Frost, sede della più grande arena di Gladiatori nell'universo, è il regno di Freezer. Su Frost, Vegeta è un guerriero fra tanti ed è stato scelto per dare spettacolo. Il suo desiderio di libertà è cresciuto negli anni come un fuoco vivo e sarà proprio questo sentimento ribelle a fargli commettere una pazzia. Vegeta sa di non essere solo nella sua brama ed è disposto a tutto pur di sfuggire ai ghiacci di Frost, ma dovrà fondere forza e intelligenza per riuscirci. E sarà una donna la sua unica speranza.
cit.“Non allungare la lingua o sarò costretto a strappartela, femmina.” “La stai prendendo sul personale, Sayan?”
I loro occhi s’incontrarono in una danza frenetica ed ardente, si sfidarono.
“Dieci anni di prigionia per me sono sufficienti. Questo non è istinto, ma bisogno di libertà. Sono fatto di sangue e carne, la guerra è il ventre materno che mi ha partorito.” Sollevò una mano e l’aprì, sfoderando scintille di fuoco freddo, azzurro. Fra tutti i colori possibili, lui scelse proprio quello. “Ho vita dentro e dono morte, ti piace come suona?”

«Se vuoi fare sesso, chiedi e basta» mi disse con voce roca, sussurrando quelle parole al mio orecchio con voce bassa e sensuale; il suo fiato caldo mi stuzzicò abbastanza da farmi rabbrividire di piacere.
Spalancai la bocca per lo stupore e l’incredulità «C-cosa?»
«La frase. Ora sai che vuol dire» rispose assottigliando lo sguardo, poco prima di mollarmi per attraversare la strada in direzione del ristorante.
Rimasi lì come un’allocca per diversi secondi, realizzando solo in un secondo momento ciò che aveva pronunciato Vegeta. Ero confusa: da una parte sdegnata per la sua insolenza, dall’altra... affascinata dai suoi modi sensuali, così diretti e decisi da causare la mia lampante eccitazione. Chissà come sarebbe stato farlo con lui, con la sua innata prepotenza e mi chiesi, per un attimo, come fosse farlo con qualcuno che non fosse Yamcha, il mio smidollato ex ragazzo, zuccheroso e romantico: l’esatto contrario di Vegeta.

“Signorina Briefs, ha capito quello che le ho detto?” le chiese il dottore, parlandole con cautela.
“Ho capito benissimo” lo interruppe bruscamente Bulma. Non sopportava quel tono di condiscendenza. “Sono stata rapita, picchiata, violentata e messa incinta, poi abbandonata sul ciglio di una strada, dopo aver abortito, molto probabilmente, il figlio del mio aguzzino. Sempre che non fosse più di uno. Dovrei ritenermi fortunata se ho perso ogni ricordo degli ultimi due anni.”
***
Bulma non riesce a ricordare cosa le sia successo nei due anni in cui è scomparsa. L'unica cosa che sa è che vuole trovare il suo aguzzino e vendicarsi. Ma il corso degli eventi prende una piega surreale, e lei scoprirà che non tutto è come sembra...

Questa storia partecipa a “Garden in love (attività miste)” indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.
AU scolastica sulla mia OTP per eccellenza la Vegebul.
Prompt numero 6: X non sopporta Y, finché Y non gli/le chiede di uscire.

Il ritorno a casa del soldato non è altro che un tacito abbandono del campo di battaglia. Vegeta rientra alla Capsule Corporation a testa quasi bassa, distrutto interiormente dalla morte del suo rivale su cui non potrà mai più rifarsi. È la fine o solo un nuovo inizio che sarà proprio Bulma a decretare?

E se ci fosse qualcosa che non sappiamo sull’amore fra Bulma e Vegeta? Se a tutti noi mancasse un tassello della storia?
Avviso: storia molto piccante, non adatta ai deboli di cuore ;)

Prima classificata al Contest 'Drapeau rouge' indetto da Meryl Watase sul Forum Efp.
Seconda classificata a "Sport contest" indetto da fiore di girasole sul Forum Efp.
Vegeta Princely e Goku Kakaroth, pugili trentenni imbattuti ma dalle carriere agli antipodi.
Il primo, escluso dai tornei più importanti a causa di un carattere difficile e una lunga squalifica. Il secondo, campione del mondo dei pesi massimi da anni e idolo dei tifosi.
Vegeta combatte per vivere e vive per combattere, allenato da Radish Son in una fatiscente palestra alla periferia di Philadelphia. Odia Kakaroth, responsabile di tutto quello che ha dovuto passare negli ultimi dieci anni. Ormai rassegnato a una carriera mediocre pur ritenendosi il più forte, un giorno il destino gli regala l’insperata possibilità di appagare la sua sete di vendetta. Lo stesso destino che farà comparire improvvisamente nella sua vita una misteriosa ragazza dai capelli azzurri in un locale steampunk.
Vegeta e Goku. Tenebre e luce. Joker e Batman. Rocky Balboa e Apollo Creed.
Sullo sfondo, una ragazza in grado di sparigliare le carte e un amico in difficoltà che non molla mai.
Una storia di amore, amicizia, pugilato. Di botte, sangue, sudore. Di passione.

-Yukihira.. che facciamo davanti alla porta del tuo appartamento?- chiese lei con la voce impastata a causa della sbronza.
-non lo so Nakiri. Sei tu che mi hai tirato per la maglietta e mi hai chiesto di accompagnarti a casa.- biascicò lui, brillo quanto lei.
-e perché sono davanti casa tua e non al mio appartamento di lusso?- bofonchiò singhiozzando. Le guance rosse per colpa dell'alcol. Si sorreggevano a vicenda dato che barcollavano in modo imbarazzante e Soma stava cercando di tirare fuori dalla tasca dei pataloni le chiavi del suo appartamento, riscontrando diverse difficoltà.
-il tuo appartamento è troppo distante per accompagnarti, accontentati del mio Nakiri.- farfugliò lui, sghignazzando senza motivo. Sempre colpa dell'alcol.
-immagino di non avere altra scelta, allora.- accosentì lei, -ho un mal di testa assurdo.- si portò una mano sulla fronte.
Soma la fissò quando furono entrati nell'appartamento preso in affitto..
Pairing: SomaxErina e altre..

2° Classificata al contest “Aiutiamo le specie in via d’estinzione!” indetto da Rohan sul forum EFP
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Niente Sayan e niente sfere del Drago.
Un primo incontro fra Videl e Gohan piuttosto alternativo liberamente tratto o ispirato alla canzone Strange – LP perché in fondo ‘siamo tutti strani, e questo non cambierà mai’

Se sei in questo tavolo e mi stai leggendo, vuol dire che sto cercando di darti una mano a scoprire qualcosa sulla persona che ti trovi davanti.
Avanti! Sei qui per cercare l’anima gemella. Per questo motivo ti darò una serie di domande con la quale conoscere la persona che hai di fronte, e quale modo migliore per conoscerla se non farle domande spinte? Chi non le farebbe? Chi non risponde sinceramente dovrà subire una penalità.
Vuoi sapere quale? Allora inizia a fare le domande che ti dirò e lo scoprirai.
*Storia partecipante al Soulmate Day indetto dal Naruto&OnePieceForum*
"12° posto al contest All in one (shot) Edizione I (solo edite) e vincitrice del premio Miglior Pairing Het indetto da Alexalovesmal e valutato da 6Misaki sul forum di EFP"

Vegeta è pronto per la sua missione più importante, ma prima di entrare in azione qualcosa cambia la sua vita per sempre.

Breve one shot dedicata agli amanti della coppia Bulma/vegeta, a un momento della loro storia e... a qualche brivido.
(...) l'unico maestro che aveva mai avuto, forse l'unico che aveva mai voluto, gli aveva insegnato che lui pensava troppo... Aveva ragione (...)

Bulma bevve il cocktail che aveva nel bicchiere, sorseggiandolo con lentezza, accavallò le gambe e guardò meglio negli occhi il suo interlocutore che aveva indugiato a lungo sulle sue fattezze.
“Voglio solo un altro uomo Yamcha, l’ho dimenticato davvero.”
Gustò di nuovo la bevanda che aveva tra le mani, forse il gin cominciava a farle vedere tutto in maniera differente o semplicemente più chiara della sua razionale lucidità.
“Voglio vivere serena ed è stato solo un errore pensare di poterlo fare con un saiyan venuto da chissà dove. Ho sbagliato i miei calcoli ecco tutto e ho la chiara intenzione di rivederli completamente.”
*Introduzione tratta dal primo capitolo

[...] "Vegeta racchiudeva in sé i misteri dell’universo intero, la genesi di un buco nero, lo spegnimento di una stella, il collasso di un pianeta; e il suo universo era per davvero infinito, senza linee di demarcazione, senza un epicentro" [...]

Ci ritrovammo soli nella stanza.
Aveva voluto che tutti uscissero.
Eravamo da soli.
Io, lui e l’inchiostro.
Mi aveva fatto alzare la manica della camicia in modo tale che il mio avambraccio sinistro fosse ben esposto.
Mi teneva un polso fermo con la sua mano, mentre nell’altra teneva la macchinetta con la quale mi avrebbe marchiata e a quel punto non sarei più stata nessuno.
Non sarei più stata Pan, la ragazzina che giocava con lui da piccola.
Sarei stata solo un numero.
Nient’altro.
Lo fissai negli occhi.
Lui ricambiò.
I suoi occhi erano di ghiaccio.