Ri-ciao! Sono passata anche dal primo capitolo, dato che il prologo era breve.
Qui iniziamo a fare la conoscenza di quelle che saranno le protagoniste di questa storia e in particolare veniamo a conoscenza delle vicende di Temari. Temari è un personaggio che mi è sempre piaciuto molto, per il suo carattere sfaccettato e il suo modo di porsi e di essere, che la rendono estremamente interessante e per nulla scontata; è sicuramente, tra i personaggi femminili di Naruto, uno di quelli che apprezzo di più.
In questa tua rivisitazione della vita del personaggio, innanzitutto mi è piaciuto il fatto che tu abbia mantenuto l'elemento del deserto come luogo di provenienza: esattamente come nel manga, dove Temari è originaria del Villaggio della Sabbia, qui ella è figlia di una nobile tuareg. Una vita che si prospetta, dunque, agiata e priva di problemi, come viene infatti anche detto: la fortuna sembra arridere a questa bambina nata in una famiglia ricca, che non le farà conoscere povertà e fame. Tuttavia, questa fortuna è destinata a sgretolarsi presto: vediamo tutta la terribilità di uomini schiavi dell'ignoranza e di credenze infondate, che vedono nella pelle chiara e negli occhi azzurri di Temari un cattivo presagio, il segno evidente che sua madre ha giaciuto col demonio. E in una cultura in cui la donna è sottomessa e non ha voce, la madre di Temari finisce lapidata e lei ceduta al capo della tribù dopo essere stata cresciuta con percosse, fame e freddo. Un'esistenza terribile la sua, la cui durezza è stata alimentata dagli abusi del capo tribù, che ha dovuto subire in silenzio, spegnendosi a poco a poco, lasciando che il mondo orribile e crudele in cui è cresciuta l'annientasse.
E l'esacerbazione di quest'esistenza misera si raggiunge con l'infibulazione, con quella pratica barbara a cui un'innocente bambina è costretta a sottoporsi. Ed è qui che Temari, in un moto d'orgoglio, in un moto di ribellione che è vita, si salva senza saperlo, si salva credendo di andare invece incontro alla morte. Crudeli gli uomini che la avvolgono in un tappeto e l'abbandonano nel deserto, anche se perfettamente coerenti con quelle che sono la loro cultura e il loro credo.
Temari abbraccia la morte, l'accetta come liberazione, come un'amica. Eppure, con lei la vita non ha ancora finito e Tsunade la trova e la salva e Temari vede subito in lei una sicurezza, ne comprende le buone intenzione anche se non le parole e quando lei le offre la possibilità di cambiare vita, di ricominciare, Temari non può che accettare. Inizialmente, si domanda perché non sia morta, perché non sia riuscita a liberarsi dal dolore, ma poi comprende di avere una nuova possibilità, un'occasione per ricominciare e per riscattarsi e la coglie. Temari comprende perfettamente ciò che la vita le sta offrendo, lo comprende perché è una bambina che è dovuta diventare donna molto in fretta.
Ti faccio tantissimi complimenti per questo capitolo in cui hai trattato delle tematiche tristemente attuali, le hai trattate in maniera immediata e cruda, ma con tatto, delicatezza e maturità. L'introspezione di Temari è curatissima e le sue sensazioni sono arrivate dritte al lettore con grande impatto e coinvolgendolo inevitabilmente nel suo dolore.
Davvero bravissima, sono veramente curiosa di proseguire con la lettura.
Alla prossima :) |