Ciao.
Sono in tremendo ritardo, e me ne rendo conto, ma prima non ho potuto >.<
Credo di dover fare una premessa. Sto ragionando in termini di “libro”, non di semplice storia su un sito, è la mia abitudine più fastidiosa, temo. Quindi, il mio commento va letto seguendo quest’ottica. Iniziamo.
Avevo lasciato il bambino che Nerya aveva "scambiato" in cambio della vita sua e di suo figlio che si prestava a partire per una missione affidatagli dal padre, mentre Rowen aveva deciso di fuggire dal villaggio in cui era cresciuto insieme alla madre proprio per evitare di morire, saputo l'arrivo dei Razziatori.
Il capitolo che sto leggendo si riallaccia in maniera molto sequenziale a quello precedente, e avanza in maniera lenta, direi quasi statica, in questo mondo.
Quasi tutto il capitolo è occupato dal tentativo di Rowen di lasciare Syrdin.
Confesso - ed è stato una specie di mantra per tutto il capitolo - che non ho saputo scendere a patti con tutta la scena madre, ovvero la ferita di Rowen.
Ora, io non ho mai subito una simile mutilazione, e sono dell'idea che a volte nei fantasy uomini feriti gravemente sembrano stare miracolosamente bene manco fossero tutti Achille, ma ho trovato comunque esagerato lo svenimento… e il sangue. Il fatto che poi subisca danni momentanei all'udito mi ha stonato. Certo, il dolore può momentaneamente debilitare i sensi, e so che una mutilazione all’orecchio è MOLTO dolorosa, ma il tutto mi è parso troppo esagerato. Anche la spossatezza che lui prova quando va a cercarla mi è sembrata completemente fuori luogo. Io non sono un medico, ci tengo a ribadirlo, e queste sono solo mie personali sensazioni. Ma io avrei trovato più verosimile il tutto senza la scena dello svenimento e tutta la parte del ricovero.
Visto che già ci sono, voglio spendere due parole per quello che è avvenuto nel ricovero, sullo scambio di battute. O questo capo non spicca per intelligenza o il tutto, ancora una volta, è surreale. Ti trovi davanti un ragazzo che per una vita ha difeso la madre, ha ucciso e rubato per lei, per tenerla al sicuro, e pensi che basterà dirgli di non farlo per evitare che vada a cercarla? Boh, la facilità con cui se ne va, mi ha perplesso.
Infine, l’ultimo pezzo, in cui penso che sia nuovamente il figlio di Davian a capo degli uomini che stanno per giungere… o forse no? Chi è quello che sta pedinando Rowen dopo il ritrovamento della madre? Potrebbe essere lui il figlio di Davian, ma mi pare troppo ritroso per esserlo, quindi credo che si prepari un nuovo risvolto su quel versante.
Per quanto riguarda i personaggi, finora Nerya sembra quella meglio caratterizzata, più completa. Forse perché il suo passato è quello che più di tutti è stato chiarito, forse perché vincente è stato mostrarci la scelta difficile che ha compiuto e il segreto che si porta dentro. Forse perché è il personaggio che più di tutti è pieno di chiari scuri impossibili da scernere tra di loro.
Anche Rowen sembra il tipo di personaggio che può piacermi. Non è un eroe, lo dici chiaramente nella sua introspezione, ma anche i suoi gesti lo dimostrano, a partire dalla determinazione che ha nel voler partire e abbandonare la città. Allo stesso tempo, però, è un personaggio di cuore: è vero che probabilmente il suo attaccamento alla madre è dovuto alla volontà di non voler restare solo, ma questo non può bastare per dargli la forza di occuparsi di un simile “peso” (e adesso sto ragionando in termini di vantaggi e svantaggi). Nerya è l’unica persona di cui si può fidare, in un certo senso, l’unica che lo ama, che gli ha dato qualcosa.
Quello che ho apprezzato, comunque, è quando perde la pazienza, il modo in cui la strattona, perché dice molto più dell’introspezione. Rowen in un certo senso è stanco, spaventato, e prova l’urgenza di scappare, ma è anche incapace di abbandonarla lì. Quella violenza sta a indicare il conflitto tra queste due forze che si muovono in lui, che in qualche modo lo imprigionano. Ed è l’impossibilità di pendere da un lato o dall’altro a renderlo tanto frustrato.
Passiamo alla parte più tecnica. Grammaticalmente non ho trovato nessun refuso, né ho visto un uso smodato dell'elisione come nel capitolo precedente. Quindi, su questo fronte ho poco, se niente, da dire. Solo dirti brava.
Per quanto riguarda lo stile, adesso che ho letto un capitolo più corposo, e che soprattutto segue già un primo capitolo che mi ha fatto assaggiare il tuo stile, ho potuto farmi un'idea più chiara dell'insieme. Riconfermo la mia prima impressione: scrivi bene, però trovo lo stile un po’ pesante a causa della sua linearità nel suo insieme, e si sente maggiormente in capitoli più corposi come questo. È uno stile prevalentemente di coordinate e, credo, basato principalmente su costrutti semplici, anche se lunghi, e poco vari. Questo rende un capitolo così lungo, fatto di scene così alternate (dinamiche, statiche, introspettive, dialogative) un po' monocorde. Quello che voglio dire è che manca, secondo me, l'espediente di figure retoriche, di quelli espedienti stilistici che danno carattere allo stile. Per esempio, frasi in evidenza per rendere i colpi di scena, l'uso di frasi brevi o nominale per variare l'impatto, omissione di articoli, metafore…
Anche il modo in cui strutturi il POV. Ricordi che nel prologo ti avevo detto che pensavo a un narratore POV ma che a un certo punto ho pensato a quello onnisciente? Ecco, credo che questo sia dovuto al fatto che il POV non subisce la completa immersione nel personaggio. Lo stile, e questo si ricollega al discorso qui sopra, non si piega, non si adatta alla pelle che lo ospita, ma rimane sopra le parti, sempre uguale. Anche l’introspezione è impersonale a tratti, come se fosse un narratore esterno a volerci mostrare cosa passa nella mente di Rowen in alcuni punti.
Tutto quello che sto cercando di dire, in definitiva, è che la storia è scritta bene… ma può bastare? Non voglio minimamente criticare o abbatterti, perché io in primis sto ancora cercando di imprimere carattere a ciò che scrivo, e so che più di creare personaggi e trama è questa la parte più difficile... e subdola, perché sembra come cercare di acchiappare l'aria. Quando pensi di averla imbottigliata di accorgi che il barattolo è quasi del tutto vuoto e molto sta ancora fuori dalla tua portata.
Non rompo oltre.
In sintesi, la trama deve ancora svolgersi e quindi non posso dare un parere, mentre il punto forte sono i personaggi, da ogni singola parte traspira il lavoro che ci sta dietro, la cura con cui hai creato il loro background. Mi manca un po' conoscere meglio questo mondo, che al momento non hai ancora veramente presentato. Per il resto, ho già espresso un parere.
A presto! |