Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/05/20, ore 17:16
Cap. 16:

Carissima **
Sono piacevolmente colpita da questo capitolo, perché effettivamente mi chiedevo che fine avessero fatto Wes, Luth e Arys; Soprattutto sono rimasta colpita dal finale del capitolo e, lo so che vado a ritroso e non dovrei, ma lo farò comunque: Luth ha una strana sensazione, nei riguardi di Wes. È strano, particolare, e il suo sesto senso gli dice che è ambiguo, a tratti pericoloso e la reazione di Arys, che allegramente gli chiede di far strada, sembra un tentativo di distogliere l'attenzione su suo fratello. Un ragazzo che è sempre all'ombra di tutti, ma che ha anche agito in passato, dimostrandosi incredibilmente capace; uno che ha vissuto dovendosi arrangiare, per sopravvivere. Ma mi chiedo che segreti nasconda. In verità ci sono una serie di idee che mi sono venute in mente, una fra queste il fatto che qualcuno si serva di lui come "recipiente", ma ne ho altre 30 almeno al momento, dunque semplicemente aspetterò invece di sciorinare una serie di sciocchezze (anche se so che ti farei ridere di gusto u-u ti vedo mentre sei seduta sul trono del male e carezzi un gatto nero, eh >_>). Comunque il modo con cui guarda il vuoto, dopo il loro incontro con i demoni, fisso come se l'oscurità potesse inghiottirlo, mi mette troppo pensiero e ora, oltre a volere i capitoli con Mano e Rowen, voglio anche quelli con loro per capirne di più ç_ç
Ma soprattutto, sono felice che malgrado la discussione, Arys e Wes (anzi, solo Arys) abbiano deciso di seguire Luth a Geela, perché dopotutto rimanere lì significa morire per mano di altri demoni, di altre entità impossibili da frenare; comunque quell'incontro è stato scioccante per tutti; ha segnato, nelle loro menti, immagini terribili che hanno tolto loro il sonno e la capacità, per un po', di prendere una decisione sensata. Hanno visto la morte in faccia, all'improvviso, e hanno portato via Rowen – a cui Arys dà la colpa; come se incontrarlo fosse stato un terribile presagio, una maledizione. ma diciamoci anche la verità... senza Rowen ora dove sarebbero, loro? È umano cercare un capro espiatorio a cui affibbiare tutte le colpe, quando si è consapevoli che la colpa non è di nessuno, ma si ha bisogno di una vittima, di un motivo, perché quei demoni sono e saranno sempre il loro incubo.
Altra cosa umana, ed è una caratteristica tua, che amo e che mi fa amare il tuo stile, la tua narrazione, la tua storia e ovviamente mi fa amare te come persona, sono le introspezioni. I tuoi personaggi sono umani, veri, e come Rowen riconosce la delusione nel vedere Mano un essere umano normale, dopo aver immaginato il peggior mostro di sempre, anche Luth ammette la propria umanità e la propria inesperienza, ma soprattutto ammette di essere fuggito dalla realtà, quella che invece avrebbe dovuto conoscere anche solo per sentito dire... anche solo per farsi un'idea di come funziona la vita. La stessa che Wes e Arys, invece, conoscono bene e che ha potenziato la loro corazza emotiva – il che non significa che non siano in grado di soffrire, ma che siano pronti a farlo, ben sapendo che succede. È così, è inevitabile. Ma, come dice Arys, anche solo ammettere quella mancanza è molto nobile, e forse per questo si fida di lui e decide di seguirlo.
Insomma, tesoro, un capitolo ricco, profondo, che mette in luce anche lati più vulnerabile dell'essere umano, che di fronte ad essere crudeli e mostruosi, non può che bloccarsi per la paura dell'ignoto, che non gli assomiglia per nulla.
Sei un'accidenti di droga, non smetterò mai di dirtelo. Non vedo l'ora di leggere il prossimo, specie perché tornano i miei adorati, non lo nascondo... ma anche questo capitolo è stato l'ennesimo colpo al cuore; una freccetta che ha spaccato in due i miei sentimenti fragili ♥
Dunque a presto, tesoro caro.
Miry

Recensore Master
08/05/20, ore 12:12
Cap. 15:

Ciao ^^
Rowen è ancora imprigionato nel palazzo del ricettacolo di Kyr e probabilmente ci starà ancora per molto, sempre che la fame e la sete non lo uccidano prima. Lui ha detto la verità a Mano Insanguinata, ovvero che non sapeva nulla, ma a lui non è piaciuta come risposta. Giustamente non può andare a dire a suo padre che i maghi sono scomparsi e non c’è modo di rintracciarli, ma se Rowen non sa niente, qualunque informazione gli verrebbe data lo porterebbe su una pista sbagliata, scatenando l’ira di suo padre – tanto per cambiare. Credo che per Rowen mentire non sarebbe una scelta saggia: sì, probabilmente riceverebbe acqua e cibo in cambio delle informazioni, ma una volta scoperto che sono sbagliate, le cose potrebbero mettersi molto peggio.
Piccolo lato all’apparenza positivo: Rowen non ha più la benda sugli occhi e riesce a vedere sua madre e Mordhen – segno che in realtà sta solo sognando. Nerya gli esprime i miei stessi dubbi: sarebbe sciocco dare informazioni false, perché non basterebbe la sua parola per convincere Mano Insanguinata. Vorrebbe una prova e la sua inesistenza diventerebbe un problema per il povero Rowen. Tuttavia sembra che lui abbia un qualche collegamento con i maghi, ovvero suo padre (che se non ricordo male era il fratello del ricettacolo di Kyr quando ancora era un uomo). Rowen era ancora molto piccolo quando lui morì, ma rappresenta comunque un collegamento con l’accademia. Questa consapevolezza gli ridona forza e speranza e capisce che, con pazienza e le giuste parole, avrebbe avuto una possibilità di salvezza.
Si passa poi a Mano Insanguinata: sono contenta che tu abbia deciso di mostrarci anche le sue sensazioni a seguito dell’incontro con Rowen. Vedendo un semplice umano, Mano si è sentito deluso e irritato dal momento che non era statao facile catturarlo. Inoltre Mano è ancora tormentato da quei vaghi ricordi del passato che non riesce a capire, quando lui era ancora un semplice umano, e la vista di Rowen ha aumentato ancora di più i suoi dubbi. I due infatti erano cresciuti insieme finché Nerya non aveva ceduto Mano ai demoni e, anche se troppo piccoli per ricordarlo, hanno comunque la consapevolezza di aver avuto un legame un tempo.
Questi dubbi lo convincono ad andare di nuovo da Rowen. Mi è piaciuta molto la parte della sua attraversata nelle prigioni, in cui credo che si noti bene che la sua natura è pur sempre quella di un umano. Non prova piacere nell’incutere terrore, solo disgusto e, forse, questo è dovuto al fatto che lui stesso è un umano, ma essendo cresciuto con i demoni il suo spirito si è rafforzato in parte e adesso si vergognerebbe a mostrarsi così remissivo con chiunque lo minacciasse. Giunto poi davanti alla cella di Rowen, rimane a fissarlo, senza però ricordare niente e questo serve solo a farlo infuriare di più. Ora, caro Mano, ti potrei dare un consiglio? Togligli la benda e guardalo ammodo in faccia XD Così, incatenato, bendato e al buio è ovvio che non gli ricordi un granché ^^”
E, per l’appunto, quando va a trovarlo il giorno dopo e vede i suoi occhi, capisce che è quello il Rowen che cercava, anche se non riesce comunque ancora a ricordare quando e come si sono incontrati. Rowen, intanto, si mostra calmo e sicuro e rivela la verità a Mano: non sa dove sono i maghi, ma lui è il figlio di uno di loro e sarà più semplice per lui ottenere le informazioni che cerca. Mano questa volta gli crede e comincia anche a interessarsi a lui, dal momento che a differenza degli altri prigionieri, non lo temeva.
È stato un capitolo molto interessante, grazie al quale potrebbe avere inizio una sorta di alleanza tra Rowen e Mano. Inoltre stavolta i due hanno avuto un vero incontro: si sono visti in volto e hanno parlato. Non ricordavo di preciso le età di Mano e Rowen quando si erano conosciuti, ma dal momento che quest’ultimo era un neonato è probabile che non ricordi assolutamente Mano, nemmeno attraverso piccoli dettagli. Però sono comunque molto curiosa di conoscere i suoi pensieri riguardo al suo carceriere ora che lo ha incontrato per bene ^^
Non vedo l’ora di leggere il seguito e scoprire cosa accadrà a questi due personaggi – e al povero Mordhen anche, che spero sia ancora vivo 🙈
A presto!
Baci, pampa

Recensore Master
07/05/20, ore 18:07
Cap. 16:

Ciao e perdona il solito ritardo.
Decisamente, devo confermare che tra i personaggi secondari il mio preferito risulta essere senza dubbio Wes. Mi ha sempre intrigato questo suo modo fare del tutto ambiguo, che non si sa mai da che parte stia, se in bene o in male. Sono curiosa di sapere perché è diventato così (o ci è diventato per qualche motivo grave o c’era prima una qualche predisposizione da parte sua). Insomma, anagraficamente dovrebbe essere un ragazzo ma talmente rovinato da qualcosa, o qualcuno, da essere diventato fin troppo maturo. Ci hai parlato di un terrore muto, sotterraneo, ineluttabile, qualcosa che certamente sua sorella sa e o per pudore ma penso più per salvaguardare se stessa e lui, giustamente tace. Però che ne so… Forse perché ci sento anche da lontano la possibilità di una qualche predisposizione da parte sua, non so… la cosa mi sembra intrigante. Ok, forse un minimo mi piacciono le personalità eccentriche e folli, almeno un po’. Diciamo che ho un concetto alquanto vasto dell’eclettico e del bizzarro e tutto ciò che in un certo qual modo possa rientrare nel calderone mi solletica parecchio dall’interno. Fin dalla sua primissima apparizione, direi che Wes, in quel calderone, ci può stare alla grande. Oltretutto, più volte il ragazzo ha mostrato pure un’intelligenza pratica maggiore non solo della sua età ma della media in genere. E spero di non ricordarmi male in questo. Insomma, mi piace doppio. Spero perciò che più avanti, pur restando un personaggio secondario e che mantiene il suo fascino anche in virtù di questo suo essere così ambiguo, Wes ci sveli comunque qualcuno dei suoi segreti. Chissà, forse ci sono razze di uomini peggiori della maggior parte dei demoni e Wes le ha conosciute. La realtà è così vasta ed in questo la tua originale la rispecchia perfettamente. Ci si può aspettare di tutto, come nella vita reale. Senza dubbio è un doppio punto a favore.

Arys… lei invece non so. Sembra sempre sorridente, gioviale, aperta. A tratti sfrontata. Con quel modo di fare da donna vissuta che ne ha viste troppe nella sua breve vita. Sembra che abbia meno da svelare rispetto a suo fratello. Tuttavia, è davvero così? Chi è davvero, in questa coppia di ladruncoli, l’elemento dominante? Arys cerca il contatto fisico col fratello nel sonno, la sua protezione. O devono proteggersi entrambi? Dal presente ed il futuro incerto o pure dal passato? Se davvero Wes è stato segnato, sarà interessante scoprire perché lei è invece rimasta più se stessa o, per lo meno, più “normale” diciamo. Evidentemente la stessa sventura non è toccata ad entrambi o, forse, a lei in misura minore.

Interessante che ci mostri tutti questi interrogativi e riflessioni dal punto di vista di Luth.
Il giovane è critico con se stesso. Oltremodo severo. In una ragione che, per certi versi, forse è addirittura ingiustificata. Sono estremamente critici con se stessi questi tuoi personaggi. E c’è da dire che è bello leggere di loro anche per questo. Perchè sono fragili e onesti, tremendamente cristallini nell’ammettere le proprie paure. Mi piace poi non tanto che le ammettano, che è già segno di maturità, ma che siano anche così lucidi da comprenderle. E forse è questo che li rende ancora più belli. Sono personaggi intelligenti, tridimensionali. Qualcuno da cui, anche se non puoi conoscerli davvero perché non sono persone vere, leggendo di loro, puoi comunque imparare.
Ce ne sono talmente tanti in giro di personaggi monotematici, megalomani, o che hanno poco da dire che i tuoi, ogni volta, sono una boccata d’aria. Non sono mai banali. O, parafrasando, non è mai gente stupida.
Per quanto mi riguarda, poi, il coraggio in Luth ce lo vedo. E’ consapevole dei suoi limiti, della paura che lo attanaglia di fronte ai demoni, della sua probabile incapacità di essere un buon capo, una volta rientrato alla sua città natale. Sì, la colpa è di suo padre che l’ha reso debole, privandolo della conoscenza sulla realtà orrenda che lo circondava in ogni suo aspetto. Ma ha addirittura compreso i motivi del genitore. Facendo un passo indietro, però, il primo passo per trovare una soluzione è definire i limiti del problema. Ecco, Luth li ha centrati perfettamente. Sia che scelga di essere un capo sia che si renderà conto di dover compiere un passo indietro verso questo ruolo (ammesso che sia così retto da farlo in caso di bisogno), ha l’intelligenza per risolvere la questione.
Il problema nasce quando si è sciocchi. Nella realtà come nelle storie.
Grande assente Rowen, che rivive ed è comunque spunto di riflessione per i protagonisti di questo capitolo, per mostrare a noi lettori come sia complesso e sfaccettato questo universo in cui si dipana la tua storia. Vediamo, insomma, come proseguiranno le cose tra Rowen e Mano. Ottimo capitolo cara. E’ scorso che è una meraviglia dall’inizio alla fine, giuro! Ci sta, ogni tanto, una pausa riflessiva che faccia ulteriore luce su quanto sta succedendo. Complimentissimi ed alla prossima :)

Recensore Veterano
06/05/20, ore 15:36
Cap. 13:

Prima di ogni cosa, lasciami dire che mi sono piaciute moltissimo sia l'immagine in testa al capitolo che la citazione. Le trovo sempre molto belle e suggestive, ma a questo giro mi hanno colpita e mi hanno aiutata a entrare nel mood giusto per leggere la storia.
Qui rivediamo Mano Insanguinata, che una volta scampato alla furia di suo padre si è rimesso in marcia con Golgoth. Devo dire di essere molto preoccupata per lui: già nei capitoli precedenti era stanco e affamato, poi è stato malmenato dal ricettacolo di Kyr, ed ora è di nuovo in sella. Non ha avuto nemmeno il tempo di riposarsi davvero, a meno che non si voglia contare come riposo il periodo in cui è rimasto privo di sensi.
Insomma, sarà crudele e spietato, ma con tutto quello che sta passando mi sento un po' in pena per lui. Alla fine questa vita non è stata una sua decisione, quanto piuttosto una scelta obbligata.
E' significativo anche il fatto che esegua gli ordini senza fiatare, senza fare domande sui motivi. La violenza di Golgoth durante la sua infanzia gli ha insegnato a tenere a freno la curiosità, e questo è un dettaglio che ho apprezzato molto nella sua crudezza. Alla fin fine il Balor ha fatto di tutto per crescere non un uomo, ma uno strumento.
Mi è piaciuta la descrizione del dolore e della spossatezza di Mano, l'ho trovata molto realistica e mentre leggevo mi è stato facile figurarmi questo giovane allo stremo. Anche Golgoth a un certo punto sembra accorgersi che non sta bene, e mi ha stupita che abbia rallentato il passo, spingendosi a un certo punto persino a fermarsi. So che non lo ha fatto per pietà, ma ho apprezzato questo suo gesto.
Mi è piaciuta la loro inesorabile (e lenta) marcia nella foresta, e sono rimasta molto colpita quando ho scoperto che Golgoth è lo stesso Balor che lo ha preso quando era bambino. Questo passaggio, dove Mano ricorda ciò che era, è stato uno dei miei preferiti perché ci dimostra che gli è rimasto ancora un barlume di umanità, nonostante lui cerchi di negarlo: ha un ricordo che custodisce con cura ed è in grado di essere affascinato da qualcosa, seppur qualcosa di distruttivo come il fuoco.
La comparsa dei Draugr e dei Babau non me la aspettavo, e mi ha colta di sorpresa tanto quanto i personaggi. Questo attacco a sorpresa nella foresta non ci voleva affatto. Durante tutto il combattimento di Mano mi è venuto il sospetto che Golgoth c'entrasse qualcosa, perché non andava in suo soccorso, ma poi proprio attraverso gli occhi del giovane ho scoperto che non interveniva perché non ne aveva modo: anche il Balor è stato attaccato, e davvero questo non me lo sarei mai aspettata perché credevo che la sua forza e la sua mole lo esentassero dal subire simili attacchi, per il timore che incute nei possibili aggressori.
Le parole del Draugr sono state interessanti, e credo che non fossero solo chiacchiere vuote per distrarre l'avversario. Sono sicura che ci sia qualcosa sotto, e non vedo l'ora di scoprire di cosa si tratta.
Infine, Vorjah. Tra tutti i demoni visti fino ad ora è quello che mi sta più antipatico, e temo che presto o tardi possa muoversi contro Mano.
Un altro splendido capitolo, gustosissimo e che mi ha fatto sorgere un sacco di curiosità per gli episodi seguenti <3

Recensore Master
06/05/20, ore 08:05
Cap. 3:

Eccomi qui per lo scambio del giardino. Vorrei cominciare col chiederti scusa per l'enorme ritardo nel recensirti. Ho avuto un po' di problemi familiari e non riuscivo a concentrarmi.
Detto ciò, passiamo alla storia. Il capitolo è davvero interessante e strutturato molto bene. Si capisce benissimo ogni cosa e mi sembrava davvero di essere lì, di cercare mia madre senza sosta, senza fermarmi un attimo. I sentimenti di rowen sono vividi, reali. La paura, il timore, l'odio, il rammarico, il dolore per essere ferito, il sollievo per poi avere ritrovato sua madre. Ma in che condizioni? Ce la farà mai a svegliarsi o rimarrà così a vita?
Anche il fatto di essere diventato indifferente a tutto quello che lo circonda è perfettamente a tema, come anche il fatto di non aver detto prima dei razziatori (che poi ci fossero solo loro nella foresta xD).
Adesso davvero voglio capire che cosa succederà nel prossimo capitolo, considera che non avrei disprezzato un capitolo più lungo. Ci vediamo al prossimo scambio del giardino per capire che fine farà rowen e chi è mano insanguinata.
A presto
missredlights

Recensore Veterano
05/05/20, ore 18:53
Cap. 1:

Ciao!
Sono qui per lo scambio.
Non ho letto la tua mini-long “Il richiamo del male” quindi spero di aver compreso le varie dinamiche, ma, nel caso mi sbagli, ti chiedo già venia.
Penso che possiamo dividere questo prologo in due parti.
Nel primo vediamo questo giovane uomo, che purtroppo non ricorda quasi nulla della sua infanzia, nemmeno il proprio nome. Tutto quello che ha imparato a fare nella vita è eseguire gli ordini e il volere di suo padre.
Devo ammettere che la scena in cui si fa un taglio nel braccio destro e fa gocciolare il sangue nella ciotola è piuttosto forte, soprattutto quando utilizza parte del liquido per imbrattarsi la faccia. L’ho trovata forte soprattutto perché fa comprendere che, se una persona è capace di fare una cosa del genere al proprio corpo, si vede che è abituato al dolore e alla vista del sangue. Sembra quasi un rituale, soprattutto perché mentre lo fa pronuncia la frase “Per la gloria del nostro signore” in lingua Abissale.
Il resto del sangue contenuto nella ciotola, poi, a questa figura che si trova nel ombra di questa stanza. Immagino che sia suo padre, ma, nel leggere del odore acre di sangue e di decomposizione che si sente nella stanza, sembra più un personaggio demoniaco che una persona vera o propria.
Comunque, il giovane uomo dice che è in partenza e quest’altro personaggio risponde che gli vuole vivi.
Da qui inizia la seconda parte del prologo, dove incontriamo Nerya e suo figlio Rowen.
Scopriamo che la donna aveva un marito di nome Shandon, di cui non ha più tracce da diciotto anni, cioè da quando è partito per cercare di portare indietro suo fratello Davian insieme a sua moglie Rhiain. Prima di partire, quest’ultima ha affidato a Nerya suo figlio. Il fatto che non viene detto mai il nome di questo bambino, ma ci si riferisce a lui come “il figlio di Rhiain”, mi fa pensare che si tratti del giovane uomo che abbiamo incontrato nella prima parte del prologo.
Questo me lo fa anche pensare il fatto che, proprio il giorno della nascita di Rowen, arrivano tre grossi Balor ha cercarlo.
Immagino che Nerya abbia lasciato che questi tre demoni prendessero il bambino per proteggere suo figlio e poter stare finalmente in pace, ma, senza conoscere altri elementi della storia, posso dire che, in questo momento, non condivido la sua scelta. Certo, immagino che sia stata una decisione dura da prendere e si trovava in una situazione davvero drammatica, ma io non lo avrei fatto. Glielo ha lasciato prendere con troppa facilità. Comunque, ti dico, è un mio parere senza altri elementi se non quelli di questo prologo, quando invece potrebbe aver avuto anche altri motivi che giustifichi la cosa.
Comunque, quando i Balor attaccano la sua capanna, Nerya si teletrasporta insieme alla sua balia e al suo bimbo a Syrdin, che immagino fosse il luogo dove viveva prima insieme al suo amato sposo Shandon. Ed è proprio qui che la ritroviamo, diciotto anni dopo, mentre suo figlio Rowen le dice che il giorno dopo dovranno lasciare quel luogo perché non è più un posto sicuro, perché presto verranno a prenderli. Qualcosa mi dice che proprio di loro che si parlava alla fine della prima parte, quando quel personaggio (che penso quindi essere Davian) dice che li vuole vivi.
Nerya, però, non ha nessun interesse a lasciare la sua casa ed è certa che l’arcimago Ademar li proteggerà. Questo è un atteggiamento tipico delle persone soprattutto di una certa età: sono disposti anche a dare la vita per la propria casa.
Penso che questo prologo sia proprio ben riuscito: ci presenta quelli che sono i personaggi che incontreremo nella storia, ma dandoci di loro non tantissime informazioni, giuste quelle che servano al lettore per farlo incuriosire e invogliarlo a continuare la storia. Proprio quel “dico, non dico” lo trovo essenziale per un prologo vincente e questo lo è. Mi piace che tu abbia inserito un “bestiario” alla fine del capitolo così, il lettore che il lettore possa avere sottomano sempre le varie spiegazioni.
Oltre ad essere interessante, lo trovo un prologo scritto veramente bene, senza nessun errore, neanche di distrazione.
Spero di poter tornare presto qui per andare avanti con la lettura.
A presto,
Jodie

Recensore Master
05/05/20, ore 15:31
Cap. 13:

Ciao, eccomi qui. Mi aspettavo che questo capitolo fosse su questi due ed ero davvero curiosa sulla loro missione. Chissà se anche Mano è stato curioso almeno per un momento sul perché debbano uccidere demoni. Mi ha messo tristezza leggere come allontani subito dalla sua mente domande (anche oziose) tipo "perché non ci ha detto il posto esatto?". Mi aspettavo che lo facesse, chi cresce in modo violento spesso impara a non fare domande; e questa era una domanda pure lecita visto che quel vecchio stronzo poi si arrabbia se i suoi sottoposti fanno ritardo. Ma non sia mai, dargli informazioni per svolgere il loro compito più in fretta, no, sarebbe troppo logico.
Mano è conciato veramente malissimo e mi chiedo se sia in grado di portare a termine il compito. Come diamine potrebbe mai combattere in quelle condizioni?? Suo padre è un totale deficiente???

È sempre straziante vedere come Mano odi la sua natura umana, cavolo piccino tu sei umano, la tua fisiologia è diversa, hai dei limiti e non ci puoi fare niente, non è colpa tua! Se tuo padre voleva un demone poteva evocare un altro demone e invece si è dato la briga di cercarti, si vede che gli servi umano. Per qualcosa. Chissà quali sono i suoi scopi.
Molto toccante anche il ricordo di Mano, il momento in cui ammette di essere affascinato dal fuoco dei demoni perché è il suo ultimo ricordo prima di entrare in una vita di dolore e miseria. Questo a parer mio lo rende più umano del fatto di sentire dolore, perché ciò che avviene nella sua mente è abbastanza "una scelta" e quindi lui sceglie di indulgere in questo sentimento, mentre non può scegliere di non provare dolore o di avere un fisico indistruttibile. Mi chiedo come mai non lo capisca. Forse lui non vuole essere un demone, ma un umano forte come un demone. Credo che, nonostante il lavaggio del cervello subito, se avesse la possibilità di scelta, Mano se ne andrebbe via da suo padre e da quella vita.

Ecco che hanno trovato i demoni: davvero, come mai loro sono così guardinghi? Non dovrebbero partire dal presupposto che Mano e Golgoth siano loro alleati? Oppure questi demoni sono in un certo senso "dei ribelli" e quindi si aspettavano una spedizione punitiva? E che spedizione è, un singolo balor e un umano che si regge a malapena in piedi? Comunque complimenti a Mano per aver saputo sfoderare la spada e combattere anche nelle sue condizioni, non ci avrei scommesso un soldo bucato.

Oh oh oh... come mai il draugr gli dice che è un traditore, o meglio, non ancora ma un giorno lo sarà? Che cosa sanno? Era davvero solo un trucco per confonderlo?
Mano è un buon guerriero, ma è solo umano e si vede, ha faticato per uccidere quel Draugr anche se va detto che lui partiva già conciato male e aveva già ucciso due Babau. Golgoth poteva anche dare una mano anziché starsene a guardare e poi commentare che Mano era stato lento, porcavacca è addestrato ma rimane un essere umano! E ovviamente quando cala l'adrenalina tutto il dolore di prima si fa sentire di nuovo, unito all'affaticamento e alle botte dell'ultimo combattimento.
Per un attimo ho temuto che ce ne fossero altri e che questi fossero solo una specie di gruppetto esplorativo di un'intera fazione di demoni ribelli, invece c'erano solo loro per fortuna!
Golgoth ha minacciato Mano ricordandogli di non fare domande solo perché in realtà neanche lui conosce la risposta?

Ok Mano adesso avrà un compito di tutto relax, diciamo, occuparsi di un prigioniero. Un compito crudele che rimarcherà come ormai nel suo carattere sia rimasto ben poco di umano... o no?
Saprà mai che quello è suo cugino? E se lo sapesse, gli importerebbe? Proteggere Rowen è anche il motivo per cui la sua cara zia lo abbandonò quando era un bambino di 4 anni... anche se non è che potesse fuggire in eterno dai demoni comunque.

Ma che ha il ricettacolo, perché sta fissa per Syrdin? Che gli frega di quella città in particolare, quando non si è dato pena di attaccare le altre? Era per la torre dei maghi? Sperava che tenendo Syrdin nella miseria prima o poi avrebbe triggerato una risposta bellicosa dai maghi? E adesso che ha scoperto che sono spariti, la città può anche affondare?
O intende usare i superstiti di Syrdin come leva morale per far parlare Rowen? Lol una scelta poco fortunata, a Rowen non frega proprio un cavolo.
In tutto questo meno male che gli unici due personaggi di Sygin di cui mi importava hanno già lasciato la città!

Gran bel capitolo come al solito, non vedo l'ora di leggere l'incontro fra Mano e Rowen.

Nuovo recensore
03/05/20, ore 23:26
Cap. 8:

ECCOMI QUI.
Settimana scorsa sono stata un fulmine e questa volta arrivo in ritardo, mannaggia a me T____T
Inutile dire che questo capitolo mi è piaciuto tantissimo e al tempo stesso mi ha fatta un po' dannare perché non sapere nulla di Rowen, ma sapere invece molto bene quali sono le intenzioni di Mano nei suoi confronti, è giusto UN POCHINO devastante.
Nulla di che è, giusto un po' di ansia, che vuoi che sia! (Mamma mia, già tremo per il loro primo incontro…)
Ad ogni modo, questo capitolo mi è piaciuto in primis perché la caratterizzazione di Mano mi intriga sempre più e poi perché ci hai mostrato di come i Razziatori siano dominatori quando vanno a distruggere città e a rapire gli abitanti e dominati quando hanno a che fare coi superiori.
Certo, il loro capo non ha abbassato la cresta, almeno non all'inizio, ma comunque nonostante la sua ostentazione di spavalderia si percepiva benissimo di quanto fosse intimorito da Mano e di come abbia effettivamente compreso la sua posizione – abbastanza precaria – quando Mano lo informa che è il sovrano stesso a pretendere Rowen e che se perde dei soldi perché i Razziatori non lo vendono è una cosa che non lo tange minimamente.
Detto ciò, io amo sempre più Mano Insanguinata e il suo essere una contraddizione vivente.
Si vede che è stato indottrinato in un certo modo, decisamente drastico e disumano, ma al contempo lui È umano.
Forse solo in minima parte – e al di là della razza e delle fattezze fisiche –, ma già solo per il modo in cui riflette in certi casi o per le sensazioni tipicamente umane che prova come il freddo, il sonno e la fame, ci fa capire diverse cose di lui.
Mano Insanguinata vorrebbe essere ciò che non è, ovvero un demone o comunque una creatura simile a esso, qualcosa di più resistente, più forte, qualcosa non umana, per l'appunto.
E odia se stesso, odia ciò che è perché è tutto ciò che non vorrebbe essere, perché le sue debolezze lo irritano, non lo fanno sentire completo.
Praticamente sarebbe disposto, almeno per come l'ho interpretato io, a “resettarsi” completamente pur di diventare ciò che non è.
E la contraddizione si rifà proprio al fatto che si pensava fosse l'apatia più assoluta e invece lo abbiamo visto diverse volte manifestare le emozioni più disparate – tutte negative, è vero, ma pur sempre emozioni, e per di più umane.
Il fatto che il Ricettacolo di Kyr lo voglia accanto sicuramente non è per qualche buon sentimento che un bravo padre dovrebbe provare provare nei confronti del figlio – ci mancherebbe –, ma sicuramente per uno scopo, qualcosa di oscuro.
Mano ricorda le parole del padre, ripensa al fatto che gli dei sono immortali, inestinguibili; quindi può darsi che la posizione di Mano, per suo padre, sia proprio questa: una nuova eternità o qualcosa che va addirittura oltre l'eternità.
Poi magari è tutta un'altra cosa, ma questo concetto mi è piaciuto tantissimo e secondo me è uno dei motivi per cui il Ricettacolo di Kyr vuole mano al suo fianco.
(Ma poi quando Mano prova nuovamente un senso di familiarità nel pensare al nome di Rowen, AMICI MIEI, CHI È LUTH, IO NON RICORDO ASSOLUTAMENTE UNA SHIP MORTA SUL NASCERE CHE VEDE ROWEN CON LUTH, QUALCUNO HA DETTO QUALCOSA NELLA RECENSIONE PRECEDENTE, MA DAVVERO?)
Ultimo punto: un'altra cosa che mi ha incuriosita molto è il rapporto tra Mano e Golgoth, a tratti mi è quasi sembrato quello tra un padre e un figlio.
Considerando che Golgoth ha indottrinato Mano e ha sicuramente trascorso molto più tempo con lui rispetto al vero padre, riesco anche a farmene una ragione, perché nonostante le torture, strano ma vero, Golgoth c'è stato.
E ripeto, sì, torturava mano e ha cercato lui stesso di renderlo un demone a tutti gli effetti, ma in ogni caso c'è stato – vuoi vedere che Mano detesta la sua condizione anche per questo, proprio per non essere riuscito a diventare un demone a tutti gli effetti e quindi non essere riuscito a rendere orgoglioso Golgoth?
Che poi Golgoth mi è piaciuto un sacco quando ha ammesso che inizialmente pensava di aver fallito con Mano e invece adesso si è un po' ricreduto perché certi suoi aspetti umani non gli dispiacciono poi così tanto.
MI STO AFFEZIONANDO A GOLGOTH, ECCO, L'HO DETTO.
Non vedo l'ora di proseguire nella lettura ^^
Tantissimi complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Veterano
02/05/20, ore 22:59
Cap. 10:




Ciao, carissima, finalmente ho il mio tablet con me quindi posso lanciarmi subito a recensire questa bellezza di capitolo ❤️ 

Al solito, non posso fare altro che chinare il capo di fronte alla tua bravura. Questo l’ho percepito un po’ come un capitolo di collegamento tra un evento e l’altro, pre-transitorio, ma al tempo stesso incredibilmente importante perché è la prima volta che ci troviamo al cospetto del ricettacolo di Kyr. Utile quindi a farci comprendere meglio questo terrificante rapporto che tutto sembra tranne che quello di un padre con un figlio, anche nel più malsano dei casi. Di conseguenza, l’introspezione di Mano Insanguinata brilla particolarmente in questo ambiente lugubre, buio, claustrofobico. A andiamo con ordine. 

Il tutto è, come sempre, pazzescamente suggestivo. Si percepisce la tensione fin dalle prime righe, un silenzioso terrore che aleggia intorno a Mano Insanguinata, spalleggiato da Golgoth. Il loro percorso in direzione delle stanze di Davian è come immagino l’ultimo miglio percorso da un condannato a morte. Mano, in particolare, sa cosa lo aspetta. Sa che sarà in prima linea a fronteggiare l’ira del padre. Ora, che lui sia assolutamente l’unica cosa che entrambi (Mano e Golgoth, forte addirittura del suo stato di creatura demoniaca) temono era risaputa fin dai primi capitoli. Ma vedere quella paura, percepirla, leggerla nella testa di Mano Insanguinata, che dovrebbe essere stato programmato per non provare nulla, terrore compreso, è un altro paio di maniche. Ed ecco che non provare pena per lui diventa pressoché impossibile perché il ricettacolo di Kyr non solo è terrificante, ma è quanto di più spietato vi è al mondo. 
Devo ammettere che qui la mia mente è tornata, inevitabilmente, al finale del prequel: continuavo a rivedere la scena in cui un Davian che era ormai più carne marcia che uomo, rilascia dei sanguinosi mastini sul fratello e sulla donna che un tempo aveva amato. E ho moltiplicato quella crudeltà per chissà quanto. Sono molto contenta di averlo rivisto in azione, per quanto sia malvagio, ma è proprio la sua malvagità a bucare lo schermo, a renderlo carismatico. A riempire questa coltre nera attraverso cui è impossibile scorgerlo, che circonda la potenza di un Dio in chissà cosa rimane di quel corpo. Hai saputo descrivere alla perfezione quanto sia temibile solo all’interno di una stanza -e devo ammettere che un po’ di strizza me l’ha messa, probabilmente perché sono terrorizzata dal buio e da tutto ciò che non puoi scorgere. 

Tornando a Mano Insanguinata, i suoi sentimenti di pura rassegnazione mi hanno spezzato il cuore. Non tanto perché sia abituato a quel trattamento da parte di un padre che non lo ha mai amato, non ne ha mai avuto la capacità e si serve di lui solamente perché lo considera di sua proprietà ed è troppo debole fisicamente per adempiere ai propri bisogni. Ma perché, in fondo, non tutto è perduto in lui. I ricordi che ha della propria vita, un corpo e un’anima entrambi costellati di profonde cicatrici e lo stesso timore reverenziale nei confronti di Davian fanno capire che potrebbe desiderare qualcosa di diverso. Che, in fondo, per quanto cerchi di discostarsene per puro coping mechanism, è comunque sempre un umano (e comunque sento che Rowen sarà essenziale a fargli ricordare ciò... anche se ovviamente non mi aspetto certo fiori e cioccolatini, ci resterei male dehihiho). Perfino il desiderare di essere ucciso denota il bisogno di libertà che nutre nel profondo -una libertà che, ovviamente, gli viene negata. 

Trovo sempre molto interessante il suo rapporto con Golgoth (che, poveraccio, con Davian in testa chissà quanto stava soffrendo a sua volta). Ironicamente, tra le premure che gli lascia per rifocillarsi, i ricordi di quando Mano era un infante terrorizzato dal demone e il giovane uomo che che adesso quasi ne apprezza la compagnia, Golgoth appare quasi come una figura paterna; in maniera tristemente distorta e fucked up, certo, ma comunque molto più di quanto si sia mai dimostrato il ricettacolo di Kyr. 

Infine, abbiamo la svolta finale, una missione del tutto inedita che non può che lasciare confusi, perché quale interesse potrebbe avere Davian nell’uccidere alcuni demoni? C’è quindi qualcosa di nuovo sotto, un bel plot twist, e inutile dire che mi ha messo una curiosità morbosa addosso AAAAAHHH non vedo l’ora di andare avanti. Così come non vedo l’ora della cattura di Rowen eheheh, mi mancano le sue disavventure -anche se è sempre un piacere rivedere Mano Insanguinata ed esplorare la sua psiche ❤️ 

Ti mando un bacione enorme, come al solito, tesoro. Alla prossima!!

Recensore Master
01/05/20, ore 11:00
Cap. 14:

Buongiorno <3
NON PUOI CAPIRE QUANTO HO SCLERATO DURANTE LA LETTURA DI QUESTO CAPITOLO, AIUTO GFJGJFJG - e non oso immaginare quanto sclererò nel prossimo, lol. 
Mi calmo, giuro che mi calmo. 
Ormai mi sono quasi rimessa in pari, se penso che poi mi toccherà aspettare gli aggiornamenti nuovi per rivedere Mano e Rowen piango. MA, oggi abbiamo qualcosa da festeggiare, e cioè l'incontro fra i due, attesissimo, avevo l'hype alle stelle ormai e non sapevo cosa aspettarmi, non sapevo come sarebbe andata fra di loro, cosa si sarebbero detti, che rapporto avrebbero avuto - ipotizzavo quello del torturatore e la vittima... e siccome sono poco sana di mente questo me li fa amare ancora di più.
Insomma, mi stavo riempiendo la testa di domande e congetture, finalmente posso constatare con i miei occhi cosa succede. Quindi, andiamo con ordine, come al solito. 
Mi hai spezzato il cuore già dall'inizio del capitolo, vedere Rowen in queste condizioni non poteva fare altrimenti. Capisco l'appagante sensazione di torturare i propri personaggi e fargli passare una pena dopo l'altra con estremo sadismo, sono la prima a farlo, ma quando sono gli altri autori a torturare i loro pg soffro immensamente, soprattutto quando mi piacciono. E quindi, povero Rowen, ammanettato in quel modo, dolorante e... bendato. Il paragrafo in cui descrivi questa cosa mi ha fatto provare inquietudine, un'inquietudine che difficilmente mi danno i mostri, ma che una situazione simile invece mi fa provare eccome. Hai descritto tutto in maniera proprio ansiogena. Privato della vista, Rowen può basarsi solo su ciò che le sue orecchie percepiscono... e i suoi che gli arrivano sono tutt'altro che rassicuranti. L'hai messo in una situazione orribile e inquietantissima. E la cosa peggiore è che Rowen nemmeno sa perché si trova lì, e mentre noi siamo consapevoli da tempo della minaccia che incombe su di lui, lui invece ne era totalmente estraneo, e ora si ritrova immischiato in una situazione che non sa spiegarsi.
Le sue introspezioni in questo capitolo sono pazzesche, a un certo punto inizia a perdere il senso della realtà, e non fatico a credere che sia abbastanza semplice arrivare a delirare in una situazione tanto orribile. Mi ha colpito un sacco quando a un certo punto pensa di desiderare di essere raggiunto da qualcuno, chiunque, anche solo intenzionato a ferirlo, perché almeno potrebbe avere la conferma di essere vivo (e poi viene pure accontentato lol)
Ho amato il passaggio in cui pensa che forse l'unico modo per scivolare via da quella situazione sarebbe la morte, ma alla fine non cede a quel pensiero, non prende a spaccarsi la testa contro la pietra dietro di lui. Mi è piaciuto troppo il fatto che abbia ancora una flebile speranza di poter sopravvivere, in qualche modo. La sua forza è qualcosa che me lo fa amare troppo <3
Finché non viene detto che Mano insanguinata verrà a fargli delle domande ho pensato che tu mi avessi mentito e non avremmo avuto nemmeno qui l'incontro fra i due. Però appena l'ho letto... ho sclerato. Non te lo so spiegare, dovevo essere inquietante e invece sprizzavo gioia da tutti i pori, ho atteso così a lungo tutto ciò che non mi sembrava vero. 
Sentirgli dire "Voi esseri umani siete tutti uguali" mi ha fatta sorridere, perché per quanto Mano sia cresciuto fra i demoni è umano tanto quanto Rowen, e anche lo stesso Rowen se ne rende conto, sebbene il tono della sua voce e il modo che si pone non sia davvero così umano. 
Vabbè, a questo punto parte l'interrogatorio e ti prego aiutami perché Mano è violento nei suoi confronti per estorcergli informazioni che Rowen non ha ma io li shippo. Ho un serio problema quando due pg si fanno male a vicenda o uno dei due fa male all'altro, non riesco a farne a meno, li shippo troppo e in maniera assolutamente malsana, ma è inevitabile XD
In ogni caso, Mano è proprio uno stronzo. L'avevo già constatato da tempo, ma qui ha toccato Rowen nello specifico e quindi lo vedo più stronzo del solito, sebbene in realtà abbia fatto di peggio. Dico che lo è perché non è con la violenza che vuole ottenere le informazioni da lui, ma privandolo ancora dei suoi bisogni primari - e lui, da umano, se benissimo quanto sia difficile resistere senza questi ultimi. Inoltre, penso che abbia capito benissimo che Rowen non sa davvero dove siano andati a finire quegli stramaledetti maghi. 
L'ultimissima parte del capitolo è stata un colpo al cuore, mi è dispiaciuto troppo per Rowen, è in una situazione orribile, povero. 
Nelle note ci anticipi che il loro incontro proseguirà nel prossimo capitolo e NON VEDO L'ORA. 
Questo è stato il mio capitolo preferito fino a ora, l'ho amato troppo *^*
A presto <3
fumoemiele

Recensore Master
30/04/20, ore 09:13
Cap. 15:

Mia cara! Buongiorno, o almeno, lo sarebbe stato se la prima cosa incontrata dai miei occhi dopo aver bevuto il caffè non fosse stato il nome di Rowen scritto in bella vista come prima parola di questo quattordicesimo capitolo. Che poi, sia chiaro, io adoro il modo in cui scrivi e anche - forse soprattutto - come rendi misero Rowen eh. Ma veniamo a noi.
Ci eravamo lasciate con Rowen in prigione (*-*) "torturato" da Mano (*-*) che lasciamo piagnucolante e sudicio in un angolo, chiedendosi perchè queste cose debbano capitare a lui che non sa niente povera stella. Ci riprendiamo con Rowen che lagna, internamente sia chiaro perchè è talmente pusillanime da non aver neanche il coraggio di lamentarsi davvero rischiando punizioni di vario genere, che non sopporta la sete e che scivola lentamente nella pazzia. Canticchia qualcosa che lo riporta all'infanzia, si tiene stretto a quell'unico filo sottile che riconosce come sanità mentale, poi una voce e l'apparizione di sua madre (che, maledizione, era morta e tale doveva rimanere! Grrr) che cerca di spingerlo verso una soluzione al problema, ovvero trovare una risposta soddisfacente alla domanda di mano, ma ovviamente Rowen proprio non ce la fa. Arriva anche Mordhen (*-* mio adorato, risollevi il morale che un capitolo apparentemente tutto per Rowen mi aveva messo sotto i piedi) che, duro, sprona il ragazzo. In realtà, qui lo dico e qui lo nego, ho adorato questo esserti dedicata al mio pazzo spreferito (so che non esiste come parola, ma suonava così bene...), perchè lo hai fatto con una maestria invidiabile, descrivendo alla perfezione le sensazioni fisiche e anche rendendo molto bene la pazzia di Rowen, la sua mente annebbiata che in un lampo si chiarisce e arriva a sapere ciò che deve fare quando capisce che è figlio di un mago e come tale ha qualcosa da offrire a Mano Insanguinata.
La seconda parte vede Mano e Rowen a confronto, il secondo idiota, ma con ragione, prende coraggio e tenta di avere il coltello dalla parte del manico. La mossa è azzardata, ma c'è Golgoth a confermare la parentela tra l'ammasso di stracci dagli occhi di ghiaccio e il capo dei maghi di Syrdin e con un sospiro mi arrendo alla vicinissima concessione di Mano: so già che Rowen sarà lasciato in vita, perchè ultimo e unico collegamento con i maghi. Sai già quanto io ami il ragazzo cresciuto dai demoni a suon di frustate e botte, ma ci tengo a ribadirlo. Quando un dubbio ti si infila in testa, rimuoverlo è rognoso e difficile e si può fare solo in un modo: esaurendolo. Purtroppo esaurire questo dubbio, qualunque sarà la risposta finale, richiede la presenza in vita di Rowen, quindi mi arrendo all'evidenza, tiro un sospiro e batto una pacca sulla spalla a Mano Insanguinata: quell'idiota miserevole ci starà tra i piedi per altro tempo.
Però, Rowe e odio che provo per lui a parte, questa storia è bellissima, scritta benissimo, di uno scorrevole invidiabile e con dei personaggi che, in un modo o nell'altro, conquistano l'attenzione e l'affetto del lettore. Per questo non posso che farti i miei complimenti e dirti, sinceramente, che mi eri mancata.
Un bacio grandissimo e a presto,
L.

Recensore Master
28/04/20, ore 16:40
Cap. 12:

Allora... Non si fa così. Immagino che dovremo aspettare altri due o tre capitoli prima di sapere nuovamente qualcosa di Mordhen e Thoan e *non si fa così*. Non si lascia in sospeso un poveraccio quasi morto e un altro poveraccio a cui sta morendo un amico.

Per tutto il capitolo sono rimasta lì con il fiato sospeso perché non capivo per quale ragione stessi descrivendo così lentamente la morte di Thoan. Pensavo, lì lì in bilico fra la speranza e l'apprezzamento, "magari se non è ancora morto è perché sopravviverà, l'autrice non sarà così crudele da descrivere tante sofferenze solo per farle finire in una morte lenta e senza speranza; oppure invece lo sta facendo proprio perché è plausibile e in quanto cosa plausibile merita di essere descritta bene, senza far morire Thoan all'inizio del capitolo perché alla fin fine ci sta che sia sopravvissuto fin qui".
In realtà mi ha sorpreso la resistenza di Thoan finché non hai descritto la ferita: non tanto profonda, ma infetta. Comprensibile, è la ferita inferta da un demone, in un enviroment non proprio asettico.
Alla fine la mia caparbietà nello sperare è stata premiata, e qualcuno è arrivato.
Io in realtà mi chiedevo se Mordhen non fosse andato bene o male nella direzione dove potevano trovarsi gli ex compagni di Rowen. Spero che siano loro perché se ricordo bene avevano un guaritore decente (Wes?). Se non sono loro, chi potrebbe essere? Fuorilegge che vivono nella foresta? Creature sovrannaturali?
Secondo me sono i tizi fuggiti ai razziatori e il campo abbandonato era un campo di razziatori.
Comunque, il cavallo pare tranquillo per cui non sono creature immonde di sicuro, non sono innaturali.

In questo capitolo mi è piaciuta moltissimo l'atmosfera di tensione, ma anche il soffermarsi sui sentimenti di Mordhen per l'amico e per un momento anche per Rowen. Io credo che se zio e nipote si reincontreranno mai, Mordhen non sprecherà altro tempo con inutili distanze, specie ora che la sorella non c'è più...
Splendido capitolo e come sempre è scritto molto bene, in modo fluido che permette l'immersione nella storia.

Recensore Master
23/04/20, ore 19:31
Cap. 11:

Eccomi qui per un altro bellissimo capitolo, e Rowen non si smentisce, è sempre Rowen. "Non provava gratitudine nei suoi confronti, ma solamente una sottile diffidenza" ... eeeh tanto per cambiare, ragazzo mio.
Faccio ancora un po' fatica con i nomi, per ora ricordo bene che Arys è la stronzetta ma è facile perché è l'unica ragazza, Wes è suo fratello ed è silenzioso e non manifesta mai emozioni ma sembra prendersi cura degli altri, ma ancora tendo a confondere Kayle e Luth. Luth è quello tranquillo e Kayle è quello che viene da Syrdin?

Mwahahahah mi ha fatto piacere vedere Camek rimesso al suo posto, dopo aver fatto il galletto poco prima (che sarebbe ormai due o tre capitoli fa, ma mi ricordo molto bene come aveva alzato la cresta).
Nota da giocatrice di D&D: se il Ricettacolo di Kyr costringe Balor e Diavoli della Fossa a lavorare insieme E' UN CAZZO DI BASTARDO MALVAGISSIMO e chiaramente lo fa solo per sfoggio del potere, perché c'è chi può e chi non può E IO PUO'.
Questo mi dà un'idea del suo potere, lamadonna.

Ooooh ora scopriamo (e forse chi ha letto il prequel lo sa già?) che il ricettacolo di Kyr è quello che resta di (Kyr?) il creature di questi esseri malvagi?

Certo che Camek ha coraggio, bisogna dirlo, è un pezzo di merda ma ha fegato.
Ecco che comunque si vede una differenza fra Vorjah e Golgoth, perché Vorjah ci gode a pensare a Mano torturato da suo padre mentre invece Golgoth probabilmente non ci gode, la considera solo come una cosa normale.
Invece mi secca moltissimo che a Vorjah sia stato delegato il comando e che sia riuscito effettivamente nella missione. Tra tutti gli stronzi, proprio il più stronzo.

La parte in cui i ragazzi sono nascosti nella foresta e i balor si avvicinano è da cardiopalma e mi ha tenuta inchiodata alla sedia. Arys che continua a urlare la prenderei a schiaffi, se urli ti trovano PRIMA. Comunque mi sa che era inevitabile, li hanno trovati al fiuto, li avrebbero trovati comunque. Che ne sarà degli altri ragazzi? Li lasciano scappare o li inseguono giusto per il gusto di uccidere? Ormai mi ero affezionata a Luth e Wes! (Degli altri non mi importa poi molto, l'ammetto).

Bellissimo capitolo eeee non vedo l'ora di leggere dell'incontro di Rowen e Mano. Però Mano attualmente è su un altro fronte a combattere demoni, quindi mi sa che dovrò aspettare ancora.

Recensore Master
22/04/20, ore 11:00
Cap. 13:

Buongiorno <3
Lo ammetto, i capitoli con Mano insanguinata sono i miei preferiti. Non posso farci niente, penso di essermi presa pure una cotta per lui per quant'è malvagio e affascinante XD
Dopo questa dichiarazione d'amore, in effetti ha stuzzicato anche me il dubbio che viene a Mano. Davian sa perfettamente dove si trovano le creature, perché non risparmiargli un po' di fatica dicendoglielo? Chissà se lo scopriremo mai.  
Tristissimo che alla curiosità di Mano, Golgoth abbia sempre risposto con la violenza, o che non esistano parole per dire "grazie" nella lingua dei demoni - questa cosa, tra l'altro, mi è piaciuta molto, perché Mano per quanto sia cresciuto fra i demoni rimane umano, continua ad avere alcune caratteristiche degli umani, e il fatto che provi gratitudine pur non potendolo esprimere è una di queste cose. 
Mi ha devastata vederlo in questa condizione, così malconcio e sofferente eppure costretto a darsi da fare per accontentare suo padre e placare la sua ira, e nonostante stia malissimo infatti continua a dire a Golgoth che devono proseguire. E' tristissimo che abbia sempre tentato di allontanare il dolore e renderlo un qualcosa che non gli appartiene, ma questo ovviamente non è possibile perché rimane umano, non è un demone, per quanto sia cresciuto nella violenza e nel dolore. La cosa orribile è che Mano ce la mette tutta per soddisfare suo padre, ma anche per la sua natura stessa a volte non ci riesce e non è nemmeno una sua colpa. Mi stai facendo provare tantissima empatia per lui. Povero T.T
Mi sono piaciute tanto anche le sue introspezioni nel momento in cui Golgoth inizia a farsi strada nel sentiero sradicando gli alberi con quella magia devastante; Mano lo guarda con meraviglia, con stupore, ennesima testimonianza di quanto lui non sia un demone e pur essendo cresciuto fra di loro rimanere un umano che per queste cose riesce a stupirsi. Fra i primi ricordi che Mano ricorda c'è proprio quella magia, sovrapposta alle urla delle persone, altro passaggio del capitolo che mi ha troppo spezzato il cuore quando l'ho letto. 
Mi è piaciuta molto la scena d'azione, penso sia stata descritta davvero bene, anche se povero Mano, in questo capitolo non gliene va bene una. I dialoghi che seguono sono un sacco interessanti, le creature sembrano convinte che Mano finirà per tradire suo padre... e beh, tremo e ne sono contenta al tempo stesso, se davvero succederà avrò una paura infinita della rabbia di Davian ma al tempo stesso sarebbe bellissimo vedergli sconfiggere suo padre ed essere finalmente libero. Comunque, le creature fanno spoiler XD 
Mi sono emozionata quando Davian ha detto che a interrogare Rowen ci penserà Mano. NON VEDO L'ORA. Seriamente, sto aspettando questo momento da così tanto che ormai non ci credo più XD
Con le note finali mi hai fatta morire, paragonare Mano a un binge watcher mi ha uccisa, e aggiungo che sì, avrei sfidato la quarantena pur di farmi mandare Mano a casa... ma no, rifiuto Golgoth, lo amo ma mi fa paura, quindi me ne resto rintanata XD
Un altro capitolo bellissimo, non vedo l'ora di proseguire con la lettura **
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Junior
21/04/20, ore 23:25
Cap. 4:

Come dicevo anche a Valeria, di norma metto tutti i capitoli da recensire in ordine dal più corto al più lungo, come a sottolineare il tempo che devo ritagliarmi per leggerne e recensirne uno, ma avendo avuto fresco fresco il tuo, uno degli ultimi che ho letto la scorsa settimana, per altro più in ritardo del solito, non sono riuscita a rispettare il mio solito ordine e son dovuta venire subito eheh curiosità, qual bestia.

In primo luogo desidero soffermarmi sulla citazione di Orwell con la quale concordo appieno; tra l'altro l'immagine della mano insanguinata non può che ricordarmi la mano bianca che Saruman lascia sugli elmi dei suoi Uruk-hai - benché il colore sia differente.

Il primo vero e proprio incontro con Davian mi è piaciuto molto poiché fin da subito ci fai assaggiare la complessità della sua figura rendendola ancor più affascinante nel suo alone di mistero.
Se ne evince il timore e la paura che incute non solo sugli abitanti dell'isola felice di Syrdin, ma anche sui stessi sottoposti che eseguono veloci i suoi ordini. Immagino sia nulla a confronto del terrore che incute il ricettacolo di Kyr.
"In poco tempo, un silenzio agghiacciante cadde su Syrdin" e poi il silenzio. Trovo sempre profondamente affascinante quanto l'assenza di rumori può essere piena di significati e immagini e così poco silenziosa, tante sono le sensazioni che quella condizione può evocare (e provocare).
Attraverso i dubbi e i quesiti di Mordhen, poi, mi sono mossa con quella lieve sensazione di eccitazione e curiosità e brivido, in attesa di saperne ancora e ancor più. Nella sua semplicità, infatti, quella parte risulta perfettamente efficace e puntuale nel trasmettere quel senso di terrore che aleggiava sulla città, quasi avevo l'impressione di essere fisicamente lì.

"La sua figura trasudava una fredda malignità che imponeva un reverenziale terrore" questa espressione seguita poi da quella in cui sottolinei come Damian sia il degno erede di suo padre mi hanno proprio fatto pensare quell' "ooooh" di soddisfazione che si prova quando si legge qualcosa che in qualche modo ti fa stare bene: diretta, precisa, no giri di parole e niente, sono lì anche io. O vorrei esserci, ecco.

Devo dire che, nonostante si tratti di un demone, ho trovato la figura di Golgoth non solo ben presentata e costruita, ma anche molto umana, sia quando è intimorito dalla maestosa porta d'ingresso della roccaforte dei maghi lasciata totalmente sguarnita, sia quando viene esplicitato quanto trovi Mano Insanguinata profondamente brillante e capace. Mi ha fatto sorridere questa cosa, poiché dimostra molta attenzione da parte tua nella caratterizzazione dei personaggi.
Il momento in cui solca la soglia dell'Accademia, seguito poi dagli altri demoni, in cui ti prendi dello spazio per descrivere ciò che si ritrovano di fronte, mi è piaciuto tanto. Hai reso bene l'idea della magnificenza che doveva esserci stata in quel luogo che, adesso, pare quasi completamente abbandonato a se stesso.
Procedendo, poi, si percepisce come i Maghi, tanto grandi erano in passato, adesso non fossero che visti con diffidenza e sospetto anche dai loro concittadini; tutto perfettamente coerente rispetto alla condizione dell'interno dell'Accademia.
Aaaah! Ti giuro: bello, bello, bello. Come ho detto anche in altre occasioni, ho la tendenza a prendere appunti mentre leggo, così da soffermarmi ovunque io ritenga necessario e nulla: esattamente come è accaduto nello scorso capitolo, è arrivato quel momento in cui devo leggere d'un fiato in preda alla curiosità e al momento, prima di commentare.
E così di nuovo: Mano Insanguinata, con la sua voce umana, il suo aspetto umano, quasi pare una presenza rassicurante per i prigionieri rispetto ai demoni che sono di tutt'altra fattezza, e poi.... E poi lo sguardo tagliente e malvagio e terrificante; e poi il niente: su due piedi, con una freddezza sicuramente non-umana torce il collo alla ragazza.
Confermo quanto detto già all'inizio: che soddisfazione vedere la complessità di questo personaggio, freddo servitore del padre - poiché troppo intimorito dalle punizioni che lui gli inferisce, d'altronde il non sentire nulla fa meno male, no?
"Di lui dicevano che era spietato, malvagio, sadico, ma non sapevano che in realtà, invece, non era nulla di ciò che asserivano, perché semplicemente lui non era." qui si dice già tutto: ha scelto di non essere, poiché essere era quasi troppo per lui, non più sopportabile, ormai.

Infine Thoan, che non comprende l'intenzione di Mordhen, o semplicemente la ignora, e che, così facendo, manda Mano Insanguinata direttamente alla ricerca di Rowen.
Inutile sottolineare quanto io desideri andare avanti, quindi sicuramente alla prossima,
Bongi! <3