Isabella and the half-vampire

di sayuri_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno nella foresta ***
Capitolo 2: *** …: Sette anni dopo :… ***



Capitolo 1
*** Un giorno nella foresta ***


E' un esperimento mi è da una settimana che mi ronza in testa e non ce la facevo più così l'ho messa su PC sperando che mi dia un po di tregua. Saranno due o forse tre capitoli ma non di più. Fatemi sapere che ne pensate!!! Non siate timide!
Titolo ispirato da "Anna and the King" o per i moderni "Harry Potter e il principe mezzosangue"
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“ Isabella and the half-vampire”







Era una giornata di giugno, il venti per la precisione. Avevo deciso di passare la domenica pomeriggio in mezzo ai boschi, immersa nella pace e nel silenzio della natura, incoraggiata dal sole che spendeva senza ostacoli nel cielo. Strano per il tempo di Forks.
Accidentalmente mi ero imbattuta in una radura stupenda, dalla forma circolare e piena di fiorellini di campo dai mille colori, in lontananza si sentiva lo scorrere placido dell’acqua di un ruscello. Si stava bene.
Mi stavo inebriando di tutte quelle emozioni quando un urlo disumano squarciò la pace del luogo. Allarmata mi guadai attorno cercando di capire da che punto provenisse.
Ancora un altro urlo. Proveniva dall’interno del bosco, lasciai cadere lo zaino e iniziai a correre ma mi bloccai dopo pochi metri. E se fosse l’aggressione di un animale? Ci sono lupi, puma e altri animali pericolosi nei dintorni, venni attraversata da un flusso intenso di paura. Che potevo fare io, giovane diciassettenne contro uno di quegli animali feroci? Avrebbe aggredito anche me!
Indietreggiai, mi dissi che forse era meglio chiamare qualcuno, la guardia forestale o la polizia, memore dell'episodio di papà,ma il rimbombo di un altro grido, più lungo e disperato degli altri, mi convinse a correre in soccorso del malcapitato. Sul terreno trovai un ramo abbastanza spesso da provocare dolore e lo raccolsi, sarebbe stata la mia arma.
Ricominciai a correre cercando di orientarmi e non perdermi tra quegli alberi e sassi che sembravano tutti uguali. E la trovai. Una donna era sdraiata in modo scomposto sul terreno, la schiena poggiata a un grande albero, le braccia lungo i fianchi e le mani artigliate al terreno in una morsa forte e disperata. Il volto era sudato e sconvolto, il sorriso che le increspava le labbra stonava con il suo aspetto desolato. Ma la cosa che più mi lasciò sconvolta fu il grande squarcio all’altezza della pancia e da cui fuoriuscivano fiumi di sangue. Era come se qualcosa le avesse tagliato dall’interno e fosse uscita dalla sua pancia. Era uno spettacolo disgustoso, la bile premeva per uscire, mi dovetti portare una mano alla bocca e tapparmi il naso per evitare di vomitare all’istante. Chi poteva essere stato a fare quello scempio? Una folata di vento mi portò l’odore di quel liquido rosso e del puzzo di quella persona ormai cadavere e non resistetti. Raggiunsi un albero e mi appoggiaia esso, vomitando tutto quello che avevo nello stomaco e forse anche l’anima.
Poi successe una cosa inattesa, qualcuno iniziò apiangere. C’era un bambino!
Malferma mi alzai e mi guardai attorno per individuare il punto da cui proveniva quel lamento, vicino al corpo della donna un fagotto era seduto e mi guardava con occhi sbarrati e disperati, di un verde intenso come quello delle fronde degli alberi. Era completamente coperto di sangue e mi pietrificai quando nella mia mente si fece largo il pensiero che fosse stato quell’innocente piccolo a fare quello scempio. Ma era impossibile mi dissi, il bambino non sembrava appena nato, era già abbastanza grande, di due mesi almeno, e poi era impossibile che per nascere il piccolo abbia scavato dall’interno.
— Ehi — sussurrai mentre mi avvicinavo con calma lanciando occhiate circospette attorno, per vedere se l’animale era ancora nei paraggi. Sì, perché quello poteva essere solo un attacco di un animale.
Il piccolo mi guardava con occhi socchiusi da cui cadevano calde lacrime. Non sapevo perché ma quella vista mi strinse il cuore dal dolore, non volevo che quel piccolo piangesse, il mio istinto materno aveva preso il controllo di me e il desiderio di proteggerlo da tutto e da tutti era forte. Lentamente tolsi la giacca, quel piccolo doveva avere freddo.
— Piccolo non piangere. È tutto a posto ora — continuai con tono basso e dolce, che sembrava sortire l’effetto desiderato. Il pianto convulso del bambino andò a scemare piano piano, fino a diventare un semplice singhiozzo. Il piccolo sembrava annusare l’aria, a un certo punto protende le sue manine verso di me, in un gesto di conforto e sostegno, e senza farmelo ripetere corsi per annullare i pochi centimetri che ci dividevano e lo avvolsi nella giacca. Rimasi stupida di quanto pesasse, nonostante fosse un frugoletto. Gli accarezzai il capo e delicatamente lo ripulì dalle foglie e dal terriccio che si erano attaccati al suo corpo e mi stupì di quanto fosse alta la temperatura, doveva avere la febbre. Mi guardai attorno e intanto lo cullavo cercando di tranquillizzarlo, nonostante apparisse calmo, il suo cuore batteva a ritmi frenetici. Dovevo tornare in paese e chiamare subito un medico. Ma non ebbi il tempo di fare neanche un passo che fui colpita da una folata di vento freddo, innaturale.
— Buon pomeriggio, madame — disse una voce melliflua ma dolce come il miele alle mie spalle. Mi scansai allarmata e non lo avessi mai fatto, di fronte a me si stagliava l’uomo più bello e inquietante che avessi mai visto. I capelli erano lunghi e biondi e raccolti in una coda bassa, il volto era fine e aristocratico con due smeraldi, rossi come il sangue, al posto degli occhi. Ne ero attratta e intimorita allo stesso tempo.
— Chi è lei? — chiesi in un sussurro, la voce faticava a uscire.
— Il padre del piccolo che ha in braccio. Quindi sarebbe così gentile da ridarmelo — era il padre? Non riuscivo a credere che quel piccolo fosse suo figlio. Abbassai il capo per osservarlo ed era impossibile non riconoscere in alcuni particolari del viso del piccolo quelli più adulti dell’uomo. I lineamenti erano dritti e regolari come quello di suo “padre”, i capelli invece erano mossi di uno strano colore bronzo ramato, molto simili a quelli della donna. La donna!
— Che cosa è successo a sua moglie? — non sapevo perché ma la paura di sapere quello che era successo era forte e avevo come il sentore che quello che avrebbe detto non mi sarebbe piaciuto. L’uomo rise maligno.
— Quella cosa non era mia moglie. Era solo un’insulsa umana che usavo per il mio piccolo esperimento — e mentre lo diceva guardava intensamente il bambino che ancora tenevo in braccio. D’istinto lo strinsi maggiormente al mio petto.
Che cosa voleva dire con quella frase? Insulsa umana? Esperimento?
Sembrava di ascoltare i deliri di uno scienziato pazzo.
— Chi diavolo è lei? — gli chiesi mentre indietreggiavo lentamente. Non mi fidavo, dovevo scappare da li, andare dalla polizia e denunciare l’accaduto.
— Chi sono non t’interessa. E ora da brava, che ne dici di ridarmi mio figlio?
Ero sempre più spaventata, quell’uomo non aveva nulla di normale, quello sguardo duro e freddo, il sorriso diabolico sulle labbra, la pelle bianca come porcellana, quegli occhi rossi che mi guardavano famelici, come se fossi il suo pranzo.
— Il bambino viene con me alla polizia — dissi con voce ferma e sicura. Avevo paura, anche se paura è un eufemismo, ma non gli avrei dato il bambino, era come se sapessi che sarebbe stato in pericolo con lui.
Il volto dell’uomo divenne una maschera di odio e malvagità, lo vidi piegarsi sulle sue ginocchia in una qualche posizione di attacco e fare un salto verso di me. Urlai dal terrore mentre nel tentativo di indietreggiare inciampai in una radice e caddi a terra, il piccolo sempre stretto al mio petto. Chiuso gli occhi in attesa della morte ma questa non arrivò. Al suo posto sentì ringhi e ululati, un corpo che veniva azzannato e suoni sinistri che non riuscivo a decifrare. Successe tutto molto velocementeepresto tornò il silenzio e un forte odore dolciastrosi diffuse nell’aria. Tremavo come una foglia e non avevo il coraggio di aprire gli occhi. Sarebbe toccato a me ora?
— Bells — la voce del mio amico mi fece aprire gli occhi di scatto. Jake mi osservava preoccupato, indossava dei semplici pantaloncini e nient’altro.
— Jake, copriti o prenderai freddo — gli disse preoccupata. Lui mi guardò storto prima di iniziare a ridere.
— Bells sei incredibile. Sei appena stata attaccata da un vampiro e ti preoccupi della mia salute.
Un momento vampiro? Che voleva dire?
— J… Jake che significa?
Il mio amico fa un lungo respiro, sembra indeciso quale sia la cosa giusta da fare ma quando sembra essersi deciso a parlare, i suoi occhi cadono sul piccolo che era ancora stretto al mio petto.
— Ehi piccolo hai avuto paura? — ma lui non mi ascoltava, troppo intento a guardare torvo il mio amico, — l’uomo ha detto che era suo figlio ma io non mi sono fidata — Jake spalancò gli occhi alla mia rivelazione ma non ebbi il tempo di chiedere nulla perché un enorme lupo argentato sbucò dal folto della foresta. Emisi un urlo di terrore quando lo vidi avvicinarci a noi. Ringhiava così forte che sembrava stesse tremando tutto. Il piccolo in risposta emise quello che doveva essere un ringhio, lo guardai stupita e scioccata. Stava ringhiando davvero come un piccolo leoncino.
Jake si frappose tra me e quel lupo iniziando a parlargli. Ma come poteva un lupo capirlo? E la consapevolezza che anche se non ero morta per mano di quel pazzo lo sarei stata di sicuro per opera di quell’animale. Era stato lui a ridurre la donna in quel modo?
— Paul calmati! — Paul? Il ragazzo antipatico che era nella compagnia di Jake?
— Parleremo col consiglio okay? E si deciderà il da farsi. Non possiamo uccidere un bambino!
— No! — lo urlai, non avrei permesso a nessuno di fare del male a quelbambino. Il piccolo si attaccò con le sue manine alla mia felpa e mi sorrise, come se volesse rassicurarmi.
— Bells cerca di ragionare…
— No. Ascoltami tu Jacob Black! Non permetterò a nessuno di fare del male a questo bambino sono stata chiara? — non ammettevo repliche, lo avrei protetto a tutti i costi.
— Okay va bene, non gli faremo del male ma tu ora vieni con noi alla riserva e…
— Non gli faremo del male?! Jacob, è un succiasangue! — disse una voce profonda e arrabbiata. Paul fece il suo ingresso nel piccolo spiazzo, anche lui con addosso solo dei pantaloncini, e quando cercai con lo sguardo il lupo nero che Jake aveva chiamato come il ragazzo, non lo trovai. Una strana inquietudine iniziava a farsi strada dentro di me.
— Niente storie Paul, faremo come ho detto. È un ordine — il tono autoritario che usò il mio amico troncò qualsiasi altra protesta del ragazzo indiano che dopo un’occhiata di fuoco alla sottoscritta, o forse al bimbo, il suo corpo iniziò a tremare vistosamente, lanciò indietro la testa per poi sporgersi in avanti di scatto e poi con il rumore di uno strappo violento la sua pelle venne sostituita da una folta pelliccia argentata che ricopriva un corpo di lupo cinque volte più grosso del normale.
— Paul! Vattene! — urlò Jake, anche lui stava tremando. Ma che cosa erano?
Un ringhio acuto da parte del lupo e se ne andò.
I tremori di Jacob andarono a placarsi fino a che sul suo volto tornò il sorriso tenero e amorevole di sempre.
— Vieni Bells, ci sono delle cose che ormai devi sapere — disse porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
Il piccolo emise un vagito per attirare la mia attenzione, mi guardava con occhietti di un verde smeraldo, vispi e interrogativi. Povero piccolo, non riusciva a capire che cosa stesse succedendo.
— Andrà tutto bene piccolo. Ci sono io — dissi accarezzandogli la guancia, il piccolo, sorrise felice e mi sembrò di vederlo annuire, come se avesse capito quello che gli avevo detto.
 
 
— Billy mi stai dicendo che i vampiri, licantropi e tutti quegli esseri che si credono delle leggende sono invece reali? — lui annuì.
Ero arrivata al villaggio da tre ore e subito venni portata da Billy, il padre di Jake e capotribù della comunità, che mi mise al corrente di questo grande segreto che avevano custodito gelosamente per secoli.
Era incredibile da credere, era assurdo per una che, come me, è sempre stata una persona razionale e logica. Fate, folletti, Babbo Natale, la fatina dei denti,… non erano mai esistiti per me ma questo, questo era impossibile da ignorare. Avevo visto con i miei occhi i canini dell’uomo, Paul trasformarsi in lupo, nemmeno San Tommaso poteva negare la loro esistenza.
— Bella ora è importante che ci spieghi del bambino e della donna — la voce di Sue mi riscosse dai miei pensieri. Da quando ero arrivata ho tenuto il bimbo con me, non ho permesso a nessuno di allontanarmelo, anche perché a ogni segnale di un mio possibile allontanamento il piccolo arpionava con forza la mia felpa e mi guardava con occhi spauriti che mi stringevano il cuore.
— Prima vorrei sapere che ne è stato della donna — volevo sapere dove l’avessero portata e che cosa ne avessero fatto. Quella donna certamente aveva una famiglia che si preoccuperà se non avrà sue notizie…
— Abbiamo trovato un documento d’identità. Si chiama Elisabeth Masen e viveva a Port Angeles. Abbiamo fatto in modo che la guardia forestale la trovasse, pensano che sia stato un attacco di un animale,…
— È quello che sono. Animali, mostri — ruggì la voce di Paul, era seduto poco distante da Jake che lo teneva sotto controllo. Per quello che avevo capito, il mio amico era per diritto il capo branco e a lui tutti i membri dovevano obbedienza. Paul, Sam, Quil, Seth, Leah, Jared ed Embry sono i membri della tribù che hanno ereditato il gene del licantropo.
— Ma ora dicci del bambino. Che cosa è successo prima che arrivassero i ragazzi? — la voce dolce di Sue tonò a chiedere la mia attenzione.
— Ho sentito delle urla disperate e sono corsa verso le urla per soccorrere quella persona ma quando sono arrivata la donna era già morta e il piccolo era di fianco a lei e piangeva. Poi ho sentito un vento gelido e quell’uomo…quel vampiro è comparso intimandomi di consegnargli il bambino perché era suo figlio. A quanto ho capito ha usato la donna come un’incubatrice — sputai disgustata dalle sue azioni. Un mormorio di disapprovazioni si alzò dal gruppo ma furono subito sedati dalla voce di Billy che li richiamò all’ordine.
— Allora i vampiri possono procreare — mormorò pensieroso Jake che fino a quel momento non aveva distolto lo sguardo da mio.
— Non era mai successo prima — intervenne ancora Billy in risposta. Tutti erano sconcertati dalla notizia e nessuno riusciva a crederci, nelle loro leggende nulla di tutto ciò era mai stato detto.
— Quindi il bambino è un vampiro? — chiese Seth intervenendo per la prima volta. Tutti lo guardano sconcertati nessuno aveva considerato quel piccolo particolare, in primis io. Guardai il piccolo che disinteressato da tutto il resto ciucciava e mordeva il cappuccio della mia felpa. I denti bianchi e affilati l’avevano ridota in brandelli.
— Deve morire — un’imposizione che non ammetteva alternative quella di Sam e che mi fece ghiacciare il sangue nelle vene.
— No! Non potete è solo un bambino! — protestai con vigore.
— È un’anomalia. Non sappiamo se sarà una minaccia per i musi bianche e per noi. Non possiamo rischiare — per quanto sapessi che Sam o stava dicendo pensando al bene degli altri io non potevo accettarlo. Quel bambino non era un pericolo
— È un bambino Sam! Un bambino che non ha colpe! — continua nel disperato tentativo di salvare la vita a un innocente.
— Bella…
— No Jake! — lo urlai gettando fuori tuta la mia disperazione — lo terrò io — proposi stupendo tutti.
— Cosa? Bells ma sei impazzita? È un vampiro! — Jake cercava di farmi ragionare ma io avevo preso la mia decisione e non avevo intenzione di cambiare idea.
— Come puoi terno dopo quello che hanno fatto a…
— Jacob! Zitto! — tuonò Billy adirato. Lo guardai interrogativa, non si era mai comportato così con Jake. Ma non ci diedi peso, avevo una priorità più importante.
— È un vampiro ma non del tutto! Insomma la madre era umana, no? E poi è caldo, i vampiri non dovrebbero essere freddi? E il suo cuore? Batte, Jake! Il suo cuore batte forte.
Tutti ammutolirono alla mia confessione.
— Batte? — sussurrò Sue tanto piano che feci fatica a udirla. Annuì e lei si alzò lentamente per venire verso di me, accarezzo il piccolo che la guardava curioso e non poté che concordare con me. Il bambino era “vivo”
— E come lo ciberai? — mi chiese ancora, sapevi di averla finalmente convinta ma questa sua domanda mi spiazzò. Già, come lo avrei nutrito?
— È umano no? Gli darò del cibo — risposi come se fosse una cosa ovvia.
— E se non basta? — fu Jake a parlare — e se volesse del sangue? Che fai? Ti tagli una vena e lo nutri? — chiese con tono sarcastico.
— No,… — mormorai scervellandomi per trovare una risposta adatta a zittire le sue proteste. Poi l’illuminazione — le case del sangue! Si possono comprare sacche di sangue.
— Certo ma devi essere un medico per comprarle — la risposta di Leah ebbe l’effetto di far crollare il mio entusiasmo.
— Il sangue di maiale! — esclamò Seth avvicinandosi, — nei film i vampiri bevono sempre il sangue di maiale quando non c’è quello umano.
— Sei sicura Isabella? — la voce di Billy era seria e severa. Annuì e dal suo viso potevo vedere che non concordava con al mia scelta ma sapeva che quando prendevo una decisione non cambiavo idea tanto facilmente. “Cocciuta come tuo padre” era solito ripetermi.
— Allora si ciberà di animali come i Cullen — sentenziò dopo alcuni minuti di silenzio.
— Chi sono i Cullen? — chiesi interessata.
— Vampiri, che all’epoca di mio padre vennero ad abitare qui e sotto il giuramento di cibarsi solo di animali, stipulammo un patto di non belligeranza.
Se dei vampiri potevano cibarsi di sangue animale, anche il bambino poteva farlo…
 
 
Era notte fonda quando finalmente tornai a casa. Come ormai da due mesi a questa parte non c’era nessuno ad accogliermi. Charlie era morto durante una battuta di caccia, a quei tempi un puma aveva mietuto diverse vittime ed essendo lui lo sceriffo si era messo in prima linea. Reneé avrebbe voluto che tornassi a Jacksonville con lei e Phyl ma non accettai, mancava un anno alla fine del liceo e poi sarei andata all’università ma soprattutto non volevo allontanarmi da Forks, lì avevo tutto, la mia vita, i miei ricordi. Avevo ricevuto una borsa di studio molto consistente e quella mi avrebbe permesso di andare dove volessi: la Columbia di New York, Yale, … ancora non mi ero decisa ma l’arrivo di questo piccolo aveva cambiato tutte le mie prospettive.La mia mente ritornò a un’ora prima a un frammento del discorso tra Sue e me.
 
— Isabella sei sicura della tua decisone? — mi chiese Sue una volta che fummo sole.
— Sì, non so perché ma ho come un legame con lui, capisci? Non me lo so spiegare ma non potrei sopportare di separarmene e so che sarà dura, ma voglio farlo.
 
Non so se Sue riuscì a capire le mie emozioni ma accettò la mia risposta e mi condusse a casa sua, dove mi regalò alcuni completi usati da Seth, quando era bambino, promettendomi di aiutarmi in qualsiasi momento.
Il vagito del piccolo mi fece ricordare che non aveva mangiato nulla, così frugai tra i diversi sacchetti che Sue mi aveva fatto alla ricerca di latte liofilizzato.
Rifiuta il latte.
Rifiuta gli omogeneizzati. Quelli mi rifiutavo anch’io di mangiarli da piccola, non erano cibo quelle schifezze.
Piccolo qualcosa la devi mangiare però borbottai quando rifiutò l’ennesimo cucchiaio di pastina.
Mi rimaneva solo un’altra alternativa. Rapidamente mi diressi in cantina dove Charlie teneva un secondo frigorifero e lo aprì. La scena che mi si parò davanti avrebbe fatto disgusto a molti ma se volevo tenermi un mezzo vampiro, dovevo fare questo e altro. Il frigorifero era pieno di sacche di sangue animale. I ragazzi erano andati a caccia e avevano raccolto più sangue possibile. Reprimendo il senso di vomito cha mi attanagliava recuperai una sacca e la portai in cucina. Appena il piccolo vide la sacca con il liquido rosso mi prestò la sua più totale attenzione, seguiva ogni mio gesto. Ne versai il contenuto il un biberon  e appena glielo avvicinai alla bocca il piccolo bevve avidamente. Mi sedetti sulla sedia a fianco al seggiolone e lo guardai bere appuntandomi mentalmente di fargli imparare a mangiare del cibo vero.
 
 
— Dovrò darti un nome… — gli dissi mentre lo osservavo bere il terzo biberon.
Il piccolo smise si ciucciare e mi guardò curioso.
— Andrew? — il piccolo fece una smorfia di disapprovazione — No, non ti piace… okay, vediamo… — incrociai le mani sul tavolo e vi poggiai sopra la testa.
— Bart? — altra faccia imbronciata.
— Okay… Caleb? Jarred? Michael? Vince? — il piccolo scosse energicamente la testa.
— Mmmm… Daniel? — chiesi speranzosa. Avevo sempre adorato quel nome, ma il piccolo non era d’accordo con me. Vagliai nomi su nomi, ma nessuno sembrava piacergli.
L’occhio cadde su un libro voluminoso, posizionato sulla mensola sopra il microonde. La raccolta delle opere di Jane Austen.
— Edward — lo mormorai così piano, che anch’io feci fatica a capire se lo avessi solo pensato o detto, ma il piccolo lo capì e si esibì in gridolini e gesti di esultanza. Risi divertita dalla scena.
Il nome lo avevo trovato ora mancava il cognome che, nonostante il desiderio di usare il mio, sapevo che ce n’era un più adatto e che sicuramente gli avrebbe fatto piacere.
— Bene. Allora piacere di conoscerti Edward Masen, io sono Isabella Swan. Bella per gli amici.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Fa tanto schifo? Grazie di aver letto!



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Dalla storia:
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Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
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    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
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Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
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    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]

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Capitolo 2
*** …: Sette anni dopo :… ***


Capitolo di passaggio, ho ritenuto utile lasciarvi una panoramica della loro vita e presentare con più calma la storia, capitolo un po corposo, scusate ma non sono riuscita a tagliare - anche se il prossimo sarà l'ultimo. Spero che vi piaccia e che me lo facciate sapere in un commentino...ino...ino ^^

Ah ringrazio le ragazze che hanno commentato il primo capitolo e tutti quelli che hanno messo nelle seguite, preferite e ricordate la storia! GRAZIE 1000

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…: Sette anni dopo :…

 






— Brava Bella! Sei la migliore — urlarono i miei amici quando il rettore dell’università mi consegnò la mia laurea.
Il rettore sorrise divertito mentre io accennavo un sorriso di scuse. Fu il momento più imbarazzante della mia vita. Erano venuti tutti, o quasi visto che non potevano lasciare La Push incustodita, c’erano Jake, Paul con Rachel, Seth, Leah e quella che era diventata a tutti gli effetti la persona più importante per me.
— Congratulazioni Bella! — disse con voce calda e suadente Edward venendomi in contro. Subito fui avvolta nel suo forte abbraccio che ricambiai.
 
Erano passati sette anni dall’arrivo nella mia vita di Edward. Sette anni in cui molte cose erano cambiate.
Alla fine del liceo decisi di iscrivermi all’università di Seattle, un ottimo posto per Edward che poteva rimanere in contatto con i ragazzi di La Push, che dopo la loro iniziale reticenza lo accolsero come un fratello. Gli insegnarono a cacciare, a controllarsi ad accettare la crescita innaturale del suo corpo. Già dopo il primo giorno i lupi avevano notato delle differenze, “troppo lievi per l’occhio umano” avevano detto ma quei lievi cambiamenti mi avevano fatto preoccupare e quando i cambiamenti divennero visibili anche al misero occhio umano, entrai nel panico. Se avesse continuato a quel ritmo, sarebbe diventato un vecchio pieno di rughe e dolori in meno di cinque anni o giù di li. In una settimana aveva detto la sua prima parola “Bella” e la sua prima frase e poi il suo primo discorso logico, alla fine, in neanche un mese, aveva imparato a camminare e correre. Nel giro di pochi mesi Edward appariva come un bambino di un anno o poco più.
Se non ci fosse stata Sue no cosa avrei fatto, era stata il mio sostegno fisico e morale nei momenti di maggior sconforto, quando la situazione sembrava pesare sulle mie spalle come, il mondo su quelle di Atlantide.
Ma poi successe quello che chiamavo miracolo, la crescita iniziò a rallentare, continuava a crescere a vista d’occhio ma di mese in mese, di anno in anno, sempre meno, fino a che al compimento del settimo anni di vita la crescita si bloccò. Edward, all’età di sette anni, appariva come un normale ragazzo di ventuno anni.
— Odio non sapere a cosa pensi — mormorò al mio orecchio. Già perché scoprimmo anche che Edward poteva leggere nelle menti delle persone, tutte, nessuna esclusa, tutte tranne me, a quanto pareva io ero l’unica immune al suo strabiliante potere. Alzai la testa per vederlo in viso, a fianco a lui passavo per una nana, e scontrai con i suoi occhi di giada. Avevo sempre amato quegli occhi così luminosi che erano in grado di farmi stare bene anche quando l’unica cosa che avrei voluto era quella di sprofondare e non riemergere più.
— Nulla Ed, solo ricordi — mormorai accarezzandogli la guancia.
— Allora togliti quel broncetto. Oggi devi essere felice, hai raggiunto il tuo obiettivo — disse lasciandomi un bacio sulla fronte e mettendomi in testa una corona d’alloro.
— Hai ragione. Oggi bisogna festeggiare.
 
— Bella sei stata bravissima.
— Congratulazioni.
Tutti i ragazzi si congratularono con me e insieme ci dirigemmo verso l’uscita del campus. Il piazzale era gremito di gente, tutti i nuovi laureati erano circondati dai loro familiari che come i miei amici si stavano congratulando con i loro figli.
— Ed vedi quella? Ecco devi puntare a quelle — disse Paul rivolgendosi a Edward mentre gli indicava una donna tutta curve.— Guarda quella che sedere che ha? E quell’altra il seno?... Ahio Leah! — urlò quando ricevette uno schiaffo sulla testa.
— Pianta di dirgli queste cose! — tuonò imbufalita. Le sorrisi grata, se fossi stata io a farlo, Paul non avrebbe sentito nulla e i mi sarei rotta una mano.
— Ma che c’è di male? Bella, l’hai cresciuto vecchio stampo a furia di fargli leggere Jane Austen! Gli sto solo mostrando come va nel mondo.
— L’ha cresciuto con dei principi! E poi parli tu! E Rachel? — asserì Leah. Rachel era il suo imprinting, la donna attorno cui girava tutto il suo mondo.
— Ma Rachel lo sa che per me c’è solo lei — rispose guardando l’interessata con occhi sognati. Era affascinante il modo in cui i licantropi sceglievano la loro compagna, questa diventava tutto il loro mondo e i lupi non potevano stare lontano da loro neanche un momento, troppa sarebbe stata la sofferenza.
— Grazie del suggerimento Paul ma, non m’interessano — disse guardando le ragazze che gli aveva indicato.
— Come non t’interessano? Non è che hai certe tendenze? — domandò Jake con tono canzonatorio. Edward divenne completamente rosso.
— Ma che dici! Quelle non sono il mio tipo — borbottò lanciandomi un’occhiata imbarazzata.
— Lasciatelo in pace, smettetela di metterlo in imbarazzo o Edward racconterà cose imbarazzanti su voi due a tutti quelli che vi conoscono — minacciai con un sorriso quasi sadico sul volto.  Jake e Paul presero sul serio il mio avvertimento e smisero di punzecchiarlo. 
 
 
 
Stavamo ridendo e scherzando quando vidi Edward irrigidirsi. Mi bloccai per guardarlo, il suo viso era duro e attento.
— Edward? Che succede? — gli chiesi preoccupata. Forse aveva percepito qualche odore particolare, del sangue piuttosto invitante. — Hai qualche problema di controllo? — continuai nel tentativo di capire quello che stava succedendo ma Edward scosse la testa. Al che mi tranquillizzai ma ancora non riuscivo a capire il suo atteggiamento.
— Vampiri — mormorò afferrandomi per un braccio e guadagnando con poche falcate l’uscita, dove ci attendevano i nostri amici. Io ero letteralmente atterrita, nonostante Edward non avevo mai visto un vampiro, oltre a quello che uccisero il giorno in cui fui introdotta nel mondo del sovrannaturale.
Mi aggrappai con forza al suo braccio, nel vano tentativo di trovare conforto e rassicurazioni.
— Non preoccuparti Bella — disse per tranquillizzarmi ma la tensione che percepivo dalla sua voce mi diceva che non era del tutto tranquillo neanche lui.
Jake si mise subito in allerta quando vide il volto scuro del mio accompagnatore.
— Che succede?
— Ho percepito dei pensieri sospetti. Vampiri — e un altro brivido a percorrermi le membra nell’udire quella parola.
Tutti i lupi si guardarono attorno alla ricerca di un odore dolciastro. L’odore che caratterizzava un vampiro.
— Meglio che ci allontaniamo — esclamò Jake serio.
— Cosa? Queste persone sono in pericolo — protestò Paul che aveva già iniziato a tremare. Jacob gli mise una mano sulla spalla e gli intimò di calmarsi.
— C’è troppa gente è pericoloso… — rispose Jake cercando di farlo ragionare, ma inutilmente. Paul era sempre stato un ragazzo molto impulsivo.
— Ora basta Paul, calmati. È un ordine — alle parole di Jake il corpo di Paul, sembrò piegarsi sotto il peso di quelle parole e subito si rilassò, senza però rilassare lo sguardo, che rimaneva severo e guardingo. — Bene e ora allontaniamoci. Quando porteremo Bells e Rachel al sicuro, io tornerò qui, — si girò verso Leah e a Seth, — voi, rimanete a controllare e se succede qualcosa, avvisateci. — i due fratelli annuirono decisi e si allontanarono per immergersi tra la gente. Jake s’incamminò verso le macchine, camminando a passo di carica seguito da Paul che teneva Rachel per mano e Seth che si guardava guardingo attorno. Edward presami sotto braccio li seguì senza dire nulla, troppo concentrato a captare qualsiasi segnale di pericolo.
— Ed io? — intervene Edward — è meglio se rimango qui, posso leggere nella loro mente.
— No! — quasi lo urlai, — è pericoloso e tu sei in netto svantaggio rispetto a loro — non volevo che Edward fosse immischiato, lo avrebbero ridotto a uno straccio se non peggio.
— Bella sono per metà vampiro. Posso resistere a uno scontro. Jake e i lupi mi hanno insegnato a combattere — ribatté deciso. Sì, ma gli altri erano vampiri, la loro pelle non si scalfiva tanto facilmente.
— No Edward, tu resterai con Paul. È più sicuro.
— Ma… — tentò di protestare ma il mio sguardo implorante lo convinse ad abbandonare i suoi propositi.
 
Paul era seduto a fianco di Rachel che dormiva tranquilla sul divano, la testa poggiata sulle gambe dell’indiano mentre questo le accarezzava gentilmente i capelli. Paul sprizzava amore da tutti i pori e un po' ne ero invidiosa, negli anni non ero mai riuscita a trovare qualcuno che potesse stare al mio fianco, ero troppo presa da me e dal tenere al sicuro Edward. Ma mi era sempre bastato, la mia vita era già piena così ed ero felice, anche se spesso dovevo ammettere di provare invidia verso i miei amici.
Ma non era quello il momento di parlare dell’amore, tre dei miei più cari amici stavano rischiando la vita ed io non sapevo nulla.
— Stanno bene Bella — disse la voce vellutata di Edward. Eravamo seduti nella cucina del mio appartamento di Seattle, lo avrei dovuto lasciare entro una settimana visto che ormai l’università era finita e che Edward non aveva intenzione di andarci. Voleva andare al liceo.
— Lo spero Edward — mormorai accennando un sorriso e stringendo la sua mano nella mia, lui la girò, facendo intrecciare le nostre dita.
Con un semplice gesto riusciva sempre a farmi calmare.
Il trillo del telefonino mi fece sobbalzare. Edward fu il più veloce a rispondere.
— Trovati? — chiese con voce tesa. Lo sguardo da concentrato andò via via a rilassarsi mentre l’interlocutore parlava, annuiva forse a seguito di qualcosa che Jake o uno degli altri gli stavadicendo.
La telefonata durò pochi minuti, e fu un susseguirsi di grugniti e risposte a monosillabi, alla fine Edward riattaccò con un sorriso sulle labbra.
— Stanno bene. Avevano trovato una scia ma devono aver preso una macchina facendo perdere le loro tracce.
Tirai un sospiro di sollievo nell’apprendere che stessero tutti bene.
— Perdonami Bella, questa era la tua giornata — mormorò guardandomi dispiaciuto.
— Avremo tutto il tempo di festeggiare quando torneremo a casa — dissi per rassicurarlo e lui accennò un sorriso tirato. Era ancora un po' teso, come tutti noi, ma voleva farsi vedere sicuro per me. Aveva sette anni ma la mentalità di un adulto.
 
Erano passati due giorni dalla cerimonia di laurea e tutto era tornato come prima.
— Edward mi raccomanda fai attenzione.
“ Bella devo solo andare a caccia e poi qui ci sono solo cervi ” rispose con tono dispiaciuto e ridacchiai, sembrava un bambino cui i genitori avevano negato l’ultimo gioco messo in commercio. Edward amava cacciare i grandi carnivori, il puma era il suo preferito.
“ Faccio il prima possibile e cercherò di non distruggere i vestiti ”
— Ecco questa è una giusta cosa o tra poco dovrai andare in giro con un sacco di iuta — dissi ridacchiando, alla mia risata si unì quella cristallina e armoniosa di lui, al confronto la mia sembrava un grugnito.
 
Erano passate quasi quattroore da quando Edward era andato a caccia e ancora non era tornato. Inutili si erano rivelati i miei tentativi mi mettermi in contatto con lui,iniziai a preoccuparmi, non era da lui ritardare così tanto senza dire nulla, soprattutto se preparavo la torta al cioccolato di cui era ghiotto.
Fui ridestata dai miei pensieri dallo scatto secco della serratura e appena senti la sua voce mi catapultai all'ingresso.
— Edward! Dove sei stato? Ero cosi preoccupata.
Edward si grattò la testa e distoglie lo sguardo. Rimasi interdetta dal gesto, sembrava volesse nascondermi qualcosa.
— Scusa Bella, mi sono fatto prendere dalla caccia e non mi sono accorto del tempo che passava.
— Okay — mormorai interdetta. Si era sempre premurato di chiamare. Sempre.
 
Cenammo quasi in completo silenzio, solo quando arrivammo al dolce sul suo viso, spuntò un sorriso genuino, ne mangiò tre fette.
— Edward non esagerare, non sei più un bambino — in senso lato ovviamente, nonostante le apparenze non dovevo dimenticare che aveva sette anni.
— Ehi! Ho sette anni, posso permettermi di essere goloso.
— La scusa dei sette anni la usi solo quando ti fa comodo — dissi rimbeccandolo bonariamente. Poi tornò tutto come prima, fu una serata strana e anche quando si congedo per andare a dormire, la sensazione che ci fosse qualcosa di strano non diminuì.
 
Rimasi in salotto per non so quanto tempo prima di convincermi a salire in camera mia.
Passai davanti alla camera di Edward, che era stata quella di Charlie, da cui non proveniva nessun rumore. Alzai la mano per bussare ma desistetti. Edward aveva la sua vita ed era giusto che non mi dicesse alcune cose, per quanto lo continuassi a vedere come il piccolo fagottino che avevo soccorso, ora era grande e nonostante la giovane età era molto più maturo di gente della mia leva.
Così lo lasciai solo ed entrai nella mia stanza, negli anni non era cambiata, era ancora la camera della diciassettenne che viveva con suo padre, solo qualche oggetto: computer nuovo, raccoglitori con la contabilità della casa, libri universitari, facevano supporre che la diciassettenne era cresciuta.
Indossai la tutta sgualcita che usavo come pigiama e mi nascosi sotto le coperte ma il sonno non voleva saperne di arrivare, continuavo a guardare il soffitto e ad ascoltare il rumore dei rami, mossi dal vento, che battevano sulla finestra.
— Bella? — il sussurro di Edward mi fece scattare sul letto per lo spavento, era sempre stato molto silenzioso, — scusa, non volevo spaventarti — disse con tono dispiaciuto. Io scossi la testa sorridendo leggermente e gli feci spazio nel letto. Quella di dormire insieme era sempre stata una sua abitudine, nel pieno della notte le lo ritrovavo sul bordo del letto che con una muta richiesta mi chiedeva di dormire con me ed io non ero mai riuscita a dirgli di no, solo negli ultimi due anni aveva perso quest’abitudine. Edward salì sul letto e si mise su un fianco, le braccia sotto il cuscino, io imitai la sua postura. Eravamo occhi negli occhi, nei suoi potevo leggere timore e paura. Senza pensarci lo abbracciai, sperando in quel modo di scacciare quei brutti pensieri dalla sua mente. Lui rispose all’abbraccio e come succedeva sempre, mi sembrava di essere in un altro mondo tutto nostro.
— Edward?
— Dimmi.
— Tra noi non ci sono segreti, vero?— gli chiesi e lo sentì irrigidirsi. La sua presa sul mio corpo si fece rigida e serrata.
— No — disse in un sospiro. Poggiò le mani sulle mie spalle mi obbligò ad allontanarmi. Eravamo occhi negli occhi, lo vidi prendere un grosso respiro e chiuse gli occhi.
— I Cullen sono arrivati in città — sputò tutto di un fiato.
I Cullen, la famiglia di vampiri che Billy mi aveva detto aver stretto un patto con i Quileute con la promessa di non uccidere umani o anche solo di morderli per trasformarli.
— E tu li hai incontrati? — sussurrai.Edward annuì e rafforzò la presa sulle mie spalle. In quel momento potei capire il perché del suo comportamento, aveva sempre odiato i vampiri, erano i responsabili della morte di sua madre e quasi della mia.
— Sono il capo clan, la sua compagna e un energumeno che dicono essere loro figlio. Vorrebbero conoscermi — il tono era distaccato.
— E tu? — lo sentì ruggire piano e una miriade di brividi mi percorse il corpo, subito lui si scusò per lo spavento ma in quel momento c’era altro da discutere.
— Tu, Edward? Li vuoi conoscere? — ripetei.
— No. Sono vampiri, sono come quello che ha lasciato mia madre morire. Ero piccolo ma ricordo tutto, lo sguardo assassino, il disprezzo nel parlare di mia madre, la tua paura, i suoi occhi puntati su di me, come se fossi il suo nuovo giocattolo — sputò tutto a denti stretti. L’odio e la ripugnanza verso quella specie, di cui lui, nonostante solo in parte, ne faceva parte. Quante volte lo avevo visto perso nel suo mondo con lo sguardo triste e pieno di rabbia, aveva paura che la parte meno abbietta di lui, quella del vampiro, potesse prendere il controllo e trasformarlo in un mostro.
Io sapevo che non era così, era un ragazzo buono e dolce e non farebbe del male neanche a una mosca. Beh forse sì… ma non a un umano.
— Billy ha detto che loro sono diversi — non sapevo perché li stessi difendendo, come lui non avevo simpatia per quei succhiasangue, come li chiamava Jake, ma quelli che componevano il clan dei Cullen, non si cibavano di umani, avevano fatto una scelta di vita diversa da quella degli altri.
— I vampiri sono tutti uguali — ringhiò alzandosi a sedere e tenendosi la testa tra le mani.
— Potresti dargli una possibilità — mormorai sedendomi a mia volta sul letto e accarezzandogli una spalla. Lui scosse energicamente la testa, soffiai col naso. Non avrei ricavato nulla quella sera e a essere onesti non avevo intenzione di insistere, ero felice di quella decisione, la tribù mi aveva raccontato molte cose sull’astuzia dei vampiri e della loro bassezza.
Emisi un sonoro sbadiglio e questo sembrò ridestarlo dai suoi pensieri, mi sorrise dolce e delicatamente mi spinse supina sul letto e mi affiancò, ero davvero stanca e dopo poco tempo le palpebre mi si abbassarono e cullata dalla dolce melodia che canticchiava Edward mi addormentai. L’ultima cosa che sentì fu una carezza sulla guancia e qualcosa di morbido e soffice posarsi sulle mie labbra che si tirarono in un sorriso, quel contatto durò il tempo di un battito e pensai di essermelo solo immaginato, un frutto della mia fantasia ormai libera di esprimersi grazie al mondo onirico in cui mi trovavo.
 
Il supermercato non era molto affollatoed ero riuscita a fare la spesa molto velocemente cosi da tornare a casa e preparare la prima lezione. L'indomani sarebbero iniziate le lezioni e io avevo ottenuto una cattedra come supplente di letteratura al mio vecchio liceo, ero al settimo cielo per aver trovato subito un posto, visto i tempi che correvano, una manna dal cielo che la professoressa McCallaghan avesse chiesto la maternità.
Stavo cercando i miei cereali preferiti quando andai a sbattere contro qualcosa di duro, ero già rossa come un peperone per l’imbarazzo di essere andata a sbattere contro uno dei pilastri, quando una voce dolce e squillante disse: —  Oh mi scusi signorina. Si è fatta male?
Una ragazza minuta e dai capelli corvini e sbarazzini mi guardava con un paio di occhi ambrati, grandi e preoccupati.
— No, sto bene non preoccuparti — anche se un forte dolore al costato non mi diceva che tutto andava bene.
— Alice sei sempre la solita sbadata — la richiamo una voce profonda e cristallina. Mi girai per capire a chi appartenesse e mi scontrai con un altro paio di occhi ambrati incorniciati da una chioma leonina bionda. Il nuovo arrivato affiancò la ragazza e la aiutò a raccogliere alcuni quaderni che probabilmente le erano caduti nello scontro. Erano giovani, dovevano avere la mia età.
— Lei sta bene? — disse il ragazzo rivolgendosi a me.
— Oh si tutto bene. La sua amica? — chiesi più che altro per educazione perché la ragazza sembrava fatta di marmo. Il ragazzo ridacchiò piano prima di rassicurarmi: — Ha la pelle dura non si preoccupi.
— Bene… — non ebbi il tempo di continuare poiché il mio telefonino iniziò a suonare. Era Edward.
"Bella dove sei?"
— Sono al supermercato. Adesso torno a casa. Ti serve qualcosa?
"No, solo che non ti ho trovato a casa e mi sono preoccupato"
Dalla sera, di ormai una settimana prima, in cui mi confessò che i Cullen erano arrivati in città era diventato molto apprensivo, erano poche le volte che mi lasciava da sola.
— Adesso arrivo, il tempo di pagare e sono a casa — promisi.
"Okay, ti aspetto" e riattaccai dopo un rapido saluto.
— Devo andare. Scusa ancora se ti sono venuta addosso. Me lo dicono sempre che sono sbadata — dissi ridacchiando.
— Nessun danno, quindi non c'è nulla per cui scusarsi. Comunque io sono Alice e lui è Jasper, il mio fidanzato — lo disse con occhi cosi pieni di amore che mi commossi. Era bello vedere due giovani cosi innamorati.
— Piacere di conoscervi. Io sono Isabella, ma chiamatemi pure Bella. Ora scusate, ma se non torno presto a casa, qualcuno inizierà a dare di matto — già m’immaginavo Edward camminare avanti e indietro per tutta la casa.
— Certo non vogliamo rubarti altro tempo — disse con tono quieto Jasper.
— Ceto! Tanto ho la sensazione che ci rivedremo presto. Buona serata Bella! — intervenne Alice con voce squillante, prese il suo ragazzo sotto braccio e lo trascinò letteralmente verso il corridoio dei cosmetici.
— Ciao — mormorai quando ormai erano già spariti.
Pagai e tornai a casa ed Edward era effettivamente come lo avevo immaginato, appena parcheggiai davanti a casa, lui stava camminando avanti e indietro sul portico e appena mi vide mi raggiunse con un sorriso sulle labbra ma presto il suo sguardo si fece attento, sembrava stesse annusando l’aria attorno a se, ma quando gli chiesi delle spiegazioni non rispose.
 
— Edward io vado — dissi con tono normale, lui era sotto la doccia ma mi avrebbe sentito lo stesso e, infatti, cinque minuti dopo, quando stavo per aprire la porta di casa, me lo ritrovai al mio fianco con ancora i capelli più scuri a causa dell’acqua e ancora gocciolanti.
— Ti accompagno? — mi chiese sorridente mentre stava già prendendo le chiavi del pick up.
— Non puoi farmi da guardia per tutto il giorno. Non credo che i vampiri frequentino la scuola. Avranno di meglio da fare — dissi retorica. Tutti pregavano che la scuola finisse il prima possibile e mi sembrava impossibile che qualcuno scelga di sua spontanea volontà di frequentarla.
Sconfitto, accettò di rimanere a casa, dicendo che avrebbe passato la mattina con Seth ed Embry, non riuscivo a capire perché uscisse così presto con loro, certo erano i suoi unici amici ma negli ultimi tempi tutti avevano un’aria seria e spesso preoccupata, anche se cercavano di non darlo a vedere.
Con quei pensieri parcheggiai nel primo spazio libero davanti alla scuola, il parcheggio era ancora mezzo vuoto.
Non era cambiato nulla da quando lo frequentavo io, nel parcheggio erano posteggiate tutti vecchi modelli di macchine ed era un miracolo che funzionassero ancora, l'edificio era la solita costruzione di mattoni rossi. Forks High School, la casa degli spartani.
— Buon giorno Signorina Swan — la preside Cooper mi accoglie appena entra nella sala professori, mi ero sempre chiesta come fosse quella sala tanto temuta da noi studenti, — come ci si sente a varcare la soglia del suo vecchio liceo come professoressa?
— Buon giorno Signora Cooper. È una strana sensazione ma è bello essere tornata.
La preside si esibì in un sorriso smagliante, aveva un’aria rilassata e affabile, incredibile come mi apparisse al pari di una terribile medusa solo cinque anni fa.
— Sono felice di sentirglielo dire — in quel momento la campanella suonò — ora la lascio alla sua prima lezione. Buona giornata.
— Anche a lei — e recuperato il mio registro, mi diressi verso l'edificio F, dove mi attendeva la classe del terzo anno.
Chiacchiere e risa provenivano dall'interno dell'aula, sorrisi al ricordo che c'ero stata anch’io in quell'aula a ridere e scherzare con le mie amiche nell'attesa dell'ingresso del professore.
Quando entrai, calò il silenzio, solo il ticchettio dei miei tacchi rimbombava nell'aula. Posai la mia borsa sulla cattedra e mi rivolsi ai miei studenti: — Buon giorno a tutti. Sono la professoressa Swan — nel dirlo mi girai, presi un gessetto e scissi il nome sulla lavagna — quest'anno sostituisco la professoressa McCallaghan che è in maternità — esclamazioni di giubilo salirono dai ragazzi ma subito mi apprestai a raffreddare i loro bollenti spiriti.
— Aspetterei il risultato del primo test prima di esultare — dissi con un sorriso sornione, — ma ora facciamo l’appello così posso conoscervi un po'.
Ai ragazzi chiesi qualcosa di loro, aspirazioni per il futuro, hobby, sport, giusto per creare un rapporto professionale ma di fiducia.
— Okay, grazie Mandy. Adesso… — stavo controllando la lista quando l’occhio cadde su un nome.— Alice Cullen — mormorai tra lo scioccata e l’impaurita.
— Eccomi! — trillò una voce che aveva già sentito da qualche parte e che non mi era completamente estranea. Alzai la testa di scatto e mi scontrai con occhi ambrati in seconda fila.
— Mi chiamo Alice e sono stata adottata da Esme e Carlisle, che è un dottore. Ho tre fratelli anche loro adottati, sono felicemente fidanzata e amo leggere riviste di moda per tenermi sempre aggiornata sulle nuove tendenze, spesso realizzo dei vestiti che ho disegnato io stessa e finito il liceo voglio iscrivermi a una scuola di moda — aveva parlato a manetta rispondendo alle domande che avevo fatto fino a quel momento agli altri studenti. — Credo di aver detto tutto — disse continuando a guardarmi sorridente.
Non credo che i vampiri frequentino la scuola. Avranno di meglio da fare
E invece mi trovavo un vampiro come studente e oltretutto questo suddetto vampiro aveva trovato il modo di incontrarmi, l’episodio del supermercato era una prova evidente. Un brivido mi percorse la schiena per la consapevolezza che quel piccolo esserino avrebbe potuto uccidere tutti i presenti in meno di un nanosecondo. Accennai un sorriso forzato e nonostante la gola secca parlai: — sei stata molto esauriente Alice, grazie. — ma non riuscì a nascondere del tutto il tremore nella mia voce, — Ora passiamo a Donner.
Il resto dell’ora la passai a parlare con gli studenti cercando di non incontrare mai lo sguardo della vampira e accolsi con gioia il suono della campanella, fu come se fossi stata liberata da un peso. Salutai cordialmente i ragazzi che uscivano velocemente per raggiungere la lezione successiva. Non avevo visto uscire Alice Cullen ma ero sicura che fosse andata, almeno fino a che non sentì la sua voce — Buona giornata professoressa. Lo avevo detto che ci saremmo riviste — la ragazza mi fissava, non sembrava avere cattive intenzioni ma quello non impedì al mio cuore di battere come le ali di un uccello in gabbia.
— Si rilassi professoressa non abbiamo intenzioni di fare del male a nessuno — lei sapeva che io ero s conoscenza del loro segreto.
— Dovrai perdonarmi se non mi fido delle tue parole — dissi cercando di mantenere un certo contegno. Sapevo che Alice stava ascoltando il mio cuore il mio respiro, tutto il mio corpo stava urlando che avevo paura e che la sicurezza che ostentavo era solo una maschera.
— I fatti parleranno per noi — disse sicura e decisa. Sapevo che i Cullen si nutrivano di sangue animale, ma i vampiri sono vampiri non ti puoi fidare.
— Vedremo, ma per ora Signorina Cullen lei è in ritardo per la sua prossima lezione.
Alice sorrise divertita, ma seguì il mio consiglio.
 
Quando finalmente quella giornata terminò, raggiunsi velocemente la mia macchina, sentivo degli sguardi bruciarmi addosso, non avevo il coraggio di accertarmi a chi appartenessero. Salì e misi in moto ma poco prima di uscire incrociai lo sguardo di Alice e quello degli altri Cullen, la prima mi salutava mentre gli altri tre ridevano tra di loro, riconobbi Jasper che mi lancia solo un’occhiata.
 
— Ma cosa... — la sala da pranzo era imbandita per un esercito e attorno al tavolo c'erano Sue, Seth, Leah, Jake e Edward che mi facevano i complimenti per il mio primo giorno come professoressa.
 — Eddy voleva festeggiare solo tu e lui ma volevamo festeggiarti anche noi — disse Jake venendo ad abbracciarmi. Subito cercai lo sguardo del mio mezzo vampiro e lo beccai guardare in cagnesco il mio amico, solo quando gli sorrisi lo vidi rilassarsi, mi scostai dal corpo troppo caldo  del mio amico licantropo per correre da Edward e abbracciarlo con forza.
— Com’è andata?
— Meglio di quanto pensassi. Grazie per la sorpresa — dissi commossa, non amavo le feste a sorpresa ma quella mi aveva fatto davvero piacere.
— Veramente volevo fare una cena solo tu ed io ma qualcuno si è messo in mezzo — borbottò in direzione di Jacob, — so che a te non piacciono le cose in grande.
Ridacchiai per la gelosia che ha sempre provato verso Jake, non ha mai sopportatoche si avvicinasse troppo a me.
— Invece mi ha fatto piacere avere tutti i miei amici qui.
 
Passammo la serata insieme e i pensieri che mi avevano oppresso per tutta la mattinata svanirono, si sciolsero come neve al sole per poi tornare quando tutti se ne furono andati.
— Bella? — mi chiamò Edward preoccupato e solo in quel momento mi accorsi di star fissando il frigorifero aperto, da non sapevo quanto tempo.
— Sì?
— Cosa c’è che non va? — mi chiese poggiando il sacco della pattumiera per terra e raggiungendomi. Lo sguardo che mi riservò gelava ogni mio tentativo di nascondere i miei pensieri.
— Oggi a scuola è successa una cosa — mormoro attirando la sua completa attenzione, con lo sguardo m’incitò a continuare — nella mia classe c’è una studentessa particolare — lui aggrottò le sopracciglia non capendo dove volessi arrivare — si chiama Alice Cullen — e avevo sganciato la bomba. Lo vidi contrarre la mascella e affilare lo sguardo per la rabbia.
— Che ti ha fatto? — sibilò scrutando ogni centimetro del mio corpo per trovare un qualche segno.
— No, nulla eravamo in classe con altre venti persone...
— Non l'avrebbe certo fermata — m’interruppe e purtroppo aveva ragione.
— Tu domani non ci vai — era un ordine che non ammetteva repliche. M’inalberai come non era mai successo, gonfiai il petto e misi le mani sui fianchi guardandolo truce.
— Edward Masen. Non ti permetto di darmi ordini chiaro! Ricorda che ti ho cambiato i pannolini fino a tre anni fa — gli ricordai, nonostante dimostrasse un’età maggiore aveva solo sette anni — e sono grande e vaccinata per prendere le mie decisioni — Edward mi guardava scioccato e triste, anche se non riuscivo a comprendere il perché di quel sentimento, ma si riprese presto riservandomi il suo sguardo truce.
— Bella mi sto solo preoccupando per te! Non voglio che ti facciano del male — aveva paura di perdermi, per lui ero l'unica famiglia che avesse. Sospirai e cercai di calmarmi, se mi mettevo nei sui panni, potevo capire la sua apprensione.
— Per domani starò attenta a stare in mezzo alla gente e non mi succederà nulla — dissi calma, Edward addolcì lo sguardo e si lasciò andare alla mia carezza, — ora vado a dormire sono distrutta. Lascia qui tutto, finisco di sistemare domani — e dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia, mi ritirai in camera mia.
La notte fu movimentata, il mio subconscio partoriva strani sogni, un’immagine frequente era un mare rosso, onde rosso arancio riempivano tutto il mio campo visivo e sentivo freddo fin dentro le ossa. Ogni volta mi svegliavo di colpo, sudata ma con brividi di freddo. Molti dicono che nei sogni si nascondono presagi, piccole finestre sul nostro futuro e se questo è vero, il mio sogno non preannunciava niente di buono.
 
— Ti accompagno e non provare a dire di no. Ti seguirò a piedi e starò nascosto nella foresta fino quando uscirai — così mi aveva accolto Edward quando entrai in cucina la mattina successiva.
— Edward non serve — ma non finì di parlare che lui subito mi bloccò.
— O cosi o ti lego al letto! — disse con tono imperioso per poi addolcirsi —  Va bene che tu voglia andare a scuola ma lascia che venga anche io almeno mi sentirò più tranquillo — supplicò.
— Okay. Allora prendi ... di Sue per il pranzo così mangiamo qualcosa di decente.
 
— Visto che non è successo nulla? Non sono tanto sciocchi da attaccare in mezzo a tutta questa gente.
— Fa niente e verrò tutti i giorni e non dire che è pericoloso o altro — disse quando apri bocca proprio per dire ciò — se lo è per me lo è ancora di più per te... — ma s’interruppe perché qualcosa attirò la sua attenzione. A velocità sovrumana si posizionò davanti a me.
— Andatevene. Non m’interessa quello che hai da dire — dichiarò con voce dura. Incuriosita mi sporsi per vedere chi avesse fatto scattare quella reazione e per la prima volta in quel giorno mi scontrai con gli occhi ambrati di Alice e Jasper — e puoi dire al tuo fidanzato di smetterla di testare le mie emozioni è alquanto fastidioso.
Lo guardai aggrottando le sopracciglia non capivo a cosa si riferisse, ma Edward non mi guardava troppo concentrato controllare i nostri ospiti inattesi.
— Edward vorremmo solo conoscerti soprattutto Carlisle ed Esme — intervenne Jasper.
— Conoscere o studiare? Nella foresta vostro padre — sputò l’ultima parola con scherno — era molto curioso di capire cosa fossi, al pari di una cavia da laboratorio.
— Anche — ammise il vampiro senza azzardare false giustificazioni, — ma non ti ritiene certo una cavia da laboratorio.
Alice rimaneva in silenzio e continuava a guardare me, ancora protetta dal braccio di Ed cui mi aggrappavo come se fosse un salvagente. Sembrava volermi supplicare con gli occhi, in qualche modo sapeva che io avrei potuto convincerlo. Sentì il corpo del mezzo vampiro irrigidirsi e tremare.
— No. Ho già detto che non verrò e soprattutto non porterò Bella nella fossa dei leoni — dichiarò quasi ringhiando.
— Cosa? — perché aveva messo in mezzo anche me?
— Ci farebbe piacere se Edward venisse questa sera a casa nostra. Ovviamente è invitata anche lei professoressa Swan — disse Alice parlando per la prima volta. Da soli a casa di sei vampiri potenzialmente pericolosi?
Il suono della campanella pose fine al nostro incontro.
— Signorina Cullen, Signor Hale le lezioni sono iniziate — dissi con tono duro.
Alice deve avergli chiesto ancora detto qualcosa perché lo sentì mormorare: —Attenderete per niente.
 
Era arrivato il weekend e con esso anche il mio meritato riposo per una settimana intensa, dopo quell’incontro non ce ne furono altri tra noi e i Cullen, oltre quelli nelle lezioni. Edward ed io non ne avevamo più parlato ma questo non voleva dire che avevo dimenticato la questione, che al contrario riemergeva ogni qual volta la mia mente fosse libera da impegni. Volevo saperne di più e forse parlare con uno di loro mi avrebbe aiutato a capire cosa avrei dovuto fare.
Fu così che presi una decisione: raggiunsi la macchina e mi diressi all’ospedale di Forks che raggiunsi in meno di dieci minuti. Varcai la soglia a passo sostenuto e mi fermai di fronte a un grande bancone dietro il quale c’era una donna sulla quarantina in divisa infermieristica che batteva qualcosa al computer.
— Buon pomeriggio, avrei urgenza di parlare con il Dottor Cullen. È urgente.





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L'atteggiamento di Bella e Edward è dettato primo dall'esperienza poco piacevole con James e secondo ricordate che hanno vissuto con i licantropi come amici e quindi le loro leggenge ecc...

Per eventuali errori mi scuso^^ e segnalatemeli. Grazie di aver letto!



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…: Fughe, scontri e biblioteche :… - Ultimo capitolo
Edward si è appena trasferito in una nuova città e durante una fuga si scontra con due occhi marroni come il cioccolato e....LEGGETE^^
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Commedia, Generale ] [ Capitoli: 9 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 10/09/11 ] [ Note: AU, OOC ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 60 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 8 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

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