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Autore: sayuri_88    25/10/2011    12 recensioni
Edward si è appena trasferito in una nuova città e durante una fuga si scontra con due occhi marroni come il cioccolato e....LEGGETE^^
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao a tutti! Perodnate la mia assenza ma sto lavorando alla tesi, finalemente la mia relatrice si è fatta viva e sono presissima. Per questo le storie subiranno un rallentamento negli aggiornamenti, siate pazienti. 
Questo capitolo era pronto da tempo ma non sapevo come finirlo, se continuare o finire qui e dopo due giorni ho deciso : )
Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite, ricordate e seguite e le sette stupende persone che hanno commentato lo scorso capitolo. Questo è incentrato su Rose e Emmet, più sulla prima ma ci sarà anche il nostro Emmet *_*


Okay basta le note sono più lunghe del capitolo, solo ringrazio:
 IcE ChRiSpS
TwiFallVampireDark

per avermi inserito negli autori preferiti^^ altre pazze nel gruppo yeahhhhhhh!

Buona lettura! E fatevi sentire gente!!!!!!!! 




…: Stupida, stupida Rosalie!:…

 
 
 
Emmet Cullen ha letteralmente sconvolto la mia vita dal primo giorno che l’ho incontrato. Quando l’ospedale mi diede l’incarico di occuparmi di lui ero al settimo cielo, mi ero già trovata a lavorare con ragazzi con problemi come i suoi anche se questi erano in uno stadio più compromesso, non parlavano, non ti guardavano in viso ed erano sempre chiusi nel loro mondo virtuale e pensavo che avrei faticato molto con Emmet.
Ricordo come se fosse ieri la prima volta che l’ho visto, era arrossito come un peperone e si era messo a sproloquiare. Mi era parso così tenero e indifeso che aveva acceso il mio istinto di protezione.
E siamo diventati amici, mi sono affezionata a lui, e lui a me, e da quando lo conosco senza accorgermene ho iniziato a paragonare il mio fidanzato a lui. E ho realizzato una cosa che mi ha lasciato letteralmente sconvolta.
Mi ero resa conto che il legame che mi legava a Emmet era molto più forte di quello che pensavo e non era professionale, così ogni volta m’impuntavo di essere più distaccata più professionale, ma puntualmente ogni volta il suo sorriso mi disarmava e non facevo nulla per cambiare le cose.
Il continuo avvicinamento a Emmet è stato direttamente proporzionale all’allontanamento da Royce.
Ho cominciato a vedere il mio fidanzato sotto una luce differente, iniziando ad analizzare, sezionare, studiare ogni suo atteggiamento, scoprendo molti difetti che fino a quel momento erano stati adombrati dalla luce luminosa del suo carismae dei suoi modi raffinati. Perché è sempre stato così, sicuro di se e molto carismatico, sa quello che vuole e lo prende. E l’ho sempre ammirato, forse perché anch’io sono così, ho sempre messo il mio futuro davanti a tutto: laurearmi con un ottimo voto, trovare un buon posto di lavoro e fare carriera poi sposarmi, avere un bambino.
Ma l’episodio della cena di beneficenza mi ha aperto gli occhi, facendomi finalmente capire che molte cose sono cambiate.
Il giorno dopo, quando gli ho chiesto spiegazioni, era così mortificato per il suo comportamento che aveva anche chiamato i Cullen, con me presente, e si era scusato. Aveva detto di aver bevuto troppo, di aver esagerato e che si era trattato di uno spiacevole episodio isolato.
Come potevo buttare all’aria cinque anni di relazione così? Certo nell’ultimo mese ho scoperto molti aspetti del suo carattere che non ero stata in grado di vedere ma si è sempre comportato, a parte quella sera, come un perfetto gentiluomo.
Non avevo digerito il suo comportamento e lui ha cercato in tutti i modi di farsi perdonare. La prima settimana mi ha portato sempre fuori a cena, a passeggiare nel parco, a Teatro e in tutti i posti che mi piacciono. Ma contrariamente a quello che era il suo intento, la cosa mi ha fatto preoccupare e forse la colpa è di tutti i film e serie televisive che mi ostino a vedere, in cui, quando un uomo riempie di attenzioni la propria fidanzata è perché nasconde qualcosa e vuole distrarla, circuirla, dalle sue reali intenzioni.
Ed ecco perché ora sono qui, nella mia macchina, ferma in un parcheggio, indecisa se entrare o meno a vedere cosa stia combinando il mio, per ora, fidanzato. È uscito di casa con la scusa di andare in ufficio per sistemare alcune faccende, nonostante fosse il suo giorno libero. Ho sempre ammirato questa sua dedizione e non mi sono mai posta il problema se andasse veramente lì o altrove,almeno fino ad oggi. Per questo, quando è uscito, l’ho seguito e contro tutte le mie flebili speranze non è l’ufficio che raggiunge ma l’Hotel Royal frequentato da tutta la sua famiglia. Più che un hotel sembra uno di quei Club riservati a soli soci, muniti di campi da tennis, piscina interna ed esterna, sauna, campo da golf e che ti fanno pagare una barca di soldi.
 
Entro… Non entro… Entro… Non entro…
— Basta Rosalie, sei arrivata fino a qui non puoi tornartene indietro. Solo un’occhiata e saprai la verità — dico a me stessa per convincermi a scendere da questa macchina. Ma non funziona, le mani sono ancora strette al volante e le gambe sono ben piantate a terra.
Poi un viso, con un paio di occhi scuri e due fossette adorabili, fa capolino nella mia mentee mi danno il coraggio di scendere.
I nostri rapporti si sono gelati, nei suoi occhi non c'è più quel calore che mi rivolgeva ogni volta che arrivavo. Più di tutti è quello rimasto più colpito dalla mia scelta, è ancora vivida nella mia mente la scenata che ha fatto quando è venuto a sapere che non lasciavo Royce. Sono stata così male ma non potevo buttare all’aria cinque anni come niente, dovevo prima chiarire dentro di me e poi prendere una decisione. Ma ad ogni passo che sto facendo su questo marciapiede ben curato e su cui si affacciano fronde colorate dalle tinte dell’autunno, mi pento sempre più della mia scelta.
Supero il cancello di ferro battuto in stile liberty e cerco di ricordare l’unica volta che ci sono stata, neanche un’ora avevo già capito che questo non era il mio posto. Troppo lussuoso, ricco.
Percorro il viale acciottolato osservandomi attorno e constato che non è cambiato molto, tutto qui trasuda ricchezza e prestigio questo posto è in grado di farri sentire piccola e insignificante.
Entro nell'atrio e raggiungo la reception, dove una giovane donna sorridente mi chiede cosa desidero. Chiedo, dove si trova il bar e mi dice che è dopo i campi da tennis, la ringrazio e mi incammino verso le mie risposte.
 
Il bar è un edificio in mattoni grigi a vista e legno munito di una grande terrazza che si affaccia sul mare e sulla sinistra è possibile vedere la città e di notte riserva uno spettacolo molto suggestivo. La miglior vista di Port Angeles.
E lo vedo proprio su uno dei divanetti vicino alla ringhiera placidamente profondato nei cuscini con una rossa, tutta curve, che gli sorride maliziosa e che, con movimenti calcolati, non perde occasione di mostrare i suoi "accessori" ma la cosa che mi fa più infuriare è che Royce gli da corda elargendogli occhiate di apprezzamento. Guardo la scena con occhi sbarrati, non posso credere che lui mi abbia rigirato come voleva.
Cerco un posto abbastanza coperto ma che mi permette di non perdere nemmeno un attimo. È umiliante per me, non posso credere che mi abbia mentito e che stia facendo il don Giovanni con quella. Mi dico di andarmene e di dimenticare ma non posso. Volevi delle risposte Rose? Bene, eccole.
— Desidera? — un giovane cameriere mi affianca, indossa un paio di pantaloni neri con una camicia bianca e un papillon, gli presto poca attenzione, troppo intenta a vedere i due avvicinarsi sempre di più.
— Qualcosa di forte — mormoro senza guardarlo.
Passano una decina di minuto e li vedo alzarsi, Royce la prende sotto braccio mentre lei cinge la sua vita arpionandolo con quelle sue finte unghie smaltate e si dirigono fuori dal locale, mi passano di fianco ma non mi vedono. Aspetto un paio di minuti e li seguo trovandoli davanti all’ascensore, il mio ormai ex-fidanzato, perché di sicuro non salgono nelle stanze per parlare di affari o meglio di certi “affari”, in mano tiene una tessera magnetica e ne riesco a leggere il numero: 345.
Mi nascondo dietro a una pianta, alla maniera di Jessica Fletcher de la “Signora in Gallo”, in attesa che le loro figure spariscono dietro le porte.
 
La moquette soffoca il ticchettio dei miei tacchi, sto sudando freddo e stringo con forza il manico della mia borsa. Arrivo davanti alla stanza e alzo la mano per bussare ma non ne ho il coraggio. Molte cose sono cambiate ma non posso credere che mi stia facendo questo, mi aspettavo almeno un certo rispetto.
— Signorina tutto bene? Si sente bene? — una voce mi fa sobbalzare, una dipendente dell’hotel, una signora sulla cinquantina, mora e dal viso pulito, nel suo camice viola su cui spicca una targhetta dorata: Vivien, è ferma al mio fianco, e il carrello delle pulizie abbandonato in mezzo al corridoio.
La guardo interrogativa, non capendo perché mi chiede se sto bene.
— Sta piangendo — mormora e a quella rivelazione mi porto le mani sulle guance e le scopro bagnate. Piango davvero e non me ne sono nemmeno accorta.  
— Io… — e alterno lo sguardo tra lei e la porta. La donna non capendo mi guardava spaesata. — Nulla, non si preoccupi — mormoro asciugandomi le lacrime. Dubbiosa se ne va lanciandomi alcune occhiate mentre si allontana. Quando svolta l’angolo mi avvicino alla porta e vi poggio l’orecchio e la rabbia cresce in  me. Ansimi e sospiri arrivavano ovattati dall’altra parte della porta.
Come ho fatto a essere così cieca? Cinque anni di fidanzamento di cui due vissuti in convivenza. Come ho fatto a non vedere nulla? Da quanto va avanti tutto questo?
Ora so cosa fare e Isabella aveva ragione. Sono stata una stupida.
Stupida, stupida Rosalie!
Rimango una decina di minuti fuori prima di prendere il cellulare dalla borsa e comporre il suo numero. Mi allontano per non farmi sentire da loro.
Pronto, amore che c’è? — risponde con una voce ancora leggermente roca e stringo con forza il telefono. Ha anche il coraggio di chiamami amore?
— Ciao, Royce, hai ancora per molto in ufficio? — ingoio a forza il fiume di parole che vorrei dirgli e cerco di fare una voce da fidanzata preoccupata, sperando che non si noti la sfumatura di rabbia.
Ah… Sì, ne ho ancora per un po'. Mi spiace.
— Bene — e questa volta non nascondo il tono freddo. Riaggancio e a passo di carica ritorno davanti alla porta e busso con decisione. Ad aprirmi quello che giusto poco un minuto prima mi aveva detto di essere in ufficio, con addosso solo un accappatoio bianco mentre dall’interno arriva il rumore dello scrosciare dell’acqua della doccia.
— R… Rosalie? — è visibilmente scioccato di avermi ritrovato davanti a questa porta.  — Che…
Non può finire la frase che gli stampo la mia mano sulla guancia mettendoci tutta la forza che ho.
— Manderò qualcuno a prendere le mie cose nell’appartamento. Non voglio più vederti — telegrafia. Senza aggiungere altro m’incammino verso l’ascensore e riesco a schiacciare il pulsante di chiamata prima che lui mi strattoni per un braccio.
— Tu non mi pianti in asso Rosalie! — tuona imperioso. Il mio sguardo s’indurisce e cerco di divincolarmi dalla sua presa che si fa sempre più ferrea, fa male ma non voglio mostrargli che può provocarmi del dolore.
— Strano perché l’ho appena fatto. — sibilo con tutta la rabbia di una donna presa in giro. — Abbiamo chiuso Royce.
— Come ti permetti? Tu non sei nulla senza di me! — risponde arrogante. Davvero come ho fatto a stare con uno come lui?
— No, Royce. Io non ho bisogno di te per diventare qualcuno e quando sarò uscita da qui, continuerò a vivere felice la mia vita. Con o senza di te.
Fa per replicare ma lo scatto di una porta lo blocca, alla nostra sinistra compare la dipendente di prima. Cogliendo al volo l’occasione mi libero dalla sua presa con uno strattone e proprio in quel momento le porte dell’ascensore si aprono, scivolo al suo interno e l’ultima cosa che vedo è lo sguardo rabbioso di Royce e le sue labbra che sputano la sua minaccia:
— Non finisce qui Rosalie. Te ne pentirai.
 
Parcheggio davanti al garage e scendo, non so se ho fatto bene a venire da loro ma non sapevo dove altro andare e qui ho sempre trovato pace e tranquillità.
Suono il campanello e dopo poco tempo sento qualcuno scendere le scale e aprire la porta è Esme. Nonostante sia in casa è sempre impeccabile, l’ho sempre ammirata per la sua forza e la sua innata eleganza. Vorrei anch’io essere come lei.
— Ciao, Esme — mormoro con voce rotta. Non voglio piangere, non ne vale la pena per uno come Royce ma non posso impedire a qualche goccia di sfuggire al mio controllo. Mi ha preso in giro quando si era preso un impegno, per una donna come me è così umiliante.
— Oh, tesoro, vieni entra — dice agitata mentre mi cinge le spalle con un braccio mentre con l’altra mano mi strofina l’altro. È preoccupata, si starà chiedendo che cosa mi sia successo.
Appena entro in casa un forte odore di cioccolato mi colpisce e sorrido pensando che nonostante sia una donna molto impegnata, trova il tempo per essere una buona casalinga.
— Scusami, Esme, ma i miei abitano a Seattle e non sapevo dove altro andare — e intanto mi guardo attorno, non voglio che uno dei figli di Esme mi veda così, soprattutto uno.
— Non dire nulla sei di famiglia ormai — dice con tono materno. Mi accompagna in cucina e mi fa sedere su una delle sedie mentre lei armeggia con il bollitore. Sì, forse un po' di tea è quello che ci vuole.
L’odore di cioccolato qui è più forte e quando l’occhio mi cade sul forno la luce accesa disegna i contorni di una forma per torte da cui spunta l’impasto gonfio e marrone di una torta al cioccolato dall’aspetto invitante.
 
Rimaniamo in silenzio, Esme mi lancia alcune veloci occhiate mentre recupera l’occorrente per il tea, è una donna riservata non mi chiederà cosa è successo fino a che non sarò io a fare il primo passo. È una psicologa mancata.  
Di sottofondo solo il rumore di un aspirapolvere che proviene dal piano di sopra.
— Non sapevo avessi una domestica — non ce la faccio a stare in silenzio devo pensare a qualcosa, fare qualcosa per distrarmi.
— Oh, no, è Emmet. Sta pulendo la sua camera — e sorride, come solo una madre orgogliosa e innamorata di suo figlio può fare.
— Ha fatto molti progressi — se ripenso ai primi tempi che ero qui, non mi guardava ed era sempre molto silenzioso poi ha iniziato ad aprirsi a fidarsi di me ed io agognavo ogni giorno di passare più tempo con lui. Mi fa sentire bene, in pace con tutto e tutti.
— Già e dobbiamo ringraziare soprattutto te. Emmet è sempre così felice quando ci sei e anche lui fa molto bene a te… Oh è pronto — esclama quando il bollitore inizia a fischiare.
Io la guardo accigliata, che voleva dire che Emmet faceva bene anche a me? Ma poi sorrido, non ha tutti i torti in fondo. Emmet mi è entrato dentro e ha portato con sé una ventata di aria fresca che ha spazzato via molte nuvole che si affollavano nella mia mente.
Ignara dei miei pensieri Esme versa il contenuto in due tazzine e subito si diffonde nella cucina il profumo della salvia e altre spezie.
— Ecco cara. Bevi un po' — e me lo mette davanti mentre lei prende posto davanti a me — l’anno scorso dei colleghi di Carl sono andati in Giordania e ci hanno portato queste spezie da mischiare con il te nero. È buonissimo — e dopo averci soffiato sopra ne beve un sorso. Io la imito e non posso che concordare col suo verdetto. È davvero ottimo.
 
— Allora, è successo qualcosa con il giovane King? — azzarda dopo alcuni minuti di silenzio. Sorrido amaramente e penso che davvero sia una psicologa mancata.
Poggio la tazza sul tavolo e incrocio le braccia al petto.
— Ho seguito Royce oggi. — confesso di getto. Esme spalanca gli occhi per la sorpresa che viene sostituita dalla preoccupazione, dal tono funebre che ho usato ha capito che non è successo qualcosa di bello. — Aveva detto che doveva andare in ufficio ma è andato in un hotel, dove si è visto con una donna.
Esme stringe maggiormente la tazza, tanto che le nocche le diventano bianche ma non dice nulla e mentalmente la ringrazio, se mi avesse bloccato io non sarei più riuscita ad andare avanti. — Sono saliti alle stanze e… Beh te lo puoi immaginare quello che è successo — concludo ridacchiano isterica.
La voce s’incrina mentre finisco di parlare, tiro su col naso con forza e mi porto le mani al viso per sfregarlo. Fortunatamente non mi sono truccata prima di uscire e non mi devo preoccupare di sembrare un panda.
— Il bello è che non m’importa — dico tornando a poggiare le braccia sul tavolo e sfregando le mani tra loro — insomma dopo quello che  è successo alla cena le cose si erano incrinate, a dire il vero anche prima, era come se avessi aperto gli occhi su un nuovo mondo ma… Dio! Da quanto mi prendeva in giro? — le chiedo retoricamente, o forse lo sto chiedendo a me stessa, — sono stata così cieca! Ho sprecato cinque anni della mia vita dietro a un figlio di… — ma mi blocco portando una mano chiusa a pugno alla bocca. Non sono mai stata una donna volgare, ma cavolo quante cose avrei voluto urlargli contro sfogando tutta la mia frustrazione.
Esme prende la mano ancora poggiata sul tavolo e la strige nelle sue, un gesto materno che scioglie tutta la rabbia che ho dentro.
— Eri innamorata e l’amore lima ogni difetto.
Nei suoi occhi non c’è commiserazione ma la comprensione di una donna che sa quello che sto passando.
— Sai Carl non è stato il mio primo amore, come tutti ho avuto le mie “storielle”, come dite voi giovani — sogghigna, poi si sofferma a osservare un punto della parete alle mie spalle, gli occhi persi mentre rivivevano momenti passati. — C’era un ragazzo. Dave. Ne ero innamorata pazza — dice scuotendo la testa divertita. — Stavamo insieme da due anni e tutti parlavano già di matrimonio, ero appena ventenne ma ai miei tempi ci si sposava molto presto.
Sposarsi a vent’anni è un suicidio per una donna e se poi arrivano anche i figli, le possibilità di carriera sono molto limitate, penso mentre immagino una giovane Esme che cammina verso l’altare vestita di bianco.
— Ovviamente non c’è stato nessun matrimonio o altro e beh… per farla breve mentre mi frequentava, si vedeva con un'altra, non ho mai voluto sapere chi fosse. Li vidi un giorno che parlavano della loro storia, lui voleva troncare perché i suoi premevano per il matrimonio con me. Tornai a casa e annunciai la nostra rottura. Piansi per giorni ma poi tornai quella di sempre avevo capito che per quelli come lui non vale la pena piangere.
— Mi dispiace, Esme — forse lei ha sofferto più di me. Io cercavo di tenere in piedi qualcosa che era già a pezzi mentre lei ha visto crollare tutto come dei castelli di carta.
— E perché? Ho tre figli magnifici e un marito che amo follemente nonostante lo sopporto da anni. Alla faccia di chi dice che il matrimonio raffredda i rapporti — dice con un sorriso giocoso sul viso. — Con Carl ho scoperto il vero amore e nonostante la batosta di Dave io sono felicissima.
 
Il rumore di una macchina che parcheggia davanti alla casa mi fa girare la testa verso la finestra. Esme si alza con entusiasmo — Ah! Questi devono essere i ragazzi — controlla dalla finestra e poi si volta sorridente verso di me.
— Cara, vai a chiamare Emmet, così mangiamo insieme la torta. — dice mentre va verso il forno e, prese un paio di patine, toglie la torta.
— Okay.
Velocemente salgo le scale, i rumori che provengono dalla stanza di Emmet continuano. Arrivata davanti alla porta della sua camera, busso due volte ed entro.
Quello che vedo mi lascia a bocca aperta senza sapere cosa dire.
Emmet è in piedi sul letto e sta passando l’aspirapolvere sul copriletto muovendosi a ritmo di musica.
— Emmet! — esclamo ma lui non sente così mi avvicino al letto e lo chiamo ancora. Lui si gira di scatto verso di me, spalanca gli occhi e per la sorpresa lascia cadere sul materasso l’aspirapolvere.
— Ciao, Emmet — ripeto accennando un sorriso. Per colpa di Royce, o meglio della mia stupidità, il nostro rapporto si è raffreddato e infatti lui non risponde, riprende l’aspirapolvere, lo spegne e con un balzo scende dal letto.
— Tua madre sa che pulisci il letto con l’aspirapolvere? — tento una conversazione, sperando che lui mi dia un qualche accenno di vita ma non è così, si allontana da me a testa bassa.
— Esme ha fatto la torta al cioccolato e ti aspetta giù con Edward e Alice — tento ancora certa che non ignorerà suo fratello e sua sorella. Come previsto al nominarli si volta completamente verso di me ed io non reggo più. Scoppio a piangere nascondendo il viso tra le mani.
— Rose! — lo sento urlare poi dei passi veloci e ovattati e infine le sue braccia attorno alle mie. — Che è successo? Ti fa male qualcosa? Stai poco bene? Chiamo mamma…
Emmet mi riempie di domande, agitato, e il fatto che io non rispondo, ma mi limito a scuotere la testa non lo aiuta di certo.
Il mio cuore batte forte e trabocca di gioia per la sua vicinanza. Da quanto non si avvicina così tanto? Solo ora mi rendo conto di quanto, davvero, mi sia mancato.
Poggio le mani sul suo petto e con una leggera pressione mi allontano leggermente.
— No, sto bene. Scusami.
— Non si dicono le bugie Rose — mi riprese mentre con le mani asciugava le mie lacrime.
— Vero — concordo con un sorriso tirato. Emmet mi prende per mano e mi sospinge verso il letto dove ci sediamo.
— Che è successo?
Emisi un sospiro — Avevi ragione.
— Io ho sempre ragione! — gongola sornione stemperando la tensione che mi bloccava la gola.Ridacchio mentre a stento trattengo l’ennesimo singhiozzo.
Questo ragazzo è incredibile, sa sempre cosa fare per tirarti su il morale, ogni volta che sono triste o stanca lui sa sempre come risollevarmi.
 
Molte persone pensavo che quelli come Emmet siano solo una spina nel fianco non sanno quello che dicono, sono persone così innocenti e semplici che nonostante le difficoltà vivono la vita al meglio e riescono anche a rendere la tua vita migliore, riescono a farti rallentare e godere veramente quello che hai attorno. Sono sempre stata felice di aiutarli, di togliere un po' di peso sulle famiglie che magari non riescono a esserci al cento per cento e ho sempre ricevuto qualcosa di bello in cambio ma con Emmet è diverso, mi ha preso subito con il suo entusiasmo, il suo sorriso…
Spinta da questi pensieri, faccio la prima cosa che mi viene in mente e lo abbraccio, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Dopo un primo tentennamento lui mi stringe a sé.
— Che ha fatto Royce? — mormora colpendo in pieno il bersaglio.
— L’ho lasciato — e non ho il tempo di finire la frase che Emmet mi allontana dal suo petto e mi guarda con occhi sbarrati.
— Davvero?!
— Davvero.
— Davvero? Davvero? — la sua incredulità è adorabile. Sorrido e annuisco con forza e lui mi abbaglia con uno dei suoi sorrisi e penso che sia il ragazzo più attraente che abbia mai visto. Con i suoi sorrisi le sue fossette infantili è riuscito a scaldarmi il cuore. Così dolce e ingenuo nei suoi gesti e nelle sue parole.
Poi si rabbuia ed io lo guardo interrogativa totalmente ignara di quello che ha provocato il cambiamento.
— Perché piangevi allora?
— Perché mi sono sentita una stupida. Mi ha preso in giro per non so quanto tempo e mi sembra di aver sprecato tempo e per colpa sua abbiamo litigato e il vederti così distante mi fa stare male e i tuoi sguardi d’odio…
— Io non ti odio! — protesta interrompendomi. Inizia a gesticolare con le mani e si siede sul letto a peso morto.
— Royce è una brutta persona. C’è una parola più adatta ma mamma dice che le parolacce non si dicono quindi non la dico. Ma la penso — dice picchiettandosi la testa — la penso qui.
— E perché eri distante?
— Perché mi piaci… tanto — aggiunge dopo un momento di silenzio — e mi dava fastidio che nonostante lui ti avesse trattato male quella sera e guardasse tutte le cameriere di bell’aspetto, tutte le guardava ho controllato… — e annuisce con la testa per dare enfasi alla sua affermazione — tu sia rimasta con lui.
Lo guardo incredula per quello che ha appena detto e non mi riferisco al fatto che Royce abbia guardato le cameriere, alla luce di quello che ho visto oggi non mi stupisco di nulla, ma al fatto che gli piaccio.
— Mi piaci di più quando sorridi così — esclama con le gote arrossate. Alza lentamente una mano e con le dita accarezza le mie labbra. — Sei più bella. Una bellissima rosa.
E senza preavviso mi da un bacio, un semplice sfioramento di labbra ma il mio cuore parte al galoppo, non ha mai battuto così con Royce.
Emmet si allontana e mi guarda sorridente poi mi prende per mano e si avvia alla porta. Non è per nulla imbarazzato di quello che è appena successo, io sento le guance andare a fuoco tanto sono imbarazzata e… felice.
— Andiamo! Bisogna festeggiare! Il pallone gonfiato se n’è andato e d’ora in poi starai sempre con me.
 
 

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Che bello il nostro Emmet!!! : ) Se son rose fioriranno, dico sempre.
Ah!! ho aperto un blog! L'angolo dei perditempo 
se vi va fateci un salto, metterò spiler e avvisi e voi potrete chiedermi quello che volete. Volevo fare anche una pagina facebook ma non sono capace : ) sono leggermente adicappata in queste cose ma se qualcuno me lo sa spiegare lo ascolto. Così come se sapeve il funzionamento di NVU, come cavolo si pubblica da lì?????

Me lo lasciate un commentino piccino picciò?



 
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    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
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    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]
  
 
 
   
 
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