Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/10/20, ore 19:53
Cap. 11:

Come si nota l'impatto che l'ambiente dove sono cresciuti ha avuto sulla personalità dei ragazzi. Quelli di Syrdin, cresciuti in quello che nonostante gli sforzi di Mordhen era un buco fuori dal mondo in cui vigeva la legge della sopravvivenza, sono pressoché incapaci di cooperare e si lagnano costantemente; gli altri, di varie estrazioni sociali ma comunque cresciuti in ambienti più normali, collaborano, pianificano sfruttando le competenze di ognuno, offrono spontaneamente aiuto agli altri.
Interessanti le riflessioni di Vorjah: Manny non gode affari dell'appoggio dei demoni, lo seguono solo per via di suo padre. Se lui dovesse ribellarsi al ricettacolo, se li ritroverebbe tutti contro in tempo zero.
Eh, vedo che l'improbabile alleanza di cui faceva parte Rowen è andata a farsi benedire all'arrivo del primo Balor. Anche se dovessero riunirsi, non credo che andrebbero a cervare di salvarlo, quindi chissà se li rivedremo? Mi erano simpatici come personaggi.
Complimenti per un altro bel capitolo!

Recensore Master
09/10/20, ore 17:37
Cap. 11:

Bene... ma non benissimo!
La fuga rocambolesca di Rowen non è stata poi tanto eclatante. Ed è sensato. Se i Demoni sono segugi, se le tempistiche sono quelle che sono state, si può ben dire che le dinamiche della cattura sono logiche e inopponibili.
Danno alla precedente fuga dai Razziatori un ruolo marginale, ma allo stesso tempo elevano, qualora su questo ci fossero dei dubbi, che i Demoni sono praticamente dieci passi in avanti rispetto a qualunque umano.
Sarà una bella sfida capire come possano batterli, visti i bonus che possiedono. Anche se potrei parlare a caldo. A mente lucida, anche un non-mago come è Rowen adesso potrebbe tener loro testa; basta cospargersi di una sostanza che ti renda inodore, ad esempio. Un cacciatore, in una foresta del genere, non avrebbe bisogno d'altro.
Una cosa non ho capito: sono tutti Balor i Demoni dell'esercito o lo sono solo i generali come Vorjha e Golgoth? È più una speranza che una domanda, in effetti. Fossero tutti Balor, sarebbe un guaio.
Arys sblocca una terza espressione facciale: il terrore. E a quanto pare mi sono sbagliato, di poco. O Geela è una città criminale, o Luth è figlio di un lord; o comunque di un governatore della città. A quanto pare le loro strade si sono già divise, ma quello pareva già pronosticabile dalle parole di Arys. Rimane da vedere quanto spera di sopravvivere Kayle.
Mi piace Wes. Zitto zitto, sta scalando i ranghi. La scena con cui, con nonchalance, rimette a posto la spalla del secondo cacciatore è stata molto bella.

Sul fronte Demoni si accendono i Pov e, come prevedebile, la competizione. Vorjha odia che Mano Insanguinata sia suo superiore, e non credo abbia ricevuto ordini dal signorino quando ha punito Camek. No, credo che lui e Mano abbiano avuto lo stesso pensiero. Solo che Mano, nella sua crudeltà, è moderato dalla logica. Vorjha è solo orgoglioso della sua condizione superiore. In altre parole, Vorjha non è un buon leader. Sebbene le circostanze l'abbiano favorito, in realtà ha solo avuto - parafrasando - culo che il ricettacolo ha perso la pazienza; ancora qualche minuto e Mano Insanguinata si sarebbe salvato in calcio d'angolo.
La sfiga è genetica, vero? Spiegherebbe perché Rowen, Mano, il padre di Rowen e il ricettacolo, siano così tragicametne sfortunati; considero una sfiga l'essere stati oggetto di Kyr xD
Alla prossima! Immagino che Mano sistemi prima i Demoni e poi conosca Rowen.
Spettro94

Recensore Master
08/10/20, ore 23:26
Cap. 21:

Ogni volta che aggiorni sappi che procuri una gioia a questo accanito lettore di storie tragiche e piene di energia oscura. Ma ormai immagino che l'avrai intuito, visto che non mi stancherò mai di tessere le lodi di questa storia e dei suoi "pittoreschi" personaggi.
Torniamo con un capitolo di transazione che si concentra soprattutto sul legare un gruppo di personaggi che avevamo lasciato un po' indietro.
Mi ha fatto piacere rivedere l'allegra coppia di fratelli ladri, tra i personaggi positivi (si fa per dire) della fic sono sicuramente tra i miei preferiti. In fondo, sono semplicemente una coppia di individui che cerca di sopravvivere alle intemperie di questo mondo, ma a differenza di molti altri ragazzi della loro età sono riusciti ad arrancare nonostante fossero partiti svantaggiati dalla nascita.
La conversazione tra Luth e Arys è stata molto interessante. La ragazza afferma di non aver bisogno del suo aiuto, ma sembra quasi che abbia volutamente manipolato la situazione e le sue stesse emozioni per far sì che il "nobile" (se così si può definire, vista la sua posizione) le offrisse il suo aiuto, il tutto senza risultare un'accaparratrice.
Ma nonostante tutte le rassicurazioni di Luth sul fatto che un'amicizia con lui le permetterà di sopravvivere molto più a lungo e guadagnare favori che fino a poco tempo prima avrebbe potuto solo sognare...BOOM! Ecco che avviene un colpo di scena che nessuno dei due si aspettava: Luth viene arrestato dalla sua stessa gente, e pare che Arya si ritroverà inevitabilmente dalla parte del coltello a causa della sua associazione con il ragzzzo.
Poveracci, questi pg non hanno proprio un attimo di respiro! Ma in fondo è questa la ragione per cui amo codesta storia. Riesci sempre a sorprendermi e a rendere il tutto sempre più dark!

Recensore Master
07/10/20, ore 18:22
Cap. 10:

Uh, interessante! 
Sembrerebbe che non tutti i Demoni seguano ciecamente i dettame del Ricettacolo di Kyr. Sebbene quest'ultima frase possa essere aperta a varie interpretazioni. Forse sono Demoni liberi, forse circolano voci su Demoni e sono inconsistenti; il ricettacolo vorrà ripagare l'onta col sangue. Mi piace però l'idea che ci siano dei "ribelli". Darebbe quantomeno un limite ai poteri del tiranno, che ora più che mai appaiono davvero infiniti.
Tiranno che, se tanto mi da tanto, nasconde dietro l'oscurità la debolezza di una vecchiaia che avanza inesorabile. Perché il ricettacolo si professa immortale... ma lo è davvero? È umano dopotutto. Un umano può sostenere in eterno il peso di una divinità? E come potrebbe esserne certo, se, anche se potrei sbagliarmi, questo è il primo ricettacolo, il primo uomo. Non ci sono precedenti che giustifichino una presa di coscienza. A meno non sia magica, a meno che saltuariamente egli non debba sostentarsi per evitare che il corpo decada.
È un'idea, ma la trovo difficile. Anche se....
Ragioniamo. Mano Insanguinata non vede il padre dal loro primo incontro. Il padre, presumibilmente dell'età di Nerya, dovrebbe essere vecchio ormai. Se ammettiamo che serva qualcosa che ha a che vedere con i Demoni, dunque che saltuariamente deve sostentare il corpo con qualche fonte magica, è presumibile che lasci al migliore dei suoi soldati il compito di procacciarsi una fonte di tale importanza; di certo, non al figlio cresciuto a pane e odio. Soldato che, per quello che sappiamo, dovrebbe essere Golgoth. Ma Golgoth era al fianco di Mano Insanguinata. A cercare i maghi, coloro che hanno impiantato il ricettacolo e che, quindi, dovrebbero sapere o come trapiantarlo in un nuovo corpo o aiutarlo a stabilizzare il decadimento del corpo.
Persi i maghi, si deve tornare al piano originale e in fretta. Si va alla foresta, si va a cacciare demoni.
Credo che, in tutto ciò che ho affermato, ci sia un 20% di verità; poi si scopre che sto fuori strada xD
Ad ogni modo c'è qualcosa che non quadra. Celarsi al buio è un effetto scenico, ma anche un indizio. E Mano Insanguinata ritengo possa diventare un buon personaggio grigio; come il cielo che filtra dalla finestra al risveglio. 
Alla fine è quello che volevi: una storia di personaggi che non sono totalmente cattivi o totalmente buoni. Mi piace ^^
Bravo Golgoth che porta il ragazzo in spalle nonostante il dolore triplo che lo strema!
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
07/10/20, ore 17:26
Cap. 20:

 
Carissima, perdona l’incredibile ritardo. Stavolta ho fatto davvero il colpo, anche se, ti assicuro che posso dire, solo per questo giro, di avere un ottimo motivo.
Ma immergiamoci dentro l’atmosfera nera della tua affascinante ed originalissima storia.
Ci regali uno scorcio tra questi due che, francamente, mi sono accorta di amare, soprattutto quando hanno modo di confrontarsi tra loro.
 
Brilla sempre questa tua capacità di buttarci piano piano dentro la storia partendo dallo sguardo, emozioni e sensazioni dei tuoi personaggi. Qui, l’ottica di Rowen ci apre letteralmente a quelle che sono le fragilità dei suoi singolarissimi… compagni di viaggio. Non ripeterò le dinamiche tra loro, anche perché sarebbe come fare il riassunto del capitolo. Mi è piaciuto invece come riesci a rendere  la difficoltà della situazione attraverso le sensazioni. Cioè, nella prima parte del capitolo, Rowen, che è il nostro narratore, è stanco, denutrito, al limite del collasso. E’ una tua capacità assodata, per cui ripeto l’ovvio ma, davvero, sembra proprio di vedere, toccare e sentire, attraverso le sue percezioni che non sono del tutto lucide a causa delle vessazioni a cui è stato sottoposto precedentemente. Sì, la scrittura non fa provare dolore fisico ed un conto è leggere un conto vivere… però tu ci sai fare, tanto, troppo in questo senso. E questo e resta un dato di fatto, una tua peculiarità propria come autrice. Procedendo nel capitolo, Rowen con quel poco cibo, riacquista lucidità, torna il cacciatore, il soldato che pianifica, si pone domande, si apre tante strade, capisce prima quali gli sono precluse e, se proprio nel ventaglio di possibilità che ha vagliato fino a quel momento non riesce a trovarne una, beh, poco male… se ne inventa un’altra. Ora, io ci scherzo, ma vedo come tale questa sua capacitò di adattamento, questa sua intelligenza vivace. Davvero, credo che Rowen sia molto intelligente, tanto quanto sia sfortunato, poveraccio. :)
L’altro personaggio che brilla ed intriga è senza dubbio Vorjah. Per la sua natura di demone… e per come questa si incastri nel suo pensiero verso gli esseri umani. Avevi iniziato a spiegare in uno dei capitoli precedenti quanto lui fosse diverso dai suoi fratelli creati dal ricettacolo di Kyr: più completo, più complesso. E’ una creazione, azzardo a dire una sorta di emanazione dal suo creatore, ma il suo occhio è attento, il suo pensiero è profondo. Per certi versi più simile ad un essere umano che non ad un suo simile azzarderei, perché ragiona. La sua indole è portata al male e, purtroppo, anche quella di molti uomini lo è. Eppure, nel suo riconoscere la fragilità ed intelligenza umani si nasconde una mente che pensa. Uno che avrebbe insomma le carte in tavola per diventare un osso assai pericoloso. Perché ammettiamolo: quando si sanno riconoscere non solo i punti deboli quanto i pregi dell’avversario si ha metà lavoro fatto nell’impresa di sconfiggerlo. Nel caso specifico del tuo Balor, invece, tutte le risorse intellettuali sono volte su Mano. Sembra quasi un demone che, nato con quella natura, a furia di stare vicino a quella umana, ne ha assorbito gli aspetti, fino al punto che un po’ umano lo è diventato anche lui, nel modo di ragionare. Sembra che il rapporto tra lui e Mano, in un certo senso sia amichevole, quasi paterno. Quel padre che Mano invece ha solo dato i natali e una esistenza orrenda. E se ne è accorto benissimo Rowen. Definisce Mano il punto debole del Balor e certo non gli si può dare torto. In quella sua semplice ammissione dove ha ammesso in un certo senso ammirazione verso qualcuno di più debole, ha esternato troppo di sé, offrendo il fianco al nemico. Insomma, è stato tanto tempo vicino agli esseri umani e non si è però accorto che ce ne possono essere alcuni scaltri, che diventano anche più pericolosi di molti demoni. Forse il Balor ha parlato troppo perché convinto della propria superiorità e, nel frangente in cui si trova, è difficile dargli torto. Aspetto però preponderante degli esseri umani è l’imprevedibilità… e il nostro Rowen, astuto cacciatore, ne ha da vendere. Mi viene in mente una certa mitologia celtica, che abbonda di esseri umani sì scansafatiche e perdigiorno, ma talmente astuti da beffare persino il diavolo nelle sue molteplici forme. Ecco, non vorrei che il balor faccia questa fine presto o tardi. Chissà che le parti si invertano presto, tra vincitori e vinti. Nel caso, non vedo l’ora di conoscere come svolgerai la trama in questo senso.
Forse, la figura che resta più dietro le quinte in questo capitolo è proprio Mano che, impegnato forse a salvarsi la vita dalle ire paterne e nel cercare di conquistare qualche pezzo del passato che gli solletica agli angoli della memoria, non si è reso conto di essere oggetto di una attenta analisi da parte dei suoi compagni di viaggio.
Stai mescolando bene e male, umano e demoniaco, in questi tuoi personaggi, in un intreccio ingarbugliato che sorprende e affascina davvero tanto. Dalla mia, spero sempre che siano i buoni a prevalere e non mi dispiacerebbe vedere Rowen trionfare, in un certo senso.
Anche se, tutti potrebbero essere vincitori e vinti, per come stai mescolando le carte. Sono tutti un po’ umani e un po’ demoni, buoni e cattivi, con zone di luce e d’ambra che si confondono in un oscuro crepuscolo.
Perché anche Mano, si è dalla parte dei cattivi, ma con il trattamento che ha ricevuto nella sua infanzia, già è tanto che non sia diventato matto e basta, oltre che ad agire come un demone. Ma questo è un mio personalissimo sproloquio.
Resta ora da chiedersi dove si siano fermati e cosa stia accadendo agli altri (sfortunati?) personaggi della tua storia… perché qua mi pare che di gente che abbia avuto la strada spianata ce ne sia davvero molto poca…
E’ un universo complesso ed intricato il tuo. Non poteva che forgiare gente tosta ed altrettanto sfaccettata.
Mi scuso ancora immensamente per averti fatto attendere così tanto. Perdona eventuali errori.
Davvero, la tua storia in questi giorni pieni è per me una boccata di aria fresca.
Alla prossima… 😊
 
 

Recensore Junior
07/10/20, ore 14:07
Cap. 6:

Aaaaaaah! Mi sento una merdina, perché avevo iniziato a recensire questo capitolo durante i buchi vuoti di una serata lavorativa di un paio di settimane fa - visto che non ero troppo agitata e incuriosita dall'atteso incontro -, ma non avevo mai terminato e per i successivi giorni mi sono ripetuta quell' "ora finisco". Dc, adesso finirò davvero, però mi spiace, perché volevo sinceramente passare a prescindere da uno scambio che mi obblighi a farlo.

MA A PARTE LE MIE CAGATE, VENIAMO A NOI.

L'impressione che ho avuto fin dalle prime righe è che la portata degli eventi vissuti da Rowen negli ultimi giorni sia stata così grande e pesante - sia dal punto di vista dell'impatto emotivo che fisico - che per riuscire a farvi fronte avesse inconsciamente cercato di rimuoverli o affossarli in un angolo della sua memoria. Riprendere coscienza di quanto accaduto, senza dubbio, implica certamente un profondo dolore e sofferenza.
Quasi inutile, poi, sottolineare quanto io abbia profondamente apprezzato l'esaustiva descrizione che dà inizio al capitolo. Ho avuto la sensazione di trovarmi nel suo medesimo spazio, di vederlo attraverso i suoi occhi appannati e la sua personale percezione. Che goduria. Sono proprio il genere di cose e di effetti che non solo mi danno una soddisfazione immensa e mi piacciono da morire, ma che proprio ritengo imprescindibili (maledette tutte le persone che non capiscono l'importanza delle descrizioni dc).
"La luce aranciata del tramonto lo investì da attraverso le sbarre, facendogli domandare per quanto tempo fosse rimasto svenuto" - giusto per fare un banalissimo esempio di cosa intendo.
E poi il masso, il mattone, quella pesante pietra che deve essergli caduta addosso nel momento in cui ha realizzato di essere ormai solo al mondo, che dolore... che angoscia.
Tutto il paragrafo in cui tratti il tema della nostalgia è estremamente realistico: in una situazione come la sua, d'altronde, non si può fare a meno di provarne anche per le più piccole e scontate cose - dal muro ormai distrutto di quella casa ai più piccoli dettagli che avevano popolato la sua esistenza... alla figura (e rapporto) controverso della madre. Non scherzo, ma questa parte mi ha davvero buttato addosso una vagonata di angoscia e malinconia (in senso positivo, obv, ma tant'è), soprattutto quando ha sinceramente ritenuto che passare il resto della sua vita a servire i razziatori potesse in qualche modo essere migliore o più confortante di tutta la tristezza della sua vita. Per non parlare poi della freddezza e del disincanto con cui parla dopo; certo, lo comprendo e lo giustifico, ma ciò non cambia l'amarezza che mi provoca.

Entrano in gioco, poi, nuovi personaggi che vanno ad aggiungere dettagli e sfaccettature non solo alla vicenda, ma anche al personaggio di Rowen: ancora una volta dimostra appieno il suo disincanto. Eppure, forse, Luth e Arys - che non hanno più niente se non il fatto di essere ancora effettivamente vivi (e quindi vale la pena rischiare quell'unica cosa rimastagli per la speranza di una riacquisita libertà) - e Kayle, che concorda con Rowen, ma anche con Luth. E il mondo è diverso e forse più terribile di quello che pensava, ma valeva la pena verificare l'avvenuta morte "di tutti gli altri".

Mi ha sorpreso notare quanto profondamente gli abitanti di Syrdin - quelli più comuni, almeno - ignorassero ciò che accedeva lontano dai pressi della città e, dal canto mio, sono elettrizzata dalle parole di Luth, sul suo racconto dell' "esterno". Trovo tutto così affascinante e studiato e con senso logico. Mi piace e ti invidio per aver costruito un racconto tanto complesso e pieno di particolari e di storia.
Condivido quindi lo sgomento di Rowen di fronte a quella presa di coscienza, lo condivido e mi approprio della sua confusione perché il tuo modo così attento e efficace di descrivere la sua realtà fa sì che io mi ci senta perfettamente calata all'interno, quasi fosse anche un po' mia.

Dunque, la loro fuga dovrebbe basarsi sulla fortuna? Senza dubbio necessitano di un buon ingegno e di un piano ben acchittato, ma resta per sempre innegabile che la componente "fortuna" non possa essere trascurata.
Immagino, sempre in linea con le deduzioni di Rowen, che il numero di persone che alla fine riuscirà nell'impresa sarà ben più esiguo di quelli che la cominceranno; non nego, però, di presumere che alcuni dei personaggi che ci sono stati presentati nel corso del capitolo faranno parte di quel numero - sebbene confidi nel fatto che qualcuno di ci lasci la pelle :P

La conclusione del capitolo mi apre a una riflessione: è sì vero che liberi da determinati legami ci si possa sentire tanto differenti da quello che ci si era sempre mostrati e desiderosi di compiere azioni che si allontanano dai nostri soliti comportamenti; dall'altra parte però non possiamo scindere la propria persona da quelle che abbiamo intorno e dalle esperienze che viviamo. Quindi sì, magari Rowen si sentirà più individualista e crudele adesso adesso che non percepisce più il dovere di occuparsi della madre e Mordhen che in qualche modo lo indirizzava verso una certa direzione, ciò nonostante l'influenza degli altri mitiga il proprio essere, mica lo stravolge - questo per dire che se ha avuto comportamenti che ritenesse in qualche modo buoni/positivi non era solo dovuto all'influenze esterne, ma anche al proprio essere (e viceversa obv).
Proprio per questo torniamo al medesimo discorso: un individuo non è e non può essere solo buono o solo cattivo (per non parlare del: cosa è buono e cosa cattivo? Le cui risposte esistono solo costruite socialmente e non a priori - ergo è un po' tutta fuffa), ma è il prodotto delle proprie esperienze, delle persone che incontra lungo il percorso e questo rende ognuno di noi labile e sdruccevole e mai statici, ma piuttosto in un perpetuo cambiamento e oscillazione verso l'uno o l'altro estremo.

E niente, dopo sti sproloqui direi che posso anche giungere a conclusione. Non rileggerò, anche perché devo fuggire lontano dal pc adesso (un festival di cui sono organizzatrice mi attende!) e quindi nulla: spero che i miei discorsi alla rinfusa abbiano un qualche senso logico.

A presto,
Bongi! :D

Recensore Master
07/10/20, ore 09:36

Beh, non si puó dire che Mordhen non abbia provato.
Se è vero che una mela non cade lontana dall'albero, lui è senza dubbio il frutto che più distante. Ha lasciato un'intera città ai Demoni? No, non proprio. Sarà pure egoista di costituzione ma fino a prova contraria se Syrdin ha rantolato per altri diciotto anni di vita è merito suo; Thoan in due minuti ha fatto l'unica cosa che avrebbe dovuto NON fare.
Non piangerò una città che ormai si è scoperta marcia fino al midollo. Poteva esserci anche brava gente onesta, ma il seme della follia dilagava già; perché pura follia è, attaccare Demoni come degli imbecilli.
Ha ragione August: quando serpeggia il panico, l'irrazionalità abbaglia.
Per intenderci, non è che sia uno stinco di santo, Mord, ma vuoi metterlo con Rowen che dice in faccia al suo salvatore che a contrario non l'avrebbe fatto; o Nerya, che a questo punto è un miracolo non abbia dato anche Rowen in pasto ai Demoni?
Nah, qui sto esagerando: è evidente che nel loro istinto c'è spazio per il sacrificio, ma per una sola persona cara. Per Nerya, finché la testa ha aiutato, era Row.
E così salpa anche Mord per l'avventura. Circa. In verità, il contrappeso di chi lotta per sopravvivere è che, se non gli metti parafrasando il pepe dove sappiamo, non ha un vero scopo se non la giornata.
Rowen scappa da Mano che vuole "amichevolmente" fare quattro chiacchiere; e non lo sa neppure.
Mord fugge verso un guaritore.
In tutto questo, due considerazioni:
Finché non vedo il cadavere di Nerya, non la considero morta; solo nata str..
August si è ucciso per paura di Mordhen o perché sarebbe stata la morte più dolce, visto l'andazzo?
Non voglio avventurarmi in qualche strano trip che vede Nerya o una terza persona uccidere il guaritore per x motivo.
A presto!
Spettro94

P.S.
Scusa per qualche errore di battitura nelle precedenti recensioni. Ho perso l'abitudine a scrivere su tastiera o sul cellulare e l'Ipad non è sempre disponibile D:
(Recensione modificata il 07/10/2020 - 10:13 am)

Recensore Master
06/10/20, ore 21:05
Cap. 21:

Bene. Naturalmente. Mai na gioia. Non esiste che almeno ad un personaggio qualcosa vada bene. (No scherzo, in questo momento a Mordhen almeno sta andando benino)
ma devo dire che non ho capito ha fatto il motivo del comportamento delle guardie, immagino che verrà spiegato nel prossimo capitolo dedicato a Luth quindi dovrò aspettare un po'... Lo hanno riconosciuto, quindi non c'è qualcosa di soprannaturale sotto, probabilmente la sua sparizione è coincisa con qualcosa e ora viene accusato di questo qualcosa? Oppure è diventato un ricercato per qualche motivo? Magari c'entra un editto del Tiranno o qualcosa del genere? Ma lui non aveva nessun interesse in Luth, sono perplessa.
hanno fatto bene i fratelli a scappare e lui avrebbe dovuto ascoltare prima il suo istinto, però capisco anche il motivo per cui non l'ha fatto, era appena tornato alla sua città, a casa, un luogo che considerava sicuro, e non pensava di potersi più affidare a quegli istinti di sopravvivenza che lo avevano aiutato nella foresta perché ormai erano fuoriluogo in mezzo alla civiltà, come quando un reduce del Vietnam cerca di riadattarsi alla vita normale e non ci riesce.

Come sempre mi piacciono molto i suoi conflitti interiori quando pensa alla propria moralità, questa esperienza lo ha costretto a cambiare - in parte, non del tutto - eppure vede tutto ancora molto in bianco e nero. Crede di aver perso una sorta di purezza e pure a me sembra che lui prima fosse piuttosto snob e miope. Dice che una parte di lui si è staccata ed è stata sostituita da qualcosa di marcio ma in realtà è stata sostituita dalla vita vera. Pensa di essere stato trascinato lontano da sé stesso... Ma non è così per tutti? Chi è il nostro vero sé? La persona che siamo quando tutto va bene o la persona che siamo quando dobbiamo lottare per sopravvivere? Entrambe le cose?
Io sono una figlia del primo mondo e penso che le persone diano il meglio di sé quando non devono lottare per la sopravvivenza, quando possono esprimersi in totale libertà, o addirittura se non dovessero nemmeno lavorare per vivere: sarebbe lì che verrebbe fuori la vera creatività di ciascuno, la totale espressione dell'umana potenzialità, ma questa è un'idea utopistica stile età dell'oro. È innegabile che non gli esseri umani siamo riusciti a tirare fuori tanto anche dai periodi più stressanti della nostra storia. Tanto, sia di positivo che di negativo. Alla fine forse l'essere umano è un misto di bontà in armatura scintillante e bestialità che tira fuori le unghie per sopravvivere, dipende solo dalla situazione e nessuna di queste due facce della medaglia è sbagliata.

Spero di poter continuare a leggere presto la tua storia!

Recensore Master
06/10/20, ore 20:35
Cap. 16:

Ciao, quanto tempo! :D

Che piacere poter tornare in questi lidi oscuri e bui, fatti di desolazione e disp... ehm! XD
Francamente, era da un po' che mi chiedevo che fine avesse fatto il quartetto che Rowen si era lasciato dietro; addirittura, temevo fossero schiattati tutti orrendamente ma a quanto pare questi personaggi avevano qualcosa da dire (e meno male!), sopratutto Luth che come potrai immaginare è quello su cui continuo a nutrire le migliori speranze che possa trasformarsi in un Sacro Liberatore (non so se conosci la Prestige Class) e fare il proverbiale mazzo a Demoni vari ma forse sto sognando un po' troppo. :)
Per ora mi accontento di vederlo prendere coscienza dei suoi limiti e del fatto probabilmente di aver avuto sempre paura e di aver accettato inconsciamente le lezioni che il padre gli dava a causa di ciò. E come citi all'inizio del capitolo citando il buon Jung, non c'è presa di coscienza senza dolore.
Anche il confronto con Arys lo ha aiutato in questa crescita interiore: Luth deve ammettere a sé stesso di sapere poco di come va il mondo ma da questa consapevolezza già sembrano nascere i germi di quello che spero diventerà; confido dunque che possa avere questo confronto con il padre e da li provare a fare del suo meglio per cambiare o almeno tentare di cambiare, i meccanismi dello sporco mondo nel quale vive. Sempre che quest'ultimo non riesca ad ammazzarlo prima e considerando le leggi e le creature crudeli che le dominano, beh sembra una eventualità abbastanza probabile. Vorrà dire che in caso morirà, provandoci. ;)
Mi chiedo cosa nasconda Wes con quel suo modo di fare bizzarro ma alla fine ero abbastanza certo che fratello e sorella avrebbero seguito Luth, non è che hanno molta scelta in fondo. Tra l'altro sono curioso di capirne di più sul terrore atavico che entrambi si portano dietro, per chissà quale motivo. E Kyle? Io penso sia stato preso dai Demoni e poi restituito ai Razziatori ma staremo a vedere.

Questa storia mi era mancata e sono veramente contento di essere tornato a leggerla e a recensirla!
Un saluto e a presto,
Will D.

Recensore Master
06/10/20, ore 19:09
Cap. 8:

Ci stavo, tanto valeva recensiere anche qui.
Allora... Intanto una domanda, prima che me ne dimentichi. Come allevano i cavalli di Mano Insanguinata? I seguci scappano, come primo istinto. È solo abitudine, magia, o usano qualche strano metodo s'insegnamento?
I capitoli di Mano Insanguinata saranno anche difficili da scrivere, ma sono molto evocativi. E poi c'è Golgoth. Dev'essere successo qualcosa di importante, durante le sevizie imposte al figlio del Ricettacolo, per trasformare il suo viso da così "-_-" a così ":D". Come se, per inculcare al ragazzo di comportarsi come un Demone, abbia trovato un po' d'umanità lui. La proporzione è sbilanciata, ma che entrambi abbiano un po' e un po' appare sempre più chiaro. 
Senza contare l'urlo di pura frustrazione che la dice lunga; unito alla chiamata, nel finale, del Ricettacolo stesso, spiega appieno il sollievo praticamente umano che passa sul suo viso.
Alla fine... Umani e Demoni non sono poi così diversi: metti un tizio più grande e più grosso di fronte a loro e si afflosciano come un cencio; figurativamente parlando, visto che il suddetto Kyr (ricettacolo) potrebbe essere un nano da giardino, per quanto ne sappia. 
Bello che non hai paura a sottolineare il lato umano di Mano Insanguinata e quanto lui ci soffra per questo. Non è un Demone, non è un Umano. VIve in un limbo segnato dal conflitto tra ciò che gli è stato insegnato a essere e ciò che probabilmente sarebbe stato, se la sorte, e quella s****a di Nerya, l'avessero risparmiato. Con la sferza del padre sempre a premere contro la schiena, per punirlo dei suoi fallimento. Cerca in tutti i modi non mostrare debolezze, ma è troppo debole per lasciarsi andare alla morte. È un personaggio affascinante, che vive d'inevitabili contraddizioni e cerca nelle pieghe della sua ambiguità un segno. Non posto, quello è e sarà sempre accanto al padre. 
Ad essere cinici, penso che sappia già: alla sua morte, suo padre se ne libererà senza neanche degnarsi di seppellirlo; perlomeno, per come viene disegnato adesso tale Ricettacolo.
Il capo dei Razziatori ha fatto una figura caprina. D'altronde coloro che si sentono intoccabili tendono ad assumere quell'atteggiamento spavaldo. Peccato che dura poco; il brutto di dipendere da qualcuno è che, quando la forutna gira, i pilastri che ti sostenevano crollano e ti ritrovi nel fango.
Però il diagolo accresce la lore: i Razziatori lavorano a stretto contatto con il Ricettacolo. Sono praticamente i mercenari professionisti che lo aiutano a disseminare il terrore dietro favori. 
Quanto ai Demoni, l'ordine marziale che mantengono, nonostante la natura selvaggia, lascia ben intendere e più di Golgoth quanto sia spaventevole il padre di Mano Insanguinata.
Confesso: pensavo che Rowen sarebbe fuggito. Invece dalle note sembra che s'incontreranno i presto; e dopo tanto tempo.
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
06/10/20, ore 18:18
Cap. 7:

Eccomi ^^
Allora, è senza dubbio un crescendo di pathos, quello che sta avvenendo. Sarà la modalità fuga, sarà che Wes ci avrà messo mezzo capitolo solo per scassinare quella serratura, ma l'effetto adrenalina si è sentito. Il fatto che sarebbe stato Luth a salvarlo, qualora si fosse trovato in difficoltà, l'avevo dato per scontato; sebbene Kayle, con le giuste motivazioni, avrebbe potuto anche farlo. Luth è senza dubbio il più profondo dei protagonisti e non solo perchè, tramite Rowen, getti il focus su di lui nel finale. C'è veramente qualcosa di lui, Arys e Wes che non mi torna. O è il figlio di un Boss della malavita, o qualcosa di molto vicino. Insomma, ho ancora l'impressione che lui, su quel carro, ci si sia trovato per un motivo tutt'altro che casuale. Che sia voluto o meno, questo non posso saperlo, ma l'aver salvato Rowen ci da la certezza che stia fuggendo da loro; a meno che non sia pazzo, ma allora sarebbe difficile capire.
Finalmente Arys sblocca una seconda espressione facciale: quel ringhio indignato alla voce grossa di Kayle. Quando salirà di livello in oratoria, potrà accedere anche quella amichevole.
Chiusa questa parentesi, il capitolo tiene sul pezzo. È ancora troppo presto per empatizzare con i personaggi e rimanere con il fiato sospeso, ma in futuro capitoli del genere mi terranno senza dubbio incollato allo schermi per sapere cosa succede. Rowen non aiuterà, se non acquisisce un filo di umanità, e Golgoth purtroppo fatico a ritenere possa trovarsi in una situazione del genere; ingabbiato o in fuga. Per Mordhen vale più o meno lo stesso discorso e Mano Insanguinata... Beh...
Quanti protagonisti/Pov ci saranno? Prima di puntare su Rowen, che è comunque il genere di personaggio che mi piace, vorrei farmi un'idea ^^
R.I.P. povero mastino denutrito e tagliuzzato dalla spada del padrone. Che muoia consapevole che ha vissuto la fine più dolce; non oso immaginare cosa rimarrà dei cani dopo i pugni di Golgoth...
Al prossimo capitolo!
Spettro94
(Recensione modificata il 06/10/2020 - 06:20 pm)

Recensore Veterano
06/10/20, ore 12:26
Cap. 2:

Ciao!
Sono qui per lo scambio.
Questo primo capitolo - secondo se consideriamo il prologo - si apre con Rowen che cerca di svegliare sua madre prima dell’alba. Il suo piano è di lasciare il villaggio, andarsene, prima che il resto del paese si svegli.
Ho provato ad immedesimarmi nei panni di questo giovane ragazzo e capisco perfettamente il suo desiderio di scappare, di fuggire da lì, prima dell’arrivo dei Razziatori. Comprendo perfettamente che il suo istinto di sopravvivenza, la sua voglia di vivere, abbiano la meglio su ogni forma di fedeltà che si possa provare per il luogo dove si è sempre cresciuti. Ammirabile che, nonostante l’urgenza che ha di voler andar via, non voglia lasciare lì sua madre e fa di tutto per convincerla ad andare con lei. Può sembrare quasi scontato che un figlio, trovandosi in una situazione simile a quella di Rowen, faccia di tutto per portare via con sé anche i propri cari, ma non lo è assolutamente.
Al contrario di suo figlio, però, Nerya aveva già espresso nel capitolo precedente il suo desiderio invece di rimanere lì, di non lasciare la sua casa. Quando suo figlio la sveglia, prima reagisce urlando di lasciarla stare, che lei non andrà da nessuna parte, poi inizia anche a tirare calci e, in fine, si avventa su di lui e gli morde l’orecchio, scappando poi di casa.
Immagino che il dolore che Rowen abbia provato fisicamente sia stato qualcosa di lancinante, visto che perde così tanto sangue da perdere i sensi, ma immagino che la cosa che gli abbia fatto ancora più male sia stato vedere sua madre in quello stato. Non voglio nemmeno provare a pensare che cosa si possa provare quando la propria madre, la donna che si è sempre presa cura di te e ti ha sempre donato amore e affetto, si avventa su di te con una tale ferocia in un modo così inaspettato.
Ovviamente, sembra molto più preoccupato per sua madre, di capire come mai si è comportata così e dov’è finita, che del suo orecchio.
È una situazione così irreale per lui che non riesce nemmeno a raccontarlo a Mordhen quando questi che cosa sia accaduto.
Non mi sembra pienamente giusto che quest’uomo consideri Rowen un codardo perché aveva preparato tutto l’occorrente per scappare: certo era un giovane e si aspettava che mettesse a disposizione le sue capacità con l’arco e le sue energie per la salvaguardia del villaggio, ma proprio perché è un giovane non è nemmeno giusto che metta a rischio la sua vita per gli altri. Certo, mentre scrivo questa recensione mi vengo alla mente diversi esempi di persone anche molto giovani che hanno dato la propria vita per salvare qualcun altro, ma lo hanno scelto autonomamente, non può essere una decisione che ti può essere imposta da qualcun altro.
Giustamente Rowen è veramente preoccupato per sua madre, tanto da non ascoltare il parere del guaritore e di Mordhen di riposare un po’, visto tutto il sangue che aveva perso, e correre, appena gli è possibile, a cercarla.
Si percepisce perfettamente tutta la preoccupazione, che ben presto si trasforma in disperazione, che prova mentre si addentra nel bosco, continuando a chiamare senza sosta sua madre. Continua a cercarla senza sosta nonostante la pioggia e la notte che inizia ad oscurare ogni cosa. Questo dimostra ancora di più l’immenso amore che prova per sua madre. Qualcun altro avrebbe potuto esser tornato indietro già da tempo, magari con la scusa di radunare un piccolo gruppo di volontari che lo aiutassero nella ricerca, nonostante le parole di Mordhen sul non sprecare le loro poche risorse in un momento di pericolo per il villaggio come quello che stavano per affrontare. Proprio quando ormai crede di non aver più forze per continuare, riesce finalmente a trovare sua madre, priva di sensi. Non oso immaginare la paura che ha provato nei primi momenti in cui, chiamandola e scuotendola, Nerya non gli ha dato nessun segno di vita. Fortunatamente si è presto reso conto che, ancora debolmente, respirava ancora.
Con le poche forze che gli sono rimaste in corpo, cerca di tornare indietro, portando sulle spalle il corpo privo di sensi della madre. Proprio mentre lotta contro il dolore e la stanchezza per poter tornare a casa, non riuscendo nemmeno a comprendere in quale punto del bosco si trova, sente lo schiocco di un ramo che si spazza, segno che vi è qualcuno che li sta seguendo.
Chi sarà? Sarà un essere umano o qualche bestia? E, soprattutto, quale intenzioni avrà? Senza contare che sono curiosissima di scoprire che cosa sia successo a Nerya, se si riprenderà e se si ricorderà di quello che è successo.
Nell’ultima parte del capitolo è dedicata ai Razziatori. Ormai sono a una giornata di cammino da Syrdin, ma già da lì riescono a vedere l’Accademia di Magia, la loro meta da raggiungere. Visto che non sono interessati all’edificio in sé e per sé, devo ammettere che sono davvero curiosa di scoprire che cosa questo nasconda e quale sia il loro vero obiettivo al suo interno.
Come vedi, questo capitolo mi ha lasciata con davvero tante domande a cui non vedo l’ora di trovare risposta.
Devo farti i complimenti perché il capitolo è scritto benissimo e sei stata bravissima, grazie alla scelta delle parole da utilizzare all’interno delle frasi, a farci empatizzare con Rowen, soprattutto per quanto riguarda la preoccupazione provata per sua madre sia nel momento dell’attacco che dopo e la disperazione che prova nel bosco.
Spero proprio di poter andare presto avanti con la lettura!
Alla prossima,
Jodie

Recensore Master
05/10/20, ore 19:39
Cap. 6:

Ok. Scusa se te lo dico, ma questo capitolo mi pare tutt'altro che di passaggio.
È forse l'inizio. Come se ci trovassimo in un gioco di ruolo e finiti i convenevoli si può finalente cominciare l'avventura. Ma chiude molto di più.
Innanzitutto ci spiega; mi spiega. C'è un mondo là fuori e non stanno giocando a The Walking Dead come gli abitanti di Syrdin; ora più che mai, sembrano davvero fuori dal mondo come un balcone. Una comunità che si è impegnata solo a sopravvivere, autoisolandosi in una qualche sottospecie di Hunger Games dilazionato nel tempo mentre si lotta per una misera fetta di pane; l'esempio di Kayle e Rowen è emblematico. Una comunità che lascia basiti. Tanto che una parte di me si chiede se Mordhen non sia impazzito raealizzando tutto questo; di aver vissuto in un'illusione dettata dalla paura di esplorare e trovandosi dinanzi a una città, o un popolo che migrava, ascoltando le loro storie, non abbia messo tutto a tacere per preservare gli altri da una verità ormai scomoda.
Volo pindarico, lo ammetto. Lo ammetto xD Ma è altrettanto vero che non tutti reagirebbero come Rowen alla notizia: tra quei "mostri" c'è sicuramente qualcuno che, si fosse trovato al comando in un'ipotetica situazione di scambio culturale, avrebbe messo tutto a tacere. Nerya, a mio avviso, poteva esserlo.
La verità, comunque, serve solo da contraltare a Rowen e la sua crociata contro l'ignoranza. Avevi ragione, l'ho completamente cannato. È un ragazzo che metteva la madre, l'unico legame importante, al primo posto. Dopo che quel vincolo si è spezzato, appresa la verità, iniziereo anche a preoccuparmi. C'è il serio rischio che Rowen vada fuori controllo. Che l'istinto di sopravvivere lo trasformi in un personaggio tutt'altro che positivo. Le basi, volendo essere cinici, possono essere anche quelle del villain. Tutto dipende da come gestirà il dolore, da come evolverà come persona, dalla sue compagnie. Per la prima volta, non si sa davvero con quali occhi vedere questo personaggio ed è una scelta che adoro.
E adesso che il party è composto - Rowen, Arys, Luth, Wes, Kayle -, la domanda è: chi sono veramente esattamente i tre dell'ave Maria? Perché ho come l'impressione che non siano affatto prigionieri?
Altro che capitolo di passaggio ^^
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
04/10/20, ore 18:27
Cap. 10:

La situazione di Manny (sono troppo pigra per scrivere Mano Insanguinata ogni volta) ha davvero dell'allucinante. Suo padre non ha coltivato il minimo affetto in lui, nemmeno per poterlo plagiare meglio; il ragazzo nutre solo terrore verso quello che conosce solo come il ricettacolo di Kyr. Abbastanza appropriato che non ne sappia neanche il nome, perché di Davian non è rimasto niente.
E poi arriva quest'ordine apparentemente insensato, uccidere dei demoni. Si sono ribellati a Davian? È possibile questa cosa?
La faccenda si fa intrigante. Complimenti per un bel capitolo!

Recensore Veterano
04/10/20, ore 16:35
Cap. 1:

Eccomi qui,
devo dire che già come inizio non è male questa fanfiction... sento già che ci saranno molti misteri e segreti...e molto presto verranno svelati!!
Chissà cosa accadrà, lo sapremo presto!
Bel lavoro!