Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/02/20, ore 07:49
Cap. 11:

Sono contenta di tornare a leggere di Rowan. Tutto il capitolo è pervaso da un senso di ansia, ed è una sensazione molto suggestiva e coinvolgente. I fuggitivi chiaramente sono poco più che ragazzi e nessuno di loro sa davvero cosa fare. Per quanto alcuni abbiano vissuto di espedienti, nessuno è un combattente, nessuno è un uomo (o donna) fatto, e nessuno ha il polso della situazione. Sono in fuga, tutto qui, e hanno difficoltà a trovare un accordo o a capire di preciso cosa fare.
Anche quando Rowan li guida nella foresta, lui è roso dal dubbio e dalla sensazione di non avere alcun modo per sfuggire. Questo è un passaggio molto bello, perché è ovvio come lui si renda conto quanto sia difficile confrontarsi con un mondo sconosciuto e molto più vasto di quanto potesse immaginare. Mi dispiace un po' per lui, perché è esattamente in questo momento così difficile che poi arriva il Balor a prenderlo.
Per Rowan si riconferma la difficoltà di capire cosa succede intorno a lui, la sua ignoranza del mondo ma soprattutto la sua impotenza di fronte a un destino che non comprende.
La sua vita in pochissimo tempo è stata totalmente sconvolta... Da ragazzo di campagna a prigioniero, poi fuggitivo, infine di nuovo prigioniero, ma con una consapevolezza in più: quella di essere, per qualche motivo, importante.
Insomma, davvero un colpo terribile. Spero che nel prossimo capitolo riuscirò a sbrogliare un poco la situazione perché sono curiosa e non vorrei interrompere la sua storia!!

Recensore Junior
25/02/20, ore 23:17
Cap. 6:

... Ed eccomi subito accontentato!
No vabbe', in realtà era abbastanza atteso che adesso saremmo tornati un po' da Rowen. Niente, ancora non mi sta antipatico, anche se probabilmente preferisco di gran lunga Shintra Mor. 
Posso azzardare le prime teorie,che però credo siano abbastanza solide: suppongo che Mano sia in effetti quel bambino che Nerya ha "sacrificato" nel prologo, che è stato a quel punto adottato dal Ricettacolo. È chiaro, comunque, che il rapporto che ha con il "padre" non è del tutto pacifico, si fa per dire, e questo ha deformato non poco il suo carattere. Il quadro sembrerebbe chiaro, ma le reciproche relazioni dei personaggi hanno ancora varie aree di oscurità che spingono ad andare avanti con la lettura.

In questo capitolo, stilisticamente impeccabile per quanto mi è dato di vedere, il cast si allarga con alcune nuove figure, che emergono nelle loro personalità peculiari. Arys sembra una ragzza vivace e piena di risorse, dopotutto è una ladra. Di Wes per ora sappiamo poco, ma anche il suo solo stare zitto suggerisce che il suo personaggio potrebbe avere molto da dire in futuro. Kayle sembra l'ingenuo del gruppo... e fa automaticamente simpatia, specie se contrastato con il carattere tendenzialmente subdolo ed egocentrico di Rowen. 
Come sviluppi del plot, scopriamo che gli abitanti di Syrdin erano tenuti in uno stato di ignoranza artificiale su quanto accadesse nel resto del mondo. Interessante... Perché?

Suppongo lo scoprirò continuando la lettura :)

Alla prossima!

Recensore Master
25/02/20, ore 20:50
Cap. 11:

Ciao cara. Ammetto che tra i fuggiaschi che accompagnano Rowen Wes è il mio preferito. Sarà che ho un debole per quelli che parlano poco e di cui non si capiscono subito gli intenti, ma che comunque risultano almeno all’apparenza utili o competenti, come se avessero qualcosa in più degli altri. Qui, questo ladro silenzioso e addirittura con competenze mediche, nella sua mancanza di parole, almeno ai miei occhi, un po’ spicca. Si sicuramente cerca di ingraziarsi chi gli potrebbe garantire salva la vita. E’ fuori discussione, ma chissà che non abbia invece qualche altro asso nella manica. Vedremo più avanti se ho avuto ragione o no. La sorella, invece, sempre apparentemente allegra ed esuberante, qui mostra il suo lato più pragmatico. E’ come se le disavventure arrivassero piano piano, di pari passo con la tristezza della giovane ladra. Del resto, è tutto il gruppo che si trova costretto ad organizzare la fuga. In un certo senso, in un primo momento, davi davvero l’illusione che avessero potuto riuscire. Soprattutto, è stato interessante apprendere come Rowen si sia reso conto mano mano di non sapere davvero nulla del mondo al di fuori di Sirdyn. Lui, che credeva di avere solo punti in più, aveva iniziato a fare i conti con le proprie lacune. Ad essere consapevole che, per sopravvivere bene nel mondo di fuori, che non conosceva, avrebbe avuto bisogno di chi ci era già vissuto, almeno in un primo momento, per impararne le regole. Avrebbe avuto bisogno delle informazioni da parte di quelle stesse persone che temeva gli sarebbero state, se non inutili, forse anche d’impaccio. Si sa, però, che per questo poveraccio la sfiga, come si suol dire, non solo ci vede bene, ma ha addirittura la vista bionica.
E’ stata davvero di impatto l’entrata in scena del Balor. Non solo i boati e gli alberi che crollavano mano a mano che lui si avvicinava, insieme al terremoto, quanto proprio la sua massa informe, di cui all’inizio di scorgono solo gli occhi, fino a che tutta la sua mole prende forma. Hai reso bene l’idea che fosse qualcosa di estremamente diverso e più potente di qualsiasi animale esistente, qualcosa di estremamente più terrificante, arcaico e terribile di qualsiasi belva esistente in natura. Insomma, il mostro degli incubi che appare davvero nella realtà e quel poveraccio di Rowen che ci fa i conti tutti insieme, all’improvviso. Insomma, la faccia oscura del sovrannaturale e tutto ciò che ci gravita intorno.
E’ stato interessante apprendere del rapporto dei demoni col ricettacolo di Kyr. Del fatto che lo considerino non tanto un signore a cui obbedire, quanto proprio un padre, un creatore. E la cosa è assai intrigante, lo ammetto. Sono curiosa di conoscere se sia una percezione di questa razza o qualcosa che derivi dalla consapevolezza di un fatto realmente accaduto.
E’ altresì interessante conoscere la considerazione dei demoni per mano insanguinata ma questa, ormai, in un certo senso, l’avevi già chiarita. Con suo padre, invece, la cosa è ancora in parte in ombra e non vedo davvero l’ora di conoscere.
Adesso c’è da vedere cosa ne sarà non tanto dei compagni di fuga di Rowen, che di certo passeranno un brutto quarto d’ora, per usare un eufemismo, quanto proprio cosa accadrà a Rowen nel suo imminente confronto con mano insanguinata, oltre all’inizio delle torture che il ragazzo ha già iniziato a ricevere. Davvero, mai una gioia per lui. Ti dirò, mi fa quasi tenerezza. Quasi, però, perché pure lui non è tutto luminoso. Eppure, il suo fascino, nasce pure dai suoi istinti a volte egoistici, perché lo rendono una persona comprensibile, completa, reale. Insomma, complimenti per lo splendido capitolo ed alla prossima carissima. :)

Recensore Master
24/02/20, ore 12:44
Cap. 11:

Cara Dark Sider,
Eccomi! Ieri notte non sono riuscita a leggerti dato che il capitolo era lungo e denso, ma ora finalmente posso fare una pausa dal lavoro e recensirti con agio. Parto dai demoni perché è curioso vedere il punto di vista di un altro Balor: ci permette di relativizzare quello che è il comportamento dell’altro Balor e confrontarlo con questo, scoprendo/ricordando che Mano Insanguinata ha un alleato, ma non tutti sono felicissimi di averlo come capo – ecco perché il demone è sostanzialmente soddisfatto dal fatto che Mano verrà punito con torture e simili. Anche i sentimenti, se possiamo parlare di sentimenti, verso il Ricettacolo di Kyr ha l’ambiguità della necessità e del senso del dovere. Per quanto concerne Rowen è splendido come stai creando e delineando un outsider rispetto agli altri umani. Non capisce le interazioni umane e sociali e neanche il mondo in cui vive.

Non sa nulla e questa sua mancanza di consapevolezza e informazioni lo rende un bambino e non è la cosa migliore, se si sta fuggendo. Poi a fine capitolo viene catturato, ma per il momento diciamo che è questo il problema fondamentale. Il suo non sapere nulla si riversa anche nell’analisi e nel comportamento verso i suoi compagni. Luth, Arys, Kayle e Wes hanno tra loro un atteggiamento normale e delle interazioni consapevoli che Rowen fissa come un estraneo. In questo suo essere in mezzo a chi non lo capisce si unisce idealmente a Mano Insanguinata, l’unico essere vivente che può capire il suo disagio. È come se fossero soulmate e il destino avesse già segnato che la loro diversità li avvicinerà. Un qualcosa che comunque deve avvenire perché il padre di Rowen considerava Davian un fratello, ma il nonno di Rowen ha consentito al ricettacolo di entrare nel corpo di Davian (certo, al tempo era l’unica soluzione trovata) e per molte altre ragioni ancora. L’estraneità di Rowen si manifesta nella marcia, lunga e sfiancante, fatta senza tenere conto dei bisogni dei suoi compagni – così come Mano Insanguinata deve sempre fare riferimento al fatto di avere bisogni corporali come fame, sete eccetera. Un altro capitolo avvincente, cara Dark Sider, reso ancora più bello dal fatto che in ogni capitolo mostri qualcosa, come quel riferimento al permesso che rimane sospeso per aria. Un abbraccio e a presto, e grazie ancora per la tua pazienza e per la bellissima lettura che anche questa volta mi hai regalato.
Per inciso, non impazzisco per i fantasy: trovo abbiano sempre mille difetti (e parlo di quelli in libreria), ma il tuo mi ha conquistata e, per quello che vale, piacere a prescindere dal genere è una cosa che non a tutti riesce. ^^
Shilyss

Recensore Junior
23/02/20, ore 17:28
Cap. 1:

Ciao ^^
Interessante che a fine capitolo sia il bestiario.
Ottimo inizio molto dark.
Mi piace la caratterizzazione del protagonista.
Che destino crudele per Nerya ma ha anche ragione probabilmente tutti avrebbero fatto come lei.
La storia parte molto bene come inizio mi è piaciuto molto.

Recensore Junior
23/02/20, ore 00:51
Cap. 5:

Ed eccoci al IV :)

Mentre il capitolo precedente era tutto azione, qui ci prendiamo una pausa per la caratterizzazione. La dinamica usata prevede quattro punti di vista che formano un 2+2, una doppia coppia di opposti. Non so se la cosa sia voluta o ti sia venuta naturale ma mi piace. Nella prima parte abbiamo un duetto di Thoan vs. Mordhen che contrastano punti di vista e personalità diverse, e modi di affrontare le difficoltà diverse. Ne approfitti per svelarci anche che rapporto effettivamente intercorre fra Mordhen e Rowen. 
Il secondo duetto, molto più breve ma non meno efficace, è fra Golgoth e Mano: una che nel male c'è nato e uno che ne è stato adottato, due origini diverse che però li conducono ad essere in effetti molto simili. C'è chimica fra i due, è interessante.

Adesso vorrei vedere di nuovo un po' di Rowen, però! :P 

Recensore Junior
22/02/20, ore 15:15
Cap. 4:

Ed eccoci qua again!

Capitolo complicato da recensire, questo qui. 
Dunque, ci sono un po' di critiche da fare; normalmente non le avrei sollevate, sia perché non è assolutamente una brutta prova in assoluto, e anche perché l'ultimo autore che ho criticato in modo costruttivo penso conficchi ancora spilloni in una bambolina voodoo col mio nome sopra. Ma tu non ti sei sentita soddisfatta del capitolo, e quando capita a me di non essere contento di una cosa che ho scritto preferisco, alle lodi, che qualcuno mi aiuti a capire perché... Quindi provo a buttar lì qualche possibile motivo.

Ma prima le cose buone: questo capitolo è denso di eventi e sono eventi molto interessanti. In effetti, mi piace tutto quello che succede in questo segmento: mi piacciono gli eventi, le ambientazioni, i personaggi e come si comportano. Mi piace cosa aggiunge alla storia. Mi piace scoprire come Mordhen, che faceva tanto l'eroe e la persona responsabile, adesso ci rivela di essere umano, ahi, troppo umano. Mi piace la performance di Mano Insanguinata, mi piace la sua ferocia. 
Insomma, i contenuti mi piacciono tutti.

Eppure rispetto ai precedenti trovo questo capitolo sottotono, ed è secondo me puramente un problema di stile. Essenzialmente, penso che tu abbia voluto "dire troppo", dare troppe informazioni, e che questo ti abbia portato conseguentemente a non mantenere il punto di vista nella narrazione. 
Nei precedenti capitoli tu seguivi strettamente il punto di vista di un personaggio, come Nerya o Rowen. Noi lettori vedevamo il mondo solo ed esclusivamente attraverso i loro occhi, e sentivamo solo ed esclusivamente i loro pensieri. Ovviamente questo significava che le informazioni che ci venivano passate erano limitate... Ma anche che entrare in sintonia con la situazione era molto più semplice e l'impatto emotivo molto più potente.
 
Qui tu hai voluto dirci un sacco di cose, e per farlo sei dovuta passare nella testa di Mordhen, poi in quella di Golgoth, poi in quella di Shintra Mor, e perfino in quella di una comparsa, una popolana. E non intendo di sezione in sezione, ma spesso all'interno dello stesso paragrafo. Sembra un dettaglio minore, e in effetti stiamo parlando di finezze stilistiche (ma secondo me sei abbastanza talentuosa da poter discutere con te anche di finezze di stile), ma cambiare così tanto il POV confonde e spiazza, rendendo la narrazione meno immersiva. All'inizio del capitolo, addirittura, ci metti un infodump su Shintra Mor, quindi addirittura esci da qualsiasi punto di vista e adotti la focalizzazione zero. 
Personalmente non sono un talebano del POV, però se risulta ostico tenerne uno preciso la cosa migliore probabilmente è optare per la focalizzazione esterna e raccontare solo gli eventi, senza i pensieri e le opinioni dei personaggi. 
Inoltre secondo me non c'era tutto questo bisogno di dirci così tante cose; tantissime ce le avevi già fatte capire con gli eventi. Per esempio, hai insitito più volte su quanto sia freddo e crudele Mano Insanguinata, ma credo fosse superfluo, alla luce del fatto che hai scritto una scena molto potente in cui spezza il collo ad una donna innocente senza neanche storcere le labbra. Era davvero più che sufficiente per capire chi abbiamo davanti. More is less in questi casi.

Se un giorno dovessi decidere di rieditare questo capitolo, il mio suggerimento sarebbe, se vuoi farla semplice, di optare per la focalizzazione esterna e raccontare solo gli eventi, oppure andare per un rimaneggiamento più radicale e scegliere un punto di vista fisso o due; in questo caso penso sarebbe sensato optare per Shintra Mor e Mordhen e dare loro una sezione ciascuno (non credo Golgoth sia così importante da essere un personaggio punto di vista, ma non so come prosegue la storia).
E comunque sforbiciare tanti pareri ed opinioni dei personaggi, e ancora di più pareri ed opinioni del narratore :)

In ogni caso bandierina verde, eh. Non è assolutamente un cattivo capitolo e i personaggi e la storia sono tutti adeguatamente sviluppati, quindi alla prossima!
(Recensione modificata il 22/02/2020 - 03:16 pm)

Recensore Veterano
21/02/20, ore 10:44
Cap. 3:

Questo capitolo me lo sono letteralmente divorata.
Mi piacciono molto le atmosfere cupe di questo racconto, e tu riesci a rendere bene il lieve senso di disperazione che aleggia nell'ambiente. Si percepisce proprio la sensazione che sia tutto perduto, che non ci sia altra scelta che sopravvivere alla meglio in attesa della fine.
Ma andiamo con ordine.
Mi è piaciuto molto come hai gestito la corsa disperata di Rowen nella foresta, con la madre in spalla. E' un momento opprimente, che mi ha fatto dubitare più volte che sarebbe riuscito a raggiungere la città in tempo. Soprattutto, l'ho dubitato quando è stato scoperto dal segugio; lì mi sono proprio detta "ecco, è spacciato, ora vengono a prenderlo".
E invece sbagliavo, e ho apprezzato la freddezza con cui il ragazzo prende la mira, uccidendo il segugio. Si capisce che è abituato e disposto a fare qualunque cosa, per sopravvivere nel mondo crudele in cui è nato.
La sua corsa attraverso il bosco mi ha tenuta sul filo fino alla fine, quando finalmente riesce a raggiungere l'infermeria e a gettarsi su una branda.
Credevo potesse avere un istante di tregua, ma ecco che invece accade il peggio: i Razziatori sono alle porte, bisogna prepararsi a combattere - e più probabilmente a morire - e in questa atmosfera l'animo di Rowen riceve il colpo di grazia, venendo a sapere della sorte di Nerya.
Ho trovato molto calzante la descrizione del dolore sordo del ragazzo. E' un male che annienta, che ovatta i sensi e lo lascia per un attimo inerme con quella terribile rivelazione. La sua reazione di scattare all'improvviso e andare a cercare aiuto dai maghi è comprensibile, dettata dalla sua impotenza contro la condizione della madre, e l'ho trovata molto verosimile.
E ancora, non è questo il peggio. I Razziatori arrivano, e si comprende presto che questa incursione sarà disastrosa per la gente di Syrdin. Mi sono piaciute molto le sensazioni e i pensieri di Rowen in questo frangente; la sua spossatezza, sia fisica che mentale, il suo desiderio di sopravvivere a qualunque costo che fa a botte con la consapevolezza che sarà difficile uscirne, fino al momento di vuoto che subentra quando i Razziatori lo raggiungono.
Quel suo voltarsi di spalle è carico di rassegnazione, ed è stato un dettaglio che ho apprezzato moltissimo perché è una reazione umana e reale, molto più plausibile, in questo ambiente, del classico eroe che lotta fino all'ultimo.
Ora però sono curiosa di sapere cosa succederà, perché davvero non mi aspettavo che lo caricassero su un carro e lo portassero via. E come se non bastasse, sta arrivando quel giovane uomo che mi da l'impressione di essere un incubo incarnato.
Insomma, un bellissimo capitolo che mi spinge ancor di più a voler continuare questa storia.
Alla prossima!

Recensore Junior
20/02/20, ore 23:15
Cap. 3:

Capitolo denso di azione!

Ok, Rowen ci conferma di non essere un eroe o un cuor di leone. Tuttavia per ora non lo trovo così antipatico... è un po' borghesuccio, via. Si può comprenderlo, sempre per ora.
Mi piace molto la scelta di narrare il conflitto tutto dal punto di vista di una "vittima" dello stesso. È chiaro che a Rowen e a sua madre della guerra non importa, a lei perché ne è alienata e a lui perché non è un grande idealista diciamo. In effetti, ora come ora, non sappiamo neanche perché ci sia una guerra, ma non è particolarmente importante, sempre per ora: anzi, non saperlo riflette il fatto che probabilmente agli occhi dei nostri personaggi non è importante.
Suppongo che tu stia anche per presentarci un personaggio di nome Mano Insanguinata... ma mi sa che lo abbiamo già intravisto, vero? ;) Mi incuriosisce scoprire come sia inquadrato negli eventi cui stiamo assistendo.

Osservazioni critiche: quasi niente, in effetti. Sorprende solo un po' che Rowen sia riuscito a fare un percorso che pare lungo tutto da solo, malato e portandosi dietro sua madre. Però probabilmente non è impossibile; registriamo solo che è un ragazzo di costituzione eccezionalmente robusta. Dato interessante anche questo.

Al prossimo capitolo!

Recensore Veterano
20/02/20, ore 17:09
Cap. 6:

Ciao!! È un piacere tornare a seguire le vicende di Rowen, ammetto che il nostro passa guai mi era mancato ^^ in questo capitolo tutto dedicato a lui, il giovane deve fare i conti non solo con la prigionia, ma anche con la consapevolezza di aver probabilmente perso tutto ciò che gli era rimasto. Nonostante la mancanza di azione ( ci troviamo in un capitolo di passaggio ed è perfettamente normale) non ho trovato affatto noioso soffermarsi sui pensieri e le paranoie di Rowen, anzi sei stata in grado di rappresentarceli in maniera così vivida che mi ci sono completamente immedesimata: da un lato è spaventato da ciò che lo aspetta: è nelle mani di uomini senza scrupoli, sta viaggiando verso l’ignoto in compagnia di gente sconosciuta o con cui ha avuto poco a che fare ( come Kyle, il suo concittadino con cui si è azzuffato tempo addietro). In più, è convinto di aver perduto sua madre, che la sua città si stata completamente distrutta ed ho trovato struggente il momento in cui si trova a rimpiangere persino il tugurio in cui ha sempre vissuto, pur con le sue scomodità. Si trova inevitabilmente a riflettere sulle sue azioni, dettate per lo più dall’egoismo e dalla mera volontà di sopravvivere, di tenere al sicuro sé stesso e sua madre e ad ammettere le proprie colpe nella vicenda. Ormai si sente solo e disperato, tanto da respingere anche i tentativi degli altri prigionieri di essere gentili con lui. Sarà che sono una burbera solitaria pure io, ma probabilmente in un primo momento anche io avrei preferito isolarmi per elaborare quanto accaduto, perciò confesso di aver provato lo stesso identico senso di fastidio di Rowen di fronte al personaggio di Arys: sembra effettivamente una che sa il fatto suo, dopotutto è anche una ladra, quindi immagino che abbia imparato ad adattarsi bene a quel mondo difficile, eppure il suo fare saccente e il suo entusiasmo fuori luogo li ho trovati davvero snervanti ahahahah e così lei e il fratello Wes ( che apprezzo perché fa il suo lavoro in silenzio e non importuna nessuno ehehehe) stanno escogitando assieme a Luth un piano per fuggire…che poi, come giustamente fa notare Kayle, affidarsi alla fortuna non è poi un gran piano, ma loro sono intenzionati a provarci. Mi ha ricordato un po’ Thoan e le sue manie di fare l’eroe senza gli effettivi mezzi.  In quest’occasione abbiamo anche modo di sapere qualcosa di più sul mondo oltre Syrdin: quello che si prospettava come uno scenario di totale desolazione e rovina, in realtà non è affatto come Rowen e i suoi concittadini se lo immaginavano. Ci sono realtà fiorenti oltre Syrdin, città dove la gente conduce una vita pressappoco “normale”, pur soggetta alla tirannia del ricettacolo di Kyr, perché come fa giustamente notare Arys, non avrebbe senso governare su un mondo distrutto. Sicuramente altra gente trova persino vantaggio da questa situazione politica e ha saputo adattarsi perfettamente, tipo la gente che commercia coi razziatori senza preoccuparsi di cosa abbiano dovuto fare per procurarsi tale merce. Si prospetta davvero uno scenario affascinante, ricco di contraddizioni e, seppur nella cornice fantastica, perfettamente realistico. Condivido con Rowen la rabbia per non aver saputo prima di altre città, seppur così vicine a Syrdin: il suo intento in effetti era sin dall’inizio di scappare, di cercare qualcosa di meglio per se e per sua madre, magari un modo per farle dimenticare il trauma e forse donarle serenità. Ho davvero adorato questo capitolo e il modo in cui, pian piano, stai costruendo non solo i personaggi e le loro relazioni, ma anche un mondo dalla struttura complessa e niente affatto scontata. Adesso sono davvero curiosa di scoprire se lo strampalato piano dei prigionieri avrà buon fine e se Rowen riuscirà effettivamente a tornare a Syrdin…per scoprire che anche lì lo attende una gran brutta sorpresa! Complimenti come sempre e alla prossima!!

Recensore Master
19/02/20, ore 12:15

Tesoro, volevo passare ieri per farti anche gli auguri di buon compleanno, ma ovviamente, siccome sono una persi a stra-disorganizzata, non ce l'ho fatta.
Eccomi quindi qui oggi, con gli auguri (in ritardo) e con la tua recensione pronta.
Questo capitolo, tutto dedicato a Mordhen, mi è piaciuto tantissimo. Ho apprezzato questo tuo farci entrare, seppur brevemente, nella vita di un personaggio che sta sullo sfondo ma che forse è più importante di quello che appare (lo spero, perché a me Mordhen piace tantissimo). Pare una questione complessa, anche se forse non lo è, quella che l'ha portato lontano da Nerya (che tuttora gli porta rancore) e anche da Rowen, ma ciò non gli ha impedito di vigilare su di loro, per quanto ha potuto. Ho adorato come hai spiegato il suo rapporto con Thoan, la loro amicizia, quell'affetto che lo porta a cercare di impedire una cosa suicida come l'attacco ai demoni e a portarlo via anche se in fin di vita. Odioso Augustus, anche se le sue azioni possono essere comprese se si indossano i suoi panni di disperato che non vede una via d'uscita da quella situazione agghiacciante e senza sbocchi. Nerya sembra essere morta, ma non so, ho il presentimento (spero sbagliato) che la sua pellaccia sia stata venduta un po' tropo presto. Mi sono mancati Mano insanguinata e Golgoth (tesori), non mi è mancato Rowen (per nulla). Sono curiosa di andare avanti e vedere se tutti questi personaggi di cui stai delineando la storyline si incontreranno tra poco o se invece le loro vicende li condurranno lontani gli uni dagli altri e si incontreranno soltanto alla fine.
Ribadisco il fatto che stai facendo un lavoro meraviglioso ed esemplare, senza lasciare nulla al caso, curando ogni particolare come se fosse importante.
Complimentissimi perché ogni volta sei una sorpresa u.u
A presto carissima
E un bacio grande
L.

Recensore Junior
18/02/20, ore 01:09
Cap. 2:

Eeeee rieccoci!

Altro capitolo di altissima fattura. Ritorna la tua capacità di far emergere i personaggi e i loro rapporti attravero le loro azioni. Di Rowen abbiamo già capito che è capace di notevole devozione, ma che essa è rivolto di più alla sua famiglia che non al suo popolo o a degli ideali. E malgrado questo possa distaccarsi dall'eroe classico, lo rende anche molto più vicino a noi: non è un eroe, ma non è neanche un gretto egoista; probabilmente la maggior parte di noi penserebbe prima alla madre malata che agli ideali della patria.
Comunque, al di là di quanto le vicende elucidano sui personaggi... sono anch'esse dannatamente avvicenti. Viene spontaneo chiedersi cosa accadrà dopo.

L'unica cosa di cui ho sentito la mancanza qui è qualche coordinata sull'aspetto fisico di Rowen. Da un lato, essendo lui il POV, sapere come sia fatto fisicamente ci serve un po' di meno; dopotutto siamo lui. Anche così, però, avere, che so io, almeno un colore di capelli o un taglio degli occhi, secondo me qui avrebbe aiutato. 

Comunque la qualità che ci regali per ora è rimasta molto, molto alta.

Al prossimo capitolo!

Recensore Veterano
17/02/20, ore 18:10
Cap. 5:

Ciao! Allora, questo capitolo, sebbene presenti meno "tensione" rispetto al precedente mi è piaciuto un sacco e l'ho trovato molto profondo: la vicenda si arresta per darci modo di approfondire meglio i personaggi e le relazioni che li legano. In particolare, Thoan e Mordhen si trovano a fare i conti con la decisione impulsiva presa dal primo e con le conseguenze che questo avrà sulla comunità: Thoan è ancora convinto che combattere i demoni sia ancora possibile e che tutto ciò che gli serva sia un escamotage per guadagnare tempo , Mordhen è invece convinto che la migliore strategia sia tenere la testa bassa per sopravvivere. Due visioni molto diverse e che portano ad un diverbio acceso. Devo ammettere che in un primo momento ho patteggiato per Thoan: effettivamente Mano stava per fare una strage e l'espediente , seppur da codardo, ha permesso agli abitanti di Syrdin di scampare ad un massacro. Ma quando ho compreso che il suo scopo era organizzare una rivolta, dentro di me ho pensato "se vabbe", se nemmeno i maghi sono riusciti (almeno per ora) a contrastare un esercito di demoni grossi e assetati di sangue, come può pensare che un gruppo di cittadini affamati e mal equipaggiati possa avere speranze? Essendo un idealista, lui vuole almeno provare e se fallirà, morirà con onore. Anche se effettivamente, aver mandato a morte Nerya e Rowen poi tanto onorevole non è stato come comportamento. Infine ci si mette pure il guaritore, che vuole sottrarre una potenziale fonte di informazioni a Kyr uccidendo Nerya e scopriamo che lei e Mordhen sono fratelli ma che il loro legame è stato spezzato molto tempo fa ( ma quanto ci piacciono le famiglie disastrate ahahaha) Insomma, Mordhen ha un bel po' di gatte da pelare e non mi meraviglia che lo assalgano mille dubbi sulle sue capacità come leader. Mi é piaciuto il momento in cui mette a confronto il sé stesso più giovane e pieno di entusiasmo, di voglia di fare, combattere e reagire con la sua versione più vecchia, stanca e disillusa. Ha sulle spalle enormi responsabilità e finora ha cercato di garantire un futuro alla sua gente scegliendo il male minore. Anche a costo di essere dipinto come un codardo e un debole o di logorare i rapporto familiari. Ma come lo stesso Mano insanguinata afferma più tardi, in un contesto diverso, la paura è ciò che distingue un comandante saggio da un comandante morto. Mi è piaciuto il fatto che il focus del capitolo sia stato su due personaggi che apparentemente non hanno nulla a che spartire, ma che in realtà sono uniti da un sentimento comune e umano: la paura. Ancora una volta devo farti i complimenti, sei stata in grado di delineare personaggi davvero molto realistici e caratterizzati egregiamente. Spero di riuscire a continuare al più presto e leggere di quel maiunagioia di Rowen e delle sue disavventure XD a presto!!

Recensore Master
14/02/20, ore 17:06
Cap. 10:

Ciao carissima, finalmente riesco a passare!

Anche questo capitolo mi è piaciuto molto e nuovamente sei riuscita a sorprendermi. Mi aspettavo il ritorno del focus su Mano Insanguinaga, ma non con questo taglio e non un incontro con il padre! Sapevamo già che il loro rapporto non era lontanamente basato sull'amore e che anzi in Mano Insanguinata aveva generato solo quel senso di costante vuoto che lo caratterizza... Ma scoprire davvero come avvengono i loro incontri è terribile. Addirittura, lui non si mostra, non si fa vedere, si nega non solo nell'affetto ma prima ancora come presenza, tanto per il figlio non può essere altro che "un indistinto ammasso di tutto ciò che si poteva temere e odiare" - definizione in cui comunichi tantissimo.

Davian si è trasformato ormai in qualcosa di completamente diverso dal ragazzo combattuto e incerto che era e non vede il figlio se non come un mezzo e un oggetto di sua proprietà che lascia in vita solo perchè non è ancora diventato "inutile". Il momento in cui Mano Insanguinata elabora questi pensieri e spera di morire tra le grinfie (è il caso di dire così) del tiranno fa male più della violenza stessa.
Come sempre, hai un'abilità incredibile di sondare gli animi e di parlare di violenza con delicatezza ma concretezza. Hai svelato un tenue spiraglio verso l'aspetto più umano e fragile del ragazzo che abbiamo imparato a comprendere come vuoto e insensibile, e l'ho apprezzato molto.
Trovare Rowen diventa per lui ora letteralmente una questione di morte e mi aspetto una particolare feroce nella ricerca dopo la minavcia paterna.

Sono in trepidante attesa del prossimo capitolo! Complimenti per lo atile sempre impeccabile (e per il lavoro delle battute in lingua, che adoro!) Alla prossima!
(Recensione modificata il 14/02/2020 - 05:07 pm)

Recensore Veterano
13/02/20, ore 16:15
Cap. 5:

Ciao, carissima!!

Avevo lasciato la tua meravigliosa storia in un momento bello tosto e davvero non vedevo l'ora di scoprire quali conseguenze avrebbe avuto tutto ciò letto in precedenza. Ricordo nello scorso capitolo di essermi soffermata parecchio a parlare entusiasticamente di Mano Insanguinata tanto da essermi dimenticata di esprimermi a riguardo un altro personaggio che ha bucato la pagina, ovvero Thoan. Forse perché avevo visto il suo intervento un po' allo stesso modo di Mordhen, "un'infamata" che, sebbene comprensibile in un tale momento di crisi, sarà molto probabilmente inutile (ma senza dubbio cardine di una parte importante della storia e AAAH NON VEDO L'ORA). La verità è che né Thoan né Mordhen hanno completamente torto o completamente ragioni: solo due visioni profondamente differenti, così come i loro ideali e l'approccio a un mondo ingiusto e violento. C'è chi combatte fino all'ultimo sangue, coi pugni e coi denti, rifiutandosi di farsi incatenare, e chi è più propenso a ad abbassare il capo, lasciarsi andare a compromessi o addirittura arrendersi di fronte all'evidenza di essere formiche di fronte a giganti. Terribilmente triste vedere come una persona come Mordhen è divenuto quello che è oggi in seguito all'essere stato temprato dalle difficoltà e dalle ingiustizie, dalla paura e dalla responsabilità che gli ha sganciato addosso questo fardello, portandolo a perdere la fiamma cavalleresca che ancora tempra Thoan,. Una profonda e dolceamara amicizia, la loro, tristemente realistica dal punto di vista di Thoan che nell'amico vede ormai uno sconosciuto. Eppure, spero che trovino un modo per complementarsi, per bilanciare l'impulsività dell'uno contro il cinismo dell'altro.

Amo tutto di questa storia: amo la profondità dei personaggi che già rimangono facilmente impressi nella mente del lettore nonostante siano ancora i primi capitoli; amo le tematiche reali che si possono ritrovare tra le righe, dalle ingiustizie di classe a una vera e propria eutanasia ai danni di Nerya, al bisogno doloroso di scegliere se compiere l'azione giusta per il bene collettivo contro la facilità di darsi ai sentimentalismi personali (grazie per avermi spezzato ancora più il cuore con la parentela tra Nerya e Mordhen, mannaggia al mio amore per i rapporti famigliari complicati!) Ma, soprattutto, continuo ad amare il contesto incredibile che hai creato, dove anche la caratteristica apparentemente più insignificanti contribuiscono a mostrare lo splendido lavoro di worldbuilding che sta dietro a questa storia (e creare un mondo fantastico da zero cercando di fare in modo che tutto torni e sia coerente è molto più complicato di quanto sembri). Ho amato, ad esempio, il fatto che i guaritori si affidino a un Dio e che i loro precetti seguano un vero e proprio Giuramento di Ippocrate, al quale August si trova purtroppo costretto a venir meno. Sono quelle piccole cose che mi fanno lacrimare gli occhi dalla bellezza e mi fanno dire che sì, sono davanti a una storia con dietro una persona speciale che tiene a ciò che fa e si assicura di farlo al meglio. Motivo per il quale sei assolutamente una delle mie autrici preferite <3

E niente, per quanto riguarda la seconda parte, ecco che ritorna il mio amore per Mano Insanguinata e lo splendido lavoro che stai facendo con lui. Gelido e crudele, anche se forse mai quanto il padre, un vero e proprio dio malvagio che perfino un demone come Balor non può fare a meno di temerlo. E poi giustamente uno ci prova a portare a termine una missione nonostante l'ora disponibile si sia fatta tarda ahahah. D'altronde, non oso immaginare la reazione del ricettacolo di Kyr nel vedere il plotone tornare a mani vuote da un compito tanto importante quanto ancora misterioso. E uff, devo ammettere che un po' il mio cuore si è sciolto quando nella testa del ragazzo hanno cominciato a susseguirsi i pensieri di un passato e una familiarità mai perduti e, a dirla tutta, davvero poco vissuti. L'amore e la tenerezza sono solamente sensazioni di un retaggio, qualcosa che pizzica il retro della sua mente e del suo cuore di ghiaccio. Da qui vedo difficile che possa avere una redenzione (né, a dirla tutta, mi interessa particolarmente: viva i cattivi!), ma il fatto che esista ancora davvero una percentuale minima di umanità in lui fa anche ben sperare. E, soprattutto, ci fa interrogare sulle conseguenze del futuro incontro tra i due cugini. A tal proposito, sono felice del fatto che vedremo cosa combina Rowen sul carro di disperati! Chissà che sia mai arrivati a quel bordello, poveraccio muahahah.

A malincuore, ti saluto, e non vedo l'ora di continuare la lettura. Amo questa storia sempre di più ma mi sembra inutile continuare a ripeterlo. Eppure, sento che continuerò a farlo.

Un baciones gigantesco, cara, alla prossima <3

Lion.