mi servivano con urgenza carta e penna,
insieme all’indirizzo della giuria
dell’Academy…
dovevo proporre la mia nomination all’Oscar… E il
vincitore, per la categoria ‘Giovani emergenti che indorano
pillole amare alle mamme ansiose’, è… Edward
Cullen!!! Mi
sfuggì un risolino
nervoso, ma Edward mi bloccò immediatamente, con uno sguardo
eloquente. Vedemmo Esme titubante, ma infine si riscosse. -Ok,
diciamo che prendo per
buona la tua versione, Edward… ma considerando il fatto che
non
sono nata ieri, ti avviso: stai attento figliolo… comunque,
non
voglio costringervi a raccontarmi i fatti dei vostri fratelli. Ma
sappiate che prima o poi si viene a sapere sempre tutto!-
affermò, e sottolineò quell’ultima
parola, con un
tono malizioso. Deglutii a fatica. Possibile che si fosse
accorta… NOOOO!!!! Guardai
Edward, che mi rassicurò con un’occhiata
rilassata. Scampato pericolo! Mi
tranquillizzai e mi
sedetti finalmente anch’io a mangiare, accanto al mio
ragazzo.
Tutti quei profumini deliziosi avevano aperto una voragine nel mio
stomaco! Io e
lui facemmo colazione
cercando di tenere incollate, il più possibile, le nostre
mani
sotto il tavolo, al riparo dallo sguardo attento e indagatore di Esme.
ANTEPRIMA CAPITOLO 44
-Ma possibile che
non possa mai
pagare io? I soldi non mi mancano di certo e mi sembrerebbe carino se
facessimo almeno una volta per uno, no?- mi lamentai.
-Non ci pensare
proprio! Non sia mai che lasci pagare la mia
dama… non sarei un gentile cavaliere, dopo aver salvato la
mia
principessa…- affermò sorridendomi. Una voce
sgradevole
si intromise nella nostra conversazione privata.
-Oh! Non mi
sembravi un così gentile cavaliere quella volta in
aula di arte! Ti ricordi, Cullen? Dopo che avevo finito di farti un bel
servizietto te ne sei andato senza farti tanti problemi con la
sottoscritta! Oppure tutte le volte che mi trascinavi in bagno per
soddisfare qualsiasi tua voglia… che gran cavaliere, eh?-
disse
Lauren. A quelle squallide parole e al pensiero di quello che Edward
aveva condiviso con lei, mi sentii morire e i miei occhi si fecero
immediatamente lucidi e pungenti...
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Cap. 44
Buongiorno a tutte!
Eccoci di nuovo qui con un nuovo capitolo!
Come potete vedere dal titolo iniziano i primi
guai in paradiso!
Un grazie a tutte voi che continuate a seguirci e un benvenuto speciale
a tutte le nuove lettrici!
BUONA LETTURA!
Un bacione e vi lovviamo tanto!
Giada is owned by Edward:
e
brava la nostra alunna che salta scuola perchè l'autobus si
è rotto! Che fortuna! A me non è mai capitato! E
poi mia
madre piuttosto mi ci avrebbe portata anche in spalletta, pur di non
farmi perdere nemmeno un giorno! Bene, passiamo al chappy! Ma quanto
siamo felici che ti piacciano così tanto i nostri hot?
Tantissimo e poi siamo contente di riuscire a non cadere nel volgare
nelle nostre descrizioni! Eh sì Esme è una mamma
molto
attenta e non sai quanto..! Jazz ha fatto bene a rimettere in riga
Eddino nostro! Bella non era molto a suo agio, anche se avere le mani
di Edward addosso non può che fare piacere! Grazie di tutto
e
anche di aver letto entrambi i capitoli! Bacioni!
fabyp:
ciao
tesorooooo!!! bello il titolo, vero? E' stata un'idea di Sara ed era
pienamente azzeccata! Jasper è stato veramente forte. Non
poteva
stare con le mani in mano a vedere Edward che palpava il sedere a sua
sorella, mettendola terribilmente in imbarazzo! Non ti preoccupare per
Lauren! Ci penserà Bella anche se..! Bacioni e alla prossima!
lampra:
ciao
tesoro! Che piacere sentire di nuovo la tua voce! Eh lo sappiamo che vi
stiamo facendo penare troppo con questi due poveri giovani! Ma non
è colpa nostra! E' Eddino nostro che decide dove e quando!
XD!
Comunque a nostra discolpa vorrei farti notare che, nonostante il
numero alto di capitoli, la nostra coppietta sta insieme solo da 8
giorni! Quindi è anche normale che non siano ancora arrivati
al
dunque! Grazie e fatti sentire ogni tanto! A noi fa molto
piacere!
Un bacione!
Ginna3:
ciao!
Non ricordo se sei una nuova o vecchia lettrice. Scusa... Comunque in
ogni caso, siamo molto felici di sentire anche la tua voce! Eh
sì tutte noi vorremmo avere il risveglio di Bella! XD!
Contente
che il chappy ti sia piaciuto e che siamo anche riuscite a farti
ridere! Bacioni e speriamo di risentirti presto! Grazie mille!
yara89:
ciao
carissima! Siamo felici che anche un capitolo di passaggio, possa
destare così tanto apprezzamento! Su Esme hai proprio
ragione!
Alice è sua figlia ed inoltre, lei, è una mamma
molto
attenta! Diciamo che anche Edward e Bella devono stare molto attenti,
altrimenti rischiano grosso! Ora goditi la nostra Bella... infuriata!
Bacioni e grazie!
giova71:
ciao
gio! Come sempre grazie per aver letto e commentato entrambi i
capitoli! Eh sì mamma Esme è molto attenta,
specialmente
con Alice, perchè si era accorta che con il suo ex ha
sofferto
tanto anche se ancora non sa niente di preciso! Per Lauren non ti
preoccupare che ci penserà Bella a farle chiudere la bocca!
Edward invece, ormai è da ricovero! XD! Bacioni e alla
prossima!
Moni68:
ciao
Moni! Non c'è bisogno che ci ringrazi per la risposta, siamo
qui
apposta! E poi non devi assolutamente giustificarti. Umore giusto o no,
hai fatto benissimo a renderci partecipi delle tue
perplessità,
così da poterti spiegare anche il nostro punto di vista. E'
anche bello raffrontarsi e non sempre sentirsi dire che è
tutto
fantastico e meraviglioso. Con così tanti capitoli
è
normale che qualcosa non piaccia, ci mancherebbe altro! Contente di
averti divertita con lo scorso chappy, anche perchè come
noterai
dal titolo, in questo ci sarà poco da stare allegri e col
prossimo ancora meno!
Lalayasha: ciao
Ross! Siamo felicissime che ti sia piaciuto anche il chappy di
passaggio. Eh sì se non ci fosse Alice, Bella sarebbe ancora
col
pigiamone della nonna! Anche se a Edward, non importa nulla,
è
comunque un bel vedere! Anche noi siamo un po' invidiose per la sua
sveglia... a me personalmente più che Edward mi svegliano le
urla dei bambini! Porca miseriaccia! Che ci vuoi fare? Le ingiustizie
della vita. Esme è proprio una madre coi fiocchi e hai
ragione
quando dici che è molto attenta. Specialmente con Alice, che
ha
già visto soffrire molto per il suo ex. Ora ti lascio a
Lauren,
che come potrai capire dal titolo, causerà un po' di maretta
nel
dolce menage familiare. Bacioni e grazie! Alla prossima!
Ed4e:
ciao
tesoro! Non preoccuparti, tu recensisci quando puoi. Edward
effettivamente ha un po' esagerato con Bella in cucina, l'ha messo
proprio a disagio, ma per fortuna il gemellino è arrivato in
suo
soccorso! Esme, invece, ricordati che è una mamma molto
attenta,
specialmente con Alice! Ora goditi il chappy e grazie mille! Bacioni
alla prossima settimana!
Nerak:
ciao
bellezza! Non ti preoccupare non sei l'unica ad aver avuto problemi con
Internet! Non disperare vedrai che arriverà anche per te il
tuo
Edward Cullen! Non sappiamo i tuoi anni, ma non avere fretta! Contente
che i chappy siano stati di tuo gradimento e per quanto riguarda le
acque prima che si calmino, si smuoveranno ancora un po! Bacioni e
grazie!
ashar:
non
è che posso entrare in bagno con Edward? Ci penso io poi a
farlo
uscire... più tardi però, molto più
tardi! Voi
intanto usatene un altro! E soprattutto tenete occupata Bella! Hihihi!
Ciao tesora e grazie mille per farci ridere così tanto!
Bacioni!
maria50: ciao
Maria e benvenuta! Siamo felici di avere una nuova lettrice! Abbiamo
visto che ti sei rimessa quasi in pari con i capitoli! Bravissima!
Grazie per tutti i complimenti e contente di riuscire a interessarti e
divertirti. Questa fiction è scritta a 4 mani: io e Sara.
Postiamo sempre il lunedì e il giovedì! Bacioni e
a presto!
Incondizionatamente:
ciao Lina! Non ti devi preoccupare se
non riesci a commentare... come hai detto tu prima il dovere! E (da
mamma io e da professoressa Sara) siamo molto felici che tu metta
davanti a tutto la scuola! Bravissima! Grazie mille per i complimenti e
a presto! Bacioni!
CAPITOLO
44
Primi
screzi
Pov Bella
Era appena suonata
la campanella
e finalmente si era fatta l’ora di andare a mangiare. La mia
smania non derivava tanto dal fatto che avessi fame, ma solo dalla
consapevolezza che tra pochi minuti avrei rivisto Edward in mensa. Era
diventata una vera e propria sofferenza stare lontana da lui anche solo
per qualche ora… mmm, quel ragazzo era davvero deleterio:
creava
dipendenza! E che dipendenza! Io dovevo assolutamente reimmergere i
miei occhi assetati di lui nelle sue gemme smeraldine, nel suo viso
bello e sexy, nel suo corpo muscoloso e perfetto… o sarei
esplosa in una vulcanica frustrazione!
Mentre producevo
tutte queste
elucubrazioni mentali, afferrai rapidamente i miei libri ma, per
l’eccessiva fretta (unita in verità alla mia
congenita
sbadataggine), inciampai la punta delle mie scarpe in
un’antipatica mattonella sporgente… riuscii in un
miracoloso e incompreso gioco d’equilibrio a contenere i
danni
sulla mia persona: almeno non ero finita distesa sul pavimento come i
libri!
Per fortuna ero
rimasta sola e
sbuffando un po’, mi piegai sul pavimento e cominciai a
raccogliere tutti i miei testi, maledicendo per l’ennesima
volta
il mio poco sviluppato senso eretto, che mi impediva di procedere
innocuamente lungo una via totalmente dritta e pianeggiante. Certo che
però se congiuravano contro di me, povera e indifesa
fanciulla,
anche delle infide piastrelle… Uscii dalla porta ancora
contrariata per il ritardo e per la mia precaria stabilità
ma mi
bloccai all’istante, rimanendo folgorata: lui, il dio Edward,
bello come il sole, se ne stava appoggiato al muro di fronte, con i
capelli spettinati in modo adorabile, con un sorriso sghembo stampato
in faccia, le mani in tasca, una gamba piegata con il piede appoggiato
al muro; e quella magnifica creatura mi fissava, come se io fossi stata
la cosa più fantastica e sublime del mondo. A quella visione
straordinaria, il mio povero muscolo cardiaco partì per la
sua
solita corsa pazza, e il mio cervello si trasferì
in mondi
lontani: non c’era niente da fare, non mi sarei mai abituata
a
tanta bellezza e perfezione...
E dato che, a dirla
tutta, con
ogni probabilità ero ancora di un acceso color pomodoro per
l’affanno di cotanta visione, lui ovviamente si accorse della
mia
espressione sognante… infatti, continuando a sorridermi
malizioso, si avvicinò e mi afferrò per la vita,
facendo
scontrare i nostri corpi e rimanendo volutamente a distanza di qualche
centimetro dalle mie labbra, senza darmi la soddisfazione di sentire il
suo sensuale calore sulle mie.
Sospirai, non
riuscivo a pronunciare nemmeno una sillaba, come se il mio intero
cervello fosse andato in vacanza.
-Ciao piccola
mia…-
soffiò sulle mie labbra, mandandomi ancora più in
tilt;
-tutto bene?- domandò premuroso. Ehm…
sì! Scusa,
caro, ora asciugo il litro di bava che la tua visione produce ogni
santa volta alle mie povere ghiandole salivari…
-C-ciao…-
miagolai a
malapena. Perfetto, ora balbettavo di nuovo come i primi tempi! Che
sensazioni mi stava scatenando quell’angelo? Ormai lo
conoscevo
bene, e inoltre (mi serviva una rispolverata alla mia autostima) non
dimentichiamolo… era il mio ragazzo!
-Tutta intera anche
stavolta?-
scherzò con una luce divertita nello sguardo,
contemporaneamente
attento e giocoso. Come?! Oops! Vuoi vedere che si è accorto
del
mio volo? Sospirai affranta. Abbassai gli occhi per la vergogna, ma lui
con una tenerezza infinita appoggiò due dita sul mio mento e
lo
sollevò. Oddio, com’era intenso e profondo il suo
sguardo!
-Mmm, mi sei
mancata tantissimo,
tesoro! Ti scongiuro, non privarmi della visione del tuo bellissimo
volto…- mi pregò. Arrossii ancora di
più
perché il significato delle sue parole, il tono della sua
voce
melodiosa, l’intensità del suo sguardo
magnetico…
tutto di lui mi aveva incantato…
-Dammi i tuoi
libri, te li porto
io fino al tuo armadietto- mi propose cavallerescamente allungando le
sue mani verso i testi in questione.
-G-grazie…-
balbettai passandogli i libri.
-E appoggiati al
mio
braccio… almeno così ce la farai ad arrivare in
mensa
sana e salva, senza capitomboli!- scherzò. Bene. Perfetto.
Ottimo. Che disdetta! Mi aveva visto inciampare, dunque…
-Tranquilla, amore,
nessuno ti
ha visto… nemmeno io… l’ho intuito! Ah
ah ah!- mi
rivelò ridendo di cuore. Ah. C’era una
novità, per
caso? Da quando era in grado di leggere nel pensiero?!
Sollevai un
sopracciglio mentre
lui continuava a fissarmi con un’espressione a
metà tra lo
strafottente e l’affettuoso.
-Certo che me ne
sono accorto,
Bella! Sei emersa dall’aula che ancora quasi zoppicavi! Per
non
parlare poi della catasta dei tuoi poveri libri: erano tutti
sottosopra!- affermò, svelandomi così le sue
capacità deduttive. Era davvero bravo ad osservare le
persone e
a leggere scavando nei volti e nelle anime della gente… e in
quel momento compresi in modo assolutamente certo che lui era destinato
a diventare un grande e ottimo medico…
Sorrisi al
pensiero, grata che mi avesse confidato quel suo sogno stupendo.
-E visto che la mia
lezione
è finita cinque minuti prima ho pensato di venire a
prenderti… primo, per salvare la mia principessa bisognosa
del
mio aiuto… secondo, perché stavo morendo dalla
voglia di
rivederti e stringerti a me!- continuò con una voce
sensuale.
Deglutii a fatica e… niente! Ancora non mi usciva neanche un
suono! Gesù! Ma era mai possibile che dovessi fare ancora la
figura della sciocca in questo modo? In fondo ormai ero riuscita ad
acquisire tanta confidenza con lui… e ora che mi succedeva?
Come
mai ero così imbambolata? Solo perché non mi
aspettavo di
vederlo lì fuori?
Bella ma sei
diventata cretina
tutto a un tratto?! Dì qualcosa di sensato, per la miseria!
Decerebrata che non sei altro!,mi rimproverai a insulti, mentre lui
aveva già finito di sistemare i libri nel mio armadietto.
Il suo sorriso si
allargò
e con le mani finalmente libere, mi circondò in un caldo
abbraccio, spingendomi con una leggera irruenza e facendomi sbattere la
schiena sul freddo metallo degli armadietti scolastici.
Abbassò
il suo volto sul mio collo e mi inebriai del profumo del suo dopobarba,
così speziato, così maschile, così
sensuale… percepii la sua bocca ansimare sulla pelle tra
collo e
spalle, mentre sentivo i nostri cuori battere furiosi e i nostri
respiri sempre più corti.
-Mmm,
Bella… sei
fantastica…- sussurrò mordicchiandomi un lobo
dell’orecchio, mentre il mio corpo veniva travolto da
migliaia di
brividi e le mie mani si arpionarono alla folta e morbidissima chioma
bronzea del mio angelo. Ad un tratto afferrò il mio viso tra
le
sue mani larghe e calde e poi si impossessò della mia bocca:
finalmente le nostre labbra si unirono, e le nostre lingue si
accarezzarono, ma non facemmo in tempo ad approfondire il nostro
anelato ritrovarsi, perché una voce burbera e profonda ci
interruppe.
-Ehm, ehm! Signori,
un po’
di contegno, per cortesia! D’accordo che siete giovani ed
innamorati, ma vi ricordo che siamo pur sempre in un edificio pubblico
a carattere educativo!- ci rimproverò il professor Banner,
passandoci vicino. Di colpo mi staccai da quel paradiso arrossendo
vistosamente e tenendo gli occhi a terra, vergognosa e imbarazzata.
Gesù, che vergogna! Beccati da un prof!
Edward invece non
sembrò
toccato dalla ramanzina e con fare decisamente spudorato, mi mise il
braccio intorno alla vita e mi riavvicinò a sé,
incurante
dell’occhiataccia del nostro insegnante.
-Ci scusi
professore
Banner…- gli rispose con un sorrisetto divertito;
-…ma sa
com’è… abbiamo gli ormoni
impazziti…- e il
suo sorriso divenne aperto e quasi strafottente.
Io lo fissai
meravigliata e
incredula ripensando alla faccia tosta con cui aveva rivolto quelle
parole al prof... “Ma sa
com’è” cosa? Gli
ormoni impazziti? Che sbruffone! Stava parlando con un professore mica
con un suo amico, accidenti! Era impazzito insieme agli ormoni?!
Ma rimasi ancora
più incredula quando sentii la sonora risata del professore.
Lo guardai con gli occhi sgranati.
-Sì,
sì ricordo!
Purtroppo solo quelli mi sono rimasti… i ricordi! Beati voi
ragazzi! E comunque sono proprio contento, signor Cullen, che abbia
messo la testa a posto! Aveva una pessima reputazione persino tra noi
professori, sa? Mi raccomando però: la signorina Swan
è
una ragazza d’oro e merita il meglio, veda di trattarla come
si
deve… e complimenti a entrambi perché siete una
bellissima coppia!- e, senza darci il tempo di rispondere niente,
ancora sghignazzando, ci lasciò lì come due ebeti.
Eravamo
completamente allibiti
tutti e due. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito.
Sapevo che il professor Banner aveva una predilezione per me come
allieva, ma mai avrei pensato che redarguisse Edward sul suo
comportamento privato nei miei confronti…
Scrollai la testa,
incredula e divertita.
Dopo un attimo,
però, mi
ripresi e mi ricordai delle parole di Edward. Quel ragazzo era la
sfacciataggine fatta persona! Per punizione gli diedi un pugno forte
sul braccio.
-Ma sei impazzito?!
Gli ormoni?
E se avesse fatto un richiamo ufficiale al preside, per la tua
splendida battuta? Cosa diavolo ti passava per quella tua testaccia
vuota?- lo rimproverai, arrabbiata.
-Innanzitutto:
ahia! Ma quanta
forza ha uno scricciolo come te? E poi per rispondere alla tua domanda:
per la testa mi passi solo tu! Sempre e solo tu! Non riesco a pensare
ad altro, che ci posso fare? E siccome non mi è mai successo
con
nessuna, la colpa è tutta tua!- affermò
sorridendo
sornione e, abbracciandomi, mi riavvicinò al suo possente e
largo petto.
Uscimmo
dall’edificio
centrale e ci incamminammo verso la mensa, restando sempre avvinghiati
l’uno all’altra. Ero gongolante per le parole
che
aveva appena pronunciato e sapevo anche bene cosa intendesse
perché erano le stesse identiche sensazioni che passavano
per la
mia testa.
Mi avvicinai e gli
baciai il
collo soffiandogli all’orecchio con la voce più
sensuale
che riuscissi a tirare fuori:
-Ti ho fatto tanto
male,
cucciolotto? Se vuoi ti curo io…-. Si fermò di
colpo e
fissò i suoi occhi, che si erano fatti scuri per
l’eccitazione, su di me. Si allontanò poi di
qualche passo
e mi additò sconvolto.
-Tu! Tu sei la
donna più
pericolosa che abbia mai conosciuto! Ora mi dai solamente la mano e te
ne stai buona buona a distanza di sicurezza finché non
arriviamo
in mensa… dove ci saranno molti testimoni, che mi
impediranno di
spingermi oltre il lecito. E non osare più
sussurrarmi
nell’orecchio con quella voce da mozzare il respiro,
finché non saremo in privato! Perché ti avverto
che la
prossima volta, edificio pubblico, professori o qualsiasi altra scusa,
non ti salveranno da me e dalla mia pazza voglia di fare
l’amore
con te in ogni luogo e modo possibile. Sono stato chiaro?! La prossima
volta ti salto addosso, ti spoglio tutta e ti faccio mia!!- mi
spiegò con enfasi, lasciandomi sorpresa e deliziata dalle
sue
parole. Mentre mi afferrava la mano e mi trascinava in mensa, mille
immagini di noi due avvinghiati in ogni posizione possibile e in ogni
luogo di questa scuola mi si pararono davanti agli occhi, facendomi
sentire un languore nel basso ventre e scaldare le guance. Per fortuna
che, per arrivare in mensa, il tragitto all’aria aperta mi
permise di riprendere un po’ di lucidità, grazie
al freddo
che sentivo e che spense tutti i miei bollenti spiriti…
altrochè se mi sentivo pronta!!
Arrivati a
destinazione, prendemmo due vassoi ricolmi di cibo e ci avviammo alla
cassa: Edward decise di pagare per entrambi.
-Ma possibile che
non possa mai
pagare io? I soldi non mi mancano di certo e mi sembrerebbe carino se
facessimo almeno una volta per uno, no?- mi lamentai.
-Non ci pensare
proprio! Non sia
mai che lasci pagare la mia dama… non sarei un gentile
cavaliere, dopo aver salvato la mia principessa…-
affermò
sorridendomi. Una voce sgradevole si intromise nella nostra
conversazione privata.
-Oh! Non mi
sembravi un
così gentile cavaliere quella volta in aula di arte! Ti
ricordi,
Cullen? Dopo che avevo finito di farti un bel servizietto te ne sei
andato senza farti tanti problemi con la sottoscritta! Oppure tutte le
volte che mi trascinavi in bagno per soddisfare qualsiasi tua
voglia… che gran cavaliere, eh?- disse Lauren. A quelle
squallide parole e al pensiero di quello che Edward aveva condiviso con
lei, mi sentii morire e i miei occhi si fecero immediatamente lucidi e
pungenti; ma non potevo darla vinta a quella maledetta strega!
-Mallory!-
sibilò furioso
Edward. -Se non ti levi subito dai c…- ma non lo lasciai
continuare posandogli una mano sul braccio. Al mio tocco si
calmò lievemente e si voltò verso di me.
-Lasciala perdere
Edward! Non
vedi che ormai si può attaccare solo a questi schifosi
ricordi?
E poi Lauren…- intanto mi premurai di alzare un
po’ il
tono di voce di modo che, chi era vicino, sentisse bene quello che
avevo da dire, come aveva fatto lei; -…fossi in te, non mi
vanterei tanto davanti a tutti del fatto che gli uomini ti usano solo
per godere e non ti danno nemmeno un po’ di soddisfazione.
Non
è certo colpa loro se tu ti fai trattare come una sgualdrina
né più né meno! D’altronde
servi solo a
quello, no?- lei sgranò gli occhi e un lampo di rabbia le
passò sul viso. Bene, ero soddisfatta di come ero riuscita a
gestire da sola quella sgradevole situazione, ma decisi di rincasare la
dose, perché, una volta per tutte, doveva mettersi in quella
testa vuota che i suoi “bei tempi” con il mio
Edward erano
morti e sepolti! Per sempre!
Mi avvicinai al suo
viso e abbassai di nuovo il tono.
-Sai…
quando Edward fa
l’amore con me… e hai capito bene
‘l’amore’ e non semplice
sesso… lui pensa
sempre prima al mio di piacere, quindi con me è sempre stato
un
cavaliere innamorato!- la schernii e trascinandomi dietro Edward, che
la guardava ancora con disprezzo e rabbia, ci dirigemmo al nostro
tavolo, dove Emmett e Rosalie ci guardavano curiosi di sapere cosa ci
fossimo detti, visto che poi Lauren era corsa via, infuriata, dalla
mensa.
Mentre mi stavo
sedendo,
l’occhio mi cadde su mio fratello che era al tavolo centrale
con
i suoi vecchi compagni, vicino a dov’era avvenuta la nostra
discussione, e lo vidi sorridermi e alzare il pollice, segno che anche
lui aveva seguito tutta la conversazione. Gli risposi con un gran
sorriso e mi accomodai.
Intanto che Ed
spiegava a Emm e
Rose cos’era successo, il mio cervello iniziò a
elaborare
le parole di quella strega odiosa e, senza volerlo, mi rabbuiai. Un
conto era sapere che lui aveva fatto determinate cose,
un’altra
sentire raccontare i particolari da un’oca come Lauren. Le
lacrime che prontamente avevo ricacciato indietro per non dare
soddisfazione a quella vipera ora spingevano di nuovo per uscire
prepotenti.
Una mano calda e
gentile, che
ormai conoscevo bene, mi accarezzò una guancia, mentre io
ero
ben concentrata sul mio piatto, anche se non avevo ancora toccato
niente: in quel momento il mio stomaco era chiuso dalla rabbia e dalla
frustrazione, e non sarei riuscita ad ingoiare nemmeno una briciola di
pane.
-Mi dispiace
tanto…- si
scusò Edward con voce affranta. Sapevo benissimo che non
dovevo
prendermela con lui, ma allo stesso tempo, non riuscivo a non pensare a
lui e a Lauren insieme. Già, perché nonostante
quello che
avessi detto a lei, io e lui non avevamo ancora avuto un rapporto
sessuale completo.
Avevo bisogno di
immergermi nei
miei pensieri per ritrovare me stessa, di isolarmi un po’ per
vincere le mie stupide paure e non farmi sopraffare da queste
sensazioni negative.
-Ehi, piccola!-
aggiunse; e con
due dita mi alzò il mento perché potessi
guardarlo negli
occhi. Ma non ce la facevo in quel momento! Era più forte di
me,
le fitte di gelosia erano troppo intense e non riuscivo a reprimerle in
nessuna maniera: soprattutto avevo paura di dire cose che non pensavo
veramente, solo guidata dalla mia insicurezza e dalla mia
testardaggine, come già era successo la sera della festa.
Dovevo
e volevo evitarlo, a tutti i costi!
-Scusa
Edward… ma non ce
la faccio; adesso ho solo bisogno di stare un po’ per conto
mio…- mormorai; mi alzai
velocemente uscendo
dalla mensa senza voltarmi indietro, sperando che nessuno mi avesse
seguita. Arrivata a metà corridoio, però, sentii
due
forti braccia afferrarmi. Edward purtroppo non aveva ascoltato la mia
preghiera, mi aveva raggiunto e, facendomi voltare verso di lui, mi
stava perforando con il suo sguardo intenso, non mollando la presa
vigorosa sulle mie braccia, per paura che scappassi di nuovo.
-Non farmi questo
Bella! Sai
benissimo che io non sono più così! E anche che
mi
dispiace da morire per come mi sono comportato in passato... Ma non
posso cambiare quello che ho fatto… il passato resta tale,
immutabile! Devi iniziare a fidarti di me! E sono stanco di ripeterlo,
Bella: non ti puoi arrabbiare per una cosa passata e senza alcun
valore! Non puoi!!- si infervorò e un lampo di rabbia gli
passò negli occhi, indurendogli lo sguardo.
Le sue odiose
parole
rimbombavano nel mio cervello… ‘non
puoi… non
puoi’! Ah, davvero?! Io non potevo?! Io?! Eccome se potevo!
Mai,
e ripeto mai, dire a Isabella Marie Swan quello che deve o non deve
fare!
-Ah! Io non posso
Edward? E chi
me lo ordina, eh? Me lo vieti tu? Proprio tu, che sei geloso marcio se
anche solo qualcuno si sofferma un po’ di più con
lo
sguardo su di me?- sibilai furiosa, ormai la rabbia pervadeva ogni mia
singola cellula. Possibile che non capisse quanto mi faceva male il
pensiero delle sue mani e delle sue labbra sul corpo di altre
ragazze?
Ma in qualche modo
dovevo fargli
comprendere come mi sentivo, così scelsi la strada che
senz’altro gli avrebbe permesso di capire; anche se
ero
consapevole di percorrere una strada che gli avrebbe inferto molto
sofferenza, perché in quel momento volevo fargli del male,
volevo che soffrisse anche lui! Desideravo che sentisse sul suo corpo
tutta la rabbia e la gelosia che avevo provato io!
-E sentiamo, dai!
Come ti
sentiresti se la situazione fosse ribaltata? Se prima di metterci
insieme io mi fossi fatta fare dei servizietti nei bagni e nelle aule
da non so… vediamo… da Mike? O da Eric? O da
entrambi,
perché no? O da chiunque altro? Prova un po’ a
immaginarti
le loro mani vagare sul mio seno nudo, le loro bocche cercarmi
fameliche e i loro corpi sudati portarmi all’orgasmo!-
esclamai;
lo vidi stringere gli occhi e la sua presa sulle mie braccia si fece
ancora più ferrea e stringente. Mi stava facendo male e
sapevo
che anch’io stavo esagerando, ma non riuscivo a smettere: il
dolore e la rabbia erano troppo grandi, così continuai
imperterrita.
-O se semplicemente
ogni santa
mattina, prima di entrare in classe, io avessi pomiciato con mezza
scuola? Quanti maschi vogliosi di assaggiare le mie labbra ci sono nel
nostro liceo? E se me li fossi ripassati tutti? Ah, non dimenticare
poi… questo squallido teatrino naturalmente
sarebbe
successo tutti i santi giorni! Quindi, Edward, fatti un
bell’esamino di coscienza e prova un po’ a pensare
cosa
proveresti tu, se ti sentissi sbattere in faccia tutto questo
schifo da una come Lauren!- terminai, abbassando il tono. La mia voce
non era più ferma come prima, ormai le lacrime ricadevano
sul
mio viso copiose e incrinavano anche il tono delle mie parole.
Le mani di Edward
nel frattempo
continuavano a stringermi in maniera piuttosto dolorosa e sul suo viso
emozioni di rabbia e di sofferenza si alternavano in ugual misura,
mentre i suoi occhi erano raggelati da un odio furioso. Mi
impressionò il suo sguardo: freddo, duro, quasi
senz’anima.
Mi spaventai e mi
scrollai le
sue mani di dosso, massaggiandomi le braccia; e quando si accorse dei
segni rossi che aveva lasciato sulla mia pallida pelle, la sua bocca si
aprì in una smorfia di disgusto e ribrezzo per se stesso,
per
quello che si era reso conto di aver provocato. Ma, in quel preciso
istante, ero troppo fragile, non avevo la forza necessaria per
rassicurarlo che non era accaduto niente, che doveva stare tranquillo;
avevo solo voglia di restare sola, ma per lui feci un ultimo
sforzo.
-Lo so bene che non
posso
cambiare il passato… e che tu non sei più
così! Ma
non devi pretendere che io non possa dispiacermi della cosa,
perché ogni volta che ci ripenso è come se mi
conficcassero dei coltelli nel cuore! E so anche perfettamente che da
quando stiamo insieme, verso di me non hai mai mancato in niente; ma mi
meraviglio come tu non abbia capito che avevo solo bisogno di
stare un po’ da sola per smaltire la sofferenza e la rabbia,
proprio per evitare ciò che è appena avvenuto tra
noi!
Non puoi cambiare il passato, d’accordo… ma per un
futuro
insieme più sereno, impara a rispettare i miei spazi,
Edward! E
soprattutto non ti azzardare mai più a dirmi cosa devo o non
devo fare, chiaro?! Non l’ho mai accettato né da
Charlie,
né da Jasper, né da nessun altro! E non
inizierò
di certo con te!- e così dicendo me ne andai, lasciandolo
solo,
addolorato ma anche, e lo avevo visto bene, arrabbiato.
Perfetto, una
giornata iniziata
così bene e finita schifosamente! Ora sì che il
mio umore
era come il maltempo che imperversava fuori: lampi, tuoni, fulmini e
diluvio universale!
Mi diressi in
segreteria e feci
chiamare Esme per farmi venire a prendere; trovai la scusa, con la
signorina Cope, che avevo un forte mal di testa e che forse avevo anche
un po’ di febbre. Avrebbe avvertito lei sia Jasper che
Rosalie
che ero andata già a casa. Non avevo proprio voglia di
passare
altre due ore seduta accanto a Edward, come se niente fosse.
Pov
Edward
Ero ancora in mezzo
al
corridoio, impalato come un ebete rincoglionito, a fissare il punto in
cui si trovava Bella fino a pochi momenti prima. Le sue dure parole
risuonavano ancora nelle mie orecchie e si propagavano in onde e fitte
di dolore e rabbia, in tutto il corpo. Ero arrabbiato, sì,
ma
con me stesso! La sofferenza che sapevo benissimo di infliggerle, si
rifletteva addosso a me, con maggiore intensità.
Ero certo che lei
avesse letto
nel mio volto l’ira che mi faceva tremare; ma ero sicuro che
lei
avesse pensato che io fossi arrabbiato perché voleva stare
sola… ma non era rabbia la mia… era una tremenda
e
totalizzante paura! Il folle terrore che rimanendo sola con il suo
dolore, iniziasse pian piano a chiedersi cosa ci facesse un angelo come
lei con uno stronzo come me! E se poi avesse deciso che il mio passato
era troppo ingestibile per lei? Se nonostante tutto l’amore
che
provava per me, non riuscisse a superare il dolore per il mio
precedente comportamento?
Solo
animato da quelle mie
stupide paure, le avevo detto in modo forse troppo perentorio che non
poteva fare quello che voleva… non potevo permettere che
rimuginasse da sola quello che le aveva detto quella gallina della
Mallory, senza che io potessi continuare a ripeterle che
l’amavo
sopra ad ogni cosa e che non mi importava niente di
nessun’altra!
Ma ero stato uno
stupido! Un
cieco egoista! Aveva ragione lei! Dovevo concederle il suo spazio, ma
soprattutto non dovevo permettermi di negarle i suoi
sentimenti…
lei aveva tutto il sacrosanto diritto di arrabbiarsi per le cose
passate, se ciò era quello che provava…
Cavoli, se era
riuscita ad affondare il coltello nella piaga, dicendomi determinate
cose! E con millimetrica precisione, poi!
Nel momento in cui,
con tono
provocatorio aveva prospettato scenari lascivi di lei insieme ad altri
maschi allupati (e cazzo se ce n’erano, in giro!), la mia
mente
si era riempita di quelle immagini odiose, che con forza violenta si
erano intromesse nei miei pensieri provocando quella mia reazione
esagerata. Solamente il visionare nella mia mente quelle scene mi aveva
provocato uno strazio doloroso unito a una potente furia; figuriamoci
come poteva sentirsi lei, che sapeva che io le avevo vissute veramente!
Quando, spostando
lo sguardo
verso di lei, mi ero accorto di quei maledetti segni rossi, che le mie
mani avevano lasciato sulla sua pelle candida, non potevo credere ai
miei occhi… e non ero più stato capace di
aggiungere
neanche una parola per il ribrezzo che provavo verso me stesso.
Io ero stato capace
di fare del
male fisico (per quanto tempo mi avrebbero perseguitato quei maledetti
segni rossi?) alla donna che sostenevo di amare più di me
stesso. Bel modo di dimostrare il mio immenso amore! Cazzo, no! Non
potevo crederci e man mano che passavano i minuti una forte rabbia si
espandeva nel mio corpo. Cosa avrei dovuto fare adesso?
Con la testa china
mi diressi di
nuovo in mensa e raggiunsi il nostro tavolo. Rosalie ed Emmett mi
guardavano dispiaciuti e anche preoccupati, probabilmente spaventati
dalla mia espressione stravolta di furia e dolore.
-Edward, non ti
preoccupare, le
passerà presto. La conosco, ha solo bisogno di un
po’ di
tempo… quando si isola lo fa per evitare di dire cose che
non
pensa assolutamente, guidata soltanto dalla rabbia e dal dolore. Ho
provato a chiamarti per avvertirti di lasciarla andare ma non mi hai
sentita- cercò di rassicurarmi Rosalie, ma riuscendo a
inserire
nella sua frase anche un mezzo rimprovero.
Averlo saputo prima
di tutto
‘sto casino… l’avevo sentita eccome,
Rose! Ma, gran
testardo, non mi ero fermato, non l’avevo ascoltata di
proposito,
pensando di fare la cosa giusta. Che superbo! Rose la conosceva da
anni, erano cugine, erano unite da un legame intenso e
profondo…
ma io…
Eh… io
sono Edward Anthony Cullen! Lei è la mia ragazza! So io come
fare! Cazzate!!
Invece il mio
dannato orgoglio mi aveva impedito di ascoltare il saggio e utile
consiglio di una persona come Rose…
Basta, non ne
potevo più
dei loro sguardi pietosi, anche se sapevo benissimo che erano solo
dispiaciuti per noi, ma in quel momento, avevo bisogno anche io di
allontanarmi da tutti, per evitare che la mia velenosa rabbia si
riversasse su tutti gli altri.
-Scusate, inizio ad
andare in
classe… ho bisogno di stare un po’ da
solo…-
mormorai affranto e prima di andarmene mi voltai per salutare anche
Jasper, ma fui distratto dalla sua espressione furiosa.
Seguii la direzione
del suo
sguardo carico di puro odio e un’onda di immensa ira, neanche
paragonabile a quella effimera di poco prima, si impossessò
di
me. Accecato, ormai da quello che avevo sotto gli occhi, mi diressi
all’entrata della mensa, piantandomi davanti
all’assurda
coppietta.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 45
-Non
voglio più ripetertelo, perciò consideralo il mio
ultimo
avvertimento… stai lontano dalla mia famiglia!- gli ordinai
con
voce bassa e feroce. Con una sensazione di compiacimento, notai un
brivido di sgomento attraversargli il volto, anche se si riprese subito. -Ehi
Edward, calmati! Ma che ti prende?- mi chiese teso e preoccupato mio
fratello, mentre si avvicinava a noi. -Niente
ora è tutto
a posto- gli risposi abbastanza sollevato; ma, giusto per rimarcare il
concetto, decisi di rivolgermi ancora all’animale,
aggiungendo: -Ringrazia
che non voglio casini a scuola, ma prima o poi te la farò
pagare, stanne certo!- lo minacciai con un tono di voce che lo
raggelò. Mi
voltai per andarmene,
ritenendo da parte mia definitivamente chiusa la questione, ma non
calcolai la sua perfida e subdola reazione: o mi trovavo di fronte
all’essere più stupido del pianeta o lo fece
apposta per
provocarmi… io da stupido, però, ci cascai in
pieno. Fatto
sta che, prevedendo
che nei casini ci sarei finito io per aver iniziato la rissa,
pronunciò l’unica frase che non avrebbe nemmeno
dovuto
passargli per l’anticamera del cervello…
figuriamoci poi
arrivare ad uscire da quella boccaccia oscena!
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Cap. 45
Buongiorno e buon inizio settimana!
Abbiamo visto con piacere che, nonostante i nostri due piccioncini
abbiano litigato, il chappy è piaciuto molto a tutte e quasi
unanimamente vi siete schierate con la nostra Bella.
Bene! Ora, però, arrivano i veri guai! Il nostro Edward,
già messo duramente alla prova dalla lite con Bella, dovrà fare i conti con un altro tipo di rabbia, molto più violenta! E vi
anticipiamo che sarà un capitolo molto movimentato!
Grazie alle lettrici silenziose e a quelle che hanno sempre una parola
per noi!
Bacioni a tutte e BUONA LETTURA da IsaMarie e sara_cullen!
Ginna3:
ciao
tesoro e grazie infinte per i complimenti! Contente che ci segui da un
po' di tempo e che la storia ti piaccia. E' vero le litigate portano al
confronto e anche a conoscersi meglio. Però non troppo
spesso,
anche perchè un rapporto burrascoso, non permette di vivere
sereni. Non ti preoccupare i nostri piccioncini non litigheranno
spesso. Mi spiace ma non hai indovinato il troglodita con cui ce l'ha
Edward, quindi non ti resta che tuffarti nella lettura. Baci e a presto!
Lalayasha:
ciao
moreee!!!! Brava Ross ci hai preso con la coppietta, sono proprio loro!
Il professore è un mito e anche in questo capitolo si
vedrà quanto è forte. Edward non ti preoccupare
che ha
capito di aver sbagliato con Bella e vedrai che ci sarà modo
per
loro di chiarire e spiegarsi. Baci e a presto! Grazie!
vanderbit:
ciao
tesoro! Grazie innanzitutto di aver lasciato la doppia recensione, e
non ti preoccupare capita anche a noi di dimenticarci. Sappiamo che ci
sei sempre e non ci abbandoni. Su Edward hai ragione, quando provoca
diventa ancora più sexy... ma quando non lo è?!
XD!Eh
sì è la loro prima vera litigata, ma non ti
preoccupare
avranno modo di chiarirsi e capirsi. Sulla coppietta entrata in mensa
hai proprio indovinato! Bacioni e grazie!
marilenacappucci: ciao
Mary! Contente che ri sia piaciuto! Eh sì Bella si
è
arrabbiata parecchio e in fondo aveva ragione. Vedrai che Edward
capirà e saprà essere comprensivo! Bacioni e
grazie!
Ed4e: ciao
tesoro!!! Scusa ma non lo facciamo apposta a postarli proprio di
giovedì! Capitano così! Ahahah! Ci fa morire la
tua
agitazione! Comunque ha indovinato, il tizio in questione è
Tyler, ma non volgiamo anticiparti niente! Quindi buona lettura e
grazie! Bacioni!
ashar:
ciao
nostra dolce INGENUA! Ahahah! Stiamo ancora ridendo adesso! XD!
Comunque grazie mille e ora goditi Edward, in versione veramente
incazz.... Sarà uno vero macho! Bacioni!
vampirettafolle:
ciao
vampi! Grazie per i complimenti. Devi considerare che Bella e Edward
stanno insieme da poco tempo e quindi Bella deve ancora acquistare
sicurezza riguardo il loro rapporto. D'altronde gliel'ha detto che lei
non ce l'aveva con lui, aveva solo bisogno di restare sola, ma Edward
non l'ha capita e questo l'ha fatta infuriare... il fatto che lui
pretendesse che lei doveva fidarsi per forza e non arrabbiarsi, anche
se poi alla fine Edward non era nemmeno arrabbiato per quello, ma aveva
solo paura di perderla. Comunque non preoccuparti che riusciranno a
chiarirsi! E ora goditi il chappy che sarà molto movimentato.
P.S.: non sappiamo proprio come ringraziarti per averci segnalato per
le storie scelte. Grazie le parole che hai speso per noi in quella
recensione, sono state meravigliose. Un bacione e un abbraccio grande!
Nerak:
ciao
tesoruccio nostro! Cavoli 15 anni! Ehhhh noi ne abbiamo molti, ma molti
di più! Potresti tranquillamente essere nostra figlia
perchè ne abbiamo 35! Oddio che vergogna! Siamo vecchissime
al
tuo confronto! Sigh! I nostri piccioncini hanno litigato...
è
vero che Lauren ha scatenato il tutto, ma alla fine non ha fatto altro
che ribadire ad Edward quello che facevano prima che si mettesse con
Bella. Purtroppo Edward ha il suo passato, e prima o poi, bisogna
pagare le conseguenze di come ci comportiamo! Quindi mi raccomando tu
riga dritta! XD! Ti lasciamo andare a scoprire chi è
all'entrata
della mensa! Bacioni e grazie!
giova71:
ciao
tesoro! Eh sì quell'arpia di Lauren pensava di mettere
zizzania... bè alla fine hanno litigato ugualmente, ma
almeno
lei non ha avuto la soddisfazione di vederli, e anzi pensa che siano
più uniti che mai! Cosa che in effetti sono,
perchè
chiariranno presto! Per la coppia hai indovinato. Però tieni
in
considerazione che Alice non sa niente di quello che è
successo
a Bella con Tyler. Grazie e un bacione!
Giada
is owned by Edward: ciao
tesoruccio nostro! Anche a noi piace vederli felici e spensierati, ma
non saremmo realiste! Le coppie litigano... chi più chi
meno, ma
lo fanno... e anche le liti servono, aiutano a crescere, a confrontarsi
e a conoscersi meglio! Comunque non piangere, perchè presto
sistemeranno tutto! Non si può rimanere arrabbiati per
sempre!
Bacioni e grazie!
Moni68:
ciao
Moni! A chi lo dici!!!! Anche noi, con questa storia torniamo spesso
indietro nel tempo! Hai ragione i protagonisti sono giovani, ragion per
cui, alcune discussioni o situazioni che a noi possono sembrare stupide
e infantili e risolvibili con una semplice chiacchierata
chiarificatrice, a quell'età invece sembrano problemi
insormontabili, che scatenano scenate e litigate e fanno
soffrire
tanto. Per fortuna che con il passare degli anni si matura (anche se
non tutti hanno questa fortuna! XD!) e quindi tante inutili discussioni
si evitano! Bacioni e grazie mille!
yara89:
ciao tesoro! Eh già la loro
prima litigata! E purtroppo la rabbia causata da questo loro piccolo
scontro non aiuterà il nostro amato Edward in questo
capitolo, perchè come hai già scritto tu, ci
sarà un bello scontro! Non ci resta che ringraziarti e
augurarti una buona lettura! Bacioni!
Aleuname:
ciao tesoruccioooo!!! Finalmente ci
hai raggiunte anche tu! Non sai come ne siamo felici! Grazie! Per
Edward e Bella non preoccuparti che avranno presto modo di chiarire.
Per Jasper ed Alice invece la cosa sarà un po'
più complicata! Questa storia la scriviamo in due (io e
sara_cullen) e ti ringraziamo infinitamente! Postiamo sempre il
lunedì e il giovedì. Un abcione grande!
Incondizionatamente:
ciao polaretta! Hihihi! Ci spiace
tanto ma dovrai fare la fila per consolare il nostro Eddino e
sarà anche bella lunga! Specialmente dopo questo chappy in
cui avrà anche bisogno di cure! Basta non diciamo
nient'altro e ti lasciamo leggere in santa pace! Un bacione grande
grande!
barbara_f:
ma ciao tesoro nostro! Oddio ci fai
arrossire con questa tua recensione così entusiasta! Grazie
mille! Lo sai che teniamo particolarmente ai tuoi giudizi e saperti
così presa da un capitolo ci fa solo che un gran piacere! Un
bacione grande!
CAPITOLO 45
Furia
cieca
Pov
Edward
Maledizione! Non
potevo credere
ai miei occhi! Quel deficiente senza cervello voleva forse morire
proprio oggi? Possibile che fosse così stupido?
Mi piantai davanti a quei due con uno sguardo di puro odio,
naturalmente rivolto a lui.
-Metti. Giù. Le. Tue. Luride. Mani. Da. Mia. Sorella!-
sibilai
furioso ad un Tyler Crowley, che tutto strafottente e gongolante, stava
abbracciando e scherzando con l’ignara Alice. Mia sorella mi
guardò incredula per il mio comportamento strano e il tono
di
ghiaccio della mia voce.
-Edward ma sei impazzito?!- urlò stupita e arrabbiata per la
mia
intromissione, secondo lei immotivata, nella sua privacy.
Il solo pensiero che quello schifoso animale potesse sfiorare quel
fiore della mia sorellina mi mandava in bestia, mentre la mia mente mi
stava proiettando dei ricordi colmi di dolore e rabbia: stavo rivivendo
le immagini ben nitide della mano di quell’essere immondo che
scendeva inesorabile sul viso di Bella, e di lei impaurita e
terrorizzata che si teneva stretta al petto la maglia
strappata…
Mi resi conto che ogni singolo studente presente in mensa ci stava
fissando con malcelata curiosità mentre l’enorme
salone
non risuonava più dell’allegro vociare
tipico di un
ambiente pieno di ragazzi: aleggiava ovunque uno strano,
gelido
silenzio.
-Allontanati immediatamente da lei, Crowley! E non osare mettere mai
più le tue sudicie mani addosso ad un membro qualsiasi della
mia
famiglia!- gli intimai, ormai furibondo.
Tyler continuava a guardarmi stupito e spaventato…
sapeva
perfettamente a cosa mi stavo riferendo e temeva che io potessi,
travolto dall’ira, rivelare il suo misfatto; quando
però
si accorse che praticamente tutta la scuola osservava il nostro
battibecco ad elevato potenziale esplosivo, sul suo viso apparve uno
strafottente ghigno di sfida. Idiota! Con ogni
probabilità, il viscido sperava che io non osassi nemmeno
muovere un dito contro di lui davanti a così tanti
testimoni, e
non poteva di certo permettere che io gli rovinassi la reputazione,
così ne approfittò, cercando di mettermi in
difficoltà.
-Ehi Cullen! Datti una calmata, non vorrai mica farti sospendere per
una scazzottata. Stavo solo intrattenendo un po’ la tua
simpatica
sorellina con degli aneddoti carini. E poi comunque è adulta
e
vaccinata per decidere con chi uscire!- affermò sicuro di
sé. Come osava quella bestia?! Strinsi i pugni e lo fulminai
con
un’occhiataccia di furioso disprezzo e fissai la mia
attenzione
al suo braccio ancora appoggiato con strafottenza sulla spalla di Alice.
-Infatti, Edward! Decido io con chi mi fa piacere uscire!-
confermò lei in un sussulto di orgoglio. Povera la mia
ingenua
Alice! Non si rendeva nemmeno conto del grave pericolo che avrebbe
potuto correre approfondendo la conoscenza con quell’animale
odioso! Inspirai con calma per cercare di rilassarmi un minimo e decisi
che il mio intervento avrebbe dovuto riguardare solo
l’allontanamento di Alice, e non, come avrei desiderato, la
frattura di qualche osso di Crowley. Perciò mi rivolsi verso
mia
sorella, la afferrai per un braccio e la attirai verso di me in malo
modo, mentre lei si divincolava sempre più arrabbiata, non
comprendendo il mio, per lei, assurdo comportamento.
-Ma sei impazzito?!- mi urlò, inferocita.
-Alice! Ascoltami! E’ uno schifoso e lo voglio a metri di
distanza da te, è chiaro?- le sibilai sperando che capisse
che
c’era ben altro sotto e non una semplice gelosia fraterna.
Lei,
ammutolita, mi guardò sorpresa e per fortuna,
riuscì,
forse per l’intensità del mio sguardo, a capire il
significato nascosto delle mie parole; in un istante si
fiondò
tra le braccia di Rosalie che intanto ci aveva raggiunti insieme ad
Emmett. Tirai un forte sospiro di sollievo: Alice era in salvo! Potevo
finalmente chiudere con Crowley.
-Non voglio più ripetertelo, perciò consideralo
il mio
ultimo avvertimento… stai lontano dalla mia famiglia!- gli
ordinai con voce bassa e feroce. Con una sensazione di compiacimento,
notai un brivido di sgomento attraversargli il volto, anche se si
riprese subito.
-Ehi Edward, calmati! Ma che ti prende?- mi chiese teso e preoccupato
mio fratello, mentre si avvicinava a noi.
-Niente ora è tutto a posto- gli risposi abbastanza
sollevato;
ma, giusto per rimarcare il concetto, decisi di rivolgermi ancora
all’animale, aggiungendo: -Ringrazia che non voglio casini a
scuola, ma prima o poi te la farò pagare, stanne certo!- lo
minacciai con un tono di voce che lo raggelò.
Mi voltai per andarmene, ritenendo da parte mia definitivamente chiusa
la questione, ma non calcolai la sua perfida e subdola reazione: o mi
trovavo di fronte all’essere più stupido
del pianeta
o lo fece apposta per provocarmi… io da stupido,
però, ci
cascai in pieno.
Fatto sta che, prevedendo che nei casini ci sarei finito io per aver
iniziato la rissa, pronunciò l’unica frase che non
avrebbe
nemmeno dovuto passargli per l’anticamera del
cervello…
figuriamoci poi arrivare ad uscire da quella boccaccia oscena!
-Anche se me la farai pagare, Cullen, la morbidezza delle tette della
Swan non la dimenticherò mai!- sussurrò ghignando
a mezza
voce, in modo che sentissimo solamente io ed Emmett, che ancora mi
stava accanto.
Non ci vidi più: fu un attimo. E la furia che fino a un
minuto
prima avevo provato si trasformò ulteriormente, per evolvere
in
una vera e propria follia violenta che non lasciò
più
spazio a nessun tipo di pensiero, anche lontanamente razionale. Rividi
davanti agli occhi la scena di quella sera al New Moon: la mia Bella
indifesa e terrorizzata da quell’animale… e agii
di
conseguenza.
Gli tirai un pugno sul muso con tutta la forza che avevo, mandandolo a
terra. Nello stesso istante sentii compiacimento e due braccia forti
trattenermi e cercare di allontanarmi… ma io non ne avevo
abbastanza: lo volevo morto, in quel momento! Come aveva osato quel
verme schifoso nominare la mia Bella?! Dio, come volevo spaccargli ogni
singolo osso!
Cercai di divincolarmi con tutte le mie forze, ma la presa che mi
tratteneva era ferrea e costante, così Tyler ebbe il tempo
di
rialzarsi; nel momento in cui finalmente riuscii a liberarmi, senza che
purtroppo mi restasse il tempo di avventarmi nuovamente su di lui,
ricevetti un pugno in piena bocca. Un dolore allucinante esplose sulle
mie labbra.
Nel momento in cui sentii il sapore metallico del sangue nella mia
bocca, quella piccola briciola di lucidità che mi faceva
ancora
rendere conto di dove mi trovassi, sparì del tutto e non
capii
più niente: mi sentii letteralmente esplodere e
cominciai
a tirare colpi su colpi, accanendomi sul corpo di Tyler ormai a terra,
che cercava di coprirsi il viso come poteva. Improvvisamente mi sentii
sollevare di peso e quando vidi il volto di quel maledetto bastardo
pieno di sangue e tumefatto, ripresi lucidità, mentre
intorno a
noi il silenzio era stato sostituito da urla di ragazze spaventate e
dal vociare dei ragazzi che erano intervenuti per dividerci.
-Pazzo! Quel Cullen è un pazzo furioso!- mormorò
un gruppetto di ragazzi.
-Sì, è un violento!- confermò un
altro.
Mi ritrovai, senza neanche sapere come, in corridoio con Emmett e
Jasper che cercavano di calmarmi, ma la mia mente continuava a
soffermarsi alle sue parole e alle immagini di quella orribile sera;
ero del tutto incapace di pensare ad altro.
Nel giro di un paio di minuti arrivarono di corsa il preside con alcuni
professori, richiamati probabilmente dagli inservienti della mensa. Il
preside mi squadrò scuotendo il capo con aria delusa, poi
entrò nella mensa e fece portare Tyler in infermeria. Dopo
un
po’, probabilmente il tempo di farsi raccontare cosa fosse
successo, tornò da me. Cazzo, ero nei guai! Merda!
-Signor Cullen, mi deve delle immediate spiegazioni! Vada a
risciacquarsi quel labbro insanguinato. Non è il caso che
raggiunga anche lei l’infermeria, dato che è
già
occupata dal signor Crowley, in questo momento. Dopodiché vi
aspetto entrambi in presidenza… ci sono diverse questioni da
affrontare… molto, ma molto serie!- affermò con
tono
deciso e duro.
Cazzo, rischiavo la sospensione! Le parole del preside mi avevano
raggelato. Lo sapevo ero fottuto! Quel maledetto Crowley mi aveva
fregato ben bene, e io, come uno stupido idiota, avevo reagito alla
subdola provocazione… che coglione ero stato!
Ora, con la sospensione imminente, sicuramente mi sarei giocato
definitivamente il mio sogno: Harvard! Per non parlare poi
dell’ammissione a un qualsiasi altro college di tutto
rispetto…
Cazzo! Chissà cosa avrebbero detto tutti… mia
madre… e Bella! Conoscendola, si sarebbe assunta tutta la
colpa
della situazione. Maledizione! Ma come avevo fatto a cadere
così
in questa trappola? Che pivello rincoglionito! Dio, che voglia di
spaccare tutto!! E in più nella mia bocca sentivo pulsare un
dolore bruciante, insieme al sapore del mio sangue.
-Ma cosa diavolo ti è preso?!- mi rimproverò
Alice, che
ci aveva raggiunti insieme a Rosalie. Tutti mi stavano guardando tesi e
preoccupati, in attesa di comprendere il vero motivo di quella mia
reazione esagerata.
-Alice… lascia perdere, per adesso, ok?- le
intimò
Emmett, che avendo sentito la provocazione di Tyler, aveva collegato
tutto quello che poteva essere successo quella sera al New Moon. In
quel momento però, più che riflettere e temere
per le mie
conseguenze, la mia paura era Jasper: come avrei potuto spiegare
ciò che mi era successo evitando contemporaneamente che Jazz
scoprisse qualcosa?
-Per adesso, ci diamo una calmata; ma sappi che la faccenda non mi
quadra: anch’io pretenderò di sapere cosa
c’è
veramente sotto!- mi ammonì Jasper. Ecco appunto!
Senza aggiungere niente (non ero in grado di fare e dire nulla), mi
lasciai trascinare da Emmett in bagno e mi diedi una sistemata
schizzandomi il viso con spruzzi di acqua gelata sulla parte lesa. Dio,
che male bestiale!
Poi abbassai il labbro direttamente sotto il rubinetto e, nonostante
l’immenso bruciore, strinsi i pugni e cercai di resistere
almeno
quel tanto che bastava perché non si gonfiasse troppo. Alla
fine
mi specchiai e vidi che il taglio era abbastanza profondo, ma almeno
aveva smesso di sanguinare.
-Un po’ meglio?- mi chiese premuroso Emmett, dandomi una
pacca
sulla spalla per dimostrarmi la sua vicinanza. No, non stavo meglio!
Non era abbastanza quello che avevo fatto a quello schifoso! Il mio
desiderio sarebbe stato ancora quello di spaccargli il muso, ma dato
che Jasper continuava a fissarmi, mi sforzai di sorridere e feci un
cenno di assenso.
-Grazie ragazzi, ma ora devo andare dal preside Greene- affermai con
consumata noncuranza e uscii dai bagni; in realtà ero
spaccato
in due: da un lato ero molto preoccupato per il rischio di aver
compromesso il mio futuro ad Harvard; dall’altro non riuscivo
a
smettere di pensare a Crowley… vorticavano di continuo nella
mia
testa le squallide e lascive parole di quello schifoso animale sulla
mia Bella, che mi facevano ancora montare un’incontrollabile
furia cieca…
Salutai Alice e Rosalie e mi avviai in presidenza mesto e spaventato.
Bussai e la porta si aprì subito. Il professor
Banner mi
fissava triste e dispiaciuto e mi invitò con un cenno della
mano
ad accomodarmi. Dietro l’elegante scrivania di noce
scuro
era posizionato il preside, seduto nella sua elegante e costosa
poltrona di pelle nera. Aveva i gomiti appoggiati sul tavolo e con le
mani intrecciate si reggeva il mento, restando in attesa.
Il professor Banner non fece in tempo a chiudere la porta che un Tyler
irriconoscibile, con un occhio nero e col viso completamente tumefatto,
e che si teneva un fianco dolorante, entrò e si
accomodò
nella sedia accanto alla mia: lo osservai di sfuggita, e un ghigno di
soddisfazione mi incattivì il volto: bene, almeno gli avevo
fatto parecchio male!
Ero abbastanza cosciente della mia situazione di merda, ma la mia
stupidità mi faceva esultare. Avrei dovuto rinunciare al mio
sogno, ma almeno ne era valsa la pena! Pestare a sangue quel porco mi
aveva reso quasi trionfante… sì, era valsa la
pena
vendicare in quel modo la mia Bella!
Ma no, che andavo a pensare? Che stupido! Come poteva valerne la pena?
Fin da piccolo avevo desiderato andare ad Harvard! Era anche il sogno
di mio padre! E ora… ora per un bastardo che valeva meno di
zero
avrei dovuto rinunciarvi… il pensiero mi soffocò.
Ero il re degli idioti! Sarebbe stato sufficiente che avessi aspettato
la fine delle lezioni… e poi, una volta fuori dalla scuola
avrei
potuto dargli tutte le lezioni che volevo! Cazzo, che coglione!
Così invece avevo solo fatto il suo gioco!
-Allora? Chi vuole cominciare? Mi dite cosa è successo o
devo
chiamare qui ogni singolo studente che ha assistito alla vostra
splendida performance di alta civiltà di poco fa?-
domandò il preside.
-Ha iniziato lui! Lo può chiedere a chiunque! Io ho solo
cercato
di difendermi!- si giustificò l’animale. Che
arringa
prevedibile!
-E’ vero signor Cullen? Ha iniziato lei?- mi chiese,
guardandomi
incredulo. Era innegabile purtroppo: avevo iniziato io…
Sospirai.
-Sì- risposi. Non riuscivo a dire altro, perché
la rabbia
verso quel sordido essere era ancora troppa, e avevo paura di non
riuscire a controllare la voce.
-Sì e basta, signor Cullen? Non ha altro da aggiungere?- si
meravigliò il preside Greene.
Non riuscivo a sostenere il suo sguardo deluso, così chinai
il
capo e non risposi neanche, chiudendomi in un silenzio di puro orgoglio.
-E lei signor Crowley, vuole spiegarmi o aggiungere qualcosa?-
continuò il preside.
-Oh, signor preside!- si lagnò la bestia, in un belato
capace di
aumentare la mia furia nascosta; povero agnellino innocente, lui! -Non
so veramente cosa gli sia girato per la testa…
vede… io
stavo solamente ridendo e scherzando con sua sorella e lui, non so
perché, ha raggiunto il nostro gruppetto e mi ha intimato di
starle lontano, come se fosse geloso marcio. Poi quando se ne stava
andando, d’improvviso, senza alcun motivo, preside, lo giuro!
si
è girato e mi ha dato un pugno! così io ho
reagito… dovevo difendermi, no? E poi il resto lo sa-
spiegò Tyler. Maledetto, maledetto!
Geloso di mia sorella?! Senza nessun motivo?! Oh io mi sarei giocato
Harvard, ma lui era un uomo morto! Morto!! Me ne sarei premurato io! Lo
avrei accompagnato direttamente al campo santo, lo schifoso! Lo guardai
con profondo odio unito a infinito disprezzo.
-Signor Cullen sono andate veramente così le cose?- mi
chiese
ancora Greene; e con la coda dell’occhio vidi Tyler
sorridere,
ormai sicuro del mio silenzio. Quanto si sbagliava!
-Più o meno. Ma ci sono alcuni punti che vorrei mettere in
chiaro…- affermai, alzando improvvisamente il capo e
fissando i
miei occhi in quelli del preside, facendogli capire tutta la mia
sincerità. Se io ero destinato a soccombere, avrei
trascinato
quell’animale a fondo con me!
-Vorrei precisare quanto segue, preside. Io non sono andato da Crowley
perché geloso di mia sorella, ma semplicemente
perché un
animale schifoso come quello che mi è seduto qui accanto,
non
dovrebbe nemmeno far parte di una società civile come la
nostra!
Figuriamoci poi sfiorare un qualsiasi membro della mia famiglia!-
sibilai; mentre queste parole uscivano dalla mia bocca, gli occhi del
preside si andavano via via sgranando sempre più, mentre
Tyler
sussultò sulla sedia. Ghignai tra me: non se lo aspettava
che
raccontassi tutto, accusandolo apertamente! Sì, certo: per
il
momento si trattava solo della mia parola contro la sua… ma
io
avevo parecchi testimoni, lui no!
-Non riesco a capire, signor Cullen… o perlomeno spero che
non
intenda sul serio quello che temo! Comunque vada avanti… e
mi
racconti tutto per bene!- mi invitò il preside, con un tono
di
ribrezzo nella voce e guardando con aria leggermente sprezzante
l’essere seduto accanto a me. Sapevo che quel verme aveva
già avuto parecchi richiami, anche se non ne conoscevo
l’esatta ragione; ma dall’aria che assunse il
preside, mi
venne il dubbio che avesse già combinato qualcosa del
genere...
Se fosse stato vero, speravo solo che anche le volte precedenti non
fosse riuscito ad andare fino in fondo…
-Vede preside Greene, un po’ di sere fa, io e un mio amico
abbiamo fermato questo schifoso proprio mentre stava picchiando una
ragazza e la stava per violentare!- un urlo strozzato accanto a me mi
interruppe.
-Nooooo!!!! Non è vero preside, Cullen si sta inventando
tutto
per giustificare il suo vile comportamento, glielo giuro!-
gridò
spaventato. Eh no, Crowley! Io vile?! Stavolta non la passi liscia!
-Lo giuri?! Brutto verme schifoso che non sei altro!! Ho anche i
testimoni, lo sai! E ringrazia il cielo che Bella non ti abbia
denunciato!!- urlai a mia volta.
-Bella? Isabella Swan? La figlia di Charlie?- mi chiese stupito e
arrabbiato il preside. Presi un forte respiro per cercare di calmarmi e
feci un cenno di assenso, perché non ero proprio in grado di
modulare la mia voce. Con un’occhiata mi voltai verso
Crowley.
Ben ti sta!, esultai, quando vidi una smorfia di terrore sul viso di
quella bestia.
-Non è vero preside! Lui è solo geloso
perché ora
sta con Bella e lei prima è venuta spontaneamente con
me…
e poi si è inventata tutta questa storia per
giustificarsi…- annaspò senza soluzione. Un vero
e
proprio ringhio furioso uscì dal mio petto, ma prima che
potessi
nuovamente avventarmi su di lui, il preside e il professor Banner mi
furono addosso, per fermarmi.
-Signor Cullen, si calmi!! Ora basta!!- mi intimò il preside
con
uno sguardo severo; e mi fecero sedere nuovamente. Ma calmo non lo ero
davvero!
-Brutto bastardo!! Si è inventata tutto? Come osi?!
Tu…
tu le avevi già strappato la maglietta e quando siamo
arrivati
io e Jacob la stavi picchiando!! Per te questo significa venire con te
di sua spontanea volontà? Forse potrai anche abbindolare
loro,
ma ricordati bene che io ti ho visto con i miei occhi!- ormai urlavo
senza alcun ritegno.
Una mano forte e decisa mi strinse la spalla per tentare di calmarmi e
il viso determinato ma tranquillo del professor Banner mi si
parò davanti.
-Edward calmati! Noi ti crediamo. Purtroppo il signor Crowley non
è nuovo a questo genere di odiosi comportamenti…
seppur,
per quello che ne sappiamo noi, non è si è mai
spinto
tanto in là, come con la signorina Swan, vero William?-
chiese
al preside. Ero paralizzato dallo stupore…
allora…
mi… mi credevano… un gigantesco senso di sollievo
attraversò il mio corpo e la tensione che mi attanagliava si
allentò in un attimo.
-Sì è vero! Tranquillo, signor Cullen, noi le
crediamo!
Pertanto, signor Crowley, anche se l’esecrabile
episodio
riferitoci dal signor Cullen non risulta essere avvenuto
all’interno del nostro complesso scolastico, ora
chiamerò
i suoi genitori per informarli della gravità
dell’accaduto. E se entrambi saranno d’accordo con
me, come
ritengo, perché siamo amici da anni e li conosco bene, lei
sarà espulso da questa scuola con effetto immediato! Invece,
nel
caso in cui mi sbagliassi e i suoi genitori volessero intentare una
causa contro la scuola, tutti i suoi precedenti richiami per molestie
finiranno dritti nel suo fascicolo personale; e presumo che questo
fatto avrà notevole peso per il suo futuro: nessuna
prestigiosa
università infatti la accetterebbe mai con un curriculum del
genere, glielo garantisco! E ora si accomodi fuori dal mio ufficio, in
attesa che arrivino i suoi genitori!- spiegò con calma ma
con
voce autoritaria il preside Greene.
Il verme si alzò tremando come una foglia, per le
impensabili e
gravissime conseguenze in cui era incappato e senza riuscire a dire
altro, uscì di scena, sbattendo la porta.
Io non potevo crederci… avrei tanto desiderato saltare dalla
gioia e avrei volentieri abbracciato quell’uomo! Avevo avuto
la
possibilità di conoscerlo meglio in occasione del matrimonio
tra
Charlie e mia madre: già mi era sembrato simpatico
allora,
ma in quel momento lo avrei idolatrato ben volentieri! Era un mito!
-E ora a noi ragazzo mio! Basta formalità,
Edward…-
sospirò guardandomi con occhi stanchi. Ma prima che potesse
aggiungere altro mi premeva assolutamente comunicargli la mia
gratitudine.
-Grazie, preside Greene! Grazie veramente… di cuore- e gli
sorrisi sincero. La mano del professor Banner ancora posata
sulla
mia spalla, mi strinse nuovamente e batté due complici
pacchette
di incoraggiamento.
-Non serve che mi ringrazi, figliolo! Ho solo fatto il mio dovere.
Anzi… mi ritengo in parte responsabile di questa incresciosa
situazione: se io avessi preso dei provvedimenti più seri
prima,
forse non sarebbe successo tutto questo. Ma dimmi: Bella come sta? E
Charlie sa niente di questa brutta storia?- mi chiese preoccupato e
rammaricato.
-Bella ora sta bene, signore; ma quella sera era in uno stato
pietoso…- strinsi forte i pugni al ricordo. -Ma non
c’è stato verso di convincerla a confidarsi e dire
tutto a
Charlie, perché aveva paura della sua reazione, di metterlo
nei
pasticci… non so se ha capito!- mormorai. Lui mi sorrise
comprensivo; d’altronde lui e Charlie erano grandi amici, si
conoscevano molto bene.
-Insomma… aveva paura che avrebbe avuto la reazione che hai
avuto tu oggi- affermò sorridendomi; -E forse…
Bella
potrebbe aver avuto ragione a pensarla così. Charlie
sarà
anche lo sceriffo capo, ma lo conosco da anni. E’ soprattutto
un
padre amorevole ma abbastanza apprensivo; sinceramente non so quanto la
sua decennale esperienza in polizia gli avrebbe impedito di ammazzare
Crowley di botte!- affermò.
-Già…- riuscii solo ad aggiungere.
-Bé comunque… Edward, nella vita non è
con la
violenza fisica o verbale, che si risolvono le difficoltà o
i
litigi. Immagino che lui ti abbia pesantemente provocato, vero
figliolo? Lo so, lo conosco: è un subdolo attaccabrighe! Ma
in
ogni caso, questo non può e non deve giustificare la tua
reazione scriteriata! Comportandoti in questo modo ti sei abbassato
alla sua stregua, te ne rendi conto? Hai rischiato di giocarti il tuo
futuro! Hai rischiato di frantumare il tuo sogno!- ribadì
convinto con un poco velato rimprovero paterno.
Colpevolmente chinai il capo, mesto: il preside non poteva avere
più ragione. Ma… aspetta… aveva
detto…
‘hai rischiato’? Cioè..? Cosa poteva
significare?
Rialzai il viso confuso e quando vidi il sorriso comprensivo del
preside, una calda speranza nacque nel mio cuore: in quel momento stava
battendo furioso ed emozionato per le meravigliose parole di
quell’uomo eccezionale.
-Ascoltami, Edward: è accaduto un fatto molto grave e non
posso
lasciarti del tutto impunito, anche se credimi… lo vorrei
tanto!
Ma non desidero assolutamente che tu comprometta il tuo radioso futuro:
sei un bravo ragazzo, intelligente, brillante e intuitivo… e
meriti di poter raggiungere il tuo obiettivo. Quindi il tuo castigo
consisterà in una punizione, che non influirà nel
tuo
curriculum… anzi, se svolgerai bene il compito che ti
verrà assegnato come punizione, potrebbe anche farti avere
dei
crediti extra…- mi spiegò con un paterno e
affettuoso
sorriso. Ora ero ancora più confuso… e stra
curioso… forse non tutto era perduto per me…
forse potevo
ancora permettermi di sognare Harvard! Possibile?
-Allora, Edward, ti spiego la mia proposta: come sai ci sono alcuni
studenti meritevoli, che però hanno bisogno di alcuni
crediti
extra per ottenere la borsa di studio per il college, perché
non
appartengono a famiglie agiate come le nostre. Uno di questi, Ben
Cheney, ha mostrato un notevole interesse per la musica:
così
vorrei che almeno due pomeriggi la settimana, per un paio
d’ore,
tu gli insegnassi a suonare il pianoforte. Se poi qualche altro
studente vorrà aggiungersi al signor Cheney, sarai tu a
deciderlo, ok? Se svolgerai bene il tuo lavoro, in modo serio e
coscienzioso, allora alla fine dell’anno anche tu ti
ritroverai
dei crediti extra sul tuo curriculum…- mi
illustrò, con
un sorriso amichevole, la mia “punizione”.
Non potevo crederci! Era fantastico! Sentii un pizzicorio pungermi gli
occhi, emozionato e grato di avere come preside quell’uomo
eccezionale. Accettai subito con entusiasmo; non solo il mio futuro ad
Harvard era intatto; avrei passato il tempo della mia punizione con il
mio amico Ben facendo qualcosa che amavo: suonare il pianoforte! Non
riuscii a trattenermi dalla gioia e dal sollievo e mi alzai per
abbracciare il preside e il professor Banner; ero stato in tensione per
quasi tutta la mattinata: il doloroso litigio con Bella, il terrore di
vedere la mia sorellina accanto a quel viscido, la scazzottata con lui,
l’ansia di aver frantumato il mio sogno…
E ora tutte le mie paure erano svanite…
Non sapevo come ringraziarli, ero al settimo cielo e loro ricambiarono
il mio abbraccio, sorridendomi sereni. Stavo per uscire
dall’ufficio di Greene, quando mi ricordai una cosa
importante.
-Ah, vorrei solo chiedervi un ultimo favore…- e li guardai
serio. Il professor Banner mi sorrise comprensivo: aveva già
intuito la mia richiesta silenziosa.
-Non temere, Edward! Il segreto della signorina Swan è al
sicuro
con noi!- mi anticipò. Quel professore mi piaceva sempre di
più. Misi la mano sulla maniglia ma il preside mi
fermò.
-Ancora una cosa Edward. Dovrò per forza telefonare a tua
madre
o a Charlie per raccontare loro cosa è successo,
è mio
dovere farlo… ma non preoccuparti gli dirò solo
che ti
hanno provocato e che ti sei dovuto difendere. Perciò
premurati
di avvertire anche i tuoi fratelli e sorelle… e
Bella…
che immagino non possa essere definita così, giusto? Ma mi
devi
assolutamente promettere che tu e Bella troverete il modo di raccontare
tutta la storia a Charlie. E’ vero che se Bella glielo avesse
detto subito, probabilmente la sua reazione sarebbe stata quella che si
immaginava lei, però ora a mente fredda, e vedendo che lei
sta
bene, e che tu hai sistemato a dovere chi aveva commesso
quell’atto orribile, sono sicuro che ragionerà da
persona
adulta e seria. D’altronde è sempre il capo della
polizia,
e un bel po’ di esperienza in casi del genere, ce
l’ha.
Quindi rassicura Bella, che non succederà niente, e dite la
verità. E’ sempre la scelta giusta, in qualsiasi
situazione. Ricordatelo, ti servirà anche nella
vita!- e
mi sorrise paternamente. Gli risposi anch’io con un sorriso
felice e gli feci un cenno d’assenso. Cavoli però
se la
ferita bruciava ogni volta che le labbra si tendevano in un sorriso!
-Ora preparati per andare a casa, oggi sei esonerato dal resto delle
lezioni- aggiunse ancora.
Salutai e ringraziai ancora quelle due meravigliose persone e
finalmente lasciai l’ufficio del preside con il cuore
leggero.
Non sprecai nemmeno uno sguardo in direzione delle sedie, che sapevo
occupate da quell’animale e uscii fuori dalla segreteria.
Mi diressi al mio armadietto, mi infilai la giacca e mi avviai nel
parcheggio per andarmene a casa; avevo bisogno di stare da solo e di
riordinare le mie idee e i miei pensieri sull’accaduto.
Mi ricordai che Jasper era venuto con la sua auto e Bella sarebbe
potuta anche tornare con gli altri, per quel giorno…
Non ero nemmeno sicuro che dopo quella nostra brutta lite lei sarebbe
voluta tornare in auto con me, quindi non facevo torto a nessuno.
Mandai però un messaggio ad Emmett ed Alice col cellulare,
perché sapevo che erano in pena per me, spiegando loro solo
che
era andato tutto bene, che stavo tornando a casa e che una volta che mi
avessero raggiunto avrei spiegato loro ogni cosa. Pregai anche Emmett
di avvertire Bella, tanto sapeva che io e lei avevamo litigato.
Sospirai: la cosa non mi piaceva per niente.
Chissà cosa aveva pensato lei quando non mi aveva visto a
lezione…
Vabbè, ne avremmo parlato dopo.
Misi in moto l’auto e mi avviai verso casa, pronto a spiegare
a
mia madre quello che era successo, senza scendere nei particolari, e
voglioso di farmi una doccia calda e rilassante, nella speranza che
riuscisse a sciogliere la mia tensione.
ANTEPRIMA CAPITOLO 46
‘Bella,
coraggio… ingoia il rospo e sii sincera’, mi
ordinai. E
sinceramente, in tutta onestà, gli rivelai il motivo della
mia
decisione.
-Be’ dopo la lite… uffa… non avevo
voglia di stare
vicino a te, va bene? Così ho inventato un mal di testa
fortissimo ed Esme mi ha portata a casa. Ma vediamo di non sviare
l’attenzione da te! Ora mi spieghi cosa è successo
a quel
labbro e perché sei a casa a quest’ora?- pretesi.
Quando
però vidi che non aveva voglia di rispondermi, rincarai la
dose.
Eh, no! Avevo sempre odiato i ‘due pesi e due
misure’! La
sincerità doveva essere da ambo le parti!
-O preferisci continuare la lite di prima?- aggiunsi con un ghigno
incattivito. Non avevo idea di che reazione gli avessi scatenato con le
mie parole; ma mi ritrovai schiacciata al suo corpo e le sue mani mi
stavano slacciando l’accappatoio in modo frenetico e deciso.
O Cristo, che pensava di fare?!
Alcune
fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Cap. 46
Buongiorno nostre dolci fanciulle!
Volevamo avvertirvi che non ci piace molto il nuovo metodo per
rispondere alle
recensioni, quindi continueremo a rispondervi all'inizio del
capitolo come sempre. Se però doveste preferire il nuovo
metodo ditecelo
senza problemi e se poi sarete in tante, allora ci adegueremo.
E' arrivato il momento del chiarimento tra Bella ed Edward! Iniziamo
col dirvi che questo capitolo ci ha creato qualche problemino!
Non sapevamo se postarlo così come lo leggerete o se
cambiare qualcosa per paura di annoiarvi.
E' la prima volta che riportiamo un preciso istante visto da entrambi i
pov di Bella e Edward, ma ci è sembrato essenziale darvi la
versione di tutti e due dato che è la loro prima lite
importante.
Vi consigliamo anche di godervi il video della canzone
perchè ci sono moltissime scene di Eclipse che sono
meravigliose!
Ci è venuta una voglia matta di rivederlo! Non sappiamo voi
ma
noi stiamo attendendo il 4 dicembre con ansia! Ormai manca
veramente poco e non vediamo l'ora di poter guardare tutti gli speciali
che hanno inserito nella tripla edizione del DVD, specialmente tutte le
scene che hanno tagliato!
Grazie come sempre a tutte voi che ci seguite e un ringraziamento
speciale a chi ha sempre il tempo di lasciarci anche solo un piccolo
commento. Ci riempe sempre di gioia sapere come la pensate!
Quindi... che altro dire, se non BUONA LETTURA da Sara e Marie e
speriamo tanto che il capitolo vi piaccia comunque!
vanderbit:
ciao
moreee!!! Non avremmo mai potuto penalizzare Edward con Harvard e
dividere i nostri due piccioncini! E poi chiunque avrebbe perso la
testa al suo posto! Pensa se lo avesse sentito Jasper dire quelle
parole su sua sorella! Comunque ora ti lasciamo alla prima parte del
loro chiarimento! Un bacione e grazie!
ladym15:
ciao
e benvenuta! Grazie per tutti i complimenti che ci hai fatto! Questa
storia è scritta a quattro mani (da me e da sara_cullen).
Postiamo sempre il lunedì e il giovedì, quindi
non dovrai
aspettare tanto tra un aggiornamento e l'altro anche perchè
siamo sempre puntualissime! La storia è ancora parecchio
lunga,
perchè si svolgerà durante il loro ultimo anno
scolastico
e in questo periodo i nostri protagonisti sono a metà
ottobre,
quindi potrai ben capire che le cose che dovranno succedere saranno
ancora parecchie! Sicuramente ci saranno dei salti temporali in alcuni
punti della storia, ma comunque i capitoli saranno ancora parecchi!
Speriamo che vorrai continuare a seguirci e che non ti annoierai! Per
quanto riguarda il chappy precedente, anche noi siamo contro la
violenza, ma abbiamo preso in considerazione l'età dei
protagonisti (18 anni e ormoni a mille) e quindi ci stava una reazione
del genere da parte di Edward che aveva sopportato anche troppo! Ora
goditi questo capitolo, in cui i sue piccioncini inizieranno a
chiarirsi! Bacioni e grazie ancora! Moni68: ciao
Moni!
Hai proprio ragione! Quando ci vuole ci vuole e il nostro Edward aveva
sopportato anche troppo! Te l'avevo detto che prima o poi si sarebbe
lasciato andare... d'altronde è sempre un ragazzo di 18 anni
e
nonostante abbia la testa sulle spalle, perchè di cazz... ne
ha
già fatte anche troppe durante il suo anno sabbatico, a
tutto
c'è un limite. Aveva già dovuto trattenersi la
sera del
New Moon, perchè in fondo lui e Bella ancora non erano
niente, e
non poteva scoprirsi troppo, ora però ne ha avuto tutte le
ragioni. Bacioni e goditi il chappy!
Nerak:
ciao
tesoruccio nostro! In effetti i nostri anni in confronto ai tuoi sono
parecchi, ma come tu ti senti più grande, noi ci sentiamo
più giovani! Hihih! Specialmente da quando siamo entrate nel
mondo di Twilight! Riguardo al tuo discorso possiamo solo consigliarti
di dare sempre retta alla tua parte intelligente, quella che ti dice di
non buttarti via, concendendoti al primo che passa solo per non
rimanere indietro rispetto ai tempi o alle tue amiche! Ti possiamo
assicurare per esperienza che i ragazzi sono interessati a quel genere
di ragazza solo per divertimento, ma quelli che vogliono qualcosa di
più serio, cercano anche le ragazze più serie! E
poi non
avere fretta... ricordati che la fretta è sempre cattiva
consigliera. Non bruciare le tappe e goditi un po' di più la
tua
giovinezza... prendi esempio da Bella, che nonostante la sua
insicurezza ha trovato la persona giusta e prima o poi
toccherà
anche a te. Lei, rispetto a tante altre ragazze non è niente
di
speciale, anzi... se proprio andiamo a vedere di difetti ne ha
parecchi! E' solo Edward che la vede perfetta, perchè ne
è innamorato. Non importa essere belli o brutti, quello che
conta è che prima o poi troverai il ragazzo che nonostante i
tuoi difetti, ti troverà stupenda per quella che sei.
Guardati
intorno... il mondo degli adulti è pieno zeppo di coppie non
perfette, persone normalissime che si sono trovate e innamorate!
Contente che il chappy ti sia piaciuto e non sei la sola che avrebbe
volentieri tirato definitivamente il collo a Tyler! Bè
però alla fine ha avuto una bella punizione, no? Ora goditi
il
chappy! Bacioni e a presto!
MaRtA
HaLe: ma
ciaooooo!!!! Che bello risentirti! Eh lo sappiamo bene, la scuola
è un grosso impegno, ma è giusto che tu ti
dedichi prima
a quello! L'importante è che continui a seguirci! Un bacione
e a
presto!
Ed4e:
ciao
tesoro! Eh sì il nostro Eddino stavolta si è
fatto
valere! Quando ci vuole ci vuole! Ora finalmente si sono tolti dalle
scatole Tyler! Ora ti lasciamo al chappy. Ciao e un bacione! Grazie
mille!
giova71:
ciao
gio! Grazie per il suggerimento della ficton: abbiamo iniziato a
leggerla ed è veramente bella! Ora ti lasciamo al chappy e
buona
lettura! Un bacione e ancora un grazie!
Incondizionatamente:
ciao
polaretta! Oramai ti abbiamo ribattezzata così e te lo tieni
il
soprannome! Grazie mille! Siamo felici di essere riuscite a
trasmetterti tutte queste sensazioni! Un bacione e speriamo che ti
piaccia anche questo chappy anche se decisamente meno movimentato. Alla
prossima settimana!
sunlight_:
ciao! Siamo contente che ti sia
piaciuto! Ora è arrivato il momento dei chiarimenti! Un
bacione e grazie!
ashar:
ciao
tesoro! Ci dispiace deluderti ma in questo chappy c'è poco
da
sbavare! Hihihi! Ci vogliono anche i capitoli seri e questo
sarà
di chiarimenti! Un bacione e a presto!
Ginna3:
ciao
tesoro! L'idiozia di tyler non ha avuto limiti come hai potuto vedere,
ma per fortuna che a scuola erano già sul chi va
là con
quell'essere quindi non è stato difficile credere ad Edward.
Ora
i chiarimenti! A presto e un bacione!
Aleuname:
ciao
tesoro! Effettivamente non è stata proprio la gionrata
fortunata
di Edward! XD! Anche noi siamo contro la violenza, ma mettendo in conto
che è un ragazzo di 18 anni e quello che quel
porco ha
fatto a Bella diciamo che si è anche trattenuto parecchio!
Ora i
chiarimenti! Un bacio e grazie!
fabyp:
ciao
tesoruccio nostro! Siamo felici che ti sia piaciuto, soprattutto il
risvolto positivo dell'intera faccenda. Non potevamo assolutamente far
punire Edward per una cosa del genere. Tyler ha veramente passato tutti
i limiti e quel che è venuto fuori dopo ne è
stata una
prova ulteriore. Ora ti lasciamo al chappy! Un bacione e grazie!
Lalayasha:
ciao
moreee!!! Calmati che rischi un infarto! XD! Tyler non sarà
più un problema, quindi non ti preoccupare, ha avuto quel
che
meritava! Il preside e il professore li abbiamo voluti dipingere buoni
per una volta! Questi professori sempre cattivi e antiquati ci hanno
stufato! Ti lasciamo al chappy, così finalmente capirai la
reazione di Edward. Siamo state un po' cattivelle perchè vi
abbiamo tratto leggermente in inganno... ti dico solo che non
è
come sembra... ma è meglio se leggi! Bacioni e grazie mille!
yara89:
ciao
carissima! Abbiamo voluto essere buone e non far perdere ad Edward la
possibilità di iscriversi ad Harvard con Bella. Come avremmo
fatto a dividere i piccioncini? No, non si può
assolutamente!
Non sarebbe stato giusto. Ora gustati il capitolo! Un bacio e grazie
mille!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Anche noi ad Edward permetteremmo di farci di tutto,
ma
Bella non sarà dello stesso avviso! Purtroppo non
sarà
come avete pensato voi dallo spoiler, quindi leggi e poi ci dirai!
Siamo felici che il capitolo scorso ti sia piaciuto e per Alice e Jazz,
purtroppo la situazione dovrà ancora peggiorare! Basta non
ti
diciamo altro altrimenti che gusto c'è? Un bacione e grazie!
CAPITOLO
46
Sincerità
Pov Edward
Stavo
guidando verso casa
piuttosto ammaccato e non vedevo l’ora di fiondarmi in una
doccia
bollente: sentivo i miei muscoli tesi e la bocca pulsare dolorosamente.
Chissà come si era gonfiata… sollevai lo sguardo
sullo
specchietto retrovisore: la ferita aveva leggermente deformato il
labbro che aveva raggiunto un disgustoso color melanzana. In
più, a causa del continuo stato di tensione patito nel corso
di
tutta la mattinata (con Bella, con lo schifoso Crowley, in presidenza),
mi era scoppiato un terribile mal di testa, che mi rendeva nervoso e
irritabile. Appena
parcheggiai in
garage, non ebbi neanche il tempo di mettere il piede fuori
dall’auto, che notai la figura irrigidita di mia madre: era
livida di rabbia e mi stava già aspettando a braccia
conserte e
con un’espressione visibilmente cupa sul viso, mentre batteva
furiosamente il piede per cercare di scaricare i nervi; nel frattempo i
suoi occhi mi inviavano gelidi lampi di disapprovazione, che mi diedero
alcuni brividi di autentico terrore… oops… poche
volte
l’avevo vista così nera… a causa
dell’ansia
deglutii a fatica: ero nei guai fino al collo! In
realtà
immaginavo che sarebbe andata così… sotto il suo
sguardo
di ghiaccio abbassai il capo, pieno di vergogna per averla delusa. Esme
Sophie Cullen era
sempre stata una donna che non sopportava la violenza di nessun tipo,
neanche quella verbale… figuriamoci quella fisica! E
figuriamoci
poi quella di un figlio! Non la ammetteva né la giustificava
mai, a dire il vero; nemmeno se si veniva pesantemente
provocati… quindi, cresciuto con quegli insegnamenti, che
erano
stati condivisi naturalmente anche da mio padre, ero perfettamente
consapevole che qualunque cosa le avesse riferito il preside (oppure
Charlie), la mia infuriata mamma non si sarebbe calmata fino a che non
mi fossi pentito e scusato, e non le avessi spiegato come erano andate
le cose… e forse neanche questo sarebbe bastato… Però,
nel momento
in cui lei si accorse con sgomento e un velo di preoccupazione
del mio labbro ferito, intuii di possedere una piccola
risorsa da
poter utilizzare a mio vantaggio: cominciai a passare la lingua sopra
il labbro dolorante, in modo da commuovere la mia mammina per tentare
di addolcirla un po’… premurosa, mi corse subito
incontro
per assicurarsi che stessi bene. Perfetto, l’iceberg forse si
stava sciogliendo… ancora una piccola mossa,
Edward… La
guardai, rammaricato,
con gli occhioni da cucciolo ferito e abbandonato, che sapevo
commuoverla sempre; e poi, mossa infallibile in ogni mia marachella
infantile, la baciai delicatamente sulla guancia. Lei sgranò
lo
sguardo, poi mi fissò con le sopracciglia
aggrottate e
infine iniziò a scuotere la testa. -No,
no, no! Non hai
più cinque anni, Edward Anthony Cullen! Certi trucchetti per
abbindolarmi non attaccano più! Pretendo un sincero
pentimento
unito ad una spiegazione onesta e dettagliata! E bada di essere molto
convincente, perché sai benissimo come la penso al riguardo:
con
la violenza, non si arriva mai da nessuna parte! La violenza crea
sempre nuovi problemi, non li risolve! Quante volte te
l’abbiamo
ripetuto questo concetto? Hai diciotto anni suonati, pensavo che fossi
maturato almeno un minimo, Edward! Invece oggi ti sei dimostrato
solamente un ragazzino rissoso e violento! Ah, che orgoglio per una
mamma avere un figlio del genere! Davvero una bella soddisfazione!- mi
rimproverò. Cavoli…
ed io che pensavo di averla commossa! L’iceberg era ancora
molto congelato! Provai
allora a buttarla
sul pentimento, sulla compassione, cercando di impietosirla...
d’altronde il labbro mi faceva male veramente! -Lo so
mamma, hai
ragione… tutto quello che mi hai detto è vero e
lo
condivido. Lo so, ho sbagliato e ti chiedo scusa per averti deluso; ma
possiamo parlarne più tardi? Adesso mi fa veramente tanto,
ma
tanto, ma tanto, male!- e sporsi il labbro in fuori, in un broncio da
bambino infelice. La vidi alzare gli occhi al cielo, esasperata; ma per
fortuna il gelo dal suo sguardo era scomparso! -Va
bene! Ma sta
tranquillo che stasera a cena, con Charlie, non potrai di certo
scappare; anche lui pretende una spiegazione sincera, anche se, in
realtà, mi sembra molto meno arrabbiato di me. Ti rendi
conto
che hai rischiato di giocarti il tuo futuro?! In quel momento a cosa
pensavi? Conta così poco per te Harvard? E dato che mi
sembra
che tu ne sia dotato, cerca di usare il cervello la prossima volta che
ti dovessi ritrovare in una situazione simile… intesi?!-
continuò con la sua predica. In realtà avevo
colto la
sfumatura più dolce della sua voce, che mi faceva ben
sperare. Dopo un
seminascosto
sospiro di sollievo, sporsi ancora di più il labbro e
sbattei
anche le ciglia. Un sorriso le scappò; bella mossa, Edward!,
mi
complimentai: oramai sapevo di averla scampata! Come previsto, mi
schioccò un bacio sulla fronte e con una sberla sul sedere
mi
spinse in lavanderia. -Fila
dentro, tu,
lazzarone!- mi intimò, mentre le lanciavo un sorriso
più
sereno; poi ci avviammo in cucina insieme. -Ora vai subito a medicarti
quel labbro. Nel vostro bagno dovresti trovare tutto
l’occorrente
per disinfettare quel brutto taglio. Ah, e spero che bruci tanto!-
affermò con un sorrisetto quasi maligno. Cavoli, vedere il
viso
della mia mammina dolce così stravolto da lineamenti
abbastanza
perfidi e cattivi mentre mi augurava di soffrire con il disinfettante,
mi fece comprendere ancora meglio che stamattina l’avevo
combinata davvero, davvero grossa! Entrando
in cucina dalla
lavanderia, fui travolto immediatamente da un odorino delizioso che mi
stuzzicò l’appetito: vidi una teglia ricolma dei
miei
biscotti preferiti, e, come sempre, avevano un aspetto davvero
appetitoso; mia mamma doveva appena averli sfornati e il mio povero
pancino, ovviamente, brontolò per la fame. Tra la lite con
Bella, la scazzottata con l’animale, e il colloquio
con il
preside non avevo toccato cibo e ora quel dolce profumino, mi stava
invitando a nozze. Ma nel
momento in cui
allungai la mano e feci l’atto di prenderne uno, un sonoro
schiaffo sul polso, mi fece desistere dal mio intento mangereccio e
guardai meravigliato mia madre. -Ahia,
mamma!- esclamai
con un lamentoso sbuffo, massaggiandomi la mano arrossata, e fissandola
allibito. -Scusa… come la metti? Non hai appena affermato
che la
violenza non porta mai da nessuna parte?- la canzonai divertito. Il
ghigno sul suo viso si allargò ancora, terrorizzandomi. Ehi,
aiuto: dov’era finita la mamma più dolce del
mondo? -Primo:
non ti sei neanche
lavato le mani, vergognati! Secondo: i biscotti sono per la merenda e
per tutti quanti, non li ho fatti esclusivamente per te, signorino!
Terzo: naturalmente non te li meriti, e devo ancora decidere se li
potrai mangiare anche tu! E poi mi sembra che la violenza ti piaccia,
no? Quindi magari il fatto di adoperare il tuo stesso civile
linguaggio, ti farà capire dove hai sbagliato!-
affermò,
decisa. Uffa! Che osso duro! Altro
che impietosirla!
Era ancora molto, molto arrabbiata! Ma io ero molto più
affamato, perciò osai la mia mossa successiva senza pensarci
troppo... Con uno
scatto felino
rubai tre biscotti e fuggii immediatamente dalla rappresaglia materna;
mi precipitai a rotta di collo, con parte del gustoso bottino
già nella mia bocca, prima verso il salone e poi salii di
corsa
le scale. -Edward
Anthony
Cullen! Non ci si comporta così! Sei un ladro e un
disonesto!
Vergognati!- gridò esasperata. Le sue urla di rimprovero
continuavano ad arrivare alle mie orecchie facendomi sghignazzare;
anche se dentro di me sapevo perfettamente quanto avesse ragione quella
santa donna... Però
cavoli se era
brava a cucinare: quei biscotti ripieni al caramello erano la mia
passione! Erano davvero fantastici! Peccato, ne avevo presi solo
tre… Stavo
ancora sorridendo
con la bocca piena, soddisfatto per il furto ben riuscito, incurante
del dolore acuto al labbro… quando, arrivato nel corridoio
delle
camere, all’improvviso vidi la porta del bagno aprirsi e il
mio
angelo ne uscì. Strabuzzai gli occhi, incredulo. Come?!
Bella
era a casa?! Indossava
il suo
accappatoio rosso e i capelli erano avvolti in un asciugamano. Ero
imbarazzato dal fatto di rivederla così presto; certo,
avremmo
potuto chiarirci prima del previsto; ma… cosa ci faceva
già a casa a quest’ora? Era ancora molto
arrabbiata con
me? Dovevo assolutamente parlarle! Cercai
di inghiottire
tutto intero il boccone, quasi strozzandomi e facendomi venire persino
gli occhi lucidi, per lo sforzo. Certo che tra il labbro spaccato e la
bocca piena a quel modo, con tutte le briciole sulla mia bocca e sulla
maglietta, non dovevo essere un bello spettacolo! Cercai
di darmi una sistemata e di ricompormi il più velocemente
possibile. Quando
risollevai lo
sguardo, notai che lei mi stava fissando con le sopracciglia
aggrottate, mezza perplessa e mezza divertita
dall’assistere a quella ridicola scenetta; in
più,
probabilmente, doveva essere confusa nel vedermi già a casa
da
scuola… Il suo
sguardo si
soffermò poi sul mio labbro spaccato e ancora più
dolorante di prima… infatti, per la foga di ingozzarmi di
quei
deliziosi biscotti, la lieve ferita mi si era riaperta, e ora il gusto
metallico del sangue stava decisamente rovinando quello sublime della
squisitezza, che avevo appena finito di trangugiare… e i
suoi
occhioni (più dolci di Bambi!) le si spalancarono per la
sorpresa. -Edward!
Ma che diavolo
hai fatto al labbro? Stai… sanguinando!- mormorò,
abbastanza tesa, con un tono di voce che si stava via via affievolendo.
Mi spaventai, sembrava che stesse parecchio male… era
più
pallida del solito e continuava, come ipnotizzata, a fissare il mio
labbro; ma la cosa che mi terrorizzava di più, era il fatto
che
stesse diventando sempre più cerea. -Bella,
che hai?!- quasi
urlai; ero incredibilmente preoccupato e con una rapida falcata la
raggiunsi, prendendola con decisione tra le mie braccia,
perché,
senza il mio provvidenziale sostegno, si sarebbe accasciata sul freddo
pavimento del corridoio. -I-Il
san-gue… non
lo sop-porto…- sussurrò in un soffio quasi
inudibile
mentre chiudeva gli occhi e un velo di sudore le imperlava il volto
freddo e bianco come la neve. Spaventato,
la sollevai da
terra, tenendola tra le mie braccia e mi infilai in camera sua,
adagiandola delicatamente sul letto. Quando toccò il
cuscino,
riaprì per un attimo gli occhi, e mi guardò, come
per
tranquillizzarmi. Le accarezzai la testa e lei riabbassò le
palpebre. -Arrivo
subito, tesoro
mio…- la rassicurai stringendole la mano e sfiorandole una
tempia con le mie labbra; poi mi recai di corsa in bagno, presi un
asciugamano e lo bagnai con un po’ di acqua fredda, cercando
di
premerlo forte sul labbro, per far rimarginare nuovamente la ferita.
Ero veramente preoccupato per Bella… non sapevo che il
sangue la
facesse stare così male. L’avevo intuito da
qualche
accenno passato, ma non avrei mai immaginato di vederla così
pallida e sofferente… Riuscii
a fermare la
piccola emorragia quasi subito e ritornai da lei, il più
velocemente possibile; volevo assicurarmi che si sentisse
meglio
e stringerla tra le mie braccia. Appena
entrai nella
stanza, la trovai seduta sul letto e per fortuna il suo viso aveva
ripreso un po’ di colorito più naturale e sano; mi
tranquillizzai e mi avvicinai, mentre lei mi fissava imbarazzata, e
ancora stupita nel trovarmi già a casa... e in quelle strane
condizioni. Passati
sia lo spavento
che la sorpresa, mi sentivo di nuovo un po’ impacciato,
perché non sapevo come comportarmi; d’istinto
sarei corso
da lei ad abbracciarla, ma di preciso non sapevo come mi avrebbe
accolto: la nostra lite, il racconto di quello che era successo con
Tyler; il preside che mi aveva praticamente obbligato a
convincerla a confessare tutto a Charlie… Se
fosse stata ancora
furibonda per la nostra odiosa discussione, dopo aver saputo tutto
questo, sarebbe stata, senza dubbio, addirittura furiosa! Mi avvicinai
lentamente, ancora preoccupato per la sua salute e il quasi mancamento
di poco prima. -Va
meglio?- le chiesi, dolcemente. -Sì,
grazie.
E’ stato solo un lieve capogiro e una leggera nausea: quando
vedo, ma soprattutto sento l’odore del sangue, sto
male… scusa, ma è più forte
di me- mi
spiegò, ancora imbarazzata. La guardai con le sopracciglia
aggrottate. -Non
devi scusarti, Bella… ma l’odore del sangue non si
sente…- puntualizzai, sicuro della mia affermazione. -Bé,
io lo sento!
Ecco perché mi viene la nausea. Sa di ruggine… e
sale…- borbottò, irritata. Mi aveva meravigliato
ancora
una volta: questa non l’avevo mai sentita! Inoltre mi stupivo
del
fatto che la quantità di sangue fuoriuscita dal mio labbro
fosse
veramente minima… come avrebbe potuto
accorgersene? -Bella,
ne usciva talmente
poco, che non so come tu abbia fatto a sentirne l’odore, come
sostieni tu!- la canzonai. -Non vorrai mica farmi credere che hai un
olfatto sviluppato come i cani! O vuoi dire che sei talmente sensibile
al sangue come i vampiri?- continuai con la mia presa in giro. Mi
fulminò con uno sguardo truce. Uffa, era ancora arrabbiata!
Io
avevo sperato di riuscire a risistemare le cose tra di noi in modo
relativamente agevole, ma la faccenda probabilmente era più
complicata… Incrociai
di nuovo i suoi
occhi che mi inviavano lampi d’ira. Ma che avevano le donne
di
questa casa? Avevano formato un nuovo team: ‘Fulminiamo con
lo
sguardo Edward Anthony Cullen’? Poi mi
resi conto di una
cosa: non sapevo ancora perché lei fosse già a
casa e non
capivo come mai non avesse pensato di avvertirmi… Probabilmente
si era fatta
venire a prendere da mia madre, subito dopo la nostra litigata. Magari
il malore di prima era dovuto, non tanto alla vista del sangue, quanto
al fatto che non stesse bene: mi preoccupai immediatamente. -Bella,
dimmi la
verità. Come mai sei già a casa? Sei stata male a
scuola?
Stai male ancora? Guarda che se non hai intenzione di dirmelo
perché non vuoi farmi preoccupare, peggiori solo la
situazione-
la rimproverai dolcemente. -No,
no, stai tranquillo:
non ho niente- mi rispose, arrossendo. -E’ solo
che…
be’ dopo la lite… uffa… non avevo
voglia di stare a
scuola per due ore seduta vicino a te, va bene? Così ho
inventato un mal di testa fortissimo ed Esme mi ha portata a casa. Ma
vediamo di non sviare l’attenzione da te! Ora mi spieghi cosa
ti
è successo a quel labbro e perché sei a casa a
quest’ora!- mi ordinò, perentoria. -O preferisci
continuare la lite di prima?- domandò, visibilmente ancora
adirata. Alla
parola
‘lite’ un brivido di puro terrore mi
attraversò,
agghiacciandomi; improvvisamente si affacciò nella mia mente
il
ricordo delle sue braccia strette nella morsa delle mie mani e i segni
rossi che avevo lasciato sulla sua delicata e candida pelle…
il
ribrezzo e il disgusto verso me stesso ricomparvero in modo pressante.
Dovevo verificare che stesse bene! Mi
precipitai verso di
lei, e le slacciai l’accappatoio, facendolo scivolare
giù
dalle spalle, fino a scoprirle le braccia: dovevo assolutamente vedere
se c’erano ancora quei maledetti segni rossi! Lei
sobbalzò
sorpresa, e completamente ammutolita, dalla mia velocità e
dalla
mia mossa del tutto inaspettata in quel momento. Forse pensava che la
stessi spogliando per altri motivi, ma con il disgusto e la rabbia che
provavo per me stesso, non mi aveva nemmeno sfiorato l’altra
idea… Soffermai
a lungo il mio
sguardo sulle sue braccia delicate, accarezzandogliele con una
delicatezza sconfinata e controllando con maniacale precisione ogni
centimetro della sua profumatissima pelle d’alabastro. Alla
fine
dell’osservazione, sospirai sollevato perché non
vi era
alcuna traccia della mia presa violenta; poi lasciai due leggeri baci
nei punti in cui l’avevo stretta. Con cauta e misurata
lentezza
la rivestii e le riallacciai l’accappatoio, mentre il suo
sguardo
si addolciva sempre di più. Non
riuscivo a dire
niente, perché un groppo alla gola mi impediva di parlare:
ero
così dispiaciuto che riuscii a biascicare solo un misero:
-Mi
dispiace, scusami… ti giuro che non succederà mai
più una cosa del genere…-. E poi, inginocchiato e
affranto di fronte a lei, appoggiai la testa sul suo petto e la strinsi
forte, in un casto abbraccio che voleva trasmetterle tutto il mio amore
e il mio pentimento. La
sentii sollevare una
mano e accarezzarmi teneramente i capelli. Quel semplice gesto, era
intriso di una profonda dolcezza e capii che la nostre lite era
finita… com’ero felice in quel momento! La mia
Bella, generosa e
altruista come nessuna, mi aveva perdonato e non aveva voluto negarmi
il suo amore, allontanandomi da lei. Io e lei avevamo superato insieme,
rimanendo uniti con sincerità e fiducia, il nostro primo
vero
momento di difficoltà; e sentivo che questo passo importante
aveva reso il nostro legame ancora più forte e solido. Ci
poteva
essere gioia più grande per una coppia? Stare
insieme ad una
persona che si ama nei momenti belli e positivi della vita è
indiscutibilmente un’emozione fantastica; ma sapere che il
nostro
amore si stava rafforzando ogni giorno di più, anche dopo
essere
passato e aver attraversato momenti di sofferenza e tristezza, mi
riempiva il cuore di felicità e orgoglio. Intensificai il
mio
abbraccio sul corpo di Bella, certo che anche lei provasse le medesime
emozioni. Abbracciato
così a
lei, mi sentivo più forte e maturo, più
consapevole e
responsabile del nostro cammino insieme… mi sentivo
più
uomo… un uomo protetto in una bolla di pace assoluta e
perfetta,
inespugnabile, felice e appagato come dopo aver raggiunto il piacere
fisico. Sì:
queste
identiche e intense sensazioni io le avevo provate anche durante i
nostri paradisiaci momenti d’amore, mentre entrambi ci
donavamo
reciprocamente tutto di noi: mente, cuore, corpo, anima… e
ritrovare esattamente le stesse emozioni in un casto abbraccio, mi
paralizzò dalla felicità. Dopo
non so quanto tempo,
sentii Bella rabbrividire: quel movimento involontario mi riscosse e mi
fece pensare che l’accappatoio umido che aveva addosso e i
capelli ancora bagnati, le avrebbero procurato certamente un
raffreddore se non si fosse asciugata e cambiata
immediatamente…
Con uno
sforzo enorme, mi
staccai dal mio paradiso e venerai intensamente quegli occhi capaci di
trasmettermi sempre sensazioni diverse e intense. Mi
sollevai e la attirai a
me, sul mio petto. Le sue mani si poggiarono sui muscoli del mio torace
e, quel semplice gesto, fu in grado di donarmi mille brividi, che col
freddo avevano poco a che spartire! Con
dolcezza, spostai dietro il suo orecchio una ciocca bagnata di capelli
che le era sfuggita all’asciugamano. -Ora
per favore vestiti e
asciugati i capelli, ok? Io intanto vado a farmi una doccia
veloce… dopo ci ritroviamo qui e prometto che ti
racconterò tutto… prima mi sono solamente
scusato, ma
sappi che non considero concluso l’argomento: ci tengo
moltissimo
a chiarire la nostra lite, ok?- precisai, sperando che anche lei avesse
voglia di spiegarsi, quanta ne avevo io. Annuì,
e un tenero
sorriso le spuntò sul viso. Si avvicinò
cautamente e
sfiorò appena con le sue labbra bollenti il mio labbro
spaccato.
Mi sembrò che quel semplice contatto mi avesse mandato a
fuoco… era un bruciore decisamente più intenso di
quello
provato prima solo per la ferita, ma molto, molto più
piacevole! Con uno
sforzo sofferto mi
decisi ad andarmene, altrimenti non sarei riuscito più a
staccarmi da quelle labbra tentatrici.
Pov
Bella
Quando
arrivai a casa con
Esme, la ringraziai del passaggio e salii di corsa in camera mia.
Rapidamente mi spogliai e mi diressi in bagno, infilandomi sotto un bel
getto d’acqua bollente. Mi serviva proprio una doccia
ristoratrice per calmare i miei nervi scossi. Mi
dispiaceva un mondo
aver litigato con Edward, ma in quel momento gli avevo fatto una
precisa richiesta e lui l’aveva disattesa. Lo avevo pregato
di
lasciarmi un momento da sola, ma lui mi aveva raggiunto nel corridoio
della scuola e aveva pronunciato delle parole che mi avevano fatto
scattare come una molla. Purtroppo, da lì in poi, il mio
caratteraccio e la mia insicurezza riesplosa in modo imprevedibile e
potente avevano fatto il resto… Sospirai,
chiudendo il
getto dell’acqua e uscii dal box infilandomi il mio
accappatoio
rosso; poi abbassai la testa e cominciai a strofinare con
l’asciugamano i capelli bagnati, mentre canticchiavo in un
soffio
una romantica canzone dei Muse. Chissà perché, ma
alcuni
passaggi melodici del bellissimo testo di ‘Neutron Star
Collision’ mi facevano venire in mente il potente legame che
si
era instaurato tra me e Edward… Sperai
con tutta me stessa
che anche noi non ci mentissimo mai e che il nostro fosse un amore
destinato a durare per sempre… Mi
riscossi dai miei
pensieri dopo essermi accorta di aver sentito dei rumori strani: passi
decisi (certamente non di Esme!) stavano salendo rapidamente la scala.
Chi poteva essere a quell’ora? Aprii
la porta del bagno e
mi ritrovai in corridoio con la bocca spalancata per la sorpresa: che
ci faceva lui già a casa da scuola? Il mio
sguardo si
soffermò poi sul suo viso bellissimo ma strano…
quasi mi
venne da ridere quando osservai le sue guance gonfie e la sua bocca
piena di briciole… sembrava un bambinetto che aveva appena
rubato la merenda per divorarsela di nascosto! Era davvero buffissimo! Stavo
per prenderlo in
giro, quando notai con sgomento che il suo labbro, di uno strano color
violaceo, era leggermente spaccato. -Edward!
Ma che diavolo
hai fatto al labbro? Stai… sanguinando!- mormorai
spaventata. In
realtà ero più spaventata per me che per lui,
perché il mio olfatto aveva immediatamente recepito
l’odore nauseabondo di ruggine e sale mescolati tra
loro…
il che significava… sangue! Oh, no! -Bella,
che hai?!- si
preoccupò Edward; sentivo le mie forze venir meno e mi
aspettai
di cadere sul pavimento, ma lui doveva avermi raggiunto e sostenuto tra
le sue braccia. -I-Il
san-gue… non
lo sop-porto…- balbettai tentando di spiegarmi. Ad un tratto
mi
sentii leggera e non percepii più il freddo pavimento sotto
ai
miei piedi. Mi rannicchiai sul suo petto che odorava di buono e
inspirai il suo profumo per scacciare l’odoraccio del sangue.
Quando percepii sotto la mia schiena la morbidezza del materasso, capii
che doveva avermi portato sul mio letto; che premuroso che era! Tentai
di sollevare le
palpebre pesanti per ringraziarlo, ma non ci riuscii… il
malessere non era passato del tutto, era meglio non parlare ancora per
un po’... -Arrivo
subito, tesoro
mio…- la sua voce melodiosa mi tranquillizzò, poi
mi
sentii sfiorare la tempia con un bacio. Chiusi gli occhi e mi
concentrai sulla respirazione, per tentare di allontanare il
più
rapidamente possibile il malore. Per fortuna ci riuscii abbastanza in
fretta e, dopo essermi resa conto di stare meglio, mi sollevai seduta
sul letto, cercando con gli occhi Edward. Ma lui non c’era;
poi
però sentii dell’acqua corrente nel bagno e capii
che
entro breve sarebbe ritornato da me. All’improvviso
mi
sentii intimidita e imbarazzata: il mio quasi svenimento ci aveva fatto
riavvicinare in modo inconsapevole ed emotivo; ma da un punto di vista
logico e razionale, noi due eravamo in pieno litigio…
litigio
che andava chiarito. Ma prima di riparlare dei nostri reciproci sbagli,
mi premeva conoscere la ragione delle sue condizioni: il labbro
sanguinante mi dava parecchio da pensare… possibile che
avesse
fatto a pugni per colpa mia? Quando
rientrò
nella mia stanza, notai con sollievo che l’odore del sangue
era
completamente sparito, perciò iniziai a respirare
più
tranquilla. -Va
meglio?- mi chiese premuroso. -Sì,
grazie. Quando
vedo, ma soprattutto sento l’odore del sangue, sto
male…
scusa, ma è più forte di me- gli spiegai;
sì,
sapevo che avrei potuto sembrare una pazzoide, ma ero fatta
così… il malore non era un’invenzione
della mia
mente! -Non
devi scusarti,
Bella… ma l’odore del sangue non si
sente…-
ribatté in modo piuttosto saccente. Che ne sapeva lui? Aveva
per
caso il mio olfatto? Immaginavo benissimo che tutto ciò
potesse
rendermi ridicola e strana, ma non potevo ignorare o negare
ciò
che provava o sentiva il mio corpo! -Bé,
io lo sento!
Ecco perché mi viene la nausea. Sa di ruggine… e
sale…-mi irritai. Quando poi fece una battuta poco felice
paragonando il mio naso a quello di un cane o, meglio ancora, a quello
dei vampiri, lo fulminai con un’occhiata raggelante. Che
spiritoso! Come si permetteva di ridicolizzarmi in quel modo poco
gentile? Non dissi nulla, restai a guardarlo ridacchiare tra
sé.
Ad un
tratto si fece serio e ritornò a osservarmi, preoccupato e
grave in volto. -Bella,
dimmi la
verità. Come mai sei già a casa? Sei stata male a
scuola?
Stai male ancora? Guarda che se non hai intenzione di dirmelo
perché non vuoi farmi preoccupare, peggiori solo la
situazione-
sentii una nota di rimprovero unita all’affetto e mi sciolsi
un
pò. Ma… come avrei potuto dirgli che ero tornata
a casa
perché desideravo ricavarmi un mio spazio e non avevo voglia
di
stargli vicino? Gesù, che imbarazzo! D’un tratto
mi
tornarono in mente le stupende parole del brano dei Muse.
That my love will be forever And
we'll die we'll die together Lie, I
will never 'Cause
our love will be forever Se si
desiderava costruire un legame forte e duraturo bisognava cercare di
non dire mai bugie… ‘Bella,
coraggio… ingoia il rospo e sii sincera’, mi
ordinai. E
sinceramente, in tutta onestà, gli rivelai il motivo della
mia
decisione. -Be’
dopo la
lite… uffa… non avevo voglia di stare vicino a
te, va
bene? Così ho inventato un mal di testa fortissimo ed Esme
mi ha
portata a casa. Ma vediamo di non sviare l’attenzione da te!
Ora
mi spieghi cosa è successo a quel labbro e perché
sei a
casa a quest’ora?- pretesi. Quando però vidi che
non aveva
voglia di rispondermi, rincarai la dose. Eh, no! Avevo sempre odiato i
‘due pesi e due misure’! La sincerità
doveva essere
da ambo le parti! -O
preferisci continuare
la lite di prima?- aggiunsi con un ghigno incattivito. Non avevo idea
di che reazione gli avessi scatenato con le mie parole; ma mi ritrovai
schiacciata al suo corpo e le sue mani mi stavano slacciando
l’accappatoio in modo frenetico e deciso. O
Cristo, che pensava di fare?! Sentii
le spalline
scivolarmi in giù e le braccia sempre più libere;
stavo
per divincolarmi dalla sua presa d’acciaio, gridandogli di
smetterla subito, dato che non mi sembrava il caso di risolvere la
nostra lite con il sesso; ma mi bloccai quando i miei occhi
incontrarono i suoi. Dapprima
lessi rabbia,
disgusto, terrore, paura, colpa, vergogna… tutti sentimenti
che
rendevano il suo sguardo freddo e solido come il ghiaccio. Poi, dopo un
momento eterno in cui ero come ipnotizzata dalla sua
intensità,
il verde smeraldo dei suoi occhi si fece più intenso e
liquido e
il suo sguardo mi comunicò un immenso sollievo. Si era
accertato
di non avermi fatto male… Leggere
e delicate come
farfalle, le sue labbra sfiorarono due punti delle mie braccia. Mi
rimise l’accappatoio sulle spalle come se io fossi un
fragilissimo e prezioso cristallo; infine, scusandosi ripetutamente e
profondamente addolorato per quello che era accaduto, si
inginocchiò di fronte a me, appoggiando con tenerezza il suo
capo sul mio petto. Oddio, era così dolce! Non
potei fare altro che
sollevare una mano e accarezzare la sua morbida e ribelle chioma
bronzea, in un gesto colmo di significato. L’avevo perdonato?
E
lui aveva perdonato le mie parole cattive? Non
c’erano dubbi da
parte mia… certo, avremmo dovuto parlare, spiegare, chiedere
scusa, aprire i nostri cuori… ma quei gesti racchiudevano
intrinsecamente tutto… Io e
lui, uniti, insieme
in un dialogo sincero, colmo di fiducia e amore… erano
quelli i
mattoni con i quali rendere solida e duratura la nostra unione. Io e
Edward… Quell’angelo
possedeva l’incredibile capacità di stupirmi
sempre: la
sua bellezza sovrumana, il suo carattere forte e deciso capace
però di una dolcezza infinita, i suoi gesti a volte bruschi
e
prepotenti, a volte docili e gentili… tutto in lui era un
mix di
fuoco e dolcezza che mi faceva impazzire! Quel
pensiero mi fece rabbrividire dal piacere. Edward
subito
sollevò il capo e mi guardò con amore e passione,
in un
modo talmente intenso e profondo da farmi tremare le gambe; poi si
alzò e mi abbracciò, stringendomi sul suo largo
petto.
Chiusi gli occhi a quel contatto, mi accoccolai su di lui e mi
aggrappai alla mia roccia, al mio mondo, al mio tutto. Restammo
così uniti per un momento infinito, bellissimo. Poi
sentii le sue dita
leggere come piume sfiorarmi il collo, mentre spostava una ciocca umida
dei miei capelli dietro l’orecchio. Con una voce piena di
tenerezza mi invitò ad asciugarmi e vestirmi, promettendo,
con
un tono profondamente solenne, che al suo ritorno avremmo chiarito la
nostra lite della mattinata. Era stupendo così serio,
determinato, innamorato… gli sorrisi di cuore, annuendo alla
sua
proposta. D’un
tratto la mia
attenzione fu attratta dal suo labbro gonfio… ancora non gli
avevo chiesto nulla al riguardo, ma immaginai che dovesse sentire
parecchio dolore. Con
misurata lentezza mi
avvicinai alla ferita, e desiderando donargli un po’ di
sollevo,
umettai le mie labbra prima di appoggiale dolcemente sulle sue. Come al
solito, era sufficiente un unico sfioramento con la sua pelle e subito
il mio corpo fu attraversato da mille scariche… Con un
sospiro sofferto Edward si staccò da quel meraviglioso
contatto e uscì dalla mia stanza. Lui era
appena uscito, e
il mio cuore continuava a battere furioso, non dando alcun cenno di
voler rallentare la sua corsa. Ma possibile che mi facesse
quell’effetto anche dopo essersi allontanato? Non mi sarei
mai
abituata a quelle sensazioni meravigliose! Ero
comunque curiosa e preoccupata di sapere cosa gli fosse successo. Mi
sembrava strano che il
labbro ferito fosse causato solo da un banale incidente…
sotto
sotto, però, speravo tanto che fosse così,
perché
l’altra possibile soluzione era più sgradevole:
forse
aveva fatto a pugni con qualcuno… e questa
eventualità
sarebbe stata solo colpa mia! Sì,
perché
lui era arrabbiato a causa mia. L’avevo ferito in modo molto
cattivo, lo sapevo, e me ne vergognavo tanto, in questo momento. Ma il
mio caratteraccio mi aveva impedito di tenere a freno la lingua e di
soppesare le parole prima di pronunciarle. Maledetta linguaccia, un
giorno o l’altro me la sarei strappata! Probabilmente
qualcuno lo
aveva provocato con una parola di troppo e alla fine, perso in emozioni
rabbiose e poco controllabili, non aveva resistito e aveva
causato una scazzottata. Purtroppo
nella mia testa,
ero già consapevole che la seconda ipotesi fosse quella
più plausibile… quello che mi preoccupava ancora
di
più erano le conseguenze di quel gesto: l’avevano
sospeso?
Avrebbe influito sul suo curriculum? Oddio! E se si fosse giocato
Harvard? La
terribile prospettiva mi raggelò il sangue…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 47
Appena
sfiorai il labbro con una garza imbevuta di disinfettante, con un
sussulto, si spostò indietro sul letto, rimanendo appoggiato
con
i gomiti per stare il più lontano possibile dalla mia mano. -Ahi! Cazzo!
Brucia davvero!-
esclamò irritato. Non potevo crederci che si comportasse
come un
bambino di cinque anni! -Stai lontana da me, perché con
quell’affare malefico non mi sfiori più!!-
dichiarò
con i nervi a fior di pelle. -Edward, non fare
il
bambinetto! Guarda che quella ferita sta assumendo davvero un brutto
colorito… hai aspettato anche troppo a disinfettarla! Anche
se
sinceramente non capisco come mai si stia infettando così se
ti
ha dato solo un pugno…- borbottai. -Mi ha colpito con
quel suo anello del cazzo!- mi spiegò. Quel maledetto
stronzo! -Ecco! A maggior
ragione devi
disinfettarti subito, Edward! Basta fare il bambino capriccioso! E
tirati subito su, così finisco… dai, che ci
vogliono solo
due minuti!- mi spazientii. Ma lui testardo e ostinato peggio di me,
continuava a negare con il capo. Qui urgevano le maniere forti! Gli
sorrisi maliziosa, decidendo di osare.
Alcune fiction ancora in corso che
meritano di essere seguite!
Cap. 47
Buongiorno fanciulle!
Siamo felici che il capitolo precedente, con il doppio pov dello stesso
pezzo, non vi abbia annoiate. Ci sarebbe proprio dispiaciuto.
In questo chappy i nostri piccioncini si chiariranno definitivamente ,
confessandosi tutto!
Ringraziamo tutte coloro che ci seguono sempre, lettrici silenziose e
non, e diamo il benvenuto alle nuove che, per la nostra immensa gioia,
sono sempre più
numerose!
Un bacione a tutte quante e BUONA LETTURA da Manu (IsaMarie)
e Sara (sara_cullen)!
Giada
is owned by Edward: ciao
tesoruccio nostro! Eh sì, sei veramente fortunata se il
pullman si è rotto di nuovo! Niente di meglio che iniziare
la settimana saltando un giorno di scuola! Non ti preoccupare si
sistemerà tutto anche con Esme; in questo chappy vedrai di
nuovo il nostro Edward molto ruffiano con la mammina! Vedrai che Bella
sarà un'ottima infermiera e saprà come curare il
nostro povero Eddino! Bacioni e aprestissimo, allora!
lampra:
ciao!
Grazie, siamo felici di non averti annoiata e che l'esperimento sia
stato di tuo gradimento. Consideravamo il momento troppo importante per
non farvelo leggere da entrambi i punti di vista. Noi stiamo contando i
giorni per il DVD! Hihihi! In questo capitolo chiariranno ancora meglio
e ci sarà anche, come hai potuto vedere dallo spoiler, un
momento simpatico! Dal prossimo le cose si movimenteranno parecchio! Ti
abbiamo avvertita! Un bacio!
giova71:
ciao!
Eh sì, Esme è aggueritissima e Bella ha concesso
il suo
perdono ad Edward. Ma ti dico già di stare tranquilla
perchè, anche dopo aver saputo cosa è successo,
Bella non
si arrabbierà con Edward... i sue piccioncini in questo
chappy
avranno modo di chiarisi ulteriormente e saranno più uniti
che
mai! Un bacione!
Lalayasha:
ciao
Ross! Eh, eh, eh! Eh sì, proprio un bel ruffiano, e lo
vedrai
anche in questo capitolo! Comunque in questo chappy ci sarà
un
ulteriore chiarimento e poi dal prossimo, una vera e propria tempesta!
Un bacione grazie! Non ti preoccupare lo sappiamo che ti riferisci a
entrambe!
Nerak:
ciao
tesoruccia! Non ti preoccupare, piangi pure quanto vuoi,
perchè
hai ragione, piangere fa bene, ci si sfoga e poi ci sente
più
liberi! Edward è un bel ruffiano e lo vedrai anche in questo
chappy. Bella ha sentito veramente l'odore del sangue, come nel libro
della Meyer. Anche lì la punturina di Mike era talmente
piccola
da non sentirsi, ma lei l'ha sentito... naturlamente è tutta
questione di testa, ma ce la dobbiamo tenere così! Un bacio
e
alla prossima! Grazie!
fabyp:
ciao
tesoruccio nostro! Innanzitutto buona gita scolastica! Beata te!
Naturalmente Bella ed Edward hanno fatto pace, non possiamo tenere i
nostri piccioncini lontani, si amano troppo. In questo chappy avranno
modo di chiarire ancora di più! Un bacio e grazie!
kisha:
ma
ciaoooo!!! Che bello sentire una nuova voce! Ci fa veramente piacere!
Ti ringraziamo dei complimenti e siamo contente che la storia ti
piaccia tanto. Anche noi adoriamo Edward e Bella, lui poi in tutti i
modi e maniere. XD! Speriamo che ti abbia conquistato anche la
personalità di Jasper, che noi adoriamo, anhe se
effettivamente
fino adesso si è comportato un po' maluccio con la piccola
Alice, ma vedrai che presto si riscatterà! Un bacione e
speriamo
di risentirti presto!
yara89:
ciao
tesoro! Eh sì, Edward è dolcissimo e non riesce a
sopportare il pensiero che Bella possa stare male, specialmente per
colpa sua. Questo suo lato lo abbiamo voluto lasciare intatto, infatti
anche l'Edward della Meyer è sempre molto premuroso e
attento
con Bella. Abbiamo poi anche voluto far uscire questo suo lato
"infantile" con la madre, perchè comunque è pur
sempre un
ragazzo di 18 anni e non un vampiro con un'esperienza centenaria,
quindi ha bisogno ancora senz'altro di coccole materne ed è
un
ruffiano come la maggior parte dei ragazzi che hanno un buon rapporto
con le madri e sanno quando possono approffittarsene (naturalmente
senza cattiveria!). Un bacione grazie ancora di tutto!
P.S.: ho avuto il tempo di leggere un'altra tua shot e quando
avrò un minutino ti lascio una recensione, scusa se non l'ho
fatto subito ma ho finito di leggerla l'altra notte alle due ed ero
stravolta.
marilenacappucci:
ciao
tesoro! Non c'è assolutamente bisogno che ti scusi! ognuno
ha i
suoi impegni e recensisce quando può! L'importante
è che
continui a seguirci e non ti abbiamo stancata! Per il precedente
chappy, effettivamente nello spoiler siamo state un po' sadiche,
lasciandovi intendere un pezzo hot, ma non sarebbe stato in
lineà con i nostri personaggi (abbastanza maturi per la loro
età) né con il delicato momento di chiarimento.
In questo
si diranno finalmente ogni cosa e ci sarà una scena
simpatica,
ma dal prossimo preparati perchè ci sarà
parecchia
maretta.
Incondizionatamente:
ciao
polaretta! Mamma mia con la tua recensione ci hai fatte veramente
arrossire a più non posso! Siamo felici di suscitare
così
tanto interesse in te, ma soprattutto di riuscire a trasmetterti tutte
le sensazioni che sentiamo anche noi quando scriviamo e che speriamo
sempre di riuscire a far arrivare ai vostri cuori. Grazie
infinite e un bacione!
P.S.: ci dispiace molto che per te non sia un bel periodo! Non sappiamo
nè la tua età, né i tuoi problemi, ma
ci sembri
una ragazza giovane, e vedrai che i momenti duri e poco piacevoli nella
vita, si alternano sempre a quelli belli e sereni... quindi abbi
pazienza e aspetta. Quando si scende, prima o poi si deve sempre
risalire.
Ed4e:
ciao
tesoro! Dall'entusiasmo possiamo dedurre che il chappy ti sia piaciuto
e quindi ora goditi ancora questo capitolo sereno di chiarimento,
perchè dal prossimo.... Baci, baci!
barbara_f: ciao
Barbara. Siamo felici che ti piaccia la nostra Esme. Abbiamo voluto
darle un po' più di spazio, dato che comunque la figura
materna,
nella vita di ragazzi giovani come loro, è ancora molto
importante e si presume, dato il loro reciproco affetto e il bel
rapporto che lega tutta la famiglia, che sia anche molto presente.
L'amore che lega Edward a Bella li porterà a crescere sempre
più sia come persone che come coppia e impareranno a
conoscersi
meglio e ad accettare anche i loro difetti e non solo i pregi. Un
bacione e grazie di seguirci sempre.
love93:
ciao
tesoro e benvenutaaaa!!! Siamo felicissime che tu ci segua e che ti
piaccia la nostra storia. Grazie, non sai quanto abbiamo apprezzato che
la storia ti abbia colpito soprattutto per i sentimenti che cerchiamo
di trasmettere. Cercheremo di essere sempre all'altezza e per gli
aggiornamenti non ti preoccupare perchè siamo sempre
puntualissime, ogni lunedì e giovedì. Un bacio e
grazie
ancora!
Aleuname:
ciao
tesoro! Bella ed Edward in questo chappy chiariranno tutto quanto e
anche di più! Non ti preoccupare Bella non se la
prenderà
con Edward, non potrebbe mai, anche perchè, come potrai
immaginare, lei si sente responsabile della situazione creatasi a
scuola e quindi non infierirebbe mai su Edward per averla difesa
davanti al preside. Jasper si arrabbierà molto, ma non solo
con
Edward e Bella, ma anche per.... Basta ci stiamo sbottonando troppo! Ti
possiamo solo dire che i prossimi capitoli saranno piuttosto
movimentati! Un bacione e a presto!
vanderbit:
ciao
tesoruccio nostro! Siamo contente che tu abbia apprezzato il video, sei
l'unica che l'ha nominato. Anche noi condividiamo la tua stessa
speranza per le scene tagliate! Bene, siamo felici di non averti
annoiato con il doppio pov. In questo chappy, come già
immagini,
ci sarà il chiarimento su tutto, ma proprio tutto! Poi ci
dirai!
Per quanto riguarda Alice e Jasper, non ti preoccupare... ancora un
paio di capitoletti e poi saranno di nuovo i protagonisti. Quanto a
risolversi tra loro... bè la strada è ancora
lunga! Su
mamma Esme, invece possiamo solo dirti che è una mamma molto
attenta. Speriamo di aver in parte saziato la tua curiosità,
senza però, rovinarti le sorprese, anticipandoti troppo! Un
bacione e un grazie infinito!
CAPITOLO 47
Confessioni
Pov Bella
Edward
era uscito dalla mia stanza solamente da una decina di minuti, durante
i quali mi ripetevo in continuazione le stesse maledette domande,
sempre più nervosa e ansiosa di sapere tutto ciò
che gli
era successo e le conseguenze del suo gesto.
Mi
rivestii velocemente e
mi asciugai in tutta fretta i capelli, mettendomi a testa in
giù. Li frizionai vigorosamente con l’asciugamano,
in modo
che risultassero ben tamponati, quasi asciutti.
Poi sollevai la
testa e la scossi lievemente, per cercare di risistemare la mia umida
chioma, sconsolatamente informe.
Nell’esatto
momento in cui
i miei occhi incrociarono la mia figura nel grande specchio di camera
mia, sobbalzai per lo spavento. Perfetto! Che spettacolo ridicolo! Ora
sì che sembravo Alex, il leone di Madagascar!
Con quella mossa
insolita, i
miei capelli (che simpatici!) si erano gonfiati a dismisura, rendendosi
del tutto simili a una chioma leonina! Oddio! E se Edward mi avesse
vista conciata così? Cavoli, mi avrebbe presa in giro a
vita!
Neanche il tempo di
terminare la
formulazione di quel pensiero sgradito, che la porta della camera si
aprì ed un angelo dalla bellezza strabiliante si
materializzò davanti ai miei occhi: Edward fece la sua
comparsa,
più divino che mai, con i capelli ancora umidi e spettinati.
Ecco, appunto! Per quale irritante ragione lui possedeva una folta
chioma spettinata sì… ma perfettamente in ordine
nella
sua scompostezza? Uffa! Che ingiustizia!
Lo fulminai con il
mio sguardo,
perché la sua espressione la diceva lunga. Si vedeva lontano
un
miglio che aveva voglia di scoppiarmi a ridere in faccia, ma
probabilmente per paura di peggiorare la sua precaria situazione con
me, cercava di trattenersi. A stento, per giunta.
Sospirai,
arrendendomi; non
c’era nient’altro da fare… ero ridicola,
punto e
basta! L’unica soluzione dignitosa era un po’ di
sana
autoironia…
-Dai, forza!
Colpisci e affonda!
Tanto puoi stare tranquillo: ho seppellito l’ascia di
guerra!- lo
incitai. Non se lo fece ripetere due volte e scoppiò in una
grossa risata, che mi riscaldò il cuore per la sua
musicalità. Bè, almeno lo facevo
divertire…
Mi lasciai cadere
sconsolata
sulla sedia della mia scrivania e, afferrando con due mani le ciocche
dei miei capelli, iniziai a schiacciarmele con forza, per cercare di
far abbassare almeno un po’ il loro ridicolo volume.
Impietosito
dalla mia arrendevole reazione, con un movimento rapido e fulmineo mi
fu accanto, togliendomi delicatamente le mani dalla testa,
probabilmente temendo che mi strappassi tutti i capelli, presa dallo
sconforto. Mi accarezzò con dolcezza il capo, posando un
veloce
bacio tra i miei capelli. Aveva smesso di sghignazzare a crepapelle, ma
il suo sguardo era rimasto brillante e divertito.
-Scusami, amore
mio! Ma sembri
proprio un leone spettinato... Dai, cucciola, dammi la spazzola che ci
penso io- mi invitò con il suo solito sorriso sghembo che mi
regalò mille brividi. Mi piacque molto anche
l’ultimo
appellativo, ma…. cosa voleva fare?
Dopo aver
riflettuto non
più di mezzo secondo, lo assecondai con gioia; ed Edward,
dopo
aver preso l’arnese da lavoro, iniziò a pettinarmi
con
profonda lentezza e delicatezza. Una sensazione di benessere si diffuse
rapidamente attraverso tutto il mio corpo; e per assaporare meglio quel
momento magico chiusi gli occhi e reclinai la testa indietro. Oddio che
meraviglia… avrei anche potuto stare ore e ore a sottopormi
a
quel dolce e rilassante massaggio…
-Grazie
Edward…- mormorai
sognante; inspiegabilmente, anche lui sembrava in adorazione, mentre
cercava di domare la mia chioma ribelle.
-Ti tiro i capelli?
Ti faccio male?- si preoccupò in un soffio. Che dolce!
-No
amore… sei bravissimo…- lo assicurai in un roco
sussurro.
-D’accordo,
gattina… allora continuo!- dichiarò con il
sorriso che mi
faceva immancabilmente battere forte il cuore. Indubbiamente, anche
senza grandi discorsi, avevamo già fatto pace; questo
pensiero
mi rilassò enormemente, ma io ero curiosa di conoscere il
motivo
di quel labbro gonfio. Ci avevo elucubrato abbastanza, volevo che mi
raccontasse tutto ciò che gli era successo dopo la nostra
incomprensione mattutina.
-Edward…-
sussurrai impaziente di conoscere la verità.
-Ti dirò
tutto, amore! Ma
prima di spiegarti cosa è successo, vorrei innanzitutto
scusarmi
con te…- disse con tono mesto. Posò la spazzola
sul
comò e con delicatezza prese le mie mani, avvolgendole nelle
sue… erano grandi, calde, protettive.
-Mi spiace
immensamente averti
fatta arrabbiare così tanto… ma mi hai
frainteso…
o meglio, io non sono stato capace di spiegarmi in modo
comprensibile… Però voglio farlo ora, tesoro
mio…
vorrei tanto che tu capissi il mio punto di vista…-
mormorò con tristezza e un velo di amarezza, sfiorando il
mio
volto con le sue lunghe dita leggere. Lo lasciai continuare, persa
nelle amorevoli carezze che mi stavano rilassando in modo
incredibile… quasi fosse dotato di un potere particolare...
-Vedi
io… dopo le parole
di Lauren, avevo una fottuta paura che se tu fossi rimasta da
sola… paura che avresti iniziato a rimuginare sul mio
passato
comportamento e saresti ritornata sulla tua decisione di stare con
me… avevo il terrore che tu potessi
lasciarmi…- mi
confessò con il viso cupo e addolorato. Spalancai gli occhi
per
lo stupore delle sue parole.
Come poteva anche
solo pensare
una cosa del genere?! Era impossibile! Io lo amavo tantissimo, lo amavo
con tutta me stessa e avrei continuato ad amarlo sempre, qualunque
fosse il suo passato! Non aveva capito che era proprio il contrario?
Ero io che avevo paura che lui si stancasse di me!
Sentii le sue forti
e grandi
mani stringere la presa sulle mie, e i miei occhi scintillanti di
lacrime trattenute scivolarono nuovamente sul suo viso bellissimo e
tormentato.
-Avevo una dannata
paura di
lasciarti da sola… se io non fossi stato vicino a te, che in
quel momento eri così triste e arrabbiata, a rassicurarti
sul
mio amore, su quanto non mi importasse niente delle altre e a ribadirti
quanto fossi pentito del mio passato… ecco, avevo
il
timore che tu ti saresti potuta ricredere, e ti sarebbe potuta anche
venire l’idea di lasciarmi, per non soffrire più
con uno
stronzo come me!- continuò, con la voce quasi spezzata, dal
groppo in gola che chiaramente gli era venuto.
-Io…
scusami tanto,
amore… non avevo nessuna intenzione di dirti quello che
potevi o
non potevi fare… il mio era solamente un puro terrore di
lascarti sola… credimi, per favore! Ti scongiuro, credimi!-
mi
pregò, accoratamente, con le lacrime agli occhi.
Ero stata proprio
una stupida, a
provocarlo e ad andarmene così… lo avevo solo
fatto
soffrire in modo incredibile! E da quello che mi aveva appena rivelato,
capii che non ero solo io l’insicura… anche lui,
che
sembrava sempre forte e sicuro di sé, aveva la stessa mia
incertezza e paura: perdere la persona amata. Cercai di fargli capire
come la pensavo veramente.
-E’ a me
che dispiace,
Edward. Sono io che ti devo chiedere scusa! Mi ero ripromessa di
cercare di non dare più fiato alla bocca quando fossi stata
in
preda ad emozioni così forti… perché
purtroppo
finisce sempre che dico cose che magari in quel momento mi sembrano
giuste, ma che poi, a mente fredda, non penso veramente. Come la
stupida cattiveria che ti ho sputato addosso oggi, solo per colpirti e
farti arrabbiare… per farti provare tutto il dolore e la
frustrazione che sentivo io in quel momento… e non
è
affatto giusto… perché il problema è
il mio, non
il tuo… sono io che ho paura che tu possa fare un confronto
con
tutte le ragazze che hai avuto… e in quel caso ne uscirei
sconfitta! Io non ho tutta l’esperienza che hanno molte di
loro e
ho paura che prima o poi ti stuferai di una bambina insignificante come
me e ti renderai conto che la vita che facevi prima ti
manca… e
magari un giorno avrai bisogno di emozioni forti e diverse da quelle
che posso donarti io, con tutte le mie stupide insicurezze…-
gli
confessai di getto, con le lacrime agli occhi. Fece per dire qualcosa,
ma lo zittii con un cenno. Dovevo confessargli tutto altrimenti non ne
avrei più avuta la forza.
-Ti ricordi sabato
quando ho
parlato prima con Jazz… e poi nello spogliatoio
con…
Jake?- domandai con tono titubante. Lui mi guardò confuso,
non
capendo dove volessi arrivare. Sospirai, cercando di controllare le
lacrime di una tensione crescente, e poi continuai.
-Bé
vedi…
ecco… volevo sapere da loro, visto che hanno tanta
esperienza
come te… ecco… insomma… cosa poteva
piacerti… come potevo riuscire… a
letto…-
mormorai, con la voce ridotta ad un sussurro, che non ero neanche
sicura avesse sentito. Ma sicuramente dal colore vermiglio delle mie
guance e dalla sua espressione allibita, aveva udito, eccome!
Abbassai,
imbarazzatissima, la
testa, e per fortuna l’enorme massa di capelli
andò a
coprire il mio viso, nascondendomi e dandomi un po’ di
ristoro
dai perforanti occhi indagatori di Edward. Ma durò poco,
perché lui mi prese il viso e lo sollevò con un
gesto
dolce ma deciso, perché incrociassi di nuovo il suo sguardo,
colmo di domande.
-Cioè
fammi capire
bene… tu… con la perenne timidezza che ti
contraddistingue… e l’imbarazzo che spesso
accompagna ogni
tua parola e ogni tuo gesto… tu sei riuscita a superare
tutta la
tua vergogna… per me… per chiedere a tuo fratello
e poi a
Jacob… come fare a compiacermi…?-
mormorò
incredulo. Non riuscivo a decifrare la sua espressione… era
arrabbiato? Avevo oltrepassato il limite?
Con uno scatto
repentino mi
abbracciò in una stretta soffocante!
Decisamente…
la sua espressione non era di rabbia! Era felicissimo,
perché
senza dubbio aveva compreso quanto sforzo doveva essermi costato quel
gesto. Ero contenta e sollevata per la sua reazione euforica, ma facevo
fatica a respirare stritolata nel suo abbraccio…
-Ed…
Ed…
Edward… non… respiro…- sussurrai con
il fiato
corto. Si staccò immediatamente, rendendosi conto della
forza
usata per il suo spontaneo gesto.
-Ops, scusami
tantissimo,
tesoro! E’ che non ho parole… davvero…
Bella, lo so
che mi ami… ma sinceramente ogni giorno mi stupisci sempre
di
più… e a volte non mi sembra ancora vero, che
tu…
così meravigliosa, bella, generosa…
così
coraggiosa… sia tutta mia! So che per te chiedere quelle
cose
deve essere stato uno sforzo enorme… e l’hai fatto
solo
perché avevi paura di perdermi?- mi domandò, con
uno
sguardo negli occhi dolcissimo, che mi sciolse il cuore. Annuii, con
gli occhi lucidi: non riuscivo a spiccicare parola, dato che la mia
gola era serrata da un nodo gigantesco.
-Ti giuro, che,
più ti
conosco, più penso di non meritarti!- affermò,
scuotendo
la testa e sorridendo. -E quei due pazzi furiosi hanno accettato di
spiegarti… ehm… quelle cose senza opporsi?- mi
chiese,
ancora sorpreso. Inarcai le sopracciglia, come a voler fargli capire
non solo quale poteva essere stata la loro risposta ma anche la mia
poca voglia di rispolverare quell’imbarazzante
argomento…
ma lui scosse la testa e si mise a ridere. Accidenti, non voleva
demordere!
-No, no, signorina
Swan, non la
scamperà così facilmente… ora mi
racconterà
per filo e per segno cosa le hanno riferito quei due sciagurati, visto
che poi si è rivelata così meravigliosamente
brava!-
sghignazzò. Perfetto! Ero diventata di un bel bordeaux! Le
sue
ultime parole maliziose però risuonavano senza sosta nella
mia
testolina… ‘Brava… meravigliosamente
brava…’ aveva appena detto! Oddio, da non
crederci! Se
avessi urlato e fatto i salti di gioia per tutta la stanza, sarebbe
stato troppo da bambini… vero?
-Scordatelo…
era una
conversazione privata. Ti dirò solo che alla fine non sono
scesi
in particolari, si sono rifiutati entrambi! Categoricamente!
Però… mi hanno dato dei consigli in
generale… i
soliti consigli, insomma!- dissi, con noncuranza. Mi fece cenno di
continuare, continuando a sorridere, ancora visibilmente compiaciuto
dal mio gesto.
-Allora…
Jazz, dopo
averci messo almeno una mezz’ora a capire quello che volevo
sapere… avrebbe voluto scavarsi una fossa nella sabbia e
seppellirsi dentro… poi ha amichevolmente scaricato
l’incombenza a Jake… lui, invece, era terrorizzato
che lo
facessi fuori, se si fosse azzardato a parlare di certi particolari con
me!- e scoppiammo entrambi a ridere.
-Oddio Isabella
Marie
Swan… sei unica… e meravigliosa!- e mi
abbracciò
con slancio, mentre continuavamo a sghignazzare divertiti dalle
reazioni dei due poveretti che erano capitati in mezzo alle nostre
questioni… ehm… piuttosto intime.
Quando ci calmammo,
lo guardai
con più attenzione e mi accorsi che la ferita al labbro nel
frattempo si era parecchio arrossata.
-Ti sei
disinfettato?- gli chiesi, premurosa e preoccupata.
-No… mia
mamma ha detto
che la ferita avrebbe bruciato taaanto!- si lamentò facendo
sporgere il labbro inferiore in una posa buffissima, da bambino
capriccioso.
-Bè…
è la giusta punizione per chi fa a cazzotti!- esclamai, con
un tono diretto e quasi maligno.
-E tu…
come diavolo fai a
saperlo?! Sei scesa mentre mi facevo la doccia e te l’ha
detto la
mamma?- mi domandò, sorpreso.
-No… ma
non penso che tu
sia andato a sbattere da solo da qualche parte… il tuo
equilibrio non è precario come il mio! Quindi non rimangono
tante altre alternative, no?- affermai, disinvolta; ma in
realtà
il cuore mi batteva a mille, mentre aspettavo con ansia la conferma
della mia ipotesi. Abbassò la testa imbarazzato.
-Sì,
effettivamente…- confessò in un soffio, temendo
una
ramanzina con i fiocchi da parte mia. Ma io avevo fretta di curarlo,
temendo un’infezione; se poi il disinfettante gli avesse
procurato un po’ di sofferenza…
bè… insomma!
Come si dice… non tutti i mali vengono per nuocere!
-Ok, vado un attimo
in bagno a
legarmi il mio cespuglio, e poi torno con il disinfettante…
tu
intanto, trova una bella storia, per non farmi arrabbiare di
nuovo… ti conviene!- gli intimai, seria. Lo vidi deglutire a
disagio, chiaro segno che la sua storia non mi sarebbe piaciuta proprio
per niente…
Di corsa uscii
dalla camera e
volai in bagno; cercai di fare una bella coda alta per tentare di
sistemare il disastro e poi presi tutto l’occorrente
dall’armadietto dei medicinali. Certo che Esme era
organizzatissima. Era bello avere accanto una persona come
lei…
mi faceva sentire coccolata.
Da quando non
c’era
più la mia mamma, mi occupavo io di certi aspetti
organizzativi
della casa… era anche vero che da un paio d’anni
c’era anche Rose a darmi una mano; però le
incombenze ce
le dividevamo io e lei e non c’era mai nessuno che si
occupasse
di noi, nelle piccole cose quotidiane. Per carità,
non si
trattava di nulla di troppo difficile, io e Rose ci aiutavamo a
vicenda, visto che papà era sempre al lavoro e poi comunque
era
un uomo…
Ma in quel momento
percepivo
qualcosa di diverso… era piacevole e confortante sapere che
c’era qualcuno che si prendeva cura di noi, sotto certi punti
di
vista. Sorrisi felice e commossa a quel pensiero molto sereno e uscii
dal bagno. Mi ritrovai davanti Esme che stava per bussare
alla
porta della camera di Edward.
-E’ in
camera mia, Esme.
Stava per raccontarmi cosa ha combinato a scuola; intanto ho preso
tutto l’occorrente per disinfettarlo dato che tuo figlio, da
buon
bambinone, non l’ha ancora fatto perché ha paura
che gli
bruci!- affermai, ridendo. Lei si unì a me in una risata
argentina, colma di complicità e profondo affetto. Poi di
slancio le corsi incontro e l’abbracciai, calorosamente.
Ricambiò
immediatamente,
ma poi mi guardò un po’ confusa. Non so
perché ma
avevo gli occhi lucidi e un groppo in gola.
-Scusa…-
mormorai
imbarazzata; -…è che sono felice che ti occupi di
noi.
Con gli anni avevo fatto l’abitudine a fare le cose da sola,
e
ora vedere che c’è qualcuno che pensa non solo a
me… ma anche a papà, a Jazz e a Rose, mi riempie
il cuore
di gioia! Grazie Esme… ti voglio tanto bene… come
fossi
una seconda mamma!- le sussurrai, mentre dei lacrimoni formato gigante
scendevano sul mio viso.
Anche lei si
commosse e mi
abbracciò di nuovo, sussurrandomi all’orecchio:
-Vi amo
tanto anch’io, Bella, tutti voi! Proprio come foste i miei
figli!
Mi avete conquistata subito, accettando incondizionatamente e con
autentico affetto tutti noi. Tu non hai idea della felicità
che
tutti i giorni mi donate con la vostra presenza e i vostri gesti.
Ognuno di voi, con il suo carattere particolare, ha saputo donarmi
emozioni diverse ma sincere; e in questo momento avere la conferma che
ricambiate i miei sentimenti, non può che rendermi ancora
più felice. Tu non sai che emozione sentirti pronunciare
queste
parole… ti voglio bene, piccola mia!- e rimanemmo
abbracciate
ancora qualche minuto, finché uno schiarirsi di voce, ci
riportò alla realtà. Ci staccammo e ci girammo:
Edward,
con le braccia incrociate al petto, era appoggiato con una spalla sulla
porta della mia camera; che ci guardava con un sorriso felice ed
evidentemente si era commosso anche lui.
-Devo diventare
geloso della mia
mamma?- ci chiese con tono scherzoso, probabilmente per stemperare un
po’ l’imbarazzo successivo a quei momenti
così
intensi.
-Ma quanto sei
scemo!- esclamai, facendo ridere anche Esme, che mi
circondò la spalla con un braccio.
-Mammina…
ma un abbraccio
e un bacino anche a me no?- si lamentò, avvicinandosi alla
madre
con il dito puntato sulla sua guancia.
Esme
incrociò le braccia
al petto e scosse energicamente la testa mentre un sorrisetto di
sufficienza arcuò le sue labbra scarlatte.
-Edward Anthony
Cullen…
finché non saprò nei minimi dettagli cosa
è
successo a scuola, da me non avrai più niente…
specialmente i biscotti che già prima mi hai rubato in modo
subdolo e disonesto!- dichiarò risoluta.
Certo che era
meglio non far
arrabbiare la dolce Esme! Sapeva diventare una persona diversa, senza
pietà! Sghignazzai sotto i baffi, mentre Edward, con un
musetto
abbattuto e tristissimo, appoggiava la testa sulla spalla della madre,
sfregandosi sul suo collo, come un cucciolotto abbandonato in cerca di
attenzioni. Mamma mia, che attore! Ma era veramente subdolo! Avrei
dovuto ricordamelo per le prossime volte, in cui avrebbe tentato di
comprarmi in quella maniera!
-E se ti prometto
di raccontarvi
tutto stasera a cena, quando ci sarà anche Charlie? Giuro
mamma!
Li darai anche a me i biscotti quando arrivano gli altri? Ti prego,
mammina… sto morendo di fame, non ho neanche pranzato!- la
implorò, sporgendo in fuori il labbro ferito.
-Vedremo, ci devo
ancora
pensare! E poi se non hai pranzato sono problemi tuoi! Si vede che
avevi di meglio da fare, come prendere a pugni Tyler Crowley!-
esclamò, sarcastica. E senza aggiungere altro, si
girò e
scese in cucina. Caspita che osso duro!
Nel momento in cui
Esme
pronunciò quel nome, sussultai immediatamente:
un’assurda
tensione nervosa si impossessò di me, facendomi irrigidire i
muscoli; naturalmente Edward, accorgendosene, mi fissò serio
e
ansioso, senza neanche più l’ombra del sorriso
scherzoso o
del finto broncio di poco prima. Mi prese per mano e mi fece entrare in
camera.
-Calmati
Bella… ti prego,
non trarre conclusioni affrettate! Non ho iniziato io! Te lo giuro,
piccola! Quello schifoso bastardo se l’è proprio
cercata… e ha avuto quel meritava, credimi!-
esclamò,
serrando i pugni, pallido di rabbia. La furia che leggevo nei suoi
occhi, mi spinse a non pronunciare neanche una parola, senza prima aver
finito di ascoltare il suo racconto in tutti i dettagli.
Mi
riportò per filo e per
segno tutto quello che era successo in quella mensa: dapprima
l’arrivo di Tyler ed Alice a braccetto (e il mio pensiero
andò inevitabilmente al dolore che doveva aver provato Jazz,
quando aveva visto Crowley abbracciato ad Alice); poi la lite e la
provocazione di quel maledetto; mi raccontò la successiva
scazzottata e la sua paura di aver perso Harvard; e infine la
rasserenante chiacchierata con quel grande del preside Greene.
Ero sollevata che
avessero
finalmente espulso quell’animale, così non avrei
più dovuto incrociare e sopportare la sua schifosa faccia
repellente; ed ero anche felice per la scampata sospensione di Edward e
della sua, se così si poteva chiamare, geniale
‘punizione’ che sarebbe stata di enorme aiuto per
la borsa
di studio del nostro caro Ben: era davvero un ragazzo d’oro,
e si
meritava ogni opportunità!
Insomma alla fine
era andato
tutto nel migliore dei modi… tranne per il fatto che quella
sera
a cena avremmo dovuto raccontare tutto quanto a mio padre e
soprattutto… a Jasper.
Era proprio la
reazione di mio
fratello ciò che temevo di più…
soprattutto
perché non gliel’avevo rivelato subito. Ero
terrorizzata
che uscisse immediatamente a cercare Crowley, ma cercai di non pensarci
per non far sentire ancora più in colpa Edward; il preside
aveva
ragione, questa maledetta questione non poteva più
aspettare.
Lanciai un’occhiata al mio ragazzo, che mi guardò
mesto,
colpevole e intimorito.
Possibile che
avesse più
paura della mia reazione all’ultima rivelazione che per tutto
quello che dovevamo dire a Charlie?
-Sei stato uno
stupido a cedere
alla sua provocazione, lo sai, vero?- lo rimproverai bonariamente. Non
potevo essere arrabbiata con lui: quell’immane disastro era
solo
colpa mia! Annuì, tenendo ancora lo sguardo verso il basso.
-Ma
non sono arrabbiata se è questo che temi…
perlomeno non
con te! Ce l’ho solo con me stessa!- esclamai, rabbiosa. Lui
mi
guardò allibito, stupito per le mie parole, incapace di
aggiungere altro. Decisi che era il caso di spiegarmi meglio.
-Vedi
Edward… se noi non
avessimo litigato, se io non ti avessi ferito con parole
così
meschine e cattive, forse tu non saresti stato così da
furioso
da cedere a Crowley; se ci fossi stata io vicino a te,
senz’altro
non avresti fatto cazzate… perché ti avrei
trattenuto!
Per non parlare poi che se quella maledetta sera non mi fossi fatta
trascinare fuori dal New Moon, tutto questo non sarebbe mai successo! E
ora tu non avresti il labbro spaccato e io non sarei terrorizzata dalla
reazione di mio fratello a quello che gli racconteremo…-
ammisi,
rammaricata.
-Hai finito di
addossarti tutte
le colpe di questo mondo? Qui l’unico che ha le colpe
più
gravi, è quello schifoso che per fortuna non vedremo
più!
E non voglio più sentirti dire che quella sera è
stata
colpa tua Bella, davvero, non sto scherzando!- mi ammonì,
serio
e arrabbiato. Mi abbracciò forte e poi mi baciò
delicatamente. Mi ricordai che non avevamo ancora curato quella brutta
ferita.
Presi tutto
l’occorrente,
che avevo appoggiato sulla scrivania e mi avvicinai per disinfettarlo.
Lui fece un passo indietro, alzando le mani impaurito. Lo guardai
inarcando un sopracciglio.
-Non farai sul
serio, vero? Non
vorrai mica farti rincorrere per la stanza? Altrimenti non
c’è nessun problema… chiamo Esme e ci
penserà lei!- lo minacciai, con un sorrisetto malefico.
-Uff! Va
bene… sto
buono… ma mi merito un bel bacio come premio, vero?-
tentò di avvantaggiarsi nella situazione. Ah, che tipo
incredibile!
-Vedremo…
se farai il
bravo… forse avrai un bacetto sulla guancia…-
ammiccai
divertita. Sbuffò e si mise seduto sul letto. Mi avvicinai e
cominciai a tamponare la ferita, pregando tra me e me, che non
ricominciasse a sanguinare… non avevo nessuna intenzione di
sentirmi di nuovo male.
Appena sfiorai il
labbro con una
garza imbevuta di disinfettante, con un sussulto, si spostò
indietro sul letto, rimanendo appoggiato con i gomiti per stare il
più lontano possibile dalla mia mano.
-Ahi! Cazzo! Brucia
davvero!-
esclamò irritato. Non potevo crederci che si comportasse
come un
bambino di cinque anni! -Stai lontana da me, perché con
quell’affare malefico non mi sfiori più!!-
dichiarò
con i nervi a fior di pelle.
-Edward, non fare
il bambinetto!
Guarda che quella ferita sta assumendo davvero un brutto
colorito… hai aspettato anche troppo a disinfettarla! Anche
se
sinceramente non capisco come mai si stia infettando così se
ti
ha dato solo un pugno…- borbottai.
-Mi ha colpito con
quel suo anello del cazzo!- mi spiegò. Quel maledetto
stronzo!
-Ecco! A maggior
ragione devi
disinfettarti subito, Edward! Basta fare il bambino capriccioso! E
tirati subito su, così finisco… dai, che ci
vogliono solo
due minuti!- mi spazientii. Ma lui testardo e ostinato peggio di me,
continuava a negare con il capo. Qui urgevano le maniere forti! Gli
sorrisi maliziosa, decidendo di osare.
-Allora vediamo,
Cullen…
come potrei convincerti…- gli sussurrai, con voce roca e
sensuale. Spalancò gli occhi sorpreso. Con calcolata
lentezza
salii sul letto a cavalcioni su di lui e cominciai a
strusciare
il mio bacino contro il suo. Come previsto, qualcosa di molto grosso
cominciò subito a svegliarsi…
-Be…
Bella, ma…- balbettò stravolto dal mio
atteggiamento disinibito; ma non lo lasciai finire.
-Hai detto prima
che sono molto
brava, no? Bè, vediamo se riesco a distrarti e a non farti
sentire il bruciore di questo brutto e cattivo
disinfettante…
Tu, però, fai il bravo bambino… non ti devi
muovere… capito?- gli spiegai, continuando a sfregarmi
sensualmente sul suo bacino pulsante di desiderio.
Capii che era
definitivamente in
mio potere quando chiuse gli occhi e si lasciò andare
completamente con la schiena sul letto; così, per dargli il
colpo di grazia, mi abbassai, arrivando anche a strusciare il
mio
seno sul suo torace largo e muscoloso. Emise un gemito strozzato; le
sue mani corsero immediatamente ai miei fianchi, carezzandomi e
stringendomi al suo corpo, mentre il suo respiro accelerava e gli occhi
diventavano scuri per il desiderio.
-Ah, ah, Cullen!
Quali erano i
patti? Tu devi stare fermo!- lo sgridai, intanto che iniziavo a
disinfettargli la ferita. Ma le sue mani non accennavano a fermarsi,
anzi! Aveva cominciato persino a dondolare il bacino verso di me,
facendomi percepire chiaramente la sua notevole eccitazione! Non avevo
dubbi: in quel momento non sentiva più nemmeno il minimo
bruciore…
-Bè,
che c’è? Non ti fa più male?- lo
canzonai trionfante.
-Mmm…
Bella…
diciamo che sei molto brava come infermiera… ma hai il
permesso
di curare solo me, d’ora in poi, se questi sono i tuoi
metodi!-
mi chiarì spalancando i suoi smeraldi liquidi e brillanti,
facendomi scoppiare a ridere. -Mmm… e per il
futuro…
direi che le prestazioni professionali dell’infermiera Swan
saranno ad uso unico ed esclusivo del dottor Cullen…-
scherzò.
-Scemotto!- lo
insultai,
bonariamente. -Tu ti salvi solo perché i tuoi pazienti
saranno
dei bambini! Sappi che qualsiasi altra tua futura
specializzazione mi avrebbe preoccupata moltissimo!- esclamai; e
lasciandogli un leggero bacio sulle labbra, mi alzai con uno scatto,
senza dargli il tempo di rendersene conto. Mi guardò
allibito,
con un velo di frustrazione.
-Dopo queste tue
invitanti
provocazioni dove pensi di andare, infermiera Swan?- mi chiese, con un
sorrisetto, che non prometteva niente di buono, mentre si tirava su a
sedere sul mio letto.
-Cullen, vedi di
darti una
calmata perché ormai il mio scopo l’ho ottenuto!
Ti ho
curato per bene, quindi l’infermiera Swan ha terminato i suoi
servigi!- e senza aggiungere altro o aspettare una risposta, mi fiondai
fuori dalla porta, correndo divertita lungo il corridoio e poi
giù per le scale.
Nel frattempo lo
sentivo dietro
di me, mentre urlava: -Tanto lo sai che ti prendo, brutta imbrogliona!
Preparati, inizia l’inseguimento!- e continuando a ridere
come
una pazza, arrivai giù dalle scale andando a sbattere contro
quell’armadio di Emmett. Rimbalzai indietro per il colpo
improvviso, ma per fortuna Edward mi prese al volo tra le sue braccia,
altrimenti mi sarei spaccata la schiena sui gradini, mentre Emm,
invece, non si era neanche smosso di un centimetro.
-Cavoli! Ma di cosa
sei fatto… di cemento?- gli urlai, irritata per la tremenda
botta.
-Non è
colpa mia se sei uno scricciolo di cristallo!- mi prese in giro.
-Stai bene?- mi
chiese, premuroso Edward.
-Sì,
sì, non ti
preoccupare. Ma è tutta colpa tua, Cullen! Se non mi fossi
corso
dietro…- lo rimproverai, ma mi interruppe.
-Se non mi avessi
provocato, Swan!- mi redarguì con il suo sorriso sghembo.
Vero!
Ci guardammo e
scoppiammo a ridere.
-Bene, vedo con
piacere che
avete fatto pace, voi due. Ora ci cambiamo un attimo e dopo merenda ci
raccontate tutto quello che è successo oggi!- ci
ammonì
perentoria Rosalie.
Erano tornati tutti
quanti da scuola e si aspettavano una spiegazione della rissa con Tyler.
In quel momento mi
accorsi anche
della presenza di mio fratello, che mi guardava in maniera dura e poco
comprensiva. Un brivido di paura mi percorse la schiena, e sentii la
presa di Edward sulla mia vita aumentare, come a rassicurarmi. Per
fortuna c’era sempre lui accanto a me, il mio angelo!
-A quanto pare
dovete
raccontarci ben altro… non solo quello che è
successo
oggi, vero sorellina?- affermò, con tono acido mio fratello.
Abbassai la testa e annuii debolmente.
-Jasper…-
provò a
intervenire Edward, ma lui lo fermò con un cenno della mano.
Cavoli era livido! Aveva già intuito molte cose, e
probabilmente
si sentiva ferito dal fatto che io, la sua piccola Bells, non mi fossi
confidata con lui e gli avessi preferito Edward, anche se in quel
periodo, al momento del fattaccio, ancora non stavamo insieme. Dovevo
assolutamente tranquillizzarlo. Mi avvicinai per abbracciarlo, ma si
scansò e iniziò a salire le scale, lasciandomi
lì,
mortificata e delusa.
-Vedrai che
capirà… dagli solo un attimo per smaltire la
notizia,
quando poi gli avremo raccontato tutto, andrà meglio!-
cercò di rassicurarmi Edward. Annuii e mesta mi avviai in
cucina.
Si prospettava una
cenetta decisamente movimentata…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 48
-Jazz…-
sussurrò Bella, alzandosi e avvicinandosi con una mano
sollevata
verso di lui, una muta richiesta di vicinanza. Jasper si
alzò di
scatto e sbatté la mano violentemente sul bancone della
cucina,
facendoci sobbalzare tutti, me compreso. Poi, in uno scatto repentino,
si piazzò di fronte a sua sorella.
-No Bella… Jazz un cazzo! Fanculo, Bells! Perché
non mi
hai detto niente?! Perché non ti sei confidata con me? Come
hai
potuto pensare di nascondermi una cosa del genere?! Cazzo! Ed io che
alla festa di sabato ho riso e scherzato con quello schifoso, come se
niente fosse! Ma ti rendi conto?! Dopo tutto quello che ci siamo detti
ieri, non ti ha neanche sfiorata l’idea di confidarmi una
cosa
così importante?!- le sbraitò contro, a pochi
centimetri
dalla sua faccia. Avevo seriamente paura che alzasse le mani su di lei,
così mi alzai per mettermi in mezzo, ma fui fermato da
Emmett
che mi prese per un braccio. Lo guardai meravigliato e infastidito, ma
mio fratello scosse vigorosamente la testa, come a farmi capire che era
una cosa che dovevano risolvere tra loro. Era vero… ma solo
il
pensiero che potesse sfiorarla…
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Ciao
fanciulle!!!!!!
Eccoci con il chappy che tanto vi incuriosisce
per la
reazione di Jasper nello spoiler. Vi chiediamo solo di non tirare il
collo a uno dei nostri personaggi, perchè sinceramente
nell'intera storia, non abbiamo contemplato nessuna situazione di
lutto, pertanto non vorremmo metterci a scriverla.
Ricordate solo che prima o poi quella grandissima
testa di
..... rinsavirà e si farà perdonare come si deve.
Bè... forse!
Ringraziamo tantissimo chi ci ha messe nelle
seguite (289),
nelle preferite (167 )
e in quelle da ricordare (54);
chi recensisce e chi
preferisce non far sentire la sua voce, ma continua a seguirci sempre;
chi ci ha messe come autrici preferite (24)
e a tutte le nuove lettrici
diamo uno speciale benvenuto!
Baci a tutte e BUONA LETTURA da sara_cullen e
IsaMarie!
marilenacappucci: ciao
mary! Non sai quanto ci fai felici con le tue parole! Come hai potuto
intuire questo capitolo sarà molto movimentato! I sentimenti
saranno diversi e molteplici e speriamo che riesca a conquistarti come
il precedente! Preparati ai casini! Un bacio e ancora grazie!
vanderbit:
ciao
tesoro! Hai ragione che dal giovedì al lunedì ti
passa
meno velocemente, anche perchè devi attendere un giorno in
più! Hihihi! Esme, è dolcissima ed
è riuscita a
conquistare Bella e tutto il resto della famiglia. Finalmente anche la
nostra Bella si sente coccolata! Edward è sempre fantastico,
in
qualunque modo! Non ci stancheremo mai di ribadirlo! Bella è
stata un'ottima infermiera, ma non era il momento, con Esme che
gironzolava per casa, di lasciarsi prendere da certi atteggiamenti!
Jasper
arrabbiato? Dici? Noooo, molto ma molto di più! Penso che
alla
fine di questo chappy lo odierai... ma non per Bella! Basta leggi e poi
ci dirai! Un bacio e grazie mille!
giova71:
ciao
gio! Non ti preoccupare, vedrai che Bella saprà farsi
perdonare
tutto! Grazie mille per le storie che ci hai suggerito, l'ho inserite
tra le seguite e appena riuscirò ci darò
un'occhiata! Un
bacione e a presto!
Lalayasha:
ciao
more!!! L'idea di Alex è stata di Sara! Forte vero? Invece
l'idea di spazzolarle i capelli è venuta dalla mia
esperienza
personale! Avevo un ex che adorava pettinarmi e mi faceva pure la piega
quando me li lavavo! Pensa che ce li avevo lunghi quasi fino al sedere!
Eh sì Edward è proprio un ruffiano e un
bambinone, ma
Bella ormai sa come prenderlo! Hihihi! Jasper sarà un
problema,
ma non solo per Bella! Vedrai! Un bacione a presto!
Ginna3:
ciao
tesoro! Siamo felici che piaccia il rapporto che si sta instaurando con
Esme, d'altronde è l'unica figura materna ed essendo molto
dolce
e premurosa, è normale che tutti la amino. Bella ed Edward
si
amano e nonostante siano dei ragazzi giovani, li abbiamo dipinti molto
maturi per la loro età, quindi di conseguenza sono
finalmente
riusciti a parlare e Bella ha capito che non è la sola ad
essere
insicura! Eh sì trema, perchè in questo chappy
Jasper
combinerà un bel casino! Baci e grazie!
kisha:
ciao
tesoro! Allora mamma Esme è un po' la mamma dolce e
comprensiva
che tutti vorremmo, ma come hai potuto vedere nel capitolo precedente
quando si arrabbia bisogna correre ai ripari! Edward lo vorremmo tutte
come paziente, fidanzato, dottore e chi più ne ha
più ne
metta! Jasper è un altro bel personaggio, anche se penso che
alla fine di questo capitolo lo odierai un po', ma sta tranquilla che
si farà perdonare! Baci e grazie mille!
Nerak:
ciao
moreee!!! Ehhh non sei la sola che vuole Edward ruffiano, mettiti in
fila e prendi il numero! XD! Jasper in questo chappy farà
fuoco
e fiamme! Baci e grazie!
Valentina79:
ciao
vale! Eh sì, questa storia è un po' quella che
sognamo
tutte quante con Edward, anche se ci accontenteremmo pure di un suo
surrogato! XD! Infatti cerchiamo di infilarci tutto quello che avremmo
voluto per noi! Grazie e bacioni!
Giada
is owned by Edward: ciao
Giada! Siamo felici che il chappy ti sia piaciuto tanto. Ora iniziano i
casini, preparati! Baci e grazie!
Ed4e:
ciao
tesoro! Calmati che ti prende una sincope! Jasper non
reagirà
bene, ma ti posso assicurare che non alzerebbe mai le mani su sua
sorella! Però farà ben altri casini! Baci e a
presto!
KatyCullen:
ciao
tesoro e benvenuta!!! Siamo felici che la nostra storia ti piaccia
così tanto. Quando sentiamo che qualcuno è stato
così tanto sui nostri capitoli da non riuscire a smettere
non ci
sembra ancora vero! Spesso succede a noi quando troviamo una storia
interessante e sapere che qualcuno lo fa con la nostra, ci riempie di
orgoglio! Per Alice e Jazz, ti possiamo solo dire di non ammazzarci a
fine capitolo! Baci e ancora un grazie! P.S.: la storia la scriviamo in
due (io e Sara) e postiamo sempre il lunedì e il
giovedì!
yara89:
ciao
tesoruccio nostro! La parte in cui le spazzola i capelli l'ho tirata
fuori dal mio passato, in cui un mio splendido ex (che devo ancora
capire cosa mi era girato per la testa quando l'avevo lasciato!)
adorava pettinare i miei lunghi capelli (quasi fino al sedere).
In un rapporto è fondamentale il dialogo e se
Bella ed
Edward lo capiranno, come hanno fatto in questo chappy, gli screzi non
potranno mai portare ad un punto di rottura, come invece spesso succede
a molte coppie che si amano, ma che non riescono a trovare un punto
d'incontro. Probabilmente in questo chappy vorrete dare fuoco a Jasper,
ma ti assicuro che prima o poi rinsavirà e la
smetterà di
fare cazzate! Baci e a presto. Grazie mille!
ladym15:
ciao e grazie mille! Ora preparati ai
fuochi d'artificio tra Jasper e.... Boh! Non ricordiamo bene! Leggi e
baci!
ashar:
ciao
tesoro! Oddio la raccolta delle olive? Povera te! Eh sì
Bella,
stile Alex, era fantastica. Questa è una delle tante idee di
Sara! Ne sa una più del diavolo! Grazie e un bacio!
Incondizionatamente:
oddio
Polaretta nostra ci fai morire! E' vero ci sei anche tu nella nostra
fiction! In qualità di fans accanita avevi diritto a un
posto
d'onore! Ahahahahah! Ne abbiamo parlato a tavolino con Sara e abbiamo
deciso che sì, vogliamo farti compagnia nella cura del
nostro
Edward! E' stata una decisione sofferta come puoi ben immaginare! XD!
Hihihi! Ormai siamo completamente fuori di testa e perse del tutto di
Edward e Jasper! A proposito non odiare il nostro Jasper a
fine
capitolo! Baci e grazie!
porporina: ciao
tesoruccio nostro! Siamo felici di riuscire a tenerti compagnia anche
in un momento così delicato e ti mandiamo un sacco di
bacioni e un abbraccio forte forte! A presto!
Moni68:
ciao more!!! Eh sì, non
abbiamo resistito e abbiamo voluto dipingerli un po' più
maturi di quello che effettivamente si è a
quell'età! Finalmente si sono spiegati e anche Bella ha
capito di non essere la sola insicura! Per quanto riguarda Esme,
possiamo dirti che è una mamma molto attenta e premurosa.
Baci e grazie!
CAPITOLO
48
Sfuriata!
Pov
Edward
Io
e Bella eravamo in cucina che aspettavamo gli altri. Per fortuna la
mamma era uscita per una commissione, così noi ragazzi
avremmo
potuto parlare tranquillamente. Avevo il forte dubbio che la sua
commissione ‘urgente’ fosse capitata proprio nel
momento
giusto per lasciarci soli, ma forse era solo una mia
impressione…
Bella era nervosa
come non mai,
e difatti, per l’ansia crescente, non aveva ancora toccato
nemmeno uno dei favolosi biscotti di mia madre: i suoi preferiti! Aveva
in mente di telefonare al più presto a Jake, per spiegargli
quello che avevo combinato a scuola quella mattina e per riferire la
richiesta del preside di svelare a tutti ciò che le era
successo
al New Moon. E quando, agitata e nervosa, lo chiamò, lo
pregò con tono accorato di raggiungerci a cena,
così da
aiutarci a calmare un po’ gli animi (più che altro
quello
irascibile di Charlie) dopo che tutti questi avvenimenti sarebbero
stati raccontati agli altri.
Ero rimasto
sorpreso da quella
telefonata… ascoltare le sue preghiere così
accorate
rivolte a lui mi provocarono un moto di intenso fastidio, quasi di
ribellione: non mi aspettavo che Bella avesse bisogno del suo
amico… sinceramente pensavo di bastarle
io…
Basta, Edward!
Finiscila di farti paranoie!, mi imposi con irritazione.
Dopo aver visto la
mia
espressione cupa e desolata e il mio sguardo afflitto, quando
interruppe la comunicazione, si affrettò a spiegarmi
ciò
che provava, di certo grazie al suo buon cuore: era la persona
più generosa e altruista che avessi la fortuna di conoscere.
-Scusa
Edward… so che
starai pensando che Jake non c’entra niente in questo, e ti
chiederai perché io l’abbia coinvolto…
ma fidati di
me: ti assicuro che è l’unico, oltre a Billy, a
riuscire a
far ragionare non solo mio padre in determinati momenti, ma anche
Jasper... E poi era presente anche lui quella sera, quindi a maggior
ragione…- e si interruppe all’improvviso, per
l’entrata silenziosa degli altri in cucina.
Sospirai di
sollievo. Non aveva
più importanza che continuasse la sua spiegazione: quello
che mi
aveva rivelato mi era più che sufficiente. Che ragazza
meravigliosa: nonostante fosse in ansia per la serata, si era
dimostrata così attenta alle mie reazioni da rendersi conto
che
il mio evidente tormento interiore riguardava proprio il coinvolgimento
di Jake… e lei, con un sorriso coinvolgente e due semplici
parole, aveva acquietato in un batter d’occhio il mio animo
travagliato.
Le lanciai
un’occhiata
riconoscente e lei mi regalò un sorriso di comprensione. Era
una
sensazione magnifica ed esaltante… riuscire a capirsi
solamente
con gli sguardi, essere così uniti e complici con un
semplice
sorriso… in quel momento provai un appagamento e
un’esaltazione indescrivibili.
Nel frattempo fummo
circondati
dagli altri: Emm e Rose si misero vicini, Alice si sedette defilata e
con lo sguardo fisso sul pavimento, mentre un Jasper freddo e
distaccato si accomodò su uno degli sgabelli.
Non
guardò mai sua
sorella, nemmeno di sfuggita; e l’espressione
sofferente di
Bella, quando se ne accorse, mi provocò una fitta al cuore,
da
quanto era addolorata. Mi sentii rabbioso e impotente di fronte al
dolore della mia stellina, ma mi imposi di non intervenire…
mi
sarebbe piaciuto andare da Jazz e scrollarlo dalla sua fastidiosa
apatia con un bel calcio negli stinchi… ma onestamente avevo
fatto abbastanza danni per quel giorno…
Serrai con forza i
pugni e osservai la scena.
-Jazz…-
sussurrò
Bella, alzandosi e avvicinandosi con una mano sollevata verso di lui,
una muta richiesta di vicinanza. Jasper si alzò di scatto e
sbatté la mano violentemente sul bancone della cucina,
facendoci
sobbalzare tutti, me compreso. Poi, in uno scatto repentino, si
piazzò di fronte a sua sorella.
-No
Bella… Jazz un cazzo!
Fanculo, Bells! Perché non mi hai detto niente?!
Perché
non ti sei confidata con me? Come hai potuto pensare di nascondermi una
cosa del genere?! Cazzo! Ed io che alla festa di sabato ho riso e
scherzato con quello schifoso, come se niente fosse! Ma ti rendi
conto?! Dopo tutto quello che ci siamo detti ieri, non ti ha neanche
sfiorata l’idea di confidarmi una cosa così
importante?!-
le sbraitò contro, a pochi centimetri dalla sua faccia.
Avevo
seriamente paura che alzasse le mani su di lei, così mi
alzai
per mettermi in mezzo, ma fui fermato da Emmett che mi prese per un
braccio. Lo guardai meravigliato e infastidito, ma mio fratello scosse
vigorosamente la testa, come a farmi capire che era una cosa che
dovevano risolvere tra loro. Era vero… ma solo il pensiero
che
potesse sfiorarla…
Mi risedetti
cercando di calmarmi, pronto comunque a intervenire in caso di bisogno.
Bella intanto aveva
iniziato a
piangere e continuava a mugugnare in una sorta di nenia
-Scusa…
scusa… scusa…-. Mi faceva una tenerezza
infinita…
povero angelo mio… dovetti usare ogni grammo del mio
precario
autocontrollo per non correre da lei e abbracciarla.
Jasper, rigido e
tremante, le
alzò il viso e fissò con angoscia e
terrore quegli
occhioni lucidi e tristi; immaginavo le sue paure, conoscevo
esattamente i suoi pensieri in quel momento.
-E’
riuscito a…-
provò a chiedere, ma non riuscì a continuare,
troppo
spaventato da quella devastante possibilità.
-Noooo!!- urlai io.
Jasper si
voltò a guardarmi allibito, chiedendosi evidentemente che ne
sapessi io di quella sporca faccenda; e io sentii il bisogno di
spiegarmi con lui, in fondo anche io avevo tradito la nostra amicizia:
gli avevo tenuto nascosto un episodio del genere, e dal suo punto di
vista era veramente grave… e se l’avesse fatto lui
con me
nei riguardi di Alice, sarei stato molto, molto arrabbiato.
-Scusaci Jasper se
non ti
abbiamo detto niente… ma quella sera voi eravate tutti
dentro al
locale ed io e Jake siamo arrivati in tempo prima che
succedesse… bé hai capito… comunque
poi Jake
l’ha ridotto male; ed è stato per quel motivo che
lo
schifoso non è potuto venire a scuola per una settimana! E
sinceramente non pensavamo davvero avesse il coraggio di presentarsi
alla festa…- gli raccontai, cercando di omettere alcuni
particolari che giustamente lo avrebbero fatto infuriare, come il top
strappato e lo schiaffo.
Lo osservai
attentamente durante
la mia rivelazione e notai il suo cambiamento: era molto più
sollevato e l’intensa espressione di sofferenza
abbandonò
finalmente il suo volto angosciato.
Bella lo
abbracciò di
slancio, singhiozzando, e lui la ricambiò, stringendo forte
gli
occhi, come a voler fermare le immagini che probabilmente ancora gli
passavano per la testa.
Fui riscosso da un
trillo: il
campanello di casa suonò e Rosalie andò ad
aprire. Dopo
un attimo, un Jacob bagnato fradicio fece il suo ingresso in cucina.
-Scusa Bells, ho
fatto prima che
ho potuto!- si giustificò. Poi si ammutolì
davanti
ai due gemelli abbracciati e quando si accorse che Bella stava ancora
singhiozzando, corse da lei e la prese tra le braccia, scostando in
malo modo Jasper. Eravamo tutti attoniti davanti a quella
scena…
io, poi, più degli altri.
Bella si
calmò subito e
Jake, con mio sollievo, in un gesto da amico leale e sincero, la
condusse tra le mie braccia impazienti di riaverla, e poi
guardò
duramente Jasper.
-Dannazione! Sei
sempre il
solito, tu! Perché sta piangendo così? Non
è stato
abbastanza quello che le è successo, ti ci devi mettere pure
tu
con il tuo lato possessivo? Fammi indovinare…
l’hai
accusata di non essersi confidata con te, vero? E vorresti biasimarla?
O darle torto? Guarda un po’ come hai reagito dopo giorni e
giorni che è successo! Pensa un po’ se ti avesse
raccontato tutto quella sera stessa! Pensi che Crowley sarebbe mai
uscito vivo dal New Moon se fosse capitato sotto le tue mani? Io non
credo proprio! Ecco perché non ti ha detto niente, idiota!-
gli
urlò contro, Jacob.
Bella continuava a
singhiozzare
sulla mia spalla, mentre io, ero ancora incredulo per la reazione di
Jake verso Jasper, cercavo di tenerla stretta a me e di
rassicurarla accarezzandole la schiena e baciandole la testa. Ero
allibito dalla reazione di Jake: l’avevo visto
così
arrabbiato solo quella maledetta sera al New Moon; e, proprio come
allora, quando aveva visto Bella distrutta, non aveva capito
più
niente, facendo esplodere una marea di pugni contro il viscido animale.
Se io non fossi stato matematicamente sicuro che tra loro non ci fosse
stato niente, avrei messo la mano sul fuoco che fosse innamorato di
lei… ma forse era qualcosa di più…
quel sentimento
di protezione e amore fraterno che provi veramente solo per qualcuno
della tua famiglia… e Bella per lui rappresentava una parte
importante della sua famiglia.
-Che cazzo
dici… si
preoccupava dell’incolumità di quel verme? Vuoi
dirmi che
pensava a quanto male avrei potuto fargli?- ribatté Jazz
inviperito, per le accuse.
-Ma quanto sei
stupido, a volte?
Veramente… mi meraviglio, fratello! Bella era preoccupata
per
te, non per quel bastardo! Aveva paura che ti rovinassi la vita, per
uno schifoso come quello… Si sentiva tremendamente in
colpa… In quel momento di terrore anziché pensare
a se
stessa, a quello che le era appena successo, l’unico suo
timore
era che tu e Charlie lo foste venuti a sapere! E tutto questo
perché? Per il tuo caratteraccio di merda!- lo
accusò
ancora Jacob.
-Ah scusa, io ho un
caratteraccio… e tu invece? Infatti tu non lo hai toccato
neanche per sbaglio, vero? Non è venuto a scuola per una
settimana perché ha avuto un incidente e non
perché
è passato sotto i tuoi pugni, vero?- lo schernì,
Jasper,
andando però a centrare il punto.
Era vero; Jacob di
fronte a
quella orribile scena di Bella annichilita dalla paura e dalla violenza
subita, non aveva capito più niente e si era avventato su
Crowley, e ora stava accusando Jasper di voler fare la stessa cosa.
Intanto Bella era riuscita a calmare le lacrime, ma si era alzata in
piedi, infuriata.
-Bastaaaaa!!!!-
urlò,
facendo voltare tutti nella sua direzione. -Basta, voi due! Non ce la
faccio più a litigare, a sentire urlare, a vedervi
così
arrabbiati! Jake, ti ho chiamato per darmi una mano a calmare la
situazione e non per fomentare gli animi! E tu Jasper, hai poco da
offenderti e da fare il permaloso! E’ vero, non ti ho detto
niente perché ti conosco… e avevo paura che
facessi una
cavolata enorme! E se fossi sincero con te stesso, lo riconosceresti
anche tu! Stasera dovrò raccontare tutto quello che
è
successo al locale e a scuola anche a papà! Sono
già
nervosa così, quindi per favore dateci un taglio! E se
vorrai
avere informazioni più precise Jazz, spalanca bene le
orecchie a
tavola, perché ti sarà svelato ogni dettaglio.
Ora, per
favore Jake… va di sopra in bagno ad asciugarti, e tu
Emmett,
prestagli qualcosa di asciutto, così non si
beccherà un
accidente per colpa mia!- esclamò, veramente arrabbiata.
Jasper, pentito
dalla sua reazione esagerata, le si avvicinò e la
abbracciò.
-Stai bene
sorellina? Mi scusi?-
le chiese, con una voce intrisa di tutta la dolcezza possibile. Sorrisi
a quella visione. Cavoli, Bella quando voleva sapeva mettere da parte
tutta la sua insicurezza e riusciva a mettere tutti in riga, come aveva
fatto anche con me quello stesso giorno. Che donna eccezionale!
Dopo che Jazz si
staccò dall’abbraccio, le si avvicinò
anche Jake.
-Scusami Bells,
sono stato uno
stupido… è che… quando ti ho vista
singhiozzare
non ho capito più niente!- le confessò.
-Ragazzi sto
bene…
è solo che non vorrei mai veder litigare nessuno, in
particolar
modo voi due! E tu Jazz, non ti preoccupare, mi sono saputa difendere!
Una bella ginocchiata nei suoi gioiellini gliel’ho tirata
anch’io- e sorrise, facendo sorridere anche noi. -E ora vai
di
sopra a sistemarti Jake, ti lasciamo qualche biscotto per quando
scendi- dichiarò. -Promesso!- scherzò per fargli
passare
la sua espressione perplessa.
-Ehi… e
io?-
protestò quello scimmione di mio fratello, sporgendo il
labbro
in fuori e incrociando le braccia al petto. Una risata generale si
levò dalla cucina, mentre stringevo nuovamente la mia
piccola
tra le braccia. Che bambinone troppo cresciuto era!
-Sì,
piccolo
Emmett… lasciamo anche a te qualche biscotto…-
gli
assicurò con il sorriso, il capo posato sul mio petto.
Emm e Jake salirono
al piano
superiore con un sorriso più sereno, mentre Jasper, ancora
scosso e intristito, si venne a sedere vicino a noi.
-Preparo una
cioccolata calda da
gustare con i biscotti…- affermò Rosalie, forse
per avere
le mani impegnate in qualcosa e togliersi dall’imbarazzo
della
situazione.
-Ti do una mano- le
propose Bella, allontanandosi da me.
-Ehi,
principessa… non
prima di avermi dato un bacio…- mi lamentai. Lei si
voltò
con un gesto leggiadro e le sue labbra si posarono in modo attento e
delicato sulle mie, evitando la parte dolorante e facendomi fremere.
-Grazie, infermiera…- mormorai con un sorriso malizioso,
spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre
il
suo viso si colorì. Rose le lanciò
un’occhiata
divertita, poi venne raggiunta ai fornelli da Bella.
-Ti chiedo scusa
Edward; ma
quando stamattina a scuola ho intuito il perché ti fossi
accanito così su Crowley, mi sono sentito morire. Ero sicuro
che
non fosse successo niente di… sì,
insomma… di
irreparabile; ma mi sono sentito preso in giro da voi. Capisci? Era
proprio la sera in cui sono venuto in camera tua a parlarti e quindi ho
pensato… cavoli me lo poteva anche dire, visto che proprio
quella sera abbiamo instaurato un rapporto di amicizia più
profondo…- si giustificò. Sorrisi, ripensando
alla
ramanzina di quella sera.
-Bé
Jazz…
vedi… in tutta onestà, quando sei venuto da me a
minacciarmi di lasciare stare Bella, ti assicuro che quello successo
con Crowley era l’ultima cosa a cui stessi pensando! E se
vuoi
sapere il perché… bè, avevo appena
baciato tua
sorella!- gli rivelai.
-Cosaaaaa?-
urlò Rose,
voltandosi e guardandomi stupita. -Ma noi
pensavamo… che
voi due vi foste messi insieme al matrimonio!- continuò
Rosalie,
osservando Bella, che rideva divertita dalla sua espressione allibita.
-E’
vero!- si
affrettò a ribadire la mia ragazza. -Però quella
sera ci
siamo dati il nostro primo bacio! Vedi, Edward era stato molto
premuroso con me, dopo avermi riportata a casa… e mi aveva
accompagnata in camera, per mettermi il ghiaccio sulla guancia, per
evitare che si gonfiasse…- spiegò, ma si
interruppe
capendo di aver fatto una gaffe. Aveva detto troppo!
Il nostro sguardo
si posò
subito su Jasper, che in quel preciso istante aveva chiuso gli occhi,
stringeva forte i pugni e cercava di fare dei respiri profondi, per
calmarsi. Probabilmente si sentiva in colpa, tormentandosi per non
essere stato accanto a sua sorella nel momento del bisogno.
Gli battei una mano
sulla spalla in un gesto amichevole di conforto.
-Questo magari
evitiamo di
raccontarlo a papà stasera, ok, Bells? Della guancia
intendo…- le consigliò il fratello. Bella,
sorridente e
felice per la ritrovata complicità, gli diede un grosso e
schioccante bacio sulla guancia, facendolo gongolare.
-Dai
continua…voglio
sapere del bacio!- domandò curiosa Rosalie. Intanto il mio
sguardo cadde su mia sorella, ancora seduta nella stessa posizione di
quando era entrata in cucina, con la stessa espressione
concentrata sul pavimento di casa Swan. Avrei indagato molto presto sul
perché del suo atteggiamento, che non mi convinceva per
niente…
-Bè…
Rose…
mentre lui cercava di tenermi il ghiaccio sulla guancia, io non
riuscivo a stare ferma, perché era troppo
freddo…- io non
riuscii a trattenermi e ridacchiai al ricordo dei suoi buffi e dolci
lamenti da bambina capricciosa.
-Tu, Edward Cullen!
Non osare
nemmeno ridere di me dopo le scenate che hai fatto prima, quando ti
stavo disinfettando il labbro!- mi sgridò…
abbassai il
capo mesto, come un bambino preso in castagna!
-Ora, se hai finito
di
sghignazzare, posso continuare?- mi chiese e io annuii, estremamente
curioso di sentire la sua versione dei fatti di quella sera…
-Bene…
insomma… non stavo ferma e lui mi ha inchiodato con un
bacio, in
poche parole! E poi il vostro arrivo ci ha interrotto…
così il nostro cavalier servente è stato tanto
gentile da
scappar via senza dirmi una parola! E nemmeno quando siete andati a
letto, si è fatto rivedere… anzi mi ha passato un
bigliettino sotto la porta per spiegarmi cosa avrei dovuto riferire a
Jasper di quella sera!- mi accusò. Certo che detta
così,
non sembrava avessi fatto tanto una bella figura! Jasper mi
guardò divertito, ridendo sguaiatamente e mi sentii in
completo
imbarazzo; così cercai di difendermi come meglio potevo,
ristabilendo un minimo la verità dei fatti.
-E certo!
Perché secondo
te sarei dovuto tornare indietro e confessarti che quel bacio era stato
il più bello della mia vita… ma che non avremmo
mai
potuto replicare, perché il pitbull qui vicino a me, che ora
mi
sta prendendo in giro a più non posso (ma che ti assicuro,
quella sera invece era stato molto serio e minaccioso), mi aveva
ordinato di starti a metri di distanza… e che se veramente
ti
volevo, avrei dovuto prima dimostrare di essere cambiato! Come minimo
avresti aperto la finestra di camera tua e mi ci avresti spinto di
sotto! Voi Swan fate veramente paura quando volete!- e scoppiammo tutti
a ridere.
-Oddio ma siete
stati romantici,
però!- esclamò Rosalie; poi, come se avesse avuto
un’illuminazione aggiunse: -Ecco perché il giorno
dopo,
spesso diventavi tutta rossa! Perché ripensavi al bacio con
Edward!- e scoppiò ancora a ridere. Perfetto! Eravamo
diventati
la barzelletta della famiglia!
-Ok, ora
sì che mi posso
sotterrare dalla vergogna! Grazie Rosalie, tu sì che mi
capisci!- si lagnò Bella, esagerando la sua lamentela.
-Ah… e
non è
finita!- aggiunsi io. -Il giorno del matrimonio, al mattino, mentre io
e lei eravamo intenti a lavare le tazze, avrei tanto voluto confessarle
che non ritenevo il nostro bacio come tutti gli altri, anzi!
Per
me era stato speciale, e avrei desiderato farglielo sapere! Invece la
signorina qui presente, senza neanche darmi il tempo di fiatare, si era
messa a farfugliare tutto un monologo assurdo! Blaterando di come per
lei non fosse successo niente, di come avesse bevuto quella sera (anche
se io sapevo benissimo che non lo aveva fatto, perché non
l’avevo persa d’occhio neanche un attimo)- rivelai,
vedendo
come Bella fosse sorpresa da quella mia confessione; -e sul fatto che
fosse consapevole che a me piaceva baciare le ragazze… e che
avendo visto io un’occasione, da bravo dongiovanni, non me la
ero
lasciata scappare! Figuratevi come ci sono rimasto io, incapace di dire
mezza parola, perché naturalmente finito tutto quel bel
discorso, in cui praticamente mi aveva confessato che mi vedeva come un
maniaco pervertito e in cui mi aveva fatto capire che per lei era stato
uno sbaglio, mi ha lasciato al lavello come un povero
deficiente!- mi lamentai, raccontando tutta la nostra storia.
Gli
altri ormai, compresi Jake ed Emmett che ci avevano raggiunti nel
frattempo, se la ridevano di gusto e Bella, sorridente mi si
avvicinò.
-Povero il mio
cucciolotto… ti avevo dato ingiustamente del maniaco!
Chissà come mi era venuta in mente
quell’assurdità!
Io proprio non me lo spiego!- mi canzonò, accarezzandomi i
capelli come si liscia il pelo ad un cane a cui si fanno le coccole.
Questo era troppo!
La presi per i
fianchi e la
attirai a me, facendole fare un casquè mozzafiato e
guardandola
negli occhi le sussurrai: -Ora te lo faccio vedere io come hanno fatto
a venirti in mente certe assurde idee, piccola sfrontata!- e la baciai
appassionatamente, forzando le sue labbra serrate con la mia lingua.
Lei rispose immediatamente al mio affronto, schiudendo la bocca e
lasciandomi invadere quella dolce cavità. Subito le nostre
lingue si intrecciarono, in un gioco malizioso.
-Ok, basta basta!
In cucina ci
dobbiamo mangiare, per favore, contenetevi!- ci gridò
Jasper,
mentre tutti continuavano a ridere.
-Ehi, mi hai rubato
la battuta!- si lagnò Emm.
Avevano ragione
purtroppo… non era il momento, quello! La sollevai e la feci
sedere in braccio a me; poi iniziammo a goderci la merenda.
Lanciai di nuovo uno sguardo a mia sorella e poi non riuscii
più
a trattenermi; era uno strazio vederla così addolorata.
-Ehi Alice, si
può sapere
cos’hai? Mi sembri strana…- le chiesi. Tutti
alzarono gli
occhi su di lei, tranne Jasper che continuava a inzuppare i suoi
biscotti nella cioccolata.
-E’…
che… mi
sento in colpa per quello che è successo a scuola, Edward.
Se
non fossi arrivata con quel viscido di Tyler, non avresti mai fatto a
botte con lui!- mi confessò, piena di vergogna. La mia
piccola,
dolce sorellina! Come al solito si preoccupava per gli altri e si dava
colpe che non aveva proprio!
-Alice, non
è colpa
tua… tu non potevi saperlo- cercai di rassicurarla; ma un
“Ah” di dissenso, proveniente da Jasper ci fece
voltare
verso di lui. Accidenti, ora erano cavoli amari! Sarebbe scoppiata la
terza guerra mondiale… Avevo visto lo sguardo furioso di
Jasper
quando si era accorto della presenza di Alice abbracciata a Crowley in
mensa… e ora quel suo intervento piccato, non era sfuggito a
nessuno, men che meno a mia sorella.
Alice
posò il suo sguardo
infuocato su di lui e Jasper non abbassò il suo, anzi lo
sostenne con altrettanta durezza. Ci fu un silenzio di tomba, nessuno
respirava e tutti eravamo in attesa che la bomba scoppiasse da un
momento all’altro.
Cercai di
interrompere quel momento, per spezzare la tensione che si era creata.
-Dai Alice, non
potevi sapere…- ma mia sorella mi interruppe.
-No, no,
Edward… lascia
parlare Jasper… visto che, a quanto pare, la pensa molto
diversamente. Sentiamo cos’ha da dire il “signor
perfettino” che non combina mai casini!- esclamò,
sarcasticamente.
-Ah, io farei
sempre casini? E
tu? Tu invece “Miss so tutto io e comando tutti a
bacchetta” non ne fai mai casini? Infatti… guarda
un
po’ oggi! Se non ti fossi comportata come una…- ma
venne
interrotto dalle urla furiose di Alice.
-Non ti azzardare
nemmeno a dire
quella parola, rivolgendoti a me! Brutto stronzo che non sei altro! Io
mi sono sempre comportata bene…- urlò, ma di
nuovo prese
la parola Jasper, sovrastando la sua voce ormai distorta dalla rabbia.
-Eh sì
infatti… ti
comporti talmente bene che quando sei arrivata a scuola hai accettato
di uscire con Mike Newton, un altro noto viscidone, per la cronaca! E
poi, nemmeno qualche ora più tardi, arrivi abbracciata a
quel
porco di Crowley! Cos’è, domani vuoi chiuderti in
qualche
bagno con Eric… se vuoi ti faccio entrare nello spogliatoio
dell’intera squadra di basket, così li trovi tutti
lì in un colpo solo e ti risparmi la fatica di fare avanti
indietro ogni sera con uno diverso!- le inveì, offendendola
pesantemente.
Vidi Bella e
Rosalie sbiancare e
aprire la bocca meravigliate da quello che aveva appena pronunciato
Jasper. Stavolta aveva proprio esagerato e io non avevo nessuna
intenzione di fargliela passare liscia. Ma un’occhiata di
Alice
mi bloccò; fissai mia sorella, ma il suo sguardo era
ritornato
impassibile. Senza dire una parola uscì dalla cucina.
Ci guardammo tutti
quanti
attoniti e imbarazzati, mentre Jasper ritornò a sedersi e
riprese a inzuppare i biscotti nella cioccolata ormai fredda, come se
niente fosse. Mi veniva voglia di prenderlo a schiaffi, per il male e
le crudeltà che aveva appena rivolto alla mia sorellina! Era
la
prima volta che non vedevo Alice replicare ad un’accusa del
genere… non si era mai fatta mettere i piedi in testa da
nessuno, e anche Emmett ora guardava Jazz dispiaciuto e arrabbiato per
le parole dure che aveva sentito e che sapeva soprattutto che Alice
non meritava.
Bella mi
guardò
angosciata, e poi diede un’occhiata veloce oltre la porta a
cui
si accedeva alla lavanderia. Immediatamente un sorriso da cospiratrice
aleggiò sul suo viso e si avvicinò a me,
prendendomi per
un braccio e trascinandomi lontano da Jasper. Ero confuso, non capivo
cosa stesse accadendo; infine mi sussurrò: -Aspetta e
vedrai…-. Dopo qualche secondo vidi rientrare Alice, che con
uno
scatto fulmineo si portò alle spalle di Jasper e gli
rovesciò addosso un intero secchio d’acqua.
Dall’urlo poderoso di Jasper e dai pochi schizzi che
arrivarono
fino a noi, potevo dedurre che si trattava di acqua veramente gelata!
E brava la mia
sorellina!
Scoppiammo tutti a ridere, mentre Jasper furioso fissava mia sorella,
che aveva un’espressione impassibile.
Poi, come in una
scena al
rallentatore, gli si avvicinò piano, attenta a non
scivolare sull’infida umidità del pavimento; e con
uno
sguardo che, se avesse potuto, ero convinto lo avrebbe ucciso, gli
sibilò: -Attento a te! Non darmi mai più della
sgualdrina, Jasper! Che sia la prima e ultima volta, perché
so
diventare spietata se voglio… e non ti conviene avermi come
nemica! Io, nella mia vita, mi sono sempre comportata con
onestà
e dignità; non ho niente da recriminarmi… cosa
che non
posso dire di te! Tu non sai niente di me! Io ho sofferto molto
perché il mio ex mi ha tradito… nel modo
più
ignobile che ci possa essere! Inoltre, da ubriaco, mi ha quasi
violentata, fermandosi per fortuna in tempo, prima che succedesse
l’irreparabile… -Alle parole di mia sorella vidi
Jasper
irrigidirsi sempre più… impallidendo e iniziando
a
tremare all’ultima frase di Alice; immaginai che quella
rivelazione lo avesse sconvolto…
-Quindi, scusami
tanto se non
sono riuscita subito a lasciarmi andare con te! Oh il povero Jasper
è stato ferito! Povero, povero! Non sei l’unico ad
essere
devastato dalle ingiustizie della vita!- sibilò Alice.
Jasper
chinò lo sguardo colmo di vergogna, indurendo le labbra in
una
smorfia di intenso dolore e serrando i pugni. Se lo conoscevo bene, in
quel momento si stava odiando con ogni fibra del proprio essere.
Mi dispiaceva per
Alice, anche
lei stava soffrendo in quegli istanti, ripercorrendo uno dei ricordi
più strazianti della sua esistenza… ma ero
convinto che
le avrebbe fatto bene togliersi quel macigno anche con
Jasper…
era giusto che anche lui fosse a conoscenza del doloroso passato della
mia folletta, dato che le aveva impedito per lungo tempo di fidarsi
delle persone…
-Poi, dopo il modo
in cui ti sei
comportato, come una cretina ho continuato a giustificarti…
a
pensare che tu stessi soffrendo! E come una povera stupida mi sono
sentita anche in colpa! Ora, invece, penso proprio di aver conosciuto
il vero Jasper, quello capace solo di calpestare i sentimenti degli
altri, pur di salvaguardare i suoi. Ma non ti preoccupare…
d’ora in poi mi guarderò bene anche solo dal
salutarti.
Pensavo veramente che tu fossi un’altra persona…
devo
proprio farti un applauso perché eri quasi riuscito a
ingannarmi, ma è bastato poco per smascherarti. Ah,
un’ultima doverosa precisazione! Io non ho mai accettato di
uscire con Mike Newton! Lui me l’ha chiesto e io gli ho
risposto
che non mi sembrava il caso; se poi con voi si è vantato del
contrario, non preoccuparti che domani sistemo anche lui!
Quel
verme di Tyler, invece, l’ho incontrato fuori in corridoio
prima
di entrare in mensa e mi ha abbracciata senza che avessi neanche il
tempo di rendermi conto di cosa stesse facendo! Ma mi sembrava
maleducato mandarlo via senza una buona ragione, quindi un
po’ ho
scherzato con lui… poi, quando ho visto che si prendeva un
po’ troppa confidenza, con le buone gli stavo solo spiegando
di
mettere giù le zampe prima che gliele rompessi…
in quel
momento è intervenuto Edward, e così mi sono
stizzita
perché non riuscivo a capire il suo comportamento esagerato
e
fuori luogo. Questo te lo sto dicendo non perché siano
affari
tuoi… ma per farti capire come si può facilmente
fraintendere una situazione all’apparenza molto
semplice…
cosa invece che non è successa a me, quando, la sera della
festa, ti ho visto sul lettino con la Stanley! Eh già,
c’era poco da fraintendere in quel caso… era
chiaro a
tutti quello che stavate facendo! E tutto questo dopo avermi dichiarato
il tuo amore! Eh sì, proprio un grande, puro amore! Per la
prima
volta in vita mia, devo ringraziare Josh per avermi fatto soffrire
così tanto! Sì, perché ho imparato
dagli errori
commessi… almeno adesso non sono caduta nella tua vile
trappola,
fidandomi di te! Mi fai letteralmente schifo!- e detto questo, ad un
Jasper che mano a mano che Alice parlava, diventava sempre
più
devastato, se ne andò di sopra, seguita da Bella e Rosalie.
Emmett, invece, si
riscosse dal
torpore in cui eravamo caduti tutti, e corse in lavanderia a prendere
l’occorrente per asciugare il pavimento disastrato.
Jake ed io, invece,
fissavamo
Jasper che si era appoggiato al ripiano della cucina completamente
sconvolto dalle rivelazioni, ma soprattutto dall’odio, di mia
sorella.
Ormai qualsiasi
speranza di
riconciliazione era andata in frantumi, e potevo percepire la
frustrazione e il dolore di Jasper. Se il giorno prima pensavo che la
settimana sarebbe stata dura, ora mi sembrava un’enorme
montagna
insormontabile e insuperabile. Come avremmo fatto a gestire il dolore
di entrambi? E soprattutto come avrebbe reagito Jasper, a questa
ulteriore situazione? Ero veramente preoccupato per loro.
-Vado a farmi una
doccia calda e
a cambiarmi. Non so se scenderò per cena, lo dite voi a Esme
e a
papà?- ci chiese.
-No, Jasper, noi
non diremo
niente perché tu scenderai con noi a cena. E lo farai per
sostenere tua sorella con tuo padre, stasera, mettendo da parte per un
momento il tuo dolore… mi sembra che di casini ne hai
già
fatti abbastanza! Te l’ho già detto prima che hai
un
caratteraccio e se ora sei in questa situazione devi solo
ringraziare la tua linguaccia. Anche se Alice avesse accettato
l’invito di Mike, non meritava quelle parole… e tu
lo sai
benissimo. Non puoi farti gestire la vita dalla rabbia e dalla gelosia-
lo rimproverò duramente Jacob. Ero basito soprattutto per il
fatto che Jasper acconsentì a cenare con noi e non
inveì
con il suo amico per quello che gli aveva appena detto.
Appena rimasti
soli, aiutammo
Emmett a pulire e poi decidemmo di fare una partita alla Wii, intanto
le ragazze ne avrebbero avuto per un bel po’ da parlare.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 49
Pov
Alice
Ero
meravigliata… e
disgustata! Ma come?! Ora tutti lo difendevano? Cos’era, una
congiura? O un orrendo incubo? Non potevo crederci! Ancora una volta
tradita da quelle che ritenevo essere le mie migliori amiche, quasi
sorelle! Ma quando avrei imparato a non fidarmi più di
nessuno?
Quando avrei imparato la lezione?
-Mpf! Come ho fatto a pensare di fidarmi di voi?! False! Ipocrite! Era
logico che vi sareste schierate dalla sua parte! Mi fate schifo!-
sputai fuori, avvelenata come non mai.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Cap. 49
Buongiorno!
Ecco una nuova settimana!
Ancora due giorni e saremo a dicembre! Come siete messe a regali di
Natale?
Noi ancora in alto mare ma siamo già pronte per addobbare
tutta la casa e per fare l'albero!
Ehhhh siamo delle patite delle decorazioni e in particolar modo di
quelle natalizie!
Bene chiudiamo la parentesi e concentriamoci sul capitolo!
Con piacere abbiamo visto che non tutte vorrebbero far fuori il nostro
Jazz. Grazie!
Con il capitolo scorso ha davvero toccato il fondo e vedrete che se
n'è reso perfettamente conto e prenderà una
sofferta decisione... ma di questo ne parleremo più avanti.
Questo capitolo è dedicato al nostro piccolo folletto e ai
suoi sentimenti.
BUONA LETTURA! P.S.: GRAZIE MILLE A
TUTTE COLORO CHE CI SEGUONO! VI LOVVIAMO INFINITAMENTE!
Moni68: ciao
Moni! Siamo contente di essere riuscite ad emozionarti! Per quanto
riguarda Jasper, devi capire che innanzitutto loro sono gemelli e
quindi hanno un legame molto particolare, che si è
consolidato
ancora di più con la morte della mamma. Quindi Jasper
è
iper protettivo con Bella, anche perchè è sempre
stata
una ragazza un po' insicura e debole. Ora la vede cambiata in meglio,
come gli aveva già detto durante la loro passeggiata. Sente
che
si può appoggiare a lei se ha bisogno perchè con
Edward
lei sta maturando e si sta rinforzando a livello caratteriale. Ma
purtroppo le abitudini sono dure a morire e il sapere che la sua
sorellina ha subito una cosa del genere e non si è confidata
con
lui, specialmente con quello che hanno condiviso nella passeggiata del
giorno precedente, lo ha ferito molto. In più mettici che,
non
sapendo niente, alla festa si è comportato da amicone con
Crowley, diventa una questione gigantesca e che gli fa montare una
rabbia assurda. Hai ragione anche quando dici che ti confideresti prima
col tuo ragazzo che con gli amici e parenti, ma considera che quando
è successo Bella ed Edward non stavano affatto insieme! Dai
su!
Cerca di perdonare il nostro Jasper! E' un po' testone ma in fondo
è molto buono... solo geloso e possessivo. Un bacio e grazie
mille di esserci sempre! Ti lovviamo tanto e adoriamo i tuoi commenti!
Forse anche per la nostra vicinanza di età!
Giada
is owned by Edward: ciao
tesoruccio! Ti prego non vogliamo che diventi triste! Vedrai che ci
saranno anche molti capitoli allegri, che riusciranno a farti
sorridere. Fai così, visto che sei indecisa, tu non ti
schierare
nè con Alice nè con Jasper! Proprio come fanno
gli altri
della famiglia, e vedrai che prima o poi i due testoni rinsaviranno!
Grazie e a presto!
P.S.: per la fiction non c'è problema, mandaci pure una mail
e noi ti risponderemo!
vanderbit:
ciao
more! Bravissima! Hai capito perfettamente la reazione di Jasper! Siamo
contente che ti sia piaciuto anche il racconto di Edward e Bella. E'
bello secondo noi rivangare gli episodi passati che sono piaciuti
particolarmente e poi comunque serviva qualcosa per allentare un po' la
tensione tra uno scontro e l'altro! Ora ti lascio al chappy
così
scoprirai cosa fa arrabbiare ancora Alice! Un bacio e grazie!
love93:
ciao
tesoro! Sì, effettivamente la situazione è un po'
sfuggita di mano e siamo felici che tu abbia capito la reazione di
entrambi. Non ti preoccupare che un modo per risolvere lo troveremo.
Ricorda sempre: noi facciamo i casini e noi li disfiamo! Hihihi! Un
bacio e grazie!
marilenacappucci:
ciao
moreeee! Grazie mille è anche uno dei nostri preferiti!
Purtroppo Jasper ha dato fiato alla bocca esclusivamente facendosi
guidare da sentimenti di gelosia e frustrazione per tutta la
situazione. Quindi dovevamo punirlo in qualche modo in modo
che
non si mettessero in mezzo i fratelli e la questione non degenerasse
ancora di più, e il modo migliore ci è sembrata
la
secchiata di acqua gelata! Per quanto riguarda la storia possiamo solo
dirti che è ancora lunghissima (anche se non sappiamo
esattamente quanto), perchè le cose che dovranno succedere
sono
ancora tantissime! Fai conto che sono solo ad ottobre e
dovrà
passare l'intero anno scolastico e poi ci sarà il seguito
con
loro all'università. Naturalmente ci saranno punti in cui
faremo
dei salti temporali, ma per adesso le cose procedono a rilento
perchè dobbiamo sistemare prima tutti quanti.
Speriamo di non perderti come lettrice nel frattempo! Baci e grazie
ancora!
giova71:
ciao
gio! hai ragione stavolta Jasper ha esagerato! Jacob è stato
un
grande, ma Bella lo ha chiamato apposta perchè è
l'unico
che sa come prendere quel testone di suo fratello! Non ti preoccupare,
ricordati sempre che noi siamo buone! Baci e grazie!
Lalayasha:
ciao
tesoruccio nostro! Bravissima hai proprio centrato il punto! Bella,
nonostante le rassicurazioni di Jake e di Edward quella sera, lei si
sente in colpa per aver provocato Tyler e se ne vergogna ancora. Lo
vedrai meglio in questo chappy! Comunque Jasper ha esagerato in tutti i
sensi, ma vedrai che finalmente ha capito di aver toccato veramente il
fondo stavolta! Bacioni e grazie!
Nerak:
ciao
Karen! Hai proprio ragione: l'orgoglio è una brutta bestia e
purtroppo Jasper ed Alice ci dovranno fare i conti nei prossimi
capitoli! In questo chappy ci sarà esclusivamente un pov
Alice
che vi farà capire meglio cosa passa per la testa
alla
nostra folletta e non ti preoccupare che i malintesi verranno chiariti.
Basta liti! Un bacio e grazie mille! Alla prossima!
Ginna3:
ciao
tesoro! Bella è una furbona e sapendo già dove
poteva
portare la loro discussione ha subito chiamato l'unica persona che
sapeva poteva far ragionare il suo fratellone irascibile! Purtroppo
Jasper ha dato fiato alla bocca seza pensare (ti meravigli? Con gli
uomini succede sempre!XD!) e dovrà fare i conti
con le
conseguenze! Ora basta litigi! Vedrai che da qui in poi le cose piano
piano miglioreranno, anche se a piccoli passi! Diciamo che ora hanno
toccato il fondo! Hai detto giusto: gli unici tranquilli sono Emm e
Rose... per ora! Baci e grazie!
vampirettafolle:
ciao
tesoro! Stavolta non potevamo far reagire la nostra piccola folletta
come si deve... avevamo già lasciato correre alla festa,
prima
colo bacio e poi con la Stanley, ora basta! Jasper purtroppo,
nonostante i buoni propositi di stare un po lontano da Alice e poi
successivamente di chiarire, non ce la proprio fatta e si è
lasciato trascinare da rabbia, gelosia e frustrazione, aprendo la bocca
a sproposito. Per il chiarimento purtroppo c'è ancora tempo!
Ma
abbi fiducia in noi! Grazie e a presto!
Ed4e:
ciao
tesoro! Noi vi avevamo avvertito che jasper avrebbe fatto parecchi
danni! Non ti preoccupare per le ragazze e leggi il capitolo con
serenità... non siamo così sadiche e cattive da
far
allontanare tutti! Baci e grazie!
KatyCullen:
nooooo!!!
Katy resisti! Non puoi morire! Non possiamo anticiparti niente, ma ti
chiediamo solo di fidarti di noi! Ci dispiace non sentirti per un po',
ma non ti preoccupare noi saremo qui ad aspettarti! Un bacio e grazie!
barbara_f:
mamma
mia, Barbara, ci fa proprio arrossire! I tuoi complimenti ci fanno un
piacere enorme, visto il modo sublime in cui scrivi e in cui riesci a
trasmettere i sentimenti! Grazie e un bacione!
ladym15:
ciao
tesoro! Grazie mille, siamo felici che ti sia piaciuto così
tanto! ora finalmente puoi buttarti sul prossimo! Un bacio e grazie
ancora!
Alba97:
ciao
carissima! No, non puoi spaccargli la faccia e devi solo aspettare che
le cose si risollevino... diciamo chìon questo episodio
Jasper
ha toccato il fondo, ora devi lavorare per aggiustare le cose! Baci e a
presto!
ari_divina baby_thebest_95:
ciao
e benvenuta! Siamo felicissime che la nostra storia ti piaccia e
speriamo che continuerai a seguirci. Ora qualche piccola informazione:
siamo due autrici (IsaMarie e sara_cullen); postiamo sempre il
lunedì e il giovedì; la storia si
svolgerà per
tutto l'ultimo anno scolastico dei nostri protagonisti, quindi
sarà ancora lunghissima; ci sarà poi il seguito
che li
accompagnerà durante l'università. Ci sembra di
averti
detto tutto, se vorrai altri chiarimenti chiedi e ti sarà
dato!
Bacioni e grazie mille!
Aleuname:
ciao
tesoro nostro! Non c'è bisogno che ti scusi per il ritardo,
questo è un periodo incasinato anche per noi e con
l'avvicinarsi
del Natale, sarà ancora peggio! Lo sappiamo che Jasper ha
fatto
un vero proprio scivolone, ma vedrai che si farà perdonare.
Ora
goditi il nuovo chappy! Un bacione grande grande!
yara89: ciao
tesoro e non preoccuaprti mai di essere in ritardo! Siamo veramente
felici che il capitolo ti sia sembrato così realistico e che
ti
siano piaciute le varie reazioni. Sei una delle poche che ha
compreso la sfuriata di Jasper verso la sorella e ne siamo felici
perchè evidentemente la pensiamo allo stesso modo. Per il
modo
in cui ha trattato Alice, invece, posso solo dirti che Jasper stavolta
ha veramente toccato il fondo e se ne è reso pienamente
conto!
Grazie ancora per tutti i complimenti e ora goditi il nuovo chappy!
Baci!
CAPITOLO
49
Indifferenza
totale!
Pov
Alice
Dio, ero incazzata nera,
furibonda!!
Ma passo dopo
passo, mentre mi
dirigevo in camera mia, la maschera di sicurezza che avevo dimostrato
di possedere mentre sputavo fuori tutta la verità
a
Jasper, andava via via scomparendo, lasciandomi afflitta e delusa, ma
soprattutto arrabbiata.
Mi sentivo
veramente ferita
nell’intimo da quelle parole dure, offensive e inutilmente
cattive… io non meritavo un trattamento del genere, in
particolar modo dal ragazzo che pensavo mi amasse
profondamente…
quanto mi ero sbagliata, su di lui!
Quanto ero stata
stupida a
credere così ciecamente a una bugia così palese
come il
suo falso amore per me? Come una cretina, mi ero ostinata a
giustificare il suo ignobile comportamento come una normale conseguenza
a quello che lui pensava fosse un mio rifiuto… ma in
realtà ogni volta che lo giustificavo infierivo su me
stessa!
Avevo creduto che tutte le sue reazioni fossero state dettate
unicamente dall’immensa sofferenza che non riusciva a gestire
e
invece… il tutto si era rivelato solo una squallida
questione di
orgoglio ferito per lui…
Maledizione! Io ero
un’oca
qualunque, una sciacquetta che si era permessa di rifiutare il grande
Jasper Swan… e questo fatto gli doveva bruciare talmente
tanto
da far emergere il vero Jasper, quello vendicativo, offensivo
e…
stronzo!
Brava Alice! Ti sei
fatta
proprio abbindolare bene!, mi rimproverai tra me e me. Che stupida! E
io che credevo, durante il nostro ballo al matrimonio, di aver capito
chi fosse Jasper veramente, di aver compreso la sua natura in
profondità… e, come una deficiente, mi ero
sentita felice
e lusingata dal fatto di essere stata l’unica ad aver avuto
accesso al suo cuore e alla sua anima…
Ero così
esaltata…
mi sembrava di aver scoperto un preziosissimo e introvabile tesoro
nascosto… invece…
Falso! Bugiardo!
Ipocrita!
No! Nessuno
conosceva in
realtà Jasper, scommetto che neanche lui stesso sapeva
esattamente cosa si celava dentro di sé!
Quando finalmente
entrai in
camera e mi voltai per chiudere la porta, per rifugiarmi lì,
isolarmi dal mondo e sfogare in privato la mia rabbia, mi accorsi che
non ero sola: entrambe le mie più care amiche
(macchè,
amiche… erano sorelle!) mi avevano seguita per tentare di
recarmi un po’ di conforto come solo loro potevano fare. Il
mio
primissimo impulso fu quello di cacciarle via, per fortuna mi bloccai
in tempo: in realtà io avevo bisogno di loro due, avevo
bisogno
della loro presenza.
Perciò
feci uno sforzo e
sorrisi per far capire loro quanto mi facesse piacere averle vicine in
quel momento di rabbia dolorosa… infine spalancai la porta,
come
un muto invito ad entrare e andai a buttarmi a gambe incrociate sul mio
letto, mentre sofferenza, furia e delusione continuavano a
investirmi in egual misura, ad ondate alterne. Sentivo un
dolore
talmente grande da dover piangere, ma in verità non ci
riuscivo,
perché ero troppo furibonda per farlo: il mio cuore si era
trasformato in una pietra ghiacciata, e le mie lacrime erano diventate
di gelido marmo. Mi era impossibile potermi sfogare, in quel
momento…
Dopo aver chiuso la
porta, Rose
e Bella mi raggiunsero e si misero sedute di fronte a me. Continuavano
a fissarmi senza avere il coraggio di proferire parola… non
riuscivo a comprendere quali sentimenti riuscissero a vedere in me,
quali emozioni potessero leggere nel mio volto. Poi però
Bella
fece un sospiro profondo e prese coraggio.
-Alice…
credimi: non
pensava veramente quello che gli è uscito da quella
boccaccia!
Ne sono certa!- mormorò, convinta. La guardai in maniera
truce,
fulminandola.
Il soggetto del
nostro discorso
(psicologicamente disturbato, a mio avviso) era
inequivocabile…
stava sul serio parlando in quel modo di suo fratello?! Ma come?!
L’aveva sempre accusato… e ora? Proprio ora si
metteva a
difenderlo? Eh no! Questa volta quell’idiota aveva davvero
passato il limite! Il suo caro fratellino aveva esagerato…
era
imperdonabile!
-Mi dispiace Bella
che tu la
pensi così, perché la mia opinione diverge
totalmente
dalla tua… e niente e nessuno potrà cercare di
indorarmi
la pillola stavolta… mi dispiace, ma è finito il
tempo
della Alice disponibile e comprensiva! E la cosa che mi fa
più
male è che mi sono resa conto che lui quelle cose le pensa
veramente! Ho chiaramente visto i suoi occhi infuriati, mentre mi
sputava addosso quelle perfide accuse, ed erano arrabbiati e sinceri!-
esclamai, incredibilmente livida.
-No, Alice. Capisco
che ora tu
sia accecata dalla rabbia… ma anch’io conosco
Jasper molto
bene e potrei mettere la mano sul fuoco per lui! Sono sicura che le
ragioni, se le vogliamo chiamare così, che l’hanno
portato
a pronunciare quelle stupide parole, non hanno niente a che fare con
quello che pensa veramente… ma sono state dettate da ben
altro!-
cercò di rassicurarmi Rosalie.
Ero
meravigliata… e
disgustata! Ma come?! Ora tutti lo difendevano? Cos’era, una
congiura? O un orrendo incubo? Non potevo crederci! Ancora una volta
tradita da quelle che ritenevo essere le mie migliori amiche,
quasi sorelle! Ma quando avrei imparato a non fidarmi più di
nessuno? Quando avrei imparato la lezione?
-Mpf! Come ho fatto
a pensare di
fidarmi di voi?! False! Ipocrite! Era logico che vi sareste schierate
dalla sua parte! Mi fate schifo!- sputai fuori, avvelenata come non
mai. Lo sguardo addolorato e ferito disegnato sul volto di Bella, mi
fece pentire immediatamente delle mie parole. Che stupida sei, Alice!
Non avrei neanche
dovuto pensarla una cattiveria del genere, figuriamoci pronunciarla ad
alta voce…
Bella mi aveva
dimostrato
più volte con parole sincere e fatti concreti quanto tenesse
a
me… ma in quel momento ero confusa, arrabbiata,
delusa… e
non ero nemmeno più consapevole delle ignobili
malvagità
che uscivano dalla mia stupida bocca. Prima che lei potesse replicare,
vedendo i suoi occhi dolci farsi sempre più lucidi,
intervenni
almeno per cercare di salvare la nostra situazione.
-Scusami Bella! E
scusami anche
tu, Rose! Non so nemmeno più io cosa sto dicendo…
è che… ho il cuore talmente sminuzzato in tanti
piccoli
pezzetti che non riesco neanche più a ragionare con
lucidità, e sparo solamente enormi cavolate! Scusatemi
ancora,
vi prego! Vi voglio bene come sorelle!- spiegai, sincera, sperando che
capissero le mie reali motivazioni.
Un sorriso
accennato
increspò le labbra di entrambe che mi abbracciarono
contemporaneamente. Lacrime di sollievo fluirono copiose dai loro
occhi, mentre i miei restavano asciutti… comunque
anch’io
ero commossa e sollevata: avevo temuto di aver incrinato il nostro
stupendo rapporto!
Quando ci staccammo
dall’abbraccio, un guizzo di furbizia balenò negli
occhi di Rosalie.
-Allora vediamo un
po’… tu affermi che le cattiverie su di noi le hai
dette
in un attimo di rabbia, giusto?- mi chiese. Annuii convinta.
-Certo che
sì, Rose! Come puoi pensare che io ci creda veramente?!- mi
stupii.
-Bene…
però nel
momento in cui le hai pronunciate, non l’hai fatto per
ferirci
davvero… ma solamente perché in quel momento, e
sottolineo solo in quel preciso istante in cui sono uscite dalla tua
bocca, ci credevi veramente…- continuò nel suo
ragionamento. Cercai di rassicurarle subito.
-Sì, ma
nel momento in
cui sono uscite dalla bocca mi sono resa conto dell’enorme
errore
che avevo fatto, e ho cercato di rimediare immediatamente…-
mi
giustificai. Il sorriso di Rosalie si accentuò ancora di
più e ora anche quello di Bella, si era trasformato in un
ghigno
di compiacimento. Chissà perché avevo
l’impressione
che mi stessero per fregare…
-E se invece di
lasciarti
parlare per rimediare, dopo aver visto i nostri visi delusi, io e Bella
ce ne fossimo andate lasciandoti lì come una cretina, come
hai
fatto tu con Jasper? Ci avresti rincorso per tutta la casa oppure
saresti rimasta talmente basita dalla cavolata che avevi appena fatto
da non riuscire a muovere un muscolo?- mi domandò.
Lo sapevo che mi
stavano fregando! Ma non era la stessa cosa… almeno
credevo…
-Mah…
sinceramente non
so, probabilmente vi sarei corsa dietro… no…
forse,
più probabilmente, sarei rimasta ammutolita,
perché
ferita da me stessa per avervi buttato addosso tutte quelle accuse
cattive e ingiuste… ma non capisco dove vuoi arrivare
Rosalie!
Quando sono tornata in cucina con il secchio, lui non mi sembrava
così dispiaciuto per quello che mi aveva detto…
anzi… stava di nuovo mangiando la sua preziosa cioccolata!-
replicai. Con la coda dell’occhio notai Rose inalberarsi.
-Sei proprio sicura
che non sia
la stessa cosa?!- sbottò lei. -E se dopo averti lasciata qui
da
sola, io e Bella fossimo ritornate da te arrabbiate… e dopo
averti lanciato una secchiata d’acqua (tra
parentesi sei
stata un mito, sorella, se la meritava proprio!), io e lei ti avessimo
confessato ogni cosa fatta per te, compresi alcuni fatti
importanti del nostro passato? Così importanti da farti
capire
che, forse, il nostro comportamento, ti aveva portata erroneamente a
pensare che non potessi fidarti di noi? E se poi ti avessimo lasciata
sola di nuovo? Pensaci un po’, Alice… tu hai
raccontato a
Jasper dei fatti della tua vita molto intimi e gravi, facendogli
chiaramente intendere che non l’avevi respinto
perché non
provavi niente per lui, ma perché non eri riuscita ad
aprirti… secondo me lui ha capito di aver fatto una grande
cazzata… si vedeva che, mentre parlavi, piano piano aveva
collegato tutto quanto. E ti assicuro che quelle cose te le ha dette
solo perché è geloso marcio di te!-
finì
soddisfatta la sua arringa confusionaria.
Dovevo ammettere
che fino a un
certo punto l’avevo seguita… poi mi ero persa, ma
avevo
chiaramente capito cosa intendesse… e come una stupida, mi
stavo
rendendo conto che anche se non volevo giustificare per
l’ennesima volta il comportamento assurdo di Jasper, in fondo
il
focherello della speranza non si era spento del tutto, anzi…
si
era un po’ ravvivato!
-Ok, credo di aver
capito cosa
intendi… ma ragazze… la delusione resta ed
è anche
molto forte…- confessai mesta e piuttosto amareggiata dalla
piega nefasta degli eventi. Bella mi accarezzò e mi sorrise,
cercando di confortarmi. Cercai di spiegare loro cosa provavo.
-Vedete dopo che
ieri, tu e
Jasper siete tornati dalla passeggiata a cavallo, ero sì
arrabbiata con lui perché non mi aveva dato modo di
spiegarmi e
per come mi aveva umiliata davanti a tutti… ma queste erano
le
emozioni più superficiali, quelle che potevano vedere tutti
quanti… nel mio profondo le sensazioni che invece mi
animavano
era ben diverse e più di tutte emergeva la speranza!
Sì… perché io speravo che lui mi
avesse capito, o
che comunque tra tutti lo aveste fatto ragionare… ho sperato
per
un bel po’ che capisse che i miei sentimenti per lui non
fossero
proprio di rifiuto e che quindi in qualche modo cercasse di rimediare
agli errori che aveva fatto sabato alla festa, cercando di nuovo un
dialogo con me. Cioè… sì
insomma… come una
stupida ragazzina innamorata sognavo mi corteggiasse un po’
per
farsi perdonare. E invece… oggi ho capito che non ha la
minima
intenzione di cercare un chiarimento, anzi… mi crede persino
una…- un incredibile groppo in gola mi impedì di
proferire quell’orrendo pensiero, ma nonostante tutto il mio
straziante dolore, i lacrimoni continuavano a non voler uscire; il mio
gelido imbarazzo venne interrotto da Bella.
-No! Alice! No, non
lo devi
pensare neanche per un minuto! Lui non crede veramente che tu sia una
leggera. Io gli ho parlato ieri, so ciò che
pensa… e come
non ho riferito a lui quello che tu mi hai confidato, farò
lo
stesso con te. Ma una cosa te la posso rivelare… se ieri non
pensava quelle cose di te, oggi non può aver cambiato idea
così radicalmente! E l’unica altra soluzione
è che
le abbia dette per rabbia, all’idea di vederti tra le braccia
di
un altro… per pura e semplice gelosia… lo
sappiamo tutti:
anche se è uno dei sentimenti più odiosi che ci
sia,
è anche uno di quelli che maggiormente ti annebbiano la
mente,
portandoti a dire o fare cose che non ti passerebbero neanche
lontanamente per l’anticamera del cervello!- mi
rivelò sincera e convinta.
-Sì…
tu
avrai ragione Bella; ma io non posso farci niente se ora mi sento
tradita e delusa dal ragazzo che credevo mi amasse!- dichiarai con
slancio. Cercò di replicare, ma capendo dove volesse andare
a
parare la anticipai. -Non dico che non mi ama… ma ti dico
solo
che ora come ora l’idea di parlargli e di vederlo mi ripugna
talmente tanto che mi viene la nausea… e quello che mi
spaventa
di più è che non mi sembra di aver sofferto
così
tanto neanche quando sono stata tradita da quel porco di Josh! Non so
come spiegarvi la situazione… ma le sofferenze che mi
procura
Jazz anche solo con un singolo atteggiamento, mi sembrano addirittura
amplificate rispetto a quelle del mio ex! E pensare che stamattina ero
così tentata di accettare l’invito di Mike Newton
solo per
provocare e vedere la reazione di Jasper… ma poi ho pensato
che
non potevo mettermi alla stessa stregua di come si comportano gli
uomini, buttandosi sulla prima che gli capita per sfogarsi, e
così ho rifiutato. Non so perché poi Mike si sia
vantato
con i ragazzi che io avessi accettato la sua proposta…-
spiegai,
sentendomi improvvisamente confusa dal comportamento di
quell’idiota che inconsapevolmente aveva dato inizio a quella
sfortunata sequela di eventi.
-Cosa gli hai detto
di preciso
quando lo hai rifiutato?- mi chiese Rose, assottigliando lo sguardo.
Notai che anche Bella si fece particolarmente attenta.
-Niente di
che… solo che
questo weekend avevo già un impegno con voi che non potevo
assolutamente rimandare… e lui mi ha risposto che non
c’era problema e che avremmo rimandato il tutto ad
un’altra
volta… io per evitare discussioni frustranti ho ribadito
“vedremo” e me ne sono andata. Tutto qui- spiegai,
molto
innocentemente. Non vedevo nulla di strano, ma le espressioni
contrariate di entrambe le mie sorelline mi allibirono.
-Tutto qui?!- mi
chiese Rose,
palesemente stupita. -Sei pazza? Mike Newton prende un rifiuto come
tale, solo se specifichi bene che non vuoi uscire con lui…
del
tipo: ‘brutto idiota, finiscila di ronzarmi attorno, io non
ti
sopporto!’. Questo è l’unico messaggio
che recepisce
quel neurone triste e solitario nel cervellino di quell'ameba! La
parola “vedremo” lui l’ha recepita come
un “ok
allora usciamo venerdì prossimo”! Hai capito ora
perché si è vantato che saresti usciti insieme?!-
mi
palesò, contrariata. Portai le mani alla bocca, sorpresa e
schifata.
-Ma… ma
io che ne sapevo
che quel cretino è tanto stupido da non capire quando una lo
sta
gentilmente liquidando?- tentai di difendermi.
-Ok, non lo sapevi;
ma stai
attenta: cerca di chiarire al più presto questa storia! Te
lo
consiglio, altrimenti tra due venerdì te lo
ritrovi
veramente giù dalla porta convinto di portarti fuori per un
appuntamento. E lascia da parte il tatto e la gentilezza quando rifiuti
un suo invito… non è un tipo che demorde
facilmente!- mi
ammonì, Bella.
-Tranquilla, un
calcio negli
stinchi dovrebbe essere sufficiente come messaggio anche per
lui… bè, facciamo due!- ghignò Rose.
Scoppiammo a
ridere tutte e tre e mi sentii subito un po’ più
tranquilla. Mi faceva proprio bene passare il mio tempo con loro.
-Un po’
meglio?- mi chiese Rosalie, intuendo i miei pensieri.
-Mmm… un
pizzichino!
Certo che parlare di altro aiuta a non pensare, quindi…
forza
distraetemi!- le invitai, facendole sorridere.
-Ok, avrei io
l’argomento giusto!- propose Rosalie.
-Alt! Sapere quanto
sono bravi a
letto i miei due fratelloni non mi aiuta per niente! Anzi mi fa
aumentare la nausea… alla mia curiosità
c’è
un limite!- la canzonai.
-Scema!- mi
insultò,
tirandomi uno schiaffetto sul braccio e facendo scoppiare a ridere
sonoramente anche Bella. -Non intendevo quello…
però lo
sai che… bé in effetti… lui
è…- la
interruppi subito con un’occhiataccia a metà tra
l’ammonitrice e lo schifato.
-Ahahah! Te
l’ho fatta! Ci
stavi cascando!- sbottò Rose, ridendo come una matta e
trascinando anche noi nel suo delirio. Sì, stavo decisamente
meglio!
-Dai su, scherzavo!
Non
temere… quello di cui vorrei parlare è una cosa
molto
più importante…- mormorò, diventando
improvvisamente triste e seria. -Bella… perché
non ci hai
raccontato niente di quello che ti era successo con quel verme schifoso
di Crowley? Non ti fidi di noi? Pensavi che in qualche modo ci saremmo
fatte scappare con Jazz o lo zio quello che ti era accaduto?
Sinceramente mi sento un po’ ferita da questa
cosa…- si
lamentò Rosalie.
In effetti,
anch’io avevo
subito pensato la stessa cosa, ma in fondo un po’ capivo il
comportamento di Bella. Io mi ero comportata nello stesso identico
modo, vivendo quei terribili istanti con quell’animale di
Josh…
La stavamo
guardando entrambe: aveva chinato la testa imbarazzata ed era
chiaramente arrossita, alle accuse di Rosalie.
-Scusatemi
ragazze…
è che io mi sentivo… in colpa per quello che era
successo… quella maledetta sera avevo fatto la cretina con
Tyler
solo per tentare di far ingelosire Edward… e poi la
situazione
mi è scappata di mano e… in fondo me la sono
andata a
cercare… e avevo paura che voi poteste giudicarmi una poco
di
buono…- sussurrò appena, assumendosi
irragionevolmente la
colpa di ciò che invece le aveva fatto quel porco schifoso.
Quella cosa mi fece uscire dai gangheri.
Rosalie nel
frattempo la stava accarezzando, comprensiva.
-Non so veramente
come una
ragazza intelligente e sensibile come te possa avere certi pensieri
stupidi e sconclusionati! Davvero, Bella… come puoi anche
solo
pensare che possano venirci in mente certe idee… ormai
dovresti
conoscerci… almeno me!- dichiarò, leggermente
alterata,
per la mancanza di fiducia in noi da parte di Bella.
-Grazie ragazze! E
poi comunque
non volevo che nessuno soffrisse di questa situazione o che si
preoccupasse in modo eccessivo di me, come fossi
un’ammalata… o peggio, che qualcuno di voi mi
compatisse.
Sai benissimo quanto odio essere al centro dell’ attenzione
generale! E se vi avessi raccontato una cosa del genere
senz’altro per i giorni seguenti, mi avreste chiesto ogni
cinque
minuti come stavo, o sbaglio?- ci chiese, con un chiaro cipiglio di chi
sapeva di avere ragione. Sorridemmo, comprensive; ma non avremmo potuto
fare diversamente, con una sorella...
-Certo, odi essere
al centro
dell’attenzione generale! Perché invece al centro
di
quella di Edward…- scherzò maliziosa Rosalie.
Bella
diventò di un buffo color pomodoro, scatenando le nostre
risate.
Ci voleva una sana risata per far scivolare via quella cappa di
tristezza che ci aveva avvolte! Rose era davvero una forza della
natura!
-E’ vero,
hai ragione,
Bella- affermai, riprendendo il discorso serio interrotto dalla battuta
di Rose. -Anche quando è successo a me, non me la
sono
sentita di raccontare niente a nessuno, proprio per evitare di far
preoccupare la mamma e i miei fratelloni; ma anche per non vedere
quello sguardo compassionevole nei loro occhi, quello con cui si guarda
una persona che ha subito qualcosa di così orrendo e
devastante!- la rassicurai. -Ma in realtà credo proprio che
il
fatto di non rivelare agli altri il nostro malessere, i nostri disagi,
sia una cosa sbagliatissima… non possiamo tenerci tutto
dentro!
Specialmente le cose orribili!- dichiarai con piglio deciso. Era vero:
anch’io mi ero comportata come Bella in passato, ma da quando
avevo aperto il mio cuore prima a Edward e poi a loro, stavo
decisamente meglio! Le ferite che ritenevo non dovessero guarire mai
più si stavano facendo via via più sopportabili.
Ovviamente il
grande dolore,
l’intensa umiliazione restavano… ma assumevano
sempre
più contorni sfumati. Avevo capito che confidarsi con gli
altri,
rivelare a chi ci vuole bene i nostri problemi, le nostre
difficoltà, non erano atteggiamenti di debolezza, ma il
contrario!
-Sentite ragazze,
facciamo
così… promettiamo ora, qui, in questa
stanza… che
qualsiasi cosa spiacevole o terribile ci succeda in futuro ne parleremo
sempre tra noi… e chi riceverà la confidenza non
giudicherà e non dovrà parlarne con nessuno,
nemmeno con
il proprio fidanzato, ok? Così non ci saranno più
fraintendimenti e saremo sicure di poterci sfogare e confidare con
qualcuno in cui riponiamo una totale fiducia, senza paura di essere
giudicate o compatite- ci spiegò Rosalie.
-Ok, prometto!-
dichiarò, Bella.
-Ok, prometto
anch’io!- mi aggiunsi e ci abbracciammo contente di esserci
chiarite.
-Scusa
Rose… solo le cose
spiacevoli? Non potremmo confidarci anche cose belle, emozionanti, che
ci riempiono di gioia?- chiese titubante Bella.
-E come no,
sorellina! Scherzi?!
Io non vedo l’ora di farmi raccontare da te un certo
evento… la mia prima volta ve l’ho già
confidata,
quindi la prossima sarai tu!- le rispose Rosalie con un ghigno
divertito. Scoppiammo tutte e tre a ridere, abbracciandoci
più
forte di prima.
Ero contenta per
loro due; e,
come Rosalie, anch’io credevo che le cose tra Bella e Edward
fossero destinate ad evolversi in fretta! Questo pensiero
però
mi fece intristire parecchio.
Non che fossi
gelosa della loro
felicità, ma insomma… chissà quando io
avrei
potuto esserlo ancora, con un uomo al mio fianco, un uomo che mi amava,
un uomo stupendo e passionale come avrebbe potuto essere lui…
No, Alice! Non
pensare a lui in quel modo! E’ finita!
-Ehm…
ragazze… vi
prego, non offendetevi… ma ora vorrei stare un pochino da
sola… ho bisogno di riflettere un po’. Quando
è
pronta la cena mi chiamate, ok?- chiesi, visibilmente in imbarazzo
perché le stavo cacciando fuori dalla camera. Ma loro, da
vere
sorelle, mi sorrisero comprensive e uscirono, dopo avermi entrambe
baciato affettuosamente. Erano le migliori sorelle di questo mondo!
Sospirai e mi stesi
un po’
sul letto, stanca e amareggiata sia dal comportamento che dalle
terribili parole di Jasper, che malauguratamente continuavano a
risuonarmi nella testa.
Maledizione, solo a
pensare al
nome di quello strafottente ragazzo mi saliva una rabbia furiosa!
Chissà se Rose e Bella avevano ragione…?
Mi rigirai sul
letto, ripensando
alle loro parole… chissà se le loro erano tutte
ipotesi
campate in aria o se avevano almeno un fondo di
verità…?
Dopo
un’attenta
riflessione, decisi di credere alle parole di Rose e Bella, almeno in
parte. Mi serviva un rapido punto della situazione.
Bene…
Jasper forse… mi amava ed era solo geloso? Possibile?
Perfetto! Se fosse
risultato tutto vero… allora avrebbe sofferto, come
d’altronde continuavo a soffrire io!
Gli avrei mostrato
la mia
qualità più spietata: l’indifferenza
totale!
Indifferenza che gli avrei riservato nei prossimi giorni…
Lo so, era un
ragionamento
infantile, ma volevo rendergli pan per focaccia! Nessun uomo avrebbe
fatto mai più soffrire impunemente Mary Alice Cullen!!
ANTEPRIMA CAPITOLO 50
-Stai facendo il
bravo con lei,
vero Edward?- continuò lui, perforandomi con lo sguardo;
altro
che smetterla! Evidentemente era molto interessato
all’andamento
della faccenda!
-Certo, certo, Jake… anzi… dovrei chiamarla
‘professor Black’! Proprio per questa sua ritrosia
nell’affrontare l’argomento mi auguro che abbia
terminato
le sue particolari lezioni con l’allieva Swan…-
bofonchiai
a mo’ di rimprovero.
-Ehi, stoppati subito, amico! Io… io non le ho detto proprio
nulla! E’ vero, lei ha cercato di… ehm…
estorcermi
qualche dritta sull’argomento, ma ti giuro… non le
ho
detto niente di che, davvero! Solo che il sesso è una cosa
naturale e giusta tra due persone che si amano… e che non
deve
temere di essere inadeguata… ma deve cercare di essere
sempre se
stessa! D’altronde è anche per questo che ti sei
innamorato di lei, vero?- ammiccò, in un cinico tentativo di
indorarmi la pillola.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
Capitolo 51 *** Cap. 50: L'unione fa la forza! ***
Cap. 50
Ciao
ragazze!
Siamo contente che lo scorso chappy vi sia piaciuto.
In questo tornerà un po' di allegria e spensieratezza, anche
perchè non se ne può più di liti!
Vorremmo chiedere cortesemente a voi che lasciate un commento, se nella
prossima recensione potete specificare come preferite che vi
rispondiamo. Noi poi ci faremo un elenco di coloro a cui risponderemo
all'inizio capitolo come sempre o con il nuovo metodo.
Per noi è indifferente, quindi non vi fate alcuno scrupolo a
richiedere ciò che preferite. L'unica precisazione, per chi
ancora non fosse tanto pratico, è che, con il nuovo metodo,
avreste la possibilità di avere quasi subito la risposta,
quindi prima della pubblicazione del capitolo.
Ringraziamo come sempre tutte le lettrici e siamo felicissime
perchè le persone che ci hanno inserito tra le
seguite
hanno superato quota 300!!!!!!
Ancora non possiamo crederci! Quando abbiamo iniziato quest'avventura,
proprio non ci aspettavamo un seguito così numeroso, e
questo non può fare altro che inorgoglirci e spingerci a
continuare con la stessa costanza di sempre e a cercare di dare sempre
il meglio!
Dopo questa lunghissima e noiosa premessa, vi lasciamo alle recensioni
e poi al chappy! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Ed4e: ciao!
Hai visto che non siamo state cattive? Non potevamo mica far litigare
tutti! Ora ci sarà già la cena con Charlie, in
cui gli
dovranno rivelare tutto, se si mettono anche a litigare tra loto guai!
Si devono sostenere! Questo capitolo sarà un po'
più
allegrotto, giusto per risollevare un po' gli animi! Bacioni e a presto!
yara89:
ciao
tesoro! Contente che ti sia piaciuto. Abbiamo pensato che, nonostante
la giusta reazione di Alice alle parole di Jasper, qualcuno
però
dovesse farla ragionare, giusto per farle capire che la gelosia fa fare
cavolate. Eh sì, l'indifferenza è anche peggio
dell'odio
e se ne accorgerà anche Jasper! Grazie e un bacio!
P.S.: ma non aggiorni più? Ti prego che ho troppa voglia di
leggere come proseguono entrambe le tue storie, specialmente quella del
disastro aereo!
Nerak:
ciao
tesoruccio nostro! lo sappiamo che spesso prima di parlare bisognerebbe
contare anche fino a cento, se c'è bisogno, ma non sempre ci
si
riesce, specialmente quando si è guidati da certe
sensazioni,
come rabbia e gelosia. Questo chappy sarà un goccino
più
leggero! Un bacione e a presto!
love93: ciao
carissima! Grazie ebn contente che tutti i capitoli siano sempre di tuo
gradimento. Questo capitolo sarà un po' più
allegro,
giusto per stemperare la tensione dei precedenti chappy, anche
perchè dal prossimo inizierà la cena! Comunque
nel
prossimo ci sarà un pov jasper, anche perchè ci
sembrava
giusto farvi sapere come ha preso lui tutte le rivelazioni di Alice e
la sua sfuriata!
ladym15:
ciao
tesoro! Hai ragione... fidati di noi, che siamo due romanticone! Per il
piccante di Edward e Bella dovrai aspettare ancora un pochino
perchè ci sarà altro a cui pensare! Poi lo vedrai
da te!
Un bacione! Grazie e a presto!
vanderbit: ciao
tesoruccio! Non ti preoccupare in questo chappy ci sarà di
nuovo
il tuo Eddy e vedrai che lo irriteranno un po'! Wow, lo sai che sei
l'unica che si è schierata dalla parte di Jazz?
Però in difesa di Alice dobbiamo dirti che Alice
ora
è convinta che Jasper non l'abbia mai amata e che la sua sia
stata semplice attrazione e che abbia reagito così solo per
orgoglio perchè lei lo ha rifiutato. Bella e
Rosalie hanno
cercato di farlr capire che non è così, ma il
dubbio le
rimane comunque! Che vuoi... è de coccio! Grazie e goditi
questo
chappy un po' più allegro.
P.S.: anche il mio albero è due metri e ti
assicuro che non
ha più uno spazietto libero! Sara poi è talmente
fissata
che il primo dicembre non ha più resistito e ha
già fatto
l'albero! Ahahah!
Ginna3:
ciao!
Dai siamo state brave! Abbiamo subito fatto capire a quella testona che
stava sbagliando! Questo capitolo sarà un po' più
allegro, giusto per stemperare il malumore e la tensione degli scorsi.
Nel prossimo poi iniziarà la cena, ma prima ci
sarà il
pov Jasper, giusto per farvi sapere come lui ha preso la sfuriata e le
nuove informazioni su Alice!
Lalayasha:
ciao
Ross! Sì Rose è stata veramente furba e subito
pronta a
cogliere la palla al balzo! Purtroppo anche se Alice vorrebbe crederle
con tutto il cuore, purtroppo ha sofferto tanto e ora la paura di
illudersi nuovamente è più forte della speranza.
più avanti vedremo se cambierà qualcosa! Hihihi!
Bacioni
e grazie infinite!
Moni68:
ciao
Moni! Allora, questa è l'ultima volta che ti rispondiamo a
inizio capitolo, d'ora in poi useremo il nuovo metodo. Speriamo
vivamente di farti piacere. Hai ragione per quanto riguarda il fatto
che di solito Bella ed Edward sono gli ultimi a mettersi insieme. Ma
siccome noi li adoriamo troppo, non ce la facevamo a tenerli ancora
separati e così li abbiamo fatti mettere insieme per primi.
In
effetti la storia tra Alice e Jasper non era stata programmata affatto
così, ma poi man mano che scrivevamo, il nostro Jasper ci
piaceva sempre di più e abbiamo cercato di rendere la loro
situazione il più interessante possibile, proprio per fare
appassionare anche altre lettrici che non lo hanno mai tenuto in grande
considerazione. E dobbiamo dire che ci siamo riuscite e di questo siamo
felici. Poi, comunque di solito per movimentare le storie, nascono
litigi e incomprensioni, però dato che a noi, non piace
molto
far litigare i nostri piccioncini preferiti (perlomeno non tanto
spesso), abbiamo dovuto concentrarci su altri! In questo chappy, non ti
preoccupare che ci sono i tuoi preferiti... in questo e nei prossimi,
che narreranno della famosa cena! Ti diciamo solo che se ne vedranno
delle belle! Te lo abbiamo mai detto che adoriamo i tuoi commenti?
Ebbene sì, soprattutto perchè ci poni spesso
domande e
quesiti, o come in questo caso, fai delle constatazioni che ci
permettono di spiegarti sempre qualcosa in più che dalla
narrazione non traspare. Speriamo di non annoiarti con le nostre
spiegazioni, perchè ci fa molto piacere renderti partecipe.
Un
bacione scusa tanto il monologo. Grazie!
giova71:
ciao
ragazza! Eh sì, Alice ha deciso di non considerarlo
più!
Si vedrà cosa succederà. In questo chappy,
invece, torna
un po' di sano divertimento e di allegria. Non se ne poteva
più
di liti e musi lunghi! Un bacio e a presto!
marilenacappucci:
ciao
tesoro! Grazie mille di voler continuare a seguirci! Non potevi
renderci più felici con le tue parole! Hai ragione... Jasper
non
si sta comportando da persona matura, ma vedrai che si
rifarà!
Te lo promettiamo! Ora ti lasciamo a questo chappy! Speriamo di
riuscire a divertirti un po? Un bacio grande e a presto!
Giada
is owned by Edward: ciao
tesoruccio! Hai proprio ragione su Jazz e Alice: dovrebbero mettere da
parte l'orgoglio e chiarirsi! Comunque siamo contente che ti sia
piaciuta la complicità tra le ragazze! Vedrai che tra tutti
riusciranno prima o poi a sistemare le cose! Per la prima volta tra
Edward e bella, purtroppo c'è ancora tempo! Ma vedrai che
Edward
inizierà a pensarci già da questo chappy! Ora
rillassati
e leggi il nuovo chappy, che speriamo ti diverta un po! Baci e a
presto! Grazieeee!!!
KatyCullen:
ciao
carissima! Siamo felici che tu sia riuscita a leggere il chappy prima
dei trasbordi! Che palle i traslochi! Io ne ho fatti due e spero di non
doverne fare più in vita mia! Per quanto riguarda Alice hai
proprio ragione! Ora si è arrabbiata, ma soprattutto
è
delusa e la farà scontare al nostro Jazz! Baci e a
risentirci
presto, speriamo! Più che altro per te, perchè
vorrebbe
dire che hai finito col trasloco!
CAPITOLO 50
L'unione
fa la forza!
Pov Edward
Io,
Jake e mio fratello, dopo aver asciugato e risistemato la cucina dal
disastro d’acqua creato da Alice, ci eravamo messi in salone;
la
proposta di Emm era stata quella di metterci a giocare con la Wii
mentre le ragazze erano andate a parlare in camera di mia sorella.
Tutti noi eravamo
dispiaciuti
per i casini sempre più complicati tra Alice e
Jazz…
accidenti a loro, che cocciuti! Come poteva andare sempre peggio tra di
loro?
Avevo visto
l’intensa
sofferenza unita ad una furia disperata che avevano stravolto il viso
di mia sorella, e in qualche modo ero sollevato dal fatto che Bella e
Rose avessero seguito Alice per starle vicino in quel momento.
Era abbastanza
positivo anche il
fatto che Jasper fosse finalmente venuto a conoscenza del doloroso
passato di Alice… avevo notato il suo strazio aumentare man
mano
che mia sorella si addentrava nel suo terribile racconto…
-Basta! Dobbiamo
fare
qualcosa…- bofonchiò Jacob, distraendomi dai miei
mesti
pensieri; aveva lo sguardo perso nel vuoto e il telecomando della Wii
tenuto con una posa svogliata. Eravamo seduti sul divano, tutti e tre
con i telecomandi in mano, ma con poca voglia di giocare.
-Sono
d’accordo!-
annuì Emm, con uno strano cipiglio serioso che gli incupiva
il
volto. -Stanno soffrendo tutti e due come cani, dobbiamo aiutarli!-
affermò con decisione, battendo sonoramente un pugno sul
tavolino del salotto.
Io e Jake lo
guardammo incuriositi, sobbalzando per il suo gesto improvviso.
-Credo che entrambi
siano
arrivati al limite… non è umanamente possibile
sopportare
ancora a lungo un dolore così straziante… non
è
possibile!- continuò con voce commossa, chinando il capo,
rivelandoci il suo pensiero.
Jake lo
osservò allibito,
meravigliandosi per le sue parole profonde. Io invece non ero troppo
stupito dall’atteggiamento così sensibile e maturo
del mio
fratellone: in realtà tutti conoscevano benissimo il suo
lato
scherzoso e giocherellone… ma sotto sotto Emmett, nei
momenti
veramente importanti della vita, sapeva trasformarsi in una persona
dolcissima, estremamente protettiva con chi amava e solida e affidabile
come una roccia. E io ammiravo moltissimo questo suo lato, che lo
rendeva ai miei occhi molto più uomo e meno ragazzo.
Certo
che… avremmo potuto fare qualcosa di concreto per
loro… tutti noi, insieme…
-Bè,
ragazzi…
l’unione fa la forza…- mormorai meditabondo,
interrompendo
il pesante silenzio calato su di noi.
-Che intendi?- mi
chiesero in coro.
-Ecco…
non so se Bella mi
ha contagiato con la sua ‘cupidite’…
ma…
pensavo che noi siamo un bel gruppo affiatato… e dopo aver
lasciato sbollire la rabbia alla mia sorellina, tutti insieme potremmo
cercare di escogitare qualcosa per aiutare quei due testoni…
sì insomma… potremmo organizzare un piano per
farli
parlare senza sbranarsi, in modo civile…- proposi.
-Sì,
almeno potremmo
provarci… ne parlerò anche a Leah…
chissà… potrebbe funzionare davvero!-
approvò
Jake, interessato.
-Grande Edward!
Dammi il cinque,
fratellino!- Emm, travolgente come un ciclone, si alzò dal
divano e si avvicinò a me con la mano aperta, per darmi la
sua
fisica approvazione.
-Hai già
qualche idea?- chiese Jake.
-Mmm…
nulla di
definito… ma credo che dovremmo usare un metodo
coercitivo… con le buone o le cattive, dovranno chiarirsi
prima
o poi…- riflettei ad alta voce.
-E bravo il nostro
Ed! Ti
funziona il cervellino, eh? Si vede che la castità e
l’astinenza ti fanno bene! Ah ah!- in un lampo era tornato il
solito Emmett; rise della sua battuta e mi circondò con un
abbraccio stritolatore, degno di un boa.
-Coff…
coff… smettila… mi… soffo…
chi…- mi lamentai, facendolo sghignazzare.
-Considerami pronto
per la
missione… soldato Emm agli ordini, mio capitano!-
terminò
quel ragazzone troppo cresciuto di mio fratello, portandosi una mano
sull’attenti e liberandomi dalle sue possenti braccia.
-Piano, piano,
Emm… prima
di agire da soli bisogna coinvolgere le ragazze…-
affermò
Jake con mezzo sorriso, mentre io cercavo di riprendermi dallo
strangolante affetto dell’orso Cullen.
-Povera Rose! Sei
talmente
delicato, tu! Spero che quella povera ragazza non rischi serie
contusioni quando sei travolto dalla passione!- ghignai, prendendomi
gioco di lui.
-Ehi,
ehi… non scherzare!
Guarda che la mia Rosalie è la cosa più
importante e
preziosa di questo mondo per me! Non sarò tanto delicato con
te,
tesoruccio, ma ti assicuro che con lei sono la tenerezza in persona!-
precisò con il broncio, incrociando le braccia al petto.
-Tu piuttosto,
virgineo
fiorellino… raccontaci: a che punto siete arrivati tu e
Bella?-
domandò alzando un sopracciglio, con tono inquisitorio.
Cavoli,
mai provocare quella montagna di Emm sul sesso… ti rendeva
sempre pan per focaccia!
-Ehi, smettetela
subito voi due!
Non voglio sentire nessuna sconcezza sulla mia
‘sorellina’!- gridò Jacob, fingendosi
schifato
dall’argomento; ma in realtà aveva lo sguardo
attento.
Sapevo che lui e Bella avevano toccato da poco quello scottante
argomento… non potevo lasciarmi sfuggire quella ghiotta
occasione per dargli una tirata d’orecchi!
-Stai facendo il
bravo con lei,
vero Edward?- continuò lui, perforandomi con lo sguardo;
altro
che smetterla! Evidentemente era molto interessato
all’andamento
della faccenda!
-Certo, certo,
Jake…
anzi… dovrei chiamarla ‘professor
Black’! Proprio
per questa sua ritrosia nell’affrontare l’argomento
mi
auguro che abbia terminato le sue particolari lezioni con
l’allieva Swan…- bofonchiai a mo’ di
rimprovero.
-Ehi, stoppati
subito, amico!
Io… io non le ho detto proprio nulla! E’ vero, lei
ha
cercato di… ehm… estorcermi qualche dritta
sull’argomento, ma ti giuro… non le detto niente
di che,
davvero! Solo che il sesso è una cosa naturale e giusta tra
due
persone che si amano… e che non deve temere di essere
inadeguata… ma deve cercare di essere sempre se stessa!
D’altronde è anche per questo che ti sei
innamorato di
lei, vero?- ammiccò, in un cinico tentativo di indorarmi la
pillola.
Certo che era
così! Ero
rimasto incantato da Bella: una creatura colma di
spontaneità,
dolcissima e solare… incredibilmente bella e
sensuale…
una dea!
-Ok,
Jake… ti credo!- lo
rassicurai con mezzo sorriso; non che temessi da lui chissà
quali rivelazioni, ma comunque mi rilassai dopo aver ascoltato la sua
spiegazione.
-Eh, eh, eh! Allora
è
stata brava, eh Ed? Si applica l’allieva?-
s’intromise quel
demente decerebrato di Emmett. Ma poteva essere più
deficiente?!
-Emmett!!
Finiscila!- ringhiai,
fortemente irritato dalla sua coglionaggine. Altro che
maturità!
L’aveva esaurita per quella giornata!
-D’accordo,
d’accordo… come sei suscettibile, però!
Comunque,
caro Jake, secondo me il nostro Edduccio bello non fa esattamente il
bravo bambino… ehi! A proposito di pargoletti,
fratellino… lo sai che dovete stare attenti, eh? Mi
piacerebbe
un sacco diventare lo zietto Emm, ma tra qualche anno…
adesso
sono troppo giovane!- intervenne con un sorriso sornione, facendo
sogghignare anche Jake.
Dio, che
rompipalle!
-Ah. Ah. Ah. Pensa
per te,
invece! A me andrebbe bene diventare lo zietto Edward, anche
subito… basta che la creatura prenda tutto da
Rose…-
sghignazzai.
-Ah ah! Tranquillo,
fratello!
Quello lo spero anch’io! Ma noi siamo molto
prudenti…
praticamente siamo in una botte di ferro! E voi due?-.
-Non. Sono. Cazzi.
Tuoi…-
affermai tranquillo, allungando le braccia sullo schienale del divano,
mostrandomi indifferente alle sue sfacciate provocazioni. In
realtà mi giravano parecchio.
-E dai, Edward!
Sappiamo che
forse non l’avete ancora fatto… mica vogliamo i
particolari sconci! Solo sapere fino a dove siete arrivati…
dai,
diccelo!- si lamentò Emmett. Uffa, che noiosi!
-Ribadisco: che
cazzo ve ne
frega?- sibilai irritato. Non avrei mai detto una parola a quei due
idioti, nemmeno sotto tortura! Quei momenti magnifici dovevano
appartenere solamente a me e alla mia stupenda dea!
-Almeno confermaci
che non
l’avete ancora fatto…- insistette quel
delicatissimo
elefante di mio fratello. Altro che tenerezza in persona! Era un
caterpillar!
-No, ancora
no… ma non vi dirò una parola di più!-
mormorai a denti stretti.
-Cosa hai in mente
di fare per
la vostra prima volta, Edward? Organizzi qualcosa, vero? La porti da
qualche parte?- mi chiese Jake. Annuii.
-Decisamente
sì…- risposi.
-Bè…
io e
Leah… insomma… la nostra prima volta…
è
stata al tramonto, sulla spiaggia… a La Push…
davvero
indimenticabile!- mi rivelò Jacob con un gran sorriso.
-Figo!-
esclamò Emmett.
-Bè… voi lo sapete… io e
Rose… nella casa
al mare… inaspettato, ma travolgente!-.
-Sì,
sì… lo
sappiamo tutti, campione! L’avete fatto quasi in diretta!-
scherzò il nostro amico, facendoci scoppiare dalle risate.
-Ah, ah! Che matti,
eh? E da
quella volta non riusciamo più a smettere!-
precisò
l’orso, tutto trionfante. Già, quello si era
capito!
-Sei un grande,
Emm! E lo fate ogni giorno, eh?- volle sapere Jake.
-Puoi dirlo forte!
E tu, amico?-. E che era tutto quello scambio di confidenze?! Sbuffai,
infastidito.
-Chiedimi piuttosto
quante volte al giorno!- gli rispose.
-Sei un dio,
giuro!- ghignò mio fratello.
Sospirai,
estraniandomi dai loro discorsi da maniaci.
Era da un
po’ che ci
pensavo, ma ancora non avevo deciso nulla in particolare…
sapevo
solo che la nostra prima volta avrebbe dovuto essere romantica,
speciale, perfetta…
Avrei fatto di
tutto per la mia stellina… anche creare dal nulla un
paradiso apposta per noi…
Sì,
solamente il paradiso avrebbe potuto essere l’unico luogo
degno del mio angelo!
-Ehilà,
verginello! A che giochiamo? Ti va un giro a ping-pong?-
domandò Emmett.
-Ok, ci sto!
Preparatevi a morire!- esclamai.
Pov Bella
Io e Rose stavamo
scendendo al
pianterreno, come ci aveva richiesto Alice, rispettando il suo momento
di personale riflessione; immediatamente fummo investite dalle grida
goliardiche dei ragazzi che stavano giocando nel salone.
Ci scambiammo
un’occhiata complice, scuotendo il capo: che bambinoni, i
maschi!
In fondo alla
scalinata mi
voltai verso di loro e gli smeraldi vividi di Edward mi incatenarono in
un gioco di sguardi di una brillante intensità. Ero
incantata,
rapita… com’era possibile che
quell’angelo perfetto
mi dimostrasse un’ammirazione così totalizzante da
rasentare la devozione?
Con un paio di
rapide falcate
colmò la distanza che ci separava e mi circondò
con il
suo forte e caldo abbraccio. Mmm… come sapeva di buono il
suo
profumo!
-La mia
stella… mi sei
mancata…- mormorò al mio orecchio, regalandomi
una
scarica di brividi che da quel punto si propagarono lungo tutta la
schiena; poi, tutto ad un tratto, sentii il mio viso sollevarsi e
percepii la sua sensuale bocca sulla mia.
Con delicatezza
iniziò a
mordicchiarmi il labbro inferiore, una eccitante richiesta di
approfondire il bacio. La mia razionalità mi rendeva
evidente
che a pochi passi da noi, in cucina, c’era sua madre che si
apprestava a preparare la cena; ma il mio corpo sminuì ogni
segnale di allerta e si lasciò trasportare da quella bocca
così peccaminosa…
-Ehm…
ehm…
ragazzi…- tossicchiò Emmett; subito puntai le
mani sul
largo e muscoloso petto di Edward per staccarmi da lui, riportata alla
brusca realtà dal vocione di Emm.
-Mmm…
zitto!-
mugugnò il mio angelo, continuando ad occuparsi della mia
bocca
e intensificando la sua presa su di me; quel gesto mi donò
ulteriori scariche di pura elettricità… adoravo
provocargli quelle travolgenti reazioni!
-Guarda che chiamo
Charlie in
centrale per denunciare il reato di atti osceni nel suo salotto!- rise
lui. Le sue parole mi fecero spaventare e mi irrigidii di colpo.
Edward, consapevole del mio repentino cambio d’umore, con
riluttanza si staccò dalle mie labbra.
-Siamo stati
imprudenti…
c’è tua madre di là,
tesoro…- mormorai con
il respiro ancora affannato per il bacio mozzafiato.
-Tranquilla,
amore…
l’ho appena sentita andare in lavanderia, non è
ancora
rientrata- mi spiegò con un sorriso rassicurante e una
gentile
carezza sulla guancia. Subito dopo sentimmo la porta della cucina
aprirsi con un tonfo e ci allontanammo di scatto.
-Ragazzi, vi va un
arrosto per
cena?- ci chiese Esme con un gran sorriso, apparendo in salone con un
grazioso completo color panna che le metteva in risalto la delicata
carnagione.
-Certo
ma’! Però ci
fai anche le patate al forno, vero?- domandò con gli
occhioni da
cucciolo affamato il mio ragazzo.
-Mmm, sembra buono!
Ti do una
mano, Esme- affermai andandole incontro. Io mi ero immediatamente
impegnata con lei in cucina… mi piaceva da morire questa
nostra
femminile complicità tra i fornelli, nel preparare i pasti
per
tutta la famiglia! Perciò spesso, ogni volta che potevo, la
aiutavo molto volentieri.
Rosalie, invece, si
era
dileguata da qualche parte con Emmett… chissà a
fare
cosa… quei due avrebbero dovuto stare un po’
più
attenti! Altrimenti temevo che si sarebbero fatti scoprire presto,
focosi ed imprudenti com’erano…
Edward e Jacob
continuarono a
giocare a ping-pong con la Wii e li sentivo litigare come due
bambinetti. Scossi la testa, sorridendo all’ennesimo
“Ho
vinto io!” cantilenato di Edward… peggio di due
bambini
piccoli!
Mi faceva piacere
ascoltare i
finti battibecchi e gli sfottò tra quei due, erano molto
divertenti; ma pensare che a quelle allegre e spensierate voci mancava
quella del mio fratellone, mi provocò un’ondata di
triste
amarezza.
Ripensai allo sfogo
di Alice di
poco prima… e la cosa che più mi preoccupava era
che non
l’avevo vista versare neanche una lacrima…
E purtroppo questo
particolare
in Alice, non era per niente positivo… poteva benissimo
voler
dire che il dolore stava lasciando il posto
all’odio… per
carità, è anche possibile che odio e amore siano
sentimenti legati inscindibilmente… due diverse facce della
stessa medaglia… ma dopo le dure parole di mio fratello e la
reazione di Alice, avevo seri dubbi che le cose tra loro si sarebbero
potute sistemare, perlomeno in tempi brevi! Sarebbe stato molto
difficile anche solo convivere con loro sotto lo stesso tetto,
figuriamoci cercare una riconciliazione.
Esme si accorse
subito del mio
umore cupo, ma le fui grata del fatto, che, a parte farmelo notare con
un tono dispiaciuto, non mi chiese niente, rispettando la mia privacy.
Di nuovo la voglia di confidarmi con lei si fece prepotente…
ma
non potevo assolutamente… non potevo raccontarle i
sentimenti
più intimi di Alice e Jasper quando io ed Edward eravamo i
primi
a nascondere la nostra relazione…
Accidenti! Questa
situazione
stava veramente iniziando a farmi soffrire: odiavo nascondere le cose,
raccontare bugie, usare continuamente subdoli sotterfugi…
non
era nella mia natura e mi faceva sentire terribilmente in colpa,
soprattutto verso mio padre…
-Buonasera alle mie
splendide
donne!- sentimmo esclamare dalla voce stanca ma felice di mio padre,
che si avvicinò a baciare Esme e poi me. Gli sorrisi e
continuai
a preparare l’insalata come se niente fosse, anche se il mio
cuore prese a martellarmi furioso nel petto, per la paura di quello che
gli avremmo raccontato di lì a poco…
-Ciao, caro-
ricambiò il
saluto Esme. -Hai una faccia contenta, è successo qualcosa
di
bello?- gli chiese curiosa. Mi voltai anch’io ed
effettivamente
la sua espressione era quasi gongolante. Chissà
perché…
-Niente di
che… ve ne
parlerò a cena… ora vado a farmi una doccia
calda: oggi
il tempo è stato proprio inclemente e mi sento
l’umidità fin dentro le ossa- si
lamentò.
-Papà…
non
è il tempo, è la vecchiaia!- lo derisi. Mi
piaceva
prenderlo in giro, faceva sempre delle facce buffissime. Infatti
strabuzzò gli occhi, fintamente irritato.
-Ehi tu,
signorinella! Io non
sono vecchio! Sono ancora nel pieno delle forze e la signora Swan qui
presente te lo può confermare, vero amore?-
domandò,
abbracciandola da dietro e baciandole il collo, riferendosi
chiaramente alla loro attività sessuale. Un risolino
divertito
uscì dalla bocca di Esme.
-Per favore! Ci
sono ancora dei
minorenni!- sbottai indicando me stessa. -Io vado di là,
tanto
qui ho finito e pensare a voi due in certe… vabbè
lasciamo perdere che mi passa la voglia di mangiare!- esclamai,
fingendo un conato di vomito; Esme scoppiò a
ridere,
mentre mio padre rimase attonito; ma, mentre mi dirigevo in salone, si
riprese e mi urlò dietro: -Guarda che siamo ancora
troppo
giovani per guardarci solo negli occhi e tenerci per mano!- e
lo
sentii ridere forte.
Entrai in salone
scuotendo la testa, ridendo.
-Che
c’è di
così divertente?- chiesero curiosi in coro, Edward e Jacob.
Li
guardai basita… sì, sì proprio gemelli
siamesi!
-Niente…
è che di
là i coniugi Swan sono ancora in luna di miele e io stavo
sfottendo un po’ mio padre, rendendogli noto che a una certa
età intrattenersi in determinate attività non
è
salutare!- affermai; Jacob scoppiò a ridere, mentre Edward
sbiancò.
-Ma che schifo!
Quella è
mia madre! E le mamme non fanno certe cose!- esclamò;
nauseato
dalle immagini che probabilmente vorticavano nella sua testa.
-Guarda che ti ho
sentito, sai!
E sei veramente bigotto per avere solo diciott’anni,
lasciatelo
dire, ragazzo mio!- gli urlò Esme dalla cucina.
-Infatti,
concordo…- si
intromise mio padre che stava attraversando il salone per andare al
piano superiore. -…e se le mamme certe cose non le
fanno…
mi spieghi come fate a nascere voi figli?- e alzò le
sopracciglia ridendo.
-Lasciamo perdere
che è
meglio… vi dico solo: limitatevi! Almeno in nostra
presenza!- lo
redarguì Edward, con un cipiglio strano, ma ancora
concentrato
sulla partita.
-Oh Jacob ci sei
anche tu? Come
mai?- chiese, subito sospettoso mio padre. Effettivamente in settimana
quando l’officina era aperta, difficilmente lo si vedeva per
casa
a quest’ora.
Deglutii, di nuovo
nervosa al pensiero della cena.
-Avevo poco lavoro,
così
con questo tempaccio ho chiuso prima e sono venuto a fare una partita
con i ragazzi; poi mi hanno chiesto di restare a cena e visto che
continuano a tessere le lodi della cucina di Esme, ho deciso di
provarla…- spiegò con studiata
tranquillità il mio
amico. Sorrisi, per la sicurezza e l’indifferenza con cui
aveva
trovato quella scusa. Certo che tra il mio migliore amico e il mio
ragazzo, non avrei saputo a chi assegnare l’Oscar!
-Mmm…
sarà…
ma di solito ti chiamano quando devi calmarmi… e visto che
qualcuno mi deve spiegare cosa ha combinato oggi a scuola, mi sa che
sento puzza di bruciato!- ci rivelò mio padre, lasciandoci
tutti
attoniti. Poi scoppiò a ridere.
-Ragazzi sono
ispettore capo e
sono in polizia praticamente da quando sono nato… credete
veramente di fregarmi? Ah ah ah! Poveri pivelli illusi!- e detto
questo, ci lasciò come tre cretini con la bocca spalancata e
andò di sopra.
-Tuo padre, quando
vuole, sa
essere veramente inquietante…- mormorò Jacob,
quasi
impaurito che anche dal piano superiore potesse sentirci.
-Forza dai, che
tocca a me
giocare! Spostatevi e guardate il maestro in azione!-
esclamò
Emmett, spuntando da chissà dove. Dopo qualche minuto
ricomparve
anche Rosalie.
-Ma dove vi eravate
cacciati?- le sussurrai.
-Eravamo nella
jeep…- mi rispose, maliziosa. La guardai meravigliata.
-Ma…
guarda che papà è appena arrivato! E se vi avesse
beccati?- domandai, nervosa.
-Ma quando
mai lo zio
lascia l’auto in garage?- chiese, sicura che papà
avesse
posteggiato anche quella sera, come sempre, nel vialetto.
-Questo
è vero, ma quando
piove così forte è sempre entrato dal garage, per
poi
spogliarsi in lavanderia così da non sporcare il
salone…
o forse i baci di Emmett ti hanno rimbambito del tutto e non ricordi
neanche le cose più ovvie? Guarda che è arrivato
dalla
lavanderia, quindi è per forza passato di lì!- le
spiegai, vedendola arrossire.
-Non ci siamo
neanche accorti
che si era aperta la porta e poi… eravamo sdraiati, quindi
non
ci ha visti… altrimenti figurati se non sarebbe
intervenuto!-
esclamò, cercando di convincere più se stessa che
me.
-Sarete anche stati
sdraiati, ma
se facevate tutto il rumore di sabato, non penso che ci sia neanche la
più piccola possibilità che non si sia accorto di
voi!-
le rivelai, sicura. Arrossì ancora di più.
-Vabbè
dai, avrai ragione
tu… vi avrebbe senz’altro detto qualcosa, quindi
probabilmente non si è accorto di nulla- cercai di
rassicurarla.
Raggiungemmo Esme
in cucina e,
dopo qualche frivola chiacchiera, ci chiese se per favore
potevamo andare a chiamare Alice e Jasper, perché
era
pronta la cena.
Decisi di salire
io, e mi
diressi prima verso la camera di mio fratello: ero nervosa…
non
volevo accusarlo per il comportamento di prima e poi senza dubbio con
tutto l’odio che gli aveva riversato addosso Alice, doveva
essere
già abbastanza sofferente per i cavoli suoi, senza che
rincarassi io la dose.
Tesa come una corda
di violino,
aspettai un po’ in silenzio di fronte alla sua camera per
tentare
di allentare l’ansia; infine, con un sospiro, bussai alla
porta.
ANTEPRIMA CAPITOLO 51
-Ah, questa poi! Io non devo preoccuparmi Bells?! La mia bambina
è stata quasi violentata e io non dovrei preoccuparmi?! E di
grazia mi vorresti cortesemente spiegare come sarebbe andata a finire,
se non fossero intervenuti Edward e Jake a salvarti?! Mi hai proprio
deluso Bells! Da te non me lo sarei mai aspettato!- sbottò
mio
padre, lasciandomi allibita. Gli occhi mi si riempirono immediatamente
di lacrime.
Perché era stato così duro con me?
-Charlie, non puoi pensare che sia stata colpa sua! Cerca di
ragionare… lei non voleva appartarsi con lui…
è
quel verme che l’aveva trascinata in quel luogo e lei non ha
avuto la forza per ribellarsi… come puoi pensare che se la
sia
andata a cercare?- esclamò furioso Jacob. Io avevo la testa
china e acqua salata continuava a scendere senza sosta sul mio viso.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Cap. 51
Buongiorno a tutte!
Qui a Savona piove a dirotto e fa un freddo becco, spero che dovunque
abitiate il tempo sia migliore!
Bene, abbiamo risposto a quasi tutte con il nuovo metodo e con alcune
abbiamo anche instaurato una sorta di conversazione privata e questo ci
riempie di gioia! Siamo felici di conoscervi meglio e se avete piacere
non abbiate paura di disturbare!
Il capitolo scorso è piaciuto a tutte voi, proprio per la
leggerezza dei contenuti. Ora però torniamo alle grane!
Grazie infinite a tutte quelle che ci seguono con affetto e con
entusiasmo!
Un benvenuto come sempre alle luove lettrici!
Un bacio grande a tutte! Manu e Sara vi augurano
BUONA LETTURA!
vanderbit:
ciao
gioia! Sei l'unica stoica che ha preferito il vecchio metodo. Ma per
noi non c'è nessun problema, rispondere così o in
altro
modo.
Edward si è sentito parecchio in imbarazzo e si è
irritato, ma questo gli ha anche dato modo di pensare alla loro prima
volta e si è fatto venire in mente un programmino davvero
speciale! Purtroppo per quello che ha in mente lui dovrete aspettare
ancora un po' di capitoli, ma ne varrà la pena.
Jake ed
Emmett si sono divertiti parecchio a stuzzicarlo, ma non poteva essere
altrimenti e poi avevamo bisogno di qualcosa che stemperasse un po' la
tensione creata da Alice e Jazz e dai litigi precedenti. Se Charlie
avesse notato Emm e Rose, sarebbe stato così gongolante?
Mah, si
vedrà! In questo chappy Charlie si arrabbierà e
anche
molto, si sentirà deluso e ferito, e spiegherà il
perchè. Baci alla prossima. Se cambi idea per le recensioni,
non
devi fare altro che dircelo.
CAPITOLO
51
Scintille
a cena!
Pov
Jasper
Da quando, dopo la
merenda, ero
salito in camera mia incazzato nero, mi ero fiondato in bagno a farmi
una doccia calda per riprendermi dal gelo della secchiata
d’acqua; poi mi ero rapidamente asciugato e cambiato. Da
allora
ero rimasto inchiodato alla scrivania, gomiti sul tavolo e testa china,
raggomitolato su me stesso, come un ebete a pensare e
ripensare a
tutto quello che era successo… che cazzo di giornata!
Quella mattina in
mensa, quando
avevo raggiunto il mio tavolo dopo aver ciondolato apaticamente verso i
miei ‘amici’, la mia attenzione era stata subito
catturata
dall’unico nome capace di provocarmi un brivido, e che
continuava
a ricorrere nella conversazione in corso in quel momento: Alice Cullen.
Quel demente idiota
di Mike
Newton si era vantato con gli altri che entro la settimana seguente
avrebbe potuto aggiungere una tacca alla sua lunga lista di conquiste.
Aveva continuato a pavoneggiarsi e a spiegare di come aveva invitato
quella strafiga della Cullen e che lei, con larghi sorrisi uniti ad
espliciti ammiccamenti, oltre ad aver clamorosamente accettato il suo
invito, gli aveva fatto ampiamente capire,
dall’inequivocabile
linguaggio del suo corpo, che la serata sarebbe finita certamente per
lui nel migliore dei modi…
Dio, che
rabbia… e che
schifo! Non potevo crederci… quell’angelo di Alice
con… con quella merda di Newton… che vomito, solo
l’idea!
Una furia accecante
mi aveva
travolto ed ero stato costretto a stringere forte il bordo del tavolo
con entrambe le mani, per tentare di non attuare in quel preciso
istante l’unico desiderio che riusciva ad
esaltarmi…
spaccare la faccia a quel coglione di Newton, che nel frattempo si era
stampato in volto un odioso ghigno irritante…
Un dolore
straziante mi aveva
trafitto il petto, e avrei voluto prenderlo a pugni lì
davanti a
tutti, solo per punirlo per i pensieri sconci che gli passavano per la
mente… in più avevo quasi commesso un passo
falso,
perché stavo per minacciarlo di starle alla larga!
Fortunatamente, a quel punto la mia attenzione nei confronti del
viscido era stata distolta dalla scenetta tra Bella e
quell’oca
di Lauren.
Ero talmente
soddisfatto di come
mia sorella aveva tenuto testa a quella sgualdrina, senza farsi mettere
i piedi in testa, che i miei propositi di minaccia si erano
momentaneamente sopiti ed ero ritornato in me, essendomi reso conto che
io non ero il suo ragazzo e che quindi non avrei avuto nessun diritto
di imporre a Mike le distanze con Alice. Mi ero continuato a rosolare
nella rabbia, per il fatto che comunque Alice aveva accettato
l’invito, quando la mia attenzione era stata di nuovo
catturata… ma stavolta non si sarebbe trattato di nulla di
soddisfacente, anzi…
Tyler aveva appena
compiuto il
suo trionfale ingresso in mensa, abbracciato ad Alice! E lei gli aveva
rivolto un sorriso divertito e lo aveva guardato fisso negli occhi,
come se per quell’angelo esistesse solo quella
bestia…
La rabbia che mi
aveva pervaso
durante il racconto di Mike, non era stata niente in confronto a quella
che mi si era scatenata nel vederla con i miei occhi! Ma che diavolo
stava facendo quel giorno? Aveva deciso di uscire con tutti i ragazzi
della scuola? Eh già, tutti le andavano bene…
tutti
tranne me!
Io ero solo il
povero Jasper da
compatire perché mi aveva rifiutato… eh no!
D’ora
in poi l’avrei trattata come meritava! Ne più ne
meno di
tutte le oche che popolavano quella scuola!
Avrei voluto
scappare da
lì, fuggire da tutto quel dolore furioso che aveva invaso
ogni
cellula del mio corpo e che si era trasformato in odio… in
realtà sapevo dentro di me, nel mio intimo più
inaccessibile, che i miei pensieri su di lei erano ingiusti e cattivi:
Alice aveva tutto il diritto di amare e farsi amare da chi
voleva… ma in quel momento per me era più facile,
anziché giustificarla, odiare tutto di lei…
E quando nel
pomeriggio, in
cucina, fuori di me, pazzo di rabbia e di gelosia, al colmo della
frustrazione e del dolore, le avevo sputato addosso tutte quelle parole
odiose, per un breve momento mi ero sentito meglio, il peso del
continuo strazio che mi opprimeva da giorni il cuore si era per un
istante alleviato, rendendo il mio respiro meno soffocante.
Ma quando poi mi
aveva spiegato
come erano andate affettivamente le cose, e mi aveva rivelato tutti i
terribili avvenimenti che aveva dovuto sopportare nel suo passato, la
vergogna per come l’avevo offesa si presentò
talmente
prepotente da lasciarmi senza parole…
Ricordai ogni
singola parola…
-Attento a te
Jasper! Non osare
mai più! Tu non sai niente di me, niente! Io ho sofferto
molto,
perché il mio ex mi ha tradito… nel modo
più
ignobile che ci possa essere! Inoltre, da ubriaco, mi ha quasi
violentata…- aveva rivelato con la voce spezzata dal dolore.
Alle sue tremende
parole mi ero
irrigidito sempre più… ero rimasto sconvolto,
devastato!
Avevo percepito il gelo che si stava diffondendo sempre di
più
nel mio corpo e che si stava insinuando nei meandri più
profondi
della mia anima… tutto l’odio che avevo creduto di
provare
per quella meravigliosa creatura si era dissolto in
quell’istante, e si era trasformato in feroce, spietato,
doveroso, infinito odio per me stesso.
Io, il fine
psicologo…
non avevo capito un cazzo di lei!! Aveva sofferto da impazzire e
nonostante il suo terribile e angosciante passato era rimasta una
persona solare e splendida che illuminava la vita di chi le stava
accanto! Che merda di uomo, ero!
Cosa cazzo avevo
combinato?!
Avevo irrimediabilmente rovinato i rapporti tra di noi e ormai non
avevo la più ben che minima speranza che lei un giorno
potesse
perdonarmi… avevo letto chiaramente nei suoi bellissimi
occhi,
che in quel momento sembravano illuminarsi per i lampi di furia che
lanciavano, la rabbia, la delusione e la frustrazione… ma
soprattutto avevo capito quanto l’avessero ferita nel
profondo
tutte le mie stupide accuse che le avevo riversato addosso solo animato
dalla mia infantile gelosia!
Dei discreti
colpetti alla porta
mi ridestarono dai miei nefasti pensieri, che come cupi macigni
opprimevano il mio cuore straziato.
-Avanti- mormorai
in un soffio,
immaginando chi potesse essere. La porta si aprì leggermente
e
la testolina mora di mia sorella fece capolino. Mi accorsi benissimo
che non mi guardava negli occhi e, anche se non proferiva parola,
sentivo chiaramente la sua mente urlarmi quanto fossi stato idiota a
insultare così la donna che sostenevo di amare.
-Jasper la cena
è
pronta… ti aspetto giù…-
sussurrò,
apprestandosi subito a uscire; ma con uno scatto fulmineo fui dietro di
lei e le bloccai l’uscita, trattenendola per un braccio.
Avevo bisogno di
lei, del suo
conforto, di sentirmi dire che sarebbe andato tutto bene, di sapere che
tutto questo dolore avrei potuto condividerlo con lei, che non ero
solo… ma ero altresì disperatamente e lucidamente
consapevole che non era giusto che un verme come me, avesse anche solo
una minima possibilità di riscattarsi davanti agli occhi di
quell’angelo meraviglioso che era Alice…
-Bells…
l’ho
persa… per sempre stavolta…- mormorai
confidandole i miei
più angoscianti timori, affranto e distrutto dalla
consapevolezza della veridicità delle mie parole.
Mia sorella mi
abbracciò
di slancio… quel gesto mi diede un conforto che non avrei
creduto possibile. Almeno lei mi voleva ancora bene! Sentii
un’intensa emozione liberarsi al suo gesto affettuoso ed
espandersi in tutto il mio animo represso per poi rifluire in lacrime
trattenute che pizzicavano sempre di più i miei occhi.
Mi accorsi del suo
sguardo
triste e sconsolato… e il dolore che stava dilaniando il mio
petto si amplificò, travolgendomi in una soffocante ondata.
-Non lo so
Jasper…
stavolta hai veramente esagerato…- soffiò in un
singulto
smorzato, sintomo della sua intensa disapprovazione e del suo giusto
biasimo. Unico colpevole di tutta quella disastrosa situazione,
abbassai mesto il capo e strinsi i miei pugni in una morsa talmente
ferrea che rese le mie mani serrate color bianco latte.
-Bè,
prima le ho parlato
ed è furiosa… è delusa dal tuo
comportamento,
dalle tue parole… soprattutto si è sentita
ferita,
perché adesso è convinta che la tua fosse
semplice
attrazione e non un amore profondo e sincero come avevi affermato
tu… secondo lei chi ama veramente non può nemmeno
pensare
di ferire in questo modo crudele e assurdo la persona a cui
tiene…- mi rivelò timorosa di ferirmi. Ma in
realtà aveva perfettamente ragione!
Ripensai
un’ennesima volta
alle terribili parole di Alice, a tutto quello che le era successo a
New York… e ancora la frase “mi ha quasi
violentata
ubriaco” vorticava furiosa nella mia mente, aggiungendo uno
spesso strato di dolore a quello che già avvolgeva ogni
singola
molecola del mio corpo. Boccheggiai.
Mi sentivo
dilaniato, smembrato
in più parti: un lato di me stesso era del tutto incapace di
muoversi, pensare, respirare… un’altra parte,
quella
più passionale e disperata, mi spingeva a cercare rifugio in
un
baratro senza fondo… sì, l’unico luogo
in cui avrei
meritato di vivere sarebbe stato solamente un abisso senza luce, senza
fine, senza speranza…
Come avevo potuto
essere una persona così malvagia e crudele? Così
egoista e spietata?
Come avevo fatto a
non capire
quella creatura meravigliosa? A non comprendere le sue più
profonde paure? Ovviamente non avrei mai potuto immaginare
l’esatta natura della tragedia che aveva sconvolto la vita e
i
sentimenti di quell’angelo gioioso; ma almeno mi sarei dovuto
accorgere che si trattava di un uccellino spaventato, bisognoso di
amorevoli cure e un nutrimento di costante amore e fiducia per farlo
ricominciare a volare, a vivere! Che cieco, stupido, maledetto egoista!
Io che
orgogliosamente mi
reputavo in grado di comprendere sempre tutti… che mi
vantavo di
capire al volo ogni singola emozione che muoveva la vita degli
altri… stavolta avevo preso una cantonata enorme come un
grattacielo.
Come un pazzo
insuperbito mi ero
arroccato in un’alta torre di solitudine, monumento che
avrebbe
dovuto, nei miei miserabili intenti, proteggermi dal dolore immenso e
lancinante che, dal momento del suo rifiuto, continuava ad opprimere il
mio animo.
Sì, mi
ero chiuso nel mio
stupido orgoglio ferito e non avevo capito che il suo silenzio, durante
la mia dichiarazione, non era dovuto al fatto che quel raggio di sole
non mi ricambiasse, ma solo al problema di non essere riuscita a
trovare le parole per raccontarmi cosa le era accaduto… non
era
riuscita a fidarsi e a lasciarsi andare… e questa era stata
unicamente una mia colpa!
Ero io che non ero
riuscito a
metterla a suo agio… io che l’avevo messa alle
strette; e
quando aveva iniziato a parlarmi imbarazzata, a causa
dell’interruzione di Quil, l’avevo guardata
duramente e me
ne ero andato senza lasciarla finire… offeso e
impermalito…
Come se non
bastasse,
quell’amore di ragazza non si era fatta sconfortare dal mio
orribile comportamento e anzi, a quanto avevo capito, si sentiva in
colpa… lei! No, non me la meritavo proprio!
Era un bene che lei
avesse visto
quella parte di me… almeno mi sarebbe stata lontano, mi
avrebbe
evitato… e così si sarebbe risparmiata una marea
di
dolore! D’altronde ero stato in grado di ferire in quel modo
vergognosamente crudele la persona che affermavo di amare
più di
me stesso!
Ripensando alle
angoscianti
parole appena pronunciate da Bella mi sentii morire… se
anche
lei reputava come me che non ci fosse più
rimedio…
bè, allora era proprio la fine! E forse era meglio
così!
Alice aveva
sofferto anche
troppo con quel bastardo del suo ex; ed io, con il mio comportamento
infantile, anziché riuscire a farla aprire con me, avevo
solo
accentuato la sua sofferenza e il suo dolore, umiliandola anche davanti
a tutti, prima alla festa e quello stesso pomeriggio in casa! Ma che
razza di mostro ero diventato in nome dell’amore? No! Ora
basta!
Non ero degno
neanche di
nominare quell’angelo che con la sua allegria aveva portato
il
sole nella mia vita; sole che io, invece, stavo spegnendo piano piano,
rovinando la sua esistenza! Dovevo assolutamente starle lontano, ne ero
sempre più convinto… per il suo bene!
-Dai, adesso
scendiamo a
mangiare… e concentriamoci su papà; poi domani,
dopo una
bella dormita, magari Alice la vedrà meno nera di quella che
è… Lasciale un po’ di giorni per
smaltire la rabbia
e poi cercheremo di studiare qualcosa, ok?- cercò di
rassicurarmi mia sorella.
-No! Le ho fatto
troppo male per
poter anche solo pensare che mi possa perdonare… non merito
una
ragazza meravigliosa come lei e d’ora in poi le
starò alla
larga… ho deciso… la lascerò in pace e
tenterò di sopravvivere in qualche modo senza di
lei…
lontano da lei… perché non è giusto
che sprechi il
suo tempo con uno schifoso come me! Spero solo che, un giorno, possa
tornare anche solo a rivolgermi la parola…- dichiarai, tutto
d’un fiato, convinto della mia decisione. Con il cervello ne
ero
convinto, ma con l’anima… sapevo che la parte
più
razionale di me aveva ragione: avrei dovuto stare lontano da lei, per
salvarla da me stesso… ma il cuore… il mio cuore
sanguinava solo all’idea di separarmi da lei…
Bella mi
guardò, alzando le sopracciglia, in un chiaro gesto di irato
scetticismo.
-Hai finito di
sparare ignobili
cazzate e di fare il santo martire? Io lo so benissimo quanto la ami, e
anche che non sei uno schifoso… forse un po’
testardo e
con un caratteraccio possessivo e geloso che cerchi abilmente di
nascondere; ma di certo gli schifosi sono altri… quindi
magari
intanto che lei smaltisce la rabbia, tu finisci del tutto di piangerti
addosso e poi vedremo il da farsi- mi ammonì, con un tono di
serio di rimprovero.
-No, Bells,
stavolta stanne
fuori! Dico davvero!- le intimai. Ormai ero sempre più
convinto
che la mia fosse la scelta migliore per tutti… bé
forse
non per me! Ma io ormai non meritavo di pensare alla mia
felicità dopo il casino che avevo combinato! Meritavo di
vivere
una vita di dolore e solitudine, mi ero guadagnato tutto il male di
questo mondo…
Oltrepassai mia
sorella e senza
aggiungere altro mi avviai per il corridoio, per raggiungere gli altri,
sperando che la cena finisse presto, per potermi poi rifugiare di nuovo
nella solitudine della mia stanza e nel mio inferno personale.
Pov
Bella
Dopo le dure parole
di mio
fratello verso se stesso, sospirai affranta per la sua resa e mi avviai
mesta e sconsolata a chiamare anche Alice.
Quando raggiungemmo
la sala da
pranzo erano già tutti seduti; mi accomodai accanto a Edward
che
gentilmente, da autentico cavaliere, si era alzato da tavola per
sistemarmi la sedia; subito dopo il mio cuore iniziò di
nuovo la
sua corsa, e la paura di rivelare a tutti i miei cari la ripugnante
vicenda prese il sopravvento.
Iniziai a tremare
leggermente… e il mio angelo in terra, accortosi di tutta la
mia
ansia, mi strinse la mano sotto al tavolo, per infondermi un minimo di
serenità e coraggio. Il suo tocco mi rassicurò e
mi
sentii molto più forte. Certo che con lui accanto avrei
potuto
affrontare tutto!
Cenammo tranquilli,
parlando del
più e del meno. Jacob si perse in complimenti, lodando la
cucina
meravigliosa di Esme. Tutti sembravano abbastanza rilassati, anche se
ogni tanto lanciavo occhiate spaventate ad Edward; ma lui in
risposta alle mie ansie rinforzava la stretta della sua mano sotto il
tavolo e mi accarezzava dolcemente, cercando di farmi tranquillizzare.
Gli unici
silenziosi (e che
praticamente non avevano toccato cibo) erano naturalmente i nostri due
litiganti di casa; avevo notato le materne occhiate preoccupate di
Esme… ma mai una volta provò a forzare la
situazione,
chiedendo loro come mai non avessero fame. Era veramente straordinaria
quella donna, e ogni giorno mi ritenevo sempre più fortunata
che
fosse entrata a far parte della nostra famiglia.
-Ok, ora che
abbiamo la pancia
piena e non c’è più il rischio che mi
facciate
passare la fame, rovinando l’ottima cena di mia moglie,
potete
iniziare a raccontarmi tutto quello che avete da confessare…
chissà perché ho la netta sensazione che non
c’entri solo Edward e quello che ha combinato a scuola, ma
che
siano coinvolte anche altre persone, come ad esempio… che
so… provo a indovinare… Bella? Devi dirmi
qualcosa
tesoro, visto che ti sei portata dietro il tuo gorilla personale?-
affermò convinto mio padre, voltandosi improvvisamente verso
di
me. Io arrossii violentemente e abbassai lo sguardo, imbarazzata. La
mano di Edward sotto il tavolo continuò a stringere forte la
mia.
-Charlie, ti posso
raccontare
tutto quanto io, se mi permetti…- affermò
Edward,
rivolgendosi a mio padre in maniera educata e rispettosa. Era il mio
cavaliere, il mio eroe! Lo guardai, riconoscente.
-Mi sa che
è meglio,
visto che mia figlia sembra abbia improvvisamente perso l’uso
della parola, che di solito non le manca con la lingua lunga che si
ritrova… e devo dire che è un gran peccato, visto
la voce
meravigliosa che il signore le ha donato!- esclamò mio
padre,
sarcasticamente.
Alzai di
scatto la testa e
vidi che mi sorrideva amorevolmente. Abbozzai anch’io un
tremolante sorriso, anche se il mio fu più che altro una
smorfia
da emiparesi facciale, certa che di lì a pochi minuti il
sorriso
di mio padre si sarebbe trasformato in una rabbia furiosa, che avrebbe
investito e travolto la serena tranquillità familiare di
casa
Swan-Cullen…
-Dai, Edward
inizia… e
facciamola finita, prima che alla mia Bells venga qualche
coccolone… mi sembra persino che abbia smesso di
respirare…- continuò, prendendomi in giro. Sentii
Edward
prendere un gran respiro, mi strinse ancora una volta la mano, poi
iniziò a parlare.
-Ok, prima di
cominciare,
però… ecco Charlie, ti chiedo solo di lasciarmi
finire e
di non trarre conclusioni affrettate…- affermò
Edward e
vidi mio padre annuire con il capo.
-Ricordate il
venerdì
sera… quello prima del vostro matrimonio?
Bè…
quella sera noi ragazzi eravamo andati al New Moon…- si
rivolse
ad Esme e papà, che gli fecero contemporaneamente un cenno
di
assenso.
-Bene…
quella sera Bella
era uscita con Tyler e durante la serata lui aveva bevuto parecchio. Io
me ne ero accorto e quindi lo avevo tenuto costantemente
d’occhio, per evitare che, sbronzo com’era, potesse
fare
qualche cazzata…- spiegò lui; io scorsi un lampo
di
ammirazione per Edward in mio papà, e questo fatto mi rese
ancora più orgogliosa del mio ragazzo.
-Ma ad un certo
punto avevo
notato che trascinava via Bella dalla pista… e quando ho
provato
a raggiungerli mi ero ritrovato bloccato dall’enorme calca di
gente. Ansioso, mi ero messo a cercarli per tutto il locale,
e
Jake mi ha dato una mano. Finalmente li abbiamo ritrovati nel retro,
fuori il locale; e lui bè… voleva… ma
lei…-
la sua voce si spezzò in quel punto, al ricordo di
ciò
che avevo rischiato…
Osservai i suoi
occhi diventare
duri e gelidi smeraldi… e il suo volto impallidire,
trasformandosi in una nivea maschera di pietra; inoltre sentii la mano
di Edward stritolare la mia. Mi accorsi anche che il suo balbettio
aveva innervosito mio padre: lo vedevo chiaramente farsi sempre
più scuro in volto e serrare forte i pugni. Dovevo
intervenire
subito, prima che credesse che fosse successo chissà cosa!
-Papà…
non
è riuscito a fare niente perché gli ho tirato una
ginocchiata proprio lì! E quando si stava per riprendere e
per
reagire sono arrivati Edward e Jake. Quindi non ti devi
preoccupare…- affermai cercando di essere più
determinata
possibile; ma un improvviso e sonoro colpo della sua mano sul tavolo mi
fece sobbalzare e perdere la mia effimera sicurezza. E meno male che
avrebbe dovuto lasciarci terminare il discorso!
-Ah, questa poi! Io
non devo
preoccuparmi Bells?! La mia bambina è stata quasi violentata
e
io non dovrei preoccuparmi?! E di grazia mi vorresti cortesemente
spiegare come sarebbe andata a finire, se non fossero intervenuti
Edward e Jake a salvarti?! Mi hai proprio deluso Bells! Da te non me lo
sarei mai aspettato!- sbottò mio padre, lasciandomi
allibita.
Gli occhi mi si riempirono immediatamente di lacrime.
Perché
era stato così duro con me?
-Charlie, non puoi
pensare che
sia stata colpa sua! Cerca di ragionare… lei non voleva
appartarsi con lui… è quel verme che
l’aveva
trascinata in quel luogo e lei non ha avuto la forza per
ribellarsi… come puoi pensare che se la sia andata a
cercare?-
esclamò furioso Jacob. Io avevo la testa china e acqua
salata
continuava a scendere senza sosta sul mio viso. Esme, premurosa e
dolcissima, venne ad abbracciarmi subito, ma non si intromise nella
discussione.
-Ma cosa diavolo
stai dicendo
Jacob?! Io non penso affatto una cosa del genere… per me in
nessuna situazione una donna è causa di una simile, atroce
bestialità… se una donna dice
‘no’ deve
restare no… anche durante un rapporto un uomo deve essere
sempre
in grado di fermarsi!- affermò sicuro mio padre. In un flash
mi
vennero in mente le parole di Edward di quel venerdì
sera… le stesse di mio padre in questo momento…
ma allora
in che modo io l’avevo deluso?
Non riuscivo a
capire la sua reazione nei miei confronti…
Lo guardai spaesata
e lui
sospirò affranto… poi, in un secondo, la furia
nei suoi
occhi lasciò il posto ad un’infinita dolcezza,
segno
dell’amore che provava per me.
-Bells, piccola
mia! Tu non mi
hai deluso per quel motivo, sciocchina… ma pensavo di averti
cresciuta diversamente… Il fatto che tu abbia scampato il
pericolo grazie a loro, non ha escluso però che lo stesso
pericolo che hai corso tu, lo avrebbe potuto correre un’altra
ragazza, che tra l’altro non avrebbe potuto essere
altrettanto
fortunata come te… Abbiamo già parlato in passato
della
pericolosità di fatti del genere e mi sembrava di averti
fatto
chiaramente capire che atti così gravi devono essere subito
denunciati! Proprio per evitare che si ripetano e che magari finiscano
in modo peggiore per le povere vittime più sfortunate. Non
posso
credere che tu mi abbia tenuta nascosta una cosa così
seria… Lo sapevi che tenevamo già
d’occhio Crowley
per delle segnalazioni del vostro preside? Avevamo il grave e motivato
sospetto di molestie su alcune ragazze! E la sera che ti è
venuto a prendere, quasi mi è preso un colpo! Ma poi sapevo
che
eravate tutti assieme e mi sono tranquillizzato… anche se
avevo
chiesto a tuo fratello di controllarlo attentamente…
Perché, Bells? Perché non ti sei confidata con
me? Non
pensavo di incuterti così tanto timore da impedirti ogni
sentimento di fiducia…- la sua voce si affievolì,
dopo
avermi spiegato tutto; era molto dispiaciuto.
-Noooo, no
papà…
non è che non mi fido… come puoi anche solo
pensarlo? Tu
sei il mio papà dolce!- e mi alzai di scatto per volargli in
braccio e baciargli le guance. Mi strinse forte e sospirò
tra i
miei capelli, accarezzandomi.
-Allora
perché Bells? Io
proprio non capisco…- mormorò affranto. Fu mio
fratello
stavolta ad intervenire in mia difesa.
-Questa sua
difficoltà a
confidarsi con noi è stata solo colpa nostra
papà…
e del nostro pessimo carattere! Aveva paura che reagissimo talmente
male da commettere qualche cazzata… come magari ammazzare
quel
cane rognoso e così rovinarci la vita…-
rivelò mio
fratello, prendendosi la colpa del mio comportamento reticente. Ero
meravigliata: era uscito dal suo guscio di dolore per
aiutarmi...
Gli sorrisi
dolcemente e anche lui si alzò per venire ad abbracciarci.
-Oh, bambina
mia… tu non
devi mai preoccuparti per il tuo papà! Sono io che mi devo
occupare di voi! E poi Bells… sul serio tu mi riterresti
capace
di un atto del genere?! Sì, è vero: sono un uomo
piuttosto geloso e possessivo, te lo concedo… e anche Jasper
ha
ereditato questo mio difetto poco lusinghiero… ma caspita!
Sono
pur sempre un uomo di legge! E ti garantisco, in tutta
onestà,
che il detto “occhio per occhio” non fa
per me! Forse
con la testaccia calda che avevo fino a qualche anno fa… ma
sono
un marito e un padre di famiglia, ho delle responsabilità
verso
tutti voi… e un atto del genere metterebbe nei guai tutta la
nostra famiglia!- ci spiegò mio padre.
Esme si
avvicinò a noi e
quando mi alzai dalle ginocchia di mio padre per tornare al mio posto,
mi abbracciò forte e mi sussurrò
all’orecchio,
molto angosciata: -Stai bene piccola? Ti ha fatto del male?-.
Scossi vigorosamente la testa.
-No, non ti
preoccupare, Esme!
Quella sera Jacob l’ha sistemato per bene… non
è
venuto a scuola per una settimana…- e la voce esultante di
mio
padre ci interruppe.
-Ben fatto, Jake!-
esclamò entusiasta. La tensione si eclissò in un
attimo,
e scoppiammo tutti a ridere, mentre mio padre arrossiva, un bel
po’ imbarazzato. Certo che la genetica non è
un’opinione…, ridacchiai notando il suo colore
tendente al
peperone maturo. Ma non aveva appena detto che era un uomo di legge?!
-Bé,
insomma, ragazzi
miei… ammazzarlo no, ma qualche pugno non
rovinerà certo
la vita a quell’animale!- si giustificò.
-Charlie!!- lo
rimproverò
Esme, fulminandolo con un’occhiataccia gelida.
Tutti noi
eravamo perfettamente a conoscenza dell’odio che provava Esme
verso ogni forma di violenza. Mio padre si grattò la testa
sempre più in difficoltà.
-Ha ragione vostra
madre…
la violenza non è mai una soluzione! Ricordatelo, ragazzi!-
affermò con tono saccente da piedi piatti; e intanto
schiacciò l’occhiolino a Jacob in chiaro segno di
complicità e benevolenza.
-Poi…
bè,
più tardi Jacob ha raccontato tutto a Sam, che ha vietato a
Tyler di rimettere piede nel locale… e intanto Edward si
è occupato di me, riportandomi subito a casa, senza farsi
accorgere di niente da nessuno degli altri- finii di raccontare,
guardando intensamente il mio salvatore, con amore e gratitudine.
-Grazie Edward, se
tu non
l’avessi tenuta d’occhio non so come sarebbe
finita…
Ma ti prego, finisci di raccontare! Non ci hai ancora spiegato di
oggi…- continuò mio padre.
-Bè…
oggi in
mensa… a un certo punto ho visto entrare quel verme
abbracciato
ad Alice e… non ci ho visto più. Lei non sapeva
niente, e
quindi non immaginava di certo che tremendo pericolo potesse correre
accanto a quell’essere… Sono andato da loro e gli
ho
intimato di lasciarla stare e di stare lontano dalla mia famiglia; ma
lui, forte del fatto che fossimo a scuola, mi ha provocato non pensando
che avrei reagito… o probabilmente proprio per farsi
picchiare
così mi avrebbero espulso…- spiegò,
visibilmente
ancora arrabbiato Edward.
-E cosa ti ha detto
per
provocare una reazione del genere?- gli chiese papà. Tutti
ora
lo fissavano curiosi, perché ancora nessuno aveva saputo di
preciso cosa Tyler gli avesse detto… solo Emmett aveva
sentito
le precise parole di quell’animale; e vedendo il fratello in
difficoltà, decise di intervenire, sapendo quanto costasse a
Edward ripetere quella frase.
-Charlie…
bè, io
l’ho sentito, e ti assicuro che chiunque avrebbe reagito
così…- ma mio padre continuava ad aspettare e non
ne
voleva sapere di soprassedere.
Così con
un sospiro
Emmett tirò fuori quelle parole: -Ha detto che non
dimenticherà mai la… morbidezza del seno di
Bella…
anche se in maniera più volgare…-
mormorò il
nostro fratello orso.
Tutti rimanemmo a
bocca aperta;
io ricordando quel tocco animalesco sul mio corpo, gli altri riuscendo
a intuire il motivo per cui avesse pronunciato quelle
parole…
avevano chiaramente capito che quella sera Crowley comunque qualcosa
era riuscito a farmi…
Nel frattempo
però io mi
ero preoccupata subito per Jasper: l’avevo visto tremare e
subito
dopo si era alzato di scatto e si era diretto in cucina, con il volto
scuro come un plumbeo cielo in tempesta.
Era un pezzo che lo
tenevo
d’occhio; e man mano che Edward raccontava
l’orribile
esperienza vissuta quella sera al ‘New Moon’ mio
fratello
aveva lo sguardo sempre più cupo e carico d’odio;
e il blu
intenso dei suoi occhi si era trasformato in un duro e inespressivo
zaffiro.
Dopo qualche
secondo di estremo
silenzio, un improvviso schianto di stoviglie rotte proruppe da quella
stanza; stavo per precipitarmi là, per vedere cosa
avesse
fatto cadere per distrazione, quando mio padre mi bloccò
all’istante.
-No! Ha bisogno di
sfogarsi
Bella, lascialo solo…- dichiarò determinato.
Riprendemmo
tutti i nostri posti, in un devoto e religioso silenzio, mentre
continuavano a sentirsi schianti di stoviglie... Poi
il silenzio ritornò immediatamente; infine udimmo un rumore
di
cocci raccolti provenire dalla cucina… probabilmente Jasper
stava ripulendo tutto. Dopo qualche minuto ci raggiunse nuovamente, i
pugni chiusi e contratti e il viso impassibile.
-Scusami Esme,
domani ti compro
un servizio nuovo di piatti. Vi prego vogliate scusarmi, ma me ne vado
in camera mia… buona continuazione, ci vediamo domattina per
colazione… buonanotte Jake e… grazie ancora per
oggi- si
congedò; e dopo avermi lasciato un bacio sulla testa, si
incamminò mestamente per le scale.
Il mio cuore era
diventato
piccolo piccolo… Jasper aveva dovuto sopportare anche troppe
emozioni per quella giornata che sembrava non finire
mai…
-Edward, cosa ti ha
detto il preside?- chiese Esme, preoccupata.
-Lui e il professor
Banner sono
stati molto comprensivi, te lo giuro; e dopo aver saputo
tutto
quanto, il preside Greene ha espulso Tyler! E so anche che voleva
parlare con i suoi genitori per raccontar loro tutta la
verità… e raccomandar loro di prendere
provvedimenti
soprattutto dal punto di vista psicologico… per quanto
riguarda
me, invece… bè, non poteva non darmi neanche una
punizione, perché comunque ho scelto una soluzione (la
violenza)
che non è mai una giustificazione… ma sono stato
fortunato! Mi ha chiesto di dare lezioni di pianoforte a Ben per
aiutarlo con i crediti per la sua borsa di studio… e devo
dire
che, come punizione, mi piace proprio. Se poi vorrò,
potrò accettare anche altri studenti e alla fine se
farò
bene il mio lavoro, otterrò dei crediti anch’io!-
esclamò felice. Vidi Esme rilassarsi e mio padre sorridere
soddisfatto, della soluzione trovata dal suo caro amico.
Bene…
ora ero veramente serena e tranquilla, il peggio era passato.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 52
Bella…
bè, la mia
pallida ragazza probabilmente era in procinto di svenire da un momento
all’altro per mancanza di ossigeno, visto che aveva smesso di
respirare completamente… ne ero sicuro perché il
suo
torace non si muoveva di mezzo millimetro. La preoccupazione per lei,
mi fece riprendere lucidità e soprattutto un sano contatto
con
la realtà.
-Bella…- la chiamai ansioso; niente non rispondeva;
-Bella… amore respira… non è
niente…
respira piccola mia…- le sussurrai, accarezzandola con tutta
la
tenerezza che possedevo. Finalmente anche lei riprese
lucidità e
si riscosse dal torpore che si era impadronito delle sue membra.
Lo sappiamo, lo sappiamo! Con questo spoiler siamo state
più sadiche del solito! Cosa sarà successo a
Bella, per
ridurla in quello stato? Non vogliamo, però, che vi
preoccupiate
perchè non è niente di grave!
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Cap. 52
Ciao ragazze!
Eccovi uno dei nostri capitoli preferiti.
Nessuna di voi ha intuito il perchè Bella, nello spoiler, si
senta quasi male... meglio, così avrete una sorpresa!
Ringraziamo tutte le lettrici che ci continuano a seguire con enorme
affetto nonostante la storia sia diventata molto lunga.
Speriamo vivamente di non venirvi mai a noia, anche perchè
non
abbiamo la più pallida idea di quanti capitoli ci saranno
ancora, ma sappiamo con certezza che saranno molti.
Bene, ora vi lasciamo alla lettura e vi mandiamo un bacione a tutte
quante!
A lunedì!
CAPITOLO
52
Scommessa
Pov Edward
Ero contento: dopo
aver
raccontato a Charlie e agli altri quello che era accaduto a Bella e a
me, vedevo la mia piccolina che piano piano si rilassava;
l’unica
che mi sembrava ancora mogia era Alice… evidentemente il suo
umore nero aveva a che fare con la discussione con Jasper…
ero
sicuro che ormai avesse capito che lei non c’entrava niente
con
la situazione a scuola, che non era affatto colpa sua. D’un
tratto si alzò.
-Scusate sono un
po’
stanca stasera… vi do la buonanotte e vado a dormire-
mormorò. La mamma la fissò preoccupata, ma lei
teneva gli
occhi bassi stando bene attenta a non incrociare i suoi; infine si
avviò verso le camere con passo lento e strascicato.
Notai che alle sue
parole la
postura di mia madre si era irrigidita, rendendo la sua posa non del
tutto naturale; probabilmente si era autoimposta di assumere
l’atteggiamento più distaccato possibile, ma non
era
riuscita ad ingannarmi… poi, dopo che mia sorella era salita
in
camera, si era leggermente rilassata, ricominciando a respirare
regolarmente.
Chissà
cosa ne pensavano
mamma e Charlie… sicuramente si erano fatti
un’idea della
situazione tesa tra quei due; certo, magari non del tutto
precisa… ma, conoscendo mia madre, ero sicuro che avesse
sviscerato in modo molto dettagliato la questione: d’altronde
era
in gioco il benessere e la felicità della sua adorata
bambina…
Dopo qualche minuto
di
imbarazzato silenzio Charlie se ne uscì con una domanda a
dir
poco sconvolgente, che ci lasciò tutti basiti.
-Allora
Rose… vorrei un
tuo parere… è comoda la jeep di Emmett?-
esclamò,
ridendo piuttosto maliziosamente. Oh, porca di quella… li
aveva
sgamati!! Strabuzzai gli occhi per l’enorme shock e a stento
riuscii a non esternare la mia sorpresa.
-Charlieee!!!-
urlò mia
madre, in tono di rimprovero. Intanto Rosalie, in compagnia di quel
colosso di Emmett, stavano rasentando tutte le sfumature di
rosso
possibili e immaginabili…
Sghignazzai
anch’io alla
vista di quello spassoso spettacolo! Veder arrossire di vergogna quel
marcantonio di Emm era una visione che andava assaporata con
gusto… grande Charlie!
Però
l’occhiata da
banchisa polare che mi lanciò l’orso mi
raggelò sul
posto, e mi fece smettere immediatamente di spassarmela, divertito dai
suoi guai con ‘la legge’.
Aveva ragione
Bella: suo padre
se ne era accorto eccome, entrando in garage! Ma quanto erano stati
stupidi quei due? Avrebbero potuto rimanere nelle loro
camere…
oppure chiedermi di rifugiarsi nella stanza del pianoforte…
avrei dato loro la mia stanza e la mia benedizione, per quel nobile
intento!
Mi
scappò nuovamente da
ridere ma cercai di trattenermi, per non incorrere nell’ira
funesta di Emmett; nel frattempo mi accorsi con una punta di invidia
che, al contrario di me, Jake non faceva nulla per limitarsi nello
spasso, e stava ridendo sfacciatamente. Bella invece era ancora
più bianca del solito, chissà a cosa stava
pensando…
-Che
c’è? Che ho
detto di male, ragazzi? Volevo solo sapere se si sta comodi…
lei
ci ha viaggiato parecchie volte, no? So che se ne intende di
auto… e volevo un parere professionale!- si
giustificò,
con finta innocenza quella volpe di Charlie.
A quel punto Jacob
non
riuscì proprio più a trattenersi e
scoppiò in una
sonora e incontenibile risata; ed io lo raggiunsi
immediatamente,
incurante degli sguardi sottozero lanciati dal mio fratellone.
Subito
però Charlie si girò a fissarmi, con
l’occhio torvo. Ahia, guai in vista!
-Io, fossi in te,
avrei proprio
poco da ridere, ragazzo! Lo so che sei colpevole di aver irretito la
mia dolce bambina!- ringhiò, serio. Cazzo, beccato in
pieno!!
Non ci potevo credere…
Altro che gli
sguardi gelidi
dell’orso… Charlie mi aveva catapultato
direttamente al
Polo Sud! Avrei dovuto chiedere una calda ospitalità ai
pinguini
dell’Antartide… oh, povero me…
Un brivido
ghiacciato mi corse
lungo la schiena, il sorriso mi si bloccò sulle labbra,
trasformandosi in una smorfia spaventata; la salivazione intanto mi si
era azzerata e feci perfino fatica a deglutire… e che cazzo!
Non
mi ero mai ritrovato in vita mia in quel tipo di situazione…
alla soglia del patibolo… giudice e giuria impersonati dal
padre
della mia ragazza, capo della polizia, uomo avvezzo alle armi da
fuoco… e lui continuava a guardarmi con un ghigno non
proprio
amichevole…
Ebbi solo la forza
di voltarmi leggermente per osservare le reazioni degli altri.
La mia cara mammina
stava
crudelmente ridendo delle disgrazie del suo figliolo adorato; e
Bella… bè la mia pallida ragazza probabilmente
era in
procinto di svenire da un momento all’altro per mancanza di
ossigeno, visto che aveva smesso di respirare completamente…
ne
ero sicuro perché il suo torace non si muoveva di mezzo
millimetro. La preoccupazione per lei, mi fece riprendere
lucidità e soprattutto un sano contatto con la
realtà.
-Bella…-
la chiamai
ansioso; niente non rispondeva; -Bella… amore
respira…
non è niente… respira piccola mia…- le
sussurrai,
accarezzandola con tutta la tenerezza che possedevo. Finalmente anche
lei riprese lucidità e si riscosse dal torpore che si era
impadronito delle sue membra.
Nel frattempo
Charlie e mia madre continuavano a guardarci, sbellicandosi dalle
risate.
-Allora…
da quanto tempo
lo sapevate?- chiese Emmett con un tono odiosamente divertito.
Ricambiai il suo gelo polare con un’occhiata assassina.
-Da sempre!!-
esclamò
Charlie, mandandomi ko. Perfetto! Ora sì che eravamo tutti
quanti confusi! Cosa voleva dire con quelle incomprensibili parole?!
-Ma...
ma…- balbettò Bella.
-Bells, riprenditi
tesoro,
perché inizio a preoccuparmi che ti sia venuta una paresi
facciale… non hai ancora mosso neanche un muscolo del viso!-
la
schernì Charlie.
-Cosa vuol dire
‘da
sempre’, zio?- chiese Rosalie, mettendo da parte il suo
imbarazzo
e intervenendo finalmente anche lei nella conversazione con un sorriso
più rilassato e sereno. Sì, quei due personaggi
si erano
proprio trovati: per loro lo stupore era già passato, ma per
me
e Bella era ben diverso…
Fu la mamma a
rispondere e a illuminarci sulla loro onniscienza sentimentale.
-Vedete,
ragazzi… mano a
mano che il nostro rapporto cresceva d’intensità,
parlavamo sempre più di voi figli. Naturalmente ci eravamo
resi
conto subito che la nostra convivenza avrebbe portato decisi
cambiamenti anche nelle vostre vite… eravamo convinti che,
caratterialmente, sareste andati tutti d’accordo e avreste
potuto
anche formare delle belle coppie! Quando poi è stato il
momento
di vivere insieme sotto lo stesso tetto, eravamo sicuri che prima o poi
qualcuno di voi si sarebbe messo assieme… era
inevitabile… perché eravamo certi, conoscendovi,
che ci
sarebbe stata attrazione…- ci spiegò.
-Sì,
sì,
vabbè… dai su… veniamo alle cose
serie: voglio
sapere quale è stata la prima coppia che si è
formata… forza! Sono sicuro che siete stati voi due
piccioncini,
vero?- domandò Charlie con un ghigno divertito, rivolgendosi
alla nipote e a mio fratello.
-No, siamo solo
secondi! La medaglia d’oro è qui di fronte!-
esclamò sornione Emmett, indicandomi.
-Noooooo!!!!-
urlò Charlie terrorizzato, spaventandoci tutti.
-Papà,
cos’hai?
Stai male?- urlò Bella angosciata
dall’incomprensibile
reazione paterna; nel frattempo io ero allibito dalla reazione di mia
madre: era quasi ribaltata dalla sedia dal ridere… oddio,
che
stava succedendo? Mi sembrava di vivere in un film in cui
però
mi mancavano delle scene fondamentali per riuscire a capire cosa stesse
accadendo… non riuscivo nemmeno a pensare a cosa
dire…
Poi mia madre si
alzò in
piedi e cominciò a saltellare per tutta la stanza, stile
Alice,
urlando a squarciagola: -Ho vinto! Ho vinto! Ho vinto! A Capodanno
dovrai portarmi alle Hawaii! Evvai!!-.
Eravamo tutti
allibiti a vedere
mia madre, sempre compita e composta, elegante e riservata, urlare
contenta e saltellare come una pazza. Ora sì che lei e il
folletto erano due gocce d’acqua…
Ma…
“Ho vinto”? Cosa voleva dire? Ero sempre
più imbambolato…
-Scusa
mammina… ma potreste spiegare anche a noi..?- le chiesi, con
tono timido, incerto e confuso come non mai.
-Uffa! Non
è giusto! Il
Minnesota innevato sarebbe stato decisamente più pittoresco
e
suggestivo!- si imbronciò Charlie, sbuffando e incrociando
le
braccia al petto.
-Sì,
certo… come
no! Ce ne andiamo lontani dalla neve per ripiombare di
nuovo…
nella neve! Oh no, mio caro, voglio un posto caldo! Ho vinto
io…
e quindi mi porti alle Hawaii! E con questo dichiaro chiuso il
discorso!- esclamò mia madre, anche lei con le braccia
incrociate sul petto.
Wow! Sì,
ora come non mai, capivo da chi avesse preso Alice! Talis
mater…
-Scusate, ma fate
capire anche
noi?- chiese, sospettoso Jacob. -Non ditemi che avete fatto quello che
penso io..?- azzardò. Ma cosa… cosa…?!
Io ero
sempre più sconvolto e anche Bella non era certo
più
lucida di me. Jacob invece se la rideva, convinto di avere capito di
cosa parlassero quei due pazzi che ci ritrovavamo come
genitori…
-Abbiamo
scommesso!- ci rivelò Charlie. L’effetto della sua
frase fu paragonabile a uno scossone.
-Io,
conoscendo la
passionalità nascosta di Rosalie e il carattere spigliato e
allegro di Emmett ero stra stra sicuro che vi sareste messi insieme per
primi…- dichiarò Charlie, sconfitto,
accasciandosi
mollemente sulla sedia.
-Io invece, che
sono una donna e
ho l’occhio lungo…- e la mamma guardò
Charlie che
sbuffò irritato; -…ero convintissima che Edward e
Bella
avrebbero fregato tutti! E ho avuto ragione! Eccome se l’ho
avuta!!- dichiarò trionfante.
-Ma se neppure si
sopportavano
all’inizio! Come potevi essere sicura che…-
obiettò
Charlie, ma mia madre lo interruppe.
-Uomo di poca fede!
Si vedeva
lontano un miglio che Edward la stava trattando così solo
perché se ne stava perdutamente innamorando…-
affermò con piglio sicuro; io sgranai gli occhi insieme agli
altri commensali. Ma… ma… se in quel periodo
non
sapevo neanche io cosa provavo per lei! Ma…
cos’era… mia madre? Un’indovina?!
-…e ti
avevo anche
avvertito, mio caro! Ma tu no! Uomo caparbio e orgoglioso, hai voluto
per forza scommettere, sicurissimo di vincere! Ah, e invece, mio povero
maritino, beccati questa! E ricordati la prossima volta…
dammi
retta! Le donne hanno un sesto senso per queste cose… quando
te
lo ficcherai in quella testaccia dura?- esclamò, sempre
più gongolante per la vittoria. Giuro che non la riconoscevo
nemmeno… quello era un lato di mia madre che non avevo mai
visto. Era veramente forte! Ormai ridevamo di gusto tutti, compreso per
la mega predica che gli aveva fatto.
-Oddio Esme! Sei un
mito… giuro!- affermò Jacob. Assentimmo tutti.
-E da
quant’è che
sapete tutto?- chiesi, io ormai curioso di sapere da
quant’è che facevamo la figura degli stupidi.
-Bé…
di Emmett e
Rosalie abbiamo avuto l’innegabile conferma solo stasera; ma
non
riuscivamo a capire se stavate insieme già da
tempo…
perlomeno io speravo che vi foste dati una mossa già da un
po’, ma evidentemente…- spiegò Charlie,
ancora
triste per aver perso la scommessa.
-Degli altri due
invece ce ne eravamo accorti subito… praticamente la sera
del matrimonio!- continuò mia madre.
-Cosaaa??? Ma se
non lo sapevano nemmeno loro!- urlò, meravigliata Bella,
indicando noi ragazzi.
-Tesoro…
magari vi
potrà sembrare che noi adulti siamo presi da mille altre
cose:
dal lavoro, dalla casa, dagli impegni… ma siamo sempre molto
attenti… soprattutto per quello che riguarda voi figli. Era
già da qualche giorno prima del matrimonio che avevamo
notato
come erano cambiati gli sguardi e l’atmosfera tra voi, Edward
e
Bella… vi piacevate e molto anche, ma… sembrava
che
nessuno dei due avesse il coraggio di fare il primo passo…
poi,
figliola, al matrimonio quando hai cantato quella magnifica canzone,
sembrava che tutto il mondo girasse intorno a voi due…
sembrava
quasi che stessi cantando per lui! E tu, Edward, non ti sei neanche
reso conto di tutto l’amore che sprigionava il tuo sguardo in
quel momento… vi giuro che ne siamo rimasti
incantati…
persino Billy e il vostro preside hanno fatto delle battute a proposito
del fatto che prima o poi avremmo assistito ad un altro matrimonio in
famiglia!- ci rivelò Charlie. Bella era diventata rossa come
un
peperone ed io anche mi sentivo le guance calde. Ero in completo
imbarazzo, ma tutto sommato era una sensazione piacevole.
-Poi…
abbiamo notato che
siete spariti entrambi per un sacco di tempo! E quando siete tornati,
anche se siete stati ben attenti a non avere contatti per non destare
sospetti, ci siamo accorti di ogni cosa! Era tutto così
palese!
Vi possiamo assicurare che ogni volta che vi sfioravate, anche solo per
sbaglio, si notavano scintille tra di voi. Saremo anche vecchiotti come
reputate voi sapientoni; ma noi abbiamo appena rivissuto determinate
sensazioni… e riconosciamo benissimo certi segnali
inequivocabili!- dichiarò convinta mia madre. Poi
scoppiò
a ridere.
-Bè…
adesso fai
ridere anche noi, mamma… ormai che state raccontando i
dettagli,
rivelateceli tutti, no?- si lamentò Emmett.
-Ripensavo alla
mattina dopo il
matrimonio, quando Bella mi stava aiutando con la colazione…
ad
un certo punto è spuntato quel furbastro di
Edward… e le
ha ricordato, da diligente scolaretto, un fantomatico compito di
trigonometria… Ah ah ah! Oddio, avreste dovuto vedere la
faccia
di Bella in quell’istante… povera bimba innocente,
continuava a non afferrare il sottinteso! E lui, che si sbracciava in
segnali muti per farle capire di seguirlo in salone… giuro,
non
so come ho fatto a non scoppiarvi a ridere in faccia…-
disse,
con voce spezzata dalle risate.
-Eh sì,
perché io,
allora? Mentre scendevo in salone ‘sti due lazzaroni si
stavano
dando uno di quei baci da mozzare il respiro… allora ho
fatto un
po’ di rumore e si sono immediatamente staccati…-
rivelò Charlie; ma mia madre lo interruppe, ridendo ancora.
-E dai, caro!
Però sei
stato veramente perfido! Meno male che Edward ha ereditato la
disinvolta parlantina di suo padre! Perché quella volta li
hai
messi proprio in difficoltà! Poveri piccioncini!- lo
sgridò bonariamente mia madre.
-Ehi! Guarda che il
tuo bambino
stava praticamente mangiando la faccia alla mia bambina! Dovevo
vendicarmi in qualche modo!- si difese Charlie. Noi ragazzi ormai
eravamo spettatori attoniti e muti di un film che ci passava sotto gli
occhi, rivelandoci pian piano tutti quelli che noi pensavamo abili
sotterfugi e che invece erano state clamorose gaffe! Che pivelli!
-Perché?
Che è
successo, zio?- gli chiese curiosa Rosalie. Una risata fragorosa
uscì dalla bocca di Charlie al ricordo di quella mattina.
-Bè…
Bella era
talmente rossa e affannata… ecco, tipo il colore che ha
adesso… ma l’affanno era per il suo bacio! Allora
non ho
resistito a stuzzicarli; infatti con un broncio finto, ho chiesto ad
Edward se per caso stesse facendo di nuovo arrabbiare mia figlia,
sicuro di metterlo in difficoltà per tentare di trovare una
risposta esauriente da rifilarmi all’ultimo
secondo… e
invece devo dire che quel gran attore mi ha fregato alla grande! Anche
se, a dire la verità… non è stato
tanto galantuomo
per uscire dall’impiccio… ha accusato Bella di
stare
inveendo contro il professore di trigonometria! Così io, che
conosco i miei polli, ho rincarato la dose, dicendole che non era colpa
del professore se lei non ci capiva niente; ero sicuro che, col
carattere di Bella, poi si sarebbe offesa e gliela avrebbe fatta
pagare. Almeno sono riuscito nel mio intento?- chiese Charlie a sua
figlia.
-Sì,
papà! Ho
dichiarato subito sciopero!- rispose, orgogliosa della sua reazione. Eh
no! Non era proprio andata così!
-Sì, ma
non ha resistito
neanche un minuto! Accanita scioperante! - dichiarai vittorioso.
Charlie e mia madre si misero a ridere, mentre Bella mi
lanciò
un’occhiataccia.
-Bè,
almeno ci hai
provato, tesoro… ma so perfettamente che al fascino di mio
figlio difficilmente si resiste!- affermò orgogliosa mia
madre.
Ridemmo tutti.
-Ok, ora basta!
Abbiamo capito
la lezione: non voglio neanche sapere di tutte le altre volte che
abbiamo fatto delle figuracce con voi… ci avete umiliati
abbastanza!- dichiarò il mio amore, ancora tutta color
ciliegia... era bellissima, così imbarazzata! La adoravo!
Mmm,
la mia ciliegina sulla panna… dio, ero malato…
-Ma
allora… non siete
arrabbiati perché non vi abbiamo detto niente… o
perché stiamo assieme?- chiese Rosalie, titubante. La
questione
era decisamente interessante ed ebbe il potere di riscuotermi dai miei
pensieri da maniaco… non mi erano sembrati arrabbiati, ma
volevo
esserne sicuro.
-E
perché dovremmo essere
arrabbiati?- domandò mia madre, confermando la mia ipotesi.
Per
quanto potessi esserne razionalmente convinto, mi scappò un
liberatorio sospiro di sollievo.
-Sentite
ragazzi
miei… siete tutti abbastanza grandicelli e potete scegliere
con
chi stare. Eravamo a conoscenza di ciò a cui avremmo potuto
andare incontro, sposandoci; ma ci eravamo anche resi conto che se
aveste scoperto di voler stare insieme, noi non avremmo avuto il
diritto di impedirvelo… l’unica cosa che avevamo
sperato e
ancora speriamo è che, in caso di litigi, tutti
voi siate
abbastanza maturi da non coinvolgere l’intera famiglia in una
guerra all’ultimo sangue; e abbiamo visto che così
è stato per ehm… voi…- si
fermò un attimo,
in dubbio se continuare o meno.
Abbassammo tutti la
testa un po’ imbarazzati perché sapevamo benissimo
a chi si riferisse...
-Forza dai,
ragazzi! Ci spiegate
cosa diavolo è successo nel week-end alla casa al mare? Quei
due
di sopra erano partiti che sembravano già una
coppia… e
sono tornati che se non si accoltellano poco ci manca!-
dichiarò
arrabbiato Charlie.
Ci guardammo tutti
e Bella,
prendendo coraggiosamente la parola, spiegò tutto per filo e
per
segno, anche la storia di Alice, dopo avermi chiesto il permesso con
uno sguardo.
Vidi mia madre
rattristarsi
sempre di più, soprattutto per la sofferenza che aveva
accompagnato mia sorella in tutti quei mesi, senza che riuscisse a
tirarla fuori per non farci preoccupare.
-Ragazzi…
siamo molto
orgogliosi di voi per come avete gestito la situazione… e
Bella,
amore… forse hai sbagliato a tirare uno schiaffo a tuo
fratello… ma quando ci vuole ci vuole!- esclamò
suo padre.
-Charlieeee!!!- lo
sgridò
di nuovo mia mamma; era proprio incapace di sopportare la
violenza… perfino quella abbastanza limitata di un ceffone!
-Ehhhh Charlie e
Charlie un
corno! Mio figlio si è comportato come un emerito
deficiente,
anche se stava soffrendo… e sua sorella ha fatto bene a
dargli
uno scrollone! E per la cronaca: oggi tua figlia è stata un
mito
a tirargli quella secchiata d’acqua!- dichiarò,
convinto
delle sue idee. Anch’io la pensavo così, ma con lo
sguardo
incollerito che gli lanciò mia madre, non osai aprire bocca.
-Ah… e
cosa pensi che
abbiano risolto così, quei due testoni? Un bel niente! Quei
due
ragazzi si amano alla follia… e se ti ricordi ancora, alla
loro
età, si fa presto a rischiare di perdere il vero amore,
magari
solo per delle stupide incomprensioni… quindi dobbiamo
assolutamente aiutarli… dare loro una piccola spinta, ecco!-
si
illuminò mia mamma.
Wow, aveva avuto la
mia stessa
idea! Ma la situazione era ingarbugliata e un riavvicinamento era
più facile a dirsi che a farsi!
-Sì, una
piccola
spinta… fosse facile! Cosa vorresti fare? Chiuderli nella
stessa
stanza e buttare via la chiave finché non si chiariscono?
Secondo me sarebbero anche capaci di farsi fuori… anzi no mi
correggo… Alice sarebbe capace di cavargli gli occhi! Dio,
quando è arrabbiata mi ricorda tanto te… e vi
assicuro
ragazzi che non conviene far arrabbiare questo scricciolo di donna
perché fa veramente paura!- esordì Charlie,
facendoci
scoppiare in una sonora risata. Aveva perfettamente ragione, la mamma
era di quelle classiche acque chete che se smosse diventavano un mare
in tempesta…
-Ma sei un genio!-
esclamò la mamma, tuffandosi tra le sue braccia e baciandolo
appassionatamente.
-Ma per favore!
Abbiamo appena
finito di cenare! Mi fate venire gli incubi!- si lamentò
Emmett,
ottenendo la nostra schifata approvazione e il nostro assenso.
-Vedete di
piantarla con
‘sta storia che i genitori devono essere asessuati! Vi
conviene
smetterla, altrimenti, quando avremo dei nipotini, li istruiremo
personalmente… così che non avrete più
un minuto
di intimità neanche di notte!- ci minacciò
Charlie. Vidi
Emmett impallidire, immaginandosi un futuro fatto di tanti pannolini e
niente sesso…
-Cosa intendevi
Esme?- chiese
Rosalie, tentando di riportare il discorso in tematiche meno
agghiaccianti e pericolose. Il viso le si illuminò per
l’idea che aveva avuto.
-Allora…
Charlie mi ha
detto che tutta la zona è in allerta per il fine settimana;
infatti è in arrivo da nord una forte tempesta fuori
stagione,
che ci bloccherà a causa della neve. Bene! Potremmo
sfruttare
questa situazione estrema a nostro vantaggio! Voi ragazzi vi occuperete
di Jasper e voi ragazze di Alice… In settimana io mi
premurerò di preparare la casa al mare e tutto
l’occorrente per sopravvivere due giorni senza luce e gas,
nel
caso la tempesta li lasci isolati… Poi sabato mattina li
porterete nella casa al mare separatamente… e senza che se
ne
accorgano li lascerete lì, senza cellulare e senza auto. O
si
chiariscono… o si chiariscono!- finì di spiegare
la
mamma, soddisfatta della sua idea.
-Sì,
ma… come li
convinceremo a venire lì per il weekend, sapendo che
è in
arrivo la tempesta e che ci sarà il rischio di rimanere
isolati?- chiese Emmett.
-Bè,
ragazzi… io
vi ho dato l’idea e vi preparo la casa… al resto
pensateci
voi! Suvvia, un po’ di adolescenziale inventiva, figlioli!-
ci
rimproverò.
Eravamo tutti
entusiasti…
effettivamente il machiavellico piano materno avrebbe potuto
funzionare! Anche se avevo sinceramente paura della reazione di
Alice… Jasper avrebbe potuto rischiare la morte…
affogato
in piscina o ammazzato nel sonno, erano quelle le mie due ipotesi
più accreditate….
-Esme, sei
veramente fantastica!
Ti voglio proprio bene! E se il tuo piano funzionerà e
finalmente mio fratello ed Alice finiranno di soffrire, ho
già
in mente un regalo da farti! E sono sicura che lo apprezzerai
moltissimo!- affermò Bella e la abbracciò,
schioccandole
un sonoro bacio sulla guancia.
Le guardai,
sorridendo felice.
Quella sera tutto era stato rivelato, tutto era stato risolto, e anche
l’ultimo ostacolo alla felicità completa di questa
famiglia stava probabilmente per essere superato. Sì, in
quel
momento ero dannatamente ottimista: il futuro sembrava meraviglioso!
-Oh cara, non devi
disturbarti… la vostra felicità è
anche la
nostra!- le mormorò commossa, mia madre, donandole una
carezza.
-Non lo faccio per
riconoscenza,
Esme! Lo faccio perché te lo meriti veramente. Hai donato a
tutti noi un amore che non credevo più di poter provare,
quello
si sente per una mamma… Grazie!- e si abbracciarono ancora,
facendo scendere calde lacrime non solo sui loro visi ma anche su
quelli di tutti noi… persino Emmett vidi che si asciugava
una
lacrima.
Poi Charlie si
schiarì la voce e riportò l’attenzione
su di lui.
-Ok
ragazzi… ora la nota
dolente: le regole!- sgranammo gli occhi. Regole? Quali regole?! Un
brivido di autentica paura mi paralizzò.
-Di cosa stai
parlando,
Charlie?- domandai, incapace di trattenermi. Lo vidi sorridere
sornione… e quel sorriso, chissà
perché, non mi
rassicurava per niente…
-Allora sappiamo
che siete
innamorati… sappiamo che siete giovani… e anche
ormai
tutti maggiorenni o quasi… sappiamo che
l’attrazione
è una cosa a cui difficilmente alla vostra età si
riesce
a rinunciare… sappiamo che i vostri ormoni sono
impazziti… ma… regola fondamentale
sarà: niente
sesso in casa e soprattutto… ognuno dorme nel proprio
letto!-
dichiarò, con tono fermo e deciso.
-Cosaaaa???
Perché voi
non lo fate?- si lamentò Emmett, prendendosi uno degli
scappellotti più dolorosi di Rosalie.
-Perché
non perdi mai l’occasione di stare zitto?- gli
sibilò furiosa.
-Sì,
vabbè adesso
non esagerare… così li spaventi…- lo
fermò
mia madre. -Quello che intende Charlie è che vi chiediamo di
essere rispettosi della nostra presenza in casa… vorremmo
che
quando io e lui siamo in casa, evitaste certi atteggiamenti…
così non rischieremo imbarazzi per tutti…
vorremmo
risparmiarci certe visioni, del tipo entrare la mattina in una delle
vostre camere e vedere certe scene nei letti! Quindi per questo vi
chiediamo di continuare a mantenere le vostre attuali camere, senza
condividere anche queste. Ci sembra già tanto il fatto che
condividiate lo stesso tetto… quindi per tutto il resto
potrete
aspettare ancora un po’ di tempo. Sarà anche
più
semplice continuare ad avere i propri spazi per quando litigherete,
perché credetemi: conoscendo i vostri caratteri forti,
succederà spesso!- ci spiegò mia madre.
Mi sembrava un
discorso corretto
e sensato e anche per gli altri era così perché
assentimmo tutti. Facemmo ancora qualche chiacchiera, poi Jacob ci
diede la buonanotte, ringraziò Esme e Charlie per la cena e
si
congedò.
Anche noi salimmo
nelle nostre
camere, scortati dal servizio di polizia di un efficiente Charlie; e
dopo aver dato un bacio leggero ma pieno di felicità al mio
dolce angelo (mi faceva ancora un po’ male il labbro
spaccato),
me ne andai in camera e mi misi a letto, stravolto da quella strana
giornata e addormentandomi in un batter d’occhio.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 53
-Ciao Jazz!-
salutammo,
arrivati al suo tavolo. Tutti, naturalmente, si girarono a guardarci,
specialmente le ragazze. tutte interessate al fatto, piuttosto inaudito
per la verità, che io mi fossi momentaneamente staccato
dalla
mia inseparabile metà. Sperai
ardentemente che nessuna
di loro avesse con me un approccio di un qualsiasi tipo; infatti sapevo
benissimo che, in quel preciso istante, Bella mi stava
osservando… e le sue occhiate in cagnesco alle galline
starnazzanti erano inequivocabili… mi augurai che la fredda
indifferenza del mio atteggiamento potesse essere sufficiente per
scoraggiare ogni velleità flirtereccia di quelle papere
spelacchiate… non volevo che il mio angelo si irritasse e si
rovinasse la giornata per colpa di qualche stupida oca che poteva
tentare di fare la svenevole con il sottoscritto... -Ehi, ciao
ragazzi! C’è qualcosa che non va?- ci
domandò Jazz, subito preoccupato. -No, no non ti
preoccupare…- lo rassicurai. -E’ solo che questa
mattina
mi ha chiamato Jacob… e mi ha informato che per il fine
settimana è prevista una tempesta di neve molto
forte…-
esordii con il mio copione.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Buongiorno!
Inizia una nuova settimana e ormai il Natale è quasi alle
porte!
Noi siamo abbastanza a buon punto con i regali. E voi?
Se ne avete voglia raccontateci cosa vi piacerebbe ricevere per Natale!
Un bacione e grazie infinite a tutte voi che continuate a seguirci con
affetto!
A giovedì! BUONA LETTURA da Manu e Sara!
CAPITOLO 53
'Super Cullen'
Pov Edward
In un baleno era arrivato il mercoledì; e quel giorno, dopo
una
mattinata poco interessante, ero appena giunto in mensa. Con mio
fratello eravamo d’accordo di parlare con Jasper proprio in
quel
momento, per cercare di convincerlo a passare il weekend
nella
casa al mare… così avremmo potuto mettere in atto
il
nostro diabolico piano. Il giorno precedente ne avevamo discusso con la
mamma, definendo un po’ tutti i dettagli; ma ancora mancava
la
partecipazione dei diretti interessati.
-Allora fratellino, pronto per la nostra scenetta? E cerca di essere
convincente!- mi ordinò Emmett, con severo piglio da regista.
-Non ti preoccupare! Se fa troppo il reticente con noi due,
interverrà Jacob! E lui mi ha assicurato che, con le buone o
con
le cattive, riuscirà a convincerlo! Forza, andiamo a
chiederglielo, prima che gli venga in mente di prendere accordi con
quella combriccola di cretini di cui si circonda! E poi, pensandoci su,
sarebbe meglio intervenire prima che lui diventi la preda di qualche
ragazza troppo assatanata! Bella mi ha riferito che ormai quel cocciuto
testardo si è imposto di lasciar perdere Alice,
perché
pensa che lei meriti di meglio…- spiegai.
-Quei due sono a pari merito nella classifica dei muli più
cocciuti dell’universo, quanto a testardaggine!!- si
lamentò con ragione Emmett; assentii con un sospiro.
Mentre ci stavamo dirigendo al tavolo di Jazz, intravidi Bella in coda
per il pranzo, un po’ sovrappensiero; poi si riscosse e mi
fece
capire che del mio vassoio se ne sarebbe occupata lei… che
dolce! Ma chissà cosa stava pensando in quel
momento… il
suo colorito acceso mi lasciava perplesso…
Comunque annuii e le sorrisi per le sue tenere attenzioni… e
poi
finalmente sarebbe anche stata felice di poter offrirmi per una volta
il pranzo!
Ricambiò il mio sorriso con uno ancora più
grande, che mi
scaldò il cuore. Risposi con un ‘Ti amo’
mimato a
fil di labbra, che chissà per quale motivo, la fece
arrossire
maggiormente… quella ragazza mi faceva impazzire sempre di
più… com’era possibile questa cosa? Non
ne sapevo
molto, ma sentivo che il mio amore per lei aumentava giorno dopo
giorno…
-Riprenditi fratellino, stai diventando veramente troppo smielato! Mi
fa ancora un certo effetto vederti così dolcioso-puccioso!
Qualche giorno ancora e… ti troverò trasformato
in un
enorme barattolo di melassa!- mi schernì
quell’orso di mio
fratello.
-Ah ah ah! Ma senti da che pulpito viene la predica! Parli tu, che
quando c’è Rose ti trasformi in un docile
cucciolotto
ammaestrato! E ne hai trovata una che, non appena sgarri con qualche
battuta delle tue, ti accorcia subito il guinzaglio per ricordarti chi
comanda!- lo canzonai a mia volta. Arrossì leggermente e poi
scoppiammo a ridere.
-Eh già! E tu non sai cosa mi spetta quando faccio il
bambino
cattivo…- sogghignò alzando lo sguardo, perso
nelle sue
immagini mentali da maniaco.
-Ma finiscila! Non lo voglio nemmeno sapere!- replicai, sghignazzando
di più. Che personaggio inquietante, mio fratello! Quando
credevi di averlo messo all’angolo, ti stendeva lui, con una
battuta più sconcia e fulminea della tua!
-Ciao Jazz!- salutammo, arrivati al suo tavolo. Tutti, naturalmente, si
girarono a guardarci, specialmente le ragazze. tutte interessate al
fatto, piuttosto inaudito per la verità, che io mi fossi
momentaneamente staccato dalla mia inseparabile metà.
Sperai ardentemente che nessuna di loro avesse con me un approccio di
un qualsiasi tipo; infatti sapevo benissimo che, in quel preciso
istante, Bella mi stava osservando… e le sue occhiate in
cagnesco alle galline starnazzanti erano inequivocabili… mi
augurai che la fredda indifferenza del mio atteggiamento potesse essere
sufficiente per scoraggiare ogni velleità flirtereccia di
quelle
papere spelacchiate… non volevo che il mio angelo si
irritasse e
si rovinasse la giornata per colpa di qualche stupida oca che poteva
tentare di fare la svenevole con il sottoscritto...
-Ehi, ciao ragazzi! C’è qualcosa che non va?- ci
domandò Jazz, subito preoccupato.
-No, no non ti preoccupare…- lo rassicurai. -E’
solo che
questa mattina mi ha chiamato Jacob… e mi ha informato che
per
il fine settimana è prevista una tempesta di neve molto
forte…- esordii con il mio copione.
-Sì, sì… l’ho sentito
anch’io- ci confermò lui.
-Bè, insomma… Jake ci ha proposto di
passare un
weekend per soli uomini nella casa al mare, visto che intanto non si
potrà scorrazzare per le strade. Che dici… ti
va?- gli
spiegai, sperando vivamente che accettasse alla prima.
Jasper mi fissò per un attimo concentrato; immaginavo cosa
potesse pensare… voleva essere sicuro che le mie parole non
celassero doppi fini o infidi trabocchetti.
Infine, quasi titubante, mi domandò: -Solamente noi uomini?
Sicuri..?- era evidente che aveva paura che ci fosse anche Alice; ma in
quell’istante non poteva parlare apertamente facendo nomi,
per
via dei suoi amici. -Ma certo, Jazz!- gli sorrisi, rassicurandolo e
dandogli un’amichevole pacca sulla spalla.
-Garantito, fratellino! Solo noi maschietti! Passeremo due giorni a
mangiare schifezze e bere birra! E in più… gare
di poker
e sfide spettacolari alla Wii! ‘Testosterone day’:
tavoletta alzata e... rutto libero, amico!- si intromise quel damerino
di Emmett, con il suo solito entusiasmo e cercando, nel suo modo
pittoresco e colorito, di rassicurare Jasper sull’assenza
completa di donne in casa; e Jazz, ovviamente, oltre ai suoi problemi
con mia sorella, non aveva nessunissima voglia di fare da terzo
incomodo alle coppiette di casa.
Jasper si illuminò immediatamente e un gran sorriso gli si
dipinse sul volto… come assomigliava a Bella, in quel
momento!
Si vedeva chiaramente che aveva voglia di trascorrere un po’
di
tempo con noi… ero sicuro che questo suo voluto
allontanamento
dal nostro unito gruppo familiare a causa di Alice, lo facesse soffrire
molto. Maledizione, basta! Tutto questo dolore sarebbe durato ancora
poco, quei due dovevano assolutamente sistemare le cose tra loro!
-Ok, raga, ci sto! Poi definiamo i dettagli a casa, nel
pomeriggio… va bene?- ci chiese, evidentemente contento. Ma
di
colpo il suo sguardo si concentrò dietro di noi e la sua
espressione si rabbuiò all’improvviso.
Mi voltai e vidi mia sorella che, a passo di marcia, si stava dirigendo
verso di noi, evidentemente più che arrabbiata…
furiosa!
Oddio santo! Che diavolo era successo ora?
-Ciao!- ci salutò a denti stretti, per poi rivolgersi
direttamente a uno degli occupanti della tavolata… che, con
un
enorme sospiro di sollievo, mi accorsi non essere Jasper. Se avessero
litigato ancora, nel weekend, anziché fare pace, si
sarebbero
scannati una volta per tutte!
-Scusa Newton… potrei parlarti un attimo?- si rivolse a
quell’essere insignificante, con un tono gelido e colmo di
disgusto. Lui, per nulla intimorito o preoccupato, le rivolse un enorme
sorriso. Ma come faceva ad essere così rincoglionito?! Non
si
era accorto del tono infuriato di Alice?
-Tranquilla, baby… tu non mi disturbi mai! Dimmi pure,
piccola
mia!- dichiarò come il più idiota dei deficienti.
Ah, ah, ah! Questa scena non me la volevo proprio perdere!
L’aveva chiamata ‘baby’ e
‘piccola mia’!
Alice odiava chi si prendeva certe confidenze, senza che lei gliene
avesse dato il permesso o una minima occasione… lo
avrebbe
conciato per le feste!
Anche Emmett si era messo come me a braccia incrociate sul petto e
stava ghignando, pregustandosi già il ghiotto spettacolino:
la
bruciante umiliazione di quel viscidone di Newton…
Notai anche l’immensa curiosità di Jasper, che non
le
toglieva gli occhi di dosso; era riuscito ad osare così
tanto
probabilmente perché lei era troppo occupata a fulminare il
suo
obiettivo con lo sguardo… così lui, in tutta
tranquillità, la poteva osservare senza
vergognarsene…
cosa che invece in quei due giorni in casa non era mai successa, visto
che lui evitava accuratamente le stanze in cui lei era
presente…
e le poche volte che si ritrovavano assieme era sempre molto attento a
non incrociare il suo sguardo.
Mani sui fianchi, piede che sbatteva continuamente a terra, occhi
stretti a due fessure… Alice era pronta ad esplodere!
-Primo: non sono la ‘tua piccola’ e non ti
permettere
più di apostrofarmi con certi nomignoli, sgradevoli se
pronunciati da quella fogna che ti ritrovi come cavità
orale! Ti
ricordo che, tu ed io, per fortuna, non abbiamo nulla da spartire!
Secondo: vedi di far tacere immediatamente le ridicole e assurde voci
che circolano su una molto utopistica uscita di noi due,
perché
io non ho mai accettato il tuo invito! E mai lo accetterò!
Nella
tua mente malata non so se credi il contrario, e non mi interessa
nemmeno saperlo, te lo garantisco… ma nella
realtà questo
avvenimento sarebbe pura ed autentica fantascienza!!- gli
spiegò seria mia sorella.
Il volto prima sorridente di Newton, ora era mutato in
un’espressione sorpresa. Ma quello stupido non si
turbò,
anzi: si riprese immediatamente, e il sorriso idiota ricomparve. Sapevo
che non si poteva definire un genio… ma il suo livello
d’intelligenza era inferiore a quello di un’ameba
in coma!
-Ehi! Calma bellezza! Lo sapevo io che eri una tipa focosa! Wow, vedrai
che faremo scintille venerdì prossimo!- ribadì
sempre
convinto Newton, tentando di risollevarsi un po’ dalla
figuraccia
che stava facendo davanti a tutti i suoi amici.
Aveva proprio azzeccato la parola…
“focosa”…
eh sì, perché mi sembrava…
autentico…
fumo quello che stava uscendo dalla testa della mia sorellina! Eh, eh!
Ora sarebbe esplosa e di Mike non avrebbero trovato neanche
più
minuscoli pezzettini…
-Senti tu! Sottospecie di microcefalo… essere unicellulare
decerebrato che non sei altro! Io capisco benissimo che
l’unico
neurone che gira solitario in quella zucca vuota che ti ritrovi, a
furia di sforzarsi per far uscire una mezza frase sensata da quella tua
cloaca, sia ormai in coma irreversibile per il titanico sforzo! Ma
tieni ben presente che, anche se esistesse un universo parallelo in cui
io fossi l’ultima donna e tu l’ultimo
uomo…
(bè… uomo… quello che ci assomiglia di
più
perlomeno…) comunque, dicevo… se davvero
esistesse questo
ipotetico universo, ti comunico che il genere umano sarebbe destinato
all’estinzione, senza dubbio alcuno!- e detto questo gli
voltò le spalle e raggiunse soddisfatta il tavolo dove le
ragazze, con Ben e Angela, la stavano aspettando, divertiti ed
euforici. Grande Alice!, esultai.
Newton era rimasto talmente basito che era ancora a bocca aperta e poi,
giusto per non smentire la sua superba intelligenza, aggiunse,
scrollando le spalle: -Bè… penso che a questo
punto
l’appuntamento di venerdì sia annullato!- e
riprese la
conversazione interrotta prima, come se niente fosse, mentre tutti gli
occupanti del tavolo ridevano come matti. Dopo la sua arguta
riflessione, ero quasi convinto di una strabiliante scoperta
scientifica: magari era lui l’anello mancante della teoria
evolutiva!
Scossi la testa e osservai Jasper: un sorriso mi nacque
spontaneo… dire che era compiaciuto era veramente
minimizzare la
questione… stava totalmente gongolando! Certo, sempre senza
scomporsi troppo, comunque… ma io ormai lo conoscevo troppo
bene! Ed ero certo che, se avesse potuto, sarebbe saltato dalla gioia
per tutta la mensa!
-Bè Jazz, ci vediamo più tardi. Buon appetito!-
lo salutammo io ed Emmett.
-Ciao ragazzi! Grazie e buon appetito anche a voi!- ci
ricambiò,
con un tono di voce felice ma smorzato, per tentare di sembrare il
più indifferente possibile. Il suo sguardo però
non
avrebbe potuto ingannare nessuno: una luce di profonda gioia gli
illuminava il viso. Bene, almeno era un passo avanti!
Arrivati al tavolo, Emmett strinse in un forte abbraccio la nostra
sorellina, riempiendola di complimenti per l’ottima battuta.
-Brava, nanetta! Vedi che allora a qualcosa sono servite tutte le
battute con cui ti ho sempre presa in giro? Dovresti ringraziare me se
oggi sei dotata di una lingua così sciolta… sono
io che
ti ho temprata! Dai il cinque al tuo coach!- affermò
convinto,
facendoci scoppiare tutti a ridere.
-Dai, ragazzi! Comunque sono felice di averlo stracciato! Ho cercato di
passarci sopra, ma… mentre ero in coda, un’altra
ragazza,
mi ha chiesto se stavo con Newton e allora… non ce
l’ho
più fatta!- ci spiegò un’orgogliosa
Alice.
Diedi un leggero bacio a Bella, che ricambiò felice; poi mi
sedetti vicino a lei, ringraziandola per il pranzo: mi aveva preso un
paio di tranci di pizza, il mio piatto preferito!
-Allora Ben… sei pronto per la nostra prima lezione?- chiesi
al
nostro amico, mentre addentavo con fame un morso di quella squisitezza.
Quel pomeriggio sarebbe iniziata la mia “punizione”
ed ero
elettrizzato… non vedevo l’ora. Ero
così felice di
poter dare una mano a Ben! In più avremmo potuto trascorrere
un
po’ di tempo insieme: era un ragazzo veramente in gamba,
aveva
tutta la mia stima.
-Prontissimo… e a proposito non so proprio come sdebitarmi
per
il tuo aiuto, Edward. Non sai quanto abbia bisogno di quei crediti
extra… e poi ho sempre desiderato imparare a suonare il
pianoforte, ma sai com’è… le lezioni
costano, in
città non c’è mai stato un insegnante
disponibile… i miei avrebbero dovuto portarmi due
volte la
settimana a Port Angeles e anche questo aveva un certo
costo…-
si giustificò, guardando Angela leggermente imbarazzato,
quasi
che la condizione economica della sua famiglia fosse una colpa.
-Ma cosa dici?! Non c’è assolutamente bisogno di
nessun
ringraziamento! Tu forse non ti rendi conto di quanto invece faccia
piacere a me insegnare. Il pianoforte è una delle cose che
amo
di più al mondo e poter trasmettere questa mia passione agli
altri, mi fa sentire… appagato! E poi è la mia
“punizione”, no?- cercai di rassicurarlo e di
spazzare via
quel suo disagio.
-A proposito ragazzi!- intervenne Angela; -Sapete tutti che mia mamma
è nel consiglio dei genitori… bé, ieri
sera mi ha
riferito che dopo l’espulsione di Tyler, molte ragazze si
sono
fatte avanti, trovando il coraggio per riportare episodi spiacevoli di
cui tutte loro erano state vittime… per fortuna sembra che
con
nessuna si sia mai spinto fino in fondo!- ci rivelò,
lasciandoci
tutti attoniti.
Quel maledetto porco! Ancora mi faceva salire una furia incontrollata,
un odio potente… sentii una morsa rabbiosa chiudermi lo
stomaco
e, schifato, allontanai il mio pranzo.
Subito due labbra meravigliose lambirono le mie: Bella
posò la sua calda bocca sulla mia con un’immensa
tenerezza… ci sfiorammo, ci strusciammo…e mi
persi in un
bacio dolce e delicato. Ero già drogato: in meno di un
secondo,
le sue labbra erano diventate l’unica cosa che io volessi, il
centro esatto del mio universo… sparito il mio odio,
eclissato
il mio nervosismo, annullata la mia furia… esisteva per me
solo
quella bocca sensuale, perfetta.
Quanto potere aveva su di me quella fantastica creatura!
-Amore, non pensarci più ti prego! Non si merita nemmeno un
piccolo pensiero da parte nostra… fai conto che non sia mai
esistito, ok? Fallo per me!- mi pregò, con la bocca ancora a
mezzo centimetro dalla mia; aveva capito dalla mia espressione a cosa
stavo pensando e aveva cercato di distrarmi nell’unico modo
possibile, riuscendoci alla perfezione, tra
l’altro…
-Mmm… ci proverò… ma solo se mi darai
ancora un
bacio…- le risposi, mezzo serio e mezzo scherzoso. Sorrise
sulle
mie labbra.
-Sei insaziabile, Cullen! Ma sei fortunato… hai trovato una
maniaca che sta diventando peggio di te!- mi ribadì,
maliziosa.
Mi diede ancora un bacio… non come avrei voluto io, ma
purtroppo
eravamo in mensa, circondati da studenti e non era il caso di dare
spettacolo… ci staccammo a malincuore e rivolgemmo di nuovo
la
nostra attenzione alla tavolata.
-Lo sai, Edward? Gira voce che tu sia… bé, un
supereroe…- mi comunicò Angela. Io, che stavo
bevendo,
per poco non mi strozzai con l’acqua.
-Come scusa?- le chiesi attonito, mentre mio fratello non si poteva
più controllare dalle risate.
-Sì… per la tua storia con Tyler. Ho sentito
parecchie
ragazze fare certi apprezzamenti molto espliciti sul tuo
conto…
è come se tu avessi liberato la scuola dal cattivo! Tutte ti
chiamano… bè… ‘Super
Cullen’…-
mi spiegò. Oramai le risate la facevano da padrone, mentre
il
mio viso era bloccato in un’espressione talmente
meravigliata,
che doveva sembrare quella di un povero ebete che con capiva cosa aveva
intorno. Non ci potevo credere!
-Oddio… ah ah ah! ‘Super Cullen’!
Fratellino mio,
sei nei guai fino al collo! Ora chi le fermerà
più le
pazze assatanate? Ah, dimenticavo: in caso di pericolo puoi sempre
farti aiutare da ‘Super Edward Cullen’! Ah ah ah!
Che
spasso! Vorranno tutte saltarti addosso, ora più di prima!!-
sghignazzò come un matto Emmett. Ma l’espressione
furiosa
di Bella lo fece ricomporre subito.
-Amore… tu sarai anche un supereroe, ma se questa situazione
degenera troppo… avrai anche una fidanzata in prigione per
omicidio volontario plurimo!- ribadì, con un cipiglio serio
e
che fece ridere ancora di più gli altri.
-Non ti preoccupare Bella… ho sentito gli apprezzamenti, ma
devo
ammettere che erano tutte piuttosto rassegnate al fatto che ormai
Edward non sia più sulla piazza! Quindi mettiti il cuore in
pace
e stai tranquilla- la rassicurò divertita Angela.
Bella le sorrise dolcemente, e si alzò per abbracciarla.
-Grazie Angie, tu sì che mi capisci! Non come questo stupido
orso di mio fratello… o cognato che sia!-
dichiarò, dando
un coppino a Emm che aveva ripreso a ridacchiare.
Tra i commenti e le risate l’ora di pranzo finì e
ognuno si recò alle proprie lezioni.
Le due ore seguenti erano le mie preferite, perché potevo
stare
con Bella; ma proprio per questo motivo trascorrevano sempre molto
velocemente. Ci sedemmo vicini e per tutto il tempo riuscii a tenere la
sua mano tra la mia. Come stavo bene accanto a lei!
In un attimo giunse di nuovo il momento di separarci; e, dato che io
dovevo fermarmi a scuola con Ben, ci mettemmo d’accordo che
lei
sarebbe tornata a casa in auto con Emmett ed io l’avrei
raggiunta
più tardi.
-Ciao amore…- la salutai posando le mie labbra sulle sue.
-A dopo- rispose con un faccino triste che mi intenerì.
-Mi manchi già, piccola mia…- sussurrai, con una
carezza sul suo volto dalle fattezze delicate.
-Anche tu, piccolo mio…- mormorò premendo ancora
la sua
bocca carnosa sulla mia. -Non essere troppo severo, professor
Cullen…- scherzò. Ridacchiai.
-D’accordo, cucciola- promisi, lasciandole un ultimo bacio
sulle labbra.
Finita anche l’ultima ora, mi ritrovai finalmente con Ben in
aula di musica.
-Ciao Ben… pronto?- gli chiesi.
-Sì, iniziamo- mi rispose, entusiasta.
Ci sedemmo al pianoforte e iniziammo la lezione. Mi aveva
già
spiegato fin dove arrivavano le sue nozioni di musica, e proprio in
base a questo, mi ero preparato un programma che riuscisse a seguire
abbastanza agevolmente e che gli permettesse di prendere una veloce
confidenza con lo strumento. Avevo anche sottoposto il mio programma
alla verifica da parte del professore di musica, e lui ne era rimasto
piacevolmente colpito.
-Ben, mi raccomando… non tenere le dita verso
l’esterno
della tastiera… bene, così! Cerca di stare dritto
con le
spalle… e ricordati di non tenere le mani
sull’orlo dei
tasti, ma al centro… sì, così ci
siamo, bravo!- lo
istruii. Alternavo incoraggiamenti a suggerimenti e consigli sulla
postura del corpo e delle mani sulla tastiera; per i principianti forse
era un argomento noioso, ma fondamentale per iniziare un approccio
corretto verso lo strumento.
A metà lezione facemmo un po’ di pausa: per chi
iniziava a
suonare, e soprattutto per chi non era allenato, i primi tempi le mani
dolevano da morire… infatti gli indicai degli esercizi con
le
dita che poteva fare a casa per rinforzare la resistenza.
-Allora come ti sembra?- gli chiesi.
-Bello, mi piace ancora di più, ora che abbiamo iniziato. Ma
pensi che mi ci vorrà molto tempo per riuscire a suonare due
melodie in modo decente?- domandò, un po’ troppo
impaziente. Che strano… lui di solito era sempre
così
ponderato… mmm, c’era qualcosa sotto…
quella sua
esuberanza frettolosa non mi tornava per niente…
-Direi che in un paio di mesi dovresti riuscire a saper
suonare
un paio di pezzi… se continuerai con la stessa passione
e
lo stesso impegno di oggi. Ma chissà
perché… ho
l’impressione che ci sia sotto una motivazione poco
musicale…- asserii, sicuro delle mie parole, incrociando le
braccia al petto.
Arrossì immediatamente e allora capii che in qualche modo
c’entrava Angela.
-Bè… vedi… mi piacerebbe tanto per
Natale, poter
riuscire a suonare “Silent night” e
“White
Christmas”, che Angela adora… l’altro
giorno
parlavamo di Natale… e mi ha spiegato che lei e i suoi
fratellini la sera della vigilia cantano sempre le canzoni
tradizionali, accompagnati al pianoforte dalla madre... e dato che
quest’anno hanno invitato anche me e i miei genitori a cena
da
loro per quella sera… ecco…
sì…
insomma… mi piacerebbe, suonare un paio di
canzoni… ma
non so… bé, forse ti sembrerà
un’idea
stupida…- mormorò in completo imbarazzo. Quel
ragazzo era
dolcissimo e molto innamorato… come avrei potuto negargli la
possibilità di stupire la sua fidanzata?
-Ben… hai scelto delle canzoni un po’ difficili,
con
accordi non tutti molto semplici… ma ti assicuro che per
Natale
tu sarai in grado di suonarle perfettamente, o io non mi chiamo Edward
Cullen!! E non è affatto un’idea stupida, la tua!
Non ti
devi vergognare… almeno non con me! Non mi permetterai mai
di
prenderti in giro per una cosa del genere, credimi… ormai
anch’io, da quando mi sono innamorato, non faccio che
formulare
pensieri teneri, uno più sdolcinato dell’altro! E
pensa
che non me ne vergogno mai, perché ho sempre paura di essere
troppo… poco dolce! Cerco sempre di creare situazioni che
possano farle piacere… tutti i miei pensieri, le mie
attenzioni,
i miei sforzi… sono rivolti costantemente a lei, per
renderla
felice! Quindi, come vedi, siamo sulla stessa barca e anzi…
se
hai bisogno di qualsiasi cosa… non hai che da chiedere!- gli
spiegai. Stranamente non ero imbarazzato dalla curiosa piega del nostro
discorso… sapevo di parlare con un ragazzo che era,
esattamente
come me, innamorato pazzo del suo angelo… ero consapevole
che
ogni mia parola non solo lui la comprendesse e la condividesse, ma la
vivesse ogni giorno sulla propria pelle…
-Grazie Edward… non sai quanto sia felice che vi siate
trasferiti qui! Ha fatto bene a tutti quanti… la vostra
presenza
ha cambiato parecchie cose, e tutte in meglio!- esclamò
sorridente e sincero. Ora fu il mio turno di arrossire e cercai di
togliermi dall’imbarazzo, riprendendo la lezione.
-Bene, pausa finita. Al lavoro, Ben! Sono un insegnante severo io,
sappilo!- dichiarai con un tono da finto burbero.
In un attimo il nostro tempo passò e dopo esserci
salutati, ci dirigemmo ognuno al proprio veicolo, diretti
verso
le nostre rispettive mete… la mia: casa Swan!
Non vedevo l’ora di riabbracciare la mia adorata Bella!
ANTEPRIMA CAPITOLO 54
Non ero abbastanza per lui… logico! Io non avevo esperienza!
Senz’altro si stava stufando dei nostri incontri, magari
troppo
casti per i canoni a cui lui era abituato…
Delusa e frustrata, arrabbiata e ferita, mi divincolai dal suo
abbraccio e mi sedetti sul divano, dandogli la schiena. Ero
nuda… e non mi ero mai sentita più a disagio di
quel
momento.
In un attimo mi rivestii, mentre Edward non proferiva
parola…
non osavo immaginare la sua espressione allibita per il mio repentino
cambio di umore e soprattutto di programma… ma mi sentivo
troppo
umiliata e fragile per dargli spiegazioni in quel momento.
Feci un profondo respiro per cercare di far uscire la voce con un tono
che non sembrasse spezzato dalla mia pena lancinante.
Cap. 54
Buongiorno ragazze!
Eccoci con un nuovo capitolo. Questo e il prossimo saranno interamente
dedicati alla nostra coppietta preferita e poi inizierà il
famoso weekend!
Speriamo che vi piaccia!
Un bacione a tutte quante e un grazie grande grande per essere sempre
con noi!
BUONA LETTURA da Manu e Sara!
CAPITOLO
54
Lui non
mi vuole!
Pov Bella
Ripensai alla mattinata in mensa, densa di emozioni.
Quando i due fratelli Cullen erano apparsi e si erano diretti verso
Jazz, mi ero accorta della marea di occhiate che le ragazze del liceo
di Forks avevano lanciato al mio Edward: alcune erano odiosamente
lascive e mi avevano suscitato un moto di intensa gelosia; altre,
invece, erano di pura ammirazione: molte ragazze avevano fissato
quell’angelo in terra con rapita estasi… come
avrei potuto
prendermela con queste ultime? Quel ragazzo era davvero meraviglioso,
uno spettacolo, una visione celestiale!
D’altronde, quante volte la sottoscritta era stata ammaliata
da quel dio greco?
Inoltre, con un filo d’imbarazzo, mi tornarono alla mente i
miei
non proprio casti pensieri mentre ero in fila per il pranzo a mensa. Da
lontano avevo visto Edward mentre chiacchierava con Emm, poco prima di
raggiungere mio fratello al tavolo dei debosciati…
Oddio, che visione spettacolare la sua! Ma lui si rendeva conto di
quanto fosse stupendo?!
Quella mattina indossava un paio di jeans scuri che fasciavano alla
perfezione le sue gambe lunghe e muscolose e che mettevano in rilievo
quel suo fantastico sedere… la camicia grigio scuro, che
esaltava il suo colorito chiaro, era sapientemente aperta di un paio di
bottoni… il che faceva più che intravedere la
muscolatura
dei suoi larghi pettorali… e già così
il suo
fisico era da urlo…
Ma io sapevo quali meraviglie celasse ancora il suo corpo
nudo…
la perfetta tartaruga degli addominali scolpiti, i fianchi stretti, da
cui partiva una pronunciata V che portava direttamente in
paradiso… o all’inferno, dato il caldo assurdo che
iniziavano a provocarmi quei pensieri…
Basta, Bella! Sei a scuola, finiscila!, mi ero imposta.
Mi ero riscossa giusto in tempo, per comunicare a Edward che al suo
pranzo ci avrei pensato io; avevo notato che quel giorno
c’era il
suo cibo preferito: la pizza! Perciò avevo deciso di
prenderne
un paio di tranci… finalmente, per una volta, glieli avrei
offerti io!
E nello stesso istante in cui mi aveva sorriso, in cui mi aveva
regalato quel magnifico gesto, il mio cuore si era riempito di una
gioia talmente intensa da risultare incontenibile…
‘Ti amo’… mi aveva sussurrato a fior di
labbra, mandandomi sotto shock…
Quell’angelo del paradiso amava me! ME!
Non era di certo la prima volta che me lo diceva; ma, in quel momento,
quelle semplici parole avevano avuto su di me un effetto dirompente:
d’un tratto mi ero resa consapevole che, nonostante
l’esistenza di tutte quelle subdole oche starnazzanti che
miseramente tentavano di attirare la sua attenzione, la mia gelosia era
probabilmente irragionevole e superflua…
Io, Bella Swan, ero sicura che quell’angelo mi
adorasse…
me lo aveva dimostrato sempre… ma volevo anche che
diventasse al
più presto completamente mio… il mio uomo!
Sì, ero
pronta!
Da un pezzo l’avevo compreso, ormai; ma in quel momento mi
ero
resa conto che non sarei riuscita a pazientare ancora per
molto…
desideravo tutto di lui, anelavo che il nostro amore divenisse
finalmente completo, un’unione totale di anima e corpo, un
legame
unico e profondo tra sentimento, passione, carnalità,
dolcezza,
sensualità…
Volevo fare l’amore con Edward!
Ero arrossita a quell’audace pensiero, ma avevo anche
sorriso,
sicura che avrei reso felice anche il mio amore… in quel
momento
avevo immaginato il suo viso angelico infiammarsi di ardore e passione
quando gli avrei finalmente rivelato i miei desideri… ma
forse
lui sarebbe riuscito a capirli da solo…
Dopo due ore di lezioni in cui ci eravamo tenuti per mano, lo avevo
salutato a malincuore: lui sarebbe rimasto a scuola con Ben, io sarei
ritornata a casa in auto con Alice, Rose e Emm.
Ero tornata a casa da un pezzo e ormai avevo anche finito di
studiare… aspettavo Edward nella stanza del pianoforte
(ormai la
chiamavamo ‘camera nostra’!), sdraiata sul quel
divano
così comodo…
Ero nervosa, impaziente di rivederlo, riabbracciarlo… quel
ragazzo era diventato come l’ossigeno…
indispensabile!
Quando non c’era mi mancava da morire, in modo quasi
soffocante,
mi procurava un dolore sconfinato; e quando era presente…
bè, non mi sarei mai staccata da lui! E la cosa
più
curiosa era che stavo peggiorando di giorno in giorno… ero
drogata di lui, non c’era altra spiegazione! Mi bastavano
cinque
minuti di lontananza e iniziavo a soffrire di astinenza…
Quando mi ero messa con Dylan, la gioia e l’euforia che avevo
provato i primi giorni, erano evaporate in fretta, avevano lasciato
molto presto il posto alla routine e alla quotidianità.
Ma con Edward era tutto diverso, tutto…
Certo, era anche vero che io e Edward stavamo assieme da poco
tempo… ma sentivo nel profondo del mio cuore, nella parte
più intima della mia anima, che con lui avrei sempre provato
queste sensazioni… come se fosse stato il primo giorno! Che
bello sarebbe stato se queste emozioni intense fossero divenute solide
e durature… se il nostro legame fosse destinato a diventare
un
porto sicuro, un luogo di incrollabili certezze, e sentimenti destinati
a durare nel tempo…
Certo che l’astinenza mi faceva fare riflessioni davvero
strane!
Di colpo la porta si spalancò e il mio dio greco fece la sua
comparsa nella stanza, illuminandola tutta: era più
avvenente
che mai, una visione insieme incantevole e mozzafiato!
Entrò tutto elettrizzato, si vedeva lontano un miglio che la
sua
lezione con Ben era andata bene… il mio nervosismo si
eclissò in un secondo: ero felice per lui, sapevo che il
pianoforte era una sua radicata passione e il fatto che lui avesse
avuto la possibilità di suonarlo e insegnare ad un suo amico
a
fare musica con quello straordinario strumento, lo aveva colmato di
gioia, rendendo gioiosa anche me.
Un’idea stuzzicante iniziò a vorticarmi nella
testolina…
Certo che, dato che lui avrebbe dovuto scontare la sua particolare e
apprezzata punizione ancora per un bel po’, io avrei potuto
rendergliela ancora più gradita… e inoltre avrei
passato
molto, molto più tempo con lui…
-Ciao amore!- mi salutò felice, venendo verso di me e
dandomi un
casto bacio. Mmm avrei voluto di più, molto di
più,
ma… accidenti!... non potevo pensare sempre e solo al sesso
quando ero con lui!
Senz’altro gli avrebbe fatto piacere un mio interessamento
verso
quello che aveva combinato a lezione con Ben. In effetti ero molto
curiosa, visto le mie future intenzioni…
-Allora, tesoro? Com’è andata? Come se
l’è
cavata Ben?- gli chiesi con un interesse nascosto, mentre mi giravo su
un fianco per lasciargli un po’ di spazio.
-Stupendamente! Ben si è impegnato molto, gli piace
tanto… e poi abbiamo anche un po’
chiacchierato…
insomma, mi sono proprio divertito!- esclamò gioioso,
regalandomi il mio sorriso sghembo, mentre si sdraiava su di me,
iniziando a mordicchiarmi il lobo del mio orecchio.
Sentii immediatamente la sua erezione spingere prepotentemente sulla
mia gamba.
-Mmm… allora, Super Cullen… che si dice?-
sussurrai in
tono canzonatorio. Con mio sommo disappunto, si staccò per
guardarmi negli occhi: era leggermente infastidito.
-E dai, Bella! Non ti ci mettere pure tu! Sono stato già
abbastanza in imbarazzo a scuola! Per non parlare poi di quel demente
rincretinito di Emmett, che mi ha anche rovinato il pranzo, a furia di
battutine idiote!- mi rispose, risentito.
-Ahhh, e poi la permalosa sarei io? Comunque tesoro, con quel
nomignolo, io non mi riferivo di certo a te!- affermai, maliziosa; e
mossi un po’ la gamba, strusciandola sulla sua erezione. Una
luce
divertita si accese nei suoi occhi, spalancati per la sorpresa di quei
miei gesti tanto audaci.
-Qui, se c’è qualcuno che ha diritto a tenersi
quell’allusivo soprannome, non sei certo tu… ma il
tuo
amichetto, sempre pronto all’azione!- dichiarai, continuando
a
muovermi sinuosamente sotto di lui, causandogli un gemito, che gli fece
scurire lo sguardo dall’eccitazione.
-Ah sì?! Ora ti faccio vedere io di cosa è capace
Super
Cullen, mia dolce donzella in pericolo!- ridacchiò,
spostandosi
leggermente per premere la sua erezione sulla mia intimità.
Un
profondo gemito scappò a me, questa volta. Non feci in tempo
ad
aggiungere niente, perché Edward aveva già
affondato la
testa sul mio collo, prendendo a lasciarmi dei morsetti che mi
mandavano in estasi.
Avrei desiderato chiedergli ancora qualcos’altro riguardo la
sua
lezione con Ben… ma a quel contatto il mio cervello si
scollegò… e in quell’istante percepii
solamente la
sensuale bocca di Edward che stava esplorando famelica il mio collo, le
sue labbra morbide e i suoi denti che affondavano sulla pelle delicata
della gola, regalandomi una serie di frenetici tremolii.
Nel frattempo le sue grandi mani, che vagavano languide lungo il mio
corpo, avevano già iniziato a sbottonarmi la camicetta. Al
suo
gesto provocante e passionale il mio cuore cominciò a
martellare
furiosamente nel petto, rapito e travolto da quelle esaltanti emozioni.
Iniziai a spogliarlo anch’io, e in breve tempo ci ritrovammo
ansanti e completamente nudi su quel piccolo divano di pelle scura.
La mia mano si mosse lentamente e raggiunse il suo petto nudo, lo
accarezzai fremente, quasi per accertarmi che quell’angelo
meraviglioso non fosse solo un sogno, ma fosse realmente mio…
-Sei bellissimo…- mormorai rapita dalla sua incredibile
perfezione.
-Anche tu amore…- rispose affondando il suo volto sulla
morbida
pelle tra la gola e il collo. Poi si abbassò sul mio petto e
sentii le sue labbra carnose accarezzare il mio seno; un istante dopo
la sua lingua iniziò a dare leggeri colpetti al mio
capezzolo,
che si inturgidì immediatamente.
-Ahhh… Edward…
sììì- sospirai mentre
una gioia travolgente si impossessò del mio corpo. La mia
voce
roca per la passione infiammò ancora di più il
suo impeto
ardente, che divenne incontenibile, quasi furioso. La sua mano
cominciò a massaggiare l'altro seno e io fui travolta dalle
mille sensazioni di piacere che mi stavano trasportando direttamente in
paradiso.
Portai una mano sui suoi morbidi e setosi capelli e l’altra
iniziò ad accarezzare leggermente la sua schiena larga e
muscolosa; subito la sua pelle si ricoprì di brividi. Ero
orgogliosa di essere riuscita a fargli avere quella reazione... in
risposta alle mie provocanti carezze, le sue labbra si serrarono
attorno alla mia punta ormai dura, e iniziarono a succhiarla. Un gemito
di pura estasi mi uscì dalla gola.
Il calore che si era sprigionato nel mio bassoventre divampò
ancora di più, facendo pulsare dolorosamente la mia parte
più nascosta.
Intanto la bocca di Edward si era posata famelica sulla mia, forzando
immediatamente con passione le mie labbra per insinuarsi con la sua
lingua alla ricerca disperata della mia.
Dio! Le sensazioni che mi suscitava erano ogni volta più
intense
e pensavo di non poter resistere ancora a lungo: io lo
volevo…
volevo sentirlo dentro di me, volevo che diventasse parte di me, che il
suo corpo si fondesse con il mio… avevo già
aspettato
troppo…
Edward, fino a quel momento, nonostante l’impeto della sua
passione, mi aveva fatto capire di non voler andare oltre…
Certo, lui si era sempre comportato da innamorato paziente, adeguando i
suoi tempi ai miei… questo mi aveva sempre fatto piacere,
perché si era dimostrato una persona attenta ai miei
bisogni,
alle mie necessità… ma ora… iniziavo a
essere un
po’ confusa da quel suo atteggiamento così poco
ardito… non capivo cosa esattamente lo frenasse…
io, da
parte mia, avevo cercato in tutti i modi di fargli capire che ero
pronta…
E ora, completamente nudi uno sull’altra, sentivo la sua
grande
erezione premere dura e pulsante sulla mia coscia, facendomi desiderare
in modo ancor più risoluto che finalmente lui diventasse
parte
di me… lo amavo e lo volevo! E dovevo riuscire a farglielo
capire!
Mentre le nostre mani vagavano sui nostri corpi frementi, cercai di
avvicinare la mia intimità alla sua… nel momento
in cui
si scontrarono, una voglia irrefrenabile annebbiò la mia
mente e
prese il sopravvento su ogni centimetro del mio corpo… ma
Edward, con mio enorme disappunto e contro ogni mia aspettativa, si
spostò leggermente, facendo allontanare di nuovo i centri
del
nostro piacere, e continuando a baciarmi, ma in modo quasi
disperato…
Mi sentii improvvisamente vuota… non sapevo più
che fare,
come fargli capire che ero pronta… che era giunto il nostro
momento…
Maledizione! Ma possibile che con tutta l’esperienza che
aveva
non ci fosse arrivato?! Non era ancora riuscito a capire che io volevo
fare l’amore con lui?
No, impossibile! Doveva senz’altro aver capito che lo
desideravo
completamente, e una situazione di disagio iniziò a farsi
strada
in me, prendendo il posto delle sensazioni meravigliose che stavo
provando in quel momento…
No Bella! Non farti prendere dalle tue solite paranoie! Edward ti
desidera più di ogni altra cosa!, mi ripetei continuamente,
rimproverandomi.
Era vero! Più e più volte me l’aveva
detto e
dimostrato chiaramente… probabilmente aveva paura di correre
troppo, di forzarmi… dovevo dirglielo
chiaramente…
Ma era così frustrante e imbarazzante! Perché lui
non
riusciva a capirmi? Di solito era molto più perspicace di
così! E molto spesso sapeva leggermi dentro molto meglio di
me
stessa! Sapeva decifrare anche meglio di me i miei bisogni, le mie
necessità, i miei desideri…
Forza Bella! Fatti coraggio… e fai uscire queste benedette
parole dalla bocca! Diglielo!, cercai di convincermi.
In più, in quel preciso momento, mi stava baciando con una
foga
e una bramosia mai sperimentate, e questa sua passione mi fece trovare
il coraggio di essere un po’ più audace.
Dillo! Ad alta voce! Dillo!, mi ordinai.
-Edward… ti voglio… sì,
voglio… fare
l’amore con te… adesso!- mormorai, staccandomi un
attimo
da quelle labbra così perfette e guardandolo negli occhi. Lo
vidi spalancarli leggermente e subito notai una vena pulsare nel
collo… mi guardava bramoso e famelico, ma… poi
cercò di riprendere il controllo. Si allontanò un
po’ dal mio corpo e mi sembrò…
imbarazzato e
confuso.
-Bella, lo sai che non possiamo ora… ci sono gli altri di
sotto… e qualcuno potrebbe bussare proprio in quel
momento…- cercò di scusarsi, piuttosto agitato.
Ecco, lo
sapevo!
C’è qualcosa che non va, mi nasconde qualcosa!, mi
angosciai. Con la passionalità e il fuoco che lo
caratterizzano,
non è possibile che non abbia voglia di fare
l’amore… quindi sono io che non gli vado bene!, mi
tormentai.
Di colpo tutte le mie insicurezze, che piano piano, grazie a lui e al
suo amore, stavo riuscendo a far scomparire, ripiombarono su di me con
un effetto devastante… di colpo sentii gli occhi pizzicare e
bruciare… sapevo che le lacrime di lì a poco
sarebbero
sgorgate copiose, e non volevo che mi vedesse piangere per il suo
rifiuto… non c’era verità
più amara…
lui non mi voleva!
Sentii il mio cuore lacerarsi in mille pezzi, e un unico devastante
pensiero continuava a riempire la mia mente… lui non mi
voleva!
Mi sembrava che un enorme buco nero avesse inghiottito il mio
cuore… lui non mi voleva!
Non ero abbastanza per lui… logico! Io non avevo esperienza!
Senz’altro si stava stufando dei nostri incontri, magari
troppo
casti per i canoni a cui lui era abituato…
Delusa e frustrata, arrabbiata e ferita, mi divincolai dal suo
abbraccio e mi sedetti sul divano, dandogli la schiena. Ero
nuda… e non mi ero mai sentita più a disagio di
quel
momento.
In un attimo mi rivestii, mentre Edward non proferiva
parola…
non osavo immaginare la sua espressione allibita per il mio repentino
cambio di umore e soprattutto di programma… ma mi sentivo
troppo
umiliata e fragile per dargli spiegazioni in quel momento.
Feci un profondo respiro per cercare di far uscire la voce con un tono
che non sembrasse spezzato dalla mia pena lancinante. Sentirsi
rifiutati dalla persona di cui si è innamorati, è
la
sensazione più orrenda del mondo!
Lui non mi vuole… lui non mi vuole!, riuscivo solamente a
pensare.
-Senti, io scendo di sotto… è quasi ora di
cena… e
tua madre sarà già tornata…
avrà
senz’altro bisogno di una mano… ci vediamo dopo-
sussurrai
a malapena e mi diressi alla porta, decisa a infilarmi nel primo bagno
che avessi trovato libero per dare sfogo a tutto il mio straziante
dolore, mentre ormai le lacrime scendevano senza freno. Lui non mi
aveva voluto!!
Pov
Edward
Non riuscivo a capire cosa fosse successo! Un attimo prima ci stavamo
baciando appassionatamente sul divano, completamente nudi, in preda
alla passione più sfrenata… e poi?!
Dalla sua voce addolorata avevo compreso benissimo che stava per
scoppiare a piangere… se ne voleva andare… via da
me… perché?! Ero proprio confuso… e
triste! Ma non
avrei mai e poi mai lasciato che questa incomprensione restasse senza
una spiegazione… volevo sapere cosa avevo fatto, per quale
motivo l’avevo sconvolta in quel modo… non
riuscivo
proprio a capire in che modo avessi potuto ferire
quell’angelo…
In un batter d’occhio mi misi davanti a lei, incurante della
mia
totale nudità; allargai le braccia di fronte alla porta e le
sbarrai la strada per uscire dalla nostra stanza.
-Bella… ma che diavolo… perché stai
piangendo? Non
capisco… che c’è piccola?- le chiesi,
con voce
preoccupata, prendendola tra le braccia.
-Anch’io Edward… non capisco… non sono
abbastanza… per te? Pensavo mi desiderassi… come
io
desidero te… e invece…- mormorò,
mentre i
singhiozzi la scuotevano sempre di più. Strinsi maggiormente
il
mio abbraccio e aspettai che si calmasse un pochino… come
poteva
credere alle sue parole? Possibile che non le fosse ancora chiaro il
mio immenso desiderio per lei? Avrei passato intere giornate, nudo con
lei nel letto a fare l’amore… come poteva pensare
che non
la desiderassi?!
Le afferrai delicatamente le braccia e la scostai leggermente dal mio
petto, per poterla guardare negli occhi. Il suo sguardo sinceramente
afflitto e tormentato mi fece capire quanto fosse convinta di quello
che aveva appena affermato. Sospirai.
-Bella… pensi davvero che io non ti desideri? Pensi che io
non
voglia fare l’amore con te, più di ogni altra cosa
al
mondo? E’ dalla prima volta che ho posato i miei occhi sul
tuo
splendido viso e sul tuo corpo meraviglioso che non faccio che pensare
a ogni singolo modo di farti mia! Tu… non hai idea di quanto
questo desiderio sia impresso a fuoco nella mia mente, nel mio corpo e
nel mio animo! Credimi, amore! Persino nei miei sogni impera la mia
voglia di te! Sinceramente… pensavo che ormai questa fosse
una
cosa certa!- le spiegai con tutta la pazienza di cui ero capace. -Tu
credi di non essere abbastanza per me?! Sono io che mi chiedo ogni
santo giorno cosa ho fatto di buono o speciale nella mia vita per
meritarmi un angelo come te! Sono io che mi sento in difetto vicino a
te… tu sei tutto, tutto per me! E senza di te io non sono
nulla,
non valgo nulla, non possiedo nulla!- dichiarai, con un tono talmente
certo, che mai avrebbe potuto mettere in dubbio le mie parole.
-Allora… perché Edward…
perché ora mi hai
rifiutata, e non hai voluto… fare l’amore con me?
Ho
cercato di fartelo capire… perché mi sentivo in
imbarazzo
a esternare esplicitamente questo mio desiderio… ma
poi…
poi ho trovato la forza e il coraggio di dirtelo
apertamente… e
tu… tu non mi hai voluta…- mi
confessò, sempre
più rossa in viso, abbassando lo sguardo.
La abbracciai forte… la mia piccolina! Aveva ragione, mi ero
comportato come uno stupido, pensando egoisticamente solo a me stesso,
solo ai miei bisogni e ai miei smisurati istinti di quei
momenti… non ero certo totalmente lucido, e avevo combattuto
una
titanica lotta contro me stesso per non prenderla e farla mia su quel
divano…
Ma quello era il momento delle mie spiegazioni, e avrei dovuto parlarle
chiaramente.
-Scusami…- le sussurrai all’orecchio.
-E’ solo colpa
mia se ti ho portata a credere una stupidaggine del genere…
vedi… me ne ero già accorto in questi giorni
che…
bè, ti senti pronta… ma sinceramente…
avrei dovuto
spiegarti da un po’ come la vedo io…- cercai di
giustificarmi, per non sembrare uno stupido ragazzino. Lei mi
guardò confusa.
-Vedi, Bella… con te ogni sentimento, ogni situazione e ogni
sensazione sono nuove per me… proprio come per
te… Io ho
fatto già tante volte sesso… ma non ho mai fatto
l’amore! So che magari pensi che sia una stupidata o una
sottile
distinzione… ma ti assicuro che non è
così…
l’emozione che sento nascermi nel cuore ogni volta che penso
a
quando tu e io faremo l’amore è
sconfinata… pari al
desiderio che provo per te… i miei rapporti sono stati
sempre
uno sfogo fisico, solo quello… e quindi non mi è
mai
importato niente se duravano un minuto, o mezz’ora! O, tanto
meno, dove mi trovassi… se in un letto o in un bagno o in
un’aula… insomma, il contorno e soprattutto il chi
non era
importante… so benissimo che non è una cosa che
ti dovrei
confessare, che probabilmente ora, ancora più di prima,
penserai
solo che sono uno schifoso bastardo per come usavo le ragazze! Ma
purtroppo questa è la verità… io ero
così…- abbassai la testa, vergognandomi di me
stesso. Fu
lei stavolta ad alzarmi il viso e poi mi sorrise dolcemente.
-Non penso assolutamente questo di te… lo sai…-
mormorò con un dolcissimo sorriso, che mi
riscaldò
l’anima. Presi coraggio e continuai: dovevo farle comprendere
ciò che provavo per lei…
-Lo so, amore… e per questa tua fiducia e comprensione non
finirò mai di ringraziarti! Ora per me è
completamente
diverso! Il mio sentimento per te è talmente immenso e
potente
che anch’io mi sento alla prima esperienza! E ti rivelo
questo:
anche se tu non fossi stata ancora vergine e noi non
l’avessimo
ancora fatto, in questi giorni non avrei comunque cercato di fare
l’amore con te…- confessai. La vidi spalancare gli
occhi,
ancora più confusa. Dovevo spiegarmi meglio.
-La nostra prima volta… e ti assicuro che anche per me
sarà come se lo fosse, credimi, piccola mia…
bè,
vorrei che fosse speciale, e che non si esaurisse nel giro di dieci
minuti rubati alla mattina prima di recarci a scuola o nel pomeriggio,
con la paura che qualcuno bussi alla porta interrompendo un momento
tanto importante e sminuendone il giusto valore che dovrebbe
avere… No, tesoro! La nostra prima volta dovrà
essere
assolutamente fantastica e ho già in mente dove e quando! E
ti
assicuro che sarà molto, ma molto romantica… e
molto,
molto passionale… perché tu, angelo mio, meriti
il
meglio!- affermai con tenerezza. In risposta alle mie parole, la mia
stellina dolce mi abbracciò e io la circondai con le braccia
e
la tenni stretta a me, sul mio petto nudo.
-Ma non mi chiedere nient’altro, perché non mi
estorcerai
neanche un piccolo indizio!- le spiegai, sincero. Dopo la mia
chiacchierata con Jake ed Emm, ci avevo rimuginato molto e avevo
già pianificato tutto; e se anche dovevo ancora pazientare
per
un paio settimane, ne sarebbe valsa la pena. Volevo che festeggiassimo
il nostro primo mese insieme alla grande! E nessuno me lo avrebbe
impedito, anzi… dovevo assolutamente parlarne con gli altri
in
casa e pregarli di lasciarci la casa al mare per quel weekend. Ero
sicuro che nessuno si sarebbe opposto…
Le lacrime ripresero a scorrere sul suo viso e le asciugai con i miei
baci. La mia micetta era dolcissima ed io ero stato uno stupido a non
raccontarle tutto quando avevo capito i suoi tentativi di seduzione. Si
era sentita rifiutata… avrei dovuto immaginarlo, conoscendo
la
sua insicurezza riguardo a se stessa… non si rendeva conto
di
che meravigliosa, sensuale donna fosse per me!
-Scusami, Edward! Come al mio solito ho combinato un casino, rovinando
un bel pomeriggio… non avevo capito le tue intenzioni e ho
tratto le mie conclusioni, senza parlartene apertamente,
ma…- mi
spiegò, mortificata. Mi affrettai a rassicurarla,
perché
se c’era qualcuno che si era comportato da stupido, non
tenendo
in giusta considerazione il suo carattere timido, quello ero solo io.
-No Bella, non scusarti… so benissimo che certi argomenti
per te
sono ancora un po’… come dire… ostici
da
affrontare… sono io che avrei dovuto spiegarmi prima. Ora
non
pensiamoci più! Mi dai un bel bacio? Sai… di
quelli che
mi dai e che mi fanno girare la testa…- mi interruppe
immediatamente.
-Io ti farei girare la testa quando ti bacio?! Questa sì che
è bella! E allora tu, che mi mandi in iperventilazione anche
solo quando mi sorridi? Figuriamoci poi quando mi baci!-
affermò, ridendo.
Che bello vederla di nuovo sorridere: il suo viso si illuminava di una
luce che la faceva risplendere completamente e mi donava gioia e
serenità! Saperla di nuovo felice non aveva eguali!
-Vabbé… meno parole e più fatti:
baciami,
dolcezza!- la zittii, posando le mie labbra sulle sue, che in risposta
si aprirono subito; infilai la mia lingua nella sua bocca e lei si
strinse a me, mi passò le braccia attorno al collo, mentre
le
nostre lingue si toccarono e presero a muoversi insieme, in una danza
senza tempo, capace di regalarci ogni volta sensazionali emozioni.
Quando ci staccammo, lei mi sorrise.
-Sento che qualcosa, là sotto, si sta
risvegliando… ma ho
paura che dovremmo rimandare, altrimenti davvero qualcuno
verrà
a interromperci…- si scusò. Le stampai un bel
bacio.
-Ok, tu inizia a scendere che io mi rivesto e ti raggiungo…-
affermai e mi avviai al divanetto per recuperare i miei vestiti.
Però non sentii aprire la porta… mi voltai e vidi
Bella
che mi fissava ammaliata dalla mia nudità. Risi sornione.
-Bè… hai cambiato idea?- le chiesi malizioso,
sollevando un sopracciglio.
-Purtroppo, quello che devo fare, non dipende dalle mie
idee…
sono costretta a lasciarti qui… è che mi stavo
solo
godendo ancora un attimo il panorama mozzafiato! ‘Belvedere
Cullen’…- affermò maliziosa, coniando
un nuovo e
simpatico nomignolo per il mio lato B.
Detto questo, mi lasciò solo a rivestirmi e dopo poco
raggiunsi gli altri al piano inferiore.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 55
...Intanto
saranno completamente isolati senza auto né
cellulari…e
con la pioggia che scenderà impetuosa, non avranno certo il
coraggio di andarsene via a piedi!- definendo il piano con gli ultimi
particolari. Annuii, mentre controllavo se avevo preso tutto quello che
mi serviva. Ah! Mi mancavano ancora i boxer.
-Bella, per favore,
dal primo cassetto del comodino, mi passi due paia di boxer?- le
chiesi, gentilmente.
Lei, premurosa,
aprì il
cassetto e solo dopo mi ricordai cosa ci avevo riposto…oops,
chissà cosa avrebbe pensato di me!
-Signor Cullen, mi
scusi, ma…
Buongiorno e buon inizio settimana a tutte quante!
Eccoci alla spiegazione del piano per intrappolare Jasper ed Alice
nella casa al mare.
Questo capitolo sarà di nuovo dedicato interamente ai nostri
piccioncini preferiti che avranno modo di chiarire
un'altra questione molto importante e di cui ancora non hanno
parlato.
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite con tanto affetto e
che ci riempite di soddisfazioni con i vostri commenti!
Ringraziamo anche le tantissime lettrici silenziose, con la speranza
che prima o poi abbiano voglia e tempo di lasciare anche solo un
piccolo commento.
Diamo inoltre il benvenuto a tutte le nuove lettrici.
Un bacione a tutte quante, vi lovviamo tanto.
BUONA LETTURA da Manu e Sara.
CAPITOLO
55
Progetto
"Riunire Jalice"
Pov
Bella
Era già
venerdì
pomeriggio e la settimana era praticamente volata. Da quando mi ero
messa insieme a quel fantastico ragazzo, i giorni passavano tutti
velocissimi, colmi di amore, passione e anche tanta, tanta tenerezza.
A casa, inoltre, da
quando
papà ed Esme ci avevano rivelato di essere sempre stati a
conoscenza delle nostre tresche amorose, le cose andavano ancora meglio
di prima: ero molto serena, tranquilla e soprattutto in pace con me
stessa, non essendo più costretta a mentire a nessuno.
Inoltre
avevo chiarito con Edward un punto fondamentale, che mi aveva
angosciato a lungo: non solo lui mi voleva almeno tanto quanto lo
desideravo io, ma mi aveva anche promesso che la nostra prima volta
sarebbe stata speciale, romantica e passionale! Ero talmente felice!
E anche impaziente
e curiosa,
certo… avrei voluto subissarlo di domande, farmi rivelare
ogni
indiscrezione, ogni dettaglio… ma il ragazzo, scaltro e
furbo,
era sempre riuscito a essere evasivo e a svicolare
l’argomento!
Ma prima o poi sarei riuscita a circuirlo…
In quella
settimana, poi, avevo
approfondito molto il mio rapporto con Esme… ci eravamo
avvicinate ancora di più, e ciò che stavo
scoprendo di
quella mamma fantastica mi piaceva sempre più: era una donna
bellissima, elegante e raffinata, estremamente dolce e comprensiva, ma
anche una grande amica, che sapeva essere discreta e contemporaneamente
molto complice... Una
sera, io, lei e Rosalie eravamo rimaste sul divano a guardare un film
molto romantico, interpretato dagli attori preferiti di Esme, Tom Hanks
e Meg Ryan; i due strepitosi attori avevano recitato insieme in una
coinvolgente commedia, ‘C’è posta per
te’… alla fine noi tre ci eravamo
attardate a
discutere e a fantasticare un po’ sulla storia e la trama
particolarmente avvincente; ed Esme, sorridendo maliziosa, ci aveva
confessato che durante tutto il film, le sembrava di aver visto
scorrere gli emozionanti avvenimenti che avevano visti
protagonisti me ed Edward: i due personaggi
all’inizio si
detestavano da morire e poi… dopo essersi arresi ai loro
sentimenti, si erano innamorati pazzamente!
Così,
spinta da quel
clima di intima complicità che si era creato tra noi, molto
volentieri le avevo raccontato per filo e per segno tutto
ciò
che piano piano mi aveva legata a doppio filo con Edward, facendomi
capitolare completamente di fronte a quell’angelo del
paradiso.
Finalmente anche io avevo una figura dolce e materna con cui
confidarmi...
Fin da quando ero
piccola, il
rapporto che avevo instaurato con mia mamma era sempre stato
meraviglioso e improntato ad una totale
sincerità… innata
e intrinseca conseguenza di ciò, era che con lei mi veniva
naturale superare la mia congenita timidezza e rivelarle tutto quello
che mi passava per la testa. Avevo sempre sperato che, crescendo, il
nostro rapporto non mutasse mai… ma poi ero rimasta
sola…
lei se n’era andata per sempre… e anche se mio
padre e mio
fratello non mi avevano mai fatto mancare niente, soprattutto dal punto
di vista affettivo, quella complicità, quel legame istintivo
e
genuino che avevo con lei, l’avevo persa e fino a quel
momento
ero stata convinta fosse per sempre…
Invece Esme, era
entrata nel mio
cuore in punta di piedi, senza pretenziose dichiarazioni di affetto e
senza esigere nulla, magari arrogandosene il diritto; e pian
piano mi aveva affascinata e intenerita, guadagnandosi giorno dopo
giorno la mia stima e il mio affetto, conquistandomi
incondizionatamente; e in quel modo semplice e schietto, era riuscita
ad ottenere la mia fiducia e il mio attaccamento, permettendomi di
instaurare questo bellissimo rapporto… e quella sera, senza
nemmeno rendermene conto, le avevo persino confessato (ovviamente
restando sul generico e senza scendere in particolari imbarazzanti!) le
mie paure e insicurezze riguardo al sesso… e lei mi aveva
rassicurato come solo una mamma amorevole sa fare…
Non potevo credere
di essere
riuscita ad affrontare con lei quello scottante argomento, che mi
creava ogni volta disagio e turbamento! Ma questo fatto era stato un
ennesimo tassello che mi aveva confermato ulteriormente la
straordinaria confidenza e la fiducia più totale creatasi
tra
noi, dato che le avevo parlato a cuore aperto, senza nemmeno arrossire,
come se fosse stata la cosa più naturale di questo
mondo…
Quella sera ero
andata a dormire
con una serenità nel cuore completa e totale, come non mi
succedeva da tanto tempo, come se fossi stata consapevole che piano
piano tutte le cose che riguardavano la mia vita e la mia famiglia
stessero prendendo la giusta direzione… era come se stessi
vivendo in una bolla di assoluta felicità.
L’unica
pecca, tra
l’altro neanche tanto piccola, che offuscava
tutt’ora
questo mio spazio felice, riguardava i due cocciuti di casa
Swan-Cullen, ovvero Jasper ed Alice.
Mio fratello, a
scuola, cercava
costantemente di passare tutto il suo tempo libero, con la combriccola
dei dementi cretini… quando era in casa, invece, si
trascinava
svogliatamente da un vano all’altro, come un fantasma,
evitando
con millimetrica precisione le stanze in cui era presente Alice.
L’unico
momento in cui li
si poteva trovare entrambi nello stesso luogo, era l’ora di
cena,
dato che Charlie ed Esme li avevano espressamente invitati a
presenziare ai peculiari momenti in cui la famiglia si poteva riunire;
e dato che non risultava nessuna loro indisposizione apparente, tale da
poter giustificare la loro assenza da tavola, papà ed Esme
avevano preteso la loro serale partecipazione.
Durante queste cene
forzate i
loro animi erano sempre piuttosto inquieti e tormentati; i nostri
cercavano di farli parlare tra loro con qualche scusa banale; ma
Jasper, cupo e malinconico, teneva sempre gli occhi bassi, come un
povero cane bastonato, rispondendo a monosillabi quando era
particolarmente di buon umore; mentre Alice, dal canto suo, gli
riservava perennemente una gelida indifferenza e un atteggiamento di
superiore sufficienza.
Mi irritava vederla
comportarsi
in quel modo superficiale con il mio fratellone triste…
anche
perché lei sapeva benissimo quanto Jasper stesse soffrendo;
ma
ero pienamente consapevole che, purtroppo, se entrambi si trovavano in
quella situazione tesa e ingiusta, la colpa era prevalentemente
imputabile al comportamento di mio fratello.
Alice non gli
rivolgeva
né una parola né uno sguardo; e se prima, magari
per non
destare sospetti nei nostri genitori, cercava almeno in loro presenza
di comportarsi il più normalmente possibile, ora che avevano
saputo la verità e che erano a conoscenza di ogni singolo
episodio che riguardava le coppie di casa, non si premurava nemmeno di
nascondere tutto l’astio e il rancore che provava per lui.
Un pomeriggio,
esasperata, Esme
aveva cercato di farla ragionare, di convincerla a fare un piccolo
passo di riconciliazione verso Jasper… almeno per provare a
riparlargli civilmente… ma lei era stata categorica nel suo
rifiuto, e alla fine, a malincuore, Esme si era dovuta
arrendere… poi, aveva raggiunto me e Rosalie al piano di
sopra,
per riferirci ciò di cui avevano parlato e ribadire che era
sempre più convinta che il nostro piano di
riavvicinamento
fosse non solo urgente, ma anche indispensabile.
Speravamo solamente
che le
previsioni della tempesta di neve risultassero esatte, di modo che quei
due testoni sarebbero rimasti bloccati letteralmente per un paio di
giorni… non avevo mai aspettato delle previsioni
meteorologiche
così orrende e preoccupanti, in modo così vivo ed
intenso!
Di solito mi
irritava e mi
innervosiva parecchio sapere di essere costretta a rimanere bloccata in
casa, magari anche senza elettricità per parecchie ore,
anche se
a Forks e dintorni non era una cosa tanto strana o insolita…
ma
stavolta, questo largo anticipo la rendeva una cosa piuttosto singolare
e curiosa… sembrava quasi che lassù qualcuno
desiderasse
veramente darci una mano a sistemare la questione tra i due testardi di
casa, e questo mi faceva ben sperare!
-Cos’hai,
cucciola? Sembri
persa in qualche pensiero triste…- immaginò
Edward,
interrompendo i miei strampalati ragionamenti.
Eravamo in camera
sua, sul suo
letto; lui mi teneva stretta al suo petto largo e roccioso, in un
abbraccio rilassante e ci stavamo semplicemente facendo un
po’ di
coccole. Cercavamo di goderci l’ultima oretta insieme,
perché poi lui sarebbe dovuto partire con Emmett, Jasper e
Jacob: direzione casa al mare, prima parte del progetto
“Riunire
Jalice”.
-Mmm,
no… stavo
ripensando a quei due zucconi che abitano con noi… spero
solo
che il nostro complotto serva effettivamente a qualcosa…-
gli
spiegai.
-Speriamo!
Comunque, secondo me,
quei due hanno veramente solo bisogno di parlare e chiarire ogni
cosa… senza nessuno intorno e soprattutto senza potersi
allontanare… ne sono sicuro: si amano
profondamente…
devono solo mettere da parte l’orgoglio e la
paura… e
confessarselo, senza mezze parole, false accuse o fraintendimenti!-
affermò.
Ero pienamente
d’accordo.
Ero sicura anch’io, che una volta trovato il coraggio di
dichiararsi nuovamente, dopo tutti i casini che c’erano
stati, le
cose si sarebbero risolte nel migliore dei modi. Non poteva essere
altrimenti! Anche se… un particolare mi inquietava: la loro
cocciutaggine era da guinness dei primati… e mi augurai che
questo non costituisse un problema insormontabile…
-Ma
tesoro… se, dato che
la casa è grande, non si volessero nemmeno parlare? Se
stessero
tutto il tempo separati? Sai… se le cose andassero come noi
speriamo, sicuramente ci ringrazierebbero… bé,
almeno
spero… ma se non dovessero risolvere niente? Ti rendi conto
che
ci vorranno fare fuori, per quello che abbiamo organizzato, vero? Ti
giuro che al solo pensiero di tua sorella armata di ascia e scatenata
con tutta la sua furia contro di noi, mi vengono brividi di puro
terrore in tutto il corpo!- gli rivelai, piena di timori, alla scena
che mi si era parata davanti agli occhi.
Edward
scoppiò a ridere. Io, invece, non prevedevo tutto questo
divertimento… ero seriamente preoccupata!
-Ma dai! Guarda che
la mia
sorellina non è così terribile!-
sghignazzò,
neanche lui del tutto convinto, però, della sua
affermazione. Lo
fulminai con un’occhiataccia e lui si ricompose
immediatamente.
-Bè…
sì
effettivamente… mi fa più paura la reazione di
Alice che
di Jasper… ma se dovessero arrabbiarsi con noi, potremmo
sempre
incolpare gli adulti, no? In fondo l’idea è
partita da mia
madre e tuo padre! Perciò non avranno certo il coraggio di
prendersela con loro… almeno credo! E
poi… non
è possibile che non si parlino per due giorni, da soli in
casa… quei due fanno scintille quando sono nella stessa
stanza!
E anche se all’inizio non avranno intenzione di fare pace,
sono
sicuro che non resisteranno alla tentazione di stuzzicarsi in
continuazione… vedrai che in quei momenti la passione che
vibra
tra loro esploderà in tutta la sua potenza! E dopo avranno
tempo
e modo di chiarirsi!- sentenziò sicuro. Stavolta fu il mio
turno
di scoppiare a ridere.
-Oddio, Edward!
Sembra che hai
appena descritto delle scene apocalittiche di distruzione di massa, e
non una riconciliazione tra le lenzuola!- lo schernii. Rise anche lui.
-Sì…
mi sono fatto
prendere un po’ la mano nella descrizione… ma
sappi che
per me la passione tra quei due, quando finalmente
esploderà,
sarà alla pari con i due scostumati di casa!-
ribadì,
facendomi di nuovo venire le lacrime agli occhi dal ridere, per come
aveva appena definito Emmett e Rosalie.
-Pazienza
Emmett… ma se
Rose ti sentisse apostrofarla così, lo sai che saresti
più che morto, vero?- lo punzecchiai.
-Oddio,
sì, me ne rendo
perfettamente conto! E infatti l’ho detto solo alla mia dolce
metà… che, essendo tale, non mi tradirebbe mai!-
dichiarò convinto.
Ecco, perfetto! Ora
avrei potuto prenderlo in castagna!
-Bè…
se vorrai il
mio silenzio… dovrai pagare pegno, mio caro!- esclamai. Mi
guardò confuso, poi un sorriso insieme spudorato e malizioso
spuntò sul suo viso stupendo.
-No, no,
tesoruccio! Hai proprio
capito male! Non voglio quel genere di pagamento, o meglio…
lo
vorrei ma… non adesso!- spiegai.
-E allora? Cosa
vorrebbe la mia
dolce principessa? Lo sai che puoi chiedermi qualsiasi
cosa…-
asserì convinto. Si capiva lontano un miglio che
l’avevo
incuriosito…
-Se mi dirai cosa
hai
organizzato per la nostra prima volta, non riferirò a
Rosalie
neanche una parola!- sogghignai, sicura di averlo ormai in pugno: la
mia innata curiosità mi stava facendo morire dalla voglia di
avere una qualsiasi informazione! Va bene aspettare buona buona, ma
fino ad un certo punto!
Sbuffò,
esasperato. Era
dal momento in cui mi aveva rivelato le sue appassionate intenzioni
che, elettrizzata e smaniosa, non facevo altro che tampinarlo,
perché mi mettesse al corrente di ogni entusiasmante
particolare; ma, con mio sommo rincrescimento, non ero riuscita a farmi
dare neanche un piccolo insignificante indizio…
-Allora vuol dire
che
subirò l’ira vendicativa della lussuriosa di casa!
E se
poi mi metterà fuori uso per parecchio tempo, non ti potrai
lamentare, perché sarà solo colpa tua!-
affermò,
irremovibile
Di fronte alla
tremenda prospettiva, mi imbronciai, facendolo scoppiare a ridere.
-Dai,
amore… non fare
così… lo sai che ti amo da impazzire e desidero
solo che
ogni particolare sia perfetto… tu cerca di non pensarci
più… se vuoi ti do una mano io a far gravitare la
tua
attenzione su altre questioni…- cercò di
distrarmi,
iniziando a lasciarmi una scia di baci sul viso, per poi scendere pian
piano lungo il collo. Certo che quanto a distrazioni non lo batteva
nessuno… ma ormai mancava poco alla partenza dei ragazzi e
non
mi sembrava il caso di lasciarci prendere la mano.
-Mmm… lo
sai che se inizi
così, rischi seriamente che non ti lasci partire…
quindi,
se non vuoi che Emmett, venga qua in camera a trascinarti di peso fuori
di casa, sarà meglio che inizi a prepararti la
borsa…-
dichiarai, poco convinta però di interrompere quella
piacevole,
quanto eccitante attività.
-Ok…
anche se a
malincuore, devo darti ragione…- mugugnò, con
ancora la
bocca sul mio collo. Lo sentii sospirare forte e poi si
staccò,
alzandosi per afferrare il borsone, in cui sistemarsi il cambio.
-Sai se mia madre
è poi
riuscita ad andare alla casa al mare? Non sono riuscito a chiederglielo
quando sono tornato, perché Jasper era con lei- volle
sapere.
Cercai di
riprendermi dai suoi
baci che mi avevano temporaneamente annebbiato il cervello…
quando mi sfiorava, toccava e baciava in modo così sensuale
i
miei pensieri veleggiavano per mari lontani e
tempestosi…
la sua sola vicinanza mi provocava in tutto il corpo un uragano di
emozioni, e prima di riprendere i contatti con la terra ferma, mi ci
voleva ogni volta qualche minuto…
Mi sedetti sul
letto, mentre lo vedevo armeggiare nell’armadio per
recuperare gli abiti di ricambio.
-Sì,
c’è
stata: questa mattina mio padre, che doveva andare da quelle parti per
questioni di servizio, l’ha accompagnata là. Mi ha
spiegato che è riuscita a sistemare due scatole di candele
nel
secondo cassetto della cucina, quello sotto le posate, insieme ad un
accendino; quindi, ricordatevi di tirare fuori il tutto, prima di
lasciar lì Jasper, nel caso manchi la luce. Hanno riempito
la
dispensa e il frigo di alimenti e poi mio padre ha pensato alla legna
per il camino: ce n’è in abbondanza!
Così, se
farà freddo, avranno di che riscaldarsi…- Edward
mi
interruppe.
-Spero vivamente
che si
scalderanno in un’altra maniera!- scherzò,
malizioso. Gli
tirai uno schiaffetto sul braccio.
-Ma la finisci di
pensare solo a
quello? Stai diventando un maniaco, al pari quasi di Emmett!- lo
canzonai, ridendo. Fece un’espressione offesa e si
imbronciò.
-Prima cosa: non
iniziamo a
offendere! Condivido già il mio patrimonio genetico con lui!
E
essere paragonato a quell’orso ammaestrato, non mi sembra
proprio
il caso! Seconda cosa: io ti avevo avvertita che ero maniaco!
Quindi ora non ti fingere sorpresa… e soprattutto non fare
la
santarellina, signorina Swan! Se al mattino non ti tappassi la bocca
con i miei baci, ci faresti scoprire subito con i tuoi urletti di
piacere!- mi rimproverò, scherzosamente. Io arrossii
violentemente. Era vero… quando Edward mi portava al culmine
del
piacere, non riuscivo proprio a trattenere tutta la passione e le
sensazioni di benessere che mi scatenava! Abbassai la testa, e
immediatamente due dita, mi costrinsero a rialzarla e portarono i miei
occhi nei suoi.
-Ehi, stellina! Ti
ho già
spiegato che non ti devi imbarazzare, anzi… lo sai che mi
fai
impazzire quando ti scateni così… diventi di un
sexy
allucinante e non capisco più niente!- affermò
con voce
improvvisamente roca e uno sguardo colmo di desiderio.
Mi baciò
appassionatamente, spingendomi con la schiena sul materasso e
sdraiandosi su di me… e io mi persi su quelle labbra carnose
e
morbide. Sentivo la sua bocca esigente e piena, che pretendeva ogni mia
attenzione… la sua lingua sfiorava, accarezzava, vorticava e
leccava tutto l’interno della mia; eravamo talmente incollati
che
l’aria faticava sempre più ad entrarmi nei
polmoni…
e il cuore, frenetico, batteva come un tamburo impazzito.
Ci staccammo
ansanti per
riprendere fiato ed io approfittai di quel breve momento di
lucidità, per appoggiare le mie mani sul suo torace e
spingere
leggermente per farlo alzare… ma ottenni solo un brivido
sensuale, al tocco delle mie mani su quei pettorali da urlo...
Pov
Edward
Mi staccai a fatica
da quel
meraviglioso corpo che mi ispirava i pensieri meno casti
possibili… ma non potevo fare altrimenti… dovevo
prepararmi a partire! E, inoltre, il pensiero di non vederla per tutte
quelle ore, mi irritava alquanto. Cercai di darmi una calmata.
Possibile che qualche ora di lontananza, per poi comunque andare a
divertirmi con i ragazzi, dovesse mandarmi in crisi? La sua presenza
era diventata peggio di una dipendenza per me, e mi rendevo conto che
non era per niente normale…
-Dai, forza,
pigrona! Alzati e
aiutami- le ordinai, mentre cacciavo qualche indumento a caso nel
borsone, giusto per far scena, nel caso che, per qualche strano motivo,
Jasper avesse buttato un occhio nella mia borsa… tutto
doveva
essere definito nei minimi dettagli, essere praticamente perfetto per
non destare sospetti. In realtà mi sarebbe bastato un cambio
per
l’indomani, e poi lo avremmo abbandonato.
-Diamo una
ripassata al piano per sicurezza- proposi a Bella.
-Ok! Allora
vediamo… voi
vi recate lì stasera… noi invece partiremo
domattina,
alle sette Leah sarà qui… tua sorella si
è
già lamentata dell’orario, ma abbiamo trovato la
scusa
dell’arrivo della tempesta e che avevamo paura di rimanere
bloccate per strada… quando saremo a una decina di minuti da
casa, Rosalie farà uno squillo a Emmett; dopo di che voi
ragazzi, potrete sgattaiolare fuori e lascerete Jasper in
casa…-
mi intromisi, per raccontare la mia parte.
-Perfetto! Noi,
mentre voi siete
in viaggio, butteremo giù dal letto Jasper con la scusa
della
colazione, di modo che vada subito dopo a farsi la doccia; e mentre lui
sarà in cucina a mangiare, uno di noi
sgattaiolerà in
camera sua, per prendergli il cellulare. Abbiamo già
organizzato
tutto, e per quando Rose ci farà lo squillo, faremo in modo
che
lui si trovi in bagno, così potremo chiuderlo a chiave in
camera
sua. Infine prenderemo l’auto e vi aspetteremo
all’incrocio
della superstrada, dietro la casetta abbandonata…
così
non ci sarà il rischio di incrociarci prima che arriviate-
spiegai.
-Bene! Non appena
arrivate,
Rosalie farà finta di essersi dimenticata le chiavi del
garage… Con questa scusa faremo scendere subito Leah ed
Alice,
dicendo al folletto di lasciare la sua borsetta (con cellulare
incorporato) in auto, per non farla rovinare dalla pioggia…
e le
faremo entrare dalla porta principale, per poter aprire il garage
dall’interno! Alice avrà il suo borsone, che
sarà
l’unico che, per combinazione, non entrerà nel
bagagliaio
e che sistemeremo sul sedile posteriore… Appena entreranno,
Leah
lascerà Alice all’ingresso, dirigendosi in garage,
con la
scusa di sapere dove si trova il pannello dei comandi della porta e
invece uscirà e partiremo a razzo… Poi si
arrangeranno
loro. Intanto saranno completamente isolati senza auto né
cellulari… e con la pioggia che scenderà
impetuosa, non
avranno certo il coraggio di andarsene via a piedi!- definendo il piano
con gli ultimi particolari. Annuii, mentre controllavo se avevo preso
tutto quello che mi serviva. Ah! Mi mancavano ancora i boxer.
-Bella, per favore,
dal primo cassetto del comodino, mi passi due paia di boxer?- le
chiesi, gentilmente.
Lei, premurosa,
aprì il
cassetto e solo dopo mi ricordai cosa ci avevo riposto…
oops,
chissà cosa avrebbe pensato di me!
-Signor Cullen, mi
scusi,
ma… aveva forse intenzione di fare parecchia
attività
fisica qui a Forks?! Oppure è diventato il nuovo rivenditore
ufficiale in città?!- mi chiese, sfottendomi. Non aveva
tutti i
torti… aveva trovato le ehm… dieci scatole di
preservativi, che avevo infilato nel mio cassetto. Bè, non
l’aveva presa male, tutto sommato… stava
scherzando, no?
Mi grattai la testa
imbarazzatissimo, ma a tutto questo c’era una valida
spiegazione.
-Non è
come pensi,
cucciola! Non sono tutti miei…- cercai di spiegare, sperando
che
mi credesse. Alzò un sopracciglio, in una posa scettica, ma
estremamente sexy. Sorrisi.
-Vedi, questa
settimana, mio
fratello, mi ha regalato anche i suoi, perché a
lui e
Rose… bé, non servono- le rivelai.
-Bè,
puoi anche
ridarglieli tutti, perché non serviranno neanche a noi!-
ribadì, seria. Cazzo, no! Mi si gelò il sangue
nelle
vene.
No, non poteva
essersi
seriamente arrabbiata per una cosa del genere! Cosa avrei dovuto fare,
quando Emmett me li aveva regalati? Buttarli via?! L’altro
giorno
si era sentita rifiutata perché pensava che io non volessi
fare
l’amore con lei… e ora era lei ad aver cambiato
idea?! Era
talmente incazzata da non volermi più? Ah! Le donne! Chi le
capisce è bravo!
-Ma
amore… non ti
arrabbiare così, ti prego… guarda
che…- cercai di
addolcirla, ma la streghetta scoppiò a ridere, piegandosi in
due. Mi aveva preso in giro! Brutta impostora! E io, come un allocco,
c’ero cascato in pieno! Che spavento, però! E che
sollievo…
-Brutta
imbrogliona! Mi hai terrorizzato, sai?- la rimproverai, mentre le
facevo il solletico, facendola cadere a terra.
-B-basta Ed-Edward!
Mi arrendo!- mormorò tra le risate. Le diedi una mano e la
aiutai a rialzarsi.
-Scusa, ma la tua
faccia era troppo buffa e imbarazzata… e non ho resistito-
mi spiegò, ancora divertita.
-Comunque non
scherzavo, tesoro… i preservativi non ci servono, per
davvero- ribadì seria.
Ero un
po’ confuso…
-Tranquillo,
Edward! Prendo la
pillola, come Rosalie! Vedi… la zia Elizabeth, quando
avevamo 15
anni, ci ha portato entrambe dalla ginecologa e ci ha fatto prendere la
pillola, con la scusa di regolarizzare il ciclo… anche se il
mio
è sempre stato perfetto come un orologio svizzero!-
esclamò. -Questa era la sua scusa ufficiale! Ma la
verità
invece, era che la figlia, nostra coetanea, di una sua amica, era
appena rimasta incinta… e così la zia, presa dal
terrore
che anche noi potessimo avere già rapporti, dopo averci
fatto un
terzo grado imbarazzante, aveva lasciato passare qualche settimana e
poi ci ha portato nello studio medico di una sua amica, pensando che
noi non avessimo collegato la cosa. Quindi… anche noi siamo
al
sicuro! E di questi cosi… bé, ne possiamo fare a
meno!-
mi spiegò. La sua rivelazione mi provocò un
piacere
immenso: non avevo mai provato ad avere un rapporto senza un
profilattico…
-Un’altra
cosa che
sperimenteremo per la prima volta insieme, allora…-
dichiarai,
contento per la prospettiva allettante.
-Cosa?! Prenderai
anche tu la pillola?!- mi schernì. Le diedi un morsetto sul
naso.
-Ah, ah! Molto
spiritosa,
davvero! No, scemotta, intendevo affermare che per la prima volta in
vita mia non userò il preservativo in un
rapporto… non
l’ho mai fatto senza… e bé…
si dice che sia
tutta un’altra cosa…- spiegai, malizioso. Mi
guardò
stupita.
-Davvero hai sempre
usato il
preservativo? Non ti è mai capitato che so… di
dimenticarlo? O esserne rimasto sprovvisto?- domandò curiosa.
-No mai! Mi
è capitato di
essere senza… e allora, in quel caso, ho
rinunciato… ehi,
che ti credi? Sono stato un ragazzo responsabile, io! E, dato che le
ragazze che ho sempre frequentato non sono proprio delle
sante…
bè… sono sempre stato molto, molto attento e
scrupoloso… sai, come controindicazione non esiste solo la
gravidanza indesiderata! Ma tutta una serie di malattie schifose, che
mio padre, appena si è accorto che io ed Emmett avevamo
certi
desideri, ci ha chiaramente elencato e spiegato con tanto di disgustose
foto…- le spiegai, con un’espressione nauseata, al
pensiero delle immagini di alcune conseguenze provocate da certe
malattie sessuali.
-Ma che bravo
bambino! E dici che con me ti puoi fidare a non usarlo?- mi
schernì, con una punta di malizia.
Scoppiai a ridere e
la baciai per zittirla. Poi continuammo a preparare la borsa.
Oramai era giunta
l’ora di
partire e scendemmo giù in salotto, dove Jasper ed Emmett
erano
già pronti: mi aspettavano, felici per
quell’insolito
weekend.
Mancava solo Jacob,
ma sarebbe arrivato di lì a poco.
Rosalie, nel
frattempo, aveva il
compito di tenere impegnata Alice, in camera sua, fino alla nostra
partenza. Alla mia sorellina avevamo fatto credere che noi ragazzi
saremmo andati a passare il weekend alla riserva con i ragazzi di La
Push, per due giorni tra soli uomini. Ovviamente, Jasper non era a
conoscenza del piano delle ragazze, ossia di passare il weekend nella
casa al mare; era convinto che sarebbero rimaste a casa.
Sperai con tutto me
stesso che i nostri sforzi sarebbero serviti veramente a
qualcosa…
Dopo qualche minuto
arrivò Jacob, che non scese nemmeno dall’auto per
non bagnarsi.
Salutammo la mamma
e mi lasciai
andare ancora ad un bacio passionale con Bella, che sembrava restia
quanto me, al nostro allontanamento… la mia stellina dolce!
Le nostre lingue si
cercarono,
si trovarono e iniziarono a giocare ad una dolce e travolgente
battaglia, che in me riusciva a scatenare ogni volta le più
potenti e tumultuose sensazioni della mia vita… e tutte
queste
emozioni solo per un bacio… chissà che fuoco
bramoso ed
impetuoso avrei provato a far l’amore con lei…
Emmett si
schiarì
rumorosamente la voce e ci fece riprendere contatto con la
realtà. Ci staccammo e guardandola negli occhi le sussurrai
all’orecchio: -Vedrai, piccola mia… queste poche
ore
passeranno in fretta! E domani saremo pronti a passare un lungo weekend
insieme! Tieni il cellulare acceso stasera, mi raccomando! Mi
mancherai…- e non ebbi neanche il tempo di sorriderle che mi
sentii trascinare per un braccio da quell’orso irruente di
mio
fratello.
Appena entrai in
auto, mi voltai
ancora un attimo e vidi, sulla porta di casa, mia madre che abbracciava
dolcemente Bella, accarezzandole i lunghi capelli, mentre lei mi
mandava ancora un bacio.
La salutai con la
mano e con quella dolce visione negli occhi, mi apprestai ad affrontare
il viaggio.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 56
Bè?!
Cosa voleva
adesso quel pazzo furioso? Poco prima era sbeffeggiante, di colpo era
incazzato nero; perché si era arrabbiato? Dio, chi lo capiva
era
bravo! -Cazzo, Alice! Ma
come fai a
essere così sciocca?! Stupida che non sei altro!- mi
urlò. Rimasi basita per la violenza con cui sputò
fuori
quelle parole. -Come diavolo ti
permetti?!-
ribattei, inviperita. Alle mie parole, la sua espressione si
addolcì leggermente e fece per avvicinarsi a me; ma si
bloccò all’istante: una collera cieca aveva
offuscato i
miei occhi. -Basta stronzo! Mi
sono rotta
di farmi insultare da te, specie quando non ne hai nessun motivo! Sono
stanca! Chiaro?! Non resterò neanche un minuto di
più
sotto il tuo stesso tetto! Almeno questo weekend, in cui speravo di non
vederti, non mi costringerai a sopportare la tua nauseante presenza! Mi
fai schifo!- sibilai, infuriata. Lo odiavo con ogni
fibra del mio corpo…
Bè ragazze... come avete potuto vedere dall'anteprima, il
piano
non sta procedendo proprio alla grande! Ma voi non disperate!
Eccoci
con la messa in pratica del piano dei ragazzi!
Riusciranno i Jalice a chiarire tutto quanto?
Bè, siamo a Natale e bisogna essere più
buoni, quindi... confidate in noi!
Grazie a tutte per il vostro affetto e vi auguriamo una BUONA LETTURA!
Da Manu e Sara BUON NATALE!!!!!!!
Alla fine del capitolo e dopo l'anteprima del prossimo, troverete la
nostra sorpresa di Natale. Speriamo che vi piaccia!!!!
CAPITOLO
56
Pioggia e scintille
Pov
Bella
“Buongiorno,
mia principessa! Dormito bene? Io sì, perché ti
ho sognato tutta la notte…
Non vedo
l’ora di riabbracciarti, mi manchi da morire!!”.
Quella mattina mi
ero svegliata
presto, con un dolcissimo sms di Edward... anche se non dormivamo
insieme, quanto mi era mancato! Sapere che quella notte non aveva
dormito sotto il mio stesso tetto, mi aveva intristito
immensamente…
“Buongiorno
a te, amore! Anch’io ti ho sognato e anche tu mi
manchi…
Come sta il mio
cuore? Lo sai
che te l’ho affidato… è lì
con te,
adesso…” avevo risposto, appena sveglia.
“Sta
bene, batte forte!! E il mio? TI AMO!”, che tenero!
“Tranquillo,
è in perfetta salute! TI ADORO!”, avevo inviato.
“E IO TI
VENERO!!”, che bambino dolce! Voleva sempre avere
l’ultima parola, però!
-Bella, scendi! La
colazione è pronta!- mi avevano chiamato subito dopo.
Quella mattina Leah
era arrivata
a casa nostra prima dell’alba e dopo averci fatto compagnia a
colazione, io, lei, Rosalie ed Alice eravamo partite, entusiaste per il
nostro weekend “Only for Girls”.
Eravamo
già in viaggio da
un po’, ma eravamo ancora a metà strada a causa
della
bassa velocità tenuta da Rose per il maltempo.
-Allora ragazze!
Mettiamo un po’ di musica?- chiese Rose, alla guida.
-Certo, ci serve un
po’ di carica! Per me siamo ancora all’alba!-
concordò Leah.
-Già…-
biascicò Alice, ancora piuttosto assonnata.
-E dai sorella! Un
po’ di
vita! Io sono così felice di trascorrere questi giorni con
tutte
voi! Non vedevo l’ora di chiacchierare di vestiti e
spettegolare
un po’… giù a La Push
c’è
scarsità di femminucce…- affermò Leah.
-A
proposito, Alice… avrei bisogno di un tuo consiglio per il
vestito di Halloween, per far impazzire il mio Jake: sai, vorrei che
fosse un abito sexy, ma non eccessivo… e mi serve il parere
di
un’esperta!- la lusingò.
-Ok, Leah, con
molto piacere!
Anzi! Questa sarà l’occasione per pensare a tutti
i nostri
abiti per Halloween… potrei disegnarli io! Per fortuna mi
sono
portata il materiale da disegno…- affermò con uno
sbadiglio.
-Scusate,
ragazze… ma stanotte non sono riuscita a dormire
molto…- si giustificò.
Mi dispiaceva per
lei…
povera Alice, era da un bel po’ che, a causa delle tensioni e
dei
problemi che aveva con Jazz, non riusciva a dormire tranquilla e
serena…
-Riposati,
Alice… tanto
la strada è ancora lunga! Approfitta!- proposi. E quasi
subito
sprofondò in un sonno profondo.
Durante il viaggio
in auto Alice
aveva continuato a sonnecchiare e noi avevamo mantenuto un silenzio
abbastanza teso, ognuna persa nei propri pensieri che probabilmente
erano molto simili.
Speravamo con tutto
il cuore che
ogni tensione tra quei due zucconi si sarebbe appianata e che,
successivamente, non avrebbero avuto voglia di ucciderci, per averli
incastrati in un modo tanto subdolo…
d’altronde
Alice era un’accanita sostenitrice del motto ‘il
fine giustifica i mezzi’…
La sera precedente
il mio amore
mi aveva telefonato, riferendomi che da loro stava procedendo tutto
bene e che, in casa, avevano finito di sistemare tutti i dettagli.
Jasper sembrava abbastanza sereno e contento: non faceva altro che
ridere e scherzare. Forse quel ritorno al suo
‘vecchio
io’ era dovuto al fatto di non dover temere di incontrare
Alice
in casa: in quei giorni il profondo dolore che provava
l’aveva
ridotto alla completa apatia ed ero veramente preoccupata…
ora
invece si stava nuovamente rilassando e probabilmente anche la sua
sofferenza si era un po’ attenuata… ma ormai era
questione
di poco e forse sarebbe tornato tutto come prima di quel disastroso
weekend al mare!
La voce di Rose
interruppe le mie considerazioni personali.
-Mamma mia,
ragazze! Era da
parecchio che non pioveva così forte! E poi la temperatura,
da
quando siamo partite, è decisamente precipitata…-
mormorò, preoccupata, pensando probabilmente già
al
nostro viaggio di ritorno e al tempo che continuava a peggiorare.
-Già…
sembra quasi
che ci sia qualcuno là fuori che ci tiri delle secchiate
d’acqua a ripetizione!- aggiunse Leah, anche lei un
po’
tesa.
Alice intanto
continuava a
dormire, così ne approfittai per farmi dare il cellulare da
Rose: era arrivato il momento di lanciare ai maschietti il nostro
segnale.
Leah aveva
già chiamato
Jacob poco prima di partire, per assicurarsi che i ragazzi stessero
eseguendo il piano: dubitavamo della loro efficacia ad un’ora
tanto antidiluviana, e temevamo che stessero dormendo ancora.
Ma ci sorpresero,
dato che erano
addirittura già pronti! Avevano caricato le loro borse in
auto e
preparato la colazione. Aspettavano solo il momento per svegliare
Jasper e trascinarlo in cucina.
-Ragazze…
ci siamo quasi…- sussurrò Rosalie, per non
svegliare Alice.
-Bene!- affermai,
senza
aggiungere altro, per paura che Alice magari potesse sentire qualcosa,
anche se sembrava profondamente addormentata.
Impugnai il
telefono e feci partire la chiamata, incrociando le dita, sperando che
filasse tutto liscio.
Pov Edward
Il cellulare di
Emmett
squillò, e noi prontamente, dopo aver controllato che
fossero le
ragazze, ci alzammo dal divano, prendemmo un paio di asciugamani che
avevo già preparato in caso ci fossimo bagnati, e infine ci
infilammo le giacche e ci recammo in garage.
Dopo cinque minuti
ci stavamo
già lasciando la casa alle spalle. Eravamo tutti in
apprensione
e finché non avessimo rincontrato le ragazze, con la
conferma
che era andato tutto come concordato, non ci saremmo calmati.
-Dio ragazzi, che
tempo da lupi!- esclamò Jacob.
-Ma in questo posto
è
sempre così? Per tutto l’inverno?-
domandò Emmett,
scrutando pensieroso il cielo plumbeo, denso di umide minacce.
-Bè…
non proprio
così! Questa tempesta deve essere bella grossa…
tra poco
inizierà anche a nevicare…- mormorò
Jacob, dando
un’occhiata prima fuori e poi al cruscotto dove era segnata
la
temperatura esterna.
Cavoli, faceva
veramente freddo!
In poche ore la temperatura era calata di una decina di
gradi… e
in quel momento stava sfiorando lo zero…
-Appena si
abbasserà la
temperatura ancora di un paio di gradi, questo acquazzone si
trasformerà in una nevicata gigantesca! Gli esperti ci hanno
azzeccato… vedrete che quei due rimarranno completamente
isolati- concluse Jacob.
-Dici che
riusciremo a tornare a
casa?- domandai preoccupato, guardando fuori dal finestrino. Ma
sinceramente con quella pioggia, era già tanto che si
intravvedesse la strada.
-Sì,
sì…
prima che la strada si innevi tanto da diventare inagibile, saremmo
sicuramente già a casa al calduccio- mi rassicurò
Jake,
con un tono tranquillo.
Intanto eravamo
arrivati al bivio, dove avremmo dovuto aspettare le ragazze.
-Dite che Jasper si
sarà già accorto di essere rimasto bloccato in
camera sua?- chiese, ghignando, Emm.
Era ancora
divertito per la sveglia data a Jasper. Quando ci si metteva era peggio
dei bambini!
Quella mattina
(anzi,
l’alba!), avevo scambiato una serie di stupendi sms con la
mia
tenera stellina… mi aveva emozionato moltissimo il messaggio
con
cui mi aveva detto di avermi affidato il suo cuore, e per poco non mi
ero sciolto… non esisteva un angelo più dolce di
lei!
Dopo i messaggi a
Bella, ero
sceso in cucina con gli altri e noi tre insieme avevamo cucinato per un
esercito (anzi, a dirla tutta, avevamo solo infornato tutto
ciò
che ci aveva preparato la mia mamma il giorno prima!), fino al momento
di svegliare Jasper.
Eravamo saliti in
camera sua e
quel matto di Emmett, con in mano due coperchi di pentole, si era
avvicinato quatto quatto al letto di Jazz e aveva iniziato a sbattere
quei rumorosi utensili uno contro l’altro, vicino alle
orecchie
del povero addormentato, producendo un fracasso a dir poco assordante;
a quell’improvviso baccano, il poveretto era sobbalzato in
preda
ad un forte spavento, tanto che era caduto dal letto, sfracellandosi
col fondoschiena sul pavimento duro e ghiacciato!
Noi scimuniti, allo
schianto,
eravamo scoppiati in una fragorosa risata di gruppo, mentre
Jazz
imprecava contro di noi ogni genere di insulti. Aveva poi rincarato la
dose, quando si era accorto dell’ora estremamente
mattutina…
-Abbiamo solo due
giorni da
passare insieme come veri uomini! Non vorrai di certo passarli a
poltrire nel letto, vero? Tanto valeva che te ne fossi stato a Forks,
mammoletta!- lo aveva rimproverato Jacob, continuando a ghignare.
-Neanche dovessimo
fare un corso
di sopravvivenza!- si era lamentato Jasper; -Almeno mi date il tempo di
farmi una doccia, prima?- ci aveva chiesto, imbronciato.
-Non se ne parla
proprio!
Abbiamo preparato una colazione da nababbi: si raffredda tutto!- ero
intervenuto io; -La farai dopo! E guarda… mi sento
magnanimo… dopo colazione ti permetteremo di rimanerci
quanto
vuoi!- avevo concluso, soddisfatto della gentile concessione.
-Oh, ma grazie!
Perché
non ve ne andate a fan…- ma Emmett lo aveva interrotto con
una
mano sulla bocca e dopo esserselo caricato in spalla, si era avviato
verso il piano inferiore, mentre Jasper aveva mugugnato quelli che
probabilmente erano dei triviali epiteti in tutte le lingue conosciute.
Si era quietato
solo nel momento
in cui aveva posato gli occhi sulla tavola imbandita: succhi di frutta,
biscotti, una crostata di albicocche, una torta al cioccolato,
croissant, pane, burro, marmellata… solo per rimanere nel
reparto dei dolciumi… poi ancora uova, bacon, formaggio,
prosciutto, salame…
Effettivamente
avevamo esagerato
un po’, ma giustamente la mamma si era raccomandata di
cucinare
molte cose, nel caso i due abitanti della casa non avessero
più
potuto usare la cucina… o a causa dell’eventuale
isolamento, oppure semplicemente perché troppo impegnati a
litigare o, si sperava, a fare pace!
-Non penso che Jazz
abbia
già finito… dopo il modo in cui
l’abbiamo tirato
giù dal letto, penso proprio che ci si
addormenterà in
doccia!- sghignazzò senza ritegno Jacob, riportandomi al
presente.
-Sì, sei
stato perfido stamattina- rimproverai, divertito, mio fratello.
-A dir la
verità, doveva
ancora pagarmela per il modo in cui si era rivolto ad Alice
l’altro giorno in cucina… non mi era ancora andata
giù del tutto… ma so che non l’aveva
fatto con
cattiveria e infatti non l’ho pestato solo per quel motivo!
Una
piccola vendetta però ci voleva!- ci spiegò
Emmett, tutto
gongolante.
Mi sembrava strano
che non fosse
intervenuto quell’orrendo pomeriggio… ma
probabilmente
Rosalie l’aveva trattenuto.
Noi ridemmo,
annuendo vigorosamente, completamente d’accordo con lui.
Dopo poco ci
raggiunse l’auto con le ragazze a bordo. Scesero di corsa e
si infilarono, velocemente nella nostra jeep.
Finalmente potei
riabbracciare la mia stellina: poverina, era un pulcino bagnato!
-Ciao,
pulcina… vieni qui
che ti asciugo… non voglio che tu ti prenda un malanno!-
affermai preoccupato, passandole un asciugamano sui suoi capelli
fradici, mentre le mie labbra si posavano sulle sue per un leggero
bacio.
-Allora
piccola… com’è andata?-
domandò nel frattempo Jacob alla sua ragazza.
-Fatto!-
esclamò Leah;
-Appena siamo entrate in casa, io mi sono diretta al garage, con la
scusa di aprire la porta alle ragazze e invece sono sgattaiolata fuori
e mi sono infilata in auto, lasciandola lì. A
quest’ora
dovrebbe essersi accorta dell’inganno e forse avrà
già incontrato Jasper…- finì di
spiegare.
-Speriamo che quei
due ne escano illesi!- dichiarò, con tono serio Jacob.
-Ma soprattutto che
si
chiariscano!- sottolineò Bella; -Non resisto più
a
vederli così sofferenti!- si lamentò ancora con
l’asciugamano addosso la mia cucciola. La strinsi in un dolce
abbraccio e la baciai nuovamente, stretta al mio corpo: quanto mi era
mancata! Con i capelli bagnati il suo profumo era diventato ancora
più intenso e avvolgente…
-Vabbè,
non lo sapremo
fino a quando non li verremo a riprendere domenica… quindi
cerchiamo di non pensarci più!- dichiarò Emmett,
guadagnandosi un’occhiataccia di Rosalie.
-Ma
poverini…- si intristì Rose.
-Eh su,
principessa! Era un modo
di dire! Non significa che me ne frego della mia sorellina, ma solo che
è inutile arrovellarci il cervello per una cosa in cui ormai
non
abbiamo più potere decisionale… abbiamo fatto di
tutto e
di più in casa per loro… abbiamo anche
già acceso
il caminetto, così se saranno troppo occupati a litigare
o… a fare altro… non patiranno il
freddo… ora non
possiamo fare altro che aspettare… e sperare…- si
difese
Emmett.
Sorrisi…
sempre il
solito… anche nei discorsi seri, la battutina ce la doveva
infilare per forza! Però stavolta non si poteva dargli torto!
-Ha ragione! E
sarà
meglio che prendiamo subito la strada del ritorno se non vogliamo
rimanere anche noi bloccati… ma per strada!- consigliai,
guardando fuori dal finestrino.
-Senti Rose, se
vuoi rimanere qui in auto con Emmett, guido io la tua piccolina- si
offrì Jacob.
-Grazie Jake, sei
un tesoro! Non mi andava molto di continuare a guidare con questo
tempaccio- ci confidò Rosalie.
-Perfetto! Allora
io e il mio
amore andiamo con la tua auto e poi ci ritroviamo a casa Swan,
così recuperiamo le nostre e ce ne torniamo alla riserva,
prima
di rimanere bloccati!- propose Leah.
-Sì, ma
se durante il
tragitto il tempo dovesse peggiorare ancora? Tenetevi pure la mia auto
e tornate immediatamente alla riserva: tanto a me non
servirà
nel weekend. Anche perché dovreste allungare di parecchio
per
venire da noi, e non avrebbe senso- puntualizzò Rosalie.
-Ok, grazie. Ma per
strada,
restiamo insieme… niente corse o sfide, ok?- concluse Jacob,
rivolgendosi più che altro a Emmett che era alla guida.
Jake e Leah
uscirono dalla jeep per infilarsi nell’altra auto e partimmo.
Bella si
accoccolò meglio
tra le mie braccia e ci apprestammo a goderci il viaggio di ritorno,
finalmente di nuovo insieme. Dio mi era mancata da morire!
Pov Alice
Ero seduta sul
divano della casa al mare, ancora un po’ frastornata dal
sonno.
In auto mi ero
addormentata e
quando avevo riaperto gli occhi, svegliata dalla voce di Leah, che mi
sedeva accanto, eravamo già arrivate.
Il tempo era
decisamente
peggiorato dalla nostra partenza e Rosalie si era accorta di non aver
preso le chiavi del garage. Allora aveva proposto che io e Leah, dopo
essere entrate dalla porta principale, avremmo potuto aprire il garage
dall’interno.
-Alice, usiamo il
tuo borsone,
che è impermeabile, per ripararci la testa… la
tua
borsetta invece te la porteranno poi Bella e Rose, così non
si
bagna- aveva proposto Leah. Che carina! Si era preoccupata per la mia
borsa Prada!
Eravamo
così scese dall’auto e un attimo dopo
eravamo entrate in casa.
Leah, che sapeva
qual era il
pannello di controllo con i comandi della porta del garage, era andata
nell’altra stanza per aprire alle ragazze, ed io nel
frattempo
ero sprofondata nel divano, ancora piuttosto insonnolita. Forse avevo
chiuso gli occhi per cinque minuti, ma mi ero riscossa quasi subito.
Accomodata al
calduccio, mentre
aspettavo le ragazze, pensai al mio bagaglio e fui particolarmente
felice di aver portato con me il mio album da disegno e i miei
carboncini… avrei fatto un ritratto a tutte le
ragazze…
avrei disegnato i loro vestiti per Halloween… già
i loro,
perché io non avevo nessuna voglia di mascherarmi per
quest’anno…
Ormai
però erano
già dieci minuti che Leah era andata ad aprir loro. Come mai
non
mi avevano ancora raggiunto? Cosa diavolo stavano facendo?
Dei forti rumori
provenienti dal piano di sopra attirarono la mia attenzione,
spaventandomi.
Che fosse entrato
qualcuno? Mi
guardai intorno ed effettivamente la casa sembrava… vissuta!
Non
aveva l’aria di essere una casa chiusa da una settimana!
C’era persino il camino acceso! Che stupida! Come avevo fatto
a
non accorgermene prima? Una strana ansia iniziò ad
attanagliarmi
il petto…
Sobbalzai. Di nuovo
dei colpi
piuttosto energici risuonarono nel silenzio della casa. Senza pensarci
troppo, afferrai un grosso vaso di cristallo e con quello mi avviai per
le scale, facendo attenzione a muovermi molto silenziosamente, con il
cuore che mi batteva in gola per la paura.
Quando fui quasi in
cima alle
scale, risuonarono di nuovo dei tonfi: da lì mi
resi conto
che stavano provenendo dal fondo del corridoio… e
precisamente
dalla camera di Jasper!
Che strano!
Sembrava quasi che
qualcuno, dall’interno della stanza, scuotesse forte la porta
per
cercare di aprirla. Quando mi avvicinai, sempre molto cautamente, mi
accorsi che la chiave era posizionata all’esterno della
serratura, anziché dentro la stanza… il mistero
si stava
infittendo…
Provai piano a
girarla e
approfittando del fatto che non si udiva più alcun suono,
abbassai di colpo la maniglia e spalancai la porta, pronta a colpire
l’eventuale malintenzionato con il pesante vaso.
La porta
sbatté addosso all’intruso, causandogli un urlo di
dolore ed io feci per avventarmi su di lui.
Rimasi
però con le mani e il vaso sospesi in aria, completamente
basita, quando mi ritrovai di fronte… JASPER!
Il mio
sbalordimento fu totale e
repentino: mai e poi mai mi sarei aspettata di vedere lui, il mio
incubo personale, che mi tormentava anche qui!
Era chinato in
avanti, che si teneva dolorosamente il naso, massaggiandoselo e
lamentandosi.
-Questa me la
pagate brutti
stronzi! Fossi in voi, inizierei a correre perché appena mi
ripr…- stava urlando, ma appena si sollevò in
posizione
eretta e si trovò di fronte me, ancora con il vaso per aria,
le
parole gli morirono in gola.
-E…
tu… che
cazzo ci fai qui?!- mi chiese, con tono insieme stupito, acido e
arrabbiato. Stranamente una luce d’ira gli stava stravolgendo
il
bellissimo viso, rendendolo del tutto simile ad un antico dio della
guerra… certo, la guerra d’odio che stava
combattendo
contro di me! Stronzo!
Le sue parole,
sputate con
incredulità e collera, mi incendiarono di furia, e
provocarono
ai massimi livelli la mia stizza. Ah! Io che diavolo ci facevo
lì? E lui?!
-Non devo di certo
dare
spiegazioni a te! Non sei mio padre!- esclamai con il tono
più
glaciale che riuscii a tirare fuori.
-Sei matta?! E chi
vuole
esserlo!- ribatté sprezzante e disgustato. Mmm, che rabbia!
Mi
dava terribilmente fastidio il tono strafottente che stava usando! E
poi ero sempre più confusa…
Cosa diavolo ci
faceva lì
in casa se doveva essere alla riserva con i ragazzi? E…
perché mai era chiuso a chiave in camera sua
dall’esterno?!
Bah! Cazzi suoi,
comunque… io mi ero intrattenuta già troppo per i
miei gusti!
Gli girai le
spalle, con ancora
il vaso in mano, e mi avviai al piano inferiore, ignorandolo
nuovamente, come avevo fatto durante tutta la settimana. Ignorarlo!
Encomiabile proponimento, anche se estremamente difficile da attuare:
il mio cuore, vicino a lui, sembrava voler uscire dal petto! Rabbia,
Alice… è solo rabbia… per questo il
cuore martella
così furioso…, mi dissi.
Lo sentii sospirare
forte e poi camminare dietro di me.
-Bella?! Rosalie?!-
urlai,
decisa a venire a capo della faccenda, senza però dover
parlare
per forza direttamente con lo squilibrato. Meno sentivo la sua voce
(maledizione, perché era sempre così
meravigliosa?!) e
meglio era per me… altrimenti sarei crollata…
-Perché
le chiami Alice?
Ci sono anche loro?!- si stupì il mentecatto. Evidentemente
della faccenda non ne sapeva più della
sottoscritta… ma
continuai a fare scena muta.
Il tono
dell’ultima
domanda si era fatto meno irritato e avevo colto una pericolosa
sfumatura di tenerezza nella sua voce bassa e graffiante, quasi roca,
quando aveva pronunciato il mio nome… oddio, era meglio
continuare a fare l’indifferente, non dovevo assolutamente
parlargli! Finché usava con me un tono velenoso riuscivo
egregiamente a tenergli testa, ma se si fosse leggermente
ammorbidito… rabbrividii, al pensiero delle possibili
reazioni
inconsulte del mio corpo…
Mi avviai in garage
e mi accorsi che era vuoto. Ma?! Maledizione, non ci capivo un cazzo!
Allora tornai
all’ingresso, per prendere il cellulare e chiedere
spiegazioni
alle ragazze… ma mi resi conto che la borsetta era rimasta
in
auto! Dannazione!
-Cavoli, il
cellulare!- imprecai.
Sconfitta, mi
voltai verso lo
stupido, che mi aveva seguita senza più provare a chiedermi
nient’altro. Mi stava fissando con aria interrogativa. Dio,
quando alzava quel sopracciglio era ancora più sexy!
No, non ce la
potevo fare a
stare lì con lui, era troppo pericoloso! Prima o poi sarebbe
riuscito a farmi abbassare le difese come era già successo
in
passato… e sarebbe riuscito a ferirmi di
nuovo…
Mi ero ripromessa
che non
sarebbe mai più successo… che non
l’avrei fatto mai
più avvicinare così tanto da provocarmi quel
dolore sordo
che rimbombava costantemente in tutto il mio essere! Al pensiero di
quanto mi avesse presa in giro, ferita e umiliata, mi ripresi e mi
richiusi nella mia impenetrabile corazza.
-Allora,
piccoletta? Ti hanno
mollata qui?- mi schernì, divertito. Per quale cazzo di
motivo
il suo sorriso mi sembrava maledettamente sexy, adesso?! No, no!!
Basta, Alice! Pensa ad altro!
Mi aveva derisa,
chiamandomi
piccoletta! Dio quanto mi irritava! Solo lui riusciva a tirare fuori il
peggio di me! E, nonostante tutto, riusciva a farmi provare sensazioni
nettamente contrastanti tra loro... odio, rabbia, collera…
ma
anche istinto, impulsività,
passionalità… Mi
faceva sentire contemporaneamente… confusa e furiosa con me
stessa! Accidenti a lui!!
Il vaso che avevo
ancora tra le
mani iniziava a scottare… la voglia di tirarglielo addosso
per
levargli quel sorrisetto sardonico dalla sua faccia da schiaffi stava
diventando sempre più impellente…
La sua attenzione
fu attirata proprio da quello.
Mi
guardò con un cipiglio
beffardo, aspettando evidentemente una spiegazione del
perché
avessi aperto la sua porta con un vaso in mano… e
soprattutto
del motivo per cui non l’avevo ancora rimesso a posto, anzi!
Me
lo stavo portando dietro da una stanza all’altra, come un
prezioso cimelio!
Sbuffai, seccata
con me stessa
per avergli provocato quella reazione sprezzante; posai sul tavolino
dell’entrata quell’anticaglia, prima che veramente
mi
scappasse ‘casualmente’ di mano, finendo sulla sua
testa di
cazzo!
Lui continuava a
fissarmi
palesemente divertito: gambe leggermente divaricate, braccia incrociate
al petto, con uno sguardo pungente e un sorriso
canzonatorio…
aspettava una mia spiegazione. Oddio, che nervoso!
-Pensavo che i
rumori che avevo
sentito fossero stati causati da un eventuale ladro… e
così ho afferrato la prima cosa pesante che ho trovato e
sono
venuta di sopra per spaccargliela sulla testa!- spiegai, arrossendo
lievemente per la mia cretinata. Mi stavo rendendo conto solo in quel
momento dell’immensa stupidaggine che stavo per
fare… affrontare un malintenzionato, da sola, non si poteva
certo definire una mossa molto astuta… ma il viso di Jasper,
che
di colpo si era freddamente incupito, mi fece riprendere immediatamente
dall’imbarazzo e la rabbia si impossessò
nuovamente di me.
Bè?!
Cosa voleva adesso
quel pazzo furioso? Poco prima era sbeffeggiante, di colpo era
incazzato nero; perché si era arrabbiato? Dio, chi lo capiva
era
bravo!
-Cazzo, Alice! Ma
come fai a
essere così sciocca?! Stupida che non sei altro!- mi
urlò. Rimasi basita per la violenza con cui sputò
fuori
quelle parole.
-Come diavolo ti
permetti?!-
ribattei, inviperita. Alle mie parole, la sua espressione si
addolcì leggermente e fece per avvicinarsi a me; ma si
bloccò all’istante: una collera cieca aveva
offuscato i
miei occhi.
-Basta stronzo! Mi
sono rotta di
farmi insultare da te, specie quando non ne hai nessun motivo! Sono
stanca! Chiaro?! Non resterò neanche un minuto di
più
sotto il tuo stesso tetto! Almeno questo weekend, in cui speravo di non
vederti, non mi costringerai a sopportare la tua nauseante presenza! Mi
fai schifo!- sibilai, infuriata.
Lo odiavo con ogni
fibra del mio
corpo… ma quello che mi bruciava come un fuoco in mezzo al
petto, era il fatto che lo detestavo perché, nonostante
tutto,
io provavo qualcosa per lui… io… lo amavo ancora!
Sì, io
amavo quello
stronzo con tutta me stessa e lui, invece, non provava i miei stessi
sentimenti! Dio, perché mi ero incasinata in quel modo?!
-E dove pensi di
andare? Non
l’hai ancora capito? Ci hanno incastrati! Ci hanno mollati
qui
entrambi! Anche io sono senza cellulare: l’avevo lasciato sul
comodino e quando sono uscito dalla doccia non c’era
più!
E con questo tempo non possiamo di certo andarcene via di qui a piedi!-
mi spiegò, spazientito, come se veramente avesse a che fare
con
una stupida che non comprendeva neanche le cose più ovvie.
-Ah, tu credi?! Non
mi
farò di certo fermare da un po’ d’acqua
che cade dal
cielo!- esclamai, infilandomi la giacca, che avevo appeso
all’ingresso.
-Ma sei impazzita?!
Cosa pensi
di fare? Di uscire con questo tempo?! Ma se sta iniziando anche a
nevicare! Qui intorno c’è il nulla!- mi
rimproverò
duramente, come se stesse parlando con una bambina capricciosa.
Effettivamente mi stavo proprio comportando così, me ne
rendevo
conto; ma non ne potevo fare a meno… mi faceva troppo male
restare vicino a lui, mi feriva sempre, anche
involontariamente…
ma lo faceva! Avevo una voglia matta di picchiarlo!
-Ah sì?!
Bè, ma tu
hai idea di chi sia Alice Cullen?! Devo solo arrivare alla strada
principale… poi sicuramente troverò un
passaggio!- urlai
infuriata, sicura di me.
-Cazzo, Alice!! Sei
la ragazza
più ostinata e cocciuta che abbia mai conosciuto! Testarda
di
una pazza permalosa!- mi imprecò a pochi centimetri dal viso.
Odiavo quando mi
gridava
così… anche se era bellissimo! Mi
tornò alla mente
il paragone di poco prima: sembrava davvero un dio della guerra: Ares
doveva aver posseduto le sue fattezze... i muscoli del suo
viso
erano contratti in una smorfia di rabbia; gli occhi, che quasi avevano
assunto il colore del cielo plumbeo in tempesta, mi fissavano in modo
così intenso che pensavo potessero perforarmi
l’anima… e le labbra carnose erano tirate in un
ghigno
malevolo… che rincoglionita, che sei!
Quell’animale
scimunito ti insulta e tu che fai? La svenevole!! Oh, che occhi
così… oh, che bocca colà…
basta, cazzo!!
Finiscila Alice!
Gli voltai le
spalle…
altrimenti avrei corso il serio rischio di tirargli uno
schiaffo… o di baciarlo! Il desiderio di fare
l’una o
l’altra cosa era di pari intensità…
oddio, stavo
diventando pazza! Pazza, furiosa e isterica!
Spalancai la porta
e un vento
gelido mi investì. Feci un passo per uscire, ma mi sentii
afferrare in modo imperioso per un braccio.
-Tu non vai proprio
da nessuna
parte! Scordatelo! Non lascerò che la tua
stupidità ti
metta in pericolo! Io non… Esme non me lo perdonerebbe mai!-
dichiarò, risoluto.
Ahhh…
allora il problema
era quello! Mia madre si sarebbe arrabbiata! Lui… non era
realmente preoccupato per me! Perché mi pugnalava sempre?
Perché mi trafiggeva il cuore e mi squarciava
l’anima?
Perché ci riusciva solo con una parola o un gesto?!
A lui non importava
un bel nulla
di me… sarei potuta anche affogare in quel dannato diluvio!
A
lui interessava solo non far adirare mia mamma!!
Quella amara
consapevolezza mi
piombò addosso, divampando come un piccolo fuoco che mano a
mano
aumentava la sua intensità… ogni mia singola
cellula si
stava riempiendo della sensazione di un vuoto infinito… il
mio
intero corpo e la mia mente erano ormai consapevoli che io per lui non
rappresentavo niente altro che una seccante scocciatura…
già… una rottura, un impiccio che gli avrebbe
potuto
procurare dei problemi con la sua famiglia… e calde lacrime
iniziarono a solcarmi il viso. Strattonai il mio braccio per liberarmi
dalla sua presa d’acciaio e mi voltai molto
lentamente.
Nel momento in cui
il suo
sguardo duro si posò sul mio volto, vidi chiaramente la
sorpresa
nei suoi occhi e la sua espressione si addolcì
immediatamente,
diventando puro miele.
Ma ormai sapevo che
non potevo
più fidarmi dei suoi cambiamenti d’umore, ormai
sapevo
qual era il vero Jasper… e dovevo assolutamente porre
chilometri
di distanza tra me e lui, almeno finché non avessi
riacquisito
una maggiore e più stabile padronanza di me stessa.
Ma ancora
una cosa dovevo assolutamente dirgli prima di andarmene.
-Ancora per una
volta… mi
hai confermato quanto… poco ti importi di me! Bé,
Jasper… non ti preoccupare… mia madre non te ne
farebbe
mai una colpa, se mi dovesse succedere qualcosa… tanto tu
dovresti trovarti a La Push con gli altri in questo istante, no?
Perciò la tua coscienza è salva! Puoi rientrare
in
casa… e sappi che preferisco affrontare questo spaventoso
diluvio che stare ancora un secondo qui a darti così tanto
fastidio!- mormorai con la voce spezzata dal pianto.
Mi voltai e iniziai
a correre sotto il getto scrosciante della pioggia.
Non percepivo
nulla, non sentivo
nulla: lo scorrere impetuoso dell’acqua sulla strada e sul
mio
corpo mi impedivano di udire altro… non vedevo nulla: ero
accecata dalle lacrime che ormai si erano mischiate alla pioggia e mi
impedivano di scorgere la strada…
E, solo dopo
qualche metro,
sentii che sotto un piede mi era mancato il piano
d’appoggio… ero scivolata in un buca nel terreno,
reso
fangoso dall’acqua: immediatamente provai un dolore acuto
alla
caviglia caddi rovinosamente.
Ero a terra:
infreddolita, furibonda, piangente, distrutta…
Perché
Jasper? Perché mi odi? Cosa ti ho fatto, cosa?
Il dolore del piede
si
sommò alla tortura del mio cuore straziato e a un tratto la
realtà divenne insopportabile… la mia sofferenza
fu
talmente lancinante che un attimo dopo tutto si fece nero.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 57
Mi gettai in
ginocchio accanto
al suo corpo, che rimaneva impassibile e senza apparente segno di
risposta, colpito con veemenza dalla pioggia battente.
-Alice! Alice!- provai a chiamarla, scuotendola un po’, ma il
suo
corpo non rispondeva né alla mia voce né ai miei
tentativi di scrollarla lievemente. Una scossa di autentico terrore mi
attraversò l’intera spina dorsale…
dovevo fare
qualcosa! Trattenendo il respiro a causa dell’ansia, con un
tocco
leggero come farfalle, le mie dita percorsero in modo completo e il
più accuratamente possibile, le ossa del suo
cranio…
sospirai sollevato: bernoccoli o ferite sanguinanti alla testa non ne
aveva, e mi rilassai un minimo; ma dovevo assolutamente portarla al
riparo, subito!
La presi in braccio di slancio: era un piccolo e tenero uccellino
freddo e bagnato, così leggero e fragile… dovevo
cercare
di fare il più velocemente possibile! Mi recai in casa di
corsa,
con il cuore che batteva furiosamente nel mio petto per
l’ansia.
Povera piccola! Era completamente zuppa… sembrava un piccolo
pulcino indifeso e intriso d’acqua gelida… ma
soprattutto
era completamente ghiacciata: il viso aveva assunto un allarmante
colorito cereo, molto pallido e le labbra stavano diventando di un
preoccupante color bluastro.
E ora come promesso vi
spiegheremo quale sarà il nostro regalo di Natale! UNA NUOVA
FICTION!!!!!!!!!! Ci dispiace per le
piccine, ma
sarà rigorosamente un rating rosso. Purtroppo non possiamo
farne
a meno, non solo per i capitoli hot, ma proprio per il contenuto della
storia.
Venerdì 24 posteremo il primo capitolo. Sarà un
regalo di
Natale. perchè dovevamo iniziare a postare nell'anno nuovo.
Posteremo una volta a settimana e sempre di sabato o domenica.
Per il secondo capitolo, però dovrete aspettare sabato 15
gennaio.
Ora vi lasciamo la trama, sperando che possa stuzzicarvi un po'.
Segreti
e Inganni
Isabella
Swan, rinomata
autrice di romanzi, a causa di un trauma è una giovane donna
psicologicamente e fisicamente provata. A motivo di questo recente e
tragico evento, il suo destino si incrocia nuovamente, dopo alcuni
anni, con Edward Cullen, il grande amore della sua vita ora divenuto
investigatore privato. Che cosa li ha divisi
sette anni
prima? Riuscirà Edward ad aiutarla nella risalita
dall'abisso in
cui è sprofondata? E riuscirà a risollevare in
tempo
l'oscuro velo del segreto che la circonda, per poter capire che forse
un incombente pericolo ancora la sovrasta?
Vi aspettiamo
venerdì per i commenti nella nuova fiction! Un bacione a tutte!
Cap. 57
Buongiorno a tutte!
Allora, come avete passato Natale e Santo Stefano?
Noi bene... ci siamo ingozzate e ora
praticamente rotoliamo per i chili che
sicuramente abbiamo preso... e le feste non sono nemmeno ancora
finite!!!
Babbo Natale con noi è stato molto buono e speriamo che
anche voi siate soddisfatte di ciò che avete ricevuto!
Grazie mille per tutti gli auguri che abbiamo
ricevuto! Sinceramente pensavamo che molte di voi
fossero
assenti, invece non ci avete abbandonato nemmeno in questi giorni di
festa, in cui di solito ci si dedica completamente alla famiglia...
quindi un GRAZIE ancora più speciale del solito!
Ora tornando al capitolo, volevamo solo dirvi di stare tranquille!
Molte di voi si sono arrabbiate con Jasper per come ha trattato
Alice... in questo chappy, ci sarà il suo pov,
così
potrete capire con chiarezza perchè si è
comportato in
quel modo arrogante, spocchioso e iroso...
Siamo sicure che cambierete idea su di lui!
Volevamo rassicurarvi, dato che molte ce l'hanno chiesto, sul fatto che
la prossima settimana gli aggiornamenti saranno regolari.
BUONA LETTURA da Manu e Sara!
Per chi non avesse ancora letto la nostra nuova storia (a rating rosso)
e avesse piacere di darle un'occhiata, non deve fare altro che cliccare
qui sotto. Segreti e
Inganni
CAPITOLO
57
Ansia
Pov
Jasper
Ero abbastanza contento di starmene lì con i
ragazzi… mi
era mancato un sacco in quegli ultimi giorni interagire con loro, sia a
scuola che in casa… avevo bisogno di sfuggire
all’opprimente soffocamento causatomi dalla fredda
indifferenza
che mi aveva riservato Alice… era più che
meritata,
certo; ma, mio dio, quanto faceva male! E i ragazzi avevano compreso
questo mio strazio, e insieme a loro stavo cominciando pian piano a
respirare…
Quando ero uscito dalla doccia, dopo il chiassoso e
‘simpatico’ risveglio dei ragazzi e dopo quella
principesca
colazione che mi aveva in qualche modo addolcito la giornata, mi ero
sentito piuttosto sollevato, e avevo rinchiuso il mio dolore in un
cassetto nascosto; poi, quando avevo deciso di raggiungere gli altri di
sotto, avevo cercato di aprire la porta di camera mia, ma mi ero
ritrovato rinchiuso… che stupidi idioti!, li avevo
insultati;
che scherzi da dementi!
Mi ero rassegnato al loro elevato livello di infantilismo patologico
(era stata certamente colpa di quel pazzoide rincoglionito di Jake,
magari coadiuvato da quell’orso di Emmett!), e avevo iniziato
a
richiamare la loro attenzione, sbattendo con i palmi aperti sulla porta
e chiamandoli a squarciagola perché venissero a liberarmi al
più presto. Ma con mio estremo
‘divertimento’ quegli
idioti senza cervello mi avevano lasciato rinchiuso lì, in
camera mia, come un imbecille… forse erano usciti
perché
non sentivo nessun rumore, nessuna voce… ma dove potevano
essere
andati, con questo tempaccio?!
In più mi ero accorto che il mio cellulare non si trovava
più sul comodino… certamente me lo avevano preso
loro,
per lasciarmi isolato in una sorta di castigo; se si fosse trattato,
come avevo ritenuto, di una piccola vendetta dei fratelli Cullen per il
modo schifoso in cui mi ero comportato con la loro sorellina,
bè, non avrei potuto dar loro tutti i torti…
Perciò me ne ero stato buono buono a scontare la mia
meritata
punizione, seduto accanto alla porta con le gambe accavallate e le
braccia incrociate al petto. Mi stavo annoiando da morire, a dire la
verità, ma non avevo voglia di fare nulla: né di
distrarmi con dei libri né con la mia amatissima
chitarra… era lì, in un angolino della mia
stanza…
sembrava quasi mi chiamasse a sé… ma non mi
sentivo
dell’umore adatto per suonarla… a dire il vero era
da
quella maledetta festa di Rose che non mi sentivo più
io…
ero perennemente incazzato con me stesso, deluso dal mio comportamento
egoista, dalle mie reazioni stupide ed infantili, chiuso e ostinato nel
mio dannato orgoglio e nella mia maledetta e insensata gelosia che mi
stavano divorando l’anima, minuto dopo minuto…
Mi sentivo scollegato, sconnesso, a pezzi… il mio cuore e la
mia
mente andavano in direzioni completamente diverse, opposte. La mia
parte più emotiva esigeva di liberare tutta la mia
passionalità: avrei desiderato immensamente, con ogni fibra
del
mio essere, andare da lei e supplicarla in ginocchio di perdonarmi e di
parlarmi di nuovo, implorandola di non trattarmi più da
reietto… ma la mia coscienza mi schiaffeggiava di continuo,
riportandomi alla mente con lucida freddezza e oggettiva determinazione
tutto il male che avevo provocato a quella splendida
creatura…
non ero degno nemmeno di guardarla, figurarsi poter parlare con lei!!
All’improvviso però il rumore del portone
d’ingresso
che sbatteva al piano di sotto mi riscosse dai miei cupi pensieri,
riportandomi al presente. Ah, finalmente quei pazzi erano tornati!
Perciò ripresi a battere i pugni sulla porta di camera mia,
per
farmi liberare da quei simpaticoni… che palle, ancora
niente!
Provai a muovere la maniglia, perché mi ero accorto
già
da un po’ che la mia chiave l’avevano sistemata
all’esterno…
Quando finalmente percepii un leggero movimento sulla serratura, capii
che alla fin fine si erano decisi di degnarmi della loro
attenzione… ghignai, pensando alla loro possibile
strategia: sicuramente, appena girata la chiave nella serratura, se la
sarebbero data a gambe levate, per evitare l’ira furibonda
del
sottoscritto… mi posizionai accanto alla porta, pronto a
balzare
contro di loro appena la serratura fosse scattata… invece,
contro ogni mia previsione, mi arrivò sul naso una botta
tremenda!
Ahia! Maledetti!
-Questa me la pagate, brutti stronzi! Fossi in voi, inizierei a correre
perché appena mi ripr…- urlai arrabbiato; ero
veramente
incazzato nero, ma appena mi sollevai in posizione eretta, mi trovai di
fronte… ALICE!
Ero sconvolto, impietrito, ammutolito, allibito: lei, proprio lei, in
carne ed ossa, era di fronte a me, con un vaso per aria... non ci stavo
capendo niente…
-E… tu… che cazzo ci fai qui?!- le chiesi al
colmo dello
stupore, cercando di trattenere la mia ira: ero ancora furente con i
ragazzi.
-Non devo di certo dare spiegazioni a te! Non sei mio padre!-
esclamò lei in tono veramente incollerito. Suo padre?!
Oddio,
che schifo, no! Io… io volevo essere il suo uomo, altro che
suo
padre!!
Lo so, ero impazzito… stavo litigando di brutto con lei ed
ero… raggiante e felice… sì, felice
perché
dopo una settimana di gelida indifferenza lei mi stava parlando
ancora… solo per insultarmi, certo, ma mi stava parlando!
Ero
euforico, gasato, quasi allegro… mi sentivo leggero, capace
di
ridere e scherzare… ero ammattito di brutto: lei era
incavolata
con me e mi stava urlando contro… ma io ero gongolante,
avrei
desiderato saltare ed esultare…
-Sei matta?! E chi vuole esserlo!- ribattei metà disgustato
dall’idea, metà ironico. Alle mie parole
sarcastiche, lei
però si voltò più seccata che
divertita e
iniziò a scendere al piano di sotto, chiamando Bella e Rose.
Come?! C’erano anche loro?! Che strano…
-Perché le chiami, Alice? Ci sono anche loro?!- mi
meravigliai;
cercai di usare un tono freddo, ma il suo dolcissimo nome mi era uscito
come una delicata carezza... che meraviglia, poterlo pronunciare di
fronte a lei! Era meraviglioso starle accanto, e la seguii come un
automa: d’altronde lei era la mia stella polare, il mio
nord… al centro del mio cuore c’era solo
lei… non
potevo far altro che seguirla…
Era da un bel po’ che ce ne stavamo in silenzio e avevo una
voglia matta di risentire la sua voce melodiosa e un imperioso
desiderio di riottenere la sua attenzione… avevo bisogno di
quel
dolce balsamo, l’unico, per il momento, in grado di lenire le
sanguinanti ferite del mio cuore… certo, non avrei potuto
pregarla di parlarmi di nuovo, ma avrei sempre potuto fomentarla un
po’, giusto per conquistarmi un minimo di reazione…
-Allora, piccoletta? Ti hanno mollata qui?- la provocai, calcando
leggermente su quell’affettuoso aggettivo. Certo…
per me
era un tenero appellativo, ma lei non gradì il mio
nomignolo… i suoi occhi in quel momento mandavano
inequivocabili
lampi incendiari… vi leggevo di tutto… rabbia,
certo… ma anche fuoco e passionalità…
mio dio, che
ragazza! In quell’istante sembrava un’antica
divinità guerriera… gli occhi splendenti
dall’ardore infuocato che stava ribollendo nelle sue vene, le
labbra carnose e turgide, le gote in fiamme… era bellissima!
Per
puro miracolo riuscii a dominare il mio impellente istinto di
baciarla…
Un luccichio mi ridestò da quei pensieri
pericolosi… e
d’un tratto feci caso a ciò che teneva ancora in
mano: un
antico vaso di cristallo, caro ricordo e cimelio di famiglia, del nonno
Richard… e lei in quell’istante si stava di certo
trattenendo dal lanciarmelo addosso, pervasa com’era dalla
collera che provava nei miei confronti… aveva i nervi a fior
di
pelle, era talmente evidente! Ma, nonostante tutto, ero
gongolante… avevo ottenuto il suo interesse, lei si stava di
nuovo rivolgendo a me!
Ma quando Alice iniziò a spiegarmi la vera ragione di quel
vaso
tra le sue piccole e delicate manine, tutto il mio buonumore si
dissolse in un lampo e inorridii all’istante… non
potevo
credere che lei avesse potuto commettere una tale sciocchezza, una
così enorme imprudenza… affrontare tutta sola
quello che
sarebbe potuto risultare un malintenzionato! Un mascalzone che avrebbe
potuto farle del male…
Un terrore tremendo mi attraversò l’intera spina
dorsale,
al pensiero di ciò che avrebbe potuto rischiare quel piccolo
angelo… ero teso, irritato, spaventato per ciò
che
sarebbe potuto accaderle…
-Cazzo, Alice! Ma come fai a essere così sciocca?!- gridai
terrorizzato dalle sue intenzioni quasi suicide. E se al mio posto
avesse trovato un ladro, un furfante? O, peggio ancora, un criminale
violento? Ma si rendeva conto di ciò che avrebbe potuto
rischiare?!
-Come diavolo ti permetti?!- si inviperì. Per il panico di
saperla in un eventuale pericolo, l’avevo aggredita
verbalmente,
in maniera molto pesante… Che coglione ero stato! Stupido
idiota! Non ero riuscito a dosare la portata dei miei sentimenti verso
di lei, e avevo inveito contro quella creatura indifesa…
cercai
di calmarmi, e, estremamente pentito e rammaricato per il mio sfogo
impulsivo e stizzito, feci per avvicinarmi a lei; ma mi bloccai
all’istante, terrorizzato dallo sguardo di puro odio che mi
stava
rivolgendo… oh no! Che cazzo avevo combinato?! Come diavolo
facevo a farmi odiare sempre più da lei? Le parole che mi
sputò addosso subito dopo ebbero l’effetto di
mille
pugnalate al petto, inferte in un colpo solo…
-Basta, stronzo! Mi sono rotta di farmi insultare da te, senza motivo!
Sono stanca! Chiaro?! Non resterò neanche un minuto di
più sotto il tuo stesso tetto! Almeno questo weekend, in cui
speravo di non vederti, non mi costringerai a sopportare la tua
nauseante presenza! Mi fai schifo!- sibilò, ostile ed
infuriata
come non mai. Aveva ragione, ero un dannato farabutto, e mi meritavo
tutte le sue accuse… ma se avevo compreso bene le sue
bellicose
intenzioni, lei avrebbe voluto andarsene da lì, andarsene
via,
lontano da me, sotto un diluvio universale che in breve tempo si
sarebbe trasformato in una colossale tempesta di neve e
gelo…
no, non glielo avrei permesso! Si sarebbe trovata in pericolo, avrebbe
messo a repentaglio la sua salute, la sua sicurezza! Decisi di
spiegarle la situazione, ma purtroppo, agitato e nervoso
com’ero,
lo feci in modo brusco e scortese, al limite della villania…
Non volevo certo essere così incivile, ma le parole
partirono
dalla mia bocca senza riflettere, in un modo contemporaneamente
spontaneo ma irruento…
-E dove pensi di andare? Non l’hai ancora capito? Ci hanno
incastrati! Ci hanno mollati qui entrambi! E con questo tempo non
possiamo di certo andarcene via di qui a piedi!- sbottai sgarbatamente,
cercando di chiarirle le nostre attuali circostanze.
-Ah, tu credi?! Non mi farò di certo fermare da un
po’
d’acqua che cade dal cielo!- ribatté testarda,
avviandosi
a passi di marcia verso l’ingresso. No, maledizione, no! Non
l’avrei permesso! Si stava comportando da bimba capricciosa e
irragionevole, stupidamente inconsapevole dei rischi che avrebbe potuto
correre là fuori…
-Ma sei impazzita?! Cosa pensi di fare? Di uscire con questo tempo?! Ma
se sta iniziando anche a nevicare! Qui intorno c’è
il
nulla!- la sgridai severamente, per evitare che corresse inutili
pericoli, che se ne andasse via da me… ma lei, testarda e
caparbia, insistette nei suoi folli propositi. Ah, era impossibile! Ma
aveva trovato pane per i suoi denti: non gliela avrei data vinta tanto
facilmente, per nessun motivo! Piuttosto, se trovava la mia vicinanza
così sgradevole e insopportabile, me ne sarei andato io,
lasciandola in quella casa, al caldo e al sicuro… non
ricordo
nemmeno cosa le dissi, mi rendevo conto solo di una cosa: non le avrei
permesso di affrontare quel grave pericolo, a nessun costo…
Non sapevo ciò che aveva visto sul mio volto, ma ad un
tratto
spalancò la porta, chiaro tentativo delle sue ostinate
intenzioni…
Istintivamente la afferrai per un braccio, e quel tocco precipitoso,
quasi involontario, mi bloccò lì sul posto: il
mio corpo
in quell’istante fu attraversato da una scarica elettrica
dalla
potenza inaudita… perché proprio quella ragazza
doveva
provocarmi quell’effetto devastante? Mi sentii travolto e
sopraffatto da quella creatura forte, coraggiosa, risoluta che mi
odiava così tenacemente… almeno tanto quanto
l’amavo io, riflettei miseramente…
-Tu non vai proprio da nessuna parte! Scordatelo! Non
lascerò
che la tua stupidità ti metta in pericolo! Io
non…- oh,
cazzo… no! Le stavo dicendo che io non avrei potuto
sopportarlo… le stavo rivelando che io non avrei potuto non
odiarmi a vita, se l’avessi lasciata andare via da me in quel
momento… cercai in qualche modo di rimediare la mia
gaffe…
-…Esme non me lo perdonerebbe mai!- mentii spudoratamente,
mortificandola.
Dannazione! Com’era possibile per me, che sostenevo di amarla
più di me stesso, trattarla in quel modo così
indegno?
L’avevo visto dal suo sguardo ferito: io, le mie
parole…
l’avevano pugnalata, umiliata, straziata… ancora
una
volta! Oddio, oddio, no! Mi accorsi immediatamente dei suoi occhi umidi
per le lacrime… no, Alice, non piangere… ti
prego…
angelo mio… non piangere!, avrei desiderato più
della mia
vita far uscire quelle parole dal mio corpo, avrei voluto stringerla
tra le mie braccia, bramando un contatto con lei…
-Ancora per una volta… mi hai confermato quanto…
poco ti
importi di me! Bé… non ti preoccupare…
mia madre
non te ne farebbe mai una colpa, se mi dovesse succedere
qualcosa… tanto tu dovresti trovarti a La Push con gli altri
in
questo istante, no? Perciò la tua coscienza è
salva! Puoi
rientrare in casa… e sappi che preferisco affrontare questo
spaventoso diluvio che stare ancora un secondo qui a darti
così
tanto fastidio!- la sua voce era irriconoscibile, spezzata dal
pianto… ero talmente allibito dalle sue parole…
mi
sentivo lacerato, angosciato, straziato, incapace di qualsiasi reazione
sensata… il mio cuore pulsava rabbioso, lo sentivo
rimbombare
fin dentro il mio cervello… ero torturato, dilaniato,
impietrito…
Poi, all’improvviso, iniziò a correre sotto la
pioggia,
allontanandosi da me… immediatamente un vuoto immenso mi
squarciò il petto e quella dolorosa sferzata mi
riportò
le mie facoltà mentali…
Ma era mai possibile che riuscisse sempre a fraintendere quello che
volevo dire?! O forse ero io che, davanti a lei, non riuscivo a
esprimere al meglio ciò che provavo per lei…
Ero ancora imbambolato davanti alla porta di casa, spalancata su quello
scenario sconvolgente… fissavo il mio angelo che stava
correndo
via da me, sotto quel tremendo acquazzone…
Ah, maledizione alla sua testaccia dura! Ora avrei dovuto rincorrerla
sotto quel diluvio per riportarla indietro, e avrei usato anche la
forza! Sì, dannazione! Me la sarei caricata in braccio o
sulle
spalle, e le avrei inculcato un po’ di sale in quella zucca
vuota! Stavo per andare a prendere un giubbotto per coprirla, quando
uno spavento improvviso mi bloccò lì, sulla
porta…
Dopo pochi metri della sua folle corsa, la vidi cadere rovinosamente a
terra e tenersi una mano sulla caviglia. Senza neanche pensarci su,
atterrito e angosciato dalla sua brusca caduta, mi precipitai verso di
lei, verso quell’angelo esanime, mentre i miei
lunghi
capelli, completamente fradici dalla pioggia ormai mista a neve, mi
sferzavano il viso.
Man mano che mi avvicinavo a quella meravigliosa, ostinata ragazza, la
mia ansia cresceva in modo esponenziale, perché avevo
chiaramente visto che si era accasciata di botto e aveva perso i
sensi…
Signore, ti prego! Fa che stia bene! Ti scongiuro!, pensai tra me,
angosciato che avesse riportato una ferita alla testa, dopo aver
sbattuto il capo sul freddo e umido terreno.
Mi gettai in ginocchio accanto al suo corpo, che rimaneva impassibile e
senza apparente segno di risposta, colpito con veemenza dalla pioggia
battente.
-Alice! Alice!- provai a chiamarla, scuotendola un po’, ma il
suo
corpo non rispondeva né alla mia voce né ai miei
tentativi di scrollarla lievemente. Una scossa di autentico terrore mi
attraversò l’intera spina dorsale…
dovevo fare
qualcosa! Trattenendo il respiro a causa dell’ansia, con un
tocco
leggero come farfalle, le mie dita percorsero in modo completo e il
più accuratamente possibile, le ossa del suo
cranio…
sospirai sollevato: bernoccoli o ferite sanguinanti alla testa non ne
aveva, e mi rilassai un minimo; ma dovevo assolutamente portarla al
riparo, subito!
La presi in braccio di slancio: era un piccolo e tenero uccellino
freddo e bagnato, così leggero e fragile… dovevo
cercare
di fare il più velocemente possibile! Mi recai in casa di
corsa,
con il cuore che batteva furiosamente nel mio petto per
l’ansia.
Povera piccola! Era completamente zuppa… sembrava un piccolo
pulcino indifeso e intriso d’acqua gelida… ma
soprattutto
era completamente ghiacciata: il viso aveva assunto un allarmante
colorito cereo, molto pallido e le labbra stavano diventando di un
preoccupante color bluastro.
La temperatura fuori era scesa parecchio e se non l’avessi
riscaldata e asciugata nel giro di pochi minuti, avrebbe rischiato un
serio assideramento! Ormai la mia attenzione era tutta rivolta a lei,
alla mia piccoletta… come si era infuriata, poco prima,
quando
l’avevo chiamata in quel modo… se avesse saputo
che per me
era un appellativo così tenero e pieno
d’amore…
basta Jazz, concentrati su lei! Ha bisogno di te!, mi imposi.
Con il respiro affannoso e il cuore che mi pulsava nel cervello, entrai
in uno dei bagni del pianterreno e aprii l’acqua calda della
doccia… in modo istintivo e automatico, quasi inconscio,
iniziai
a spogliarla, ma i vestiti gelidi e impregnati di pioggia le si erano
appiccicati addosso… avevo difficoltà a
sfilarglieli,
anche perché mi ero appena accorto che le mie mani avevano
iniziato a tremare convulsamente... ero infreddolito e zuppo anche io,
e il mio tremore era tutto dovuto all’ansia e alla
preoccupazione
per quella piccola creatura indifesa, che in poco tempo era diventata
il centro esatto del mio mondo, la mia stella polare…
Quante volte nei miei sogni di ragazzo innamorato, nei miei desideri
colmi di passione avevo fantasticato e sognato di poterla
spogliare… ma, di certo, quel tipo di pensieri in quegli
istanti
di angoscia erano completamente assenti… non avrei mai
potuto
farlo, in una situazione del genere… mai avrei potuto
immaginare
di ritrovarmi con lei in un frangente simile, e che lei potesse odiarmi
con tutta se stessa…
“Sappi che preferisco affrontare questo spaventoso diluvio
che
stare ancora un secondo qui a darti così tanto
fastidio!”
aveva mormorato con voce disperata, spezzata dal pianto.
Come aveva potuto credere di darmi fastidio? Come?
Certo, a causa della mia enorme preoccupazione per il suo gesto di
affrontare da sola uno sconosciuto, magari pure malintenzionato, ero
stato accecato dall’ira, che mi aveva fatto incazzare
talmente
tanto che me l’ero presa con lei… ma per il
terribile
spavento di saperla in pericolo! E lei non se n’era nemmeno
resa
conto!
Ero consapevole di essermi meritato ogni sua accusa, ma cavoli, se
faceva male! Molto male! Eppure, ormai, da quella maledetta festa, ogni
volta che io e lei ci parlavamo… o meglio, ci azzuffavamo,
ci
accusavamo a vicenda oppure ci fraintendevamo… e la cosa
più frustrante, era che preferivo che andassimo avanti
così, piuttosto che lei continuasse a ignorarmi come aveva
fatto
negli ultimi giorni!
La sua totale indifferenza nei miei confronti mi faceva mancare
l’aria, mancare la terra sotto i piedi ed era troppo dolorosa
da
sopportare.
Nel momento in cui, però le tolsi i pantaloni, i miei
pensieri
si interruppero, perché i miei occhi furono attirati dalla
caviglia rossa e gonfia. Cazzo! Era messa male!
Probabilmente era svenuta per il dolore, anche perché le
avevo
appena controllato il capo ed ero sicuro che cadendo non avesse
sbattuto la testa; quindi quello poteva essere l’unico motivo.
Per fortuna l’intimo non si era inumidito e quindi glielo
lasciai… ero già abbastanza nel panico
così,
davanti al suo corpo, praticamente nudo… ma la mia
apprensione
per la sua salute, per fortuna, mi occupava la mente, non dando spazio
a pensieri maniacali… perlomeno non tanto spazio!
Finiscila, brutto pervertito!, mi insultai.
Mi liberai anch’io dei miei abiti bagnati e mi infilai un
comodo
e ampio accappatoio: non volevo lasciarla sola in quelle precarie
condizioni, per salire in camera a cambiarmi.
Poi tornai a dedicarmi a lei: l’asciugai molto delicatamente,
attento a non farle male, mentre il vapore della doccia bollente
riempiva la stanza di un calore piacevole, che pian piano iniziava a
intiepidirci le ossa…
Per fortuna, lentamente ma in modo costante, il suo corpo si
riscaldò, le guance ripresero un po’ di colorito e
le sue
labbra si dipinsero di un pallido rosa. La avvolsi in un accappatoio,
che avevo messo a scaldare sul calorifero appena entrato in bagno, e la
presi in braccio, portandola in salone e adagiandola sul divano di
fronte al caminetto. Meno male che i ragazzi, prima di andarsene,
l’avevano acceso: così ora emanava un calore che
riscaldava tutto l’ampio salone, mentre dalle vetrate si
notava
ormai che la pioggia aveva ceduto il posto completamente alla neve,
che, cadendo copiosa e abbondante, stava già lasciando una
sottile coltre che ricopriva il giardino e la spiaggia. Era uno
spettacolo magnifico, ma mai quanto la creatura che in quel momento
riposava tranquilla e rilassata sul divano. Come un ago magnetico che
punta sempre verso nord, mi voltai verso di lei, ad ammirarla.
Era bellissima, un sogno mozzafiato… il suo viso, illuminato
dai
bagliori del fuoco che scoppiettava allegramente nel camino e il suo
piccolo e perfetto corpo erano completamente distesi, come se stesse
semplicemente dormendo calma e serena. Nonostante gli attimi di intensa
tensione che avevo appena vissuto, mi ero tranquillizzato
anch’io… un sorriso ebete spuntò sul
mio viso
quieto, a quella serafica visione…
I miei occhi la percorsero da capo a piedi, incantati… ma di
colpo mi tornò in mente la sua caviglia… dovevo
assolutamente metterle del ghiaccio per cercare di farla
sgonfiare… e poi massaggiarla con una crema per le
distorsioni e
fasciargliela.
Tornai in bagno e trovai tutto l’occorrente
nell’armadietto
dei medicinali… sorrisi al pensiero
dell’efficienza di mia
sorella, che in quegli anni aveva perfettamente sostituito la mamma,
nell’occuparsi di quel lato del ménage familiare.
Ero
felice che ora ci fosse Esme a occuparsi di tutti noi, ma specialmente
di Bella: aveva bisogno ancora molto delle attenzioni di una mamma.
Tornai da Alice e mi sedetti sul tappeto, per terra, accanto a lei. Le
appoggiai il ghiaccio sintetico sulla caviglia, dopo averlo avvolto in
un panno per non farla raffreddare di nuovo. Alice si mosse un
po’ mugugnando… forse si stava
risvegliando… provai
a chiamarla, ma non rispondeva… probabilmente era stato un
riflesso involontario per il freddo.
Nel frattempo, come un emerito idiota, inginocchiato accanto a lei, mi
incantai a guardare il suo viso perfetto e meraviglioso…
sembravo un assetato in mezzo al deserto che aveva appena scoperto la
sua oasi e ammirava quello spettacolo, quella visione celestiale, che
gli avrebbe potuto salvare l’esistenza… non mi
sarei mai
stancato di osservare ogni suo più piccolo
dettaglio… il
cuore mi batteva furiosamente nel petto, per la tempesta che stava
scombussolando ogni fibra del mio essere… ero pazzo di
lei… e come una diga che non riesce più a
contenere
l’assalto dell’acqua impetuosa, incapace di
trattenermi
oltre, le mie veementi parole uscirono dalla mia bocca con
irruenza…
-Dio, Alice… quanto sei bella… come ho potuto
fare del
male ad uno splendido angelo come te? So che non mi potrai mai
perdonare… d’altronde anch’io non riesco
a scusare
me stesso! Oh, piccola… se ripenso a tutto quello che hai
subito
nel tuo difficile passato… la morte di tuo padre, il
tradimento
del tuo ex e della tua migliore amica, la tentata violenza, il
trasferimento in una casa non tua con persone che non
conoscevi…
e poi… purtroppo per te… poi sono arrivato
io…
sono piombato nella tua vita come un uragano… distruggendo e
calpestando tutto quello che di buono hai sempre offerto agli
altri… con il mio cieco egoismo e il mio stupido orgoglio ho
perso per sempre la tua amicizia ma soprattutto… il tuo
amore… come ho fatto a combinare tutto questo enorme,
disastroso
casino? Ora non so più come uscirne… non
so… come
risolverlo… o come tornare indietro! Vorrei che almeno non
mi
guardassi più con odio e indifferenza! Sarebbe un sogno per
me… arrabbiati pure con me, ne hai tutto il
diritto… ma
ti supplico… ti scongiuro… non fare come se io
non
esistessi… è… è
insopportabile!- mormorai
ad alta voce, senza rendermi pienamente conto del significato delle mie
parole. Calde lacrime avevano iniziato a rigarmi le guance ispide per
la leggera barba; e nel momento in cui una goccia salata
sfuggì
al controllo della mia mano che tentava di arginare quella mia reazione
e colpì il suo piede, quella bellissima ragazza
aprì gli
occhi, fissandomi attonita…
-A… Alice!- urlai, inconsapevole di aver alzato la voce;
-Come
stai?! Oddio, ero così in ansia… ti senti meglio,
piccola?- le chiesi, euforico per il fatto che fosse di nuovo
cosciente… e dopo essermi inginocchiato accanto al suo viso,
presi ad accarezzarla dolcemente.
Si sollevò con i gomiti, non distogliendo i suoi intensi
occhi
dai miei. Anche il mio sguardo era incatenato al suo, mentre mi sentivo
incapace anche di respirare…
-Dio, Jazz! I tuoi sbalzi d’umore mi fanno girare la testa!-
mormorò a mezza voce, e si lasciò andare di nuovo
sul
divano, lamentandosi un po’ per il dolore.
Il mio cuore, se avesse potuto, avrebbe fatto i salti di
gioia…
mi aveva chiamato di nuovo Jazz… non aveva utilizzato il
freddo
e distaccato ‘Jasper’… solo
Jazz… era dalla
festa che non lo faceva più, e il sentirlo pronunciare dalla
sua
voce non aveva prezzo!
Sorrisi felice che stesse bene e consapevole che avesse perfettamente
ragione. Prima le avevo inveito contro e ora ero in apprensione e mi
rivolgevo a lei gentile e pieno di preoccupazione, come il
più
affabile dei fidanzati…
Stavo per chiederle scusa, quando la sua voce mi fermò.
-Allora… posso sapere perché siamo entrambi
praticamente
nudi con indosso solo l’intimo e un accappatoio?-
domandò
perplessa, inarcando un sopracciglio con fare indagatorio. Arrossii,
imbarazzato. Ecco, ora mi avrebbe preso pure per uno stronzo,
pervertito e maniaco, che mentre lei era incosciente aveva biecamente
approfittato della situazione…
-Bè.. è che… sì,
insomma… tu
prima… sai quando…- balbettai pieno di vergogna;
mi
interruppe, ridendo della mia evidente esitazione. La sua risata
cristallina mi scaldò il cuore, inondandolo
d’amore.
-Jasper Swan che balbetta e arrossisce? Bè…
questa
proprio non me l’aspettavo… allora devi averla
combinata
grossa!- mi schernì, divertita. Quando sorrideva in quel
modo,
era di una bellezza indescrivibile… ed io mi imbambolai a
fissarla… stava sorridendo a me!
-Alice… potrai mai… perdonarmi?- sussurrai
appena, incapace di trattenermi.
-Jazz… io proprio non riesco a comprenderti… sono
confusa… e le parole che hai pronunciato prima mi hanno
scosso e
scombussolato ancora di più!- mormorò,
lasciandomi basito.
Cosa?! Era sveglia?! Era sveglia e aveva sentito tutti i miei pensieri
che involontariamente avevo esternato ad alta voce? Oddio! Cosa potevo
dirle ora? Avrebbe voluto ascoltare i miei veri sentimenti, dopo il
modo orribile in cui l’avevo trattata? Ma
soprattutto… mi
avrebbe creduto?
Non potevo saperlo… non potevo averne l’assoluta
certezza… e non potevo evitare di soffrire ancora di
più
se lei mi avesse di nuovo rifiutato e allontanato… ma non
potevo
nemmeno vivere nella paura e nell’incertezza… non
ero mai
stato un vigliacco, avevo sempre parlato chiaro nella vita! Dovevo
provarci… non potevo farmi scappare
quell’occasione:
nessuno ci avrebbe interrotti stavolta! E lei con quella caviglia
dolorante, non avrebbe potuto scappare via da me…
avrebbe
dovuto ascoltarmi fino in fondo… e soprattutto darmi una
risposta sincera, una volta per tutte! Era la mia occasione e non
potevo farmela sfuggire assolutamente, se volevo avere una
possibilità di essere finalmente felice! Dopo tantissimo
tempo,
sentii nel mio cuore uno smisurato fervore… un calore che
sapeva
di benessere, di eccitazione, di speranza…
Due dita lunghe, sottili e molto delicate si posarono sotto il mio
mento e mi fecero alzare la testa, che inconsapevolmente avevo
abbassato per la vergogna, portando i miei occhi a perdersi in quel
cielo sconfinato che erano i suoi: mi scrutavano silenziosi, mentre un
lieve sorriso risplendeva sul suo volto minuto, come ad incoraggiarmi a
parlare… sì! Le avrei detto tutto, le avrei
rivelato ogni
mio sentimento, ogni mia emozione, ogni mia paura… decisi di
aprire il mio cuore sanguinante; e lei, con un’unica parola,
avrebbe potuto fermarlo o guarirlo per sempre…
Feci un respiro profondo e iniziai il discorso più
importante della mia vita.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 58
-Ecco Alice… ora che sai tutto, vorrei chiederti solo una
cosa… se vorrai… ti scongiuro, ti imploro: non
trattarmi
più con indifferenza, non evitarmi più, parlami
nuovamente… e col tempo, se inizierai a sentire un
po’
meno odio nei miei confronti e riuscirai a perdonarmi almeno un minimo
per tutta la sofferenza che ho aggiunto alla tua vita, già
così duramente provata, allora e solo allora,
magari…
bè, potrai prendere in considerazione di nuovo di provare a
essere mia amica… mi basterà che tu in qualche
maniera
rimanga nella mia vita… ti prego, Alice…
concedimi almeno
questo… anche se so benissimo di non avere il diritto di
chiederti niente! Io non mi merito nulla, ma per la tua infinita
bontà, ti supplico… fammi dono di poterti stare
vicino!-
esclamò, buttando la testa sul mio petto e stringendomi
forte,
mentre i singhiozzi ormai scuotevano il suo corpo, facendo sussultare
anche me.
Cap. 58
Buongiorno ragazze!
Ormai siamo arrivate quasi alla fine dell'anno ed è ora di
tirare le somme.
Il nostro, grazie soprattutto a voi a lettrici, è stato
molto soddisfacente!
Non avremmo mai pensato, quando abbiamo iniziato quest'avventura, di
avere un seguito così numeroso.
Vorremmo ringraziare tutte coloro che ci hanno inserito nelle seguite (331),
nelle preferite (182 ),
in quelle da ricordare (59), come autrici
preferite (33) e
anche tutte coloro che se ne stanno nell'ombra, ma che sono comunque
presenti.
Inoltre un saluto particolare a tutte le ragazze con cui abbiamo
stretto un legame particolare e che non mancano mai di far sentire la
loro voce.
In voi abbiamo trovato molte amiche e ne siamo felicissime!
Ora vi lasciamo al chappy della dichiarazione, sperando possa piacervi!
A chi invece preferisce Bella ed Edward, diciamo di pazientare ancora
un pochino, perchè questo weekend sarà quasi
interamente dedicato ai Jalice, anche se non mancheranno dei pov dei
nostri protagonisti principali.
VI
AUGURIAMO UN CAPODANNO SCOPPIETTANTE
E SPERIAMO
CHE IL 2011 VI REGALI TANTA SERENITA'!
Come sempre vi consigliamo la
nostra nuova fiction a rating rosso (per chi può seguirla): Segreti e Inganni
MANU E SARA VI AUGURANO UNA BUONA LETTURA!
CAPITOLO 58
La verità
dell’amore
Pov
Alice
-Vedi Alice… tu sei la ragazza più straordinaria
che io
abbia mai conosciuto, credimi… fin dalla prima volta che ti
ho
visto, in piedi, sulla porta di casa nostra, ho creduto che un
delizioso, piccolo angelo fosse venuto a farci visita! Un angelo che
con la sua dirompente allegria ha portato i caldi raggi del sole nella
mia esistenza cupa, nel mio mondo… tu, con il tuo carattere
aperto e solare, il tuo sorriso radioso, il tuo sguardo vivace e
luminoso… piano piano hai saputo conquistarmi, riuscendo a
sovrastare le ombre che dominavano e incatenavano la mia vita e le hai
spazzate via, illuminando la mia persona e tutto ciò che mi
circondava…- mi confessò con un sospiro; io ero
silenziosa, rapita dalla passionalità e dal significato
delle
sue incredibili parole…
-Tutte quelle che, con presuntuosa arroganza, pensavo fossero delle
certezze, delle sicure convinzioni (che tra l’altro mi
avevano
sempre guidato nelle varie esperienze della vita, come ad esempio il
mio orribile e fittizio comportamento con l’universo
femminile),
sono crollate miseramente, come in un ironico e beffardo scherzo del
destino… rivelandomi un mondo completamente diverso e
affascinante: il tuo…- mi confidò Jazz, con la
sua voce
profonda e melodiosa. Non potevo credere che si stesse aprendo
completamente, rivelandomi tutti i suoi sentimenti, le sue emozioni, i
suoi turbamenti!
Già poco prima, quando aveva supposto fossi ancora svenuta,
aveva sussurrato delle parole assolutamente meravigliose, alle quali
avevo faticato a credere… ma in fondo eravamo
soli… e lui
pensava che non potessi sentirlo… quindi perché
mai
avrebbe dovuto mentirmi?
Mi ero ritrovata in una sorta di limbo, sospesa esattamente a
metà tra l’inferno e il paradiso… la
mia essenza
era spaccata in due: da un lato la mia anima ferita a morte stentava a
fidarsi delle sue stupende e toccanti parole…
dall’altro
il mio cuore gioiva, esultava solo all’idea che fossero
effettivamente vere, fondatamente reali ed autentiche… poi,
immersa in quel mondo immaginario fatto di paure e desideri, una causa
concreta mi aveva ridestato, catapultandomi nuovamente nella
realtà: avevo chiaramente percepito un’umida
goccia
bagnarmi il piede, intuendo immediatamente la ragione… ma
forse
mi stavo sbagliando… oppure no?! Possibile? Jazz…
in
lacrime…?
Ero incredula, allibita, completamente sconcertata; non riuscendo
più a resistere, avevo spalancato le palpebre: i suoi occhi,
ricolmi di autentico dolore e traboccanti di una straziante colpa, mi
avevano lasciato senza fiato, a causa della loro intensità e
della loro potenza devastante… mi stavano letteralmente
trapassando l’anima, e in quel preciso istante per me non
esisteva nulla di più concreto e reale del suo sguardo
ardente e
accalorato… Ero commossa e in fervente trepidazione,
impaziente
di ascoltare le parole che il vero Jazz mi stava rivelando; erano delle
parole talmente suggestive e appassionate che il mio cuore assetato
d’amore le assorbiva come linfa vitale, come
l’unico
caloroso balsamo in grado di curare le gelide lacerazioni del mio animo
tormentato d’amore…
Poi, nel momento in cui la sua mano aveva iniziato a sfiorare la mia
pelle con una delicatezza infinita, avevo trovato la forza di parlare:
mi ero lasciata andare per la prima volta da giorni…
consapevole
ormai, che dopo quello che avevo sentito, le mie barriere fossero
crollate come una diga di carta velina di fronte alla prorompente forza
dell’acqua…
Avevo cercato di stemperare la tensione, tentando di risultare
spiritosa e buttandola sul ridere, ma mi ero ritrovata davanti un
ragazzo diverso, in completo imbarazzo, diametralmente opposto a quello
forte, orgoglioso, sicuro di sé, sprezzante e cinico che
conoscevo bene: un Jasper arreso, esposto, privo di maschere, che aveva
totalmente abbassato il muro ostile delle sue difese e che in quel
momento mi stava parlando con il cuore in mano…
-Tu, Alice, sei l’unica al mondo che mi ha fatto scoprire un
sentimento immenso e sconfinato, talmente potente da circondarmi ed
avvolgermi senza che io me ne rendessi conto… mi sono
ritrovato
in balia di emozioni così poderose e intense da
sconvolgermi… tu… tu, la sola in tutto
l’universo,
mi sei entrata nel cuore in modo così profondo e radicale
che
non lo ritenevo possibile… e nel momento in cui mi ero
convinto
che tu non ricambiassi i miei sentimenti, oddio, Alice… una
scarica di infinito dolore mi ha bloccato e mi ha reso cieco di fronte
anche alle cose più ovvie e banali… capisci?
Io…
io mi sentivo incapace di pensare, incapace di reagire… lo
strazio era talmente intenso da non concedermi alcuna
possibilità di scampo! E sappi che con questo non voglio
darti
l’impressione che voglia giustificarmi in qualche
modo…
perché so di non avere scuse per come ti ho
trattata… ma
voglio cercare di spiegarti come mi sentivo… non ero
più
Jasper Swan… pensavo che il mio cuore si fosse spaccato
irrimediabilmente… il tormento più intenso che
avevo
provato nella mia vita era quello per la scomparsa di mia
mamma…
ma… ti giuro, Alice! Quel dolore non mi sembrava neanche la
minima parte della tortura, del supplizio che ho provato nel momento in
cui mi ero reso conto che non ricambiavi i miei stessi
sentimenti…- mi spiegò, con la voce rotta
dall’emozione e dalla pena; i suoi occhi erano lucidi,
probabilmente pieni di lacrime che cercava di trattenere a fatica.
Era incredibile quanto profondo fosse il suo strazio… un
vero e
proprio martirio, più accentuato del mio… nei
suoi occhi
tormentati potevo chiaramente scorgere l’angosciante tempesta
che
si stava agitando nel suo animo oppresso e inquieto…
-So che ho fatto e detto cose talmente terribili per cui non mi potrai
mai perdonare… sono stato ingiusto, insensibile e crudele
con
te… e non hai idea di quanto questo, il male che ti ho
provocato
voglio dire, mi logori ogni singolo giorno, ogni singola ora e persino
ogni singolo minuto… il dolore che ti ho inferto si
è
riversato anche su di me, rafforzato dal terribile senso di colpa che
mi sta dilaniando l’anima… ma… mi
merito tutto
questo dolore disumano, perché io lo sono stato con
te…
è giusto che ora io soffra così
atrocemente…
ma… ti giuro su tutto quello che ho di più caro
al mondo
che il mio odioso comportamento con te non c’entra nulla con
il
mio orgoglio ferito, come tu hai giustamente pensato… ho
solo
cercato, in modo egoista e brutale, lo ammetto, di lenire la mia
indicibile sofferenza… pensando, come uno stupido e
arrogante
presuntuoso, come un idiota superbo e borioso, che sarebbe bastato
tenerti a distanza e riprendere la mia vita di prima,
cosicché
il mio cuore potesse smettere di sanguinare…- mi
confidò,
sempre più afflitto… ma anche sincero…
ne ero
certa!
Non aveva mai voluto ferirmi di proposito… aveva solo
cercato di
proteggere il suo cuore lacerato… e sinceramente non potevo
dare
completamente o esclusivamente la colpa a lui di tutto quello che era
successo, perché io avevo dato inizio a tutto
quell’immane
disastro, a causa della mia sciocca ed infantile paura di aprire il mio
cuore, di fidarmi e confidarmi con chi mi voleva bene…
-Ma Alice… lascia che ti dica solo questo…
ciò che
mi ha dato il colpo di grazia, e che mi ha fatto capire ancora di
più quanto la mia misera vita sia vuota ed inutile senza la
tua
dolce presenza, è stata… l’indifferenza
che mi hai
riservato in questi giorni…- mi spiegò. Come lo
capivo:
la gelida indifferenza riesce sempre ad incunearsi e penetrare le
più resistenti corazze… l’odio, il
disgusto, la
repulsione… sono tutti sentimenti fortemente negativi, che
fanno
soffrire le persone… ma il disinteresse, la distanza, la
freddezza… riescono a squarciare
l’anima…
-Oddio, Alice! Credimi, ti scongiuro! E’ solo per questo
motivo
che prima mi sono preso gioco di te e ti ho inveito contro…
per
riuscire suscitare una reazione in te, anche se sapevo che sarebbe
stata di rabbia… ma almeno mi avresti parlato…-
mormorò con lo sguardo colpevole.
-Sai? Mi rendo perfettamente conto di essere una persona inutile e
patetica… ma senza la tua voce argentina, le tue parole
allegre
e piene di gioia, il tuo caldo sorriso… io sono
completamente
perso… mi sento un involucro vuoto, senza scopo!
L’amore
che provo per te… oh, Alice! Sapessi!
E’… è
così sconfinato, immenso e totalizzante da lasciarmi senza
fiato… e tutto quello che è successo tra di noi
in questi
ultimi giorni, mi ha fatto comprendere ancora più
chiaramente
quanto il mio bisogno di te sia praticamente infinito… mi
dispiace averti fatto del male… avevi già
sofferto
così tanto nella tua vita! Io… non so nemmeno
come
chiederti perdono! Oddio, non hai idea di quanto sia pentito, logorato
per tutto quanto… e so anche che ormai… tra di
noi… le cose non potranno più tornare come
prima…-
la sua voce ormai era completamente spezzata dalle lacrime che
scendevano copiose, mentre io ero in apnea, non avendo la forza di
muovere neanche un muscolo… ero come paralizzata, intontita,
anestetizzata… nel frattempo le sue parole continuavano a
vorticare come un tumultuoso turbine nella mia testa…
Lui mi amava! Mi amava… tanto quanto lo amavo io! Non potevo
crederci!!
La mia paura più grande si stava lentamente sgretolando
lasciando il posto a una gioia immensa… il mio terrore che
per
lui fossi stata solo un puntiglio, niente di più di una
forte
attrazione fisica, una voglia da soddisfare… bè,
era
crollata e la forza delle sue parole si stava espandendo nel mio corpo
alla velocità della luce. Ma ancora non riuscivo a
parlare… un nodo che dalle viscere arrivava fino in gola mi
impediva di articolare un minimo suono…
-Ecco Alice… ora che sai tutto, vorrei chiederti solo una
cosa… se vorrai… ti scongiuro, ti imploro: non
trattarmi
più con indifferenza, non evitarmi più, parlami
nuovamente… e col tempo, se inizierai a sentire un
po’
meno odio nei miei confronti e riuscirai a perdonarmi almeno un minimo
per tutta la sofferenza che ho aggiunto alla tua vita, già
così duramente provata, allora e solo allora,
magari…
bè, potrai prendere in considerazione di nuovo di provare a
essere mia amica… mi basterà che tu in qualche
maniera
rimanga nella mia vita… ti prego, Alice…
concedimi almeno
questo… anche se so benissimo di non avere il diritto di
chiederti niente! Io non mi merito nulla, ma per la tua infinita
bontà, ti supplico… fammi dono di poterti stare
vicino!-
esclamò, buttando la testa sul mio petto e stringendomi
forte,
mentre i singhiozzi ormai scuotevano il suo corpo, facendo sussultare
anche me.
Mi resi conto che anche il mio viso era bagnato dalle lacrime e presi
ad accarezzare quegli splendidi capelli biondi, ricci, morbidi e
soffici, ancora umidi per la pioggia.
-Shhh… Jazz…- provai a chiamarlo, ma sembrava non
volersi
staccare dal mio corpo, forse per paura che lo allontanassi ancora da
me. Ma non sapeva quanto le sue paure fossero superflue ed inutili,
perché anch’io sarei stata persa senza lui nella
mia
vita…
Nonostante il mio ostinato orgoglio, la mia fredda alterigia, in quegli
ultimi giorni mi avessero resa ancora più cieca e stupida,
sapevo che il mio amore per lui era sempre lì, racchiuso in
ogni
mia cellula… e mai come adesso, pulsava in tutto il mio
corpo,
scalpitando come uno splendido puledro, perché io lo
liberassi
dalle catene con cui avevo presuntuosamente tentato di legarlo.
-Jazz… ti prego, guardami…- lo implorai;
alzò
lentamente la testa e i suoi occhi meravigliosi e tormentati,
incrociarono titubanti i miei. Era così fragile in
quell’istante… e mai lo avevo visto più
bello!
-Jazz… anch’io ho parecchie cose da farmi
perdonare…- esordii; lui scosse immediatamente la testa,
ancora
incapace di parlare a causa delle troppe lacrime… ma io
assentii, sorridendogli.
Alzai il busto e mi misi a sedere, mentre Jasper continuava a fissarmi
con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime.
-Sì, invece… Jazz, ti prego, ascoltami: lo
sbaglio
più grave di tutti è stato quello di non riuscire
ad
aprirmi con te, subito… quello stesso pomeriggio nella
dependance, quando mi hai rivelato quello che provavi per
me… in
quel momento ero così felice che mi sembrava di riuscire a
volare, di librarmi nell’aria… avevo deciso di
fidarmi di
te, del tuo splendido cuore… e di raccontarti ogni
più
piccolo particolare di me; ma soprattutto volevo chiederti di avere
pazienza con me, e di guidarmi con il tuo buonsenso e il tuo equilibrio
nel nostro rapporto… avevo bisogno di una roccia salda e
forte
su cui aggrapparmi, ma in quel momento non te l’ho fatto
capire,
non ti ho parlato delle mie paure, del mio passato… e
poi… poi in modo inconsapevole ed innocente hai pronunciato
le
stesse identiche parole che mi ripeteva sempre il mio ex e…
bé ormai sai com’è finita…
così mi
sono bloccata del tutto… il dolore per ciò che mi
era
successo mi è ripiombato addosso come un enorme macigno e
quando
tu hai interpretato la mia riluttanza a parlare come un rifiuto e te ne
sei andato ferito… mi sono sentita morire…- gli
confidai,
finalmente con il cuore più leggero, perché
anch’io
ora potevo raccontargli com’era andata veramente quel tragico
e
sfortunato pomeriggio. Continuai il mio racconto, impedendogli di
prendere la parola, dato che probabilmente voleva scusarsi ancora; ma
ormai non era più necessario… ora che ero certa
del suo
amore, non volevo più delle scuse, ma solo viverlo!
-Poi… bé, tutta la situazione è
precipitata in un
lampo e abbiamo permesso al nostro infantile orgoglio di renderci
ciechi e sordi anche davanti alla cosa più evidente: il
nostro
amore!- dichiarai con convinzione, e vidi i suoi bellissimi,
sfavillanti occhi blu oltremare, sgranarsi e illuminarsi per la
sorpresa delle mie inequivocabili parole.
-Sì, Jazz… hai capito bene… il nostro
amore… già! Il sentimento che provo per te
è
così intenso e profondo che non ho mai provato niente del
genere
per nessuno… nemmeno per il mio ex, che ero sicura di
amare… ciò che sento è completamente
diverso: mi
riempie il cuore di gioia e felicità, e a volte basta anche
solo
un tuo sguardo per essere certa di aver trovato il mio posto nel mondo,
certa che non mi manchi più niente… ogni tuo
semplice
tocco mi dona emozioni e brividi che non potrei mai provare con
nessun’altro e il bacio che ci siamo dati in piscina,
nonostante
tutto il contesto, mi ha fatto toccare il cielo con un dito…
mi
hai catapultata, anche se solo per qualche istante, in un luogo
paradisiaco…- il suo dolcissimo volto si irrigidì
per un
istante, al ricordo di quella disastrosa giornata; ma in quel momento
non m’importava di nulla… nulla che non fosse la
sua bocca
sulla mia… abbassai un momento il capo, vergognandomi per
quei
pensieri così intensi ed audaci…
-Ascoltami, Jazz: basta ricordi dolorosi, basta farci del male! Voglio
far parte della tua vita perché anche io mi sento
completamente
persa e vuota senza di te! Ti amo Jasper Swan, più della mia
stessa vita!- gli rivelai, mentre le lacrime di liberazione avevano
ripreso a solcarmi il viso. Quando sollevai il mio sguardo tremante sul
suo magnifico viso, notai come la sua espressione fosse identica a
quella di un antico eroe, bellissimo e trionfante, al ritorno dalla sua
più importante e faticosa vittoria…
-Anche io ti amo, Mary Alice Cullen… e ti giuro che
d’ora
in poi il mio unico scopo nella vita sarà quello di renderti
felice!- mi rispose, avvicinando piano il suo viso finché
finalmente le sue labbra presero posto sulle mie, in un bacio
dolcissimo, promessa del nostro amore, finalmente svelato.
Pov
Jasper
Felicità… gioia… euforia…
beatitudine… liberazione… conforto…
appagamento… trionfo… quelle le sensazioni che
albergavano in me nel preciso momento in cui le nostre labbra si erano
finalmente ricongiunte, pienamente consapevoli del significato di quel
bacio… un bacio intriso di tutto l’amore che
provavamo
l’uno per l’altra, un sentimento limpido e alla
luce del
sole, emerso finalmente senza più veli di segreti o misteri.
Non potevo ancora credere che per fortuna eravamo riusciti a rivelarci
i nostri sentimenti col cuore in mano, senza remora alcuna e senza
nessun tipo di paura di essere fraintesi…
Era stato un sogno meraviglioso avvicinare le mie labbra sulle
sue… e quando finalmente ero riuscito ad appoggiare la mia
bocca
sulla sua, il mio cuore esultante era esploso in un giubilo che mi
aveva commosso. Fu stupendo ed esaltante sentire le sue labbra
disegnarsi perfettamente sulle mie, muoversi in una perfetta
armonia… all’inizio il bacio partì in
modo
piuttosto delicato, come se finalmente le nostre bocche avessero
raggiunto una meta agognata e cercata a lungo… poi si
trasformò, e tutti e due ci lasciammo andare, in modo sempre
più irruento e sensuale.
Con la lingua cercai l’ingresso di quel caldo anfratto,
disegnando il contorno delle sue labbra morbidissime e profumate; lei
accettò la mia intrusione: dischiuse la bocca e la mia
lingua
cercò la sua fino a toccarla, accarezzarla, avvolgerla sulla
mia, in una spirale vorticosa di passione; il mio cervello si
scollegò e le mie mani l’afferrarono per le
spalle,
facendola distendere di nuovo sul divano… continuammo a
baciarci
con irruenza, con veemenza, con prepotenza, con
disperazione…
non riuscivo a fermarmi, a staccarmi da lei… da quanto tempo
bramavo questo momento! Da quanto tempo sognavo questo istante! E ora
che lo stavo vivendo con tutto me stesso, il cuore mi batteva furioso
nel petto; sentivo solo lei, il suo profumo inebriante, la morbidezza
delle sue labbra, la soffice setosità della sua
pelle… e
lei… oddio, che meraviglia! La sentivo rispondere al mio
bacio e
ai miei tocchi come avevo sempre sognato e sperato, nei miei desideri
più intimi e segreti… le sue mani erano affondate
nella
mia chioma leonina, donandomi innumerevoli brividi di piacere che mi
erano penetrati fin nelle ossa… una mia mano invece, si era
insinuata dietro la sua testa, per avvicinarla e far affondare ancora
di più le sue labbra morbide, sensuali e carnose sulle mie,
mentre con l’altra le accarezzavo il fianco, scendendo sempre
più giù, fino ad arrivare alla sua coscia, ancora
coperta
dalla soffice e calda stoffa dell’accappatoio.
Alice cercò di girarsi leggermente verso di me ma un mugolio
di
dolore, che probabilmente aveva cercato di reprimere per non
interrompere quel magico momento, le fuoriuscì dalla bocca,
strappandomi da quel paradiso in cui mi ero rifugiato e riportandomi
alla realtà.
Che stupido! Come avevo potuto dimenticarmi della sua
caviglia… necessitava ancora di cure…
Con estrema fatica mi staccai leggermente e la guardai negli occhi.
Erano lucidi di desiderio, come i miei, ma anche felici e pieni
d’amore. Le sorrisi colmo di estatica beatitudine e lei
ricambiò.
-Sarà meglio che ci occupiamo della tua caviglia prima che
si
aggravi…- le sussurrai, strofinando il mio naso contro il
suo
con dolcezza. Sospirò e chiuse gli occhi, beandosi di quel
gesto
così intimo.
-Non mi fa tanto male…- provò a negare. Mi
staccai e la fissai inarcando le sopracciglia.
-Signorina Cullen! Non è molto brava a mentire, sa?- la
canzonai, sorridendole.
-Effettivamente… mi pulsa un po’…-
ammise, sconfitta.
-Bene, ora ti metto un po’ di questa crema per le distorsioni
e
poi te la fascio stretta, così dovrebbe limitare un
po’ il
gonfiore…- le spiegai, mentre le spalmavo la crema.
-Come fai a sapere tutte queste cose?- mi chiese stupita. Scoppiai a
ridere.
-Stai scherzando, vero? Secondo te? Non ricordi chi mi ritrovo come
sorella? Con Bella ho dovuto presto imparare cosa fare in ogni tipo di
contusione, distorsione, slogatura, ferita e quant’altro! La
laurea in medicina me la daranno quasi gratis!- affermai, divertito,
facendola scoppiare a ridere. Nel frattempo sistemai con delicata
accuratezza la fasciatura. -Ecco fatto! Come nuova!- esclamai una volta
terminata l’operazione di bendatura.
-Grazie Jazz!- sussurrò, con una voce piena di gratitudine.
Ero
ancora frastornato da tutto quello che era successo… Con il
trattamento di fredda indifferenza e odio infelice che mi aveva
riservato nell’ultima settimana, non mi capacitavo ancora
della
dolcezza con cui mi guardava e parlava ora… era una
sensazione
di benessere e felicità indescrivibile, in grado di
provocarmi
un delizioso stordimento…
ANTEPRIMA CAPITOLO 59
Dio quanto la desideravo! Più dell’aria che
respiravo!
Feci un grosso respiro per cercare di calmare i miei ormoni impazziti:
non era certamente quello il momento per pensare a quel genere di
cose...
-Vuoi cambiarti?- le chiesi, sperando in una sua risposta affermativa.
Se l’avessi avuta ancora un po’ vicina al mio corpo
così svestita… non avrei resistito oltre!
Scoppiò
in una risata divertita.
-Che c’è? Cosa ho detto di così
esilarante?- chiesi, confuso.
-Niente… è che… sei proprio un
gentiluomo
d’altri tempi, lord Jasper Swan! Ci fossero stati i miei
fratelloni al tuo posto non so se sarebbero stati altrettanto accorti,
data la loro esuberante passionalità!- dichiarò,
divertita.
Cosa?! Il mio cuore perse un battito e il mio orgoglio virile ebbe un
sussulto. Pensava che non fossi un ragazzo passionale? Eh no! Le avevo
chiesto di rivestirsi proprio per non saltarle addosso!
-Signorina Cullen! Lei sta ferendo il mio orgoglio di uomo!- esclamai,
e in un gesto teatrale mi tenni stretto il cuore. Spalancò
gli
occhi, sorridente per la ridicola scenetta messa in atto dal
sottoscritto, ma cercò di trattenersi dallo scoppiare a
ridermi
in faccia.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Cap. 59
Buongiorno a tutte!
Eccoci qui dopo i bagordi di fine anno!
Speriamo con tutto il cuore che il vostro nuovo anno sia iniziato
all'insegna dell'allegria e della serenità!
Ora vi lasciamo subito al chappy!
BUONA LETTURA da Manu e Sara!
Vi
ricordiamo la nostra nuova fiction, per chi volesse dare uno sguardo! Segreti e Inganni
CAPITOLO 59
Spiegazioni
Pov
Jasper
Mi stavo ancora crogiolando nella sensazione di pace e
felicità
che mi stava facendo volare ad alte quote, quando la richiesta di
Alice, mi fece ripiombare immediatamente con i piedi per terra!
-Ma… non mi hai ancora spiegato il perché del
nostro
abbigliamento…- domandò, con una scintilla di
maliziosa
curiosità nello sguardo. Arrossii: ecco, ora pretendeva una
spiegazione… accidenti, ora sì che mi avrebbe
preso per
un pervertito!
-Ti prego non pensare male di me… ma quando sei svenuta e ti
ho
portato in casa, ho dovuto per forza toglierti quei vestiti fradici
perché stavi gelando e…- raccontai imbarazzato,
ma mi
interruppe.
-E tu?- mi indicò, sogghignando. Ecco, lo sapevo io che mi
aveva preso per un maniaco!
-Bè… sai, anche i miei vestiti erano bagnati, ma
non ho
voluto salire a cambiarmi perché non volevo lasciarti sola
neanche un minuto… ti giuro che non ho approfittato della
tua
situazione per… per…- cercai di giustificarmi, ma
di
nuovo prese la parola, sedendosi di scatto e mettendomi una morbida e
piccola manina sulla bocca per zittirmi.
-Jazz, basta! Non devi assolutamente darmi alcuna spiegazione in
merito! Non potrei mai pensare che tu abbia approfittato della
situazione… so quanto sei onesto e corretto e non ti devi
crucciare in nessun modo, ok?- mi rassicurò, togliendo, con
mio
sommo dispiacere, il palmo dalla mia bocca… ma io la
afferrai di
getto e baciai lentamente ogni singolo dito di quella manina
così piccola e delicata, senza staccare gli occhi dai suoi,
completamente concentrati sulla mia bocca. La vidi fremere ad ogni mio
contatto e questo mi eccitò ancora di più.
Dio quanto la desideravo! Più dell’aria che
respiravo!
Feci un grosso respiro per cercare di calmare i miei ormoni impazziti:
non era certamente quello il momento per pensare a quel genere di
cose...
-Vuoi cambiarti?- le chiesi, sperando in una sua risposta affermativa.
Se l’avessi avuta ancora un po’ vicina al mio corpo
così svestita… non avrei resistito oltre!
Scoppiò
in una risata divertita.
-Che c’è? Cosa ho detto di così
esilarante?- chiesi, confuso.
-Niente… è che… sei proprio un
gentiluomo
d’altri tempi, lord Jasper Swan! Ci fossero stati i miei
fratelloni al tuo posto non so se sarebbero stati altrettanto accorti,
data la loro esuberante passionalità!- dichiarò,
divertita.
Cosa?! Il mio cuore perse un battito e il mio orgoglio virile ebbe un
sussulto. Pensava che non fossi un ragazzo passionale? Eh no! Le avevo
chiesto di rivestirsi proprio per non saltarle addosso!
-Signorina Cullen! Lei sta ferendo il mio orgoglio di uomo!- esclamai,
e in un gesto teatrale mi tenni stretto il cuore. Spalancò
gli
occhi, sorridente per la ridicola scenetta messa in atto dal
sottoscritto, ma cercò di trattenersi dallo scoppiare a
ridermi
in faccia.
-La passionalità dei suoi fratelli non è nemmeno
paragonabile alla mia! Lei non ha idea di quello che ha il potere di
scatenare solo con un suo sguardo, con un suo gesto… per non
parlare del suo magnifico corpo, che ricoprirei di attenzioni in ogni
maniera e modo possibile! Se le chiedo di rivestirsi, mia cara
signorina, è proprio perché la sua vicinanza e il
calore
che si infrange sul mio corpo mi stanno facendo agitare così
tanto che non credo che riuscirò a trattenermi ancora per
molto… e vorrei anche precisare che prima, quando
l’ho
spogliata, solo l’ansia e la preoccupazione mi hanno distolto
dalla perfezione e dalla bellezza straordinaria del suo corpo, degno di
una dea!- le spiegai, lasciando scemare, man mano che parlavo, il tono
scherzoso con cui avevo iniziato per lasciare il posto ad una
tonalità di voce sempre più calda e roca, mentre
il fuoco
che si agitava nelle mie vene iniziava a diffondersi ovunque. Ad ogni
mia parola, i suoi occhi si spalancavano sempre di più,
lasciandola basita, e facendola arrossire come mai l’avevo
vista.
Era deliziosa e la sua bocca era talmente rossa e dolce, un richiamo
così invitante che non potei esimermi
dall’affondare
nuovamente le mie labbra sulle sue, lasciandole tanti piccoli e
dolcissimi baci su tutto il viso, sapendo benissimo che se avessi
approfondito il bacio, non sarei più riuscito a trattenermi
e
non sarebbe mai arrivata in camera per cambiarsi. Il desiderio, che
tanto a lungo avevo trattenuto, ora stava ardendo così
prepotentemente, che pensavo di diventare pazzo…
Mi staccai a forza e i suoi grandi occhioni blu, mi fissavano caldi e
lucidi di desiderio…
-Sarà meglio che saliamo a infilarci qualcosa di comodo, ma
decisamente più coprente- mormorai, sospirando.
Chiuse gli occhi e sospirò forte anche lei, poi li
riaprì
e sussurrò: -Mi fai impazzire Jazz…- con una voce
calda e
sensuale. Le sorrisi, capendo perfettamente cosa si agitava dentro di
lei… ma non volevo che forzasse la caviglia in alcun modo:
non
sarei mai più stato egoista con lei… i miei
desideri
potevano aspettare, avremmo avuto tutto il weekend… non
potevo
ancora credere a cosa avevano fatto quei fantastici, pazzi dei nostri
fratelli!
Una piccola risata maliziosa mi scappò a quel pensiero e ora
nei
suoi occhi potevo leggere una spiccata curiosità. Scossi la
testa, divertito…
-Stavo ripensando a quello che ha organizzato quella banda di matti,
pur di farci riappacificare…- mormorai, lasciandole una
delicata
carezza sulla guancia, mentre cercavo di capire come avevano fatto a
far coincidere tutto in maniera così perfetta.
-Sì, effettivamente non ho ancora capito tutta la
storia…
Tu che ci fai qui, non dovresti essere a La Push con i ragazzi?- mi
chiese, cercando anche lei di raccapezzarsi in tutta quella complicata
faccenda.
-La Push? No… noi maschietti dovevamo passare un weekend
soli
uomini qui…- le spiegai. Perché pensava che fossi
a La
Push? Rise divertita.
-Anche noi dovevamo passare un weekend per sole donne qui! E mi avevano
riferito che voi ragazzi sareste andati a La Push!-
dichiarò;
tutto si stava chiarendo.
-Ora capisco tutto… siamo arrivati qui ieri sera e
stamattina mi
hanno buttato giù dal letto all’alba, con la scusa
che la
colazione era pronta… poi, quando sono andato a farmi la
doccia,
devono essersi intrufolati in camera mia, per sequestrarmi il
cellulare… infine mi hanno chiuso a chiave in camera,
così che non potessi accorgermi che loro se ne stavano
sgattaiolando via!- affermai, ripercorrendo con lei le varie fasi del
loro astuto piano.
-Invece noi, con la scusa della paura di rimanere bloccate per la neve,
siamo partite da casa prestissimo… poi, arrivate qui,
Rosalie si
è accorta di aver dimenticato le chiavi del
garage…- mi
raccontò; la interruppi con una risata sonora. Mi
guardò
stranita.
-Ah ah! Dimenticata?! Impossibile! Le chiavi sono attaccate a quelle di
casa e poi il garage ha il telecomando… ogni auto di
famiglia ne
ha uno installato sul cruscotto… basta schiacciare un
bottone… anzi a proposito bisognerà farne
installare
altri anche nelle vostre auto… vabbè vai avanti-
le
chiarii, invitandola a proseguire.
-Quelle… piccole imbroglione! Certo che se la sono studiata
proprio bene!- esclamò, ancora più sorpresa, ma
anche
compiaciuta di tutta quella attenzione nei nostri confronti.
-Comunque con quella scusa, hanno chiesto a me e Leah di entrare in
casa e di aprire il garage dall’interno… Leah,
intanto, ha
proposto di ripararci la testa con il mio borsone e di lasciare la mia
borsetta Prada in auto, così che non ci fosse il rischio che
si
rovinasse per la pioggia… Ecco perché anche io
sono senza
cellulare! Poi mentre la aspettavo, lei deve essere scappata dalla
porta del garage…- finì di spiegare.
-Eh sì… hanno creato un capolavoro degno di
007…
ma ho come l’impressione che ci sia lo zampino anche dei due
vecchietti di casa…- aggiunsi, sorprendendola ancora di
più; -Sì, perché mio padre ed Esme,
sono venuti in
settimana a sistemare la casa, nel caso noi ragazzi fossimo rimasti
bloccati, senza luce e gas, per la tempesta… quindi dovevano
sapere per forza!- dichiarai, sempre più convinto.
-Chissà mia madre… sarà stata molto
preoccupata…- mormorò, improvvisamente triste;
-…vedi… lei è una persona che non si
intromette
mai… è molto rispettosa dei nostri
spazi… e se
stavolta si è sentita in dovere di intervenire è
perché mi sono comportata come una stupida egoista!- si
denigrò.
No! Non potevo sopportare che dopo il modo in cui l’avevo
trattata io, si desse la colpa… ero io che l’avevo
portata
verso quel comportamento… io che avevo fatto preoccupare
tutti!
La abbracciai di slancio, accarezzandole i suoi morbidi capelli,
cercando di risollevare un po’ il morale di quel piccolo
angelo,
che in poco tempo era riuscito a conquistare tutto di me: la mente, il
cuore, l’anima, il corpo... era diventata il centro esatto
del
mio mondo, la sola e l’unica scintilla di vita che dava un
senso
alla mia esistenza… sì, era lei,
l’amore della mia
vita…
-Amore mio…- sussurrai; e un brivido percorse il mio corpo,
trasmettendosi al suo… era così bello poter
pronunciare
quelle parole davanti a lei… la scostai per guardarla negli
occhi e vi lessi pura felicità… anche lei era
emozionata
nel sentirmi pronunciare quella parola…
-Amore mio…- ripetei con un sorriso, un modo per ribadire
che il
mio appellativo non era stato una parola casuale e
momentanea;
-…non devi fartene una colpa… sono io che ho dato
il via
a tutto questo enorme pasticcio… ho fatto stare male tutti
quanti, non solo tutti coloro a cui voglio un bene
dell’anima, ma
soprattutto la creatura più meravigliosa di questo
universo… che amo più di ogni altra cosa al
mondo…
non voglio più vederti triste, perché se tu sei
infelice
o addolorata lo sono anch’io… lo so, piccolina
mia, ormai
non si può più tornare indietro e disfare tutti i
casini
che ho combinato… ma ti propongo questo patto: cerchiamo
solo di
goderci il presente e pensiamo al futuro… ti giuro che
farò ogni cosa in mio potere per farmi perdonare e non farti
più ripensare a questa bruttissima storia! Mi credi,
tesoro?-
domandai, accoratamente.
-Come potrei non crederti Jazz… anche io ti amo tanto e mi
fido
ciecamente di te!- affermò convinta. Stavo gongolando come
non
mai, perso in una pura bolla di felicità! Dopo tutto quello
che
le avevo fatto passare, lei si fidava di me! Non potevo credere di
essere così fortunato!
-Posso chiederti solo una cosa?- aggiunse, timidamente.
-Certamente piccola… tutto quello che vuoi!- cercai di
rassicurarla.
-Vedi… prima quando mi hai dato della stupida…
l’hai fatto veramente solo per cercare una reazione in me
o…- volle sapere; la interruppi immediatamente, era giusto
che
le spiegassi la mia strana reazione… come poteva pensare che
io
la ritenessi veramente una stupida?
-Scusami ancora, Alice… hai ragione a chiederlo, voglio
essere
sincero con te… non l’ho detto per farti
reagire…
quello era accaduto poco prima, quando ti avevo stuzzicato prendendoti
in giro… ma giuro che non lo penso… è
successo
tutto molto in fretta… quando mi hai raccontato quello che
avevi
in mente di fare, mi è montata una rabbia
assurda…
l’idea di saperti in pericolo, mi ha fatto infuriare e le
parole
sono uscite prima che mi rendessi conto di quello che stavo
dicendo…- rivelai; lei spalancò gli occhi
confusa, e mi
affrettai a spiegarmi meglio.
-Vedi, quando mi hai riferito che pensavi di essere andata incontro ad
un possibile ladro, non ci ho visto più! Pensavo solo al
fatto
che se fosse stata una situazione reale tu saresti stata in gravissimo
pericolo e anziché comportarti in modo, a mio avviso,
sensato,
scappando e chiedendo aiuto alle ragazze, ti sei comportata
scioccamente, gettandoti dritta dritta nelle braccia di colui che
avrebbe potuto farti del male… ti giuro che il pensiero di
te in
pericolo mi fa svalvolare completamente… anche se,
purtroppo, lo
sei già stata…- aggiunsi all’ultimo,
ripensando
alla tentata violenza del suo ex. Questa cosa mi faceva nascere una
rabbia inaudita… e il fatto che io non la conoscessi ancora
a
quel tempo, non mi aiutava affatto a farla scemare…
Mi sentii accarezzare il viso e riportai il mio sguardo, che avevo
abbassato per non farle vedere la furia che celava, su di lei.
-Ora capisco tutto… ma, ti prego, vorrei non affrontare
più quell’argomento… preferirei buttare
tutto nel
dimenticatoio e ti giuro che d’ora in poi cercherò
di
contenere i colpi di testa come quello di prima, ok?- mi promise,
cercando di rassicurarmi. Ero più che felice di non parlare
più del suo ex e di quello che le aveva fatto…
ora volevo
solo concentrami su noi due. Io ero lì per lei, avrei
dedicato
tutto me stesso a cercare di renderla felice! Questa era
l’unica
cosa che avrebbe potuto rendere felice anche me…
-Ok… ora pensiamo però a te! Forza…
porto su in
camera il tuo borsone e poi ti vengo a prendere- affermai, alzandomi in
piedi.
-Guarda che ce la faccio a camminare da sola…-
dichiarò
determinata, cercando di alzarsi, ma non glielo permisi. Accarezzai i
suoi setosi capelli per tentare di farla ragionare.
-Senti piccola mia… probabilmente hai solo preso una storta,
ma
è meglio ancora per qualche ora non sforzare la caviglia,
così guarirai prima… e le scale non mi sembrano
il modo
migliore per tenerla a riposo… quindi per favore, fidati di
me e
aspettami qui che torno subito… ti prego, permettimi di
occuparmi di te, come ancora non ho avuto occasione di fare! Ti da
così fastidio farti coccolare un po’ da me?- le
chiesi,
con un tono malizioso.
Arrossì di nuovo… era bello vederla imbarazzarsi
in modo
così evidente per una mia semplice frase… negli
ultimi
giorni, gli unici rossori sul suo viso a me riservati erano quelli che
si diffondevano a causa della rabbia.
-Va bene… mi lascerò coccolare e vezzeggiare
signor Swan,
ma sa… io sono molto esigente- dichiarò
divertita,
facendomi ridacchiare.
-Mmm… vedrò cosa posso fare per lei…
ma sono
sicuro che non la deluderò, signorina Cullen!
Almeno… non
più!- le promisi, convinto delle mie parole. Le diedi un
bacio
sulla punta del naso e mi diressi all’entrata, per afferrare
il
borsone e avviarmi in fretta al piano superiore: non vedevo
l’ora
di tornare da lei!
Pov
Alice
Jasper era appena salito in camera a cambiarsi ed io mi sdraiai
nuovamente sul divano e chiusi gli occhi, beandomi delle sensazioni
meravigliose che mi avvolgevano… ero così felice
che
avrei urlato dalla gioia… sì, ero gongolante e
avevo una
voglia matta di urlare al mondo intero che finalmente tutto si era
chiarito… tutto il male, le incomprensioni, il cieco egoismo
e
il dolore che avevamo riversato l’uno sull’altra
erano
scomparsi, svaniti nello stesso istante in cui le nostre bocche si
erano ricongiunte in un bacio allo stesso tempo dolcissimo e
passionale. Lui era davvero un ragazzo fantastico… e anche
il
fatto che prima, durante quel bacio sensazionale, quando invano avevo
tentato di dissimulare il mio dolore alla caviglia, si fosse
preoccupato così tanto per me, mettendo al primo posto il
mio
benessere, non poteva fare altro che compiacermi. Mi facevano persino
male le guance, da quanto stavo sorridendo…
Mi ama! Lui mi ama!! Jasper Swan ama me!!
Felice, felice, felice, felice! L’unica parola che continuava
a
girarmi vorticosamente nella testa, un pensiero fisso, rendendomi
incapace di considerare qualsiasi altra cosa…
Ad un tratto percepii un lieve fruscio, come dei passi felpati accanto
a me… e mi riscossi dai miei sogni ad occhi aperti; quando
aprii
le palpebre, mi ritrovai davanti quel magnifico pezzo di figliolo. Si
era cambiato e ora stava indossando dei jeans chiari a vita bassa,
stretti al punto giusto, che gli fasciavano le lunghe gambe muscolose;
inoltre un leggero maglioncino color blu scuro con scollo a V gli
metteva in risalto la perfetta muscolatura del suo largo
torace…
era eccezionale… e da ora in poi sarebbe stato solo mio!
Wow! Il
solo pensiero mi mandava in fibrillazione!
Il mio desiderio per lui era come minimo sconfinato e se quella
maledetta caviglia non mi avesse fatto mugugnare per il dolore, ero
sicura che avremmo finito per fare l’amore in
quell’istante… sì, ne ero certa: avevo
visto i suoi
meravigliosi zaffiri scintillare ardenti e bruciare dalla fiamma della
passione…
Maledizione a me e alla mia monumentale testardaggine… e a
quando avevo deciso come una stupida di correre sotto
l’acqua, in
mezzo al fango!
Senza neanche rendermene conto, mi ritrovai tra le salde braccia del
mio angelo biondo; come risposta gli strinsi le braccia al collo, per
addossarmi maggiormente al suo possente busto e reclinai la mia testa
nell’incavo tra il collo e la sua spalla, perdendomi nelle
note
speziate del suo profumo virile; ero convinta che mi portasse al piano
di sopra, ma invece che avviarsi alle scale, ci dirigemmo verso le
ampie vetrate del salone.
-Voglio farti vedere una cosa…- mi sussurrò con
un tono
roco all’orecchio, facendomi rabbrividire. -Guarda fuori,
Alice…- aggiunse con un sospiro, accarezzando con estrema
tenerezza il mio nome.
Con molta fatica e uno sforzo che assorbì tutta la mia
determinazione, staccai gli occhi da quell’intenso e
splendido
viso e quando posai lo sguardo sull’esterno della casa, il
fiato
mi si mozzò in gola per l’incantevole spettacolo
che quel
panorama mi stava offrendo.
Il paesaggio che mi si prospettò davanti era talmente
sublime
che non avevo parole per descriverlo… tutto il giardino, ma
soprattutto l’intera spiaggia, erano già ricoperti
da uno
spesso manto di neve. Il mio sguardo venne calamitato dal turbinio dei
cristalli ghiacciati e dallo spumeggiante oceano: le onde del mare si
infrangevano furiose sulla riva, arrivando a lambire la neve che
ricopriva la sabbia sottile.
Si trattava di una visuale fiabesca, come se due mondi, entrambi reali
ma molto diversi, si fossero incontrati, decidendo di unirsi in quel
momento per formare un universo a parte...
Per fortuna che avevo portato con me il mio album con i carboncini:
avrei potuto immortalare quella magica e meravigliosa scena, magari
ritraendo anche Jasper, mentre guardava fuori dalla
finestra…
Sì, ne ero certa: sarebbe venuto proprio un bel disegno! E
non
vedevo l’ora di realizzarlo… avevo già
qualche
maliziosa ideuzza al riguardo… lui a petto nudo, con indosso
solo i jeans… oddio, che visione da urlo!
-Bello, vero?- mi domandò il mio amore, ridestandomi dalla
miriade di pensieri poco casti sul quel corpo mozzafiato...
-Oddio Jazz… è uno spettacolo
meraviglioso…
dà un senso di quiete e pace assoluta… nonostante
il mare
così agitato e l’infuriare della tempesta, sembra
quasi
che fuori stia regnando un totale silenzio…- sussurrai
appena,
attenta a non spezzare quel delicato equilibrio.
Restammo in assoluto silenzio per qualche minuto, mischiando i nostri
respiri e i battiti dei nostri cuori, persi, rapiti nella
contemplazione di quel sogno ad occhi aperti, mentre
l’allegro
scoppiettare della legna nel camino faceva da colonna sonora a quel
nostro momento intimo e unico.
Non ci potevo ancora credere! Io, Alice Cullen, ero tra le braccia del
mio angelo e insieme a lui mi stavo godendo quella vista favolosa, quel
miraggio emozionante…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 60
-E
tu… tutto bene con
Bella?- mi domandò, a sorpresa, lasciandomi stupito.
Oddio… in quel momento, nella mia immaginazione, non stavo
più confidandomi con l’uomo che aveva sostituito
mio padre
e che voleva confortarmi… ma avevo di fianco il burbero
padre
della mia ragazza, nonché il temibile capo della polizia...
in
un istante mi ritrovai con la salivazione completamente
azzerata…
Il suo ampio sorriso nel frattempo si era allargato a dismisura,
sfociando in un ghigno trionfante, di chi aveva appena beccato con le
mani nel sacco un pericoloso criminale…
-S-sì… tutto bene…
Ch…arlie…
perché… me lo chiedi?- balbettai, con il cuore
che mi
batteva all’impazzata. Deglutii rumorosamente, sperando che
non
volesse farmi prediche sul sesso con sua figlia… o, peggio
ancora, che tentasse di dissuadermi dallo scottante argomento con
pericolose tecniche di convincimento, gravemente nocive per la delicata
salute del mio bassoventre… ero terrorizzato anche solo
all’idea… Oddio, nessuno veniva a salvarmi?
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Buongiorno a tutte e tantissimi
auguri alle nostre belle Befane!!!
Avete lavorato tanto stanotte? Noi abbiamo fatto numerose ore di volo
per poter accontentare tanti piccini della nostra zona!
Speriamo siate state altrettanto diligenti! Hihihi!
A parte gli scherziora
vi lasciamo al chappy! Molte di voi sono entusiaste per il ritorno di
Edward e Bella e potrete leggere di loro sia in questo chappy che nel
prossimo.
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite e diamo il benvenuto
alle numerose nuove lettrici, ringraziandole infinitamente di aver
lasciato anche un commento!
Abbiamo una novità: io e Sara abbiamo aperto un blog, si
chiama Le fan
fiction di Manu e Sara. Speriamo che
verrete a farci una visitina. Piano piano stiamo aggiornando Frutto
proibito e pubblicheremo anche la nuova Segreti e
Inganni, così chi non
potrà leggerla qui su Efp potrà andare
là (sempre che vi faccia piacere!).
Un bacione e buona lettura.
CAPITOLO 60
Imbarazzo
Pov
Alice
Eravamo ancora
incantati a
rimirare lo splendido e fiabesco paesaggio quando ad un tratto sentii
l’urgente necessità di poter stabilire con
certezza che
ciò che stavo vivendo in quei magici momenti non fossero
solamente delle allucinazioni, degli abbagli partoriti da un delirio
della mia mente malata… perciò mi voltai per
guardare il
viso di quel ragazzo perfetto, per realizzare che tutto quello non era
un mio disperato vaneggiamento, frutto della mia fervida fantasia, ma
un qualcosa di concreto, di reale… e mi ritrovai incollati
addosso due magnetici zaffiri, che nel frattempo si erano fatti
più scuri, quasi certamente per le profonde emozioni che li
agitavano. Quando i nostri
sguardi si
intrecciarono, mi sentii improvvisamente di nuovo le gote in
ebollizione e Jazz, accorgendosene, incurvò lievemente le
labbra, sorridendomi in modo tenero e malizioso assieme; poi si
avviò verso le camere, senza aggiungere altro. Oddio, mi stava
portando da
lui? Lo sperai intensamente, con tutto il mio cuore, che in
quell’istante mi martellava furiosamente nel petto! Mi
augurai
che decidesse di portarmi direttamente nella stanza occupata da lui,
per riprendere l’appassionata questione del nostro bacio,
interrotto dalla smorfia sfuggitami a causa della mia caviglia
dolorante… ma con mio sommo dispiacere e un pizzico di
delusione, si diresse verso la mia camera… ehi, bellezza,
dove
credi di andare?, avrei voluto chiedergli in tono di sfida. Ma constatai, una
volta di
più, che la mia lingua affilata e peperina, era tale solo
quando
lui mi faceva arrabbiare, o quando, in passato, avevo risposto in modo
pungente alle sue malevole provocazioni… ma quando eravamo
così vicini, così intimi, come in quel
momento…
bè, accidentaccio a me!, sembrava me l’avessero
tagliata! Ero quasi inibita,
non riuscivo
a trovare il coraggio di tirare fuori i miei più
inconfessati
desideri, i miei sogni più reconditi… la sua
strabiliante
vicinanza mi rendeva imbambolata, succube del suo intenso
magnetismo… e mi lasciai adagiare buona buona sul letto,
senza
proferire verbo e soprattutto con gli occhi bassi. Che vigliacca che
sei Alice!, mi rimproverai con uno sbuffo di protesta. -Ehi, piccola
mia…
c’è qualcosa che non va?- mi chiese, premuroso,
con una
voce dolce come il miele. Cavoli! Non gli sfuggiva proprio
niente… -No, no,
tranquillo…
ehm… sono solo un po’ stanca e
dolorante…- mentii
spudoratamente, sperando che se la bevesse. Mi fissò per un
solo
attimo, ma in modo talmente penetrante che pensai che potesse leggermi
nel profondo, riuscendo a rivelare subito il mio inganno; ma
poi… fece finta di niente e afferrò il borsone,
appoggiandolo sul letto vicino a me. -Cosa vuoi
indossare?-
domandò con un tono di voce piuttosto neutro, cominciando a
sbirciare all’interno della borsa. Rabbrividii… la
temperatura al piano di sopra era nettamente inferiore rispetto a
quella a cui eravamo abituati di sotto, per via
dell’avvolgente
calore del camino. -Mmm…
direi qualcosa di caldo…- suggerì lui, non
lasciandosi sfuggire il mio fremito. -Sì…
dovrebbe
esserci una tuta comoda e calda, in fondo al borsone- gli spiegai.
Tirò fuori i vari indumenti, adagiandoli pian piano sul
letto; e
quando si ritrovò in mano praticamente tutto il mio cassetto
con
la lingerie più sexy che possedevo, sgranò gli
occhi,
completamente meravigliato. Anch’io ero allibita: cribbio! E
quella roba da dove era uscita? Io non l’avevo infilata di
certo
lì dentro, sapendo di passare solo un weekend con le ragazze
e… oddio, Bella! Ma certo! Era lei la colpevole… -Ma…
veramente…
io… giuro che… bè, insomma…
non l’ho
mai messa in borsa… quella roba- balbettai, completamente
imbarazzata. -Ahahaha! Devo
ammettere che le
ragazze hanno pensato proprio a tutto!- esclamò,
riprendendosi
immediatamente dallo stupore, mentre si rigirava tra le mani uno dei
completini più osè a disposizione del mio
arsenale. Mi portai le mani
a coprirmi il viso per la vergogna… chissà cosa
avrebbe pensato ora di me… Uffi, certo che
Bella mi aveva reso pan per focaccia!, mi lamentai mentalmente, con un
sonoro sbuffo di disappunto. Sentii le sue mani
grandi e
calde staccare delicatamente le mie dal viso, ormai completamente
paonazzo; e me lo ritrovai inginocchiato di fronte a me. -Che
c’è amore? Ti
dispiace così tanto che abbiano aggiunto anche
questa…
ehm… interessante lingerie alla tua borsa?- mi chiese,
sornione. -No…
è
che… bè… ecco…- rantolai
pietosamente;
oddio ma possibile che non riuscissi più ad articolare una
frase
coerente?! -Mi sa proprio che
dovrò
ringraziare mia sorella, vero? E ti devo confessare che non vedo
l’ora di ammirarti con un paio di questi favolosi completini
indosso, piccola mia…- mormorò roco al mio
orecchio.
Oddio, ora stavo andando proprio a fuoco… ma non solo nelle
gote… in tutto il corpo! E per di più il mio
bassoventre
era un incendio indomabile! Ridacchiò divertito,
probabilmente
dilettato dalla nuova tonalità di rosso acceso che avevano
raggiunto le mie guance. -Bene,
micetta… qui hai
la tuta… io esco un attimo, appena hai finito richiamami
subito,
ok?- mi ordinò, uscendo dalla stanza, dopo aver gettato
un’ultima, stuzzicante e fugace occhiata ai poco casti
completini
disposti ordinatamente sopra il letto. Cercai di
ricompormi e
soprattutto di raffreddare i bollenti spiriti: una sua semplice frase,
un suo sussurro, i suoi occhi magnetici, un suo piccolo sfioramento,
avevano un effetto bomba su di me, che mi provocavano un effetto di
massimo scombussolamento… e la cosa peggiore era che questo
effetto devastante stava aumentando sempre di più! Come
diavolo
ero riuscita ad ignorarlo così tanto nei giorni scorsi?! Ora non mi sarei
staccata più da lui, per nessun motivo al mondo! Quando riuscii a
raggiungere un
decente livello di autocontrollo, indossai la mia tuta (per fortuna
Bella e Rose ne avevano scelto una particolarmente
attillata…) e
cercai di sistemare il resto degli indumenti nell’armadio e
nei
cassetti; durante l’operazione, con sollievo constatai che la
caviglia mi faceva già meno male; certo dovevo stare ancora
attenta a non appoggiarvi il peso completamente, ma andava
già
molto meglio. Aveva ragione Jazz: se non avessi cercato di sforzarla
troppo, probabilmente tra qualche ora tutto sarebbe passato…
sogghignai contenta, al pensiero di essere curata dal mio dottor
Swan… All’improvviso
sentii la porta aprirsi e sobbalzai per lo spavento: io non
l’avevo ancora chiamato… -Ma si
può sapere cosa
stai facendo? Non ti avevo detto di chiamarmi? Potevo anche mettere a
posto io le tue cose, sciocchina mia!- mi rimproverò con
dolcezza ma con un volto serio e preoccupato. Oddio, ma quanto era
premuroso! -Ma non sei il mio
cameriere,
Jazz!- ribattei per tentare di giustificarmi; -E poi, come puoi vedere,
mi fa già meno male, e non voglio pesare su di te
più del
dovuto…- dichiarai, chiudendo il discorso. Ma non avevo
fatto i
conti con la sua veemenza: in meno di un secondo mi sentii mancare la
terra sotto i piedi e mi ritrovai di nuovo avvinghiata a lui,
ingabbiata tra le sue braccia muscolose e il suo possente torace,
stordita da quell’odore così mascolino. -Tu. Non. Sei. Un.
Peso!
Né mai lo sarai! Chiaro, signorina Cullen?!- mi
sgridò
ancora, scandendo bene le parole. Poi mi baciò con un impeto
passionale che rasentava la bramosia: un bacio colmo di irruenza,
amore, desiderio, possessività... Mi persi subito in
una
realtà parallela, fatta di immagini molto focose di noi
avvinghiati molto stretti, completamente nudi… Le mie mani si
infilarono
immediatamente nella morbida e folta chioma dei suoi capelli biondi,
mentre la sua lingua birichina disegnava con perizia i contorni delle
mie labbra… poi prese a mordicchiarmi con delicatezza il mio
labbro inferiore, mentre il mio respiro corto si faceva sempre
più ansante. I nostri cuori battevano entrambi furiosi e le
nostre lingue si intrecciarono nuovamente. Ci staccammo solo
perché
restammo senza fiato, mentre i nostri occhi rimanevano incatenati,
vincolati da un legame quasi sovrannaturale… -Perdona la mia
foga… ma
mi sei mancata da impazzire!- si scusò; come se io non
avessi
provato le medesime emozioni! -Ti amo alla
follia,
Alice… e ti garantisco che ormai mi è impossibile
fare a
meno di te, nella mia vita… ti prego… non
lasciarmi mai,
angelo mio… resta con me, resta sempre con me!- mi
supplicò Jasper, con un tono di voce che mi mise i
brividi… brividi di piacere ma anche di paura… la
sua
voce nell’ultima frase esprimeva tutto lo strazio provato nei
giorni in cui lo avevo deliberatamente ignorato, e tutto il terrore di
perdere la persona amata… terrore che condividevo
pienamente… i sentimenti che provavamo l’uno per
l’altra erano talmente potenti, da renderci due esseri deboli
e
inutili, se separati. Volevo tranquillizzare immediatamente
quell’angelo angosciato, comunicargli che le sue ansie, le
sue
paure erano anche le mie… -No dolcissimo
tesoro
mio… te lo giuro, Jazz, credimi… ti amo talmente
tanto
che non riesco nemmeno a respirare senza di te… ora che ci
siamo
ritrovati nessuno potrà mai separarci!- dichiarai convinta;
il
mio sguardo sincero e determinato riuscì a placare ogni sua
angoscia, perché subito lui diede inizio ad un altro bacio
meraviglioso. Con una smania quasi ingorda, afferrò le mie
labbra tra le sue e cominciò a suggerle con
avidità,
giungendo rapidamente a lambire e succhiare anche la mia lingua; mi
sentivo felice, euforica, emozionata, eccitata… quel
meraviglioso ragazzo mi stava facendo impazzire di desiderio!
Pov
Edward
Ero davanti alla
finestra del
salone di casa Swan ad ammirare lo splendido bosco dietro la casa,
ormai quasi completamente innevato. Il viaggio di
ritorno era stato
piuttosto lento, a causa della poca agibilità della strada,
che
rapidamente si era ricoperta di neve. Per fortuna le nostre auto,
grazie all’insistenza di Charlie, sempre molto saggio e
previdente, possedevano tutte gli pneumatici da neve, montati da Jacob
in settimana. Bella, quel giorno
un po’
pallida e stanca, era riuscita ad addormentarsi subito e aveva riposato
per quasi tutto il tragitto tra le mie braccia, mentre io avevo
trascorso tutto il mio tempo a rimirare il suo dolcissimo visetto
completamente rilassato e ad accarezzarle i lunghi capelli morbidi,
soffici e profumati. Ero in uno stato di beatitudine: il mio angelo
meraviglioso mi era mancato da morire! Al bivio per La
Push, ci
eravamo fermati un attimo per salutare Jacob e Leah, consigliando loro
di proseguire e di venire a recuperare le loro auto non appena la
situazione meteorologica si fosse un po’ calmata e quando la
strada fosse stata di nuovo libera. Appena arrivati a
casa, eravamo
stati subito subissati da una valanga di domande da parte di mia madre
e Charlie, interessati naturalmente a sapere se l’intera
operazione ‘Jalice’era andata secondo i nostri
astuti
piani; ma in realtà erano anche entrambi contenti di saperci
finalmente a casa al sicuro… Dopo averli
rassicurati su
tutto, noi quattro ci eravamo diretti ognuno nella propria stanza, per
disfare le borse e indossare qualcosa di più comodo e caldo,
per
poi darci appuntamento in salone. Era incredibile
come nel giro
di poche ore, la temperatura fosse scesa in picchiata e avesse nevicato
così tanto da ricoprire ogni cosa di un soffice strato di
neve,
ammantando il paesaggio e trasformandolo in un panorama fiabesco. Certo
anch’io a NY avevo visto ogni inverno la neve; ma la
maestosità dei grattacieli della metropoli, il traffico
caotico,
l’efficienza cittadina… bè, di solito
rendevano
molto prosaico l’arrivo più o meno copioso dei
cristalli
ghiacciati: gli abitanti della grande mela (a parte i bambini, ovvio)
consideravano la faccenda in modo pratico, lasciando da parte
l’incanto e la magia che la neve reca sempre con
sé… Quello che mi si
parava davanti
in quel momento, invece, era uno spettacolo veramente suggestivo e
colmo di fascino… e il mio pensiero volò subito
agli
splendidi disegni di mia sorella… la immaginavo davanti alla
finestra con il suo album e i suoi carboncini impegnata a ricreare quel
paesaggio in maniera impeccabile, quasi fosse stata una
fotografia… Chissà
cosa stava
facendo in quel momento? Chissà se i due testoni si erano
chiariti? Ero molto preoccupato per loro, e la mia ansia, man mano che
il tempo passava, si faceva sempre più pressante…
Volevo molto bene
a entrambi, e
avrei tanto desiderato che finalmente si confessassero i loro reciproci
sentimenti… ma più di ogni altra cosa non volevo
più vedere Alice, la mia piccola e tenera sorellina,
soffrire in
modo così profondo… perché io sapevo
che la sua
completa indifferenza degli ultimi giorni verso Jasper e i suoi sorrisi
cortesi con noi, erano solo una effimera facciata… una
maschera
dietro a cui nascondersi, per tentare di evitare l’immenso e
lancinante dolore che avvolgeva il suo cuore… D’un
tratto una mano
grande si appoggiò sulla mia spalla, in un gesto di
conforto,
ridestandomi dai miei pensieri. Mi voltai e accanto a me
c’era
Charlie, che mi sorrideva paternamente. -Preoccupato,
Edward? Per tua sorella, intendo…- mi chiese. -Mmm…
un
po’… sai, Alice sa essere davvero
testarda quando
vuole… spero solo che Jasper abbia una pazienza
infinita
con lei… ma soprattutto che decida di mettere da parte il
suo
stupido orgoglio e quelle cazzate che si è messo in
testa… come il fatto di rinunciare a lei per non farla
soffrire…- spiegai. In quel preciso
istante mi
sembrava di nuovo di avere accanto mio padre e di potermi confidare,
come quando ero piccolo… consapevole che qualsiasi cosa gli
avessi confessato avrebbe trovato il modo per confortarmi e
rassicurarmi… Un groppo in gola,
mi
portò a deglutire forte per cercare di trattenere le lacrime
che
sentivo salire… il mio papà mi mancava
così tanto
che in certi momenti mi sembrava quasi mi mancasse
l’aria… Charlie,
probabilmente
accorgendosi del mio stato d’animo, strinse maggiormente la
presa
sulla mia spalla, in un semplice gesto di complicità
maschile,
ma denso di solidarietà e rassicurazione. -Vedrai che
andrà tutto
bene! Il mio Jasper è sempre stato un ragazzo
molto
maturo… è stato un percorso quasi obbligato il
suo… gli eventi della vita lo hanno portato in fretta a
doversi
assumere delle responsabilità spesso più grandi
di
lui… e questo purtroppo ha influito negativamente sul suo
modo
di approcciarsi con le ragazze… sembrava quasi che il suo
comportamento fosse una valvola di sfogo personale… tanto
adulto
e responsabile in famiglia… ma incapace di prendersi un
impegno
serio e maturo con una ragazza… anche se in parte lo
comprendo
bene… eh sì… tutti noi abbiamo
bisogno, almeno in
un aspetto della vita, di lasciarci un po’ andare, senza
dover
per forza sempre tenere tutto sotto controllo! E questo lui lo faceva
con le ragazze: si divertiva, ma senza prendersi alcuna
responsabilità che una relazione seria e duratura avrebbe
comportato…- mi raccontò. Sapevo bene di cosa
stava
parlando… era anche la mia valvola di sfogo prima di
incontrare
Bella… -Questo
però prima di
conoscere la piccola Alice…- proseguì con una
smorfia
divertita, facendo sorridere anche me. -Eh
già, lei lo ha
colpito dritto al cuore già dal loro primo
incontro… ho
notato subito in che modo rapito la guardava… sembrava
avesse
visto il sole per la prima volta in vita sua! E piano piano se ne
è innamorato, senza neanche rendersene conto… Tua
sorella
lo ha cambiato molto, credimi, figliolo… e nonostante tutte
le
loro incomprensioni sono certo che quei due siano fatti per stare
insieme. A loro sfavore hanno solo il loro stupido orgoglio ferito, ma
sono certo che in questi due giorni, riusciranno a parlarsi finalmente
con il cuore in mano…- cercò di rassicurarmi,
dandomi
prova ancora una volta, di come fosse stato attento ai nostri
sentimenti fin dalla prima volta che avevamo messo piede in questa casa. -Lo spero
Charlie… lo
spero tanto…- gli confessai, sorridendogli, per fargli
capire
quanto gli fossi grato in quel momento. -E tu…
tutto bene con
Bella?- mi domandò, a sorpresa, lasciandomi stupito.
Oddio… in quel momento, nella mia immaginazione, non stavo
più confidandomi con l’uomo che aveva sostituito
mio padre
e che voleva confortarmi… ma avevo di fianco il burbero
padre
della mia ragazza, nonché il temibile capo della polizia...
in
un istante mi ritrovai con la salivazione completamente
azzerata… Il suo ampio
sorriso nel
frattempo si era allargato a dismisura, sfociando in un ghigno
trionfante, di chi aveva appena beccato con le mani nel sacco un
pericoloso criminale… -S-sì…
tutto
bene… Ch…arlie…
perché… me lo
chiedi?- balbettai, con il cuore che mi batteva
all’impazzata.
Deglutii rumorosamente, sperando che non volesse farmi prediche sul
sesso con sua figlia… o, peggio ancora, che tentasse di
dissuadermi dallo scottante argomento con pericolose tecniche di
convincimento, gravemente nocive per la delicata salute del mio
bassoventre… ero terrorizzato anche solo
all’idea…
Oddio, nessuno veniva a salvarmi? Ma possibile che in una casa
così affollata fossero tutti impegnati in qualcosa di
più
interessante, anziché precipitarsi in salone a tutelare
le… ehm… preziosissime parti basse del
sottoscritto?
Dannazione, quanto ci metteva Bella a cambiarsi?! -Mah,
così…
volevo solo sapere se tutto procedeva in modo tranquillo…
ma… come mai tutto ad un tratto sei nervoso, caro il mio
Edward?- domandò, con voce e sguardo che di innocente
avevano
poco. Il mio sguardo tornò al paesaggio innevato,
improvvisamente di nuovo molto interessante. -So che tu e Bella
state
pensando di compiere un passo importante, Edward…-
affermò con tono sicuro; e se la sua stretta sulla mia
spalla
prima si poteva definire confortante, ora era diventata una morsa
d’acciaio e la spalla iniziava a dolermi…
ANTEPRIMA CAPITOLO 61
-Bè…
che
c’è, ragazzi? Perché non fai ridere
anche me,
Charlie?- esclamò mia madre, che notando il mio imbarazzo,
lo
fulminò con una gelida occhiataccia. Grande mà!
Charlie
alzò le mani in segno di resa e si calmò
immediatamente. -Cose da uomini,
vero?-
domandò, continuando però a sghignazzare. Annuii
impercettibilmente, ma per fortuna il mio angelo fece la sua comparsa e
le corsi incontro. Mi sembrava avesse il viso un po’ provato,
pallido… forse era stanchezza. Si lasciò
abbracciare,
nonostante la presenza dei nostri genitori, che ci osservavano felici,
e poi si diresse verso il divano e si sdraiò, stanchissima. -Bella, amore che
hai?-
mi preoccupai immediatamente. Poi osservai i volti di mia madre e
Charlie, ma stavano chiacchierando a bassa voce tra loro e non
sembravano molto in ansia per Bella... come mai?! -Niente…
sta tranquillo,
Edward…- mormorò il mio angelo, con gli occhi
chiusi e
un’espressione leggermente dolorante. -Ma tesoro!-
obiettai stupito;
-Non dirmi che non è niente! Si vede lontano un miglio che
stai
male!- affermai, alzando un po’ troppo la voce, spazientito
da
questo suo voler sempre minimizzare il suo malessere.
Spalancò
gli occhi, sorpresa dalla mia veemenza.
Volevamo avvertirvi, per chi seguisse Mad about you, che l'account di
Chastity è stato bloccato, per cui, se volote continuare a
seguire la sua storia, potete benissimo farlo sul suo blog Mad
about you.
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
Cap. 61
Buongiorno fanciulle!
Oggi si riprende il tran tran della vita quotidiana,ma soprattutto
rinizia la scuola... purtroppo!
Vabbè, forza e coraggio che le vacanze pasquali arriveranno
presto e ancora prima arriverò, per chi lo fa, lo stop didattico!
Molte di voi erano preoccupate per Bella, ma non è proprio
il caso.
Non ha nulla che non passiamo tutte!
Bene, vi lasciamo alla lettura e vi auguriamo una buona settimana!
A giovedì! Vi lovviamo tanto Manu e Sara!
Come sempre vi consigliamo la nostra nuova fiction Segreti e
Inganni e il nostro blog Le fan
fiction di Manu e Sara
CAPITOLO
61
Piccole attenzioni
Pov
Edward
Charlie mi fissava
intensamente:
io ero in completo imbarazzo e non sapevo più da che parte
guardare… per non parlare poi del fatto che la spalla
continuava
a dolermi ed iniziavo seriamente a preoccuparmi per la mia
incolumità fisica.
-Sai… io
voglio molto
bene a tutti quanti in questa casa… ma Bella è la
mia
bambina… devi capire la mia preoccupazione di
padre…- si
giustificò; -Non voglio assolutamente impedirvi di avere le
vostre esperienze… tanto so che trovereste un modo per farle
lo
stesso… ci sono già passato…- e la sua
presa
fortunatamente si allentò: il poliziotto stava
lasciando
il posto al buon padre… mi sorrise in modo piuttosto
comprensivo, ed io ricambiai.
-Ragazzo
mio… so che voi
due vi amate moltissimo, e credimi se ti dico che non potrei che
esserne più felice… Nonostante il tuo passato
comportamento poco tranquillo con le ragazze, so che in
realtà
sei un ragazzo meraviglioso, molto sensibile, responsabile,
nonché un ottimo studente… tua madre mi ha
raccontato di
quanto hai sofferto per la morte di tuo padre e quello che hai
combinato dopo… ma poi ti sei ripreso alla grande e penso
che il
tuo modo di rapportarti alle ragazze fosse un po’ anche la
tua
valvola di sfogo come per Jasper… o sbaglio?- mi
chiese…
io annuii. Quell’uomo in poco tempo ci aveva inquadrati
tutti, e
aveva pienamente azzeccato il carattere di ognuno di noi…
bè, non c’era da stupirsi con il lavoro che
faceva, doveva
essere un eccellente capo della polizia!
-Però
ragazzo mio,
lasciami aggiungere solo questo: credo che tu te ne sia accorto da
solo… ma ricordati che Bella è una creatura
altruista e
coraggiosa, ma molto fragile e insicura… basterebbe un
minimo
per spezzarla… ti prego… non forzarla in
niente…
aspetta i suoi tempi…- mi pregò, con il cuore in
mano; lo
interruppi immediatamente, scuotendo forte la testa e
voltandomi
completamente verso di lui, per guardarlo dritto negli occhi. Riguardo
quel punto ci tenevo ad essere il più sincero e onesto
possibile, anche con Charlie... doveva capire anche lui che Bella non
solo era diventata la persona più importante della mia vita,
ma
anche che la sua gioia era diventata la mia
priorità… se
lei era serena e felice… bè, lo ero
anch’io!
-Charlie…
non pensare mai
lontanamente che io possa in qualche modo forzare Bella in una
direzione piuttosto che in un’altra… da quando me
ne sono
perdutamente innamorato, lei per me viene prima di tutto quanto! Anche
se…- sbuffai; era difficile parlare di certe cose, proprio
con
lui, ma tentai di farmi coraggio; -…anche se… io
la
desidero come mai mi è successo in vita mia… non
potrei
mai approfittare dei suoi sentimenti per me…- dichiarai in
modo
accorato, sperando che leggesse tutta la sincerità che
traspariva dai miei occhi e dalla mia voce.
-Calma, calma,
Edward… ti
credo… non c’è bisogno che ti agiti
così… ti credo veramente… ma era
comunque un
discorso che ti dovevo fare…- mi rassicurò,
facendomi
sospirare di sollievo. Un attimo dopo scoppiò a ridere, ed
io lo
guardai perplesso e confuso.
-Ah, ah, ah!
Scusa… stavo
solo pensando che Bella, per certi aspetti assomiglia molto a sua
madre… e…- ma si bloccò, perso in
qualche ricordo
e continuando a sghignazzare. Oddio, ora stavo morendo di
curiosità. Cosa poteva significare ciò che aveva
appena
detto?!
-Forza
Charlie… e dai,
dimmelo… non puoi buttare lì mezze frasi e poi
lasciarmi
col fiato sospeso… un po’ di pietà!- lo
pregai.
Cercò di ricomporsi.
-Ok…
ok… non
agitarti! Ecco, vedi… pensavo solo che mia moglie era solare
e
allegra come Bella, anche se meno riservata di lei…
quest’ultimo lato lo ha preso da me…
vabbè,
comunque… ti confido questo: Renèe era molto, ma
molto
passionale! E se Bella le assomiglia anche solo un pochino…
bè… povero te, ragazzo mio!- affermò
divertito, e
scoppiò di nuovo in una sonora risata, facendomi arrossire
come
un novellino alle prime armi…
Ero in totale
imbarazzo, e non
sapevo più dove guardare… finché la
voce di mia
madre ci riscosse dal nostro momento di intime confidenze. Grazie al
cielo!
-Bè…
che
c’è, ragazzi? Perché non fai ridere
anche me,
Charlie?- esclamò mia madre, che notando il mio imbarazzo,
lo
fulminò con una gelida occhiataccia. Grande mà!
Charlie
alzò le mani in segno di resa e si calmò
immediatamente.
-Cose da uomini,
vero?-
domandò, continuando però a sghignazzare. Annuii
impercettibilmente, ma per fortuna il mio angelo fece la sua comparsa e
le corsi incontro. Mi sembrava avesse il viso un po’ provato,
pallido… forse era stanchezza. Si lasciò
abbracciare,
nonostante la presenza dei nostri genitori, che ci osservavano felici,
e poi si diresse verso il divano e si sdraiò, stanchissima.
-Bella, amore che
hai?- mi
preoccupai immediatamente. Poi osservai i volti di mia madre e Charlie,
ma stavano chiacchierando a bassa voce tra loro e non sembravano molto
in ansia per Bella... come mai?!
-Niente…
sta tranquillo,
Edward…- mormorò il mio angelo, con gli occhi
chiusi e
un’espressione leggermente dolorante.
-Ma tesoro!-
obiettai stupito;
-Non dirmi che non è niente! Si vede lontano un miglio che
stai
male!- affermai, alzando un po’ troppo la voce, spazientito
da
questo suo voler sempre minimizzare il suo malessere.
Spalancò
gli occhi, sorpresa dalla mia veemenza.
-Edward,
tranquillo, non
è niente, davvero… o perlomeno niente che non
possa
evitare tutti i mesi, ok?- si irritò. Giusto che stupido!
Aveva
il ciclo… avrei dovuto pensarci prima!
-Mi spiace,
piccola… non avevo capito…- tentai di
giustificarmi.
-Non
importa… anzi,
scusami tu… i primi giorni sono sempre un po’
nervosetta e
a volte mi irrito per un nonnulla… cerca di non farci troppo
caso se ti dovessi rispondere male, ok?- si scusò. Annuii
con un
sorriso. In quell’istante mi venne in mente cosa faceva
sempre
mia mamma con Alice, per alleviarle un po’ il
dolore di
quei giorni; così mi alzai e mi diressi verso la cucina,
mentre
sentivo mia madre che le diceva che le avrebbe preparato un
po’
di tè caldo.
Aprii uno dei
cassetti e presi
un panno di lana che misi a scaldare sopra un calorifero. Intanto mia
madre mi aveva raggiunto e vedendo quello che stavo facendo mi sorrise,
maternamente.
-Bravo,
figliolo… vedo
che negli anni sei stato attento… anche se si tratta di
problemini femminili!- si compiacque.
Appena il panno fu
bello caldo,
tornai da lei in salone e alzandole un po’ la maglietta,
gesto
che la fece sobbalzare spaventata, glielo appoggiai sul ventre
dolorante.
-Ecco,
cucciola…
così dovrebbe andare un po’ meglio… mia
madre
l’ha sempre fatto con Alice…- le spiegai. Mi
sorrise grata
per la mia piccola attenzione e le donai una carezza sul viso pallido.
-Grazie
amore… sei
dolcissimo…- affermò con una voce emozionata; non
riuscii
a resistere oltre e mi chinai per lasciarle un delicato bacio sulle
labbra.
-Ti va se ti suono
qualcosa?
Magari ti rilassa…- le chiesi desiderando fare ancora
qualcosa
per farla stare meglio. I suoi occhi si illuminarono per la sorpresa e
per la gioia di potermi finalmente sentire suonare il mio strumento
preferito.
-Sì, ti
prego… non
sai quanto mi renderesti felice… non vedevo l’ora
di
sentirti suonare…- si esaltò, regalandomi un
sorriso
radioso, capace di scaldarmi il cuore.
Mi diressi al
pianoforte e mi
sedetti, emozionato di rivelare anche quella parte di me
stesso…
di mettere a nudo la mia anima solo per lei. Intanto mia madre le
portò il suo tè e si sedette su uno dei divani,
insieme a
Charlie, per godersi anche lei quel momento: adorava quando suonavo.
Mi sembrava di
essere il
protagonista di uno di quei romanzi dallo scenario domestico, in cui
tutto il nucleo familiare si riuniva felice.
Chiusi gli occhi,
per
riadattarmi alla magnifica, indescrivibile sensazione delle mie mani
sui tasti di ebano e avorio; presi un bel respiro e poi le mie dita
iniziarono a scivolare delicate sui tasti, mentre da quello strumento
meraviglioso, una dolce melodia iniziò a sprigionarsi e a
librarsi nell’aria, riempiendo di note allegre e soavi tutto
il
salone…
Per un
po’ restai
concentrato sull’armonia che le mie dita stavano diffondendo;
poi
la curiosità di vedere l’espressione del mio amore
mentre
suonavo ebbe il sopravvento, e aprii gli occhi; come calamitati dalle
sue calde gemme, il mio sguardo si incatenò al
suo… gli
occhi cioccolatosi di Bella erano estasiati, ammaliati, affascinati e
il suo volto affettuoso e dolcissimo mi riempiva d’amore:
suonare
per lei mi stava riempiendo di soddisfazione… era la cosa
più appagante che avessi mai fatto…
Quando
l’ultima nota della
canzone si disperse nell’aria, per un istante
regnò il
più assoluto silenzio; infine riuscii a percepire dei
sospiri
trattenuti. Mi voltai e restai conquistato, ancora una volta, dal mio
bellissimo angelo.
-Grazie! Ti amo
tanto…- mormorò a fior di labbra.
-Anch’io
ti amo…
immensamente!- sussurrai adorante. Oddio, ero innamorato perso!
L’amore è davvero il sentimento più
sublime e
potente che possa esistere!, pensai compiaciuto.
-Dedico il prossimo
brano ad
Alice e Jazz… ragazzi, tutti noi speriamo che vi
abbandoniate
all’amore!- aggiunsi a voce alta, come se i loro cuori e le
loro
anime fossero in sintonia con noi e avessero potuto udire la melodia
che stavo iniziando a suonare per loro, muovendo la mano sulla
tastiera.
Il mio pensiero
volò di nuovo alla mia sorellina…
chissà cosa stava facendo..?
Pov
Jasper
Piacevolmente
imbambolato
dall’enorme quantità di lingerie sexy a sua (ok,
sperai
che fosse anche a mia!) disposizione per il nostro romantico e sensuale
weekend, la lasciai nella sua stanza a cambiarsi, per concederle un
po’ di privacy; nel frattempo io aspettavo che mi chiamasse
per
portarla in cucina: era già arrivata l’ora di
preparare il
pranzo!
Ma da quanto tempo
era chiusa lì dentro? Quanto le ci voleva per indossare una
tuta?
Mi giravo e
rigiravo
continuamente lungo il corridoio, come un leone in gabbia, in attesa di
poter rivedere la mia tenera piccoletta, ma ancora lei non mi aveva
chiamato… ad un tratto mi irrigidii e un pensiero
angosciante si
insinuò nella mia mente, agghiacciandomi e mozzandomi il
respiro: e se si fosse sentita male?! Oddio! Era passato più
di
un quarto d’ora, dovevo assolutamente accertarmi che lei
stesse
bene!
Con una mossa
repentina decisi
di aprire la porta e quando la vidi in piedi di fronte
all’armadio a sistemare la sua biancheria, fui
contemporaneamente
sollevato e irritato: sollevato, perché per fortuna stava
bene… seccato, perché non mi aveva ascoltato e
stava
mettendo sotto sforzo la sua delicata e fragile caviglia…
che
ragazza ostinata!
-Ma si
può sapere cosa
stai facendo? Non ti avevo detto di chiamarmi? Potevo anche mettere a
posto io le tue cose, sciocchina mia!- la rimproverai, cercando di non
farle percepire la mia delusione per il fatto che non si fosse
appoggiata a me, che non avesse chiesto il mio aiuto.
-Ma non sei il mio
cameriere,
Jazz!- mi spiegò le sue personali ragioni; -E poi, come puoi
vedere, mi fa già meno male, e non voglio pesare su di te
più del dovuto…- affermò convinta
delle sue
inconcepibili parole. Eh?! Ma che diavolo stava dicendo?! Lei era la
mia vita, come avrebbe mai potuto essere un peso per me?
Quell’angelo gioioso aveva rallegrato la mia esistenza,
dandomi
una ragione per sorridere, perché era l’unica che
era
riuscita a far nascere l’amore nel mio cuore…
Con uno scatto
felino la presi
tra le mie braccia e la abbracciai stretta al mio cuore. Volevo mettere
bene in chiaro un concetto fondamentale…
-Tu. Non. Sei. Un.
Peso!
Né mai lo sarai! Chiaro, signorina Cullen?!- affermai. Poi
mi
impossessai di quelle fantastiche labbra, così rosse e
carnose,
così succose e peccaminose…
Immediatamente
percepii che la
mia bramosia veniva corrisposta: sentii le piccole e delicate manine
della mia Alice infilarsi tra i miei capelli, mentre il nostro
meraviglioso bacio si stava sempre più intensificando,
trasformandosi in una eccitante e sinuosa danza di lingue…
mmm… inoltre mi facevano impazzire le sue dita:
accarezzavano,
tiravano, si impossessavano dei miei capelli in un modo talmente
possessivo e provocante… mi sentivo elettrizzato, capace
unicamente di perdermi in quella bocca profumata e seducente che
allettava in continuazione i miei sensi…
Le nostre bocche si
staccarono
solamente quando i nostri polmoni reclamarono ossigeno e mi resi conto
di essermi comportato in modo forse troppo rude e irruento…
-Perdona la mia
foga… ma
mi sei mancata da impazzire! Ti amo alla follia, Alice… e ti
garantisco che ormai mi è impossibile fare a meno di te,
nella
mia vita… ti prego… non lasciarmi mai, angelo
mio…
resta con me, resta sempre con me!- la scongiurai; avevo paura di
averla spaventata, ma desideravo con tutto me stesso che lei riuscisse
a comprendere lo sconfinato sentimento di amore, passione, adorazione
che il mio cuore nutriva per quella meravigliosa creatura…
-No, no, tesoro
mio… te
lo giuro, Jazz, credimi… ti amo talmente tanto che non
riesco
nemmeno a respirare senza di te… ora che ci siamo ritrovati
nessuno potrà mai separarci!- affermò con uno
sguardo
sincero e limpido come il cielo terso. Dio, quanto amavo
quell’angelo!
Mi avventai
nuovamente su quelle
labbra morbidissime e impregnate del suo profumo, anticamera del mio
paradiso… mai, mai mi sarei sentito sazio di quel sapore, di
quelle intense emozioni, di quelle vibranti e sensuali
sensazioni… avevo sempre fame di lei, sempre!
Ma a proposito di
fame…
mi staccai riluttante, ma era ora di pranzo… probabilmente
lei e
le ragazze avevano fatto colazione all’alba quella mattina,
dato
che erano arrivate qui molto presto… chissà,
forse Alice
aveva fame… bè, a dire la verità ne
avevo
anch’io…
-Ok, senti,
piccola… che
ne dici di farti coccolare un po’ dal sottoscritto?
E’ ora
di pranzo, scendiamo in cucina, così imbastisco qualcosa e
mi
prendo cura dei nostri stomaci affamati…- proposi con un
sorriso. Lei annuì, divertita.
Scendemmo in un
lampo al piano
inferiore; avrei tanto desiderato che Alice si riposasse almeno un
po’ sul divano, mentre io preparavo qualcosa per il
pranzo… ma naturalmente quella testona non ne aveva voluto
sapere! Anzi! Aveva insistito, invece, affinché potesse
farmi
compagnia in cucina, promettendomi però in cambio di non
alzarsi
e di non sforzare in alcun modo la caviglia, che comunque sembrava
andare già molto meglio.
In
realtà ero felicissimo
che anche lei, come me, avesse voglia di restarmi sempre
accanto… eravamo già stati separati per troppo
tempo in
quell’ultima maledetta e travagliata settimana appena
trascorsa,
e avevamo sofferto tanto entrambi, soprattutto per colpa
mia…
ora che ci eravamo ritrovati nessuno dei due aveva intenzione di
perdersi neanche un minuto della compagnia
dell’altro…
specialmente adesso che eravamo finalmente soli!
-A cosa stai
pensando?-
domandò improvvisamente, con la sua voce trillante, piena di
curiosità. Accesi il fornello sotto la pentola in cui avrei
cotto un po’ di pasta, e mi voltai a guardarla…
Mi sorrideva
serena: era una
visione! Anche con solo indosso una semplice tuta, mi ispirava tutta
una serie di immagini che di casto avevano ben poco! Basta, Jazz,
calmati! Invasato che non sei altro! Finiscila!, mi imposi, cercando di
riportare i miei pensieri sul piano di una normale e più
quieta
conversazione.
-Bè,
ecco…-
balbettai incautamente; ehm… forse non era il caso di
riferirle
le mie ultimissime riflessioni da maniaco fissato; comunque decisi di
essere il più onesto e schietto possibile con lei: era mia
ferma
convinzione che solo gettando delle basi di una corretta franchezza e
una leale sincerità, potevo sperare di ottenere ancora la
sua
autentica fiducia nei miei confronti…
-Bè…
ripensavo a
quanto sono stato insensibile e stronzo con te… a quanto
male ti
ho fatto in questa settimana… mi dispiace veramente,
Alice… sono mortificato! Ti prego di credermi, cucciola: il
mio
rimorso non potrebbe essere più vero, ma ho
paura… non so
come farò a farmi perdonare da te… scusami, ho
combinato
un gran casino… e ora non so bene… come
rimediare…- sussurrai, in imbarazzo. Da quando avevo
scoperto
tutta la verità (il suo passato, il suo rifiuto,
che poi
tale non era, il suo disinteresse per quelle bestie schifose ed immonde
di Newton e Crowley), bè… il senso di colpa mi
logorava
incessantemente, e riusciva comunque in parte a offuscare la mia gioia
per questo nostro ritrovarci così uniti e innamorati.
-Jazz…
per favore…
piantala con questa storia del farti perdonare… ti ho
già
detto che non hai tutte le colpe di questo mondo…
anch’io
mi sono messa di impegno nell’incasinare tutto quanto!-
esclamò lei con un tenero broncetto da bimba. Sì,
certo!
Era come paragonare la marachella di una deliziosa bimbetta a una grave
mancanza, ad un deplorevole, imperdonabile errore di un mentecatto,
idiota e senza cervello come il sottoscritto…
Sorrisi magnanimo
alla sua dolce
e simpatica smorfietta, ma naturalmente io non la vedevo proprio
così… abbassai lo sguardo, pieno di pena e
amarezza: ero
io ad aver combinato tutto quell’odioso disastro, e nessuno
me lo
avrebbe tolto dalla testa! Sì, ero io l’unico
colpevole,
non c’erano discussioni su questa mia reale e tormentata
certezza… ne ero lucidamente consapevole!
-Senti
Jazz…
l’unica cosa importante è che finalmente tu ed io
ci siamo
chiariti, una volta per tutte! Io ti amo… tu mi
ami…
punto! Ascoltami, ti prego!- mi implorò con voce accorata,
richiamando la mia attenzione e i miei occhi su di lei.
-Basta rivangare il
passato! A
mio avviso potremmo parlarne solo per chiederci qualche spiegazione
ulteriore, magari su qualche nostro comportamento che non ci
è
ancora chiaro… ma non per lamentarci di chi sia o meno il
torto… di chi siano stati gli sbagli più grandi,
o di
quanta colpa devo assumermi io e di quanta tu… sarebbe solo
una
discussione sterile e dannosa, credimi! Basta con tutta questa
negatività, ok? Cerchiamo solo di goderci la reciproca
compagnia
d’ora in poi!- dichiarò, con un tono serio e
convinto che
non ammetteva repliche. La mia colpevole coscienza avrebbe voluto
urlare che ero unicamente io il responsabile, e ribadire il concetto
della mia totale e vile negligenza, delle mie gravi, egoistiche e
imprudenti mancanze… ma la parte più razionale di
me mi
fece riflettere sul suo discorso, e mi convinsi che Alice aveva
pienamente ragione! Prolungare quel tipo di discussione probabilmente
ci avrebbe castigato e tormentato inutilmente…
Sorrisi,
arrendendomi e
riconoscendo la saggezza delle sue parole, pronunciate in modo veemente
e imperioso; aggirai il bancone, per avvicinarmi a quella fantastica
ragazza che, in quel momento, aveva occhi solo per il sottoscritto.
Allargò le braccia e mi accolse in un caloroso abbraccio. Le
baciai la testa, inspirando il suo soave profumo… era
dolcissimo, e mi inebriava i sensi come mai mi era successo…
-Ok, mio generale!-
la canzonai dolcemente, mentre lei scoppiava a ridere del mio
azzeccatissimo appellativo.
-E dai, Jazz, ti
prego! Ora non
mettertici pure tu! C’è già
quell’orso di
Emmett che mi prende in giro, povera me!- si lagnò, con un
finto
broncio, ancora più simpatico del precedente. Scoppiai
anch’io a ridere, di tutto cuore…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 62
Nonostante cercassi di tenere la mia mente occupata nelle manovre
culinarie di tutta routine, i jeans e i boxer mi stringevano
fastidiosamente ormai da parecchio tempo, e non sapevo più
cosa
fare per cercare di alleviare quella morsa stringente… e
come se
non bastasse quella scomoda tortura, ero stra sicuro che quella
furbetta se ne fosse accorta: più di una volta
l’avevo
scoperta ad arrossire, specialmente dopo che l’avevo colta ad
osservarmi con insistenza… Dio, quella
ragazza mi avrebbe
fatto uscire di senno! E chi aveva più fame in quel momento?
Io
no di certo… o perlomeno non fame di pasta… Scrollai la testa
cercando di
non fissarmi con certe idee: finiscila, Jazz, non fare il pervertito!,
mi ordinai. E’ ferita, ha bisogno di te! Lei infatti era
ancora
dolorante per la caviglia… e poi ci eravamo appena
dichiarati i
nostri sentimenti… cosa dovevo fare?! Saltarle subito
addosso,
facendole così capire con che razza di maniaco si era
messa?!
Era colpa dei miei maledetti ormoni: da quando l’avevo
conosciuta, non mi ero più intrattenuto con
nessun’altra… e il mio amico JJ, in questo
momento, ne
stava risentendo più che mai! Come faceva Edward a stare
così vicino a mia sorella, senza arrivare al dunque? Santo,
purissimo spirito, lo avrebbero dovuto proclamare! Sì,
proprio
santo, avrei scritto una letterina al Papa! Quando l’avrei
rivisto, mi sarei senz’altro complimentato con lui: quel
ragazzo
aveva una forza di volontà pazzesca!
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Cap. 62Buongiorno! Ecco
il nuovo capitolo! Vedremo Jasper alle prese con i suoi bollenti
spiriti! Riuscirà
a
frenarsi? Riuscirà a non saltare addosso al piccolo
folletto?
Bè, non vi resta che leggere e scoprirlo! Ringraziamo
come sempre tutte le lettrici, silenziose e non, che continuano a
seguirci con tanto affetto! Siete
voi che ci date la forza e la voglia per continuare a scrivere! GRAZIE! Come
sempre vi ricordiamo la nostra nuova fan fiction: Segreti e
Inganni
Sabato posteremo il secondo capitolo. Per chi fosse curioso, abbiamo
postato una piccola anteprima sul nostro blog: Le fan
fiction di Manu e Sara
CAPITOLO 62
A cuccia, JJ!
Pov
Jasper
Ero
raggiante, euforico, soddisfatto… così
entusiasta
per come si era sistemato tutto quanto tra noi, che una sua semplice
risata mi scaldava il cuore in una maniera assurda! Mi staccai dal
corpo di Alice a fatica, le lasciai un casto bacetto sulle labbra e
ripresi a cucinare. Vederla così allegra mi
stuzzicò
un’ideuzza per renderla ancora più felice e
spensierata.
-Che ne dici di
fare un
pic-nic?- proposi semiserio ma allo stesso tempo divertito dalla sua
espressione completamente allibita.
-Come scusa?! Non
mi sembra
davvero il tempo ideale!- si meravigliò, tenendo la bocca
spalancata e guardandomi con due occhioni esterrefatti. Risi
nuovamente… probabilmente mi avevo preso per un pazzo!
-Ohhhh, invece,
è proprio
il tempo giusto! Che c’è di strano? Un pic-nic: io
e
te… ovviamente sul tappeto davanti al caminetto, mentre
fuori
imperversa una tempesta coi fiocchi!- spiegai ad una Alice ammutolita
ma entusiasta .
-Fantastico! Grande
idea, Jazz!-
si esaltò; -Ma… naturalmente non posso aiutarti a
preparare nulla, vero?- si lamentò, rabbuiandosi un
po’.
Figuriamoci, era fuori discussione! Non avrei permesso che alzasse
nemmeno un dito di quelle piccole e fragili manine… ma
soprattutto che sforzasse la caviglia: era la mia principessa, e avevo
intenzione di prendermi cura di lei in tutto e per tutto!
-Ovviamente! Lasci
fare tutto a
me, signorina Cullen… deve imparare a godersi tutte le
coccole
con cui ho intenzione di viziarla, dato che il mio progetto
è di
adorarla per sempre!- e mi avvicinai alla mia stella polare, per
abbracciarla nuovamente: non riuscivo assolutamente a non un avere un
qualsiasi tipo di contatto con lei. Era più forte di me!
Con una rapida
falcata, mi
avvicinai a lei e con un ginocchio forzai le sue gambe per fargliele
divaricare e pormi in mezzo, di modo che i nostri corpi fossero
più vicini che mai…
Percorsi tutto il
suo corpo con
il mio sguardo eccitato… e poi appoggiai le mani sui suoi
fianchi, accarezzandoglieli con un movimento leggero…
intanto mi
ero perso completamente nei suoi occhi blu come il mare tropicale, che
erano incatenati ai miei sensuali movimenti…
Piano mi chinai,
compiaciuto
dalla reazione del suo corpo, che sembrava soggiogato dalla mia
vicinanza; avvicinai le mie labbra alle sue molto, molto lentamente,
dato che mi esaltava troppo il fatto di poter condurre il
gioco…
Quando fui a pochi millimetri di distanza, mi inebriai del suo floreale
profumo, le sfiorai appena quei petali rosati e sorridendo con malizia,
mi scostai dalle sue labbra per iniziare a torturarla con una serie di
baci a fior di pelle: dalla sua bocca, alla mascella,
all’orecchio, al collo… sentendola sospirare e poi
ansimare. Non contento, scesi ancora, e iniziai a lasciare una scia di
piccoli e umidi sfioramenti sul suo collo, fino ad arrivare alla
clavicola.
Mi resi conto che
stava
trattenendo il fiato per la profonda emozione e sorrisi ancora,
compiaciuto dell’effetto destabilizzante che le stavo
procurando.
Intanto, al piano di sotto, il mio JJ pulsava dolorosamente, ma cercai
di ignorarlo, per dedicare ogni grammo della mia attenzione alla mia
piccolina; anche se, a dire la verità, non era una cosa
così facile, contenere la mia imperante voglia di
lei…
Risalii
languidamente verso l’orecchio e cominciai a mordicchiarle il
lobo, stupito che lei fosse ancora in apnea.
-Tesoro
mio… ci tengo
troppo a te… ti prego, riprendi a respirare
amore…- le
soffiai all’orecchio, interrompendo quella tortura e
sentendola
fremere, sotto le mie mani, che intanto le stavano accarezzando i
fianchi e la schiena, attraverso la soffice stoffa
dell’indumento.
Mmm…
come avrei desiderato sentire la diretta morbidezza della sua pelle,
così calda, profumata e sensuale…
Alice
buttò fuori
l’aria di colpo e sentii il suo respiro farsi man mano
più
veloce. Alzai la testa per osservarla: le gote erano rosso fuoco, la
pelle ricoperta da mille brividi, le labbra rosse e carnose leggermente
dischiuse, gli occhi lucidi di desiderio… che si
rispecchiavano
perfettamente in quello che trasmettevano anche i miei… ogni
muscolo del mio corpo era teso fino allo spasmo per la voglia immensa
di farla mia… ma tentai di trascurare le pressanti pretese
della
mia carne…
Le mordicchiai con
gesti lenti e
misurati il labbro inferiore, facendola gemere; io ero inebriato dai
suoi sospiri di puro piacere, elettrizzato dal fatto di essere in grado
di accendere il corpo e la mente di quella stupenda e passionale
creatura… d’un tratto il tintinnio del coperchio
della
pentola sul fuoco, causato dal borbottio dell’acqua che
bolliva,
mi richiamò bruscamente alla realtà.
Le diedi ancora un
casto bacetto
sulle labbra e mi costrinsi a proseguire il mio lavoro, altrimenti non
avremmo più pranzato…
Buttai la pasta e
in un lampo
preparai tutto il necessario e lo portai in salone, adagiandolo sul
morbido e spesso tappeto beige, posto di fronte al caminetto. Nel
frattempo, mi sentivo gli occhi di Alice addosso… aveva
seguito
tutti i miei movimenti con una concentrazione e uno stupore
stupefacenti, come se si fosse trovata davanti alla cosa più
straordinaria di questo mondo… già il fatto che
non mi
ignorasse più (o che non mi guardasse più con
un’espressione disgustata), mi riempiva di gioia…
ma il
modo in cui mi fissava in quel momento, mi eccitava
all’inverosimile, mi gasava di brutto.
Nonostante cercassi
di tenere la
mia mente occupata nelle manovre culinarie di tutta routine, i jeans e
i boxer mi stringevano fastidiosamente ormai da parecchio tempo, e non
sapevo più cosa fare per cercare di alleviare quella morsa
stringente… e come se non bastasse quella scomoda tortura,
ero
stra sicuro che quella furbetta se ne fosse accorta: più di
una
volta l’avevo scoperta ad arrossire, specialmente dopo che
l’avevo colta ad osservarmi con insistenza…
Dio, quella ragazza
mi avrebbe
fatto uscire di senno! E chi aveva più fame in quel momento?
Io
no di certo… o perlomeno non fame di pasta…
Scrollai la testa
cercando di
non fissarmi con certe idee: finiscila, Jazz, non fare il pervertito!,
mi ordinai. E’ ferita, ha bisogno di te!
Lei infatti era
ancora dolorante
per la caviglia… e poi ci eravamo appena dichiarati i nostri
sentimenti… cosa dovevo fare?! Saltarle subito addosso,
facendole così capire con che razza di maniaco si era
messa?!
Era colpa dei miei maledetti ormoni: da quando l’avevo
conosciuta, non mi ero più intrattenuto con
nessun’altra… e il mio amico JJ, in questo
momento, ne
stava risentendo più che mai! Come faceva Edward a stare
così vicino a mia sorella, senza arrivare al dunque? Santo,
purissimo spirito, lo avrebbero dovuto proclamare! Sì,
proprio
santo, avrei scritto una letterina al Papa! Quando l’avrei
rivisto, mi sarei senz’altro complimentato con lui: quel
ragazzo
aveva una forza di volontà pazzesca!
Scolai rapidamente
la pasta, e
una volta preparati i piatti, li portai in salone e tornai in cucina a
prendere la mia principessa, che naturalmente si stava già
alzando per raggiungermi. Dio mio, quanto era testona! In futuro
c’era il serio rischio di incappare in parecchie discussioni
per
questo suo caratterino! A quel pensiero sorrisi, attirando la sua
completa curiosità.
-Bè, che
hai da ridere,
ora?- mi chiese, fermandosi a metà strada. Scrollai la
testa, in
segno di diniego, ma il suo sguardo di fuoco, mi costrinse a rivelarle
subito tutto.
-Niente…
è che ho
come l’impressione che tra noi non saranno sempre rose e
fiori,
con il tuo caratterino!- le spiegai. Mi ero comportato apposta in modo
un po’ pungente, avevo capito benissimo che lei era una
vivace
peperina solo quando la stuzzicavo o la prendevo in giro…
infatti mi stavo aspettando la sua energica rispostina…
-Eh sì,
signorino!
Perché invece se fosse per il tuo bel carattere, andrebbe
sempre
tutto bene, vero?!- mi rispose piccata e sarcastica.
-Touché!
Ma ora, lasci
che la sua carrozza la conduca al castello, mia signora!-dichiarai
divertito; con uno scatto la presi di nuovo in braccio e senza nemmeno
il tempo di rendersene conto, si ritrovò seduta sul tappeto
davanti ai nostri bei piattoni di pasta al pesto, preparato con tutti i
sacri crismi da Esme.
Tutti noi adoravamo
la cucina
italiana ed Esme, era letteralmente impazzita di gioia quando aveva
scoperto che Bella aveva ricevuto in eredità dalla mamma, il
ricettario scritto di suo pugno, con tutte le ricette italiane provate
e perfettamente riuscite negli anni, con annotati tutti i piccoli
accorgimenti che solo una persona che cucina spesso, può
adottare… preziosi consigli che non si possono trovare di
certo
in nessun ricettario stampato, nemmeno il più
particolareggiato.
Bella, glielo prestava spesso, così Esme poteva dilettarsi
in
gustose ricette e accontentare così anche tutti noi. Anche
da
quel particolare mi ero reso conto di quanto Bella si era affezionata a
Esme… non permetteva a nessuno di maneggiarlo, per paura che
si
potesse rovinare… ne era profondamente gelosa.
-Prego
mademoiselle… Il
pranzo è servito… lo chef le augura buon
appetito- le
dissi, invitandola con un gesto della mano a servirsi.
-Grazie Jazz, anche
a
te…- mi rispose, in un sussurro appena udibile. Sembrava
quasi
imbarazzata da tutte quelle attenzioni. Era completamente diversa dalla
Alice che avevo conosciuto… sempre sicura di sé,
sempre
pronta a imporre le proprie idee e sempre in fermento, un vulcano che
riusciva a coinvolgere tutti in mille attività, come un
tornado
che ricrea il paesaggio a suo piacimento, dopo il suo
passaggio…
ma… adoravo anche questo nuovo lato di lei, appena
scoperto… era timida, intimorita e quasi
esitante… avevo
capito che era quasi soggiogata da me, dalla mia presenza, dalla mia
voce, dal mio tocco… e questa considerazione mi mandava
fuori di
testa!
Prese la forchetta
e assaggiò un po’ di pasta.
-Mmm
Jazz… è
buonissima! Non sapevo che fossi così bravo a cucinare!- mi
elogiò. Una punta di orgoglio, mi fece sorridere soddisfatto.
-Ti
ringrazio… ma…
sono molte le cose che ancora non conosci di me…
e…
bè, io di te!- puntualizzai, con mezzo sorriso.
-Già!
E’
vero… ma vorrei poter rimediare presto…-
mormorò,
arrossendo. Il mio cervello andò in tilt. Possibile che
avesse
avuto il mio stesso pensiero… La mia voglia di conoscerla in
modo molto più intimo, si stava facendo sempre
più
pressante… ma lei? No, no… ma che andavo a
pensare di
lei? Quasi sicuramente il maniaco malato ero solo io…
-Senza dubbio,
piccola
mia…- aggiunsi malizioso, fissandola con uno sguardo carico
di
desiderio, che però, lei non riuscì a sostenere:
infatti
abbassò immediatamente gli occhi. Ecco, appunto…
ero
decisamente un maniaco! Che per di più la metteva anche a
disagio! Ma quel suo rossore, quella sua innocente timidezza mi
incendiarono tutto: sentii un fuoco impadronirsi del mio corpo, e
l’urgenza di domare quelle fiamme di pura eccitazione, che mi
stavano divorando! Dio, che voglia pazzesca di lei! Desideravo
eccitarla, sentirla gemere sotto di me mentre invocava il mio nome,
dominare tutti i suoi sensi, immergere il mio corpo nel suo,
meraviglioso e sensuale…
Con un sospiro
profondo cercai
di stemperare l’intensa tensione sessuale che si era creata
tra
noi, una corrente elettrica che era in grado di incatenare i nostri
corpi anche a quella distanza… cristo, dovevo calmarmi,
prima di
saltarle veramente addosso e farla mia su quel tappeto!
Mi imposi di
pensare ad altro, anche perché il mio amichetto stava
pulsando dal dolore…
-Sai,
piccola… sono molto
orgoglioso di come hai messo al tappeto quel viscido schifoso di
Newton! Ti giuro che mi hai fatto impazzire di gioia in quel momento!
Pensa che, per tutta la durata della pausa pranzo, non si faceva altro
che parlare di come tu l’avessi maltrattato… e
alla fine
quel coglione si è dovuto alzare e allontanare dalla mensa,
per
non sentire più tutte le prese in giro dei nostri compagni!-
mi
complimentai. Mi sorrise, ma poi si rabbuiò. Non capivo la
sua
brusca reazione… oddio, adesso cosa avevo detto di male?!
-Sì,
immagino,
Jazz… sai, non ne potevo più delle chiacchiere
sulla mia,
ormai data per certa, uscita con quel decerebrato… ma quello
che
più mi dispiaceva e che mi faceva soffrire…
bè,
ecco… era che tu potessi pensare che io volessi
uscire con
tutti tranne che con te!- mi rivelò con una voce angosciata
che
mi strinse il cuore. -Oddio, come… hai fatto… a
pensare… che io… io…- interruppi il
suo balbettio.
Il pensiero che quello che le avevo sputato addosso quel disastroso
pomeriggio potesse corrispondere a verità, l’aveva
fatta
intristire in un modo che mi fece vergognare all’istante, al
ricordo di come l’avevo trattata e di come l’avevo
accusata
ingiustamente… che bestia ero stato!
-Alice…
ti prego
scusami… io… ti giuro che non pensavo sul serio
quello
che è uscito dalla mia dannata boccaccia… neanche
una
singola parola… erano solo la… la gelosia e
l’atroce strazio che sentivo in quel momento a farmi parlare
in
quel modo così cieco ed egoista… solo
la paura di
perderti definitivamente… credimi, ti prego! Sai, la cosa
che mi
terrorizzava era il fatto che tu, con gli altri ragazzi, anche prima
che noi due litigassimo, eri sempre pronta a ridere delle loro battute,
a scherzare divertita, sempre disposta a lasciarti abbracciare,
cingendo i fianchi, prendendoli a braccetto… non avevi
nessun
problema, nessuna remora ad avere un contatto fisico con
loro…
ma… con me no… eri… così
diversa…
così distaccata! Eri sempre molto attenta a non
sfiorarmi… a parte quando abbiamo ballato al
matrimonio…
Ecco, l’unica cosa che avevo notato che mi portava verso
pensieri
positivi, facendomi ben sperare, era il fatto che, quando io ti facevo
un complimento, arrossivi e ti imbarazzavi, mentre con gli altri
no… Ma poi, quando finalmente mi sono deciso a parlarti dei
miei
sentimenti, ho frainteso tutto! Purtroppo ero sicuro di aver capito
male, convincendomi che mi ero fatto solo un sacco di illusioni, che il
tuo interesse per me era rimasto solo a livello familiare,
fraterno… mi sono sentito perso: mi è crollato il
mondo
addosso e… ho fatto quello che ho fatto…-
conclusi,
cercando di essere il più sincero possibile, ma
vergognandomi
ancora una volta come un cane. Maledizione al mio caratteraccio di
fuoco! Di quella dolorosa vicenda mi sarei sempre sentito
l’unico
colpevole, il solo responsabile di aver imposto quell’immane
sofferenza a quell’angelo radioso e solare…
sì, non
sarei mai riuscito a perdonarmi…
Una sua mano si
posò
delicatamente sul mio viso, accarezzandomi e ridestandomi da quei
ricordi strazianti. Rabbrividii a quel semplice gesto, abbandonandomi
al suo tocco leggiadro e chiudendo gli occhi. La sua dolcissima voce,
come una soave melodia che mi riscaldava il cuore, me li fece riaprire.
-Scusami
Jazz… ma non
è come credi… vedi… io, come avrai
potuto capire,
sono una persona allegra e una buona amica (almeno lo spero tanto!) sia
per le ragazze, ma anche per i ragazzi. Se un ragazzo non mi interessa
dal punto di vista sentimentale, bè…
ecco… io
riesco tranquillamente a ridere e scherzare con lui esattamente come
farei con una ragazza… è per questo che con Paul,
Quil e
gli altri, mi hai sempre vista in quegli atteggiamenti
espansivi… perché per loro ho provato e provo
tutt’ora solo una semplice amicizia…- mi
confidò
quell’angelo meraviglioso. Oddio, ora stavo iniziando
anch’io a capire… certo che una simile
caratteristica
comportamentale non l’avevo mai considerata! Che situazione:
per
uno come me, che si vantava di comprendere al volo il carattere delle
persone, avevo preso davvero un’enorme cantonata!
-Bè,
anche se mi rendo
perfettamente conto che per loro magari non era la stessa
cosa…
magari hanno frainteso i miei segnali… comunque mi ritengo
una
persona abbastanza onesta da non aver mai dato a nessuno di quei
ragazzi false speranze… credimi, non ho mai fatto intendere
loro
che io volessi o ambissi a qualcosa di più!-
esclamò
accorata. Certo che le credevo!
-Invece con te,
Jazz…
bé, con te era diverso… tutto! Sai tesoro, per me
è sempre stato così… quando una
persona mi piace,
mi interessa moltissimo… ecco, io… mi blocco,
divento
più imbarazzata, più chiusa, più
titubante e meno
incline alla vicinanza fisica… ti sembrerà
strano, ma
divento… timida! E da quando… con
Josh… bè,
hai capito… sono anche più diffidente,
più
paurosa, più ansiosa! E con te mi sono fatta mille
problemi causando tutto questo casino… Quindi, ora
sai
perché mi sento in dovere di scusarmi anche io…-
finì di raccontare, facendomi capire finalmente molte cose,
a
cui fino a quel momento non ero riuscito a dare una spiegazione logica.
Il mio cuore, se
possibile,
sembrò allargarsi ancora di più per far posto ad
altra
gioia…. Lei si era sempre comportata così
perché
le piacevo… anzi no, perché… mi amava!
Come avevo fatto a
fraintendere tutto quanto? Come avevo fatto a comportarmi
così stupidamente?
Ahhh,
l’amore! E’
proprio uno stranissimo sentimento… stravolge
tutto…
mette tutto sotto sopra… non ti da modo di capire anche le
cose
più logiche, scardinando ogni apparente certezza…
ma
riesce anche a riempire ogni singola cellula del tuo corpo delle
più intense emozioni che una persona possa mai provare nella
sua
vita! Per me era stato come un violento scossone: uno scricciolo dagli
occhi azzurri e limpidi era riuscito ad infrangere quella che io
ritenevo la mia impenetrabile corazza…
-Insomma siamo
stati due…- iniziai, ma finì lei la frase per me.
-Due stupidi,
sì!- esclamò, sorridendomi.
Finimmo di mangiare
in completo
silenzio. Alice aveva lo sguardo ancorato al caminetto e ogni tanto,
con la coda dell’occhio, notavo che lanciava sguardi furtivi
verso di me, arrossendo immancabilmente quando si accorgeva che io
continuavo a fissarla… non riuscivo a farne a
meno… era
la mia stella polare, tutto di lei mi attirava: il suo viso, il suo
esile corpo, il modo sensuale in cui era seduta, il modo altamente
erotico in cui la forchetta entrava nella sua bocca rossa e carnosa,
l’ammaliante movimento che faceva il suo collo quando
deglutiva… oddio, ero completamente ipnotizzato da ogni suo
particolare… tutto di lei mi attraeva come una potente
calamita!
-Mmm…
proprio ottima la pasta, ma sono pienissima!- esclamò
d’un tratto, facendomi sobbalzare leggermente.
-Sì,
anch’io… porto tutto di là in
cucina… e do
una veloce sistemata. Mi raccomando, piccola… tu stai qui
tranquilla a goderti il fuoco, io arrivo subito- la rassicurai,
strizzandole l’occhio.
Presi tutto quanto
e lo portai
in cucina, infilando in lavastoviglie i piatti sporchi. Cercai di fare
il più in fretta possibile per poter tornare immediatamente
da
lei.
Appena rientrai in
salone, notai
il tappeto vuoto, e un piccolo tuffo al cuore mi fece mancare la terra
sotto i piedi… ma poi la vidi subito… che
stupido! Dove
pensavo che fosse andata? Oramai avevamo aperto i nostri cuori,
chiarito tutte le incomprensioni e non si sarebbe più
allontanata da me… mai più… non
l’avrei
permesso per nulla al mondo!
Era in piedi di
fronte alle
vetrate della stanza, rapita nel godersi l’incantevole
panorama… anche se, a mio modestissimo parere, nessuna cosa,
per
quanto fiabesca, avrebbe mai potuto essere più incantevole
di
lei!
La raggiunsi
immediatamente e le
cinsi la vita con le mie braccia, facendo appoggiare la sua schiena al
mio petto e portando il suo caldo corpo ad aderire al mio.
Dio che sensazione
meravigliosa! In quel momento ero in pace col mondo!
Pov
Alice
Jazz
era in cucina che
stava rassettando le stoviglie sporche del nostro simpatico pranzetto.
Le mie labbra si arcuarono silenziosamente
all’insù,
perché sentivo distintamente il rumore di piatti e bicchieri
sbattuti con una certa fretta nella lavastoviglie, come se quel ragazzo
avesse avuto una dannata premura… tipo l’urgenza
di
tornare da me.
Decisi di
disobbedire ai
tassativi ordini di Jazz e mi alzai in piedi, anche per testare la
quantità di dolore della caviglia; ma con estremo sollievo
mi
resi conto che ormai non mi faceva quasi più male: il peggio
era
decisamente passato.
Contemplai con lo
sguardo il
fiabesco panorama esterno e rimasi incantata ancora una volta dal
paesaggio innevato. Mi avvicinai alla vetrata, zoppicando leggermente,
per non sforzare ancora troppo la caviglia, e notai che, per fortuna,
il vento impetuoso di poco prima si era calmato, e ora voluminosi e
candidi fiocchi di cristallo scendevano placidi e silenziosi,
aggiungendosi alla spessa coltre ghiacciata che ormai ricopriva
completamente le bianche dune sabbiose della spiaggia. Era uno scenario
da favola… e in quel preciso istante mi sembrava davvero
di vivere il momento più romantico e atteso di una
bella
favola, ossia quando il principe azzurro, dopo aver superato mille
ostacoli e innumerevoli e perigliose peripezie, conduce
l’amata
fanciulla nel proprio castello da sogno, per poter iniziare finalmente
a vivere per sempre felici e contenti.
Non potevo ancora
credere che
Jazz mi amasse così tanto… almeno tanto quanto lo
amavo
io! Mio dio, quanto eravamo stati stupidi a non chiarire immediatamente
i nostri maledetti equivoci la sera della festa… ci eravamo
fatti frenare dal nostro orgoglio ferito, reagendo con freddezza e
insensibilità alle richieste di ascolto
dell’altro…
andando così ad aggiungere malintesi su malintesi,
incomprensioni su incomprensioni… con l’unico
risultato di
aver sofferto immensamente entrambi…
Ora, dopo che ogni
nostro
irrazionale comportamento aveva avuto una spiegazione, continuavo
comunque a rammaricarmi di una cosa: se avessi subito dato retta a
Bella e Rosalie, il lunedì pomeriggio passato, non avrei
sprecato l’ennesima occasione per chiarire con
lui…
sospirai, al ricordo di quel doloroso periodo, uno dei più
bui e
tormentati della mia breve esistenza!
Invece quando
quell’angelo
biondo mi aveva confessato i suoi veri sentimenti per me, ero esplosa
in una gioia immensa, che come un balsamo aveva lenito le profonde
ferite del mio cuore lacerato: Jasper non mi considerava una facile o
una poco di buono… quelle orribili parole gli erano uscite
solamente perché lui era geloso… geloso marcio!
Certo, la
gelosia non è di sicuro il più nobile degli
impulsi
umani… ma ero così felice che lui sentisse per me
un
senso di possesso talmente potente da snaturare la sua delicata
sensibilità, il suo animo gentile e premuroso…
Si tratta davvero
di uno strano
sentimento che può avere milioni di
sfaccettature… ma
ognuna di queste mi sembrava meravigliosa se mi portava alla
conclusione che Jasper mi amava talmente tanto da non sopportare
nemmeno il pensiero di sapermi con qualcun altro che non fosse
lui… figuriamoci poi vedermi abbracciata a
qualcuno…
Ma di cosa ti
stupisci, Alice?
Tu non eri gelosa di lui?, mi ammonì la mia saggia
coscienza.
Annuii, dandole pienamente ragione. Altrochè se lo ero
stata!
Avrei sbranato volentieri tutte quelle stupide oche che durante la
festa o nei giorni scorsi gli avevano rivolto occhiate o parole
lascive…
Sussultai appena
quando sentii
le sue possenti braccia avvolgermi e stringermi al suo torace largo e
muscoloso. Che paradiso! Mi abbandonai completamente sul suo petto,
godendomi sia il panorama, che quella meravigliosa
compagnia…
era tutto perfetto!
-Come va la
caviglia, piccola?
Fai fatica a stare in piedi?- sussurrò dolcemente al mio
orecchio. Il mio corpo si ricoprì di brividi, facendomi
fremere.
Naturalmente il mio impercettibile brivido non gli sfuggì,
attento com’era ad ogni mia più piccola reazione.
-Hai freddo,
amore?- mi chiese,
subito preoccupato. Sorrisi della sua ansia… mi dimostrava
una
volta ancora quanto lui tenesse a me… e pensare che, fino a
poche ore prima, ero stra convinta che per lui non fossi niente di
più di una ragazza da cui era attratto solo
fisicamente…
che stupida!
-No… non
ti devi
preoccupare… sto benissimo, anzi… non potrei
stare
meglio! La caviglia non mi fa quasi più male e il brivido di
prima… bè… c’entra poco col
freddo…-
ammisi con un filo di voce, mentre sentivo le guance scaldarsi. Ma per
quale inconcepibile ragione con lui non riuscivo a tirare fuori la mia
ferrea grinta e la mia proverbiale decisione anche in questi momenti?
Era tremendamente frustrante! Mi sentivo un mansueto bambolotto, pura
creta nelle sue grandi, calde e sapienti mani… e, a dirla
tutta,
la faccenda forse non mi infastidiva come avrebbe dovuto…
D’un
tratto, la sua mano
destra lasciò la presa sui miei fianchi per scostarmi i
capelli
dal collo… quell’amabile e garbato movimento mi
regalò una serie di scosse, che dalla nuca si irradiarono
lungo
l’intera spina dorsale; poi lui si chinò verso di
me e
prese a lasciarmi tanti piccoli baci, come aveva fatto poco prima, in
cucina.
Era estremamente
delicato, quasi
mi sfiorava… come se le sue piacevoli labbra fossero state
delle
leggiadre farfalle… ma allo stesso tempo, il tutto
tremendamente eccitante!
Istintivamente
abbandonai la
testa all’indietro, appoggiandomi sulla sua spalla, dandogli
così pieno accesso a quella zona sensibile del mio corpo,
che
lui, in quel momento, stava sottoponendo a una dolcissima e piacevole
tortura… le sue labbra lasciavano scie umide e bollenti, che
mi
intorpidivano i sensi: ero una bambolina nelle sue mani abili ed
esperte…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 63
Jazz si staccò dalla mia bocca e si sollevò
leggermente;
poi con un mano, fece scendere la zip della mia felpa… il
rumore
improvviso mi fece sussultare… ero agitata… lo
desideravo
da morire, ma ero troppo, troppo agitata…
-Ehi… che c’è? Vuoi… vuoi
che mi fermi,
Alice?- domandò con la voce arrochita dalla passione,
guardandomi intensamente, con il respiro corto. Oddio, aveva creduto
che io non lo volessi? Non riuscii a proferire parola e negai col capo,
energicamente.
-Sei sicura, piccola mia?- chiese ancora conferma accarezzandomi il
volto, mentre i nostri respiri affannati e gli sguardi brucianti
continuavano a renderci succubi l’uno dell’altra.
-Io… ti voglio da impazzire… ma… devi
desiderarlo
anche tu…- mormorò con un tono gutturale e
profondo che
lasciava trasparire tutte le sue emozioni.
Annuii e gli sorrisi, colma di gioia e grata per le sue attenzioni
verso di me. Un lieve sospiro (sollievo..?) uscì dalle sue
labbra; mi lasciò un casto bacio sulla bocca e poi mi
aprì completamente la maglia, soffermando il suo sguardo
infervorato sul mio petto, fasciato in un reggiseno di pizzo
azzurro… e il suo volto si aprì in un sorriso
compiaciuto
e trionfante, che mi fece arrossire ancora una volta… si
sollevò di nuovo, inginocchiandosi con uno scatto repentino
e
con una mano mi tirò verso di sé…
Ecco alcuni blog di bravissime
autrici che meritano una visita!
Capitolo 64 *** Cap. 63: Ti voglio da impazzire! ***
Cap. 63 EFP
Buongiorno e buon inizio settimana!
Ecco il capitolo in
cui il nostro Jazz potrà dare sfogo a tutta la sua passione!
Speriamo
che possa farvi accaldare e soprattutto che troviate la lettura di
vostro gradimento! Naturalmente sarà suddiviso per rating!
Grazie a tutte le lettrici che ci seguono!
Ringraziamo
in modo particolare tutte coloro che ci hanno inserite come autrici
preferite (36),
nelle storie da ricordare (57),
in quelle seguite (351)
e
infine nelle preferite (200).
GRAZIE!
Siamo sempre più felici per il
vostro affetto e un saluto speciale va a chi trova sempre il tempo di
lasciare un piccolo commento!
Ci fa sempre un enorme piacere sapere come la pensate!
Vi ricordiamo infine l'altra nostra fiction Segreti e
Inganni
e il nostro blog Le fan
fiction di Manu e Sara
Posò
due dita sul mento e mi voltò, rivolgendomi uno sguardo
talmente
carico di impellente desiderio e di urgente bramosia che mi fece
tremare le gambe… le sue iridi marine erano diventate scure,
assetate, affamate… oddio, aveva fame di me, del mio corpo!
Sentii un subitaneo calore avvolgere il mio bassoventre, temendo che da
un momento all’altro le mie povere gambe non mi avrebbero
più sorretto, a causa delle intense emozioni che stavano
investendo il mio corpo e la mia mente…
D’un tratto, mi prese per mano e, camminando
all’indietro,
mi trascinò con sé di nuovo verso il tappeto,
senza mai
distogliere i suoi magnetici zaffiri scintillanti dai miei.
Ero in balia dei suoi occhi affascinanti e seduttori, che mi tenevano
incatenata in una morsa ammaliante… non avevo scampo: ero
soggiogata dalle emozioni che leggevo in lui… e oltre al
forte
desiderio, quelle due pietre preziose mi esprimevano un amore
sconfinato e una completa devozione. Il mio cuore batteva impazzito e
avevo paura che da un momento all’altro potesse saltarmi
fuori
dal petto e volare verso di lui… bè, poco male,
tanto il
mio cuore gli apparteneva, era già tutto suo…
Si fermò di fronte al caminetto e avvicinò
lentamente il
suo volto al mio… le nostre labbra si sfiorarono
appena…
la sua lingua iniziò a tracciare il contorno delle mie
labbra,
sempre con molta calma… quasi a torturarmi, per farmi
anelare di
più… molto di più…
Il mio respiro si fece ansante: dischiusi la bocca, un esplicito invito
ad approfondire quel bacio tanto desiderato… e Jazz non si
fece
pregare… premette più deciso le labbra sulle mie,
stringendomi forte a sé e la sua lingua entrò
alla
ricerca della mia. La struggente delicatezza di prima, in un attimo era
completamente svanita: aveva lasciato posto alla passione
più
sfrenata…
La sua lingua incatenò la mia, in un moto irruente e
impetuoso,
quasi violento… come se anelasse rivendicarne un possesso a
lungo negato…
Le mie mani si aggrapparono alle sue spalle forti e larghe; mentre le
sue, che mi stavano sfiorando la schiena, scesero arrivando alle mie
natiche… le artigliò e poi le
accarezzò con
frenesia, attraverso il sottile strato di stoffa della tuta, mandandomi
fuori di testa…
Poi la sua presa si fece ancora più focosa e decisa: mi
sollevò, facendomi intrecciare le gambe dietro la sua
schiena… nel momento in cui le nostre intimità
vennero a
contatto, riuscii a percepire tutta la sua vigorosa
eccitazione…
il mio bassoventre, bollente già da un pezzo, prese
immediatamente a pulsare in maniera dolorosa, mentre tutto il mio corpo
era percorso da una miriade di brividi infuocati.
Le nostre bocche continuavano fameliche a torturarsi a vicenda, mentre
Jazz si inginocchiò, adagiandomi sul tappeto, e sdraiandosi
sopra di me.
Il suo membro granitico continuava a premere sulla mia
intimità,
facendo aumentare la mia voglia di sentirlo dentro di me… di
sentirlo scivolare in profondità e fondersi con
me… per
portare i nostri corpi al piacere più totale e
assoluto…
Jazz si staccò dalla mia bocca e si sollevò
leggermente;
poi con una mano, fece scendere la zip della mia felpa… il
rumore improvviso mi fece sussultare… ero
agitata… lo
desideravo da morire, ma ero troppo, troppo agitata…
-Ehi… che c’è? Vuoi… vuoi
che mi fermi,
Alice?- domandò con la voce arrochita dalla passione,
guardandomi intensamente, con il respiro corto. Oddio, aveva creduto
che io non lo volessi? Non riuscii a proferire parola e negai col capo,
energicamente.
-Sei sicura, piccola mia?- chiese ancora conferma accarezzandomi il
volto, mentre i nostri respiri affannati e gli sguardi brucianti
continuavano a renderci succubi l’uno dell’altra.
-Io… ti voglio da impazzire… ma… devi
desiderarlo
anche tu…- mormorò con un tono gutturale e
profondo che
lasciava trasparire tutte le sue emozioni.
Annuii e gli sorrisi, colma di gioia e grata per le sue attenzioni
verso di me. Un lieve sospiro (sollievo..?) uscì dalle sue
labbra; mi lasciò un casto bacio sulla bocca e poi mi
aprì completamente la maglia, soffermando il suo sguardo
infervorato sul mio petto, fasciato in un reggiseno di pizzo
azzurro… e il suo volto si aprì in un sorriso
compiaciuto
e trionfante, che mi fece arrossire ancora una volta… si
sollevò di nuovo, inginocchiandosi con uno scatto repentino
e
con una mano mi tirò verso di sé…
Mi lanciò un’occhiata di fuoco, fece scivolare la
mia
felpa giù dalle spalle e me la sfilò, buttandola
chissà dove… le sue lunghe dita iniziarono a
sfiorare
leggere le mie clavicole, scesero sul bordo superiore del reggiseno e
ne delinearono il contorno… la mia pelle bruciava sotto il
suo
tocco… i suoi occhi mi stavano penetrando nel profondo della
mia
anima e la testa mi girava per le sensazioni prorompenti che mi
facevano vibrare completamente…
Quando sembrò sazio della visione offertagli dal mio corpo,
si
chinò e lasciò un leggero bacio sul mio
decolleté,
facendomi inarcare verso di lui e buttare la testa
all’indietro,
nella speranza che approfondisse quel meraviglioso e atteso
contatto… ormai ansimavo vistosamente… e il
rossore delle
gote, mi sembrava si fosse irradiato sotto forma di calore in tutto il
mio corpo…
Ero in balia delle emozioni e del desiderio più
sfrenato…
io ero il suo strumento e lui sapeva far vibrare ogni corda del mio
corpo con una maestria che rasentava la perfezione…
La luce rossastra creata dal fuoco sul caminetto danzava sul suo viso e
sui suoi capelli, donandogli riflessi e bagliori vermigli che
sembravano aumentare la passione che sprigionava il suo
corpo…
aveva le sembianze di un demone degli Inferi… il demone
più bello che si sarebbe mai potuto immaginare, e che aveva
tutta l’intenzione di portarmi con sé
all’Inferno,
in un viaggio senza ritorno verso la perdizione e la
lussuria…
Con un unico movimento della sua grande e calda mano mi
sganciò
il reggiseno e fece scendere le spalline, scoprendo così i
miei
seni… il suo sguardo incendiario era vivo e reale, come se
potesse lasciare una scia tattile sul mio corpo… avevo
l’impressione di sentirlo concretamente…
-Sei… bellissima… Alice…-
mormorò roco a
pochi centimetri da un seno, facendomi gemere forte per il calore del
suo alito vicino a quella zona così sensibile…
Dopo aver soffiato sulle mie punte, senza preavviso alcuno si
tuffò con la bocca su una delle mie colline dedicandole
un’attenzione così profonda che sembrava stesse
adorando
un idolo sacro, mentre una mano stuzzicava, pizzicava e titillava
l’altro seno, in maniera sapiente…
ipnotizzante…
oddio, stavo impazzendo!
-Ahhh! Oddio Jazz!- urlai… non riuscivo più a
controllare
il piacere che sentivo… avrei anche potuto morire
così… e ancora non aveva neanche sfiorato la mia
intimità… cosa sarebbe successo fra poco?
-Sì, bambolina, così… voglio sentirti
urlare il
mio nome…- mormorò, facendomi eccitare ancora di
più. Mi spinse delicatamente di nuovo sul tappeto, mentre lo
vidi slacciarmi il fiocco dei pantaloni della tuta…
inequivocabile richiesta di approfondire il contatto tra i nostri
corpi… richiesta che tra l’altro non vedevo
l’ora di
esaudire!
Il mio cuore, già completamente impazzito, prese a galoppare
quando afferrò con decisione il bordo dei pantaloni e me li
fece
scendere lungo le gambe, sfilandomeli e mandandoli a fare compagnia al
resto degli indumenti. Il suo sguardo affamato percorse interamente il
mio corpo, soffermandosi in modo molto insistente sugli slip
azzurri…
-Mmm… direi che l’azzurro ti dona
molto…- mi
sussurrò, sorridendomi, malizioso. Sorrisi in risposta alla
sua
sensuale affermazione, mentre il calore sul mio viso si stava
ravvivando ancora, se possibile.
La sue mani iniziarono ad accarezzarmi, salendo dal collo del piede,
fino ad arrivare in prossimità dell’inguine; a
quel punto
fremetti, ma anziché darmi il sollievo tanto sperato, le sue
dita lunghe e affusolate deviarono sui miei fianchi, provocandomi un
sonoro gemito di frustrazione.
Jazz sogghignò in modo furbo, per la mia poco velata
protesta.
Una mano grande e calda continuò a salire fino ad arrivare a
chiudersi su un mio seno, stringendolo leggermente, mentre
l’altra tornò indietro e finalmente
accarezzò la
mia intimità… Oddio, solo quel semplice contatto
mi
mandò in estasi…
Jazz si chinò fino ad arrivare a pochi centimetri dai miei
slip
e lo sentii inspirare forte; mi sentii nuovamente avvampare e chiusi
gli occhi, per evitare il suo sguardo acuto, attento a ogni mia minima
reazione…
-Apri gli occhi, piccola Alice… voglio che tu mi
guardi…
guardami, adesso!- mi ordinò, perentorio; non potei fare a
meno
di ubbidirgli, rimanendo di nuovo incatenata a quel suo sguardo
magnetico…
Il mio livello di eccitazione subì una decisa impennata nel
momento in cui Jazz, chinandosi di nuovo, con i denti
afferrò il
bordo dei miei slip e aiutandosi anche con la mano, li
strappò
letteralmente, con uno scatto repentino che mi lasciò
ammutolita
e fremente. Sgranai gli occhi per la sorpresa e lo vidi rialzarsi
sorridendomi, mentre un batticuore frenetico mi bloccava il respiro,
sempre più affannato e corto... ero in balia dei suoi occhi,
dei
suoi gesti, delle sue parole… incapace di pensare a qualcosa
che
non fosse il suo corpo scultoreo e la sua voce
irresistibile…
-Scusami… non ho resistito…-
ridacchiò; ma in
realtà non mi sembrava molto pentito; -…ma ti
assicuro
che mi farò perdonare, piccola mia…-
sussurrò, con
una voce talmente roca che feci fatica a riconoscere, e gli occhi
accesi da una luce quasi diabolica… ma dov’era
finito il
mio angelo tenero? Lui era un bellissimo demone, formidabile e
possente, che riusciva a padroneggiare la situazione con una sicurezza
inimmaginabile, dosando sapientemente dolcezza, passione,
lussuria…
Di colpo, senza nessun preavviso, mentre lui continuava a fissarmi
colmo di libidine, sentii il suo tocco sulla mia
femminilità, e
percorrerne tutta la lunghezza molto lentamente… dal basso
verso
l’alto… più e più volte,
facendomi
sussultare e ansimare vistosamente…
-Jazz!- urlai di nuovo, incapace di trattenere l’immenso
piacere
che mi regalava quel fantastico ragazzo; lui, compiaciuto, mi sorrise
nuovamente.
-Dio! Sei fantastica, piccola…- ansimò per le
reazioni
incontrollate del mio corpo, totalmente assuefatto a lui e alla sua
volontà. Continuò ad accarezzarmi, per poi
assaggiare il
mio sapore.
Tentai di allontanare i miei occhi da quella scena dolcissima ed
erotica allo stesso tempo, che mi stava mandando fuori di testa.
Deglutii a fatica, e quando lui riaprì gli occhi, un guizzo
di
carnale bramosia balenò nel suo sguardo ardente.
Il sesso con il mio ex era bello… ma molto, molto
tradizionale… il sesso orale non piaceva a Josh, e nemmeno
farlo
in un luogo che non fosse la camera da letto… quindi era
sempre
stato tutto molto… normale… piatto…
routinario… con Jazz, invece… oddio, tutto era
estremamente nuovo, sconvolgente ed eccitante! Le nostre lingue si
intrecciarono ancora e ancora, sempre più fameliche,
insaziabili
e voraci, mentre le mie mani vagarono infilandosi sotto la sua t-shirt,
sfiorando per la prima volta quella pelle morbida e liscia,
così
calda e profumata. I suoi muscoli erano contratti e tesi, per lo sforzo
di non pesarmi addosso… accarezzai ogni singolo muscolo,
provocandogli dei sospiri e dei gemiti che gli donavano
piacere…
Era una inesauribile meraviglia poterlo toccare, stringere,
accarezzare… e ancora più eccitante era sapere
che un mio
semplice tocco riusciva a provocargli quell’effetto bomba!
Allora
anch’io ero in grado di farlo impazzire! Dio quanto lo
volevo… lo desideravo più di ogni altra
cosa… non
vedevo l’ora di fondermi con lui, di sentirlo dentro di
me…
Una sua mano scese sulla mia intimità e dopo avermi
accarezzata
superficialmente, approfondì sempre di più il
contatto
mandandomi in estasi.
-Sì!! Jazz… non smettere ti prego…- lo
implorai.
Di colpo lasciò la mia bocca, iniziando un lungo cammino che
aveva come unico obiettivo quello di raggiungere la sua mano.
-Ahhh…- gemetti urlando, inarcando la schiena non appena
arrivò alla destinazione tanto agognata da entrambi.
-Sì… sì… ahh!- non riuscivo
più a
contenermi, ma soprattutto non capivo più niente…
riuscivo solamente a provare un immenso piacere, ansimando e gemendo.
Ormai il mio corpo era scosso da continui e ripetuti fremiti di
beatitudine e dopo pochi secondi tutto esplose potente dentro di me,
irradiando l’anelato appagamento dal mio centro ad ogni
singola
cellula del mio corpo.
-Jay...
sììììì!!!-
urlai, mentre Jasper, prolungava il mio piacere…
Era favoloso, bravissimo… pian piano risalì,
lasciando sulla mia pelle bollente brevi e minuscoli baci…
Infine si soffermò su uno dei seni che prese a mordicchiare
per
poi avventarsi sull’altro… intanto il mio respiro,
che si
stava regolarizzando, subì una nuova e brusca accelerata, e
il
mio cuore riprese a battere impazzito…
Cercai di passarmi la lingua sulle labbra aride e secche, ormai
completamente asciutte per il troppo ansimare; ma prima ancora che
riuscissi a inumidirle, Jazz iniziò a leccarmele dolcemente.
-Ti amo da impazzire… mia dolcissima, Alice…- mi
sussurrò, teneramente; la sua voce era divenuta delicata e
soave, e anche lui era cambiato, in netto contrasto con la passione che
lo aveva caratterizzato fino a pochi istanti prima; ma mi piaceva
immensamente in entrambi i modi… rude e vigoroso ma anche
tanto
tenero e appassionato…
-Anche io ti amo, Jazz!- gli sussurrai, con la voce ancora roca per il
piacere appena provato. Le mie mani si infilarono di nuovo sotto la
t-shirt, sfilandogliela questa volta… avevo
l’urgente
bisogno di vederlo nudo, di poter finalmente ammirare da vicino quel
suo fisico da urlo!
-Mmm… però sei troppo vestito…-
aggiunsi
maliziosa, tanto per chiarire in che direzione andassero le mie
intenzioni...
-Hai ragione, piccola mia… hai voglia di spogliarmi tu?-
ammiccò, mentre si inginocchiava. Non me lo feci ripetere
due
volte!
Mi sollevai anch’io, mettendomi a sedere… era una
visione
magnifica, un figo spaziale! Era a petto nudo con i jeans a vita bassa:
le spalle erano larghe e ampie; i pettorali imponenti e gli addominali
perfettamente scolpiti, che formavano una spettacolare tartaruga, erano
ricoperti da una rada peluria bionda, che stimolava la mia pelle
sensibile… dai suoi fianchi stretti partiva una pronunciata
V
che, come una freccia, indicava il suo inguine…
Rapita da quello spettacolo sublime, non potei fare a meno di passare
le mie mani su ogni rilievo del suo corpo, accarezzando ogni centimetro
della sua pelle, notando con piacere su di lui l’effetto che
le
mie dita sottili provocavano al loro passaggio.
Mi avvicinai e iniziai a baciargli il petto, mentre le mani gli
slacciarono i bottoni dei jeans. Quando gli mordicchiai i pettorali
Jasper buttò la testa indietro, gemendo.
Le miei mani si infilarono nei boxer, accarezzandogli le natiche lisce
e sode. Dio che culetto che aveva! Tutto da mordicchiare! Avevo
già osservato parecchie volte quella sua parte fasciata dai
pantaloni e avevo avuto modo di apprezzarne la forma, ma
ora…
ora poterla toccare, accarezzare, stringere… era qualcosa di
meraviglioso… Adoravo il fondoschiena in un uomo, e il suo
era
perfetto!
Gli abbassai i jeans e i boxer insieme, e aiutata da lui, glieli sfilai
con un colpo secco. Eravamo entrambi in ginocchio e mi allontanai
leggermente per percorrere col mio sguardo tutto il suo corpo
nudo…
-Jazz… sei un dio greco…- affermai, senza
distogliere gli occhi dal quel fisico da urlo.
Mi sorrise compiaciuto e soddisfatto per le mie parole.
-Niente a che vedere con te, tesoro…- mi rispose, con
sguardo famelico.
Continuai la mia radiografia e nel momento in cui i miei occhi si
posarono sulla sua erezione, li spalancai un po’,
arrossendo… il suo membro era veramente grande…
probabilmente accentuato anche dall’estrema
eccitazione…
-E’ di tuo gusto quello che osservi così
intensamente?- domandò, malizioso.
In risposta, mi passai la lingua sulle labbra e Jasper si
avventò subito sulla mia bocca, catturando la mia lingua e
succhiandola forte. Afferrò una mia mano e la
portò sulla
sua eccitazione…
-Alice… oddio! Hai visto quanto mi ecciti?-
ansimò. Presi
a muovere la mia mano, mentre le nostre bocche continuavano a
rincorrersi e giocare… intanto Jasper aveva di nuovo
iniziato ad
accarezzare la mia intimità… A fatica mi staccai
dalle
sue labbra… non resistevo più… lo
volevo sentire
con le mie labbra…
Scesi lasciandogli baci sul collo, sul petto,
sull’addome…
la mia lingua iniziò a seguire la sua V meravigliosa, fino
ad
arrivare alla meta…
-Ahhh! Sììì!- gemette Jasper,
appoggiando
delicatamente la sua mano sui miei capelli, donandomi una lieve
carezza; poi con entrambe le mani si coprì per un attimo il
viso, dai lineamenti stravolti per il piacere che stava provando...
-Oddio, Al… Alice… s-sei
fant-tastica…-
sospirò, con la voce spezzata
dall’appagamento… era
meraviglioso donargli quel piacere come lui aveva fatto con
me…
Continuai a dedicarmi con attenzione a quella parte del suo corpo e
Jazz posò di nuovo una mano sulla mia testa, questa volta
per
darmi il giusto ritmo… sentivo il suo respiro sempre
più
veloce e potevo sentire i suoi muscoli tendersi… era quasi
arrivato al massimo piacere… ma di colpo mi sentii sollevare
e
la sua bocca era di nuovo famelica sulla mia…
-Non così…- mi sussurrò ansimante;
-Voglio fare
l’amore con te, mia piccola Alice… voglio sentirti
urlare… voglio farti provare sensazioni talmente sublimi
come
mai hai fatto in vita tua…- continuò sempre
più
roco, mentre il mio respiro accelerava, in preda
all’eccitazione.
Si chinò un attimo sui jeans e dalla tasca lo vidi estrarre
un
rettangolino argentato.
-Se… se vuoi… non serve… ecco
io… prendo la
pillola… e non ho malattie… se però
non ti
fidi… non c’è problema…-
balbettai
imbarazzatissima. Sapeva che avevo già avuto rapporti e
magari…
-Stai scherzando?! Come puoi pensare che non mi fidi di te?-
mormorò roco, buttando per terra il preservativo, ancora
intatto
nel suo involucro. -Bè, anch’io non ho
malattie…
non l’ho mai fatto senza…- mi rivelò.
-E tu…
ti fidi di me?- mi chiese con uno sguardo serio.
-Come di me stessa, amore…- sospirai, facendolo sorridere di
gioia alle mie parole.
Poi riprese a baciarmi voracemente, mentre le sue mani mi stringevano
nel suo poderoso abbraccio… dopo poco si alzò in
piedi,
attirandomi a sé… come aveva fatto prima, mi
afferrò per le natiche e mi prese in braccio… di
nuovo le
nostre intimità si scontrarono, ma non avendo la stoffa
degli
indumenti ad intralciarci, ciò causò un intenso
gemito in
entrambi… Jazz si avvicinò al muro e mi fece
appoggiare
la schiena… nel momento in cui la mia pelle toccò
la
superficie fredda, finalmente i nostri corpi si unirono per diventare
uno solo… Muoveva il bacino in piccole spinte sempre
più
decise, stravolgendomi per il piacere che mi stava procurando.
-Ah… ah… sì Jay…
continua… così…- gridai, in preda alla
frenesia.
-Al… Ally…- gemeva forte anche lui, completamente
perso in quelle potenti emozioni.
Man mano che continuavamo ad unirci in una danza perfetta il momento
del piacere assoluto si avvicinava sempre di più,
finché
non lo sentii esplodere e irradiarsi in ogni più piccolo
punto
del mio corpo…
-Jay… Jay…
sìììììì-
urlai completamente
sconvolta, immergendomi in un mondo fatato, travolta da milioni di
lucine bianche…
-Oddio Ally… ahhhh!- urlò anche lui, subito dopo,
riversando tutto il suo piacere dentro di me… dopo qualche
attimo Jazz, ansante, appoggiò la fronte alla mia.
Ci guardammo a pochi centimetri di distanza: c’era di tutto
in
quello sguardo… gioia, amore, passione,
complicità… e un enorme sorriso felice
spuntò sul
suo splendido viso, comparendo di conseguenza anche sul mio.
-Ho sentito bene… ‘Jay’? E’ da
un po’
che mi chiami così…- constatò,
evidentemente
incuriosito e interessato dal nuovo nomignolo che mi era uscito in modo
inconsapevole mentre mi aveva fatto provare il più intenso
piacere della mia vita. Sorrisi ancora: mi sembrava divertito.
-Mi è venuto così… ti piace?- gli
chiesi, un
po’ intimorita che in realtà avesse potuto
infastidirlo.
-Molto…- mormorò, roco; -Oddio,ti amo
così tanto…- mi sussurrò
all’orecchio.
-Anch’io amore mio… e tu… mi hai
chiamato
‘Ally’…- gli risposi, baciandogli il
collo.
Ridacchiò, allegro.
-Humm… mi piace un casino tutto questo: tu mi chiami Jay, io
Ally! E’ bello, intimo, è solo nostro! Ci
apparteniamo! Tu
sei mia, adesso, piccola Ally…- affermò donandomi
un
leggero bacio e stringendomi forte al suo torace. Affondai sulla
spalla, respirando profondamente sulla sua pelle ricoperta da un
sottile strato di sudore. Mmm… il suo profumo di uomo mi
inebriava… un mix perfetto di odore speziato e della sua
eccitazione…
D’un tratto Jasper si staccò dalla parete e si
diresse di
nuovo verso il tappeto… il tutto mentre era ancora dentro di
me…
-Jazz, sarai stanchissimo… dai, tesoro… mettimi
giù…- gli proposi, pensando allo sforzo che aveva
fatto
finora. Una risata allegra proruppe dalla sua bocca.
-Non ti chiamo ‘piccola Ally’ a caso, sai? Sei
leggera come
una piuma… mi sembra di tenere in braccio una
bambolina…
la mia meravigliosa, tenera bambolina…- dichiarò
deliziato; e intanto si inginocchiò sul tappeto, adagiandomi
molto delicatamente proprio di fronte al caminetto.
Quel movimento, mi causò un altro brivido di intenso piacere.
-Hai freddo, piccola mia?- mi chiese preoccupato. Negai col capo,
arrossendo.
-Ohhh, allora devo supporre che il tuo fremito fosse dovuto per
caso… a questo?- e approfondì di nuovo il
contatto,
facendomi gemere.
-Direi che la tua è una risposta affermativa…-
dichiarò, maliziosamente, mentre le gote si infiammavano
completamente. -Non imbarazzarti, micetta! Anch’io ho di
nuovo
tanta voglia di te! Non mi sazierò mai del nostro
amore…
sei il mio ossigeno, Alice… sei la mia vita…-
mormorò, accarezzandomi lievemente il viso arrossato. -Ti
amo,
ti voglio… ancora… e ancora…-
sospirò,
riprendendo quella dolce danza che non mi sarei mai stancata di ballare
con lui…
-Ohh! Sììì…- urlai in preda
alla
felicità più totale. Mi aggrappai alle sue spalle
muscolose, circondando i suoi fianchi con le mie gambe e facendo
aderire il suo bacino ancora di più al mio.
Quell’angelo
biondo non poteva sapere l’effetto che mi faceva, quali
scosse,
quali impulsi provocava in me. Sentivo che mi voleva, che mi desiderava
da morire… e questo non faceva altro che aumentare il mio
bisogno di lui… come se non fosse già
insostenibile! Non
mi sarei mai stancata… non ne avrei mai avuto
abbastanza…
Le nostre bocche erano l’una sull’altra, sigillate,
mentre
le lingue vorticavano in un turbinio irruento; mi sembrava di essere
sospesa, quasi inconsapevole del mio corpo che si muoveva
all’unisono col suo, in una danza d’amore senza
tempo…
I nostri cuori impazziti, i nostri respiri ansanti e frenetici, i
nostri gemiti, le nostre fragranze mischiate di eccitazione e sudore, i
nostri corpi fusi… tutto quanto contribuiva a creare un
tumultuoso e soddisfacente benessere, finché i nostri corpi
frementi raggiunsero nel medesimo istante un appagamento
incommensurabile.
Con un movimento veloce, restando sempre dentro di me, mi
sollevò e mi posizionò sul suo petto largo e
roccioso; io
mi appoggiai sul suo corpo, mentre sentivo le sue grandi e calde mani
accarezzarmi piano i capelli, per poi ricadere lungo la mia schiena;
nel frattempo i nostri respiri pian piano riprendevano un ritmo
più tranquillo.
-Come sei eccitante, tesoro mio! Non vedo l’ora di poterti
ammirare con tutti quei provocanti completini che mi sono ritrovato tra
le mani prima…- ammiccò malizioso, scatenando la
mia
ilarità.
-Ah, ah! Certo, come no! Perché tu riusciresti a lasciarmi
addosso tutta quella delicata e preziosa lingerie? O me la strapperesti
via in due minuti?- lo punzecchiai ridacchiando.
-Ehi… piano, signorina Cullen! Non vorrà
offendermi,
vero? Due minuti?! Ma per chi mi hai preso?! Sarei in grado di
strapparti via tutto in due secondi netti, credimi, piccola mia!-
ghignò compiaciuto, mentre i suoi occhi mi lanciavano lampi
infuocati, capaci di surriscaldarmi ancora… oddio, lui era
così passionale! E sexy! E adorava vedermi senza
veli…
bè, anch’io del resto… il suo corpo
nudo era
perfetto! Un corpo da disegnare, da ritrarre e immortalare in ogni
posizione…
Inevitabilmente arrossii per i miei poco casti pensieri e lui, ancora
in me, mi sorrise in modo talmente angelico che mi si sciolse il
cuore…
-Oh, stellina mia! E’ incredibile quanto tu sia diversa dalla
solita Alice in questi momenti…- mormorò tra
sé e
sé; lo guardai preoccupata… forse non gli ero
piaciuta
abbastanza..? Ero rimasta troppo passiva, troppo succube? Magari
pensava che fossi una tipa irruente, propositiva e intraprendente anche
nel sesso… e invece con lui non riuscivo a essere energica o
smaliziata, e forse lui ne era rimasto deluso… abbassai lo
sguardo, imbarazzata.
-Oddio, piccolina mia! Mi fa impazzire questa tua insicurezza! E la tua
timidezza… bè, te lo confesso: ti rende
tremendamente
eccitante e sexy!- mormorò, baciandomi ancora. Forti fremiti
si
irradiarono nuovamente dal mio bassoventre, mentre io ero ancora
stupita per le sue rassicuranti parole. Rialzò il viso e mi
fissò sorridendomi sornione. Possibile che fosse
già
pronto per un altro round?! Il terzo di fila?! A me mancava ancora il
fiato… e aveva sempre fatto tutto lui!
-Sarà meglio che ravvivi un po’ il fuoco, prima
che si
spenga del tutto…- rifletté a voce alta,
guardando di
fronte, verso il caminetto.
Si alzò e io mi voltai a pancia in giù, per
gustarmi
meglio la visione del suo corpo nudo, illuminato dagli ormai deboli
bagliori del fuoco.
Aveva veramente un fisico perfetto… un Apollo, un
Adone…
e non riuscivo ancora a credere che io potevo disporne a mio
piacimento! Come, quando e quanto volevo! Era mio, tutto mio! Sorrisi
inconsapevolmente a quel pensiero fantastico…
Appena terminato di sistemare il fuoco nel caminetto, si diresse,
bellissimo e fiero nella sua nudità, verso il divano;
lì,
in mattinata, aveva appoggiato una coperta, convinto che riuscissi a
starmene sdraiata a riposare, mentre lui cucinava. La
afferrò e
tornò da me in un istante.
Quando si accorse che ero in posizione prona, mi sorrise e
iniziò una radiografia completa del mio corpo. Si
inginocchiò di fianco a me e chinandosi sui miei glutei, me
li
mordicchiò, facendomi di nuovo gemere in maniera
incontrollata.
Oddio santo! Ma se avesse continuato così mi avrebbe mandato
al
più presto al manicomio!
Improvvisamente me lo ritrovai sdraiato di fianco, sorridente, mentre
sentivo la coperta calda avvolgerci nel suo rilassante tepore.
-Scusa… ma non ho proprio resistito… hai un
fondoschiena
veramente sensuale e non faceva che invitarmi a morderlo…
non
è colpa mia!- si giustificò con
un’alzata di
spalle, facendomi scoppiare a ridere.
-Ti ringrazio… ma anche il tuo non è da
meno… e
prima o poi ricambierò le attenzioni…- affermai,
maliziosa.
-Mmm… ci conto!- esclamò; -Ora però
voglio che ti
riposi un po’… e non ammetto repliche!- e mi
attirò
a sé, voltandomi di modo che la mia schiena fosse appoggiata
al
suo petto.
Improvvisamente, in quell’abbraccio amorevole, forte e caldo,
tutta la stanchezza della giornata e la tensione vissuta mi si
riversarono addosso, facendomi finire tra le braccia di Morfeo, senza
nemmeno accorgermene…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 64
Rimanemmo qualche
minuto
così, ma poi, visto che la mia eccitazione era al limite,
prima
di valicare quel sottile confine che ci avrebbe di nuovo portato a
perderci uno nelle braccia dell’altro, decisi che era ora di
rivestirsi.
-Senti amore… che ne diresti di fare qualcosa che contempli
l’avere addosso degli abiti? Perché se ti tengo
ancora un
attimo così, nuda tra le mie braccia, non rispondo
più di
me! E sto parlando sul serio…- le mormorai
all’orecchio,
con la voce roca e spingendo la mia erezione dura e gonfia, sulla sua
anca, facendole scappare un gemito.
-Non che mi dispiacerebbe… ma dato che ho un programmino coi
fiocchi per noi stasera, non vorrei che ti stancassi
troppo… e poi qualche ora fa sei pur sempre svenuta, anche
se
devo ammettere…- e feci scivolare la coperta sul tappeto,
percorrendo tutto il suo splendido corpo con un’occhiata
lasciva;
-…che all’apparenza non hai riportato alcun
danno…
anzi…- continuai ammirando quanto fosse minuta e
perfetta
nelle sue forme delicate e bellissime.
Arrossì violentemente sotto il mio guardo, facendomi
sogghignare.
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che
meritano una visita!
Buongiorno!
Eccoci puntuali con un nuovo capitolo! Abbiamo visto con piacere che le
performance dei Jalice vi hanno entusiasmate, specialmente coloro che,
questa coppia, la tiene in grande considerazione!
In questo chappy potrete leggere un pov Jasper e sapere anche le sue
impressioni per aver fatto l'amore per la prima volta con la sua Alice.
Nel prossimo, invece, torneremo a Forks, per passare un pomeriggio
divertente con tutta la famiglia.
Ci scusiamo ancora con le numerose fans di Bella ed Edward per la loro
prolungata assenza in questi capitoli, ma era giusto che, dopo quello
che hanno passato i Jalice per mettersi insieme, questi capitoli
fossero concentrati in particolar modo su di loro. Ma non preoccupatevi
perchè potrete leggere anche dei vostri beniamini, che
torneranno presto e più caldi che mai.
Rispondiamo anche alle numerose richieste di chi vorrebbe leggere la
prima volta di Bella ed Edward... ci sarà presto! Dovrete
avere ancora solo un briciolo di pazienza! Vi ricordiamo infine l'altra nostra fictionSegreti e Inganni
e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara Dopo questa lunghissima
introduzione vi lasciamo al chappy, ringraziando tutte le lettrici! BUONA LETTURA da
Manu e Sara!
CAPITOLO
64
Io disegno, tu suoni
Pov Jasper
Ero sdraiato sul tappeto, con la creatura più straordinaria
che
esistesse stretta tra le mie braccia. Piano piano sentivo il suo
respiro farsi sempre più pesante e regolare, segno che la
stanchezza aveva preso il sopravvento e ora finalmente la mia Alice
avrebbe potuto riposare.
Mia… mia! Mia! Avevo appena fatto l’amore con il
mio
angelo: l’avevo stretta a me, l’avevo baciata,
adorata con
il mio corpo, unendolo finalmente al suo… avevo provato le
più intense, sublimi e incredibili emozioni della mia vita,
riuscendo a creare con lei un angolo di paradiso, il nostro
paradiso…
Oddio, non potevo credere ancora che potessi definirla
“mia”… mi sembrava un sogno ad occhi
aperti, il
più meraviglioso della mia vita!
Mi sentivo felice come non lo ero mai stato! Ero in estasi assoluta! Mi
sentivo talmente euforico che avrei voluto saltare per la casa, urlando
al mondo intero il mio immenso amore per quella stupenda, dolcissima,
sensuale ragazza… un pensiero però mi
colpì in un
lampo, vedendo tra le mie braccia quell’angelo dormire
profondamente; e per un istante mi sentii in colpa, per averla fatta
stancare così tanto…
Ma poi sorrisi al pensiero di quello che avevamo appena
fatto… e
non riuscivo proprio a pentirmene, nemmeno un po’! E di
riflesso
la strinsi ancora più a me, sperando che lei non mi
considerasse
un maniaco o un cieco egoista, che non era stato in grado di pensare ai
suoi bisogni prima che ai propri…
In fondo, però, forse le mie erano solo stupide paure,
perché lei non si era lamentata affatto della mia passionale
irruenza, anzi… ma avevo sinceramente paura di averle fatto
sforzare un po’ troppo la caviglia… maledizione!
Forse
avevo decisamente esagerato, era così stanca! Si era dovuta
alzare presto per venire qui con le ragazze… inoltre, non
appena
incontrata, l’avevo sottoposta a una tensione
fortissima
col mio stupido atteggiamento provocatorio, tanto che era scappata da
me sotto la pioggia… si era fatta del male ed era
addirittura
svenuta! E, come se tutto questo non fosse stato già
sufficiente, si era completamente inzuppata sotto quel
diluvio…
speravo con tutto me stesso di essere intervenuto in modo efficace e
che i postumi non si facessero sentire, con un raffreddore di
proporzioni storiche!
Nonostante però tutte le mie preoccupazioni, non potevo non
ripensare al miracolo che era appena successo tra noi! Mi sentivo
confuso, strano… ma anche gasato… cavoli! Avevo
fatto
l’amore con Alice… due volte! Wow!
Non riuscivo ancora a rendermi conto che era accaduto
veramente…
non stavo vivendo una mia erotica fantasia! Quella era la
realtà
e non uno dei miei soliti sogni, che da quando l’avevo
conosciuta, e in particolar modo nell’ultimo periodo, avevano
popolato il mio sonno, rendendomi ancora più triste e
malinconico al mio risveglio…
Fino a quella mattina, mi ero veramente convinto che lei mi odiasse
inesorabilmente: quindi non solo che non contraccambiasse il mio amore,
ma soprattutto che non potesse in nessun modo ristabilire con me
nemmeno un rapporto quanto meno civile…
Quello che più mi aveva fatto soffrire era stata la
consapevolezza che lei non credesse alla sincerità dei miei
sentimenti, che fosse convinta che per me si fosse sempre trattata di
una semplice attrazione… quando invece il mio amore per lei
era
talmente sconfinato e incontrollabile che sembrava dovesse esplodermi
nel petto da un momento all’altro!
Nei giorni passati, ogni mattina, al mio risveglio, quando mi accorgevo
che le mie fantasie su di noi, sulla nostra miracolosa riconciliazione
erano state solo dei bellissimi sogni, mi struggevo
l’anima… non solo per il mio immenso desiderio di
lei, ma
anche perché un nostro riavvicinamento mi sembrava sempre
più un avvenimento lontano e
irrealizzabile…
Invece ora eravamo lì… insieme…
avevamo fatto
l’amore… io, per la prima volta in vita mia, avevo
fatto
l’amore! Lei era diventata la mia donna e mi amava quanto la
amavo io! Dio, che sogno!
La mia felicità superava di gran lunga quella di un
qualsiasi
altro essere sul pianeta, ne ero certo: nessuno al mondo avrebbe potuto
essere più felice di me, in quel momento!
Mi dispiaceva averla fatta stancare così, ma la mia immensa
voglia di lei non si era placata dopo la nostra fenomenale prima
volta… proprio no!
Quando avevo sentito il suo incondizionato abbandono alla mia
volontà, i suoi gemiti, il suo corpo ricettivo mentre la
adagiavo il più delicatamente possibile sul tappeto, la mia
eccitazione era nuovamente salita alle stelle, vogliosa. E la mia
erezione, che dentro di lei, stava lentamente scemando dopo
l’orgasmo più incredibile della mia esistenza,
aveva
ripreso immediatamente vigore, pretendendo ancora il suo fantastico
corpo e permettendomi di portarla di nuovo al culmine del piacere,
senza neanche dover uscire da lei.
Vedere il suo viso contratto in smorfie eccitanti e deliziose di puro
appagamento, sentire il mio nome uscire dalla sua carnosa bocca,
percorrere tutto il suo corpo con il mio sguardo, accarezzare quella
pelle così liscia e vellutata…
l’insieme di
tutto questo era stata la situazione più elettrizzante e
soddisfacente che avessi mai provato in vita mia… fare
l’amore con lei era stata un’esperienza
così
completa e totalizzante, che il piacere che avevo raggiunto entrambe le
volte non poteva venire paragonato a… nulla!
Chissà cosa
pensava di me Alice… forse ero stato un po’ troppo
irruento e rude… cavoli, senza forse… le avevo
persino
strappato gli slip! Complimenti, Jazz! Le sarai apparso sicuramente un
premuroso gentiluomo! Sbuffai, seccato con me stesso, cercando di
ricordare il suo disagio in quell’istante…
Ma, per quanto mi sforzassi, in quel momento non avevo visto nulla nei
suoi occhi e nella sua espressione che potesse indurmi a credere che ne
fosse stata anche solo minimamente infastidita… forse solo
leggermente stupita.
Come stupito ero rimasto io nel vederle un delicato e soffuso rossore
sul viso, che non l’aveva mai abbandonata del tutto, ma era
semplicemente variato d’intensità, a seconda del
grado del
suo imbarazzo.
Quella era stata una piacevole sorpresa: Alice, in quei momenti
così intimi, era timida, completamente in contrasto con il
suo
carattere forte, energico...
Questo suo lato succube mi piaceva, eccome se mi piaceva! Questa sua
timidezza le conferiva un’espressione talmente sexy e
provocante,
da mandarmi dritto dritto al manicomio! Ad incrementare la mia
frenesia, inoltre, c’era anche la consapevolezza di avere il
pieno controllo dei suoi sensi in quei momenti e della completa fiducia
che lei riponeva in me, abbandonandosi al mio volere, facendosi
plasmare come creta tra le mie mani, acconsentendo a ciò che
più preferivo e non imponendosi, come invece faceva spesso
nella
vita quotidiana.
Ecco tutto questo mi faceva eccitare da morire e mi faceva
sentire… potente! Sì, potente era la parola
giusta… era come se io avessi un forte potere decisionale
sulla
sua mente, sul suo corpo e sulla sua anima… un potere che
però, non aveva nessuna intenzione di umiliarla o
di
sottometterla ad un mio egoistico appagamento, perché il mio
unico scopo era quello di renderla felice, di farla morire di piacere,
in tutti i modi possibili!
Sbuffai sonoramente: solo a ripensare a quei provocanti momenti, il mio
membro stava già riprendendo vigore… sospirai a
fondo,
cercando di calmarmi, prima che la mia erezione incominciasse a
spingere sui suoi glutei, dato che il suo corpo era completamente
abbandonato al mio… ma ormai di una cosa ero del tutto
certo:
non ne avrei mai avuto abbastanza di lei!
Speravo almeno che anche lei condividesse questo mio amore passionale e
carnale; ma da quello che avevo potuto constatare, nonostante la
timidezza che l’aveva colta, avevo chiaramente percepito
anche il
suo immenso desiderio di me!
Alice era una ragazza dalle mille sfaccettature e questo mi
piaceva… mi piaceva immensamente!
Tutto di lei mi faceva impazzire: la sua solarità, la sua
allegria, il modo di esporre le sue idee, il modo di convincere gli
altri a far qualcosa, la sua intelligenza, la sua astuzia lucida e
determinata quando voleva ottenere uno scopo importante per
lei…
Ma apprezzavo anche i suoi divertenti difettucci: la sua cocciuta
testardaggine; il suo modo di alterarsi per quello che a me sembrava un
nonnulla, ma che evidentemente per lei costituiva una cosa
fondamentale; la sua avventatezza, che aveva fatto scattare il mio
automatico istinto di protezione verso di lei; il suo essere
capricciosa quando non la si accontentava, che di solito poteva
sfociare in dei simpatici broncetti da bimba… e oggi avevo
scoperto anche alcune stimolanti caratteristiche che mi avevano acceso
di desiderio: la sua timidezza, la sua insicurezza e il suo amore per
me…
Tutto… ogni più piccola e insignificante cosa,
ogni
aspetto di lei, ogni suo gesto mi mandava fuori di testa!
L’unica
cosa che non potevo sopportare in nessuna maniera e che speravo con
tutto il cuore che non accadesse più, era
l’indifferenza
nei miei confronti… il suo ignorarmi. Ecco! Quello proprio
non
lo sopportavo e mi aveva fatto soffrire in una maniera indicibile!
D’improvviso fui distratto dalle mie intime riflessioni da un
suo
repentino movimento: si voltò supina e lentamente la vidi
aprire
gli occhi… che tenera!
Dal modo in cui sbatteva le palpebre, cercando di orientarsi, sembrava
confusa e spaesata… come se fosse del tutto ignara del luogo
in
cui si trovava o come se non ricordasse niente di ciò che
era
accaduto… ma lentamente, man mano che prendeva
consapevolezza
dell’ambiente circostante e dei nostri corpi ancora
avvinghiati,
sul suo volto radioso comparve un sorriso che la illuminò
tutta,
rendendola ancora più meravigliosa! E i suoi occhi si
incatenarono ai miei con un’intensità tale da
togliermi il
respiro e darmi persino un leggero capogiro.
Le sorrisi di rimando e le accarezzai una guancia con un dito: un
brivido la percorse.
-Amore, sei già sveglia? Hai dormito pochissimo…-
le
sussurrai un mezzo rimprovero, lasciandole un delicato bacio sulle
labbra.
-Non ho più sonno… e poi… ora che
possiamo stare
insieme… non voglio sprecare il mio tempo a
dormire…-
mormorò, arrossendo immediatamente per il chiaro messaggio
implicito. Non potei fare a meno di ricambiare il suo
sorriso…
era veramente dolce!
Dio! L’avrei fatta di nuovo mia, senza attendere nemmeno un
minuto di più… ma dovevo darmi assolutamente una
calmata,
altrimenti mi avrebbe senz’altro preso per un maniaco! E poi
comunque, di tempo ne avevamo, era solo il primo pomeriggio…
e
per quella sera mi era venuta una splendida idea, e l’avrei
coccolata e viziata come desideravo fare già da tempo.
Le accarezzai i capelli e mi abbassai per baciarla. Le sfiorai dapprima
delicatamente le labbra, mentre la sentivo fremere, poi iniziai a
seguire il contorno delle sue labbra perfette, con la mia lingua
maliziosa.
Dio, che sensazioni meravigliose mi provocavano quelle due labbra
carnose e rosse come il peccato!
In un attimo le dischiuse, per invitarmi ad entrare ed io non mi feci
attendere: con la lingua varcai quell’anfratto,
esplorando
ogni piccolo angolo, solleticandole il palato, intrecciando e
accarezzando la sua lingua, così morbida e calda. Le sue
mani si
erano lentamente infilate nei miei capelli, donandomi brividi che dalla
testa si irradiavano lungo la spina dorsale.
Mi sarei perso completamente su quelle labbra, se non fosse stato per
il piccolo particolare che, entrambi, avevamo bisogno di ossigeno. Mi
staccai controvoglia e la fissai intensamente.
-Jay, ti amo tanto- mi sussurrò, la mia piccola,
provocandomi un moto di pura gioia.
-Anch’io, bambolina mia… non sai nemmeno quanto!-
le
risposi, cercando di trasmetterle tutto quel sentimento attraverso il
mio sguardo. - Te l’ho detto prima, ma te lo
ribadisco… mi
piace, sai?- aggiunsi, rimanendo sul vago. La sua espressione confusa
mi fece sorridere.
-Cosa?- mi domandò.
-Jay… mi piace… è una cosa solo
nostra…
nessuno mi ha mai chiamato così, è…
intimo e
speciale- le risposi, cercando di esprimere le emozioni che provavo
quando la sentivo chiamarmi così. Mi era piaciuto
immediatamente
e mentre facevamo l’amore sentirla sussurrare
quell’appellativo che mai nessuno aveva usato, me
l’aveva
fatto subito adorare. Era un’emozione strana, come se con
quel
nome io appartenessi solo a lei, come se fossi solo suo.
-Mi è venuto così… non è
stata una cosa
studiata, e anche a me sembra che sia un particolare solo ed
esclusivamente nostro!- mi spiegò, sorridendomi felice che
l’appellativo mi piacesse, tanto quanto a lei.
Intanto le sue mani continuavano a massaggiarmi la nuca ed io chiusi
gli occhi per godermi appieno quelle sensazioni tanto piacevoli che mi
provocavano.
Rimanemmo qualche minuto così, ma poi, visto che la mia
eccitazione era al limite, prima di valicare quel sottile confine che
ci avrebbe di nuovo portato a perderci uno nelle braccia
dell’altro, decisi che era ora di rivestirsi.
-Senti amore… che ne diresti di fare qualcosa che contempli
l’avere addosso degli abiti? Perché se ti tengo
ancora un
attimo così, nuda tra le mie braccia, non rispondo
più di
me! E sto parlando sul serio…- le mormorai
all’orecchio,
con la voce roca e spingendo la mia erezione dura e gonfia, sulla sua
anca, facendole scappare un gemito.
-Non che mi dispiacerebbe… ma dato che ho un programmino coi
fiocchi per noi stasera, non vorrei che ti stancassi
troppo… e poi qualche ora fa sei pur sempre svenuta, anche
se
devo ammettere…- e feci scivolare la coperta sul tappeto,
percorrendo tutto il suo splendido corpo con un’occhiata
lasciva;
-…che all’apparenza non hai riportato alcun
danno…
anzi…- continuai ammirando quanto fosse minuta e
perfetta
nelle sue forme delicate e bellissime.
Arrossì violentemente sotto il mio guardo, facendomi
sogghignare.
-Sei deliziosa, quando ti imbarazzi- le sussurrai, baciandole un
capezzolo turgido e facendola di nuovo gemere. Basta!, mi imposi. Di
scatto mi alzai e recuperai i nostri vestiti sparsi per il salone e le
porsi i suoi, per poi rivestirmi anch’io. La aiutai ad
alzarsi e
la feci camminare un pochino, per accertarmi che la caviglia non le
facesse realmente più male.
-Bene, credo proprio che la fasciatura la possiamo anche togliere.
Ormai non sento quasi più niente- mi propose.
-Senti, facciamo così: tienila ancora per oggi pomeriggio,
tanto
male non fa… e poi dopo cena la toglieremo, ok?- le risposi,
sperando che la sua testardaggine non facesse capolino e che mi
accontentasse.
Incredibilmente acconsentì subito e la mia espressione
stupita a
quella sua arrendevolezza doveva essere talmente palese, da farla
scoppiare in una risata pura e cristallina.
-Non credere che sarò sempre così ubbidiente! Ma
visto
che di distorsioni ne sa più di me, dottor Swan, ho deciso
di
seguire il suo consiglio, anche perché vorrei guarire al
più presto! Sai, non sopporto molto il dolore…-
mi
confessò, ridendo e provocandomi una risata fragorosa. Mi
sembrava strano che non dovesse dire la sua!
-Ok, ok, ho capito- mi arresi, alzando le mani. -Ora però
vado
un attimo di sopra a spostare la tua roba nella mia stanza che, per la
cronaca, da ora in poi sarà anche la tua- le spiegai. Il
cipiglio sul suo viso, mi fece capire che era in arrivo una protesta.
-E chi lo dice? Non potresti essere tu a spostarti nella mia? Mi piace
il colore di quella camera… mi rilassa- protestò,
a
braccia incrociate sul petto. Se pensava con quel delizioso musetto
imbronciato di farmi capitolare, solo perché ora stavamo
assieme, aveva proprio sbagliato persona! Mi avvicinai lentamente,
iniziando a parlare.
-Primo: quella camera è la mia da quando ero bambino e non
ho
nessuna intenzione di cambiarla! Secondo: io ho molti più
abiti
di te là dentro, per non parlare di tutte le mie cose che
arredano la stanza come poster, foto e oggetti a me cari. Terzo e
ultimo, ma non meno importante…- e ormai la sovrastavo,
prendendola improvvisamente tra le mie braccia; -…in camera
con
me, c’è ben poco tempo per rilassarsi…
te lo
assicuro- e la baciai appassionatamente, mentre la sentivo abbandonarsi
completamente a me. Mi staccai senza fiato e la fissai con un
sorrisetto sornione.
-Ok… mi hai convinta…- sussurrò,
ansante. Inarcai le sopracciglia in un gesto vittorioso.
-Non avevo dubbi- dichiarai sicuro, e mi diressi di nuovo alle scale.
Appena arrivato in camera sua, iniziai a prendere tutte le sue cose e
la vidi entrare in camera. Che ci faceva lì? Dio che
testona!
-Ally! Cosa stai facendo? Perché non mi hai detto che volevi
salire anche tu? Ti avrei portata io!- la rimproverai. Non volevo che
la caviglia le facesse di nuovo male. Mi sorrise.
-Sai, te lo ridico anch’io… mi piace il soprannome
che ti
sei inventato per me!- esclamò entusiasta. Era vero! Senza
neanche rendermene conto , durante il nostro amplesso, anche io le
avevo dato un nomignolo tutto nostro; così le andai incontro
e
la abbracciai.
-Dio, sono così felice, che mi sembra di essere sul punto di
esplodere!- le confessai, stringendola al mio petto. -E…
scusa
se ti sono sempre addosso, ma non posso fare a meno di toccarti,
stringerti, baciarti, accarezzarti… devo… e
pretendo di
recuperare tutto il tempo che abbiamo perso! E soprattutto ho
intenzione di farmi perdonare tutto il dolore che ti ho
inflitto…- le spiegai, rammaricandomi ancora per tutta
l’incresciosa situazione che avevo creato a causa del mio
egoistico orgoglio.
-Ancora?! Basta Jay, te l’ho già detto e te lo
ripeto! Ora
è tutto a posto, ok?- mi pregò. Assentii,
sospirando nei
suoi meravigliosi capelli profumati. Come potevo essere così
fortunato? La generosità di quell’angelo dagli
occhi color
del cielo era davvero immensa!
-Dai, forza! Portiamo la mia roba in quella meravigliosa camera, dove
non avrò il tempo di rilassarmi!- sogghignò
maliziosa,
ridendo ancora, per le mie allusive parole di poco prima. Che gioia per
me vederla finalmente così serena e appagata!
Afferrammo il suo borsone e andammo nella mia camera.
-Wow! E’ bellissima! Uh, quante foto!- esclamò,
guardandosi attorno entusiasta appena ebbe messo piede nel mio regno.
Effettivamente era una stanza molto vissuta; durante quegli anni,
infatti, ci avevo passato molto tempo, ed era come una seconda camera
per me. Ci ero molto affezionato, e spesso, d’estate, quando
tornavamo dall’Italia, io, Bella e Rosalie, passavamo le
settimane in quella casa, spesso raggiunti dalla banda di La Push. Ne
combinavamo di tutti i colori!
Mentre ero perso nei miei ricordi, sentii un suono a me noto, che
richiamò la mia attenzione.
-E’ tua?! Suoni?- mi domandò Alice, tenendo in
mano la mia chitarra e pizzicando lievemente le corde.
-Sì… mi ha insegnato mio zio Matt, il padre di
Rose. Mia
mamma era bravissima a suonare il pianoforte, e mio zio la chitarra. Ho
così tanti ricordi di weekend passati in questa casa, con
loro
due che suonavano e noi che cantavamo- le rivelai, con marcata
nostalgia.
-Sai, mia madre avrebbe tanto desiderato che io e Bella imparassimo
entrambi a suonare il pianoforte; ma Bella le rispondeva sempre che
c’era tempo per imparare… e io invece, non ne
avevo
nessuna intenzione. Mi era sempre piaciuta la chitarra e ricordo che
quando suonava mio zio, lo veneravo come fosse stato un idolo della
musica. Così, un giorno, lo convinsi ad insegnarmi di
nascosto
dalla mamma… non perché lei sarebbe stata
contraria! Ma
volevo farle una sorpresa per il suo compleanno. Così
imparai a
suonare una melodia e convinsi Bella a cantare. Ricordo ancora
perfettamente le lacrime di gioia della mamma e della zia Lizzie, quel
giorno! Gli occhi lucidi e commossi di papà e
l’orgoglio
dello zio Matthew. E ora… a parte papà, nessuno
di loro
è più con noi…- le raccontai, mentre
la mia voce
si faceva sempre più bassa e tremolante.
-Mi spiace Jay… non volevo farti rattristare…- mi
mormorò la mia splendida bambolina, con le lacrime che le
bagnavano il viso. La abbracciai e la strinsi forte al mio petto.
Basta! Non volevo rovinare quei momenti con ricordi tristi e dolorosi,
seppur colmi di una struggente dolcezza.
-Dai, piccoletta, andiamo di sotto… qui nelle camere,
nonostante
il riscaldamento, la temperatura è decisamente
più bassa.
Ora alzo il termostato della nostra stanza, così quando
verremo
a dormire ci sarà un bel calduccio. Non vorrei che di notte
ti
gelasse quel bellissimo culetto che ti ritrovi!- la canzonai,
stemperando in un momento quel velo di tristezza che ci aveva avvolti.
-Ok, ma questa…- affermò indicando il mio
strumento;
-…la portiamo giù! E mentre io disegno, tu
allieterai il
pomeriggio suonando per me- dichiarò. Ero
emozionato…
suonare era un qualcosa che mi provocava sempre delle sensazioni
strane, come se in quel momento fossi completamente esposto al
mondo… in quegli istanti non indossavo la maschera che per
tanti
anni avevo portato. Il pensiero che ci fosse lei ad ascoltarmi mi
agitava un po’… poi però la mia
attenzione fu
deviata dalle sue parole: “mentre disegno”, aveva
detto?
-Perché, tu disegni?- le chiesi, improvvisamente stupito e
curioso. Annuì, sorridendomi, mentre una luce gioiosa le
illuminò gli occhi. Evidentemente era una cosa che le
piaceva
molto.
-E da quando?- continuai, sempre più incredulo. Possibile
che
non mi fossi mai accorto di quella sua passione? Bé,
effettivamente erano ancora tante le cose che non conoscevamo
l’uno dell’altra… ma d’ora in
poi avremmo
avuto innumerevoli occasioni per conoscerci in modo sempre
più
intimo e profondo…
-Praticamente da quando sono stata in grado di tenere una matita in
mano!- dichiarò trionfante. La vidi rovistare nel suo
borsone e
tirare fuori un album con una scatola. Afferrò la chitarra e
me
la passò.
-Dai, Jay, scendiamo! Vorrei ritrarre il paesaggio innevato prima che
diventi troppo buio- mi confidò, trascinandomi con piglio
deciso
fuori dalla stanza. La osservai mentre scendeva le scale e sorrisi
della mia apprensione. Era vero: da come appoggiava bene il piede,
probabilmente la caviglia non le dava più fastidio. Bene!
Meglio
così.
Ci avviammo in salone e mi chiese se potevo sistemarle la poltrona
proprio davanti alla finestra. L’accontentai volentieri e poi
presi uno dei cuscinoni di seta che arredavano il divano e lo
posizionai per terra attaccato alla vetrata e mi ci sedetti sopra, con
la schiena appoggiata al vetro, proprio di fronte ad Alice. Anche lei
si accomodò e vidi che dalla scatola tirò fuori
un
carboncino; poi, con l’album in grembo, iniziò a
muovere
sapientemente la mano producendo sul foglio, un suono graffiante ma
dolce allo stesso tempo.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 65
-Come
stai, stellina?-
mormorò; -Va un po’ meglio con le mie coccole?-
domandò, con le sue labbra carnose e sensuali sulla mia
fronte,
mentre mi regalava intensi brividi di benessere. -Direi di
sì…- sorrisi abbandonandomi ai suoi gesti
deliziosi. -Allora
continuo…- il
suo caldo e umido soffio si spostò dalle tempie, alle
guance,
alle labbra, rendendo le sue attenzioni molto gradevoli.
All’inizio i suoi tocchi erano lievi e gentili, ma nel giro
di
poco la sua lingua chiese il permesso di addentrarsi nel mio anfratto
caldo e invase la mia bocca, trasformando il suo bacio in una
richiesta più sensuale e audace, che fui felice di esaudire.
Le
nostre lingue si cercarono voluttuose, si trovarono e iniziarono a
condurre un gioco d’amore e passione che molto spesso avevano
intrapreso, ma che ogni volta riusciva a scatenare in noi sempre delle
intense emozioni. La sua calda bocca aveva un sapore inebriante,
afrodisiaco, capace di stordirmi con una potenza inaudita. -Ed…-
avrei voluto dirgli di fare attenzione: eravamo pur sempre in salotto!
Ecco alcuni blog di
bravissime autrici che meritano una visita!
Buongiorno
e buon inizio settimana!
Finalmente si torna ad un capitolo con i vostri beniamini: Edward e
Bella, che passeranno un bel pomeriggio divertente con tutta la
famiglia!
Ringraziamo come sempre tutte le lettrici silenziose e non!
Ero ancora sdraiata
sul divano,
mezza intontita, da quando praticamente eravamo ritornati a casa. La
pancia mi doleva particolarmente a causa del ciclo, e non me
l’ero sentita nemmeno di sedermi a tavola con gli altri per
pranzare.
Di solito superavo
in modo
abbastanza indenne questo delicato periodo, ma ogni anno (in genere al
cambio di stagione, con il primo freddo), il mio organismo reagiva
sempre in quella maniera.
Uffa! Che rottura
essere donna!
E gli uomini che si lamentano sempre, solo perché, a volte,
si
devono radere quei quattro ridicoli peli che hanno sul viso! Come se
noi non dovessimo fare anche quello… ok, ok, non sul viso,
ma
sempre eliminare peli superflui, dobbiamo! Che ingiustizia! Che provino
loro a beccarsi i dolori e i fastidi provocati dal ciclo, e poi se ne
poteva riparlare.
Certo che Edward
era stato di
una delicatezza commovente… quando mi aveva alzato la
maglietta
(con mio padre presente a pochi passi da noi!) ero sobbalzata per lo
spavento, pensando fosse impazzito… ma non avevo nemmeno
fatto
in tempo ad articolare un suono che un piacevole calore si era diffuso
sul mio ventre; e alle sue dolci parole avevo capito immediatamente
cosa aveva fatto. Dio che ragazzo tenero! E bellissimo! Ed era tutto
mio… tutto solo per me!
Subito dopo aveva
voluto farmi
un regalo a dir poco stupendo: si era messo a suonare il pianoforte, e
finalmente avevo potuto ascoltarlo e rendermi conto veramente di quanto
fosse bravo e portato per quello strumento. Sospirai… le
emozioni che aveva scatenato la sua musica soave ed armoniosa erano
state molto intense e mi avevano riportato alla mente tutta la nostra
storia: dal nostro primo incontro fino al presente, come se avessi
potuto vederla scorrere nelle scene di un film.
Quelle note erano
riuscite a
trasmettermi tutto l’amore che quell’angelo provava
per me!
E mi ero persa, rapita ed adorante, nella contemplazione del suo
angelico viso: era completamente assorto nella sua amata musica. A
volte teneva gli occhi socchiusi, come per concentrarsi meglio (o forse
perché semplicemente anche lui stava rivivendo nella sua
mente i
nostri momenti più indimenticabili…); a volte,
invece, un
lampo di giada brillante aveva raggiunto i miei occhi, fissandomi
mentre il mio stomaco si stava contorcendo per la profondità
di
quello sguardo così unico, così
sognante…
Era
l’essere più
perfetto che avessi mai incontrato e tutte le sue azioni venivano
compiute solo ed esclusivamente per me… senza rendermene
conto
calde lacrime avevano iniziato a scendermi sul viso, tanta era
l’emozione che si era scatenata in me…
Ad un certo punto,
Esme si era
alzata dal divano dove era abbracciata a mio padre, e togliendomi la
tazza di mano, mi aveva sistemato i cuscini perché mi
sdraiassi
in una posizione migliore e poi mi aveva adagiato una coperta addosso.
Quel gesto così semplice e affettuoso insieme mi aveva
commossa
ancora di più di quello che già non ero, e le
lacrime
erano aumentate.
Le avevo sorriso,
per
ringraziarla, perché un nodo in gola mi aveva impedito di
emettere un qualsiasi suono; e poi non avevo voluto rovinare
l’atmosfera creata dalla musica celestiale che si era
sprigionata
intorno a noi. Esme mi aveva accarezzato dolcemente le guance, cercando
di asciugare i miei assurdi ma insistenti lacrimoni, che non sapevo
perché, non ne volevano sapere di fermarsi (maledetti
ormoni!);
e piano piano, senza rendermene conto, ero scivolata
nell’oblio
del sonno, proprio mentre Edward stava riproducendo, in maniera
impeccabile, ‘Claire de Lune’...
Quando mi ero
risvegliata, mi
ero ritrovata da sola e, dalle voci che sentivo, avevo capito che tutti
gli altri stavano mangiando. Mi ero alzata per andare in bagno e poi,
dopo essermi fatta vedere in sala da pranzo e aver detto loro che non
mi sentivo di mangiare nulla, mi ero sdraiata nuovamente sul divano
godendomi ancora il rilassante tepore della coperta, perdendomi nei
miei pensieri.
Chissà
cosa facevano
Jasper ed Alice? Ero molto preoccupata, per non dire ansiosa e agitata;
in quel momento il nostro astuto piano non mi sembrava più
una
così magnifica idea… specialmente per il fatto
che loro
erano sì completamente isolati; ma noi non potevamo
contattarli
in nessuna maniera, per accertarci almeno che stessero bene…
Venni strappata
dalle mie
riflessioni da un soffio caldo e delicato sul mio viso: Edward si era
inginocchiato di fronte a me e stava riempiendo di tenere carezze e
bacetti il mio volto.
-Come stai,
stellina?-
mormorò; -Va un po’ meglio con le mie coccole?-
domandò, con le sue labbra carnose e sensuali sulla mia
fronte,
mentre mi regalava intensi brividi di benessere.
-Direi di
sì…- sorrisi abbandonandomi ai suoi gesti
deliziosi.
-Allora
continuo…- il suo
caldo e umido soffio si spostò dalle tempie, alle guance,
alle
labbra, rendendo le sue attenzioni molto gradevoli.
All’inizio i
suoi tocchi erano lievi e gentili, ma nel giro di poco la sua lingua
chiese il permesso di addentrarsi nel mio anfratto caldo e invase la
mia bocca, trasformando il suo bacio in una richiesta
più
sensuale e audace, che fui felice di esaudire. Le
nostre lingue si cercarono voluttuose, si trovarono e iniziarono a
condurre un gioco d’amore e passione che molto spesso avevano
intrapreso, ma che ogni volta riusciva a scatenare in noi sempre delle
intense emozioni. La sua calda bocca aveva un sapore inebriante,
afrodisiaco, capace di stordirmi con una potenza inaudita.
-Ed…-
avrei voluto dirgli di fare attenzione: eravamo pur sempre in salotto!
-Sshh…
fidati…
stanno ancora finendo… il pranzo…-
sussurrò con il
respiro corto. Le sue mani grandi e possessive si animarono di vita
propria, e cominciarono a sfiorarmi gentilmente, con delicatezza, quasi
come se fossi un fragile e prezioso cristallo. Percepivo i miei sensi
attutiti, ovattati… ero cosciente solo della morbidezza e
del
profumo virile del suo corpo, così vicino al mio…
i suoi
baci si spostarono nell’incavo del mio collo e mi beai del
calore
che esso sprigionava, della pelle d’oca che si formava
all’umido passaggio delle sue labbra sulla mia pelle. Stavo
andando totalmente fuori controllo, lui mi stava facendo impazzire!
-Bella, quanto mi
sei mancata!-
ansimò sotto il lobo dell’orecchio; sentivo il
ritmo
frenetico del suo battito accelerato, il suo sensuale respiro
affannato, la voce roca e vibrante di desiderio…
-Dio!
Quanto… quanto ti
voglio! Adesso… mmm, ti vorrei nuda!- sospirò
eccitato.
Con uno scatto repentino la sua mano si intrufolò sotto il
mio
maglione e si soffermò per un attimo al di sopra della
leggera
stoffa del reggiseno. Strinsi gli occhi per l’emozione e lui,
dopo aver scostato la coppa del mio indumento, iniziò a
stuzzicare la turgida cima, intrappolandola tra pollice ed indice,
regalandomi sensazioni intensificate per la sua bramosia. Poche volte
l’avevo visto comportarsi in modo così
impulsivo…
sembrava che anche lui fosse fuori controllo!
Cominciai a gemere
e a
contorcermi sotto di lui… sentire Edward così
preso da
quello che mi stava facendo in quel momento, mi provocò
delle
scariche elettriche che andarono a raggiungere il mio bassoventre
infuocato.
Immediatamente la
sua bocca
riprese possesso della mia, sigillandola, per tentare di attutire i
miei gemiti. Oh, merda! Chissà se gli altri mi avevano
sentito…
-Ed…
Edward…
mio… papà…- decisamente imbarazzata e
impaurita
(con l’idea del pericoloso ed armato sceriffo Swan in libera
circolazione), cercai invano di fermarlo, posizionando entrambe le mani
sul suo sterno per cercare di allontanarlo da me; feci forza, ma il suo
corpo roccioso non avvertì minimamente il mio vano sforzo.
Ero
spaventata a causa di mio padre, ma Edward si staccò dal mio
volto e dal mio corpo, sbuffando e imprecando, solamente quando si
accorse che il suo cellulare stava squillando in modo insistente. Vide
il numero e mimò il nome di Ben; poi si allontanò
un
attimo in cucina, per rispondere al suo amico. Oh santo cielo, che
rischio avevamo corso! Che incoscienti! Portai una mano sul cuore, come
se quel gesto avesse posseduto, in modo intrinseco, un reale potere
calmante. Mi ci volle qualche attimo per riprendermi, anche ripensando
alle impetuose parole e agli slanci irruenti ed appassionati di un
Edward istintivo e focoso, irriflessivo e forse maggiormente
spontaneo… oddio, quanto mi piaceva quel lato
così
selvaggio di Edward!!
-Ehi sorellina, va
un po’
meglio?- mi chiese Emmett, entrando in salone e facendomi sobbalzare al
suono della sua potente voce. Ma parlare un po’
più piano
no?
-Sì, non
ti preoccupare, grazie Emm! Direi che il peggio è passato-
risposi, sorridendogli.
-Sei sicura di non
avere la
febbre? Sei così accaldata!- lui venne a sedersi accanto a
me,
sul divano; mi aspettavo un sorrisetto sornione accompagnare il suo
poco velato accenno alla mia “attività
fisica” con
suo fratello… invece osservai un volto solo genuino e
preoccupato, scevro da qualsiasi malizia. Mi rasserenai
all’istante. Dopo aver preso le mie gambe e averle posate
sulle
sue, iniziò a massaggiarmi le caviglie e i polpacci. Dio che
meraviglia!
Non me lo sarei mai
aspettata da
lui un gesto così affettuoso e premuroso. Lo vidi
ridacchiare,
mentre osservava la mia espressione deliziata.
-Dai! Non guardarmi
così!
Anch’io so come ci si comporta con una gentile donzella.
Anche se
ti stuzzico sempre e mi piace da matti metterti in imbarazzo, in
realtà ti voglio un mondo di bene, scimmietta- mi
confessò, facendomi commuovere di nuovo. Accidenti al ciclo!
Ero
così sensibile in quei giorni! Bastava un niente ad
irritarmi… o, al contrario, mi mettevo a piangere e frignare
per
ogni cosa. Odiavo i miei ormoni impazziti!
-Grazie Emm, sei il
mio Koda
personale- gli sussurrai, con la voce tremolante, e facendolo scoppiare
in una sonora risata per il nuovo nomignolo. Afferrò una mia
mano e mi attirò a sé stritolandomi in un
abbraccio da
mozzare il fiato.
-So che sei
preoccupata per
Alice e tuo fratello, ma vedrai che chiariranno tutto. Me lo sento!-
cercò di rassicurarmi. Lo strinsi ancora di più;
Emmett
ad una superficiale apparenza poteva sembrare solo un grande bambinone,
ma in verità era molto maturo e sensibile; e probabilmente
quel
suo modo di rapportarsi e interagire con gli altri in modo
infantile e scherzoso, era solo una facciata per nascondere la sua
enorme timidezza, come già avevo avuto modo di scoprire
prima
del compleanno di Rose. D’altronde se era riuscito a far
capitolare mia cugina, le sue qualità erano davvero notevoli.
-Ehi tu, impiastro!
Mi vuoi per
caso rubare la ragazza?- si lamentò Edward, facendo il suo
ingresso in salone con un sopracciglio inarcato e le braccia conserte
sul petto. Che scemo!
Ci staccammo
dall’abbraccio e vidi Emmett sogghignare divertito.
-Osserva,
sorellina! Guarda ora
come lo faccio incavolare!- mi sussurrò
all’orecchio
facendomi ridacchiare, mentre un’occhiata storta di quel
gelosone
ci raggiunse. -Bé, un pensierino ce lo potrei anche fare,
fratellino. E’ calda, morbida e ha un profumo
delizioso…
come una bella torta al cioccolato! Gnam, gnam, gnam! Quasi quasi sei
da mangiare Bella!- scherzò l’orso.
-Ah sì?!
Non osare
parlare così della mia donna!! Ora ti faccio vedere io,
scimmione troppo cresciuto!- esclamò Edward.
In un lampo fu di
fronte a noi e
si buttò addosso ad Emmett, cercando di dividerci e
spingendo a
spallate suo fratello di lato per allontanarlo da me. Mi ritrovai
così su un divano pericolosamente traballante,
mentre i
due deficienti lottavano e ridevano tra loro come bambini di due anni.
Ma si poteva essere più infantili di così?!
Mi alzai prima che
mi facessero male veramente, con lo spostamento della loro mole
massiccia.
-Ma insomma, voi
due! Volete rompere il divano? Disgraziati!- urlò Esme,
facendoli immediatamente bloccare sul posto.
La forte risata di
papà,
davanti alla scena di loro due avvinghiati e immobili, ci
contagiò e scoppiammo tutti a ridere. I due bambinoni
imbarazzati si rialzarono, cercando di darsi un tono, ed Edward venne
subito accanto a me, ad abbracciarmi.
-Scusa
cucciola… ti
abbiamo fatta alzare… ma ora rimettiti comoda che continuo
io
con il massaggio. Lo sai che mi piace coccolarti!- mi
sussurrò
dolce. Gli sorrisi e gli lasciai un casto bacio sulla guancia per
ringraziarlo. Con mio padre lì vicino, non mi andava molto
di
dare spettacolo, anche se avevo una voglia matta di farlo impazzire,
come prima… chissà se dopo cena…
Il suo sguardo
sornione mi riscosse dai quei pensieri poco casti, e decisi di sviare
la sua probabile domanda sul mio rossore.
-Cosa voleva Ben?-
chiesi
curiosa. Edward mi riferì la sua telefonata: oltre a
riferire
notizie sul piano “Jalice”, si erano accordati per
la loro
prossima lezione di musica.
-Chissà…
come
starà andando tra quei due testoni…- si chiese
allora a
voce alta Esme, un po’ preoccupata. Mio padre la
rassicurò
immediatamente, abbracciandola.
-Tranquilla mia
cara, vedrai che
andrà tutto a meraviglia… spero che stiano bene e
che si
stiano divertendo…- scherzò mio padre strizzando
l’occhio. Alla sua battuta partì una risata
generale.
-Ma
allora… anche noi
vogliamo divertirci!- ghignò Koda, guadagnandosi
contemporaneamente una gomitata dalla sua ragazza e
un’occhiataccia ammonitrice di papà.
-Bé
ragazzi… se
volete il divertimento… vi andrebbe una sfida alla Wii?
Facciamo
noi ragazze contro voi maschietti!- propose squillante Rosalie.
-Ma
veramente… io non so giocare! Sarei solo un peso, per voi,
ragazze mie…- si rammaricò Esme.
-Oh… non
ti preoccupare
Esme! Non puoi essere peggio di papà! Lui sì che
è
veramente negato! Vero Rose?- affermai, producendo immediatamente le
vibrate proteste di mio padre, che continuava a borbottare qualche
commento su quale figlia ingrata gli fosse toccata in sorte, mentre si
accomodava sbuffando su uno dei divani.
-E brava la mia
ragazza! Hai
avuto proprio una bella idea! Ma… cosa mettiamo in palio?
Sai,
per rendere il tutto più interessante!- si
entusiasmò
immediatamente Emmett.
-Mmm…
vediamo…
allora… se vinciamo noi donne, non dovremo più
alzare un
dito per tutto il weekend: voi maschietti ci servirete, preparerete la
cena e il pranzo di domani e farete tutto quello che vi chiederemo!
Diventerete i nostri umili schiavetti!- propose Esme. Era un genio!
Grande! Subito noi donne ci scambiammo un cinque.
-Tsk! Come se non
lo fossimo
già!- grugnì il grande capo Swan. -Ok, comunque,
è
andata! Se invece vinceremo noi uomini, stasera ci lascerete guardare
la partita di baseball qui in salone; e noi saremo liberi di ingozzarci
con una marea di schifezze, tanti snack che ci preparerete con le
vostre belle manine e che ci lascerete mangiare sul divano, con tanto
di piedi appoggiati al tavolino!- propose mio padre. Risi tra me e me.
In quegli anni, mio
padre, si
era abituato fin troppo bene! Non avendo avuto più una
donna, la
sera occupava sala e tv, si godeva le partite e smangiucchiava in piena
libertà, stravaccato sul divano e lasciandolo pieno di
briciole,
che puntualmente io o Rosalie ripulivamo… insomma faceva
quello
che voleva…
Ma da quando era
arrivata Esme,
lo faceva rigare dritto e quasi sempre la tv alla sera era divenuta di
nostra esclusiva proprietà, per poter guardare, in santa
pace,
film romantici e smielati come piaceva a noi. Certo mio padre non si
lamentava, anzi spesso si univa alla moglie, e si vedeva lontano un
miglio che la cosa lo soddisfaceva e lo riempiva di gioia; ma, data la
sua proposta, la sua precedente libertà probabilmente in
alcuni
momenti gli mancava un po’.
-Evvai, Charlie!
Sei un grande!
Su, dai, che le stracciamo!- si entusiasmò il mio Edward,
seguito subito da Emmett e procurandosi un’occhiataccia da
parte
nostra.
Mi avvicinai ad una
Esme
timorosa e le sussurrai: -Non ti preoccupare: abbiamo la vittoria in
pugno!- affermai divertita; lei mi guardò perplessa. Anche
Rosalie le sorrise.
-Lo zio
è veramente la
schiappa delle schiappe! Probabilmente conta sulla bravura dei ragazzi.
E poi comunque… non vorrai mica giocare lealmente?-
dichiarò sorniona, rivolgendosi a lei.
-Ma…-
provò a ribadire confusa, non riuscendo a comprendere la
nostra tattica.
-Niente di che,
Esme, non ti
preoccupare! Pensa solo a questo: sei capace di far…
distrarre
papà nei momenti più delicati di gioco?- le
spiegai. Il
suo volto si illuminò, capendo al volo la nostra strategia.
-Bene, allora
è fatta,
ragazze! Io e Bella invece ci occuperemo dei tuoi bambini! E preparati
a trascorrere il resto del weekend all’insegna
dell’ozio
più assoluto!- finì di chiarirle Rose. La vidi
elettrizzata come una bambina, desiderosa di iniziare a giocare
immediatamente. Sorridemmo, mentre gli uomini ignari di tutto,
cercavano i giochi.
-Allora ragazze,
abbiamo scelto
le gare… date un’occhiata per vedere se concordate
anche
voi…- propose Emmett.
-Bene…
tennis, kendo,
boowling e infine una corsa automobilistica, ok?- ci spiegò
Edward, porgendoci le custodie dei giochi. Oddio… che enorme
botta di… ehm… fortuna!!
I ragazzi non lo
sapevano,
perché non ci avevano mai viste giocare: ma,
inconsapevolmente,
avevano scelto i giochi in cui eravamo più brave! Avevamo
solo
qualche problemino con il tennis, ma… avremmo
trovato
senz’altro un modo per fare dei punti senza problemi!
Con
gli stimoli giusti ero certa che si sarebbero distratti
facilmente…
-Ehi, non vale solo
con gli
sport! Noi pretendiamo anche una gara di canto!- proposi con un finto
lamento, certa che lo sceriffo Swan avrebbe fatto una figuraccia con la
sua voce da campana rotta.
-D’accordo…
vada
anche per la gara di canto…- Edward ed Emm accettarono la
sfida
senza preoccuparsi troppo; ma nel frattempo avevo intravisto il mio
papà contorcersi sul divano, disperato.
-Benissimo,
allora!- rispondemmo in coro io e Rosalie, scambiandoci uno sguardo
complice.
Ci sistemammo a
squadre sui
divani e iniziammo il nostro pomeriggio di gioco. Probabilmente oltre a
far passare il tempo, ognuno di noi cercava di fare il possibile per
non pensare a come stesse andando nella casa al mare.
-Ok, siccome siamo
dei gentiluomini, vi faremo scegliere la prima gara- esclamò
papà.
-Sai che sforzo!-
gli rispose Esme, lasciandolo basito e facendo ridere noi ragazzi.
Ci consultammo e
decidemmo di
iniziare con il canto. Rimasi sorpresa dalle voci dei membri della
nostra nuova famiglia! Erano tutti bravi, ma naturalmente io rimasi
completamente incantata da Edward: la sua voce già
solitamente
melodiosa alle mie orecchie, era bassa, graffiante, ruvida…
sembrava quasi che alla fine di ogni strofa strascicasse le parole,
rendendo il verso molto sentito... facendo arrivare il significato del
testo nel profondo dell’anima.
Alla fine del suo
assolo, non
potei fare a meno di buttarmi sul divano tra le sue braccia…
intanto toccava a mio padre ed era troppo occupato a non fare figuracce
con Esme per badare a noi…
-E così
signor Cullen mi
tiene dei segreti…- lo rimproverai con mezzo sorriso
divertito.
Lui mi guardò confuso e stupito.
-Non mi avevi mai
detto di
essere così bravo a cantare… ti giuro che mi sono
venuti
i brividi per l’emozione…- mi complimentai. Mi
sorrise
tenero e compiaciuto.
-Mai quanto te,
stellina! Hai la
voce più dolce e melodiosa che abbia mai sentito…
vai
dritta al cuore di chi ti ascolta, quando canti- mi elogiò,
facendomi arrossire.
Il nostro momento
idilliaco fu
rovinato da una terribile stonatura di mio padre, che gli
procurò non pochi impietosi fischi.
Alla fine, la prima
gara la
vincemmo noi femminucce… per fortuna i ragazzi avevano in
squadra mio padre, altrimenti ce la saremmo giocata fino
all’ultimo, perché anche Emmett nel canto era
stato
veramente bravo!
-Ok, ora scegliamo
noi: il kendo!- affermò Emmett.
E andammo avanti
così per
buona parte del pomeriggio, tra risate goliardiche, spirito competitivo
(alimentato soprattutto da Emmett ed Edward) e qualche bacio e
abbraccio tra noi ragazzi, quando mio padre era impegnato con le sue
gare. Persino gli adulti si stavano divertendo tantissimo: Esme si
rivelò molto portata per quel genere di giochi e ne era
piacevolmente sorpresa… e mio padre…
bé, lui si
era arreso, cercando di restare del tutto incurante delle tremende
figuracce che stava inanellando e non faceva altro che sghignazzare!
Eravamo pari e
ormai mancava solo la gara di tennis: eravamo nei guai!
Avevamo
già visto delle
sfide tra Edward e Emmett a tennis, ed erano veramente
forti…
facevano un sacco di ‘ace’ e delle schiacciate
potentissime.
-Bene, cambiamo un
po’,
però… sono stufa di giocare contro Emmett! Voglio
battermi con te, Edward!- esordì Rosalie, lasciandomi
perplessa.
-Non sia mai che io
deluda in un
qualsiasi modo i desideri di una leggiadra signorina!-
esclamò
cavallerescamente Edward con un mezzo inchino, ma guadagnandosi
un’occhiataccia velenosa da parte mia.
-E invece,
Cullen…
sarà meglio che tu deluda tutte le leggiadre signorine della
scuola che ti corrono dietro! Bé… sempre ci tieni
ai tuoi
gioiellini di famiglia!- lo minacciai, mentre tutti scoppiarono a
ridere. Edward sbiancò e portò automaticamente
una mano a
coprire il suo bene più prezioso, mentre papà gli
diede
una pacca di conforto sulle spalle, in una chiara espressione di
complicità.
-Uhhh! Fratellino!
Tu rischi grosso!- aggiunse Emmett.
-Ma amore
mio… io
intendevo qualcuno della nostra famiglia e poi… quelle a
scuola
sono oche e non leggiadre signorine!- mi spiegò,
sorridendomi
sghembo. Pronto il ragazzo con la battuta, però!
-Mmm…
salvato in corner!- dichiarai, soddisfatta dalla sua affermazione.
Poi mi voltai verso
Rosalie per
avere spiegazioni riguardo l’imprevisto cambio di coppie; lei
mi
fece l’occhiolino e si avvicinò a me ed Esme.
-Ragazze, qui
rischiamo,
dobbiamo correre ai ripari! Mentre tu giochi contro Emmett io
cercherò di distrarlo, e tu farai lo stesso mentre mi
batterò con il tuo ragazzo! Capito?- bisbigliò
per non
farsi sentire dai ragazzi, che stavano tentando di spiegare a
papà, i segreti del
“mestiere”… poverino! Era
una causa persa! Per loro!, sogghignai.
-Brave ragazze! Io,
invece?- ci
chiese Esme, che giocando contro papà doveva concentrarsi e
non
poteva disturbarlo in nessun modo.
-Non ti preoccupare
Esme…
mi è appena venuta un’ideuzza subdola…-
esordii io,
sghignazzando sommessamente all’idea della faccia che
avrebbero
fatto papà e i fratelli Cullen… bè,
specialmente
uno! Spiegai in un attimo cosa avrei fatto, ed entrambe erano certe che
avremmo senz’altro raggiunto lo scopo: era una mossa
infallibile!
Iniziò a
giocare la
coppia Rosalie ed Edward… per la foga
dell’incitamento
eravamo ormai tutti in piedi e io mi andai a posizionare proprio dietro
al mio ragazzo.
Quando Rose
batté la
prima palla, accarezzai le natiche di Edward molto sensualmente,
facendolo sussultare e permettendo a Rosalie di segnare il primo
punto…
Si voltò
e mi
fissò stupito del mio gesto: gli sorrisi innocentemente, per
non
fargli capire che l’avevo fatto apposta. Alla seconda battuta
di
Rose, gli accarezzai il braccio libero e gli soffiai lievemente
nell’orecchio… altro punto per Rosalie! Eravamo
una grande
squadra!
Ma lui si sporse
verso di me e
mi sussurrò: -Non mi provocare, Bella… attenta,
non
tirare troppo la corda, non ti conviene…- e si
voltò
pronto alla terza battuta.
Snobbando i suoi
avvertimenti,
stavolta osai un po’ di più; e forte del fatto che
tutti
erano concentrati sullo schermo al plasma di fronte a noi, passai la
mano sul cavallo dei pantaloni di Edward… lui
sobbalzò,
mollando persino la solida presa sul telecomando e perdendo
così
un altro punto.
-Ma cosa diavolo
stai facendo Edward?!- gli inveì contro Emmett.
-Mmm… io
non lo so, ma so
perfettamente cosa sta tentando di fare slealmente la signorina
Swan… vero amore?- affermò Edward, che ormai
aveva
perfettamente intuito il nostro piano. Saggiamente si
allontanò
da me e questo gli permise di segnare due punti di fila…
accidenti: Rosalie 40 – Edward 30… dovevamo
assolutamente
fare l’ultimo punto!
Quando Rose
batté di nuovo, mi avvicinai velocemente
all’orecchio di Edward, vincendo tutto il mio imbarazzo.
-Ho una voglia
matta di farmi
possedere in tutti modi possibili da te- mormorai, con la voce
più suadente che potessi tirare fuori. Lui, allibito, si
immobilizzò all’istante e Rosalie segnò
facilmente
il punto della vittoria.
Noi donne esultammo
felici,
mentre Emmett continuava a insultare il povero Edward, ancora fuori per
l’arditezza delle mie parole.
Esme e Charlie si
presero una
pausa caffè e andarono un attimo in cucina, mentre i
maschietti
si isolarono per confabulare e cercare di attuare una possibile
contromossa vincente. Illusi!
Notai Edward
bisbigliare
all’orecchio di Emmett, che cambiò immediatamente
espressione; venne verso me e Rosalie con l’indice puntato e
parecchio arrabbiato.
-Vipere! Siete solo
capaci di
vincere usando dei mezzucci infantili!- esclamò,
gesticolando
davanti alla nostra faccia. Io scoppiai a ridere, mentre Rosalie lo
fulminò.
-Bene…-
gli rispose Rose,
abbassando la voce ad un sussurro e avvicinandosi con sguardo
minaccioso… povero Emmett… non volevo
assolutamente
essere nei suoi panni.
-Nei prossimi
giorni…
potrai usare le tue manine in un altro modo, visto che ti piace
così tanto muoverle davanti alla mia faccia in modo
minaccioso!
Io entro in sciopero!- e si voltò per andare a sedersi
furiosa.
Emmett ci mise una frazione di secondo a capire il significato delle
parole della sua non più tanto dolce metà e si
affrettò a raggiungerla sul divano, riempiendola di moine e
carezze, facendole il solletico, per farla di nuovo sciogliere.
Intanto le mani di
Edward
avevano avvolto la mia vita, appoggiando il suo granitico corpo alla
mia schiena. Nel momento in cui mi strinse a sé potei
sentire la
sua enorme eccitazione premere sulle mie natiche.
-Lo senti cosa hai
combinato,
streghetta?! Lo sai, vero, che me la pagherai? Quando ti
passerà
il ciclo, questo tuo scherzetto ti costerà molto, ma molto
caro…- mormorò roco al mio orecchio, premendo
ancora di
più l’erezione su di me, e facendomi scappare un
gemito.
-Non vedo
l’ora…- risposi con audacia, lasciandolo basito.
Lo sentii sorridere e scuotere la testa.
-Tu, Swan, mi
manderai al manicomio!- aggiunse.
Rientrarono in
salone Esme e papà e riprendemmo la sfida .Ora toccava a me
ed Emmett.
-Sorellinaaa! Lo
sai che ti
voglio proprio tanto bene?- esclamò Edward, prendendo Rose
per
la vita e trascinandola con lui sul divano e trattenendola per le
braccia. Bah: era quella l’astuta contromossa vincente? Noi
avevamo immaginato anche quello!!
-Edward! Lascia
Rosalie immediatamente!- lo rimproverò Esme, intervenendo
puntualmente secondo i nostri piani.
-E
perché mai? Non sto
facendo niente di male, mammina… ho solo voglia di
abbracciare
la mia nuova sorellina… Emmett non ha mica
l’esclusiva!-
rispose innocentemente il mio più che astuto fidanzato.
Accidenti, grande mossa! Esme non poté controbattere e
neanche a
dirlo… Emmett mi stracciò letteralmente! E dopo
pochi
minuti la partita, senza il prezioso aiuto di Rose, terminò.
Donne 1, uomini 1.
Parità!
Ora era tutto nelle
mani di
Esme… e della mia idea geniale. Lei e papà
iniziarono a
giocare e, purtroppo, scoprimmo che Esme non se la cavava per niente
bene a tennis… Erano 30 a 30, ed Esme riuscì a
segnare e
passare momentaneamente in vantaggio. Ora toccava a me attuare il
piano: mi avvicinai a Rose e fingemmo di parlottare.
Mio padre era alla
battuta… Esme rispose e proprio mentre stava per
controbattere
di nuovo lui, mi uscì dalla gola un singulto quasi realista:
-Cristo… sei incinta?!- attirandomi gli sguardi meravigliati
di
due uomini allibiti e un’occhiata di terrorizzato
sbalordimento
da parte di Emm. Ah ah ah! Che facce!
-Cosa?!?- mio padre
mollò
immediatamente il telecomando ed Esme riuscì a vincere la
partita e di conseguenza anche il torneo!
Esultammo
saltellando per tutto
il salone, mentre Emmett aveva iniziato a tremare visibilmente e mio
padre e Edward erano ancora bianchi come un cencio. Ops! Non avevo
ancora svelato l’arcano…
-Ah, dimenticavo!
Naturalmente
era un falso allarme!- affermai, facendo scoppiare a ridere Esme e
Rosalie. Gli uomini ci fissarono, capendo finalmente tutto quanto.
-Non ci credo! Che
brutte imbroglione!- protestò Edward, mentre
l’orso era ancora in apnea, palesemente scioccato.
-E tu, eri
d’accordo con
loro?!- si rivolse mio padre ad Esme con un tono di rimprovero. Lei gli
si avvicinò con una camminata provocante e lo
accarezzò
dolcemente per farlo calmare, sussurrandogli qualcosa di efficace
all’orecchio. Non volevo nemmeno pensare a cosa si stessero
dicendo, vista l’espressione maliziosa comparsa
improvvisamente
sul volto di mio padre.
Però, io
e Rose, ne
approfittammo per prendere da lei quel valido insegnamento…
usammo lo stesso metodo per calmare i nostri ometti.
Avevamo vinto! Come
non
importava… ma loro sarebbero stati i nostri schiavi per
l’intero weekend! Che goduria!! Ne avremo viste delle belle!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 66
Io
intanto indietreggiavo e lui lentamente si avvicinava. Strinsi ancora
più al petto il mio blocco da disegno con entrambe le
braccia,
mentre continuavo a scuotere la testa, in segno di diniego. -Amore
mio… non
costringermi a prenderlo con la forza…- mi
sussurrò
soave. Sgranai gli occhi… la sua voce bassa e roca mi aveva
causato un fremito di desiderio. -No…
mi
vergogno… e poi non oseresti mai!- esclamai sicura. Il suo
sorriso si trasformò in un ghigno divertito. -Tu
dici? E… ne sei
proprio sicura?- mi sfidò, inarcando le sopracciglia e
avvicinandosi ancora un po’. Io feci ancora un passo indietro. -C-certo!
Non mi faresti
mai sforzare la caviglia per costringermi a scappare- cercai di
impietosirlo. Il suo ghigno si allargò. -La tua
caviglia mi sembra
proprio che stia meglio… e se non vuoi sforzarla basta che
non
ti ribelli. Facciamo così… iniziamo un nuovo
gioco- mi
propose. Un gioco? Ero proprio curiosa.
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Buongiorno ragazze!
Eccoci di nuovo nella casa al mare per dare un'occhiata al pomeriggio
dei Jalice!
Scoprirete un episodio importante della famiglia Cullen e qualcosa del
passato di Edward!
Vorremmo rassicurare le fans di Edward: i prossimi due capitoli si
svolgeranno interamente a casa Swan!
Ringraziamo come sempre tutte le nostre lettrici e, in particolare,
coloro che da sempre seguono la fiction silenziosamente ma che, per un
volta, hanno
voluto
far sentire la loro voce! GRAZIE!
Questo capitolo è dedicato alla mia dolcissima sister (Sara,
l'altra autrice di questa storia) che purtroppo sta male a causa di un
otite che le ha perforato il timpano. Guarisci presto moreeee!!!
Ti lovvo tantissimo!!!!
CAPITOLO 66
Il dolore di Alice
Pov Alice
Era già passata un’oretta da quando ci eravamo
sistemati
giù in salone. Io avevo subito iniziato a ritrarre il
paesaggio,
mentre Jasper, per un po’, si era limitato a fissarmi, come
se io
fossi stata l’ottava meraviglia del mondo. Riuscivo a
concentrarmi abbastanza su ciò che stavo facendo, ma ogni
tanto
sentivo il suo sguardo perforarmi con forza, quasi volesse scavare nel
profondo della mia anima; inevitabilmente arrossivo, stando
però
attenta a non incrociare i suoi occhi, altrimenti mi ci sarei persa
dentro e addio concentrazione e quindi disegno! Ogni volta che le mie
gote si coloravano di rosso, lo sentivo sorridere, evidentemente
compiaciuto che mi facesse quell’effetto devastante.
Poi, per fortuna del mio traballante sistema nervoso, si era finalmente
deciso a imbracciare la chitarra e aveva iniziato a suonare. Era stato
veramente emozionante… era molto bravo e non avevo potuto
fare a
meno di perdermi nella contemplazione del suo viso concentrato, quasi
in adorazione. Non ero riuscita a trattenermi; e, senza che me ne fossi
resa conto, le mie mani avevano iniziato a tracciare leggere la sua
figura in primo piano, fino a delinearla sempre più
nettamente.
Eravamo rimasti in un silenzio sereno e rilassante per tutto il tempo,
e mi era sembrata la cosa più naturale di questo mondo, come
se,
proferendo anche solo una parola, avessimo potuto rovinare quel magico
e idilliaco momento.
Ora avevo finito il mio disegno, che era venuto abbastanza bene; mi
sentivo vagamente soddisfatta e avevo chiuso il blocco, sistemandomi
con le gambe strette al corpo, in posizione rannicchiata sulla
poltrona, per godermi ancora meglio lo spettacolo del mio
ragazzo
che suonava.
A ripensarci, ancora non mi sembrava possibile… eppure lui
era mio! Ed io mi ero donata a lui, incondizionatamente.
Fare l’amore con lui era stata un’esperienza
sublime, e non
vedevo l’ora di trovarmi di nuovo nuda tra le sue braccia,
per
perdermi completamente in quel vortice di sensazioni meravigliose e per
farmi invadere dal piacere che era riuscito a regalarmi così
sapientemente… cavoli! Il mio Jasper era veramente un Dio
del
sesso! Ero talmente persa in quei pensieri poco casti che non mi ero
nemmeno accorta che aveva smesso di suonare, e mi stava fissando
curioso.
-E’ da un po’ che non ti stavo guardando,
piccola… quindi il tuo splendido rossore deve
senz’altro essere dovuto a qualcosa che non sia il mio
sguardo su
di te… potrei sapere a cosa stavi pensando?- mi chiese, con
un
tono malizioso. Oops! Beccata! Dovevo cercare di stare più
attenta, perché Jasper era veramente un osservatore attento,
specialmente se si trattava di me, e mi capiva al volo… dove
era
finita tutta la sua incomprensione nei miei confronti?!
Fino a quando avevamo litigato, tutte le volte mi aveva
frainteso… ora sembrava quasi avessimo stabilito una
profonda
connessione emotiva e io non avevo più scampo…
ero come
un libro aperto per lui! Ma non potevo passare le mie giornate ad
arrossire e imbarazzarmi… non era da me!
-Niente… sarà il calore del camino…-
provai a
mentire, sperando almeno che si sarebbe accontentato di quella
risposta. Scoppiò invece in una sonora risata.
-Ah, ah, ah! Certo, certo… il camino! Diciamo che la prendo
per
buona, altrimenti mi sa che il tuo rossore potrebbe trasformarsi in un
incendio! E comunque, se proprio lo vuoi sapere,
gattina…
anche io non riesco a togliermi dalla testa le meravigliose immagini di
te completamente nuda sotto il mio corpo… e di tutto quello
che
abbiamo condiviso…- mi confessò, roco. Ecco,
appunto! Le
gote mi andarono in fiamme all’istante e lui divenne
improvvisamente serio e gli occhi gli si scurirono.
-Cazzo, Ally! Ma ti rendi conto di quanto sei… bellissima,
stupenda, perfetta… dio! Starei tutto il giorno a baciarti,
mordicchiarti, leccarti, succhiarti… mi ispiri ogni genere
di
pensiero, uno meno casto dell’altro… e ti giuro
che fare
l’amore con te è stata l’esperienza
più bella
della mia vita… tu non hai idea delle sensazioni che
vorticavano
impetuose nel mio corpo e nel mio animo e di tutto l’amore
che ho
cercato di trasmetterti in quel momento…- mi
svelò,
appassionato e fremente di desiderio al pensiero di ciò che
aveva provato. Erano le mie stesse sensazioni. Gli sorrisi,
comunicandoglielo con il mio sguardo.
Jazz appoggiò la chitarra per terra e si
inginocchiò
davanti a me, afferrandomi il viso con entrambe le mani per avvicinarsi
e posare le labbra sulle mie, con irruenza e impeto, mentre la sua
lingua in un attimo si era insinuata calda e morbida nella mia bocca,
alla ricerca della mia.
Non capivo più niente e mentre le nostre lingue si
intrecciavano
furiose ancora una volta, una sua mano era scesa sulla mia schiena per
addossarmi ancora di più vicino a lui, mentre con
l’altra
aveva iniziato ad accarezzarmi un seno, stringendolo fino a farmi
eccitare all’inverosimile.
Ci staccammo ansanti, guardandoci negli occhi… lo vidi
sorridere, leggermente imbarazzato.
-Scusami… è che vicino a te non capisco
più
niente… mi fai impazzire di desiderio… ti
sembrerò
un maniaco, perdonami…- mormorò avvilito, mentre
tornava
a sedersi con la schiena appoggiata alla vetrata. Senza che potessi
impedirmelo, i miei occhi scesero al cavallo dei suoi
pantaloni…
oddio! Era eccitatissimo e il mio bassoventre pulsava dolorosamente.
-Bè se tu sei un maniaco, allora… lo siamo in
due…
perché tutto quello che mi hai confessato, lo provo anche
io,
nella stessa identica maniera…- sussurrai, in completo
imbarazzo…
Volevo superare questa novità della timidezza…
volevo
essere completamente sincera con lui e soprattutto volevo instaurare un
rapporto basato sulla fiducia e sulla condivisione: poter parlare con
il mio ragazzo di qualsiasi cosa senza vergogna alcuna, senza nessun
tentennamento e potergli confessare tutto ciò che mi passava
per
la testa, senza la paura di essere mal giudicata… e sentivo
che
tutto questo con Jasper sarebbe potuto tranquillamente accadere.
-Sono felice, amore… ma vorrei fare una cosa… tu
mi hai
sentito suonare, ed io ora vorrei vedere cosa le tue belle manine sono
state in grado di riprodurre su quel foglio- affermò,
allungando
la mano per prendere il blocco appoggiato sul bracciolo della poltrona.
Stranamente fui molto più veloce di Jazz e lo afferrai al
volo,
alzandomi in piedi e allontanandomi da lui.
Ecco, tutti i miei buoni propositi di condividere ogni cosa, con quel
semplice gesto erano andati a farsi benedire… non volevo che
vedesse che il soggetto era cambiato: non c’era solo il
paesaggio
innevato su quel foglio… lui era in primo piano,
più
bello che mai! Avevo paura di farglielo vedere: mi sembrava di mettere
un po’ troppo a nudo la mia anima… come se
guardando
ciò che aveva partorito la mia mente (totalmente assuefatta
da
lui), potesse capire fino a che punto fossi ossessionata dalla sua
persona… e di questo me ne vergognavo tanto… era
troppo
presto! Ok ero una maniaca, l’avevo ammesso anche con lui; ma
non
volevo che mi ritenesse una pazza maniaca!!
-No! Ti prego! Non ancora… un’altra volta, magari-
lo
pregai, sperando che mi assecondasse. Mi sorrise, alzandosi anche lui e
scuotendo la testa… sembrava docile, ma in realtà
il suo
sguardo era acceso da una fiera e lucida determinazione. Cavoli! Non si
sarebbe arreso.
-Ally, non fare la bambina capricciosa e dammi subito
quell’album
da disegno. Non si usano due pesi e due misure, sai? Io ti ho rivelato
una parte molto nascosta di me, mentre suonavo… e ora
pretendo
lo stesso da parte tua- dichiarò, deciso, ma sempre con il
sorriso sulle labbra. Io intanto indietreggiavo e lui lentamente si
avvicinava. Strinsi ancora più al petto il mio blocco da
disegno
con entrambe le braccia, mentre continuavo a scuotere la testa, in
segno di diniego.
-Amore mio… non costringermi a prenderlo con la
forza…-
mi sussurrò soave. Sgranai gli occhi… la sua voce
bassa e
roca mi aveva causato un fremito di desiderio.
-No… mi vergogno… e poi non oseresti mai!-
esclamai
sicura. Il suo sorriso si trasformò in un ghigno divertito.
-Tu dici? E… ne sei proprio sicura?- mi sfidò,
inarcando
le sopracciglia e avvicinandosi ancora un po’. Io feci ancora
un
passo indietro.
-C-certo! Non mi faresti mai sforzare la caviglia per costringermi a
scappare- cercai di impietosirlo. Il suo ghigno si allargò.
-La tua caviglia mi sembra proprio che stia meglio… e se non
vuoi sforzarla basta che non ti ribelli. Facciamo
così…
iniziamo un nuovo gioco- mi propose. Un gioco? Ero proprio curiosa.
-Del tipo?- domandai, mentre aumentavo la distanza fra i nostri corpi,
frapponendo tra noi almeno lo spazio del divano. Se non altro, se fosse
andato da una parte, sarei scappata dall’altra e viceversa:
dovevo tenermi sempre una via di fuga… questa tattica
l’avevo imparata a mie spese, avendo dovuto subire le
simpatiche
angherie di due fratelli maggiori idioti e dementi!
E Jazz non avrebbe ottenuto tanto facilmente ciò che
anelava.
Ormai era una questione di supremazia! Non poteva sottomettermi sempre
al suo volere. Cavoli! Io ero Mary Alice Cullen! Ero io che avevo
sempre dettato le regole in un rapporto!
-Oh, il gioco è molto semplice! Io ordino… e tu
esegui! E
in questo momento ti ordino di darmi quel blocco- dichiarò
risoluto. Scoppiai a ridere. Oddio, non aveva davvero capito chi si
trovava di fronte!
-Tu sei pazzo! Io non prendo ordini da nessuno e non sarai certo
tu…- esordii divertita; ma non potei nemmeno
finire la
frase che Jasper era già scattato in avanti e con un balzo
felino aveva scavalcato il divano e ora le sue mani stringevano i miei
fianchi in una morsa ferrea che non mi avrebbe più permesso
di
scappare, mentre io non ero riuscita a muovere nemmeno un muscolo per
la sorpresa.
-Tu… sei un brutto imbroglione!- lo rimproverai. E io che
pensavo di essermi messa al sicuro e di avere pronta una via di fuga.
Oh povera me!
-Ora come la mettiamo, gattina? Hai capito chi comanda?-
soffiò
al mio orecchio, facendomi rabbrividire. Cosa pensava di fare? Credeva
davvero che con due moine avrei ceduto così facilmente?
-No, perché non cederò ai tuoi biechi ricatti! E
ricordati che me lo puoi anche strappare con la forza, ma io non te lo
perdonerò mai- ribadii, sicura.
-Non farei mai nulla di simile!- si indignò per la mia vile
supposizione; -Non ci sarà bisogno di
strappartelo… sarai
tu stessa a lasciarlo andare, di tua spontanea
volontà…-
sussurrò con una voce pericolosamente melliflua, mentre con
le
mani stava scendendo verso le natiche per accarezzarmele sensualmente.
Un gemito mi scappò dalla bocca, quando le strinse con forza.
-Sei ancora sicura di non volermi far vedere quello che hai disegnato?-
mi domandò, mentre aveva iniziato a baciarmi e leccarmi il
collo. Maledizione! Perché diavolo doveva essere
così
sensuale?!
Una mano intanto si era insinuata sotto la mia maglia e risaliva
inesorabile verso un seno. Il suo dito indice tracciò il
contorno superiore del mio reggiseno e poi si intrufolò,
andando
a stuzzicare sapientemente il capezzolo. Di riflesso abbassai le
braccia con il blocco e lo lasciai cadere sul divano per allacciargli
le mani dietro il collo e perdermi in quel piacere che mi stava
donando. In un gesto fulmineo Jasper si staccò da me e
afferrò l’album, per poi correre
dall’altra parte
del salone, trionfante e vittorioso. Brutto… brutto
impertinente! Imbroglione! Sleale!
-Ehi! Non sei stato corretto, mi hai distratta!- mi lamentai,
imbronciata e frustrata, incrociando le braccia al petto.
-In amore e in guerra tutto è lecito! E ricordati che
comunque
questa me la paghi!- mi rispose con un lampo di scaltrezza. Ok, mi ero
persa. Cosa avrei dovuto pagargli io?!
-Sì, non fare quel faccino perplesso, micetta! Se tu mi
avessi
dato subito questo benedetto album, non avrei dovuto interrompermi
proprio sul più bello, e il mio amichetto, qua sotto, ora
non
starebbe protestando, lanciandomi maledizioni!- mi spiegò
sornione. Ma… ma… era proprio pazzo!
Cioè…
lui mi aveva provocato, eccitando i miei sensi… lui mi aveva
lasciato così, di punto in bianco e
insoddisfatta… e alla
fine la colpa era pure mia?! Bè, questa poi…
-Tu, Jasper Swan, non sei normale! Lasciatelo pure dire, mio caro!
Perché pensi che io sia contenta che tu ti sia interrotto
così?- gli domandai, mentre sorridevo per
l’assurdità della situazione. Pian piano si
avvicinò in un movimento che lo rendeva simile ad un felino,
con
una grazia elegante e sinuosa, e con uno sguardo talmente colmo di
dolce rammarico e sconfinata adorazione che mi lasciò
incapace
di qualsiasi reazione stizzita. Ero ammutolita, estasiata dalla
delicata e struggente bellezza di quell’angelo biondo che mi
aveva conquistato cuore, mente e anima…
-Dai amore, ora fai la brava e sediamoci qui sul divano insieme; mi
farebbe piacere guardarlo con te al mio fianco, ok?- mi propose, e
intanto afferrò la mia mano e mi trascinò sul
divano,
facendomi sedere in braccio a lui. Inerte, mi abbandonai alla sua
volontà, mentre percepivo il ritmo del mio cuore accelerare;
in
realtà mi sentivo ansiosa, quasi impaziente di conoscere le
sue
reazioni di fronte al suo ritratto. Gli sarebbe piaciuto? Era un
disegno troppo infantile? Gli sarei sembrata ridicola?
Un’ennesima volta mi lasciò basita la sua
incredibile
capacità di leggere in profondità il mio animo;
la mia
reazione di rifiuto di poco prima era stata irrazionale, istintiva e
superficiale… ma dentro di me non vedevo l’ora che
lui
entrasse, il più possibile, a far parte di tutto il mio
mondo…conoscendo la vera Alice anche attraverso i miei
disegni.
Praticamente in apnea per l’apprensione, lo osservai aprire
il
blocco andando direttamente all’ultima pagina disegnata e lo
vidi
spalancare gli occhi per lo stupore.
-T-ti… piace?- gli sussurrai, imbarazzata.
-Ally, ma… sei bravissima! Il tuo è un vero e
proprio
talento! Mi hai reso così… non so! Ma…
ma…
tu mi vedi davvero così… bello?! Sono veramente
senza
parole…- si entusiasmò, dandomi un bacio sulla
punta del
naso. La tensione accumulata prima di ascoltare il suo giudizio si
sciolse in un secondo e io mi ritrovai intraprendente e spiritosa. Che
gioia! A Jay piaceva il mio disegno!
-Certo che sei bello! La tua è una bellezza speciale, un
connubio perfetto tra corpo e anima! Grazie comunque, per le tue
parole… sai, disegnare è… è
una cosa che mi
viene naturale… come respirare. Io vedo un soggetto con i
miei
occhi o con la mia mente, e la mia mano inizia a muoversi e a ricreare
tutto nei minimi particolari…- cercai di fargli capire. Era
sempre stato così per me, spontaneo e immediato. Lo sentii
accarezzarmi i capelli, mentre continuava ad ammirare il disegno,
estasiato.
-Posso?- mi chiese, facendo cenno agli altri disegni del mio album.
Scoppiai di nuovo a ridere.
-Ora mi chiedi il permesso?- domandai incredula.
-Bè, per questo disegno è diverso…
l’hai
fatto con me presente… ma gli altri no. Potrebbero essere
troppo
personali per mostrarli a me, e io non voglio invadere la tua privacy
prima abbiamo un po’ giocato, ma ora sono serio, credimi- mi
spiegò, accigliato e dispiaciuto che io potessi pensare una
simile bassezza di lui. Sorrisi per rasserenarlo: altro che la privacy!
Lui aveva invaso la mia anima, senza più via di scampo!
-Ormai tutto ciò che mi riguarda, fa parte anche di
te…
quindi sì, puoi guardare anche gli altri
disegni…- gli
spiegai, dandogli il permesso.
Con un’occhiata pregna di un muto ringraziamento,
iniziò a
sfogliare lentamente i disegni, e vedevo il suo sguardo farsi sempre
più meravigliato. Avevo ritratto parecchi soggetti, ma lui
si
soffermò su uno in particolare, che naturalmente
mi stava
molto a cuore.
-Questo è… è tuo…- lo
interruppi con una
mano sulla sua, annuendo: lo vedevo in difficoltà. Un nodo
alla
gola ridusse anche me al silenzio per un po’.
-Sì, lui è… mio padre… ho
realizzato il suo
ritratto prendendo spunto da una sua vecchia foto…- gli
confessai, mentre gli occhi iniziavano a farsi pungenti.
-Dio! E’ la fotocopia di Edward…- notò
Jazz.
-Sì, tra noi fratelli Edward è quello che gli
somiglia di più… anche caratterialmente- gli
rivelai.
-Ehi, cucciola… scusa… non volevo farti piangere-
si
mortificò, cercando di asciugare le gocce salate che
continuavano a cadermi dagli occhi. Non me ne ero nemmeno
accorta… ma ora non riuscivo a smettere: la sua immagine
ritornò nitida nella mente e nel cuore e mi lasciai affogare
nella marea di emozioni che il suo ricordo mi aveva provocato. Oddio!
Mi mancava terribilmente… era un papà fantastico
ed era
ingiusto che fosse morto in quel modo orribile, mentre cercava di dare
aiuto a chi ne aveva bisogno e poi… era troppo giovane!
Inevitabilmente ripensai a quella maledetta sera…
-Sai… la sera in cui è mancato… io me
lo sentivo,
Jay! Noi stavamo ritornando a casa dopo una cena importante…
avevamo festeggiato l’anniversario di mamma e
papà…
diciotto anni di matrimonio. Sulla superstrada ci fermammo
improvvisamente in coda… appena fuori della galleria. Era da
poco successo un incedente e sembrava ci fossero diversi feriti, anche
gravi. Senza nessun tentennamento mio padre volle andare ad aiutare,
per prestare i primissimi soccorsi… ovviamente dopo averci
ordinato di non scendere dall’auto. Improvvisamente una
tremenda
sensazione di vuoto si impadronì di me… avevo il
sentore
che qualcosa di orribile sarebbe successo, così
l’avevo
pregato di non scendere dall’auto… Mi ero persino
messa a
piangere e a strillare, tanto che mio padre mi aveva sgridata, dopo
aver tentato inutilmente di calmarmi. Poi scese dall’auto e
si
incamminò verso la galleria… quella…
fu
l’ultima volta… che lo vedemmo… non ci
permisero
nemmeno di piangere sul suo corpo perché non era rimasto
nemmeno
il corpo integro…- mormorai, con la voce spezzata dal
pianto.
Quei ricordi erano ancora talmente vividi in me, che mi sembrava fosse
appena successo!
Jasper mi accarezzò, stringendomi forte tra le sue calde
braccia, cercando di calmarmi. Tentai di farmi forza perché
volevo che sapesse tutto di me, e quella era la parte più
dolorosa della mia vita, ma si trattava pur sempre di una parte molto
importante… e volevo che la conoscesse. Riuscendo a
tamponare i
singulti, ripresi a raccontare.
-Dopo qualche minuto che era entrato nella galleria… una
dannata
auto coinvolta nell’incidente… e che aveva perso
molto
carburante, bè… purtroppo attraverso una
scintilla del
motore, innescò un incendio… nessuno ebbe nemmeno
il
tempo di mettersi in salvo, perché un tremendo boato
rimbombò nelle orecchie di tutti noi e… tutto
esplose… ricordo ancora le urla strazianti delle persone
intorno
a noi… ma soprattutto quelle di mia madre… Tutti
noi
portiamo ancora addosso i segni di quella maledetta sera…
nell’animo intendo… Sai? Io…
io mi sono
sempre sentita in colpa… quante notti ho passato a piangere
e a
chiedermi perché non avessi insistito di più con
mio
padre… forse sarei riuscita a convincerlo a non scendere
dall’auto, a restare con noi…- mi accusai con uno
strazio
immenso nel cuore.
La sua mano grande, caldo rifugio delle mie lacrime amare,
scivolò sulla guancia, trasformandosi in una lieve carezza;
interruppe la mia narrazione in quel modo, voltandomi il viso verso di
lui, verso i suoi fantastici zaffiri, scintillanti d’amore.
-Angelo mio… nessuno di voi sarebbe riuscito a
convincerlo… tantomeno tu, che eri solo una
ragazzina…
per quel poco che ho saputo su di lui, tuo padre era un uomo generoso e
leale, un medico altruista e meraviglioso! Credi davvero che non
avrebbe fatto di tutto, per poter aiutare chiunque era rimasto
coinvolto in quel tragico incidente?- mi chiese, cercando di farmi
riflettere sulle mie irruenti parole. Aveva ragione, lo sapevo. I suoi
erano gli stessi identici ragionamenti che mia mamma mi aveva ripetuto
costantemente, per cercare di lenire i miei profondi sensi di
colpa…
-Sai? Emmett, a causa di questo… ha perso un anno
scolastico… si è ritirato dal liceo e ha cercato
di
sostenere in tutti i modi mia madre, terribilmente preoccupata per
Edward… vedi, il mio fratellone non ha potuto nemmeno
piangere
in santa pace e come avrebbe voluto la scomparsa di papà,
perché Edward, subito dopo, ha iniziato a infilarsi in un
casino
dietro l’altro. Ha fatto passare l’inferno a tutti
quanti
noi… ma, per fortuna, alla fin fine si è ripreso
anche
lui, mettendo fine al suo comportamento
autodistruttivo…
ha capito che non era colpa di mio padre se era morto in
quell’incidente e ci aveva lasciati…- gli spiegai,
in
tutta sincerità. Avevo capito il ragionamento di mio
fratello e
tutti noi lo avevamo perdonato… ma in fondo al cuore, ancora
lo
ritenevo responsabile per quell’anno tremendo che ci aveva
fatto
passare, acuendo il dolore della perdita.
-Perché mai Edward era arrabbiato con tuo padre?- mi chiese,
confuso, il mio Jazz.
-Vedi… lui era molto attaccato a papà e lo
adorava.
E’ stata particolarmente dura per lui… si
è
lasciato sprofondare nel baratro della disperazione… ha
iniziato
a incolpare mio padre della sua stessa scomparsa… ce
l’aveva a morte con lui e aveva strappato addirittura tutte
le
foto in cui erano insieme felici… mamma è
riuscita a
salvare le altre in cui siamo tutti assieme, solo perché le
aveva nascoste… dalla furia demolitrice di mio
fratello…-
alzai lo sguardo e osservai l’espressione perplessa ancora
sul
suo volto; tentai di essere più chiara, ma il vortice delle
emozioni e dei ricordi non mi aiutava ad essere molto lucida.
-Bè, vedi… Edward aveva incolpato nostro padre
perché quella sera non era rimasto in auto con noi, a
proteggere
noi, la sua famiglia… ma si era immolato per degli
sconosciuti,
dei perfetti estranei… e questo fatto lo mandava in
bestia… Edward ti ha già raccontato tutto quello
che ha
combinato in quell’anno incasinato che invece lui
eufemisticamente definisce “sabbatico” vero?- gli
domandai,
inarcando un sopracciglio. Jasper annuì, attento.
-Ma lui non mi ha mai rivelato il reale motivo di quel suo
comportamento, e non me la sono sentita di forzarlo ad
aprirsi…-
mi sussurrò.
-Bè, ora lo sai… pensa che mia madre ne porta
alcune
conseguenze perfino adesso… prende ancora degli ansiolitici
per
riuscire a dormire senza incubi la notte… spero che con
Charlie,
piano piano, le cose si sistemino anche per lei… infatti
proprio
per questo non abbiamo trovato nulla da obiettare al loro matrimonio e
al nostro trasferimento: era da tanto tempo che non la vedevamo
così felice e serena! E la mia mammina se lo merita
più
di chiunque altro!- finii la mia storia con questa nota di speranza.
-Grazie amore…- mi sussurrò con un filo di voce,
stupendomi. Ma… ma… perché mi stava
ringraziando?!
Il mio sguardo smarrito gli fece sollevare le labbra in un sorriso
tenero e comprensivo, costringendolo ad un’ulteriore
spiegazione.
-Grazie di esserti aperta in modo così sincero e totale con
me… non sai quanto significhi per me tutto questo! Ti amo
infinitamente!- mi assicurò. Senza pensare a nulla, di
schianto,
gli gettai le braccia al collo e lo strinsi forte a me. Oddio, ma
quanto adoravo il mio angelo?
-Anch’io ti amo tanto, Jay!- gli risposi, felice di averlo
messo
a conoscenza della parte più oscura e dolorosa della mia
vita…
Certo anche la storia di Josh e Victoria era stata una prova dura da
superare; ma, a confronto di quello che avevamo passato
nell’anno
successivo alla morte di mio padre, era niente… poi ora che
ero
felice con Jazz, era diventata solo uno sfocato e lontano
ricordo…
La vicinanza, il calore, l’amore che Jazz nutriva per me,
stavano
risanando la ferita lasciata da Josh e Victoria… e ormai mi
parevano avvenimenti talmente distanti e poco importanti, che mi
sembravano appartenere addirittura ad un’altra vita.
Restammo in silenzio, abbracciati, per non so quanto tempo, fin quando
ci accorgemmo che fuori erano calate le ombre della sera e il paesaggio
era immerso nell’oscurità più completa.
-Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosina? Te la senti, cucciola ?-
domandò in un sussurro lieve ma penetrante, che mi fece
rabbrividire.
-Mmm… ora che ci penso, ho una gran fame!- gli confessai,
mentre
il mio stomaco, si fece sentire con un gorgoglio imbarazzante. Jasper
rise sereno e in un movimento fluido e senza sforzo, si alzò
con
me in braccio e si avviò in cucina, accendendo un
po’ di
luci al nostro passaggio. Mi aveva appena appoggiata su uno degli
sgabelli della penisola, quando improvvisamente le luci si spensero e
le tenebre più totali ci avvolsero.
-Oh, merda! Accidenti! Deve essere mancata la luce, per via della
tempesta di neve. Prima ho notato che si stava rafforzando, ma speravo
che il peggio fosse già passato- esclamò, mentre
lo
sentivo muoversi e trafficare con qualcosa.
Un accendino si illuminò e lo vidi rovistare con una foga
curiosa in un cassetto. Dopo qualche secondo accese due candele che
sistemò sul bancone della cucina.
-Ecco fatto! Ora mia dolce donzella, potrebbe dirmi cosa gradirebbe
mangiare?- mi chiese, con tono scherzoso.
-Qualunque cosa andrà bene, Jazz. Ho visto che ci sono
parecchi
avanzi della colazione di stamattina…
c’è il gas
per riscaldarli?- gli domandai. Provò ad accendere un
fornello e
per fortuna constatammo che il gas era funzionante.
-Bene, allora metto a riscaldare qualcosa e poi ceneremo a lume di
candela… meglio di così!- mormorò,
dandomi di
nuovo un bacio sulla punta del naso. Mi piaceva immensamente quel
gesto, mi sembrava esprimesse in modo privato ed esclusivo tutto
l’affetto e l’amore che provava per me.
-Io intanto preparo il tavolo- mi offrii; stranamente non ebbe nulla da
obiettare. Eravamo affaccendati, mentre parlavamo del più e
del
meno. Era così piacevole e intimo che sospirai felice.
Ovviamente il mio gesto non gli sfuggì.
-Che c’è, tesoro?- si preoccupò
all’istante.
-Niente… è che… sto così
bene! Mi sento
così felice e appagata che non mi sembra vero…-
gli
confessai con un filo di rossore quel pensiero così
infantile.
Volevo che sapesse quanto mi rendeva euforica la sua presenza accanto a
me. Mi venne ad abbracciare di slancio.
-D’ora in poi sarà sempre così, te lo
giuro,
piccola mia… ho intenzione di coccolarti,
viziarti,
vezzeggiarti per tutto il tempo che posso… e vedrai
stasera… sarà stupendo…-
mormorò, poi di
colpo si irrigidì; -Oh no, cazzo! Il mio bel programma
è
andato a farsi fottere… senza elettricità non
possiamo
proprio…- si rabbuiò improvvisamente.
-Non fa niente, Jay, qualunque cosa fosse… per me
l’importante è stare con te, abbracciata a
te…-
cercai di rassicurarlo.
-Eh no, dannazione! Per una volta che abbiamo la casa tutta per noi,
volevo farti godere appieno dei comfort di cui è dotata!
Volevo
farti sentire una principessa!- esclamò, ancora incavolato
nero
con il black-out. -Bisognerà far installare un gruppo
elettrogeno…- bofonchiò tra se e se.
-Jay… stammi a sentire bene… non mi importa se
siamo in
una reggia o sotto un ponte, non mi importa se siamo fuori nella
tormenta o in una splendida casa al caldo! Non mi importa se possiamo
beneficiare di un lauto pranzo, o se abbiamo solo un tozzo di
pane… l’unica cosa di cui veramente mi importa sei
tu! E
poter stare con te- dichiarai, decisa. Era vero! E, in quel momento,
essere tra le sue braccia rappresentava per me la cosa più
fantastica e meravigliosa che potesse accadermi!
-Sei fantastica… te l’ho mai detto? E ti amo
più
della mia vita!- mormorò sulle mie labbra, mentre ci
perdevamo
in un bacio intenso ma dolce, che non aveva niente a che fare con
l’irruenza dei precedenti, ma era impregnato
dell’amore che
provavamo uno per l’altra.
Ci staccammo felici e ci sedemmo pronti a goderci la nostra romantica
cenetta a lume di candela.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 67
Mi
voltai per
andarmene, ma mi ritrovai improvvisamente di fronte Emmett,
che
mi sbarrava la strada con la sua corporatura massiccia. Alzai gli occhi
per guardarlo in viso e notai il suo sguardo infuriato…
forse
avevo esagerato con gli insulti, ma se voleva litigare, non mi sarei
certo tirata indietro! Suscettibilità e irritazione
continuavano
ad aumentare a vista d’occhio e non mi sarei fatta di certo
mettere i piedi in testa da lui. Aveva proprio sbagliato giornata per
litigare con me!
-Ehi! Dove credi di andare?- mi
urlò; -Tu non mi dai
dello scemo e del ridicolo bambinone, hai capito?! Non me ne frega un
cazzo se ti girano perché hai ciclo… io non sono
Edward
che puoi abbindolare come vuoi solo perché è
innamorato
perso di te!- sibilò a pochi centimetri dalla mia faccia.
-Ehi, ehi calma, voi due!- intervenne mio padre
mettendosi
tra noi, mentre Edward si posizionava davanti a suo fratello e cercava
di calmarlo insieme a Rosalie.
-Non credere di spaventarmi, sai?! Io sono
cresciuta con
Jasper e Jacob, ho imparato a difendermi dai maschi orgogliosi come
te!- gli urlai, ormai in preda alla collera più nera. Per
quale
motivo, poi? Avrei voluto piangere, scappare, urlare… mi
sentivo… tesa, delusa, stizzita da me stessa… e
colma di
una sorta di strisciante inquietudine che mi serpeggiava
nell’animo…
Ecco alcuni
blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Capitolo 68 *** Cap. 67: Un bizzarro battibecco ***
Cap. 67
Buongiorno!
Come state! Io bene, e Sara si sta riprendendo, anche se è
ancora un po' acciaccata!
Vi ringrazia tutte quante per gli auguri di pronta guarigione che le
sono stati fatti e mi ha detto di ricordarvi che vi lovva tantissimo!
Tornando alla nostra famigliola felice, com avete potuto leggere nell'anteprima, in questo capitolo
Bella ed Emmett litigheranno!
Ma cosa ci sarà sotto?! Cosa sarà successo per
portare Bella ad insultare Emmett e lui a reagire in quel modo?
Bè, non vi resta che leggere!
Vi
ricordiamo l'altra nostra fictionSegreti e Inganni
e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara BUONA LETTURA da Manu e
Sara!
CAPITOLO
67
Un
bizzarro battibecco
Pov Bella
Era ormai sera e avevamo appena finito di vedere la finale delle World
Series di baseball. Io, Rosalie e mio padre eravamo eccitatissimi,
perché i nostri amati “Arizona
Diamondbacks” avevano
stracciato gli altezzosi e superbi “New York
Yankees”, per cui tifavano invece i newyorkesi più
sfegatati della nazione, ossia Esme, Emmett ed Edward.
Avevamo trascorso un magnifico pomeriggio goliardico e divertente,
attivi e impegnati nel torneo “maschi contro
femmine”; e
ovviamente… noi donne avevamo vinto alla stragrande!
Naturalmente i due fratelli Cullen, imbronciati e chiusi in un evidente
atteggiamento di offesa dignità virile, non avevano
accettato
sportivamente la sconfitta, osando persino denigrare la nostra meritata
vittoria! Quei due spocchiosi continuavano a sostenere che noi donne ci
eravamo comportate in modo sleale e subdolo, perché avevamo
utilizzato le nostre sottili arti seduttive con l’unico
intento
di distrarli infidamente dal gioco. Erano veramente offesi, e avevano
entrambi manifestato il loro oltraggio in un malumore stizzito,
mantenendo un cipiglio torvo che in verità risultava essere
solo
grottesco. Che bambinoni!
Rosalie, dal canto suo, continuava a canzonarli divertita, dimostrando
loro come non fosse colpa del genere femminile di casa Swan se la
natura maschile si lasciava distrarre un po’ troppo
facilmente… e questo, per il semplice motivo che il sesso
corredato dal cromosoma Y non era sempre in grado di usare il cervello
per ragionare… ma solo un’altra parte del corpo,
posta
“a sud dell’equatore”!
Esme e papà, seduti abbracciati un po’ appartati
sul
divano, sghignazzavano per i nostri continui battibecchi scherzosi, e
in casa regnavano un’allegria e una serenità
incredibili,
frutto dell’armonia e dell’affiatamento che si era
creato
tra noi tutti nel volgere di brevissimo tempo. Ogni tanto mi fermavo a
riflettere su quanto fosse cambiata la vita di tutti noi in poche
settimane… e mi augurai che la nostra felicità
divenisse
completa… Ah, se finalmente anche Alice e Jasper avessero
chiarito tutto! Chissà come stavano andando le cose tra quei
due
testoni orgogliosi…
Finita la sfida alla Wii, verso le sette i ragazzi e
papà
avevano poi preparato la cena e tutti gli stuzzichini/schifezze che
avremmo dovuto mangiare durante la partita; nel frattempo noi donzelle
ce n’eravamo rimaste stravaccate sul divano a goderci i
commenti
e le interviste del prepartita. Alla fin fine l’amorevole
bontà di Esme aveva comunque prevalso, permettendo a tutti
di
smangiucchiare sul divano, nonostante le numerose pause tra un inning e
l’altro.
Io, dopo aver sforzato i miei poveri muscoli nelle innumerevoli partite
alla Wii, malauguratamente ero ancora più provata e
dolorante
del mattino. Così, in modo molto premuroso e attento, Esme
mi
aveva somministrato un leggero antidolorifico e dopo poco le fitte
avevano iniziato a scemare, permettendo di godere anche a me
della partita dei mitici Diamonds. Avevo esultato per ogni punto che i
nostri eroi erano riusciti a rifilare a quelle pappemolli, e avevo
saltellato intorno al divano per deridere i nostri avversari, che si
erano dimostrati per una volta delle schiappe mostruose! Ah, che
soddisfazione umiliarli proprio in finale!
In questo momento, Edward ed Emmett stavano animatamente discutendo con
mio padre per un arrivo a casa base giudicato salvo
dall’arbitro,
che invece secondo loro era out di due metri. Ahhh uomini!
Perché non riescono mai ad ammettere la sconfitta con
signorile
dignità? Possibile che se la loro squadra perde è
sempre
colpa degli altri che non sono stati onesti o corretti nel gioco?
Come se poi un punto avesse potuto cambiare le sorti della loro
disastrosa partita! Avevamo vinto 14 a 8! Accidenti a loro, li avevamo
surclassati!
Mi stavo innervosendo sempre di più, tanto che il vocione
tonante di Emmett, mi procurava sempre più fastidio. Decisi
di
mettere fine alla discussione, altrimenti sarei impazzita
dall’emicrania.
-E’ inutile che continuate a lamentarvi, debosciati! Era ora
passata che gli Yankees le prendessero! Sono un branco di grassoni,
boriosi, ipernutriti e iperpagati!- li provocai io, intromettendomi;
-Avete perso, e ora non rompete più fino al prossimo anno!
Sempre che riusciate ad arrivarci in finale!- continuai, rivolgendomi
ormai solo ad Emmett, che aveva il volto sempre più
adombrato e
crucciato. No, no! Non era proprio capace a perdere!
Alle mie veementi parole, mio padre scoppiò in
un’allegra
e sonora risata. Edward, invece, era chiaramente combattuto: poverino,
si vedeva lontano un miglio che aveva una voglia matta di replicare
alla sottoscritta, ma non osava… probabilmente ritenendo di
farmi arrabbiare ancora di più di quello che già
sembravo… e aveva ragione! L’avevo anche avvertito
che in
quei giorni ero nervosetta, quindi era meglio se mi lasciava perdere.
Emmett invece non si risparmiò.
-E basta! Gli Yankees non sono boriosi o iperpagati!! E non sono
nemmeno grassi!- controbattè, ormai arrampicandosi sugli
specchi. Inarcai un sopracciglio, chiaramente scettica per la sua
replica non molto lucida; nel frattempo mio papà se la
rideva
ancora più forte.
-Ah, sì? Non mi credi? Dai, allora! Dimostrami che hai
ragione… dimmene uno di ciccione…- mi
sfidò
Emmett. Ma mi prendeva pure per scema? Pensava davvero che non fossi in
grado di tirargli fuori nemmeno un nome di quegli odiosi e spocchiosi
giocatori da lui tanto idolatrati?!
-C.C. Sabatia per esempio… giusto per farne uno…-
gli
risposi con un mezzo sorriso mefistofelico, certa del mio esempio
vincente. Sgranò leggermente gli occhi, mentre Edward ormai
sorrideva... lui aveva capito che ero nettamente dalla parte della
ragione!
-Che ballista, che sei, Bells! C.C. non è grasso!
E’
solo… un po’ robusto e muscoloso!-
dichiarò,
convinto della sua ridicola affermazione. Mio padre ed Edward
scoppiarono a ridere di colpo; io invece, anziché farmi
prendere
dall’ilarità come loro e terminare lì
quella
ridicola conversazione (che oltretutto mi stava rovinando una bella
giornata), mi innervosii più di prima. Uffa!! Lo sapevo che
non
avrei dovuto lasciarmi trascinare in discussioni sportive!
-Emmett… ma sei scemo?! Cerca di usare quel cervellino che
hai,
per ragionare! Tu… sei robusto e muscoloso! Sabatia,
è un
ciccione peggio di Homer Simpson! Sotto tutto quello strato di grasso
che si ritrova, non troverebbe un muscolo nemmeno se lo cercasse con la
lente di ingrandimento! Comunque non mi interessa niente…
sei un
bambinone assurdo e ridicolo, non sai perdere e basta!- esclamai, ormai
in preda ad una concitata irrequietezza, e lasciando tutti basiti. Mi
voltai per andarmene, ma mi ritrovai improvvisamente di
fronte
Emmett, che mi sbarrava la strada con la sua corporatura massiccia.
Alzai gli occhi per guardarlo in viso e notai il suo sguardo
infuriato… forse avevo esagerato con gli insulti, ma se
voleva
litigare, non mi sarei certo tirata indietro! Suscettibilità
e
irritazione continuavano ad aumentare a vista d’occhio e non
mi
sarei fatta di certo mettere i piedi in testa da lui. Aveva proprio
sbagliato giornata per litigare con me!
-Ehi! Dove credi di andare?- mi urlò; -Tu non mi dai dello
scemo
e del ridicolo bambinone, hai capito?! Non me ne frega un cazzo se ti
girano perché hai ciclo… io non sono Edward che
puoi
abbindolare come vuoi solo perché è innamorato
perso di
te!- sibilò a pochi centimetri dalla mia faccia.
-Ehi, ehi calma, voi due!- intervenne mio padre mettendosi tra noi,
mentre Edward si posizionava davanti a suo fratello e cercava di
calmarlo insieme a Rosalie.
-Non credere di spaventarmi, sai?! Io sono cresciuta con Jasper e
Jacob, ho imparato a difendermi dai maschi orgogliosi come te!- gli
urlai, ormai in preda alla collera più nera. Per quale
motivo,
poi? Avrei voluto piangere, scappare, urlare… mi
sentivo…
tesa, delusa, stizzita da me stessa… e colma di una sorta di
strisciante inquietudine che mi serpeggiava
nell’animo…
-Bella, ora basta!- mi rimproverò mio padre.
-Anche tu, Emmett! Finiscila!- intervenne Esme.
-Eh no! Troppo facile così! Dai su, Emmett!
Forza… sputa
tutto quello che hai da dirmi! Abbiamo passato uno stupendo pomeriggio
e una bella serata… e l’unica cosa che
è stata in
grado di rovinarmi la giornata, sei stato tu, con i tuoi continui
lamenti da bambino insoddisfatto per aver perso prima il torneo Wii e
poi la finale di baseball! Possibile che conti di più
vincere,
piuttosto che divertirti insieme a noi?!- aggiunsi furiosa come non mi
sentivo da tempo. Tutta la frustrazione trattenuta sapientemente a bada
in tutti quei giorni di continui litigi e tensioni, ormai scorreva
nelle mie vene come fiele… e mi sentivo di dover sputare
fuori
tutto quel veleno che mi corrodeva il cuore, se non volevo soffocare.
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi, come sempre quando ero arrabbiata:
le emozioni negative e i miei occhi erano legati a doppio filo!
Edward mi si avvicinò immediatamente per cercare di
calmarmi, ma
lo scostai bruscamente… non avevo bisogno di un abbraccio,
maledizione! In quel momento volevo solo sfogarmi… e poi mi
dava
fastidio pure lui, col suo atteggiamento sempre da signorino perfettino!
Anche Emmett scostò Rose e si riavvicinò; ma
Edward si frappose immediatamente tra noi, forse pensando al peggio.
-E togliti Ed! Non la toccherei mai, nemmeno con un dito! E
sinceramente mi offende che tu lo possa anche solo pensare!- lo
rimproverò. Poi di scatto mi afferrò la
mano. -Ora
signorina Swan, tu ed io, ce ne andiamo di là a fare un
discorsetto privato! D’accordo, sorellina?- e senza darmi
nemmeno
il tempo di rispondere o di controbattere mi trascinò in
cucina.
Mi sentivo in imbarazzo per l’improvvisa svolta della
conversazione… ero sorpresa per i modi affabili di Emmett e
la
mia immensa voglia di litigare era scomparsa tanto repentinamente come
era arrivata. Ma che diavolo mi era passato per la testa, poco prima?
Litigare con Emmett?!
Nonostante i suoi continui scherzi, era un ragazzo dolcissimo e gli
volevo un mondo di bene! Sentii il dovere di scusarmi immediatamente
appena varcammo la soglia della cucina. Ma prima che potessi anche solo
dire una parola, mi sentii afferrare per i fianchi; e senza capire in
che modo, mi ritrovai seduta sulla penisola della cucina con Emmett che
mi scrutava attento e serio.
-Scusami Emmett… non pensavo veramente quello che mi
è
uscito di bocca… non ti considero né scemo,
né
tantomeno ridicolo… perdonami…- mormorai
sinceramente
pentita dal mio infantile atteggiamento; poi abbassai il viso
in
completo imbarazzo.
-Non ti ho trascinata qui per le scuse… anche io ho
esagerato…- sussurrò, alzandomi il viso
dolcemente. Ma
allora… perché? Che voleva da me?
-Tu ora mi dici che diavolo ti succede, ok? Non è da te
scattare
in quella maniera inviperita… cerchi sempre di pesare le
parole
e non penso che i miei lamenti bambineschi o i tuoi ormoni in ballo
possano aver avuto tutto questo peso nella discussione di
prima…
cos’hai realmente, Bella? C’entra per
caso… mio
fratello?- affermò, sorprendendomi e non poco. Era tutto il
pomeriggio che mi ronzavano in testa certe idee… e
nonostante
avessi cercato di non pensarci troppo e di divertirmi insieme agli
altri, purtroppo non ero riuscita a impedire alla mia proverbiale
insicurezza di prendere il sopravvento. Abbassai nuovamente il capo, a
disagio. Possibile che Emmett avesse letto e compreso il mio disagio?
Possibile che si fosse accorto che qualcosa non andava nel mio animo?
Qualcosa di cui nemmeno io ero completamente conscia fino a quel
momento?
-Ok… c’entra mio fratello… Cosa ti
turba,
sorellina?- mi chiese, con una voce dolcissima. Arrossii, solo al
pensiero di parlare con lui di certi argomenti…
-Senti, Bella… capisco se non ne vuoi parlare… ma
ci
terrei che tu capissi che con me puoi aprirti… tu mi hai
aiutato
tanto con la mia Rose e vorrei in qualche modo ricambiare il favore!
Edward è pur sempre mio fratello e tra di noi ci siamo
sempre
confidati, quindi… bè, ad esempio su questioni di
sesso… potrei esserti in qualche modo di aiuto…-
mi
confidò, stupendomi sempre di più per la sua
disponibilità e il suo intuito. Dovevo assolutamente
prendere la
palla al balzo e mettere da parte tutte le mie assurde paranoie: Emmett
mi stava tendendo una mano, e io non avrei di certo rifiutato il suo
aiuto!
-Bè… ecco… è
che… vedi…
oggi… mi sono resa conto che forse Edward… con me
non
è se stesso… che sì…
insomma… mi
dà la netta impressione che con me si trattenga…
che non
si lasci andare del tutto… e che quindi per questo non sia
mai… pienamente soddisfatto… bé,
perlomeno come lo
era prima…- mormorai, mentre le mie gote stavano andando a
fuoco. Mi aspettavo la risata tonante di Emmett o una sua battuta
qualunque… invece silenzio. Alzai timorosa lo sguardo e lo
vidi
pensieroso… nessuna traccia di divertimento nei suoi occhi,
solo
affetto e comprensione. Allora avevo ragione! I miei timori erano tutti
più che fondati…
-Anche secondo me si trattiene… rispetto ai suoi standard
precedenti, intendo… ma non penso proprio che sia
insoddisfatto,
è solo… diverso…- tentò di
spiegarmi.
-Vedi… quando subentra l’amore,
l’egoismo viene
messo da parte e si pensa unicamente a rendere felice l’altra
persona… anche in quei momenti…-
continuò. Io lo
fissavo sbalordita.
-Tu… cosa vorresti Bella? Vorresti che si lasciasse andare
un
po’ di più?- mi domandò con cautela, ma
comunque
già sicuro della mia risposta.
-Sì, Emm… vorrei che fosse completamente se
stesso… non voglio che si debba controllare ogni
volta…
non sarebbe naturale… è solo che… che
non so come
fare… anche questa sua convinzione che la nostra prima volta
debba essere perfetta, impeccabile… lui mi dice di
aspettare, e
che ha già organizzato tutto nei minimi
particolari… ed
io… io lo so di essere pronta, ma…- mi interruppe.
-Ma in realtà in questo modo lui ti sta trasmettendo molta
più ansia, vero?- finì la frase al mio posto.
Annuii.
Perché negare l’evidenza? D’altronde era
la pura e
semplice verità!
-Io lo so che lo fa per me… e gliene sono grata,
davvero…
perché significa che mi ama moltissimo! Ma l’unica
cosa
che veramente vorrei da lui… bè, vorrei solo che
tutto
tra noi fosse il più naturale possibile… ma ho
un’enorme paura di offenderlo, se gli confidassi questi miei
timori…- confessai, rendendomi conto pian piano, di quanto
fosse
semplice e naturale confidarmi con Emmett.
-Ascoltami… adesso ti dico io, secondo il mio parere, cosa
tu
dovresti fare: tu lo devi fare impazzire completamente,
Bella…
devi cercare di eccitarlo all’inverosimile… non
devi
dargli tempo di capire cosa gli sta succedendo, e sinceramente, avendo
osservato anche solo come Edward ti guarda, come ti venera, come lui
sia terribilmente attratto da te… bé,
sorellina…
non dovrebbe essere difficile! Prova stasera stessa… lui non
potrà annullare il suo piacere per il tuo…
dovrà
concentrarsi unicamente su se stesso…- mi spiegò
con
complicità fraterna, strizzandomi l’occhio. Ah,
certo!
Sarebbe stata una magnifica idea, ma non eravamo da soli in
casa…
-Ma… come, Emm? Esme… mio
padre…- mormorai.
Con tutti in casa ancora svegli e attenti, come avrei potuto riuscirci?
Era quasi impossibile!
-Non ti preoccupare… con la scusa della nostra gran
litigata,
ora passi di là in salone, e senza dire niente a nessuno te
ne
vai di sopra… quanto scommettiamo che Ed ti
fermerà
immediatamente, chiedendoti spiegazioni? Bé, da
lì in
poi, tutto verrà da sé, vedrai…- mi
propose;
-…intanto ci occuperemo io e Rose di tuo padre, ok?-
finì. Ma quanto era dolce quell’orsacchiotto?? Lo
abbracciai di slancio, riempiendogli il viso di teneri bacetti.
-Grazie, grazie, grazie, fratellone. Ti voglio un mondo di bene, sai?-
mormorai commossa.
-Anche io e tanto… e la sai una cosa?- mi chiese,
sorridendo;
-Mi hai fatto veramente paura prima!- esclamò, scoppiando a
ridere e contagiando anche me. Gli tirai un pugno sul braccio, in modo
scherzoso e affettuoso, e lui mi aiutò a scendere dalla
penisola, ben sapendo quanto potessi essere goffa in certi miei
movimenti!
Mi avviai in salone e quando entrai, lo sguardo di tutti si
puntò sulla mia persona; senza proferire parola (e cercando
di
restare seria il più possibile) mi diressi verso le scale.
Come
aveva previsto Emmett, non appena appoggiai il piede sul primo scalino,
mi sentii afferrare saldamente per un braccio. Non mi servì
voltarmi per riuscire a comprendere di chi si trattasse… il
suo
inconfondibile e inebriante odore di uomo mi aveva avvolto
completamente, mandandomi in tilt…
-Ehi, amore mio… aspetta…- mormorò con
voce roca e
suadente Edward, evidentemente sorpreso; -Te ne vai a letto senza dirmi
niente?- mi chiese, leggermente intristito dal mio atteggiamento
scontroso. Effettivamente, dal suo punto di vista (e probabilmente da
quello di tutti quanti) almeno avrei dovuto scusarmi per il mio
increscioso comportamento… Edward non c’entrava
nulla con
il vivace battibecco che avevo sostenuto con suo fratello…
anzi,
alla fine c’era andato di mezzo pure lui…
-Scusami tanto!- lo pregai con una lieve carezza sul suo viso
d’angelo; -Ma tuo fratello oggi mi irrita
particolarmente…
o sono io che ho la soglia della sopportazione veramente
bassa…
è meglio che me ne vada, credimi… ho
già
detto troppe cose che sicuramente non pensavo… ma non ti
preoccupare: io e Emm abbiamo già risolto- gli
spiegai;
-Anche se non ho per niente sonno, mi sdraierò e
cercherò
di rilassarmi con un po’ di musica…- continuai,
sperando
che capisse che non ce l’avevo con nessuno in particolare, e
certamente non con lui.
Speravo che il piano che avevo elaborato con i consigli di Emmett,
potesse andare a buon fine… e se adesso lui mi avesse
seguito… avrei potuto tentare con l’ideuzza che
già
mi era venuta subito dopo pranzo, mentre io e lui eravamo avvinghiati
sul divano… i consigli del mio fratellone orso mi avevano
dato
nuovo coraggio e determinazione…
-D’accordo, cucciola, grazie…- sussurrò
comprensivo; -E sentiamo… posso farti compagnia
finché
non ti addormenti? Oppure rischio di incappare nelle tue ire funeste?
Prima che tu mi risponda, ti ricordo che oggi avete vinto il torneo e
che hai diritto ad avermi come tuo schiavo personale… potrei
esserti utile, gattina- mi sussurrò all’orecchio,
per non
farsi sentire dagli altri a pochi metri da noi. Sorrisi, il pesce aveva
abboccato! Emmett conosceva proprio bene suo fratello…
Edward
aveva reagito esattamente come lui aveva ipotizzato e ora toccava a me
farlo sciogliere. Gli avrei riservato una sorpresina niente male,
intrigante e stuzzicante…
-Mmm… mio schiavo… ti dirò…
quest’idea mi solletica parecchio, tesoro… Ok,
d’accordo! Vieni con me!- soffiai maliziosa al suo orecchio;
intanto, con un brivido di compiacimento, notai il suo corpo
irrigidirsi e fremere alle mie stimolanti parole.
-Noi andiamo di sopra, buonanotte a tutti! E scusatemi per
prima… non volevo- salutai, dopo aver accettato
l’invito
di Edward e averlo pungolato a dovere.
-Ehm… sì! Buonanotte…- aggiunse lui
con un tono di
voce instabile, ancora sconvolto dalla mia provocazione.
Bene…
allora ero sulla buona strada!
-Ehi, ehi! Ragazzi..?- ci richiamò mio padre mentre gli
altri ci
auguravano la buonanotte. Ci fermammo a metà scala e ci
voltammo
verso di lui, attendendo gli scontati e prevedibili
“ammonimenti” dello sceriffo Swan…
-Mi raccomando, signorini… ognuno dorme nella propria
camera… non voglio sentire la classica scusa “Uhhh
ci
siamo addormentati… non l’abbiamo fatto
apposta”- ci
avvisò, imitando la vocina da bambino e facendo scoppiare a
ridere tutti.
-Non ti preoccupare papino mio… faremo i bravi- lo
rassicurai,
sorridendogli in modo innocente. Tanto lo sapeva… io in quei
giorni avevo un lieve contrattempo!
-Purtroppo…- mormorò Edward al mio orecchio,
mentre
salivamo. Ghignai tra me e me, non facendo trapelare nessuna emozione:
non aveva idea di quanto si stesse sbagliando!
Già prima, sul divano, quando avevo scoperto con eccitazione
(ma
anche disappunto per la sua mancanza di naturalezza) quel lato
impulsivo e selvaggio di Edward, avevo capito che avrei fatto di tutto
per riuscire a farlo impazzire! Proprio come aveva detto Emmett, dovevo
fargli perdere il suo quasi ferreo autocontrollo! E adesso…
semplicemente pronunciando la parola “schiavo” mi
aveva
fatta eccitare all’inverosimile e sperai che la mia idea
avrebbe
stuzzicato parecchio anche lui… anzi… ero certa
che
avrebbe gradito! L’impedimento fisico, dopotutto, riguardava
me,
non lui…
Quando ci ritrovammo in corridoio, si fermò davanti
alla porta della sua stanza.
-Amore, vado un attimo a cambiarmi per la notte e faccio un salto in
bagno per una doccia veloce; così se poi mi viene sonno,
dalla
tua stanza mi fiondo direttamente nel mio letto, ok?- mi
spiegò.
Wow! Meglio ancora, per quel che avevo in mente… i pantaloni
della tuta si toglievano più facilmente dei jeans!
-Va bene, intanto anch’io mi preparo… ti aspetto
in
camera- gli risposi tranquillamente, e mi alzai in punta di piedi per
lasciargli un casto bacio sulle labbra. Le sue mani arpionarono subito
i miei fianchi, per prolungare e approfondire il nostro umido contatto.
Dio, che labbra meravigliose! Così rosse, buone, succose,
come
una fragola matura…
-Mmm… amore potrebbe arrivare qualcuno…
continuiamo
dopo… bè, solo con dei baci…- lo
avvisai, evitando
di far trapelare la mia emozione.
-Uff! Ti ho già detto che odio il tuo ciclo?- si
lamentò,
pensando a come avremmo potuto concludere in modo più
interessante la serata, nel caso non fossi stata mestruata. Un risolino
mi scappò: con ciò che avevo in mente, per lui la
serata
sarebbe stata molto appagante!!
-Lo odierai ancora per poco, tesoro… quando inizieremo ad
avere
rapporti completi, scommetti che amerai ogni volta che si
presenterà puntuale come un orologio svizzero?- lo canzonai,
mentre aprivo la porta della mia camera.
-Mmm… diciamo di sì… almeno per
qualche anno
ancora…- affermò, per poi infilarsi in camera
sua,
lasciandomi sulla porta, basita. Oh caspita! Cosa voleva dire?!
Che lui… avrebbe desiderato subito… dei
bambini?!
Oh, cielo! Avevo capito quanto i bimbi fossero importanti per una
persona che non vedeva l’ora di intraprendere pediatria, ma
non
sapevo ne volesse così presto di suoi… Naa,
assurdo!!
L’aveva buttata lì solo come battuta…
oppure no?!
Magari gli avrei chiesto qualche spiegazione… ma ora volevo
concentrarmi unicamente su di lui! Operazione: far impazzire Super
Cullen!!
Ridacchiai alla mia battuta, infilandomi velocemente nella stanza;
afferrai un cambio per dormire e mi diressi nell’altro bagno,
per
lasciare il nostro a lui, e mi sciacquai per bene, infine tornai subito
in camera.
Entrando, tirai un sospiro di sollievo: Edward non era ancora arrivato!
Perfetto, avevo ancora un po’ di tempo per ultimare qualche
dettaglio!
Accesi lo stereo, mettendo un po’ di musica in sottofondo,
così avrebbe coperto eventuali rumori; spensi le
luci e
andai verso la finestra per aprire le tende, di modo che la luce del
lampione sulla strada entrasse e illuminasse la stanza in modo
sufficiente per potersi muovere.
Il pensiero delle audaci parole che tra poco sarebbero uscite dalla mia
bocca, mi fece arrossire; ma volevo giocare con lui,
stuzzicarlo… con Edward tutto quello che di intimo facevamo
mi
piaceva da impazzire, ma ultimamente, forse per via della sua ferma
intenzione di aspettare, lo vedevo troppo controllato…
Aveva sempre mille attenzioni per me e sembrava quasi che annullasse il
suo piacere, solo per poter dedicarsi completamente al mio. Era poi
sempre molto dolce e delicato, quasi avesse paura di rompermi o che mi
potessi danneggiare se solo fosse stato un po’ più
passionale. Ero certa che con le altre ragazze con cui si era
intrattenuto in passato non fosse mai stato così attento,
anche
perché avevo visto il suo lato selvaggio, focoso e fuori
controllo sul divano…
Certo, saperlo sempre premuroso e dolce da una parte mi faceva piacere
e mi lusingava, rassicurandomi nel contempo sul profondo sentimento
d’amore che nutriva per me; ma dall’altra mi
sembrava quasi
che con me non fosse mai pienamente se stesso, che magari non si
sentisse abbastanza appagato, perché tra noi mancava quel
pizzico di erotismo passionale che un rapporto dovrebbe sempre
avere…
Bene: questa sarebbe stata la serata ideale… non poteva
volgere
le sue attenzioni a me, per cui, volente o nolente, si sarebbe
concentrato esclusivamente sul suo godimento! Sì
avevo
intenzione di farlo sciogliere… di provocarlo fino a fargli
perdere la consapevolezza del suo nome, la concezione di tutto
ciò che gli stava intorno…
Speravo solo di riuscirci… di essere in grado… e
soprattutto di non farmi prendere dal disagio e
dall’insicurezza
che da sempre mi caratterizzavano…
Avevo apposta creato quella penombra: lui non avrebbe potuto guardarmi
bene in viso, e quindi (anche se le guance mi sarebbero sicuramente
andate a fuoco), non sarebbe riuscito a vedermi… e questo
era
senz’altro un punto a mio vantaggio!
Volevo assolutamente che Edward provasse piacere… tanto
piacere… volevo mandarlo fuori di testa! Farlo impazzire,
liberando il suo lato più impetuoso e selvaggio!
Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio e sorrisi,
soddisfatta
della mia mise; poi mi appoggiai al davanzale della finestra, nella
spasmodica attesa che la porta si aprisse…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 68
Il mio sguardo, ormai abituato alla penombra, si posò
famelico
su di lei; passai in rassegna la sua figura sensuale e mi infiammai
ancora di più quando mi resi conto del modo in cui aderivano
perfettamente al suo fisico mozzafiato quei micro pantaloncini e quel
mini top che usava per dormire…
Cristo, dovevo toccarla! Subito!
Ma quando feci per afferrarle un fianco, lei mi diede uno schiaffo sul
dorso della mano; il suo gesto sorprendente mi fece sobbalzare .
-No, no, mio schiavo. Non l’hai ancora capito? Tu non potrai
fare
nessun movimento senza che io te lo ordini espressamente…
perciò… ringrazia che ti ho lasciato arrivare fin
qua- mi
rivelò, mentre notai una luce maliziosa e
divertita nei
suoi occhi. Nel frattempo una strana sensazione, un misto
d’inebriante attesa e di spasmodica impazienza si
impossessò di me…
-Ora… spogliati, schiavo… ma fallo molto
lentamente
e… sensualmente… a tempo di musica…-
mormorò, in modo seducente, impudico. Deglutii
rumorosamente… avevo capito bene?!
Bella mi stava ordinando… di fare uno spogliarello per lei?!
Oh mio dio!
Mi voleva forse far uscire fuori di testa?! E da dove proveniva tutta
quell’audacia?
Ecco
alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Buongiorno
ragazze!
Eccoci con un capitolo che aspettavate di certo!
Ringraziamo come sempre tutte le lettrici silenziose e non!
E ora godetevi un capitolo bello caldo! BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
Dopo aver notato la sua espressione allibita, mi ero
fiondato in camera mia come un fulmine, vergognandomi per le
inquietanti parole che mi erano appena uscite di bocca. Come diavolo mi
era venuto in mente di raccontarle che sarei stato contento che le
fosse venuto il ciclo solo ancora per qualche anno?! Come dirle:
“Ehi, tesoro! Vorrei presto un figlio da te”. Ma mi
ero rincretinito del tutto?! Che coglione!
Io… Edward Anthony Cullen… che fino a
poche settimane fa non mi passava nemmeno nell’anticamera del
cervello di poter avere una relazione un minimo seria, ora, non solo mi
ero perdutamente innamorato di un angelo, ma iniziavo a fantasticare su
una vita futura con lei, immerso in un mondo di casette dallo steccato
bianco e tanti piccoli Cullen intorno… Cristo santo! Che
demente!
Altro che pediatria! Psichiatria, avrei dovuto
intraprendere! Così magari sarei riuscito a capire le
preoccupanti origini della mia malattia mentale!
Scossi la testa ancora incredulo; mi spogliai rapidamente, e
poi mi diressi in bagno a lavarmi. Mentre ero nudo sotto il bollente
getto d’acqua della doccia, riflettei sul fatto che questa
cosa non doveva assolutamente sfuggirmi con nessuno… Emmett
ci avrebbe ricamato sopra per anni! Anzi, simpatiche prese per il culo,
garantite per almeno qualche decennio!
E avrei dovuto evitare l’argomento soprattutto con
lei… mi avrebbe preso per un pazzo furioso… non
avevamo nemmeno ancora festeggiato il primo mese… veramente
non avevamo nemmeno mai fatto l’amore! Come facevano a
venirmi in mente certe idee?!
Bè, forse la mia irruenza sul divano aveva
scombussolato i miei poveri ormoni… in quei momenti mi ero
sentito così incontrollato… puro
istinto… come se una forza primordiale mi avesse annebbiato
la ragione e mi avesse spinto verso il suo allettante corpo caldo, che
mi attirava come una potente calamita…
Come avevo potuto essere così sconsiderato? Mia
madre, Charlie, Emm e Rose nella stanza accanto… e io in
preda ad una frenesia così potente da risultare
incontenibile…
Ma ormai ero pienamente consapevole di essere notevolmente
cambiato… e Bella, per quanto sensuale e stupenda, non era
solo un corpo per me… era la mia anima, la gioia della mia
vita! E probabilmente proprio per questo mi sembrava che con lei fosse
tutto amplificato… il mio desiderio, i miei
impulsi…
Cercai di ridestarmi da quei pensieri, quando, senza
essermene accorto, mi ritrovai di fronte alla porta della sua stanza.
Una musica soffusa e piacevole si stava diffondendo e probabilmente la
mia tenera piccolina era già sdraiata nel suo letto ad
aspettare che la riempissi di delicate coccole…
d’altronde le avevo promesso che sarei stato il suo schiavo e
ne ero anche contento!
Povera la mia cucciola… era stata parecchio male
durante la giornata, e anche quando avevamo giocato alla Wii,
avevo notato che non appena possibile si sedeva e che, spesso, si
massaggiava il ventre, probabilmente dolorante. Per fortuna con quel
medicinale che le aveva somministrato mia madre, era stata decisamente
meglio, e si era potuta godere con calma la serata. Bè,
quasi con calma…
Dio, però, se si era arrabbiata e irritata nella
discussione con Emmett… se ne stava persino andando senza
dare la buonanotte a nessuno, e men che meno al sottoscritto!
Mi aveva lasciato spiazzato perché non era
proprio nel suo carattere prendersela in quella maniera e poi solo per
una sciocchezza come la partita di baseball… non sapevo
fosse una tifosa così sfegatata, ma essendo cresciuta con
due maschi come Jazz e Jake, avrei dovuto immaginarlo…
Comunque, nei mesi a venire, avrei dovuto prestare
particolare attenzione a quel periodo mensile piuttosto critico dato
che lei, per un nonnulla, era in grado di trasformarsi in una belva!
Però restava sempre la mia micetta coccolosa… che
voglia di rivederla, di tenerla sul mio petto e di accarezzarla tra le
mie braccia!
Decisi di abbassare la maniglia, ma nel momento in cui aprii
la porta, mi ritrovai completamente avvolto dal
buio… accidenti, che la mia stellina stesse già
dormendo?
Feci per accendere la luce, ma la sua voce mi
bloccò all’istante.
-Alt! Non ti azzardare!- mi rimproverò con voce
perentoria. Oh, caspita, povero me! Che fosse di nuovo arrabbiata?
Uhhh, sarebbero stati giorni complicati i prossimi, se avesse
continuato con questi amabili sbalzi d’umore!
Richiusi la porta alle mie spalle, e rimasi immobile un
momento, in attesa di ambientare le mie pupille alla
semioscurità.
-Chiudi la porta a chiave…- di nuovo quel tono di
voce gelido. Sospirai. Quanta pazienza! Coraggio, Edward!
-Ma tesoro, perché?- azzardai. Certo, di solito
la chiudevamo per appartarci… ma quella sera, dopo che
Charlie aveva lanciato un “velato” avvertimento
mentre stavamo andando nelle camere, non ero proprio sicuro che prima o
poi lo sceriffo non venisse ad effettuare un giro di controllo e a fare
un’incursione in camera della sua figlioletta… e
se l’avesse trovata chiusa, avremmo potuto anche ritrovarci
in spiacevoli guai! Specialmente il sottoscritto!
-Hai detto che saresti stato il mio servo, no?
Bene… ti ho ordinato di chiudere a chiave e tu lo farai
senza discutere, schiavo!- mi intimò. Rimasi basito. Ehhh??
Dov’era la mia gattina dolce??
Da dove usciva questa Bella così…
autoritaria?! E pensare che, da perfetto maniaco pervertito, nel
momento in cui lei aveva pronunciato le parole magiche
“schiavo” e “ordinato”, mi ero
esaltato all’istante e un insistente formicolio si stava
stazionando nel bassoventre… e poi quel tono fermo e deciso
con cui si stava rivolgendo a me… mmm!
-Allora?! Devo punirti subito o hai intenzione di eseguire i
miei ordini?- ribadì.
-Sì, scusa…- mormorai ancora un
po’ confuso e parecchio stuzzicato, mentre chiudevo a chiave.
-Sì, “scusa padrona”, devi
dire!- esclamò imperiosa. Sgranai gli occhi per lo stupore e
il mio amichetto dei piani bassi, già bello grosso, si mise
a pulsare dolorosamente… ed io, ammaliato, ormai abituato
alla poca luce, dopo aver scorto la sua figura alla finestra, iniziai
ad avvicinarmi lentamente a quella sirena, colma di inebrianti
promesse…
-Scusa, padrona…- sussurrai, eccitato
all’inverosimile. Sentivo il mio cuore battere ad un ritmo
pazzesco, mentre l’adrenalina iniziò a scorrermi
impetuosa nelle vene… il mio respiro si fece d’un
tratto corto e affannoso… la parte più
irrazionale e primitiva di me, che credevo di aver eclissato, si stava
prepotentemente risvegliando…
-Così va meglio, schiavo…-
dichiarò risoluta. Ormai ero arrivato a pochi centimetri da
lei, e il suo dolce profumo e il calore del suo corpo si infransero su
di me in un’unica ondata che mi lasciò totalmente
destabilizzato…
Il mio sguardo, ormai abituato alla penombra, si
posò famelico su di lei; passai in rassegna la sua figura
sensuale e mi infiammai ancora di più quando mi resi conto
del modo in cui aderivano perfettamente al suo fisico mozzafiato quei
micro pantaloncini e quel mini top che usava per dormire…
Cristo, dovevo toccarla! Subito!
Ma quando feci per afferrarle un fianco, lei mi diede uno
schiaffo sul dorso della mano; il suo gesto sorprendente mi fece
sobbalzare .
-No, no, mio schiavo. Non l’hai ancora capito? Tu
non potrai fare nessun movimento senza che io te lo ordini
espressamente… perciò… ringrazia che
ti ho lasciato arrivare fin qua- mi rivelò, mentre notai una
luce maliziosa e divertita nei suoi occhi. Nel frattempo una
strana sensazione, un misto d’inebriante attesa e di
spasmodica impazienza si impossessò di me…
-Ora… spogliati, schiavo… ma fallo
molto lentamente e… sensualmente… a tempo di
musica…- mormorò, in modo seducente, impudico.
Deglutii rumorosamente… avevo capito bene?!
Bella mi stava ordinando… di fare uno
spogliarello per lei?! Oh mio dio!
Mi voleva forse far uscire fuori di testa?! E da dove
proveniva tutta quell’audacia?
Decisi di assecondare quel gioco colmo di libidine e
bramosia, per vedere fin dove avrebbe osato spingersi la mia
gattina…
In un lampo di comprensione, fui certo del reale motivo per
cui avesse deciso di spegnere la luce… probabilmente, se
avessi potuto guardarla in viso, mi sarei subito accorto del suo
intenso imbarazzo, grazie al colore quasi allarmante delle sue
gote… così in quella parziale oscurità
lei si sentiva al riparo e poteva osare di più…
Sorrisi concupiscente… la mia gattina stava diventando una
panterina! Fanculo! Perché aveva il ciclo proprio stasera?!
Ok, mi voleva suo schiavo? L’avrei accontentata, dannazione!
Chiusi gli occhi e con un gemito di pura frenesia mi feci
trasportare dalla ritmata melodia che si stava diffondendo nella
stanza.
Iniziai a dondolare il bacino a tempo di musica, mentre mi
sfilavo la maglietta con gesti lenti e calcolati, degni di uno
spogliarellista esperto. Ballare mi era sempre piaciuto molto e per
fortuna avevo sempre avuto il ritmo nel sangue; quindi quei movimenti
carichi di erotismo mi venivano piuttosto naturali…
Inoltre il pensiero che mi stavo muovendo in quel modo
provocante unicamente per lei, mi stuzzicava la fantasia…
Con i palmi aperti, mi accarezzai voluttuosamente le braccia, risalendo
poi sulle spalle… da lì mi toccai i muscoli
guizzanti dei pettorali e più giù mi soffermai
sulla tartaruga degli addominali… scendendo poi pian piano
con le mani fino al bordo dei miei pantaloni; infilai i pollici al loro
interno e cominciai ad abbassarli fino a farli scivolare verso il
basso, lentamente. Durante il mio sensuale spogliarello non avevo tolto
un attimo gli occhi da Bella, che erano sempre più
sgranati… sembravano due grandi fari nella notte e la vedevo
mordersi in continuazione il labbro inferiore, terribilmente
eccitata… intanto anche io iniziavo a partire per mondi
lontani. Ora avevo solo i boxer addosso ma quella sottile stoffa
premeva in modo così fastidioso da farmi bramare di poter
finalmente liberare di quella assurda e ridicola costrizione.
-Ora basta!- mi ordinò all’improvviso,
e io mi bloccai all’istante. La musica di sottofondo
continuava ad andare… trascinante, coinvolgente. Ad un
tratto Bella, con mosse sexy e stimolanti gettò la testa
all’indietro e iniziò a muoversi in modo
seducente, dondolando il bacino e spostando le sue mani su e
giù, lungo tutto il suo corpo da urlo…
Dio, che goduria! Che voglia di prenderla e farla mia,
lì, in quell’istante… basta, la volevo
toccare, la volevo sentire gemere sotto ai miei tocchi… con
uno scatto felino mi avvicinai a lei, ma Bella, come se avesse previsto
la mia mossa, mi bloccò con una mano alzata.
-Non adesso, schiavo… tu mi guardi mentre ballo
per te, ma nulla più… non puoi muoverti, non puoi
ballare, non puoi toccarmi… chiaro?!- stabilì
inflessibile. Cristo santo! Sentii la mia eccitazione premere
all’inverosimile, soffocata nella dolorosa costrizione dei
boxer…
La vidi ballare per me, bellissima e sexy come non
mai… una donna, una donna eccitante, che mi infuocava di
desiderio… basta! Non ce la facevo più! Era una
tortura lenta e dolorosa… Di puro istinto portai una mano
sul mio inguine, per tentare di recare sollievo al mio povero disperato
amico, che nel frattempo si stava contorcendo dalla smania per ricevere
almeno una carezza…
Ma lei, ancora una volta, prevedendo la mia mossa, mi
arrestò all’istante.
-Fermo! Via la mano da lì! Non puoi toccarti,
schiavo! Hai capito?- mi proibì. Deglutii vistosamente,
incapace di proferire parola. Nella stanza riuscivo ad udire solo il
mio respiro affannoso e il mio cuore battere impazzito nel petto,
l’adrenalina a mille, il mio sesso pulsante, duro come il
marmo…
-Hai capito quello che ti ho detto? Ripetilo, schiavo!-
ordinò. Cristo santo! Cosa cazzo voleva da me?! Farmi
impazzire del tutto?! Farmi morire all’istante?!
-Io… io… non… non
posso… toccarmi…- balbettai con un filo di voce
arrochita. Sentivo il mio cuore furioso, i miei sensi attutiti
dall’eccitazione, la testa, lo stomaco e la mia
virilità pulsare all’unisono…
-Bella… io… non… non
resisto!- ansimai provato; oh Dio, ero al limite della sopportazione
umana!
-Va bene, mio schiavo… puoi spogliarti del tutto
adesso…- mi concesse. Ah finalmente, cazzo!
-A tempo di musica… continua a ballare e togliti
i boxer…- precisò, imperiosa e maledettamente
seducente. Ricominciai a dondolare il bacino, posizionando le mani sui
boxer scuri.
Li afferrai dal bordo e giocando un po’ con
l’elastico, mi voltai dandole la schiena, mentre continuavo a
muovermi a ritmo…
Pian piano feci scendere anche i boxer e li mandai a far
compagnia ai miei pantaloni, calciando entrambi gli indumenti lontano
da me. Mi voltai di nuovo di fronte a Bella e notai il suo sguardo
bollente scendere fino ad incatenarsi alla mia erezione svettante, che
si innalzava gloriosa contro ogni legge di gravità,
finalmente libera, senza più costrizioni.
Mi fermai, allungando le braccia sui miei fianchi e
stringendo i pugni… non sapevo cosa
fare… ormai ero completamente nudo ed immensamente
infervorato, voglioso di lei… e Bella sorrideva maliziosa e
impudica, non riuscendo a togliere gli occhi da quella mia parte
così sensibile e rigonfia e sempre più
eretta per l’eccitazione, che mi stava
andando alle stelle…
-Adesso… toccati, Edward… voglio che
inizi ad accarezzarti…- mi ordinò. Cosaaaa?!?!
Avevo capito bene? Quale demonio tentatore si era impossessato della
mia timida, vergognosa Bella? Mi vide tentennare e allora
incalzò: -Subito, schiavo!-.
Obbedii all’istante, chiudendo gli occhi per
l’eccesso di bramosia e posizionando le mani sul pube;
poi iniziai a massaggiare il mio povero amico, sperando che
ne traesse un po’ di sollievo… anche se erano
altre le mani che avrei voluto che lo avvolgessero… e a quel
punto la immaginai… lei, il mio angelo, l’amore
della mia vita, con le sue arroventate mani sul mio corpo…
Al mio tocco mille brividi si irradiarono lungo la spina
dorsale, mentre un gemito simile ad un ruggito mi sfuggì
dalla gola e Bella, in risposta, iniziò a passarsi la lingua
sulle labbra, languidamente…
Quel preciso gesto mi fece uscire fuori di testa,
definitivamente. I miei muscoli sovraeccitati scattarono come molle.
Non riuscii a resistere e con un ringhio roco mi fiondai su quelle
labbra attraenti, assumendo io stesso il pieno controllo di quella
incandescente situazione.
Infilai la mia lingua nella sua bocca, in modo irruento,
primitivo, quasi violento… ma non potevo farne a
meno… Bella aveva giocato col fuoco… ed era
riuscita a scatenare un incendio devastante!
Mi sembrava di non essere mai stato eccitato così
tanto come in quel momento… avevo perso tutti i freni
inibitori e ringraziai il cielo che Bella avesse il ciclo, altrimenti
addio ai buoni propositi di aspettare che tutto fosse perfetto!
Il desiderio impellente che imperava in me era inconcepibile
per essere contenuto in una persona sola, e in quel momento non
riuscivo a trovare nemmeno una valida ragione al fatto che io ancora
non avessi goduto in maniera completa di quel corpo, facendola mia una
volta per tutte…
Le mie mani vagavano sul suo corpo soffice e bollente,
frustrate per non poter raggiungere la parte più nascosta e
calda di lei, la più agognata… e così
si infilarono sotto il top, soffermandosi con ingordigia sui
suoi morbidissimi seni… li stringevo, li pizzicavo, li
stuzzicavo… e la mia Bella gemeva, ansimava… dio,
come mi erano mancati quei suoni! Era fantastico riuscire a regalarle
così tanto piacere in quel modo indecente…
Nel frattempo la mia lingua prepotente continuava a
esplorare violentemente la sua bocca… le sue mani brucianti
scottavano sulla mia pelle fremente; ad un tratto scesero sulle mie
natiche stringendole forte, eccitandomi ancora di
più… io le strizzai in modo brusco e sfrenato
entrambe le sue punte rosee, tanto da farla gemere… non
sapevo se per il piacere o per il dolore…
Oh, cazzo… le avevo fatto del male?? Questa
tremenda paura bastò a farmi riprendere un po’ il
contatto con la realtà, calmandomi un pochino.
Mi staccai leggermente dal suo corpo sinuoso, guardandola
intensamente negli occhi… vi leggevo ardente passione e
carnale bramosia, ma non ne ero del tutto sicuro… nei miei
c’era espressa tutta la mia sofferenza nella consapevolezza
di essere stato troppo incontrollato e rude…
-Cristo santo, Bella! Ti ho fatto male? Io… io
non so cosa mi succede… ma sono troppo eccitato…
non riesco a contenere la voglia che ho di te…- cominciai a
scusarmi; ma Bella, mi interruppe all’istante con due dita
appoggiate sulle mie labbra.
-Ssshh, tranquillo, amore… va tutto
bene… lo sai? Speravo tanto di riuscire a farti questo
effetto… perciò, non ti fermare, ti
prego… diventa tu il padrone, adesso! Fammi essere la tua
schiava… ordinami quello che vuoi… senza remora
alcuna… ordinami tutto quello che vuoi e io lo
farò… mio padrone…- sospirò
Bella sul mio orecchio, lasciandomi ancora una volta sconvolto e senza
fiato. Oddio… giuro che se il ciclo le avesse sempre causato
quell’effetto altamente lussurioso, avrei preteso che lo
avesse 365 giorni all’anno!
Avevo compreso dal suo tono lievemente titubante quanto le
fosse costato trovare il coraggio di pronunciare quelle ardite parole
senza farsi prendere dalla vergogna... non potevo assolutamente
deludere il suo tentativo, per altro perfettamente riuscito, di darmi
piacere con tutta se stessa…
Le sorrisi smanioso, posseduto da una carica erotica
pazzesca e incontenibile, avido di provare brividi di pura libidine.
Lei desiderava compiacermi e io mi sarei comportato da perfetto
egoista… volevo pensare esclusivamente a soddisfare le mie
pulsioni sessuali, i miei sogni più segreti, i miei desideri
più nascosti e intimi…
In modo piuttosto veemente e indelicato le posai una mano
sulla testa, e la feci scendere verso il basso: Appena lei si mise in
ginocchio, alzò la testa, puntando i suoi occhi sfavillanti
nei miei, il mio corpo stravolto e tremante dall’eccitazione.
-Dimmelo Edward… dimmi cosa vuoi che ti faccia,
padrone… lo voglio sentire dalla tua voce…-
mormorò, con una voce che mi fece di nuovo perdere
completamente il controllo, mentre il calore della sua mano
iniziò a darmi un po’ di sollievo.
In un puro moto di follia le ordinai, con voce roca,
esattamente cosa volessi da quelle dolci labbra… non ero
riuscito a trattenermi… ero troppo eccitato…
Mi lasciai completamente andare a quelle sensazioni,
buttando la testa indietro… un basso rantolo
fuoriuscì dal profondo della mia gola. Oh Cristo! Per
fortuna mi irrigidii in tempo. Avevo rischiato di fare una magra
figura, appena avevo percepito quel calore avvolgente su di
me…
Ero completamente perso in un turbinio di piacere talmente
intenso da non rendermi nemmeno conto più di dove mi
trovassi…
-Cristo… B-Bella… mi fai
im-impazzire… ahhh- non capivo più niente!
A un certo punto sentii tutti i miei muscoli iniziare a
contrarsi e tendersi, mentre una bolla di puro godimento stava per
farmi esplodere… così feci il gesto di tirarla
su, per farla spostare… Ma Bella, sorprendendomi ancora, mi
spinse via la mano e velocizzò il suo movimento, facendomi
prorompere nel piacere più intenso che avessi mai provato.
-Ahh…
sìììì…
diooo…- mugolai ansante, stando attento a non alzare troppo
la voce.
Man mano che quelle sensazioni meravigliose scemavano,
sentivo le forze venirmi meno per la sconfinata beatitudine che avevo
appena sperimentato… La sollevai e la strinsi forte al mio
petto, baciandola con passione.
-Dio, Bella… quanto ti amo… non ne hai
idea… mi hai fatto impazzire del tutto, piccola
mia… non… non sembravi nemmeno più
tu… e io… non capivo più
niente…- le mormorai, un po’ imbarazzato dalla mia
mancanza di autocontrollo. Con lei non mi era mai successo…
ero sempre stato attento a tenere le mie emozioni sotto controllo,
all’inizio per cercare di non forzarla, e poi
perché avrei voluto che la nostra prima volta fosse
perfetta, come lei...
Era difficile, però… molto
difficile… specialmente negli ultimi giorni…
quando guardavo il suo corpo nudo, quando potevo accarezzare quella
pelle di pesca, quando le nostre intimità si
sfioravano… Ma finora c’ero riuscito…
stasera, però, era stato completamente diverso,
più intenso, più sconvolgente,
destabilizzante… ero allibito dalla mia reazione dirompente
ed istintiva a quel suo modo di porsi nei miei confronti.
Vederla così disinibita, che mi ordinava cosa
fare, che mi supplicava di dirle con parole chiare che cosa volessi da
lei, mi aveva scombussolato come non mai… e davanti a me,
non vedevo più la ragazza dolce, timida e insicura, ma una
vera bomba sexy che mi mandava in visibilio. Ripensai alle parole di
Charlie sulla focosità della passione di Renée e
della figlia, e sorrisi scuotendo leggermente la testa. Se quelli erano
i primi segnali, allora, su Bella, Charlie aveva ragione da vendere!
Ero immerso in quei pensieri sconvolgenti, ma un sospiro del
mio angelo catturò la mia attenzione. Perché mai
aveva lo sguardo così malinconico?
-Scusa… non ti è piaciuto…
forse, ho esagerato… ma ti giuro che volevo
solo…- mugugnò con gli occhioni tristi. La mia
tenera sciocchina! Le tappai la bocca con un altro bacio infuocato, in
cui cercai di trasmetterle tutte le meravigliose emozioni che mi aveva
fatto provare…
Ci staccammo ansanti per incamerare di nuovo aria.
-Allora hai apprezzato…- mi sorrise maliziosa,
con gli occhi sfolgoranti di felicità.
-E me lo chiedi? E’ che… vedi,
io… ho paura di essere stato un po’
troppo… violento e rozzo…- mi scusai, imbarazzato.
-Ma sei matto?! Mi è piaciuto molto…
non ti dico in che condizioni sono io là sotto…-
e scoppiò a ridere, trascinando anche me; -…devo
ammettere che mi hai eccitato da impazzire quando mi hai detto quelle
cose… ho sempre pensato che certe parole fossero volgari in
un rapporto, invece con te è tutto diverso… tutto
naturale… ed è… appagante sapere di
essere in grado di far uscire fuori di testa il proprio
ragazzo… e spero di poter ripetere presto…
stasera mi è piaciuto più del lecito…
specialmente la furia passionale che ci hai messo quando mi hai
baciata… toccata…- mi confessò, stando
attenta a non incrociare i miei occhi. Le accarezzai il viso, e lo
sentii bollente… sorrisi, estasiato per la sua strabiliante
bellezza.
-Allora non pensi di avere un fidanzato pervertito?- la
schernii un po’ serio e un po’ divertito.
-No… anzi… penso io di essere sulla
buona strada per diventarlo… mi è sempre sembrato
che con me ti… contenessi… e stasera me ne hai
dato la prova certa…- mi rimproverò teneramente.
Rimasi attonito e come feci per ribattere mi fece cenno con la mano di
lasciarla finire.
-Ti prego… altrimenti non riuscirò a
trovare il coraggio per finire questo discorso…- mi
pregò; le sorrisi e serrai forte le mie labbra per farle
capire che poteva continuare.
-Lo so che io non ho alcuna esperienza in questo campo, ma
ormai ho capito… o più precisamente mi ha fatto
intuire… il potere che ho su di te…
l’effetto che ti faccio… ed è lo stesso
che tu fai a me… quindi d’ora in poi vorrei che
non ti trattenessi come se avessi paura di scandalizzarmi…
vorrei che mi dicessi o facessi tutto quello che ti passa per la
testa… voglio vivere un rapporto completo e libero sotto
ogni punto di vista, capito? Se ti viene in mente di fare qualcosa o se
avessi piacere che io mi comportassi in un determinato modo, vorrei che
senza remore, me lo dicessi o me lo facessi capire in qualche
modo…- mi spiegò. Ero incredulo e meravigliato da
quel suo discorso… ma soprattutto completamento compiaciuto
da questo suo nuovo ruolo.
-Ok… e scusa se finora non sono stato del tutto
me stesso… ma avevo paura di farti scappare a gambe
levate… cioè non fraintendermi… non
è che mi sia comportato in modo diverso da quello che sono
realmente, non ho… finto… ho solo un
po’ nascosto con la dolcezza certi miei atteggiamenti che
magari ti potevano portare a pensare che veramente fossi un maniaco
pervertito…- cercai di farle capire. Lei fece una risatina e
strofinò il viso sul mio petto, facendomi rabbrividire e il
mio membro prese nuovamente a premere sul suo ventre.
-Già pronto super Cullen?- mi schernì,
ridendo.
-E’ colpa tua… ti strusci come una
gattina super sexy… e io sono fatto di carne!- mi
giustificai, ridendo anche io.
-D’accordo, è colpa mia, Cullen! Ma
sarà meglio che tu ti rivesta immediatamente e che togliamo
i giri di chiave alla porta, perché se mio padre decidesse
di venire a controllare, c’è il rischio di finire
in punizione!- scherzò lei.
-Tu finisci in punizione, amore… io in
gattabuia!- puntualizzai, conoscendo lo sceriffo Swan; e scoppiammo a
ridere entrambi, felici come non mai.
Mi aiutò a recuperare i vestiti sparsi per la
stanza e dopo essermi rivestito, ci sdraiammo a letto a coccolarci
ancora un po’, scambiandoci continuamente lievi baci a fior
di labbra. Dopo poco sentii il suo respiro farsi lento e regolare;
così, attento a non svegliarla, le lasciai un bacio leggero
sulle labbra e mi alzai per andarmene a letto anch’io.
ANTEPRIMA CAPITOLO 69
-Lo
senti che effetto mi fai, mia bambolina sexy? Tu destabilizzi i miei
sensi! Ho voglia di inebriarmi del tuo profumo… oddio,
Ally… tu mi fai impazzire! Sai sconvolgere la mia
razionalità, facendomi desiderare il tuo corpo in modo
talmente
pazzesco, che sono convinto di provare un dolore fisico reale al solo
pensiero di una tua lontananza… Irretisci il mio animo,
lambisci
il mio cuore e fai risvegliare il senso di possesso primordiale che
ogni uomo cela dentro di sé… Tu fai esplodere
tutto
questo e quanto ti sono accanto non comprendo più
niente…- mi sussurrò con una voce che non avevo
mai
sentito, ma che esprimeva chiaramente tutta la sua eccitazione: quella
voce era il preludio a tutto il piacere che mi avrebbe donato! Il suo alito caldo
e profumato
di caffè soffiava sul mio collo, mentre mi parlava e mi
faceva
girare la testa, tanto che più di una volta avevo dovuto
appoggiare la mia schiena a lui, in modo più deciso mentre
parlava, per non rischiare che le gambe mi cedessero.
cap. 69 efp
Buongiorno
ragazze!
Come è andato il weekend? Noi tutto bene!
Nel capitolo scorso abbiamo visto come hanno trascorso il sabato sera a
casa Swan... ora tocca ai Jalice!
Siamo
felici che l'Edward schiavo e padrone vi abbia entusiasmato
così tanto! La
nostra Bella si sta svegliando e come darle torto con quel pezzo di
figliolo che si ritrova per le mani?!
Come sempre ringraziamo tutte le lettrici che ci seguono con tanto
affetto!
Ora vi lasciamo al capitolo! Naturalmente per chi può vi
consigliamo di leggere la versione hot!
Ero seduta sul divano, con lo sguardo perso nei giochi di
luce
creati dal caminetto acceso, e aspettavo che Jazz tornasse da me; nel
frattempo, mi ritornarono alla mente le immagini della perfetta serata
trascorsa finora…
Avevamo cenato a lume di candela, guardandoci negli occhi, non
proferendo parola, quasi per paura di rovinare quella magica atmosfera
di intima complicità che si era creata tra noi. Era stato
tutto
molto romantico: ci eravamo imboccati a vicenda, senza mai distogliere
lo sguardo uno dall’altra… ogni tanto non riuscivo
a fare
a meno di perdermi nella contemplazione di quelle labbra carnose e
perfette che aderivano alla forchetta, o nel modo in cui il suo pomo
d’Adamo si spostava su e giù, movimento che
trovavo
estremamente ipnotico e sensuale…
Tutto in lui era sexy… e il ricordo del piacere che avevo
provato quel pomeriggio sotto il suo tocco a tratti delicato e a tratti
irruento, o dei suoi baci o di quando ci eravamo finalmente uniti
diventando un corpo solo, mi aveva fatto contrarre lo stomaco in una
morsa quasi dolorosa, dalla voglia che avevo di sentirlo di nuovo
dentro di me, parte integrante di me, anche durante la cena…
ero
arrossita ogni volta immancabilmente, e lui, sempre attento, mi aveva
accarezzato le gote in fiamme e aveva lasciato piccoli baci su di esse,
ma stando ben attento a non arrivare mai alla bocca, rendendo il tutto
piacevole ma decisamente frustrante.
Dopo cena ci eravamo accoccolati sull’enorme divano, con una
coperta addosso, di fronte al caminetto; Jazz mi aveva
riferito
che se non fosse tornata l’elettricità, avremmo
dormito
lì, in modo da stare al caldo. Ma proprio in quel momento il
salone si era illuminato a giorno: il black-out era finito.
Il sorriso che gli era comparso sulle labbra era stato a dir poco
malizioso e mi aveva riempito di curiosità… di
certo
stava pensando al programma che si era preparato e, infatti, dopo
nemmeno un minuto si era alzato, ordinandomi di non muovermi
assolutamente e di aspettarlo lì.
Ormai era già un quarto d’ora abbondante che non
si vedeva
e non si sentiva nessun rumore… ed io ero sempre
più
ansiosa di sapere cosa avesse escogitato quel ragazzo
meraviglioso…
-Eccomi, piccola! Vieni con me- mi invitò, spuntando da
chissà dove e facendomi sobbalzare per lo spavento. Lo
sentii
sghignazzare.
-Scusa Ally, non volevo farti spaventare, pensavo avessi udito i miei
passi- si scusò, non smettendo di sorridere. Mi alzai e lo
raggiunsi.
-Bè, ero un po’ immersa nei miei pensieri, e mi
hai colta
all’improvviso…- gli spiegai arrossendo. Dio,
com’era frustante questa storia del rossore… non
mi era
mai capitato prima d’ora, e la questione stava peggiorando
sempre
più… di certo per lui ero un vero e proprio libro
aperto!
Povera la mia sorellina, ora sì che la capivo: ogni
più
piccola emozione che si agitava dentro di lei, messa in piazza davanti
a tutti… sì, un inconveniente decisamente
frustrante e
antipatico!
Mi afferrò la mano con piglio deciso e iniziò a
incamminarsi lungo il corridoio che portava alla dependance e quindi
alla piscina; e capii immediatamente cosa avesse in mente: un
bagno… la mia eccitazione, al pensiero di nuotare nudi
insieme,
salì alle stelle.
Appena misi piede all’interno della grande stanza
però, la
mia gioia si spense all’istante, perché i ricordi
di quel
luogo mi annichilirono: li rividi tutti, come in un film… la
mia
sofferenza, la sua disastrosa dichiarazione… ma soprattutto
ogni
particolare che era poi accaduto dopo alla festa…
Mi sentii investire da quelle angoscianti rievocazioni in maniera
spiacevole e prepotente, tanto da farmi irrigidire e fermare in meno di
un secondo. I miei occhi si soffermarono su uno dei lettini attaccati
alla parete, proprio nel punto in cui quella maledetta sera avevo visto
la befana della Stanley sopra al mio Jay… la scena mi
colpì con la forza di un violento schiaffo.
Rivedevo le grandi mani di Jazz, che nel pomeriggio avevano regalato
sensazioni meravigliose al mio corpo, vagare invece su quello della
‘Befanley’, mentre la sua bocca lambiva ogni
centimetro di
quella di lei, persa in chissà quale piacere…
I miei occhi iniziarono immediatamente a pungermi, ma prima ancora che
una lacrima potesse sfuggire al mio controllo, le mie visioni si
interruppero, perché Jay mi si era parato davanti, con il
volto
triste e tormentato. Il mio dolore era così palese che se ne
era
accorto anche lui?
Accidenti! Non volevo farlo sentire in colpa, né tantomeno
rovinare quegli splendidi momenti che stavamo vivendo… ero
stata
io la prima ad affermare che non dovevamo più farci
condizionare
dal passato e che dovevamo vivere solo il nostro stupendo presente,
preparandoci per un futuro radioso; ma non ero riuscita a controllare
le mie emozioni e ora, dal suo sguardo dolente e afflitto, avevo paura
di aver rovinato tutto…
Mi accarezzò il viso e mi baciò con una dolcezza
infinita la punta del naso.
-Mi spiace… so che questo luogo scatena in me e in te
pessimi
ricordi… ma ti ho condotta qui, proprio perché
voglio
cancellarli definitivamente e regalartene di meravigliosi…
vedrai… ogni volta che metterai piede in questa stanza, le
uniche immagini che ti passeranno davanti agli occhi, saranno quelle
che vivremo in questa magica serata… se… se tu,
angelo
mio, me lo permetterai…- cercò di rassicurarmi,
con un
tono che verso la fine della frase divenne incerto e
titubante…
era di una tenerezza assurda, che mi inondò il cuore di
gioia e
felicità, tanto da scacciare al volo quelle immagini dense
di
sofferenza.
-Grazie, Jay…- sussurrai, abbracciandolo forte.
Ricambiò
il mio abbraccio con una stretta vigorosa, e poi si avvicinò
al
muro, schiacciando un interruttore: tutte le luci si spensero e mi
accorsi che in fondo alla stanza, vicino alla vetrata, la piscina
piccola era circondata da tantissime candele accese, racchiuse in
piccole bocce di vetro, che emanavano una luce soffusa solo in quella
zona, creando un’atmosfera intima e calorosa. Era
semplicemente
un sogno!
Lui mi prese nuovamente per mano e ci incamminammo verso quel
punto… man mano che ci avvicinavamo un dolce profumo di rose
inondò i miei sensi… inspirai
profondamente… il
mio gesto non sfuggì a Jazz, perché prontamente
si
affrettò a spiegarmi.
-Ho versato nella vasca un’essenza alla rosa Tea, con qualche
goccia di vaniglia… è questo il profumo che senti
e che,
sono convinto, si sposerà perfettamente con il dolce aroma
fruttato della tua candida pelle, già tanto inebriante per
me…- mormorò con voce bassa e roca.
Ero estasiata per tutto lo spettacolo che mi presentava
davanti…
era la cosa più romantica che qualcuno avesse mai realizzato
per
me… mi sentii avvolgere da due grandi braccia
calde… Jazz
mi fissava intensamente e sorrideva di fronte al mio viso sorpreso.
-Noto con piacere che ciò che ho preparato è di
tuo
gusto… sentirai come è calda
l’acqua…-
sussurrò al mio orecchio, facendomi fremere di desiderio.
Pian piano mi abbassò la zip della felpa… mi
girò
attorno, fermandosi dietro di me e mi posò le mani sulle
spalle,
lasciando scivolare per terra l’indumento… le sue
dita
sfiorarono leggere i miei fianchi, facendomi fremere… si
posarono sul bordo dei miei pantaloni, accompagnandoli nella discesa
molto lentamente… il mio cuore batteva furioso e il mio
bassoventre pulsava impaziente... sentii le sue mani sciogliere le
bende che fasciavano ancora la mia caviglia, e massaggiarla
leggermente…
Da quel punto un calore si irradiò, sprigionandosi lungo
tutto
il mio corpo e salendo pian piano attraverso le mie gambe, si diffuse
tra le membra, donandomi un torpore colmo di benessere. Gradualmente mi
resi conto che quel rilassante appagamento era causato dalla sua bocca
che magistralmente stava lasciando una scia di fuoco, che
terminò sorprendentemente su una mia natica… nel
momento
in cui sentii i suoi denti mordicchiare lievemente quella zona,
lasciata scoperta dal perizoma che indossavo, scariche di brividi
intensi si propagarono e colpirono il centro del mio piacere,
lasciandomi senza fiato…
Subito dopo anche gli slip e il reggiseno andarono a far compagnia al
resto dei miei vestiti sul pavimento.
-Dio, Ally hai un sedere perfetto… così alto,
rotondo,
sodo… devo confessare che ho scoperto di avere un debole per
questa parte del tuo corpo…- mi rivelò, facendomi
ancora
fremere per le carezze che continuava a lasciare sulle mie
natiche… ero tutta un fuoco e il respiro, già
duramente
provato dalla situazione così eccitante, ebbe
un’accelerazione improvvisa, quando sentii la sua vigorosa
eccitazione premere dietro di me. Oddio! La nostra pelle era a
contatto… ma quando si era spogliato?!
Ero così rapita ed estasiata dalle sue meravigliose carezze
e
dai suoi baci delicati sul mio corpo che non mi ero accorta che nel
frattempo anche lui si era liberato del tutto dalle costrizioni degli
abiti…
Ora sentivo chiaramente tutto il suo inebriante calore… era
completamente appoggiato a me e iniziavo a desiderare cose che non
avrei mai nemmeno immaginato…
-Lo senti che effetto mi fai, mia bambolina sexy? Tu destabilizzi i
miei sensi! Ho voglia di inebriarmi del tuo profumo… oddio,
Ally… tu mi fai impazzire! Sai sconvolgere la mia
razionalità, facendomi desiderare il tuo corpo in modo
talmente
pazzesco, che sono convinto di provare un dolore fisico reale al solo
pensiero di una tua lontananza… Irretisci il mio animo,
lambisci
il mio cuore e fai risvegliare il senso di possesso primordiale che
ogni uomo cela dentro di sé… Tu fai esplodere
tutto
questo e quanto ti sono accanto non comprendo più
niente…- mi sussurrò con una voce che non avevo
mai
sentito, ma che esprimeva chiaramente tutta la sua eccitazione: quella
voce era il preludio a tutto il piacere che mi avrebbe donato!
Il suo alito caldo e profumato di caffè soffiava sul mio
collo,
mentre sussurrava e mi faceva girare la testa, tanto che più
di
una volta avevo dovuto appoggiare la mia schiena a lui, in modo
più deciso mentre parlava, per non rischiare che le gambe mi
cedessero.
Desideravo sentirlo più in profondità, perso nei
meandri del mio caldo corpo in attesa solo di lui.
-Oh Jay… mi fai impazzire…- mormorai, ormai persa
in un
desiderio intenso. Mi sentii sollevare e insieme ci immergemmo nella
vasca… lentamente il calore dell’acqua avvolse il
mio
corpo, donandomi un dolce tepore… era meravigliosa e la
temperatura perfetta. Mi voltai verso Jazz.
-Certo che sai proprio come viziarmi…- lo adulai, cercando
di
stemperare la tensione che si era creata tra i nostri corpi.
-Tutto per la mia principessa!- accennò un sorriso, ma i
suoi
occhi rimanevano scuri per l’eccitazione e dentro sembrava
agitarvisi un mare in tempesta. Incapace di sostenere quello sguardo
così profondo, mi abbassai nell’acqua, fino a
immergermi
completamente… tenni gli occhi aperti e mi ritrovai davanti
alla
sua erezione che non aveva accennato a diminuire nemmeno con il calore
dell’acqua che tendeva a rilassare i muscoli. Riemersi, ma
Jasper
non aveva nessuna intenzione di rendermi libera da quello sguardo di
fuoco.
Pov
Jasper
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel corpo così
perfetto, da quel viso così dolce…
Avevo compiuto uno sforzo enorme, quando l’avevo spogliata,
per
non possederla subito, in piedi, vicino alla piscina… era
tutto
il pomeriggio che continuavano a vorticarmi in testa le immagini dei
nostri corpi nudi e avvinghiati e fremevo al solo pensiero di poterla
di nuovo ammirare nella sua perfezione e di perdermi in lei...
Ora quell’angelo era davanti a me, completamente bagnata e il
suo
viso cosparso di piccole goccioline che si rincorrevano era
semplicemente magnifico…
Non resistetti oltre e mi avvicinai con impeto per affondare su quelle
labbra morbide e far entrare con irruenza la mia lingua alla ricerca
della sua. Le mie mani vagavano sulla sua schiena e poi come attratte
da una potente calamita scesero a stringere con forza quelle natiche
perfette. Mi faceva veramente impazzire quella parte del suo corpo,
come le avevo confessato poco prima, e non riuscivo a starne lontano.
Un gemito sommesso fuoriuscì dalla sua bocca e una mia mano
si
staccò per percorrere il suo fianco e insinuarsi nelle
pieghe
della sua intimità, già pronta in attesa che le
regalassi
sensazioni di appagamento.
Mi staccai da quella bocca così meravigliosa per riprendere
fiato e i miei occhi si riempirono di nuovo di quella visione
paradisiaca. Alice aveva ancora gli occhi chiusi, persa nel piacere che
la mia mano le stava regalando. Nel momento in cui approfondii il mio
contatto, gettò la testa all’indietro, gemendo.
-Oddio… Jay…- mormorò in preda
all’estasi.
Volevo donarle tanto piacere, farla perdere nei meandri
dell’erotismo più puro… Continuai a
muovere
sapientemente la mia mano, mentre le sue erano scese sulla
mia
intimità, strappandomi dei forti gemiti.
-Ahhh… sì amore mio…- ansimai sulla
sua bocca.
Scesi a baciarle il collo, mentre una mano prese a pizzicarle una punta
rosea. Alice continuava a cercare di compiacermi sempre di
più,
ma se avesse continuato così ancora per un po’,
non avrei
resistito per molto, ed io volevo perdermi in lei…
Mi staccai leggermente per osservarne le fattezze del viso sconvolto
dal piacere… aprì di scatto gli occhi come se il
mio
sguardo intenso avesse lasciato una scia tattile su di lei…
Allontanai la mia mano da quel caldo anfratto, facendola gemere di
frustrazione… sorrisi per quella sua debole
protesta…
-Con calma piccola mia… abbiamo tempo… ed io ho
tutte le
intenzioni di farti impazzire dal piacere… di venerarti come
meriti…- le sussurrai, con una voce che era talmente roca
che
faticavo persino io a riconoscere. La spinsi verso il bordo sotto le
vetrate, dove erano presenti delle specie di sedili con poggiatesta
reclinabili per godersi l’idromassaggio in santa pace, e la
feci
accomodare lì; poi afferrai le sue gambe e le sollevai fino
a
portare tutto il suo corpo a filo con l’acqua mentre lei
aveva la
testa comodamente appoggiata nell’apposito incavo. Il suo
corpo
affiorò sulla superficie… lentamente le feci
allargare le
gambe e mi intrufolai in mezzo, fino ad arrivare alla sua zona
più sensibile, mentre le sue turgide gemme spuntavano
dall’acqua, richiamandomi come il canto di una sirena.
Appoggiai una mano al centro della sua schiena per sorreggerla, in modo
che potesse abbandonarsi completamente all’estasi che avevo
intenzione di donarle, e poi con estrema delicatezza avvicinai il mio
viso alla sua zona più sensibile, iniziando una dolce
tortura…
Alice ebbe un sussulto improvviso… non se lo
aspettava, ma
doveva rimanere il più rilassata possibile, se
voleva
restare a galla…
-Ferma amore… cerca di stare tranquilla e lascia fare a
me… ho una voglia matta di sentire il dolce sapore della tua
pelle… ti prego, fidati, lasciami fare…- le
mormorai in
tono suadente. La sentii sospirare e poi cercò di rilassarsi
di
nuovo. La vidi appoggiare la testa e chiudere gli occhi, mentre il suo
corpo tornava lentamente a galla, aiutato dalla mia mano che le
sorreggeva la schiena.
Presi di nuovo a dedicarmi a lei, mentre si preparava a ricevere tutto
il piacere che potevo donarle… Approfondii il contatto molto
dolcemente per non causare in lei movimenti sussultori… mi
muovevo con calcolata lentezza e sentivo il suo respiro farsi sempre
più forte…
-Oh Jay… mi fai impazzire così…
più forte
ti prego…- mi scongiurò; ma io incurante delle
sue
proteste continuai con lo stesso ritmo blando e frustrante…
volevo veramente farla impazzire, la volevo sentire urlare di piacere e
pregarmi per regalarglielo… non lo avrei mai creduto
possibile,
ma Alice scatenava in me un senso di potenza unico…
Il mio amico pulsava dolorosamente, impaziente di ricevere anche solo
una minima parte del piacere che stavo regalando a lei… ero
impaziente di perdermi nel corpo caldo di quella meravigliosa creatura,
completamente abbandonata nelle mie mani… ma volevo
aspettare… volevo dedicarmi solo a lei…
-Non ancora amore…- le risposi, continuando con un ritmo
lento e
cadenzato… pian piano i miei tocchi e le mie carezze si
fecero
sempre più audaci e il suo respiro divenne spezzato e
iniziò ad ansimare sonoramente… quando sentii i
suoi
muscoli iniziare a stringersi, aumentai ancora di più il
ritmo,
permettendole di arrivare finalmente al culmine del
piacere…
-Ahhh… sì…
sììì…
oddio…- urlò, in preda agli spasmi che la
scuotevano.
Quando la sentii rilassarsi, la feci di nuovo immergere
nell’acqua riscaldata, la spinsi con irruenza sul bordo della
piscina, afferrando le sue gambe e allacciandole intorno alla mia vita
e con un unico movimento i nostri corpi si unirono diventando uno
solo… stare dentro di lei era una sensazione meravigliosa...
un
piacere unico… potente…
-Ti amo, Ally- mormorai, mentre i miei occhi la fissavano intensamente.
-Ti amo Jay… tantooooo- urlò l’ultima
parola, a
causa di un mio affondo più brusco e deciso; questo fatto mi
esaltò all’inverosimile.
-Sì, amore… fammi sentire quanto ti
piace… fammi
capire quanto sono bravo…- soffiai sulle sue labbra,
mordicchiandole il labbro inferiore. Alice buttò la testa
indietro, inarcando la schiena e permettendomi di approfondire
maggiormente il nostro contatto… Oddio! Non capivo
più
niente!
-Ohhh Jay… mi piace… mi piace da
morire…
sì, così…- gridò, ormai in
preda al piacere
estremo…
Aumentai il ritmo, finchè sentii che il piacere
stava per esplodere dentro di me, potente come non mai…
-Insieme piccola… vieni insieme a me…- mormorai,
avventandomi sul suo collo e prendendo a morderlo delicatamente.
-Sì… sì… ora
Jay…- e l’estasi
ci travolse entrambi nello stesso momento. I nostri movimenti si fecero
meno frenetici e lentamente ci calmammo, mentre le sue mani si erano
intrecciate ai miei capelli e mi accarezzavano, donandomi brividi che
sembravano prolungare quel benessere appena provato.
Appoggiai la fronte alla sua e le sorrisi... i suoi occhi ancora lucidi
si illuminarono di una luce radiosa.
-Sei bellissimo Jay…- sussurrò sulle mie labbra,
stringendomi forte a sé.
-Tu sei bellissima… e perfetta… come ho fatto a
starti
lontano tutto questo tempo? Ora mi fonderei sempre con il tuo corpo,
vorrei stare sempre dentro di te…- le confessai,
completamente
stordito da quelle forti sensazioni… non avevo mai provato
niente del genere… prima di lei, ogni mia emozione, era
relegata
solo ad un piano fisico, al piacere carnale… ora ogni
singolo
brivido del mio corpo ingordo di lei era accompagnato da forti
commozioni che amplificavano tutto in una maniera così
potente
da lasciarmi frastornato.
-Anch’io… non riesco a starti lontana…
è
più forte di me… non ho mai provato niente del
genere per
nessuno Jay… davvero, devi credermi…
io… io
pensavo di essere innamorata veramente di Josh e ho sofferto tanto
quando mi ha tradita… ma ora ho capito che il mio non era
amore… o perlomeno non era un sentimento così
travolgente
come quello che provo per te…
l’intensità del mio
ardore è talmente potente da sentirmi quasi soffocare, al
pensiero di poterti perdere per un qualsiasi motivo… mi
sembra
che mi manchi l’aria…- mi rivelò,
sorprendendomi.
Ero felice che anche lei, come me, venisse scossa da quelle emozioni
così destabilizzanti.
-Amore mio… non voglio che tu debba pensare ad
un’eventualità del genere, perché non
accadrà mai… te lo prometto- cercai di
rassicurarla.
Rimasi sorpreso quando notai una lacrima scendere dal suo viso. Uscii
da lei, a malincuore… ma volevo stringerla meglio tra le mie
braccia, abbracciarla forte e cercare di capire cosa le
frullasse
in quella testolina…
-Ehi… ehi, piccola mia… non fare così
ti prego… cosa succede?- le domandai, preoccupato.
-Sc-scusa… sono una stupida…-
singhiozzò, in modo sempre più energico.
-Alice, ti prego calmati… dimmi cosa ti
preoccupa… ho
forse fatto o detto qualcosa che ti ha dato fastidio?- mi
rammaricai… forse qualcosa l’aveva disturbata
senza che me
ne rendessi conto. Scosse vigorosamente la testa in segno di
diniego… la accarezzai e aspettai che si calmasse un
po’
per essere di nuovo in grado di parlare con calma.
-Non è colpa tua… sono io che ho… ho
paura…- confessò, lasciandomi basito. Io le
incutevo
timore? Perché mai?
-Non capisco Alice, e sto iniziando seriamente a
preoccuparmi…
paura di cosa? Che io possa in qualche modo farti del male?- le chiesi,
con un tono di voce titubante e insicuro. Ora ero io ad essere
spaventato… con quello che le avevo fatto passare, e dopo
ciò che le era successo con il suo ex, lei non si fidava di
me e
probabilmente non riusciva nemmeno a credere nella sincerità
del
mio amore per lei.
-Vedi… l’amore che provo per te è
così
sconfinato, che ho paura che se tu decidessi di lasciarmi o ti dovessi
innamorare di un’altra… io ne uscirei distrutta
stavolta…- e calde lacrime inondarono di nuovo il suo viso.
Ecco! Era come pensavo io… lei non si fidava di
me… ma
come poteva pensare che io mi potessi innamorare di un’altra
ragazza? Io non vedevo nessun’altra che lei! Le accarezzai il
viso, cercando di rassicurarla, mentre un sorriso sincero nasceva sulle
mie labbra.
-Alice, io capisco le tue paure… perché sono le
stesse
che ho io…- iniziai a spiegarle. La vidi spalancare gli
occhi,
sorpresa… le sorrisi ancora.
-Tu devi capire che mai nessuna è riuscita a penetrare la
corazza con cui credevo di aver rinchiuso accuratamente il mio
cuore… tu sei riuscita a farvi breccia e piano piano
l’hai
sgretolata come fosse un castello di sabbia… io ti amo
più della mia vita, e non potrei più fare a meno
di te,
del tuo cuore che mi hai donato, del tuo amore con cui mi riscaldi, dei
tuoi occhi che mi scrutano l’anima nel profondo, del tuo
profumo
che irretisce i miei sensi, del tuo corpo che fa vibrare il mio come un
diapason, e soprattutto del tuo sorriso che illumina le mie giornate e
che vorrei veder di nuovo comparire su questo splendido
faccino…- le dichiarai. I suoi occhi sempre più
sgranati
mentre io parlavo, si addolcirono e finalmente il suo meraviglioso
sorriso rischiarò i suoi tratti, donandole una luce
perfetta. Mi
buttò le braccia al collo e mi strinse forte a
sé…
ricambiai con tutta la dolcezza di cui ero capace.
-Non potrei mai lasciarti o tradirti, perché non vorrei
nessun’altra che te… te lo giuro mia piccola
Ally…-
aggiunsi.
-Ti amo, Jay… tanto, tanto, tantissimo!- esclamò,
scoccandomi un bacio sulle labbra.
-Forza, è ora di uscire, se non vogliamo che ci spuntino le
branchie- le ordinai, facendola ridere di gusto. Senza darle il tempo
di muoversi, la presi in braccio e uscimmo dalla vasca… la
sua
pelle si ricoprì di brividi per la differenza di
temperatura,
decisamente meno mite all’esterno, rispetto al caldo
ristoratore
dell’acqua. La adagiai su una sdraio e afferrai un
asciugamano
che le avvolsi sulle spalle.
-Aspetta solo un secondo…- le dissi; poi mi voltai e poco
più in là recuperai gli accappatoi che avevo
appoggiato
su uno dei tanti caloriferi della dependance. Indossai il mio e mi
affrettai a portare l’altro alla mia piccola. Poi accesi le
luci
e spensi tutte le candele e l’idromassaggio.
-Mmm… che piacere… è caldissimo!-
affermò,
stringendo la morbida spugna sul suo corpo e strofinandovi il viso. Le
arrivai alle spalle e la presi in braccio, cogliendola di sorpresa,
causandole un urletto a metà tra il divertito e lo
spaventato.
-Non vorrai portarmi in braccio fino su, vero? Guarda che la caviglia
è guarita…- si lamentò
immediatamente…
sapevo che lo faceva solo perché si sentiva in imbarazzo e
perché aveva paura di causarmi fastidio, ma non sapeva
quanto io
mi crogiolavo piacevolmente in quella posizione… non
scherzavo
quando le avevo rivelato che non mi sarei mai staccato da lei e quello
era un modo per tenerla vicina…
-Silenzio, signorina Cullen… qui comando io e se ho voglia
di
portarla in braccio fino al piano superiore, lei è pregata
di
non lamentarsi e piantarla con questi assurdi discorsi - le ordinai,
con un sorriso sulle labbra; lei arrossì e nascose il viso
nell’incavo tra la mia spalla e il collo e la sentii
sorridere.
Mi diressi al piano di sopra, spegnendo tutto al mio passaggio e la
portai nel bagno della nostra camera… già, la
nostra
camera… ero emozionato come un bambino… per la
prima
volta avremmo dormito insieme nello stesso letto… avrei
anche
potuto fare l’abitudine a un così piacevole
cambiamento!
Ci asciugammo i capelli a vicenda, tra risate e piccoli scherzi e poi
indossammo qualcosa per dormire e ci infilammo nel letto. La attirai a
me e la abbracciai forte, inspirando a pieni polmoni il suo dolce
profumo.
-E’ la prima volta che dormiamo insieme…-
mormorò, accoccolata sul mio petto, le nostre gambe
intrecciate.
-Già… prima, stavo pensando anche io la stessa
cosa…- le risposi, sospirando di piacere. Il suo piccolo
corpo,
allacciato al mio, emanava un tepore appagante.
-Ma… domani torneremo alla normalità…-
precisò, con voce triste.
-Sì, è vero… ma non sarà
più la
normalità di prima, te lo garantisco! Perché noi
saremo
sempre insieme, e anche se non potremmo passare spesso giornate
così intime e piacevoli da soli, niente più ti
allontanerà da me, Ally… non preoccuparti, tesoro
mio… cercheremo di ritagliarci del tempo per noi,
anche a
casa… non sarà di certo qualche stupida e ottusa
regola a
tenermi lontano dal tuo splendido corpo!- dichiarai, convinto. La sua
risata echeggiò cristallina nella stanza, riempiendomi di
gioia.
-Se ti sentisse Charlie… te la darebbe lui la
“stupida
regola”!- mi schernì. Era vero, mio padre era un
uomo
molto comprensivo con noi figli e in genere abbastanza permissivo; ma
se imponeva una regola, si aspettava che non la infrangessimo per
nessun motivo e in questo, da figli coscienziosi, non
l’avevamo
mai deluso… ma chissà perché, ora le
regole
“niente sesso in casa e ognuno dorme nel proprio
letto”, mi
sembravano le più stupide di questo mondo! Non ero un
così bravo ragazzo, in fondo!
-Bè, ma lui in questo istante non mi sta
ascoltando… e
nemmeno dovrà venire a sapere dei miei progetti!- risposi.
-Mmm… perché che intenzioni ha in futuro, signor
Swan?- domandò, maliziosa.
Mi spostai e in un attimo fui sopra di lei, attento a non pesarle
addosso, premendo JJ di nuovo pronto e vivace sulla sua bollente
intimità. Nella penombra della notte, vidi i suoi occhioni
spalancarsi e la sua risatina mi solleticò il viso.
-Di farla morire di piacere… sempre, signorina
Swan… ancora non ha capito la lezione?- mormorai, sulle sue
labbra.
-Mmm… mi sa che mi serve una rinfrescatina alla memoria...
professor Swan… diciamo un ripasso generale-
azzardò,
affondando le sue morbide labbra sulle mie, e sorprendendomi per
quell’audacia.
E io da bravo professore ripresi la lezione da capo…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 70
-Ecco,
così va meglio per i tuoi occhi e per Super Cullen?- mi
schernì,
maliziosa, cambiando repentinamente argomento per non incrinare la
bellissima atmosfera con argomenti troppo seriosi. Storsi un
po’ il
naso. -Mmm…
ti si vede ancora il viso e quello è un’altra
tentazione, te lo garantisco!- affermai sornione, in un chiaro
complimento. Si mise a ridere, buttando la testa all’indietro. -Oddio! Non vorrai
per caso che faccia a colazione avvolta in un lenzuolo?-
continuò la sua presa in giro. -Bè,
quello potremmo comprarlo per quando usciamo, così nessuno
potrà
mangiarti con gli occhi!- affermai, sentendomi già accaldare
al
pensiero di tutti gli sguardi poco casti dei ragazzi a
scuola… e lei
nemmeno se ne rendeva conto! -Ah, ah, ah! E
allora io? Dovrei
rinchiuderti in un’alta torre di un castello sperduto!
Vabbè, lasciamo
perdere che la mia appetitosa colazione si fredda!- dichiarò
e mi
indicò il vassoio perché glielo passassi.
Cap. 70
Buongiorno ragazze!
Siamo contente che i Jalice continuino a riscuotere successo!
Specialmente Jasper! XD!
Ora si ritorna a casa Swan per vedere come trascorreranno i nostri
protagonisti la domenica mattina.
Nel prossimo l'ultimo dei Jalice, poi si ritornerà alla
normalità e Bella ed Edward ritorneranno ad essere i
protagonisti principali... per la gioia di molte di voi!
Grazie infinite a tutte le lettrici silenziose e non.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 70
Armonia
familiare
Pov Edward
-Siete pronti
ragazzi?- chiese
Charlie a me e ad Emmett. Erano le otto del mattino ed eravamo in
cucina già da parecchio tempo. Charlie era venuto a buttarci
giù dai letti, per preparare la colazione alle ragazze e
alla
mamma, per via della nostra scommessa persa. Avevamo così
deciso
che ognuno avrebbe svegliato la propria metà, portandole la
colazione a letto.
-Sì, il
mio vassoio
è pronto- risposi, pienamente soddisfatto di tutte le
leccornie
preferite che vi avevo sistemato sopra per il mio bellissimo angelo.
-Anche il mio-
aggiunse Emmett,
con un sorrisone soddisfatto per l’opera compiuta e uno
strano
luccichio nello sguardo. Chissà… forse stava
ripensando
alla prima volta che aveva portato il vassoio della colazione a Rose,
alla casa al mare… e le piccanti conseguenze derivate dal
suo
gesto…
-Bene, allora
andiamo a
svegliare le nostre signore… e se conosco un po’
l’altra metà del cielo, vedrete ragazzi miei, ne
saranno
senz’altro piacevolmente stupite! E perciò prevedo
che
adotteranno un comportamento dolce ed affettuoso verso di noi, tutto il
giorno spero… magari mettendo fine alla nostra punizione
prima
di sera!- affermò Charlie, strizzandoci
l’occhiolino.
-Anche se non si
meritano un
trattamento del genere, però: hanno barato!- si
lamentò
Emmett con un broncio degno di un bambinetto di tre anni.
-Ancora con questa
storia? Dacci
un taglio e mettiti il cuore in pace figliolo: noi siamo stati degli
allocchi e loro sono solo state più scaltre e furbe di noi!
E
credimi se ti dico che non sarà l’ultima
volta… con
tua madre ho capito una volta per tutte che le donne hanno una marcia
in più… dobbiamo rassegnarci!- esclamò
Charlie,
facendoci sogghignare.
Ci avviammo al
piano superiore e appena salite le scale, Charlie ci trattenne ancora
un attimo.
-Ragazzi, mi
raccomando! Nel
vostro ruolo di schiavi è compresa solo la colazione a
letto… non altro, intesi?!- ci avvertì,
improvvisamente
serio.
Scoppiai a ridere
in maniera silenziosa per non svegliare le donne di casa.
-Certo,
Charlie… ma mi sa
che hai deluso Emmett- schernii mio fratello, all’espressione
affranta che ancora aleggiava sul suo viso.
-Sì,
perché tu sei un santo, vero?- ribatté
prontamente l’orso.
-Ti ricordo che,
anche volendo,
Bella ha il ciclo!- mi difesi, rendendomi conto troppo tardi che avevo
dato fiato alla bocca davanti a Charlie.
-Ma tu no!
Quindi…
all’occhio!- si intromise Charlie, mentre ora era Emmett
quello
che rideva sommessamente per la mia espressione imbarazzata.
-Muovetevi!
Andate!- ci ordinò, interrompendoci.
Mi avviai verso la
porta di
Bella e molto delicatamente la aprii e sgattaiolai in camera sua.
Appoggiai il vassoio sul comodino e mi persi nell’osservare
il
suo viso così rilassato nel sonno. Era bellissima e
immediatamente i ricordi della sera precedente esplosero in mille
immagini di lei chinata sul mio amichetto, intenta a darmi
piacere… Merda! Mi era già venuto
duro… Dio, Bella
mi faceva già quell’effetto normalmente, ma il
pensiero di
quanto fosse stata una bomba super sexy la sera prima, mi faceva
perdere la testa!
Pian piano mi
sedetti sul letto
accanto a lei e iniziai a lasciarle piccoli baci delicati su tutto il
viso. Iniziò a muoversi e senza aprire gli occhi mi sorrise,
allacciando le braccia attorno al mio collo e iniziando a rispondere ai
miei baci…
Una frenesia invase
all’istante il mio corpo e non riuscii più a
trattenermi:
in un attimo la mia lingua pretese l’accesso alla sua bocca,
cominciando a lambire la sua calda cavità in maniera
urgente,
quasi smaniosa; ogni piccolo angolo di quel luogo mi era diventato
molto familiare ma allo stesso tempo risultava sempre emozionante.
Immediatamente
rispose alla mia
incursione e le sue mani, si intrufolarono nella mia chioma, donandomi
brividi, che non mi aiutarono di certo a far ridimensionare Super
Cullen. Anzi… le sue dimensioni stavano aumentando sempre
più, mentre iniziava a pulsarmi dolorosamente sotto la
stoffa
dei pantaloni, sempre più stretta.
Ci staccammo
ansanti, per
riprendere ossigeno e Bella, spalancando i suoi occhioni dolcissimi, mi
donò uno stupendo sorriso radioso.
-Buongiorno,
amore… è stato un risveglio
fantastico…- sussurrò, con
un’espressione beata.
-Buongiorno anche a
te, mia
principessa… ti ho portato la colazione…- le
risposi,
dandole un piccolo bacio sulla punta del naso. Lei si alzò
sui
gomiti e diede un’occhiata piena d’interesse al
vassoio.
-E a cosa devo
questa sublime gentilezza?-mi chiese, meravigliata per la sorpresa.
-Sono o non sono
ancora per oggi
il tuo schiavo?- le domandai, con una nota maliziosa nella voce e il
mio famigerato mezzo sorriso sghembo. Lei arrossì di botto,
certamente ripensando a come si era comportata la sera precedente, e
abbassò il capo imbarazzata, privandomi dei suoi occhioni
cioccolatosi. Le rialzai il viso e la baciai di nuovo.
-Mmm…
bentornata gattina
mia… ma spero di rivedere presto anche la pantera di ieri
sera… è stato semplicemente meraviglioso fare la
sua
conoscenza…- mormorai a pochi millimetri dalle sue labbra.
Lei
annullò la distanza, appoggiando le sue labbra dolcissime e
morbide sulle mie, mentre il suo colorito non accennava a diminuire di
intensità. Si staccò e, molto maliziosamente, il
suo
sguardo finì sul mio membro che scalpitava per ricevere le
giuste attenzioni. Inarcò un sopracciglio.
-Ehi! Ma Super
Cullen non si riposa nemmeno un po’?!- mi chiese,
ridacchiando.
-E tu non sai che i
supereroi
non dormono mai?! Comunque, per la cronaca, vorrei informarti che lui
riposa molto di rado da quando ti ha conosciuta! Ma ora, se farai la
brava e ti metterai a mangiare tranquilla, magari indossando anche
qualcosa di più coprente, forse riusciremo a
mandarlo un
po’ a nanna… più che altro per la mia
salute
psicofisica!- le spiegai, ghignando.
-Mmm… e
dici che Super
Cullen non si offenderà, se non gli do il buongiorno? Povero
cucciolo, lui…- affermò maliziosa, mentre la sua
mano
aveva già preso ad accarezzare la mia eccitazione, facendomi
sobbalzare per lo stupore.
-Oddio
Bella… così
mi fai uscire fuori di testa… ti prego amore… non
so se
da ieri sera il mio autocontrollo sia più così
efficiente
come prima… sarà meglio fermarci
subito… oddio,
piccola…- rantolai, sempre più perso nel suo
tocco. Anche
se la cosa mi costò uno sforzo enorme, le afferrai
delicatamente
il polso, fermando i suoi movimenti.
-Sai…
l’idea di
portarvi la colazione a letto è stata di tuo
padre… e
prima di entrare in camera sua ha ordinato chiaramente a me e a Emm di
limitarci solo a quella… non vorrei che tra due minuti
facesse
una delle sue trionfali incursioni, qui in camera…- le
spiegai,
prima che potesse rimanerci male e prenderlo come un rifiuto da parte
mia.... ormai conoscevo perfettamente come funzionava la sua testolina
bacata!
-Ops…
scusa… non
volevo stuzzicarti, per poi… bè, sì
per poi
lasciarti insoddisfatto, ecco…- balbettò
imbarazzata.
Quanto era dolce quella ragazza stupenda? La abbracciai forte.
-Dio, quanto ti amo
Bella… ringrazio il cielo tutti i giorni per averti messa
sul
mio cammino… la mia vita sentimentale prima che ti
conoscessi
era così vuota, scialba e squallida! Ma ora… ora
mi
sembra di scoppiare a causa di tutto l’amore che provo per
te!-
le dichiarai. Lei mi strinse ancora di più.
-Sei il ragazzo
più dolce
che abbia mai conosciuto, Edward! Ti amo tantissimo anche io e vorrei
potertelo dimostrare ogni giorno in mille modi diversi!- mi rispose.
-Me lo dimostri
amore…
sempre… non ti devi preoccupare per questo…
giurami solo
che non mi lascerai mai, perché potrei anche
morirne…
ormai la mia vita senza di te non avrebbe alcun senso!- le confessai,
consapevole della veridicità delle mie parole. Non riuscivo
più a immaginare la mia vita senza la sua luminosa presenza
accanto a me.
Improvvisamente si
staccò
dal nostro abbraccio e mi guardò intensamente negli occhi,
con
un’espressione seria e addolorata.
-Ti prego Edward,
non voglio mai
più sentirti dire una cosa del genere!- esclamò,
lasciandomi stupito. Ero senza parole… per lei non era lo
stesso? Non capivo…
-Edward…
io non ho
nessuna intenzione di lasciarti… ma non voglio mai
più
sentirti dire che non ha senso vivere… Vedi…
purtroppo
non si può mai sapere cosa ci riserva la vita… e
con
l’esperienza di mia mamma, sono più che mai
consapevole
che in qualsiasi momento anche una minima cosa può portarci
via
dai nostri cari… ma, in quel caso, chi rimane ha il dovere
di
andare avanti con la propria vita e il diritto di rifarsene una,
provando a essere ancora felice!- mi rimproverò. Aveva
ragione e
io ero stato uno stupido a pronunciare una frase così pregna
di
significato con superficiale leggerezza.
-Mi spiace, Bella,
scusami… non volevo farti innervosire… volevo
solo farti
capire quanto tu sei diventata essenziale e indispensabile per
me…- mi giustificai. Lei mi sorrise.
-Comincio a farmene
un’idea…- sghignazzò; -…e
poi non mi hai
fatta arrabbiare, ma… ci tenevo a farti sapere come la
penso…- mi spiegò. Mi diede un casto bacio sulla
guancia,
si sedette appoggiando la schiena alla testiera del letto e si
sistemò le coperte in modo da coprirsi sin sopra il seno.
-Ecco,
così va meglio per
i tuoi occhi e per Super Cullen?- mi schernì, maliziosa,
cambiando repentinamente argomento per non incrinare la bellissima
atmosfera con argomenti troppo seriosi. Storsi un po’ il naso.
-Mmm… ti
si vede ancora
il viso e quello è un’altra tentazione, te lo
garantisco!-
affermai sornione, in un chiaro complimento. Si mise a ridere, buttando
la testa all’indietro.
-Oddio! Non vorrai
per caso che faccia a colazione avvolta in un lenzuolo?-
continuò la sua presa in giro.
-Bè,
quello potremmo
comprarlo per quando usciamo, così nessuno potrà
mangiarti con gli occhi!- affermai, sentendomi già accaldare
al
pensiero di tutti gli sguardi poco casti dei ragazzi a
scuola… e
lei nemmeno se ne rendeva conto!
-Ah, ah, ah! E
allora io? Dovrei
rinchiuderti in un’alta torre di un castello sperduto!
Vabbè, lasciamo perdere che la mia appetitosa colazione si
fredda!- dichiarò e mi indicò il vassoio
perché
glielo passassi.
-Tu non mangi?- mi
chiese, notando che era apparecchiato solo per una persona.
-No, noi ometti
abbiamo fatto colazione giù in cucina. Mangia
tranquilla…- la rassicurai.
Continuavo ad
osservare ogni suo
più piccolo movimento e quando se ne rese conto si
imbarazzò, intensificando nuovamente il colorito delle sue
guance.
-Potresti finirla
di scrutarmi così minuziosamente mentre mangio? Mi metti a
disagio…- si lamentò.
-Scusa, ma sei
deliziosa e non
ne posso fare a meno!- confessai. Era vero: non riuscivo in alcun modo
a fare a meno di guardarla e mi venne in mente il primo periodo in casa
Swan, quando ci “odiavamo”… facevo una
fatica enorme
a non fissarla in ogni momento e soprattutto a non farmene accorgere.
-Ma dai! Nessuno
è delizioso mentre mastica!- si giustificò.
-Tu sì!-
sentenziai e mi
avvicinai per darle un piccolo bacio. Mi fece la linguaccia e
afferrò la sua tazza di cioccolata.
-Mmm…
buonissima, amore… grazie!- si entusiasmò.
Sorrisi, compiaciuto della sua espressione estasiata.
-Lo sai che mi
piace coccolarti
e viziarti, principessa…- le spiegai mentre riportavo una
ciocca
profumata e ribelle dietro il suo orecchio...
Sobbalzammo
improvvisamente al
rumore della porta che si spalancava. Mi voltai convinto che
fosse Charlie, venuto a controllarci, e invece… mi ritrovai
di
fronte quel cretino di mio fratello! Ma si può essere
più
idioti di così? Mi era venuto un collasso per
niente…
-Abbiamo forse
interrotto
qualcosa, piccioncini amorosi?- esclamò, sogghignando, e
vidi
che dietro di lui stava entrando anche Rosalie. Immediatamente corse da
Bella e si infilò sotto le coperte con lei: erano bellissime
entrambe... due bellezze differenti, una più vistosa,
l’altra più delicata… ma ugualmente
molto attraenti.
-Ciao, tesoro- la
salutò
Bella, schioccandole un bacio sulla guancia. Rosalie si
accoccolò tra le braccia di Bella, avendo tutta la mia
invidia….
-Brrr…
che freddo! Ciao,
sorellina… hai visto che bella sorpresa la colazione a
letto?-
le chiese, anche lei entusiasta per il nostro gesto.
-Sì,
sono stata proprio
contenta e soddisfatta perché era anche buona! Bravissimi
ragazzi!- ci elogiò entrambi e noi ci scambiammo uno sguardo
tronfio e compiaciuto, anche se in verità avrebbero dovuto
ringraziare Charlie, perché se fosse stato per noi, saremmo
stati ancora a poltrire nei nostri letti… ma non era
necessario
sottolineare quella cosa.
-Emm…
devo rifarti la lezione del ‘bussare’?- lo
rimproverò Bella, alzando il sopracciglio.
-Ehm,
no… scusa…
è che stavamo parlando e senza rendermene conto sono
entrato…- si giustificò il mio fratellone;
-…però adesso sono geloso! Voglio anche io venire
sotto
le coperte con voi femminucce!- si lamentò facendo spuntare
un
broncio. Che idiota!
-Tu provaci,
campione! E io ti
faccio iniziare una nuova carriera da cantante lirico… in
veste
di soprano, però!- esclamò Charlie, affacciandosi
alla
porta, lasciata aperta da Rosalie.
-Ehi, calma, calma
Charlie… stavo solo scherzando…- si difese
Emmett, alzando le mani in segno di resa.
-Non ti azzardare a
toccare il
mio bambino o farai i conti con me, sceriffo dei miei stivali!- lo
rimproverò immediatamente la mamma, entrata dietro di lui;
-Buongiorno a tutti, ragazzi!- aggiunse radiosa. Evidentemente la
sorpresa era piaciuta molto anche a lei. Appena vide Bella e Rosalie
nel letto si avvicinò e Bella fece accomodare anche lei
sotto le
coperte con loro. Emm afferrò immediatamente la macchina
fotografica dalla scrivania di Bella e scattò qualche foto
alle
donne di casa Swan.
-Siete troppo
belle!- le
elogiò. Io mi sentivo così felice ed emozionato
per lo
splendido rapporto tra tutti noi, ed ero molto contento per mia mamma,
che non vedevo così serena da troppo tempo. Il senso di
colpa
che provavo nei suoi confronti era ancora molto forte e poterla
osservare così felice, non faceva che aggiungere tanta gioia
a
quella che già la sola presenza di Bella mi dava.
-Ragazzi, a che ora
partirete?
Ho telefonato in centrale, per avere qualche informazione e mi hanno
riferito che la strada è già libera…
stanotte ha
continuato a nevicare, ma per fortuna alle 5 di stamattina appena ha
smesso, hanno provveduto subito a rendere agibile la strada- ci
spiegò Charlie.
-Bè, vi
conviene pranzare
e poi partire… almeno lascerete ancora un po’ di
tempo a
quei due...- propose la mamma, che ora avevano fatto spostare al centro
del letto e aveva Bella e Rosalie accoccolate a lei da entrambi i lati.
-Mamma…
dici che saranno ancora vivi?- le chiesi, sogghignando.
-Ma quanto sei
scemo!- mi rimproverò lei.
-Alice
sarà viva di certo… avrei qualche dubbio su
Jasper- rincarò la dose mio fratello.
-Ma la finite voi?!
La mia bambina è dolcissima!- si inalberò la
mamma, facendo scoppiare a ridere tutti.
-Bè,
Esme… quando
non si arrabbia…- aggiunse Rosalie. La mamma si
spostò un
po’ per guardarla negli occhi, e poi fulminò
Emmett.
-Tu, me la stai
rovinando!- rimproverò Emmett, additandolo e facendoci
ridere ancora di più.
Continuammo a
sghignazzare e conversare ancora una mezz’oretta, mentre noi
uomini ci eravamo appollaiati sul letto.
Decidemmo di andare
a lavarci e vestirci e ognuno si avviò nella propria camera.
Pov Bella
Stavo scendendo al
piano
inferiore, molto felice e serena. Il risveglio della mattina era stato
stupendo grazie ad Edward che era venuto a darmi il buongiorno con
un’ottima colazione, resa ancora più ben accetta
dai suoi
meravigliosi baci.
C’era
stato un attimo di
imbarazzo, dovuto ai ricordi della sera precedente, ma poi avevo
cercato di riprendermi subito… volevo a tutti costi superare
la
mia difficoltà…
La mattinata era
stata resa
ancora più perfetta dalla bellissima incursione di tutti i
membri della famiglia (bè, quasi tutti!) nella mia
camera… stare accoccolata nel letto tra le braccia di Esme,
aveva risvegliato dolci ricordi di quando, ancora bambina, mi
intrufolavo nel lettone dei miei genitori e mi facevo coccolare dagli
abbracci della mia mamma. Avevo notato anche gli occhi lucidi di
papà a quella scena, mentre Emmett ci scattava delle
fotografie,
e infatti subito dopo aveva introdotto il discorso sulla nostra
partenza: ero certa che lo avesse fatto per non rovinarsi una bella
mattinata con tristi e nostalgici ricordi.
Comunque la
chiacchierata tutti
insieme sul mio letto mi aveva messa di ottimo umore… erano
giorni che non mi sentivo così, e precisamente da quando era
iniziata quella stupida faida tra Alice e Jazz… ma
ora,
per la prima volta da quando ci eravamo allontanati da villa Swan,
sentivo che le cose tra Alice e Jazz, si erano sistemate al
meglio…
Edward mi venne
incontro col suo
sorriso sghembo, che mi fece tremare per un attimo le gambe, e temere
di non arrivare in fondo alle scale sana e salva.
-Amore, hai un
sorriso che ti
illumina tutto il tuo bel visino! A cosa stai pensando?- mi chiese,
compiacendomi per il complimento. Oddio, mi mandava in visibilio quando
mi faceva notare quanto fosse attratto da me, e spesso non riuscivo
ancora a capacitarmi di quella cosa.
-Pensavo a mio
fratello ed
Alice… e ho la netta convinzione che oggi andremo a
recuperare
una bella coppia innamorata, e non due iene separate!- esclamai, sempre
più certa. Edward mi abbracciò.
-Lo spero
tanto…-
mormorò, poco convinto. Era agitato e lo avevo notato
più
volte da quando li avevamo lasciati là da soli, ma prima non
ero
in grado di rassicurarlo, troppo spaventata anche io… ora,
invece il mio cuore mi diceva di stare tranquilla.
-Vedrai,
Edward… devi
pensare positivo… non so come spiegartelo, ma è
come se
sentissi che mio fratello è felice e sta bene…
d’altronde siamo gemelli, no? Potrebbe anche esserci una
sorta di
connessione empatica!- esclamai, facendolo scoppiare a ridere.
Insieme ci avviammo
in cucina, dove gli altri nel frattempo si erano riuniti.
-Ragazzi, prima ha
chiamato Jake
per dirvi che lui e Leah, sarebbero arrivati tra poco a riprendersi le
auto… così li ho invitati a pranzo- ci
informò
Esme. Era un mito questa donna e con i suoi modi amorevoli e affettuosi
aveva conquistato anche Leah e Jake, soprattutto lo stomaco di
quest’ultimo, che non capitava mai che rifiutasse un invito a
pranzo, specialmente se la cuoca era così brava!
-Tanto verranno con
voi, oggi, no?- domandò papà.
-Certo, se hanno
voglia di farsi di nuovo il viaggio in auto…-
asserì Esme. Noi Swan scoppiammo a ridere.
-Non conosci bene
Jake!
Piuttosto che perdersi il posto in prima fila per assistere alla scena
cui ci troveremo davanti oggi, se ne farebbe anche dieci di ore di
viaggio! Per non parlare di Leah, sua degna compagna! Quei due sono
fatti uno per l’altra!- esclamai, sempre ridendo, per la
curiosità che contraddistingueva entrambi.
Con Esme decidemmo
cosa
preparare per pranzo, anche se sarebbe toccato ancora agli uomini
cucinare… ma eravamo tutte e tre talmente felici che
decidemmo
di anticipare il termine della loro punizione!
Mi scusai un attimo
con gli
altri e mi recai in camera mia per prendere il regalo che avevo
preparato per Esme. Volevo assolutamente darglielo subito, prima che
una qualsiasi sciocchezza potesse rovinare quella bellissima giornata.
Speravo con tutto il cuore che avrebbe apprezzato, anche se ormai avevo
imparato a conoscerla e sicuramente ne sarebbe stata felice,
già
solo per il motivo che l’avessi fatto con le mie mani.
Come uscii dalla
mia stanza, mi ritrovai di fronte Emmett che mi sorrideva sornione.
-Allora Bellina,
com’è andata ieri sera?- mi chiese, palesemente
curioso.
Io avvampai immediatamente e abbassai lo sguardo imbarazzata.
-Ehi…
che
c’è?! Guarda che non pretendo mica i particolari?
Non sono
così maniaco! Vorrei solo sapere se ora sei più
tranquilla… se il mio consiglio ti è servito-
sussurrò, forse per paura che qualcuno potesse sentirci. Mi
aprii in un sorriso radioso e lo abbracciai forte. Lui
ricambiò
immediatamente e lo sentii sghignazzare.
-Ok, lo prendo per
un
sì!- esclamò; -Sono contento per voi, e vedrai
che ora
che sei riuscita a minare alla base il suo ferreo autocontrollo, ogni
volta che vorrai riuscirai a farlo capitolare senza problemi- mi
spiegò, sicuro delle sue parole.
-Sì…
me ne sono
accorta anch’io…- mormorai, ricordando
l’avvertimento che mi aveva dato lui stesso sul letto quella
mattina; -…solo che c’è il rovescio
della
medaglia…- aggiunsi.
-Cioè?-
mi chiese confuso
Emmett; -Ora non si ferma più?!- continuò
sghignazzando.
Lo fulminai e si ricompose subito.
-Scusa è
più forte
di me… lo faccio anche per stemperare un po’ il
mio
imbarazzo…- si giustificò e io gli sorrisi
rassicurandolo.
-E’
che…
vedi… ora anche io faccio molta più fatica a
trattenermi… mi sembra di non riuscire a stargli lontana!-
cercai di fargli capire. Mi accarezzò i capelli dolcemente.
-Bellina, non
c’è
niente di male! Il sesso è un aspetto della vita che
finché non provi ne puoi fare a meno… Se una cosa
non la
conosci non ti manca, no? Ma una volta che ci prendi la
mano…
bè, è finita! Almeno i primi tempi! Poi,
comunque,
dipende anche dal grado di attrazione che c’è tra
voi… e a giudicare dai vostri sguardi, direi che
passerà
un bel po’ di tempo prima che possiate gestirlo in maniera
più… normale?- mi spiegò divertito, ma
allo stesso
tempo sincero. Gli sorrisi ancora, grata per tutto l’aiuto
che mi
stava dando.
-Gli hai spiegato
della tua
ansia?- mi domandò premuroso. Negai col capo. Come potevo
deludere tutto l’impegno che Edward stava mettendo per
cercare di
organizzare una serata romantica e perfetta per la nostra prima volta?
-Vabbè,
ne riparleremo se
vorrai… ora sarà meglio che ritorniamo dagli
altri,
altrimenti ci verranno a cercare. Specialmente mio fratello che quando
non ti ha sott’occhio sembra che gli manchi
l’aria!-
esclamò, scoppiando in una sonora risata.
Scendemmo
nuovamente di sotto e
raggiungemmo gli altri in cucina. Mi avvicinai ad Esme, con il regalo
in mano, sotto gli occhi attoniti di tutti… effettivamente
nessuno sapeva niente, nemmeno Edward o Rose.
-Ecco…
tu Esme ti occupi
premurosamente tutti i santi giorni di noi… e poi, con il
tuo
piano per far riavvicinare quei due impiastri… hai reso
felice
anche me… quindi ho pensato di ricambiare il tuo affetto in
un
modo più concreto questa volta…- balbettai
imbarazzata;
-…Questo è per te… ti voglio bene!- e
le porsi il
pacchetto.
-Oh tesoro, non
dovevi
disturbarti… ti ho già detto quanto voglia bene a
tutti
voi… e mi fa piacere esservi d’aiuto in qualche
modo e
prendermi cura di voi- mi rispose, abbracciandomi. Poi
afferrò
il pacchetto e con mani tremanti per l’emozione lo
aprì.
Appena vide il contenuto, rendendosi conto di cosa fosse e di quello
che avessi fatto, le lacrime iniziarono a scorrere sul suo dolce viso e
di conseguenza anche sul mio. Papà si avvicinò,
mentre
Esme continuava a sfogliare l’agenda a bocca aperta e quando
capì anche lui, mi abbracciò forte, subito
raggiunto
anche da Esme.
-Grazie, piccola
mia…- mi
sussurrò Esme, con la voce spezzata dal pianto; -Significa
molto
per me-. Le sorrisi, contenta che le fosse piaciuto il mio sforzo.
-Possiamo vedere e
sapere anche
noi?- si intromise subito Edward, forse un po’ risentito,
perché non lo avevo reso partecipe di quella cosa. Lo
abbracciai
subito.
-Scusami,
amore… non ti
ho detto niente, perché volevo che fosse una
sorpresa…
nel tempo libero o la sera tardi, ho scritto di mio pugno, su questa
agenda, tutte le ricette italiane che mi ha lasciato in
eredità
mia mamma. Sai quanto ci tengo e quando ho visto come brillavano gli
occhi a tua madre, ogni volta che dava uno sguardo a quel ricettario,
ho deciso di regalargliene uno tutto suo, visto che quando me ne
andrò al college, quella sarà una delle cose che
sicuramente porterò con me…- gli spiegai.
-E tu hai riscritto
tutto… ma ci avrai messo
un’infinità… il tuo
ricettario è enorme!- si meravigliò Edward. Alzai
le
spalle in un gesto di noncuranza: lo avevo fatto col cuore,
non
per ricevere chissà quali elogi… ero solo
felicissima di
quanto Esme avesse apprezzato il mio gesto e ora lei e papà
erano seduti sugli sgabelli della penisola, intenti a sfogliare con
venerazione ogni singola pagina… naturalmente mio padre non
si
stava lasciando sfuggire l’occasione di elencare alla sua
mogliettina tutte le ricette che più preferiva, facendo
ridere
Rose ed Emmett che erano dietro di loro a sbirciare.
Edward mi
afferrò per
mano e mi trascinò in salone, dove improvvisamente mi diede
uno
di quei baci che mi facevano cedere le gambe dal desiderio che
scatenava in me. Le nostre lingue guizzavano, intrecciandosi una contro
l’altra, mentre le sue mani mi stringevano la schiena in una
morsa che sapeva di possesso e desiderio represso. Come mosse da vita
propria, le mie mani artigliarono la sua soffice zazzera ramata e allo
stesso tempo la mia lingua si insinuò più in
profondità nel suo caldo anfratto.
Dio,
quant’era delizioso
il sapore della sua bocca! E poi le sue labbra così carnose
e
succulente… la sua lingua così sensuale e
affamata… le sue mani grandi e avide sul mio
corpo… il
suo provocante odore virile… oddio, ero pazza di lui! Pazza!
Mille brividi
iniziarono a
scorrermi lungo la schiena, irradiandosi in ogni cellula del mio corpo.
Al mondo in quell’istante eravamo unicamente io e lui, rapiti
da
un bacio mozzafiato…
-Oh, ohhh. Basta!
Time out! Vi
prego! Forse non ve ne siete accorti, ma è suonato il
campanello
di casa, che a dirla tutta non è che poi abbia un suono
tanto
impercettibile!- ci rimproverò mio padre, sogghignando,
mentre
andava ad aprire la porta.
Noi ci staccammo
ansanti e
Edward mi sorrise dolce, mentre io ero ormai completamente paonazza per
il calore che aveva provocato il bacio e per l’imbarazzo di
essere stati beccati in flagrante dallo sceriffo. Ma Edward non dava
alcun segno di volermi lasciare andare, anzi… continuava a
fissarmi intensamente, mandandomi di nuovo a fuoco. Certo che il nostro
autocontrollo era ridotto maluccio…
-Ciao ragazzi!
Uhhh, ma sempre
appiccicati voi due? Come fai a sopportarli, Charlie?!-
esclamò
quel cretino, idiota, demente di Jake.
-Ehhh, caro
figliolo… santo dovrebbero farmi!-
affermò mio
padre, andandosene da sua moglie, mentre spuntavano anche Rose ed Emm.
Io fulminai con
un’occhiataccia Jake, ma lui come se niente fosse, venne a
strapparmi dalle braccia di Edward, per salutarmi con un bacio sulla
guancia e un abbraccio da soffocamento.
-Mica te la vorrai
tenere tutta
per te, Ed!- lo rimproverò Jake, facendolo ridere; -Sto
iniziando a diventare geloso… non consideri più
il tuo
migliore amico, Bells, da quando ti sei messa con questo latin lover da
strapazzo!- si lamentò con un finto broncio da bambino.
-Ohhh, povero
cucciolo! Vieni
che ti faccio due carezze!- lo schernii, spettinandogli i capelli come
si fa quando si arruffa il pelo sulla testa di un cagnolino. Si
scostò immediatamente, offeso e mi diede un pizzicotto sul
braccio.
Intanto Leah, dopo
avermi salutata, si piantò davanti ad Edward e sorridendo
gli diede una pacca sulla spalla.
-E bravo Cullen! Mi
piace come
sei sempre premuroso e attento con la mia amica!- lo elogiò,
facendolo scoppiare a ridere. Mamma mia… ma quanto erano
tremendi insieme quei due!
-Ok, ragazzi, noi
andiamo a dare una mano ad Esme per il pranzo, voi fate i bravi!-
intervenne Rosalie e ci avviammo in cucina.
Speravo che
arrivasse presto
l’ora della partenza, perché fremevo in attesa di
sapere
come fosse andata ed ero certa che anche gli altri la pensassero come
me.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 71
-Dai, su! Alzati! Dobbiamo
vestirci immediatamente! Non penso che saremo soli ancora per molto-
gli spiegai. -E
vabbè! Male che
vada ci troveranno a letto e sono certo che saranno contenti di come la
situazione si è risolta- dichiarò pacifico e
tranquillo,
sistemandosi meglio con le braccia dietro la testa. Gli
lanciai
un’occhiataccia inceneritrice, ma poi la visione dei muscoli
delle braccia e dei suoi pettorali scolpiti e messi in evidenza dalla
posizione e del suo corpo nudo, mi fece quasi distrarre da quello che
il mio cervello cercava di comunicarmi. La mia occhiata lasciva non gli
sfuggì e un sorriso malizioso comparve sul suo viso
d’angelo. -Che
c’è,
piccola? Deliziata dalla superba visione?- si compiacque. Alzai gli
occhi al cielo esasperata e gli tirai uno schiaffetto sul petto. -Ma
quanto sei presuntuoso?! Sbruffone!- lo rimproverai, scherzando. -Ehi!
Sei tu che non fai
altro che mangiarmi con gli occhi! Ma sappi che la cosa è
perfettamente ricambiata, come puoi ben notare…- e fece
cenno al
suo amichetto JJ che, con mia sorpresa, svettava ritto sfidando la
forza di gravità. Oddio, ma quel ragazzo era una macchina
del
sesso!
Capitolo 72 *** Cap. 71: Un risveglio mozzafiato ***
CAP. 71 EFP
Buongiorno ragazze! BUON SAN VALENTINO!!!!! Si
torna dai Jalice per l'ultimo capitolo del weekend. Nel prossimo i
ragazzi andranno a riprenderli!
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite!
Vi lovviamo tantissimo e speriamo che passiate questa giornata
all'insegna dell'amore!!!
Un bacione grande a tutte quante! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Una strana
sensazione di calore
e piacere iniziò a irradiarsi in tutto il mio
corpo…
sembrava concentrata in un unico punto: il mio bassoventre…
ma
non riuscivo a ragionare bene… stavo ancora sognando?
Fino a pochi istanti prima stavo facendo un bellissimo sogno ad elevato
contenuto erotico con protagonista assoluto il mio amato
Jay… ma
ora? Non ero più così sicura di stare ancora
dormendo…
Un gemito proruppe dalla mia bocca, senza che potessi controllarlo e mi
resi conto di essere sveglia… completamente sveglia! E
boccheggiante…
Aprii gli occhi, sbattendo le palpebre cercando di abituarmi alla luce
del giorno, mentre pian piano la consapevolezza di quello che stava
succedendo si stava facendo strada in me…
Sollevai leggermente il busto, appoggiandomi sui gomiti, e scostai le
coperte per portare il mio sguardo sul punto dal quale stavano nascendo
quelle sensazioni così umide e piacevoli…
Spalancai gli occhi meravigliata e le mie gote si imporporarono
all’inverosimile: un profondo e intenso sguardo color oceano
mi
trafisse e il mio personale diavolo tentatore mi sorrise provocante,
interrompendo per un attimo la sua, per me molto soddisfacente,
occupazione.
-Ma… ma… Jay… cosa…
stai…- balbettai
in completo imbarazzo, persino incapace di finire la frase in modo
appena coerente.
-Ti sto dando il mio personale ‘buongiorno’,
dormigliona…- e mi sorrise con espressione innocente; -Non
ti
decidevi a svegliarti ed io non riuscivo più ad
aspettare… Continuavo a sbavare sulla visione del tuo corpo
perfetto e completamente nudo… poi, però, non mi
bastava
più solo riempire i miei occhi con quel paradiso
celestiale… volevo diventarne parte… scusami, eri
un
richiamo a cui non ho proprio saputo resistere. Ma ora, per favore, fa
la brava: mettiti comoda e goditi il tuo
risveglio…-
mormorò, dolcemente; -E adesso che sei ben sveglia, pretendo
di
sentirti urlare il mio nome, piccola mia!- mi ordinò, con un
tono improvvisamente perentorio e terribilmente eccitante.
-Ahhh!- urlai, a causa del fatto che Jazz si era letteralmente tuffato
a lambire la mia intimità.
-Ecco! Così piccola!- soffiò sul mio centro,
facendomi
fremere e ansimare in maniera impudica. Ero ancora completamente
stupefatta dal modo in cui mi aveva risvegliata, quasi avesse assistito
al mio sogno e avesse deciso di renderlo reale.
Mi lasciai andare di nuovo con la schiena sul materasso, portando le
mani a coprirmi il volto bollente… non potevo credere che
tutto
quello che stavamo vivendo fosse reale!
Un gemito mi sfuggì di nuovo dalla bocca, quando una mano di
Jay
risalì fino ad un mio seno, per poi torturarlo in maniera
sapiente: dio, quel ragazzo mi faceva uscire fuori di testa!
La sua lingua e i suoi denti non mi davano pace, né modo di
riuscire a ragionare coerentemente… l’unica cosa
che mi
veniva naturale era inarcare la schiena, spingendo il mio bacino ancora
di più verso il suo viso per approfondire quel meraviglioso
contatto il più possibile!
Nel momento in cui la mano di Jay raggiunse il suo viso, arrivando a
toccare i miei punti più nascosti, gemetti ancora: -Ahh!
Oddio
Jay… mi fai morire!-.
Il piacere che provavo si era propagato ad ogni mio singolo muscolo e
ormai ansimavo in maniera incontrollata. Mi sembrava di scoppiare per
le intense sensazioni che mi stava donando.
-Oh sì, Jay… non ti fermare…
così!- lo
pregai… volevo urlare con tutte le mie forze per sfogare
quel
piacere immenso che stava dilagando ovunque… Il culmine si
stava
avvicinando, lo sentivo… i miei muscoli intimi iniziavano a
stringersi… e quando il tanto agognato appagamento stava per
arrivare, Jazz si sollevò improvvisamente e, senza darmi
nemmeno
il tempo di sentire la sua mancanza, divenne parte di me in un unico
movimento forte e deciso, lasciandomi senza fiato… un attimo
dopo mi fece urlare in maniera incontrollata, donandomi un piacere
potentissimo. -Ahhhh!!! Dio, sììì! Sei
fantastico,
Jay…- gridai senza più remore, mentre fremiti
violenti
scuotevano tutto il mio corpo, propagandosi come onde. Ero sconvolta e
senza fiato, ma Jay non mi diede nemmeno il tempo di riprendermi che
prese a muoversi prolungando quelle sensazioni di beatitudine che stavo
provando.
La gola era secca, le labbra completamente asciutte e Jay ci si
tuffò sopra, lambendole, insinuando la sua lingua e
iniziando a
giocare con la mia…
Dopo poco, senza lasciare il mio anfratto caldo, si voltò
con la
schiena sul materasso, trascinandomi con sé ed io mi
ritrovai
improvvisamente sopra di lui a dominare la situazione…
Oddio! Quel demonio mi stava sfidando!
Ero desiderosa di regalargli quelle meravigliose emozioni come lui
aveva fatto con me… iniziai a muovermi lentamente e
sinuosamente
cercando con i miei movimenti di donargli tutto il piacere possibile.
-Cristo, Ally! Così mi farai morire!- urlò, in
preda alla
frenesia. Sorrisi vittoriosa: era proprio quello che volevo…
-Non ti fermare, piccola… sei favolosa…-
mormorò
con la voce roca e profonda, spezzata dal piacere. Il mio Jay
posò entrambe le mani sui miei seni cominciando a stringerli
e
massaggiarli in maniera impetuosa. A un certo punto si
sollevò
seduto e stringendomi forte a lui, si tuffò di nuovo sulla
mia
bocca, affondando la lingua alla ricerca della mia in un moto irruente
e coinvolgente… con una mano mi stringeva a sé e
con
l’altra continuava a torturarmi uno dei due seni…
Lentamente con la bocca scese sul mio collo, lasciandomi una scia di
morsetti e baci infuocati e quando arrivò al seno rimasto
senza
attenzioni, iniziò a mordicchiarlo in maniera
sensuale…
Inarcai ancora di più la schiena, offrendogli tutta me
stessa e
lo sentii gemere forte, completamente perso nel piacere che entrambi ci
stavamo donando…
Mi afferrò per i fianchi e riuscì ad approfondire
ancora
di più il nostro contatto, portandoci in pochi attimi alle
vette
del piacere che esplose contemporaneamente in entrambi…
-Sì, sììì…
piccola mia!- ansimò in preda alla frenesia.
-Ahhh… ahhh… oddio Jay… ti amo!-
urlai, senza
più nessun freno. Lentamente ci calmammo, mentre Jay
risalì al mio viso e sorridendomi felice mi baciò
la
punta del naso, stringendomi forte a sé.
Riprendemmo fiato, senza staccarci l’uno
dall’altra. Amavo
sentirlo dentro di me e sentire i nostri corpi nudi e caldi
così
stretti uno all’altro…
-Ti amo, mia dolce Ally… e ora ho scoperto anche che adoro
farti
urlare così di mattina!- mi stuzzicò ridendo e
fissandomi
intensamente. Arrossii immediatamente per la mia performance sonora,
sprofondando il mio viso nel suo collo. Effettivamente avevo perso
tutti i freni inibitori e avevo dato fiato alla mia gola, come se
avessi avuto paura che trattenendo la mia voce, non avessi potuto
godermi appieno quel magnifico piacere che mi aveva regalato.
Mi staccai per potermi di nuovo perdere in quei magnifici zaffiri e gli
sorrisi leggermente imbarazzata.
-Grazie per il bellissimo risveglio… davvero
stupendo…-
sussurrai al suo orecchio, mordicchiandogli il lobo. Lo sentii fremere
e sorrisi compiaciuta di avere quell’effetto su di lui.
Ci sdraiammo uno accanto all’altra, e Jay mi
attirò sul
suo petto, per poi ricoprire entrambi con il piumone. Ci godemmo per un
po’ il calore dei nostri corpi e soprattutto il silenzio e la
pace che ci circondava e che erano così rari quando eravamo
a
Forks… ma poi quel magico momento fu rovinato dal mio
stomaco
che, molto poco signorilmente, brontolò rumorosamente,
facendolo
scoppiare a ridere. Mi sarei presa a pugni: dio, che imbarazzo!
-Sarà meglio che scendiamo a mettere qualcosa sotto i denti,
anche io ho fame- sghignazzò.
-Che ore sono?- chiesi. Non avevo la più pallida idea se
fosse
mattina presto o tardi, ma ero certa che avessimo dormito parecchio,
visto che quando eravamo andati a letto la sera precedente, avevamo
fatto l’amore ancora per tanto tempo e poi avevamo
chiacchierato
a lungo.
-Oddio! E’ quasi l’una!- esclamò
meravigliato, dando
una rapida occhiata alla sveglia sul comodino. Caspita! Ce
l’eravamo presa davvero comoda.
Un pensiero inquietante balenò nella mia mente, ancora non
completamente libera dalla nebbia del piacere che mi aveva avvolta da
quando avevo aperto gli occhi: scattai a sedermi sul letto,
improvvisamente consapevole che sarebbero potuti arrivare gli altri da
un momento all’altro e trovarci in quelle
condizioni…
-Che c’è, tesoro?- domandò preoccupato
Jay.
-Dai, su! Alzati! Dobbiamo vestirci immediatamente! Non penso che
saremo soli ancora per molto- gli spiegai.
-E vabbè! Male che vada ci troveranno a letto e sono certo
che
saranno contenti di come la situazione si è risolta-
dichiarò pacifico e tranquillo, sistemandosi meglio con le
braccia dietro la testa.
Gli lanciai un’occhiataccia inceneritrice, ma poi la visione
dei
muscoli delle braccia e dei suoi pettorali scolpiti e messi in evidenza
dalla posizione e del suo corpo nudo, mi fece quasi distrarre da quello
che il mio cervello cercava di comunicarmi. La mia occhiata lasciva non
gli sfuggì e un sorriso malizioso comparve sul suo viso
d’angelo.
-Che c’è, piccola? Deliziata dalla superba
visione?- si
compiacque. Alzai gli occhi al cielo esasperata e gli tirai uno
schiaffetto sul petto.
-Ma quanto sei presuntuoso?! Sbruffone!- lo rimproverai, scherzando.
-Ehi! Sei tu che non fai altro che mangiarmi con gli occhi! Ma sappi
che la cosa è perfettamente ricambiata, come puoi ben
notare…- e fece cenno al suo amichetto JJ che, con mia
sorpresa,
svettava ritto sfidando la forza di gravità. Oddio, ma quel
ragazzo era una macchina del sesso!
Scrollai la testa e mi costrinsi a distogliere lo sguardo, altrimenti
c’era veramente il serio rischio di essere colti in
flagrante,
all’arrivo della brigata!
-Ti ricordo che due dei ragazzi che fra poco faranno irruzione in
questa casa sono i miei fratelloni! Secondo te come reagirebbero se ci
trovassero a letto? Nudi?!- domandai, cercando di fargli comprendere la
mia agitazione. Per tutta risposta scoppiò a ridere.
Possibile
che non afferrasse il punto?! Ah! Maschi!
-Tesoro mio, penso proprio che Edward ed Emmett immaginassero che tra
noi sarebbe andata a finire così… o perlomeno lo
sperassero!- mi schernì ancora. Dio che testone! Possibile
che
ancora non ci fosse arrivato? Dovevo essere chiara e concisa.
-Senti Jazz, ora ascoltami bene! Anche tu sei perfettamente consapevole
del rapporto intimo che c’è tra Edward e la tua
dolce
gemellina…- mi interruppe con una smorfia di disgusto.
-Non me lo ricordare per favore!- mi pregò. Ohlà:
forse ci era arrivato!
-Ecco! E’ proprio questo il punto, testone! Un conto
è
sapere che tua sorella ha rapporti intimi con il fidanzato e un altro
paio di maniche invece è vederla con i tuoi occhi in quel
letto,
nuda col suo ragazzo! Tu come reagiresti se scoprissi Bella in qualche
performance con mio fratello?- gli spiegai, cercando di farlo mettere
nei panni di Edward e Emmett. Sapevo che non avrebbero mai reagito in
maniera violenta, ma io ero pur sempre la loro sorellina e vedere certe
scene non era proprio il massimo! Esattamente come a me non faceva
piacere sentire Rosalie o Bella descrivere certi particolari intimi dei
miei fratelli...
Per fortuna Jasper capì al volo, perché
immediatamente
sgusciò fuori dal letto, come se lo avesse punto una
tarantola.
-Vestiamoci immediatamente, streghetta! E sappi che le immagini di mia
sorella nelle stesse tue condizioni e con Edward al posto mio, mi
perseguiteranno per tutto il giorno!- mi rimproverò,
facendomi
scoppiare a ridere.
-Bene, vedo che il concetto ti è entrato chiaramente in
quella testaccia dura!- lo schernii io.
Mentre cercavo un cambio e i miei prodotti per lavarmi, pensai a quanto
sarebbero stati felici gli altri di sapere come si fosse risolto tutto
per il meglio e inconsapevolmente un gran sorriso mi si
stampò
sul viso. Una voce roca vicina al mio orecchio mi fece sussultare.
-Sei bellissima quando sorridi così… ti si
illuminano gli
occhi e insieme a loro tutto il tuo splendido viso…- mi
sussurrò, mordicchiandomi il lobo e strappandomi un gemito
di
piacere, mentre la mia pelle si ricoprì di brividi.
-Jay… ti prego… ricorda quello che ti ho detto
prima…- lo ammonii, prima di perdermi di nuovo tra le sue
eccitanti braccia. Scattò immediatamente indietro, come
scottato
e si accigliò. Risi di nuovo… cavoli era
veramente geloso
di Bella! Era meglio distogliere la sua attenzione
dall’immagine
di Bella ed Edward nudi in un letto, prima che fosse lui a far fuori
mio fratello non appena quell’ignaro ragazzo avrebbe messo
piede
in casa…
-Sai, Jay? Pensavo a come saranno contenti i ragazzi quando sapranno
che ci siamo messi insieme e che ci amiamo alla follia! Bè,
forse loro ne erano consapevoli prima di noi, ma saranno comunque
felici che finalmente abbiamo chiarito ogni nostro stupido malinteso!-
esclamai, per renderlo partecipe di ogni mio minimo pensiero.
-Senza dubbio! Pensavo che magari… potremmo organizzare un
piccolo scherzetto per quando arriveranno… così,
giusto
per dar loro una piccola lezione per essersi intromessi… in
fondo avrebbe potuto anche non andare bene! Tu sei persino caduta e ti
sei fatta male alla caviglia, pur di non restare sotto lo stesso tetto
con me…- mi spiegò, crucciandosi di nuovo per
quella
storia.
-Quella è stata interamente colpa mia e della mia bacata
testardaggine! Loro non c’entrano proprio niente e anzi,
quasi
quasi dovremmo pensare un premio per tutti…- risposi,
convinta.
Però l’idea di uno scherzo non era mica male come
trovata.
Magari giusto una burla leggera…
-Hai pensato a qualcosa di preciso? Perché io una mezza idea
ce l’avrei!- affermai.
-Dimmi tutto, così poi ci prepariamo- si
entusiasmò
immediatamente. Gli raccontai cosa mi era venuto in mente e
concordò a mettere in scena la nostra piccola performance.
Gli
diedi un bacio e poi mi infilai velocemente in bagno, aprii il box
doccia e regolai la temperatura
dell’acqua… quando
mi accinsi ad entrare, mi accorsi che Jazz era dietro di me. Lo fissai
sorpresa: cosa pensava di fare?! Non ero stata chiara, quando gli avevo
detto che i ragazzi sarebbero potuti arrivare da un momento
all’altro?
Gli posai una mano sul petto per fermare la sua avanzata sicura.
-No, no! Te lo scordi! Se tu entrassi adesso in questa doccia, ne
usciremmo tra due giorni, te lo garantisco! Prima la faccio io e poi
tu!- gli ordinai perentoria. Il suo sguardo da cucciolo triste e
bastonato era molto eloquente e mi fece intenerire. Era proprio
subdolo!
Gli accarezzai il petto e gli diedi un dolce bacio a fior di labbra.
-Ti prometto che avremo tanto tempo per fare la doccia
insieme…
o nella notte hai deciso di fare il bravo bambino e di seguire le
regole del paparino alla lettera?- lo provocai, pensando a quanto
sarebbero diventati inevitabilmente sporadici, nonostante tutte le
nostre buone intenzioni, gli incontri intimi, una volta tornati a casa.
Con uno scatto felino mi afferrò per i fianchi facendomi
addossare al suo corpo granitico e premendo la sua erezione sul mio
ventre, fissandomi con una bramosia che mi fece tremare le gambe.
-Pensi davvero possa cambiare idea su quella stupida regola del
“niente sesso in casa”?! O che possa rimanere
lontano per
molto dal tuo splendido corpo?!- mi chiese, inarcando il sopracciglio
destro in un modo talmente sexy da dichiarare illegale. Adoravo quando
mi guardava così intensamente e mi veniva voglia di
trascinarlo
con me nel box doccia… la razionalità stava
andando a
farsi benedire, anche perché le sue mani erano scese sulle
mie
natiche e avevano iniziato ad accarezzarle in maniera sensuale.
-Dovrai solo imparare a non urlare… ma potrei tenere
impegnata
io quella boccuccia perfetta che hai… Comunque…
Sicura,
sicura che non vuoi fare la doccia insieme?- mormorò sulla
pelle
del mio decolleté che aveva iniziato a lambire con la lingua
in
modo lascivo. Non era possibile! Ormai stavo partendo per mondi
lontani, ma non potevo dargliela vinta in quella maniera. Anche se, a
mandarlo via, ci avrei rimesso anche io… e parecchio!
-Proprio sicura sicura no… ahhh!- gemetti improvvisamente;
Jazz
aveva iniziato a lambire voracemente un mio seno e contemporaneamente
mi aveva spinta all’interno del box e ora l’acqua
scorreva
bollente sui nostri corpi, riscaldandoci ancora di più!
In un attimo mi ritrovai con la schiena addossata alla parete, mentre
Jay mi accarezzava avvicinandosi sempre più alla mia
intimità. Dio, quelle dita mi regalavano delle sensazioni
magnifiche e ormai l’unica cosa che riuscivo a fare era
concentrarmi sul loro percorso, sperando, anelando ardentemente che la
sua mano raggiungesse la meta il più presto possibile. E
dopo
poco le mie speranze furono accontentate, facendomi inarcare in modo
incontrollato perché potesse approfondire il contatto!
-Dio, bambina! Sei così calda… sei già
pronta per
me… sei mia… ancora…-
mormorò roco al mio
orecchio.
-Sì, Jay… ti voglio… ti prego basta
giocare… ti voglio, subito!- lo pregai, in preda ad una
bramosia
insostenibile. Non ce la facevo più! Avevo la sensazione di
scoppiare se non avessi potuto sentire immediatamente il suo corpo
diventare parte del mio, perdersi nel mio anfratto caldo e pronto per
lui. Senza farsi pregare ulteriormente, Jazz allontanò la
sua
mano e senza che me ne rendessi conto, mi voltò di
schiena… Oddio, che voleva fare?! Mi irrigidii
immediatamente e
a lui non sfuggì.
-Rilassati Alice… stai tranquilla… ti fidi di me,
piccola?- sussurrò, mentre mi baciava il collo. Annuii,
incapace
di emettere anche solo un flebile suono a causa del mio continuo
ansimare. Iniziò ad accarezzarmi molto delicatamente e poco
dopo
fummo di nuovo uniti… un corpo unico… due anime
legate
indissolubilmente…
-Ahhh! Oddio Jay…- urlai, completamente persa in quel
piacere.
Iniziammo quella danza di bramosia e passione, mentre le sue mani
continuavano a esplorare tutto il mio corpo…
Ero addossata alla parete con entrambi i palmi bene aperti appoggiati,
e sentivo il piacere nascere da ogni punto del corpo mentre riempiva
ogni cellula, ogni più piccola parte. Non resistevo
più
dovevo assolutamente baciare quel dio che in due giorni così
tanto piacere e amore mi stava donando. Mi voltai e senza nemmeno darmi
il tempo di cercare le sue labbra, la sua bocca scese sulla mia,
impetuosa, intrecciando le nostre lingue che presero a rincorrersi in
modo spasmodico. Ci staccammo ansanti e i nostri movimenti divennero
più decisi e intensi.
-Jay, Jay… con me, amore mio… vieni con
me…- lo pregai.
-Sì, piccola… insieme… sei tutta la
mia vita!-
rispose con la voce spezzata e dopo un attimo ci portò
entrambi
alle vette del piacere supremo.
-Sì, sì… Oh Jay! Ti amo!- urlai.
-Ally, Ally, Ally! Ti amooo!- gridò contemporaneamente,
lasciandomi completamente spossata da quell’inizio di
giornata
semplicemente… meraviglioso!
ANTEPRIMA CAPITOLO 72
Ero
soggiogata dalla sua irruenza, dominata dalla sua erotica
fisicità:
portai entrambe le mani sui suoi setosi, profumati capelli e ci
lasciammo trascinare in un bacio colmo di accesa passione, che mi fece
comprendere quanto fossero sincere le sue parole. Ci staccammo ansanti
ed accaldati e gli sorrisi, ancora leggermente in imbarazzo, ma
più
infuocata di prima. -Ok, farò la
brava… scusa…- sussurrai e lui mi sorrise. -Non
ti scusare mai per questo tipo di iniziative, piccola… adoro
la pantera
tanto quanto la gattina!- mi rispose, portando una mia mano dalla sua
testa nuovamente sulla sua erezione. -Ehi,
voi due! Ragazzi, se riusciste a staccarvi per almeno due nanosecondi,
capireste che siamo arrivati!- esclamò Jake, facendoci
sobbalzare e
facendo scoppiare a ridere Leah. Eravamo talmente assorti dal
nostro
gioco lascivo che entrambi avevamo allentato i freni
inibitori… e non
ci eravamo nemmeno accorti di aver imboccato il viale che entro pochi
metri ci avrebbe portato di fronte alla villa. Ci
sedemmo composti sul sedile e diedi un’occhiata parecchio
imbarazzata
al mio migliore amico attraverso lo specchietto retrovisore. Cavoli! Si
erano accorti dei nostri strani movimenti! Di tutti! Ma lui mi sorrise
e mi fece l’occhiolino, per rassicurarmi.
Capitolo 73 *** Cap. 72: Finalmente tutti felici! ***
CAP. 72
Buongiorno a tutte!
Allora?! Passato bene San Valentino? Speriamo per voi di sì!
Bene, è giunto il momento di andare a recuperare i Jalice
nella casa al mare!
Un bacione e grazie a tutte le lettrici che ci seguono!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 72
Finalmente
tutti felici!
Pov Bella
Ero seduta sui sedili posteriori della jeep di Jake, stretta tra le
braccia del mio angelo meraviglioso. Davanti c’erano Jake e
Leah
mentre nell’altra auto Emmett e Rose. I due furbi
piccioncini,
con mal celata indifferenza, avevano praticamente costretto me ed
Edward a salire sull’auto di Jake, in modo (ne eravamo tutti
certi!) da potersi fare qualche coccola poco casta, belli indisturbati
durante tutto il viaggio. Speravamo solo che Emmett riuscisse a
rimanere concentrato sulla guida!
Il tragitto per fortuna era stato abbastanza tranquillo: le strade
ormai erano piuttosto pulite, la tempesta si era placata e
l’allegro, continuo chiacchiericcio di Leah e Jake, ci teneva
compagnia.
Edward si era posizionato con la schiena appoggiata alla portiera, una
gamba distesa lunga sui sedili e l’altra a terra, di modo da
farmi sistemare in mezzo alle sue gambe, tra le sue possenti braccia,
con la mia schiena completamente abbandonata al suo petto muscoloso,
profumato e caldo.
Lungo tutto il percorso, mentre la playlist preferita di Jake risuonava
nell’abitacolo dell’auto, mi ero goduta le stupende
carezze
di Edward, che man mano si erano trasformate, diventando sempre
più audaci e imprudenti… praticamente non era
riuscito,
nemmeno per un attimo, a tenere le mani a posto!
Non aveva fatto altro che stuzzicarmi in ogni modo e maniera, pur
sapendo che non eravamo soli… in quel preciso momento, mi
aveva
spostato i capelli su una spalla, dedicando mille attenzioni alla
porzione di collo rimasta scoperta, al mio orecchio e alla mandibola,
con quelle sue labbra carnose e calde che mi facevano ricoprire di
brividi dalla testa ai piedi. Baciava, lambiva e mordicchiava il mio
viso, facendomi contrarre lo stomaco dal desiderio che stava
scatenando…
Dio, quanto avrei voluto far sparire tutti all’istante!
Ero molto accaldata, tutta un fuoco, ma cercavo comunque di calmare i
miei bollori e di mantenere un minimo di controllo, ben sapendo che non
potevo lasciarmi assolutamente andare, neanche al più
piccolo
sospiro o gemito se non volevo attirare l’attenzione dei
nostri
amici… la musica era ad un volume non molto
elevato…
Edward, perfetto diavolo tentatore, assolutamente consapevole della
profonda eccitazione che i suoi tocchi stavano scatenando in me, stava
rincarando la dose, imperterrito e con una certa sensualissima
spavalderia: aveva appena infilato una mano sotto il maglione, andando
a stuzzicarmi una rotondità, pizzicando la mia punta
già
inturgidita, attraverso il pizzo del reggiseno e facendomi sussultare
all’improvviso e causandomi un visibile inarcamento della
schiena…
Sembrava quasi che dopo il rovente exploit della sera precedente,
avesse deciso di lasciar perdere tutto il ferreo autocontrollo che lo
aveva caratterizzato finora… e avesse deciso di farmi morire
dal
desiderio!
Ok, d’accordo… me l’ero cercata la sera
prima, e ne
ero stata anche parecchio soddisfatta, ci mancherebbe… ma
non
poteva provocarmi in quel modo, così dannatamente spudorato!
Una parte di me desiderava che lui la smettesse, perché se
mai
quei due pettegoloni di Leah e Jake ci avessero scoperto, conoscendoli,
mi avrebbero fatta morire di vergogna per un bel po’ di
tempo,
tirando fuori questa storiella piccante ogni volta che se ne sarebbe
ripresentata l’occasione…
Ma allo stesso tempo l’altra parte di me non faceva nulla per
farlo desistere, perché non volevo assolutamente
interrompere
quel gioco così erotico a cui ci eravamo
abbandonati…
Ero una contraddizione vivente!
Decisi, allora, di fare in modo che questo suo
‘divertimento’ (che, a giudicare dai sorrisi
innocenti e
divertiti che mi riservava quando mi voltavo per fulminarlo con
un’occhiataccia, gli piaceva proprio tanto) gli si ritorcesse
contro… così da ripagarlo con la stessa
moneta…
Mi spostai leggermente, fingendo indifferenza, e mi posizionai su un
fianco, dando la schiena agli altri passeggeri, in modo da coprire ai
loro occhi il corpo di Edward, o perlomeno la parte di lui che mi
interessava di più!
Una mia mano iniziò un lento percorso dal suo viso, al suo
petto
muscoloso, al suo addome sodo e scolpito in quella sua fantastica
tartaruga, fino a scendere maliziosa a premere sul cavallo dei suoi
pantaloni, facendolo sobbalzare per la mia audacia.
Mi sorrise malizioso, scuotendo il capo e inarcando il sopracciglio in
una chiara espressione scettica, come se non credesse che avrei davvero
posseduto il coraggio di continuare quella sfida eccitante; ma ancora
non aveva capito che ormai, con lui vicino, partivo letteralmente per
la tangente e se poi mi provocava in quella maniera, la mia
razionalità andava a farsi benedire!
Anche attraverso la ruvida stoffa dei jeans, potevo chiaramente sentire
il suo membro terribilmente marmoreo e vigoroso; e quando iniziai ad
accarezzarlo con un movimento deciso, lo vidi socchiudere gli occhi e
abbandonare la testa sul finestrino, completamente rapito dal vortice
del piacere. La mia mano si muoveva su e giù sullo stesso
punto
dei suoi pantaloni… come reazione al mio tocco audace e
provocante, i suoi occhi si strinsero, il respiro divenne un singulto e
la mascella si contrasse, probabilmente nel tentativo di non mugolare
per l’intenso godimento.
Sorrisi compiaciuta ed orgogliosa di me stessa: ora non
faceva
più tanto il furbetto! L’unico problema era che
nemmeno io
riuscivo più a trattenermi: oddio, avevo una voglia assurda
di
sentire con le mani e con la punta della lingua la consistenza liscia e
calda della sua pelle… i muscoli guizzanti del suo torace,
gli
addominali scolpiti, la durezza della sua eccitazione…
Le mie dita, guidate dalla mia irruenza, si intrufolarono nel denim dei
jeans e iniziarono a slacciargli i bottoni, con movimenti lentissimi e
provocanti. Alla prima asola saltata, di colpo aprì gli
occhi,
sgranandoli, e la sua mano afferrò il mio polso con una
presa
ferrea, bloccando in tempo la mia lussuriosa bramosia.
Arrossii immediatamente e abbassai il capo, colpevole e imbarazzata. Ma
cosa diavolo mi era saltato in mente?! A pochi centimetri da noi
c’erano Leah e Jake… e avrebbero potuto voltarsi a
chiederci qualcosa in qualsiasi momento! Oddio, Edward mi stava
veramente facendo impazzire… in tutti i sensi!
Sentii il suo respiro affannato e poco dopo la sua mano mi
accarezzò dolcemente una guancia e mi afferrò il
mento,
avvicinando i nostri visi.
-Bentornata, pantera sexy… ma sarà meglio che ti
ritrasformi subito nella mia dolce gattina, o potresti passare dei
guai… enormi guai! Perché, se continui
così, ti
garantisco che ti salto addosso! E ti giuro che da ieri notte non me ne
frega niente di nessuno, né tantomeno di Jacob e di Leah!-
mormorò roco al mio orecchio, riportando, senza farsi troppi
problemi, la mia mano sul suo cavallo dei jeans e facendomi
fremere al solo pensiero di lui sfacciato e senza controllo…
All’improvviso si avventò sulle mie labbra e la
sua lingua
irruppe violenta nella mia bocca alla frenetica ricerca della mia; nel
frattempo, con ingorda possessività, la sua mano teneva
ferma la
mia nuca per impedire che mi allontanassi da lui anche solo di qualche
millimetro…
Ero soggiogata dalla sua irruenza, dominata dalla sua erotica
fisicità: portai entrambe le mani sui suoi setosi, profumati
capelli e ci lasciammo trascinare in un bacio colmo di accesa passione,
che mi fece comprendere quanto fossero sincere le sue parole. Ci
staccammo ansanti ed accaldati e gli sorrisi, ancora leggermente in
imbarazzo, ma più infuocata di prima.
-Ok, farò la brava… scusa…- sussurrai
e lui mi sorrise.
-Non ti scusare mai per questo tipo di iniziative, piccola…
adoro la pantera tanto quanto la gattina!- mi rispose, portando una mia
mano dalla sua testa nuovamente sulla sua erezione.
-Ehi, voi due! Ragazzi, se riusciste a staccarvi per almeno due
nanosecondi, capireste che siamo arrivati!- esclamò Jake,
facendoci sobbalzare e facendo scoppiare a ridere Leah.
Eravamo
talmente assorti dal nostro gioco lascivo che entrambi avevamo
allentato i freni inibitori… e non ci eravamo nemmeno
accorti di
aver imboccato il viale che entro pochi metri ci avrebbe portato di
fronte alla villa.
Ci sedemmo composti sul sedile e diedi un’occhiata parecchio
imbarazzata al mio migliore amico attraverso lo specchietto
retrovisore. Cavoli! Si erano accorti dei nostri strani movimenti! Di
tutti! Ma lui mi sorrise e mi fece l’occhiolino, per
rassicurarmi.
Appena la vista della villa si stagliò davanti a
noi,
improvvisamente l’ansia e la paura mi assalirono. Edward mi
strinse la mano in un gesto di conforto, ma sapevo che anche lui
provava le mie stesse sensazioni… temeva che il nostro piano
non
avesse funzionato e iniziava ad agitarsi.
-Chissà se saranno ancora vivi? Soprattutto Jasper!-
scherzò Leah.
-Leah!- la rimproverai.
-Bè, che ho detto?! Quel piccolo uragano sarebbe anche
capace di
risucchiare tuo fratello in un sol boccone!- continuò
canzonatoria.
-E’ vero!- le diede man forte il suo fidanzato. Scossi la
testa esasperata, mentre Edward sghignazzava.
-Voi due siete fatti uno per l’altra! Mai una volta seri,
vero?!-
li redarguii ancora. Non riuscivo proprio a rilassarmi e a trovare un
buon motivo per ridere. La mia ansia mi aveva ormai stretto lo stomaco
e un malessere si era diffuso in tutto il mio corpo.
-Uffa, Bells! Che palle! Rilassati, vedrai che stanno bene! Meglio di
noi!- si lamentò Jake.
-Ehi, calma! Lasciate un po’ in pace la mia stellina!
Specialmente tu, Jake!- si intromise Edward, abbracciandomi stretta.
-Sì, sì! Tu dalle anche corda, così
potrebbe
sprofondare nell’ansia più nera!-
battibeccò Jake.
L’auto si fermò proprio davanti
all’ingresso
principale e quella di Emmett e Rose, subito dietro la nostra.
-Ora, dateci un taglio e scendiamo!- li sgridai. Ci infilammo le
giacche e scendemmo dall’auto. Subito le braccia di Edward mi
avvolsero e mi strinsero al suo largo torace protettivo.
-Cucciola, stai tranquilla… vedrai che sarà
andato tutto
bene…- cercò di rassicurarmi, con scarso
successo, il mio
angelo. Cercai con lo sguardo Rose e lei ricambiò la mia
occhiata preoccupata: era in ansia come me; anche Emm mi sembrava
piuttosto nervoso.
-Che si fa ragazzi? Entriamo con la chiave o suoniamo? Non vorrei
trovarmi di fronte… ehm, certe scene! Sai
com’è
Bellina, per quanto voglia bene al tuo fratellone, se dovessi assistere
a… vabbè, hai capito… praticamente
l’istinto
sarebbe quello di rompergli tutte le ossa! Quindi…-
tuonò
falsamente allegro, Emmett.
-Deficiente!- lo apostrofò Leah, tirandogli un pugno sul
braccio, facendolo però scoppiare a ridere.
-Sentite ragazzi… apriamo con la chiave, ma cerchiamo di
fare
molto rumore, in modo da palesare la nostra presenza…
può
anche darsi che abbiano già udito le auto
arrivare…-
Rosalie concluse quell’insulsa conversazione.
Ci avvicinammo all’uscio e proprio mentre stavo per infilare
la
chiave nella serratura, la porta si spalancò e ci ritrovammo
di
fronte ad una Alice a dir poco furiosa! Oh merda!
Sbiancai all’improvviso e a giudicare dai volti di chi mi
circondava, la reazione era stata simile in ognuno di noi. Eravamo
tutti ammutoliti, mentre lei continuava a fissarci veramente
arrabbiata: si poteva quasi scorgere del fumo uscire dalla sua
testolina.
A braccia incrociate sul petto, si spostò di lato per farci
passare e, in religioso silenzio, sfilammo mesti e zitti ad uno ad uno
di fianco a lei, per avviarci in salone. Appena varcammo la soglia
della stanza, lo sguardo incupito e duro di mio fratello ci
investì ed io, d’istinto, mi diressi tremante
verso di
lui. Una sua mano, alzata all’improvviso, mi fece gelare sul
posto… non voleva nemmeno che mi avvicinassi!
Dio, che cosa avevamo combinato?! Perché eravamo stati
così certi che le cose tra quei due si potessero sistemare?!
Che
stupidi presuntuosi!
-Sedetevi!- tuonò mio fratello, posizionandosi di fronte a
tutti
noi. Lo raggiunse anche Alice, che cominciò la sua solenne
sfuriata...
-Ma come vi siete permessi di lasciarci qui, isolati?! Ma dico io! Cosa
diavolo vi è venuto in mente?!- ci sbraitò
contro, con la
forza di un mini tornado.
-Scusate, ma… noi credevamo…- provò a
spiegare
Edward, nervoso come poche volte l’avevo visto, con le mani
che
passavano e ripassavano nei suoi capelli, già perfettamente
spettinati senza bisogno di un ulteriore intervento da parte sua.
-Cosa?! Cosa credevate, Edward?! Eh? Che magicamente avremmo ripreso a
parlarci civilmente?! O che smettessi di odiarlo… o, ancora
meglio, che tra di noi all’improvviso potessero scoppiare
l’amore e la passione?!- gli urlò, come una furia.
Dio,
era incavolata nera!
-Ci avete fatto passare due giorni d’inferno,
Bells! Mi hai
veramente deluso! Ero stato chiaro sulle mie intenzioni, con te! E io,
come uno stupido, mi sono fidato di te, mi sono fidato della mia
gemella! Ero convinto che almeno tu, mi avessi compreso e avresti
rispettato la mia decisione! Ma nossignore! Dovevi per forza cercare di
giocare a Cupido anche con noi, vero?! Ma chi sei? Non ti riconosco
più!- mi rimproverò gravemente mio fratello,
interrompendo perfino la sfuriata di Alice.
Sentii immediatamente gli occhi pizzicarmi e le abbondanti lacrime
premevano per uscire. Oddio, aveva pienamente ragione lui! Chi mi
credevo di essere? Giocare con i sentimenti degli altri…
come
avevo potuto? Perché diavolo non mi ero limitata a stargli
vicino e soddisfare la sua preghiera di venire lasciato in pace?
Perché dovevo sempre strafare?
Edward, come un cavaliere senza paura, si alzò di scatto e
gli
si parò davanti, completamente irrigidito e le braccia lungo
i
fianchi con i pugni stretti. Trattenni il fiato. Maledizione, non
volevo che adesso litigassero per causa mia…
-Jasper! Ora basta! Sono sempre rimasto fuori dalle vostre discussioni,
perché mi sembrava giusto così. Ma vedi di darti
una
calmata e non ti rivolgere mai più in quel modo a
Bella…
o non rispondo più di me, te lo assicuro! Non è
stata una
sua idea esclusiva, anzi… per vostra informazione ci siamo
dentro tutti! E comunque l’abbiamo fatto solo
perché vi
vogliamo bene e volevamo darvi una mano! L’abbiano fatto con
le
nostre migliori intenzioni e sinceramente speravamo di potervi essere
d’aiuto sul serio!- esclamò amaramente Edward,
facendomi
preoccupare per la sua intromissione.
Jasper, dapprima sorpreso per la veemente reazione di Edward, ora aveva
assunto un cipiglio scuro, che non presagiva nulla di buono... Una sola
parola sbagliata ancora e sarebbe scoppiata una violenta lite tra le
due persone che amavo di più al mondo…
Ma prima che io potessi pensare di intervenire, ci pensò
Alice, frapponendosi tra i due.
-Edward, siediti, ora! Non abbiamo ancora finito di parlare e dopo il
casino che avete combinato, dovrete ascoltarci fino in fondo! Ce lo
dovete!- gli ordinò, spingendo Edward verso il divano. Lui,
triste e scuro in volto, sospirò rumorosamente e si sedette
di
nuovo vicino a me, abbracciandomi. Gli ero grata: per il suo gesto e
per le sue parole… un’ennesima dimostrazione del
suo
intenso sentimento per me. Gli sorrisi e intrecciai le nostre mani.
-Per una volta tanto sono d’accordo con quella!-
esclamò
Jazz, indicando Alice con un cenno del capo. Sobbalzai. Oh no!
L’aveva chiamata ‘quella’…
oddio, quei due
testoni nemmeno per nome si chiamavano…
-E sapete su cos’altro siamo d’accordo io e lei?-
ci chiese
ancora, alzando un sopracciglio. Nessuno fece in tempo a rispondere o a
muovere un muscolo, che Jazz, in un movimento fulmineo, si
posizionò dietro Alice, abbracciandola e i due si aprirono
in un
sorriso radioso.
-Che amo questa meravigliosa creatura! La amo più della mia
vita
e non potrei mai più vivere senza di lei!-
esclamò
trionfante e colmo di gioia, mentre tutti noi ci eravamo trasformati in
delle grottesche statue, esterrefatti, con gli occhi fuori dalle orbite
e con le bocche spalancate.
-E io non posso vivere senza di te, tesoro mio!- cinguettò
Alice
e si lasciarono andare ad un bacio intenso e mozzafiato, che di casto
aveva ben poco. Ma… ma… eravamo tutti in trance?
Eravamo
rimasti vittime di una visione collettiva? Avevamo tanto sperato nella
loro riappacificazione e nel loro innamoramento che ora ce lo stavamo
vivendo come la scena clou di una commedia romantica?
Non capivo più nulla…
Qualche istante perché i nostri cervelli elaborassero il
tutto,
e contemporaneamente ci alzammo tutti dal divano, gridando esultanti.
Oddio, allora era tutto vero! Il piano aveva funzionato! Si erano
parlati, chiariti, innamorati!! Dio, che gioia immensa!
In un attimo li circondammo ed io mi buttai tra le braccia di mio
fratello che mi sollevò e mi fece roteare per la stanza, con
un
sorriso che non scorgevo sul suo viso da tantissimo tempo e
un’espressione così beata, serena ed appagata che
era
contagiosa.
Ero talmente raggiante per loro, che calde lacrime avevano iniziato a
scendermi sul viso per l’enorme felicità. Lo
strinsi in un
abbraccio infinito. Dio, quanto gli volevo bene! Incredibile: il mio
fratellone innamorato… e Alice lo ricambiava! Lo sapevo io!
Il
mio Jazz aveva sofferto talmente tanto… ora se la meritava
tutta
quella gioia, se la meritava davvero!
Dopo qualche attimo ci staccammo e lui prese ad asciugarmi le guance.
-Queste non servono oggi… lasciale ai momenti tristi!- mi
rimproverò fraternamente con dolcezza. Annuii, incapace di
proferire una sillaba per l’eccessiva emozione. -Grazie, di
tutto, sorellina!- sussurrò infine con un ultimo, caldo
abbraccio.
-Ma quanto siete stronzi, però?! Ci avete fatto prendere un
colpo!- esclamò Jake, interrompendo quel momento
così
intenso e facendoci scoppiare tutti a ridere.
Andai da Alice, letteralmente sovrastata dai suoi fratelli, che non
finivano più di abbracciarla e mi feci spazio per andare a
strapazzarla un po’ anch’io. Il suo viso era la
chiara
espressione della felicità che regnava nel suo cuore e
quello di
tutti noi, rispecchiava il loro giubilo.
-Oh Alice! Sono così contenta per te, per lui…
per voi!-
mi congratulai, abbracciandola. Ricambiò il mio gesto con
tanto
vigore, che capii ulteriormente quanto tutto quello che avevamo
architettato, fosse andato a buon fine.
-Grazie, Bella! Non avremo mai abbastanza parole per esprimere la
nostra sconfinata gratitudine per tutti voi! Sono stata proprio una
stupida a non darvi retta subito, ragazze mie!- ci confessò
Alice, rivolta a me e Rose, che intanto si era avvicinata dopo aver
abbracciato Jasper.
-L’importante è che tutto si sia risolto per il
meglio!-
la rassicurò Rose. Spuntò anche Leah, che subito
si
rivolse ad Alice con un atteggiamento cospiratorio.
-Ehi, non vale… io sono rimasta indietro con i pettegolezzi!
Ho
deciso! In auto ci divideremo, femmine e maschi, così tu,
Alice,
potrai raccontarci tutto nei minimi particolari!- le
sussurrò;
quella ragazza era l’incarnazione della curiosità!
Ma in
quel lieto caso come darle torto? D’accordo, il desiderio di
sapere, ma con dei precisi confini…
-Bè, non proprio tutti tutti i particolari!- mi intromisi
immediatamente, cercando di porre dei limiti chiari e netti. Non avevo
nessuna intenzione di ascoltare certi dettagli intimi di mio fratello!
-Eh no! Io non sono sorella di nessuno e voglio sapere tutto! E poi mi
sono sempre immaginata Jazz molto, molto passionale e finalmente ho
un’amica che mi può dare qualche informazione
più
che sicura- si lamentò subito. Dio, era una causa persa!
Scossi
il capo e mi allontanai da quella scomoda conversazione per avvicinarmi
al mio amore; si era messo in disparte a telefonare.
-Sì, mamma! Davvero, non preoccupatevi più! Sono
più innamorati che mai, anche se ci hanno fatto un bello
scherzetto! Poi ti racconto… sì, saluta Charlie,
ci
vediamo per cena… ti voglio bene, mammina- lo sentii dire.
Quel
ragazzo era di una dolcezza infinita. Presa com’ero da tutta
quell’euforia, non avevo nemmeno pensato che a casa Esme e
papà erano forse ancora più in ansia di noi,
aspettando
notizie. Ma lui aveva subito pensato ad avvertirli… che
cuore
grande e generoso che aveva!
Lo raggiunsi e lo abbracciai più forte che potevo; in
risposta
lui mi prese per i fianchi, mi sollevò all’altezza
del suo
viso e mi diede uno dei suoi mitici baci mozzafiato, che mi facevano
sempre girare la testa e cedere le gambe.
Non appena appoggiò le sue labbra carnose sulle mie, il mio
cuore, il mio corpo e la mia mente partirono per mondi
lontani…
lentamente mi fece riappoggiare i piedi sul pavimento, e
così le
sue mani furono libere di accarezzarmi il collo, il viso e la schiena,
regalandomi una serie di intensi brividi lungo la colonna
vertebrale…
Il suo fragrante e intenso odore virile mi stava inebriando, mentre la
sua lingua, esigente e possessiva, era impaziente di ricominciare
un’umida e dolce danza con la mia; e quando le nostre bocche
diventarono una cosa sola, le mie mani artigliarono la sua morbida
chioma per aggrapparmi a lui il più possibile. Dio, quanto
l’amavo!
Ci staccammo ansanti e senza fiato, quando sentimmo qualcuno schiarirsi
la voce.
-Ehm… ragazzi! Scusate, non volevo interrompervi, ma vorrei
scusarmi per il battibecco di prima, Edward- si intromise mio fratello.
Edward si staccò da me e lo abbracciò felice.
-Non importa, Jazz, figurati… anzi, scusami tu per la mia
eccessiva reazione… ma non volevo che Bella ne facesse le
spese
per tutti, perché stavolta non è stata sua
l’idea-
gli rispose, ormai tranquillo.
-Allora… chi dobbiamo ringraziare?- ci chiese Alice, mentre
l’attenzione di tutti si era calamitata su Edward e Jasper.
Probabilmente erano rimasti un po’ sorpresi anche gli altri
per
la loro discussione di poco prima, visto che i due erano sempre andati
d’amore e d’accordo!
-Bè, folletta mia… a dirla tutta…
è stata
un’idea della mamma, partita però da una sibillina
frase
di Charlie- spiegò loro Emmett.
-Wow! Addirittura!- esclamò Jazz.
-Già, incredibile! Mamma e Charlie… - aggiunse
Alice,
visibilmente sorpresa come mio fratello. -Sapevamo che c’era
anche il loro zampino, ma non immaginavamo di certo che fossero le
diaboliche menti di un simile progetto! Certo che come agenti segreti
avreste un futuro assicurato! Siete riusciti ad architettare un piano a
dir poco perfetto e avete fatto combaciare ogni più piccolo
dettaglio- si complimentò il folletto, ridendo e andando ad
abbracciare mio fratello, che la strinse immediatamente a
sé,
fissandola con uno sguardo palesemente innamorato.
Per un istante rimanemmo tutti incantati da quella visione, ma poi ci
pensò il solito Jake a riportarci con i piedi per terra.
-Ragazzi, ora che è tutto risolto, perché non
ravviviamo
un po’ il pomeriggio?- ci domandò strofinando i
palmi uno
sull’altro. Lo conoscevo come le mie tasche e sapevo cosa
stava
tramando… lo vedevo chiaramente fremere al solo pensiero!
-Eddai, Jake! Siamo grandicelli ormai!- finsi di lamentarmi. In effetti
anche io non vedevo l’ora di scaricare un po’ tutta
la
tensione accumulata con un’epica battaglia.
-Non si è mai troppo cresciuti per una guerra…
con le
palle di neve!- esclamò Rosalie, capendo anche lei a cosa ci
riferivamo.
-Evvai! E’ una vita che non giochiamo con la neve, vero
Edward?- si entusiasmò Emmett, seguito da tutti gli altri.
Così ci vestimmo a dovere e ci recammo in
spiaggia, dove
iniziammo a giocare e a divertirci come bambini piccoli, ormai
completamente sereni. Era quella la felicità più
autentica!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 73
Scendemmo dall’auto ed io, con gesto perentorio, la presi in
braccio, nonostante le sue deboli proteste; e la portai immediatamente
in casa. Appena entrammo, la mamma ci corse subito incontro, andando ad
abbracciare Alice e Jasper, e dopo qualche secondo spuntò
anche
Charlie.
Ma la loro attenzione venne subito calamitata da Bella in braccio a me.
-Oddio, Bella! Non dirmi che ti sei fatta di nuovo male?- si
angustiò Charlie, facendo scoppiare a ridere gli altri, per
il
suo non tanto velato riferimento al suo equilibrio precario.
Chissà quante volte Jasper o Jacob l’avevano
riportata a
casa in quelle condizioni, magari per qualche distorsione…
Ma nonostante le immagini divertenti delle sue numerose cadute rovinose
che mi aveva raccontato lei stessa, io ero preoccupato e avevo poca
voglia di ridere… mi diressi in salone per
adagiarla sul
divano, mentre sentivo gli altri spiegare la situazione alla
mamma.
Capitolo 74 *** Cap. 73: Piccolo inconveniente ***
Cap. 73
Buongiorno e buon inizio settimana!
Finalmente tutte le nostre coppiette tornano a casa, felici e contente!
Questo sarà un capitolo di passaggio, scusateci se non vi
sembrerà molto interessante, ma ci vogliono anche questi!
Grazie come sempre a tutte coloro che ci seguono! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 73
Piccolo inconveniente
Pov Edward
Eravamo
ormai tornati a Forks e entro pochi minuti saremmo stati davanti a
casa. Avevamo lasciato Jake e Leah al bivio per La Push e noi ci
eravamo stipati tutti come sardine nell’auto di Emmett. Il
pomeriggio era
trascorso sereno e ci eravamo divertiti come pazzi a giocare con la
neve. Ci eravamo divisi in due squadre, naturalmente maschi contro
femmine! Il
nostro ferito
orgoglio virile reclamava a gran voce la vendetta, e ognuno di noi
aveva preso di mira la propria ragazza. Nemmeno a dirlo, stavolta,
avevamo stravinto alla grande… donne distrutte! Ah,
che soddisfazione! E
in quel modo ci
eravamo presi la rivincita tanto agognata per le amare sconfitte del
giorno precedente! Le avevamo riempite di neve da capo a piedi, mentre
loro urlavano e ridevano a più non posso! Ci eravamo
rotolati,
spinti, abbracciati, baciati, felici come non mai. Bella,
poi, era
veramente una frana, dato che aveva enormi difficoltà a
stare in
piedi… povera la mia cucciola: il suo già
precario
equilibrio sulle superfici piane, nella neve era ancora più
minato e quindi si era trovata in netto svantaggio. Alla fine era
quella che ci aveva rimesso più di tutte nella brigata, ma
si
era divertita da morire, subendo tutti i miei gelidi assalti senza mai
prendersela o arrabbiarsi. Sapeva anche perdere, la piccola! Quando
poi eravamo
rientrati in casa perché avevamo iniziato a sentire freddo,
mi
ero accorto subito che era malridotta: completamente gelata e bagnata,
persino la maglia sotto la giacca, per non parlare dei pantaloni. Le
avevo
consigliato di farsi una doccia calda per togliersi il freddo da dosso,
e non solo di cambiarsi… avrei tanto voluto seguirla in
bagno,
ma quei cretini di mio fratello e di Jake mi avevano impedito di andare
con lei, sostenendo che eravamo tutti lì per divertirci in
compagnia e non per fare i maiali. Avevo
tentato di
ribellarmi e di raggiungerla… il pensiero della sua sensuale
prodezza, la sera precedente, non voleva assolutamente abbandonare la
mia mente malata e continuavo a rivivere quegli erotici momenti come in
un film senza fine… Cristo Santo, Bella mi aveva mandato in
tilt! Il
mio già
traballante autocontrollo aveva subito seri danni dopo quella
licenziosa seratina… la mia ragazza aveva scoperchiato il
vaso
di Pandora e tutto l’impeto, il fuoco, la passione che avevo
sempre faticosamente tentato di ingabbiare erano esplosi in una potente
deflagrazione, lasciandomi in balia dei miei istinti più
incontrollabili e sfrenati… percepivo il mio ardore
cavalcare di
nuovo libero come un mustang fiero e selvaggio… Anche
durante il
viaggio dell’andata non ero riuscito a trattenermi e
l’avevo stuzzicata in continuazione, godendo delle sue
espressioni di piacere miste ad imbarazzo… anche se poi,
alla
fin fine, il giochino mi si era ritorto contro e dopo le sue sapienti
carezze mi ero ritrovato con Super Cullen, sveglio, pulsante e
terribilmente frustrato! Pazienza,
Edward!
Ormai manca poco al vostro weekend… ancora due settimane e
finalmente lei sarà tua, diventerà la tua donna!,
mi
ripetevo in continuazione, per tentare di domare i miei impulsi
più animaleschi. Dio,
l’impresa era sempre più ardua, però! Finita
la doccia,
Bella ci aveva poi raggiunto in cucina, dove le ragazze avevano
preparato una favolosa cioccolata calda per tutti. Alla fine, verso le
sei, eravamo partiti per tornare a casa. Leah
aveva guidato
l’auto di Jake con tutte le ragazze a bordo, che (questione
di
vita o di morte, a loro parere) dovevano assolutamente spettegolare sul
weekend di mia sorella e Jasper; invece noi maschi eravamo in auto con
Emmett… a fare altrettanto! Jazz
ci aveva
raccontato tutto quello che era successo, per filo e per segno,
lasciandoci sbalorditi quando avevamo saputo della fuga di Alice sotto
la pioggia battente, con conseguente caduta e svenimento; per non
parlare poi del fatto che si era anche fatta male alla caviglia! Che
testona! Sapevamo
che era
una tipa tosta, cocciuta e dotata di un caratterino pepato, ma non
pensavamo che potesse essere anche incosciente… nei prossimi
giorni io e lei avremmo affrontato un serio discorsetto! Per
fortuna Jazz
aveva tralasciato i dettagli intimi… anche se poi quel
ficcanaso
di Jake, aveva insistito talmente tanto per sapere se avessero fatto
sesso che, alla fine, stremato dalle sue continue battutine e
frecciatine, aveva confermato che più volte si erano
lasciati
travolgere dalla passione… assicurandoci che non aveva mai
provato niente del genere... fare l’amore con Alice era stata
l’esperienza più sublime della sua vita.
Nonostante la sua
consumata competenza in materia, le emozioni che avevano accompagnato
ogni minimo gesto tra loro erano state talmente potenti da lasciarlo
senza fiato. Arrivato a questo punto io e Emm
l’avevamo
bloccato, intimandogli di non scendere in ulteriori, sconci dettagli. Non
mi faceva per
niente piacere immaginare la mia tenera sorellina in quel tipo di
attività; ma ero ugualmente felice per loro e specialmente
per
lei che non avevo mai visto così innamorata nemmeno con
quello
stronzo con cui stava prima. L’avevo osservata con attenzione
quel pomeriggio, quando eravamo rientrati in casa; e avevo notato che,
quando si rivolgeva a Jasper, sembrava completamente diversa dalla
solita Alice… il suo tono di voce diventava una cucchiaiata
di
miele e sembrava persino timida e imbarazzata in alcuni momenti.
Più volte lo avevo sentito farle qualche complimento o
sussurrarle che l’amava, e quello che più mi aveva
sorpreso era stato vederla arrossire compiaciuta. Era dolcissima e la
luce che le illuminava il viso e gli occhi la rendeva più
splendente e radiosa che mai. Però,
da
un’altra parte, mentre Jazz ci spiegava cosa aveva provato, e
vedendo Jake ed Emmett, dargli pienamente ragione, mi ero sentito un
pizzico invidioso perché mi ero sentito tagliato fuori da
tutto
quel goliardico cameratismo… io e Bella non avevamo ancora
fatto
l’amore… d’accordo, mancava poco al
nostro
momento… ma mi sembrava di non riuscire più a
resistere
oltre… Stava
diventando
estremamente problematico resisterle ogni volta, e la bramavo con ogni
fibra del mio essere… volevo perdermi dentro di lei,
immergermi
nel suo meraviglioso corpo da dea… volevo che ci
completassimo a
vicenda… volevo diventare in tutti i modi parte di
lei…
non era solo desiderio fisico, ma una vera e propria esigenza di
condividere quell’esperienza carnale e mentale con
l’unico
amore della mia esistenza. A
questo pensavo
mentre, durante il ritorno, la tenevo stretta tra le mie braccia e le
accarezzavo dolcemente i capelli… ma avevo la netta
sensazione
che non stesse bene… mi sembrava tremasse leggermente ed
effettivamente, ora che eravamo entrati in città, con le
luci
dei lampioni ad illuminare anche l’interno
dell’auto, mi
ero accorto che Bella sembrava stravolta… le gote erano
parecchio arrossate e gli occhi lucidi, per non parlare poi dei colpi
di tosse che ogni tanto la scuotevano completamente.
Senz’altro a
causa del freddo si era presa un malanno! Le
toccai la
fronte e sobbalzai spaventato: mi accorsi che scottava in modo
incredibile! Non ero ancora un medico, ma mi resi conto immediatamente
della gravità della situazione. -Cristo,
Bella,
sei bollente! Hai senz’altro un febbrone assurdo!- esclamai,
facendo sobbalzare tutti quanti. Nel frattempo Emmett era entrato in
garage. -Ehi,
sorellina… stai male?- le chiese premuroso Jasper,
impensierendosi all’istante. -Sì,
non mi
sento per niente bene… ho continui brividi di freddo e sono
tutta piena di dolori, la gola mi brucia come avessi del
fuoco…
e il naso mi pizzica… per non parlare del fatto che non
riesco a
tenere gli occhi aperti- si lamentò con voce quasi
inesistente. Scendemmo
dall’auto ed io, con gesto perentorio, la presi in braccio,
nonostante le sue deboli proteste; e la portai immediatamente in casa.
Appena entrammo, la mamma ci corse subito incontro, andando ad
abbracciare Alice e Jasper, e dopo qualche secondo spuntò
anche
Charlie. Ma
la loro attenzione venne subito calamitata da Bella in braccio a me. -Oddio,
Bella! Non
dirmi che ti sei fatta di nuovo male?- si angustiò Charlie,
facendo scoppiare a ridere gli altri, per il suo non tanto velato
riferimento al suo equilibrio precario. Chissà quante volte
Jasper o Jacob l’avevano riportata a casa in quelle
condizioni,
magari per qualche distorsione… Ma
nonostante le
immagini divertenti delle sue numerose cadute rovinose che mi aveva
raccontato lei stessa, io ero preoccupato e avevo poca voglia di
ridere… mi diressi in salone per adagiarla sul
divano,
mentre sentivo gli altri spiegare la situazione alla mamma. Per fortuna
Charlie andò subito a chiamare il dottore per farla visitare
al
più presto. -Ma
papà!
E’ solo un po’ di influenza, probabilmente dovuta
al
freddo!- si lamentò Bella; -Mi dici cosa dovrebbe venire a
fare
il dottor Sullivan? Non mi serve di certo il suo sapiente parere medico
per prendere due aspirine…- continuò. -Ad
assicurarsi
appunto che sia solo un colpo di freddo e che non ti sia beccata invece
una polmonite!- le spiegò Charlie. Bella sbuffò
sonoramente. -Sei
sempre il
solito esagerato!- lo rimproverò. Decisi di dare un taglio a
quella conversazione: ero veramente allarmato, perché quello
non
era un semplice raffreddore! Bella era troppo chiusa e aveva il respiro
affannoso… aveva senz’altro bisogno di un
antibiotico! -Senti
amore, fai
la brava! Tuo padre ha ragione: il dottore ti deve visitare e su questo
non si discute… ora ti porto su in camera, così
ti infili
un bel pigiamone caldo, che la mia amata sorellina farà
ricomparire come per magia!- esclamai, rivolgendo
un’occhiataccia
ad Alice. Lei, rossa come un peperone, si precipitò al piano
superiore probabilmente per tirare fuori dal nascondiglio segreto tutti
i casti pigiami di Bella. -Così
aspettiamo il dottore e vediamo cosa dice, ok? Intanto ti misuri la
febbre- le mormorai, inginocchiato accanto a lei. Chiuse gli occhi e
annuì stanca. La presi in braccio e mi recai in camera sua,
seguito da mia madre e Rosalie. -Vai
pure Edward,
ci pensiamo noi a lei- mi sussurrò mia mamma, appena la
adagiai
sul letto; intanto spuntò Alice con tutti i suoi indumenti e
riconobbi immediatamente il suo grazioso pigiama con gli orsetti,
quello che indossava quando l’avevo baciata per la prima
volta… che dolce ricordo… Lo
afferrai e lo porsi a mia madre sorridendo come un perfetto
ebete. -Aiutala
a
infilare questo, mà… è il suo
preferito- le
spiegai. Mi chinai su Bella e le lasciai un bacetto sulla
fronte
bollente. -Amore,
io scendo
di sotto. Torno da te non appena arriva il dottore, ok?- le sussurrai.
Lei aprì debolmente gli occhi e sorridendomi
annuì. Uscii
dalla stanza e scesi al piano inferiore dove, in salone, Charlie,
Emmett e Jasper stavano chiacchierando allegramente. Avvicinandomi a
loro mi accorsi che Jazz stava spiegando al padre, visibilmente felice
e soddisfatto, come fosse stato meraviglioso il suo weekend. Ero certo
che in camera di Bella, Alice stesse facendo la stessa cosa con la
mamma. Oltre
alla nuova
coppietta, era stata una giornata magnifica per tutti noi…
peccato che non fosse finita altrettanto bene, vista
l’indisposizione di Bella. Indisposizione che era stata
unicamente causata dal sottoscritto! Maledizione, che idiota! Avevo
esagerato
con la neve… mi ero fatto trasportare dal gioco come un
bambino
fuori controllo, non pensando assolutamente alle
conseguenze… al
fatto che Bella potesse risentire per tutto quel freddo! Avevo cercato
di infilarle la neve da tutte le parti! Che stupido! Ma mi sarei
senz’altro fatto perdonare, occupandomi di lei e restandole
accanto per tutto il tempo necessario! Dopo
poco sentimmo
suonare il campanello di casa e Charlie corse ad aprire. Il dottor
Sullivan, un simpatico omone di mezz’età panciuto
e dalla
folta barba brizzolata (che già avevo avuto occasione di
conoscere la matrimonio di Charlie e la mamma), fece il suo ingresso, e
dopo qualche convenevole, si diresse in camera di Bella, con Charlie
che gli faceva strada. Mi recai anch’io al piano di sopra e
trovai il corridoio vuoto. Mi sedetti per terra, di fronte alla porta
della sua camera e aspettai con una certa impazienza che il dottore
terminasse di visitarla. Nel
frattempo i
miei pensieri stavano indugiando sui giorni seguenti…
sicuramente Bella non sarebbe potuta venire a scuola e quindi, tra le
lezioni e il pianoforte con Ben, io e lei ci saremmo visti ben poco,
purtroppo! Che sfiga pazzesca! Appoggiai
la testa
alla porta e sbuffai sonoramente. Fino a quel momento eravamo stati
sempre insieme, quasi inseparabili; anche le lezioni che non avevamo in
comune erano più sopportabili perché sapevo che
entro
poco tempo l’avrei rivista… e poi in mensa
pranzavamo mano
nella mano e dei bacetti ci scappavano sempre… Invece
con lei
malata a casa, sarebbe stato faticoso ed esasperante per me far passare
la giornata… Dio, ma perché facevo
così fatica a
starle lontano? Non ci riuscivo, era più forte di
me…
senza di lei mi sembrava addirittura che mi mancasse
l’aria… L’ultima
volta che ci eravamo separati a lungo era stata l’altra sera,
quando noi ragazzi, insieme a Jazz e Jake, ci eravamo recati alla casa
al mare, e anche quella volta mi era mancata da morire… la
mia
testa era piena di pensieri e ricordi legati a lei, e non ero nemmeno
riuscito a godermi appieno la serata. Possibile che da innamorati si
cambiasse in modo così radicale? Non mi sembrava che Emmett
e
Rose, o Ben e Angela, o Jake e Leah fossero così succubi e
dipendenti uno dell’altro! Eppure erano giovani coppie anche
loro, novelle come noi… Mi sembrava che tutti loro
riuscissero a
mettere da parte la mancanza della loro metà quando lui o
lei
risultava assente… perché invece io dovevo stare
così male? E mi ero accorto che lo stesso tipo di malessere
lo
provava anche Bella… Che pazzi, fuori di testa! Ci eravamo
proprio trovati… eravamo due esatte metà che
combaciavano
alla perfezione, che si completavano a meraviglia e che da sole non
valevano nulla… Ero sempre più convinto che io e
Bella
fossimo diversi… destinati in qualche modo a completarci a
vicenda… lei era la mia anima gemella e ora, che ci eravamo
trovati, niente e nessuno avrebbe potuto più
dividerci… i
sentimenti che provavamo uno per l’altra erano talmente
intensi e
sinceri da non poter essere intaccati in alcun modo! Il
rumore della
porta che si apriva mi fece riscuotere dai miei pensieri: mi alzai
immediatamente. Il dottor Sullivan e Charlie uscirono ed io salutai e
velocemente mi fiondai in camera, volando al capezzale di Bella. Mia
madre le stava rimboccando le coperte. -Allora,
mà? Che ha detto il dottore?- chiesi, preoccupato nello
scorgere
Bella nel letto così debilitata e priva di forze tra le
coltri;
accidenti, sembrava stesse peggio di prima! -Era…
come
dicevo io… solo… un colpo di freddo- si
lamentò
con struggente debolezza, per poi chiudere nuovamente gli occhietti
stanchi. -Bé,
quasi!
Ha detto che ha la gola molto infiammata: si tratta di una formidabile
laringite, dovuta al gelo umido che ha subito
oggi… le ha
prescritto un antibiotico che dovrà assumere per tre giorni,
e
ha somministrato degli antipiretici per far scendere la febbre al
bisogno…- intervenne mia madre, per spiegarmi la diagnosi
del
medico. Già, povera stella! Aveva avuto bisogno
dell’antibiotico… come immaginavo! -Per
questa
settimana deve starsene a letto al caldo… e potrà
uscire
di casa solo dopo che sarà completamente sfebbrata da almeno
due
giorni…- aggiunse per completare il quadro. -Quindi,
tesoro
mio, questa settimana te ne starai a farti coccolare dalla sottoscritta
e non ti voglio veder scendere da questo letto se non per andare in
bagno- continuò, rivolgendosi a Bella, con atteggiamento
affettuoso e premuroso. Bella non si mosse nemmeno e non rispose: si
era addormentata. Povera piccolina mia, era proprio ko! Mi dispiaceva
vederla così debole, ma notando lo sguardo amorevole che le
stava rivolgendo mia madre, mentre cercava di coprirla il
più
possibile, ero contento che avesse finalmente qualcuno che si occupasse
di lei… Ed
ero certo che,
nei giorni a venire, le avrebbero fatto piacere le cure e le attenzioni
che le avrebbe rivolto mia mamma. Era in generale una donna molto dolce
e affettuosa, ma ogni volta che i suoi cuccioli si ammalavano
(anche se ormai eravamo grandicelli!), si trasformava in una vera e
propria mamma chioccia, riempiendoci di coccole e vizi a non finire. Mi
venne spontaneo chiedermi se le volte precedenti che si era ammalata,
Bella fosse dovuta rimanere da sola in casa, senza nessuno che la
potesse aiutare in caso di bisogno… Rosalie e Jasper
comunque
avevano il quotidiano impegno scolastico e Charlie,
senz’altro,
aveva dovuto andarsene in centrale. A immaginarla così
bisognosa
di cure ma senza nessuno che si occupasse di lei, il cuore mi si
riempì di tristezza e dispiacere... Mi
avvicinai a mia
madre che cercava di ripulire un po’ il comodino e la
abbracciai
forte, sorridendole colmo di gratitudine per essersi sempre occupata
amorevolmente di noi. -Grazie
mamma… e non solo per Bella… ma anche per tutto
quello
che hai sempre fatto per noi… specialmente da quando
è
mancato papà… io… io… mi
dispiace
così tanto per quello che ti ho fatto passare…
scusami… mi perdonerai mai?- sputai fuori, con la voce
spezzata
dal magone che mi aveva improvvisamente chiuso la gola; le lacrime
avevano iniziato a scendere e non ne volevano sapere di fermarsi. Mia
mamma mi scostò un po’ per potermi guardare in
viso e con
le manine mi asciugò le guance e gli occhi. -Edward…
sentimi bene… io non devo perdonarti proprio
niente…
tutti possiamo sbagliare e tu eri soltanto un ragazzino ferito e
tremendamente arrabbiato… ma poi hai deciso di mettere da
parte
il tuo dolore e di andare avanti e ti sei ripreso alla grande! Tu non
hai la più pallida idea di quanto oggi sia orgogliosa di te!
Sei
diventato più uomo e meno bambino: sei maturo, responsabile,
sei
uno studente modello, hai un vero e proprio talento per la musica, sei
sempre pronto a dare una mano a chi ne ha bisogno, sei dolcissimo e
protettivo con me e con tua sorella… e ora anche con la tua
nuova famiglia! E l’atteggiamento strafottente con le ragazze
che
ti ha caratterizzato fino a poco tempo fa, finalmente è
completamente sparito da quanto ti sei perdutamente innamorato di
questa splendida ragazza che ti ama con tutta se stessa… ti
assicuro, tesoro mio, che dovunque sia tuo padre in questo momento so
per certo che anche lui è fiero di te…-
affermò
sincera, guardandomi negli occhi. Ero allibito, senza parole.
Nonostante tutto l’amore che mia madre mi dava ogni giorno,
incondizionatamente, dopo tutto quello che avevo combinato, avevo un
enorme terrore che in qualche modo provasse anche solo una punta di
rancore verso di me… e invece mia madre era
orgogliosa…
non potevo crederci! In quel momento ero felicissimo e un colossale
sorriso spuntò sul mio viso, mentre la abbracciavo di nuovo,
quasi soffocandola. Il rumore della porta interruppe quel nostro intimo
momento; Charlie entrò. -Ehm…
scusate… ho interrotto qualcosa?- domandò
imbarazzato.
Evidentemente dai nostri visi e dagli occhi lucidi di entrambi, aveva
compreso che non avevamo avuto una conversazione banale... -No,
vieni
amore… avevo solo bisogno di mettere in chiaro due cosine
col
mio bambino… mi dispiace solo non averlo fatto
prima…- si
mortificò mia madre. No, non volevo che si sentisse in colpa
per
quello… ero io che avevo sbagliato e lei era stata fin
troppo
buona. -Mamma
ti voglio bene!- le mormorai, dandole un bacio sulla guancia. Lei mi
accarezzò dolcemente e mi sorrise. -Si
è addormentata…- sussurrò Charlie,
riportando la nostra attenzione sulla malata. -Sentite…
questa notte posso restare con Bella? Se avesse bisogno di qualsiasi
cosa a causa della febbre alta sono certo che, testona
com’è, non chiamerebbe nessuno…- chiesi
loro,
sperando che Charlie mi desse il permesso per passare la notte con la
figlia. Non poteva pensare che avessi chissà quali secondi
fini,
non con la sua bambina in quelle condizioni! -Per
me non c’è problema, Edward- rispose Charlie;
stavo per esultare, ma mia madre scosse immediatamente la testa. -No,
Edward… non se ne parla nemmeno! Ho appena detto che sei
responsabile: tu domani hai scuola e devi dormire. Non ti preoccupare,
starò io con Bella, stanotte- affermò. Sospirai
affranto… volevo occuparmi di lei, ma in fondo sapevo che la
mamma aveva ragione: se avessi passato la notte sveglio,
senz’altro l’indomani avrei dormito in piedi.
Zombie
Cullen, mi avrebbero soprannominato a scuola! -Ok,
mamma, ma io
ora ceno qui con lei. Non voglio lasciarla fino a quando
potrò,
ok?- cercai di impormi. Charlie sorrise compiaciuto dal mio
atteggiamento così protettivo e mi diede una pacca sulla
spalla
e la mamma mi sorrise comprensiva. -Non
preoccuparti
Edward: quando sarà pronta la cena, ti porterò su
io un
vassoio- affermò Charlie. Lo ringraziai e poi entrambi
uscirono,
lasciandomi solo con la mia dolcissima metà che dormiva. La
serata
passò molto velocemente… ogni tanto qualcuno
entrava per
vedere come stesse Bella, che aveva continuato a dormire abbastanza
tranquilla. La febbre era scesa un po’, stabilizzandosi sui
38°, anziché sui 39° abbondanti di quando
eravamo appena
arrivati. Io ne avevo approfittato per studiare un po’ e con
le
cuffie dell’ipod nelle orecchie, ero riuscito a portarmi
parecchio avanti con i compiti della settimana, così che
quando
sarei tornato a casa dopo la scuola, avrei potuto stare più
tempo possibile con Bella, senza pensare troppo allo studio. Verso
le undici
poi, arrivò mia mamma per mandarmi a letto, assicurandomi
che si
sarebbe occupata lei dell’ammalata. Così mi avviai
in
bagno e dopo una veloce doccia bollente mi infilai sotto le coperte e
in un attimo mi addormentai, sognando la pronta guarigione del mio
angelo. Mi
sembrava
passato solo qualche minuto quando la sveglia mi destò;
invece
erano già le cinque e mezzo del mattino! Mi alzai di scatto,
e
dopo essermi lavato e vestito velocemente, andai da Bella. Entrai
nella sua
stanza cercando di fare meno rumore possibile e trovai entrambe
addormentate: Bella nel suo letto e mia mamma sulla sedia a dondolo
accanto a lei. Appena le feci una carezza, si svegliò subito. -Edward,
tesoro,
cosa ci fai già in piedi? E’ ancora presto per te-
sussurrò mia madre, dopo aver dato una rapida occhiata
all’orologio. -Non
ti
preoccupare mamma… so che, di solito, ti alzi alle sei per
prepararci la colazione e quindi ho pensato di darti il cambio,
così hai il tempo di farti una doccia con calma…
e poi
volevo passare un po’ di tempo anche con Bella, prima di
recarmi
a scuola… la rivedrò solo nel
pomeriggio…- le
spiegai. -Vedi,
caro? Sei
dolcissimo e premuroso… e Bella è una ragazza
fortunata-
mormorò, dandomi un bacio sulla fronte. -Sono
io il fortunato…- ribadii convinto; -Piuttosto…
come ha passato la notte?- le chiesi, ansioso. -Non
troppo
bene… dopo la mezzanotte le è risalita la febbre
e si
è messa a delirare… si agitava in continuazione e
ha
chiamato numerose volte sua mamma, povera piccola…- mi
spiegò triste. Immediatamente un groppo mi chiuse la gola e
feci
fatica a deglutire per cercare di non lasciarmi sopraffare da quella
sensazione. -Così
l’ho svegliata per farle prendere un altro antipiretico e
dopo
poco si è tranquillizzata riprendendo a dormire
più
serena. Sai? Ti ama proprio tanto! Da quando le è scesa la
febbre, ha continuato a parlare, ma le sue frasi, stavolta, erano tutte
per te- sogghignò. Io sgranai gli occhi… oddio! E
se
Bella avesse detto qualcosa di molto, molto personale? Mi impietrii e
mia madre, immaginando a cosa fosse dovuto quell’improvviso
rossore che si era diffuso sulle mie guance, si affrettò a
rassicurarmi. -Non
ti
preoccupare, tesoro… erano solo parole
d’amore…
niente di compromettente…- mi spiegò, e si
diresse alla
porta… ma, una volta aperta, prima di uscire aggiunse
maliziosa:
-Bè… non troppo compromettente… te lo
dice spesso
“oddio Edward, mi fai impazzire!”?- e ridacchiando
uscì, lasciandomi come uno scemo in piedi e in completo
imbarazzo. Dopo qualche minuto passato a immaginare chissà
quali
cose fossero uscite dalle labbra della mia ragazza, mi ripresi,
pensando che tanto ormai, il danno era fatto. Mi
avvicinai e le
baciai la fronte: era calda, ma non bollente come la sera precedente.
Non potei fare a meno di baciarle quelle labbra così
carnose, e
anche se avrei tanto voluto approfondire quel contatto mi imposi di non
svegliarla; così mi sedetti e mi persi
nell’osservare ogni
più piccolo dettaglio di quel bellissimo viso a cuore.
Sospirai
al pensiero che di lì a poco mi sarei dovuto staccare da lei
e
non sarei tornato fino alle sei del pomeriggio. Per fortuna che
esistevano i cellulari, almeno avrei potuto sentire la sua voce, sempre
che si sentisse abbastanza in forze per parlare… -Ehi…
buongiorno…- mi sussurrò, Jasper, entrando in
camera;
-Vai giù a fare colazione, io l’ho già
fatta.
Così poi torni su a salutarla, magari nel frattempo si
è
svegliata- mi bisbigliò. Cavoli! Ma quanto tempo era
passato?!
Sorrisi tra me e me al pensiero di come perdessi completamente la
nozione del tempo e di ciò che mi circondava quando ero con
lei… anche solo ad osservarla… A
malincuore
ascoltai il consiglio di Jasper e raggiunsi gli altri al piano
inferiore, che già si stavano informando dalla mamma delle
condizioni di Bella. Ingurgitai qualcosa molto velocemente col rischio
di strozzarmi, mentre tutti ridevano e mia mamma mi rimproverava; poi
mi rifiondai in camera da Bella. La trovai seduta sul letto che
ascoltava, sorridendo, suo fratello. Immaginai l’oggetto
della
loro conversazione, o più che altro il soggetto…
non
avrei voluto interromperli ma non potevo sprecare quei pochissimi
minuti che avevo a disposizione… loro avrebbero anche potuto
parlare in un altro momento, io, invece, non potevo più
aspettare, dovevo darle il mio buongiorno! Bella
si
voltò verso di me e quando i nostri occhi si incrociarono,
il
mio cuore perse un battito... al mattino, con i capelli arruffati e il
viso con ancora i segni del cuscino, e gli occhietti assonnati, era
ancora più meravigliosa del solito… aveva anche
le gote
leggermente arrossate e gli occhi lucidi a causa della febbre e solo il
guardarla faceva scattare dentro di me un bisogno assurdo di
proteggerla e coccolarla! -Amore!
Come ti senti?- esclamai, correndo da lei e dandole un bacio sulle
labbra rosse. Jasper scoppiò a ridere. -Ah,
ah! Temo che
non ti possa rispondere! Finalmente siamo riusciti a farla stare
zitta!- sghignazzò senza ritegno, mentre un cuscino lo
colpiva
in pieno volto. -E’
completamente senza voce… la laringite ha colpito!-
continuò imperterrito Jasper. -Nooo!
E io che
speravo che ci saremmo potuti almeno sentire per telefono, oggi! Avevo
già intenzione di chiamarti ogni cambio ora e di restare al
telefono con te per tutta la durata della pausa pranzo!- mi lamentai,
sedendomi accanto a lei e abbracciandola. Lei si imbronciò,
facendomi sorridere. -E
dai, sorellina!
Esistono anche i messaggini! Ve ne manderete quanti vorrete!-
affermò Jazz; poi si alzò e le diede un bacio
sulla
guancia. -Forza,
fidanzato depresso! Salutala e andiamo che si fa tardi!- mi
schernì, uscendo dalla stanza. -Se
mia sorella si
ammalerà, vedremo poi chi sarà il fidanzato
depresso!-
gli urlai, facendo sghignazzare Bella, che alzò una mano per
darmi un cinque. Ecco! Mi capiva al volo, che bisogno avevamo di parole? -Edward
Anthony
Cullen!- il nome ben scandito dall’inconfondibile voce di mia
sorella, notevolmente alterata, mi fece sobbalzare. -Non
mi starai
mica augurando una malattia solo per far dispetto a Jasper, vero?!- mi
ammonì, facendomi tremare, mentre il suo degno fidanzato
sghignazzava facendomi boccacce derisorie dietro di lei! Dio, quando
voleva, era terribile il folletto! Il giorno prima mi ero convinto che
l’amore l’avesse addolcita un po’, ma
evidentemente
quell’atteggiamento docile e remissivo era riservato
unicamente a
Jasper! Beato lui! Anche se in quel momento gli avrei volentieri tirato
il collo! Bella
la
squadrò, cercando di non scoppiare a ridere alla vista di
mia
sorella sulla porta, visibilmente irritata, con le mani sui fianchi e
del suo caro gemello che derideva il sottoscritto, ma non ci
riuscì e, nascondendo il viso sul mio petto, la sentii
sussultare, scossa dalle risate. -Grazie…
molto comprensiva, amore! Tu mi dovresti difendere! Lo sai che mia
sorella arrabbiata è una furia!- le mormorai
all’orecchio. -Ah,
che
deficiente! Ma togliti di mezzo, per favore, che devo salutare come si
deve la mia sorellina-cognatina! Con tutte quelle che mi hai sempre
combinato, dovresti essere morto se fossi così tremenda!-
esclamò mia sorella, che intanto si era avvicinata,
spingendomi
via dal letto. In un attimo la stanza si riempì: erano tutti
venuti a salutarla prima di recarci a scuola. Dopo
vari saluti e
baci, venni trascinato via da mio fratello, contro la mia
volontà e caricato in auto a forza. Sbuffai mentre guidavo
verso
la scuola… sarebbero state giornate lunghe, noiose e
solitarie!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 74
-No, figurati… è solo che… niente,
niente! Mi
mancavi e basta! Scusa Emm…- borbottò
imbarazzato. Suo
fratello gli diede una pacca sulla spalla e si allontanò,
mentre
io intuii, da quel farfugliamento, che non mi avrebbe mai rivelato
niente di quello che gli era capitato a scuola… A causa di
ciò, il mio
umore divenne più tetro e cupo che mai. Ci avviammo in
cucina… lui salì a posare giacca e zaino ed io
aspettai
buona buona, mentre nella mia mente vorticavano tante immagini di lui
avvinghiato a qualche gallina… che entro poche ore sarebbe
stata
oggetto di un meritato strangolamento… Dopo qualche
minuto eravamo
tutti riuniti e cercai di capire dagli sguardi di Alice e Rosalie, se a
scuola fosse successo qualcos’altro; ma loro discutevano
allegre
con Esme e non facevano caso alle mie paranoie.
Chissà…
se loro erano entrambe così tranquille, mi sarei dovuta
rilassare anch’io… Ma ad un tratto mi
venne in
mente che, benché dotate e capaci come spie, non avrebbero
sempre potuto trovarsi dove c’era il pericolo… Il suono di un
messaggio sul
mio cellulare mi fece distrarre per un attimo e appena lo visualizzai,
sgranai gli occhi, mentre il cuore prese a battermi veloce, e sentii un
calore disumano salire pian piano dallo stomaco, imporporando tutto il
viso. Oh no!! Non potevo
credere a
quello che stavo vedendo… più che altro non
volevo
crederci… e invece la foto era proprio lì, nitida
e
inequivocabile, in bella mostra davanti a me!
Buongiorno
fanciulle!
Abbiamo visto che lo spoiler di questo capitolo
vi ha preoccupate parecchio! XD!
Ora potrete scoprire che foto ha ricevuto la
nostra Bella.
Volevamo solo chiarire una cosa. Abbiamo visto
che tutte voi siete impazienti di leggere la prima volta di Edward e
Bella. Ci rendiamo conto che sono passati più di 70
capitoli, ma vorremmo porre la vostra attenzione sul fatto che Edward e
Bella stanno insieme da nemmeno 3 settimane! Capiamo benissimo che le
cose al giorno d'oggi procedono molto velocemente anche nel campo
sessuale, ma noi abbiamo preferito farli andare con calma. Comunque i
capitoli sono già stati scritti e manca veramente poco.
Dovete pazientare solo un pochino e finalmente avrete i capitoli tanto
sospirati.
Speriamo in questi capitoli passati di non avervi
annoiate troppo!
Ora vi lasciamo al capitolo. Grazie a tutte voi
che ci seguite! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 74
Bugie
Pov Bella
Uffa, che palle! Non ce la facevo più a rimanere reclusa in
quella prigione! Era venerdì pomeriggio e entro breve
sarebbero
tornati a casa gli altri… vabbè gli
altri… a me
interessava che tornasse Edward!
Ero stata rinchiusa per tutta la maledetta settimana in casa, a causa
di questa colossale laringite. I primi tre giorni non avevo patito
molto il mio isolamento, perché la febbre continuava a
salire e
scendere e quindi, priva di forze e con un mal di gola da paura, ero
stata anche volentieri a letto… ma dal giovedì
era stata
un’altra storia…
La casa mi era sembrata così vuota! L’unica
occupazione
che avevo trovato, oltre a cimentarmi in cucina con Esme, era stata
quella di cercare di recuperare con i compiti quello che mi stavo
perdendo a scuola. Così avevo trascorso l’intera
giornata
di ieri e oggi a studiare, senza poter nemmeno prendere una boccata
d’aria, dato che il tempo era stato veramente inclemente
tutta la
settimana! A parte oggi, in cui finalmente era spuntato un pallido
sole…
L’unica nota semi allegra durante la mia prigionia erano
state le
divertenti visite di Jake nella sua pausa di mezzogiorno. Erano ormai
tre anni, da quando si era diplomato e aveva aperto
l’officina,
che mi teneva compagnia nell’ora di pranzo quando ero
indisposta;
e nonostante sapesse che non ero più sola, aveva continuato
la
nostra simpatica tradizione. Certo… rispetto agli anni
passati
ci aveva guadagnato: tutte le volte tornava a lavorare con un lauto
pasto nello stomaco e molto contento e soddisfatto di
ciò… mi era persino venuto il dubbio che ormai lo
facesse
solo per fare onore alla cucina di Esme!
Comunque ne avevamo approfittato per riavvicinarci di nuovo un
po’ e mi aveva raccontato come procedeva la sua storia con
Leah:
alla grande! Erano felici come non mai ed io lo ero per loro. Passavamo
quelle due ore a ridere e scherzare e a far divertire Esme con vecchi
aneddoti su mio padre, quando ci raggiungeva su nostro invito
dopo aver rassettato la cucina.
Esme dal canto suo mi aveva parecchio coccolata, un po’ come
avevano fatto tutti quanti; ma lei, in particolar modo, si era presa
cura di me come se fosse la mia mamma. Mi ero sentita così
amata
che, quasi quasi, non mi era nemmeno dispiaciuto troppo
ammalarmi! Quasi… già! Perché la grave
pecca di
questa situazione era il non vedere Edward per gran parte della
giornata… non credevo mi potesse mancare così
tanto… c’erano stati dei momenti in cui mi
sembrava
intollerabile non poterlo vedere e toccare!
A parte il primo giorno, in cui avevo praticamente dormito tutto il
tempo, le altre giornate erano trascorse con il mio sguardo fisso su
quel maledetto orologio che sembrava scandire i secondi, i minuti e le
ore, con estrema, interminabile lentezza… ad un certo punto,
indispettita, mi ero convinta che le lancette avessero attuato un
complotto ai danni del mio sistema nervoso! Le avevo osservate per bene
e per un po’ erano rimaste quasi ferme, giusto per farmi un
ulteriore sopruso! Aspettavo... aspettavo… ma quelle
antipatiche
non ne volevano sapere di muoversi più velocemente, ed io
nel
frattempo mi infastidivo nella noia e mi esasperavo
nell’ansia di
ricevere anche il più piccolo messaggio da
Edward…
Purtroppo la voce mi era tornata solo il giovedì, quindi non
potevamo telefonarci, ma mi mandava in continuazione messaggini
dolcissimi, che tutte le volte mi facevano battere forte il cuore.
Cercavo anche di non pensare troppo a tutte le oche smorfiose della
scuola, che sicuramente stavano approfittando della mia prolungata
assenza per cercare di avvicinarsi a quel dio greco del mio
ragazzo… per fortuna avevo le mie spie A.R.A.
(Alice,
Rosalie e Angela) che mi avevano messo in modo costante al corrente
anche del minimo, subdolo dettaglio…
Edward invece si era guardato bene dal rivelarmi qualcosa sui numerosi
assalti che aveva dovuto subire, uno persino nello spogliatoio dei
maschi! La questione mi aveva stizzito parecchio ma, su consiglio delle
mie “sorelle” (e soprattutto di Jake, che ascoltava
paziente tutte le mie paranoie, cercando di rassicurarmi in tutti i
modi), avevo evitato una scenata di gelosia per le sue omissioni e
avevo aspettato pazientemente che fosse lui a parlarmene, anche se
ancora non era successo. Loro sostenevano che sicuramente lui stava
aspettando che io tornassi a scuola per rivelarmi il tutto, per non
farmi preoccupare inutilmente dato che comunque da casa non avrei
potuto fare nulla e mi sarei ingelosita per niente; ma la cosa mi
innervosiva lo stesso… e anche molto.
A causa di ciò, la mia insicurezza aveva di nuovo fatto
capolino, riemergendo spietata… dapprima timida ma poi, col
passare dei giorni, sempre più imperiosa. Inoltre, la vocina
sospettosa nel mio cervello continuava a insinuare dubbi su
dubbi… perché Edward non mi aveva ancora
raccontato le
loro ridicole avances? Ne avremmo riso entrambi, prendendola a cuor
leggero, invece…
Avevo il terrore che lui non mi avesse rivelato nulla, solo
perché in realtà aveva apprezzato quelle lascive
attenzioni… cosa che invece non poteva permettersi di farmi
capire quando io ero a scuola, vigile e pronta a bloccare ogni
incursione di qualche sciacquetta…
Maledizione! E se, ora che era solo e libero di comportarsi come
più gli aggradava, si fosse reso conto che lo soffocavo con
la
mia asfissiante presenza, impedendogli di comportarsi in modo sciolto e
naturale con le altre ragazze? Magari non mi aveva detto niente proprio
per quel motivo! Ahhhhhh!!!
Se non fossero tornati presto a casa tutti quanti, sarei impazzita a
furia di elucubrazioni mentali di questo tipo! Dovevo parlare con
Edward al più presto, accidenti!!
Il cellulare finalmente squillò ed io risposi al volo, senza
nemmeno controllare chi fosse, non ne avevo bisogno: lo sapevo
già!
-Ciao gattina!- mi salutò una voce calda e vellutata.
-Ciao, amore!- esclamai, felice.
-Ti informo che tra pochissimi istanti entrerò in
garage…
ti prego, mi vieni a salutare come si deve?- mi chiese, malizioso.
-E me lo chiedi? Sono già praticamente in lavanderia!-
risposi
ridendo, mentre mi avviavo e facevo scoppiare a ridere allegramente
anche Esme, che aveva assistito alla conversazione, dato che ero in
cucina assieme a lei a sfornare biscotti per la merenda.
Sentii il rumore della saracinesca del garage e appena mi affacciai
dalla porta, il muso argentato della sua Volvo spuntò, con
il
mio angelo a bordo che ancora teneva in mano il cellulare e mi
sorrideva felice. Finalmente quell’odiosa settimana era
finita e
potevamo goderci un intero weekend insieme in santa pace!
L’auto
degli altri era subito dietro la sua, ma Edward scese al volo e mi
venne incontro, spingendomi di nuovo dentro la lavanderia e chiudendo
la porta praticamente in faccia alla brigata.
-Ma sei matta!- mi rimproverò; -Era sottinteso che dovevi
aspettarmi all’interno, in casa… non hai ancora il
permesso per uscire e potresti avere una ricaduta- si
preoccupò.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando.
-Guarda che ormai sto benissimo, dottor Cullen! E poi il garage fa
sempre parte dell’interno della casa!- ribattei piccata.
-Sì, stai decisamente meglio, peperina mia! Dio, quanto mi
sei
mancata! E’ da quando sono uscito questa mattina che anelavo
il
momento in cui avrei di nuovo potuto abbracciarti e baciarti-
sospirò, contento. Ma non potei aggiungere altro
perché
la sua bocca scese con impeto sulla mia e iniziammo un bacio di quelli
destabilizzanti per la salute psichica di entrambi. Sentii il suo caldo
anfratto avvolgermi completamente: la sua lingua impaziente, vorace e
ingorda esigeva tutte le mie attenzioni.
-Grazie, eh milord?! Ci sbatti pure la porta in faccia, ora? Prima sei
scappato come una furia senza aspettare nessuno… e ora
questo!-
sbottò Emmett, costringendoci a dividerci, perché
l’orso assolutamente pretendeva di abbracciarmi come suo
peculiare saluto. Edward lo fulminò, spingendolo via di
nuovo,
mentre gli altri mi sfilavano davanti ad uno ad uno e mi salutavano con
un bacio.
-Grazie di cosa, orso?!- gli inveì contro Edward, stizzito e
nervoso; -Sono scappato perché avevo voglia di stare con la
mia
ragazza… la strada di casa la conosci, no? O avevi il
terrore di
smarrirti nel bosco, piccino? E poi ho chiuso la porta di scatto solo
perché avevo paura che la mia cucciola prendesse freddo!
Mica ti
casca la mano se la usi per abbassare una maniglia! Anche tu sei dotato
di pollice opponibile, scimmione!- continuò irritato, mentre
mi
riprendeva tra le braccia in una morsa ferrea. Mi sembrava di essere
una bambolina, sbattuta di qua e di là tra due
giganteschi… idioti!
-Edward Cullen… ti avviso, vedi di darti una calmata,
perché inizi a infastidirmi parecchio! Me le hai fatte
girare!-
lo minacciò Emmett. Ero allibita dal loro stupido
diverbio… ma, in effetti, Edward era troppo teso e
irritabile!
Suo fratello stava solo scherzando!
Intervenni immediatamente, prima che il tutto degenerasse in una vera e
propria discussione sgradevole.
-Dai, amore, non ti arrabbiare… fammi il tuo sorriso, ora
siamo
insieme… è stata più dura del solito,
oggi? Mi
sembri così agitato!- gli domandai sospettosa. Avevo paura
che
tutto quel nervosismo fosse causato da qualche gallina a scuola che
forse l’aveva tentato in modo pesante… e che
magari lui
avesse fatto fatica a resistere… era pur sempre un uomo e, a
causa della mia indisposizione, da un bel pezzo non avevamo
più
avuto occasione di intrattenerci in piacevoli attività...
Un moto di colossale gelosia mi contorse lo stomaco e le lacrime
iniziarono subito a spingere per uscire; ma cercai di non farlo
accorgere del mio malessere…
-No, figurati… è solo che… niente,
niente! Mi
mancavi e basta! Scusa Emm…- borbottò
imbarazzato. Suo
fratello gli diede una pacca sulla spalla e si allontanò,
mentre
io intuii, da quel farfugliamento, che non mi avrebbe mai rivelato
niente di quello che gli era capitato a scuola…
A causa di ciò, il mio umore divenne più tetro e
cupo che
mai. Ci avviammo in cucina… lui salì a posare
giacca e
zaino ed io aspettai buona buona, mentre nella mia mente vorticavano
tante immagini di lui avvinghiato a qualche gallina… che
entro
poche ore sarebbe stata oggetto di un meritato
strangolamento…
Dopo qualche minuto eravamo tutti riuniti e cercai di capire dagli
sguardi di Alice e Rosalie, se a scuola fosse successo
qualcos’altro; ma loro discutevano allegre con Esme e non
facevano caso alle mie paranoie. Chissà… se loro
erano
entrambe così tranquille, mi sarei dovuta rilassare
anch’io…
Ma ad un tratto mi venne in mente che, benché dotate e
capaci
come spie, non avrebbero sempre potuto trovarsi dove c’era il
pericolo…
Il suono di un messaggio sul mio cellulare mi fece distrarre per un
attimo e appena lo visualizzai, sgranai gli occhi, mentre il cuore
prese a battermi veloce, e sentii un calore disumano salire pian piano
dallo stomaco, imporporando tutto il viso.
Oh no!! Non potevo credere a quello che stavo vedendo…
più che altro non volevo crederci… e invece la
foto era
proprio lì, nitida e inequivocabile, in bella mostra davanti
a
me!
Edward… (il mio ragazzo!) teneva le mani sui fianchi di una
ragazza e i loro visi erano vicinissimi… sembrava si
stessero
per baciare… dalla foto si notava chiaramente che non era la
ragazza ad essere avvinghiata ad Edward… ma era lui che era
chino su di lei… ed erano nel parcheggio della
scuola…
Le mani iniziarono a tremarmi ed Edward si
avvicinò…
-Bella, amore cos’hai? Stai male?!- si preoccupò,
poggiandomi la mano sul mento e alzandomi il viso. Tutti si girarono
verso di noi. Mi scostai bruscamente da quel contatto che faceva
male… troppo male…
-Non mi toccare!- sibilai, con un tono gelido. Lui si
irrigidì
all’istante e l’aria intorno a noi
sembrò farsi
densa di elettricità. Il cuore mi stava pulsando
velocemente, il
respiro mi si era mozzato… la vista stava scomparendo,
annebbiata da una marea di lacrime che sarebbero sgorgate copiose entro
breve…
-Ma… ma… io non capisco…
cos’hai?!-
urlò, confuso. Era sbiancato, troppo agitato… non
aveva
per niente l’atteggiamento di chi era certo di non aver fatto
nulla per scatenare una reazione del genere… e quindi i miei
sospetti si intensificarono. Non ci potevo credere! Lui mi
aveva… tradita!! Lui era uguale a quel viscido porco di
Dylan…
-Voglio che tu… mi stia lontano...- sputai fuori con rabbia
e disgusto. Mio fratello mi raggiunse preoccupato.
-Chi era prima, Bells? Di chi era quel messaggio che ti è
arrivato poco fa?- mi chiese sospettoso. I miei occhi si riempirono
immediatamente di lacrime, mentre gli porgevo il telefono ed Edward mi
fissava con gli occhi sgranati e terribilmente tristi.
Jasper diede uno sguardo alla foto e sospirò, mentre passava
il
telefono ad Edward per permettergli di vedere con i suoi occhi
ciò che mi aveva turbata così tanto.
-Maledette! Stronze! Dovevo immaginarlo che c’era qualcosa di
losco, sotto! Cazzo!!- ringhiò, stringendo i pugni e
scaraventando il mio telefono contro il muro, rompendolo in mille pezzi.
-Edward!- urlò Esme, spaventata dalla violenta reazione del
figlio, mentre tutti ci fissavano allibiti.
-Vaffanculo Edward!! Non serve a niente distruggere le prove! La foto
ce l’ho ben impressa nella mente! Lurido porco! Traditore!-
gli
urlai a pochi centimetri dal suo viso, con la voce spezzata dal pianto.
Mi afferrò saldamente per le braccia per impedirmi di
correre
via… cosa che avrei fatto molto volentieri… non
volevo
nemmeno più guardarlo in faccia. Mi faceva schifo!
-Tu mi devi credere, Bella! Non è successo assolutamente
niente!
Non so nemmeno come si chiami quella ragazza!- cercò di
difendersi… non gli lasciai il tempo di dire altro, ero
troppo
in collera.
-Perché?! Non sapere il loro nome ti hai mai fermato quando
te
le scopavi nei bagni della scuola?!- gridai, al colmo della sofferenza.
Mio fratello mi afferrò e mi trascinò in salone,
mentre
vedevo il viso di Edward farsi improvvisamente addolorato. Bene! Doveva
patire anche lui! Almeno quanto soffrivo io in quel momento!
-Ma sei matta?!- mi sgridò con impeto Jazz.
-E lasciami stare!- esclamai, divincolandomi dalla sua stretta ferrea.
-Bella… non commettere il mio stesso errore! Lasciagli
spiegare
com’è andata… non dare per scontato che
quello che
hai visto nella foto corrisponda alla realtà dei fatti.
Cerca di
ragionare con lucidità… Edward è
sempre stato con
noi nel parcheggio, e le uniche volte che è venuto a casa da
solo, dopo le lezioni di pianoforte con Ben, era già
buio… per cui quella foto può essere stata
scattata solo
oggi all’uscita e non può essere successo
granché,
visto che ci ha preceduto solo di qualche attimo…-
cercò
di farmi ragionare mio fratello. La morsa di dolore che mi stava
stritolando il cuore, iniziò pian piano ad allentarsi, anche
se
ancora la mia vocina continuava a portare l’attenzione sulle
mani
di Edward strette intorno ai fianchi di quella bellissima ragazza.
-Bella…- un sussurro straziato mi fece sobbalzare. Mi voltai
lentamente e i miei occhi umidi si specchiarono in quelli affranti di
Edward, che mi rimaneva distante.
-Amore… ti prego… ti giuro che non ho fatto
assolutamente
niente… ti supplico, dammi la possibilità di
spiegare…- mormorò con un filo di voce. Alle sue
parole,
e soprattutto di fronte al ragionamento di mio fratello, cercai di
calmarmi per dargli la possibilità di raccontarmi cosa fosse
successo. Annuii, rigida e impettita. Mi parve di recepire un suo
sospiro di sollievo.
-Quando ero sul vialetto di ingresso a scuola, quella sconosciuta mi ha
raggiunto e mi ha chiesto se potevo prestarle gli appunti di storia di
mercoledì, perché era assente… mi
è
sembrato strano che venisse a chiederli proprio a me, che non
l’avevo mai vista prima… ma poi non volevo
sembrare
scortese visto che era stata gentile ed educata… e mentre
stavo
per risponderle è inciampata… cioè, a
questo punto
credo abbia finto di cadere… ma io come un cretino ci sono
cascato in pieno! Mi è venuto naturale allungarmi verso di
lei
per afferrarla prima che cadesse e proprio in quel momento qualcuno
deve aver scattato la foto. Ecco perché sembra che io le
stia
addosso, e perché avevo le mani sui suoi fianchi…
era
solo per sorreggerla e mi stavo nuovamente raddrizzando- mi
spiegò. Ora tutto aveva più senso ed io mi
sentivo la
più ridicola cretina di questo mondo per non aver dato
subito la
possibilità ad Edward di spiegarsi e aver dubitato in modo
così atroce di lui. Ma come potevo immaginare una cosa del
genere? Bé, onestamente, se lui non mi avesse mentito per
tutta
la settimana, io non sarei stata così pronta a credere a
quella
foto!
-Bella?- mi chiamò Edward, avvicinandosi, mentre mio
fratello ci
lasciava soli, dopo avermi lanciato un’occhiata ammonitrice;
-Mi
credi?- mi pregò accorato. Annuii, incapace di aggiungere
mezza
parola, mortificata dal modo in cui gli avevo inveito contro.
-Sai? Speravo che tra noi un po’ le cose fossero
cambiate…
migliorate… che tu ormai avessi chiaramente capito quanto ti
amo! Invece…- sospirò completamente abbattuto.
-Invece dubiti talmente tanto di me e del mio amore, da credermi capace
di una bassezza del genere, mentre tu sei a casa malata…- mi
accusò con amarezza, mentre una lucida rabbia
sostituì la
tristezza nel suo sguardo. Probabilmente si sentiva offeso e ferito
dalla mia diffidenza e la mia mancanza di fiducia. La rabbia e il mio
stupido orgoglio si impossessarono della mia mente, mentre le parole
uscirono senza che potessi fermarle.
-Eh no! Non cercare di diventare la povera vittima ora, tentando magari
di farmi sentire in colpa!- esclamai, mentre il suo viso si incupiva
ancora di più: -Ok, io ho sbagliato a non darti il tempo di
spiegarmi com’erano veramente andate le cose; ma se tu fossi
stato onesto e sincero dall’inizio della settimana, io
probabilmente non avrei reagito in modo così rabbioso!- lo
accusai a mia volta, mentre un’espressione stupita e confusa
compariva sul suo viso.
-E… e tu… di cosa diavolo stai parlando?!-
balbettò, meravigliato, intuendo che fossi a conoscenza di
tutte
le avances che gli erano state rivolte durante la settimana. Gli altri
erano sulla porta e le espressioni impaurite di Alice e Rosalie mi
fecero capire che avevo detto troppo. Cavoli! Loro erano state mie
alleate e ci sarebbero andate di mezzo, se non avessi subito rimediato
alla mia imperdonabile gaffe!
-Pensi davvero che la foto che ho appena ricevuto sia stata
l’unica informazione pervenutami per messaggio durante la
settimana? Quella è stata solo l’ultima goccia! So
di
tutti gli assalti a scuola, e ringrazia Alice e Rosalie! Ogni volta che
chiedevo loro spiegazioni, visto che tu non proferivi parola, cercavano
di giustificare il tuo assurdo silenzio con la scusa che non volevi
farmi preoccupare- gli spiegai, mentre dal suo volto era scomparsa del
tutto la rabbia sostituita ora dalla mortificazione. Sembrava sempre
più mesto e colpevole... mi dispiaceva infierire in quel
modo
dopo averlo accusato ingiustamente, ma volevo che capisse che avevo
reagito così non per mancanza di fiducia, ma
perché, per
tutti quei giorni, mi aveva nascosto delle situazioni ambigue, e in
questo modo aveva acuito la mia insicurezza.
-Posso anche capire perché tu non mi abbia detto niente,
Edward… Ma sai benissimo come la penso… tu non
puoi
pretendere di proteggermi tenendomi all’oscuro! Forks non
è New York! Qui la gente spettegola e le voci girano che
è una meraviglia! Preferisco venirle a sapere da te certe
cose,
piuttosto che da altri, magari distorte- cercai di fargli capire. Gli
altri, vedendo che ormai parlavamo in maniera civile, ci lasciarono
soli, così ne approfittai per cercare di essere il
più
sincera possibile.
Mi rendevo conto che stavamo attraversando una tappa difficile della
nostra storia, e avevo intenzione di costruire con lui una relazione
fatta di onestà e fiducia.
-Edward… tu non sei l’unico a essere geloso! In
questa
settimana mi sei mancato terribilmente e la lontananza si è
fatta ancora più complicata perché accompagnata
dalla
gelosia scatenata da quello che venivo a sapere. Ogni sera speravo che
tu ti confidassi con me… che mi rassicurassi che tutte
quelle
avances di quelle oche starnazzanti ti infastidivano e
basta… e
ogni sera puntualmente rimanevo delusa… mi raccontavi la tua
giornata a scuola nei minimi particolari, ma sorvolavi su quello che
invece io più anelavo sapere, e così facendo la
mia
insicurezza si è amplificata. Avevo il terrore che in
verità non mi riferissi quegli episodi solo ed
esclusivamente
perché magari ti faceva piacere ricevere di nuovo tutte
quelle
attenzioni…- gli raccontai, vedendo sempre più il
suo
viso trasformarsi in una smorfia addolorata, lacerata anche dal senso
di colpa. Non volevo che soffrisse così, ma allo stesso
tempo
speravo che le mie parole sarebbero servite per fargli comprendere fino
in fondo come mi ero sentita io.
-Tu sostieni di essere geloso di come mi guardano i ragazzi e ti senti
accalorare solo perché immagini i pensieri lascivi che
passano
per le loro teste… ed io cosa dovrei dire, invece? E bada
che
non mi riferisco a avvenimenti passati, ma al presente…
Mezzo
liceo di Forks è infatuato di te, e quasi tutta la
popolazione
femminile ci prova più o meno spudoratamente con
te…
unisci a tutto ciò il fatto che io non mi sento nemmeno
lontanamente alla tua altezza! Cerca di metterti nei miei
panni…
sono certa che tu mi ami più di ogni altra cosa…
ma la
paura che prima o poi tu ti renda conto di che persona insignificante
hai scelto di avere accanto, mi fa smettere di pensare razionalmente e
mi fa dubitare… mi spiace… ma non posso farci
niente… e non è nemmeno colpa tua…
è solo
il mio stupido carattere insicuro, ma fa parte di me, del mio
essere… ma se avrai pazienza… può
darsi che col
tempo, permettendo al nostro rapporto di crescere, maturare e
rinforzarsi, magari migliorerò e sarò finalmente
più sicura… ma questo non potrà mai
succedere se
mi nasconderai le cose…- sostenni convinta. Il suo sguardo,
che
non mi aveva lasciato un attimo, ora esprimeva tutto l’amore
che
provava per me e avevo una voglia matta di buttarmi in quelle braccia,
che prima, per un attimo, avevo pensato non mi avrebbero mai
più
stretto e donato il loro calore. Gli occhi mi si riempirono di nuovo di
lacrime al pensiero del dolore acuto e profondo che avevo provato.
-Mi dispiace…- mormorò, affranto; -Mi dispiace
che tu
abbia sofferto così tanto, unicamente per causa
mia… mi
dispiace che alcune ragazze possano essere così meschine da
aver
ideato un piano del genere al solo scopo di separarmi da te…
mi
dispiace che tu non ti senta all’altezza del sottoscritto,
perché io invece ti considero la più meravigliosa
delle
creature che abbia mai incontrato! Dio, ti amo con talmente tanta
intensità, che questa settimana lontano da te mi sembrava di
poter sentire un vero e proprio dolore fisico… mi dispiace
aver
visto quell’espressione di intensa sofferenza sul tuo viso
prima,
quando invece dovrebbe solo comparirvi sempre il tuo splendido
sorriso… ma la cosa di cui più mi pento
è di non
essere stato sincero ed aver provocato tutto questo casino pensando di
risparmiarti l’agonia di saperti rinchiusa a casa,
mentre a
scuola quelle cretine ci provavano spudoratamente…-
aggiunse,
facendomi scendere le lacrime, ormai incontrollabili per le dolci
parole che aveva pronunciato.
Eravamo uno di fronte all’altra, vicini, ma allo stesso tempo
distanti. Nessuno dei due sembrava avesse il coraggio di fare un passo
per rompere quel fastidioso imbarazzo che aleggiava intorno a noi, come
se entrambi avessimo paura di un rifiuto da parte
dell’altro…
-Guarda che adesso la puoi anche abbracciare e baciare, sai? Casinista
che non sei altro!- tuonò Emmett, scoppiando in una sonora
risata. Ci voltammo verso di lui e notammo che erano tutti di nuovo
lì a farsi letteralmente gli affari nostri.
Edward mi fissò nuovamente, con sguardo appassionato, in una
muta richiesta; poi in un gesto veloce mi afferrò per le
braccia
e mi attirò a lui, abbracciandomi, mentre le sue labbra si
appoggiavano teneramente sulle mie, cercando in quel modo di
trasmettermi tutto il suo amore. Non riuscii a resistere al suo
irruente ma dolce assalto e la mia lingua iniziò seguire il
profilo di quelle labbra così meravigliosamente morbide,
profumate e sensuali…
Lui mi strinse ancora di più a sé, mentre
sentimmo gli
altri borbottare che forse erano di troppo, e molto saggiamente ci
lasciarono di nuovo soli. Ci staccammo ansanti ed Edward mi prese per
mano e, senza dire una sola parola, mi trascinò di sopra
nella
‘nostra’ camera. Si sdraiò sul divano e
mi
attirò su di sé.
-Vieni qui, piccola mia… ho bisogno di sentirti addosso a
me…- mormorò con voce roca, mentre con il suo
naso dritto
e perfetto sfiorava il mio. Avevamo solo voglia di perderci in quei
baci profondi e pieni di amore, simbolo della nostra riconciliazione.
Edward continuava a stringermi in maniera possessiva, come se,
allentando la presa, io avessi potuto in qualche modo sfuggirgli.
-Scusami piccola! Ti amo!- alitò poi sulla mia bocca.
-Oh Edward, scusa! Ti amo anch’io!- risposi tuffandomi su
quelle
labbra rosse e carnose, create apposta per aderire alla perfezione alle
mie. Chiusi gli occhi e il suo profumo fragrante e virile mi
trasportò come sempre in un’altra dimensione. La
punta
della sua lingua accarezzò l’interno delle mie
labbra
socchiuse e io mi addossai maggiormente su di lui, sul suo torace largo
e possente, così protettivo…
Al mio gesto appassionato Edward rispose immediatamente, amplificando
il suo fervore: con un gemito soffocato portò una mano sulla
mia
nuca per farmi avvicinare ancora di più alla sua bocca,
insaziabile e bramosa; l’altra mano iniziò a
muoversi
rapida e leggera sulla mia schiena, regalandomi una serie di brividi al
suo passaggio. Le nostre lingue erano ormai sempre intrecciate,
incollate e inseparabili. I nostri respiri si confondevano, i nostri
battiti si mischiavano. Quando entrambi sentimmo la
necessità di
riossigenare i nostri polmoni in apnea, ci staccammo leggermente e fui
istantaneamente trafitta dai suoi ardenti smeraldi.
-Ho veramente avuto paura di perderti, oggi!- mormorò sulle
mie
labbra, con il terrore che traspariva chiaramente anche dal suo tono di
voce; -Non farmi mai più una cosa del genere,
Bella… ti
scongiuro… il dolore che ho provato nel momento in cui mi
hai
sibilato con quel tono gelido di non toccarti… mi ha
sopraffatto! Io… io non potrei più
sopportarlo…-
mi pregò ancora. Mi si stringeva il cuore a sentirgli quella
voce così straziata.
-Scusami… ma ti capisco… è lo stesso
dolore che ho
provato io nel momento in cui ho visto quell’odiosa foto e ho
pensato che tutte le mie paure si fossero concretizzate- gli rivelai.
Iniziò a riempirmi il viso di teneri baci: sulle palpebre,
gli
zigomi, le guance, il naso, gli occhi, la fronte… facendomi
rabbrividire dovunque.
-Ti amo da morire!- esclamò, stringendomi ancora.
-Anch’io, Edward… non hai idea di quanto!- gli
risposi. Sospirò sui miei capelli.
-Lo so, amore… lo so…- sussurrò,
continuando a lasciarmi baci sulla testa.
Restammo abbracciati ancora per un bel po’ di tempo e poi,
dopo
aver dato un’occhiata all’orologio, ci accorgemmo
che si
era fatto tardi. Probabilmente mio padre era già rientrato
ed
era ora di andarci a preparare per il falò di quella sera.
Non
vedevo l’ora!
-Dai, sarà meglio che scendiamo a salutare mio padre, prima
che
faccia qui un’irruzione armata- mormorai. Edward fece una
smorfia, e ci alzammo per avviarci al piano di sotto; ma sulla porta mi
venne in mente improvvisamente una cosa.
-Ehi! Tu mi hai distrutto il cellulare!- lo accusai. Vidi Edward
arrossire imbarazzato per il gesto violento che aveva avuto e
rapidamente si passò una mano sui capelli, scompigliando
maggiormente la sua chioma ribelle.
-Scusami tanto… domani andremo a comprarne uno nuovo, ok?
Scegli
quello che più ti piace, altro che quella baracca che
avevi!- si
scusò, cercando di addolcirmi.
-Lo sai che non ho bisogno di chissà quale modello avanzato!
Mi
basta che funzioni! Magari riusciamo ad aggiustare il mio…-
mormorai, mentre scendevamo mano nella mano.
-Ho i miei dubbi! E’ letteralmente esploso in mille pezzi!-
esclamò, ridacchiando.
-Guarda che c’è proprio poco da ridere! Ci tenevo
a quel
telefono! C’erano un sacco di nostre foto, e tutti i messaggi
dolci che mi hai scritto finora!- mi lamentai con il broncio.
-Vorrà dire che faremo altre foto, ancora più
belle! E ti
scriverò altri messaggi, molto più romantici e
appassionati!- cercò di rabbonirmi con il suo sorriso
sghembo.
-Sei proprio un imbonitore!- continuai, ma non volevo di nuovo
discutere… tanto non si poteva fare altrimenti, quindi
lasciai
perdere. Ero felice di aver risolto subito quella orribile situazione
con lui!
Arrivammo in salone, e notai che ancora nessuno era pronto. Ogni anno,
in quel giorno, festeggiavamo il compleanno di Billy, con un enorme
falò a La Push; poi, noi ragazzi, sgattaiolavamo via e
facevamo
un’elettrizzante gara in moto: non me la sarei persa per
niente
al mondo!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 75
Ma a quel punto mi sentii afferrare per un braccio e scuotere
leggermente. Fissai la mano di Edward con occhi sbalorditi e poi il suo
viso con uno sguardo inceneritore… probabilmente si rese
conto
del suo gesto inconsulto e lentamente lasciò la presa. Ma il
suo
volto rimase cupo e severo.
-Tu non guiderai la moto stasera! Le strade sono ancora ghiacciate,
l’aderenza è quasi inesistente… sarebbe
già
pericoloso tenere la moto su una strada, figuriamoci in una gara!
Chiaro il concetto?- sibilò a pochi centimetri dal mio viso,
mentre i suoi occhi mi lanciavano lampi furiosi.
Chiusi gli occhi, respirai a fondo e iniziai a contare, per cercare di
riprendere un minimo controllo su me stessa e non sbottare come invece
mi veniva istintivo fare… anche perché non potevo
mettermi a urlare, con il rischio che mio padre riuscisse ad ascoltare
i miei fuggiaschi propositi…
-Senti, Edward… io ci sono nata in questo posto…
cosa
pensi? Che per tutto l’inverno non condurrò
più la
mia piccolina? E’ da quando avevo quattordici anni che guido
la
moto su ogni stradina di Forks, quindi ben prima di prendere la
patente! E come hai potuto constatare quando ti ho stracciato, sono
anche più brava di te! Chiaro il concetto?- ghignai
strafottente, riprendendo la sua antipatica espressione. Forse avevo un
tantino esagerato, perché lui in risposta
assottigliò lo
sguardo e serrò i pugni, mentre una vena iniziò a
pulsargli ritmicamente sul collo: era furibondo! Accidenti alla mia
linguaccia!
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Capitolo 76 *** Cap. 75: Un piano machiavellico ***
cap. 75
Buongiorno e buon inizio settimana!
Abbiamo visto con piacere che il precedente capitolo vi è
piaciuto molto!
Qualcuno ha criticato Bella per aver subito attaccato Edward, altre,
invece, se la sono presa con Edward per non aver detto la
verità a Bella sulle avance ricevute.
Purtroppo i piccioncini sono ancora all'inizio del loro rapporto.
Devono imparare a conoscersi meglio, ad approfondire il loro legame e a
scoprire anche i difetti uno dell'altro, che finora sono rimasti bene
nascosti, come succede sempre i primi tempi che si sta insieme.
Ma voi non dovete mai disperare durante un litigio, perchè
il loro rapporto è destinato a crescere.
Ora vi lasciamo al chappy ma vi preghiamo di leggere senza puntare per
forza il dito contro Bella. Vi ricordiamo che se ci fate fuori la
protagonista la storia finirà subito e quindi per il vostro
bene, vi consigliamo di deporre le armi a fine chappy! XD!
Grazie a tutte quelle che ci seguono e siamo felicissime di comunicarvi
che la scorsa settimana abbiamo superato le 1000 recensioni!!!
Non possiamo ancora credere di avere tante lettrici così
fedeli e appassionate e che ogni volta hanno voglia di farci sapere
cosa pensano di quello che le nostre menti tirano fuori! GRAZIE!!! Ora non ci resta
che augurarvi BUONA
LETTURA dalle vostre MANU
E SARA!
CAPITOLO 75
Un piano machiavellico
Pov Bella
Avevamo
appena raggiunto gli altri in salone e Jasper e Rosalie stavano
spiegando ad Alice ed Emmett quanto fosse splendida la festa a cui
avremmo partecipato quella sera. Ormai era diventata una ricorrenza che
aspettavamo con ansia tutti gli anni: Billy era uno degli anziani
Quileute, e quindi il suo compleanno si trasformava in una festa che
coinvolgeva tutta La Push! Innanzitutto si mangiava fino a scoppiare!
Una montagna di cibo veniva arrostita su dei fantastici barbecue,
mentre le donne della riserva preparavano ogni tipo di stuzzichini,
torte, dolci e salate… poi ci sedevamo intorno ad un enorme
falò in grado di riscaldare anche un intero paese e Billy
raccontava per tutta la sera vecchie leggende della tribù.
Noi
ragazzi, a un certo punto della serata, ci eclissavamo, sgattaiolavamo
via e andavamo a prepararci per la gara di moto che ogni anno si teneva
tra le stradine di La Push. Era l’ultimissima della stagione
ed
era la più emozionante di tutto l’anno,
perché la
più pericolosa! La strada ghiacciata, in questo periodo
quasi
sempre una lastra scivolosa a causa delle temperature rigide, faceva
schizzare l’adrenalina alle stelle e ti dava una carica
immensa… già mi pregustavo i
preparativi…
chissà se avrebbe gareggiato anche Edward? Avrebbe
senz’altro preteso la rivincita, dato che l’avevo
stracciato… -Mi spiace
sorellina… te la perderai quest’anno…-
esordì Jazz, lasciandomi allibita. -Eh?!
Come, scusa? Perché dovrei perdermela?- esclamai,
palesemente
confusa. Tutti mi guardarono perplessi, come se fossi diventata matta
tutto a un tratto… in un attimo capii il perché
dessero
per scontato che non sarei andata alla riserva: la laringite dei giorni
passati… passati appunto! Sorrisi scuotendo
vigorosamente la testa. -Pensi
veramente di venire a prendere tutto quel freddo?! Papà non
te
lo permetterà mai!- dichiarò mio fratello,
assolutamente
convinto. -No,
no, Jazz! Te lo scordi che io mi perda la festa! E’ da ieri
che
non ho più la febbre e la gola non mi pizzica neppure un
po’… la voce, come puoi ben sentire, mi
è tornata
chiara e stentorea e quindi non esiste al mondo nessun motivo
perché io debba restarmene rintanata a casa!- mi impuntai,
con
le braccia incrociate al petto e un broncio degno di una bambina
dell’asilo. La
voce di mio padre mi fece sussultare: era appena rientrato a casa ed
aveva indubbiamente ascoltato le mie accorate rimostranze. -E
invece tu te ne resterai a casa, signorinella! E non intendo discutere
su questo! Fuori ci sono due gradi e se per caso restassi tutta la sera
seduta all’aperto con questa temperatura, avresti sicuramente
una
notevole ricaduta!- si infervorò. Feci per ribattere pronta,
ma
mi precedette e continuò con la sua strampalata ramanzina. -E
prima che tu possa affermare che sono il solito esagerato, sappi che ho
appena chiamato il dottor Sullivan…- dichiarò
compiaciuto. Iniziai a subodorare il pericolo… -E
lui mi ha categoricamente vietato di lasciarti andare alla festa: corri
il rischio di beccarti una broncopolmonite! E con questo, dichiaro
fallito ogni tuo tentativo di persuasione! Chiaro?!-
dichiarò
troppo sicuro e convinto, perché potessi anche solo
minimamente
smuoverlo dal suo divieto. Ormai lo conoscevo troppo bene, era inutile
insistere con lui, cocciuto com’era. Lo fissai truce, e lui,
completamente indifferente ai miei sguardi carichi di odiosa rabbia, si
diresse al piano di sopra, mentre pensieri omicidi si stavano
impadronendo della mia mente. Odiavo quando si imponeva così
sulla mia esistenza! Ma perché non riusciva a capire che
ormai
stavo bene? Non ero mica una bambina piccola… mi sarei
coperta
abbondantemente e mi sarei tenuta al caldo, molto vicina al
fuoco… bè, almeno fino al momento della gara! -Cosa
ti avevo detto? Mi spiace Bells, ma se anche il dottore gli ha dato
ragione, papà non ti darà mai il permesso di
venire-
mormorò triste mio fratello, venendo ad abbracciarmi come
vano
tentativo di consolazione. Sapeva quanto ci tenessi ma in quel momento
mi sentii l’unica vittima di una colossale ingiustizia!
Percepii
gli occhi inumidirsi, istigati da ira e frustrazione; entro breve sarei
esplosa... Intanto le ragazze ed
Emmett salirono per prepararsi. -Amore,
non preoccuparti… passeremo una bella seratina io e
te…
soli e tranquilli…- intervenne Edward con il suo mitico
sorriso,
abbracciandomi da dietro e cercando di risollevarmi il morale. In
un’altra occasione probabilmente sarei stata molto felice di
avere la possibilità di godermi la casa insieme ad Edward;
ma in
quel momento ero troppo arrabbiata, afflitta e delusa…
sentivo
lacrime di amaro sconforto pungermi gli occhi, ma non mi lasciai
prendere dalla disperazione: la mia mente era in fermento, alla
disperata ricerca di una brillante soluzione per aggirare lo stupido
divieto paterno e per riuscire almeno a partecipare al mio unico
obiettivo: la gara delle gare! Con
quell’esclusivo fine in testa, in modo brusco mi staccai
dalle
braccia del mio ragazzo e mi voltai verso di lui puntandogli un dito
contro il petto. -L’opzione
“stare a casa” non è contemplata
stasera!
Scordatelo!- gli sibilai; poi mi voltai di nuovo verso Jazz, che mi
guardava esasperato, già intuendo che non mi sarei arresa
facilmente. -Ti
ricordo che stasera si tiene la gara più bella della
stagione ed
io sono esattamente due anni che non la perdo! Non lascerò
il
campo libero ai maschi, perdendo il mio fantastico, imbattuto record!-
mi impuntai con uno scatto di puro orgoglio. In
meno di un istante mi ritrovai la statuaria figura di Edward di fronte
a me: gambe divaricate, braccia rigide lungo i fianchi, sguardo torvo,
labbra tirate, pugni serrati...oddio, era incavolato nero! -Anche
se fossimo andati alla festa, tu non avresti di certo gareggiato, te lo
garantisco!- affermò, improvvisamente minaccioso e
infuriato.
Cosa?! Non gli era ancora entrato in testa che non si doveva permettere
di darmi degli ordini? Non volevo litigare di nuovo con lui, nel
pomeriggio mi era bastato e avanzato… ma se avesse
perseverato
con questo suo tono dispotico, ci saremmo ritrovati sulla strada giusta
per una incazzatura solenne! -Tu
sei pazzo!- lo schernii, dandogli di nuovo le spalle e tentando il
possibile per ignorarlo. Volevo a tutti i costi avere una mano da Jazz
per cercare un modo di svignarmela alla chetichella, ma Edward, invece
di assecondarmi, con i suoi discorsi assurdi mi stava intralciando,
facendomi perdere del tempo prezioso in inutili discussioni! Ma
a quel punto mi sentii afferrare per un braccio e scuotere leggermente.
Fissai la mano di Edward con occhi sbalorditi e poi il suo viso con uno
sguardo inceneritore… probabilmente si rese conto del suo
gesto
inconsulto e lentamente lasciò la presa. Ma il suo volto
rimase
cupo e severo. -Tu
non guiderai la moto stasera! Le strade sono ancora ghiacciate,
l’aderenza è quasi inesistente… sarebbe
già
pericoloso tenere la moto su una strada, figuriamoci in una gara!
Chiaro il concetto?- sibilò a pochi centimetri dal mio viso,
mentre i suoi occhi mi lanciavano lampi furiosi. Chiusi
gli occhi, respirai a fondo e iniziai a contare, per cercare di
riprendere un minimo controllo su me stessa e non sbottare come invece
mi veniva istintivo fare… anche perché non potevo
mettermi a urlare, con il rischio che mio padre riuscisse ad ascoltare
i miei fuggiaschi propositi… -Senti,
Edward… io ci sono nata in questo posto… cosa
pensi? Che
per tutto l’inverno non condurrò più la
mia
piccolina? E’ da quando avevo quattordici anni che guido la
moto
su ogni stradina di Forks, quindi ben prima di prendere la patente! E
come hai potuto constatare quando ti ho stracciato, sono anche
più brava di te! Chiaro il concetto?- ghignai strafottente,
riprendendo la sua antipatica espressione. Forse avevo un tantino
esagerato, perché lui in risposta assottigliò lo
sguardo
e serrò i pugni, mentre una vena iniziò a
pulsargli
ritmicamente sul collo: era furibondo! Accidenti alla mia linguaccia!
Dovevo cercare di rimediare al più presto… -Senti…
posso comprendere che tu ti preoccupi per me… ma se non
vogliamo
litigare di brutto, ti consiglio di cambiare il tuo atteggiamento! E
cerca di non lasciarti di nuovo prendere dal tuo istinto che,
chissà per quale arcano motivo, ti porta a credere che tu
possa
darmi degli ordini!- sentenziai, scandendo bene le ultime parole,
sperando che rivedesse il suo comportamento. Sospirò anche
lui a
fondo, per cercare di calmarsi. Si stava sforzando per non esplodere, e
apprezzai. -Ok,
ok… è inutile discuterne ora o litigare per
questo
motivo, perché tanto Charlie non ti darà mai il
permesso
di uscire! Quindi… perché non cerchi di vedere i
lati
positivi della situazione?- mi spiegò con voce bassa e
impostata… lo vedevo e sentivo chiaramente che stava
faticando
per trattenersi… ormai lo conoscevo abbastanza bene da
capire
che sotto sotto ribollisse ancora di furia repressa. Mi
spiaceva veramente, perché stava compiendo uno sforzo
titanico
per non inveirmi contro; ma non aveva ancora capito che se mi mettevo
in testa una cosa in un modo o nell’altro dovevo farla? E
non sarebbe di certo bastato lui (un centauro newyorkese perfettino,
abituato solo a circolare su strade di velluto!), a impedirmi di
partecipare alla gara più mozzafiato dell’anno!
Era
proprio il pericolo che conteneva a renderla così
entusiasmante;
e poi, essendo l’ultima fino alla stagione seguente,
perdermela
sarebbe stata pura eresia! Improvvisamente
mi venne in mente una trovata per potervi partecipare, ma rimaneva il
problema di Edward: avrebbe fatto di tutto per impedirmelo! Dovevo
escogitare assolutamente un modo per evitare che mi controllasse a
vista… Rimanemmo
qualche minuto in silenzio, mentre stavo notando lo sguardo pensieroso
e concentrato di mio fratello su di me… aveva capito in che
modo
il mio cervello stesse lavorando per trovare una soluzione, mi
conosceva troppo bene: ero un libro aperto per lui! Ad
un tratto il mio viso si illuminò e… bingo! Jazz
socchiuse gli occhi a due fessure mentre mi osservava attento. Avevo
trovato la soluzione! Ok, era una cosa vile e meschina… e
molto
anche… ma dovevo assolutamente metterla in pratica, se
volevo
poter gareggiare veramente... l’unica via di uscita era
trovare
una scusa per litigare solamente un po’ con Edward, di modo
che
mi lasciasse in pace per tutta la sera! Mi
voltai verso di lui: aveva i pugni stretti e si vedeva chiaramente che
era ancora molto teso e con i nervi a fior di pelle. Non era complicato
provocargli una rispostaccia, in modo che, incavolato, se ne andasse
con gli altri alla riserva; tanto entro breve l’avrei
raggiunto! -Edward,
non hai capito proprio niente! L’unico lato positivo
è
uscire da questa dannata prigione! Io ci tengo tantissimo a questa gara
e tu non mi stai aiutando per niente!- sbottai, guardandolo in maniera
truce. Vidi Jazz alzare gli occhi al cielo, esasperato. -Senti
Bella… ti avviso che mi girano parecchio, ma veramente non
voglio litigare con te! Tanto non puoi uscire… non vorrai
disubbidire, no?- mi sfidò, sollevando un sopracciglio con
fare
borioso e strafottente. Dio, quant’era arrogante il tipo! Ah,
io dovevo sottostare alle regole che facevano comodo solo a lui?!
Mentre lui, invece, se ne poteva sbattere l’anima
tranquillamente, per quello che più gli aggradava?
Bè, mi
avrebbe reso il compito della pseudo litigata ancora più
facile,
perché alle sue parole, mi incendiai come un cerino! -Ah,
ora dovrei fare la brava bimba, perché il divieto di Charlie
collima perfettamente con quello che desideri tu?! E io? Dovrei
ubbidire senza replicare?! Invece quando si tratta di misure
restrittive che a te non quadrano, come “niente sesso in
casa”, allora si può anche fare uno strappo alla
regola,
vero Edward?!- lo provocai; -Ti avevo già avvertito che non
mi
piacciono proprio i “due pesi e due misure”, ma
vedo che il
concetto non riesce a entrarti in quella zucca vuota! Voglio che tu
capisca una volta per tutte che comunque questa non sarà
né la prima né l’ultima volta che
salirò in
moto! Non sarà certo un damerino senza palle di New York,
che ha
paura di un po’ di ghiaccio sull’asfalto, a farmi
cambiare
le mie abitudini! Io sono un asso!- esclamai, con tono volutamente
derisorio e cattivo. -Cosa?!
Come cazzo mi hai chiamato, scusa?! Pensi davvero quello…
quello
che hai detto?!- sibilò gelido. Dentro di me tremai per il
suo
impassibile tono di voce… Diamine, avevo
esagerato…
l’avevo ferito… ma la mia bocca quando ero
così
arrabbiata si dotava di vita propria… e poi, comunque, non
sopportavo quando mi dava degli ordini, o cercava di aggirare
l’ostacolo senza confrontarsi con me… facendomi
pure
passare per una bambina piccola che fa perennemente i
capricci…
quando mi parlava con quel tono così accondiscendente mi
faceva
saltare i nervi! -Sei tu che me lo fai
credere!- gli risposi impassibile. -Bells!-
mi ammonì mio fratello, con un tono di rimprovero, sapendo
che
mi ero addentrata in un terreno minato e che, prima o poi, la bomba
sarebbe scoppiata; ma ormai non ragionavo più e me la presi
anche con lui, che, invece, avrebbe dovuto essere un mio alleato. -Oh
al diavolo anche tu, Jazz! Divertitevi tanto alla festa! Ah! E pure tu
Edward! Puoi anche andare con loro, tanto l’ultima cosa che
vorrei stasera è passare il mio tempo con te!- esclamai,
arrabbiata, mentre mi dirigevo verso la rampa di scale. -Oh,
non preoccuparti Miss Acidume! Ho proprio intenzione di andarci e di
divertirmi un casino alla festa! Almeno ci saranno ragazze che mi sanno
apprezzare e che non mi considerano di certo un “damerino
senza
palle”! Tranquilla, una che mi consoli la rimedio
senz’altro!- mi urlò con ira e astio, mentre avevo
iniziato a salire le scale. Mi irrigidii immediatamente alle sue parole
e le mie dita strinsero con forza il corrimano per non cadere. Come
poteva dirmi una perfidia del genere, dopo quello che era successo nel
pomeriggio? Dopo che mi ero aperta con lui e gli avevo rivelato tutte
le mie tremende insicurezze? Che stronzo! Ok,
d’accordo, me l’ero indubbiamente cercata! Avevo
iniziato
io e ci ero andata giù pesante… ma la lite era
tra noi
due… io non mi sarei mai sognata di dirgli che andavo da
altri
ragazzi che magari mi avrebbero apprezzato di più e mi
avrebbero
consolato… invece lui non aveva perso occasione di
ricordarmi
quanto fosse desiderato dalle donne. Che tracotante! Mi sentivo offesa,
mortificata e umiliata! Mi
fiondai in camera mia, sbattendo impetuosamente la porta e chiudendomi
a chiave. Come una cretina avevo avuto la brillante trovata di deviare
il problema con un banale bisticcio, solo per convincerlo ad andare
alla festa e poter raggiungerlo poi anche io…
invece…
invece ora stavo soffrendo da morire per le insolenti parole di
Edward… e se fosse stato tanto furibondo con me da gettarsi
veramente tra le braccia di una ragazza? Oddio, no! Al solo pensiero mi
sentii morire… Afferrai
il telefono di casa e composi il numero dell’unica persona
che
avevo voglia di sentire e che sapevo mi avrebbe consolata e aiutata.
Sempre!
Pov
Edward
Fissavo
ancora le scale che Bella aveva appena finito di salire. Avevo
chiaramente visto la sua reazione angosciosa alle mie stupide parole
furiose… si erano librate nell’aria prima ancora
che me ne
rendessi conto! Mi ero immediatamente pentito di averle pronunciate e
ora più che mai! Ma
non potevo correre da lei a implorare perdono… avevo il mio
orgoglio, dannazione! Che lei aveva calpestato in modo ignobile,
accusandomi di essere un “damerino senza palle”!
Cristo,
era veramente così che mi vedeva? Come un ragazzino di
città ricco, viziato e abituato alla bella vita? O lo aveva
detto solo per rabbia, perché volevo impedirle di gareggiare? Ma
perché avevo proprio dovuto tirare in ballo le altre
ragazze?
Sapevo quanto ci stava male e dopo la tremenda litigata del pomeriggio,
avevo capito ancora di più quanto soffrisse di quella
situazione! Ed
io, anziché allontanare i motivi che originavano e causavano
le
sue insicurezze, cosa avevo fatto? Avevo rigirato il coltello nella
piaga e lo avevo anche spinto ben bene in fondo! In quel preciso
istante la rabbia era stata talmente intensa che volevo
ferirla…
come lei aveva ferito me… Dio che coglione! Tirai
un calcio fortissimo al divano, tanto che vidi chiaramente Jasper
guardarmi stupito! Senz’altro avrebbe voluto ammazzarmi per
quello che avevo appena detto. Avrei voluto spaccare tutto, sfogarmi in
qualsiasi modo! Ma soprattutto avrei voluto riavvolgere il tempo fino a
qualche minuto prima ed evitare di comportarmi come uno stronzo
colossale! Io non ero più quel genere di ragazzo…
ed era
stata proprio lei a cambiarmi così radicalmente! Merda,
merda,
merda! Mi
buttai sul divano a peso morto, con la testa tra le mani, artigliandomi
i capelli tra le dita e mordendomi le labbra per non urlare. Che testa
di cazzo! -Lo
sai, vero, che non avresti dovuto infierire così con lei e
che
l’hai ferita profondamente con le tue parole?-
esordì
Jasper, che mi si era seduto accanto e mi aveva appoggiato una mano
sulla spalla in segno di conforto. Come faceva ad essere ancora
così gentile con me?! -Lo
so, Jazz, lo so! Sono un coglione! E’ che… il mio
stupido
orgoglio… quando mi ha inveito contro non ci ho visto
più!- mi giustificai. La sonora risata di Jasper mi fece
sobbalzare e lo guardai perplesso. Non mi sembrava ci fosse qualcosa di
divertente in tutto quel casino! Cazzo, avevamo appena fatto pace! E
io, dopo una settimana orrenda, non vedevo l’ora che
finalmente
arrivasse il tanto sospirato weekend… che giornata di merda!
-Tu
non hai ancora la più pallida idea di chi hai davanti!
Vedi… la mia sorellina è una ragazza dolcissima,
ma devi
capire che è cresciuta con due selvaggi come me e Jake!-
esclamò, sorridendo. Lo guardai storto: continuavo a non
afferrare il nesso. -Sveglia,
Edward! Lei ha dovuto imparare a difendersi presto, con le unghie e con
i denti… e quindi si è fatta furba! Ha
pronunciato quelle
parole non per ferirti, ma di proposito, per farti arrabbiare un
pochino… in modo che tu uscissi con noi e non ci fosse
nessuno a
controllarla stasera…- rivelò. Accidenti, che
piano da
agente segreto! Possibile che possedesse una così diabolica
testolina? -Vedi…
in questo modo pensava di riuscire a sgattaiolare fuori indisturbata
per raggiungerci alla riserva e gareggiare ugualmente! Solo che
poi… bé, la situazione le è sfuggita
di mano e
avete litigato veramente!- mi spiegò, mentre sul mio viso si
dipingeva un’espressione completamente allibita. Avevo
persino la
bocca spalancata come un cretino. Nel frattempo Jasper continuava a
sghignazzare. No, non era possibile che Bella avesse architettato tutto
ciò! Era un piano machiavellico! -No,
Jazz! Bella avrà anche dei difetti, ma non è una
bugiarda: lei è una persona sincera e diretta…-
cercai di
difenderla, certo che lei non mi avesse mentito. -E
infatti! Non ti ha mica detto bugie! Anzi… ripensa bene alle
sue
parole, Edward… ti ha detto molto chiaramente che lei questa
sera avrebbe gareggiato e che non avrebbe rinunciato per nulla al
mondo… quando ti avrebbe mentito?- mi fece ragionare Jasper.
Effettivamente… ripensandoci… era vero… -Bè,
allora… secondo il tuo ragionamento quel simpatico epiteto
che
mi ha affibbiato, lo pensa sul serio!- dichiarai. Jasper sorrise ancora
e scosse la testa. -Ah
sì? Perché, la tua brillante battuta sulla
ragazza che ti
consolerà stasera era vera, o l’hai pronunciata
solo per
farla arrabbiare?- mi spiegò ancora. Cazzo! Aveva
perfettamente
ragione! E ora come diavolo rimediavo a tutto quel gigantesco casino? -Ehi
ragazzi, che succede?- esclamò preoccupata mia sorella, che
ci
aveva appena raggiunti; -Volevo salutare Bella, ma ha chiuso la porta a
chiave e non mi ha voluto aprire… è molto
arrabbiata… ma non penso che sia solo perché non
può venire alla festa… C’entri per caso
anche tu,
fratellone? Sono rimasta un po’ lì davanti alla
porta,
sperando che cambiasse idea, ma non c’è stato
verso… mi sembrava che parlasse al telefono con
qualcuno…- ci spiegò. -E’
tutta colpa mia! E’ arrabbiata con me! Abbiamo appena
litigato di
nuovo e mi è uscita una frase infelice… molto
infelice… da perfetto stronzo…- mi rattristai.
Alice
alzò gli occhi al cielo, esasperata. -Edward!
Ma sei incorreggibile! Possibile che devi sempre dare fiato alla
bocca?! Non ti è bastato ‘sto pomeriggio?!- mi
rimproverò. Jasper la prese tra le braccia e dandole un
dolcissimo bacio sulla punta del naso, esclamò,
schernendola:
-Ecco da chi hai preso, lingua lunga!-. Mia sorella anziché
offendersi, come immaginavo stesse per fare, scoppiò in una
risata argentina e si avventò sulle sue labbra,
costringendomi a
coprirmi il viso con le mani… non potevo assolutamente
assistere
a certi slanci da parte sua! -Scusate
voi! Potremmo riportare l’attenzione sul mio problemino? Come
cazzo mi ci tiro fuori stavolta dal casino che ho combinato?! Per non
parlare poi del fatto che lei ha tutte le intenzioni di uscire comunque
stasera- domandai, cercando disperatamente un aiuto. -Aspetta,
aspetta… amore, tu sei sicura che fosse al telefono, poco
fa?- chiese Jasper a mia sorella. -Direi di
sì… a meno che non abbia iniziato a blaterare da
sola ad alta voce!- sogghignò. -Allora
deve aver chiamato col telefono di casa, visto che il qui presente
supermacho Cullen le ha distrutto il cellulare- mi schernì,
divertito Jasper. Scrollai la testa, amareggiato. -Non
me lo ricordare, per favore!- mi lamentai. Vidi Jazz afferrare il
cordless di casa, schiacciare il tasto che faceva partire
l’ultima chiamata effettuata e poi mise in viva
voce…
aspettammo qualche squillo, e la voce profonda di Jake mi fece
sobbalzare. -Ehi, Bells, hai
dimenticato qualcosa, baby?- rispose immediatamente, vedendo
probabilmente di nuovo il numero di casa Swan. -Beccato!-
esclamò Jasper, facendomi sorridere. -Jazz?!- chiese, sorpreso. -Sì…
ed Edward e Alice. Sei in viva voce, amico!- gli spiegò. -Wow! A cosa devo cotanto
onore?- domandò, con voce falsamente tranquilla. Jasper mi
sorrise, rassicurante. -Dovresti
dirmelo tu, personaggio… o sbaglio?- continuò
sicuro
Jazz. Ci fu un attimo di silenzio e poi un enorme sospiro di Jake, mi
fece capire che lui c’entrava qualcosa nella fuga di Bella.
Eccome se c’entrava! -Non
posso, Jazz… lo sai che se la tradisco… Bells mi
ammazza!- cercò di difendersi con un perfetto tono da
cospiratore. -Jacob,
senti… ti ha raccontato proprio tutto tutto?- intervenni io,
incapace di trattenermi. Volevo sapere se era rimasta ferita dalle mie
colleriche parole… e quanto. -Sì,
Edward… e… sinceramente potevi anche
risparmiartela,
vista la discussione del pomeriggio… Non credo che quello
che le
hai detto sia vero, ma sai come la pensa lei! Le hai fatto male!- mi
rimproverò, con tono duro. Cazzo! Era peggio di quello che
pensassi! Mi buttai con la schiena sul divano, sprofondando il
più possibile, attendendo una meritata punizione divina
sotto
forma di un fulmine inceneritore… -Jake,
fatti i cazzi tuoi! Ok, lei si è confidata con te, ma
nessuno ti
dà il diritto di intrometterti tra loro! E poi io ero
presente
alla discussione, e la conosci bene anche tu quella tipetta! Quando ci
si mette te le tira fuori con le pinze! Credimi… Edward ha
cercato di prenderla con le buone; ma la signorina Swan, nossignore, ha
pensato bene di farlo incazzare apposta, in modo da farlo allontanare
da casa per riuscire a sgattaiolare e per poter gareggiare! Quindi a
ognuno le sue colpe, e tu stanne fuori!- sbottò Jasper,
difendendomi. Gliene fui grato, anche se comunque il senso di colpa per
la mia cazzata era ancora molto intenso… perché
una
folgore non mi aveva ancora carbonizzato un po’? -Scusami,
Ed! Non volevo… è che quando la sento piangere,
il mio
istinto di protezione non mi fa più ragionare lucidamente!-
si
giustificò. Ecco! Di bene in meglio: l’avevo pure
fatta
piangere! Maledizione! -Non
ti preoccupare, Jake… ti capisco… il coglione
sono solo
io, che mi potevo morsicare la lingua in quel momento…-
affermai. -Ok,
tagliamo corto, prima che scenda lo sceriffo… ormai
sarà
quasi pronto- ci interruppe Jazz; -A che ora devi venire a prenderla?-
gli chiese a bruciapelo. Eh?! Possibile che conoscesse così
bene
la sorella da aver immaginato e anticipato le sue mosse? Evidentemente
sì! Infatti Jacob gli rispose
immediatamente che sarebbe dovuto venire alle 21.30. -Bene…
allora facciamo così: tu non ti muovi da La Push e a Bella
ci
penserà Edward- gli ordinò Jazz; -Spiace anche a
me che
stasera non possa gareggiare, ma il dottore le ha assolutamente vietato
di uscire con questo freddo! ! Rischia una polmonite!- gli
spiegò. -Brutta
imbrogliona… impostora e faccia di bronzo che non
è
altro! Le darò buca molto volentieri! Le ho chiesto se era
sicura di poter uscire e lei ha sostenuto convinta che Charlie
esagerava come al solito e che ormai si era completamente ripresa! Non
ha nemmeno fatto un minimo cenno al divieto del dottore!- si
alterò. Jasper scoppiò a ridere. -Bè,
puoi anche ringraziare te stesso! Sei tu, visto che lei non era capace
a dire bugie e ci faceva beccare sempre tutti quanti, che hai deciso di
insegnarle tante piccole astuzie per non mentire in maniera vera e
propria, ma solo ad omettere insignificanti particolari!- lo
rimproverò bonariamente Jasper, facendolo scoppiare a ridere. -Ah,
ah! Sono un grande, lo so! E lei è la mia pupilla! Ha
gabbato
persino il maestro! E brava la mia Bells!- continuò, ridendo
come un matto e contagiando anche noi. Il rumore degli altri che ci
raggiungevano ci fece porre fine alla conversazione; perciò
dopo
avermi raccomandato di farmi perdonare in qualsiasi modo e di
prostrarmi ai suoi piedi se fosse stato necessario, ci
salutò. -Ragazzi come mai Bella
è chiusa a chiave in camera sua e non vuole nemmeno
salutarci?- ci chiese sospettosa Rosalie. Raccontammo
loro tutta la storia, il che mi procurò uno scappellotto in
testa da mio fratello Emmett. Cavoli, se aveva la mano pesante! -Sei
un troglodita rimbecillito! Sai benissimo che non ti considera
veramente un “damerino senza palle”…
quella ragazza
è innamorata persa di te… ha solo tante
insicurezze e sta
cercando pian piano di superarle… e tu che fai?! Infierisci
in
che modo, genio?! Dicendole che dovunque sei circondato da gnocche che
ti sbavano dietro! Bè, lasciatelo dire col cuore fratello:
sei
proprio un cazzone avariato!- mi sgridò, veramente
accalorato.
Avevo intuito che il rapporto tra Emmett e Bella si stesse
approfondendo di giorno in giorno e che lui le era molto affezionato,
ma non pensavo che fosse così… così
attaccato a
lei! -Va
bene, ora che tutti noi lo abbiamo insultato a dovere, cerchiamo di
fare il punto della situazione prima che arrivino gli adulti- ci
interruppe Jasper, sempre molto pratico; -Allora, Edward, non possiamo
far sapere a Bella del tradimento di Jake, perché altrimenti
questa volta lo castra! Senz’altro, conoscendo mia sorella,
lei
non scenderà nemmeno a cenare, o se lo farà, poi
se ne
tornerà in camera sua non rivolgendoti neppure la parola. Tu
non
devi assolutamente fare nulla per riavvicinarti. Falle credere che
anche tu sei ancora incazzato con lei… poi verso le nove
andrai
a bussare alla sua porta e le darai la buonanotte, facendo finta di
andartene in camera tua. Invece scenderai e attenderai nell’
ingresso che lei cerchi di sgattaiolare fuori. In quel momento la palla
passerà a te! Vedrai tu come comportarti! Il mio spassionato
consiglio è di rassicurarla in tutti i modi sulla tua
infelice
uscita di prima, facendole capire che lei è
l’unica per
te… e tale rimarrà!- mi spiegò il
piano Jazz,
infilandoci un ammonimento alla fine. Giusto per rimarcare quanto
stronzo fossi stato! -Pronti
ragazzi?- esclamò la mamma, appena entrata in salone con
Charlie. Gli altri si infilarono le giacche e mi salutarono, avviandosi
in garage. -Mi
raccomando!- mi ammonì Charlie; -Ho provato a salutarla, ma
non
mi ha nemmeno risposto… ho sentito le vostra urla dal piano
di
sopra prima… se però fate pace, cerca di mettere
una
buona parola anche per me, Edward… non sopporto quando mi
tiene
il muso duro… mi fa stare troppo male!- mi pregò
accoratamente. -Ci
proverò Charlie, ma sarà già tanto se
non mi
tirerà un attizzatoio dietro…- gli spiegai,
facendolo
ridacchiare. -Buona serata, ragazzi!- mi salutò sarcastico;
la
mamma mi diede un bacio. -Tesoro,
vi ho lasciato dei tramezzini pronti in cucina… cerca di far
mangiare qualcosa anche a Bella, ok?- si preoccupò. Annuii e
dopo aver salutato, decisi di andare a farmi una bella doccia
bollente… magari mi avrebbe disteso un po’ i
nervi! Li
avevo ancora a fior di pelle!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 76
Scossi la testa
per
riprendermi da quella superba visione e il mio viso ritornò
cupo
e minaccioso… accidenti, non avrei dovuto farmi distrarre
dalla
sua mise come un pivello…, ma in ogni caso lei non sarebbe
uscita di casa!
-Ora che hai finito con la tua radiografia, dottor Cullen, spostati da
lì, che mi aspettano!- esclamò, con tono freddo e
distaccato.
-Non ti sta aspettando proprio nessuno, signorina Swan! Appena ho
sentito il rumore di un auto, sono uscito e ho intimato Jake di
tornarsene subito a La Push, perché intanto tu non avresti
messo
piede fuori di casa, mia cara!- le mentii, per non mettere in mezzo il
nostro amico. I suoi occhi si sgranarono in una chiara espressione
d’ira stupefatta e poi li socchiuse, fissandomi con una
rabbia
inaudita.
-Come diavolo ti sei permesso! Stronzo! Tu non puoi impedirmi di
uscire!- gridò, al colmo della stizza.
-Scommettiamo?!- le risposi, con tono volutamente sarcastico, inarcando
le sopracciglia e incrociando le braccia al petto. Il mio stupido
orgoglio gridava vendetta: per ripicca, a causa del suo comportamento
subdolo e infantile di prima, all’improvviso
l’unica cosa
che avevo voglia di fare era di provocarla intenzionalmente!
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Buongiorno
ragazze!
Lo scorso capitolo vi ha agitate parecchio soprattutto con Bella. Si
è comportata in modo immaturo e ha ferito Edward di
proposito. Il nostro piccioncino, ha tirato fuori l'orgoglio e alla
fine è quasi passato dalla parte del torto con quella frase
infelice... almeno con i ragazzi in casa, perchè abbiamo
visto che la maggior parte di voi lo ha sostenuto comunque.
Ora vi lasciamo alla loro serata. Come avrà intenzione di
impedire a Bella di uscire? Con la forza? Bè, non vi resta
che scoprirlo!
Un bacione e mille grazie a tutte voi che ci seguite con affetto!
Siete meravigliose! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 76
Provocazioni
Pov Edward
Era
già passata più di un’ora da quando gli
altri erano
usciti. Dopo essermi fatto una doccia, mi ero rilassato un
po’,
ma la quiete era durata veramente poco perché il pensiero
della
lite con Bella era tornato in modo prepotente a rendermi di nuovo
nervoso e agitato. Avevo
sbagliato con lei e mi ero comportato come un vero stronzo: avevo
affondato la lama del mio coltello nella ferita aperta della sua
insicurezza… ero stato perfettamente lucido e consapevole
della
mia azione, e anche gli altri me lo avevano chiaramente
ribadito… ero stato un coglione! Sbuffai.
Però… a dirla tutta… anche lei era
stata parecchio
pesante nei miei confronti! E se mi soffermavo a pensare al reale
motivo per cui mi avesse insultato, solo per allontanarmi da lei e
ottenere, come una cocciuta bambinetta, quello che voleva
(cioè
quella dannata gara!) un moto di rabbia mi faceva contorcere lo stomaco
e una voglia pazzesca di spaccare tutto mi sopraffaceva. Alla fine
quella ostinata ragazza non aveva fatto altro che prendermi per i
fondelli! D’accordo, non mi aveva mentito in maniera vera e
propria… ma mi sentivo comunque raggirato! Non si era fatta
molti scrupoli pur di ottenere ciò che bramava
così
irragionevolmente… Accidenti,
quello era un lato del carattere di Bella che ancora non
conoscevo… ma di una cosa ero certo… non mi
piaceva per
niente! Per carità, mi ero trovato perfino una
giustificazione
per il suo comportamento testardo: potevo immaginare la sua infanzia
sofferta e il desiderio di Charlie e Jazz di proteggere e coccolare la
piccola principessina di casa con tutto il loro smisurato
affetto… e forse per questo motivo lei era cresciuta un
po’ viziata, abituata ad averla vinta su tutto con i suoi
dolcissimi broncetti… Dio,
ma quanto era testona! Possibile che non riuscisse a comprendere che la
mia sfuriata era solo frutto di preoccupazione e ansia che le potesse
succedere qualcosa?! Non era semplice desiderio di farla cedere al mio
volere… come sicuramente aveva supposto lei! Era unicamente
smania di saperla sempre al sicuro… Sospirai,
ma dentro di me sentivo di aver ragione! Era pura follia gareggiare con
la strada in quelle condizioni e non me ne fregava un cazzo se lei lo
aveva sempre fatto! Io non potevo pensare che si mettesse in pericolo
in quel modo irresponsabile e mi dava pure parecchio fastidio che
nessuno dei ragazzi cercasse di impedire che commettesse
quell’insana pazzia. Possibile che Jasper e Jacob, sempre
molto
attenti e protettivi, le permettessero di cimentarsi in prodezze
così assurde?! Neanche avesse dovuto dimostrare qualcosa a
qualcuno! Ecco,
a furia di rimuginare, ero di nuovo incazzato nero e in quel preciso
momento non ero di certo molto propenso a chiederle scusa! Avevo
assicurato a Jasper che avrei fatto di tutto per farmi perdonare da lei
per le mie assurde parole, ma la rabbia continuava a farmi
ribollire il sangue ed era difficile anche solo immaginare di poter
parlare con lei con la dovuta calma e civiltà. Bella,
come aveva predetto Jasper, non si era fatta vedere nemmeno per
cenare… io dal canto mio, avevo lo stomaco chiuso in una
morsa
ferrea e solo al pensiero del cibo una leggera nausea mi invadeva. Mi
ero stravaccato sul divano a fare zapping inutile,
nell’attesa
che arrivasse l’ora designata… e il tempo sembrava
non
passare mai! Finalmente
arrivarono le nove, così spensi tutte le luci del
salone… ma anziché attenermi al piano
di Jazz e
andare a bussare alla sua porta per riferirle che sarei andato a
dormire, mi sedetti al buio vicino all’ingresso, fissando le
scale e aspettando che Bella facesse la sua comparsa… non
sapevo
nemmeno se avesse capito o meno che io ero rimasto a casa…
ma
poco importava… qualunque uscita avrebbe preso (porta
principale
o retro) sarebbe comunque dovuta passare di lì e a quel
punto
l’avrei fermata. Fanculo!
Era tutta la settimana che aspettavo quel giorno… ero certo
che
lei non sarebbe potuta andare alla festa, e mi ero immaginato una bella
seratina romantica, noi due soli soletti, a coccolarci sul
letto… bè, ‘coccolarci’ per
modo di dire!
Durante la settimana a scuola, obbligato a restare lontano da lei,
avevo immaginato ogni santo giorno il suo corpo nudo e caldo
modellarsi come creta tra le mie mani, mentre eccitavo i suoi sensi
fino, a spingermi al limite; nei miei sogni su di lei nutrivo la
speranza che affiorasse di nuovo la mia pantera che tanto
adoravo… Avevo persino immaginato la tremenda lotta
interiore
che avrei dovuto intraprendere con il lato più istintivo e
selvaggio di me, in modo da non farmi trasportare da quel momento e
cedere definitivamente, mandando all’aria tutta la
preparazione
che stavo compiendo per la nostra perfetta serata romantica…
ormai ero a buon punto con i preparativi, mi mancava solo qualche
dettaglio… Era
andato tutto così bene! L’ultima cosa che avrei
immaginato, però, erano stati quei due terribili litigi che
avevamo avuto oggi! Nel
primo pomeriggio, quando qualche strega le aveva inviato
quell’odiosa foto, avevo avuto veramente il terrore
di
averla persa per sempre! Dio, non so cosa avrei potuto fare se avesse
deciso di non credermi! Sarei anche stato capace di andare a prendere
per i capelli quell’oca maledetta e trascinarla davanti alla
mia
Bella per farle confessare tutto! Ero stato un emerito coglione a non
raccontarle subito ogni cosa… avevo deciso di omettere il
resoconto quotidiano di quei ridicoli assalti, sempre e perennemente
animato dall’idea di proteggerla… In
fondo alla fine non era successo niente con quelle smorfiose:
me
l’ero sempre cavata alla grande, e anzi… ero
veramente
orgoglioso di me stesso! Non solo non avevo minimamente
ceduto…
non mi avevano provocato nessun effetto! E quando, negli spogliatoi,
all’uscita dalla doccia, mi ero ritrovato di fronte quel gran
pezzo di cheerleader in intimo (bè, gli occhi li avevo!) e
in
una posa provocante (che, testuali parole, aspettava solo me per
esaudire ogni mio più perverso desiderio) non mi aveva
provocato
nessuna conseguenza inguinale… come se proprio non esistesse
nemmeno… Super Cullen non si era svegliato nemmeno un
po’..! L’unica
ragione di ciò era che il sottoscritto ormai era divenuto
totalmente e illimitatamente suo! Lei imperversava nel mio animo, nel
mio cuore, nella mia testa e in ogni fibra del mio corpo: desideravo e
bramavo solo lei! Ero
fiero del mio comportamento irreprensibile in quei giorni…
avrei
tanto voluto raccontarle quell’episodio, col sorriso sulle
labbra, per farle capire in che modo assoluto mi avesse stregato, e
farle comprendere finalmente quanto fossero inutili tutte le sue
insicurezze che ogni tanto ancora riaffioravano in lei, di quanto
fossero inconsistenti tutti quegli stupidi pensieri di non essere alla
mia altezza… Ma
poi, avevo messo da parte il mio compiacimento e avevo deciso di
tacere, perché sapevo che la mia stellina avrebbe sofferto
comunque di quella situazione di lontananza obbligata: a nessuno
avrebbe fatto piacere sapere che la propria metà era
così
tanto desiderata da far sì che gli altri non avessero alcun
rispetto del legame che legava questa ad un’altra
persona…
e se i ruoli fossero stati invertiti, avrei preso quel bastardo che si
era permesso di agire così e l’avrei ridotto ad un
ammasso
informe! Un
leggero rumore di passi, mi fece sobbalzare ridestando la mia
attenzione: avevo scorto l’ombra di Bella scendere le
scale… si muoveva quatta e concentrata per non far rumore,
con
passi felpati… non potevo vederla bene, ma stava procedendo
proprio verso la mia direzione. Mi
alzai silenziosamente e quando la vidi quasi arrivata alla porta,
accesi improvvisamente la luce dell’entrata, facendola
impaurire
a morte. Lanciò
un grido; io non riuscii a trattenermi e sghignazzai di fronte alla sua
espressione sorpresa e atterrita. Così la prossima volta ci
avrebbe pensato due volte prima di tentare la fuga! -Dio,
Edward! Ma sei scemo?! Mi hai tolto dieci anni di vita con questo
spavento!- mi urlò, mentre si teneva una mano sul cuore. La
osservai attentamente e man mano che mi i miei occhi scesero sul suo
corpo, si allargarono sempre più per lo stupore. Deglutii
nervosamente… dio! Era magnifica! Una bomba sexy! Il
suo splendido corpo era fasciato dalla famosa tutina di pelle nera che
aveva già indossato durante la nostra gara in
moto… le
sue gambe affusolate erano rese ancora più lunghe dagli
stivaletti alti con un po’ di tacco che calzava…
la vita
resa ancora più sottile dalla linea aderente della
tuta…
il suo seno, così sodo e rotondo, si ergeva fiero, facendo
leggermente capolino dalla cerniera non allacciata
completamente… Cristo santo! Come avevo fatto a dimenticarmi
di
quell’indumento dannatamente erotico?! Per fortuna che ero un
diciottenne, e avevo delle ottime coronarie!! Il
mio amichetto si risvegliò di colpo, pulsando superbo in
maniera
prepotente, mentre mille immagini di me che le sfilavo
quell’indumento così sexy mi fecero mancare il
fiato… -Bè?-
la voce gelida di Bella, mi fece riprendere lucidità e
ritornare
al presente: una bellissima ma incazzatissima dea si trovava di fronte
a me, con le mani sui fianchi, le gambe leggermente divaricate,
e
un cipiglio sul volto che mi fece immediatamente capire quanto fosse
incollerita in quel momento! Scossi
la testa per riprendermi da quella superba visione e il mio viso
ritornò cupo e minaccioso… accidenti, non avrei
dovuto
farmi distrarre dalla sua mise come un pivello…, ma in ogni
caso
lei non sarebbe uscita di casa! -Ora
che hai finito con la tua radiografia, dottor Cullen, spostati da
lì, che mi aspettano!- esclamò, con tono freddo e
distaccato. -Non
ti sta aspettando proprio nessuno, signorina Swan! Appena ho sentito il
rumore di un auto, sono uscito e ho intimato Jake di tornarsene subito
a La Push, perché intanto tu non avresti messo piede fuori
di
casa, mia cara!- le mentii, per non mettere in mezzo il nostro amico. I
suoi occhi si sgranarono in una chiara espressione d’ira
stupefatta e poi li socchiuse, fissandomi con una rabbia inaudita. -Come diavolo ti sei
permesso! Stronzo! Tu non puoi impedirmi di uscire!- gridò,
al colmo della stizza. -Scommettiamo?!-
le risposi, con tono volutamente sarcastico, inarcando le sopracciglia
e incrociando le braccia al petto. Il mio stupido orgoglio gridava
vendetta: per ripicca, a causa del suo comportamento subdolo e
infantile di prima, all’improvviso l’unica cosa che
avevo
voglia di fare era di provocarla intenzionalmente! Mi sembrava di
essere ripiombato durante quei primissimi giorni in cui io e lei non
facevamo altro che stuzzicarci a vicenda, litigando furiosamente con
continui battibecchi… il che, non so per quale motivo, non
faceva altro che aumentare la mia eccitazione: il mio amichetto
là sotto pulsava dolorosamente e mi lanciava mille
maledizioni
dato che, anziché tranquillizzare la mia ragazza e fare pace
con
lei nella concreta speranza di essere poi soddisfatto, la stavo facendo
incazzare ancora di più! La
vidi squadrarmi con vigile circospezione e poi con uno scatto felino,
che mi lasciò piuttosto spiazzato, si mise a correre per
tentare
di attraversare il salone e arrivare in tutta fretta al garage. Oh no,
dannazione! Se fosse riuscita a entrarci e a chiudere subito la porta a
chiave, avrebbe potuto prendere l’auto e fuggire via da me!
Per
fortuna ero molto più agile e scattante di lei:
tra i
tacchi degli stivali e il suo scarso equilibrio non mi sarebbe di certo
sfuggita! La
inseguii con prontezza immediata e mi tuffai su di lei, afferrandola
per la vita e facendoci atterrare entrambi sul morbido divano. Cazzo,
che figata! Che placcaggio perfetto! Emmett sarebbe stato orgoglioso di
me! Mi concessi un cinque mentale coi fiocchi. Lei era prona e io, per
impedirle di muoversi e scappare, mi sedetti sul suo bacino, stando
attento a non pesarle troppo. -Edward!
Lasciami subito, brutto stronzo! Cosa cazzo ti è venuto in
mente?!- gridò, arrabbiata come mai l’avevo
sentita.
Continuava ad agitarsi per cercare di divincolarsi; ma lei era minuta e
fragile, e il mio corpo la sovrastava completamente…
l’unico effetto dei suoi movimenti era il continuo
strofinare delle sue splendide natiche sode sul mio turgido amichetto,
ormai quasi al limite della sopportazione umana… -Quando
ti sarai calmata e mi avrai giurato che non cercherai più di
scappare, ti lascerò libera… in caso contrario,
potrei
anche decidere di starmene in questa allettante posizione per tutta la
notte… anzi ti dirò… l’idea
comincia pure a
stuzzicarmi alquanto…- sogghignai, mentre lei si
irrigidì
di colpo, nel momento in cui premetti il mio bacino e quindi la mia
pronunciata erezione sui suoi perfetti glutei per farle capire quanto
mi stava mandando fuori di testa tutta quell’esaltante
situazione. -Lo
sento, brutto… pervertito che non sei altro!- mi
insultò,
forse per suscitare una reazione di stizza in me e farmi alzare. Ma ero
certo che non mi considerasse veramente tale... Decisi di stare al
gioco. -Ah,
io sarei un maniaco pervertito perché mi eccito quando vedo
la
donna più provocante e sensuale che abbia mai incontrato, e
che,
si dà il caso, mi abbia anche rubato il cuore, con una
tutina di
pelle che la rende una bomba super sexy?! Eh no, bambina mia! Sono solo
un maschio!- le dichiarai, sperando di addolcirla un po’. La
sentii sbuffare sonoramente. -Vai
a quel paese Cullen! E ora togliti di dosso, altrimenti gareggeranno
senza di me!- affermò con tono perentorio e palesemente
arrabbiata. Dal tono e dal disprezzo con cui aveva sputato fuori il mio
cognome mi sembrava di essere tornato indietro di settimane…
Ma
quanto era testona?! Se sperava di stancarmi con così poco,
si
sbagliava di grosso! Le avrei fatto capire io con chi aveva a che fare!
Appoggiai un piede a terra, mi sollevai leggermente, la afferrai per i
fianchi e senza sforzo la voltai di peso con la schiena sul
divano… volevo guardarla negli occhi e cercare di capire se
fosse venuto il momento di smettere di giocare. Prima o poi io e lei
avremmo dovuto affrontare una questione seria: il nostro odierno
comportamento reciproco. Mi
fissò, ancora determinata a non cedere… ma nel
frattempo
si stava mordicchiando il labbro inferiore, chiaro indice che qualcosa
la stava agitando parecchio; ero quasi certo che in quel frangente
fosse a causa mia e delle nostre rispettive posizioni… -Bella…
forse non ti è ancora chiaro… ma tu stasera non
uscirai!
Voglio che tu capisca che non lo faccio per sottometterti, o per
importi la mia volontà! Non me ne frega un cazzo di darti
ordini! Mi sto impuntando a non farti uscire solo perché ti
amo
più della mia vita e ho il sacro terrore che ti possa
succedere
qualcosa di grave… un incidente…- a quella parola
tremai:
non potevo perdere anche lei per un motivo così stupido! Non
anche lei! Mi osservò con due occhioni
spalancati… glielo
avrei spiegato presto… -Per
non parlare del fatto che non sei ancora del tutto ristabilita! Hai
sentito le raccomandazioni del dottor Sullivan, vero?- le spiegai,
cercando di stare calmo e di non rischiare di perdere di nuovo il
controllo. Vidi il suo sguardo addolcirsi un po’…
forse
eravamo sulla strada buona. Finalmente! -Ok… ma ora
alzati che mi stai facendo male…- mormorò con
tono abbastanza dispiaciuto. A
quelle parole, mi alzai immediatamente con la paura di avere esagerato
stavolta con i miei modi bruschi e irruenti… ma non appena
mi
staccai un pochino da lei per lasciarle lo spazio per raddrizzarsi e
sedersi, Bella con un ennesimo scatto tentò di scappare di
nuovo. Che gattina disobbediente! Ma l’avrei domata io!
Pov
Bella
Mi
ero appena lanciata di nuovo in direzione della porta del garage,
quando mi senti afferrare e in un istante i miei piedi non toccarono
più il suolo. In meno di un secondo mi ritrovai caricata in
spalla come un sacco di patate. -Ora
basta!- sentenziò Edward, con una voce esasperata e ferma;
-Mi
hai proprio fatto incazzare!- dichiarò e si diresse risoluto
verso le scale. -Lasciami!
Mettimi giù subito! Sei solo un prepotente! Villano!
Troglodita!- continuai a gridare per tutto il tragitto, mentre battevo
i pugni sulla sua schiena tentando di divincolarmi dalla sua presa
d’acciaio. Ero allibita! Non avrei mai creduto che Edward si
abbassasse a tanto… ma come si permetteva di trattarmi
così! Io non ero un oggetto! Accidenti!
Mi sentivo così scombussolata con lui… una
girandola di
emozioni! Sul divano, dopo avermi voltato e guardato intensamente per
un tempo infinito, mi ero persa nel magnetismo di quegli smeraldi
profondi; il mio cuore aveva smarrito un battito quando mi aveva
spiegato le motivazioni del suo comportamento nei miei
riguardi…
ero felice che mi avesse rivelato i suoi pensieri, ribadendo in modo
così convinto il suo amore per me… nel frattempo
il mio
corpo aveva sussultato con fremiti continui a quel contatto
così
ravvicinato e carico di alto potenziale erotico… avevo
percepito
chiaramente la durezza della sua eccitazione su di me… e la
cosa
mi aveva mandato a fuoco! Invece
ora… dio, ero così irritata con lui! Ero
consapevole di
essere infantile… ma non ero abituata a non ottenere
ciò
che volevo con tutte le mie forze! E avrei lottato per raggiungere il
mio obiettivo! -E
stai un po’ ferma, gattina! Rischiamo di cadere entrambi
dalle
scale!- mi ordinò con tono perentorio, che mi fece salire il
sangue al cervello ancora di più; -Cazzo, ha proprio ragione
Emm! Mi sono trasformato nel tuo
tappetino e tu te ne stai approfittando troppo! Ma ora basta! Mi
dimetto da zerbino! D’ora in poi le regole le detto io! In
special modo stasera!- dichiarò con un tono determinato. Eh?!
Il mio zerbino?! Era veramente questo che pensava di noi e del nostro
rapporto?! Sentii che la mia rabbia si volatilizzò in un
istante, lasciando il posto ad una sconfinata tristezza... Notai
che si diresse in camera sua e subito dopo essere entrato mi fece
volare letteralmente sul letto, in malo modo. Si fiondò
sulla
porta, prima ancora che io potessi fare il più piccolo
movimento; chiuse a chiave e poi, guardandomi con sfida, si
infilò la chiave dentro i boxer, inarcando le sopracciglia,
trionfante e vittorioso. Quel suo cipiglio di pura impertinenza mi
seccò tremendamente. -Non
credere che non sia capace di riprendermela!- sbottai. Cosa credeva?
Che sarei stata troppo arrabbiata per infilargli la mano nei boxer?!
Dio, perché diavolo mi sentivo come se mi trovassi sulle
montagne russe? Ero un’altalena di sentimenti contrastanti:
rabbia, delusione, tristezza, bramosia, eccitazione… e il
suo
sguardo ardito, carico di determinazione, non mi aiutava di certo a
riprendere un minimo di controllo su me stessa… -Bene,
bene… vuoi riprenderla? E’ proprio quello che
spero,
bambolina! Coraggio tesoro… questa chiave mi dà
così fastidio!- mi sfidò, trasformando
l’espressione strafottente, in un ghigno malizioso e
lussurioso.
Maledizione! Perché quel ragazzo era così
dannatamente
provocante? In quel preciso istante avrei voluto cancellargli quel
sorrisetto insolente e sfrontato dalla faccia, una volta per tutte! Mi
alzai e gli andai contro minacciosa ed eccitata… scorrevano
scintille tra noi… -Perché
non te ne vai alla riserva e non ti cerchi qualcuna che ti aiuti?!
Visto che tutte le ragazze ti apprezzano così tanto! Non
avevi
bisogno di consolazione?!- esclamai, rimarcando le sue parole del
nostro ultimo litigio. Il divertimento nel suo sguardo scomparve e fu
sostituito da un mare in tempesta, che agitava il verde brillante dei
suoi occhi. Mi
afferrò per i fianchi con forza e mi fece addossare a lui,
stringendomi in una morsa ferrea, che fece subito aumentare il battito
del mio cuore e velocizzare il mio respiro... l’irritazione
si
era nuovamente dissolta, lasciando il posto a
qualcos’altro… -Cazzo,
Bella!! Come te lo devo inculcare in quella testolina bacata che tu per
me sei l’unica e la sola?! Che il mio unico desiderio
è
renderti felice?! Ogni volta che solo poso il mio sguardo su di te, il
mio cuore inizia a galoppare, esattamente come la prima volta che ti ho
vista, appena ho varcato la soglia di questa casa! Io ti desidero
accanto così intensamente che questa settimana per me
è
stata un’autentica tortura, una stramaledetta agonia! Per me
è un vero e proprio dolore fisico starti lontano! Cristo, mi
rendo conto che non è un atteggiamento normale il mio! Ma
quando
non sono con te… mi manca l’aria, mi sento
incompleto,
vuoto, inutile!- mi confessò, con una voce bassa e roca,
lasciandomi completamente allibita. Erano le stesse, medesime
sensazioni che avevo provato io a stare separata da lui! I suoi
sentimenti, le sue paure, i suoi pensieri… erano identici ai
miei! -Prima
di incontrarti… prima che tu… e solo tu rapissi
il mio
cuore… la mia vita era come una perenne notte gelida e
buia… io vivevo un’esistenza che mi sembrava
normale e
felice, un’esistenza talmente adatta a me che non volevo
cambiare
una virgola… ma poi… tu… sei
finalmente comparsa
attraversando la mia notte come una splendente
meteora…-
un nodo alla gola mi impedì di respirare normalmente; non
esistevano parole più intense delle sue! -All’improvviso
tutto il mio mondo oscuro e tetro si è illuminato a giorno!
Hai
regalato un senso alla mie giornate, abbellendole con milioni di colori
e facendomi capire quanto squallida, desolante e vuota fosse la mia
vita! Questa settimana senza di te… dio, è stata
orribile! Come se fossi ripiombato nell’ombra,
nell’oscurità più fredda e
cupa… e la mia
giornata si rischiarava solo nel momento in cui tornavo a casa da
te…- le lacrime stavano premendo per uscire…
lacrime di
un’emozionante gioia… -Bella…
io non posso nemmeno immaginare che ti possa accadere
qualcosa…
mi dispiace, è un mio limite, me ne rendo conto, ma non ce
la
faccio… non posso permettermi di perderti per un banalissimo
incidente… non posso perderti come è successo a
mio
padre!- esclamò tremante. Oddio, ora capivo! Il suo terrore,
la
sua angoscia… aveva già dovuto subire una perdita
straziante… sapevo che suo padre era mancato in seguito ad
un
tragico incidente; non ne conoscevo i dettagli, ma non mi
servivano… oh, povero amore mio! Che stupida, cieca egoista
ero
stata! Che bambina capricciosa e viziata! -So
che non vuoi sentirti dare degli ordini, so che a volte sei orgogliosa
e testarda… ma ti giuro Bella, non ti volevo far incazzare!
Credimi, non sto scherzando: io morirei se mai ti capitasse qualcosa!-
si infervorò con espressione sofferente, come se veramente
avesse potuto provare sulla sua pelle un dolore reale. Lo
fissavo a bocca aperta per quella dichiarazione così tenera
e
meravigliosa e le tanto trattenute lacrime bagnarono il mio viso senza
che potessi fare niente per fermarle… Mi strinsi forte a
lui, in
un abbraccio soffocante, affondando il viso sul suo petto
così
caldo e accogliente. Avvolse le mie spalle tra le sue braccia
protettive, reclinando la mia testa e facendola appoggiare sul suo
torace; potevo udire il battito forte del suo cuore, eco del mio. In
quel dolcissimo momento eravamo uniti da un unico calore, un unico
respiro, un’unica emozione. Dio, quanto lo amavo! -Oh
Edward! Scusa, scusa, scusa! Sono stata una cretina a comportarmi
così! Mi dispiace di non aver capito prima quanto tu fossi
spaventato all’idea che potesse accadermi qualcosa! Pensavo
che
volessi solo darmi degli ordini! Scusa… lo so che a volte mi
comporto come una bimbetta capricciosa! Perdonami! Ho ferito i tuoi
sentimenti, mi sono comportata da egoista, insensibile e viziata! Mi
vanto di essere una ragazza responsabile e matura, invece sono
l’opposto! Purtroppo ho un caratteraccio irascibile e da
infuriata pronuncio cattiverie che non penso! Ho rovinato quella che
avrebbe potuto essere una serata magnifica e in più ti ho
fatto
soffrire senza motivo… solo per una stupida gara! Ho
sbagliato!
Sono una persona terribile! Oddio, potrai mai perdonare il mio
comportamento pessimo?- gli domandai, sperando che capisse quanto ero
pentita di tutte le cose che avevo detto e fatto. Lui mi sorrise
rassicurante e mi abbracciò con vigore. -Non
sei una persona terribile, né pessima! Hai capito da sola
quali
sono i tuoi difetti! Come io ho compreso i miei sbagli verso di
te…- sussurrò accarezzandomi con una dolcezza
infinita. -Ti
garantisco che staremo insieme come coppia, condividendo i momenti
felici e quelli più difficili… e ci aiuteremo a
vicenda,
cresceremo e diventeremo persone migliori! Iniziando da una promessa:
confidiamoci sempre tutto! Nessun argomento dovrà essere
tabù: cerchiamo di essere sempre onesti e sinceri tra noi!
D’accordo stellina mia?- propose con uno scintillio di puro
amore
nello sguardo. Il
tempo, in quel preciso istante, si fermò. Annuii, incapace
di
articolare un semplice suono monosillabico: ero troppo commossa per le
sue parole stupende! Non meritavo un simile angelo! -Oh,
Edward! Sei una persona eccezionale e straordinaria! Sei sempre nei
miei pensieri, e come te, anch’io desidero offrirti la gioia
più pura… grazie a te, al tuo amore…
ogni giorno,
ogni ora che trascorro con te mi rendo conto che sarei disposta a fare
di tutto per renderti felice… perché se tu sei
colmo di
gioia allora lo sono anch’io! Tu mi comprendi fin nel
profondo… mi accetti nonostante i miei milioni di
difetti… tu sei l’unico e il solo che sei in grado
di
scrutare il mio animo… sei l’unico e il solo a
possedere
la chiave per aprire il mio cuore! Sei un ragazzo meraviglioso, e io
adoro tutto di te: i tuoi pensieri, i tuoi sogni, i tuoi
desideri… e questo perché molti di essi
assomigliano
tanto ai miei! Sono innamorata di te, della tua persona, del tuo animo,
dei tuoi ideali… sono totalmente, incondizionatamente
innamorata
di te, Edward Anthony Cullen!- esclamai, stringendomi a lui con tutte
le mie forze. -Grazie,
tesoro! Con le tue parole… mi hai reso così
felice! Ti
amo, piccola mia…- sussurrò al mio orecchio
facendomi
rabbrividire. -Anch’io,
Edward… immensamente… e odio litigare con te!-
gli
confessai. Mi staccò leggermente da sé, per
potermi
osservare negli occhi. -Anche
a me non piace litigare, ma… l’importante
è
riuscire a parlarsi e chiarirsi! Per adesso… bè,
diciamo
che abbiamo aggiunto un po’ di pepe alla serata!-
esclamò,
sghignazzando e riportando il sorriso anche sul mio viso. -Effettivamente,
non ti facevo così… così…-
non mi veniva il
termine, perciò mi diede una mano Edward. -Così
cavernicolo? Troglodita?- aggiunse, facendomi scoppiare a ridere. -Bè,
forse non è il termine corretto, ma… rende bene
l’idea- approvai. Quando mi aveva atterrata sul divano e poi
portata a forza di sopra, non era solo rabbia quella che imperversava
in me… ma anche eccitazione allo stato puro! Edward aveva
una
carica erotica pazzesca, e quel suo comportamento così macho
mi
aveva mandato fuori di testa… -E
lei Miss Swan non mi è sembrata mai così sexy
come questa
sera!- esclamò, allontanandomi per farmi fare un giro su me
stessa e godersi quella visione, ispezionando ogni centimetro del mio
corpo fasciato dalla tuta. Immediatamente le guance mi andarono in
fiamme. In
un attimo mi afferrò per i fianchi e mi addossò
al suo
corpo, premendo i nostri bacini uno contro l’altro. -Mmm,
bambolina… lo senti cos’hai provocato solo
indossando
questa tutina super sexy?- mormorò, improvvisamente roco. Mi
afferrò saldamente una mano, portandola sulla sua
più che
pronunciata erezione. Dio! Non mi sembrava di averlo mai sentito
così duro e gonfio! -Non
me la ricordavo proprio, sai, panterina mia?! Altrimenti ti avrei
chiesto di indossarla molto prima… sei favolosa!-
continuò a provocarmi, con ancora le nostre mani appoggiate
sul
suo membro, mentre i suoi occhi si erano completamente scuriti per
l’eccitazione. Sospirai profondamente, mentre un fuoco
iniziava a
sprigionarsi dal mio bassoventre, espandendosi in ogni punto del mio
corpo… Sentivo i miei capezzoli turgidi per
l’eccitazione
e la mia intimità pulsare ferocemente… Desideravo
che le sue labbra e la sua lingua baciassero e leccassero ogni
più piccolo lembo della mia pelle accaldata recandomi
sollievo… Bramavo
che le sue mani mi accarezzassero, toccassero, e frugassero
in
profondità arrivando anche nei luoghi più remoti
e
inesplorati di me… Anelavo
che il suo meraviglioso corpo caldo si stringesse al mio, che si
adagiasse su di me… che si perdesse dentro di me! Desideravo
Edward con tutte le mie forze! Volevo fare l’amore con lui
più di ogni altra cosa al mondo! Al diavolo l’idea
del
perfetto week end romantico programmato: quella notte volevo essere
sua!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 77
-Tu
sei perfida! Mi vuoi far uscire fuori di testa completamente, vero?!-
esclamai, con una voce talmente profonda che faticavo a riconoscermi. -E
se ti dicessi di sì?! Cosa faresti?!- mi chiese,
improvvisamente
audace e maliziosa. Sorrisi, scuotendo il capo. L’adoravo! -Che
ci stai riuscendo perfettamente, pantera… ti giuro Bella che
davanti a te sono senza parole! Sei una dea! Non ci sono abbastanza
aggettivi per descriverti!- le dichiarai con sincerità; lei
arrossì di nuovo e si avvicinò alle mie labbra,
leccandone il profilo e facendomi fremere di desiderio. -Mmm…
amore… sei troppo vestito per i miei gusti…-
sussurrò sulle mie labbra. Anche per i miei, sogghignai. -Pensaci
tu, bambolina…- la invitai con un sorriso malizioso; subito
dopo
mi sfilò la maglietta e le sue mani corsero direttamente ai
bottoni dei miei jeans, slacciandoli pigramente uno ad uno…
cazzo, troppo lentamente! Terminato quell’atroce supplizio,
mi
abbassò pantaloni e boxer in un solo colpo ed io calciai via
quegli inutili indumenti… Le
sue labbra iniziarono a baciarmi il collo per poi scendere sul mio
petto… le sue mani invece solleticavano la mia schiena,
disegnando incomprensibili ghirigori che mi scatenavano dei forti
brividi lungo tutta la spina dorsale… Cazzo, stavo
delirando!
Era troppo intenso, troppo!
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Cap. 77 EFP
Buongiorno e buon inizio settimana!
Eccoci con il capitolo. Molte di voi sono convinte che finalmente sia
arrivato anche il momento per i nostri piccioncini!
Ma siete sicure che sia proprio così? Bè, ancora
non
sapete che ne pensa Edward... Bella sembra convinta al 100%, ma Edward?
Non vi resta che scoprirlo! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Com’ero
felice per le parole che ci eravamo appena scambiati! Avevamo trascorso
un giorno complicato, tormentato, che avrebbe potuto mettere in
difficoltà il nostro rapporto… invece…
per fortuna io e lei ci eravamo chiariti, scusati e perdonati a
vicenda. Avevamo compiuto un’evoluzione fondamentale verso un
ulteriore sviluppo della nostra storia: dopo il chiarimento, entrambi
eravamo maggiormente consapevoli che la nostra rispettiva
metà non fosse una creatura irreprensibile, priva di difetti
o debolezze… eravamo due esseri umani, due persone
imperfette, ma assurdamente innamorate anche delle imperfezioni
dell’altro… adoravo la mia stellina impacciata,
tenera e un po’ goffa, insicura ed incantevole, irascibile ma
altruista e generosa; la mia stupenda ragazza… un
po’ bambina, dolce e viziata… e un po’
donna, provocante e sexy…
Mi sembrava che il nostro legame fosse divenuto più saldo,
intenso e profondo… le grandi ali dell’amore ci
avevano innalzato nel cielo e insieme avevamo superato gli ostacoli
più infidi, le montagne più alte; e in quel
momento ci stavamo librando nella volta celeste, ebbri di
felicità. I nostri sentimenti erano soddisfatti, ma i nostri
corpi urlavano a gran voce e pretendevano un altro tipo di
appagamento…
Io e Bella ci stavamo guardando negli occhi in modo così
intenso che ad un certo punto ebbi la netta impressione di essere in
grado persino di leggere nella sua mente… il suo corpo
reclamava il mio… almeno tanto quanto il mio esigeva il suo!
-Sì, amore… anch’io ho bisogno di
te…- mormorai con un sorriso carico di complicità
e approvazione. Avevamo appena superato una settimana di tensione,
colma di lontananze, silenzi, incomprensioni, timori,
litigi… avevamo bisogno di abbandonarci ai nostri sensi!
I nostri visi, separati da pochi centimetri, erano uniti dal calore dei
nostri respiri; le nostre labbra, pronte e vogliose di infrangersi e
perdersi l’una dentro l’altra; e la bramosia di
baciare quella splendida creatura si impossessò di me con
una furia selvaggia. Sentivo la disperata necessità di
riappropriarmi di quella bocca così perfetta,
così rossa, così sensuale, così
peccaminosa…
Mi avventai su quelle labbra carnose e morbide e nel momento in cui le
nostre lingue si incontrarono impazzii dal piacere, perché
percepivo che lei mi stava assecondando con tutta se stessa. Le
accarezzai più e più volte il palato e la lingua,
impossessandomi di quel bollente anfratto. La sua mano
aumentò la pressione sulla mia notevole eccitazione,
facendomi gemere sulla sua bocca… poi pian piano, birichina,
risalì accarezzandomi gli addominali… il
torace… le spalle… il collo… e nel
frattempo le sue dita mi donavano migliaia di brividi…
Infine la sua mano si congiunse all’altra, già
saldamente intrecciata ai miei capelli… la sentivo
stringerli, afferrarli, tirarli… esattamente con la stessa
foga che ci aveva messo la prima volta che ci eravamo
baciati… ormai la conoscevo bene… il suo era un
esplicito invito ad approfondire ancora di più la mia
irruenza: la frenesia di perderci in quelle meravigliose sensazioni ci
scuoteva entrambi…
Con il trascorrere del tempo i nostri movimenti diventarono sempre
più decisi, finché non ci ritrovammo ansanti e
con il cuore che pompava a mille. Dio, quanto mi era mancato baciarla
in modo così appassionato in quella settimana! Ero assetato
di lei, la bramavo come il deserto anela poche gocce
d’acqua…
Avevo la testa che mi girava, il respiro corto e affannato, mi sentivo
in estasi.
Sentii immediatamente il calore che già incendiava il mio
basso ventre estendersi e appropriarsi di ogni cellula del mio essere;
il mio ‘piccolo’ Cullen oramai pulsava
dolorosamente sulla sua anca, ma feci il possibile per ignorarlo.
Resistere al richiamo di quella deliziosa sirena incantatrice era
un’atroce tortura, ma avevo deciso da un pezzo come e quando
l’avrei fatta mia per la prima volta… mancava
davvero poco, ma purtroppo non era ancora quella la nostra serata
perfetta!
Sospirai e scesi a baciarle il collo dal profumo fruttato e lo percorsi
per tutta la sua lunghezza con la mia lingua infuocata, regalandole una
serie di tremolii e brividi di eccitazione. Un gemito le
scappò dal profondo della gola e io, compiaciuto, iniziai a
sorridere sul suo collo. La mia gattina aveva iniziato a fare le
fusa…
Poi strofinando il naso, risalii sul suo viso accaldato e le diedi un
bacio a stampo, soffermandomi ad ammirarla come se mi fossi trovato di
fronte all’idolo più prezioso del mondo. Lei
arrossì sotto il mio sguardo intenso e mosse di nuovo il suo
palmo verso il cavallo dei miei pantaloni… la mia piccola
streghetta! Come se non fossi già al limite!
La sua mano, appoggiata sulla stoffa dei jeans, iniziò a
premere sul mio membro, talmente turgido e pulsante di desiderio, che
mi sembrava di essere sul punto di esplodere… e quella
chiave, in quel luogo così delicato, mi procurava un
fastidio indescrivibile!
Come se anche lei avesse potuto leggermi nel pensiero,
infilò la sua piccola e delicata manina, facendosi strada
all’interno dei pantaloni e dei boxer…
provocandomi un gemito profondo…
-Bella…- mormorai roco, chiudendo gli occhi e gustandomi il
momento in cui le sue dita sarebbero entrate a contatto con la mia
pelle accaldata e smaniosa di quel tocco intimo. Con mia grande
sorpresa, però, appena Bella afferrò la chiave,
la estrasse dai jeans e si allontanò leggermente dal mio
corpo, lasciando il mio amichetto terribilmente frustrato e me
completamente allibito a fissarla, stupito per quella crudele
interruzione. Lei mi sorrise rassicurante e maliziosa.
-Non vado proprio da nessuna parte, non preoccuparti… voglio
solo prendere un paio di cose in camera mia e torno subito…
ti fidi di me?- sussurrò, mentre si avvicinava
all’uscio e lo apriva.
Oddio, sarei impazzito di brutto quella sera… mi mancava
poco al delirio totale! Il suo ancheggiamento così sensuale
verso la porta mi stava facendo uscire fuori di testa… avrei
voluto spogliarla immediatamente e farla finalmente mia… ma
non potevo… dovevo resistere… la nostra serata
sarebbe arrivata e avremmo fatto l’amore in
un’atmosfera romanticissima e non dopo aver litigato
furiosamente per tutto il giorno, per la prima volta da quando eravamo
insieme… calma i bollori, Edward! Cazzo, non è
questa la serata…
-Certo che mi fido, amore…- le risposi imbambolato, con una
discreta dose di intontimento.
Appena uscì, cercai di sistemarmi un po’ il
cavallo dei pantaloni e di riprendere un minimo di autocontrollo;
altrimenti Bella, appena rientrata da quella porta, avrebbe corso il
serio rischio che le saltassi addosso come un maniaco assatanato!
Dopo pochissimo ritornò con l’i-pod in mano e lo
collegò alle mie casse… e trascorso ancora
qualche istante, le note di una ritmata melodia si diffusero
nell’intera stanza… poi sparse un po’ di
candele profumate in varie zone della camera e le accese…
quando spense le luci, un’illuminazione soft si diffuse
ovunque e l’atmosfera dell’ambiente divenne subito
intima e calda.
Sorrisi per il suo adorabile pensiero… la mia dolcissima
gattina! Ma nel momento in cui i miei occhi si posarono nuovamente
sulla sua audace figura, mi ritrovai di fronte non più ad
una tenera micetta ma… ad una panterina super sexy!
Il mio cervello si scollegò immediatamente dal mio corpo e
quest’ultimo prese il sopravvento: la mia espressione si
trasformò in una maschera di lussuria che esprimeva tutto il
mio desiderio…
Bella aveva iniziato a muoversi in maniera provocante a ritmo di musica
e stava ballando per me, mentre le sue mani si muovevano delicate
accarezzando quelle curve mozzafiato, passando e ripassando sui seni,
sui glutei, sulle cosce, sul ventre, sulle spalle, sul collo, sulle
braccia…
Deglutii rumorosamente, mentre il mio respiro subiva
un’accelerazione improvvisa, e il mio petto si alzava e
abbassava in maniera incontrollata… Cazzo! Aveva deciso di
farmi morire?!
Dovevo riprendere il controllo di me stesso… o
l’avrei posseduta seduta stante!
Basta, Edward, finiscila! Non sei mica un ragazzino alle prime armi!
Anzi… ero io quello con l’esperienza, ero io che
avrei dovuto guidarla in quei momenti… e non attendere che
mi eccitasse talmente tanto da rischiare di venire al primo tocco!
Cristo santo, dovevo calmarmi!
Le avevo intimato prima che le regole le avrei dettate io quella sera,
e così sarebbe stato! E per quella serata la regola sarebbe
stata unica: solo petting!
-Bentornata pantera!- mormorai maliziosamente, con gli occhi ebbri di
quella visione stupenda. Con uno sforzo immenso decisi di riprendere le
redini del gioco: se l’avessi lasciata fare, la sua
virtù non sarebbe durata ancora a lungo! La vidi sorridermi,
mentre le guance, in precedenza solo leggermente rosate, le presero
fuoco. Era uno spettacolo mozzafiato: il suo corpo da urlo fasciato
stretto da quell’indumento di pelle nera, i capelli mossi e
scarmigliati, gli occhi lucenti, le guance accaldate, le labbra
rosse…
Incapace di starle così distante, mi avvicinai a lei e la
afferrai con irruenza, facendola voltare e addossandola completamente
al mio corpo… i nostri bacini strusciavano uno contro
l’altro… la mia erezione iniziò a
premere forte e vigorosa sulle sue natiche… le mie mani
presero a stringere i suoi fianchi per guidare i nostri corpi in quella
infuocata danza di passione…
Mi chinai, spostandole i capelli su una spalla, e iniziai a
mordicchiarle delicatamente il collo profumato, mentre una mia mano era
risalita verso una delle sue soffici colline… le accarezzai
quella morbida rotondità, mentre la liscia pelle di quella
tuta mi faceva eccitare ancora di più; inoltre Bella aveva
preso ad ansimare, più vogliosa e stupenda che
mai… Dio! Mi sentivo onnipotente in quel momento! Ero io che
la facevo gemere in quel modo… e ancora non avevo nemmeno
iniziato! L’avrei fatta ammattire quella sera…
l’avrei fatta godere più e più volte
con le mani e la mia lingua… le avrei usate su ogni
centimetro del suo corpo meraviglioso…
Cominciai a giocare con il gancetto della cerniera: con due dita lo
facevo alzare e riabbassare molto lentamente, in una estenuante
tortura, facendola sospirare in modo quasi indecente…
Dio, era semplicemente divina così abbandonata alle mie
carezze! Volevo farla impazzire, come lei aveva fatto con me la
settimana precedente… anche se ero perfettamente consapevole
che quel gioco mi si sarebbe ritorto contro… il mio
autocontrollo era già stato messo a dura prova e in
più era una settimana che non avevo nessun tipo di contatto
con lei a causa della sua malattia…
Con infinita indolenza, feci scorrere la zip verso il basso, fermandomi
subito sotto il seno, che nel frattempo aveva fatto
capolino… era fasciato stretto in un reggiseno di pizzo nero
estremamente sensuale… le sue punte rosee svettavano in modo
prepotente all’infuori… sembrava quasi riuscissero
a forare quella stoffa delicata… le vedevo chiaramente da
sopra la sua spalla… così turgide…
pronte per essere adorate dalla mia bocca e dalle mie mani…
Oddio, Bella mi avrebbe mandato al manicomio!
Presi ad accarezzare i suoi seni con tutte le dita… erano
perfetti, sembravano creati apposta per essere contenuti esattamente
nelle mie mani… li massaggiai circolarmente, premendo il
palmo su quelle gemme così rigonfie… fino a
strizzarle con un pizzico delicato…
-Oh Edward…- mormorò Bella in un sospiro, con la
testa completamente abbandonata sulla mia spalla… la mia
lingua seguì il profilo della sua mascella e lei si
voltò immediatamente facendo finire le sue labbra sulle mie,
infilando all’istante la sua lingua alla ricerca della mia,
trascinandomi in un bacio carico di irruenza, passione e voglia
(repressa a stento) di poter finalmente fare parte in modo completo
l’uno dell’altra…
Continuammo a ballare, allacciati stretti, mentre eccitavo i suoi
sensi, per provocarla oltre ogni misura… volevo regalarle
infinito piacere, con ogni fibra del mio essere…
-Edward… mi stai facendo impazzire…-
mormorò; sorrisi vittorioso a quel suo completo abbandono.
-Te lo avevo promesso, streghetta… mi devo ancora vendicare
del tuo comportamento subdolo al torneo… preparati,
perché stasera la mia lingua e le mie mani faranno parte
integrante del tuo corpo…- sussurrai. La voltai verso di me,
percorrendo l’intera sua figura con uno sguardo lascivo... le
sorrisi, mentre i suoi occhi erano completamente lucidi per il
desiderio…
-Sei bellissima… sexy da morire…- mormorai roco.
La feci indietreggiare finché le sue gambe non scontrarono
il letto e la spinsi leggermente per farla sdraiare… I suoi
occhi non lasciavano un momento i miei, mentre lei continuava a
morsicare il suo labbro inferiore. Non riuscii a trattenermi e mi
avventai di nuovo sulla sua bocca così carnosa e
accogliente, sostituendo i miei denti ai suoi nel torturare quel labbro
così meravigliosamente perfetto. I suoi gemiti aumentarono e
le sue mani andarono a intrecciarsi ai miei capelli, tirandoli
leggermente ed eccitandomi sempre più…
Lasciai le sue dolcissime labbra e scesi verso le sue colline a
(leccare,) lambire e stuzzicare quelle punte così sensuali
attraverso quel pizzo che rendeva tutto ancora più
eccitante. Afferrai coi denti il gancetto della zip e lentamente lo
tirai giù fino ad arrivare al suo monte di Venere. La mia
lingua si infilò leggermente sotto gli slip, percorrendone
tutto il bordo… fremendo nell’attesa spasmodica di
sentire quel sapore che ormai amavo e desideravo più di ogni
altra cosa… sentivo l’odore della sua eccitazione
farsi sempre più intenso e questo fece pulsare sempre
più violentemente il mio amichetto che richiedeva a gran
voce di essere soddisfatto. Mi imposi di respirare più
lentamente, in modo da tentare di riprendere un minimo di
autocontrollo…
Mi alzai leggermente e le sfilai gli stivali uno per uno… la
attirai verso di me, per farla sedere e poter far scivolare
giù dalle spalle quell’indumento così
provocante… la feci sdraiare nuovamente e Bella
inarcò immediatamente il bacino per aiutarmi a sfilarle la
tutina e quando le lasciai scoperte anche le sue bellissime gambe, mi
accorsi che indossava le autoreggenti. Cristo! I miei occhi si
allargarono ancora di più alla visione di quella splendida
dea e notai che sorrideva compiaciuta.
-Tu sei perfida! Mi vuoi far uscire fuori di testa completamente,
vero?!- esclamai, con una voce talmente profonda che faticavo a
riconoscermi.
-E se ti dicessi di sì?! Cosa faresti?!- mi chiese,
improvvisamente audace e maliziosa. Sorrisi, scuotendo il capo.
L’adoravo!
-Che ci stai riuscendo perfettamente, pantera… ti giuro
Bella che davanti a te sono senza parole! Sei una dea! Non ci sono
abbastanza aggettivi per descriverti!- le dichiarai con
sincerità; lei arrossì di nuovo e si
avvicinò alle mie labbra, leccandone il profilo e facendomi
fremere di desiderio.
-Mmm… amore… sei troppo vestito per i miei
gusti…- sussurrò sulle mie labbra. Anche per i
miei, sogghignai.
-Pensaci tu, bambolina…- la invitai con un sorriso
malizioso; subito dopo mi sfilò la maglietta e le sue mani
corsero direttamente ai bottoni dei miei jeans, slacciandoli pigramente
uno ad uno… cazzo, troppo lentamente! Terminato
quell’atroce supplizio, mi abbassò pantaloni e
boxer in un solo colpo ed io calciai via quegli inutili
indumenti…
Le sue labbra iniziarono a baciarmi il collo per poi scendere sul mio
petto… le sue mani invece solleticavano la mia schiena,
disegnando incomprensibili ghirigori che mi scatenavano dei forti
brividi lungo tutta la spina dorsale… Cazzo, stavo
delirando! Era troppo intenso, troppo!
Un improvviso gemito proruppe dalla mia gola, nel momento in cui la
mano calda di Bella arrivò alla destinazione tanto
agognata… la sua mano si muoveva senza fretta mentre le
nostre bocche erano di nuovo incollate in un bacio fatto solo di
lingue, ad alto contenuto erotico…
Ci sdraiammo sul letto uno di fianco all’altra, mentre le
nostre labbra e le nostre bocche non ne volevano sapere di
staccarsi… le mie mani vagavano su quel corpo da
urlo… volevo essere dappertutto, ma per quanto toccassi e
accarezzassi la mia dea, mi sembrava che non bastasse mai…
Con un piccolo movimento le sganciai e le tolsi il reggiseno e mi
avventai su quelle dolci colline, che non aspettavano altro che le mie
appassionate attenzioni…
Lei gemette dal piacere e cominciò ad ansimare pesantemente.
Le sue piccole mani mi accarezzarono la testa e afferrandomi per i
capelli, mi invitò ad approfondire il mio contatto.
-Ahh… Edward… mi fai impazzire!-
sospirò in preda al piacere. Il suo gesto e le sue parole mi
infiammarono ancora di più. Adoravo quelle morbide
rotondità con tutto me stesso, mi ci sarei perso per sempre
nei meandri di quella pelle così vellutata, liscia e
semplicemente perfetta, ora decisamente più calda e
arrossata grazie ai miei tocchi audaci. Bella rispondeva alle mie
carezze e ai miei baci con ansiti e gemiti sempre più
profondi, abbandonata totalmente al piacere, incapace di fare
altro… inarcava la schiena come chiara richiesta per
ottenere di più. Raccolsi la sua muta invocazione e con una
mano arrivai ai suoi slip; quando mi accorsi in che condizioni fossero,
quel pizzico di ragione che ancora rimaneva ancorata alla parte
razionale del mio cervello fuggì del tutto, rendendomi
completamente cieco per la bramosia di affondare il viso in quel
morbido, odoroso e caldo rifugio… volevo saziarmi del suo
intenso sapore di donna!
Con un balzo felino mi alzai e mi inginocchiai tra le sue gambe; le mie
dita lunghe scivolarono sotto il leggero tessuto, finché non
sentii la necessità di sfilarle quell’ultimo
inutile indumento. Era completamente nuda… solo le gambe
restarono avvolte dalle autoreggenti nere… quelle potevano
rimanere… dio, la mia Bella era uno spettacolo superbo!
-Mmm… Bella… sei così…
liscia… soffice… morbida… e sei
pronta… per me…- sussurrai eccitato. Mi dedicai a
lungo alla parte più intima e nascosta di lei, mentre
brividi e gemiti travolgenti la scuotevano completamente. Un profondo
sospiro di pura estasi uscì dalla sua gola, mandandomi in
visibilio; la osservai con ammirazione: lei era il mio angelo ed era
meravigliosa!
Le sorrisi con adorazione e poi mi avvicinai alle sue labbra di fuoco.
-Sei bellissima…- sussurrai a mezzo centimetro dalla sua
bocca; colmai l’esigua distanza e la baciai, pretendendo di
occupare l’intera sua cavità con la mia lingua
avida ed ingorda. E lei ricambiò il bacio in un modo
incredibile: la sua lingua reclamò il pieno controllo della
mia e io la lasciai fare. Quando lei percepì che stavo per
approfondire ancora di più il mio contatto, trattenne il
respiro per un istante; poi esplose in una carica di
piacere…
-Ti amo, Bella… brava, piccola… lasciati
andare… così…- sussurrai con una voce
roca e profonda. Cercai di donarle più piacere possibile, e
vidi con gioia stavo che riuscendo ad amplificare talmente tanto le sue
sensazioni, che fu costretta a chiudere gli occhi e a stringere le mani
sulle lenzuola, come per aggrapparsi a qualcosa. Sorrisi, compiaciuto:
non era lontana dal culmine.
Dopo poco infatti un piacere intenso la travolse… la mia
gattina, mugolò completamente appagata… Ero
così soddisfatto e fiero di averle fatto provare quelle
intense sensazioni! E quello era solo il primo round!
Con una mano iniziai ad accarezzarle i capelli e il viso, mentre le mie
labbra si appoggiarono irruente sulle sue. Pian piano, il respiro
accelerato e il battito intenso del suo cuore si calmarono.
Inspirai forte per poter sentire tutto il suo profumo di donna. Dio,
quanto mi era mancato! Era un perfetto bouquet di fragranza e gusto che
incendiava i miei sensi, rischiando seriamente di farmi perdere il
controllo di me stesso…
-Mmm… sei dolcissima… puro nettare, bambolina
mia…- mormorai estasiato. -Bella…- continuai in
un sussurro sempre più eccitato; -Te lo
garantisco… stasera non smetterai di godere!- annunciai con
un ghigno spudorato. La vidi deglutire, accentuando sempre
più il rossore sul suo viso.
Avvicinai il mio viso al suo e la mia bocca fu ancora sulla sua, in un
bacio traboccante di ardore e passione infuocata. In risposta alle mie
carezze, lei iniziò a muovere la sua mano sul mio petto nudo
e lo accarezzò lentamente, donandomi delle scariche
elettriche così potenti da annebbiare i miei sensi.
In un gioco colmo d’azzardo per il mio già provato
autocontrollo, lasciai che la sua mano proseguisse il suo sensuale
tocco sulle spalle, sui pettorali, sugli addominali scolpiti, sui
fianchi, sulla leggera peluria sotto l’ombelico che
proseguiva più giù, verso la mia pronunciata
erezione…
Quando il pericolo di saltarle addosso come un animale selvaggio si
fece concreto, decisi di intervenire. Afferrai i piccoli polsi in una
mano e portai le sue braccia sopra la sua testa.
-No, no stellina mia… non è ancora il mio turno!
Non ho ancora finito con te!- mormorai con una carica erotica pazzesca.
-Ma Edward… tu…- tentò inutilmente di
protestare.
-Sshh, bambolina… detto io le regole stasera… e
ho deciso che tu dovrai abbandonarti a me ancora… e
ancora… e ancora- puntualizzai con un roco sussurro, mentre
alternavo le mie roventi parole a baci infuocati, che dal viso
scendevano lungo il collo, dal profumo inebriante. Sentii il suo
respiro accelerare di nuovo a causa dell’eccitazione. Dio era
magnifica!
Mi soffermai un attimo per ammirarla ancora… i miei occhi
non si sarebbero mai saziati della visione del suo splendido
corpo… Davanti a me avevo l’amore della mia vita.
I suoi bellissimi seni, perfetti per le mie mani, ora ondeggiavano su e
giù a causa del suo respiro affannoso, ammaliandomi. Gli
occhi del mio angelo erano lucidi per l’eccitazione, e le
labbra rosse e gonfie per i baci infuocati che ci eravamo scambiati.
Continuava a torturare con i denti quello inferiore, lievemente
imbarazzata. Chissà a cosa stava pensando…
Sorrisi, eccitato come non mai. Le presi il labbro tra i miei denti
cominciando a mordicchiarlo, a succhiarlo, poi mi persi di nuovo in
quell’anfratto caldo che mi riaccolse con gioia. La strinsi
spasmodicamente a me e quando i suoi seni nudi si appoggiarono al mio
petto, percepii le sue turgide gemme strusciarsi sulla leggera peluria
del mio torace e all’istante sentii pulsare dolorosamente il
mio amichetto. Stavo giocando con il fuoco, ne ero
consapevole… era un gioco diabolico, perverso, ma
così seducente…
Le sue mani percorrevano i miei capelli, il collo, la
schiena… e infine andarono a posarsi sulle mie natiche,
accarezzandole con voluttà. Un sospiro roco uscì
dalla mia gola. Dio, mi ardeva un fuoco dentro! Mi sentivo bruciare
come fossi una centrale nucleare!
Appoggiai una mano sul materasso, mentre con la mano libera posai
l’indice sulla sua fronte e piano scesi giù,
disegnando linee immaginarie sulla sua morbida e profumata pelle,
sfiorandole il nasino… la bocca… il
mento… proseguendo sempre più verso il
basso… le spalle, i seni, il ventre piatto,
l’ombelico… poi ancora più
giù, verso la mia agognata meta, in un lento supplizio dei
suoi e dei miei sensi…
Basta! Non ce la facevo più! Volevo farle provare piacere in
ogni modo possibile… assaporare ogni cosa di lei!
-Cristo, Bella! Sei favolosa!- esclamai con libidine. Mi fiondai sulla
sua liscia e rosea pelle, fino ad arrivare di nuovo nel suo punto
più nascosto, gustandomi quella morbida
setosità…
Bella gemette ancora, mentre ogni mia più piccola attenzione
era dedicata solo a quella parte così sensuale di lei,
facendo inarcare il suo splendido corpo infuocato di
passione…
Ormai era completamente persa in quel vortice di benessere e
piacere… il mio cervello era completamente in tilt e sentivo
il mio membro sempre più gonfio e duro… non ce la
facevo più… ero al limite!
Ma la volontà di venerare la mia dea era più
tenace della mia eccitazione, e con notevole sforzo fui in grado di
mantenere un minimo di autocontrollo, riuscendo ad ignorare (almeno per
il momento) quella parte così dolorosa del mio corpo, che
pulsava con intensa decisione.
Proseguii con voracità i miei baci e i miei tocchi
infuocati, mentre altro piacere si propagò ad ogni fibra del
suo essere, accompagnandola alla vetta…
Pian piano risalii iniziando un lento percorso… per tornare
a perdermi in quella bocca peccaminosa…
Bella mi attirò a sé con ardore e mi
baciò con una passione che mi fece comprendere quanto
piacere le avessi appena regalato…
Ma ero solo all’inizio! Avevo intenzione di venerare la mia
pantera il più a lungo possibile!
ANTEPRIMA CAPITOLO 78
Volevo
il mio uomo più di ogni altra cosa al mondo e…
lui voleva me! Ne ero
certa… i segnali che mi mandava il suo corpo voglioso erano
inequivocabili e ora in balia di questa bramosa frenesia mi sembrava
non avesse alcun senso attendere ancora…
Avvicinai
ancora di più la mia intimità alla sua, mentre
con la gamba gli avvolsi un fianco,
trattenendo il respiro quando le nostre intimità si
scontrarono così
esposte… lasciai scivolare via la mano e risalii lungo la
sua schiena,
accarezzando i suoi muscoli contratti…
In
quel preciso momento Edward, che aveva chiuso gli occhi e reclinato la
testa all’indietro per godere di quel piacere intenso, si
irrigidì e i
suoi occhi si sgranarono, fissando i miei con uno sguardo che esprimeva
contemporaneamente meraviglia e il forte desiderio che aveva per me.
Ormai
ansimavo vistosamente… e il rossore delle gote, mi sembrava
si fosse
irradiato sotto forma di calore in tutto il mio corpo… ero
in balia
delle emozioni e del desiderio più sfrenato…
La
luce soffusa creata dalle candele sparse in tutta la stanza danzava sul
suo viso perfetto e sui suoi capelli bronzei, donandogli riflessi e
bagliori ancora più vermigli che sembravano aumentare la
passione che
sprigionava il suo corpo… aveva le sembianze di un
angelo… l’angelo più
bello che si sarebbe mai potuto immaginare, e sperai con tutte le mie
forze che lui avesse tutta l’intenzione di portarmi con
sé nel suo
paradiso, fatto di passione, amore e lussuria…
In
realtà avevo il terrore che mi fermasse di nuovo o peggio
ancora che si allontanasse bruscamente…
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Buongiorno
fanciulle!
Dal titolo di questo capitolo
dovreste aver capito che il momento tanto atteso e sospirato,
specialmente da Bella (beata lei!), è arrivato.
Un piccola precisazione: sarà un pov Bella e
riprenderà
un pezzetto della serata, già raccontato nello scorso
capitolo.
Scusate la ripetizione, ma è un momento importante ed
è giusto farvi capire i pensieri di entrambi.
Ringraziamo chi ci ha inserito tra le seguite (389
), le preferite (238
) e nelle storie da ricordare (74).
Un
ringraziamento speciale alle ragazze che hanno sempre un attimo per
lasciarci un piccolo commento. Di questo ve ne siamo particolarmente
grate! Ci dà la voglia di continuare e di cercare di fare
sempre meglio!
Bene, vi lasciamo al chappy che siamo certe starete fremendo di leggere! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA! Naturalmente per chi può, consigliamo la
versione integrale!
Io
e Edward eravamo rapiti da un insaziabile vortice di sguardi, in grado
di trasportarci in un’altra dimensione… dio, lo
volevo
quanto mi desiderava lui!
-Sì,
amore…
anch’io ho bisogno di te…- confermò i
miei impulsi.
Sorrisi; evidentemente i miei pensieri non erano così
complicati
da decifrare! Scintille di pura elettricità stavano
scorrendo
tra di noi…
Ad un
tratto, come se fosse
stato incapace di attendere oltre, Edward si precipitò sulle
mie
labbra e all’istante, realizzando una muta richiesta, le
nostre
lingue si scontrarono, dando il via ad una eccitante ed appassionante
battaglia… una volta potevo vincere io, una volta
lui… ma
l’appagamento era sempre massimo, in entrambi…
A quel
contatto così
ardente, la mia mano premette con maggiore decisione sulla stretta
stoffa dei suoi jeans, provocandogli un gemito di pura
lussuria…
la sua risposta al mio tocco mi piacque in modo indescrivibile e
perciò decisi di farlo ammattire, risalendo sotto la sua
maglietta con una lieve carezza i suoi fantastici addominali
scolpiti… il torace ampio e muscoloso… le spalle
larghe e
ben delineate… il collo… i suoi morbidi
capelli…
non mi bastava mai! Sarei rimasta una vita intera a baciare quel dio e
ad accarezzare il suo magnifico corpo!
In
risposta alle mie audaci
carezze, lui iniziò a baciarmi il collo, donandomi una serie
di
brividi di eccitazione. Poi, con un sorriso in grado di portarmi
direttamente in cielo, risalì sul mio viso e mi diede un
casto
bacetto a fior di labbra. Mi osservò a lungo, senza fare
né dire nulla. Arrossii impacciata sotto il suo sguardo
penetrante… diavolo, voleva farmi impazzire?!
Decisi
di provocarlo un
po’: accarezzai con vigore di nuovo il cavallo dei suoi
pantaloni… dio, era così stretto! Poverino,
necessitava
di sollievo urgente!
Perciò
iniziai a
premere sulla sua pronunciata erezione; in risposta chiuse gli occhi e
lanciò un gemito intenso, al limite del dolore e della
sopportazione…
Come un
flash, mi ricordai: accidenti, la chiave! Povero cucciolo!
Decisi
di intervenire immediatamente, infilando una mano all’interno
dei pantaloni e dei boxer…
-Bella…-
mugolò con voce arrochita, chiudendo gli occhi e reclinando
il capo all’indietro.
Anche
lui, come me, era al
limite! Basta aspettare! Mi venne un’idea geniale per
ricreare
un’atmosfera calda ed intima… musica e
candele… la
cornice perfetta per la nostra prima volta!
Afferrai
con destrezza la
chiave, la estrassi dai jeans e mi allontanai dal suo corpo, facendolo
sussultare dallo stupore e dall’insoddisfazione. Scorsi un
lampo
di terrore nei suoi smeraldi scuri e mi affrettai a rassicurarlo: gli
sorrisi maliziosa, spiegandogli che sarei stata di ritorno entro breve.
-Ti fidi
di me?- gli chiesi prima di lasciare la sua stanza; dovevo
saperlo…
-Certo
che mi fido,
amore…- affermò convinto. Sorrisi e un sospiro di
liberazione mi sollevò l’animo. Come un fulmine e
miracolosamente senza inciampare in nulla, mi fiondai nella mia camera;
sapevo ciò di cui avevo bisogno, e sapevo esattamente dove
trovarlo…
Ritornai
da lui con le mani
ricolme di oggetti: l’i-pod e varie candele profumate. Il
primo
lo collegai al suo impianto e subito una musica sensuale si
diffuse… le seconde le posizionai in vari punti della camera
e
le accesi… quando spensi le luci, un’illuminazione
intima
e calda riscaldò l’ambiente. Mi osservò
con
tenerezza, ma poi il suo sguardo si fece via via più audace
e
lascivo…
Dato che
il mio intento era
quello di farlo impazzire di desiderio, iniziai a muovermi a ritmo di
musica, danzando in modo lento e sensuale, accarezzando e toccando il
mio corpo: sapevo esattamente come riuscire a provocarlo!
-Bentornata
pantera!-
sospirò lui, con gli occhi accesi di puro desiderio. Ottimo:
il
suo lato selvaggio stava per esplodere! Ti farò capitolare,
caro
il mio Edward Cullen! Stasera sono disposta a tutto pur di averti!
Sarai mio, te lo garantisco! Gli sorrisi, ma le guance tradirono i miei
pensieri e iniziarono a scottare.
Con
brusca irruenza si
avvicinò a me; cingendomi i fianchi mi voltò e
addossò la mia schiena al suo petto… i nostri
bacini si
sfregavano l’un l’altro… ebbi modo di
percepire tra
le mie natiche la sua possente erezione… Artigliò
le sue
mani ai miei fianchi e guidò i nostri corpi intrecciati in
quella infuocata danza di passione…
Non
capivo più
nulla: avvertivo la sua bocca, la sua lingua, le sue mani, lungo tutto
il mio corpo infuocato di passione. Ad un tratto sentii il mio seno
liberato dalla costrizione della tuta e sospirai dal piacere.
All’istante, lui cominciò ad accarezzarmi le mie
rotondità con massaggi circolari, premendo e pizzicando le
punte…
Gemevo,
sospiravo, mugolavo
in preda ad una frenesia mai sperimentata prima, mentre continuammo a
ballare, i nostri corpi allacciati stretti, promessa di ciò
che
sarebbe avvenuto entro poco…
-Sei
bellissima…
sexy da morire…- mormorò. Mi sentii trascinare,
finché le mie gambe cedettero a contatto con la sponda del
materasso. Oddio, non ci potevo credere! Finalmente!
Lo
guardavo adorante e
incredula… ero felice, aveva rinunciato
all’assurdo
proposito di aspettare il perfetto weekend!! Come un falco, si
avventò sulla sua preda: la mia bocca. Lo abbracciai di
slancio,
artigliandomi alla morbida chioma bronzea, mentre lui cominciava ad
adorare ogni centimetro del mio corpo con la sua lingua infuocata. Ero
estasiata, ma impaziente: eravamo entrambi troppo vestiti!
Come se
avesse potuto
leggere i miei desideri, le sue calde e grandi mani sfilarono dapprima
gli stivali… poi la tutina… sorrisi trionfante
quando mi
accorsi del suo sguardo impudico sul mio corpo: ero rimasta solo in
intimo di pizzo nero e le mie gambe erano avvolte da un paio di
autoreggenti dello stesso colore… e questa cosa lo stava
facendo
ammattire…
-Tu sei
perfida! Mi vuoi
far uscire fuori di testa completamente, vero?!- esclamò,
con
una voce colma di desiderio e lussuria. Aveva indovinato…
-E se ti
dicessi di sì?! Cosa faresti?!- lo provocai con tono
malizioso.
-Che ci
stai riuscendo
perfettamente, pantera… ti giuro Bella che davanti a te sono
senza parole! Sei una dea! Non ci sono abbastanza aggettivi per
descriverti!- esclamò con quegli smeraldi intrisi della
sincerità più profonda. Una dea, addirittura!
Bé,
ero imbarazzata dai suoi complimenti esagerati… cercai di
cambiare argomento, passando ad un commento molto più
interessante…
-Mmm…
amore… sei troppo vestito per i miei gusti…-
ammiccai.
-Pensaci
tu,
bambolina…- puntualizzò; raccolsi il suo
eccitante
invito: gli sfilai la maglietta e sbottonai i jeans con molta calma,
mandandolo fuori di testa ad ogni mio più piccolo movimento.
Quando
fu completamente
nudo, deglutii per l’assurda e perfetta bellezza del suo
corpo
statuario: accarezzai la calda e profumata pelle del suo collo per poi
scendere sui suoi pettorali perfettamente delineati; nel frattempo le
mie dita accarezzavano lievi la sua schiena muscolosa. Quando la mia
mano arrivò finalmente nel suo punto più caldo,
un gemito
strozzato esplose dal profondo della sua gola, mentre Edward, pazzo di
frenesia, aveva dato vita ad un bacio solo di lingue, quasi perverso.
Percepii le sue mani lascive, urgenti, passionali su ogni centimetro
del mio corpo…
Io
impazzii del tutto
quando mi sentii togliere il reggiseno e iniziai a percepire le sue
labbra bramose su quella parte così sensibile del mio
corpo…
La bocca
di Edward mi stava
trasportando in cielo… ero abbandonata alle sue carezze, in
balia dei suoi tocchi così esperti, soggiogata dalla sua
sapiente lussuria… Il mio corpo era assoggettato a
lui…
più piacere mi dava più ne pretendevo…
la mia
intimità bollente e infuocata mi implorava appagamento e io,
inarcando la schiena verso l’unica fonte del mio piacere, gli
feci quella muta preghiera, ansimando e gemendo.
Finalmente
percepii le sue
dita lunghe e affusolate scivolare sotto il leggero tessuto dei miei
slip, e cominciò ad accarezzare la mia
femminilità. Lo
aiutai come potevo quando decise di sfilarmi quell’ultimo,
inutile indumento… ero totalmente esposta a lui, con indosso
solo le autoreggenti nere… ma quelle decise di
lasciarmele…
-Mmm…
Bella…
sei così… liscia… soffice…
morbida…
e sei pronta… per me…- sussurrò
eccitato. Dio, le
sue parole aumentarono ancora di più i battiti del mio cuore
e
la mia voglia di lui! Sfiorò ed accarezzò a lungo
il
centro del mio piacere regalandomi brividi e gemiti travolgenti.
Adoravo sentire i suoi baci e le sue carezze in quel punto del mio
corpo!
Ad un
tratto la sua bocca
pretese di invadere la mia e io mi eccitai maggiormente al tocco delle
nostre lingue… nel frattempo le sue dita fantastiche
continuavano a giocare… sentivo il mio bassoventre pronto a
esplodere in un piacere incredibile…
Non
capivo più
nulla… quelle magnifiche sensazioni aumentavano sempre di
più… ogni secondo… finché
la bolla esplose
intensa prorompendo dal mio interno, propagandosi attraverso
l’intero mio corpo… e non sentii e non vidi
più
nulla, se non milioni di scintille bianche…
Con
lentezza riemersi dal mondo fatato in cui il mio amore mi aveva fatto
volare…
Ancora
imbambolata per
l’immenso piacere appena provato, dischiusi le gambe,
liberando
così la mano di Edward, ancora appoggiata sulla mia
intimità. Subito dopo lo vidi inspirare con forza il profumo
che
ormai aveva riempito la stanza… trattenni il fiato a quel
suo
gesto eccitante…
-Mmm…
sei dolcissima… puro nettare, bambolina mia…- si
estasiò.
-Bella…-
continuò lui in un mormorio sempre più
provocante; -Te lo
garantisco… stasera non smetterai di godere!-
annunciò.
Eh?! Cosa voleva dire? Deglutii, mentre mi sentivo andare a
fuoco…
Mi
baciò di nuovo la
bocca in modo irruento, mentre le mie mani vagavano lungo il suo corpo
da urlo, fino a giungere alla mia agognata meta… volevo
regalargli un piacere immenso, quello che lui aveva appena donato a me!
Ma ad un tratto mi sentii afferrare i polsi da una sua sola mano e lui
li sollevò sopra la mia testa, facendoli appoggiare sul
cuscino.
-No, no
stellina
mia… non è ancora il mio turno! Non ho ancora
finito con
te!- mormorò con una carica erotica pazzesca. Cristo! Non ci
potevo credere!
-Ma
Edward…
tu…- tentai di protestare, immaginando l’atroce
sofferenza
di Super Cullen, così a lungo insoddisfatto…
-Sshh,
bambolina…
detto io le regole stasera… e ho deciso che tu dovrai
abbandonarti a me ancora… e ancora… e ancora-
precisò con un roco sussurro, mentre la sua bocca ardeva dal
desiderio di appagarmi completamente…
Mio Dio,
cosa voleva farmi
quel dio del sesso?! Ero abbandonata alla sua volontà, ai
suoi
comandi… in quel momento il mio corpo era dominato dalla sua
bramosia, dalla sua prorompente sensualità… e
decisi di
obbedire ai suoi eccitanti ordini… ero sua!
Il mio
cervello si
scollegò dal corpo e mi abbandonai in modo totale ed
incondizionato a lui, al suo corpo, alle sue parole, al suo
amore…
La sua
meravigliosa bocca
scese, percorrendo tutto il mio corpo, e quando giunse a destinazione,
persi completamente la connessione con ciò che mi
circondava…
Ansimai,
sospirai, mugolai,
gemetti… lo sentivo dovunque… mi stava di nuovo
facendo
volare… e di nuovo partii per un mondo dove lussuria e
passione
dominavano su ogni altro istinto…
Quando
ripresi un minimo di
contatto con la realtà, lo attirai con forza verso di me e
lo
baciai con una passione tale che voleva trasmettergli quanto piacere mi
avesse appena regalato… lo stesso piacere che avrei dato a
lui!
Mentre
il respiro e battiti
frenetici del mio cuore tornavano a livelli più regolari, io
mi
stavo godendo quegli istanti meravigliosi, abbandonata alle sue
carezze, persa nella beatitudine che mi stava offrendo, felice di
condividere con lui quei momenti stupendi. Edward mi aveva appena
donato delle emozioni talmente intense che mi sembrava di
volare… ma nonostante lo stato di appagamento che mi aveva
fatto
raggiungere, ancora non ero pienamente soddisfatta… la
voglia di
far veramente parte uno dell’altro, di completarci a vicenda,
si
era solamente intensificata… volevo che si lasciasse andare
e
che decidesse finalmente che era giunta l’ora di fare
l’amore con me…
Il
pomeriggio e la serata
erano purtroppo trascorsi all’insegna di odiosi litigi;
però anche quelle esperienze negative ci erano servite per
spiegarci, per chiarirci e per avvicinarci ancora di più.
Contemplai
con uno sguardo
fiabesco quel dio stupendo e rimasi incantata ancora una volta
dall’assurda perfezione del suo volto, pallido come la neve.
Avvicinai una mano a quel viso angelico e notai che, per fortuna,
l’impetuosità del suo travolgente sguardo di fuoco
non si
era calmata…
Non
potevo ancora credere
che Edward mi amasse così tanto… almeno tanto
quanto lo
amavo io! Mio dio, quanto eravamo stati stupidi a non chiarire
immediatamente le nostre maledette incomprensioni… ma ormai
i
nostri cuori e le nostre anime erano in completa sintonia e non pensavo
ci potesse essere momento migliore di quello… in quel
preciso
istante mi sembrava davvero di vivere il momento più
romantico e
intenso di una bella favola d’amore…
Non mi
interessava nulla di chissà quale atmosfera
perfetta… per me il momento migliore era quello!
Mentre
le sue labbra
continuavano a cercare le mie, cercavo di non perdere quel poco di
lucidità che mi era rimasta…
Il mio
respiro si fece
ansante: dischiusi la bocca, un esplicito invito ad approfondire quel
nuovo bacio, desiderato, anelato, bramato… e lui non si fece
pregare… premette più deciso le labbra sulle mie,
stringendomi forte a sé e la sua lingua entrò
alla
ricerca della mia, incatenandola, in un moto irruente e impetuoso,
quasi violento…
Le mie
mani si aggrapparono
alle sue spalle forti e larghe; mentre le sue, che mi stavano sfiorando
la schiena, scesero arrivando alle mie natiche… le
artigliò con irruenza e poi le accarezzò con
frenesia,
mandandomi fuori di testa…
-Mmm…
dio, che
meraviglia!- ansimò con la sua voce melodiosa e leggermente
arrochita che mi faceva impazzire. Per tutta risposta con una mano
iniziai ad accarezzargli il petto e lo sentii fremere sotto il mio
tocco… eravamo completamente nudi e sentivo la sua
eccitazione
premere forte su una mia coscia… sospirai solo al pensiero
di
averlo in me…
Lui mi
abbracciò in
modo ancora più focoso e deciso, e proprio in quel momento
le
nostre intimità vennero a contatto… fu come se
una
scarica da milioni di volt attraversasse interamente il mio
corpo… per un lungo istante trattenni il fiato per
l’emozione, poi un grido esplose dal profondo della mia gola,
a
causa dell’intenso piacere…
-Aahh!!-
urlai del tutto
inconsapevole; il mio corpo si era totalmente staccato dalla mia
volontà cosciente… ero in balia del puro
istinto…
Il mio
bassoventre, prese
immediatamente a pulsare in maniera dolorosa, mentre tutto il mio corpo
era percorso da una miriade di brividi infuocati. Le nostre bocche
continuavano fameliche a torturarsi a vicenda, mentre Edward si mosse
nuovamente sopra di me, facendo aumentare la mia voglia di sentirlo
dentro di me… di sentirlo fondersi con me… per
portare i
nostri corpi al piacere più totale e assoluto…
accidenti,
dovevo tentare di fargli capire che la cosa che più volevo
al
mondo in quel momento era solo lui!
Intrufolai
la mano tra i
nostri corpi quasi incollati e arrivai alla mia meta… un
basso
ringhio fuoriuscì dalla gola di Edward, eccitandomi ancora
di
più! Volevo il mio uomo più di ogni altra cosa al
mondo
e… lui voleva me! Ne ero certa… i segnali che mi
mandava
il suo corpo voglioso erano inequivocabili e ora in balia di questa
bramosa frenesia mi sembrava non avesse alcun senso attendere
ancora…
Avvicinai
ancora di
più i nostri corpi, mentre con la gamba gli avvolsi un
fianco,
trattenendo il respiro… lasciai scivolare via la mano e
risalii
lungo la sua schiena, accarezzando i suoi muscoli contratti…
In quel
preciso momento
Edward, che aveva chiuso gli occhi e reclinato la testa
all’indietro per godere di quel piacere intenso, si
irrigidì e i suoi occhi si sgranarono, fissando i miei con
uno
sguardo che esprimeva contemporaneamente meraviglia e il forte
desiderio che aveva per me.
Ormai
ansimavo
vistosamente… e il rossore delle gote, mi sembrava si fosse
irradiato sotto forma di calore in tutto il mio corpo… ero
in
balia delle emozioni e del desiderio più
sfrenato…
La luce
soffusa creata
dalle candele sparse in tutta la stanza danzava sul suo viso perfetto e
sui suoi capelli bronzei, donandogli riflessi e bagliori ancora
più vermigli che sembravano aumentare la passione che
sprigionava il suo corpo… aveva le sembianze di un
angelo… l’angelo più bello che si
sarebbe mai
potuto immaginare, e sperai con tutte le mie forze che lui avesse tutta
l’intenzione di portarmi con sé nel suo paradiso,
fatto di
passione, amore e lussuria…
In
realtà avevo il
terrore che mi fermasse di nuovo o peggio ancora che si allontanasse
bruscamente… ma l’unica cosa che potevo scorgere
in quello
sguardo stupito era solamente eccitazione allo stato puro!
-Edward…-
sussurrai
in un’accorata preghiera. Il suo sguardo si
addolcì
leggermente, anche se il verde mare in tempesta che vi si agitava non
accennava a quietarsi.
-Bella…-
un soffio
eccitato il suo… i nostri respiri corti e affannati, i
nostri
occhi lucidi di desiderio incatenati… i nostri corpi
intrecciati… le nostre intimità che si
sfioravano…
la bramosia di formare un unico corpo, un unico cuore e
un’unica
anima che aumentava con velocità esponenziale…
-Edward…
non potrei
desiderare un momento più perfetto di questo! Ti
amo… ti
voglio in me… adesso!- sospirai sulle sue labbra, sperando
che
capisse quanta sincerità e verità erano insite
nelle mie
parole.
Mi
sorrise teneramente, accarezzandomi una guancia accaldata.
-Sei…
sei sicura, amore?- mi chiese con ansia e timore, ma anche con passione
e gioia...
-Ti
voglio... dentro di me, Edward!- implorai intensamente. Mi sorrise,
tremante ma felice.
-Anch’io,
ti voglio,
Bella... da impazzire!- mi rispose, bramoso come non mai. Si
inginocchiò, nuovamente su di me afferrandomi la mano: mi
baciò il palmo, per poi salire lungo la piega del gomito
verso
la spalla e il collo. Lì si soffermò ad
assaporarne
l’odore e poi continuò, giù
nell’incavo tra
le spalle, e poi sempre più giù, soffermandosi
ancora sul
seno e poi sul ventre e sulla mia intimità. Ad ogni suo
bacio
infuocato, il mio corpo si contraeva in modo sensuale e le mie labbra,
producendo gemiti di passione, lo esortavano a continuare per darmi
sempre più piacere.
Ogni suo
bacio mi provocava
un godimento immenso e lui non faceva altro che aumentare la mia
eccitazione. Mai, mai avrei potuto immaginare che gli spasmi
dell’attesa che sarebbero nati dentro di me potessero essere
così intensi, così totalizzanti... ero pronta per
essere
sua!
I nostri
corpi si muovevano in sincronia perfetta, e godevano delle carezze
reciproche.
-Ti amo
più della
mia vita, Bella…- mormorò, e lentamente si
adagiò
sopra di me, e un gemito infuocato fuoriuscì dalle labbra di
entrambi…
-Ti
amo… ti amo… ti amo…-
mormorò senza sosta.
Ad un
tratto sentii una
novità meravigliosa, che mi lasciò tremante e
senza
fiato: Edward iniziò a muoversi lentamente sopra di me, con
estrema delicatezza.
-Ti amo.
Ti voglio.
Adesso!- ripeté le mie identiche parole con voce roca, poi
guardò il mio viso eccitato. Ricominciò a
baciarmi
avidamente, poi iniziò a sfiorare con la punta delle sue
dita
l’interno delle mie cosce. Assaporai quegli istanti di
delicata
tenerezza, attimo per attimo. Un fremito di desiderio
attraversò
nel medesimo istante i nostri corpi ansimanti, ed entrambi sospirammo
all’unisono dall’eccitazione. Le sue mani,
aggrappate ai
miei fianchi, mi sollevarono leggermente il bacino, e lo spostarono
più in giù, per farlo aderire perfettamente al
suo.
-Oh,
sì, Edward!
Sì!- implorai, accorgendomi che era pronto per immergersi
totalmente nel mio corpo caldo. Dio, che sensazione esaltante! Era
semplicemente meraviglioso!
-Dimmi
se ti faccio
male…- mi sussurrò all’orecchio quando
giunse il
momento. Non risposi a parole, ma con gemiti d’approvazione.
Volevo che finalmente Edward diventasse mio! Il mio uomo!
Affondai
le mani alla base
della sua schiena per fargli capire quanto fossi pronta. Ero felice, ma
in fondo anche un po’ intimorita dal dolore che presto avrei
sentito… inconsapevolmente mi irrigidii, attendendo quella
lieve
sofferenza…
Edward,
accortosi del mio piccolo stato di tensione, si preoccupò
immediatamente.
-Bella!
Ti faccio male, amore?- si agitò spaventato.
-Oh, no
Edward, ti prego
continua!- lo supplicai con veemenza; per dare veridicità
alla
mia preghiera, premetti nuovamente la base della sua schiena verso di
me. Con una veloce occhiata lo vidi sorridermi tranquillo e decise di
lasciarmi fare, abbandonandosi finalmente anche lui al nostro amore.
In quel
momento
riuscivo solo a gioire, pensando che Edward era mio!! Non poteva
esistere felicità maggiore! E poi... accadde.
Si
trattò di una
sensazione improvvisa e dolorosa, che provocò un
irrigidimento
istintivo e totale del mio organismo. Chiusi gli occhi, strinsi le mani
e mi aggrappai alle lenzuola, mentre mi morsi il labbro inferiore per
evitare di farmi sopraffare dal dolore.
Edward
fu un amante
dolcissimo: cercò in tutti i modi di alleviare la mia
sofferenza, lasciandomi il tempo di abituarmi alla sua dolce invasione.
In quel momento non capii molto, ma sentivo distintamente il suo
continuo e tenero mormorio.
-Ti
amo… ti
amo… ti amo… ti amo…- ripeteva senza
sosta. La sua
voce, come delicate ali di farfalla, mi cullò come una tenue
carezza e pian piano mi rilassai. Poi tutto passò, in un
attimo.
Le fitte
di dolore non
esistevano più, sostituite dagli intensi spasmi di piacere
che
iniziavano a propagarsi all’intero corpo. Pian piano fui
invasa
da innumerevoli sensazioni meravigliose… ormai il dolore era
solo un lontano ricordo sostituito da un piacere e un calore che
diventavano sempre più avvolgenti… sentivo che
eravamo
parte uno dell’altro in maniera completa e
totalizzante…
ogni fibra del mio corpo era colma di tutto l’amore che ci
stavamo donando a vicenda. I nostri sospiri, ansiti e gemiti si
intrecciavano, si fondevano come i nostri corpi, i nostri cuori e le
nostre anime.
Mi
sentivo finalmente completa, come se lui facesse naturalmente parte di
me… oddio, ero talmente felice!
-Ohhh…
Bella…
Bella… sei la mia Bella… sei mia…
tutta mia!-
gemette lui sul mio collo, lambendolo e mordicchiandolo con foga.
Sospirai
appagata dai suoi
gesti e dalle sue parole, e cominciai anch’io ad invocare il
suo
bellissimo nome ansimando, urlando e gemendo per l’estasi.
Lui
era il mio angelo… il mio angelo stupendo, che con la forza
delle sue ali stava facendo volare entrambi nel più alto dei
cieli, in direzione del nostro paradiso…
I nostri
ansiti e gemiti
riempivano la stanza e la sua voce arrocchita e graffiante era una
soave melodia per le mie orecchie…
-Ahh…
mia
Bella… ahhh… ti amo…-
sospirò. Io non
riuscivo a fare nient’altro che gemere dal piacere e
offrirgli il
mio corpo, affinché lui potesse continuare quella danza
d’amore e passione che ci stava unendo nel corpo, nel cuore e
nell’anima…
All’improvviso,
la
mia eccitazione arrivò al culmine: un piacere intenso
esplose,
riempiendo ogni singola cellula del mio corpo, inebriandomi e
regalandomi sensazioni stupende… subito dopo anche il corpo
di
Edward iniziò a tremare, raggiungendo anche lui il paradiso
con
me.
Ansimanti,
increduli e
appagati, ci abbracciammo stretti, immobili, per tentare di riprendere
fiato. I nostri corpi erano saldamente intrecciati… Edward
sollevò il suo viso d’angelo e fui trafitta dalla
luminosità di due gemme verde smeraldo che cercavano di
scrutare
ogni singola emozione che potesse trasparire dai miei occhi in quel
momento magico.
-Ti amo,
mia Bella…-
mormorò, stringendomi forte a sé. Gli
sorrisi e gli
lasciai tanti piccoli baci su tutto il viso, mentre il mio amore
mugolava di piacere.
-E’
stato bellissimo
Edward… e anche io ti amo da morire!- esclamai, felice come
non
lo ero mai stata. Edward si allontanò leggermente, stando
attento a non uscire dal mio corpo,e poi si lasciò cadere su
di
me, appoggiando la sua testa sul mio petto e riempiendolo di baci.
-Ti amo
infinitamente-
mormorai estasiata guardandolo nei suoi splendidi smeraldi, ricolmi di
gioia e di passione; non l’avevo mai visto così
stupendo.
-Anch’io
Bella, per
sempre, dolcissimo amore mio!- sussurrò ancora estasiato.
Dio,
era meraviglioso! Un angelo bellissimo, il più bello
dell’intero paradiso! Ed era mio…
Con un
movimento deciso invertì le nostre posizioni, lasciandomi
sopra di lui.
Appoggiai
il capo sul suo
petto muscoloso, ricoperto da un leggero strato di peluria e sudore e
annusai quel piacevole odore intenso di uomo… il mio uomo!
Lui mi
avvolse con le sue
calde e possenti braccia. I capelli mi coprivano il viso e Edward
iniziò a baciarli; infine li spostò dolcemente
per
guardarmi: non so cosa vide in me, ma il suo sorriso estasiato si
amplificò. Avevo voglia di piangere dalla gioia che
impazzava
dentro di me… erano emozioni così intense che gli
occhi
mi si fecero lucidi e una lacrima scese a rigare le mie guance ancora
accaldate. Edward, premuroso cavaliere come sempre, si
avvicinò e l’asciugò con le sue morbide
labbra
calde, per poi sorridermi.
-Mi
ricordano il mare,
sai?- mormorò, non distogliendo lo sguardo dal mio. Rimasi
spiazzata… non riuscivo a capire a cosa si riferisse.
Probabilmente dalla mia espressione confusa capì che non
avevo
afferrato quel che cercava di dirmi. Sorrise e mi baciò
dolcemente.
-I tuoi
occhi, stellina
mia… mi ricordano il mare...- precisò. Ecco lo
sapevo… il mio cervello era partito per mondi lontani mentre
stavamo facendo l’amore e non era ancora tornato,
perché
non capivo proprio cosa c’entrassero i miei banalissimi occhi
marroni con l’azzurro-verde del mare… i suoi caso
mai…
-Edward
Anthony Cullen fare
l’amore ti ha dato completamente alla testa!- sogghignai,
battendo il mio indice sulla sua tempia, per chiarirgli il mio parere
sulle sue precarie condizioni mentali. Lui in un moto di tenerezza mi
mordicchiò prima il dito, poi la punta del naso.
-Su
questo ti devo dare
pienamente ragione, principessa! Mi hai fatto impazzire! E’
stata
la sensazione più intensa che abbia mai provato in vita
mia… è stato… assolutamente fantastico
e sono stra
ultra mega felice! Tanto, tanto felice che mi metterei a cantare,
ballare e urlare per tutta la stanza…- mi
confessò,
riempiendomi il cuore di gioia.
Scoppiai
a ridere, serena e appagata. Che matto!
-Però
Bella…
quello che ti dicevo prima è la pura
verità… vedi,
non è importante il colore… i tuoi occhi sono
così
meravigliosi e intensi che mi ricordano l’affascinante
profondità del mare… quell’incantevole
distesa
d’acqua che nei meandri dei suoi abissi diventa scura, come i
tuoi occhi; ma che cela al tempo stesso, al suo interno, un mondo
stupefacente, colmo di colori e sfumature variopinte, come straordinari
sono la tua anima e il tuo cuore…- mormorò,
incatenandomi
al suo sguardo. Ero emozionata come non mai… ero consapevole
di
quanto profondamente Edward mi amasse, ma ogni volta riusciva a
stupirmi e a farmi tremare per l’intensa commozione.
Le
lacrime ripresero a
scendere copiose per tutte le sensazioni che provavo e che mi sembrava
di non riuscire più a contenere dentro di me. Edward
scivolò fuori dal mio corpo, lasciandomi un vuoto enorme; ma
subito mi prese tra le sue forti braccia e mi trascinò sul
suo
petto per stringermi appassionatamente.
-Basta
cucciola… ti
prego non piangere… ti amo…- mi
sussurrò
cullandomi tra le braccia. -Non sei felice, tesoro mio? No,
sai…
perché, se non l’avessi capito, te lo comunico di
nuovo:
io sono stra ultra mega felice!- esclamò facendomi
ridacchiare.
-Ma
certo, amore! Scusa, sono solo molto emozionata…- spiegai.
-Non mi
hai detto se sei
felice, però…- protestò con un
broncetto degno di
un cucciolotto dolcissimo. Era così bello che decisi di
prenderlo un po’ in giro…
-Non
direi felice…-
mormorai fingendo un po’ di impaccio. Strinse la presa sul
mio
corpo, mentre sollevò lo sguardo, che divenne ansioso e
terrorizzato.
-Direi
che io sono stra
ultra mega felice!!- urlai aggrappandomi al suo corpo come un koala.
Dopo un sospiro di sollievo, iniziò a sghignazzare
rilassato,
mentre continuava a cullarmi nel suo caldo e dolce abbraccio. Rimanemmo
in quella posizione per un tempo infinito… ebbri di amore e
felicità.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 79
-Qualcosa non va, Edward?-
mi chiese, subito preoccupata. -Merda,
è quasi l’una! Sarà meglio che ci
rivestiamo, amore… di solito fino a
che ora dura la festa?- le chiesi con un tono ansioso e triste,
sperando che in realtà mi rispondesse che gli altri non
sarebbero
tornati ancora per parecchie ore… -Oddio,
no! Me ne ero dimenticata, che scema! Hai ragione…
dovrebbero rientrare
tra poco… è solo che… sì,
insomma, mi dispiace un casino che non
possiamo dormire insieme, nudi e abbracciati…
perché ti giuro che non
mi staccherei da te per tutto l’oro del mondo!-
esclamò imbronciata. Sogghignai,
approvando ogni singola parola. Anche lei, come me, non avrebbe voluto
interrompere quell’idilliaco momento. Ecco perché
avevo sempre tenuto
molto alla nostra serata perfetta: sapevo che poi ci sarebbe costato
uno sforzo enorme separarci per un’intera notte…
se avessimo aspettato
il nostro speciale weekend avremmo passato tutto il tempo insieme a
fare l’amore, ancora e ancora… Ma…
chissenefrega! Finiscila con le seghe mentali, Edward!, mi insultai. Non
avevo il minimo rimpianto di non aver aspettato! Non ci sarebbe potuto
essere momento più perfetto di quello che avevamo vissuto!
E,
prepotenti, le immagini del mio corpo immerso nel suo paradiso caldo ed
accogliente esplosero nella mia mente, facendo risvegliare la mia
eccitazione in un batter d’occhio…
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Buongiorno
e buon lunedì!
Io e Sara volevamo ringraziarvi per i meravigliosi complimenti ricevuti
per il capitolo scorso! Ci avete fatto gongolare parecchio, inutile
negarlo.
Ma soprattutto siamo orgogliose del fatto di essere riuscite a
trasmettervi tutte le sensazioni derivanti da quella particolare
situazione.
In questo capitolo avremo il punto di vista di Edward. Ci scusiamo per
la ripetizione, ma è un momento talmente importante che ci
sembrava giusto offrirvi la visione d'insieme.
Naturalmente, essendo lui un ragazzo, troverete emozioni diverse, a
tratti più irruente, a tratti più dolci e a
volte,
speriamo, anche divertenti. Il linguaggio che userà Edward
nei
suoi pensieri sarà decisamente più colorito, ma
speriamo
che, nonostante tutto, non lo troviate troppo volgare. Edward
è
un uomo e come tale pensa.
D'ora in poi, in situazioni d'intimità, i pov di Edward
saranno
più coloriti e passionali, quindi se qualcuno trova
offensivo
già questo capitolo, vi pregheremmo di saltare a
piè pari
i capitoli in cui verranno descritte situazioni intime con il pov
Edward, dato che non è nostra intenzione turbare nessuno.
Detto questo vi lasciamo al chappy ringraziando come sempre tutte voi
che ci seguite con affetto! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Come sempre per chi può, consigliamo la
versione non censurata!
Io
e Bella eravamo completamente nudi e con i nostri corpi abbandonati
l’uno sull’altro. Le avevo appena regalato un
piacere
sconfinato, lo stesso che avrei voluto provare io, dato che ancora ero
palesemente eccitato e insoddisfatto… Bella
avvicinò la
sua mano al mio volto e mi osservò con attenzione,
mordicchiandosi il labbro… che fosse ancora desiderosa delle
mie
attenzioni? Dio,
sperai di sì, con tutto il cuore! Ci avventammo di nuovo
sulle
nostre labbra, in un bacio colmo di passione, desiderio, irruenza,
ingordigia… non ne avevo abbastanza, non mi sarei mai
stancato
della sua bocca infuocata, del suo corpo fatto apposta per essere
adorato da me… Nel
frattempo accarezzavo la sua schiena, fino a giungere al suo sedere da
urlo: artigliai con bramosia quelle natiche sode e perfette e poi
iniziai a massaggiarle in modo circolare e irruento… -Mmm…
dio, che meraviglia!- sospirai ammirato da quel culetto mozzafiato. Per
tutta risposta lei cominciò ad accarezzarmi il torace,
facendomi
fremere… dio quanto avrei desiderato che quelle mani
scendessero
decisamente più in basso! D’istinto la abbracciai
addossandola al mio corpo: volevo annullare ogni fastidioso centimetro
che ci separava… il mio gesto fece venire a contatto le
nostre
intimità, provocandole un urlo di pura lussuria, che mi
infiammò ancora di più. Approfondii
il bacio, che divenne un gioco perverso fatto di lingue e gemiti;
sentivo la sua calda entrata già pronta, richiamo
irresistibile
di una sirena incantatrice… D’un
tratto sentii la sua mano arrivare nel punto da me tanto agognato e una
specie di ringhio di pura bramosia mi uscì dalla
gola… Poco
dopo cominciai a percepire un altro tipo di calore: la mia panterina
smaniosa aveva avvicinato ancora di più le nostre
intimità… ahh, cazzo, vengo!!, pensai. Con uno
scatto
improvviso contrassi tutti i muscoli, per evitare una clamorosa
figuraccia a quel lussurioso contatto… inarcai la schiena e
gemetti, al colmo della libidine… Poi
in un attimo di lucidità osservai Bella, stupito da quel
gesto
tanto audace: la mia regola del solo petting stava andando a farsi
fottere… La mia ragazza era
ansimante, accaldata, eccitata e stupenda… -Edward…-
il suo sussurro era una supplica: mi desiderava, voleva fare
l’amore! Merda! Il mio autocontrollo era agli
sgoccioli…
lei mi voleva, io la volevo… Dio, quanto l’amavo! -Bella…-
un soffio eccitato il mio: i nostri corpi nudi, intrecciati, ansimanti,
vogliosi di abbandonarsi l’un l’altro…
Ero solo un
ragazzo innamorato, non una fredda pietra! Non ero più in
grado di resisterle, non più! -Edward…
non potrei desiderare un momento più perfetto di questo! Ti
amo… ti voglio in me… adesso!- mi
supplicò con una
sincerità sconcertante. Cristo! Alla sua accorata preghiera
mi
si mozzò il respiro… deglutii per
l’emozione… non ci potevo credere! Al diavolo il
perfetto
week end! La volevo mia!! Subito, adesso!! Aveva ragione Bella: non
poteva esistere un istante più perfetto di questo! Era
arrivato
finalmente il nostro momento! Io e lei… stavamo per
diventare
‘noi’: un unico corpo, un unico cuore,
un’unica
anima… il mio sogno… La
osservai, incantato: era stupenda, bellissima, eccitata, avida di
godere e di farmi godere… una tentazione
irresistibile… e
io avevo deciso di non resisterle più… Le
sorrisi con amore e dolcezza, mentre con una mano sfiorai la sua gota
infuocata dal desiderio. Ero commosso, emozionato, felice, turbato,
voglioso… ma, prima di ogni cosa, avevo bisogno della sua
conferma… -Sei… sei
sicura, amore?- le chiesi con ansia e timore, ma anche con la gioia
selvaggia di farla mia. -Ti
voglio... dentro di me, Edward!- mi implorò intensamente. Oh
cazzo! Cazzo! Le sue parole… ora sì che ero
eccitato
all’inverosimile… oh, cazzo! Alla
sua supplica il mio Super amico impazzì di desiderio: me lo
sentivo vigoroso come non mai per la bramosia di possedere quel corpo e
quell’anima, di cui ero follemente innamorato... non avevo
mai
provato quel vortice di passione e amore, mai… -Anch’io,
ti voglio, Bella... da impazzire!- le risposi bramoso come neanche una
volta mi ero sentito. Maledizione, ero troppo su di giri… mi
serviva un po’ di tempo per riprendere il controllo, ero
eccessivamente irruento e voglioso… avrei rischiato di
essere
troppo prepotente e violento… per non parlare poi del fatto
che
avrei rischiato di venire nel giro di pochi istanti, come un ridicolo
pivello… Tentando
di calmarmi e di regolarizzare il mio respiro affannato, mi
inginocchiai nuovamente su di lei, afferrandole la mano: le baciai il
palmo, per poi salire lungo la piega del gomito verso la spalla e il
collo. Lì mi soffermai ad assaporarne la dolce fragranza e
poi
continuai, giù nell’incavo tra le spalle, e poi
sempre
più giù, soffermandomi sul seno soffice e
delicato e poi
sulle parti più nascoste del suo corpo. Ad
ogni mio bacio si contraeva in modo sensuale e le sue labbra mi
esortavano a continuare per darle sempre più piacere. Ogni
suo
bacio mi provocava un godimento immenso e non faceva altro che
aumentare la mia eccitazione. Quante
volte avevo immaginato di stare con Bella in quel modo, di poterla
stringere a me e farla mia, di immergermi in lei per sentire il calore
e la morbidezza del suo corpo aderire al mio! Sostenendomi
al materasso con la mano sinistra, mi sollevai un po’,
avvicinando ancora di più i nostri bacini; solo quello
sfioramento mi procurò una serie di brividi da mandarmi in
tilt… chissà come sarebbe stato immergermi
totalmente in
quel lago colmo di desiderio! Cristo, non vedevo l’ora! Ma il
mio
istinto di affondare in lei era guidato dall’immensa
tenerezza
per il mio amore… bambolina, era la sua prima
volta… -Ti
amo più della mia vita, Bella…- mormorai, e con
estrema
attenzione mi posizionai sopra di lei. Questo mio movimento aveva fatto
scontrare le nostre intimità, e un gemito infuocato
fuoriuscì dalle labbra di entrambi… -Ti
amo… ti amo… ti amo…- mormorai senza
sosta. Mai,
mai avrei potuto immaginare che l’eccitazione che sarebbe
nata
dentro di me potesse essere così smodata, così
totalizzante. Ci muovevamo in simultanea e traevamo un intenso
godimento delle nostre movenze. Ad un tratto sentii il bisogno
disperato di unirmi a lei, il prima possibile. Ero di nuovo arrivato al
limite della sopportazione, volevo possederla con tutto me stesso,
senza freni, senza inibizioni. -Ti
amo. Ti voglio. Adesso!- ripetei le sue identiche parole con voce roca,
poi guardai il viso eccitato di Bella: ogni cosa di lei mi supplicava
di farla mia. Ricominciai a baciarla avidamente, con insaziabile
ingordigia, mentre i nostri corpi si muovevano in sincronia perfetta e
godevano delle nostre carezze reciproche, finché arrivai
alla
soglia della tolleranza umana: non resistevo più, volevo
solo
possederla, entrare per la prima volta nel suo caldo corpo. E anche lei
mi voleva. Iniziai
a sfiorare con la punta delle mie dita l’interno delle sue
cosce,
per arrivare poi al centro della sua intimità, e per
rendermi
conto, con una gioia mai provata prima, che io ero pronto per fare
l’amore per la prima volta in vita mia, e che la mia stellina
era
pronta ad accogliermi dentro di lei. Stavo vivendo un sogno
incredibilmente meraviglioso! Assaporai
quel momento indimenticabile, attimo per attimo. Un fremito di
desiderio attraversò nel medesimo istante i nostri corpi
ansimanti, ed entrambi sospirammo all’unisono
dall’eccitazione. Le mie mani, aggrappate ai suoi fianchi, le
sollevarono leggermente il bacino, e lo spostarono più in
giù, per farlo aderire perfettamente al mio. -Oh,
sì, Edward! Sì!- mi implorò,
accorgendosi che ero
pronto per affrontare finalmente quel passo così desiderato
e
importante per entrambi. Dio, che sensazione esaltante! La mia donna
aveva capito perfettamente come farmi morire... e io ero suo, il suo
uomo! Lei mi voleva come la bramavo io... stavo per perdere il
controllo, rischiando però di possederla un po’
troppo
vigorosamente. Ma
fortunatamente il mio immenso amore per lei mi guidò ancora
una
volta, e cercai di essere il più delicato possibile.
Dannazione,
avevo il terrore di farle molto male… -Dimmi
se ti faccio male…- le sussurrai all’orecchio
quando
giunse il momento. Lei non rispose ma affondò le mani alla
base
della mia schiena per farmi capire quanto fosse pronta. Sul
suo viso però apparve quasi subito un’espressione
di
tensione e io mi fermai terrorizzato, all’idea di averle
causato
anche un minimo di dolore. Mi sentivo leggermente ostacolato dal suo
corpo nel mio cammino dentro di lei, e per un secondo pensai di dovermi
assolutamente fermare… ero inquieto, nervoso,
eccitato… -Bella! Ti faccio male,
amore?- le sussurrai spaventato all’orecchio, stringendo i
pugni ai lati della sua testa bruna. -Oh,
no Edward, ti prego continua!- mi implorò e la sentii
premere
nuovamente la base della mia schiena verso di lei. Sospirai: le sue
parole e i suoi gesti mi rasserenarono, donandomi la giusta armonia tra
mente e corpo… calmati, Edward, rilassati… mi
ripetei
come un mantra. Ero
consapevole che purtroppo le avrei procurato del dolore: era la
fisiologia umana, ed era inevitabile… sperai solo che non
fosse
insopportabile e sperai che la sofferenza fosse di breve
durata…
io potevo solamente essere delicato e attento… Convintomi
di questo, la lasciai fare, abbandonandomi alle nuove sensazioni che
nascevano in me, cercando di usare la giusta attenzione e cautela. Nel
mio corpo iniziarono a sprigionarsi un calore e un piacere mai
sperimentati prima… riuscivo solo a gioire con la mente e
col
corpo, pensando che Bella stava diventando mia, che ero immerso in
lei!! Non poteva esistere felicità maggiore! E poi... accadde. Si
trattò di una sensazione improvvisa ed esaltante,
contemporaneamente. Percepii chiaramente il mio cammino aprirsi e le
porte di quel paradiso accogliente mi si spalancarono! Sentii
il mio corpo tremare dalla gioia e dovetti autocontrollarmi parecchio,
per non cedere all’intenso impulso di venire
all’istante… Bella però, proprio in
quell’attimo, chiuse gli occhi, si aggrappò alle
lenzuola
e si morsicò il labbro inferiore. Povera la mia cucciola,
chissà quanto dolore stava provando… io potevo
aiutarla
in un unico modo… aiutando anche me stesso a non fare la
figura
di un brufoloso tredicenne… serviva ad entrambi un momento
di
calma per riprendere fiato… Ma
per fortuna il mio amore per quella stupenda creatura prese di nuovo il
sopravvento: avrei fatto di tutto per la mia stellina, ma
quant’era arduo!! -Ti
amo… ti amo… ti amo… ti
amo…- le ripetevo
senza sosta, per tentare di placare il mio istinto più
impetuoso
e per rasserenare la mia dolcissima Bella. Dopo
un paio di minuti, tutti i suoi muscoli si rilassarono e compresi che
il momento peggiore per lei era ormai passato e questo mi aveva dato,
allo stesso tempo, la possibilità di riprendere il controllo
di
me stesso. Cercavo di essere ancora prudente e delicato: non potevo
conoscere il grado della sofferenza che lei aveva provato… Era
semplicemente meraviglioso essere parte di lei… dio, la
sentivo
così tanto! E quando percepii che anche lei si stava
lasciando
completamente andare, il mio cuore traboccò di gioia, e la
mia
mente e il mio corpo impazzirono dalla frenetica eccitazione. Bella
continuava a pronunciare il mio nome ansimando, urlando e gemendo per
l’estasi di sentirci per la prima volta uno parte completa
dell’altro. In un istante capii che in quel momento avevo
detto
addio alla mia inesperta ragazza: al suo posto c’era una
donna
eccitata, appassionata, maledettamente sensuale e consapevole di
esserlo. Sì! La stavo facendo diventare una donna, la mia
donna!
-Ohhh…
Bella… Bella… sei la mia Bella… sei
mia…
tutta mia!- gemetti soffiando sul suo collo profumato, mordicchiandolo
e leccandolo con foga per incamerare il più possibile il suo
inebriante odore. Spinta
dalla passione, anche lei ricominciò ad invocare il mio
nome… Ed io non potevo che essere entusiasta che lei mi
cercasse, che mi invocasse, che mi implorasse di continuare e di
stringerla a me sempre più vigorosamente. Non potevo credere
che
avesse scelto me per provare, assieme a lei, quella gioia immensa, il
nostro paradiso... -Ahh…
mia Bella… ahhh… ti amo…- sospirai in
preda alla
più folle pazzia d’amore, che mi faceva pretendere
sempre
di più: maggiore piacere provavo e donavo al mio angelo,
maggiore ne reclamavo per me stesso e per lei... Ad
un tratto, sentii risvegliarsi la parte più selvaggia di
me… ma non avevo più la forza per
controllarla… e
la nostra danza divenne sempre più passionale…
Cristo
santo, che estasi! Ero in trance, in un’altalena di passione,
bramosia e pura lussuria… Persi
nelle nostre sensazioni e nei nostri gemiti sentivo che il suo corpo si
stava adattando sempre più al mio, in modo perfetto. Eravamo
un
uomo e una donna, due amanti del corpo e dell’anima. Ed
era semplicemente meraviglioso ed esaltante sapere che io ero
l’unico in grado di farle raggiungere le più alte
vette
del piacere! Dopo
pochi attimi, Bella si abbandonò completamente alle emozioni
che
solo l’appagamento completo era in grado di regalare e
d’istinto si aggrappò alle mie spalle, affondando
le
unghie nella mia schiena. Dio, che goduria: adoravo la mia pantera!! Ad
un tratto una scossa, ancora più forte delle precedenti,
attraversò il mio corpo, mentre lei ancora si teneva
aggrappata
alle mie spalle, continuando ad affondare le unghie nella mia schiena. Cristo! Mi faceva
impazzire sentirla così presa da me! Il
piacere che provavo in quel momento diventò quasi
impossibile e
il mio corpo iniziò a tremare… sentivo una
possente
energia scorrermi dentro e non vedevo l’ora di liberarla...
infine, unito alla mia Bella, mi lasciai andare anch’io al
mio
primo, potente, meraviglioso orgasmo di puro amore… Niente, non esisteva
nient’altro al mondo di così sublime e perfetto!! Ansimanti
e soddisfatti, ci abbracciammo stretti, immobili per riprendere fiato.
Nessuno dei due aveva voglia di compiere nemmeno il minimo movimento:
ero addossato sopra di lei, il mio viso affondato tra i suoi morbidi
capelli e il profumato incavo del suo collo… Ad un tratto
sentii
l’urgente bisogno di perdermi nel suo sguardo, e sollevai il
mio
viso per abbandonarmi nelle sue profonde pozze di
cioccolato…
alla superba vista del mio angelo appagato, trattenni il fiato per
l’emozione: quella donna era talmente divina… ed
era mia! -Ti
amo, mia Bella…- mormorai appassionatamente, stringendo il
suo
corpo e incollandolo al mio. Il mio angelo meraviglioso mi
donò
un radioso sorriso e cominciò a riempirmi il volto di tanti
dolci bacetti, che mi fecero mugolare di piacere… dio,
quanto
l’amavo! -E’
stato bellissimo Edward… e anche io ti amo da morire!-
esclamò trionfante, serena ed appagata. Dio,
com’ero
felice! Avevo colmato di gioia l’amore della mia esistenza!
Sentivo il suo battito ancora martellare ad un ritmo agitato e
d’istinto mi abbassai all’altezza del suo cuore,
riempiendo
di baci il suo profumato e soffice seno. Mmm, che goduria! -Ti amo infinitamente-
mormorò estasiata guardandomi con i suoi splendidi occhi
ricolmi di gioia e di passione. -Anch’io
Bella, per sempre, dolcissimo amore mio!- sussurrai ancora in paradiso,
mentre lei mi regalava sguardi di amore e adorazione. Sarei rimasto in
quella posizione ore ed ore, ma era arrivato il momento di togliere il
mio ‘dolce’ peso dal suo esile corpo… Con
un movimento fluido e deciso la afferrai per i fianchi e stando ben
attento a non sciogliere i nostri corpi, invertii le nostre posizioni,
lasciando il mio angelo sopra di me. Lei subito appoggiò il
capo
sul mio petto ricoperto da un leggero strato di sudore, avvolgendomi
con le sue morbide e vellutate braccia; in risposta, la circondai con
le mie. I capelli arruffati le coprivano il viso; glieli baciai almeno
mille volte e poi li spostai dolcemente per guardarla: era incantevole
e rilassata. Ancora lievemente arrossata, e bellissima, respirava con
le labbra impegnate in un sorriso estasiato, riflesso del mio. Sei
la mia donna, per sempre, amore mio!, pensai compiaciuto e trionfante.
Era semplicemente meraviglioso accarezzarla tutta abbracciata a me, i
nostri corpi completamente nudi ed appagati da un piacere immenso... Ad
un tratto mi accorsi che una lacrima scese a rigarle una guancia. Si
vedeva che era commossa, emozionata, ebbra di gioia… come
me! Mi
avvicinai con le labbra al suo dolcissimo volto e raccolsi quella
goccia d’acqua salata con un sorriso. Aveva degli occhi
intensi e
profondi… due laghi scuri di passione e desiderio
soddisfatto… due pozze marine ricolme di incanto e
magia…
-Mi
ricordano il mare, sai?- mormorai in un soffio, rapito da
quell’inebriante visione. La mia cucciola però non
riuscì a comprendere le mie parole. Sfido io, come avrebbe
potuto seguire le mie strampalate elucubrazioni mentali? Sorrisi e le
lasciai un bacio su quella bocca così rossa, morbida ed
invitante. -I tuoi occhi, stellina
mia… mi ricordano il mare...- spiegai incurvando le labbra
all’insù. -Edward
Anthony Cullen… fare l’amore ti ha dato
completamente alla
testa!- sghignazzò la spiritosona, battendo
l’indice sulla
mia tempia, per comunicarmi il suo parere sulla mia sanità
mentale. Bè, su quello aveva pienamente ragione: ero pazzo
di
lei!! Le mordicchiai quel dito impertinente, poi la punta del nasino. -Su
questo ti devo dare pienamente ragione, principessa! Mi hai fatto
impazzire! E’ stata la sensazione più intensa che
abbia
mai provato in vita mia… è stato…
assolutamente
fantastico e sono stra ultra mega felice! Tanto, tanto felice che mi
metterei a cantare, ballare e urlare per tutta la stanza…-
le
rivelai con una punta di imbarazzo. Per tutta risposta la sua risata
argentina riempì tutta la stanza di un trillo gioioso. Mi
faceva
un enorme piacere vederla così serena, ma ci tenevo a
spiegare
la mia frase. -Però
Bella… quello che ti dicevo prima è la pura
verità… vedi, non è importante il
colore… i
tuoi occhi sono così meravigliosi e intensi che mi ricordano
l’affascinante profondità del mare…
quell’incantevole distesa d’acqua che nei meandri
dei suoi
abissi diventa scura, come i tuoi occhi; ma che cela al tempo stesso,
al suo interno, un mondo stupefacente, colmo di colori e sfumature
variopinte, come straordinari sono la tua anima e il tuo
cuore…-
spiegai, facendo incatenare i nostri sguardi. Le mie parole la
emozionarono nuovamente, perché altra acqua salata
iniziò
a sfiorare le sue guance. Che tenera la mia gattina! Aveva bisogno di
un potente abbraccio! Con
estrema riluttanza sciolsi l’intreccio col suo meraviglioso
corpo
caldo, la avvicinai al mio petto e la circondai con le mie braccia, per
comunicarle tutto il mio amore. -Basta
cucciola… ti prego non piangere… ti
amo…-
mormorai, cullandola tra le braccia. -Non sei felice, tesoro mio? No,
sai… perché, se non l’avessi capito, te
lo comunico
di nuovo: io sono stra ultra mega felice!- affermai riuscendo a
rasserenarla. -Ma
certo, amore! Scusa, sono solo molto emozionata…-
spiegò
un po’ impacciata. Capivo che lei aveva appena vissuto un
momento
fondamentale, una tappa importante nella vita di una donna…
ma
ora volevo rivedere il suo sorriso radioso! -Non
mi hai detto se sei felice, però…- mi imbronciai,
sporgendo in fuori il labbro inferiore e tentando biecamente la sempre
vincente mossa del tenero cucciolotto in cerca di coccole. -Non
direi felice…- bofonchiò con impaccio. Cazzo, no!
Che
coglione! E io che credevo di averla resa felice! Che stronzo! Io che
ero convinto di averla portata con me in paradiso… Ma potevo essere
più demente?! Avevo rovinato la sua prima volta!! Che
disgraziato!! -Direi
che io sono stra ultra mega felice!!- urlò d’un
tratto
aggrappandosi di slancio al mio corpo. Che streghetta malefica!! Che
spavento mi ero preso!! Dopo
un sospiro di sollievo, iniziai a sghignazzare anch’io,
palesemente più rilassato, mentre continuavo a cullare la
mia
cucciola nel mio abbraccio, ripensando alla gioia più grande
della mia vita. Avevo
appena fatto l’amore, per la prima volta nella mia
esistenza… le sensazioni che avevo provato erano state
meravigliose, intense e sconvolgenti. Ripensai alle mie passate
esperienze e concordai con Emm, Jazz e Jake: fare l’amore per
me
era stato un godimento unico, un’esperienza magnifica! In
assoluto il più grande ed esaltante piacere della mia
esistenza… chissà se lei invece aveva sentito
molto
dolore… chissà se ne provava ancora…
avevo paura
di farle quella domanda, ma volevo che mi rassicurasse. -Ehi piccola, come ti
senti?- le chiesi, dopo un po’. -Non
sono mai stata meglio…- mi rispose, sospirando felice.
Sorrisi… anch’io mi sentivo così, ma
non era
ciò che volevo sapere. -Non
mi riferivo a quello… volevo sapere se senti…
male da
qualche parte…- mormorai preoccupato, continuando ad
accarezzare
quella pelle di velluto. Un risolino divertito le scappò. -No,
sto a meraviglia! E poi il dolore non è nemmeno una piccola
frazione di tutto il piacere che mi hai fatto provare!- mi
spiegò. Sospirai di sollievo… molte volte mi ero
soffermato a pensare che nonostante il fatto che l’avesse
sempre
desiderato con tutte le sue forze (ed io con lei!), ci sarebbe stato il
rovescio della medaglia, perché lei avrebbe comunque sentito
dolore. Naturalmente da uomo non potevo sapere quanto e di che genere,
ma per sentito dire, la prima volta per una ragazza non era poi
così piacevole come per noi maschietti… e avevo
il
terrore, nonostante le sue dolci rassicurazioni, che anche in quel
momento avesse continuato a sentirsi anche solo un po’
indolenzita. Avevo cercato di essere il più delicato
possibile,
e fino ad un certo punto ero consapevole di esserlo stato…
ma
poi… il mio lato oscuro e selvaggio aveva inesorabilmente
preso
il sopravvento ed ero stato più irruento che delicato! Mi
sentivo un po’ in colpa… anche se lei in effetti
sembrava
stare bene, molto bene! Sapevo
che alle volte potevo risultare eccessivamente apprensivo…
era
un mio difetto; ed ero anche consapevole che questa cosa, se da una
parte le faceva piacere, dall’altra la esasperava
parecchio… ma era più forte di me! La
strinsi forte al mio petto e poi improvvisamente, come un fulmine a
ciel sereno, mi resi conto che non saremmo rimasti soli ancora per
molto... fanculo!! Oh
cazzo! Cazzissimo! Non volevo assolutamente rischiare che Charlie ci
potesse trovare in quelle condizioni! Non avrei permesso a nessuno di
rovinare quella magica serata e ciò che di meraviglioso era
accaduto tra noi! Sbuffai sonoramente, attirando l’attenzione
di
Bella. -Qualcosa non va, Edward?-
mi chiese, subito preoccupata. -Merda,
è quasi l’una! Sarà meglio che ci
rivestiamo,
amore… di solito fino a che ora dura la festa?- le chiesi
con un
tono ansioso e triste, sperando che in realtà mi rispondesse
che
gli altri non sarebbero tornati ancora per parecchie ore… -Oddio,
no! Me ne ero dimenticata, che scema! Hai ragione…
dovrebbero
rientrare tra poco… è solo che…
sì,
insomma, mi dispiace un casino che non possiamo dormire insieme, nudi e
abbracciati… perché ti giuro che non mi
staccherei da te
per tutto l’oro del mondo!- esclamò imbronciata. Sogghignai,
approvando ogni singola parola. Anche lei, come me, non avrebbe voluto
interrompere quell’idilliaco momento. Ecco perché
avevo
sempre tenuto molto alla nostra serata perfetta: sapevo che poi ci
sarebbe costato uno sforzo enorme separarci per un’intera
notte… se avessimo aspettato il nostro speciale weekend
avremmo
passato tutto il tempo insieme a fare l’amore, ancora e
ancora… Ma…
chissenefrega! Finiscila con le seghe mentali, Edward!, mi insultai. Non
avevo il minimo rimpianto di non aver aspettato! Non ci sarebbe potuto
essere momento più perfetto di quello che avevamo vissuto!
E,
prepotenti, le immagini del mio corpo immerso nel suo paradiso caldo ed
accogliente esplosero nella mia mente, facendo risvegliare la mia
eccitazione in un batter d’occhio… Rotolai
su di lei e premetti di nuovo il mio bacino sulla sua
intimità,
giusto per chiarire il concetto che non sarebbe stata la sola a
soffrire per l’obbligata separazione notturna... Al
mio gesto irruento, il respiro le si mozzò in gola, mentre
un
impellente desiderio esplodeva di nuovo nel mio corpo e nel suo,
facendoci fremere all’unisono… -Dio…
lo senti, Bella? Ho sempre e costantemente voglia di te!- mormorai
roco, lambendo il suo orecchio, e facendola gemere sommessamente. A
quello splendido suono una scossa si irradiò nel mio corpo
fermandosi all’altezza del mio inguine. -Anche
io… amore mio! Ora che so cosa si prova a sentirti dentro di
me… ti voglio ancora di più!- mi
confessò,
mugolando e cercando di strusciarmi per approfondire quel meraviglioso
contatto. Sospirai… quanto avrei voluto di nuovo perdermi in
lei… ancora e ancora e ancora… Ma
non potevamo, accidenti! Avremmo rischiato troppo con il baffuto
sceriffo! Soprattutto io e i miei delicati e preziosi gioielli di
famiglia… -Stai
buona panterina mia! Non possiamo farci beccare proprio stasera! Non
voglio che Charlie mi rovini i gioielli di famiglia per sempre! E
inoltre sappi che niente e nessuno dovrà rovinare questa
magnifica serata!- la ammonii, tenendola ferma per i fianchi. -Ma
hai iniziato tu!- si difese, sorridendomi maliziosa; -Non puoi mica
lanciare il sasso e poi nascondere la mano!- mi rimproverò,
imbronciandosi. Scoppiai a ridere di fronte a quel musetto
triste… Dio solo sapeva quanto immensa era la mia voglia di
lei!
-Non
l’ho fatto apposta, è colpa di Super Cullen!
Quando gli
sei vicina è particolarmente intraprendente e vivace! E
poi… stare dentro di te… dio, sei così
calda,
morbida, profumata… il tuo corpo è un invito a
cui non si
può resistere!- mi difesi, mordicchiandole un seno. -Ahh!
Edward…- urlò, presa alla sprovvista dal mio
gesto
improvviso. Alzai il viso da quella meraviglia, per perdermi nel mare
di cioccolata dei suoi occhi. -Se
continui così, giuro che non mi alzo più da
questo
letto…- sussurrò, con gli occhi scintillanti di
desiderio, specchio dei miei. Sospirai a fondo… aveva
ragione!
Ci dovevamo dare una smossa e alla svelta. -Amore,
ti prometto che il prossimo weekend sarà tutto nostro e
niente e
nessuno potrà disturbarci! Sarà ancora
più
stupendo di stasera, te lo garantisco!- soffiai sulle sue labbra,
succhiando quello inferiore che tanto amava torturare con i suoi denti.
Mugolò di nuovo, facendomi sorridere ancora. Ormai era
completamente in balia delle mie stesse emozioni e non potevo che
esserne più felice! Mi
imposi, anche se a malincuore, di staccarmi da quel corpo divino, colmo
di milioni di inebrianti promesse… mi sedetti sul letto e la
trascinai con me, in modo da poterla trattenere ancora un po’
tra
le mie braccia, senza che le nostre intimità continuassero a
restare a stretto contatto… stavo veramente uscendo fuori di
testa! -Mi
daresti qualche indizio, cucciolo? D’altronde ora puoi anche
rivelarmi cosa avevi preparato per noi, no?- provò a
convincermi, sorniona. Si vedeva lontano un miglio che era
curiosissima, ma decisi di farla soffrire ancora un po’. -Scordatelo,
stellina mia! Si tratta comunque del nostro primo mesiversario e io ho
tutta l’intenzione di farti trascorrere la serata romantica e
perfetta che ti avevo promesso… e naturalmente
sarà anche
piena di fuoco e di passione! Non avrà nemmeno il tempo per
respirare, signorina Swan!- le promisi, mentre nei suoi occhi ardeva
viva la fiamma del desiderio. Ci lasciammo andare ad un ultimo bacio
appassionato e poi ci alzammo. Cercammo
di dare una sistemata alla camera, facendo sparire tutte le tracce del
nostro amore e poi, dopo esserci vestiti e preparati per la notte,
decidemmo di scendere a mangiare qualcosina… in fondo
nessuno
dei due aveva cenato, e dopo l’intensa quanto piacevole
attività fisica, mi ero riscoperto affamato come un lupo! E
lei
con me. Ci
accomodammo sugli sgabelli della cucina e iniziammo a divorare i
tramezzini che ci aveva preparato mia madre, ridendo e scherzando,
più felici che mai. Dopo
nemmeno cinque minuti di chiacchiere spensierate e baci a fior di
labbra, sentimmo le auto arrivare in garage… cazzo, che
culo:
appena in tempo!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 80
-Allora
sorellina… che mi racconti di bello?- esclamò
Jazz
d’un tratto alle nostre spalle, facendoci sobbalzare
spaventati a
causa della sua improvvisa irruzione in cucina.
-Ma
Jazz, che vuoi che ti dica?!- risposi con una mano sul cuore, ancora
spaventata, facendo ghignare Edward sul mio collo.
-Che
se
continui così mi farai venire un infarto!- ribattei piccata.
Dio, avevo ancora il cuore in gola! Quel ragazzo era un felino: aveva
sempre avuto, fin da piccolo, l’irritante capacità
di
strisciare silenzioso in una stanza senza che nessuno riuscisse ad
accorgersi di niente… essenzialmente l’esatto
contrario
della sottoscritta, che di solito, quando compiva la propria entrata
produceva rumori più o meno assordanti, dato che o cadevo o
scontravo qualche antipatico oggetto che testardamente si ostinava ad
infilarsi tra i miei piedi incolpevoli…
Mio
fratello
sogghignò alle mie parole, venendo a darmi un bacio;
chissà se era riuscito ad intuire qualcosa… si
sedette
sullo sgabello accanto al nostro e con una mossa inaspettata e fulminea
mi attirò sulle sue ginocchia, provocando le sonore proteste
di
Edward.
-Ehi,
la mia
ragazza!- si lagnò il mio ragazzo con lui, mettendo un
broncio
attira baci e incrociando le braccia al petto.
-Oh,
per
favore! Non fare il maiale, datti una calmata, che te la sei spupazzata
tutta la sera!- lo rimproverò Jazz, facendomi di nuovo
scaldare
le guance. Accidenti! Allora era possibile che si fosse accorto di
qualcosa…
-Allora,
Bells? Sto aspettando…- aggiunse con un tono serio,
aggrottando un sopracciglio.
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Eccomi ragazze!
Scusate ancora per il casino di questa mattina. Non ho ancora capito
come mai, ma dopo che ho postato il capitolo sono comparse delle
correzioni nostre scritte in piccolo e in nero, che non compaiono nel
capitolo di Nuv. Naturalmente sono sempre a casa, ma proprio oggi che
è successo questo, ero fuori. Ho provato a cancellare quelle
frasi col cellulare, col risultato che, sempre senza sapere come, mi si
è cancellato anche il finale del capitolo, così
ho preferito togliere tutto e ripostare appena rientrata a casa.
Spero che chi di voi avesse già lasciato il commento, si
accorga del disguido e lo possa rilasciare. Non vorrei che pensaste che
non vi abbiamo voluto rispondere.
Comunque ora dovrebbe essere tutto a posto, perciò riposto
tutto quanto, anche l'introduzione.
Buongiorno ragazze e buona festa!
Inutile dirvi quanto ci abbiano fatto piacere le vostre recensioni e
alcune di voi hanno addirittura apprezzato di più il pov
Edward.
Non possiamo fare altro che gongolare! GRAZIE!
Ora vi lasciamo a una piccola riunione tra i ragazzi che sono appena
ritornati da La Push. BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 80
Sgamati!
Pov Bella
Che incredibile botta di fortuna! Ci eravamo appena sistemati in cucina
a mangiare dei tramezzini, quando tutta la famiglia al completo
comparve davanti a noi. Appena ci videro, sorrisero felici del fatto
che io e Edward eravamo sereni e tranquilli (nonché
assurdamente
pazzi di gioia!): avevamo evidentemente aggiustato tutte le nostre
incomprensioni… e non solo! Già: e chi se le
ricordava
più?
-Ciao a tutti!- esclamai io, euforica come non mai. Avevo tanta di
quella energia in corpo che sarei andata a ballare tranquillamente per
tutta la notte! Tutti mi fissarono attoniti per il mio entusiastico
saluto e mio padre si avvicinò con sguardo indagatore,
più perplesso che convinto.
-Ciao tesoro! Ti è già passata?!- mi chiese,
evidentemente sorpreso.
-Sì, scusa papà! Mi sono comportata come una
bambinetta
capricciosa e viziata!- gli risposi, imbarazzata. Era vero, avevo fatto
proprio i capricci, peggio di Maya! Mio padre sgranò gli
occhi
per le mie scuse così schiette e repentine. Probabilmente
era
già pronto a vedermi con il muso per parecchi giorni! Non
era
abituato a questa mia arrendevolezza… di solito, a causa
della
mia proverbiale testardaggine, solamente dopo che Jasper riusciva a
farmi ragionare con calma e pazienza mi rendevo conto del mio
comportamento infantile e immaturo.
Per fortuna il mio vecchio non indagò oltre e con un sorriso
pienamente soddisfatto diede una poderosa e amichevole pacca sulla
spalla di Edward, che per poco non si strozzò con il suo
tramezzino, facendo sghignazzare tutti.
-Ragazzo mio, sei un grande! Fai davvero miracoli tu! Bravissimo!-
esclamò ancora incredulo, facendomi arrossire. Eh
sì,
concordavo con mio padre: Edward era proprio… grande! Almeno
quella parte di lui! Ed era proprio bravo a compiere
miracoli…
molto bravo… praticamente un dio! E i suoi metodi erano
stati
decisamente… infallibili! Li avrei desiderati ogni giorno!
Arrossii all’istante per i miei audaci pensieri, sperando che
nessuno notasse il mio gigantesco imbarazzo; ma per mia somma sfortuna
mio fratello non mi toglieva gli occhi di dosso… abbassai il
capo, ancora più a disagio sotto le sue iridi scrutatrici...
accidenti, era dura sfuggirgli…
-Bella, Edward, giù alla riserva, ci hanno dato tutte queste
squisitezze per voi, visto che stasera non c’eravate. Se
volete
spizzicare qualcosa, vi lasciamo tutto qui, ok?- ci rivelò
Esme,
posando delle buste sul ripiano vicino al lavandino.
-Bè, noi ce ne andiamo a dormire ragazzi, buon
proseguimento!-
esclamò ancora papà. Augurammo loro la buonanotte
e
aspettammo che salissero al piano di sopra per far quattro chiacchiere
spensierate tra noi ragazzi.
-Amore mio, vuoi mangiare qualcosa?- chiesi al mio Edward, riferendomi
alle buste stracolme di ogni prelibatezza.
-Sì, ho ancora molta fame!- affermò regalandomi
uno
sguardo da cucciolotto affamato; sogghignai tra me…
l’attività fisica in effetti era stata intensa!
-Bella, mettimi qui i viveri di conforto che hanno portato, e poi
pretendo che tu stia seduta in braccio a me! Sei già stata
troppo lontana per i miei gusti- aggiunse con espressione maliziosa,
facendomi rabbrividire per l’emozione. Oddio, ero soggiogata
dalla sua voce roca e sensuale, dai suoi smeraldi vividi e intensi, dal
suo sorriso sghembo che ogni santa volta riusciva ad accelerare il
battito del mio cuore! Naturalmente lui non era l’unico a
provare
quelle sensazioni: anche a me mancava il calore e il vigore del suo
corpo… e quindi raccolsi all’istante il suo
intrigante
invito, mentre gli altri decisero di salire un momento per andare a
prepararsi per la notte; poi ci avrebbero raggiunto di nuovo in cucina.
Nel frattempo, felici e abbracciati, io e lui assaggiammo un
po’
di tutto, imboccandoci a vicenda e scambiandoci più di
qualche
bacetto, che ci fece dimenticare per un po’ la
realtà…
-Allora sorellina… che mi racconti di bello?-
esclamò
Jazz d’un tratto alle nostre spalle, facendoci sobbalzare
spaventati a causa della sua improvvisa irruzione in cucina.
-Ma Jazz, che vuoi che ti dica?!- risposi con una mano sul cuore,
ancora spaventata, facendo ghignare Edward sul mio collo.
-Che se continui così mi farai venire un infarto!- ribattei
piccata. Dio, avevo ancora il cuore in gola! Quel ragazzo era un
felino: aveva sempre avuto, fin da piccolo, l’irritante
capacità di strisciare silenzioso in una stanza senza che
nessuno riuscisse ad accorgersi di niente… essenzialmente
l’esatto contrario della sottoscritta, che di solito, quando
compiva la propria entrata produceva rumori più o meno
assordanti, dato che o cadevo o scontravo qualche antipatico oggetto
che testardamente si ostinava ad infilarsi tra i miei piedi
incolpevoli…
Mio fratello sogghignò alle mie parole, venendo a darmi un
bacio; chissà se era riuscito ad intuire
qualcosa… si
sedette sullo sgabello accanto al nostro e con una mossa inaspettata e
fulminea mi attirò sulle sue ginocchia, provocando le sonore
proteste di Edward.
-Ehi, la mia ragazza!- si lagnò il mio ragazzo con lui,
mettendo
un broncio attira baci e incrociando le braccia al petto.
-Oh, per favore! Non fare il maiale, datti una calmata, che te la sei
spupazzata tutta la sera!- lo rimproverò Jazz, facendomi di
nuovo scaldare le guance. Accidenti! Allora era possibile che si fosse
accorto di qualcosa…
-Allora, Bells? Sto aspettando…- aggiunse con un tono serio,
aggrottando un sopracciglio. Improvvisamente mi ricordai che nella mia
puerile sfuriata l’avevo mandato al diavolo e me
l’ero
presa anche con lui... povero il mio fratellone, dovevo rimediare
subito! D’istinto lo abbracciai, riempiendo di bacetti tutto
il
suo viso, facendolo sghignazzare; nel frattempo tutti gli altri ci
avevano raggiunto in cucina e si stavano accomodando intorno alla
penisola.
-Scusami Jazz! So che non avrei dovuto prendermela con te…
è che… mi conosci, lo sai anche tu quanto divento
infantile ed egoista quando non riesco a guidare la mia amata
piccolina… soprattutto a La Push…- mormorai,
palesemente
imbarazzata ad ammettere quel mio grande difetto davanti a tutti.
-Ce ne siamo accorti, credici sorellina!- sghignazzò Emm e
scoppiarono tutti in una risata allegra e liberatoria.
-Accetto le tue scuse Bells, ma vedi di darti una regolata la prossima
volta… non hai più dieci anni, manca poco alla
maggiore
età! E poi preparati psicologicamente: ti aspetta una bella
ramanzina da Jake! Si è incazzato parecchio quando ha
scoperto
che il dottore non ti aveva esattamente dato il permesso di
uscire… e tu avevi palesemente ovviato su questo piccolo e
insignificante dettaglio- mi rimproverò con una certa
gravità.
-Uffi!- sbuffai seccata, coprendo il volto con le mani. Non sopportavo
proprio quando Jake mi faceva la predica! Anche se ero consapevole che
di solito aveva perfettamente ragione… ma non riuscivo a non
irritarmi al tono borioso e saccente che molto spesso utilizzava nei
miei confronti e alla fine proprio per questo litigavamo ancora di
più!
-Te la sei cercata col lanternino, sorellina… e sinceramente
spero che tu abbia chiesto scusa per il tuo comportamento anche ad
Edward, in tutti i modi possibili- rincarò la dose con
autorevolezza. Mi sentivo stropicciata come uno straccio usato ma
ingoiai il rospo, mentre quell’orso di Emmett continuava a
sghignazzare senza ritegno.
-Ah ah ah! In tutti i modi possibili, Bellina!- sghignazzò
lui
per fare il solito spiritoso, non immaginando di averci azzeccato alla
grande!
-Allora, gli chiedi scusa?- incalzò mio fratello. Nel
frattempo
Edward si godeva compiaciuto quella mia lavata di capo, soddisfatto dal
fatto che Jazz finalmente avesse preso le sue difese. Sospirai e da
bimba dispiaciuta mi apprestai a pentirmi di nuovo.
-Sì hai ragione… mi spiace tanto
Edward… e anche
se ti ho già chiesto scusa, vorrei prometterti che mai
più tenterò di raggirarti in quel modo
subdolo…-
mi rivolsi a lui sinceramente pentita. Lui mi fece il suo sorriso
sghembo e mi attirò a sé.
-Vieni qua cucciola, mia… lo sai quanto ti amo, vero?-
mormorò, stringendomi forte a sé. Sorrisi
sfregandomi sul
suo petto e la mia gamba sentì immediatamente la sua
erezione
riprendere vigore. Lo guardai negli occhi desiderandolo da morire, e
iniziai a mordicchiarmi il labbro per l’eccitazione; notai
chiaramente la stessa luce anche nei suoi. Ci rendemmo conto che tutti
ci stavano fissando e dopo un attimo sentii un singulto di Rosalie che
si era portata le mani a coprirsi la bocca spalancata. E adesso che le
era venuto in mente?
-Che c’è amore? Stai male, Rose?- le chiese
preoccupato Emmett. Lei con gli occhi sgranati mi sorrise radiosa.
-Oddio! Voi due stasera… l’avete fatto!-
urlò
improvvisamente, mentre io ed Edward ci irrigidimmo
all’istante.
Cavoli, come diavolo se n’era accorta?! Avevamo un biglietto
attaccato in fronte?!
-Rose… ma che… stai dicendo?- balbettai
imbarazzata, per
tentare comunque di sviare i sospetti. Certo l’avrei
raccontato
ad entrambe… è che così…
sì
insomma… spiattellarlo davanti a tutti… oh merda,
non ne
avremmo potuto parlare in privato?
-Oh sì, sì, mia cara! Non cercare di fregarmi
perché è proprio così! Mi sto forse
sbagliando?!-
ci chiese, sospettosa e certa che la sua intuizione fosse esatta.
-No, Rose, non stai sbagliando…- le rispose mio fratello con
un
tono certo. Cosaaa?! E lui che ne sapeva?! Ma cosa avevano fatto per
capirlo? Frequentato un corso per medium?!
Cercai di ribattere, ma il sorriso a trentadue denti sul viso
palesemente trionfante e soddisfatto di Edward, mi fece desistere dal
mio intento di sviare la questione.
-E bravi i nostri piccioncini!- esclamò Emmett felice,
venendo
ad abbracciarmi. Mamma mia, che stretta poderosa! Accidenti, mi stava
quasi soffocando… come diavolo faceva Rosalie a non avere
tutte
le ossa rotte?!
-Ma che ti urli, orso! Vuoi che ci sentano anche al piano di sopra?!-
lo rimproverò Alice. Poi lo spostò senza
particolare
gentilezza, per donarmi un suo sentito abbraccio, subito sovrastata da
Rosalie. Non capivo più niente, ero frastornata e felice e
avrei
saltato per la gioia immensa!
D’un tratto due braccia fraterne mi afferrarono e mi
trascinarono
in un angoletto della cucina. Jazz mi stava osservando negli occhi
intensamente, con uno sguardo un po’ contento e divertito e
un
po’ serio e preoccupato.
-Sorellina tutto bene? Tu… stai bene? Sei felice?- mi chiese
titubante. Gli regalai un sorriso che non poteva essere assolutamente
frainteso… e lui capì al volo, stringendomi forte
a
sé e trasmettendomi tutto il suo affetto profondo.
-La mia piccola Bells! Non posso crederci… devo ammettere
che
sono un po’ geloso e che, in questo momento, mi prudono
parecchio
le mani nei confronti del tuo ragazzo…- mi
rivelò,
lasciandomi basita. Ehh?! Lo guardai piuttosto truce. Era ammattito?
Come poteva pensare di picchiare il mio Edward? Solo perché
lui,
con la sua passione e la sua dolcezza, mi aveva appena reso la ragazza
più felice, desiderata e amata dell’intero
universo?!
Come se lui ed Alice avessero fatto i santi vergini e martiri durante
il precedente weekend! Ma prima che potessi pronunciare anche solo il
minimo rimprovero, mi anticipò con un sorrisetto divertito.
-Ehi, ehi! Non mi guardare così! E’ naturale, dai,
sono il
tuo fratellone… e se chiedi ad Edward cosa prova al pensiero
che
io ed Alice ci abbandoniamo alle stesse… ehm…
attività, sono certo che la sua risposta sarà
uguale alla
mia…- si difese strenuamente. Questa poi!
-Certo che voi maschi siete proprio esseri strani… fate di
tutto
e di più con la vostra partner, però preferite
pensare
che le vostre sorelle o le vostre madri abbiano una vita sessuale quasi
inesistente… crescete che è meglio!- lo
rimproverai, non
riuscendo proprio a capire quel sentimento di gelosia e possesso che si
scatenava indistintamente in ognuno di loro. Per carità,
nemmeno
a me faceva piacere venire a conoscenza dei dettagli intimi della vita
di mio fratello; ma di certo non per gelosia o
possessività… semplicemente perché mi
faceva… un certo effetto di nausea pensarlo in situazioni
erotiche...
Intanto Jazz era improvvisamente sbiancato alle mie parole, e
continuava a fissarmi con un’espressione parecchio sconvolta.
Non
lo capivo più! Ed ora che gli era preso, d’un
tratto?
-Cosa significa… di “tutto e di
più”..?- mi
chiese in un soffio; accidenti, sembrava veramente agitato e turbato!
Sbuffai sonoramente… e poi l’infantile ero io!
-Era un modo di dire, casto fratellino mio… solo un modo di
dire!- lo schernii, vedendolo rilassarsi immediatamente.
-Ehi, tutto bene?- ci chiese Edward, spuntato improvvisamente alle mie
spalle. Lui e Jazz si lanciarono un’occhiata
intensa… e
per un attimo trattenni il fiato per il terrore che potesse sorgere una
discussione tra loro… poi scoppiarono a ridere con le
lacrime
agli occhi e si abbracciarono dandosi continue e vigorose pacche sulle
spalle. Bah! Maschi… e poi si diceva che noi donne eravamo
quelle complicate da capire! Perché loro, invece? Si
consideravano normali con tutti quegli atteggiamenti spacconi e da
padroni del mondo?! Mentre ancora loro si davano pacche sulle spalle
come due idioti, io mi avvicinai alle donne di casa e mi sedetti tra
loro.
-Vogliamo sapere tutto!- esclamò Rose, più
allegra e
curiosa che mai. Scossi la testa, procurandomi un sonoro pizzicotto da
parte di Alice.
-Ahia!- esclamai, dolorante.
-Tutto!- precisò Rose con un ghigno divertito.
-Il pizzico te lo sei meritata… e ora spara!- mi
minacciò
il folletto subito dopo, mentre gli ometti si riaccomodavano e
continuavano a spazzolare tutto quello che c’era di
commestibile
sul tavolo. Ma come facevano a ingurgitare tutta quella roba?!
Specialmente Emm e Jazz, che probabilmente ci avevano già
dato
dentro alla grande alla riserva!
-Ragazze, in questo momento non mi sembra il caso…- affermai
imbarazzata, perché vedevo chiaramente l’interesse
dei
maschietti per il mio piccante racconto.
-Rimandiamo a domani, ok?- le pregai, sperando che mi lasciassero in
pace. Per mia fortuna acconsentirono.
-Però una cosa la vorrei sapere io, per favore…-
chiesi,
rivolta a Rose; -Come diavolo hai fatto a capirlo?! Non penso che
né io né Edward ce l’avessimo scritto
in faccia!-
rimarcai, sicura.
-Bè, su questo non ci giurerei! Avete ancora due espressioni
completamente beate, quasi strafatte!- mi rispose Alice, sorridendo e
andando a sedersi in braccio a Jazz, che la avvolse immediatamente con
le sue braccia, iniziando a baciarle il collo e facendola mugolare di
piacere. L’occhiata truce di Emmett ed Edward, lo fece
rinsavire
immediatamente, facendo sghignazzare me e Rose, e protestare Alice.
-Sentite fratelloni, mettiamoci d’accordo, perché
qui non
si può di certo proseguire così! Se voi avete
intenzione
di lasciarvi andare ad effusioni con le vostre fidanzate anche davanti
a noi due, sarà meglio che lasciate in pace il mio Jazz,
quando
lo facciamo noi… perché altrimenti
renderò la
vostra vita intima un vero e proprio inferno, credetemi!- li
minacciò seria Alice. Io e Rose ci irrigidimmo
immediatamente e
contemporaneamente richiamammo all’ordine i nostri ragazzi,
con
uno sguardo intimidatorio e truce più che eloquente.
-Ok, ok! Sorellina, hai ragione tu… ma per favore non
esagerate… scusa ma è più forte di
me!- si
lamentò, quasi dolorante Emmett. Alice diede un sonoro bacio
sulla guancia ad entrambi i suoi fratelli e poi
tornò ad accoccolarsi sulle ginocchia del mio fratellone.
-E ora a noi, detective in gonnella!- minacciai Rose, che sorrideva
sorniona.
-Ok, ok, ti svelo l’arcano! Bè, oltre agli sguardi
inconfondibili a cui già accennava Alice (e per
inconfondibili
intendo altamente erotici!), c’era anche la tua totale
arrendevole sottomissione a Charlie e a Jazz, che mi ha
sconvolto… hai subito chiesto scusa senza battere ciglio! E
questo non succede mai! Nemmeno quando sai di essere in torto marcio!
Cioè, chiedi scusa quando ti accorgi di sbagliare, ma non
così repentinamente… diciamo che ti ci vuole un
po’
per sbollire la tua testardaggine! E con la litigata di stasera,
conoscendoti, avevo creduto che come minimo ci avresti messo almeno due
giorni per calmarti…- mi spiegò.
Effettivamente…
mi conosceva proprio bene!
-E poi la ciliegina sulla torta: ti sei resa conto che non ci hai
nemmeno chiesto della gara e chi ha vinto?! Il che è tutto
dire!
Solo una cosa avrebbe potuto renderti tanto felice da non farti nemmeno
passare per l’anticamera del cervello il ricordo di quello
che ti
sei persa!- aggiunse mio fratello tra gli scrosci di risa
dell’intera combriccola. Già la gara! Non ci avevo
proprio
più pensato…
-Ah già, la gara! E chi ha vinto?- domandai, abbastanza
indifferente. Era incredibile quanto poco me ne importasse in quel
momento… anzi a dirla tutta ero ben felice di essermela
persa!
-Ha vinto Quil!- esclamò Jazz; -Quel ragazzo è un
vero
portento!- lo elogiò. Poi mio fratello mi diede un buffetto
sulla guancia, in segno di conforto e io gli sorrisi sincera, per
fargli capire che era tutto a posto. L’abbraccio di Edward
invece
si intensificò. Probabilmente pensava che fossi dispiaciuta
di
non aver partecipato, così cercai di tranquillizzarlo. Gli
accarezzai una guancia e gli diedi un casto bacio su quelle labbra
dolci come il miele.
-Amore è tutto a posto… non fa niente, davvero!
Non
m’importa della gara e ho capito il tuo punto di vista sulla
pericolosità della stessa. Ti prometto che in futuro
cercherò di non fare mai niente che ti possa causare
sofferenza…- gli mormorai all’orecchio, sperando
che la
conversazione rimanesse privata, visto che gli altri stavano
chiacchierando allegramente per conto loro. Ma avevo fatto male i miei
conti, perché mio fratello, come suo solito, ci aveva
osservati
con attenzione.
-Vedi Edward…- intervenne; -…a te stasera, quelli
di
Bella, saranno sembrati solo degli inutili capricci per una stupida
gara… ma devi capire che è una delle cose a cui
tiene di
più mia sorella. Credimi quando ti dico che capisco le tue
preoccupazioni… non devi pensare che a me non me freghi
niente e
che sia un incosciente a farla gareggiare comunque… ma dopo
numerosi mesi passati a litigare proprio per quel motivo, ho capito che
la sua è una passione radicata e sincera e non solamente uno
sfizio! Quindi spero che riuscirai a capirmi anche tu se ti dico che
non posso assolutamente tarparle le ali. E’ come se a te
togliessero il tuo adorato pianoforte! Oddio, so che non è
un
paragone molto azzeccato, perché la tua non è una
passione pericolosa; ma per lei ha la stessa importanza, te
l’assicuro! Probabilmente per te gareggiare a New York era
solo
un modo come un altro per passare la serata in un modo spericolato e
divertente, per procurarti una botta d’adrenalina…
invece
per Bella la moto è molto importante e so che non vi
rinuncerà mai! E non penso sia nemmeno giusto che tu
pretenda
una cosa del genere da lei…- cercò di spiegargli
Jazz,
sorprendendomi enormemente. Lo abbracciai immediatamente con un puro
slancio d’affetto. Mio fratello mi conosceva perfettamente ed
ero
contenta che avesse cercato di spiegare ad Edward il perché
del
mio infantile comportamento; anche se ero pienamente consapevole di
aver esagerato e quindi di aver sbagliato, soprattutto nei confronti
del mio ragazzo.
-Bella, io non voglio assolutamente vietarti di andare in
moto…
non sono tuo padre e non ci tengo nemmeno a esserlo, per
carità… però non posso non
preoccuparmi per te!
Sei la persona più importante della mia vita, lo capisci,
piccola mia? Quindi cerchiamo un compromesso, ok? Magari eviti di
metterti alla guida di Roxy con le strade ghiacciate ed io
cercherò di non farmi venire inutili paranoie…-
mi
propose quell’angelo con un sorriso radioso. Annuii felice:
era
straordinario!
-Wow, ragazzi sono quasi le tre! Sarà meglio che ce ne
andiamo a
nanna, altrimenti domani passeremo tutto il sabato a poltrire a letto-
ci avvisò Alice.
-Sentite… domani quando ci alziamo, andiamo insieme al
centro
commerciale a Port Angeles? Io e Bella dobbiamo comprare il suo nuovo
cellulare!- propose Edward. Neanche a dirlo e le urla entusiastiche di
Alice e Rose proruppero per l’intera cucina. Acconsentirono
anche
Emmett e Jasper.
-Lasciamo un biglietto ad Esme per avvertirla che non pranzeremo a casa
e puntiamoci le sveglie per le undici, così ci riposiamo un
po’!- propose mio fratello.
-Sì, manda anche un messaggio a Jake per avvertire lui e
Leah-
aggiunse Rose. Al nome del mio amico, un lamento involontario proruppe
dalla mia bocca. Mio fratello sghignazzò senza ritegno.
-Ti tocca Bells! Tanto se non è domani, sarà
dopodomani… e se poi Jake viene a sapere che non volevi
chiamarlo per evitarti la sua meritata ramanzina, sarebbe capace di
tirarti il collo! Almeno via il dente via il dolore!- mi
schernì.
-Ridi, ridi! Tanto la predica me la becco io!- mi imbronciai, al
pensiero del sonoro rimprovero che mi attendeva.
-Amore mio… parlerò io con Jake e
cercherò di
convincerlo a lasciar perdere, ok?- intervenne Edward. Scrollai la
testa, triste.
-No, no… è meglio che mi dica quello che mi deve
dire… tanto in modo o nell’altro lo deve tirare
fuori… sono io che dovrò cercare di non
rispondergli per
le rime e lasciarlo parlare senza ribattere… se ci
riuscirò allora il sabato non sarà rovinato!- gli
spiegai.
Rapidamente rimettemmo tutta la cucina in ordine, lasciammo il
biglietto per avvisare Esme e spegnemmo tutte le luci, per poi avviarci
al piano di sopra.
Edward si fermò davanti alla porta della mia camera e il mio
viso, chiaramente imbronciato all’idea di separarci per la
notte,
lo fece sorridere.
-Anche a me non piace l’idea di andarmene solo soletto in
camera
mia… ma non possiamo fare altrimenti, cucciola, lo
sai…
cerchiamo di fare i bravi e di non dare a tuo padre il minimo pretesto
per rovinarci il prossimo weekend! Lo sceriffo sarebbe capace di
punirci, vietandoci di trascorrerlo insieme!- mi spiegò
saggiamente.
-Hai ragione! E poi è appena iniziato il sabato: abbiamo due
interi giorni da passare insieme prima di ritornare a scuola!- gli
ricordai ancora.
-Buonanotte, amore mio!- mi salutò Edward, dandomi un bacio
a
fior di labbra. Sapevamo entrambi che se ci fossimo lasciati andare a
quel bacio non ci saremmo più staccati…
-Buonanotte, Edward…- sussurrai felice.
ANTEPRIMA CAPITOLO 81
-Ma Leah e Angela dove sono finite?- chiesi stupita, non ritrovandole
con loro.
-Sono andate un attimo alle toilettes, arrivano subito- mi rispose
gentilmente Ben. Nel frattempo mi distrassi per la posa improvvisamente
tesa e rigida che aveva assunto Edward. Seguii il suo sguardo infuriato
e riconobbi immediatamente l’oca della foto che mi era
arrivata
sul cellulare! Quella gallina era con Lauren, Jessica e le altre
cheerleader che completavano lo starnazzante pollame. Ecco chi aveva
ideato tutto! Ci avrei scommesso, maledette! Che rabbia!
Intanto ci raggiunsero anche Leah e Angela. Quest’ultima
sembrava
nervosa e preoccupata, mentre la prima era letteralmente furibonda: si
vedeva lontano un miglio che aveva un diavolo per capello! Ma che
diavolo poteva essere accaduto?
-Ragazzi… ehm… dobbiamo dirvi… una
cosa… un
po’ ripugnante…- balbettò Angela, con
la consueta
pacatezza unita ad un certo imbarazzo, rivolgendosi a me ed Edward.
Io e lui ci scambiammo un’occhiata sbigottita.
-Sì, maledizione!- intervenne Leah, incapace di trattenersi
ancora. -Eravamo in bagno e a un certo punto sono entrate quelle oche
giulive laggiù!- continuò, indicando il
gracidante
gruppetto che poco prima aveva attirato la nostra attenzione.
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
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CAPITOLO 81
Ora
basta!!
Pov
Bella
Era l’una passata ed eravamo appena arrivati al centro
commerciale di Port Angeles. Ci avevano accompagnati anche Jacob, Leah,
Ben e Angela. Nessuno della famiglia Swan-Cullen aveva intenzione di
pranzare quel sabato, visto che avevamo fatto colazione piuttosto
tardi; quindi all’ingresso ci dividemmo e le due coppiette
affamate andarono al bar a smangiucchiare qualcosa, mentre tutti noi
andammo in missione per comprare il mio nuovo telefonino.
-Senti amore, non mi interessa niente se me lo hai rotto tu e ti senti
colpevole! Lo vorrei comprare io, ok?- provai un’ennesima
volta a
convincere Edward che, testardo più di me, sembrava
fermamente
convinto a non cedere. Mi faceva sentire in imbarazzo il fatto che si
sentisse in dovere di comprarmi il telefono. In fondo, se quando avevo
ricevuto quel maledetto messaggio, avessi chiesto subito una
spiegazione a lui senza allontanarlo in quel modo irritante ed
immaturo, Edward non lo avrebbe certamente lanciato contro il muro per
la furia! A mio avviso la colpa avrebbe dovuto essere egualmente
ripartita, e quindi ci tenevo a pagarmelo da me.
-Bella per favore, non ho voglia di cominciare un litigio anche oggi
per questa solenne cavolata! Mi sembra che il nostro rapporto sia
maturato un bel po’, non trovi? Quindi non fare la bimba,
stai
buona e accontenta il tuo ragazzo, ok? Il telefono vorrei regalartelo
io, ci tengo davvero!- mi rimproverò con dolcezza ma
leggermente
esasperato. In effetti durante il viaggio non avevamo fatto altro che
dibattere su questo: Edward era stato sempre molto dolce e comprensivo,
ma al momento si stava spazientendo, dato che continuavo a
insistere… e come risultato della mia cocciutaggine stava
(giustamente, ad essere onesta) iniziando a innervosirsi.
Accidentaccio alla mia testa dura! Ma era più forte di
me… non mi era mai piaciuto ricevere regali! Gli unici che
accettavo molto volentieri (e che non vedevo l’ora di
scartare!)
erano quelli dei miei genitori e di Jazz; gli altri, non so per quale
arcano e bacato motivo, mi facevano sentire terribilmente a disagio e
in imbarazzo. Adoravo letteralmente farne e infatti Natale era il mio
periodo preferito perché potevo sbizzarrirmi a comprare
più regali possibili a tutti coloro che mi volevano bene; ma
riceverne mi pesava proprio, forse perché mi sentivo messa
sotto
ai riflettori...
A quel pensiero mi angustiai: quello era senz’altro un altro
mio
difetto che a Edward evidentemente non andava a genio… e la
lista purtroppo era destinata ad allungarsi! Infatti, man mano che
avremmo approfondito la nostra storia e il nostro legame, Edward alla
fine si sarebbe purtroppo accorto che per lui sarebbe stato meglio
lasciarmi perdere: senza dubbio i miei difetti erano maggiori dei
pregi.
Sospirai, mentre mano nella mano, stavamo per entrare nel negozio. Si
accorse del mio cupo stato d’animo e si fermò,
guardandomi
intensamente.
-Senti cucciola, vedi di abituarti e anche in fretta a ricevere regali
dal sottoscritto, perché non sarà né
il primo,
né l’ultimo! Chiaro?- mormorò con un
sorriso da
mozzare il fiato, avventandosi subito dopo sulle mie labbra. Gli detti
mentalmente ragione e immediatamente le nostre lingue si intrecciarono
e le mie mani, come attirate da una potente calamita, si infilarono tra
i suoi morbidi capelli. Adoravo accarezzarglieli e sentivo che lui
tutte le volte si beava di quel mio gesto.
-Ragazzi, calmate gli ormoni porcelloni: siamo in un luogo pubblico!-
ci schernì Emmett, causando la risata di tutti.
-Su Bella, vieni che ti aiuto a scegliere il cellulare più
figo,
più avanzato e più sbrilluccicoso sul mercato,
così faremo spendere un sacco di dollari al mio fratellone!
Così la prossima volta prima di spaccartelo in mille pezzi
come
un perfetto cretino, ci penserà due volte!-
esclamò
Alice, facendo una linguaccia ad Edward e trascinandomi
all’interno del negozio con sé e Rose. Emisi un
ennesimo
sospiro, rassegnata come una condannata senza appello e mi apprestai a
scegliere un modello carino ma almeno non troppo costoso!
Dopo più di mezz’ora io e le pazze scatenate
finalmente
eravamo uscite dal negozio e il mio nuovissimo cellulare si
ritrovò prigioniero delle dita esperte di Jazz in un
battibaleno. Lui adorava la tecnologia, ed era sempre in prima linea,
pronto a smanettare su qualsiasi oggetto con una minima parvenza di
elettronica… al contrario di me che ero piuttosto imbranata
e un
po’ maldestra; così lui aveva già
inserito la mia
vecchia SIM e stava sistemando la suoneria, la rubrica e tutto il
resto.
Edward era pienamente soddisfatto del mio acquisto e io mi avvicinai
per ringraziarlo adeguatamente, appoggiando con dolcezza le mie labbra
sulle sue. All’istante venni travolta dal suo intenso
profumo,
che sapeva di sole, aria pulita e… Edward!
-Amore mio, grazie, anche se non era necessario. Ma non voglio
irritarti ancora… Ho visto come ti rende felice regalarmi
qualcosa, ma vorrei anche che non esagerassi perché questa
cosa
mi fa sentire a disagio! Può darsi che col tempo mi
abituerò all’idea, ma per ora ti chiedo solo di
trattenerti, almeno con gli oggetti più costosi…-
cercai
di fargli capire. Lui mi sorrise comprensivo e mi baciò
delicatamente le labbra, avvolgendomi nel suo abbraccio.
-Va bene, cucciola. Però in cambio tu promettimi questo:
cerca
di non rovinarmi il momento ogni volta che ti regalerò
qualcosa,
ok?- mi propose il suo compromesso. Io annuii e gli feci un sorriso
enorme. Un altro piccolo ostacolo superato insieme! Ero felice! Edward
era veramente una persona eccezionale!
-Ti amo- sussurrai, di nuovo sulle sue morbidissime e succose labbra.
Ridacchiò, ricambiando il mio tocco con tanti baci a fior di
labbra.
-Ehi, ragazzi, ha appena chiamato Jake! Ha detto che hanno finito di
pranzare e che ci aspettano al secondo piano, alla fontana- ci
informò Rose. Ci staccammo con un ennesimo bacio e ci
avviammo;
raggiungemmo immediatamente Ben e Jacob. Naturalmente Jake,
più
curioso di una scimmia, strappò subito il mio cellulare
dalle
mani di mio fratello… un altro appassionato di telefonia
mobile:
uno solo non bastava! Fosse stato per lui, ne avrebbe cambiato uno al
giorno!
-Ma Leah e Angela dove sono finite?- chiesi stupita, non ritrovandole
con loro.
-Sono andate un attimo alle toilettes, arrivano subito- mi rispose
gentilmente Ben. Nel frattempo mi distrassi per la posa improvvisamente
tesa e rigida che aveva assunto Edward. Seguii il suo sguardo infuriato
e riconobbi immediatamente l’oca della foto che mi era
arrivata
sul cellulare! Quella gallina era con Lauren, Jessica e le altre
cheerleader che completavano lo starnazzante pollame. Ecco chi aveva
ideato tutto! Ci avrei scommesso, maledette! Che rabbia!
Intanto ci raggiunsero anche Leah e Angela. Quest’ultima
sembrava
nervosa e preoccupata, mentre la prima era letteralmente furibonda: si
vedeva lontano un miglio che aveva un diavolo per capello! Ma che
diavolo poteva essere accaduto?
-Ragazzi… ehm… dobbiamo dirvi… una
cosa… un
po’ ripugnante…- balbettò Angela, con
la consueta
pacatezza unita ad un certo imbarazzo, rivolgendosi a me ed Edward.
Io e lui ci scambiammo un’occhiata sbigottita.
-Sì, maledizione!- intervenne Leah, incapace di trattenersi
ancora. -Eravamo in bagno e a un certo punto sono entrate quelle oche
giulive laggiù!- continuò, indicando il
gracidante
gruppetto che poco prima aveva attirato la nostra attenzione.
-Loro, per fortuna, non ci hanno viste perché eravamo
già
chiuse nella toilette; ma io ho subito riconosciuto le voci,
specialmente quella gracchiante di Lauren… e quando ho
sentito
nominare Edward, sono salita in piedi sul wc e ho fatto cenno a Leah di
non uscire e di restare zitta e ascoltare. Chissà
perché,
ma immaginavo che quelle maligne avessero intenzione di tramare
qualcosa di losco…- aggiunse Angela, interrompendosi e
guardandomi con un’espressione triste e nervosa.
Bè?! Che
s’era interrotta a fare, proprio sul più bello?
Ormai
volevo sapere tutto! Un’ansia incredibile iniziò
subito a
espandersi nel petto e sentii immediatamente le braccia di Edward
avvolgermi e stringermi forte, facendo appoggiare la mia schiena al suo
torace largo e sicuro, come a proteggermi.
-Forza Angie, sputa il rospo!- esclamai inquieta, visto che non si
decideva a parlare. A quel punto, intervenne Leah che non faceva altro
che lanciare sguardi infuocati verso la congrega che rideva e
sghignazzava e non si era accorta di noi.
-Quelle papere hanno visto poco fa Edward gironzolare con Jazz e si
chiedevano come mai voi due piccioncini non foste insieme…
si
vede che forse non ti avevano ancora vista…-
ipotizzò
giustamente; infatti doveva essere andata proprio così:
Edward e
mio fratello, mentre Alice non la finiva più di elogiare i
vari
modelli di cellulare, ad un certo punto erano usciti un attimo per
prendersi un caffè.
-…e le stupide speravano di essere riuscite a farvi litigare
di
brutto con la foto che ti avevano mandato- ci rivelò. Ecco,
lo
sapevo che c’entrava quell’arpia maledetta! Una
rabbia
immensa iniziò a propagarsi immediatamente in ogni cellula
del
mio corpo… e la voglia di andare a spiumare quelle galline
si
faceva sempre più pressante e irresistibile. Sentivo che le
mie
identiche sensazioni le stava provando anche Edward: il suo corpo era
rigido, le mani strette a pugno, gli occhi due fessure che stavano
mandando lampi di puro odio… evidentemente quella storia gli
bruciava ancora parecchio, come a me.
-E non è finita, sister… purtroppo il peggio
dobbiamo
ancora dirvelo, raga…- continuò Leah. Sospirai e
le feci
cenno di andare avanti.
-Tutte loro hanno deciso di iscriversi alle lezioni di pianoforte di
Edward, così potranno agire indisturbate per tentare di
separarvi definitivamente… vogliono farvi mollare, a tutti i
costi!- finì di raccontarci Angela angosciata per noi.
Sentii
ribollirmi il sangue nelle vene… che stronze!!
-Lauren è strasicura che se per qualche motivo voi due vi
lasciaste, Edward tornerà da lei!- aggiunse ancora Leah in
tono
cupo.
Povera illusa di una scema finta e rifatta! Ok, basta! Era troppo! Qui
si dovevano subito porre dei limiti, perché la situazione
stava
davvero degenerando! La faccenda era diventata intollerabile!
Ormai ero pienamente consapevole che non lo facessero solo per avere
Edward, ma soprattutto per far dispetto a me! A quelle oche, e in
particolar modo a Lauren, non andava proprio giù che quel
gran
pezzo di figo di Edward Cullen avesse deciso di mettere la testa a
posto e trasformarsi in un bravo ragazzo, innamorato di una semplice
ragazza come me…
Sapevo che non mi reputavano questa gran bellezza e specialmente a lei
bruciava parecchio la questione, in particolar modo dopo che
l’avevo umiliata in mensa davanti a tutti…
maledetta,
avevo già sentito che aveva intenzione di vendicarsi, ma ora
mi
ero veramente stufata di usare i guanti di velluto con lei!
In uno scatto che lasciò spiazzato Edward, mi divincolai dal
suo
abbraccio e, a sostenuto passo di marcia, mi diressi verso il pollaio
che ci dava la schiena e senza farmene accorgere mi scontrai con la
ragazza della foto, che finì malamente per terra.
-Ehi! Ma stai attenta, brutta stronza!- esclamò
l’oca, che ancora non mi aveva guardata in viso.
-Oh scusa! Non ti avevo vista!- cinguettai indifferente, porgendole la
mano per farla rialzare. Nel momento in cui afferrò la mia
mano,
i suoi occhi si posarono sulla mia figura e si rese conto di chi
l’avesse sbattuta malamente per terra:
un’espressione
stupita e leggermente impaurita si dipinse sul suo viso dal naso
palesemente rifatto, e nemmeno da un chirurgo molto bravo!
-Ma sei cretina, Swan?!- intervenne subito in sua difesa Lauren, mentre
aiutavo la ragazza a rialzarsi. Quando la brutta malefica fu di nuovo
in piedi, senza lasciarle la mano, avvicinai i nostri corpi e poi mi
rivolsi a lei, l’incontrastata regina delle zoccole.
-Non vuoi fare una foto anche a noi due, Mallory?! Naturalmente poi
assicurati di spedirla anche al mio ragazzo, così magari
deciderà di lasciarmi perché potrebbe pensare che
io
abbia cambiato sponda! Ma no, invece potrebbe anche eccitarsi! Se vuoi
ti do il suo numero! Oppure spedisci la foto lesbo al mio cellulare, e
poi ci penso io a mostragliela, tanto il mio numero lo conosci
già, no?!- le domandai, sarcasticamente. Tutto il gruppetto
di
oche si zittì di colpo, mentre Lauren era livida di rabbia e
frustrazione! E la nuova gallina, dalla quale nel frattempo avevo
staccato la presa, era invece rossa come un peperone e chiaramente
imbarazzata. Bene, basta scherzare! Ora si fa sul serio!, mi dissi,
determinata e combattiva come non mai.
-Vedi di darci un taglio una volta per tutte, Mallory!
Perché
non sarò sempre così magnanima! A tutto
c’è
un limite!- la minacciai, avvicinandomi a pochi centimetri dal suo viso.
-Sono stanca dei vostri stupidi e infantili mezzucci per allontanarmi
da Edward! E mi fate veramente pena, se non trovate un altro modo per
impiegare meglio il vostro tempo! Sappiate che io e lui ci fidiamo
ciecamente uno dell’altra e non riuscirete mai a separaci!
Mai!!-
le sibilai. Era vero: nonostante quello che era successo
venerdì
pomeriggio, non avrei avuto in alcun momento nessun dubbio
sull’amore di Edward per me! E non avrei mai più
dubitato
di lui!!
-Ah sì? Io non ne sarei così sicura, santa Swan!-
mi
rispose lei, con un ghigno odioso. Stavo per replicare al massimo
dell’incazzatura, quando la voce adirata di Edward
risuonò
alle mie spalle potente come un boato e gelida come una lama di
ghiaccio.
-Ora basta!!- tuonò. Mi guardai intorno e notai che tutta la
nostra compagnia si era avvicinata… l’espressione
furiosa
di Edward mi sorprese non poco… non l’avevo mai
visto
così furibondo, nemmeno il pomeriggio precedente, quando
aveva
spaccato il cellulare. Si avvicinò, cupo e minaccioso, a
Lauren
e alla ragazza della foto, che stava leggermente tremando. Emmett si
avvicinò al fratello, probabilmente pronto a frenare
qualsiasi
suo gesto violento; ma io ero certa che Edward non avrebbe mai alzato
un dito contro una donna, nonostante quello sguardo furente.
-Mi avete veramente rotto i coglioni, stronze! Non provate mai
più ad avvicinarvi al sottoscritto con una qualsiasi
scusa… non dovete nemmeno permettervi di rivolgermi la
parola! E
non pensiate di venire a fare lezione di pianoforte da me,
perché il preside mi ha dato potere decisionale su chi
potessi
ammettere o meno al corso!- sibilò gelido, mentre
l’intera
cricca delle cretine sgranò gli occhi, sorpresa e
spaventata.
Evidentemente non si aspettavano che fossimo a conoscenza dei loro
meschini piani! Poi Edward, impetuoso e violento come un turbine,
arrivò a pochi centimetri dal viso di Lauren.
-So che l’idea della foto è stata tua, strega! Io
non ho
mai picchiato una ragazza finora, neanche una puttanella da quattro
soldi come te! E non mi abbasserò mai a tanto! Ma stai pur
tranquilla che non mi farò nessuno scrupolo a rovinarti la
tua
già traballante carriera scolastica! Ho ancora la foto sul
cellulare e un paio di testimoni con una reputazione impeccabile, a
differenza della tua, che ti hanno sentita dire che hai ordito tu tutto
questo casino… credimi… al preside Greene non
farà
assolutamente piacere sapere che una studentessa poco brillante come te
ha anche un comportamento tanto subdolo e poco consono alla morale! Ma
soprattutto non gli farà piacere che ti fai sbattere da
mezza
scuola durante l’orario scolastico! E come hai potuto capire
dalla storia di Crowley, ho un’ottima credenziale presso
Greene!
Ti ricordo che sono stato io a prendere a pugni quella merda di
Crowley, però alla fin fine è stato lui a essere
stato
sbattuto fuori! Quanto pensi che ci metta a convincere il preside della
veridicità delle mie parole? E sai bene quanto me che tutto
questo si aggiungerà al tuo già zoppicante
curriculum!-
la minacciò, mentre Lauren passava da un colorito vermiglio,
ad
uno violaceo, per poi terminare con uno cadaverico, mentre aveva
iniziato a tremare visibilmente. Era scioccata e sconvolta da
quell’Edward così forte, deciso, autoritario
e…
stronzo! Wow! Mi stava facendo eccitare!
E per concludere la sua minaccia, le fece un sorriso malvagio che mise
i brividi pure a me. Non l’avevo mai visto così
freddo e
minaccioso, così temibile e vendicativo!
-Già, genio! Non mi risulta che tu abbia dei voti tanto
decenti
da poterti permettere qualsiasi college! E puoi stare certa che con
certe note sul tuo curriculum, le porte di qualsiasi
università
ti si chiuderebbero in faccia, anche quelle di infimo livello!-
concluse il suo ragionamento, bello e fiero come un dio della
guerra…
-Mi rendo conto che si tratta di un concetto complicato per il tuo
encefalo da volatile, però cerca di farti entrare per bene
in
quella testa di cazzo che ti ritrovi, di stare lontana da me! Ma
soprattutto, d’ora in poi, lascia in pace la mia ragazza! Se
ti
vedrò in futuro dare fastidio in un qualsiasi modo alla mia
Bella, giuro che te ne farò pentire amaramente! Hai capito,
brutta stronza?!- la minacciò ancora, lasciandola
ammutolita.
Anzi, a dir la verità, eravamo tutti ammutoliti ed
esterrefatti… io per prima! Era un comportamento
così
poco… cavalleresco per lui! Ma dannatamente erotico!!
-Ti ho chiesto se hai capito, stronza!- le sibilò ancora in
faccia Edward. Lei ebbe solamente la forza di annuire debolmente ed
Edward, trionfante e soddisfatto, le voltò le spalle,
lasciando
tutte le cretine zitte e con gli occhi fuori dalle orbite.
Quell’angelo vendicatore mi abbracciò con veemenza
e ci
allontanammo, mentre gli altri ci seguirono, sghignazzando come matti
di fronte alle facce terrorizzate di quel gruppetto di gallinelle,
ormai nemmeno più starnazzanti. Appena lontani, tutti i
ragazzi
si complimentarono con Edward, ed Emmett gli rivelò che per
un
momento aveva temuto veramente che mettesse le mani addosso alla
Mallory.
-Ma sei matto, fratello?! Mi farebbe schifo anche solo toccarla per
picchiarla!- ribatté deciso, con una espressione nauseata.
Sorrisi e lo abbracciai forte. Ero felice, perché il mio
uomo mi
aveva difesa e protetta… non che ne avessi particolarmente
bisogno… non mi ero mai fatta mettere i piedi in testa,
nemmeno
quando ero stata ferita e umiliata da Dylan! All’occorrenza
sapevo difendermi con le unghie e con i denti, ma solo il fatto che
Edward si fosse rivolto a quelle oche e soprattutto
all’arpia,
con quel tono inviperito, minacciandola, solo per difendere me e il
nostro rapporto meraviglioso, mi riempiva di gioia e orgoglio...
Mi voltai e notai che erano ancora tutte lì in piedi che ci
osservavano, ancora completamente stupefatte… decisi
così
di inscenare un piccolo spettacolino, giusto per rimarcare quanto io e
il mio Edward ci amassimo e ci desiderassimo: in un attimo le mie
labbra si posarono impetuose su quelle del mio dio greco e la mia
lingua pretese immediatamente l’accesso alla sua bocca,
intrecciandosi vorticosamente alla sua, mentre le sue mani mi
stringevano e mi accarezzavano la schiena, finendo sulle mie natiche
che strinse con forza.
Un applauso scrosciante partì da quei pazzi che erano con
noi,
mentre sentivo gli incitamenti a mò di ululati da parte di
Emmett e Jake.
Io e Edward ci staccammo ansanti, fissandoci con intensità
negli
occhi… quel bacio era partito solo per far ben intendere a
quelle decerebrate il fatto che Edward fosse tutto mio; ma ora non mi
importava più di nessuno, nemmeno se ci stessero ancora
guardando… ero completamente persa nel mare tempestoso dei
suoi
occhi, felice e appagata.
-Ti amo, Edward!- mormorai sulle sue labbra.
-Ti amo anch’io, cucciola! E nessuno ci separerà
mai!- mi rispose con determinazione.
Ci separammo a fatica dal nostro abbraccio, trascinati dai nostri amici
e familiari lungo i corridoi della galleria dei negozi; poi proseguimmo
il giro per il centro commerciale, mano nella mano.
Decidemmo tutti insieme che quella sera saremmo andati a ballare al New
Moon e dopo aver avvertito Sam di riservarci il nostro solito tavolo,
noi ragazze andammo da sole a fare spese. Volevo comprare un vestitino
che facesse uscire di testa il mio ragazzo e mi serviva assolutamente
la mia fida Alice. Per quei tipi di consigli era la migliore in
assoluto! Anche se spesso esagerava… Ma le volevo bene
comunque.
I ragazzi intanto ne approfittarono per fermarsi in sala giochi,
naturalmente!
Pov
Edward
Erano ormai le dieci di sera e noi ragazzi stavamo aspettando che le
nostre dame ci raggiungessero finalmente, per poter recarci tutti
assieme al New Moon. Avevamo deciso che ogni coppia sarebbe andata con
la propria auto, perché almeno ognuno poi era libero di
finire
la serata come più gli sarebbe aggradato. Non sapevo che
intenzioni avesse Bella, ma era tutto il giorno che non facevo altro
che pensare e ripensare alla sera precedente… ai nostri
corpi
uniti, allacciati, intrecciati… avevo una voglia immensa di
perdermi di nuovo dentro di lei… di farla nuovamente mia e
di
sentire le sue grida di piacere…
Chissà se Bella avrebbe gradito la mia idea di fermarci da
qualche parte dopo il New Moon…
Chissà come la pensava sull’eventualità
di fare
l’amore in auto… ma d’altronde, se io e
lei non ci
fossimo trovati in una situazione così privilegiata (abitare
insieme e avere a disposizione la casa al mare), avremmo dovuto
arrangiarci come la maggioranza dei ragazzi, e l’auto era uno
dei
posti più ovvi…
Cercai di non pensarci troppo e di godermi la serata; al momento
opportuno avrei deciso se era il caso di proporle o meno una simile
possibilità… non volevo che pensasse che dopo la
nostra
magica prima volta io non riuscissi più a tenere il mio SC a
cuccia nei pantaloni… Bé, effettivamente era
proprio
così, ma non era necessario che lo sapesse anche lei!
-Non è possibile che ci mettano così tanto, tutte
le
sante volte!- esclamò esasperato Jake, impaziente di
attendere
oltre. Leah era venuta a cambiarsi da noi assieme alle ragazze e quindi
anche lui, come noi maschietti, era seduto sul divano ad aspettare con
santa pazienza. La risata gioiosa delle ragazze ci avvertì
che
finalmente erano pronte e infatti dopo un attimo le vedemmo scendere le
scale. Erano tutte bellissime, naturalmente… ma i miei occhi
si
incatenarono alla mia dea. Cristo santo! Che intenzioni aveva?! Di
farmi morire d’infarto a miseri diciott’anni?!
Indossava un vestitino nero cortissimo e super aderente, con uno scollo
profondo che metteva in risalto il seno… la vita sottile era
messa ancora più in evidenza da una cintura alta di
strass… indossava degli stivali neri dal tacco vertiginoso
che
le arrivavano fino a metà coscia e che rendevano la sua
figura
ancora più sinuosa e slanciata.
Deglutii rumorosamente a quella spettacolare visione, mentre lei
scendendo la scalinata mi guardava intensamente… la vidi
sorridere compiaciuta dal mio sguardo infuocato che le stava
accarezzando ogni centimetro del suo meraviglioso corpo. Che gattina
provocante!
Naturalmente anche il mio migliore amico ci tenne a manifestarmi la sua
opinione in proposito… immediatamente sentii una stretta
dolorosa e pulsante all’altezza del mio inguine…
Cristo
Santo, si prospettava una serata lunga e colma di palpitante
attesa…
Avrei voluto afferrarla immediatamente per i fianchi e lasciarmi subito
andare ad un bacio pieno della passione che aveva appena scatenato in
me… ma prudentemente riuscii a trattenermi appena in tempo,
dato
che Charlie e mia madre erano appena entrati in salone per salutarci.
Mi limitai ad andare a prenderla per mano, stringendola al mio fianco
in una morsa possessiva e il suo sorriso aumentò.
-Allora ragazzi, guidate con prudenza e non vi azzardate a bere!
Nessuno di voi ha ancora ventun’anni, a parte Jake, ma io
conto
sulla vostra responsabilità!- si raccomandò
Charlie, con
il suo cipiglio da poliziotto burbero ma buono.
-Ah ragazzi… volevamo avvisarvi che domani non ci saremo per
tutto il giorno… partiremo verso le sette per Seattle, per
andare ad una mostra d’arte e poi faremo un giro per la
città. Torneremo tardi, quindi per i pasti dovrete
arrangiarvi…- ci rivelò mia madre. Oddio, che
botta
di… ehm, fortuna tremenda! Non potevo crederci!! Il feroce
mastino Charlie sarebbe stato via tutto il giorno… e
già
dal mattino presto l’intera casa sarebbe stata a nostra
totale
disposizione!! Wow, che culo incredibile! Un’intera domenica
di
sesso!!
Diedi un’occhiata veloce ai visi degli altri ragazzi e
probabilmente gli stessi pensieri ‘porcino-maniaci’
stavano
passando anche per le teste di mio fratello e di Jasper…
-Non ti preoccupare mammina, sicuramente dormiremo per tutta la
mattina, perché stanotte arriveremo tardi- la
rassicurò
immediatamente quella gran paracula di mia sorella.
Sì, come no! Sogna che Edward Cullen perda una giornata a
dormire! Soprattutto quando il sottoscritto può darsi da
fare
per tutto il giorno! Il primo che disturba il mio risveglio con la mia
gattina è morto, domani!, pensai, ghignando tra me, felice e
trionfante per la splendida novità.
Sentii la mano di Bella pizzicarmi il fianco, mentre Charlie e mia
madre spiegavano ad Alice di quale mostra d’arte
contemporanea si
trattasse. Ero certo che mia sorella fosse molto tentata di andare con
loro… ma loro sguardo di avvertimento che le diede Jazz, la
frenò nel suo entusiasmo per l’ingegno degli
artisti della
mostra.
-Ti vuoi togliere quel ghigno soddisfatto dalla faccia, prima che mio
padre decida di restare a casa, per farti dispetto?!- mi
ammonì
Bella, sussurrando al mio orecchio. Diavolo, aveva ragione! Mi misi a
ridacchiare con lei che continuava a pizzicarmi. Dio quanto
l’amavo!
-Forza muoviamoci, altrimenti si fa veramente tardi!-
esclamò Leah ad un certo punto.
Così dopo aver salutato con un bacio la mamma, ci avviammo
verso
il locale. Io e Bella prendemmo la mia Volvo… era
senz’altro più comoda se avessimo deciso di
intrattenerci!
ANTEPRIMA CAPITOLO 82
Incrociammo i nostri sguardi e neanche fossimo stati telepatici, in un
attimo eravamo scattati in piedi e ci stavamo dirigendo da quella parte
a passo sostenuto.
-Ci stanno mettendo un po’ troppo…-
borbottò serio.
-E’ quello che pensavo anch’io, Jazz…
però lo
sai che potrebbero anche incazzarsi con noi perché siamo
troppo
apprensivi se stiamo loro troppo addosso…- lo avvertii.
Sospirò, annuendo.
-Facciamo finta di andare al bancone del bar e quando passiamo
là davanti diamo un’occhiata in giro…
se non
vediamo niente di strano proseguiamo e ci prendiamo qualcosa da bere,
aspettando belli tranquilli che le ragazze spuntino, ok?- mi propose.
Perfetto! Così, se le avessimo incrociate, non si sarebbero
lamentate del nostro assiduo controllo.
Ma appena arrivammo all’inizio del corridoio, notammo due
ragazzi
chiaramente brilli che sembravano bloccare il passaggio a
qualcuno… era troppo buio per vedere bene con chi stessero
parlando, e la musica era troppo assordante per capire i loro
discorsi… ma ci accorgemmo che la mano del ragazzo davanti a
noi
veniva spinta via violentemente… dopo un attimo riuscimmo a
intravedere immediatamente un vestitino color nero e uno color oro
svolazzare: grissino, erano proprio Bella ed Alice!
-Fanculo! Lo sapevo!- urlai incazzato, completamente fuori di me.
Incrociammo i nostri sguardi e neanche fossimo stati telepatici, in un
attimo eravamo scattati in piedi e ci stavamo dirigendo da quella parte
a passo sostenuto.
-Ci stanno mettendo un po’ troppo…-
borbottò serio.
-E’ quello che pensavo anch’io, Jazz…
però lo
sai che potrebbero anche incazzarsi con noi perché siamo
troppo
apprensivi se stiamo loro troppo addosso…- lo avvertii.
Sospirò, annuendo.
-Facciamo finta di andare al bancone del bar e quando passiamo
là davanti diamo un’occhiata in giro…
se non
vediamo niente di strano proseguiamo e ci prendiamo qualcosa da bere,
aspettando belli tranquilli che le ragazze spuntino, ok?- mi propose.
Perfetto! Così, se le avessimo incrociate, non si sarebbero
lamentate del nostro assiduo controllo.
Ma appena arrivammo all’inizio del corridoio, notammo due
ragazzi
chiaramente brilli che sembravano bloccare il passaggio a
qualcuno… era troppo buio per vedere bene con chi stessero
parlando, e la musica era troppo assordante per capire i loro
discorsi… ma ci accorgemmo che la mano del ragazzo davanti a
noi
veniva spinta via violentemente… dopo un attimo riuscimmo a
intravedere immediatamente un vestitino color nero e uno color oro
svolazzare: grissino, erano proprio Bella ed Alice!
-Fanculo! Lo sapevo!- urlai incazzato, completamente fuori di me.
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
CAP. 82 EFP
Buongiorno ragazze!
Nello scorso capitolo avete visto finalmente il gentleman Edward
Cullen, togliersi i guanti di velluto, che di solito indossa con le
ragazze, e sistemare una volta per tutte le oche giulive. Tranquille
che non daranno più problemi! Almeno per un bel po'!
Ora si va a ballare! Vi abbiamo sentite un po' preoccupate per lo
spoiler!
Bè, la nostra BellaSfighella (come la chiamano alcune di
voi!) attira i casini come una calamita! Ma tranquille: non
è niente di grave.
Un bacione a tutte e grazie infinite di continuare a seguirci e a
commentarci! Sono proprio le vostre recensioni che ci danno la carica a
mantenere questo ritmo, anche se a volte con i nostri numerosi impegni,
facciamo un po' di fatica. BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Come sempre
per chi può, consigliamo la versione non censurata!
Eravamo
appena arrivati al New Moon. Era veramente pieno quella sera: la pista
era stracolma di ragazzi accalcati, tutti i divanetti e i tavoli
occupati (a parte il nostro prenotato per fortuna!) e il mitico D.J.
Seth era nella sua postazione, che stava facendo divertire tutti. Sam
ci venne immediatamente incontro, avvertito del nostro arrivo
probabilmente da qualcuno del personale.
-Ciao, ragazzi! E’ da un po’ che mi date buca,
voialtri!
Questa non ve la perdono!- esclamò col sorriso ma
rimproverandoci la nostra lunga assenza. Effettivamente era dalla
famosa sera di Tyler che non mettevamo piede al suo fantastico
locale…
-Wow ragazze! Siete delle fate: stasera farete strage di cuori,
garantito!- si complimentò, ridendo e guadagnandosi
un’occhiataccia truce da parte dei nostri ragazzi, che si
erano
immediatamente irrigiditi a quelle parole.
-Ehi maschietti, calmate gli ardori! Niente risse, mi raccomando!
Altrimenti per ripagarmi i danni vi faccio lavare i bicchieri a vita!-
li redarguì, facendo scoppiare a ridere noi ragazze.
-Bella! Tu sei uno splendore da togliere il fiato, piccola!-
esclamò, abbracciandomi forte; -Edward, mi raccomando,
tienila
d’occhio stasera, perché ci sono parecchi
universitari in
giro! E la tua ragazza, vestita così, non ha di certo
l’aria della liceale… anzi a dire il vero, voi
giovanotti
dovreste tenere sotto stretta sorveglianza tutte quante le vostre
donzelle!- aggiunse, buttando benzina sul fuoco.
-Se osano solo sfiorarla dovranno passare sul mio cadavere!-
ruggì Edward, arpionandomi la vita e stringendomi al suo
fianco,
in una morsa possessiva. Sorrisi compiaciuta: quando faceva il geloso
mi piaceva da impazzire!
-E pure sul mio! Il primo che ti guarda un po’ troppo
insistentemente è un uomo morto!- si aggiunse Jazz,
guardando
famelico la sua Alice, che in risposta lo baciò
immediatamente.
Sentii anche Jake ed Emm borbottare qualche generico insulto alla fauna
maschile presente e stringere in modo prepotente le loro ragazze dallo
sguardo rapito e sognante.
-Ci sei mancata al falò di ieri sera, Bells! Qualche
uccellino
mi ha rivelato che hai fatto fuoco e fiamme pur di riuscire a
venire… almeno a gareggiare!- mi schernì Sam.
Accidenti,
il solito Jake con la lingua troppo lunga! Che pettegolo! Altro che noi
donne! Gli lanciai un’occhiataccia e lui scoppiò a
ridere.
-Sarà meglio che non ti azzardi nemmeno a dire una parola,
perché mi sembra che tu sia ancora in debito di un bel
predicozzo! Quindi, siamo pari signorina Swan!- mi redarguì,
con
tono saccente. Mi zittii all’istante: tutto pur di scampare
alle
pallose ramanzine del professor Black!
-Bé… abbiamo trovato un modo decisamente ottimo
per
occupare la serata, credimi amico…- non riuscì a
trattenersi Edward con un sogghigno trionfante, guadagnandosi una bella
gomitata nel fianco da parte della sottoscritta e
un’occhiataccia
truce da Sam. Si era ammattito? Non aveva idea di quanto
quest’ultimo fosse geloso... mi considerava sempre la sua
piccola
Bells.
-Bè, che ho detto?! Siete voi che siete maliziosi!- si
giustificò, facendo scoppiare a ridere tutti.
-Sai, Maya ci è rimasta malissimo che tu non sia venuta!-
disse
Sam cambiando argomento. -Tuo padre ha cercato di spiegarle che
l’ha fatto solo per il tuo bene, perché eri
malata…
ma lei gli urlato contro: “Sei uno butto zio cattivissimo,
non ti
voio pù bene!”. Alla fine Esme è
riuscita a farla
calmare e ha fatto pace anche con Charlie- mi spiegò,
facendomi
ridere all’idea di mio padre sgridato e messo
sull’attenti
da quell’adorabile bambina.
-Lo so, Sam! Oggi le ho telefonato, e le ho promesso che ad
Halloween passerò tutto il pomeriggio con lei e
l’accompagnerò in giro tra le case per dolcetto o
scherzetto e per fare incetta di caramelle e dolci. Così ho
messo subito a tacere il suo piagnucolio- risposi, sorridendo al
ricordo del suo entusiasmo alla mia proposta. Sam mi
abbracciò
di slancio, felice per la sua figlioletta.
-Meno male! Ti adoro,Bells! Immaginavo già di doverla
accompagnare per tutte le case di La Push più e
più
volte… Emily mi aveva già appioppato
l’incombenza
per poter restare a casa a cucinare biscotti e poi ricevere i bimbi che
busseranno da noi; e tu sai benissimo quanto possa essere instancabile
quel piccolo demonietto… Mi hai salvato! Grazie! Dai,
ragazzi,
andate a sedervi che vi porto da bere, il primo giro lo offro io! Tutto
rigorosamente analcolico, naturalmente!- esclamò Sam
strizzandoci l’occhiolino.
-Ehi! Io non sono mica minorenne!- si lamentò Jake.
-No, campione… ma devi guidare… non vorrai far
mica
guidare la mia cuginetta al ritorno, vero?! Impara un po’ a
fare
il gentiluomo, che non ti farebbe male!- lo minacciò,
sovrastandolo. Facevano impressione: due montagne,una vicino
all’altra…
-Ok, analcolico anche per me- rispose mogio, Jake, arrendendosi. Ci
andammo ad accomodare, mentre Edward non si scollava dal mio fianco.
-Stasera sarò la tua seconda pelle, piccola! Non
tollererò nessun viscidone a meno di mezzo metro dal tuo
favoloso corpo! Ma tu non avresti potuto indossare un paio di jeans per
facilitarmi il compito?!- mi sgridò, con tono serioso.
Scoppiai
a ridere per quella sua reazione da perfetto geloso.
-Starai scherzando, vero? Non che mi dispiaccia averti addosso tutto il
tempo, ma vorrei anche ballare. E poi mi sono agghindata
così
solo per te! Mettila così, amore: gli altri potranno anche
guardare, ma tu sei l’unico al mondo che può
toccarmi
tutta!- cercai di calmarlo con un sorriso rassicurante.
Mi fissò intensamente, tanto da farmi tremare le gambe. Dio,
quanto avrei voluto le sue mani su tutto il mio corpo! Dalla sera
precedente non riuscivo a pensare ad altro, se non i nostri corpi nudi,
ansanti ed uniti a fare l’amore… e avevo
l’impressione che per lui fosse la stessa cosa!
In auto, durante il tragitto per arrivare al locale, aveva faticato non
poco a concentrarsi sulla strada. Avevamo chiacchierato tutto il tempo,
ma avevo sentito il suo sguardo infuocato sulle mie gambe scoperte e la
sua mano si era ancorata alla mia coscia, lasciando lievi carezze che
erano state in grado di surriscaldarmi completamente. Fosse stato per
me, io e quel dio greco al New Moon non ci avremmo nemmeno messo piede!
Ci saremmo potuti tranquillamente addentrare in una delle tante
stradine all’interno del bosco e lasciarci andare alla
passione
più sfrenata… Ma avevo cercato di comportarmi
come una
persona matura, e non come una ragazzina in preda agli ormoni, e avevo
cercato di porre un freno alle sue carezze, sempre più
audaci:
non avrei potuto arrivare al locale con abito sgualcito e acconciatura
completamente sconvolta! Se ne sarebbero accorti tutti e non ci
avrebbero dato tregua con le poco originali battutine.
Pazienza, Bella!, mi ero imposta. Il giorno successivo avremmo avuto
casa libera, tutta per noi, e non penso che le altre coppie presenti
avrebbero voluto passare il tempo tutti insieme! Qualcosa mi diceva che
saremmo stati tutti impegnati nella stessa piacevole
attività,
anche se in stanze diverse e ben insonorizzate!
Sam tornò con le nostre ordinazioni insieme a una delle
cameriere, per portarci da bere e si fermò un po’
a
chiacchierare con noi.
-Allora, ragazzi! Che intenzioni avete per la sera di Halloween? Il
solito ballo noioso a scuola?- domandò con uno scintillio
negli
occhi scuri.
-Perché? Hai qualcos’altro in mente?- gli chiese
speranzoso Jasper. Mio fratello aveva sempre odiato le feste nella
palestra della scuola; e infatti dopo nemmeno mezz’ora
spariva e
si rintanava da qualche parte con la sciacquetta di turno.
Quest’anno sarebbe stato diverso anche per lui, e avrebbe
dovuto
rimanere in compagnia con noi fino all’ultimo. Ero certa che
stesse già cercando una via di fuga per sgattaiolare dalla
festa
e fare in modo di restare da solo con Alice…
-Bè, ragazzi… ho avuto molte richieste per
programmare
qui una festa in maschera… soprattutto da parte degli
universitari. Così ho deciso di organizzarla, e insieme a
Seth
ho pensato ad una gara di ballo, con sorteggio delle coppie, giusto per
dare un pizzico di pepe alla serata. Che ne dite?! Siete dei nostri?!-
ci propose. Tutte noi ragazze urlammo, immediatamente entusiaste per la
stupenda idea. Fantastico, lui e Seth non potevano avere trovata
migliore! Anche i maschietti sembravano apprezzare la proposta e
così accettammo con gioia. L’unica pecca (che
avrebbe
potuto togliere felicità alla serata) era il sorteggio del
compagno di ballo; ma se quel compito fosse toccato a Seth, visto che
era l’organizzatore, magari ci avrebbe concesso qualche
piccolo
aggiustamento! Sam si appuntò il numero dei partecipanti,
aggiungendo anche Ben e Angela che eravamo certi avrebbero accettato,
pur di non restare a scuola anche loro; e poi tornò a
occuparsi
del suo locale.
-Che figata la gara di ballo! Domani potremmo vederci per decidere
quali costumi affittare!- propose Leah tutta elettrizzata.
-No, no! Domani non possiamo assolutamente!!- intervenne Emmett,
ponendo un freno ai programmi della nostra ignara amica. Ovviamente
anche l’orso era strafelice di avere casa libera e non voleva
essere disturbato…
Leah e Jake ci guardarono straniti, perché ognuno di noi
aveva
dato immediatamente ragione a Emmett, adducendo improrogabili
impegni… cosa alquanto strana.
Tutti noi ci guardammo imbarazzati e poi scoppiammo a ridere; decidemmo
di svelare loro l’oscuro mistero…
-Vedete, visto che domani papà e Esme saranno tutto il
giorno a
Seattle, fino a sera inoltrata… bè, sapete
com’è… vorremmo,
sì… insomma…
goderci la casa…- spiegò mio fratello,
leggermente
impacciato. Oddio che stranezza: non l’avevo mai visto
imbarazzato e mi faceva morire dal ridere! Lui, il grande latin lover
di Forks, che non riusciva a dire che aveva intenzione di fare sesso
tutto il giorno con la sua ragazza… che puccioso, il mio
fratellone! Di slancio mi buttai addosso a lui, abbracciandolo forte.
-Cazzo! Bella!- mi urlò Edward. Alzai gli occhi esasperata.
-Edward… sei impazzito?! Guarda che è mio
fratello!
Cos’è, sei geloso anche di lui, ora?- lo
rimproverai
allibita. Ok, la gelosia, ma fino a un certo punto!
-Uff, certo che no! Ma vedi di abbassare quel misero francobollo che
hai al posto della gonna, perché quei due coglioni che ti
stanno
fissando in modo famelico da un quarto d’ora, per quanto mi
riguarda, stanno rischiando di finire in traumatologia!-
ringhiò
con i pugni chiusi, seriamente incazzato.
Tutti ci voltammo a guardare nella direzione dei due lumaconi, che
imbarazzati dall’attenzione della nostra compagnia, per
fortuna
se ne andarono all’istante. Io mi risistemai il vestitino,
che
nello slancio si era alzato veramente troppo; e vidi Edward rilassarsi
immediatamente. Osservai Alice, che mi sorrise e mi
schiacciò
l’occhiolino, soddisfatta. L’aveva detto che con
questo
vestito avrei fatto uscire di testa il suo fratellone! Non sbagliava un
colpo! Alice Cullen, un nome, una garanzia! Ricambiai il sorriso,
compiaciuta dalla reazione del mio ragazzo.
-Ehi, pazza di una Swan! A cosa devo tutto questo affetto?- mi chiese
sospettoso Jazz.
-Fratello ingrato! Ora non posso nemmeno più farti due
coccole, senza avere per forza un secondo fine?- lo provocai.
-No, no! Per carità! Però mi è
sembrato un
po’ strano, che fossi riuscita a staccarti per due secondi
dal
tuo gelosissimo e ringhiosissimo fidanzato!- mi schernì.
Aveva
perfettamente ragione. Non riuscivamo a stare separati nemmeno per un
attimo.
-E’ che vederti così imbarazzato mi ha fatto una
tenerezza
assurda, e mi è venuta voglia di stropicciarti un
po’! Sei
troppo un tenero cucciolotto!- gli spiegai, dandogli un bel bacio a
schiocco, sulla guancia. Mi abbracciò forte.
-Già… è l’effetto Alice! La
amo veramente
tanto! E sono felice… felice come mai in vita mia!- mi
confidò, con un meraviglioso sorriso che gli illuminava il
volto. Intanto sentivo Rose che invitava Leah e Jacob a raggiungerci
nel tardo pomeriggio, per poi cenare insieme. Effettivamente era
un’ottima soluzione: non avremmo potuto comunque restare a
letto
tutto il santo giorno!
-Dai, Bella! Andiamo a ballare!- mi invitarono le ragazze. E
così fui trascinata in pista da un turbine biondo e da un
piccolo ma potente uragano scuro; nel frattempo feci appena in tempo a
lanciare un bacio con la mano ad Edward, che scrutava attento ogni
persona e movimento attorno a me. Con lui ero tranquilla, mi sentivo al
sicuro: era il mio cavaliere!
Ballammo per un tempo indefinito, lasciandoci trasportare dalle note e
dal ritmo, mentre più di qualche sconosciuto si era
avvicinato e
aveva provato ad attaccare bottone. Inutilmente! Nessuna di noi aveva
dato loro corda, ma sembrava che questo fatto non fosse riuscito a
farli desistere: in effetti una mezza dozzina di loro continuavano a
infastidirci, evidentemente già ubriachi.
Per evitare che la situazione degenerasse, noi ragazze ci allontanammo
dalla pista, prima che i nostri fidanzati si sentissero in dovere di
intervenire in modo violento; e, accaldate per il movimento e la
temperatura della pista, ci recammo al bancone a prendere da bere.
Mentre aspettavamo la preparazione dei nostri drink, io ed Alice
decidemmo di andare un attimo in bagno a rinfrescarci: personalmente
non vedevo l’ora di spruzzarmi un po’ di acqua
fredda sulle
guance! Leah e Rose ci avvertirono di raggiungerle al tavolo: avrebbero
provveduto loro a portare là tutte le ordinazioni. Nella
toilette io e lei ci lanciammo in allegre chiacchiere femminili.
-Ah, ah! Che spettacolo! A Edward è mancato veramente poco
per
stramazzare al suolo ricoperto di bava quando ti ha visto scendere le
scale, stasera!- affermò, ridacchiando.
-Sì, perché Jazz?! Era tranquillo, secondo te? Me
li
immagino, i suoi ormoni impazziti, tentare di correre a destra e a
sinistra con numerosi secchi d’acqua, per spegnere
l’incendio che si è scatenato, appena ti ha vista!
Sei
favolosa vestita così, Ali- mi complimentai. Era veramente
bellissima: indossava un vestitino in seta color oro, senza spalline,
stretto fino in vita che scendeva poi morbido sui fianchi fino a
metà coscia; le scarpe, dotate naturalmente di un tacco
vertiginoso, erano di vernice nera, e i capelli erano acconciati con
numerose mollettine dello stesso colore del vestito; sembrava una
piccola fata.
-Grazie, Bella! Diciamo che siamo due schianti e che facciamo morire
per autocombustione i nostri uomini! Non so tu, ma io e Jazz non
abbiamo di certo intenzione di sprecare questa magnifica serata e
abbiamo già deciso al ritorno di fermarci da qualche
parte…- mi confessò, ridacchiando.
-Bé, di certo nemmeno a me dispiacerebbe! Ma non vorrei che
Edward pensasse…- e mi interruppi imbarazzata. Dio, come
avrei
voluto possedere la spigliatezza e la naturalezza di Alice!
-Edward cosa, Bella?! Ma sei matta?! Pensi che mio fratello non abbia
voglia di concludere la vostra serata con le sue mani che ti fanno da
tappezzeria?!- si meravigliò. Scoppiai a ridere.
-In effetti…- sicuramente aveva ragione lei.
-Ma certo che ho ragione io, tesoro! Ragionissima!-
sghignazzò.
Uscimmo per raggiungere gli altri, ma appena fuori dai bagni, fummo
bloccate da due dei ragazzi che poco prima si erano avvicinati in pista
e ci avevano infastidito.
-Ehi, piccole! Dove andate così di corsa?!-
esclamò uno
di loro, ponendosi davanti e sbarrandoci la strada. Lo stretto
corridoio che permetteva di accedere nuovamente alla pista non ci dava
lo spazio necessario per aggirarlo, così che ce li
ritrovammo
uno davanti e uno di fianco. Erano veramente alti ed eravamo
letteralmente sovrastate tra quei due cretini, per di più
ubriachi!
-Vedi di toglierti subito dalle palle, se non vuoi ritrovarti un calcio
lì in mezzo!- lo minacciai in modo truce e deciso: conoscevo
un
paio di trucchetti per rovinargli i gioiellini!
-E tu pure! Non azzardarti nemmeno a posare quella lurida mano sul mio
sedere, o giuro, che è l’ultima cosa che farai in
vita
tua!- si rivolse Alice a quello di fianco a lei che evidentemente stava
per fare una mossa un po’ azzardata con il suo fondoschiena.
-Wow! Siete focose, bimbe! Perché non ci andiamo a fare un
giretto? Dai, non avete voglia di farci compagnia?- ci rispose quello
di fronte a noi, accarezzandomi il viso. Bleah, che ribrezzo! Quello mi
aveva toccato la guancia!
-Che schifo!- mi nauseai, dando un colpo alla sua mano per allontanarla.
-Ehi! Non sei per niente gentile, bambolina!- urlò,
barcollando
pericolosamente. Deficiente! Non si reggeva nemmeno in piedi da tutto
l’alcool che aveva in corpo!
-E ancora non hai visto niente, lurido schifoso!- dichiarai, pronta a
strizzargli le palle fino a farlo piangere. Dopo la storia con Tyler,
Jake mi aveva dato altri due o tre suggerimenti, per evitare di
ritrovarmi di nuovo in quella orribile situazione, e quello mi sembrava
il più adatto in quel momento.
Ma non feci in tempo a muovere nemmeno un muscolo che lo vidi scagliato
all’indietro, per poi finire miseramente per terra. E di
fronte
ci ritrovammo Edward e Jasper, i nostri rispettivi e stupendi
cavalieri! Tirai un enorme sospiro di sollievo…
Pov
Edward
Rose e Leah erano tornate dal bancone con le ordinazioni e ci avevano
spiegato che Bella ed Alice si erano volute fermare per un momento alla
toilette; anche se in realtà erano via già da un
bel
pezzo… e per i miei gusti stavano tardando un po’
troppo a
ritornare al tavolo. Probabilmente il bagno era pieno e avevano dovuto
fare un po’ di coda; ma di fondo ero nervoso e insofferente e
questo razionale ragionamento non era in grado di calmarmi del tutto.
Memore di quello che era successo l’ultima volta che Bella
era
sparita dalla mia vista in quel locale, non riuscivo a stare
tranquillo.
Sollevai lo sguardo e scrutai Jasper… notai quanto fosse
inquieto anche lui: continuava a fissare il punto del corridoio da cui
avrebbero dovuto spuntare le ragazze, tornando dai bagni; ma di loro
nemmeno l’ombra. Incrociammo i nostri sguardi e neanche
fossimo
stati telepatici, in un attimo eravamo scattati in piedi e ci stavamo
dirigendo da quella parte a passo sostenuto.
-Ci stanno mettendo un po’ troppo…-
borbottò serio.
-E’ quello che pensavo anch’io, Jazz…
però lo
sai che potrebbero anche incazzarsi con noi perché siamo
troppo
apprensivi se stiamo loro troppo addosso…- lo avvertii.
Sospirò, annuendo.
-Facciamo finta di andare al bancone del bar e quando passiamo
là davanti diamo un’occhiata in giro…
se non
vediamo niente di strano proseguiamo e ci prendiamo qualcosa da bere,
aspettando belli tranquilli che le ragazze spuntino, ok?- mi propose.
Perfetto! Così, se le avessimo incrociate, non si sarebbero
lamentate del nostro assiduo controllo.
Ma appena arrivammo all’inizio del corridoio, notammo due
ragazzi
chiaramente brilli che sembravano bloccare il passaggio a
qualcuno… era troppo buio per vedere bene con chi stessero
parlando, e la musica era troppo assordante per capire i loro
discorsi… ma ci accorgemmo che la mano del ragazzo davanti a
noi
veniva spinta via violentemente… dopo un attimo riuscimmo a
intravedere immediatamente un vestitino color nero e uno color oro
svolazzare: cazzo, erano proprio Bella ed Alice!
-Fanculo! Lo sapevo!- urlai incazzato, completamente fuori di me. In un
attimo ero addosso al tizio davanti a me, mentre Jasper si era piazzato
davanti all’altro; con una mossa rapida li avevamo
strattonati
indietro, buttandoli a terra entrambi, rivelando alla nostra vista
Bella ed Alice: sembravano veramente arrabbiate, ma per fortuna sane e
salve!
-Tutto bene, ragazze?- chiesi lanciando loro un’occhiata
preoccupata; la rabbia stava esplodendo in ogni mia singola cellula
mentre mi avvicinavo minaccioso ad un terzo ragazzo, rimasto
seminascosto dietro una colonna alle loro spalle.
Intanto Jasper aveva tirato su di malo modo il ragazzo messo meno
peggio, sbattendolo violentemente al muro. L’altro si stava
rotolando a terra in preda ad un dolore lancinante, risultato della mia
ginocchiata sui suoi ormai ex coglioni!
-Sì tutto ok, grazie, amore! Stavamo spiegando a questi due
super deficienti che se non si fossero tolti subito di mezzo, avrebbero
rischiato i loro preziosi gioiellini!- esclamò la mia Bella,
rivolgendosi soprattutto al tizio che Jasper teneva ancora inchiodato
al muro, mentre il terzo, un vile codardo, vista la mia postura
minacciosa e la mala parata, se ne era fuggito via a gambe levate.
-Ehi, stronzette! Non abbiamo fatto niente, noi! Stavamo solo
parlando!- si giustificò quel lurido, schifoso parassita. Me
lo
sentivo io che quella era una serata adatta per qualche testa di cazzo
per andare a far visita al reparto di pronto soccorso!
-Lo sai vero, che non ci si rivolge così alle signore?!
Specialmente se le signore in questione sono mia sorella e la mia
ragazza!- affermò Jazz, con un ghigno cattivo; mentre io
spostavo gentilmente Bella ed Alice per arrivare a un palmo dal naso
dell’altro ragazzo, che a fatica si era rialzato in piedi.
-Ehi! Ti conviene lasciarlo subito- sbraitò biascicando le
parole quel verme, in direzione di Jazz, tenendo le mani sul suo
inguine non più molto integro.
-Perché se no?- sibilai io. -Dammi solo il più
piccolo
pretesto per pestarti ancora, stronzo! E non me ne frega un cazzo se
sei ubriaco marcio! Giuro che a casa ci arrivi strisciando e privo di
coglioni!- lo minacciai, mentre Bella mi aveva afferrato un braccio,
per paura che la mia furia mi facesse commettere qualche enorme cazzata.
-Ehi! Ragazzi, che succede?!- ci interruppe Sam, arrivato lì
assieme ad uno dei buttafuori. Jasper lasciò la presa e il
ragazzo scivolò lungo il muro, accasciandosi per terra.
-C’è che qui, qualche testa di cazzo ha concluso
la sua
serata. Questi stronzi sono ubriachi fradici e infastidivano Bella ed
Alice- gli spiegò Jasper.
-Ragazze, state bene?- si preoccupò immediatamente Sam.
-Sì, non ti preoccupare! Non ci hanno nemmeno sfiorate- lo
rassicurò Bella.
-Un terzo è scappato…- precisai.
-Ok, butta fuori ‘sti due, Jimmy!- ordinò Sam al
suo
gorilla. La montagna umana di nome Jimmy afferrò i due e
malamente li trascinò via. Sospirai sollevato e guardai
Bella ed
Alice che, nonostante tutto, mi sembrava stessero bene. Lasciammo
libero il passaggio e Jasper prese subito tra le braccia Alice ed io
feci lo stesso con la mia Bella.
-Grazie Sam…- mormorai.
-Figurati, è mio dovere, Edward! Per fortuna alcune ragazze,
che
erano appena uscite dal bagno, sono venute subito ad avvertirmi che dei
cretini completamente ubriachi stavano infastidendo tutte quelle che
uscivano. Così siamo venuti a controllare…- ci
spiegò.
-Ma possibile che becchino sempre te, Bella?! Sei diventata una
calamita per i viscidoni?- aggiunse rivolgendosi a Bella, esasperato.
Merda, mi domandavo la stessa cosa! Ma Bella, tutta tranquilla, si mise
a ridacchiare.
-Si sono fermati con noi, perché ci avevano già
infastidito in pista… avevamo già smesso di
ballare
proprio per allontanarci da loro- spiegò mia sorella.
-Alice! Perché non mi hai chiamato subito?- la
sgridò
Jasper, arrabbiato. Aveva proprio ragione! Sarebbero dovute venire
subito a raccontarci cos’era successo!
-Li avrei sistemai io a dovere!- ringhiò.
-Ma Jazz, non dire cazzate, per piacere!- lo rimproverò Sam;
-Così avreste subito scatenato una rissa! Ragazze, dovesse
mai
succedere di nuovo qualcosa di sgradevole sulla pista, è
vostro
dovere venire da me; oppure andate da qualcuno della security,
così li buttiamo fuori subito, ‘sti
rompicoglioni!-
spiegò Sam ad Alice e Bella. Le ragazze annuirono subito e
Sam
tornò al suo lavoro.
-Stai bene, cucciola?- chiesi piuttosto agitato e con il battito
cardiaco a mille per l’adrenalina che ancora mi scorreva a
fiumi;
lei annuì sorridente, dandomi una carezza e un tenero bacio
sulle labbra.
-Grazie, Edward…- mi sussurrò.
-Di nulla, stellina mia! Sono o no il tuo Super eroe? Ma è
tutto
ok? Ho visto che gli hai dato uno schiaffo a una mano… ti ha
toccata, Bella?- insistetti. Volevo che mi dicesse la verità.
-Non ti preoccupare, amore. Mi ha sfiorato una guancia e io gli ho
tolto la mano… niente di più! Ti prego non ci
roviniamo
la serata, alla fine non è successo niente…- mi
pregò, cercando di calmarmi.
Sospirai, mentre la rabbia faceva fatica a scemare, ma aveva ragione
lei… non era successo niente, stavano bene entrambe.
-Andiamo a ballare, piccola, ti va? Almeno scarico in qualche modo la
tensione!- le proposi. Mi sorrise felice, entusiasta per
l’idea.
-Mmm… mi piace ballare con te, Super Cullen…-
sussurrò, maliziosa, al mio orecchio, riferendosi
chiaramente
alla sera precedente. Sogghignai al ricordo: dio, non vedevo
l’ora di trasformarlo di nuovo in una splendida e magica
realtà!
-Noi andiamo a ballare, ragazzi- annunciai a Jasper ed Alice,
abbracciati accanto a noi, intenti a parlottare tra loro; -Tutto bene,
sorellina?- le chiesi.
-Sì, Edward… non vi dovete
preoccupare… non
è successo niente… a malapena si reggevano in
piedi,
saremmo riuscite ad atterrarli anche noi!- si vantò col
sorriso,
dandosi un cinque con Bella. Notai Jazz alzare gli occhi al cielo, in
un gesto di esasperazione. Sorrisi, divertito dalla mia sorellina
guerriera; quel tizio era due volte lei, ma quella folletta era
tranquilla e certa che sarebbe riuscita a farlo finire ko. Quelle due
ragazze erano un po’ troppo sicure di loro stesse…
avrebbero dovuto comprendere meglio i loro limiti; ma sapevo che quella
non era l’occasione adatta per affrontare quel genere di
discorso… sarebbero state parole sprecate, quindi per il
momento
lasciai perdere.
Raggiungemmo gli altri al tavolo, perché prima di buttarci
in
pista volevo che Bella potesse bere qualcosa per riprendersi un attimo;
e intanto raccontammo agli altri ciò che era successo. Vidi
Jake
ed Emm incupirsi di colpo, e Rose ci indicò il resto della
compagnia di cui facevano parte quei rompipalle. Erano ubriachi come i
loro compari, così Jake decise saggiamente di avvertire Sam,
in
modo che non succedessero altri casini, visto che sembrava stessero
infastidendo altre ragazze in pista. Dio, ma perché certi
idioti
dovevano stare al mondo?!
Andammo tutti a ballare ed io mi incollai come promesso alla pelle
della mia donna.
Iniziammo a muoverci al ritmo sensuale della musica e durante la danza
non riuscivo a scollare gli occhi dal corpo di Bella che si muoveva
sinuosa sul mio. Le sue mani vagavano languide sulle quelle curve
mozzafiato, per accarezzarsele come la sera precedente… ed
io
ero più infuocato che mai… all’istante
il mio
amichetto svirgolò, premendo sulla parte alta del suo
fondoschiena da urlo; SC era pulsante ed impaziente di ricevere le
giuste attenzioni!
Tra la rabbia che avevo provato al pensiero che qualcuno stesse per
fare del male alla mia piccola e il desiderio immenso che avevo di lei,
iniziavo a non connettere più! Il fuoco si era propagato in
ogni
parte di me, accendendo ogni muscolo fino a stazionarsi sul mio
bassoventre, dove il mio membro si era prepotentemente risvegliato e
stava pulsando in maniera dolorosa.
Attirai Bella addosso al mio corpo, e continuammo a muoverci a ritmo,
mentre lei intrecciava le mani dietro al mio collo, e infilava le dita
sensualmente nei miei capelli. Le mie mani dalla schiena scesero pian
piano su quelle natiche sode che iniziai ad accarezzare… dio
la
volevo! Ne avevo bisogno come si ha bisogno dell’ossigeno,
dovevo
sentirla di nuovo mia!
Spinsi il mio bacino verso il suo e la vidi sorridermi maliziosa al
contatto con la mia notevole eccitazione… si
avvicinò al
mio orecchio e mi mordicchiò il lobo, facendomi fremere
ancora
più di desiderio… Merda! Rischiavo seriamente di
scoppiare!
-Dio, Bella! Ti voglio! Non riesco più a resisterti,
bambolina
mia!- le mormorai, roco all’orecchio. Lei si
staccò
leggermente per potermi guardare negli occhi, e potei scorgervi il mio
stesso bisogno… già perché non era
più un
semplice desiderio del suo corpo, ma era un vero e proprio bisogno di
far di nuovo parte di lei, di perdermi dentro di lei…
-Sì, Edward, ti voglio anch’io! Andiamo!-
affermò
decisa. In un attimo salutammo gli altri e dopo nemmeno cinque minuti
eravamo già in auto che percorrevamo veloci la strada per
tornare a Forks.
La mia mano percorreva le sue cosce tornite, sfiorando, accarezzando,
stringendo quella pelle morbida e delicata… fino a che
riuscii a
risalire ai suoi slip, trovandoli già abbondantemente umidi.
Solo quel particolare mi fece impazzire del tutto…
-Cazzo, Bella! Sei completamente bagnata!- ringhiai eccitato,
insinuando un dito sotto gli slip, e facendomi strada tra quelle calde
pieghe. Mmm… avrei voluto immergerci il mio viso! E poi fare
l’amore con lei per tutta la notte!!
-Ahhh! Edward…- ansimò lei, persa nel piacere che
le mie
dita le stavano donando. In un attimo si slacciò la cintura
e
allontanò la mia mano. Oh Cristo… cosa voleva
fare?
Si inginocchiò sul sedile e si sporse verso di me, iniziando
a
baciarmi il collo. Gemetti, mentre una sua mano era scesa sul mio
bassoventre, ormai pulsante, e aveva iniziato ad accarezzarmi. In un
attimo sbottonò i miei jeans, dandomi il sollievo che tanto
agognavo con le sue dita affusolate e provocandomi numerosi brividi di
piacere, che si irradiavano in ogni punto del mio corpo. Cazzo, cazzo,
cazzo!!
-Oddio… Bella… non resisto… ci
schianteremo…- mormorai con la voce spezzata dal piacere.
-E allora tu fermati da qualche parte…- mi propose, mentre
velocizzava il ritmo e mi mordicchiava il collo. Dio, non capivo
più un cazzo di niente! Mi infilai in una delle tante vie
sterrate che costeggiavano la statale e dopo poco frenai bruscamente in
uno spiazzo appena un po’ più largo. Misi le
sicure alle
portiere e le afferrai il polso, per fermare quella mano dispettosa,
prima che mi facesse venire come un tredicenne...
-Basta giocare, voglio entrarti dentro, subito!- le ordinai, con una
voce irriconoscibile. Tirai indietro il sedile, reclinai un
po’
lo schienale e la trascinai sopra di me con un movimento repentino.
Bella, da brava gattina focosa, iniziò a strusciarsi sulla
mia
intimità, iniziando a gemere, mentre le mie mani le
abbassavano
il vestito e prendevano possesso di quei seni meravigliosi. Li feci
fuoriuscire dal reggiseno e mi avventai con le mie labbra e i miei
denti su quelle fantastiche colline, facendola urlare di piacere.
Sentivo la stoffa morbida e vellutata dei suoi slip sfregare sulla mia
pelle ipersensibile in quella zona, ero totalmente voglioso di
impossessarmi ancora una volta del suo corpo. Cazzo, era la mia droga!
Portai le mani sulla sua intimità e con un gesto secco le
strappai di netto quel micro perizoma, mi posizionai meglio e
finalmente il mio corpo divenne di nuovo parte del suo con una spinta
poderosa: volevo sconvolgerla e farla impazzire dal piacere!
La vidi trattenere il fiato, stupita e eccitata, mentre il suo anfratto
caldo mi avvolgeva completamente, donandomi un’istantanea
sensazione di beatitudine.
Lei prese a muoversi ed io mi lasciai andare con la schiena sul sedile,
per godermi meglio la vista di quella splendida dea che perdeva pian
piano tutti i freni inibitori. Dio, era uno spettacolo superbo! Le miei
mani si posarono sui suoi fianchi per accompagnare la nostra danza
passionale; poi una si spostò più in alto e
raggiunse un
seno che ondeggiava sensuale davanti ai miei occhi.
Ormai ero completamente perso nei meandri dell’esaltazione
più pura… più la sentivo sconvolta
dalle
sensazioni che provava e più aumentava il mio piacere per la
consapevolezza di essere io a scatenarle tutto quello… era
una
girandola di emozioni collegate le une alle altre, in
un’interminabile spirale di amore… Dio, era
fantastico,
sublime!
L’abitacolo dell’auto era pieno dei nostri gemiti,
dei
nostri sospiri, delle nostre parole… il forte odore della
passione si era insinuato nelle nostre narici stordendoci ancora di
più… ero in estasi, in paradiso.
Ad un tratto percepii che eravamo quasi al limite… non
mancava
molto, eravamo vicini entrambi… Subito dopo raggiungemmo
insieme
la vetta del piacere e Bella si accasciò esausta ma appagata
sul
mio petto. Cercammo di riprendere fiato e poi due profondi occhi
nocciola si piantarono nei miei e la mia panterina mi sorrise,
arrossendo. Solo ora mi rendevo conto che non ero stato per niente
delicato, ma non ero riuscito a controllarmi…
-Scusami Bella… non so cosa mi sia preso… ma
sentivo che
se non fossi diventato subito parte di te, sarei diventato
pazzo… volevo sentirti mia e basta…- mi
giustificai
ancora immerso nel suo corpo bollente; sperai che non mi avesse
scambiato per una bestia. Mi sorrise, accarezzandomi il volto.
-Non ti devi scusare Edward… anche per me è stato
così… avevo un bisogno assoluto e urgente di
te…
di sentirti di nuovo dentro di me… era tutto il giorno che
continuavo a pensare a te e alla cosa meravigliosa successa ieri sera
tra noi… e devo confessarti che…- ma si
interruppe
arrossendo violentemente. Le accarezzai quelle gote meravigliose.
-Ehi, gattina! Lo sai che mi puoi dire tutto…- mormorai,
cercando di rassicurarla e dandole un bacino sul naso.
-Bè… fosse stato per me, non ci saremmo nemmeno
arrivati
al New Moon!- mi confessò, appoggiando di nuovo la testa sul
mio
petto, per nascondersi. Le accarezzai i capelli delicatamente,
stringendola al mio corpo, unito al suo.
-Amore… per me è lo stesso, credimi. Lo vedi che
effetto
mi fai?! Non riesco più a controllarmi, ti ho presa come un
animale… ti ho persino strappato le mutandine!- le spiegai,
rendendomi conto ancora di più della mia irruenza.
Alzò
il viso e mi guardò ridacchiando.
-Sì… sei stato veramente molto focoso…
e devo
ammettere che questo tuo lato selvaggio mi piace da morire…
mi
fa impazzire… Edward non capivo più niente!- mi
rivelò, ancora più imbarazzata. Le sorrisi.
-Ti amo così tanto!- dichiarai, perdendomi nel suo sguardo
dolce.
-Anch’io, Edward… ti amo e non posso
più fare a
meno di te!- mi rispose, baciandomi. Restammo per un tempo infinito
così abbracciati, nudi, appagati, felici…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 83
La
vasca era ormai pronta: mi spogliai, azionai l’idromassaggio,
puntai i
capelli in uno chignon per non inumidirli troppo (il ricordo e il
terrore di ritrovarmi con una chioma ingestibile alla ‘Alex
il leone’
erano ancora vividi nella mia mente!) e mi lasciai scivolare dentro,
facendo accarezzare la mia pelle dall’acqua bollente e dalla
schiuma
profumata; infilai gli auricolari, accesi l’i-pod, chiusi gli
occhi e
rilassai la testa contro il bordo, chiudendo gli occhi. Oddio! Mi
sembrava di stare in paradiso…
La
voce angelica di Sarah McLachlan unita al calore dell’acqua
avvolse i
miei sensi in una sorta di intorpidimento fisico e mentale e la mia
mente si svuotò per un tempo indefinito...
All’improvviso
i miei sensi si misero all’erta ed ebbi la netta e reale
sensazione di
non essere più sola… un brivido di piacere scosse
la mia pelle e mi
parve di essere osservata…
Spalancai
gli occhi e immediatamente fui catturata da due smeraldi intensi e
scintillanti che sembrava volessero scrutarmi fin nel profondo
dell’anima.
Volevamo segnalarvi un nuovo forum aperto da due scrittrici
molto brave: Yara89 e essebi!
Andate a fare una visitina, ne vale la pena! E&Y'world:
il mondo delle fanfiction
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Buongiorno
e buon inizio settimana! Anche se a dire il vero il lunedì
è sempre tragico per chiunque!
Oggi non abbiamo granchè da dire sulla storia. Forse saremo
ancora scombussolate a causa del cambio di ora! Che fastidio!
Comunque ringraziamo come sempre tutte coloro che ci seguono con
affetto e tutte le lettrici silenziose.
Ormai siete un numero enorme: seguite (410),
da ricordare (78)
e preferite (245).
Ancora un grazie di cuore! Vi vogliamo bene!
Ora vi lasciamo al chappy! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Era
domenica mattina presto e avevo puntato la sveglia alle sette, sapendo
perfettamente che papà e Esme sarebbero partiti proprio a
quell’ora. E infatti, mentre mi crogiolavo ancora
sonnacchiosa,
altri cinque minuti nel delizioso tepore del mio lettino, avevo udito
allontanarsi l’auto di Esme sul vialetto. Finalmente! Casa
libera! Con un balzo, per fortuna senza drammatiche conseguenze, saltai
fuori dalle coperte e mi diressi in bagno per una rinfrescata veloce.
Volevo assolutamente fare una sorpresa a Edward: svegliarlo con
un’abbondante colazione a letto! Per una volta desideravo
essere
io a ricoprire di vizi quell’angelo! Anche se la notte prima
eravamo tornati piuttosto tardi, la sera precedente lui aveva proposto
di svegliarci per le otto, così avremmo iniziato presto la
nostra focosa domenica mattina… ma io avevo deciso di
anticipare
di un’ora il risveglio, per avere sia il tempo di farmi una
doccia che di preparare gli abbondanti viveri.
La casa era ancora immersa nel silenzio più totale e
improvvisamente mi venne in mente un’idea meravigliosa,
semplicemente geniale. Anziché entrare nel nostro bagno, mi
avviai in quello di Esme e papà e iniziai a far riempire la
vasca: un bel bagno corroborante era proprio quello che ci voleva per
iniziare la giornata in modo stupendo. Esme ci aveva detto tante volte
di non farci problemi e di usare pure il loro idromassaggio ogni volta
che noi ragazzi l’avessimo desiderato… ed in quel
momento
ne avevo tutte le intenzioni! Avevo voglia di coccolarmi un
po’!
La sveglia di Edward non sarebbe suonata per almeno tre quarti
d’ora: avevo tutto il tempo per riuscire a fare ogni cosa!
Versai
nell’acqua una bella dose di bagnoschiuma alla mora e, dato
il
repentino cambio di programma, tornai in camera mia a prendere
l’ipod.
Scesi poi un attimo in cucina, per sistemare le brioches a cuocere nel
forno; ma nel momento in cui varcai la soglia della stanza rimasi a
bocca aperta per la spettacolare visione: tutta la penisola era
già imbandita con una vera e propria colazione da nababbi!
C’era di tutto e di più… e i vari dolci
erano
ancora caldi e fumanti! Esme si era senz’altro alzata
all’alba per farci trovare tutto quel ben di dio!
Al centro del ripiano vi era appoggiato un bigliettino.
Buongiorno ragazzi e buon appetito! Divertitevi e non esagerate! Con
amore, Esme.
Che tenera! Era una donna fantastica e non finiva mai stupirmi. Alla
vista delle brioches calde non resistetti e ne afferrai una,
sbocconcellandola con appetito mentre tornavo al piano superiore.
La vasca era ormai pronta: mi spogliai, azionai
l’idromassaggio,
puntai i capelli in uno chignon per non inumidirli troppo (il ricordo e
il terrore di ritrovarmi con una chioma ingestibile alla
‘Alex il
leone’ erano ancora vividi nella mia mente!) e mi lasciai
scivolare dentro, facendo accarezzare la mia pelle dall’acqua
bollente e dalla schiuma profumata; infilai gli auricolari, accesi
l’i-pod, chiusi gli occhi e rilassai la testa contro il
bordo,
chiudendo gli occhi. Oddio! Mi sembrava di stare in
paradiso…
La voce angelica di Sarah McLachlan unita al calore
dell’acqua
avvolse i miei sensi in una sorta di intorpidimento fisico e mentale e
la mia mente si svuotò per un tempo indefinito...
All’improvviso i miei sensi si misero all’erta ed
ebbi la
netta e reale sensazione di non essere più sola…
un
brivido di piacere scosse la mia pelle e mi parve di essere
osservata…
Spalancai gli occhi e immediatamente fui catturata da due smeraldi
intensi e scintillanti che sembrava volessero scrutarmi fin nel
profondo dell’anima. Un sorriso fantastico comparve sul volto
di
quell’Adone meraviglioso che mi trovavo di fronte e di
conseguenza anche sul mio.
Dio, quant’era stupendo, anche appena sveglio!
Indossava una t-shirt nera aderente e un paio di pantaloni della tuta.
I capelli bronzei erano più arruffati del solito, ma gli
incorniciavano il viso in modo incantevole; la pelle nivea faceva
risaltare maggiormente il colore biondo scuro della barba appena
accennata e il rosso vermiglio delle sue labbra morbide e perfette, che
ogni volta mi facevano perdere nei meandri della passione
più
infuocata...
-Buongiorno, mia dolce sirenetta… hai una voce davvero
ammaliante…- mi salutò Edward, sedendosi sul
bordo della
vasca.
-Buongiorno a te, mio principe! Ma… stavo cantando?!- gli
chiesi sorpresa; non me ne ero nemmeno resa conto…
-Sì, direi proprio di sì!- sogghignò
con un
sorriso sghembo da defibrillatore. Cristo santo! Mi sarei mai abituata
a tanta sublime perfezione di bellezza?
-Sono stato attirato qui dalla voce più melodiosa che io
abbia
mai udito…- mi lodò. Arrossii vistosamente per il
suo
complimento; non mi sembrava che la mia voce fosse così
incredibile…
-Ero sgattaiolato fuori dalla mia camera per venire a risvegliare la
mia bella addormentata, ma ho trovato la tua camera vuota.
Così
ho controllato in bagno, ma non eri nemmeno lì…-
raccontò con un paio di occhioni tristi da cucciolotto
abbandonato che mi intenerirono all’istante. Dio,
l’avrei
mangiato e rimangiato di baci!
-Stavo per scendere in cucina a cercarti e passando davanti alla porta
della camera della mamma mi è sembrato di sentirti cantare;
così sono entrato e sono stato guidato dalla tua dolce voce
fino
a qui…- mi spiegò, sorridendomi. Arrossii ancora,
inevitabilmente… non mi sarei mai abituata a suoi esagerati
complimenti. Cercai di riprendermi dall’imbarazzo che
sembrava
non volesse abbandonare le mie povere guance bordeaux...
-Come mai già in piedi? Non avesti dovuto alzarti alle
otto?-
domandai, cambiando argomento. Inarcò un sopracciglio,
sorpreso
dal mio tono improvvisamente inquisitorio.
-Volevo farti una sorpresa…- si giustificò con
un’alzata di spalle; -Ti dispiace?- mi chiese arcuando verso
l’alto quella bocca da infarto.
-No, amore, figurati… però per una volta avrei
voluto
sorprenderti io, portandoti la colazione a letto… pensavo di
avere tutto il tempo di farmi un bagno…- mormorai triste e
dispiaciuta per la mia sorpresa mancata. Lui invece scoppiò
a
ridere di cuore, probabilmente a causa del mio buffo musetto da
cagnolino bastonato.
-Bè, grazie comunque, amore! Hai avuto un pensiero molto
carino… e se la cosa ti fa star meglio, sappi che appena
avrai
finito col tuo bagno tornerò a letto, così mi
potrai
viziare come meglio ti aggrada!- propose, facendomi nascere un sorriso
enorme.
-Ci sto! Ma… lo sai che sono già dieci minuti che
parliamo e ancora non mi hai salutata come si deve?- mi imbronciai
piuttosto delusa, pretendendo al più presto
l’agognato
incontro con le sue labbra dolcissime, succose e morbide...
-Oddio! Hai proprio ragione… scusami, cucciola mia, ora
rimedio
subito…- mi tranquillizzò. Si
inginocchiò
all’altezza del mio viso e posò delicatamente
quelle
labbra mozzafiato sulle mie. La sua lingua, impaziente e desiderosa di
approfondire alla svelta il nostro contatto, iniziò subito a
lambire il contorno della mia bocca e i suoi denti mordicchiarono il
mio labbro inferiore, facendomi nascere brividi che si irradiarono fino
al basso ventre. Santo cielo, i suoi baci erano tutti da svenimento!
-Mmm… come sei profumata, amore mio…-
mormorò
roco, mentre lasciava una scia di mille baci scendendo dalla bocca fino
al collo. Mi abbandonai completamente a quelle carezze umide, che mi
stavano surriscaldando: ero totalmente abbandonata al suo tocco,
perciò reclinai la testa all’indietro e gli offrii
tutto
lo spazio di cui aveva bisogno.
Mi accorsi dello sciabordio dell’acqua… e prima
che
potessi aprire gli occhi, sentii una sua mano posarsi come una farfalla
sul mio seno, stringendolo leggermente; il suo tocco audace mi
strappò un mugolio sommesso.
-Oh, Edward…- gemetti, mentre stuzzicava quella piccola
zona,
rendendola sempre più desiderosa delle sue appassionate
attenzioni.
-Oh, Bella… l’acqua ti rende ancora più
profumata… soffice… morbida… sei
davvero una
sirenetta, la mia dolcissima e meravigliosa sirena…-
sussurrò al mio orecchio, mordendomi improvvisamente il
lobo.
Scariche elettriche si irradiarono ad ogni cellula del mio corpo, ormai
impaziente di ricevere tutto ciò che Edward aveva da donarmi.
La sua mano iniziò a scendere inesorabilmente e
lentamente… ero completamente in balia di quelle carezze
delicate ma tremendamente eccitanti al tempo stesso… la sua
mano
mi sfiorava appena mentre disegnava larghi cerchi sul mio ventre con la
punta delle dita.
Il mio respiro stava accelerando sempre di più mentre la
voglia
che quella mano arrivasse finalmente alla mia intimità
cresceva
a dismisura… in un attimo il mio desiderio fu esaudito da
quell’angelo stupendo e le sue lunghe e affusolate dita
raggiunsero la mia parte più calda e nascosta.
Quelle dita meravigliose si muovevano sinuose, regalandomi sensazioni
celestiali… iniziavo a perdere la connessione con la
realtà…
Percepivo unicamente il suo intenso profumo virile che mi stordiva, la
sua bocca calda e morbida sul mio collo, che aumentava i miei fremiti e
i miei battiti, e quella mano che si muoveva in maniera sapiente,
conoscendo ormai alla perfezione tutti i miei punti erogeni...
Gridai, nel momento in cui approfondì quel contatto tanto
agognato… sapeva come regalarmi piacere ed io non capivo
più niente…
Ero completamente abbandonata al suo volere… avrebbe potuto
farmi qualsiasi cosa… ansimavo e mugolavo in maniera
incontrollata, rapita dalle sue focose carezze…
-Sì, amore mio… sei una visione
magnifica… voglio
sentirti urlare il mio nome…- mormorò roco,
fissandomi
con uno sguardo carico di eccitazione e desiderio.
-Oddio, Edward…- gridai, sempre più vicina al
culmine. Il
suo sguardo si scurì ancora di più per
l’intensa
bramosia e si avventò sulle mie labbra, che si schiusero
immediatamente, accogliendo la sua ingorda e calda lingua. Afferrai il
suo viso con le mani bagnate… avevo bisogno di sentirlo mio,
di
accarezzare la sua pelle, i suoi capelli, il contorno del suo viso,
incurante del fatto che lo stessi infradiciando
completamente…
Ero totalmente persa nel piacere e iniziai a mordergli le labbra con
un’ansia e una frenesia che diventavano man mano maggiori e
più potenti! In risposta al mio ardore lui iniziò
a
succhiare la mia lingua… dio! Stavo impazzendo! E poi in un
attimo un piacere puro e avvolgente esplose di colpo, insinuandosi in
ogni fibra del mio essere.
Urlai, contraendo tutti i muscoli del mio corpo e inarcando la schiena.
Edward si era allontanato dalla mia bocca per osservarmi in modo
attento ed estasiato… sembrava non volesse perdersi nemmeno
una
delle mie mille espressioni provocate dal piacere che mi stava donando
e quello sguardo così intenso non fece altro che aumentare
il
calore che sentivo…
Pian piano mi rilassai e tornai ad abbandonarmi al bordo della vasca,
spossata ed appagata, mentre un sorriso dolcissimo spuntava sul suo
viso. Lo ricambiai e mi persi in quegli smeraldi stupendi in grado di
donarmi emozioni ogni volta così vivide e
intense…
Con lo sguardo intriso da un’incredibile adorazione, si
avvicinò lentamente al mio viso accaldato e
appoggiò
delicatamente le labbra sulle mie, ormai scevre dall’irruenza
e
la passione che le avevano caratterizzate fino a poco prima.
-Ti amo, mia piccola, adorabile sirenetta…-
mormorò, dandomi un piccolo bacio.
-Ti amo tanto anch’io, Edward…- sussurrai,
carezzandogli
una guancia arrossata. Effettivamente lui, ancora vestito, doveva
sentire piuttosto caldo dentro il bagno; e probabilmente quel rossore
era dettato anche da altro… Avrei ricambiato quella marea di
coccole a dovere con la colazione… e con il post colazione!
Osservando la profumata e morbida schiuma bianca che lambiva ed
avvolgeva la mia pelle, mi era appena balenata un’idea
meravigliosa: avevo immediatamente pensato di ricoprire quel perfetto
corpo da dio greco con qualcosa di altrettanto bianco, altrettanto
soffice, altrettanto morbido… ma molto, molto più
goloso!
-Scusami cucciolo, ti ho spettinato e bagnato tutto…-
affermai,
con un sorriso malandrino che avrebbe desiderato nascondere
l’audacia delle mie intenzioni.
-Non ti preoccupare, amore! Che vuoi che sia? Mentre ti cambi e prepari
la colazione per il tuo affamatissimo ragazzo, io intanto scappo a
farmi una doccia veloce e poi ti aspetto in camera mia…
vorrei
continuare un certo discorsetto con la mia sirena emersa dalle
acque…- mi spiegò, malizioso; mentre si alzava,
mi
lasciò un casto bacetto sulla fronte.
Nel frattempo, da brava maniaca, notai chiaramente come, dalla sottile
stoffa del cotone della tuta, SC svettasse verso l’alto in
tutta
la sua gloriosa magnificenza. Mi leccai le labbra inconsapevolmente al
pensiero di quello che sarebbe successo entro breve… e
naturalmente il gesto non sfuggì all’occhio sempre
attento
di Edward.
-Attenta, panterina… potrei anche decidere di non farti
più uscire da questo bagno per le prossime ore…-
mi
ammonì, afferrando il mio accappatoio e aspettando
pazientemente
che mi alzassi per aiutarmi a indossarlo. Mi risciacquai velocemente e
mi sollevai.
I suoi occhi scintillanti di ammirazione si posarono sul mio corpo e si
allargarono a dismisura… e con una certa soddisfazione lo
vidi
deglutire a fatica. Arrossii ancora di più… aveva
uno
sguardo avido, quasi famelico… e il pensiero che la
sottoscritta
riuscisse a scatenargli quei potenti desideri, non poteva che riempirmi
di gioia e compiacimento.
Uscii dalla vasca con malcelata indolenza, giusto per farmi ammirare
ancora un po’ da quegli smeraldi… ed Edward mi
aiutò da perfetto gentiluomo; e un attimo dopo mi ritrovai
appoggiata sul suo largo torace, stretta tra le sue braccia calde e
forti.
-Lo sai che sono stato terribilmente invidioso di tutte quelle
goccioline d’acqua che ricoprivano completamente il tuo corpo
da
dea?- sussurrò sulle mie labbra, mentre la sua erezione
vigorosa
premeva sul mio ventre, facendomi eccitare di nuovo a dismisura.
-Mmm… amore, ti prego! Sbrigati a farti la doccia!- mormorai
passando la lingua sulle mie labbra asciutte.
-Ma come siamo affamate…- ridacchiò.
-Bè, sappi che la colazione è già
pronta: ha
preparato ogni cosa quell’angelo di tua madre, lasciandoci
anche
un biglietto in cui, non tanto velatamente, ci invitava a goderci la
casa senza superare i limiti!-spiegai. La sua allegra risata
risuonò per la stanza.
-Chissà la faccia di tuo padre quando ha letto il
biglietto…- sogghignò divertito: aveva lo sguardo
felice
di un bambino spensierato...
-Bè, secondo me ormai è rassegnato… sa
che quando
la casa è a nostra disposizione certe situazioni sono
inevitabili… sembra tanto burbero ma in fondo è
un uomo
molto comprensivo… anche se a volte lo esaspero troppo!- gli
spiegai, ridendo.
-Hai ragione…- confermò; -Farò
prestissimo, amore
mio…- e lasciandomi rivestire si apprestò a
uscire, ma
prima di richiudere la porta dietro di sé, si
fermò
ancora un istante.
-Ah, Bella… non disturbarti a indossare
l’intimo…
non ti resterebbe addosso nemmeno un secondo!- dichiarò
serio,
facendomi quasi strozzare con la saliva che stava deglutendo in quel
momento.
La porta si richiuse di colpo ed io rimasi lì, impalata come
un’ebete. Non era possibile che quel dio riuscisse sempre a
spiazzarmi così! Ma ero certa che stavolta, con la mia
perversa
ideuzza, sarei riuscita a sorprenderlo piacevolmente…
Come da spudorata richiesta di Edward, mi rivestii senza indossare
l’intimo; in seguito, dopo aver asciugato e risistemato
rapidamente il bagno, scesi a riempire con le leccornie di Esme il
piatto da portare su in camera.
Appena entrai in cucina, mi accorsi di non essere sola: vi trovai Alice
e Rosalie intente a riempire altri due vassoi, probabilmente con le mie
stesse intenzioni.
-Buongiorno ragazze!- trillai felice, interrompendo la loro tranquilla
conversazione. Mi sorrisero entrambe, con sguardo divertito
e…
invidioso.
-Buongiorno a te… direi che il tuo risveglio è
stato
senz’altro più piacevole del nostro…-
esordì
Rosalie, inarcando le sopracciglia. Arrossii violentemente e mi
imbarazzai da morire… possibile che anche chiusa in quel
bagno,
quello più lontano dalle loro camere, mi avessero sentita?
-Calmati Bella… o scoppierai! Ti senti bene, mia cara?-
sghignazzò Alice, riferendosi al colore vermiglio delle mie
gote.
-S-sì, bene… perché?- balbettai
impacciata.
-Ti credo che stai bene! Abbiamo solamente visto Edward che
sgattaiolava dal bagno dello zio e… dopo avergli dato una
rapida
occhiata, abbiamo immediatamente capito che tu eri senz’altro
più contenta di lui…- mi spiegò
Rosalie in un
ghigno divertito e malizioso, riferendosi probabilmente al pronunciato
rigonfiamento inguinale del mio Edward…
-Certo che siamo state tutte e tre molto fortunate, ragazze mie! Da
quel che ho visto stamattina sull’anatomia di Edward, dai
racconti di Alice, e dalla mia esperienza personale, devo dire che i
nostri uomini sono tutti ben attrezzati! E, cosa più
importante,
li sanno usare!- continuò imperterrita, facendo scoppiare a
ridere Alice.
-Rose!- le urlai, fingendomi scandalizzata. Avevo sempre adorato la mia
cuginetta, ma da quando aveva scoperto l’amore e il sesso era
diventata un vero spasso.
-Ha proprio ragione Esme: il tuo Emmett ti sta rovinando!- finsi di
rimproverarla; -Prima eri così casta e pura, una vera e
propria
monachella! Ora, dall’alto della tua perizia, potresti fare
concorrenza anche a una pornostar!- la schernii, scoppiando a ridere.
Alice ormai aveva le lacrime agli occhi e si teneva la pancia a causa
delle troppe risate.
-Ah sì?! Questa me la paghi! Brutta streghetta! Ha parlato
la
suora di clausura! Non ero certo io poco fa ad urlare a squarciagola!
Non si è capito molto, ma ti assicuro che sembravi
strafelice… qualsiasi cosa ti stesse facendo Edward in quel
momento!- affermò perentoria, rendendomi pan per focaccia e
scoppiando a ridere facendomi il verso.
-Oh, sì, sì, sì!! Edward! Ancora,
ancora!-
mugolò imitandomi e carezzandosi il corpo con le mani. Ormai
ridevamo come matte tutte e tre… ma io avevo la mia battuta
pronta!
-Siete solo invidiose, sorelline mie… perché
stamattina
io sono già a quota uno… e voi ancora a zero!
Coraggio,
ammettetelo… il mio Edward li surclassa alla grande quei due
ghiri che stanno ancora poltrendo a letto…- le sfidai. I
loro
occhi si assottigliarono all’improvviso e d’un
tratto
assunsero un’aria truce e indispettita.
-Ehi, non credere di aver vinto, tu! Jazz, con questa abbondante
colazione che lo metterà subito in forze, non mi
darà
nemmeno il tempo di respirare per tutto il giorno, credimi!- mi rispose
subito Alice, difendendo l’onore di mio fratello, mentre io
avevo
già quasi finito di preparare il vassoio per il mio super
attrezzato ragazzo…
-Emm invece, con la passione che lo contraddistingue, potrebbe anche
far venire giù le pareti della camera!- si aggiunse Rose,
facendoci ridere ulteriormente.
-Oh non lo metto in dubbio… anzi a dirtela tutta, non so
come tu
non abbia nemmeno un osso rotto… diciamo che la delicatezza
non
è il suo forte!- rincarai la dose io.
-Ehi! Il mio scimmiotto è delicato quando serve e molto
infuocato e caliente all’occorrenza!- lo difese subito Rose
incrociando le braccia al petto.
-Sarà… ma tanto io, oltre alla colazione, ho
pensato
anche di provare qualche giochino interessante… voi che
intenzioni avete?- le provocai, mentre prendevo la panna spray dal
frigo e la agitavo davanti ai loro occhi sgranati per lo stupore; le
mie due sorelline spalancarono anche la bocca, sorprese dalla mia
improvvisa intraprendenza.
-Ok! Facciamo rifornimenti anche noi, Rose! Io voglio lo sciroppo
d’acero… Jazz lo adora e adora me! E se la
matematica non
è un’opinione… direi che mi
troverà
piacevole cosparsa di sciroppo!- affermò Alice, maliziosa.
-E poi sarei io la pornostar!- si lamentò Rose, alzando gli
occhi al cielo esasperata. Aprì il frigo e la vidi prendere
altra panna spray. Sorrisi per l’idea che avevo dato loro.
-Grazie tesoro! Ci voleva una chiacchierata così!- mi
baciò sulla guancia Rose, sorridendomi.
-Ehi! Voglio le coccole anch’io!- si lamentò
Alice,
venendo ad abbracciarci. Ridemmo insieme felici e spensierate; dopo
aver afferrato i vassoi, ci dirigemmo al piano di sopra.
Ci salutammo in corridoio e ognuna entrò nella stanza del
proprio ragazzo, impazienti di dare inizio ad una focosa domenica
mattina!
ANTEPRIMA CAPITOLO 84
Dio,
mi faceva impazzire quel micro pantaloncino e quel top che indossava
per dormire… e il lussurioso pensiero che sotto non
indossasse
nulla mi stava già eccitando da morire: immediatamente SC
divenne scalpitante e incontrollabile… -Spero
di aver preso tutto quello che ti piace, tesoro… in caso
contrario scenderò di nuovo in cucina a prendere
ciò che
tu desideri…- propose con tono incerto, continuando a
rimirare
il vassoio, con fare timoroso ed esitante. -Forse
non ti è ancora chiara una cosa, bambolina mia…
tu non ti
muoverai più da questa stanza, te lo garantisco!- le
spiegai,
inarcando le sopracciglia, come a sottolineare una cosa ovvia. -Oh…
allora ho fatto bene a portarmi già questa cosina
viziosa… altrimenti poi non mi avresti lasciato andare a
prenderla…- mormorò, sogghignando maliziosa; la
osservai
allibito, perché non ero riuscito a capire le sue
parole…
poi lei, dopo aver appoggiato il vassoio, si voltò di
schiena e
mi fece vedere una bomboletta incastrata negli shorts…
oddio,
che diavolo era? In
un attimo la sfilò via e iniziò ad agitarla,
mentre SC,
molto più recettivo di me, già scalpitava
all’idea
di quello che Bella avrebbe potuto fare con quella piccola, lussuriosa
bomboletta…
CAP. 84 EFP
Buongiorno carissime!
Nel capitolo scorso, come avete potuto vedere, la domenica delle nostre
coppiette è iniziata alla grande!
In questo chappy ci sarà da surriscaldarsi parecchio,
soprattutto per chi potrà leggere il chappy non censurato, ma
speriamo vivamente anche di farvi ridere! Perchè i nostri
protagonisti, anche se ormai sono collaudati intimamente, in fondo sono
pur sempre ancora molto giovani e hanno voglia anche di giocare e
di divertirsi , oltre a fare tanto sesso!
Speriamo sia una buona lettura!
Buon weekend da Manu e Sara! Vi lovviamo tantissimo e grazie a tutte!
Avevo
fatto una doccia velocissima e poi, rientrando in camera, avevo deciso
di accontentare il mio super amico e di non indossare nulla,
assaporando già l’effetto che mi avrebbe fatto
l’accesa colorazione che avrebbero assunto le guance di Bella
non
appena se ne fosse accorta...
Mi
infilai
perciò completamente nudo sotto le coperte, sedendomi con la
schiena appoggiata alla testiera del letto e aspettai con ansia e
trepidazione che arrivasse la mia cucciolotta. Mi pregustavo
già
la stupenda giornata, iniziata peraltro egregiamente, e non vedevo
l’ora di poter riempire di baci e carezze la mia piccola
gattina
che mi faceva letteralmente impazzire…
Dopo
poco udii
le voci allegre delle ragazze in corridoio e la porta si
aprì
l’istante successivo. Il mio amore fece il suo ingresso col
vassoio carico di ogni ben di dio! Il mio stomaco vuoto se ne
rallegrò immediatamente, gorgogliando felice, anche se la
paradisiaca visione della mia magnifica ragazza mi distrasse totalmente
dal cibo… il mio amichetto era molto più
affamato!
-Wow!
Mi sta
già venendo l’acquolina in bocca!- esclamai con
malizia,
osservando ogni dettaglio, ogni particolare della mia Bella. Dio, mi
faceva impazzire quel micro pantaloncino e quel top che indossava per
dormire… e il lussurioso pensiero che sotto non indossasse
nulla
mi stava già eccitando da morire: immediatamente SC divenne
scalpitante e incontrollabile…
-Spero
di aver
preso tutto quello che ti piace, tesoro… in caso contrario
scenderò di nuovo in cucina a prendere ciò che tu
desideri…- propose con tono incerto, continuando a rimirare
il
vassoio, con fare timoroso ed esitante.
-Forse
non ti
è ancora chiara una cosa, bambolina mia… tu non
ti
muoverai più da questa stanza, te lo garantisco!- le
spiegai,
inarcando le sopracciglia, come a sottolineare una cosa ovvia.
-Oh…
allora ho fatto bene a portarmi già questa cosina
viziosa… altrimenti poi non mi avresti lasciato andare a
prenderla…- mormorò, sogghignando maliziosa; la
osservai
allibito, perché non ero riuscito a capire le sue
parole…
poi lei, dopo aver appoggiato il vassoio, si voltò di
schiena e
mi fece vedere una bomboletta incastrata negli shorts…
oddio,
che diavolo era?
In
un attimo la
sfilò via e iniziò ad agitarla, mentre SC, molto
più recettivo di me, già scalpitava
all’idea di
quello che Bella avrebbe potuto fare con quella piccola, lussuriosa
bomboletta…
-Panna…-
mormorai quasi in trance, mentre mille immagini di Bella ricoperta di
quella soffice golosità con il sottoscritto intento a
leccargliela via, si insinuavano nella mia mente…
Mi
sorrise
annuendo, mordicchiandosi il labbro inferiore, non a causa
dell’imbarazzo… ma perché piacevolmente
colpita
dalla mia reazione, totalmente allibita...
-Ma
questa
è per dopo, golosone… ora mangia qualcosa di
solido e
soprattutto bevi il tuo cappuccino, altrimenti si raffredda- mi
ordinò con tono autoritario che ebbe la capacità
di
eccitarmi ancora di più... Quasi come un automa afferrai la
mia
tazza, mentre Bella sorseggiava la sua cioccolata, e iniziai a bere,
senza distogliere lo sguardo dal suo. In un attimo finii il contenuto
fino all’ultima goccia e poi scostai il vassoio dal
letto…
tolsi la tazza di mano a Bella, che non protestò nemmeno; la
afferrai per i fianchi e la portai a cavalcioni su di me: altro che
colazione… avevo fame di lei!
Avremmo
mangiato con tranquillità in seguito, ci sarebbe stato tutto
il
tempo; ma io non resistevo più, non dopo che se ne era
uscita
innocentemente, come se niente fosse, con una proposta del genere! Dio,
come faceva ad essere così candidamente erotica? La mia
bambina
sexy…
-Sei
un piccolo
diavoletto tentatore! Lo sai, vero?- le mormorai, mentre, con
l’assoluta approvazione del mio soldatino
sull’attenti, le
sfilavo via il suo inutile e fastidioso top.
I
suoi
meravigliosi seni si offrirono alla mia bocca smaniosa, in tutta la
loro magnificenza. Mi avventai come un ingordo conquistatore su uno dei
suoi boccioli, facendola gemere. Adoravo le sue gemme rosse e sempre
pronte per me ad ogni mio minimo sfioramento…
Lei
reclinò la testa all’indietro e una sua mano si
intrecciò ai miei capelli, artigliandoli e facendo affondare
ancora di più il mio viso su quelle morbide e profumate
colline.
Dio, ci sarei morto così!
La
mia Bella
gradì talmente tanto le mie lascive attenzioni che la
risposta
del suo corpo non si fece attendere: il suo inebriante odore di donna
mi travolse i sensi…
Facendo
forza
con le braccia, la feci alzare in piedi sul letto. Ora il suo inguine
era praticamente davanti al mio viso, e non riuscii a
trattenermi… mi avvicinai e inspirai forte il suo profumo
attraverso la stoffa morbida. Ci strofinai un po’ il naso
mentre
quell’aroma meraviglioso ubriacava i miei sensi, eccitandoli
e
portandomi pericolosamente al limite…
Il
mio membro
pulsò con dolore e la mia irrefrenabile e selvaggia bramosia
prese il sopravvento sul mio ottenebrato raziocinio: in un unico
movimento fulmineo le tirai giù il pantaloncino e lo feci
volare
per la stanza. Vidi Bella arrossire in modo acceso, forse anche per la
sua posizione... lei mi sovrastava completamente con il suo corpo nudo
e mi stava richiamando a sé, come una incantevole,
ammaliante ed
irresistibile sirena.
-Se
arrossisci
già adesso, cosa farai tra poco, gattina?- la provocai roco,
accarezzandole le natiche sode e vellutate che tanto mi facevano
impazzire. Sgranò un po’ gli occhi nel momento in
cui le
strinsi forte, in maniera possessiva… lei era mia, tutta
mia… la mia donna, e di nessun altro! E che donna!
Sorrisi
orgoglioso e trionfante a quel pensiero…
Bella
aprì la bocca, forse per tentare di rispondere alla mia
provocazione; ma le parole le morirono in gola trasformandosi in un
gemito profondo e sommesso, perché in meno di un secondo ero
sprofondato nella sua intimità.
Stavo
impazzendo di desiderio, ma allo stesso tempo non riuscivo a staccarmi
da quella parte di lei così calda... la mia Bella nel
frattempo
riusciva solo a fremere ed ansimare, completamente schiava delle mie
carezze. Dio, che fantastica ed appagante sensazione di onnipotenza! Io
ero l’unico al mondo che riusciva a donarle quel piacere
intenso…
Il
mio membro
pulsava furiosamente richiedendo a gran voce di essere coinvolto in
maniera più diretta in quel lussurioso gioco… ma
prima
volevo dedicarmi ancora un po’ a lei…
Potevo
sentire
le sue gambe tremare… non avrebbero retto ancora per
molto… così la afferrai per le natiche e,
sollevandola,
la feci sdraiare con la schiena sul letto, mentre io non avevo nessuna
intenzione di smettere di regalarle quel piacere… Ormai era
completamente persa e la sentivo sempre più vicina al
culmine,
finchè dopo poco l’orgasmo esplose di nuovo in
lei…
potente, assoluto…
Le
mie mani
iniziarono a carezzarle le lunghe gambe affusolate, per permetterle di
rilassarsi nuovamente. Lentamente il suo respiro tornò
normale e
il suo martellare nel petto rallentò, mentre il mio membro
era
sempre più pulsante di desiderio…
-Ora
tocca a
me!- affermò la mia panterina. Con uno scatto felino Bella
si
sedette e mi prese il viso avventandosi sulle mie labbra. Il bacio
divenne subito irruento e passionale, un erotico gioco di
lingue… mentre i nostri corpi si ritrovarono in ginocchio
sul
letto, allacciati e così aderenti che combaciavano
perfettamente. Il suo soffice seno premeva sul mio torace,
infiammandomi ancora di più: sentivo le sue punte dure e
rigonfie accarezzarmi la peluria del petto e mugolai dal piacere.
-Ahh…
sì…- gemetti incontrollato. Ero al limite della
sopportazione umana… non avrei resistito ancora a lungo: la
volevo mia! Ora! Subito!
Bella
scese a
baciarmi il collo e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai sdraiato sul
letto e lei sopra di me con la panna in mano e un’aria
impudica e
monella... Dio, l’avrei fatta mia all’istante,
lasciando
perdere qualsiasi giochino!
-Mmm…
qui qualcuno mi sembra molto impaziente…-
sussurrò,
accarezzando superficialmente la mia erezione, che al suo tocco
sembrò andare a fuoco.
-Ahh…-
mi sfuggì dalle labbra. Bella si spruzzò un
po’ di
panna su un dito e molto lentamente lo portò nella sua
bocca,
succhiandolo… entrambi mugolammo di piacere. Cazzo! Cazzo!
Cazzo!
Ma
non si era
resa conto che stava giocando con il fuoco?! Se avesse continuato
così, l’avrei sbattuta al muro senza troppi
complimenti!
-E’
molto
buona… vuoi assaggiare?- mi chiese, con un tono da bimba
innocente che mi mandava fuori di testa. Oddio, quella pantera era la
donna più erotica, sensuale e appassionata che avessi mai
visto!
Una bomba sexy!
Annuii,
incapace di proferire parola… il mio cuore martellava
furioso
nel petto, il mio respiro in pieno affanno… non sapevo se la
mia
voce sarebbe uscita, se avessi tentato di risponderle: la mia gola era
più secca che mai...
Quella
diavoletta spruzzò ancora un po’ di panna
sull’indice e lo portò alla mia bocca…
lo succhiai
gemendo, chiudendo gli occhi e cercando di gustare quel sapore
così dolce, mentre agognavo altre e più appaganti
attenzioni.
Bella
velocemente ritrasse il dito dalla mia bocca ingorda e vi aggiunse
ancora un po’ di panna… quando però si
avvicinò di nuovo al mio viso, anziché infilarlo
nella
mia bocca, spalmò quella soffice schiuma sulle mie labbra,
sul
mento, sulle guance, sulla gola...
-Ops…
scusa… ti ho sporcato tutto…- mugolò
con finto
dispiacere; -Mmm… mio il danno, mio il rimedio…-
e
chinandosi su di me iniziò a lambire tutta la zona sporca di
panna con la sua lingua, facendomi sussultare e fremere in maniera
vistosa…
-Mmm…
come sei buono Edward…- sospirò sulla mia bocca.
Basta,
cazzo! Le avrei fatto capire cosa era riuscita a scatenare! Il mio
mustang impetuoso avrebbe domato quella puledra!
Le
afferrai i
fianchi e avvicinai il mio bacino al suo, facendo scontrare le nostre
intimità scoperte e calde. Bella si spostò un
po’
più giù, sistemandosi sulle mie gambe, lasciando
scoperta
e insoddisfatta la mia intimità pulsante e frustrata.
La
vidi agitare
di nuovo la bomboletta e in un attimo mi ritrovai una lunga scia di
panna che iniziava dal mio petto, per proseguire sugli addominali
contratti per lo sforzo e finire giù a ricoprire
SC…
Bella si spostò al mio fianco e iniziò a leccarmi
sensualmente, ripulendo ogni traccia di quella dolce e golosa crema.
Arrivata al mio punto debole, io ero ormai teso come una corda di
violino... la sua era quasi una tortura... un’atroce,
incredibile
e deliziosa tortura… Ero totalmente immobile e imbambolato,
mentre lei continuava la sua puntigliosa opera di pulizia.
Sentivo
il piacere aumentare sempre di più e avrei desiderato
lasciarmi andare subito…
Cercavo
di
contrastare quelle sensazioni esaltanti per far durare ancora
più a lungo quel supplizio così piacevole; il mio
respiro
era affannoso, il cuore e l’adrenalina a mille, e dopo poco
l’orgasmo esplose forte e intenso… ero in
paradiso!
Alla
visione di
Bella con un sorriso malizioso, la mia voglia di lei riesplose
prepotente: la volevo, volevo perdermi dentro di lei, la volevo
possedere con tutto me stesso!
Mi
alzai di
scatto dal letto e la afferrai per i fianchi prendendola in braccio e
facendole allacciare le sue gambe dietro la mia schiena. Si era
divertita abbastanza a provocarmi… basta giochini, si faceva
sul
serio: ora toccava a me!
-Edward,
ma…- esclamò sorpresa; ma la frase le
morì di
nuovo in gola nel momento in cui i nostri corpi diventarono uno solo,
lasciandoci entrambi senza fiato. Chiusi gli occhi per un attimo,
sopraffatto da quell’ondata di puro benessere che stava
avvolgendo l’intero mio corpo…
-Hai
giocato col fuoco, principessa… non ti hanno insegnato che
poi ci si brucia?- le chiesi con voce roca e maliziosa.
Mi
avvicinai
con impaziente frenesia alla mia scrivania e scaraventai a terra tutto
ciò che vi era sopra, adagiandovi Bella (non in modo molto
delicato, in verità) e facendola sdraiare con la
schiena…
Mi sentivo in balia di una brama potente, che anziché
scemare
(sempre più appagata da miei gesti di pura lussuria), si
alimentava solo con il calore del corpo della mia dea e alla vista di
tutto ciò che ormai potevo considerare unicamente mio!
La
stanza era
piena dei nostri gemiti, dei nostri sospiri, della nostra danza di
passione e amore, dei nostri inebrianti odori, dei nostri “ti
amo” sussurrati, agognati, urlati…
finchè
l’orgasmo non scosse entrambi nello stesso identico
momento… donandoci un piacere sconfinato, un appagamento
inimmaginabile, un incredibile abbandono dei sensi…
I
nostri ansiti
si affievolirono e i nostri respiri pian piano si regolarizzarono,
assieme al nostro frenetico martellare nel petto. La attirai a me,
abbracciandola e baciandola con una dolcezza infinita…
volevo
che capisse quanto ero innamorato di lei, quanto la amassi, quanto la
venerassi… riuscivamo a formare un essere unico e
inscindibile e
lo saremmo stati per sempre!
-Oh
amore… sei stato eccezionale! Semplicemente divino!- mi
elogiò ancora con il fiatone; aveva le guance accaldate, gli
occhi lucidi e scintillanti, il sorriso felice e luminoso…
era
una visione spettacolare, favolosa! Sghignazzai per i suoi complimenti,
ma in realtà mi sentivo orgoglioso e soddisfatto di me
stesso… era stato esaltante per me possederla in quel modo
privo
di qualunque freno o inibizione… ma ero senza fiato
anch’io!
-Grazie…
ma il merito è anche tuo: tu sei perfetta per me, amore!-
replicai con un sorriso colmo di tutto ciò che il mio cuore
provava per quell’angelo bellissimo e speciale che aveva reso
così stupenda la mia esistenza. Mi ero reso conto che la mia
gattina era ancora provata, quasi senza energie; la sollevai e mi
avvicinai al comodino, sul quale poco prima avevo posizionato il
vassoio con la colazione. Avevamo bisogno entrambi di rimetterci in
forze: avevo intenzione di fare l’amore con la mia Bella per
tutto il giorno!
-On
no! Che
scema!- esclamò lei ad un tratto dopo aver dato uno sguardo
al
vassoio. -Mi sono dimenticata lo sciroppo di cioccolato!- si
rammaricò con un visetto triste. Le diedi un bacio in fronte
e
la adagiai sul letto.
-Tranquilla,
cucciola: ci penso io! Ti avevo assicurato che non avresti messo piede
fuori da questa stanza… e ho tutta l’intenzione di
mantenere la mia promessa! Torno subito!- affermai acciuffando i miei
boxer neri e infilandomeli a gran velocità per raggiungere
la
cucina.
Iniziai
a
scendere come un razzo la rampa delle scale e con stupore mi accorsi
che Jazz (anche lui con la mia imbarazzante, identica mise) si trovava
pochi passi davanti a me.
-Ehi!
Hai
dimenticato lo zucchero?- ghignai. Si voltò con un sorriso
malizioso e sollevando un sopracciglio mi rispose: -Certo, come te!
Giusto?-. Scoppiammo a ridere entrambi, come due scemi, raggiungendo la
cucina. Io presi lo sciroppo mentre lui prese dal frigo un
po’ di
panna spray. Oddio, ma quanta ne avevamo di scorta? Scossi la testa,
divertito: non mi ero mai accorto prima che potesse risultare un
alimento così richiesto…
-Mi
raccomando…- esordii, ma venni immediatamente interrotto
dalla sua replica.
-…la
mia
sorellina…- terminò la mia frase incrociando le
braccia
al petto. Che situazione stramba! Sghignazzammo all’unisono,
fino
alle lacrime.
-Te
lo saresti
aspettato, Ed? Ritrovarci qui, seminudi, a fare di tutto per coccolare
l’uno la sorellina dell’altro?- ammiccò.
-Assolutamente
no! Anzi, mi ricordo bene che la sera in cui ho baciato Bella per la
prima volta, quella di ritorno al New Moon, mi sono ritrovato con te in
camera: avevi uno sguardo talmente minaccioso e una feroce aria da
mastino che ho avuto per tutto il tempo il sacro terrore di ritrovarmi
un uomo privo dei miei delicati gioiellini!- sorrisi sia al ricordo che
per la strana circostanza.
-Già…
effettivamente l’idea era proprio quella… ma
poi ho
capito che le tue parole erano sincere e ho deciso di
risparmiarti…- mi rispose, ghignando.
-Mmm…
molto magnanimo direi…- esclamai e facendo un leggero
inchino di
ringraziamento per prenderlo un po’ in giro. Mi diede un
pugno
sul braccio, ridendo.
-Dai
va! Non fare tanto lo spiritoso e torniamo dalle nostre donzelle, prima
che ci diano per dispersi!-.
Sghignazzando
felici, ritornammo al piano di sopra, salendo i gradini a due a due,
finché una scenetta insolita e bizzarra si
stagliò
dinnanzi ai nostri occhi, increduli e spalancati dall’immenso
stupore… dio, cosa avrei pagato per poter scattare una
mitica
foto!
Quell’enorme
montagna di muscoli di mio fratello stava battendo i pugni della porta
della sua camera con ‘indosso’ un indumento
certamente non
suo (almeno lo speravo!): una semitrasparente vestaglia rosso fuoco,
tutta pizzi e fiori, legata alla vita con un nodo delle maniche
lunghe…
-Ma…
ma… dolcissima cucciolotta mia!! Perdonami, ti prego! Non
l’ho fatto apposta!- piagnucolò Emm. Io e Jazz ci
guardammo allibiti, trattenendoci a stento da una sonora risata
nonché da solenne ed eterna presa per il culo…
-No!
Sei un
troglodita! Era un pezzo unico di Victoria’s Secrets! Unico!
Hai
capito il concetto, razza di scimmione?- sbraitò la sua non
più tanto dolce metà. Cristo! Erano cazzi amari
per il
mio povero fratellone…
-Adesso
per
punizione te ne stai fuori per un po’ a meditare! Chiaro?!-
sentenziò quel severo giudice biondo della sua ragazza. Mi
voltai verso Jazz e notai in lui la mia stessa scintilla
goliardica… ormai il destino di Emm era segnato, era nostro
prigioniero!
Io
e mio
cognato ci avventammo verso l’orso: unico obiettivo era
quello di
strappargli quella ridicola vestaglietta! Gettammo a terra le
confezioni di panna e sciroppo e con uno scatto felino raggiungemmo il
nostro intento, e il povero Emm si ritrovò in un istante
nudo
come un verme… ma prima di riuscire a ghignare trionfanti
per la
nostra facile vittoria, entrambe le porte delle nostre rispettive
camere si aprirono e le testoline incuriosite di Bella e Alice fecero
capolino. Oh cazzo! La mia Bella non doveva assolutamente vedere quel
cretino di mio fratello nudo!
Per
cercare di
tamponare l’incresciosa ed imbarazzante situazione, mio
fratello
mise le mani a conchiglia sull’inguine: in mezzo secondo si
udì la cristallina risata di Bella, avvolta dal mio
accappatoio
che la rendeva sexy più che mai. Io mi fiondai subito su di
lei
e cercai di coprirle gli occhi, ma lei, ridendo come una matta, cercava
di togliermi di mezzo per continuare indisturbata nella sua visione.
-Eddai,
Edward!
Non puoi privarmi dell’occasione di prendere per il culo tuo
fratello a vita!- urlava, continuando a sbellicarsi. Intanto mia
sorella, comprensibilmente, si era coperta gli occhi e si
lamentò disgustata.
-Jazz,
che
schifo! Ridagli quel… quel coso… per coprirsi-
ordinò al suo ragazzo, che con un ghigno diabolico si
avvicinò a Emm con quell’utile pezzo di stoffa.
Lui lo
strappò dalle mani di Jazz e se lo riannodò alla
bene e
meglio in vita.
-Ecco!
Spettacolo finito!- annunciò con un sorriso divertito. Era
un
grande: aveva accettato il nostro scherzo e tutte le conseguenze senza
un minimo di irritazione. Finalmente potevo lasciare andare la mia
Bella che aveva ancora gli occhi lucidi dalle lacrime.
-Ma
che hai combinato, si può sapere?- gli chiesi curioso.
-Bè…
ecco… Rose era così sexy con quel completino e
io…
insomma, non ho saputo resistere! E glielo ho un po’
rovinato…- confessò.
-Noo!-
gridò Alice, disperata. -Non quel completino! Non dirmi che
hai
strappato ‘Fuego’!- urlò impazzita,
ancora con le
mani sugli occhi.
-Bè,
dai… che vuoi che sia…- osservò
saggiamente Emm.
Sinceramente non capivo tutta l’isteria di Rose e
Alice…
Bella nel frattempo se la ridacchiava, allegra e spensierata. Emmett si
rivolse di nuovo alla porta della sua camera e ricominciò a
bussare.
-Ti
prego, Rose! Te ne ricomprerò dieci, cento, mille! Dai,
scusami!- la supplicò.
-Non
puoi! Era un pezzo unico!- protestarono all’unisono Alice e
Rose, ancora dietro la porta.
-Dai,
amore!
Fammi entrare! Saprò farmi perdonare…- la
pregò
con la voce da cucciolo; sapevamo tutti in che modo…
-Ok,
ok! Ma
solo perché sono buona…- precisò Rose,
aprendo la
porta della stanza. Emm, con un sospiro di sollievo, schizzò
all’interno della camera facendoci ‘ciao
ciao’ con la
mano.
Raccolsi
da
terra lo sciroppo e mi diressi verso Bella, ancora sulla soglia della
porta; la abbracciai di slancio, stringendola forte al mio petto e
immergendo il mio viso tra i suoi setosi e profumati capelli.
Bastò il suo inebriante odore e la visione di quel corpo
mozzafiato vicino al mio, per ridestare l’instancabile e
palpitante SC…
-Mmm…
è così volevi vedere a tutti i costi mio fratello
come
mamma l’ha fatto, eh? Lo sai vero che adesso dovrò
punirti
molto severamente, vero?- le mormorai all’orecchio, facendola
fremere.
-Non
vedo l’ora…- mi rispose in tono decisamente
malizioso.
Salutammo
Jazz
e Alice e io, impaziente ed eccitato, trascinai la mia troppo vestita
ragazza in camera, per dare inizio a molti altri round di passione,
amore, lussuria…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 85
-Edward… se non
te la senti, tesoro… non sei costretto…- cercai
di rassicurarlo. Scosse la testa. -No,
amore… voglio raccontarti ogni cosa…
però… non ora. Non me la sento di
rovinare questa splendida giornata e poi a minuti arriveranno gli altri
e non avrei comunque il tempo di farlo come si deve. Preferirei
rimandare e rivelarti tutto con calma, senza nessuna interruzione.
Magari il prossimo weekend…- mormorò. Annuii e
gli diedi un bacio, ma
continuavo a vedere un velo di tristezza incupire i suoi splendidi
occhi verdi. Maledizione a me e alla mia solita boccaccia! Cercai di
stemperare la tensione perché volevo rivedere il suo volto
illuminarsi
di uno splendido sorriso. -Senti
un po’… ma come mai dopo tutta questa meravigliosa
ginnastica, tu
sembri in piena forma, smagliante più che mai, mentre io mi
sento un
autentico rottame? Vedi, le ingiustizie della vita?- mi imbronciai,
facendo spuntare il suo meraviglioso sorriso sghembo, bello come un
arcobaleno. -Vedrai
che più esercizio faremo e meno problemi avrai…-
sogghignò, mentre le mani avvolsero i miei seni,
accarezzandoli. -Mmm…
Edward… ti prego, smettila… mmm…- lo
pregai, con un tono talmente poco
convinto da farlo sorridere sul mio collo. -Anche io amore,
ricomincerei; ma ti giuro che non ce la potrei fare… non
c’è un singolo
muscolo delle gambe che non mi dolga!- gli confessai, arrossendo un
po’
per la mia debolezza. La sua risata spensierata tuonò nella
stanza.
Capitolo 86 *** Cap. 85: Pomeriggio in compagnia ***
Cap. 85
Buongiorno ragazze! Si ricomincia un'altra
settimana!
Non so a voi, ma a noi il tempo sta letteralmente volando!
Vorremmo scusarci con tutte voi, per aver risposto alle vostre
recensioni così in ritardo, ma in questa settimana ci siamo
ritrovate parecchio incasinate e non abbiamo potuto fare altrimenti.
Sappiamo che spesso avete delle domande, soprattutto riguardo allo
spoiler, e non è carino rispondervi il giorno prima del
capitolo nuovo. Speriamo che non succeda più, ma se dovesse
capitare perdonateci già in anticipo. Allora avete tutti visto
le foto e il video di Breaking Dawn?! Una sola parola:
F-A-V-O-L-O-S-E! E il video da I-P-E-R-V-E-N-T-I-L-A-Z-I-O-N-E!
Oddio santissimo! A me e Sara ci è voluta un'intera nottata
per riprenderci, specialmente dal video!
Ritorniamo a noi! Vi lasciamo un po' di capitoli tranquilli, senza
farvi surriscaldare troppo, nell'attesa del loro romantico e hottissimo
weekend.
Molte di voi ci hanno chiesto se in questa domenica ci sarebbero stati
i pov delle altre coppiette e la risposta è no.
Però ci saranno nel weekend dei nostri piccioncini,
perchè ogni coppia avrà il suo bel programmino!
Un bacione a tutte quante e grazie per i mille complimenti che ci
rivolgete sempre e un ringraziamento anche alle lettrici silenziose! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 85
Pomeriggio in compagnia
Pov Bella
Ormai
era già pomeriggio inoltrato; e dopo un’intensa
giornata
focosa, trascorsa interamente in camera di Edward, in quel momento
stavano per arrivare i nostri amici. Oltre a Jake e Leah, avevamo
invitato anche Angela e Ben. Avevo telefonato alla mia amica, in tarda
mattinata, e le avevo spiegato dei nostri progetti per Halloween. Ne
era rimasta entusiasta e aveva accettato l’invito per quel
pomeriggio e per cena, in modo da discuterne tutti insieme e metterci
d’accordo. Era
incredibile quanto velocemente fosse trascorsa quella meravigliosa
mattinata: io ed Edward avevamo fatto l’amore per quasi tutto
il
giorno e durante le pause tra un round e l’altro ci eravamo
coccolati nel suo letto a riprendere fiato, crogiolandoci con baci e
carezze e godendocela come pazzi. Certo che non potevamo rimproverarci
di esserci risparmiati: lui era stato sempre colmo di ardore, passione,
dolcezza… non avevo mai sperimentato così tanti
orgasmi
in poche ore… mi sentivo stanca, fiacca e sfinita ma
decisamente
euforica, soddisfatta e tremendamente felice! Però,
oltre a tutto questo idillio, c’era anche un aspetto
imprevisto e
per così dire… poco gradevole, una sorta di
rovescio
della medaglia! Mi sentivo completamente indolenzita e le mie gambe
erano appesantite… mi sembrava quasi mi fosse passato sopra
un
tir! Ma era mai possibile che il fatto di non essere una tipa
particolarmente atletica, dovesse ripercuotersi in questa maniera
antipatica anche in seguito ad un’attività
così
piacevole?! Prima
di fiondarmi in camera mia, mi ero fatta una doccia veloce e poi, noi
ragazze, ci eravamo fermate a chiacchierare dieci minuti in bagno, per
tirare un po’ le somme di quella splendida giornata.
Bè,
manco a dirlo, quelle pettegole si erano subito rese conto dei miei
movimenti un tantino rallentati, ancora meno fluidi del
solito…
ed erano scoppiate a ridere di gusto. Passato il momento delle
battutine, mi avevano rassicurato: era decisamente normale i primi
tempi sentirsi un po’…
“affaticati”…
specialmente dopo una full immersion intensa come era stata la nostra! -Così
ti alleni per il vostro week end di fuoco!- ridacchiò Alice,
assicurandomi che in realtà anche lei si sentiva molto
provata. Poi
mi avevano saggiamente consigliato, se avessi voluto evitare di
diventare la vittima sacrificale di Emmett per tutta la sera
(quell’orso aveva un radar del sesso: era particolarmente
attento
a determinati dettagli!), di riprendermi alla svelta, senza lasciar
trapelare nulla! Ed io avrei di certo seguito il loro consiglio
altrimenti tra Emm e Jake non avrei avuto scampo! Bè,
però ne era valsa la pena ridursi in quello
stato…
un’esperienza spossante ma molto soddisfacente, da ripetere
anche
tutti i giorni! Filai
in camera per vestirmi e per la prima volta in vita mia considerai in
maniera molto positiva l’attività fisica e gli
allenamenti
che questa comportava… Ripensavo
a tutto ciò, mentre mi acconciavo i capelli in una bella
coda
alta, fissando il mio volto sullo specchio, abbastanza soddisfatta del
risultato. La
porta della mia stanza si spalancò all’improvviso:
davanti
ai miei occhi, in tutto il suo splendore, si palesò la
magnifica
causa dei miei dolori muscolari… mai sofferenza era stata
più appagante e più gradita di quella! Il
mitico sorriso sghembo che mi rivolse mi bloccò il respiro e
mi
fece tremare per un attimo le gambe… mai e poi mai mi sarei
abituata al devastante “effetto Edward Cullen”! Era
veramente troppo per me! O forse… ero solo talmente
innamorata
da vedere in ogni suo più piccolo dettaglio la perfezione
assoluta… No! Ero certa che lui fosse interamente
perfetto… perfetto e… mio! Completamente mio! -Sei
uno splendore, piccola mia!- si complimentò con un sorriso
ancor
più luminoso. Lo guardai stranita e poi mi diedi una rapida
occhiata allo specchio. Niente di che: indossavo una normalissima tuta,
forse un po’ attillata… non mi sembrava di essere
chissà quale splendore! In
un attimo le sue braccia mi cinsero la vita e la mia schiena
aderì perfettamente al suo largo e muscoloso torace. Come
ogni
volta, il suo inebriante odore maschile mi stordì. -Mi
piaci da morire quando ti sollevi i capelli, lasciando il tuo collo
sinuoso completamente scoperto… e ti confesso che ho un vero
debole per questa piccola porzione di profumata morbidezza…-
mormorò, strofinando dolcemente le sue labbra sulla pelle
dietro
l’orecchio, all’altezza del lobo, mentre brividi di
piacere
partivano da quel punto irradiandosi lungo la schiena. -Mmm…
amore mio… qui sei ancora più tenera, profumata,
morbida…- sussurrò roco, lasciandomi un piccolo
bacio e
leccando poi tutta quella piccola zona. -Se fossi un vampiro, non
avresti scampo!- ridacchiò mordicchiandomi il collo e
regalandomi una serie di scosse elettrizzanti che infine si
concentrarono in un conosciuto calore al bassoventre. Dio,
non potevo essere di nuovo completamente sconvolta e persa nel
desiderio… non era normale, specialmente dopo quella
sessione
intensa di sesso e passione! O forse sì, se il tuo ragazzo
era
un angelo bellissimo e dolcissimo, dal corpo mozzafiato e per di
più un autentico ed instancabile dio del sesso… Comunque
sia, non riuscii a non abbandonarmi completamente a quelle sue
carezze… e pian piano sentii sempre più vigorosa
la sua
eccitazione premere dietro di me. Scoppiai
in un piccolo risolino al pensiero che nonostante Edward dovesse essere
molto più stanco di me (a livello fisico aveva fatto tutto
lui!), in quel preciso momento provava le mie identiche
emozioni… mi consolai… almeno eravamo in due ad
essere
maniaci e assatanati… -Ehi,
che c’è gattina? Fai ridere anche me, ti
prego…- mi
invitò a confidarmi, mentre le sue mani accarezzavano senza
sosta i miei fianchi. -Niente
di importante, tesoro… mi chiedevo solo come facesse Super
Cullen a essere ancora così vivace, intraprendente e pronto
dopo
gli intensi straordinari di questa giornata! Dev’essere stato
un
bel ritmo sostenuto anche per i suoi standard!- sghignazzai. Mi sorrise
malizioso attraverso lo specchio, mentre le sue mani si erano spostate
sulle mie natiche, accarezzandole voluttuosamente e causandomi un
irrefrenabile sospiro di piacere. -Bè…
ti ho già detto che sei tu e solo tu a farmi questo effetto!
Ti
giuro che non ne ho mai abbastanza di te, dei tuoi baci, delle tue
carezze, del tuo corpo, del tuo profumo… mi basta solamente
vederti, e il desiderio esplode più prepotente che mai!-
mormorò roco al mio orecchio, mentre una sua mano si era
intrufolata sotto la maglietta e mi accarezzava il ventre. -E
ti garantisco che nonostante il mio passato… bè,
non mi
è mai capitato di trascorrere tutta la giornata a fare
l’amore… e ricomincerei daccapo anche in questo
momento,
bambolina mia… credimi…- continuò in
un sussurro
eccitato, mentre continuava la sua sensuale esplorazione sotto i miei
indumenti. Oddio! Se avesse continuato così ancora per
qualche
secondo, non saremmo mai scesi di sotto… mai più!
-Davvero?!-
mi meravigliai. Ero veramente sorpresa e…
perplessa… uno
come lui, con tutta l’esperienza accumulata in quel campo (e
al
pensiero lo stomaco mi si contrasse in una morsa), non aveva mai fatto
sesso per una giornata intera? Mi sembrava alquanto strano da credere!
Probabilmente la mia espressione fu sufficiente per palesargli i miei
dubbi. -Te
lo giuro, Bella! Prima di conoscerti, prima di scoprire
l’amore,
con te… il sesso per me era solamente un’intensa
ginnastica, una vuota soddisfazione fisica… una volta
ottenuto
quello che volevo ero appagato… non avevo più
bisogno
della ragazza in questione e quindi la cacciavo via o me ne andavo io.
Oh dannazione… so che probabilmente sbaglio a ricordarti
quanto
io sia stato uno stronzo insensibile… ed ho sempre il timore
che
prima o poi tu ti renderai conto di aver fatto uno sbaglio enorme a
metterti con un casinista come me…- mi spiegò,
improvvisamente rigido e in imbarazzo, con lo sguardo cupo e le mani
bloccate e non più calorose e avvolgenti. Un tuffo al cuore
mi
mozzò il respiro: mi faceva male saperlo così
angosciato
e distante… Certo,
Edward sapeva che per me era una pena sentir parlare del suo passato;
ma non pensavo che nel suo profondo provasse ancora la paura che io
potessi lasciarlo a causa delle sue esperienze trascorse…
era
semplicemente assurdo! Io ero serena e tranquilla sul presente: ero
certa che non fosse più quel tipo di ragazzo e apprezzai
infinitamente la sua completa sincerità. Mi
voltai per guardarlo in quegli smeraldi tormentati e gli avvolsi il
viso cupo e triste con le mie mani, per cercare di rassicurarlo. -Amore
mio… io ti credo e mi fido ciecamente di te, lo
sai… quel
tuo comportamento è superato, ed è stato solo una
parte
della tua vita. Anzi… più ti conosco e
più mi
convinco che non era nemmeno una parte del vero te stesso, del tuo
autentico carattere… e sono convinta di questo, stellina
mia:
che il tuo comportamento ‘casinista’ fosse solo una
maschera! E sai perché ne sono così sicura?
Perché
altrimenti non avresti potuto cambiare così radicalmente in
così poco tempo!- tentai di fargli capire, sorridendogli e
accarezzando le sue guance colorate da un lieve accenno di barba con
tutta la dolcezza che mi era possibile. Mi abbracciò di
slancio,
stritolandomi in una morsa d’acciaio. -Oddio,
ti amo, Bella! Grazie per le tue parole, sei un angelo! Tu non hai idea
di quanto io ti adori, ti veneri! Tu… sei tutto per me!
Tutto!-
mormorò, fissandomi intensamente con lo sguardo carico di
sincera devozione e sconfinata passione. -Diciamo
che me ne sono fatta un’idea alquanto precisa!- sogghignai,
baciandolo. Però ancora una questione mi vorticava in testa;
tante volte avrei voluto approfondire quel discorso, senza mai averne
avuto il coraggio. Quella era l’occasione ideale. -Posso
farti una domanda piuttosto riservata? Ma se preferisci non rispondere,
non temere, basta che me lo dici…- sussurrai. -Spara…-
sospirò. Era di nuovo serio, consapevole
dell’importanza
della totale sincerità reciproca in momenti delicati come
quello. -Hai
avuto una delusione con qualche ragazza, magari… molto
importante per te?- gli domandai timorosa della sua risposta. Lui mi
guardò confuso, così continuai col mio pensiero. -Vedi…
il tuo passato comportamento con le ragazze è stato un
qualcosa
di così diverso da quello che sei veramente… e
dal modo
amorevole di comportarti con la tua famiglia, che mi ha indotto a
ritenere che forse sia stato dettato da una amara delusione
sentimentale…- gli spiegai. Il pensiero di lui innamorato
pazzo
di un’altra, deluso e magari ancora sofferente per lei, mi
faceva
impazzire e tremare dal terrore e dall’angoscia…
ma volevo
saperlo! -Come
ti vengono certe idee?! Bella… te l’ho sempre
detto che
non mi ero mai innamorato di nessuna ragazza, prima di te! E devo
confessarti, non senza una punta di vergognoso rammarico, che ho
passato completamente confuso e in balia di questo nuovo sentimento
parecchi giorni e altrettante notti, senza riuscire a capire che
diavolo mi fosse preso! Già dall’inizio mi ero
reso conto
che tra noi due non avrebbe potuto esistere solo attrazione fisica; ma
ero troppo orgoglioso, stupido e ottuso per capire che mi ero ormai
innamorato perdutamente… credimi, amore… tu sei
stata
l’unica in grado di rubarmi la mente, il cuore e
l’anima! E
sarai anche l’ultima, perché non ho intenzione di
lasciarti o di perderti per qualsiasi motivo! Da qui…
all’eternità!- dichiarò solenne. Il mio
cuore ormai
era impazzito e il sorriso sul mio volto era talmente ampio che potevo
sentire le mascelle dolermi. Mi
strinse forte a sé in un abbraccio in cui voleva
trasmettermi
tutto il suo amore. Lo sentii sospirare ancora e capii che
c’era
dell’altro... -Però…
su una cosa hai ragione, amore…- aggiunse assumendo
nuovamente
un tono grave; -…il mio pessimo comportamento è
iniziato
l’anno in cui è morto mio padre…
sai… ero
entrato in una sorta di spirale autodistruttiva…-
mormorò
triste e abbattuto, scuotendo la testa ripetutamente, come se in
realtà desiderasse scacciare quelle dolorose immagini
imprigionate nei suoi ricordi. Avrei
voluto con tutto il cuore sapere cosa fosse successo a suo padre e
quello che il mio ragazzo aveva combinato in seguito. Ogni tanto, dalla
bocca degli altri, era uscita qualche mezza frase, anche prima che noi
due ci mettessimo insieme; ma non avevo mai fatto domande per
approfondire la questione, perché si notava che era un
argomento
straziante per tutti loro. In realtà ne avrei avuta
l’occasione: un giorno, Rosalie avrebbe desiderato
raccontarmi
tutto quanto, dopo averlo saputo da Emmett; ma avevo preferito farla
tacere. Quello era un tassello importantissimo della vita di Edward e
avrei voluto che fosse lui stesso a confidarsi con me…
quando si
sarebbe sentito pronto a compiere quel passo. -Bella…
ecco, io… ho combinato parecchi casini… e mi sono
comportato come uno stronzo testa di cazzo… tutti coloro che
mi
volevano bene hanno pagato un caro prezzo per colpa mia: mia madre ne
porta le conseguenze ancora adesso…- mi confessò,
e si
interruppe con la voce incrinata. Un groppo mi si formò
subito
in gola, mi faceva un male assurdo vederlo così fragile e
vulnerabile e non poter far niente per alleviare quel dolore ancora
così intenso; mi faceva sentire tremendamente inutile,
impotente… non era giusto che un angelo stupendo come lui
dovesse soffrire così tanto! -Edward… se non
te la senti, tesoro… non sei costretto…- cercai
di rassicurarlo. Scosse la testa. -No,
amore… voglio raccontarti ogni cosa…
però…
non ora. Non me la sento di rovinare questa splendida giornata e poi a
minuti arriveranno gli altri e non avrei comunque il tempo di farlo
come si deve. Preferirei rimandare e rivelarti tutto con calma, senza
nessuna interruzione. Magari il prossimo weekend…-
mormorò. Annuii e gli diedi un bacio, ma continuavo a vedere
un
velo di tristezza incupire i suoi splendidi occhi verdi. Maledizione a
me e alla mia solita boccaccia! Cercai di stemperare la tensione
perché volevo rivedere il suo volto illuminarsi di uno
splendido
sorriso. -Senti
un po’… ma come mai dopo tutta questa meravigliosa
ginnastica, tu sembri in piena forma, smagliante più che
mai,
mentre io mi sento un autentico rottame? Vedi, le ingiustizie della
vita?- mi imbronciai, facendo spuntare il suo meraviglioso sorriso
sghembo, bello come un arcobaleno. -Vedrai
che più esercizio faremo e meno problemi avrai…-
sogghignò, mentre le mani avvolsero i miei seni,
accarezzandoli. -Mmm…
Edward… ti prego, smettila… mmm…- lo
pregai, con
un tono talmente poco convinto da farlo sorridere sul mio collo. -Anche
io amore, ricomincerei; ma ti giuro che non ce la potrei
fare…
non c’è un singolo muscolo delle gambe che non mi
dolga!-
gli confessai, arrossendo un po’ per la mia debolezza. La sua
risata spensierata tuonò nella stanza. -Vedi,
cucciola… è l’acido lattico. Oggi hai
usato in modo
molto intensivo dei muscoli che di solito non utilizzi… come
per
esempio quelli dell’interno coscia…- mi
spiegò il
mio dottorino; e le sue mani accarezzarono le mie cosce fino a risalire
all’inguine, causandomi un sospiro. -…quelli
del ventre…- e ne tracciò ancora il profilo
delicatamente
facendomi fremere; -…quelli sul davanti della
coscia…- e
le sue mani partirono dal ginocchio accarezzando le mie gambe in
lunghezza fino ad arrivare a sfiorare il fulcro del mio piacere che
iniziava già a contrarsi dall’eccitazione e dal
suo tono
di voce estremamente sensuale… -Ma
quelli che preferisco più di tutti sono… quelli
intimi…- le ultime due parole sussurrate, mentre la sua mano
stavolta ricoprì interamente quella mia zona così
sensibile, iniziando a muoversi in maniera sensuale ed eccitante. Il
mio respiro si fece subito più accelerato e mi ritrovai ad
ansimare spudoratamente, mentre sentivo le gote incendiarsi. Il
suono del campanello di casa mi fece tornare con i piedi per terra, ed
Edward mi sorrise sornione, lasciando la presa e permettendomi di
ritornare a incamerare aria nei miei polmoni. -Per
stavolta ti sei salvata, gattina! Ma la prossima non potrai sottrarti
alle cure miracolose del dottor Cullen… conosco tutti i
metodi
per far sciogliere l’acido lattico e liberarti dai dolori! Ma
i
più efficaci sono due: aumentare l’esercizio
e…
perdersi nei meandri dell’appagamento più puro,
provando
un orgasmo dopo l’altro! Di modo che il piacere sia
più
intenso del dolore…- sussurrò roco ed eccitato al
mio
orecchio. I miei occhi erano sgranati, il mio respiro decisamente
ancora troppo accelerato e il mio corpo completamente sconvolto! Scoppiò a
ridere, mentre fissava divertito la mia espressione. -Su,
riprenditi, coraggio! Altrimenti Jake ed Emm ci massacreranno di
battutine sconce per tutta la sera!- mi rimproverò
bonariamente,
afferrandomi la mano e trascinandomi verso la porta. Ancora
scombussolata, cercai di darmi un tono e seguii buona buona il mio
fantastico dottorino. Dopo due minuti eravamo in salone, dove gli altri
avevano appena accolto Ben, Angela, Leah, Jake e… Seth?! -Seth!-
esclamai, felice di vederlo; -Finalmente Leah è riuscita a
convincerti ad unirti a noi per una serata!- aggiunsi, andandogli
incontro ed abbracciandolo. -Ciao,
Bella! Avevo voglia di divertirmi un po’ con voi, anche se mi
sento decisamente di troppo! Siete tutti accoppiati! Dovete
assolutamente trovare anche a me una ragazza- si lamentò,
facendoci scoppiare a ridere. -Ma
quando mai hai avuto bisogno dell’aiuto di qualcuno per
trovarti
una pollastrella?!- lo rimbeccò Jazz, guadagnandosi un
coppino
da parte mia. -Ehi!
E’ la verità!- si difese, mettendo un
po’ di
distanza tra me e lui per evitare altre rappresaglie fraterne. Lo
fulminai con un’occhiataccia. -Senti
fratellino, non me le fare girare, per favore! Noi non siamo delle
“pollastrelle”! Quindi vedi di moderarti e
chiamarci con il
nostro nome: ragazze! Non siamo mica degli animali pronti a essere
sfruttati da voi biechi maschilisti!- lo rimproverai, mentre le ragazze
mi davano man forte con segnali e parole di assoluta approvazione. -Bells,
per favore… non iniziare con la solita storia! Lo sai che
sono
cambiato, grazie alla mia dolce principessa- dichiarò,
afferrando Alice per la vita e abbracciandola forte, mentre lei si
abbandonava completamente arresa tra le sue braccia. -E’
solo che ogni tanto può scappare qualche termine del mio
vecchio
linguaggio… vero Edward?!- domandò, rivolgendosi
con una
complice e furbesca occhiata al mio ragazzo, che fissai in maniera
eloquente. Alzò immediatamente le mani in segno di resa. -Ehi, amico! Non osare
mettermi in mezzo! Chiaro? Arrangiati con la tua dolce sorellina!- si
difese, indicandomi. -Lo
so che sei cambiato, Jazz… ma vedo che, nonostante tutto, la
tua
“cretinaggine acuta” ancora tenta di emergere!
Quindi vedi
di stare particolarmente attento!- chiusi il discorso con lui;
-Però è vero Seth… non mi sembra che
le ragazze ti
manchino, no?- mi rivolsi di nuovo al nostro ospite: Seth era un
ragazzo molto bello e molto dolce. Poi, il suo lavoro, di certo lo
avrebbe potuto aiutare con le ragazze… ma ciò
nonostante
non era mai stato il tipo che ne cambiava una ogni sera, anzi!
Raramente l’avevo visto intrattenersi con qualcuna. -Lo
so, Bella… è solo che… diciamo che le
migliori
sono già occupate…- mormorò con un
sospiro
frustrato, fissando intensamente Rosalie. Oddio, no! Non era possibile
che fosse ancora perso di lei! Pensavo che ormai si fosse completamente
rassegnato, ma evidentemente la sua vecchia cotta non accennava a
diminuire... povero Seth, quanto mi dispiaceva per lui! Rose
abbassò in fretta gli occhi, impacciata, e per la prima
volta
notai una luce insolita nello sguardo di Emmett. Ero certa che avesse
compreso cosa si nascondesse dietro le parole di Seth e dietro ai suoi
sguardi languidi verso mia cugina. Leah cercò di salvare suo
fratello dall’imbarazzante silenzio che era sceso nella
stanza,
nonostante l’alto numero di persone presenti. -Allora
ragazzi! Parliamo di cose serie! Halloween è vicino!
Dobbiamo
darci una mossa a decidere i nostri costumi, altrimenti non riusciremo
a trovare nulla di decente in affitto!- esclamò Leah,
riuscendo
subito a catturare l’attenzione di tutti. -Perché
non ci vestiamo da dame del Settecento… tutti quei vestiti
meravigliosi, sfarzosi… e poi sarei proprio curiosa di
vedere
voi maschietti agghindati in quel modo!- propose Angela.
Sorrisi… la solita sognatrice romantica. -Non
so se quell’abbigliamento vi conviene…- intervenne
Seth;
-Dovreste scegliere qualcosa di meno coprente… al locale
farà un caldo assurdo e chi parteciperà alla gara
di
ballo, ne avrà ancora di più… per non
parlare del
fatto che meno siete vestiti e più riuscirete a muovervi
meglio,
senza la costrizione di abiti troppo ingombranti…- ci
spiegò saggiamente. Effettivamente non sarebbe stato molto
semplice muoverci indossando abiti troppo stravaganti…
specialmente per la sottoscritta! -Sì,
ma per favore niente streghe e vampiri, perché non se ne
può più!- esclamò Ben in modo
preventivo, con
l’approvazione di noi tutti. -Tu, Seth, da cosa ti
travesti?- gli chiese Edward, curioso. -Da
capitan Jack Sparrow!- gli rispose. C’era da immaginarselo:
Seth
adorava i film dei “Pirati dei Caraibi” e il suo
attore
preferito era proprio Johnny Depp. -Bella
idea!- trillò Alice; -Sarai un pirata molto affascinante!-
lo
elogiò, guadagnandosi un’occhiata truce da parte
di Jazz.
Dio, non poteva essere così geloso! Anche di Seth?! Ma se
Alice
non aveva occhi che per lui? Bah! Uomini! -Dai,
forza, ragazzi… spremete le meningi!- ci esortò
Jake;
-Voi ragazze avete sempre un sacco di ispirazione…
perché
non ve ne occupate voi fanciulle, mentre noi ci facciamo una sana
partita alla Wii? Poi ci dite cosa avete deciso e se non
sarà
niente di troppo imbarazzante, accetteremo; vero ragazzi?- annuirono
tutti con forza, probabilmente lieti di non dover chiacchierare per ore
di travestimenti e di poter immediatamente giocare… i soliti
bambinoni! -Ok,
ma prima, Seth… ci puoi raccontare qualche anteprima sulla
gara?
Come si svolgerà?- gli chiese, impaziente e curiosa Alice. -Mi
spiace… posso solo rivelarvi che sarà una sfida
basata
sulla resistenza… vincerà la coppia che
rimarrà
per ultima in pista, ma ci saranno delle regole da rispettare.
Però non posso anticiparvi nient’altro, mi
spiace!- ci
spiegò, con tono misterioso. -Ma
fratelloneeee, dai…- si lamentò Leah, sperando di
intenerirlo. Fin da quando eravamo piccole, Leah aveva sempre assunto
quel tono con suo fratello, sperando in quel modo di ammorbidirlo. Ma
Seth non aveva mai ceduto… però poi, da furbette,
avevamo
scoperto presto il suo punto debole: Rosalie. Così Leah
l’aveva sempre convinta ad andare da Seth; e Rose, con
qualche
battito di ciglia e qualche complimento, era riuscita ogni volta a
farlo sbottonare e a ottenere ciò che ci premeva. Eravamo
tremende, ma ancora delle bambine e non ci vedevamo nulla di male. -Leah…
finiscila! Non sei mai riuscita a convincermi, nemmeno quando eri
piccolina e urlavi e strepitavi rotolandoti a terra, piangendo e
tirandoti i capelli! Figuriamoci ora che sei grande… lo sai
che
i tuoi broncetti non hanno effetto su di me… riservali per
il
tuo fidanzato!- la rimproverò dolcemente, schioccandole un
bacio
sulla guancia. Sorrisi al broncio di Leah e all’affetto che
c’era tra quei due. Nonostante però non si fosse
mai fatto
intenerire e incastrare dagli atteggiamenti della sorella,
l’aveva sempre protetta da bravo fratello maggiore. Spesso
capitava che Leah ne combinasse una delle sue, e Seth, la maggior parte
delle volte, la copriva e spesso se ne assumeva addirittura la colpa! I
ragazzi iniziarono a sistemare l’attrezzatura per giocare
alla
Wii; con la coda dell’occhio, nel frattempo notai Leah, che
evidentemente non si era persa d’animo al rifiuto di Seth,
avvicinarsi a Rosalie che si stava alzando… e dopo averle
sussurrato qualcosa all’orecchio (che aveva fatto sgranare
gli
occhi a mia cugina), le diede una poderosa spinta facendola finire
dritta dritta tra le braccia di Seth. Oh no! Oddio
non potevo credere ai miei occhi! Era tremenda! Non poteva pensare
davvero, con Emmett lì a pochi passi, che Rose si mettesse a
fare la smorfiosa con Seth per ottenere le informazioni sulla gara di
ballo! Non eravamo mica più delle bambinette! -Scusa…
devo essere inciampata…- si giustificò Rose,
terribilmente imbarazzata e rossa come un peperone, mentre trucidava
Leah con lo sguardo. Seth si imporporò
all’istante, ma
allo stesso tempo non toglieva le mani dai fianchi di Rose,
né
tantomeno distoglieva lo sguardo dai suoi occhi. Oh porca… -Non
fa niente… è stato un piacere
sorreggerti…- le
mormorò con un tono di voce decisamente troppo roco. Per
fortuna
sentii solo io che ero a pochi passi; ma quando mi voltai per
controllare i ragazzi, trattenni il respiro nel vedere Emmett osservare
la scena con attenzione e stringere i pugni dalla rabbia
repressa… il povero Emmett stava ribollendo dalla gelosia!
Dovevo fare qualcosa!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 86
-Emm…
per favore potresti venire un attimo in garage? E’
già un
po’ che volevo chiederti un parere sulla Volvo e visto che
non
hai voglia di giocare, potremmo approfittarne ora…- mentii,
improvvisando. Intanto Jake e Seth continuavano la loro partita,
ridendo e urlando come pazzi. Emm, annuì e si
alzò,
precedendomi verso il garage. Appena entrammo, chiusi la porta alle mie
spalle e lo fissai. -Allora? Che volevi?- mi
chiese in modo svogliato, stupito che non mi avviassi verso
l’auto. -Dimmelo
tu! Cos’hai Emm?- domandai a bruciapelo. Spalancò
gli
occhi, palesemente stupito dalla mia domanda. Si riprese subito. -Non
ho proprio un cazzo! E non so di cosa tu stia parlando!-
ringhiò, incattivito. Rimasi sorpreso dal tono brusco della
sua
voce... non era proprio da lui scattare in quella maniera astiosa ad
una semplice domanda. Sospirai e mi appoggiai alla porta incrociando le
braccia sul petto, intenzionato a non lasciarlo uscire
finché
non avesse sputato fuori la verità: lui era cocciuto, ma
anch’io mi difendevo alla grande! -Edward, togliti dai
coglioni e fammi rientrare in casa!- tuonò fuori di
sè. Lo fissai con severa durezza.
Cap. 86
Buongiorno fanciulle!
Abbiamo visto che molte di voi sono rimaste deluse perche si
aspettavano ancora degli hot per lo scorso capitolo. Abbiamo
deciso di farvi leggere qualche capitolo tranquillo perchè
poi
le coppiette si scateneranno nel famoso weekend del mesiversario.
Quindi pazientate e intanto riprendete fiato. XD!
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite e un grazie
particolare va a chi ha deciso per la prima volta di far sentire anche
la propria voce. La cosa ci fa molto piacere e non è
necessario
che, se si recensisce un capitolo, poi uno si debba sentire obbligato a
recensirli tutti... basta anche solo un salutino ogni tanto!
Ora vi lasciamo alla reazione di Emmett, di cui molte di voi sono
preoccupate. BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 86
Incidente risolto
Bella
Accidenti
a Leah e alle sue bambinate! Aveva dato uno spintone a Rose e lei,
perdendo l’equilibrio, era finita tra le braccia di un
impacciato
Seth, facendo scattare l’immediata reazione di fastidio del
mio
fratello orso. La situazione era troppo instabile! Decisi di
intervenire all’istante: diversamente Emmett avrebbe anche
potuto
dare in escandescenze...
-Andiamo
Rose, vieni ad
aiutarmi… altrimenti, quando metteremo piede in cucina,
quelle
due pazze furiose avranno già convinto anche Angela di
qualche
loro idea fuori di testa- mi intromisi, trascinando via mia cugina, da
quella situazione imbarazzante e decisamente troppo intima; nel
frattempo le altre ragazze erano già tutte
nell’altra
stanza. Rose, incavolata nera, colse l’occasione al volo, mi
seguì e entrò in cucina come una furia, andando a
due
centimetri dalla faccia di Leah.
-Ma cosa
diavolo ti
è venuto in mente?! Non abbiamo più dodici anni e
non
è giusto che giochi con i sentimenti di tuo fratello in
questo
modo!- le sibilò, veramente arrabbiata. Leah
abbassò il
capo, mortificata.
-Mi
dispiace…
è stato più forte di me… come un
déja
vu… ho pensato che magari avremmo potuto farlo sbottonare un
po’…- si scusò Leah senza indugi.
Cavoli! Non era
proprio da Leah chiedere subito perdono. Probabilmente si era accorta
dello sguardo innamorato di Seth, e si era subito pentita del gesto,
capendo alla perfezione che stringere tra le braccia la persona che
ami, sapendo benissimo di non essere ricambiato, non era proprio il
massimo del piacere.
-Bè…
la
prossima volta pensa prima di agire… ok? Lo sai che ti
voglio
bene, ma quando fai ‘ste cazzate mi fai imbestialire! E
poi… sinceramente non pensavo che Seth fosse
ancora…-
affermò, interrompendosi prontamente e arrossendo.
-Già…
gli sei
entrata nel cuore, e non c’è stato più
verso di
farti uscire… non hai idea dell’umore torvo e cupo
che ha
avuto per parecchi giorni, quando, alla tua festa, ha saputo che ti eri
messa con Emmett…- le spiegò Leah.
-Cazzo,
Leah! Chiudi un
po’ quella boccaccia! Stai facendo più danno che
altro!-
la rimproverai in malo modo. Mi dispiaceva rivolgermi a lei
così
duramente, ma davvero non aveva mai imparato a stare zitta quando
avrebbe dovuto. Così aveva messo ancora più in
imbarazzo
suo fratello e aveva fatto sentire inutilmente in colpa Rose. Purtroppo
non era colpa sua se non era mai riuscita a ricambiare i sentimenti di
Seth... ma al cuore non si comanda!
-Ragazze
non litigate, per favore!- intervenne Alice, dispiaciuta.
-Sì,
dai, concentriamoci su Halloween- aggiunse Angela, cercando di sembrare
allegra per allentare la tensione.
-Scusami
tanto, Rose! Mi
perdoni?- chiese Leah, andando ad abbracciarla; quest’ultima
si
sciolse subito, come neve al sole. Certo che la presenza di Emmett al
suo fianco la stava veramente cambiando, ma in meglio! Era diventata
più dolce e comprensiva.
-Ok…
ma non mi
combinare più certi brutti scherzi!- mise in chiaro con un
tono
serio. Leah annuì sollevata e con un sorriso enorme riprese
posto sulla sua sedia. Ci accomodammo anche noi e tutte insieme
cercammo di tirare fuori qualche buona idea.
-Sentite
ragazze… io
avrei una richiesta… bè, un po’
particolare…
se posso…- mormorò timidamente Angela,
arrossendo. La
guardammo tutte curiose.
-Bè…
visto
che avete bocciato l’altra mia idea, e dato che Seth ci ha
consigliate di vestirci leggere… io vorrei
risultare…
ecco…- balbettò Angie. Leah la interruppe
sbuffando: la
pazienza non era certo il suo forte.
-Senti
Angie, io ti voglio
un mondo di bene, ma mi stai facendo venire un’ansia
tremenda!
Sputa il rospo e dacci un taglio!- la rimproverò
bonariamente,
guadagnandosi un pizzicotto dalla sottoscritta.
-Leah,
per favore! Mi
sembra che per oggi tu abbia fatto abbastanza danni! Ora cuciti la
bocca e rispetta i tempi di Angela- la rimbeccai. La nostra riservata
amica ci sorrise.
-Grazie
Bella, ma Leah ha
ragione, purtroppo! Devo darmi una svegliata anch’io: vedo
come
Ben si guarda in giro!- mormorò, triste.
-Ma cosa
diavolo stai
dicendo?! Quel ragazzo è perso di te! Cotto, stracotto e
bruciato!- cercò di rassicurarla Alice. Ed aveva pienamente
ragione: Ben era innamoratissimo e non pensavo assolutamente si sarebbe
mai potuto stancare della mia dolcissima amica.
-Senti
Angela…
potresti essere più precisa con la tua richiesta?- le
domandò Rose; tutte noi eravamo curiose e pronte ad
aiutarla.
-Vedete…
io non mi
trucco molto, non mi vesto in maniera accattivante come fate voi; e ho
paura che prima o poi Ben, guardandosi intorno, capisca che il mare
è pieno di pesci decisamente migliori della sottoscritta- ci
confessò con un tono angosciato. Sorrisi, ben consapevole di
quanto fossero superflue le sue paure; ma allo stesso tempo,
comprendendola interamente: quanto a insicurezze potevamo benissimo
essere gemelle!
-Qui ti
ci vuole la regina
della moda: Alice!- esclamai, entusiasta; -Affidati a lei e vedrai il
tuo armadio rivoluzionato in un batter d’occhio! Alice Cullen
il
tornado del guardaroba!- gridai, come in uno spot pubblicitario.
Scoppiammo tutte a ridere.
-Senti
tesoro… a
parte gli scherzi. Alice può anche darti una mano e inserire
determinati indumenti per farti risultare un po’
più sexy,
se vuoi… però ricordati una cosa fondamentale,
quella
più importante di tutte: Ben è innamorato di te
per come
sei, per come ti sei sempre comportata e per come ti ha conosciuta.
Senz’altro apprezzerà qualche tuo vestitino
più
succinto, ma cerca di non esagerare… non mi sembra proprio
il
tipo da femme fatale- le consigliò Rose dolcemente.
-Avete
proprio ragione!
Grazie, ragazze! Vi voglio un mondo di bene!- esclamò
palesemente più serena. La abbracciai forte.
-Penso
che Ben ti amerebbe alla follia anche se tu avessi tre occhi e sei
gambe…- le sussurrai, facendola ridacchiare.
-Sentite…
mi
è appena venuta un’idea geniale-
bisbigliò
improvvisamente Alice, con atteggiamento cospiratorio. Tutte ci
avvicinammo per sentire meglio cosa aveva da proporci.
-A
quanto ho capito tutte
noi vorremmo risultare molto seducenti agli occhi dei nostri
ometti… ma sarebbe anche bello riuscire a sorprenderli!
Potremmo
trovare dei travestimenti sexy, magari di coppie famose o anche di
persone facenti parte della stessa squadra, come ad esempio dei
supereroi, e magari tenerglielo nascosto fino alla sera della festa, in
cui dovranno indossare il costume. Potremmo prepararci tutti qua da noi
e far trovare i travestimenti dei ragazzi in una camera. Che ne dite?-
ci spiegò Alice.
-Che tu
sei un genio!-
esclamò Leah soddisfatta. Era proprio vero! Ci mostrammo
subito
entusiaste e sperammo solo che i maschietti si fidassero a tal punto di
noi da accettare la nostra bizzarra proposta.
Pov
Edward
Le
ragazze erano già
in cucina da una mezz’oretta e ancora non ci avevano fatto
conoscere i loro progetti per i costumi di Halloween. Intanto noi ci
stavamo divertendo e sfidando a turno alla Wii, ma iniziava a
preoccuparmi un po’ l’atteggiamento di mio
fratello. Era
diventato improvvisamente scontroso e cupo e aveva fatto solo due
partite… sembrava quasi che qualcosa lo preoccupasse, ma non
riuscivo a capire la motivazione di quel suo comportamento. Quando io e
Bella avevamo raggiunto gli altri nel salone, non mi era sembrato che
lui avesse alcun tipo di problema: era sereno e tranquillo; ma ora lo
vedevo troppo torvo e distante per la situazione di gioco in cui
eravamo immersi… non sembrava nemmeno lui.
-Ehi,
Emmett! Dai che tocca
a noi! Tanto lo sai che ti straccio!- esclamò Seth,
richiamando
la sua attenzione. Lo vidi irrigidire la mascella per un attimo, poi
inaspettatamente una vena cominciò a pulsargli sul collo,
come
se provasse un intenso stress emotivo.
-No,
grazie! Mi è
passata la voglia di giocare! Fate voi- rispose con un mezzo sorriso,
talmente falso che non avrebbe ingannato nemmeno un bambino...
Ok… ora mi ero assolutamente convinto che ci fosse qualcosa
che
non andava: Emm era rigido e sembrava crucciato per qualche arcano
motivo. La sua posa contratta avrei potuto notarla solo io, in quanto
lo conoscevo bene, anche se quel sorriso (che non era nemmeno arrivato
agli occhi) era fasullo come una banconota da due dollari!
-Allora
ti sostituisco io,
Emmett!- ne approfittò immediatamente Jake; -Hai visto,
Seth?
L’orso fa tanto il gradasso, ma poi non riesce a sostenere
certi
ritmi con la sua dolce metà!- lo schernì, facendo
sghignazzare Seth. E subito iniziarono a giocare, mentre aspettavo con
impazienza la fulminante freddura di mio fratello in risposta alla
frecciatina di Jake. Che però non arrivò.
Ero
completamente sconvolto
dalla mancanza di risposta di mio fratello alla battuta di Jake, ma
loro sembravano non essersene accorti, ormai già presi dalla
nuova partita. Incrociai per un attimo gli occhi di Jasper e dal suo
sguardo capii immediatamente che anche lui aveva intuito che qualcosa
non andasse. Facendo finta di niente mi si avvicinò, tra le
risate e le urla dei due giocatori.
-Tu
forse non te ne sei
accorto, ma poco fa Rose è finita tra le braccia di Seth. Ho
paura che tuo fratello si sia ingelosito… ma quello che
più mi preoccupa è vederlo così
corrucciato,
abbattuto! Se fosse pura gelosia dovrebbe essere più
arrabbiato
che triste… è come se… avesse il
terrore di
perderla! Non puoi parlargli e vedere se si confida con te?- mi
rivelò Jazz. Dio, quel ragazzo era veramente un ottimo
osservatore! Mi meravigliai ancora una volta a pensare alle pazzesche
cantonate che aveva preso con Alice, prima che riuscissero a chiarire
tutto. Certo che, quando ci si metteva in mezzo l’amore, non
si
ragionava proprio più obiettivamente!
-Grazie,
Jazz… non
mi ero accorto della scena con Seth… ma quando è
successo?- gli chiesi preoccupato per il mio fratellone.
-Quando
stavate preparando
la Wii, quella cretina di Leah ha spinto Rose nelle braccia di Seth,
sperando che lei lo convincesse a sbottonarsi sulla gara… ci
scommetto! Lo hanno sempre fatto, fin da mocciose, perché
Seth
è da anni che è innamorato perso di Rose; e le
signorine
Leah e Bella, quando volevano ottenere qualcosa dall’amico,
mandavano sempre lei a far due moine al nostro caro DJ. Però
erano ragazzine, avevano dodici, quattordici anni; ma ora è
ben
diverso. E dall’occhiata che Rose ha lanciato a Leah, quando
sono
andate in cucina, deve averla strigliata per bene! Comunque Emmett ha
visto tutto quanta la scena in diretta… e ora
chissà cosa
si è messo in testa!- continuò a spiegarmi.
-Ok
Jazz, grazie mille; hai
ragione, ha bisogno di sfogarsi, e ora me lo porto di là con
una
scusa… e vedo se riesco a scoprire cosa diavolo gli passa
per la
testa- gli risposi. Mi alzai e mi diressi verso Emmett che continuava a
osservare Seth, sempre più serio e afflitto. Mi faceva male
vederlo così insicuro e angosciato… non se lo
meritava, e
io avrei fatto di tutto per aiutarlo!
-Emm…
per favore
potresti venire un attimo in garage? E’ già un
po’
che volevo chiederti un parere sulla Volvo e visto che non hai voglia
di giocare, potremmo approfittarne ora…- mentii,
improvvisando.
Intanto Jake e Seth continuavano la loro partita, ridendo e urlando
come pazzi. Emm, annuì e si alzò, precedendomi
verso il
garage. Appena entrammo, chiusi la porta alle mie spalle e lo fissai.
-Allora?
Che volevi?- mi chiese in modo svogliato, stupito che non mi avviassi
verso l’auto.
-Dimmelo
tu! Cos’hai
Emm?- domandai a bruciapelo. Spalancò gli occhi, palesemente
stupito dalla mia domanda. Si riprese subito.
-Non ho
proprio un cazzo! E
non so di cosa tu stia parlando!- ringhiò, incattivito.
Rimasi
sorpreso dal tono brusco della sua voce... non era proprio da lui
scattare in quella maniera astiosa ad una semplice domanda. Sospirai e
mi appoggiai alla porta incrociando le braccia sul petto, intenzionato
a non lasciarlo uscire finché non avesse sputato fuori la
verità: lui era cocciuto, ma anch’io mi difendevo
alla
grande!
-Edward,
togliti dai coglioni e fammi rientrare in casa!- tuonò fuori
di sè. Lo fissai con severa durezza.
-Senti
Emm… è
inutile che fai l’incazzato, perché tanto non mi
impressioni! Io non mi smuovo finché non avrai tirato fuori
il
vero motivo, te lo garantisco, fratello!- affermai inflessibile.
-Ci
tengo a dirti che non
voglio romperti i coglioni per pura curiosità, ma vedo che
stai
male! Che succede? Ci terrei che ti confidassi
perché… tu
ci sei sempre stato per me… ora dammi la
possibilità di
ricambiare…- lo pregai. Vidi il suo sguardo duro addolcirsi
pian
piano, fino a quando non vi lessi solo tristezza e desolazione. Si
sedette sui gradini che permettevano di scendere in garage, con la
testa tra le mani. Mi abbandonai vicino a lui, e gli posai una mano
sulla spalla in un gesto di conforto.
-La
perderò
Edward… ne sono certo… prima o poi si
renderà
conto che ci sono tanti ragazzi decisamente meno cretini di me!-
confessò, con una voce straziata e incrinata dalle lacrime.
No,
incredibile!
Mi
irrigidii a quel tono
tormentato… mi sembrava di essere stato catapultato indietro
nel
tempo, a quel famoso giorno in cui mio fratello mi aveva supplicato di
rinsavire, di riprendere in mano la mia vita e di smettere di far
soffrire i miei familiari e tutti quelli che mi volevano
bene…
-Emm…
per
favore… guardami- mormorai deciso. Con snervante lentezza
sollevò la testa e portò i suoi occhi lucidi nei
miei. Un
altro colpo al cuore… l’ultima volta che avevo
visto mio
fratello piangere era stato al funerale di papà…
-Emm, se
stai male
parliamone! Vuoi?- domandai sperando che non respingesse il mio
sostegno. Volevo essere io per una volta a consolarlo, volevo essere io
ad aiutarlo a fare chiarezza nel suo cuore e nelle sue meditazioni
angustiate. Annuì.
-Perderla?!
Cosa ti fatto
scatenare quei pensieri assurdi? Rosalie ti ama da morire, lo
sai… non ti sei accorto di come ti guarda? Di come ti adora?
Per
lei sei il ragazzo più fantastico che possa
esistere… tu
sei stato il primo e unico che è riuscito a penetrare nel
suo
cuore e lei te lo ha regalato incondizionatamente…- cercai
di
rassicurarlo. Ma lui scuoteva la testa.
-No,
Edward…
l’hai guardato bene Seth? E’ alto, bello,
simpatico,
intelligente, gentile, dolce, schietto e decisamente innamorato di lei.
Quanto pensi ci metterà una ragazza stupenda come Rose a
capire
che lui la potrebbe rendere molto più felice di un bambinone
troppo cresciuto come me?- mormorò, mentre una lacrima
solcava
velocemente il suo viso.
Mi si
strinse il cuore, a
vedere mio fratello così vulnerabile… lui era il
ragazzo
più onesto, sincero, leale, altruista e generoso che avessi
mai
conosciuto! Ok, a volte si comportava da orso mattacchione, ma lui era
come un iceberg… nel senso che la maggior parte della sua
meravigliosa grandezza d’animo si trovava celata sotto la
superficie… e Rose questo l’aveva intuito alla
perfezione!
-Emmett…
lo sai cosa
hai appena fatto elencando i pregi di Seth?- gli chiesi, sorridendogli.
Scosse la testa in segno di diniego.
-Hai
appena descritto
solamente alcune delle tue numerose qualità. Seth
potrà
anche essere come l’hai appena dipinto tu, ma ragiona su
questo:
è da molti anni che è innamorato di
Rosalie…-
affermai avvicinandomi sempre più al fulcro nodale del mio
ragionamento.
-Appunto!-
sbottò
frustrato. Un lieve sorriso mi arcuò la bocca: che
sentimento
pazzesco l’amore! Era in grado di renderti potente e farti
affrontare mille difficoltà, ma era anche capace di renderti
così indifeso e fragile…
-Appunto!-
ribadii. -Ma non
è questa la questione, fratello! Credi che Rose non
conoscesse i
sentimenti di Seth?- proseguii con un sorriso più
accentuato.
Annuì.
-E
nonostante
questo… non è mai stato ricambiato!
Perciò…
perché mai la tua Rose dovrebbe accorgersi di lui proprio
adesso? Lei ora ha un ragazzo non solo con le stesse
qualità, ma
che in più l’ha conquistata perché
è
l’unico capace di farla sorridere e farle dimenticare tutto
il
dolore che ha riempito la sua vita da quando le sono mancati entrambi i
genitori- gli esposi la mia riflessione. I suoi occhi per un attimo si
illuminarono di nuovo di una fiammella di speranza. Ottimo! Ma mi
sentivo in dovere di avvisarlo di una cosa.
-Emm…
Rosalie ti ama
con tutta se stessa, ma se fossi in te non le rivelerei oggi stesso che
è bastato scoprire che un ragazzo è innamorato di
lei per
far vacillare le tue sicurezze sul suo amore per te. Conoscendo il suo
caratterino pepato, potrebbe anche risentirsene e per te sarebbero
guai. E poi comunque ci rimarrebbe parecchio male, se sapesse che ti
fidi così poco dei suoi sentimenti e ti farebbe anche una
bella
lavata di capo se ti sentisse ripetere le cavolate che hai detto a me!-
cercai di rincuorarlo con una battuta, ma allo stesso tempo di fargli
capire che si sarebbe potuta scatenare una lite di proporzioni epiche.
Lo vidi sorridermi, nuovamente un po’ più sereno e
ricambiai, felice di essergli stato io di aiuto, per una volta.
-Comunque
parlane anche con
lei prima o poi, quando ti sarà passata: il dialogo e la
sincerità sono fondamentali in una coppia. Per il
resto…
Emm, noi ti conosciamo a fondo, e questo vale anche per la tua
Rose… sappiamo benissimo che il tuo celarti dietro a battute
e
atteggiamenti infantili, è solamente una maschera. Sei il
ragazzo più sensibile e generoso che conosca e ti vogliamo
tutti
bene. Non sei affatto un immaturo o un bambinone troppo cresciuto! Ed
io personalmente lo so forse più di tutti. Hai rinunciato a
vivere normalmente per un anno a causa mia, ma non hai mai mollato con
me, non ti sei mai arreso, nemmeno un secondo… fino a quando
sei
riuscito a farmi rinsavire e a riportarmi sulla retta via…-
gli
ricordai con parole sentite e commosse.
-Credimi…
chiunque
sarebbe orgoglioso di essere tuo amico, fratello o, nel caso di
Rosalie, fidanzato. Non devi mai dubitare della persona meravigliosa
che sei. La mamma ti adora incondizionatamente e sono certo che anche
papà…- la mia voce si incrinò per un
istante;
-…dovunque sia in questo momento, è molto
orgoglioso di
te!- gli rivelai, cercando di essere il più sincero
possibile.
Un attimo dopo mi ritrovai stritolato in un abbraccio soffocante e per
quanto facessi fatica a respirare, non mi sarei staccato da
quell’orso per nulla al mondo. Per mia fortuna, dopo poco la
sua
morsa si allentò e mi permise di nuovo di inspirare
normalmente.
-Grazie,
Ed… lo sai
che ti voglio bene!- mormorò, leggermente in imbarazzo per
quel
momento di debolezza che gli aveva fatto credere di non meritare quella
meraviglia di Rosalie: la tempesta era passata, era il momento di
tornare a sorridere.
-Anche
io, orso, anche io!
Ma per favore… con Rosalie cerca di contenere la tua forza,
altrimenti… povera ragazza! Un giorno o l’altro ci
toccherà raccoglierla col cucchiaino!- esclamai. La risata
tonante di Emmett rimbombò nel garage.
-Ah, ah,
ah… non
credere che sia poi così fragile e delicata! Le piace
parecchio
quando sono così irruente e selvaggio!- latrò,
ridendo
ancora di più.
-Ho
visto stamattina come
le è piaciuto! Ti ha persino sbattuto fuori!- lo schernii, e
ridendo ancora di più al ricordo della scenetta esilarante a
cui
avevo assistito quella mattina in corridoio.
-Ehi!
E’ stato un
piccolo errore di calcolo!- si difese con le mani sollevate. In quel
momento la porta si spalancò e Rose fece la sua comparsa.
-Che
state combinando voi
due? Si sentono le vostre risate persino da dietro la porta!-
esclamò Rosalie, guardandoci perplessa. Vidi Emmett
arrossire,
leggermente impacciato.
-Niente
di strano!
Confidenze tra fratelli! Avevo bisogno di un piccolo consiglio e il mio
fratellone mi ha salvato, come al solito- mentii io. Il muto sguardo di
ringraziamento di Emm mi scaldò il cuore. Rosalie gli
regalò un sorriso enorme e volò tra le sue
braccia.
-Bravo,
amore! Non so
proprio come farebbe questa famiglia se non ci fossi tu! Non so come
farei io, senza di te! Ti amo da morire- dichiarò,
baciandolo
appassionatamente.
Ops, era
il momento di
togliere il disturbo! Il mio compito era finito! Senza aggiungere
niente, ma con un sorriso a trentadue denti, lasciai ai piccioncini la
loro privacy e tornai in salone: le ragazze stavano aspettando di
essere di nuovo tutti riuniti per rivelarci le loro idee.
Raggiunsi
Bella sul divano,
mi accomodai accanto e la sollevai per portarla a sedersi sopra di me:
era stata anche troppo lontana dal mio corpo per i miei gusti! Lei si
accoccolò meglio e mi diede un sonoro bacio. Dopo poco ci
raggiunsero anche Emm e Rose, e così le ragazze
esplicitarono la
loro proposta.
-No, no!
Assolutamente! Ve
lo scordate!- esclamò Jake dopo aver ascoltato i loro piani.
Leah gli si parò davanti con le braccia incrociate e lo
guardò trucemente.
-Che
c’è,
cucciolo?! Vuoi dirmi forse che non ti fidi di me?- gli chiese, in una
velata intimidazione. Fossi stato in Jake, sarei stato ben attento a
cosa rispondere!
-No,
amore mio bellissimo!
E’ di lei che non mi fido!- le rispose con tono affettato,
indicando poi Alice. Cazzo! Di bene in meglio! Mia sorella stava per
alzarsi piuttosto incavolata, ma Jazz fu più veloce e la
afferrò prepotentemente lasciandosi andare ad un bacio che
di
casto aveva ben poco. Merda, mi sentivo di troppo anche qui! Chiusi gli
occhi, non avevo voglia di assistere a certe scene, ma forse era meglio
quello che una sfuriata alla Alice Cullen. Sì…
decisamente meglio!
Sentii
la risata sommessa
di Bella e cercai di concentrarmi su di lei, mentre loro erano ancora
persi in un intreccio di lingue molto udibile... Oddio, che schifo!
Per
fortuna Rosalie ne approfittò per prendere la parola, mentre
la mia ragazza mi osservava divertita.
-Sentite
ragazzi… vi
conviene accettare le nostre condizioni… sarebbe un
vantaggio
per tutti! Primo perché non saremmo così
incazzate per il
vostro rifiuto da dovervi negare certi piaceri…- ci
minacciò non tanto velatamente e deglutimmo tutti quanto
all’unisono. Nessuno di noi avrebbe gradito il fatto di dover
rinunciare alle grazie delle nostre ragazze… e in particolar
modo il sottoscritto, che aveva in programma il famoso weekend di fuoco!
-…e
poi dovete anche
guardare il lato positivo…- continuò Rose; -La
sera della
festa vi ritrovereste con il vestito pronto da indossare, senza aver
dovuto accompagnarci in estenuanti ricerche per i vari centri
commerciali di Port Angeles e magari anche di Seattle, per interi
pomeriggi! E anche se tu Jake avresti in teoria la scusa del lavoro,
stai tranquillo che i sabati e le domeniche a girovagare per negozi e a
provare vari travestimenti, non te li risparmierebbe nessuno!-
finì Rosalie. A quell’orribile visione, accettammo
tutti
con gioia e gratitudine.
-Andata
Rose! Ma per favore
non ci fate sembrare troppo ridicoli! Ok?- la pregò Jazz.
Ah,
ora era rinsavito dal mondo delle lingue! Senza che aprissi bocca per
commentare, mi arrivò un pizzicotto di Bella sul fianco, che
mi
fece contorcere.
-Finitela
di attorcigliarvi sul divano, porcellini!- ghignò Jake. Ah,
maiali a noi?! E gli altri allora?!
-Dai,
che si è quasi
fatta l’ora di cena! Vi va se ordiniamo delle pizze?- propose
Bella schioccandomi un bacio e riuscendo così a smorzare in
tempo la mia replica al vetriolo sulla suinità altrui.
Il resto
della serata
trascorse in totale e goliardica allegria e quando rientrarono la mamma
e Charlie, verso le dieci, i ragazzi si congedarono.
Gli
adulti ci raccontarono
come era andata la loro giornata; subito dopo ci augurammo tutti la
buonanotte e ognuno se ne tornò nella propria stanza. Non
feci
nemmeno in tempo a toccare il letto che ero già nel mondo
dei
sogni, decisamente spossato da quella lunga ma meravigliosa giornata.
ANTEPRIMA CAPITOLO 87
-Non
dirmi che non avevi intenzione di comprargli niente, dopo che si sta
prodigando come un matto per organizzare la serata perfetta?- mi
chiese, palesemente contrariata Rose.
-Oddio! Con tutto quello che è successo in questi giorni e
‘sta storia della sorpresa, non mi è passato
nemmeno per
l’anticamera del cervello!- mi giustificai, mentre loro
continuavano a fissarmi scuotendo il capo. Uffa! Ma non ne facevo mai
una giusta! Poi in queste cose ero veramente una frana…
-E ora? Alice, ti prego aiutami! Tu sai cosa piace a tuo
fratello…- la pregai, sperando che da quella testolina
sempre
attiva e in fermento potesse uscire qualche idea geniale.
-Sinceramente ne avrei tante di idee… però
Bella…
sei sicura che non vuoi regalargli qualcosa che ti venga dal cuore? Ti
assicuro che Edward si accontenterebbe anche di un biglietto di auguri,
purché venga da te e solo da te… vedi…
tutto
quello che sta organizzando lo ha pensato da solo, senza il
suggerimento di nessuno ed è… bé,
è
estremamente romantico e speciale quello ha preparato! Ti giuro che
farebbe sciogliere anche un iceberg!- mi rivelò,
incuriosendomi
ancora di più...
Capitolo 88 *** Cap. 87: Chiacchiere e sorpresa ***
Cap. 87
Buongiorno a tutte e buon inizio settimana!
Siamo felici che vi sia piaciuto il lato sensibile di Emmett. Pensavamo
poteste rimanerne un po' deluse, visto che molte di voi si aspettavano
la rissa, e invece è riuscito a sorprendervi!
Come tutte le persone innamorate, anche lui ha rivelato tutte le sue
insicurezze. Per fortuna che c'era il nostro Edward a rassicurarlo!
Ora vi lasciamo a un chappy di passaggio. Potrà risultarvi
magari un po' noioso, ma servono anche questi ai fini della storia e
poi ormai ci conoscete e sapete che non riusciamo a non spiegarvi ogni
più piccola cosa.
Un bacione e grazie infinite a tutte voi che ci seguite, sia
che abbiate voglia di lasciarci un piccolo commento, sia che leggiate
in maniera sileziosa! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 87
Chiacchiere e sorpresa
Pov
Bella
Era lunedì ed ero appena entrata negli spogliatoi della
palestra
per affrontare l’ultima, faticosa ora di ginnastica. La
sfacchinata finale e finalmente poi sarei potuta andare da Edward!
Stavo pensando ad un modo per sottrarmi a quell’odiosa e poco
eccitante seduta di attività fisica, quando un uragano mi
piombò addosso: Alice! Come quella ragazza fosse sempre
esagitata e frenetica a qualsiasi ora del giorno e della notte, per me
continuava a rimanere un fitto mistero…
-Alice… per favore… ti dai una calmata?- le
domandai,
irritata da tutta quella scalmanata irruenza. Stavo in piedi per puro
miracolo divino e lei che faceva? Mi saltava addosso, facendomi pure
perdere l’equilibrio! Per non parlare del fatto che ero
ancora
piuttosto indolenzita dal giorno precedente… e di certo i
suoi
assalti fisici non mi aiutavano per niente.
-Ehm… scusami Bella, è solo che sono
così felice
di vederti! Mi sei mancata supertanto oggi, all’ora di
pranzo-
esclamò allegra. Sentii la risatina sommessa di Rose e mi
voltai
a guardarla, stranita. Ok! Alice voleva qualcosa… certo, a
pranzo non ci eravamo viste, perché lei doveva andare in
biblioteca per una ricerca; ma mio fratello l’aveva
accompagnata,
quindi ero sinceramente propensa a pensare che non gli fossi poi
mancata così tanto!
-Alice… spara! Subito, senza tanti giri di parole!- le
intimai
con l’indice alzato, mentre iniziavo a prepararmi a quella
che
ritenevo una proposta di tortura.
-Ahahah, sgamata! Ormai tesoro, ti conosciamo troppo bene e quindi non
puoi più fregarci! Non ti riesce!- la canzonò
Rose, che
evidentemente aveva avuto la stessa accoglienza e nemmeno lei si era
fatta abbindolare da quella pietosa bugia.
-Ma guardate che siete veramente perfide e prevenute, voi due! Non
apprezzate dei gesti sinceri di disinteressato affetto!- si
imbronciò, offesa. Sospirai divertita.
-Senti, angioletto santo! Lo sappiamo che ci vuoi bene, ma ti
conosciamo altrettanto bene… quindi arriva subito al punto
della
questione, così risparmiamo tempo e fatica!- le ordinai
ancora,
strappandole un sorriso furbetto.
-Bene! Se la mettete così, vi parlo subito di qualche
ideuzza
che ho pensato per questa settimana!- esclamò, di nuovo
allegra
e pimpante. Lo sapevo! E la parola ideuzza (unita a settimana) non mi
piaceva per niente… si trattava di un lasso di tempo troppo
lungo per dormire sonni tranquilli...
Ormai rassegnata al peggio, mi sedetti sulla panca, pronta a incassare
quella che sapevo già essere una spiacevole
notizia…
almeno per me!
-Allora ragazze, parliamo di questioni serie… come
d’accordo ho cercato un po’ su Internet i vari
negozi dove
poter affittare i costumi per Halloween e ho scoperto, con meraviglia,
che ce ne sono un sacco!- si entusiasmò. Mmm… un
brivido
freddo mi attraversò la schiena: qualcosa non
quadrava…
-Perché ho l’impressione che sia in arrivo un
‘ma’ poco simpatico?- domandai, sospettosa. Alice
mi
sorrise sorniona.
-Purtroppo molti di quei negozi non hanno un sito, né un
numero
di telefono, quindi dovremo andare là per forza…
e tra la
scuola che termina solo a metà pomeriggio e il viaggio di
andata
e ritorno, di certo una o due giornate non ci basteranno per visitarli
tutti e trovare quello che cerchiamo. Per non parlare del fatto che tu
Bella per l’intero weekend non sarai disponibile! Tutto
ciò per dire che entrambe potete scordarvi per questi
pomeriggi
la compagnia dei maschietti… e preparatevi a passare molte
ore
per negozi… potremmo anche approfittare per fare dei giretti
e
qualche acquisto. Angela è contenta e Leah pure!- ci
spiegò, mentre il viso di Rose si stava aprendo in un
meraviglioso sorriso e sul mio, invece, si stava dipingendo
un’espressione terrorizzata. No! Ore e ore per negozi, no!
Avevamo chiaramente deciso che avremmo guardato su Internet e ora
quella full immersion per negozi mi rifiutavo di accettarla!
Bè… per almeno due pomeriggi la scusa ce
l’avevo… ma poi?
-Quindi si parte già oggi!- aggiunse Alice, felice
all’idea di passare un’intera settimana con noi
ragazze
impegnandosi nel suo hobby preferito.
-Mi spiace Alice… voi andate pure, ma io oggi e
giovedì
non posso- dichiarai, con indifferenza, contenta di avere almeno quella
scappatoia. Due espressioni stupite e curiose si dipinsero sui loro
volti, mentre mi fissavano attendendo che spiegassi loro quali impegni
improrogabili avessi. Sbuffai. In quella famiglia non si poteva mai
organizzare una sorpresa che subito tutti ne venivano a conoscenza!
-Vedete… è già un po’ di
tempo che volevo
fare questa sorpresa a Edward, ma purtroppo la settimana scorsa, a
causa di quella maledetta laringite, ho dovuto rimandare…
questa
mattina sono andata dal professor Perry e mi sono iscritta al corso di
pianoforte di Edward!- rivelai loro. Mi guardarono meravigliate.
-Wow! Lo sapevo io! Ma lo sai quanto sarà felice Edward?- si
entusiasmò immediatamente Rosalie.
-Tu dici? Pensi che gli farà veramente piacere? Non
è che
magari penserà che il mio è solo un modo per
stargli
appiccata e controllarlo quando non siamo insieme? Magari gli scoccia
non avere più quei momenti per sé!- mi
preoccupai,
facendomi assalire dall’ansia. Cercavo con tutte le mie forze
di
mettermi in testa che per lui sarebbe stata una piacevole sorpresa, ma
poi le mie insicurezze e paure tentavano di riaffiorare. Alice mi
accarezzò il braccio per cercare di tranquillizzarmi.
-Bella… sei sempre la solita! Possibile che tu non abbia
ancora
capito che se potesse mio fratello si incollerebbe col Bostik al tuo
corpo e non si staccherebbe mai?!- mi rassicurò, con
dolcezza.
-Infatti… e poi mi ha confidato un sacco di volte che gli
sarebbe piaciuto tanto insegnarti a suonare… se lui non
guidasse
già la moto, non ti sarebbe piaciuto condividere con lui la
tua
passione?- mi rivelò Rose, facendomi ragionare. Annuii un
po’ più tranquilla. Purtroppo la campanella
suonò e
dovemmo interrompere la conversazione per andare a lezione.
Per mia grande fortuna il professor Clap non stava affatto bene, quindi
si limitò a farci scaldare un po’ con qualche
giretto di
corsa e poi ci fece fare ciò che più ci
aggradava, mentre
lui faceva un salto in infermeria a farsi dare qualcosa per un mal di
testa che, a suo dire, gli stava perforando il cranio. Io, Rose e
Alice, ci sedemmo da una parte e continuammo la nostra conversazione.
-Ok, Bella… per oggi e per giovedì sei dispensata
dai
giretti per negozi, però… perché non
ti sei fatta
insegnare da Edward a casa? Non avevi di certo bisogno di stare altre
ore a scuola, no?- mi chiese Alice.
-Sì, effettivamente avrei potuto… però
poi ho
pensato che in questo modo avrei avuto degli altri crediti…
e
devo ammettere che non facendo nessuna attività
extrascolastica,
mi fanno veramente comodo… diciamo che prendo due piccioni
con
una fava!- spiegai. Alice e Rose, potevano contare su altri crediti
perché facevano parte del comitato scolastico: Rose aveva
subito
coinvolto Alice, ed effettivamente la sua capacità
organizzativa
era ideale per quel ruolo.
-Ma ragazze… come farete col ballo di Halloween? Potete
assentarvi, visto che siete le organizzatrici?- domandai. Rose
scrollò le spalle.
-Ne ho già parlato stamattina con alcune ragazze. Ho
spiegato
tutto quanto, lasciando a loro la direzione dell’intera
serata e
devo ammettere che erano felicissime che io avessi così
fiducia
da lasciar gestire tutto quanto a loro. Quindi non
c’è
problema! L’importante che non ci eclissiamo per
l’organizzazione, soprattutto io… su questo non
ammettono
assenze- mi spiegò.
-Allora Bella! Cos’hai deciso di regalare a mio fratello per
il
vostro mesiversario?- mi chiese improvvisamente Alice. Oh, cazzo! Non
ci avevo proprio pensato! Sicuramente Edward mi aveva preso
qualcosa… ed io? Probabilmente dalla mia espressione
sorpresa le
ragazze si accorsero che ero decisamente in alto mare.
-Non dirmi che non avevi intenzione di comprargli niente, dopo che si
sta prodigando come un matto per organizzare la serata perfetta?- mi
chiese, palesemente contrariata Rose.
-Oddio! Con tutto quello che è successo in questi giorni e
‘sta storia della sorpresa, non mi è passato
nemmeno per
l’anticamera del cervello!- mi giustificai, mentre loro
continuavano a fissarmi scuotendo il capo. Uffa! Ma non ne facevo mai
una giusta! Poi in queste cose ero veramente una frana…
-E ora? Alice, ti prego aiutami! Tu sai cosa piace a tuo
fratello…- la pregai, sperando che da quella testolina
sempre
attiva e in fermento potesse uscire qualche idea geniale.
-Sinceramente ne avrei tante di idee… però
Bella…
sei sicura che non vuoi regalargli qualcosa che ti venga dal cuore? Ti
assicuro che Edward si accontenterebbe anche di un biglietto di auguri,
purché venga da te e solo da te… vedi…
tutto
quello che sta organizzando lo ha pensato da solo, senza il
suggerimento di nessuno ed è… bé,
è
estremamente romantico e speciale quello ha preparato! Ti giuro che
farebbe sciogliere anche un iceberg!- mi rivelò,
incuriosendomi
ancora di più, ma allo stesso tempo facendomi riflettere sul
fatto che per una volta aveva pienamente ragione.
-Hai ragione… però Alice… ora sono
più
ansia di prima… qualunque cosa gli regalerò non
sarà mai alla sua altezza! Resterà comunque
deluso dalla
mia mancanza di originalità- mi demoralizzai.
-Tesoro mio… non è una gara…
è solo un
esprimere i propri sentimenti… Edward ti ama da morire e
organizzare questa serata è il suo modo di
dimostrartelo…
non si aspetta di certo che tu gli faccia chissà quale
regalo
fantasmagorico, né tantomeno lo pretende…-
cercò
di farmi capire Rose.
-E poi, sorellina... io ho detto che sarebbe meglio che decidessi tu il
regalo, visto che è una data importante… non che
non
possiamo aiutarti in un’altra maniera… tipo a
prepararti!
Noi sappiamo che venerdì sera, Jazz avrà il
compito di
accompagnarti al tuo appuntamento e partirete alle sette di sera. Da
quando usciamo da scuola avremo tre ore di tempo per prepararti e
renderti ancora più splendida di quello che già
sei!
Vedrai… appena ti vedrà, a mio fratello
prenderà
un infarto!-sogghignò la mia folletta preferita.
-E nei prossimi giorni, oltre ai costumi per Halloween, potremo
concentrarci anche sulla ricerca dell’abito, delle scarpe,
degli
accessori e soprattutto dell’intimo, perfetti per la serata!
Poi,
magari, girando per negozi, potrai farti qualche idea su cosa
regalargli e noi senz’altro ti consiglieremo, ok?- mi propose
Alice, dolcemente. Le gettai le braccia al collo, facendoci finire
entrambe sdraiate per terra; ci mettemmo a ridere come matte, mentre le
altre ragazze ci guardavano come se fossimo state delle pazze furiose.
-Sei un po’ più tranquilla, ora?- mi chiese Rose,
sorridente. Annuii con forza.
-Sì, sorelline! Non so come farei senza di voi!- dichiarai,
convinta.
Il suono della campanella ci comunicò che finalmente quelle
ore
scolastiche erano finite. Ci fiondammo negli spogliatoi e per fortuna,
non avendo fatto praticamente niente, non dovemmo nemmeno perdere tempo
con la doccia, ci cambiammo e in un attimo eravamo pronte. Salutai Rose
e Alice e mi diressi verso l’aula di musica, pregustandomi
già l’espressione stupita di Edward. Naturalmente,
sperando sempre che il suo fosse uno stupore positivo…
Pov
Edward
Finalmente anche quella giornata era finita. Come mio unico impegno mi
rimaneva solamente la lezione con Ben e poi sarei potuto andare a La
Push da Jake, per continuare la preparazione del regalo per Bella. Non
vedevo l’ora di mostrarglielo... ma soprattutto fremevo
all’idea di passare un intero weekend con la mia gattina sexy!
Certo, mi dispiaceva molto che questa settimana ci saremmo visti poco,
ma ne valeva senz’altro la pena. Avevo chiesto ad Alice di
farsi
venire un’idea brillante per mantenere Bella occupata nei
pomeriggi, magari anche a cena; e, manco a dirlo, mia sorella aveva
trovato immediatamente la soluzione ideale, adducendo come scusa la
ricerca dei costumi di Halloween. Povera la mia cucciolotta! Ero sicuro
che, quando Alice glielo avrebbe proposto, le sarebbe quasi venuto un
accidente al pensiero di girare per tutta la settimana tra i vari
negozi... mi sentivo quasi in colpa! Bé, quasi…
in fondo
si sacrificava anche lei per una giusta causa! Mi venne da ridere al
pensiero… non ero proprio certo che anche lei
l’avrebbe
pensata così se avesse saputo la verità.
Ripensai a tutto il lavoro che stavo facendo per riuscire a finire in
tempo il suo regalo… ero soddisfatto del risultato
soprattutto
con l’idea in più che mi era venuta, grazie alle
parole di
Jake… però proprio a causa di questo cambiamento
dell’ultimo minuto ero rimasto decisamente indietro nella
preparazione.
Certo lui e gli altri ragazzi, tra cui anche Jazz ed Emm, mi avevano
dato la loro piena disponibilità; però sapevo che
il
tempo era contato e non ne avevamo più molto a disposizione.
Tutti i ragazzi si erano comportati da veri amici e non avrei mai
finito di ringraziarli, anche perché ero pienamente
consapevole
che ognuno di loro avesse i propri impegni! Eppure stavano cercando di
mettere da parte qualsiasi cosa, solo per potermi aiutare. Ero felice
di aver trovato persone così meravigliose, ma sapevo che
questo
era anche merito della mia stupenda ragazza, che riusciva a farsi
volere bene sempre da tutti quanti e quindi ognuno di loro era contento
di poter contribuire alla sua felicità. Finito tutto quanto,
avrei dovuto senz’altro fare qualcosa per contraccambiare
quel
loro gesto affettuoso e sincero.
Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai davanti all’aula
di
musica, e dal suono che proveniva dall’interno, capii
immediatamente che Ben mi aveva preceduto e stava ripetendo
l’esercizio che gli avevo dato per compito.
Sorrisi… era
veramente un ottimo allievo.
-Complimenti, signor Cullen- la voce del professor Perry mi
fermò proprio mentre stavo per entrare. Lo guardai,
leggermente
confuso.
-Buongiorno, professore- risposi educatamente.
-Devo ammettere che il signor Cheney sta facendo veramente degli enormi
progressi e il merito è anche suo!- mi elogiò,
imbarazzandomi.
-Bè, grazie professore… ma le assicuro che la
maggior
parte del merito va a Ben… penso che se tutti i ragazzi
affrontassero con lo stesso impegno e dedizione ogni materia, come fa
lui con il pianoforte, allora la scuola sarebbe gremita di studenti con
ottimi curriculum- gli spiegai, convinto. Era vero… Ben
aveva
una determinazione e una voglia di imparare che rendevano
l’insegnamento talmente piacevole che in un attimo le ore
insieme
a lui volavano; e quando, la lezione successiva, suonava ciò
che
gli veniva richiesto, che fosse una piccola serie di note o un
esercizio più complicato, i risultati erano sempre ottimi,
ed io
mi sentivo orgoglioso come non mai. Il professore mi sorrise benevolo.
-Oh, non metto in dubbio che il suo sia un ottimo allievo, ma mi creda
se le dico, dopo anni di insegnamento, che nel rendimento di uno
studente l’insegnante ha un ruolo fondamentale e spesso
dietro un
cattivo studente, si cela un pessimo insegnante- mi rivelò.
-Bè… in questo caso, grazie ancora, professore.
Ma come
mai qui? Voleva vedere i progressi di Ben?- gli chiesi curioso, mentre
entravamo in aula, salutando Ben, che ci venne incontro immediatamente.
Raramente il professore era venuto a qualche nostra lezione e di solito
chiedeva direttamente a me qualsiasi informazione
sull’andamento
del corso… si fidava ciecamente e questo non faceva altro
che
innalzare il mio orgoglio.
-No, veramente… sono venuto per avvertirla
dell’arrivo di
una sua nuova studentessa, che si è iscritta proprio questa
mattina- mi spiegò. Oh no! Mi irrigidii immediatamente,
contraendo la mascella e stringendo forte i pugni per la rabbia.
Possibile che quelle maledette stronze, sabato, non avessero capito che
non stavo scherzando? Decisi di metter le mani avanti, prima di veder
varcare la soglia da una di quelle oche giulive.
-Senta professore… sa che con lei sono sempre stato sincero
e le
ho spiegato fin dall’inizio che c’erano delle
ragazze che
avrebbero voluto iscriversi, non certo per una vera passione o per
bisogno di crediti… mi aveva assicurato, insieme al preside,
che
avrei avuto potere decisionale su chi accettare o meno a queste
lezioni… come mai ora ha deciso al posto mio?- gli chiesi,
irritato e con un tono di voce forse un po’ troppo poco
rispettoso. Infatti Ben, mi strinse immediatamente il braccio, come a
frenare eventuali altre mie uscite poco piacevoli. La risata tonante
del professore anziché farmi arrabbiare di più,
mi fece
confondere parecchio, ma prima di potergli chiedere una spiegazione, mi
anticipò riprendendo a parlare.
-Calma, calma, signor Cullen… non ho voluto certamente
accettare
una studentessa al suo corso senza tener conto delle sue precedenti
rimostranze; ma chissà perché… sono
certo che,
questa studentessa in particolare, non le darà nessun
disturbo,
anzi! Penso proprio che accetterà volentieri la sua
iscrizione!
Certo che però se mi fossi sbagliato, non si faccia problemi
a
dirle che dovrà trovarsi un altro corso
extrascolastico…
per me non ci sono problemi… mi faccia solo sapere,
così
potrò redigere una nuova scheda su di lei, ok?- mi
spiegò, rendendomi sempre più perplesso. E
continuando
nella sua risata, ci salutò e se ne andò.
-Tu ci hai capito qualcosa?- domandai a Ben, che mi guardava con la mia
stessa espressione dubbiosa.
-Veramente non molto; ma tra poco lo scopriremo, penso proprio sia
arrivata- affermò, indicandomi la porta. Da fuori si udivano
delle voci... cercavo di tendere l’orecchio, ma la voce
profonda
del professore sovrastava quella della ragazza. Un attimo dopo la porta
si aprì e alla vista di chi stesse entrando, un radioso
sorriso
si aprì sul mio viso e corsi ad abbracciarla.
-Amore mio! Ma… come è possibile…- mi
meravigliai.
-Ciao, tesoro mio… ecco, vedi… avevi proposto
tempo fa di
insegnarmi e così ho pensato di farti una
sorpresa… e poi
così otterrò altri crediti scolastici per il mio
curriculum… bé… spero che non ti
dispiaccia…- mi confidò, balbettando imbarazzata
e con le
gote decisamente colorite.
-Oddio, Bella! Dispiacermi?! Ma sei pazza?! E’ veramente
stupendo!- mi entusiasmai. Ero felice… molto, molto felice
di
poter passare altro tempo con lei, ma soprattutto di poter condividere
quella mia passione con la persona più importante per me! E
poi
sapevo che significato avesse per lei il fatto di poter imparare a
suonare il pianoforte: ricordavo ancora perfettamente il suo rammarico
quando mi aveva confessato che sua madre avrebbe voluto che lei
imparasse a suonare ma che aveva stupidamente sempre rimandato,
pensando che avrebbero avuto tanti anni insieme. I suoi occhi quella
volta si erano velati di tristezza, malinconia e senso di colpa.
-Allora non sei arrabbiato, perché magari pensi che voglia
monopolizzare tutto il tuo tempo o peggio… che voglia
controllarti?- domandò Bella, ancora leggermente titubante.
Scossi la testa, ridendo… quando mostrava tutte le sue
assurde
insicurezze mi inteneriva da morire: sembrava quasi un piccolo pulcino
tremante. Senza rendersene conto, assumeva sempre lo stesso
comportamento, ormai la conoscevo bene! Oppure, semplicemente, era lei
ad essere talmente trasparente nei suoi atteggiamenti da rendere il mio
comprenderla del tutto naturale: il suo sguardo si fissava dappertutto
tranne che nei miei occhi, le spalle si incassavano, la testa si
abbassava imbarazzata e le sue mani si torturavano a vicenda, per non
parlare del suo labbro inferiore, che diventava un vero e proprio
martire, sacrificandosi ogni volta che lei era un po’
più
agitata, imbarazzata o semplicemente eccitata. A quel pensiero, un
brivido si irradiò nel mio corpo finendo direttamente nel
mio
inguine e incendiandomi al solo pensiero di possederla per tutto il
nostro weekend! Ok, stavo diventando proprio un maniaco e per di
più, perso in immagini di lei completamente nuda, non
l’avevo ancora rassicurata, lasciando, come un perfetto
idiota,
che si continuasse a crogiolare ancora nelle sue insicurezze. Una
piccola ma decisa spinta di Ben, mi permise di riprendermi dai miei ben
poco casti pensieri e di rassicurare la mia cucciolotta.
-Amore… io vorrei sapere come ancora ti possono passare
certe
idee per quella testolina?! Lo sai che se fosse per me passerei ogni
singolo momento con te, e poi so benissimo che ormai ti fidi, quindi
nessuna delle tue paure può essere giustificata in qualche
modo-
le spiegai. -Avanti, vieni qui, cucciola!- la abbracciai e la strinsi
al mio petto.
-Sono felice, Edward! Allora che aspettiamo? Iniziamo subito, no?- mi
propose, di nuovo sorridente e entusiasta. Improvvisamente mi venne in
mente che, dopo la lezione, Jake mi aspettava e che non sarei di certo
potuto andare, visto che Bella era con me. Alice mi doveva qualche
spiegazione! Avrebbe anche potuto avvertirmi, così da
cercare di
cambiare i miei programmi. Maledizione!
-Sì, ora iniziamo. Per favore iniziate a sedervi…
io vado un secondo in bagno e torno subito, ok?- affermai.
Annuirono e io mi fiondai fuori e telefonai subito a Jake, sperando che
rispondesse.
-Ehi, Edward! Hai già finito con Ben?- rispose
immediatamente.
-No, Jake! Veramente abbiamo un problemino. Mi dispiace tanto, ma Bella
oggi mi ha fatto una sorpresa e si è iscritta anche lei al
mio
corso… ora è in aula con Ben e dopo torneremo a
casa
insieme… come faccio a venire da te senza dirglielo
chiaramente?- gli spiegai, sperando che avesse una soluzione.
-Oh, porco cazzo! Quella ragazza è veramente un danno! Per
carità, sicuramente tu sarai felice di averla alle tue
lezioni,
ma se avesse rimandato anche solo di una settimana sarebbe stato
decisamente meglio!- esclamò, ridendo per il mancato
tempismo di
Bella. Sorrisi… certo aveva ragione, ma io non riuscivo a
dispiacermi più di tanto al pensiero della sorpresa che mi
aveva
fatto.
-E adesso?- domandai ancora.
-Non lo so, amico! Sinceramente è un problema,
perché non
hai molto tempo a disposizione… per venerdì deve
essere
già tutto pronto, e non sono di certo cose che richiedono
poco
tempo… potremmo dover rifarlo più volte prima di
essere
soddisfatti del risultato- mi spiegò, preoccupato. Cazzo, se
aveva ragione! Ma io che potevo farci?
-Lo so, Jake… ma così non mi stai aiutando per
niente!
Anzi… la mia ansia aumenta- gli rivelai. La sua tonante
risata
mi perforò un timpano.
-Senti Edward, per oggi e per giovedì facciamo
così:
quando avrete finito, te ne andrai tranquillo a casa con lei, come se
niente fosse; poi quando lei andrà a dormire, tu ci
raggiungi
qui alla riserva… intanto noi vedremo di iniziare a
sistemare
qualcosa con quello che ci hai già dato. Ok? E in questi
giorni
preparati a fare le ore piccole… mi spiace ma è
l’unica soluzione- mi propose.
-Per me Jake non è un problema, ma mi spiace per gli
altri… avete tutti quanti un lavoro o la scuola e non vorrei
darvi problemi…- mi scusai, rammaricato. Stavano
già
facendo molto per me e mi dispiaceva complicare ancora di
più la
situazione.
-Non ti preoccupare Ed… ci fa veramente piacere darti una
mano,
fratello! Ci vediamo verso mezzanotte… magari potresti farla
stancare con un po’di sana ginnastica, così crolla
prima!
Penso che le idee non ti manchino, no?- mi schernì,
divertito,
facendomi scoppiare a ridere.
-Grazie, Jake… a stasera- lo salutai e poi chiusi la
comunicazione. Rientrai in aula e, dopo aver dato un bacio a Bella,
iniziammo la lezione.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 88
Certo… io ed Esme avevamo già parlato di sesso e
le avevo
confidato le mie paure a lasciarmi andare; però poi non le
avevo
raccontato più nulla! Accidenti, forse ci era rimasta male,
pensando che magari, quando fosse arrivato il momento, mi sarei
confidata di nuovo con lei…
Invece, sorprendendomi una volta di più, la sua espressione
era
rimasta serena; anzi, mi sorrise calma attraverso lo specchio.
-Tesoro, tranquilla… l’avevo già
intuito da sola
e… anche tuo padre…- mi rivelò,
facendomi alzare
di scatto, rossa come un peperone, mentre Alice imprecò
perché per poco non si bruciava con
l’arricciacapelli a
causa del mio brusco movimento.
-Cosa?! Oddio!- mi spaventai. Esme mi abbracciò
immediatamente per cercare di tranquillizzarmi.
-Bella… non ti devi preoccupare… sai quanto ti
voglio
bene e sono certa, dal modo in cui vi guardate tu ed Edward e da quanto
vi amate, che avete affrontato quel passo con la giusta
maturità
e non a cuor leggero…- mi rassicurò, facendomi
riaccomodare, per permettere ad Alice di terminare il suo lavoro. Io
però ero ancora inquieta… caspita! Lo sceriffo lo
sapeva…
-Sì, ma Esme… mio padre… come
l’ha presa? E come l’ha capito? Quando?- domandai
allibita.
Buongiorno
fanciulle!
Eccoci con l'ultimo capitolo prima dell'inizio dei festeggiamenti!
Sarà un capitolo tranquillo, ma si affronterà un
discorso importante, come avete potuto intuire dall'anteprima.
Verranno anche postate delle foto, chi non riuscisse a
visualizzarle, basta che ce lo faccia sapere e vedremo di rimediare.
Un bacione a tutte e grazie mille di continuare a seguirci con
tanto affetto. BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 88
Preparativi
Pov Bella
Finalmente
era arrivato il giorno tanto
atteso! Era venerdì sera, il nostro mesiversario, e la
settimana
era stata decisamente troppo lunga e stressante: tra la ricerca dei
costumi per Halloween e quella del regalo per Edward, io e lui ci
eravamo visti pochissimo, purtroppo! Mi era mancato da morire, la sua
assenza mi soffocava anima e corpo; l’unico aspetto positivo
era
il fatto che, abitando nella stessa casa e condividendo anche alcune
ore a scuola, non eravamo rimasti lontani per l’intera
giornata… ma per i miei gusti era già troppo! In
tutta
onestà, però, dovevo ammettere che eravamo
parecchio
fortunati... una qualsiasi altra coppia non si sarebbe proprio
incontrata: noi così, invece, eravamo riusciti a attenuare
un
po’ il problema.
Proprio quel
giorno però, avevo
visto il mio ragazzo solo cinque minuti, appena prima di andare a
scuola. Era venuto a svegliarmi con un dolce bacio per farmi gli auguri
e poi mi aveva rivelato che non sarebbe venuto a scuola con noi.
Nonostante Edward fosse già maggiorenne, per rispetto alla
madre, le aveva comunque chiesto il permesso di assentarsi dalle
lezioni, ed Esme glielo aveva concesso. Anche se lui aveva voluto
tenermi celato il vero motivo, non ci voleva chissà quale
genio
per comprendere che senz’altro aveva a che fare con
l’organizzazione della nostra serata romantica; e questa sua
reticenza non faceva altro che alimentare la mia innata
curiosità...
Cercai di
non pensarci molto, dato che
entro breve lo avrei rivisto e sarei rimasta tra le sue braccia per
l’intero weekend! Oddio! Al pensiero di lui ed io da soli per
due
interi giorni… un brivido percorse la mia schiena, facendomi
sussultare dalla gioia.
-Porca
paletta, Bella! Vuoi stare ferma un
attimo?! Sembri un’indemoniata! Devo farti un esorcismo per
caso?!- mi rimproverò con un’occhiata truce Alice,
facendo
ridacchiare Rose e Esme, intente a sovrintendere ogni operazione della
mia maniacale preparazione. La mia cognatina mi aveva già
truccata insieme a Rose e ora stava acconciando i miei capelli in un
perfetto chignon, lasciando fuoriuscire ad arte qualche ciocca, che poi
avrebbe arricciato in morbidi boccoli: le avevo chiesto di sollevarmi i
capelli, perché sapevo che a Edward piaceva da morire il mio
collo scoperto… e quella sera volevo risultare ai suoi occhi
irresistibilmente meravigliosa! Però Alice, come al solito,
si
stava facendo prendere un po’ la mano dal perfezionismo, e
tra i
capelli e il trucco ero veramente stanca e tremendamente pentita di
averle chiesto aiuto. Era più di un’ora che ero
seduta
cercando di rimanere immobile sotto le sue grinfie; e anche se
chiacchieravamo allegramente, la mia agitazione stava degenerando.
Un’ansia di pura impazienza mi stava innervosendo sempre
più, per non parlare dei muscoli indolenziti…
-Uffa! Non
ne posso più! E poi sono
troppo agitata per restare ferma… mi tremano le gambe come
se
fosse il nostro primo appuntamento!- rivelai loro, sentendomi
tremendamente in imbarazzo per quella mia debolezza. Esme mi venne
subito accanto e iniziò un lento e piacevolissimo massaggio
sulle mie spalle per cercare di rilassarmi… Oddio! Avrebbero
dovuto fare un monumento a quella santa donna!
Nel
frattempo la figlia crudele continuava
a innervosirmi e torturarmi con le forcine per capelli, lamentandosi
perché la madre stava ostacolando il suo lavoro.
-Dai,
Bella… sei troppo agitata! E
meno male che avete già…- dichiarò
Rose divertita,
mentre io spalancai gli occhi per la sua uscita e poi la fulminai. Lei
portò subito una mano alla bocca per tapparsela (anche se
era
troppo tardi, ormai!), come se si fosse accorta solo in quel momento
della presenza di Esme, mentre avevano parlato in continuazione fino a
pochi istanti prima.
Fissai
improvvisamente il mio sguardo su
Esme che, sorridente, non pareva per niente turbata dalla scioccante
rivelazione di Rose; continuava tranquilla a massaggiarmi le spalle.
Mah, che strano! Per capire, aveva capito tutto, ne ero
sicura…
anche se quella chiacchierona di mia cugina non aveva esattamente
concluso la frase compromettente…
Certo…
io ed Esme avevamo
già parlato di sesso e le avevo confidato le mie paure a
lasciarmi andare; però poi non le avevo raccontato
più
nulla! Accidenti, forse ci era rimasta male, pensando che magari,
quando fosse arrivato il momento, mi sarei confidata di nuovo con
lei…
Invece,
sorprendendomi una volta di
più, la sua espressione era rimasta serena; anzi, mi sorrise
calma attraverso lo specchio.
-Tesoro,
tranquilla… l’avevo
già intuito da sola e… anche tuo
padre…- mi
rivelò, facendomi alzare di scatto, rossa come un peperone,
mentre Alice imprecò perché per poco non si
bruciava con
l’arricciacapelli a causa del mio brusco movimento.
-Cosa?!
Oddio!- mi spaventai. Esme mi abbracciò immediatamente per
cercare di tranquillizzarmi.
-Bella…
non ti devi
preoccupare… sai quanto ti voglio bene e sono certa, dal
modo in
cui vi guardate tu ed Edward e da quanto vi amate, che avete affrontato
quel passo con la giusta maturità e non a cuor
leggero…-
mi rassicurò, facendomi riaccomodare, per permettere ad
Alice di
terminare il suo lavoro. Io però ero ancora
inquieta…
caspita! Lo sceriffo lo sapeva…
-Sì,
ma Esme… mio padre… come l’ha presa? E
come l’ha capito? Quando?- domandai allibita.
-Bè,
cara… la sera del
falò a La Push. Al ritorno, appena vi abbiamo visto, io ho
capito immediatamente cos’era successo… scusa
tesoro, ma
ce l’avevate scritto in fronte!- ridacchiò; -Il
modo in
cui vi guardavate, l’euforia e la felicità nei
tuoi occhi,
per non parlare del sorriso compiaciuto ed adorante che Edward aveva
stampato in faccia! A una mamma non potrebbero mai sfuggire certi
dettagli. E anche se così non fosse stato, ti ricordo che
sono
io a occuparmi della casa: il giorno successivo le lenzuola di Edward
erano state cambiate (cosa mai successa in diciott’anni!) e
poi
in lavatrice ho trovato le altre; quindi non mi ci è voluto
tanto a fare due più due!- mi spiegò, lasciandomi
completamente basita… che cretini! E noi che pensavamo di
aver
cancellato tutte le prove compromettenti!
-Comunque
quella sera, appena siamo saliti
in camera, tuo padre continuava a elogiare Edward per averti fatto
comprendere i tuoi errori così presto, mentre io continuavo
a
ridacchiare sotto i baffi, al pensiero del metodo che aveva usato
Edward per addolcirti… poi (ci eravamo appena messi a letto
e
spento la luce), d’un tratto, tuo padre è
letteralmente
saltato a sedersi, avendo un’illuminazione improvvisa. Ha
detto:
“Oh cazzo! La mia bambina! Quel… quel…
quel…”, continuava a balbettare senza riuscire a
trovare
un epiteto adatto a insultare Edward, pensando probabilmente allo
stesso tempo a non offendere me, visto che stava parlando di mio
figlio!- continuò a raccontarci, mentre Alice e Rose si
tenevano
la pancia dal ridere all’immagine di mio padre in quelle
condizioni…
-Allora, con
calma, ho acceso la luce sul
comodino e l’ho guardato: era rosso come un peperone, ma il
suo
viso aveva un’espressione rassegnata più che
arrabbiata… sapeva che da un momento all’altro
sarebbe
successo… ne aveva anche già parlato con
Edward…-
la interruppi subito.
-Cosaaa?! E
quando?! Non mi ha riferito nulla!- mi meravigliai. Ero sconvolta!
-Cara,
probabilmente non ti ha detto nulla
per non farti preoccupare inutilmente. Comunque l’ho lasciato
sfogare un po’… gli ho detto di insultare pure
Edward se
ne aveva bisogno… tanto sapevo che quello che gli era uscito
dalla bocca in quel momento era più un riflesso condizionato
che
vera e propria furia. Penso che ci passino tutti i padri con le proprie
figlie… e poi ha preso atto che ormai sei una donna e si
è rimesso a dormire leggermente più sereno e
tranquillo…- finì il suo racconto. Ero
completamente
sbalordita e mi tornò subito alla mente un particolare.
-Ecco
perché il giorno dopo, appena
siamo scesi per colazione, mi ha subito abbracciato! Mi sembrava
strano… sembrava quasi che non volesse più
mollarmi,
continuava a stringermi e poi mi ha chiesto come stessi, mentre
continuava a borbottare qualcosa del tipo “la mia piccola
donnina”… ero convinta che si riferisse alla lite
che
avevamo avuto e alla laringite… e che fosse contento
perchè gli avevo chiesto subito scusa… non
che…-
sprofondai ancora di più nella sedia, mentre le mie gote
sembrava fossero impresse a fuoco! Tutte ridacchiavano, compresa Esme.
-E dovevi
vedere che occhiataccia ha
lanciato ad Edward quella mattina! Non ve ne siete accorti
perché eravate tutti impegnati a chiacchierare tra di voi,
ma
lui era appoggiato al lavandino con una tazza di caffè in
mano e
se avesse avuto un laser negli occhi, ti assicuro che mio figlio
sarebbe stato incenerito seduta stante! A un certo punto ho persino
pensato che stesse per lanciargli la tazza in testa, allora ho preso in
mano la situazione e gli ho dato un bel pizzicotto sul fianco,
fulminandolo con lo sguardo… Si è dato
immediatamente un
contegno e non ha più osato proferire alcunché-
aggiunse
sorridendo.
-Allora non
è il caso che mi preoccupi?- chiesi, leggermente titubante.
-No,
tranquilla… in una settimana
ha smaltito… ci ho messo un po’ a convincerlo ad
andare a
Seattle, domenica scorsa e a lasciarvi la casa libera per tutto il
giorno… ma poi anche lui ha riconosciuto che tanto, da una
parte
o dall’altra, non avrebbe potuto impedirvi di vivere le
vostre
esperienze… ci siamo passati tutti!- mi
rassicurò.
Incredibile!
-Ecco
l’artista ha finito!-
esclamò Alice, osservando compiaciuta il suo lavoro
perfetto.
Quella ragazza era un portento. Mi fissavo nello specchio e
ciò
che rifletteva mi piaceva parecchio.
-Grazie,
Alice! E scusa se ti ho fatto
penare- la pregai. Lei mi fece un cenno con la mani, come se non avesse
fatto niente di speciale, ma si vedeva che era soddisfatta del
risultato e soprattutto del mio parere positivo.
-A proposito
di primo appuntamento…
ma lo sai che anche tuo fratello, domani sera, mi porta fuori a cena
per la prima volta?- mi rivelò, felice. La guardai
meravigliata
e lei mi sorrise radiosa.
-Mi ha
proprio chiesto un appuntamento! Il
nostro primo appuntamento! Ha detto che si è reso conto che
non
eravamo mai usciti come una coppia e in questo modo vuole rendere tutto
ufficiale. Che dolce!- si entusiasmò, saltellando eccitata.
Ero
felice per lei… effettivamente, anche se Jazz non aveva mai
avuto una relazione seria, ero certa che sotto quella maschera di
indifferenza e razionalità si celasse un animo romantico e
che
appena trovata la persona giusta questo suo lato sarebbe spuntato
fuori… ed il tempo mi stava dando ragione.
-Caspita! Ma
si sono messi
d’accordo?! Anche Emm mi ha chiesto un appuntamento. Subito
sono
scoppiata a ridere, pensando che scherzasse… ma poi quando
ho
visto che continuava a fissarmi crucciato e che era rimasto male per la
mia reazione, ho capito che faceva sul serio. Il mio scimmione mi ha
invitata al cinema e poi a cena, domani sera- intervenne Rose,
rivelandoci i loro piani per il sabato sera. Edward mi aveva raccontato
della chiacchierata con Emm dopo la scenetta con Seth, ed ero certa che
ora avrebbe fatto di tutto per cercare di tenere legata a sé
Rose… Come tutti i ragazzi innamorati anche lui aveva paura
di
perdere la sua metà e probabilmente pensava che un
po’ di
corteggiamento non avrebbe di certo fatto male, visto che era
abbastanza carente da quel lato. Ma io ero tranquilla: Rose non era una
ragazza che badava a certe cose… sì, le piaceva
come
tutte essere corteggiata, ma non reputava certamente Emm un cattivo
fidanzato solo perché non le regalava un fiore… a
lei
importava solamente che la amasse e che la rispettasse sempre e la cosa
a cui dava maggiore importanza era la sincerità totale e la
fiducia… erano proprio queste qualità che
l’avevano
conquistata oltre al carattere allegro di Emm, che era capace di farla
sorridere alla vita, in ogni occasione. Comunque si vedeva che era
contenta e compiaciuta dell’invito. Come darle torto?
-Sono
proprio felice per voi, ragazze! E
bè… anche per me!- si congratulò Esme,
sorridendoci. La fissammo per un attimo confuse e quando la vedemmo
arrossire un po’, intuimmo immediatamente il
perché fosse
così contenta, anche per se stessa.
-Mammaaaa!-
urlò Alice, in tono di mezzo rimprovero e mezzo imbarazzo.
-Che
c’è?! E’ raro che
la casa sia libera di sera… se permetti anche noi vorremmo
trascorrere una seratina romantica… ho già in
mente il
menù! E voi cercate di passare una bellissima (e soprattutto
lunghissima!) serata fuori di casa… grazie!-
esclamò,
facendoci scoppiare a ridere. Bè, grazie ai metodi di
distrazione che intendeva utilizzare Esme, certamente papà
non
avrebbe avuto il tempo di pensare a tutto ciò che potevamo
combinare io ed Edward… e quindi di angustiarsi per due
interi
giorni!
Facemmo
ancora quattro chiacchiere e poi
mi alzai, mi sfilai la vestaglia che indossavo e le ragazze mi
aiutarono con il meraviglioso vestito blu notte che avevo comprato per
l’occasione… meno male che Esme era un attimo
uscita dalla
stanza, così non mi imbarazzai a farmi vedere con quel
succinto
intimo super sexy, di color blu notte, che avevo comperato per
l’occasione. Il tempo di infilarmi anche le scarpe, e lei
fece
ritorno con un pacchettino in mano. Quando sollevò il
coperchio,
restai allibita.
-Ecco,
tesoro! Indossa questi…
vedrai, staranno magnificamente con il tuo abito…
bè… sempre se ti fa piacere…-
mormorò
imbarazzata. Fissai quegli splendidi orecchini di diamanti che mi stava
porgendo e con mani tremanti li afferrai, mentre sentivo gli occhi
pungermi… ero felice, emozionata…
Con Esme avevo
la
sensazione di avere accanto una mamma che stava aiutando la figlia
nella scelta dei vestiti e degli accessori per il primo
appuntamento…
-No! Non ti
azzardare nemmeno a far
scendere quei lucciconi che stanno brillando! Altrimenti ti rovinerai
il trucco!- mi sgridò Alice, facendomi rinsavire
all’istante e permettendomi di riprendermi da quel momento
così emozionante e nostalgico. Abbracciai Esme e la
ringraziai
di cuore, con il battito a mille. Indossai gli orecchini, due
meravigliosi punti luce a goccia, e mi rimirai ancora una volta allo
specchio, felicissima del risultato.
Ero certa
che Edward avrebbe apprezzato:
ormai ero pienamente consapevole di quanto mi considerasse attraente e
dell’effetto che ero in grado di fargli; e agghindata
così
mi piacevo persino io!
-Sentite…
ma non è il caso
di indossare anche una collana? Sono completamente nuda
qui…-
affermai, indicando il mio décolleté.
-No,
assolutamente!- mi rispose decisa
Alice; -E poi hai detto che Edward adora tutta questa zona, no?-
affermò, facendomi avvampare per la presenza di Esme.
-Bella,
amore… sei perfetta
così! Non hai bisogno di altro- mi rassicurò
Esme.
Sorrisi a tutte loro, ringraziandole ancora del prezioso contributo.
-Grazie
Esme… di tutto! Soprattutto
per l’aiuto che mi hai dato per il regalo… senza
di te,
non avrei mai potuto mettere in pratica la mia idea- la ringraziai,
sincera.
-Figurati!
Non dirlo nemmeno! E poi come
avrei potuto non aiutarti se so che è una cosa che
renderà felice mio figlio?! Dai, ora! Non fare
più
aspettare quel povero principe in pena!- mi rassicurò.
-Eh
già, è ora! Forza sono
le sette! Scendiamo che Jazz sarà già pronto che
ti
aspetta! Edward, se ritarderete, potrebbe anche andare in
iperventilazione. L’ho sentito un’oretta fa e ti
assicuro
che era più agitato di te! Vi hanno proprio accoppiati ben
bene!- mi rivelò Alice. Il pensiero di Edward inquieto e
nervoso
mi meravigliò: lui era sempre così sicuro di
sé!
Forse aveva paura che non potesse piacermi la sorpresa che aveva
preparato? Bè, era assurdo! Io ero già al settimo
cielo
solo per il fatto che avesse avuto l’idea di festeggiare e di
preparare tutto da solo, figuriamoci se potevo rimanerne delusa!
Mi aiutarono
a sistemare l’enorme
sciarpa coprispalle in coordinato con l’abito e scendemmo al
piano inferiore. Io mi stavo sentendo una vera e propria
principessa…
Gli uomini
erano tutti in salone ad
aspettarci e appena entrammo, Emmett si lasciò andare ad un
lungo fischio di approvazione. Sorrisi felice dell’effetto:
ora
ero ancora più certa di fare colpo su Edward. Mio fratello
si
avvicinò e mi abbracciò forte, tra le proteste di
Alice e
Rose che sostenevano che mi potesse sgualcire il vestito.
-Sei
favolosa, sorellina. Lo sai vero, che
quel ragazzo rimarrà letteralmente sconvolto e senza parole
appena ti vedrà!- mi sussurrò
all’orecchio.
-Lo spero
proprio! Sono stata tre ore
sotto le mani di quelle due pazze, almeno che serva a qualcosa!-
ghignai io, attenta a non farmi sentire dalle mie sorelle, a cui
nonostante la tortura subita, ero veramente grata. Mi voltai per
salutare tutti e lo sguardo mi cadde su mio padre che ancora, seduto
sul divano, non aveva detto una parola e mi fissava evidentemente
emozionato. Mi avvicinai per baciarlo e quando mi chinai,
mormorò con la voce incrinata: -Sei meravigliosa…
quel
ragazzo lo farai morire… la mia piccola donna…- e
mi
abbracciò forte. Ora sapevo a cosa si riferiva con quelle
ultime
parole e un nodo in gola mi si formò immediatamente.
-Grazie
papà… ti voglio
bene…- mormorai, cercando di rispedire giù in
profondità le lacrime che prepotenti volevano uscire dai
miei
occhi. Salutai tutti e io e Jazz andammo in garage seguiti da Alice,
che mi aiutò ad accomodarmi sul sedile in modo da non
spiegazzare e sgualcire il vestito.
-Mi
raccomando Bella… stendilo il mio fratellone!- mi
salutò, dal finestrino.
-Sarà
fatto! E grazie ancora Alice- ricambiai.
-Di niente
sorellina! Pensate solo a
divertirvi e imprimiti bene nella mente ogni singolo
particolare… perché poi pretendo un resoconto
completo!
Bè… dettagli piccanti a parte!- mi
avvertì.
-Allora
penso che non avrà molto da
raccontarti!- esordì mio fratello, facendomi di nuovo
arrossire,
mentre si posizionava alla guida. Gli diedi uno schiaffetto sul braccio.
-Scemo!- lo
insultammo io e Alice contemporaneamente.
-Vedrai se
poi non mi darai ragione!
Comunque bambolina mia… vedi di fare immediatamente il giro
dell’auto e di venirmi a salutare come si deve, visto che
dovrò fare a meno di te nell’immediato- le
ordinò
Jazz. Lei, ubbidiente, volò dalla sua parte e i due si
lasciarono andare ad un bacio che in poco tempo si stava decisamente
trasformando in qualcosa di più e che mi faceva sentire
assolutamente fuori luogo. Accesi l’autoradio e poi visto che
non
la finivano più, mi schiarii la voce. Si staccarono a fatica
e
mi sorrisero entrambi come per scusarsi.
-Scusate non
volevo interrompermi, ma
avrei un principe che mi aspetta e non mi risulta che nelle favole il
cocchiere della carrozza faccia aspettare la principessa per flirtare
con la damigella!- li schernii. Si sorrisero amorevolmente e poi Alice
azionò l’apertura della porta del garage.
-Forza
Cenerentola! Andiamo dal tuo principe!- dichiarò Jazz, mise
in moto e partimmo.
Con la sua
guida veloce, in un attimo,
eravamo fuori da Forks e avevamo già imboccato la
superstrada.
Ci stavamo dirigendo verso la casa al mare. Ero certa che avremmo
trascorso lì il weekend, anche se nessuno mi aveva rivelato
niente e ne ero felicissima.
-Bella, vedi
di darti una calmata
altrimenti se continui a muoverti come una biscia rischi seriamente di
stropicciare quell’abito!- mi rimproverò Jazz,
sogghignando.
-Ah, ah! Ti
diverti, vero? Stai godendo un
mondo a vedermi così irrequieta… ammettilo!-
affermai,
certa della risposta.
-Bè…
mi fai morir dal
ridere, devo ammetterlo… anche perché non riesco
a capire
cos’hai da agitarti così tanto… diciamo
che ormai
il più è fatto, no?- continuò
divertito.
-Ah ah!
Molto spiritoso! Non è solo
quello… questa settimana ci siamo visti così
poco, mi
sento emozionata! E poi ho paura che il mio regalo non gli piaccia,
anche se so che ha un particolare significato per lui…- mi
crucciai, mentre il panico iniziava a invadermi.-E come se non
bastasse, Edward ha finalmente deciso di raccontarmi tutto di quel
famoso periodo in cui aveva perso la testa e di come è
mancato
suo padre… sai io non so molto del suo famigerato
‘anno
sabbatico’… e già solo al pensiero che
voglia
raccontarmelo mi batte forte il cuore!- sputai fuori tutto
d’un
fiato, felice di potermi confidare con mio fratello e condividere
almeno un pochino le ansie che mi attanagliavano.
-Ehi, ehi!
Calmati sorellina! Fai un bel
respiro e cerca di concentrarti solo sulle cose positive, ok? Pensa a
come sarà romantica e favolosa la cena con lui…
senz’altro starete a lume di candela, ci sarà il
caminetto
acceso, magari ballerete o lui ti suonerà al pianoforte
qualche
melodia dolcissima… la cena sarà strepitosa e poi
finalmente potrai dormire per due intere notti tra le sue braccia e non
sarete costretti a dividervi a causa di papà…
potrete
farvi una bella nuotata in piscina, o un bagno
nell’idromassaggio…- cercò di
tranquillizzarmi,
elencandomi tutte quelle attività meravigliose, mentre le
relative immagini si formavano nel mio cervello. E in un attimo mi resi
conto che mancava un’importante descrizione
all’appello…
-Jazz…-
lo richiamai.
-Mmm…-
rispose appena, mentre si faceva sempre più pensieroso.
-Non ti stai
dimenticando
qualcos’altro che senz’altro io e lui non vedremo
l’ora di fare?- domandai, con tono malizioso.
-Fammi
pensare… no, direi di no!
Entri, cenate, ballate, parlate e poi andate a dormire. Domattina vi
svegliate, fate colazione, parlate, magari una bella nuotata, parlate,
mangiate di nuovo, parlate e così via fino a che, spossati
dalle
chiacchiere, non andate di nuovo a dormire. E così passerete
anche la domenica, finchè non tornerete a casa.
No… direi
che è tutto!- dichiarò in tono serio e convinto.
Non
riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere.
-Ahahah!
Oddio, Jazz mi fai morire! Direi
che a occhio e croce le nostre giornate andranno più o meno
così; ma magari parleremo molto meno e agiremo un
po’ di
più! Che ne dici?- gli chiesi, mentre non riuscivo a
smettere di
ridere.
-Se proprio
non ne puoi fare a meno…- si imbronciò.
-No! Direi
che non ne possiamo proprio
fare a meno!- dichiarai convinta. -Tu al mio posto cosa faresti?- lo
rimbeccai. Lui sogghignò.
-Bè,
d’accordo, hai
vinto… però così sono riuscito a
distrarti…
e ora stai ridendo serena e l’agitazione è solo un
brutto
ricordo!- mi rivelò. Mi avvicinai e gli diedi un bel bacio a
stampo sulla sua guancia.
-Ti adoro e
senza di te sarei persa!- affermai, mentre lo vedevo sorridere
gongolante e soddisfatto.
-E invece di
te che mi dici? Una fatina mi
ha rivelato che qualcuno le ha chiesto un appuntamento in piena
regola!- gli chiesi. Lo vidi arrossire leggermente e poi il suo sorriso
si allargò a dismisura: era il ritratto della
felicità.
-Già…
con la testa che mi ha
fatto Edward in questa settimana per i vostri preparativi, mi sono reso
conto che, a parte il nostro weekend, non eravamo più
rimasti da
soli e soprattutto non siamo mai usciti come una vera coppia. Siamo
sempre stati tutti assieme e avevo voglia di passare una serata
solamente in sua compagnia- mi confessò.
-Hai fatto
proprio bene! Lo sai che lei
è al settimo cielo? Saltellava come un grillo quando me lo
ha
detto- gli confidai; -E dove la porterai?- domandai curiosa.
-Innanzitutto
domani in mattinata le
arriverà un enorme mazzo di rose rosse, naturalmente a gambo
lungo, che lei adora. E poi già nel pomeriggio la
porterò
a Seattle con la Ferrari, per cui stravede; passeggeremo in centro e se
ne avrà voglia potrà fare tutto lo shopping che
desidera,
a spese del sottoscritto… poi andremo a cena allo Space
Needle,
dove ho già prenotato un tavolo, da cui potremo godere del
panorama notturno della città! E infine ho prenotato una
stanza
al Travelodge Seattle, quel fantastico hotel a due isolati dallo Space
Needle. Così concluderemo la serata in maniera perfetta, con
la
mia splendida bambolina che dormirà tra le mie braccia!-
affermò, soddisfatto del suo programma. Non potevo crederci!
Alla faccia del romanticismo!
-Wow, Jazz!
Mi hai veramente sorpresa!- esclamai, piacevolmente stupita.
-Ho chiesto
a Rosalie se poteva preparare
una borsa per Alice, perché ancora non sa che ci fermeremo
fuori
per la notte e volevo farle una sorpresa- aggiunse, compiaciuto della
sua idea meravigliosa.
-Lo sai che
quella ragazza, dopo la giornata che hai programmato, ti
sposerà all’istante, vero?!- mi complimentai.
-Prima o
poi, lo spero proprio!- dichiarò, sincero. Strabuzzai gli
occhi e lo fissai sgomenta.
-Bè?!
Che hai da fissarmi così?! Sembri un’invasata!- mi
derise.
-Tu chi
saresti?! Che ne hai fatto di mio
fratello?! Sputalo subito fuori!- gridai, come in preda ad un
esorcismo, e ridendo come una matta.
-Ehi,
signorinella! Non fare troppo la
spiritosa, che potrei anche lasciarti in mezzo
all’autostrada,
sai?!- mi minacciò. Mi zittii immediatamente e cercai di
ricompormi, ma subito dopo ci guardammo e scoppiammo di nuovo a ridere.
-Ok, ok! Te
lo concedo! Forse sono un
pochino cambiato… ma in meglio no?- mi chiese, arrendendosi
all’evidenza dei fatti.
-Solo un
pochino?! Però hai
ragione: sei decisamente migliorato… almeno con il genere
femminile, perché come fratello sei sempre stato il
migliore!-
lo elogiai, guadagnandomi un buffetto affettuoso sulla guancia.
-Grazie
sorellina! E lo sai che ti adoro
anche io!- ricambiò. Tra una risata e un’altra,
arrivammo
davanti alla casa al mare, che nemmeno mi ero accorta dello trascorrere
del viaggio.
Stranamente
la porta principale era
spalancata e dall’interno giungeva una luce soffusa. Guardai
Jazz, confusa e lui mi sorrise complice.
-Eri
talmente occupata a blaterare che non
ti sei nemmeno accorta che ho fatto due squilli di avvertimento al tuo
uomo!- mi schernì; -Ora scendi e vai… lui ti
aspetta
dentro…- mi disse, baciandomi una guancia.
-Divertitevi…-
ammiccò con un sorriso felice.
-Grazie di
tutto, fratellone! E in bocca al lupo per la giornata di domani, spero
che fili tutto liscio- gli augurai. -E
tu vedi di trascorrere uno splendido weekend… uno di quelli
che
non ci si scorda, per tutta la vita!- contraccambiò
l’augurio con un abbraccio. Scesi dall’auto e
appena mi
avvicinai all’entrata e potei vedere meglio
l’interno, i
miei occhi si spalancarono dalla meraviglia!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 89
-Bè…
non proprio tutto… diciamo che io ho avuto le varie idee e
poi
c’è stato chi mi ha aiutato a metterle in
pratica…-
mi spiegò, un po’ imbarazzato. Gli sorrisi e
accarezzai la
sua guancia liscia, arrivando a sfiorare le sue peccaminose labbra,
morbide e carnose. Sospirò profondamente e chiuse gli occhi,
come se ci fosse qualcosa che non andasse…
-Edward?
Tutto bene, cucciolo?- domandai,
leggermente preoccupata. Aprì quegli sfavillanti smeraldi di
scatto e notai quanto fosse divenuto cupo e intenso il verde del suo
sguardo, e vi lessi una sola cosa: desiderio!
-Sì,
Bella… non
preoccuparti, tesoro… è solo che se continuo a
guardarti
o a sfiorarti non penso che riusciremo a cenare… mi sei
mancata
da impazzire in questa settimana… e tu sei
favolosa…
irresistibile…- mormorò, con la voce resa sempre
più roca. Lo stomaco mi si contorse in una morsa quasi
dolorosa
che si propagò fino a stazionarsi nel mio bassoventre.
-Vieni,
piccola… ti va un
aperitivo?- mi invitò, mentre ci avvicinavamo alle vetrate
che
davano sulla spiaggia. Lì, accanto alla piscina
idromassaggio,
vi era un piccolo tavolino rotondo apparecchiato con
un’elegante
tovaglia dorata che arrivava fino a terra e un carrello da vivande, che
conteneva con ogni probabilità la nostra cena. Ma quello che
attirò più di tutti la mia attenzione, fu un
altro
tavolino decorato con due mazzi di fiori rossi e al cui centro
spiccava...
Buongiorno
e buon inizio settimana a tutte quante!
Mamma mia fra una settimana è già Pasqua e
l'estate si avvicina sempre più! Finalmente!
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite con affetto e
costanza! Sia che abbiate voglia di lasciare un piccolo commento, sia
che vi faccia piacere deliziarvi unicamente con la lettura. GRAZIE!
Questa settimana vorremmo ringraziare una nostra nuova lettrice, molto
speciale: bellagilbert89!
Meriteresti un grande premio per la costanza e la pazienza che hai
avuto nel leggere tutti i capitoli in due settimane e nel recensire
ogni singolo capitolo, con commenti ben dettagliati, che ci hanno fatto
anche comprendere quanto tu abbia letto questa nostra storia con
passione! Grazie infinite!
Ora vi lasciamo al chappy! Lo accompagneranno parecchie foto e ne
avrete ben 4 con cui rifarvi gli occhi! Ci sarà anche il
regalo di Edward a Bella, che vi preghiamo di visionare con attenzione,
visto che ci siamo impegnate tantissimo e ci ha portato via un sacco di
tempo (è la prima volta che facciamo una cosa del genere!). BUONA LETTURA DA MANU E
SARA! VI LOVVIAMO TANTISSIMO!
CAPITOLO 89
La
serata perfetta
Pov
Bella
Jasper
era appena
ripartito, mentre io ero di fronte alla porta di casa spalancata,
ancora imbambolata e con un’espressione stupita dipinta sul
volto. Il mio sguardo non riusciva a smettere di vagare per
l’interno della casa per ammirare tutto ciò che
Edward
aveva preparato.
Il
pavimento della casa era
ricoperto di petali di fiori dai mille colori, delimitati da tante
piccole candele, racchiuse in bocce di vetro, che formavano un percorso
ben preciso e che mi invitava a percorrerlo per vedere dove mi
conducesse.
Ero
agitatissima e non
riuscivo in alcun modo a calmare l’intercedere furioso del
mio
cuore che mi rimbombava persino nelle orecchie, mentre le mani, fredde
e sudate, facevano tremare visibilmente la borsetta che tenevo in
mano… e se non l’avessi finita subito di mordermi
il
labbro, quel velo di lucidalabbra che Alice mi aveva applicato sarebbe
irrimediabilmente scomparso!
Sospirai
profondamente, per
cercare di riprendere il controllo di me stessa e mi decisi a varcare
la soglia… mi guardai un po’ in giro, ammirando
quella
magnifica atmosfera… ovunque ci fosse un piano
d’appoggio
vi erano sopra splendidi vasi di cristallo che contenevano fiori
meravigliosi: avevo potuto scorgere le classiche rose rosse, le
esotiche ed elegantissime orchidee, i candidi gigli, le colorate
gerbere, le odorose fresie, le simpatiche margherite…
L’aria
era densa del
profumo che quei fiori sprigionavano, ma non era affatto un aroma
fastidioso, anzi… conduceva quasi ad un ottenebramento
sensuale
dei sensi…
Sollevai
leggermente la
gonna dell’abito per non trascinare via tutti quei petali al
mio
passaggio; ad ogni passo che compivo sentivo le dita dei piedi scoperte
dai sandali accarezzate da quel manto vellutato, che mi ricordava
fortemente il tocco delicato e morbido di Edward sulla mia pelle,
donandomi brividi piacevoli che si diffondevano per tutto il corpo.
Procedevo
con cautela,
seguendo quel percorso fiorito e profumato, finchè mi
addentrai
nel salone: il caminetto era acceso e si udiva il classico e
inconfondibile crepitio della legna che bruciava…
La luce
soffusa del fuoco e
delle candele donava, all’enorme stanza,
un’atmosfera
romantica d’altri tempi… quasi fossi stata
catapultata
direttamente nel mio romanzo preferito: Orgoglio e Pregiudizio.
Ancora
ferma sulla soglia,
mi guardai intorno incantata, ma allo stesso tempo tesa e nervosa per
l’assenza di Edward, che non riuscivo a scorgere da nessuna
parte.
La prima
immagine che vidi fu un collage di nostre foto, con al centro una
scritta: Amo sai di te.
Nello
stesso istante una
melodia si diffuse dagli altoparlanti posizionati nel salone. Dopo
pochi attimi la graffiante e carezzevole voce di Edward mi
investì con la stessa forza di un treno lanciato a forte
velocità… non potevo crederci: Edward aveva
composto una
canzone per noi, mentre le immagini di me, di lui, di noi insieme
continuavano a scorrere accompagnando ogni parola di quella splendida
composizione che raccontava la nostra storia e il suo amore per me!
Ehi! Sei
un vero schianto
I miei
complimenti
Brilli
come Venere, stella sulla Terra
Amo sai
di te
perché
sai essere
non
cerchi di apparire
sei
fantastica così
Amo di te
anche i
tuoi respiri
sono
battiti per me
nei tuoi
occhi cenere io ci vedo il mare
Amo sai
di te
che dai
un senso
un senso
a un piccolo momento
resta
sempre come sei
Amo sai
di te
che sei
così
fragile,
naturale, vera così
Amo sai
di te
che sei
così
se ti
guardo io mi accendo
Vorrei
fermare il tempo, dedicato a te
non
c’è dolore che io non condividerei
Amo sai
di te
che sei
così
più
ti vivo, più mi manchi
Mai ho
provato tanto
tanto in
un momento
E ogni
giorno insieme a te
emozioni
nuove
Amo sai
di te
anche i
difetti
Io ti
voglio, ti pretendo
resta
sempre come sei
Amo sai
di te
che sei
così
fragile,
naturale, vera così
Amo sai
di te
che sei
così
se ti
guardo, io mi accendo
Non
c’è niente che
cambierei
di te
Amo sai
di te
anche
l’anima, la tua libertà
Amo sai
di te
che sei
così
fragile,
naturale, vera così
Amo sai
di te
che sei
così
se ti
guardo, io mi accendo
Amo sai
di te
Amo sai
di te
Amo sai
di te
Amo sai
di te
Amo sai
di… te
Grazie a
te e al tuo dolce amore
la mia
esistenza è radicalmente cambiata
e mi hai
reso la persona più felice del mondo!
La mia
anima ha finalmente trovato
il suo
posto nel mondo:
il tuo
cuore!
Il mio
già ti appartiene,
per
l’eternità!
Ti amo
vita mia!
Lacrime
silenziose di
gioia, felicità, amore… avevano iniziato a
scendere sul
mio viso, accompagnando le immagini e le parole di quello splendido
video ed ero talmente emozionata e sconvolta che non mi ero neppure
accorta di essere stata raggiunta da Edward. Non sapevo da quanto lui
fosse posizionato dietro di me, ma non appena lo schermo
tornò
nero, sentii le sue calde e forti braccia cingermi la vita, e far
aderire perfettamente la mia schiena al suo largo petto roccioso,
mentre le sue labbra morbide si posizionavano su quel punto che tanto
adorava, facendomi fremere di desiderio.
-Auguri,
amore mio-
mormorò roco al mio orecchio; -Sei una visione superba,
divina… mi hai completamente lasciato senza fiato,
principessa!-
continuò, mentre mi voltavo per potermi perdere finalmente
in
quegli smeraldi profondi e terribilmente seducenti. Ma non ero pronta
alla vista di Edward in smoking e i miei occhi si sgranarono,
percorrendo il suo corpo più e più volte prima di
riuscire a riprendermi.
-Edward…
sei…
sei fantastico…- sussurrai, flebile. Mi rendevo conto che
erano
parole banali, ma non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che aveva
fatto per me e soprattutto non riuscivo ancora a ragionare lucidamente.
-Oh, amore mio! La canzone è…
perfetta… la tua
voce… e le foto…- mi interruppi,
perché la voce
era ormai completamente incrinata dalle forti emozioni che provavo e
che, in quel momento, mi sembrava di non riuscire a gestire, da quanto
erano intense.
Edward
sorrideva
evidentemente compiaciuto dall’effetto che aveva suscitato il
suo
regalo, mentre con le mani cercava di asciugare il mio viso.
-Per
favore, Bella…
basta piangere… voglio vederti solo sorridere
d’ora in
poi, ok?- mi pregò. Annuii, incapace di aggiungere qualcosa
di
sensato, e finalmente le labbra di Edward si posarono sulle mie, in un
bacio dolcissimo; io mi persi tra le sue labbra carnose e morbide,
mentre le sue guance, perfettamente rasate per l’occasione,
sfioravano il mio volto a tratti. Chiusi gli occhi e il suo odore
così intenso e virile mi trasportò in
un’altra
dimensione…
Con
febbrile impazienza,
socchiusi le mie labbra diventate d’un tratto
ipersensibili… la sua lingua iniziò una lenta
quanto
estenuante carezza lungo il mio labbro inferiore e poi con la punta
accarezzò l’interno del mio labbro superiore,
facendomi
infervorare all’inverosimile… in un attimo il
desiderio di
sentire il suo sapore dolce, il calore della sua bocca, e la morbida
ruvidità della sua lingua, esplose in me in una maniera
così forte e prepotente che non potei fare a meno di
ricambiare
quel bacio con un ardore capace di sciogliere anche i ghiacci
dell’Artico! In meno di un secondo le nostre bocche erano
incollate, i nostri corpi perfettamente aderenti e le mani di entrambi
vagavano su di noi per esplorare, accarezzare e stringere come se da
quello potesse dipendere la nostra vita.
Mi
strinsi contro di lui,
contro il suo petto così roccioso e possente,
così
protettivo… e premetti il seno sul suo torace. Al mio gesto
Edward rispose centuplicando il suo fuoco di pura passione: con un
gemito soffocato portò una mano sulla mia nuca per farmi
avvicinare ancora di più alla sua bocca avida ed esigente;
l’altra mano iniziò a muoversi rapida e leggera
sulla mia
schiena, regalandomi una serie di brividi al suo passaggio. Le nostre
lingue erano ormai sempre intrecciate, incollate e inseparabili.
Oddio,
che sapore
meraviglioso: mai e poi mai mi sarei stancata di baciare quelle labbra,
di assaporare quella bocca così invitante, di saggiare la
morbidezza di quella pelle… ero ormai irrimediabilmente
dipendente da Edward! Sarei anche morta così, e sarebbe
stata
una dolce morte…
Dopo un
momento infinito,
ci staccammo per riprendere fiato e il sorriso sghembo, che tanto
adoravo, spuntò impertinente sul suo viso d’angelo.
-Mmm…
dalla tua
reazione posso affermare con una certa sicurezza che hai apprezzato la
sorpresa e il mio regalo…- dichiarò, palesemente
divertito dall’irruenza che gli avevo dimostrato.
Naturalmente,
in maniera vergognosa, diventai color pomodoro maturo, facendolo
scoppiare a ridere di gusto, mentre le sue mani, ancorate alla mia
vita, continuavano a stringermi forte al suo corpo vigoroso.
-Non mi
stancherò
mai di vederti arrossire… sei splendida, Bella…-
mormorò, accarezzandomi delicatamente una gota, proprio
sullo
zigomo, dove maggiormente mi imporporavo; -E stasera sei…
sei…- si fermò un attimo, quasi imbarazzato.
-Non
trovo le parole adatte
per descrivere tutte le emozioni che mi scateni dentro quando ti
guardo… e ti giuro che non sto parlando solo di desiderio
fisico, ma anche e soprattutto di amore… profondo,
incondizionato e reverenziale amore per la creatura più
incantevole su cui io abbia mai posato gli occhi- mi
dichiarò,
con uno sguardo così intenso e raggiante che mi tremarono le
gambe.
-Edward…
io non so
spiegarmi per quale fantastico scherzo del destino tu ricambi i miei
sentimenti… ma ti posso garantire con certezza che
ciò
che mi lega a te è così totalizzante,
così
intenso, così meravigliosamente emozionante che quando siamo
insieme, non ho bisogno di nient’altro, perché tu
sei
tutto per me! Sei il mio ossigeno, il mio cibo, la mia
acqua…
insieme a te ho trovato il mio posto nel mondo e non vorrei essere da
nessun’altra parte se non tra le tue braccia calde e
avvolgenti… ti amo, Edward Anthony Cullen!, immensamente-
dichiarai, sperando che comprendesse quanto fossero intrise della
verità più sincera le mie parole.
-Grazie
tesoro mio! Ti amo
infinitamente anch’io, Isabella Marie Swan… e ti
amerò, ti adorerò e ti venererò per
ogni singolo
istante della mia vita…- mi rispose, con gli occhi lucidi e
sinceri, specchio dei miei. Restammo ancora un po’
abbracciati e
poi mi scostò leggermente per porgermi la mano.
-Prego,
dolcissima madamigella Swan… la cena ci attende!-
affermò, sorridendomi.
-La
ringrazio, messer
Cullen!- scherzai. Intrecciai le mie dita alle sue e mi condusse fuori
dal salone. Effettivamente non avevo visto alcun tavolino per cenare in
salotto, ma non ci stavamo dirigendo nemmeno in sala da pranzo. Dopo un
attimo, mentre i miei occhi continuavano a incontrare fiori e candele,
mi resi conto che stavamo entrando nella dependance e rimasi di nuovo a
bocca aperta.
L’intera
stanza era
illuminata da piccole lucine dorate, appese a tutte le
pareti… e
l’acqua della piscina era ricoperta di splendide ninfee che
galleggiavano placide e tranquille… Portai entrambe le mani
a
coprire la mia bocca, ormai perennemente spalancata per la sorpresa.
-Edward…
ma è
magnifico! Hai fatto tutto tu da solo?- gli chiesi meravigliata e
curiosa, mentre mi avvicinavo all’acqua per ammirare quella
distesa di fiori e mi chinavo per sfiorarne uno.
-Bè…
non
proprio tutto… diciamo che io ho avuto le varie idee e poi
c’è stato chi mi ha aiutato a metterle in
pratica…-
mi spiegò, un po’ imbarazzato. Gli sorrisi e
accarezzai la
sua guancia liscia, arrivando a sfiorare le sue peccaminose labbra,
morbide e carnose. Sospirò profondamente e chiuse gli occhi,
come se ci fosse qualcosa che non andasse…
-Edward?
Tutto bene,
cucciolo?- domandai, leggermente preoccupata. Aprì quegli
sfavillanti smeraldi di scatto e notai quanto fosse divenuto cupo e
intenso il verde del suo sguardo, e vi lessi una sola cosa: desiderio!
-Sì,
Bella…
non preoccuparti, tesoro… è solo che se continuo
a
guardarti o a sfiorarti non penso che riusciremo a cenare…
mi
sei mancata da impazzire in questa settimana… e tu sei
favolosa… irresistibile…- mormorò, con
la voce
resa sempre più roca. Lo stomaco mi si contorse in una morsa
quasi dolorosa che si propagò fino a stazionarsi nel mio
bassoventre.
-Vieni,
piccola… ti
va un aperitivo?- mi invitò, mentre ci avvicinavamo alle
vetrate
che davano sulla spiaggia. Lì, accanto alla piscina
idromassaggio, vi era un piccolo tavolino rotondo apparecchiato con
un’elegante tovaglia dorata che arrivava fino a terra e un
carrello da vivande, che conteneva con ogni probabilità la
nostra cena. Ma quello che attirò più di tutti la
mia
attenzione, fu un altro tavolino decorato con due mazzi di fiori rossi
e al cui centro spiccava un’enorme fontana con un liquido
scuro
che fuoriusciva in un moto continuo, contornata da ogni genere di
frutta, sia intera, che già pulita, tagliata e infilzata su
degli stecchini di legno a formare un simpatico riccio di spiedini.
-Oh mio
Dio, Edward! Ma
quella… quella… è una fontana di
cioccolata?!-
gridai quasi, mentre ci avvicinavamo sempre più. Mi sorrise
compiaciuto del mio entusiasmo.
-Ero
certo che sarebbe stata di tuo gradimento!- si inorgoglì.
-Non
posso crederci…
ma è un sogno… un bellissimo e meraviglioso
sogno…- sussurrai, mentre gli occhi mi si facevano di nuovo
lucidi.
-Tu sei
un sogno…-
mormorò Edward, prendendomi per la vita e accompagnandomi al
tavolo. Si allontanò un momento e l’aria si
riempì
di una musica di sottofondo. Quando tornò da me, mi porse un
bicchiere con un liquido rosa/arancio, con tanti pezzetti di fragole.
Facemmo
scontrare i nostri
bicchieri in un brindisi silenzioso ma carico di emozioni che si
sprigionavano dai nostri occhi incatenati. Assaporai quel liquido
fresco e delizioso e mi persi a fissare il modo sensuale in cui le
labbra di Edward aderivano a quel bicchiere. Un moto di farfalle prese
a vorticarmi nello stomaco, mentre il desiderio che quelle labbra
vagassero e baciassero ogni centimetro del mio corpo si faceva sempre
più prepotente.
Edward,
da vero gentiluomo,
mi scostò la sedia e mi fece accomodare, aiutandomi a
sistemare
l’abito e mi riavvicinò. Poi sollevò la
campana che
copriva i nostri piatti, rivelando ai miei occhi incuriositi delle
crespelle ai funghi. Oddio le adoravo!
-Wow…-
riuscii solo
a pronunciare. In quel preciso istante, alla vista di quella meraviglia
e soprattutto dal profumino che sprigionava, mi resi conto di essere
piuttosto affamata. A pranzo, in mensa, non avevo toccato quasi niente
per la mancanza di Edward e, quando ero tornata a casa, lo stomaco mi
si era chiuso per l’agitazione… ora
però la
tensione era un po’ scemata e, davanti a quella cena
invitante,
il mio stomaco si era decisamente risvegliato.
-Per il
menù ho
chiesto aiuto a Rose e Jazz… sai, ti conoscono meglio di me,
nei
gusti culinari… quindi se non ti dovesse piacere
qualcosa… dai pure la colpa a loro!- mi spiegò
strizzandomi l’occhiolino, facendomi scoppiare a ridere,
divertita.
-Senz’altro…
anche perché non potrei mai avercela con te, dopo tutto
quello
che hai organizzato… grazie!- gli risposi in parte scherzosa
e
in parte emozionata. Posai il tovagliolo in grembo, afferrai la
forchetta e assaggiai quella prelibatezza.
-Oddio,
Edward… ma
sono squisite!- mi complimentai; -Non hai cucinato tu,
suppongo…- azzardai, col timore però di
offenderlo.
Stavolta fu Edward a scoppiare a ridere.
-No…
decisamente no!
Mica volevo avvelenarti! Un conto è preparare una semplice
colazione, ma per una cena di questa portata occorrono delle
qualità, che purtroppo non posseggo- mi rivelò.
-Non
importa, è il pensiero che conta!- lo rassicurai.
-Sono
contento che ti
piaccia… e sentirai che squisitezza il roastbeef! Devo
ammettere
che mentre sistemavo le pietanze nei piatti, ho assaggiato
qualcosina… bé, dovevo verificare che fosse
davvero
buono, no?- mi confessò, sorridendo.
-Hai
fatto benissimo; non
avrei resistito neppure io!- lo assecondai. Inconcepibile! Non potevo
credere che fosse appena trascorso un mese da quando io e quel dio
greco che mi sedeva di fronte ci eravamo messi insieme… mi
sembrava che fossimo sempre stati legati e non ricordavo nemmeno
più che senso avessero le mie giornate senza Edward al mio
fianco…
-C’è
qualcosa
che non va, amore? Mi sembri silenziosa…- si
preoccupò
immediatamente il mio splendido e premuroso ragazzo. Gli sorrisi,
scuotendo leggermente la testa.
-No,
tesoro. Pensavo solo
che mi sembra trascorso molto più di un mese…
come se
prima di incontrarti non avessi mai vissuto veramente! Però,
da
un altro punto di vista, questo mese accanto a te è
praticamente
volato!- gli spiegai, cercando di rassicurarlo. La sua mano si
posò delicatamente sulla mia in una carezza impalpabile.
-Anche
per me è
così… è come se mi fosse mancato un
fondamentale
pezzo di me stesso e ora fossi completo, finalmente! E poi quando due
persone si amano il tempo vola! Scommetto che anche con i capelli grigi
tu ed io continueremo a fare i piccioncini, proprio come oggi!-
aggiunse con un sorriso radioso. Al pensiero del nostro futuro insieme
un nodo in gola bloccò il mio respiro.
-Edward…
grazie! E
grazie anche per la canzone! Era meravigliosa e molto, molto dolce.
L’hai scritta tu?- gli domandai curiosa. Ero talmente stupita
da
ciò che aveva organizzato, che non riuscivo ancora a
capacitarmene fino in fondo.
-Sì,
amore. La
melodia era già un po’ che si era creata nella mia
testa;
poi pian piano sono riuscito a tradurla in note vere e proprie,
aggiungendovi in seguito semplicemente le parole che hai sentito. Ti
giuro che rispecchiano le mie emozioni, ciò che provo per
te… anche se solo una piccola parte- mi spiegò.
-Fino a
una settimana fa,
la canzone l’avresti ascoltata suonata esclusivamente con il
pianoforte, ma poi… più la suonavo e
più mi
sembrava che mancasse un po’ di ritmo. Così mi
sono
rivolto a Jake; e lui, da ottimo musicista e compositore, mi ha dato
vari consigli su come poter migliorare alcuni passaggi. A lui piaceva
molto, ma poi parlandone più a fondo, mi è venuto
in
mente che l’effetto sarebbe stato decisamente più
completo
se la melodia fosse stata suonata da più
strumenti… e
quindi ho convinto lui e i ragazzi di La Push ad aiutarmi. Le voci di
fondo e la strumentazione appartengono ai
“Licantropi”-
continuò, lasciandomi basita.
-Ma…
scusa…
hai detto fino ad una settimana fa? Ma allora… quando avete
lavorato sulla canzone?- gli chiesi incredula, mentre Edward si alzava
per sostituire il mio piatto con la portata successiva: uno sformatino
ai carciofi con salsa al formaggio.
Lo
ringraziai, mentre anche lui si riaccomodava e riprendeva la
spiegazione.
-Effettivamente
questo
è stato il problema più arduo: il tempo a
disposizione!
Vedi… devo confessarti che è stata colpa mia se
mia
sorella ti ha sequestrata per tutta la settimana, costringendoti a un
massacrante tour de force dei centri commerciali. Le avevo chiesto di
trovare una soluzione per tenerti occupata e lontana il più
possibile, mentre io sgattaiolavo a La Push, a provare…
spero
non ti arrabbierai con me, ora che ti ho confessato tutto- mi
rivelò titubante, mentre la mia sorpresa continuava ad
aumentare.
-Scherzi?!
Arrabbiarmi?! Ma
sei matto?!- lo rassicurai immediatamente, sporgendomi verso di lui per
lasciargli un bacio a fior di labbra. Nel frattempo feci un rapido
calcolo mentale, mentre continuavo ad assaporare quello sformatino,
semplicemente divino.
-Ottimo
anche questo,
Edward! Ma, tornando alla riserva… avete avuto veramente
poche
ore a disposizione, considerando che lunedì e
giovedì non
li hai raggiunti, visto che sei stato tutto il pomeriggio a lezione e
la sera con me- gli esternai i miei dubbi. Lui mi sorrise.
-Bè…
diciamo
che la tua sorpresa, seppur graditissima, ha complicato un
po’ le
cose… ma ho aspettato che ti addormentassi e poi sono corso
dai
ragazzi e abbiamo continuato a lavorare fino a notte inoltrata- mi
rivelò. Portai le mani ancora una volta a coprirmi la bocca
dallo stupore, mentre gli occhi mi iniziavano a pizzicare di nuovo
dall’emozione. Non potevo credere che si fosse sacrificato
così tanto per me… effettivamente quella
settimana mi era
parso un po’ stanco al mattino, ma non ci avevo riflettuto
più di tanto… anche perché non avrei
mai
immaginato una cosa del genere!
-Amore
mio! Mi dispiace
così tanto! Non dovevi affaticarti
così… e poi
alla fine ho creato disagi a tutti quanti con la mia iscrizione alle
tue lezioni- mi rammaricai. Edward divenne immediatamente serio.
-Bella…
non lo
pensare nemmeno! Tu non hai idea di quanto mi hai reso felice,
decidendo di imparare a suonare il pianoforte… e poi,
nonostante
la stanchezza, i ragazzi della band erano tutti felici di fare qualcosa
per te: ti vogliono bene e ti adorano… anzi… a
pensarci
bene, forse sono un po’ troppo premurosi e la cosa dovrebbe
infastidirmi alquanto, ma ormai sanno che sei solo ed unicamente MIA!-
cercò di rassicurarmi, per poi marcare bene
l’ultima
parola. Inevitabilmente, il mio rossore esplose di nuovo,
imporporandomi le gote. Edward si alzò nuovamente per
servirmi
un’altra pietanza, mentre io iniziavo a essere sazia.
-Scusa,
ma quante cose hai ordinato?- gli chiesi, sperando che non avesse
esagerato.
-Non hai
più fame?- si preoccupò immediatamente.
-No, no!
E’ solo
che… vedi… vorrei lasciarmi un po’ di
spazio per
quella!- ammisi, indicando la fontana di cioccolata. Non vedevo
l’ora di immergere tutta quella frutta invitante sotto quella
cascata di liquido dolcissimo. Edward si mise a ridere.
-Dovevo
immaginare che
avresti cenato anche solo con quella, mia piccola golosona!- mi
schernì. E aveva pienamente ragione!
-Bella,
amore! La fontana
l’ho comprata, tranquilla! Quindi potremo usarla ogni volta
che
vorrai!- mi rivelò, facendomi spalancare gli occhi. Mi alzai
di
corsa e mi fiondai tra le sue braccia, riempiendo il suo viso di tanti
piccoli baci, mentre le sue mani arpionavano i miei fianchi,
ancorandomi forte al suo corpo e potei immediatamente sentire la sua
eccitazione premere sul mio ventre.
-Grazie,
grazie, grazie!-
mormorai. Lui si staccò leggermente per potermi guardare in
viso
e dopo un attimo, la sua lingua fece irruzione nella mia bocca, in un
bacio mozzafiato. Ci staccammo per riprendere fiato e lo sentii
sospirare nuovamente per cercare di riprendere il controllo.
-Tesoro
mio, ti
prego… cerca di controllare questi slanci o ti giuro che non
arriveremo vestiti a fine cena… non so ancora cosa mi abbia
impedito finora di spogliarti totalmente, ricoprire il tuo corpo di
cioccolata e leccarti ogni singolo centimetro di pelle!-
mormorò
roco, e con un’espressione che non riusciva a celare
l’intenso desiderio che lo opprimeva. Deglutii vistosamente,
poi
gli sorrisi, cercando di nascondere il desiderio che era esploso anche
in me nell’udire quelle parole, e mi sedetti nuovamente.
-Sappi
che non avrei nessun
problema ad assecondare immediatamente l’infuocato programma
che
hai in mente… ma mi rendo conto che ti sei impegnato molto
ed
è giusto far onore a te e a questa splendida cena- risposi,
in
tono malizioso.
-Lo dico
sempre che sei
pericolosa! Facciamo così… tu mi prometti di
mangiare
almeno ancora il roastbeef che, a quanto mi hanno suggerito, adori con
la salsa alla panna; e poi, dopo avermi concesso un ballo, ti
lascerò campo libero con la fontana! Per il resto non ti
preoccupare, lo possiamo anche mangiare domani, ok?- mi propose,
ponendomi davanti il piatto.
-Ci
sto!- accettai, mentre
le immagini di quello che avrebbe desiderato fare Edward, non
riuscivano a uscirmi dalla testa. Decisi di ritornare al discorso del
video, così da riuscire a distrarmi.
-Tornando
al mio
meraviglioso regalo, volevo sapere la provenienza di alcune foto che, a
quanto ricordo, non abbiamo mai fatto- chiesi, ancora curiosa e
desiderosa di sapere tutto.
-Bè,
alcune, come
avrai visto, lo ho prese dai tuoi album, altre dai miei… poi
ce
ne sono alcune che abbiamo fatto in questo mese e altre ce le ha
scattate Alice di nascosto su mia richiesta. Altre, invece... diciamo
quelle più intime, sono fotomontaggi che ho creato con Photo
Shop; e infine, il disegno che hai visto lo ha fatto Alice. Bello,
vero?! Possiede una vera e propria dote!- mi spiegò ancora,
evidentemente orgoglioso del risultato che aveva ottenuto. E aveva
pienamente ragione: anch’io ero entusiasta e mi sentivo al
settimo cielo. Ecco! Ora sì che non ero più
sicura del
regalo che gli avevo fatto. Sapevo che per lui era importante, ma non
era certo all’altezza di quello che aveva creato lui!
-Non
finirò mai di
ringraziarti per ogni cosa, Edward. Ti amo da morire e stasera mi sento
la ragazza più fortunata e felice del mondo!- sussurrai, con
la
voce rotta dall’emozione.
Finimmo
di mangiare il
roastbeef che, come già aveva anticipato Edward, era
tenerissimo
e la salsa molto delicata, in silenzio, continuando a guardarci negli
occhi. Non era uno di quei silenzi carichi di imbarazzo, dove non si sa
cosa dire, ma un silenzio carico di tutto l’amore che
provavamo
uno per l’altra e che traspariva chiaramente dai nostri
sguardi.
ANTEPRIMA CAPITOLO 90
-Non era necessario, Bella- la rimproverai dolcemente; -Tutto quello
che ho fatto non era certo per ricevere qualcosa in cambio! Il
più bel regalo per me è il tuo amore…
e saperti
felice- le spiegai, serio. Lei mi sorrise, divertita dalla mia palese
quanto imprevista difficoltà. -Signor
Cullen! Non vorrà mica dirmi che si imbarazza per un
regalo?!-
mi schernì sorridendo, mentre io afferravo il pacchetto.
Bè, in effetti, mi sentivo leggermente a disagio, anche se
non
avevo mai aborrito i regali come faceva invece lei. Non sapevo il
perché mi sentissi così fuori luogo e
d’improvviso
potei capire un po’ il suo stato d’animo, davanti a
tutto
quello che avevo preparato. Mi accorsi, mentre lo scartavo, che anche a
me tremavano leggermente la mani. Quando
finalmente alzai il coperchio della scatola, rimasi talmente sorpreso,
che senza dire una parola, dovetti andare a sedermi un attimo. Non ero
sicuro che le gambe mi avrebbero sorretto e un fulmineo quanto potente
groppo alla gola, mi impedì di pronunciare anche solo una
misera
parola: avrei rischiato di scoppiare in lacrime come un bambino e
rovinare quella splendida serata.
Buongiorno
ragazze!
Siamo felicissime che il chappy precedente vi sia piaciuto
così
tanto! Edward è stato molto romantico e dolce! Ora
finalmente
potrete sapere cosa gli ha regalato Bella.
Ringraziamo come sempre tutte voi fedelissime che ci seguite con tanto
affetto! Volevamo avvisarvi che la
prossima settimana posteremo solo giovedì!
Ci spiace ma non possiamo fare altrimenti!
TANTISSIMI AUGURONI DI BUONA PASQUA A TUTTE E NON MANGIATE TROPPO
CIOCCOLATO!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
Stavamo quasi finendo di cenare, chiacchierando in allegria e
serenità; nonostante ormai fossi abituato alla strabiliante
visione della mia splendida Bella, non riuscivo comunque a distogliere
i miei occhi dalla sua celestiale figura: mio dio, quella sera era
semplicemente meravigliosa!
Dal momento in cui avevo posato il mio sguardo famelico sul magnifico
angelo che avevo di fronte, ogni mio singolo muscolo si era teso fino
allo spasmo e ogni mio atomo continuava a gridare a gran voce di
prendere possesso di quel corpo mozzafiato per perdermi nei meandri del
piacere più puro…
La sua apparizione, appena aveva varcato la soglia di casa, mi aveva
lasciato letteralmente senza fiato: era una vera e propria dea! Avevo
continuato a rimanere nascosto e a osservarla, mentre sul televisore
scorrevano le immagini delle nostre foto e la mia voce roca e
graffiante aveva riempito la sala: non avevo voluto perdere nemmeno la
più piccola emozione trasparire dal suo viso estasiato.
Quando
però avevo notato i suoi enormi occhi spalancati e stupiti
divenire lucidi e riempirsi di lacrime, non avevo più potuto
fare a meno di raggiungerla: volevo asciugare le sue gocce salate e
tenerla stretta al mio petto.
In quel momento, con la mia donna tra le braccia, ero al settimo cielo,
completamente ebbro di felicità: tutto era filato a
meraviglia e
Bella era rimasta piacevolmente colpita da ogni minimo dettaglio che
avevo organizzato con così tanto impegno. Le avevo spiegato
com’era nato il video che aveva ammirato, e avevo notato
chiaramente quanto fosse rimasta compiaciuta e stupita dal mio
racconto. La mia fatica era stata ampiamente ripagata: mi era stato
sufficiente perdermi nei suoi dolcissimi laghi scuri, ricolmi di un
amore totale e sconfinato, unicamente per me… quel pensiero
mi
aveva commosso in modo indescrivibile!
Ma le sorprese della serata non erano ancora terminate: con ansia
attendevo il dopo cena, per consegnarle l’altro mio regalo.
Speravo con tutto me stesso che fosse di suo gusto; ma soprattutto
pregavo che non si adombrasse… sapevo bene come la pensava
sull’argomento ‘regali’ e mi augurai
vivamente che
non mi accusasse di aver esagerato… d’altronde me
lo aveva
promesso!
-Grazie ancora, Edward… era tutto squisito- si
complimentò Bella, stringendomi la mano tra le sue, morbide
e
delicate, non appena finimmo di gustare il roastbeef.
-Sono felice, stellina… e ora…- affermai
inserendo una
pausa ad arte per incuriosirla; mi alzai e mi avvicinai allo stereo,
dietro cui avevo nascosto il secondo regalo. Lo presi e ritornai da lei
che guardava ad occhi spalancati il piccolo pacchetto rosso ed
infiocchettato che tenevo tra le mani e che le stavo porgendo.
-Il mio regalo… spero che ti piaccia…- mormorai
nervoso e impacciato.
-Ma… ma… mi hai già dato il tuo
regalo… il
video! Edward non dovevi anche questo… io…-
balbettò, palesemente imbarazzata. Le sorrisi e mi
inginocchiai
al suo fianco, posando sul tavolino la scatolina, proprio davanti a lei.
-Ascoltami, Bella… ogni azione che compio, fin dal mio primo
respiro cosciente del mattino, è un modo per cercare di
dimostrarti sempre più quanto la tua felicità mi
stia a
cuore, quanto ti ami più della mia stessa vita, quanto ti
adori
in modo incondizionato e totale… quindi ti supplico, tesoro
mio… accetta questo mio semplice dono e rendimi felice!- la
pregai accoratamente. Lei annuì, emozionata e commossa dalle
mie
parole; mi accarezzò dolcemente una guancia e si
avvicinò
per sfiorare le mie labbra con le sue. Subito il suo profumo inebriante
mi travolse e sospirai… se avessimo continuato con questi
sfioramenti appena accennati (che in realtà avevano la
capacità di incendiarmi ancora di più!), non
sarei stato
in grado di controllarmi per molto… e il mio progetto su
come
impiegare con calma e pazienza quella fontana di cioccolata, sarebbe
andato a farsi benedire!
Cercai di riprendermi e le feci cenno di nuovo alla scatolina. Con mani
tremanti e mordendo ripetutamente il suo labbro inferiore, la vidi
slacciare il fiocchetto e aprire la scatola, per poi spalancare i suoi
occhioni dolci, in un’espressione meravigliata. Estrasse la
collanina di oro bianco dalla sua sede e delicatamente
accarezzò
il ciondolo che vi era appeso: una E stilizzata, ricoperta di piccoli
brillantini.
-Oddio, Edward! E’… è…-
sussurrò, con
la voce incrinata dall’emozione e interrompendosi senza
più riuscire a proferire parola. Sospirai sollevato, felice
che
il regalo le fosse piaciuto.
-Così, anche quando non saremo insieme, avrai un simbolo che
ti
ricordi di me…- le spiegai, riferendomi
all’iniziale del
mio nome. Mi abbracciò, stringendomi forte, nascondendo il
viso
nell’incavo tra il collo e la spalla. La sentivo tremare e se
da
una parte ero contento di quella reazione così intensa,
dall’altra mi dispiaceva vederla tanto scossa. La staccai un
po’ da me per guardarla in viso e le scostai un boccolo che
le
era scivolato davanti agli occhi. Cercai di stemperare tutta quella
situazione, cercando di farla sorridere almeno un po’.
-Amore mio, mi devo preoccupare? O la collana ti piace così
tanto che ti sei emozionata e sei rimasta ammutolita; o ti fa
così schifo, che non vuoi che mi accorga
dell’espressione
nauseata sul tuo volto e non riesci a trovare delle parole adatte per
insultarmi- dichiarai, fingendo un ghigno perplesso. Il mio intento
andò a buon fine, perché sbuffò,
scoppiando a
ridere.
-Scemotto!- mi insultò, dandomi uno schiaffetto sul braccio;
-Edward… è veramente stupenda…
grazie…-
mormorò, rimirando ancora un po’ la collana e poi
porgendomela perché gliela agganciassi. Subito dopo si
alzò e corse a uno degli specchi a parete della piscina, per
ammirare il risultato.
Quando tornò verso di me, la sua espressione era il ritratto
della felicità, e fui raggiante anch’io. Poi la
vidi
avvicinarsi alla sua borsetta; prese un pacchetto blu e me lo porse. Mi
aveva fatto un regalo anche lei?! Non me lo aspettavo… o
perlomeno ero tanto concentrato nell’organizzazione, che non
mi
era passato nemmeno per l’anticamera del cervello, sapendo
poi
quanto detestasse i regali.
-Non era necessario, Bella- la rimproverai dolcemente; -Tutto quello
che ho fatto non era certo per ricevere qualcosa in cambio! Il
più bel regalo per me è il tuo amore…
e saperti
felice- le spiegai, serio. Lei mi sorrise, divertita dalla mia palese
quanto imprevista difficoltà.
-Signor Cullen! Non vorrà mica dirmi che si imbarazza per un
regalo?!- mi schernì sorridendo, mentre io afferravo il
pacchetto. Bè, in effetti, mi sentivo leggermente a disagio,
anche se non avevo mai aborrito i regali come faceva invece lei. Non
sapevo il perché mi sentissi così fuori luogo e
d’improvviso potei capire un po’ il suo stato
d’animo, davanti a tutto quello che avevo preparato. Mi
accorsi,
mentre lo scartavo, che anche a me tremavano leggermente la mani.
Quando finalmente alzai il coperchio della scatola, rimasi talmente
sorpreso, che senza dire una parola, dovetti andare a sedermi un
attimo. Non ero sicuro che le gambe mi avrebbero sorretto e un fulmineo
quanto potente groppo alla gola, mi impedì di pronunciare
anche
solo una misera parola: avrei rischiato di scoppiare in lacrime come un
bambino e rovinare quella splendida serata. Continuavo a fissare quel
bracciale, con impresso lo stemma di famiglia, che tante volte da
piccolo avevo tenuto in mano… e mille immagini di momenti
trascorsi con mio padre mi esplosero davanti agli occhi, mentre una
lacrima sfuggì al mio controllo e iniziò un lungo
quanto
veloce percorso sul mio viso, prima ancora che potessi arrestarla.
Bella, che fino a quel momento era rimasta immobile di fronte alla mia
reazione, corse da me inginocchiandosi e stringendo forte le mie mani
tra le sue.
-Scusa, Edward! Perdonami! Pensavo che sarebbe stata una bella idea,
dopo quello che mi ha raccontato tua madre! Ma sono la solita stupida
che fa il passo più lungo della gamba e ho rovinato la
nostra
festa. Non volevo farti rattristare!- si giustificò, con la
voce
rotta. Stava per scoppiare a piangere, perché pensava che
non
avessi gradito il suo dono… e invece era proprio tutto il
contrario!
Mi avventai sulle sue labbra, facendo irruzione con la mia lingua nella
sua bocca, impossessandomi di quella umida e bollente
cavità.
Volevo assaporare ogni singolo angolino di quell’anfratto
dolce e
caldo che era sempre pronto ad accogliermi e allo stesso tempo volevo
trasmetterle tutte le emozioni che provavo in quel preciso istante,
tutti i dolci ricordi che aveva scatenato quel regalo. Bella rispose
con tutte le sue forze al mio bacio, mentre le sue mani si allacciarono
al mio collo, stringendolo con forza. Nel momento in cui le nostre
lingue si incontrarono impazzii dal piacere, perché
percepivo
che lei mi stava assecondando con tutta se stessa. Nel frattempo la sua
mano mi stava accarezzando, donandomi migliaia di brividi…
infine si congiunse all’altra, già saldamente
intrecciata
ai miei capelli… la sentivo stringerli, afferrarli,
tirarli… Con il trascorrere del tempo il bacio si
trasformò man mano in uno scambio erotico, quasi
violento… finché non ci ritrovammo ansanti e con
il cuore
che pompava a mille. Dio, quanto mi era mancato baciarla in modo
così appassionato! Avevo la testa che mi girava, il respiro
corto e affannato, mi sentivo in estasi.
Ci staccammo dopo quella che sembrò
un’infinità e la fissai negli occhi.
-Grazie, grazie, grazie, grazie!- continuavo a mormorare, mentre le
riempivo il viso di tanti piccoli baci, come aveva fatto prima lei con
me.
-Allora ti piace?- sussurrò, imbarazzata.
-Bella… hai idea del significato di questo bracciale?- le
domandai ancora con il fiatone.
-Mi ha accennato qualcosa tua madre…- mormorò. Mi
decisi
a raccontarle immediatamente tutta la storia: desideravo che si
rendesse pienamente conto dell’indescrivibile importanza di
quell’oggetto nella mia esistenza...
-Come già saprai, lo stemma è quello della
famiglia
Cullen e si tramanda di generazione in generazione. Quando eravamo
piccoli, io ed Emmett adoravamo il bracciale di papà, ma lui
non
se lo toglieva mai. Però, ogni tanto, ci permetteva di
indossarlo per breve tempo, facendoci fare i turni: altrimenti
scoppiavano liti furibonde tra noi fratelli! Ci raccontava sempre che
si era tramandato di padre in figlio ma che, dato che noi eravamo in
due e che entrambi ci tenevamo ad averlo, non avrebbe voluto commettere
ingiustizie: il suo sarebbe andato ad Alice, e lei lo avrebbe tenuto
come ricordo o lo avrebbe regalato a suo figlio, se ne avesse avuto
uno. La sua proposta fu semplice: per il nostro diciottesimo compleanno
ne avrebbe fatti creare due identici per noi, con i nostri nomi incisi.
Bè… quando poi siamo diventati maggiorenni
lui…
lui non c’era più… e nessuno di noi due
se
l’è mai sentita di tirare fuori il discorso, anche
per non
arrecare ulteriore dolore alla mamma- le rivelai con un nodo in gola
che rendeva la mia voce un sussurro roco per l’intensa
emozione
che quei ricordi mi avevano suscitato.
-Ma… ma come hai convinto Alice… a dartelo?- le
domandai
immediatamente. Mi sembrava impossibile, perché anche lei
teneva
molto al bracciale di papà; e anche se avevo apprezzato
infinitamente il gesto di Bella, magari glielo aveva chiesto e mia
sorella non se l’era sentita di rifiutare...
Il mio amore mi sorrise e scosse la testa.
-Edward… questo non è quello di tuo
padre… non mi
sarei mai permessa di chiedere a tua sorella un oggetto così
prezioso per lei e che le ha lasciato vostro padre. Questo…
te
l’ho fatto creare da un gioielliere di Port Angeles, che ha
solo
riprodotto nei minimi particolari l’originale che,
gentilmente,
Alice mi ha prestato per l’occasione… guarda
dietro amore-
mi spiegò, dolcemente. Girai il braccialetto e incisa nel
metallo vi era una dedica:
A Edward
con tutto il mio amore
Bella
Ero completamente allibito da tutto quello che Bella aveva fatto. Non
poteva trovare un regalo più significativo e importante!
-Come hai scoperto del bracciale? Te l’ha detto mia mamma?-
le chiesi curioso. Lei annuì.
-Vedi… non avevo la più pallida idea di cosa
regalarti…- ammise, arrossendo. Le sorrisi per rassicurarla.
-Volevo che fosse qualcosa di particolare e speciale che ti ricordasse
di me, ma che, allo stesso tempo, avesse un significato importante per
te; così ho chiesto a tua madre se poteva farmi dare
un’occhiata agli album fotografici di quando eravate
piccoli… speravo che le tue foto mi potessero suggerire
qualche
idea e… così è stato. Una in
particolare ha
attirato la mia attenzione: c’eri tu in braccio ad Esme, che
esibivi questo bracciale in maniera così felice ed
orgogliosa… bè, che mi ha incuriosito.
Così le ho
chiesto spiegazioni e mi ha raccontato a grandi linee la storia del
bracciale… mi spiace Edward… ma, nonostante sia
contenta
di aver trovato questo regalo, ho proprio paura di aver causato un
dolore a tua madre…- mi spiegò, rattristandosi
improvvisamente.
-Cosa dici Bella? Perché mai pensi questo?- domandai,
confuso.
Sì, i ricordi potevano essere strazianti, ma non pensavo
assolutamente che Bella avesse in qualche modo potuto ferire la mamma:
anche lei la adorava!
-Purtroppo ho proprio paura che sia così, anche se lei non
mi ha
detto niente. Quando mi ha riferito della storia, si è
ricordata
la promessa che vi aveva fatto vostro padre e mi è sembrato
si
fosse rattristata… ormai penso di conoscerla un
po’, e
credo sia stata dispiaciuta per non essersene ricordata al vostro
compleanno… le ho chiesto se voleva pensarci lei: io mi
sarei
tirata indietro volentieri e avrei pensato a qualcos’altro.
Ma
lei si è rifiutata categoricamente… anzi era
convinta che
se te lo avessi regalato io, in questo modo il bracciale sarebbe stato
ancora più significativo per te…- mi
confessò.
-Mia madre ha ragione, amore… non potevi farmi regalo
più
emozionante! E in questo modo non sarà legato solo a ricordi
tristi per la mancanza di mio padre; ma sarà soprattutto il
simbolo dell’amore che provi per me… grazie,
cucciola! Sei
un vero tesoro!- la rassicurai, facendola accomodare sulle mie gambe e
accarezzandole la schiena. Mi aiutò a indossare il mio
bracciale
e poi ci alzammo. Mi inchinai di fronte a lei e porgendole la mano,
come avevo già fatto al matrimonio della mamma e Charlie, la
invitai a ballare. Dio, com’ero felice e commosso in quel
momento!
Ci dondolammo stretti l’uno all’altra, senza mai
smettere
di guardarci negli occhi; ma il mio desiderio per lei aumentava di
minuto in minuto e non riuscivo più a trattenere tutta la
mia
passione. Le mie mani iniziarono ad accarezzare quel corpo morbido,
mentre la sentivo sempre più abbandonata a quei tocchi
sensuali… non appena le mie dita entrarono in contatto con
la
cerniera posta sul fianco del vestito, non resistetti oltre e la feci
scorrere lentamente verso il basso, facendolo cadere a terra con un
fruscio, che ebbe la capacità di incendiarmi i sensi. I miei
occhi si sgranarono davanti al suo corpo fasciato solo da un minuscolo
perizoma di pizzo blu notte. Deglutii vistosamente, mentre sentivo la
vena alla base del collo pulsare furiosamente, per il desiderio intenso
che imperversava in me. Bella arrossì vistosamente,
abbassando
lo sguardo imbarazzata. Le presi delicatamente la mano e la guidai fino
al lettino, accanto alla fontana, facendola sdraiare sul morbido
materassino.
-E’ il momento del dolce… e tu sarai il mio
dessert-
mormorai, con voce irriconoscibile, mentre iniziavo a spogliarmi, per
rimanere completamente nudo davanti a lei.
Pov Bella
Edward aveva sussurrato quella frase, lasciandomi senza parole:
“il mio dessert”… io sarei stata il suo
dessert! Ma
allora… aveva veramente intenzione di usare quel cioccolato
su
di me, sul mio corpo… al solo pensiero, il mio respiro
subì una decisa accelerata e il rossore si diffuse
prepotente
sulle mie gote, accalorandomi all’inverosimile.
Quell’angelo del paradiso del mio ragazzo era di fronte a me
e si
stava spogliando lentamente, molto lentamente… mi stava
facendo
letteralmente impazzire! Aveva appena sfilato la giacca e si stava
slacciando la cravatta. Appena l’ebbe tolta,
anziché
lasciarla cadere a terra come mi sarei aspettata, si
avvicinò a
me e dopo aver portato le mie braccia sopra la testa, con la cravatta
mi legò i polsi al lettino, stringendo delicatamente. Ormai
ansimavo vistosamente e, chinandosi sul mio viso, mi
sussurrò a
pochi millimetri dalla labbra:
-Fidati di me… se non ti sentirai a tuo agio o avrai
fastidio
alle braccia, dimmelo e ti slego in un attimo. D’accordo
amore?-.
Annuii, incapace di emettere anche il minimo suono, rapita da quei
gesti così sapientemente erotici…
Si alzò di nuovo e iniziò a slacciare i bottoni
della sua
camicia, per poi rimanere a torso nudo… oh Cristo santo! Non
mi
sarei mai stancata di ammirare il suo fisico asciutto e muscoloso!
Mentre io ero persa nella contemplazione dei suoi addominali scolpiti,
e a seguire quella V peccaminosa e dannatamente tentatrice, non mi resi
nemmeno conto che i pantaloni e i suoi boxer erano finiti a fare
compagnia al resto degli indumenti… Oh mamma mia! Quel dio
greco
mi fissava con un sorriso sghembo così spudorato e sexy che
stava facendo pulsare dolorosamente il mio bassoventre.
D’istinto
strinsi le gambe per cercare di donare un po’ di sollievo
alla
mia intimità, già completamente bagnata. Edward
si
avvicinò a me e afferrando il mio perizoma,
iniziò a
farlo scendere con snervante lentezza… ma non appena si rese
conto di quello che avevo fatto, si fermò di scatto e
sollevò lo sguardo incredulo e voglioso...
-Oh cazzo, Bella! Ma quando…- esclamò, mentre
continuava
a fissare ammaliato la mia intimità completamente liscia e
rosea. Gli sorrisi maliziosa.
-Un consiglio che ho deciso di mettere in pratica… ti
piace?-
gli chiesi, titubante; lo sguardo di Edward mi sembrava sconvolto e
improvvisamente mi sentii agitata: temevo di aver osato
troppo…
Lo vidi deglutire vistosamente e anziché rispondermi,
affondò il volto in modo deciso in tutto il mio inguine,
sfregandolo e constatandone la morbidezza…
-Dio! Tu mi farai impazzire… sei favolosa!-
soffiò sulla
mia intimità, facendomi sussultare e gemere spudoratamente.
Alzò quegli smeraldi e li fissò nei miei,
sorridendomi
sornione. Poi accompagnò i miei slip fino in fondo, stando
attento a non togliermi i sandali.
-Scusa… non ho resistito… hai un profumo che mi
manda
fuori di testa! Se poi aggiungiamo la sorpresina che mi hai
fatto… Cristo santo! Non capisco come riesca a mantenere
ancora
questo autocontrollo!- si giustificò. Chiusi gli occhi,
sospirando profondamente, sperando di riprendere un po’ io,
il
controllo di me stessa: in quella posizione e con le mani legate, mi
sentivo totalmente esposta, ma anche terribilmente eccitata dalla
situazione e da quello che immaginavo sarebbe successo di lì
a
poco… ed Edward sembrava divertirsi un mondo a tenermi in
tensione e a provocarmi, anche se sapevo che anche lui era quasi allo
stremo! Lo potevo chiaramente recepire dalle dimensioni che
caratterizzavano quel ben di dio che era Super Cullen! Altro che monte
Rushmore… quello sì che era un monumento
nazionale! Non
mi sembrava fosse mai stato così gigantesco! Mi leccai un
labbro, al pensiero di quando finalmente mi avrebbe portato in
paradiso, facendomi morire di piacere…
-Mmm… la mia gattina sta diventando impaziente?- mi chiese
notando il mio gesto e la direzione del mio sguardo ipnotizzato. Ormai
le mie guance stavano letteralmente prendendo fuoco ed ero certa che
dal mio povero labbro sarebbe uscito presto del sangue se non mi fossi
data una regolata.
-Ora te lo darò io qualcosa da rosicchiare,
scoiattolina…
così lascerai in pace il mio labbro preferito… me
lo
rovinerai, prima o poi…- sussurrò, mentre
posizionava uno
spiedino sotto la cascata di cioccolata e lo ricopriva completamente.
Si avvicinò a me e ne fece gocciolare un po’ sulle
mie
labbra. Mi leccai all’istante, tentando di farlo nel modo
più seducente che conoscessi… l’effetto
fu
mozzafiato: Edward mi stava contemplando con due smeraldi di pura
lussuria…
-Mmm… è dolcissimo…- mormorai,
chiudendo gli occhi
per gustarmelo meglio. Edward appoggiò lo spiedino sulla mia
bocca e potei assaggiare il primo pezzo di frutta: un chicco
d’uva. Dio! Era delizioso, ma nonostante finalmente potessi
assaporare quel cibo così meraviglioso, il languore che
ormai
era nato nel mio stomaco, nel mio ventre e che si stava allargando
sempre più, ogni minuto che passava, non voleva saperne di
quietarsi, anzi… Edward proseguì così
per parecchi
minuti, alternando un frutto a piccoli baci, che però non
approfondiva mai, lasciandomi insoddisfatta e sempre più
frustrata.
All’ennesimo sfioramento di labbra, mentre lui leccava le
gocce
di cioccolata che erano scappate, scivolando giù per il
mento e
sul mio collo, sbottai incapace di resistere oltre. Lo volevo, con
tutte le mie forze… al diavolo il mio imbarazzo! Volevo fare
l’amore con il mio ragazzo!
-Edward!- ansimai; -Ti prego! Non ce la faccio più! Ti
voglio… subito!- lo pregai, con un mugolio vergognoso.
Qualsiasi
mio imbarazzo era completamente scomparso, volatilizzato… il
mio
desiderio di lui era talmente intenso e ingestibile da sovrastare ogni
pudore. Lui mi sorrise ancora, senza scomporsi nemmeno.
-Mmm… sei decisamente impaziente! Mi dispiace per te,
micetta,
ma sai… io ho appena iniziato- sogghignò
spudoratamente.
Sgranai gli occhi allibita, di fronte a quel demonio che aveva
evidentemente deciso di portarmi nel suo inferno personale!
-Amore, rilassati e goditela…- mi suggerì con una
voce
graffiante e roca che mi fece impazzire. Sospirai, chiudendo gli occhi
e tentai di seguire il suo appassionato consiglio…
Quando sentii delle gocce di liquido tiepido su una caviglia spalancai
gli occhi: di fronte a me quell’incredibile diavolo tentatore
teneva in mano una ciotola piena di cioccolata e, aiutandosi con un
cucchiaino, stava creando una lunga scia di gocce di cioccolato che
partivano dalla caviglia e risalivano pian piano lungo la gamba, per
poi disegnare dei ghirigori astratti sulla mia intimità, sul
mio
ventre e sui miei seni. Poi si posizionò in fondo al lettino
e
iniziò a leccare ogni più piccola goccia che
aveva
lasciato, risalendo verso il mio inguine, causandomi continui sospiri e
gemiti. Edward continuò a lambire e assaporare con estrema
calma
tutto il mio corpo, fin quando arrivò all’altezza
dei
seni… in quel preciso istante, tutta la sua apparente
tranquillità sembrò crollare come un castello di
carte al
vento e si avventò famelico e vorace sulle mie colline, a
cui
dedicò un’attenzione che quasi rasentava la
devozione!
-Ahh! Oddio santo!- urlai a quell’erotico incontro, mentre mi
dimenavo per cercare di allentare il nodo della cravatta che mi teneva
bloccate le mani. Volevo toccarlo, accarezzarlo, stringerlo a me. Dalla
posizione in cui era Edward, le nostre intimità continuavano
a
scontrarsi, senza mai approfondire il contatto, il che non faceva altro
che infervorarmi ancora di più.
-Bella… amore… sei fantastica... la tua pelle
è
così morbida, vellutata, profumata e ora anche
così
dolce…- mormorò, alternando le parole a baci,
sfioramenti, morsetti che mi stavano spedendo sì dritta in
paradiso… ma passando prima per l’inferno! In un
secondo
mi ritrovai la sua bocca ingorda sulla mia, mentre le nostre lingue si
intrecciavano, giocavano, lottavano irruente…
Non capivo più niente, e un dolore intenso e pulsante, che
si
era ormai stazionato sul mio bassoventre, richiedeva a gran voce di
essere tacitato. Come se avesse potuto leggermi nel pensiero, le dita
di Edward corsero a dare un po’ di sollievo a quel desiderio
travolgente, mentre la sua lingua continuava a dominare nella mia
bocca. Le sue labbra rosse, morbide, saporite e peccaminose mi stavano
trasportando in cielo… ero abbandonata alle sue carezze, in
balia del suo tocco magico, soggiogata dalla sua sapiente
lussuria… Il mio corpo legato era assoggettato a
lui… la
mia intimità bollente e infuocata mi implorava appagamento
istantaneo…
Edward approfondiva sempre più quelle carezze
così
audaci, regalandomi brividi e gemiti travolgenti. Adoravo
tutto
quello che mi stava facendo, ma volevo toccarlo, accarezzarlo,
abbracciarlo anch’io!
-Ti prego Edward… slegami… ho bisogno di
toccarti…- supplicai sulle sue labbra. Lui si
fermò
all’istante e mi guardò intensamente,
probabilmente per
cercare di discernere se quella mia richiesta fosse dettata dal disagio
o unicamente dal desiderio di poter ricambiare ciò che mi
stava
facendo provare. Non appena si accorse dai miei occhi lucidi per la
passione imperante, che in me non era presente nessuna emozione
negativa, mi sorrise malizioso, iniziando a scuotere il capo.
-Mi spiace, gattina… ma la mia dolce tortura non
è ancora
finita. Dovrai resistere ancora un po’- dichiarò,
mentre
si sollevava e si inginocchiava, dedicandosi anima e corpo a quella mia
parte così intima che solo lui conosceva così
profondamente… Un attimo dopo ero senza fiato mentre il mio
corpo iniziò a scuotersi violentemente...
Ad un tratto la sua bocca tornò sulla mia e pretese di
invaderla… io mi eccitai maggiormente al tocco delle nostre
lingue… nel frattempo le sue dita lunghe e affusolate
continuavano a giocare senza sosta… tanto che pochi istanti
dopo
sentii il mio bassoventre pronto a esplodere in un nuovo incredibile
orgasmo…
Mugolavo in maniera incontrollata, continuando a ripetere
all’infinito il nome di Edward, persa in tutte quelle
meravigliose sensazioni di benessere.
-Urla il mio nome, Bella… mi piace da impazzire quando ti
lasci
andare completamente per me- lo sentii dire, con una voce terribilmente
eccitata. Non capivo più nulla… il piacere
aumentava
sempre di più… ogni secondo…
finché
proruppe intenso dal mio interno, propagandosi attraverso
l’intero mio corpo… e non percepii e non vidi
più
niente, se non una miriade di scintille…
Non ebbi nemmeno il tempo di riprendermi, nè il mio respiro
di
tornare regolare, che un attimo dopo sentii le nostre
intimità
scontrarsi… Aprii di scatto gli occhi e la visione di Edward
sopra di me mi mandò letteralmente in visibilio. Il suo
corpo mi
sovrastava completamente, anche se Edward sembrava voler continuare a
giocare senza mai darmi completa soddisfazione.
Ma come diavolo faceva a rimanere così controllato?! Ora
capivo
come aveva fatto a resistere a fare l’amore con me per tutto
quel
tempo: quel demonio tentatore aveva una volontà di ferro!
-Oh, Edward… ti prego… sto
impazzendo…- mormorai,
allo stremo. Ghignò compiaciuto dalla mia
supplica…
Cristo, non ce la facevo veramente più! Mi regalò
un
ennesimo sorriso mozzafiato e poi i nostri corpi finalmente
si
completarono… era fantastico… semplicemente
meraviglioso!
Un gemito di pura estasi fuoriuscì dalle gole di entrambi,
prima
che le bocche si unissero in un bacio, colmo dell’appagamento
che
entrambi stavamo provando: la sua lingua incatenò la mia, in
un
moto irruente e impetuoso, quasi violento… come se anelasse
rivendicarne il totale possesso. Una sua mano risalì verso
la
testiera a sciogliere il nodo della cravatta e improvvisamente mi
ritrovai libera di abbracciare il mio amore stupendo. Le mie dita
vagarono sulla sua schiena, accarezzando, stringendo, e graffiando; poi
gli circondai i fianchi con le gambe, mentre le mie mani si
aggrapparono alle sue spalle forti e larghe; le sue mani, che mi
stavano sfiorando i seni, scesero arrivando alle mie
natiche… le
artigliò e poi le accarezzò con frenesia, man
mano che i
nostri corpi continuavano a danzare. Ad un tratto la sua bocca si
staccò dalla mia e raggiunse le mie rotondità.
-Dio… sei… stupenda…-
mormorò roco a pochi
centimetri da un seno, facendomi gemere forte per il calore del suo
alito così vicino alle mie punte completamente
eccitate…
Dopo averci soffiato sopra, senza preavviso alcuno si tuffò
su
una di esse, mentre una mano stuzzicava, pizzicava e titillava
l’altro seno, in maniera sapiente…
ipnotizzante…
oddio, stavo impazzendo!
-Ahhh! Oddio Edward!- urlai… non riuscivo più a
controllare il piacere che sentivo… Ero in paradiso con un
angelo meraviglioso che mi stava mostrando tutto le meraviglie di quel
luogo. I nostri bacini si andavano incontro sempre più
energicamente, stravolgendo entrambi per il piacere che ci procuravano.
Continuavamo a gemere, ansimare, completamente persi in quelle potenti
emozioni. Sentivo che l’orgasmo stava per arrivare, che stava
per
sconvolgermi…
-Vieni con me, angelo mio!- lo pregai in un sussurro.
-Sì, amore… insieme… Ti amo!- e un
istante dopo raggiungemmo il piacere contemporaneamente…
Sfiniti, i nostri battiti furiosi, i nostri respiri ansanti, restammo
per un tempo indefinito stretti uno all’altra, a sussurrarci
parole d’amore, a scambiarci lievi baci… mentre
un’immensa felicità ci avvolgeva, cullandoci in
una
paradisiaca ed ineffabile dolcezza. Dio, che serata perfetta!
Edward era stato magico, semplicemente divino… era lui il
dono
più bello e incredibile che la vita avrebbe mai potuto
elargirmi!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 91
Appena
entrai nella camera buia, mi accorsi della luce provenire dal bagno; ma
quando aprii la porta, nonostante la vasca fosse già pronta,
di Bella
non c’era neppure l’ombra. Mi voltai e notai la sua
figura seduta sul
letto, con la testa china. Mi preoccupai
all’istante… lo sapevo io che
quell’assurda testolina avrebbe immaginato chissà
cosa, elaborando
assurde paranoie mentali… e ora si sentiva ferita. Corsi da
lei e mi
inginocchiai di fronte, prendendo le sue delicate manine tra le mie. -Amore
mio… scusa per prima… credimi, tu non hai fatto
un bel niente… sono
solo io lo stupido che ti ha ferito e che ha rovinato questa magnifica
serata…- mi insultai, ben consapevole che fosse la pura e
semplice
verità. Lei alzò di scatto la testa, con i suoi
occhioni spalancati. -No,
no, Edward! Non hai rovinato proprio niente! E’ solo
che… che vorrei
sapere cosa ho fatto… perché so per certo che
è colpa mia se ti sei
irrigidito così di punto in bianco… e il fatto
che tu non abbia voluto
parlarmene, mi fa pensare che sia una cosa grave… ma non
capisco… cosa…
perché…- mi spiegò, con un tono di
voce incrinato che mi straziò il
cuore. In quell’istante mi odiai con tutto me stesso.
Cap. 91 EFP
Ciao ragazze!
Allora come avete passato le vacanze pasquali? Noi benissimo!
Scusate la pausa che ci siamo prese, ma ora siamo di nuovo in pista.
Eccovi il nuovo capitolo.
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite e una bacione speciale
a chi ha sempre tempo e voglia per lasciarci un piccolo commento!
Le vostre opinioni sono propriò ciò che ci
spingono a cercare di fare sempre meglio.
ATTENZIONE:volevamo avvisarvi che
l'amministrazione sta decidendo se passare la nostra storia al rating
rosso. Purtroppo i nostri capitoli hot, anche se censurati, sembrano
che non vadano bene e non vogliamo certo essere fonte di turbamento per
le ragazze più giovani. Nel caso dovesse
succedere ci spiace per chi non potrà più
seguirci qui su efp, fino al raggiungimento della maggiore
età, ma è una decisione che non dipende da noi. Chi volesse continuare a
leggere questa storia lo potrà fare sul nostro blog.
Un bacione a tutte e vi lovviamo tantissimo! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Eravamo
sdraiati su quel lettino in piscina già da un po’
di
tempo, incapaci di interrompere un momento così
meraviglioso.
Accarezzavo languidamente quel corpo dalla pelle vellutata e odorosa,
ed ero in pace con il mondo: la mia Bella era tra le mie braccia,
avevamo fatto l’amore con passione e desiderio e avremmo
ancora
avuto due interi giorni tutti per noi. Cosa potevo volere di
più
in quel momento? Niente… ero il ragazzo più
felice del
mondo!
Tutto
era
andato alla perfezione: i regali, la cena e le sorprese le erano
piaciuti da morire ed io mi sentivo così orgoglioso
perché se lei ora stava bene, era serena e appagata, il
merito
era soprattutto mio… sogghignai compiaciuto per quel
pensiero un
po’ troglodita, ma in effetti mi sentivo come un uomo delle
caverne che aveva faticato parecchio ma era riuscito a soddisfare la
sua donna… che sbruffone!
Il
mio sguardo
scivolò un’ennesima volta al bracciale che avevo
indosso e
di nuovo mi si formò un groppo in gola. Non riuscivo ancora
a
credere al regalo che mi aveva fatto... Mi ero sentito così
emozionato quando mi aveva spiegato che lo aveva fatto creare apposta
per me! Ed io che non mi aspettavo nulla!
I
miei pensieri
furono interrotti da un intenso brivido che era partito dalla schiena
diramandosi lungo tutta la colonna vertebrale, per poi concentrarsi sul
mio inguine: Bella mi stava semplicemente accarezzando il torace, con
la sua mano piccola e delicata, in un modo (forse per il suo animo
candido) del tutto innocente; ed invece il mio amichetto aveva
frainteso quel gesto, destandosi immediatamente e mettendosi
sull’attenti come un bravo soldatino. Possibile che anche
solo
una piccola carezza innocua potesse svegliare istinti così
potenti?! Solo lei mi faceva quell’effetto ed era la
sacrosanta
verità quando le confessavo che non ne avrei mai avuto
abbastanza di possedere quel suo meraviglioso corpo, di perdermi nei
suoi meandri bollenti, di godere in lei e con lei, beandomi del nostro
paradiso...
La
sentii sogghignare maliziosamente quando si accorse del mio coinquilino
di nuovo bello sveglio e pimpante…
-Veda
di non
fare troppo la furbetta, cara signorina Swan! La sento che sta
sghignazzando spudoratamente a causa delle condizioni di SC! Se mi
trovo costantemente in questo stato, ovvero da puro maniaco pervertito,
sappia che è sempre e solo colpa sua!- la schernii. La sua
risata cristallina risuonò per l’enorme stanza,
mentre
puntava i suoi occhioni divertiti nei miei.
-E
mi dica
signor Cullen… secondo lei è un crimine tanto
grave
essere così compiaciuti di avere questo vistoso effetto su
di
lei? Perché deve capire che invece io sono molto, molto
orgogliosa di tenerla costantemente in queste condizioni!-
contrattaccò, sempre più maliziosa, mentre una
sua mano
andò immediatamente ad accarezzare leggera la mia
intimità, aumentando la mia eccitazione. Posai
all’istante
la mano sul suo polso per fermare quella tortura, sorridendole sghembo.
-Amore
mio… ferma! Altrimenti non ci muoveremo più di
qui… te lo assicuro… e siccome ho altri programmi
per
l’immediato, sarà meglio che ci alziamo- affermai,
in tono
deciso. Mi sorrise interessata ed io contraccambiai, arcuando le mie
labbra.
-Tipo?-
mi
chiese la mia curiosona, incapace di trattenersi. Sogghignai senza
risponderle, mi alzai e le porsi una mano per aiutarla a sollevarsi.
Lei la afferrò e si lasciò trascinare, finendo
contro il
mio corpo e modellandovisi in modo perfetto. Dio, non riuscivo ancora a
capacitarmi di quanto fossimo complementari e di come i nostri corpi si
adattassero uno all’altra in modo magnifico… come
se
insieme, io e lei, ne formassimo veramente uno intero ed
unico…
-Ora
le
spiegherò esattamente cosa dovrà fare, signorina
Swan! Io
mi occuperò di riordinare, mentre lei si avvierà
verso la
nostra camera e inizierà a riempire quella stupenda vasca
che
abbiamo in bagno, con acqua calda e bagnoschiuma. Poi ci si
immergerà dentro, si rilasserà e
attenderà che il
qui presente cavaliere la raggiunga… il più
presto
possibile, naturalmente! Non oserei mai fare attendere tanto una soave
fanciulla- le rivelai. Mi sorrise, mentre una scintilla di malizia le
si accese nello sguardo.
-E’
da
domenica scorsa che sogno di immergermi nell’acqua piena di
schiuma insieme a te e di vezzeggiare il tuo stupendo corpo…
quindi stasera non mi scapperai!- le confessai, percorrendole il collo
con la mia lingua; -Mmm… sei ancora dolce… e
profumata di
cioccolata… semplicemente divina!- sospirai sulla sua pelle,
facendola ricoprire di brividi.
-Ogni
suo desiderio è un ordine, mio cavaliere…- mi
rispose, allacciando le braccia intorno al mio collo.
-Però…
sicuro, sicuro di non volere un aiutino? In due faremmo molto prima-
domandò, dandosi una rapida occhiata intorno. Scossi il
capo,
staccandomi a malincuore dal suo corpo caldo e tentatore.
-Non
ti
preoccupare,cucciola, farò presto. Quasi tutte le candele
sono
ormai spente… dovrò solo infilare gli avanzi in
frigo,
chiudere e spegnere tutto e sarò da te in un lampo, vedrai!-
la
rassicurai. Annuì e poi iniziò a guardarsi in
giro per
recuperare i nostri abiti.
Totalmente
imbambolato, anziché darmi una mossa per raggiungere al
più presto possibile la mia principessa, non riuscivo a
staccare
lo sguardo da quel corpo così divino e perfetto: Bella era
completamente nuda, ma indossava ancora i sandali… cavoli
che
visione! Il solo guardarla con quei tacchi vertiginosi che slanciavano
ancora di più il suo corpo, mi mandava in iperventilazione.
Ma
se ne rendeva conto?! Quella dea trasudava sesso da ogni poro!
Il
millisecondo dopo per poco non mi prese un colpo… oh porco
diavolo… Bella…
Un
basso
ringhio mi nacque spontaneo dal petto: cristo, che voglia immensa di
saltarle addosso e prenderla in modo selvaggio ed irruente! Mi bloccai
all’istante, impressionato dalla sfrenata lussuria delle mie
immagini mentali… Bella si voltò immediatamente
per
osservarmi, stupita.
-Per
favore,
indossa subito uno degli accappatoi… potresti prendere
freddo,
salendo in camera- le ordinai con il fiatone e i pugni serrati lungo i
fianchi. Bella mi fissò, spalancando gli occhi, palesemente
sorpresa. Fanculo! Il mio tono forse era uscito un po’ troppo
duro… mi rendevo conto di essermi irrigidito e di avere
ancora
la mascella contratta nello sforzo di controllare la reazione impulsiva
del mio corpo alla lasciva vista di poco prima… cristo,
sarebbe
stato magnifico e tremendamente eccitante… cretino,
deficiente
finiscila!, mi insultai.
-Edward…
ma… ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio? Giuro che non
me
ne sono accorta- si rammaricò, mortificata, mentre afferrava
e
si infilava uno degli accappatoi, che avevo adagiato su uno dei lettini
per ogni evenienza. La mia solita dolce, insicura e candida
Bella… dovevo assolutamente rasserenarla, ma in quel momento
faticavo con enorme sforzo a controllarmi… tremavo, scosso
da
una potente frenesia, deflagrata come una bomba atomica nel mio
corpo… nonostante ciò, cercai di sembrare il
più
tranquillo e indifferente possibile… sì, come no,
porco
malato che non sei altro!
Mi
avvicinai e
imitai il suo gesto, vestendomi anch’io, anche se sapevo
perfettamente che la mia erezione era ancora inequivocabilmente
visibile… ora più di prima. Cercai di addolcire
lo
sguardo.
-No,
amore… ma cosa vai a pensare? Non ho assolutamente niente,
tranquilla…- mormorai, mentre quelle dannate, impudiche
immagini
non volevano levarsi dalla mia mente. La vidi abbassare gli occhi: non
si era convinta evidentemente dalle mie rassicurazioni. Finì
di
raccogliere in silenzio i nostri indumenti e senza aggiungere una sola
parola lasciò la dependance e sparì dalla mia
vista.
Stupido,
deficiente, cretino e pure stronzo! Chissà quale teoria
assurda
stava elaborando, in questo momento, la sua testolina, sempre in
fermento… Non ero stato abbastanza convincente e ora,
magari,
credeva veramente di aver fatto qualcosa di sbagliato…
Ma
si poteva
essere più rincretiniti?! Non potevo aver rovinato quella
splendida serata, per una stupida fantasia erotica! E tutto
perché mi ero vergognato da morire a confessarle quello che
aveva provocato in me quando, del tutto innocente ed inconsapevole, la
mia donna si era piegata in avanti, chinandosi per raccogliere il
vestito, ed esponendo il suo bel culetto sodo completamente nella mia
direzione...
Cristo
santo!
Come potevo spiegarle quei miei pensieri così dissoluti?! Di
solito era sufficiente anche solo un suo minimo movimento per mandarmi
al tappeto… ma con un gesto del genere era riuscita a
scatenarmi
gli istinti più bestiali! Sapevo quanto le facesse piacere
suscitare in me un certo effetto, e questo fatto aveva contribuito ad
abbattere molte delle sue insicurezze, permettendoci di costruire un
rapporto intimo sempre più connesso e profondo…
ma avevo
il serio e motivato terrore che se lei avesse compreso ciò
che
veramente scatenava con certi suoi ignari movimenti, ne sarebbe rimasta
scioccata, sconvolta… come coppia eravamo solo agli
inizi…
Sospirai
e a
gran velocità sistemai ogni cosa, e mi diressi alla nostra
camera, dove già immaginavo Bella immersa nella vasca ad
aspettarmi… Appena
entrai nella camera buia, mi accorsi della luce provenire dal bagno; ma
quando aprii la porta, nonostante la vasca fosse già pronta,
di
Bella non c’era neppure l’ombra. Mi voltai e notai
la sua
figura seduta sul letto, con la testa china. Mi preoccupai
all’istante… lo sapevo io che
quell’assurda
testolina avrebbe immaginato chissà cosa, elaborando assurde
paranoie mentali… e ora si sentiva ferita. Corsi da lei e mi
inginocchiai di fronte, prendendo le sue delicate manine tra le mie.
-Amore
mio… scusa per prima… credimi, tu non hai fatto
un bel
niente… sono solo io lo stupido che ti ha ferito e che ha
rovinato questa magnifica serata…- mi insultai, ben
consapevole
che fosse la pura e semplice verità. Lei alzò di
scatto
la testa, con i suoi occhioni spalancati.
-No,
no,
Edward! Non hai rovinato proprio niente! E’ solo
che… che
vorrei sapere cosa ho fatto… perché so per certo
che
è colpa mia se ti sei irrigidito così di punto in
bianco… e il fatto che tu non abbia voluto parlarmene, mi fa
pensare che sia una cosa grave… ma non capisco…
cosa… perché…- mi spiegò,
con un tono di
voce incrinato che mi straziò il cuore. In
quell’istante
mi odiai con tutto me stesso. Come diavolo avevo potuto far soffrire il
mio angelo?! Che stronzo!
-Bella,
ascoltami… non lo affermo tanto per dire… la
colpa
è solo ed esclusivamente mia… Tu non puoi
capire...-
mormorai, cercando di farle comprendere che ero io quello sbagliato,
non lei.
-E
allora
spiegamelo… fammi capire, Edward…- mi
pregò, con
un tono speranzoso. Sospirai e pensai a come spiegarle la passione
sensuale e sconfinata che nutrivo per lei, senza sembrare un vero e
proprio maniaco depravato. Mi alzai e, tenendole sempre le mani, la
attirai verso il bagno, camminando all’indietro. Mi liberai
del
mio accappatoio e poi, senza distogliere lo sguardo da lei, le slacciai
il suo, facendoglielo scendere dalle spalle, mentre Bella continuava a
torturare il suo labbro, evidentemente nervosa e agitata. Le accarezzai
una guancia per tentare di sciogliere la sua tensione; poi la presi tra
le braccia ed entrammo insieme nella vasca, immergendoci completamente
in quell’acqua calda e profumata.
Mi
appoggiai
alla parete e feci sistemare Bella tra le mie gambe, facendola aderire
perfettamente al mio torace. La vista del suo corpo nudo, e ora
sentirla così calda e morbida contro di me, aveva fatto
risvegliare immediatamente il mio amichetto. Lo premetti contro di lei
e la sentii sospirare forte. Cavolo… come potevo spiegare
quel
desiderio selvaggio, quasi primitivo che mi aveva sconvolto senza
apparire troppo osceno o volgare?
-Tu
non hai
idea dell’immenso desiderio che scateni in me…
vedi Bella,
prima… sì, insomma… mi sono sentito in
imbarazzo… perché mi sono esplose nella mente
mille
immagini che hanno alimentato le mie fantasie sfrenate… non
te
ne ho parlato perché non volevo che pensassi male di
me…
ma alla fine, nascondendoti la mia reazione, ho fatto più
danno
che altro, perché tu ti sei sentita in colpa, pensando, come
al
solito, di aver compiuto chissà quale famigerato
sbaglio…
mentre alla fine quello sbagliato sono io- le spiegai, affranto,
poggiando il mento sulla sua spalla. Lei si appoggiò con la
guancia alla mia.
-Hai
un
fidanzato stupido! Scusami tanto, amore, ti prego…- la
supplicai
mesto. Lei si allontanò leggermente, per poi voltarsi verso
di
me e sorridermi con tenerezza, mentre il mio cuore perse un battito di
fronte al suo viso meraviglioso, accaldato dalla temperatura
dell’acqua. Le sue mani si appoggiarono ai lati del mio volto
e
posò un bacio leggero sulle mie labbra.
-Oh
tesoro… su una cosa ti devo dare ragione, stavolta. Sei
proprio
uno stupidone!- mi rimproverò dolcemente;
-Edward… ti
ricordi la sera della finale delle World Series?- mi
domandò. Io
annuii, non capendo cosa c’entrasse.
-Quando,
in
camera, abbiamo finito di… sì insomma di
giocare…
avevamo affrontato un certo discorso, giusto?- continuò,
mentre
improvvisamente intuii cosa intendesse.
-Hai
ragione,
ma…- provai a ribattere, ma Bella mi interruppe subito,
scuotendo la testa in segno di diniego. Lo sapevo aveva ragione
lei…
-Niente
ma,
Edward… ti avevo detto che volevo mi confessassi qualsiasi
tuo
desiderio e pretendo che tu lo faccia, senza paura di scandalizzarmi.
Se poi non mi sentirò ancora pronta per affrontare certe
situazioni, te lo dirò senza problemi e senza imbarazzi,
ok?- mi
ricordò.
Annuii,
dandole
un bacio e abbracciandola forte a me. Cristo, la mia ragazza era la
più meravigliosa creatura dell’intero universo!
Quanto ero
dannatamente fortunato?
-Sei
fantastica! Ti amo così tanto, che mi sembra che il cuore
possa
esplodermi nel petto!- dichiarai, mentre l’acqua
surriscaldava
sempre più i nostri corpi, a stretto contatto.
-Anch’io
ti amo da morire! E non mi piace che tra noi ci siano dei
fraintendimenti… soffro anche io se tu stai male, per
qualunque
motivo…- mi confessò, appoggiando la testa sulla
mia
spalla e sistemandosi a cavalcioni su di me. Sentivo le nostre
intimità sfiorarsi e già solo questo gesto, mi
fece
andare fuori di testa.
-E
adesso,
signor Cullen, mi può spiegare queste fantasie
così
peccaminose, che tanto hanno turbato il ragazzo che, quando ho
conosciuto, non sapeva nemmeno la vergogna dove stesse di casa, se si
trattava di sesso?- mi domandò maliziosa. Al ricordo del mio
comportamento precedente mi si strinse lo stomaco, ma Bella aveva
proprio centrato il punto. Prima non mi facevo nessun problema a fare
qualsiasi tipo di esperienza o richiesta, senza nemmeno tener conto di
quello che pensava la mia compagna del momento; però ora
Bella
mi aveva cambiato profondamente… o forse aveva ragione lei,
sostenendo che quello di prima non era mai stato il vero Edward
Cullen…
-Lasciamo
perdere, Bella… ora voglio solamente godermi il resto della
serata…- provai a glissare. Ma lei mi sorprese una volta di
più: in un movimento molto audace mi fece mancare il fiato,
lasciandomi completamente basito.
-Oh,
cavolo!- mormorai roco. Lei mugolò e poi, sul suo viso,
spuntò un sorriso malizioso.
-Vedi?
Mi
costringi ad usare questi metodi per convincerti a parlare…-
affermò. Il rossore sul suo viso si intensificò
ancora di
più ed ero certo che il suo colorito non fosse emerso
solamente
a causa della temperatura dell’acqua... La mia Bella si stava
sforzando di mostrarsi intraprendente, stava cercando di combattere la
sua innata timidezza; e lo stava facendo per tentare di mettermi ancora
più a mio agio e perché non mi sentissi colpevole
per i
miei lussuriosi desideri... Dio! Quella consapevolezza unita al suo
gesto così provocante, mi mandarono fuori di
testa… Le
mie mani, dalla schiena, scesero a stringere quelle natiche piene e
sode, mentre mi avventai sul suo collo, completamente scoperto.
-Cos’è
che vorresti, Edward? Dimmelo… ti prego…- mi
sussurrò, mentre continuava a rendermi impossibile anche
solo
pensare lucidamente con i suoi movimenti. Oddio…
ero il
suo schiavo: se avesse continuato in quel modo, avrei detto e fatto
qualsiasi cosa mi avesse ordinato!
La
mia gattina
voleva la guerra? Le avrei mostrato le mie armi! Le mie labbra scesero
sul suo seno, andando immediatamente a lambire una delle sue
colline. Bella era completamente in balia del piacere che le
stavo scatenando. Ormai ero certo che non ricordasse nemmeno
più
la sua richiesta: era partita anche lei per la tangente, come me del
resto… le sue mani vagavano sulla mia schiena, mentre i
nostri
corpi erano sempre più allacciati, trasportandoci in mondi
lontani… e proprio quando sembravamo completamente persi in
quelle sensazioni meravigliose Bella mi fece capire bene, quanto fosse
proverbiale la sua testardaggine. Senza nemmeno rendermene conto,
improvvisamente lei si staccò da me in un attimo:
si era
seduta dall’altra parte della vasca, e mi guardava cercando
di
riprendere il controllo di se stessa e della situazione. Sgranai gli
occhi, completamente scioccato da ciò che aveva appena fatto.
-Ma…
ma…- balbettai, non riuscendo ancora a credere a quella
brusca
interruzione; lei mi puntò un dito contro, con
un’espressione decisa negli occhi.
-Tu
mi stavi
distraendo troppo dalla mia opera di convincimento, e il mio giochino
mi si stava ritorcendo contro!- mi accusò, mentre ancora il
suo
respiro era irregolare; -Ora mi spieghi quale fantasia ti è
passata prima per la testa e nel farlo starai, buono buono lontano da
me, nella tua parte di vasca!- mi minacciò seria. Non
riuscii a
trattenermi e scoppiai a ridere forte, scuotendo la testa:
l’allieva stava imparando e stava per superare il maestro!
Era
già pericolosa di suo, bellissima e così
inconsapevolmente sexy… pura dinamite per me! Ma se avesse
cominciato ad esercitare un forte autocontrollo su se stessa, come
spesso facevo io per farla impazzire… bè, avrei
anche
potuto ritrovarmi spacciato!
-Oh,
Bella! Sei veramente unica!- esclamai, mentre mi avvicinavo con
determinata lentezza.
-Non
cercare di rabbonirmi e soprattutto stai lontano!- mi ordinò
di nuovo. Sorrisi e scossi la testa.
-Non
ci penso
proprio! Ora riprendiamo da dove ci siamo interrotti poco fa,
altrimenti la mia bocca rimarrà ben cucita- la ricattai,
malizioso; mentre SC pulsava in maniera maledettamente dolorosa, per
l’improvviso distacco.
In
un lampo fui
vicino a lei e, senza che facesse nemmeno in tempo a opporre
resistenza, la riportai sopra di me, unendoci in un corpo unico, come
era giusto che fosse. Un forte gemito fuoriuscì dalle labbra
di
entrambi.
-Ora
si ragiona
di nuovo…- mormorai roco, avventandomi sulle sue labbra. La
mia
lingua fece irruzione nella sua bocca, in maniera violenta e
possessiva… e prese immediatamente a intrecciarsi con la
sua,
che rispose veemente e decisa. Le mie mani le strinsero con impeto
selvaggio di nuovo le natiche e, interrompendo il nostro bacio
mozzafiato, decisi di accontentare la sua richiesta.
Appoggiai
le
mani sui suoi fianchi e la immobilizzai per ritrovare la forza di
parlare e spiegarle ciò che mi passava per la testa. Se
avessimo
continuato così non avrei avuto la lucidità
necessaria… ero determinato a condividere le mie emozioni.
Quando
fummo entrambi immobili, riportai la mia mano sul suo delizioso
fondoschiena.
-E’
questa meraviglia che mi provoca dei pensieri viziosi e sfrenati!
Bella… adoro il tuo culetto sodo… mi fa
letteralmente
uscire fuori di testa! E quando prima ti sei chinata…
bè,
ho immaginato di possederti in quella posizione e nemmeno in maniera
troppo gentile…- le sussurrai all’orecchio. Lei
ansimò ma non fece commenti, perciò proseguii il
mio
chiarimento.
-Bella…
quando ti guardo scateni l’animale che è in
me… e
ti giuro che non vado molto fiero di questo mio lato in cui impera la
pura libidine…. Quindi, ora capisci perché mi
sentivo in
imbarazzo?-.
-Oh…
mmm…- mugugnò, mentre io riprendevo a baciare
quelle
soffici colline che erano una vera e propria tentazione costante. Bella
rimase per un po’ persa nel piacere che le stavo donando,
senza
proferire parola, mentre i nostri corpi allacciati ripresero la loro
danza passionale, che rischiava di bruciarmi qualsiasi neurone
cosciente ancora in circolo nel mio cervello. Ad un certo punto le mani
di Bella si intrecciarono ai miei capelli e tirando leggermente, mi
fece sollevare il viso, per riportare i suoi occhi nei miei.
Poi,
prima di
avventarsi sulle mie labbra vogliose di ricongiungersi alla sua bocca
succosa come un frutto maturo, fu Bella a immobilizzarsi per
mormorarmi, come se niente fosse: -Diciamo che ci si potrebbe fare un
pensierino, questo weekend… ogni cosa che eccita te, amore,
eccita anche me…-. Oh cazzo… porca eva!
Rimasi
imbambolato per un attimo (o forse cinque minuti!), mentre le sue
parole continuavano a rimbalzare nella mia testa, e poi, preso da una
smania incredibile a quel pensiero lussurioso, risposi a quel bacio,
lasciandomi andare completamente alla passione…
Le
mie mani
percorsero avanti e indietro il suo corpo, stringendo e accarezzando
quella pelle vellutata, mentre le nostre bocche continuavano a essere
incollate e le nostre lingue si rincorrevano instancabilmente. Sentivo
le mani di Bella stringere con forza i miei capelli e dopo poco ci
lasciammo andare al piacere che investì entrambi
contemporaneamente.
-Ti
amo, ti
amo, ti amo, ti amo, ti amo…- continuavo a mormorare sulle
sue
labbra, alternando teneri baci e morsetti, mentre lei sorrideva felice,
abbandonata completamente su di me. Restammo stretti ancora un
po’, cullati dal calore dell’acqua, dal profumo del
bagnoschiuma e dal battere di nuovo regolare dei nostri cuori.
-Forza
gattina… è ora di lavarci e andare a nanna- la
sollecitai. Lei protestò debolmente con un mugugno che mi
fece
sorridere, ma poi alzò leggermente il bacino, permettendomi
di
uscire dal suo corpo; si sporse sul bordo della vasca, prese la spugna,
vi versò sopra un po’ di bagnoschiuma e poi
iniziò
a fregare delicatamente tutto il mio corpo.
Sentire
il
ruvido della spugna che si alternava alla morbidezza delle sue mani, mi
donava delle sensazioni meravigliose e molto rilassanti…
sarei
stato ore ed ore a farmi lavare da quell’angelo tentatore...
Appena
ebbe
finito, le rubai la spugna dalle mani e mi dedicai a lei. La feci
accomodare di nuovo tra le mie gambe e iniziai a sfregarle molto
delicatamente la schiena, per poi passare per il collo e scendere sui
suoi seni. Lì indugiai un po’ di più,
facendola di
nuovo sospirare… era completamente abbandonata contro il mio
petto e sentirla così arresa sotto i miei tocchi mi faceva
toccare il cielo con un dito. Con la spugna scesi ancora, tra le sue
cosce, passando e ripassando sulla sua intimità, per finire
poi
sulle sue lunghe gambe.
-Ecco
amore… io inizio a uscire e tu rimani ancora un attimo qui
al
caldo, mentre prendo degli asciugamani puliti- le consigliai. Mi alzai
velocemente e, uscendo dall’acqua, percepii immediatamente la
differenza di temperatura. Aprii l’armadio e presi
ciò che
mi serviva. Mi asciugai con cura e poi, legandomene uno asciutto in
vita, corsi un attimo in camera, ad alzare il termostato: non volevo
assolutamente che la mia principessa prendesse freddo. Quando tornai da
lei, stesi l’asciugamano davanti ai suoi occhi e, non appena
si
fu alzata, la avvolsi completamente, strofinandola per tamponare
delicatamente la sua pelle.
-Amore…
credo di essere ancora in grado di asciugarmi, sai?- mi
schernì.
-Ma
a me fa
piacere, davvero… adoro muovere le mie mani sul tuo
corpo…- sussurrai. Una volta asciutta, la feci accomodare
sullo
sgabello presente in bagno, proprio davanti all’enorme
specchiera.
-Edward,
cosa stai facendo?- mi chiese, vedendomi adocchiare la sua acconciatura.
-Uffa!
Ti lasci
coccolare un po’, per favore? E’ tutta la sera che
muoio
dalla voglia di affondare le mani nei tuoi setosi e morbidi capelli. Mi
piaci da morire quando li sollevi, ma allo stesso modo mi fa impazzire
perdermici dentro- le sussurrai, lasciandole un bacio sulla spalla.
Iniziai a togliere una ad una tutte le forcine dai capelli umidi di
Bella e mano a mano che glieli scioglievo, le massaggiavo la parte di
cute appena liberata. Potevo vedere il viso di Bella attraverso lo
specchio, completamente rilassato. Aveva persino inclinato leggermente
indietro la testa, lasciandosi completamente andare, mentre mugolava
dal piacere… Una volta liberi da quella, che (a mio modesto
parere) era una vera e propria tortura, infilai le dita e continuai per
un po’ il massaggio, beandomi di quella sensazione e notando
quanto facesse piacere a Bella.
-Oddio,
Edward… mi hai spedito di nuovo in paradiso…-
sospirò, con un’espressione beata. Sghignazzai
felice.
-Di
nuovo,
amore?- le chiesi malizioso. Annuì, convinta, mentre
afferravo
la spazzola e cominciavo a pettinarla dolcemente.
-Bè…
spero che quello di prima fosse un paradiso un po’
più
appagante di questo… perché non mi sembrava che
fossi
così rilassata…- la schernii. La vidi sorridere,
ma
sempre con gli occhi chiusi.
-Diciamo
che in
quei momenti… all’inizio è una discesa
all’inferno, per quanto riesci a farmi
surriscaldare… ma
poi è una continua ascesa al paradiso!- affermò,
ridendo.
Mi unii alla sua risata, felice di riuscire a provocarle tutte quelle
sensazioni… le stesse che provavo io quando stavo con lei,
quando i nostri corpi si univano e le nostre anime si
fondevano…
-Ecco,
tesoro
mio… finito- dichiarai. Lei aprì gli occhi e
voltandosi,
afferrò la mia mano, baciandone il palmo.
-Grazie
amore… è stato meraviglioso- mi
ringraziò, con un’espressione veramente serena.
In
un lampo la
presi in braccio e, spegnendo la luce del bagno, la portai a letto.
Scostai la coperta, la adagiai sul materasso e poi le sfilai da dosso
l’asciugamano, gettandolo a terra. La scavalcai e in un
attimo mi
infilai con lei nel letto e coprii entrambi con il piumone.
-Scusa
ma… niente pigiama! Stasera non voglio sentire niente
addosso,
se non la tua pelle nuda contro la mia- le rivelai. Lei
annuì e
si accoccolò meglio tra le mie braccia, intrecciò
le sue
gambe alle mie, posò la sua testa nell’incavo tra
il collo
e la spalla, e dopo avermi depositato lì un bacio
mormorò: -Non chiedo niente di meglio-.
-Buonanotte,
principessa- le sussurrai, baciandole la fronte.
-Buonanotte,
mio principe- mi rispose.
Dopo
poco entrambi scivolammo nell’oblio del sonno, felici,
appagati e pazzamente innamorati…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 92
Pov
Jasper
-Sì,
Alice, non ti preoccupare! Ti dirò io cosa indossare e per
la
serata non ci devi nemmeno pensare. Vedrai che a tutto
c’è
un perché!- aggiunse subdola, in modo ancora più
ambiguo.
Alice le fece una linguaccia e assottigliò gli occhi per
scrutarmi con quella lei credeva un’espressione
omicida…
ormai su di me non faceva nessun effetto.
-Ahahah!
Sorellina! Ti hanno fregato alla grande questi due! Ora morirai di
curiosità per tutto il giorno! Così impari a
baciarlo in
quel modo davanti a me! Anzi… fossi in te io entrerei in
sciopero! Mi negherei totalmente!- se ne uscì quel
troglodita
che mi ritrovavo per cognato. Mai dare idee del genere! Lo fulminai con
un’occhiataccia, mentre vedevo Alice sempre più
pensierosa, come se stesse veramente valutando l’ipotesi di
tenermi lontano da quel corpo mozzafiato e da quelle labbra
meravigliose…
-Non
ci pensare proprio!- la minacciai serio.
-Perché
altrimenti?- mi sorrise con tono di sfida. Mai, mai… sfidare
Jasper Swan!
Sul
mio viso
crebbe pian piano un ghigno di pura lussuria, mentre gli occhi di Alice
si sgranavano sempre di più, ben sapendo cosa mi passasse
per la
testa. Mi chinai vicino al suo orecchio, in modo che solo lei potesse
udirmi.
Capitolo 93 *** Cap. 92: Programmi giornalieri ***
Cap. 92 EFP
Buongiorno a tutte e buon inizio settimana!
Caspita ragazze! Ma vi rendete conto che siamo già a maggio
e che tra un mese finalmente inizia l'estate?! Favoloso!
Torniamo a noi. L'amministrazione non ha ancora deciso, quindi
finchè potremo continueremo a pubblicare con il rating
arancione.
Come sempre un grazie enorme a tutte coloro che ci seguono con costanza
e affetto! Vi vogliamo bene!
In questo chappy ci sarà finalmente di nuovo (come richiesto
da molte di voi) un pov
Jasper e non sarà l'unico di questo weekend dei ragazzi!
Ora vi lasciamo alla loro mattinata. BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Aprii
gli occhi
pian piano e mi accorsi che era già mattina. Dalle tende,
non
completamente chiuse, filtrava la luce del giorno e un raggio di sole
arrivava fino a metà camera. Il fatto che ci fosse
finalmente
una giornata soleggiata dopo tanta pioggia, contribuì a
incrementare il mio umore già molto positivo. Le immagini
della
splendida serata che avevo vissuto con Edward erano ancora molto vivide
nella mia mente, e quella notte era stata costellata da sogni
meravigliosi e romantici, con unici protagonisti noi due. Sorrisi: ero
la ragazza più felice del mondo!
I
nostri corpi nudi
erano ancora allacciati come quando ci eravamo addormentati, ma
stavolta le posizioni erano invertite. Io ero girata su un fianco e la
mia schiena aderiva perfettamente al torace di Edward, che respirava
ancora regolarmente, chiaro segno che dormiva profondamente. Un suo
braccio mi circondava la vita ed io mi sentivo avvolgere ed inebriare
dal suo calore e dal suo profumo inconfondibile. Però,
nonostante quella posizione confortante, avevo necessità di
vedere il suo volto angelico… molto lentamente cercai di
voltarmi verso di lui, senza svegliarlo. Lo sentii mugugnare un
po’, e in viso gli si dipinse un’espressione buffa,
che mi
fece sorridere… il suo braccio, che era prima appoggiato al
mio
fianco, scivolò a causa del mio movimento e la sua mano
andò a posarsi proprio sulla mia natica. Trattenni il
respiro,
nel momento in cui, forse per un riflesso incondizionato, me la strinse
forte. Immediatamente mi sentii avvampare e la mia intimità
si
risvegliò all’istante, iniziando a pulsare.
Ero
proprio mal
messa! Quel ragazzo era deleterio anche mentre si trovava in uno stato
di incoscienza, in cui, in teoria, avrebbe dovuto essere totalmente
innocuo! Cercai di calmarmi e di fare dei respiri profondi, per
riprendere una parvenza di decenza e contegno: non potevo certo
saltargli addosso mentre dormiva tranquillo! Riportai i miei occhi
sulle fattezze perfette del suo viso e sospirai felice al pensiero di
quanto fosse diventato intimo e profondo il nostro legame…
se
ripensavo ai primi tempi, quando ero convinta che mi odiasse, mi veniva
da sorridere… non avrei mai creduto possibile una nostra
storia!
Non
riuscii a
trattenermi e sollevai una mano, iniziando a sfiorare i delicati
contorni del suo viso: la pelle morbida e vellutata delle guance, ma
con un lieve accenno di barba chiara; la fronte liscia e appianata
grazie alla serenità del sonno; le sopracciglia ordinate e
folte, e le ciglia color bronzo leggermente tremolanti; lo zigomo
pronunciato; la mascella ben delineata; il mento
arrotondato…
risalii e seguii la linea dritta del naso e infine con le dita tracciai
le sue labbra rosse e carnose, che tanto piacere erano in grado di
donarmi…
Proprio
mentre
fantasticavo su ciò che quella bocca era in grado di fare,
le
sue labbra si mossero leggermente, stringendosi per regalarmi un bacio
proprio sulla punta del mio indice. Sussultai sorpresa…
persa
nella contemplazione di quella meraviglia, non mi ero nemmeno accorta
che Edward si era svegliato: e ora due smeraldi splendenti mi
scrutavano attenti, travolgendomi con tutto l’amore che
potevo
leggervi dentro. Un sorriso spontaneo spuntò sul mio viso e
di
conseguenza anche sul suo, facendomi battere forte il cuore.
-Buongiorno…-
mormorò, con la voce ancora arrochita dal sonno. Dio, se
possibile era ancora più sexy!
-Buongiorno,
amore mio- ricambiai.
-Cosa
stavi
combinando, principessa?- mi chiese, con un’espressione
maliziosa. Io arrossii leggermente, ed Edward ridacchiò
sommessamente.
-Stavi
forse
cercando deliberatamente di provocarmi mentre dormivo?- mi
domandò ancora, prendendomi in giro, intuendo il mio
imbarazzo.
Sgranai gli occhi.
-N-no!
Sbruffone!
Stavo solo beando i miei occhi!- mi difesi, facendogli la linguaccia.
Scoppiò a ridere e in un movimento fulmineo mi ritrovai con
la
schiena sul materasso e lui che mi sovrastava con il suo corpo
così profumato e virile...
-E
per caso,
signorina Swan, oltre agli occhi, vorrebbe beare qualche altra parte
del suo fantastico corpo?- sghignazzò; -No,
perché
sa… io qualche idea ce l’avrei…-
continuò e,
senza darmi il tempo di rispondere, le sue labbra scesero, premendo
delicatamente sulle mie. La sua lingua richiese immediato accesso alla
mia bocca, ed io fui ben felice di accoglierla e di sentire il suo
sapore, già così inebriante anche appena sveglio.
Ci
baciammo a lungo e dolcemente, e pian piano sentivo risvegliarsi anche
la sua di intimità… premeva sulla mia, facendo
aumentare
il languore che sentivo nascere ed espandersi nel mio bassoventre. Mi
sistemai, in modo da accogliere meglio il suo corpo, e senza mai
allontanare le nostre bocche, che continuavano sensuali ad esplorarsi,
ci unimmo in un gesto spontaneo e naturale.
Nei
nostri
movimenti non c’era urgenza, non c’era smania di
possedersi
a vicenda, non c’era la frenesia che più volte in
quei
giorni aveva caratterizzato i nostri amplessi…
c’era
soltanto amore, tenerezza, dolcezza, e tanta voglia di perdersi uno
nell’altra. Sguardi intensi, carezze delicate come piume,
baci
sfiorati, i nostri corpi e le nostre anime fusi in un unico
essere… era meraviglioso fare l’amore in quel
modo,
così languido, leggiadro ed armonioso… un soave
paradiso
dei sensi.
Poi
una sua mano
cominciò un lungo percorso: mi sfiorò appena il
fianco
facendomi rabbrividire, scese sempre molto lentamente sulla gamba,
accarezzandola per tutta la lunghezza. Il suo ritmo era lento, quasi
frustrante… come se avesse voluto non porre mai fine a
quella
danza così piacevole. Ero così presa da quelle
sensazioni, quasi ipnotizzata, che mi non ero nemmeno accorta che le
sue labbra avevano lasciato la mia bocca e stavano iniziando a
esplorare il resto del mio corpo… il collo, la spalla, la
clavicola, scendendo ancora più giù…
afferrò deciso la mia gamba all’altezza del
ginocchio,
portandosela sul fianco, facendomi infervorare ancora di
più.
Proprio in quel preciso istante i suoi movimenti mi fecero impazzire di
desiderio e piacere.
-Oh
Edward…- gemetti, completamente persa in quel calore che si
stava espandendo in ogni mia cellula.
-Bella…
Bella… Bella… sei la mia Bella…-
continuava a
mormorare Edward, che aveva rialzato il viso e mi stava perforando
l’anima per l’intensità del suo sguardo.
I nostri
occhi continuavano a rimanere legati, incapaci di interrompere quel
contatto che incendiava ancora di più i nostri sensi, mentre
i
nostri gemiti accompagnavano la nostra danza perfetta come una melodia
unica e dolcissima.
Ansimavamo
ormai in
maniera vistosa ed io mi godevo l’espressione beata dipinta
sul
volto di Edward: aveva reclinato il capo un po’
all’indietro e aveva socchiuso gli occhi, completamente perso
nel
piacere, le labbra leggermente socchiuse a causa dei gemiti che
fuoriuscivano… oddio mi faceva letteralmente uscire fuori di
testa… era stupendo in quel momento ed io mi sentivo sempre
più avvolta da sensazioni meravigliose…
Dopo
pochi attimi entrambi raggiungemmo l’estasi dei sensi.
-Ti
amo…- momorò Edward.
-Ti
amo anch’io- sussurrai sulle sue labbra.
Edward
si
lasciò andare esausto sul mio corpo, nascondendo il viso
nell’incavo tra la spalla e il collo, cercando di tornare a
respirare regolarmente; io facevo la stessa cosa, mentre gli
accarezzavo l’ampia e muscolosa schiena, felice ed appagata.
Appena ci fummo calmati, Edward si sollevò e dopo avermi
lasciato un bacio sul naso, si sistemò al mio fianco e mi
abbracciò, per poi attirarmi a lui.
-Un
risveglio meraviglioso!- affermò, soddisfatto, facendomi
sorridere.
-Sì,
direi
che il tuo è stato un ottimo buongiorno… il
migliore in
assoluto che abbia mai ricevuto- affermai maliziosa. Lui mi
scostò un po’ per guardarmi attentamente.
-Lo
vorrei ben
sperare!- mi rispose, aumentando le mie risate. Restammo ancora un
po’ abbracciati e poi decidemmo che era ora di alzarci per
riempire lo stomaco con un’abbondante colazione. Edward, da
vero
gentiluomo, mi diede precedenza per occupare il bagno, mentre lui
apriva le tende e la finestra.
-Wow,
amore! La
giornata è splendida!- gridò, affinché
lo
sentissi; -C’è un bellissimo sole e nemmeno un
filo di
vento… il mare sembra una tavola…-
continuò
allegro.
Improvvisamente
mi
venne un’idea su come occupare la mattinata e su dove
pranzare;
ma prima desideravo assicurarmi che non avesse organizzato niente,
altrimenti avrei lasciato perdere: non volevo assolutamente rovinare i
suoi piani, anche se speravo che non ne avesse fatti: una
così
bella giornata era rara in quel periodo dell’anno e non
potevo
farmi sfuggire quell’occasione!
Mi
lavai velocemente e rientrai in camera.
-Hai
programmato qualcosa di particolare per oggi?- gli chiesi, speranzosa
in una sua risposta negativa.
-No…
diciamo
solo per la cena… e a proposito di quella, sappi che il
frigo
per te è off-limits! Non voglio che ti rovini la sorpresa-
mi
ordinò, con tono deciso. Incrociai le braccia al petto, e
inscenai il mio broncio tattico, quello con cui riuscivo a fregare
sempre mio fratello. Il suo sguardo si addolcì
immediatamente.
-Dai
cucciola
mia… non fare così… è solo
per farti una
sorpresa- cercò di consolarmi, venendo ad abbracciarmi,
ancora
completamente nudo come mamma l’aveva fatto. Dio, che visione
spettacolare! Le spalle larghe, il petto possente con un lieve accenno
di peluria, gli addominali dai muscoli perfettamente delineati, che
disegnavano una sensuale V, una esplicita indicazione verso la sua
superba e svettante erezione…
Un
suo ghigno divertito e diabolicamente provocatore mi riscosse da quella
paresi estatica.
-Tutto
bene, gattina?- soffiò al mio orecchio.
-Sì,
certo
perchè? Se speravi di farmi desistere, ti sei sbagliato di
grosso: sai quanto sono curiosa! E ora che mi hai detto
così,
è come invitarmi a nozze! Come incitarmi: dai Bella, vai a
dare
una sbirciatina nel frigo!- mi lamentai, facendolo ridere.
-Vedrai
che
saprò tenerti tanto impegnata che non ci penserai fino a
stasera…- mi rispose, malizioso. Mi scostai leggermente e lo
guardai fulminandolo. Non era affatto corretto usare certi stratagemmi!
O forse sì?!
-Non
vale usare
certi mezzucci!- esclamai, allontanandolo; lo squadrai da capo a piedi
e notai come SC fosse di nuovo bello pronto. Sospirai. Era veramente un
dilemma: passare tutto il giorno a fare l’amore con Edward o
fare
anche qualcosa che contemplasse il fatto di avere dei vestiti addosso?
Decisi che ci saremmo comportati da persone normali e non da
assatanati… giusto perché avevamo a disposizione
ancora
tutto il week end!
-Sai
cosa ti dico?
Che la sorpresa, oggi, la faccio io a te! Tu preparati: indossa dei
pantaloni comodi e una giacca abbastanza pesante perché
resteremo all’aperto. Io mi vesto e poi scendo a preparare la
colazione… però muoviti perché ho
bisogno del
frigo e visto che non lo posso aprire… tu dovrai darmi una
mano!- gli ordinai perentoria, mentre i suoi occhi si sgranavano per la
sorpresa.
-Agli
ordini!-
esclamò, scattando sull’attenti e facendo il
saluto
militare. Lo fissai un attimo e poi scoppiai a ridere: era troppo buffo!
-Ehi!
Non prendermi in giro altrimenti dovrai subire la giusta punizione!- mi
redarguì immediatamente.
-Ok,
ok… non
rido più… scusa… è solo che
oltre a te
anche SC… era sull’attenti!- affermai, mentre
cercavo di
trattenermi inutilmente, ottenendo solo di continuare imperterrita,
scossa dai singulti. Mi afferrò come un sacco di patate e mi
caricò in spalla.
-Punizione!-
esclamò sogghignando.
-E
dai Edward!
Mettimi giù!- gli urlai, continuando a ridere. Mi
buttò
sul letto e in un attimo si fiondò sulla porta della camera,
chiudendola a chiave e tirandola via, portandola con sé.
-Ma
cosa fai?- gli chiesi, sbalordita dal suo gesto.
-Tu
non mi freghi,
furbetta! Ora vado a lavarmi e poi quando saremo pronti entrambi,
scenderemo insieme. Non mi fido a lasciarti scendere in cucina senza la
mia supervisione… non resisteresti e apriresti il frigo!- mi
spiegò, mentre spariva in bagno.
-Così
mi offendi! Come sarebbe a dire che non ti fidi?- gli urlai attraverso
la porta, mentre sceglievo cosa indossare.
-Mi
spiace ma
quella finta aria offesa non attacca! Lo sai benissimo anche tu che
avresti aperto quel frigo se ti avessi fatta scendere da sola, quindi
rassegnati!- mi rispose. Aveva perfettamente ragione e lo sapevo, ma
non mi andava di dargliela vinta, così non risposi
più
alle sue provocazioni.
Appena
finii di
vestirmi, mi misi a sistemare il letto nell’attesa. Edward,
uscì dal bagno, più bello che mai e notai che SC
era di
nuovo tranquillo a cuccia.
Oddio
santo! Stavo
diventando malata, se ogni volta l’occhio mi cadeva proprio
in
quel punto per controllare il suo stato! Naturalmente le mie gote si
imporporarono ed Edward non mancò di notarlo, avendo seguito
la
direzione del mio sguardo. Sperai ci passasse sopra, ma il signorino,
quel giorno, aveva deciso di non darmi tregua…
-Amore…
non
può stare sempre in tiro, povera bestia! Anche lui ha il
sacrosanto diritto a riposarsi un po’, con tutti gli
straordinari
a cui lo sottoponiamo!- mi schernì sornione. Il cuscino che
avevo in mano arrivò dritto sulla sua fantastica faccia di
bronzo.
-Sei
proprio scemo!
E pure un grandissimo sbruffone- lo insultai, mentre lui continuava
imperterrito a sghignazzare, tirando fuori un paio di jeans e un
maglioncino a V dall’armadio.
-Ma
mi ami lo
stesso! Vero, cucciolotta mia?- affermò sorridendomi ed io
contraccambiai. Certo! Come avrei potuto non amare quel ragazzo
meraviglioso che mi rendeva immensamente felice? Si preparò
in
un lampo e finalmente scendemmo per rifocillarci.
Pov
Jasper
Un
rumore
assordante e molto insistente continuava a martellare il mio povero
cervello. Aprii un occhio e mi resi conto che era la sveglia. Uff! Che
palle! Ma non era sabato mattina?! Perché diavolo avevo
puntato
la sveglia alle… diedi una rapida occhiata
all’ora…
alle nove?! Di colpo, improvvisamente, ogni cosa in programma, per
quella che sarebbe stata una giornata perfetta, mi si
presentò
alla mente… compresa la mia immensa voglia di andare a
svegliare
la mia bambolina con un buongiorno degno di essere definito tale. Per
colpa del mesiversario di mia sorella ed Edward, anche noi avevamo
passato quasi tutta la settimana separati. Ci eravamo visti pochissimo
e in più, a differenza degli allegri piccioncini, noi non
avevamo di certo un’intera villa a disposizione per tutto il
weekend! Ok, ero un po’ invidioso del tempo che avrebbero
potuto
passare insieme e forse, forse anche un po’ della mia
sorellina… ma alla fine ero felice per loro. Mi alzai
velocemente dal letto, andai a lavarmi e poi, dato che il corridoio era
deserto e non si sentiva alcun rumore, sgattaiolai in camera della mia
piccoletta.
Appena
mi richiusi
la porta alle spalle, però, i miei sogni si infransero
crudelmente. La stanza era vuota, perfettamente in ordine e il letto
già sistemato. Dove diavolo era andata già
così di
buon’ora? Ecco! Già si iniziava male! Altro che
giornata
perfetta! Uscii di nuovo dalla stanza, con un’aria mesta e
afflitta e la risata tonante dell’orso mi fece sobbalzare.
-Ciao,
Emm- mormorai. Lui mi venne vicino e mi diede una piccola pacca sul
braccio, ammiccando alla mia espressione triste.
-Deluso,
eh?- mi
schernì. Lo fulminai… non ero in vena di
umorismo. Io
volevo la mia piccolina… e subito anche! Mi mancava da
morire il
suo sorriso contagioso: per me era come il sole!
-Dai,
non essere
così giù! Anch’io ho avuto la tua
stessa reazione.
Quelle due si sono messe d’accordo e si sono alzate alle otto
per
studiare- mi spiegò. Ecco perché era
già in piedi
così presto di sabato mattina! Ma studiare?!
-Sono
sedute
giù in salone e mi hanno cacciato perché
sostenevano che
le disturbassi! Moi?! Ma ti pare possibile?!- si offese, facendomi
scoppiare a ridere.
-Sì,
Emm! Lo credo possibile! Ti conosco! Già fatto colazione?-
gli chiesi.
-No,
stavo giusto
venendo a tirarti giù dal letto per fare colazione insieme.
Mi
sono talmente abituato a stare in compagnia, che non mi piace nemmeno
più mangiare da solo! La mamma è andata a fare la
spesa e
tuo padre è andato a pescare con Billy, tornerà
per
pranzo- mi spiegò, mentre ci avviavamo per scendere al piano
inferiore.
-Ti
capisco! Per me
è lo stesso… non lo avrei mai pensato, ma mi
piace un
casino vivere tutti insieme. Forse perché per fortuna
andiamo
d’accordo tutti quanti- confermai. Mi recai in salone e mi
avvicinai, con passo felpato, alla mia bambolina che mi dava le spalle
e non si era accorta del nostro ingresso, poi mi chinai vicino al suo
orecchio, facendo segno a Rose, che ci aveva visti, di stare zitta.
-Buongiorno,
tesoro
mio- sussurrai, lasciandole un delicato bacio sul collo. La sentii
sobbalzare spaventata, mentre Emmett scoppiava a ridere. Un cuscino,
lanciato da Rose, gli arrivò dritto in faccia. Cavoli che
mira!
Ed era anche lontana!
-Senti,
tu la devi
piantare di entrare di soppiatto. Tua sorella ha ragione! Prima o poi
farai venire un infarto a qualcuno!- mi rimproverò la mia
stellina, tenendosi una mano sul cuore, che evidentemente si era messo
a correre. Ridacchiai, di fronte al delizioso broncio che aveva messo
su. La attirai a me e la guardai intensamente: un diffuso, quanto
conosciuto rossore, le colorò le gote, rendendola ancora
più bella. Mi faceva impazzire tutte le volte. Ormai ogni
imbarazzo tra noi era scomparso, eravamo molto legati e ci capivamo al
volo; ma ancora, quando la fissavo in quel modo, cercando di
trasmetterle le emozioni che mi investivano quando la tenevo tra le
braccia, non poteva fare a meno di diventare di mille
colori… e
la cosa mi faceva letteralmente incendiare i sensi!
-Mi
dovevo
vendicare per non averti trovata in camera ad attendere che venissi a
darti un buongiorno come si deve- mormorai con la voce
d’improvviso roca, mentre JJ iniziava a destarsi. Alice mi
sorrise e avvicinò lentamente le labbra alle mie. Appena si
incontrarono, le nostre lingue si intrecciarono felici di ritrovarsi,
ma non avemmo nemmeno il tempo di approfondire come avrei voluto
perché Emmett iniziò a tossicchiare per attirare
la
nostra attenzione. Ma non poteva andare a baciare Rose e lasciarci un
po’ in pace?! Che palle! Ci staccammo, evidentemente
scocciati
dall’interruzione, e la mia piccolina rivolse di nuovo
l’attenzione su di me, dopo aver fulminato il fratello.
-Scusa,
amore. Ma
purtroppo avendo passato il pomeriggio con Bella, ieri non ho potuto
studiare e così, con Rose, abbiamo deciso di svegliarci
presto
per porre rimedio. Anche perché non ho nessuna intenzione di
passare la domenica sui libri- mi spiegò. Le sorrisi e le
baciai
la punta del naso.
-Hai
fatto
benissimo tesoro. Quanto ti ci vorrà ancora?- le chiesi.
Quando
mi ero accorto dello splendido sole che imperversava in cielo, avevo
improvvisamente cambiato i nostri programmi. Anziché dopo
pranzo, saremmo partiti subito, così da pranzare anche
fuori.
Erano veramente rare quelle giornate e bisognava sfruttarle fino in
fondo.
-Poco…
diciamo che in un’oretta dovrei avere finito.
Perché?- mi
chiese interessata. Le sorrisi e scossi la testa. Mi piaceva un sacco
tenerla sulle spine: quando era curiosa, spesso, mi provocava in
maniera molto sensuale, per estorcermi le informazioni; e ancora non
aveva capito che io lo facevo proprio apposta, perché mi
faceva
eccitare da morire quando si comportava così!
-Non
ti dirò
niente! Tu finisci il prima possibile e poi preparati a una magnifica
giornata!- le risposi, in maniera misteriosa. I suoi occhi si
spalancarono.
-Preparati,
preparati! Facile per te! Cosa dovrei indossare, se non so nemmeno dove
andremo? E poi stasera? Dovremmo tornare per cambiarci!-
iniziò
subito ad agitarsi.
-Ehi,
ehi! Calmati
e respira. Rose ti darà una mano, vero?- domandai,
rivolgendomi
a mia cugina che ridacchiava sorniona. Ci eravamo accordati in
precedenza e lei aveva già preparato una borsa
all’insaputa di Alice. Anche a Rose faceva piacere tenerla
sulle
spine, una specie di vendetta per tutte le volte che lei tormentava gli
altri, anche se sapeva perfettamente che la cosa le si sarebbe ritorta
contro, perché una volta in camera le avrebbe dato il
tormento.
Ma di Rose mi potevo fidare ciecamente: ero certo che non si sarebbe
fatta sfuggire niente!
-Sì,
Alice,
non ti preoccupare! Ti dirò io cosa indossare e per la
serata
non ci devi nemmeno pensare. Vedrai che a tutto
c’è un
perché!- aggiunse subdola, in modo ancora più
ambiguo.
Alice le fece una linguaccia e assottigliò gli occhi per
scrutarmi con quella lei credeva un’espressione
omicida…
ormai su di me non faceva nessun effetto.
-Ahahah!
Sorellina!
Ti hanno fregato alla grande questi due! Ora morirai di
curiosità per tutto il giorno! Così impari a
baciarlo in
quel modo davanti a me! Anzi… fossi in te io entrerei in
sciopero! Mi negherei totalmente!- se ne uscì quel
troglodita
che mi ritrovavo per cognato. Mai dare idee del genere! Lo fulminai con
un’occhiataccia, mentre vedevo Alice sempre più
pensierosa, come se stesse veramente valutando l’ipotesi di
tenermi lontano da quel corpo mozzafiato e da quelle labbra
meravigliose…
-Non
ci pensare proprio!- la minacciai serio.
-Perché
altrimenti?- mi sorrise con tono di sfida. Mai, mai… sfidare
Jasper Swan!
Sul
mio viso crebbe
pian piano un ghigno di pura lussuria, mentre gli occhi di Alice si
sgranavano sempre di più, ben sapendo cosa mi passasse per
la
testa. Mi chinai vicino al suo orecchio, in modo che solo lei potesse
udirmi.
-Amore
mio…
non ci metterei nemmeno mezzo secondo a caricarti in spalla, portarti
di sopra, sbatterti sul letto, strapparti di dosso questa tutina e
cominciare una lenta tortura che ti porterebbe a pregarmi di possederti
in ogni modo possibile! Quindi non ti conviene sfidarmi e iniziare
certi giochetti con me, se non sei sicura di poter andare fino in
fondo…- mormorai con una voce così roca e
sensuale, che
potei sentire chiaramente un forte fremito percorrere il suo corpo. Mi
staccai ed Alice, rossa come un peperone, abbassò il capo.
-Lo
so, ne saresti
capace… ok, hai vinto…- sussurrò e poi
mi
regalò il più meraviglioso dei sorrisi. Le
lasciai un
casto bacio sulle labbra, prima che all’orso venisse qualche
altra brillante idea.
-Ma
che cazzo!
Sorellina non sai quanto mi deludi! Non sembri nemmeno più
tu da
quando stai con questo latin lover da quattro soldi!- si
lamentò
con un broncio Emmett facendomi scoppiare a ridere.
-Orso
stai un
po’ zitto e fatti gli affari tuoi, prima che decida io di
scioperare!- lo rimise subito in riga Rosalie, schiacciandomi
l’occhiolino.
Scoppiammo
tutti a
ridere per l’espressione terrorizzata di Emmett
all’idea di
stare a stecchetto e poi lo trascinai in cucina a mangiare, lasciando
le ragazze in pace a finire di studiare.
Mentre
chiacchieravamo allegri, spiegandoci i rispettivi programmi, il
campanello di casa suonò.
Era
sempre puntale,
il bravo Jim! Emmett si alzò e andò ad aprire. Io
raggiunsi le ragazze in salone per godermi la scena; subito dopo
sentimmo Emmett chiamare Alice.
-Sorellina
è per te!- gridò. Alice ci guardò con
aria interrogativa.
-Ma
chi può essere che mi cerca?- mi chiese, sorpresa.
-Non
so… vai
a vedere- le risposi, fingendo indifferenza. Lei si alzò
dirigendosi all’entrata ed io e Rose, ci guardammo sorridendo
complici, seguendola. Appena Alice si ritrovò di fronte Jim,
il
fattorino, con l’enorme mazzo di rose rosse che avevo
ordinato,
rimase a bocca aperta.
-Oh
mio Dio! Sono
per me?!- urlò, voltandosi verso il sottoscritto. Io le
sorrisi
compiaciuto e le feci cenno di sì con la testa.
Alice
le prese,
mentre io lasciavo una mancia a Jim e lo congedavo con un cenno
d’intesa. La mia bambolina aveva un’espressione
radiosa e
continuava a odorare estasiata le rose, felicissima della sorpresa.
-Jazz… tu sei pazzo! Sono meravigliose! Grazie!- si
avvicinò, baciandomi.
-Per
te questo ed
altro! Sapevo che ti piacevano le rose rosse e così quando
Edward è andato a ordinare i fiori per la casa al mare, non
ho
resistito e ho pensato di farti questa sorpresa. Sono contento che ti
siano piaciute… sono diciassette, come i tuoi anni- le
spiegai,
al settimo cielo per la sua reazione.
-Vieni
che
cerchiamo un bel vaso dove sistemarle, e poi stasera lo potrai
ringraziare per bene!- esclamò maliziosa Rose. Scoppiammo a
ridere, mentre Emmett tornava in cucina borbottando. Mi faceva
sorridere la sua gelosia verso Alice, ma allo stesso tempo lo capivo
perché erano le stesse emozioni che provavo io quando vedevo
Bella tra le braccia di Edward. Chissà com’era
andata la
loro serata…
-Qualcuno
ha sentito i piccioncini?- chiesi curioso. Le ragazze annuirono
immediatamente.
-Stamattina
Bella
ci ha mandato un messaggio. Ha detto che la serata è stata
favolosa, i regali di Edward le sono piaciuti da morire, Edward si
è commosso per il bracciale e l’atmosfera
è stata
molto romantica. E poi ha aggiunto che dobbiamo assolutamente provare
la fontana di cioccolata!- mi spiegò Rosalie, per poi far
balzare nella mia mente delle immagini di mia sorella che mi fecero
accapponare la pelle.
-Oh
cazzo! Va bene,
basta così! Stop! Non mi raccontate più niente,
per
favore, se ci tenete al mio povero cuore- le pregai, facendole
scoppiare a ridere. Emmett si avvicinò sornione e mi diede
una
delle sue spallate.
-Ora
non ti sembra
così assurda l’idea dello sciopero se pensi a
Bella, eh?!-
mi schernì, procurandosi un forte pugno sul braccio.
-Lasciamo
perdere!-
gli intimai. Tornammo in cucina e quando le ragazze ebbero finito di
studiare, Alice mi avvertì che si sarebbe andata a
preparare.
Così anche io feci la stessa cosa e mentre lei era in bagno,
Rose mi passò la sua borsa a cui aggiunsi gli indumenti che
sarebbero serviti a me e la portai già in auto.
Non
vedevo
l’ora di partire e di iniziare il nostro meraviglioso
weekend, e
anche se avrebbe voluto dire passare l’intero pomeriggio da
un
negozio all’altro, non me ne importava niente: la cosa che
più volevo era passare del tempo con la mia Ally e renderla
felice!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 93
L’espressione felice e serena di Bella mi fece scaldare il
cuore… si vedeva chiaramente quanto fosse importante quel
luogo
per lei e quanto fosse affezionata a quell’uomo che
evidentemente
conosceva molto bene…
-Ciao Rob! Come
stai? E Cleare?- gli chiese Bella, salutandolo.
-Noi
tutto bene, tesoro! E
a quanto mi racconta sempre tuo padre, anche voi ragazzi state bene. E
questo bel ragazzo… bè, suppongo sia il famoso
Edward!-
affermò, rivolgendosi a me e stringendomi la mano con una
presa
ferrea e sicura.
-Bè,
non so se sono
famoso, ma senz’altro sono Edward! E’ un vero
piacere-
risposi un po’ impacciato, per la calda accoglienza. Bella si
mise a ridere.
-Io sono
Robert Patts, il proprietario di questa baracca- si
presentò, sorridendomi.
-Vedi…
papà
è peggio delle comari… e dato che ha sempre tanto
da fare
in centrale, alla fine o gioca a carte per interi pomeriggi oppure
passa le ore al telefono con quest’altro pettegolo,
così
gli può spifferare gli affari nostri!- mi spiegò
Bella,
continuando a sogghignare.
-Ehi!
Noi non siamo
pettegoli! E’ solo che in qualche modo lo dobbiamo pur
occupare
il nostro tempo, no?! E le storielle su voi ragazzi sono più
interessanti delle nostre, da vecchi bacucchi!- si difese, dandomi una
poderosa pacca sulla spalla. -Speravo proprio di vedere qualcuno di voi
con questa bella giornata- aggiunse, iniziando ad avviarsi verso
l’edificio principale, mentre noi lo seguivamo.
Buongiorno
fanciulle!
Siamo felici che la storia continui a interessarvi così
tanto, nonostante la lunghezza. Ma vi rendete conto?! Ci stiamo
avvicinando al capitolo 100! Wow, quando abbiamo iniziato non l'avremmo
creduto possibile!
Ora passiamo al chappy. Sarà un pov Edward e saprete dove
Bella lo ha portato per passare quella splendida giornata di sole.
Non tutte ci siete arrivate, anche se il nome di Rob era già
uscito fuori in una conversazione. Però sono passati
numerosi capitoli, visto che è stato il giorno seguente alla
festa di compleanno di Rosalie, quindi è anche normale che
non ve lo ricordaste.
Bene, basta chiacchiere inutili! Vi lasciamo al chappy, ma prima
naturalmente vogliamo ringraziare tutte voi che ci seguite e diamo il
benvenuto alle nuove lettrici!
Un bacione a tutte e buona lettura da Manu e Sara!
CAPITOLO 93
Nuove
conoscenze
Pov Edward
Eravamo in auto, e ci stavamo dirigendo verso una meta ignota per me,
visto che la mia dolce metà, impegnata alla guida, aveva
deciso
di non rivelarmi nemmeno il più piccolo dettaglio... era
senz’altro una nemesi architettata per vendicarsi del mio
precedente divieto di accesso al frigo!
Non avevo la più pallida idea di dove volesse andare Bella,
ma
sapevo che avremmo anche pranzato fuori, perché aveva
preparato
uno zaino capace, nel quale aveva stivato i viveri per
l’intera
giornata: avanzi della cena della sera precedente e
dell’acqua; e
in più aveva portato con noi una ampia e morbida coperta.
Magari
conosceva qualche bel prato o qualche incantevole radura dove
trascorrere insieme quella splendida giornata di sole; ma mi sembrava
improbabile: con tutta l’acqua che era caduta giù
dal
cielo in quelle settimane, dubitavo di trovare un pezzo di terreno che
non fosse simile a un’enorme pozzanghera di fango, altro che
incantevole radura! Ma in realtà non me ne fregava poi
molto:
ero felicissimo di stare accanto al mio amore, e ogni luogo diventava
stupendo, se c’era lei a illuminarlo!
Dopo una decina di minuti, Bella inforcò una stradina
laterale
che portava verso il mare; l’istante successivo notai un
cartello, che però non feci in tempo a leggere. Certo che
anche
lei, ci andava giù pesante con l’acceleratore! E
anche
questa nostra comune passione per la velocità e i motori mi
piaceva da impazzire!
Dopo qualche curva, un’enorme e bassa costruzione in legno
scuro
si palesò di fronte a noi, con numerosi recinti e cavalli.
Oddio, che meraviglia! Mi aveva portato al maneggio dove andava da
sempre la famiglia Swan! Non potevo crederci! Oggi forse avrei
cavalcato!
Iniziai ad agitarmi sul sedile, inquieto ed impaziente come un bambino.
Passammo sotto una grande insegna che recava il nome “Ranch
Patts”. Bella parcheggiò subito dopo
l’auto e quando
spense il motore mi guardò con un sorriso radioso.
-Pronto per l’equitazione?- mi chiese entusiasta.
-Amore mio! E’ fantastico! Non potevi scegliere un modo
migliore
per passare all’aperto questa bellissima giornata, grazie,
stellina! Non ho mai cavalcato, ma da quando ho visto te e Jasper quel
giorno alla spiaggia, mi è venuta voglia di imparare-
esclamai,
abbracciandola forte. Mi sorrise contenta.
-Non sapevo se i cavalli ti potessero piacere o meno… non ne
abbiamo mai parlato, ma mi sono detta… tentar non nuoce! E
in
caso di un tuo parere negativo ce ne saremmo tornati a casa. Ma devo
ammettere, dalla tua reazione, che è stata un’idea
magnifica. Vedrai, ti piacerà. Vieni…- mi
rivelò,
scendendo poi dall’auto. Non appena mettemmo piede fuori, un
uomo, alto e robusto, che doveva avere più o meno
l’età di Charlie, ci venne incontro sorridente.
-Bella! Piccola mia! Finalmente sei venuta! E’ dal matrimonio
che
non ti vedo!- esclamò, sollevandola e facendola volteggiare.
L’espressione felice e serena di Bella mi fece scaldare il
cuore… si vedeva chiaramente quanto fosse importante quel
luogo
per lei e quanto fosse affezionata a quell’uomo che
evidentemente
conosceva molto bene…
-Ciao Rob! Come stai? E Cleare?- gli chiese Bella, salutandolo.
-Noi tutto bene, tesoro! E a quanto mi racconta sempre tuo padre, anche
voi ragazzi state bene. E questo bel ragazzo… bè,
suppongo sia il famoso Edward!- affermò, rivolgendosi a me e
stringendomi la mano con una presa ferrea e sicura.
-Bè, non so se sono famoso, ma senz’altro sono
Edward!
E’ un vero piacere- risposi un po’ impacciato, per
la calda
accoglienza. Bella si mise a ridere.
-Io sono Robert Patts, il proprietario di questa baracca- si
presentò, sorridendomi.
-Vedi… papà è peggio delle
comari… e dato
che ha sempre tanto da fare in centrale, alla fine o gioca a carte per
interi pomeriggi oppure passa le ore al telefono con
quest’altro
pettegolo, così gli può spifferare gli affari
nostri!- mi
spiegò Bella, continuando a sogghignare.
-Ehi! Noi non siamo pettegoli! E’ solo che in qualche modo lo
dobbiamo pur occupare il nostro tempo, no?! E le storielle su voi
ragazzi sono più interessanti delle nostre, da vecchi
bacucchi!-
si difese, dandomi una poderosa pacca sulla spalla. -Speravo proprio di
vedere qualcuno di voi con questa bella giornata- aggiunse, iniziando
ad avviarsi verso l’edificio principale, mentre noi lo
seguivamo.
-So che il resto della famiglia aveva altri programmi, ma io ed Edward
passeremo il weekend nella casa al mare, quindi con questo bel sole, ho
pensato di approfittarne. E poi è tanto che non vengo da
Lorelai… e non dirmelo! So già che me la
farà
pagare!- lo informò Bella. Chissà chi era questa
Lorelai
che doveva fargliela pagare... ma non feci in tempo a chiedere nulla
che la risata tonante di Robert mi fece sobbalzare.
-Ohhh! Puoi giurarci piccola! Ha sentito la tua mancanza- le
confermò lui, mentre entravamo in un ufficio. Immediatamente
una
donna, che doveva avere l’età di Robert, ci venne
incontro
con un sorriso che faceva risplendere il suo viso: sembrava il ritratto
della felicità.
-Bella! Tesoro mio! Ma che stupenda sorpresa!- esclamò
contenta,
mentre la abbracciava; -Dio, quanto mi sei mancata, piccola mia!-
continuò, non mollando la presa.
-Donna, piantala! La stai soffocando!- la rimproverò Robert.
-Sta zitto, orso che non sei altro! E fammi stropicciare il mio piccolo
tesoro!- lo zittì immediatamente. Lui mi guardò
scrollando il capo, con un sogghigno fintamente esasperato: in
realtà si capiva lontano un miglio che sotto i modi burberi,
adorava sua moglie…
-Ciao Cleare! Anche io sono molto felice di vederti- la
ricambiò
con gioia Bella; poi si staccò e si voltò verso
di me.
-Cleare, lui è Edward!- mi presentò.
-Buongiorno signora, piacere- salutai, porgendo la mano. Ma Cleare,
sorprendendomi, la scansò per abbracciarmi forte.
-Ma quale ‘buongiorno signora’! Ciao va benissimo!-
mi
disse. Le sorrisi, annuendo. Poi guardò maliziosa Bella, che
alla sua occhiata, sbuffò sonoramente, arrossendo
leggermente.
-Sì, ci siamo messi insieme! Contenta?! Edward è
il mio
ragazzo e lo sai benissimo! Puoi anche smettere di guardarmi con
quell’espressione ammiccante- si lamentò, mentre
mi
abbracciava. Le cinsi la vita, baciandole la fronte. Cleare
scoppiò a ridere e abbracciò il marito.
-Era ora che me lo presentassi ufficialmente! Da come vi guardavate al
matrimonio dei vostri genitori, sembrava che voleste saltarvi addosso
da un momento all’altro!- ci schernì. Io
ridacchiai… non aveva poi tutti i torti! Bella era
semplicemente
favolosa al matrimonio e non ero riuscito a distogliere il mio sguardo
dalla sua meravigliosa figura nemmeno per un secondo…
-Cleare!- urlò Bella in tono di rimprovero, rossa come un
peperone.
-Oh, non fare tanto l’innocentina! Con questo gran pezzo di
figliolo, io non avrei aspettato tanto!- continuò
imperterrita,
ridendo, e facendo arrossire pure me stavolta; -Ahh avessi
vent’anni in meno!- sospirò afflitta.
-Sì, facciamo
anche trenta, va!- la canzonò il marito. Le lo
fulminò
con un’occhiataccia.
-Dato che mi precedi, per te facciamo anche quaranta, maleducato!- lo
insultò, facendoci scoppiare a ridere per il siparietto che
stavano inscenando. Erano adorabili e nonostante le punzecchiature
ironiche, avevano un modo si guardarsi negli occhi che sprigionava
amore da tutti i pori.
-Basta, dai! Altrimenti non ci verranno più a trovare, li
stai
mettendo in imbarazzo!- la rimproverò il marito,
bonariamente;
-E poi avranno voglia di uscire subito con questo bel sole. Magari una
domenica potreste venire a pranzo tutti da noi, così
conosceremo
anche gli altri. Al matrimonio c’era talmente tanta gente che
non
abbiamo nemmeno fatto le presentazioni come si deve!- ci propose Robert.
-Molto volentieri!- accettò con entusiasmo Bella; -Cleare
cucina
le bistecche più buone del mondo e le sue patate al
cartoccio e
la salsa barbecue sono rinomate in tutto lo stato di Washington! Per
non parlare poi della sua specialità: l’apple
pie…
mmm, semplicemente divina!- la elogiò, rivolgendosi a me.
-Grazie, tesoro mio! A proposito, ne ho sfornate un paio
mezz’ora
fa; ora ve ne incarto una così avrete il dolce
già
pronto!- si offrì, facendomi già venire
l’acquolina
in bocca.
-Ok grazie! Lo sai che alle tue torte non sono capace di dire di no-
accettò felice Bella.
-Bene, andiamo ragazzi- ci invitò a seguirlo Robert.
Salutammo
Cleare e lasciammo l’ufficio. Appena all’esterno ci
avvicinammo a uno dei recinti. Guardai Bella e mi meravigliai di quanto
fossero accesi i suoi occhi: risplendevano di una luce di
serenità e felicità che le avevo visto rare
volte.
Guardava i cavalli con adorazione, quasi una vera e propria
venerazione. In un attimo la vidi scavalcare il recinto e avvicinarsi a
un cavallo che, quasi come se l’avesse riconosciuta, le
andò incontro. Abbassò il muso
all’altezza del suo
viso e, mentre lei stava alzando una mano per accarezzarlo, le diede un
colpetto, come avesse voluto spingerla via. Le si mise a ridere, mentre
il mio cuore prese a galoppare: magari era pericoloso!
-Eddai, Lorelai, non fare così!- la ammonì Bella.
Ehh?!
Lorelai era una cavalla?! E perché mai doveva fargliela
pagare?
Non era mica una persona… ero un tantino confuso…
-Lo so che non sono più venuta, testona, ma ho avuto un
sacco di
impegni… quest’anno devo studiare molto di
più per
essere ammessa ad Harvard, lo sai! E poi…
bè… ti
devo dire un segreto: ho anche un fidanzato adesso! E’
bellissimo
e dolcissimo, un vero angelo…- wow, mi emozionavo ogni volta
che
mi elogiava in quel modo appassionato! Le sorrisi e lei mi
ricambiò.
-Ma ora sono qui, permalosona!- si rivolse di nuovo al cavallo, come se
stesse parlando con una persona che fosse in grado di risponderle... Io
ero sempre più perplesso e probabilmente dalla mia
espressione,
Robert intuì che cosa mi passava per la testa.
-Non sei pratico, vero?- mi chiese. Scrollai il capo, senza togliere
gli occhi dalla scena che mi si parava davanti; -Bella e Lorelai sono
molto legate! Bella era presente quando è nata, dieci anni
fa, e
si è sempre occupata di lei. A parte il mese che trascorre
d’estate in Italia, Bella non è mai stata
così
tanti giorni senza venire a trovarla. Anche quando il tempo non
permette di uscire, solitamente viene per farle fare qualche giretto
dentro il capannone, oppure passa il tempo con lei a spazzolarla e a
pulirla. Parlano molto, e probabilmente per te sarà
difficile da
credere, ma quelle due si capiscono al volo. Quando Bella è
presente, Lorelai sembra quasi un’altra cavalla…
è
come se rinascesse e in quest’ultimo periodo in cui non si
è più fatta vedere, Lorelai era molto
giù. So che
stiamo parlando di un animale e non di una persona…- mi
spiegò Robert, probabilmente notando il mio stupore;
-…ma
credimi se ti dico che i cavalli sono animali molto intelligenti,
spesso più intuitivi di noi poveri bipedi! Pensa che in
questi
giorni è talmente peggiorata che non si è
più
fatta cavalcare da nessuno… e ora, come puoi vedere tu
stesso,
sta facendo l’offesa con quella che considera la sua
padroncina,
nonché migliore amica- continuò, sorprendendomi
ancora di
più. Ero ancora incredulo, eppure vedevo Bella continuare a
chiacchierare con Lorelai dolcemente, mentre l’animale le
aveva
addirittura voltato la schiena. Non potevo credere ai miei occhi: il
loro rapporto era veramente speciale… sotto tutti i punti di
vista. Bè, almeno per un profano come me… non ne
sapevo
proprio niente di niente di cavalli e comunque di animali in generale.
Non avevamo mai posseduto nemmeno un gatto o un cane!
-Ma d’altronde, Lorelai, dovrà farci
l’abitudine,
perché il prossimo anno, quando Bella sarà ad
Harvard,
non penso proprio che potrà tornare spesso a casa-
mormorò, parlando più a se stesso che a me.
Sembrava
quasi triste. Notando come lo fissavo, Robert si schiarì un
po’ la voce con imbarazzo e mi sorrise.
-Vedi… noi non abbiamo potuto avere figli… e
così
Bella, Jasper, Rosalie è un po’ come se fossero
anche
figli nostri. Mi rendo conto che dovranno presto andare al college,
procedere con la loro vita, com’è giusto che sia;
ma allo
stesso tempo sento già la loro mancanza- mi
rivelò, con
una punta di malinconia nella voce. Gli sorrisi semplicemente, non
sapendo cosa dire. Bella tornò verso di noi.
-Vabbè! Allora se sei proprio tanto arrabbiata, questi
zuccherini li darò a Angel, e porterò lui a fare
una
passeggiata in riva al mare- urlò, per farsi sentire dalla
cavalla, che ancora le dava la schiena. A quelle parole, Lorelai si
voltò e iniziò a procedere verso di noi
lentamente.
Appena Bella ci raggiunse, si appoggiò con noncuranza alla
staccionata, e si sporse per lasciarmi un bacio su una guancia. In un
attimo Lorelai era dietro di lei, e le colpì la schiena
piano
con una musata. Bella sorrise vittoriosa e schiacciò
l’occhiolino a Robert. Si voltò verso la cavalla
che
teneva il muso basso accanto a lei e l’accarezzò,
baciandola proprio all’altezza degli occhi; poi
aprì la
mano rivelando degli zuccherini. Lorelai li mangiò
immediatamente dalla sua mano, nitrendo poi, come se stesse ridendo.
-Bene! Pace fatta! E’ troppo facile, questa è una
golosona!- esclamò Bella, voltandosi di nuovo verso di me.
-Come la padrona, allora!- sogghignai, facendo ridacchiare anche il
buon Rob. La mia cucciolotta mi fece la linguaccia e mise la mano nella
tasca della giacca: ne tirò fuori altri zuccherini che mi
porse.
-Tieni, Edward. Ora farò le presentazioni. Poi aprirai bene
la
mano e la terrai ferma, così scopriremo se le piaci- mi
informò. Sgranai gli occhi… non sapevo se era una
buona
idea… dovevo ammettere che l’imponenza di quel
cavallo mi
faceva un po’ paura.
-Stai scherzando?- le chiesi titubante, mentre Robert scoppiava a
ridere.
-Affatto! E non fare il fifone… mica ti mangia!- mi rispose
tranquilla; -Allora Lorelai, questo è il mio Edward!- si
rivolse
alla cavalla. Io mi sporsi un po’ e tesi la mano verso di
lei,
con il palmo bene aperto come si era raccomandata Bella.
L’animale si avvicinò e poi abbassò
subito il muso
per poter mangiare. La sua lingua era grande, calda e ruvida e mi
solleticava la mano… non era una sensazione sgradevole,
anzi… mi sentivo quasi orgoglioso di me stesso: cavoli!
Stavo
dando da mangiare a un cavallo! Bella mi sorrise radiosa e mi fece
cenno di provare ad accarezzarla.
-Cerca di farti vedere sicuro, non titubante, figliolo…- mi
sussurrò Robert; -Gli animali avvertono la paura lontano un
miglio e si innervosiscono- mi spiegò. Feci un bel respiro
profondo e alzai la mano posandola delicatamente sul muso di Lorelai,
che si lasciò accarezzare tranquilla. -Eh bravo
ragazzo…
le piaci molto!- osservò infine.
-Come alla padrona…- mi sussurrò Bella
all’orecchio
facendo ricoprire di brividi la mia schiena. Le sorrisi complice e
restammo un po’ lì a fare conoscenza con lei e
ogni minuto
che passava mi sentivo sempre più sicuro e tranquillo. Mi
piaceva quel posto: Cleare e Rob erano una coppia simpaticissima e
avevo appena scoperto che il caldo contatto con il morbido pelo di
Lorelai mi donava tranquillità.
-Bravissimo, Edward! Continua così- mi elogiò
Robert;
-Dovete andate di bello, ragazzi?- ci chiese poi, rivolgendosi
più che altro a Bella.
-Pensavo di fare una passeggiata sulla spiaggia, perché i
boschi
saranno impraticabili con tutta la pioggia degli ultimi giorni. Poi
faremo un picnic e torneremo nel primo pomeriggio. Non penso
però che ci allontaneremo molto, visto che è la
prima
volta per lui- gli spiegò Bella, indicandomi.
-Bravissima… altrimenti questo povero ragazzo domani non
muoverà un muscolo! Anche se mi sembri un tipo atletico e
decisamente in forma, non penso che avrai tanto piacere a sederti, per
qualche giorno! Purtroppo i primi tempi che si cavalca, bisogna mettere
in conto certi dolorini alle chiappe! Eh eh!- esclamò,
ridendo
all’ultima battuta; -Vado a prendere il necessario per
sellare
Lorelai- e si allontanò.
-Non solo quando si cavalca, vero amore?- sussurrai malizioso
all’orecchio di Bella, mordicchiandoglielo piano. La sentii
fremere e la vidi arrossire.
-Edward, per favore… rischio di saltarti addosso qui, in
questo
istante…- mi rivelò Bella, lasciandomi basito. La
mia
piccola gattina quando tirava fuori gli artigli, uscendosene con certe
frasi sensuali, mi faceva ribollire il sangue nelle vene! La abbracciai
di slancio e la strinsi forte al mio petto; le mie labbra si posarono
impetuose sulle sue. Ero stato anche troppo tempo senza sentire il suo
dolce sapore! Ma appena le nostre lingue si incontrarono, approfondendo
il nostro bacio, un colpetto del muso di Lorelai ci diede una poderosa
spinta, interrompendo il nostro entusiasmante contatto.
-Uhh, ragazzi, che fuoco! Però mi sa che qui, qualcuna,
è
gelosetta della nostra Bella!- sentimmo esclamare dalla voce divertita
di Cleare, che evidentemente, mentre eravamo persi uno
nell’altra, ci aveva raggiunti. Scoppiammo a ridere, mentre
lei
ci guardava sorniona tenendo in mano un pacchetto. Con molta
probabilità era la nostra torta. Ci raggiunse anche Robert
con
tutto il necessario e, scavalcando la staccionata, sellò
Lorelai.
-Bella ti posso chiedere un favore?- le domandò. Lei
annuì, mentre io sistemavo nello zaino la torta e
ringraziavo
Claire.
-Negli ultimi tempi, non si è più lasciata
cavalcare da
nessuno… sono riuscito a farle fare qualche giretto al
passo,
tenendola per le redini, ma niente di più…- le
confessò. Bella si stupì.
-Ma Robert! Perché non mi hai chiamata?! Sarei venuta di
corsa!- lo rimproverò Bella.
-Scusa piccola… ma non volevo disturbarti… e poi
lo sai
anche tu che si deve abituare all’idea di non vederti spesso,
quindi…- si giustificò.
-Non ti preoccupare, ho capito… ha bisogno di sgranchirsi un
po’ con una bella galoppata e non solo una passeggiata- lo
rassicurò Bella. E già alla parola galoppata il
mio cuore
subì un’accelerazione: mi dispiaceva per Lorelai,
ma io
non mi sentivo per niente pronto a cavalcare nel modo che avevo visto
fare a Bella e Jasper!
-Vi ricordo che Edward non ha mai cavalcato, e dalla sua espressione
direi anche che non ci tenga nemmeno un pochino a farsi una bella
corsa- li redarguì immediatamente Cleare. Santa donna!
-Lo so, Cleare! Non rischierei mai il collo di Edward!- la
rassicurò Bella, permettendomi di ritornare a respirare in
maniera regolare. Le sorrisi per ringraziarla e le mi prese la mano tra
le sue per confortarmi.
-Ti dispiace se faccio fare il percorso a ostacoli per un paio di volte
a Lorelai? Così si sgranchisce un po’ e poi
potremo fare
la nostra passeggiata. Non ci vorrà molto- mi chiese
dolcemente.
-Non mi dispiace per niente… e poi così ti
potrò
vedere all’opera… però,
Bella… non puoi fare
una semplice corsetta e basta? Proprio il percorso a ostacoli?- mi
preoccupai. Sentii Robert e Claire ridere forte e avvampai
immediatamente. Probabilmente stavo facendo la figura dello stupido, ma
non potevo fare a meno di essere protettivo con la mia donna. Bella mi
strinse la mano e mi accarezzò la guancia.
-Non ti preoccupare, amore… Non mi accadrà nulla!
L’ho fatto milioni di volte- mi rassicurò. Mi
rassegnai e
ci spostammo verso il percorso ad ostacoli presente nel recinto accanto
a quello in cui ci trovavamo, mentre Bella saliva in sella a Lorelai.
Le diede due pacchette e si chinò a sussurrarle qualche
parolina
di complicità femminile che ottenne un nitrito di
approvazione
equina; poi iniziò a fare due giretti nel recinto. La sua
andatura acquistò pian piano velocità e poi, di
colpo,
prese la rincorsa e, galoppando, saltò il recinto dove si
trovava, per avviarsi all’altro, che superò con un
ennesimo balzo. Io la guardavo incantato, mentre continuava a correre e
saltare ostacoli come se fosse la cosa più naturale del
mondo.
Mio Dio, era bellissima: il viso era sereno ma concentrato nello
sforzo, i capelli le svolazzavano per la velocità, il corpo
era
piegato in avanti e ogni volta che si apprestava a saltare faceva leva
con le gambe sulle staffe, e sollevava il bacino restando sospesa sulla
sella, finché Lorelai non tornava a toccare terra. Sembrava
ci
fosse nata su quel cavallo ed era talmente meravigliosa e stupenda, che
mi sembrò di potermi innamorare di nuovo di quella ragazza
dalle
mille qualità…
Dopo qualche giro, in cui rimasi ammutolito e assorto nella sua
contemplazione, Bella rallentò l’andatura,
riportando
Lorelai al trotto e dirigendosi verso di noi. Non appena ci raggiunse
mi sorrise apertamente.
-Sei stata spettacolare, amore! Non ho parole…- mi
complimentai,
fiero e orgoglioso di lei. Naturalmente Bella non mancò di
arrossire come sempre, ma poi mi porse la mano.
-Andiamo?- mi chiese. Robert mi prese lo zaino e la coperta di mano.
-Infila il piede nella staffa, Edward… poi fai leva sulla
gamba
e forza con il braccio, in modo da darti un piccolo slancio per poi
sederti dietro Bella- mi spiegò Cleare. Feci come mi aveva
detto
e in un attimo, per la prima volta in vita mia, mi ritrovai seduto su
un cavallo. Wow, che sensazione! Mi sistemai un po’ meglio e
poi
mi ancorai alla vita di Bella. Lei si voltò un po’
verso
di me e mi sorrise.
-Pronto?- mi domandò. Annuii, dandole un bacino sulla
guancia.
Robert ci sistemò lo zaino e la coperta dentro una grande
borsa
appesa alla sella.
-Ragazzi vi ho messo nella borsa anche un telo di plastica,
perché la sabbia sarà bagnata e non sarebbe
piacevole
stare su una coperta umida… meglio evitare
l’umidità al fondoschiena!- ci informò
Robert.
Quell’uomo era veramente previdente e molto premuroso.
-Ed io, invece, oltre alla torta ho aggiunto anche due birre
analcoliche, così avrete qualcosa di fresco da bere-
aggiunse
Cleare.
-Grazie a tutti e due. Vi voglio bene!- esclamò Bella.
Ringraziai anch’io e mi strinsi di nuovo a Bella.
-Bene! Mi raccomando, non mollarmi mai, ok?- si assicurò lei.
-Non preoccuparti, piccola… non ho nessuna intenzione di
lasciar
andare la mia ferrea presa dal tuo corpo…- le spiegai con un
filo di malizia. Lei mi sorrise, poi salutammo e ci incamminammo verso
la spiaggia. Dopo un breve tratto di stradina sterrata, sbucammo in
spiaggia: il panorama era incantevole, e l’infrangersi delle
piccole onde del mare calmo, creava una sorta di musica di sottofondo
che infondeva tranquillità e serenità. La
temperatura
fredda era per fortuna mitigata dallo splendido sole che aveva deciso
di allietare la nostra giornata e donava calore ai nostri corpi. Senza
rendermene conto, pian piano mi rilassai, lasciando definitivamente la
posa rigida che avevo assunto. In quel momento, felice e emozionato
accanto al mio amore, ero in pace con il mondo.
-Finalmente, ti stai rilassando- mormorò, ridendo Bella. La
abbracciai più forte, appoggiando il mio mento sulla sua
spalla
e lasciandole un bacio sul collo.
-Sì… devo ammettere che non credevo mi sarebbe
piaciuto
così tanto andare a cavallo- le confessai. Lei
alzò la
mano e mi accarezzò dolcemente la guancia.
-Ne sono felice! Diciamo che lo speravo tanto, perché i
cavalli
sono una parte importante della mia vita e mi farebbe piacere
condividere con te questa mia grande passione- mi rivelò,
con la
voce emozionata.
-Pensa che, da quella domenica in cui ho visto te e Jasper cavalcare,
ho sempre desiderato chiederti… bè,
ecco… di
insegnarmi- le confidai.
-Davvero?! E perché non me ne hai mai parlato?- si
meravigliò.
-Non so… è stato un periodo abbastanza pieno e
frenetico
e non c’è più stata occasione di
tornare su questo
argomento… avevo in mente di offrirti una sorta di scambio-
le
spiegai.
-Che scambio?- mi chiese immediatamente curiosa, voltandosi verso di
me. Mi irrigidii all’istante.
-Non è meglio se guardi… che so…
davanti?-
bofonchiai. La risata di Bella echeggiò nel vuoto,
disperdendosi
tra i musicali suoni della natura.
-Amore… guarda che non sto guidando! Lorelai è
perfettamente in grado di andare avanti dritta senza sbattere da
nessuna parte, anche se io non guardo di fronte a me!- mi
schernì, continuando a sghignazzare. -Signorina Swan, faccia
poco la spiritosa, perché io non sono un esperto e lei non
si
sta comportando affatto in maniera carina!- la rimproverai, dandole un
pizzicotto sul fianco, facendola sobbalzare pericolosamente.
-Ferma!- urlai. Ero proprio stato uno stupido! La risata di Bella, se
possibile, aumentò ancora.
-Ahahah! Sei proprio buffo quando hai paura! Non ti preoccupare, non
cadrò… quando non sono le mie gambe a dovermi
reggere, ho
un ottimo equilibrio! In moto è la stessa cosa- mi
rivelò.
-Ok, d’accordo, ma non ti muovere tanto comunque…
sono
più tranquillo, ok?- la pregai. Annuì e mi diede
un bacio
veloce sulle labbra.
-Allora, me lo spieghi questo scambio che volevi fare?-
tornò a chiedermi.
-Bè… volevo proporti delle lezioni di pianoforte,
in
cambio di lezioni di equitazione… ma alla fine mi hai
preceduto
iscrivendoti al corso- le spiegai.
-Affare fatto!- esclamò improvvisamente euforica; -Se ne
avrai
voglia verremo una o due volte la settimana qui al ranch, e farai
pratica, così la prossima primavera quando ci saranno
giornate
meravigliose come questa, potremmo cavalcare insieme. Non hai idea di
quanto tu mi abbia reso felice!- affermò, con una luce
radiosa
nello sguardo. Le scintillavano gli occhi di gioia… si
vedeva
chiaramente; ed io mi sentivo orgoglioso di essere la fonte di tale
felicità. Era tutto perfetto, anche se mi resi conto che
mancava
ancora qualcosa: dovevo raccontarle del mio passato. Quando ci saremmo
fermati per pranzare, avrei preso coraggio e le avrei raccontato ogni
più piccolo dettaglio di quell’anno
così doloroso
ed oscuro.
Era giusto che sapesse, anche se ancora avevo il terrore di deluderla
profondamente. Ma non potevo più rimandare… Bella
era la
mia ragazza e aveva il diritto di conoscere tutta la verità,
per
quanto disonorevole e spiacevole fosse.
ANTEPRIMA CAPITOLO 94
Pov
Emmett
-Non è niente, orsacchiotta. E’ solo che ho voglia
di
uscire e vorrei che finissi presto- le mentii, sperando che mi
credesse. Lei mi fissò, mentre i suoi occhi si riducevano a
due
fessure in un’espressione sospettosa. Si staccò di
colpo
dal mio corpo e con le braccia sui fianchi mi squadrò
intensamente. Cazzo! Quando mi guardava così mi faceva paura
e
mi eccitava allo stesso tempo! Là sotto qualcuno stava
iniziando
a fare capolino… Merda! Se si fosse accorta del mio
amichetto
sveglio mentre lei era incazzata, nemmeno un santo mi avrebbe salvato
dalla sua furia!
-Emmett
Cullen!-
tuonò; -Ora, tu mi dici esattamente cosa ti passa per quella
testaccia dura che ti ritrovi! Quindi sputa il rospo immediatamente, o
la volta che ti ho sbattuto fuori dalla camera come mamma ti ha fatto,
non sarà niente a confronto, credimi!- mi ordinò,
con un
ghigno sul viso. Oh porca puttana! Non volevo certo rovinare il nostro
primo appuntamento! Dovevo farmi coraggio e dirle la
verità… Rose fiutava le bugie lontano un miglio!
E non le
sopportava proprio.
Capitolo 95 *** Cap. 94: Confidenze e rivelazioni ***
Cap. 94
Buongiorno ragazze!
Come state? Speriamo tutto ok!
E' arrivato il momento di un piccolo pov Emmett. Molte di voi lo
aspettavano e non sarà l'unico del weekend! Poi ci
sarà la prima parte del racconto di Edward a Bella sul suo
passato. Abbiamo deciso di dividerlo in due capitoli per non
rendere questo weekend troppo triste.
Ora vi lasciamo al chappy e poi ci direte che ne pensate di questo
Edward così tormentato. Che mai avrà combinato
per sentirsi così in colpa?! Lo saprete presto.
Un bacione a tutte quante e un grazie enorme a tutte voi che ci seguite! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 94
Confidenze
e rivelazioni
Pov Emmett
Alice e Jasper erano appena partiti per Seattle e la mamma non era
ancora tornata dalla spesa.
Rose stava finendo di studiare ed io mi sentivo sempre più
impaziente di poter iniziare a godermi quello splendido sabato con la
mia orsacchiotta. Ero parecchio irrequieto e continuavo a sedermi,
alzarmi, passeggiare per poi risedermi… e tutto
perchè
quando erano arrivate le rose per Alice mi ero amaramente pentito di
non aver pensato anche io a qualcosa del genere per Rose. Avevo
chiaramente notato come le si erano illuminati gli occhi alla vista dei
fiori e potevo scommetterci il collo che ci era rimasta male
perché non era stata lei a riceverli…
Ma perché cazzo non ci avevo pensato io ad un gesto
così
romantico?! Cretino, idiota e troglodita! Tu sei solo capace a farla
incazzare perché le strappi i completini intimi!, mi
insultai.
-Emm, si può sapere che cos’hai? Mi stai facendo
impazzire!- esclamò improvvisamente Rose, palesemente
irritata.
Mi immobilizzai in mezzo alla stanza, guardandola perplesso. Poi mi
resi conto che probabilmente si riferiva al fatto che continuavo ad
agitarmi ed evidentemente la stavo deconcentrando. Abbassai il capo
imbarazzato. Lei si alzò e mi venne accanto, accarezzandomi
dolcemente la guancia. Già solo quel gesto innocente mi fece
partire il testosterone a mille…
-Amore mio, si può sapere cosa ti succede? Lo sai che a me
puoi
dire tutto, vero?- cercò di capire quell’angelo
biondo.
Sospirai a fondo e le circondai la vita con le mie braccia. Ogni volta
sentirla completamente abbandonata ai miei abbracci mi faceva sentire
il ragazzo più fortunato del mondo.
-Non è niente, orsacchiotta. E’ solo che ho voglia
di
uscire e vorrei che finissi presto- le mentii, sperando che mi
credesse. Lei mi fissò, mentre i suoi occhi si riducevano a
due
fessure in un’espressione sospettosa. Si staccò di
colpo
dal mio corpo e con le braccia sui fianchi mi squadrò
intensamente. Cazzo! Quando mi guardava così mi faceva paura
e
mi eccitava allo stesso tempo! Là sotto qualcuno stava
iniziando
a fare capolino… Merda! Se si fosse accorta del mio
amichetto
sveglio mentre lei era incazzata, nemmeno un santo mi avrebbe salvato
dalla sua furia!
-Emmett Cullen!- tuonò; -Ora, tu mi dici esattamente cosa ti
passa per quella testaccia dura che ti ritrovi! Quindi sputa il rospo
immediatamente, o la volta che ti ho sbattuto fuori dalla camera come
mamma ti ha fatto, non sarà niente a confronto, credimi!- mi
ordinò, con un ghigno sul viso. Oh porca puttana! Non volevo
certo rovinare il nostro primo appuntamento! Dovevo farmi coraggio e
dirle la verità… Rose fiutava le bugie lontano un
miglio!
E non le sopportava proprio.
-E’ che… che mi sento un perfetto coglione! Non
riesco mai
a combinarne una giusta! Quando mi sembra di fare qualcosa di carino,
come il nostro appuntamento di stasera, c’è sempre
qualcuno che è un passo avanti a me! E tutto quello che
organizzo io, a confronto, sembra una puttanata- le confessai di getto.
Lo sguardo di Rose da duro e incazzato divenne sempre più
dolce,
fino a che sul suo volto meraviglioso apparve uno splendido sorriso che
la rese talmente raggiante da lasciarmi senza fiato. Senza avere
nemmeno il tempo di capire cosa le passasse per la testa, Rose mi
saltò in braccio, allacciando le sue gambe intorno alla mia
vita
e riempiendomi il viso di baci, lasciandomi senza parole. Ero felice
naturalmente, ma non riuscivo proprio a comprendere il suo repentino
cambiamento: io le rivelavo che mi sentivo inadeguato perché
gli
altri erano decisamente più romantici e lei ne era
felice… boh?! Donne!
-Tu sei il ragazzo più dolce e sensibile che io abbia mai
conosciuto, Emmett Cullen! E ti amo da morire proprio per questo!-
dichiarò, mentre sul mio viso doveva essere ben chiara la
mia
confusione. Con ancora attaccata la mia bimba, stile koala, mi andai a
sedere sul divano.
-Anche io ti amo, ma sinceramente non ho la più pallida idea
di
come tu mi possa contraccambiare… non riesco ad essere
romantico
o smielato come mio fratello o come Jasper. Non mi viene in modo
spontaneo e naturale: non ho pensato a regalarti dei fiori, a invitarti
fuori prima di oggi… non ti faccio mai complimenti carini ma
solo battute oscene, e non sono per niente delicato quando alla tua
vista meravigliosa mi infiammo come un cerino!- affermai tutto
d’un fiato e improvvisamente agitato. Avevo la netta
sensazione,
mentre le parlavo, che farle notare le mie mancanze non fosse proprio
una mossa saggia, anzi… ma contrariamente a quello che
pensavo
il suo sorriso si allargò sempre di più e nei
suoi occhi
potei scorgervi solo tanto, tanto amore.
-Emm… fin da quando avevo dodici anni sono sempre stata
corteggiata con fiori, cioccolatini, richieste di appuntamenti anche
solo per una semplice passeggiata… e sai benissimo che non
ho
mai detto di sì a nessuno! Pensi che se veramente mi fosse
importato di quelle stupidate non avrei accettato qualche invito? Se
per me quelle fossero state cose importanti, prima o poi qualcuno
sarebbe riuscito a strapparmi un sì, non credi?- mi chiese,
con
un tono dolce e gentile.
-Sì, ma…- provai a controbattere, ma lei mi
posò
un dito sulla bocca e scosse la testa in segno di diniego.
-No, amore mio… niente ma! Io ti amo e ti adoro
così come
sei. Alice ha ricevuto dei fiori da Jazz? Bene! Sono contenta per lei!
Bella ha trascorso una serata super romantica organizzata da Edward?
Perfetto! Sono strafelice anche per lei! Ma lo sai ciò che
rende
felice… me? Tu! Sempre e soltanto tu!- mi rivelò
con gli
occhi sempre più lucidi e il tono di voce emozionato.
Deglutii
perché mi si stava formando un groppo in gola, che mi
sembrava
mi bloccasse la respirazione. La sua mano accarezzò di nuovo
il
mio viso, donandomi un calore e un tepore inimmaginabili.
-Scusami Emm… se tu oggi ti sei sentito così in
difetto è solamente colpa mia!- la guardai sbalordito.
-Sì è causa mia, perché finora non ti
ho mai detto
cosa mi rende veramente felice… ma te lo rivelo adesso: la
tua
costante presenza accanto a me. Tu ci sei sempre… e non
intendo
solo fisicamente, ma mi riferisco alla tua presenza qui…- e
si
toccò il petto all’altezza del cuore, facendomi
commuovere
come un bimbo.
-In questo posto speciale che è rimasto chiuso per tanto
tempo,
aspettando solo la persona giusta a cui donarne la chiave per aprirlo.
Io ti ho sempre confessato che quello che mi ha conquistata di te
è la tua capacità innata di farmi ridere; ma il
mio amore
immenso non si riduce solo a quello. Io ti amo per tantissimi
motivi… tu sei la mia perfetta metà e sei una
persona
meravigliosa… sotto quella corazza da burlone
c’è
il ragazzo più sensibile che abbia mai conosciuto. Quando la
situazione si fa seria, non ci metti nemmeno un attimo a intuirlo e a
mettere da parte il lato infantile del tuo carattere… ti
trasformi secondo l’esigenza nel migliore amico, migliore
amante,
miglior fratello, miglior figlio che uno possa mai desiderare! Indossi
una maschera di falsa superficialità, che sparisce
nell’esatto istante in cui ti accorgi che qualcuno che ami
sta
male o che ha bisogno del tuo sostegno e della tua gigantesca
capacità di amare…- rimasi allibito dalle
favolose parole
della mia Rose… ed ero così felice
perché lei mi
amava in modo incredibile!
-Spesso quando i miei occhi si fanno tristi perché persi in
lontani e dolorosi ricordi, io non ho bisogno di proferire parola
perché tu mi comprendi al volo e già solo con un
tuo
caldo abbraccio riesci a consolarmi e a riportare la
serenità
nel mio cuore. Così hai fatto con tua madre, con Alice, con
Edward… Tu non devi mai dubitare di non essere
all’altezza
di qualcuno, perché caso mai sono gli altri che non sono
alla
tua! E spesso ho paura di non meritarti proprio!- affermò
con un
tono sicuro. Ero sbalordito e senza parole. Quella ragazza meravigliosa
mi aveva compreso nel profondo e pensava addirittura di non meritarmi?!
Era pazza!
La strinsi forte, mentre il groppo alla gola si faceva sempre
più pressante. Le sue mani mi accarezzarono per qualche
minuto
la schiena, infondendo una calma e una serenità che
raramente mi
concedevo. Poi si scostò un po’ per guardarmi
nuovamente
negli occhi. Le sorrisi, senza ancora riuscire ad emettere un
suono… ero troppo emozionato e non mi fidavo per niente
della
mia voce, che avrebbe potuto spezzarsi da un momento
all’altro se
avessi parlato…
-Emmett… io non potrei mai più vivere senza di
te! Tu
rendi le mie giornate degne di essere vissute! E non voglio mai
più vedere quel meraviglioso mare nei tuoi occhi agitarsi e
incupirsi per cazzate come quella di domenica, ok?- mi
rimproverò. Sgranai gli occhi sorpreso. Possibile che si
fosse
accorta del mio turbamento e della mia gelosia? Come se mi avesse letto
nel pensiero, mi sorrise e annuì.
-Sì, amore… ho visto le occhiate furtive che
lanciavi a
Seth… e ti assicuro che non hai niente da temere! Seth ha
sempre
avuto una cotta per me fin da ragazzini… però non
mi
è mai interessato. E’ un bel ragazzo ed
è un amico
importante per me… ma niente di più! Il mio cuore
è stato definitivamente rubato da un orso un po’
scemotto
che si fa mille paranoie di non essere alla mia altezza, quando sarei
io a dover ringraziare il cielo ogni singolo giorno per essere riuscita
a conquistarti! Io amo solo te e sarà così
sempre!
Chiaro?- mi spiegò ancora. Le mie parole, come un fiume in
piena, ruppero gli argini.
-Ti amo Rosalie! Più della mia vita, credimi! Non
dimenticarlo
mai e promettimi una cosa: quando riterrai che io mi stia comportando
come un cretino troglodita, senza un minimo di attenzione nei tuoi
confronti me lo dirai subito, in modo che io possa rimediare ai miei
errori prima che sia troppo tardi e ti perda per sempre!- dichiarai,
facendola di nuovo aderire al mio corpo… non riuscivo a
starle
lontano… era come una calamita per me!
-Non ti preoccupare perché non
succederà… non sono
le attenzioni materiali che mi mancano… promettimi solo che
ti
impegnerai a rimanermi sempre così vicino come hai fatto
finora,
nel bene e nel male- mi chiese.
-Te lo giuro, amore mio!- le promisi. Sorrisi, felice come non mai. Ero
proprio stato uno stupido a non confidarmi prima con lei… e
un
vero e proprio cretino a farmi quelle paranoie inutilmente! Sentii
l’impulso di riappropriarmi di quella bocca così
rossa e
sensuale e mi avventai come un disperato sulle sue succose labbra. Rose
rispose al bacio con veemenza, infuocandomi maggiormente. Dio, quanto
era meravigliosa e calda la sua bocca… e le sue labbra
così carnose! La mia lingua, con urgenza, entrò
nella sua
bocca, esplorando e assaporando quella meravigliosa cavità.
Le
mie mani percorrevano avide il suo corpo statuario, sollevandole la
maglietta e accarezzandole la pancia, la schiena, le braccia, il grande
e morbido seno… Lei ricambiava ogni grammo del mio ardore e
come
sempre stavo andando a fuoco!
Scesi a baciare il suo profumato collo, poi la clavicola e infine
sempre più giù, finché non mordicchiai
con impeto
selvaggio un seno sopra il tessuto… poi scostai la maglia e
liberai quella soffice collina dal reggiseno: un forte gemito
uscì dalla bocca del mio angelo quando iniziai a succhiarle
con
golosità la punta inturgidita... dio, mi esaltava sentirla
così abbandonata al piacere!
Un tonfo sordo ci fece sobbalzare contemporaneamente: affinai
l’udito, in allerta… merda, mia mamma! Stava
parcheggiando
l’auto in garage! Rapidi come fulmini ci ricomponemmo
all’istante. Ormai eravamo praticamente non sgamabili!
Rose ritornò seduta al tavolo, dove per fortuna erano ancora
sistemati i suoi libri. Ne presi uno anch’io e mi sistemai
sul
divano.
-Ehilà, ragazzi… tutto bene?- ci
salutò mia madre, aprendo la porta.
-Certo mà! Ti do una mano con la spesa?- mi offrii
alzandomi.
Non appena mi avvicinai alla mia dea le strizzai un occhio, in segno
d’intesa; lei mi sorrise maliziosa e felice. Aveva ragione:
io e
lei avremmo passato un bel pomeriggio e una magnifica
serata… e
chi se ne fregava di fiori e gesti teatrali… noi non ne
avevamo
bisogno! Il nostro rapporto era diverso da quelli più
tradizionali di altre coppie, ma ugualmente profondo e importante. Ora
ne ero certo!
Pov
Bella
Era già una mezz’oretta che ci eravamo fermati per
pranzare. Mi sentivo più felice che mai: ad Edward era
piaciuta
da morire la passeggiata a cavallo e aveva intenzione di imparare a
cavalcare. Ancora faticavo a credere quante cose avessimo in comune: le
stesse passioni, gli stessi interessi, la voglia reciproca di conoscere
ogni aspetto e sfumatura l’uno
dell’altro; e poi, non
da ultimo, l’intenzione di recarci alla stessa
università.
Avremmo passato i prossimi anni sempre insieme… e nonostante
fosse trascorso appena un mese, eravamo così in sintonia che
il
nostro rapporto sembrava quello di due persone che si frequentavano da
anni!
Ormai avevamo quasi finito di mangiare e ci stavamo gustando la torta
di Cleare che, come sempre, era un’autentica squisitezza.
-Oddio! Ma questa torta è una meraviglia!-
esclamò
estasiato Edward. Scoppiai a ridere alla sua espressione di puro
godimento: masticava lentamente e teneva gli occhi chiusi…
-Te l’avevo detto che è una cuoca favolosa! E
sentirai
quando andremo da lei a pranzo! Anche tutto il resto di quello che
cucina è a questi livelli- lo informai. Mi sorrise felice,
mentre mettevo via tutto di nuovo nello zaino.
-Ehi, cucciola! Vieni un po’ a sederti qui! Sento troppo la
mancanza del tuo corpo quando non mi sei appiccicata- mi
confessò con una punta di imbarazzo, insolita per lui.
Sorrisi e
non me lo feci ripetere due volte e andai ad accoccolarmi tra le sue
gambe, appoggiando la mia schiena al suo petto, mentre lui si sistemava
meglio, appoggiandosi al tronco accanto al quale ci eravamo sistemati.
Osservavamo il mare placido e calmo e i nostri sguardi si perdevano
all’orizzonte… solo il cadenzato rumore della
risacca
cullava i nostri respiri.
-Questi luoghi sono davvero meravigliosi… e molto
suggestivi-
mormorò al mio orecchio, lasciandomi un bacio sul collo, e
facendomi rabbrividire. Annuii, senza proferire parola…
stavo
troppo bene e non avevo nemmeno voglia di parlare… sarei
potuta
stare ore e ore così abbracciata al mio Edward, in riva al
mare,
a farci riscaldare dallo splendido sole che stava allietando la nostra
giornata…
-Bella… credo sia il momento adatto per dirti…
bè… vorrei… ecco io vorrei raccontarti
tutto… del mio passato…- sussurrò
Edward, quasi
titubante ed impacciato. Mi irrigidii all’istante, scioccata:
non
mi aspettavo che avesse deciso proprio in quell’istante di
rivelarmi ogni cosa… La mia era stata una reazione
sorpresa… non perché non volessi ascoltarlo, ma
perché mi rendevo conto quanto gli costasse ammettere certe
verità del suo oscuro e difficile passato; e queste, a
quanto
avevo capito, avevano causato tanto dolore e amarezza in ciascuno di
loro. Però allo stesso tempo non volevo che restasse
quell’ombra a dividerci… e soprattutto non volevo
che
potesse pensare che avrei cambiato la mia opinione più che
positiva su di lui… non doveva temere il mio giudizio,
quindi
cercai di nuovo di rilassarmi.
-Ti ascolto amore, e vorrei che non ti preoccupassi, perché
non
ho nessuna intenzione di giudicarti. Quindi parlami tranquillamente e
non avere nessuna paura a confessarmi ogni cosa… sono
pronta,
confidami ciò che ti angoscia…- cercai di
rassicurarlo,
con un tono di voce dolce. Appoggiai la mia testa alla sua spalla e le
nostre guance vennero in contatto, donandomi una sensazione di pace. Lo
sentii sospirare profondamente, come a tentare di tirare fuori un
coraggio che sembrava aver perso… ma forse per lui era
semplicemente complicato parlare di una serie di ricordi tanto dolorosi
e strazianti…
-Ti amo… sempre e comunque, Edward!- ribadii, stringendo le
mani
sulle sue. Rafforzò il suo abbraccio, come se temesse un mio
eventuale allontanamento… poi inspirò deciso.
-Come avrai già capito ero molto legato a mio
padre… era
il mio mito, il mio eroe… dacché io ricordi, ogni
giorno
lui ha cercato di trasmetterci il suo amore per il prossimo. Ci ha
sempre insegnato che dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare chi
sta peggio di noi, perché ci sarà sempre qualcuno
che
avrà bisogno di tutta la solidarietà fattibile.
Io ho
sempre cercato di seguire i suoi insegnamenti, nonostante fossi solo un
ragazzino, perché ero animato dal suo stesso entusiasmo. Ma
quando lui è… mancato, proprio a causa di questo
grande
amore nell’aiutare gli altri, ho reagito nella maniera
più
sbagliata che potesse esistere e… sono certo che dovunque
sia,
l’ho deluso profondamente…- mi rivelò,
con una voce
da cui traspariva tutto il suo enorme dolore. Mi si stringeva il cuore
a sentirlo così affranto e strinsi le sue mani, intrecciate
sul
mio ventre, per cercare di dargli un minimo di conforto.
-Edward… qualunque cosa tu abbia detto o fatto in passato,
io
non riuscirò mai a credere che tuo padre non sia orgoglioso
e
fiero del ragazzo che sei oggi! Non so ancora come siano andate le
cose, quando è mancato; e non metto in dubbio che tu abbia
commesso degli sbagli. Ma l’importante è
comprendere i
propri errori e trarne un insegnamento utile, che ci serva per non
commetterne più… o perlomeno non commettere
più
gli stessi… almeno è ciò che mi ha
sempre
insegnato mio padre e sono convinta che se il tuo fosse qui, mi darebbe
ragione- cercai di fargli comprendere in un sussurro.
Appoggiò
il mento sul mio capo e mi baciò i capelli.
-Grazie, amore… anche mia mamma mi ha fatto più o
meno lo
stesso discorso; ed io spero tanto che sia vero…- si
rasserenò un po’, aumentando la sua stretta e
addossandomi
ancora di più al suo corpo. Il mio dolcissimo angelo: aveva
bisogno di amore e comprensione… e io gliene avrei offerti
all’infinito!
-Non devi solo sperarlo, Edward… devi crederci con tutte le
tue
forze e smetterla di sentirti inutilmente in colpa… eri solo
un
ragazzino ferito che non sapeva come affrontare un dolore
più
grande di lui- cercai di rassicurarlo. Una sua mano si posò
sul
mio mento e mi fece voltare per donarmi un delicato bacio sulle labbra,
fissandomi intensamente. Era agitato, si vedeva chiaramente dal suo
sguardo; ma volevo che continuasse quel discorso che, probabilmente,
gli stava risultando più arduo e problematico di quanto
avesse
immaginato… doveva liberarsi di quel fardello… e
condividerlo con me: un carico risulta più leggero se il
peso
viene suddiviso con chi si ama…
-Pensavo che tuo padre avesse avuto un incidente d’auto, ma
non
ho capito una cosa: perché affermi che è mancato
proprio
per il suo amore verso il prossimo?- gli chiesi, un po’
confusa.
-Non è stato un vero e proprio incidente
d’auto…-
mi rispose con un filo di voce. Restò in silenzio qualche
minuto, come se stesse cercando di trovare la forza di andare avanti ed
io rispettai i suoi tempi. Cominciai ad accarezzargli la mano, in modo
da fargli percepire tutta la mia amorevole vicinanza.
Poi, dopo un profondo respiro, iniziò il suo viaggio nei
ricordi, portandomi con sé, avvolgendomi nel suo dolore. La
sua
voce, mano a mano che procedeva nel racconto, risultava sempre
più incrinata e straziata… quando poi mi
rivelò
che era stato talmente colmo di rabbia da non essere riuscito nemmeno a
versare una lacrima al funerale di suo padre, quel filo di voce che gli
era rimasto si spezzò definitivamente, trasformandosi in
singhiozzi che gli scuotevano tutto il corpo. Calde lacrime scesero sul
mio viso, a fare compagnia alle sue e avrei tanto voluto voltarmi e
stringerlo in un abbraccio premuroso e consolatorio; ma la stretta
intorno al mio corpo si era fatta ferrea, quasi soffocante, come se io
fossi stata la sua unica ancora di salvezza. Capii immediatamente che
preferiva rimanere in quella posizione, quasi si vergognasse a mostrare
tutto il suo dolore, accumulato sempre più negli anni;
perciò me ne restai immobile, aspettando che si calmasse,
cercando solo di stringere la presa sulle sue mani, per fargli sentire
che io ero con lui e che non sarebbe stato più solo in quel
viaggio colmo di sofferenza.
Dopo un tempo interminabile, lo sentii lentamente ritrovare il
controllo, fino a che non allentò di nuovo la presa, e mi
accorsi che si stava asciugando il viso.
-Scusami…- sussurrò a malapena, chiaramente
impacciato
per la sua reazione intensa. Non riuscii più a trattenermi e
mi
voltai leggermente, per accogliere il suo viso provato nelle mie mani e
lasciargli baci infiniti dovunque fosse possibile. Quando lo sentii di
nuovo rilassarsi, mi scostai leggermente e lo fissai con intensa
tenerezza.
-Edward… non chiedermi mai più scusa per una
sciocchezza
del genere… hai capito? Se c’è una
persona che
può ben comprendere, purtroppo, il tuo dolore, quella sono
io! E
poi tutti abbiamo bisogno di sfogarci prima o poi e tu non sei
certamente un robot! Non ti devi vergognare dei tuoi
sentimenti…
almeno non con me, amore mio!- lo rassicurai ancora una volta. I suoi
occhi esprimevano una sofferenza così profonda, un senso di
colpa così radicato, una tristezza così
sapientemente
celata fino ad allora, che mi si spezzò il cuore. Ma sapevo
che
se voleva andare avanti, lasciandosi alle spalle quel passato che
ancora lo costringeva a colpevolizzarsi in continuazione, doveva tirare
fuori tutto quanto e riuscire finalmente a fidarsi di qualcuno tanto da
confidargli ogni più piccolo dettaglio. E quel qualcuno
volevo
essere io.
Gli sorrisi dolcemente, mi voltai di nuovo verso il mare, sperando che
magari, senza i miei occhi addosso, si sentisse meno indifeso, e di
nuovo un po’ più a suo agio.
-Lo so, Bella… è che… che non voglio
rovinare
questo romantico weekend con tristi e dolorosi ricordi… sono
sempre così felice quando sono con te, amore mio, che ogni
volta
non mi sembra mai il momento giusto, e poi… ho paura di
deluderti…- mi rivelò, timoroso. Sgranai gli
occhi
sorpresa. Deludermi?! Non aveva idea di quanto fosse lontano dalla
verità!
Compresi che si sentiva in imbarazzo per le parole appena pronunciate;
quindi decisi che era meglio non voltarmi più…
magari
sarebbe riuscito meglio a confidarsi se non scrutavo attentamente ogni
sua espressione, anche se avrei tanto voluto che mi guardasse negli
occhi per tutto il tempo, per fargli meglio comprendere quando io fossi
orgogliosa dello splendido ragazzo che avevo dinnanzi e che era capace
anche con un semplice sorriso di rendere la mia giornata un autentico
paradiso e donarmi tanta felicità… altro che
delusione!
Alzai solamente una mia mano per accarezzargli il viso.
-Edward, ti prego… non farti di queste paranoie
assurde….
Tutto ciò che mi permetterà di conoscerti meglio,
compreso il tuo passato, non potrà mai rovinare un nostro
momento… ma anzi, mi farà sentire ancora
più
vicina a te! E se sarai sempre sincero non potrai mai deludermi!-
tentai di fargli comprendere.
-Ti ho già detto che ti amo più della mia vita?-
mi
domandò in un sussurro all’orecchio, baciandomi il
collo
delicatamente. Sorrisi.
-Mmm, vediamo… mi sembra di ricordare qualcosa del
genere… però, per esserne certa, continua sempre
a
ripetermelo, così non mi verrà mai il dubbio che
tu non
me l’abbia detto!- lo schernii, per cercare di riportare il
sorriso su quel viso d’angelo. Lo sentii ridacchiare, e poi
inspirare forte il profumo dei miei capelli, quasi come se quel gesto
avesse potuto infondergli un po’ di calma e
tranquillità.
-Dopo il funerale, ho trascorso quasi un anno rinchiuso nel mio dolore
e nella mia rabbia… vivevo senza emozioni, come un automa:
andavo a scuola, tornavo a casa, studiavo e stavo sempre chiuso in
camera mia, spesso senza nemmeno uscire per cenare- riprese
improvvisamente a raccontare. Io intanto lo ascoltavo con il cuore in
gola, emozionata e commossa per la sua decisione di confidarsi con me.
-Mia madre, Emm e Alice cercavano di parlarmi in continuazione, di
farmi sfogare in qualche modo, di tirare fuori ciò che mi
angosciava di più, ben sapendo che il fatto di tenermi tutto
quanto dentro, avrebbe solo peggiorato la situazione… ma io
preferivo starmene isolato, come se il loro dolore e la loro
preoccupazione acuissero il mio strazio. Mia madre non si arrendeva e
ogni santo giorno cercava di vincere il mio mutismo… ma la
mia
ostinazione a non condividere i miei pensieri con lei o con chiunque
altro, vinceva sempre sui suoi tentativi di restarmi vicina…
Poi, senza che me ne rendessi conto, la sofferenza che provavo, quella
rabbia per l’abbandono di mio padre, si è
alimentata fino
a diventare furia incontrollabile: ho iniziato a non voler nemmeno
avere davanti ogni cosa che mi poteva ricordare in qualche modo lui e
quello che avevamo condiviso insieme… ho buttato quindi
tutto
ciò che mi aveva regalato, ho strappato tutte le fotografie
in
cui eravamo insieme…- ah, ecco il motivo: mi venne subito in
mente che negli album che mi aveva mostrato Esme, non c’era
una
sola fotografia di Edward insieme a suo padre… ne avevo
viste di
Carlisle insieme a lui e ad altri componenti della famiglia, ma di loro
due soli, non ce n’erano…
-Poi, come se anche quello non fosse stato sufficiente, ho iniziato a
non sopportare nemmeno più la mia famiglia… e
così
ho cominciato a stare fuori casa per quasi tutto il tempo quando non
ero a scuola, frequentando una pessima compagnia… sai,
quelli
che consideravo amici, mi avevano abbandonato dopo che avevano visto
che preferivo rimanere solo… l’unico che non si
è
mai arreso è stato mio fratello Emm. Anche mia sorella
all’inizio ha provato a starmi vicina, ma quando ho iniziato
a
urlarle contro e penso… anche a farle paura, mi ha lasciato
perdere… Tutte le sere uscivo, con o senza il permesso di
mia
madre… stavo fuori fino a notte fonda e ho iniziato a bere
come
una spugna. L’alcool, lì per lì, mi
dava un senso
di stordimento, mi offuscava i sensi ed era come se riuscisse a lenire
il mio dolore… ma era solo un vano palliativo: appena
passata la
sbronza il dolore si ripresentava più intenso di prima,
perché accompagnato anche dai sensi di colpa…
senza
rendermene conto ero entrato in una spirale autodistruttiva, un gorgo
che mi trascinava sempre più a fondo. I ragazzi che
frequentavo
erano dei viziati figli di papà, con genitori praticamente
inesistenti alle spalle, perché troppo impegnati nelle loro
carriere milionarie: eravamo ragazzini e ci siamo ritrovati immersi in
un mondo insensato fatto di alcool, droga e corse
clandestine…-
mi confessò. Sussultai, davvero terrorizzata. Oh no! Mio
Dio,
era terribile! Povero Edward!
-L’unica cosa positiva di tutto quel casino è
stato il
fatto che sono riuscito ad evitare l’uso di droga…
credimi, ti prego: non l’ho mai toccata in vita mia, quella
merda!- mormorò schifato, sempre più a disagio.
Alle sue
parole sospirai di sollievo: certo che gli credevo! Lo sentivo cambiare
in continuazione posizione… era agitato. E anche se ero
sbalordita e spaventata da quello che mi stava raccontando, il mio
unico pensiero era di cercare di fare tranquillizzare lui;
così
gli afferrai la mano e la portai alle mie labbra, baciandogli ogni dito
e poi ogni nocca, il dorso, il palmo… mentre lo sentivo di
nuovo
rilassarsi un po’.
Gli passai la bottiglia d’acqua per farlo riprendere; ne
bevve un
sorso e con un sospiro si rituffò nel suo angosciante e
doloroso
passato… quel passato che presto avrei condiviso con
lui…
ANTEPRIMA CAPITOLO 94
-…e non c’era sera che non finissi a litigare
furiosamente
con Emm, che cercava di impedirmi in tutti i modi di avventurarmi in
una simile assurdità. Spesso ci beccava la polizia, e
qualcuno
della brigata, meno veloce a svignarsela, veniva anche
arrestato… ancora oggi (anche se non gliel’ho mai
chiesto
direttamente) sono convinto che qualche volta sia stato proprio il mio
fratellone ad avvertire gli sbirri…- mi confidò.
-Per
fortuna…- aggiunse con un filo di voce. Ero in apnea, con il
cuore martellante nel petto, completamente sconvolta… e il
pensiero del pericolo che aveva corso continuava a stringere il mio
animo in una morsa ferrea e dolorosa.
Buongiorno
tesorine nostre! Come state? Noi tutto ok!
Ieri sera sono andata a vedere Rob al cinema e
sono stata per quasi due ore a sospirare e a pensare: "Ma quanto
è favoloso questo ragazzo?!"
STUPENDO! Poi, sorride molte volte nel film e io
trovo che quando lo fa sia da svenimento totale! Anche il film mi
è piaciuto molto, ma la protagonista non ha incontrato i
miei gusti e poi non c'era alchimia tra loro. Va bene... dopo questa
piccola digressione torniamo ai nostri Edward e Bella.
E' ora di conoscere fino in fondo il passato di
Edward e di sapere cosa ha comportato questo suo atteggiamento per i
membri della sua famiglia. Per le più sensibili consigliamo
l'uso di fazzoletti.
Siamo felicissime che abbiate accolto con
così tanto entusiasmo il pov Emmett. Anche lui e Rosalie
sono carini come piccioncini e sono quelli che si acostano di
più alla realtà.
Grazie a tutte le lettrici che ci seguono con
tanto affetto. A chi ci ha inserite tra le storie da ricordare (91), chi tra le seguite (428)
e chi tra le preferite(265).
Siete meravigliose! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!!!
CAPITOLO 95
Condivisione
Pov Bella
Edward
continuava a sospirare, immerso nei ricordi della sua storia
dolorosa… ed io condividevo con lui quella pena e
quell’afflizione.
-Continua,
amore, se vuoi… se te la senti…- lo pregai. Lo
sentii
posarmi un lieve bacio sulla testa e poi riprese il suo tormentato
racconto.
-Spesso
la
notte ero così ubriaco da non riuscire nemmeno ad arrivare
cosciente fino a casa… i compagni di brigata mi riportavano
davanti alla porta dell’appartamento e lì mi
abbandonavano, come se fossi stato spazzatura; e lì mi
ritrovava
mia madre, sempre più provata da quell’orrenda
situazione.
Quanto l’ho fatta stare male! Oh Bella! Sapessi quanto sono
stato
stronzo con lei! A causa mia le è venuto un forte
esaurimento
nervoso! Non sapeva più dove sbattere la testa,
perché
ogni volta che cercava un contatto, che cercava di farmi capire quanto
stessi sbagliando, io mi richiudevo a riccio e la allontanavo incazzato
nero. La mia famiglia era rimasta da sola: non avevamo altri parenti a
cui lei avrebbe potuto chiedere aiuto o semplicemente a cui
appoggiarsi; e i grandi amici da cui erano circondati lei e mio padre
alla fin fine si sono dimostrati solo dei freddi colleghi di
lavoro…- continuò con la voce incrinata.
-All’inizio
Emmett ed Alice non sospettavano nulla dei miei casini; ma poi, vedendo
mia madre in condizioni sempre più pietose, sia per le
continue
preoccupazioni, sia per le notti passate in bianco, avevano iniziato a
pressarla perché rivelasse loro tutto quanto.
Così, una
volta saputa la verità, Emmett ha iniziato a
seguirmi…
non mi mollava un attimo e questo mi faceva andare in bestia. Stava ore
e ore seduto in auto a osservare come mi distruggessi la vita, per poi
raccattare i miei pezzi e riportarmi a casa… in questo modo
era
sicuro che non mi mettessi in ulteriori guai e mia madre era un
po’ più tranquilla, sapendo che lui era con me.
Ogni
volta, il giorno seguente, sia lui che la mamma, cercavano di farmi
ragionare, ma io non ne volevo sapere… li rifuggivo come se
fossero stati un terribile virus…- sputò fuori,
con un
disprezzo profondo nella voce, verso se stesso.
-Sono
stato uno
stupido egoista, Bella! Un cieco, pazzo egoista! Prima li ho fatti
preoccupare a morte per il mio isolamento e poi… poi ho dato
loro il colpo di grazia con il mio comportamento autolesionista! E per
di più, come se tutto questo non fosse già stato
abbastanza doloroso, un giorno ho gridato loro contro che li odiavo con
tutte le mie forze! Li odiavo perché continuavano ad amare
un
uomo che ci aveva lasciati soli per aiutare dei perfetti
sconosciuti… pensavo che tutto l’amore che mio
padre aveva
tenacemente riversato verso il prossimo era solo servito a farlo finire
tre metri sotto terra, lasciando un’intera famiglia a
soffrire
per la sua mancanza! Dio, non riuscivo a capire come tutti loro
potessero continuare ad amarlo! Ma allo stesso tempo mi sentivo in
colpa perché io avevo iniziato a odiarlo…-
continuò, con un angustiato strazio nella voce.
Ero
ammutolita,
non riuscivo a proferire parola, anche perché ogni cosa che
avrei potuto dire, non sarebbe servita, in quel momento, ad alleviare
la sua sofferenza o il suo senso di colpa. Edward sapeva di aver
sbagliato, ne era perfettamente consapevole… non
c’era
bisogno di nessuno che gli dicesse che non era
così…
perché era la pura e semplice verità…
-Ti
rendi
conto,Bella?! Da autentico stronzo non ho nemmeno permesso a mia madre
di piangere in pace mio padre, come era giusto che fosse!-
esclamò con rabbia, stringendo i pugni fino a far diventare
le
nocche bianche. Tremante, con il cuore in gola, ebbi solo la forza di
accarezzargliele con dolcezza.
-Un
giorno poi,
i ragazzi della compagnia sono riusciti a trascinarmi… anche
nel
giro delle corse clandestine… delle vere e proprie corse
suicide
e… omicide- confessò con lo sguardo basso.
Mi
irrigidii
all’istante, di nuovo agghiacciata dalle sue inimmaginabili
parole. Mio dio, cosa aveva passato! Quanto strazio! Il mio cuore
batteva a mille mentre ascoltavo la sua voce incrinata.
-Emmett
mi
pregava instancabilmente tutte le sere di non partecipare a quella
follia collettiva, ma io non solo non lo ascoltavo, gli sputavo anche
addosso tutto il mio rancore! Purtroppo… bè,
quelle non
erano corse di velocità innocue come fate voi a La Push o
come
quelle a cui partecipavo negli ultimi tempi, dopo che mi ero ripreso;
ma si trattava di vere e proprie roulette russe con i semafori delle
vie del centro di N.Y. più trafficate! Anche se si
svolgevano
sempre verso le due, le tre di notte, le strade erano comunque
frequentate…- mi spiegò. Oh no! No, no, no! Non
ci potevo
credere! Dio, no!
Cominciai
a
tremare, ricolma di orrore… che stupida, insensata follia!
Le
mani corsero a coprire la mia bocca che si era spalancata in una muta
ripugnanza… il mio cuore batteva furioso, al pensiero di
quale
avrebbe potuto essere il terribile destino del mio Edward…
Oddio, che crudeltà! In quel caso non l’avrei mai
conosciuto, non avrebbe mai fatto parte della mia vita…
-Le
regole
erano dannatamente semplici… ci si sfidava a chi aveva il
coraggio di attraversare più semafori di fila con il
rosso… un vero e proprio suicidio! E un pericolo mortale
anche
per gli altri automobilisti ignari, che passavano tranquillamente
l’incrocio con il verde, pensando di avere la normale
precedenza.
Sono andato avanti così per un paio di mesi…-
sussultai,
agghiacciata: ogni notte… per due lunghissimi
mesi…
rischiando in ogni secondo la sua preziosissima vita ad ogni
incrocio…
-…e
non
c’era sera che non finissi a litigare furiosamente con Emm,
che
cercava di impedirmi in tutti i modi di avventurarmi in una simile
assurdità. Spesso ci beccava la polizia, e qualcuno della
brigata, meno veloce a svignarsela, veniva anche arrestato…
ancora oggi (anche se non gliel’ho mai chiesto direttamente)
sono
convinto che qualche volta sia stato proprio il mio fratellone ad
avvertire gli sbirri…- mi confidò. -Per
fortuna…-
aggiunse con un filo di voce. Ero in apnea, con il cuore martellante
nel petto, completamente sconvolta… e il pensiero del
pericolo
che aveva corso continuava a stringere il mio animo in una morsa ferrea
e dolorosa.
-Una
sera Emm,
proprio mentre stavo per partire per il primo giro, di punto in bianco
è sceso dall’auto e mi ha afferrato, gettandomi a
terra.
Ero incazzato e fuori di me, ma lui si era accorto che ero
più
ubriaco delle altre volte… e che sarebbe stato ancora
più
pericoloso del solito se mi fossi messo alla guida. Ha iniziato a
sbraitare che dovevo finirla con quella cazzata. Nel momento in cui io
ho tentato di ribellarmi, lui mi ha sorpreso, sferrandomi un pugno che
mi ha steso a terra dolorante. Io naturalmente ho reagito ed
è
nata una colluttazione tra noi… l’abbiamo
interrotta solo
nel momento in cui abbiamo sentito un terribile fragore. Gli altri
della compagnia, vedendo che io ed Emm ci stavamo azzuffando, annoiati,
avevano deciso di non aspettarmi e di partire comunque. Dopo pochi
metri, passato il secondo semaforo… dio…
è
successa la tragedia: uno dei ragazzi, Brad… lui ha
provocato un
incidente gravissimo… lui…- la sua voce si
spezzò
e il mio cuore venne attanagliato da un puro terrore…
-Brad…
è morto sul colpo… e la famiglia che viaggiava
sull’auto colpita in pieno, ha perso il figlio più
piccolo… Cazzo, aveva tre anni!- urlò tutto il
suo
straziante dolore. Oh no! Era terribile! Una tremenda e assurda
tragedia! Mi aggrappai con forza alle sue mani, per infondergli tutto
il mio amore.
-Viaggiava
con
loro sul sedile posteriore; padre, madre e il figlio più
grande,
di otto anni, si sono salvati per puro miracolo, anche se hanno dovuto
passare parecchio tempo in ospedale…- prese un respiro
profondo
e si reimmerse nei suoi strazianti ricordi.
-In
pochi
istanti si era scatenato un inferno… urla, fuoco, lamiere
contorte, fumo, sangue sull’asfalto… alcune
persone si
sono avvicinate subito all’incidente e hanno allertato i
soccorsi… ero stravolto, imbambolato… per mia
fortuna Emm
è riuscito a trascinarmi via, prima che arrivasse la
polizia:
tutti quelli coinvolti nella corsa sono stati arrestati, mentre
io… bè, non me lo meritavo, ma praticamente mi ha
salvato
mio fratello!- mi rivelò. Oddio! Il mio affetto e la mia
ammirazione per quella magnifica persona si
moltiplicò…
il mio fratello orso… che grande cuore aveva!
-Bella,
ti
rendi conto?! Cazzo… avrei potuto esserci io al posto di
Brad su
quell’asfalto!- si angosciò…
sì, amore
mio… sì… l’avevo capito:
saresti potuto
morire!, mi dissi sconvolta dal dolore e dalle lacrime.
-E
avrei potuto
essere io a uccidere quel bambino di tre anni! Tre anni! Fanculo!
Cristo… te ne rendi conto?!- gridò
improvvisamente
Edward, alzandosi di scatto e avvicinandosi alla riva, furibondo con se
stesso. Mi fece male il suo improvviso distacco, ma non potevo essere
egoista… a lui serviva tutta la mia comprensione, tutto il
mio
amore… e in quel momento straziante aveva bisogno di
recuperare
un minimo di autocontrollo per non rischiare di venire sopraffatto da
tutto quel tormento e dai suoi angoscianti ricordi…
-Oh
Bella… avrei potuto ammazzare qualcuno ogni volta che sono
salito su quella maledetta moto, completamente ubriaco…
cazzo,
ho rischiato di uccidermi! E allora… Cristo santo, cosa ne
sarebbe stato di mia madre?!- urlò ancora, completamente
sconvolto e in collera. Non potevo più lasciarlo solo,
dovevo
avere un contatto con lui! Mi alzai lentamente, per andargli accanto e
cercare di calmarlo, ma mi resi conto che non era ancora pronto per
continuare la sua storia; così mi sedetti semplicemente sul
tronco e mi misi ad accarezzare il muso di Lorelai, contenta di
ricevere qualche attenzione da parte mia.
In
quel modo
riuscii a rilassarmi un po’ anche io. Dopo minuti che mi
parvero
interminabili, la sua voce, divenuta un rauco sussurro, riprese il
racconto.
-Il
giorno
successivo… bè, Emm è entrato in
camera mia,
sbattendomi il giornale sul letto. Quando l’ho afferrato, ho
letto immediatamente dell’incidente della sera prima e delle
sue
terribili conseguenze: la morte di Brad e di
quell’angioletto.
Nemmeno il tempo di elaborare ciò che avevo letto, che mi
sono
ritrovato mio fratello in ginocchio, per terra davanti a me, aggrappato
alle mie gambe, che singhiozzava come un bambino. In una straziante
nenia continuava a pregarmi di smettere con tutto questo dolore, di
smettere di soffrire io, di far soffrire lui ed Alice e di recare
così tanta angoscia a nostra madre, che pian piano stava
morendo
di paura e dolore. Senza rendermene conto mi sono ritrovato il viso
bagnato di lacrime…- mi confidò con un tono quasi
inudibile; anch’io, commossa da quel racconto, sentivo gocce
salate che mi bagnavano il viso…
-Finalmente
stavo piangendo… piangevo la morte di quel bambino, quella
del
mio amico Brad… singhiozzavo a causa del dolore che avrebbe
patito quella famiglia, della sofferenza che avevo inflitto a tutti
coloro che mi amavano, del relitto che ormai ero diventato! E
soprattutto stavo piangendo, per la prima volta, la morte di mio
padre!- a quelle parole persi un battito per l’emozione:
Edward
aveva sofferto in modo indicibile, ma il fatto di essersi tenuto il
dolore dentro di lui per tutto quel tempo, gli aveva avvelenato
l’anima…
-Mi
sono
ritrovato per terra a singhiozzare abbracciato a mio fratello, con mia
madre, che ancora oggi non so quando sia entrata nella stanza, che
piangeva stretta a noi, abbracciandoci forte. E’ stato
proprio da
quel giorno che mi sono rimesso in careggiata… ho recuperato
a
scuola e ho ricominciato a vivere normalmente. Purtroppo
però,
per stare dietro ai miei casini e per aiutare mia madre che stava
continuando ad imbottirsi di medicinali per far fronte a quella
situazione, Emmett è stato costretto ad abbandonare il liceo
per
un anno. Mai… e ripeto mai una volta… il mio
angelo
custode mi ha rimproverato le enormi cazzate che ho
combinato…
né mai mi ha rinfacciato quello a cui ha dovuto rinunciare
lui… e non parlo solo di un anno di scuola, ma della sua
carriera… nel football- mi rivelò. Cosa?! Emmett
poteva
avere una carriera nel football? Non me l’aveva mai detto!
-Sì,
Emmett era veramente dotato, un ottimo quarterback; ma lasciando la
scuola, è stato costretto a dimenticare anche il suo
amatissimo
sport… e l’anno successivo non ha assolutamente
voluto
ricominciare gli allenamenti… tutto per restare accanto a
me.
Dopo quello che era successo non avevo più ripreso i
rapporti
con quelli che erano i miei vecchi amici e, a parte lo svago delle
ragazze, trascorrevo tutto il mio tempo con Emmett. E, da quando ha
mollato quel rincoglionito dell’ex, anche con mia sorella.
Ora
puoi ben capire perché voglio così bene ad Emm e
perché lo ammiro così tanto… il mio
eroe adesso
è lui- finì il racconto Edward, venendomi accanto
e
iniziando ad accarezzare anche lui Lorelai. Ora riuscivo a comprendere
molti particolari… non sapevo bene cosa dire: mi sentivo
inadeguata, non all’altezza di quella delicata
situazione…
temevo di pronunciare qualche banale ed inutile parola di
circostanza… ma decisi che mi sarei affidata al mio
cuore…
-Mi
dispiace
tanto, Edward… hai sofferto e fatto soffrire molto,
è
vero…- mormorai, prendendo una sua mano tra le
mie… dio
era così gelida! La portai alle mie labbra e cominciai a
baciargliela.
-…ma
ora
sei un ragazzo completamente diverso… hai commesso i tuoi
sbagli
e ne hai pagato le conseguenze… ma se vuoi veramente andare
avanti, devi cercare di non colpevolizzarti più: Emm ed
Alice
stanno bene e Esme mi sembra tranquilla ormai…- cercai di
rincuorarlo. Ma lui scosse la stessa, con un’espressione
affranta
che mi straziò il cuore.
-Mia
madre, in
quel periodo di merda, pian piano si è ammalata: ti ho
già detto prima che per colpa mia ha avuto un forte
esaurimento
nervoso, ma quello che non sai è che ancora oggi
è
costretta ad assumere degli ansiolitici per riuscire a
dormire…
anche se devo ammettere che la vedo decisamente più felice e
tranquilla da quando sta con Charlie! E spero che presto quelle
medicine non le serviranno più!- si augurò.
Annuii;
certo, io ne ero convinta: anche Esme si sarebbe liberata di quegli
ultimi spettri del passato… grazie a mio padre, al nostro
amore
per lei… ce l’avrebbe fatta!
-Però…
anche se afferma di non aver niente da perdonarmi, perché mi
ama, io non ne sono convinto: penso che, in fondo al suo cuore,
rimarrà sempre una cicatrice profonda… una ferita
che
purtroppo le ho inferto io con il mio insensato e stupido
comportamento… e probabilmente per questo mi
porterà
sempre un po’ di rancore! Magari
inconsapevolmente… ma
solo il pensiero che mia madre possa provare un simile sentimento nei
miei confronti mi distrugge… anche se sinceramente so di
meritarmelo!- mi confessò angosciato, mentre nel suo tono
potevo
chiaramente percepire quanto fosse convinto di quello che aveva appena
affermato. No, questo no! Non potevo permettere che lui ritenesse di
non essere degno del perdono della madre!
Mi
alzai e mi
piantai davanti a lui a braccia conserte, guardandolo negli occhi in
modo fermo e deciso, tanto che la sua espressione divenne stupita.
-Non
pronunciare mai più una cazzata del genere, Edward Cullen!
Io
conosco Esme: è la persona più dolce e gentile
che io
abbia mai incontrato ed è una madre che vi ama…
anzi… che ci ama incondizionatamente! Non metto in dubbio
che tu
in quel periodo l’abbia ferita, magari anche
profondamente… non avrà avuto, come dici tu, il
tempo per
piangere la scomparsa di tuo padre… ma non merita che tu
dubiti
del suo immenso amore per te! Io sono assolutamente certa che lei ti
abbia perdonato da un pezzo… anzi, a dirla tutta non aveva
niente da perdonarti! Ascoltami… i figli possono sbagliare,
ma
questo non riuscirà mai ad intaccare lo sconfinato amore che
un
genitore prova per loro… potranno sussistere dolore, rabbia,
delusione per un comportamento; ma mai, in nessun modo,
l’amore
di una madre dovrà essere messo in dubbio! E sono convinta
che
per questo motivo una donna eccezionale come Esme non ti
porterà
mai rancore per un tuo sbaglio… e mi dispiace dirtelo, ma
penso
proprio che se lei sapesse che la pensi in questo modo, allora
sì che la feriresti e deluderesti di nuovo…- mi
accalorai
sempre più; -…perché significherebbe
che non
conosci affatto tua madre e l’immenso amore che nutre per
voi!-
affermai battagliera. Ero incredibilmente certa delle mie parole, anche
se non ero ancora un genitore… ma mi sarebbe piaciuto
diventarlo, in futuro, grazie al mio Edward...
-Edward…
tu sei un ragazzo meraviglioso: dolce, gentile, amorevole,
premuroso… e non lo dico solo perché sei
diventato la mia
ragione di vita o perché ti amo in un modo così
totalizzante che quasi mi manca l’aria; ma solo
perché lo
penso veramente! E non sono l’unica: i tuoi fratelli ti
amano,
mio padre ti ha preso a ben volere come un figlio e anzi, ha fatto di
più, visto che ti reputa degno dell’amore della
sua
bambina; mio fratello e Rose ti vogliono bene e tua madre ti adora
sopra ad ogni cosa! Eppure tutti sanno ciò che hai fatto!
Questo
non vuol dire niente per te?! Non ti fa capire quanto poco importi loro
che tu abbia sbagliato? Credimi… importa solo che tu ti sia
ripreso e abbia recuperato la tua vita, pentendoti di tutti gli errori
commessi in passato!- gli spiegai, quasi aggredendolo verbalmente. Mi
dispiaceva essere stata così dura, ma Edward doveva mettersi
in
testa che tutti noi lo amavamo immensamente e che nessuno lo
colpevolizzava per quello che aveva combinato, men che meno Esme!
I
suoi occhi,
mentre gli parlavo, si erano fatti sempre più grandi e
stupiti… e poi sempre più lucidi, e ora il suo
viso era
di nuovo bagnato dalle lacrime… lacrime che non feci nemmeno
in
tempo ad asciugare perché lui mi stritolò in un
abbraccio
soffocante, ma ricolmo dell’amore più puro e
profondo che
provava nei miei confronti.
-Ma
tu…
mi ami ancora..?- sussurrò con un tono di voce
incredibilmente
accorato che mi fece stringere il cuore. Quell’angelo
dolcissimo
aveva paura di avermi perso?! Impossibile! Nutrendosi di
sincerità, l’amore poteva solo risultare
più
sconfinato! Ora che conoscevo il terribile passato di Edward, ero certa
che il mio sentimento per lui ne fosse uscito più che
rafforzato…
-Oh
Edward… sì! Ti amo, tesoro mio… ti amo
immensamente! Più di prima, angelo mio!- gli sussurrai,
baciando
quelle labbra meravigliose.
-Oh
Bella!
Grazie! Grazie, amore mio, grazie!- gemette tra le lacrime mentre
rafforzava la sua stretta sul mio corpo. Eravamo uniti in
quell’abbraccio consolatore, immersi nel ritmico rumore delle
onde unito ai nostri respiri singhiozzanti e ai nostri cuori
martellanti per le mille emozioni che stavano attraversando le nostre
anime.
Restammo
così avvinghiati per un bel po’ di tempo,
finché
Lorelai, probabilmente gelosa del fatto che non le stavamo
più
concedendo le giuste e meritate attenzioni, iniziò a
spingerci
con il muso e a nitrire per protesta. Ci staccammo e poi, guardandola,
scoppiammo a ridere all’unisono. Ora sì che ero
felice:
com’era piacevolmente musicale il suono della sua risata
gioiosa
e spensierata!
Con
un lieve
sorriso sulle labbra e gli occhi ritornati limpidi e sfavillanti
smeraldi, mi scostò una ciocca di capelli e la
portò
dietro al mio orecchio.
-Oh
dolcissimo
tesoro mio… tu non hai idea dei sentimenti che mi
sconvolgono
l’anima ogni volta che solo ti penso e ti guardo…
sono il
ragazzo più fortunato di questo mondo…- mi
dichiarò, per poi prendermi tra le braccia e premere deciso
le
sue labbra sulle mie. La mia bocca si schiuse immediatamente e la sua
lingua prese possesso della mia, iniziando a giocare tra loro, a
rincorrersi e a desiderarsi… i nostri sapori, leggermente
salati
dalle precedenti lacrime, si mischiarono e si ritrovarono…
mio
Dio, che bacio!
Le
nostre
bocche allacciate ci stavano trasportando come sempre in un luogo
unico, magico, solo nostro… un paradiso senza tempo, carico
di
erotica passione ma anche di reciproca dolcezza…
La
sua bocca
era passionale, esigente, avida… in quegli istanti di
euforica
bramosia Edward era abituato a pretendere tutto da me… e in
cambio mi dava tutto di sé… lui era mio, come io
ero sua,
incontestabilmente!
Ci
staccammo
dopo parecchi minuti, ansanti e felici… e mi persi in quel
mare
verde ed infinito che caratterizzava i suoi splendidi e radiosi
smeraldi… se era vero, come si diceva, che gli occhi erano
lo
specchio dell’anima, allora in quel momento io vi stavo
leggendo
l’immensa urgenza, lo sconfinato amore e
l’ingestibile
passione che quell’angelo provava per me…
-Ti
prego amore
mio… ho bisogno di fare l’amore con te…
ti
supplico, vita mia… accoglimi dentro di te…
qui…
adesso…- mormorò roco, mentre il mio cuore
iniziava una
corsa folle e il mio corpo reagiva in maniera istintiva alla sua
meravigliosa richiesta. Annuii felice e lo baciai di slancio.
Le
nostre
bocche si unirono con passione mista a dolcezza in un turbinio di
emozioni ancora dense del dolore che avevamo provato entrambi dinnanzi
a quei ricordi strazianti. Ci staccammo ansanti ed Edward si
sdraiò sulla coperta attirandomi delicatamente a
sé… le sue mani scesero a sbottonare i miei
jeans, mentre
le mie compivano lo stesso gesto su di lui… i nostri occhi
incatenati in uno scambio silenzioso di amore e devozione.
In
un attimo ci
liberammo dei nostri indumenti, che in quel momento erano diventati
inutili e ingombranti; e l’aria frizzantina, seppur
riscaldata
dal sole, mi investì facendomi rabbrividire. Edward, sempre
attento e premuroso, se ne accorse immediatamente, e in un gesto di
pura dolcezza, ricoprì entrambi con una parte della grande
coperta su cui eravamo adagiati. Sdraiati su un fianco, di fronte uno
all’altro, continuavamo a baciarci, abbracciarci,
accarezzarci… in un continuo crescendo di eccitazione e
frenesia
sovrastate quasi da una disperazione di appartenerci, di far parte uno
dell’altro…
Percepivo
il
desiderio tra noi aumentare ad ogni bacio, sentivo l’intensa
elettricità irrompere tra di noi e mozzarci il
respiro…
sapevo che la sua voglia di possedermi era perfettamente identica a
quella che avevo io di accoglierlo nel mio corpo bollente...
-Ho
bisogno di
te, angelo mio… amami…- mi supplicò
Edward, quasi
con dolore, sulle mie labbra, mentre afferrava con delicatezza la mia
gamba e la portava sul suo fianco. Quando i nostri corpi furono
finalmente uniti, Edward si fermò per un attimo e chiuse gli
occhi, come se solo in quel momento stesse ritrovando la pace e la
serenità che aveva perso in quel passato non tanto lontano
di
cui mi aveva raccontato.
Trattenni
il
respiro, quasi come se avessi paura di rovinare quegli istanti
così preziosi per lui e dopo un attimo, le sue gemme
meravigliose si riaprirono, fissandomi intensamente.
-Grazie,
tesoro
mio, grazie, grazie...- mormorò, stupendomi; -Ora mi sento
finalmente felice e sereno… non c’è
più il
dolore… solo questi istanti di pura beatitudine…
ti amo,
vita mia!- continuò, sfiorando appena le mie labbra con le
sue.
-Ti
amo
immensamente anch’io, Edward…- gli risposi, mentre
i
nostri corpi ricominciavano la loro danza dolcemente, senza urgenza,
unicamente con la consapevolezza che eravamo due anime gemelle mai
stanche di cercarsi, congiungersi, legarsi…
Il
nostro
fonderci era come un magico rituale, capace di amalgamare il suo dolore
al mio, capace di scacciare il suo senso di colpa e capace di
trasformare la sua amarezza in esultanza…
Il
nostro amore
era un armonico vincolo di mente, corpo e spirito; era una serena
mescolanza di gioia e dolore; era un’appagante unione di
affinità… e sapere di riuscire a condividere ogni
emozione, ogni pensiero, ogni impeto passionale con il mio unico amore,
rappresentava la felicità perfetta…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 96
Io ero come
incantato… non riuscivo a distogliere il mio sguardo
dalla sua figura. Si era tolta la giacca per potersi muovere meglio e
il maglioncino e i pantaloni che indossava le fasciavano il corpo in
una maniera così aderente che alla mente mi sovvenivano solo
immagini altamente erotiche, una più peccaminosa
dell’altra. Ero eccitato da morire e ogni suo gesto faceva
scalpitare impaziente il mio amichetto… SC pulsava in
maniera
dolorosa e lo sentivo sempre più turgido e gonfio. Che cazzo
mi
stava succedendo?!
Mi sentivo come se non riuscissi a controllarmi, come se Bella compisse
ogni minimo movimento solo per provocarmi… Cristo, ero
malato!
-Amore… c’è qualcosa che non va?- mi
chiese,
accorgendosi evidentemente del mio repentino ed inspiegabile (per lei!)
cambio d’umore.
-N-no… perché?- tentai di fare
l’indifferente e di
riscuotermi da quelle immagini lascive. Bella mi guardò con
un’aria scettica e poi si mise la mani sui fianchi, inarcando
vistosamente le sopracciglia.
-Sto aspettando, Edward!- affermò, convinta. Dio, quando era
così autoritaria…
Sbuffai, infastidito all’idea che potesse considerarmi uno
stupido immaturo che pensa solo al sesso… anche se, in tutta
onestà, era proprio così! Ma che ci potevo fare
se la mia
ragione di vita mi ispirava ogni genere di pensieri lussuriosi, uno
meno lecito dell’altro?!
Buongiorno
ragazze!
Eccoci con un altro capitolo
decisamente caliente. Sapete com'è! Edward dopo tutto il
dolore che ha
tirato fuori deve sfogarsi in qualche modo. XD! Questa volta, a
differenza degli altri capitoli censurati, abbiamo deciso di tagliare
totalmente la scena hot perchè un po' troppo forte e
impossibile da ammorbidire. Abituatevi perchè
potrà capitare spesso,
a meno che non siano scene soft come quella dell'ultimo
capitolo, ma visto
l'ardore che contraddistingue i nostri protagonisti, non contateci
troppo. L'amministrazione non ci ha più fatto sapere se ci
spostavano nel rating rosso, ma non vogliamo comunque approffittare
della loro bontà.
Scusate ma ci sembra più corretto fare così.
Siamo contente che
nessuna abbia giudicato male il nostro protagonista. Purtroppo gli
errori si fanno e ci sono sempre delle conseguenze. Però
l'importante è
imparare a non ripeterli.
Bene, ora basta tristezza! Per un po' non ci saranno capitoli
così dolorosi. Promesso! Solo tanto divertimento,
romanticismo e tanta tanta dolcezza da cariarvi tutti i denti! Badate
bene però perchè è in arrivo una
tempesta. Ma, non disperatevi troppo perchè per un po' di
capitoli vi lasceremo tranquille.
Ringraziamo
tutte voi che ci seguite con tanto affetto, sia le lettrici che trovano
sempre e comunque il tempo di lasciare un commento, sia quelle
silenziose, ma altrettanto importanti.
Un bacione a tutte! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Eravamo
appena
arrivati a Seattle e con mia enorme sorpresa Jazz era entrato con
l’auto nel parcheggio sotterraneo di un albergo. Ero
meravigliata
e un po’ confusa.
-Scusa
amore… ma… siamo venuti a Seattle per
rinchiuderci in un
albergo?- gli chiesi titubante. Dopo avermi fissata per un istante un
po’ incredulo, scoppiò a ridere.
-Ahahah!
Oddio
Ally! Vabbè che ormai hai appurato che sono un maniaco, ma
ti
giuro che non avrei mai pensato di rinchiuderti tutto il giorno in una
camera d’albergo… anche se in effetti, ora che mi
ci fai
pensare… potrebbe anche essere un’idea ghiotta!-
mi
schernì. Gli diedi un pizzicotto sul braccio indispettita,
che
lo divertì ancora di più.
-Rinfodera
gli
artigli, micetta e tienili pronti per stanotte!- mi provocò,
avvicinandosi pericolosamente al mio viso. D’improvviso il
suo
profumo inconfondibile mi investì in pieno, facendomi girare
la
testa e mi ritrovai a non riuscire più a ragionare con un
minimo
di lucidità… in quel momento avrei voluto solo
che quelle
labbra prendessero possesso delle mie, facendomi dimenticare pure il
mio nome, come spesso succedeva quando il mio Jay mi baciava. Ma senza
darmi il sollievo tanto agognato e con un ghigno dispettoso sul suo
viso, Jasper si allontanò da me, e il mio rossore esplose
sulle
mie gote, incendiandomi il viso. La sua mano accarezzò
dolcemente la mia guancia, per poi, con due dita, delineare le mie
labbra.
-Ti
prego Ally,
scendi immediatamente da quest’auto, perché
altrimenti non
riuscirò più a controllarmi… mi manda
a fuoco il
cervello quando arrossisci in quel modo…
eccitante…- mi
confessò, mentre notavo chiaramente come la sua voce si
fosse
arrochita improvvisamente e il suo respiro si era fatto ansante. Sapevo
perfettamente che le sue non erano parole al vento e anche se avrei
desiderato che le realizzasse immediatamente, ubbidii e scesi
dall’auto, visto che avevamo uno spettatore: di fronte a noi
c’era purtroppo il custode che ci aveva permesso di entrare
dopo
che Jazz aveva fornito il suo cognome; e ci stava fissando curioso
dalla sua gabbiola di guardia… non volevo di certo dare
spettacolo!
Dopo
pochi
secondi anche Jazz scese ed estrasse dal cofano un borsone misterioso.
Ok, ora la mia curiosità stava toccando livelli
stratosferici e
il mio ragazzo ghignava sempre più compiaciuto dalla mia
espressione allibita. Continuando a tenermi sulle spine, mi prese per
mano e ci avviammo a un ascensore che ci portò nella hall
dell’albergo. Ci recammo alla reception e dalle parole che si
scambiarono lui e la ragazza, che accoglieva gli ospiti, capii che
aveva prenotato una camera per quella notte. Non potevo crederci! Ero
sbalordita e euforica al pensiero di poter passare di nuovo la notte
nello stesso letto, avvinghiati come non succedeva dal nostro
meraviglioso weekend! Il mio Jay non finiva mai di stupirmi! Prima la
richiesta dell’appuntamento, poi in mattinata le rose e ora
l’albergo. L’avrei ricoperto di baci
all’istante.
Sentii che si accordava per far portare in camera la nostra borsa e poi
mi prese di nuovo per mano, senza proferir parola. Io cercavo di
comportarmi in maniera adulta e di non mettermi a saltellare per la
felicità, ma mentre mi trascinava fuori dalla hall sentivo
lo
sguardo di Jazz su di me.
Appena
all’esterno, ci allontanammo di qualche metro e poi si
fermò proprio in un angolino, ponendosi di fronte a me per
osservarmi attentamente, sorridendomi. Inarcò vistosamente
il
sopracciglio, in quella posa che tutte le volte mi faceva impazzire e
poi incrociò le braccia al petto.
-Beh?!
Sto
aspettando! Non è certo questa reazione di indifferenza
totale
che mi aspettavo dalla mia bambolina super ciclonica!-
affermò,
in un tono leggermente deluso. Non riuscii più a trattenermi
e
gli saltai al collo, riempiendo di baci il suo viso, mentre scoppiava
nella sua risata allegra che mi riempiva ogni volta il cuore di gioia.
-Grazie,
grazie, grazie! E’ stata una bellissima sorpresa, amore! Sei
fantastico e io ti amo tanto!- lo elogiai, entusiasta. Mi strinse
forte, baciandomi in modo appassionato. Le nostre lingue si
intrecciarono immediatamente, i nostri sapori si mescolarono, donandomi
mille brividi lungo la schiena e facendo pulsare forte il mio
bassoventre. Il desiderio per quel ragazzo meraviglioso ogni volta mi
stordiva, mi sconvolgeva, aumentando sempre più
l’ardore
che sentivo espandersi in ogni mia cellula. Le mie mani si
intrufolarono nei suoi capelli e le sue strinsero in maniera possessiva
le mie natiche. Ci staccammo dopo qualche minuto accaldati e ansanti.
-Ecco!
Ora ti
riconosco! Sono contento che tu abbia gradito… Avevo
un’assoluta necessità di dormire di nuovo con te
nuda tra
le mie braccia… mi manchi troppo la notte!-
esclamò.
Sorrisi compiaciuta.
-Anche
tu mi
manchi… anche se spesso però mi vieni a dare un
bellissimo buongiorno…- aggiunsi maliziosa. Lui mi prese il
mento tra due dita e riportò i miei occhi nei suoi.
-Hai
ragione,
ma… sinceramente sono stufo di dovermi trattenere per non
rischiare che ci becchino i nostri genitori e quindi stanotte voglio
sentire la tua splendida voce urlare il mio nome, pregarmi di
continuare a farti godere in ogni modo possibile!- affermò,
con
un intenso desiderio negli occhi. Deglutii a fatica certa del fatto che
la sua fosse una promessa e che l’avrebbe
mantenuta…
stanotte il mio Jay mi avrebbe portata in paradiso! Mi fece scendere e
mi prese per mano, iniziando a camminare.
-Dove
stiamo andando?- chiesi, di nuovo curiosa, mentre cercavo ancora di
riprendermi da certe immagini.
-Al
centro
commerciale in fondo a questa via… la mia bambolina ha
parecchio
shopping da fare!- dichiarò, stupendomi ancora. Ma che
strano:
Jasper non amava andare a fare shopping!
Mi
bloccai in mezzo al marciapiede.
-Amore…
stai male?- lo schernii, facendolo ridere.
-Mai
stato
meglio! Però oggi vorrei che tu facessi tutto ciò
che ami
di più… e a quanto mi risulta una di queste cose
è
proprio lo shopping, no?- mi spiegò. Oddio, ma quanto era
dolce
il mio angelo? Non potevo assolutamente rovinare questa bellissima
giornata, costringendolo a ore di visite a negozi vari. Volevo che
anche per lui fosse una giornata memorabile. Scossi la testa
energicamente, mentre la sua espressione diventava sempre
più
sorpresa.
-Non
se ne
parla proprio! Ciò che amo di più al mondo sei
solamente
tu! Tutto il resto passa in secondo piano, shopping compreso. Oggi
voglio solo trascorrere il mio tempo con te a passeggiare sotto questo
magnifico sole, mano nella mano, per le vie di Seattle… e
magari… ecco, andare a mangiare qualcosa perché
sto
morendo di fame!- gli confessai. Ormai era l’ora di pranzo ed
essendomi alzata presto erano già passate parecchie ore
dalla
mia colazione, che non era nemmeno stata molto sostanziosa. Jasper rise
felice di nuovo, mentre io mi perdevo nel contemplare
quell’espressione così serena e gioiosa.
-Oh,
bambolina
mia! Non finirai mai di stupirmi! Allora sai cosa facciamo? Visto che
so per certo che adori anche gli animali, ti porterò a
visitare
lo zoo qui vicino che è fantastico… ci sono anche
numerosi prati dove poter starcene sdraiati al sole e mangiare
tranquilli- mi propose. Accettai con entusiasmo!
-Però,
più tardi, un giretto tra negozi lo faremo
comunque…
perché questa sera signorina Cullen, è invitata
dal suo
accompagnatore ad una cena allo Space Needle e quindi ho tutta
l’intenzione di regalarle il più splendido abito
da sera
che riuscirà a trovare!- mi rivelò, lasciandomi
completamente ammutolita. Strinsi forte la sua mano, perché
troppo emozionata anche solo per dire qualcosa.
-Certo
che se
poi vorrai farmi un bel regalo anche tu, dovrai solo abbinare al
vestito il più fantastico e audace dei completini intimi che
sarai in grado di trovare e ti giuro che io mi impegnerò a
non
strappartelo di dosso con i denti!- affermò malizioso,
facendomi
di nuovo arrossire da morire. Jasper mi abbracciò forte al
suo
fianco, scoppiando a ridere per il mio palese imbarazzo e felici e
innamorati ci avviammo verso lo zoo, desiderosi di iniziare quella
splendida giornata che aveva organizzato per noi.
Pov
Edward
Io
e Bella
stavamo tornando al ranch. Finalmente mi sentivo felice e sereno come
non lo ero mai stato. Ero riuscito a confessarle ogni singolo dettaglio
sulla mia vita, e lei, una volta di più, mi aveva stupito.
Nemmeno una singola volta mi aveva giudicato, ma anzi, le uniche
espressioni che erano comparse sul suo viso erano state di
incredulità, profondo dolore, tristezza e soprattutto
preoccupazione per quello che mi sarebbe potuto succedere. Mentre le
raccontavo ogni cosa, anche io pensavo che, in quel periodo, se la mia
stupidità avesse portato a una tragedia, oltre a far
soffrire
tutti coloro che mi amavano incondizionatamente, non avrei nemmeno
conosciuto quell’angelo che aveva deciso di amarmi. Ora come
ora,
il pensare a una mia vita, sulla Terra o in qualunque altro posto che
ci attendeva dopo la morte, senza la mia Bella, mi faceva sanguinare il
cuore. Noi ormai eravamo legati indissolubilmente e non avremmo
più potuto vivere uno senza l’altra, ne ero
assolutamente
sicuro!
Dopo
averle
raccontato ogni cosa, ed essere certo che ancora mi amava,
l’unica cosa di cui avevo avuto uno spasmodico bisogno era
fare
l’amore con lei, perdermi nel suo corpo caldo e pieno
d’amore per me, di unirmi di nuovo a lei…. Era
stata una
reale necessità, che mi stava quasi facendo mancare il
fiato… Rendermi conto di come lei fosse stata subito pronta
ad
accontentare questo mio desiderio, quasi avesse intuito che fosse un
vero e proprio bisogno vitale, non aveva potuto fare altro che
riempirmi di gioia. Le basse temperature non ci avevano permesso di
spogliarci completamente, e quindi non avevo potuto sentire la
morbidezza del suo corpo meraviglioso entrare in contatto col mio; ma
nel momento in cui ero penetrato in lei… bè, in
quel
preciso istante, mi ero sentito di nuovo rinato… come se
ogni
dolore, ogni senso di colpa, ogni rimpianto e ogni sofferenza, fossero
stati cancellati con un colpo di spugna. Mi sentivo completo e felice!
Eravamo veramente due spiriti affini, pronti a fondersi e condividere
ogni emozione, positiva o negativa… e formare un unico
corpo,
un’unica mente ed un’unica anima…
-Allora,
ti
piace cavalcare, amore o hai ancora paura?- mi chiese, interrompendo i
miei pensieri. Stavamo procedendo abbastanza veloci, non al passo come
all’andata… ma se da una parte sussisteva ancora
un
po’ di timore, dall’altra mi sentivo talmente
libero, per
aver condiviso ogni cosa con la mia Bella, che avrei voluto spronare io
stesso Lorelai a correre a perdifiato… ma non volli comunque
sfidare la sorte.
-No,
tranquilla… devo ammettere che mi piace anche questa
andatura… è come se l’adrenalina mi
scorresse
veloce e mi elettrizzasse… come se mi sentissi di poter
realizzare tutto da quassù…- cercai di spiegarle.
-Sì,
ti
capisco… cavalcare mi regala sempre delle meravigliose
sensazioni di libertà… è un
po’ come correre
in moto; ma quando spingo Lorelai a galoppare sempre più
forte,
sento defluire nelle vene anche un senso di potenza… quindi
comprendo benissimo quello che vuoi dire- confermò. Ecco!
Era
proprio così che mi sentivo e ormai noi ragionavamo sulla
stessa
lunghezza d’onda. Anche quel nostro condividere ogni
più
piccola emozione mi entusiasmava da impazzire!
-Però
non esagerare… perché ancora non mi sento molto
sicuro…- cercai di porle un freno, avendo notato come le
cose
intorno a noi avessero iniziato a scorrere più veloci.
D’istinto mi strinsi più forte a lei e la mia
gattina
scoppiò a ridere.
-Eddai,
Edward!
Ora un po’ di confidenza l’hai presa…
non vorrai
mica risultare una mammoletta ai miei occhi?!
Dov’è il mio
uomo che è in grado di farmi gridare dal piacere? Quello che
non
ha paura di entrare in camera mia di soppiatto per darmi un buongiorno
mozzafiato, sfidando le ire funeste dello sceriffo Swan, che ti
assicuro è ben più pericoloso della dolcissima
Lorelai?!-
mi provocò in maniera subdola, facendo leva su quello che
sapeva
essere il mio punto debole. Ah, l’orgoglio virile!
-Oh,
al
diavolo! Spingi questa cavalla più forte che puoi! Io sono
in
grado di aggrapparmi con forza… però poi non ti
lamentare
se ti stringo troppo- la incitai. Bella non se lo fece ripetere due
volte e con due colpi sui fianchi di Lorelai prese a farla galoppare.
Oddio! La paura, mista alla sensazione che donava la
velocità,
mi stava facendo salire l’adrenalina a mille: era fantastico!
Non
vedevo l’ora di essere in grado di cavalcare da solo in quel
modo, anche se a essere sinceri non era poi così male quella
posizione… anzi iniziava a piacermi parecchio…
nel
movimento il mio amichetto continuava a sfregarsi sulle sue natiche e
mi stavo eccitando all’inverosimile! Stava nascendo di nuovo
quell’istinto bestiale della sera precedente e ormai vedevo
solo
immagini di noi avvinghiati a fare l’amore in ogni posizione
possibile!
Dopo
dieci
minuti stavamo già rientrando al ranch e Bella
iniziò a
far rallentare Lorelai, fino ad arrivare al recinto quasi al passo.
-Dio,
amore!
E’ stato stupendo, meraviglioso, elettrizzante,
eccitante…. tutto insomma! Non ho parole e non vedo
l’ora
di rifarlo!- esclamai, con un tono di voce entusiasta, come un bambino
che aveva appena fatto il suo primo giro sulle montagne russe. Bella
rise felice e si voltò a baciarmi.
-E
poi senti
cos’hai scatenato qui in basso?!- le sussurrai roco,
spingendo il
mio bacino verso il suo; -Non vedo l’ora di essere a casa e
ti
dimostrerò dov’è finito il tuo uomo!
Dovrai
implorarmi di smettere, gattina mia…- la provocai,
infilandole
una mano sotto gli strati di indumenti e accarezzandole il ventre. Un
brivido la percorse, facendola fremere.
-Edward...-
gemette all’improvviso. Ghignai, soddisfatto: evidentemente
quella posizione stava procurando interessanti effetti anche su di lei,
ed io sentivo un fuoco iniziare a bruciarmi dentro. Un fuoco che avrei
dovuto spegnere al più presto, appena tornato a casa: non
volevo
certo morire per autocombustione!
Il
rumore della
porta dell’edificio principale ci fece ricomporre
immediatamente;
infatti Rob ci raggiunse dopo pochi secondi.
-Ciao,
ragazzi!
Allora? Divertiti?- ci chiese, con un enorme sorriso sulle labbra. I
nostri volti sorridenti, felici e sereni parlavano per noi.
-Bene!
Sono contento! E tu Edward? Hai preso un po’ di confidenza?-
domandò curioso.
-Ci
puoi
giurare! Al ritorno abbiamo anche corso! Dio, è una
sensazione
che lascia senza fiato!- esclamai orgoglioso di aver superato quella
mia paura.
-Perfetto!
Ho intuito subito che sei un ragazzo in gamba!- mi elogiò.
-Rob,
che
faccio? Riporto Lorelai al box o la lascio qui nel recinto?- gli
domandò Bella. Speravo ci sbrigassimo in fretta, anche se
una
piccola parte di me non sarebbe più scesa da quel cavallo.
-Mi
faresti un
favore se la riportassi già nel box. Prima ho mandato a casa
Nick perché stava male… credo avesse la febbre e
così Tray l’ha accompagnato e ho detto anche lui
di
proseguire per casa sua, non aveva senso che tornasse. Sono rimasto
solo; così man mano che rientrano i cavalli, cerco
già di
sistemarli nei loro box. Mancano Lorelai e altri due, che
però
torneranno solo tra un paio d’ore- ci spiegò.
Bella
annuì.
-Non
ti
preoccupare, Rob. Ci occuperemo noi di lei… per tutto. Tu
finisci i lavori nei recinti. A proposito i cavalli rientrati sono
già a posto? Altrimenti ci pensiamo noi- lo
rassicurò
Bella, proponendosi poi di prolungare il nostro tempo al ranch.
Sbuffai, infastidito. Cazzo, no! Ed io che mi immaginavo già
di
percorrere tutto il suo corpo mozzafiato con la mia bocca…
invece ora l’attesa si prospettava più lunga di
quanto
immaginassi.
-Gli
altri sono
a posto, tesoro! Ma grazie comunque dell’offerta. Troverai
tutto
come al solito nelle stalle- la informò.
-Ah,
ancora una cosa, Rob! Angel è prenotato durante la
settimana?- gli chiese.
-Mi
sembra solo
il lunedì, il giovedì pomeriggio e la domenica
mattina.
Perché?- le rispose, incuriosendosi.
-Perfetto!
Edward vorrebbe imparare a cavalcare e quindi verremo una o due volte
la settimana… e per lui ci terrei a prendere Angel. Quando
decideremo, ti farò sapere, ok?- si accordò Bella.
-D’accordo,
non ti preoccupare! Anche dovesse essere occupato quando verrete,
vedremo di fare in modo di farvelo trovare libero- la
rassicurò
Rob. Da quella risposta capii ancora di più quanto le
volesse
bene e quanto cercasse di accontentarla.
Ci
avviammo
verso il retro della costruzione, dove probabilmente si trovavano le
stalle. Senza rendermene conto mi ero rabbuiato un po’
dinnanzi a
questo improvviso cambio di programma… più che
altro di
fronte a questo seccante ritardo… ma cercai di non mostrarmi
come un bambino capriccioso… in fondo avevamo appena fatto
l’amore ed io non potevo essere già
così tanto
eccitato da non poter aspettare ancora una o due ore, per poter avere
la mia Bella…
Scendemmo
da
cavallo e Bella, prendendo Lorelai per le redini, la condusse
all’interno di un grande edificio, facendola poi entrare in
un
box, largo e spazioso. Le tolse il morso con le redini,
riempì
la sua mangiatoia di fieno (che Lorelai, da vera golosona,
iniziò subito a divorare), le sganciò la sella,
per poi
levargliela e andarla ad appendere ad un gancio.
Io
ero come
incantato… non riuscivo a distogliere il mio sguardo dalla
sua
figura. Si era tolta la giacca per potersi muovere meglio e il
maglioncino e i pantaloni che indossava le fasciavano il corpo in una
maniera così aderente che alla mente mi sovvenivano solo
immagini altamente erotiche, una più peccaminosa
dell’altra. Ero eccitato da morire e ogni suo gesto faceva
scalpitare impaziente il mio amichetto… SC pulsava in
maniera
dolorosa e lo sentivo sempre più turgido e gonfio. Che cazzo
mi
stava succedendo?!
Mi
sentivo come
se non riuscissi a controllarmi, come se Bella compisse ogni minimo
movimento solo per provocarmi… Cristo, ero malato!
-Amore…
c’è qualcosa che non va?- mi chiese, accorgendosi
evidentemente del mio repentino ed inspiegabile (per lei!) cambio
d’umore.
-N-no…
perché?- tentai di fare l’indifferente e di
riscuotermi da
quelle immagini lascive. Bella mi guardò con
un’aria
scettica e poi si mise le mani sui fianchi, inarcando vistosamente le
sopracciglia.
-Sto
aspettando, Edward!- affermò, convinta. Dio, quando era
così autoritaria…
Sbuffai,
infastidito all’idea che potesse considerarmi uno stupido
immaturo che pensa solo al sesso… anche se, in tutta
onestà, era proprio così! Ma che ci potevo fare
se la mia
ragione di vita mi ispirava ogni genere di pensieri lussuriosi, uno
meno lecito dell’altro?!
-Ti
prego,
Bella… non è niente, davvero!- cercai di
glissare, ma
evidentemente la lezione della sera precedente non mi era servita
granché, se non avevo ancora capito quanto fosse tosta la
sua
testardaggine! Quando Bella voleva sapere qualcosa, non c’era
niente che la distogliesse dal suo intento. Ragazza caparbia e
ostinata! Ma talmente sexy…
-Edward…
non roviniamo questa bella giornata con delle stupide bugie…
dimmi subito cosa ti gira in quella testolina scapigliata… i
tuoi occhi sono così cupi che sembrano persino aver cambiato
colore!- mi rimproverò, come una maestrina. Se possibile la
mia
eccitazione nel vederla così determinata aumentò
ancora
di più. Sbuffai, certo ormai di doverle confessare tutto.
-Bella…
è che… che ho di nuovo così voglia di
te…
speravo di farti di nuovo mia al più presto… e
invece
dovremmo aspettare ancora… sono uno stupido lo so, ma
è
questo l’effetto che mi fai!- le rivelai, vergognandomi un
po’ delle mie reazioni.
Mi
sorrise
maliziosa, avvicinandosi lentamente, con movimenti sensuali…
Cristo santo… cosa cazzo aveva intenzione di fare?! Ero
già al limite e se avesse iniziato a stuzzicarmi non avrei
resistito… le sarei saltato addosso stile maniaco depravato!
-Mmm…
Cullen, Cullen…- mi apostrofò. Oh, merda! Era una
vita
che non mi chiamava per cognome e poi non poteva farlo con quel tono di
voce e proprio in quel momento! Mi sembrava di non avere più
il
controllo su niente e di essere in balia di un’eccitazione
allo
stato puro… sarebbe bastata ancora solo una parola o un
piccolo
gesto e le sarei saltato addosso. Deglutii e cercai di calmarmi, anche
se SC era ormai in carreggiata, pronto e scattante.
-Da
te non me
lo aspettavo proprio! Sai che mi deludi un po’…
credevo
che magari ti facesse piacere provare emozioni nuove…
cos’è? L’adrenalina ti è
già scomparsa
del tutto?- mi provocò in maniera spudorata. Ok, ora
gliel’avrei data io l’adrenalina! Se voleva
ottenere una
determinata reazione da parte mia, ci era appena riuscita!
Con
una rapida
falcata annullai la distanza tra i nostri corpi e, sospingendola contro
la parete del box, presi possesso della sua bocca in maniera selvaggia,
quasi violenta. La mia lingua forzò le sue labbra e
andò
subito a reclamare ciò che ormai considerava di sua
esclusiva
proprietà. Bella rispose con la mia identica passione,
facendomi
incendiare ancora di più. Non me ne fotteva un cazzo se
sussisteva il rischio che potesse entrare qualcuno e beccarci; in quel
momento volevo solo fare mio quel corpo da dea che mi faceva
impazzire… così come eravamo, in piedi e senza
tante
cerimonie…
Tutto
la
situazione in un attimo precipitò: entrambi eravamo
completamente in balia delle sensazioni che provavamo, della passione
che si era scatenata divampando e incendiandoci, dell’immensa
lussuria che ci aveva colti. Bella si abbandonò totalmente a
me,
con frenesia e immenso ardore. Ormai non ci rendevamo nemmeno conto di
ciò che ci circondava… e ci fermammo solo quando
i nostri
sensi furono completamente appagati, lasciandoci completamente
sconvolti e ansanti.
Mi
appoggiai
alla sua schiena, addossandola ancora di più alla parete,
mentre
cercavo di riprendere il controllo di me stesso e di imprigionare
nuovamente quella forza primitiva che mi aveva fatto perdere la
ragione. Iniziai a lasciarle una serie infinita di piccoli baci sul
collo, la gola, la guancia, la tempia, mentre lei, felice ed appagata,
si strusciava contro il mio viso.
-Oddio,
Edward…- mormorò, con ancora il respiro
affannato.
Appoggiai le mie mani sulle sue, ancora sulla parete, mentre il
raziocinio stava di nuovo facendo capolino nella mia testa…
meglio tardi che mai!
-Scusami,
amore… non so cosa mi sia preso… ti ho fatto
male?- mi
preoccupai all’istante. Magari ero stato troppo violento.
-Male?!-
domandò, quasi incredula; -Dio, è stato
fantastico,
Edward! Non capivo più niente… era come se fossi
preda
della pura frenesia, non riuscivo a ragionare con
lucidità… mi hai trasportato in un altro
mondo…-
mi spiegò, con ancora la voce arrochita
dall’intenso
piacere provato. Sorrisi… erano le stesse identiche
sensazioni
che avevano governato anche me.
-Già…-
riuscii solo a sussurrare, instupidito da quell’immenso
piacere
che mi stava ancora scorrendo nelle vene. Mentre uscivo da lei e mi
sistemavo i pantaloni, mi voltai e rimasi di sasso. Oh no,
no…
fanculo!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 97
Non
avevo nemmeno fatto in tempo a riprendermi da quell’ondata
ingestibile di passione selvaggia e sfrenata che mi aveva colto e che
era riuscita a portarci entrambi in paradiso, quando, dopo essermi
voltato, rimasi basito, quasi spaventato… dio, che
impressione! -Cazzo! Merda!
Vestiti subito,
Bella!- esclamai, mentre il più velocemente possibile
cercavo di
sistemarmi e ricompormi, imbarazzato da quella assurda circostanza. Bella si
affrettò a fare come le avevo ordinato, mentre la vedevo
sempre più rossa e agitata. -Che
c’è? Ci ha
visti, vero?- mi chiese con una voce isterica, intimorita dal fatto di
essere stati colti sul fatto; -Oddioddioddio! Che figura! Che figura!
Come farò a guardarli ancora in faccia?! Sono come degli zii
per
me!- continuava a disperarsi.
Cap. 97 EFP
Buongiorno tesorine belle!
Siamo felici che non ci siano state lamentele da parte di chi non ha
potuto leggere la parte rossa tagliata di netto.
Ringraziamo come sempre tutte le lettrici che ci seguono e volevamo
avvertirvi che
nel prossimo chappy non ci saranno i vostri piccioncini preferiti,
Edward e Bella. BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Io
e Bella eravamo nel box di Lorelai. Non avevo nemmeno fatto in tempo a
riprendermi da quell’ondata ingestibile di passione selvaggia
e
sfrenata che mi aveva colto e che era riuscita a portarci entrambi in
paradiso, quando, dopo essermi voltato, rimasi basito, quasi
spaventato… dio, che impressione!
-Cazzo!
Merda! Vestiti subito, Bella!- esclamai, mentre il più
velocemente
possibile cercavo di sistemarmi e ricompormi, imbarazzato da quella
assurda circostanza.
Bella si
affrettò a fare come le avevo ordinato, mentre la vedevo
sempre più rossa e agitata.
-Che
c’è? Ci ha visti, vero?- mi chiese con una voce
isterica, intimorita
dal fatto di essere stati colti sul fatto; -Oddioddioddio! Che figura!
Che figura! Come farò a guardarli ancora in faccia?! Sono
come degli
zii per me!- continuava a disperarsi. Bè, ecco…
in realtà non era così
grave: nessun essere umano ci aveva sgamati…
Comunque
lei in pochi secondi si era già risistemata e si guardava
intorno
nervosa e preoccupata. La vidi uscire titubante dal box e poi
osservarmi confusa.
-Edward!
Ma… ma non
c’è nessuno qui!- esclamò, gridando
metà
sollevata e metà arrabbiata. Io la guardai perplesso.
-Scusa,
ma chi ci dovrebbe essere?- le domandai, palesemente sconcertato da
quella sua strana reazione.
-Come
chi? Ma… perché diavolo mi hai fatto spaventare
così?! Mi hai urlato di
rivestirmi subito, come se avessi visto Rob o qualcun altro che ci
spiava! Pensavo ci avesse beccati e stavo già morendo di
imbarazzo!-
aveva replicato. Sghignazzai per la stramba situazione. Lei pensava ci
avessero visti! Scossi la testa… bè, forse avrei
dovuto spiegarmi
meglio…
-Ma ti
sei rincretinito del
tutto? Ti sembrano scherzi da fare?!- sputò fuori tutto
d’un fiato, inferocita. Oh cazzo!
-Ehi,
calmati! Non è stato uno scherzo!- mi difesi immediatamente,
prima che
potesse veramente inforcarmi con qualcuno dei numerosi strumenti
appuntiti presenti nelle stalle, dato il cipiglio furioso con cui mi
stava squadrando.
-E’
che quando mi sono voltato… bè, Lorelai ci stava
fissando e mi sono
sentito… a disagio… cioè ti rendi
conto?! Noi stavamo facendo l’amore e
quella cavalla… bè, faceva la guardona!- cercai
di farle capire; anche
se il concetto espresso ad alta voce mi sembrava meno grave e
decisamente più ridicolo dell’impressione che mi
aveva fatto quando
avevo notato gli occhi grandi e scuri di Lorelai fissi su di
noi…
Le
espressioni che passarono sul viso della mia piccola furono veramente
molteplici: incredulità, irritazione, sollievo e alla
fine…
divertimento.
A un
certo punto non riuscì più a trattenersi e
scoppiò a ridere, tenendosi la pancia.
-Ahahah!
Ma tu sei fuori! Non sei mica normale, Cullen!- mi schernì,
senza
ritegno. Dio, il mio cognome pronunciato dalla sua voce
sexy… ma le
avrei fatto capire io con chi aveva a che fare!
-Piantala
di chiamarmi Cullen o ti salto addosso di nuovo! Lo sai perfettamente
che mi eccita da morire quando mi chiami così, streghetta! E
non vorrei
che questa povera cavalla rimanesse traumatizzata ad assistere a
un’altra nostra intima performance, magari ancora
più infuocata…- le
risposi con una buona dose di malizia, aspettandomi una sua reazione
imbarazzata alle mie parole provocanti; in realtà ero solo
riuscito a
scatenare l’aumento delle sue risate. Ok,
d’accordo… questa non me
l’aspettavo proprio!
Se
prima mi sentivo a disagio a causa della spettatrice involontaria, ora
mi sentivo veramente cretino… ma non potevo mica farmi
sminuire così da
lei dopo la mia ultima prestazione amorosa! Ne ero piuttosto orgoglioso
e ne andava del mio onore di maschio!
-La
finisci di prendermi in giro?!- la sgridai, cercando di rimanere
più
serio possibile, anche se la sua risata era decisamente contagiosa. Ma
lei non ne voleva proprio sapere di smettere di sghignazzare: aveva
addirittura le lacrime agli occhi!
-Ok,
l’hai voluto tu! Ora ti dovrò punire severamente!-
dichiarai risoluto.
Bella non fece nemmeno in tempo a capire le mie parole che si
ritrovò
distesa su un mucchio di fieno, con il mio corpo che la sovrastava e le
mie mani che si muovevano a solleticare la sua parte più
sensibile: i
fianchi.
-Ahahah!
Ti prego, Edward… basta! Ahahah! Non ce la
faccio… più…- continuava a
dimenarsi e a ridere, mentre io implacabile come un vendicatore
continuavo a farle il solletico.
-Chiedimi
scusa, Swan!- le ordinai, seduto a cavalcioni su di lei.
-Non
ci… penso… proprio… Cullen! Oddio,
ahahah! Basta… ti-ti prego…- cercò
di resistere. Le mie mani si mossero ancora più veloci e
inesorabili.
-Ho
detto di chiedermi subito scusa!- continuai, senza farmi impietosire
dai sussulti del suo corpo che si dimenava come in preda alle
convulsioni.
-Sc-scusa!
Scusa! Basta, però, ti prego… non respiro
più!- si arrese. Mi bloccai e
lei potè riprendere a respirare normalmente. Ci fissammo
sorridendo:
era davvero stupenda… i capelli spettinati, le guance rosse,
le labbra
gonfie e turgide, gli occhi sfavillanti… era una visione
mozzafiato!
-Ti
amo!- sussurrai, chinandomi su di lei e avvicinando le nostre bocche,
incapace di resistere oltre al richiamo delle sue morbide e succose
labbra.
-Ti
amo, anch’io, tesoro mio!- mormorò, allacciando le
braccia al mio collo
e facendo unire le nostre bocche. Dio, che sapore meraviglioso! Non mi
sarei mai stancato di lei!
Una
mia mano le serrò un fianco e la portai più
aderente al mio torace,
beandomi come sempre della sofficità del suo petto sul mio;
mentre
l’altra si chiuse sulla sua nuca, per comprimere ancora di
più le sue
carnose labbra sulle mie. Un gemito roco proruppe dalla mia gola, una
urgente richiesta di accedere all’interno della sua calda e
sensuale
bocca… lei assecondò il mio bisogno, concedendomi
l’ingresso in quel
bollente e profumato anfratto. Finalmente le nostre lingue si
incontrarono, pronte per un’ennesima e sensuale battaglia. In
risposta
alla mia veemenza le sue mani frenetiche accarezzarono il mio torace,
la mia schiena, le mie spalle, il mio viso, i miei capelli, mandandomi
fuori di testa… moltiplicai la mia irruenza, trasformando il
bacio in
un gioco altamente erotico di lingue… ovviamente il mio SC
scattò
sull’attenti, pronto e voglioso di immergersi in un altro
focoso round…
Eravamo
rapiti dalla nostra intensa bramosia, quando un nitrito troppo
ravvicinato ci fece sobbalzare per lo spavento: ancora Lorelai!
Maledetta guastafeste: ma non si poteva trovare uno stallone?!
-E che
palle!- sbottai irritato, staccandomi dalla bocca della mia ragazza per
riprendere fiato.
-Però!
Non pensavo che fossi così pudico, Cullen!-
mormorò maliziosa quando
sciogliemmo il nostro abbraccio. Oh cazzo, niente da fare:
l’ultima
parola doveva essere sempre la sua! Che provocatrice peperina! Pudico
no, ma insomma: quella spiona di una puledra repressa non poteva
andarsene a brucare il suo fieno, se non riusciva a trastullarsi in
altro modo?! Avrei fatto io un discorsino sulle donne al caro
Angel…
-Attenta,
Swan! Vedi di smetterla o ricomincio la tortura del solletico senza
alcuna pietà!- la minacciai, sfoderando il mio famigerato
sorriso che
le piaceva tanto. Alzò le mani in segno di resa e fece il
gesto di
chiudersi la bocca e gettare via la chiave.
-Così
va meglio!- esultai trionfante, incrociando le braccia al petto.
-Sarà
meglio che ci diamo da fare, altrimenti non torneremo più a
casa-
affermò. Annuii e alzandomi, la attirai a me, trattenendola
ancora un
momento tra le mie braccia, per poi far scendere le mie mani ad
avvolgere i suoi glutei in una carezza lasciva.
-Dio,
sei irresistibile! Ma lo sai che questi jeans ti fanno un culetto da
paura?! Lo riempirei di morsi!- mi complimentai. Lei
spalancò gli
occhi, e poi si mise a ridere.
-Oddio,
amore! Quando te ne esci con ‘ste frasi, giuro che mi sembri
la
fotocopia di Emmett!- sghignazzò, spudoratamente. Scoppiai a
ridere
anch’io: era proprio vero!
-Bè…
la genetica non è un’opinione!- risposi, facendo
spallucce.
-Dai,
al lavoro, Cullen!- mi esortò. Mmm, di nuovo quel tono
autoritario e
sensuale… unito al mio cognome! Oh porco…
immediatamente il mio
amichetto svirgolò di nuovo, ancora dannatamente
eccitato…
-Bella!
La vuoi finire?! Ho ancora tutta la sera per farti
impazzire… Ti
conviene non provocarmi troppo… visto poi che succede?- la
avvertii
indicando la stoffa rigonfia dei miei jeans. Lei mi guardò
maliziosa e
si morse il labbro inferiore.
-E
chi ti dice che io non lo faccia apposta per poter poi approfittare di
te?- mi rispose, in maniera sfacciatamente audace. Stavolta fui io a
sorprendermi per il suo tono sicuro e poco scherzoso…
emozionandomi per
il desiderio che chiaramente le si leggeva negli occhi.
Chissà
se le sarebbe piaciuta la mia sorpresina in frigo, che aspettava solo
il nostro ritorno… Oddio! Sarebbe stata una lunghissima e
sensualissima
serata!
Pov
Jasper
Eravamo appena rientrati in albergo; ed io, da bravo facchino, ero
stracolmo di pacchi, pacchettini e buste di ogni formato... ma ero
anche felice di aver regalato alla mia piccola Ally uno splendido ed
indimenticabile pomeriggio insieme.
Mentre eravamo allo zoo, Alice mi era sembrata in tutto e per tutto
simile ad una bambina al parco giochi, in particolar modo ogni volta
che si era avvicinata ad una gabbia: gli animali le piacevano da
impazzire e infatti aveva voluto assistere anche allo spettacolo delle
otarie e delle foche.
Io, a differenza sua, non ero riuscito a concentrarmi troppo sugli
animali (benché simpatici ed interessanti) con il suo corpo
caldo e profumato di rose accanto al mio... non potevo staccarle gli
occhi di dosso nemmeno un attimo! Era bellissima: irradiava persino una
luce propria da quanto era allegra e splendente; e i suoi enormi
occhioni spalancati facevano invidia al blu del cielo così
terso
in quella giornata serena e libera da nuvole.
A metà pomeriggio poi l’avevo trascinata a
sbizzarrirsi
con il suo hobby preferito: lo shopping. Alice aveva cercato di
declinare la mia proposta, preoccupandosi di non volermi
‘torturare’, dato che sapeva non amavo in
particolar modo
quell’attività; ma stavolta mi ero impuntato e non
avevo
sentito ragioni.
Desideravo con tutte le mie forze che la mia bambolina trascorresse una
giornata perfetta! Ero comunque consapevole che lei sarebbe stata
disponibile a rinunciarvi del tutto… la cosa mi aveva fatto
estremo piacere perché mi aveva colpito la
maturità del
suo atteggiamento. Per questa volta mi ero sacrificato volentieri,
preventivando un mio possibile tornaconto… mi sarei fatto
risarcire a suon di coccole!
Comunque a parte tutto alla fine non era stato tanto male seguirla di
negozio in negozio, soprattutto… perché spesso mi
permetteva di dare una sbirciatina nel suo camerino!
Poi, proprio mentre lei stava scegliendo con cura l’intimo da
abbinare al vestito che avrebbe indossato quella sera per la nostra
cenetta romantica, io ero riuscito con una scusa a sgattaiolare via un
attimo dal negozio e a prepararle una sorpresa…
Appena mettemmo piede nella nostra camera, l’attenzione di
Alice
fu attirata da una quantità abbastanza consistente di
scatole,
già appoggiate sul nostro letto.
-Ma… e quelli da dove escono?- mi chiese, stupita, indicando
quei pacchi per lei dall’origine ignota. Le sorrisi sornione
prendendola tra le mie braccia e lasciandole un tenero bacio sulla
punta di quel nasino così piccolo e perfetto.
-Un mio regalo… forza, guarda se tutto quanto è
di tuo
gradimento- la invitai con un gesto. Lei sgranò i suoi
occhioni
increduli, senza riuscire a muoversi per la sorpresa.
-Jazz! Non dovevi!- esclamò, portandosi le mani alla bocca;
-Guarda quante cose mi hai già comprato! Non ti sembra di
esagerare? Così mi fai sentire tremendamente in colpa-
mugugnò, indicando tutti i sacchetti che avevamo intanto
appoggiato vicino alla porta.
-Niente è abbastanza per te, dolcezza! Forza aprili!- la
invitai
ancora. Alice, alquanto imbarazzata, si avvicinò al letto e
iniziò ad aprire il pacco più grande.
-Oh mio dio! Ma è… è un completo da
cavallerizza!
E’ divino!- si infervorò felice, mentre apriva gli
altri
pacchetti più piccoli che contenevano tutti gli accessori:
cintura, guanti, cappellino, stivali.
-Vista la tua passione per gli animali, penso che ti farà
piacere venire con me al maneggio di Rob, almeno un paio di volte la
settimana: sappi che ho tutta l’intenzione di insegnarti a
cavalcare!- le spiegai, mentre sul suo volto già raggiante
si
dipingeva un’espressione estasiata. Perfetto! Ci avevo visto
giusto: ero certo che le avrebbe fatto piacere!
-Non posso crederci! I cavalli! Oh, io li adoro! Oddio, Jazz!
E’
semplicemente meraviglioso!- gridò, saltandomi in braccio.
Scoppiai a ridere per la sua reazione così entusiasta,
proprio
tipica del mio piccolo ed esuberante tornado.
-Grazie, grazie, grazie! Ti amo da morire! Cosa farei senza di te?-
continuò ad esclamare mentre riempiva senza sosta il mio
volto
di teneri baci. Le sorrisi… probabilmente non se ne era resa
pienamente conto: ma mi aveva appena servito una battuta maliziosa su
di un piatto d’argento!
-Bè… magari svolgeresti con maggior foga
l’attività di shopping… ma quella tra
le
lenzuola… bè… di certo non sarebbe di
ottima
qualità!- le risposi sarcastico, facendola scoppiare a
ridere.
-Pallone gonfiato di uno sbruffone!- mi schernì, scendendo
di
nuovo con i piedi per terra. Le diedi una affettuosa pacca sul quel
delizioso fondoschiena, poi lei si avvicinò di nuovo al
letto
per ammirare tutti i regali appoggiati lì sopra.
-Ma come hai fatto? Quando? Non mi sono accorta di niente…-
mi
chiese, rendendosi conto all’improvviso che non ci eravamo
quasi
mai lasciati... appunto: quasi!
-Mentre stavi scegliendo l’intimo, mi sono detto: o resto e
le
salto addosso nel camerino col rischio di rovinare il nostro splendido
sabato a causa di un arresto per atti osceni in luogo
pubblico…-
con malcelata soddisfazione la vidi sogghignare; -…o ne
approfitto per farle una sorpresa. Era già un po’
che
volevo chiederti se avevi voglia di provare l’equitazione con
me,
ma non ce ne era stata ancora occasione. Oggi, allo zoo, dopo aver
visto l’entusiasmo con cui ti approcciavi a ogni tipo di
animale
esistente, non ho più avuto alcun dubbio. Speravo tanto che
la
mia idea ti sarebbe andata a genio… così ti ho
lasciata
con la classica scusa della toilette e mi sono recato nel negozio
accanto. Lì mi sono affidato alla commessa, dicendole di
cosa
avevo bisogno e indicandoti attraverso le vetrine per darle
un’idea della tua taglia. E infine ho richiesto che ci
venisse
recapitato tutto in camera- le spiegai, orgoglioso di essere riuscito
ad organizzare tutto nei minimi particolari.
-Grazie ancora, amore… l’idea del maneggio
è
ottima, però questo…- e indicò
l’insieme dei
pacchi; -…bè, non era assolutamente
necessario…
avrei potuto benissimo cavalcare con dei normalissimi jeans- si
imbarazzò ancora, arrossendo. Mi avvicinai e le accarezzai
le
guance rosate e calde, simbolo della sua intensa emozione.
-So quanto ci tieni a essere perfetta in ogni situazione, non devi
fingere con me… ti amo e voglio solo che tu sia felice
sempre e
comunque…- le sussurrai dolcemente, intensificando il suo
colorito. -E poi che ti credi?! Non l’ho fatto mica solo per
te!-
la schernii. Lei spalancò i suoi occhioni, divertita.
-Ah no?!- domandò, incrociando le braccia al petto. Scossi
la testa, in segno di diniego.
-L’ho fatto soprattutto per me… perché
pretendo un
ringraziamento degno di nota- dichiarai, con tono malizioso, e
accarezzando il suo corpo con uno sguardo che non lasciava fraintendere
nulla delle mie lascive intenzioni.
Il sorrisetto che aleggiava sul suo viso si allargò ancora
di
più, e la mia piccola si allontanò leggermente da
me,
iniziando a muoversi per inscenare un piccolo ma gradito spogliarello
per il sottoscritto.
Deglutii a fatica alla vista di quelle movenze così
sensuali… la mia gattina era sexy da morire e quando si
atteggiava in una modalità così
maliziosa…
riusciva ad incendiare tutti i miei sensi!
Ogni volta che avevo la possibilità di ammirare il suo corpo
perfetto, non potevo credere a quanto fossi fortunato: quella
meraviglia di donna mi amava con tutta se stessa… e,
incredibile
ma vero, voleva me e solo me!
-Allora signor Swan… sono sulla strada giusta per un
ringraziamento degno della sua attenzione?- continuò,
mandando i
suoi pantaloni a far compagnia alla maglietta già volata per
la
stanza.
-Mmm… diciamo che è sulla buona strada, signorina
Cullen… ma potrebbe impegnarsi di
più…- la
provocai, con un ghigno. Ma la mia allegra baldanza fu dissolta in meno
di un secondo: le sue mani slacciarono il reggiseno e, nel farlo
scendere, andò a massaggiarsi quelle colline deliziose,
pizzicandosi le punte inturgidite e leccandosi le labbra, chiaro
manifesto del suo desiderio… oh Cristo santo!!
-Oh cazzo, Ally!- sbottai, strozzandomi quasi con la saliva e
stringendo con forza i pugni per evitare di saltarle addosso e potermi
godere ancora un po’ quel mio spettacolo personale. JJ stava
già pulsando in maniera maledettamente dolorosa, rinchiuso
nella
costrizione dei jeans; così decisi di far saltare i bottoni,
almeno per concedere un minimo di respiro al mio amichetto, visto che
io invece ero quasi senza fiato. Alice si liberò anche degli
slip e inaspettatamente, prima che potessi anche solo compiere un
accenno di mossa, me li lanciò in viso per poi correre via
in
bagno, lasciandomi completamente basito. Afferrai il suo perizoma e lo
portai al naso, beandomi del suo odore fruttato, l’odore
della
mia donna!
La mia gattina aveva voglia di giocare… e chi ero io per
negarle un piacere così grande?
-Mmm… non si fa così piccola! Adesso dovrai
pagare con
gli interessi tutte le conseguenze per essere scappata via da me!- le
urlai attraverso la porta del bagno, mentre mi denudavo alla
velocità della luce. Lo scampanellio della sua risata
argentina
echeggiò nella stanza da bagno.
-Non vedo l’ora, Swan!- gridò in risposta, mentre
sentivo
l’acqua iniziare a scorrere. Bè, quello era
decisamente un
invito con i fiocchi! Iniziai ad ansimare, voglioso… cazzo,
era
dal nostro weekend di fuoco che desideravo fare la doccia con lei, ed
evidentemente per lei era lo stesso…
Spalancai la porta del bagno, entrando trionfante con JJ che si ergeva
in tutta la sua gloriosa magnificenza, ma rimasi paralizzato alla
visione della mia bambolina nel box doccia: completamente bagnata, si
stava spalmando di bagnoschiuma tutto il corpo in maniera provocante e
sensuale. Oh porca… avrei anche potuto già venire
così, come un brufoloso pivello!
Notai i suoi occhi, dapprima divertiti, fissarsi in modo molto
malizioso sul mio amichetto e un guizzo di pura lussuria li
illuminò, facendomi ghignare orgoglioso e soddisfatto.
Con una rapida falcata annullai la distanza che mi separava dal mio
paradiso e mi fiondai sotto il getto dell’acqua, sostituendo
le
sue piccole mani con le mie. Percorsi ogni centimetro della sua morbida
e profumata pelle… iniziai in modo molto indolente, giusto
per
farla impazzire un po’; nel frattempo la mia bocca scese
implacabile sulla sua, come un falco sulla preda; le mordicchiai il
labbro superiore, soffocando così i suoi gemiti di pura
frustrazione. Era appagante per me: la sentivo completamente
abbandonata alle mie carezze, schiava dei miei tocchi… e
tutte
le volte il suo totale coinvolgimento mi scatenava delle vere e proprie
sensazioni di potenza che avevano la capacità di farmi
eccitare
ancora di più… dio, quella gattina sapeva come
far
impazzire un uomo!
Facemmo l’amore con rinnovata passione… ogni volta
era
come fosse la stata la prima e non mi sarei mai stancato di scoprire
ogni più piccolo angolino di quel mio paradiso personale.
Tutto in noi si incastrava a meraviglia… era come se ci
avessero
creati per stare insieme a fare l’amore per ore e
ore… non
mi sarei mai stancato di quel corpo, di quei gemiti, di quei baci e
soprattutto non mi sarei mai stancato della mia Alice!
In un attimo i nostri sensi furono completamente stravolti da una
scarica di piacere immenso, lasciandoci stravolti e senza fiato.
-Ti amo, amore mio…- mormorò con ancora
l’affanno e
sorridendomi felice. Appoggiai la mia fronte alla sua, guardandola
negli occhi il più intensamente possibile, cercando di
trasmetterle tutto ciò che provavo in quel momento
così
intimo.
-Anch’io ti amo… da morire! Non hai idea di quanto
mi
rendi felice, Alice…- sussurrai ancora roco ed ansimante,
avvolgendo il suo viso tra le mie mani. Lei allacciò le sue
braccia intorno al mio corpo, stringendomi forte.
Restammo così abbracciati ancora per qualche minuto, poi
senza
dire una parola iniziammo ad accarezzarci e a lavarci a vicenda: non
avevamo bisogno di parole per capirci…
Già… perché tra noi c’erano
stati parecchi
fraintendimenti, parecchi problemi e casini a causa di parole non
dette, di sentimenti celati, addirittura negati… ma da
quando
finalmente ci eravamo confessati ogni più piccola emozione,
era
stato come se si fosse instaurata tra noi una connessione talmente
profonda che ancora a volte stentavo a credere che potessimo essere
così in sintonia… e le parole non erano state
più
necessarie…
ANTEPRIMA CAPITOLO 98
Pov
Emmett
La
strinsi forte a me e la baciai con un ardore immenso. La mia lingua
pretese l’accesso alla sua bocca, intrecciandosi
immediatamente alla
sua e perdemmo il contatto con tutto ciò che ci circondava,
finchè non
sentimmo la voce indignata di una signora un po’ bisbetica
che si
lamentava di quella che per lei era una vera e propria indecenza.
Sbuffai: non era mica colpa mia se nell’800, quando forse
quell’arpia
era una giovanotta, un bacetto in pubblico era considerato una zozzeria! Comunque ci staccammo
subito, mentre la mia Rose diventava rossa come un peperone. -Scusami
piccola, non ho resistito… quando ti arrabbi e mi sgridi
così, come una
maestrina, mi ecciti in una maniera che mi manda in corto circuito il
cervello! E l’unica cosa che vorrei fare è
strapparti quegli inutili
indumenti di dosso e possederti fino a farti perdere la voce- ammisi,
guardandola intensamente e in maniera inequivocabile, mentre Emmy
pulsava furioso.
Buongiorno
fanciulle!
Passato bene il weekend?! Noi benissimo! Sembra
ormai che l'estate sia scoppiata, almeno qui da me, in Liguria! Le
spiagge erano stracolme e tante persone facevano già il
bagno!
Ma passiamo ai nostri protagonisti che invece si
stanno avvicinando sempre più all'inverno!
In questo chappy, come già
preannunciato, i vostri piccioncini preferiti non saranno presenti.
Pensavamo fosse giusto dare un po' di tregua al nostro instancabile SC!
XD!
Grazie a tutte voi che ci seguite con cocì tanto
affetto. Ogni volta che diamo un'occhiata al numero delle visite la
nostra testa gira vorticosamente! Ormai siete una media di 3000
lettrici a capitolo e ciò ci riempie di felicità
in una maniera strepitosa! GRAZIE
INFINITE E BUONA LETTURA DA MANU E SARA!!!
P.S.: nel pov
Alice abbiamo inserito le loro foto. Purtroppo di Jacksone Rathbone (il
nostro Jasper) non ne abbiamo trovate che potessere almeno un po'
richiamare gli abiti indossati da lui nel capitolo. Abbiamo
però deciso ugualmente di pubblicarne due, giusto per
permettervi di rifarvi un po' gli occhi! Speriamo che apprezzerete!
CAPITOLO 98
Appuntamenti
Pov
Emmett
Io
e Rose, dopo
aver passeggiato gironzolando tutto il pomeriggio per Port Angeles, ci
stavamo dirigendo al cinema e successivamente avremo avuto in programma
di cenare nel ristorantino in cui avevo prenotato. Eravamo abbracciati,
felici e sereni. La giornata era proseguita in maniera tranquilla e ci
eravamo goduti la solitudine. Finora non eravamo mai usciti per conto
nostro, troppo impegnati con la scuola e poi sempre in compagnia di
tutti gli altri. Mi era piaciuto un sacco stare da solo con lei e avevo
approfondito la nostra conoscenza reciproca. L’avevo
subissata di
domande, scoprendo che non la conoscevo poi così bene come
avevo
immaginato… almeno riguardo i suoi gusti… chi
l’avrebbe detto che una volta aveva sfidato Embry a chi
mangiava
più salsicce e crauti?! Oppure che adorasse i film in bianco
e
nero, e in particolar modo Casablanca? Io, no di certo!
E
ciò
rendeva ancora più straordinario, secondo me, il fatto che
ci
capissimo comunque al volo, che fossimo così tanto in
sintonia
uno con l’altra: due anime affini. Al contrario del
sottoscritto,
lei invece mi aveva meravigliato per tutti i dettagli che conosceva di
me. Molti li aveva semplicemente intuiti, mentre altri li aveva
scoperti semplicemente stando attenta e osservandomi. Ciò mi
aveva fatto gongolare non poco! Ancora non riuscivo a capacitarmi di
come fossi riuscito a suscitare il suo interesse, da prestarmi
così tanta attenzione fin dal primo giorno che ci eravamo
presentati…
-Ehi
amore, ci sei?!- mi chiese, fermandosi in mezzo al marciapiede.
-Sì,
scusa ero sovrappensiero- le risposi.
-Ma
va?! Ti
è arrivato un messaggio sul cellulare e non te ne sei
nemmeno
accorto- mi informò. Presi il telefono e cliccai
immediatamente
sulla bustina dei messaggi.
-E’
di Bella!- esclamai perplesso, quando vidi il nome del mittente.
-Bella?!
Oddio
non sarà mica accaduto qualcosa ad Edward?! Stamattina,
quando
mi ha mandato il messaggio per farmi sapere com’era andata la
serata, mi ha riferito che voleva portare tuo fratello al ranch di Rob
e farlo cavalcare… chissà
cos’è successo!-
si preoccupò immediatamente.
-Calmati,
orsacchiottina… vedrai che non è successo niente.
Prima
di fasciarci e romperci la testa, leggiamo cosa ha scritto-
tentai di rassicurarla, anche se avevo iniziato ad agitarmi
anch’io alle sue parole. Lessi il messaggio e un ampio
sorriso si
aprì sul mio volto, mentre il cuore sobbalzò
forte nel
petto e gli occhi mi si fecero lucidi in un istante. Non avevo la
più pallida idea che lui la pensasse in quel
modo… e
saperlo mi riempiva di orgoglio e felicità. E
poi… quanto
adoravo quella ragazza! Era incredibile come era riuscita a entrarmi
nel cuore in così poco tempo e le volevo un bene immenso!
-Allora?!-
domandò Rose, agitata.
-Come
ti dicevo
prima, non è successo niente. Edward ha raccontato ogni
dettaglio sul suo passato a Bella e lei ha voluto ringraziarmi e
confessarmi un particolare che, conoscendo Edward e il suo carattere,
ha immaginato non mi avesse mai confidato. Mi ha scritto: Grazie,
grazie, grazie. Se non ci fossi stato tu, probabilmente non avrei mai
avuto la possibilità di conoscere e innamorarmi del mio
angelo.
Ti voglio bene, Koda e non hai nemmeno la minima idea di quanto io ti
ammiri. Non so se Edward te l’ha mai detto, ma mi
confidato
che ora sei tu il suo EROE. E lo sei anche per me! Sono orgogliosa di
avere un fratello come te, e felice che Rosalie ti ami con tutto il suo
cuore. Meriti ogni felicità di questo mondo! Un bacio, a
domani
sera- lessi, con la voce emozionata. Rosalie mi abbracciò
con
tutte le sue forze e mi diede un sonoro bacio a fior di labbra,
sorridendomi dolcemente.
-E’
impossibile non volerti bene, Emm, te l’ho detto. Sei una
persona
meravigliosa e mia cugina ha ragione- dichiarò lei. Deglutii
l’enorme groppo che mi si era formato, ripensando alle parole
di
mio fratello… il suo eroe! Non mi ero mai pentito di aver
rinunciato al mio sogno per lui. Avevo fatto quello che mi sentivo in
quel periodo… d’altronde ormai ero io
l’uomo di
famiglia e dovevo prendere il posto di mio padre. Avevo fatto bene a
stargli vicino e ad aiutarlo e ora sapere che lui mi considerava in
quel modo, anche se già mi aveva confidato che mi era grato,
mi
ripagava per tutte le mie rinunce.
-Bella
è
veramente una ragazza fantastica e sono felice che quei due si amino
così tanto. Era già un po’ che cercavo
di
convincere Ed a confidarsi con lei, ma sapevo che era terrorizzato
dalla reazione di Bella; aveva paura di deluderla e che poi lo
guardasse con occhi diversi… ma dal suo messaggio posso
intuire
che si sia tutto sistemato. Sono contento per loro e in particolar modo
per mio fratello- le rivelai, mentre risposi al messaggio
ringraziandola. Abbracciai la mia bambolina e riprendemmo il nostro
cammino verso il cinema.
-Allora,
ormai ci siamo quasi. Posso sapere cosa mi porterai a vedere?- mi
chiese, curiosa. Sorrisi, sornione.
-Mmm…
potrei farti penare ancora questi pochi metri! E poi, una volta davanti
al cinema, farti aspettare ancora, visto che non devo fermarmi a
comprare i biglietti perché li ho già acquistati
in
prevendita- la provocai.
-Oddio,
Emm!
Non essere perfido, dai! Non sto più nella pelle dalla
curiosità! Farò qualsiasi cosa!- mi
pregò con gli
occhioni da cucciola. Wow… riuscivo a pensare solo alle sue
ultime parole…
-Attenta
a
quello che prometti! Sai che so essere molto esigente e che ho sempre
in mente solo una cosa- la canzonai. I suoi occhi si fecero maliziosi,
mentre si accarezzò in maniera sensuale le labbra con la
lingua,
facendomi fremere.
-E
tu lo sai
che io ho sempre esaudito ogni tua richiesta…-
mormorò,
accarezzandomi languidamente il petto con le sue dita delicate e
perfette. Oh, cazzo! Ero fregato! Mi stava già venendo duro.
E
ora chi ci resisteva tutte quelle ore e per di più al buio
in un
cinema?! Ma si poteva essere così cazzoni da darsi la zappa
sui
piedi da soli?! Dalla mia espressione la mia Rose capì
immediatamente cosa mi frullava in testa e afferrandomi per i fianchi
si strinse a me, facendo scontrare i nostri bacini e percependo senza
incertezza lo stato di Emmy, come lo chiamava lei...
-Ok,
ok, mi hai
convinto! Andiamo a vedere ‘Water for Horses’- mi
arresi.
Rose, con gli occhioni sgranati, si staccò immediatamente e
si
mise a saltellare felice come non mai.
-Oddio,
che
bello! Grazie, amore, non posso crederci! Grazie, grazie, grazie!
Dovevamo andare tutte insieme martedì pomeriggio dopo la
scuola.
Non vedevamo l’ora. Vabbè, io mi
sacrificherò e
andrò di nuovo a vederlo! A Robert Petterson non si dice di
no,
nemmeno fosse la decima volta! Ma le altre moriranno di invidia
perché io ci sono già andata in anteprima! Yeah!-
gridava
come una bambina, mentre io la guardavo stupito. Mi aspettavo ne fosse
felice ma non immaginavo di certo una reazione del genere!
-Ehi,
ehi! Vedi
di calmarti, perché faccio sempre in tempo a vendermi i
biglietti e cambiare film. Cosa significa che a Robert Petterson non si
dice di no?! E poi come fa a piacerti quel biondastro di un damerino,
sempre con le mani nei capelli, proprio non riesco a capirlo?!- mi
lamentai, facendola immobilizzare all’istante. Lo sguardo
omicida
che mi rivolse non prometteva niente di buono… ahia,
maledetta
la mia boccaccia e la mia gelosia!
-Primo:
non si
offende il mitico Rob davanti a me, per nessunissimo motivo,
ricordatelo bene! Secondo: ti informo che quando le sue mani vagano tra
i suoi splendidi capelli, altro che damerino… è
estremamente sexy! Terzo: se ora non mi ci porti subito e ti rivendi i
biglietti, puoi anche scavarti la fossa da solo! E quarto…-
il
suo sguardo si addolcì e le sue braccia cinsero il mio
collo;
-Non devi essere geloso sciocchino di un orso! Io amo solo te. E lui
è solamente un attore! E non venirmi a dire che non hai mai
avuto fantasie su una delle tante attrici bellissime che ci sono sullo
schermo!- finì la sua arringa.
La
strinsi
forte a me e la baciai con un ardore immenso. La mia lingua pretese
l’accesso alla sua bocca, intrecciandosi immediatamente alla
sua
e perdemmo il contatto con tutto ciò che ci circondava,
finchè non sentimmo la voce indignata di una signora un
po’ bisbetica che si lamentava di quella che per lei era una
vera
e propria indecenza. Sbuffai: non era mica colpa mia se
nell’800,
quando forse quell’arpia era una giovanotta, un bacetto in
pubblico era considerato una zozzeria!
Comunque
ci staccammo subito, mentre la mia Rose diventava rossa come un
peperone.
-Scusami
piccola, non ho resistito… quando ti arrabbi e mi sgridi
così, come una maestrina, mi ecciti in una maniera che mi
manda
in corto circuito il cervello! E l’unica cosa che vorrei fare
è strapparti quegli inutili indumenti di dosso e possederti
fino
a farti perdere la voce- ammisi, guardandola intensamente e in maniera
inequivocabile, mentre Emmy pulsava furioso. Il suo colore si
intensificò, ma nei suoi occhi potei leggervi il mio stesso
devastante desiderio. Ok, dovevamo darci una calmata entrambi,
altrimenti non saremmo arrivati vivi a fine giornata… sarei
morto per autocombustione! La presi per mano e iniziai a incamminarmi.
-Dai,
su!
Andiamo a vedere questo damerino così sexy! Magari potrei
anche
cambiare sponda,visto che è così irresistibile!-
ironizzai.
-Ahahah!
Molto
spiritoso!- si lamentò Rose. Dopo dieci minuti eravamo
già seduti ai nostri posti con due cole e un secchiello di
pop
corn. Avevo scelto dei posti in galleria abbastanza appartati, sperando
che la mia bambolina mi permettesse di ehm… darmi un
po’
da fare...
-Amore?
Tu lo
sai che io voglio vedere il film, vero?- si insospettì,
vedendo
la nostra sistemazione. Merda! Ormai mi conosceva troppo bene.
-Certamente,
orsacchiotta! Tu infatti guarderai il film…- le risposi con
una certa indifferenza.
-E
tu, invece? Che intenzioni hai?- replicò attenta. Ahia! Mi
aveva beccato...
-Io?!
Bè… anch’io guarderò il
film… e non solo…- ammisi, tanto ormai mi aveva
sgamato.
-Scordatelo!
Non voglio distrazioni! Ci siamo intesi, Cullen? Vado un attimo alla
toilette a darmi una rinfrescata e torno subito- mi avvertì,
mentre io sprofondavo ancora di più nella comoda poltrona.
Vuoi
sfidarmi, gattina? Vedremo se guarderai il tuo Rob!, dissi tra me e me,
sogghignando.
Dopo
un
po’ nel buio vidi una figura femminile avvicinarsi; ero
già eccitato, pensando fosse Rose… ma quando fu a
poca
distanza da me mi accorsi di chi si trattava... Merda! Ancora non si
dava per vinta? Se Rose avesse saputo di tutte le volte che ci aveva
provato spudoratamente, avrebbe fatto a fettine lei, ma anche il
sottoscritto per averle taciuto quella cosa…
-Ciao,
Emmett- mi salutò, con una voce da gatta morta che non
lasciava presagire nulla di buono.
-Ciao,
Tanya-
la salutai irritato. In un attimo si sedette accanto a me, proprio nel
posto di Rose. Iniziai a innervosirmi, non volevo rovinarmi la serata
per colpa di quella cretina!
-Solo,
soletto?! E il tuo carceriere ti lascia uscire per conto tuo?!- mi
provocò.
-Se
guardi
meglio, ti accorgerai che sono in ottima compagnia, l’unica
che
io desideri… e questo significa che tu sei decisamente di
troppo- le spiegai, facendo segno alle due cole appoggiate tra i sedili.
-Bè…
ma ora lei non c’è… e magari potrei
intrattenerti
un po’…- mi propose, mentre la sua mano iniziava
ad
accarezzarmi il petto. La scostai in malo modo.
-Piantala,
Tanya! Vedi di andartene alla svelta! Non voglio che Rose ti veda qui e
si rovini la serata a causa tua!- le intimai, portandomi a pochi
centimetri dal suo viso. Per un attimo scorsi la paura nei suoi occhi,
a causa del mio tono e della mia espressione furiosa, ma
l’oca si
riprese subito.
-Mmm…
come sei suscettibile oggi… non mi sembrava che
l’altro
giorno negli spogliatoi il nostro incontro ti fosse dispiaciuto
così tanto…- affermò, alzando un
po’ la voce
in modo che non sentissi solo io. Che idiota!
Non
feci
nemmeno in tempo a risponderle a dovere che la voce di Rose, dietro di
me, mi fece gelare il sangue nelle vene. Quella brutta sgualdrina
l’aveva fatto apposta perché l’aveva
vista
arrivare… e dall’espressione della mia bambolina
ero
veramente nella merda fino al collo…
-Giù
le
mani dal mio uomo, stronzetta! Sarà meglio che sparisci, se
non
vuoi raggiungere la platea volando con le tue ali da gallina- la
minacciò con un tono che mi mise i brividi. Forse non aveva
sentito le parole di Tanya, altrimenti non avrebbe senz’altro
reagito così e mi avrebbe ammazzato.
Ma
quella
schifosa, prima di demordere, mi accarezzò una guancia ed io
scansai ancora bruscamente la sua mano, lanciandole uno sguardo torvo e
seccato.
-Ci
si vede,
Emmett… in giro a scuola come al solito, vero?!-
insinuò
ancora, mentre si alzava. Gettò un’ultima occhiata
provocatoria a Rosalie, che non le diede soddisfazione e non si
lasciò intimidire e poi se ne andò. Tirai un
sospiro di
sollievo, ma nel momento in cui feci per parlare e spiegare la
situazione a Rosalie, le parole mi morirono in bocca a causa del suo
sguardo ferito e deluso fisso su di me. Cazzo, no! Aveva sentito
eccome! E ora forse stava pensando chissà cosa…
magari
che l’avessi tradita…
Pov
Alice
Ero
di fronte
allo specchio, nel bagno della nostra camera d’albergo. Stavo
dando gli ultimi ritocchi al trucco, anche se molto leggero. Sorrisi,
mentre applicavo un velo di lucidalabbra. Mia madre, da quando avevo
cambiato il mio modo di truccarmi (decisamente meno pesante di prima!),
continuava a prendermi in giro. Erano anni che cercava di convincermi
quanto fosse splendido il mio viso pulito, senza quei rossetti rosso
acceso che avevo l’abitudine di preferire… ma
senza
ottenere alcun risultato. Invece Jazz, senza dire una parola, era
riuscito in quello che lei definiva un vero e proprio miracolo.
Già… perché anche se il mio ragazzo
non si era mai
permesso di dirmi una parola, io avevo chiaramente capito quanto mi
preferisse al naturale… A lui dava enormemente fastidio
sporcarsi con il mio rossetto e il risultato era che, quando me lo
mettevo, difficilmente mi baciava con la passione che ci metteva di
solito. Indi per cui, anche se non c’era stata nessuna
richiesta
ufficiale, tutti i miei rossetti di color rosso fuoco erano stati
accantonati in un angolo, senza alcun rammarico da parte mia. Preferivo
senza alcun dubbio essere baciata con trasporto, piuttosto che avere
uno sfioramento di labbra appena accennato. Diedi un’ultima
occhiata alla mia figura intera allo specchio, e mi dichiarai
soddisfatta di ciò che rifletteva, per cui mi decisi ad
uscire.
-Wow!
Sei uno
schianto, bambolina!- esclamò Jazz, percorrendo il mio
intero
corpo con uno sguardo così carico di desiderio che per un
attimo
credetti che non saremmo mai più usciti da quella stanza.
Sorrisi compiaciuta: il mio ragazzo mi faceva sentire sempre stupenda e
desiderabile!
-Grazie,
anche
tu stai benissimo- mi complimentai, guardandolo con ammirazione.
Indossava un pantalone a sigaretta e una giacca di color nero, dal
taglio elegante e una camicia bianca, con una cravatta scura, quasi
nera. Stava da dio! Ed era sexy da morire…
Di fronte al
mio sguardo, altrettanto carico di passione come il suo di poco prima,
mi afferrò la mano e mi trascinò letteralmente
fuori
dalla stanza senza darmi il tempo di aggiungere altro. Mentre
aspettavamo l’ascensore lo guardai stranita, non riuscendo a
capire cosa l’avesse fatto scattare in quel modo; ma poi mi
sorse
un dubbio e il mio sguardo scese sul cavallo dei suoi pantaloni:
là sotto JJ si era indubbiamente risvegliato e un risolino
mi
sfuggì. Compresi immediatamente il suo atteggiamento: se non
fossimo usciti da quella camera all’istante, certamente non
l’avremmo più fatto fino
all’indomani… Spesso
ancora non mi capacitavo dell’ardore che sprigionava quel
ragazzo; era una cosa quasi ingestibile a volte… e non era
mai
sazio! Non che mi dispiacesse… affatto! Ma mi divertivo a
prenderlo in giro e mi piaceva da morire stuzzicarlo.
-Non
farei
tanto la furbetta fossi in lei, signorina Cullen! La stanza
è
ancora maledettamente vicina e ci metto un secondo a tornare indietro!-
mi avvertì. Cercai di trattenermi, ma non ce la feci e
scoppiai
letteralmente a ridere alla sua intrigante provocazione. Per mia enorme
fortuna (o forse no!) in quel preciso istante l’ascensore si
fermò al nostro piano ed io mi ci fiondai dentro, prima che
lui
mi trascinasse veramente di nuovo in camera. Ormai avevo imparato,
anche se in maniera molto piacevole, che quelle
“minacce”
non erano mai a vuoto! L’idea di rinchiuderci ore e ore
là
dentro mi stuzzicava parecchio, ma sapevo che avremmo avuto tutta la
notte e il mattino seguente per soddisfare quel tipo di
appetito… mentre ora volevo andare a soddisfarne uno di
altro
genere e soprattutto non vedevo l’ora di salire sullo Space
Needle e ammirare Seattle da lassù. Jazz mi
lanciò un
sorriso sornione e mi raggiunse.
-Devo
ammettere
che stai diventando astuta!- mi elogiò, baciandomi la punta
del
naso e prendendomi per mano. In un attimo eravamo fuori
dall’albergo e dopo una brevissima passeggiata ci trovammo ai
piedi di quell’enorme edificio. Alzai lo sguardo
meravigliata:
era veramente imponente e mi sentivo elettrizzata come non mai.
Appena
entrati,
ammirammo velocemente i magnifici negozi presenti e poi prendemmo
l’ascensore. Io ero appiccicata ai vetri come una bambina al
Luna
Park. Le luci della città rendevano la vista semplicemente
magnifica e il panorama, che si estendeva a perdita d’occhio,
toglieva il fiato. Jasper mi abbracciava da dietro e ogni tanto mi
lasciava qualche bacio sul collo. Ero felice e serena e mi sentivo come
una principessa con tutte le attenzioni e le premure che mi aveva
rivolto il mio principe per tutta la giornata.
Arrivammo
in
cima ed entrammo nel ristorante. L’ambiente era molto
signorile e
raffinato ed ero felice di indossare un elegante abito da sera,
così da non sentirmi fuori luogo.
Dopo
aver
fornito il cognome per la prenotazione, ci accompagnarono in una zona
del ristorante dove i tavoli erano dotati di separè e molto
distanziati gli uni dagli altri. Il mio ragazzo aveva fatto le cose in
grande! Il cameriere stava per farmi accomodare, quando Jasper con un
gesto della mano gli fece capire che ci avrebbe pensato lui;
così in un attimo si dileguò lasciandoci soli.
Molto
galantemente mi scostò la sedia ed io mi sedetti, mentre i
miei
occhi erano rapiti dalla vista offerta dalle vetrate.
-Ti
piace, amore?- mi chiese Jazz, accomodandosi accanto a me.
-Oh
tesoro! Il
panorama è da mozzare il fiato! Sono senza… senza
parole!- esclamai, entusiasta. Si mise a sghignazzare.
-Credevo
fosse
un’impresa praticamente impossibile lasciarti senza niente da
dire! E invece devo dare ragione a tua madre: faccio miracoli!- mi
schernì, continuando a ridacchiare compiaciuto. Gli diedi
uno
schiaffetto sul braccio.
-Ma
che
spiritosoni che siete voi due insieme! Vi pare carino ridere e sparlare
alle mie spalle?- domandai, mettendo su un finto broncio e incrociando
le braccia al petto.
-Per
niente! Ma
quando fai quelle smorfiette da finta offesa, mi fai letteralmente
impazzire… quindi penso proprio che continuerò a
prenderti in giro- ribadì, mentre nei suoi occhi il
divertimento
lasciava il posto a un sentimento decisamente più intenso.
-E
mi dica
signor Swan… quando non la faccio impazzire?-azzardai,
maliziosa. Si portò due dita sotto il mento, mentre sembrava
veramente assorto per cercare sul serio una risposta alla mia domanda.
-Mmm…
mai! Farei l’amore con te sempre e comunque, in qualunque
luogo o
momento, qualunque cosa tu dica o faccia, e qualunque cosa tu indossi.
Per cui… continua a fare quello che fai sempre!
Anzi… a
dirla tutta, non so come abbia fatto a starti lontano nel periodo in
cui non stavamo insieme!- dichiarò convinto, sorridendomi
sornione.
-Forse
perché eravamo troppo occupati a litigare e a inveirci
contro- ipotizzai.
-Che
perdita di
tempo!- esclamò, sorridendo a quei ricordi che sembravano
appartenere a un tempo tanto lontano. Decidemmo cosa ordinare e dopo
poco ci raggiunse il cameriere che prese le nostre ordinazioni e
sparì nuovamente, per raggiungerci poco dopo con le nostre
bibite.
Jasper
mi strinse forte la mano e mi sorrise dolcemente.
-Ti
amo,
micetta…- dichiarò. Ricambiai il sorriso, mentre
il cuore
mi batteva furioso nel petto. Ogni volta che mi rivolgeva quello
sguardo carico d’amore, il mio corpo reagiva sempre allo
stesso
modo. Chissà se mi ci sarei mai abituata?!
-Ti
amo anch’io, Jay- gli risposi, stringendo la sua grande mano
calda.
-Senti
Ally… volevo parlarti di una cosa…-
mormorò,
improvvisamente serio e titubante. Mi sembrava un po’ nervoso
e
non riuscivo a capire che argomento potesse voler affrontare tanto da
fargli cambiare così repentinamente atteggiamento.
-Jazz,
lo sai
che puoi dirmi tutto, vero?- cercai di rassicurarlo. Fece un profondo
respiro e incollò i suoi magnifici zaffiri nei miei.
-L’altro
giorno ho ascoltato per caso un pezzetto di conversazione tra te e tua
madre. Giuro che non stavo origliando! Mi sono ritrovato vicino la
cucina e quando stavo per entrare, ho sentito l’argomento,
così non volevo essere di troppo e ho atteso che
finiste…- tentò di giustificarsi. Dal suo tono e
dalla
sua preoccupazione intuii immediatamente di cosa volesse parlarmi.
-Sì…
l’altro giorno hai sentito bene. Io non verrò
all’università di Seattle con te, Rose ed Emmett-
gli
rivelai. I suoi occhi si allargarono per lo stupore e poi si velarono
di una tristezza infinita. Mi accinsi a spiegargli la mia decisione,
prima che si facesse chissà quali paranoie.
-Ne
abbiamo
discusso a lungo con mia madre, e abbiamo vagliato le varie
possibilità. Alla fine ho deciso che frequenterò
la
Scuola d’Arte… qui a Seattle. Dista solo due
isolati
dall’università. Quindi vedi di non metterti
strane idee
in testa, perché potrò venire a controllarti
tutti i
santi giorni! E se farai il cretino con qualche sgallettata, sta pur
certo che ti sgamerò subito e la tipa in questione
subirà
una sfuriata alla Alice Cullen! Il che potrebbe non essere proprio una
passeggiata e tu lo sai molto bene!- gli spiegai, ironizzando. Il
sorriso che mi regalò non aveva prezzo e mi parve
chiaramente
sollevato. Probabilmente pensava che sarei andata a studiare in qualche
posto lontano e che ci saremmo dovuti dividere. Ma non ci sarei mai
riuscita, e quella soluzione era l’ideale per entrambi, senza
che
nessuno dei due dovesse rinunciare ai propri sogni.
-E
chi ti dice
che sarò io quello che farà il galletto con le
ragazze?
Potresti essere tu, invece, quella da controllare!-
controbatté
in maniera subdola.
-Oh,
non fare
il furbetto, dottorino dei miei stivali! Lo sanno tutti che i ragazzi
della facoltà di medicina sono i più ambiti!-
affermai,
sicura.
-E
questa da
dove ti è uscita fuori?!- mi domandò incredulo.
Cercai di
rimanere seria, ma poi scoppiai a ridere, mentre anche lui si univa a
me, scuotendo la testa.
-Vedi?!
Sarò già avvantaggiato per la mia
specializzazione!- si
vantò. Lo guardai perplessa. Avvantaggiato in che senso? Si
affrettò a spiegarmi.
-Ormai,
sono
quotidianamente a contatto con una pazza dalle mille
personalità
come te! Quindi, nei miei studi in psichiatria, sarò
già
un passo avanti rispetto ai miei compagni di corso!- mi
schernì
spudoratamente, facendo nascere un cipiglio offeso sul mio viso, che
non durò nemmeno però pochi secondi. Ero troppo
felice
anche solo per fingermi offesa dalle sue parole. Mi prese entrambe le
mani tra le sue e se le portò alle labbra, baciandomele
quasi
con adorazione.
-Grazie,
amore
mio! Tu non hai idea di quanto mi hai reso felice! Ti vedevo
già
lontana mille miglia da qui. Non me ne intendo molto di arte, ma so che
ci sono scuole migliori di Seattle- affermò con lo sguardo
ancora un po’ oscurato.
-E’
vero.
Però anche questa è ottima, e io non me la sento
di
andarmene troppo lontano da te, da voi. Credimi ci ho pensato bene, e
ti assicuro che non dipende solo dal nostro rapporto, anche se devo
ammettere che ha influito molto sulla mia decisione. Però
anche
tutto il resto della famiglia ha avuto un ruolo importante nella mia
scelta, perché non me la sentirei di lasciare tutti
qui…
anche se comunque Edward e Bella andranno ad Harvard- gli spiegai, con
una punta di tristezza per la mia ultima affermazione. Il pensiero di
separarmi da mio fratello e dalla mia migliore amica mi addolorava,
anche se non avrei mai detto o fatto niente per far loro cambiare idea.
Era la loro vita ed era giusto che decidessero ciò che era
meglio per loro e che cercassero di realizzare i loro sogni.
-Non
ti
preoccupare, tesoro mio. Li potremmo vedere durante le feste; e poi
potremmo spostarci spesso in aereo durante i weekend. Non ho nessuna
intenzione di non vedere per tanto tempo la mia gemella.
Sarà
poco maschio ammetterlo, ma io senza di lei non ci so stare!
E’
più forte di me! Non ci siamo mai separati e non intendo
cominciare ora- mi confessò, arrossendo leggermente. Mi fece
una
tenerezza infinita, ma sapevo che era vero ciò che mi aveva
confidato. Quei due, a volte, sembrava quasi vivessero in simbiosi e
non ce li vedevo nemmeno io stare lontani per un periodo di tempo
troppo lungo. Anzi, mi meravigliavo che Bella avesse deciso di
allontanarsi così tanto, visto com’era legata alla
sua
famiglia…
-Ma
ora non
pensiamo più a cose tristi e che comunque non accadranno
prima
di parecchi mesi. Concentriamoci su noi due e sulla nostra meravigliosa
serata- esordì Jasper, cercando di deviare il discorso.
Acconsentii.
-Mi
concederebbe un ballo, signorina Cullen, mentre aspettiamo le nostre
portate?- mi invitò, Jazz, alzandosi e porgendomi la mano
con un
mezzo inchino. Dagli altoparlanti sistemati un po’ ovunque,
la
musica si diffondeva in maniera soft, riempiendo l’ambiente
di
dolci e delicate note, creando un piacevole sottofondo, senza togliere
la possibilità di conversare amabilmente. Afferrai la mano
del
mio fantastico cavaliere che, avevo già potuto constatare al
matrimonio, essere anche un ottimo ballerino, e mi lasciai trascinare
in un lento molto sensuale accanto al nostro tavolo, che offriva anche
lo spazio per quel genere di attività. I nostri occhi si
incatenarono e per tutto il tempo non fiatammo, persi completamente in
un gioco di sguardi, mentre le sue mani stringevano forte i miei
fianchi, affondando nella morbida carne e donandomi brividi intensi.
Dio,
com’era bello! E il suo sguardo su di me era così
intenso e trionfante…
In
quel momento
ero la ragazza più appagata e felice dell’universo
ed ero
certa che la serata sarebbe continuata nel migliore dei modi!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 99
-Non
mi interessa, Emmett! La conosco benissimo e so di cosa è
capace! Non serve chissà quale spiegazione per sapere il
perché aveva le sue luride zampacce addosso a te!- gli
spiegai,
con un tono di voce gelido. Mi sembrava quasi di avere fatto dei passi
indietro nel tempo, a quando ero sempre fredda e scostante. Ma volevo
che lui mi spiegasse… che avesse una giustificazione valida
per
quello che avevo sentito… volevo credere, con tutte le mie
forze, che tra loro non fosse successo niente. Emmett fece per parlare
di nuovo, ma con un gesto lo zittii.
-Quello
che
voglio sapere ora è a cosa si riferiva quella iena. E bada,
Emmett! Dimmi tutta la verità perché sai quanto
sia
importante per me- lo avvertii. Lui sospirò forte e mi prese
una
mano nelle sue, che a confronto sparì.
-L’altro
giorno, ero negli spogliatoi e avevo appena finito di fare la doccia.
Ero rimasto solo perché mi ero attardato a parlare con il
professor Clap che non perde mai occasione di cercare di convincermi a
entrare nella squadra di football della scuola- iniziò a
raccontare. Sgranai gli occhi. Sapevo quanto fosse importante per lui
quello sport e mi meravigliavo che non mi avesse detto niente di questa
storia. Quante cose mi aveva tenute nascoste?
Buongiorno
e buon lunedì!
Scusate ancora il mancato aggiornamento di giovedì scorso,
ma stavo troppo male e anche se la storia la scriviamo in due, tutto la
parte che riguarda la pubblicazione, la risposta alle recensioni, ecc.,
la gestisco io attraverso il mio account, e quindi Sara, anche volendo,
non avrebbe potuto proprio postare al mio posto.
Ringrazio di tutto cuore le lettrici che mi hanno lasciato un augurio
di pronta guarigione. Ho ricevuto tanti di quei messaggi privati da
farmi persino commuovere! Non mi aspettavo una simile
solidarietà e non sapete quanto mi avete reso felice!
GRAZIEEEEE!!!!
Ora sto un pochino meglio anche se i dolori, purtroppo, non sono ancora
passati del tutto. Ma pian piano mi riprenderò anch'io!
Passiamo ora al chappy! Siamo particolarmente contente per come vi sta
prendendo la coppia Emmett/Rosalie. E speriamo che possano continuare a
interessarvi!
Basta chiacchiere inutili e vi auguriamo una BUONA LETTURA DA MANU E SARA! Un bacione grande, a giovedì!
CAPITOLO 99
Gelosia
e curiosità
Pov Rosalie
Ero
nel bagno
del cinema e mi stavo dando una rinfrescata al viso. Mi sentivo
così serena e felice che quasi quasi avevo paura che quella
bolla meravigliosa che mi racchiudeva potesse scoppiarmi in faccia da
un momento all’altro, riportandomi nell’abisso di
solitudine che fino a qualche mese prima mi accoglieva ormai come con
un compagno fedele. Ero brava a nascondere agli altri i miei veri
sentimenti… solo una persona mi aveva sempre compreso nel
profondo, intuendo quanto intensa fosse la mia sofferenza per la
scomparsa dei miei genitori, e che riusciva a donarmi sempre una parola
o un gesto di conforto: Jasper. Adoravo mio cugino e gli volevo un bene
dell’anima.
Per
fortuna
però, da quando nella mia vita aveva fatto improvvisamente
irruzione Emmett, l’amore e la gioia avevano preso il
sopravvento
su ogni altro sentimento negativo, come se tutte le spesse e nere nubi
che adombravano la mia esistenza fossero state spazzate via da un sole
magnifico, immenso e caldo. Quel ragazzo aveva compiuto un vero e
proprio miracolo ed io stavo pian piano superando quella perdita
così dolorosa che spesso mi lasciava senza fiato, proprio
grazie
all’amore che mi donava tutti i giorni: mi sentivo la ragazza
più fortunata di questo mondo al pensiero che mi avesse
scelto
come compagna.
Diedi
un’ultima occhiata allo specchio posto sopra i lavandini e il
sorriso raggiante sul mio volto era la prova certa delle mie emozioni e
delle mie considerazioni. Appena rientrai in sala, mi fermai un attimo
per abituarmi alla poca luce e poi mi diressi verso i nostri posti.
Emmett
era
veramente matto! Mi aveva fatto una sorpresa stupenda acquistando i
biglietti per questo film ed ero al settimo cielo, soprattutto
perché era stata la dimostrazione, una volta di
più, di
quanto fosse attento a ciò che mi piaceva. Per non parlare
dell’enorme sacrificio che faceva lui a sorbirsi quasi due
ore di
una pellicola che non era decisamente il suo genere. Poi,
però,
avevo faticato a non scoppiargli a ridere in faccia, quando mi ero resa
conto sia dell’orario dello spettacolo (ci sarebbe stata poca
gente, mentre il pienone era previsto a quello successivo) e dei posti
appartati che aveva scelto. La galleria era infatti praticamente vuota,
mentre giù in platea ci sarebbe comunque stata
più gente.
Bè… sacrificato fino a un certo punto! E non si
era
nemmeno fatto problemi ad ammettere le sue vere intenzioni. Era
incorreggibile! Però questo suo lato altamente erotico mi
piaceva da impazzire: la sua continua voglia di me, del mio corpo, dei
miei baci, delle mie attenzioni, anche solo di un mio sorriso tutto per
lui… mi faceva sentire amata, apprezzata, bella e
desiderata… una vera donna! Desiderio che ricambiavo in
egual
modo; e, anche se gli avevo fatto credere il contrario,
anch’io
non vedevo l’ora di sentire le sue mani sul mio corpo,
lì
al buio, in quella situazione così eccitante: un luogo
pubblico
dove rischiavamo di essere scoperti… ci eravamo proprio
trovati!
Man
mano
però che mi avvicinavo, mi sembrava di scorgere una sagoma
accanto ad Emmett. Chi poteva essere? Magari qualche nostro compagno di
scuola che lo aveva visto e si era seduto in cerca di un po’
di
compagnia… già, Emmett era ben voluto da tutti e
non
sarebbe stato strano. Mi scappò da ridere al pensiero.
Chissà com’era incazzato sotto sotto a causa di
questa
persona che stava rovinando i suoi piani. Ma più mi
approssimavo
e più il mio corpo si irrigidiva, riconoscendo la persona:
possibile? Tanya! Quella brutta sgualdrina si era spalmata addosso al
mio Emmett e avevo visto chiaramente che stava allungando la mano ad
accarezzarlo languidamente, anche se lui gliel’aveva scostata
in
malo modo. Era proprio senza pudore! Non riusciva ad accettare un
rifiuto, a costo anche di rendersi ridicola. Sorrisi soddisfatta per la
reazione del mio uomo; ma quando mi ritrovai a pochissimi passi, sentii
la vocina stridula di quella sguattera pronunciare parole che mi
ferirono come una stilettata.
Cosa
voleva
insinuare?! Quale altro giorno?! E soprattutto… cosa
significava
che negli spogliatoi non gli era dispiaciuto?! Cosa diavolo era
successo tra loro?! Raggelai.
Cercai
di
inspirare con calma e di ragionare senza farmi prendere dal panico e
soprattutto senza farmi ferire inutilmente. Conoscendo il tipo, potevo
benissimo immaginare la situazione a cui alludeva senza alcuno sforzo.
Ma non potevo credere che un ragazzo così onesto e sincero
come
Emmett mi avesse mentito così spudoratamente, accettando la
corte di Tanya e tradendomi! Mi rifiutavo di credere ad una menzogna
del genere! Lui mi amava! Per Emmett il sesso era importante e
fondamentale, ma non tanto da farsi attirare dalla prima gatta morta
che ci provava! E poi… proprio Tanya che non aveva mai
sopportato… no, non esisteva proprio!
No!
Mi fidavo
di lui, ciecamente! Per me era essenziale, in un rapporto, la fiducia e
se non mi fossi fidata così tanto di lui non gli avrei
nemmeno
mai concesso di entrarmi così nel profondo.
Mi
piantai
davanti a loro e nonostante la poca luce, notai chiaramente la paura
deformare il volto del mio ragazzo, mentre quell’impudente se
la
rideva, certa che avessi sentito le sue parole velenose.
Anzi…
ero sicura che l’avesse fatto apposta, dato che mi aveva
visto
arrivare. La conoscevo dai tempi dell’asilo e mi aveva sempre
detestato profondamente. In particolar modo era sempre stata gelosa e
invidiosa di me ed io, dal canto mio, avevo sempre cercato di lasciarla
perdere e di non farmi attirare in inutili discussioni. Ma poi
l’indifferenza e l’antipatia si erano trasformate
in
qualcosa di più profondo e radicato: odio allo stato puro,
da
quando, appena rientrata a scuola dopo la morte dei miei genitori, si
era permessa di irridere della mia situazione, facendomi chiaramente
capire che persona gretta, vuota e meschina fosse.
Poi,
quando
l’avevo umiliata nel parcheggio per via di Edward, davanti a
mezza scuola, ero certa che avrebbe cercato un modo di vendicarsi in
maniera subdola, degna di lei, e ora ne avevo avuto la conferma. Il suo
obiettivo, ormai ero sicura al cento per cento, era quello di separare
me ed Emmett. Mi sembrava strano infatti che avesse lasciato
improvvisamente in pace Edward, lasciando campo libero alla sua degna
compagna, Lauren.
Per
fortuna,
bastò una minaccia, nemmeno tanto velata, che quella strega
si
volatilizzò all’istante. Sapeva benissimo di cosa
fossi
capace, se provocata, quindi era meglio se mi stava a chilometri di
distanza.
Appena
se ne
andò e mi risedetti, la rabbia sfumò
all’istante,
lasciando il posto alla delusione. Possibile che Emmett avesse ceduto
al suo fascino? E se non lo aveva fatto perché non mi aveva
detto niente? Sapeva quanto fossero importanti per me la
sincerità e la fiducia. E tenere nascoste le cose, in una
città piccola come la nostra, non avrebbe portato a nulla di
buono. Ormai con l’esperienza delle altre coppie di casa, lo
avrebbe dovuto capire chiaramente. Non potevo credere che mi avesse
mentito. Ero amareggiata e ferita, ma volevo dargli la
possibilità di giustificarsi. Lo guardai, non riuscendo
comunque
a nascondere i miei reali sentimenti, nonostante la voglia di essere
rassicurata, e lo vidi veramente spaventato: ciò non mi
tranquillizzava proprio per niente.
-Rose,
non
è come pensi! Mi ha visto da solo ed è venuta
a…-
ma non lo feci finire e lo interruppi immediatamente.
-Non
mi
interessa, Emmett! La conosco benissimo e so di cosa è
capace!
Non serve chissà quale spiegazione per sapere il
perché
aveva le sue luride zampacce addosso a te!- gli spiegai, con un tono di
voce gelido. Mi sembrava quasi di avere fatto dei passi indietro nel
tempo, a quando ero sempre fredda e scostante. Ma volevo che lui mi
spiegasse… che avesse una giustificazione valida per quello
che
avevo sentito… volevo credere, con tutte le mie forze, che
tra
loro non fosse successo niente. Emmett fece per parlare di nuovo, ma
con un gesto lo zittii.
-Quello
che
voglio sapere ora è a cosa si riferiva quella iena. E bada,
Emmett! Dimmi tutta la verità perché sai quanto
sia
importante per me- lo avvertii. Lui sospirò forte e mi prese
una
mano nelle sue, che a confronto sparì.
-L’altro
giorno, ero negli spogliatoi e avevo appena finito di fare la doccia.
Ero rimasto solo perché mi ero attardato a parlare con il
professor Clap che non perde mai occasione di cercare di convincermi a
entrare nella squadra di football della scuola- iniziò a
raccontare. Sgranai gli occhi. Sapevo quanto fosse importante per lui
quello sport e mi meravigliavo che non mi avesse detto niente di questa
storia. Quante cose mi aveva tenute nascoste?
-Comunque…
finita la doccia, ho aperto il mio armadietto per cambiarmi
e…
bè, io… ho una tua foto appesa
all’interno…-
mi confidò. Dentro di me sorrisi, tentando di non far
trapelare
nulla all’esterno…
-Così…
bè con te davanti agli occhi… i miei pensieri
sono volati
a quella stessa mattina e a come era iniziata… ricordi
quando
sei venuta a darmi quel buongiorno molto particolare?- mi chiese con
mezzo sorriso d’intesa. Certo, avevo capito a quale mattina
si
riferisse. Annuii e il mio silenzio interessato lo spinse a continuare.
-Bè…
nel ripensare alla modalità del tuo risveglio…
ecco,
io… mi sono eccitato e, proprio in quel momento, ho sentito
la
voce di Tanya dietro di me. Cercava di assumere un tono sensuale,
diceva delle cose per… sì insomma… per
cercare di
farmi eccitare; e dato che io lo ero già per i fatti miei (e
si
vedeva chiaramente, visto che avevo indosso solo un asciugamano che mi
fasciava i fianchi), non volevo voltarmi perché non pensasse
che
Emmy fosse così… per causa sua. Solo che
poi…
visto che non le prestavo attenzione e continuavo a dirle di andare
via, si è avvicinata un po’ troppo e a quel punto
mi sono
dovuto voltare per forza, e lei ha visto chiaramente la…
ehm… portata del mio amichetto...- mi rivelò,
imbarazzato
più che mai.
-E..?-
domandai, ancora scostante; dal suo tono mi sembrava dovesse confessare
ancora qualche dettaglio.
-E…
niente. Per fortuna è arrivato Jasper per vedere che fine
avessi
fatto, e lei ha interrotto il suo tentativo, battendo in ritirata.
Però, vedendo in che condizioni ero, da buona egocentrica,
avrà pensato che mi fossi eccitato per merito
suo…-
finì. Il suo racconto filava liscio come l’olio,
ma verso
la fine avevo intuito una sorta di tentennamento… quasi come
se
avesse tagliato un pezzo della scena. Cercai di non pensarci; magari
ero io paranoica e me lo ero immaginato per la mia enorme paura di
perderlo…
Tra
me e me mi
concessi un sospiro di sollievo, ma volevo che lui capisse la
gravità della situazione e quanto poteva ferirmi
nascondendomi
le cose. Ormai il film era iniziato ed io continuavo a guardare lo
schermo senza dirgli nulla, anche se ciò che vedevo scorrere
davanti ai miei occhi era una serie di immagini senza capo
né
coda, che non comprendevo assolutamente: ero troppo assorta nei miei
pensieri.
Con
la coda
dell’occhio vedevo chiaramente che lui non aveva distolto il
suo
sguardo nervoso da me e continuava a fissarmi senza muovere un muscolo,
in attesa di un mio cenno. La mia mano era sempre stretta tra le sue e
dalla sua posa rigida potevo chiaramente immaginare quanto fosse
agitato. Mi decisi a guardarlo e lui, inaspettatamente, mi
abbracciò stretta, quasi togliendomi il respiro.
-Ti
prego,
Rose, devi credermi! Lo sai che ti amo! Non ho mai fatto niente con
Tanya, non mi interessa, quella! E l’unico sentimento che
può suscitarmi una come lei è il ribrezzo. Ti
scongiuro,
amore! Non volevo mentirti, ma ho pensato che non dicendoti niente, ti
avrei risparmiato un’arrabbiatura inutile. L’ho
fatto solo
per te, giuro! Io non avevo niente da nascondere!- mi pregò
accoratamente, parlando al mio orecchio, mentre la sua morsa diventava
sempre più ferrea. Bastò però una
piccola
pressione delle mie mani sul suo petto per fargli allentare la presa,
intuendo chiaramente che volevo staccarmi.
Lo
guardai negli occhi e vidi paura, dolore, angoscia…
-Emmett…
io ti credo, sia chiaro; ma non ti azzardare più a dirmi che
se
mi nascondi qualcosa lo fai solo per il mio bene, perché
è un discorso che non ho mai sopportato! Non ricordi cosa
è successo quella volta che tuo fratello ha voluto
nascondere a
Bella la verità sugli assalti di quelle galline per
proteggerla?
Un gran casino! Perché mentire non porta mai nulla di buono!
E
anche se spesso la verità fa più male di una
bugia, se
hai rispetto per la persona che ami e hai fiducia in lei, deve sempre
trovare la forza di essere sincero. Anche se fa terribilmente male-
cercai di fargli capire. Quello per me era un punto fondamentale e non
avevo intenzioni di scendere a compromessi su quella cosa.
-Va
bene, amore
mio! Hai ragione, lo so che hai ragione. Non accadrà
più,
te lo giuro!- mi promise. Ma di nuovo il dubbio su quel lieve
tentennamento si ripresentò con maggiore insistenza di prima.
-Sei
sicuro che
sia tutto? C’è altro che vuoi aggiungere al tuo
racconto?-
tentai ancora. Il suo volto si scurì per un attimo e poi
abbassò il viso. Dio, lo sapevo! Mi irrigidii, aspettandomi
il
peggio…
-Non
era… insomma, non era la prima volta che Tanya ci provava.
Ogni
volta che mi becca da solo da qualche parte, non perde
l’occasione e tenta di provocarmi…- mi
rivelò, di
nuovo imbarazzato. Sospirai di sollievo perché ero certa che
lui
finalmente mi avesse confidato tutto. Per il resto…
dannazione,
non potevo crederci! Maledetta!
-Quella
brutta
puttana!- mi scappò. Emmett alzò il viso di
scatto. Era
raro che mi sentisse parlare in modo sboccato, ma quando ci voleva ci
voleva!
-Ma
io
l’ho sempre allontanata!- affermò sicuro, e
guardandomi
negli occhi. Il suo sguardo era limpido, sincero e onesto e questo mi
bastò. Non avevo bisogno di altre spiegazioni,
giustificazioni o
preghiere da parte sua. Mi buttai tra le sue braccia e lo strinsi
forte, affondando il mio viso nel suo collo largo e forte, beandomi del
suo profumo che aveva sempre il potere di calmarmi e infondermi calore.
Mi strinse a sua volta, facendo attenzione a non forzare troppo la
presa e lo sentii pian piano rilassarsi sempre di più. Poi
mi
scostò un po’ e mi diede un piccolo bacio delicato.
-Scusa…
ho rovinato questa giornata con la mia stupidità e in
più
ti sto facendo perdere il film- si rammaricò. Gli sorrisi
dolcemente, accarezzandogli il viso.
-Tutto
serve
per approfondire il nostro rapporto, anche superare queste
difficoltà; e poi tu non hai rovinato proprio niente!
E’
stata quella… quella… ohhh lasciamo perdere! Non
voglio
rovinare il resto della mia stupenda giornata nel tentativo di trovare
degli epiteti abbastanza offensivi per quella! Tanto nemmeno
l’insulto più infimo renderebbe l’idea
di quello che
è!- sbottai.
-Ben
detto, amore!- sghignazzò.
-E
per il film
non fa niente. Verrò mercoledì con le ragazze e
me lo
gusterò senz’altro- lo rassicurai. Mi
sorrise e poi appoggiandosi bene allo schienale della poltrona, mi
attirò a sé, facendomi accoccolare sul suo petto
per
guardare ciò che rimaneva del film. Mi sentivo di nuovo in
pace
e serena: solo Emmett aveva la capacità di farmi tornare il
sorriso alla velocità della luce… ma avevo appena
scoperto che aveva anche il potere di distruggere in un istante tutta
la gioia che mi aveva donato…
Pov
Bella
Eravamo
ormai a
casa già da un paio d’ore. Appena arrivati ci
eravamo
fatti una doccia veloce, e poi ci eravamo accoccolati sul divano del
salone a guardare ‘Notting Hill’ un bellissimo film
romantico, anche molto divertente. Di quelli solitamente con cui,
quando la storia ti scorre davanti agli occhi, ti vengono gli occhi a
cuoricino, come nei cartoni animati, e sospiri pensando a quanto
è bella la vita in quelle finzioni cinematografiche. Ma, a
differenza delle volte precedenti, io non avevo sospirato rimpiangendo
ciò che non avevo, perché la mia favola la stavo
vivendo
in diretta!
Edward,
a
metà film, era crollato sulla mia spalla in un sonno
ristoratore
ed io mi ero incantata ad ammirare i suoi lineamenti perfetti
così distesi e rilassati, accarezzandogli i morbidi capelli
e
sospirando ogni volta che notavo il tremolio delle sue lunghe ciglia
bronzee. Sul suo viso, per fortuna, non era rimasta traccia del dolore
che lo aveva trasfigurato durante il racconto del suo passato ed io ero
felice di aver contribuito, anche solo un minimo, ad alleviare i suoi
sensi di colpa con i miei gesti e le mie parole.
Quando
terminò la pellicola, mi ritrovai con una sete pazzesca.
Cercando di fare il più piano possibile per non svegliarlo,
riuscii a scivolare via dalle sue braccia che mi avvolgevano
confortanti, e mi recai in cucina a prendermi una coca. Nel momento in
cui aprii il frigo, prima ancora di sbirciarvi dentro, una lampadina si
accese nel mio cervello… e d’istinto lo richiusi
immediatamente. Rimasi con la mano sulla maniglia del frigo, indecisa
se scoprire finalmente ciò che per tutto il giorno mi aveva
logorato dalla curiosità o se aspettare e godermi la
sorpresa… in fondo mancava poco alla cena… potevo
anche
aspettare…
No!
Non potevo
assolutamente! Edward non avrebbe dovuto addormentarsi, sapendo quanto
fosse insaziabile la mia maledetta curiosità… la
colpa
era sua che non mi stava controllando!
Sì,
come no! Tu sbirci e hai pure il coraggio di dare la colpa a lui!, mi
rimproverò la mia coscienza.
Ma
ciò
non diminuì la mia voglia di aprire quel dannato frigo! E
poi,
in fondo… Edward non sarebbe venuto a saperlo…
dormiva
ancora profondamente… giusto una piccola sbirciatina, per
capire
solo di cosa si trattasse… mica ammazzavo qualcuno!
Mi
immobilizzai
per un attimo, in ascolto di qualche movimento o rumore preveniente dal
salone… niente, non si sentiva volare una mosca. Un sorriso
compiaciuto mi comparve sul viso e la mia mano abbassò la
maniglia, donandomi l’accesso alla mia sorpresa. Appena i
miei
occhi si posarono sui vari ripiani, rimasi fortemente delusa. Quel
ragazzo era veramente furbo! Una scatola faceva bella mostra di
sé, completamente fasciata con carta d’allumino, e
con un
biglietto appoggiato sopra. Riconobbi immediatamente la calligrafia
elegante e ordinata di Edward.
Ciao micetta!
Se
stai
leggendo questo biglietto significa che sei riuscita a evitare i miei
ferrei controlli. E già solo questo sarebbe un ottimo motivo
per
punirti…
Non
ti
azzardare a sbirciare dentro la scatola, perché
l’ho
fasciata in modo che sia inevitabile che la carta si strappi e quindi
me ne accorgerei immediatamente. In quel caso la mia punizione sarebbe
veramente esemplare!
Ti
amo, Edward
P.S.
CHIUDI SUBITO IL FRIGO, CURIOSONA!!!
All’ultima
frase, sobbalzai, come se mi avesse urlato, e richiusi
all’istante lo sportello, sbattendolo. Il cuore mi batteva
forte
come se mi avesse colta in flagrante. Merda! Possibile che mi
conoscesse così bene?! E alla fine non avevo nemmeno preso
la
coca! Uffi!
-Beccata!-
esclamò la sua voce ammiccante e una risata divertita
risuonò nella cucina, facendo correre ancora di
più il
mio cuore per lo spavento. Cos’è?! Mi voleva fare
venire
un infarto?
No,
sei tu che hai la coda di paglia!, mi sgridai da sola.
Mi
voltai con
un’espressione da cucciolo smarrito, sperando che bastasse a
evitarmi una ramanzina coi fiocchi per non aver resistito. I suoi occhi
si ridussero a due fessure, mentre si avvicinava con ammalianti movenze
feline.
-Ora
dimmi:
cosa dovrei farti per esserti comportata da bambina disubbidiente?
Dovrei sculacciarti severamente, monella…-
mormorò, con
un tono che mi fece partire un fremito che mi arrivò dritto
dritto al bassoventre... Decisi di stare al gioco, così si
sarebbe concentrato su altro che non fosse la mia trasgressione alla
sua stupida regola… d’altronde avevo una
‘vaga’ idea delle mie possibilità
seduttive…
-Mmm…
dovrei forse abbassare le mutandine e porgerti il mio culetto?-
sussurrai con tono malizioso, sbattendo le mie ciglia e portando
l’indice tra le labbra.
-Oh,
cazzo!-
esclamò, con la voce strozzata e con gli occhi fuori dalle
orbite; sghignazzai tra me: in fondo era semplice far capitolare i
maschi!
-Cazzo!
Bella!
Mi vuoi far morire così giovane?! Cazzo!!-
continuò,
mentre i suoi occhi si erano incupiti dal forte desiderio ed una vena
pulsava ritmicamente alla base del collo. In un attimo la distanza tra
i nostri corpi fu annullata e mi ritrovai le sue labbra fameliche sulle
mie, mentre la sua lingua entrava con irruenza nella mia bocca,
prendendo subito a lambire ogni più piccolo
angolino… le
sue mani mi artigliarono i fianchi in maniera spasmodica e possessiva,
poi scesero sulle natiche e le strinsero con veemenza. Un gemito di
pura lussuria fuoriuscì dalla mia gola, soffocato dalla sua
bocca.
Pian
piano il
bacio rallentò, fino a diventare dolce e sensuale. Ci
staccammo
ansanti e quei due fari verdi si piantarono nei miei, facendomi
affogare in un mare di passione. Appoggiò la fronte alla mia
e
le sue mani calde avvolsero il mio viso, mentre il mio adorato sorriso
sghembo nasceva sul suo volto meraviglioso.
-Sei
tremenda,
lo sai vero?- mi domandò; -Mi farai finire al
manicomio…
bè… ne varrà la pena…-
affermò,
scuotendo la testa. Sorrisi.
-Bè…
allora siamo pari! Visto che è tutto il giorno che anche tu
mi
fai impazzire dalla curiosità- mi lamentai, mettendo su il
broncio che lo faceva sempre sciogliere. Mi prese il mento con due dita
e mi sorrise.
-Dai,
che
l’attesa è finita. Andiamo di sopra, gattina
affamata!-
scherzò, prendendomi per mano e avviandosi al piano
superiore.
Io, perplessa lo seguii.
-Ma,
scusa… se è arrivata l’ora di cena,
allora il frigo
si trova proprio nella stanza in cui eravamo fino a qualche minuto fa.
Dove stiamo andando?- gli chiesi, palesando la mia confusione. Non
riuscivo proprio a capire.
-Ti
devi preparare- mi rispose come se fosse ovvio.
-Preparare
in
che senso?! Vuoi che indossi qualcosa di carino?- domandai. In effetti
avevo infilato un paio di jeans vecchi ma molto comodi e una maglietta
larga e calda… non assomigliavo minimamente a Miss Eleganza
e
non ero lontanamente sexy! Ma non pensavo che Edward tenesse
così tanto al mio abbigliamento casalingo. Anzi…
pensavo
mi preferisse senza nulla addosso!
-No!
Veramente ti devi spogliare…- sghignazzò. Ecco,
appunto! Come dicevo io.
-Scusa,
ma
continuo a non capire- sentenziai, piantandomi a metà
scalinata.
Non poteva farmi impazzire così! Va bene non sbirciare nel
frigo, ma tenermi all’oscuro dei suoi piani…
-Non
intendo
più muovere un passo, finchè non mi avrai dato
almeno un
piccolo indizio- mi impuntai, incrociando le braccia al petto.
Alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo.
-Ti
rendi conto
che sono il doppio di te e ti potrei caricare in spalla senza nemmeno
darti il tempo di opporre la benché minima resistenza,
vero?!-
mi minacciò, con un ghigno divertito. Sbuffai sonoramente e
lo
seguii. Entrammo in camera nostra e mi precedette in bagno. Lo vidi
aprire l’acqua della doccia e lo guardai interrogativa.
L’avevamo appena fatta due ore prima!
-Ora
ti spogli,
ti fai una doccia ghiacciata, senza bagnarti i capelli, e poi ti infili
questo accappatoio e mi raggiungi di sotto più velocemente
possibile, in modo da non far riscaldare di nuovo il tuo corpo. Poi mi
aspetterai in salone- mi spiegò come se niente
fosse.
-Ma
tu sei
matto! Io non mi faccio una doccia fredda! Non mi sembra proprio il
periodo! E poi… perché dovrei?!- mi irritai. Non
ci
pensavo proprio a beccarmi una polmonite! Mi era bastata la tremenda
laringite che avevo avuto. Se l’era dimenticata per caso?!
Bè, io no!
-Primo…
non devi restare sotto l’acqua fredda per molto, ma solo il
tempo
necessario per raffreddare il tuo corpo. Lo sai benissimo che non ti
farei mai fare qualcosa che possa causare un danno alla tua salute!-
affermò, guardandomi come fosse la cosa più ovvia
di
questo mondo e io una bambina capricciosa che non capiva che era ora di
finirla di fare tante storie. Il che mi seccò ancora di
più.
-Secondo…
dovresti farlo perché te lo chiedo io, e poi
perché non
te ne pentirai, fidati…- mi stuzzicò,
abbracciandomi e
baciandomi languidamente il collo, risalendo piano verso
l’orecchio e leccandomi quel punto tanto sensibile per me, ma
che
faceva impazzire anche lui… dio, che meraviglia!
-Ti
prego… fallo per me, stellina…- soffiò
roco al mio orecchio. Ok… mi ero già persa!
-D’accordo,
mi hai convinta…- sospirai, arrendendomi alla sua strana ma
pressante richiesta.
Un
sorriso soddisfatto gli illuminò il volto e mi
baciò la fronte.
-Ti
aspetto
giù, tesoro. Mi raccomando più fredda che puoi;
ma non
stare troppo sotto il getto, ok?- si raccomandò ancora.
Annuii e
iniziai a spogliarmi, mentre lui si dileguava di sotto…
lasciandomi più perplessa che irritata. A cosa diavolo
poteva
servire tutto ciò?!
ANTEPRIMA CAPITOLO 100
-E quello?- domandai,
riferendomi a ciò che aveva in mano. -Serve
per non farti sbirciare, gattina curiosa…- mi
spiazzò,
mentre si spostava dietro di me e mi legava quella benda sugli occhi.
La mia eccitazione schizzò alle stelle… altro che
calmarmi! Completamente nuda e in più bendata, ero in balia
delle sue parole, del suo corpo e del suo volere! Oddio santo, ogni
minuto la mia follia aumentava a dismisura! Il
calore della sua mano grande avvolse le mie dita e mi guidò
fino
al soffice tappeto; mi fece sdraiare di fronte al camino…
potevo
sentire il dolce tepore del fuoco che scoppiettando si irradiava tutto
intorno a noi; il che mi permise di rilassarmi un pochino. Edward mi
fece unire le gambe, sistemò le mie braccia lungo i fianchi,
leggermente staccate dal busto e mi fece adagiare la testa su un
morbido cuscino. -Edward, ma…-
provai ancora a chiedere, ma lui mi interruppe subito. -Ssshh…
torno subito…- bisbigliò al mio orecchio, prima
di
mordicchiarmi il lobo: brividi intensi provocati dal suono della sua
voce roca e dai suoi tocchi sensuali attraversarono il mio corpo. Lo
sentii allontanarsi. Più cercavo di comprendere cosa avesse
in
mente, più le mie idee si facevano confuse. Non riuscivo
proprio
a immaginare che intenzioni avesse; e la cosa era sempre più
frustrante, ma allo stesso tempo terribilmente stuzzicante…
Capitolo 101 *** Cap.100: Una cenetta... erotica! ***
Cap. 100 EFP
Buongiorno
ragazze e buona festa della Repubblica!
Oddio
tesorine! Siamo arrivate al capitolo 100! Non possiamo ancora crederci!
Grazie per essere state con noi tutto questo tempo e siamo felici di
non avervi ancora stancate!
Finalmente oggi potrete sapere cosa ha
escogitato il nostro Edward per passare una serata davvero particolare.
Abbiamo anche postato una foto per farvi meglio immaginare come
ceneranno. Naturalmente è solo una foto esplicativa e non
della nostra
Bella.
Il modo in cui ceneranno i nostri
piccioncini è già stato descritto
in un'altra fiction "Osiamo" molto
bella e che, se non lo aveste ancora fatto, vi consigliamo di leggere.
La nostra scena sarà molto diversa e la situazione
completamente
differente, ma su consiglio di Erika (la nostra amministratrice di
Efp), dato che è una pratica particolare, abbiamo preferito
avvertire,
prima che qualcuno ci accusasse ingiustamente di plagio.
Ringraziamo
come sempre tutte voi che ci seguite, che commentate e che avete sempre
una parola anche solo nei messaggi privati. Diamo anche il benvenuto
alle nuove lettrici.
TANTISSIMI
AUGURONI ALLA MIA SISTER, SARA, CHE POCO FA E' DIVENTATA ZIA PER LA
PRIMA VOLTA!!! IL
PICCOLO ALESSANDRO E' VENUTO ALLA LUCE PER LA GIOIA DI TUTTI NOI! NATURALMENTE
COMPLIMENTI ALLA MAMMA ANNA (SORELLA DI SARA) CHE DA STAMATTINA
ALL'ALBA HA PATITO I TREMENDI DOLORI DELLE DOGLIE! AUGURIIIIIIII
E BENVENUTO ALESSANDRO!
Ok, ora basta chiacchiere e vi lasciamo al chappy
che sarà super bollente. BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
Avevo fatto la doccia più veloce della storia e nonostante
il
calore dell’accappatoio stavo ancora tremando dal freddo. Mi
ero
fiondata giù dalle scale ed ero appena entrata in salone.
L’atmosfera che Edward aveva creato era meravigliosamente
intima
e romantica: una musica soft si diffondeva per la stanza attraverso gli
altoparlanti; il grande tappeto era contornato da candele contenute
nelle bocce di vetro già utilizzate la sera precedente; e la
cosa che più mi faceva piacere era il caminetto acceso che
riscaldava tutto l’ambiente e che mi permise, dopo qualche
minuto, di riprendere a respirare normalmente senza continuare a
battere i denti per il gelo che si era impossessato del mio corpo,
penetrandomi sin nelle ossa.
-Edward, sono qui!- lo chiamai. Dopo un attimo comparve, stupendo da
togliere il fiato, con qualcosa in mano e quando si avvicinò
capii che era un foulard nero. Senza dire una parola mi tolse
l’accappatoio, facendolo scendere dalle spalle e accarezzando
tutto il mio corpo nudo con uno sguardo che lasciava ben poco
all’immaginazione e che mi fece fremere di desiderio.
-Sei bellissima… non mi stancherò mai di
ammirarti- mormorò roco, baciandomi delicatamente una spalla.
-Grazie, amore…- risposi, in lieve imbarazzo. Quando mi
guardava
in quel modo e si rivolgeva a me con quel tono di voce carico di
bramosia e venerazione, mi faceva sentire completamente nuda ed esposta
nel profondo dell’anima… indifesa e
inerme… avrebbe
potuto farmi qualsiasi cosa ed io non avrei avuto la forza di negargli
nulla… non che avessi mai voluto negare qualcosa a quel dio
greco sceso in terra solo per farmi impazzire! Sospirai lentamente e
profondamente per cercare di rallentare i miei battiti e di rilassarmi,
ma ero troppo elettrizzata.
-E quello?- domandai, riferendomi a ciò che aveva in mano.
-Serve per non farti sbirciare, gattina curiosa…- mi
spiazzò, mentre si spostava dietro di me e mi legava quella
benda sugli occhi. La mia eccitazione schizzò alle
stelle… altro che calmarmi! Completamente nuda e in
più
bendata, ero in balia delle sue parole, del suo corpo e del suo volere!
Oddio santo, ogni minuto la mia follia aumentava a dismisura!
Il calore della sua mano grande avvolse le mie dita e mi
guidò
fino al soffice tappeto; mi fece sdraiare di fronte al
camino…
potevo sentire il dolce tepore del fuoco che scoppiettando si irradiava
tutto intorno a noi; il che mi permise di rilassarmi un pochino. Edward
mi fece unire le gambe, sistemò le mie braccia lungo i
fianchi,
leggermente staccate dal busto e mi fece adagiare la testa su un
morbido cuscino.
-Edward, ma…- provai ancora a chiedere, ma lui mi interruppe
subito.
-Ssshh… torno subito…- bisbigliò al
mio orecchio,
prima di mordicchiarmi il lobo: brividi intensi provocati dal suono
della sua voce roca e dai suoi tocchi sensuali attraversarono il mio
corpo. Lo sentii allontanarsi. Più cercavo di comprendere
cosa
avesse in mente, più le mie idee si facevano confuse. Non
riuscivo proprio a immaginare che intenzioni avesse; e la cosa era
sempre più frustrante, ma allo stesso tempo terribilmente
stuzzicante… Dopo un momento che mi parve eterno, Edward
tornò da me e lo sentii inginocchiarsi accanto al mio corpo.
-Ascoltami, segui la mia voce…- mi invitò
quell’angelo del paradiso con le sembianze di un demone
tentatore. All’istante la mia femminilità pulsante
vibrò. Dio, che emozione! E non mi aveva neanche
sfiorato… un sospiro profondo mi fece intendere che lui nel
frattempo non si stava perdendo nemmeno una smorfia del mio
viso…
-Ti piace vero? La mia gattina fa le fusa… ma ora devi
restare
immobile il più possibile. Probabilmente sentirai un
po’
di freddo, ma devi cercare di resistere… vedrai ne
varrà
la pena, fidati di me…- mi sussurrò, con una voce
roca
che mi infiammò tutta… cos’altro potevo
fare se non
fidarmi totalmente del mio amore? Annuii incapace di aggiungere anche
solo mezza parola, in quell’attesa spasmodica.
La prima cosa che percepii fu una sensazione di freddo unita alla
morbidezza… e quel qualcosa mi ricoprì prima un
seno e
poi l’altro. Edward lo fece aderire perfettamente alle mie
rotondità, accarezzandomi dolcemente con l’indice.
Subito
le mie punte scattarono in fuori e istintivamente mi mordicchiai il
labbro inferiore per non mugolare di piacere. Sentii immediatamente un
suo dito liberare il mio labbro dalla stretta morsa in cui lo avevo
rinchiuso.
-Rilassati, amore… va tutto bene, tranquilla…- mi
cullò la sua voce melodiosa; e tentai di calmarmi.
Per un po’ compì le medesime azioni, sistemando
con
delicata pazienza quei pezzi mollicci e gelidi nell’incavo
tra i
miei seni e più in basso, verso il mio ombelico; e poi ne
appoggiò ancora trasversalmente altre due ai lati
dall’ombelico fino ai fianchi e ancora su entrambe le cosce.
Era gelido, ok… ma non poteva essere del semifreddo o del
gelato, non si stava sciogliendo! Dio, ma che diavolo era?! Non ce la
facevo più, stavo impazzendo!
-Ti prego, Edward…- cercai di convincerlo con voce
strozzata… ondate di eccitazione e curiosità mi
stavano
provocando scariche di adrenalina mai provate… lo sentii
ridacchiare.
-La pazienza è la virtù dei forti, amore
mio…-
mugugnò divertito. E che cavolo! Come dannazione faceva a
sparare queste massime filosofiche in un momento di puro erotismo come
quello?! Io faticavo a respirare, Cristo santo!
-Sshh, gattina mia… pensa allo sforzo titanico che sto
facendo
io per non mandare all’aria questo giochino… tu
non hai
idea della mia voglia di possederti all’istante… e
poi di
restarti dentro per tutta la notte…- mormorò
ansimando,
con un tono talmente basso e roco che non lasciava dubbi sulla fatica
che effettivamente stava compiendo per trattenersi… ansimai
alle
sue parole: la mia voglia era pari alla sua!
-Ma se non mi credi… allora senti qui…- gemette
spingendo
il suo bacino sulla mia coscia. Dio mio!! Trattenni il fiato: la sua
erezione, nonostante fosse rinchiusa ancora dall’intimo e dai
pantaloni, era… era così…
così…
dannatamente turgida… enorme… e dura...
-Lo senti, micetta? E’ così per te…
tutto per
te…- sospirò con un filo di voce.
-Quindi… se io
posso resistere in queste condizioni, cerca di farlo anche
tu…
vedrai, sarà fantastico!- asserì. Poi
continuò
ancora a lavorare incessantemente sul mio corpo. Ormai,
però,
non riuscivo più a concentrarmi sui suoi movimenti,
perché ero ipnotizzata dalle sue parole sussurrate e dal
suono
melodioso della sua voce che riusciva a richiamare alla mia mente solo
immagini una più peccaminosa
dell’altra… intanto il
mio olfatto percepì quello che mi pareva essere una sorta di
profumo di mare…
-Bella… sei splendida… una tentazione
irresistibile… e io ti amo e ti desidero così
tanto che
mi sembra di prendere fuoco da un momento all’altro per
quanto la
passione arde e brucia in ogni mia cellula- mi confessò,
facendomi fremere e gemere in modo spudorato.
-Ecco… terminato!- sussurrò, dopo un tempo che mi
parve
infinito; -Bella… posso farti una foto? Sei una visione
mozzafiato, semplicemente meravigliosa… e vorrei tanto avere
un
ricordo di questo momento. Una foto mentre sei bendata e una senza- mi
pregò. Annuii, incapace di proferire parola. Non avevo
ancora la
minima idea di cosa avesse appoggiato sul mio corpo, anche se avevo
chiaramente capito che si trattava di cibo… probabilmente
della
nostra cena. Sentii il click della macchina fotografica e poi un altro
meno forte, probabilmente del cellulare.
-Grazie, amore… ci tenevo proprio tanto ad avere una foto di
questo; e il fatto che tu ti fidi di me in modo così totale,
mi
riempie di un orgoglio smisurato e di una gioia infinita! Grazie,
stellina… sei tutta la mia vita!- mi confidò, con
la voce
chiaramente emozionata. Effettivamente era un’immensa prova
di
fiducia quella che gli stavo concedendo; ma io ero certa che Edward non
mi avrebbe mai deluso, ferito o umiliato usando quelle foto in maniera
meschina.
-Edward… io ti amo così tanto che non potrei mai
non
fidarmi di te- gli risposi, con un tono fermo, per fargli comprendere
quanto autentiche e sincere fossero le mie parole. Sentii
improvvisamente le sue labbra morbide e succose sulle mie, e avrei
tanto voluto approfondire quel bacio; ma, non appena dischiusi le
labbra e accarezzai le sue con la mia lingua, lui si
allontanò,
causandomi un gemito di frustrazione che lo fece sghignazzare
spudoratamente.
-Non ti preoccupare, tesoro mio… dopo avrai tutti i baci che
vorrai… e anche di più! Ma ora non avrai mica
intenzione
di rovinare la mia opera d’arte senza prima averle dato
un’occhiata, no?!- mi stuzzicò, sapendo quanto
fremessi
per vedere ciò che aveva compiuto sul mio corpo. Sbuffai,
sorridendo.
-Apri la bocca, amore. Vediamo se capisci con quale cibo stiamo per
cenare- mi propose. Ubbidii immediatamente e un secondo dopo Edward mi
imboccò. Iniziai a masticare lentamente e subito riconobbi
il
gusto che stavo assaporando.
-Sushi!- esclamai entusiasta. Dio! Lo adoravo!
-Bravissima! Ecco, ora stai ferma che ti tolgo la benda e ti mostro il
mio capolavoro!- esclamò Edward. Il tempo di abituarmi di
nuovo
alla luce, anche se molto soffusa, e potei ammirare il mio corpo
attraverso uno specchio che Edward stava reggendo in mano, in piedi
accanto a me…
-Oddio, Edward! Ma è stupendo! Sei stato fantastico!
E’
una vera e propria opera d’arte- lo elogiai, continuando a
guardare il mio corpo ricoperto di foglie su cui vi erano appoggiati
vari tipi di sushi e fiori.
-Davvero ti piace? Non pensi che io sia un pazzoide fuori di
testa?-domandò, improvvisamente titubante e insicuro.
Scoppiai a
ridere, cercando di muovermi il meno possibile.
-Bè… effettivamente tanto normale non lo
sei…- lo
schernii, mentre si passava le mani imbarazzato tra i capelli;
-Però mi piace veramente… e poi è una
cosa
talmente eccitante- gli rivelai, mentre i suoi occhi si incupivano di
nuovo dal desiderio. Lo vidi riprendere la macchina fotografica e il
cellulare e scattare un paio di foto per ricordo. Non vedevo
l’ora di vederle anch’io…
-E ora signorina Swan è il momento di cenare…-
mormorò di nuovo con un tono roco. Gli diedi
un’occhiata e
il mio sguardo si soffermò all’altezza del cavallo
dei
suoi pantaloni, facendomi capire come la portata della sua brama fosse
ancora notevole... Io, dal canto mio, ormai mi sentivo completamente in
balia della passione e la mia intimità pulsava in preda alla
frenesia.
Edward mi si avvicinò, inginocchiandosi di fianco a me.
-Di solito al ristorante si usano le bacchette; ma visto che qui non ci
vede nessuno, direi che possiamo farne a meno… se per te va
bene
userò la mani e soprattutto… la bocca- mi
spiegò
in un soffio. Annuii e sospirai di nuovo; non c’era verso di
riuscire a calmarmi e il fatto di dover rimanere perfettamente immobile
non mi aiutava per niente, anzi… aumentava ancora di
più
l’eccitazione!
Edward con le dita lunghe e affusolate prese un pezzetto di pesce spada
dalle mie gambe e lo fece penzolare sopra la mia bocca, accarezzandomi
le labbra. Tirai fuori la lingua e lo leccai, facendolo immobilizzare
per la sorpresa. Il suo sguardo, se possibile, si incupì
ancora
di più. Lo fece scendere nella mia bocca, ed io iniziai a
gustare quel pesce così fresco e saporito, mentre Edward mi
imitava. Non riuscivo a distogliere gli occhi da quelle labbra
così carnose ed invitanti che masticavano lentamente, quasi
a
volermi torturare. Poi afferrò un pezzo di nigiri con
salmone e
lo vidi avvicinarlo a due ciotole appoggiate accanto a noi contenenti
due tipi di salsa.
-C’è la salsa di soia normale o con wasabi. Cosa
preferisci?- mi domandò.
-Con wasabi… adoro il piccante…- risposi con un
tono
sensuale. Edward mi sorrise sghembo, mandandomi in iperventilazione.
-Anch’io… decisamente piccante…-
soffiò
sulle mie labbra. Intinse il nigiri nella salsa e lo portò
alla
mia bocca. Lo morsicai, mugolando per la bontà di quella
pietanza, mentre il wasabi contenuto nella salsa iniziava a pizzicarmi
l’interno della bocca, ma senza bruciare troppo: era
perfetto,
piccante al punto giusto. Edward intinse un nigiri col gambero e se lo
portò alla bocca, ma quando fece per leccarsi via la salsa
in
eccesso dalle dita, lo fermai.
-No! Ti prego… lascia fare a me…- gli proposi,
facendogli
sgranare gli occhi per lo stupore. Non sapevo nemmeno io da dove mi
veniva tutta quell’audacia, ma ormai con Edward ogni cosa era
talmente naturale che non dovevo più meravigliarmi di
niente...
e poi mi piaceva da morire l’effetto che avevo su di lui
quando
mi comportavo da ‘pantera’! Portò le sue
dita alla
mia bocca e iniziai a leccarle e lambirle ad una ad una, succhiandole
con ardore e dedizione e giocandoci un po’con la lingua. Un
forte
gemito lasciò quelle labbra che tanto avrei voluto
accarezzassero ogni centimetro della mia pelle.
-Lo dico sempre che sei pericolosa… terribilmente
pericolosa… una pantera letale…-
sussurrò,
avvicinando il suo viso al mio e leccando una goccia di salsa che mi
era sfuggita, colando sulla guancia. Fremetti involontariamente,
rischiando di far cadere il resto del cibo. Vidi Edward chinarsi
all’altezza della mia intimità e prendere con la
bocca il
sashimi appoggiato proprio lì vicino. Una scossa tremenda
arrivò dritta dritta al centro del mio piacere e non potei
nemmeno darmi un po’ di sollievo, strofinando le gambe tra
loro
perché dovevo rimanere immobile. Dio, era una tortura! Anche
se
molto, molto piacevole…
Edward tornò alla mia bocca e dividemmo quel pezzetto che
aveva
afferrato, ritrovandoci con le labbra incollate. Cercammo di masticare
il più velocemente possibile e le nostre lingue, dopo un
attimo,
poterono finalmente incontrarsi e accarezzarsi vogliose, come se
fossero da una vita senza contatto.
Eravamo entrambi al limite: lo potevo chiaramente vedere sia dalla
tensione che caratterizzava in quel momento i suoi muscoli sia dalla
vena alla base del collo che pulsava ritmicamente; ma allo stesso tempo
eravamo desiderosi di continuare quel gioco così sexy.
Continuammo poi a cenare e stuzzicarci in quella maniera un
po’
perversa, finchè quasi tutto il sushi sul mio corpo
sparì
completamente.
Pov
Edward
Stavo per afferrare l’ultimo sashimi, quando Bella mi
fermò, pregandomi di lasciarlo da parte. Non sapevo cosa ne
volesse fare, anche se una mezza idea ce l’avevo…
ma non
osavo sperare tanto. Cercai di non pensarci troppo e mi concentrai
sull’idea di saziare finalmente un altro tipo fame, molto
più potente e destabilizzante. Il mio membro era ormai duro
e
gonfio da troppo tempo… esattamente da quando le avevo tolto
l’accappatoio e avevo posato i miei occhi sulla mia dea nuda;
per
non parlare poi di quando avevo effettuato quell’opera
d’arte sul suo splendido corpo! Non avrei mai pensato che
potesse
risultare così eccitante posizionare con attenzione e
pazienza
del cibo sul corpo della mia donna… e non avevo mai visto
niente
di più sexy. A volte, non riuscivo ancora a capacitarmi,
nonostante la mia discreta esperienza sessuale, di quante situazioni
nuove ed eccitanti stavo scoprendo con lei. Anche se, a dire il vero,
mi bastava solamente far l’amore lentamente e dolcemente,
com’era successo quella stessa mattina, per sentirmi comunque
completo ed appagato alla stessa maniera. Però era bello
giocare
così con lei, e sapere che era pronta a qualsiasi esperienza
con
me mi rendeva orgoglioso ed euforico.
-E ora è il momento del mio dessert…- le rivelai,
calcando la voce sull’aggettivo possessivo. Mi
guardò
leggermente confusa.
-Scusa ma… perché del ‘tuo’?-
mi domandò, curiosa. Sorrisi sornione.
-Perché stasera sarai tu il mio ghiotto dessert,
bambolina…- le spiegai, facendole nascere un sorriso
malizioso
sul viso. Mi incantai ad ammirarla: gli occhi scintillanti come pietre
preziose e lucidi di desiderio, la bocca turgida e peccaminosa con le
labbra ancora rosse e gonfie per i baci che ci eravamo scambiati, il
sorriso invitante, le guance arrossate dall’emozione e i
capelli
scuri sparsi sul cuscino e scarmigliati la rendevano talmente stupenda
che mi sembrava quasi di ammirare una creatura del paradiso…
era
una visione mozzafiato…
-Bè, allora che aspetti? Il tuo dessert non vede
l’ora di
essere mangiato tutto…- mi provocò, accarezzando
il mio
petto sopra la maglietta. Oh cazzo! Al suo semplice tocco,
un’altra potente scossa fece tendere ancor più il
mio
amichetto. Dio, era talmente duro e voglioso!
Mi sistemai sopra di lei e afferrai il fior di loto che copriva la sua
intimità, completamente liscia come piaceva a me.
-Questo non serve più…- sussurrai,
sistemandoglielo tra i
capelli. Dio, quanto l’amavo! E quanto la desideravo! Mi
sembrava
di non riuscire a gestire tutta quella bramosia. Mi stava letteralmente
mandando al manicomio! Con la bocca mi liberai delicatamente di tutte
le foglie che le avevo sistemato per appoggiarvi il sushi e mi accorsi
che quando i miei denti raschiavano leggermente il suo corpo, la sua
pelle si ricopriva di brividi, facendomi desiderare sentirla tendersi e
vibrare sotto le mie carezze.
Come un affamato mi avventai improvvisamente su uno dei suoi seni e
iniziai a gustarlo, come se fosse stato il cibo più buono di
questo mondo. La consistenza della sua pelle in quella zona
così
sensibile mi mandava in estasi ogni volta: quei bottoni rosa erano
morbidi e duri allo stesso tempo… e più io li
lambivo e
più Bella gemeva e si contorceva, mentre le sue mani si
erano
intrecciate ai miei capelli e mi schiacciavano ancora di più
verso il suo seno. Con una mano iniziai ad accarezzarla dappertutto, e
arrivai alla sua intimità, che rispetto alla temperatura del
resto del corpo, ancora leggermente fredda, era più bollente
che
mai. Dio, mi piaceva da morire così liscia e morbida e
mandava
la mia eccitazione alle stelle. In più la mia gattina era
già completamente in balia del mio tocco e i suoi forti
gemiti
che riempivano la sala aumentavano la mia voglia di lei.
Incapace di resistere oltre, scesi a baciare quella pelle
così
vellutata senza tralasciare nemmeno un centimetro di quel corpo che mi
faceva impazzire. Il suo profumo e il suo sapore erano meglio di
qualsiasi afrodisiaco… Dopo poco Bella fu investita da una
potente ondata di piacere che la lasciò completamente
spossata.
In quel momento il suo volto era una visione: gli occhi erano ancora
chiusi, per l’intensità delle emozioni appena
provate, le
gote più accese di prima, la bocca rossa e il labbro
inferiore
con ancora i segni dei suoi denti. Lo sfiorai delicatamente con la
lingua, quasi a voler curare con il mio tocco leggero i danni causati
da quella tortura che ogni volta lei gli infliggeva. Sentii le mani di
Bella percorrere la mia schiena e poi tirare fuori la mia maglietta dai
pantaloni.
-Sei ancora troppo vestito tu…- protestò sulle
mie
labbra, aprendo improvvisamente quegli occhioni scuri così
espressivi: dio che meraviglia! Erano due laghi neri, due pozze
profonde di pura lussuria...
La aiutai, alzando le braccia, poi gettai l’indumento da
qualche parte. Mi inginocchiai e lei fece lo stesso.
Mi sbottonò i jeans senza mai distogliere lo sguardo
eccitato
dal mio, e poi li fece scendere insieme ai boxer. SC svettò
in
tutta la sua imponenza e lo sguardo lascivo con cui Bella lo avvolse,
rischiò di farmi perdere il controllo come, se non peggio,
di
quello stesso pomeriggio nelle scuderie.
Feci un profondo respiro per cercare di calmarmi; anche se
l’unica cosa che avrei voluto fare in quel momento era ben
lontana dal riuscire a quietare il mio forte desiderio.
Mi alzai leggermente per sfilarmi del tutto gli ultimi indumenti e
spedirli chissà dove e mi ritrovai in piedi con Bella che mi
fissava con gli occhi sgranati…
-Edward… oddio- mugolò, mordendosi le labbra e
cercando
di non distogliere gli occhi; -Mmm… penso di non averlo mai
visto così duro… e grande… e
gonfio…
è favoloso, amore!- mormorò, avvolgendolo
delicatamente,
quasi fosse un oggetto di prezioso cristallo. Gettai la testa
all’indietro, gemendo dalla frenesia e supplicandola nei miei
pensieri che esaudisse tutti i miei desideri.
Ma Bella mi sorprese, lasciando la presa… aprii gli occhi
ansante e frustrato e la guardai; e un sorriso furbetto le si dipinse
sul volto. Mi prese per mano e mi fece sdraiare dov’era stata
lei
fino a poco prima. La guardai stranito. Cosa diavolo voleva fare? Mi
sorrise maliziosa.
-Non avrai davvero pensato di divertirti solo tu stasera…
ora
tocca a me, Cullen!- mormorò, afferrando il sashimi rimasto.
In quel preciso istante cominciai un viaggio intenso, perdendomi
completamente nei meandri del piacere più puro, della
passione
più sfrenata…
Facemmo l’amore intensamente e la nostra non fu solo
un’unione di due corpi che si desideravano, ma soprattutto di
due
anime affini che si completavano a vicenda. Alla fine eravamo sudati,
ansanti ma terribilmente appagati e felici. La avvolsi immediatamente
con le mie braccia e le accarezzai dolcemente i lunghi capelli setosi e
profumati.
-Ti amo, gattina… immensamente- le sussurrai, baciandole la
testa.
-Anch’io, Edward… da morire!- mi rispose. Restammo
immobili per non so quanto tempo, poi Bella si
accoccolò
al mio fianco. Afferrai una coperta che avevo lasciato sul divano e
ricoprii entrambi. In quel preciso istante con la mia donna tra le
braccia mi sentivo il ragazzo più fortunato e felice
dell’intero pianeta, completamente sereno e soddisfatto!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 101
Pov
Rosalie
-Posso
portare via, ragazzi? Gradite altro?- ci chiese, indicando i piattini
vuoti dei nostri dolci.
-Sì,
grazie. Ci può portare due caffè lisci?-
ordinò Emmett, con un’aria
disinvolta, mentre il suo indice da prestigiatore era riuscito a
spostare l’elastico dei miei slip. Oh porca! Avrebbe dovuto
finirla
subito! O se ne sarebbero sicuramente accorti i pochi clienti presenti
(per mia fortuna sparsi qua e là), a causa dei miei
gemiti… infatti,
nell’esatto istante in cui la cameriera ci diede le spalle,
Emmett
premette forte sul mio sul mio punto più sensibile,
facendomi scappare
un ansito, che fu però prontamente messo a tacere dalle sue
infuocate
labbra sulle mie. Dio che sensazione indescrivibile! Solo quel tocco
era in grado di scatenare i miei istinti più
selvaggi… avevo una voglia
sconfinata di lui!
Ma
cercai di riprendere il controllo di me stessa, mentre Emm imperterrito
continuava a stuzzicarmi impudicamente. Quando lo sentii scendere
sempre di più per approfondire maggiormente quel contatto,
decisi che
si stava oltrepassando il limite, anche perché sarebbe
presto tornata
la cameriera con le nostre ordinazioni.
Buongiorno
e buona settimana!
La grande novità di oggi è
il trailer di Breaking
Dawn parte 1! FANTASTICOOOOOO!!!!
Dio santo! Rob è a dir poco favoloso
con lo smoking al matrimonio, ma la scena che ci ha fatto
più elettrizzare (manco a dirlo!) è stata quella
di lui che distrugge la testiera del letto! Cioè ma l'avete
vista alla rallenty e poi con il fermo immagine?! LA DISTRUGGE, LA SBRICIOLA!!!
Mamma mia ragazze! E chi ci resiste fino a
novembre?! Noi no! Ci ricoverano prima per pazzia! La scena invece che
più ci ha fatto gongolare è stato quando
finalmente sbatte al muro il cane! EVVAI!!!
Ok, ritorniamo seri e a Frutto!
Innanzitutto ci scusiamo per la foto del capitolo
scorso che è stata cancellata. Nel capitolo a rating rosso
è rimasta, e pensiamo che dipenda dal fatto che nel rating
arancione non si possano postare certe foto.
Comunque se avete curiosità di
vederla, per chi non può accedere al rating rosso, basta che
su Google si cerchi "immagini body sushi" e ve ne appariranno quante ne
vorrete, così vi farete un'idea di ciò che ha
combinato Edward.
Qualcuno ci ha chiesto se succederanno dei casini
con le foto che ha scattato Edward. ASSOLUTAMENTE
NO! E' vero che non è stata una genialata
perchè il cellulare potrebbe andare perso, o potrebbero
rubarglielo o quant'altro, però anche se le foto cadessero
in mani sbagliate, alla fine del corpo di Bella non si vedrebbe un
granchè, perchè le parti intime erano ricoperte
di foglie e fiori. Si sarebbe senz'altro visto di più se
fosse stata fotografata in bikini!
Detto questo vorremmo però fare una
raccomandazione con il cuore alle ragazze più giovani che ci
seguono. ATTENZIONE:per favore non fatevi
fotografare in atteggiamenti intimi con il cellulare dai vostri
findanzati. Sappiamo benissimo che a quell'età si pensa di
aver trovato l'amore della vita, ma purtroppo non sempre è
così e quasi mai ci si lascia in amicizia. E le vendette
sono all'ordine del giorno. Sappiamo che vi sembra vi possiate fidare
ciecamente, ma non fatelo perchè a quell'età non
si è maturi abbastanza (specialmente i ragazzi) per gestire
situazioni così compromettenti! Per favore, usate sempre la
testa!
Bene,
dopo questa lunga e noiosa premessa vi lasciamo finalmente al chappy
che non vedrà per protagonisti i nostri piccioncini
preferiti, ma le altre due coppie! Bella ed Edward stanno ancora
elaborando ciò che è successo durante questa
famosa cena e quindi avevano bisogno di riposare un po'! Ahahah!
Grazie a chi ci segue e a chi lascia
sempre un commento! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
Io ed Emmett eravamo seduti al tavolo dello splendido, piccolo e intimo
ristorantino italiano in cui lui aveva prenotato la nostra cenetta dopo
il film. Non riuscivo ancora a capire il perché quella
mattina si fosse preoccupato così tanto del nostro
appuntamento… Si era erroneamente convinto di essere stato
meno fantasioso e romantico degli altri uomini di casa, ma non aveva
messo in conto che ogni dettaglio da lui organizzato era esattamente
ciò che piaceva a me.
Tutta la giornata era stata perfetta (a parte quel piccolo intermezzo
irritante e spiacevole causato da quella lurida sgualdrina) ed Emm era
riuscito in modo semplice e genuino (come tra l’altro adoravo
io), a farmi stare bene. Nella mia vita non avevo mai avuto bisogno di
chissà quali epici gesti o regali grandiosi, nemmeno quando
ero una bambina. Quello che avevo sempre apprezzato di più
erano i piccoli segni quotidiani e colmi di affetto, come una carezza
di conforto, o un sorriso sincero per rincuorarmi, o un bacio delicato
per sentirmi amata… ma purtroppo erano proprio quei piccoli
grandi cenni che mi erano venuti a mancare quando erano scomparsi mamma
e papà. Non che mi fossi mai trovata male con lo zio Charlie
o che mi fosse mancato l’affetto in quella casa; ma anche
loro tre soffrivano per la mancanza della zia Renèe e dei
miei genitori…
Quindi avevo cercato sempre di recare meno problemi possibili allo zio,
e avevo tentato di farmi vedere sempre più forte e sicura
rispetto a ciò che ero veramente. Avevo insomma costruito
una sorta di spessa corazza, un muro alto e compatto che solamente
Emmett con la sua autenticità, schiettezza e naturalezza
aveva distrutto in un attimo: unicamente lui era stato in grado di
donarmi un amore immenso!
La semplice passeggiata che avevamo fatto nel pomeriggio mi aveva
emozionato in modo incredibile e aveva reso il nostro primo
appuntamento il più perfetto che potessi desiderare. Finora
gli unici nostri momenti in solitudine erano stati quelli che
riuscivamo a ritagliarci dalle incombenze quotidiane; ed essendo rari e
preziosi, li avevamo sempre utilizzati per dar sfogo alla nostra
passione, mettendo in secondo piano il dialogo. Non sapevo per quale
motivo, ma il mio corpo, più veniva stimolato e soddisfatto,
più pretendeva un appagamento sempre maggiore… la
realtà era che avevo un immenso bisogno di sentirmi
costantemente amata…
Ma finalmente in quella giornata ci stavamo aprendo e ci stavamo
conoscendo più a fondo; e ciò che mi aveva
riscaldato il cuore, meglio di una giornata assolata, erano state tutte
le scoperte e le risate che avevamo fatto insieme. Emmett si era
letteralmente sganasciato ai miei racconti degli episodi passati: ero
anche riuscita a sorprenderlo per certi miei gusti particolari (la
sfida culinaria con Embry l’aveva particolarmente sconvolto),
e mi sentivo fiera di essere la sua donna.
Aveva poi anche scelto film e ristorante per farmi contenta, sapendo
quanto adorassi il mitico Rob e la cucina italiana. Come poteva pensare
di essere in qualche modo inferiore a suo fratello o a Jasper, quando
invece ai miei occhi appariva il più perfetto dei ragazzi?!
Speravo che finalmente riuscisse a comprendere quanto mi rendeva felice
e quanto si meritasse tutto l’amore che riceveva, non solo da
me ma anche da tutti gli altri…
La nostra cena stava volgendo al termine: ormai eravamo al dolce ed io
mi sentivo letteralmente scoppiare. Altro che dieta mediterranea con
delle pietanze del genere! Come diavolo facevano gli italiani a non
diventare tutti degli ippopotami immensi per me rimaneva un mistero!
Ogni estate, quando andavamo in Italia dagli zii, ingrassavo sempre di
almeno due o tre chili in un mese: del resto era impossibile resistere
a quella cucina sublime…
-Penso di non averti mai vista mangiare tanto- mi schernì il
mio orso, sghignazzando divertito.
-E tu avresti anche il coraggio di parlare?! Dopo che ti sei scorfanato
doppia porzione di tutto e tripla di dolce?!- mi meravigliai. Emmett si
stiracchiò e si accarezzò il ventre che
nonostante tutto ciò che aveva ingurgitato, continuava a
rimanere perfettamente tonico e piatto… aveva degli
addominali da urlo… dio, era veramente perfetto! Dove
metteva tutto quello che mangiava? Mah!
-Bè, ma io sono un uomo dedito
all’attività fisica! E poi se non mi fossi messo
in forze come avrei fatto stasera a soddisfare la mia cucciolotta?- mi
domandò, sornione.
-Allora pretendo una prestazione degna di nota!- lo provocai. Mi
piaceva da morire il nostro modo così naturale di scherzare
e stuzzicarci su certi argomenti piccanti. Fino a poco tempo prima, mi
dava solo fastidio sentirne parlare… e ora tutto era
cambiato! Io ero cambiata: ero una ragazza felice e spensierata insieme
a lui!
-Se la mia signora ordina, il vostro umile valletto vi
ubbidirà… e stasera vi farà urlare dal
piacere, milady- mi rispose, facendomi scoppiare a ridere a causa del
suo cipiglio piuttosto serio.
-Ci conto- continuai. Emmett si alzò dal suo divanetto e
venne accanto a me, abbracciandomi.
-Ehi… lo sai che mi piace esagerare… ma ti amo da
impazzire, Rose… sul serio- affermò, in tono
dolce.
Ma non feci nemmeno in tempo a godermi quel piccolo momento romantico,
che il mio orso, con la sua mano grande e calda, iniziò ad
accarezzarmi la coscia, riuscendo a insinuarsi sotto la gonna e
risalendo sempre più verso il mio inguine.
-Emm, ma sei fuori?! Vuoi che ci sbattano fuori dal locale?!- lo
rimproverai, sobbalzando per la sorpresa.
-Non ti preoccupare, siamo riparati dalla colonna, non ci vede nessuno!
E se dovesse ritornare la cameriera… bè, ti
garantisco che il nostro sembrerebbe solo un casto abbraccio: la
tovaglia ci copre completamente- mi rassicurò, mentre
cercava di farmi allargare un po’ le gambe per accogliere
meglio le sue dita esigenti.
Io di riflesso le serrai ancora di più perché non
ci tenevo per niente a dare spettacolo; anche se, in tutta
onestà, la situazione mi stava eccitando da
morire… ma con Emm non lo avrei mai ammesso! Altrimenti,
dato che lo conoscevo benino, non mi avrebbe più dato tregua
in luoghi pubblici!
-Non opporre resistenza miciotta… guarda che riesco ad
allargartele comunque!- mi avvertì, baciandomi il collo.
Oddio santo! Se faceva così non avrei resistito a
lungo…
Sentimmo qualcuno che si schiariva la voce non molto distante. Alzammo
di colpo lo sguardo e vedemmo la cameriera che ci guardava sorridendo:
per fortuna non sembrava in particolare imbarazzo…
Evidentemente Emm aveva ragione: non si era accorta di niente. Ma non
era il caso di sfidare la sorte: il mio scimmione doveva raffreddare i
bollenti spiriti, al più presto!
-Posso portare via, ragazzi? Gradite altro?- ci chiese, indicando i
piattini vuoti dei nostri dolci.
-Sì, grazie. Ci può portare due caffè
lisci?- ordinò Emmett, con un’aria disinvolta,
mentre il suo indice da prestigiatore era riuscito a spostare
l’elastico dei miei slip. Oh porca! Avrebbe dovuto finirla
subito! O se ne sarebbero sicuramente accorti i pochi clienti presenti
(per mia fortuna sparsi qua e là), a causa dei miei
gemiti… infatti, nell’esatto istante in cui la
cameriera ci diede le spalle, Emmett premette forte sul mio sul mio
punto più sensibile, facendomi scappare un ansito, che fu
però prontamente messo a tacere dalle sue infuocate labbra
sulle mie. Dio che sensazione indescrivibile! Solo quel tocco era in
grado di scatenare i miei istinti più selvaggi…
avevo una voglia sconfinata di lui!
Ma cercai di riprendere il controllo di me stessa, mentre Emm
imperterrito continuava a stuzzicarmi impudicamente. Quando lo sentii
scendere sempre di più per approfondire maggiormente quel
contatto, decisi che si stava oltrepassando il limite, anche
perché sarebbe presto tornata la cameriera con le nostre
ordinazioni.
Con la mia mano afferrai il suo polso cercando di fermare quella
piacevole tortura, ma era un tentativo inutile: era inamovibile come
una roccia! Se non avesse deciso lui di toglierla non sarei mai
riuscita a smuoverlo. Occorrevano le maniere forti: le minacce di
astinenza assoluta di solito funzionavano bene, Emmett ne era
letteralmente terrorizzato, dopo che per quattro giorni le avevo messe
in pratica veramente…
-O togli subito di tua iniziativa quella manina e fai il bravo ancora
per un po’… oppure questa sarà la tua
sola chance di divertirti davvero stasera. Cosa scegli?- gli spiegai,
tranquilla. Il tempo di analizzare la situazione e quanto fossi seria,
che la sua mano era tornata di nuovo in bella vista sopra il tavolo.
-Cazzo, Rose! Però così non vale! Ora Emmy
è ancora più frustrato di prima!- si
lamentò con un broncio degno di un bambino capriccioso.
Sorrisi, accarezzandogli la guancia.
-Allora vuol dire che dopo avrà diritto ad un extra, ok?!-
gli proposi. Un enorme sorriso luminoso gli illuminò il
volto bellissimo e mi strinse forte a sé, mentre la
cameriera si avvicinava con i nostri caffè.
Li posò ed Emmett le chiese di preparare il conto.
Improvvisamente mi venne in mente che dovevo riferirgli un importante
avvenimento: appena entrati nel ristorante, mentre mi stavo lavando le
mani alla toilette, mi era arrivato un messaggio di Jake…
-Ah, dimenticavo! Giovedì sarò impegnata tutto il
giorno a Seattle con Jake e lo zio Charlie. Mi hanno avvisata quando
eravamo appena entrati- lo informai.
-E cosa vai a fare, scusa? Come mai io non ne sapevo niente?-
domandò curioso, forse con una punta di gelosia. Sorrisi di
questo suo lato insicuro. Non ne aveva proprio bisogno: io ero
totalmente e incondizionatamente sua!
-Bè, era una cosa decisa già da prima che
arrivaste voi Cullen. Solo che avevamo deciso di non
parlarne… più che altro per scaramanzia,
finchè non ne fossimo stati certi- gli spiegai. Notai il suo
completo interessamento e mi compiacqui di ciò: il mio Emm
era un uomo che sapeva ascoltare.
-Vedi… io, Leah, Jasper, Jake e Bella, la scorsa estate,
siamo andati a visitare la Seattle University, anche se dovremo
frequentarla solo io, Jazz e Leah. Quel giorno, Jake ha notato che
proprio lì accanto c’era un’officina di
riparazioni auto con il cartello “Cedesi
attività”. Gli è balenata
immediatamente l’idea di espandersi e di comprarla, in modo
da potersi trasferire con noi in città. Eravamo tutti
entusiasti all’idea e così lui è andato
a parlare con Mr. Connelly, il proprietario, per informarsi sul prezzo.
Purtroppo per lui però, chiedeva una cifra davvero notevole;
il fatto si spiegava con l’imponente volume
d’affari: immagina solo tutti gli studenti e i professori che
si servono di quell’officina! E quindi anche la richiesta per
cedere l’impresa era elevata. In quel momento di impasse mi
si è accesa la classica lampadina: dopo aver consultato lo
zio Charlie, mi sono proposta come socia di capitale! In più
ho anche l’intenzione di dargli una mano, per non perdere il
tocco e per imparare trucchi nuovi del mestiere. Insomma, era
un’occasione d’oro! E poi sai quanto mi piace
mettere le mani sui motori: non riesco a stare a lungo lontana da loro-
finii di raccontare.
-Wow, tesoro! Incredibile! Allora tu e Jake aprirete
un’officina vicino all’università!
Fantastico!- si meravigliò Emmett. Annuii, felice. Ero
contenta di aver preso quella decisione e ancora di più che
l’idea piacesse anche a lui: era davvero entusiasta.
-Mercoledì andremo finalmente a firmare tutti i documenti
dal notaio e ad agosto il passaggio nelle nostre mani sarà
effettivo. In più abbiamo appuntamento con
un’agenzia immobiliare che ci deve mostrare delle case:
abbiamo deciso di prendere in affitto una villetta e vivere tutti
assieme durante il college. Pensa che bello! Potremo avere la nostra
camera! Niente più regole dello sceriffo!- lo informai. Il
suo sorriso divenne immenso… e mi fece battere il cuore.
Oddio, era stupendo! Me lo sarei mangiato di baci!
-Non ci posso pensare! Dio, non vedo l’ora! Un vero paradiso
per tutti!- mormorò gongolando.
-Bè… non saremo proprio tutti… Bella
ed Edward andranno ad Harvard- mi rattristai improvvisamente,
all’idea che avrei dovuto dividermi dalla mia sorellina.
-Non preoccuparti, amore. Ci vedremo comunque spesso; e poi
è giusto che quei due seguano i loro sogni- cercò
di tranquillizzarmi, accarezzandomi i capelli, gesto che sapeva
perfettamente che mi rilassava all’istante… aveva
un tocco fatato!
-Hai ragione… ma io… ho già perso
così tanto nella vita, Emmett! Non voglio assolutamente
sembrarti un’egoista insensibile, perché so che
ognuno di noi ha subito lo stesso tipo di perdita. Ma alla fine a voi
è rimasto almeno un genitore… Al pensiero di
rinunciare anche alla mia Bells mi piange il cuore. Tu non hai idea di
quanto sia stata fondamentale per me la mia cuginetta... Jasper
è sempre stato quello che mi capiva al volo; ma Bella,
bè… lei era quella che mi faceva arrivare a fine
giornata… io la adoro incondizionatamente e anche se magari
non lo lascio trasparire, non posso nemmeno pensare di non vederla
tutti i giorni… figurati per tutti quei mesi!- gli confidai,
in completa sincerità. Mai con nessuno avevo ammesso quella
mia debolezza, nemmeno con il mio confidente per eccellenza, Jasper.
Ora invece, con Emmett, aprirmi totalmente era diventata una cosa del
tutto naturale.
-E noi cercheremo di non farli passare questi mesi, ok? Vedrai che
viaggeremo spesso tutti quanti e ci incontreremo il più
possibile- mi rassicurò.
-Grazie, amore mio. Tu riesci sempre a far diradare le nuvole nel mio
cielo plumbeo- lo ringraziai.
-Ora basta pensieri tristi! Ci occuperemo di questo problema quando
sarà il momento, ok? Ora concentrati solo sul povero Emmy,
che sta pulsando furiosamente nei miei pantaloni. A proposito di
pantaloni… amore… tu sai cucire degli strappi?-
mi domandò in tono serioso. Oddio, che domande!
-Bè… ecco… non sono una
sarta… ma insomma… forse qualcosa…
perché?- mi incuriosii.
-Sapessi!- sospirò; -Qui sotto la situazione è
drammatica! Emmy… bè, potrebbe anche bucarli da
un momento all’altro se non ci muoviamo a uscire di qui e non
gli dedichi le giuste attenzioni, sai?- si lamentò.
Che matto! Scoppiai a ridere così tanto che avevo le lacrime
agli occhi. Il mio Emmett era unico! Se qualcuno avesse seguito la
conversazione, senza conoscerlo così profondamente come me,
avrebbe potuto pensare che fosse solo uno stupido bambinone
superficiale, in preda agli ormoni. Ma io sapevo che la
verità era un’altra. Quello era semplicemente il
suo modo per distogliere la mia attenzione da argomenti per me
angoscianti e che mi affliggevano… Emmett non riusciva
proprio a vedermi soffrire! Era che una cosa che faceva stare male
anche lui!
In un attimo pagò il conto e mi ritrovai fuori dal locale,
tra le sue amorevoli e grandi braccia che mi avvolgevano, trascinandomi
alla nostra auto per proseguire la nostra serata speciale…
Pov
Jasper
Stavamo rientrando nella nostra camera d’albergo nel cuore
della notte ed Alice non riusciva più a smettere di ridere
del sottoscritto. Come mai? Bè, ci eravamo goduti una serata
veramente incantevole, trascorrendo il dopocena
nell’osservatorio dello Space Needle, per saziarci ancora
della visione di quello splendido panorama. In una zona del grattacielo
c’era una sorta di “area svago”: vi erano
vari tipi di computer con stampanti che, a pagamento, permettevano di
distrarsi con molteplici passatempi.
Alcuni fornivano semplicemente informazioni sulla città di
Seattle, le sue diverse attrattive e sulla storia dello Space Needle;
altri, invece, erano dei semplici giochetti per passare il tempo. Noi,
dopo averli provati un po’ tutti, felici come dei bambini, ci
eravamo interessati in particolare a quelli che, dopo aver scattato una
foto, permettevano di cambiare i connotati della persona con un
software, per poi poter stampare i risultati. Così avevamo
deciso di utilizzare due postazioni: dopo che ci eravamo fatti scattare
la foto, avevamo scambiato i nostri posti per trasformarci a vicenda.
Io, da impeccabile cavaliere, vista anche la serata romantica che
stavamo vivendo, mi ero decisamente contenuto e avevo alterato solo
alcuni tratti della mia Alice (già per me bellissima!),
giusto per curiosità. Le avevo allungato i capelli,
rendendoli di una strana tonalità rosso mogano, e gli occhi
glieli avevo tramutati in un caldo colore dorato, come nel film dei
vampiri che tanto adorava. Quella dispettosa e impertinente, invece,
non si era risparmiata nemmeno un pochino: aveva creato una copia della
mia persona veramente obbrobriosa!
Quando l’avevo vista, per poco non mi prese un colpo
apoplettico: la spiritosona mi aveva creato decisamente più
basso e tarchiato, quasi calvo, con una quarantina di chili in
più e un lungo barbone incolto: ero praticamente un mostro
irriconoscibile!
Avevo cercato di impormi per far cessare le sue risate, ma non
c’era stato verso; e ogni volta che guardava quella foto si
sganasciava completamente: il mio orgoglio di maschio ne stava
risentendo parecchio… anche se, in tutta onestà,
dovevo ammettere che era una gioia per miei occhi vederla
così serena e felice.
Nell’ascensore dell’albergo aveva continuato
imperterrita a schernirmi e l’avevo avvertita un paio di
volte di finirla: quella gattina stava tirando troppo la
corda… ma ormai aveva preso il via e non riusciva
più a smettere. Ma avrebbe riso ancora per poco: avevo
già meditato la mia vendetta! Appena messo piede in camera,
la signorina Cullen si sarebbe concentrata su un altro tipo di
divertimento!
Mi bloccai davanti alla porta e prima di inserire la carta, mi voltai a
guardarla, cercando di restare serio, nonostante la sua
ilarità mi stesse contagiando: continuava a tenere in mano
la foto e a sghignazzare, scuotendo il capo.
-Ultima possibilità per darci un taglio… poi
sarà peggio per te!- la minacciai con un ghigno. Le si
bloccò di colpo, spalancando quella meraviglia blu dei suoi
occhi, resi brillanti dalle risate… e cercò di
trattenersi un attimo, dandosi un contegno; ma poi gettò di
nuovo un occhio sulla foto e riprese impunemente, incapace di frenarsi.
-Ah, ah, ah! Mi sa che correrò il rischio… non
riesco più a smettere…- dichiarò, tra
un singulto e l’altro.
Aprii la porta, senza nemmeno accendere la luce (la stanza era
già abbastanza illuminata dai bagliori provenienti
dall’esterno), e mi spostai per farla passare. Appena
entrò si bloccò a causa dell’improvviso
buio ed io, chiudendo la porta con un scatto secco, le piombai addosso
da dietro come un falco sulla preda. La afferrai per i fianchi e la
attirai a me, facendola aderire al mio corpo.
-Ora cosa dovrei farti?! Dato che è da circa
mezz’ora che continui a prendere in giro il tuo uomo?- le
domandai, soffiandole nell’orecchio, gesto che la faceva
impazzire. Infatti, la mia piccolina si abbandonò
completamente contro il mio torace, facendo cadere a terra le foto e la
borsetta.
-Secondo te, qual è la giusta punizione per una streghetta
così impertinente e poco rispettosa del suo magnifico
ragazzo, il quale tra l’altro le ha regalato una serata
perfetta?- la provocai, iniziando a baciarle il collo e arrivando al
lobo del suo orecchio per poi mordicchiarglielo. La sentii chiaramente
fremere, e le gambe le tremarono, mentre JJ iniziava già a
risvegliarsi e a premere sulle sue natiche.
-Troppo tardi se ti chiedo scusa ora?- domandò, mentre
iniziava a strusciare il suo bacino sul mio. Il mio membro
iniziò a pulsare furiosamente, mentre la mia voglia di lei
cresceva in maniera esponenziale.
-Decisamente troppo tardi! Sei stata una bambina molto, molto
cattiva… e ora ne pagherai le conseguenze…-
mormorai, mentre le mie mani scesero a stringere con veemenza quel
culetto favoloso: Alice gemette all’istante.
-Fai di me quello che vuoi, Jay- mi rispose, paralizzandomi di colpo.
Oh porca! Se avesse continuato così, sarei andato
letteralmente fuori di testa! Iniziai subito a farle scendere la
cerniera del vestito lungo la schiena e poi le abbassai le spalline,
facendolo scivolare a terra. Lei se ne liberò in un attimo.
Alla vista di ciò che indossava sotto, i miei battiti
accelerarono: un completino intimo di delicato pizzo bianco la
ricopriva appena… era praticamente inesistente! Il reggiseno
a balconcino sollevava i suoi seni in un chiaro invito ad immergervi il
viso… e lo slip consisteva in un micro tanga, che le
lasciava il bel culetto completamente scoperto… cazzo,
cazzo, cazzo!
-Oh Cristo, Ally! Sei una bomba sexy!- esclamai, incapace di scollare
il mio sguardo da quel corpo mozzafiato. Dio, cosa le avrei fatto!
Alice si voltò verso di me, e potei notare il sorrisino
compiaciuto che aleggiava sul suo viso.
-Allora sono perdonata? E’ il regalo che ti aspettavi?- mi
chiese con una certa dose di malizia.
-Oh, piccola! Il mio regalo più bello sei tu!- le risposi,
fiondandomi con irruenza su quelle labbra succose. La mia lingua in un
attimo venne accolta dalla sua, che prese immediatamente a giocare e ad
infiammarmi ancora di più. Le afferrai la mano e la portai
sul mio amichetto, per farle capire di cosa avevo bisogno. Se non
avessi alleggerito almeno un po’ la tensione al mio inguine,
sarei uscito di testa!
La mia bambolina iniziò subito ad accarezzarmi sopra i
pantaloni, facendomi fremere di desiderio e dopo poco, con mio enorme
sollievo, me li slacciò facendoli scendere insieme ai boxer.
Io, intanto, avevo già spedito giacca e camicia a far
compagnia al suo vestito. Ora ero completamente nudo e sempre
più eccitato… il mio JJ pretendeva immediata e
completa soddisfazione.
-Dio, Ally! Mi fai impazzire con questo completino…
però sei ben lontana dall’essere
perdonata… Dovrai impegnarti molto, ma molto di
più!- mormorai con tono roco, mentre, con un piccolo
movimento, facevo fuoriuscire le sue soffici colline dal reggiseno
senza slacciarglielo. Mi ci avventai come un affamato. Gliene
mordicchiai delicatamente uno, facendola gemere ancora. Adorava quando
le davo dei morsetti e a me piaceva da morire farlo. Una mano
andò ad occuparsi dell’altro mentre quegli
splendidi bottoncini si allungavano e si indurivano sempre di
più, provocandole dei gemiti di pura lussuria. Alice era
abbandonata, completamente in balia di me… e sentivo
già chiaramente l’aria impregnata del suo profumo
di donna… il mio preferito, quello che incendiava tutti i
miei sensi. Bastò solamente quell’odore per
mandarmi letteralmente fuori di testa. Mi sembrava che JJ potesse
scoppiarmi da un momento all’altro! Risalii lungo il suo
collo, lasciando una scia umida e infinita di baci; e quando arrivai
alle sue labbra, gliele catturai tra i miei denti, beandomi di quella
morbidezza. La mano di Alice intanto era tornata a dare sollievo alla
mia erezione, ma non mi bastava: volevo decisamente di più!
Le soffiai nell’orecchio, affannato e voglioso,
ciò che più desideravo e la mia piccolina, senza
farselo ripetere due volte esaudì la mia richiesta,
facendomi reclinare il capo all’indietro per
l’immenso piacere... Dio che sensazione meravigliosa! Ero in
estasi! Ciò che avevo davanti ai miei occhi era
un’immagine così erotica ed eccitante! Sentivo il
piacere espandersi in ogni mia cellula e mi faceva
impazzire… ero totalmente in preda a quelle sensazioni
paradisiache. Nonostante il benessere che stavo provando, la voglia di
fare l’amore con lei, di diventare un corpo unico e
inscindibile divenne insostenibile, prioritaria e assoluta. Le mie mani
la afferrarono con selvaggia irruenza… mi guardò
un attimo confusa, non capiva quella frustrante ed improvvisa
interruzione… ma dopo aver fissato i miei occhi infuocati le
fu immediatamente palese l’immenso desiderio che mi
sconvolgeva. Mi sorrise maliziosa, mentre io la facevo indietreggiare
fino al letto; e quando le sue gambe toccarono il morbido materasso,
iniziai un lento gioco di seduzione. Continuavo a stuzzicarla in ogni
modo senza mai darle la soddisfazione tanto agognata.
Non capivo più niente… volevo fare finalmente
l’amore con lei e poter scaricare tutta quella tensione
erotica, ma desideravo in egual misura eccitarla ed esasperarla
all’inverosimile…
Non ci eravamo mai spinti a torturarci in quella maniera… e
il tutto si stava anche ritorcendo contro il sottoscritto!
Non riuscivo più a resistere… Cristo, ero
decisamente al limite!
Decisi che era venuto il momento di smettere di giocare e ci lasciammo
entrambi andare ad una passione sfrenata, fino a quando i nostri sensi
non ricevettero il giusto e tanto agognato appagamento!
Ero totalmente sconquassato… avevo appena avuto uno degli
orgasmi più travolgenti della mia vita!
Crollammo esausti e spossati sul letto e ansante sulla sua schiena. Il
tempo di riprendere fiato e con non poca fatica mi alzai e scostai le
coperte… ancora un ultimo sforzo e saremmo stati a
crogiolarci tra quelle calde coltri. Avvolsi Alice tra le mie braccia,
mentre lei allacciava le sue intorno al mio collo, abbandonando la
testa sulla mia spalla e la adagiai sul letto. Mi sdraiai accanto a
lei, per poi ricoprire entrambi con il caldo piumone e la attirai di
nuovo a me, abbracciandola stretta, come se potesse sfuggirmi.
-Ti adoro, bambolina, e ti amo da morire- le confessai.
-Ti amo tanto anch’io, Jay. Grazie per la bellissima serata e
per la giornata favolosa che mi hai regalato- mormorò sulle
mie labbra. Poi mi donò uno dei sorrisi più belli
che avessi mai visto sul suo viso e si accoccolò meglio sul
mio petto. Restammo ancora un po’ ad accarezzarci e a
sussurrarci frasi dolcissime e senza nemmeno accorgercene scivolammo
nelle braccia di Morfeo che ci accolse come un vecchio e caro amico.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 102
Sapevo
esattamente l’effetto che Edward aveva sul genere femminile e
il fatto
che lui avesse usato il suo fascino ammaliatore (anche se per una buona
causa come quella) mi fece salire il sangue al cervello.
-Chissà
perché ho l’impressione che se io avessi
sollecitato qualche
informazione, quella non sarebbe stata così gentile e
desiderosa di
soddisfare ogni mia richiesta. E sentiamo un po’…
come l’hai convinta?-
mi irritai. Edward sghignazzò, stringendomi ancora di
più al suo petto.
-Gelosa,
miciotta?- mi domandò, con una punta di compiaciuto
divertimento. Gli
piaceva, e pure molto, l’idea che anche io fosse in balia di
quel
sentimento come succedeva a lui. Effettivamente, quando non esagerava,
una punta di gelosia piaceva anche a me… mi faceva sentire
ancora più
sua.
-Certo! Avevi qualche dubbio?- confermai, senza problemi. Il suo
sorriso strafottente si allargò ancora di più sul
suo
viso.
-E
togliti quel ghigno gongolante dalla faccia!- lo ammonii; -Come se non
immaginassi la tipologia di pensieri che quella ragazza abbia osato
fare sul tuo corpo da urlo, sperando magari di venire accontentata! Tu
non sai quanto l’idea mi faccia impazzire di
rabbia… e devo ammettere
che mi secca veramente tanto il fatto che tu abbia usato le tue abili
doti seduttive per ottenere ciò che anelavi, anche se per
fare una
sorpresa a me!- continuai, sempre più stizzita.
Ciao ragazze! Tutto bene?
Siamo felici che Emmett e Rosalie vi piacciano così tanto!
Non ce lo aspettavamo proprio!
In questo chappy torniamo però anche ai nostri piccioncini
preferiti che si lasciano andare a un po' di confidenze.
Ringraziamo tutte coloro che ci seguono e diamo un benvenuto alle nuove
lettrici! GRAZIE! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 102
Confidenze
e… impulsività
Bella
Ero
accoccolata tra le braccia del mio amore, ancora sdraiati sul grande
tappeto di fronte al camino acceso. Continuavo a ripensare a tutta la
nostra cena e ancora non mi capacitavo della sorpresa che mi aveva
preparato Edward: quel ragazzo si stava veramente impegnando per
cercare di stupirmi ogni giorno di più, e ciò non
poteva che riempirmi di gioia… gioia rafforzata dal pensiero
che mai per nessun’altra ragazza si fosse adoperato
così tanto per renderla felice.
Ormai
ero pienamente consapevole che Edward non si comportava in modo ultra
romantico e appassionato solo per il suo appagamento personale o per
soddisfare chissà quale sua strana fantasia, ma soprattutto
per farmi comprendere la portata del suo sconfinato amore per me.
-Edward…
mi hai regalato un’altra serata meravigliosa… ma
sono curiosa: come ti vengono certe idee?- gli chiesi con interesse e
con la voce ancora roca per l’immenso piacere appena provato.
-Bè…
era già un po’ che meditavo di portarti a mangiare
il sushi- asserì con un sorrisino trionfante e un adorabile
ghigno da perfetto sbruffone che la sapeva lunga. Chissà
come diavolo…
-Ok
gattina, non mi guardare così scioccata! Ora ti spiego
tutto! Quando ancora non stavamo insieme, avevo ascoltato una tua
conversazione con Alice… e le stavi riferendo quanto lo
adorassi- raccontò.
Wow,
incredibile! Cioè… lui aveva seguito quella
nostra conversazione più di un mese prima e se ne era
ricordato ora…
-Così
ieri pomeriggio ho cercato su internet il numero di telefono di un
ristorante di Port Angeles che mi hanno consigliato. Volevo prenotare
un tavolo per stasera… però, appena ho aperto il
sito, la foto della novità del locale, il body sushi, ha
attirato la mia attenzione. Inutile dirti il film malato che mi son
fatto guardando quell’immagine- mi confidò,
sghignazzando. Mi unii alla sua risata. Che pazzo!
-Bè,
allora i malati siamo in due, perché ho apprezzato la cena
in una maniera che oserei definire scandalosa!- confessai, facendo
aumentare il suo divertimento.
-Devo
ammettere che ci siamo proprio trovati, noi due! Anche se
all’inizio eri così timida! Mi ricordo che se solo
ti fissavo un minuto in più del dovuto, diventavi color
pomodoro maturo- mi schernì sghignazzando. Gli tirai un
pizzicotto sul fianco che lo fece sussultare.
-Ehi!
Ho solo detto la verità- si difese.
-Hai
ragione… e… ti dispiace che non sia
più così… sì insomma che
sia diventata un po’ più sicura di me stessa nella
nostra intimità? E’ che con te… mi
viene tutto così naturale… che…-
cercai di giustificarmi, balbettando con una bambina in preda
all’imbarazzo; ma il mio amore mi interruppe.
-Non
pensare una cosa simile per niente al mondo… adoro il nostro
rapporto! Mi piace come ci siamo avvicinati, come abbiamo approfondito
la nostra complicità, come siamo entrati in confidenza, come
riusciamo ad essere sempre in sintonia e soprattutto ti adoro sia sexy
pantera che timida gattina!- mi rassicurò, facendomi
sciogliere come neve al sole, per le parole dolci e sincere che aveva
appena pronunciato.
-E
poi, fossi in lei non mi vanterei tanto di essere così
audace, signorina Swan! E’ vero che è
senz’altro più sicura e intraprendente rispetto a
qualche settimana fa… ma non mi sottovaluti! Il qui presente
‘maestro’ riuscirà sempre a farla
arrossire come una scolaretta!- mi avvertì, togliendomi
improvvisamente di dosso la coperta. Osservò il mio corpo
con uno sguardo così intenso, vibrante e lascivo che mi fece
tremare tutta… dio, Edward era così sexy che era
in grado di possedermi unicamente con quegli smeraldi colmi di passione
e sfrenata lussuria… oddio, ero già bagnata!
Lui
intanto, con l’indice della mano destra, partì
dalla caviglia salendo lentamente sfiorandomi tutta
l’epidermide lungo il mio corpo e soffermandosi a giocare in
modo birichino con un capezzolo.
Era
un provocatore nato… e dannatamente bravo, accidenti a lui!
Incapace
di sostenere quegli occhi così verdi e pregni di desiderio,
e quel tocco così delicato che mi scatenava
un’eccitazione immediata, le mie gote presero subito fuoco,
dimostrandogli quanto avesse ancora il pieno controllo sui miei
desideri e sul mio corpo. Posò un bacio delicato sulle mie
labbra, ricoprendomi dolcemente.
-Visto?!
Sei ancora in mio potere, piccola!- si vantò, con un ghigno
colmo di trionfo.
-Così
non è valido! Sei stato subdolo e mi ha colta di sorpresa!
Non si usano certi trucchetti infidi e sleali!- lo rimproverai,
ridendo. Mi abbracciò forte.
-Non
fare tanto la santarellina, perché anche tu non sei da meno!
Te l’ho già detto che stai diventando pericolosa,
specialmente quando mi provochi con questo tuo bel corpicino, sapendo
perfettamente l’effetto che hai su di me- si difese. Ridemmo
felici della nostra complicità che aumentava sempre di
più ogni minuto che passavamo insieme.
-Dai,
continua col tuo racconto. Dopo che ti sei fatto tutto quel bel film
che poi hai messo in pratica, come ti sei organizzato?- gli chiesi,
curiosa.
-Appena
mi è balenata l’idea, visto che, qui in casa, era
quasi tutto pronto e che il catering per la cena di ieri non sarebbe
arrivato prima di un paio d’ore, ho fatto un salto veloce in
quel ristorante e ho trovato una ragazza che mi ha gentilmente spiegato
per filo e per segno in cosa consistesse quel tipo di cena. A quel
punto le ho chiesto se potevo comprare tutto il necessario per poter
effettuare una cena privata con la mia ragazza a casa.
All’inizio era un po’ restia ma, con gli argomenti
giusti, sono riuscito a convincerla… non è stato
difficile… la maggior parte di voi donne ha lo stesso punto
debole- continuò sornione, ma lo interruppi subito. Una
sorta di fastidio si era propagato nel mio stomaco. Sapevo esattamente
l’effetto che Edward aveva sul genere femminile e il fatto
che lui avesse usato il suo fascino ammaliatore (anche se per una buona
causa come quella) mi fece salire il sangue al cervello.
-Chissà
perché ho l’impressione che se io avessi
sollecitato qualche informazione, quella non sarebbe stata
così gentile e desiderosa di soddisfare ogni mia richiesta.
E sentiamo un po’… come l’hai convinta?-
mi irritai. Edward sghignazzò, stringendomi ancora di
più al suo petto.
-Gelosa,
miciotta?- mi domandò, con una punta di compiaciuto
divertimento. Gli piaceva, e pure molto, l’idea che anche io
fossi in balia di quel sentimento come succedeva a lui. Effettivamente,
quando non esagerava, una punta di gelosia piaceva anche a
me… mi faceva sentire ancora più sua.
-Certo!
Avevi qualche dubbio?- confermai, senza problemi. Il suo sorriso
strafottente si allargò ancora di più sul suo
viso.
-E
togliti quel ghigno gongolante dalla faccia!- lo ammonii; -Come se non
immaginassi la tipologia di pensieri che quella ragazza abbia osato
fare sul tuo corpo da urlo, sperando magari di venire accontentata! Tu
non sai quanto l’idea mi faccia impazzire di
rabbia… e devo ammettere che mi secca veramente tanto il
fatto che tu abbia usato le tue abili doti seduttive per ottenere
ciò che anelavi, anche se per fare una sorpresa a me!-
continuai, sempre più stizzita.
-Ehi,
ehi! Frena, tesoro mio! Non crederai davvero che abbia fatto il
cascamorto con una sconosciuta solo per avere un tornaconto personale?!
Ti prego, non pensarlo nemmeno! Non ti devi preoccupare assolutamente
perché non ho di certo utilizzato i metodi che uso con te
per convincerti a fare qualcosa!- mi rassicurò.
-Ci
mancherebbe altro! Se non vuoi che il buon SC subisca le mie ire
funeste!- lo minacciai torva.
-Ma
il danno sarebbe anche tuo!- replicò strafottente.
-Ah
sì?!- sbottai.
-Eccola
la mia pantera che tanto mi eccita! Ma rinfodera gli artigli, tigrotta,
perché sono completamente innocente!- si difese.
-E
allora quale sarebbe questo famigerato punto debole di cui tanto ti
vantavi?!- lo aggredii, facendolo ridacchiare ancora spudoratamente.
Ridussi i miei occhi a due fessure, fissandolo il più
trucemente possibile ed Edward, in risposta, alzò la mano
libera in segno di resa.
-Parlavo
dell’amore, sciocchina! Sei tu che sei stata troppo maliziosa
e hai pensato subito ad un risvolto sessuale!- mi schernì
sghignazzando apertamente.
Cavoli,
mi aveva fregata ben bene! E io come una stupida ci ero cascata
pensando subito al peggio. E poi mi vantavo anche di fidarmi
ciecamente… bè, per le cose importanti mi fidavo
eccome, però… la gelosia ogni tanto mi faceva
veramente dei brutti scherzi!
-Quando
le ho spiegato che era il nostro primo mesiversario e che volevo
festeggiarlo in maniera particolare e privata… e soprattutto
quando le ho confessato che ti amo più della mia vita,
bè, lei si è intenerita e sciolta letteralmente.
Mi ha rivelato che anche lei è innamorata pazza del suo
fidanzato e che quindi comprendeva alla perfezione il mio desiderio di
voler festeggiare soli soletti. Così, alla fine, oltre a
vendermi tutto l’occorrente, mi ha anche spiegato nei minimi
particolari l’esatta procedura da seguire. Innanzitutto era
importantissimo che tu raffreddassi la tua temperatura corporea con una
doccia gelata, in quanto il sushi deve mantenersi piuttosto freddo. E
poi mi ha persino disegnato una specie di schizzo per mostrarmi come
sistemare il cibo sul tuo corpo. E’ stata veramente gentile-
mi spiegò, orgoglioso di aver realizzato tutto alla
perfezione. Sprizzava compiacimento da tutti i pori, ed aveva
pienamente ragione. Gli accarezzai il viso dolcemente, commossa.
-Però,
magari sarebbe stato più interessante ed eccitante per te
provare questa novità e cenare al ristorante con qualche
bellissima geisha sconosciuta a farti da piatto!- lo provocai, incapace
ancora una volta di mordermi la lingua.
-Ma
tu sei matta! Ancora non riesci a renderti conto del corpo fantastico
che ti ritrovi! Bella, cerca di farti entrare in quella testolina una
volta per tutte che io ho occhi solo e unicamente per te! Ormai
dovresti averlo recepito forte e chiaro questo messaggio!
Perché dovrei provare questa esperienza, che tra
l’altro si è rivelata magnifica, sul corpo di una
perfetta sconosciuta, per quanto bella, quando ho accanto a me la mia
dea personale?!- si meravigliò. Sbuffai. Non era per niente
obiettivo: non ero mai stata niente di così speciale!
E’ che lui, probabilmente, mi vedeva con gli occhi
dell’amore, che (si sa) sono foderati di prosciutto!
-Ti
ha mai detto nessuno che sei un vero e proprio adulatore? Anche se
esageri come al solito- gli chiesi, per poi puntualizzare quella che
per me era un’osservazione incredibile.
-Innanzitutto
cerca di ricordati che quando parlo di te non esagero mai! Anzi, se
vuoi proprio saperlo, spesso minimizzo- precisò, tranquillo;
-Invece, per quanto riguarda il mio lato adulatore, mia madre, quando
cerco di imbonirla con qualche complimento, mi prende sempre in giro
dicendo che quella caratteristica l’ho ereditata tutta da mio
padre!- sghignazzò. Mi irrigidii istantaneamente. Era forse
la prima volta, che io ricordassi, che sentivo Edward parlare di suo
padre con il sorriso sulle labbra e con tono sereno, senza nessun
accenno di dolore nella voce… mi paralizzai, fortemente a
disagio. Ma naturalmente lui, sempre attento com’era alle mie
reazioni, non mancò di accorgersene.
-Amore,
rilassati… non ti devi preoccupare per me. Da quando, questo
pomeriggio, ti ho finalmente raccontato tutto, mi sento veramente
più leggero. Per carità… non dico che
sono allegro e felice per come mi sono comportato… penso che
il dolore e il senso di colpa mi accompagneranno sempre nella vita;
anche se mi hai fatto chiaramente capire una volta per tutte che
nessuno di coloro che mi vogliono bene mi colpevolizzerà mai
per tutto ciò che è successo. Però,
per la prima volta, mi sento più sereno ad affrontare il
ricordo di mio padre e di ciò che ha rappresentato per me.
E’ una sensazione che non ho mai provato prima,
perché cercavo di nominarlo il meno possibile, quasi avessi
paura di infangare la sua memoria con i miei pensieri…
invece grazie a te…- la voce gli tremò per un
attimo e lo vidi chiaramente deglutire, probabilmente per cercare di
non far scendere ancora delle lacrime. Cercai di spezzare quel momento
così delicato che si stava trasformando di nuovo in qualcosa
di doloroso.
-Mi
piacerebbe tanto sapere com’era lui, il suo rapporto con
te… bè, quando te la sentirai di parlarne. Non
voglio forzarti in niente, amore…- mormorai, leggermente in
imbarazzo. Non sapevo come avrebbe reagito a quella mia richiesta
così personale ed intima, ma per me era importante conoscere
anche il suo passato felice, quando era semplicemente un bambino
gioioso e spensierato (e magari anche un po’ dispettoso) con
accanto tutta la sua famiglia.
-Anche
a me farebbe piacere raccontarti di lui. Anzi, sai cosa potremmo fare?
Quando torneremo a casa potremmo sfogliare insieme tutti gli album
della famiglia Cullen. Anche se purtroppo non ho più delle
mie foto con mio padre… però ci sono quelle di
tutti gli altri con lui e quindi con quelle potrò spiegarti
meglio com’era la nostra vita! Sai, ce ne sono alcune davvero
buffe!- mi propose. Annuii con gli occhi lucidi per
l’emozione. Mi spiaceva immensamente che non avesse nemmeno
più una foto con suo padre… improvvisamente mi
resi conto di una cosa.
-Amore…
tu hai strappato tutte le vostre foto o anche altro?!- domandai.
-No,
solo le foto. Un giorno mia madre tornò a casa e si
ritrovò parecchi portafoto vuoti e gli album di famiglia con
parecchi posti mancanti. Però almeno nella mia rabbia ho
avuto la decenza di non permettermi di toccare le foto di mio padre con
gli altri della famiglia. Non mi sarei mai perdonato se anche loro non
avessero nemmeno più un ricordo con lui o tutti insieme. Ma
a cosa ti riferivi in particolare?- mi spiegò, per poi
incuriosirsi ancora.
-Bè,
pensavo che, quando eravamo piccoli, le macchine digitali non erano
ancora molto diffuse: si usavano i negativi. Mia madre ad esempio li ha
tenuti tutti e magari li ha conservati anche Esme. Potremmo
chiederglielo al nostro ritorno; e se così fosse, potremmo
far ristampare le foto… bè, sarebbe un modo per
riappropriarti di una parte dei tuoi ricordi…- azzardai,
sperando che non si incupisse con quel discorso. Ma, lasciandomi
basita, notai una lacrima solcare in velocità quel
bellissimo viso.
-Dio,
quanto ti amo!- sussurrò Edward, stringendomi forte a
sé. Mi pentii immediatamente di ciò che avevo
detto. E se poi Esme non li avesse avuti? Magari gli avevo dato una
falsa speranza e poi la delusione sarebbe stata ancora più
cocente! Accidenti a me, potevo starmene zitta e verificare prima di
blaterare a mille all’ora come al mio solito!
-Ma
Edward… ecco, era solo un’idea… non
è detto che Esme…- tentai di porre rimedio, ma
lui scosse vigorosamente la testa.
-Non
fa niente Bella, so che mia mamma potrebbe non averli. Ma mi basta
anche solo questo tuo speciale interesse per rendermi felice. Grazie!-
mi chiarì, rasserenandomi un po’. Entrambi avevamo
subito una perdita immensa… e forse questo sarebbe stato il
momento ideale per manifestargli un mio intimo e profondo
desiderio…
-Senti
amore… io vorrei chiederti una cosa per me molto importante-
mormorai. Era già un po’ che mi balenava
quell’idea in testa e ne avevo parlato anche con Jazz; mio
fratello era convinto che la mia titubanza a porre quella domanda a
Edward fosse assurda. Era certo che avrebbe accettato immediatamente,
ma io ancora non avevo avuto il coraggio, per paura che mi reputasse
una stupida, una sciocca ragazzina… comunque radunai tutto
il mio coraggio e mi decisi a confidarmi del tutto con lui.
-Bè…
devi sapere che io, ogni settimana, trovo sempre un momento per andare
un po’ da mia madre, sulla sua tomba. Mi siedo lì
e le racconto cosa ho fatto in quei giorni, come mi sono
sentita… insomma, un po’ tutto…
naturalmente nell’ultimo mese tu sei stato
l’argomento principale delle nostre
chiacchierate…- ammisi imbarazzata. Edward, rapito dalle mie
parole, mi fissava con uno sguardo dolcissimo, in grado di rassicurarmi
all’istante. Di colpo capii quanto Jazz avesse avuto ragione
sulla reazione del mio meraviglioso angelo con gli occhi di smeraldo.
-Ecco…
mi farebbe piacerebbe che un giorno venissi con me... sai, vorrei
presentartela ufficialmente… magari ti sembrerà
una cosa stupida e sciocca, ma…- non potei continuare
perché la mia bocca si ritrovò improvvisamente
molto impegnata con quella di Edward. Mi stava baciando in un modo
talmente coinvolgente che potevo chiaramente sentire tutto il suo amore
per me.
-Tu
non hai idea di quanto abbia aspettato questo momento! La prima
settimana che ci siamo messi insieme, un giorno sei sparita con la
scusa che ti aveva chiamata Leah e che dovevi accompagnarla a fare una
commissione. Combinazione, mentre non c’eri, Leah ti ha
cercata veramente ed io sono andato in paranoia. Non capivo
perché mi avessi mentito e men che meno sapevo dove fossi
andata… e in più avevi il cellulare spento! Mi
stavo impanicando di brutto, ma tuo fratello, come sempre, ha capito
immediatamente la mia situazione e così, per evitare che
impazzissi per l’ansia o la gelosia e pensassi
chissà cosa, mi ha confessato dov’eri e mi ha
pregato di pazientare finchè non ti fossi sentita pronta a
rendermi partecipe anche di questa parte della tua vita…- mi
spiegò, lasciandomi esterrefatta.
-Oh
Edward, scusa! Non so perché ci ho messo tanto…
è solo che… avevo paura che mi
considerassi…- un dito si posò sulle mie labbra e
vidi Edward scuotere la testa.
-Non
dirlo Bella… non mi sarei mai permesso di giudicarti in
nessun modo per le visite a tua madre. Anzi… mi sembra
bellissimo questo tuo modo di restare in contatto con lei, di sentirla
ancora vicina e sarei onorato che me la presentassi- mi
rassicurò ancora.
-Ti
adoro! Grazie davvero, Edward- mormorai, felice.
-Tutto
per te, amore mio… tutto!- sussurrò, prendendo ad
accarezzarmi la schiena, disegnando ghirigori fantasiosi che
ricoprirono il mio corpo di piacevoli brividi.
Rimanemmo
ancora un po’ lì davanti al camino, a farci
cullare dalla musica dolcissima che aveva scelto. Quando Edward
sbadigliò, decisi che era meglio andare a dormire, prima che
crollassimo entrambi. Era stata una giornata lunga e stancante sotto
certi punti di vista, ma decisamente emozionante per tutto
ciò che avevamo condiviso, e felice e appagante come non mai.
Emmett
Io
e Rosalie eravamo appena usciti dal ristorante e la stavo letteralmente
trascinando verso la nostra auto. Avevo una voglia matta di lei, e il
mio Emmy, ormai, non ne voleva proprio più sapere di
restarsene buono buono nei pantaloni ad aspettare i nostri comodi. I
jeans non mi erano mai sembrati così maledettamente
fastidiosi! Aver avuto un contatto così ravvicinato con lei,
continuando a stuzzicarci tutto il santo giorno, senza mai arrivare al
sodo, mi aveva destabilizzato e mi stava snervando alquanto. Ero stanco
di interruzioni di ogni genere, quindi ora avevo tutte le intenzioni di
non fermarmi più fino a che non avessimo raggiunto un luogo
per dare sfogo a tutti i nostri potenti istinti!
-Amore…
potresti rallentare il passo? Stiamo praticamente correndo!- si
lamentò la mia orsacchiotta. La strinsi ancora
più forte al mio fianco, sorridendo sornione.
-No!
Se non arriviamo presto all’auto e non troviamo il prima
possibile un posto per appartarci, c’è il serio
rischio che Emmy decida autonomamente di scoparti qui in strada! La sua
pazienza è al limite- le risposi, sincero. La sua risata
echeggiò per la via quasi completamente deserta. Dopo cinque
minuti stavamo già salendo in auto.
-Conosci
qualche posticino intimo nei dintorni, senza dover aspettare di tornare
nel solito a Forks? Non credo di riuscire a resistere fin
laggiù…- la avvisai, sperando in una sua risposta
affermativa.
-Mmm…
fammi pensare… sì che lo conosco! Esci da Port
Angeles, prosegui sulla statale e poi prima di prendere la deviazione
per Forks, svolta in una piccola stradina in salita che troverai sulla
destra. Proseguendo fino in fondo al sentiero si sbuca in uno spiazzo
tranquillo e isolato, da cui si può ammirare il porto della
città- mi spiegò. Ottimo! Emmy mi
ringraziò: eravamo davvero molto vicini.
-Si
può godere di un panorama stupendo da lassù!-
aggiunse con un sorriso mozzafiato, mentre avevo già messo
in moto la Jeep e stavo seguendo le sue indicazioni.
Non
mettevo in dubbio che il panorama fosse godibile da quel luogo, ma il
solo e unico di cui volevo interessarmi, arrivati a destinazione, era
quello del suo meraviglioso corpo nudo che si dibatteva in preda al
piacere tra le mie braccia!
Ed
ero matematicamente certo che non sarei riuscito a concentrarmi su
altro…
In
seguito alle favolose immagini che mi si formarono nella mente, Emmy
svirgolò di nuovo, impaziente e selvaggio, tendendo la
stoffa che lo racchiudeva all’inverosimile. Oh, porca
puttana! E stai un po’ a cuccia!, lo ammonii mentalmente.
Neanche fosse a digiuno da chissà quanto!
Ma
non c’era soluzione: Rose mi faceva sempre lo stesso effetto
porcino!
Cercai
di concentrarmi sul percorso, ma improvvisamente un pensiero poco
piacevole (anzi, piuttosto fastidioso), si affacciò alla mia
mente.
Accostai
inchiodando di botto. Un piccolo urletto, dettato dallo spavento per la
brusca manovra, fuoriuscì dalla sua gola.
-Ehi
attento! Ma che diavolo combini?! Sei impazzito?!- mi
rimproverò, metà spaventata e metà
arrabbiata. Mi voltai a fissarla con un cipiglio serio.
-Ora
tu mi spieghi subito come cazzo fai a conoscere così bene
quel posto, visto che, a quanto asserisci, non sei mai stata con nessun
altro ragazzo prima di me!- le ordinai, sottintendendo una velata (ma
nemmeno tanto!) accusa di avermi mentito spudoratamente.
I
suoi occhi si spalancarono per la sorpresa e poi, un secondo dopo, il
gelo sostituì il calore che di solito sprigionavano i suoi
zaffiri quando mi guardava trasmettendomi tutto il suo amore.
Cazzo!
Forse avevo esagerato… tanto per cambiare… mi
resi conto che ero in guai seri… e avevo fatto pure tutto da
solo! Che razza di coglione!
-Brutto
idiota di un Cullen! Sei uno scimmione cretino e troglodita!- mi
insultò incazzata nera. Ok… ero fritto!
-Cosa
diavolo stai insinuando, Emmett Cullen?! Che sia andata a imboscarmi
lassù con qualcuno, per poi farti credere che non avessi mai
nemmeno baciato un ragazzo?! Mi credi veramente così
meschina e bugiarda?!- urlò, furibonda come una biscia.
E
l’Oscar al miglior cazzone avariato dell’intero
universo maschile va ad… Emmett Cullen, signore e signori!,
mi insultai da solo. Fanculo alla mia merdosa impulsività!
Ma perché cazzo non stavo mai zitto?! A quest’ora,
probabilmente, avremmo già potuto essere completamente nudi,
immersi nel piacere più puro, mentre Rose mi cavalcava come
un’amazzone… invece, per non aver di nuovo contato
fino a 100 prima di dar fiato alla fogna che mi ritrovavo al posto
della bocca, avrei dovuto considerarmi già abbastanza
fortunato se non mi avesse preso a calci in culo fino a Forks. Quando
si infervorava così, si trasformava in una delle Furie
dell’antica Roma... anzi, facciamo pure in tutte e tre
contemporaneamente: era terrificante! Io ed Emmy piangemmo dal dolore:
merda, la serata sexy stava rischiando di andare a farsi fottere!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 103
-Sta
iniziando a piovere… tanto per cambiare- esclamò
Rose, osservando le gocce che rapidamente ricoprivano il parabrezza.
-Già…-
mormorai, ormai pienamente concentrato sulle sue cosce e completamente
indifferente a ciò che mi circondava. In quel momento
avrebbe potuto venire giù anche l’intera volta
celeste: non me ne sarei nemmeno accorto!
La
mia mano si posò su una delle sue lunghe e flessuose gambe,
iniziando a percorrere in una lenta carezza quella pelle morbida e
vellutata come pesca. D’improvviso feci reclinare il suo
sedile causandole una piccola esclamazione di sorpresa.
-Brava…
inizia a scaldare la voce che tra poco ti farò urlare per
davvero…- mormorai, con la voce già roca per
l’intenso desiderio. Una risatina allegra proruppe dalla sua
gola, mentre con uno scatto fulmineo, che mi lasciò basito,
sgattaiolò sui sedili posteriori, ribaltandoli con
l’apposito pulsante: et voilà, il nostro letto
personale era pronto! Altro che la Ferrari di Jasper o la Aston di Bella! Meravigliose auto, per carità… ma
veramente poco pratiche per la mia attività preferita!
Buongiorno
e buon inizio settimana!
Siamo felicissime che la coppia Rosalie/Emmett vi
piaccia così tanto! Ci avete piacevolmente sorprese. Grazie!
In questo chappy potrete leggere il loro hot.
Speriamo
vivamente di essere riuscite a descrivere bene i pensieri di Emmett,
che risulterà forse un po' troppo scurrile (ma lui
è
fatto così!), riuscendo a trasmettervi qualcosa attraverso
questo personaggio così goliardico ma allo stesso tempo
maturo e
innamorato.
Rosalie probabilmente vi soprenderà un
po' per l'audacia, ma ormai avrete capito che si tratta di una coppia
esplosiva!
Molte
di voi ci hanno
chiesto quanto manca alla fine. Quindi approfittiamo di
questo
spazio per rispondere alla vostra domanda in modo che anche chi se lo
chiede, e non l'ha detto espressamente, possa farsi più o
meno
un'idea.
Allora non possiamo dirvi con precisione quanti
capitoli ci saranno ancora, ma non pensiamo più di una
trentina.
Gli avvenimenti principali da descrivere, dopo la
fine di
questo weekend, sono principalmente quattro: Halloween, compleanno dei
gemelli e Alice, Natale e Capodanno. Poi ci sarà un salto
temporale all'epilogo che si svolgerà subito dopo il
diploma, a
giugno.
Quindi non disperate che prima o poi questa
tortura finirà!
Ringraziamo come sempre tutte coloro che ci
seguono con tanto affetto!
Un bacione e vi lovviamo tantissimo! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
Merda, che cazzone che ero stato!
Ero assolutamente pentito per le stupide accuse che avevo rivolto alla
mia Rose. Abbassai la testa, mesto e contrito per ciò che di
assurdo mi era uscito di bocca e per aver anche solo pensato una
cattiveria del genere. Possibile che la mia stupida e soprattutto
insensata (Rose me lo aveva fatto chiaramente capire) gelosia dovesse
sempre incastrarmi? Ero un troglodita, aveva ragione lei!
-Scusami…- mormorai senza aggiungere altro. Ero pienamente
consapevole che con altre parole avrei potuto aggiungere danno al
danno. Sfoderai invece uno sguardo cucciolosissimo e un tenero
broncetto che avrebbe fatto addolcire e impietosire anche il
più
efferato serial killer. La vidi chiudere gli occhi e sospirare
profondamente, come per tentare di calmarsi.
Dai che forse funzionava!, esultai internamente, ma senza lasciare
trasparire nulla esternamente.
-Emmett Cullen! Io non so più come farti capire che non hai
nessuna valida ragione per cui essere geloso!- esordì
incrociando le braccia al petto. -Innanzitutto conosco quel luogo
perché l’ho sentito nominare parecchie volte in
quanto
meta ambita dalle coppiette. E poi ne conosco esattamente
l’ubicazione e come arrivarci perché una volta
(l’anno scorso, per essere precisa) mi ci ha portata Paul,
nel
periodo in cui si era preso una leggera sbandata per me- mi
spiegò, mentre il tenero broncio, si stava di nuovo
trasformando
in un ghigno rabbioso all’idea di quella situazione. Ma come
aveva osato quel… quel…
Però, prima che potessi chiedere ulteriori spiegazioni, Rose
mi
anticipò continuando il racconto, ben consapevole della mia
morbosa curiosità.
-Una sera ci eravamo recati tutti insieme al New Moon, ma Bella aveva
litigato furiosamente con Dylan. Jazz, vedendola in pessime condizioni,
ha deciso di riaccompagnarla subito a casa, mentre io ero rimasta a
concludere la serata, convinta da Leah che non voleva rimanere
l’unica ragazza in quel fornito gruppo di maschi. Solo che
quella
brutta traditrice, per aiutare il suo caro amico nell’impresa
assurda di conquista della sottoscritta, pur sapendo che non ero
affatto interessata, mi ha incastrato facendomi capitare, al ritorno,
per ‘puro caso’ in auto con lui…-
raccontò
molto tranquillamente. E meno male che lo era lei: a me giravano i
coglioni a mille!
-Paul invece di riaccompagnarmi subito a casa, si è diretto
a
Moon Pick per dichiararsi. Io, naturalmente, ho rifiutato gentilmente e
siamo rimasti un po’ lì a chiacchierare, giusto
per
stemperare almeno un minimo il pesante imbarazzo che si era venuto a
creare. Basta, chiuso! Nessun buon motivo per colpevolizzarmi, ok?-
finì pazientemente, scatenandomi comunque un moto di stizza
e
fastidio verso Paul, che non mi ero mai accorto fosse interessato a lei.
-E prima che tu ti metta a rimuginare, come a quanto pare sei solito
fare, e a far nascere strane idee in quella tua testaccia dura, vorrei
rassicurarti: Paul ha immediatamente capito la situazione, e dato che
era solo attrazione fisica la sua, una semplice infatuazione, se
l’è subito fatta passare e siamo rimasti solamente
buoni
amici- mi svelò, guardandomi con sincerità. Che
cucciola:
impossibile non crederle!
-Però, se stasera preferisci che ci appartiamo in qualche
altro
posto, perché magari ti dà fastidio che ci sia
già
stata con lui, anche se ti ripeto che non è assolutamente
successo nulla, per me non c’è nessun
problema…
basta che prosegui sulla statale e imbocchi uno qualunque dei tanti
sentieri che si inoltrano nel bosco. Mi è venuto in mente
quello, solamente perché è il più
vicino e il
panorama è molto suggestivo- mi rassicurò,
accarezzandomi
delicatamente una guancia e sorridendomi dolcemente. Dio quanto la
amavo!
La abbracciai di slancio e lei ricambiò con
intensità,
sfregando il suo viso sul mio petto e facendomi rabbrividire.
-Ok, andiamo! Abbiamo perso fin troppo tempo per la mia coglionaggine!-
mi insultai ancora, facendola scoppiare a ridere.
-Dici che è una malattia contagiosa? No, perché
quando ti
si avvicina qualche sgallettata, anche la mia razionalità va
a
farsi benedire e una furia violenta si impossessa del mio corpo-
scherzò, probabilmente per farmi sentire meno in colpa.
Scoppiai
in una risata tonante.
-Sei il mio angelo, Rosellina!- esclamai felice, mentre le nostre mani
si intrecciarono sul cambio.
-Potrei trasformarmi anche in un terribile demonio vendicatore se non
la pianti di chiamarmi Rosellina! Lo sai che lo odio- mi
ammonì.
Lo sapevo eccome! Ma mi piaceva punzecchiarla in
continuazione…
era più forte di me! E poi anche lei adorava il nostro
continuo
battibeccare.
Dopo che ripartimmo, ci mettemmo poco a raggiungere il sentiero di cui
mi aveva parlato. Lo imboccai e dopo dieci minuti di sterrato in salita
ci ritrovammo in un grande spiazzo erboso, a strapiombo sul mare: Moon
Pick ci accolse con un panorama incredibile. Per fortuna era deserto e
non vi erano altre auto in vista nelle vicinanze. Rose aveva pienamente
ragione: la vista da quassù era da mozzare il fiato. Il
mare,
all’orizzonte, era illuminato a sprazzi da dei lampi. Era in
arrivo un temporale coi fiocchi a giudicare dal susseguirsi repentino
dei bagliori e al rombo lontano, ma potente, dei tuoni. Meglio
così! Avremmo avuto ancora più privacy nel caso
che
qualche altra coppietta avesse avuto la nostra stessa idea…
-Sta iniziando a piovere… tanto per cambiare-
esclamò
Rose, osservando le gocce che rapidamente ricoprivano il parabrezza.
-Già…- mormorai, ormai pienamente concentrato
sulle sue
cosce e completamente indifferente a ciò che mi circondava.
In
quel momento avrebbe potuto venire giù anche
l’intera
volta celeste: non me ne sarei nemmeno accorto!
La mia mano si posò su una delle sue lunghe e flessuose
gambe,
iniziando a percorrere in una lenta carezza quella pelle morbida e
vellutata come pesca. D’improvviso feci reclinare il suo
sedile
causandole una piccola esclamazione di sorpresa.
-Brava… inizia a scaldare la voce che tra poco ti
farò
urlare per davvero…- mormorai, con la voce già
roca per
l’intenso desiderio. Una risatina allegra proruppe dalla sua
gola, mentre con uno scatto fulmineo, che mi lasciò basito,
sgattaiolò sui sedili posteriori, ribaltandoli con
l’apposito pulsante: et voilà, il nostro letto
personale
era pronto! Altro che la Ferrari di Jasper o la Aston di Bella!
Meravigliose auto, per carità… ma veramente poco
pratiche
per la mia attività preferita!
-Ora non mi scappi più- la avvertii, spostandomi
anch’io dietro con lei.
-Veramente sto proprio aspettando che ti dia una mossa… la
tua
orsacchiotta è ansiosa di incontrare il piccolo Emmy- mi
provocò spudoratamente. In un unico e agile movimento la
sovrastai con il mio corpo, spingendo il mio bacino contro il suo per
farle percepire distintamente la portata della mia eccitazione.
-Bè?! Ti sembra ancora tanto piccolo, il povero Emmy?- le
domandai.
-Mmm…- mugolò; -Sei ancora troppo vestito e non
riesco a
capire bene…- continuò impunemente. Mi voleva
sfidare?
Ghignai divertito… mi piaceva da impazzire quando la mia
miciotta tirava fuori gli artigli… nel sesso diventava
veramente
impareggiabile! Non avevo mai avuto una ragazza come lei… un
vero e proprio talento naturale! Se poi si metteva in conto che non
aveva nessun tipo di esperienza precedente, la cosa era ancora
più fenomenale. La consapevolezza di essere stato il solo e
unico a poter accarezzare, vezzeggiare e adorare quella dea, mi
riempiva di compiacimento e soddisfazione.
In un attimo mi liberai di tutti i miei vestiti, mettendomi poi in
ginocchio di fronte a lei: osservava attentamente il mio membro con
un’espressione lasciva, e quando con la lingua
accarezzò
lentamente le sue labbra, il mio cervello andò completamente
fuori uso.
-Allora?!- le chiesi, con una nota di orgoglio per le dimensioni del
mio amichetto. Ma la mia Rose aveva proprio deciso di farmi perdere del
tutto il mio già debole controllo.
-Se te la devo dire proprio tutta, c’è decisamente
troppo
buio e non riesco a vedere con precisione… mi sa che
dovrò verificare con mano, o meglio… con la
bocca-
mormorò. Senza nemmeno avere il tempo di elaborare il
significato delle sue parole, un vero e proprio ringhio si
sprigionò dalla mia gola a causa di
quell’improvviso
piacere.
-Oh cazzo, Rose!- esclamai, lasciandomi invadere da quelle molteplici
sensazioni di benessere a lungo agognate durante quella bellissima
giornata. Rosalie continuava a dedicarsi con attenzione ad
Emmy…
mi faceva impazzire… era meravigliosa!
-Piccola, sei fantastica! Ma voglio anche le mie bambine, lo sai- la
pregai. Mi guardò negli occhi e sorridendomi si
levò la
camicetta e il reggiseno, mentre io la aiutavo con la gonna, facendola
immediatamente sparire insieme ai suoi miseri slip. Quando alzai i miei
occhi rimasi ammaliato da quel seno sodo e prosperoso: era il mio punto
debole!
-Buonasera bambine mie… mi siete mancate tanto oggi!-
mormorai con lussuria, rivolgendomi a quel seno da urlo.
-Non mi abituerò mai a sentirti parlare con loro!-
sghignazzò Rose, mentre io avvolgevo quelle splendide e
morbide
colline con entrambe le mani, avvicinandole tra loro e
stuzzicandole quei bottoni così roesei e scuri.
Rose ansimò, buttando la testa all’indietro,
facendo
ondeggiare i suoi splendidi capelli che le accarezzarono il
fondoschiena.
-Parli proprio tu che l’hai battezzato Emmy?!- la schernii,
senza
interrompere le mie attenzioni come ipnotizzato da quei due soffici
gioielli.
-Giusto… e a questo proposito non vorrebbe un salutino dalle
bambine?- mi chiese, con tono malizioso.
-Oh sì, tesorine! Fate due coccoline al povero Emmy, che
è rimasto improvvisamente solo soletto senza le giuste
attenzioni- la esortai. Rose non se lo fece ripetere due volte e
immediatamente sentii la mia parte più sensibile avvolta da
un
calore e una morbidezza unici. Rose mi riempì di attenzioni,
proprio nel modo in cui sapeva farmi impazzire letteralmente e dopo
poco il piacere esplose violento.
Dio santo, ero in paradiso! Che immensa goduria!
La abbracciai e la attirai verso il mio viso, per poi far irruzione con
bramosia nella sua bocca. Le mie mani scesero sui suoi glutei e
stringendoli forte la sollevai e la feci stendere sotto di me. Mi
soffermai un attimo ad ammirarla: era bellissima, perfetta e
tremendamente sexy. Era sempre pronta a soddisfare ogni mia richiesta e
ogni mio desiderio e quel suo abbandonarsi completamente ai miei tocchi
e alle mie carezze mi eccitava da morire. Senza distogliere i miei
occhi dai suoi, resi ancora più brillanti dal luccichio che
li
contraddistingueva quando il desiderio imperversava in lei, iniziai ad
accarezzare la sua zona più sensibile,
rimanendo come sempre affascinato da quella pelle così
delicata, bagnata e tremendamente bollente.
-Cazzo, Rose… un giorno o l’altro mi manderai al
manicomio…- esclamai, dedicandomi a lei con le stesse
attenzioni
che lei aveva riservato a me. Rosalie gemeva per poi iniziare ad
ansimare sonoramente.
-Ahhh, sì! Oddio Emmett! Così… non ti
fermare-
urlò, facendomi sorridere compiaciuto. L’avevo
detto io,
che avrebbe urlato! Nel sentirla così in balia del mio
tocco,
Emmy là sotto si stava prepotentemente risvegliando, dopo la
piccola pausa. Giusto un attimo per riprendere fiato!
Il piacere esplose presto anche in lei, ma non le diedi nemmeno il
tempo di riprendere fiato, che i nsotri corpi erano già
diventati uno solo, iniziando la danza più antica del mondo.
L’abitacolo dell’auto risuonava dei nostri gemiti
che
sovrastavano persino il sottofondo musicale dell’autoradio;
tutto
quello spazio ristretto era impregnato dei nostri odori e dai
finestrini trasudava la condensa causata dal calore sprigionato dai
nostri corpi eccitati.
Cercai di trattenere il piacere il più a lungo possibile e
quando Rose si lasciò andare urlando il mio nome, mi liberai
anch’io, facendomi travolgere come un treno in corsa.
Ci accasciammo ansanti sui sedili, completamente sconvolti come ogni
santa volta che facevamo l’amore. Che fosse un momento
altamente
passionale come questo, o una semplice sveltina, o un tenero e dolce
completarsi, quando i nostri corpi si univano vivevo sempre
l’esperienza più sconvolgente che potesse esistere!
-Adoro fare l’amore con te!- mormorò Rose, tra le
mie braccia, baciandomi teneramente le labbra e sorridendomi.
-Eh lo so! Che posso farci?! Modestamente sono uno scopatore D.O.C.!-
mi vantai, buttandola sul ridere, e guadagnandomi un coppino.
-Serio mai, vero?!- mi rimproverò bonariamente.
-Ma mi ami anche per questo, no? Non solo per le mie impareggiabili
prestazioni sessuali!- la schernii ancora, facendola scoppiare a
ridere. In quel momento era una visione stupenda!
-Ci puoi giurare, scimmione- mi confermò.
-Ti amo da morire, Rose- sussurrai, stringendola addosso a me, incapace
di stare lontano da quel corpo morbido. Ci cullammo ancora un
po’, stretti uno all’atra, ascoltando il temporale
imperversare fuori dall’auto e tremendamente felici e
innamorati.
Pov
Edward
Una fastidiosa sensazione di solletico sul viso mi riportò
indietro dal tranquillo e rilassante mondo dei sogni. Mi passai una
mano sul volto per cercare di scacciare via quella noiosa seccatura,
senza avere ancora la forza di aprire gli occhi. Al mio gesto una
risatina sommessa risuonò divertita nelle mie orecchie,
facendomi riprendere definitivamente il contatto con la
realtà
circostante. Rimasi fermo e immobile, continuando a far finta di
dormire, per cogliere la mia dispettosa gattina di sorpresa.
Di nuovo qualcosa di morbido (probabilmente una ciocca dei suoi
capelli, a giudicare dal profumo di fragola) mi solleticò
una
guancia; ma prima ancora che potesse continuare quella tortura,
spalancai gli occhi e con un movimento fulmineo la presi tra le
braccia, portandola sopra di me, con il suo corpo ad aderire
completamente al mio.
Un urletto di spavento uscì dalla sua bocca, seguito subito
da
una dolce risata ed io mi persi nel cioccolato fuso dei suoi occhi,
sorridendole con amore.
-Brutta impertinente! Cosa dovrei farti per avermi svegliato in un modo
così subdolo, anziché con dei meravigliosi baci?-
le
domandai, mentre le sue mani affondavano nella mia criniera spettinata,
accarezzandomela teneramente. Finse di pensarci un po’ su.
-Mmm… vediamo… ad esempio potresti andare a
preparare
un’abbondante e squisita colazione…- propose,
facendomi
ridere di nuovo.
-Forse ti è sfuggito il senso della domanda. Io pensavo
più a una punizione che ad un premio- affermai sornione. Lei
sbattè le lunga ciglia, strinse gli occhi in
un’espressione dispiaciuta e sporse il labbro inferiore in
fuori,
imitando alla perfezione il mio famoso ed irresistibile broncio che
sfoderavo quando volevo ottenere qualcosa.
-Ma io ho una fame da lupi!- si lamentò, con una vocina da
bambina piccola.
-Sei una perfida ladra! Quello è il mio sguardo da cucciolo
sperduto, il mio labbro tremulo per intenerirti... perché ho
come la sensazione che stai cercando di fregarmi alla grande?- le
domandai indispettito, incapace però di resistere a quel
visino
meraviglioso. Ma prima che potessi catturarle quel labbro invitante con
i miei denti, un’espressione di trionfo glielo fece ritirare.
-Ho solo imparato dal migliore! Ed io apprendo molto in
fretta…- dichiarò, con un cipiglio orgoglioso.
-Me ne sono accorto che impari in fretta. Ti ho già detto
che
stai diventando pericolosa…- affermai, certo ormai di essere
in
suo potere sempre e comunque.
-Ma mi dica, mio unico e stupendo maestro… il mio tentativo
di
persuasione sta funzionando?- domandò, con un tono
innocente.
Scossi il capo, sorridendo.
-Al ‘pericolosa’ aggiungerei anche…
adulatrice
spudorata e terribile ruffiana! Comunque direi che il tuo tentativo
potrebbe risultare pienamente convincente solo se mi dessi un
fantastico bacio del buongiorno- la provocai.
-Mmm… direi che si può fare…- mi
rispose, fissando
insistentemente la mia bocca. Lentamente avvicinò le sue
peccaminose labbra alle mie… la mia lingua, desiderosa di
sentire di nuovo il suo sapore, uscì subito a lambire quelle
morbide carnosità. Dio! Adoravo la sua bocca ed ero certo
che
non mi sarei mai stancato di baciarla… avrei passato ore e
ore a
gustarmi quei due petali rossi lisci come seta e gustosi come fragole
mature. Bella permise subito alle nostre lingue di ritrovarsi e
iniziare a giocare… dapprima fu un bacio dolce e sensuale,
ma
divenne presto decisamente più impetuoso e
coinvolgente…
a quel contatto più approfondito il mio amichetto si
risvegliò e premetti il mio bacino sulla sua calda
intimità. Le mie mani la cinsero più forte e con
uno
scatto la portai sotto di me, invertendo la nostra posizione. Bella
riprese ad accarezzare e tirare leggermente i miei capelli, segno che
si stava completamente abbandonando alle mie mani che iniziavano a
vagare impazienti sul suo corpo, mentre le nostre bocche non la
smettevano di assaporarsi, leccarsi, torturarsi. Scesi poi a baciarle
il collo, che Bella mi offrì prontamente, mentre una sua
mano
scese ad accarezzare la mia schiena, donandomi brividi intensi.
Mi spostai poi verso i suoi seni, desideroso di sentire nuovamente la
tenera consistenza delle punte rosee… ma quando stavo per
lambirne una, già completamente turgida e soda come una
ciliegia
matura, il suo stomaco brontolò sonoramente, riportandomi
bruscamente alla realtà.
Scoppiai a ridere sul suo seno, solleticandola con il mio fiato e
facendola sobbalzare. Alzai la testa per guardarla in viso e la vidi
chiaramente in imbarazzo per quella involontaria interruzione.
-Hai proprio tanta fame oggi, amore mio…- constatai con un
ghigno divertito. L’espressione colpevole sul suo viso mi
fece
sogghignare ancora di più.
-Scusami… ma ogni volta che mangio il sushi, poi il giorno
dopo,
il mio fisico sembra dimenticarsi che la sera prima si sia nutrito
regolarmente… si vede che lo smaltisco subito…-
tentò di giustificarsi in qualche modo.
-Bella, potevi anche fermarmi… non devi avere paura di
offendermi, né tantomeno sentirti obbligata a mettere i miei
desideri davanti ai tuoi bisogni- cercai di rassicurarla. I suoi occhi
si spalancarono di incredulità e poi si strinsero a due
fessure…
-Edward Cullen! Come ti vengono in mente certe idiozie? Io non mi sento
obbligata a fare proprio niente! Tu forse non hai ancora ben presente
il potere e l’effetto che hai su di me! Credi che sia facile
per
me ragionare in maniera chiara e razionale quando mi baci con quel
trasporto? O quando mi accarezzi in modo così travolgente? O
quando semplicemente mi sfiori, o…- interruppi
immediatamente,
con un sonoro bacio a stampo, quella dichiarazione di amore per me,
prima che i buoni propositi andassero a farsi friggere. La guardai,
sorridendole.
-Ora basta! Altrimenti non ti faccio mettere piede fuori da questo
letto prima di un paio d’ore… e non credo che il
tuo
stomaco mi ringrazierebbe… abbiamo tutto il giorno per
riprendere questo discorso, ed io sono stato imperdonabile- dichiarai,
alzandomi con un balzo e trascinandola con me. -Ora mi infilo qualcosa,
ti rubo dieci minuti il bagno e poi scendo a preparare la colazione,
spero decente. Tu fai pure con calma se vuoi farti una doccia- le
proposi.
-Grazie mille, amore! Dopo la doccia, disfo il letto così
cambio
le lenzuola e poi preparo una lavatrice… a proposito dammi i
tuoi abiti da lavare così saranno a posto anche quelli
quando
torneremo a casa- mi spiegò, offrendosi di pensare anche
alle
mie cose. Con un enorme sorriso compiaciuto, che però tentai
di
celare ai suoi occhi, le porsi gli abiti del giorno precedente e poi mi
chiusi in bagno. Velocemente mi lavai, mentre la mia mente continuava a
pensare quanto mi fosse piaciuta quella sua proposta… mi ero
emozionato per un gesto tanto normale… che idiota! Stavo
veramente perdendo completamente la testa per quella creatura
meravigliosa! Per un istante mi ero immaginato sposato con il mio
angelo, nella nostra casetta, con lei che si affaccendava nelle pulizie
quotidiane, ed io che cercavo di darle una mano come potevo. Scossi la
testa sotto l’acqua scrosciante, cercando di allontanare
quelle
gradevoli ma precoci fantasie. Edward sei un idiota! Ti rendi conto che
state festeggiando appena il primo mese insieme? Che siete
terribilmente giovani e soprattutto che state frequentando ancora il
liceo?, mi rimproverai, cercando di riportare il mio cervello alla
ragione. Certo che me ne rendevo conto! Solo che da quando mi ero
perdutamente innamorato di lei, pensieri di questo tipo si affacciavano
sempre più spesso alla mia mente, lasciandomi con un senso
di
tenero intontimento. Ero consapevole che sarebbero dovuti trascorrere
degli anni, prima di poter realizzare quel sogno ad occhi
aperti… ma l’idea del nostro futuro insieme mi
stuzzicava
parecchio…
Mi diedi una mossa e accelerai le manovre per liberare il bagno in
fretta, poi scesi in cucina per preparare i viveri. Mentre i cornetti
cuocevano in forno, mi recai a sistemare un po’ il salone,
dato
che la sera precedente, stanchi e desiderosi di andare a dormire,
avevamo lasciato parecchio disordine sul tappeto. Accesi anche il
camino e subito un caldo tepore iniziò a scaldare
l’enorme
stanza.
All’improvviso, un tremendo boato mi fece sobbalzare: fuori
stava
ancora imperversando un violento temporale, che continuava dalla sera
precedente. Eravamo stati proprio fortunati il giorno prima a goderci
quella splendida giornata di sole! Ma oggi non mi dispiaceva affatto
restarmene rintanato in casa a godermi la compagnia e le coccole della
mia Bella…
Il timer del forno richiamò la mia attenzione. Andai a
sfornare
i croissant e li disposi su un piatto, appoggiandoli sulla tavola
insieme al resto.
-Oddio! Che profumino celestiale!- esclamò Bella, entrando
in
cucina; -Mmm… quante cose buone! Ho già
l’acquolina
in bocca- si entusiasmò alla vista del cibo. Mi venne a dare
un
bel bacio sulla guancia e poi si sedette di fronte a me.
-Grazie amore… sei stato gentilissimo e anche molto bravo!-
mi
elogiò, facendomi gongolare come un bambino. Sì,
ne ero
certo… un domani io e lei saremmo stati proprio una bella
famiglia felice… magari anche con qualche piccolo Cullen in
giro
per casa a far danni…
-Figurati… per te questo ed altro- le risposi, contento.
Bella
iniziò a mangiare con appetito ed io mi incantai a
guardarla:
era bellissima sempre e comunque, anche con la bocca così
piena.
Sorseggiai il mio cappuccino, completamente ammaliato.
-Mi piace questa nostra routine… è
così
intima… mi sembra quasi di essere già in una casa
tutta
nostra come se…- mormorò a bassa voce, ma si
interruppe
imbarazzata, mentre le sue gote si coloravano leggermente. Le afferrai
la mano, stringendola nella mia, per farle capire che non aveva niente
di cui vergognarsi. Anche a lei, evidentemente, erano venute in mente
le mie identiche riflessioni e ciò non poteva che lusingarmi
enormemente!
-Come se fossimo già marito e moglie e avessimo la nostra
piccola famiglia?- terminai io per lei. Spalancò gli occhi
meravigliata dalle mie parole ed io le sorrisi dolcemente.
-Prima o poi, amore mio… vedrai che un giorno il nostro
sogno si
realizzerà- la rassicurai, facendole esplodere un sorriso
estasiato nel suo volto meraviglioso. Dio, quanto la adoravo!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 104
-Mentre
aspettiamo che l’acqua si scaldi, vado nello spogliatoio a
infilarmi il
costume. L’ho lasciato nell’armadietto la scorsa
volta- mi spiegò
Bella, avviandosi dall’altra parte della piscina.
Scoppiai
in una sonora risata, che rimbombò e attraversò
l’intera grande stanza.
Davvero pensava che l’avrei permesso? Per nulla al mondo
avrei
tollerato in quel momento che un insolente pezzo di stoffa celasse il
corpo mozzafiato della mia dea!
-Scusa,
amore… ma pensi veramente che ti lasci addosso il costume in
acqua?- le
domandai con un sopracciglio alzato, incredulo per la sua decisione
insensata.
Bella
si bloccò e si voltò verso di me, fissandomi
attonita. Ghignai,
compiaciuto dalla sua reazione impacciata: forse l’avevo
sconvolta… che
tenera la mia timida cucciolotta!
-Bè…
ma… io pensavo… cioè…-
balbettò, gesticolando agitata. Non riuscii
proprio a trattenermi di fronte alla sua espressione scioccata e la mia
risata aumentò ancora. La mia micetta era unica! A volte si
trasformava
in una donna sexy e audace, senza alcun tipo di timidezza…
altre, come
in questo momento, ritornava la ragazza insicura e impacciata di un
mese prima; dio, quanto l’adoravo!
Buongiorno
fanciulle!
Innanzitutto vorremmo dare il benvenuto a delle nuove ragazze che si
sono unite a noi! Grazie!
Ora passiamo al chappy! Questo e il prossimo saranno i conclusivi di
questo weekend così romantico. Saranno interamente dedicati
ai nostri piccioncini. Quindi torverete di nuovo SC più
pimpante che mai!
Poi si ritornerà a scuola e le acque si smuoveranno un po'.
Provocheranno un tsunami o solo una piccola tempesta? Rimanete con noi
e lo saprete!
Vorremmo ringraziare come sempre tutte le lettrici silenziose e non!
AVVISO IMPORTANTE!
LEGGERE!
Per le prossime due settimane posteremo solo di giovedì!
Quindi giovedì 23/6 il capitolo 105, giovedì 30/6
il capitolo 106.
La settimana, invece, che va dal 4/7 al 10/7 ci prenderemo una piccola
vacanza. Poi da lunedì 11/7 dovremmo riuscire a postare di
nuovo normalmente due volte la settimana. Comunque non preoccupatevi
perchè di volta in volta vi ricorderemo gli appuntamenti.
Scusateci ma non possiamo fare altrimenti. Sara starà via
quasi una ventina di giorni per un viaggetto sola soletta con il
maritino. Per quanto riguarda me invece, ora che è finita la
scuola, i miei figli giustamente vorrebbero stare il più
possibile a spiaggia e come ogni anno metteremo piede nello
stabilimento balneare verso le nove del mattino e ne usciremo verso
l'ora di cena. Ma vi prometto che ne approfitterò per
cercare di portarmi più avanti possibile con i capitoli. Ad
agosto invece dobbiamo ancora vedere i reciproci impegni e poi vi
faremo sapere.
Dopo avervi spiegato tutte queste cose di cui probabilmente vi
interesserà poco o niente non ci resta che lasciarvi al
chappy!
Io e Bella eravamo ancora in cucina e stavamo finendo di consumare la
nostra colazione. Solo che da quando l’avevo rassicurata sul
futuro che entrambi speravamo si potesse avverare, si era fatta
silenziosa e mi sembrava assorta nei suoi pensieri.
-Ehi, amore… c’è qualcosa che non va?-
provai a
chiederle. Lei si riscosse e mi sembrò di nuovo imbarazzata,
quasi fosse indecisa se rivelarmi o meno ciò che le passava
per
quella sua stramba ed adorabile testolina.
-Senti, Edward… so che è ancora presto per fare
progetti
a lungo termine e che non sappiamo nemmeno se ci prenderanno entrambi
ad Harvard…- esordì; la interruppi aggrottando un
sopracciglio, in una chiarissima espressione di puro scetticismo. Lei
rise, alzando le mani come ad arrendersi all’evidenza.
-Ok, ok! Lo so come la pensi, ne abbiamo già
parlato… con
i nostri voti e i nostri curricula ci accetteranno quasi
sicuramente…- espose quello di cui parlavamo spesso. La
assecondai con un gesto del capo.
-Ci accoglieranno a braccia aperte, vorrai dire! Vai avanti,
tesoro…- la incitai, curioso di conoscere quali motivi la
potessero intristire o preoccupare.
-Ecco, vedi… io pensavo alle nostre…
sistemazioni,
sì insomma… ehm… al nostro alloggio.
Ho sempre
pensato che avrei vissuto al dormitorio del college, come penso anche
tu… questo però prima di innamorarmi di
te…- mi
spiegò con un sorriso, abbassando il volto. Quella nostra
conversazione iniziava a prendere una piega decisamente interessante e
sperai vivamente che il discorso di Bella volesse arrivare alla mia
stessa identica conclusione…
-Non fraintendermi… io non voglio importi niente e la mia
è solo un’idea…- iniziò a
balbettare
insicura, mentre il suo viso si imporporò con toni ancora
più accesi di prima, che mi colmarono di tenerezza.
-E’ solo che mi piacerebbe magari affittare un appartamentino
tutto nostro. Se facessimo presto domanda forse ne troveremmo anche uno
all’interno del campus, o comunque lì vicino-
continuò.
Il sorriso che allargò le mie labbra era talmente grande e
sincero che quando Bella lo vide, si emozionò e i suoi occhi
divennero lucidi per la commozione. Le afferrai la mano e la feci
alzare per farla accomodare sulle mie ginocchia, stringendola forte a
me.
-La tua idea è semplicemente fantastica!- mi entusiasmai;
-Non
potrei più stare lontano da te tutte le notti e non avrebbe
senso, visto che ne abbiamo la possibilità, non condividere
un
alloggio. Probabilmente gli studi ci impegneranno molto durante il
giorno e le possibilità di passare un po’ di tempo
insieme
si faranno sempre più ridotte… ma se abitassimo
insieme… bè, almeno le notti sarebbero nostre e
senza il
baffuto e pericoloso sceriffo Swan a fare la guardia!- la rassicurai,
contagiando anche lei con il mio fervore ed eccitazione al solo
pensiero di quella situazione. Era anche lei felice ed io gongolavo
dalla gioia.
Restammo a coccolarci ancora un po’, parlando
dell’università e delle nostre rispettive
aspettative.
Mancavano ancora parecchi mesi in realtà, ma solo il fatto
di
poter discutere di questi argomenti con serenità, trovandoci
d’accordo su ogni cosa, ci rendeva estremamente felici.
Rassettammo rapidamente la cucina e andammo a goderci il calore del
camino abbracciati stretti sul divano, con il temporale e il rumore del
mare rabbioso a tenerci compagnia…
-Ehi, cucciola… tra pochi giorni è il tuo
compleanno-
affermai baciandole la fronte. Non ne avevamo ancora fatto cenno in
nessuna occasione, e non avevo idea di come fosse abituata a
festeggiarlo; per quanto la conoscevo io, potevo affermare che non
amasse in particolar modo solenni celebrazioni… ma il
raggiungimento della maggiore età era un evento che andava
sicuramente festeggiato!
-Eh già… diciott’anni…-
mormorò
pensierosa e con una punta di tristezza che mi colpì.
Probabilmente stava pensando all’assenza di sua
madre… la
capivo più di quanto potesse supporre: il giorno del mio
compleanno non ero riuscito a godermelo appieno per lo stesso
motivo… mio padre mi era mancato in modo incredibile in
quell’occasione. Cercai subito di distrarla: non volevo che
si
rattristasse.
-Cosa fate tu e Jazz, di solito?- le chiesi, curioso.
-Veramente, da quando non c’è più la
mamma…
bè, non amiamo i grandi festeggiamenti… ma
quest’anno, essendoci anche tua sorella, ho davvero paura che
voglia organizzare una festa grandiosa come quella di Rose- si
preoccupò aggrottando la fronte. Eh no! Non se ne parlava
proprio!
La mia ragazza avrebbe fatto solo quello che più
l’avrebbe
messa a suo agio e su questo sarei stato irremovibile con quella
folletta esagitata di Alice!
-Bella, amore… non ti devi preoccupare assolutamente di
questo,
credimi: ci penserò io a parlare con quella pazza di mia
sorella… e se proprio non vorrà sentire ragioni,
lei
organizzerà la sua festa di compleanno e tu la tua. Non sta
scritto da nessuna parte che dobbiate farla insieme- la rassicurai con
fermezza; -Jazz deciderà poi cosa fare. Ma sinceramente ho i
miei dubbi che si farà influenzare da mia
sorella… anzi a
dirtela tutta penso proprio che sarà Alice a piegarsi alla
decisione di tuo fratello… ancora non riesco a credere
all’enorme ascendente che ha su di lei…- spiegai,
sincero
con una punta di ammirazione per mio cognato, l’unico in
grado di
domare quella puledra selvaggia di Alice: diventava burro in compagnia
di Jazz e lui riusciva a plasmarla a suo piacimento…
Bella si voltò verso di me e mi baciò
delicatamente.
-Grazie, stella… sai, ci tengo a festeggiare, ma senza
esagerare. Rose è abituata a dare grandi feste
perché
come presidentessa del comitato scolastico ha anche degli obblighi
sociali. Io preferisco invece trascorrere quella giornata speciale con
le persone che so che mi vogliono bene e mi apprezzano di tutto cuore.
Di solito per il nostro compleanno andavamo tutti a La Push e
festeggiavamo nel grande capannone; ma quest’anno potremmo
anche
fare una piccola festa qui… ma niente di esagerato! Magari
potremmo organizzare una cena a casa con papà, Esme e Billy;
e
poi potremmo passare il weekend qui al mare invitando anche Ben e
Angela e i ragazzi della riserva. Che te ne pare?- mi propose con un
sorriso luminoso che mi riscaldò il cuore.
-Dico che è un’idea magnifica, cucciola!
Così
potrò di nuovo trascorrere due intere notti a fare
l’amore
con te…- mi entusiasmai soddisfatto. Bella
scoppiò a
ridere.
-Certo che la tua è proprio un’idea fissa!- mi
schernì, dandomi una piccola gomitata nelle costole. Le
mordicchiai il collo in risposta, facendola gemere.
-Non mi vorrà dire, signorina Swan, che non apprezza le mie
attenzioni costanti e… peccaminose…- la provocai
con un
tono di voce roco e profondo. La vidi mordicchiarsi il labbro, mentre
sorrideva sorniona. Scosse il capo con energia.
-No, le apprezzo decisamente molto!- confermò, mentre si
appoggiava di nuovo al mio petto, godendosi il mio abbraccio.
Ridacchiai, appagato dalla sua resa.
Buttai poi l’occhio sull’orologio e mi accorsi che
tra una
chiacchiera e l’altra e parecchi baci e coccole si era
già
fatta l’ora di pranzo: sbuffai infastidito. Ancora poche ore
e
quel nostro idillio sarebbe terminato… che palle! Bella si
staccò immediatamente dal mio abbraccio e si
voltò per
guardarmi negli occhi.
-Che c’è, Edward? Hai un broncio degno di un
bambino di
due anni! Per non parlare poi del tuo modo di sbuffare- mi
schernì.
-Niente… è solo che… dio, non hai idea
di quanto
mi scocci tornare a casa! Oh stellina, vorrei rimanere per sempre qui
con te. E poi fino al prossimo weekend non potremo dormire assieme- le
confessai, in leggero impaccio per quella mia ammissione di debolezza.
Mi rendevo perfettamente conto che stavo facendo i capricci da
bamboccio viziato; ma staccarmi da lei e non tenerla costantemente tra
le mie braccia non solo costituiva un’impresa sempre
più
ardua, ma anche una colossale crudeltà!
La risata di Bella riecheggiò nel salone.
-Tu rimugini troppo, Cullen! Non vorrai per caso rovinarti la fine di
questo meraviglioso weekend quando abbiamo ancora tutto il pomeriggio
da goderci soli soletti- mi rimproverò, stuzzicandomi in
modo
vizioso e consapevole nel pronunciare il mio cognome.
-Hai ragione da vendere, Swan! Allora che ne dici di una bella nuotata
in piscina?- le proposi. Con l’abbondante colazione che
avevamo
ancora in corpo, non avevo per niente fame ed ero certo che anche Bella
la pensasse come me, visto il numero di cornetti farciti di Nutella che
era stata in grado di ingurgitare accompagnati da ben due tazze di
cioccolata calda! Dato che la conoscevo già piuttosto bene,
ero
matematicamente sicuro che non avrebbe più toccato cibo fino
a
pomeriggio inoltrato.
-Ottima idea, bravo! Così magari con qualche bracciata
smaltisco
tutta la cioccolata di stamattina!- accettò con entusiasmo.
-Non ti preoccupare, sirenetta… quella te la faccio smaltire
io
con un altro tipo di ginnastica! Decisamente più
interessante di
una faticosa e noiosa nuotata!- le promisi, scostandole i capelli da
una parte per poterle baciare il mio punto preferito.
Quando le mie labbra si posarono sulla morbida e profumata
rotondità della sua gola per poi risalire fino a raggiungere
il
punto sensibile sotto l’orecchio, Bella ansimò
sonoramente, appoggiando le mani sul mio petto, mentre le mie andarono
a posarsi invece sulle sue natiche sode e perfette, stringendogliele in
un gesto di assoluto possesso.
-Mmm, Edward… se continuiamo così… non
ci
arriveremo nemmeno alla piscina- mi ammonì con la voce
velata
dall’eccitazione: aveva perfettamente ragione!
Anch’io ero
al limite: il mio fedele Super Cullen era già più
duro
del marmo…
-Ok, andiamo…- affermai ansando pesantemente, staccandomi
dal
suo corpo che mi richiamava come il melodioso canto di una sirena. La
presi per mano e ci spostammo nella dependance.
Accendemmo le luci della piscina, il dispositivo per riscaldare
l’acqua e infine feci partire il cd della nostra serata
perfetta,
rimasto ancora nello stereo.
-Mentre aspettiamo che l’acqua si scaldi, vado nello
spogliatoio
a infilarmi il costume. L’ho lasciato
nell’armadietto la
scorsa volta- mi spiegò Bella, avviandosi
dall’altra parte
della piscina.
Scoppiai in una sonora risata, che rimbombò e
attraversò
l’intera grande stanza. Davvero pensava che l’avrei
permesso? Per nulla al mondo avrei tollerato in quel momento che un
insolente pezzo di stoffa celasse il corpo mozzafiato della mia dea!
-Scusa, amore… ma pensi veramente che ti lasci addosso il
costume in acqua?- le domandai con un sopracciglio alzato, incredulo
per la sua decisione insensata.
Bella si bloccò e si voltò verso di me,
fissandomi
attonita. Ghignai, compiaciuto dalla sua reazione impacciata: forse
l’avevo sconvolta… che tenera la mia timida
cucciolotta!
-Bè… ma… io pensavo…
cioè…-
balbettò, gesticolando agitata. Non riuscii proprio a
trattenermi di fronte alla sua espressione scioccata e la mia risata
aumentò ancora. La mia micetta era unica! A volte si
trasformava
in una donna sexy e audace, senza alcun tipo di timidezza…
altre, come in questo momento, ritornava la ragazza insicura e
impacciata di un mese prima; dio, quanto l’adoravo!
Con due falcate la raggiunsi e la presi tra le mie braccia, baciandole
la punta del naso.
-Tesoro mio… se preferisci infilarti il costume
perché ti
senti più tranquilla, fai pure… però
pensavo,
visto che siamo soli soletti, che potessimo farci un bel bagno in
costume adamitico… sai, non ho mai nuotato completamente
nudo… e la faccenda mi stuzzica parecchio…- la
tentai,
con la voce più suadente che riuscii a tirare fuori.
-Devo ammettere che è un’esperienza che manca
anche a me…- si lasciò trascinare.
-E allora cosa ne dici di provarla per la prima volta insieme? Non
sappiamo quando ci ricapiterà di avere la casa tutta per
noi… potremmo non avere molte altre
possibilità…-
cercai di convincerla definitivamente a sfruttare quella ghiotta
occasione.
Lei mi sorrise e, senza indugiare ulteriormente, iniziò a
sfilarmi la maglietta. I nostri occhi erano incatenati in
un’ammaliante magia mentre ci spogliavamo a vicenda; e il suo
sguardo, come il mio, si era incupito dal desiderio. Ecco di nuovo la
mia pantera!
Una volta nudi, senza darle il tempo di muoversi, la presi in braccio e
mi avvicinai pericolosamente al bordo della piscina. Bella
capì
subito le mie sleali intenzioni.
-Non ci provare nemmeno, furfante che non sei altro! Sarà
ancora
gelata!- mi ammonì. Un ghigno strafottente mi si dipinse sul
viso.
-Chi è quella piccola micina impertinente che solo poche ore
fa
mi ha svegliato solleticandomi il viso, più e più
volte,
con una ciocca di capelli?- le ricordai. Lei spalancò gli
occhioni, incredula.
-Non puoi essere così vendicativo! E non puoi paragonare uno
scherzo innocente a un tuffo nell’acqua gelida! Io stavo solo
giocando!- si difese, mettendo il broncio. Scossi la testa in segno di
diniego. Stavolta il trucco del cucciolo non mi avrebbe fatto desistere
dai miei spassosi propositi. Capita l’antifona, allora quella
fedifraga iniziò ad accarezzarmi il torace, con tocchi
languidi
e dannatamente seducenti. Fui costretto a serrare gli occhi per un
attimo, lasciandomi trasportare da quelle meravigliose dita leggere e
delicate che sfioravano appena la mia pelle, eccitandomi e facendomi
ricoprire il corpo di brividi… dio che
meraviglia… No!
Non potevo farmi circuire così! Ne andava del mio orgoglio
di
maschio, stavolta! D’accordo che ero il suo
schiavo… ma
non potevo sempre cedere… non senza lottare almeno!
Aprii gli occhi improvvisamente e Bella capì troppo tardi
che
aveva perso. Mentre lei urlava un fortissimo ‘no’,
io la
lanciavo con poca delicatezza in acqua. Riemerse senza fiato e
iniziò a insultarmi in tutte le lingue, mentre io continuavo
a
sghignazzare a crepapelle.
-Allora, com’è l’acqua? Ancora tanto
fredda, vero?-
le domandai certo della temperatura poco gradevole della piscina;
c’era un unico dettaglio strano: non mi sembrava che tremasse.
-Ti dirò, amore… pensavo peggio! Devo ammettere
che il
nuovo timer che papà ha fatto installare è un
portento… si sta già bene- mi
rassicurò con un
sorriso allegro, avvicinandosi al bordo e appoggiandovisi con le
braccia. Rapidamente mi avvicinai a lei.
-Però cucciolo, sono ancora un po’
arrabbiata… per
farti perdonare devi darmi subito un bacio mozzafiato!-
dichiarò
con un broncetto dolcissimo. Non me lo feci ripetere due volte e mi
chinai verso di lei, come un novellino alle prime armi. Che
sprovveduto: come se non avessi vissuto diciott’anni con quel
dispettoso casinista di Emmett…
Prima ancora che potessi raggiungere le sue labbra, Bella, svelta e
precisa, mi agguantò la mano e tirando con tutte le sue
forze,
mi fece finire in acqua.
Cazzo! Altro che temperatura ideale… era ancora
maledettamente
ghiacciata! E il mio amichetto, rabbrividendo, in un istante perse
tutti i suoi superpoteri…
Quella brutta streghetta mi aveva fregato alla grande! Appena riemersi,
pronto subito a vendicarmi di quello scherzetto, mi accorsi che Bella
non era più nello stesso punto di prima.
-Allora, Cullen? Com’è l’acqua?!
Deliziosa vero?- mi
provocò spudoratamente, mantenendosi ben lontana dal
sottoscritto.
-Lo sai, Swan, che questa me la pagherai cara, vero?- la avvertii. Lei
fece spallucce, completamente indifferente alle mie minacce.
-Chi la fa la aspetti, mio caro! E poi, prima di riuscire ad attuare la
tua tremenda vendetta, devi tentare di prendermi! Credimi…
essere cresciuta con due maschiacci come Jazz e Jake mi ha temprata e
in acqua sono un asso! Rischiavo veramente di affogare ogni volta che
facevamo il bagno, a causa dei loro scherzi idioti… quindi
mi
sono fatta furba!- mi avvertì.
-Questo non dovevi dirlo, cucciola… mai sfidare Edward
Cullen!-
la minacciai. Presi un bel respiro e mi immersi per iniziare la caccia.
Giocammo e scherzammo per un bel po’ di tempo: sembravamo due
bambini, e in effetti, proprio come loro, ci stavamo divertendo un
sacco. Dovevo ammettere che Bella in acqua era veramente una scheggia e
ogni volta riusciva ad anticipare ogni mia mossa.
A un certo punto, però, la mia sirenetta iniziò
ad
accusare i primi cenni di stanchezza e finalmente riuscii a
prenderla… bene, bene…
-Ora non mi scappi più!- mormorai al suo orecchio,
schiacciando
la sua schiena contro il mio torace e spingendola fino al bordo della
vasca, imprigionandola con il mio corpo. Si appoggiò e poi
si
voltò verso di me con uno strano luccichio nello sguardo.
-E chi ti dice che io voglia scappare?- mi rispose, in tono malizioso,
facendomi chiaramente capire che se l’avevo presa non era
certo
merito mio. Oh cazzo, com’era sexy! Ed era mia…
Mi avventai sulle sue labbra… non potevo più
aspettare.
Le nostre lingue si intrecciarono immediatamente e iniziarono una lotta
senza esclusione di colpi. Avevo infilato la mia lingua nella sua bocca
in modo forse troppo irruento e selvaggio… ma non potevo
farne a
meno… quando ci staccammo per riprendere fiato, eravamo
entrambi
ansanti e con il cuore che pompava a mille. Le mordicchiai le labbra,
facendola gemere e scesi sul suo collo. Brividi intensi la
attraversavano, increspando la sua pelle bagnata che riluceva di mille
goccioline. Sapevo che la pelle d’oca non era affatto
provocata
dal freddo, perché ormai l’acqua era bella calda.
Le mie
mani vagavano sulla sua schiena e poi come attratte da una potente
calamita scesero a stringere con forza quelle natiche sode e perfette:
mi faceva veramente impazzire quella parte del suo corpo… in
realtà tutto di lei mi faceva impazzire, sempre, dovunque,
comunque…
-Ho una voglia pazzesca di fare l’amore con te… ti
voglio… adesso- le sussurrai, soffiando su una rosea gemma
che
svettò fuori dall’acqua, come a salutarmi. Presi
delicatamente tra i denti quella saporita fragolina, iniziando a
giocarci.
-Oh, sì… Edward…- gemette la mia
bambolina.
Infervorato dal suono eccitato del mio nome sulle sue morbide labbra,
intensificai ancor più le mie attenzioni e i suoi gemiti
divennero ben presto degli ansiti di pura lussuria. Cazzo, volevo molto
di più! Con una mano mi ressi al bordo e con
l’altra scesi
tra le sue gambe. Dio, là sotto era ancora più
calda
dell’acqua che ci cullava!
Intanto il mio membro aveva iniziato a pulsare, desideroso di
attenzioni, così afferrai la mano di Bella e la portai al
mio
inguine. La mia pantera non deluse le mie aspettative avvolgendolo in
maniera sensuale e facendomi morire di goduria.
-Oh, sì, piccola mia… non ti fermare…-
la pregai,
perso in quelle sensazioni così piacevoli. La mia mano come
attirata da una calamita, cominciò a torturare la sua
intimità bollente… ad ogni mia carezza a ogni mio
tocco
ne corrispondeva uno suo, col risultato di farmi impazzire di brama e
desiderio…
-Non ce la faccio più Bella… voglio entrare
dentro di
te… farti urlare dal piacere…- mormorai con una
voce
così roca che faticavo a riconoscerla. Bella
allacciò le
gambe al mio bacino e finalmente i nostri corpi si unirono fino a
formare un’entità unica, inscindibile e
indissolubile.
Fare l’amore con lei ogni volta era un’esperienza
mistica,
celestiale e mi faceva sentire completo come mai mi ero sentito in vita
mia. Eravamo due perfette metà che in quel momento
così
intimo e piacevole si incastravano alla perfezione, trovando il loro
posto nel mondo. La danza di cui ormai conoscevano alla perfezione ogni
singolo passo, ogni più piccola mossa ci trascinava
inesorabilmente verso sensazioni di benessere assoluto… i
nostri
ansiti, i nostri odori e i gemiti si mischiavano facendoci vibrare
all’unisono… le mie mani la stringevano in modo
veemente e
possessivo, cercando di trasmetterle tutta la passione e la bramosia
che ogni volta mi scatenava. E quando il piacere esplose
contemporaneamente in entrambi ci lasciò completamente
sconvolti, ansanti e tremanti.
Esausto, crollai sul suo petto e Bella, continuando a reggersi con un
braccio, mi avvolse, abbracciandomi con l’altro.
-Oddio, Edward! E’ bellissimo fare l’amore con
te…
meraviglioso, fantastico, stupendo, sublime…-
mormorò al
mio orecchio, stanca ma appagata. Alle sue entusiastiche parole il mio
orgoglio virile crebbe a dismisura.
-Anche per me è lo stesso, amore… ti adoro
così
tanto!- le risposi. Restammo a cullarci ancora in
quell’abbraccio
e poi decidemmo di uscire. Era senz’altro trascorsa
un’ora
e avevamo tutta la pelle delle dita raggrinzita. Ci issammo sul bordo.
-Che ne dici se facciamo la doccia qui negli spogliatoi? Gli accappatoi
ci sono e così non sgoccioliamo per casa- mi propose. Annuii
e
andammo a lavarci. Ci insaponammo e vezzeggiammo a vicenda, ridendo e
scherzando ancora.
Era stato un weekend meraviglioso e non lo avrei mai più
dimenticato in vita mia: sarebbe rimasto impresso a fuoco nella mia
memoria, per sempre. Ero felice, compiaciuto e appagato… e
la
tristezza di dover tornare a casa era passata in secondo piano,
permettendomi di gustarmi al meglio tutte quelle stupende e molteplici
sensazioni, facendomi vivere in pieno i miei intensi sentimenti.
-Amore io ho un po’ fame, e tu?- mi domandò. In
effetti
ora che me l’aveva ricordato anche il mio stomaco brontolava
sonoramente.
-Una fame da lupi!- risposi.
-Suppongo che la pizza vada bene, vero?- mi propose, ben sapendo che
non avrei mai rifiutato quell’alimento.
-Supponi benissimo! Alla mia parte aggiungici, se ce
n’è…- le stavo spiegando, ma mi
anticipò.
-Salame, wurstel e peperoni… una cosina proprio leggera
leggera
vero?- mi schernì. Ormai mi conosceva troppo bene. Le
sorrisi,
cingendole un fianco mentre ce ne tornavamo in cucina, spegnendo tutto
all’entrata della dependance. Davanti alle scale, Bella si
fermò.
-Tu vai a cambiarti. Io preparo una pizza gigante, la inforno e
così poi salgo anch’io a vestirmi e ad asciugarmi
i
capelli. Devo in qualche modo ricambiare e ringraziarti per la
colazione di stamattina- mi spiegò.
-Ok, vado… ma non c’è bisogno che
contraccambi
proprio niente… io lo faccio solo per renderti felice- la
rassicurai.
-E ti sembra una cosa da niente? Credimi… non tutti i
fidanzati
sono fantastici come te! Tu sei unico amore mio!- mi elogiò.
Le
diedi un bacio, ringraziandola ancora, e poi mi andai a cambiare,
pregustandomi già quella favolosa merenda.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 105
-Oddio
santo, mamma! Basta, ti prego! Avrò gli incubi stanotte se
non la
finisci subito!- la implorò il figlio, crollando con la
testa sulla mia
spalla, mentre le mie risate aumentavano a dismisura.
-Bella, è ancora vivo e vegeto mio figlio?-
incalzò Esme, continuando a prenderlo in giro.
-Sì,
non preoccuparti! E’ solo svenuto un attimo, ma ho qualche
idea su come
farlo riprendere alla svelta!- le ressi il gioco, mentre la mia mano
prese ad accarezzargli sensualmente il petto. Lui sollevò
immediatamente la testa e il suo sorriso sghembo comparve a confermare
quanto gradisse il mio tocco.
-E quale metodo avresti intenzione di
usare, per risollevare il morale di quel bigotto di fidanzato che ti
ritrovi?- replicò una voce mascolina. Oddio, no!
Mi irrigidii
all’istante desiderosa di non aver mai pronunciato le
provocanti parole
di poco prima di fronte a lui... anche Edward sgranò gli
occhi: la voce
di mio padre ci aveva raggiunti forte e chiaro attraverso
l’apparecchio
telefonico.
Vi
ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni
Capitolo 106 *** Cap. 105: Ritorno alla realtà ***
Cap. 105 EFP
Buongiorno
ragazze!
Eccoci con un giorno di anticipo per festeggiare
il COMPLEANNO
di questa fiction! Esattamente un anno fa postavamo il prologo.
Non
ci sembra vero che sia passato così tanto tempo! Volevamo
ringraziare
tutte le lettrici che ci seguono dall'inizio e quelle che si sono
aggiunte. Alcune le abbiamo perse per strada ma la maggior parte di voi
ci segue ancora con affetto e dedizione. GRAZIE!!!
Ora vi lasciamo all'ultimo capitolo del weekend
romantico e perfetto delle nostre coppiette e vi diamo appuntamento a GIOVEDI' 30/6 con il
prossimo! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
Io ed
Edward ci stavamo
gustando una pizza veramente ottima, e mi ero scoperta più
affamata che mai! Ormai erano quasi le tre del pomeriggio e i dispetti,
i giochi e il fantastico sesso in piscina mi avevano affaticato
parecchio, provocandomi una vera e propria voragine nello stomaco.
La mia
pizza alle verdure
era deliziosa, ma mi intrigava parecchio assaggiare quella di Edward:
era così invitante e colorata… con uno scatto
felino
gliene presi un pezzo dal suo piatto, causandogli un sentito mugolio di
disappunto.
-Ehi!
Brutta ladra che non
sei altro!- si lagnò imbastendo un adorabile broncetto.
Mmm… dovevo ammettere che con le sue aggiunte di ingredienti
era
decisamente più saporita della mia…
-Ma non
eri tu quella che
prima si lamentava che ero esagerato e che la mia parte di pizza era
troppo indigesta e pesante?- mi domandò Edward, inarcando
vistosamente un sopracciglio, all’ennesimo pezzo di salame
che
gli fregavo. Gli sorrisi sorniona, continuando a masticare velocemente
per riuscire a deglutire l’enorme boccone prima di
rispondergli:
non volevo certo farlo scappare a gambe levate dandogli una panoramica
completa di ciò che stavo ingurgitando!
Finalmente
riuscii nell’impresa, mentre lui mi fissava con divertita
malizia.
-Se
continui così ti strozzerai presto- mi ammonì.
-E’
che ho una fame
allucinante… mi succede sempre così dopo una
nuotata!
Comunque avevi ragione: con tutti quegli sfizi è buonissima!
E
poi non ti preoccupare per me perché ho uno stomaco che
digerisce anche le pietre- gli spiegai, rassicurandolo.
Scoppiò
in una fragorosa risata, gettando la testa all’indietro e
facendomi rimanere imbambolata per un attimo di fronte a quella superba
visione: dio! Ma quanto era figo il mio ragazzo?!
-Solo
dopo ‘una
nuotata’, amore? E la restante attività fisica
dove la
metti, scusa? Ma a parte la battuta questo già lo sapevo di
te!
Devo ammettere che poche volte ho visto una ragazza mangiare come
te… non pensare male, mi fa piacere il tuo sano appetito! E
se
potevo avere qualche dubbio sui tuoi eventuali problemi di digestione,
tranquilla che dopo averti visto spazzolare tutta la colazione di
questa mattina, sono scomparsi del tutto!- mi schernì,
sghignazzando.
-E
allora di cosa ti lamenti?- feci spallucce manifestando indifferenza e
continuai a mangiare.
-Come di
cosa? Sono preoccupato per la mia pizza! Se me la mangi tutta
tu… io con cosa mi nutro?- sogghignò.
-Esagerato!
Ne ho assaggiato un micron!- precisai.
-Io
avverto…
prevenire è meglio che curare…-
replicò con tono
serio. In un malato film mentale mi vidi proiettata nel futuro: Edward
coperto unicamente da un camice bianco, nei panni di un professionale e
sexy dottorino… oddio che voglia di farmi visitare da lui!
-E’
un consiglio
medico, dottor Cullen?- sospirai rapita da quell’immagine
erotica
che non voleva lasciare la mia mente impazzita…
-Decisamente,
signorina
Swan… ma prima di pronunciare la mia diagnosi dovrei
visitarla
accuratamente…- ribatté con voce roca, nemmeno
avesse
compreso le visioni della mia fantasia perversa… o forse
sì?
-D’accordo,
stellina… ci sto! Aizza anche me l’idea del
dottore… magari potremmo giocarci presto… molto
presto…- mi tolse ogni dubbio. In realtà me ne
venne un
altro: mica sapeva leggere il pensiero?!
-Ah ah,
sei uno spasso
amore! Tranquilla non ti ho letto la mente; è solo
che…
bè essendo io un maniaco… ehm… ci
avevo già
pensato da un po’!- mi spiegò allungandosi verso
di me per
darmi un bacio, che ricambiai con tutta me stessa. Le nostre lingue
giocarono, si sfidarono, si intrecciarono… in una battaglia
sensuale che ci riempiva ogni volta di brama e piacere.
-Wow!
Baciarti è
sempre un sogno, tesoro! Ma prima che mi passi di mente… che
ne
dici di chiamare casa? Oggi non abbiamo ancora sentito nessuno. Con
questo tempo sarei più tranquillo se sapessi che Alice e
Jazz
sono già a casa… la strada da Seattle
è
lunga…- propose Edward, palesandomi la sua preoccupazione.
Che
dolce!
-Amore,
sta
tranquillo… lo sai che Jazz alla guida è
decisamente
più responsabile di noi!- lo rassicurai. Il mio fratellone
non
aveva mai fatto sciocchezze al volante e non era comunque un amante
della velocità come me ed Edward: ‘prudente
posapiano’ lo avevamo soprannominato tempo fa io e Jake per
prenderlo per i fondelli.
-Sì,
lo so…
non è che non mi fidi di lui, ci mancherebbe! E’
solo che
non posso evitare di preoccuparmi. E poi per voi questo tempaccio da
lupi è quasi all’ordine del giorno, noi newyorkesi
invece
dobbiamo ancora farci l’abitudine- mi spiegò,
mentre
afferrava il cellulare e digitava il numero di casa Swan.
-Inserisci
il viva voce,
così saluto anch’io- gli suggerii. Dopo un paio di
squilli
la voce trillante di Esme risuonò per la cucina.
-Ciao,
tesoro mio!- rispose immediatamente, avendo riconosciuto il numero di
Edward.
-Ciao,
mamma. Sei in viva voce- la informò.
-Ciao,
Esme!- la salutai subito.
-Oh,
Bella! Che meraviglia sentirti! Tutto bene? Come stai, cucciola?!- mi
chiese, salutandomi con tono entusiasta.
-Ehi! Il
tuo cucciolo sono
io! A me non hai di certo dimostrato lo stesso entusiasmo, madre
degenere- si lamentò Edward, facendoci scoppiare a ridere.
-Edward
stai peggiorando!
Sei sempre più geloso… povera te, Bella! Guarda
che sei
ancora in tempo- lo schernì sua madre.
-Grazie
del consiglio, Esme!- ridacchiai.
-Ma
senti ‘ste due!
Sono un povero incompreso in balia di donne ingrate!- si
imbronciò ancora di più. Scossi la testa,
divertita.
-Povero
il mio miciotto! Mi
spiace Esme, ma ormai non potrei più fare a meno del mio
amore!-
affermai convinta, andandomi a sedere in braccio a lui, che prontamente
mi accolse e mi strinse a sé.
-Così
mi piaci…- approvò il mio ragazzo rafforzando il
suo abbraccio.
-Allora
come state? Tutto ok?-si informò lei.
-A
meraviglia, mamma!
Anzi… quasi quasi non torniamo più!-
scherzò,
facendomi l’occhiolino. La sua mano dispettosa si
infilò
sotto la mia maglietta, iniziando ad accarezzarmi la schiena. Ok! Mi
stavo letteralmente sciogliendo!
-Non lo
dire nemmeno per
scherzo, antipatico! Mi mancate tanto… e poi la casa
è
così vuota oggi!- si lamentò Esme.
-Come
vuota?! E gli altri?-
domandai immediatamente. Mi sembrava strano che non ci fosse proprio
nessuno, era un evento più unico che raro!
-Jasper
ed Alice hanno
avvertito che torneranno verso le cinque perché pranzavano a
Seattle e poi si facevano ancora un giretto in un museo. Rosalie ed
Emmett invece sono via da questa mattina. Jacob e Leah li hanno
invitati alla riserva e hanno pranzato là con loro.
Così
io e tuo padre siamo rimasti soli soletti!-ci spiegò.
Chissà perché avevo l’impressione che
non si
fossero annoiati più di tanto, visto il tono malizioso
dell’ultima parte della frase… Sogghignai tra me.
Era il
momento di stuzzicare un po’ la gelosia materna di quel
bambinone
di Edward.
-Bè…
qualcosa
da fare per non annoiarvi l’avrete senz’altro
trovata, no?-
le domandai, indifferente. Le mani di Edward si bloccarono di colpo e
lo sentii irrigidirsi. Quel ragazzo era veramente incredibile! Come
faceva a dargli fastidio una cosa del genere? Neanche fosse uno fissato
con l’astinenza! Non poteva sperare veramente che Esme e mio
padre si guardassero solo negli occhi!
-Ci puoi
giurare, tesoro!-
mi rispose subito, facendomi scoppiare a ridere di gusto. Esme era
veramente impagabile! La adoravo sempre di più ed era
proprio
ciò di cui aveva bisogno mio padre; e sperai con tutto il
cuore
che Charlie fosse la persona in grado di aiutarla a superare le sue
ferite profonde…
-Mamma!-
si
infervorò Edward, arrabbiato. Gli tirai uno schiaffetto sul
braccio in segno di ammonimento e lui rispose con un pizzicotto sul
fianco che mi fece sobbalzare e per poco non mi rovesciai per terra, se
non mi avesse tenuta saldamente. Lo fulminai.
-Che
c’è,
amore di mamma?! Penso proprio che non abbiamo combinato niente di
diverso da ciò che probabilmente avete fatto anche voi! Che
so,
come guardarsi teneramente negli occhi… tenersi
romanticamente
per mano… abbracciarsi stretti a guardare un film sul
divano… devo continuare?- lo provocò con
maestria. Ogni
volta che la sentivo fare certi discorsi senza il minimo imbarazzo e
con estrema naturalezza, comprendevo ancora di più da chi
avesse
preso Emmett la sua sfacciataggine.
-Oddio
santo, mamma! Basta,
ti prego! Avrò gli incubi stanotte se non la finisci
subito!- la
implorò il figlio, crollando con la testa sulla mia spalla,
mentre le mie risate aumentavano a dismisura.
-Bella,
è ancora vivo e vegeto mio figlio?- incalzò Esme,
continuando a prenderlo in giro.
-Sì,
non
preoccuparti! E’ solo svenuto un attimo, ma ho qualche idea
su
come farlo riprendere alla svelta!- le ressi il gioco, mentre la mia
mano prese ad accarezzargli sensualmente il petto. Lui
sollevò
immediatamente la testa e il suo sorriso sghembo comparve a confermare
quanto gradisse il mio tocco.
-E quale
metodo avresti
intenzione di usare, per risollevare il morale di quel bigotto di
fidanzato che ti ritrovi?- replicò una voce mascolina.
Oddio,
no!
Mi
irrigidii
all’istante desiderosa di non aver mai pronunciato le
provocanti
parole di poco prima di fronte a lui... anche Edward sgranò
gli
occhi: la voce di mio padre ci aveva raggiunti forte e chiaro
attraverso l’apparecchio telefonico.
La
risata di Esme
echeggiò ancora più squillante. Un conto era
scherzare
con lei su certi argomenti, ma con mio padre non ce la facevo proprio a
fare allusioni più o meno velate sulla mia vita sessuale!
Grazie
ad Esme si era notevolmente ammorbidito, riuscendo persino a scherzare
sulle questioni più piccanti e pronunciando anche battutine
maliziose. Avevo potuto così conoscere un nuovo lato di lui,
più allegro e smaliziato e capire ancora di più
che uomo
aperto e comprensivo fosse. Ma mi sentivo comunque in imbarazzo e non
ce l’avrei mai fatta a continuare su quel tono, come facevo
con
Esme. Feci finta di niente e glissai la domanda; tattica da struzzo,
ok… ma cos’altro avrei potuto fare?
-Ciao,
papino! Ci sei anche tu?- lo salutai, leggermente titubante.
-Certo!
Dove dovrei essere
se non accanto alla mia mogliettina, godendo appieno della sua
amorevole compagnia?- incalzò ancora, mentre una risatina
proruppe da Esme. Non potevo crederci! Si stavano stuzzicando mentre
erano al telefono con noi?! Ma che avevano quei due? Sembravano loro
gli adolescenti in preda agli ormoni impazziti, altro che noi!
-Ehm…
ciao, Charlie-
lo salutò Edward, che nel frattempo si era ripreso dallo
shock
della conversazione precedente.
-Ciao,
Edward. Tutto bene
lì a casa? Camino, legna, riscaldamento? Avete avuto
problemi?-
si preoccupò immediatamente, tornando il serio padre di
famiglia
che era sempre stato.
-Funziona
tutto a
meraviglia, grazie. Questa casa è fantastica e ha ogni
genere di
comfort immaginabile. Complimenti Charlie- lo elogiò,
schiacciandomi l’occhiolino. Gli battei il cinque per il
rapido
quanto necessario cambio di argomento!
-Bene…
com’è lì il tempo? Pessimo come qui?-
ci chiese.
Sapevo che con quel violento temporale papà non sarebbe
stato
tranquillo fino a che tutti noi non fossimo stati a casa al
sicuro…
-Purtroppo
sì,
Charlie. Però non preoccuparti, guiderò piano e
con molta
prudenza. Ci tengo troppo a tua figlia!- lo rassicurò.
-Bravo
ragazzo! Così
si parla!- rispose, con tono soddisfatto. Io non potei fare a meno di
allacciargli le braccia al collo e stringerlo forte, dandogli un sonoro
bacio sulla guancia.
-Ehi!
Fermi tutti!
Cos’era quel rumore? Non è che mentre sei al
telefono con
noi, Edward si sta comportando male, eh Bells?- esclamò
subito
mio padre. Ops, forse il bacio era stato troppo rumoroso… ma
che
palle: era solo sulla guancia, comunque!
Esme
intanto se la stava ridendo come una matta.
-Ragazzi
dovete fare più piano! Lo sceriffo Swan ha ancora
l’udito perfettamente funzionante!- ci schernì.
-Ma che
dite?! Papà
non ti preoccupare… Edward è un perfetto
gentiluomo
d’altri tempi!- lo rassicurai subito, mentre Edward dava
inizio
ad una lenta tortura con le mani sui miei seni, facendomi gettare la
testa all’indietro, completamente in balia del suo tocco
fatato...
-Ah
sì? Al tuo
gentiluomo aizza un casino toccarti le tette con tuo padre al
telefono…- sussurrò al mio orecchio quel
depravato
nonché malato mentale del mio ragazzo. Cavoli! Ma era
impazzito?! Dio… le sue parole poi… ero
sconvolta!
-Sì,
come no!
Vabbè ragazzi, ci vediamo più tardi. Ricordatevi
di
chiudere tutte le imposte, le porte e di staccare il gas, ok?-si
raccomandò ancora lo sceriffo.
-Sì,
Charlie!
Chiuderemo tutto e inseriremo l’allarme. Ci vediamo tra un
paio
d’ore. Il tempo di sistemare e partiamo. Volete che vi
mandiamo
un messaggio quando ci mettiamo in viaggio, così siete
più tranquilli?- propose quel maniaco di Edward con tono
serafico e tranquillo, mentre le sue mani continuavano a vagare su ogni
centimetro del mio corpo, mandandomi in estasi. Oddio!
-Sì
Edward, grazie.
Basta anche solo uno squillo sul telefono di casa e sapremo che siete
partiti- gli rispose papà. Si salutarono (io ero in grado di
emettere solo gemiti) e finalmente potei abbandonarmi al piacere,
mugolando alle mani sapienti di Edward che mi stava stuzzicando
attraverso la stoffa del reggiseno.
-Allora
gattina? Apprezzi il tuo gentleman?- soffiò sulle mie
labbra.
-Mmm…
moltissimo! Ti
ho già detto che adoro le tue dita?- gemetti. Le sue labbra
si
appoggiarono sul mio collo, e lo sentii chiaramente sorridere.
-Solo
quelle?- mi chiese,
malizioso. Scrollai la testa in segno di diniego. Non c’era
centimetro del suo corpo che non adorassi!
-Oddio,
Edward! Se non la
smetti subito non credo che sarò più in grado di
fermarmi…- sussurrai flebile, mentre la sua mano continuava
la
sua sapiente opera di seduzione e la sua lingua lambiva un mio lobo,
facendomi impazzire.
-E
sarebbe un male?- mi
provocò quel diavolo tentatore. Ok, era meglio mettere una
sana
distanza altrimenti gli sarei saltata addosso e addio ritorno a casa
per cena! Mi alzai di scatto, allontanandomi un po’ da lui e
cercando di riprendere il controllo del mio corpo, che urlava a gran
voce di dargli soddisfazione. Edward spalancò gli occhi
incredulo, e rimase con le mani a mezz’aria.
-Ora tu
ed io ce ne stiamo
a distanza di sicurezza, altrimenti a casa non ci torniamo
più
veramente!- lo ammonii. Lui scosse la testa, ghignando.
-Non ci
penso proprio,
gattina! Tu torni immediatamente qui da me e mi lasci continuare
ciò che avevo iniziato… voglio sentire di nuovo i
tuoi
mugolii eccitati- mi ordinò con tono perentorio. Scoppiai a
ridere.
-Scordatelo!
Se
ricominciassimo da capo non usciremmo più da questa casa!-
lo
avvertii, ben sapendo che ci saremmo fatti prendere la mano e sarebbe
come minimo passata un’altra ora prima di iniziare a
riordinare
tutto e a prepararci.
-Esagerata!
Non sempre ci
vuole così tanto tempo, sai?- mi stuzzicò Edward,
avvicinandosi. Completamente ammaliata e ipnotizzata dai suoi movimenti
quasi felini, mi feci trovare impreparata e dopo un secondo mi ritrovai
tra le sue braccia, che cingevano la mia vita, stringendomi al suo
petto.
-Esistono
anche le cosine
veloci veloci… si chiamano sveltine!- mormorò
roco, al
mio orecchio. Mi staccai di colpo e gli diedi uno schiaffetto sul petto.
-Edward!
O dovrei chiamarti
Emmett?- lo rimproverai bonariamente, scoppiando in una risata. Lui
continuò imperterrito a sorridermi e fece spallucce.
-Non
c’è
niente di male in una sveltina… ed il pensiero che per tutta
la
settimana non avremo più la libertà di fare
l’amore… cristo, mi fa impazzire! Bella, tu non ti
rendi
conto dell’effetto che hai su di me!- mi spiegò,
spingendo
il suo bacino contro il mio e facendomi chiaramente intuire la portata
della sua eccitazione. Chiusi gli occhi per un attimo, pregustandomi
già come sarebbe stato fantastico fare di nuovo
l’amore
con lui… mi sentivo tanto un’assatanata, mai sazia
delle
vertigini e del piacere che mi faceva provare ogni volta!
Però,
almeno uno dei due doveva rimanere con i piedi per terra, anche se ogni
singolo muscolo del mio corpo si tendeva verso di lui per essere
circuito irrimediabilmente.
-Amore…
ti capisco,
perché la stessa cosa vale per me… e ti giuro che
sei una
tentazione continua! E spesso fatico a concentrarmi su qualsiasi altra
cosa. Però… faremmo veramente troppo tardi:
dobbiamo
ancora sistemare qui in cucina, preparare le borse,
cambiar…- le
mie mille scuse furono interrotte dalle labbra di Edward che
improvvisamente si avventarono sulle mie!
La sua
lingua pretese
subito l’accesso alla mia bocca, approfondendo quel contatto,
mentre Edward in un colpo solo fece scendere il pantalone della mia
tuta insieme agli slip, causandomi un mugolio febbrile. Le sue mani
strinsero spasmodicamente le mie natiche, facendomi fremere di
desiderio… le sue labbra impietose continuavano imperterrite
a
leccarmi, il collo, la spalla, la clavicola, per poi scendere ancora
nell’incavo tra i seni, accompagnando giù la zip
della mia
maglia. Oddio santo! E chi ragionava più?!
Il mio
bassoventre era un
incendio indomabile e la mia capacità di raziocinio
completamente annullata. In quel momento non me ne sarebbe fregato
niente nemmeno se fossimo tornati il giorno successivo!
Immediatamente
risposi con
passione a quell’assalto così coinvolgente e le
mie mani
si infilarono sotto la sua maglia per accarezzare la schiena ampia e
muscolosa. La sua pelle era così morbida e calda che mi
causò una dirompente fitta all’inguine…
Mi
sentii improvvisamente
alzare ed Edward, facendomi sussultare, mi appoggiò sulla
penisola della cucina, dove poco prima stavamo mangiando beati e
tranquilli e si posizionò in mezzo alle mie gambe; il mio
cuore
iniziò a tamburellare impazzito….
-Oh,
Bella… ti
voglio subito… non posso più aspettare
amore…-
mormorò sulle mie labbra, mentre sentii distintamente il
suono
della cintura che Edward si stava slacciando. Il tintinnio della fibbia
e successivamente della zip ebbe il potere di eccitarmi
all’inverosimile e un brivido di attesa si propagò
in ogni
punto del corpo. Eravamo completamente persi in quel turbine di
bramosia, continuando a baciare e leccare ogni centimetro di pelle a
cui riuscivamo ad arrivare. Con la mano scesi al cavallo dei pantaloni,
trovando la sua erezione, calda e palpitante, fuori dai jeans e dai
boxer che Edward aveva già fatto scendere alle ginocchia.
Mi
surriscaldai ancora di
più… mi sembrava di non riuscire più a
gestire la
voglia immensa che avevo del suo corpo. Gettai la testa indietro, in
preda al piacere sempre più intenso, quando Edward mi
accarezzò intimamente con le sue lunghe dita affusolate.
Ormai
eravamo totalmente presi uno dall’altro… i nostri
corpi
come calamitati si intrecciarono, allacciandosi a formarne uno
solo…
Cercai
di trattenermi
il più possibile, sperando che quelle sensazioni potessero
durare in eterno; ma ero troppo sovraeccitata e quando non riuscii
più a farne a meno, mi lasciai andare e fui investita con
violenza da un’ondata di piacere così intenso che
mi fece
urlare come poche volte avevo fatto. Edward mi seguì qualche
secondo dopo, con un ringhio roco e profondo. Ci abbandonammo esausti,
uno nelle braccia dell’altro, felici e appagati da
quell’amplesso animalesco.
Restammo
ancora allacciati,
incapaci di muovere un muscolo, sconvolti per quel nostro breve ma
molto intenso rapporto. Il suo viso era sprofondato
nell’incavo
del mio collo, mentre le mie mani continuavano ad accarezzargli
indolentemente la schiena, procurandogli la pelle d’oca. Lo
sentii ridacchiare.
-Che
c’è?- gli
chiesi curiosa. Lui alzò il viso e mi scrutò con
uno
sguardo divertito, continuando a sorridere.
-Vedi
che anche le sveltine non sono così male?!- mi
schernì. Gli tirai un pugnetto sulla spalla.
-Cretino!-
lo insultai, non
riuscendo però a trattenermi dal ridere; -Quando fai
così
sei proprio un bambino!- lo rimproverai, mentre ci risistemavamo gli
abiti.
-Tanto
lo so che ti è piaciuto! E anche molto!- continuò
a stuzzicarmi, compiaciuto all’inverosimile.
-La
pianti?! Sei uno
sbruffone!- lo ammonii, ben sapendo quanto già fosse pieno
di
sé in quel momento il suo ego. La passione che era stato in
grado di scatenarmi l’aveva ben percepita visto che mi aveva
letteralmente fatta urlare.
-Sì,
ma il tuo
sbruffone super dotato… nonché adorato!-
sottolineò. Sì, era mio! E quella consapevolezza
mi
riempiva di gioia.
-Certamente!
E comunque
mettiti in testa una volta per tutte che non esiste la minima
possibilità che non gradisca fare l’amore con te
in
qualsiasi luogo o momento- lo rassicurai. Mi prese felice tra le sue
braccia e mi strinse a sé.
-Ti amo,
Bella. Ricordalo
sempre!- dichiarò, accarezzandomi il viso dolcemente, e
posando
un tenero bacio sulla punta del mio naso. Gli sorrisi, felice e serena.
-Anch’io,
Edward. E non mi stancherò mai di dirtelo e soprattutto di
dimostrartelo!- gli risposi, sincera.
-Amore,
tu non hai bisogno di dimostrarmi proprio niente. Sei fantastica
così come sei!- mi rassicurò.
-Ora
sarà meglio
però che ci diamo una mossa, altrimenti non partiamo
più-
lo incitai. Sospirò a fondo e poi con un sorriso rassegnato
si
staccò da me.
-Ok,
ricevuto, capo!
Idillio finito, caro il mio super Cullen… si torna alla
realtà, purtroppo! A cuccia per un po’!-
mormorò
rivolto al suo inguine finendo di allacciarsi i pantaloni…
che
pazzo!
-Io
inizio ad andare a chiudere tutto nella dependance- mi
informò.
-Bravo,
io invece metto a
posto qui e poi vado a preparare le borse. Ah, ricordati di prendere il
mio regalo dal lettore in sala. Alice e Rose l’hanno
già
visto?- mi informai curiosa. Ero così orgogliosa di
ciò
che aveva creato Edward per me, che non vedevo l’ora di far
vedere il video a tutti, ma soprattutto di far sentire la sua
meravigliosa canzone.
-L’ho
già
infilato nella tua borsa. L’hanno visto solo i ragazzi
perché mi hanno aiutato… mia sorella e Rose non
hanno
ancora avuto il piacere e non ti dico le paranoie che mi hanno fatto
perché volevo aspettare che lo vedessi prima tu.
Specialmente
mia sorella che mi ha accusato di usarla per ciò che mi fa
comodo e poi di non ringraziarla a dovere. Ma ti rendi conto, quella
piccola iena?!- si lamentò, facendomi ridere.
-Già…
tipico
di Alice!- affermai, immaginando i vari tentativi di persuasione andati
a vuoto e che con ogni probabilità l’avevano fatta
imbufalire.
In una
mezz’oretta
riuscimmo a riordinare ogni cosa e a chiudere tutto. Ci preparammo ad
affrontare il maltempo che non accennava a mitigarsi nemmeno un
po’ e poi partimmo tranquilli per tornare a casa.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 106
-La gelosia è una brutta bestia!- dichiarò
Rosalie.
-Eh
già! Per fortuna che tu non ne soffri, altrimenti non
riusciresti mai a
dividere con le altre il tuo uomo, no?- affermò una voce
sgradita
quanto conosciuta: Tanya. Prese com’eravamo dalle nostre
chiacchiere
non ci eravamo accorte che negli spogliatoi stavano iniziando a entrare
quelle oche delle cheerleader.
-E con questo cosa vorresti dire?!-
la aggredii io, avvicinandomi pericolosamente a quella gallina
spelacchiata. Le mani già mi prudevano e avevo una voglia
matta di
riprendere il discorso iniziato alla festa di Rose… stavolta
gliela
avrei strappata completamente quella paglia che aveva in testa al posto
dei capelli!
-Calmati, Bella! Niente di nuovo! Tanya, rimasta a
bocca asciutta con Jazz ed Edward, ora ha messo gli occhi sul mio
Emmett… e appena può lo importuna, nella ridicola
e vana speranza che
lui prima o poi ceda- mi spiegò Rosalie, tranquilla e per
nulla
irritata da quell’oca. Non potevo crederci! Quella brutta
sgualdrina ci
aveva provato anche con Emmett! Ma di cosa mi meravigliavo? Aveva
sempre odiato a morte Rose, e aveva sempre cercato in ogni modo di
importunarla. Ma con Emmett cascava proprio male!
Buongiorno
fanciulle!
Come stanno andando le vacanze? Per noi tutto
benissimo! Specialmente Sara che è in viaggio e che si sta
divertendo e rilassando.
Le nostre coppiette si sono godute il weekend
alla grande. Nessuno di loro si è risparmiato,
specialmente i nostri piccioncini preferiti che hanno chiarito molte
cose ma si sono anche divertiti da morire... in tutti i sensi!
Purtroppo, come tutte le cose belle, è finito anche questo
meraviglioso idillio e si torna a scuole dove, come avete potuto
leggere dallo spoiler, inizieranno i problemi.
Ringraziamo tutte voi che ci seguite con affetto
e un grazie grandissimo va a chi ha sempre voglia di lasciare un
commento. Vi vogliamo bene! Diamo inoltre il benvenuto alle nuove
lettrici! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
ATTENZIONE:
VI RICORDIAMO CHE LA PROSSIMA SETTIMANA CI PRENDEREMO UNA PAUSA. CI
SPIACE LASCIARVI IN SOSPESO MA PER FARCI PERDONARE STAVOLTA VI
LASCEREMO UNO SPOILER PIU' LUNGO. IL
PROSSIMO CAPITOLO LO POSTEREMO LUNEDI' 11 LUGLIO.
CAPITOLO 106
Folle
gelosia
Pov
Bella
-Allora, ragazze! Siete pronte?! Quanto ci vuole a prepararsi?-
sbottò Alice, fulminando me e Rose con gli occhi, braccia
incrociate al petto e piede ballerino che batteva nervosamente il
terreno. Sbuffammo in contemporanea. Avevamo tutto il tempo che ci
serviva e lei era iper agitata come suo solito!
Era martedì ed eravamo a scuola negli spogliatoi della
palestra
e finalmente questa lunghissima giornata scolastica era giunta al
termine. Essendo l’ultimo anno, i professori ci torchiavano
ogni
giorno di più e le lezioni stavano diventando sempre
più
pesanti; per non parlare poi di tutto il lavoro extra che ci
affibbiavano per casa! Che palle! Ma per fortuna noi ragazze ci eravamo
organizzate alla perfezione con lo studio, così saremmo
potute
partire subito per il cinema di Port Angeles e non avremmo dovuto
più aprire un libro fino al giorno successivo. Angie ci
avrebbe
aspettate nel parcheggio e poi saremmo passate a prendere Leah, per
andare a rifarci un po’ gli occhi con l’ultimo film
di quel
figo allucinante del mio mito assoluto: Robert Petterson!
-Alice, vedi di calmarti! Sei talmente esagitata che ti
scoppierà un embolo prima o poi!- la schernì
Rose,
facendo sghignazzare pure me.
-Stare con mio fratello ti fa molto male!- si imbronciò e
Rose
mi schiacciò l’occhiolino. Era incredibile quanto
fosse
cambiata nel carattere: scherzava sempre, il suo volto era
costantemente radioso e sprizzava gioia da tutti i pori, specialmente
dopo l’ultimo weekend. Ed io non potevo non essere al settimo
cielo anche per lei.
-Dai, Alice! Manca ancora mezz’ora all’appuntamento
con
Leah e io ho dovuto asciugarmi i capelli alla perfezione altrimenti
rischiavo di buscarmi un altro malanno. Ma ormai siamo pronte- cercai
di calmarla. Si rilassò e mi sorrise.
-Scusate ragazze! Ma lo sapete come sono fatta… è
più forte di me. E poi… bè, ci tenevo
anche a
salutare Jazz prima di partire. Mi aveva detto che lui e gli altri ci
avrebbero aspettato nel parcheggio insieme a Angie, così
intanto
le facevano compagnia se avessimo tardato- si giustificò. Le
sorridemmo comprensive.
-Bè, se la metti così, in un batter
d’occhio saremo
fuori di qui! Anch’io voglio salutare il mio orsacchiottone-
esordì Rose.
-Che idiota che sono stata! Potevo anche immaginarlo!-
scoppiò a
ridere Alice, seguita da noi; -Ma piuttosto, Bella…
stamattina
ho visto che tra te e Edward era già tutto a posto!
Significa
che quell’idiota di mio fratello è rinsavito ed
è
venuto a porgerti le sue scuse?- mi chiese curiosa. Eh già!
La sera prima eravamo tutti in camera di Emmett a
chiacchierare…
e l’argomento principale, a causa del film che avremmo visto
nel
pomeriggio seguente, era stato proprio il mio idolo, il mitico Rob.
Edward si era ingelosito da morire per gli apprezzamenti che continuavo
a fare su quel figo della madonna ed io, come tutti gli altri, pensando
che scherzasse, avevo forse calcato un po’ la mano, spronata
da
Emm e Jazz, che non avevano perso l’occasione per deriderlo
un
po’, rigirando il coltello nella piaga della sua gelosia. Non
avevo capito quanto fosse stato veramente irritato Edward
finchè
non aveva iniziato a esagerare, con le sue uscite poco felici che mi
avevano fatto infuriare, e non poco. Così avevamo litigato
di
fronte a tutti quanti e poi, stizzita per quell’atteggiamento
infantile e assurdo, me ne ero andata a letto. Non potevo credere che
pensasse seriamente che avrei mai potuto tradirlo! Neanche se Rob mi
fosse cascato davanti ai piedi! Io volevo solo Edward! Amavo solo
Edward! Non ero più in grado di vivere senza di lui e quel
demente idiota, aveva fatto una scenata di gelosia che non stava
né in cielo né in terra!
-Sì, si è accorto delle cazzate che ha sparato,
per
fortuna. Ieri sera, arrabbiata com’ero, non riuscivo a
prendere
sonno, così sono andata a sedermi sul davanzale della
finestra,
guardando la pioggerellina fine fine che stava scendendo. Di solito
è una cosa che mi rilassa e infatti dopo poco mi sentivo
già meglio. A un certo punto ho sentito il rumore della
porta
che si apriva ed è comparsa la figura di tuo fratello che si
intrufolava in camera mia. Col buio completo è andato dritto
verso il letto pensando che fossi già addormentata. Oh!
Dovevate
vederlo! Sembrava la pantera rosa, tutto intento a non fare rumore per
non essere scoperto da papà…- feci ridere le
ragazze.
-Quando poi si è infilato nel letto e si è reso
conto che
io non c’ero, è saltato su come una molla,
borbottando con
una voce incredula “Ma dove cazzo è
andata?!”.
Lì non ce l’ho più fatta e sono
scoppiata a ridere
e così si è accorto che ero alla finestra e mi ha
subito
raggiunta. Dopo quella bella scenetta, inutile dirvi che il mio
malumore era già storia passata; però ho
resistito e non
gliel’ho data subito vinta. Lui si è scusato
infinite
volte, insultandosi a più riprese. Cosa che naturalmente gli
ho
lasciato fare! A tutto c’è un limite e ieri sera
l’ha decisamente superato con quelle parole da pazzo geloso!-
spiegai loro. Rose ed Alice mi batterono il cinque, ridendo.
-Perfetto, sister! Stai imparando anche tu, complimenti!- mi
elogiò Rose, soddisfatta.
-Bravissima, Bella. Hai fatto proprio bene a dargli una lezioncina. Ti
giuro che con tutte le stronzate che gli sono uscite di bocca ieri
sera, mi sembrava di avere un bambino di due anni davanti e non mio
fratello maggiore- si aggiunse Alice.
-La gelosia è una brutta bestia!- dichiarò
Rosalie.
-Eh già! Per fortuna che tu non ne soffri, altrimenti non
riusciresti mai a dividere con le altre il tuo uomo, no?-
affermò una voce sgradita quanto conosciuta: Tanya. Prese
com’eravamo dalle nostre chiacchiere non ci eravamo accorte
che
negli spogliatoi stavano iniziando a entrare quelle oche delle
cheerleader.
-E con questo cosa vorresti dire?!- la aggredii io, avvicinandomi
pericolosamente a quella gallina spelacchiata. Le mani già
mi
prudevano e avevo una voglia matta di riprendere il discorso iniziato
alla festa di Rose… stavolta gliela avrei strappata
completamente quella paglia che aveva in testa al posto dei capelli!
-Calmati, Bella! Niente di nuovo! Tanya, rimasta a bocca asciutta con
Jazz ed Edward, ora ha messo gli occhi sul mio Emmett… e
appena
può lo importuna, nella ridicola e vana speranza che lui
prima o
poi ceda- mi spiegò Rosalie, tranquilla e per nulla irritata
da
quell’oca. Non potevo crederci! Quella brutta sgualdrina ci
aveva
provato anche con Emmett! Ma di cosa mi meravigliavo? Aveva sempre
odiato a morte Rose, e aveva sempre cercato in ogni modo di
importunarla. Ma con Emmett cascava proprio male!
-Sai una cosa Tanya? Se uno è abituato a sorseggiare
prelibato
champagne, non si accontenta di certo di un vinaccio scadente!- si
rivolse a lei Rose, con un tono di voce denigratorio. Gli occhi di
Tanya si incupirono dalla rabbia per un attimo. Alice
scoppiò a
ridere al pungente sarcasmo di Rosalie, seguita da me.
-Dai forza, andiamo che ci aspettano- ci incitò Rosalie,
ormai
pronta. Anch’io misi le mie cose velocemente nella borsa e mi
infilai la giacca, senza distogliere il mio sguardo da Tanya che aveva
un’espressione che non mi piaceva per niente: un ghigno
strafottente e un po’ troppo sicuro le si era dipinto in
viso…
-Bè, si vede che allora dello champagne il tuo Emmett si
è già stufato, visto che state insieme da poco
più
di un mese e già ti tradisce… con me!-
esclamò
Tanya con malcelato trionfo, come se niente fosse. Rosalie si
pietrificò sul posto e quando si voltò per
fronteggiare
Tanya, i suoi occhi mandavano scintille.
-Ora basta!- sibilò furiosa e avvicinandosi pericolosamente
al
suo viso, palesemente soddisfatto dell’attenzione che aveva
finalmente ottenuto; -Sono stata fin troppo paziente con te, stronza!
Vedi di lasciare in pace Emmett una volte per tutte. Ti ha
già
respinto non so quante volte e tu stai decisamente tirando troppo la
corda. Non sono una persona violenta, ma giuro che d’ora in
poi
non mi farò più così tanti scrupoli!
Sei ancora in
debito di uno sgambetto che mi ha fatto sbucciare un ginocchio alla mia
festa, quindi ti conviene stare attenta e guardarti le spalle da adesso
in avanti… perché credimi… hai
veramente passato
il segno con queste tue illazioni assurde!- la minacciò a
pochi
centimetri dal suo volto. Il ghigno di Tanya se possibile si
allargò ancora di più. Maledizione, la sua
sicurezza mi
fece temere per un secondo che non stesse bluffando per niente, ma non
poteva essere… stavamo parlando di Emmett! Lui non avrebbe
mai
tradito Rosalie!
-Oh ma le mie non sono illazioni! Il ‘nostro’
Emmett…- esordì, calcando
sull’aggettivo
possessivo; -…è un ragazzo molto passionale e
focoso! Non
ti sarai mica convinta che si sarebbe accontentato di un’ex
verginella come te! Devo ammettere che non è niente male
tutto
nudo… e quel neo così carino, a forma di cuore
rovesciato, proprio vicino al suo enorme… hihihi!
Bè,
dai… hai capito! Dio, è talmente grosso ed
invitante che
mi sono eccitata e non ho potuto fare a meno di leccarglielo! E a lui
non è dispiaciuto per niente!- affermò ghignando.
Gli
occhi spalancati e le espressioni scioccate di Rosalie e di Alice mi
fecero capire che ciò che aveva appena asserito Tanya era la
verità… o almeno lo era il fatto che Emmett
avesse
davvero quel caratteristico neo in quella particolare parte del
corpo... sul resto invece ero abbastanza scettica. Non potevo credere
che Emmett avesse ceduto a quella strega… ma se non
l’aveva respinta, come faceva lei a sapere quel particolare
così intimo? Con quali inganni era riuscita a scoprire
quella
peculiarità?
Nel frattempo, negli spogliatoi era calato un silenzio di tomba e ad un
tratto io non riuscii più a trattenermi. Ormai i miei occhi
vedevano un bersaglio grosso come una casa e con al centro la brutta
faccia da schiaffi di Tanya! Mi ci scagliai letteralmente contro, ma
improvvisamente mi sentii trattenere e non riuscii più a
muovere
un passo: Rose ed Alice mi avevano fermata in tempo. Però
ebbi
almeno la soddisfazione di veder arretrare quell’arpia, con
espressione terrorizzata su quel volto rifatto.
-Bella, non ne vale la pena!- esclamò Rosalie, con una
freddezza
che mi fece quasi paura: non riconoscevo nemmeno la sua voce. -Siamo
ancora a scuola… e lei non aspetta altro che un nostro passo
falso!- mi ammonì saggiamente. Come faceva a restare calma
in un
momento del genere per me era un mistero! Purtroppo però
sapevo
perfettamente che era la quiete prima della tempesta. La conoscevo
troppo bene!
-Se fosse vero Tanya, perché non l’hai spifferato
davanti
ad Emmett sabato, quando ci hai di nuovo provato spudoratamente al
cinema e lui ti ha dato il benservito per l’ennesima volta?
Cos’è?! Avevi paura che smentisse
all’istante la tua
pietosa bugia?- la provocò Rose, mentre Tanya per un secondo
sembrò sorprendersi della tranquillità con cui le
stava
parlando Rose. Avevo imparato a riconoscere il suo stato
d’animo
e c’era da preoccuparsi proprio quando aveva questo tono di
voce
così pacato.
-Bè, se pensi che sia solo un’invenzione come
credi che
faccia a sapere del suo neo così strano? Devo raccontare a
tutte
quante in che punto preciso sia?- continuò imperterrita
Tanya,
mentre le altre cheers che erano giunte nel frattempo assistevano alla
scena ridacchiando come patetiche galline spelacchiate. Rosalie, senza
nemmeno più darle risposta, si voltò e
afferrandomi per
un braccio mi trascinò letteralmente fuori, seguite da Alice
che
non risparmiò una delle sue occhiate fulminanti alla
combriccola
di oche starnazzanti. Non appena la porta si chiuse alle nostre spalle
le sentimmo scoppiare a ridere.
Dio, le avrei fatte fuori tutte! Io ed Alice camminammo dietro Rose in
silenzio, ma quando ci accorgemmo che non aveva nessuna intenzione di
fermarsi per parlarci, la bloccammo.
-Stai meglio?- mi chiese improvvisamente Rose, fissandomi. La guardai
allibita. Forse non avevo capito bene… lei chiedeva a me se
stavo meglio?
-Ma sei impazzita?! Cosa me ne frega di come sto io? In questo momento,
mi preoccupo solo per te. Ti giuro che la farei a pezzi!
Rose…
io… cioè tu non crederai che Emm
abbia…- ma mi
interruppe con un cenno della mano e un’espressione glaciale.
-Rosalie, ti prego… non devi crederle! Ci sarà
senz’altro una spiegazione… Emmett non farebbe mai
una
porcata del genere!- intervenne Alice, tentando debolmente di difendere
suo fratello. Era rimasta evidentemente sconvolta anche lei e stava
cercando una spiegazione che non contemplasse il tradimento di Emmett.
-Ragazze, non vi preoccupate. Sto bene- cercò di calmarci.
Sembravamo più scosse noi dall’accaduto e da
quella
rivelazione che lei, e questo non era per niente un buon segno!
-Vuoi dire che non le credi? Brava Rose! Non darle soddisfazione.
Emmett ti ama…- ma le parole di Alice le morirono in gola,
quando vide Rosalie scuotere la testa e sorridere amaramente.
-Ho solo detto che sto bene, Alice. E’ stato bello
finché
è durato… ma i maschi sono tutti porci schifosi,
nessuno
escluso!- e così dicendo ci lasciò completamente
basite
in corridoio e si avviò come se niente fosse
all’uscita.
Io ed Alice ci guardammo e mi accorsi che lei, come me, aveva gli occhi
lucidi.
-Giuro che se… se davvero quel rincoglionito di mio fratello
è andato con quella brutta puttana da quattro soldi, lo
castro
io stessa con le forcine!- esordì Alice, improvvisamente
infuriata come poche volte l’avevo vista, e si diresse a
passo di
marcia verso l’uscita. Io la seguii a ruota, mentre Rosalie
aveva
già quasi raggiunto gli altri nel parcheggio. Pregai con
tutte
le mie forze che non ci fosse neanche la minima verità, ma
sapevo che se Rose aveva reagito così era perché
quel
maledetto neo era veramente come e dove lo aveva descritto
Tanya… e sarebbe stato proprio un bel casino…
merda!
Pov
Edward
Era già un po’ che aspettavamo le ragazze nel
parcheggio
della scuola. Non capivamo perché ci mettessero
così
tanto. Angela si era anche offerta di andare a dare
un’occhiata,
ma l’avevamo rassicurata che non avevamo nulla da fare per
quel
pomeriggio se non studiare, purtroppo; quindi un po’ di pausa
ci
sarebbe stata alla perfezione. Speravo solo che si dessero una mossa:
non vedevo l’ora di trascorrere almeno dieci minuti con la
mia
piccolina prima che se ne andasse al cinema a sbavare per il suo mito
cinematografico… Dovevo ancora farmi perdonare
l’enorme
cazzata della sera precedente e anche se sapevo che per lei era tutto a
posto, io invece mi sentivo un perfetto coglione per averla trattata
così male.
-Oh, ecco la mia orsacchiottina, finalmente!- esclamò Emm,
indicandoci la cima delle scale da cui stava iniziando a scendere
Rosalie. Ma dove diavolo era Bella? Dopo poco, spuntarono anche la mia
stellina e mia sorella. Ma mi accorsi subito che c’era
qualcosa
che non andava… le loro espressioni erano tese e
preoccupate,
quasi sofferenti.
-Ciao a tutti- esclamò Rosalie, con un tono di voce gelido
che
non le avevo mai sentito. Si fermò davanti ad Emmett con
un’espressione indecifrabile. Mio fratello di fronte al suo
volto
impassibile e serio, perse pian piano il suo sorriso… Rose
si
portò le mani dietro il collo, si sganciò la
collana che
Emmett le aveva regalato al compleanno, tolse gli orecchini e il
braccialetto e li lasciò cadere per terra davanti ai piedi
di
mio fratello, completamente esterrefatto da quella reazione.
Bella ed Alice ci raggiunsero e Bella si avvicinò subito a
Rose.
-Ti prego, Rose… parlane con calma prima…- le
sussurrò con tono angosciato. Emmett sembrò
ridestarsi.
-Rose, perché?! Cosa… è successo?!- le
chiese, con
una voce tremante, quasi strozzata. Tutti assistevamo alla scena
immobili e senza quasi respirare. Nessuno sembrava avere il coraggio di
aprire bocca. Mia sorella e Bella avevano gli occhi lucidi, mentre noi
eravamo sconvolti per quel che stava succedendo; ma allo stesso tempo
confusi, non riuscendo a capire cosa potesse essere accaduto nelle
ultime tre ore, visto che, a mensa, tra loro andava tutto a gonfie vele!
Quando Emmett fece per avvicinarsi a Rose, lei si scansò
bruscamente e senza aggiungere una parola aprì la sua auto.
-Scusatemi ragazze! Ma si vede che questo film non mi porta molta
fortuna. Ci vediamo a casa!- affermò con un tono incolore,
come
se un qualunque tipo di sentimento non l’avesse toccata in
quel
momento angosciante, e salì in auto. Ma prima che potesse
chiudere la portiera, mio fratello la bloccò con la mano.
-Ora tu mi dici subito cosa cazzo ti è preso e cosa
significa
tutto questo!- urlò arrabbiato come poche volte
l’avevo
visto. Il suo tono era quasi disperato.
-Non pensavo fossi così stupido- lo insultò lei,
mentre le mani di Emm si strinsero a pugno.
-Rosalie, mi stai facendo incazzare… e anche tanto!-
sputò fuori, e intanto lei mise in moto. -Non farti tirare
giù dall’auto. Lo sai che ne sarei capace!- la
minacciò. Il ghigno glaciale che si dipinse sul volto di
Rosalie
fece scendere dei brividi lungo la schiena persino a me, e non osai
nemmeno immaginare a Emmett. Lo conoscevo troppo bene e sapevo
benissimo che la rabbia che stava mostrando in quel momento, celava
qualcosa di ben più intenso e sconvolgente: la paura
totalizzante e paralizzante di stare perdendo la sua donna, la persona
che amava di più al mondo. Era la stessa identica
espressione
che mai più avrei sperato di vedergli dipinta su quel viso
sempre così allegro e gioviale. Sentii una mano calda sul
braccio e voltandomi vidi che Bella si era attaccata a me e mi
stringeva forte, senza distogliere gli occhi dalla scena. La avvolsi in
un abbraccio e la strinsi al mio fianco. Dalla sua espressione e dalle
parole di poco prima ero certo che conoscesse alla perfezione il motivo
di tutto quel casino… e con lei anche mia sorella.
Rose, inaspettatamente, diede gas al motore e partì con una
sgommata, facendo perdere l’equilibrio a mio fratello che
cadde
all’indietro sbattendo la schiena contro il terreno, mentre
l’auto di Rose sfrecciava fuori dal parcheggio della scuola.
-Emmett!!- urlammo tutti per lo spavento. Mi fiondai subito accanto a
lui, insieme a Jasper e Ben, per accertarci che non si fosse fatto
niente di grave. La disperazione dipinta nei suoi occhi mi fece
stringere il cuore.
-Emm! Ti sei fatto male?- gli chiesi, preoccupato. Scosse la testa,
incapace di dire anche solo mezza parola e rimase seduto per terra, con
i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa tra le mani.
-Dai, che ti aiuto ad alzarti- lo spronai. Non potevo vederlo
così inerme… Mi diede la mano e lo aiutai a
rialzarsi da
terra. Una piccola mano delicata spuntò tra noi: Bella gli
stava
porgendo le cose che Rosalie aveva buttato a terra. Lui la
guardò e poi fissò Alice. Anche lui aveva
compreso che
probabilmente loro sapevano cosa fosse accaduto.
-Ti prego, Emm! Dimmi che non ti sei scopato quella lurida puttana di
Tanya!- lo implorò Bella, con un’espressione
disperata.
Tutti sgranammo gli occhi, compreso Emmett. Guardai Bella che
annuì ed Alice in due parole ci spiegò
esattamente
cos’era successo.
-Io non ho fatto niente!- urlò Emmett; -Come potete anche
solo
aver pensato che avessi tradito Rosalie! Come ha potuto Rose crederle?!
La conosce! Sa di cosa è capace!- gridò, sempre
più arrabbiato.
-Ma se non ci sei andato a letto, come fa Tanya a sapere del tuo
neo… bè… particolare?- gli chiese
Alice.
Già, probabilmente era quello che ci stavamo domandando
tutti in
quel momento. Ma evidentemente non proprio tutti, perché
Jasper
intervenne per la prima volta. Non aveva ancora aperto bocca e aveva
osservato attentamente tutta la scena. Sapevo quanto teneva a sua
cugina e probabilmente era preoccupato per lei. Come anche noi
d’altronde. Immaginavo quanto anche Rose stesse soffrendo in
quel
momento e mi dispiaceva. Doveva essere stato tremendo per lei sentire
quelle parole… e non osavo nemmeno immaginare cosa le
passasse
per la testa al pensiero che Emmett potesse averla tradita. Che
situazione di merda!
-A questo posso risponderti io, Alice- affermò, mentre tutti
lo
guardavamo curiosi; -Qualche giorno fa ho “salvato”
Emmett
dalle grinfie di Tanya. Si era attardato negli spogliatoi per via del
coach che l’aveva trattenuto; e così, non
vedendolo
arrivare, mi sono deciso a raggiungerlo negli spogliatoi per invitarlo
a darsi una mossa. Ma appena entrato ho sentito le voci di Tanya e di
Emmett. Lei ci stava provando spudoratamente e lui cercava in tutti i
modi di respingerla. Appena mi sono avvicinato ho chiaramente visto lei
che, con una mossa fulminea, era riuscita a strappargli via
l’asciugamano che lo ricopriva dopo la doccia. Emm era
evidentemente incazzato e ha cercato di riprendersi
l’asciugamano
per coprirsi, ma allo stesso tempo non voleva avvicinarsi troppo a lei,
essendo completamente nudo. Così sono intervenuto e ho
mandato
via quell’assatanata. Ma vi posso assicurare che prima di
scomparire si è presa una bella vista. Senz’altro
avrà notato il neo e ne avrà approfittato,
facendo
credere a Rose che lui ci fosse stato!- ci spiegò, mentre la
disperazione di Emmett si stava trasformando in rabbia. La cosa mi
preoccupava e non poco.
-Io la tolgo dal mondo quella brutta troia! Lurida puttana! Stronza!-
urlò infuriato, dirigendosi a grandi falcate verso la
palestra.
-No, Emmett! Fermati!- lo pregarono le ragazze. Io, Jazz e Ben lo
rincorremmo e tentammo di bloccarlo, ma persino in tre facevamo fatica
a trattenerlo… Ben fu spinto malamente da Emm, che tentava
di
liberarsi, e cadde per terra. A quella scena mio fratello smise subito
di lottare per riprendere il suo proposito e la ragione ricomparve sul
suo viso. Le ragazze ci furono accanto in un attimo e Angela si
chinò subito verso il suo fidanzato, preoccupata da morire.
-Scusa, Ben. Non l’ho fatto apposta. Ti sei fatto male?- gli
chiese Emmett mortificato, aiutandolo a rialzarsi. Lui scosse la testa,
massaggiandosi un po’ una coscia, che probabilmente aveva
sbattuto nella caduta.
-Non ti preoccupare, niente di grave- lo rassicurò il nostro
amico.
-Ti prego, fratellino! Lasciala perdere! Piuttosto andiamo subito a
casa, così potrai spiegare ogni cosa a Rosalie e vedrai che
capirà immediatamente che quella schifosa ha pronunciato
solo un
sacco di cazzate!- cercò di farlo ragionare Alice. Tutti
assentimmo e ci avviammo verso la mia auto.
Salutammo Ben e Angela e sentii Bella rassicurare la sua amica sul
fatto che le avrebbe telefonato più tardi per farle sapere
com’erano andate le cose. Ero preoccupato da morire per
Emmett.
Ora che eravamo riusciti a calmarlo un po’, avrebbe comunque
dovuto essere leggermente più tranquillo visto che aveva una
spiegazione più che logica da dare a Rosalie e persino un
testimone, Jasper, che aveva assistito a tutta la scena…
invece
lo vedevo sempre più spento, come se già sapesse
che
Rosalie non gli avrebbe creduto o che comunque non l’avrebbe
perdonato. In auto Bella avvertì Leah che il pomeriggio al
cinema era saltato, accennandole solo che era successo un gran casino e
che le avrebbe spiegato più tardi.
Mio fratello era accanto a me, sul sedile del passeggero, con la testa
appoggiata al finestrino. Gli battei una mano sulla coscia per attirare
la sua attenzione. Lui si voltò, guardandomi con occhi
spenti ed
impauriti; io tentai di sorridergli, sperando di infondergli un
po’ di conforto.
-Vedrai che andrà tutto bene! Rose è una ragazza
intelligente… l’hai detto anche tu che conosce
bene quella
stronza e sa di cosa è capace… è una
tipa tosta,
capirà vedrai, e ti perdonerà. Tra pochi minuti
l’avrai di nuovo tra le tue braccia, ne sono certo!- lo
rincuorai. Ma lui scosse la testa. La mano di Alice gli si
posò
sulla spalla.
-Emm… Rose ti ama alla follia! E poi la cosa più
importante è che si fida di te!- lo rassicurò,
sorridendogli amorevolmente.
-E’ proprio questo il problema… è
proprio
questo…- mormorò, completamente abbattuto. Mi
voltai un
attimo a guardarlo, non capendo a cosa si riferisse.
-Stavolta ho perso la sua fiducia, ne sono sicuro… in modo
totale… ho sbagliato…- continuò,
mentre per un
secondo vidi una goccia luccicare sul suo viso. Non feci in tempo a
chiedergli niente, perché entrammo in garage. Lui si
catapultò fuori dall’auto e corse in casa. Lo
seguimmo
tutti: avevo notato che l’auto della mamma non
c’era… meglio così! Saremmo stati
più
tranquilli e magari non avremmo nemmeno dovuto spiegarle ciò
che
era successo perché al suo ritorno, quei due avrebbero
senz’altro già fatto pace. L’auto di
Rosalie,
invece, era parcheggiata nel vialetto anziché in garage.
-Rose! Rose!- lo sentimmo urlare, mentre saliva le scale a grandi
passi. Ci fermammo un attimo in salone… non sapevamo nemmeno
noi
se seguirlo o no. Lo sentivamo battere i pugni sulla porta, e chiamarla
a gran voce, pregarla di aprire, ma evidentemente lei non ne voleva
sapere.
-Dovremmo salire anche noi?- chiese Bella. Ci guardammo per un attimo,
indecisi se intrometterci o restarne fuori.
-Forse è meglio. D’altronde io ho assistito alla
scena e
sicuramente, anche se arrabbiata, Rose mi
ascolterà…
l’ha sempre fatto. A me crederà
senz’altro!- rispose
Jazz.
-Magari tra tutti riusciremo a convincerla ad aprire e a dare una
possibilità ad Emm per spiegarsi- aggiunse Alice. Annuimmo e
ci
avviammo al piano di sopra. Trovammo Emmett in corridoio, seduto per
terra, appoggiato alla porta di Rosalie, con gli occhi lucidi. Ci
guardò con un’espressione affranta.
-Non mi risponde nemmeno… non mi vuole
ascoltare…-
mormorò, affranto. Ero incredulo di fronte a mio fratello in
quelle condizioni… ero convinto che pur di farsi le sue
ragioni
avrebbe buttato giù quella maledetta porta, e invece
sembrava
quasi che si fosse già arreso… come se sapesse
che non
c’erano speranze che lei lo potesse perdonare… ma
perché diavolo Rose non avrebbe dovuto farlo?!
Lo conoscevo bene… Emm adesso aveva bisogno di uno scossone!
-Che cazzo stai facendo?!- gli sibilai, duro. Tutti mi fissarono
attoniti per il mio tono severo e inflessibile ed Emmett mi
guardò, turbato e confuso.
-Cosa dovrei fare, eh?!- urlò; -Non vuole nemmeno starmi a
sentire!- continuò disperato.
-E allora?! Da quando ti fai fermare da un’inezia come
questa?!
Lotta per lei! Se ti fossi arreso così con me, a
quest’ora
sarei sotto terra! Non ti riconosco nemmeno!- gridai, ormai in preda
alla furia di vederlo così inerme. Quello non era mio
fratello… era una patetica imitazione! Lo vidi stringere i
pugni, mentre gli occhi si strinsero a due fessure. Si alzò
con
uno scatto e si mise a tirare pugni alla porta.
-Rosalie Hale! Apri subito questa cazzo di porta o ti giuro su Dio che
la butto giù!- urlò con tutte le sue forze,
mentre il
legno della porta tremava e scricchiolava sotto i suoi colpi. Bella mi
si affiancò, accarezzandomi una guancia e vi posò
un
bacio dolce.
-Sei stato favoloso… sei riuscito a farlo combattere di
nuovo-
mi sussurrò a un orecchio, facendomi sospirare compiaciuto.
La
strinsi forte a me e le baciai la testa.
-Rose è l’ultimo avvertimento!- urlò
ancora. Dopo
qualche attimo la porta si spalancò di scatto: Rosalie fece
la
sua comparsa, con un’espressione furiosa sul viso.
Cazzo! Forse non sarebbe stato così semplice per Emmett! Ma
almeno ora si sarebbero parlati!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 107
-Rose… lo so ho sbagliato, sono stato un coglione! Domani a
mensa prenderò quella lurida puttana e la
sbugiarderò davanti all’intera scuola!
Vedrai… mi ascolteranno tutti e così ognuna di
quelle oche saprà che non ti ho mai tradita! Lei non
potrà negare, perché c’era anche Jasper
che ha assistito a tutta la scena! Lui sa come è andata
veramente!- gridò con disperazione Emmett, indicando Jazz
che annuì in direzione di Rose. Mi faceva una tenerezza
infinita: Emm sembrava un cucciolo sperduto e abbandonato.
-Oh, per favore, Emmett! Non fare il bambino!- esclamò,
ancora più arrabbiata; -Non mi è mai importato
nulla di quello che pensavano gli altri e non incomincerò di
certo adesso! Non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno. Non
è questo il punto! Non l’hai ancora capito?!-
continuò.
-Rose… io… io capisco solo che ti amo
più della mia vita! Non posso stare senza di te! Ti prego,
perdonami! Non te l’ho nascosto per cattiveria…-
la implorò Emmett.
Ti prego, ti prego, ti prego!, pensavo nella mia mente. Ti prego, Rose,
perdonalo!
-E allora spiegamelo, Emm… perché io proprio non
lo capisco… pensavo ci fosse un rapporto speciale tra di
noi… credevo che ci unisse un legame
straordinario…- mormorò con la voce spezzata. Mi
si formò un groppo in gola e una lacrima scivolò
anche sul mio viso, ma l’asciugai rapidamente, tentando di
non farmi scorgere. Non potevo ascoltare quei toni di tristezza e quel
dolore nella sua voce… le volevo troppo bene ed ora che
finalmente aveva trovato la sua felicità, non poteva
succedere tutto quel casino! Non se lo meritava! Aveva già
sofferto così tanto…
-Non lo so nemmeno io perché… non ne ho avuto il
coraggio… Ho avuto paura di rovinare quella bellissima
giornata… sembravi così arrabbiata a causa di
Tanya e poi… poi non mi sembrava vero che fossi stata
così comprensiva… Temevo che se ti avessi
rivelato fin dove si era spinta quella maledetta, magari avresti
pensato che ci fosse stato qualcosa in più tra me e
quella… non lo so… non lo so! So solo che sono
stato un coglione codardo…- si agitò Emmett.
Buongiorno
dolci fanciulle!
Allora vi siamo mancate? Voi tantissimo!
Eccoci qui a postare il capitolo in cui potrete sapere cosa pensa
Rosalie della situazione che si è creata con Tanya e vedrete
se deciderà di ascoltare Emmett e soprattutto di perdonarlo.
Scusate se abbiamo risposto alle vostre recensioni solo un paio di
giorni fa, ma Sara, come sapete già, è stata in
viaggio ed io ho di nuovo problemi di salute che purtroppo si stanno
aggravando un po' e quindi stare seduta al pc è diventato un
problema.
Vi ringraziamo comunque di seguirci sempre così numerose.
Vi adoriamo!
ATTENZIONE:
il prossimo capitolo lo posteremo giovedì, ma dalla prossima
settimana per il resto di luglio e per tutto agosto riusciremo a
postare solo una volta alla settimana e abbiamo deciso per il
giovedì. Spero ci scuserete ma non riusciamo a fare di
più. Ne approfitteremo però per portarci avanti
con i capitoli, sperando addirittura di arrivare alla fine della
storia, così da settembre torneremo alla solita
routine delle due volte a settimana senza più fare
cambiamenti!
Un bacione a tutte quante e BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 107
Crisi
Pov
Bella
Rosalie
era di fronte a
noi, con un’espressione furibonda sul viso, e stava
letteralmente
fulminando il povero Emm. Ero seriamente preoccupata per come si
sarebbero potute evolvere le cose tra loro se lei avesse deciso di non
credere alla sua spiegazione; ma una piccola parte di me era allo
stesso tempo sollevata nel vedere la mia cuginetta esprimere in modo
chiaro il suo sentimento al momento.
A scuola
e, subito dopo,
nel parcheggio, ero rimasta raggelata dalla sua freddezza e la sua
compostezza in un istante del genere mi aveva paralizzato. Avrebbe
dovuto piangere, urlare, infuriarsi, chiedere immediatamente
spiegazioni… invece mi era sembrato che non stesse provando
nemmeno il minimo sentimento… come se fosse stata un guscio
ormai vuoto. La conoscevo troppo bene e sapevo che era il suo modo per
difendersi dal dolore, proprio come quando erano mancati gli zii. Ma
chiudendosi in questo modo non permetteva a nessuno di avvicinarsi al
suo cuore… e ciò significava che non avrebbe
accettato di
ascoltare eventuali giustificazioni…
-Cosa
diavolo vuoi ancora?!
Non hai già fatto abbastanza?!- sibilò furiosa,
fissando
Emmett con astio e rancore trattenuto. Lui sgranò gli occhi
per
un attimo e poi un’espressione contrita e addolorata
sostituì la rabbia che fino a poco prima gli stava facendo
quasi
buttare giù la porta della camera di Rose.
-Vorrei
spiegarti come sono
andate veramente le cose tra me e quella maledetta schifosa. Non
è mai successo niente! Tu mi conosci, Rose! Pensi davvero
che
potrei mai tradirti?! E con quella poi?!- la supplicò, con
voce
leale e decisa. Nel suo tono non c’era un minimo accenno di
insicurezza e senz’altro mia cugina si sarebbe accorta della
sincerità di cui erano intrise le sue parole.
Io, in
realtà, mi
sentivo di troppo… e a giudicare dagli sguardi imbarazzati
degli
altri, i loro pensieri dovevano essere identici ai miei. Feci per
andarmene… però poi mi venne in mente un
particolare:
durante la tremenda discussione che avevo avuto con Edward a causa di
quella odiosa foto mandatami da quella gallina di Lauren sul mio
cellulare, la presenza degli altri ci aveva aiutato parecchio come
coppia. In quel frangente, se non fosse stata per la loro giudiziosa
presenza, non mi sarei nemmeno presa la briga di ascoltare le
spiegazioni di Edward.
-Ti
prego, Rose…
fallo parlare… stallo a sentire…- intervenni di
slancio,
certa di avere un qualche ascendente su di lei. Infatti quando i suoi
freddi zaffiri incrociarono i miei occhi, il suo sguardo si
addolcì immediatamente, per poi diventare di nuovo di
ghiaccio,
quando tornarono a posarsi sul suo ragazzo.
-Prima
che tu possa credere
di trovare anche solo la minima giustificazione a quel che è
successo, vuoi sapere cosa penso io, Emmett?- gli chiese con tono
deciso, che non dava certo modo di replicare. Lui annuì.
-Bene…
io credo che
sabato pomeriggio, al cinema, tu non mi abbia raccontato tutta la
verità sul tuo incontro negli spogliatoi con quella stronza-
asserì sicura.
-Rose,
ti giuro che non è…- ribatté
prontamente Emmett, ma con un gesto della mano lei lo interruppe.
-Ormai
non mi interessa
più sapere cosa è successo nel dettaglio.
L’unico
fatto veramente importante (e che mi ha ferita più di ogni
altro) è stato che tu, guardandomi negli occhi, mi abbia
mentito- lo accusò. Evidentemente Rosalie sapeva che Tanya
l’aveva seguito negli spogliatoi, ma lui non le aveva
raccontato
tutti i particolari. Ma insomma, che diavolo avevano questi Cullen? Ero
certa che Emmett si fosse comportato in quel modo per lo stesso
identico motivo per cui anche Edward mi aveva mentito la settimana che
ero stata costretta a casa dalla laringite: per proteggerla. Ma i
maschi pensavano veramente che fossimo così fragili da avere
bisogno di continue menzogne per non affrontare la realtà?
Avevamo vissuto benissimo prima che arrivassero loro; e anche se ne
avevamo passate parecchie, niente e nessuno ci aveva mai spezzate!
Avevamo sempre tenuto a bada sgualdrine come Lauren e Tanya; e Rosalie
ancora meglio di me! Possibile che l’errore di Edward non
fosse
servito di lezione anche a Emmett?
-Avevo
avuto subito il
dubbio che mancasse ancora un pezzo al tuo racconto, ma poi mi avevi
rassicurata con così tanta convinzione, che avevo pensato
che la
tua titubanza fosse solo frutto della mia immaginazione o della mia
stupida gelosia. Te l’ho chiesto per ben due volte, Emmett! E
io
mi sono fidata ciecamente di te! Ciecamente!- urlò, con un
dolore che difficilmente le avevo sentito esprimere così
apertamente; -Ho continuato a ripetermi che tu mi ami più di
ogni altra cosa e che, sapendo quanto fossero importanti per me
l’onestà e la fiducia, non mi avresti mai
più
mentito… e invece, l’hai fatto… e non
hai avuto un
attimo di tentennamento nel farlo…- mormorò con
amarezza,
sconfortata.
Emmett,
alle sue parole,
aveva abbassato la testa, consapevole dell’enorme errore
compiuto. Purtroppo le cose per lui non si stavano evolvendo al meglio
ed ero sempre più propensa a pensare che non si sarebbero
risolte in modo rapido. Se Emmett aveva veramente intaccato in
profondità la fiducia di Rose, conoscendola, difficilmente
lo
avrebbe perdonato. Non per ora, almeno…
-Sarò
anche gelosa
marcia, ma non mi sono mai reputata una stupida. Penso di aver
chiaramente compreso, senza bisogno di spiegazioni, come Tanya sia
venuta a scoprire un particolare così intimo di te. Me la
figuro
benissimo, cafona e sfrontata com’è, mentre ti
strappa via
l’asciugamano senza nemmeno darti il tempo di capire cosa
stesse
facendo. La conosco molto bene e so fin dove può spingersi
per
ottenere i suoi subdoli scopi. Ma se me lo avessi raccontato, io avrei
potuto ribattere a tono a quella schifosa… e invece mi ha
spiazzato! Solo ragionandoci dopo sono arrivata a capire cosa
probabilmente era successo. Tu non hai idea del dolore che ho sentito
nel momento in cui mi ha sputato addosso quelle bassezze…
qualcosa si è spezzato qui dentro…- e si
indicò il
cuore, mentre una lacrima le scivolava veloce sul viso. Non potevo
vederla in quelle condizioni, faceva troppo male! E inoltre conoscevo
benissimo il dolore che la stava dilaniando, l’avevo
già
provato anch’io.
-Rose…
lo so ho
sbagliato, sono stato un coglione! Domani a mensa prenderò
quella lurida puttana e la sbugiarderò davanti
all’intera
scuola! Vedrai… mi ascolteranno tutti e così
ognuna di
quelle oche saprà che non ti ho mai tradita! Lei non
potrà negare, perché c’era anche Jasper
che ha
assistito a tutta la scena! Lui sa come è andata veramente!-
gridò con disperazione Emmett, indicando Jazz che
annuì
in direzione di Rose. Mi faceva una tenerezza infinita: Emm sembrava un
cucciolo sperduto e abbandonato.
-Oh, per
favore, Emmett!
Non fare il bambino!- esclamò, ancora più
arrabbiata;
-Non mi è mai importato nulla di quello che pensavano gli
altri
e non incomincerò di certo adesso! Non ho bisogno di
dimostrare
niente a nessuno. Non è questo il punto! Non l’hai
ancora
capito?!- continuò.
-Rose…
io… io
capisco solo che ti amo più della mia vita! Non posso stare
senza di te! Ti prego, perdonami! Non te l’ho nascosto per
cattiveria…- la implorò Emmett.
Ti
prego, ti prego, ti prego!, pensavo nella mia mente. Ti prego, Rose,
perdonalo!
-E
allora spiegamelo,
Emm… perché io proprio non lo capisco…
pensavo ci
fosse un rapporto speciale tra di noi… credevo che ci unisse
un
legame straordinario…- mormorò con la voce
spezzata. Mi
si formò un groppo in gola e una lacrima scivolò
anche
sul mio viso, ma l’asciugai rapidamente, tentando di non
farmi
scorgere. Non potevo ascoltare quei toni di tristezza e quel dolore
nella sua voce… le volevo troppo bene ed ora che finalmente
aveva trovato la sua felicità, non poteva succedere tutto
quel
casino! Non se lo meritava! Aveva già sofferto
così
tanto…
-Non lo
so nemmeno io
perché… non ne ho avuto il coraggio…
Ho avuto
paura di rovinare quella bellissima giornata… sembravi
così arrabbiata a causa di Tanya e poi… poi non
mi
sembrava vero che fossi stata così comprensiva…
Temevo
che se ti avessi rivelato fin dove si era spinta quella maledetta,
magari avresti pensato che ci fosse stato qualcosa in più
tra me
e quella… non lo so… non lo so! So solo che sono
stato un
coglione codardo…- si agitò Emmett. Non sapeva
nemmeno
più lui che spiegazione dare: era teso, aveva paura di
perdere
la persona amata e potevo comprendere il perché le sue
parole
uscissero in maniera sconclusionata, senza un filo logico. Noi eravamo
tutti in un religioso silenzio, sperando con tutto il cuore che Rose
considerasse le sue motivazioni e gli desse un’altra
possibilità.
Sentii
la mano grande,
calda e confortante di Edward avvolgere la mia e stringerla un
po’. Era in palese tensione per suo fratello ed ero certa che
si
stesse trattenendo dal pregare Rosalie di perdonarlo. Soffriva anche
lui a vedere Emmett in quelle condizioni. Intrecciai le mie dita con le
sue e gliele strinsi con energia. I nostri occhi si incrociarono per un
istante e potei chiaramente leggervi l’ansia e
l’angoscia
nei suoi.
-Che
tristezza, Emm…
paura, timore… è questo il rapporto che
c’è
tra noi? Ti incuto talmente tanto terrore da non spingerti a instaurare
un legame basato sulla sincerità e sulla fiducia?
Bè… allora ho sbagliato tutto con te…
pensavo di
essere sempre stata comprensiva nei momenti importanti… di
essere per te una compagna giusta… che ci completassimo a
vicenda… e invece… evidentemente non è
così, perché il proprio compagno dovrebbe essere
un
sostegno, un supporto… e non portare l’altro a non
confidarsi per paura- mormorò sempre più
addolorata, e
stavolta le lacrime iniziarono a scenderle copiose. Emmett si
avvicinò subito per abbracciarla e confortarla, ma lei si
scostò bruscamente e sospirando a fondo si
asciugò
velocemente quelle gocce salate che raramente si concedeva di fronte
agli altri.
-Rose,
sono io che ho
sbagliato, tu sei perfetta! Perfetta per me! La colpa è solo
mia
e del mio stupido carattere di merda!- cercò di alleviare il
suo
dolore; -Ti prego perdonami… perdonami, Rose… ti
supplico…- la implorò ancora, con la voce densa
di
sofferenza. Con il fiato sospeso, purtroppo la vedemmo scuotere
lentamente la testa.
-Mi
dispiace Emm…
non ce la faccio… non adesso… forse abbiamo corso
troppo
e sarà meglio prenderci un po’ di
pausa…-
sussurrò, con voce quasi assente. Emmett e tutti noi
sgranammo
gli occhi… oh no!
-No, no,
no, no…
Rose, ti prego… non dire così! Noi
due… insieme ce
la possiamo fare…- la pregò Emmett, con una voce
irriconoscibile. Ma lei scosse ancora la testa, mentre le lacrime
avevano ripreso il loro corso.
-Non ce
la faccio…
non riesco più a fidarmi di te… mi hai mentito
deliberatamente… con una facilità
pazzesca…
qualcosa si è spezzato…- bisbigliò
quasi fosse
rimasta senza energie.
Poi, con
estrema lentezza,
richiuse la porta della sua camera. Emmett crollò in
ginocchio,
con entrambe le mani strette a pugno appoggiate per terra: stava
singhiozzando come un bambino, perso nel suo dolore straziante. Jasper
e Edward lo aiutarono a rialzarsi, mentre Alice era ormai in lacrime ed
io cercavo di farmi forza e non lasciarmi andare: ora dovevo consolare
mia cugina, aveva bisogno di me.
-Bella,
lo portiamo un
po’ in camera mia. Vi dispiace lasciarci un po’
soli?- mi
chiese Edward, chiuso in una maschera di tristezza.
-No, non
preoccuparti,
intanto io volevo andare da Rose- gli risposi. Mi diede un fugace bacio
a fior di labbra e poi raggiunse Jazz ed Emm, che erano già
entrati in camera sua. Mi voltai verso Alice.
-Ora vai
a sciacquarti un
po’ il viso e poi andiamo da Rose. Bada bene,
Alice…
andiamo da lei per consolarla e non per accusarla, ok?! Quindi se non
sei in grado di entrare qui dentro ed evitare di perorare a spada
tratta la causa di tuo fratello, puoi fare a meno di venire- la
ammonii, sapendo quanto potesse essere insistente e fastidiosa. Ma con
Rose serviva tutta la cautela possibile e non delle assurde crociate
che sarebbero servite solo a farla convincere ancora di più
della sua decisione. Alice annuì e si infilò
velocemente
in bagno per poi uscire cinque minuti dopo.
Dopo un
profondo respiro
bussai e senza attendere risposta provai a entrare: sapevo che se la
porta fosse stata chiusa a chiave significava che Rose voleva restare
sola… ma per fortuna era aperta. Entrammo e la trovammo
singhiozzante sul letto. Ero sconvolta, non avevo mai visto Rose in
quelle condizioni e d’istinto mi buttai sul letto accanto a
lei e
le accarezzai i lunghi e morbidi capelli, aspettando che si
acquietasse. Finalmente, dopo un lungo pianto, riuscì a
calmarsi
e si sollevò a sedere.
-Gr-grazie,
rag-gazze…- mormorò con la voce ancora spezzata
dagli strascichi dei singhiozzi.
-E di
che, Rose? Lo sai che
ti vogliamo bene!- la rassicurò il folletto, sorridendole.
Rose
puntò i suoi occhioni lucidi in quelli di Alice.
-Non…
non mi odi… Alice?- le domandò con una tristezza
immensa.
-Perché
dovrei
odiarti? Senti… Emmett ha sbagliato, anche se non
l’ha
fatto con cattive intenzioni… ed è giusto che tu
faccia
quello che ti senti; e se in questo momento preferisci restare sola
è giusto così! Io sono l’ultima persona
che ti
può giudicare… con tutti i casini che abbiamo
combinato
io e Jazz prima di metterci insieme!- le spiegò, cercando di
essere più comprensiva possibile. Le sorrisi mimandole un
grazie
con le labbra: il suo atteggiamento e le sue parole erano perfette per
Rose.
-Come
sta… lui?- ci chiese preoccupata con un filo di voce. Le
accarezzai la guancia dolcemente.
-I
ragazzi l’hanno
trascinato in camera di Edward… è inutile che ti
racconti
cazzate… è disperato, stava male, stava piangendo
anche
lui. Ti ama Rose e sono convinta che risolverete tutto…
piano
piano… magari non subito… ma ce la farete! Vi
amate da
morire entrambi e sono convinta che Emmett non si arrenderà,
come non si è arreso con Edward- cercai di tranquillizzarla.
-Mi
dispiace… non
voglio che stia male a causa mia… lo amo troppo, ma per
ora… io… non riesco più a
fidarmi… sto male
al pensiero che mi abbia mentito guardandomi negli occhi. Continuo a
rivedere il suo viso che mi rassicura che non è successo
nient’altro, mentre quella maledetta schifosa…
Dio, Bella!
Non sai l’istinto omicida che ho in questo momento!- si
arrabbiò di nuovo. Già… lo stesso
istinto che
avevo io!
-Rose,
non è
successo niente tra loro, questo lo sai anche tu ora! Jazz poi ha visto
tutto! E’ stata Tanya che gli ha strappato
l’asciugamano
mentre lui cercava di riprenderselo, ma allo stesso tempo non voleva
avvicinarsi troppo a lei perché era nudo. Poi è
intervenuto Jazz e lei se n’è andata, ma
intanto…
ehm… ha guardato con attenzione Emmett- le spiegai, sperando
che
servisse a qualcosa. Ma sapevo che non era quello il motivo per cui mia
cugina stava male.
-Lo so
Bella… negli
spogliatoi oggi… solo per un attimo ho creduto a
Tanya… e
il mondo mi è crollato addosso… ma poi non
riuscivo a
credere che Emmett mi avesse tradita; e così ho iniziato a
ragionarci su, intuendo ciò che poteva essere
successo…-
ci raccontò.
-Allora,
vedi che ti fidi
ancora di lui… altrimenti avresti creduto ciecamente alle
parole
di Tanya… o almeno ti sarebbe rimasto il dubbio!- le fece
notare
Alice.
-In
parte sì…
nel senso che sono certa che non mi mancherebbe mai di rispetto,
tradendomi in quel modo squallido… ma allo stesso tempo,
pian
piano, mi sono resa sempre più conto che lui era stato in
grado
di mentirmi guardandomi negli occhi! E perché poi? Solo
perché aveva paura che mi arrabbiassi? Pur sapendo di non
aver
colpa di nulla?! Come posso essere certa che in futuro non lo
farà di nuovo e magari per cose più gravi? Non ce
la
faccio ragazze, non adesso… e poi che rapporto sarebbe il
nostro
se lui ha paura delle mie reazioni, tanto da arrivare a non essere
sincero fino in fondo?!- ci domandò scuotendo la testa,
mentre
lacrime di disperazione rigavano di nuovo il suo volto.
-Ehi,
ehi! Calmati, Rose!
Il vostro è un rapporto bellissimo e molto
profondo…
Emmett è un ragazzo come tutti gli altri… non
è
perfetto e anche lui può sbagliare… nessuno ti
può
assicurare che se lo perdoni non commetta più altri errori,
ma
se vi amate veramente… bè, ce la
farete…- la
consolai.
-Forse…
ma ho comunque bisogno di un po’ di tempo, per
adesso…- si giustificò.
-E
allora prenditi tutto il
tempo che vuoi! Nessuno ti starà con il fucile puntato e
sono
certa che mio fratello non ti farà nessun tipo di
pressione… ti lascerà tutto lo spazio di cui hai
bisogno… però ti prego… non escluderlo
dalla tua
vita completamente come avevo fatto io con Jazz. Io mi sono pentita
amaramente dell’indifferenza che gli ho dimostrato,
perchè
lui stava malissimo. E nonostante in quel periodo fossi convinta che
Jazz non mi amasse, io non potevo comunque cancellare il sentimento che
provavo e quindi mi facevo del male inconsapevolmente da sola a
trattarlo in modo così ingiusto- le spiegò
saggiamente
Alice. Era vero! Me lo ricordavo anch’io; e dato che Rose non
aveva mica smesso di amare Emmett, sarebbe stata male anche lei a
vederlo soffrire.
-Ti
ricordi quello ci
diceva sempre tua mamma?- le chiesi improvvisamente. I suoi occhi
azzurri si piantarono nei miei e la curiosità si
manifestò nel suo sguardo. Scosse leggermente la testa.
-Quando
eravamo piccoline,
ogni volta che vedevamo gli adulti litigare, magari i miei genitori o
anche i tuoi, e ci rattristavamo, lei ci rassicurava sempre spiegandoci
che quando due persone si amano veramente possono passare anche
attraverso tante tempeste, ma poi tornerà sempre il sereno
perché i problemi si affrontano insieme e insieme si cresce,
ci
si conosce e ci si confronta… che i litigi e i problemi non
sempre allontanano le persone, ma che spesso servono proprio per
avvicinarle, anche se subito non ci sembra possibile- le ricordai. Lei
mi sorrise, mentre una nuova lacrima le scivolava sul volto pallido.
-E’
vero… non
me lo ricordavo…- sussurrò, con lo sguardo perso
probabilmente in qualche lontano ricordo. Restammo un attimo in
silenzio, poi sentimmo dei rumori provenire dal piano inferiore. Alice
guardò l’ora.
-La
mamma è
rientrata… io scendo giù, così magari
non viene a
vedere che fine abbiamo fatto tutti quanti- affermò Alice,
alzandosi. Guardai per un attimo Rose e capii che in quel momento aveva
bisogno di rimanere un po’ sola con i suoi pensieri. Mi alzai
anch’io.
-Scendo
con lei…
magari Esme ha bisogno di una mano per la cena… ti vengo a
chiamare quando è pronto, ok? E scenderai, vero?!- la
ammonii,
quasi certa che a cena non si sarebbe fatta vedere.
-Non lo
so… tu prova
a chiamarmi…- mi rispose. Le baciammo una guancia e
scendemmo in
cucina, da dove il rumore di pentole ci annunciava che Esme si stava
già prodigando per la cena.
Pov
Edward
Emmett
se ne era appena
tornato in camera sua: voleva rimanere un po’ da solo. Io e
Jazz,
invece scendemmo e trovammo le ragazze e la mamma in cucina,
indaffarate per la cena. Appena ci videro, Bella ed Alice volarono
nelle nostre braccia, facendosi stringere forte. Quel contatto
quietò un po’ il mio animo turbato. Non potevo
vedere mio
fratello in quelle condizioni. Mi sembrava di essere tornato indietro
nel tempo… raramente Emmett si lasciava andare
così, di
solito era un lottatore, non si arrendeva facilmente; ma ora era
diverso… si era convinto di aver perso Rosalie per sempre.
Era
convinto che niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea. Jasper
gli aveva promesso che avrebbe cercato di parlarle, di farle capire che
poteva ancora fidarsi di lui; ma lui non riusciva a darsi pace.
-Edward,
come sta il mio orsacchiotto?- mi chiese la mamma, preoccupata.
-Non
bene,
purtroppo… quello che mi preoccupa di più
è che si
è arreso. Pensa che ormai non ci sia più niente
da fare e
che Rosalie non lo perdonerà mai- le spiegai. Sorrise,
scuotendo
la testa.
-Ed io
che pensavo che il
melodrammatico in famiglia fossi tu!- scherzò, cercando di
alleggerire l’atmosfera. Le sue parole ci fecero sorridere,
ma
era dura…
-Faranno
pace, ragazzi! Non
vi preoccupate… quei due, come d’altronde tutti
voi, sono
due calamite. Non possono restare lontani nemmeno volendo. Li stavo
aspettando al varco da un po’!- continuò, mentre
tutti la
guardammo confusi.
-In che
senso, mamma?- le domandò Alice.
-Bè,
con il
caratterino pepato che si ritrovano, sinceramente mi aspettavo che
litigassero già molto prima. Io e Charlie temevamo in
continuazione di sentirli urlare dalla mattina alla sera! E invece ci
hanno veramente sorpreso. Alla fin fine, avete combinato più
casini voi due…- indicò mia sorella e Jazz;
-…che
loro due. Meno male che non abbiamo scommesso anche stavolta,
perché altrimenti avrei perso alla grande!-
sghignazzò
sollevata, facendoci sorridere ancora. Che matti quei due! E meno male
che erano loro gli adulti!
-Ragazzi,
vi vedo
angosciati… ma dovete restare tranquilli. Purtroppo nella
quotidianità le divergenze sono all’ordine del
giorno,
specialmente quando si vive insieme. Ci sono più
possibilità che nascano incomprensioni, perché il
rapporto è all’inizio, e quindi deve ancora
maturare;
dovete ancora conoscere bene i pregi, ma soprattutto i difetti
dell’altro, quelli contro cui vi scontrerete. E anche se a
voi
può sembrare di rimanere senz’aria quando non vi
vedete,
credetemi invece che vivere in case separate aiuta molto il rapporto
quando è ancora acerbo come il vostro, perché
permette a
ognuno di avere il proprio spazio. Per voi è
diverso…
è stato tutto molto più intenso e
veloce… forse un
po’ troppo veloce…- ci rivelò, facendo
una pausa e
dandoci la possibilità di riflettere su ciò che
aveva
appena affermato. Alla vista dei nostri visi concentrati, la mamma
sorrise comprensiva. Bè… però io ero
contento di
vivere con Bella, così non me ne dovevo separare a fine
giornata! Che agonia, altrimenti!
-Non
fraintendetemi,
ragazzi… con questo non voglio dire che rispetto ai normali
rapporti voi dovrete per forza affrontare maggiori
difficoltà;
ma purtroppo vivere insieme ventiquattro ore su ventiquattro non vi
permetterà di compiere i passi uno alla volta. Tutto
sarà
più intenso, energico, profondo… sia con le
emozioni o le
situazioni positive ma anche e soprattutto quelle negative! Prima o poi
si trova sempre una frase, un comportamento in grado di scatenare una
discussione più accesa o “violenta” di
altre.
Bisogna solo imparare a confrontarsi… ma logicamente
imparare
richiede tempo… e solo quando il rapporto si fa
più
solido, quando ci si conosce meglio, si impara a parlare e soprattutto
ad ascoltare veramente i bisogni o le paure dell’altro-
cercò di farci capire. Noi annuimmo in silenzio. Ripensai a
tutte le varie discussioni che avevamo avuto io e Bella e mi resi conto
di quanto avesse ragione mia madre.
-Il
punto è che da
ragazzi si tende ad immaginare che la persona che si ama abbia delle
reazioni, degli atteggiamenti o dei pensieri simili ai
nostri…
ma non c’è nulla di più sbagliato,
ricordatevelo!
Amare significa comprendere e rispettare l’altro nella sua
unicità e cercare con lui una connessione profonda,
irripetibile, preziosa… e creare un legame capace di
completarci
a vicenda…- si raccomandò.
-Dai,
vedrete che anche
loro ce la faranno, come ce l’avete fatta voi.
Però non
limitatevi a guardarli con un occhio esterno… cercate di
trarne
un insegnamento utile anche voi per le vostre liti future. Ricordatevi,
ragazzi miei, che alla base di un buon rapporto
c’è sempre
il dialogo. Non date mai per scontato niente e siate sempre
più
chiari ed espliciti possibile tra voi! Se non avrete nessuna remora a
confessarvi anche le più piccole
banalità… i
particolari che vi infastidiscono, quelli che invece adorate, quelli
che vi irritano a morte, gli atteggiamenti che vi feriscono e tante
altre sfaccettature dei vostri caratteri, allora i vostri rapporti
dureranno nel tempo… riuscirete ad affrontare anche le
tempeste
più violente! Perché credetemi… a
volte
l’amore non basta… specialmente alla vostra
età,
quando ogni cosa viene percepita in modo decisamente più
amplificato di quel che poi effettivamente è-
finì, per
lasciarci tutti a bocca aperta.
Guardai
Bella, ancora tra le mie braccia e la strinsi a me.
-Grazie,
Esme… sei
fantastica…- mormorò Jazz, leggermente in
imbarazzo. La
mamma si avvicinò e gli baciò la fronte.
-Forza,
qui finisco io! Ora
andate un po’ a distrarvi di là, ne avete
bisogno!-
esclamò, spingendoci via dalla cucina. Seguimmo il suo
consiglio
e ci buttammo tutti e quattro sul divano.
-Come
stava Rose?- chiese Jazz a sua sorella.
-Secondo
te? L’unica
nota positiva che ho notato è che si preoccupava per Emmett.
Non
voleva che soffrisse a causa sua, ma allo stesso tempo non riesce a
perdonarlo per ora…- ci spiegò, con un musetto
talmente
triste che mi addolorò. Incapace di resistere, mi avventai
su
quelle labbra morbide.
Avevo
bisogno di emozioni
positive e baciare la mia ragazza era la medicina migliore del mondo.
Bella schiuse subito la bocca e le nostre lingue si intrecciarono,
impazienti e felici di essersi ritrovate. All’istante,
avvolto
dalla sua morbidezza, dal suo profumo di fragola e dal suo benefico
calore, esclusi dalla mia mente ogni cosa che ci circondava; le mie
mani iniziarono ad accarezzarle la schiena da sotto la maglia,
facendola ricoprire di brividi, mentre le nostre bocche continuavano
fameliche a cercarsi, stuzzicarsi, attrarsi. Le mani di Bella mi
stringevano il collo, si intrecciavano ai miei capelli, e la mia voglia
di lei esplose in meno di un secondo, facendomi eccitare da
morire… dio, era meraviglioso baciarla in quel modo! Lei era
così invitante, così eccitante, così
desiderabile
e bella… così mia!
Il suono
di un cellulare
interruppe quel magico momento, riportandoci alla realtà:
era
quello di Bella. Lo estrasse dalla tasca dei jeans: era Leah. Mentre
lei rispondeva all’amica, mi voltai e vidi mia sorella e
Jasper
intenti nella nostra stessa attività di poco
prima… ma
non si erano interrotti, visto che il cellulare non era il loro! Uffi,
che palle! E che ingiustizia! Bè, mica dovevamo patire solo
noi!
In fondo Leah telefonava per sapere cos’era successo e quindi
la
questione interessava anche loro. Tirai una gomitata a Jasper, seduto
accanto a me… e a causa del contraccolpo, sbatté
i denti
sulle labbra di mia sorella, che gemette per il dolore. Ghignai
malefico.
-Scusa,
amore! Non è
stata colpa mia! E’ quel demente di tuo fratello che mi ha
tirato
una gomitata sulle costole!- si difese immediatamente
dall’occhiata fulminante di Alice. Lei cambiò
subito
direzione al suo sguardo inceneritore, mentre si teneva il labbro con
la mano.
-Io,
fossi in te, mi
toglierei quel ghigno dalla faccia, perché tanto questa me
la
paghi e pure con gli interessi!- mi minacciò seria. Sbiancai
improvvisamente, mentre sentii Bella chiedere a Leah di rimanere un
attimo in linea. Mi guardò con sguardo di rimprovero e poi
scosse la testa.
-Certo
che te le cerchi
proprio col lanternino tu, vero? Non potevi lasciarli in pace?- mi
sgridò. Sbuffai sonoramente. Che palle! Quante storie per un
innocuo scherzetto!
Bella
riprese la telefonata
e dopo aver spiegato a Leah cosa fosse successo, si salutarono.
Decidemmo poi di chiamare anche Angela e Ben, che senz’altro
erano in pensiero e aspettavano notizie. Finalmente liberi dai doveri
potemmo riprendere la piacevole attività di poco
prima…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 108
Il
peggio però stava arrivando! Avevamo appena fatto il nostro
ingresso nel parcheggio del liceo e avevamo subito notato, ai piedi
della scalinata, quella gallina di Tanya in compagnia di altre oche. Ci
avrei scommesso l’osso del collo che senz’altro
stava
attendendo il nostro arrivo per controllare di persona quanti danni era
riuscita a procurare con la sua perfidia! Maledetta! Io ed Alice ci
eravamo scambiate un rapido sguardo nervoso: entrambe eravamo
preoccupate… come avrebbe reagito Rose? Parcheggiammo
e
accanto a noi si sistemò Edward. Già solo il
fatto che le
coppie si fossero suddivise in due auto diverse era un evento
raro… e anche a quella distanza notai alla perfezione il
sorriso
strafottente e compiaciuto di quella stronza! Dio, che rabbia! Le avrei
volentieri cancellato quell’insolente sorrisetto dalla
faccia!
Rose, prima di scendere, accortasi di lei e del suo ghigno sfrontato,
sbiancò improvvisamente.
Capitolo 109 *** Cap. 108: Rabbia e tenere confidenze ***
Cap. 108
Ciao
ragazze!
Abbiamo notato con piacere che quasi tutte siete state concordi con la
reazione di Rosalie. E' normale che per ora sia così delusa,
ma nonostante ciò il suo amore per Emmett è
ancora molto forte. Quindi non disperate e vedrete che
qualcuno in particolare riuscirà a farla ragionare con
più calma.
Questo capitolo per noi è stato molto importante, in quanto
c'è una sorta di epilogo nella situazione delicata
riguardante il passato di Edward: il chiarimento con la madre. Speriamo
che possa piacervi!
Ci terremo anche particolarmente a dare un'informazione alle
più golose. I muffins alla nutella che prepara Esme sono una
ricetta suggerita dalla nostra carissima e amatissima (specialmente
dopo che ci ha passato la ricetta!) Nicoletta, ossia Nick81. Per chi
avesse piacere a provarla, fatecelo sapere che vi faremo avere la
ricetta per pm. Sono buonissimi, super veloci e semplici da
preparare. Ma il figurone è assicurato!
Ringraziamo come sempre tutte coloro che ci seguono e diamo il
benvenuto alle nuove lettrici! Vi
ricordiamo inoltre che dalla prossima settimana per tutto luglio e
agosto posteremo sempre e solo di giovedì!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 108 Rabbia e
tenere confidenze
Pov
Bella
Era
mercoledì
mattina, e come ogni santo giorno infrasettimanale noi ragazzi ci
stavamo recando a scuola. La differenza rivelante rispetto al solito
stava in un particolare… la nostra disposizione
all’interno dei veicoli: i ragazzi sull’auto di
Edward e
noi ragazze su quella di Rose.
La
situazione tra lei ed
Emmett non era tra le più piacevoli, purtroppo; ma per
fortuna,
nonostante lo stallo del loro rapporto, in casa non si era creata la
tensione nata in precedenza, ossia quando Jazz ed Alice avevano avuto i
loro bei casini. Tra i due nuovi piccioncini in crisi c’era
più che altro un forte imbarazzo e aleggiava
nell’aria una
marea di sofferenza.
Emmett
si era trasformato
nella tristezza personificata: aveva smarrito in modo totale la voglia
di sorridere o di sparare le sue solite battute che normalmente
rallegravano chiunque gli stesse accanto; e in tutta
sincerità
era uno strazio per il cuore vederlo così abbattuto. Povero
il
mio fratello orso!
Rosalie,
invece, cercava di
mostrarsi il più indifferente possibile; ma a nessuno
sfuggiva
che quando si trovava nella stanza con Emmett, come la sera precedente
a cena (cena che entrambi nemmeno avevano toccato, nonostante il piatto
preferito dell’orso!) o questa mattina a
colazione… lei
diventava cupa e silenziosa e i suoi occhi trasmettevano solo
un’infinita angoscia senza riuscire a celare il dolore che le
stava sconvolgendo l’anima. Ogni tanto i loro sguardi si
incrociavano e un acuto senso di disagio scendeva tra loro, come una
muraglia invalicabile.
Il
peggio però stava
arrivando! Avevamo appena fatto il nostro ingresso nel parcheggio del
liceo e avevamo subito notato, ai piedi della scalinata, quella gallina
di Tanya in compagnia di altre oche. Ci avrei scommesso
l’osso
del collo che senz’altro stava attendendo il nostro arrivo
per
controllare di persona quanti danni era riuscita a procurare con la sua
perfidia! Maledetta! Io ed Alice ci eravamo scambiate un rapido sguardo
nervoso: entrambe eravamo preoccupate… come avrebbe reagito
Rose?
Parcheggiammo
e accanto a
noi si sistemò Edward. Già solo il fatto che le
coppie si
fossero suddivise in due auto diverse era un evento raro… e
anche a quella distanza notai alla perfezione il sorriso strafottente e
compiaciuto di quella stronza! Dio, che rabbia! Le avrei volentieri
cancellato quell’insolente sorrisetto dalla faccia! Rose,
prima
di scendere, accortasi di lei e del suo ghigno sfrontato,
sbiancò improvvisamente.
-Rose,
non gliela puoi dare vinta così! Quella è una
stronza malefica!- esclamai, inviperita.
-E cosa
potrei fare, Bella?
Cosa? Ormai il danno è fatto! La vedi come gongola?!
E’
lì che aspetta la mia disfatta come un avvoltoio! A lei non
importa nulla del fatto che Emmett non la vorrà
comunque…
non era certo lui il suo obiettivo, anche se forse non avrebbe
disdegnato una scopata! A lei importa solo di essere riuscita a
dividerci! E’ felice di aver vinto e di avermi fatta
soffrire!
Maledizione!- si arrabbiò.
-E
allora tu non dargliela
vinta! Fingi! Fingi che vada tutto bene! Penso proprio che mio fratello
non avrà nulla da obiettare a riguardo. Basta solo che lo
osservi per un secondo e capirai che i tuoi pensieri sono anche i suoi.
Se Emm fosse dotato di un laser negli occhi, quella puttana sarebbe
già cenere!- la spronò a reagire Alice. Ci
voltammo tutte
quante verso i ragazzi e vedemmo chiaramente l’espressione
furiosa di Emmett. Per fortuna Edward, dopo avergli sussurrato qualche
parola per calmarlo, lo afferrò per un braccio e lo
trascinò verso di noi, che intanto stavamo scendendo
dall’auto.
Prima di
incamminarci verso
la scalinata, mi venne un’ideuzza niente male per mortificare
l’oca; sperai con tutto il cuore che gli ex piccioncini non
mi
mandassero dritta dritta a quel paese…
-Sentitemi
bene, ragazzi!
So che in questo momento faticate anche solo a scambiarvi uno sguardo,
ma vi prego… almeno per qualche minuto fingete…
fingete
che non sia successo niente! Prendetevi per mano e camminate sereni
sotto gli occhi di quella stronza maledetta, sorridendole. Fatela
crepare d’invidia e rabbia! Datele una lezione! Non
può
passarla liscia… altrimenti vi posso assicurare che oggi mi
beccherò la mia prima sospensione! Vi giuro che non
riuscirò a passarle accanto, con lei che ci fissa con
quell’insolenza in viso, senza prenderla per i capelli! Vi
avverto che sono pronta a tutto… calci, morsi,
graffi…
Quindi pensateci bene! O le darete una bella lezione ora… o
avrete sulla coscienza la mia mancata ammissione ad Harvard. Vedete
voi!- tentai il tutto per tutto, spiegando loro il mio piano.
Emmett e
Rose si guardarono
per un istante e, come se si fossero intesi al volo, si sorrisero
flebilmente e inaspettatamente si presero per mano e si incamminarono
verso la scalinata, come se veramente tra loro procedesse tutto a
gonfie vele. Per tutti noi era una gioia vederli di nuovo
insieme… e un godimento immenso scorgere chiaramente il viso
di
Tanya trasfigurarsi a causa prima dello sconcerto, poi
dell’ira.
Quando le passammo accanto, tutti le sorridemmo e in particolare Emmett
e Rosalie. L’avevamo praticamente lasciata nel parcheggio
verde
di invidia e rossa di rabbia! Ah, che gigantesca soddisfazione! Edward
mi baciò all’istante, appena la superammo,
rischiando di
farmi ruzzolare per le scale a causa della sua selvaggia irruenza. Mi
sorrise felice.
-Sei
stata favolosa, amore!
Avevi quasi convinto anche me delle tue intenzioni bellicose!- mi
rivelò. Evidentemente non credeva che ne fossi stata capace.
Magari fosse stato per difendere me stessa non avrei mai messo in
pericolo la mia ammissione al college, ma se toccavano le persone che
amavo di più (e mia cugina faceva sicuramente parte di
queste),
potevo veramente perdere la testa, come alla sua festa di compleanno.
-Edward,
non stavo
scherzando prima!- lo avvertii. Lui sgranò gli occhi,
fissandomi
incredulo. Poi scoppiò a ridere con maggiore veemenza,
scuotendo
la testa.
-Sarà
opportuno che
tenga bene a mente che è meglio non farti mai arrabbiare,
tigrotta mia!- mi schernì, continuando a sghignazzare.
-Già…
ricordatelo bene!- confermai, ridendo anch’io con lui. Ormai
eravamo in cima alla scalinata e Tanya non poteva più
vederci… eppure Emmett e Rose si stavano tenendo ancora per
mano, anche se nessuno di quei due spiaccicava nemmeno mezza parola.
Il
momento d’incanto
fu però subito spezzato da Rose, appena giunti in
prossimità dei nostri armadietti. Raccolse velocemente i
suoi
libri e ripose la sua borsa senza più incrociare lo sguardo
con
nessuno di noi. Emmett continuò per tutto il tempo a
fissarla
con intensità, nella speranza forse che lei finalmente lo
ricambiasse; e quando successe, le rivolse il più dolce
sorriso
che avessi mai visto comparirgli sul volto. Probabilmente aveva
seriamente pensato che quella scenetta forse era servita ad avvicinarli
di nuovo un po’… e invece Rose deluse le sue (e le
nostre)
aspettative: abbassò all’istante il viso e dopo
aver
salutato tutti noi con un rapido cenno, scappò a lezione,
senza
aggiungere altro.
In quel
momento mi sentii
una cretina totale… altro che favolosa come mi aveva
elogiato
Edward! Emmett si era incupito e rattristato da morire e temevo con la
mia superficialità di aver solo aggravato il suo
dolore…
Invece, sorprendendomi, mi sorrise e mi abbracciò.
Com’era
dolce e generoso!
-Grazie,
sorellina!
Sai… fino a pochi minuti fa temevo di aver perduto in modo
definitivo la mia occasione con Rose, e invece… Dio
è
stato fantastico tenerla di nuovo per mano, poter sentire la morbidezza
della sua pelle! E sai una cosa? Tremava… l’ho
percepito
chiaramente! La conosco troppo bene ed era emozionata quanto me. Questo
significa pur qualcosa, no? Non mi arrenderò! La
riconquisterò ad ogni costo, dovessi impiegarci
cent’anni!
Avevate ragione voi ragazzi: devo lottare per lei e non perdere tempo a
compiangermi! Si fiderà di nuovo di me, vedrete!
Sarà
solo una questione di tempo, ne sono certo!- ci spiegò
Emmett,
facendomi nascere un sorriso sincero.
La
campanella
riportò tutti quanti alla realtà noiosa e
pressante delle
lezioni, per cui ci salutammo e ognuno si diresse alle proprie aule,
dandoci appuntamento in mensa. La mattinata trascorse non proprio
velocemente; e all’ora di pranzo non ci fu bisogno di
inventare
altri siparietti per Tanya: Rosalie ed Alice non ci poterono
raggiungere a causa di un enorme impegno… erano entrambe
indaffarate ad organizzare la festa di Halloween che si sarebbe svolta
il venerdì sera nella palestra della scuola.
Le
lezioni del pomeriggio,
soprattutto perché due ore le frequentavo insieme ad Edward,
furono fulminee e senza rendercene conto ci ritrovammo tutti quanti nel
salone di casa. Decidemmo di fare una sessione di studio di gruppo: la
settimana successiva si sarebbero svolti due importantissimi test, uno
di matematica e l’altro di letteratura. Anche se quelle
verifiche
le avremmo avute in giorni differenti a causa della
diversità
degli orari, il programma d’esame sarebbe comunque stato
identico
per tutti, e quindi avevamo deciso di ripassare insieme. Esme intanto
si stava prodigando per rifocillarci a dovere. Avevamo appena iniziato,
quando decisi di approfittare per parlare un attimo con lei a proposito
delle foto di Edward e suo padre. Ero certa che con tutto il casino che
era successo, il mio ragazzo non ci avesse più pensato.
-Ragazzi
arrivo
subito… voi continuate pure- affermai. Edward mi
guardò
con curiosità, ma con un cenno gli feci intendere che non si
trattava di niente di importante: avevo una paura folle che Esme, per
qualche strano motivo, non avesse conservato i negativi… e
la
delusione per Edward sarebbe stata cocente.
Appena
misi piede in
cucina, vidi Esme infornare una teglia, anche se non riuscii a
sbirciare cosa ci avesse cucinato… ma, conoscendola, forse
aveva
preparato i dolcetti preferiti da Emm e Rose…
-Esme,
scusa… volevo
chiederti una cosa…- esordii, titubante. Probabilmente
sarebbe
stato più corretto che glielo avesse chiesto Edward di
persona;
ma in caso di risposta negativa, avrei avuto un po’ di tempo
per
rivelarglielo, cercando magari di fargli capire che non sarebbe stata
la fine del mondo non poter recuperare le foto… e che gli
sarebbero comunque rimasti i ricordi. Anche se nel mio cuore ero certa
che nessuna frase di circostanza avrebbe potuto lenire la sua
delusione.
-Dimmi
pure, Bella- mi incoraggiò Esme.
-Ecco,
vedi…
Edward… da quando siamo tornati… ti ha per caso
posto
qualche domanda sulle foto di quando era piccolo?- le chiesi,
chiaramente imbarazzata per quell’intromissione in una
questione
così intima e privata.
-No,
tesoro… ma, intendi le foto con suo padre?- intuì
immediatamente. Io arrossii ancora di più.
-Sì…
proprio
quelle. Vedi, nel weekend me ne ha parlato e speravamo che tu avessi
conservato qualche negativo…- confermai. Il sorriso dolce e
rassicurante di Esme, mi fece chiaramente comprendere quanto fosse
stato inutile il mio imbarazzo: lei non ci vedeva niente di male nella
mia intromissione e anzi, ne sembrava felice.
-Ce li
ho tutti, tesoro,
dal primo all’ultimo- mi rispose raggiante; -Però,
Bella… sei proprio sicura che a Edward faccia piacere?-
domandò, improvvisamente dubbiosa. Una voce melodiosa, la
mia
preferita, rispose al mio posto.
-Sì,
mammina…
per me sarebbe un sogno poter ristampare le mie foto insieme a
papà. Non avevo mai pensato alla possibilità che
tu
potessi aver conservato i negativi… non sai quanto mi sia
pentito di averle strappate tutte- ammise, venendo ad abbracciarmi. Mi
guardò con amorevole intensità e intuii
all’istante
che mi voleva ringraziare. Gli sorrisi di rimando e lo strinsi al mio
fianco.
Quando
mi voltai verso Esme, notai chiaramente i suoi occhi lucidi.
-Oddio,
piccolo mio!
Tu… tu non hai idea da quanto io aspettassi questa tua
richiesta. Ho sempre sperato che prima o poi volessi riappropriarti dei
tuoi ricordi, ma ho voluto rispettare i tuoi tempi. Avevo paura di
forzare troppo la situazione, e allora ho sperato sempre di vederti
prendere in mano e sfogliare uno dei nostri album, così che
avrei potuto rivelarti che non tutto era perduto… che
avremmo
potuto ristampare quelle immagini… ma poi tu non lo hai mai
fatto… e io ho sempre ritenuto che non fossi ancora
pronto…- gli spiegò Esme, emozionata, quasi con
le
lacrime agli occhi.
-Oh
mamma! Scusa! Non
l’ho fatto mai prima perché era troppo doloroso
per
me… sfogliare quelle pagine piene di ricordi felici, e allo
stesso tempo constatare che tanti di quei bei momenti del passato erano
stati cancellati a causa dalla mia stupidità, del mio cieco
egoismo era… era troppo arduo per me… ma ora mi
sento
pronto…- confessò Edward, andando accanto a sua
madre e
prendendole le mani tra le sue.
Questo
era un momento tutto loro ed era giusto che lo vivessero da soli.
-Scusatemi…
raggiungo gli altri di là, così potrete parlare
con
calma- intervenni. Mi rivolsero entrambi un tenero sorriso e tornai in
salone.
-Edward?-
mi chiese subito Alice.
-Lui e
tua madre hanno un
paio di cose da chiarire… lasciamoli tranquilli. Quando
avranno
finito, ci raggiungerà- le risposi. Ci rimettemmo tutti a
studiare, anche se notai spesso che l’attenzione di Emmett
era in
tutt’altra direzione; nel frattempo Rose cercava di fare
l’indifferente, anche se non poteva fare a meno, ogni tanto,
di
sbirciare verso l’orso più tenero del mondo.
Sorrisi tra
me e me a quella scena e sperai con tutto il cuore che la situazione si
risolvesse al più presto, perché soffrivano
troppo
entrambi.
Pov
Edward
Bella,
in un gesto molto
delicato, ci aveva appena lasciati soli ed io sentivo un gigantesco
nodo in gola che mi impediva di continuare a confidarmi con mia madre,
spiegandole quanto fossi felice in quel momento.
-Vieni,
tesoro…
sediamoci un attimo, così parliamo con calma- mi
invitò
mia mamma, indicandomi lo sgabello accanto a lei. Mi accomodai e in un
attimo le sue braccia mi avvolsero, donandomi quel calore e
quell’amore immensi che solo una madre era in grado di
donare.
Quando i miei occhi si soffermarono di nuovo sul suo viso, mi accorsi
che le sue guance erano rigate di lacrime. La strinsi forte a me.
-Oh,
mamma… ti prego
non piangere… mi dispiace averti causato così
tanto
dolore… e non voglio più che tu versi altre
lacrime a
causa mia!- la pregai, con la voce che mi tremava. Lei si
asciugò quelle gocce salate, per poi sorridermi con
amorevole
dolcezza.
-Piccolo
mio, non
temere… sono lacrime di gioia queste! Sono così
felice
che tu abbia finalmente deciso di ristampare le foto, che non riesco a
trattenerle…- mi rivelò. Sospirai a fondo per
cercare di
calmarmi e far uscire la mia voce in modo abbastanza fermo. Ero certo
che se mi fossi fatto guidare dalle emozioni, sarei scoppiato a
piangere come un bambinetto e non sarei più riuscito a
esprimerle i miei sentimenti. Ma prima ancora che potessi dire
qualcosa, mia madre mi precedette.
-Alla
fine hai trovato il
coraggio di raccontare ogni cosa a Bella, vero?- mi domandò.
Sgranai gli occhi, sorpreso. Come faceva a sapere sempre tutto? Ed
essere così attenta a ogni più piccolo
particolare?
Semplice… perché era una madre fantastica e
sempre
presente!
-Ben
fatto, Edward. Era
giusto che Bella conoscesse il tuo passato…-
approvò; -Io
credo che servirà a rinforzare il vostro rapporto. Inutile
che
ti chieda come l’ha presa, perché è una
ragazza
dolcissima e straordinaria; e scommetto che non ti ha giudicato, ma ti
ha dato tutto il sostegno di cui avevi bisogno- affermò
convinta. Annuii.
-L’idea
delle foto è stata sua, vero?- mi domandò.
Sorrisi.
-Sì…
questo
weekend le ho confessato ogni cosa. Non hai idea del terrore che mi
aveva bloccato finora… avevo una paura immensa di perderla,
di
deluderla, come ho deluso te, e invece…- non feci in tempo a
continuare il discorso perché mia mamma mi interruppe
all’improvviso. -Edward,
no! Non è così… nel modo
più assoluto! In
quel terribile periodo ho sofferto tanto, è vero…
ma non
devi affatto credere che tu mi abbia mai delusa! Mai!- si
infervorò. Non capivo… come faceva a dirmi che
non
l’avevo amareggiata dopo il modo egoista ed infantile in cui
mi
ero comportato?
-Edward…
tu forse
confondi la delusione con la preoccupazione! Io ero perennemente in
pensiero per te, tesoro mio! Avevo paura di perderti, che ti succedesse
qualcosa di spaventoso. Ancora oggi mi sento tremendamente in colpa per
non essere stata in grado di restarti vicina come una madre dovrebbe
fare…- si accusò. Eh?! Che stava dicendo?
-Forse…
se fossi
stata meno debole, meno irresoluta… non ti saresti ridotto
in
quel modo, non avresti rischiato la tua vita ogni notte- mi
confessò, con la voce che le tremava. Non potevo credere
alle
mie orecchie! Non solo non mi riteneva un disgraziato per aver fatto
soffrire la famiglia, lei in primis; ma si colpevolizzava pure per il
mio comportamento così agghiacciante!
-Mi
dispiace tanto,
Edward… pensavo di essere una donna forte, avevo sempre
affrontato e superato a testa alta gli ostacoli che la vita aveva posto
dinnanzi al mio cammino; ma purtroppo mi sono dovuta ricredere. La mia
forza, le mie energie, il mio coraggio… erano frutto solo
dello
sconfinato amore di tuo padre, della sua illuminante presenza nella
nostra vita… era lui che mi impediva di abbattermi di fronte
alle difficoltà, lui che mi spronava costantemente a
combattere
e a non arrendermi… fin da ragazzini eravamo sempre stati un
essere unico… se c’era lui mi sentivo
completa…- mi
rivelò ed io la comprendevo benissimo. Era
l’identico
sentimento che provavo io quando stavo con Bella… e non
potevo
nemmeno immaginare quale strazio potesse significare perderla in modo
inaspettato...
-Quando
tuo padre è
venuto a mancare in modo così atroce e repentino, mi sono
sentita senza la terra sotto i piedi. Sono crollata… mi sono
sentita rotta, un involucro vuoto, come se fossi morta
anch’io
con lui…- mi confidò. Era la prima volta che mia
madre mi
svelava quanto fosse profondo il suo dolore, e non riuscii a trattenere
le lacrime.
-Però
ho sbagliato
Edward… è vero… vostro padre mi
mancava come
l’aria, ma io avevo voi… e avrei dovuto essere il
vostro
sostegno. Invece la mia fragilità ha dato il via a tutta una
serie di eventi negativi e mi ha fatto trasformare in una pessima
madre!- si rammaricò. Spalancai gli occhi, completamente
allibito dalle sue parole assurde. Com’era possibile che si
reputasse in quel modo, che denigrasse così il suo ruolo di
madre? La colpa di tutto questo era stata solo e unicamente mia! Io mi
ero comportato come un insensibile egoista e solo io l’avevo
portata all’esasperazione e in seguito alla depressione! Io
avevo
infranto i sogni di Emmett! Era sempre stato unicamente il sottoscritto
la causa di tutte le vicende dolorose della mia famiglia dopo la
scomparsa di mio padre, non la mia dolcissima mamma! Ma quando feci per
interromperla non me lo permise, posandomi due dita sulle labbra e
scuotendo la testa.
-No
Edward, ascolta…
fammi finire. Ho aspettato anche troppo per parlarti e non sai quanto
mi penta anche di questo. Mi sono sempre reputata una donna aperta al
dialogo, che punta sulla sincerità e sull’amore
per i
figli; ma di nuovo con te ho sbagliato, facendo trascorrere il tempo
senza mai spiegarti in cosa io ho mancato e lasciando che ti devastassi
in stupidi sensi di colpa. Tu eri solo un ragazzino che soffriva in
modo tremendo… ed io non avrei dovuto permettere che la
situazione precipitasse, come invece è avvenuto…-
si
tormentò. Oh povera mamma!
-Io ero
l’adulta… e io avrei dovuto esternare la forza per
impormi
e se necessario richiuderti in casa o portarti da qualcuno che fosse in
grado di aiutarti in modo concreto e invece… non ne sono
stata
capace e quel che è peggio è che ho rovinato non
solo la
tua vita, dato che questi saranno degli strazianti ricordi che ti
accompagneranno per sempre; ma ho distrutto anche quella di tuo
fratello. Non avrei dovuto appoggiarmi a lui come ho fatto, non avrei
dovuto permettere che rinunciasse al suo sogno sportivo o che perdesse
un intero anno scolastico! Avrei dovuto essere io il vostro sostegno,
la persona a cui rivolgervi per chiedere aiuto e invece ho fallito su
tutti i fronti… e con ognuno di voi! Non mi sono nemmeno
accorta
di quanto soffrisse la mia bambina e cosa le fosse successo!- si
crucciò. Dio… non avevo idea
dell’abisso di dolore
e angoscia che aveva vissuto la mia mamma…
-E tutto
questo
perché vi ho dato un’immagine debole di me, di una
madre
che non è stata in grado di appoggiarvi e raccogliere le
vostre
confidenze, il vostro dolore trasformandolo in qualcosa di
positivo… mi dispiace… mi dispiace tanto!
Perdonami
Edward!- singhiozzò sempre più forte e
intensamente. La
presi tra le braccia e la strinsi più forte che
potei…
non potevo vederla soffrire così e soprattutto non volevo
che si
reputasse una pessima madre.
-Mamma…-
la voce di
Emmett ci fece voltare nella sua direzione. I suoi occhi lucidi ci
fecero capire che aveva assistito alla conversazione in silenzio, in
disparte. In un istante Emmett annullò la distanza tra noi e
prese la mamma tra le braccia, guardandola intensamente negli occhi.
-Basta
piangere,
mamma… tu non hai mancato proprio in niente con noi e non
è vero che mi hai rovinato la vita, perché sei
una mamma
speciale! Io ho agito come sentivo… ma soprattutto nel modo
in
cui mi avete insegnato tu e papà. Ci avete fatto comprendere
fin
da piccoli quanto fosse importante la famiglia, più di ogni
altra cosa- le spiegò con incredibile dolcezza.
-E’
vero, mamma.
Papà sosteneva sempre che un domani avremmo potuto avere una
carriera sfavillante, possedere una villa faraonica, un’auto
favolosa, un conto in banca stratosferico… ma se non
avessimo
avuto nessuno con cui condividere tutto questo, qualcuno da amare con
tutti noi stessi, qualcuno con cui formare una famiglia…
bè, il resto non sarebbe stato nulla e ci sarebbe sempre
mancato
qualcosa di essenziale nella vita…- aggiunsi io, ricordando
tutte le volte che mio padre ci educava con queste parole.
-Infatti…-
concordò mio fratello; -Di una cosa sola mi
rammarico… di
non essere stato in grado di fare in modo che non dovessi imbottirti di
medicinali per andare avanti… e non sai quanto vorrei che
gettassi via una volta per tutte quelle maledette pillole che ancora ti
servono per dormire- aggiunse Emmett. Il sorriso che si
allargò
sul viso di mia madre la rese talmente raggiante da farmi rimanere
senza fiato.
-Ragazzi
miei…
è già una settimana che non ne ho più
bisogno… ho iniziato a diminuire le dosi già un
mese fa e
finalmente non ho più bisogno di niente per
dormire… e
non ho nemmeno più avuto incubi! L’amore di un
uomo
speciale come Charlie, e vedervi così sereni e
felici…
tutto ciò mi ha aiutato in modo eccezionale! Volevo
aspettare un
po’ a dirvelo… volevo essere certa di farcela,
così
da non deludervi di nuovo, nel caso in cui avessi dovuto riprenderle-
ci spiegò con fierezza.
-Tu non
ci hai mai deluso,
mamma! Mai! Non dire mai più una cosa del genere! Non hai
idea
di quanto sia orgoglioso di averti come madre: sei una persona
stupenda… e meriti tutta la gioia di questo mondo!-
mormorai,
mentre le lacrime ormai scendevano copiose. Ero felice…
felice
di aver chiarito finalmente ogni cosa con lei, felice di non averla mai
delusa come avevo sempre temuto per tutto questo tempo, felice che
fosse finalmente guarita completamente, felice di poter riavere le mie
preziose fotografie con mio padre… Emmett la
sollevò in
aria e la fece volteggiare per la cucina mentre lei rideva e piangeva
dalla gioia.
-Ehi!
Qui si festeggia e
non chiamate la vostra sorellina?- trillò Alice che,
evidentemente, non vedendoci più tornare, si era
incuriosita.
Gli altri erano rimasti in salone, probabilmente avvertiti dal mio
amore su che tipo di discorsi stessimo facendo.
-La
mamma è
guarita… non le servono più le medicine!- le
annunciai
commosso, mentre la mia sorellina si portò le mani alla
bocca
per la meravigliosa sorpresa.
-Lo
sapevo, lo sapevo! Ero
certa che ce l’avresti fatta, mammina!- urlò,
correndo e
fiondandosi tra le braccia della mamma, che Emmett aveva lasciato
andare, intuendo l’entusiastica reazione di Alice. Anche loro
si
abbracciarono per qualche minuto, mentre Emm venne a stritolarmi un
po’ in un gesto di puro affetto fraterno. Quel momento
speciale
venne interrotto dal timer del forno che annunciava che la nostra
deliziosa merenda era pronta. La mamma sfornò
all’istante
dei meravigliosi muffins alla nutella e il loro profumino delizioso si
sprigionò per tutta la casa. Decidemmo di aspettare che si
raffreddassero un po’ e intanto di riprendere a ripassare le
materie dei test della settimana successiva. Alice e Emmett mi
precedettero, perché la mamma mi richiamò ancora
un
attimo.
-Edward…
nell’ultima pagina di ogni album c’è una
busta che
contiene i negativi. In questo modo farai prestissimo a trovare quelle
mancanti. Se ti fa piacere ti potrai ristampare quelle che vorrai
tenerti, ma tutte le foto che mancano negli album vorrei che
ritornassero al loro posto. Ok?- mi spiegò.
-Non
preoccuparti mamma. Lo
farò senz’altro e i nostri album saranno di nuovo
completi. Grazie di cuore! E vorrei che sapessi che sei la migliore
mamma del mondo! So che probabilmente ogni figlio lo pensa della
propria madre, ma per me lo sei veramente! E lo dimostra il fatto che
in poco tempo sei riuscita a conquistare l’affetto anche di
Bella, Rosalie e Jasper. Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
E
ricordati sempre che con me non hai mai mancato in niente. Non voglio
che tu ti senta inutilmente in colpa. Ti voglio un bene immenso- le
confessai. Le baciai la fronte e dopo un ennesimo abbraccio, raggiunsi
gli altri in salone con l’animo leggero più che
mai. Ero
così felice che corsi ad abbracciare la mia Bella,
impaziente di
posare le mie labbra sulle sue… subito fui avvolto dal suo
odore
inebriante, un profumo di fiori, fragole, e infinita
tenerezza…
dio, quanto l’adoravo!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 109
-Emm,
per favore… siediti e parliamone con calma…-
cercò
di tranquillizzarlo Edward. Lui si risedette ed io tirai un sospiro di
sollievo; ma appena notai lo sguardo ostile e minaccioso di Rose, capii
che ormai il danno era fatto.
-Per
te forse
saranno cazzate, ma il mio ruolo di presidentessa è molto
importante per me!- replicò Rose di rimando.
-Ma
per favore!
Rifila queste stronzate a chi non ti conosce! Hai sempre ricoperto quel
ruolo solo perché anche tua madre era stata la presidentessa
del
comitato scolastico, non perché lo desideri veramente! Non
te ne
è mai fregato un cazzo di queste puttanate!-
gridò ancora
di più Emmett lasciandoci allibiti.
-E
poi cosa
vorresti?! Andare alla festa a scuola e sorbirti quella stronza di
Tanya?! Perché lo sai benissimo come andrà a
finire
quando ti vedrà lì da sola senza nessuno di
noi…
senza di me…- le sue parole morirono verso la fine, quando
osservò l’espressione ferita di mia cugina.
Espressione
talmente straziante che mi trafisse come un coltello nel cuore. Forse
Emmett non si era nemmeno reso conto delle parole dure che aveva
pronunciato, in preda alla rabbia; ma noi sì… e
in
particolar modo Rosalie. Nemmeno io ero a conoscenza del reale motivo
per cui aveva sempre ricoperto quella carica. Eravamo tutti ammutoliti,
mentre Rose aveva la testa china e vidi chiaramente una lacrima caderle
in grembo.
Buongiorno
a tutti!
Eccoci con un nuovo capitolo.
Siamo felici che il dialogo di chiarimento tra Esme e i figli vi sia
piaciuto così tanto. Ci sembrava doveroso ed è
stato un momento importante per i nostri protagonisti. Ci dispiace aver
fatto piangere molte di voi ma ciò significa che siamo
riuscite a toccare le corde del vostro cuore e questo ci riempie di
gioia e soddisfazione.
Molte di voi si aspettavano una pace più immediata tra
Emmett e Rosalie. Tenete conto che nel capitolo scorso, come anche in
questo, temporalmente è solo il giorno successivo alla loro
rottura. Per Rosalie è ancora troppo presto, deve avere il
tempo di elaborare i suoi sentimenti e di capire se l'amore che prova
per Emmett è più forte della delusione.
D'altronde sono ragazzi giovani che si sono messi insieme nemmeno da un
mese! Abbiate pazienza e fidatevi del nostro buon cuore. Da quel lato
non vi abbiamo mai deluse, no?! Speriamo...
Ringraziamo tutte le lettrici, silenziose e non,
che continuano a seguirci con tantissimo affetto e sappiate che vi
vogliamo bene!
Bene, vi lasciamo alla lettura e buon fine
settimana. A giovedì prossimo! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 109
Fuga
Pov
Bella
Dopo la chiacchierata con la loro mamma, Edward, Emmett ed Alice ci
avevano appena raggiunti di nuovo in salone: avevano tutti e tre gli
occhi rossi e lucidi, ma dei bei sorrisi sereni e distesi stampati sul
volto. Evidentemente la loro conversazione con Esme era andata anche
meglio del previsto e l’argomento non si era limitato solo
alle
foto di Edward con il padre. Ero felice per il mio amore… e
non
vedevo l’ora di poter ammirare con lui quei meravigliosi
ricordi
che avrebbe finalmente potuto recuperare; ma allo stesso tempo gioivo
anche per Emmett: era magnifico veder ricomparire di nuovo un sorriso
sincero sul suo volto… e mi accorsi che anche Rosalie si era
incantata a contemplarlo.
Sorrisi tra me e me… forse ci avrebbe impiegato ancora un
po’ a perdonarlo, ma era totalmente e incondizionatamente
innamorata di lui! E, prima o poi, Emmett avrebbe trovato il modo di
convincerla a dargli un’altra possibilità. Dentro
di me
avevo temuto che questo episodio l’avrebbe fatta regredire,
ritornando ad essere una persona fredda e scostante con gli altri come
un tempo; e invece era innegabile che l’amore di Emmett aveva
notevolmente ammorbidito la sua corazza e questo era solo un bene per
lei. Emm si accorse dello sguardo intenerito di Rose e lei
arrossì violentemente, abbassando il capo, imbarazzata. Io e
Edward ci scambiammo un’occhiata complice e sorridemmo
speranzosi. Poi il mio ragazzo si avvicinò per darmi un
bacio a
fior di labbra, delicato ma così carico di amore,
gratitudine e
sensualità che risvegliò un languorino nel basso
ventre
che mi fece colorare leggermente le gote. Naturalmente lui se ne
accorse subito e ridacchiò, compiaciuto dalla mia reazione
estatica a un suo semplice sfioramento.
-Anch’io ho una voglia matta di fare l’amore con
te…
più tardi, amore mio, non mi scappi!- mi sussurrò
all’orecchio, facendo aumentare il battito del mio cuore.
Dio,
l’effetto che mi faceva ogni santa volta era
devastante… e
il furbone se ne rendeva perfettamente conto, stuzzicandomi apposta.
Però adoravo giocare in questo modo scherzoso e disinibito
con
lui… e come sempre mi persi tra le sue labbra morbide e
succose,
nella sua bocca invitante, nella sua lingua esigente…
-Quando avrete finito di sussurrarvi zozzerie e farvi le porcate ci
fate un fischio? Così possiamo riprendere a studiare-
esclamò Alice, facendoci recuperare il contatto con
ciò
che ci circondava. Edward fulminò il piccolo folletto con
un’occhiataccia innervosita, ma lei nemmeno si scompose.
-Uhhh, che paura che mi fai! Ti stai allenando per una parte da serial
killer in qualche film, fratellino?- gli chiese con tono sarcastico,
inarcando vistosamente un sopracciglio.
-Un film in cui il fratello secondogenito squarta la sorellina minore e
nasconde i pezzi in una valigia per poi gettarla in mare senza
rimpianti? Mmm… fammici pensare… sì,
direi che si
può fare… e possiamo iniziare subito a fare le
prove!- le
rispose.
-Cretino!- si irritò.
-Bella, amore… vai a cercarmi una valigia?-
replicò lui con un sorriso malevolo.
-Idiota! Jazz non lo permetterebbe mai!- si difese, incrociando le
braccia al petto.
-Vero, mia principessa! In ogni caso ti aiuterei a sbarazzarti in quel
modo del secondogenito!- la rassicurò mio fratello,
baciandole
la fronte.
-Ehi! Preferisci la fidanzata alla tua gemella! Ha iniziato lei- mi
imbronciai con il mio fratellone che scoppiò a ridere. Venne
di
corsa ad abbracciarmi.
-Diciamo che siete due numeri “uno” alla pari per
me, ma in
maniera diversa. Nessuno potrà mai intaccare il bene che ti
voglio!- mormorò mentre mi stringeva con energia. Sorrisi
contenta. Era già un po’ che il mio fratellone non
mi
riempiva di coccole e mi godetti il momento.
Notai Alice guardarci sorridente, per poi stuzzicare di nuovo il
fratello.
-Prendi esempio, animale!- lo rimproverò, facendoci
scoppiare a
ridere; -Scusa Bella, non volevo interrompervi, ma mi devo ancora
vendicare del taglio che quel troglodita mi ha provocato sul mio povero
labbro- mi spiegò, toccandosi la ferita. Edward
sbuffò
sonoramente.
-Quanto sei pignola e vendicativa… non l’ho mica
fatto
apposta, nanetta- si lamentò. Mi schiarii la voce per
richiamare
la sua attenzione…
-Si vede che la ritorsione è una caratteristica genetica di
famiglia! Sbaglio o qualcuno qui presente mi ha letteralmente cacciata
in una piscina di acqua gelida solo per vendicarsi di un leggero
solletico sul viso?- lo redarguii. Stavolta toccò a Edward
essere fulminato da Jazz…
-Ma sei matto?! Volevi di nuovo farla ammalare?! E così che
tratti la mia sorellina in mia assenza?! Dannazione, io te
l’ho
affidata, Cullen!- lo sgridò. Edward spalancò gli
occhi,
sorpreso da quell’attacco su più fronti, poi si
riprese
immediatamente e un sorrisetto sghembo e malizioso (che naturalmente
riuscì ad ammaliarmi e inebetirmi in un secondo!) comparve
su
quella (stupenda!) faccia da schiaffi.
-Calmati cognatino… in acqua volevo solo avere una scusa per
riscaldarla ben bene con il calore del mio corpo… e infatti
non
ti sei lamentata né ammalata, vero amore mio?-
domandò,
con un tono scaltro. -Oh, per favore! Risparmiami i dettagli sconci se
non vuoi sapere per
filo e per segno cosa abbiamo combinato io ed Alice nel weekend!-
sbottò Jazz.
-Ok, time out! Stop! Fine! Frenate tutti i bollenti spiriti e le
rappresaglie! Nonché i riferimenti porcini! Subito!-
intervenne
Emmett, calamitando così l’attenzione di tutti
noi. Ci
eravamo quasi dimenticati che ci fossero anche lui e Rose seduti
intorno al tavolo. Di solito, quando si trattava di battute, erano i
primi a intervenire, e il loro silenzio in quel frangente per noi
così spassoso, era decisamente significativo della fredda
situazione tra di loro.
-Sinceramente… sapere cosa combina Bellina con mio fratello
potrebbe anche risultare intrigante…- e al che si
beccò
un ringhio da quel gelosone del mio ragazzo; -Ma di mia sorella vorrei
preservare il ricordo fanciullesco di quando ancora giocava con le
bambole, grazie!- ci informò. Scoppiammo tutti a ridacchiare
e
notai con estremo piacere che anche Rose si era lasciata andare a quel
momento di ilarità. Fu proprio lei poi a richiamarci al
nostro
dovere.
Intanto Esme portò in tavola un vassoio con i deliziosi
muffins
che aveva preparato, del latte e del succo di frutta. Decidemmo
così dopo una mezz’oretta di concederci una
meritata
pausa: eravamo già a buon punto con il ripasso del programma.
-Allora Rose… potresti passare tu a ritirare gli abiti per
venerdì sera, visto che domani andrai a Seattle con Charlie
e
Jake? Che ne dici? Così non dovremo ritornare
laggiù
venerdì pomeriggio- esordì Alice.
-Per me non c’è problema- le rispose;
-Però temo
che in qualche modo Jake riuscirà a dare una sbirciatina-
commentò dubbiosa.
-Ci puoi giurare! Lo sai che è la curiosità fatta
persona
e non si lascerà scappare un’occasione
così
ghiotta!- confermai subito, conoscendo alla perfezione le debolezze del
mio migliore amico. Il sorriso sardonico che nacque sul viso di Alice
mi fece intuire all’istante che lei aveva previsto anche
un’eventualità del genere.
-E’ proprio per questo motivo che ho richiesto esplicitamente
che
i costumi ci venissero confezionati in custodie chiuse e nere:
così nessuno potrà sbirciare niente! La cosa
importante
è che, una volta ritirati, tu non li perda di vista e non
lasci
Jacob solo con gli abiti, altrimenti niente e nessuno gli
potrà
impedire di aprire e curiosare- le spiegò Alice.
-Sei un genio!- la elogiai, mentre Alice gongolò decisamente
compiaciuta.
-Su ogni custodia c’è il nome di chi
dovrà
indossare il vestito; così venerdì sera, quando
voi
ragazzi vi cambierete, non farete casini e ognuno saprà con
precisione quale sarà il proprio- continuò.
-Alice, seriamente… sono abiti ridicoli? Ci dobbiamo
preoccupare?- le domandò Edward, leggermente timoroso.
-Sarete favolosi! E anche molto sexy!- lo tranquillizzai. Mi sorrise
sollevato e avvicinò un po’ la mia sedia alla sua,
così da potermi far sistemare tra le sue braccia.
-Ragazzi… visto che ci siamo tutti quanti ne approfitto per
dirvi una cosa…- intervenne Rose, titubante. Tutta la nostra
attenzione fu su di lei.
-Ecco… io ho deciso di non venire al New Moon…-
ci
rivelò, lasciandoci tutti senza parole. Ci fu un momento in
cui
nessuno fiatò, mentre notavo Emmett stringere forte i pugni
e la
rabbia impossessarsi con velocità crescente dei suoi
lineamenti.
-No, Rose, ti prego!- intervenni; -Abbiamo sempre trascorso Halloween
insieme, fin da quando siamo nate! Non puoi spezzare la tradizione! Ti
prometto che non ti lascerò un minuto da sola.
Starò
sempre con te e non avrai il tempo di pensare ad altro se non a
divertirti. Tu adori danzare e aspettavi con gioia la gara di ballo!-
tentai di convincerla. Lei mi guardò dispiaciuta, scuotendo
la
testa.
-Bella… mi spiace… non voglio che ti rovini la
serata
stando appiccicata a me. Voglio che tu ti diverta con Edward. E
poi… anche volendo… sai
com’è… a
scuola hanno bisogno di me e non posso proprio assentarmi…
credevo che se la potessero cavare, ma ho paura che combinerebbero
qualche casino senza la mia attenta e scrupolosa
supervisione…-
provò a ribattere.
-Cazzate!- urlò Emmett, alzandosi di scatto e sbattendo il
pugno
sul tavolo. Tutti sobbalzammo per lo spavento. I due si scambiarono due
occhiatacce inceneritrici ed io strinsi immediatamente il braccio di
Edward, sperando che riuscisse a calmare
l’aggressività di
suo fratello. Finora il suo comportamento aveva fatto sì che
Rose se ne stesse tranquilla e in qualche modo non si erano allontanati
del tutto; ma se ora l’avesse presa di punta, le cose
avrebbero
potuto solo peggiorare perché lei si sarebbe chiusa a
riccio…
-Emm, per favore… siediti e parliamone con
calma…-
cercò di tranquillizzarlo Edward. Lui si risedette ed io
tirai
un sospiro di sollievo; ma appena notai lo sguardo ostile e minaccioso
di Rose, capii che ormai il danno era fatto.
-Per te forse saranno cazzate, ma il mio ruolo di presidentessa
è molto importante per me!- replicò Rose di
rimando.
-Ma per favore! Rifila queste stronzate a chi non ti conosce! Hai
sempre ricoperto quel ruolo solo perché anche tua madre era
stata la presidentessa del comitato scolastico, non perché
lo
desideri veramente! Non te ne è mai fregato un cazzo di
queste
puttanate!- gridò ancora di più Emmett
lasciandoci
allibiti.
-E poi cosa vorresti?! Andare alla festa a scuola e sorbirti quella
stronza di Tanya?! Perché lo sai benissimo come
andrà a
finire quando ti vedrà lì da sola senza nessuno
di
noi… senza di me…- le sue parole morirono verso
la fine,
quando osservò l’espressione ferita di mia cugina.
Espressione talmente straziante che mi trafisse come un coltello nel
cuore. Forse Emmett non si era nemmeno reso conto delle parole dure che
aveva pronunciato, in preda alla rabbia; ma noi
sì… e in
particolar modo Rosalie. Nemmeno io ero a conoscenza del reale motivo
per cui aveva sempre ricoperto quella carica. Eravamo tutti ammutoliti,
mentre Rose aveva la testa china e vidi chiaramente una lacrima caderle
in grembo.
-Sc-scusa Rose… non volevo ferirti…-
mormorò
Emmett, inginocchiandosi accanto a lei; -E’ solo che non
posso
sopportare l’idea che Tanya ti rovini un’intera
serata… ti prego… andrai tu al New Moon. A me non
interessa affatto… l’unica cosa che mi importa
è
che tu stia bene e sia felice… vai tu con gli altri, io me
ne
starò a casa, così non ti rovinerò la
serata. Per
me non è un problema, davvero!- cercò di
convincerla
l’orso. Rosalie non si muoveva, ma appena Emm le mise le mani
sulle sue, lei scattò in piedi e potemmo finalmente scrutare
il
suo viso: era completamente stravolto e le lacrime scendevano copiose.
-Rose…- le sussurrai, alzandomi. Volevo abbracciarla,
confortarla, darle un po’ di sostegno.
-Scusatemi…- mormorò e scappò
letteralmente verso
il garage. Emmett fece per inseguirla, ma Jazz fu più veloce
e
gli sbarrò la strada.
-Emmett, no! Non voglio litigare con te, ma sappi che sarò
disposto anche a prenderti a pugni pur di impedirti di seguirla in
questo momento. Ha bisogno di restare sola, ora…
fidati…-
lo ammonì con un tono di voce duro. Emmett si
bloccò e
dopo qualche scambio di occhiatacce con Jasper, si arrese e se ne
andò in camera sua, mortificato.
-Ma che succede ragazzi?! Rosalie è scappata via piangendo e
si
sentivano le vostre urla persino dalla lavanderia- si
meravigliò
Esme, raggiungendoci in salone. Le riassumemmo velocemente la
discussione appena avvenuta e lei se ne dispiacque moltissimo.
-Ragazzi dove sarà andata? Sono preoccupata! La temperatura
fuori è veramente gelida e lei è fuggita via
senza
nemmeno una giacca- si preoccupò.
-In auto ha una coperta. Se avrà freddo la userà
senz’altro- la rassicurò Jazz; -Ha solo bisogno di
riflettere un po’. Se per cena non sarà tornata
proveremo
a chiamarla. Almeno ha con sé il cellulare-
continuò,
notando che il suo telefono non si trovava più sul tavolo.
Esme
si recò nel suo studio al primo piano e noi restammo ancora
un
po’ a riflettere. -Voi che la conoscete bene…
credete che
prima o poi riuscirà a perdonarlo?- chiese Edward,
evidentemente
in pena per suo fratello.
-Non lo so, amore… a volte sono sicurissima di
sì; e in
altri momenti, come questo, perdo le speranze. Certo che anche Emmett
lasciarsi scappare certe confidenze… Rosalie è
sempre
stata un tipo riservato, introverso… ma non
perché non si
fidi. La sua è più una sorta di senso di
protezione verso
di noi… non ha mai voluto sobbarcarci dei suoi problemi, del
suo
dolore, della sua sofferenza perché anche noi avevamo subito
quel tipo di perdita… con Emmett invece è
riuscita a
instaurare un rapporto profondo… lui è riuscito
ad
abbattere ogni sua barriera e lei non si è semplicemente
fidata,
ma si è ‘affidata’ completamente a lui.
E’ per
questo che ora fa fatica a perdonarlo… perché lei
pensava
che il loro fosse un legame speciale; e venire a sapere che lui, solo
per paura di farla arrabbiare o per proteggerla, le abbia nascosto una
cosa del genere la fa soffrire terribilmente- gli spiegai.
-Capisco… però amore, cerca anche tu di metterti
nei suoi
panni. So che la verità è la cosa più
importante
in un rapporto, ma a volte delle piccole bugie a fin di
bene…-
cercò di giustificarlo, ma lo interruppi subito.
-Edward, per favore lasciamo perdere questo discorso se non vogliamo
litigare anche noi!- mi infervorai, prendendo fuoco come un cerino;
-Non riesco proprio a capire perché voi maschi dobbiate
pensare
di doverci sempre proteggere, anche con delle menzogne! Siamo
perfettamente in grado di pensare a noi stesse! Pensi che Jasper quando
è successo tutto il mio casino con Dylan non avesse
desiderato
spaccargli la faccia?! Eppure ha fatto in modo che io riuscissi a
cavarmela da sola, sostenendomi e dicendomi sempre la
verità,
anche se sgradevole; e nonostante l’umiliazione per
ciò
che il mio ex mi aveva causato, ho avuto la soddisfazione di tenergli
testa. Non ho mai avuto problemi a girare per i corridoi della scuola a
testa alta, perché non ero certo io ad aver sbagliato! Non
mi
è servito nessun cavaliere che mi proteggesse o che venisse
a
salvarmi sul cavallo bianco… e la stessa identica cosa vale
per
Rosalie. Se Emmett le avesse raccontato tutto subito, magari
lì
per lì si sarebbe innervosita parecchio,
d’accordo; ma
sarebbe stata in grado di ribattere a Tanya con prontezza, si sarebbe
potuta difendere con sicurezza da quelle accuse assurde. E invece con
la vostra smania di “salvarci” o di
“proteggerci”, Emm ha combinato un enorme danno,
come
d’altronde avevi fatto tu quando mi sono ammalata. E se
ancora la
pensi così, significa che non hai ancora capito un tubo di
come
la vedo io!- mi irritai.
Edward mi osservava con evidente disappunto per la mia critica, ma io
volevo che fosse chiaro una volta per tutte che, a meno che non si
fosse trattata di un’aggressione fisica come quella sera con
Tyler al New Moon, non avevo nessun bisogno di essere salvata. Che
cavoli! Mica ero una demente incapace di proteggersi e di
difendersi… il mio cervello funzionava benissimo!
-Mi spiace Edward, ma devi fartene una ragione…- intervenne
Jazz. -Il mondo è delle fanciulle, oggi! Anche a me, se
qualcuno
trattasse male tua sorella, verrebbe voglia di intervenire a pugni; ma
conoscendola… bè, pensi che ne avrebbe bisogno?
Se
proprio dobbiamo dirla tutta, qualcuno dovrebbe difendere la persona
che ha avuto la malaugurata idea di offenderla!- cercò di
sdrammatizzare mio fratello, probabilmente per evitare anche un nostro
litigio e comunque per spiegargli meglio ciò che intendevo.
Gli
sorrisi, era veramente fantastico e poi non perdeva occasione per
prendere le mie difese senza però imporsi troppo, facendomi
passare per un’incapace. Tornai col mio sguardo sul mio
fidanzato
e notai che pian piano si stava rilassando… alla fine
sbuffò e mi prese tra le braccia.
-Hai ragione, scusa. Ma cerca di capire anche me. Ti amo
così
tanto che non sopporto nemmeno l’idea che qualcuno possa
farti
del male… anche solo con delle parole. Ma
cercherò
d’ora in poi di non immedesimarmi a priori nel classico
cavaliere
d’altri tempi, ok?- mi confidò. Gli sorrisi.
-Grazie, Edward. Ed io, invece, nobile cavaliere, se avrò
bisogno del vostro prode intervento, non mi farò problemi a
sollecitare il vostro aiuto, va bene?- cercai di andargli incontro e
dargli un minimo di soddisfazione.
-E io, gentile donzella moderna, vi assicuro che attenderò
la
vostra richiesta d’aiuto prima di intervenire a salvarvi con
la
mia armatura scintillante e il mio fedele destriero!- il sorriso
sghembo che gli si dipinse sul viso mi fece capitolare e mi avventai
sulle sue labbra, lasciandomi andare ad un bacio degno di essere
definito tale… oddio, ma quant’era eccitante la
sua
bocca?!
Jazz richiamò la nostra attenzione, schiarendosi
rumorosamente la voce e noi, a malincuore, ci staccammo.
-Amore, tu non puoi proprio fare niente per loro?- domandò
Alice
a Jazz; -Con te, Rosalie ha sempre avuto un rapporto
particolare… ti ascolta e si fida ciecamente di quello che
le
dici…- continuò.
-Proverò a parlarle, ma non ti assicuro niente…
secondo
me ha solo bisogno di tempo- le rispose, abbracciandola. Ci rimettemmo
a studiare, ma io non potevo fare a meno di continuare a sbirciare
l’ora; e anche Esme scendeva ogni dieci minuti a chiedere se
avessimo notizie di Rose. Era preoccupata da morire e non riusciva a
nasconderlo; e noi d’altro canto non riuscivamo a
concentrarci in
modo permanente su quei noiosissimi testi.
Pov
Jasper
Noi ragazzi avevamo appena riposto tutti i libri, quando la voce di mio
padre risuonò allegra dalla cucina, dove c’era
Esme,
già scesa da un pezzo per preparare la cena. Guardai per
l’ennesima volta l’ora. Dannazione, ormai erano
quasi le
sette… e di Rose ancora nemmeno l’ombra. Avevo
provato a
mandarle un messaggio, ma non mi aveva risposto. Avevo poi provato a
chiamarla, ma il suo cellulare squillava a vuoto. Conoscevo il luogo
dove poterla ritrovare; ma non volevo piombare da lei e invadere il suo
spazio… solo che ora si stava facendo veramente tardi ed ero
sempre più preoccupato.
-Non è ancora tornata?- la voce ansiosa di Emm mi
richiamò dai miei pensieri. Ci aveva raggiunti anche lui e
il
suo tono e la sua espressione non riuscivano a celare
l’angoscia
di non aver trovato Rosalie con noi. Alice scosse la testa e lui, cupo
e mesto, se ne tornò di sopra.
-Ciao ragazzi- salutò mio padre entrando in salone. Il suo
volto
era teso, segno che Esme lo avesse già messo al corrente
dell’incresciosa situazione.
-Jazz, vai. Ha già avuto abbastanza tempo per riflettere.
Tranquillizzala… e dille che se lo desidera può
cenare in
camera sua e nessuno di noi la disturberà; ma la voglio a
casa
al caldo e soprattutto al sicuro- mi ordinò mio padre con
tono
perentorio.
-Ok, papà… e non preoccuparti…
sarà al
solito posto- cercai di rassicurarlo. Si vedeva chiaramente che era in
pensiero per sua nipote. Era sempre stata una ragazza con la testa
sulle spalle, ma ogni tanto (quando aveva i suoi momenti cupi)
preferiva andarsene a La Push, sulla spiaggia, nel luogo in cui da
bambini andavamo sempre a fare i pic-nic estivi con i nostri genitori;
e se ne stava lì a guardare il mare e a riflettere.
Però
non ci aveva mai fatti inquietare e tornava sempre per cena. Non
stavolta, però…
Sospirando, recuperai il giaccone e le chiavi dell’auto; ma
mentre stavo per andare in garage, Emmett mi raggiunse con il giubbino
di Rose in mano.
-Suppongo che io non possa venire con te, vero?- mormorò
affranto.
-Mi spiace, Emm…- mi rammaricai. Mi addolorava vederlo
così sofferente, ma non potevo tradire la fiducia di mia
cugina
trascinandomelo dietro. E poi ci tenevo a parlarle da solo, a cercare
di farla ragionare… sapevo come prenderla…
-Ok, tranquillo… fammi un favore, portale questo…
sarà congelata a quest’ora…
e… dille che
l’amo da morire- mormorò, prima di correre di
nuovo al
piano superiore.
-Scusatemi, vado un po’ da lui- si congedò Edward.
Baciai la mia Alice e mi avviai in garage.
Appena aprii la porta, mi meravigliai di trovare Bella appoggiata alla
mia auto: era pensierosa e un’espressione furiosa le
trasfigurava
il viso.
-Ehi, Bells! Lo sai che non puoi venire. E poi qui in garage fa freddo,
vai dentro- le consigliai.
-Ora vado… è che... sono così
arrabbiata, Jazz! In
questo momento quello che vorrei di più sarebbe mettere le
mani
intorno al collo di Tanya e iniziare a stringere con tutte le mie
forze! La odio! La odio così tanto che non avrei mai pensato
possibile provare un sentimento così forte e negativo verso
un
altro essere umano!- mi confidò. La abbracciai forte e
cercai di
calmarla un po’.
-Lo so… lo so, sorellina. Ma questi sono solo pensieri
immaturi,
renditene conto! Comunque fidati di me… Tanya stavolta non
la
passerà liscia. E’ arrivato il momento di saldare
il conto
per tutte le cazzate che ha commesso finora. L’avevo
già
avvertita di stare lontana da noi. Il giorno dopo che l’ho
beccata negli spogliatoi, l’ho fermata e l’ho
minacciata di
lasciare in pace la nostra famiglia. Evidentemente non pensava dicessi
sul serio. Ma tu mi conosci e non parlo mai a vanvera- le spiegai,
rassicurandola. La vidi sgranare gli occhi e scoppiai a ridere.
-Ehi sorellina! Non ti spaventare! Non ho intenzione di fare qualcosa
di illegale. Quindi papà non sarà costretto ad
arrestarmi
per omicidio- cercai di sdrammatizzare la sua espressione impaurita.
-Per un attimo ho pensato che volessi farla fuori sul serio, in barba
ai pensieri immaturi!- sghignazzò Bella.
-Credimi… la tentazione è forte, ma confido in un
altro
metodo… e poi non penso che rovinarmi la vita per quella
maledetta sanguisuga sarebbe una buona idea- la tranquillizzai.
-Bè, comunque io non ti avrei mai abbandonato e ti avrei
fatto
visita tutti i giorni portandoti le arance e i tuoi adorati biscottini
alle nocciole!- mi schernì, ridendo. Le scompigliai i
capelli e
la coccolai ancora un attimo tra le mie braccia. Ero felice che
vivessimo tutti insieme, ma un po’ mi mancavano i nostri
momenti
speciali, tutti soli soletti.
-Senti Bells… visto che casa assomiglia sempre a un porto di
mare e che non riusciamo più a starcene per conto nostro da
troppo tempo… che ne diresti se la prossima settimana il tuo
fratellone ti portasse fuori a cena? Ce ne andiamo a Port Angeles e ce
ne stiamo un po’ tranquilli noi due soli a chiacchierare come
ai
vecchi tempi- la invitai, sperando che accettasse. L’urlo
entusiasta che lanciò e la stretta quasi soffocante al mio
collo
mi comunicarono la sua entusiastica approvazione e mi riempirono di
gioia.
-Bene, allora dobbiamo soltanto decidere il giorno, così
posso
prenotare nel ristorante giapponese migliore di Port Angeles e ti porto
a mangiare il tuo amato sushi!- le proposi. Un violento rossore si
propagò all’istante sulle sue guance e
iniziò a
torturare il suo labbro con i denti. La guardai sbalordito e poi non
riuscii a trattenermi e scoppiai a riderle in faccia, immaginando in
tempo per quale ragione avesse avuto quella reazione
imbarazzata… hai capito, quel mandrillone di
Edward…
-Bene, bene! Avrai parecchie cose da raccontarmi, e forse
sarà
meglio andare al ristorante italiano. Chissà
perché ho
l’impressione che non sia trascorso tanto tempo
dall’ultima
volta che hai gustato del sushi!- la schernii, facendo aumentare il suo
rosso vermiglio. Mi sorrise radiosa: e bravo Cullen!
-Grazie fratellone! Ora vai. Senti… un’ultima
cosa…- titubò; -Cosa pensi di fare con Tanya?- mi
chiese
angustiata per me.
-Non pensarci troppo… a cose fatte vi racconterò
tutto- la rassicurai.
-Mi fido di te- mi strinse ancora forte e poi scappò in
casa,
tremando per il freddo. Salii in auto, partii e, durante il tragitto,
feci una telefonata molto importante, infilando l’auricolare
nell’orecchio.
-Ciao Kevin! Sono Jasper Swan… ti ricordi di me, per caso?-
gli chiesi sarcasticamente.
-Ja-Jasper… quanto tempo… ma…-
balbettò il mio interlocutore, chiaramente sorpreso.
-Già… sono esattamente cinque mesi che non ci
becchiamo.
Ma chissà perché penso proprio che lo rammenti
meglio di
me- affermai, sicuro.
-Ma certo, certo… io davvero ancora non so come
ringr…-
lo interruppi all’istante: non ero certo in vena di
convenevoli
con uno stronzo come lui!
-Non me ne frega un cazzo dei tuoi ringraziamenti! Non è di
certo per te che l’ho fatto, schifoso parassita! Ora
ascoltami
bene perché non te lo ripeterò un’altra
volta- lo
avvertii con una voce gelida più del ghiaccio.
-Ok, d’accordo… ti ascolto- accettò,
sospirando. Che spiritoso: non avrebbe potuto fare
altrimenti…
-E’ arrivato il momento di riscuotere il mio premio-annunciai.
-Ma… ma io… veramente…
ecco… non
sono… non sono più in quel ehm…
giro…-
farfugliò.
-Oh, andiamo! Pensi di parlare con un coglione?! Pensi che Port Angeles
sia così lontana da Forks? Che possa credere seriamente a
una
cazzata come questa?! E poi non è quello che immagini. Si
tratta
di un altro genere di favore. Ora stai zitto e ascoltami bene
perché ti farò un paio di domande… e
se mi accorgo
che mi hai mentito, farò quello che avrei già
dovuto fare
mesi fa... ti ricordi di che si tratta, vero? Quindi datti una
regolata!- lo minacciai, certo di sortire l’effetto
desiderato.
-Tutto quello che vuoi… ma lascia fuori tuo padre da questa
storia, ti prego- mi scongiurò spaventato.
-Tu fai il bravo ragazzo e continuerò a farmi i cazzi miei!
Prova a fregarmi e il cielo azzurro lo vedrai a strisce, per un bel
po’ di anni, dietro le sbarre di una cella- gli spiegai molto
chiaramente.
-Ok, parla- accettò, senza alcuna remora. Sogghignai
trionfante
e mi feci spiegare ciò che più mi premeva sapere.
Bene,
ora Tanya era in mio potere!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 110
Aspettai qualche minuto che si calmasse, e intanto le accarezzavo i
lunghi capelli… finalmente dopo un po’ sia i
brividi che i
singhiozzi cessarono del tutto.
-Ok, bravissima… fai dei respiri profondi e lascia che il
tepore
ti penetri nelle ossa. Ora ti porto a casa. Volevo parlare un
po’
con te, ma prima di tutto hai bisogno di un bagno caldo e
rilassante… e poi di una buona tazza di qualche intruglio
bollente- le spiegai cercando di utilizzare un tono leggero per
stemperare la tensione; ma lei continuava a scuotere la testa. Sospirai
e cercai di essere il più dolce e delicato possibile.
-Piccola… rischi seriamente di prenderti una polmonite.
Facciamo
così: ti accompagno in camera tua senza farti incontrare
nessuno. Passeremo dal retro; e poi, se vorrai, ti farò
compagnia mentre ti rilassi nella vasca, come ai vecchi tempi.
Così faremo due chiacchiere in pace, ok?- le proposi
sperando
che acconsentisse. Se non si fosse subito tolta di dosso il freddo e
l’umidità, avrebbe rischiato di buscarsi un serio
accidente.
-Gr-grazie, Jazz… non s-so c-come farei s-senza di te. E
s-scusa
per a-averti fatto p-preoccupare- mi disse, con la voce ancora spezzata
dal gelo e dal pianto.
-Lo sai che su di me potrai sempre contare- la tranquillizzai; -Ma
anche su tutti gli altri, Rose. Tutti… nessuno escluso!-
sottolineai per farle capire che Emmett non ce l’aveva in
alcun
modo con lei.
Buongiorno
ragazze!
Eccoci qui con un altro capitolo. Abbiamo notato
che siete molto curiose di sapere quale vendetta abbia organizzato
Jasper contro Tanya e chi sia questo misterioso Kevin. Bè...
dovrete aspettare qualche capitolo!
In questo passiamo, dopo il rientro a casa di
Rose, direttamente alla sera di Halloween. Quindi ci concentreremo poi
sulla festa al New Moon e saprete di Tanya solo quando torneranno a
scuola dopo il weekend. Quindi rilassatevi! Sempre che ci riusciate a
farlo, dato che, come vi avevamo già annunciato, la festa
sarà parecchio movimentata!
In questo capitolo ci sarà un nuovo pov! Speriamo che vi
piaccia. Lo abbiamo inserito perchè ci serviva una visione
esterna per presentarvi i costumi dei ragazzi.
Bene, ora vorremmo
ringraziare come sempre tutte voi che ci seguite e in particolar modo
chi ha voglia di lasciarci un piccolo commento!
Auguriamo anche buone vacanze a chi per caso
stesse per partire! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO
110
Vecchie
abitudini e… pazzi pensieri
Pov
Jasper
Ero
appena
giunto a La Push, accanto alla scogliera. Parcheggiai vicino
alla
vettura di Rosalie, ma dopo una rapida occhiata mi accorsi che non
c’era nessuno dentro l’abitacolo. Maledizione! Ma
dove
diavolo era andata quella benedetta ragazza, senza giacca e con il
freddo polare che faceva?! Per non parlare poi del vento che tirava in
quel punto della spiaggia… che incosciente! Con un sonoro
sbuffo
afferrai il suo giubbino, mi abbottonai meglio il mio pesante giaccone
e scesi dall’auto, dirigendomi verso la battigia.
Ormai
il buio
incombeva su tutto: a malapena riuscivo a distinguere i contorni
sfumati del paesaggio circostante; per fortuna sapevo muovermi nei
dintorni ad occhi chiusi!
Man
mano che
procedevo lungo l’arenile, la mia preoccupazione aumentava in
modo esponenziale, finché d’improvviso scorsi un
tremolante chiarore in lontananza. Mentre mi avvicinavo a spron
battuto, riconobbi la sagoma di Rose, seduta su un tronco, e il mio
cuore iniziò a diminuire i suoi battiti, tornando pian piano
a
livelli accettabili: Dio che strizza che mi ero preso!
Quando
fui a
pochi metri da lei, potei distintamente notare quanto il suo corpo
fosse scosso dai singhiozzi. Rimasi paralizzato di fronte a quella
scena: non avevo mai assistito ad uno sfogo del genere da parte sua, e
mi si strinse il cuore a vederla sconvolta in quel pianto disperato.
-Rose…-
la chiamai con dolcezza, per non spaventarla. Lei si girò di
scatto e potei constatare con chiarezza che non erano solo le lacrime a
squassarla, ma anche violenti brividi di freddo. E certo: aveva indosso
solamente una maglietta leggera!
-Cazzo,
Rose!
Stai congelando!- urlai correndo verso di lei, per tentare di
sovrastare il frastuono del mare rabbioso che ululava a pochi passi da
noi. Le feci indossare subito il suo giubbino e poi mi tolsi la mia
giacca, decisamente più grande e calda; infine
gliel’avvolsi attorno al suo corpo ghiacciato, ma rimase
passiva
ed immobile; allora decisi di prendermela in braccio, incamminandomi a
passo sostenuto verso l’auto. Lei si lasciò andare
completamente sulla mia spalla e i suoi singhiozzi aumentarono ancora
di più. In un attimo mi ritrovai con il colletto della felpa
zuppo; mi addolorò vederla in quello stato: in quel momento
era
straziata, non era rimasto più niente della mia battagliera
e
grintosa cuginetta. Sembrava completamente spossata e senza
più
né energia né voglia di combattere.
-Shhh…
calmati… tra pochi minuti saremo al caldo… vedrai
passerà tutto…- continuavo a ripeterle durante il
tragitto. Appena arrivammo alla mia Ferrari, la adagiai sul sedile del
passeggero, mi assicurai che la sua auto fosse chiusa e poi salii
anch’io, mettendo subito in moto e riscaldando
l’abitacolo.
Per fortuna il tepore accumulato fino a poco prima non si era ancora
dissolto completamente e ci avvolse con insperata rapidità.
Feci
per ingranare la marcia e dirigerci immediatamente a casa, ma lei
appoggiò una mano tremante sulla mia per fermarmi. Aspettai
qualche minuto che si calmasse, e intanto le accarezzavo i lunghi
capelli… finalmente dopo un po’ sia i brividi che
i
singhiozzi cessarono del tutto.
-Ok,
bravissima… fai dei respiri profondi e lascia che il tepore
ti
penetri nelle ossa. Ora ti porto a casa. Volevo parlare un
po’
con te, ma prima di tutto hai bisogno di un bagno caldo e
rilassante…e poi di una buona tazza di qualche intruglio
bollente- le spiegai cercando di utilizzare un tono leggero per
stemperare la tensione; ma lei continuava a scuotere la testa. Sospirai
e cercai di essere il più dolce e delicato possibile.
-Piccola…
rischi seriamente di prenderti una polmonite. Facciamo così:
ti
accompagno in camera tua senza farti incontrare nessuno. Passeremo dal
retro; e poi, se vorrai, ti farò compagnia mentre ti rilassi
nella vasca, come ai vecchi tempi. Così faremo due
chiacchiere
in pace, ok?- le proposi sperando che acconsentisse. Se non si fosse
subito tolta di dosso il freddo e l’umidità,
avrebbe
rischiato di buscarsi un serio accidente.
-Gr-grazie,
Jazz… non s-so c-come farei s-senza di te. E s-scusa per
a-averti fatto p-preoccupare- mi disse, con la voce ancora spezzata dal
gelo e dal pianto.
-Lo
sai che su
di me potrai sempre contare- la tranquillizzai; -Ma anche su tutti gli
altri, Rose. Tutti… nessuno escluso!- sottolineai per farle
capire che Emmett non ce l’aveva in alcun modo con lei.
-L-lo
so, lo
s-so… pr-proprio per questo non v-voglio farmi v-vedere da
lui,
r-ridotta così… sono s-sicura che si s-sentirebbe
c-colpevole e non voglio farlo soffrire a-ancor di più- mi
spiegò con tono cupo.
Sorrisi
tra me
e me… Rose era così premurosa e amorevole con
lui…
era innamorata persa e nonostante avesse l’animo straziato,
il
suo pensiero era volato comunque prima al benessere di Emmett.
Sì… c’era speranza per loro! Ne ero
pienamente
convinto.
Mandai
un
messaggio a Bella per rassicurarla che stavamo tornando a casa e la
avvertii di far preparare qualcosa di caldo da Esme. Le spiegai che
saremmo entrati dal retro e la pregai di far restare tutti buoni in
cucina finchè io e Rose non fossimo saliti in camera. Lei mi
rispose subito affermativamente, e noi riprendemmo la strada di casa.
-Non
temere, la
tua auto la verremo a recuperare io e Bella domani, mentre sarai a
Seattle- la tranquillizzai. Ma ero certo che la sua preziosa auto fosse
l’ultima preoccupazione in quel momento…
Arrivati
a
casa, accompagnai Rosalie di sopra, in camera sua. Non trovammo nessuno
ad attenderci e la vidi rilassarsi un po’: odiava mostrarsi
debole e bisognosa agli occhi degli altri; e soprattutto era
consapevole che se mio padre l’avesse vista così
stravolta, si sarebbe preoccupato a morte e lei non aveva mai tollerato
essere un peso.
-Allora,
io
vado a riempirti la vasca di acqua calda e tanta schiuma profumata come
piace a te. Poi scendo a vedere se c’è qualcosa di
pronto
e ti raggiungo. Ti porterò anche uno dei muffins di Esme e
non
dirmi di no, perché mi assicurerò che tu lo
faccia
sparire fino all’ultima briciola. Intanto preparati e quando
torno, ti voglio già trovare a mollo, come una
volta…
chiaro?- le ordinai dolcemente. Annuì, sorridendomi
imbarazzata
e dopo averle lasciato un bacio in fronte, scesi a spiegare agli altri
la situazione.
Erano
tutti
molto tormentati, impazienti di ricevere notizie. Dopo aver raccontato
loro ogni particolare a me noto, mi riferirono che Emmett si era
rintanato in camera sua, di modo che se Rosalie avesse gradito unirsi a
noi per cena, lui, con la sua assenza, non le avrebbe recato nessun
fastidio; mi commossi, pensando che quei due, così altruisti
e
generosi verso l’altro nonostante la loro personale
sofferenza,
erano proprio fatti l’uno per l’altra…
Esme
mi
rassicurò che avrebbe portato lei stessa il vassoio non
appena
avesse terminato il suo eccezionale brodo di pollo ed io chiesi di
tenermi qualcosa in caldo per la cena, perché prima avrei
fatto
un po’ di compagnia a Rosalie. Diedi un veloce bacio di
saluto
alla mia adorata folletta e quando salii di nuovo al piano superiore,
andai dritto nel bagno e dopo aver bussato entrai. Rose era sdraiata
nella vasca e si lasciava cullare dal calore rilassante
dell’acqua tenendo gli occhi chiusi.
-Ehi!
Un
po’ meglio?- le chiesi sorridendo. Quando aprì i
suoi
occhioni azzurri, mi accorsi che erano molto arrossati, sicuramente
irritati a causa del gelo e delle lacrime.
-Grazie,
Jazz… senza quel freddo addosso che mi congelava le ossa va
decisamente meglio… e mi sono resa conto
dell’enorme
cazzata che ho fatto. Lo zio è tanto arrabbiato?- mi chiese
ansiosa. Intanto dall’armadietto dei medicinali afferrai il
flacone del collirio.
-Un
po’… lo sai che non gli vanno molto a genio i
colpi di
testa come questo. E proprio da te non se l’aspettava. Ma
vedrai
che con due moine gli passerà subito, come al solito!- la
tranquillizzai; -Alza la testa e apri bene gli occhi: ti metto qualche
goccia, altrimenti domani sembrerà che ti sia fatta di
qualcosa
di pesante!- la schernii un po’. Volevo di nuovo veder
spuntare
il sorriso sul suo volto pallido e teso e il leggero bussare alla porta
me ne diede l’occasione.
-Avanti-
dissi. Esme entrò con un vassoio.
-Ciao
tesoro…- la salutò. Rosalie divenne bordeaux,
completamente imbarazzata: era pentita per il casino che aveva
combinato.
-Come
stai,
cara? Ti ho preparato un po’ di brodo caldo, vedrai, ti
farà bene; e su ordine del qui presente vice capo
Swan…-
le sorrisi al mio nuovo nomignolo; -…ci sono anche due
muffins.
Spero che tu riesca a mangiare tutto- si preoccupò, con
materna
solerzia.
-Grazie,
Esme.
Cercherò di mangiarne almeno uno, anche se…
bè, lo
stomaco è decisamente chiuso da un paio di giorni- le
rivelò. Esme le sorrise dolcemente.
-Ti
capisco… ma vedrai che l’appetito
tornerà e le cose
si sistemeranno…- la rassicurò con una carezza
sulla
guancia che commosse Rose fin quasi alle lacrime. Ok, era il momento di
far ridere la mia cuginetta, altrimenti sarebbe scoppiata di nuovo in
un pianto dirotto!
-Esme
come va
di sotto?- le chiesi con una nota divertita nella voce. Lei
scoppiò a ridere di gusto, mentre Rosalie ci osservava con
un
certo grado di confusione.
-Certo
che tu e
Bella siete proprio gemelli! Siete tremendi! Tu lanci il sasso con
un’affermazione abbastanza scandalosa e te ne vai come se
niente
fosse; e lei è giù a concludere la tua degna
opera. Dire
che Edward e Alice sono sconvolti è veramente poco! Ti
giuro!
Dovresti vedere le loro facce… e tuo padre si sta divertendo
un
mondo a stuzzicarli, ovviamente rincarando la dose- mi
raccontò.
Immaginavo che Bella ci avrebbe ricamato sopra… era
terribile
quando ci si metteva! Non l’avevo fatto apposta,
perché
avevo dato per scontato questa nostra vecchia abitudine… ma
certo che a ripensarci mi era uscita una frase davvero equivoca! Povera
la mia Alice… chissà cosa stava rimuginando nella
sua
vulcanica testolina…
-Potrei
sapere
di cosa state parlando?- ci chiese curiosa Rose. Io la guardai
inarcando le sopracciglia sornione e intanto le passai la tazza col
brodo perché iniziasse a bere.
-Vedi,
quando
sono sceso, ho detto loro che avrei cenato più tardi
perché prima ti avrei tenuto compagnia mentre ti facevi un
bagno
caldo- le spiegai. Lei sgranò gli occhi.
-Cosa?!
Jasper
Swan!- esclamò, palesemente divertita; -Non avrai fatto
credere
alla tua fidanzata che io fossi nuda nella vasca ad aspettare mio
cugino che mi tenesse compagnia?!- mi domandò, conoscendo
già la risposta.
-Bè…
diciamo che non ho specificato… al resto credo proprio che
ci
abbia pensato Bella- risposi innocentemente, per poi scoppiare a ridere
seguito dalle altre due donne presenti.
-Ti
giuro che
avrei voluto vedere la faccia di Alice! Non è che stanotte
viene
ad attentare alla mia vita perché pensa che tu ed io ce la
intendiamo?- sghignazzò; era splendido rivederla ridere
serena
anche per pochi attimi.
-Non
ti
preoccupare Rosalie. Quando scendo, se Bella non ha ancora spiegato
loro come stanno le cose, ci penserò io. Non vorrei mai che
tuo
zio debba fare gli straordinari per un omicidio commesso proprio sotto
il suo naso!- la rassicurò Esme, scatenando un altro accesso
di
risa. Sì, la mia piccola bambolina ne sarebbe stata capace!
-Ok
ragazzi… vi lascio soli. Comunque è proprio
carino quel
costume Rosalie- si complimentò Esme prima di uscire. La
ringraziò, ma notai chiaramente il suo sguardo rabbuiarsi
ancora
una volta. Si fissò il costume, di un acceso rosso corallo,
pensierosa più che mai.
-Ehi,
cuginetta! Cos’è di nuovo questo musetto
così triste?- le chiesi accarezzandole una guancia.
-Niente…
sono solo una stupida… pensavo che…
bè, è
anche il preferito di Emmett…- mi rivelò, con una
nota
malinconica nella voce.
-Mmm…
capisco… lo stesso Emmett che non è morto,
né
partito, né arruolato… ma si trova solamente a
due stanze
da qui e che non aspetta altro che un tuo cenno per prenderti tra le
sue braccia e dirti quanto ti ama più della sua vita? Lo
stesso
che ha senza dubbio sbagliato, certo; ma non ha combinato niente di
così grave e irreparabile da farti stare così
male?- le
chiesi sarcasticamente, tentando di farle comprendere che la fuga di
qualche ora prima, era stata decisamente esagerata. Il suo sguardo si
indurì all’istante.
-E
tu credi che
io non lo sappia? Che non mi sia rimproverata per questo mio
caratteraccio? Che non preferirei buttarmi tra le sue braccia e
lasciarmi consolare e amare?! Ma è più forte di
me, Jazz!
Non ce la faccio…- si infervorò; -Quando siamo
lontani
non faccio altro che pensare a lui… e mi fa male al cuore
avere
la certezza di quanto io lo stia facendo soffrire…
perché
so che non se lo merita, perché è il ragazzo
più
buono, gentile e generoso che conosca! Ma quando me lo ritrovo davanti
non riesco a guardarlo senza che mi venga in mente che lui mi ha
mentito! Mi ha mentito guardandomi negli occhi, consapevole di farlo!
Cosa devo fare, Jazz?! Sono così confusa…- si
sfogò.
-Rose…
purtroppo non posso dirti io cosa devi fare… non sarebbe
né giusto né saggio; però una cosa
è certa:
non ti ho mai vista così disperata. Scusa se mi
permetto…
ma nemmeno quando sono mancati gli zii hai mai lasciato trasparire in
modo così evidente il tuo dolore, e sono sicuro che non
siano
nemmeno paragonabili… Ciò non ti fa capire quanto
ti
abbia cambiata Emmett, fin nel profondo? Quanto ti abbia permesso di
aprirti agli altri? Quel ragazzo, in pochissimo tempo, grazie al suo
amore sconfinato come l’oceano, è riuscito ad
abbattere
quella corazza impenetrabile in cui avevi rinchiuso la vera te stessa.
Io non posso assicurarti che Emmett non ti farà soffrire mai
più, come non puoi essere certa di non ferirlo mai nemmeno
tu.
Però… penso che questa faccenda gli abbia fatto
chiaramente capire che in futuro non sarà per niente
consigliabile mentirti… per nessuna ragione, più
o meno
valida. Noi tutti commettiamo passi falsi, ma l’importante
non
è il singolo sbaglio… ma tentare di non ripetere
più i medesimi errori…- cercai di spiegarle. Lei
fissava
pensierosa il vuoto, ed ero sicuro che stesse ragionando a fondo sulle
mie parole.
-E’
difficile fidarsi di nuovo… anche se si ama
l’altro con
ogni fibra del proprio essere- mormorò affranta. Le sorrisi
comprensivo, passandole intanto un muffin. Lei alzò gli
occhi al
cielo, chiaramente esasperata dalla mia insistenza affinché
mangiasse qualcosa; ma io, intransigente, non mi lasciai scoraggiare
dalla sua occhiataccia inceneritrice.
-Sto
praticamente facendo una vera e propria sauna qua dentro, per non
parlare del fatto che non ho ancora cenato e sto morendo di fame; e
aggiungiamo anche che probabilmente dovrò sorbirmi i musi di
Alice per il mio scherzetto non voluto ma ben riuscito di prima. Hai
veramente il coraggio di deludere le mie aspettative mangerecce? Hai
presente come mi riduco sotto i morsi della fame?- le domandai con
un’espressione degna di una vera e propria vittima.
Sbuffò
sonoramente e afferrò in malo modo il dolcetto dalla mia
mano,
per poi addentarlo con un’espressione disgustata, borbottando
infastidita qualche espressione colorita.
-Mmm…
una vera signora non si comporta così!- la schernii.
-Bè…
se non sono una signora, allora significa che… posso
fare… questo!- affermò e in un lampo mi ritrovai
il viso
completamente zuppo e gocciolante.
-Ehi!
Brutta
imbrogliona irriconoscente! Ora vedrai… l’hai
voluta tu,
la guerra!- esclamai, dando inizio ad un’epica battaglia di
schizzi d’acqua saponata. Dopo circa dieci minuti, io ero
fradicio da capo a piedi, i suoi capelli, precedentemente legati in un
alto e stretto chignon per non bagnarli, grondavano acqua e il
pavimento assomigliava tanto ad un lago... Ci guardammo intorno
meravigliati dal nostro improvviso attacco di infantilismo acuto.
Soprattutto io ero completamente allibito da Rosalie. La fissai,
incrociando le braccia al petto, palesemente soddisfatto.
-Prima
di
Emmett l’avresti mai fatto?- le chiesi, compiaciuto da quella
sua
reazione “umana”: si stava lasciando andare sempre
di
più, vivendo come una normale adolescente e non come una
perfetta ed algida donnina; stava tornando la Rosalie d’un
tempo… la persona che esisteva prima che la terribile
perdita di
entrambi i genitori la cambiasse radicalmente. Lei arrossì
di
botto ed io mi chinai di nuovo accanto a lei.
-Pensaci,
Rose.
Domani intanto sarai a Seattle e non lo vedrai per tutto il giorno;
così ti potrai accorgere in che direzione andranno i tuoi
pensieri… poi venerdì tra la scuola e la
preparazione per
la serata, potrai startene ancora un po’ per conto tuo; ed
infine
la notte di Halloween verrai con noi al New Moon. E non voglio sentire
discussioni al riguardo! Non permetterò mai che ti presenti
alla
festa a scuola da sola e soprattutto quella sera ti voglio a chilometri
di distanza da Tanya- la avvertii. Lei spalancò gli occhi
per il
mio tono duro, poi mi guardò sospettosa.
-Perché
Jazz? Cos’hai in mente?- mi chiese, stringendo gli occhi a
due
fessure. Divenni una maschera impenetrabile: non potevo rivelare a
nessuno i miei piani.
-Tu
non ti
preoccupare. Vedrai che ci toglieremo Tanya dalle palle una volta per
tutte! Ha tirato troppo la corda e ora si è spezzata- la
rassicurai.
-Grazie,
Jazz-
mormorò per poi abbracciarmi e baciarmi sulla guancia.
Sorrisi
contento di quell’ennesima dimostrazione d’affetto
e le
diedi un buffetto sul viso.
-Vedi?!
Quel
ragazzo ti fa un gran bene!- la schernii ancora, per poi scoppiare a
ridere mentre uscivo con un unico pensiero in testa: volare dalla mia
Alice!
Pov
Charlie
Era
venerdì sera... serata di frenetiche pazzie per la
gioventù e di insolita aspettativa per noi
‘vecchietti’. Io ed Esme eravamo accoccolati sul
nostro
comodissimo divano, attendendo che i nostri ragazzi e i loro amici
scendessero tutti agghindati per la festa in maschera di Halloween. Ero
proprio curioso di vedere come le ragazze avessero fatto conciare quei
poveri disgraziati... Io, fossi stato in loro, non avrei mai accettato
un simile compromesso, conoscendo il livello di follia acuta delle mie
fanciulle!
-Sicura
di non sapere da cosa si travestiranno?- chiesi alla splendida donna
che avevo tra le braccia.
-Giuro!
Non ne
ho la più pallida idea. Quella dispettosa di mia figlia ha
voluto tenere il segreto anche con me!- mi informò.
-Ah!
Ma la vena
sadica di cui è fortemente dotata, da chi diavolo
l’ha
presa, secondo te?!- scherzai, ridendo. Lei inarcò le
sopracciglia sorridendo sardonica.
-Ok,
ho
recepito il messaggio! Meglio evitare altre domande ovvie.
Sarà
proprio il caso che stia all’occhio con te!- sghignazzai.
-Allora
ti sei divertita oggi?- le chiesi, contento. Ero felice che fosse
subito riuscita a legare con le altre donne della riserva. Lei, Emily e
Sue, in particolar modo poi, erano diventate molto amiche.
-Da
morire,
amore! Mi hanno chiesto una consulenza per arredare il loro circolo di
ritrovo ed inoltre abbiamo cucinato tanti di quei dolci da sfamare un
intero esercito. Vedrai quante cose buone! Sempre ci sia rimasto
qualcosa, perché Sam e Seth ci ronzavano intorno come api
sul
miele e molto spesso qualcosa spariva magicamente!- mi
informò,
scoppiando a ridere.
-Sì,
nelle loro pance senza fondo!- borbottai. -Se quei due non mi hanno
lasciato qualcosina di buono prendo il fucile e li impallino per bene!-
esclamai.
-Sarà
difficile perché saranno entrambi al locale. Però
non
preoccuparti che potrai comunque rimpinzarti con tutti i dolci che
vorrai, sceriffo Swan- mi tranquillizzò Esme.
-E
con Maya
com’è andata?- le chiesi, curioso. Sapevo che
quella
bambina, in poco tempo, le si era affezionata moltissimo e si notava
quanto Esme stravedesse per lei.
-Oh,
l’avessi vista! Era vestita da principessa ed era
semplicemente
meravigliosa! Non per essere di parte, ma quella scricciola e Bella
erano le dame più carine del reame. Poi pensa: tua figlia
non si
è mai lamentata, nemmeno quando Maya ha insistito per rifare
il
giro delle case per la terza volta! Giuro che ero stravolta io al suo
posto! Com’è possibile che un esserino
così minuto
abbia così tanta energia per me è ancora un
mistero!- mi
raccontò.
-Sì,
lo
so, lo so. Maya è un piccolo ma irrequieto
vulcano…
però per fortuna Bella ha molta pazienza con i bambini- le
spiegai.
-Hai
ragione e
infatti Maya la adora indiscutibilmente! Ed è in egual modo
ricambiata. Tua figlia ha un istinto materno innato, sai?- mi
rivelò. Alle sue parole fui scosso da brividi gelati,
letteralmente.
-Ehi,
ehi,
calma e sangue freddo! Non farti venire strane idee, tu! Sono ancora
troppo giovane per diventare un decrepito nonnetto- esclamai,
decisamente spaventato a quella agghiacciante prospettiva. Esme
scoppiò a ridere e poi i suoi occhi si accesero di una luce
brillante… dio, com’era bella!
-Cosa
ti sta
frullando in quella testolina, mia cara? I ragazzi devono ancora
diplomarsi, per non parlare poi del fatto che devono frequentare il
college e laurearsi- la ammonii.
-Già…
da settembre questa enorme casa sarà così triste
e
vuota…- si rabbuiò. La abbracciai stretta a me
per
confortarla. La capivo perfettamente: anch’io al solo
pensiero di
non averli più tutti a gironzolare per casa, a ravvivare
l’ambiente con le loro risate, i loro scherzi, le loro liti,
mi
facevo sopraffare dalla malinconia. Ma era giusto che vivessero la loro
vita, che percorressero la loro strada e che trovassero il loro posto
nel mondo; in fondo era questo il mestiere di genitori: amarli,
crescerli e lasciarli andare.
-Non
essere
così malinconica, amore… sei proprio certa che la
casa si
trasformerà in una landa desolata? Guarda che quattro di
loro
studieranno solo a un paio d’ore da qui… e credi
veramente
che non si faranno mai vedere? Sono certo che verranno a scroccare un
pasto, o farsi lavare e stirare un po’ di abiti o
semplicemente a
farsi fare due coccole da te! Non preoccuparti…- cercai di
rassicurarla. Lei mi guardò serena e poi di nuovo quel
luccichio
negli occhi attirò la mia attenzione.
-Ehi,
che
c’è? Tu non me la conti giusta! Mi vuoi dire a
cosa stai
pensando veramente?- le domandai curioso. Ormai la conoscevo bene e in
più non era mai stata brava a nascondere le sue
emozioni…
bè, almeno non con me.
-Ecco…
è che… pensavo a una cosina… hai detto
che sei
troppo giovane per diventare nonno, giusto?- mi domandò
titubante.
-Confermo!-
la fissai e annuii.
-E
per
diventare… papà di nuovo? Ti reputi…
troppo
vecchio?- mi chiese, facendomi sgranare gli occhi, completamente
allibito.
-Ehh?!
Vu… vuoi dire… che... tu… tu...
sei…
sei…- continuavo a balbettare, senza avere il coraggio di
terminare quella frase densa di pericoli. Esme scoppiò a
ridere.
-Oddio
Charlie,
calmati! Non sono incinta! Ti prego, respira con calma altrimenti
rischi seriamente un infarto, giovincello!- mi schernì,
continuando a contorcersi dalle risate. Mi ci volle qualche minuto per
riprendermi, ma subito mi resi conto che una punta di delusione a
quella notizia si era insinuata nel mio animo. Esme non
mancò di
accorgersi del mio repentino cambio d’espressione.
-Non
dirmi che
ora sei dispiaciuto? Un istante fa per poco non mi crollavi a terra!-
si meravigliò. Le sorrisi dolcemente, incapace di esprimere
un’opinione chiara. In quel momento mi vorticavano in testa
tanti
di quei pensieri che non sapevo neppure io cosa avrei voluto
veramente…
-Perché
mi hai chiesto quella cosa, prima?- le domandai. Volevo capire cosa
desiderasse esattamente lei, perché avrei fatto di tutto per
renderla felice.
-Non
lo so
nemmeno io… sai pensavo di aver chiuso con pappe, bagnetti,
pannolini, notti insonni. E invece oggi… oddio, Maya
è
così adorabile! E poi c’era anche Rachel con il
piccolino… aggiungici anche l’inquietudine
derivata dal
fatto che tutti i nostri ragazzi se ne andranno e ci lasceranno
soli… e così capirai il perché di
questi pazzi
pensieri- si giustificò in completo imbarazzo. Le afferrai
il
mento e la costrinsi a guardarmi negli occhi.
-Sai
che
potrebbero anche non essere così pazzi? In fondo non siamo
tanto
vecchi. Io ne ho appena compiuti quarantadue e tu quaranta…-
mormorai, fissandola con intensità. L’idea stava
prendendo
sempre più piede nel mio cervello e non mi sembrava poi
così assurda…
-Oddio,
Charlie… io non lo… oddio, credi davvero che
potremmo?-
mi chiese sempre più convinta anche lei. Le sorrisi.
-Bè…
tu non prendi più le medicine… potremmo anche
pensarci
seriamente, no? Magari ti accompagno a fare una visita dalla tua
dottoressa e sentiamo che ne pensa- le proposi, mentre i suoi occhi si
illuminavano di una pura gioia che non le avevo mai visto.
-Però
amore mi devi promettere una cosa… ci proveremo, ma se non
dovesse essere destino, ci metteremo il cuore in pace senza troppi
rimpianti. Non voglio che a causa di questa possibilità tu
ti
possa stressare e poi in qualche modo cadere di nuovo in depressione e
dover ricominciare con la terapia, ok?- la ammonii.
-Promesso…
se verrà, bene… altrimenti aspetteremo di fare i
nonni!- scherzò ancora.
Il
rumore,
molto simile a una carica di bisonti in pieno subbuglio adolescenziale,
richiamò la nostra attenzione in direzione delle scale: gli
ometti di casa stavano scendendo. Non appena fecero il loro ingresso li
fissai per un lungo attimo… ah, ah, ah! Oddio! Che ridicoli!
Ma
si rendevano conto?!
Incapace
di
trattenermi, scoppiai in una sonora risata. Ero completamente scosso
dai singulti e non riuscivo a fermarmi, mentre loro continuavano a
scrutarmi offesi e Esme cercava di farmi smettere, picchiandomi su un
braccio.
-Papà!
Non sei per niente divertente! Sappi che siamo favolosi e le ragazze ci
considerano super sexy!- difese tutti loro, Jasper. Ah, ah, ah!
Possibile che non avessero intuito le… ehm…
enormi
conseguenze? Pensavo fossero più svegli!
Cercai
di calmarmi per poter rispondere… e finalmente dopo cinque
minuti abbondanti ci riuscii.
-Non
metto in
dubbio che così agghindati possiate piacere alle vostre
fanciulle; ma vedete io, da buon poliziotto, tengo conto di tutti i
fattori e penso oltre… avete considerato che se le vostre
ragazze vi faranno girare la testa stasera… bè,
come
dire… se ne accorgerà chiunque presente nel
locale? Forse
l’unico che si salverà un poco sarà
Edward, ma ho i
miei dubbi con un pantalone così aderente!- li schernii. Li
vidi
guardarsi un attimo a vicenda e poi capirono immediatamente la
situazione; alla buon’ora!
-Merda!
Mia sorella me la paga cara!- esclamò Emmett.
-Lo
sapevo io che non dovevamo fidarci! Altro che sexy! Sembreremo tutti
dei maniaci assatanati!- aggiunse Jacob.
-Scusate
ragazzi la mia ignoranza- li interruppe Esme; -Ben è
Superman,
Emm, Capitan America e Jacob, Batman… fin qui ci arrivo
anch’io. Ma voi due chi sareste?- chiese innocentemente. I
ragazzi sgranarono gli occhi stupiti, quasi offesi.
-Mamma!
Ma come
chi siamo?!- si lamentò Edward, scuotendo la testa;
-Anziché guardare soap opera e filmetti strappalacrime
dovresti
sederti con noi ogni tanto a vedere dei film come si deve!-
continuò, facendo imbronciare la madre. Sghignazzai: in quel
momento era identica a Alice! -Esme…
io sono Thor, il Dio del Tuono, figlio di Odino, una
divinità
scandinava. Invece Edward è il Principe Dustan, il Leone di
Persia!- le spiegò gentilmente Jasper.
-Ok,
ora ho
capito! Non serviva fare tanto del sarcasmo! Bastava una semplice
presentazione- affermò Esme, rivolta ad Edward che
sghignazzò sonoramente.
-E
comunque
siete bellissimi tutti quanti- continuò, sorridendo felice.
Tutti si compiacquero enormemente e dopo essersi ancora rimirati
soddisfatti l’un l’altro, la nostra attenzione fu
richiamata di nuovo in direzione delle scale. O porca miseriaccia! Le
ragazze erano fantastiche! Ma io non riuscii di nuovo a trattenermi e
scoppiai a ridere… gli effetti forse non sarebbero tardati!
-Ragazze,
lasciatelo perdere! Stasera si è giocato il cervello- mi
schernì mia moglie; -Siete meravigliose!- si
complimentò
con loro. Mi ricomposi anch’io.
-Oh
ma io non
metto in dubbio che siano stupende! Rido per i maschietti! Guarda che
facce da allupati! Pensa al resto…- esclamai. Le espressioni
imbambolate sui visi dei ragazzi, alla vista delle loro donzelle, erano
veramente impagabili! Sarebbe stata una lunga serata per loro!
-Grazie,
mamma-
le sorrise Alice, non dispensandomi però da una delle sue
occhiatacce inceneritrici. Alzai le mani in segno di resa e cercai di
darmi un contegno per non innervosire il folletto di casa.
-Tesoro
mio,
permettimi di presentarti le fanciulle di questa sera- mi rivolsi con
tono divertito a mia moglie, che ero certo non conoscesse tutti i
personaggi.
-Grazie,
amore
mio. So che Angela è Wonder Woman, Leah suppongo che sia Cat
Woman, ma le altre mi sfuggono proprio…- mormorò,
leggermente in imbarazzo. Edward alzò gli occhi al cielo,
esasperato.
-Sì,
mamma… dobbiamo decisamente rivedere la lista dei tuoi film.
In
settimana ti faccio fare una full immersion nel mondo della fantasia e
dell’azione!- la schernì il figlio. Lei
sgranò gli
occhi.
-No!
Non fa
niente! Preferisco sguazzare nella mia ignoranza- rispose
immediatamente. Sorrisi, scuotendo la testa… quel genere
proprio
non era di suo gusto.
-Guarda
Esme
che il Principe di Persia è un film d’azione
tratto da un
videogioco, ma è anche una bellissima storia
d’amore tra
il principe Dustan e la principessa Tamina, che sarei io. Ti piacerebbe
senz’altro!- le spiegò Bella. Era fantastica la
mia
bambina... la più bella di tutte! E Edward non riusciva a
staccarle gli occhi di dosso. Quei due avevano proprio azzeccato il
travestimento, infatti all’inizio il loro rapporto era
proprio
come nel film: non facevano che litigare, farsi i dispetti e
stuzzicarsi a vicenda e poi, proprio come i protagonisti, si erano
innamorati perdutamente.
-Io,
invece,
sono Tempesta, della squadra degli W-Men, un gruppo di mutanti con
poteri che cercano di salvare la Terra dai cattivi- le
spiegò
Alice.
-E
tu Rosalie?
Ma lo sai che sei stupenda anche con i capelli rossi?!- si
complimentò con lei, entusiasta. Effettivamente era
bellissima
anche con quella sfumatura di colore, ma sinceramente io preferivo la
mia nipotina col suo biondo naturale.
-Grazie,
Esme-
rispose arrossendo e lanciando una fugace occhiata a Emmett, che ci
mancava poco che non gli scendesse il rivoletto di bava: sembrava
avesse avuto una visione mistica. Speravo vivamente che facessero
presto pace perché era uno strazio vederli separati e
terribilmente sofferenti.
-E’
un
semplice shampoo colorante. Dopo un paio di lavaggi verrà
subito
via- le spiegò. Sospirai sollevato, per un attimo avevo
temuto
che fosse qualcosa di permanente.
-Comunque
io
sono Electra, la compagna di Daredevil. Sono due persone normali, senza
alcun potere ma che combattono contro il male- spiegò,
rivolgendosi naturalmente sempre a Esme.
-Bè,
ragazzi siete tutti stupendi e cercate di divertirvi stasera. Poi
domani fateci uno squillo. Avete preso tutto?- chiese loro premurosa.
-Sì,
mamma. Tutte le nostre borse sono già nelle auto e torneremo
domenica per cena, ok?- la tranquillizzò Emmett.
-Mi
raccomando!
Non bevete alcolici e guidate con prudenza- mi raccomandai io. Sapevo
che erano tutti dei bravi ragazzi, ma era più forte di me:
dovevo comunque dire la mia.
I
ragazzi ci abbracciarono e ci salutarono per poi partire verso Port
Angeles.
-Finalmente
soli!- esclamai io, pregustandomi già il fine serata.
-Già…-
mormorò malinconica Esme. Le sorrisi abbracciandola.
-Ora
andiamo
anche noi, altrimenti faremo tardi. Poi, quando torneremo…
potremmo esercitarci per quel progetto di cui stavamo parlando!- le
proposi, certo di vedere di nuovo il sorriso illuminarle il viso.
-Direi
proprio
di sì, sceriffo! Sa com’è in certi casi
bisogna
fare molti tentativi… a tutte le ore del giorno!- mi rispose.
-Non
vedo l’ora…- mi entusiasmai. Dopo anni finalmente
ero
felice e appagato di nuovo anch’io e la nostra famiglia forse
era
destinata ad allargarsi ancora.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 111
-Bella?
Per favore, dimmi se c’è qualcosa che non va, ti
prego- si
angosciò aumentando la stretta delle sue braccia sul mio
corpo;
era molto ansioso, visto che ancora non gli avevo risposto.
-No,
amore. Non
ti preoccupare, sto bene- lo tranquillizzai accarezzandogli la schiena.
-E’ solo che… all’improvviso ho
rivisto…- ma
non feci in tempo a terminare la frase che una voce molto familiare mi
impietrì.
-Ciao,
Bella!- salutò...
Capitolo 112 *** Cap. 111: Una ricomparsa inattesa ***
Cap. 111
Ciao
ragazze!
E' ora per i nostri ragazzi di dare inizio alla
festa, che sarà certamente esplosiva!
Se in bene o in male sta a voi scoprirlo, rimanendo con noi!
Vi chiediamo solo, nei prossimi capitoli, di
cercare di non giudicare a priori i nostri protagonisti, ma di tenere
conto che, in certi casi, la ragione non è mai da una parte
sola. Quindi, prima di voler inforcare qualcuno in particolare, vi
preghiamo di cercare di mettervi un po' nei panni di tutti!
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite
e un grazie speciale va a chi ha sempre voglia di lasciare un commento.
Vi lovviamo tanto!
BUONA LETTURA
DA MANU E SARA!
CAPITOLO 111
Una
ricomparsa inattesa
Pov
Edward
Wow,
finalmente era giunta
la mitica serata di Halloween! Noi ragazzi ci eravamo appena accomodati
ai nostri tavoli al New Moon e stavamo ordinando da bere alla
cameriera. Le ragazze invece erano andate a iscriverci alla gara di
ballo. Avremmo partecipato solo io, Bella, Rosalie, Leah, Alice e
Jasper, mentre Emmett non era dell’umore giusto: ero certo
che
preferisse stare in disparte a controllare Rosalie. La situazione tra
loro non era molto migliorata dalla sua fuga, ma per fortuna nemmeno
peggiorata dopo che il mio fratellone si era fatto scappare quella
confidenza sulla madre. Jasper non ci aveva rivelato nulla di
ciò di cui aveva parlato con la cugina, ma si reputava molto
speranzoso che presto le cose si sarebbero risolte al meglio. Jacob non
avrebbe partecipato perché sosteneva che aveva sempre
preferito
cantare piuttosto che ballare; e anche se non se la cavava male in
pista, non si reputava di certo all’altezza di una gara di
ballo.
Aveva deciso di dare una mano a Seth alla consolle di modo che lui
potesse partecipare, dato che era un ottimo ballerino.
Ben e
Angela, invece,
avevano improvvisamente cambiato idea da quando avevamo messo piede nel
locale. Si vedeva lontano un miglio che Ben era infastidito da
qualcosa, e Angela, poverina, non sapeva più come
comportarsi.
Erano entrambi saliti con me e Bella sulla mia Volvo e, durante il
tragitto, Angela aveva cercato di parlargli, ma lui si era ostinato in
uno scontroso silenzio che ci aveva messo un po’ in
imbarazzo.
Per fortuna Bella aveva cercato di distrarre l’amica e in
auto si
erano messe a chiacchierare del più e del meno. Ed ora quei
due
erano seduti di fronte a me: Angela sembrava mortificata per
l’ombroso comportamento di Ben. Non sapevo per quale strano
motivo (forse la ‘cupidite’ di Bella mi aveva di
nuovo
contagiato), ma ero sulle spine: volevo solo che trascorressero una
piacevole serata e che facessero presto pace. Appena ci portarono le
ordinazioni, Angela si alzò avvertendoci che avrebbe
raggiunto
le ragazze e così ne approfittai per avvicinarmi a Ben: due
paroline tra uomini erano indispensabili, a mio parere!
-Si
può sapere che
ti è preso stasera? Quella povera ragazza è uno
straccio… cosa ti ha fatto? La stai trattando malissimo!-
non
riuscii a trattenermi dal dirgli. Ben era un ragazzo talmente dolce e
sempre molto attento alle esigenze e ai sentimenti della sua fidanzata
che ero quasi sconvolto dal vederlo comportarsi in modo così
maleducato. Sospirò con uno sbuffo infastidito e poi il suo
sguardo corse ad Angela che si era intrattenuta a parlare in mezzo alla
pista con Eric, un compagno di classe di letteratura. I suoi occhi si
indurirono ancora di più e in quel momento capii: Ben era
geloso
marcio di Angela!
-Tranquillo
Ben…
siamo tutti gelosi delle nostre ragazze… stasera in
particolar
modo: sembrano delle dee vestite così- ma lui mi interruppe.
-Svestite
così,
vorrai dire!- esclamò stizzito. Centro! Ecco cosa gli aveva
dato
così fastidio. -Eddai, Edward! Ma l’hai vista?!
Quel
pantaloncino e quel top non le coprono nemmeno il dieci per cento del
corpo! Tanto valeva che venisse nuda!- si irritò ancora di
più.
-Ehi,
calma amico! Non te
la devi prendere così. Cosa credi, che a me non rompa le
palle
il pensiero che stasera qualcuno sbavi osservando il corpo della mia
ragazza? Ovvio che sì! Però non così
tanto da
prendermela con lei. Sono tutte bellissime stasera… ed
inevitabilmente qualcuno le guarderà in modo insistente e
purtroppo farà certi pensieri… bè, hai
capito!
Però cerca di tenere bene a mente che l’importante
è che nessuno le tocchi! Solo tu hai questo privilegio
perché Angela vuole te e soltanto te- cercai di
rassicurarlo,
anche se il mio bel discorsetto da ragazzo maturo mi si stava
ritorcendo contro: all’improvviso mi stavo rendendo sempre
più conto che quella serata Bella non solo sarebbe stata
fissata
dalla fauna maschile con un po’ troppa invadenza per i miei
gusti; ma probabilmente non avrebbe nemmeno ballato con me, dato che le
coppie sarebbero state estratte a sorte… fanculo! Ero certo
che
qualunque sconosciuto fosse capitato con la mia donna non si sarebbe
fatto scappare l’occasione di provarci con lei… e
magari
avrebbe anche tentato di allungare le viscide mani. Cazzo! Ora giravano
i coglioni pure a me! Complimenti Edward! La prossima volta, invece di
blaterare a vanvera, fatti i cazzi tuoi che campi meglio! Altro che
Cupido!, mi rimproverai.
-Lo so
che hai ragione,
Edward! Ed io non sono mai stato un tipo geloso. Vedi… io mi
sono innamorato di Angela perché è una ragazza
semplice,
genuina, timida e riservata. Mi piace questo suo carattere schivo che
però con me sboccia come un fiore… Quando, a casa
vostra,
l’ho vista scendere le scale conciata in quel
modo…
bè, il sangue mi è andato alla testa. Non mi
sembrava
nemmeno la mia dolce Angie! Mi pare che voglia solo imitare le altre
ragazze e che si sia fatta trascinare dalle amiche…
perché sono certo che questa non è la vera
lei…
lei non avrebbe mai avuto il coraggio di uscire abbigliata in quel
modo- mi spiegò, indicandola. Bè, in effetti
Angela non
sembrava il tipo, però Ben non aveva considerato un elemento
molto importante: il potere dell’amore.
-Ascoltami
Ben… non pensi che l’abbia fatto per te?- gli
domandai, mentre lui mi guardava confuso.
-Per me?
E per quale
motivo, scusa?- mi chiese ingenuamente. Alzai gli occhi al cielo in un
gesto di esasperazione. Non era possibile che gli dovessi spiegare
tutto nei minimi particolari!
-L’altro
giorno, non
eri tu quello frustrato perché ancora con Angela…
bè, non siete arrivati al dunque? Dicevi che lei
è sempre
così timida, anche nell’intimità, che
hai paura che
non si senta ancora pronta, no? Bè…
può anche
darsi che anche lei provi i tuoi stessi sentimenti e magari, proprio
per questo suo carattere così riservato, non riesce a
confessarti i suoi desideri più profondi…
può
anche essere che si vergogni di chiedertelo… credimi, non
molto
tempo fa ci sono passato anch’io con Bella! Magari questa
sera
voleva fare colpo su di te, farti vedere quanto può essere
sexy
anche lei e darti uno scossone, visto che dormirete
insieme…-
tentai di fargli comprendere, ammiccando. Lo stupore si
impadronì del suo viso e si battè una mano sulla
fronte,
come se all’improvviso avesse capito tutto dalla vita.
-Cretino,
idiota,
deficiente e pure stronzo per averla trattata in questo modo!- si
insultò, facendomi sorridere. -Grazie, Edward!
Ma… e se
poi non fosse così?- si rabbuiò immediatamente.
-Diavolo,
Ben! Ma quante
seghe mentali ti fai?! Perché non provate a parlarne? Mi
pare la
soluzione migliore. E comunque mi sembra come minimo doveroso che tu ti
faccia perdonare alla grande, perché si sentirà
ferita a
morte; e se lei si è agghindata in quel modo provocante
veramente per quel motivo, la delusione alla tua reazione
sarà
stata ancora più cocente!- lo rimproverai bonariamente.
-Hai
ragione! Ora
andrò a prostrarmi ai suoi piedi sperando che non si penta
di
avere un fidanzato così coglione!- esclamò,
alzandosi e
raggiungendo Angela che ancora stava conversando con Eric.
Sorrisi,
compiaciuto della
mia bravura in quel ruolo. Bè… però in
fondo mi
piaceva interpretare quel gran marpione di Cupido!
Una
pacca sulla spalla mi fece trasalire dai miei pensieri. Mi voltai e
vidi Jasper ridacchiare.
-Stare
con mia sorella ti
fa male! Ti ha attaccato le sue manie! Ti saresti dovuto travestire da
Cupido, stasera!- mi schernì, facendomi ridere. Ma il
sorriso
morì subito sulle labbra alla vista di Jazz che di colpo si
irrigidì: la sua postura si fece tesa, la mascella contratta
e
il suo sguardo era divenuto in un attimo di ghiaccio…
sprizzava
furia da tutti i pori.
-Che
cazzo ci fa quella
merda qui?!- esclamò con rabbia Jacob. Mi guardai intorno
confuso e poi tentai di inseguire i loro sguardi. Fissavano con
malcelato odio un ragazzo alto, con un fisico imponente, moro con i
capelli lunghi sulle spalle, travestito da Jack Sparrow. Ero certo di
non averlo mai visto in vita mia; ma già solo ad una prima
rapida occhiata, un moto di fastidio mi stizzì.
-Non lo
so… ma già mi prudono le mani!- rispose Jasper.
-Chi
diavolo è il
bellimbusto a cui vorreste spaccare la faccia?- intervenne Emmett, che
come me aveva assistito alla scena.
-Dylan-
sputò fuori con disprezzo Jake. Spalancai gli occhi per la
meraviglia.
-Dylan?!
Dylan… cioè… l’ex di Bella?-
chiesi stupito. Jasper annuì, sempre più rigido.
-Che
c’è,
ragazzi? Perché tanto astio?- domandò
innocentemente
Emmett. Evidentemente nessuno gli aveva mai raccontato quanto avesse
sofferto Bella a causa di quella testa di cazzo.
-Vedi
Emm… Dylan e
Bells sono stati assieme praticamente un anno. Erano una delle coppie
più ammirate e invidiate del liceo… lei
stravedeva per
lui, gli voleva molto bene… sembravano perfetti insieme-
spiegò Jake. Lo stomaco mi si contorse in una morsa di
gelosia.
Il pensiero della mia Bella tra le sue braccia, le labbra di quel
coglione sulle sue, le sue viscide mani su quel corpo da
dea…
Dio che rabbia assurda! Non potevo sopportarlo! E se Bella, vedendolo,
si fosse accorta di provare ancora qualcosa per lui?! No! Non potevo
nemmeno pensare ad una eventualità del genere!
Mentre
io ero perso nei
miei bui pensieri, mi accorsi che Jazz stava rimproverando Jacob per la
sua uscita infelice. Lui mi guardò con rammarico.
-Scusa,
amico! Non volevo essere indelicato…- si dispiacque.
-Edward
non metterti in
testa strane idee! Bella non è mai stata innamorata di lui;
invece lo è di te. E te lo conferma il fatto che non se la
sia
mai sentita di andare oltre con lui. Erano stati amici fin da bambini,
e mentre stavano insieme lei gli ha voluto molto bene, questo
è
certo; ma non lo ha mai amato. Puoi fidarti di me, fratello!-
cercò di rassicurarmi Jasper. Gli sorrisi ringraziandolo,
anche
se forse mi uscì più una specie di smorfia
grottesca.
-Già…
e visto
che Bella non si dava una mossa, quello stronzo ha pensato bene di
darsi alla pazza gioia con le cheerleaders, visto che era il capitano
della squadra di basket ed era osannato da tutte quelle galline! Pensa
che ci ha provato persino con Leah una sera che era ubriaco!-
continuò Jacob. Pezzo di merda! Come si fa a trattare una
creatura dolce e sensuale come Bella, come aveva fatto lui?! Ma era
stato dotato di cervello?! Io, piuttosto che perderla, avrei aspettato
per anni che lei si sentisse pronta a fare l’amore con me!
-Ragazzi,
prudono le mani anche a me, ora!- esclamò Emmett,
palesemente infastidito da ciò che aveva saputo.
-E fatti
raccontare il
meglio, Emm! Sai come Bella è venuta a conoscenza che quello
stronzo la tradiva?!- gli domandò Jake. Uno sguardo glaciale
di
Jasper affievolì la sua voglia di raccontare ogni cosa.
-Zitto,
Jake!- sibilò infuriato con il suo amico.
-Eh no!
Ora voglio sapere
tutto quanto!- si lamentò mio fratello. Anch’io
ero
curioso ormai, anche se, conoscendo bene Jasper, ero certo che avesse
avuto i suoi buoni motivi per tentare di porre un freno al racconto.
-Jake,
la prossima volta
tieni a posto quella linguaccia!- lo rimproverò aspramente.
-E’ stata Tanya, Emmett- gli spiegò Jasper;
-Praticamente
la stessa scena che ha subito Rosalie l’altro giorno. Solo
che
con Bella quell’oca ci è andata giù
molto
pesante… le ha raccontato per filo e per segno come si
divertiva
con lui dopo che la riaccompagnava a casa…-
spiegò; io ed
Emmett eravamo basiti. Ecco perché Bella era così
sconvolta l’altro giorno, con Rose… probabilmente
oltre al
dispiacere per la cugina, si erano aggiunti anche quegli odiosi
ricordi! Emmett si rabbuiò all’istante, ripensando
probabilmente a quanto fosse stronza quella vipera di Tanya.
-Le
altre cheers presenti,
tra cui Lauren, se la ridevano come matte; e poi anch’esse le
hanno riferito le loro performance… e la verità
le
è piombata addosso schiacciandola come un macigno-
raccontò Jazz.
Dio che
rabbia! Ora capivo
ancora di più quanto avesse sofferto quel giorno in mensa,
quando Lauren si era vantata davanti a tutti di ciò che
avevamo
combinato nei bagni… anche se all’epoca non stavo
ancora
con Bella…
-Pensa
che Bells si fidava
a tal punto di lui che all’inizio non ha creduto a una parola
di
quelle streghe. Si era rifiutata categoricamente anche solo di parlarne
con lui, per paura che quel verme si arrabbiasse con lei per la
mancanza di fiducia nei suoi confronti… Dopo qualche giorno
però, Rosalie non poteva più sopportare tutti i
pettegolezzi che vedevano Bella protagonista, così ne ha
parlato
con Jazz. Lui è andato a fondo della questione e ha scoperto
subito che era tutto quanto dolorosamente vero!- aggiunse Jacob, sempre
più arrabbiato. Mi chiedevo come avesse fatto Jazz a non
intervenire in maniera violenta. Fosse capitato a Alice non sarei
riuscito a non spaccare la faccia ad un simile pezzo di merda!
Probabilmente
dal mio sguardo Jazz intuì ciò che mi frullava in
testa.
-Credimi,
Edward! Il mio
istinto in quel momento era stato quello di precipitarmi da lui e farlo
a pezzi, ma conoscevo mia sorella… Sapevo perfettamente come
la
pensava e così, a differenza di lui, ho preferito
rispettarla e
le ho rivelato ogni cosa, lasciando a lei la decisione di come
comportarsi in quel frangente- si difese, capendo quali fossero i miei
reali pensieri.
-Naturalmente
mia sorella
ha creduto al volo a ogni mia parola e, come immaginato, ha preferito
affrontare Dylan da sola, senza il mio intervento. Non ho mai saputo
cosa si siano detti… ma so solo che mentre Bella girava per
i
corridoi a testa alta, lui, ogni volta che la incontrava, abbassava lo
sguardo mortificato… e quando lei era presente, cercava di
non
fare il cretino con le altre ragazze. Almeno dopo ha avuto un certo
rispetto per lei, anche se ancora oggi mi ribolle il sangue al pensiero
di quanto sia stata male. Sì, perché se a scuola
non
sembrava che la cosa l’avesse toccata più di
tanto, a casa
invece… bè, a casa era un’altra
faccenda! Ha
sofferto molto, anche se cercava di non far pesare niente a nessuno-
concluse, mentre ormai una rabbia cieca aveva invaso ogni mia cellula.
Rabbia che diventò furia quando mi accorsi che quel verme
schifoso stava puntando proprio Bella!
Intanto
lei e le ragazze
stavano tornando al nostro tavolo e notai chiaramente Bella sbiancare
nel momento in cui i suoi occhi notarono il suo ex. Si
irrigidì
all’istante e si affrettò a tornare da noi. Solo
nel
momento in cui me la ritrovai tra le braccia, mi rilassai di nuovo un
pochino, stringendomela al petto. Lei non lo aveva nemmeno salutato e
probabilmente quella reazione era stata causata dalla sorpresa di
trovarselo di fronte dopo tanto tempo… di certo, se avesse
ancora provato qualcosa per lui, non sarebbe corsa a farsi abbracciare
da me!
Pov
Bella
Ero
seduta su un divanetto,
tra le braccia del mio ragazzo, ma mi sentivo ancora un po’
scombussolata. Dopo sei mesi avevo rivisto Dylan! Non me lo sarei mai
aspettata, ed ero rimasta paralizzata per qualche istante… i
nostri sguardi si erano incrociati e, anche se eravamo lontani, avevo
chiaramente notato la sua sorpresa, pari almeno alla mia. Quando
però mi ero accorta che aveva tutta l’intenzione
di
dirigersi proprio verso la sottoscritta, come una codarda ero scappata,
rifugiandomi nel mio porto sicuro, nell’unico luogo che
sapevo
essere in grado di calmare il mio turbamento: le forti e amorevoli
braccia di Edward. Come un balsamo benefico, mi stavo infatti pian
piano rilassando e allo stesso tempo cercavo di comprendere il motivo
di quella mia strana reazione. Non ero innamorata di Dylan…
non
lo ero mai stata. Ero certa della mia asserzione: ora che con Edward
stavo scoprendo il vero significato dell’amore, potevo
affermare
in tutta tranquillità che il sentimento che avevo nutrito
nei
confronti di Dylan era stato più che altro una bella
cotta… ma allora… perché accidenti ero
scappata da
lui a gambe levate? Cosa diavolo temevo? Bè… ad
essere
onesti Dylan era stato comunque parecchio importante per me: eravamo
stati prima di tutto grandi amici, gli avevo voluto molto bene, avevo
trascorso dei bei momenti con lui; e nonostante negli ultimi due mesi
in cui stavamo assieme, avesse mantenuto un comportamento odioso e
senza alcun rispetto verso di me, dovevo ammettere che, prima di
cambiare in modo così radicale, mi aveva anche resa molto
felice. Ma naturalmente non potevo non tenere conto anche di quanto mi
avesse umiliata e soprattutto ferita nel profondo! Mi ero fidata
ciecamente di lui, per cui il dolore era stato ancora più
straziante perché non era stato solo il tradimento fisico a
fare
male, ma soprattutto le orrende bugie che sosteneva ogni giorno per
nascondere quello che combinava ogni sera. Ma lui non era
così… chissà per quale ragione si era
trasformato
in uno stronzo patentato… Quanto era cambiato in poco tempo!
E
quante lacrime avevo versato nel mio letto in completa solitudine,
senza confidarmi con nessuno… non avevo voluto che la mia
famiglia capisse quanto fossi stata male a causa sua, ma purtroppo non
era stato un momento facile per me; il giorno seguente alla scoperta
della verità, raccontatami da Jazz, nascondere le occhiaie
profonde a mio fratello, a Rose e a Jake era stato tremendamente
complicato...
La
melodiosa e dolcissima voce di Edward mi richiamò alla
realtà.
-Ehi
piccola mia… va
tutto bene?- mi chiese, leggermente titubante. Si era evidentemente
accorto del mio turbamento e mi sembrava agitato per qualcosa. Che si
fosse accorto di Dylan? No, non gli avevo mai nemmeno fatto vedere una
foto… ma forse Jake e Jazz lo avevano visto e lo avevano
messo
al corrente di chi fosse… sì, conoscendo quei
due,
l’ipotesi era verosimile…
-Bella?
Per favore, dimmi
se c’è qualcosa che non va, ti prego- si
angosciò
aumentando la stretta delle sue braccia sul mio corpo; era molto
ansioso, visto che ancora non gli avevo risposto.
-No,
amore. Non ti
preoccupare, sto bene- lo tranquillizzai accarezzandogli la schiena.
-E’ solo che… all’improvviso ho
rivisto…- ma
non feci in tempo a terminare la frase che una voce molto familiare mi
impietrì.
-Ciao,
Bella!-
salutò Dylan, alle mie spalle. Edward scattò in
piedi,
stringendo i pugni, mentre io mi alzai per fronteggiare quella parte
del mio passato. Il cuore pulsava con foga e la gola mi si era fatta
secca d’un tratto. Lentamente mi voltai.
-Ciao,
Dylan- mormorai,
fissando di nuovo lo sguardo che tante volte mi aveva fatto battere il
cuore. Sguardo che però stavolta, con mio enorme sollievo,
mi
lasciò totalmente indifferente. Mi resi conto
all’improvviso che anche tutto il male che mi aveva causato
non
mi sembrava più così doloroso… era
rimasto solo un
leggero rancore e, nonostante tutto, un affetto che era durato anni.
-Che
cazzo vuoi?!- si
intromise Jasper, con tono duro. Mi accorsi che lui e Jake mi erano
venuti immediatamente accanto, scostando persino Edward per farsi
spazio. Dio, ma non imparavano mai?!
-Ragazzi…
calma, ok?
Non penso che Dylan stasera sia qui per provocare casini, giusto?!- li
ammonii tutti, compreso il mio ex. Lui mi sorrise, leggermente
imbarazzato. Dopo tanti anni lo conoscevo molto bene e sapevo quando si
sentiva impacciato in una determinata situazione.
-Infatti…
volevo
solo salutarti- mi rispose, decisamente a disagio, avendo gli occhi di
tutta la mia compagnia puntati su di lui… occhi che non
erano
certamente amichevoli. Mi dispiaceva per lui, quindi cercai di essere
il più naturale possibile.
-Come
mai a Port Angeles?- gli chiesi per tentare di spezzare la tensione.
-Una
delle ragazze della
nostra compagnia ha deciso di venire a questa festa per poter
controllare la sorellina che frequenta il terzo anno del liceo della
città. Si è fidanzata da poco con un ragazzo
più
grande e lei non si fida molto. Così il suo ragazzo, per non
lasciarla sola, è venuto con lei, l’amico lo ha
seguito e
praticamente tutta la compagnia si è ritrovata qui senza
nemmeno
rendersene conto… Voi invece? Niente ballo della scuola?- si
interessò cortesemente. Feci una smorfia che comprese al
volo e
sghignazzò.
-Già,
come non
detto… non ti sono mai piaciute molto le feste in
palestra…- constatò. Gli sorrisi e lui facendosi
coraggio
si avvicinò un po’.
Di colpo
sentii un braccio
avvolgermi la vita e Edward mi avvicinò al suo fianco. Era
rigido, la mandibola era contratta e respirava pesantemente dal naso,
mentre una grossa vena gli pulsava sul collo; mi stava stringendo
talmente con tanta veemenza che mi faceva quasi male.
-Amore!
Non ci presenti?!-
domandò con tono glaciale. Gli occhi di Dylan saettarono su
di
lui e si scambiarono uno sguardo che non avrei saputo decifrare...
bè, quello di Edward era chiaramente odio allo stato puro,
non
ci voleva certo Einstein per capirlo…
-Ehm…
sì
c-certo… Dylan, lui è Edward, il mio ragazzo-
balbettai,
in tensione a causa di quella circostanza piuttosto sgradevole.
-Molto
piacere- rispose
prontamente Dylan, porgendogli la mano con un sorriso che mi parve,
tutto sommato, amichevole. Edward osservò prima la sua mano
e
poi di nuovo il suo viso con aria di sufficienza, e non fece nemmeno il
gesto di stringergliela. Oddio, che gran cafone! Mi stava facendo
irritare!
Dylan
riabbassò il
braccio, sempre più a disagio. Mi dispiaceva che lo
trattassero
tutti con quella odiosa freddezza: in fondo erano trascorsi diversi
mesi e ormai stavamo vivendo le nostre vite… il passato non
contava più! E in quel momento capii che volevo con tutte le
forze lasciar perdere gli sgraditi ricordi e tenere per me solo i
momenti felici. Ero certa che lui fosse una brava persona…
che
per una ragione ancora a me oscura aveva sbandato dalla careggiata e si
era comportato da stronzo con me… ma in fondo era stato un
caro
amico.
-Come ti
trovi
all’università?- gli chiesi, per stemperare di
nuovo la
situazione. La stretta di Edward si fece più energica. Gli
dava
evidentemente fastidio che io stessi parlando con lui come se niente
fosse, anziché mandarlo via a calci. Dylan mi
regalò uno
dei suoi sorrisi sinceri, quelli che gli illuminavano il viso quando
parlava di qualcosa che amava. Questo sì che era il mio
vecchio
amico! Non l’ombra che era diventato negli ultimi due mesi
della
nostra relazione!
-A
meraviglia! Mi piace
davvero tanto!- esclamò con allegra vivacità.
Iniziavo a
non sentire nemmeno più il fianco a causa della circolazione
che
si stava bloccando man mano, così tentai di divincolarmi
leggermente ed Edward allentò all’istante la sua
presa
d’acciaio. Ma perché gli uomini si comportavano
sempre
come se noi donne fossimo di loro proprietà?! Avrei di gran
lunga preferito che si fosse comportato normalmente, facendosi
conoscere per il meraviglioso, amabile e generoso ragazzo che era,
così che Dylan comprendesse subito il perché mi
ero
follemente innamorata di lui… invece si stava comportando
come
un cavernicolo! E riusciva ad essere solo ridicolo!
-Sono
contenta per te! Davvero…- mi rallegrai.
-Mi sono
iscritto alla gara
di ballo e suppongo che anche tu non te la perda… i balli
latini
sono sempre stati il tuo forte!- ricordò con un sorriso,
certo
già della mia risposta. Adoravamo entrambi ballare e sulla
pista
eravamo sempre stati una coppia formidabile, tanto da suscitare
l’invidia di molti.
-Non
potrei mai perdere una
simile occasione! Mi conosci, sono sempre la stessa…-
confermai.
Mi pentii immediatamente dell’ultima frase, perché
la
presa ferrea di Edward si intensificò di nuovo, chiaro segno
che
gli aveva dato enormemente fastidio quella nostra
complicità.
Insomma! Non potevo pesare ogni singola sillaba che pronunciavo!
Neanche fossi stata sotto esame!
-Oh, non
ci giurerei
più! In verità mi sembri molto cambiata
Bella… ti
sei fatta più donna… e ti trovo splendida,
davvero
splendida- mi sussurrò con ammirazione, ma senza alcuna
malizia.
In quel momento era ritornato il mio vecchio amico e il mio rossore a
quel complimento fu inevitabile. Dylan era sempre stato molto attratto
fisicamente da me, anche quando eravamo solo semplici amici; e sapere
che le cose non erano cambiate un po’ mi
lusingava… anche
se ormai avrei voluto essere splendida solo per un’unica
persona:
Edward.
-Senti
un po’ testa
di cazzo! Ma cosa credi di fare, eh?! Tu non la devi nemmeno guardare!
Sei solo uno stronzo che non è stato in grado di capire
quanto
fosse preziosa questa ragazza e l’hai disprezzata nel modo
peggiore! E ora?! Vieni qui come se niente fosse, a blaterare le tue
stronzate…- ruggì Edward, staccandosi da me e
andandogli
a pochi centimetri dal viso. Subito degli altri ragazzi affiancarono
Dylan, mentre i nostri si avvicinarono ad Edward. Lo sguardo di Dylan
si indurì.
-Ma che
cazzo vuoi tu?!
Essere il suo ragazzo non ti dà il diritto di parlare per
lei!
Impara a rispettare la tua donna!- gridò a sua volta Dylan.
-Eh?!
Proprio tu, stronzo,
parli di rispettarla?!- gli ringhiò Edward. Bene, ottimo!
Fantastico! I due deficienti parlavano come se nemmeno esistessi! Ma si
rendevano conto, almeno?! Mi misi subito in mezzo a loro, per dividerli
prima che scoppiasse la rissa.
-Guardate
che io sono qui!
Edward basta! Stavamo solo conversando amichevolmente… non
c’è bisogno di reagire in modo così
incivile,
vergognati!- lo rimproverai, mentre lui sgranava gli occhi per il mio
attacco, che evidentemente non si aspettava. Sul viso di Dylan invece
era comparso un sorrisino soddisfatto per la mia reazione. Ma porca
miseria, era impazzito pure lui?!
Lo
fulminai e piantandogli un dito nel petto avvertii anche quel
personaggio del mio ex.
-E tu
togliti quel
sorrisetto compiaciuto dalla faccia! Tu che parli di rispetto mi fai
ridere! Non fare troppo lo stronzo perché anche tu sei
sempre
stato gelosissimo, quindi ora non ti atteggiare a uomo vissuto che
tratta la sua donna con la massima considerazione perché
giuro
che ti do quelle che non hai preso mesi fa! Ora vai a goderti la
serata. Mi ha fatto piacere rivederti e salutarti, ma sarà
meglio per tutti stare in parti del locale ben separate, ok?!-
affermai, incazzata nera. Dylan abbassò lo sguardo
mortificato e
poi mi salutò, scusandosi, e raggiunse insieme alla sua
compagnia i tavolini dall’altra parte del salone.
Sbuffai
irritata: la serata
era decisamente iniziata male! Prima Ben e Angela e ora noi…
ma
poteva andare peggio di così?! Che palle!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 112
-Edward, non
hai motivo di essere geloso! Ti prego! Avevamo deciso di partecipare e
di divertirci o sbaglio?!- lo rimproverai.
-Sì,
ma se quel
coglione non la smette di mangiarti con gli occhi… dio,
giuro
che non rispondo più di me! A tutto c’è
un limite,
Bella… e lui lo sta oltrepassando alla grande, credimi!- mi
rispose mentre continuava a scambiarsi sguardi carichi d’odio
con
Dylan. Ma che diavolo gli prendeva? E pure a quell’altro
imbecille del mio ex?! Aveva deciso di rovinarmi la serata?!
Maledizione!
Mi armai
di infinita
pazienza e con una mano feci abbassare il viso ad Edward verso di me e
gli sorrisi dolcemente, accarezzandogli il viso.
-Non ci
sarà bisogno
di comportarsi come degli incivili. Tra poco inizierà la
gara di
ballo e Dylan sarà occupato con la sua dama per prestare
anche
la minima attenzione a me; quindi non ti devi preoccupare, ok? E
concentrati sul fatto che tra poche ore saremo nel nostro letto a
rotolarci tra le lenzuola! Devo ancora dimostrarti con i fatti le mie
minacce, no?!- cercai di distrarlo.
Ciao
ragazze!
Eccoci con il nuovo chappy. Molte di voi hanno preso le parti di
Edward, altre quelle di Bella ed altre ancora hanno compreso che
entrambi avevano le loro ragioni.
Ora vi lasciamo al chappy e vediamo se Edward e Bella saranno molto
arrabbiati o se chiariranno subito.
Ringraziamo chi ci segue con enorme affetto da sempre, chi si
è
aggiunto strada facendo, chi ci legge in silenzio e chi ha voglia di
lasciare un piccolo commento. GRAZIE
DI CUORE A TUTTE!
Vi auguriamo un buon ferragosto e speriamo che chi è vacanza
si stia rilassando e divertendo! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
AVVISO:
abbiamo scritto una OS che partecipa al concorso "Una one-shote per
l'estate". Se a qualcuno interessa leggerla basta che clicchiate sul
titolo. E' un rating arancione quindi non ci sono limitazioni
d'età ed è densa di dolcezza e romanticismo. Vi
lasciamo anche la trama!
Bella e le sue amiche decidono di concedersi una breve ma lussuosa
vacanza estiva in un famoso resort di Malibù, a Los Angeles
per festeggiare il loro diploma. Chi incontreranno? Forse il passato di
Bella busserà di nuovo alla sua porta… e
chissà se lei avrà voglia di riaprire il suo
cuore…
CAPITOLO 112
Peggio
di così…
Pov
Bella
Per fortuna Dylan e i suoi amici si erano appena allontanati senza
altri casini. Mi accorsi che gli occhi attenti di tutti i membri della
nostra compagnia erano puntati sulla sottoscritta. Sbuffai
esasperata… capivo perfettamente che erano solo preoccupati
per
me, ma in quel momento ero troppo irritata.
-Stai bene, sorellina?- mi chiese Jazz, titubante. Dal tono mesto
intuii chiaramente il suo pentimento per quella poco gradita
intromissione da parte sua. Trucidai con lo sguardo lui e il mio
migliore amico in combutta con lui, altrettanto in imbarazzo.
-Con voi due faccio i conti dopo!- sibilai, facendoli sbiancare
entrambi; -Ora devo fare quattro chiacchiere con Mister macho-man,
campione di villania!- affermai, voltandomi per fulminare con
un’occhiataccia il mio ragazzo. Il suo sguardo duro e
arrabbiato
mi fece comprendere subito che, a differenza di Jazz e Jake, non era
per niente dispiaciuto per essersi comportato in quel modo odioso. Qui
le cose si stavano mettendo maluccio…
Feci un respiro profondo per cercare di calmarmi e non far trasformare
il tremendo fastidio che sentivo in una rabbia che ci avrebbe
senz’altro portati a rovinare la serata di festa. Volevo solo
divertirmi in modo spensierato, non litigare con il mio ragazzo! Sapevo
che entrambi possedevamo due bei caratterini pepati, pronti ad
incendiarsi con una minima scintilla…
Avevo compreso che avrei dovuto cercare di dosare per bene le parole:
desideravo fargli comprendere con pacatezza il perché non
avessi
gradito essere trattata come se nemmeno fossi stata presente. Non
sopportavo quando lui si comportava in quel modo e prima lo avesse
capito, meglio sarebbe stato.
Mi avvicinai con cautela e gli accarezzai il viso: i suoi occhi mi
lanciavano lampi infuocati, pericolosi come una burrasca nel mare in
tempesta… ma almeno non si era scostato bruscamente al mio
gesto.
-Per favore, Edward… mi spieghi cosa ti è preso?-
gli chiesi, il più dolcemente possibile.
-Cosa è preso a me?! Ma scherzi?! Almeno ti rendi conto che
stavi flirtando con il tuo ex? Dio, che schifo!
Cos’è, un
ritorno di fiamma, per caso?!- ringhiò, completamente fuori
di
sé.
Sgranai gli occhi di fronte a quell’accusa ingiusta ed
infondata, incapace di proferire un minimo suono...
-Edward non è come pensi…- si intromise Jasper,
che
evidentemente aveva ascoltato… forse si sentiva in colpa per
aver innescato quella reazione quando si era rivolto in malo modo a
Dylan.
-No, Jazz! Stanne fuori! Iniziate a raggiungere la pista che fra poco
faranno le estrazioni- gli ordinai, infastidita. Lui annuì
mortificato e si allontanò con il resto della compagnia.
-Edward… sto cercando in tutti i modi di non farmi
sopraffare
dall’ira… vorrei cercare di ragionare con te in
modo calmo
e tranquillo. Non voglio che ci roviniamo questa bella serata, ma con
le tue paranoie assurde non mi stai aiutando granché- lo
ammonii. Abbassò lo sguardo, iniziando a fissarsi la punta
dei
piedi.
-Ti prego, dimmi che non credi veramente a quello che mi hai appena
sputato addosso. Dimmi che è solo la tua stupida ed
irrazionale
gelosia a farti parlare in questo modo! Perché in tutta
sincerità… non merito nemmeno una singola parola
delle
tue cattiverie- lo pregai, ferita: mai una volta gli avevo dato motivo
per dubitare del mio amore per lui, mai!
-Mi dispiace!- mormorò, stringendomi
all’improvviso tra le
braccia. Rimasi sorpresa ma ricambiai immediatamente
l’abbraccio.
Non me lo aspettavo proprio... ormai ero pronta ad uno suo scoppio e
invece la sua reazione pentita mi aveva piacevolmente colpito. Forse il
nostro rapporto stava lentamente maturando! Lo strinsi forte a me,
sollevata, affondando il viso nel suo collo così profumato,
rapita da quelle braccia così salde e forti...
-Lo so, sono un coglione… è che non ho capito
più
niente… e tu sembravi così compiaciuta per quei
complimenti… sei persino arrossita!- cercò di
giustificarsi, quasi in un’accusa.
-Edward… è normale che mi faccia piacere ricevere
un
complimento: sono pur sempre una donna, anche se felicemente fidanzata.
Però non ti devi preoccupare… io non provo
più
niente per lui… anzi a dirla tutta, da quando mi sono
innamorata
di te, bè… mi sono resa ancor più
conto di quanto
quella per Dylan fosse sempre stata solo una semplice infatuazione- gli
rivelai, sperando di calmarlo ancora.
-Ti amo…- mi sussurrò all’orecchio con
una voce roca e strozzata.
-Anch’io ti amo; e cerca di non dimenticarlo mai- gli
risposi,
posando le labbra sulle sue in un tocco delicato come ali di farfalla.
-E’ che prima ho avuto così tanta paura di
perderti! Ero
terrorizzato perché non capivo e non ci riesco
tutt’ora… come fai a parlargli in modo
così
tranquillo e sereno dopo il modo vergognoso in cui ti ha trattata quel
verme?- mi confessò. Effettivamente ero stupita anche io di
me
stessa… Edward aveva bisogno di sentirsi rassicurato.
-Vedi… non so darti una spiegazione razionale nemmeno
io…
so solo che io e Dylan ci conosciamo fin da bambini e
l’affetto
che provavo per lui è sempre stato sincero. Ma si tratta
appunto
solo di affetto… subito dopo averlo rivisto ed essermi
accorta
che per lui non avevo mai provato amore, mi è scattata una
reazione improvvisa… e mi sembra che gli sgradevoli ricordi
quasi appartengano ad un’altra vita… nel senso che
preferisco tenermi stretti solo quelli belli. Penso sia merito tuo,
tesoro mio! Grazie al tuo amore mi rendi così felice, serena
e
appagata… che non provo nemmeno più bisogno di
serbare
rancore verso chi mi ha fatta soffrire così tanto- tentai di
spiegargli quel caotico groviglio di emozioni che era il mio cuore in
quell’istante.
-Davvero?!- il sorriso che mi regalò quell’angelo
mi
riscaldò il cuore e alla fine si tuffò
letteralmente
sulle mie labbra, facendomi dimenticare in un secondo tutto
ciò
che ci circondava. Le nostre bocche si schiusero all’istante,
i
nostri respiri spezzati si fusero e le nostre lingue si incontrarono,
iniziando una battaglia passionale che ebbe il potere di incendiare
tutto il mio corpo e non solo… a quanto potevo sentire,
anche
quello di Edward. La sua mascolinità premeva dura sul mio
ventre, mentre il desiderio esplodeva prepotente in noi. Le sue mani
iniziarono subito ad accarezzarmi la schiena e brividi intensi si
propagarono dalla punta dei capelli a quella dei piedi. Dio quanto lo
desideravo!
-Ehm, ehm…- qualcuno tossicchiò in modo non molto
discreto, per richiamare la nostra attenzione. Ci staccammo ansanti,
persi uno negli occhi dell’altro…
-Ragazzi, state dando spettacolo… almeno appartatevi un
po’!- sghignazzò Emmett. Mi guardai intorno,
arrossendo di
colpo, e affondai il viso nel petto caldo, accogliente e muscoloso di
Edward, che sbuffò per l’interruzione fraterna.
-Però il tuo ex su una cosa ha pienamente
ragione…
stasera sei veramente splendida, principessa Tamina- soffiò
nel
mio orecchio, con tono roco ed eccitato, mentre brividi scaturiti dalla
sua voce suadente mi accarezzavano il collo.
-E tu, principe Dustan, sei molto, molto sexy! Non so cosa ti
farei…- azzardai, ormai persa nel vortice di frenesia
scatenato
da quel dio greco.
-Bè… a casa ti potrai sbizzarrire, bambolina:
sono tutto
tuo!- mi rispose con tono malizioso, assecondando quel gioco erotico.
-Oh… ci puoi giurare!- gli promisi in un sospiro, mentre lui
spingeva di nuovo il suo bacino sul mio, facendomi gemere.
-Adoro questa minaccia!- sogghignò furbescamente,
accarezzandomi la schiena.
-Ok ragazzi, basta! Stoppatevi lì! Non ci sono abbastanza
idranti antincendio qui! E poi date un’occhiata a Jazz: vi
sta
facendo segno di raggiungere la pista- ci avvertì ancora
Emmett.
Di colpo mi ricordai quanto poco divertente dovesse essere la serata
per lui e non mi piaceva nemmeno un po’ l’idea di
lasciarlo
solo soletto sui divanetti.
-Emm… sicuro di non voler partecipare? Jake sarà
alla consolle e qui resterai tutto solo…- mi dispiacqui.
-Bella ha ragione...- si crucciò anche Edward. Lui ci
sorrise
benevolo e il suo sguardo andò alla ricerca della figura di
Rosalie, per incupirsi subito dopo.
-Non vi preoccupate per me… andate. Io mi farò un
giro e
poi magari raggiungerò Jake: da lassù si gode
un’ottima visuale e potrò controllarvi meglio!- ci
rassicurò. A malincuore lo lasciammo e raggiungemmo gli
altri
partecipanti.
-Allora ragazzi pronti per la gara?- urlò Seth al microfono.
Un
coro di approvazione si levò dalla pista, mentre
l’adrenalina e l’eccitazione aumentavano a
dismisura.
-Bene! Allora iniziamo dal particolare migliore: i premi!!- la folla
esultò festante. -Dato che le coppie saranno estratte a
sorte,
avremo dei premi doppi!- proseguì.
-Terzo premio: due buoni per una cena per due persone nel ristorante
“Little Italy” di Port Angeles. Secondo premio: due
buoni
del valore di 100 dollari ciascuno, da spendere nel centro commerciale
di Port Angeles. Il primo premio invece consisterà in due
buoni
per un weekend per due persone nel miglior centro benessere di Seattle,
comprensivi di trattamenti e pensione completaaaa!!!-
esclamò
Seth, facendoci urlare di nuovo dall’entusiasmo. I premi
erano
fantastici ed io avevo tutte le intenzioni di impegnarmi. Speravo solo
di non capitare con un bastone di legno… certo fossi stata
in
coppia con Edward sarebbe stato fantastico! Seth spiegò le
regole di base e in cosa consistesse la gara. Rimasi piacevolmente
stupita dall’apprendere che ci sarebbero stati parecchi balli
latino-americani: li avevo sempre adorati e me la cavavo alla grande!
La gara aveva regole semplici: si potevano fare delle piccole
coreografie se si era in grado, non ci si poteva fare spazio
spintonando gli altri ballerini, non ci si poteva solo dondolare sul
posto ma bisognava dimostrare di saper seguire il ritmo e soprattutto
non si poteva abbandonare la pista per nessun motivo e nemmeno una
volta. Praticamente una gara di resistenza. Finiti i balli in gara, le
coppie rimaste sarebbero state giudicate dal pubblico in base
all’intensità dell’applauso e delle
acclamazioni.
Eravamo tutti elettrizzati!
Durante tutto il tempo della presentazione, ero stata tra le braccia
del mio amore: la mia schiena era appoggiata al suo ampio e comodo
torace e ogni tanto quel diavolo tentatore mi stuzzicava, baciandomi
ripetutamente il collo e l’orecchio. Mi stavo letteralmente
sciogliendo e faticavo a rimanere concentrata sulle spiegazioni di
Seth. Mi stava sfidando… ma a casa mi sarei vendicata ben
bene!
-Perché non lasciamo perdere tutto questo e non ce ne
andiamo
subito a casa finché gli altri saranno ancora qui?- mi
propose,
con un tono che lasciava ben poco all’immaginazione delle sue
intenzioni.
-Mmm amore… non mi tentare…- gli risposi,
convinta che scherzasse.
-Allora non resistermi e andiamocene subito- continuò. Ma
parlava sul serio? Mi voltai per guardarlo in viso e mi accorsi che non
scherzava affatto. I suoi occhi guizzarono solo per un istante in
tutt’altra direzione, ma a me non sfuggì chi
avesse
fissato. Sospirai… se avesse continuato nei suoi propositi
più o meno minacciosi nei confronti di Dylan…
bè,
sarebbe stata una lunga serata!
-Edward, non hai motivo di essere geloso! Ti prego! Avevamo deciso di
partecipare e di divertirci o sbaglio?!- lo rimproverai.
-Sì, ma se quel coglione non la smette di mangiarti con gli
occhi… dio, giuro che non rispondo più di me! A
tutto
c’è un limite, Bella… e lui lo sta
oltrepassando
alla grande, credimi!- mi rispose mentre continuava a scambiarsi
sguardi carichi d’odio con Dylan. Ma che diavolo gli
prendeva? E
pure a quell’altro imbecille del mio ex?! Aveva deciso di
rovinarmi la serata?! Maledizione!
Mi armai di infinita pazienza e con una mano feci abbassare il viso ad
Edward verso di me e gli sorrisi dolcemente, accarezzandogli una
guancia.
-Non ci sarà bisogno di comportarsi come degli incivili. Tra
poco inizierà la gara di ballo e Dylan sarà
occupato con
la sua dama per prestare anche la minima attenzione a me; quindi non ti
devi preoccupare, ok? E concentrati sul fatto che tra poche ore saremo
nel nostro letto a rotolarci tra le lenzuola! Devo ancora dimostrarti
con i fatti le mie minacce, no?!- cercai di distrarlo. Grazie al cielo
il mio escamotage funzionò alla grande, perché le
sue
mani artigliarono in modo possessivo le mie natiche e mi fece scontrare
contro il suo corpo caldo e possente.
-Hai ragione… ma ricordati che tu sei mia! Mia e di nessun
altro!- soffiò sulle mie labbra, con gli occhi scintillanti
di
passione ed eccitazione.
-Tua… sì, tutta tua! Però ricordati
che devi
fidarti di me… sempre!- lo assecondai, ammonendolo un poco.
-E’ del diavolo negli altri che non mi fido-
ribadì
testardo. Alzai gli occhi al cielo esasperata, ma non potei
controbattere ancora perché la mia bocca si
ritrovò di
nuovo impegnata con la sua.
-Ragazzi ma che avete stasera?! Avete mangiato qualcosa di
particolarmente afrodisiaco? Vorrei la ricetta, comunque!- ci
schernì Alice, interrompendoci. Ridemmo anche noi.
-Mi sa che la gelosia fa quest’effetto! Vero Edward?-
sghignazzò Jazz, intuendo immediatamente la situazione. Gli
occhi di Edward corsero di nuovo al mio ex.
-Già…- rispose palesemente infastidito.
-Bene ragazzi, è arrivato il momento di formare le coppie!
Questa stupenda ragazza, Ariel, si è offerta di fare
l’estrazione. In una scatola ci sono i nomi dei maschietti e
nell’altra quelli delle donzelle. Man mano che verrete
chiamati,
avvicinatevi al palco, dove riceverete il cartellino con il numero da
appuntarvi sulla schiena o dove preferirete. L’importante
è che sia ben visibile- spiegò ancora Seth,
mentre
aiutava la ragazza, che avevo visto appartenere alla compagnia di
Dylan, a salire sul cubo dove era stato posto il tavolino con le due
urne. Fremevo con brividi continui: chissà con chi sarei
capitata? Incrociai le dita e iniziai a sperare… Fa che sia
il
mio Edward, ti prego, ti prego…
Pov
Edward
Appena vidi chi avrebbe estratto i nomi, mi irrigidii
all’istante. Una strana e fastidiosa sensazione si
propagò
nel mio stomaco ed ero convinto che la mia serata, di lì a
pochi
minuti, sarebbe senza dubbio peggiorata. Avevo visto quella Ariel
parlottare in continuazione con Dylan per tutto il tempo in cui lui
fissava la mia Bella. Sembrava che lei fosse alterata, che non fosse
d’accordo con ciò che lui le stava proponendo:
continuava
a guardarlo in malo modo e a scuotere la testa. Avevo pensato che lei
fosse la sua fidanzata e che gli stesse facendo una scenata di gelosia,
visto che quel coglione continuava a fissare la mia ragazza; ma ora la
pensavo diversamente… e una teoria si faceva sempre
più
largo nella mia testa.
Durante l’estrazione ero sempre più teso e non
riuscivo a
rilassarmi, tanto che Bella più volte mi aveva chiesto cosa
avessi, ottenendo in risposta solo dei mugolii indistinti e nervosi.
Alla fine si era spazientita e si era avvicinata alle ragazze,
lasciandomi a crogiolare nel mio evidente fastidio.
Leah era capitata con Jazz, per la gioia di Jake che felice aveva
alzato i pollici nella loro direzione. Fortunato lui! Almeno la sua
ragazza non si doveva far stringere da un maniaco sconosciuto!
Alice e Rosalie, invece, erano incappate con due ragazzi della
compagnia dell’ex di Bella; e vidi chiaramente Emmett e Jazz
fulminarli, lanciando nella loro direzione sguardi minacciosi. Jazz,
appena la coppia si formò, andò a baciare con
irruenza
mia sorella, marcando così il territorio, per poi ammonire
il
ragazzo con un’occhiataccia. Sorrisi… non ero io
l’unico geloso!
Mio fratello invece si era già posizionato con Jake sul
palchetto del DJ, stava studiando attentamente il ragazzo con cui
avrebbe dovuto ballare Rose. Certo che per lui la situazione non era
delle più rosee: non avrebbe avuto alcun diritto di
intromettersi se quel tizio avesse voluto provarci con Rose, cosa che
indubbiamente stava già facendo, visti i ghigni lascivi che
le
stava rivolgendo. Mi stavo già innervosendo anche per la
loro
situazione (come se non ne avessi già avuto abbastanza della
mia!) quando Rosalie mi sbalordì, alzando gli occhi verso
Emmett
e rivolgendogli un grande e luminoso sorriso. Anche a quella distanza
potei chiaramente notare, in risposta, il sorriso timido e impacciato
di mio fratello che, evidentemente non si aspettava quel tenero gesto.
Il tizio invece si voltò verso di lui e quando vide la
stazza di
quello che credeva fosse il fidanzato di Rosalie, sbiancò di
brutto. E brava la ragazza! Anche se le cose non stavano proprio
così, aveva trovato il modo di tenere a bada
l’eventuale
entusiasmo esagerato del suo compagno di ballo.
Le estrazioni proseguirono con esasperante lentezza e il mio nome e
quello di Bella non erano ancora usciti. Stavo cominciando a sperare
che potessimo effettivamente finire insieme, quando le mie speranze, in
un attimo, si mutarono in orrore…
Ariel aveva appena pronunciato il nome della mia Bella insieme
a… quello di Dylan! Merda! Lo sapevo! Ero certo che lui
l’avesse tramato apposta… doveva aver scambiato i
bigliettini! Me lo sentivo… cazzo, cazzo, cazzo! Come Bella
si
mosse per avvicinarsi al palco e ricevere il suo cartellino col numero,
la afferrai per il polso e la trascinai accanto a me.
-Edward, ma che fai?!- si stizzì, ancora spazientita da
prima.
-Tu non parteciperai!- sbottai, incapace di tenere a freno la rabbia
che sentivo aumentare dentro di me.
-Come scusa?- si stupì sempre più Bella,
sgranando i suoi meravigliosi occhioni, incredula.
-Hai sentito benissimo! Non voglio che balli con lui. Punto!- le
ribadii, con un tono forse un po’ troppo aspro e perentorio
di
quanto avrei voluto. La sua espressione, in un attimo, si
trasformò in furia. Sapevo che odiava quando qualcuno
tentava di
imporle qualcosa e che stava praticamente per scoppiare la terza guerra
mondiale… ma in quel frangente non riuscivo più a
controllare la morsa di gelosia che mi stava attanagliando e
comprimendo lo stomaco!
Bella incrociò le braccia al petto, contrasse la mascella e
ridusse gli occhi a due fessure. Ero certo che se avesse potuto mi
avrebbe incenerito all’istante.
-Cosa diavolo stai blaterando, Edward?- sibilò, dandomi
ancora
la possibilità di ritrattare il mio ordine. Ma non ne avevo
nessuna intenzione.
-Mi sembra di essermi spiegato chiaramente, no?- le risposi con tono
sarcastico. La lite di proporzioni storiche era pronta a scoppiare in
tutta la sua irruenza, ma a quel punto preferivo bisticciare con lei
piuttosto che vederla volteggiare per tutta la sera tra le braccia di
quel coglione! E che cazzo!
-Edward, stai veramente esagerando! Avevamo deciso insieme di
partecipare a questa gara e sapevi benissimo che senz’altro
avrei
dovuto ballare con qualcun altro! E ora?! Cosa sono queste stronzate?!
Ho cercato di essere comprensiva e di non litigare, ma tu mi inviti a
nozze!- si infervorò.
-Oh, ma fammi il piacere, Bella! Sia perfettamente qual è il
mio
problema! Non fare la finta tonta- la provocai ancora. Non fece in
tempo a ribattere perché quel cretino del suo ex ci
interruppe.
-Ehi, Bells!- la chiamò. Già solo il fatto che
usasse
quel soprannome intimo e privato che usavamo solo noi di famiglia mi
fece salire ulteriormente il sangue al cervello.
-Bella! Anzi no… per te è Isabella! Anzi no: Miss
Swan!
Oppure ancora meglio se sparisci e non la chiami affatto!- lo
minacciai, avvicinandomi. Avrei voluto spaccargli quella faccia
insulsa… testa di cazzo!
-Calma, amico! Si può sapere che problema hai?!- mi
sputò
in faccia. Come se non lo sapesse! Poi come se niente fosse si rivolse
di nuovo alla mia Bella, che era completamente ammutolita dalla mia
reazione.
-Bella ti ho portato il numero. Li stracciamo tutti come ai vecchi
tempi?- le si rivolse in maniera complice. Oddio santo! Ma ancora non
aveva capito che si doveva togliere dalle palle e soprattutto che non
avrebbe nemmeno sfiorato la mia ragazza?
-Sarà meglio che sparisci! Ora, stronzo!- gli ordinai
perentorio.
-No, Dylan. Dammi pure. Io e Edward avevamo finito di parlare- lo
tranquillizzò, senza però distogliere il suo
sguardo
assassino dal mio. La mia rabbia alle sue parole crebbe ancora. Non
potevo credere che preferisse ballare con lui piuttosto che andarcene e
chiarire la situazione tra noi!
-Trovati un’altra compagna di ballo, perché io e
la mia
ragazza ce ne stavamo andando- continuai inflessibile.
L’espressione di Bella divenne in un attimo indecifrabile e
per
un attimo il timore di aver veramente esagerato si
impossessò di
ogni cellula del mio corpo. La mia enorme paura di perderla si
acutizzò come non mai.
-Davvero, Bells?! Senti… ho capito il problema, ma so anche
quanto ti piacciano queste competizioni. Non voglio assolutamente che
rinunci a causa mia. Facciamo così… mi ritiro io,
così avrai la possibilità di ballare con qualcun
altro e
il tuo ragazzo credo proprio che in quel caso non avrà nulla
da
obiettare- propose come un buon samaritano. Che subdolo figlio di
puttana! Cosa voleva anche un premio per quel sacrificio?!
-Pensi di avere a che fare con un coglione?! So benissimo che tu e la
tua amichetta avete architettato tutto quanto per far in modo che tu e
Bella capitaste insieme! E ora fai pure il cavalier servente che si
ritira per non causare casini? Bè, il tuo sporco giochetto
non
è servito a niente perché io e la mia ragazza ora
ce ne
andiamo a casa!- gli sputai addosso infuriato. Probabilmente se la mia
ipotesi fosse stata falsa sarei sicuramente passato per un pazzo
paranoico, ma in quel momento non riuscivo a trattenermi in alcun modo:
stavo impazzendo dalla gelosia al solo pensiero che quei due stessero
vicini in un contatto troppo intimo come nei balli da
eseguire…
oddio non potevo nemmeno immaginarli insieme in una bachata!
-Edward! Ma ti stai ascoltando?! Sei impazzito del tutto?! Come avrebbe
fatto quella ragazza a scambiare i biglietti se gli occhi di tutta
quanta la sala erano puntati su di lei? L’hai vista forse
fare
qualche imbroglio?!- mi chiese Bella, sempre più sbalordita
per
il mio comportamento. Effettivamente aveva ragione… ma ero
certo
che un modo lo avessero trovato, perché nel momento in cui
avevo
ipotizzato il loro inganno l’espressione del suo ex per un
attimo
era divenuta colpevole e imbarazzata, anche se l’aveva subito
celata sapientemente.
-Ehi, ciao! Mi hanno detto che tu sei Edward Cullen. Io sono Ariel e
siamo in coppia insieme- ci interruppe l’amica di Dylan,
porgendomi il cartellino col mio numero.
-Lascia stare, Ariel. Andiamo a chiedere se possiamo fare coppia noi
due, visto che loro si ritirano- le spiegò con eccessiva
gentilezza quel demente.
Ecco, bravo! Aria! Finalmente l’hai capita!, esultai tra me.
Anche se avevo ben poco da esultare. Ero certo che Bella me
l’avrebbe fatta pagare cara questa stronzata.
-Non ti azzardare!- tuonò improvvisamente la mia ragazza,
facendoli paralizzare all’istante entrambi; -Io ho tutte le
intenzioni di partecipare alla gara e impegnarmi per vincerla!- mi
sfidò. Spalancai gli occhi incredulo. Non potevo credere
alle
mie orecchie.
-Guarda Bella che non stavo scherzando- la ammonii ancora. Non avevo
nessuna intenzione di cedere, anche se mi rendevo conto che stavo
tirando troppo la corda.
-Forse sei tu, Edward, a non aver ben compreso la situazione. Sei
veramente ridicolo e infantile! E, quando rinsavirai
dall’età neonatale in cui sei evidentemente
retrocesso
questa sera, sarò lieta di parlarne con calma e di ascoltare
le
scuse che vorrai porgermi- affermò con voce sicura e quasi
indifferente. La sua improvvisa quiete mi faceva paura e non prometteva
nulla di buono.
-Bella, non ti azzardare, altrimenti…- mi interruppe
all’improvviso, di nuovo furiosa.
-Altrimenti cosa, Edward? Vorresti trascinarmi via con la forza come ai
tempi delle caverne? O peggio ancora lasciarmi perché non
eseguo
i tuoi stupidi ordini?!- mi urlò. Spalancai gli occhi.
Lasciarla?! Lasciarla?! Non poteva veramente pensare che per una
stupida divergenza scoppiata in una lite io volessi
lasciarla…
-Cresci un po’, Edward, che è meglio!-
dichiarò,
per poi afferrare il braccio di Dylan e sparire tra la folla di
ballerini in pista. Mi resi conto che stavo tremando dalla testa ai
piedi.
-Cos’hai intenzione di fare?- mi domandò Ariel,
sorridendomi in modo amichevole. La fissai intensamente. Era una
bellissima ragazza e forse non sarei stato io l’unico geloso
se
avessi ballato con lei come sapevo fare. Così la signorina
Swan
avrebbe provato sulla sua pelle la mia stessa sensazione…
In un attimo presi la mia decisione.
-Andiamo e vinciamo!- esclamai, esibendo il mio sorriso sghembo che
funzionava sempre!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 113
Pov
Emmett
Edward
continuava a lanciare sguardi cupi verso la coppia di ballerini
(sguardi che lasciavano ben poco adito ai dubbi riguardo i suoi
sentimenti) e ogni volta la furia gli trasfigurava il viso. Mi
dispiaceva vederlo così in pena, perché ero
consapevole
di quanto stesse soffrendo; ma Bella non stava facendo assolutamente
niente di male, si stava comportando in modo più che
corretto! E
anche durante la bachata, che aveva appena ballato con Dylan, mai una
volta si era strusciata addosso a lui… cosa che invece non
si
poteva affermare di Edward: il grande stronzo di una volta era tornato!
Continuava a strofinarsi addosso ad Ariel in maniera quasi scandalosa e
a quell’oca non sembrava dispiacere per niente! Anche Bella
aveva
posato spesso gli occhi su di loro e tutte le volte sul suo viso si era
dipinta un’espressione di sorpresa e sofferenza. Non poteva
continuare così… maledizione, rischiava di
perderla sul
serio stavolta!
Ciao
a tutte!
Passato bene il ferragosto? Noi tutto ok e
speriamo sia stato così anche per voi.
Allora torniamo ai nostri piccioncini che si
stanno comportando come dei bambini di due anni. Ma il rapporto cresce
e si fortifica anche superando queste liti inutili. Non preoccupatevi
troppo, perchè sapete che non riusciamo a far star separati
i piccioncini a lungo, quindi la tempesta sarà passeggera.
In questo capitolo succederà anche
qualcosa di bello, che aspettavate con ansia! Indovinate un po?!
Ringraziamo tutte le lettrici che ci hanno
inserito nelle seguite (445),
nelle ricordate (100)
e nelle preferite (300).
Anche chi ci ha inserite tra gli autori
preferiti!
Grazie di cuore, siete il nostro sostegno! BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
P.S.:
volevamo avvisare chi ha già letto la nostra OS che abbiamo
inserito la copertina che ha creato la nostra carissima e gentilissima
Rossella (Lalayasha)! Se avete voglia, tornate a dare un'occhiata! GRAZIE
AMORINO NOSTRO! SEI UN TESORO!
CAPITOLO 113
Riavvicinamenti
e… allontanamenti
Pov
Emmett
Io
e Jacob
eravamo posizionati sul palco del DJ. Dovevo ammettere che era davvero
divertente smanettare con tutti quegli strumenti sofisticati e stavo
passando una serata abbastanza piacevole, nonostante tutto.
Bè… a dire il vero il mio umore si era aggiustato
un bel
po’ da quando Rose, prima dell’inizio della gara,
mi aveva
volontariamente regalato un sorriso dolcissimo e rassicurante. Il mio
battito era schizzato alle stelle e una concreta speranza si era subito
insinuata nel mio cuore. Come aveva fatto Rose a sapere dove mi
trovassi?! Forse anche lei, come me, aveva seguito i miei
movimenti… Probabilmente mi aveva sorriso solo per tenere a
bada
il suo accompagnatore, facendogli credere che io fossi il suo ragazzo a
tutti gli effetti; ma non mi importava il vero motivo… il
suo
tenero gesto mi aveva talmente emozionato che mi aveva raddrizzato
comunque la serata! Forse il suo perdono non era poi così
lontano…
La
gara stava
procedendo alla grande: molte coppie erano già state
eliminate o
si erano ritirate, ma i nostri amici e familiari erano ancora tutti in
pista. Danzavano tutti molto bene, ma la coppia che più
catalizzava l’attenzione di tutti (e che continuava a essere
acclamata dal pubblico) era quella composta da Bella e il suo ex.
Volteggiavano sicuri per l’enorme sala, come se non avessero
mai
fatto altro nella vita. Erano una meraviglia per gli occhi, ma le
circostanze che si erano create non mi piacevano proprio per
niente…
Il
problema non
nasceva per come si stava comportando Bella, che si stava limitando
solo a danzare, ma a causa dell’odioso litigio che aveva
avuto
con mio fratello. Edward aveva sbagliato a cercare di imporsi in modo
così prepotente, non poteva intimarle nulla…
ormai
avrebbe dovuto conoscere la sua fidanzata: odiava sentirsi comandata e,
a dirla tutta, effettivamente mio fratello aveva toppato alla grande.
Per
carità, capivo alla perfezione la sua gelosia; ma doveva
imparare a fidarsi ciecamente di lei, perché Bella lo amava
con
tutto il suo cuore e non avrebbe mai fatto niente per ferirlo.
Purtroppo il suo caratteraccio impulsivo e il suo senso di
possessività erano emersi in tutta la loro prepotenza,
facendogli aprire la bocca a sproposito e darle fiato per sparare solo
delle enormi cazzate. Però ora la faccenda stava decisamente
degenerando…
Edward
continuava a lanciare sguardi cupi verso la coppia di ballerini
(sguardi che lasciavano ben poco adito ai dubbi riguardo i suoi
sentimenti) e ogni volta la furia gli trasfigurava il viso. Mi
dispiaceva vederlo così in pena, perché ero
consapevole
di quanto stesse soffrendo; ma Bella non stava facendo assolutamente
niente di male, si stava comportando in modo più che
corretto! E
anche durante la bachata, che aveva appena ballato con Dylan, mai una
volta si era strusciata addosso a lui… cosa che invece non
si
poteva affermare di Edward: il grande stronzo di una volta era tornato!
Continuava a strofinarsi addosso ad Ariel in maniera quasi scandalosa e
a quell’oca non sembrava dispiacere per niente! Anche Bella
aveva
posato spesso gli occhi su di loro e tutte le volte sul suo viso si era
dipinta un’espressione di sorpresa e sofferenza. Non poteva
continuare così… maledizione, rischiava di
perderla sul
serio stavolta!
-Tuo
fratello
sta davvero esagerando!- esordì irritato Jake che,
evidentemente, li stava osservando con particolare attenzione. Sapevo
quanto anche lui fosse protettivo nei confronti di Bella e stavolta lo
capivo alla grande: Edward stava facendo incazzare pure me! Bella non
si meritava un trattamento del genere ed ero certo che, a mente fredda
e lucida, Edward si sarebbe pentito amaramente del suo stupido
comportamento, specialmente se avesse continuato a oltrepassare il
limite, come purtroppo stava accadendo.
-Già…
odio quando fa la testa di cazzo…- mormorai, assentendo alle
sue parole.
-Bè,
allora vedi di trovare un modo per farlo smettere, prima che si metta
in un brutto guaio! Bella è già parecchio
incazzata per
la scenata di prima, ma certe cose le odia proprio. Tempo fa, al
compleanno di Rosalie, io e Jazz lo avevamo avvertito, in caso di
litigio, di evitare certi giochetti con lei, perché gli si
sarebbero ritorti contro. Non che una bella lezione non gli serva,
anzi… non gli farebbe male! Però non voglio
vedere
soffrire la piccola Bells, cosa che invece sta già
avvenendo!-
mi spiegò, infervorandosi.
-Mi
trovi
perfettamente d’accordo- affermai risoluto. Anch’io
non
volevo vedere star male Bella; e poi, se la lite si fosse trasformata
in qualcosa di più grosso, ci sarebbero stati male entrambi,
perché sapevo quanto si amassero.
-Allora
vai a
riferirgli che se non la smette di fare il cretino con quella sventola
gli stacco le palle e gliele lego intorno al collo come un papillon!-
mi avvertì Jake, facendomi ghignare per
quell’immagine.
-Ora metto un lento, così potrai parlargli senza che debba
smettere di ballare- dichiarò.
I
miei occhi
vagarono un po’ sulla pista e mi accorsi che anche Jazz si
era
fatto attento a quella situazione… infatti stava
letteralmente
fulminando Edward con occhiatacce minacciose. Lui, senza scomporsi
affatto, continuò imperterrito la sua opera da emerito
idiota,
facendo scontrare il suo bacino con quello della ragazza e
accompagnandolo in un gesto molto intimo e sensuale. Purtroppo a quella
mossa assistette impotente anche Bella, che sbiancò quasi
del
tutto. Perfino da quella distanza potei accorgermi con
facilità
di quanto fosse rimasta sconvolta dal comportamento vile e sleale di
Edward, anche se cercò di non scomporsi e di non concedergli
alcuna soddisfazione, tornando invece a concentrarsi sul suo compagno e
sui passi della danza.
Cazzo,
Edward!
Ma che diavolo aveva intenzione di combinare?! Voleva rovinare
definitivamente il suo rapporto con Bella? Me ne ero accorto io, in
lontananza, di quanto stesse male quella povera figliola; possibile che
lui se ne fregasse alla grande?! Cosa gli diceva quel cervello
avariato? Non era da lui! Piuttosto che farla soffrire si sarebbe fatto
pestare a sangue e ora che gli succedeva?! La gelosia faceva commettere
proprio le peggiori stronzate!
-Sarà
meglio che ti muovi perché ho come la netta impressione che
tra
qualche minuto Jazz gli farà un altro buco in culo! A tutto
c’è un limite e lui l’ha di certo
oltrepassato!-
ringhiò Jacob.
-Corro!-
risposi, mentre mi catapultavo giù dal palco. Intanto la
musica
vivace del merengue stava scemando per lasciare spazio ad una
più calma e tranquilla. Bene! Passando accanto alla pista
non
riuscii a trattenermi dal lanciare uno sguardo di sfuggita a Rose e il
mio cuore prese di nuovo a battere come una corsa impazzita. Cazzo! Era
una vera e propria bomba vestita in quel modo… e quei
capelli
rossi le donavano da dio, facendole risaltare ancora di più
i
suoi occhioni azzurri. Era eccitante da morire e quel cretino con cui
ballava le stava letteralmente sbavando addosso. Dio, che giramento di
palle! Gli avrei volentieri tranciato di netto quei luridi tentacoli
che ora le stringevano in maniera possessiva i fianchi. Era meglio per
lui che quelle mani rimanessero lì, in quel punto,
perché, se solo mi fossi accorto che avevano intenzione di
scendere sul suo culo, il polpo si sarebbe ritrovato monco!
Rose
d’un
tratto incrociò il mio sguardo e un tenero sorriso
fiorì
di nuovo sul suo volto e di conseguenza sul mio. Come avrei voluto
prenderla tra le mie braccia e portarla via da quella sala affollata!
Mi mancava ogni cosa di lei e quei giorni erano stati veramente
terribili! Speravo solo in questo weekend di riuscire a parlarle con il
cuore in mano, per farle comprendere quanto fossi perso senza di lei. I
suoi sorrisi mi facevano ben sperare: forse mi avrebbe almeno
ascoltato! Nei giorni passati le avevo lasciato il suo spazio e le
avevo dato il tempo di riflettere sui suoi sentimenti con calma, senza
insistere e senza imporle la mia presenza ingombrante e
costante… ed evidentemente aveva funzionato, visto che
quelli di
stasera mi sembravano dei piccoli passi verso di me… speravo
solo di non sbagliarmi di brutto!
Cercai
di
concentrarmi di nuovo sul mio compito e feci cenno a mio fratello di
avvicinarsi a bordo pista. Continuando a ballare, quel coglione, con un
ghigno sfrontato, mi arrivò accanto.
-Ciao,
Emmett!
Non so se conosci la stupenda Ariel! Come puoi vedere è
un’ottima ballerina! E non solo, immagino…-
esordì
con il tono da strafottente che non udivo più da tempo.
Già solo quello mi fece girare i coglioni a mille!
-Che
cazzo stai combinando?! Ti sei bevuto il cervello?!- lo aggredii in
malo modo.
-Ehi,
calma!-
sogghignò come un deficiente; -Mi sto solo divertendo. Non
c’è bisogno di incazzarsi
così… non sto
facendo nulla di male, proprio come Bella!- si risentì
all’istante per le mie accuse.
-E’
proprio qui che ti sbagli, coglione! Bella non sta facendo un
cazzo… infatti sta solo ballando! Tu, al contrario, stai
praticamente scopando in pista coi vestiti addosso!!- lo accusai. La
ragazza, sentitasi chiamata in causa, sgranò gli occhi
palesemente offesa per le mie parole. Ohhh aveva da fare poco la
santarellina, quella!
-Ehi!
Ma come
ti permetti?!- si stizzì; -Noi non stiamo scopando! Ci
stiamo
solo divertendo… e parecchio anche!- si difese.
-Senti,
dolcezza… sarai anche caruccia, ma sarà meglio
che ti
limiti a tenere la tua boccuccia ben chiusa, invece di sparare cagate!
Mio fratello è felicemente fidanzato e non ha bisogno di
divertirsi con te… anzi, mi correggo: era felicemente
fidanzato,
perché dopo stasera non so se la sua ragazza sarà
ancora
dello stesso parere…- la zittii, per poi tentare di far
capire
al rincoglionito quanto grave fosse la situazione.
Probabilmente
la ragione di Edward si rimise in moto di botto, dopo il lungo
black-out (era anche ora!), perché si bloccò sul
posto
come un baccalà surgelato… e sul suo viso
comparve una
smorfia di terrore. Finalmente! Forse aveva ricominciato a ragionare di
nuovo con il cervello, invece che con il gioiellone di famiglia!
-Bene…
vedo che stai rinsavendo, perché stai anche rischiando
parecchio
con Jake e Jazz! Ti giuro che in questo momento vorrebbero staccarti le
palle!- rincarai la dose, giusto per essere certo che avesse il quadro
completo di quanto avesse esagerato. La ragazza nel frattempo si era
messa a protestare sonoramente: per fortuna erano appena stati
eliminati.
-Aria…
Ariel!- la schernii, ridacchiando per il gioco di parole. La ragazza si
dileguò all’istante, lanciandomi epiteti poco
carini,
degni di uno scaricatore di porto. Pazienza! Sarei sopravvissuto
comunque!
Ora
dovevo
occuparmi di mio fratello che continuava a guardarsi intorno spaesato,
in cerca della sua ragazza, che era scomparsa dalla pista in un baleno.
-Cazzo!
Cazzo!
Cazzo! Emmett! Cosa cazzo ho combinato?!- continuava a mormorare,
terrorizzato, consapevole di essere uscito dai limiti.
-Un
bel casino!
Ecco che hai combinato! Vedi che succede a ragionare con il pistone, al
posto del buon caro e vecchio cervello?!- lo accusai. Non me la sentivo
di giustificare il suo comportamento, anche se vederlo così
pallido e in preda al panico mi faceva stare male.
-Dove
sarà andata, ora?! Cristo! Non vedo nemmeno più
lui!
Emm… e se fosse così incazzata con me…
da gettarsi
tra le sue braccia?!- mi domandò con un soffio, alla soglia
della disperazione.
-Senti,
Edward… ma il cervello l’hai lasciato a Forks
stasera?!
No, perché inizio seriamente a crederlo! Ti sembra possibile
che
Bella sia la tipa che si butta su un altro ragazzo solo
perché
l’hai fatta incazzare?!- lo rimproverai, cercando di farlo
ragionare con lucidità.
-No…
no… lei no! Lo stronzo che fa ‘ste cagate sono
solo io!
Merda, Emmett! Non voglio perderla! Non posso!- si spaventò,
smorto come un cencio.
-Non
la
perderai… quella ragazza ti ama troppo… aspettati
un bel
cazziatone, o magari ti farà un po’ il culo, dato
che te
lo meriti; ma sono certo che ti perdonerà. Ora vai a
rinfrescarti un po’ alla toilette, poi la cerchi con calma,
pronto a strisciare ai suoi piedi se necessario, d’accordo?!-
lo
tranquillizzai; -Io intanto inizio la ricerca!- gli promisi.
Annuì; e mesto con la coda tra le gambe, si diresse ai
bagni.
Incrociai
lo
sguardo con Jake e gli feci un cenno d’assenso. Lui mi
sorrise e
ritornò a concentrarsi sulla consolle. Mi fermai un attimo a
osservare la pista. Rimanevano poche coppie, ma tra queste
c’erano ancora Jazz e Leah e Alice e il suo compagno. Erano
veramente bravissimi. Ma in un attimo mi resi conto che mancava
qualcuno… oh porca… dove cazzo era Rosalie?!
Un
senso di
inquietudine mi invase e mi misi freneticamente alla sua ricerca.
Allontanandomi un po’ dalla pista e dalla musica, riconobbi
la
sua voce alterata. Mi avvicinai e dietro una colonna c’erano
lei
e la piovra con cui ballava che stavano litigando. Stavano urlando e
lei lo insultava perché le aveva toccato il sedere. Cosaaa?!
Ma
come diavolo si era permesso?! Sbuffai come un toro inferocito; il mio
primo impulso fu quello di avvicinarmi e scaraventarlo
dall’altra
parte del locale, a metri di distanza da lei… ma poi mi
ricordai
che Rosalie odiava certe scenate in pubblico e quindi con calma (che
faticavo comunque a mantenere!) mi accostai a loro.
-Sei
solo una
stronza! Neanche ce l’avessi d’oro! Stavamo andando
da dio
insieme, e avremmo anche potuto vincere uno dei premi! Potevi almeno
avvertirmi, piuttosto che lasciarmi lì come un cretino!- la
accusò, arrabbiato.
-Non
ce
l’avrò d’oro, ma il culo lo faccio
toccare solo a
chi dico io! Non mi faccio palpare come una puttana dal primo che
passa! Chiaro, stronzo?- si difese strenuamente. E brava la mia
bambolina!
-Se
vuoi ti pago! Non saresti la prima troietta con cui vado!-
ribattè il tizio. Ok, ora basta!
-Ehi,
amico!
Vedi di darti una calmata! Non è certo il modo di rivolgerti
ad
una signorina per bene- lo ammonii con tono tranquillo, mentre il
coglione sbiancava alla mia vista. Effettivamente ero quasi il doppio
di lui. Ora non fai più il furbo, eh?!, ghignai tra me e me.
Dovevo restare pacato… non volevo sembrare il solito
cavernicolo
geloso e possessivo agli occhi di quella creatura dolcissima.
-Emmett…-
mormorò Rosalie, meravigliata dalla mia presenza.
-Scusa
se mi
sono intromesso, ma ero in giro a cercare Bella… e sono
stato
attirato dalla tua voce non proprio tranquilla…- le spiegai.
Non
volevo che pensasse che la stessi controllando.
-Anche
se vedo che te la cavi benissimo da sola… come sempre
d’altronde…- affermai, sorridendole.
-Grazie…
e comunque Brad se ne stava giusto andando. Non abbiamo più
niente da spartire, visto che siamo fuori dalla gara…
vero?!- si
rivolse al verme. Se ripensavo alle sue parole di poco
prima…
dio, mi sentivo ribollire il sangue! Gli avrei spezzato volentieri
tutte le ossa!
-Sì…
mi aspettano…- dichiarò, titubante. Era
chiaramente
spaventato dalla mia mole, e sorrisi soddisfatto. Anche se in
realtà avrei voluto vederlo strisciare ai miei piedi e
pregarmi
di risparmiarlo… ma dovevo trattenermi. Come però
fece il
gesto di allontanarsi una mia mano finì (molto
delicatamente!)
sul suo braccio, afferrandolo saldamente… bè,
forse con
un po’ troppa energia, vista la sua smorfia di
dolore… ma
erano dettagli! Lo feci di nuovo voltare verso Rosalie.
-Sarebbe
più educato, prima di tornare dalla tua combriccola, almeno
ringraziare la signorina per la bella serata; e, se proprio vogliamo
essere dei veri gentiluomini, chiederle scusa per il tuo comportamento
sgarbato e per le tue parole da autentico cafone- gli consigliai (ed
era meglio per lui che seguisse alla lettera il mio suggerimento). Come
un cagnolino bene addestrato fece quanto richiesto e dopo qualche
secondo si dileguò alla velocità della luce. Ah,
che
soddisfazione!
-Stai
bene?- mi
rivolsi a Rosalie che mi fissava con un’espressione
indecifrabile. Avevo paura di aver esagerato… e forse era
ancora
più arrabbiata di prima per la mia intromissione.
-Ora
sì-
mormorò e, lasciandomi completamente basito, volò
tra le
mie braccia, facendosi avvolgere completamente dal mio corpo. La
strinsi a me con forza (Dio, quanto mi era mancata!) e lei si
lasciò abbracciare, abbandonando il viso sul mio petto. Non
potevo credere a ciò che stava accadendo!
Inspirai
con un
profondo gemito il profumo dai suoi capelli e li accarezzai con
estasiata lentezza. Dopo un momento che mi sembrò eterno,
lei
sollevò il viso e potei notare che delle lacrime scendevano
copiose dai suoi occhi. Con una mano continuai a stringerla e con
l’altra cercai di asciugarle il volto. Avrei voluto dirle
mille
cose, ma avevo un enorme groppo in gola che mi impediva di pronunciare
anche solo mezza parola. L’unica cosa che riuscii a fare fu
sorriderle e lei ricambiò all’istante. Non sapevo
cosa
pensare… avevo paura di sperare che fosse tutto risolto,
quando
magari lei aveva solo bisogno di un po’ di conforto.
-Mi
sei mancata così tanto…- sussurrai, incapace di
trattenere oltre le emozioni.
-Anche
tu… scusami… avevo bisogno di un po’ di
tempo… ma stare senza di te è la peggiore delle
torture… mi manchi così tanto…-
mormorò in
imbarazzo. Il cuore mi esplose di gioia e la felicità che mi
investì era così destabilizzante che una lacrima
scivolò sul mio viso.
-Ti
amo,
Rosalie. E non sei tu a doverti scusare, ma io… non sono
perfetto e non lo sarò mai. Ma mi impegnerò per
cambiare
e per cercare di essere alla tua altezza…- tentai di
spiegarle,
ma scosse energicamente la testa, interrompendomi.
-Emmett…
tu sei la persona più dolce e generosa che io abbia mai
conosciuto… non voglio che cambi di una virgola
perché
è di te che mi sono innamorata… così
come
sei… non di un damerino perfetto. Ho solo bisogno di
sincerità totale da parte tua… solo di
quella…-
dichiarò.
-Puoi
giurarci
amore mio! Non ti mentirò mai più! Non ti
darò mai
più il minimo motivo per non fidarti di me!- le promisi. Lei
mi
sorrise raggiante e finalmente le nostre labbra si unirono, dando vita
ad un bacio così denso di amore e passione che ci mancava
poco
che incendiassimo il locale.
Ci
staccammo ansanti ma felici. Poi Rose d’un tratto si fece
seria, facendomi tremare. Che le era venuto in mente ora?!
-Prima
hai
detto che stavi cercando Bella? Cosa è successo?!- mi
chiese,
preoccupata. Le spiegai rapidamente la situazione. Anche lei era in
ansia per la cugina perché si era accorta di tutto.
Bè… non accorgersene sarebbe stato impossibile,
visto il
comportamento palesemente schifoso di Edward.
-Giuro
che, se
finisce male, tuo fratello si ritroverà a cantare
l’Aida
per i prossimi decenni! Da soprano!- si infervorò. Sorrisi
della
sua rabbia.
-Sei
estremamente sexy, tutta incazzata, lo sai?!- la elogiai.
Arrossì di brutto, facendomi sghignazzare.
-Grazie…-
mormorò, compiaciuta.
-Sarà
meglio che andiamo a cercare quei due, prima che scoppi una guerra.
Stasera la vedo storta- proposi.
-Sì,
anch’io! Andiamo!- mi assecondò. E mano nella mano
ci dirigemmo alla ricerca di Bella ed Edward.
Pov
Bella
Ero
appena
uscita fuori dal locale, sul retro, per cercare di calmarmi. Ero
incazzata nera e le lacrime premevano prepotenti per uscire. Era stata
la festa di Halloween più orrenda della mia vita!
Possibile
che
quella che doveva rivelarsi una serata allegra, divertente e anche
(perché no!) romantica, dovesse essersi trasformata in un
incubo?
Al
momento
dell’estrazione delle coppie mi ero veramente alterata per il
comportamento grottesco e infantile di Edward. Come diavolo si era
permesso di ordinarmi di non ballare con Dylan a causa della sua
stupida gelosia?! Io non mi sarei mai sognata di intimargli una cosa
del genere… magari ci sarei stata malissimo se lui avesse
ballato con una sua ex molto importante, ma non avrei mai cercato di
imporgli la mia idea con la forza… avrei
senz’altro
cercato di farglielo capire in altri modi, con la speranza che lui
accettasse di sua spontanea volontà di non ballare con
quell’eventuale partner. Cosa che avrei fatto esattamente
anch’io, rinunciando senza alcun rimpianto alla gara, se lui
avesse trovato un modo meno detestabile per chiedermelo,
anziché
comportarsi come un possessivo ed odioso cavernicolo. E meno male che
mi aveva appena chiesto scusa per la scenata di poco prima! Ma allora
cosa significava tutto ciò?! Ovviamente, che le sue scuse
non
valevano un tubo e che non si era realmente pentito di quella reazione,
ma aveva voluto solo calmare le acque. Si era reso ridicolo di fronte a
tutti e cosa, che sopportavo ancora meno, mi aveva trattata come un
oggetto di sua proprietà. Dio che rabbia assurda!
Calciai
via un
mozzicone di sigaretta per terra. Aveva persino accusato Dylan di aver
giocato sporco per finire in coppia con me, ed io avevo trovato
quell’insinuazione talmente folle, da insultarlo davanti a
tutti… e invece ero venuta a scoprire che Edward
effettivamente
aveva visto giusto! Bè… questo comunque non
poteva
giustificare ciò che aveva detto e il modo esecrabile con il
quale mi si era rivolto.
Ma
quanto erano
idioti tutti i maschi del mondo?! Li facevano con uno stampino unico
così risparmiavano tempo?!
L’imbecillità era per
caso concentrata nel testosterone?
E
come si era
permesso quell’altro deficiente di rovinarmi di nuovo la
vita?!
Non aveva già combinato abbastanza danni mesi prima?! Eh no!
Doveva girare il coltello nella piaga!
Ma
ciò che mi aveva ferita come una pugnalata al cuore era
stato il comportamento di Edward in pista…
Da
quando ci
eravamo messi insieme mi ero convinta che lui non sarebbe stato mai
più lo stronzo che avevo conosciuto
all’inizio… che
grazie al nostro immenso amore aveva fatto emergere
l’autentico
se stesso: un ragazzo dolce, altruista, brillante, generoso, simpatico,
romantico, comprensivo e rispettoso della sua fidanzata…
Certo,
come no!
Ero solo una stupida bambina che credeva ancora alle fiabe! Avrei
dovuto travestirmi da Cappuccetto Rosso… sarebbe stato
decisamente più appropriato per una credulona come me. Quel
brutto pezzo di… Mmm… non avevo nemmeno la voglia
di
insultarlo per bene! Si
era strusciato per tutto il tempo contro quella meretrice di una
sguattera, che ovviamente era stata ben contenta di farsi spupazzare. E
quello stronzo schifoso l’aveva abbracciata, stretta contro
il
suo corpo in maniera possessiva come faceva con me, le aveva percorso
la schiena con le sue mani e molte volte le loro bocche erano state a
pochi millimetri di distanza… Dio, mi sentivo
così
ferita! Così umiliata!
Una
goccia
d’acqua salata sfuggì al mio controllo. Che palle!
Ma
perché ogni volta che ero nervosa dovevo piangere come una
fontana?! Non lo sopportavo proprio! Ma stavolta non avrebbe avuto la
soddisfazione di vedere le mie lacrime. Non le avrei versate per lui! O
perlomeno non in pubblico! Avevo ancora un minimo di dignitoso
orgoglio, anche se ritenevo che quella sera Edward lo avesse calpestato
a sufficienza; ma lo avrei tirato fuori con grinta!
Sobbalzai
quando sentii un benefico calore avvolgermi le braccia. Alzai gli occhi
e vidi quelli dolci di Emmett che mi guardavano dispiaciuti. Abbozzai
un sorriso.
-Grazie,
Emm…- mormorai. Poi di colpo mi accorsi che c’era
anche Rosalie con lui.
-Rose!
Non dirmi che hai abbandonato la gara per colpa mia, ti prego!- la
implorai.
Lei
mi sorrise e scosse la testa.
-No,
Bella, non
preoccuparti. E’ stata colpa di quel cretino con cui ballavo
che
ha avuto la brillante idea di palparmi il sedere- mi spiegò,
con
una smorfia schifata. Sgranai gli occhi, meravigliata. Non
c’era
davvero limite alla stupidità degli uomini! Ma
perché non
erano in grado di capire che (a meno di non essere fidanzati) un ballo
era solo un ballo?!
-E
tu che hai
fatto?!- le chiesi, momentaneamente grata di aver qualcosa su cui
concentrarmi che non comprendesse l’atteggiamento troglodita
di
Edward o lo stupido comportamento di Dylan. Idioti tutti e due!
-Ed
io
l’ho mollato in pista e me ne sono andata…
così mi
ha seguita e abbiamo iniziato a discutere… poi è
intervenuto da vero gentiluomo il mio orsacchiotto e mi ha
salvata…- mi raccontò. Meno male! Almeno uno si
salvav… Ma un momento! Aveva appena detto “il mio
orsacchiotto” o mi stavo rincretinendo del tutto?! Loro si
abbracciarono, sorridendomi raggianti.
-Oh
mio Dio!-
urlai, incapace di trattenermi; -E’ magnifico! Come sono
felice
per voi!- continuai, al settimo cielo. Almeno una cosa positiva in quel
casino di serata era successa!
La
porta del
locale sbattè forte contro il muro e comparve Dylan
trafelato.
Mortificato, si scusò con me davanti a Emm e Rose e
chiarì il suo strano comportamento della serata: mi
raccontò che ci teneva tanto a parlarmi almeno una volta,
per
chiarire il suo passato con me. La nostra rottura era stata traumatica
anche per lui e ci teneva a spiegarsi del tutto, dato che ci stava
ancora molto male.
Emm
non avrebbe
voluto lasciarci da soli, sostenendo che suo fratello si sarebbe
incazzato ancora di più, se ci avesse scoperto appartati a
parlare; ma io mi inalberai: che osasse solo lamentarsi,
quell’uomo di Neanderthal!! A quel punto però,
intervenne
mia cugina.
-Mi
dispiace,
Bella… ma non ho nessuna intenzione di lasciarti sola con
questo
verme!- affermò Rose, sorprendendomi e fulminando Dylan con
un’occhiataccia. Stavo per ribattere anche a lei, quando il
mio
ex mi anticipò.
-Non
c’è problema, Bella… mi vergogno da
morire per
quello che ti devo raccontare, ma a questo punto non voglio aggravare
la tua situazione col tuo ragazzo; e se ci saranno anche loro due
magari non litigherete più di quello che avete
fatto…- mi
tranquillizzò.
-Mi
pare il
minimo, stronzo! E sono proprio curioso di ascoltare cosa tirerai fuori
per giustificare il tuo insulso comportamento schifoso!- gli
ringhiò contro Emmett, facendolo indietreggiare di qualche
passo, intimorito dalla sua mole. Sorrisi tra me e me…
effettivamente Emmett arrabbiato e minaccioso incuteva un
certo…
terrore!
-Emmett…-
tentai però di ammonirlo.
-No,
Bella! Emm
ha ragione! Mi dispiace ma non lo tollero proprio e non riesco davvero
a capire come puoi anche solo parlargli! Sei sempre troppo buona!
Avresti dovuto dargli un calcio nel culo e basta!- mi
rimproverò
Rose con veemenza. Sospirai e la abbracciai.
-La
mia
cuginetta… non è che ti stai immedesimando un
po’
troppo nel tuo alter ego, Elektra?!- la schernii, tentando di smorzare
la tensione che si era creata. Ci riuscii perché
scoppiò
a ridere seguita a ruota da noi. Poi sempre abbracciate raggiungemmo
uno dei nuovi tavoloni di legno, con cui Sam aveva arredato
quell’area, e ci sedemmo. Una volta sistemate, ci accorgemmo
che
Dylan era rimasto nello stesso punto di prima. Rosalie si
spazientì subito.
-Allora,
verme!
Ci vieni a raccontare la tua favoletta o no?!- lo provocò
ancora. Le tirai una gomitata, ridacchiando, mentre lui, sempre
più imbarazzato, ci raggiungeva. Emmett, invece, si era
già seduto sulla panca, sistemandosi tra le gambe della sua
ragazza.
Piantai
i miei
occhi su Dylan e mi augurai che almeno da quel casino potesse nascere
qualcosa di buono. Ero proprio curiosa di sapere quale giustificazione
avrebbe tirato fuori dopo tutto quel tempo, visto che mesi prima
(quando avevo scoperto il suo tradimento) non era stato in grado
né di ribattere alle mie accuse né di darmi una
ragione
valida che potesse spiegarmi in qualche modo il suo comportamento
orrendo. Almeno una spiegazione decente me la meritavo!
Alla
fine della
sua narrazione eravamo tutti sbalorditi ed io ero completamente
sconvolta. Non potevo credere a ciò che Dylan mi aveva
appena
raccontato. Avevo sempre immaginato che ci fosse stato un motivo
preciso in grado di causare un cambiamento così radicale nel
suo
atteggiamento durante gli ultimi tempi del nostro rapporto; ma avevo
sempre ritenuto che riguardasse un episodio legato al sesso e al fatto
che io non mi sentissi ancora pronta ad affrontare quel passo con
lui… e invece quella maledetta di Tanya (sì,
sempre lei!)
era andata decisamente oltre!
ANTEPRIMA CAPITOLO 114
Non
potevo ancora credere al casino che avevo combinato!
Vidi
il
gruppetto parlottare con Bella e poi lei scese dal tavolo e si
avviò verso di me. Mi accorsi solo in quel momento che non
avevo
ancora mosso un passo… ero immobile… i miei piedi
erano
diventati di piombo e non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo per
andarle incontro.
Abbassai
il
viso, impacciato. Ero agitatissimo: il cuore mi batteva forte, il
sangue scorreva veloce nelle vene rendendo ansimante la mia
respirazione, la mascella era contratta, la gola si era improvvisamente
seccata, gli occhi erano lucidi, e le mie mani si erano serrate a
pugno… mi resi conto che era la paura a rendermi
così
nervoso… avevo un maledettissimo e fottutissimo terrore che
non
mi avrebbe mai perdonato. Non riuscivo nemmeno a comportarmi da uomo e
guardarla in viso… non volevo che l’unica emozione
che
riuscissi a scorgere nei suoi occhi fosse la delusione
anziché
il solito sguardo pregno d’amore che riservava solo al
sottoscritto…
Ciao
ragazze!
Allora dal titolo del capitolo capirete che
è arrivata l'ora dei chiarimenti.
Sia Edward che Bella hanno sbagliato, chi
più chi meno, ma come abbiamo già ribadito
più volte, sono giovani, sono appena all'inizio e comunque
gli errori servono anche a far crescere il rapporto .
Per quanto riguarda quell'arpia di Tanya, state
tranquille perchè presto ce la toglieremo dalle palle in
maniera definitiva.
Ringraziamo come sempre chi ci segue con tanto
affetto e diamo uno speciale benvenuto alle nuove lettrici, che hanno
avuto il coraggio di leggersi 113 capitoli tutti in una botta!
Complimenti e soprattutto GRAZIE!
AVVISO:
abbiamo deciso di postare sempre solo una volta alla settimana e
precisamente il giovedì, anche da settembre in poi. Sappiamo
che vi avevamo promesso di riprendere le pubblicazioni due volte la
settimana, ma la colpa è principalmente mia. Sinceramente
pensavo di risolvere i miei problemi di salute durante
l'estate, e invece sono peggiorati sempre più e non
riesco a stare seduta tanto tempo al computer. Scusateci
ancora e abbiate pazienza.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 114
Spiegazioni
Pov
Bella
Ero
incredula: da ingenua ragazzina qual ero, mai mi sarei aspettata un
simile resoconto…
Dylan
mi aveva
scioccato! Mi aveva spiegato che mentre stavamo insieme, un sabato sera
(in cui io non ero potuta uscire per via di un’influenza),
lui si
era recato a una festa della squadra di basket, a casa di Tanya. Parte
della serata se la ricordava ancora bene, ma una parte…
l’aveva ricostruita a posteriori, dato che si era ritrovato
incosciente o quasi…
Era
ben
impresso nella sua memoria che quella zoccola ci aveva provato con lui
per tutta la serata, in modo insistente e spudorato; ma quando si era
accorta che Dylan non ne voleva sapere nulla dei suoi approcci, gli
doveva aver rifilato di nascosto nel bicchiere una pasticca: ero
assolutamente sconvolta, non avrei mai pensato che Tanya sarebbe potuta
arrivare a drogare qualcuno contro la sua volontà! Quando
aveva
iniziato a sentirsi strano, lei prontamente lo aveva trascinato in una
delle camere. Dylan non sapeva cosa di preciso fosse successo quella
notte tra loro, ma il mattino seguente si era ritrovato completamente
nudo nel suo letto con lei accanto, altrettanto svestita. Si era
sentito scosso e colpevole, ed era fuggito via senza nemmeno
svegliarla. Tanya l’aveva poi ricattato mostrandogli delle
foto
di loro due avvinghiati nudi nel letto, minacciandolo di sputtanarlo
con tutti: in primis con me, ma anche con il coach di basket (che
l’avrebbe espulso dalla squadra per punizione). Lui si era
spaventato da morire perché di fronte a una prova del genere
era
certo che né io né nessun altro gli avremmo mai
creduto… e non aveva sopportato l’idea di perdere
tutto,
me e la squadra. Tanya, in cambio del suo silenzio, aveva preteso da
lui del sesso occasionale solo per vendicarsi della sottoscritta: non
aveva mai accettato il fatto che lui avesse rifiutato le sue avances
prima di mettersi con me, che le avesse preferito una santarellina come
me… per lei era impensabile e considerava quella situazione
di
tradimento ampiamente soddisfacente per lavare l’onta.
Così Dylan aveva accettato quell’orribile ricatto
pur di
non perdere me e la squadra, ma si era sentito talmente in colpa ed era
rimasto così disgustato dal suo comportamento in quella
situazione che l’amarezza, la vergogna e il rimorso avevano
preso
il sopravvento. Non era riuscito a confidarsi con nessuno e aveva
iniziato a bere sempre più spesso: in effetti
(anch’io lo
rammentavo bene) nel periodo di poco precedente alla nostra rottura non
c’era stata sera che non avesse finito per ubriacarsi dopo
che mi
aveva riportato a casa. Aveva toccato il fondo quando iniziò
ad
assumere anche pasticche di ecstasy… a suo dire
l’unica
schifezza in grado di fargli dimenticare la merda che era diventato.
Ben presto però si era ritrovato talmente immischiato in
quella
spirale, che non aveva saputo più come uscirne; da essere
spregevole quale si reputava, aveva iniziato ad andare a letto anche
con altre cheers, che non avevano disdegnato le sue attenzioni,
suscitando però la gelosia di Tanya. Era diventato meschino,
gretto, egoista e a volte anche violento. Era stato proprio a quel
punto che Tanya, infastidita dalla piega che aveva preso la situazione,
si era vendicata, mettendomi al corrente dei numerosi tradimenti del
mio ragazzo…
Abbracciata
a
Rose, le parole di Dylan continuavano a vorticarmi nella
testa…
non sapevo cosa dire, come tirare fuori anche solo un fiato…
non
ci riuscivo… Ciò che provavo in quel momento era
solo un
tremendo disgusto per ciò che avevo appena saputo. Pian
piano ma
inesorabilmente la furia si stava facendo strada nel mio cuore.
-Che
lurida
stronza! Vipera maledetta!- commentò la mia cuginetta,
rafforzando il suo abbraccio. Già! Non c’era fine
alla
cattiveria di quella serpe velenosa… come si faceva a
rovinare
così la vita ad un’altra persona solo per il gusto
di
farlo? Certo, anche Dylan aveva sbagliato, e molto… ma per
la
prima volta in vita mia mi ritrovai a desiderare il male di un altro
essere umano… sempre se quella stronza si poteva definire
tale… in quel momento l’unica cosa che mi avrebbe
calmato
sarebbe stata vedere quella lurida puttana contorcersi in preda a
dolori lancinanti!
-Ehi,
Bells… stai bene?- si preoccupò Dylan.
Probabilmente la
mia espressione rifletteva tutto ciò che mi si agitava
dentro.
Scossi il capo con lentezza… mi sentivo la testa pesante
come il
piombo.
-No,
Dylan… per niente… e lo sai cosa mi fa
più male in
tutto ciò che mi hai rivelato?- gli chiesi con tono
amareggiato;
-Ciò che più mi fa male è che sono
certa che se tu
mi avessi raccontato tutto, dopo quella sera, io ti avrei
creduto… avrei creduto a te e non a Tanya…
probabilmente
il pensiero che tu forse avevi fatto l’amore con lei, anche
se
non te lo ricordavi ed eri drogato, mi avrebbe tormentata facendomi
stare male… ma ti avrei comunque creduto e forse avremmo
potuto
superare la cosa… insieme…- gli spiegai, con le
lacrime
agli occhi. Il suo sguardo divenne triste e colpevole e lui prese le
mie mani tra le sue in un gesto di conforto.
-Mi
dispiace,
Bells… sono stato un codardo, te l’ho
confessato…
ma avevo una paura folle di perderti… io ero niente senza di
te
e mi facevo schifo da solo per quello che ero diventato!
Poi…
dopo che hai scoperto tutto quanto non ho mai avuto il coraggio di
dirti come erano andate veramente le cose, perché eri
già
così delusa e ferita che avrei solo peggiorato la
situazione.
Era meglio lasciarti credere che fossi solo uno stronzo, egoista,
incapace di tenere i pantaloni addosso… piuttosto che
svelarti
che ragazzo schifoso ero diventato, uno che abusava continuamente di
alcool e droga…- si infervorò, stringendo forte
la presa.
Sospirai a fondo per cercare di calmarmi… non sapevo
più
nemmeno io cosa pensare… mille ricordi spiacevoli pian piano
stavano prendendo un senso logico e ora tante cose successe a cui non
ero mai riuscita a dare una spiegazione si stavano rivelando ai miei
occhi chiare come il sole, facendomi intuire che quella raccontatami da
Dylan era la pura e semplice verità. Che ingenua ero stata,
però!
-Ma
ora…
come stai? Ne sei uscito o…- non riuscii a finire di
formulare
la domanda, perché Dylan mi interruppe scuotendo
vigorosamente
la testa.
-No,
Bells! Non
pensare che ci sia ancora dentro! Ho chiuso con quella merda e ne sono
rimasto talmente scioccato che non bevo nemmeno più un
goccio di
birra… dopo che mi hai lasciato, le tue parole di accusa, le
tue
lacrime, la tua sofferenza, il tuo dolore, mi hanno perseguitato per
parecchio… così mi sono deciso e ho smesso con
ogni
schifezza… non so se lo ricordi, ma non andavo nemmeno
più alle feste…- mi spiegò, con un
tono di voce
sincero. Tirai un sospiro di sollievo… nonostante tutto gli
volevo ancora bene e non volevo che si rovinasse la vita con cose
schifose come l’alcool e la droga.
-Sai…
mi
hai fatto soffrire veramente Dylan… tanto… ti ho
voluto
bene e sapere che non avevi avuto nemmeno un briciolo di rispetto per
me, umiliandomi in quel modo, ha dato una bella batosta alla mia
autostima… e sai già quanto sia insicura di
carattere… mi ha ferito in un modo incredibile…-
gli
confessai, mentre ricordi dolorosi prendevano il sopravvento sulle mie
emozioni.
-Lo
so…
lo so… e non sai quanto sia stato male anche io per tutto il
dolore che ti ho inflitto… tu non te lo meritavi…
sei una
ragazza dolcissima e meriti tutto il bene di questo mondo. Sei sempre
stata una persona corretta con tutti e hai sempre rispettato gli
altri… e lo dimostra il fatto che stasera tu mi abbia dato
comunque la possibilità di spiegarti ogni cosa, nonostante
io
non mi sia comportato onestamente con te e il tuo ragazzo…-
affermò, dispiaciuto. Lo guardai di traverso al pensiero di
ciò che aveva architettato e immediatamente le immagini di
Edward avvinghiato a quell’oca mi ferirono in modo terribile.
-Sì…
hai combinato proprio un bel casino e anche se mi ha fatto piacere
avere questo chiarimento, avresti potuto trovare un altro
modo…-
lo accusai, irritata.
-Giuro
che non
volevo rovinarti la serata… tante volte in questi mesi ho
pensato di chiamarti per spiegarti ogni cosa, ma alla fine non ho mai
trovato il coraggio di alzare quel maledetto telefono… mi
vergognavo troppo… e poi che diritto avevo io di piombare di
nuovo nella tua vita e riportare a galla cose tanto spiacevoli che ti
avevano fatta soffrire già troppo? Ma stasera quando ti ho
vista… è stato come un segno… io non
dovevo
nemmeno esserci a questa festa perché dovevo festeggiare in
privato con la mia ragazza; ma all’ultimo lei ha avuto un
problema familiare e allora mi ha convinto a non passare la serata da
solo e a venire qui con la compagnia…- mi spiegò
affranto; -Mi sono detto che non potevo perdere questa occasione e
così mi sono avvicinato per salutarti e quando ho visto che
eri
così gentile, nonostante tutto il dolore che ti avevo
causato,
mi sono fatto coraggio e mi sono convinto ancora di più che
meritassi una spiegazione e che questa fosse l’occasione
giusta
per dartela. Volevo chiederti se potevamo appartarci un attimo per
poterti raccontare com’erano andate veramente le
cose… ma
poi il comportamento del tuo ragazzo, così geloso e
possessivo,
mi ha suscitato una rabbia immensa… giuro che non volevo
mettermi in competizione con lui, anche perché sono
pazzamente
innamorato della mia ragazza, ma non volevo a nessun costo perdere
questa chance. Sapevo che non ci sarebbe stato più modo di
avvicinarti durante la serata perché il tuo ragazzo non mi
toglieva gli occhi di dosso e non avrebbe mai permesso che ti parlassi
da solo… quando però ho saputo che
l’estrazione
delle coppie l’avrebbe fatta Ariel, l’ho pregata di
fare in
modo di farci capitare insieme. Era fin troppo semplice: quando fosse
venuto fuori il tuo nome, avrebbe pronunciato il mio in coppia con te,
per poi chiamare il nome del ragazzo che doveva capitare con te quando
fosse venuto fuori il mio nome- mi spiegò. Un improvviso
pensiero attraversò la mia mente.
-Penso
proprio
che la tua amica abbia applicato lo stesso giochino anche a se stessa
per capitare con Edward… era fin troppo felice di
volteggiare
tra le sue braccia… Bè… alla fine
anche Edward non
era poi così dispiaciuto di ballare con lei, non
è stato
poi un così grande sacrificio per lui…- mormorai,
mentre
una lacrima scivolava veloce lungo il mio viso. La mano di Rose corse
immediatamente ad asciugarla.
-Ti
prego
Bells, non piangere… non ce n’è alcun
motivo… Edward ti ama, lo sai… e qualcosa mi dice
che si
è comportato così con Ariel solo per farti
ingelosire…- cercò di rassicurarmi. Magari Rose
aveva
ragione, ma faceva un male cane ugualmente. Anche Emm mi
passò
una mano sulla spalla e mi strinse al suo fianco in un caloroso gesto
di conforto.
-Vedrai
che ti
chiederà scusa per come si è
comportato…
perché altrimenti lo castro!- mi consolò il mio
fratello
orso. -Cerca di non essere troppo dura con lui… sai
benissimo
quanto possiamo essere stupidi noi maschi quando marchiamo il
territorio… regrediamo agli ominidi,
suppergiù…-
bofonchiò grattandosi la nuca in un gesto tanto simile a
quello
del fratello. Già, i maschi erano stupidi idioti!
Mio
malgrado
sorrisi e appoggiai la testa alla sua spalla. Mi sentivo meglio e
probabilmente avevano ragione… io mi fidavo di Edward ed ero
certa che non si sarebbe mai spinto oltre con Ariel… voleva
solo
farmi provare le sue stesse emozioni, anche se aveva decisamente
esagerato!
-Grazie
per
essermi stati vicini… e Dylan… ecco, sono
contenta di
aver chiarito ogni cosa, anche se avresti potuto trovare un altro modo
per spiegarti con me- lo rimproverai ancora.
-Hai
ragione,
mille volte ragione, Bells! Sono stato un codardo allora e anche
stasera… avrei potuto chiederti di parlarmi senza sotterfugi
e
senza cercare di far infuriare il tuo ragazzo! Perdonami per il male
che ti ho fatto…- mi pregò con tono affranto.
-Dispiace
anche
a me… sia per il passato che per i casini di
stasera… ma
sei stato importante per me, lo sai… ti perdono e ti auguro
di
essere felice con la tua ragazza- sospirai.
-Grazie,
sei un
tesoro Bells! E ti auguro anch’io tanta felicità
con
Edward… te lo meriti!- mi salutò con un bacio
sulla
guancia. Al pensiero di Edward, un brivido mi scosse. Rose prese a
sfregarmi le braccia per scaldarmi… non mi ero nemmeno
accorta
che stavo tremando… effettivamente ero davvero poco vestita
e la
temperatura era decisamente bassa, ma finché la rabbia e la
delusione l’avevano fatte da padrone non avevo sentito il
gelo.
Pov
Edward
Avevo
cercato
Bella dappertutto in quel locale, ma di lei e di quel lurido verme non
c’era traccia. Il solo pensiero che in quel momento la mia
donna
potesse essere tra le braccia consolatorie di quello stronzo mi faceva
uscire fuori di testa! Anche se tutto era stato causato dal mio pessimo
comportamento…
Mi
scontrai con
Ben: mi avvisò che Emmett gli aveva detto di riferirmi, se
mi
avesse visto, che lui, Rosalie Bella e il suo ex erano fuori sul retro,
dove avevano sistemato i nuovi tavoli.
Senza
perdere
altro tempo mi avviai subito per raggiungerli, un pochino
più
tranquillo per il fatto che mio fratello fosse con lei. Speravo che
magari le stesse già spiegando la situazione, cercando di
ammorbidirla… il fatto che fosse presente anche Rosalie mi
dava
qualche speranza in più. Avrebbero senz’altro
cercato di
farle capire che io non volevo… non avevo
intenzione…
Ahhh!
Cazzate!
Che rabbia! Cosa avrebbero dovuto spiegarle?! Che io… cosa?!
Che
ero stato un coglione totale? Che una merda era migliore di me? Che
l’avevo ferita volutamente? Stronzo! Meriteresti il peggio,
idiota!, mi insultai. Il peggio… mi bloccai di colpo, mentre
un
tremore mi avvolse e la paura di perderla, a causa della mia cazzata,
si fece di nuovo prepotente. Respirai a fondo per cercare di calmarmi:
l’avrei trovata, avremmo parlato e chiarito e mi sarei
scusato
un’infinità di volte, anche prostrandomi ai suoi
piedi.
Cercai di convincermi che sarebbe andata così, altrimenti
avrei
rischiato di impazzire di brutto...
Aprii
la porta
che dava sul retro e la scena che mi si parò davanti mi
tranquillizzò all’istante: Bella era seduta,
abbracciata a
Rose e con loro c’era anche Emmett. Purtroppo c’era
pure il
coglione ma, anche se il mio istinto sarebbe stato quello di spedirlo a
calci in culo da dove era venuto, dopo quello che avevo combinato
dovevo essere molto cauto, se volevo sperare che Bella mi desse
un’altra chance.
Il
rumore della
porta richiamò la loro attenzione e tutti si voltarono verso
di
me. Incrociai subito lo sguardo di Bella e la sua espressione mi
ferì come una stilettata al cuore. Perché diavolo
mi ero
comportato da stronzo? Proprio io che sostenevo di amarla sopra ogni
cosa, io che avevo accusato il suo ex di non aver avuto il minimo
rispetto per lei, io che avrei voluto essere sempre in grado di far
nascere un sorriso sereno sul suo dolcissimo viso, io che non
sopportavo nemmeno che qualcuno potesse ferirla a parole…
alla
fine proprio io le avevo procurato un immenso dolore… e
quell’angelo non se lo meritava davvero! Non potevo ancora
credere al casino che avevo combinato!
Vidi
il
gruppetto parlottare con Bella e poi lei scese dal tavolo e si
avviò verso di me. Mi accorsi solo in quel momento che non
avevo
ancora mosso un passo… ero immobile… i miei piedi
erano
diventati di piombo e non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo per
andarle incontro.
Abbassai
il
viso, impacciato. Ero agitatissimo: il cuore mi batteva forte, il
sangue scorreva veloce nelle vene rendendo ansimante la mia
respirazione, la mascella era contratta, la gola si era improvvisamente
seccata, gli occhi erano lucidi, e le mie mani si erano serrate a
pugno… mi resi conto che era la paura a rendermi
così
nervoso… avevo un maledettissimo e fottutissimo terrore che
non
mi avrebbe mai perdonato. Non riuscivo nemmeno a comportarmi da uomo e
guardarla in viso… non volevo che l’unica emozione
che
riuscissi a scorgere nei suoi occhi fosse la delusione
anziché
il solito sguardo pregno d’amore che riservava solo al
sottoscritto…
-Ti
prenderai
un malanno così… non hai la giacca…-
si
preoccupò, a pochi centimetri da me. Alzai di scatto la
testa,
meravigliato da quella premura piuttosto che da un’accusa
rabbiosa e sprezzante.
-Probabilmente
è il minimo che mi merito stasera…- mormorai, in
evidente
imbarazzo, incapace di aggiungere altro. I suoi occhi mi avevano
incatenato e ora luccicavano di lacrime trattenute… mi si
strinse il cuore nel constatare l’enormità del suo
dolore… che solo io avevo causato! Coglione!
-Mi
hai ferita,
Edward…- soffiò, quasi senza voce. I miei pugni
si
strinsero ancora di più. Dovevo spiegarle… farle
capire
cosa mi era girato in testa… il perché avessi
spento il
cervello e mi fossi fatto trasportare dai miei istinti più
beceri e ancora dalla rabbia, dalla paura, dai dubbi.
-Lo
so,
Bella… e ti mentirei se ti dicessi che non l’ho
fatto
apposta… volevo che anche tu provassi almeno un grammo dello
schifo che agitava il mio animo… ero geloso,
Bella…
geloso marcio e non capivo più niente… mi
vorticavano in
testa solo immagini di te e del tuo ex avvinghiati… e
credimi… non c’entra niente la mancanza di
fiducia…
se tu me lo chiedessi mille volte, mentre tu ed io siamo tranquilli, ti
risponderei mille volte che mi fido ciecamente di te…
perché il mio cuore sa che non mi tradiresti mai, che mi
ami!
Ma… purtroppo quando la gelosia si impossessa di me
è
tutta un’altra storia… il terrore di perderti mi
acceca in
modo totale e tutto ciò che di solito è logico e
razionale all’improvviso non lo è
più… un
buco nero mi divora senza pietà e inghiotte il mio cervello,
la
mia anima, il mio cuore… Cristo, Bella! Riesci a capirmi?
L’amore che provo per te è così
sconfinato che mi
lascia senza fiato… come senza fiato mi lascia anche
l’angoscia di perderti… se tu dovessi mai
abbandonarmi… io… diventerei il nulla…
un misero
ed inutile guscio vuoto…- tentai di farle capire, aprendole
tutto il mio cuore, nel bene e nel male…
-So
che le mie
parole non possono giustificare in alcun modo il mio comportamento
odioso e che non serviranno ad attenuare il dolore che ti ho procurato
stasera… lo so benissimo… però volevo
che sapessi
il perché ho perso la testa in quel modo- le chiarii ancora.
Lacrime silenziose scorrevano sul suo viso, mentre si mordeva il labbro
inferiore. Avrei voluto liberarlo da quella morsa ferrea
perché
ero certo che fra poco l’avrei visto sanguinare; avrei
desiderato
raccogliere quelle piccole gocce salate con le mie labbra; avrei
anelato abbracciarla forte, stringerla a me e permetterle di sfogare
tutta la sua rabbia e la sua sofferenza contro il mio petto…
e
invece rimasi immobile, senza compiere il minimo gesto. Mi sentivo
gelare il cuore… temevo che mi scacciasse, che non mi
permettesse nemmeno di sfiorarla… e quella paura mi
bloccava. La
vidi prendere un profondo respiro e poi tentare, senza riuscirvi, di
asciugare le sue guance che continuavano inesorabilmente a bagnarsi.
-Mi
dispiace
che tu… che tu ti sia sentito così… e
non credere
di avermi detto qualcosa che non posso capire anch’io,
perché… credimi… è la
stessa ansia che
attanaglia me ogni santo giorno… le stesse sensazioni che mi
agitano quando vedo quella schiera di oche ronzarti
intorno…- mi
rivelò, asciugando altre lacrime. Facevo una fatica immane
in
quel momento a non incollarmi a lei, ma non potevo prevaricarla ancora.
-Non
c’era bisogno, Edward, di mettere in scena tutto questo
teatrino,
stasera… avresti dovuto solo parlarmene con calma e io ti
avrei
compreso… siamo due tipetti molto gelosi e so che non
possiamo
cambiare in fretta un lato così radicale del nostro
carattere.
Però possiamo imparare a conviverci o almeno
provarci…
cercando tutte le volte di non combinare casini come quello che ci ha
rovinato una serata che avrebbe dovuto trascorrere
all’insegna
dell’allegria e della spensieratezza. Anch’io non
avrei mai
voluto vederti volteggiare tutta la sera tra le braccia di una tua ex;
ma la differenza tra noi è che io non avrei mai cercato di
impedirtelo con degli ordini drastici, come hai fatto tu!-mi
accusò. Sapevo che aveva ragione… e se solo me lo
avesse
permesso, avrei fatto ogni cosa in mio potere per cercare di tenere a
bada questo mio caratteraccio… per lei sarei cambiato,
maturato… ce l’avrei messa tutta!
-Io
non sono un
oggetto di tua proprietà, Edward. Sono un essere senziente e
pensante, capace di prendere in autonomia le proprie decisioni. E la
mia decisione, se tu mi avessi spiegato prima, con calma,
ciò
che ora mi hai confessato, sarebbe stata quella di non partecipare alla
gara e di trascorrere la serata con te. Io avrei scelto te,
Edward… perché io sceglierei te, sempre e solo
te…
perché anch’io ti amo più di ogni altra
cosa-
continuò, lasciandomi basito. In quel momento mi sentivo il
ragazzo più felice del mondo e allo stesso tempo il
più
coglione in circolazione! Lei mi amava ancora nonostante tutto, ma
ancora non mi abbracciava! Oddio, forse… le avevo fatto
talmente
male che non aveva la forza di perdonarmi!
-Mi
dispiace
veramente tanto, Bella! Ti giuro che cercherò di migliorare,
ma
ti prego… concedimi un’altra occasione! Non ti
deluderò di nuovo…- la scongiurai.
-Non
ho bisogno
di concederti nulla, Edward… mi hai ferita, è
vero, e
anche tanto… ma non riuscirei a immaginare la mia vita senza
di
te…- mormorò. Appena le sue parole arrivarono al
mio
cervello, non riuscii più a trattenermi e annullai la
distanza
tra i nostri corpi. La abbracciai di slancio, stringendola forte a me,
ma mi resi conto che Bella era rigida e algida come una statua di
pietra. Le sue braccia erano intorno alla mia schiena, ma il suo corpo
rimaneva teso e non la sentivo abbandonata contro il mio petto come le
altre volte…
Mi
staccai
lentamente, con il terrore di aver frainteso le sue parole. Quando i
miei occhi incontrarono di nuovo i suoi, mi accorsi che stava ancora
piangendo e che faceva fatica a trattenere i singhiozzi.
-Bella…-
mormorai affranto nel vederla così disperata. Lei mi fece
segno
di aspettare e poi tentò di calmarsi.
-Scusami,
Edward… non ce la faccio ancora… ti prego, dammi
un
po’ di tempo… mi hai fatto troppo male…
non voglio
darti tutte le colpe… so di aver sbagliato anche io a non
aver
tenuto conto dei tuoi sentimenti, dato che ti conosco bene…
però ancora non ce la faccio a far finta che non sia
successo
niente…- mi confessò. Un dolore atroce, riflesso
di
quello che le avevo causato io, mi dilaniò il petto, ma
cercai
di non farlo trasparire. Non volevo forzarla in alcun modo…
era
giusto che avesse il tempo di elaborare tutto ciò che era
successo. Mi allontanai un po’, lasciandole il suo spazio.
Avrei
sopportato di tutto per ottenere il suo preziosissimo perdono, anche le
pene dell’inferno!
-Ok,
scusami… tutto il tempo che vuoi… non
c’è
problema…- la rassicurai con una smorfia che voleva essere
un
sorriso ma con un nodo in gola che mi impediva di respirare.
-Oh
mio dio!- l’urlo di mia sorella ci fece sobbalzare tutti. Ma
che diavolo…
-Non
ci posso
credere! Avete fatto pace!- gridò entusiasta verso Rosalie
ed
Emmett, abbracciati. Oh, cazzo! Non me n’ero nemmeno accorto.
Grandioso! Almeno c’era qualcuno felice quella sera.
Mi
accorsi che
ci avevano raggiunto tutti fuori. Evidentemente la gara era finita. Ci
avvicinammo tutti quanti e vidi Bella appartarsi un po’ per
parlare con Dylan. Calmo… dovevo restare calmo! Mentre gli
altri
si facevano spiegare da Rose ed Emm della loro riconciliazione, io non
riuscivo a distogliere gli occhi dalla mia Bella. Ad un tratto lei si
voltò nella mia direzione e, un po’ impacciata, mi
fece
cenno di raggiungerli. Respirai a fondo e mi staccai dal resto del
gruppo.
-Edward…
Dylan vorrebbe dirti una cosa… se non ti spiace,
ecco…-
balbettò in imbarazzo Bella. Fissai il mio sguardo gelido su
di
lui e annuii.
-Ecco…
io mi vorrei scusare anche con te… è solo colpa
mia se
avete litigato stasera. Avevi visto giusto… Ariel ha
imbrogliato
per farmi capitare in coppia con Bella… gliel’ho
chiesto
io…- mi confessò. Lo sapevo già,
brutto pezzo di
merda! Stavo per partire in quarta quando la mano di Bella sul mio
braccio, in segno di ammonimento, mi fece calmare subito.
-Aspetta,
Edward… lascialo spiegare…- mi pregò.
Sospirai con
impazienza e lo feci continuare senza proferire parola. Non ero sicuro
di riuscire a modulare la voce senza far trasparire l’enorme
rabbia che sentivo verso quell’insulso verme.
-Ti
giuro che
non l’ho fatto per fregarti la ragazza. Non nego che Bella
sia
stata molto importante per me, ma io ora sono innamorato pazzo di
Michelle, la mia fidanzata. Volevo solo avere la possibilità
di
spiegare a Bella come erano andate le cose quando l’ho
tradita.
Mi sembrava si meritasse una spiegazione, visto che non
gliel’ho
mai data… Ho fatto tutto questo solo per poterle parlare,
non
per corteggiarla e se tu non fossi stato così ostile
l’avrei fatto a inizio serata…- mi
pungolò. Bella
gli lanciò un’occhiataccia per come si stava
rivolgendo a
me. Cos’è?! Voleva pure affibbiarmi la colpa delle
sue
subdole manovre, ora?!
-Ok,
scusa… non volevo insinuare che fosse colpa tua…
sono io
che ho sbagliato e ho combinato tutto questo casino…-
mormorò a disagio.
-Sappiamo
entrambi che è solo per comodo tuo che hai voluto darle a
tutti
i costi una spiegazione stasera perché non hai avuto le
palle di
farlo prima!- tuonai; -Ora ti sei spiegato, sì? Te la sei
alleggerita la coscienza?!- gli domandai con un tono per niente
amichevole. Annuì.
-Bene…
quindi cosa ci fai ancora qui?- gli domandai sarcasticamente.
-Bè…
io volevo solo scusarmi…- si imbarazzò.
-L’hai
fatto, no? Ora se permetti tornerei dagli altri… non so se
con
questa tua ammissione ti aspettassi che diventassimo grandi amici o che
ti dessi pacche fraterne sulle spalle, dimenticando la serata di merda
che ci hai fatto passare; o che scordassi quanto tu, in passato, abbia
fatto soffrire questo angelo… ma hai proprio sbagliato
persona!
Non so quale spiegazione tu abbia dato a Bella e in tutta
sincerità nemmeno ci tengo a conoscerla… ma resta
il
fatto che, per un motivo o per l’altro, tu l’abbia
comunque
tradita. Probabilmente lei è disposta a perdonarti,
conoscendo
il suo carattere generoso e magnanimo, ma io no. Quindi mi auguro che
ora tornerai da dove sei venuto e spero che le nostre strade non si
incrocino più!- lo avvertii. Davvero quel coglione pensava
che
con due misere scuse saremmo diventati amiconi o che gli avrei detto
che non importava se aveva fatto scoppiare tutti quei casini?!
-Bella,
io
raggiungo gli altri… stanno rientrando…- sospirai
per
pronunciare le parole seguenti; -Quando vuoi, mi troverai al nostro
tavolo… fai pure con calma- la informai, accarezzandole la
guancia e sorridendole. Non volevo che pensasse che le stavo ordinando
di venire via con me (anche se lo speravo con tutto il cuore). Il solo
saperla fuori da sola col coglione mi faceva di nuovo montare una
rabbia assurda, ma avevo combinato anche troppi casini e non volevo che
Bella credesse che non avevo la minima fiducia in lei. Ma lei, come
sempre, mi meravigliò, fermandomi per un braccio, proprio
quando
avevo già voltato le spalle ad entrambi e stavo per
rientrare.
-No,
Edward… aspettami, vengo con te. Io e Dylan non abbiamo
più niente da dirci- dichiarò, riempiendo di
gioia il mio
cuore. Se non fossi sembrato un tantinello infantile, mi sarei messo a
saltare e a fare gestacci a quella sottospecie di verme schifoso!
-Ciao,
Dylan… grazie per avermi spiegato ogni cosa e… ti
auguro tanta felicità- lo salutò.
-Grazie
a te, Bella e… scusa ancora… per
tutto…- mormorò con uno sguardo triste.
Io
e Bella ci
incamminammo e rientrammo, e anche se ero felice che tutto si fosse
sistemato, non potevo fare a meno di notare l’enorme distanza
che
Bella manteneva tra i nostri corpi. Dio che angoscia! Non ce la facevo
a non toccarla e a tenermi lontano da lei… ma sapevo che
dovevo
farlo! Dovevo trovare la forza!
Quando
tornammo
dagli altri e ci sedemmo con loro, notai che Jasper ci osservava
attento e le occhiate che mi riservava, quando i nostri occhi si
incrociavano, non erano per niente amichevoli.
Sì…
senza dubbio avevo parecchie cose da farmi perdonare e non solo da
Bella… ma ci sarei riuscito!
Parola
di Edward Cullen!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 115
Lui
sospirò a fondo e poi un debole sorriso di benevolenza
nacque sul suo volto.
-Ok,
ok…
ti credo… penso proprio che questa esperienza ti
servirà
per evitare certi errori in futuro- mi rassicurò. Mi
rilassai
all’istante… ero già abbastanza nervoso
per via di
Bella, non volevo rovinare anche il mio rapporto con Jazz.
-Grazie…
per me è importante la tua amicizia…- gli
risposi, sincero.
-Anche
per
me… però cerca di capirmi… cazzo! Mia
sorella non
si tocca! Quindi d’ora in poi ti terrò
d’occhio,
Cullen! E la prossima volta non sarò così
magnanimo- mi
minacciò con un ghigno ritornato piuttosto cupo. Lo
comprendevo
alla perfezione, io avrei fatto lo stesso per Alice; quindi annuii.
-Ora
però dobbiamo concentrarci su qualcosa di più
importante…- mormorò. Lo guardai confuso e lui mi
sorrise
sornione.
Ciao
ragazze!
Per prima cosa vorrei scusarmi per aver risposto ad alcune lettrici con
un ritardo pazzesco. Perdonatemi, ma questa settimana mio marito
è in ferie e mi pretende tutta per sè, quindi il pc
passa nettamente in secondo piano!
Allora, dove eravamo rimaste?
Dylan si è comportato malissimo con Bella e quello che gli
ha fatto Tanya non lo giustifica minimamente, perchè aveva
una scelta e ha compiuto quella sbagliata. Tanya è un'arpia
di prima categoria ma dovrete pazientare ancora pochissimo e ce la
leveremo di torno una volta per tutte!
Edward e Bella si sono chiariti. Alcune di voi hanno dato ragione a
Edward, altre a Bella. Diciamo che la ragione sta nel mezzo anche se
alla fine chi ha esagerato di più è stato Edward.
Ma non crediate che non patisca per la situazione perchè non
è così... sta molto male, soprattutto al pensiero
che Bella soffra così tanto solo per colpa sua. Bella invece
non lo fa apposta a tenerlo sulle spine, la sua non è una
vendetta e lo capirete meglio in questo chappy!
Bene abbiamo parlato anche troppo. Ringraziamo come sempre tutte voi
che ci seguite con affetto e vi diamo appuntamento a giovedì
prossimo con un capitolo col doppio rating, come capirete
dall'anteprima.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 115
A piccoli passi
Pov
Edward
Era
quasi l’alba di sabato mattina e come un’anima in
pena continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto… non avevo
chiuso occhio per tutta la notte. La sera precedente, quando eravamo
tornati a casa, nella villa al mare, io e Bella avevamo dato la
buonanotte a tutti e ci eravamo infilati nella nostra stanza. Il
silenzio tra noi pesava come un macigno sul mio petto e sapevo che la
colpa era unicamente mia. L’avevo ferita profondamente con il
mio comportamento assurdo e anche se per fortuna avevamo già
chiarito ogni cosa, lei ancora non si sentiva pronta a comportarsi con
me come se niente fosse successo; bè, almeno mi aveva
concesso di dormire in camera insieme. Potevo comprenderla e immaginare
quali fossero i suoi sentimenti: dolore, frustrazione, ma soprattutto
delusione… sì, perché, se le parti
fossero state invertite e l’avessi vista ballare e
strusciarsi addosso al suo ex come avevo fatto io con Ariel, sarei
senz’altro impazzito dalla gelosia; ma sarei anche rimasto
enormemente amareggiato e deluso da lei… e ad essere sincero
non so se avrei trovato la forza di perdonarla come aveva fatto lei con
me…
Bella
era una persona decisamente migliore del sottoscritto.
Una
volta in camera, mi aveva chiesto di entrare per prima in bagno; e con
una stretta al cuore non mi era sfuggito il fatto che si fosse portata
il cambio per la notte lì dentro… non aveva
voluto nemmeno farsi vedere svestita da me… era come se
avessimo fatto dei giganteschi passi indietro nel tempo... come se il
nostro rapporto e la nostra confidenza si fossero congelati, come se il
suo corpo non si fidasse più di me. Forse era
naturale… ma mi aveva fatto male comunque, e mi ero sentito
un fallito. Quando
poi ero uscito io dal bagno, avevo trovato la stanza immersa nel buio e
Bella si era già infilata sotto le coperte, dandomi le
spalle. Ero scivolato accanto a lei, senza avere però il
coraggio di sfiorarla; e, nonostante ciò, avevo notato come
si fosse irrigidita lo stesso. Non sopportavo il pensiero che stesse
soffrendo così tanto a causa mia e, incapace di trattenermi,
avevo mormorato ancora delle inutili e stupide scuse, a cui
però lei non aveva risposto a parole, ma solo con sospiri.
Dopo non so neppure io quanto tempo (forse pensando che fossi
crollato), si era lasciata andare ad uno sfogo che mi aveva stretto il
cuore in un morsa d’acciaio… aveva cercato di
soffocare i suoi singhiozzi col cuscino, senz’altro per non
rischiare di svegliarmi, ma io avevo udito comunque il suo
strazio… Non avevo potuto, in quel momento, palesarle di
essere ancora sveglio, sarebbe stato peggio per lei… sapevo
quanto fosse orgogliosa e quanto odiasse farsi vedere fragile e quindi
avevo stretto i pugni e avevo forzato il mio corpo
all’immobilità più assoluta, mentre un
dolore sordo si irradiava ad ogni mia cellula… il fatto di
non poterla stringere, confortare, consolare in alcuna maniera, aveva
acuito ogni mia sensazione di angoscia… giurai a me stesso
che non l’avrei più ferita in quel modo, per
nessuna ragione al mondo!
Dopo
un periodo che mi era parso infinito, spossata da tutte quelle emozioni
e dai singulti silenziosi del suo pianto, si era addormentata. Quando
poi ero stato sicuro che il suo sonno fosse divenuto profondo, non
avevo potuto fare a meno di avvicinarmi e accarezzarla, asciugandole il
viso ancora rigato dalle lacrime. L’avevo vegliata per il
resto della notte, incapace di dormire, beandomi del suo viso rilassato
nel sonno, della dolcezza dei suoi lineamenti, bramando più
di ogni altra cosa assaggiare le sue labbra morbide e carnose, appena
dischiuse. Il resto della nottata era trascorso lento, penoso e
tormentato, ma si era trattata di una punizione equa: non solo me
l’ero meritata, ma il fatto di espiare una parte delle mie
colpe soffrendo mentre soffriva lei (anche se per ragioni diverse), mi
faceva sentire un essere un po’ meno abietto.
Quando
giunsero le sette, riflettei sul suo prossimo ridestarsi…
ero indeciso su come comportarmi. Da una parte avrei desiderato
restarle accanto e ammirare i suoi occhioni appena li avessi aperti,
nella speranza che mi regalasse almeno un timido sorriso.
Dall’altra però ero consapevole che probabilmente
si sarebbe sentita più a suo agio se non mi avesse trovato
intorno; se si fosse risvegliata da sola non ci sarebbe stato quel
muto, sgradevole imbarazzo della sera prima, e lei avrebbe potuto
usufruire del bagno e rivestirsi senza preoccuparsi del sottoscritto e
si sarebbe sentita meno in colpa… sì,
perché la conoscevo bene… e l’intuito
mi suggeriva che, anche se sapeva di aver ragione, si sentiva comunque
responsabile di tenere le distanze tra noi…
perché, nonostante tutto, lei mi amava con tutta se stessa.
Con
un sospiro, decisi di alzarmi, vestirmi e scendere… era la
soluzione migliore, dato che volevo concederle i suoi spazi: non era un
capriccio il suo, avevo compreso quanto ne avesse bisogno.
La
casa era ancora immersa nel silenzio e sarebbe rimasta così
ancora per un po’: la sera prima eravamo tornati tardissimo.
Accesi il camino e andai anche nella dependance ad azionare il
riscaldamento dell’acqua. Magari in giornata avremmo avuto
voglia di farci una nuotata o un idromassaggio… in quel modo
sarebbe stato tutto pronto e non ci sarebbe stato il rischio di
prendere freddo.
Tornato
in salone, mi accorsi che iniziava a piovigginare e sul mare si
notavano in lontananza già dei lampi furiosi. Mamma mia! Ma
com’era possibile che a Forks piovesse quasi sempre?! Un
tempo tetro e cupo, davvero consono al mio umore!
Sospirando
rassegnato, decisi di preparare la colazione per tutti, almeno mi sarei
tenuto occupato e avrei avuto meno tempo per pensare a quanto fossi
stato stronzo, idiota, testa di cazzo e coglione.
Quando
finii di sistemare le stoviglie e imbastire la colazione, mi sedetti al
bancone della cucina a sorseggiare il mio caffè. Avevo lo
stomaco chiuso e il pensiero di mangiare qualsiasi cosa mi nauseava di
brutto… mille pensieri mi vorticavano nel cervello: come mi
sarei dovuto comportare durante quel weekend? Starle lontano, lasciarle
il suo spazio per due giorni interi? E se avesse pensato che non me ne
fregava più nulla di lei? Forse avrei dovuto invece starle
vicino, provare a parlarle ancora, spiegarle quanto profondi, intensi
ed assoluti fossero i miei sentimenti per lei… Dio, cosa
cazzo avrei dovuto fare?!
-Penso
proprio di aver visto del fumo uscire dalla tua testa di cazzo- la voce
di Jasper mi fece sobbalzare. Tentai di sorridere, ma il suo sguardo,
nonostante l’esigua battuta, non era per niente amichevole.
Ero consapevole che fosse incazzato con me, l’avevo capito
già la sera prima e sapevo che pretendeva delle spiegazioni.
Sospirai e mi alzai, versandogli del caffè in una tazza e
porgendogliela. Lui la afferrò e poi si sedette di fronte a
me.
-Jazz…
non so cosa dirti… ieri sera mi è sfuggito tutto
di mano… ero arrabbiato con Bella perché mi
aspettavo che lo cacciasse via e ovviamente con quel coglione del suo
ex… dannazione, ce l’avevo col mondo intero
perché ero agitato e stavo male, non volevo…-
tentai di spiegargli, ma lui mi fermò con un cenno della
mano.
-Alt,
Edward! Non devi dare a me certe spiegazioni… devi chiarire
con mia sorella e so che l’hai già fatto; anche se
a vedervi non si direbbe sia tutto ok…- mi rispose.
-Già…
le ho chiesto scusa e… per fortuna Bella è una
grande e ha capito il mio folle comportamento… ma ancora non
si sente pronta a una riappacificazione… diciamo
fisica… mi parla a malapena e cerca di restarmi il
più lontano possibile…- mormorai, in imbarazzo.
-Lo
so… Bella è fatta così… se
si incazza, come è successo quella sera della gara a La
Push, magari fa fuoco e fiamme ma poi, una volta chiarita la questione,
le passa subito; ma se viene ferita profondamente, come hai fatto tu
ieri, Edward… bè, allora è tutta
un’altra cosa… ha bisogno di tempo
perché hai fatto a pezzi il suo cuore…- mi
spiegò paziente, ma subito dopo il suo sguardo si
indurì di nuovo.
-Devo
confessarti che mi girano parecchio per ciò che è
successo. Non me ne frega un cazzo il perché tu
l’abbia fatto… anch’io sono geloso, lo
sai, ma non avrei mai ferito Alice in quel modo meschino… la
rispetto troppo! Ma tu, Edward?! Ti giuro che non mi sarei mai
aspettato un comportamento del genere da te… o perlomeno non
adesso… prima di Bella, forse… ma ora... cazzo,
mi hai deluso! E non sopporto di vedere negli occhi di mia sorella quel
dolore così intenso… e il fatto che sia stato tu
a infliggerglielo, tu che asserisci di amarla sopra ogni cosa, mi fa
incazzare in un modo bestiale!- si infervorò, fulminandomi.
Sostenni
il suo sguardo… non volevo che nutrisse stupidi dubbi su
quanto amassi la mia ragazza e su quanto fossi pentito di averle
procurato quel tormento.
-Lo
so, Jasper… e non hai idea di quanto vorrei poter
riavvolgere il tempo e ricominciare da capo quella maledetta serata di
ieri! Ma non posso! Posso solo giurarti che non succederà
mai più! Cosa faresti tu dopo aver commesso un errore
madornale? Io ho solamente capito che ormai non posso cambiare il
passato, posso pensare solo al presente e al futuro, Jazz! Anche io sto
male per averla delusa così tanto e credimi… mi
staccherei le palle da solo per il dolore che le ho
inflitto… soffro maledettamente anch’io! E sono
contento di soffrire come un cane, sai? Sì, almeno di questo
sono contento, perché il mio strazio è tutto
meritato e sono pronto a patire le pene dell’inferno per lei,
se questo ci farà riavvicinare… Dio, Jazz! Vorrei
vederla sempre e solo sorridente e felice al mio fianco, amarla come
merita, essere certo che non le farò mai più del
male… questo è quello che vorrei, cazzo! Ma al
momento non so nemmeno come riuscire a farmi perdonare… non
sono riuscito a chiudere occhio stanotte… il senso di colpa
mi logora e il fatto di non poterla sfiorare mi fa mancare
l’aria… è come se… un buco
nero mi allontanasse da lei, come se mi mancasse un pezzo del mio
corpo… il più importante… mi manca il
cuore…- tentai di fargli comprendere, spiegandomi tutto
d’un fiato.
Lui
sospirò a fondo e poi un debole sorriso di benevolenza
nacque sul suo volto.
-Ok,
ok… ti credo… penso proprio che questa esperienza
ti servirà per evitare certi errori in futuro- mi
rassicurò. Mi rilassai all’istante… ero
già abbastanza nervoso per via di Bella, non volevo rovinare
anche il mio rapporto con Jazz.
-Grazie…
per me è importante la tua amicizia…- gli
risposi, sincero.
-Anche
per me… però cerca di capirmi… cazzo!
Mia sorella non si tocca! Quindi d’ora in poi ti
terrò d’occhio, Cullen! E la prossima volta non
sarò così magnanimo- mi minacciò con
un ghigno ritornato piuttosto cupo. Lo comprendevo alla perfezione, io
avrei fatto lo stesso per Alice; quindi annuii.
-Ora
però dobbiamo concentrarci su qualcosa di più
importante…- mormorò. Lo guardai confuso e lui mi
sorrise sornione.
-Dobbiamo
pensare a un piano per farti perdonare da Bella!- mi spiegò,
mentre il mio cuore si riempiva di gioia e speranza. Jazz mi avrebbe
aiutato! Non potevo crederci… era il suo gemello, la
conosceva meglio di chiunque altro… e in più
aveva un enorme ascendente su di lei.
Con
lui al mio fianco, sarei riuscito a riconquistare il completo e totale
perdono di Bella, ne ero certo!
Pov
Bella
Era
domenica mattina ed io ero appena uscita dalla camera per scendere in
cucina. Avevo lasciato Edward a letto, ancora addormentato ed ero
sgattaiolata fuori prima che si svegliasse. Ormai
quell’assurdo weekend era quasi finito. Di lì a
poche ore saremmo tornati a Forks e alla nostra routine… o
almeno lo speravo…
Il
sabato era stato un giorno terribile e bellissimo allo stesso
tempo… non mi ero ancora riavvicinata del tutto ad Edward,
nonostante lo volessi con tutta me stessa. Non ero affatto riuscita a
togliermi dalla mente le nauseabonde immagini della festa: le mani del
mio ragazzo sul corpo di quella schifosa… il modo possessivo
in cui la stringeva… le sue labbra che le sfioravano
delicate il collo… i loro bacini che si scontravano in
maniera sensuale… e ogni volta il mio cuore sanguinava
disperato. Sapevo che quei ricordi non significavano nulla: era stata
solo una stupida ripicca da parte sua e non si sarebbe mai spinto
oltre; ma non riuscivo a impedirmi di soffrirne comunque… mi
ero sentita ferita, umiliata e profondamente delusa per la sua reazione
insensata. Certo, avevamo chiarito la posizione di entrambi,
promettendoci di non comportarci mai più in quella maniera
infantile e irrazionale; e se ancora non riuscivo a stare senza di lui
perché lo amavo da morire, avevo anche bisogno di tempo per
abbassare quella barriera che si era innalzata tra noi… la
mia non era una vendetta ma una vera e propria necessità.
Diciamo una sorta di cura per il mio animo lacerato, una medicina che
mi avrebbe aiutato a stare meglio. La ferita che mi aveva inferto era
stata profonda, ma ormai potevo affermare con certezza che si stava
rimarginando grazie soprattutto alle sue piccole ma costanti
dimostrazioni d’amore. Ero infatti rimasta molto colpita da
come Edward avesse compreso quel mio bisogno. Non si era intestardito a
forzarmi a parlare ancora con lui… non aveva insistito per
avere dei contatti fisici affinché lo perdonassi, non aveva
tentato a tutti i costi di coinvolgermi in qualche conversazione, non
aveva cercato di rimanere solo con me; e quando aveva notato che me ne
stavo in disparte persa nei miei pensieri, mi aveva lasciato fare senza
però perdermi mai di vista… mi aveva praticamente
concesso tutto lo spazio di cui avevo bisogno, rimanendomi comunque
accanto… con affetto e discrezione, riempiendomi di piccole
attenzioni, costanti gentilezze, piacevoli galanterie… il
tutto in modo generoso ed altruista, senza pretendere mai nulla.
In
effetti era stato tanto, tanto dolce…
Il
sabato mattina mi ero svegliata molto tardi, a causa della nottata
passata a piangere. Al mio risveglio, avevo trovato sul comodino, un
vassoio con una ricca colazione da gustarmi a letto. Al centro del
piatto una delle rose del nostro giardino e un biglietto semplice ma
significativo.
Buongiorno,
angelo mio. Ti amo… tuo Edward
Mi ero emozionata parecchio e nonostante fossi stata contenta di avere
il tempo di farmi una doccia, di cambiarmi e di cercare di far sparire
le profonde occhiaie dal mio viso, senza imbarazzi per la sua presenza,
mi ero anche resa conto però che avevo sperato di vederlo
spuntare in camera da un momento all’altro. Quando poi ero
scesa, portando il mio vassoio in cucina, l’avevo trovato
affaccendato a preparare il pranzo, sotto l’attenta
supervisione di Rose e Alice. Lo avevo ringraziato per la colazione e
avevo notato che di sfuggita aveva dato un’occhiata al
vassoio, probabilmente per controllare se ci fossero ancora il
biglietto e la rosa. Un piccolo ma raggiante sorriso si era dipinto sul
suo volto quando si era accorto che li avevo tenuti nella nostra
camera, segno che avessi apprezzato quella gentilezza da parte sua.
Durante
il pranzo ci eravamo ritrovati seduti comunque vicini, visto che le
altre coppiette non si erano separate. Mi ero sentita un po’
impacciata, come se tra noi il rapporto si fosse raffreddato e non
avessimo mai avuto la confidenza che invece avevamo conquistato pian
piano. Ma Edward non si era fatto scoraggiare dal mio atteggiamento
distaccato ed era stato comunque molto attento ad ogni mio piccolo
bisogno: mi aveva riempito il bicchiere quando era rimasto vuoto, mi
aveva servito il pasto senza farmi alzare un dito, mi aveva scostato la
sedia per due volte quando si era accorto della mia intenzione di
alzarmi; e tutto ciò aveva contribuito ad abbattere un
piccolo pezzetto del muro che si era innalzato tra noi.
Avevo
notato i continui sguardi che si scambiavano lui e mio fratello ed ero
certa che ci fosse il suo zampino in quel comportamento più
che perfetto di Edward; Jazz mi conosceva come le sue tasche e sapeva
cosa riusciva ad ammorbidirmi e infine a farmi capitolare quando ero
così delusa...
Nel
pomeriggio ci eravamo tuffati tutti in piscina a giocare e scherzare e
poi noi ragazze avevamo preso possesso dell’idromassaggio,
mentre i maschietti avevano preferito fare una partitella a pallanuoto.
Mi ero rilassata parecchio e avevo riso e scherzato con le mie amiche
in modo spensierato… bè, almeno con i discorsi
iniziali. Rose ci aveva raccontato come lei ed Emmett avevano fatto
pace e la nottata di fuoco che avevano trascorso, facendoci scoppiare a
ridere quando aveva sostenuto che ci avevano dato dentro come ricci
perché dovevano recuperare tutta una settimana. Poi era
stato il turno di Angela rivelarci il perché dello strano
comportamento che aveva tenuto Ben all’inizio della serata,
per poi raccontarci che non era più la presidentessa del
“Club delle vergini” (come l’avevamo
soprannominata per scherzo): aveva fatto l’amore per la prima
volta con il suo Ben… e non solo una visto che le era
piaciuto così tanto da replicare un paio di volte al
mattino! Si era imbarazzata da morire, ma alla fine ci aveva confessato
ogni cosa, felice anche lei di aver condiviso un momento
così speciale con il ragazzo di cui era follemente
innamorata.
Purtroppo
per me, il discorso era poi caduto sulla gara di ballo, risvegliando
quegli orribili ricordi. Mi ero irrigidita all’istante, ma
non me l’ero sentita di chiedere loro di non parlarne, dato
l’entusiasmo di Leah ed Alice nel raccontare certi
particolari. Ero contenta anch’io dei loro piazzamenti: Seth
e la sua compagna avevano vinto, mentre Leah aveva continuato a
lamentarsi, sostenendo che il fratello avesse ottenuto quel risultato
solo perché era molto amato da tutti, essendo il DJ, e che
gli applausi che aveva ricevuto erano stati senza dubbio dovuti alla
sua popolarità piuttosto che al suo modo di ballare. Noi
l’avevamo zittita all’istante, perché
sapevamo per certo che la vittoria, Seth, se l’era davvero
meritata, essendo un ballerino favoloso. Le lamentele di Leah nascevano
dal fatto che (se il fratello non si fosse piazzato primo), vincere
sarebbe toccato a lei e Jazz, visto che si erano classificati secondi
(aggiudicandosi il buono shopping). Il terzo premio, la cena, se
l’erano invece aggiudicata Alice col suo compagno che si era
rivelato anche simpatico e fidanzatissimo, particolare che aveva reso
molto felice mio fratello!
Bè,
alla fine, si erano divertiti tutti e in più avevano anche
vinto.
Rose
aveva però notato quanto fossi divenuta silenziosa
così si era affrettata a cambiare argomento.
L’avevo ringraziata con un cenno d’intesa ma,
nonostante ciò, il mio personale momento rilassante si era
rovinato del tutto e così avevo deciso di uscire dalla
vasca, seguita da tutte le altre.
Non
appena Edward si era accorto che ci stavamo alzando, in un lampo era
schizzato fuori dall’acqua ed aveva recuperato il mio
accappatoio che (senza che nemmeno me ne fossi accorta) aveva
posizionato su un calorifero a scaldare. Mi aveva poi aiutata a
indossarlo, mentre le mie guance avevano preso fuoco per
l’imbarazzo, per poi rituffarsi subito in piscina senza
aspettarsi nemmeno una mia parola. Le ragazze mi avevano fissata con
una punta di invidia per il gesto dolce e premuroso di Edward, ma anche
con un’espressione di rimprovero per non averlo nemmeno
ringraziato. Non l’avevo fatto apposta, in
realtà… ma ero rimasta talmente imbambolata dal
suo gesto gentile che non ero riuscita a fiatare prima che sparisse.
Così, prima di andare a farmi la doccia, avevo afferrato il
suo accappatoio e avevo avuto la sua stessa premura, sperando che
capisse che la sua attenzione era stata molto apprezzata e mi aveva
fatto un enorme piacere. Mio fratello mi aveva schiacciato
l’occhiolino, sorridendomi sornione, ed io non avevo potuto
fare a meno di rispondergli allo stesso modo, arrossendo ancora quando
mi ero resa conto che Edward ci stava osservando, più
sereno. Mi era sembrato di essere stata catapultata indietro nel tempo,
quando ogni suo piccolo sguardo o minimo gesto mi scombussolavano del
tutto, facendomi arrossire in continuazione.
Dopo
cena gli altri avevano deciso di accoccolarsi accanto al caminetto e
gustarsi un film. Gli unici che non eravamo rimasti romanticamente
abbracciati eravamo proprio noi due. Mi sentivo a disagio, come se mi
fosse mancato qualcosa senza le sue forti braccia ad accogliermi,
donandomi il loro calore; ma ancora non ero riuscita ad
avvicinarmi… era stato più forte di me. Alla fine
non mi ero nemmeno goduta il film, perché non ero proprio
stata in grado di concentrarmi su ciò che trasmetteva lo
schermo e spesso il mio sguardo era stato attratto come una calamita
dalla sua figura immobile. Anche Edward si era sentito sicuramente
nervoso, perché mi ero accorta che aveva mantenuto una posa
rigida e tesa per tutto il tempo; e spesso, con la coda
dell’occhio, avevo notato quanto intensamente mi fissasse.
Era stata di certo una sofferenza per lui e mi dispiaceva, ma non avevo
potuto fare altrimenti. Un paio di volte, forse per stemperare la
tensione, si era alzato per prendere bibite e popcorn in cucina e mi
aveva sussurrato all’orecchio, per non disturbare gli altri,
se avessi desiderato qualcosa in particolare. Brividi intensi si erano
propagati in tutto il corpo, quando il suo alito caldo aveva
solleticato quella zona così sensibile, e incapace di
proferire parola, senza nemmeno distogliere gli occhi dalla TV, mi ero
limitata a negare col capo. Ero certa però di averlo visto
sorridere alla mia reazione… quel diavolo si era di sicuro
accorto dell’effetto che aveva su di me…
Alla
fine del film i ragazzi avevano deciso di giocare a poker ed io,
salutandoli in tutta fretta, avevo approfittato, tra le proteste di
Alice e Leah, per andarmene a dormire. Non riuscivo a sopportare
più tutta quella situazione e avevo davvero bisogno di un
sonno ristoratore. In più, essendo Edward occupato al tavolo
da gioco con gli altri, non mi avrebbe seguita e quindi non ci
sarebbero stati ulteriori imbarazzi.
Nonostante
tutto mi ero addormentata quasi subito e quella mattina, quando avevo
aperto gli occhi, Edward dormiva ancora profondamente. Mi ero persa
nell’osservare la sua sconvolgente bellezza. Anche se adoravo
le sue mille espressioni, era proprio nel momento rilassante del sonno
che lo trovavo più meraviglioso che mai: i suoi lineamenti
distesi e sereni lo rendevano così stupendo che
l’unica voglia che mi veniva era quella di avventarmi su
quelle labbra carnose e peccaminose e perdere la cognizione del tempo
senza più staccarmi da lui. Non ero riuscita a resistere e
gli avevo sfiorato la bocca con la mia… lui si era mosso un
po’, facendomi riprendere il contatto con la
realtà. Mi ero subito allontanata e alzata per evitare altre
tentazioni e dopo essermi fatta in gran velocità una doccia,
mi ero fiondata fuori dalla stanza.
Appena
scesa al pianoterra, trovai già Rose e Alice intente a
preparare la colazione. Mi misi anch’io a dare loro una mano
e pian piano la cucina si popolò, finché una voce
calda e soave mi riempì il cuore di gioia.
-Buongiorno
a tutti- salutò Edward. Poi mi venne accanto mentre facevo
soffriggere il bacon e il mio cuore prese il galoppo.
-Ciao…-
mormorò, quasi in soggezione, con uno sguardo da cucciolo.
-Buongiorno…-
gli risposi, sorridendogli, incapace di resistere a quegli appassionati
smeraldi, che mi incantavano ogni volta.
-Ti
sei svegliata presto…- affermò, con una nota di
delusione nella voce. Ero certa che gli fosse dispiaciuto non trovarmi
al risveglio; e ora che ce l’avevo davanti anch’io
mi ero pentita di non essere rimasta a letto. Mi resi improvvisamente
conto che tutte le barriere erano state abbattute con la sua dolcezza e
l’unica cosa che avrei voluto fare sarebbe stata quella di
gettargli le braccia al collo e prendere possesso di quelle labbra
tentatrici… ma la frattura che si era interposta tra noi mi
impediva di comportarmi con naturalezza… non sapevo nemmeno
io il perché mi trovassi così in imbarazzo con
lui…
-Sì…
pensavo che aveste fatto tardi ieri sera… e che volessi
dormire un po’ di più. Così sono scesa
a preparare la colazione ma Rose ed Alice erano già al
lavoro- gli spiegai, arrossendo per l’ennesima volta quando
il suo sorriso sghembo si distese sul suo viso. Forse si era accorto
che era cambiato qualcosa visto che era la frase più lunga
che avevo scambiato con lui da quando eravamo tornati a casa dalla
festa.
-Ma
porca zozza! Bells che diavolo fai?! Guarda qui!- urlò Jake
facendomi sobbalzare. Mi spostò nemmeno troppo gentilmente,
facendomi finire addosso a Edward che ora, a causa
dell’estrema vicinanza tra noi, mi fissava con gli occhi che
gli brillavano per l’emozione. Anche a me piaceva da morire
essere di nuovo tra le sue braccia, ma Jake era proprio deciso a
rovinare quel momento.
-Se
voi piccioncini volete fare pace, liberissimi di farlo… ma
lontano dalla mia colazione! Bells hai bruciato tutto il mio bacon,
porca miseria! Lo sai che non carburo al mattino senza quello!- mi
rimproverò con un piagnisteo degno di un poppante. Un
coppino ben assestato lo fece calmare all’istante: Emmett era
accorso in nostro aiuto!
-Ma
sei deficiente?! C’è una confezione intera di
bacon nel frigo! In un attimo sarà pronto! Lasciali stare o
la prossima volta colpirò più in basso- lo
minacciò Emm, facendoci scoppiare a ridere, mentre Edward
ancora non mi lasciava andare. Anzi… aveva fatto appoggiare
la mia schiena al suo petto ampio e muscoloso, mentre le sue braccia mi
avvolgevano, stringendomi la vita e infondendomi un benefico calore.
Stavamo assistendo a quella simpatica scenetta e non avevo nessuna
intenzione di spostarmi da lì.
-Vacci
cauto, orso! Certe zone non si toccano! Come faccio poi senza il mio
bel giocattolino?- si intromise Leah, fulminando Emmett.
-Ohhh
e così Jacob il bambino ha il giocattolino!- lo
canzonò; -Povera Leah… Bè, Rose
è più fortunata perché può
usufruire di un giocattolone! Ahahah!- tuonò Emmett, facendo
aumentare le risate di tutti.
-Quando
e dove vuoi, Cullen! Vogliamo misurarcelo?- rispose Jacob, offeso
mortalmente e pronto a slacciarsi i pantaloni. E conoscendo il mio
amico ero certa che lo avrebbe fatto senza alcuna vergogna! Emmett, che
non si tirava mai indietro di fronte ad una sfida per ribadire il
proprio orgoglio virile, fu pronto anche lui; nel frattempo noi ci
stavamo godendo lo spettacolo, con le lacrime agli occhi dal ridere.
-Basta!
Ma vi siete rincoglioniti voi due, stamattina?! Allacciate subito i
jeans perché nessuno si tira giù le mutande
davanti a mia sorella e alla mia fidanzata, chiaro?!- si intromise
Jazz, indicando me e Alice.
-Grazie,
Jazz! Non si sarebbero fermati, ne sono certa!- dichiarò
Rose, divertita ma sollevata.
-Ok,
ok le donzelle sono salve! Scusami per prima, Bells…-
mormorò Jake venendo a darmi un bacio riconciliatore sulla
guancia.
-Figurati…
so bene che non bisogna toccarti il tuo sacro bacon! Comunque ora te ne
friggo subito dell’altro- lo rassicurai, anche se non
riuscivo ancora a muovermi di un millimetro, dato che Edward non
accennava a diminuire la sua ferrea presa su di me. In un attimo si
volatilizzarono tutti dalla cucina ed io mi voltai per perdermi di
nuovo in quei laghi profondi.
-Ops,
scusami…- sussurrò, sciogliendo
l’abbraccio.
-Non
ti preoccupare… faceva piacere anche a me sentirti
così vicino…- mormorai, mentre il respiro
accelerava e i nostri corpi erano sempre più aderenti. Il
viso di Edward stava scendendo sempre più verso il mio e il
mio cuore sembrava volesse balzare fuori dal mio petto… ero
certa che potesse udirlo anche lui, come io sentivo il battito
impazzito del suo…
-Bella…
io… io sto per baciarti… ti prego…
fermami se non vuoi…- mormorò roco, facendomi
eccitare come mai prima d’ora. Aspettavo e desideravo quel
bacio con tutta me stessa, non avevo nessuna intenzione di dirgli di
fermarsi; ma Edward sembrava procedere a rallentatore proprio per darmi
ancora la possibilità di tirarmi indietro.
-Tra
pochi secondi le mie labbra saranno sulle tue, ma se ancora non riesci
a perdonarmi…- sospirò; non gli lasciai finire la
frase e annullai l’esigua distanza tra le nostre bocche.
Fu
un bacio tenero, lento, sensuale… le nostre labbra si
assaggiarono con calma, senza fretta, come se dovessero ricominciare a
conoscersi e riassaporarsi dopo un tempo infinito…
Quel
bacio aveva il sapore del dolce ritrovarsi, dell’amore
immenso che supera ogni ostacolo…
Edward
tracciò il profilo del mio labbro inferiore con la punta
della lingua, in modo gentile ed io lo lasciai fare per poi rilasciare
un gemito quando iniziò a succhiarlo… le mie mani
andarono a intrecciarsi ai suoi morbidi capelli, accarezzandoli con
passione… a quel gesto Edward si fece più audace,
andando in cerca della mia lingua, che senza farsi pregare prese a
danzare con la sua sempre in modo calmo e delicato. Le sue mani si
appoggiarono al mio viso e lo accarezzarono donandomi un amore immenso.
Ci staccammo in debito di ossigeno e i nostri occhi si immersero gli
uni negli altri.
Edward
appoggiò la fronte sorridendomi e sospirando profondamente.
-Wow…-
mormorò. Capivo cosa intendeva, anch’io provavo la
stessa sensazione stupenda di esserci ritrovati.
-Mi
sei mancato…- gli confessai.
-Anche
tu…- mi rispose soffiandomi sulle labbra; poi mi
baciò la punta del naso ed infine lo strofinò col
suo; -Non sai quanto, amore…- continuò.
Finalmente
mi sentivo di nuovo completa, felice e serena. Ci staccammo a
malincuore e riprendemmo la preparazione della colazione per poi
raggiungere gli altri in sala da pranzo, certi di avere ancora tutto il
giorno per poter riprendere quel tenero discorso.
ANTEPRIMA CAPITOLO 116
Mi
sedetti a cavalcioni su di lei e cominciai a farle il solletico sul
busto. Lei iniziò a ridere a crepapelle, cercando di
divincolarsi dalla mia presa d’acciaio ma non ci
riusciva… era così meravigliosa…
così spensierata e libera!
-Ah
ah! Basta, basta! Ti prego! Guarda che inizio ad urlare e chiedere
aiuto!- disse tra le lacrime.
-Ehi,
se vuoi chiedere aiuto, puoi farlo solo con Super Cullen!- sogghignai.
Al solo nominarlo, il mio amichetto dei piani bassi si fece
più vivo che mai… dio, era splendida…
volevo vederla nuda… ora!
Preso
da una folle bramosia, afferrai la camicetta che indossava appena sotto
il colletto, aprendogliela di botto e facendo così saltare
tutti i bottoni.
-Edward!-
urlò, per la sorpresa. Forse ero stato un tantino troppo
irruento… ma il desiderio appassionato di prenderla e
sentirla mia si era risvegliato in maniera prepotente… avevo
una voglia matta di farle dimenticare ogni cosa successa e
possibilmente anche il suo nome… e sapevo esattamente come
fare: spedire entrambi dritti dritti in paradiso!
-Sì,
piccola mia, quello è il mio nome… e tra poco te
lo farò urlare parecchie volte, vedrai!- ghignai, sicuro
delle mie parole e facendola sorridere prima maliziosa, poi di tutto
cuore. La sua risata squillante mi scaldò dentro, mentre i
suoi sussulti stimolarono la parte più pulsante e sensibile
di me che iniziò a scalpitare a causa della fastidiosa
costrizione di jeans e boxer.
Ciao ragazze!
Finalmente
i nostri piccioncini hanno fatto pace ed ora possono coccolarsi e
recuperare il tempo perduto. Alcune di voi hanno pensato che Bella se
lo fosse meritato e che avesse esagerato a non perdonare subito Edward.
Altre invece che Edward meritasse le pene dell'inferno per
ciò che ha
combinato e che Bella lo dovesse fare soffrire per un po' prima di
concedergli il suo perdono.
Per noi l'importante è che entrambi
abbiano capito i propri errori e che possano imparare da essi non
ricadendoci più. Anche le liti servono per crescere e per
approfondire
il rapporto tra due persone ed è proprio quello che
è successo ai
nostri piccioncini.
Ora vi lasciamo ad un bel capitolo caldo e vi promettiamo che per un
po' viaggeremo di nuovo serene e tranquille!
A
chi non vede l'ora di leggere della punizione di Tanya consigliamo di
non perdersi il capitolo del prossimo giovedì:
sarà interamente
dedicato a lei!
Grazie a tutte le lettrici che ci seguono con affetto!
AVVISO: una nostra lettrice sta
scrivendo una storia molto bella ma avrebbe un assoluto bisogno di una
beta. Se qualcuna delle lettrici fosse disposta a fare da beta o
può consigliarle il nome di qualcuno, le farebbe un
grandissimo piacere. L'autrice della storia è ledycullen_me.
Basta che clicchiate
sopra il suo nome e potrete mandarle un messaggio privato con le
indicazioni. Grazie per l'attenzione!
Non
potevo ancora crederci: Bella mi aveva finalmente perdonato! Per tutto
il sabato avevo messo in pratica i consigli di Jasper; e, anche se mi
era costato uno sforzo enorme, le avevo lasciato il suo spazio, pur
cercando di prendermi cura di lei. Ad essere sincero,
all’inizio
ero scettico che potesse funzionare, ma ero certo di potermi fidare
ciecamente di Jasper e infatti gli ottimi risultati non si erano fatti
attendere…
Avevamo
appena
finito di fare colazione, anche se eravamo ancora seduti a tavola. Jake
e Leah non avevano fatto altro che schernirmi, sostenendo che ero
appiccicoso come la melassa, dato che non avevo nemmeno lasciato
mangiare Bella in santa pace. In effetti l’avevo fatta sedere
in
braccio a me, senza riuscire a staccarmi da lei, dopo che ci eravamo
riappacificati in cucina. Era stato più forte di me: averla
avuta tutto il tempo accanto in questo week end, senza mai poterla
sfiorare; il terrore di averla persa; il senso di colpa per il dolore
che le avevo causato; tutto quell’insieme di penose
situazioni
aveva acuito il mio assoluto e totale bisogno di avere un continuo
contatto con lei e quella mi era sembrata la soluzione ideale. In
più mi faceva impazzire del tutto quel tenue rossore che si
era
dipinto sulle sue gote, come i primi tempi che stavamo insieme. Era
come se quella nostra lite ci avesse catapultato indietro nel tempo,
quando la mia principessa si imbarazzava per qualsiasi cosa le dicessi.
Era adorabile, ed io me ne innamoravo ogni istante di più.
-Edward,
dai… dovrei aiutare…- mi avvisò, in
una chiara
richiesta per liberarla dal mio avvolgente abbraccio, visto che tutti
si erano alzati dal tavolo della sala per sparecchiare e rigovernare la
cucina. Piccolo particolare: io non ero per niente d’accordo!
-Non
pensarci
proprio! Sono certo che possono fare a meno di te, amore mio! Vuoi che
quattro baldi giovanotti e altrettante ragazze non riescano a dare una
sistemata?- rifiutai, baciandole la punta del naso. Bella mi sorrise
senza protestare, accoccolandosi meglio e appoggiando la testa sulla
mia spalla. Gongolai tra me e me: anche lei non voleva separarsi dal
sottoscritto!
Quando
però la sentii sospirare forte mi preoccupai
all’istante.
-Che
c’è, piccola?- le chiesi titubante. Con angoscia,
mi venne
il timore che forse ancora non era riuscita a perdonarmi del
tutto…
-Mi
è
mancato questo…- mormorò dispiaciuta, indicando
noi due;
-Tu mi sei mancato…- aggiunse, stringendo le braccia intorno
al
mio collo e strofinando il volto sul mio petto. Il mio cuore
accelerò il battito e mi sembrò potesse scoppiare
dalla
gioia. La strinsi sempre più, col rischio quasi di
soffocarla.
-Scusami
ancora… Non succederà mai più una
cazzata del
genere… te lo giuro!- le promisi sincero, sussurrandole
quelle
parole all’orecchio. La sentii rabbrividire al mio soffio.
Annuì e sfregò il naso sul mio collo,
risvegliando tutto
l’immenso desiderio che provavo per lei. Dio, avevo una
voglia
matta di fare l’amore con la mia ragazza per ore e ore, ma
ancora
non sapevo se si sentisse pronta.
Decisi
di sondare
il terreno. Le scostai i capelli su una spalla, e iniziai a lasciarle
dei leggeri e delicati baci a partire dal collo fino a risalire dietro
l’orecchio, in quel punto così sensibile per lei e
che a
me faceva letteralmente impazzire. La sentii sospirare e abbandonarsi
del tutto a quei baci, mentre le sue mani accarezzavano lascive i miei
pettorali, per poi scendere delineando ogni singolo muscolo dei miei
addominali; infine si mise a giochicchiare con il bordo dei miei jeans.
Bastò solo quell’ultimo gesto a infiammarmi ancora
di
più.
-Bella…-
mormorai con voce roca, interrompendo quella dolce tortura per perdermi
nei suoi occhi che ora mi fissavano cupi e lucidi di desiderio quanto i
miei… desiderio che, a quanto sembrava, non stava
sconvolgendo
solo me.
-Saliamo?-
mi
domandò con tono malizioso. Senza farmelo ripetere
un’altra volta, la feci alzare e afferrando la sua mano la
trascinai fuori dalla sala da pranzo. Passammo per il salone, dove gli
altri si erano messi a giocare alla WII.
-Jazz,
a che ora si parte?- gli chiesi, sperando che mi rispondesse
“il più tardi possibile”.
-Non
so… il
tempo non promette bene e le previsioni non sono delle più
rosee. Sarà meglio che ci mettiamo in viaggio prima che
faccia
buio del tutto e che peggiori, è più sicuro.
Direi che,
se a voi va bene, potremmo partire per le tre- consigliò,
ricevendo il consenso di tutti noi… specialmente il mio!
Erano
appena le dieci e avrei avuto tutto il tempo di dedicarmi alla mia
piccola come meglio meritava!
-Perfetto!
Noi
saliamo. Se non ci vedete per pranzo… non azzardatevi a
chiamarci!- li avvisai, provocando le risate maliziose di tutti quanti
e un violento rossore sul viso di Bella, che per punizione mi
assestò un pugnetto di protesta su un braccio.
-Se
ci verrà fame, ci faremo vivi noi!- continuai imperterrito,
ignorando le loro battutine e i loro commentini.
-Ma
sei fuori?!- mi
rimproverò Bella; -Ora dovremo sopportare, per
chissà
quanto tempo, Jake ed Emmett e le loro battute idiote!- si
lamentò, bisbigliandomi all’orecchio.
-Non
me ne frega
niente! Che dicano pure ciò che più li aggrada.
Non
voglio che nessuno ci disturbi!- dichiarai perentorio; -E
anzi…
sai cosa ti dico?- le domandai, esibendo il mio sorriso sghembo e
alzando il sopracciglio. Lei mi guardò confusa.
-Ora
la
rapirò, miss Swan! Lei sarà mia!- gridai e in un
movimento fulmineo, mi chinai e la afferrai per le gambe, caricandomela
in spalla. Urlò per lo spavento, mentre i ragazzi
scoppiarono a
ridere in maniera fragorosa.
-Ehi,
Bella! Sei diventata un sacco di patate?!- la schernì Leah.
-Uhhh!
Vai
così, Ed! Tieni alto l’onore dei Cullen!- mi
incitò
mio fratello, facendo aumentare le risate di tutti quanti.
-Edward!
Lasciami! Mettimi giù subito!- urlò Bella, con
tono divertito.
-Ehi,
Bells!
Panorama più che ottimo!- si complimentò Jake,
riferendosi al lato B della mia ragazza, in bella vista a causa della
posizione.
-Jake
sei un cretino! Dopo facciamo i conti!- lo insultò la mia
ragazza, togliendomi le parole di bocca.
-Non
preoccuparti,
Bella! A lui ci penso io!- la rassicurò Leah, mentre
assestava
uno scappellotto bello forte al suo fidanzato che gridò per
il
dolore. Ghignai tra me e me, voltando le spalle a tutti e dirigendomi
verso le scale con il mio adorato bottino, mentre, sempre
più in
lontananza, sentivo Jake cercare di giustificarsi con la sua, in quel
momento non tanto dolce, metà.
Dopo
pochi secondi entrai in camera nostra, con Bella che continuava a
ridere e a prendermi in giro.
-Signor
Cullen… da impavido cavalier servente si è
degradato a
uomo delle caverne?!- mi chiese continuando a sghignazzare. Chiusi la
porta a chiave e poi la adagiai gentilmente sul letto per sdraiarmi
sopra di lei, stando attento a non pesarle addosso.
-Ah
ah! Molto
divertente signorina Swan!- ridacchiai. In effetti un po’
uomo
delle caverne mi sentivo: avevo un bisogno assoluto di farla mia, il
prima possibile! Dio, era così splendida… mi
incantai a
rimirarla. Era meravigliosa: i capelli sparsi sulla coperta, le gote
leggermente rosate, gli occhi brillanti per la gioia che esprimevano,
un sorriso estatico a illuminarle il volto. Lei si accorse del mio
sguardo intenso e aggrottò le sopracciglia, leggermente
confusa.
-Che
c’è, Edward? Mi sembri serio
d’improvviso…-
mi domandò titubante; -Qualcosa non va?- si
preoccupò.
Scossi il capo, percorrendo leggero il suo volto col mio indice destro.
-E’
che… ho avuto così tanta paura di perderti,
amore…
ho fatto una cazzata enorme, eppure tu riesci ancora ad amarmi-
mormorai, sentendomi terribilmente in colpa. Alzò gli occhi
al
cielo.
-Edward,
non essere
assurdo! L’amore che provo per te non è un
interruttore
che posso accendere o spegnere a piacimento… anche se tu mi
avessi tradita e io avessi deciso di lasciarti, nonostante il dolore e
la sofferenza, non avrei comunque smesso di amarti- mi
spiegò,
lasciando un bacio sul mio dito che continuava a percorrere il suo
viso; -Al cuore non si comanda e, per smettere di stare male, non basta
lasciarsi o… fare pace- mi spiegò, mentre nei
suoi occhi
potevo leggervi ancora tormento.
La
verità mi
investì all’improvviso, rapida e frastornante come
un
fulmine: lei mi aveva perdonato e ora era qui con me perché
mi
amava da morire; ma questo non le impediva di continuare a soffrire per
ciò che era successo… o meglio… per il
casino che
io avevo combinato. Dovevo farle comprendere a tutti i costi che
ciò che la affliggeva e l’angosciava nel profondo
non
sarebbe mai accaduto…
-Bella…
so
di averti ferita in un modo terribile venerdì sera, e ti
giuro
che mi prenderei a calci nelle palle da solo… ma voglio
anche
che tu sappia che mi sarei fermato… non sarei mai andato
oltre,
non avrei mai potuto neppure baciarla. Mi rendo conto che sicuramente
hai pensato fossi molto preso da lei, ma ti giuro che era tutta una
recita. In tutta sincerità dovessi chiedermi di che colore
aveva
gli occhi non te lo saprei neanche dire e non perché fossi
concentrato su altre parti del suo corpo, ma semplicemente
perché l’unica che vedevo eri solo tu! Non ho mai
provato
nemmeno il minimo trasporto o desiderio per quella, non me ne fregava
niente… per me era un manichino; la mia attenzione era
calamitata sempre e solo dall’unica ragazza di cui mi
importa,
l’unica che mi ha rapito il cuore, l’unica a cui io
l’ho donato completamente! Quando mi accorgevo che mi
guardavi,
cercavo di recitare ancora meglio la mia farsa solo per farti
ingelosire… ma non ti avrei mai tradito. Mai! Te lo giuro!
Ormai
sono tuo con il cuore, con l’anima e col corpo…
capisci,
amore? Per eccitarmi e godere ho bisogno di te… solo di te!-
le
rivelai con sincerità. Volevo che non avesse il minimo
dubbio su
quel punto, anche se mi aveva già ribadito che di me si
fidava.
Una
lacrima
scivolò veloce dai suoi occhi ed io la catturai con le mie
labbra prima che terminasse la sua corsa. Era un’angoscia
sapere
che tutto quel tormento fosse imputabile unicamente a me! Sarebbe stato
molto più semplice far finta di niente e lasciarsi andare al
desiderio che provavamo uno per l’altra, senza rinvangare
ancora
questa storia così penosa… ma il nostro rapporto
era
troppo importante per me e non volevo che ci fosse la minima ombra tra
noi, il minimo dubbio… non lo avrei sopportato! Lei doveva
credermi e se non se la sentiva ancora fino in fondo, le avrei concesso
tutto il tempo necessario…
-Ti
credo Edward,
davvero… so che sei sincero e nonostante la gelosia che ho
provato nei confronti di Ariel, nel mio cuore ho sempre saputo che non
ti saresti spinto oltre. Te l’ho già detto
l’altra
sera, ma te lo ribadisco: mi fido di te. Ma proprio perché
abbiamo messo in chiaro ogni cosa, ora preferirei non parlarne
più… So che tutto quello che mi hai detto
è la
pura verità, ma fa ancora male, e parecchio… non
c’entra niente con i dubbi sulla tua fedeltà,
perché puoi star certo che non ne ho neppure uno…
ma non
posso impedirmi di rivederti in certi atteggiamenti con lei, come penso
che faccia male anche a te, conoscendoti, ripensare a me e Dylan
ballare insieme, anche se… bè, anche se io non mi
sono
fatta stringere come hai fatto tu con lei… purtroppo sono
immagini che non riesco ancora a cancellare del tutto… per
quello mi servirà del tempo; ma voglio andare avanti e
cercare
di non pensarci più- mi confessò con la voce
tremante e
gli occhi lucidi. Aveva perfettamente ragione… anche a me
dava
fastidio ripensare a lei tra le braccia di quel bastardo. Emmett mi
aveva raccontato tutto ciò che il suo ex aveva rivelato
loro. Mi
rendevo conto che la vera causa di tutto quel dannato casino era stata
quella maledetta arpia di Tanya, verso cui provavo una rabbia immensa
per aver fatto soffrire in quel modo la mia Bella… allo
stesso
tempo, però, non riuscivo a non avercela anche con lui: quel
vigliacco non aveva avuto le palle per affrontare da uomo quella
situazione schifosa e si era fatto ricattare. Forse l’ultima
persona che avrebbe potuto permettersi di giudicare ero io, che con il
mio comportamento passato avevo fatto soffrire in modo tremendo la mia
famiglia… ma ora che ero follemente innamorato della
creatura
più meravigliosa che potesse esistere non l’avrei
mai e
poi mai tradita, nemmeno per sottostare ad un orribile ricatto...
piuttosto avrei rischiato di perderla raccontandole la
verità,
ma non sarei certo andato a letto con Tanya e tutte le cheers!
Decisi
di chiudere definitivamente quell’episodio odioso e di
concentrarmi su qualcosa che alleggerisse l’atmosfera.
-Bene,
signorina
Swan… diciamo che io desideri fare in modo che la sua mente
si
svuoti dai brutti pensieri… ha qualche suggerimento?- le
chiesi
con tono malizioso. Lei sorrise, arrossendo. Eccola lì di
nuovo
la mia timida e splendida ragazza.
-Non
saprei…
diciamo che di solito non ha bisogno di consigli al riguardo, signor
Cullen… non è che sta perdendo colpi, per caso?-
mi
provocò. E dopo pochi secondi ecco la mia pantera! Quella
ragazza mi avrebbe fatto impazzire del tutto prima o poi…
-Piccola
impertinente! Ora te lo faccio vedere io se perdo colpi o meno!- la
avvertii. Mi sedetti a cavalcioni su di lei e cominciai a farle il
solletico sul busto. Lei iniziò a ridere a crepapelle,
cercando
di divincolarsi dalla mia presa d’acciaio ma non ci
riusciva… era così meravigliosa…
così
spensierata e libera!
-Ah
ah! Basta, basta! Ti prego! Guarda che inizio ad urlare e chiedere
aiuto!- disse tra le lacrime.
-Ehi,
se vuoi
chiedere aiuto, puoi farlo solo con Super Cullen!- sogghignai. Al solo
nominarlo, il mio amichetto dei piani bassi si fece più vivo
che
mai… dio, era splendida… volevo vederla
nuda… ora!
Preso
da una folle
bramosia, afferrai la camicetta che indossava appena sotto il colletto,
aprendogliela di botto e facendo così saltare tutti i
bottoni.
-Edward!-
urlò, per la sorpresa. Forse ero stato un tantino troppo
irruento… ma il desiderio appassionato di prenderla e
sentirla
mia si era risvegliato in maniera prepotente… avevo una
voglia
matta di farle dimenticare ogni cosa successa e possibilmente anche il
suo nome… e sapevo esattamente come fare: spedire entrambi
dritti dritti in paradiso!
-Sì,
piccola
mia, quello è il mio nome… e tra poco te lo
farò
urlare parecchie volte, vedrai!- ghignai, sicuro delle mie parole e
facendola sorridere prima maliziosa, poi di tutto cuore. La sua risata
squillante mi scaldò dentro, mentre i suoi sussulti
stimolarono
la parte più pulsante e sensibile di me che
iniziò a
scalpitare a causa della fastidiosa costrizione di jeans e boxer.
Mi
alzai e in un
paio di gesti mi denudai: SC svettò in tutta la sua
imponenza,
facendo sgranare gli occhi a Bella che lo fissava smaniosa, mordendosi
il labbro. Dio, se avesse continuato con quegli sguardi libidinosi
ancora per dieci secondi, avrebbe rischiato veramente che non la
lasciassi più andar via dalle mie braccia per parecchie
ore… mi sentivo in forma e molto, molto desideroso di farla
godere oltre ogni limite!
Le
afferrai la mano
e la attirai a me. Le feci scivolare a terra la camicetta e con un
movimento veloce mi liberai anche dei suoi jeans. Indossava un
completino intimo di seta azzurra ed era la visione più
favolosa
che potessi avere davanti agli occhi... la dea più sexy ed
erotica del mondo!
-Sei
splendida e io
ti voglio da impazzire…- mormorai con un tono roco e
profondo,
percorrendo il suo corpo con uno sguardo che non lasciava fraintendere
il desiderio che mi sconvolgeva.
-Sono
tua,
Edward… per sempre!- mi rispose, facendomi eccitare ancora
di
più… cristo santo, che voglia di toccarle le
tette! Le
sganciai il reggiseno facendolo volare per la stanza, per poi
avventarmi su quelle morbide colline. Ahh, che goduria! Avvolsi i seni
nelle mie mani, stringendoli con delicatezza e beandomi della profumata
sofficità di quella carne… ogni volta mi stupivo
di come
sembravano creati apposta per essere accolti nei miei palmi alla
perfezione... i suoi bottoni rosa svettarono in fuori, invitandomi a
prendermi cura di loro… la mia pressione si fece
più
decisa e rude, rendendo la sua risposta ancora più
eccitata…
-Oddio,
Edward… mmm…- gemette, sfregando le gambe
unite…
sorrisi compiaciuto per l’effetto che aveva il mio tocco su
di
lei. Mi faceva andar fuori di testa vederla in preda al
godimento… spesso non riusciva nemmeno a tenere gli occhi
aperti
da quanto quelle sensazioni la sconvolgevano e, ogni volta,
l’effetto sul mio sesso era devastante.
-Sì,
amore… lasciati andare… libera la mente e
lasciati
travolgere dal piacere…- le mormorai, mentre le sue mani
percorrevano la mia schiena per poi scendere sulle mie natiche e
stringere forte. A quel gesto il mio sesso pulsò
intensamente e
io lo spinsi sul suo ventre bollente, facendole capire la portata del
mio appassionato desiderio.
Anche
se non avrei
più staccato gli occhi dal suo splendido viso, le sue punte
turgide e rosse erano un richiamo irresistibile, così mi
chinai
a lambirle per poi succhiarle con instancabile voracità.
Bella
gettò la testa all’indietro e il suo respiro
divenne
ansante, mentre le sue mani risalirono, intrecciandosi ai miei capelli
e stringendoli con forza. Che figata pazzesca vederla così
rapita dai miei gesti! Era esaltante riuscire a farla godere in quel
modo! I suoi sospiri spezzati dal piacere facevano pulsare il mio
membro in maniera fastidiosa… ero arrapato di
brutto…
cazzo, avevo un disperato bisogno di sollievo!
Ansimando
iniziai a
scendere, lasciando una lunga e umida scia di baci, avvicinandomi
sempre di più al centro del suo piacere… potevo
sentire
l’odore della sua eccitazione anche attraverso
l’intimo e
ciò mi inebriò ancora di più. Quando
infilai due
dita sotto il bordo dei suoi slip, le sue gambe tremarono per la
bramosia di sentire un contatto più profondo.
Pazzo… ero
pazzo di lei…
-Cristo,
Bella… mi fai uscire di testa…- mormorai,
desiderando
immensamente di affondare in lei e possederla fino allo sfinimento. La
mia lingua intanto continuava ad avvicinarsi a quel luogo caldo e
accogliente ancora coperto dagli slip, con una frenesia degna di un
vero allupato.
Desideravo
darle
piacere più di ogni altra cosa, ma allo stesso tempo anelavo
ricevere lo stesso godimento. Sentivo la mia intimità
vigorosa,
al limite… cazzo, che goduria solo l’idea di
regalarci
piacere contemporaneamente! Un sogno erotico da sballo!
Con
quella tremenda
voglia da soddisfare, mi alzai di colpo, interrompendo il mio percorso
e provocando un suo gemito di frustrazione. Le sorrisi sornione,
voglioso di godere e di farla godere con quella allettante
novità...
-Vieni
qua,
gattina… mi è venuta un’idea niente
male. Vorrei
provare una posizione parecchio stuzzicante, ti va?- le spiegai.
Annuì desiderosa di approfondire la questione e la presi per
mano, poi ci avvicinammo al letto. Mi sedetti e le tolsi
quell’ultimo pezzo di stoffa, godendomi per un istante quella
stupenda visione… non esisteva spettacolo più
tenero e
seducente del suo corpo nudo… era perfetta, una dea! La mia
dea!
Mi
sdraiai sul
letto e la feci salire a cavalcioni sopra di me. Il cuore pompava a
mille… ero impaziente e voglioso di realizzare quel
desiderio
che mi stava bruciando le vene…
-Voltati,
Bella- la
pregai con tono eccitato. Mi guardò un attimo spaesata, ma
fece
come le avevo chiesto, senza ribattere. Quella sua totale
arrendevolezza e la brama di soddisfare ogni mia richiesta, come
già mi aveva ribadito più volte, mi diede un
fitta
all’inguine che mi spezzò il respiro per qualche
secondo.
Cazzo! Non ce la facevo più, avevo resistito anche troppo!
Non
avevamo mai
fatto una cosa del genere, ma avevo una voglia pazzesca di sperimentare
tutto con lei, ed evidentemente anche lei. Quando mi diede la schiena,
la afferrai per i fianchi e attirai la sua inebriante
intimità
verso il mio viso: che visione da infarto! Me ne restai lì,
imbambolato per po’, a rimirare il suo sesso che mi reclamava
a
gran voce…
Bella
capì
all’istante le mie libidinose intenzioni e dopo un attimo ci
stavamo regalando brividi intensi contemporaneamente. Dio che goduria
immensa! Quel dare e ricevere piacere nello stesso istante era un
qualcosa di meraviglioso che mi faceva sentire ancora più
unito
a lei… in quel momento mi sentivo tanto suo…
tanto quanto
lei era mia…
Cristo
santo! Non
capivo più niente… era stupendo, un sogno erotico
vissuto
senza freni e senza inibizioni…
Era
vero ciò che le avevo detto: avevo bisogno di lei per
eccitarmi e godere…
Ci
dedicammo uno
all’altra con passione finchè Bella non si
lasciò
andare all’orgasmo, urlando il mio nome. Aveva il viso quasi
attaccato al mio sesso ancora in tiro e il suo respiro affannato
insieme ai suoi setosi capelli continuavano a stuzzicarlo senza
pietà, facendolo pulsare furiosamente come a ricordarmi che
aveva ancora bisogno di attenzioni.
La
supplicai con un
mormorio eccitato, ormai al limite della frustrazione, di continuare
quella tortura così piacevole. Avevo un assoluto bisogno di
sfogare tutto quell’immenso desiderio che mi sconvolgeva ogni
volta che ero con lei. Non se lo fece ripetere due volte! Tutto
ciò che provavo era talmente intenso che stavo perdendo la
testa… in più la vista del suo sodo culetto
proprio di
fronte a me, non mi aiutava di certo a calmarmi. Incapace di tenere
ferme le mie mani, iniziai ad accarezzarle le natiche, per poi prendere
a mordicchiarle… e mi venne una voglia matta di affondare in
lei… proprio in quella stimolante posizione…
-Amore…
aspetta…- mormorai, mentre il mio sesso ultra attizzato
protestava per quell’interruzione. Bella si fermò
e si
voltò guardandomi confusa.
-Ed-Edward…
ho fatto qualc- non la lasciai nemmeno finire di parlare, prima che
iniziasse a farsi chissà quale paranoia. La spinsi
leggermente
in avanti e sgusciai da sotto, posizionandomi in ginocchio proprio
dietro di lei.
-Ti
voglio…
ora… così!- ringhiai, soddisfacendo subito dopo
quel mio
desiderio. Bella ansimò nello stesso istante, manifestando
tutto
il suo entusiasmo per quel mio gesto così impetuoso e colmo
di
lussuria.
Dopo
poco
l’orgasmo esplose violento in entrambi nello stesso momento,
facendoci urlare i nostri nomi all’unisono…
Dio,
in quel
momento ero in paradiso! Mi accasciai sulla sua schiena, stringendola
forte a me. La tensione che aveva caratterizzato i miei muscoli fino a
poco prima evaporò del tutto, facendomi sprofondare in una
sorta
di nuvola di pura beatitudine.
Mi
lasciai cadere,
ansante e sudato, tra i morbidi e accoglienti cuscini del nostro letto,
attirandola a me. Ero esausto, ma appagato e soddisfatto come non mai.
Eravamo di nuovo noi!
Bella
si accoccolò meglio sul mio petto, fissandomi intensamente.
-Dio,
sei stata
fantastica tesoro…- le sussurrai, avventandomi su quelle
labbra
tentatrici. Le nostre lingue si intrecciarono e i nostri sapori si
mischiarono. Ci staccammo quasi subito, perché ancora con il
fiato corto per la performance di poco prima.
-Anche
tu, amore
mio… credo di non essere mai stata così eccitata
come
oggi!- mi confessò, arrossendo. Scoppiai a ridere, felice da
morire.
-Bello
fare pace, eh?!- la canzonai. Lei rise con me, per poi annuire.
-E
sai cos’è ancora più bello?!- le
domandai sornione. Le mi guardò curiosa.
-Che
ho appena
iniziato, baby!- esclamai, saltandole addosso, facendola urlare dallo
spavento. La presi in braccio e la portai in bagno dove iniziai a
riempire la vasca, senza mai smettere di baciarla: la sua pelle aveva
un profumo troppo invitante per smettere...
Continuammo
a
coccolarci immersi nell’acqua calda, accarezzandoci e
baciandoci
per un tempo indefinito; quando l’acqua divenne
più fredda
ci asciugammo e ritornammo a letto, continuando le nostre speciali
effusioni… finchè non scivolai di nuovo in lei
possedendola in modo più calmo e dolce ma sempre molto
appagante.
Con
il nuovo,
ennesimo orgasmo, godemmo all’unisono e poi, completamente
spossati, crollammo, addormentandoci tutti nudi uno nelle braccia
dell’altro.
Fummo
svegliati da
un insistente bussare alla porta. Mi alzai, infilandomi i boxer, ancora
stranito ed esausto, e poi andai ad aprire: Alice.
-Scusa
fratellone,
stavate dormendo?- mi chiese, vedendo la mia faccia stravolta.
Bè… dopo tutta quella libidinosa
ginnastica…
-Sì,
Alice… ma non importa, dimmi pure- la rassicurai.
-Ci
stiamo
iniziando a preparare per partire. Io e Rose vi abbiamo preparato dei
panini. Sono giù in cucina- mi spiegò. Le sorrisi
e le
scompigliai i capelli, mentre lei si alzò sulla punta dei
piedi
per baciarmi una guancia.
-Grazie,
sorellina. Ci prepariamo e scendiamo subito- la ringraziai.
-Sono
contenta che
abbiate fatto pace, ma ti prego, Edward… non fare mai
più
una cazzata del genere!- mi rimproverò. Mi grattai la testa
in
imbarazzo.
-Lo
so,
Alice… non ti preoccupare non succederà
più… ho imparato la lezione- la rassicurai, per
poi
rientrare in camera. Ci preparammo e dopo poco scendemmo in cucina a
mangiare.
In
poco tempo fummo
tutti pronti, ma quando fu il momento di partire, Jazz se ne
uscì con una affermazione che ci fece morire tutti di
curiosità.
-Ben,
Angela… domani noi andremo molto presto a scuola. Vi
consiglio
di fare lo stesso se vorrete assistere alla totale disfatta di Tanya-
li informò. Provammo più volte a chiedergli
spiegazioni,
ma preferì tenerci all’oscuro, anche se sembrava
piuttosto
sicuro che Tanya ormai non avesse scampo. Leah e Jake non mancarono di
lamentarsi per non poter assistere alla scena, ma gli promettemmo che
avremmo raccontato loro tutto nei minimi particolari ed Emmett
addirittura giurò che se fosse stato possibile avrebbe
ripreso
il tutto col cellulare. Alla fine ci congedammo da Jake e Leah e ce ne
tornammo a casa.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 117
-Buongiorno, ragazzi! Già a scuola?- ci salutò il
professor Banner, facendomi l’occhiolino.
-Buongiorno,
professore- lo salutammo tutti quanti educatamente. Si fermò
un attimo
e mi diede una pacca sulla spalla, sorridendomi soddisfatto.
-Tutto a
posto, prof?- gli chiesi. Lui annuì e ammiccò in
maniera complice.
-Stanno
arrivando. Godetevi il momento, ragazzi…- ci
avvisò, per poi avviarsi verso la sala professori.
-Jazz,
ma cosa diavolo..?- provò a chiedermi mia sorella, confusa
come gli
altri. La attirai a me e le feci appoggiare la sua schiena al mio
torace, circondandole la vita con le braccia.
-Presto
capirai… e ti
voglio qui con me. Tanya deve vederci insieme e mi piacerebbe che
stessi qui anche tu, Rose… questa è anche la tua
rivincita!- affermai,
invitando anche mia cugina a posizionarsi accanto a noi.
Tutto a
un
tratto udimmo una serie di passi echeggiare per la scuola ancora
deserta; ci voltammo e potemmo scorgere, in fondo al corridoio, Tanya a
testa bassa, seguita dai genitori, dal preside e da nostro padre.
-Cosa ci
fa qui papà?! Non ci aveva detto niente!- si
meravigliò Bella, sempre più scioccata.
Ciao
ragazze!
Finalmente è arrivato il capitolo che molte di voi
aspettavano
con gioia: la disfatta di Tanya. La nostra vipera uscirà di
scena una volta per tutte da questa storia. Speriamo che il tipo di
vendetta vi soddisfi così come l'abbiamo ideata,
perchè non potevamo far finire in galera per omicidio uno
dei nostri protagonisti, quindi dovrete accontentarvi!
Un grazie come sempre a tutte voi che ci seguite con affetto dopo tutti
questi capitoli.
Ringraziamo tutte le lettrici
che hanno votato la nostra OS "Ritrovarsi" al concorso estivo. Grazie a
tutte voi siamo arrivate seconde e ne siamo felicissime! Non ce lo
aspettavamo assolutamente! GRAZIE!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 117
La resa dei conti
Pov
Jasper
Era
lunedì mattina e noi
ragazzi eravamo appena arrivati a scuola. Il parcheggio era ancora
vuoto, gli unici già in nostra attesa erano Ben e Angela.
Sabato
mattina avevo ricevuto il messaggio che tanto aspettavo: il mio piano
era filato liscio come l’olio e in quel momento ero preparato
ad
assistere alla definitiva umiliazione di Tanya di fronte a tutti; in
particolar modo dopo aver saputo da Bella il modo schifoso con cui
quella stronza aveva ricattato Dylan. I conti in sospeso con
quell’arpia erano parecchi e finalmente era giunto il momento
di
tirare le somme e di chiudere la partita. Personalmente avrei sistemato
la questione in un altro modo; ma, nonostante tutta la rabbia che
provavo per lei, non mi sarei mai abbassato a picchiare una
donna… ma comunque l’avrebbe pagata cara! -Allora Jazz, ora
puoi
rivelarci qualcosina o no?- mi chiese Emmett più curioso che
mai. Era gongolante all’idea di vedere quella maledetta
finalmente sconfitta. -E rovinarvi la
sorpresa?
Abbiate pazienza ancora dieci minuti: lo spettacolo sta per andare in
scena- li avvertii. Intanto ci incamminammo verso l’ingresso
e
varcammo la soglia. -Ma dove stiamo
andando?- chiese Rose, accorgendosi che non ci stavamo dirigendo verso
l’ala dei nostri armadietti. -Andiamo ad
aspettarla dal suo
stipetto. Voglio che sappia con precisione chi deve ringraziare per la
sua totale disfatta. Ancora non immagina chi ci sia dietro…-
spiegai loro in maniera misteriosa, incuriosendoli sempre
più.
Ero certo che poi ne sarebbero stati entusiasti. -Buongiorno,
ragazzi! Già a scuola?- ci salutò il professor
Banner, facendomi l’occhiolino. -Buongiorno,
professore- lo
salutammo tutti quanti educatamente. Si fermò un attimo e mi
diede una pacca sulla spalla, sorridendomi soddisfatto. -Tutto a posto,
prof?- gli chiesi. Lui annuì e ammiccò in maniera
complice. -Stanno arrivando.
Godetevi il momento, ragazzi…- ci avvisò, per poi
avviarsi verso la sala professori. -Jazz, ma cosa
diavolo..?-
provò a chiedermi mia sorella, confusa come gli altri. La
attirai a me e le feci appoggiare la sua schiena al mio torace,
circondandole la vita con le braccia. -Presto
capirai… e ti
voglio qui con me. Tanya deve vederci insieme e mi piacerebbe che
stessi qui anche tu, Rose… questa è anche la tua
rivincita!- affermai, invitando anche mia cugina a posizionarsi accanto
a noi. Tutto a un tratto
udimmo una
serie di passi echeggiare per la scuola ancora deserta; ci voltammo e
potemmo scorgere, in fondo al corridoio, Tanya a testa bassa, seguita
dai genitori, dal preside e da nostro padre. -Cosa ci fa qui
papà?! Non ci aveva detto niente!- si meravigliò
Bella, sempre più scioccata. -Deve scortare
Tanya: è in arresto da venerdì sera!- rivelai,
mentre tutti rimasero a bocca aperta. -Cosa?!-
esclamò Rose. -Hai capito bene.
E’
stata beccata a spacciare ecstasy e amfetamine durante la festa di
Halloween in palestra. Il professor Banner ha avuto una soffiata da un
uccellino e l’ha colta in flagranza di reato mentre la stava
vendendo nei bagni. Lei è già maggiorenne,
così
è stata arrestata e ha passato il sabato e la domenica nella
prigione della caserma. Sapete, Forks è piccolina e il tasso
di
criminalità è quasi nullo… quindi il
giudice
Cunnings non è quasi mai reperibile durante il weekend; per
questa ragione non ha potuto fissare subito la cauzione per farla
uscire. E comunque papà mi ha rivelato che i genitori erano
sconvolti, non si aspettavano una indegnità del genere dalla
figlia; e per darle una lezione coi fiocchi, non hanno voluto
interpellare il giudice di Port Angeles, per accelerare le pratiche, e
hanno preferito lasciarla in cella a schiarirsi le idee per un paio di
giorni. Stamattina è stata scortata qui da papà e
loro
l’hanno raggiunta per sbrigare le formalità
dell’espulsione. Poi alle nove dovrà presentarsi
davanti
al giudice. Probabilmente, dato che non ha precedenti, non
resterà in prigione. La sua condanna si tramuterà
senz’altro in ore da scontare in lavori socialmente
utili…
ma non se la caverà con poco. Papà mi spiegava
ieri sera
che il giudice Cunnings è incazzato nero perché
sua
figlia è nel giro delle amicizie di Tanya e ora ha paura che
anche lei abbia fato uso di droga per colpa sua… non penso
proprio che sarà molto clemente con lei- spiegai loro il
più velocemente possibile perché ormai tutta la
compagnia
era a pochi passi da noi. Mia sorella
strinse forte le nostre dita intrecciate e mi schioccò un
sonoro bacio sulla guancia. -Grazie,
fratellino. Ti adoro!-
esclamò. Sorrisi, lasciandole un bacio delicato tra i
capelli.
Dio, quanto le volevo bene! E avrei fatto di tutto pur di preservarla
dal dolore, anche se ero consapevole che ora aveva Edward che pensava a
lei. Ma il mio istinto di protezione non si sarebbe sopito mai. -Buongiorno
ragazzi! Siete
mattinieri…- esordì il preside. Tutti noi
rispondemmo,
per poi salutare nostro padre e infine i signori Denali, chiaramente in
imbarazzo. Mi dispiaceva per loro. Tanya non era una di quelle ragazze
che prendono una cattiva strada perché non ricevono dei
validi
valori dalla famiglia o perché i genitori, magari troppo
presi
dalla carriera o altro, trascurano i figli... No! Tanya era
un’erba grama e basta, senza motivi particolari. I signori
Denali
erano delle persone perbene; avevano altre due figlie più
grandi, Kate e Irina, ma entrambe erano sempre state delle bravissime
ragazze e ottime studentesse… insomma, non avevano mai dato
loro
nessun tipo di problema. -In
realtà,
signore… ecco, siamo venuti apposta per salutare
Tanya…
possiamo solo due minuti?- azzardai, rivolgendomi al preside. Nostro
padre (a cui avevo raccontato, a grandi linee, l’intera
storia)
capì al volo e subito decise di darci una mano. -Carmen, Eleazar,
avviatevi
pure. Ci vediamo dal giudice. Purtroppo sapete che Tanya
dovrà
venire in auto con me- tentò di congedarli. Loro annuirono e
dopo aver salutato noi e il preside, senza nemmeno rivolgere uno
sguardo alla figlia, lasciarono l’edificio. Intanto Tanya,
dopo essere
rimasta sorpresa per la nostra presenza, alle mie parole probabilmente
collegò ogni dettaglio e ora mi stava fissando con odio. -Signorina
Denali… le
consiglio di non perdere altro tempo e di svuotare subito
l’armadietto- le ordinò con tono duro il preside. -Senti William,
perché
non lasciamo due minuti di tempo ai ragazzi per salutare la loro
compagna? Noi possiamo aspettarli davanti all’ingresso.
Vedrai
non accadrà nulla- propose papà al preside.
Grande! Non
avevo sperato tanto… e poi, dopo ciò che avevo
fatto, il
preside me lo doveva. Per incastrare Tanya mi ero rivolto al
vicepreside Banner: lo stimavo moltissimo e sapevo che era sempre
pronto ad aiutare i ragazzi… tutti lo ammiravano e lo
tenevano
in grande considerazione a scuola, sia i colleghi che noi studenti. Ero
certo che poi lui avesse avvertito il preside riferendogli ogni cosa,
quindi Greene era senza dubbio al corrente di chi dovesse ringraziare
per essersi tolto quella mela marcia dalla sua scuola. -Ok, Charlie. Se
sei tranquillo
tu, per me va bene. In fondo la signorina Denali è sotto la
tua
diretta custodia- accettò; -Per favore, ragazzi, un saluto
veloce. La situazione è molto grave… quindi
vedete di non
fare salotto- ci ammonì, scoccandomi un’occhiata
di
avvertimento. Come avevo supposto, era a conoscenza di ogni dettaglio e
quello era il suo modo di comunicarmi di non fare scenate a scuola e di
non esagerare. Lui e mio padre si spostarono pochi metri più
in
là. Tanya, che fino a quel momento ci aveva dato le spalle,
si
voltò per fissare con astio me, Bella e Rose. -Dovevo immaginare
che dietro a
tutto questo ci foste voi! Non vi fate schifo da soli a fare gli
infami?!- ci sputò addosso con una rabbia che le
trasfigurava il
viso. -Bè,
hai un bel coraggio
a dire che noi facciamo schifo! Hai sempre messo zizzania ovunque ti
trovassi… ti sei sempre divertita a distruggere chiunque ti
capitasse a tiro… sei perfida e sputi veleno su qualsiasi
persona… godi nel provocare dolore e sofferenza negli altri!
Qui, se c’è qualcuno che fa schifo e che si
dovrebbe
sputare in faccia ogni volta che si guarda allo specchio, sei solo tu,
Tanya! Ma sai una cosa?!- le chiese Bella con tono brusco, dopo averla
insultata. Tanya la fissò, incrociando le braccia al petto. -No, ma sono certa
che tra
pochi secondi mi illuminerai, santa Swan!- le rispose sprezzante. Bella
le si avvicinò pericolosamente con un’espressione
decisa e
minacciosa che mi colpì: non l’avevo mai vista
così
determinata. Quello che aveva saputo sul conto di Dylan era stato
davvero un bello choc per lei, anche se aveva cercato di far finta di
niente. Ma io sapevo quanto gli aveva voluto bene e nonostante il male
che le aveva inflitto, ero certo che avesse sofferto nel sapere come si
era ridotto proprio a causa di quell’arpia. Tanya, forse
senza
nemmeno rendersene conto, fece un passo indietro e sbattè la
schiena contro l’armadietto, sussultando. Per un attimo avevo
visto la paura nei suoi occhi. -Non fare la
furba,
Tanya… Dio, se ripenso al male che hai fatto a Dylan e a me!
Ci
siamo visti l’altra sera e finalmente ha trovato il coraggio
di
raccontarmi le tue stronzate. Sei l’essere più
subdolo,
abietto, falso, infido, ipocrita e viscido che io abbia mai conosciuto.
Sei marcia dentro e ogni cosa che tocchi si trasforma in spazzatura.
Nella tua vita non sarai mai felice perché nessuno
potrà
mai amare una creatura vuota e ripugnante come te! Ti ritroverai sola
come un cane perché ti sarai fatta terra bruciata
intorno… nessuno vorrà una feccia come te
perché
con il tuo fetore insozzerai chiunque ti si avvicinerà! Hai
buttato la tua vita nel cesso e ora non dare la colpa a noi se ti sei
rovinata, perché hai fatto tutto con le tue mani e noi
abbiamo
solo tirato lo sciacquone!- la insultò. Per un attimo Tanya
impallidì e lei, per celare forse il suo sconvolgimento, si
voltò per chiudere con un colpo secco
l’armadietto. Quanto
tornò a guardarci la sua espressione beffarda la faceva da
padrona sul suo viso. -Ora che hai
finito con la tua
arringa da avvocato delle cause perse ti dico solo un’ultima
cosa. Mi sono divertita un mondo con il tuo Dylan. Magari ti
avrà anche riferito che l’ho ricattato e che
è
stato costretto a fare sesso con me per non perderti, ma ti assicuro
che in quei momenti ce la siamo spassata alla grande! E
l’ultima
persona a cui pensava durante le nostre scopate eri proprio
tu…
era il mio nome che chiamava al momento dell’orgasmo e non il
tuo- sibilò, con aria soddisfatta. Fissai subito gli occhi
su
mia sorella, per paura di scorgere di nuovo quello sguardo ferito e
addolorato che le avevo visto tante volte, dopo la sua rottura con
Dylan; ma per fortuna notai che stava sorridendo serena e tranquilla. -Davvero ci credi
a quello che
dici, Tanya? Urlava il tuo nome? Può anche darsi…
ma
anche quello di tutte le altre cheers quando era con loro… o
sbaglio? Non eri l’unica… non sei mai stata niente
per lui
ed è questo che ti ha fatta uscire fuori di testa, quella
volta!
Eri gelosa che Dylan si ripassasse anche tutte le altre e
così
sei venuta a spiattellarmi tutto. Ma alla fine non tutto il male vien
per nuocere perché non ne ero innamorata davvero e
l’ho
scoperto solo dopo aver conosciuto Edward. Hai presente il fantastico
ragazzo che mi ama alla follia e che non ha mai ceduto neppure una
volta alle tue avance spudorate?! E tu?! Avrai mai la
possibilità di essere amata allo stesso modo?! Scordatelo!
Nessuno ci riuscirà perché non
c’è niente da
amare in te! Sei un guscio vuoto! Non vorrei proprio essere nei tuoi
panni!- concluse soddisfatta mia sorella. Dio le avrei fatto un
monumento in quel momento e la faccia di Tanya era impagabile. Senza
più ribattere ci diede la schiena e si incamminò
verso
papà e il preside. Noi la guardammo,
estremamente
compiaciuti, mentre raggiungeva l’uscita con mio padre che la
scortava fuori dall’edificio. -Dio, sei stata
meravigliosa,
tesoro mio!- si complimentò Edward, abbracciandola di
slancio e
facendola volteggiare; -Hai avuto ragione su tutto quanto ma in
particolar modo su una cosa…- continuò. Bella lo
guardò curiosa. -Sul tuo ragazzo
che ti ama
alla follia! Non potevano esserci parole più veritiere!-
esclamò per poi baciarla appassionatamente. Ok, era meglio
spostarci da lì… forse ci conveniva andare fuori
per
goderci la scena. Faticavo ancora un po’ ad assistere a certe
gesti così intimi tra mia sorella ed Edward… era
più forte di me! Però ero contentissimo che
avessero
aggiustato ogni cosa tra loro, per ritornare ad essere più
uniti
ed innamorati che mai. Uscimmo tutti
quanti insieme.
Ormai il parcheggio si era popolato e tutti gli studenti erano riuniti
in gruppetti più o meno sparpagliati. Si notava chiaramente
la
sorpresa per la presenza dell’auto dello sceriffo. Quando poi
papà e Tanya fecero la loro comparsa in cima alle scale, il
brusio pian piano scemò e uno strano silenzio scese sul
grande
piazzale. Tutti fissavano la capo cheers e lei sfilò tra
quegli
studenti, a testa alta. Non pareva minimante scalfita dalla
situazione… dovevo ammettere che ne aveva di
fegato…
oppure era talmente stupida da non rendersi conto della
gravità
di ciò che aveva commesso: il suo futuro era rovinato e i
suoi
genitori erano delusi e feriti. Ma finalmente arrivò anche
il
momento del suo cedimento… la sua maschera di indifferenza
si
frantumò quando passò accanto alle sue amate
amiche
cheers. Nessuna di loro la degnò di un saluto o anche un
semplice sguardo amichevole o di comprensione. Anzi…
continuarono imperterrite a ridacchiare e spettegolare senza nemmeno
darsi pena di non farsi sentire dalla loro ex idolatrata leader. Forse
non si aspettava un voltafaccia del genere, visto che ciascuna di loro
era perfettamente a conoscenza dell’attività
secondaria di
Tanya. Tutte l’avevano sempre seguita e assecondata, come
fosse
stata una dea scesa in terra e ora si stava rendendo conto che non
l’avrebbero sostenuta nella sua discesa
all’inferno. Che
ipocrite! Ma d’altronde si era sempre e solo contornata di
conoscenze superficiali basate su interessi personali e quindi non
poteva certo aspettarsi che sarebbero andate nei casini per
lei…
dovevano mantenere l’apparenza di brave ragazze…
che
schifo! Erano tutte delle false! In particolar modo la sua
più
cara amica, Lauren, che continuava a sghignazzare e a indicarla neanche
fosse stata la peggiore delle criminali. Dio che
soddisfazione,
però! Impagabile! Non avrei mai immaginato che il sapore
della
vendetta fosse così dolce e sublime… e a
giudicare dagli
sguardi della mia famiglia quell’enorme moto di compiacimento
non
lo provavo solo io. Appena
l’auto
partì, il tran tran quotidiano nel parcheggio, riprese quasi
normalmente, anche se sapevo che quella notizia avrebbe tenuto banco
per molti, molti giorni… -Jasper Swan! Ora
mi dici come
diavolo hai fatto!- mi investì mia sorella, saltandomi in
braccio ridendo. La strinsi forte e la feci volteggiare, mentre tutti
infine ci guardavano rilassati per essersi tolti dai piedi quella sorta
di strega cattiva. Feci scendere mia sorella, che corse a rifugiarsi
tra le braccia del suo fidanzato, felice di riaccoglierla. -Forza…
tutto nei minimi dettagli!- mi ordinò Rose. -Bells, ti ricordi
a fine
maggio quando eri preoccupata perché avevo iniziato a
frequentare Tanya? L’avevo fatto solo perché
volevo
fargliela pagare per averti umiliata con la storia di Dylan,
sputtanandoti con tutto l’istituto. Non sapevo ancora bene
come
fare, ma ero certo che qualcosa per ferirla l’avrei
trovata… doveva avere un punto debole!- le rivelai, mentre
tutti
erano attenti. -Sì…
non sai
quanto sono stata felice quando è partita e non
l’abbiamo
più vista per tutta l’estate. Avevo il terrore che
ti
convincesse a provare quello schifo di cui faceva uso lei!- mi
ribadì. Con la coda dell’occhio notai la mia
folletta
innervosirsi… era stupenda così gelosa! -Ricordo che
appena iniziata la
scuola, un giorno ci ha raggiunti in mensa e ha iniziato a baciarti il
collo sostenendo che avesse lasciato il vostro rapporto in sospeso per
poi riprenderlo!- puntualizzò con tono acido la mia piccola
Alice. Le sorrisi e la trascinai tra le mie braccia… non
aveva
proprio niente di cui preoccuparsi. -Nessuna
potrà mai
competere con te o con il sentimento profondo che provo per te, quindi
non ti agitare, tesoro mio- le sussurrai all’orecchio,
facendole
comparire un sorriso compiaciuto sul suo splendido viso. -Potete fare i
piccioncini dopo
e andare avanti con la storia prima che suoni la campanella?!- ci
rimproverò Emmett che non stava più nella pelle
per
sapere ogni singolo dettaglio. -Hai ragione, Emm.
Vedete,
siamo usciti qualche volta e poi una sera mi ha trascinato a una festa
a Port Angeles. Bè… era una serata organizzata da
un
certo Kevin, che poi ho scoperto essere il suo pusher.
L’avevo
visto qualche volta fuori dalla nostra scuola e così ho
capito
che era lui che spacciava a Forks. Mi sono incazzato da morire con
Tanya e lei, per farmi stare buono, mi ha infilato una pasticca in un
bicchiere, proprio come è successo a Dylan…-
rivelai,
osservando la reazione terrorizzata di mia sorella. Non le avevo mai
confidato nulla perché sapevo che si sarebbe preoccupata da
morire. -Quella
abominevole stronza!-
sputò fuori, stringendo forte i pugni. Edward la
abbracciò per tentare di calmarla e lei, per fortuna si
rilassò. -Non preoccuparti,
Bells… non era niente di così pesante come quella
che
aveva dato a Dylan… mi sentivo solo rilassato… in
pratica
ero più leggero e poi avevo un gran sonno. Così
sono
uscito un po’ sulla grande terrazza di
quell’appartamento
per prendere un po’ d’aria e di
lucidità. Una volta
fuori, senza la musica a palla sparata nelle orecchie, senza quelle
luci psichedeliche che non mi aiutavano a pensare, e grazie anche
all’aria fresca della notte, mi sono sentito subito meglio.
Dopo
poco una ragazza ha iniziato a sghignazzare e incuriosito mi sono
avvicinato, proseguendo lungo la terrazza che faceva il giro di
metà appartamento. Appena ho svoltato l’angolo, mi
sono
impietrito di fronte alla scena: una ragazza era in piedi sulla
balaustra e rideva… era fuori di testa… mi sono
venuti i
brividi perché eravamo al quindicesimo piano e sarebbe
bastato
un minimo movimento per farla volare giù. Così mi
sono
avvicinato con cautela e poco dopo sono stato raggiunto anche da Kevin
che si è terrorizzato a morte: la ragazza era Camille, la
sua
sorellina di quindici anni! Ed era completamente fatta della roba che
lui spacciava. Abbiamo cercato di non spaventarla, ma lei si
è
accorta di noi e ha perso l’equilibrio. Per fortuna, con uno
scatto fulmineo, sono riuscito ad afferrarla e grazie a Dio siamo
ricaduti entrambi all’interno del terrazzo- raccontai. Mi
fermai
un secondo perché ero ancora scosso da quel terribile
ricordo.
Non avevo mai provato così tanta paura come in quel
momento… Gli altri erano
sconvolti, ma mi fecero cenno di continuare. -Neanche il tempo
di riprendere
fiato che la ragazza ha iniziato ad avere le convulsioni;
così
io e Kevin la abbiamo trasportata di corsa in ospedale. Lì
l’hanno salvata per il rotto della cuffia e hanno chiamato la
nonna, a cui erano stati affidati entrambi i nipoti. Sono arrivati poi
anche quelli della polizia e ho rilasciato loro una dichiarazione,
spiegando ciò che era avvenuto ma omettendo che lo
spacciatore
da cui Camille aveva preso la droga fosse proprio il fratello- rivelai.
Mia sorella si accigliò all’istante. -Jazz, come hai
potuto?!- si
infervorò. Immaginavo i suoi pensieri al riguardo: lei aveva
uno
spiccato senso della giustizia e a volte diveniva davvero
intransigente… -Lo so, Bells, hai
ragione… ma non ce l’ho proprio fatta... Prima che
arrivasse la polizia,Kevin ha confessato la verità a quella
povera donna… era completamente sconvolta e in lacrime. Era
molto anziana e ho avuto paura che venisse un malore anche
lei…
tremava ed era spaventata a morte per la nipotina… in
più
si sentiva tremendamente in colpa per non essersi mai accorta dei
loschi traffici del nipote. Non ne sapeva niente… Era
convinta
che Kevin avesse un lavoro onesto ed era disperata perché i
soldi che lui portava a casa le servivano, dato che con la sua misera
pensione non ce l’avrebbe mai fatta a far studiare la nipote
che
sognava di andare un giorno all’università. Tra la
preoccupazione per Camille e la delusione per Kevin non me la sono
sentita di infierire su quella povera signora, facendo arrestare il
nipote sotto il suo naso. C’era il pericolo che non la
considerassero un tutore adatto e che le togliessero
l’affidamento della nipote che amava sopra ogni cosa. Vi
assicuro
che quella donna ne sarebbe morta di crepacuore. Non sapete quante
volte mi abbia ringraziato, dopo che le ho assicurato che non avrei
denunciato il nipote- mi giustificai. Ero consapevole di aver fatto una
cosa del tutto sbagliata a lasciare a piede libero uno spacciatore; ma
la mia coscienza si era sentita più a posto in quel modo,
piuttosto che mandare al campo santo una vecchietta il cui unico errore
era stato quello di amare troppo i nipoti. Rose mi
abbracciò, accarezzandomi i capelli e dandomi
così il suo totale sostegno. -Continua ti
prego…- mormorò Alice, accarezzandomi un braccio
e intrecciando le dita con le mie. -Prima di tornare
a Forks ho
parlato anche con quello schifoso e l’ho minacciato di
sparire
dalla nostra città. Se lo avessi rivisto spacciare a scuola
o in
qualsiasi altro angolo della città lo avrei denunciato a
papà senza indugio, facendolo pentire amaramente della
strada
che aveva intrapreso. Lui mi ha assicurato che ciò che era
successo alla sorella gli aveva fatto capire quanto stesse sbagliando e
che quindi avrebbe chiuso definitivamente con quella vita. Anche se in
quel momento sembrava del tutto pentito, non gli ho creduto neppure per
un attimo… quando sei dentro certi giri, è
difficile
uscirne… però mi ero accontentato che sparisse da
qui. Mi
ha ringraziato e poi mi ha dato il suo numero di cellulare, pregandomi
di chiamarlo in qualsiasi momento se mai avessi avuto bisogno di
qualcosa: era in debito con me. Quando siamo tornati a casa
dall’Italia, ho fatto qualche domanda in giro e ho saputo che
nessuno l’aveva più visto in giro. Poi
però con
l’inizio della scuola, ho scoperto che qualcun altro aveva
preso
il suo posto: Tanya!- rivelai. Tutti mi fissavano
schifati da quanto era scesa in basso quella ragazza. -Quando
l’ho beccata con
Emmett, l’ho avvertita di piantarla di dar fastidio alla
nostra
famiglia, avvertendola che rischiava di fare una brutta
fine… ma
evidentemente non pensava che mettessi in pratica le mie minacce.
Così, dopo la storia di Rose, ho capito che era arrivata
l’ora di togliercela definitivamente dalle palle. La scorsa
settimana ho chiamato quel verme e ho riscosso il favore che mi doveva;
è stato fortunato, volevo solo una semplice informazione,
niente
di trascendentale… avevo solo bisogno della conferma a quel
che
già immaginavo: Tanya, alla festa di Halloween, aveva
parecchia
roba da smerciare. Sono andato dal professor Banner e gli ho raccontato
tutto. Lui si è organizzato e l’ha beccata sul
fatto.
E’ stato poi chiamato il vice di papà e, con molta
discrezione, l’hanno scortata in caserma. Sabato mattina il
professor Banner mi ha avvertito con un messaggio che tutto era
sistemato. Il resto lo sapete- terminai il mio lungo e minuzioso
racconto. Gli occhi di tutti
erano
sgranati per la sorpresa e sconvolti per tutto ciò che era
successo… ma l’unico paio che non riuscivo a
guardare e
che temevo erano quelli di mia sorella. Avevo paura che fosse delusa da
me, dal mio comportamento e dal mio silenzio. Quando alla fine trovai
il coraggio di sollevare il capo, l’unico sentimento che
traspariva dal suo sguardo era una colossale preoccupazione. -Jazz…
papà
è al corrente di ogni cosa? Di ogni singolo dettaglio?- mi
chiese, agitata. Abbassai di colpo la testa in imbarazzo. Magari sarei
potuto sembrare un grande eroe ai loro occhi, colui che li aveva
liberati dal malvagio; ma in verità ero solo un codardo che
non
aveva avuto la fermezza di raccontare tutta la verità al
padre. -Bè,
non proprio tutto
quanto. Gli ho celato la cosa più importante… che
io
sapevo chi aveva dato le pasticche a Camille e che proprio Kevin mi ha
fatto la soffiata di Tanya- le rivelai, vergognandomi come un cane per
quella mia mancanza di coraggio; -Bells… lo sai quanto
papà sia ligio al dovere… sarebbe stato
amareggiato e
avvilito nel sapere di avere un figlio che non ha denunciato uno
spacciatore che ha quasi ammazzato una ragazza… non ce
l’ho fatta… posso sopportare che si arrabbi con
me, che
sbraiti, che mi punisca! Ma il pensiero di deluderlo in un qualsiasi
modo… mi spiace… proprio non ce l’ho
fatta!- tentai
di giustificarmi. Mia sorella mi venne addosso stritolandomi in un
abbraccio da soffocamento. -Jazz, io avrei
fatto la stessa
cosa con papà… e sai anche tu quanto mi faccia
intenerire
da certe scene, quindi mi sarei comportata come te anche con la nonna
di Kevin e Camille. Non hai proprio niente di cui
vergognarti…
non si può sempre dire tutto: esiste la
solidarietà
fraterna, no? Comunque non temere: sono straorgogliosa di te!-
dichiarò, mentre il mio cuore si alleggeriva di botto.
Sapere di
non essere una delusione per lei era la cosa che più
desideravo
e mi sentivo come se avessi superato una prova difficile. Ricambiai
l’abbraccio. -Grazie, Bells!
Per me è
molto importante il tuo sostegno- le confessai. Notai che tutti gli
altri si erano già avviati all’ingresso,
lasciandoci
vivere quel momento fraterno così importante. -Sarò
sempre dalla tua
parte, fratellone. Ti voglio bene e appoggerò sempre le
scelte
che farai… bè a meno che non siano cazzate enormi
come
quella sera della festa di Rose…- mi ricordò
d’un
tratto. Sorrisi, al
ricordo di quanto
avesse bruciato la mia guancia per il suo schiaffo… ma anche
quanto avessi sofferto al pensiero di averla delusa così
tanto. -Tu in
caso… tienimi sempre d’occhio, che è
meglio!- affermai, scoppiando a ridere seguito da lei. -Grazie ancora per
Tanya, Jazz!
E’ il più bel regalo di compleanno che potessi
farmi… non mi serve altro, giuro!- mi sussurrò
all’orecchio. -Ah ah ah! Non te
la caverai
così, sorellina cara. Diciamo che questo era un
extra… il
tuo prezioso regalo è già al sicuro in camera
mia, quindi
rassegnati!- la schernii, mentre lei sbuffava sonoramente, mettendo su
un tenerissimo broncio. Avevo sempre pensato che fosse
l’unica
donna che adorava fare regali, ma non riceverne: Edward era un ragazzo
fortunato! A ogni ricorrenza non avrebbe dovuto sbattersi per cercare
qualcosa che le piacesse… anche se, conoscendolo, avrebbe
sempre
fatto di tutto e di più per donarle ciò per cui
potesse
impazzire. C’era riuscito alla perfezione per il loro
mesiversario e ora, il regalo di compleanno che le aveva ordinato e che
sarebbe arrivato tra un paio di giorni, l’avrebbe fatta
uscire
fuori di testa. E pensare che quando mi aveva chiesto il mio parere al
riguardo era persino in dubbio perché non lo considerava
abbastanza romantico! E invece l’aveva azzeccato proprio alla
grande! Quel dono era un sogno che Bella aveva da tempo e non avrei mai
immaginato che Edward ne fosse a conoscenza e invece… quel
ragazzo era un portento! L’avevo subito rassicurato, certo
che,
per una volta, la mia sorellina non si sarebbe proprio lamentata! Il
suo regalo l’avrebbe fatta impazzire!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 118
-Ciao, Edward. Scusami ma
i miei figlioli hanno assorbito tutta la mia attenzione- lo
salutò. -Ciao,
Charlie. Non preoccuparti, hai tutta la mia comprensione…
sai,
è difficile concentrarsi su altro, soprattutto quando
c’è lei in una stanza- lo giustificò,
accarezzandomi con uno sguardo d’amore. Mio padre sorrise
indulgente, ma poi d’improvviso divenne serio. -Scusami
ragazzo mio… avrei bisogno di parlare in privato con i miei
figli. Ti dispiace concederci un attimo?- gli chiese, con un tono
grave. Edward annuì e poi baciandomi la fronte,
uscì
dalla stanza. Io
e Jazz ci scambiammo un’occhiata perplessa: a giudicare dalla
sua
aria stupita, neppure lui aveva idea del perché
papà
desiderasse un colloquio in privato. -Papà,
c’è qualcosa che non va?- si preoccupò
Jasper. Lui
ci fece cenno di sederci sul letto e poi prese la sedia della scrivania
e si accomodò di fronte a noi.
Capitolo 119 *** Cap.118: Una lettera dal passato ***
Cap. 118
Ciao
ragazze!
In questo capitolo scoprirete di cosa deve
parlare Charlie con i gemelli. Molte di voi si sono preoccupate, ma non
è niente di brutto. Sarà qualcosa di emozionante
(o almento lo speriamo).
Preparate i fazzoletti! Poi basta capitoli
tristi. Promesso!
Grazie mille a chi ci segue sempre, a chi ci ha
inserite tra le seguite, le ricordate e le preferite. I numeri ci fanno
girare la testa!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 118
Una lettera dal passato
Pov
Bella
Dopo il
week end di
Halloween, la settimana era trascorsa rapidamente: ognuno di noi era
stato occupato con studio, impegni e passatempi vari. Io ed Edward
avevamo iniziato le nostre lezioni a cavallo al ranch di Robert e
dovevo ammettere che, a parte il timore del primo impatto, nei giorni
seguenti il mio allievo non se l’era cavata niente male.
Eravamo
riusciti ad andarci un paio di volte anche grazie al fatto che in quel
periodo i professori ci avevano concesso un po’ di respiro.
Per
fortuna!
Era
già
venerdì pomeriggio; e appena rientrati da scuola, noi tre
festeggiati eravamo stati praticamente segregati nella stanza di mio
fratello da Rose ed Esme, che si erano impegnate ad addobbare e
preparare il piano inferiore per il party in famiglia che si sarebbe
svolto quella sera per i nostri compleanni. Eh già! Proprio
quel
giorno era la ricorrenza di noi gemelli mentre l'indomani sarebbe
caduta quella di Alice. Quella sera avevamo deciso di organizzare una
piccola festicciola solo per la nostra famiglia, proprio come avevamo
fatto per Rose, mentre la sera successiva avremmo festeggiato con i
nostri amici nella casa al mare. Anche Alice era stata d'accordo nel
non esagerare con gli inviti e con gli eccessi; di questo avevo
ringraziato mio fratello, certa che, dietro quel suo apparentemente
inspiegabile contenimento, ci fosse proprio lui, con le sue
ragguardevoli abilità persuasorie.
Appena
terminate le
lezioni, cioè ormai da due ore, Edward ed Emmett si erano
dileguati e, anche se erano rimasti sul vago riguardo il loro
fantomatico impegno, ero quasi sicura che la loro sparizione avesse a
che fare con il mio regalo. Sospirai al pensiero… Edward si
era
mostrato dispiaciuto perché avrebbe potuto consegnarmelo
solo
l’indomani e così lo avevo avvertito di non
azzardarsi ad
arrivare nemmeno con un fiore per sopperire a quella che lui reputava
una grave mancanza proprio il giorno del mio compleanno. Per me non
costituiva affatto un problema, anzi… ma avevo lo sgradevole
presentimento, conoscendolo, che stavolta avrebbe proprio esagerato!
Avevo già notato che quando si trattava di regali per la
sottoscritta faticava a contenersi; ma dopo il casino di Halloween
prevedevo un ulteriore peggioramento.
Da
quando eravamo tornati a
casa, la scorsa domenica, non mi aveva lasciato da sola neppure mezzo
minuto e aveva cercato di compiacermi in tutti i modi
possibili…
in più avevamo rischiato un paio di volte di farci beccare
dal
baffuto sceriffo di casa perché il mio ragazzo si era
intestardito a voler dormire con me a tutti i costi, nonostante i
stringenti divieti degli adulti. Anche a me sarebbe piaciuto stare
accanto a lui per tutta la notte, ma non osavo neanche immaginare le
conseguenze se mio padre ci avesse sgamati! Fino a quel momento noi
ragazzi avevamo sempre goduto di notevoli libertà, proprio
perché non gli avevamo mai dato motivo di non potersi fidare
di
noi e avevamo sempre rispettato le sue regole (bè, almeno
era
quello che credeva lui!) e quindi non mi andava di esagerare. Iniziavo
a temere che l’atteggiamento un po’ incosciente di
Edward
avesse potuto creare una ripercussione di dimensioni stratosferiche!
Rinchiusa
nella stanza di
Jaz, stavo cercando di concentrarmi su qualcos'altro, agitandomi sulla
sedia, ma i miei pensieri finirono su ciò che mi aveva
tormentato per tutta la giornata: la mancanza di mia madre in un
momento così speciale della mia vita…
In
generale la sua assenza
mi pesava ancora da morire; ma in determinate occasioni mi trafiggeva
il cuore come una lama affilata, e quella ricorrenza importante era una
di quelle.
Edward,
sin da quando era
sgattaiolato quella mattina in camera mia per il suo personale
buongiorno trovandomi già sveglia all’alba, si era
subito
accorto del mio disagio; e, senza palesarlo, aveva cercato di alleviare
il mio malessere, facendomi concentrare su altro… tentativo,
tra
l’altro, riuscito alla perfezione: la sua bocca sulla mia era
capace di creare autentiche magie! Anche a scuola poi mi aveva
circondato di mille attenzioni: mi aveva aspettata a ogni cambio
d’ora, regalandomi baci mozzafiato e rischiando di arrivare
in
ritardo alle sue lezioni; in mensa si era addirittura messo
d’accordo con una delle cuoche (che, manco a dirlo, lo aveva
preso in simpatia!), e dopo avermi fatta accomodare al nostro tavolo,
era sparito per poi tornare con un delizioso pasticcino con una
candelina al centro. Mi ero emozionata tantissimo ma allo stesso tempo
mi ero trovata parecchio in imbarazzo perché quel suo ultimo
exploit aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti sulla
sottoscritta. Era stato comunque tanto dolce e carino e mi reputavo
più che fortunata perché un angelo come lui
rappresentava
una meravigliosa rarità. Tutte queste galanterie avevano
permesso di tenermi la mente piuttosto occupata ed ero riuscita a
trattenere l’ondata di dolore per quasi tutta la giornata.
Ma in
quel momento, in
camera di Jazz... essere lì in compagnia di due piccioncini
che
non facevano altro che sbaciucchiarsi da quando avevamo messo piede
nella stanza, e avere come diversivo unicamente un tristissimo libro di
biologia che non attirava per niente la mia attenzione, non mi aiutava
di certo a distrarmi dai pensieri cupi… inoltre mi provocava
una
gran rabbia il fatto che la persona che aveva amato me e Jazz
più di ogni altra cosa non fosse lì con noi ad
assistere
a una delle tappe più importanti della nostra vita! Quel
giorno
continuavano a vorticarmi in testa i ricordi della mamma durante gli
ultimi giorni che aveva trascorso con noi: era del tutto debilitata,
senza forze… il suo splendido viso sorridente si era
trasformato
in una costante maschera di dolore e non osavo neppure immaginare
quanto potesse avere sofferto, quando ormai si era resa conto che non
l'avrebbe spuntata contro quel male orribile e subdolo. Per lei doveva
essere stato atroce rendersi conto che non avrebbe potuto seguire con
amore le varie fasi della nostra vita, che non avrebbe più
potuto vederci crescere, maturare, innamorarci, diplomarci, lavorare,
costruirci una famiglia… Fanculo! Non era giusto! La vita
era
tutta una fottuta ingiustizia! Forse ero egoista a pensarla
così, dato che c’erano tante persone nel mondo che
stavano
decisamente peggio della sottoscritta, ma in quel momento non riuscivo
a pensare a loro… notavo solo la soffocante mancanza della
mia
dolce mamma!
-Ehi,
sorellina!- mio
fratello mi richiamò alla realtà,
inginocchiandosi
davanti a me e accarezzandomi la guancia con l’indice. Fissai
il
suo dito bagnato, quasi in trance… non mi ero neppure
accorta di
piangere…
Cercai
di asciugare il mio
viso e di abbozzare un mezzo sorriso verso l’altra persona
che
poteva comprendere in pieno il mio dolore in quel giorno particolare.
-Ricordi
il nostro patto?-
mi chiese, in modo dolce, accarezzandomi i capelli. Annuii, incapace
ancora di pronunciare una sola parola… avevo un enorme
groppo in
gola ed ero certa che al minimo suono sarei scoppiata in singhiozzi
disperati. La mamma, prima di lasciarci, ci aveva fatto promettere che
in ogni occasione speciale per noi avremmo dovuto ricordarla unicamente
con dei sorrisi… senza piangere. Così io e mio
fratello,
anni prima, avevamo stretto una sorta di accordo… una
cretinata… sarebbe stato bello se fosse risultato
così
semplice, però in quel modo ci davamo forza uno con
l’altro e ci sostenevamo a vicenda per non lasciarci
sconfortare
dalla tristezza. Per rispettare le volontà della mamma,
avevamo
deciso che, in qualsiasi ricorrenza, avremmo lasciato spazio alle
lacrime e al dolore solamente il giorno precedente a quello della
festa. Infatti, anche per questo compleanno speciale, ci eravamo recati
al cimitero e le avevamo lasciato un mazzo di rose bianche, le sue
preferite, fermandoci a chiacchierare un po’ con lei. In
teoria
quindi non avremmo dovuto piangere, ma io stavo infrangendo il
patto…
Un
attimo dopo mi ritrovai un bicchiere d’acqua davanti agli
occhi.
-Tieni,
Bella… bevi
un po’, vedrai che andrà meglio- mi
incoraggiò
Alice. Che dolce! Ne bevvi qualche sorso e in effetti mi
sembrò
quasi che il nodo in gola scivolasse giù, insieme
all’acqua fresca.
-Grazie…-
mormorai;
-Scusami, Jazz… è che… questa volta mi
sembra
più difficile…- mi giustificai, ben sapendo di
non averne
bisogno con lui.
-Non
devi scusarti,
Bells… anche per me stavolta è
complicato…
è tutto il giorno che rimugino…- mi comprese. Non
conoscevo il motivo preciso; ma il fatto che anche lui percepisse il
suo dolore in modo più intenso mi fece sentire un
po’
meglio… come se fosse riuscito ad alleviare un po’
il mio
peso, condividendolo.
-Bella,
dovresti cercare di
distrarti… devi tenerti occupata e tentare di non pensarci
troppo… io sto facendo così in questi giorni- mi
spiegò Alice, un po’ in imbarazzo per
quell’intima
confidenza. Anche per lei doveva essere ardua e forse mi stavo
comportando da bambina viziata a rattristare anche loro; ma era
più forte di me: la nostalgia e la malinconia si erano fatte
strada nel mio cuore e la voglia di festeggiare mi aveva abbandonato
del tutto…
-Grazie,
Alice… ma
oggi è più facile a dirsi che a farsi…
poi da
quando ci hanno rinchiusi qui dentro…- sbuffai; -E con tuo
fratello che è sparito da ore e non ho idea di dove sia,
è diventato ancora più complicato…- mi
lamentai.
-Ci
penso io a distrarti!-
esordì mio fratello, alzandosi e andando verso
l’armadio;
-Avrei voluto consegnarti il mio regalo domani, al mare; ma penso che
ora sia meglio- mi confidò, mentre infilava la testa tra i
ripiani del mobile. Funzionò, perché subito la
mia
curiosità si accese, facendo gravitare la mia attenzione su
ciò che poteva avermi comprato. I regali di Jasper erano i
pochi
che apprezzavo e che non vedevo l’ora di ricevere
perché
mi faceva sentire amata. Non c’era mai stata una singola
volta in
cui non mi avevano fatto piacere; e poi azzeccava sempre qualunque cosa
io desiderassi, era un mago!
-Perché
non volevi
darmelo stasera?- gli chiesi, assottigliando lo sguardo. Lui si
voltò un attimo e un sorriso sornione gli spuntò
sul viso.
-Diciamo
che è
meglio che papà non lo veda!- mi confidò, in
maniera
complice, schiacciandomi l’occhiolino e porgendomi una
scatola
abbastanza voluminosa. A quelle parole capii subito che il mio regalo
aveva a che fare con la mia Roxy e, ancora prima di spacchettarlo,
balzai dalla sedia, attaccandogli le braccia al collo, urlando
elettrizzata. Jazz scoppiò a ridere di cuore.
-Wow,
Bells! E ancora non sai nemmeno cos’è!-
sghignazzò.
-Qualsiasi
cosa che abbia a
che fare con la mia piccolina, è sempre apprezzata. E tu lo
sai!- mi entusiasmai. Dio, la mia moto mi mancava così tanto
in
quella maledetta stagione! Sfrecciare per le strade di La Push e
dintorni mi inebriava ogni volta… e anche quando ero triste,
un
giro sul mio gioiellino riusciva a liberarmi sempre di ogni traccia di
malumore… era una sorta di medicina per me. Eppure, ogni
anno,
dovevo per forza rinunciare fino alla primavera: era troppo rischioso
correre con il ghiaccio sulle strade. E poi, anche volendo, non avrei
potuto per via dell’accordo tra me e Jake: lui si occupava e
custodiva la mia moto, all’insaputa di mio padre, a patto che
la
usassi solo quando il tempo non fosse stato pericoloso per la mia
incolumità. Tante volte in passato avevo cercato di spuntare
qualche giretto anche se il tempo non era dei migliori, ma non ero mai
riuscita a convincerlo in nessun modo.
-Dai,
Bella! Aprilo!- Alice
mi incitò, raggiante. Appena slacciai il fiocco e aprii la
scatola, mi ritrovai davanti la più splendida tuta da moto
che
avessi mai visto: era in pelle nera e fucsia! Era davvero magnifica e
la pelle, al tatto, era morbidissima. Ero a bocca aperta e non riuscivo
a emettere un suono. Mio fratello riusciva sempre a sorprendermi!
-Jazz…-
mormorai con
le lacrime agli occhi; -Grazie… sei sempre il migliore!-
esclamai, con voce emozionata. Lui mi abbracciò stretta.
-Eh, no!
Io ti ho dato il
regalo adesso per distrarti e non per farti di nuovo scoppiare a
piangere! Non ti azzardare proprio sorellina!- mi ammonì,
facendomi sorridere; -E’ già da un po’
che ti
lamenti che vuoi far riverniciare la moto e quello scimmione di Jake
non ha mai tempo. Sapevo che la desideravi nera e fucsia,
così
ho pensato di comprarti la tuta abbinata… per la moto ci
sarà tempo in primavera- mi spiegò.
-Non
c’è mai
il pericolo di rimanere delusi con te. Ora, se il mio fratellone avesse
l’accortezza di voltarsi un attimo, io me la proverei subito-
lo
pregai. Lui fece come richiesto ed io in un istante mi spogliai e me la
infilai: perfetta! Mi stava a pennello!
-Bellissima
e ti sta d’incanto- mi elogiò Alice.
-Concordo!-
aggiunse Jazz.
La porta
della camera si spalancò in quel secondo e il mio angelo si
palesò, più stupendo che mai.
-Ehi
raga…-
l’esclamazione gli morì in gola quando i suoi
occhi si
posarono su di me; -Oh cazzo, Bella! Sei una bomba!- mormorò
in
trance, facendomi arrossire per l’erotica
intensità del
suo sguardo: i suoi smeraldi stavano lanciando fiamme! Si
avvicinò con passo felino e mi prese tra le braccia.
-Ragazzi,
di sotto hanno
dato il via libera. Potete scendere e a tal proposito, voi
due…
dileguatevi all’istante!- ordinò loro, facendomi
scoppiare
a ridere per il tono urgente e perentorio.
-Ehi! Ti
ricordo, Romeo dei
miei stivali, che siete in camera mia. E su quel letto ci vorrei
dormire serenamente!- brontolò mio fratello con un cipiglio
degno di un bambino dispettoso.
-Ti
pregoooo!- mi lamentai con un tono da bambina cucciolosa.
-Tanto
papà
sarà qui tra poco…- sbuffò e
trascinandosi dietro
il suo folletto, sparì richiudendosi alle spalle la porta.
Finalmente soli! Edward appoggiò la fronte alla mia e mi
sorrise, stringendo le mani sulla mia schiena e attirandomi a
sé.
-Cristo
santo, amore! Mi
vuoi fare morire giovane? Sei sexy ed eccitante da paura… ed
io
avrei voglia di farti mia qui, in questo istante- mormorò
con il
respiro accelerato, mentre spingeva il bacino sul mio, facendomi
comprendere la portata del suo desiderio. Oddio santo!
-Mmm…
amore
mio… ti voglio anch’io…- sussurrai,
ormai
completamente in balia delle sue mani che dopo avermi accarezzato le
natiche in modo un po’ rude, si stavano avventurando sui
fianchi
e sul seno, facendo scivolare pian piano verso il basso la mia
cerniera. Annullai la distanza tra le nostre bocche, fiondandomi come
un’affamata su quelle labbra tentatrici. Le nostre lingue si
scontrarono irruente, in una lotta senza sosta, mentre i nostri cuori
battevano impazziti. Edward continuava a baciarmi, mordicchiarmi ed io
non potevo fare altro che gemere, del tutto eccitata. La voglia di lui,
di sentirlo dentro di me si era risvegliata in modo violento e non mi
sarei fermata per niente al mondo… avevo bisogno di Edward e
di
sentirmi amata in tutti i modi possibili. La sua mano si
intrufolò sotto il mio reggiseno e mi pizzicò il
capezzolo che, turgido, svettò all’istante in
fuori.
Proprio nel momento in cui la bocca di Edward stava scendendo dal mio
collo, lasciando una scia di baci verso il mio seno, per fortuna ancora
coperto, la porta si spalancò facendoci sobbalzare.
-Bella,
muoviti a far
sparire quella tuta! E’ appena rientrato papà e ti
sta
cercando per fare gli auguri alla sua bambina, dopo averli fatti a
noi!- mi ordinò mio fratello. Oh porca…
In un
lampo mi spogliai e
mi rivestii; nel frattempo stavo ascoltando Jasper in corridoio tentare
di intrattenere mio padre per concedermi il tempo di nascondere il
tutto. La porta si spalancò un millisecondo dopo che Edward
era
riuscito a eclissare il mio regalo sotto il letto.
-Auguri,
tesoro mio!-
esclamò papà, mentre mi rifugiavo tra le sue
braccia;
-Sai, piccola mia… sono stato tentato di svegliarti
stamattina
all’alba per augurarti buon compleanno, ma poi Esme mi ha
minacciato e così ho desistito- mi confidò
ridacchiando,
ben sapendo quanto detestassi essere svegliata presto e soprattutto per
ricevere degli auguri. Bè, in realtà non era del
tutto
esatto… dipendeva naturalmente da chi… e da come
avveniva
il risveglio!
-E’
stata bravissima! Ricordami di ringraziarla!- lo schernii, lasciandomi
però coccolare da lui.
-Ehi! E
io chi sono?! A me
mica le hai fatte, tutte queste moine- intervenne Jasper, fintamente
offeso. Gli feci una linguaccia e papà lo prese per le
spalle
scuotendolo un po’.
-Che
bambino permaloso!-
ghignò. Poi rivolse la sua attenzione al mio ragazzo. -Ciao,
Edward. Scusami ma i miei figlioli hanno assorbito tutta la mia
attenzione- lo salutò.
-Ciao,
Charlie. Non
preoccuparti, hai tutta la mia comprensione… sai,
è
difficile concentrarsi su altro, soprattutto quando
c’è
lei in una stanza- lo giustificò, accarezzandomi con uno
sguardo
d’amore.
Mio
padre sorrise indulgente, ma poi d’improvviso divenne serio.
-Scusami
ragazzo
mio… avrei bisogno di parlare in privato con i miei figli.
Ti
dispiace concederci un attimo?- gli chiese, con un tono grave. Edward
annuì e poi baciandomi la fronte, uscì dalla
stanza.
Io e
Jazz ci scambiammo
un’occhiata perplessa: a giudicare dalla sua aria stupita,
neppure lui aveva idea del perché papà
desiderasse un
colloquio in privato.
-Papà,
c’è qualcosa che non va?- si preoccupò
Jasper. Lui
ci fece cenno di sederci sul letto e poi prese la sedia della scrivania
e si accomodò di fronte a noi.
-Non
è niente di
grave, tranquilli; anzi, sono sicuro che ciò che sto per
dirvi
vi farà piacere, ma non so come la prenderete. Non vorrei
rattristarvi in un giorno così eccezionale, ma era un
desiderio
di vostra madre… ed io devo e voglio rispettare le sue
volontà- ci rivelò, sorprendendoci. Afferrai la
mano di
mio fratello e la strinsi forte; lui mi abbracciò stretta e
un
nodo mi chiuse di nuovo la gola.
-Allora
ragazzi…
vedete non è facile… quando vostra madre si era
resa
conto che… che non avrebbe potuto vedervi
crescere…- si
fermò un momento e si schiarì la voce; uno spasmo
di
dolore mi fece contrarre lo stomaco ed ero convinta che
l’avesse
sentito anche mio fratello perché si era irrigidito
all’improvviso, portandosi una mano a massaggiare la stessa
zona.
-Lei
aveva deciso che
comunque avrebbe voluto essere in qualche modo presente proprio nel
giorno in cui entrambi entrate nella maggiore età.
Così
ha impacchettato lei stessa i vostri regali e… vi ha scritto
una
lettera- mormorò con gli occhi lucidi e la voce tremante.
Una
lacrima mi
rotolò sul viso e per asciugarmela in fretta approfittai
della
distrazione di mio padre, impegnato a porgerci due scatolette e un
biglietto. Con mani tremanti afferrammo i pacchettini che mio padre ci
porse e Jazz prese anche la busta ingiallita dal tempo.
-L’ha
scritta la mamma? Di suo pugno?- domandò. Papà
annuì, sorridendoci emozionato.
-Ragazzi,
vi lascio
soli… è giusto che questo momento voi due lo
viviate
insieme… quando ve la sentirete, noi saremo tutti
giù ad
aspettarvi per festeggiarvi- ci spiegò, alzandosi e
baciandoci
entrambi sulla testa. Dopo qualche secondo sentimmo la porta chiudersi.
Fissavo
il pacchetto come
in trance, accarezzandolo dolcemente. Le mani di mia mamma
l’avevano fasciato con amore pensando a questo giorno
così
particolare…
-Non mi
sarei mai aspettato
un regalo così speciale…- sussurrò
Jazz. Mi voltai
e notai che anche lui era incantato a guardare il pacchetto e la
lettera. Fece un respiro profondo e poi cercò di sorridermi
per
rassicurarmi: si stava sforzando di non crollare per sostenere
me… era sempre stato così…
-Prima
tu- mi
invitò. Slacciai il fiocco e allentai la carta nel modo
più delicato possibile, stando attenta a non strapparla e a
non
rovinarla: desideravo conservare tutto di quel pacchetto.
Appena
aprii la scatolina,
delle lacrime proruppero copiose e non riuscii più a
trattenermi: le mie mani reggevano la preziosissima parure di perle
della mamma che da bambina avevo tanto ammirato. Le era stata
tramandata dalla bisnonna e la mamma mi aveva sempre promesso che ai
miei diciott’anni sarebbe diventata mia… ma erano
anni che
non ci pensavo più!
Mio
fratello mi strinse con
veemenza e asciugò le mie lacrime, ma non mi sfuggirono i
suoi
occhi lucidi e il suo continuo deglutire: era sull’orlo del
pianto anche lui.
Cercai
di
riprendermi… desideravo, ora più che mai,
mantenere la
promessa che avevamo fatto alla mamma, anche se l’emozione
era
talmente intensa che non piangere come una fontana era diventato
praticamente impossibile…
-Dai…
tocca a te-
riuscii a dire, tirando fuori a forza le parole. Le mani di Jazz
tremavano quanto le mie e anche lui ebbe la stessa cura
nell’aprire il pacchetto. Dopo poco si ritrovò
nelle mani
l’orologio Rolex di nonno Swan che spesso aveva contemplato.
-Oddio!-
esclamò in
un flebile sussurro; -Non ricordo neanche quante volte avevo pregato la
mamma perché mi permettesse di indossarlo in casa almeno un
pochino… mi sentivo già grande con questo al
polso-
mormorò sorridendo, perso nelle sue reminiscenze.
-Già…
rammenti quella volta che abbiamo giocato a marito e moglie e che
avevamo inscenato il nostro matrimonio? La mamma aveva finto di essere
il pastore che ci sposava e aveva permesso, a me, di indossare le sue
perle e, a te, quell’orologio- raccontai, per poi abbracciare
Jazz. Lui mi strinse a sé e poi mi accarezzò i
capelli,
mentre le lacrime inondavano i nostri visi.
Rimanemmo
così per un periodo indefinito, finché riuscimmo
a calmarci, sostenendoci a vicenda.
-Mi
arrabbiavo sempre con
la mamma perché quando le dicevo che da grande ti avrei
sposata,
lei mi prendeva in giro sostenendo che Jacob, prima o poi, ti avrebbe
portata via da me. E tutte le volte di fronte ai miei bronci scoppiava
a ridere e poi mi coccolava, raccontandomi che presto o tardi avrei
trovato la mia principessa… Com’era bella quando
rideva
spensierata…- mi rispose, sorridendo.
-E’
vero… come
mi sarebbe piaciuto che avesse potuto conoscere Edward, Alice ed
Emmett… le sarebbero piaciuti tutti, senz’altro!-
dichiarai. Mio fratello scoppiò a ridere.
-Sì,
certamente… magari un po’ meno Esme… se
avesse
saputo che papà si sarebbe sposato con lei…
ricordi
quanto era gelosa?- mi chiese ridendo, cercando di stemperare un
po’ la tristezza. Scoppiai a ridere al ricordo di un episodio
in
particolare. Jazz mi guardò curioso.
-Mamma
mia! Mi è
venuto in mente quella volta che aveva fatto una scenata pazzesca a
papà perché la segretaria della centrale, la
signora
Robbins, sapendo che lui era a casa malato, gli aveva portato una
crostata… la sua preferita. Ricordi cosa aveva fatto?- gli
domandai, certa che al solo evocarla, rammentasse la scena.
-Eccome!
Non potrei mai
dimenticare lo sconvolgimento di papà: la crostata e la
marmellata di more che gli colavano sulla faccia e sui baffoni!- rise
come un matto; -E nemmeno il pianto ininterrotto che ti eri fatta per
tutto il giorno e la sera, convinta che papà e mamma si
volessero separare- riprese, calmandosi un po’.
-E tu,
mi hai consolata,
cercando di farmi sorridere e di rassicurarmi- puntualizzai; -Grazie,
Jazz... tu ci sei sempre stato per me… anche quando la mamma
era
ancora con noi- mi commossi.
-E ci
sarò
sempre… per qualsiasi cosa, sorellina. Ti voglio bene
più
di chiunque altro… ma non ti azzardare a dirlo a Alice,
altrimenti mi castra!- affermò, con un’espressione
terrorizzata.
Ci
lasciammo andare per un
po’ ad altri meravigliosi ricordi; non lo avevamo mai fatto e
scoprimmo con piacere che non provocavano solo dolore, ma anche un
sottile benessere… e in modo inaspettato ci trovammo a
ridere di
cuore, lasciandoci trasportare da quel fiume di emozioni.
Alla
fine sospirai e
indicai la lettera che giaceva già da un po’ sul
letto tra
noi… ero curiosa, ma allo stesso tempo impaurita di sapere
quanto immensa fosse stata la sofferenza della mamma, certa di doverci
lasciare così presto. Ma non ero più una bambina,
non
potevo crogiolarmi nell’inconsapevolezza…
Jazz si
alzò,
afferrò il tagliacarte dalla scrivania e poi, come se
reggesse
in mano il più fragile e prezioso dei cristalli, la
aprì
con sconfinata delicatezza. Ci sedemmo ancora più vicini per
poter ammirare insieme la scrittura della mamma… la
riconobbi
all’istante…
La bocca
dello stomaco si
chiuse e una morsa di dolore si propagò di nuovo in ogni mia
cellula, come mi succedeva ogni volta che aprivo il suo ricettario.
Jasper si schiarì la voce e iniziò a leggere ad
alta voce.
Miei
adorati ragazzi,
oggi
è un giorno importantissimo! Entrate ufficialmente a far
parte
del mondo degli adulti e anche se non potrò essere con voi,
ho
voluto essere presente in qualche modo.
Forse
il mio gesto vi sembrerà egoistico perché questa
lettera
vi recherà senza dubbio molto dolore e lacrime; ma nel mio
cuore
so anche che vi farà comunque piacere e spero che
l’apprezzerete.
Avrei
tante cose da dirvi, ma non so da dove cominciare…
Volevo
che sapeste, senza ombra di dubbio, che vi ho amati più di
ogni
cosa al mondo e spero con tutta me stessa che prima o poi vedrete
realizzati tutti i vostri sogni.
E’
dura lasciarvi… avrei voluto esserci per guidarvi e
consigliarvi… per raccogliere le vostre lacrime…
ascoltare le vostre risate… mitigare i vostri
litigi…
bearmi delle vostre riappacificazioni… ricevere le vostre
confidenze…
Ma
so di essere stata fortunata perché vi affido nelle mani
dell’unica persona che vi ama quanto vi amo io e che, non ho
dubbi, si sia presa cura di voi nel modo migliore possibile: sono
convinta che vostro padre vi abbia reso delle ottime persone.
Jasper…
tu sei sempre stato l’ometto di casa e so per certo che in
questi
anni hai accudito e vegliato su tua sorella in modo incredibile, e sei
diventato un uomo straordinario. L’hai sempre protetta da
tutto e
da tutti e senz’altro hai continuato a farlo, aiutando anche
tuo
padre nelle questioni pratiche. Sono talmente orgogliosa di come sei
cresciuto finora! Nel tuo animo sai che ti sono sempre accanto e sai
che ora sono fiera di te!
Conoscendo
il tuo carattere sono convinta che sulla tua strada avrai
già
provato le sofferenze e le pene del cuore… ma
l’enorme
capacità di amare che ti caratterizza ti
permetterà, il
giorno che incontrerai la persona giusta, di amarla e rispettarla come
meglio merita.
Bella,
piccola mia… tu sei sempre stata quella più
insicura e
bisognosa di affetto… e il pensiero che quando dovrai
affrontare
il primo batticuore io non sarò lì con te mi
provoca un
dolore immenso. Purtroppo so che non sarai immune dalle delusioni della
vita a causa del tuo carattere fiducioso e disponibile…
però la tua famosa testardaggine ti aiuterà a non
arrenderti mai, nemmeno di fronte agli eventi negativi della vita. Sei
una creatura stupenda, figlia mia, colma di generosa bontà e
affabile dolcezza… non permettere a nessuno di farti
dubitare di
te stessa!
Senza
dubbio ti sarai presa cura dei nostri uomini, occupandoti della casa e
delle incombenze quotidiane. Se penso che ti sarai sobbarcata certe
responsabilità che non ti competono, quando invece avrei
dovuto
essere io a prendermi cura di te, mi si stringe il cuore… ma
so
anche che l’avrai fatto senza mai far pesare niente a nessuno
perché tu sei sempre stata la mia donnina perfetta!
Di
questo vi ringrazio con tutta l’anima e ve ne prego: in
futuro
continuate a prendervi cura con affetto l’uno
dell’altro,
come avete fatto finora.
Vi
chiederete come mai non mi soffermi a parlarvi di quanto sia
fondamentale studiare o trovarsi un buon lavoro… non lo
faccio
perché sono sicura al cento per cento che a questo aspetto
ci
avrà pensato abbondantemente vostro padre,
responsabilizzandovi
in modo più che adeguato riguardo le questioni pratiche
della
vita.
Voi
mi conoscete, e sapete quale inguaribile romantica io sia…
lavoro e studio sono di certo molto importanti… ma
l’aspetto della vita che guida l’essere umano e la
sua
esistenza è e sarà sempre l’amore!
Ragazzi
miei… non abbiate mai paura di amare e fatelo sempre con
ogni
fibra del vostro essere perché senza amore nulla
è
abbastanza!
Sappiate
che veglierò sempre su di voi… qualunque passo
compiate,
qualunque ostacolo incontriate e qualunque decisione importante
prendiate, sappiate che io sarò sempre con voi.
Cercate
di trovare il vostro posto nel mondo accanto ad un cuore che vi ami e
che batta per voi… e sarete felici nella vita.
La
vostra mamma, che vi ama immensamente!
Jasper
terminò di
leggere con la voce completamente spezzata, mentre io ormai
singhiozzavo, incapace perfino di prendere respiro. Lui se ne accorse.
-Bells,
calmati…
cerca di fare dei respiri profondi… segui me…- mi
disse,
prendendo a inspirare ed espirare in modo lento e profondo. Quando
riuscii finalmente a seguire il suo ritmo, i miei polmoni incameravano
di nuovo l’aria correttamente.
-Vado a
prenderti ancora un
po’ d’acqua- mi rassicurò, asciugandosi
il volto e
porgendo un fazzoletto anche a me. Appena aprì la porta ci
ritrovammo Alice e Edward, seduti per terra in corridoio, che ci
attendevano con aria preoccupata. Evidentemente mio padre aveva messo
al corrente tutti quanti di cosa stessimo facendo io e mio fratello
nella sua stanza. Nel momento in cui i miei occhi si posarono su
Edward, mi alzai e mi fiondai tra le sue braccia amorevoli che mi
strinsero forti, donandomi tepore e sicurezza.
-Ehi,
piccola mia…
la vostra mamma vi ha fatto un regalo stupendo… sono felice
per
voi- mormorò, accarezzandomi e baciandomi ogni centimetro
del
viso. Annuii, incapace ancora di parlare.
Mio
fratello mi costrinse a
bere un pochino e venimmo raggiunti nel frattempo da tutta la famiglia,
che aveva sentito il trambusto in corridoio.
Ci
abbracciammo tutti e con
orgoglio mostrammo loro i nostri regali. Rose ed Alice mi convinsero
subito a indossare le perle e Jazz si agganciò
l’orologio
al polso.
-Forza,
scendiamo! Ho una
fame da lupi e la mamma ha preparato un sacco di prelibatezze! Ora
inizia la festa, mica vorremmo stare qui a piagnucolare tutta la sera?!
Ai compleanni si ride, si mangia e si fa casino!- esclamò
Emmett, per spazzare via ogni residuo di tristezza. Gli altri
iniziarono a scendere ed io mi risciacquai un po’ il viso;
poi
Edward mi prese per mano e dopo aver unito le sue labbra alle mie in un
bacio colmo d’amore, raggiungemmo il piano inferiore, pronti
a
festeggiare tutti uniti.
La mia
mamma ci aveva fatto
un regalo meraviglioso e non potevo essere più felice;
ripensare
a lei era sempre molto doloroso, ma dopo aver letto la sua lettera mi
ero sentita un po’ più serena.
Era da
tanti anni che non
passavo un compleanno così bello e non volevo più
rattristarmi per la sua mancanza, ma cercare di apprezzare il fatto che
in qualche modo, in quel giorno speciale, lei aveva trovato
l’incredibile modalità per essere con noi.
ANTEPRIMA CAPITOLO 119
Ah,
sì?! Mai provocare Edward Anthony Cullen! Ora mi sarei
occupato
del gemellino malefico e poi della gemellina perfida… -Ok,
Swan! E’ guerra aperta! Preparati!- lo minacciai sottovoce.
Lui sogghignò. -Non
vedo l’ora, Cullen! Renderemo il weekend decisamente
più interessante- rispose, ammiccando. Alice
alzò gli
occhi al cielo esasperata, mentre mio fratello ci osservò
con
malcelata attenzione, intuendo che avessimo appena combinato qualcosa.
Non aveva creduto nemmeno per un attimo alla storia della pesca, ma
trovandosi dall’altra parte del tavolo non aveva sentito una
parola. Gli feci cenno che gli avrei spiegato tutto dopo cena. Ero
certo che sarebbe stato un ottimo e prezioso alleato! Dopo
pochi attimi tornò a sedersi anche la mia dolce
metà; bene ora era il suo turno. -Sai,
amore
mio… non avresti dovuto prendere le parti di tuo
fratello… pessima, pessima scelta!- le mormorai, stampandomi
un
sorriso sadico in viso che le fece sgranare gli occhi. -C-cosa
vorresti dire?- balbettò. -Lo
vedrai presto!- ghignai vendicativo...
Capitolo 120 *** Cap. 119: Provocazioni e dispetti ***
Cap. 119
Ciao
ragazze!
Siamo contente dei vostri commenti allo scorso
capitolo. Anche se molto triste vi è piaciuto molto e siamo
riuscite a farvi commuovere. Ora per fortuna fino alla fine non ci
saranno più momenti così tristi e nemmeno brutte
liti tra le nostre coppiette. Solo amore, gioia e allegria!
In questo capitolo preparatevi ad assistere a una
regressione dei nostri maschietti che torneranno all'asilo!
Grazie a tutte voi che ci seguite da
più di un anno, a chi ci ha raggiunte da poco e a chi si
è aggiunta a metà strada. BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 119
Provocazioni
e dispetti
Pov
Edward
Io e Bella avevamo appena raggiunto gli altri in sala da pranzo.
L’ambiente era stato rallegrato da fiori, striscioni e
palloncini
colorati: la mamma e Rosalie avevano fatto un ottimo lavoro! Per
fortuna appena Bella aveva visto cosa avevano preparato, un sorriso
sincero e sereno era tornato a far splendere il suo dolcissimo volto.
Gli occhi erano ancora gonfi ed arrossati per il pianto recente, ma ero
certo che nel profondo fosse lieta di aver ricevuto quel regalo
stupendo e inaspettato dalla madre. Quando era uscita dalla camera,
fiondandosi tra le mie braccia, mi si era stretto il cuore a vederla in
quelle condizioni. Purtroppo la sua era una sofferenza che comprendevo
alla perfezione, dato che l’avevo provata sulla mia pelle; e
infatti, durante tutta la giornata, avevo cercato di distrarla per
evitare che si soffermasse troppo a lungo su pensieri tristi e
malinconici. Alla fine, però, ero stato costretto a
lasciarla
sola per recarmi nella casa al mare dove mi avevano recapitato il
regalo per lei, con un ritardo di qualche giorno a causa di un
disguido.
Mi sentivo nervoso, come mai mi era successo, al pensiero di
consegnarle l’indomani ciò che le avevo comprato.
Anche se
Jasper e Jacob mi avevano rassicurato sul fatto che avessi fatto centro
e che non avrei potuto avere un’idea migliore, avevo ancora
il
timore che magari ci potesse rimanere male preferendo qualcosa di
più romantico o che, al contrario, si arrabbiasse da morire
accusandomi di aver esagerato. Stavolta non avrei potuto darle torto,
perché avevo veramente speso parecchio; ma visto che quello
era
il suo sogno da una vita e che Charlie fino a poco tempo prima le aveva
sempre negato il permesso, volevo che lo potesse realizzare. Ci avevo
impiegato una settimana intera per convincere il baffuto sceriffo a
concedermi di farle quel regalo; ma per fortuna con l’aiuto
di
mia madre e di Jasper alla fine ero riuscito a strappargli il tanto
sospirato consenso. Emmett ne era a dir poco entusiasta e prevedevamo
già di trascorrere un weekend favoloso. In più,
per una
volta, nonostante la stagione autunnale avanzata, le previsioni del
tempo erano a nostro favore: ci sarebbe stato da divertirsi!
-Ehi! Tutto bene, amore?- mi chiese Bella perplessa dalla mia
immobilità, strappandomi dai miei pensieri. Le strinsi la
mano e
le diedi un bacio fugace per tranquillizzarla.
-Sì, tutto ok… mi stavo solo gustando la cena- la
rassicurai; -E pensavo a quando potremmo riprendere il discorso
lasciato in sospeso in camera di tuo fratello…- le mormorai
all’orecchio con desiderio, approfittando del fatto che tutti
fossero impegnati a conversare allegramente. Non vedevo l’ora
di
poter mettere le mani su quel corpo perfetto che mi faceva sempre
uscire fuori di testa! Anche adesso che indossava un semplice pantalone
della tuta e una t-shirt striminzita, i miei occhi non riuscivano a
staccarsi dalla sua figura sinuosa: era una calamita e
l’unica
cosa che anelavo con ingovernabile bramosia era perdermi dentro quel
magnifico corpo morbido, caldo, accogliente...
Un calcio ben assestato nel polpaccio mi fece sobbalzare dal dolore e
intuii che le mie parole non erano state udite solo dalla mia Bella...
mi voltai per fulminare il mio cognatino che nel frattempo stava
ghignando malefico.
-Questo era solo un piccolo anticipo per avermi sbattuto fuori dalla mia camera! Non
puoi pretendere di fare il maialone con la mia innocente sorellina
nella mia stanza
e uscirne indenne… e ringrazia il cielo che Bella aveva
bisogno
di distrarsi in quel momento, altrimenti ti avrei buttato fuori io a
calci nel culo! Non so se rendo bene l’idea…-
sussurrò truce, mentre la mia ragazza sghignazzava dandogli
man
forte. Ok, forse avevo esagerato a ordinare a Jazz e mia sorella di
lasciare la sua stanza, ma non era tutta colpa mia: quella tuta sexy mi
aveva mandato in pappa il cervello!
-Ehi… ma tu da che parte stai?- mi indignai, mentre suo
fratello
le sorrideva amorevole. A me un calcio e a lei un sorriso?! Alla fine
la signorina non era meno colpevole di me!
-E poi da quando saresti così innocente?! Non sono solo io
il
maiale! Ti assicuro, mio caro Jazz, che la tua sorellina adorata quando
siamo in certe situazioni è tutto fuorché
inn…-
sogghignai; ma non riuscii a finire la frase, a causa di un energico
pizzicotto sulla coscia che mi fece contorcere per il dolore.
Mi voltai verso Bella, meravigliato da quel gesto, mentre lei mi
lanciava un’occhiataccia.
-Questo era per farti rinsavire prima che ti uscissero da quella
boccaccia frasi a cui sicuramente mio fratello non è
interessato… e di cui ti potresti pentire amaramente! Ogni
tanto
i geni di Emmett prendono il sopravvento anche su di te!- mi
rimproverò. La guardai stupito da quell’attacco
ingiusto
su più fronti e poi mi imbronciai incrociando le braccia al
petto.
-Vi offendete se cambio posto a tavola? Iniziate a starmi un tantino
antipatici tutti e due!- dichiarai con tono sarcastico, arrendendomi ai
gemelli. Quei due erano tremendi quando si coalizzavano! Scoppiarono a
ridere entrambi attirando l’attenzione di tutta la tavolata.
-Bè, che succede?- s’interessò Charlie,
incuriosito dalla vivace allegria dei suoi figli.
-Niente, papà. Stavamo solo prendendo un po’ in
giro
Edward perché gli piacerebbe tanto venire una volta a pesca
con
te e Billy. Noi abbiamo cercato di spiegargli che si annoierebbe a
morte, perché siete capaci anche di stare fermi, immobili,
per
ore e ore… ma lui è proprio gasato
all’idea e
continua a insistere! Solo che si sentiva in imbarazzo a chiedertelo-
spiegò prontamente Jasper al padre, come se niente fosse,
scatenando il mio più totale orrore. Pesca?! Ore e ore fermo
e
zitto?! Con Charlie e Billy?! Oh cazzo! Brutto schifoso! Me
l’avrebbe pagato caro questo scherzetto, il cognatino!
-Davvero figliolo?- si emozionò lo sceriffo. -Ma
è
fantastico, Edward! Ne parlo con Billy e il primo sabato o domenica con
previsioni decenti ci andiamo senz’altro. Non sai quanto mi
rendi
felice! Jasper e Jake non hanno mai apprezzato questo nostro hobby e
avere finalmente un giovanotto a cui insegnare tutti i nostri segreti
non può che rendermi orgoglioso! Anche Billy sarà
senz’altro entusiasta- esclamò Charlie quasi
commosso,
facendomi annaspare al solo pensiero. Cazzo! Ero nella merda!
-Gr-grazie, Charlie- farfugliai, rosso come un peperone per la rabbia e
lo sgomento.
Bella nel frattempo non riusciva più a trattenere le risate,
così si scusò e si allontanò per
recarsi in bagno
e poter sfogarsi liberamente.
Ah, sì?! Mai provocare Edward Anthony Cullen! Ora mi sarei
occupato del gemellino malefico e poi della gemellina
perfida…
-Ok, Swan! E’ guerra aperta! Preparati!- lo minacciai
sottovoce. Lui sogghignò.
-Non vedo l’ora, Cullen! Renderemo il weekend decisamente
più interessante- rispose, ammiccando.
Alice alzò gli occhi al cielo esasperata, mentre mio
fratello ci
osservò con malcelata attenzione, intuendo che avessimo
appena
combinato qualcosa. Non aveva creduto nemmeno per un attimo alla storia
della pesca, ma trovandosi dall’altra parte del tavolo non
aveva
sentito una parola. Gli feci cenno che gli avrei spiegato tutto dopo
cena. Ero certo che sarebbe stato un ottimo e prezioso alleato!
Dopo pochi attimi tornò a sedersi anche la mia dolce
metà; bene ora era il suo turno.
-Sai, amore mio… non avresti dovuto prendere le parti di tuo
fratello… pessima, pessima scelta!- le mormorai, stampandomi
un
sorriso sadico in viso che le fece sgranare gli occhi.
-C-cosa vorresti dire?- balbettò.
-Lo vedrai presto!- ghignai vendicativo, mentre la mia mano risaliva
dal suo ginocchio verso la sua coscia, proseguendo in maniera lenta ma
decisa esattamente al centro tra le sue gambe.
Bella sussultò e arrossì in maniera vistosa. In
un lampo
la sua mano si chiuse sul mio polso fermandomi proprio a pochi
centimetri dalla mia agognata meta.
-Edward non ci provare… se non te lo ricordi, mio padre
è
a due sedie di distanza da noi- mi avvisò, ansiosa. Le
sorrisi
nel modo più innocente possibile.
-Oh, lo ricordo perfettamente, tesoro: mi ha appena invitato a una
battuta di pesca! E tu non hai fatto altro che ridere, piuttosto che
darmi una mano per togliermi dai guai. E ora, mia cara, ne subirai le
conseguenze. Se riuscirai a startene buona buona e trattenere i gemiti,
allora non morirai di imbarazzo davanti a tutta la famiglia; ma in caso
contrario… bè, peggio per te! Io non ho nessuna
intenzione di fermarmi- la minacciai sornione.
Bella spalancò ancora una volta i suoi occhioni per poi
assottigliarli in uno sguardo che in teoria avrebbe dovuto farmi
tremare di paura, ma che in realtà la rese solo
più sexy
ai miei occhi.
-Mmm Bella… mi fai eccitare da morire quando mi fissi
così: sono tutto un fuoco, gattina- le confessai, facendola
sbuffare. Senza che potesse opporsi alla mia forza, le bloccai la mano
che frenava il mio polso e continuai il percorso fino ad arrivare a
destinazione. Un brivido mi percorse la schiena per poi far pulsare il
mio amichetto (che si stava risvegliando in maniera prepotente!),
quando mi resi conto che già attraverso la sottile stoffa
del
pantalone potevo sentire quanto fosse bollente e pronta per me la sua
parte più nascosta.
Bella manteneva una posa rigida e contratta, continuando a osservare i
visi di tutti per assicurarsi che nessuno facesse caso alla nostra
stuzzicante schermaglia.
Io ero tranquillo perché la lunga tovaglia celava alla
perfezione la mia mano malandrina, fornendo un nascondiglio
ideale… e non permetteva a nessuno di intuire cosa stessi
combinando; sembrava solo che ci stessimo tenendo teneramente per mano
come facevamo di solito. Se Bella fosse riuscita a contenersi, senza
lasciarsi scappare nemmeno un fiato e senza agitarsi troppo, nessuno si
sarebbe accorto di nulla…
Ero esaltato e baldanzoso, ma man mano che accarezzavo quel corpo
morbido e profumato, il mio jeans diveniva sempre più
stretto e
mi resi conto che, forse, non stavo torturando solo lei…
quel
giochino mi si sarebbe ritorto contro! In fondo, però, non
era
grave: si sarebbe trattato solo di un paio d’ore
d’attesa,
avrei potuto sopportarlo… e una volta in camera avrei potuto
sfogare tutto il mio desiderio. Avevo già programmato una
piccante visitina nella sua stanza, appena fosse calato il silenzio in
casa Swan…
Con le dita premetti sul quel piccolo bottoncino di cui potevo
percepire calore e consistenza anche sopra il cotone e Bella si morse
il labbro con veemenza. Dio, mi faceva impazzire quel suo trattenersi e
il fatto che fossimo in una situazione così proibitiva mi
esaltava ancora di più!
-Cazzo, Edward! Smettila!- sibilò seccata, tentando di
liberarsi la mano dalla mia presa d’acciaio.
Ghignai: era proprio incazzata se si metteva anche a parlare in modo
così sboccato.
-Ritira gli artigli, ho appena iniziato, gattina. E poi mi ecciti da
morire quando dici le parolacce… bambina cattiva!- le
confessai.
-Stronzo!- mi insultò, muovendosi a disagio sulla sedia e
cercando inutilmente di allontanare la mia mano con la sua. Sapevo che
si stava eccitando anche lei, l’aumento del calore tra le sue
cosce e l’umidità della stoffa me lo confermavano;
ma era
orgogliosa e testarda, non lo avrebbe mai ammesso… per non
parlare poi del fatto che senz’altro era anche terrorizzata
se ci
avessero beccato in flagrante...
-Sì, amore, continua così… fammi
vedere quanto ti piace…- la provocai ancora.
-Esme, i miei complimenti era tutto squisito!- esclamò
Jasper
d’un tratto, attirando l’attenzione di tutti verso
il
nostro lato. Cercai di essere il più naturale possibile,
mentre
Bella faticava a nascondere il suo intenso rossore. Con discreta
nonchalance ci complimentammo anche noi altri.
-Grazie, ragazzi miei. Sono contenta che abbiate apprezzato tutti
queste pietanze. Ma il merito è anche di Bella
perché
questi nuovi piatti li ho trovati nel suo ricettario. Lo adoro proprio
tanto e non finirò mai di ringraziarti per quel regalo. Sei
un
tesoro!- la elogiò. Il cremisi sulle gote di Bella si
intensificò ancora ed ero certo che non fosse solo dettato
dall’emozione per ciò che le aveva detto mia
madre, dato
che il mio dito spingeva sempre più a fondo la stoffa del
suo
pantalone…
-Esme, per favore, la torta potremmo gustarcela di là in
salone?- le chiese Jasper con tono da cocco di mamma. Merda! Non poteva
farsi i cazzi suoi?! Non avevo nessuna intenzione di togliere la mia
mano da dov’era in quel preciso istante… e se ci
fossimo
accomodati sui divani non avrei potuto continuare la mia personale e
dolce vendetta contro la mia bambolina.
-Ma certo, Jasper, che bella idea! Staremo anche più comodi-
gli
concesse mia madre. Che palle! Era sempre stata categorica nel suo
divieto di smangiucchiare in sala per non rovinare tappeti e divani.
Proprio stasera doveva ammorbidirsi?! Bella approfittò della
situazione e si alzò di scatto.
-Ti aiuto a sparecchiare!- si offrì, con un tono roco ed il
respiro affannato. Sorrisi soddisfatto della mia impresa…
eccome
se era eccitata! Mi alzai anch’io, fulminando Jasper per la
sua
sgradita interruzione e lui mi sorrise compiaciuto. Maledetto, lo
sapevo! L’aveva fatto apposta perché si era
accorto della
difficoltà della sorellina. Bene, la guerra era
già
iniziata… ed io sapevo perfettamente come e dove colpirlo!
Ero certo che le sue intenzioni, non appena tutti si fossero
addormentati, non si scostassero tanto dalle mie… ma quella
sera
il signorino sarebbe andato in bianco! Ah… vendetta,
tremenda
vendetta!
Approfittando del fatto che Charlie e la mamma fossero già
nell’altra stanza, mentre Bella raggruppava i tovaglioli
sulla
tavola, con uno scatto felino la afferrai per un braccio addossandola
al mio petto.
-Amore mio, tanto non mi scappi. Troverò un altro modo per
stuzzicarti! Lo senti quanto sono eccitato?- mormorai al suo orecchio,
prendendo la sua mano e portandola sul mio membro duro e vigoroso, che
a quel contatto scalpitò nel jeans. Per la sorpresa, i
tovaglioli che aveva in mano le caddero a terra e lei, istintivamente
si chinò per raccoglierli, regalandomi la splendida visione
del
suo fondoschiena fasciato dalla tuta aderente. Noooo! Così
mi
rendeva tutto troppo facile.
La afferrai per i fianchi e feci scontrare i nostri bacini, prima
ancora che avesse il tempo di raccogliere il secondo pezzo di stoffa.
Il mio amichetto turgido premeva sulle sue natiche e un gemito
uscì dalla sua gola, mentre ritornava in posizione eretta.
-Cazzo, Bella… stanotte ti farò morire di
piacere- sussurrai, mordendole il collo.
-Attento Ed, mamma in arrivo!- bisbigliò mio fratello.
-Grazie, Emm…- gli schiacciai l’occhiolino; -Noi
continuiamo dopo, dolcezza- le promisi, facendole il mio sorriso
sghembo.
-Sei uno stronzo!- si agitò Bella, tirandomi uno dei suoi
famosi
pizzicotti sul braccio. Scoppiai a ridere e le tirai uno schiaffetto
sul suo sodo culetto.
-Uno stronzo che adori, però!- replicai con un ghigno
soddisfatto, prima di dileguarmi con mio fratello. Dovevo spiegargli
l’ideuzza che avevo in mente per la mia nemesi… e
mi
serviva una mano.
-La finisci di importunare Bella? E poi che intenzioni avete tu e
quell’altro bambinone del mio fidanzato?!- la voce sibilante
di
Alice mi fece sobbalzare. Aveva la capacità di apparire nel
momento che meno ti aspettavi, proprio come un vero folletto.
-Sorellina dolce! Lo sai quanto ti voglio bene, vero?- tentai di
rabbonirla.
-Edward, non attacca! Vi conosco troppo bene e quando si tratta di
sfide tra maschi regredite all’età neonatale!
Attenti a
non combinare casini… specialmente qui in casa!- mi
ammonì. Emmett la stritolò con energia e poi la
prese in
braccio facendola roteare per la stanza, distraendola così
dalle
sue minacce.
-Anch’io ti voglio un mondo di bene! Domani diventerai
grande!
Mamma mia non ci posso credere! Diciott’anni fa eri uno
sgorbietto piccolo così!- esclamò facendola
ridere
felice; -Bè, veramente sei rimasta nanetta…
però
sai come si dice: nella botte piccola c’è il vino
buono!-
tuonò mio fratello, provocando
l’ilarità generale.
La serata aveva preso una piega piacevole: la tristezza e la malinconia
erano state definitivamente accantonate e tutti ci stavamo
divertendo… per non parlare poi della nottata che si
prospettava
ancora migliore… grazie al mio piano Jazz sarebbe andato in
bianco, ma io no!
Pov
Bella
La serata era proseguita piuttosto bene, anche se Edward non aveva
fatto altro che continuare a provocarmi, palpeggiandomi in ogni
occasione, senza tenere conto dei rischi a cui andavamo incontro se mio
padre si fosse mai accorto del polipo che si ritrovava per figliastro.
Mi ero sentita a disagio e imbarazzata ogni volta che incrociavo lo
sguardo di qualcun altro per paura che il mio rossore tradisse il mio
stato d’animo. Sì, perché, nonostante
fossi
arrabbiata con quel bambinone, allo stesso tempo ero tremendamente
eccitata per la situazione altamente rischiosa e avrei voluto che
continuasse all’infinito. Per non parlare poi
dell’effetto
che mi faceva Edward così intraprendente e
stronzo… era
come se tutto il mio corpo si fosse trasformato in un vulcano in attesa
dell’eruzione!
Mentre i ragazzi avevano deciso di consegnarci i loro regali
l’indomani alla festa con tutti gli altri, mio padre ed Esme,
invece, l’avevano fatto quella sera stessa: a tutti e tre
avevano
donato un generoso assegno per le vacanze estive, così da
non
intaccare i nostri fondi fiduciari che ci sarebbero serviti per le
spese universitarie e per vivere al college. Ed Alice aveva anche
ricevuto da Esme le perle che, anche nella sua famiglia, si
tramandavano di generazione in generazione. Era felicissima e molto
emozionata e qualche lacrima era scappata anche dai suoi occhi, ma per
fortuna poi il sorriso era tornato sui volti di tutti, scacciando una
volta per tutte la tristezza.
Papà ed Esme verso le undici e mezza erano saliti nella loro
camera, e noi ragazzi eravamo rimasti ancora una buona oretta in salone
a organizzarci per la partenza e la festa del giorno dopo. Allo
scoccare della mezzanotte, io e Rosalie ci eravamo fiondate addosso a
una sbalordita e sorridente Alice per farle gli auguri. Tutti
l’avevano stropicciata, per non parlare di mio fratello che
l’aveva baciata con un trasporto tale da lasciarla senza
fiato.
Avevamo così assistito alla solita scenata di gelosia dei
fratelli Cullen, che prontamente Jazz aveva messo a tacere, visto che
per tutta la sera aveva cercato di salvarmi dai tentacoli del mio
ragazzo - piovra. Era ancora arrabbiato per essere stato sbattuto fuori
dalla sua camera per permettere a me ed Edward di godere di qualche
momento di intimità. In effetti avevamo
esagerato…
avremmo anche potuto andarcene nelle nostre stanze a
‘coccolarci’; ma l’emozione e il
trasporto erano
stati urgenti ed inaspettati e la voglia di dimenticare il dolore mi
aveva fatto scordare che forse avevamo preteso un po’ troppo
dal
mio fratellino. Per fortuna però se l’era presa
unicamente
con Edward ed io non solo ne ero uscita indenne, ma pure vezzeggiata.
Egoista da parte mia? Sì, certamente! Ma meglio
così!
Alla fine ci eravamo dati tutti la buonanotte e ognuno era rientrato
nella propria stanza, consapevole che presto si sarebbe ricongiunto
alla propria metà, in deroga alle regole poliziesche.
Stavolta mi sarei presa la rivincita sul mio fidanzato dispettoso. In
una delle nostre ultime sessioni di shopping senza uomini al seguito,
Alice e Rose mi avevano convinta ad acquistare un completino intimo
veramente molto osè e sexy. Ancora non avevo trovato il
coraggio
di indossarlo e nemmeno lo avevo mai mostrato a Edward…
bè quella sarebbe stata proprio l’occasione
perfetta! In
qualche modo avevo intenzione di fargliela pagare per come si era
comportato… e soprattutto sarei stata io a farlo morire per
l’eccitazione. Ancora dovevo decidere se alla fine della mia
opera di seduzione si sarebbe meritato la tanto agognata soddisfazione
suprema oppure se mi sarei fermata prima…
All’improvviso un tremendo fragore nel corridoio mi fece
sobbalzare. Udii mio fratello imprecare insulti irripetibili;
preoccupata, indossai di corsa la mia vestaglia e mi precipitai fuori
dalla porta.
-Jazz! Ma che diavolo stai combinando?!- gridai alterata, con il cuore
ancora in gola per lo spavento. Nel frattempo anche gli altri uscirono
dalle loro stanze mentre Edward ed Emmett sghignazzavano come pazzi;
quei due c’entravano senz’altro con quel casino, ne
ero
certa!
Il corridoio sembrava un percorso minato: Jasper era caduto a terra in
mezzo a ciotole, padelle e pentolini vari… e mentre tentava
di
districare un piede incastrato in un tegame, trucidò il mio
fidanzato con vere e proprie occhiate omicide.
-Questa me la paghi, Cullen!- sibilò furioso.
-Era meglio se ti facevi i cazzi tuoi a cena. Te la sei cercata, Swan!-
lo schernì Edward. Dio ma quanti anni avevano?! Due in
tutto?!
Eravamo finiti all’asilo?
-Ragazzi ma che state combinando?! Lo sapete che è quasi
l’una?!- sbraitò papà, imbufalito,
uscendo dalla
stanza seguito da Esme; -Ci avete fatto venire un colpo!-
continuò. Poi, appena si concesse un’occhiata
più
attenta alla scenetta, notai chiaramente il suo tentativo mal riuscito
di trattenersi dallo scoppiare a ridere in faccia al suo caro figliolo.
Ma ci pensò Esme a riportare tutti all’ordine.
-Se siete in vena di scherzi fateveli domani sera! E ora tutti a
dormire! Muovetevi! Ah, un ultimo appunto: le pentole devono tornare
magicamente al loro posto entro dieci minuti. Intesi?!-
esclamò
Esme, infuriata nera. Tutti ci zittimmo e tornammo seri. Raramente
quella donna dolcissima si arrabbiava, ma quando succedeva era capace
di scatenare una tempesta di proporzioni epiche! E nessuno di noi era
disposto a trovarcisi in mezzo.
Quando stavamo per rientrare tutti nelle stanze, mio padre ci fece
gelare con una sua precisazione.
-A proposito, Jazz! Dove stavi andando, visto che è
già
parecchio che siete saliti? Non stavi contravvenendo alle mie regole
per intrufolarti di soppiatto in camera di Alice, vero figliolo?!- gli
chiese con tono truce. Merda… mio papà non era
certo uno
sprovveduto… Mio fratello e Alice sbiancarono.
-N-no, papà! Ma cosa dici? Stavo solo andando in bagno- si
difese, balbettando un po’ all’inizio
perché preso
alla sprovvista.
-Spero per te e per tutti gli altri che sia vero, perché se
avessi mai la certezza che di notte si tengono certi tipi di incontri,
mentre noi siamo solo a qualche metro di distanza,
bè… in
questo modo ci manchereste di rispetto in modo palese… e la
vita
per voi potrebbe diventare davvero, davvero complicata!- ci
minacciò serio tutti quanti. E bravo Edward! Ma si poteva
essere
così idioti solo per fare uno stupido scherzo?! Ecco che ci
eravamo guadagnati dalla sua furbata: ora papà sarebbe stato
più attento del solito!
Lo fulminai con un’occhiataccia, mentre lui deglutiva,
improvvisamente conscio della cazzata che aveva commesso. Bene, lui
aveva combinato il casino e lui ne avrebbe pagato le conseguenze!
Questa sera, a costo di rimetterci anch’io, la sua punizione
sarebbe stata solo una: andare in bianco! Così forse avrebbe
imparato a non comportarsi come un moccioso scervellato!
Mio padre ed Esme ci lasciarono soli, tornandosene a letto, ed Alice si
parò di fronte a mio fratello, livida come poche volte
l’avevo vista. Cavoli, se era arrabbiata…
-Ma che bravo! Tu e quell’altro cretidiota avete combinato
proprio un bel casino. Ora puoi anche andare a dormire
perché
puoi star certo che stanotte in camera mia non ci metterai piede!- lo
rimproverò.
-Perché? Vieni tu nella mia?- domandò serafico
Jazz. Il
colorito della sua ragazza si intensificò così
tanto che
pensavo potesse scoppiare, come una pentola a pressione, da un momento
all’altro.
-Deficiente! Non voglio di certo farmi beccare da tuo padre in
atteggiamenti intimi con te… scommetto che tra poco
verrà
a controllarci tutti! E tutto questo grazie a voi e alla vostra stupida
guerra! Datevi una regolata per il weekend perché altrimenti
i
vostri scherzi dementi non saranno niente confrontati con la mia ira!-
si infervorò maggiormente. Jazz era sbigottito per quella
sfuriata, mentre gli altri due scimuniti si sbellicavano per la
scenetta a cui avevano assistito.
-Bè, Jazz… che ci vuoi fare? C’est la
vie! Ti
rifarai un’altra volta, bello!- ridacchiò Edward,
soddisfatto del suo operato.
-Pensi che mi arrenda così?! Mai sfidare Jasper Swan!- lo
affrontò di rimando. Alzai gli occhi al cielo esasperata:
per
caso quei due cretini avevano appena dato avvio ad una faida?!
-Vedete di ripigliarvi alla svelta perché non siamo nel Far
West!- li ammonì Rosalie con un tono che fece gelare
entrambi.
Quando voleva sapeva essere minacciosa, ed evidentemente quel cambio di
programma non era piaciuto nemmeno a lei.
-E tu hai poco da ridere perché ci scommetto le mutande che
hai
dato una mano a tuo fratello ad allestire il tutto. Quindi ora, tutti e
tre, riportate tutto quanto in cucina e sistemate, altrimenti Esme
farà il culo a tutti, noi comprese!- li minacciò
ancora;
-E penso di poter parlare anche a nome di Bella ordinando anche a voi
due di andare pure a dormire subito dopo aver messo a posto,
perché stasera nessuno concluderà un bel niente!
Chiaro?!- sibilò Rosalie inviperita.
-Ci puoi giurare, sorella!- le diedi man forte, battendole il cinque;
-Buonanotte, deficienti che non siete altro! E vedete di non far casino
nel riordinare, o papà si incazzerà ancora di
più!- aggiunsi, chiudendomi la porta della mia stanza alle
spalle. Ma come si faceva a essere così idioti?!
Come se non avessero saputo che con il casino prodotto da quello
scherzetto avrebbero svegliato lo sceriffo. Pensavano che non si
sarebbe reso conto che Jasper stava andando da Alice?! Mmm…
che
nervoso! Avrei volentieri preso Edward a schiaffi! Ero tanto incazzata
che non mi cambiai neppure. Mi infilai sotto le coperte con addosso
ancora il completino e la leggera vestaglia di seta. La serata non
poteva finire peggio! E tutto per uno stupido scherzo! Idioti, cretini
e deficienti! Tutti i maschi decerebrati e rincoglioniti, dal primo
all’ultimo!
ANTEPRIMA CAPITOLO 120
-Non puoi farmi questo! Guardami, cazzo!- imprecò, indicando
in
mezzo alle sue gambe; -Dai, cucciola… avresti il coraggio di
lasciarmi in queste condizioni?!- cercò di intenerirmi. In
effetti… poverino, non avevo mai visto il suo sesso
così
eccitato, sembrava dovesse bucare i boxer da un momento
all’altro. Fui tentata di elargirgli il sollievo che tanto
agognava, ma poi mi venne in mente che lui non aveva avuto
pietà
per me quella sera e quindi non mi lasciai trarre in inganno da quegli
occhioni colmi di promesse appassionate.
-Posso, eccome! Come tu hai potuto eccitarmi per tutta la sera senza
farti il minimo scrupolo. Le mani ti funzionano ancora, no? Bene, usale
come meglio ti aggrada!- gli suggerii, indicandogli la porta.
Lui mi sorrise sornione e si sistemò ancora più
comodamente con la schiena alla spalliera del letto.
-Ai suoi ordini, signorina Swan- sussurrò, alzando
leggermente
il bacino e abbassandosi di poco i boxer per poi afferrare il suo
membro… veramente, ma veramente enorme!
Capitolo 121 *** Cap. 120: Chi la fa... l'aspetti! ***
Cap. 120 EFP
Ciao ragazze!
Come avete visto i nostri ragazzi sono tornati all'età
neonatale e questa regressione durerà per tutto il weekend.
Ma ci saranno anche un paio di momenti infuocati. Uno di questi
sarà proprio in questo capitolo, con un Edward Cullen
veramente scatenato.
Poi però toccherà a lui subire la
vendetta di Jasper!
Speriamo che vi divertirete e le lettrici che adorano Robert Pattinson
(TUTTE?!) e che lo seguono nei suoi film riconosceranno senz'altro una
scena da lui interpretata.
In fondo, come al solito, troverete l'anteprima. Vi diamo una brutta
notizia! I capitoli che avevamo di scorta sono finiti e siamo riuscite
a mettervi lo spoiler del prossimo capitolo solo perchè lo
abbiamo finito di sistemare giusto oggi. Speriamo di riuscire a
lasciarvela sempre e di non ridurci proprio all'osso, ma purtroppo gli
impegni sono molti e la mia schiena, che in questi giorni è
nuovamente peggiorata, non aiutano di certo. Quindi in caso non
riuscissimo a inserirla come abbiamo sempre fatto vi avvertiremo e vi
diremo quando la potrete leggere nel nostro blog.
Un grazie infinito come sempre a tutte le lettrici! Vi vogliamo bene! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
Qualcosa di morbido, profumato ed ansante mi strappò dal
confortante e beato mondo dei sogni.
Tentai di sollevare almeno mezza palpebra, sempre più
consapevole che un corpo caldo fosse addossato al mio, mentre una nota
durezza premeva sulla mia coscia: evidentemente Edward mi stava dando
il suo speciale buongiorno. Sospirai per la gradita sorpresa,
ma… possibile che fosse già mattina? Accidenti,
mi sembrava di essermi addormentata da pochissimo! Che sonno
allucinante… con un mugugno mi voltai per dare
un’occhiata alla bastardaggine della sveglia sul comodino: le
quattro… le quattro?!
Mi alzai a sedere di scatto, fissando sconvolta il mio fidanzato che mi
stava abbagliando con il suo mitico sorriso sghembo.
-Cosa diavolo ci fai qui a quest’ora?!- bisbigliai con tono
furioso.
-Quell’osso duro di tuo padre è venuto a
controllare noi ragazzi per ben tre volte. E’ da
un’ora che ronfa, per cui dovremmo essere al sicuro; e poi,
non ti preoccupare perché ho chiuso la porta a chiave-
sghignazzò facendomi l’occhiolino, come se nulla
fosse. Dio, che strafottente!
-Edward, quale parte del discorso che ha fatto Rosalie non ti
è entrata in testa? Per colpa tua, mio padre per un bel
po’ non ci darà tregua! Quindi ora, dopo il casino
che tu ed Emmett avete combinato per fare uno stupido scherzo, te ne
torni nel tuo bel lettino da solo e mi lasci dormire in santa pace!- lo
rimproverai, gesticolando animatamente. Nel movimento concitato, la
vestaglia mi si slacciò e il mio completino super sexy si
palesò in tutta la sua magnificenza. I suoi occhi e la sua
bocca si spalancarono e la mandibola per poco non gli cadde a terra. Lo
vidi deglutire rumorosamente mentre scostava ancora un pochino i lembi
della mia vestaglia per poter osservare meglio lo spettacolo del mio
corpo avvolto da pizzi e trasparenze.
Mi morsicai con vigore un labbro per tentare di celare un sorriso
compiaciuto e soddisfatto di fronte alla sua reazione
scioccata… decisi che ce la avrei messa tutta per
resistergli: volevo dargli una bella lezione!
-E questo da dove esce?! Cazzo, Bella! Mi fai venire un infarto!-
affermò, eccitandosi sempre più. Potevo
chiaramente scorgere il notevole rigonfiamento attraverso il sottile
strato di stoffa dei boxer…
Bene, bene, qualcuno era cotto… quello sarebbe stato il mio
momento! Il signorino mi aveva stuzzicata per tutta la serata, senza
concedermi un attimo di tregua e senza preoccuparsi del mio palese
imbarazzo… ora ne avrebbe pagato le conseguenze!
Con una mano lo spinsi con la schiena sul letto e poi mi misi a
cavalcioni su di lui, strusciandomi sulla sua intimità. Un
brivido di piacere colse entrambi, ma avrei resistito alla potente
attrazione di quel corpo scolpito. Mio intento era quello di farlo
soffrire e poi mandarlo in bianco, così forse avrebbe capito
la lezione.
Dopo averlo stuzzicato facendogli scappare qualche gemito di puro
desiderio, mi alzai di colpo, facendo nascere sul suo viso
un’espressione contrariata.
-Ehi, dove credi di andare?!- mi chiese sorpreso. Lasciai cadere la
vestaglia ai miei piedi e feci un lento giro su me stessa per fargli
meglio ammirare entrambi i lati del completo.
-Oh Cristo santo! Sono morto e risorto in paradiso!- mormorò
roco quando ebbe la visione completa del mio lato B coperto solo da un
sottile filo di pizzo. Anche nella penombra della stanza potei
chiaramente percepire il suo deglutire e vedere i suoi occhi cupi dal
desiderio. Sorrisi soddisfatta.
-Bene! Ora che hai guardato puoi anche tornartene a fare la nanna come
un bravo bimbo- gli spiegai, afferrando di nuovo la vestaglia da terra
per infilarmela. In uno scatto fulmineo me la strappò di
mano.
-Non puoi farmi questo! Guardami, cazzo!- imprecò, indicando
in mezzo alle sue gambe; -Dai, cucciola… avresti il coraggio
di lasciarmi in queste condizioni?!- cercò di intenerirmi.
In effetti… poverino, non avevo mai visto il suo sesso
così eccitato, sembrava dovesse bucare i boxer da un momento
all’altro. Fui tentata di elargirgli il sollievo che tanto
agognava, ma poi mi venne in mente che lui non aveva avuto
pietà per me quella sera e quindi non mi lasciai trarre in
inganno da quegli occhioni colmi di promesse appassionate.
-Posso, eccome! Come tu hai potuto eccitarmi per tutta la sera senza
farti il minimo scrupolo. Le mani ti funzionano ancora, no? Bene, usale
come meglio ti aggrada!- gli suggerii, indicandogli la porta.
Lui mi sorrise sornione e si sistemò ancora più
comodamente con la schiena alla spalliera del letto.
-Ai suoi ordini, signorina Swan- sussurrò, alzando
leggermente il bacino e abbassandosi di poco i boxer per poi afferrare
il suo membro… veramente, ma veramente enorme!
Sgranai gli occhi ma mi ripresi all’istante da quella visione
morbosa. Portai le mani sui fianchi avvicinandomi a lui con un ghigno
minaccioso.
-Cosa diavolo pensi di fare?! Io intendevo in camera tua!- lo
rimproverai. Lui scrollò le spalle, continuando a
massaggiarsi il suo membro con lussuria… mentre una smorfia
di piacere si dipinse sul suo viso.
-Oh sì… Cristo Bella…-
ansimò. Ma porca… ma perché vederlo
darsi piacere gemendo il mio nome doveva essere una visione
maledettamente sexy?! Se avesse continuato così gli sarei
saltata addosso in pochi secondi! E addio vendetta!
-Edward, smettila!- soffocai un ringhio di frustrazione, dato che
percepivo un pulsare insistente nel bassoventre…
-Scordatelo!- affermò. Aprì i suoi smeraldi cupi
di passione e con una mossa rapida si sfilò del tutto i
boxer. -Visto che non hai pietà di me e del mio SC, non ho
nessuna intenzione di tornare in camera mia. Non mi priverò
di certo della vista di una dea così eccitante che
renderà il mio giochino solitario più
interessante e mi farà godere immensamente-
dichiarò, accarezzando tutto il mio corpo con uno sguardo
carico di desiderio mentre ricominciò a toccarsi e
accarezzarsi.
-Ma… ma…- balbettai, incapace di terminare la
frase perché troppo presa a fissare la sua mano che si stava
dedicando al suo gioiellino. E che gioiellino! Lui seguendo il mio
sguardo, mi destabilizzò con un sorriso strafottente.
-Non vuoi prenderti cura di lui? Perfetto! Allora farò da
solo!- mormorò; -Mmm… amore mio… sto
immaginando che sia la tua mano a darmi calore… che la tua
bocca mi faccia impazzire… ahh sì… Dio
Bella… mmm… sì,
così…- continuò, reclinando la testa
indietro. Annaspai… Cristo santo, era
irresistibile… un autentico dio del sesso!
Mi morsicai il labbro cercando di darmi un contegno di fronte a quella
scena ad alto tasso erotico: Edward che si accarezzava pensando a me e
gemendo era provocante e straordinariamente seducente...
un’autentica tentazione, cazzo! Il suo respiro si fece
più pesante e la sua mano alternò movimenti
veloci ad altri meno frenetici, come a voler prolungare quella
piacevole attività…
Ciò che però mi stava facendo impazzire
più di tutto il resto era il suo sguardo…
sembrava quasi che i suoi occhi bruciassero come fuoco, avvolgendo il
mio corpo in una spirale bollente di desiderio… erano
magnetici e mi avevano incatenata, impedendomi quasi di respirare
mentre percorrevano, carichi di inebrianti promesse, il mio corpo,
facendomi sussultare e... bagnare.
La voglia di accarezzarlo, toccarlo, fare l’amore con lui
divenne quasi soffocante… dio, lo volevo dentro di me!
Edward si accorse del mio stato e un sorriso sghembo e bastardo si
disegnò sul suo viso.
-Bella, toccati per me… fammi vedere come ti dai piacere
pensando a me…- mi chiese con sguardo eccitato e lussurioso.
Oh cazzo!
Edward mi porse la mano libera ed io senza pensare ulteriormente al
perché fossimo arrivati a quel punto, mi lasciai trascinare
sul letto con lui, dimenticando ogni mio bellicoso proposito di
vendetta. Al diavolo, io volevo godere!
Mi fece sistemare proprio di fronte a lui per poi accompagnare la mia
mano alla mia intimità. Dio stavo andando fuori di testa e i
suoi occhi sembravano perforarmi, tanto da farmi sentire in imbarazzo
come non ero da tempo.
Quando la mia mano iniziò a sollecitare quella mia parte
così accaldata ebbi un sussulto e un gemito mi
scappò, forse un po’ più forte di
quello che avrei voluto. Dimenticai subito ogni pudore… Dio,
era così eccitante quella situazione che non lo avrei mai
immaginato!
-Sì, amore… continua così sei
fantastica… chiama il mio nome, Bella… e godi per
me- mormorò sempre più entusiasta. Oddio, se
avesse continuato a parlarmi e fissarmi con quella bramosia, sarei
venuta nel giro di due secondi!
-Oh Edward…
sììì…- obbedii alla sua
richiesta, continuando ad accarezzarmi e facendo gemere anche lui.
Potevo vederlo sempre più eccitato e perso nella visione che
aveva di fronte. Era uno spettacolo di pura lussuria e la mia lingua
uscì per dare un po’ di sollievo alle labbra
secche per gli ansiti che abbandonavano la mia bocca sempre
più velocemente e, senza nemmeno rendermene conto, mi
ritrovai le mani di Edward a sostituire le mie.
-Non avresti dovuto farlo, gattina dispettosa… ero
già al limite, ma quel tuo leccarti in maniera
così sensuale mentre mi fissavi, mi ha fatto uscire fuori di
testa completamente… ho troppa voglia di stare dentro di
te… è tutta la sera che immagino il tuo corpo in
preda agli spasmi del piacere… e il desiderio è
diventato insopportabile… ti voglio, adesso!-
alitò nel mio orecchio, facendomi ricoprire di brividi
intensi.
Dio… la sua voce… le sue parole… ma da
dove era uscito quell’Edward così erotico e
lascivo?! Avrei dovuto comprare più completini sexy se
l’effetto era questo!
-Edward… ti prego… non ce la faccio
più- mormorai, mentre le sue dita continuavano a muoversi
con una lentezza estenuante… avevo bisogno di sentirmi
pervadere dall’orgasmo, che il piacere esplodesse dandomi
quella sensazione di sconfinato appagamento…
I miei muscoli erano tutti tesi in cerca della tanto agognata
soddisfazione, il mio cuore desideroso di unirsi a lui.
-Cosa, amore mio… voglio sentirtelo dire…- mi
provocò, fermando le sue carezze. In un attimo la mia mano
andò in cerca della sua intimità, facendo
mugolare Edward che per tutta risposta si dedicò con
passione a uno dei miei seni.
-Voglio sentirlo dentro di me, Edward… voglio fare
l’amore con te fino a quando mi farai impazzire dal piacere
come mi avevi promesso stasera…- lo accontentai, sentendomi
avvampare ancora di più per il tremendo desiderio di averlo
parte di me. Sentii la stoffa dei miei slip lacerarsi e poi le sue mani
che afferravano le mie natiche. Mi ritrovai con la schiena al muro
senza che riuscissi a capire come avesse fatto a essere così
veloce e un attimo dopo divenne parte di me, strappandomi un urlo di
piacere, prontamente soffocato dalla sua bocca.
Ah, sì! Che meraviglia… che sensazione stupenda!
La sua lingua era irruenta… sembrava cercasse di toccare i
punti più profondi del mio corpo, lasciandomi senza fiato.
Le mie unghie graffiavano le sue spalle nel disperato tentativo di
ancorarmi ad esse, scendendo poi sulla sua schiena, mentre le sue mani
calde ed avvolgenti stringevano in maniera vigorosa le mie natiche,
facendomi allacciare ancora di più le gambe intorno al suo
bacino… mi sembrava di non riuscire a contenere tutte quelle
immense emozioni. Il piacere che provavamo entrambi era
intensissimo… un’altra volta avevo sentito Edward
così incontenibile e quasi violento… quel giorno
alle scuderie! E mi era piaciuto da morire… proprio come
allora mi stava facendo impazzire.
-Sei mia, Bella! Mia!- mormorò roco, morsicandomi il collo.
A quel gesto e quelle parole così possessive, il mio orgasmo
esplose più travolgente che mai. Subito dopo anche Edward
venne con un ringhio degno di un leone. Ci appoggiammo ansanti uno
all’altra… le nostri fronti si sostenevano a
vicenda, come i nostri corpi, mentre i cuori di entrambi battevano
all’unisono, ancora impazziti.
-Ti amo, Isabella Swan- sussurrò sulle mie labbra,
baciandole delicatamente. Mi dolevano leggermente per
l’irruenza di poco prima, ma la sua lingua delicata e gentile
fu come un balsamo che donava un sollievo estremo. Gli sorrisi.
-Ti amo anch’io Edward Cullen, e non so cosa ti sia preso
questa sera, ma…- mi interruppe, impedendomi di finire la
frase, mentre con estrema dolcezza ed attenzione mi fece appoggiare i
piedi per terra. Le sue mani mi circondarono il viso, premurose.
-Scusami, amore… ti ho fatto male? Non volevo essere
così rude e violento… è solo che tutto
quel…- stavolta fui io a non dargli la
possibilità di continuare, tappandogli la bocca con un bacio
mozzafiato.
Ci staccammo e mi guardò compiaciuto.
-Ora posso finire?- gli chiesi con tono malizioso. Annuì,
mentre le sue braccia andavano a circondarmi la vita, stringendomi
maggiormente al suo petto.
-Stavo dicendo che mi è piaciuto più del lecito e
che mi hai donato una nottata indimenticabile. Grazie… e
scusa se all’inizio ti volevo mandare via… sono
contenta che tu non ti sia arreso- ridacchiai, insieme a lui.
-Bè… diciamo che mi sono meritato il tuo
trattamento, ma che anche io sono molto felice di averti disobbedito!-
dichiarò, accarezzandomi le natiche; -Però mi
spiace averti rovinato questo completino meraviglioso… avrei
voluto vedertelo addosso ancora qualche volta…- si
rammaricò.
-Non importa, amore… tanto dopo aver gradito
l’effetto che ha avuto su di te ho già deciso di
andare a comprarne altri, molti altri… anzi ci andiamo
insieme, così mi aiuterai a scegliere!- lo provocai,
facendogli l’occhiolino. Mi accarezzò il collo
dove mi aveva morsicato e vidi un certo rimorso nei suoi occhi.
-Scusa…- si dispiacque.
-Non ti devi scusare, Edward… non mi hai fatto
male… in quel momento ero così estasiata che non
capivo più niente- lo rassicurai; -Piuttosto… si
vede tanto?- gli chiesi. La smorfia colpevole che gli si dipinse in
viso mi fece intendere che sarebbe stato meglio, almeno davanti a Esme
e mio padre, indossare un foulard. Sghignazzammo entrambi e poi ci
accoccolammo nel letto, restando abbracciati ancora un po’.
Poi quando il sonno stava per prendere il sopravvento, Edward mi
baciò e scappò in camera sua. Ormai erano le
cinque e mezzo e c’era il serio rischio che mio padre si
alzasse e facesse un altro giro di controllo nelle camere. Per fortuna,
noi ragazzi avevamo deciso di partire verso le undici così
avremmo potuto dormire un altro po’. Ero stravolta e dopo
pochi secondi piombai nel buio più totale, felice ed
appagata.
Pov
Edward
Il suono fastidioso della sveglia mi richiamò dal mondo dei
sogni. Poche ore prima, dopo essere tornato in camera distrutto ma in
estasi completa, l’avevo puntata per le dieci e mezza per poi
piombare come un neonato tra le braccia di Morfeo. Prima di partire
avevo tutto il tempo di farmi una doccia e ingurgitare qualcosa per
colazione, perché le valigie e tutto l’occorrente
per la festa erano già stati caricati nelle auto.
Mi alzai, stiracchiandomi e sentii subito un bruciore alla spalla.
Diedi un’occhiata di sbieco e un sorriso sornione si
stampò sul mio viso al ricordo delle unghie della mia
gattina sexy conficcate nella mia pelle per il troppo piacere. I
voluttuosi ricordi della nottata si insinuarono nel mio cervello,
pervadendo ogni singola cellula del mio corpo e facendo scattare SC
sull’attenti.
-Buono, tu! Vedi di tornare a cuccia perché fino a stasera
non se ne parla!- lo ammonii, a voce alta. Perfetto! Ora parlavo anche
con il mio membro. Quella ragazza mi aveva fatto proprio rincoglionire!
Il mio stomaco brontolò sonoramente, ricordandomi che era
ora di metterci qualcosa dentro… alla doccia avrei pensato
dopo, anche se sentivo il bisogno di darmi una bella sciacquata al
viso. Mi infilai il pantalone della tuta, una t-shirt e scesi di sotto,
dove, a giudicare dai rumori, la vita era già frenetica da
un pezzo.
Trovai tutti quanti in cucina e appena mi videro notai le loro
espressioni divertite. Sembrava quasi cercassero di trattenersi dal
ridermi in faccia. Bè, senz’altro a causa del poco
sonno e dell’intensa attività notturna, non dovevo
proprio avere l’aspetto di un adone, ma dopo una rinfrescata
mi sarei certamente ripreso alla grande.
-Buongiorno a tutti! E ancora tantissimi auguroni, sorellina!- salutai,
andando poi verso la mia ragazza, per baciarla; ma lei si
scostò, non facendosi nemmeno sfiorare. Rimasi stupito da
quel brusco allontanamento. Eppure, prima di tornare in camera mia, ci
eravamo salutati felici ed appagati, ormai non era più
arrabbiata. Stavo per chiederle spiegazioni, quando il campanello di
casa suonò: erano arrivati Jake, Leah, Ben e Angela.
-Per favore, Edward, puoi andare ad aprire?- mi chiese Rosalie; -Solo
perché noi siamo già tutti
seduti-puntualizzò, sghignazzando. Mi sembravano tutti molto
strani… ma forse ero solo io che avevo ancora troppo sonno
per connettere normalmente.
-Ok, però intanto preparatemi una tazza enorme di
caffè e un piatto ricolmo di cialde e sciroppo. Ho una fame
da lupi!- affermai ancora un po’ stranito, da tutte quelle
risatine trattenute. Charlie e mia madre, poi, erano quelli che
tentavano di contenersi più degli altri…
chissà che capelli avevo, per farli divertire in quel modo.
Sicuramente non volevano offendermi, ma il mio buonumore non sarebbe
stato scalfito da niente! Mi passai una mano sulla zazzera ramata,
giusto per ricomporla; poi mi avviai alla porta di casa, ma nel momento
in cui aprii il portone, gli occhi mi caddero sullo specchio
dell’ingresso e per poco non mi prese un infarto: le mie
labbra erano completamente ricoperte di rossetto rosso fuoco, le
palpebre pitturate con un ombretto viola molto acceso, le gote colorate
di un fucsia intenso e le mie ciglia erano allungate e annerite con
quello che supponevo fosse mascara. Oh porca puttana, sembravo un
trans! E uno di quelli brutti! Ora mi tornava tutto quanto…
e anche il perchè la mia simpatica ragazza non aveva voluto
baciarmi, anziché avvertirmi come una brava fidanzata. Un
sonoro scoppio di risate mi riportò alla tragica
realtà.
Mi resi conto che i miei amici, sull’uscio di casa, si
stavano sbellicando alla grande, a scapito della calpestata
dignità del sottoscritto.
-Ciao, Edwardina! Ma come sei carina! Hai già il ragazzo,
dolcezza?- mi schernì Jake; entrò ancheggiando e
sbattendo le ciglia con fare disgustoso. Bleah! No, le sue avances, no!
-E’ una nuova moda, mia cara?! Io fossi in te,
però, prenderei qualche lezione di make-up da tua sorella
perché il viola non si sposa molto con i tuoi occhioni
verdi- esclamò Leah, dando man forte al fidanzato. Gli unici
che mi risparmiarono furono i cari Ben e Angela; ma poi mi accorsi del
reale motivo del loro silenzio: non riuscivano a dire niente
perché avevano addirittura le lacrime agli occhi dal ridere
e i loro corpi erano scossi da sussulti. Merda! Ero un orrore!
Raggiunsero gli altri e li sentii porgere gli auguri a mia sorella
mentre io continuavo a fissare inorridito la mia immagine allo
specchio. Non potevo credere che Jasper avesse osato tanto. Maledetto!
-Jasperrrr!- urlai in preda alla rabbia, sbattendo la porta di casa e
correndo in cucina. -Questa me la paghi, verme!- ringhiai a una spanna
dal suo viso. Lui senza scomporsi affatto, mi sorrise soddisfatto e
compiaciuto della sua opera estetica.
-Certo, certo, Cullen! Sto tremando di paura, brrrr- mi
liquidò con un gesto noncurante della mano. Mi chinai
accanto al suo orecchio, in modo che mi sentisse solo lui.
-Intanto tu stanotte sei andato in bianco mentre io e la tua sorellina
ci siamo dati parecchio da fare! Mmm… ho goduto come non
mai!- lo provocai. Si irrigidì di colpo, scoccando
un’occhiata di fuoco a Bella che arrossì
violentemente, capendo cosa avessi raccontato al fratellino, per poi
restituirmi l’occhiataccia. Così la prossima volta
l’avrebbe piantata di reggere il gioco al fratello! Forse la
gattina ancora non aveva imparato la lezione… perfetto, il
maestro gliela avrebbe fatta ripassare per benino! Ma
intanto… uno Swan alla volta!
-Charlie, tuo figlio ha palesemente violato le regole e tu non gli dici
niente? Non avevi detto “ognuno nella propria
camera”? Bè, Jasper è evidentemente
venuto nella mia- mi lamentai indicando il mio bel visino deturpato,
facendo aumentare le risate del folto pubblico. Ma che piacere essere
il clown della giornata! Quasi quasi avrei dovuto esigere il prezzo
dello spettacolo.
-Bè, figliolo… avete per caso cambiato sponda e
deciso di mettervi insieme?!- ci chiese, con cipiglio serio.
-Nooo!- urlammo all’unisono io e Jazz, sbalorditi per
l’illazione.
-Allora non penso abbiate combinato nulla di compromettente, quindi non
prenderò provvedimenti- sghignazzò lo sceriffo;
-Andiamo, amore mio e lasciamo questi pazzi di figli che ci ritroviamo
ai loro scherzi idioti!- si rivolse a mia madre.
-Vedete di non combinare casini come quello di ieri sera e ricordatevi
che in settimana andremo a controllare la casa al mare e se troveremo
qualcosa che non va, fioccheranno le punizioni, potete anche starne
certi!- ci avvertì la mamma, scrutando seria soprattutto me
e Jasper.
-Dove andate di bello?- chiese Alice.
-Passiamo a prendere Billy e poi mangeremo da Sue e Harry-
spiegò Charlie. Li salutammo e poi finalmente cominciai a
rimpinzare lo stomaco, incurante del trucco sul mio viso. Ormai la
figura di merda l’avevo fatta ampiamente, e quindi tanto
valeva mostrarsi superiore; poi in fondo non mi dispiaceva mangiare
prima di lavarmi: avevo una fame da paura!
-Però caspita, Edward! Come donna faresti comunque furore!
Sei proprio tutta fuoco, baby- calcò ancora la mano Jake. Lo
ammonii con uno sguardo raggelante.
-No, ha ragione lui, amore mio! Nonostante i colori un po’
troppo forti usati da Jazz, il mascara ti dona molto! Rende i tuoi
occhi più brillanti!- aggiunse Bella, sistemandomi il ciuffo
che mi era ricaduto sugli occhi.
-Te li do io gli occhi brillanti! Piccola traditrice!- esclamai,
afferrandola per la vita e trascinandola sulle mie gambe. La baciai
appassionatamente per poi pulirmi la bocca dal rossetto sul suo viso,
sporcandola tutta.
-Edward! Io che c’entro?! E’ stato mio fratello!-
si difese ridendo e cercando di ripulirsi con un tovagliolo.
-Sì, ma tu non mi hai avvertito quando sono sceso! E poi da
te, Rose… un simile colpo basso non me lo sarei mai
aspettato! Mandarmi ad aprire la porta conciato come un trans!- la
rimproverai bonariamente. Lei mi venne a dare un bacio strizzandomi poi
la guancia un po’ troppo vigorosamente. Ahia però!
-Mi dovevo vendicare in qualche modo! Ieri sera per colpa tua siamo
andati tutti in bianco!- dichiarò.
-Parla per voi, sfigati!- puntualizzai, facendo arrossire ancora Bella.
-Bella!- la redarguì la cugina. La mia ragazza
alzò le mani in segno di difesa, indicando poi me.
-E’ tutta colpa sua! Che ci posso fare se ho un fidanzato
troppo eccitante?! Ho resistito un po’, ma poi non ce
l’ho più fatta… era troppo sexy!-
spiegò, facendomi gongolare. Alè, beccati questa,
Swan!
-E basta!- si infervorò Jasper. Sogghignai trionfante.
-Ecco perché, fratellino, non ti sei nemmeno accorto di Jazz
che ti conciava in quel modo! Di solito non hai il sonno
così pesante- intuì Emmett.
-Bè, sapete… dovevo recuperare le forze: sono
andato a letto quasi alle sei, io- mi vantai, inarcando le sopracciglia
e fissando il mio cognatino.
-Ahahah! Cullen 2 - Swan 1!- si entusiasmò Emmett allungando
la sua manona per darmi il cinque.
-Ehi, non vale, siete due contro uno! Jasper hai bisogno di me!- si
intromise subito Jake. E figuriamoci se il suo amicone non gli teneva
le parti!
-Sì, sì, certo! Siamo tornati
all’asilo. Vedete di non rovinarci il weekend, intesi?!- li
ammonì Leah.
-Agli ordini!- urlammo noi ragazzi all’unisono, scoppiando a
ridere per poi andare a prepararci.
Dopo quasi un’ora e mezza stavamo aprendo la porta della casa
al mare.
Ero emozionato e tutti aspettavano che consegnassi il mio regalo a
Bella. Il tempo di sistemare le nostre cose nelle rispettive camere e
il campanello di casa iniziò a suonare ininterrottamente: la
compagnia di La Push era arrivata al gran completo! Le ragazze
iniziarono ad addobbare le stanze per la festa, mentre noi ometti
andammo ad aiutare a scaricare gli strumenti della band per poi
montarli nella dependance. Visto che eravamo solo noi e pochi altri
intimi, i Licantropi avevano deciso di suonare dal vivo così
da divertirci maggiormente. Avevo anche pregato Jacob
affinché convincesse la sua migliore amica a cantare di
nuovo. Non vedevo l’ora di risentire la soave voce della mia
Bella, così delicata ma colma di passione… era
stato fantastico quella volta al matrimonio e ci tenevo proprio tanto
ad assistere ad un’altra sua performance, ma sapevo che non
le piaceva stare al centro dell’attenzione… forse,
però, con il fatto che fossimo tra di noi si sarebbe
lasciata convincere. Lo speravo!
-Direi che è il momento del tuo regalo a Bella, fratellino!-
esclamò Emmett, che non stava più nella pelle,
attirando l’attenzione di tutti quanti. Sbuffai…
speravo di rimandare ancora il momento… temevo in una
solenne lavata di capo della mia ragazza. Bella mi guardò
con sospetto e si avvicinò minacciosa, piantandosi di fronte
a me con le braccia incrociate e gli occhi ridotti a due fessure.
-Edward Anthony Cullen!- tuonò ostile.
-Sì, luce dei miei occhi…- tentai di rabbonirla.
Merda! Ormai ne ero certo: si sarebbe incazzata da morire. Avevo
veramente esagerato…
-Ah ah! Non attacca con me, Cullen!- sibilò. Oh povero
me… il mio cognome, pronunciato da lei… dio, che
goduria! -Come mai di solito sei sempre così ansioso di
consegnarmi i tuoi regali, mentre stavolta stai facendo di tutto per
rimandare il momento?! Non me la conti giusta!- si
insospettì. Le risate degli altri distolsero la sua
attenzione da me. Suo fratello si avvicinò e la
abbracciò.
-Dai, sorellina… lo sai che ti ama alla follia e ti vuole
solo vedere felice. Vedrai che non ti arrabbierai- la calmò.
-Ma voi due non eravate in guerra?!- si meravigliò. E in
effetti anch’io lo ero.
-Bè, ma il nostro è solo un modo come un altro
per movimentare il weekend. Il regalo che invece ti ha fatto
è più importante di qualche stupido scherzo tra
noi e soprattutto la tua felicità viene prima di tutto.
Quindi una piccola tregua ce la possiamo anche concedere- le
spiegò, trovandomi perfettamente d’accordo. Gli
schiacciai l’occhiolino in segno di ringraziamento per il
sostegno e lui mi diede un’energica pacca fraterna sulla
spalla. Già, tregua, eh? Non mi sarei fatto fregare: forse
l’aveva detto per farmi abbassare la guardia…
bè, stai in guardia, Swan!, sogghignai.
-Edward…- mi richiamò il mio tesoro.
-Forza andiamo, principessa!- esclamai, prendendola per mano e
avviandomi alla porta a vetri che conduceva alla spiaggia.
-Ma dove stiamo andando? Il mio regalo è fuori? Come mai? E
poi un po’ di privacy, no?- mi riempì di domande
Bella, lamentandosi anche per il fatto che tutti ci stavano seguendo.
-La privacy non ci serve visto che il mio regalo non è
l’apoteosi del romanticismo… quello ce lo
concederemo stasera, piccola- le sussurrai all’orecchio
mentre continuavamo a camminare.
Appena giungemmo in prossimità della riva, ci fermammo di
fronte al suo regalo ricoperto da un ampio telone.
-Non sarà romantico, ma è una gran figata!
Pronta?- le domandai con il cuore che mi batteva forte.
Annuì, mordendosi il labbro, segno di quanto fosse eccitata
e nervosa.
Emmett e Jasper tolsero il telo e… voilà!
Bella si ritrovò di fronte a due acquascooter favolosi.
L’espressione stupita e meravigliata della mia ragazza mi
fece capire che ci avevo azzeccato in pieno.
-Oddioddioddioddio! Non ci posso credere! Grazie, grazie, grazie,
grazie! Ti amo, dio quanto ti amo! Sei il miglior fidanzato del mondo,
dell’universo!- urlò, saltellando e buttandomi le
braccia al collo, riempiendo il mio viso di baci. Scoppiai a ridere,
stringendola forte e facendola roteare.
Le urla e i fischi dei ragazzi testimoniarono quanto anche loro ne
fossero entusiasti. Bella si catapultò sopra uno dei due.
Dio quanto era sexy lì sopra!
-Edward… ma… ma tu sei matto! E poi due, non
uno… due!- si agitò sempre più. I suoi
occhi esprimevano tutta la sua gioia e la sua eccitazione per quel dono
. Ero felice da morire che le fosse piaciuto il regalo e non vedevo
l’ora che li provassimo insieme.
-Signorina Swan! Forza! Abbiamo dalla nostra una splendida giornata di
sole e due mute che ci aspettano, così li potremo provare
insieme- la invitai, porgendole la mano per farla scendere.
-Bells, ma poi farai fare un giretto anche a noi, vero? Sono o non sono
il tuo migliore amico!- tentò di arruffianarsela Jake.
Scoppiammo tutti a ridere.
-Non vi preoccupate! Faremo i turni, ma se permettete…
l’onore va prima alla festeggiata e al ragazzo più
meraviglioso di questo mondo!- gli rispose Bella, al settimo cielo.
-E il più sexy…- ammiccai al suo orecchio,
facendola annuire e sogghignare allo stesso tempo; la abbracciai ancora
e insieme rientrammo in casa per andare a cambiarci.
-Grazie, Edward! Ti amo da morire- mi sussurrò Bella.
-Ti amo anch’io, gattina! E sono contento che il regalo ti
sia piaciuto così tanto. Ti meriti il meglio e io mi
impegnerò per tutta la vita a renderti felice come
oggi… auguri vita mia!- le risposi, mentre le mie labbra si
unirono alle sue in un bacio colmo d’amore.
ANTEPRIMA CAPITOLO 121
-Ciao, sorellina. Wow! Sei uno schianto!- mi complimentai. Indossava un
tubino nero aderente molto corto con una profonda scollatura dietro che
le lasciava scoperta la schiena.
-Vuoi far girare la testa a tutti di sotto?- le domandai, facendola
arrossire di piacere. Mi sorrise raggiante.
-Grazie, Ed… ma l’unico che mi piace fare
impazzire è il ragazzo che, in questo momento, è
appena entrato in doccia. E devo confessarti che sono molto felice che
abbiate deciso di smetterla con quegli stupidi scherzi da bambocci- mi
rivelò. Sorrisi, mentre un’idea diabolica si stava
formando nella mia testa.
-Sì… sai com’è…
ormai siamo un po’ cresciutelli. E’ stato
divertente ieri e stamattina, non lo nego… ma ora vogliamo
pensare solo alla festa- le mentii spudoratamente. Lei mi venne a dare
un bacio sulla guancia e mi sorrise felice.
-Bravissimo! Devo dire che hai proprio messo la testa a posto da quando
stai con Bella. Quella ragazza è stata una manna dal cielo
per te. Forza, scendiamo!- mi spronò.
-Tu vai pure, io arrivo subito: mi sono dimenticato di spruzzarmi un
po’ di profumo. Farà impazzire Bella- mi
giustificai con una scrollata di spalle.
-Ok, ci vediamo giù- mi salutò, iniziando a
scendere. Appena fui certo che non fosse più in ascolto,
misi in atto il mio perfido piano
Ciao a
tutte!
Allora ragazze il weekend dei nostri ragazzi continua e stavolta
sarà Jasper a subire. Ma non pensiate che se ne
starà con le mani in mano, perchè il ragazzo
passerà subito al contrattacco.
Siamo contente che il regalo a Bella vi sia piaciuto così
tanto. In effetti Edward ha un po' esagerato, vista la spesa che ha
sostenuto, ma non dimenticatevi che loro sono molto ricchi e in ognuno
dei loro fondi fiduciari non ci sono noccioline. Di solito sono molto
oculati e non sprecano il loro denaro in maniera avventata, ma nei
regali non sanno contenersi molto. Basti pensare ai modelli di
automobili che possiedono. Di certo non adatte a ragazzi
così giovani e che oltre a un costo molto elevato hanno un
mantenimento altrettanto dispendioso. Ma il bello della fantasia
è anche questo... beati loro!
Torniamo a noi. Non smetteremo mai di ringraziare tutte voi che ci
seguite con così tanto affetto da moltissimo tempo e coloro
che si sono aggiunte strada facendo. Purtroppo non abbiamo buone
notizie per le nostre storie e quindi vi raccomandiamo di leggere
l'avviso che troverete sotto!
AVVISO!
Ci spiace tantissimo annunciarvi che purtroppo dobbiamo fermarci per
almeno due settimane. Gli impegni di Sara e i miei problemi alla
schiena ci stanno impedendo di dedicare il giusto tempo alla scrittura.
Abbiate pazienza ma lo facciamo anche per avere dei capitoli decenti e
non scritti in fretta e furia, specialmente per Frutto che si sta
avvicinando alla fine. Mancano veramente una manciata di capitoli (5 o
6 al massimo!). Ormai ci conoscete e sapete benissimo che odiamo farvi
leggere cose di cui non siamo pienamente soddisfatte, come è
appunto successo con il capitolo che state per leggere, che a noi non
convince molto. Speriamo con tutto il cuore che ci capirete e
giustificherete e che quando riprenderemo abbiate ancora voglia di
seguirci con lo stesso interesse e affetto di prima! Se ci dovessero
essere ulteriori ritardi ve lo faremo sapere con un avviso, se invece
dovessimo postare puntuali (giovedì 3 novembre) vi faremo
trovare uno spoiler prima del nostro appuntamento. Vi lovviamo tanto
tanto!
BUONA LETTURA
DA MANU E SARA
CAPITOLO 121
Tregua?!
Pov
Edward
Ero in camera mia e Bella era appena scesa al piano di sotto per dare
una mano a sistemare provviste e vettovaglie varie per la festa.
Avevamo deciso di cenare nella dependance con una sorta di rinfresco
così non avremmo incasinato troppo il resto della casa.
Il campanello dell’ingresso ogni tanto suonava, annunciando
l’arrivo dei pochi ma sinceri amici che avevamo invitato.
Il pomeriggio era trascorso all’insegna
dell’allegria e del
puro divertimento: a turno, avevamo gareggiato con gli acquascooter e
Bella era stata davvero raggiante, al settimo cielo. Si era goduta da
morire il suo regalo e non l’avevo mai vista così
spensierata e felice come quando aveva sfrecciato sicura tra le onde
del mare. Aveva preso subito confidenza con il mezzo, come se ci fosse
nata sopra, ed era anche riuscita a vincere molte delle gare che
avevamo organizzato. La velocità era il suo pane e non
importava
se si trovava sull’asfalto o in acqua… in ogni
caso sulla
moto era un vero asso, come se fosse nata per correre.
Immerso in quei piacevoli ricordi sorrisi al pensiero di quante volte,
invece, a causa del suo precario equilibrio inciampasse con le sue
splendide gambe. Un sospiro mi uscì involontario dalla gola
al
solo ricordo di come le fosse calzata a pennello la muta che aveva
indossato nel pomeriggio, quasi fosse stata una seconda
pelle…
Dio, le sue curve in risalto l’avevano resa ancora
più
sexy… e non mi erano sfuggiti gli sguardi estasiati della
banda
di La Push, in special modo di quell’allupato di Embry. Quel
ragazzo non ne aveva voluto proprio sapere di arrendersi e aveva fatto
di tutto per tentare di trascorrere un po’ di tempo con lei o
per
avere un contatto, anche solo un abbraccio o una carezza. Fin dal primo
incontro con lui, quella sera al falò di La Push, mi aveva
infastidito il suo atteggiamento da palese innamorato (della mia
ragazza, peraltro!), e le cose tra me e Embry, a distanza ormai di
settimane, non erano affatto migliorate, anzi… se non ci
avesse
dato un taglio una volta per tutte si sarebbe ritrovato molto presto
con qualche pezzo mancante. Bella ovviamente si era accorta delle mie
occhiate assassine nei confronti di quel viscidone e mi aveva ammonito
un paio di volte; secondo lei avrei dovuto mettermi in testa che era
solo un amico. Sì, un amico un paio di palle! Oddio, ero
certo
che per lei fosse così… ma per lui era
un’amica
sì, da scopare! Nonostante continuassi ad essere ultra
convinto
di ciò e la cosa mi mandasse in bestia di brutto, non volevo
di
certo ripetere gli errori commessi; e così avevo cercato di
essere un tantino civile con lui, anche se, ogni volta che li vedevo
parlottare insieme, mi sentivo un poco gentile prurito alle mani. Al
momento della consegna dei regali ai tre festeggiati mi ero veramente
incazzato da morire. Mi ero incavolato perché i ragazzi di
La
Push avevano deciso di fare un regalo a Bella tutti insieme (un casco
nuovo di zecca e serigrafato con il suo nome e quello della sua moto);
ma il signorino Embryno, aveva preferito regalarle qualcosa per conto
proprio… e così le aveva consegnato un paio di
guanti da
moto… “Per tenere al caldo le tue manine piccole e
delicate” le aveva sussurrato mentre glielo consegnava.
Se avessi seguito il mio istinto di possesso avrei marcato il mio
territorio rifilando a quel coglione un bel pugno chiarificatore per
levargli dal muso quel suo sorrisetto del cazzo e magari anche un bel
calcio nei coglioni… Dio, se mi aveva fatto infuriare!
Ma per fortuna, mio fratello, essendosi accorto della bomba ad
orologeria che stava per esplodere, mi aveva trascinato in cucina per
farmi calmare, intimandomi di non commettere ulteriori cazzate con la
mia donna; di recente ne avevo già combinate parecchie, in
effetti.
Comunque lui restava un personaggio da tenere d’occhio, dato
che
non perdeva occasione per farsi notare da lei; per non parlare poi del
fatto che qualche istante prima ci aveva interrotti proprio mentre io e
la mia ragazza ci stavamo baciando appassionatamente, sostenendo che
Rose l’avesse mandato da Bella per dirle di sbrigarsi a
scendere.
Sì, come no…
Iniziava davvero a urtarmi i nervi e sarebbe stato meglio se ci avesse
dato un taglio… c’era il rischio di finire la
serata in
modo sgradevole… Stavo uscendo dalla camera immerso in quei
pensieri, quando la porta di fronte alla mia si spalancò di
botto.
-Ciao, sorellina. Wow! Sei uno schianto!- mi complimentai. Indossava un
tubino nero aderente molto corto con una profonda scollatura dietro che
le lasciava scoperta la schiena.
-Vuoi far girare la testa a tutti di sotto?- le domandai, facendola
arrossire di piacere. Mi sorrise raggiante.
-Grazie, Ed… ma l’unico che mi piace fare
impazzire
è il ragazzo che, in questo momento, è appena
entrato in
doccia. E devo confessarti che sono molto felice che abbiate deciso di
smetterla con quegli stupidi scherzi da bambocci- mi rivelò.
Sorrisi, mentre un’idea diabolica si stava formando nella mia
testa.
-Sì… sai com’è…
ormai siamo un
po’ cresciutelli. E’ stato divertente ieri e
stamattina,
non lo nego… ma ora vogliamo pensare solo alla festa- le
mentii
spudoratamente. Lei mi venne a dare un bacio sulla guancia e mi sorrise
felice.
-Bravissimo! Devo dire che hai proprio messo la testa a posto da quando
stai con Bella. Quella ragazza è stata una manna dal cielo
per
te. Forza, scendiamo!- mi spronò.
-Tu vai pure, io arrivo subito: mi sono dimenticato di spruzzarmi un
po’ di profumo. Farà impazzire Bella- mi
giustificai con
una scrollata di spalle.
-Ok, ci vediamo giù- mi salutò, iniziando a
scendere.
Appena fui certo che non fosse più in ascolto, misi in atto
il
mio perfido piano, un furto degno di Arsenio Lupin: chiusi tutte le
porte delle camere, nascondendo le relative chiavi in camera mia. Come
un fulmine mi fiondai nella loro stanza; dopo essermi accertato che
effettivamente Jazz stesse facendosi la doccia, senza fare il minimo
rumore aprii l’armadio e i cassetti e svuotai tutti gli
indumenti
della coppietta. Intanto l’acqua continuava a scorrere e lo
sentivo canticchiare: che incredibile botta di culo, non si era accorto
di nulla!
Con le braccia ricolme dei loro vestiti, sfrecciai in camera mia e
gettai il tutto sul letto; poi tornai nella loro per far sparire anche
tutta la biancheria intima. Bè, ero magnanimo…
quasi
tutta! Sul letto lasciai al povero Jazz solo un perizoma di pizzo rosa
di mia sorella! Ghignai soddisfatto anche se mi mancava ancora un
particolare: veloce come un razzo entrai nel loro bagno e raccattai
tutti gli asciugamani e gli accappatoi.
-Alice, amore, ma non eri già scesa?- mi chiese Jasper dopo
aver
notato la mia figura attraverso il vetro zigrinato del box doccia;
aveva pensato fossi lei. Senza fiatare uscii di corsa chiudendomi alle
spalle la porta della camera, mentre sentivo il mio cognatino che
continuava a chiamare la fidanzata per poi chiudere l’acqua.
Cazzo, dovevo sbrigarmi!
Gettai il nuovo bottino in camera mia, chiusi a chiave anche quella e
mi fiondai di corsa giù dalle scale raggiungendo gli altri
nella
dependance. Salutai i vari amici che erano arrivati nel frattempo e
andai dalla mia dea: oh Cristo santo, era una bomba con
quell’abitino nero succinto! Povere le mie
coronarie…
Però, manco a dirlo, stava chiacchierando e ridacchiando con
Embry. E che grandissimi cazzi! Non potevo abbassare la guardia neppure
un minuto!
-Amore! Come mai ci hai messo così tanto? Eri quasi pronto
venti
minuti fa…- mi chiese, gettandosi subito tra le mie braccia.
Naturalmente scoccai uno sguardo di trionfo al coglione, ma con quel
gesto il vestitino di Bella si alzò leggermente sulle
cosce… e notai come il suo amichetto stesse facendo
un’accurata radiografia del suo lato B. Che viscido lumacone!
Gli
rifilai un’occhiataccia omicida e con un gesto un
po’
troppo secco afferrai i lembi del vestito e glielo abbassai un
po’.
-Ops, scusa…- si imbarazzò Bella, cercando di
abbassarlo ancora e arrossendo.
-Un po’ più lungo, no?!- le domandai con tono
sarcastico
e, forse, un po’ troppo bruscamente. Lei inarcò un
sopracciglio e poi capì all’istante, rabbuiandosi.
Merda,
allarme rosso! Dovevo darmi una calmata istantanea! Che colpa ne aveva
lei se era così attraente? E poi le avevo consigliato io
quel
vestito, pensando a quando glielo avrei tolto…
-Vi lascio ai vostri litigi- esclamò compiaciuto Embry,
allontanandosi. Strinsi forte i pugni dalla furia: che stronzo! Poteva
sogghignare finché voleva, ma io e Bella non avremmo
litigato a
causa sua!
-Ehi, amore… guardami…- mi richiamò
dolcemente la
mia stupenda ragazza; la abbracciai felice che la tempesta fosse
già passata e me la tenni stretta per un po’:
tié,
cagnaccio! Poi riportai il mio sguardo sui suoi magnifici occhi
cioccolatosi.
-Scusami… avevi ragione tu… Embry non si
è ancora
tolto dalla testa l’idea che io e lui magari
potremmo…-
tentò di spiegarmi, ma la interruppi subito.
-Che cosa?!- ringhiai incazzato nero, pensando al fatto che per esserne
così sicura dopo che poche ore prima mi aveva rassicurato
del
contrario, lui doveva averci provato in modo spudorato o averle detto
qualcosa per farglielo capire.
-Sshh, calmati… gli ho parlato molto chiaramente poco fa.
Gli ho
spiegato che se vuole continuare a essere mio amico deve cambiare
atteggiamento perché io ti amo e non smetterò mai
di
farlo! Gli ho detto, con parole chiare e concise, che anche se io e te
non stessimo insieme lui non avrebbe comunque speranze. L’ho
anche avvertito che se con me non riesce a comportarsi solamente come
un amico, preferirei che d’ora in poi mi stesse lontano.
Poverino… era mortificato e si è scusato,
assicurandomi
che non mi metterà mai più in imbarazzo e che si
metterà il cuore in pace- mi rassicurò Bella.
Sì,
come no! E io ero la Bella Addormentata nel Bosco! Come riusciva
credere a una panzana del genere?!
Ma invece di sbottare, la strinsi di più al mio petto e
affondai
il viso nel suo collo così profumato e invitante. In fondo
l’amavo anche per quel suo carattere aperto e fiducioso verso
gli
altri… e lei amava me!
-Grazie, amore… lo sai che di te mi fido,
però…
cazzo, sei così fantastica e sexy che ogni volta che Embry
posa
gli occhi su di te, mi ribolle il sangue! Fidati, sono un maschio e so
cosa gli piacerebbe! Dio… quando chiunque ti sbava dietro a
quel
modo vorrei rinchiuderti dentro una camera blindata!- le confessai,
facendola scoppiare a ridere.
-Dio, Edward! Lo sai che sei tremendamente eccitante quando sei geloso
e possessivo?! Bè, naturalmente senza esagerare…-
mi
rivelò, ammonendomi allo stesso tempo.
-Sei tu che mi fai uscire fuori di testa e ti amo così tanto
che
mi sembra di scoppiare. E poi l’idea che sei mia…
tutta
mia… mi fa salire il testosterone a livelli
stratosferici…- dichiarai, facendo scendere le mani ad
accarezzare le sue natiche sode e rotonde e spingendo i nostri bacini
uno contro l’altro.
-Lo senti quello che mi fai, gattina?- soffiai al suo orecchio; dopo
l’incazzatura, l’amico ai piani bassi si stava
già
svegliando di brutto!
-Edward… Dio, se tu fai così mi mandi gli ormoni
a mille!
Certo che però non perdi occasione per arpionarmi il sedere-
sghignazzò Bella. L’aveva notato? In effetti era
il mio
punto debole! Insieme al seno, al collo, al viso, alle
gambe…
Cristo che pervertito!
-Non l’hai ancora capito che hai un culetto da paura e che mi
fa
impazzire? Sprigiona una carica erotica pazzesca!- mormorai,
stringendoglielo tra le mie mani.
-Ehi polipo! Se hai finito di palpeggiare la tua donna, riponi i
tentacoli: io dovrei parlare proprio ora con la mia cantante!- ci
interruppe Jacob, facendo nascere una smorfia sul viso di Bella.
-Non ci credo! Sei riuscito a convincerla?!- mi meravigliai. Il cruccio
della mia ragazza si accentuò.
-Ehi! Con chi credi di avere a che fare?! Dopo il regalo che le ho
fatto non poteva mica dirmi di no!- si vantò il suo migliore
amico.
-Ah ecco! L’hai ricattata con Roxy!- esclamai, intuendo
all’istante. Jake, per il compleanno, aveva riverniciato la
moto
di Bella del colore che le piaceva, nera e fucsia; e le aveva inoltre
cambiato le gomme e aumentato un po’ di potenza al motore.
Naturalmente la mia piccola era stata stra felice: lo desiderava da
tanto.
-Sì, amore! Mi ha minacciata! Stasera devo cantare almeno un
paio di canzoni, altrimenti la mia Roxy ritornerà
esattamente
come prima!- si lamentò, imbronciandosi.
-Sei un grande, amico!- mi voltai verso Jake e schiacciandogli
l’occhiolino gli diedi un cinque poderoso.
-Ma… Edward!- esclamò Bella indignata; -Tu mi
dovresti
difendere, non elogiare i vili ricattatori come lui!- mi
accusò.
Le sorrisi e la strinsi un po’ a me; volevo sentirla sul mio
petto, annullare le distanze e incollarla al mio corpo.
-Chi credi che abbia suggerito l’idea a Jake?- ammiccai;
-Vorrei
tanto risentire la tua splendida voce… sai, mi piaci da
morire
sul palco- le confessai, ripensando al giorno del matrimonio e
all’emozione che avevo provato. Lei lasciò perdere
subito
quel delizioso musetto arrabbiato e si aprì in un radioso
sorriso.
-In tal caso la prima canzone la dedicherò unicamente a te-
dichiarò raggiante.
Ad un tratto uno scoppio generale di risate rimbombò per
l’enorme stanza; ci voltammo tutti verso
l’ingresso. Io
sapevo bene cosa aspettarmi, e non volevo perdermi lo spettacolo!
Un Jasper a dir poco furibondo, nudo e con in mano la chitarra
elettrica (regalatagli da Bella proprio quel pomeriggio) a coprire le
parti intime, era appena entrato e mi stava chiaramente cercando.
Cazzo! Non avevo pensato a far sparire anche quella!
Però… ingegnoso il ragazzo! Gliene dovevo dare
atto!
-Cullen! Dove cazzo sono tutti i miei vestiti?!- urlò,
mentre tutti continuavano a ghignare.
Sorrisi e mi avvicinai al mio avversario con perfetta nonchalance.
-E perché io dovrei saperlo?- chiesi con tono innocente.
-Forse perché prima sei entrato in camera mia e hai fatto
sparire ogni cosa lasciandomi solo questo minuscolo cosino sul letto?!-
ringhiò, tenendo in mano il perizoma strappato di Alice.
A quella vista ci fu un altro boato. Ghignai anch’io:
evidentemente aveva provato a infilarselo ma non era proprio della sua
taglia!
-Edward!- gridarono all’unisono Alice e Bella con un chiaro
tono di rimprovero.
-Che palle, ragazze! Statene fuori: è una questione tra
uomini!- le avvertii. Donne!
-Tra bambini, vorrai dire! Non eravate in tregua?!- replicò
Bella, cercando di non far scorrere lo sguardo sul fratello per non
scoppiargli a ridere in faccia. Effettivamente, nudo come mamma
l’aveva fatto e coperto solo da una misera chitarra, era
veramente ridicolo… anche se a giudicare dagli sguardi
ammirati
di alcune ragazze non tutti la pensavano come me.
-Non avevi appena finito di dirmi che siete adulti?! E poi se la vostra
faida comprende il rompere preziosi capi della mia biancheria intima,
allora questo è affar mio eccome!- mi inveì
contro mia
sorella, furibonda e chiaramente gelosa per alcuni apprezzamenti
entusiastici del pubblico femminile sul suo uomo.
-Dove.Cazzo.Sono.I.Miei.Vestiti!- sibilò ancora Jazz
fulminandomi, mentre i ragazzi (con mio fratello in testa) avevano
cominciato a rivolgergli sonori fischi d’apprezzamento.
-Uhh… belle chiappe, Swan!- ridacchiò Emm.
-Wow, wow… Swan…- commentarono gli altri.
-Allora, Cullen?!- sbraitò.
-In camera mia- gli rivelai. Estrassi la chiave della mia camera dai
pantaloni e gliela lanciai forse un po’ troppo in
alto…
lui, d’istinto, mollò una mano dalla chitarra per
afferrare la sua salvezza, col risultato che lo strumento, retto solo
da una parte, si inclinò verso il basso proprio mentre Jazz
si
allungava verso l’alto, rivelando così i gioielli
di
famiglia.
Un ennesimo boato di grida e fischi rimbombò per la stanza
mentre mio cognato arrossiva e mia sorella si parava di fronte a lui
per coprirlo… con poco successo, tra l’altro,
vista
l’enorme differenza tra la stazza del suo fidanzato e il
minuscolo corpo di lei…
Jasper arretrò con in mano la chiave e risalì per
andare a vestirsi.
-Divertito, amore?- chiese una dolce voce soave. Mi voltai per
abbracciare la mia bellissima fidanzata che stava ancora cercando di
trattenersi dal ridere sguaiatamente.
-Abbastanza… ma proprio oggi dovevi regalargli quella
chitarra?
Mi sarebbe piaciuto vederlo con il perizoma!- sogghignai, gongolante
per lo scherzo comunque ottimamente riuscito.
Bella mi schiaffeggiò il petto, ridendo.
-Sei tremendo! Poverino… gli hai fatto fare una figuraccia-
mi rimproverò poco convinta anche lei.
-A parte il fatto che non mi sembra che abbia sfigurato,
anzi… e
poi sei ingiusta! Stamattina non hai fatto tutte ‘ste scene
per
trattenerti. Per lui hai sempre un occhio di riguardo!- mi lamentai con
un broncio degno di un bambino. Tanto ci stavamo già
comportando
come tali, tanto valeva dare fondo a tutto il repertorio.
-Che ci vuoi fare? Lui è il mio gemello, abbiamo condiviso
per
nove mesi lo stesso spazio e sono certa che anche nella pancia Jazz si
toglieva il mangiare di bocca perché ne potessi avere di
più io! Pensa che io sono nata tre etti in più di
lui!-
mi raccontò; -Ehhh il richiamo del sangue è
più
forte di qualsiasi cosa!- sentenziò la mia dea.
-Ah sì?! Più forte anche del richiamo del mio
Super Cullen?!- la provocai spudoratamente.
Sgranò gli occhi di colpo.
-Ma sei scemo?! Guarda che dopo ieri sera devi ancora fare ammenda!
Quindi vedi di non tirare troppo la corda, Cullen!- mi
minacciò.
-Oh porco… Bella! Finiscila di chiamarmi per cognome se non
vuoi
che ti salti addosso seduta stante e ti scopi selvaggiamente qui
davanti a tutti! Mi provochi un’erezione ogni volta ed
è
maledettamente sexy sentirti pronunciarlo!- sbottai, premendo il mio
bacino sul suo. Che ci potevo fare? Era una droga, un potente
afrodisiaco il mio cognome sulle sue labbra…
-E poi per cosa dovrei farmi perdonare? Per averti fatta godere?
Mmm… mi sa che non mi scuserò e che
anzi… stanotte
ripeterò l’esperienza- le promisi inarcando il
sopracciglio ed esibendo il mio sorriso sghembo. Lei sorprendendomi
posò una mano sul mio cavallo, che come un purosangue
scalpitò, e lo strinse leggermente facendomi gettare la
testa
all’indietro dal piacere.
-Allora mi sa che stasera ti chiamerò solo
Cullen…
così sarò certa che manterrai la tua promessa,
stallone!-
dichiarò stupendomi. Dio! Non vedevo l’ora!
L’avrei
fatta mia in mille modi diversi!
Pov
Jasper
Con indosso jeans e camicia ero in camera mia a risistemare i miei
indumenti nell’armadio dopo essermene riappropriato. Quelli
di
Alice erano invece buttati tutti alla rinfusa sul nostro letto.
Ghignai, guardandoli. Non appena Alice fosse salita in camera e avesse
visto lo scempio che il suo adorato fratellone aveva fatto ai suoi
preziosi capi d’alta moda, ne avrebbe fatto polpette di lui e
ancora una volta lo scherzetto che mi aveva fatto gli si sarebbe
ritorto contro. Ma non avevo nessuna intenzione di accontentarmi solo
di quello… con il caro Cullen era guerra aperta!
-Ehi, amico! Di cosa hai bisogno?- esclamò Jake entrando in
camera mia. Prima di salire gli avevo fatto cenno di raggiungermi.
-Mi devi dare una mano a cercare un oggetto. Sono certo che
deve
essere in una scatola di vecchi giochi in garage- gli spiegai,
richiudendo l’armadio e uscendo dalla camera.
-Serve per qualche scherzetto a Edward?- mi chiese curioso, mentre
scendevamo, dirigendoci in garage. Annuii.
-Certo che però ti sei scelto un bell’avversario
per questa guerra!- ghignò.
-Già… non mi divertivo così da non so
quanto! Quel
Cullen ha le palle quadrate! Solo che dobbiamo stare attenti a non
esagerare perché Alice e Bella mi sembrano parecchio
incazzate.
Loro non capiscono lo spirito competitivo di noi uomini… le
tattiche, le strategie, le tempistiche per sferrare gli
attacchi…- mi entusiasmai.
-Lo spirito goliardico, vorrai dire…- ribatté lui.
-Vabbè… ma ci stiamo divertendo da matti, no?-.
-Tu di certo! Ma quel piccolo folletto di Alice avrebbe volentieri
tagliato la gola a Sandy, la ragazza che si è portato dietro
Paul. Subito dopo aver mostrato le tue grazie, la tettona si
è
lasciata scappare ad alta voce un apprezzamento sul tuo bel gioiellone
ed Alice l’ha sentita… ti giuro che per poco non
le cavava
gli occhi! Per fortuna Paul l’ha trascinata
dall’altra
parte della piscina prima che la tua ragazza mettesse in pratica i suoi
propositi- mi raccontò. Sorrisi compiaciuto della sua
reazione:
adoravo quando diventava gelosa e possessiva.
-Eh già! La mia tigrotta ha le unghie affilate. E
sarà
meglio invece che tu stia attento a non farti scappare un altro
commento del genere su Sandy e le sue tette, perché Leah
sarebbe
capace di castrarti!- lo ammonii, conoscendo il poco docile caratterino
della sua fidanzata. Jake si portò le mani al cavallo per
ripararsi quella parte delicata e deglutì sonoramente con
sguardo terrorizzato.
-Sì, hai ragione. Devo stare attento alla mia linguaccia!
Ora
diamoci una mossa altrimenti, se Edward o Emmett si accorgono della
nostra contemporanea assenza, intuiranno subito che stiamo macchinando
qualche altro scherzetto- mi spronò. Entrammo in garage e
salimmo sul soppalco dove tenevamo tutti gli oggetti a cui erano legati
i nostri ricordi: proprio per quel motivo non avevamo mai voluto
disfarcene.
-Dobbiamo cercare uno scatolone contrassegnato con la scritta
‘giochi Jazz’- gli spiegai. Lo trovammo quasi
subito e dopo
pochi minuti scovai ciò che mi serviva. Perfetto!
-Nooo! L’ho odiato con tutto il cuore questo aggeggio! Ti
ricordi
quando me l’hai nascosto in camera una notte e non sono
riuscito
a chiudere occhio per cercare di capire che cazzo fosse?! Dio, quanto
mi sono incazzato!- si rammentò Jake ridendo. Inarcai le
sopracciglia facendogli capire le mie intenzioni.
-Merda, Jazz! Lo sai che tua sorella ti ammazzerà?! Non
riusciranno nemmeno a pomiciare! A meno che Bells non se lo ricordi e
capisca immediatamente il tuo piano- mi avvertì.
-Ma dai! Sono passati talmente tanti anni che non le verrà
di
certo in mente! E, anche fosse, usciranno di testa comunque per
trovarlo, perché è decisamente impossibile
ignorare
questo piccolo insetto quando è acceso! Mi spiace per la mia
sorellina, ma non le farà di certo male trascorrere una
notte
tranquilla, anzi... e la mia vendetta per essere andato in bianco ieri
sera sarà completa. L’unico problema è
verificare
se funziona ancora- dichiarai. Infilai le pile nuove alla piccolissima
cavalletta e l’accesi. Che botta di culo: iniziò
all’istante a produrre un ronzio fastidioso e poi si
zittì. Dopo qualche minuto di silenzio spiccò un
balzo
spostandosi di qualche centimetro. La lasciammo ripetere
l’operazione un paio di volte per assicurarci che funzionasse
per
bene. Perfetta! Zompettava ancora benissimo e ogni volta che incontrava
un ostacolo che gli impediva il salto, avanzava di lato
finchè
non trovava la strada libera. La spegnemmo ed uscimmo dal garage.
-Bene, mentre tu vai in camera loro a sistemarla, io e i ragazzi
cominceremo a suonare, così nessuno si accorgerà
che non
sei ancora tornato- mi propose Jake. Ci dividemmo e dopo aver messo in
pratica il mio piano, tornai alla festa.
Appena misi piede nella dependance mi ritrovai col cuore in gola per
l’emozione. La mia sorellina stava già cantando
con la
band. Ero incantato a guardarla e felicissimo di poter di nuovo sentire
la sua dolce voce. Una mano minuta e fresca si intrecciò
alla
mia e mi accorsi che la mia bambolina mi stava fissando sorridente.
-E’ davvero brava, Jay! E’ una gioia sentirla
cantare… sembra nata per quello. Guarda mio fratello:
è
in estasi- mormorò al mio orecchio. Mi voltai e fissai il
mio
sguardo su Edward e sul suo viso riconobbi lo stesso sentimento che vi
avevo letto al matrimonio dei nostri, quando avevo capito che era
veramente innamorato di Bella. Mi dispiaceva quasi rovinargli la serata
che avrebbero potuto concludere in modo perfetto nella loro
privacy… ma poi mi vennero alla mente immagini di Bella in
certi
atteggiamenti e il senso di colpa se ne andò
all’istante.
No! Non mi dispiaceva affatto! E poi a quanto pare la sera precedente
ci avevano già dato abbastanza dentro per almeno un mese per
i
miei gusti e quindi…
-Sì, la mia sorellina è veramente portata. Jake
ha
cercato di convincerla un sacco di volte in questo mese a fare qualche
serata con loro ma lei la considera una cosa tanto intima che non se la
sente. Dice che quando canta si lascia trasportare completamente, come
se mettesse a nudo la propria anima… e in effetti se tu la
guardi bene è come se le sue emozioni si espandessero- le
spiegai; -Ma ora basta sentimentalismi… e pensiamo a noi
due- le
dissi.
-Wow, Jazz! Ti sta tutto a pennello! Sei uno schianto-
esclamò
Leah. Avevo indossato il completo (un jeans nero che fasciava alla
perfezione le mie cosce e una camicia grigio antracite) che mi avevano
regalato tutti insieme per il compleanno. Alice mi sorrise soddisfatta.
Sapevo che dietro a quel gusto impeccabile c’era il suo
zampino;
anche se lei mi aveva regalato un bellissimo giaccone di pelle, ero
certo che avesse avuto un ruolo centrale in quella scelta.
-Grazie, Leah! Dai andiamo a scatenarci un po’!- proposi,
trascinando la mia bambolina in pista.
Ballammo per un bel po’, e misi a dura prova il mio
autocontrollo, vedendo dimenarsi in quel modo il corpo della mia
ragazza. Da quando avevo messo piede in casa avevamo già
fatto
l’amore due volte, ma lei aveva una sensualità
talmente
pazzesca che la mia voglia di lei, di possederla, di perdermi nei
meandri del suo corpo non si placava mai, facendosi ogni minuto
più travolgente. Così, dopo un po’,
decisi di
fermarmi per riprendere fiato. Feci cenno agli altri che sarei andato a
prendere qualcosa da bere e dopo essermi servito, mi andai ad
accomodare ad un tavolino abbastanza appartato, da dove potevo
osservare la mia Alice con tutta tranquillità.
Bè,
più o meno… JJ era più che sveglio e
tutt’altro che tranquillo! Notai Alice uscire dalla calca in
pista e venire verso di me. Di slancio mi si sedette in braccio ed io,
incapace di trattenermi, iniziai a baciarle il collo, facendola
mugolare. A quel suono inebriante un brivido di piacere mi pervase la
spina dorsale. Lei se ne accorse e un sorriso malizioso le si dipinse
sul volto.
-Lo sa, signor Swan, che lei è veramente insaziabile? E la
cosa
non mi dispiace proprio per niente!- esclamò, strusciando il
suo
delizioso culetto sulla mia erezione.
-Cazzo, Ally! Piantala di provocarmi o ti scopo negli spogliatoi
subito, senza aspettare di arrivare in camera e senza tante cerimonie!
Stai di nuovo giocando col fuoco, piccola… e mi sembra che
l’ultima volta tu ti sia scottata!- ringhiai, infilando una
mano
sotto la gonna di quel corto abitino e stringendole una coscia morbida
e calda. Dio mi faceva impazzire vestita così, era una vera
bomba!
-Non tentarmi…- mugolò, mordicchiandomi
l’orecchio,
incurante dell’aumentare del mio desiderio così
intenso.
-Alice…- la ammonii di nuovo, salendo ancora con la mano e
trovando le sue mutandine già bollenti e umide. Ok, era
troppo!
Non avrei resistito un secondo di più! Mi alzai di scatto,
facendola quasi cadere e la trascinai negli spogliatoi, incurante di
tutto e tutti.
-Jazz! Non possiamo… ci avranno visti! Qualcuno potrebbe
venire
qui a cercarci!- si preoccupò, cercando di frenare la mia
trionfale marcia.
-Troppo tardi, tesoro! Non ho nessuna intenzione di aspettare che tutti
si tolgano dalle palle. Ti voglio… e subito anche!- tuonai,
perentorio, facendole sgranare gli occhi. Vedevo il desiderio e
l’eccitazione brillare nel suo sguardo. A Alice piaceva
moltissimo quando ero più irruento e lei aveva la
capacità di farmi veramente perdere la ragione.
-Ma Jay… ci sentiranno!- si lamentò debolmente.
-Vorrà dire che ti terrò quella boccuccia
occupata!- la
rassicurai con tono malizioso. Ci avviammo verso le docce, ma purtroppo
qualcuno ci aveva già preceduto: udimmo ansiti e gemiti di
indubbia origine. Oh, cazzo! Chi poteva essere?
-Oh, Paul… così, sì! Più
forte, più
forte!- sentimmo urlare. Cristo santo! Era Paul con la tipa che si era
portato dietro…
-Quella brutta zoccola! Che stronza! Per poco non la tolgo dal mondo.
Avessi sentito come elogiava il mio JJ… e ora è
lì
a farsi scopare da Paul- sibilò Alice, calcando
sull’aggettivo possessivo.
Sorrisi, baciandola con passione sconfinata.
-Hai detto giusto! Tuo e solo tuo! E sappi che quando sei gelosa mi fai
impazzire! Per ora ti sei salvata, ma sappi che in camera
prenderò quel che voglio e con gli interessi!- la avvertii.
-Non vedo l’ora- mi provocò ancora. La presi per
mano e
tornammo alla festa, ributtandoci in pista. In qualche modo dovevo
calmare i bollenti spiriti!
Cap. 122 EFP
Ciao ragazze!
Eccoci finalmente di
nuovo qui con voi! Ci siete mancate moltissimo, anche se
molte hanno
continuato a tenersi in contatto con noi attraverso messaggi
privati
per sapere se tutto andava bene o semplicemente per un
salutino. Di
questo siamo rimaste piacevolmente stupite e ci ha fatto un piacere
enorme! GRAZIE!
Bene! Avevamo lasciato i
nostri ragazzi nella casa al mare per il compleanno dei gemelli e di
Alice. Quello di oggi sarà il capitolo conclusivo del
weekend e poi ci
saranno i capitoli sul Natale e l'epilogo.
Siamo proprio agli sgoccioli. Ora vi lasciamo alla lettura che serpiamo
troverete piacevole e molto molto calda!
Per l'anteprima del prossimo capitolo vi aspettiamo domenica sul nostro
blog! BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
La serata ormai era finita, io e Jasper stavamo entrando in camera
nostra. La maggior parte degli amici che avevano partecipato alla festa
erano tornati a casa, mentre i ragazzi di La Push si erano sistemati
alla bell’e meglio nei vari divani, lettini e su ogni
superficie
che poteva essere abbastanza comoda per crollare e riposare un
po’. L’unico di loro che non era rimasto era Paul
che
doveva riaccompagnare quella sottospecie di polipo che si era portato
dietro. Grrr! Che rabbia al solo ripensare ai commenti usciti da quella
sua boccaccia sul mio ragazzo!
Appena varcammo la soglia della stanza i miei occhi furono attirati
dalla montagnola di indumenti buttati alla rinfusa sul letto. Ma?! Cosa
diavolo…?!
Appena fui vicina abbastanza da notare che quel mucchio disordinato
costituiva l’insieme dei miei adorati abiti Gucci, il
cervello mi
mandò dei segnali inequivocabili: mille immagini di come
poter
uccidere mio fratello! Senza dire una sola parola (ma probabilmente
fumando come una ciminiera per la furia), marciai a passo di carica
fuori dalla stanza e verso le scale da dove stava salendo proprio quel
demente con cui condividevo il mio patrimonio genetico... purtroppo!
-Tu! Cretino, idiota e deficiente! Ma quanto sei stupido?- urlai,
mentre il suo volto si trasformava in una maschera confusa. -Questa non
la passi liscia, Edward! E se tu non mi darai una mano a fargliela
pagare…- mi rivolsi alla sua ragazza ancora più
meravigliata di lui; -…stai pur certa che non ti
rivolgerò mai più la parola! Chiaro?!- la
minacciai.
-Alice, calmati… cosa è successo?!- mi chiese
Bella preoccupata, lanciando un’occhiataccia a mio fratello.
-E’ successo che questo scemo ha trattato i miei preziosi
indumenti come fossero un mucchio di stracci! Non hai rispetto per le
cose altrui, Edward, sei un menefreghista! E stai tranquillo che questa
te la faccio pagare con gli interessi! E lo sai che quando prometto una
cosa la mantengo- avvertii quel bellimbusto che di colpo era diventato
bianco come un cencio. Sorrisi diabolica e li lasciai lì
sulle
scale, mentre udivo Bella insultarlo, incazzata come mai
l’avevo
sentita. Era nera e continuava a ripetergli che era ora di finirla con
la loro ridicola faida, visto che continuavamo ad andarci di mezzo
anche noi a causa dei loro scherzi idioti.
Il mio fidanzato, invece, era rimasto sulla soglia ridacchiando
soddisfatto. Gongolava per la sua piccola vittoria fissando con piacere
il suo nemico... ci mancava che quei due si facessero le linguacce e
poi potevamo asserire con certezza di essere al nido. Cristo, che
rabbia!
Lo spinsi in malo modo dentro la stanza e sbattei la porta sonoramente.
Intanto in corridoio si udiva il vociare delle altre coppiette
(evidentemente richiamate dalle mie urla), incuriosite da quel casino.
Sperai con tutto il cuore che facessero anche loro il culo a
Edward… se non altro per aver interrotto delle
attività
più piacevoli che assistere alla nostra lite. Lo sguardo mi
cadde sul mio ragazzo ancora parecchio compiaciuto e la mia ira
salì a livelli pericolosi.
-E tu fai sparire quel sorrisetto condiscendente, visto che ci sei
dentro fino al collo. Non penserai che sia incazzata solo con mio
fratello, vero?! Siete in due a portare avanti questa stupida e
infantile guerra e quindi ne pagherai anche tu le conseguenze. Ora mi
tocca mettere a posto questo casino e poi ho intenzione di farmi una
bella dormita… così magari nella notte avrai
tempo per
riflettere ancora sul senso dei vostri scherzi imbecilli e decidere se
ti conviene darci un taglio oppure smettere di fare del sesso per un
periodo indefinito!- lo minacciai, mentre il suo bel sorriso
strafottente sparì all’istante, lasciando il posto
a
un’espressione seria e corrucciata. Ottimo! Così
la
prossima volta avrebbe messo in moto il cervello prima di combinare
qualche altra cavolata.
Gli voltai le spalle, non degnandolo più di uno sguardo, e
iniziai a risistemare tutti i miei abiti
nell’armadio… i
miei tesorini! Merda! Alcuni sarebbero stati da stirare nuovamente dopo
essere stati ammucchiati in quel modo selvaggio e per tutte quelle ore
sul letto… altri avevano perfino un filo tirato! Accidenti a
me
e a quando mi era venuto in mente che sarebbe stato più
comodo
portare in questa casa alcuni dei miei più preziosi capi di
Gucci, visto che le feste le organizzavamo sempre qui.
Ero immersa in quei pensieri, ma sentivo gli occhi di Jazz perforarmi
la schiena; ancora però non l’avevo sentito
né
muovere, né parlare… tantomeno aveva fiatato poco
prima,
per difendersi in qualche modo o per perorare la sua causa pro sesso
per quella notte. Strano… quel suo atteggiamento
così
docile e remissivo non mi faceva stare per niente
tranquilla…
non era da lui arrendersi così… forse si era
offeso… oh maledizione! Avevo esagerato a inveirgli contro
in
quel modo… o forse no! E che cavolo! Non era mica
più un
bamboccio! Lui e mio fratello volevano giocare? Bene! Potevano farlo
quando, dove e come volevano… senza però che ci
andasse
di mezzo l’intera famiglia!
Rimuginando su quelle considerazioni mi spostai verso il
comò
per riporre tutto l’intimo nel cassetto. Approfittai di dare
una
sbirciatina al mio ragazzo attraverso l’enorme specchiera
appesa
al muro sopra al mobile e lo vidi appoggiato all’armadio in
posizione indolente, con le braccia incrociate al petto mentre mi
squadrava con malcelata lussuria il sedere e le gambe.
Cazzo, però! Quanto era figo?! Vestito in quel modo poi era
veramente da mangiare a piccoli morsi… la camicia, a causa
della
posizione, avvolgeva le sue braccia muscolose e il suo petto scolpito;
i jeans fasciavano le sue cosce tornite mettendo in evidenza le gambe
toniche e ben delineate e facendo risaltare un consistente
rigonfiamento inguinale... oh Gesù!
Deglutii a fatica a quello spettacolo e mi costrinsi a distogliere lo
sguardo per non soccombere a quella visione così sexy ed
eccitante, ma commisi un fatale errore… incrociai i suoi
zaffiri
cupi di desiderio che mi incatenarono senza pietà,
annullando
ogni via di scampo. Erano accesi di una luce sensuale e quando mi
curvai un po’ in avanti per sistemare meglio
l’intimo e
cercare di interrompere quel contatto, notai la sua lingua avvolgere
lentamente le sue labbra in una calda carezza. Cazzo! Non potevo farmi
attirare in quella trappola: lo conoscevo bene ed ero certa che stesse
cercando di provocarmi… cosa, peraltro, in cui stava
riuscendo
alla perfezione.
Distolsi ancora una volta lo sguardo per non cedere, ma con la coda
dell’occhio lo vidi staccarsi dalla parete e muoversi,
elegante e
sinuoso come un felino,verso la mia direzione. Non mi concesse neppure
il tempo di muovere un passo: mi ritrovai schiacciata contro il
comò dal suo poderoso corpo, mentre mi scrutava con
attenzione
attraverso la superficie riflettente di fronte a noi. La sua vigorosa
erezione spingeva tra le mie natiche, facendomi chiaramente sentire la
portata della sua eccitazione. Ok, ora ero nella merda! Chi avrebbe
potuto resistergli?! Dio, ero pazza di lui!
Feci comunque un tentativo per cercare di divincolarmi, ma le sue
braccia d’acciaio si chiusero sulla mia vita come una morsa,
schiacciandomi ancora di più, mentre i suoi occhi mi
trafiggevano come lame.
-Buona… non ti azzardare ad allontanarti da me, bambolina-
mi
avvertì con un tono che non ammetteva repliche; -Mi hai
già mandato in bianco ieri sera e ho sopportato solo
perché non volevo casini con mio padre… ma
stanotte… sei mia! E’ tutta la sera che ho voglia
di fare
l’amore con te e so che lo desideri ardentemente anche
tu…
conosco il tuo corpo e i segnali che mi manda sono
inequivocabili… posso già sentire
l’odore della tua
eccitazione- mi sussurrò con tono languido al mio orecchio,
inspirando l’aria intorno a noi a pieni polmoni. Cristo
santo!
Com’era sexy…
-Ti sei mai guardata in viso mentre godi, Ally?- mi provocò,
mentre una sua mano si poggiava sul mio ginocchio, risalendo lentamente
lungo la coscia, e soffermandosi a delineare il bordo delle
autoreggenti. Deglutii sonoramente e poi scossi la testa incapace di
proferire parola perché la gola mi si era improvvisamente
seccata. Jasper mi faceva sempre questo effetto e mi eccitava da morire
questo suo atteggiamento dominante durante il sesso. Così
diverso dalla dolcezza che lo caratterizzava nel nostro rapporto
quotidiano...
-Così non va, Ally… rispondimi… dillo
ad alta
voce- mi ordinò perentorio, stringendo la mano sulla mia
coscia
e facendomi gemere forte. Dio, il suo tocco, le sue parole…
mi
mandavano in estasi!
-No…- ansimai, incapace di proferire altro.
-No… cosa?- domandò implacabile.
-No… non mi sono… m-mai guardata…-
balbettai con
il respiro già affannato. Un sorriso carico di promesse
inebrianti si dipinse sul suo volto stupendo.
-Peccato… sei una vera delizia per gli occhi quando il
piacere
ti pervade… potrei venire solo a guardarti avere un orgasmo-
mi
confessò. Oddio! Un fremito intenso partì dal
collo e
scese lungo tutto la spina dorsale facendomi rabbrividire. Il mio corpo
rispondeva alle sue parole e ai suoi tocchi come fosse stato creta da
plasmare nelle sue mani.
-Lo senti, Ally? Tu mi vuoi… lasciati andare,
bambolina… non opporre alcuna resistenza perché
è
inutile… stanotte io ti regalerò un piacere
immenso… come non hai mai provato in vita tua…-
continuò con voce sempre più roca. Merda! Ero
già
andata! Completamente in mano sua… avrebbe potuto chiedermi
qualsiasi cosa e non avrei trovato la forza di oppormi!
Neanche avesse posseduto un radar che potesse scoprire il livello della
mia eccitazione, la sua mano scostò il filo del mio perizoma
per
poi accarezzarmi delicatamente.
-Mmm… senti qui… il tuo corpo non
mente… sei
bagnata e bollente… per me… cazzo, mi fai
impazzire!-
mormorò, approfondendo il contatto. Il respiro mi si
mozzò in gola e vidi nello specchio le mie gote colorarsi
ancora
di più. I suoi occhi non lasciarono i miei neppure per un
attimo, e quando la sua mano continuò quella dolce tortura
gettai la testa indietro e li chiusi per il troppo piacere. La mano
libera si intrufolò nei miei capelli e mi riportò
la
testa in posizione eretta.
-Apri gli occhi, Ally… non voglio che perdi nemmeno una
delle
tue mille espressioni mentre godi- mi intimò, stringendo
leggermente la presa sulla mia chioma, mentre si spingeva sempre
più a fondo. Oddio, mi mandava fuori di testa!
-Ahhh!- urlai, incapace di trattenermi per quelle sensazioni
meravigliose, e guardandomi per la prima volta mentre lui mi portava
sull’orlo dell’estasi. Proprio quando stavo per
lasciarmi
travolgere dal piacere, Jazz si interruppe lasciandomi una sensazione
di vuoto e freddo. Si abbassò a baciarmi la schiena nella
scollatura del vestito e poi le sue mani alzarono la stoffa
dell’abito, arricciandomela sui fianchi. Guidò il
mio
bacino un po’ verso di lui, facendomi piegare in avanti sul
comò e poi si abbassò accarezzandomi le natiche
completamente scoperte.
-Reggiti sul mobile, Ally… e non ti azzardare a chiudere gli
occhi. Se lo farai, smetterò all’istante, te lo
giuro!- mi
minacciò roco. Ero sua prigioniera, del tutto in balia di
quello
sguardo infuocato, del suo tocco e del tono della sua voce…
come
se fossi preda di un potente incantesimo…
-Mi hai sentito, gattina?! Rispondi!- tuonò.
-Sì, Jazz… terrò gli occhi…
aperti…-
ansimai, mentre un sorriso irriverente e bastardo gli illuminava il
volto.
-Brava la mia bambolina…- sussurrò, riprendendo
la piacevole attività che poco prima aveva interrotto.
-Oddio, Jay!- urlai, tentando di non crollare sotto il suo fantastico
assalto. Ero succube di un piacere immenso e quando pensai che le gambe
non mi avrebbero più retto, Jazz si alzò e
permise ai
nostri corpi di fondersi in uno solo, spedendomi all’istante
in
paradiso. L’orgasmo, scoppiato all’improvviso, fu
ampliato
e prolungato dai suoi movimenti… Oddio santo! Credevo di non
reggere più a tutte quelle scosse di piacere… il
cuore
martellava impazzito, la gola era inaridita e le gambe mi
tremavano…
-Reggiti forte!- ringhiò il mio uomo, con gli occhi
stralunati
dal godimento e fissi sul punto in cui i nostri corpi erano uniti.
-Ahh! Jazz… non ce la faccio… dio santo!- gridai
in preda
di nuovo a potentissimi spasmi. Il piacere ormai era
diventato un
tutt’uno col mio corpo e la testa mi girava.
Qualche istante dopo anche Jazz si lasciò andare facendosi
trascinare dal piacere; per poi crollare entrambi ansanti sul mobile
sotto di noi, a goderci il nostro paradiso…
Il tempo di riprendere fiato e poi sentii la sua lingua leccarmi la
schiena con dolcezza, alternando piccoli e delicati baci…
l’urgenza di poco prima era svanita e ora mi stava venerando,
riempiendomi di mille attenzioni, come ogni volta dopo un sesso
favoloso.
Continuavo a guardarlo attraverso lo specchio. L’amore e la
devozione che sprigionavano i suoi occhi erano così immensi
e
totali che spesso mi lasciavano senza fiato.
-Sei fantastica, principessa… ti amo da morire…-
mormorò quasi in adorazione.
- Anch’io ti amo più di ogni altra cosa al mondo,
Jay…- mormorai esausta, abbandonandomi tra le sue braccia e
lasciandomi cullare dalla sua stretta vigorosa.
-Adoro fare l’amore con te…- gli confessai con un
sospiro,
osservandolo quasi in adorazione in quegli occhi carichi di amore.
-Abbiamo tutta la notte per noi e potremo fare l’amore in
tutti i
modi che desideriamo- mi rassicurò, tentando di riprendere
il
controllo del suo corpo e della sua mente; -Ora però voglio
dedicarmi a te… è l’ora del mio regalo,
amore mio.
Devo ammettere che mi hai veramente stupito. Non pensavo che avresti
resistito fino a quest’ora per sapere cosa ti avevo regalato-
mi
confessò sghignazzando.
La sorpresa mi fece spalancare gli occhi.
-Regalo?!- esclamai confusa; -Ma tu me lo hai già dato!-
continuai. Lui e i ragazzi mi avevano offerto una serie di trattamenti
per il corpo per un intero weekend nella nuova SPA di Port Angeles.
Dono ancora più apprezzato, visto che Jazz aveva aggiunto la
quota per poter trascorrere quel weekend con me!
-Piccola, pensavi davvero che mi sarei limitato a farti un regalo di
gruppo?! Non mi conosci ancora bene, allora… dovresti aver
capito ormai come sono fatto… Alice io ti amo
così tanto
che farei di tutto per te!- mormorò, baciandomi
delicatamente le
labbra, ma senza approfondire il bacio. Si allontanò un
attimo
da me e da un cassetto tirò fuori un pacchetto quadrato
fasciato
con una carta rossa e un fiocchetto bianco. Oddio! Era una scatolina
dalle dimensioni molto piccole e che probabilmente conteneva qualcosa
di prezioso. Mi prese per mano e andò a sedersi sul letto,
facendomi accomodare sulle sue gambe, porgendomi poi il pacchetto. Lo
afferrai emozionata e poi, con delicatezza, tolsi la carta e mi
ritrovai tra le mani una scatoletta di morbido velluto blu. La aprii e
dentro vi era uno splendido braccialetto!
Mi portai le mani alla bocca, completamente scioccata dalla
magnificenza di quel regalo. Non osavo nemmeno pensare a quanto potesse
aver speso, ma in fondo chi se ne importava? Era un regalo
straordinario!
-Jay… oh mamma! Ma sei impazzito?! E’ splendido,
ma non era il caso…- interruppe subito le mie rimostranze.
-Alice, forse ancora non mi sono spiegato abbastanza bene. Tu sei tutto
per me, sei la mia vita, la persona più importante e non mi
stancherò mai di ricoprirti di regali degni di te-
dichiarò, facendomi battere forte il cuore; -Quel weekend a
Seattle ho visto come ti brillavano gli occhi ogni volta che il tuo
sguardo incrociava uno di questi braccialetti… Ti piace
davvero?- si preoccupò. Stava scherzando?! Era magnifico e
le
pietre brillavano in maniera fenomenale. Mi aiutò a
indossarlo,
mentre io continuavo a rimirarlo affascinata.
-Lo adoro! Oh Jazz, grazie! E’ davvero eccezionale e anche io
ti
amo da morire!- esclamai, buttandogli le braccia al collo e spingendolo
sul letto, facendolo ridere felice.
-Voglio fare l’amore con te con solo questo
addosso…-
sussurrai sulle sue labbra, mordicchiandogliele. Sentivo la sua
erezione, non ancora del tutto scemata, riprendere vigore sempre
più e premere sul mio bacino, mentre le sue mani iniziavano
ad
accarezzarmi la schiena.
-Dio, Ally! Questo vestito mi ha fatto impazzire per tutta la sera! Sei
sexy da morire e molti ragazzi non riuscivano a toglierti gli occhi di
dosso. Ma tu sei mia… solo mia e di nessun altro…
non mi
lasciare mai, amore… potrei morirne…- mi
rivelò,
alternando le parole a baci roventi lungo il mio collo. Oddio, quel
ragazzo era più incandescente di un incendio!
Riprendemmo da dove avevamo lasciato poco prima, per dare inizio alla
notte più infuocata della mia vita!
Pov
Bella
Aprii gli occhi lentamente. Oddio santo! Dopo essere stata un bel
po’ sul pavimento, mi sentivo tutta anchilosata e
indolenzita! Mi
stiracchiai, voltandomi sull’altro fianco, ma un dolore alla
schiena mi fece scattare a sedere. Mi guardai intorno confusa e tutto
ciò che era successo nella notte mi tornò alla
mente… con il ricordo mi invase prepotente anche la rabbia.
La sera precedente, dopo una bella lavata di capo a Edward a causa
della solenne incazzatura di Alice per come aveva maltrattato i suoi
vestiti, ero riuscita a strappargli la promessa che l’avrebbe
finita una volta per tutte con la storia di quella ridicola guerra tra
lui e Jasper. Sembrava tutto a posto e Edward e SC erano pimpanti e
parecchio su di giri, pronti per una serata bollente…
Avevamo appena iniziato a coccolarci un po’, pronti a
tuffarci in
una notte di pura passione, quando ad un tratto un suono terribilmente
fastidioso e intermittente aveva attirato la nostra attenzione. Quel
rumore mi aveva risvegliato vecchi ricordi lontani… ma
più provavo a rammentare e meno riuscivo a metterli a fuoco.
Avevo tentato di riportare alla mente guasti nei tubi o rumori strani
dovuti all’impianto di riscaldamento, ma nulla mi sembrava
confermasse quel terribile fastidio…
L’eccitazione iniziale purtroppo era andata via via scemando:
più volte avevamo cercato in giro, accendendo anche tutte le
luci, spostando tappeti e alcuni mobili; ma ogni volta sembrava che il
suono si spostasse in un altro punto della stanza. Ero tremendamente
frustrata e innervosita; e il mio fidanzato si era parecchio
infastidito. Quando intuimmo che senz’altro si trattava
dell’ennesimo scherzo di Jazz per vendicarsi
dell’umiliazione durante la serata davanti a tutti i nostri
amici, Edward avrebbe voluto compiere all’istante la sua
nemesi,
continuando quella faida. Eh no, era ora di farla finita!
Manco a dirlo ne era nata una discussione tra noi, a causa di quella
che io consideravo solo una tremenda seccatura. Avevo tentato di non
irritarmi più del dovuto; ma quando poi Edward aveva
sbottato
accusandomi, neppure troppo gentilmente, di essere esagerata e che
avrei dovuto lasciarlo fare, mi ero innervosita a causa del suo
atteggiamento bambinesco; e incapace di sopportare oltre
quell’odioso ronzio che stava mettendo a dura prova i miei
nervi,
avevo lasciato la stanza sbattendo la porta e lasciandolo lì
come un cretino. In quel momento l’unica cosa che avrei
desiderato fare era buttare giù dal letto mio fratello e
costringerlo a cedermi il suo posto accanto a Alice, visto che la colpa
della mia serata andata in fumo era solo sua. Mi ero convinta che,
incazzata com’era Alice, la coppietta non si stava di certo
dilettando in attività piacevoli; ma quando mi ero
avvicinata
per bussare alla loro porta i gemiti che risuonavano
dall’interno
mi avevano fatto desistere dal mio intento e li avevo lasciati al loro
passatempo, contenta che almeno qualcuno si stesse divertendo.
Evidentemente la forza di volontà della mia cara cognatina
nel
resistere al fidanzato era pari alla mia della sera precedente:
pressoché nulla!
Avevo così optato per scendere al piano inferiore e trovarmi
un’altra sistemazione. Alla fine, esasperata, ero crollata
sul
tappeto, coprendomi con un asciugamano della dependance.
-Ehi, Bella!- mi sentii chiamare in un sussurro. Mi voltai e vidi Alice
sulla porta della cucina che mi faceva cenno di seguirla. Mi alzai e la
raggiunsi, sedendomi al bancone di fronte a una tazza fumante di
cioccolata bollente che mi aveva preparato con molta premura. Dio, ti
ringrazio!
-Ciao, tesoro- mi salutò abbracciandomi; -Scusami per averti
investito in quel modo ieri sera- si dispiacque.
-Non preoccuparti! Ho già dimenticato. E anche se non fosse
stato così, dopo questa gentilezza sei già
perdonata!- la
rassicurai, indicandole poi la tazza contenente la prelibata bevanda.
-Ora la mia furia è più dirottata verso quei due
cretini
che si professano nostri fidanzati. Ho una rabbia che non hai idea! E
se non bastasse il nervoso mi sento tutta indolenzita- mi lamentai. Non
era certo colpa sua se avevo dormito per terra.
-Comprendo benissimo. Senti volevo proporti un piano…
così finalmente metteremo fine a questa stupida faida una
volta
per tutte- sussurrò con atteggiamento cospiratorio.
-Oddio, ti ringrazio! Ti prego dimmi tutto! Sono disposta a qualsiasi
soluzione- accettai con entusiasmo; -Ieri sera ero riuscita a strappare
la promessa a tuo fratello che ci avrebbe dato un taglio. Ma con lo
scherzetto di stanotte di Jazz credo che stamattina saremo punto a capo
ed io non ne posso davvero più! Un bel gioco dura poco!- le
spiegai, infervorandomi.
-Completamente d’accordo, sorella!- esclamò
dandomi un
poderoso cinque; -Stanotte Jazz mi ha spiegato come si è
vendicato ed ero certa che stamattina saresti stata la mia
più
preziosa alleata per far terminare questa assurdità- mi
rivelò.
-Ti prego dimmi cosa diavolo ci ha infilato in camera quel demente di
mio fratello, perché mi sto scervellando da ore e proprio
non
riesco a ricordare cosa possa essere- la scongiurai. Alice mi
spiegò ogni particolare e subito mi venne in mente quel
giochino
maledetto. Probabilmente Edward, verso la mattina, era riuscito ad
addormentarsi perché quell’aggeggio malefico aveva
esaurito la carica delle pile; ma senz’altro doveva essere
parecchio snervato pure lui e non avevo comunque la più
pallida
idea di come avesse fatto a resistere tanto.
Alice mi spiegò il suo piano di contrattacco e mi
trovò
perfettamente d’accordo. Finimmo di fare colazione in santa
pace
e poi preparammo ogni dettaglio. Pian piano la cucina si
animò e
alla fine ci ritrovammo quasi tutti seduti al tavolone della sala da
pranzo a chiacchierare in allegria. Dopo poco ci raggiunsero anche
Jasper e Edward. Io non lo degnai di uno sguardo ma, con la coda
dell’occhio, notai che continuava a fissarmi con
un’espressione dispiaciuta sul volto. Non avevo nessuna
intenzione di rovinarmi la domenica, passandola a litigare con il mio
ragazzo; ma volevo che capisse che lui e Jazz avevano esagerato e che
dovevano darsi una regolata visto che non eravamo più
all’asilo. Quindi resistetti ancora senza badare molto a
ciò che faceva, anche se sarei volata volentieri tra le sue
braccia per farmi dare un buongiorno decente. Quel ragazzo era una
droga e senza i suoi meravigliosi baci andavo in crisi di astinenza.
Finita la colazione, io e Alice lasciammo quei due personaggi
lì
al tavolo a terminare il pasto; con perfetta nonchalance ci dirigemmo
insieme alle altre (già messe al corrente di tutto) al piano
superiore per ultimare ogni più piccolo dettaglio. Nel giro
di
un quarto d’ora avevamo tutto quanto pronto. Per fortuna io e
Rosalie avevamo avuto dei buoni insegnanti per mettere in pratica certi
dispetti… e Leah non era da meno, visto che era sempre stata
un
maschiaccio.
-Ehi, arrivano!- ci avvertì Angela che era rimasta di
vedetta
per controllare che nessuno ci beccasse in flagranza di reato. Non
eravamo certe che gli altri ragazzi, se avessero saputo cosa avevamo
intenzione di combinare, avrebbero tenuto la bocca chiusa…
gli
uomini erano peggio delle donne quando si trattava di pararsi il culo a
vicenda.
Noi cinque, facendo finta di nulla, ci mettemmo a chiacchierare proprio
davanti alle scale.
Ora veniva il difficile: Edward e Jasper avrebbero dovuto entrare nelle
stanze nello stesso secondo, altrimenti si rischiava che uno dei due
riuscisse a defilarsi prima di subire lo scherzo. Per un attimo ebbi il
terribile dubbio di aver esagerato, e dall’espressione tesa
di
Alice anche lei dovette pensare la stessa cosa. Per non parlare del
fatto che, anche se l’idea era stata sua, forse si sentiva
ancora
più in colpa di me, visto che aveva trascorso una notte
meravigliosa con Jazz e che il bracciale che le aveva regalato era
stupendo. Ma il nostro senso di colpa svanì tanto
velocemente
come era sopraggiunto, quando vedemmo Jazz e Edward ridere e scherzare
allegramente tra loro, dandosi cameratesche pacche sulle spalle, come
se niente fosse. Gli uomini erano veramente incredibili! Loro si
stavano divertendo un mondo ed ero certa che non avessero nessuna
intenzione di smettere! Mentre noi ragazze eravamo furibonde!
Dopo quella scenetta, con un’occhiata complice tra me e Alice
capii che per fortuna anche ogni sua remora era andata a farsi friggere!
-Ehi ragazze! Che fate qui?- ci chiese Jazz, meravigliandosi del luogo
che avevamo scelto per chiacchierare. In effetti con tutte le stanze
che c’erano in casa, poteva sembrare un tantino insolito.
-Senti, Jazz! Noi donne dobbiamo parlare! Quindi aria! Se non si fosse
trattato di delicate questioni femminili saremmo rimaste in sala da
pranzo con voi, no?- lo ammonì prontamente Leah. Grande! Non
le
mancava mai la parola. Nel frattempo ci raggiunsero anche Jake, Emmett
e Ben.
-Via maschi! Avete sentito?! Tutti quanti!- incalzò Rosalie,
che non vedeva l’ora di assistere alla scena.
-Mamma mia, quanta acidità, ragazze! Calmatevi!- si difese
mio fratello, alzando le mani in difesa.
-Dai, Jazz, lasciamole perdere… avranno i loro argomenti
mensili! Invece noi vogliamo vedere questa cavalletta portentosa!-
esclamò Emmett avvicinandosi alla nostra camera da letto.
Cazzo,
no! Non potevano infilarsi tutti in camera nostra… non
avrebbe
funzionato un tubo!
-Eh no!- urlai, fingendomi incazzata e sperando che le mie scarse doti
da attrice non mi tradissero all’istante; -Io ho dormito per
tutta la notte su un tappeto per terra. Anzi… dormito per
modo
di dire!- mi lamentai, fissando Edward in cagnesco; -Nessuno entra in
camera mia a cercare un bel nulla! Più tardi farete quello
che
vi pare, ora io me ne vado a letto!- esclamai. Un attonito silenzio
calò nel corridoio.
Bè, ero stata brava!
-Bella, per favore… posso entrare in camera con te e
parlarti un
minuto prima che ti addormenti?- mi chiese titubante Edward, con due
occhioni che esprimevano tutto il suo dispiacere. Dio che cuccioloso!
No, non dovevo lasciarmi distrarre da quegli occhi traditori!
-Certo, Edward. Finisco con le ragazze e arrivo subito. Inizia ad
aspettarmi in camera- gli ordinai perentoria, prima che decidesse di
farlo lì in corridoio.
-Anche tu, Jazz! Aspettami in camera perché ho bisogno di un
ripasso… la spiegazione di ieri sera non mi basta- gli si
rivolse Alice maliziosa, tentando di farlo entrare nella stanza. Era un
asso! Sapeva come prenderlo e infatti gli occhi di mio fratello si
illuminarono speranzosi. Merda! Edward stava già abbassando
la
maniglia mentre Jazz stava ancora facendo la radiografia alla
fidanzata! Accidenti alla tempistica!
-Edward, aspetta!- lo fermai. Lui si voltò, con ancora la
mano
sulla maniglia, proprio nel momento in cui Alice fece cenno a Jazz di
andare. Quando anche mio fratello afferrò
l’impugnatura
per aprire la porta, mi rivolsi di nuovo a Edward.
-No, no, niente! Tranquillo, arrivo subito- lo liquidai. Lui
sospirò e poi finalmente entrambi entrarono in camera nel
medesimo istante... un millisecondo dopo furono investiti da due secchi
ciascuno, uno pieno di acqua gelida e l’altro pieno di
farina. Le
urla disumane che lanciarono risuonarono per la casa, facendo accorrere
anche tutti i ragazzi di La Push, mentre tutti noi spettatori avevamo
iniziato a ridere a crepapelle.
-Vi arrendete? Mai mettersi contro le donne!- esclamò Alice.
Io
mi avvicinai, mentre entrambi ancora sbalorditi e completamente
impiastricciati di acqua e farina tentavano di togliersene un
po’
dal viso.
-Ma che cazzo…- tentò di lamentarsi mio fratello,
ma lo interruppi subito.
-E con questo dichiariamo chiusa tutta la vostra infantile faida.
Stavolta ve la siete cavata a buon mercato, ma se decideste di
continuare con gli scherzi, il sesso ve lo scorderete per almeno un
mese! E stavolta neanche il padre eterno ci smuoverebbe dai nostri
propositi! Attenti perché saremmo anche disposte a rivelare
a
papà e Esme che di notte vi intrufolate nelle nostre
camere!-
spiegai loro.
-Siamo state chiare?!- ribadì Alice, con un’aria
minacciosa.
-Chiarissime!- intervenne Emmett.
-Cristalline!- sbuffò Edward.
-Mi assicurerò io stesso che non facciano più
danni
perché non ho nessuna intenzione di rinunciare ai miei raid
notturni per colpa di questi due fessi che si sono fatti fregare dalle
rispettive sorelle, nonché fidanzate! Che delusione,
ragazzi!-
li schernì il fratello orso, facendo aumentare le
già
fragorose risate dell’intera combriccola.
In un attimo sia io che Alice venimmo afferrate dai rispettivi
fidanzati che iniziarono a strusciarsi addosso, sporcandoci e
impiastricciandoci tutte.
-Andiamo a farci la doccia, micetta! Abbiamo un discorso in sospeso io
e te!- mi sussurrò Edward all’orecchio con un tono
roco;
-E scusami per stanotte- aggiunse.
-Perdonato- lo rassicurai, lasciandomi trascinare all’interno
della nostra stanza. A pulire avremmo pensato dopo… molto
dopo!
Ciao
ragazze!
Finalmente è uscito BD! Chi di voi si
è già fiondata a vederlo?! Beate voi! Io andrò domenica sera (Sara non sapeva ancora) e non vedo l'ora. Non resisto
più dalla voglia di godermi il mio Rob per ben due ore!
Ora passiamo alla storia. Con questo capitolo si
apre l'ultima fase prima dell'epilogo: il Natale! Avevamo lasciato la
nostra famigliola a inizio novembre con il compleanno di Alice e dei
gemelli Swan, e ora faremo un salto temporale di un mese e mezzo.
Saranno capitoli in cui si tireranno un po' le conclusioni sui loro
pensieri riguardo il futuro e in cui si respirerà un clima
familiare all'insegna dell'amore, della serenità e della
gioia. Ci saranno solo pov Edward e Bella, ma vi racconteremo delle
altre coppie attraverso loro.
Per chi se lo stesse chiedendo, non sappiamo ancora quanti capitoli
saranno. Per ora ne abbiamo già scritto due e un altro
è in fase di scrittura. Comunque non più
di tre o quattro. Vedremo... ormai, capitolo più o
capitolo meno, siamo comunque alla fine.
Ringraziamo come sempre tutte le nostre lettrici (e lettori
naturalmente se ce ne sono) che continuano a seguirci con affetto.
Diamo il benvenuto alle nuove lettrici.
Grazie a chi ci ha inserite nelle preferite (327),
nelle seguite (481)
e nelle ricordate (105),
e chi come autrici preferite (107).
GRAZIE VI VOGLIAMO BENE!
Ora basta ciarlare e vi lasciamo al chappy!
Per l'anteprima del prossimo capitolo vi aspettiamo domenica sul nostro
blog!
Era
il primo pomeriggio della vigilia di Natale…
Dopo
che Jasper
aveva ricevuto una misteriosa telefonata, tutta la famiglia era saltata
sul minivan di Charlie ed eravamo partiti per una destinazione
misteriosa. Solo Jazz, Bella e lo sceriffo sapevano quale fosse la
nostra meta; Alice era stata addirittura bendata perché la
sorpresa era soprattutto per lei, visto che si trattava del suo regalo
di Natale da parte del fidanzato.
Così
per
tutto il viaggio avevamo dovuto sopportare i lamenti di mia sorella per
essere l’unica a non poter vedere nulla, mentre Jasper
tentava di
arginare in qualche modo l’agitazione del folletto per la
curiosità di sapere cosa la aspettasse.
Io,
tutto
sommato, stavo alla grande: tenevo Bella tra le mie braccia,
continuando a riempirla di baci sul viso e sul collo per tentare di
corromperla e farmi confessare dove eravamo diretti; ma la furbacchiona
si stava godendo tutte le coccole senza però lasciarsi
scappare
nemmeno una parola al riguardo. I suoi mugolii d’approvazione
erano incessanti, ma le informazioni… zero!
L’unica
indicazione di cui ero a conoscenza era che Charlie e Bella non avevano
avuto nessuna esitazione a saltare in auto per accompagnare Jasper ed
Alice ovunque dovessero recarsi. Bella mi aveva rivelato che non si
sarebbe mai persa la visione della consegna di quel regalo: in effetti
aveva abbandonato subito la preparazione del suo dolce natalizio per
infilarsi la giacca e fiondarsi in garage, senza scordare naturalmente
di trascinarmi con lei.
Alla
fine eravamo partiti tutti quanti, anche per poter trascorrere la
giornata della vigilia insieme.
-Ehi,
Charlie!-
attirò la sua attenzione Emmett; -Non stai correndo un
po’
troppo?! Guarda che lo sceriffo da queste parti è un
po’
fissato con le regole e se ti ferma… come minimo ti sbatte
al
fresco!- lo schernì, facendoci scoppiare tutti a ridere.
-Ah
ah! Ma che
spiritosone, figliolo! Questa è una questione di emergenza e
penso proprio che lo sceriffo chiuderà un occhio…
lo
conosco ed è un tipo veramente in gamba!- gli rispose,
suscitando ancora di più la curiosità in noi.
Emergenza
addirittura?! Ma non era un regalo? Di che emergenza si trattava?
-Uffaaaa!
Voglio sapere dove stiamo andando!- si lamentò per
l’ennesima volta Alice.
-Amore
mio, lo
sai che puoi fidarti di me… vedrai, ne varrà la
pena!-
tentò di tranquillizzarla Jazz, per poi tapparle la bocca
con un
bacio appassionato. Di solito mi dava parecchio fastidio vedere certe
effusioni tra loro, ma stavolta ringraziai il cielo per i metodi di mio
cognato perché mia sorella stava diventando davvero
insopportabile!
Nel
frattempo
diedi un’occhiata alla magia del paesaggio innevato che
sfrecciava velocemente fuori dal finestrino e d’improvviso
compresi subito dove ci stavamo dirigendo… c’ero
già stato!
-Ah!
Ho
capito…- esclamai trionfante; -Anche se però ora
sono
più confuso di prima… non riesco proprio a
intuire cosa
potresti averle regalato, Jazz…- tentai di raccapezzarmi,
sperando che mio cognato, accomodato sul sedile davanti al mio, mi
facesse almeno un cenno o mi mimasse di cosa si trattava.
Niente,
nada,
zero… era peggio di una sfinge! Immobile, senza mutare la
sua
espressione indecifrabile, non mi degnò neppure di uno
sguardo,
continuando ad accarezzare la testa sbarazzina di mia sorella.
Mmm…
che nervoso! E che voglia tremenda di tirargli un coppino tra capo e
collo!
Bene,
mi sarei rivolto a qualcun altro…
-Non
riesco
proprio a convincerti in nessun modo a darmi qualche indizio,
cucciola?- provocai la mia fidanzata, intrufolando la mano sotto la sua
giacca e accarezzandole all’istante una morbida collina.
Lei
trattenne il respiro per la sorpresa e poi mi sorrise, scuotendo la
testa. Brutta streghetta!
-Questa
me la
paghi, gattina… lo sai?- le sussurrai roco
all’orecchio.
Era bastato quel piccolo contatto a farmi venire una voglia assurda di
lei: erano ben quattro giorni che purtroppo ci era toccata una totale
astinenza… ed ero arrivato al limite! Certo,
l’inventiva
per sopperire al rapporto completo non ci era mancata, ma il baffuto
sceriffo era stato più tignoso del solito… quello
precedente al Natale era stato insomma un periodo parecchio
difficile…
Alle
mie parole
Bella si voltò e, con un sorriso malizioso in viso, mi
accarezzò sensualmente una coscia, risalendo per poi
fermarsi
proprio a pochissimi centimetri dal mio amichetto…
-Non
ti
preoccupare, amore… saprò farmi perdonare,
stanotte… ho una piccola sorpresa per te- mormorò
con
tono che di innocente aveva ben poco. Oh porco…
Super
Cullen,
già stuzzicato dalla vicinanza della sua mano, si
svegliò
all’istante e complici sia i nostri giacconi (che ci
nascondevano
a occhi indiscreti), sia la nostra postazione (strategicamente avevo
occupato i sedili posti in fondo all’auto), afferrai la sua
mano
facendola risalire ancora fino a posarsi proprio dove la desideravo.
Ohh… sì!
Trattenni
a
stento un gemito quando Bella strinse un po’ la presa,
muovendo
la mano e procurandomi una scossa di piacere anche attraverso la stoffa
dei jeans.
-Vuoi
dire che finalmente… è già tutto
finito?- le chiesi speranzoso.
-Sì,
amore… il ciclo mi è passato e sono pronta a
recuperare i
giorni che ci siamo persi- mi rispose, con una luce di puro desiderio
negli occhi. Oddio, che voglia immensa di scoparmela!
Per
carità, anche il petting regalava un mondo di
soddisfazioni… ma io volevo immergermi nel suo corpo
bollente,
possederla e farla godere in mille modi diversi… ne avevo un
bisogno disperato!
Con
un mugugno
di pura frustrazione decisi che però avrei dovuto darmi una
calmata, dato che a mio avviso eravamo quasi giunti a
destinazione… non potevo scendere con quell’enorme
e
fastidiosa erezione tra le gambe: le battute di Emm sugli equini si
sarebbero sprecate!
Il
mio cervello
mi rendeva tutto ciò perfettamente ragionevole…
ma non
era quello l’organo che mi stava governando in quel
momento…
-Ti
trovo
tremendamente erotica quando mi provochi in queste
situazioni…
diciamo azzardate e pericolose… mi fai sesso da paura!- le
confessai bisbigliando al suo orecchio, incapace di resistere a quel
potente turbine di lussuria.
-Hmm…
anche tu, Cullen… anche tu!- gemette. Ah cazzo: il mio
cognome,
no! Quella femmina era per me pura dinamite!
-Sai,
ho
scoperto che mi piace il pericolo… è un potente
afrodisiaco! Molto, molto eccitante, non trovi?- mi irretì,
facendomi rabbrividire dalla voglia di lei.
-Il
pericolo
è il mio mestiere, gattina… Dio, non sai quanto
ti
voglio… ora…- le soffiai sull’orecchio.
Dopo
averle
scostato i capelli, iniziai a sfiorarle il collo profumato con la punta
del naso, gustandomi l’odore della mia ragazza…
Dio, che
meraviglia!
Rapito
da
quelle sensazioni afrodisiache, cominciai a riempirla di baci, muovendo
le labbra su e giù lungo il collo… sentivo il
mento
ispido di barba strusciare contro quella pelle setosa, liscia e morbida
come una pesca… ma i suoi mugolii d’approvazione
mi
convinsero a continuare… evidentemente non le davo troppo
fastidio! Sogghignai compiaciuto: adoravo rendere inerme la mia donna,
ridurla in mio potere… saperla mia riusciva ad esaltarmi
come
nient’altro al mondo!
Continuai
perciò quella lenta tortura, implacabile. Per tutta risposta
Bella rafforzò la presa sulla mia eccitazione, mandandomi
ancor
di più su di giri. Ah sì? Voleva la guerra?!
-Sai
resistere
senza farci scoprire, Bella?- la provocai con un ghigno soddisfatto. Al
suo silenzioso annuire, decisi di sfidarla… e iniziai ad
osare
di più: con la punta della lingua accarezzai la pelle
delicata
dietro il lobo fino ad arrivare sotto la gola… poi tornai
indietro e mordicchiai il lobo…
-Oh…-
mugolò lei, incapace di resistere all’impeto del
mio assalto.
-Shh,
basta!
Dateci un taglio, voi due, perché state facendo eccitare
pure
me!- ci ammonì mio fratello con sguardo truce. Che cazzone!
-E
visto che la
mia orsacchiotta si trova sul sedile davanti al mio, io non posso
trovare uno sfogo come si deve! Come penso stiate facendo voi in questo
momento… dov’è la tua santa manina,
Bellina cara?!-
ci strigliò, facendo arrossire all’inverosimile la
mia
ragazza che tolse al volo la mano, riportandola in bella vista, con un
mio sbuffo di protesta. E che palle!
-I
cazzi tuoi,
mai?! Eri solo invidioso!- bisbigliai incazzato nero per la brusca
interruzione. Super Cullen stava già protestando con
dolorose
fitte e pulsazioni… povera bestia!
-Dovere,
Eddy!
Sono o non sono il maggiore? Ho il compito di controllarti e riportarti
sulla retta via, no?- ribadì con un sorriso soddisfatto per
averci rotto le uova nel paniere.
-Vedrò
di ricambiare il favore con sollecitudine, non appena cadrai nel
peccato, fratello Emmett- gli ringhiai in risposta.
Bella
scoppiò a ridere di fronte al nostro battibecco, attirando
l’attenzione su di noi.
-Ehi,
che c’è, ragazzi?- ci chiese la mamma curiosa.
-Niente,
Esme… è che i tuoi figli non ce la fanno
più.
Vogliono a tutti i costi sapere quale sia il regalo, tanto che si fanno
i dispetti a vicenda come due bambini capricciosi!- ci salvò
prontamente Rosalie, che aveva di certo udito l’intera nostra
conversazione.
Io
ed Emmett
sbuffammo in sincrono, incrociando le braccia al petto, imbronciati.
Poi Rosalie si voltò improvvisamente con
un’espressione
stupita in viso e fissò prima Jasper, accanto a lei, e poi
Bella.
-Oddio!
Non
può essere! Se è quello che dico io…-
si
bloccò appena in tempo; evidentemente era riuscita a mettere
insieme tutti i pezzi, a differenza nostra. Bella le sorrise e
annuì con vigore.
-Wow!
Ma
è fantastico! E’ un regalo stupendo…
Jazz, sei
troppo dolce! Alice vedrai che ne sarai entusiasta!-
continuò la
cugina, agitandosi sui sedili e facendo ripartire le lamentele di noi
ragazzi Cullen per essere rimasti gli unici all’oscuro di
tutto.
-Ragazzi
miei,
siete peggio dei bambini! Anch’io non ho idea di quale sia il
regalo… ma mica sto facendo tutte queste storie!- ci riprese
la
mamma; -Prendete esempio da me! Ora rilassatevi e godetevi la piccola
gitarella. Poi, in privato, vi vendicherete con le vostre rispettive
metà, come d’altronde ho intenzione di fare io con
mio
marito!- ci spiegò tranquilla.
-Esme!-
urlarono all’unisono i membri della famiglia Swan, indignati.
La mamma scoppiò a ridere.
-Mi
spiace, ma
che credete? Alice ha preso da me la curiosità… e
entrambe non riusciamo a trattenerci, anche se si tratta di una
sorpresa. E tu, Charlie, lo sai benissimo, traditore! Nascondere le
cose a tua moglie! Vergogna!- dichiarò incrociando le
braccia al
petto, fulminandolo con un’occhiataccia, mentre lui deglutiva
a
vuoto.
-Tesoro,
ma io
non c’entro niente! E’ colpa di mio
figlio… è
lui che mi ha obbligato al silenzio. Prenditela con lui!-
tentò
di difendersi lo sceriffo, facendoci sogghignare nel vederlo
così in difficoltà.
-Papà!
Un po’ di orgoglio, per favore!- lo pregò Jasper,
scuotendo la testa; -Non puoi farti rigirare come un calzino!- lo
rimproverò ridendo.
-Orgoglio?!
Con
questa donna?! Non voglio mica morire giovane, io! Tu non sai con chi
hai a che fare! Quella puffetta accanto a te non è sadica
nemmeno un terzo della madre!- si difese lui col figlio.
-Ehi!
Charlie, non sei per niente carino, uffa!- si lamentò Alice
per il termine con cui l’aveva apostrofata.
-Bè,
è la verità, nana!- incalzò Emmett,
guadagnandosi
un pizzicotto da Rosalie, ma un cinque dal sottoscritto.
Poi
Charlie si
rivolse di nuovo alla mamma, tentando di avvicinarsi, mentre lei si
appiattiva contro la portiera dell’auto per allontanarsi e
non
dargli soddisfazione.
-Mi
vendicherò… vedrai!- sibilò mia mamma.
-Amore
mio
dolcissimo… vendetta?! Non ti sembra un po’
esagerato? E
poi che tipo di vendetta?- si interessò, palesemente
preoccupato, mentre noi non ce la facevamo più dal ridere.
-Indovina
un
po’, tesoro mio…- lo avvertì, facendolo
sbiancare.
Brava mamma! L’astinenza era la migliore
soluzione…
sempre! Specialmente se si trattava di loro due! E poi non volevo
neppure pensarli in determinate situazioni… bleah, era
più forte di me!
Charlie
fermò l’auto nel parcheggio: eravamo arrivati a
destinazione, per fortuna!
-Ok,
noi
andiamo. Non ho nessuna intenzione di perdermi un evento del genere per
ascoltare voi due che battibeccate sul fare o non fare sesso!-
esordì Bella con una smorfia schifata e scendendo al volo
dall’auto. La seguii a ruota insieme a tutti gli altri.
Poi
mi avvicinai e la abbracciai, baciandole la punta del naso.
-Non
ti
preoccupare tesoro mio, io non ho certo in programma di seguire i
consigli di mia madre. Nessuna vendetta simile da parte mia,
tranquilla!- la rassicurai.
Mi
fissò, inarcando vistosamente un sopracciglio, trattenendo a
stento una risata.
-Mi
vedi
preoccupata?! Chissà perché non ne avevo il
minimo
dubbio… tu che pratichi l’astinenza…ah,
ah!
Impensabile! Non ci crederei mai! Sarebbe pura utopia!- mi
schernì, mentre Rose le dava ragione.
-Dai
andiamo,
Cullen- mi incitò. A parte il solito brivido nel sentire il
mio
cognome fuoriuscire da quella bocca sensuale, per un momento la guardai
accigliato: era questa l’opinione che aveva di me la mia
donna?
Poi
mi riscossi, perché in fondo… bè,
aveva ragione! Scoppiai a ridere e la seguii nelle scuderie.
Appena
entrammo Claire ci venne subito incontro in un chiaro stato di
agitazione.
-Ciao
ragazzi! Esme, Charlie che piacere vedervi!- ci salutò
metà scossa e metà emozionata.
-Claire!-
esclamò Alice ancora bendata; -Wow! Siamo al ranch!-
urlò
entusiasmandosi, avendo riconosciuto la voce della proprietaria. Alice
aveva sempre amato gli animali… tutti quanti indistintamente
e
le lezioni di equitazione che da qualche tempo le stava dando Jasper le
piacevano da morire.
Jazz
le tolse la benda e le diede il tempo di riabituarsi alla luce, mentre
le ragazze salutavano Claire con abbracci e baci.
-Allora
Claire, come sta andando?- domandò Jazz preoccupato.
-Sta
procedendo
bene… è bravissima. Rob è di
là con il
veterinario, hanno detto che ci siamo quasi- ci spiegò,
facendoci strada. Oddio, ora cominciavo a capire!
Jazz
si avvicinò a Alice, tenendola stretta al suo fianco.
-Jazz…
è quello che penso io? Vuoi dire che il mio regalo
è la
possibilità di assistere in diretta al parto di Gipsy?!- si
emozionò, con gli occhi lucidi.
-Sì,
piccola mia… e non solo… ha detto il veterinario
che
potrai dargli una mano se ti farà piacere…-
confermò lui, sorridendole amorevolmente. Eh sì!
Ci aveva
azzeccato alla grande! Non poteva farle regalo migliore! Da quando
Alice aveva saputo che Gipsy era incinta non aveva fatto altro che
prendersi cura di lei ogni volta che venivamo al ranch. In questo
ultimo mese poi, cercava di venire almeno tre volte durante la
settimana e non aveva saltato un weekend: si era innamorata di quella
cavalla!
Alice
gettò le braccia al collo di Jasper e lo baciò
ripetutamente ringraziandolo di cuore. Poi assistei ad una scena
inaudita: mia sorella, la maniaca dello shopping, colei che mi aveva
fatto il culo perché le avevo un po’ spiegazzato i
vestiti
sul letto di Jazz, si tolse il pesante giaccone di qualche marca
preziosa, e (incredibile ma vero!) lo lanciò buttandolo a
terra
incurante del freddo pungente e del fatto che potesse sporcarsi! Infine
si catapultò all’interno del box.
-Ehi,
scricciolo! Sei arrivata, finalmente! Pensavamo non ce la facessi- la
accolse felice Robert. Lei contraccambiò, per poi salutare
il
veterinario con cui, nei giorni passati, aveva già preso
confidenza. Il dottor Cruiz aveva persino cercato di convincerla a
iscriversi a veterinaria al college, e Alice gli stava dando retta!
Forse avrebbe messo da parte la sua passione per il disegno…
la
cosa che più ci aveva stupiti era che Alice stava seriamente
prendendo in considerazione l’idea!
I
minuti
passavano e noi eravamo sempre più inquieti. Le ragazze
erano
emozionate e tentavano di alleviare la sofferenza della cavalla
accarezzandola e cercando di calmarla il più possibile.
Dopo
poco
tornò Claire portando del caffè caldo per tutti,
ma Alice
era così in tempesta che non voleva concentrarsi su altro
che
non fosse Gipsy.
-Alice,
calmati… Gipsy sente che sei agitata e rischi di farla
innervosire. E’ giovane e forte e vedrai che
avverrà tutto
nel modo più naturale possibile- tentò di
rassicurarla il
dottor Cruiz.
Alice
sospirò e si tranquillizzò un po’,
merito anche di
Jasper che andò a sedersi accanto a lei, mettendo la mano
sopra
la sua e accarezzando insieme il muso di Gipsy.
Di
colpo la cavalla si alzò e tutti si spostarono da una parte
per lasciarle tutto lo spazio possibile.
-Ci
siamo
ragazzi!- mormorò il veterinario, mentre il mio cuore si
mise a
correre impazzito. Mi sentivo anch’io turbato
all’idea che
quella povera cavalla potesse soffrire e di riflesso fui travolto da un
pensiero scioccante… sul mio futuro: chissà se un
giorno
mi sarei trovato di nuovo in una situazione del genere?
In
trepida attesa che un piccolo Cullen venisse al mondo… un
figlio mio e di Bella...
Cosa
avrei
fatto in quel caso? Come mi sarei comportato? Sarei stato capace di
starle accanto e confortarla, cercando di alleviare la sua sofferenza
nel travaglio o sarei stato un peso per lei perché troppo
nervoso e preoccupato?
Io
e lei eravamo due anime gemelle, ne ero sicuro! Due perfette
metà destinate a completarci a vicenda…
Ripensai
al
regalo che avevo scelto per lei… speravo davvero che le
sarebbe
piaciuto. Forse qualcuno avrebbe potuto affermare che fosse un
po’ esagerato, ma io ero certo che fossimo fatti
l’uno per
l’altra; e grazie al mio dono sarebbe stato chiaro al mondo
intero che lei era mia ed io ero suo!
A
quel pensiero
mi commossi ed ebbi la piena consapevolezza che in ogni avvenimento
della nostra vita io le sarei stato accanto con tutto l’amore
e
la tenerezza di cui ero capace… il futuro era
nostro…
perché saremmo sempre rimasti insieme…
Mi
voltai verso
di lei e la vidi che si mordeva il labbro inferiore, tesa ed
irrequieta, con gli occhi fissi sul puledro, ancora tutto ricoperto di
placenta, che pian piano stava venendo al mondo.
Nell’osservarla
così fragile e ansiosa il mio amore per lei si
intensificò e la mia voglia di proteggerla da qualsiasi
dolore
si fece sentire più prepotente che mai.
La
voce del dottor Cruiz mi strappò da quei pensieri sul mio
futuro.
-Aiutami
a
farla sdraiare, Alice… ecco brava
così… stai
andando benissimo… continua a parlarle dolcemente e ad
accarezzarla… il piccolo sta uscendo…- la
guidò,
mentre mia sorella era concentratissima sul suo compito. Aveva uno
sguardo ansioso, ma allo stesso tempo esprimeva un amore incondizionato.
Dopo
qualche minuto il cavallino era nato e stava già cercando di mettersi in piedi da solo sulle esili zampette.
Era stata la scena più emozionante a cui avevo mai assistito: il miracolo della vita!
Quando
la mano
calda di mia madre mi asciugò una guancia, con enorme
sorpresa
mi accorsi che stavo piangendo come un bambino. Mi sfregai in fretta
gli occhi, in imbarazzo, mentre lei mi fissava sorridendo e subito dopo
mi accorsi che tutti, compresi Jasper ed Emmett, eravamo nelle stesse
condizioni.
Esultammo
e ci abbracciammo a vicenda, per festeggiare il nuovo arrivato.
-Forza,
Alice! Decidi il nome- la invitò Robert, facendole sgranare
gli occhi.
-Davvero?!
Posso veramente?!- si meravigliò lei.
-Sì,
amore… è questo il mio regalo di
Natale… il nuovo
puledrino è tutto tuo!- le rivelò Jazz
lasciandoci tutti
senza fiato. Alice urlò e scoppiò a piangere
dalla
felicità e, ringraziandolo, strinse forte il suo ragazzo che
ricambiò immediatamente.
Bella
venne
accanto a me e mi abbracciò. Mi guardai intorno e vidi che
ognuno teneva tra le braccia la sua donna. Era un’atmosfera
bellissima e gioiosa: si respirava amore, serenità, ma
soprattutto… vita.
Da
quando
purtroppo mio padre se n’era andato, non avevamo
più
trascorso una vigilia di Natale così meravigliosa e
all’insegna dell’amore più totale.
Probabilmente la
mamma doveva pensare la stessa cosa, perché si guardava
intorno,
osservandoci con le lacrime che scendevano copiose, mentre Charlie
gliele asciugava amorevolmente. Sorrisi felice a quella visione e poi
Emmett fu il primo a riprendersi, riportando l’allegria e
incitando Alice a dare il nome a quello splendido cavallino.
Lei
ci pensò un po’, guardandolo.
-Sweet
Honey!
Sì, mi piace Sweet Honey!- esclamò mia sorella
d’un
tratto, attirandosi lo sguardo di noi tutti.
-Scusa,
Alice… ma che diavolo di nome è?! Non si mangia
mica!- ironizzai con una smorfia.
-E
poi,
sorellina è un maschio. Magari diventerà un
bellissimo e
forte stallone e avrà il nome di una femminuccia!- aggiunse
Emmett, con il suo solito chiodo fisso. Era incorreggibile!
-In
effetti,
amore mio…- ci diede ragione Jasper. Il classico cipiglio
testardo dei Cullen le si dipinse sul viso, mentre osservava Gipsy che
allattava il suo puledro.
-Sweet
Honey
è della piccola Alice e decide lei. Basta prenderla in
giro!- ci
rimproverò Robert, abbracciandola, mentre lei gli sorrideva
felice.
-Ok,
allora
è deciso: brindiamo a Sweet Honey!- esclamò
Claire, che
era tornata con un vassoio in mano pieno di flute ricolmi di champagne.
-Non
se ne parla proprio! Per loro aranciata! Lo sai che sono ancora
ragazzi!- la ammonì Charlie, indicandoci.
-Ragazzi
sì, papino… ma maggiorenni, ormai!-
precisò la mia Bella.
-Eh
no,
furbacchiona! Vi ricordo che per bere alcolici dovete avere ventuno
anni e mi sembra che nessuno di voi abbia ancora raggiunto
quell’età!- ribadì testardo
Claire,
posato il vassoio, diede uno schiaffetto sul braccio al baffuto tutore
della legge.
-E
dai,
Charlie! È un’occasione speciale! Non
sarà di certo
un bicchiere di champagne a portarli sulla cattiva strada. Non fare lo
sceriffo bacchettone, perché potrei anche raccontare
numerosi
aneddoti di quando eri ancora minorenne che non ti farebbero fare di
certo bella figura!- lo minacciò, meravigliandoci tutti
quanti.
-Effettivamente
prima di entrare in polizia non eri molto dedito alle regole, eh?!-
rincalzò Robert, dandogli un colpetto sulla spalla.
-Papà!-
esclamò Bella, fingendosi scandalizzata.
Charlie,
rosso come un peperone, si riprese subito dall’imbarazzo.
-Ehi,
signorina! Questo non cambia proprio nulla! Voi righerete dritto
comunque, altrimenti saranno guai! Sono stato chiaro?-
esclamò,
tentando di darsi un tono. La mamma scoppiò a ridere,
insieme a
tutti noi.
-Mi
spiace, amore, ma dopo quello che hanno detto Rob e Claire non sei
molto credibile- lo schernì.
Alla
fine riuscimmo a strappare il suo consenso e potemmo brindare tutti
quanti.
Passammo
gran
parte del pomeriggio al ranch. Ci divertimmo moltissimo e sia io che
Alice riuscimmo a mostrare alla mamma, come eravamo diventati bravi a
cavalcare.
Jasper
e Bella,
invece, si esibirono per noi in un piccolo spettacolo con i loro numeri
da rodeo. Ero rimasto, per quasi tutto il tempo, con il fiato sospeso a
causa dell’ansia che Bella si potesse fare male, e alla fine
mi
rilassai solo quando fu di nuovo tra le mie braccia.
Il
momento
più divertente arrivò quando Emmett
provò a salire
a cavallo e tentò, con l’aiuto di Rosalie, a fare
un giro
della pista. Dire che era negato era veramente riduttivo e tutta la
scena era stata a dir poco esilarante!
Verso
le
diciotto salutammo Rob e Claire, scambiandoci gli auguri e ritornammo a
Forks, pronti ad addobbare albero e casa e a preparare tante
squisitezze per il giorno successivo.
Cap. 124 EFP
Ciao ragazze!
Eccoci puntuali con il capitolo. Continuiamo
la nostra igilia di Natale e passiamo alla sera. Sarà un
capitolo molto
caldo, nonostante a Forks nevichi fitto fitto.
Speriamo che vi piaccia ! Ringraziamo come sempre tutte voi che ci
seguite e passate un buon weekend!
AVVISO PER LE LETTRICI DI SEGRETI E INGANNI! Scusate, ma
nell'ultimo capitolo postato mi sono dimenticata di avvisarvi che
posteremo il nuovo chappy, domenica sera. Mi
dispiace ma sarò,per ben tre giorni, al raduno delle over
del forum di
Twilight che si terrà a Riccione, a farmi una mega maratona
di tutti i
film della saga, e tornerò solo domenica sera. Quindi appena
arrivo, la
prima cosa che farò sarà postare i capitoli.
Bè, dopo aver strapazzato
per bene i miei bambini!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 124
Aria
di festa
Pov
Edward
La serata era andata avanti alla grande, all’insegna
dell’allegria e della gioia. In ogni angolo della casa si
respirava l’aria serena e gioiosa tipica del Natale e il
nostro
umore era alle stelle. Era veramente tanto tempo che non vedevo la
mamma così felice, era a dir poco radiosa! E Charlie, ogni
volta
che riusciva a sottrarsi a qualche compito, sgattaiolava subito da lei,
per poterla stringere tra le sue braccia, coccolarla e sussurrarle
frasi dolcissime, pregandola di non stancarsi troppo. Tutta quella
premura nei suoi confronti, mi scaldava il cuore e non potevo fare
altro che ringraziare per averli fatti incontrare: era stata la
salvezza della mamma… e di tutti noi. Più volte
avevo
scoperto anche Emmett osservarla estasiato e il suo sguardo incantato
rispecchiava esattamente i miei sentimenti.
I profumi di tutte le squisitezze che la mamma e le ragazze avevano
preparato riempivano la casa, facendo brontolare i nostri stomaci mai
sazi. Si erano impegnate in cucina, lamentandosi ogni volta che uno di
noi entrava a sgraffignare qualcosa da mettere sotto i denti. Ma
d’altronde dovevamo pur cenare in qualche modo e, dato che
eravamo tutti troppo indaffarati e non avevamo tempo per sederci a
tavola, ci eravamo arrangiati con popcorn, biscotti, cioccolata e altre
leccornie preparate, in verità, per gli addobbi.
Nel frattempo noi uomini ci eravamo dedicati alle decorazioni esterne e
ora il giardino posteriore e tutta la casa erano illuminati a giorno!
Bè, forse avevamo un tantino esagerato: ero certo che
chiunque
sarebbe riuscito a scorgere la nostra casa anche a miglia di distanza!
Quando poi avevamo invitato le nostre donne a uscire per mostrar loro,
con una certa dose di orgoglio, il nostro lavoro, si erano entusiasmate
tutte quante… tutte tranne una, naturalmente… la
mia
sorellina era rimasta a dir poco scandalizzata. Aveva sbraitato per un
quarto d’ora su quanto ogni singola composizione fosse troppo
pacchiana, su come le luci non fossero ben allineate e troppo colorate,
e di quanto poco ci intendessimo di raffinatezza ed eleganza. Alla
fine, quando Alice aveva iniziato a dichiarare, con un cipiglio deciso
e testardo, che avremmo dovuto risistemare almeno le decorazioni sulla
facciata principale della casa, tutti noi eravamo inorriditi. Il solo
pensiero di stare ancora al freddo, in mezzo alla neve, con un vento
gelido che ci sferzava il viso, ci fece rabbrividire. Per nostra
immensa fortuna, San Jasper, come spesso lo apostrofavamo io e mio
fratello, l’aveva zittita con un bacio mozzafiato che aveva
incontrato l’approvazione di tutti quanti indistintamente.
Stavo
sinceramente iniziando ad apprezzare l’uso di quel metodo per
tacitare il tremendo folletto di casa!
Avevamo lasciato per ultimo il grande abete che avevamo comprato:
desideravamo addobbarlo tutti insieme. Già,
insieme… pura
utopia! Noi ragazzi ci eravamo limitati a eseguire gli ordini senza
riuscire a esprimere neppure il più piccolo parere o dare un
minimo consiglio su dove appendere anche solo un microscopico
fiocchetto. In silenzio, onde evitare discussioni infinite sul gusto
zotico in nostro possesso, come bravi soldatini avevamo posizionato
nell’esatto punto in cui ci veniva chiesto ogni singola
decorazione, armati di pazienza infinita per evitare di tirare il collo
a qualcuna delle donne; bè, in realtà ne bastava
solo
una… la nana malefica!
Risultato?! Ci avevano fatti uscire letteralmente fuori di testa!
Una pallina dorata in alto a destra, un biscotto in basso a sinistra,
una ghirlanda di popcorn al centro, un Babbo Natale di cioccolato
vicino alla punta…
Edward, non guardarmi le tette, concentrati
sull’albero…
No, no, no. Così non va bene… Togliete dalla
destra quel
biscotto glassato perché stona col colore di quella
pallina...
spostate in basso quella ghirlanda…
Non osare toccarmi il sedere, orso! Sistema le lucine in
basso… bla bla bla.
Che palle! La voglia di piantar tutto e di metterci a urlare era stata
molto forte… ma eravamo stati stoici e avevamo resistito.
Dopo
due ore e mezza e quintali di tolleranza e sopportazione ci
stravaccammo tutti quanti sui divani a goderci il nostro
capolavoro… e il nostro meritato riposo!
Presi Bella tra le braccia e la strinsi al mio petto.
-Ti amo, cucciola… e ora non te le guardo solamente, le
tette!-
le mormorai intrufolando le mani sotto il suo maglione. Lei
sobbalzò per la sorpresa, poi mi regalò un lieve
bacio.
-Anch’io ti amo… ma giù le zampe: la
legge ci osserva!- mi ammonì accennando a suo padre.
Sbuffai mettendo il broncio e lei ridacchiò. Con un sospiro
reclinò il capo sul mio petto, socchiudendo le palpebre
tremolati.
-Mmm… è tutto meraviglioso: il salone
è perfetto.
Grazie per la pazienza che avete avuto con noi…-
mormorò.
-E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta!- esultai. Lei
mi sorrise per poi baciarmi delicatamente le labbra.
-Siamo state tremende, vero?- domandò, con
un’espressione colpevole.
-Tu no, tesoro. Sono un ragazzo molto fortunato- mi vantai, sincero. La
mia Bella era stata l’unica a non abbaiare pretese
più o
meno impossibili; ed ero certo che non le fosse importato nulla di come
venivano sistemate le varie decorazioni, anzi… sembrava
scocciata quasi quanto noi ometti.
Si accoccolò meglio e mi strinse forte a sé,
compiaciuta dal mio complimento.
-Sai, pensavo… che dopo aver terminato il college avremo una
casetta tutta nostra… sarà molto più
piacevole
addobbare ogni stanza e l’albero tu ed io, da
soli…- mi
scappò.
Bella si staccò all’istante da me per potermi
guardare
negli occhi con i suoi, grandi e spalancati, quasi sconvolta. Per
fortuna gli altri membri della famiglia erano troppo impegnati a
coccolarsi a vicenda per badare a noi. Mi rendevo conto di essermi
lasciato andare un po’ troppo, ma d’altronde era
quello che
avevo già immaginato un sacco di volte e volevo che lei
fosse al
corrente di ogni mio desiderio e pensiero… e poi avevamo
già deciso di convivere quando saremmo andati ad Harvard,
non
sarebbe poi stato tanto diverso. Tentai di buttarla sul ridere per
sviare un po’ l’attenzione da ciò che
avevo appena
affermato.
-Tu sei diversa da quelle arpie e ti andrebbe bene qualsiasi
decorazione, purché fatta insieme. Ne sono
convinto…
Quelle tre, invece, sono delle vere e proprie pazze! Jasper, poi,
sarà quello che avrà la peggio, poveraccio- le
spiegai
ridacchiando. Bella si voltò verso il fratello e Alice che
si
stavano sbaciucchiando sul divano, guardandosi innamorati
più
che mai, e sorrise commossa.
-Mm… non direi… saprà tenerla a
bada… ha
molta influenza su di lei- dichiarò con certezza;
-Edward… siamo ancora piuttosto giovani per certi
progetti… eppure sembri essere sicuro che tutti noi avremo
un
futuro insieme…- mormorò, arrossendo.
-Esatto, cucciola! Per quanto mi riguarda ti amo più di ogni
altra cosa al mondo e niente e nessuno potrà allontanarmi da
te
o farmi cambiare idea su noi e il nostro avvenire. Quindi mettiti il
cuore in pace perché non ti libererai mai di me…
e
suppongo che per gli altri sia lo stesso- le spiegai, mentre un senso
di disagio stava crescendo nel mio cuore. Perché aveva tutti
quei dubbi? Iniziavo a sentirmi ridicolo ad averle confessato quel mio
sogno e il suo silenzio non mi stava certo aiutando.
-Tu non ci pensi mai?- indagai, con una sorta di preoccupazione;
insomma… si sapeva che in genere le ragazze non temevano
l’idea di accasarsi!
Il suo rossore si intensificò facendola risultare ancora
più deliziosa ai miei occhi.
-No… cioè sì…
però…
bè, abbiamo già parlato di vivere insieme durante
il
college e pensavo che fossi soddisfatto così… non
ho
osato spingermi troppo in là con i progetti. Di solito tutti
i
ragazzi sono allergici a… ehm, discorsi come
questi…-
balbettò a disagio anche lei.
La fissai intensamente senza riuscire a capire cosa le passasse per la
testa.
-Io non sono ‘tutti’… io sono Edward; e
da quando ho
perso completamente la testa per te, tutto è cambiato: le
mie
priorità, i miei bisogni e i miei desideri… tu
vieni
prima di tutto- le rivelai; -E poi non ti sei ancora decisa a dirmi se
sto facendo la figura dello stupido o se sono pensieri che qualche
volta ti hanno sfiorata…- tentai di nuovo, sempre
più
imbarazzato. Cazzo! Forse avevo esagerato con il mio regalo…
magari avrebbe pensato che stessi correndo un po’
troppo…
-Molte volte, a essere sincera… ma avevo timore che se mai
ti
avessi rivelato ciò che spesso mi passa per la testa mi
avresti
presa per pazza e saresti scappato a gambe levate il più
lontano
possibile da me- mi confidò, facendomi tirare un sospiro di
sollievo e rendendomi più felice che mai.
-Non potrebbe mai succedere perché non potrei mai vivere
senza di te, e adesso lo sai anche tu- dichiarai, sincero.
-La stessa identica cosa vale per me- mi rispose, baciandomi. Avrei
voluto approfondire quel contatto per suggellare le confessioni che ci
eravamo appena scambiati, ma ero consapevole della presenza di tutti
gli altri e, in particolar modo del baffuto sceriffo, quindi mi
trattenni e a forza mi staccai da lei.
-E grazie per la pazienza che hai avuto stasera… un paio di
volte ho pensato saresti sbottato e invece sei riuscito a trattenerti.
Sono molto orgogliosa!- sghignazzò per smorzare la
serietà della conversazione e il desiderio che si stava
scatenando tra noi; -Però alla fine ci siamo divertiti,
vero?-
mi domandò, speranzosa. Annuii, sorridendole. Era vero:
snervante ma, allo stesso tempo, anche divertente.
-E ora per concludere alla perfezione questa giornata stupenda ci manca
solo una cosa!- esclamò Charlie.
-Sììììì!-
urlarono Rose e Bella,
entusiaste, intuendo al volo ciò che intendesse lo sceriffo.
Ancora lavori?! Io ero stravolto e poi volevo disperatamente andarmene
in camera a godermi la sorpresa che la mia gattina mi aveva promesso!
Speravo seriamente che avesse comprato qualche nuovo completino intimo
molto audace; anche se dopo l’ultimo paio di slip che le
avevo
strappato a causa della mia foga si era parecchio arrabbiata. Mi aveva
minacciato che se avessi continuato a comportarmi come un cavernicolo
non si sarebbe più impegnata a scegliere niente di sexy ed
eccitante perché intanto il risultato sarebbe stato sempre
lo
stesso: la sua biancheria ridotta a uno straccetto inutilizzabile.
Effettivamente, nelle ultime settimane, aveva scatenato in me un
desiderio talmente intenso che spesso faticavo a controllarmi. Ma cosa
diavolo ci potevo fare se aveva quell’effetto su di me?! Dio,
mi
faceva uscire di testa e non capivo più niente. Ma questa
era la
notte di Natale, e bisognava essere più buoni. Quindi mi
sarei
impegnato con tutto me stesso a sfilarle delicatamente gli slip. Molto
delicatamente… dovevo solo trovare la giusta concentrazione
e
non lasciarmi distrarre dal suo profumo inebriante e coinvolgente e da
quella visione paradisiaca.
Sì, Edward come no… più facile a dirsi
che a farsi!
Rose si alzò e dopo essersi piazzata di fronte a noi, mi
prese
per mano costringendomi ad alzarmi dal divano e a seguirla. Appena mi
accorsi in quale parte dell’enorme salone eravamo diretti,
capii
subito cosa intendesse Charlie. Più che felice di concludere
la
serata in famiglia in quel modo stupendo e tradizionale, mi accomodai
insieme a Rose al pianoforte, mentre gli altri si sistemavano intorno a
noi.
Suonammo e cantammo le melodie natalizie per parecchio tempo senza mai
stancarci; il momento più emozionante e speciale per tutti
arrivò quando Bella intonò, con la sua voce
celestiale,
Happy Christmas. I sentimenti che ebbe il potere di scatenare nel mio
cuore furono talmente intensi che mi destabilizzarono per lunghi
attimi. Alla fine, scoccò la mezzanotte e ci scambiammo gli
auguri.
-Bè, visto che siamo ancora svegli potremmo anche aprire i
regali!- esclamò Emmett, incapace di resistere come suo
solito.
In quel momento lo avrei volentieri strozzato. Se non ci fossimo subito
rinchiusi in camera, avrei fatto di nuovo l’alba con Bella e
il
giorno di Natale sarei assomigliato più a uno zombie che a
un
essere umano. Specialmente se mettevamo in conto il lauto pranzo che ci
aspettava: sarei certamente crollato nel classico abbiocco
post-bagordi; ed io, invece, volevo godermi ogni singolo minuto di quel
giorno speciale in compagnia della mia Bella. Mio fratello non poteva
farmi questo. Per fortuna intervenne subito la mamma.
-No, ragazzi. Io sono stanchissima e voi anche! Tutti a nanna e
domattina, quando saremo più riposati penseremo ai regali-
ci
ordinò.
-Eddai, mamma! Perché non ci scambiamo almeno quelli
dell’estrazione? Gli altri, invece, li lasciamo sotto
l’albero e li apriamo domattina con calma- insistette Emm,
incontrando l’approvazione di mia sorella. Ti pareva! Jasper,
invece, dall’occhiataccia che lanciò al cognato,
probabilmente la pensava nel mio identico modo. Speravo solo che la
mamma non cedesse, dato che aveva l’aria parecchio
stravolta… ma ogni mia speranza si vanificò nel
momento
in cui anche Charlie la trovò una buona idea.
-Ma sì, dai. Così domani ci concentriamo sui
regali
più importanti- la spronò, scambiandosi una
strana
occhiata con lei.
-E va bene! Non ci vorrà ancora molto… poi
però
tutti a letto senza fiatare!- rimarcò con un cipiglio
deciso, ma
un dolce sorriso in volto. Annuimmo tutti quanti e ci riaccomodammo di
nuovo sui divani, ognuno con il proprio regalo da consegnare. Dato che
eravamo in tanti, la mamma aveva fatto una proposta alternativa per non
diventare matti a cercare regali per tutti e soprattutto per non
sprecare troppi soldi. Le sembrava doveroso e rispettoso verso le tante
persone che non possedevano nemmeno di che sfamarsi. La sua idea
consisteva nel fatto che ognuno di noi estraesse un bigliettino con il
nome di un membro della famiglia. Il regalo doveva essere comprato solo
per la persona pescata, senza rivelare l’identità
agli
altri, e il prezzo dell’oggetto non doveva superare i trenta
dollari. Avevamo accolto tutti con gioia la novità,
divertendoci
un mondo per non farci scoprire gli uni dagli altri, vista la
curiosità di molti di noi.
-Ok, iniziamo dal capofamiglia- esordì la mamma; -Chi ti
è capitato, Charlie?- gli chiese. Lui si alzò e
consegnò il suo pacchetto a Alice, che lo
ringraziò con
un bacio. Aprì la confezione e una crema per il corpo fece
bella
mostra di sé in una splendida confezione natalizia.
-Grazie, Charlie… caspita è una marca molto
conosciuta!
Wow, te ne intendi, eh?- si meravigliò felice mia sorella.
-Bè… sapevo che desideri sempre e solo il meglio
e allora
mi sono affidato alla signora Plum, la proprietaria della profumeria
accanto alla centrale- confessò, un po’ impacciato
per la
reazione entusiasta di Alice.
-Amore, sono quasi certa che trenta dollari non ti siano bastati per
quella crema. Come la mettiamo? L’integerrimo sceriffo Swan
trasgredisce le regole?!- lo schernì la mamma, facendoci
ridere
tutti quanti.
-Trenta dollari giusti giusti! Giuro tesoro!- esclamò lui,
piccato. La mamma non si fece ingannare e lo fissò in
tralice.
-Ti ricordi che è la notte di Natale e che le bugie non sono
proprio ammesse, vero? Né tantomeno gli spergiuri- lo
incalzò, mentre noi assistevamo divertiti al loro piccolo
diverbio.
-Si era parlato solo di budget o sbaglio? Bè, io
l’ho
pagata quella cifra… non un centesimo di più!
Chiedi pure
a Margareth- insistette, soddisfatto del suo operato.
-E..?- aggiunse Jasper, guadagnandosi un’occhiataccia dal
padre.
Dalla sua espressione sorniona doveva aver capito a quale trucchetto
era ricorso il padre.
-E… oh, insomma! Le ho promesso che per un mese
può
parcheggiare davanti al suo negozio, anche se c’è
il
divieto- ammise, arrossendo all’inverosimile.
-Charlie! Non sei corretto!- lo rimproverò la mamma,
scandalizzata.
-Amore mio, quella roba costa più di quanto credessi! Ormai
me
l’ero fatta confezionare convinto di rientrare nel
budget…
porca miseria è solo crema per il corpo mica oro! Chi si
immaginava quel prezzo! Così, quando è stato il
momento
di pagare e Margareth mi rivelato il costo, non ho potuto fare altro
che spiegarle la situazione, in completo imbarazzo per averle anche
fatto perdere tempo ad incartare il regalo. Avrei voluto scegliere
qualcos’altro, per poter rimanere nella cifra concordata ma,
dopo
averci pensato un attimo, lei mi ha proposto quella soluzione ed io ho
accettato. In fondo non avevi menzionato altre regole se non prezzo e
riserbo assoluto. Quindi non ho trasgredito!- concluse la sua
spiegazione, incrociando le braccia al petto, compiaciuto del risultato
ottenuto. Alice infatti aveva talmente gradito che si era
già
spalmata collo e decolleté con la sua adorata crema e si
stava
facendo annusare dal fidanzato che, a quanto pareva, approvava
l’aroma in maniera quasi da dichiarare illegale. Ok, era
meglio
distogliere lo sguardo da quella scena nauseante e concentrarmi su
altro.
-Mi dispiace mamma, ma ti ha fregato! Il tuo maritino ha ragione:
nessun’altra regola. E’ stato un grande! Bravo
Charlie!-
concordai, spezzando una lancia a suo favore.
-Grazie, Edward. Lo sai vero che sei il mio genero preferito!- mi
elogiò, scatenando le proteste di Emmett.
-E visto che sei stato l’unico a prendere le mie difese ho
deciso
di esonerarti dalla domenica a pesca con me e Billy- esordì.
-Oddio, sì! Ti ringrazio!- esultai. Non ero riuscito a
trattenermi. Quello sì che era un regalo coi fiocchi!
-Peccato Charlie… povero Edward, ci teneva così
tanto!-
si vendicò mio fratello, mentre lo fulminavo con gli occhi.
-Come no! Pensate che non l’avessi capito che quei due
furbacchioni dei miei figli ti volevano fregare?! Siete state perfidi,
specialmente tu, Jazz- ci spiegò. Sorridemmo tutti, ancora
una
volta l’intuito da investigatore aveva fatto centro. A questo
punto ormai ero quasi certo che fosse anche al corrente delle nostre
frequenti incursioni notturne, ma che facesse finta di
niente…
-Sarebbe stato un bel sogno se ad almeno uno di voi fosse piaciuta la
pesca, ma mi rendo conto che, se non si è appassionati,
può risultare veramente noiosa. Peccato, perché
in
realtà insegna a pazientare… ed è
un’ottima
filosofia di vita- spiegò, con una nota di tristezza e
rammarico
nella voce.
Io, Jazz ed Emm ci scambiammo una rapida occhiata e dopo un cenno di
assenso decidemmo di fare anche noi un regalo a Charlie.
-Bè, papà… ecco, anziché
annullarla
perché non andiamo tutti insieme noi uomini? Potremmo
trascorrere un weekend primaverile in mezzo alla natura, campeggiando
sulla riva del lago… sì, insomma una cosa per
soli
maschietti- propose Jasper. Anche noi ci mostrammo entusiasti. Alla
fine, un intero fine settimana all’aria aperta, mangiando
pesci
arrostiti sul barbecue non sarebbe stata male, anzi… ci
saremmo
divertiti di certo. Il viso di Charlie si illuminò e un
sorriso
di pura gioia spuntò da sotto i baffoni.
-Grazie, ragazzi… non sapete quanto significhi per me- si
commosse con gli occhi lucidi. La mamma lo abbracciò e poi
ricominciammo il giro dei doni.
La mamma aveva regalato sciarpa e berrettino coordinati, color
antracite, a Bella; mio fratello, un nuovo tipo di esche per la pesca a
Charlie; Bella un fermacapelli in argento con pietre colorate a
Rosalie; Jasper una forma per muffins in silicone con un coloratissimo
grembiule alla mamma; Rose un paio di caldi guanti imbottiti al cugino;
Alice uno spartito musicale al sottoscritto per comporre le mie
melodie. Infine a me era capitato Emmett ed ero andato sul sicuro con
un videogioco di seconda mano che sapevo piacergli. Eravamo tutti
contenti e soddisfatti dei regali e, in quel modo, ci eravamo anche
divertiti, senza scervellarci in inutili e dispendiosi regali per tutti.
Ormai era arrivata l’ora di andare a nanna… almeno
per chi avesse intenzione di dormire… io no di certo!
Spegnemmo tutte le luci, tranne quelle dell’albero e degli
addobbi esterni, e salimmo al piano superiore. Ognuno entrò
nella propria stanza per prepararsi per la notte. Occupai subito il
bagno, prima che mia sorella lo monopolizzasse e mi lavai velocemente
ma con cura; mi rasai la barba e mi sistemai la zazzera cercando di
farmi ancora più carino. Una volta tornato in camera, mi
fiondai
nel letto, completamente nudo, ma con un cappellino da Babbo Natale in
testa: l’avrei sorpresa senz’altro!
Dopo una mezz’oretta, in cui rimasi sveglio per puro miracolo
data la spossatezza della giornata intensa, finalmente la casa
piombò nel silenzio più assoluto. Ci eravamo
messi
d’accordo con Bella che non avrebbe aspettato troppo per
venire
da me, quasi sicuri che per stanotte lo sceriffo non si sarebbe messo a
fare ronde notturne. Anzi… da come, per tutta la sera, si
erano
guardati e accarezzati lui e la mamma, quasi sicuramente anche loro si
stavano tenendo occupati nel modo più antico del mondo.
Oddio,
non dovevo assolutamente pensarci, altrimenti Super Cullen non si
sarebbe svegliato nemmeno con le cannonate: l’immagine di
Charlie
e mia madre che si contorcevano tra le lenzuola era il mio ufficiale
‘ammazza-erezione’! Per fortuna il rumore della
porta che
si apriva mi distrasse da quei pensieri autodistruttivi.
Nel momento in cui i miei occhi si posarono sulla mia gattina, ad
entrambi scappò una risatina sommessa. Avevamo avuto la
stessa
idea: indossavamo un cappellino simile… eravamo proprio
anime
gemelle!
Pov
Bella
Appena sgattaiolata nella camera di Edward non dovetti neppure
abituarmi alla penombra della stanza, perché il giardino sul
retro era talmente illuminato dalle mille luminarie natalizie che
riusciva a far luce anche all’interno della stanza.
Così
lo avevo subito scorto nel letto, sotto il piumone a petto nudo e con
in testa un cappellino quasi identico al mio. Avevamo riso entrambi per
aver avuto la medesima idea, anche se, conoscendolo, potevo asserire
con sicurezza che la sua mise, sotto le coltri, non si avvicinava
nemmeno lontanamente alla mia. Insieme alle ragazze ero andata a fare
shopping e mi ero fatta convincere da Rosalie ad acquistare un
completino natalizio sexy e provocante. Alla fine lo avevamo comprato
tutte e tre, abbinandoci anche degli stivali dal tacco vertiginoso,
sperando di sorprendere piacevolmente i nostri uomini. A detta di Rose,
Emmett sarebbe scoppiato!
-Ciao, ma come sei carino…- miagolai con un tono sensuale,
avvicinandomi pian piano. Ero coperta con una vestaglia lunga fino ai
piedi, per non mostrargli neanche un centimetro della mia pelle:
desideravo ottenere un vero e proprio effetto bomba!
-Ciao, amore mio… devo dire però che quel
cappello sta
meglio a te, ti dona proprio!- si complimentò, sorridendomi
sornione.
-Sai… sono l’elfo preferito di Babbo
Natale… e sono
qui stanotte perché dobbiamo tirare le somme. Allora,
Cullen… come ti sei comportato durante l’anno? Sei
stato
un bambino buono o cattivo?- lo provocai, giocando un po’ e
calcando perbene sul cognome, conoscendo alla perfezione le conseguenze
di tutto ciò.
I suoi occhi prima si sgranarono, per poi incupirsi dal desiderio.
-Molto… io bimbo molto buono… mi merito un regalo
speciale, vero elfo?- mi chiese malizioso, con gli smeraldi che
scintillavano di lussuria. Mi morsicai il labbro, fermandomi a pochi
centimetri da lui e iniziando a sciogliere il nodo che bloccava la mia
vestaglia.
-Mmm… in effetti, Babbo Natale si è raccomandato
di assecondare ogni tua richiesta…- sussurrai.
Il suo sorriso sghembo comparve più irriverente che mai ed
io mi
compiacqui, una volta di più, dell’effetto che gli
facevo… per non parlare di quello che lui faceva a me!
-Ogni mia richiesta, eh?- mi domandò con la sua classica
dose di strafottenza. Però… era sexy da paura!
-Sì, Cullen… proprio così: ogni tua
richiesta-
ribadii con sensualità, passandomi la lingua sulle labbra.
Lo vidi prima trattenere il fiato, poi deglutire.
-Ottimo, bambolina… allora cominciamo! Per prima cosa
togliti
quell’inutile pezzo di stoffa che ricopre le tue forme
stupende
ed eccitanti- mi ordinò. Feci come da lui anelato e lasciai
cadere la vestaglia per terra, mentre la sua bocca si spalancava e gli
occhi gli uscivano fuori dalle orbite.
-Cristo santo, Bella! Tu mi vuoi morto!- esclamò, buttando
all’aria il piumone; nella sua gloriosa nudità
scattò su dal letto per venirmi accanto, mostrandomi la sua
palese eccitazione che svettava in mezzo alle sue gambe. Decisamente la
sorpresa era riuscita e l’effetto era devastante!
-Ti piace?- gli chiesi facendo le fusa come una gatta, compiendo un
giro su me stessa per permettergli di ammirarmi da tutte le
angolazioni.
Le sue mani mi sfiorarono con venerazione, quasi avesse paura di
sfiorarmi.
-Dio, Bella… tu non hai idea di quello che stai
rischiando… sei… sei una vera e propria bomba!
Mai visto
nessuno più sexy e attraente di te… mi fai
impazzire… mi fai delirare… mi fai
arrapare…-
sospirò sulla mia pelle. Oh Dio! Scintille di pura
elettricità stavano scorrendo tra di noi…
Ad un tratto, incapace di attendere oltre, Edward si
precipitò
sulle mie labbra e all’istante, realizzando una appassionata
richiesta, le nostre lingue si scontrarono, dando vita ad una danza
eccitante. A quel contatto così ardente, la mia mano
premette
con maggiore decisione sugli addominali scolpiti, provocandogli un
gemito di pura lussuria… la sua risposta al mio tocco mi
piacque
in modo indescrivibile e perciò decisi di farlo ammattire,
risalendo con una sensuale carezza il suo fantastico corpo…
il
torace ampio e muscoloso… le spalle larghe e ben
delineate… il collo… i suoi morbidi
capelli… non
mi bastava mai! Sarei rimasta una vita intera a baciare quel dio e ad
accarezzare il suo corpo da urlo!
Una sua mano nel frattempo mi accarezzava una gamba, risalendo pian
piano fino alla natica. Sussultai, e un gemito roco mi
scappò
quando la ghermì con veemenza.
-Cazzo, Bella! Oh cazzo, cazzissimo! Tu… non hai gli slip-
si
eccitò sempre di più, man mano che esplorava il
mio corpo
con le sue mani ingorde. Quel fantastico ragazzo mi ripagò
con
la mia stessa moneta: le sue dita avide vezzeggiavano ogni centimetro
di pelle, intrufolandosi lascive nelle pieghe più nascoste.
Dio, mi stava facendo uscire fuori di testa… continuava a
sfiorare il mio punto più sensibile, senza mai darmi la
soddisfazione di approfondire il contatto… era
diabolico…
stavo andando a fuoco!
-Perché tu… me li strappi sempre…- mi
giustificai, tentando di rispondergli con un minimo di coerenza.
-Hai ragione, gattina… ma questa gonnellina è
favolosa… e gli stivali poi… mm, mi fanno sesso!-
sussurrò, fissandomi famelico. Dio, quello sguardo mi
mandava su
di giri più di qualsiasi tocco…
La sua bocca in un attimo fu nuovamente sulla mia, mentre mi spingeva
verso la finestra. Quando però mi accorsi che aveva
intenzione
di farmi sedere sul davanzale, presi in mano la situazione: quella sera
volevo dedicarmi al mio uomo con tutta me stessa, con
l’identica
devozione che lui aveva sempre mostrato nei miei confronti. Mi
guardò confuso ed io gli sorrisi.
-Stanotte, amore… voglio occuparmi di te… voglio
portarti
sull’orlo della follia, come fai tu ogni volta che solo mi
sfiori… voglio dedicarmi al tuo piacere…- gli
confidai.
Chiuse gli occhi e inspirò con estrema lentezza, come per
cercare di calmarsi.
-Oh Bella… se mi dici queste cose, con quella voce sexy,
vestita
in quel modo… dio santo! Rischio di venire come un dodicenne
di
fronte al paginone centrale di Playboy- sussurrò,
avvicinando il
suo bacino al mio e premendo l’erezione dura e palpitante su
di
me.
-Non sono una pagina di giornale… sono vera, in carne e ossa
e
voglio regalarti tutto il piacere possibile ed immaginabile…
voglio farti impazzire, sentire il tuo sapore e lasciarmi guidare da te
e dai tuoi desideri… nel modo che più ti
aggrada…-
mi lasciai andare completamente, non riuscendo però a non
far
andare a fuoco le mie guance.
Nonostante tutto l’amore che provavamo uno per
l’altra,
nonostante tutto il desiderio che si scatenava tra i nostri corpi,
nonostante tutto ciò che avevamo già provato,
ancora non
potevo evitare di arrossire quando pronunciavo certe parole. Era
più forte di me, ma non me ne preoccupai più di
tanto:
Edward comunque adorava tutto di me, sia la mia timidezza che la mia
audacia.
E quella sera ero decisamente riuscita a sconvolgerlo…
-Oddio sì, Bella… fammi impazzire, esaudisci i
miei
desideri… Cristo, ce l’ho così
duro… fammi
godere, gattina- si infervorò, mentre mi chinavo di fronte a
quel dio. Lui si mosse con uno scatto repentino: inaspettatamente mi
sentii afferrare sulla nuca e di getto si avventò sulle mie
labbra, con un gesto quasi disperato.
Dopo un bacio mozzafiato, che mi fece ricoprire di mille brividi, mi
posò una mano sulla testa, accarezzandomela e accompagnando
il
mio viso nel punto in cui anelava un maggior contatto. Ogni volta mi
eccitava da morire vederlo perso nel piacere a godersi completamente
ciò che io potevo donargli. Mi scatenava sempre un languore
così intenso che mi sarei dedicata a lui per ore!
Edward gemeva e un ringhio sommesso fuoriuscì dalla sua
gola,
mentre la sua mano accompagnava i miei movimenti, fino quasi a tirarmi
i capelli.
-Ahh… sì… così!-
ansimò in preda ad una bramosia mai provata.
Dio, adoravo quando si lasciava andare in quel modo, pensando
soprattutto a se stesso e finalmente ero riuscita a farglielo capire.
Non volevo che si trattenesse, magari frenato dalle sue assurde paure
di ferirmi, imbarazzarmi o addirittura scandalizzarmi. Lo adoravo
quando mi amava in modo dolce, ma lo veneravo ancora di più
quando era irruente, appassionato e soprattutto eccitato. Perdeva
completamente il controllo, come in quel momento. Quando mi
sembrò che stesse per arrivare al culmine, Edward mi
interruppe,
alzandomi senza troppe cerimonie.
Mi sollevò, afferrandomi per le natiche e si
avventò
sulla mia bocca, facendo irruzione con la lingua, per poi scendere sul
mio collo, fino al seno.
-Cazzo, Bella… ti sbatterei al muro e farei
l’amore con te
fino a farti venire tante di quelle volte, da non reggerti
più
in piedi… voglio sentirti urlare il mio nome!-
tuonò,
sbattendomi sul letto. Quasi urlai per la sorpresa, ma per fortuna
Edward mi zittì con una mano, mentre l’altra
scostò
una delle coppe del reggiseno, senza sganciarlo. Si tuffò
come
un assetato su una delle mie punte eccitate, facendomi ansimare
rumorosamente. Per fortuna la sua mano continuava a tappare le mie
labbra, impendendomi di mettere al corrente tutta la casa della nostra
attività movimentata. Ero sorpresa e compiaciuta, sembrava
proprio aver perso ogni freno inibitore ed io ero sulla stessa
lunghezza d’onda, faticando a contenermi. Sentivo un fuoco
che mi
percorreva tutta, un incendio di proporzioni gigantesche che solo lui,
il suo corpo, la sua voce, potevano domare…
Le mie mani si spostarono sulla sua schiena per poi scendere sulle
natiche e stringerle con forza, provocandogli un mugolio di assenso.
Cercai di avvicinare il più possibile i nostri bacini... non
avevo la forza di perdermi in altri preliminari… lo
desideravo
dentro di me con tutta me stessa, volevo sentirlo spingere fino in
fondo, anelavo che riempisse ogni mio più piccolo angolo. Le
mani di Edward scesero sulle mie cosce allargandole maggiormente.
-Oh, Edward… ti prego prendimi… subito, non
resisto… ti voglio dentro… più di ogni
altra cosa
al mondo…- lo scongiurai in preda allo sconvolgimento
più
totale.
-Anch’io ti voglio, Bella… stasera mi stai
mandando al
manicomio… non ti ho mai vista così presa e mai
più meravigliosa di questo momento- mormorò. Si
mise in
ginocchio per poi afferrare le mie gambe all’altezza dei
polpacci
e portarle sulle sue spalle.
-Sei mia!- ringhiò in preda ad una sconvolgente frenesia,
unendo i nostri corpi con una passione senza precedenti.
-Oddio!- mi sfuggì un grido di pura estasi. Merda!
Rischiavamo
sul serio di farci beccare e, questa consapevolezza, anziché
farmi calmare mi fece eccitare ancora di più.
Io ed Edward stavamo facendo l’amore del tutto persi uno
nell’altra, senza riuscire più a capire cosa ci
circondava, dove ci trovavamo… ormai esistevamo solo noi due
e i
nostri corpi allacciati, che ci procuravano un piacere talmente intenso
che l’orgasmo esplose violento quasi subito in me.
-Sì, Bella... vieni per me… fammi vedere quanto
ti
piace… godi…- mi incitò Edward senza
fermarsi,
mentre la mia mano tappava la mia bocca per evitare di farmi scappare
altre urla. Il piacere si prolungò all’infinito,
mentre
lui continuava ad affondare in me senza tregua.
-Sei magnifica… la tua pelle… il tuo
odore… la tua
morbidezza… mi fanno impazzire…
sì… ed
ora… fammi godere…- continuava a sussurrarmi
Edward. Io,
dal canto mio, non avevo più la forza di pronunciare neppure
una
sillaba, persa in quel vortice di sensazioni travolgenti.
Edward era magnifico: la testa gettata indietro, gli occhi socchiusi,
la bocca aperta in un muto grido di piacere, i muscoli delle braccia e
delle spalle in tensione per la posizione.
Le onde dell’orgasmo non ancora del tutto scemato tornarono
con forza, travolgendomi di nuovo.
Solo in quel momento anche Edward si lasciò andare, serrando
i
denti con forza per riuscire a non gridare: era più bello di
un
dio… i muscoli guizzanti, le vene del collo in rilievo, un
velo
di sudore che gli faceva luccicare la pelle…
Il piacere scemò pian piano, lasciandoci sudati, ansanti e
tremendamente appagati. Con molta cautela Edward si voltò
sulla
schiena, trascinandomi con sé; poggiai la testa sul suo
petto
per riprendere fiato: ero stremata dall’intensità
di
ciò che avevamo appena condiviso.
-Adoro stare dentro di te… sempre…-
mormorò ansante.
-E io adoro sentirti sempre dentro di me…- risposi,
sorridendogli. Poi di colpo mi fissò serio.
-Dici che Babbo Natale si incazzerà molto quando
verrà a
sapere che mi sono fatto il suo elfo preferito?- mi domandò.
-Credo proprio di no! Si era raccomandato che ti dessi tutto
ciò
che desideravi ed io ho solo eseguito un ordine alla lettera- lo
assecondai, seria anch’io.
Ci guardammo ancora un attimo e poi scoppiammo a ridere come cretini.
Non appena le risate scemarono, mi osservò con occhi velati.
-No Edward, non hai esagerato…- lo anticipai con un sorriso.
-Anzi, mi è piaciuto da morire!-.
-Ah sì, eh? Ti dirò: lo sospettavo!-
ghignò
strafottente. Poi si addolcì di colpo: -Ti amo, Bella-
sussurrò al mio orecchio, baciandomi la tempia.
-Anch’io, amore mio… tanto- risposi, felice.
Ciao ragazze!
Scusate se ho
risposto così in ritardo alle recensioni ma ho la febbre
alta da lunedì e sto malissimo. In più nel
weekend sono caduta di schiena e quindi faccio anche fatica a muovermi.
Insomma, avete una chiavica di autrice! Ora che vi ho spadellato una
valanga di fattacci miei torniamo alla storia.
La nostra
famiglia si sta godendo il primo Natale sereno dopo tanti anni e li
abbiamo visti alle prese con la preparazione e gli addobbi. La maggior
parte di voi ha apprezzato l'idea dell'estrazione dei regali e ancora
più la notte tra Edward e Bella. Ora vi lasciamo al
penultimo capitolo, con la prima parte della mattina di Natale e la
consegna di altri regali! A questo proposito vorremmo ringraziare in
modo particolare Rossella (Lalayasha) per gli splendidi disegni che ha
fatto! BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
Per
l'anteprima del prossimo capitolo vi aspettiamo domenica sera sul
nostro blog!
Man mano che
trascorreva il tempo, fui sempre più conscia di una
sensazione assai piacevole che si insinuava in me, strappandomi in modo
delizioso dal mio sonno ristoratore.
Annusai
l’aria… oddio… che meraviglia: agrumi e
menta, il suo inconfondibile odore… un’adorabile
bocca stava riempiendo di piccoli e umidi baci il mio viso…
si mosse sempre più giù, fino a lambire il lobo e
subito dopo il mio collo, sfiorandolo con la punta della
lingua… mm, sempre meglio!
Sorrisi
estasiata, ancora con gli occhi chiusi, e circondai quel magnifico
corpo (che ormai conoscevo in ogni suo minimo dettaglio!) con le mie
braccia, lasciando che una mia mano salisse fino ad intrecciarsi in
quella massa morbida, soffice e incolta che erano i suoi capelli.
-Mm…
lo sai che adoro essere svegliata così?- pigolai con
indolenza, con la voce ancora arrochita dal sonno. Lo sentii arcuare le
labbra sulla mia spalla, vezzeggiata a dovere da
quell’incantevole e sensuale ragazzo.
-Ah
davvero, gattina?! Dai, non l’avevo notato…-
sogghignò compiaciuto. -Comunque, sappi che da parte mia
adoro donarti il mio personale buongiorno. E quando mi parli con quella
voce così sexy… Dio, ogni volta mi mandi su di
giri…- mi confessò, interrompendo quella
piacevole tortura.
Schiusi
pian piano le palpebre, per non farmi ferire dalla luce; precauzione
inutile, dato che mi accorsi che fuori faceva ancora piuttosto buio.
-Auguri,
amore mio…- sussurrò, sorridendomi.
-Buon
Natale anche a te, Edward…- risposi, ricambiando il suo
sorriso. Mi avvicinai e gli diedi un bacio a fior di labbra. Stavo per
approfondire quel meraviglioso contatto, ma per fortuna mi ricordai di
un particolare sgradevole… Ops! Prima di fiondarmi su quella
bocca seducente e carnosa sarebbe stato meglio darmi una energica
risciacquata…
Quando
sollevai lo sguardo, mi stupii: Edward indossava già un
caldo maglioncino blu scuro a collo alto.
Mi
accigliai e mi staccai da lui, mettendomi seduta, per controllare
meglio… effettivamente era strano… come mai oltre
al maglione si era infilato anche un paio di jeans scuri?
-Uffi,
ma perché sei già vestito? Pensavo fosse ancora
presto vista la poca luce che filtra da fuori. Che ore sono?- gli
domandai, allontanandomi un po’ per evitare di parlargli a
pochi centimetri dalla sua bocca, dato che, evidentemente, il mio
affascinante ragazzo non solo era sveglio da un pezzo, ma si era anche
già lavato… e io no!
Come
risposta inarcò un sopracciglio e poi mi afferrò
per le braccia e mi riportò esattamente nello stesso punto
di prima: appiccicata a lui, anzi… incollata!
-Non ti
azzardare mai più ad allontanarti da me, Bella…-
mi minacciò serio; -Pretendo un bacio come si deve e
smettila di preoccuparti ogni volta per ‘ste cazzate
perché è veramente assurdo!- si
lamentò e, senza darmi il tempo di rispondergli, si
avventò sulla mia bocca che non si fece pregare per
ricambiare con tutta la passione di cui era capace.
In un
attimo mi abbandonai tra le sue braccia, e mi lasciai guidare da lui,
perdendomi in quella soave morbidezza. Quando poi Edward
reclamò un maggiore accesso, la sua lingua spinse
leggermente tra le mie labbra… lasciai che si schiudessero
come un fiore per accogliere il suo sapore e le sensazioni che ogni
volta mi scatenava, facendomi scordare persino il mio nome, figuriamoci
dentifricio e spazzolino!
-Mm…
delizioso… il tuo sapore…- commentò
con vera e propria ingordigia, prima di rituffarsi nuovamente nella mia
bocca.
Rapita
dalla veemenza del suo slancio passionale, mi sciolsi tra le sue
braccia; le nostre bocche fameliche si divorarono, le nostre lingue si
inseguirono e si accarezzarono, vogliose più che mai. Dio,
non mi sarei mai stancata di baciarlo!
Ad un
tratto mi scostò i capelli da un lato per potermi baciare
dietro l’orecchio e poi sul collo. Quando le sue labbra si
posarono sulla mia gola per poi risalire ancora fino a raggiungere il
punto sensibile sotto l’orecchio, ansimai sonoramente,
appoggiando le mani sul suo petto largo e possente, mentre le sue
andarono a posarsi invece sulla mia schiena, stringendomi addosso a
lui, in un gesto di assoluto possesso. Quando fummo in debito di
ossigeno, Edward si staccò, donandomi il suo sorriso sghembo
che fece schizzare ancora di più i battiti del mio cuore,
già parecchio affaticato.
-Questo
sì che è un buongiorno degno di essere definito
tale- dichiarò, estremamente compiaciuto e soddisfatto;
-Vedi? Non era difficile lasciarsi andare… basta che spegni
per un po’ quel tuo cervellino sempre in ebollizione- mi
schernì, picchiettandomi con l’indice sulla
tempia.
Gli feci
una linguaccia e scoppiammo a ridere.
-C’è
poca luce fuori perché sta nevicando fitto fitto. Comunque
non è tardi, sono appena le nove- mi spiegò,
ritornando alla mia domanda di prima.
-Cosa?!
Ma come diavolo fai? Hai batterie al litio?! Siamo andati a dormire
alle quattro ed eravamo d’accordo che non ci saremmo
svegliati almeno fino alle undici, dato che tutto è ormai
pronto per i festeggiamenti- mi lamentai, con un broncio degno di una
bambina di due anni.
-Amore,
non è colpa mia. Quel cretino di mio fratello ha buttato
tutti giù dal letto per aprire i regali. Non riesce
più ad aspettare. Stava per irrompere qui in camera tua con
un paio di coperchi pronto a darti una sveglia coi fiocchi!- si difese,
facendomi inorridire al solo pensiero della modalità con cui
l’orso di casa voleva strapparmi dal mondo dei sogni.
-Si
è un po’ irritato perché sostiene che
non puoi avere un sonno così pesante. In effetti, tesoro,
Emmett si è dato parecchio da fare stamattina per fare
casino, e non so come sia possibile che tu non ti sia accorta di nulla-
mi schernì con un ghigno.
-Bè…
che hai da ridere? Ho sempre dormito profondamente e la cosa si
è aggravata parecchio da quando qualche mascalzone di mia
conoscenza mi fa fare le ore piccole!- borbottai offesa, incrociando le
braccia al petto.
-Addirittura!
Bè, adoro fare le mascalzonate con te, gattina!-
ghignò. -Comunque anziché accusarmi, dovresti
ringraziarmi: ho promesso a Emm che ci avrei pensato io a svegliarti e
a farti alzare e quindi, di fatto, ti ho salvato i timpani! Non
ringrazi il tuo eroe?- si vantò con un’espressione
talmente super sexy da farmi attorcigliare lo stomaco.
Quant’era stupendo!
Ma a
parte la gradevolezza del risveglio, mi sentivo uno straccio: mi buttai
di nuovo con la schiena sul letto, portandomi lenzuola e piumino a
coprirmi il volto.
-Ma io
ho ancora sonno!- mi lamentai con tono piagnucoloso; -E non ho nessuna
voglia di alzarmi. Tra un paio d’ore i regali saranno ancora
lì, non scapperanno di certo!- continuai, con la ferma
intenzione di non muovermi dal calduccio del mio comodo lettino. Sapevo
di non avere speranza che mi lasciasse in pace, ma fare un tentativo
non avrebbe nuociuto a nessuno, no?!
-Veramente…
ehm, il tuo regalo è qui…- mormorò,
calamitando all’istante la mia attenzione.
Mi
sedetti di nuovo con uno scatto quasi felino, riducendo gli occhi a due
fessure: Edward si sottrasse al mio sguardo. Qualcosa non mi convinceva
del tutto: per quale dannata ragione il ragazzo più
strafottente del mondo pareva essere in imbarazzo?!
-E
sentiamo, signor Cullen… come mai non si trova sotto
l’albero insieme agli altri?- mi stupii, curiosa e anche un
po’ intimorita. Lo vidi arrossire leggermente, e accarezzarsi
i capelli a disagio.
Accidenti,
i segnali stavano peggiorando… cosa poteva significare?
-Bè…
perché preferivo che fossimo soli- confessò,
porgendomi una scatolina rossa dalle modeste dimensioni. Le mie mani
tremarono per l’emozione mentre l’afferravo. Oddio,
cosa poteva avermi regalato? Evidentemente, qualcosa di prezioso!
Quando però stavo per sciogliere il delizioso fiocchetto che
la racchiudeva, Edward pose la sua mano grande e calda sulla mia e mi
bloccò.
-Bella,
noi ci amiamo… ma se ti sembra che io abbia esagerato, ti
prego: non farti problemi a dirmelo. Io non voglio che ti senta
obbligata a fare nulla che tu non desideri, ok?- si
raccomandò, mentre il fuoco sulle sue guance
aumentò. Dio, vedere Edward imbarazzato mi fece temere che
avesse fatto qualche cazzata visti i discorsi della sera precedente. Mi
sentivo cinica ed egoista, ma in quell’istante sperai con
tutte le mie forze di non ritrovarmi dinnanzi ad un mega solitario con
conseguente sua dichiarazione in ginocchio…
Dio, lo
amavo con tutta me stessa ed ero sicura di voler trascorrere la mia
vita con lui; ma se si fosse sbilanciato con LA proposta…
bè, non ero altrettanto certa di volermi sposare
così giovane! Avevamo tutto il tempo del mondo e niente e
nessuno ci avrebbe messo fretta!
Comunque,
al suo sguardo speranzoso, annuii con il cuore che mi batteva
all’impazzata… e finalmente mi decisi ad aprire il
suo regalo.
Quando
mi ritrovai davanti agli occhi quel dono, mi emozionai tantissimo e un
enorme sorriso fiorì sul mio volto: due bellissime fedine in
oro bianco facevano bella mostra di sé in una scatolina di
velluto rosso.
Presi la
mia, più piccola e con incastonati dei brillantini, e notai
che all’interno c’era incisa una frase:
Edward&Bella forever.
-Sono…
sono stupende…- mormorai commossa, con gli occhi lucidi e la
voce flebile.
-Ti
piacciono davvero?- si preoccupò; -Non ti sembra
eccessivo… è che io… bè,
vorrei che chiunque fosse a conoscenza del sentimento che ci lega!
Tutti devono sapere che io sono tuo e che tu sei mia, e solo mia! Qui a
Forks ormai ogni abitante è al corrente del nostro rapporto,
ma appena saremo ad Harvard… ecco, ho pensato che non
conosceremo nessuno… inoltre frequenteremo corsi diversi e
forse, pur abitando insieme, i nostri orari non collimeranno e
quindi…- fermai quel fiume in piena di parole,
abbracciandolo con tutte le mie forze e fiondandomi sulle sue labbra
rosse e tentatrici come il peccato.
Lo
sentii sorridere per la mia irruenza e probabilmente perché
aveva compreso che il mio bacio dimostrava senza ombra di dubbio quanto
avessi apprezzato quel regalo meraviglioso.
In
effetti era vero: rispecchiava in pieno il nostro rapporto…
gli anelli erano allo stesso tempo simbolo di amore e gelosia,
tenerezza e possessività…
Le
nostre lingue si intrecciarono immediatamente e ricominciarono la loro
danza d’amore.
Edward
lusingò, sfiorò, vezzeggiò
l’interno della mia bocca con bramosia… e io
risposi ai suoi gesti appassionati con tutta me stessa. Arpionai la sua
morbida chioma e accarezzai i suoi capelli, mugolando di
piacere…
-Sei
stupenda… non mi stancherò mai di dirtelo,
amore!- mi mordicchiò le labbra, facendomi gemere e scese
sul mio collo. Brividi intensi mi attraversarono, increspandomi la
pelle. Adoravo baciarlo: era così dolce, gustoso…
sapeva di amore, di passione, di vita… la mia vita!
Mi
staccai a malincuore e mi persi in quegli smeraldi che mi facevano
tremare le gambe ogni volta che vi scorgevo
l’intensità del sentimento che Edward provava per
me.
-Ti amo,
Edward Cullen… e sarò felicissima di portare
questo simbolo per dimostrare a tutti quanto ci amiamo! Tu ed
io… ci apparteniamo- dichiarai convinta. Poi presi la fede
più grande e la infilai al suo anulare sinistro.
-Sei
mio!- mormorai, sorridendo compiaciuta, per poi baciare
l’anello e il suo dito.
Lui
compì i medesimi gesti.
-Sei
mia!- dichiarò deciso e con un sorriso capace di illuminare
la stanza.
Entrambi
contemplammo per qualche minuto le nostre mani intrecciate con i nuovi
anelli. Mi piaceva la sensazione di avere quell’anello al
dito e mi piaceva l’effetto visivo. Mi faceva stare bene,
come se io ed Edward fossimo stati ancora più legati. E a
giudicare dal suo sguardo soddisfatto e sognante, anche lui la pensava
nello stesso identico modo.
-Ho
voglia di fare l’amore con te… indossando
unicamente il tuo regalo- gli confessai all’improvviso,
mettendomi in ginocchio e infilando le mani sotto il suo maglione e la
sua t-shirt. Mi mandava in estasi accarezzare quegli addominali
scolpiti e tonici.
Edward
chiuse gli occhi, gettando la testa indietro e mugolando dal piacere.
-Cristo,
Bella… mi scateni sempre un desiderio devastante!-
ansimò con un tono roco.
Sbam! Un
colpo fortissimo alla porta della stanza ci fece sobbalzare spaventati
entrambi e dopo neppure un secondo si spalancò.
-Buon
Natale, Bellina! Ma ora alza subito quel culo pigro dal
letto… o giuro che ti trascino via di peso! I suini li
farete un’altra volta! E che cavolo, ma non vi basta mai!
Siete degli assatanati, mi fate pure un po’
d’invidia!- tuonò l’orso, scoppiando in
una rombante risata.
-Che
cazzo, Emmett! Sei un deficiente rincoglionito! Sai
cos’è la privacy, animale?!- sbraitò
Edward, infuriato nero per la frustrante interruzione.
-Ho i
miei dubbi, purtroppo…- confermò mia cugina,
spingendolo da una parte ed entrando per fiondarsi nel letto con me.
-Rosellina
mia, per favore esci di lì?! Dovevo far alzare Bella e
così non mi aiuti per niente! Di questo passo non apriremo
mai i regali!- continuò a lamentarsi.
-Emmett,
dacci un taglio! E ringrazia che è il giorno di Natale,
altrimenti una punizione coi fiocchi non te l’avrebbe levata
nessuno per avermi buttata giù dal letto
all’alba!- lo minacciò, causando un suo sonoro
sbuffo e facendo sogghignare me ed Edward. -Auguri, sorellina!- mi
salutò, dandomi un bacio.
-Auguri,
Rose! Senti, non potevi spomparlo un po’ di più
stanotte, così non avrebbe rotto le palle a
quest’ora?- le domandai a bassa voce, facendola scoppiare in
una vibrante risata.
-Ti
assicuro che l’ho spremuto come un limone, ma quello
scimmione è incredibile: l’idea di aprire i regali
è risultata più forte della stanchezza!- mi
rispose, alzando gli occhi al cielo rassegnata.
-Raccontami,
invece: piaciuto il completino natalizio?- le chiesi, curiosa. Ero
certa al cento per cento che Emmett avesse apprezzato, almeno tanto
quanto Edward!
-E me lo
chiedi? Ormai lo conosci anche tu, no? Tu piuttosto? Hai fatto furore?-
domandò, ammiccando verso Edward che stava ancora
battibeccando col fratello.
Un
sorriso sornione si allargò sul mio viso, fornendole
già la risposta.
-Ehi,
voi due, cosa state confabulando sotto le coperte?- si
incuriosì il mio fidanzato.
-Niente
di che… scambio di informazioni- risposi indifferente.
-Certo!
Si staranno raccontando le nostre splendide performance di stanotte. Lo
sai come sono le donne: si confidano tutto tutto- si intromise
l’orso, guadagnandosi un’occhiataccia da Rose.
-Come
tutto tutto?! No… cioè… anche i
particolari… intimi?!- si meravigliò Edward.
Sembrava quasi scandalizzato. E che sarà mai?
-Che
c’è fratellino?! Paura del confronto?!- lo
provocò Emmett, dandogli una poderosa pacca sulla spalla.
Edward lo fulminò rispondendo con un pugno sul braccio.
-Paura
un cazzo, orso… vuoi prendere un righello?!- lo
sfotté Edward.
-Non ti
preoccupare, amore mio! Il confronto lo reggi benissimo e
anzi… non esiste nessuno migliore di te!- lo rassicurai.
-Ehi!-
si indignò Emm.
-Ma
insomma, che mi tocca sentire! Dov’è lo spirito
natalizio?!- esclamò Rose, fintamente scandalizzata.
Scoppiammo tutti quanti a ridere.
-Ma gli
altri?- chiesi. Pensavo che il mio fratellone sarebbe venuto a farmi
gli auguri e invece ancora non avevo visto il suo bel
faccino…
-Lo zio
ed Esme sono già scesi per preparare la colazione. Vostra
madre sembrava davvero stravolta e lo zio aveva un cipiglio serio.
Secondo me hanno fatto i bagordi stanotte e, alla loro età,
non riescono più a mantenere certi ritmi!-
sogghignò Rosalie, sollevando le proteste dei fratelli
Cullen al solo pensiero della madre in certe situazioni intime. Che
idioti, i maschi: cosa credevano? Che mio padre ed Esme fossero
asessuati?!
-Jasper
ed Alice, invece, sono rinchiusi in camera perché lei gli
sta consegnando il suo regalo. Sai che voleva darglielo privatamente-
continuò, interrompendo lo sproloquio dei ragazzi.
-Perché
in privato? Che sarà mai?- si incuriosì Emmett,
come suo solito.
-E’
un regalo davvero stupendo!- asserì mio fratello, entrando
proprio in quell’istante nella stanza con in mano il suo dono
e avvinghiato al folletto di casa.
-Auguri,
ragazze!- esclamò Alice, fiondandosi addosso a noi due e
abbracciandoci forte.
-Buon
Natale, Alice e auguri anche a te, fratellone- risposi, facendo segno a
Jazz di avvicinarsi.
Lui mi
strinse con energia e mi diede un sonoro bacio sulla guancia.
-Ti
voglio bene, sorellina. E grazie per il regalo: l’ho trovato
ieri sera sul letto. Sei meravigliosa, lo sai?- affermò,
facendomi gongolare come ogni volta che mi dimostrava il suo affetto.
-Ehi,
non vale! Di che regalo sta parlando?!- si scaldò subito
Emmett.
-Scusatemi,
è colpa mia. Ho trasgredito alle regole e non ho potuto fare
a meno di comprare una cosina anche a mio fratello. Per quanto mi sia
divertita con la storia dell’estrazione, non sono riuscita a
trattenermi. Caspita, siamo gemelli… lo abbiamo sempre
fatto…- spiegai loro, arrossendo all’inverosimile.
Non volevo che magari qualcuno potesse rimanerci male, ma con Jasper
avevo l’assoluta necessità di mantenere le nostre
personali tradizioni.
-Non ti
preoccupare, amore. Nessuno ci è rimasto male, vero?!-
tentò di rassicurarmi Edward, lanciando
un’occhiataccia ammonitrice al fratello, prima che si
mettesse a fare i capricci per aver ricevuto un regalo in meno.
-Però
è un regalo boomerang! Diciamo che è una cosa
utile a tutta la famiglia!- tentai di risollevarmi agli occhi di tutti.
-Eh no!
E’ mia!- si impuntò Jasper.
-Jazz
non fare il bambino! Lo sai che ai bimbi piccoli non sono permessi
certi giochetti con la fidanzata? Quindi vedi tu come ti conviene
comportarti- lo minacciò Alice.
-Insomma,
si può sapere cos’è?- intervenne
Edward, ormai curioso.
-La
Playstation 3!- rivelò mio fratello con un sorriso
gigantesco.
-Evvaiiii!-
urlarono Emm ed Edward in perfetta stereofonia.
-E visto
che siamo consapevoli di quanto siete bambinoni, io ho preso un gioco
per te, Edward- spiegò ancora Rosalie.
-Ed io
per te, Emm!- aggiunse Alice. I volti gioiosi dei tre maschietti di
casa, si irradiarono mentre porgevo loro i due pacchetti nascosti in
camera mia dalle ragazze. Quando lessero i titoli dei giochi, ormai li
avevamo persi! Si erano subito messi a discutere su chi avesse la
precedenza e su come dovevano svolgersi i vari turni di gioco, contenti
che nel pomeriggio ci avrebbero raggiunti anche Leah e Jake
così da poter sfidarsi a coppie. Ah, uomini!
-Oddio…
alt! Fermi tutti!- esclamò mio fratello, guardandomi con
tanto di occhi sgranati; -Cosa avete, tu ed Edward, al dito?-
domandò scioccato, indicandoci.
-Il
regalo di Edward, vi piace?- lo mostrai orgogliosa ad Alice e Rose, non
calcolando nemmeno più mio fratello, con un cipiglio
chiaramente geloso in volto.
Le
ragazze si misero a saltellare sul letto, ed entrambe vollero provarsi
la mia fedina.
-Cristo,
Edward… non avrai mica fatto qualche cazzata, vero?- si
informò subito Jazz. Mi scappò un sorrisino
perché era esattamente ciò che avevo pensato io
quando avevo visto la scatolina!
-Del
tipo?- si stranì il mio ragazzo, sinceramente confuso.
-Tipo
chiedere alla mia giovanissima sorellina, con tanto di brillante
carriera universitaria davanti a sé, di sposarti!-
tuonò, convinto delle sue parole.
Edward
sbiancò come un cencio, facendo scoppiare a ridere tutti
quanti.
-N-no…
ecco io ti amo, tesoro… da morire… lo
sai… però… Dio, è troppo
presto, vero? M-ma tu ci sei rimasta male? Pensavi…
cioè volevi…- iniziò a balbettare.
Ecco! Quel cretino di mio fratello me lo aveva fatto andare in
confusione!
-Edward,
amore mio, calmati. Non è quello che desidero, né
speravo che me lo chiedessi. Ti amo, ma siamo troppo giovani per il
matrimonio, non credi? Abbiamo mille altre esperienze da fare prima di
compiere quel passo- tentati di rassicurarlo, fulminando al contempo
mio fratello, che fece spallucce.
Vidi
Edward prendere un profondo respiro e poi mi abbracciò con
una stretta vigorosa.
-Scusami,
Bella… è solo che per un attimo ho pensato che tu
ci fossi rimasta male perché pensavi che ti avrei chiesto di
sposarmi. Mi sarebbe dispiaciuto, perché comunque io voglio
sposarti prima o poi, ma preferirei fare le cose con ordine e calma- mi
confessò teneramente, facendomi sorridere.
-Sei
dolcissimo, tesoro! E non temere… concordo perfettamente!-
lo rassicurai ancora.
-Dio,
Edward come sei romantico!- sospirò sognante Rosalie,
facendo imbronciare Emmett. Mia cugina gli andò accanto e
iniziò ad accarezzarlo molto sensualmente e in un attimo lo
fece sciogliere e tornare di buon umore.
-Ok, ora
manca Jaz: vorrei vedere cosa ti ha regalato la mia sorellina e poi
scendiamo ad aprire gli altri regali- decise Emmett.
-E’
dal giorno in cui ci siamo messi insieme che avrei voluto che mi
regalasse uno dei ritratti che spesso disegna lei, ma ultimamente non
voleva neppure più mostrarmeli. Effettivamente mi ero un
po’ risentito, ma ora ho capito il perché: ne ha
creati di varie dimensioni e li ha racchiusi in questo album come se
fossero dei patchwork di fotografie come regalo di Natale. Te ne faccio
vedere però solo alcuni, perché gli altri sono un
po’ troppo… bè, ecco… sono
dei nudi… per questo motivo me l’ha consegnato in
camera e non davanti a mio padre e vostra madre. Troppo imbarazzante!-
ci spiegò.
-Parole
sante!- confermò Alice, arrossendo.
I
disegni fecero il giro di mano in mano e tutti ci complimentammo con
lei per l’enorme bravura. Nonostante ciò, mi
chiesi se l’esperienza con Sweet Honey sarebbe stata
sufficiente a spingerla verso la facoltà di
veterinaria… non mi sarei stupita molto, nel
caso…
-Però
almeno alcuni, come quello con la chitarra, portali a vedere alla
mamma, le farebbe certamente piacere- la pregò Edward,
distogliendomi dalle mie riflessioni.
La
sorella acconsentì e poi mi diedero il tempo di lavarmi e
vestirmi e scendemmo al piano inferiore tutti assieme, per iniziare i
festeggiamenti degni del Natale.
Capitolo 127 *** Cpa. 126: La forza dell'amore ***
Cap. 126
Ciao
ragazze!
Eccoci all'ultimo capitolo di questa fiction.
Ma non è ancora il momento dei saluti
perchè ci sarà l'epilogo.
Naturalmente, ormai ci conoscete bene e
immaginerete che la fine sarà piuttosto dettagliata, quindi
l'abbiamo suddivisa in due parti.
Facendo i conti, l'ultimissimo capitolo lo
posteremo giovedì 22 dicembre!
Alcune ci hanno chiesto se si svolgerà
negli anni a venire per vedere che fino ha fatto la nostra famiglia
Swan-Cullen e la nostra risposta è no!
Temporalmente l'epilogo si svolgerà il
1° luglio, quindi a distanza di sei mesi da questo capitolo.
Non vi tratteniamo oltre e ringrazieremo tutte
voi al momento dei saluti.
Per l'epilogo non ci saranno anteprime.
BUONA LETTURA
DA MANU E SARA!
CAPITOLO
119
La
forza dell’amore
Pov
Edward
Tutti
noi ragazzi scendemmo dalle camere a rotta di collo, entusiasti ed
impazienti di aprire le strenne. Appena arrivammo in cucina, notammo
qualcosa di strambo: c’era solo Charlie ai fornelli!
-La
mamma?!- chiedemmo straniti nel vederlo nelle vesti di cuoco: non ci
tenevamo molto ad avvelenarci proprio il giorno di Natale!
-Arriva
subito, è andata un attimo in bagno- ci informò.
Bella lo raggiunse subito e dopo avergli stampato un paio di sonori
baci sulle guance come auguri, lo spintonò lontano dal cibo,
facendoci sospirare di sollievo: i nostri amatissimi pancake erano
salvi!
-Zio,
sicuro che Esme non stia covando l’influenza? Prima non mi
sembrava avesse una bella cera- si informò, leggermente in
ansia Rosalie.
-No
tesoro, sto bene… non dovete preoccuparvi per me, ragazzi-
ci rassicurò la mamma, rientrando nella stanza. La fissai un
po’ accigliato: in effetti sembrava stravolta e decisamente
fuori forma rispetto ai soliti standard…
-Esme,
siediti tranquilla che ci penso io a finire qui- Bella la
rassicurò con tono materno. Mi fece sorridere quella sua
premura e, stranamente, mia madre obbedì subito,
accoccolandosi vicino al marito. Non era proprio da lei! Mm…
che strano…
-Mamma,
non ti ammalerai a due giorni dalla partenza per le Hawaii?! Domani
chiama il dottore e fatti prescrivere qualcosa per lo stomaco o per
l’influenza- la ammonì Alice.
-Bè…
ecco… forse non partiamo più- esordì
Charlie, facendoci voltare tutti di scatto verso di loro.
-Niente
forse! Noi partiremo, eccome! Dacci un taglio Charlie Swan,
perché potrei arrabbiarmi seriamente e sai che non ti
conviene: io sto bene!- lo minacciò scura in volto. Ok,
c’era qualcosa che non andava ed io iniziavo seriamente ad
agitarmi.
Charlie
sbuffò e poi la strinse tra le braccia e le
lasciò una serie di baci sul viso, tentando di calmarla.
Bè, evidentemente non era nulla di preoccupante e Charlie
stava ancora cercando di convincerla a lasciar perdere il mare e optare
per la montagna; ridacchiai tra me: partita persa in partenza,
sceriffo!
-Emmett,
non ti ingozzare così! Ti rovinerai l’appetito per
il pranzo di Natale- lo rimproverò Rosalie.
-Ma
piccola…- farfugliò a bocca piena, terminando di
ingurgitare il suo quinto pancake; -Prima finiamo e prima apriremo i
regali, no?- constatò l’ovvio.
-Non
temere: quell’animale non ha mai sofferto di indigestione in
vita sua! Hai presente Obelix?- lo schernii, scoppiando poi a ridere
insieme a Jasper per l’improbabilità
dell’evento: mio fratello era veramente un pozzo senza fondo
e non era mai capitato che disdegnasse il cibo! Neppure quando aveva
già la pancia piena!
Appena
finimmo la colazione ci spostammo in salotto: era ora di aprire i
regali!
-Allora…
chi comincia?- chiese Alice, saltellando felice.
-Io!
Io!- esclamò mio fratello. E ti pareva! Rosalie si
alzò e prese un grande pacco. Alla vista delle notevoli
dimensioni del dono, Emm si entusiasmò, non riuscendo
più a stare fermo. Però, appena aprì
il pacco, vi trovò dentro un altro regalo leggermente
più piccolo. Ahia! Avevo come l’impressione che
sarebbe stato solo l’inizio…
-Ma?!
Rose, amore mio… non è che vuoi prendermi in giro
per avervi asfissiati tutti e ci sono pacchetti sempre più
mignon… e alla fine non c’è nulla
dentro, vero?- si preoccupò. Tutti ridemmo per il suo
cipiglio serio di fronte all’eventualità di non
aver ricevuto nulla. Come se fosse mai stato possibile!
-Vai
avanti, scimmione! Il regalo c’è e lo gradirai
anche molto- lo incitò la fidanzata. Ero proprio curioso
anche io e man mano che Emmett scartava pacchetti su pacchetti
diventavo sempre più impaziente. Dopo ben nove scatole di
dimensioni sempre minori, si ritrovò con una busta sottile
in mano.
-Ok,
è uno scherzo, vero?! Orsacchiottina mia, mi hai preso in
giro? Ah, ah che ridere! Ora me lo dai il vero regalo?- la
pregò con un musetto da cane bastonato. Era proprio
incorreggibile!
Rosalie
alzò gli occhi esasperata, scuotendo la testa.
-Dio,
Emmett! Ma sei proprio tremendo! Apri quella busta e smettila di fare
il bamboccio!- sbottò Bella, facendolo imbronciare.
Finalmente però ubbidì a quell’ordine
perentorio e appena vide il contenuto lanciò un urlo di
gioia e prese in braccio la sua fidanzata, facendola roteare per tutto
il salone.
-Ehi,
non si fa così! Io voglio sapere cosa hai ricevuto per
scatenarti una reazione del genere- mi lamentai, curiosissimo. Bella mi
sorrise.
-Ricordi
il regalo che Rose ha ricevuto per il suo compleanno? Il weekend a
Indianapolis con la prova di guida sul circuito- mi
rammentò.
-Già,
che figata!- annuii subito. Cavoli, se lo ricordavo! Avrei dato non so
cosa per poter essere al suo posto!
-Bè,
dato che viaggio e soggiorno erano per due persone, e sarà
naturalmente Emmett ad accompagnarla, Rose ha regalato la prova guida
anche per lui- mi spiegò.
-Cazzo,
che botta di culo!- esclamai, invidiando da morire mio fratello.
-Edward,
basta! Modera i termini!- mi sgridò mia madre.
-Scusa,
mamma! Mi è scappato!- mi giustificai.
-Sì,
come no! Mi sembra che ti scappi un po’ troppo spesso-
continuò imperterrita. Uhhh, che palle! La mia attenzione fu
catturata dal cipiglio serio e preoccupato di Bella. Che cretino!
Senz’altro si stava facendo mille paranoie, pensando che la
prova di guida potesse piacermi di più, dato
l’entusiasmo che avevo dimostrato.
-Tesoro
mio, qualunque cosa tu mi abbia regalato mi piacerà
senz’altro- tentai di rassicurarla, sorridendole e
abbracciandola. -Sai perché? Perché sei tu il mio
dono più prezioso! Quindi non temere: qualsiasi oggetto
scelto da te sarà perfetto!- aggiunsi, sperando di averla
conquistata con le mie parole.
-Bè,
grazie… lo spero proprio…- mi rispose con le
guance arrossate, accoccolandosi sul mio petto.
La
strinsi a me possessivamente e l’unico pensiero in quel
momento che rimbalzava da una parte all’altra della mia testa
era che non avevo bisogno proprio di niente: non avrei potuto chiedere
di più dalla vita.
-Tieni,
amore- nel frattempo mio fratello porse il pacchetto alla fidanzata.
Quando Rose lo aprì i suoi occhi si illuminarono e un
sorriso stupendo la rese ancora più affascinante.
-Caspiterina,
tesoro! E’ fantastica! Ma come hai fatto?!- si
meravigliò tenendo in mano una tuta da meccanico color
fucsia, super sexy e aderente, con il nome di Rose dipinto sulla
schiena e il logo della nuova officina in società con Jake,
sul davanti, con la scritta “Motori Ruggenti”.
-Mi sono
fatto aiutare da Jacob, sai per la stampa del logo e la scelta del
modello… Non sono molto pratico…- le
spiegò, imbarazzato ma compiaciuto del risultato.
-Ehi,
cuginetta! Se, quando sarai al lavoro, indosserai veramente quella
tutina, penso proprio che gli studenti romperanno apposta le auto per
venire a ripararle da te. Gli incassi saliranno alle stelle!-
esordì Jasper, scoppiando in una grassa risata, seguito da
noi. Effettivamente non aveva tutti i torti...
Emmett,
di fronte a quella prospettiva, sbiancò. Ero certo che si
era appena pentito di aver avuto quella splendida idea.
-Dopo me
la provo, così mi dite come mi sta. Ma… cosa
c’è nella tasca?- mormorò Rose,
estraendo un pacchettino più piccolo. Emmett sorrise e
inarcò le sopracciglia facendole cenno di aprirlo.
Appena
Rose vide il contenuto rimase a bocca aperta: un elegantissimo orologio
di Guess!
-Grazie,
amore mio! Mi piace da morire, tutto quanto!- si entusiasmò,
saltandogli al collo e baciandolo con passione.
-Ehi,
datevi una calmata, voi due!- li ammonì Charlie, lanciando
un’occhiataccia alle mani di Emm che stavano stringendo le
natiche della sua orsacchiotta, come la chiamava lui.
-Jasper…
e tu?- chiese curiosa la mamma, avendo capito che Alice
gliel’aveva consegnato in camera. Jazz mostrò ad
entrambi alcuni dei disegni e lei e Charlie ne rimasero molto colpiti.
-Oh
tesoro, sono magnifici!- si complimentò con mia sorella,
facendola arrossire.
-Visto
che siamo tutti quanti presenti, ne approfitto per comunicarvi la mia
decisione riguardo il college…- ci informò Alice.
Notai la mamma trattenere il respiro. Sapevo che avrebbe preferito che
mia sorella continuasse con il suo sogno alla Scuola d’Arte:
aveva il timore che, nonostante la sua passione per gli animali,
veterinaria non fosse adatta a lei… come la
facoltà di medicina, era troppo concreta, e anche un
po’ cruda: in effetti affondare un bisturi o una siringa in
un animaletto (anche se per il nobile scopo di curarlo), non era
proprio un gesto da Alice. Le aveva spiegato che i primi anni non si
stava quasi per niente a contatto con gli animali, e che il lavoro era
pesante e faticoso per uno scricciolo come lei; ma sicuramente, dopo
averle esposto tutti i pro e i contro, avrebbe comunque rispettato la
sua decisione e l’avrebbe sostenuta al cento per cento.
-Voglio
provare con veterinaria- esordì Alice; -Mi dispiace,
mamma…- aggiunse poi, abbassando il viso, pensando
probabilmente di averle arrecato una delusione.
-Non
devi scusarti, tesoro mio. L’importante è che tu
sia sicura. Ma devi promettermi una cosa…- la
tranquillizzò.
-Tutto
quello che vuoi!- esclamò Alice con un sorriso radioso per
il sostegno della mamma.
-Se ti
renderai conto che veterinaria non è la tua strada, non
dovrai avere paura di parlarmene o di deludermi in qualche modo.
Insieme troveremo una soluzione e in quel caso deciderai se tornare
alla tua vecchia passione o intraprendere un’altra strada.
Preferisco di gran lunga che tu ci metta qualche anno in più
a laurearti, rispetto a loro, e che sia convinta del lavoro che
sceglierai- la pregò la mamma.
Alice le
buttò le braccia al collo e si strinsero forte.
-Grazie…
sei la migliore mamma del mondo!- la elogiò mia sorella. Ed
io mi trovavo perfettamente d’accordo con lei.
-Ora
tocca a me! Tieni bambolina!- le disse Jasper, porgendole un pacchetto.
Alice inarcò vistosamente un sopracciglio e
incrociò le braccia al petto. E ora, che diavolo le
prendeva?! Era diventata una veggente?! Non aveva ancora aperto il
regalo e già sapeva che non le piaceva?! Mah!
-Jasper
Swan! Allora non mi conosci così bene come pensi! Ma davvero
credevi che mi sarei limitata a regalarti solo qualche disegno?!- si
sdegnò. Ahhh! Mi sembrava strano!
Alice
afferrò da sotto l’albero un altro pacchetto e
glielo porse.
-Amore,
ma non era il caso… sapevi quanto ci tenessi a quei disegni,
non potevi farmi regalo migliore, davvero- si difese il fidanzato.
-Lo so,
amore e sei dolcissimo. Ma sai come sono fatta… se non
spendo non sono soddisfatta. E’ solo un pensierino, ma so che
apprezzerai- lo rassicurò, tornando a essere dolce e tenera
come un agnellino. Probabilmente nella mia vita non avrei mai
più incontrato un’altra persona con
così tante sfaccettature caratteriali come mia sorella! Ma
le volevo bene anche per quello.
Jasper
si ritrovò così tra le mani un profumo Calvin
Klein. Lo annusò e poi lo passò anche a noi per
farci sentire la fragranza. Mmm… era proprio notevole: e
brava la mia sorellina: in quel campo andava sempre a colpo sicuro!
Era
giunto il turno di Alice: appena aprì la scatola
rettangolare e bassa che Jasper le aveva regalato, i suoi occhi si
spalancarono di colpo.
-O.Mio.Dio!
Non ci posso credere! Ma come facevi a sapere…-
farfugliò emozionata.
-Ehi,
che cavoli!- il vocione di Emmett interruppe le urla entusiastiche di
Alice, mentre Jasper sorrideva felice e soddisfatto. -Prima di chiedere
il perché e il come non potete far vedere anche a noi?!- si
lamentò.
-Ok, ora
vi spiego: ero certo che la mia scricciola avrebbe scelto veterinaria,
ma altrettanto sicuro che le sarebbe dispiaciuto lasciar perdere del
tutto il disegno. Quindi mi sono informato un po’ su Internet
e ho visto che molto vicina alla Seattle University
c’è un’ottima scuola di design che
organizza anche corsi non troppo impegnativi ma ugualmente
interessanti. Sono proprio calibrati in base alle esigenze degli
studenti universitari di altri corsi e per i lavoratori. Quindi ho
fatto un paio di telefonate e mi sono fatto spedire gli opuscoli dei
vari corsi. Scegline uno, amore, e sarà tutto spesato; ho
concordato ogni dettaglio con la segreteria. L’importante che
fai pervenire la tua iscrizione entro il 30 di marzo-
spiegò, lasciandoci tutti a bocca aperta. Wow! Jasper era
una continua sorpresa!
Alice
gli saltò in braccio e cominciò a tempestare il
suo viso di baci, facendoci ridere per l’espressione
esasperata di Charlie, di fronte alle nostre continue manifestazioni di
affetto. E pensare che ci stavamo trattenendo!
Il
trillo gioioso di Alice era davvero irresistibile; e così
anche la mia sorellina sarebbe riuscita a seguire entrambe le sue
passioni: ero proprio felice per lei, e la mamma era veramente
commossa. Infatti si alzò e andò ad abbracciare
Jasper per il bellissimo gesto che aveva avuto.
-E voi
due?- indagò Charlie, indicandoci. Io e Bella mostrammo
orgogliosi le nostre fedine e stavolta fu il turno dello sceriffo Swan
di sbiancare.
-Cos…
Porc! Cof, cof… cof…- tossicchiò,
passando da un pallore spettrale ad un cremisi intenso.
-Papà?!
Oddio, che hai, ti senti male?!- si preoccupò immediatamente
Bella, precipitandosi accanto a lui.
-Ma che
avete fatto? Voi siete troppo… ouch…- emise poi
un verso straziato, ma la mamma, intuendo al volo il suo timore, gli si
accomodò vicino, iniziando ad accarezzargli la schiena.
-Charlie,
stai tranquillo: i ragazzi non hanno deciso di sposarsi!- lo
rassicurò. Cosa?! Ma allora era un vizio di famiglia! Prima
Jasper e ora Charlie. Ma che cavolo! Avevamo appena diciotto anni,
erano matti?!
-Sicura,
cara? Dio mio! Ho rischiato seriamente l’infarto, stavolta-
mormorò ancora scosso, riprendendo un colorito
più sano.
-Adesso
tra i giovani sono molto di moda le fedine per mostrare il loro impegno
davanti a tutti. Così, se a qualcuno
all’università, verrà in mente di
corteggiare uno dei due, saprà che sono fidanzati- gli
spiegò ancora.
-Come se
questo bastasse! Mi spiace fratellino, ma non penso che un anello al
dito di Bellina, potrà scoraggiare eventuali marpioni.
Almeno io non mi tirerei comunque indietro. Se veramente mi piacesse ci
proverei lo stesso, stanne certo!- esordì mio fratello,
facendomi incazzare. Ma porca miseria, i cazzi suoi mai?! Una gomitata
ben assestata nelle costole, da parte di Rosalie, lo zittì
all’istante. Gran ragazza!
-Ed io,
in quel caso, ribadirei molto chiaramente che sono innamorata persa del
mio fidanzato e lo manderei a farsi un giro, molto elegantemente!-
esclamò Bella, rivolta principalmente a me. Non le era
sfuggito il mio irrigidimento alle parole di Emmett. La abbracciai e
poi pose fine a quella inutile e irritante conversazione, porgendomi il
mio regalo.
-Spero
ti piaccia, tanto quanto io ho gradito il tuo- mormorò,
mentre sentivo gli occhi di tutti su di me. Tolsi con poca eleganza il
fiocco e la carta che rifasciava una scatola molto simile a quella che
Jasper aveva consegnato a Alice. Appena alzai il coperchio vi trovai
dentro due libri: uno su Londra e l’altro su Parigi.
La mia
espressione corrucciata e non particolarmente brillante fece scoppiare
tutti in una grossa risata.
-Ehm…
grazie… ma devo proprio leggerli?!- farfugliai.
-Che
scemo! Scommetto che non hai ancora capito di cosa si tratta!- mi
schernì Jazz. Infatti!
Bella mi
prese le mani e mi sorrise con dolcezza.
-Diciamo
che, se ti farà piacere, dopo il diploma, potremo partire
all’istante per due settimane in Europa, una a Londra e una a
Parigi…- mi spiegò, facendomi sgranare gli occhi
dallo stupore.
-Oddio
santo! Non posso crederci! E’ meraviglioso!! Tu sei matta!
Avrai speso una fortuna! Che figata!- mi entusiasmai e preoccupai allo
stesso tempo, abbracciandola forte.
-Ho
colto al volo una megaofferta! E poi al termine delle due settimane ci
ritroviamo con tutto il resto della famiglia in Italia dagli zii e
finiamo le nostre vacanze lì. Così saremo di
nuovo a casa per i primi di agosto e avremo tutto il tempo per
sistemarci ad Harvard- continuò nella spiegazione. Dio, era
un sogno! Aveva programmato ogni cosa nei minimi particolari e non
potevo che esserne felice. Tante volte avevamo fantasticato su quanto
sarebbe stato bello poter visitare, soli soletti, quelle due
meravigliose città e ora tutto si era concretizzato.
-Dio,
quanto ti amo!- esclamai, sollevandola dal divano e facendola sedere in
braccio a me. Iniziammo un bacio che di casto aveva ben poco,
dimentichi di tutto ciò che ci circondava… ma chi
se ne importava: io e lei in Europa!!
-E
basta! Ma la finite, oggi?! Se i regali scatenano certi istinti,
d’ora in poi li vieterò!- si infervorò
Charlie, facendoci ridere tutti quanti.
-Ora
tocca a noi! Vi abbiamo fatto un regalo di gruppo- richiamò
la nostra attenzione la mamma.
Lei e
Charlie si alzarono e ci chiesero di seguirli al piano di sopra. Appena
giunti a destinazione, entrambi continuarono e salirono le scale che
portavano all’enorme solaio. Cosa diavolo avevano
escogitato?! Eravamo tutti curiosi ed eccitati… cosa avrebbe
potuto esserci in una polverosa soffitta?
-Pronti?-
ci chiese lo sceriffo. Annuimmo e poi ci fecero entrare al buio. Un
attimo dopo le luci si accesero e noi rimanemmo a bocche spalancate
senza la forza di dire nulla.
Affermare
che eravamo tutti sbalorditi era veramente riduttivo. Quella stanza
ampia e spaziosa, che fino a qualche settimana prima ero certo fosse
tutta impolverata e piena di scatoloni, era stata ripulita a fondo e
completamente arredata: due ampi divani di fronte a un megaschermo
cinquanta pollici con tanto di impianto dolby surround e consolle Wii;
un tavolo con otto sedie, un lungo mobile basso con sopra uno stereo;
tre stufette, sparse per la stanza, per riscaldare
l’ambiente; una scrivania con due computer e infine uno
stupendo tavolo da biliardo…
-Bè,
il gatto ha mangiato la lingua a tutti quanti?- ci schernì
Charlie. Alle sue parole tutti prorompemmo in un urlo entusiastico di
gioia, sparpagliandoci per la stanza per ammirare meglio ogni
dettaglio.
-Abbiamo
pensato che una sala relax tutta per voi fosse l’ideale.
Sappiamo che tra qualche mese ve ne andrete al college, ma vi
conosciamo e siamo certi che tornerete spesso a casa; e poi ci saranno
le vacanze e i giorni di festa. Intanto manca ancora quasi un anno e
potrete iniziare a godervela- ci spiegò la mamma con la voce
rotta per l’emozione al solo pensiero che presto avremmo
lasciato il nido. Ma aveva ragione lei: ognuno di noi sarebbe sempre
tornato a casa e spesso anche. Io e Bella avevamo deciso che, ad
Harvard, appena preso il ritmo giusto con lo studio e i corsi, ci
saremmo trovati un lavoretto, giusto per racimolare il necessario
per pagarci i biglietti aerei il più spesso
possibile, senza dover intaccare i nostri fondi fiduciari che servivano
per la retta del college e per il nostro mantenimento e quello
dell’appartamentino che desideravamo affittare. Ne avevamo
già parlato con Charlie e la mamma ed erano
d’accordo entrambi, anche se ci avevano fatto promettere che
se non ce l’avessimo fatta a far collimare gli impegni
universitari con quelli lavorativi, ci avrebbero dato una mano loro e
avremmo lasciato subito il lavoro.
-E’
completamente insonorizzata, ragazzi. Quindi potete fare tutta la
confusione che volete, senza aver paura di disturbare- ci
spiegò Charlie. Wow! Che figata assoluta!
-Noi non
ci siamo accorti di nulla. Avete lavorato durante il nostro orario
scolastico, vero?- si informò curiosa, Bella. La mamma
annuì, sorridente.
-Ma come
vi è venuta questa idea magnifica?!- chiese Rosalie.
-Bè…
ehm… la risposta è in quei pacchetti sul divano.
Non ci sono nomi perché ce n’è uno per
ciascuno di voi e sono tutti uguali. Per cui prendetene uno a testa e
apriteli contemporaneamente, per favore- rispose Charlie. Tutti ci
spostammo in quella zona e al ‘tre’ di Alice
scartammo i regali e ognuno si ritrovò le mani una
microscopica e colorata tutina da neonato.
Ci
guardammo confusi e poi fissammo la mamma, con Charlie che la
abbracciava, accarezzandole dolcemente il ventre. Oh porco…
Fu
questione di un attimo, per assorbire la notizia ed essere certi di
aver inteso bene la situazione… e poi scoppiò il
caos: urla di giubilo, lacrime di gioia, semi svenimenti, abbracci
stritolatori, baci e valanghe di auguri, congratulazioni… e
qualche collasso. Cristo santo, era possibile avere un infarto a
diciott’anni?!
Eravamo
tutti felici per loro e l’idea di avere un piccolo pargoletto
per casa ci rendeva euforici ed elettrizzati. Le ragazze poi non la
finivano più di piangere, commosse come mai le avevo viste.
-Come
stai, Esme?- le domandò Bella in ansia.
-Hai le
nausee, mammina?- le chiese Alice senza aspettare che rispondesse.
-Ma
certo! Ecco perché in queste ultime mattine avevi sempre
un’aria stanca!- incalzò Rosalie.
-Ok,
basta! Ragazze, sto benissimo. Ho solo un po’ di nausea
durante la giornata, ma niente di nuovo. Ci sono già passata
altre volte! L’unica che non mi aveva dato noia era stata la
gravidanza della mia piccolina- le quietò la mamma, mentre
loro pendevano dalle sue labbra.
-E
certo, perché poi te ne ha dato un sacco quando è
nata!- la schernì Emmett, prendendo nostra madre tra le
braccia e stritolandola. Alice gli fece un’enorme linguaccia.
-Ehi,
piano! Così me la spremi, orso!- lo ammonì
Charlie.
-E’
per questo che non vuoi più partire, papà?- gli
domandò Jasper. Lui annuì e si
accigliò, ma la mamma lo fulminò subito.
-Sentite
bene, ragazzi. La dottoressa ha detto che procede tutto a meraviglia!
Posso condurre la stessa identica vita di prima, purché non
mi stanchi troppo. Ha sottolineato…- e lanciò di
nuovo un’occhiataccia al marito; -…che posso
benissimo viaggiare. Non c’è nessuna
controindicazione, devo solo portarmi una crema solare a schermatura
totale e un bel cappello per evitare insolazioni- ci
raccontò, rassicurandoci.
-Oh
Esme, ti aiuteremo noi! In casa non dovrai nemmeno più
alzare un dito- la rassicurò, protettiva Bella.
-Sì,
penseremo a tutto noi!- si aggiunsero Rose ed Alice, commosse e
tremanti.
-Siete i
miei tesori! Grazie per la premura, ma già normalmente mi
aiutate tanto, quindi non occorre che facciate di più.
Voglio solo che vi dedichiate allo studio- replicò.
-Allora
siete contenti? Non pensate che siamo troppo… ecco, troppo
in là con gli anni per ricominciare daccapo con pappette e
pannolini?- si preoccupò lo sceriffo, facendoci una
tenerezza infinita.
-Bè,
Charlie, non sarà poi così diverso! Vi siete
tenuti in allenamento con Emmett!- affermò Alice, rendendo
pan per focaccia a nostro fratello.
-Ma che
sorellina spiritosa!- rispose prontamente, Emm.
-Chissà
da chi ho preso!- si difese Alice.
-Vedi,
Charlie! Bè, meno male che hai me, mammina: sono
l’unico che si salva. E ora toglietevi di mezzo che non sono
ancora riuscito ad abbracciarla come si deve. Tanti auguri di tutto
cuore e per qualsiasi cosa sappi che io ci sarò sempre. Ti
voglio bene- dichiarai, stringendola forte.
-Anch’io,
Edward. Amo tutti voi incondizionatamente. Non potevo sperare di avere
figli migliori e mi riferisco a tutti e sei indistintamente- ci
rivelò, facendoci commuovere.
-Allora,
quando arriverà il nostro fratellino?- si informò
Jasper.
-O
sorellina!- ribadì subito Bella.
-Non
cominciate perché ancora è presto per saperlo. Il
parto sarà a metà agosto, quindi sarete
già tornati dall’Italia. Noi, invece non verremo
perché non ci sembra il caso di fare un viaggio del genere
proprio all’ultimo mese- li calmò subito Charlie.
Bella
venne ad abbracciarmi e mi guardò radiosa.
-Sei
contenta, amore mio?- le chiesi, addossandola al mio petto.
-Sono
strafelice e questo è il più bel Natale che abbia
passato da tanto tempo. Papà ed Esme ci hanno fatto il
regalo più bello di tutti. Ci pensi? Un piccolo Swan in giro
per casa… Dio, non vedo l’ora! Mi dispiace solo
che noi due saremo quelli che se lo godranno meno, perché
saremo i più lontani, al college- si rammaricò.
-E’
vero, cucciola; ma, come avevamo deciso, cercheremo di tornare a casa
il più spesso possibile- obiettai. Lei strofinò
il viso sul mio petto.
-Che
c’è, amore? Preferiresti studiare vicino a casa?
Non c’è ancora niente di definito e possiamo
sempre cambiare idea, se vogliamo. Possiamo parlarne ancora un
po’ tra noi e valutare i pro e i contro: Seattle è
un’ottima università- tentai di rassicurarla. Io
l’avrei seguita ovunque e se Bella avesse cambiato i suoi
piani, ero pronto a rinunciare ad Harvard per seguirla in capo al
mondo! L’amavo troppo e non sarei più riuscito ad
allontanarmi da lei, nemmeno per coronare il mio sogno. Ormai era
diventata la mia priorità principale, il mio sole, la mia
vita… lei era tutto per me e avrei fatto il possibile per
non perderla mai.
E in
quegli istanti quasi rarefatti per la loro intensità, ne ero
sempre più consapevole: avevo bisogno di lei, del suo amore.
E’
vero che se l’amore è forte resiste anche al tempo
e alla lontananza, era altrettanto vero che io, Edward Cullen, avevo
trovato la mia anima gemella e avrei sempre lottato contro tutto e
tutti per poter starle accanto, fino al mio ultimo respiro.
-No,
Edward… è giusto che noi seguiamo i nostri sogni.
L’importante è stare insieme noi due. Ti amo,
amore mio- mi spiegò, dichiarandomi il suo sentimento ancora
una volta: non mi sarei mai stancato di sentirglielo dire.
-Insieme,
per sempre! Ti amo, mia Bella- mormorai prima sulla sua fedina poi
sulle sue labbra, per poi suggellare le mie parole con un bacio: mai mi
sarei stancato di farlo!
I
passeggeri del volo 522, destinazione New York, sono pregati di
raggiungere il gate 4 per l’imbarco.
Quella
voce metallica gracchiò negli altoparlanti
dell’aeroporto acuendo il mio mal di testa.
-Ehi,
tesoro! Sei stanca? Mi sembri più pallida del solito-.
-No,
tranquillo…
è che… avrei bisogno di sdraiarmi e non ce la
faccio
più a stare seduta su questa maledetta sedia! Ci
vorrà
ancora molto per l’imbarco?!- risposi, irritata e nervosa.
-Coraggio,
piccola
mia… ancora un’oretta e ci siamo- mi
consolò,
accarezzandomi con dolcezza i capelli e facendomi rilassare un pochino
a quel gesto affettuoso. Mi sforzai di sorridergli per cercare di
rincuorarlo, senz’altro era più agitato di me
all’idea della mia partenza.
-Senti
Bella… mi dispiace davvero tanto non poterti accompagnare-
si rammaricò per l’ennesima volta.
-Basta,
papà. Ti
prego, non continuare a crucciarti così. Manca poco
più
di un mese al parto ed Esme ha bisogno di te. Sai che non si deve
alzare dal letto e fare sforzi- gli ricordai per cercare di alleviare
il suo senso di colpa. La gravidanza di Esme era proceduta a meraviglia
fino ad una settimana prima, quando la pressione le si era alzata a
livelli improponibili e rischiava la gestosi. Da qualche giorno quindi
le era stato ordinato riposo assoluto fino al parto.
Il suono
del mio cellulare interruppe quello scambio verbale con mio padre.
-Pronto?-
risposi, senza nemmeno controllare chi fosse il chiamante.
-Ehi,
sorellina! Non sei
già partita?- mi chiese Jazz con un tono forzatamente
allegro.
Sapevo che continuava a sentirsi in torto per non essermi accanto; ma
la mia era una situazione che avrebbe richiesto parecchio tempo per
risolversi… perciò non aveva senso che lui ed
Alice si
rovinassero le vacanze estive a causa mia.
-No, non
ancora,
c’è stato un po’ di ritardo…
un po’
tanto! Uffi, è più di un’ora che
aspetto!- mi
lagnai.
-Ed io
che volevo tenerti
compagnia, visto che sei sempre un pochino tesa…- si
angustiò. Che dolce mio fratello, lo adoravo
incondizionatamente
e mi mancava da morire; in realtà era solo una settimana che
non
lo vedevo: non eravamo mai stati così lontani
così a
lungo.
-Non fa
niente, Jazz. E poi
lo sai che finché sono per aria preferisco tenere il
cellulare
spento, quindi non preoccuparti. Mi aspettano tempi duri, lo
sai… e il viaggio è il male minore. Ma me la
caverò come sempre. Piuttosto, voi? Avete già
raggiunto
la Ville Lumiere?- gli domandai, tentando di cambiare discorso per non
pensare a ciò che mi aspettava al mio arrivo a destinazione.
-Sì,
ci siamo appena
sistemati in albergo, vicino a Notre Dame. Alice sta facendo un sacco
di foto e video per mostrarti poi ogni minimo dettaglio… e
Parigi è fantastica! Comunque ti chiamo stasera, ok?
Così
mi racconti come sono l’ambiente e la tua camera- si
raccomandò.
Mi
morsicai il labbro con
veemenza, deglutendo più volte per cercare di non far
tremare la
mia voce, nel rispondergli. Dovevo cercare di essere forte, come avevo
fatto nei giorni passati. Ero sinceramente felice per Jazz ed Alice; ci
avevo messo parecchio a convincerli ad accettare i biglietti del nostro
viaggio da sogno. Jazz non ne voleva sapere di lasciarmi e, anzi, aveva
tutte le intenzioni di trascorrere l’estate con me a Chicago.
Ma
gli avevo fatto comprendere che non ero più una bambina e
che
lui doveva pensare prima alla sua vita e alla sua fidanzata. Poi ci
sarebbe stato anche il parto di Esme e Jazz avrebbe dovuto essere
presente. Sarei già mancata io quel giorno, e forse anche
lui,
per quel che ne sapevo; e non mi sembrava giusto che Esme e
papà
dovessero rinunciare a qualcun altro dei loro figli in un momento
così gioioso e importante per l’intera nostra
famiglia.
Alla fine Jasper si era arreso ed era partito, ma aveva continuato a
telefonarmi tutti i giorni, più volte, anche in orari
assurdi in
cui avrebbe dovuto dormire, dato il fuso orario. Speravo solo che
almeno stesse cercando di godersi il viaggio il più
possibile.
-Va
bene, Jazz. A stasera,
e dai un bacione ad Alice da parte mia… e… ti
voglio
bene- mormorai, per poi interrompere la comunicazione e asciugarmi
velocemente una lacrima sfuggita al mio controllo.
-Oh,
Bells!- sospirò mio padre, tentando di abbracciarmi, ma non
glielo permisi.
-No, ti
prego papà.
Se lo farai adesso sento che andrò in mille pezzi e non
voglio!
Tra qualche minuto starò meglio- lo supplicai; -Mi potresti
andare a prendere un caffè? Ne ho davvero bisogno- lo
supplicai.
Capì
al volo la mia
necessità di restare un po’ da sola per
riprendermi,
annuì e si dileguò all’istante.
Presi
qualche energica
boccata d’ossigeno per riuscire a calmarmi e poi mi spostai
accanto alla vetrata ad osservare il cielo estivo ricoperto dalle
solite nuvole cariche di pioggia a stento trattenuta.
Sospirai,
sperando che
almeno il volo risultasse tranquillo. Il dolore era già
abbastanza lancinante così, senza che l’aereo
dovesse
subire anche degli scrolloni a causa di qualche turbolenza.
-Ehi,
piccola! Speravo che
per il viaggio ti avrebbero fornito un modello di macinino decisamente
più moderno di quel trabiccolo!- la voce tonante e beffarda
del
mio migliore amico mi fece voltare di scatto.
-Jake!
Cosa ci fai qui? Ti
avevo detto, ieri sera, che non era necessario salutarmi
all’aeroporto- lo rimproverai bonariamente, con un enorme
sorriso
sulle labbra, sollevata di poter trascorre ancora del tempo in sua
compagnia.
-Ero qui
a Port Angeles a
comprare dei pezzi di ricambio per la golf del vecchio Bob…
e ho
chiamato tuo padre per chiedergli se eri già partita.
Così quando mi ha spiegato del ritardo mi sono precipitato
qui-
mi chiarì.
-Come
hai fatto a entrare?
Questa è una saletta privata- mi incuriosii. Lui mi sorrise,
ammiccando mentre si sfilava dalla tasca posteriore dei jeans il suo
telefonino e lo appoggiava su un tavolino accanto.
-Ho le
mie conoscenze, io!-
dichiarò con tono misterioso mentre si accomodava su una
sedia,
facendomi ridere. Immaginavo quali conoscenze avesse ed ero certa che a
Leah non sarebbero andate a genio se l’avesse saputo.
-Tieni-
mi porse il caffè. Afferrai il bicchiere di plastica,
guardando perplessa il mio amico: come diavolo..?
-Ehi,
niente lettura del
pensiero, non sono un pallido e smunto vampiro! Ho solo incontrato un
baffuto sceriffo che te lo stava portando e così
l’ho
mandato a farsi un giretto e a comprarti qualche rivista per il
viaggio, visto che non ci aveva pensato. Volevo restare un
po’
solo con te, perché, negli ultimi giorni, eri sempre
circondata
da un sacco di gente e non ci sono mai riuscito. Così magari
facciamo due chiacchiere in santa pace- mi spiegò.
-Grazie
Jake, ma non dovevi
disturbarti. E poi non ho bisogno di alcuna rivista, non credo che
leggerò…- mormorai, sorseggiando la mia bevanda
bollente.
Non vedevo l’ora di essere nella mia poltrona di prima
classe,
senza avere gli occhi di qualcuno dei miei amici o familiari addosso, e
poter sfogare tutte le lacrime che stavo tentando di reprimere da
troppo tempo, ormai. Mi sembrava di trovarmi sul filo di un rasoio: ero
maledettamente prossima al mio punto di rottura e ogni minuto che
passava avevo la netta impressione che la diga si stesse per sgretolare
in mille pezzi.
-Ah,
è vero!
Scusami, non ci avevo proprio pensato, Bells. Non avrai tempo per
leggere perché sarai troppo impegnata a dare finalmente
libero
sfogo a tutte le tue lacrime, giusto?- sibilò. Sussultai al
suo
tono duro.
-Del
resto
nell’ultimo mese ti è capitato spesso, no? Hai
pianto ogni
volta che sei rimasta sola, quando nessuno ti vedeva. O più
precisamente non fai altro, da quando hai commesso la cazzata
più grossa della tua vita!- sbottò
sarcasticamente. I
miei occhi si sgranarono per lo stupore; Jake non aveva mai fatto cenno
a nulla e pensavo che non si fosse accorto di quanto soffrivo.
-Pensavi
davvero di darmela
a bere? Pensavi che non vedessi come eri ridotta ogni volta che ti
venivo a trovare: occhi gonfi, rossi, tristi, profonde
occhiaie…
devo continuare?- mi provocò.
-Jake,
ti prego, non
ora… non ce la faccio!- gemetti, di nuovo tremendamente
agitata.
Sapevo che non era mai stato concorde con la mia decisione: me ne
accorgevo, ogni volta, da come stringeva i pugni e serrava la mascella
quando sostenevo che non ci fosse più nulla da dire al
riguardo
o che non volevo sentire pronunciare quel nome. La decisione era stata
presa da un pezzo e non sarei tornata indietro! Fino a quel momento
c’era sempre stato qualcuno con me… e la sola
presenza di
un terzo aveva frenato i suoi tentativi di indagare; ma ora eravamo
soli e nessuno lo avrebbe fermato…
-E
allora quando, Bella?!
È un mese che non ne vuoi parlare, che non si può
neppure
più pronunciare il nome di Edward in tua presenza! Tutti
hanno
cercato di comprenderti, di proteggerti, per via della situazione, e
nessuno ti ha voluto dire come stanno veramente le cose; ma
è
ora che tu lo sappia!- tuonò, improvvisamente infuriato come
mai
lo avevo visto. Ero
ammutolita e incapace di pronunciare anche solo una sillaba. Io sapevo
tutto quanto… Jazz, l’unico (oltre a mio padre) a
conoscere l’intera verità, mi teneva costantemente
al
corrente delle novità in famiglia e non avevo voglia di
risentire le parole che Jake voleva gettarmi addosso. Mi sentivo
già abbastanza in colpa, per non parlare
dell’atroce
sofferenza che mi dilaniava il cuore in maniera costante e profonda per
la sua mancanza. Mi mancava tutto di lui: la sua voce, il suo odore, le
sue carezze, i suoi baci, il suo sorriso; ero completamente annientata.
-Jake,
per favore… non…- annaspai senza fiato; ma mi
interruppe bruscamente.
-Eh no,
Bella! Stavolta mi
ascolterai fino in fondo! Sono passati quarantacinque giorni
dall’incidente ed Edward è totalmente distrutto.
Si sente
responsabile per ciò che ti è accaduto. Alice ed
Emmett
pregano di continuo che non compia le stesse cazzate di quando
è
morto il loro padre. È così che lo vuoi vedere
finire?!
Tutto il tuo grande amore per lui è svanito come neve al
sole?!-
inveì fuori di sé.
-No!-
urlai; -Lui mi ha
promesso che non avrebbe fatto cazzate, per Esme e il
bambino…
ha promesso!- continuai scuotendo la testa, mentre le lacrime premevano
furiose per uscire.
-Fanculo,
Bells! Voi due
siete nati per stare insieme e divisi siete persi, inutili, rotti! Lo
vuoi capire?! Pensaci un attimo… se davvero non lo amassi
più, non dovresti avere problemi ad udire o pronunciare
ancora
il suo nome, a sapere cosa sta facendo o con chi è!- mi
provocò ancora senza pietà.
Sussultai,
raggelata dalle sue ultime parole e Jake se ne accorse.
-Eh
già, mia cara!
Prima o poi quel ragazzo si rifarà una vita. Ci hai mai
pensato?! Sei pronta a vederlo un domani con un’altra, magari
costruirsi una famiglia senza di te… ed avere tanti bei
bambini
che avrebbero dovuto essere i vostri?!- continuò
implacabile,
causandomi delle fitte allucinanti alla testa, al cuore, ai polmoni al
pensiero del realizzarsi di quella tremenda ipotesi.
-Ti fa
male se lo nomino,
vero? Dai, pronuncia quel dannato nome! Chiamalo, se non lo ami
più! Edward, Edward, Edward! Ti importa ancora qualcosa di
lui?-
infierì senza remore.
-Bastaaaa!-
urlai con tutto
il fiato che avevo in corpo, portandomi le mani a coprirmi il viso,
disperata. Tutte le emozioni che avevo cercato di nascondere a stento,
indossando una maschera di finta indifferenza a rabbia davanti a tutti
loro, esplosero più violente che mai.
-L’ho
fatto solo per
lui! Lo vuoi capire?! Come puoi pensare che non mi manchi
l’aria
al solo pensiero che stia con un’altra? Mi manca la terra
sotto i
piedi e mi sento sprofondare ogni giorno di più in un
baratro
senza fine! Come puoi credere che non mi importi nulla di lui?! Io lo
amo più di ogni altra cosa al mondo e ho dato la mia vita
per
lui! Già Jake, la mia vita! Perché dal giorno in
cui
l’ho lasciato è come se fossi morta!- ammisi tra
le
lacrime che ormai scendevano inarrestabili.
Il mio
amico mi fissava con gli occhi spalancati e lucidi, meravigliato dalla
mia confessione.
-E
allora perché,
Bella? Dimmi solo per quale dannato motivo lo hai fatto,
perché
proprio non lo capisco… e non propinarmi la cazzata della
sua
gelosia perché non ci crederò mai…- si
calmò, venendomi accanto e chinandosi accanto a me,
racchiudendo
le mie mani tra le sue grandi e forti.
-Per
questa…-
mormorai, indicandogli la sedia a rotelle su cui ero seduta; -Solo e
unicamente per questa… non potevo rovinare anche la sua
vita…- confessai, con un filo di voce, arrendendomi e
iniziando
a ripercorrere con la mente tutto ciò che mi era successo
negli
ultimi due mesi…
14 maggio
Digitai
il numero di telefono, con il cuore in gola, pregando con tutta me
stessa che rispondesse a quel dannato cellulare.
-Pr-pronto-
rispose con voce spezzata. Meno male: stava bene!
-Embry,
dove diavolo sei?! Tua sorella e tuo padre mi hanno chiamato
preoccupati a morte! Hanno detto che eri sconvolto, quando sei uscito
di casa, e che non rispondi alle loro chiamate- sibilai, incazzata
nera, ma sollevata allo stesso tempo: non aveva combinato qualche
cazzata!
-S-sono
alla pic.. cola insenatura della… riserva…- mi
rispose, singhiozzando disperato. Merda!
-Sentimi
bene! Sono in officina da Jake e con la moto: in dieci minuti,
sarò da te. Tu, nel frattempo, cerca di calmarti e ne
parleremo
insieme… vedrai, tutto si risolverà…-
tentai di
quietarlo.
-No!
Cosa serve parlarne ancora?! Non ce la faccio più, Bells!
Questo
amore mi sta distruggendo ed io… non posso
andare… avanti
così…- gridò forte.
-Embry!
Non ti azzardare a fare qualche cazzata o giuro che vengo a prenderti a
calci nel culo persino all’inferno! Non è
così che
si risolvono i problemi. Ti chiedo solo di aspettarmi! Ti prego, me lo
devi! Con tutti i guai che mi hai fatto passare con Edward, in questo
periodo, me lo devi, cazzo!- lo scongiurai accoratamente.
-V-va
bene- si arrese. Dio, ti ringrazio!
-Mi
aspetterai? Me lo giuri?- chiesi con il cuore in gola.
-S-sì…-
soffiò sulla cornetta. Tirai un sospiro di sollievo.
-Arrivo!-
dissi e chiusi la comunicazione, saltando in sella alla moto e
indossando velocemente il casco.
In
pochi minuti arrivai a destinazione e, dopo aver percorso una striscia
di sabbia di corsa, mi addentrai tra le rocce per raggiungere
l’insenatura nascosta alla strada. Erano due mesi che io ed
Embry
avevamo allacciato una stretta amicizia, ed esattamente da quando avevo
scoperto il suo segreto: Embry era gay.
Era
stato difficile per lui accettarlo, ma alla fine ci era riuscito. Si
era confidato con me una sera in cui mi ero attardata da Jake per una
controllatina approfondita a Roxy, sera in cui Edward era uscito con
Ben.
Mio
fratello mi aveva accompagnata ed io, inevitabilmente, mi ero accorta
dello sguardo adorante che aveva Embry, ogni volta che posava gli occhi
su Jazz. Così avevo scoperto ciò di cui lui si
era reso
conto solo da pochi mesi. Forse lo aveva sempre saputo, ma il suo
rifiuto verso quella sua condizione, lo aveva indotto ad ignorare la
questione, facendo finta che fosse tutto normale. Ne avevamo parlato e
riparlato più volte e avevamo ipotizzato che, probabilmente,
si
era intestardito con me perché, in fondo al suo cuore,
sapeva
che avrebbe sempre ottenuto un netto rifiuto da parte mia.
Il
“problema” era emerso quando Embry aveva deciso di
uscire
con un’altra ragazza e non era riuscito ad andare fino in
fondo
con lei. Baciare una donna, qualsiasi donna, stare in
intimità
con lei… erano situazioni che lo disgustavano sempre
più:
non poteva più ignorare ciò che reclamava a gran
voce il
suo cuore.
Così,
pian piano, si era reso conto di sentirsi scombussolato, emozionato,
commosso solo in presenza di mio fratello… e quando comprese
di
essersi innamorato di Jasper ne soffrì moltissimo,
consapevole
che non sarebbe mai stato ricambiato. Più volte lo avevo
tranquillizzato, tentando di fargli capire che prima o poi avrebbe
trovato la persona giusta per lui; ma spesso entrava in crisi e aveva
bisogno di me, negli orari più disparati; e io non avevo
potuto
ignorare gli appelli disperati di un amico in crisi.
Era
stato a quel punto che avevano iniziato a sorgere i problemi con
Edward: la sua gelosia era esplosa più irruente che mai. Ero
stanca anch’io della situazione e avrei tanto voluto poter
raccontare la verità al mio ragazzo e smetterla di litigare
con
lui; ma Embry ancora non se la sentiva di fare outing e quindi mi aveva
pregato di concedergli un altro po’ di tempo.
Avevo
cercato più volte di rassicurare Edward che, tra me ed
Embry,
non c’era assolutamente nessuna implicazione sentimentale, ma
che
lui stava attraversando un periodo difficile e aveva solo bisogno di
un’amica fidata. Spesso mi ero irritata per
l’evidente
mancanza di fiducia di Edward nei miei confronti, ma
dall’altra
parte potevo anche comprendere il suo stato d’animo: come
poteva
credere che per Embry quello non fosse solo un modo per trascorrere del
tempo con me, visto che mi aveva sempre corteggiata fino a qualche mese
prima? Edward sosteneva che ero solo un’ingenua e che lui si
stava approfittando della mia generosa bontà solo per
riuscire a
portarmi a letto. Nulla di più lontano!
Mi
dispiaceva per Edward, ma l’unica soluzione era dimostrargli
costantemente il mio amore e stringere i denti: prima o poi Embry
sarebbe riuscito a confidarsi con tutti.
Quando
giunsi all’insenatura, mi corse incontro.
-Bella,
sei qui!- Embry, sconvolto, con gli occhi arrossati e gonfi di lacrime,
interruppe il flusso dei miei pensieri. Chissà da quanto
tempo
stava piangendo…
Mi
avvicinai e lo abbracciai, tentando di consolarlo. Mi spiegò
che
aveva raccontato alla sua famiglia la verità e che suo padre
non
l’aveva presa affatto bene. Erano volate parole grosse,
offese
pesanti e alla fine era uscito da casa, senza più rispondere
alle loro chiamate.
Gli
rivelai che in realtà suo padre era molto in pensiero e
tentai
di fargli capire che forse la sua era stata una reazione dettata dallo
sconcerto e che non pensava realmente ciò che gli aveva
riversato addosso.
Per
fortuna alla fine le mie parole erano riuscite a calmarlo; e insieme
telefonammo a casa sua. Parlò qualche minuto con suo padre
che
gli chiese di tornare a casa per discuterne con più calma e
si
scusava con lui per aver detto cose che non pensava assolutamente.
Ci
alzammo e riattraversammo le rocce. Appena sulla spiaggia, Embry mi
abbracciò forte.
-Grazie,
Bella… scusami per tutti i casini che ti ho
procurato…
sei stata un’ottima amica e non so cosa avrei fatto senza di
te.
Ma ho approfittato fin troppo della tua disponibilità. Ti
prego,
stasera, racconta la verità ad Edward e scusami con lui per
avervi creato tanti problemi. Non era mia intenzione… sono
stato
un cieco egoista…- si rammaricò.
-Non
c’entra l’egoismo, Embry. Tu sei un ragazzo
dolcissimo ed
eri solamente confuso e triste. Hai faticato per accettarti e
finalmente ci sei riuscito e hai trovato il coraggio di rivelare la
verità prima a te stesso, poi alla tua famiglia. Ti ammiro,
per
questo! Meriti di trovare la tua perfetta metà, come io ho
trovato la mia- lo rassicurai, baciandolo sulla guancia e
abbracciandolo forte per un lungo momento; poi riprendemmo il nostro
cammino mano nella mano.
Dopo
pochi passi, il sangue mi si gelò nelle vene. Accanto alla
mia
moto, c’era quella di Edward, e lui, in piedi, ci fissava
sconvolto e scioccato. Leggevo chiaramente nella sua espressione
stravolta, tutto ciò che credeva di aver visto: io ed Embry
che
ci abbracciavamo, che parlavamo complici, sorridendoci e con i visi
troppo vicini… e per giunta stavamo giungendo in spiaggia
dal
luogo in cui di solito ci si appartava per stare lontani da occhi
indiscreti. Merda, merda, e ancora merda! Che sfiga maledetta!
-Edward,
aspetta!- lo chiamai, correndo verso di lui, prima che decidesse di non
concedermi neppure il tempo di spiegargli la situazione. Lo vidi
sussultare al suono del suo nome e, come se si fosse risvegliato da un
incubo a occhi aperti, si infilò il casco in testa e
saltò sulla sua moto, correndo via in un lampo.
Fanculo,
dovevo fermarlo!
Dopo
qualche secondo ero anch’io sulla strada, tirando la mia Roxy
al
massimo, per tentare di raggiungere il mio fidanzato che, in quel
momento, a causa di quella sfortunata coincidenza, ero certa stesse
soffrendo come un cane. Appena pochi minuti dopo, riuscii a
raggiungerlo proprio nel doppio tornante di La Push. Cazzo! Non
riuscivo ad affiancarlo a causa della strada troppo stretta. Appena
giunti a un tratto di rettilineo, ci riuscii, sollevando la visiera del
mio casco per parlargli.
-Edward!
Ti prego fermati! Non è come pensi tu! Ti prego, lasciami
spiegare!- gli urlai per farmi sentire, ma lui non accennò
né a decelerare né a guardarmi. Tentai ancora una
volta,
ma quando eravamo prossimi a una curva, spuntò
un’auto
sulla corsia opposta, corsia che io avevo invaso, e me la ritrovai di
fronte in un lampo. A quel punto sentii solo la voce di Edward chiamare
il mio nome in un urlo disumano, uno schianto assordante… e
poi
fu il buio.
24 maggio
Aprii
gli occhi lentamente, mentre prendevo sempre più coscienza
del
tremendo dolore che sentivo in ogni punto del mio corpo.
-Ed-Edward-
mormorai, con la voce impastata come se non avessi parlato da giorni.
-Oddio,
tesoro! Ti sei svegliata!- gridò mio padre per poi pararsi
di
fronte a me. Notai che calde lacrime uscivano dai suoi occhi.
-Ehi,
sorellina! Finalmente!- esclamò Jasper, anche lui piangendo.
-Come
ti senti?- mi chiese mio padre.
-Ho…
la gola… secca e mi fa… male dapper…
tutto- gracchiai con un tono quasi cavernoso.
-Aspetta,
ti do un po’ d’acqua… ecco, bevi dalla
cannuccia…- si premurò mio fratello. Vagai con lo
sguardo
intorno a me e notai che mi trovavo in ospedale ed eravamo soli.
-Le
ragazze sono a casa con Esme, ed Emmett ha accompagnato Edward a casa a
farsi una doccia e a cambiarsi. Non ti ha mollata nemmeno per un
attimo, ma sono due giorni che lo abbiamo convinto almeno a tornare a
casa una mezz’oretta al giorno per cambiarsi
d’abito e
darsi una rinfrescata- mi spiegò Jazz. Pian piano la nebbia
si
diradò dalla mia mente, ancora piuttosto lenta, e ricordai
con
orrore ogni singolo evento. Mi voltai verso mio padre e lo guardai
piena di sensi di colpa: chissà come aveva sofferto e quanto
si
era preoccupato… e tutto a causa mia!
-Ti
ho… deluso! Sei… tanto… arrabbiato?-
gli chiesi,
mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime che cominciarono a bagnare
il mio viso. Lo vidi sospirare e serrare le palpebre.
Poi
mi guardò e tentò di abbozzare un sorriso.
-Diciamo
che mi sono già sfogato abbastanza, strigliando a dovere tuo
fratello, Jake e pure Edward per averti assecondata con la pazzia della
moto. A te penserò dopo… quando starai
meglio… ora
voglio solo che tu guarisca… però sappi che ti ho
ritirato la patente per sei mesi e che la tua moto è da
rottamare e non posso dire che mi dispiaccia!- dichiarò,
facendomi l’occhiolino e cercando di stemperare la tensione.
Ok,
mi
sarebbe toccata una di quelle punizioni coi fiocchi. Me la meritavo:
gli avevo mentito per anni con quella storia e ora ne avrei pagato le
conseguenze senza battere ciglio.
-Va
bene… ma ora mi dite come sono messa?- chiesi titubante e
impaurita dalla risposta, adocchiando il mio corpo dolorante sotto le
lenzuola. L’idea di passare tutta l’estate a letto
mi
spaventava da morire: io ed Edward dovevamo partire per il nostro
viaggio in Europa…
-Dopo
che sei stata trasportata qui, ti hanno operata d’urgenza
perché avevi il bacino fratturato. L’operazione
è
andata bene ma dovrai restare immobile a letto per un mese. Poi farai
la riabilitazione. Ti hanno tenuto per una settimana in coma
farmacologico a causa dei tremendi dolori che avresti patito se ti
fossi svegliata subito e soprattutto perché dovevi restare
ferma
il più possibile. Il vero problema è giunto
quando ti
hanno risvegliata, perché tu non ne volevi sapere di aprire
gli
occhi. Ci hai fatto prendere un enorme spavento! I dottori ci hanno
tranquillizzato, spiegandoci che a volte può succedere
perché il corpo ha ancora bisogno di riposo e il cervello,
per
tentare di proteggerlo, crea questa sorta di coma naturale- mi
spiegò mio padre. Cazzo! Dai dolori avrei dovuto capirlo che
non
mi ero sbucciata solo un ginocchio!
-Ma
non
è mica finita… hai anche un trauma cranico, una
lussazione alla spalla, il polso destro rotto (da lì il
gesso),
due costole incrinate e parecchie escoriazioni- aggiunse Jazz. Doppio
cazzo! Sospirai forte cercando di registrare tutto quello che avevo
saputo.
-Ok…
ce la posso fare…- mormorai, senza molta convinzione;
-Papà… l’altra…
sì insomma,
l’auto… contro cui…- tentai di
chiedergli, ma le
parole mi morirono in gola. Il solo pensiero che qualcun altro si fosse
ferito a causa della mia stupidaggine, mi faceva morire.
-Non
ti
preoccupare, Bells. Il conducente non si è fatto nulla:
guidava
un furgoncino abbastanza massiccio e, per fortuna, indossava la
cintura. Se l’è cavata solo un colpo di frusta- mi
tranquillizzò, mentre i miei muscoli si rilassarono
all’istante.
-Sentite,
io vado a telefonare a casa per annunciare la bella notizia a tutti e
poi chiamo Tom che venga a visitarti- dichiarò mio padre,
accarezzandomi una guancia e dirigendosi verso la porta.
-Papà,
aspetta! Potresti tenere Edward all’oscuro? Vorrei fargli una
sorpresa quando arriverà- gli domandai. Non aspettavo altro!
Volevo rivederlo e desideravo chiarirmi con lui una volta per tutte. E
soprattutto dovevo farmi perdonare a tutti i costi per la storia di
Embry, per l’incidente e perché, a causa mia,
probabilmente non avremmo potuto fare il nostro viaggio in Europa.
-Ok,
Bells. Chiederò a Esme di non rivelargli niente e di dirlo
agli
altri solo quando lui sarà uscito. Tanto fra poco dovrebbe
arrivare- mi rispose, con un sorriso per poi uscire.
-Bene,
ora siamo soli. Bells, non farmi mai più uno scherzo del
genere!
Tu non hai idea di quanto sia stato male nel vederti inerme su questo
letto, con tutti quei tubi che uscivano dovunque! Non ti azzardare mai
più, chiaro?!- si agitò mio fratello, mentre le
lacrime
avevano ripreso a scorrere sul suo volto e, di conseguenza, anche sul
mio.
-Sc-scusa-mi
Jazz- pigolai, con la voce ridotta ad un sussurro. Mi
asciugò il
viso con delicatezza per poi prendere ad accarezzarmi i capelli.
Restammo un pochino in quella posizione, fino a quando la porta non si
aprì rivelando mio padre e un dottore con una cartella
clinica
in mano.
-Finalmente!
Buongiorno, Isabella! Lo sai che hai fatto prendere a tutti quanti un
bello spavento? Rischiavi di far venire tutti i capelli bianchi a
Charlie!- mi salutò cordiale, schernendo papà:
evidentemente si conoscevano bene e avevano confidenza.
-Buon…
giorno- risposi, pregando con tutta me stessa che non avesse intenzione
di farmi un’iniezione.
-Come
ti senti?- mi chiese, tornando a essere professionale.
-Rotta…
decisamente…- dichiarai con una smorfia dolorante.
-Immagino…
ora, se volete accomodarvi fuori un attimo, vorrei visitarla-
annunciò.
-No!
La prego, possono restare?- mi agitai. Non conoscevo il reale motivo,
ma non volevo rimanere sola.
-Oh
bè… se non dispiace a te, per me non
c’è nessun problema- accettò.
Il
dottore iniziò la sua visita e quando arrivò alle
gambe, lo vidi prendere un bel respiro e titubare un secondo.
-Isabella,
potresti guardare nella direzione di tuo fratello?- mi chiese. Feci
come ordinato e dopo qualche minuto notai Jazz sbiancare sempre di
più mentre osservava il dottore. Mi voltai di scatto,
spaventata
dalla sua reazione, e vidi che il dottore mi stava punzecchiando le
gambe con un attrezzo appuntito. Boh… ma che c’era
di
sconvolgente..?
Un
momento… perché non sentivo la pressione di
quella specie
di uncinetto? Eppure sentivo dolore dappertutto, anche alle
gambe… o forse alle gambe no… no, no, no, no, no!
-Tom,
che diavolo succede?- si preoccupò mio padre, mentre mi
accorsi
che mio fratello mi stava asciugando di nuovo le lacrime con premura.
-Non
sento niente! Perché non sento niente?- soffiai appena, non
riuscendo ancora a realizzare ciò che mi stava succedendo.
Cosa
poteva significare? Che ero paralizzata?!
-Calmatevi…
non vi avevo detto niente finora, perché non ero certo
dell’esito di questa visita. Dovevamo aspettare che Isabella
si
svegliasse e non volevo aggiungere altre preoccupazioni. Vedi,
Isabella… a causa del trauma che hai subito, si è
formato
un edema che preme sulla parte bassa della colonna vertebrale, proprio
all’altezza del midollo osseo e in particolare del metamero
midollare D1- blaterò; non ci capivo nulla! Lo interruppi
bruscamente.
-Non
ci
sto capendo niente!- urlai improvvisamente, come se fossi appena stata
catapultata in un incubo atroce; -Mi dica solo se potrò
ancora
camminare…- continuai, abbassando un po’ il tono
di voce.
-Non
lo
sappiamo… dobbiamo aspettare che questo gonfiore si
riassorba e
se tra un paio di settimane ci sarà ancora, saremo costretti
a
operarti di nuovo per tentare di aspirarlo con un intervento. Solo
allora potremo constatare se le lesioni sono permanenti o hanno causato
una paralisi temporanea- mi spiegò in maniera semplice. Il
mondo
mi crollò addosso in quel preciso istante e cominciai a
singhiozzare disperata. Mio fratello cercò di calmarmi e il
dottore chiamò un’infermiera che
armeggiò con la
flebo.
Le
tremende parole del medico rimbombavano nel mio cervello senza
sosta… lesioni permanenti… paralisi…
Dio, sarebbe
stato quello il mio destino?! Essere un’invalida per il resto
dei
miei giorni?!
-Mi
dispiace, Isabella, ma io sono molto fiducioso e vedrai che, una volta
riassorbito l’edema, tornerai a camminare. Ma…
dovrai
avere molta pazienza: dovrai sottoporti ad una riabilitazione lunga e
faticosa, che durerà alcuni mesi. Tuo padre mi ha raccontato
il
tuo bellissimo sogno… ma purtroppo non credo che potrai
andare
ad Harvard… almeno non per quest’anno-
mormorò
affranto.
Sgranai
gli occhi e la mia disperazione si fece più acuta e
straziante: il mio sogno di una vita… infranto!
E
la concreta possibilità di non riuscire a camminare mai
più con le mie gambe!
Ero
precipitata all’inferno?! La testa mi girava, il cuore mi
batteva
all’impazzata… mille immagini di me e Edward
insieme ad
Harvard che si frantumavano… i miei sogni spezzati, i miei
desideri sbriciolati, il mio futuro come un gigantesco buco
nero…
Probabilmente
mi avevano somministrato un sedativo, perché pian piano mi
rilassai e sentii le palpebre farsi sempre più pesanti.
Prima,
però, di lasciare che il sonno mi trasportasse
nell’oblio
dovevo assicurarmi ancora di un’ultima cosa.
-Papà…
non dire niente a nessuno, per ora… nemmeno a
Edward…
promettimelo- lo pregai. Ero certa che, conoscendolo, avrebbe
rinunciato ad Harvard per me… come si sarebbe comportato non
appena avesse saputo che mi sarebbe stato impossibile frequentare il
college per quest’anno? Non avevo dubbi in
proposito… e
non potevo permetterlo! Ci eravamo giurati che i nostri sogni sarebbero
andati a braccetto con il nostro sentimento… ma io non
volevo
essere un ostacolo per lui… lo amavo troppo!
Edward
aveva un futuro radioso innanzi a sé… e
l’avrebbe percorso, ad ogni costo!
Mio
padre annuì alla mia richiesta, accarezzandomi una guancia:
sembrava invecchiato di colpo di dieci anni.
-Ok,
tesoro, come vuoi tu… ma ora dormi e riposati… ne
hai
bisogno…- accettò e dopo qualche secondo fui
avvolta dal
buio.
25 maggio
A
fatica sollevai le palpebre e mi accorsi che la mia mano era appoggiata
su una superficie morbida e setosa: capelli! Mi voltai lentamente in
quella direzione e vidi Edward, seduto su una sedia accanto a me, con
il busto chinato sul letto, la testa appoggiata sul mio materasso e le
sue mani incrociate sotto di essa: stava dormendo. I suoi lineamenti
distesi erano sereni, ma delle profonde occhiaie segnavano quel viso di
solito perfetto; mi sembrava persino più magro ed emaciato.
Emozionata,
mossi la mano e percorsi il suo profilo con un dito con delicatezza per
non svegliarlo: volevo godermi quella vista meravigliosa il
più
possibile, almeno finché potevo. Già…
ormai avevo
preso la mia decisione: avrei tutelato e protetto il futuro del mio
unico amore… e per farlo avrei dovuto indossare una maschera
di
freddezza nei suoi confronti… solo in quel modo avrebbe
creduto
alle mie parole. Una
lacrima sfuggì al mio controllo, ma prontamente
l’asciugai. A causa di quel movimento, Edward si mosse e
cominciò a destarsi. Appena aprì gli occhi e
notò
che lo fissavo, il suo viso si illuminò e i suoi smeraldi
guizzarono di una felicità senza fine.
-Bella!
Oh, Bella! Amore mio… sei sveglia! Dio solo sa quanto ho
pregato
per questo! Ed è a dir poco meraviglioso vedere di nuovo il
colore dei tuoi occhi! I tuoi laghi di cioccolato fuso mi sono mancati
da impazzire!- esclamò colmo di gioia, provocandomi una
fitta al
cuore. Poi quelle splendide gemme verdi si riempirono di lacrime che
traboccarono a lambirgli le gote.
-Oh
tesoro mio, perdonami! E’ solo colpa mia se ti trovi in
queste
condizioni! Se solo ti avessi dato ascolto, se solo mi fossi fermato
per lasciarti spiegare! Sono un bastardo e uno stronzo… un
fottuto coglione! Embry è venuto in ospedale e mi ha
spiegato
ogni cosa. Tu non hai fatto niente di male, Bella! Sono io
che…-
si angosciò.
Interruppi
quel fiume di parole, perché se avesse continuato ancora un
po’ gli avrei buttato le braccia al collo in un abbraccio
mozzafiato… e ovviamente non sarei riuscita a mantenere i
miei
propositi, né tantomeno a mentirgli…
-Basta,
Edward! Ti prego, basta! Tu non sei il responsabile del mio incidente,
non pensarlo mai! Sono io la stupida che ha oltrepassato la corsia,
finendo dall’altra parte. Tu non hai fatto niente di male. Io
avrei potuto limitarmi a seguirti e aspettare che ti fermassi, per poi
parlarti. Se sono in questo letto è solo colpa mia e della
mia
incoscienza!- tentai di calmarlo. Non poteva anche sentirsi
responsabile del mio incidente e delle sue conseguenze… non
con
ciò che dovevo dirgli.
Le
sue
lacrime continuavano a scendere copiose e dovetti trovare una forza
sovrumana per non abbracciarlo e consolarlo, tempestandolo di milioni
di baci.
-Grazie,
Bella, grazie! Dio, sei così buona con me! Pensavo che non
mi
avresti perdonato mai più… sai… quando
ti ho visto
riversa su quel maledetto asfalto… Dio, ero convinto di
averti
persa e che non avrei mai più potuto stringerti,
accarezzarti,
baciarti…- mormorò con dolore, avvicinandosi al
mio viso
per poi poggiare delicatamente le labbra sulle mie.
A
quel
tocco di paradiso, strinsi i denti e bloccai ogni respiro, ogni muscolo
del mio corpo… soprattutto congelai il mio cuore.
Quando
si rese conto che io continuavo a rimanere immobile, si
staccò
per guardarmi negli occhi con timore, improvvisamente consapevole che
c’era qualcosa che non andava.
-Bella…-
sussurrò, con uno strazio nella voce mai udito prima.
-Mi
dispiace, Edward… ma io non ce la faccio. Non posso
più
continuare così. Ho cercato di farti capire che ti amavo e
che
ti dovevi fidare di me perché non avrei mai fatto niente per
ferirti. Non è la prima volta che succede… e in
questi
mesi non sei cambiato… quando ti comporti in modo
così
infantile mi esasperi! Sono stanca di ripeterti in continuazione di
fidarti me… sono stanca che consideri le mie rassicurazioni
come
parole al vento! Il nostro rapporto non è maturato, questo
è evidente, purtroppo. Tu non sei maturato! E mi sono resa
conto
che tu non sei la persona giusta per me. Ho bisogno di un compagno che
si fidi di me e dei sentimenti che provo per lui, ho bisogno di un
uomo, non di un ragazzino geloso!- mentii, mentre il mio cuore si
frantumava un pezzo dopo l’altro a vedere
l’espressione
straziata sullo stupendo volto del ragazzo che amavo più di
me
stessa.
Lo
fai per lui! Lo fai per lui! Lo fai per lui!; continuavo a ripetermi
come un mantra per non crollare.
-Tu…
hai… hai detto…
‘amavo’…-
mormorò, come se parlasse più a se stesso che a
me; -Non
mi ami più, Bella? È davvero finita tra noi?! Io
non ci
posso credere… non ci voglio credere… ora dici
così perché sei ancora confusa, ma quando starai
meglio…- iniziò a ragionare, deglutendo a fatica
e
riprendendo a piangere, con un’atroce sofferenza nello
sguardo.
-No,
Edward! Sono sicura di quello che dico, non illuderti. E’
davvero
finita per noi… Ti chiedo solo una cosa e penso che, con
quello
che ho passato, tu me la debba… immagino che la nostra
rottura
ti causi dolore… ma vorrei che non commettessi nessuna
sciocchezza. Pensa a tua madre… le spezzeresti il cuore e
non
farebbe bene al bambino se lei si agitasse troppo a questo punto della
gravidanza…- lo pregai, certa di premere sul tasto giusto
affinché mi desse retta. Il mio maggior timore era che
reagisse
negativamente e commettesse qualche cazzata delle sue, simili a quelle
del suo passato.
Serrò
la mandibola e annuì in modo impercettibile, incapace di
proferire parola; si alzò dalla sedia con movimenti lenti e
impacciati, come se agisse in trance.
-Hai
ragione su ogni cosa… mi dispiace… averti deluso,
Bella… Ma io ti amo più della mia vita e non
rinuncerò mai a te… mai! Forse un giorno
riuscirò
a dimostrarti che sono cambiato, che posso cambiare… e
allora
deciderai che sarò degno di essere il tuo
compagno… mi
meriterò di essere il tuo uomo, te lo giuro!-
dichiarò,
distruggendo una volta per tutte quel poco che era rimasto del mio
cuore. Come poteva credere realmente di non meritare il mio amore? E
per quale motivo voleva combattere ancora per noi, dopo la terribile
sofferenza che gli stavo infliggendo?!
Nonostante
il mio cuore traboccasse d’amore per lui, nonostante la mia
anima
mi implorasse di non staccarsi dalla sua gemella, mi imposi di
resistere ad ogni costo, proprio per il suo bene: lui non si meritava
che gli rovinassi la vita! Non potevo costringerlo a trascorrere la sua
esistenza al fianco di una invalida! E anche se fossi riuscita a
riacquistare l’uso delle gambe, lui, a causa mia, avrebbe
deciso
comunque di rinunciare al suo grande sogno di laurearsi ad Harvard. Non
lo avrei mai permesso!
-Ti
prego, Edward… ora voglio rimanere sola e vorrei che non
venissi
più in ospedale… non voglio più
vederti…-
tirai fuori a fatica quelle maledette parole pesanti come macigni.
Edward
si chinò a baciarmi la fronte e poi, senza emettere un
fiato, si voltò ed uscì dalla mia stanza.
Nel
momento in cui la porta si richiuse dietro di sé, Isabella
Marie Swan morì dentro.
Finii il mio racconto a Jake, spiegandogli anche le mie ragioni per
l’allontanamento di Edward e, per la prima volta da anni, lo
vidi
piangere. Cercò subito di ricomporsi e poi mi
abbracciò
forte… troppo forte!
-Ahi!
Piano, Jake…- mormorai, asciugando a mia volta le mie
lacrime.
-Scusami,
Bells! Ma
l’operazione è andata bene, vero?! Io pensavo che
andassi
a Chicago per la riabilitazione in seguito alla frattura al
bacino… Perché non sapevo che ti avessero operata
di
nuovo…- si preoccupò. Gli accarezzai una guancia,
tentando di calmarlo.
-Mi
hanno operato la
settimana scorsa ed è andato tutto alla perfezione. Ora ho
recuperato la sensibilità alle gambe: il midollo spinale non
era
compromesso, per fortuna. Però la riabilitazione
sarà
lunga e faticosa. Dovrò stare a Chicago almeno fino a fine
agosto e poi dovrò continuare, tutti i giorni, in una
clinica a
Seattle. Ragion per cui, questa settimana, papà mi ha
preparato
tutti i documenti e mi ha iscritta alla Seattle University. Quindi
abiterò anch’io in casa con voi, e Jasper si
occuperà di accompagnarmi a fare la fisioterapia, siamo
già d’accordo- conclusi la mia spiegazione.
-Mi
dispiace davvero tanto
che tu abbia sofferto così, da sola…
ma… come mai
non ti sei confidata con me, Bells? Ero convinto che noi due ci
dicessimo sempre tutto- si rammaricò, con una profonda
tristezza
nella voce.
-Jake,
non potevo…
stavo già abbastanza male io, per non parlare di mio padre e
di
Jazz. Non volevo coinvolgerti fino a quando non avessi ottenuto delle
risposte mediche certe. E poi so quanto sei legato ad Edward e non
volevo costringere anche te a mentirgli. E saresti stato costretto a
farlo, visto che spesso ha trovato rifugio da te, in questo
periodo…- gli rivelai.
-Come
fai a saperlo?!- mi chiese stupito.
-Mio
fratello mi ha sempre
raccontato tutto quello che riusciva a sapere su Edward; e il giorno in
cui è venuto a dirmi che se ne era andato…
così di
punto in bianco… Dio, per me è stato
l’ennesimo
colpo al cuore. Almeno prima che se ne andasse riuscivo ad avere
qualche notizia… sapere come stava, cosa faceva; ma ora
invece… so solo che telefona a casa ogni tanto.
Tu… ecco,
tu l’hai sentito? Sai se si è sistemato ad
Harvard? Ha
già fatto amicizia con qualcuno?- gli domandai, ansiosa e
nervosa.
-Mi ha
telefonato
l’altro ieri e mi ha raccontato che è riuscito a
sistemare
ogni cosa. E se per ‘amicizia’ intendi se ha
conosciuto
qualche ragazza, sei proprio fuori strada!- mi informò,
mentre
il sollievo si impossessava di me. Ero consapevole che prima o poi
sarebbe successo, ma ora non potevo farmi sopraffare anche da
quell’atroce sofferenza: dovevo concentrarmi sulla mia
riabilitazione e ritornare a camminare con le mie gambe.
-Bells,
tesoro è ora
di andare. Sono venuti a prenderti- mi avvisò mio padre,
entrando nella saletta. Improvvisamente le lacrime proruppero con
rinnovato vigore, rompendo definitivamente gli argini.
Salutai
mio padre e il mio migliore amico, abbracciandoli entrambi fino a farmi
male alle braccia.
-Ti
chiamo stasera, Bella!
E impegnati per tornare presto a casa!- mi salutò Jake,
schioccandomi due sonori baci sulle guance e asciugandole con dolcezza.
-Mi
raccomando tesoro… appena atterri, fammi una telefonata,
ok?- si raccomandò mio padre.
-Sì,
papà,
non preoccuparti. Starò bene e dai un abbraccio forte a
Esme-
risposi, cercando di riprendere il controllo di me stessa. Uno steward
si presentò di fronte a me.
-Buongiorno,
signorina
Swan. Sono Steve e sarò il suo accompagnatore durante il
volo,
per qualsiasi esigenza si potrà rivolgere a me. Pronta per
imbarcarsi?- si presentò.
-Grazie,
Steve; e la prego di chiamarmi Bella. Sono pronta, possiamo andare- lo
salutai educatamente.
Lui si
mise dietro di me e,
mentre mio padre e Jake mi salutavano, iniziò a spingere la
mia
sedia fino al gate di imbarco.
Sospirai
e chiusi per un attimo gli occhi gonfi di acqua salata: ora sarei stata
davvero sola.
Sola con
me stessa. Sola con il mio atroce strazio. Sola, senza il mio cuore.
Edward
non l’avrebbe mai saputo, ma lo avevo donato a lui. Per
sempre.
Ok,
ragazze! Calma e sangue freddo! Ricordate che si avvicina il Natale e
si è tutti più buoni!
Deponete le armi e soprattutto frenate la lingua e le dita che fremono
per battere sula tastiera del pc.
Vi ricordiamo il nostro famoso romanticismo, il fatto che amiamo
profondamente i nostri personaggi e il lieto fine e per ultimo, cosa da
non sottovalutare in alcun modo, che è necessario per voi
che le
autrici arrivini sane e salve alla prossima settimana
se desiderate leggere la fine di questa storia!
Vi prego non lanciateci maledizioni perchè è
già
un periodo molto ma molto sfigato e non saremmo in grado di sopportare
altro!
Ok, ora facciamo le serie. Il prossimo capitolo, quello conclusivo,
sarà un pov Edward e riprenderà esattamente da
dove
è finito questo.
Bene, per ora vi lasciamo e vi avvertiamo che non ci sarà di
nuovo nessuna anteprima, quindi a giovedì prossimo!
I ringraziamenti e i saluti li lasciamo alla prossima settimana!
Un bacione a tutte!
Manu e Sara
Ciao
a tutte!
E’ con vivissima emozione che ci
apprestiamo a postare l’ultimissimo capitolo di questa lunga
fiction.
Immaginiamo di aver sconvolto con la prima parte
dell’epilogo più di qualche lettrice, ma vi
avevamo
chiesto fiducia e speriamo che la conclusione che abbiamo scelto per
questa storia risulti soprattutto di vostro gradimento.
Ci teniamo, inoltre, a spiegarvi la nostra scelta
per una fine così particolare.
Quando, un anno fa, abbiamo optato per questo finale, era nelle nostre
intenzioni continuare a seguire le vicende di questa famiglia anche al
college e oltre… durante questi mesi ne abbiamo discusso tra
noi
arrivando alla soluzione di raccontare solo i loro momenti
più
significativi attraverso degli extra.
Ragion per cui non potevamo darvi un ‘classico’
epilogo che
vi spiegava cosa era successo alle nostre coppie negli anni a venire:
non avrebbe avuto senso proseguire con altri episodi.
Dato che sono stati scritti molti capitoli hot e
altrettanti
in cui sono tutti felici e sereni, abbiamo mantenuto la nostra scelta
originaria, sperando che vi fidaste di noi, sapendo quanto siamo
romantiche. Se vi abbiamo deluso ci dispiace molto, ma il racconto che
abbiamo scritto è stato esattamente quello che avevamo
intenzione di farvi leggere.
Non lo abbiamo fatto per scioccarvi o per sembrare originali a
tutti i costi, ma ci sembrava un degno finale per questa
storia
che è stata sì leggera, ma
che ha tentato di
affrontare, con un tocco delicato, anche argomenti più
spinosi e
profondi.
Vorremmo anche chiedervi di concederci una piccola licenza narrativa.
Le conseguenze che ha subito Bella, a causa dell'incidente in moto,
richiedono almeno sei mesi di ospedale e altrettanti (se non di
più) di riabilitazione. Per ovvi motivi, noi abbiamo scelto
una
terapia decisamente più corta, ma per nulla reale.
Ok, ora passiamo ai ringraziamenti!
Abbiamo adorato ogni singola vostra recensione, anche quelle
più
critiche; abbiamo stretto vere e proprie amicizie con alcune di voi;
abbiamo ricevuto tanta solidarietà da parte di molte
lettrici
attraverso messaggi pubblici e privati, quando affrontavamo momenti
difficili per noi. Ci avete dimostrato tantissimo apprezzamento per
questa storia, che è nata quasi per scherzo. Vi siete
affezionate ai nostri personaggi, imparando a conoscerli e ad amarli
tanto quanto abbiamo fatto noi.
Per tutti questi motivi e moltri altri vi RINGRAZIAMO INIFINITAMENTE!
Grazie a chi ci ha inserito nelle seguite (514),
nelle preferite (339),
nelle ricordate (114)
e chi tra gli autori preferiti (115).
Grazie a chi ci ha seguito fin dall'inizio, a chi si è
aggiunta
strada facendo e a chi ci ha scoperto solo ultimamente.
Insomma, GRAZIE
A TUTTE VOI!
Dopo questa lunghissima (forse tanto quanto la storia) introduzione vi
lasciamo ai nostri protagonisti!
UN BACIONE
GRANDISSIMO A TUTTE QUANTE E NE APPROFITTIAMO ANCHE PER AUGURARVI
BUON NATALE
E
FELICE 2012
EPILOGO SECONDA PARTE
Pov Edward
Con
il cuore in gola
spensi il cellulare e mi affrettai a raggiungere Jacob che stava
uscendo dalla saletta privata dell’aeroporto, insieme a
Charlie.
Ormai Bella, già avviata all’imbarco con Steve, il
suo
steward, mi dava le spalle e non sarebbe stata in grado di accorgersi
della mia presenza. -Che ti avevo
detto, fratello?!
Dammi il cinque, Cullen!- esultò Jake, mentre un sorriso
enorme
mi si apriva in viso, riflesso del suo. -Grazie,
amico… non
sarebbe cambiato nulla, l’avrei accompagnata comunque-
ricambiai
il gesto. -Ma avere la concreta certezza che lei mi ha sempre amato e
mi ama ancora… bè, è più di
quanto potessi
sperare- gli confessai, con la voce rotta dall’emozione. Ci
scambiammo un abbraccio sincero senza aggiungere grandi discorsi: da
quando mi ero trasferito a Forks avevo imparato che tra amici veri le
parole risultano spesso superflue. Charlie mi mise
una mano sulla spalla e la strinse in un gesto affettuoso. -Mi dispiace
davvero tanto,
figliolo… ma non potevo tradire la fiducia di mia figlia,
come
non poteva farlo nemmeno Jasper. Spero che un giorno potrai perdonarci
per tutto il dolore che hai dovuto patire, causato dal nostro silenzio-
si rammaricò, abbassando il capo mortificato. Lo abbracciai di
slancio,
stringendolo con forza. In quel momento non mi importava più
di
nulla… al diavolo la mia sofferenza passata… la
mia
felicità in compenso aveva appena raggiunto livelli
stratosferici: Bella mi amava! -Charlie, non
crucciarti… era giusto che tu e Jasper metteste al primo
posto
Bella e rispettaste la sua decisione. Io avevo comunque stabilito da un
pezzo che non mi sarei mai arreso con lei… e questa
ulteriore
conferma dei suoi reali sentimenti per me non può che
riempirmi
il cuore di gioia- lo rassicurai. -Grazie,
Edward… tu non
sai cosa significhi per me… sapere che le starai accanto e
che
non sarà sola in una città sconosciuta,
circondata da
estranei mentre sta attraversando un periodo così buio e
duro… bè, mi tranquillizza molto. Ma ora vai da
lei:
Steve ti sta facendo cenno di raggiungerli subito- dichiarò.
Li salutai,
promettendo loro di
chiamarli non appena fossimo atterrati. Feci una corsa con il mio
piccolo bagaglio a mano e in assoluto silenzio mi affiancai
all’assistente di volo che spingeva la carrozzina di Bella. Sussultai.
Già: non
l’avevo mai vista con i miei occhi su quella sedia! E ancora
faticavo a credere che avesse rischiato di rimanere paralizzata per la
vita! E ciò che mi straziava maggiormente era il fatto che
avesse deciso di affrontare la paura e il dolore della malattia senza
il mio sostegno e il mio amore incondizionato. Lei era stata
un’incredibile cocciuta; ma io un gigantesco stupido! Come
diavolo avevo fatto a crederle quel giorno all’ospedale?!
Quante
volte Bella mi aveva dimostrato di amarmi?! Il mio senso di colpa per
l’incidente, il terrore di perderla per sempre…
avevano
senz’altro annebbiato la mia
razionalità… Ero convinto di
conoscerla a
fondo e invece non avevo capito proprio niente… grazie alla
trovata di Jake avevo ascoltato tutto il loro dialogo. E le parole di
quella testarda mi avevano sconvolto: Bella mi amava in modo
così assoluto e totale che aveva sacrificato anima e cuore
affinché io non rinunciassi ai miei sogni per causa sua!
Quella
notizia mi aveva destabilizzato e non riuscii ad essere in collera con
lei, perché l’avevo compresa: aveva mantenuto
l’impegno che ci eravamo promessi: tentare di portare avanti
sogni e sentimenti, ma senza sacrificare il futuro
dell’altro; e
quando il suo sogno si era infranto in mille pezzi, aveva fatto
l’impossibile per non trascinare a fondo anche me. Che cosa
ridicola quel patto… e che gran cazzata! Il destino e la
vita ci
avevano riservato ben altro che una sterile promessa da
diciottenni… Chissà
come si era
sentita sola in quel lungo periodo in cui eravamo stati
separati… senz’altro ancora più di me
perché
aveva dovuto anche lottare contro il dolore fisico e quello
psicologico. Non sapevo dove era riuscita a trovare la forza per
studiare comunque per gli esami finali; alla fine li aveva sostenuti in
ospedale e così era riuscita a prendere il diploma
addirittura
con il massimo dei voti! Quando poi avevo
saputo da mia
madre che Bella aveva rinunciato ad Harvard, ero rimasto basito. Ma non
mi aveva neppure sfiorato l’idea che fosse stata una
decisione
che non era dipesa da lei… avevo creduto lo avesse fatto per
allontanarsi maggiormente da me, un segnale di netto troncamento. Era stato in quel
momento che
avevo deciso di smetterla di piangermi addosso e di lottare per
dimostrarle quanto l’amassi e che sarei riuscito a cambiare
per
lei. Non avrei mai rinunciato a Bella. Mai! In quel periodo
orribile, di
profondo dolore e solitudine, rammaricandomi per il mio amore perduto,
avevo trascorso delle ore interminabili ripensando alle parole di
papà quando ci parlava del suo sentimento per
mamma… Figlioli,
sappiate che l’amore è il sentimento
più potente
che esista, e non c’entra nulla con la gelosia ed il
possesso. Un
uomo possiede solamente l’amore che dà: la mamma
non mi
appartiene, sono io che sono suo… soleva
affermare. E
rivivendo quei dolcissimi e struggenti ricordi avevo compreso
l’unica verità possibile: Bella non mi
apparteneva, non mi
era mai appartenuta… io ero suo e lo sarei stato per sempre.
E
avrei fatto l’impossibile per lei. Per farmi
perdonare… e
per farmi amare di nuovo. Durante la nostra
separazione,
avevo avuto modo di analizzare il mio comportamento e i miei
sentimenti. A causa del mio caratteraccio geloso e impulsivo, Bella era
stata costretta a subire nefaste conseguenze: si era ritrovata in un
letto d’ospedale, aveva patito le pene
dell’inferno, non
aveva potuto partecipare alla cerimonia della consegna dei diplomi con
familiari e amici, non avevo potuto farle da cavaliere al ballo di fine
anno, che invece lei aveva atteso con trepidazione ed entusiasmo;
avevamo dovuto rinunciare al nostro magnifico viaggio in Europa e, come
se non bastasse, aveva abbandonato il suo grande sogno di laurearsi ad
Harvard. Quando mi ero reso
conto di
tutto ciò, ne ero rimasto annichilito… ma avevo
compreso
che non avrei mai potuto lasciare che le cose tra noi finissero in quel
modo assurdo, totalmente sbagliato. Anche se in quel periodo non era
più mia, la faccenda era quasi irrilevante,
perché io
invece le appartenevo con ogni fibra del mio essere. Lei mi aveva amato
con tutta se stessa e speravo con tutto il cuore di poterla un giorno
riconquistare, dimostrandole che avrei potuto essere degno di lei e che
non l’avrei mai più delusa. Ero disposto a
riavvicinarla
diventando qualunque cosa di cui avesse bisogno: un fratello, un amico,
un infermiere… Ma invece lei mi aveva sempre amato! Arrivammo
all’ingresso
del velivolo ed io lasciai che l’assistente sospingesse Bella
attraverso l’entrata, per poi svoltare a sinistra verso la
zona
riservata alla prima classe. -Eccoci arrivati,
Bella. Tra
poco sarai comodamente seduta al tuo posto. Ti prego solo di aspettarmi
qui un istante. Sistemo un bagaglio, torno subito, ok?- la
informò. La vidi portare le mani al viso e sfregarsi in
fretta
sotto gli occhi; il cuore mi si strinse in una morsa: il mio amore
stava ancora piangendo ed ero certo che, in quel momento, si sentisse
più sola che mai. -Ok,
Steve… grazie-
mormorò con voce flebile. La vidi chinare il capo,
abbattuta,
mentre Steve mi indicava i nostri posti. Annuii e gli sorrisi per
ringraziarlo. Avevamo concordato che sarei stato io ad accompagnare
Bella al posto assegnato; lui ci avrebbe lasciato da soli fin quasi
alla partenza. Mi aveva informato che la prima classe era praticamente
vuota e che i pochi posti prenotati erano distanti da noi: avremmo
perciò goduto di tutta la privacy di cui avevamo bisogno.
Sia
lui che le altre assistenti di volo avevano preso a cuore la nostra
situazione e facevano il tifo per noi. Steve mi fece
l’occhiolino ed io poggiai le mie mani sulle maniglie della
sedia, cominciando a spingerla per la prima volta. Ero emozionato come
mai mi era capitato, e il cuore mi batteva furioso nel petto,
rimbombandomi persino nelle orecchie. Appena fui
all’altezza
dei nostri sedili, Bella si voltò verso il finestrino ed io
approfittai della sua distrazione, portandomi al suo fianco e
chinandomi su di lei per prenderla in braccio. Notai chiaramente
il momento in
cui chiuse gli occhi e una smorfia di dolore le sfigurò per
un
attimo il viso emaciato ma bellissimo… dio, quanto mi era
mancato! Appena
l’ebbi tra le braccia, i suoi lineamenti si distesero ed io
mi sentii di nuovo me stesso, felice e completo. -Apri gli occhi,
amore mio…- le sussurrai all’orecchio; non
riuscivo più a celarle la mia presenza. Bella
sobbalzò, spalancando i suoi occhioni spaventati per poi
fissarli nei miei. -Dio, quanto mi
sono mancati!- mormorai, incantato da quello scricciolo smarrito. -Ed-Edward…-
pigolò appena, mentre piccole perle luccicanti rigavano le
sue
guance, rendendola ancora più tenera ed indifesa al mio
sguardo.
Incapace di trattenermi affondai il viso nei suoi morbidi capelli,
aspirando e lasciandomi avvolgere da quel dolce aroma fruttato che mi
aveva conquistato fin dal primo giorno in cui l’avevo
conosciuta… -Sì,
amore mio…
sono qui… e non ti lascerò mai
più…
qualunque cosa tu dica, Bella. Non ti libererai mai di me…
mai!
E prima che tu tenti di cacciarmi, sappi che ho ascoltato ogni singola
parola che hai confessato a Jake…- le rivelai, mentre lei
era
sempre più sconvolta e sbigottita. Senza che me lo
aspettassi o
che ci sperassi troppo, mi abbracciò con tutte le sue forze
e
affondò il viso nel mio collo, lasciandosi andare ad un
pianto
disperato, terribile e meraviglioso allo stesso tempo. -M-mi
dis-dispiace…-
cercò di scusarsi tra un singhiozzo e l’altro,
mentre io
mi ero seduto tenendola in braccio e accarezzandole la schiena e i
capelli. -Sshh…
tesoro mio,
calmati… siamo assieme ora e niente e nessuno ci
dividerà
più- tentai di rasserenarla. Lasciai che sfogasse tutto il
dolore che aveva trattenuto per non far soffrire gli altri; in effetti
Emmett ed Alice, ogni volta che avevo chiesto di lei, mi avevano
risposto che sembrava strana, quasi indecifrabile… come se
cercasse di mascherare i suoi veri sentimenti; e ora ne capivo la
ragione. Quando finalmente
la sentii
rilassarsi un pochino, la feci scostare leggermente dal mio corpo per
poter perdermi di nuovo in quei suoi occhi capaci di regalarmi milioni
diemozioni. -Ti faccio male se
ti tengo in
braccio fino alla partenza? Preferisci che ti faccia sedere subito
sulla poltrona, magari stai più comoda…- mi
preoccupai.
Non volevo compromettere in alcun modo la sua guarigione e soprattutto
non volevo che patisse dolore. Lei
negò col capo,
ancora troppo sconvolta per pronunciare una singola parola. Avrei
voluto baciarle ogni centimetro di pelle di quel viso cereo ma
perfetto, perdermi sulle sue labbra che tanto mi erano mancate e
risentire finalmente il suo sapore che mai avrei potuto
dimenticare… ma cercai di trattenermi. Non volevo correre
troppo, desideravo che anche lei non si sentisse frenata in alcun modo.
Il mio cuore perse un battito quando Bella si strinse di più
a
me e poi iniziò ad accarezzarmi una mano, facendo
intrecciare le
nostre dita. -Sei
qui…- soffiò ancora meravigliata dalla mia
apparizione. -Non esiste altro
luogo dove
potrei stare- replicai in un roco sussurro. Restammo in silenzio a
goderci il calore dei nostri corpi, le carezze che ci donavamo
reciprocamente e i nostri profumi, finché Steve non ci
avvertì che eravamo pronti per decollare e che Bella avrebbe
dovuto accomodarsi al suo posto. Mi alzai con lei
in braccio e
mi meravigliai di quanto peso avesse perso. Poco prima, emozionato
com’ero, non mi ero accorto di quanto fosse praticamente
inconsistente l’ingombro del suo corpo rispetto a un paio di
mesi
prima… -Bella…
come mai sei
così magra?- le chiesi quasi con un tono di rimprovero,
mentre
le allacciavo la cintura e riprendevo il mio posto. Lei
arrossì
vistosamente, abbassando il capo. -Bè…
ecco…
non ho mangiato molto negli ultimi tempi…-
mormorò
imbarazzata. Come la capivo! Anche il mio stomaco era rimasto chiuso a
lungo… e lo avevo riempito con la minima quantità
di cibo
necessaria per sopravvivere. -Dio, quanto mi
è
mancato anche il tuo rossore… ogni cosa di te mi
è
mancata…- le confessai, alzandole il mento con due dita e
riportando quelle sue pozze cioccolatose nei miei occhi. -Edward…
cosa ci fai qui?- mi chiese titubante. -Secondo te?
Bella, pensi
davvero che ti avrei lasciato affrontare tutto da sola, lontana dalla
tua famiglia, in una città sconosciuta in cui non hai
neppure
una persona amica accanto?- le domandai, tentando di farle comprendere
come il solo pensiero di lei in quella situazione mi dilaniava. Le
parole che avevo ascoltato attraverso il cellulare erano solo
l’ulteriore conferma che avevo fatto bene a prendere la
decisione
di raggiungerla. Avevo affittato una piccola camera in una delle tante
pensioni intorno alla clinica in cui sarebbe stata ricoverata Bella.
Anche se non avesse più gradito il mio amore, ero deciso a
obbligarla ad accettare almeno la mia amicizia, per aiutarla come
potevo nella sua riabilitazione; niente mi avrebbe fatto cambiare idea,
a costo di litigare con lei tutti i santi giorni… -No!
Tu… tu devi andare ad Harvard…-
mormorò, mentre gli occhi le tornavano di nuovo lucidi. -Ricaccia indietro
quelle
lacrime, testona… io non vado proprio da nessuna parte senza
di
te!- dichiarai, sollevando subito un suo tentativo di protesta. Le
posai con delicatezza due dita sulle labbra per zittirla. -Bella, io ho
sentito ogni
singola parola che hai confessato a Jake. Quindi so come la pensi,
conosco il reale motivo per cui mi hai allontanato e tutto il dolore e
la sofferenza che hai patito. Non devi darmi ulteriori spiegazioni.
Però ora ascolterai quel che io ho da dirti senza fiatare-
mi
imposi. Volevo che prestasse la massima attenzione. Lei
annuì e
poi afferrò di nuovo la mia mano, stringendola forte. Non mi
sembrava vero di poter di nuovo toccarla, di averla vicina e bearmi di
quella stupenda visione. -Bella, il giorno
in cui mi hai
cacciato dall’ospedale, non sei morta dentro solo tu quando
la
porta della tua stanza si è richiusa dietro di
me… anche
il mio cuore si è spento… e mi sembrava che
vivere senza
di te non avesse più alcun senso. La mia giornata iniziava
bene
solo se potevo ammirare il tuo splendido sorriso, solo se potevo darti
il buongiorno con un bacio che lasciava senza fiato entrambi, solo se
il calore del tuo abbraccio mi avvolgeva… come potevo anche
solo
pensare di sopravvivere senza di te? Per me non è stato
semplice
e ho vissuto come un automa per giorni e giorni. Mi alzavo, andavo a
scuola, toccavo cibo solo per non far preoccupare la mamma e i miei
fratelli, studiavo per gli esami, e trascorrevo i miei pomeriggi in
officina da Jake, senza proferire parola, oppure disperandomi come un
dannato. Vivevo solo per sapere dagli altri cosa raccontavi loro quando
ti venivano a trovare. Il fatto che tu non volessi neppure
più
pronunciare il mio nome e che non fossi interessata a come stavo o a
cosa stessi combinando mi abbatteva di brutto- tentai di farle
comprendere. Ero felicissimo di sapere che lei mi amava ancora, ma allo
stesso tempo un po’ amareggiato per tutto lo strazio e la
pena
che avevamo patito senza un valido motivo. -Tu forse sei
stata convinta di
avermi lasciato per il mio bene, per non farmi rinunciare al mio sogno;
ma in questo modo hai fatto soffrire tutti e due… io dico
che la
tua è stata solo paura :sì, paura di doverti
chiedere un
domani se ti ero rimasto accanto solo per pietà, nel caso
fossi
rimasta invalida; o paura che un giorno ti rinfacciassi che avevo
rinunciato ai miei sogni per te…- sospirai, convinto di aver
centrato l’obiettivo. -Hai sempre
professato che ero
troppo geloso e che non mi fidavo di te, e per un certo verso avevi
ragione; ma alla fine anche tu hai dimostrato mancanza di fiducia nei
miei confronti e soprattutto nel legame intenso che ci tiene ancorati
uno all’altra. Abbiamo sofferto da morire perché
tu hai
preso una decisione che spettava a entrambi- le spiegai, mentre una
lacrima sfuggì di nuovo al suo controllo.
L’asciugai con
una carezza. -No Bella, non
piangere. Non ti
sto dicendo queste cose per ferirti o punirti, ma per tentare di farti
comprendere anche il mio punto di vista. Avresti dovuto permettermi di
decidere ciò che ritenevo più giusto per me e la
mia
vita… e soprattutto di esprimere ciò che sentivo
nel
cuore- le confessai sincero, incapace di trattenere una piccola nota di
accusa nella voce. Non desideravo in alcun modo litigare… ma
se
l’intento era quello di ricominciare la nostra storia, allora
era
necessario chiarirci e far sparire, dal nostro rapporto, ogni possibile
ombra che avrebbe potuto allontanarci ancora. Lei
abbassò di nuovo il
capo, mortificata. Dopo ciò che aveva subito e con il
difficile
percorso che avrebbe dovuto affrontare per riprendersi
dall’incidente, non era giusto recriminare ancora, me ne
rendevo
conto… ma fino a pochi istanti prima non mi ero accorto di
covare del rancore nei suoi confronti; invece parlando era emerso del
tutto inaspettato e forse era meglio così… almeno
avremmo
avuto la certezza di riprendere il nostro rapporto senza che ci fossero
ancora delle questioni in sospeso. -Io purtroppo non
posso
dimenticare questi mesi atroci, né il tormento che mi hai
causato… anche se lo hai fatto in buona fede e
perché hai
agito d’impulso, sconvolta dal dolore,
dall’incidente,
dall’ipotesi di rimanere invalida per tutta la vita.
D’altronde penso che non possa scordartene nemmeno
tu… il
punto è che comunque non voglio dimenticare, e neppure
è
giusto farlo… perché sono certo che ci
servirà in
futuro per non commettere di nuovo gli stessi errori. Ci siamo
incontrati da quasi un anno, ormai… e in questi mesi ci
siamo
conosciuti e amati… e siamo cresciuti insieme, vivendo
esperienze magnifiche ma affrontando anche periodi bui. E ho compreso
che le difficoltà aiutano a maturare, perché ci
impongono
di guardarci allo specchio per scoprire e tentare di superare i nostri
difetti…- sospirai, prendendo fiato. Ormai ero un fiume in
piena: le parole mi sgorgavano dal cuore e non avrei fatto nulla per
bloccarle. Sollevai lo
sguardo e la sua posa da cucciolo ferito mi colpì. Allungai le dita e
le accarezzai il dorso della mano per recarle conforto. -Noi siamo
un’anima
unica…- aggiunsi. -Divisi siamo persi, incompleti, rotti,
inutili… sono convinto che siamo nati per essere una coppia
e
non importa il dove, il quando, chi ci è accanto o cosa ci
circonda… noi dobbiamo stare insieme perché tu
sei la mia
perfetta metà, la donna che vorrò sempre accanto
per
tutta la vita. Quindi non voglio più ragionare solo con
‘io e tu’… d’ora in poi siamo
‘noi’. Siamo due persone con idee, emozioni,
pensieri
diversi, è vero… ma formiamo un unico essere,
indivisibile! E qui non c’entra la gelosia o la paura che la
lontananza possa separare le nostre strade; sono certo che se anche non
ci vedessimo per un anno, i nostri sentimenti non cambierebbero di una
virgola perché il nostro sentimento è
più forte!
Ti amo troppo, Bella, per rinunciare a te… non ce la faccio,
e
ti prego di non chiedermelo mai più! Quando ero
solo… mi
sono sentito così arido e vuoto… non riuscivo a
respirare, mi mancava la terra sotto i piedi, faticavo perfino a
ragionare in modo lucido e razionale… e tutto ciò
perché non ero più tuo…- le dichiarai,
mentre un
timido sorriso fioriva sulle sue labbra per la prima volta, da quando
l’avevo rivista. -Un conto
è essere
fisicamente distanti ma innamorati, un altro non essere più
insieme; forse un domani la vita ci costringerà ad altri
periodi
complicati… ma se saremo uniti come coppia, anche se tu
dovessi
stare a New York e io sulla Luna… bè, saremo
comunque
invincibili!- affermai convinto. Lei
annuì con vigore. -Ma ancora di una
cosa devo
essere certo prima di tentare di mettere una pietra sopra a tutto
questo casino…- dichiarai, fissando i miei occhi determinati
nei
suoi. -Tutto quello che
vuoi,
Edward… perché anche io ti amo più
della mia vita
e farei di tutto per tentare di alleviare almeno un po’ le
pene
che hai patito a causa mia, per farmi perdonare e per far sì
che
tu arrivi di nuovo a fidarti di me…- accettò,
senza
remore e con uno sguardo deciso. Ottimo, proprio la risposta che mi
attendevo da lei. Le afferrai le mani con veemenza ed esplicitai le mie
richieste. -Mi devi giurare
che non
prenderai mai più una decisione al posto mio… mi
devi
giurare che d’ora in poi valuteremo insieme ogni cosa, in
particolar modo quelle più importanti… e mi devi
giurare
che lascerai che mi prenda cura di te in futuro senza pensare a
ciò cui io dovrei rinunciare… Giuramelo, Bella!-
affermai, con un tono che non ammetteva repliche. La vidi mordersi
forte il labbro inferiore. -Ma tu…
devi andare ad Harvard…- ribadì ancora, ma con
meno convinzione di prima. -Bella…
è una
decisione che spetta a me! Non a te! Non a mia madre, non ai miei
fratelli, né a nessun altro! Solo ed esclusivamente a me!-
replicai risoluto. Io ormai avevo già fatto la mia scelta e
neanche lei mi avrebbe fatto cambiare idea. -Harvard
è
importantissima per me, ma non quanto te! Come diavolo te lo devo
ficcare in quella testa cocciuta?! E poi chi ti dice che
l’anno
prossimo tu ed io non possiamo trasferirci là?! Chi ce lo
vieta?! Hai mai pensato concretamente a opzioni diverse che
contemplassero comunque un futuro insieme, o hai scelto la via
più facile: arrenderti?!- mi infervorai, iniziando a
innervosirmi. Tentai di respirare a fondo per calmarmi: non volevo
litigare, ma solo farle comprendere il mio punto di vista. -Ma… ci
eravamo promessi… di non ostacolarci- obiettò
tentennante. Cazzo, che osso duro! Imprecai
mentalmente, poi restammo un attimo in silenzio; infine tentai un altro
approccio. -Pensi che se le
nostre
posizioni fossero state invertite, tu saresti andata tranquillamente ad
Harvard? Non credi che avresti fatto l’impossibile per
restarmi
accanto, senza rimpianti per ciò a cui stavi rinunciando, ma
sollevata di poter condividere un momento tanto difficile e alleviarlo
un po’, restando insieme? Ammettilo: te ne saresti andata?-
insistei, sperando di riuscire a centrare il nodo della questione. -No…-
soffiò,
flebile; -Non sarei mai riuscita ad andarmene… avrei voluto
restarti accanto e condividere ogni cosa con te, nel bene e nel
male… e magari cercare di sostenerti e spronarti nei momenti
più difficili… perché verranno,
Edward. La terapia
sarà lunga, faticosa e dolorosa ed io ho una paura folle di
non
farcela… di non riuscire più a camminare come
prima, di
non poter più ballare o correre o saltare… mi
hanno detto
che non sarà facile, ma se mi impegnerò con tutta
me
stessa, tra sei mesi forse potrei di nuovo usare le mie gambe in piena
autonomia, senza sedia a rotelle o girello o stampelle…- mi
rivelò, riprendendo a massacrare quel povero labbro. Non
riuscii
a trattenere la gioia che stava prorompendo in me a quel cenno di
riavvicinamento. -Ma
sarà una strada
molto difficile…- aggiunse con amarezza. Dio, quanto avrei
voluto baciarla e alleviare la tortura che stava infliggendo a quel
povero petalo vermiglio! Immaginavo che fosse dilaniata da una sorta di
lotta interiore… -Te la senti,
Edward di
restarmi accanto?- pigolò; -Vuoi aiutarmi anche nei momenti
in
cui crederò di non farcela e vedrò tutto nero?
Momenti in
cui me la prenderò con il mondo intero, te
compreso… Io
so che con te… con te ce la posso fare…
perché ti
amo più di ogni altra cosa al mondo e so che anche tu mi
ami… ma temo di gravarti di un peso umanamente
insopportabile e
caricarti di un dolore che non meriti…-. Ecco! Ora
comprendevo
totalmente la portata del suo sentimento per me. Pur di proteggermi da
quella pena sarebbe stata disposta ad affrontare l’inferno da
sola. -Puoi perdonarmi?
Sono stata
una stupida a volerti allontanare e spero solo di non aver rovinato
tutto… e che non sia troppo tardi…-
mormorò, con
le lacrime che avevano di nuovo preso a scorrerle sul viso e con uno
strazio nello sguardo che mi spezzò il cuore. Bella era
terrorizzata di affrontare tutto quello che l’aspettava, ma
finalmente aveva capito che mi voleva accanto a sé, ed io
non
potevo chiedere di meglio dalla vita. La abbracciai, cercando di essere
il più delicato possibile, baciandole i capelli e
accarezzandole
la schiena con cautela. -Non desidero
altro, Bella! Tu
sei il meglio per me! Io non chiedo molto dalla vita… solo
la
possibilità di costruirci un futuro insieme. Come, dove e
quando
non mi interessa, so solamente che insieme possiamo superare qualsiasi
ostacolo! E insieme impareremo a perdonarci e a passare oltre il male
che ci siamo fatti…- la rassicurai, asciugando ancora il suo
volto bagnato. -Sai che la mia
felicità
è esattamente dove sei tu? Perciò ti prego: non
pensare
mai più che la mia vita possa essere migliore senza di te,
perché questa sarebbe la bestemmia peggiore di tutte!- la
ammonii ancora; poi sfoderai il mio sorriso sghembo che sapevo farle
tremare le gambe, per stemperare un po’ la tensione che ci
aveva
accompagnati finora e lei, in risposta, mi accarezzò con
delicatezza una guancia un po’ ispida di barba e mi sorrise. -Quanto mi sei
mancato…
mi è mancata ogni cosa di te, anche il minimo
dettaglio…-
mormorò mentre continuava a sfiorare il mio viso con la
punta
del suo dito, seguendone il profilo. Socchiusi gli
occhi, sospirando
a fondo, beandomi di quel tocco e ancora incredulo che fossimo di nuovo
insieme. Mi sembrava così irreale… e un ultimo
particolare avrebbe potuto darmi la certezza che tutto, finalmente,
fosse a posto tra noi… un particolare che mi mancava da
morire. -Bella, ti prego,
posso
baciarti?- le domandai ansioso; -Perché se adesso non lo
faccio,
rischio di impazzire sul serio…- le confessai, trattenendo
il
fiato. Lei posò entrambe le mani ai lati del mio volto e mi
avvicinò a sé con estrema lentezza, come a voler
imprimersi bene nella mente ogni singolo istante. Dopo qualche attimo
di esitazione, mentre Bella mi fissava con uno sguardo intenso e
ricolmo di amore, le sue labbra annullarono la distanza e si adagiarono
sulle mie, in un tocco quasi impalpabile. Dimenticai tutto
ciò che
ci circondava, tutta la sofferenza patita in quei mesi, ogni cosa che
ci aveva allontanati… in quell’istante eravamo
solo io e
lei, i nostri corpi, i nostri sentimenti… il nostro amore. Una mia mano si
intrufolò tra i suoi morbidi e setosi capelli, afferrandole
la
nuca per avvicinarla ancora di più a me. Nutrivo
l’assoluto bisogno che neanche un filo d’aria
potesse
insinuarsi tra noi e dividerci. Le nostre labbra
continuarono a
muoversi le une sulle altre, saggiando, lambendo,
mordicchiando…
riprendendo la confidenza che era evaporata col tempo e quella brama
che mai si era sopita… il suo profumo mi avvolse sempre
più intenso riportandomi alla memoria le numerose volte in
cui i
nostri corpi nudi e avvinghiati si erano regalati un piacere
infinito… -Cristo,
Bella… sono
pazzo di te…- mormorai sulla sua bocca, prima di spingermi
al
suo interno con la mia lingua, impossessandomi di quel sapore che tanto
mi inebriava. Bella assecondò ogni mio movimento e fu
davvero
stupendo sentire di nuovo la morbidezza e il calore della sua lingua
intrecciata alla mia. Quanto mi erano mancati anche quei baci
così profondi che ci legavano sempre di più uno
all’altra! L’enorme desiderio che provavo per lei
aumentò a dismisura e la gioia per esserci ritrovati
amplificò ancora di più le emozioni e i
sentimenti che
provavo per lei. Dio! Adoravo la sua bocca ed ero certo che non mi
sarei mai stancato di baciarla… avrei passato ore e ore a
gustarmi quei due petali rossi lisci come velluto e gustosi come
ciliegie mature. Le nostre lingue ricominciarono a giocare con
rinnovato ardore… dapprima fu un bacio dolce e sensuale, ma
divenne presto decisamente più impetuoso e
coinvolgente… Bella, per tutta
risposta,
infilò le sue piccole manine tra i miei capelli causandomi
dei
piccoli brividi che si diramarono da quel punto in tutto il mio corpo,
andando a colpire il mio inguine e facendomi vibrare per
l’immensa voglia di lei, troppo a lungo sopita. Quei
maledetti
jeans iniziarono a stringere in una maniera così fastidiosa
che
mi maledii per non aver indossato una comoda e larga tuta! Avrei desiderato
stringerla
forte a me ed incollarla al mio corpo, ma il mio sentimento
d’amore e protezione per lei mi guidò: la
vezzeggiai come
un prezioso cristallo. Bella riprese ad accarezzare e tirare
leggermente i miei capelli, segno che si stava completamente
abbandonando alle mie mani, mentre le nostre bocche non la smettevano
di assaporarsi, leccarsi, torturarsi. Scesi poi a baciarle il collo,
che Bella mi offrì prontamente, mentre una sua mano scese ad
accarezzare la mia schiena, donandomi brividi intensi. Mi era mancato
da morire quel tocco così intimo, così nostro... Ci staccammo, dopo
un’eternità e senza fiato, rimanendo con le fronti
appoggiate uno all’altra. Ci sorridevamo,
finalmente felici e completi. -E’
stato stupendo ed
emozionante…- le sussurrai, mentre lei annuiva con gli occhi
che
splendevano per la gioia immensa. Ripresi una
postura più
consona al luogo dove eravamo, tentando anche di non danneggiare il mio
povero amichetto, visto che lo stavo letteralmente stritolando! Bella non
mancò di notare i miei tentativi di sistemarmi e
scoppiò in un risolino quasi imbarazzato. -Ehi, è
colpa tua, non
mia!- scherzai, tentando di riprendere la confidenza passata. Mi
sembrava che Bella fosse intimidita, impacciata quasi quanto
all’inizio della nostra storia… e mi rendevo conto
che
dopo tutta la sofferenza provata, ci sarebbe voluto del tempo per
spazzare via tutto il dolore che avevamo patito; ma ero ottimista: ci
saremmo riusciti… insieme. -Scusa…-
sussurrò
Bella arrossendo e intrecciando le nostre mani. Mi avvicinai di nuovo
al suo viso e le sorrisi, baciandole ancora il mento, il naso, gli
occhi e infine le labbra. -Non scusarti mai
per
questo… è bello provare di nuovo certe sensazioni
e
soprattutto sentirsi di nuovo… vivi. Perché
è
così che mi fai sentire, Bella. Ti amo… ricordalo
sempre-
le sorrisi. -Anche tu mi fai
sentire viva,
Edward… e non posso che adorarti per questo- mi rispose,
rispondendo al mio sorriso. -Grazie di amarmi…- aggiunse. Per il resto del
viaggio
parlammo all’infinito… o più che altro
io non
riuscii a starmene zitto, spiegandole tutto quello che avevo
organizzato per noi: la camera nella pensione vicino alla clinica, la
disdetta dell’appartamento che avevamo affittato ad Harvard e
la
mia iscrizione alla Seattle University, la complicità di
Charlie
per gli ultimi preparativi, tra cui la prenotazione del volo aereo. Bella rimase molto
colpita dal
fatto che avessi deciso tutto ciò prima ancora di conoscere
il
reale motivo per cui lei mi aveva lasciato; e si commosse quando
capì che ero disposto a trascorrere tutta l’estate
a
Chicago, anche nel caso lei mi avesse rifiutato. -Bella, ti avevo
già
detto in ospedale che non mi sarei arreso e che ti avrei riconquistata,
dimostrandoti che sarei stato degno di essere il tuo compagno. Tu avrai
pronunciato quelle parole per ferirmi e per farmi allontanare, ma in
fondo, su un punto, avevi ragione… è vero,
purtroppo:
sono stato un ragazzino geloso… ma ora mi sento
più
maturo, e sono innamorato di te alla follia. Quel giorno avevo giurato
che ti avrei riconquistato, ad ogni costo: avevo già un
piano
ben preciso in mente…- le rivelai con atteggiamento
misterioso. -Oh… e
potrei sapere quale o… è un segreto?- si
incuriosì. -Semplice: darti
il tormento e
prostrarmi ai tuoi piedi finché, esasperata dai miei
assalti,
non saresti capitolata!- confessai ridendo e facendo scoppiare a ridere
anche lei. -Bè…
come piano non era male… diabolico, ma efficace!-
affermò, continuando a sorridere. -A parte gli
scherzi… ti avrei riconquistata prima o poi… ne
ero certo…- dichiarai, tornando serio. Lei mi
accarezzò una guancia e poi mi sorrise. -Lo so…
e io sarei
caduta ai tuoi piedi in un batter d’occhio… come
sempre.
Perché ti amo troppo!- rispose con sincerità.
Giunti
all’aeroporto,
trovammo un’auto della clinica ad aspettarci. Era davvero
comoda,
soprattutto per Bella, e i larghi sedili ci permisero di restare
abbracciati lungo l’intero tragitto. Ad un tratto Bella
sospirò sonoramente e mi accorsi che un’ombra di
tristezza aveva velato il suo pallido visino. -Ehi,
piccola… tutto bene? Sei stanca, senti qualche dolore?- mi
preoccupai subito. -Ormai con i
dolori ho imparato
a conviverci, anche se devo ringraziare soprattutto le medicine.
Effettivamente sono anche stanca, ma non è questo
che…-
mi spiegò interrompendosi all’improvviso e
arrossendo. -Amore, cosa
c’è?- insistetti ancora. -E’
che… ora che
ci siamo ritrovati non vorrei lasciarti più
andare…-
confessò. Dio, come la capivo! -Anche per me
è la
stessa cosa… però posso garantirti che mi
fermerò
con te finché non mi butteranno fuori a calci nel
sedere…
e domattina arriverò il prima possibile. Vedrai, solo le ore
della notte ci separeranno e non te ne accorgerai perché
sarai
talmente stanca per gli esercizi di fisioterapia che crollerai sfinita
appena poserai la testa sul cuscino- cercai di rincuorarla. -Va
bene…- si arrese, accoccolandosi meglio sul mio petto e
chiudendo gli occhi esausta. Dopo circa
un’altra
mezz’oretta giungemmo a destinazione. Mi meravigliai dalle
dimensioni enormi della struttura. Alice mi aveva spiegato che era una
delle cliniche di riabilitazione più rinomate e attrezzate
del
Nord America, ma mai mi sarei immaginato una simile imponenza! Bella invece si
era già
informata con il depliant e il sito internet della clinica, quindi
sapeva già cosa aspettarsi. Alla reception ci
accolsero con
cortesia e calore: mi piaceva quell’ambiente sobrio, quasi
familiare; e le persone con cui avevamo avuto a che fare erano state
squisite, come Jennifer Harley (una simpatica signora sulla quarantina)
con cui stavamo chiacchierando e che ci stava illustrando ogni
particolare del soggiorno di Bella. -Bene signorina
Swan, il suo
terapista sarà qui a momenti per conoscerla subito.
Dopodiché lei e il signor Cullen sarete accompagnati al
vostro
appartamento. La colazione verrà servita nella sala comune
tutte
le mattine dalle sette alle nove; il pranzo, dalle dodici alle
quattordici, dipenderà dagli orari delle varie
attività
che la impegneranno; e infine la cena dalle diciotto alle diciannove.
Se vorrete potrete anche usufruire del servizio in camera o del vostro
angolo cottura. Comunque in questa cartella ci sono tutte le
informazioni che vi serviranno, una cartina dettagliata che vi
spiegherà come muovervi nei nostri locali e tutte gli svaghi
di
cui disponiamo, tra cui l’equitazione (di cui so che
è
un’appassionata), la piscina, il nostro centro benessere, la
sala
relax…- Bella interruppe
tutto quel
lungo elenco che stava facendo venire il mal di testa anche me. Ma
quella respirava ogni tanto?! Sembrava Alice! -Mi scusi,
ma… ci deve
essere un errore… io non ho prenotato uno dei vostri
appartamenti, ma una camera singola…- specificò
Bella,
confusa tanto quanto me. In effetti c’era qualcosa di strano:
Jennifer si era rivolta a noi come se anche io potessi soggiornare
all’interno della struttura. Sapevo che c’era
quella
possibilità, ma solo se si era insieme a un paziente. -Certamente. La
camera singola
era prenotata fino a qualche giorno fa. Poi suo padre ha telefonato per
chiedere se fosse ancora disponibile uno dei nostri appartamenti, visto
che il signor Cullen sarebbe rimasto qui con lei. Così la
prenotazione è stata modificata- ci informò. Oddio santo! Non
potevo
crederci! Sarei potuto rimanere con lei, non ci saremmo dovuti separare
neppure un minuto! E avevamo persino un nostro appartamento! Io e Bella ci
scambiammo un
rapido sguardo e potei notare i suoi occhi splendenti per la
felicità. Ancora intontiti per l’incredibile
novità, riportammo la nostra attenzione su quello che ci
stava
spiegando Jennifer. -Avrà a
sua disposizione
del personale che l’aiuterà con l’igiene
quotidiana
e in tutto ciò che riterrà necessario,
finché non
sarà di nuovo autosufficiente. Basterà solo che
comunichi
loro gli orari. Tutte le mattine alle undici una cameriera
verrà
a pulire l’appartamento; se invece preferirete un altro
orario,
non c’è problema. Bene, direi che vi ho informati
delle
cose più importanti e non dovete preoccuparvi di nulla. Ah,
signor Cullen, il signor Swan mi ha detto anche di riferirle che la
camera che aveva prenotato all’hotel Château,
è
stata annullata. Spero che il cambiamento di programma sia di vostro
gradimento, ma a giudicare dalle vostre espressioni radiose, direi che
è stata una bella sorpresa!- ci spiegò sorridente
e
facendoci l’occhiolino. Noi annuimmo ringraziandola, senza
parole. Mi chinai su Bella
e le diedi un bacio, mentre lei si aggrappava al mio collo. -Sono
felice…- mormorò al mio orecchio. -Anche io,
amore… e
stanotte potrò tenerti di nuovo tra le braccia dopo tanto
tempo…- le sussurrai, desideroso di poter finalmente restare
da
solo con lei. Sbrigammo le
ultime
formalità, conoscemmo il suo terapista, un ragazzone alto,
robusto e molto simpatico, di nome Kyle che ci ricordò
Emmett; e
poi ci fecero strada verso il nostro appartamento. Era stupendo:
c’era uno
splendido giardinetto tutto intorno alla casetta e quando entrammo
rimanemmo meravigliati e compiaciuti per la familiare eleganza
dell’arredamento e l’ampiezza degli spazi.
C’erano
due enormi camere da letto, un bagno con tutte le attrezzature per i
disabili, una sala con due divani, un tavolo e un maxi schermo e
persino un piccolo angolo cottura. Ci diedero qualche altra
informazione utile e poi chiesero a Bella se gradiva che le mandassero
un’infermiera per farsi una doccia. Risposi che non ce
n’era
bisogno perché l’avrei aiutata io, ma mi
spiegarono che
prima avrei dovuto imparare attentamente i gesti corretti da eseguire
da chi faceva quel lavoro per professione, perché sarebbe
bastato anche solo un piccolo movimento sbagliato per compromettere
mesi di guarigione e di duro lavoro. Bella rifiutò,
rimandando
il tutto all’indomani: era esausta e si vedeva lontano un
miglio
che aveva un’assoluta necessità di sdraiarsi e
riposarsi.
Il viaggio era stato lungo e faticoso e tra il ritardo accumulato in
aeroporto prima della partenza, e le emozioni intense per
l’esserci ritrovati, era veramente sfinita. Non volle neppure
cambiarsi, così le sfilai le scarpe e la adagiai sul letto,
sdraiandomi poi accanto a lei. -Io devo fare un
monumento a tuo padre, te lo giuro!- esclamai, felice. -Domani lo
ringrazieremo come
si deve. Li hai avvertiti che siamo arrivati, vero?- si
informò
con gli occhi ormai socchiusi. -Si, amore non
preoccuparti. Ho
mandato un messaggio a tuo padre e a Jake, appena siamo atterrati, in
cui spiegavo che ci eravamo riappacificati e che li avremmo chiamati
domani perché tu eri troppo stanca. Ora cerca di dormire e
poi
domani mattina faremo un bel giretto per ambientarci e telefoneremo a
tutti quanti. Per fortuna lavorerai solo al pomeriggio e sono contento
di poterti assistere e aiutarti! Come un vero compagno- le mormorai,
continuando ad accarezzarle i capelli. -Mm… o
un marito…- precisò lei facendomi battere il
cuore a mille. -E’
vero- concordai con un sorriso. -Edward…
mi dai il bacio
della buonanotte? Mi è mancato da morire…-
soffiò
appena, con gli occhi già chiusi. -Certo,
mogliettina…
buonanotte- bisbigliai, appoggiando leggero le labbra sulle sue e
accorgendomi che Bella si era già addormentata. Felice, rimasi ad
accarezzarla
e bearmi del suo viso rilassato, finché Morfeo non accolse
anche
me tra le sue braccia, cullandomi dolcemente nella certezza che, per la
prima volta da quel dannato incidente, sarei riuscito a dormire
finalmente sereno e completo.
13 AGOSTO
Il
suono insistente e
fastidioso del cellulare di Bella interruppe uno degli esercizi
più faticosi e complessi che eseguiva ogni giorno. Io
sorrisi,
pronto a sentire Kyle sbraitare, incazzato nero. -Bella! Ma quante
volte ti ho
detto di spegnere quel maledetto aggeggio quando lavoriamo?!-
ringhiò infatti. Lei, per nulla intimidita da quelle grida,
rise
allegra. -Ohhh non rompere!
Devo pur difendermi in qualche modo dalle tue torture!- si
giustificò ridacchiando. -Sei impossibile!
Vuoi vedere
che ti cambio orario ogni giorno così non potrai metterti
d’accordo e farti telefonare proprio sul più
bello?- la
sfidò, incrociando le braccia al petto. Io sghignazzai
pronto ad
assistere ad un altro siparietto dei loro: quei due non facevano altro
che punzecchiarsi tutto il santo giorno, ma si erano affezionati
tantissimo uno all’altra. E come avrebbe potuto essere
altrimenti? Kyle era capace e molto simpatico, un vero professionista
con i fiocchi; e Bella… bè, lei stava dimostrando
la sua
granitica forza di volontà, compiendo miglioramenti
miracolosi! -Non oseresti mai!
Ti prenderei
a calci e sai che ne sono capace!- lo provocò ancora lei,
guardandolo minacciosa. Era divertente vedere come una ragazza piccola
e minuta come Bella, riuscisse a esasperare un omone grande e grosso
come Kyle… -Ti ricordo un
insignificante
dettaglio, mia cara: che per prendermi a calci, prima devi esserti
ristabilita completamente! E anche se hai fatto moltissimi progressi e
conto di vederti camminare da sola con quelle stampelle entro breve,
sei ancora lontana dal potermi prendere a calci le chiappe. Quindi
spegni quel dannato telefono o giuro che ti sequestro quel giocattolo
come si fa con i bambini!- continuò imperterrito, cercando
di
non ridere. In effetti Bella
aveva compiuto
enormi passi in avanti da quando eravamo arrivati: oltre ad aver
riacquistato un po’ di peso, ormai riusciva a deambulare
anche
con il girello, ma ancora non era in grado di usare le stampelle. Erano
state settimane che ci avevano risucchiato quasi ogni energia, fisica e
mentale. Settimane che avevano messo a dura prova la sopportazione di
entrambi. Bella aveva avuto ragione: certi giorni era stata proprio
intrattabile… per me era stato molto complicato
rapportarmi con lei quando era depressa e scontrosa… e
ovviamente i litigi non erano mancati. Ma per fortuna ci aveva guidato
la nostra promessa che ci eravamo scambiati di condividere quel cammino
faticoso e spossante nei momenti più duri, ma allo stesso
tempo
straordinario ed emozionante quando la mia risoluta Bella otteneva
anche il minimo progresso. E questa esperienza ci aveva uniti
maggiormente, rendendoci più fiduciosi per il futuro, dato
che
la strada da percorrere era ancora piuttosto lunga. Kyle
però
era ottimista e positivo, e quindi cercava sempre di motivarla ogni
giorno. -Allora?!-
insisté lui
con un viso poco rassicurante. Sogghignai: la mia Bella aveva trovato
un osso duro quanto lei a testardaggine! Lei si arrese e spense
il cellulare, mentre un sorrisino compiaciuto si dipingeva sul viso del
suo fisioterapista. -E togliti quel
ghigno dalla
faccia! Lo faccio solo perché voglio camminare con quelle
stampelle per avere la soddisfazione di tirartele in testa!-
ribadì, per avere l’ultima parola. -Ed io non vedo
l’ora che arrivi quel giorno!- dichiarò Kyle,
mentre Bella gli sorrideva felice. Dopo qualche
secondo fu il mio cellulare a squillare. -Eh no, Edward!
Cacchio, non ti ci mettere anche tu!- si esasperò Kyle. -Scusa, ma se
insistono deve
trattarsi di qualcosa di importante…- osservai, mentre
controllavo il chiamante: Emmett. Bella mi fissò
improvvisamente
agitata. Erano giorni importanti e aspettavamo una telefonata speciale
da un momento all’altro. Appena schiacciai il tasto di
risposta,
non feci neppure in tempo a fiatare che la voce tonante di mio fratello
mi provocò un sicuro danno al timpano… sperai
almeno che
non fosse permanente! -E’
natoooo! E’ un
maschietto, mamma sta benone e anche Chris!- urlò, euforico.
Gli
occhi iniziarono subito a pizzicarmi e un sorriso estatico mi si
stampò in viso… oddio, era nato!! Un maschio!
Evvai! Bella, vedendomi
in trance si
portò le mani alla bocca e Kyle la abbracciò
facendole le
congratulazioni. Tutti in clinica aspettavano notizie da Forks ed ero
sicuro che quel giorno avremmo festeggiato alla grande: ormai dopo un
mese e mezzo ci conoscevano tutti… e ci avevano presi a
benvolere, sia i pazienti che i dipendenti, e ognuno di loro era a
conoscenza della nostra storia. Era incredibile, ma era come se
avessimo trovato la serenità e il calore di una nuova
famiglia. -E’
Chris…
sì, un maschietto! E' tutto ok sia per lui che per la mamma-
le spiegai, mentre mio fratello continuava a bombardarmi di
informazioni. Tentai di calmarlo, perché emozionato
com’ero non avevo capito un tubo, a parte quella prima frase.
La
mamma e Charlie non avevano voluto conoscerne il sesso in gravidanza, e
quindi avevano scelto prima i nomi per entrambi i casi… e
per un
maschietto avevano optato per Christopher. Mi avvicinai a
Bella e le
passai il telefono; poi a turno salutammo tutti quanti. Mentre Bella
parlava con suo padre per conoscere tutti i dettagli (peso, centimetri,
capelli, occhi, dita dei piedi e delle mani…), Kyle mi
riferì che sarebbe andato a spargere la notizia in giro e
che
per quel giorno di festa Bella era dispensata dal resto delle
attività. Lo ringraziai e poi diede un buffetto alla mia
ragazza
e si dileguò. Alla fine
concordammo con
Jasper che avrebbe portato il laptop in ospedale: così ci
saremmo collegati con la mamma su Skype per poter ammirare anche noi il
nostro nuovo fratellino. Fremevamo all’idea e avevamo
fantasticato su quel momento un sacco di volte. E ora era arrivato! -Dio, non ci posso
credere!
Tutto è andato bene e Chris è finalmente con
noi!-
esclamò entusiasta Bella, con le lacrime agli occhi per la
felicità. -Sì,
amore! Sono
così felice che mi sembra di scoppiare! Non posso credere
che
tutto sta procedendo così a meraviglia. La mamma ora sta
bene e
non sarà più costretta a stare a letto; Chris
è
nato, è un bimbo in ottima salute; i ragazzi stanno
sistemando la casa di Seattle e tra meno di un mese ci trasferiremo e
saremo di nuovo tutti uniti; e ultimo, ma importantissimo, tu ti stai
riprendendo alla grande e non hai idea di quanto sia fiero di te! Hai
fatto passi da gigante, Bella, da quando siamo arrivati e non hai
mollato un attimo, specialmente all’inizio quando ogni minimo
movimento ti costava una fatica e un dolore enormi- esclamai,
abbracciandola. Bella sfregò il viso sul mio petto e poi mi
baciò il mento. -Grazie,
amore… non sai
quanto mi renda felice il fatto che tu sia orgoglioso di me. Ho
lavorato tanto e sodo perché voglio tornare il
più presto
possibile alla normalità, così sarai ancora
più
soddisfatto. E poi non vedo l’ora di rivedere tutti quanti e
mostrarmi di nuovo in piedi sulle mie gambe e non sdraiata in un letto
o seduta su una sedia come l’ultima volta che sono venuti a
trovarci i ragazzi- dichiarò felice. -Bene…
allora stasera
dobbiamo festeggiare alla grande! Cenetta a lume di candela, noi due
soli nel giardino sul retro e poi…- le proposi,
interrompendomi
sul più bello. -E poi..?- mi
chiese, con tono malizioso. -Mm… e
poi ti meriti un
premio speciale… ho deciso che ti farò
morire…- le
mormorai con tono suadente, iniziando a vezzeggiarle il collo con la
punta della lingua. -Di piacere…- soffiai infine. Un gemito roco le
sfuggì
dalla gola e il mio buon fratellino ai piani bassi cominciò
a
destarsi. Avevo una voglia matta di fare finalmente l’amore
con
Bella… ma ancora non ci era possibile… Così
avevamo scoperto di
possedere una fervida immaginazione, ampliando quelli che un tempo
erano i nostri preliminari e che, da una decina di giorni
(cioè
da quando Bella stava meglio), alimentavano il fuoco della nostra
passione quotidianamente. -Ok,
Cullen… ma dovrai sorprendermi!- miagolò al mio
orecchio, mordicchiandomi il lobo. -Tu continua a
chiamarmi Cullen… e vedrai stasera che sorpresa!- la
provocai. -Wow…
che sorpresa?- mi stuzzicò. -Ti bastano i
fuochi d’artificio?- provocai, umettandole le labbra con le
mie. -Eh, no! Anche
nella mia
palestra, no! Tornatevene al vostro appartamento, porcellini!-
tuonò Kyle, ridendo e portando la sedia di Bella. Lei
nascose il
viso sul mio petto arrossendo e io scoppiai a ridere. -A parte gli
scherzi… mi
raccomando, falla riposare, Ed! Oggi ha lavorato un sacco e si
è
impegnata ancora più del solito- ci informò con
serietà. -Ma… ma
se prima mi stavi insultando perché dicevi che battevo la
fiacca!- farfugliò lei. -Ehi! Quello
è il mio
lavoro, bellezza! Ti devo spronare a dare sempre il meglio, altrimenti
ti siedi sugli allori, signorina!- esclamò, scompigliandole
i
capelli; -Ora andate a fare i conigli da qualche parte ma con
moderazione! Se rovinerete tutto il mio operato, ve le taglio io le
gambe!- ci schernì, facendo diventare viola Bella. Lo
salutammo
e ci avviammo verso la nostra casetta a cui ci eravamo affezionati in
quelle settimane: sembrava così nostra… quasi una
finestra sul futuro… Ormai era il
tramonto e un
magnifico sole rosso fuoco scendeva pian piano dietro le colline,
incendiando il paesaggio circostante e le nostre anime. Ci fermammo ad
ammirarlo; mi chinai alla sua altezza e la tenni per mano. -Ti amo,
Bella… sai che mi rendi ogni giorno il ragazzo
più felice di questo mondo?- le confessai. -Anche io ti amo,
Edward… e mi considero la ragazza più fortunata
della
Terra ad averti accanto!- mi rispose, per poi farmi chinare a baciare
quelle labbra morbide e succose di cui non mi sarei mai stancato. Quel giorno
speciale ormai ci
stava salutando… come un flash ebbi, chiara e netta, una
visione
sul nostro domani: io e Bella, con i capelli brizzolati, nella nostra
casetta bianca immersa nel verde, eravamo circondati da un nugolo di
pargoli chiassosi dalla chioma più o meno
castano-ramata… Io e lei,
abbracciati ed
innamorati, seduti sul dondolo sotto il pergolo, stavamo osservandocon
orgoglio ed emozione i nostri nipotini giocare al limitare del bosco
mentre uno stupendo ed infuocato tramonto, l’ennesimo della
nostra vita lunga e meravigliosa, si stagliava
all’orizzonte… Ridacchiai per
quella strana
scenetta; ma osservando le nostre mani unite, mi tornò alla
mente un'altra affermazione di mio padre che mi provocò un
tuffo
al cuore… Sai
come
sono le mani di un uomo ricco d’amore, Edward? Vuote: solo
offrendo alla persona amata le nostre mani vuote possiamo stringere a
nostra volta le mani che ci vengono offerte ed intrecciarle insieme
all’altro; se invece le teniamo impegnate con oggetti o
chiuse in
un pugno a causa dell’ira o della gelosia non potremo mai
né dare né ricevere nulla… La saggezza di
quell’uomo
mi commosse all’inverosimile, e lo sentii più
presente che
mai; quelle parole rappresentavano l’esatta metafora
dell’amore disinteressato, dell’amore
così puro e
sconfinato da aver cura della libertà e della
felicità
dell’altro… quell’amore unico, speciale
ed
irripetibile che io e Bella avremmo tentato di raggiungere, imparando
ogni giorno a crescere e a rispettarci l’uno accanto
all’altra. -Ehi… tutto bene, Edward?- Bella mi
riscosse da
quell’ondata di emozioni. -Sì,
amore…
pensavo… ti andrebbe di ascoltare qualche aneddoto su mio
padre?- mi commossi all’idea di condividere con lei quelle
preziose memorie. -Certo, tesoro!
Dimmi- mi
sorrise incoraggiante e colma di gioia. Inspirai a fondo, pronto a
tuffarmi con lei in un mare di vivi ricordi… ‘Lo so
che mi stai
guardando, lo sento… vedi come sono felice, ora? Grazie,
papà… di tutto’, pensai con il cuore in
tumulto, di
fronte all’amore della mia esistenza. Quella visione da
sogno del nostro futuro era alla portata delle nostre mani
intrecciate…
The
end
AVVISO PER LE LETTRICI DI SEGRETI E INGANNI!
Sabato 24 dicembre purtroppo non riusciremo a postare.
Pensiamo
per martedì, al massimo mercoledì. Un bacione a
tutte e
ancora auguri!