Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/04/20, ore 19:37
Cap. 14:

Un altro capitolo... difficile.
Anche in questo caso, sei stata molto brava: l'espediente della deprivazione della vista è perfetto per terrorizzare chiunque. Ogni volta che mi imbatto in qualcosa di questo genere penso ad Alien, il primo che è uscito negli anni 70, che per me è in assoluto quello più spaventoso. Questo nonostante sicuramente non ci fosse la grafica al computer che usiamo adesso... Il non vedere tutto ciò che può uccidere, ma poter ascoltare i suoni, avvertire le presenze intorno a te, essere appena sfiorato... sono tutte cose che spaventano molto di più di un qualunque mostro, per quanto orribile possa essere. E quindi Rowen, essendo bendato, è costretto ad acuire tutti gli altri sensi, e il terrore arriva da ognuno di loro, ed è intensificato dalla mancanza della vista, che è un po' l'ultima barriera contro la perdita della sanità mentale.
Il confronto con Mano Insanguinata non è un vero e proprio confronto quindi. Rowen non può vederlo e quindi, per quanto si renda conto che è un uomo come lui, si trova in una posizione di tale assoggettamento che non ha altro che un'unica risposta da dare, e poi vuoto e paura.

Mi dispiace per Rowen, che cerca di sopravvivere nonostante non abbia nulla a cui tornare... perchè sopravvivere è tutto quello che ha fatto per la durata della sua breve vita. Mi dispiace perchè mi lascia un senso di enorme amarezza.

Rowen e Mano Insanguinata alla fine hanno molti parallelismi, e questo della sopravvivenza è sicuramente quello maggiore, anche se hanno avuto esperienze molto diverse.

La tua storia si sta sviluppando davvero molto molto bene, bravissima :)

Nuovo recensore
11/04/20, ore 23:24
Cap. 5:

Ciao cara!
Arrivo proprio all'ultimo, ma finalmente ce l'ho fatta *^*
Questo capitolo è stato un tripudio di introspezioni e dire che l'ho adorato è estremamente riduttivo.
Questa quiete apparente dopo quanto accaduto è stata assolutamente perfetta per rielaborare ciò che è successo e scavare fino in fondo nella mente dei personaggi.
Non a caso, il modo in cui interagiscono mi ha davvero conquistata, perché ognuno di loro ha le proprie motivazioni e non per forza sono quelle giuste, anzi, Mordhen stesso ne è consapevole, tanto per dire.
La sua parentela con Nerya in un primo momento mi ha sorpresa, ma grazie a ciò ho potuto ricollegare i pezzi: Nerya è la sua più grande contraddizione e con questo mi ricollego proprio a ciò che ho scritto prima.
Ecco perché Mordhen non vuole che muoia, nonostante le sue gravi condizioni e considerando il fatto che tenerla in vita – specie per un ipotetico risveglio futuro – si rivelerebbe altamente problematico per una situazione che è già problematica di suo.
Azzardo dicendo che se al posto di Nerya ci fosse stata una persona al di fuori del suo nucleo familiare, forse Mordhen non avrebbe esitato un attimo a rispondere allo stesso modo di August e agendo come ha intenzione di fare lui – Mordhen stesso ripensa al fatto che lui per primo aveva detto agli abitanti di Syrdin di non lasciarsi mai andare ai sentimentalismi, che la comunità nel suo insieme viene prima di ogni altra cosa per una questione di sopravvivenza e lui stesso è stato il primo, invece, a violare le sue stesse indicazioni una volta udito che sarebbe stato meglio uccidere Nerya e farla finita una volta per tutte.
Anzi, no, il primo che forse ha violato le sue stesse indicazioni penso sia stato Thoan che OMG, Eren Jaeger, sei tu?
Ti giuro, per certi aspetti mi ha ricordato proprio lui, quel “maledetto che ha fretta di morire”.
Dopotutto Thoan dice di aver agito in quel modo per far guadagnare tempo ai superstiti e okay, ci potrebbe anche stare, ma ti rendi conto contro chi hai a che fare?
L'esercito dei demoni sarà pur dimezzato, ma ci impiega un battito di ciglia a riformarsi, senza contare che hai mentito a Mano Insanguinata, non alla nonnina anziana del piano di sopra [?] – tanto per dire che è (sono) nella shit fino al collo, ecco.
Non ho scordato il fatto che Thoan ha agito così anche per Mordhen, è vero, infatti mi è dispiaciuto tantissimo leggere di come le loro strade si siano separate – o meglio, forse era già successo da tempo, ma nessuno dei due se ne era effettivamente accorto fino a quel momento così critico.
Il loro contrasto mi ha tolto il fiato, sembrano quasi le due facce della stessa medaglia che un tempo erano una cosa sola, ma mentre Thoan ha proseguito nelle sue convinzioni senza mai arrendersi, Mordhen è più riflessivo e consapevole e questa sua consapevolezza gli ha fatto capire di quanto in basso l'intera Syrdin si trovi.
Io spero davvero che abbiano modo di andare avanti ancora insieme, tornando a camminare uno accanto all'altro, perché vederli separati emotivamente e mentalmente pur essendo così vicini fisicamente fa davvero male.
Poi, come se tutto ciò non bastasse, c'è anche tutto il paragrafo dedicato a Mano Insanguinata.
E niente, io lo amo ogni giorno sempre più.
È un personaggio così oscuro e al contempo affascinante… senza contare che qualcosa, anche se in maniera talmente sfocata da sembrargli inesistente, la ricorda circa il suo passato.
Quello felice, quello che avrebbe dovuto continuare a vivere così come tutti i bambini del mondo.
Quello in cui ricorda vagamente dei gesti affettuosi da parte di una madre che non c'è più, ma che lui crede lo abbia abbandonato sparendo nel nulla, arrivando a provare odio nei suoi confronti.
Un passato in cui il nome di Rowen sotto sotto gli dice qualcosa, qualcosa che ancora deve scoprire – io qui ho sclerato di brutto, sappilo.
E soprattutto, Mano Insanguinata è consapevole che il modo in cui suo padre lo ha cresciuto è tutto ciò che c'è di sbagliato in questo mondo, che i figli vanno cresciuti in maniera completamente diversa e che lui non ha vissuto un'esistenza normale.
Questo è già un grandissimo passo avanti e un po' mi rincuora, a essere onesta.
Quindi adesso non mi resta che sperare in un primo incontro con Rowen pacifico, anche se penso sia più palese ritrovarmi la mia band del cuore che mi fa una serenata sotto casa in piena notte, quindi già mi preparo più o meno al peggio, rip.
Non vedo l'ora di proseguire nella lettura ^^
Complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Veterano
11/04/20, ore 21:07

Ciao, tesoro, ciao! Avrei voluto passare ieri, quando ho letto il capitolo, ma ma avevo a disposizione solo il cellulare e odio a morte recensire da lì, quindi ho slittato a stasera. 

Siamo tornati alla città sfigghy!! Ti avevo anticipato che ero davvero curiosa di sapere cosa stesse succedend, quale fosse stata la sorte di Nerya (ci tornerò) e di tutti gli abitanti di questo luogo così nero e sventurato. Non so perché, mi aspettavo un capitolo quasi di passaggio, invece credo di aver letto uno dei miei preferiti in assoluto finora. Mordhen mi affascinava parecchio come personaggio ma non avevo messo in conto che sarei finita per amarlo davvero! Ha seriamente brillato in questo capitolo e siamo venuti un po' più a conoscenza del suo passato, del rapporto complicato con la sorella, soprattutto. Sapevamo che da giovane era un'idealista, pieno di sogni di gloria e con infinite pressioni da parte del padre. Non biasimo del tutto questo aspetto del genitore, credo che all'epoca qualunque adulto avrebbe desiderato una professione sicura per un figlio, piuttosto che vederlo con la testa tra le nuvole a romanticizzare la vita del guerriero. Al tempo stesso, trovo che Nerya sia stata così egoista a togliergli la parola, a rinnegarlo solamente perché il fratello aveva grandi aspirazioni; aspirazioni subito schiacciate dalla cupa realtà di Syrdin, nonché dell'ingenuità di un giovane con troppi sogni e troppo distacco da ciò che davvero accade intorno a sé. Questa cosa mi parla anche all'anima, sinceramente, dal momento che l'ho vissuta un po' sulla mia pelle e ciò mi ha fatto capire che nella vita bisogna svegliarsi, prendere ciò che ci viene offerto e tentare di migliorarsi da lì. Un personaggio abbruttito dagli eventi, ancor prima della tragedia di Syrdin che lo ha -comprensibilmente- traumatizzato nel profondo. La scena in cui si congela sul posto in preda ai flashback è di una potenza unica e mi ha molto sorpreso, non me l'aspettavo. Un vero e proprio attacco da PTSD che di sicuro nessuno potrebbe diagnosticargli eppure è lì, sotto la pelle, i ricordi della distruzione della propria città che gli accavallano i pensieri, che lo immobilizzano, che lo spaventano. Il che mi fa sempre rimarcare il meraviglioso realismo dei tuoi personaggi <3 

Ora capisco il tuo odio per Thoan ed effettivamENTE CHE CAZZO FAI FIGLIOLO MA CHE TI DICE IL CERVELLO. Okayokay. Personalmente, tendo a essere impulsiva io stessa, molto spesso, e sono anche dell'idea che sia meglio avere una morte in battaglia piuttosto che vivere il resto della propria vita in catene -che poi, facile dirlo: l'istinto di sopravvivenza è pur sempre forte, nell'essere umano, lo vediamo con Rowen e lo vediamo anche qui con Mordhen. Purtroppo, questa è una scelta dettata maggiormente dalla stupidità che dal valore, perché nel secondo caso dovrebbe comunque esservi la percentuale di riuscita. Cosa OVVIAMENTE impossibile quando ci si rivolta contro una legione di Balor. 

Il mio personaggio preferito del capitolo, comunque, è Redivivo <3 La sua presenza si dimostra una vera e propria manna dal cielo nel salvataggio di quella testa calda di Thoan. 

La morte di Nerya, invece, mi puzza. Una parte di me vuole darla davvero per morta perché BOH sarebbe quasi strano sapere che si sia ripresa così in fretta tanto da costringere August a bere il veleno e poi darsi per dispersa. Tuttavia, decenni di serie tv mi hanno insegnato che se non vedo il cadavere ho il diritto a rimanere in dubbio per sempre. Ma anche se lo vedo, soprattutto quando mi parte il denial. Non so, ho come la sensazione che la parte di Nerya non sia ancora finita, in questa storia, a livello lineare... 

Ti mando un bacionissimo, come sempre <3 Scusa se per caso questa recensione è un sacco raffazzonata, ultimamente scrivo alla velocità della luce perché ho il terrore mi si spenga il computer da un momento all'altro. 

Recensore Master
10/04/20, ore 10:01
Cap. 13:

Ho letto il capitolo ieri sera prima di andare a dormire ed eccomi qui a recensire, finalmente.
L'impressione generale che mi è rimasta da questo capitolo è la fatica. Enorme, immensa, trascinata. La stanchezza e il dolore che hanno invaso il corpo di Mano Insanguinata si trasmette alla perfezione a chi legge. Credo che questo sia un tuo talento nella scrittura. Sei molto brava a dare un tono molto ben definito alla tua storia, e costruisci le frasi e le descrizioni in modo da rimanere sempre su quella nota.

In questo caso era davvero chiaro come lui si trascinasse e fosse stordito dalla sofferenza, tanto da avere vista e mente annebbiate... Mano Insanguinata è un essere umano, si, con le sue debolezze e con i suoi limiti, ma allo stesso tempo è fatto di pura forza di volontà. Si riesce a tenere su con quella, nonostante tutto quello che gli pesa sulle spalle. Non è certo stata facile la sua vita, costretto ad essere uno strumento che esegue e basta, che non chiede mai, che può e deve fare tutto anche se la sua natura umana gli concede solo parte della forza e del vigore che ha un demone. Eppure, in qualche modo, riesce a imporre questa sua volontà anche su di loro. A combattere contro di loro, mettendo a frutto ogni grammo del suo addestramento e di quello che gli hanno portato la paura e il dolore.

E' un personaggio che vale la pena di comprendere e approfondire, per conoscere quello che lo spinge sempre avanti e quello che gli permette di sopravvivere. Spero che il futuro gli riservi una vita più lieve, prima o poi.

Ad ogni modo è un sopravvissuto. Uno che nonostante tutto quello che la vita gli ha fatto (e il padre, e i demoni), è ancora qui per raccontarlo. Forse lui non si definisce tale, ma è un vincente.

Ci avviciniamo, lentamente, a una resa dei conti credo. Non vedo l'ora di leggerla!

Recensore Veterano
09/04/20, ore 14:40
Cap. 10:

Leggo sempre le citazioni che metti in testa al capitolo, per farmi un'idea di cosa sto per affrontare, e sappi che questa volta già con quelle due righe ho avuto un brivido, perché ho intuito che finalmente sarebbe comparso il ricettacolo di Kyr.
E la mia non era un'intuizione sbagliata.
Mi piacciono molto le atmosfere cupe che hai creato in questa storia, e il corridoio oscuro nel quale si ritrova Mano Insanguinata non appena Golgoth si trasporta con lui nel maniero del padre, con quelle torce la cui luce non riesce a penetrare l'oscurità, è stata una delle mie immagini preferite.
La marcia di questi due, demone e comandante, che si avvicinano al loro padrone, aveva un po' il sapore dell'ultima camminata di un condannato a morte, e mentre leggevo mi sono sentita in apprensione per loro (forse un po' più per Mano Insanguinata, che essendo umano è fisicamente più fragile di Golgoth).
Una cosa che ho apprezzato particolarmente è stata la presentazione di questo famoso ricettacolo di Kyr. Non lo vediamo, di lui sentiamo solo la voce e il respiro pesante, perché tutta la sua figura è avvolta in una sorta di malefica nebbia nera (immagine bellissima e scenografica). Questo fumo oscuro che lo circonda mi ha dato da pensare, è come se il corpo mortale di quest'uomo non riuscisse a contenere a dovere il potere della divinità, venendone contemporaneamente consumato e tenuto in vita. Sono curiosa di leggerne di più in seguito, perché sono sicura che c'è altro ad scoprire sul suo conto.
Comunque, il suo incontro con il figlio è stato terribile come temevo. Non solo non accetta variazioni al proprio piano, là dove un comandante ragionevole prevederebbe eventuali ritardi, ma è pronto a sfogarsi su chiunque senza distinzioni - basti vedere come si sfoghi su Golgoth prima di accanirsi su Mano Insanguinata.
Ho trovato molto triste, eppure perfettamente comprensibile, il pensiero di quest'ultimo quando è convinto che verrà strangolato a morte. Concludere una vita di sole sofferenze è per lui una liberazione, più che una condanna, e il ricettacolo deve saperlo bene, perché non gli concede la morte (almeno non ora, finché può continuare ad essergli utile).
Ammetto che per un attimo, durante la punizione che veniva inflitta a Mano Insanguinata, ho temuto che fosse stato danneggiato più del dovuto. Questo personaggio è crudele, orribile, ma non riesco a non provare simpatia per lui.
Sono stata sollevata quando ho scoperto che era sì svenuto, ma senza riportare danni fisici gravi.
Mi è piaciuta quell'ultima scena tra lui e Golgoth. Il gesto del Balor, che sembra inizialmente volerlo aiutare a sorreggersi in piedi prima di ripensarci, mi ha dato da pensare che ormai il demone lo consideri diversamente da un tempo. Non dico con affetto, perché lo trovo un po' improbabile, ma con un certo rispetto, quello sì.
Questa storia mi sta piacendo sempre di più a ogni capitolo; non posso che farti i miei complimenti per come la stai gestendo, perché merita davvero tanto.
Alla prossima!

Recensore Junior
08/04/20, ore 16:29
Cap. 2:

In primo luogo, devo dire che ti sei proprio messa d'impegno per far risultare la figura di Nerya sufficientemente fastidiosa. Ovviamente, viene spontaneo parteggiare per Rowen, per la sua causa e la sua ben maggior razionalità (e senno), ancora una volta ostacolato dalla madre - che deve avergli appesantito già abbastanza la vita.
Sarà, un po' ci rivedo il rapporto conflittuale che avevo con mia madre nella tarda adolescenza: immenso era il bene che le volevo, ma di quanta pesantezza mi ha caricata...!

Nella mia testa, poi, ho interpretato la sua spossatezza, quella per la quale sviene, non tanto come legata al dolore fisico provato per il morso della madre all'orecchio quanto, piuttosto, al dolore che lei - quasi inconsapevole - continua a infliggergli; quasi come se a un certo punto gli si sia abbandonato, ormai troppo stremato e senza forze.

Confesso di aver provato un generale senso di pena nei confronti di Rowen, mi sono sentita sola per lui, nella sua situazione, di fronte a un Mordhen che non ha empatia nei suoi confronti - cosa magari giustificata, visto il suo discorso su "le morti imprevedibili vanno accettate, quelle prevedibili evitate", ma questo non cambia che io, invece, lo abbia fatto. La madre, per quanto non una delle migliori madri del mondo, resta comunque l'unica famiglia rimastagli, resta la persona che lo ha cresciuto e quella a cui vuole bene ed ora non sa se sia morta.

Alla fine Rowen decide di non seguire il consiglio/indicazione datagli da Mordhen e parte alla ricerca della madre. Ricerca che mi ha totalmente coinvolto in ogni passaggio. Tutto intorno gli è ostile, non solo l' "amico", ma proprio tutto - è distrutto, stanco, dolorante, e piove, dio quanto piove, lo sguardo è offuscato, il vento muove gli alberi i cui rami lo graffiano... la natura gli rema apertamente contro. Non gli resta altro che urlare, quasi in preda alla disperazione per impedire di vedersi costretto alla rassegnazione.
Questa specie di "corsa-ricerca" all'interno della foresta, questa scena cupa - perché cupo era lui, oltreché l'ambiente circostante - mi ha decisamente fatto tornare a mente il momento in cui Biancaneve fugge dal cacciatore. Potrà sembrare una cazzata e probabilmente un paragone inadatto, ma il ricordo che conservo di quella scena rimane tutt'oggi quello di una bambina che la guarda quando aveva a malapena 5 anni - quindi non è sicuramente un ricordo proprio "positivo", ma anzi: resta una scena decisamente ansiogena.

L'ho letta d'un fiato quella scena, sentendo io stessa il bisogno di arrivare in fondo e sperando per lui che trovasse ciò che cercava. Così è accaduto. La madre forse stava peggio di quello che si sarebbe augurato, ma almeno era ancora viva; peccato che per cercarla si sia del tutto disorientato tra i fitti alberi e la tempesta che lo sovrastava.
Inutile sottolineare il mio aver pensato ancora una volta "mai-una-gioia per quest'uomo" al "Qualcuno, nel sottobosco umido e gelido, lo stava seguendo.", ma d'altronde ci sta, no? In fondo la sfiga non è che un modo per mettere un po' di brio e un po' di pepe nelle vicende che riguardano i nostri cari personaggi, no? ahaha Povero, vorrei dire che mi dispiace per lui, ma non sarebbe vero, anzi, questa situazione scomoda in cui presumibilmente si trova mi eccita alquanto all'idea. (e sto prendendo appunti man a mano che leggo, quindi ciaus: vado a leggere l'ultima parte eheh)

Oh, qua finalmente rivediamo il figlio di Davian e sembra non presagire nulla di buono, capisco ancor di più perché Rowen volesse abbandonare la città, direi. Aspetto in gloria il momento dell'incontro tra i due.
Per altro, ragazza, riguardo le tue noti finali: capisco che spesso - in qualità di scrittrici o candidate tali - ci sia spesso quel senso di insoddisfazione rispetto a un dato scritto, ma ti dirò: a me questo primo capitolo è piaciuto davvero molto!

Al prossimo,
Bongi

(madonna ho l'impressione d'aver scritto un poema, maledetto dono della sintesi, quello sconosciuto, ops)

Recensore Master
07/04/20, ore 11:03
Cap. 11:

Buongiorno <3
Finalmente si torna a vedere come va la situazione per Rowen e gli altri prigionieri fuggiti. Mi fa piacere rivedere anche i prigionieri, ancora, perché li avevi da subito caratterizzati molto bene, avevano già iniziato a essere dei personaggi a tutto tondo e non ero ancora pronta ad abbandonarli con la fuga. Ma per fortuna non è successo e anzi, abbiamo modo di vederli collaborare ancora per un po'... davvero per poco, eh, visto che da come è finito il capitolo non penso che avremo modo di vederli di nuovo, comunque, vado con ordine come al solito. Secondo me formano un'ottima squadra, almeno finché rimangono tutti uniti. Wes è stato adorabile a dare a Rowen quelle foglie per farlo stare meglio, ed ecco che sparita l'emicrania ritorna lucido e consapevole del pericolo. Mi piace il suo essere sempre così sospettoso, Rowen non è il tipo che dà fiducia al primo che passa, né che si ferma a salvare qualcuno in pericolo se non lo conosce affatto. Intanto Wes è un po' il curatore della situazione, dopo aver dato un rimedio a Rowen rimette al suo posto la spalla di Kayle. 
Poi si passa ai demoni, che sono un sacco interessanti. Vorja è così crudele e demoniaco che mi piace e al tempo stesso non mi piace. Amo i personaggi cattivi, ma lui non sembra amare particolarmente Mano insanguinata e si compiace della sofferenza che Davian gli ha inflitto per aver fallito la missione - quando oltretutto non è stata nemmeno colpa sua e di Golgoth, poveri. Oltretutto ora Davian ha dato a lui il compito di trovare Rowen e... No! Io volevo lo trovasse Mano insanguinata :'c
L'ultima parte del capitolo mi ha messo troppa ansia per diversi aspetti della faccenda. A prescindere pare che siano tutti spacciati, sia per il freddo, sia per l'assenza di cibo, sia per la distanza fino alla prossima città - che non gli permetterebbe nemmeno di entrare, almeno non a tutti. Ci si mette pure quel dannato demone che inizia ad abbattere alberi e ad avvicinarsi a loro con incredibile velocità.
La paura evidente di Arys mi ha spezzato il cuore, mi ha fatto tenerezza, spero che almeno lei e suo fratello riescano a sopravvivere; non penso corrano pericoli con il Balor, perché è Rowen che sta cercando. E devo ammettere che non mi aspettavo che alla fine il Balor riuscisse a prenderlo, è riuscito a cavarsela così a lungo che pensavo non l'avrebbero più fregato. E invece. Mi causa troppa tristezza vederlo perdere i sensi così, senza nemmeno sapere cosa diavolo potrebbe volere da lui il ricettacolo di Kyr, senza capire effettivamente la situazione.
La bella notizia però è che l'incontro con Mano insanguinata è alle porte. AHHH, non vedo l'ora, devo proprio dirtelo. Ho l'hype alle stelle, è da una vita che aspetto questo incontro e al tempo stesso tremo. Questa storia mi causa un sacco di emozioni contrastanti. 
Ho davvero amato questo capitolo e ti rifaccio i complimenti per la scrittura sempre impeccabile **
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
06/04/20, ore 15:39
Cap. 2:

Ciao.
Sono in tremendo ritardo, e me ne rendo conto, ma prima non ho potuto >.<
Credo di dover fare una premessa. Sto ragionando in termini di “libro”, non di semplice storia su un sito, è la mia abitudine più fastidiosa, temo. Quindi, il mio commento va letto seguendo quest’ottica. Iniziamo.

Avevo lasciato il bambino che Nerya aveva "scambiato" in cambio della vita sua e di suo figlio che si prestava a partire per una missione affidatagli dal padre, mentre Rowen aveva deciso di fuggire dal villaggio in cui era cresciuto insieme alla madre proprio per evitare di morire, saputo l'arrivo dei Razziatori.
Il capitolo che sto leggendo si riallaccia in maniera molto sequenziale a quello precedente, e avanza in maniera lenta, direi quasi statica, in questo mondo.
Quasi tutto il capitolo è occupato dal tentativo di Rowen di lasciare Syrdin.
Confesso - ed è stato una specie di mantra per tutto il capitolo - che non ho saputo scendere a patti con tutta la scena madre, ovvero la ferita di Rowen.
Ora, io non ho mai subito una simile mutilazione, e sono dell'idea che a volte nei fantasy uomini feriti gravemente sembrano stare miracolosamente bene manco fossero tutti Achille, ma ho trovato comunque esagerato lo svenimento… e il sangue. Il fatto che poi subisca danni momentanei all'udito mi ha stonato. Certo, il dolore può momentaneamente debilitare i sensi, e so che una mutilazione all’orecchio è MOLTO dolorosa, ma il tutto mi è parso troppo esagerato. Anche la spossatezza che lui prova quando va a cercarla mi è sembrata completemente fuori luogo. Io non sono un medico, ci tengo a ribadirlo, e queste sono solo mie personali sensazioni. Ma io avrei trovato più verosimile il tutto senza la scena dello svenimento e tutta la parte del ricovero.
Visto che già ci sono, voglio spendere due parole per quello che è avvenuto nel ricovero, sullo scambio di battute. O questo capo non spicca per intelligenza o il tutto, ancora una volta, è surreale. Ti trovi davanti un ragazzo che per una vita ha difeso la madre, ha ucciso e rubato per lei, per tenerla al sicuro, e pensi che basterà dirgli di non farlo per evitare che vada a cercarla? Boh, la facilità con cui se ne va, mi ha perplesso.
Infine, l’ultimo pezzo, in cui penso che sia nuovamente il figlio di Davian a capo degli uomini che stanno per giungere… o forse no? Chi è quello che sta pedinando Rowen dopo il ritrovamento della madre? Potrebbe essere lui il figlio di Davian, ma mi pare troppo ritroso per esserlo, quindi credo che si prepari un nuovo risvolto su quel versante.

Per quanto riguarda i personaggi, finora Nerya sembra quella meglio caratterizzata, più completa. Forse perché il suo passato è quello che più di tutti è stato chiarito, forse perché vincente è stato mostrarci la scelta difficile che ha compiuto e il segreto che si porta dentro. Forse perché è il personaggio che più di tutti è pieno di chiari scuri impossibili da scernere tra di loro.
Anche Rowen sembra il tipo di personaggio che può piacermi. Non è un eroe, lo dici chiaramente nella sua introspezione, ma anche i suoi gesti lo dimostrano, a partire dalla determinazione che ha nel voler partire e abbandonare la città. Allo stesso tempo, però, è un personaggio di cuore: è vero che probabilmente il suo attaccamento alla madre è dovuto alla volontà di non voler restare solo, ma questo non può bastare per dargli la forza di occuparsi di un simile “peso” (e adesso sto ragionando in termini di vantaggi e svantaggi). Nerya è l’unica persona di cui si può fidare, in un certo senso, l’unica che lo ama, che gli ha dato qualcosa.
Quello che ho apprezzato, comunque, è quando perde la pazienza, il modo in cui la strattona, perché dice molto più dell’introspezione. Rowen in un certo senso è stanco, spaventato, e prova l’urgenza di scappare, ma è anche incapace di abbandonarla lì. Quella violenza sta a indicare il conflitto tra queste due forze che si muovono in lui, che in qualche modo lo imprigionano. Ed è l’impossibilità di pendere da un lato o dall’altro a renderlo tanto frustrato.

Passiamo alla parte più tecnica. Grammaticalmente non ho trovato nessun refuso, né ho visto un uso smodato dell'elisione come nel capitolo precedente. Quindi, su questo fronte ho poco, se niente, da dire. Solo dirti brava.
Per quanto riguarda lo stile, adesso che ho letto un capitolo più corposo, e che soprattutto segue già un primo capitolo che mi ha fatto assaggiare il tuo stile, ho potuto farmi un'idea più chiara dell'insieme. Riconfermo la mia prima impressione: scrivi bene, però trovo lo stile un po’ pesante a causa della sua linearità nel suo insieme, e si sente maggiormente in capitoli più corposi come questo. È uno stile prevalentemente di coordinate e, credo, basato principalmente su costrutti semplici, anche se lunghi, e poco vari. Questo rende un capitolo così lungo, fatto di scene così alternate (dinamiche, statiche, introspettive, dialogative) un po' monocorde. Quello che voglio dire è che manca, secondo me, l'espediente di figure retoriche, di quelli espedienti stilistici che danno carattere allo stile. Per esempio, frasi in evidenza per rendere i colpi di scena, l'uso di frasi brevi o nominale per variare l'impatto, omissione di articoli, metafore…
Anche il modo in cui strutturi il POV. Ricordi che nel prologo ti avevo detto che pensavo a un narratore POV ma che a un certo punto ho pensato a quello onnisciente? Ecco, credo che questo sia dovuto al fatto che il POV non subisce la completa immersione nel personaggio. Lo stile, e questo si ricollega al discorso qui sopra, non si piega, non si adatta alla pelle che lo ospita, ma rimane sopra le parti, sempre uguale. Anche l’introspezione è impersonale a tratti, come se fosse un narratore esterno a volerci mostrare cosa passa nella mente di Rowen in alcuni punti.
Tutto quello che sto cercando di dire, in definitiva, è che la storia è scritta bene… ma può bastare? Non voglio minimamente criticare o abbatterti, perché io in primis sto ancora cercando di imprimere carattere a ciò che scrivo, e so che più di creare personaggi e trama è questa la parte più difficile... e subdola, perché sembra come cercare di acchiappare l'aria. Quando pensi di averla imbottigliata di accorgi che il barattolo è quasi del tutto vuoto e molto sta ancora fuori dalla tua portata.

Non rompo oltre.
In sintesi, la trama deve ancora svolgersi e quindi non posso dare un parere, mentre il punto forte sono i personaggi, da ogni singola parte traspira il lavoro che ci sta dietro, la cura con cui hai creato il loro background. Mi manca un po' conoscere meglio questo mondo, che al momento non hai ancora veramente presentato. Per il resto, ho già espresso un parere.
A presto!

Recensore Master
06/04/20, ore 14:22

E invece sono contenta di aver letto di Syrdin. Mi aspettavo che questo capitolo fosse su Rowen o sull'incontro fra Rowen e Mano (anche se non credo perché Mano è appena stato convocato da suo padre e penso che la ricerca di Rowen sarà una cosa lunga, quel ragazzo si sa nascondere bene nella foresta). Invece era su Syrdin e va bene così, perché c'erano delle questioni irrisolte lì. Come sai, Mordhen mi piace come personaggio, e mi piace vedere che nonostante già in passato abbia dovuto scendere a compromessi (si capiva già prima di questo capitolo), adesso stia riuscendo a scendere *ancora più in basso*. Ok, da ragazzino voleva fare l'eroe ed è finito a fare il fabbro. Poi da fabbro è finito a fare *quello che si interfaccia con i demoni, facendo da pseudo-sceriffo di una città in rovina*, ma almeno, anche se lui stesso non si riconosceva questo merito, quella era ancora una forma di interesse verso la città. Ok diciamo che non era un eroe, era quasi un niente, ma era un niente con delle responsabilità. Adesso scende ulteriormente la china dell'egoismo e scappa per salvare il suo unico amico e sé stesso. Vedo molto di Rowen in lui.
E' stato molto interessante poter fare un tuffo nel suo passato e vedere come aveva scelto di condurre la sua vita quando ancora c'era la possibilità di vivere in modo normale. Aveva scelto di non fare il vasaio, e io non lo biasimo per questo. Noi, gente del 2020, capiamo (o comunque pensiamo) che ognuno abbia il diritto di scegliere la propria carriera, ma all'epoca le cose erano diverse, un padre vasaio sicuramente voleva tramandare la professione al figlio. Forse voler fare l'eroe era un'idea infantile e stupida, ma sai cosa, almeno ci ha provato. E' finito a fare una professione normale, non il vasaio ma il fabbro, quindi non è uscito troppo dal seminato della "vita da popolano", però ci ha provato. Come avrebbe vissuto quegli anni di pace, se avesse scelto di non provarci nemmeno? Io penso che avrebbe vissuto comunque nel rimorso e nella frustrazione. Insomma non se ne scappa.
Trovo che Neyra sia stata egoista. Ok era piccola, ma poi è cresciuta. Perché nemmeno da adulta ha capito che suo fratello aveva il diritto di farsi la sua vita? Neanche fosse andato a stare dall'altra parte del mondo poi...
Mi dispiace che lei sia morta prima di poter fare pace con Mordhen, ma comunque negli ultimi anni era impazzita, non avrebbe avuto modo di farlo comunque.
Io però... noto che Mordhen non ha guardato il suo cadavere. Non so se fosse lì, implicitamente, e se la sua assenza sarebbe stata descritta, oppure se il suo cadavere avrebbe dovuto essere in un'altra stanza rispetto al guaritore e Mordhen non abbia avuto il cuore di andare a controllare. Perché nel secondo caso, magari lei non è morta. Magari si è svegliata all'ultimo, ha lottato per la propria vita e ha costretto il guaritore a bere il veleno e poi è fuggita. Lo so, è molto molto molto improbabile, ma non si sa mai, io sono una di quelle che "finché non viene descritto il cadavere, quella persona potrebbe essere viva".

Ora, Thoan. Si conferma la mia convinzione: è un completo idiota. Quelli sono balor coglione, demoni potentissimi! Che pensi di fare con il tuo forcone e la tua spada vecchia come il cucco??? Ok questa rivolta è servita a una cosa: a dare alle persone una morte rapida. Forse è stato anche meglio. Ed è servita a far divertire i demoni, che essendosi sfogati ora forse avranno meno frustrazione da riversare sui sopravvissuti, e quindi forse le torture sui sopravvissuti dureranno meno. Ah, sempre che ci siano dei sopravvissuti.
Comunque, egoisticamente: tutte le persone a Syrdin che conoscevamo per nome sono morte o fuggite, quindi possiamo salire su Redivivo con Mordhen e abbandonarci questa città alle spalle senza altre questioni irrisolte, per questo dico che questo capitolo è utile ed è stato un bene piazzarlo in questo punto della storia.

Ora mi chiedo che accadrà a Mordhen, e mi chiedo se Thoan sopravviverà, se riuciranno a raggiungere un'altra città... Thoan non mi interessa di per sé, ma mi interessa perché Mordhen ha bisogno di lui. E spero DAVVERO che questa sonora e dolorosa sconfitta gli abbia insegnato un po' di fottuto buonsenso.

Mi chiedo anche cosa stia accadendo nel frattempo a Rowen e a Mano!

Recensore Master
04/04/20, ore 18:33
Cap. 14:

Tesoro eccomi, eccomi!
Perdona il ritardo, sul serio, speravo di far prima e invece... non ho giustificazioni, ma infine eccomi qua **
HO ASPETTATO QUESTO CAPITOLO PRATICAMENTE DA ERE, e tu me lo sbatti in faccia così; ma non contenta prima mi butti Rowen in una cella e lo fai soffrire in modo indiretto: gli fai ascoltare torture, urla, rumori di ossa rotte, grugniti famelici ma sembra sempre che non tocchi mai a lui. Sembra sempre che il suo turno sia solo un'agonia fatta di paura di morire e il desiderare di farlo, per porre fine alle proprie sofferenze. Può fare affidamento solamente al suo udito che per fortuna è affinato dal suo essere un cacciatore, ma è anche motivo di grosse paura. Rowen non vuole morire, non ne ha intenzione; è giovane, una vita davanti, delle abilità innate ma, dopotutto, è solo al mondo. Ritrovarsi in una cella dove i rumori sono la tua unica compagnia e dove questi, a volte, diventano il tuo peggiore incubo, devono causare nella mente umana un mosaico troppo vasto di pensieri, che vanno da quello che possiamo meritarci e quello che no. La vita è una di queste cose?
Eppure l'incontro con il Balor e la consapevolezza che incontrerà il temuto figlio del Ricettacolo, svegliano ancora una volta quella voglia di vivere, quella paura di scivolare via da quel mondo troppo presto, fin troppo consapevole di ciò e di chi ha davanti.

Ecco perché aspettavo da tanto questo incontro, perché essere il figlio del Ricettacolo di Kir significa dare una certa impressione, avere una certa reputazione, un'immagine distorta del proprio essere, che infine si rivela umano, ed è questo a stupire di più Rowen, che le sue aspettative – che lo hanno annichilito, impaurito, terrorizzato a tal punto da urlare, sono crollate. Mano Insanguinata è umano, anche se parla di "voi umani"; ha una voce che forse non ne lascia intendere alcuna bontà, ma non è demoniaca, è calda, morbida, riconoscibile.
Dunque cos'altro potevo chiedere se non un faccia a faccia così? Che vede Mano fin troppo consapevole di ciò che sta accadendo e Rowen ignaro di tutto, stupito, deluso da ciò che ha appreso perché hanno vissuto nella menzogna che i maghi fossero lì, con loro, a proteggerli, forse pronti a dar loro una mano e invece no. E questo lo calma, quasi. Lo fa vacillare. Lo fa arrabbiare a tal punto da iniziare a meditare altri pensieri, altri obiettivi, mossi dalla delusione.
E Mano vuole sapere, disposto però a mettere in atto la sua crudele e temibile calma, per ottenere le informazioni che cerca. Infomrazioni che Rowen non ha e che ora deve fare i conti anche sulle proprie sicurezze che sono state buttate giù come un castello di carte dopo una folata di vento.
Ne voglio ancora, per favore. Mi dia un'altro chilo di capitolo e di loro, please ç_ç Aggiorna presto, che DEVO sapere, devo sapere! DEVO SAPERE! HO AMATO QUESTO CAPITOLO ♥
A presto (è una minaccia)
Miry ♥

Recensore Master
04/04/20, ore 11:09
Cap. 13:

Ciao ^^
Eccomi a leggere, con un terribile ritardo, questo capitolo dedicato a Mano e pieno d'azione.
L'incontro con quella personcina amorevole di suo padre lo ha lasciato dolorante e pieno di ferite, ma nonostante ciò Mano vuole - o meglio deve - portare a termine la sua missione senza lamentarsi.
Mi è piaciuto il fatto che Golgoth ogni tanto abbia rallentanto il passo, pensando anche di fermarsi, notando che il ragazzo stava male. Non ricordo se te l'ho già detto, ma Golgoth mi piace molto e credo che in fondo non sia nemmeno così cattivo (per essere un demone, ovviamente XD)
Mi è piaciuto molto il ricordo di Mano su quel fatidico giorno in cui è stato catturato dai demoni: non ricorda niente di ciò che c'era prima, tipo Nerya o Rowen, ma la prima immagine nitida nella sua mente sono le fiamme di Golgoth e lui che lo colpisce per portarlo via (un ricordo solo felice ovviamente non si può avere XD)
L'azione l'ha fatta da padrone in questo capitolo e mi sono piaciute molto le tue descrizioni dello scontro tra Mano e gli altri demoni. Mano è un abile combattente e si è mosso molto bene, nonostante le ferite che aveva riportato. Sarei molto curiosa di vederlo combattere al massimo delle forze, probabilmente non sconfiggerebbe tanti nemici contemporaneamente come Golgoth, ma di certo concluderebbe gli scontri in pochissimo tempo.
Il Draugr ha fatto un mezzo spoiler dicendo che Mano sarebbe diventato un traditore, ma in effetti è una cosa che, almeno io, penso dall'inizio. Che poi essere un traditore nel suo caso significherebbe allontanarsi da un pessimo padre e trovare un po' di pace e serenità nella sua vita, quindi sarebbe un tradimento più che giusto XD
Vorjah non mi piace molto, ma ha portato Rowen dal ricettacolo di Kyr, permettendogli involontariamente di incontrare Mano, perciò ha guadagnato qualche punto di apprezzamento ;)
Ormai è ufficiale che nel prossimo capitolo i due ragazzi si incotreranno *fa salti di gioia* e io non vedo l'ora di leggerlo ❤ Ma tu hai parlato anche di un capitolo scritto dal punto di vista di Golgoth e sono davvero curiosa di leggere anche quello ^^
A presto quindi ^^ Stammi bene!
Baci, pampa

Recensore Master
04/04/20, ore 09:21
Cap. 14:

MUAHAHHAHAHAHAH! Eccomi qui, mia cara, a gongolare come non mai (ma penso tu lo immaginassi) nel leggere le prime righe della storia che vedono Rowen languire in preda alla frustrazione e alla rabbia e al dolore: se lo merita, tutto u.u
Comunque, mi ricompongo e arrivo.
Ho adorato il tuo accompagnarmi passo per passo alla riscoperta dei sensi con Rowen: sei stata bravissima. Il gusto, l'udito, la vista...mi sono trovata ad essere Rowen e a prendere di nuovo coscienza del corpo. Hai fatto un lavoro perfetto, per quanto mi riguarda. Il clima di terrore che dipingi è meraviglioso nel suo orrore e - preparati e segna, perchè non sentirai mai più parole simili - un po' mi dispiace per Rowen, perchè sì è un infame, uno schifoso verme strisciante, ma la paura dell'ignoto, di ciò che non si conosce, non si può vedere o toccare o sentire...beh, quel tipo di paura che ti entra nelle ossa e ti porta - più o meno velocemente - alla follia io non lo augurerei neanche al mio peggior nemico.
E poi finalmente l'incontro tra Mano Insanguinata e Rowen, il mio personaggio preferito e quello che odio di più, accomunati, in quel posto in cui l'umanità è irrimediabilmente persa, da un briciolo che permane e che si mostra nel loro non essere totalmente impermeabili ai sentimenti: Rowen ha paura, si sente tradito dai Maghi, è ferito e prigionieri; Mano Insanguinata è frustrato, ma la strategia che impone a Rowen è, secondo me, la più giusta.
Voglio proprio vedere come andrà a finire lo scontro tra i due, perchè per i profili che hai delineato per loro io mi aspetto uno scontro interessante ecco.
Oltre ai complimenti per lo stile e per la storia, oltre a renderti di nuovo noto quanto io adori questa tua storia e farti presente l'ansia con cui aspetto gli aggiornamenti, aggiungo che non sei mai scontata e che le tue descrizioni dell'orrore sono sempre ben equilibrate, ottenendo risultati perfetti.
A presto tesoro e tanti baci,
L.

Recensore Master
03/04/20, ore 20:13
Cap. 14:

Eccomi qui!
In questo capitolo avviene il tanto atteso primo incontro tra il nostro protagonista non-così-impavido e il generale delle forze del male in persona. In poche parole, la versione fantasy del primo incontro tra Vader e la Princpessa Leia, paragone che mi sorge spontaneo a causa dell'ambientazione e della dinamica tra i due personaggi coinvolti.
Non che Rown si dimostri arguto e spavaldo quanto Leia, al contrario. E più che disposto ad acconsentire senza problemi alle richieste di Mano Insanguinata, e rispondere alle sue domande senza un briciolo di vergogna. Del resto, ormai è ciò che mi aspetto da lui, motivo per cui la cosa non mi ha sorpreso nel minimo.
Ma ovviamente la vita non può mai essere semplice in questo universo letterario, e infatti Mano Insanguinata non crede ad una sola parola...nonostante tutto quello che gli abbia detto Rowen è la pura verità. Quale ironia.
E mi aspetto che le torture del ragazzo siano appena cominciate, a giudicare dalle urla che ha udito in precedenze.
Parlando proprio di queste, la prigione è stata descritta magnificamente, presentataci come un luogo privo di alcuna speranza, un vero inferno in terra in cui il dolore e la miseria la fanno da padroni, senza la benchè minima eccezione. Sembrava quasi di essere ad Azkaban...ma 1000 volte peggio, e considerando chi è il proprietario la cosa non mi sorprende affatto.
Non vedo l'ora di leggere il proseguo dell'interrogatorio!

Recensore Master
02/04/20, ore 22:29
Cap. 14:

Ma mia carissima Dark Sider! **
Ma da quanto aspettavo questo momento?? Finalmente ci siamo! Non era un capitolo semplice, questo. Le informazioni in mano a quel tonto di Rowen – perché è tonto: Rowenuccio, bello de casa, forse non hai capito; a Manuccia non servi a niente se non sai dove stanno ‘sti maledetti maghi, quindi inventati qualcosa e guadagna tempo. Ammetto che questo è un atteggiamento molto simile a un certo personaggio il cui nome ricorda un antidolorifico, ma tant’è. Hai descritto le sensazioni tattili di Rowen e il suo disagio benissimo e credo che il suo comportamento sia dovuto anche al suo background personale. I rapporti di Rowen erano limitati a uno zio con cui neanche sa di essere imparentato e a una madre priva di senno. È bravissimo a cacciare e infatti definisce subito molto bene il suo status di preda, tra l’altro accorgendosi dell’inumanità e della brutalità collettive che agitano le carceri del Ricettacolo, ma per esempio non riesce a essere abbastanza lucido da interpretare Mano Insanguinata. Distingue le fauci che masticano, ma non riesce a cogliere l’informazione che gli salverà la vita. E in verità è talmente terrorizzato da non chiedersi nemmeno come sfuggire al figlio del tiranno.

Mi è piaciuta questa reazione perché Rowen al contrario di Mano è un ragazzo tutto sommato comune e la sua disperazione è quella che proverebbe chiunque di noi. Pur essendo il protagonista riesce a non eccellere, anche in virtù della scarsissima quantità di informazioni attualmente in suo possesso. Bellissimo che il Balor, per paradosso, presenza percepita, ma non vista, faccia meno terrore di Mano: costui è interessante perché ai modi spicci che noi ben conosciamo unisce tratti squisitamente umani – la voce piacevole – nonché, lui sì, una più profonda conoscenza della vita e dell’uomo. Torturare significa non essere certi di ottenere la verità. Pur di evitare il dolore un innocente o un ignavo confesserebbe la qualunque; la lenta privazione di acqua e cibo, invece, ben gestita, può portare a un lento abbassamento delle proprie difese (o all’elaborazione di una strategia che, nel lungo termine, possa portare Rowen fuori di lì). Sempre scritta in maniera magnifica e incalzante, questa storia mi fa venire voglia di averne ancora, quindi per favore: aggiornala presto.
Aspettavo tanto di vedere questo primo incontro tra Mano e Rowen e, come avrai capito, mi è piaciuto infinitamente **! Buona quarantena, mia cara, e grazie per questa bellissima storia **
Un abbraccio e a presto,
Shilyss :*

Recensore Junior
02/04/20, ore 17:23
Cap. 1:

Eccomi finalmente qua.

Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo racconto, ma mi ha subito affascinata fin dalle prime righe. Che malinconia la consapevolezza vaga e intangibile di una vita lontana e diversa, un ricordo che pian piano scompare e lascia spazio solo al dolore, al buoi e all'amarezza.
E che infanzia pesante e dura deve aver avuto questo ragazzo...!

Leggendo, ciò che maggiormente prende la mia attenzione è l'accuratezza che hai utilizzato nel fornirci tutti i dettagli necessari al fine di meglio comprendere il contesto all'interno del quale ci muoviamo. E proprio in questo contesto appare la figura di Nerya e di lei ci spieghi fin da subito le ragioni dei suoi mali e delle sue angosce e di come, proprio come il più comune degli individui, non riesca a non riversare la sua rabbia, rancore e dispiacere sul piccolo figlio di Rhiain e Davian. Come biasimarla.

Non una gioia ci viene concessa in questo capitolo, che altro non è se non un susseguirsi a ritmo sostenuto di brutte notizie e speranze che non fanno in tempo ad essere credute che già son costrette a sgretolarsi.
Non so bene cosa pensare del suo comportamento dopo, afflitta dalla pena nei confronti di una madre che vuole unicamente salvare il suo bambino appena nato e una donna che per quello scopo è disposta a sacrificare il nipote, inconsapevole che quel gesto l'avrebbe perseguitata per gli anni a venire e cambiata irrimediabilmente.
Ho trovato molto umana la descrizione che le hai riservato della sua reazione, del suo comportamento, del suo dolore.

Come prevedibile, poi, la ritroviamo: sono passati 18 anni e quel dolore è ancora là, vivido come il primo giorno. Solo che lei è diversa: è come assorta, come se ormai fosse divenuta l'ombra di se stessa. Mi ha fatto un po' pena. Riesco a comprendere come il suo gesto non sia qualcosa di umanamente sostenibile perché, come hai scritto, "u quello il momento in cui l’anima e la mente di Nerya si ruppero in un milione di piccoli pezzi, distruggendo la persona che era".
E questo è perfettamente reso, anche nella diversità con cui la rivediamo adesso.

Non possiamo che pensarla come Rowen: chissà come doveva essere la città prima dell'attacco, prima...

Un'altra cosa che ho pensato nel leggere, fin dall'inizio, è stata che ero curiosa di sapere a cosa tu ti fossi ispirata per i vari esseri/mitologie citate qua, essendo che alcuni mi avevano fatto venire in mente e ricordato qualcosa. E' stato tipo "woo, figata!" arrivare in fondo e vedermeli tutti scritti là. Molto molto soddisfacente!

Spero di andare avanti presto,
Bongi