Carissima, perdona l’incredibile ritardo. Stavolta ho fatto davvero il colpo, anche se, ti assicuro che posso dire, solo per questo giro, di avere un ottimo motivo.
Ma immergiamoci dentro l’atmosfera nera della tua affascinante ed originalissima storia.
Ci regali uno scorcio tra questi due che, francamente, mi sono accorta di amare, soprattutto quando hanno modo di confrontarsi tra loro.
Brilla sempre questa tua capacità di buttarci piano piano dentro la storia partendo dallo sguardo, emozioni e sensazioni dei tuoi personaggi. Qui, l’ottica di Rowen ci apre letteralmente a quelle che sono le fragilità dei suoi singolarissimi… compagni di viaggio. Non ripeterò le dinamiche tra loro, anche perché sarebbe come fare il riassunto del capitolo. Mi è piaciuto invece come riesci a rendere la difficoltà della situazione attraverso le sensazioni. Cioè, nella prima parte del capitolo, Rowen, che è il nostro narratore, è stanco, denutrito, al limite del collasso. E’ una tua capacità assodata, per cui ripeto l’ovvio ma, davvero, sembra proprio di vedere, toccare e sentire, attraverso le sue percezioni che non sono del tutto lucide a causa delle vessazioni a cui è stato sottoposto precedentemente. Sì, la scrittura non fa provare dolore fisico ed un conto è leggere un conto vivere… però tu ci sai fare, tanto, troppo in questo senso. E questo e resta un dato di fatto, una tua peculiarità propria come autrice. Procedendo nel capitolo, Rowen con quel poco cibo, riacquista lucidità, torna il cacciatore, il soldato che pianifica, si pone domande, si apre tante strade, capisce prima quali gli sono precluse e, se proprio nel ventaglio di possibilità che ha vagliato fino a quel momento non riesce a trovarne una, beh, poco male… se ne inventa un’altra. Ora, io ci scherzo, ma vedo come tale questa sua capacitò di adattamento, questa sua intelligenza vivace. Davvero, credo che Rowen sia molto intelligente, tanto quanto sia sfortunato, poveraccio. :)
L’altro personaggio che brilla ed intriga è senza dubbio Vorjah. Per la sua natura di demone… e per come questa si incastri nel suo pensiero verso gli esseri umani. Avevi iniziato a spiegare in uno dei capitoli precedenti quanto lui fosse diverso dai suoi fratelli creati dal ricettacolo di Kyr: più completo, più complesso. E’ una creazione, azzardo a dire una sorta di emanazione dal suo creatore, ma il suo occhio è attento, il suo pensiero è profondo. Per certi versi più simile ad un essere umano che non ad un suo simile azzarderei, perché ragiona. La sua indole è portata al male e, purtroppo, anche quella di molti uomini lo è. Eppure, nel suo riconoscere la fragilità ed intelligenza umani si nasconde una mente che pensa. Uno che avrebbe insomma le carte in tavola per diventare un osso assai pericoloso. Perché ammettiamolo: quando si sanno riconoscere non solo i punti deboli quanto i pregi dell’avversario si ha metà lavoro fatto nell’impresa di sconfiggerlo. Nel caso specifico del tuo Balor, invece, tutte le risorse intellettuali sono volte su Mano. Sembra quasi un demone che, nato con quella natura, a furia di stare vicino a quella umana, ne ha assorbito gli aspetti, fino al punto che un po’ umano lo è diventato anche lui, nel modo di ragionare. Sembra che il rapporto tra lui e Mano, in un certo senso sia amichevole, quasi paterno. Quel padre che Mano invece ha solo dato i natali e una esistenza orrenda. E se ne è accorto benissimo Rowen. Definisce Mano il punto debole del Balor e certo non gli si può dare torto. In quella sua semplice ammissione dove ha ammesso in un certo senso ammirazione verso qualcuno di più debole, ha esternato troppo di sé, offrendo il fianco al nemico. Insomma, è stato tanto tempo vicino agli esseri umani e non si è però accorto che ce ne possono essere alcuni scaltri, che diventano anche più pericolosi di molti demoni. Forse il Balor ha parlato troppo perché convinto della propria superiorità e, nel frangente in cui si trova, è difficile dargli torto. Aspetto però preponderante degli esseri umani è l’imprevedibilità… e il nostro Rowen, astuto cacciatore, ne ha da vendere. Mi viene in mente una certa mitologia celtica, che abbonda di esseri umani sì scansafatiche e perdigiorno, ma talmente astuti da beffare persino il diavolo nelle sue molteplici forme. Ecco, non vorrei che il balor faccia questa fine presto o tardi. Chissà che le parti si invertano presto, tra vincitori e vinti. Nel caso, non vedo l’ora di conoscere come svolgerai la trama in questo senso.
Forse, la figura che resta più dietro le quinte in questo capitolo è proprio Mano che, impegnato forse a salvarsi la vita dalle ire paterne e nel cercare di conquistare qualche pezzo del passato che gli solletica agli angoli della memoria, non si è reso conto di essere oggetto di una attenta analisi da parte dei suoi compagni di viaggio.
Stai mescolando bene e male, umano e demoniaco, in questi tuoi personaggi, in un intreccio ingarbugliato che sorprende e affascina davvero tanto. Dalla mia, spero sempre che siano i buoni a prevalere e non mi dispiacerebbe vedere Rowen trionfare, in un certo senso.
Anche se, tutti potrebbero essere vincitori e vinti, per come stai mescolando le carte. Sono tutti un po’ umani e un po’ demoni, buoni e cattivi, con zone di luce e d’ambra che si confondono in un oscuro crepuscolo.
Perché anche Mano, si è dalla parte dei cattivi, ma con il trattamento che ha ricevuto nella sua infanzia, già è tanto che non sia diventato matto e basta, oltre che ad agire come un demone. Ma questo è un mio personalissimo sproloquio.
Resta ora da chiedersi dove si siano fermati e cosa stia accadendo agli altri (sfortunati?) personaggi della tua storia… perché qua mi pare che di gente che abbia avuto la strada spianata ce ne sia davvero molto poca…
E’ un universo complesso ed intricato il tuo. Non poteva che forgiare gente tosta ed altrettanto sfaccettata.
Mi scuso ancora immensamente per averti fatto attendere così tanto. Perdona eventuali errori.
Davvero, la tua storia in questi giorni pieni è per me una boccata di aria fresca.
Alla prossima… 😊
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