Cara, ho riflettuto un po' prima di scrivere questa recensione. Ho letto tutta la tua storia e, arrivata all'ultimo capitolo, mi rendo conto dal tuo annuncio del pessimo tempismo che mi ha portato a recensire proprio adesso. Mi sento sinceramente inadeguata a permettermi di provare a confortarti, non conoscendo né il tuo volto, né la tue vicende. Mi limiterò quindi a parlare di ciò che appropriato in questa sede, ovvero della storia che stai scrivendo. Sappi però che hai tutta la mia empatia di essere umano: i nonni sono quella cosa che tutti siamo destinati a perdere, ma che non dovremmo perdere mai.
Ma andiamo con ordine. Per prima cosa, trovo molto efficace la scelta della modalità di scrittura. Oltre all'assoluta correttezza grammaticale - che dovrebbe essere scontata ma purtroppo non lo è affatto - i dialoghi sono freschi e originali, usi bene le tecniche narrative ed il risultato è molto cinematografico, sembra di assistere ad un film.
Va detto che non è proprio lo stile che ci si aspetta quando si apre una storia su Tolkien. Però, dal mio soggettivo e arbitrario punto di vista, credo che se si desidera scrivere qualcosa che approfondisca gli aspetti psicologici dei personaggi tolkieniani, una modifica dello stile si renda necessaria. Lo dico da lettrice zelante del Silmarillion, di quelle che la notte contano le genealogie degli elfi per addormentarsi, anziché le pecore. Lo stile con cui sono scritti i testi di Tolkien è volutamente quello di un'epica simulata (o di una fiaba, se si pensa a Lo Hobbit) che non lascia molto spazio all'intimismo. Tolkien ci da scarse informazioni sulla psicologia dei suoi personaggi, li tratteggia con forti pennellate, ma ci lascia grandi vuoti. L'interpolazione e l'interpretazione soggettiva dei personaggi, quanto la scelta dello stile narrativo più adeguato per raccontarli, si rendono quindi inevitabili ed anzi necessarie. In questo senso, qualsiasi cosa sia scritta su questo fandom che non sia semplicemente un racconto di gesta epiche ma che si concentri sulle relazioni tra i personaggi rappresenta a mio parere un'interpolazione - una violenza? -, ma che trovo più che lecita, proprio perché non vi è altra possibilità di azione, se non rinunciare al compito.
Nel tuo caso, mi è piaciuta la forza espressiva dei tuoi personaggi, la semplicità e la naturalezza con cui li fai muovere e parlare, non risparmiando dettagli sui loro atti quotidiani.
Uno degli aspetti che più mi è piaciuto di questa storia è come hai caratterizzato Thranduil. Ho letto molte storie, soprattutto nei fandom inglesi, e non ne ho trovata nessuna che mi convincesse su questo aspetto. Spesso viene dipinto in modo troppo effeminato, (ridicolmente) lascivo, instabile e capriccioso, tutte caratteristiche che non rendono giustizia al personaggio. Non è malvagio solo perché non prende sempre parte attiva nella lotta contro le forze di Sauron - Smaug compreso - , e non è neppure - per nostra fortuna - "buono" nel senso del paladino, del jedi disneyano e ben pensante a cui la diffusa cultura neoplatonica ci ha abituato. E' un individualista, ma senza che ciò lo riduca ad essere semplicemente un edonista (ho letto testi imbarazzanti in cui, a confronto di Thranduil, Dorian Gray e Jean Des Esseintes sembrano Topo Gigio, giuro).
E' invece praticamente l'unico, in un universo manicheo in cui la prospettiva dei Valar viene proposta come "bene assoluto", a ricordarsi della relatività dei punti di vista. E del fatto che, quando si tratta di decidere "cosa è meglio", è sempre "cosa è meglio per alcuni"- a discapito di altri, aggiungerei.
Ecco, trovo che tu abbia colto molto bene questo punto. Il tuo Thranduil ha una psicologia complessa e ambivalente, fa scelte discutibili, eppure continua ad apparire come il più saggio. Inoltre ho trovato molto appropriato il modo in cui hai "completato" le parti mancanti del suo passato. Ho adorato la storia con Thingol (e fangirlato tantissimo durante la scena del giovane Thranduil con le volpi alla cascata), quella del drago, le varie sfaccettature con cui hai arricchito il personaggio, rendendolo passo dopo passo una figura molto credibile e con cui il lettore è fortemente portato a empatizzare. Considerando la complessità del compito, hai tutta la mia ammirazione.
Mi piace anche Thorin, il modo in cui hai mostrato il progressivo cambiamento del suo carattere. Devo dirti che personalmente, pur preferendogli Thranduil, sono una grande fan di Thorin, sia di quello di Tolkien che del tuo. Come hai tenuto a mettere in risalto in questa storia, sembra che in lui ci sia qualcosa di diverso rispetto agli altri nani. Vi è in lui la possibilità di un cambiamento rispetto alle generazioni che lo hanno preceduto, la possibilità di superare gli errori di ragionamento tipici della sua specie e di spingersi oltre al limite di un punto di vista dogmatico. Però con le sue contraddizioni deve farci i conti. Deve fare i conti con la sua "nanica paranoia", come dici tu, con le interferenze del suo orgoglio e del suo carattere burrascoso. Non è mica facile. E durante tutto questo perde una casa, un regno, i suoi parenti, il suo compagno, ma riesce comunque a portare in salvo un popolo intero, lavorando come un cane. E dopo aver salvato tutti va da solo, con pochi amici perché gli altri lo hanno abbandonato, a provare a riprendere quella che era la loro casa. Insieme a uno stregone che lo snobba anche un po'. Mica male. Non è certo Thranduil, ma ha anche avuto qualche millennio in meno per diventare saggio, oltre che le difficoltà poste dai tratti caratteriali della sua specie.
Nella storia originale inoltre - non so come andrà nella tua - cade sotto la maledizione del drago, è vero, ma ne viene anche a capo, e con la sola forza di volontà : insomma, secondo me la fine che gli fa fare Tolkien non se la meritava.
In tutto questo risulta più che mai odioso il comportamento di Balin rispetto alla lettera. Rispetto a Thorin che cerca di trovare la sua strada per la saggezza, e che pieno di incertezze pesa sulla bilancia i propri desideri e le aspettative del suo popolo, Balin incarna la morale comune, la falsa saggezza del reazionario, e rende bene l'idea di come la meschinità non sia tanto il risultato della malvagità, ma dell'imporre agli altri, spesso addirittura in buona fede, la propria idea di bene superiore - con la violenza o, come in questo caso, con l'inganno.
Detto questo, ho apprezzato moltissimo il tuo modo di interpretare il pairing. Thranduil è saggio, antico, chiuso in se stesso e stanco del mondo, in un certo senso a se stesso bastante nella sua perfezione e già proiettato verso Valinor. Thorin rappresenta il nuovo, la forza che sta nella dinamicità di fronte all'immobilità di un'esistenza eterna, opposti ma complementari e necessari l'uno all'altro. Un po' come Poros e Penia, ma in un senso inaspettatamente bilaterale.
La contrapposizione del dinamismo di un giovane Thorin all'eternità di Thranduil, conosciutisi prima della caduta di Erebor, è piuttosto attestata nel fandom inglese (mi viene in mente ad esempio "The Silent Ballad" di Anki_Shai, che mi ha fatto molto riflettere su questo punto) e dunque non è la prima volta in cui mi ci imbatto - e del resto è anche forse uno dei pochi modi possibili di costruire un background a questo pairing. Però, grazie al lungo lavoro di introspezione dei personaggi che hai fatto, prendendoti tutti i capitoli necessari, la tua storia è quella che ho trovato più credibile, genuina e meno astratta su questo tema e penso che tu sia anche riuscita nel difficilissimo compito di non andare OOC.
A queste considerazioni si aggiunge la ricchezza di una trama molto bene architettata: è evidente che hai progettato con cura ogni particolare, in un gioco di incastri che esula dalla semplice narrazione di un pairing. Dove ci condurrai con le tue fila?
Interrompo qui, perché ho scritto veramente troppo, e me ne scuso. Sono logorroica e pedante, e una volta aperti i rubinetti è difficile richiuderli. Mi hai coinvolta molto, e ciò va senz'altro a tuo merito.
Mi scuso anche per averti annoiata con le mie interpretazioni soggettive, certamente avrò investito di significati personali molti dei tuoi elementi narrativi, fraintendendoli.
Prometto che per i prossimi capitoli, dato che recensirò la singola parte e non la storia per intero, sarò più contenuta. Comunque andrà, è un piacere leggerti. Grazie per questi bei sogni che ci regali.
Orlando |