Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
06/02/20, ore 17:54
Cap. 5:

Ci eravamo lasciati in un momento veramente tesissimo all’interno di questa storia, con la città invasa e la maggior parte dei tuoi personaggi prigionieri.
Quando mi sono approcciato nuovamente a questo capitolo ho subito trovato uno dei punti di forza di come scrivi: seppur sia passato più di un mese dall’ultima lettura ho ancora tutto chiaro e limpido nella mia mente. Questo significa che stai scrivendo qualcosa che “buca”, che fa breccia, e che rimane vivido nei ricordi poiché molto dettagliato e ricco. Alla fine è stato molto più semplice di quanto pensassi immergermi nuovamente nelle tue ambientazioni.
Anche se… tanto è legato alla presenza di quel personaggio che sto adorando: Mordhen. Infatti il capitolo si apre proprio con un’aspra diatriba tra lui e Thoan, con quest’ultimo che cerca di motivare la sua “cantata”, ovvero i motivi che l’hanno spinto a consegnare (circa meno quasi, se riescono ad acchiapparlo) il giovane Rowen.
Non so se sia voluto o ricercato ma ho notato un certo parallelismo con il personaggio di Theon Greyjoy da GoT, sia per il nome che me l’ha ricordato subito sia per i modi di fare, l’egoismo di chi vende il culo del protagonista per poter prendere un po’ di tempo. Io odio Theon. Chissà che ‘sto Thaon non abbia lo stesso super-potere di finirmi sulle palle per ogni frase che caccia dalla bocca.
Per il momento sta mantenendo i suoi standard piuttosto alti, al contrario di Mordhen che, invece, resta quella figura silenziosamente carismatica e razionale fino al midollo che m’intriga sempre più.
Ne segue uno scambio di battute in cui ti faccio notare una piccola cosa :

[…] «Questa città è sotto la tua responsabilità» insisté Thoan. «È tuo dovere fare qualcosa che non sia startene qui seduto ad attendere il ritorno di Mano Insanguinata.» […]

Non vorrei sbagliarmi, ma ricontrollerei il verbo tra le frasi. Sono certo non sia un errore di coniugazione del verbo ma durante la lettura quell’insisté mi suona piuttosto male. Ho provato a ripeterlo ad alta voce e comunque stona un pochino. Forse insistette? Non so, te lo segnalo comunque per vedere se anche a te fa provare la stessa sensazione o, magari, è solo un’impressione mia.

Tornando a noi, segue il periodo che più volte ho riletto e rimarcato perché mi è piaciuto davvero molto, ovviamente parole di Mordhen:
[…] «Che c’è una grande differenza tra incoscienza e coraggio, tra saggezza e spavalderia. Nessun atto intrepido avrebbe fatto la differenza: forse avrebbe fatto morire gli altri con un senso di rivincita nel cuore, ma la conclusione sarebbe stata la stessa. Quasi sempre, tutto ciò che possiamo fare dinanzi alla vita è chinare la testa e accettare in silenzio ciò che ci destina, perché gridare non serve a nulla oppure peggiora le cose. Non capisco davvero come tu abbia ancora voglia di cercare di sentirti un eroe in un mondo come questo, dove vivere in ginocchio è l’unico modo per vivere.» […]

BOOM! Sbatti il microfono a terra, vecchio, perché l’hai fatto nero.

Thaon controbatte ma Mordhen lo spegne definitivamente.

Segue poi un dialogo che sicuramente è degno di nota perché sicuramente porta un segreto con sé: Thaon cerca di ingraziarsi/inimicarsi (metto la doppia chance perché non so realmente cos’ha provato a fare ma alla fine il risultato è comunque meh) Mordhen tirando fuori qualche vecchio scheletro.
Della seria “so cos’hai fatto la scorsa estate” ma qui parliamo di un inverno di cinque anni prima.

Secchiata d’acqua in faccia al poro Mordhen che si vede tradito nell’intimo.
Neanche il tempo di asciugarsi il viso che August s’avvicina come una ragazza che ha appena screenshottato tutte le conversazioni del proprio fidanzato con tale Amber Lee, sedicente americana che su Faccialibro pubblica solo ed esclusivamente selfie in reggiseno al bagno.
«Mordhen, ti devo parlare.
E lesto il vecchio va a cancellare tutte le chat prima che arrivi il momento nefasto.

Vabbè, lo sapevi che prima o poi sfaciolavo, no?

Scherzi a parte. August s’avvicina e sussurra a Mordhen l’intenzione di uccidere Nerya, riportandolo alla realtà del Mano Insanguinata che non perdona nessuno e che uccide per puro diletto.
Una sorta di pesca sportiva ma con l’omicidio.
E nessuno viene liberato una volta infilzato.
Nel mezzo ci scappano pure un paio di maledizioni diretta all’altissimo Haldor, che sinceramente a me piaceva di più quando faceva ancora i film con Giovannhir e Giacomhor.
Prega molteplici affinché gli venga risparmiata la vita dopo questa battuta.

Giustamente, qui Mordhen viene blastato da tutti. Ha perso tanto del suo ruolo di guida e questo lo porta a farsi anche qualche domanda sul suo operato. Compreso un brevissimo momento di arrogante gioventù dove ci svela di aver creduto come andasse la vita.

Mordhen. Amico mio. Non sai che appena pensi questo la vita stessa ti aspetta con una betoniera piena di merda fumante da scaricarti addosso? Le basi del cinismo. Plis.

Ed ecco qui il colpo di scena dritto nello stomaco. Della serie Beatiful SPOSTETE che passano Mordhen, Nerya e Rowen. Ora capisco perché trattasse il ragazzo con tanto rigore.

Stacco della telecamera che passa poi a Mano Insanguinata e al suo confuso inseguimento viste tutte le piste che si trova a seguire. Saggiamente decide di dividere il suo gruppo così da poterne battere quante più possibili ma si tiene un taciturno Golgoth al suo fianco.
Qui si genera un pochino di confusione anche in me perché non ho capito benissimo lo scambio di battute tra i due.
Mi spiego meglio:

“Un comandante senza paura non è un comandante”.
“Un comandante senza paura è un comandante morto”.
Ho sempre avuto problemi con la doppia negazione, lo ammetto, però non mi è arrivato chiaro il messaggio che volevi trasmettere se non per i pensieri di Mano Insanguinata subito dopo.
Mi sembra di intuire che Golgoth lo stia accusando di codardia ma mi si intrecciano un po’ le idee.
Un comandante senza paura non è un comandante, quindi Mano Insanguinata che invece ne ha (di paura) è un comandante. Giusto?
Non ho capito comunque. Ti chiedo venia ma provengo da un periodo di fusione massima al lavoro e ogni tanto mi si scollega il cervello.
Tornando a noi; chiude il capitolo lo stesso Mano Insanguinata con la strana familiarità con il nome Rowen, come se questi fosse qualcuno appartenente a una vita passata.
Sono io che non avevo visto il genere di coppia della storia o l’hai cambiato in corsa tu?
Perché questo mi fa pensare che i due siano coinvolti in qualche maniera a livello sentimentale. Non so, chiamiamolo quinto senso e mezzo.
Ottimo intramezzo, comunque, rispetto al precedente che invece era molto più mosso e movimentato. Decisamente qualcosa che spezza ma rivela particolari interessanti ai fini della trama.
Sullo stile della scrittura ormai non ti dico nulla perché risulterei ridondante, voglio rimarcare solo un paio di cose in merito: hai veramente una geniale propensione alla caratterizzazione dei personaggi, sia con ciò che scrivi che con quello che ometti, inoltre vedo che tutti sono in mutazione continua in base agli eventi che li circondano. Per quanto mi riguarda questo è alla pari di un super potere per uno scrittore, per cui davvero complimenti.
Chiedendoti nuovamente scusa per il ritardo (non finirò mai di farlo), ti lascio quella che è probabilmente la recensione più lunga che abbia mai fatto su EFP (alcune delle mie storie pubblicate qui non arrivano a questo numero di parole) e intanto ti saluto…

… ci leggiamo presto.

Nuovo recensore
03/02/20, ore 23:17
Cap. 1:

Buona sera, sono finalmente riuscita a giungere e leggere il prologo di questa storia che si preannuncia interessante ed accattivante sin dall'inizio.
Solamente nel pronunciare D&D nel tuo angolo autrice, mi hai fatto sentire a casa: per caso sei una giocatrice?
Il linguaggio abissale è stato un vero e proprio tocco di classe e credo che si possano creare dei fantasy stupendi attingendo da quel meraviglioso gioco!
Provo moltissima pena per questo povero ragazzo a cui è stata strappata l'infanzia, deve essere stato a dir poco orribile vivere degli avvenimenti del genere, un giorno sei un bambino normale e l'altro ti ritrovi invischiato in qualcosa più grande di te dove, un gioco innocente come il soldato si trasforma drasticamente in una cruenta realtà composta di carne, morti e sangue. Mi rincuora il fatto che odi quel maniero ma soprattutto spero che riesca a ribellarsi a quel tiranno, per quanto mi sembri momentaneamente impossibile. Gli hanno fatto un tale lavaggio del cervello da renderlo praticamente un golem da usare per i propri scopi o per appagare la brama di sangue di questo regnante che è tra la vita e la morte. Raccapricciante.
Altro personaggio che mi ha fatto una pena allucinante è stata Nerya. Pur non approvando il suo gesto di consegnare il bambino a quei dannatissimi Balor (li ho affrontati così tante volte questi demoni disgraziati che sono a ricordarmeli, mi fa rabbia) credo si sia seriamente pentita e il peso di codesta azione è come un fardello che scava in lei giorno dopo giorno lasciandole una voragine dentro l'anima. Rowen è cresciuto bene ed è un ragazzo dolcissimo che si preoccupa per sua madre ma mi chiedo cosa ne penserebbe una volta scoperto ciò che ha fatto. Ora ho due domande però: Shandon e Rhiain fanno parte del prequel di questa storia? Sai, pur non richiedendone la lettura per comprendere questa, mi piacerebbe leggerla.
Domanda due: si saprà mai che fine hanno fatto?
(Domande da tipo spoiler enormi immagino, ahaha) ok, non dirmi nulla, non assecondare la mia malsana curiosità! Andrò avanti e lo scoprirò molto volentieri.
Sono certa tu abbia creato un mondo meraviglioso! Sono molto curiosa anche sulla città antica degli elfi!
A parte le bellissime premesse di questa trama, sul fattore grammatica, nulla da segnalare, non vi sono errori e la lettura di questo accattivante prologo risulta meravigliosamente scorrevole!
Continuerò a leggere assolutamente, la metterò tra le seguite!
Ci vediamo presto! :D

Recensore Master
02/02/20, ore 18:47
Cap. 7:

Ciao cara!
Eccomi qui per scambio libero su Il giardino.
Sappi che, nonostante tu me lo avessi già anticipato, quando ho letto le prime righe del capitolo e capito che anche questo avrebbe seguito Rowen, ho reagito con un molto maturo "gnignigni" con linguaccia.
Se ribadisco quanto mi sta antipatico Rowen risulto ripetitiva? No, perchè sai, proprio non mi resta simpatico. Della serie che se dovessi scegliere se salvare lui o un leone che potrebbe sbranarmi, io sceglierei il leone.
Ti faccio i miei complimenti per come hai tenuto alta la tensione. Avevo il cuore a mille, stavo quasi sudando, neanche fossi prigioniera, ho avuto paura che il razziatore li scoprisse o che Wes avesse perso la forcina. Tesa sulla sedia ho tirato un sospiro di sollievo quando l'ha ritrovata. E poi ho corso con Rowen (purtroppo) via dall'accampamento e nella foresta. L'ho guardato con orrore mentre abbandonava il vecchio al proprio destino e l'ho osservato senza sentimenti mentre stava per essere ucciso dal Razziatore. Non ho reagito, se non con una piccola smorfia, quando Luth l'ha salvato. Rowen non si merita misericordia o pietà e si sta dimostrando il degno figlio di sua madre, quell'egoista infanticida di Nerya (no, non me la sono scordata quella zecca in fin di vita).
Mi continua a piacere da morire il modo in cui scrivi. Mi piace come gestisci la storia, come gestisci i dialoghi che sono sempre essenziali.
Delinei bene i personaggi e anche gli ambienti, senza mai risultare pesante.
A presto e un bacio grande,
La tua fedele seguace innamorata di Mano insanguinata, Lagertha

Recensore Master
01/02/20, ore 18:11

Ciao carissima DarkSider, eccomi finalmente a proseguire la storia. Effettivamente non mi aspettavo questo tuo focus sulla vuota Syrdin e il suo disperato capo, ma l'ho apprezzato molto dato che Mordhen è un personaggio che trovo molto interessante. Il suo rapporto con Nerya viene delineato meglio, attraverso la dilatazione nel passato, e si scopre un legame segnato in quegli ultimi estremi momenti dal senso di abbandono (da parte di lei) e dal rimorso per essersene andato (da parte di lui). Già da bambina, lei lo rimprovera per averla abbandonata ed è davvero tremendamente ironico che lui la abbandoni anche questa volta, solo per ritrovarla praticamente morta (senza avere il coraggio di accertarne, talmente tanto è il dolore). Ma in questo capitolo, Mordhen si scopre di più anche attraverso il legame con altri due personaggi: August, figura che ho trovato piuttosto ambigua soprattutto nel suicidio-omicidio finale, e soprattutto Thoan. Ho adorato davvero come hai raccontato la scena della battaglia davanti all'Accademia di magia dalla prospettiva di Mordhen e l'evolversi di tutte le sue emozioni nella corsa contro il tempo per arrivare e trovare l'amico. E l'amico è proprio il motivo per cui lui corre, è di fatti tutto ciò che gli rimane ora che Syrdin è deserta, che Rowen è scomparso e la sorella morente. Nuovamente, descrivi la figura di Mordhen come quella di un uomo razionale e pragmatico, ma allo stesso tempo tanto emotivo, talmente che all'ultimo momento è pronto a scegliere gli affetti rispetto ai doveri. Lo ha già fatto con Nerya, e lo fa anche adesso. Emblematica è la scena in cui i moribondi della guerra che lo riconoscono lo invocano per essere aiutati solo per ricevere un rifiuto: Mordhen deve salvare il suo amico, non più i suoi cittadini - anche perché sente di non essere più il capo di nulla. Un altro tassello molto interessante e importante in questa storia dove amo la coralità delle voci (Mano Insanguinata, Mordhen e Rowen spiccano su tutti, ma sei molto brava a caratterizzare anche le figure più piccole e minori). Come sempre, amo il modo in cui rendi credibili le sensazioni e le reazioni umani, con descrizioni molto vivide ed emozioni intense. Bravissima veramente. Sono davvero curiosa di scoprire come evolverà la storia su tutti i molteplici fronti in cui la mostri. Alla prossima. Un bacio!

Recensore Master
31/01/20, ore 00:18

Cara **
Infine ce l'ho fatta, e sono immensamente felice di esserci riuscita!
Dici che l'ultima cosa che volevamo era tornare a Syrdir, ma la verità è che io amo i tuoi personaggi e Mordhen è uno dei miei preferiti come penso di averti già detto, quindi leggere di lui mi ha fatto immensamente piacere!
È stato un capitolo straziante, a dir poco. Non solo ci racconti la storia di Mordhen e il suo allontanamento da Nerya – triste ma uno di quei corsi della vita che sono attuali, che succedono. Sorelle e fratelli che smettono quasi di esserlo, a causa di eventi che li dividono inesorabilmente. Ci racconti anche di come Syrdir ormai abbia perso tutto, Mordhen non ha mai avuto la possibilità di prefissarsi degli obiettivi e raggiungerli, e ora è nel pieno del ciclone degli eventi.

Empatizzo molto con Mordhen, ne comprendo il dolore ma il desiderio di porre fine alla vita di sua sorella, ormai su un filo troppo corto e fragile, ma contando che non ci hai detto chiaramente se è morta o no, aspetterò prima di trarre le mie conclusioni, anche se sono convinta, dentro di me, che Nerya abbia ancora qualcosa da dire e da fare. E magari, che ne so, un giorno lei e Mordhen ritroveranno un equilibrio...
Per quanto riguarda invece Thoan, è un impulsivo che ragiona un po' a modo suo, anche se non mi sento di dargli totalmente torto: il suo ragionamento parte da una base più o meno nata dalla speranza, un po' come i ribelli di Star Wars, che combattono ben sapendo che forse non ce la faranno, ma se tanto la morte è l'unica strada, tanto vale provarci, no? Mi rendo conto che si sono messi contro un esercito troppo superiore, e quando Mordhen lo trova ho avuto paura che fosse già morto, e invece no... e un po' ho tirato un sospiro, un po' ho temuto che Mordhen ci rimettesse le penne nel tentativo di salvarlo, ma so che lui ha ancora troppo da fare e quando se lo porta via, e poi tenta di salvarlo, lasciando indietro tutto, non ho potuto fare a meno di pensare che fosse la cosa migliore.
Nerya in fin di vita, Syrdir è solo il nome di una città fatta di polvere e perdite, l'unica soluzione è riuscire a raggiungere un posto dove guarire Thoan e magari, con un po' di speranza, trovare una salvezza.
Nel frattempo Rowen e Mano Insanguinata proseguono il loro viaggio in parallelo con Mordhen, e ti devo fare i miei complimenti come sempre per come riesci a tessere una trama lineare, dal ritmo perfetto, che incastra perfettamente ogni evento anche se questo viene raccontato da occhi diversi o in posti diversi!
Adoro questa storia, mi lascia sempre la sensazione addosso di aver appena concluso il capitolo di un ottimo libro destinato a entrarmi nel cuore.
Complimenti come sempre **
Miry

Recensore Master
30/01/20, ore 16:48

Niente: sono riuscita a passare prima. A volte i miracoli accadono :)
Un capitolo feroce questo, di morte, ma anche di lenta rinascita. Il tuo è un mondo in decandenza.
Leggendo, di tanto in tanto, mi tornavano alla mente le vecchie canzoni di Dalla, quando diceva che estraniarsi grazie alla fantasia permette di sopportare una situazione di vita comunque pesante. Onestamente mi sono chiesta fino a che punto ciò possa essere reale. Perchè la sofferenza, soprattutto quando diventa fisica, cozza in ogni modo con la leggerezza della mente. Impedisce di allontanarsi dalla contingenza e ciò che resta, inevitabilmente, è solo ciò che esiste ed abbiamo.
E’ una situazione difficile quella di Mordhen. E’ vero, forse l’hai bistrattato un po’,ma l’hai reso anche molto umano e reale.
Ti dirò, per come vedo i legami di sangue io, per come li sento forti, credo che lasciarsi alle spalle un consanguineo non so se ce la farei. Vivendo, però, mi rendo conto che spesso molti non la pensano come me, anzi. Mordhen è molto molto ma molto reale. Del resto, è vero che ha fallito su molti di quelli che erano i suoi ideali e progetti. Però è anche vero che ci ha provato in tutto e per tutto, ha modificato i propri sogni quando questi non hanno potuto realizzarsi nella loro formula iniziale. Hanno trovato semplicemente una nuova formula di evolversi. Per cui, su questo fallimento, beh… lo vedo e non lo vedo.
Certo, il mito dell’imprenditore che parte dal nulla e realizza a pieno le proprie pulsioni, emozioni piani e desideri è stupendo. Personalmente, però, ho sempre giudicato bene anche chi riesce a trovare un nuovo modo, un’altra via, un diverso modo di realizzare se stesso. Anzi, forse mi piace anche di più, anche se colpisce meno. Può essere tranquillamente un esempio da seguire, una vita che ha significato e senso. Un’evoluzione perfetta. Oggigiorno gli insoddisfatti lo chiamano accontentarsi. Qui, invece, anche Mordhen, potrebbe invece azzardarsi a chiamarlo ricerca e raggiungimento di altre vie. A volte, infatti, sono solo la fortuna e la realtà contingente a fare il successo di un progetto. In questo caso, direi che la realtà di Syrdin, insomma… siamo onesti… non è che fosse proprio la migliore per vivere di ideali e progetti troppo ambiziosi. Anzi. Forse, in questa fuga con l’amico che Mordhen ha voluto salvare a tutti i costi ho visto un ideale di pallida rinascita che ho comunque apprezzato.
Ti dirò: mi sono anche piaciuti August, che, per quanto vigliacco, ha comunque optato per una scelta che non lo ha lasciato mero oggetto degli eventi. Vero, ha scelto di andarsene, ma almeno non è rimasto a farsi massacrare in attesa dell’ineluttabile. Si è mosso, insomma. Per come la vedo io, le persone coraggiose sono questo. Quelle che scelgono. Come hanno scelto i prigionieri guidati da Thoan di farsi ammazzare. Ecco, questo forse non so se l’avrei appoggiato al posto loro. Da vigliacca, avrei appoggiato più August. O meglio ancora, il tentativo di una fuga, pianificato magari con tutti i particolari immaginabili, se mai ciò fosse stato possibile. Insomma, tutto ma mai fermi in balia degli eventi… o dei demoni. Insomma, mi hai regalato un capitolo che mi è davvero piaciuto cara. Di questo ti ringrazio tanto, nell’attesa di conoscere come se la sta cavando Rowen, povero! Alla prossima :)

Recensore Master
30/01/20, ore 10:33

Eccomi qui!
Allora, in questo capitolo abbiamo assistito ad un improvviso cambio di scenario, lasciandoci dietro le avventure del nostro protagonista e del suo avversario ( anche se non si conoscono nemmeno ) per spostarci su Mordhen e vedere la sua sorte e quella degli abitanti del villaggio attaccato dai demoni.
Se c'è una cosa che mi piace di questa storia è che non lasci niente al caso, le conseguenze di un evento vengono mostrate nei minimi dettagli, non concentrandosi solo sui personaggi principali ma anche su quelli secondari.
Devo dire che in questo cap Mordhen mi ha sorpreso non poco, si è dimostrato molto più freddo e pragmatico di quanto avessi inizialmente pensato. Ha esibito comportamenti che mi sarei aspettato da Rowen, il quale non esitava a sacrificare altri affinchè potesse sopravvivere.
Come lui, Mordhen ha preferito concentrarsi sul suo amico e sulla sorella, e si è lasciato dietro gli abitanti del villaggio.
Certo, anche con la sorella non è stato particolarmente gentile, visto che se l'è lasciata dietro convinto che tanto sarebbe morta comunque, e che quindi sarebbe stata solo un peso.
Certo che questo universo fa un grosso dito medio al Trono di Spade, qui non c'è davvero un briciolo di onore o cameratismo tra i suoi abitanti. E la cosa mi piace assai.
Le scena d'azione, come sempre, sono state serrate e ben congegnate, piene di tensione dall'inizio alla fine.
Ti rinnovo i miei complimenti, e non vedo l'ora di tornare all'arco dell'inseguimento !

Recensore Master
29/01/20, ore 15:57
Cap. 6:

Eccomi qua cara!
Allora, intanto, mi pare superfluo ribadire quanto poco mi stia simpatico Rowen a cui questo capitolo è interamente o quasi dedicato, giusto?
Continua a starmi antipatico, in questo capitolo in modo particolare perchè io odio chi si piange addosso e chi, alla fine, scivola nell'apatia e Rowen è quello che fa, sul momento, risvegliandosi nel carro con gli altri prigionieri. Inoltre, odio gli egoisti, e nel finale di questo capitolo è così ch Rowen si rivela: egoista e crudele. Non mi piace più di quanto non mi piacesse prima.
Mi piace molto, così a primo impatto, Arys che mi pare furba abbastanza e che non riesco a decidere ancora se è buona oppure no, ma la trovo intrigante e la furbizia è una caratteristica che trovo molto positiva, soprattutto se ben utilizzata.
Mi è mancato tantissimo Mano Insanguinata (sai quanto io adori quel piccolo disadattato <3 ) e mi è mancato anche Golgoth, perchè la loro storyline mi piace decisamente di più di quella del moscio e piagnucolone e cattivo Rowen (ho già detto che mi resta antipatico?).
In ogni caso, è vero che questo capitolo è abbastanza di passaggio, ma è comunque scritto bene e soprattutto contiene un pezzo che mi ha fatto riflettere.
"perché nessuno, a Syrdin, aveva mai detto come stavano davvero le cose? Perché quella verità era stata occultata a chi non poteva ricordare, a chi non poteva sapere?"
Oggi abbiamo lo stesso problema: noi non sappiamo perchè chi è venuto prima, per un motivo o per un altro, non ha mai parlato. La memoria è importante, la memoria impedisce che certe cose accadano di nuovo. DObbiamo parlare, dobbiamo raccontare così che chi verrà dopo di noi saprà che cosa è successo davvero.
Il piano di fuga è abbastanza raffazzonato, ma che vuoi farci? Sono ragazzini, non hanno grandi legami tra loro che li spingano a trovare un piano per salvare più gente possibile, non si conoscono neanche. Sarà molto interessante leggere il prossimo capitolo e vedere un po' se questo piano andrà a buon fine oppure se qualcuno farà la spia o ancora se qualcuno (totalmente a caso, ROWEn ehmehm) verrà catturato.
Bravissima, come sempre, la tua storia mi piace sempre di più.
A presto
Baci Lagertha

Recensore Master
29/01/20, ore 14:01

Ciao!

Sin dal principio del capitolo, una impressione mi aveva detto che avrei visto qualcosa di molto forte e di fatti così è stato. Però non mi sarei mai aspettato un simile parallelismo tra le esperienze di Mordhen e Rowen. Perché alla fine di tutto, hanno fatto la stessa identica scelta: lasciare al proprio destino qualcuno per salvare qualcun'altro. E se per il giovanotto rogue la cosa era abbastanza prevedibile avendo capito come era fatto, il capo villaggio francamente mi ha veramente deluso. Si dice che un capitano muoia sempre insieme alla propria nave e invece l'ex apprendista fabbro preferisce sfruttare la morte della sua gente per salvare un amico. Mi chiedo se mai incontrerà il suo concittadino dietro al quale ci sono una sfilza di demoni, con che faccia oserà guardarlo...
E niente, sono triste; almeno da parte del capo villaggio speravo in un gesto eroico, senz'altro sicuramente inutile e realisticamente parlando è chiaro che abbia agito meglio così in vista del futuro ma ... è tanto l'amaro che ho in bocca dopo aver finito di leggere. Qui tutti mi divengono NE davanti alle difficoltà, dov'è la spada e il cavaliere? Dov'è lo scudo che protegge gli uomini? Se in questa ambientazione avessi interpretato il mio classico paladino, probabilmente sarei morto dopo mezza sessione!XD O forse no, chissà; magari da qualche parte c'è ancora un rantolo di speranza, per il quale valga la pena vivere e che non sia semplicemente la vita di una persona cara. ;)
Non ci posso fare nulla, per quanto il cinismo mi piaccia da leggere e da masterizzare, il mio spirto guerrier è romantico e eroico. Comunque, complimenti a te per quest'altro bellissimo capitolo.
Un caro saluto e a presto
Will D.

Recensore Master
28/01/20, ore 13:48

Perdona il ritardo con cui ti lascio questa recensione, di solito provo a farle il prima possibile.
Devo dire che il cambio di scena mi ha molto sorpreso. Non mi aspettavo di tornare indietro per conoscere la sorte di Mordhen e del resto del villaggio. Ho apprezzato il fatto di poter leggere qualcosa di più del suo rapporto con Nerya, perchè effettivamente non ero riuscita a comprendere le ragioni della loro distanza.
Credo che tu abbia fatto molto bene a darci una pausa dall'alternanza Rowen-Mano insanguinata, perchè crei in questo modo uno stacco che accresce la curiosità.
Inoltre credo sia anche un buon modo per dare dei contesti più ampi, per evitare che la storia si risolva in una sorta di corsa. Dal punto di vista narrativo devo dire quindi che sei davvero brava! Francamente io non sono proprio capace di scrivere trame complesse con molti personaggi, quindi mi inchino!

Forse mi ha lasciato un poco perplessa però questa sorta di "voltafaccia" di Mordhen. Mi spiego meglio. Ha fatto di tutto per tenere in vita la sorella, nonostante sia sull'orlo della morte, incosciente, per poi andare via insieme a Thoan. Ha scelto di salvare qualcun altro al posto di lei... lo capisco, perchè lei è un lontano ricordo in qualche modo, mentre Thoan è un compagno con cui ha condiviso molto di più. Ma questo non mi era chiaro forse da principio, e questo appunto mi ha lasciato un po' di dubbi sulla sua scelta.

La scena d'azione è interessante, rapida e ben scritta. Si avverte la fretta, l'urgenza di scappare via e di trascinare via l'amico da morte certa. Il ritmo della narrazione infatti è serrato, e hai utilizzato paragrafi più brevi, così come le frasi.

A questo punto, mi aspetto per il prossimo capitolo di leggere ancora di Rowan magari, o di Mano Insanguinata. Credo che l'inseguimento diventi più ravvicinato, e che presto i due si incontreranno. Non credo che Nerya morirà: abbiamo bisogno di lei per chiudere il cerchio. Insomma, faccio pronostici :P

Alla prossima settimana (spero???)!

Recensore Veterano
27/01/20, ore 10:36
Cap. 2:

Ri-ciao! Allora, in questo secondo capitolo abbiamo modo di conoscere meglio Rowen e il suo rapporto difficile con la madre. Pur essendo così giovane, il ragazzo si è dovuto adattare a questo mondo in rovina, vessato dalla guerra e mi piace un sacco come hai caratterizzato questo personaggio: come lui stesso ammette, non è un eroe (o almeno non ancora, chissà XD) ed è stato spesso costretto a compiere scelte moralmente discutibili, come rubare o abbandonare una città che ormai non ha più niente da offrire e che non rappresenta più un luogo sicuro, come gli viene rinfacciato da quello che presumo sia il capo della comunità di superstiti di Syrdin. Mi è piaciuto il confronto tra i due: da un lato è comprensibile che Mordhen faccia di tutto per non rinunciare ad una risorsa come Rowen, invitandolo a mettere le sue abilità da cacciatore e guerriero al servizio della comunità, ma come non biasimare il giovane? Nella sua vita non ha conosciuto altro che miseria e ha lottato con le unghie e con i denti per proteggere sé stesso e sua madre. La povera Nerya, completamente fuori di sé, ha addirittura aggredito suo figlio (tra parentesi…la scena del morso mi ha fatto quasi male per come è realistica!) per fuggire in preda al delirio, ma Rowen fa di tutto pur di trovarla, poiché è consapevole che sia l’unica cosa che gli rimanga. E intanto, l’armata demoniaca guidata dal figlio di Davian si avvicina inesorabilmente alla Capitale del Nord, pronta a radere al suolo quel poco che ne rimane. Nonostante appaia solo per pochi attimi, ho trovato interessante come il giovane comandante sembri ormai integrato tra i demoni, che addirittura ironizzano con lui su quanto siano patetici gli umani, come se effettivamente lo considerino uno dei loro.
Adoro come già in questi primi capitoli tu sia riuscita a creare personaggi assolutamente non stereotipati e plausibili, con cui è facile empatizzare proprio perché imperfetti, tormentati e pieni di lati oscuri. Inoltre, rendi perfettamente e in maniera immediata l’atmosfera di desolazione e rovina e trovo le tue descrizioni sempre molto ad effetto e in grado di catapultarti direttamente nella scena. La conclusione del capitolo lascia con molte domande: chi sta pedinando Rowen? Sarà un nemico o un alleato? Al prossimo capitolo, continua così!!

Recensore Master
26/01/20, ore 20:04

Ciao ^^
Sono contenta che siamo tornati da Mordhen, mi chiedevo che cosa stesse facendo mentre Rowen era imprigionato.
Sì, lo tratti veramente male, ma da quanto ho capito si tratta male già da solo XD Voleva di più dalla vita e desiderava seguire i suoi sogni e per farlo ha dovuto abbandonare la sua famiglia. Capisco che Nerya ne sia rimasta ferita all'inizio, ma poteva anche averlo perdonato nel corso degli anni -.-
August non mi piaceva molto, mi è dispiaciuto della sua morte solo perché sarebbe stato utile per salvare Thoan. Tra parentesi Thoan, ma se non vuoi morire, perché attacchi i demoni con un gruppetto di uomini male armato XD ?! Non è molto furbo...
Sono contenta che Mordhen sia riuscito a fuggire alla fine e credo che faccia bene a non sentirsi in colpa: gli altri abitanti di Syrdin si sono praticamente suicidati, lui non c'entra nulla.
Non ho capito se Nerya è morta oppure no. Spero di no, ma mi ha un po' sorpresa vedere che Mordhen l'ha abbandonata così, anche se effettivamente sarebbe stato complicato portarsi dietro anche lei.
Spero che riesca ad allontanarsi abbastanza da poter curare Thoan e salvarlo (cerca di non farlo morire, PLZ XD)
Aspetto con ansia il prossimo capitolo ❤
Baci, pampa

Recensore Veterano
24/01/20, ore 18:50
Cap. 1:

Ciao! Eccomi qui, pronta ad immergermi in questa storia! Avevo già letto Il Richiamo del Male, incuriosita dall’argomento del dio imprigionato in un corpo mortale, a cui lentamente risucchia ogni umanità fino a ridurlo ad un fantoccio asservito al male. Avendo già conosciuto gli antefatti, ho potuto comprendere sin da subito la tragicità della situazione: un intero mondo messo in ginocchio proprio da chi un tempo era stato destinato a proteggerlo ( un po’ alla Anakin Skywalker XD ). Sin dalle prime righe si respira l’aria di desolante rovina e di terrore che caratterizza il regno di Davian, in cui i demoni scorrazzano liberi di dare sfogo alla loro sete di sangue. Il figlio di Davian e Rhiain è stato destinato, suo malgrado, a portare avanti i piani di suo padre e a diventare un’arma al servizio del male, pur detestando con tutto il cuore il suo ruolo. Ho trovato di forte impatto il sacrificio di sangue compiuto in maniera così fredda e rassegnata e immagino che ormai Davian sia stato talmente corrotto, sia nello spirito che nel corpo, da essere ridotto ad una carcassa ambulante. La scelta che Nerya è stata costretta a compiere è straziante e mi ha ricordato terribilmente La Scelta di Sophie. Una decisione presa in buona fede, è vero, ma che ha avuto effetti devastanti sulla sua psiche fino a farle perdere totalmente il contatto con la realtà.
Parlando del tuo stile, ti faccio i complimenti perché hai saputo rendere benissimo atmosfere e ambientazioni senza risultare pedante o ripetitiva. In alcuni casi si può quasi percepire a pelle la bruttezza e lo squallore in cui è costretto il figlio di Davian fra quelle mura di basalto. E in tutto questo orrore, Rowen che alla fine sorride al ricordo di ciò che un tempo è stata la sua città, è un po’ un barlume di speranza,! Continuerò sicuramente a leggere e mi farò risentire, ancora complimenti e a presto!

Recensore Master
21/01/20, ore 14:44
Cap. 5:

Ciao cara!
Eccomi qui per lo scambio libero su Il giardino.
Dunque, questo proprio non me lo aspettavo. Mordhen e Nerya fratelli? E nessuno lo sapeva? Diamine, che cosa è successo per farli litigare al punto di fingere di non avere parentele? In ogni caso, la scena con cui chiudi la prima parte del capitolo è tremendamente tenera e piena di nostalgia e tristezza e comprensione del "Non sono stato abbastanza". In realtà tutta la prima parte è permeata di una profonda tristezza. Mordhen si sente un incapace, inutile essere: non ha protetto i concittadini, non ha protetto l'amico, non ha protetto sorella e nipote. Ha anche perso ogni spirito di indipendenza, ogni scatto di orgoglio e di idealismo. Si è lasciato andare all'abbrutimento causato dalla dittatura del Ricettacolo e adesso che sente la morte farsi più vicina, in qualche modo si trova a dover fronteggiare le proprie scelte.
Estremamente gradito, questo pezzo di introspezione u.u Anche la gestualità di Mordhen, che descrivi molto bene, è proprio sintomo di un disagio profondo (mani che si torturano, scatti d'ira nei confronti di chi non sta dicendo nulla di male, perchè la morte di uno per la vita di molti vale la pena...).
Per quanto riguarda la seconda parte della storia, è sicuramente la mia preferita (sì, sono sempre più innamorata di Mano Insanguinata. Secondo te mi voglio male?).
Decisamente interessante Golgoth, a cui ho prestato più attenzione: mi pare un Balor estremamente saggio, capace di comprendere quale sia l'effettiva e giusta realtà delle cose e che sotto sotto (molto, molto sotto) un po' ci tenga a questo ragazzo che è sì il suo comandante, ma è anche lo sfogo preferito del crudele ricettacolo. Mi è piaciuto molto lo scambio di battute sulla paura, mi sono piaciuti entrambi.
"Era scomparsa e aveva lasciato il buio, la paura e il dolore. Se davvero era mai esistita, la odiava per questo: per averlo abbandonato nelle tenebre, per non averlo voluto salvare." MILLE E MILLE APPLAUSI A MANO INSANGUINATA PREGO! Cioè povero cucciolo! Abbandonato, "affidato" a un padre che beh, diciamo che lascia a desiderare. Ora, vabbè che la madre non è che lo abbia volutamente abbandonato, ma comunque sia quella brutta m***a di Nerya era al momento la sua mamma e lo ha dato in pasto ai demoni come se non valesse neanche la pena provare a proteggerlo. (Sì, odio Nerya con tutto il mio cuore e non mi interessa che cosa ha passato, è sempre più odiosa).
Mooooolto intrigante il finale, in cui il nome di Rowen porta alla mente di Mano Insanguinata (sono proprio curiosa di sapere quale sia il suo nome) un ricordo sepolto, un senso di déjà-vu (o meglio di déjà-vécu) ma non l'aspetto, che non riesce a immaginare nonostante la descrizione.
Sono molto molto contenta di aver iniziato questo scambio con te u.u
Come sempre, ti faccio i miei complimenti per la pulizia, la scorrevolezza e la correttezza del testo e ribadisco la curiosità nel proseguire questa storia!
Un bacio enorme e a presto
La tua affezionata Lagertha
(Recensione modificata il 21/01/2020 - 02:45 pm)

Recensore Master
21/01/20, ore 13:41
Cap. 2:

La vita nella città di Syrdin è veramente squallida, c'è un motivo per cui in tipo sedici anni non si è mai risollevata? Perché le armate dei demoni passano ogni tanto a razziare? O perché la popolazione è quasi estinta? O entrambe le cose? Perché di solito gli esseri umani hanno questa cocciutaggine di voler fare rifiorire le società e ricostruire le città anche nei posti peggiori, a discapito di tutto. In realtà negli ultimi giorni ho sempre avuto il capitolo aperto in una scheda di internet ma sono riuscita a leggerlo solo un pezzettino alla volta, perché la scena iniziale era troppo per me. Vedere Neyra in quelle condizioni, vedere che era diventata ormai solo un peso per suo figlio, mi ha messo un peso sul cuore perché quella donna dopotutto non se lo merita. Ha sacrificato suo nipote per salvare suo figlio, ma poi questo peso non le ha permesso di *vivere* quella genitorialità e quella vita per cui ha sacrificato così tanto. Il povero Rowen è cresciuto in modo molto spartano, con una madre che poteva occuparsi di lui sì e no, e che alla fine ha perso il lume della ragione. Io non so con che forza questo ragazzo sia riuscito ad alzarsi dal giaciglio del guaritore e ad andare a cercarla, e intendo, con quale forza sia fisica che morale. Io non so se ci sarei riuscita, se mia madre fosse stata così e mi avesse anche attaccato e fossi stata ferita e debole. Forse avrei accettato le cause di forza maggiore, ma anche perché io, con i miei standard da giovane donna occidentale con dei genitori sani di mente, non considero Neyra una vera madre. Al posto di Rowen (sedici anni, il ragazzo?) sarei stata solo arrabbiatissima con lei per quello che era e per quello che NON era. Invece Rowen non è cresciuto con i miei stessi standard, vive in un mondo praticamente post-apocalittico, quindi sua madre è tutto quello che ha. Lei è imperfetta, ma anche l'amore del figlio è imperfetto. E' un amore egoista. Ma come potrebbe essere altrimenti? Suo cugino è cresciuto nella paura, ma non è che Rowen sia cresciuto nell'amore. E' normale che il suo amore sia egoista, un po' perché è un adolescente, un po' perché non ha le basi per nulla di diverso.
Il modo in cui è strutturato questo capitolo mi fa supporre che in questa storia Rowen sarà l'eroe e suo cugino sarà il villain, a grandi linee, e che la maggior parte del focus sarà su Rowen; non so, forse sto ipotizzando troppo. Ma sbaglio, o il ragazzo che comanda i balor è appunto lui, il figlio del tiranno?
E faccio un'altra ipotesi azzardata: Rowen riemergerà dalla foresta trovando la città ancora più distrutta, sfuggendo per la seconda volta alla morte? Ho la sensazione che Rowen e Neyra siano "fortunati" in questo, sfuggono sempre per un soffio al cadere sotto le macerie di Syrdin.
Dimenticavo, la storia è scritta benissimo come al solito, è scorrevole da leggere, se ci ho messo tanto è stato solo per le tematiche un po' cupe.
(Recensione modificata il 21/01/2020 - 01:42 pm)