Recensioni per
Dammi mille baci
di padme83

Questa storia ha ottenuto 160 recensioni.
Positive : 160
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/10/20, ore 12:51

Che bello questo brano!
Mi ha lasciata senza parole, completamente conquistata.
È poetico e intenso (e, a proposito di poesia, c'è una tua raccolta che non seguo perché davvero io e la poesia in termini stretti facciamo a pugni e non saprei davvero che dire).
Torniamo al testo. È struggente, pur non avendo nulla di triste, anzi. Ci si può struggere d'amore e di felicità? Non lo so, penso di sì: l'ho letto qui in fondo. Nella concentrazione, nella forza del legame che rende due anime una sola, nella ricerca di quella stessa fusione a livello fisico.
È come se l'aria intorno a loro diventasse un'emanazione di loro stessi e contribuisse alla loro unione.
Mi mancava la forza della tua scrittura, il coinvolgimento che sai costruire con questi personaggi.
È bellissimo.

Recensore Master
07/10/20, ore 20:05

Cara la mia padme,
che infinita gioia rileggere questo piccolo capolavoro e rivedere certe mie amenità finali XD! Amo gli esperimenti ben riusciti e questo lo è. La punteggiatura curatissima, volta a creare una concatenazione di incisi e di incalzanti frasi, fa parte di un unico, enorme periodo. Un periodo che è come la boccata che prende il nuotatore prima di scendere in apnea. Loro sono due amanti travolti dal loro stesso desiderio, che ogni volta li sorprende svelando l’altro e se stessi. È quasi una rivelazione mistica quella che vive Albus quando si accorge che lui e Gellert appartengono al medesimo chiaroscuro, sono simili eppure diversi. È come se aprisse gli occhi e vedendolo ritrovasse quel pezzo di anima con cui era fuso all’inizio e che gli dèi, invidiosi, hanno separato (Platone, il primo autore delle soulmate). Il lago è fisico e metaforico o, perlomeno, io ho voluto vedere nella passione carnale che lascia stravolti i due amanti una metafora dell’anima umana, fatta anch’essa di abissi da esplorare. La seconda persona con te è sempre una garanzia, perché la sai usare, banalmente.

Ne comprendi il j’accuse nascosto, quel narratore che scava nel cuore dei SUOI personaggi e ne rivela paure, incertezze e desideri. Il calco finale sull’amore che viene fatto a lungo sancisce la discesa nel lago profondo, ma rivela anche altro: non c’è appagamento di desiderio. La voglia non si esaurisce in un amplesso, ma troverebbe una risoluzione in una fusione totale; e qui i TUOI headcanon capitano, ovviamente, a fagiolo, dimostrando come due geni della magia possano connettersi mentalmente, oltre che fisicamente, senza per questo perdersi o lasciare che uno sopraffaccia l’altro. Ed è questo che più apprezzo delle tue storie, anche se sarebbe un peccato non menzionare l’eleganza dello stile e la profondità dei concetti. Tu scrivi della passione per come è. Non è mai un qualcosa di distorto o posticcio o falsato. Non è un prendere belle frasi e belle circostanze e adattarle ai personaggi. C’è uno studio, dietro, di chi sia Albus e di chi sia Gellert. C’è un’analisi di cosa sia l’amore non perché si è letto qualche bacio perugina o visto frasi talmente belle che fanno venire voglia di scrivere, ma perché quelle corde hanno vibrato. E se hanno vibrato pure quelle di chi legge il sentimento travolgente che ti porta lì dove il lago è profondo emerge con una nitidezza sconvolgente. Ecco perché le tue parole sono preziose.
Un abbraccio e a presto,
Shilyss :*

Recensore Master
06/10/20, ore 09:23

Eccomi carissima per il nostro scambio 🤩🤩
Già il titolo era tutto un programma, ma poi che soundtrack azzeccatissima, questi due SONO la notte!
In quanti modi riesci a metterli insieme, ogni volta è un'emozione diversa quella che prevale ,questa volta è quella dell'attesa: l'attesa del temporale (l'ho visto come una metafora della loro passione che, ancora una volta, esplode, sbaglio?😍) l'attesa uno dell'altro. Ti muovi sempre così bene dal POV di Gellert, ti muoveresti altrettanto bene in quelli di Albus, questi due okay si appartengono, ma TI appartengono, sembrano più tuoi che dell'autore autentico che ha dato loro vita.
È vero, non è la prima notte tempestosa che passano insieme avvinghiati da un amore disperato e speranzoso allo stesso tempo, ma ogni volta è una nuova volta.
Per questo le tue storie non mi potranno stancare mai e, fidati loro te ne sono grati 😉🤗
Alla prossima 😘

Recensore Master
23/09/20, ore 19:58
Cap. 9:

Cara Padme,
Oggi è stata una giornata molto mesta (e adesso c’è un temporale tremendo), ragione per cui la rilettura del tuo capitolo mi ha rimessa un po’ in pace col mondo. Perché è bello e intenso ed è splendido il parallelismo che hai creato e individuato tra la ricerca del Graal, la coppa in cui venne raccolto il sangue di Gesù crocefisso e simbolo della cavalleria e quella dei doni della morte, che dopo aver letto le tue righe non posso non considerare “chiaramente ispirati a”. Ma il compito del bravo autore, io credo, è svelare i passaggi nascosti, individuare il collegamento e spiegarlo al lettore. E ora non è possibile non considerare Albus e Gellert invischiati nella stessa ricerca, condannati a interromperla perché i loro cuori erano rosi dall’ambizione. I due amanti vengono colti nell’intimità e sempre pensano e rivangano e si stupiscono e ammirano il proprio legame.

Albus, qui, è quasi un corpo sacro: stremato eppure impossibile da cogliere di sorpresa, reattivo e addormentato, vigile e abbandonato al sonno. Gli hai dato carnalità e questo lo trasforma, da personaggio che abita solo la carta, a uomo di carne e sangue, come Gellert. Il richiamo ai tuoi headcanon viene sempre costantemente richiamato nelle mie recensioni perché amo chi riesce – chi, nonostante tutte le fregature, dona ai lettori un corpus unico di interpretazione. È il mio blu che ritorna come unico modo in cui Gellert lo chiama, è il dialogo finale che ho adorato perché messo così, senza segni, un botta e risposta che ricorda quasi i versi di una canzone, e invece. L’elemento su cui mi vorrei soffermare prima di chiudere questa recensione è l’esito della ricerca di Parsifal, che non trova ciò che cerca perché si ferma per amore. Sebbene i due astuti maghi si ripromettono di non lasciarsi bloccare nella ricerca del Graal dall’amore, forse sarà proprio quello e il complicarsi del loro rapporto e delle loro aspettative a determinare l’abbandono della ricerca a favore di Harry. Quindi, Padme cara, grazie per aver scritto questa meraviglia che unisce due mondi fantastici così inestricabilmente, per questa piccola perla che merita infinite lodi, per la tua penna che traccia frasi così belle e liriche e cariche di significato. E scusa per il ritardo <3.
Con affetto,
Shilyss

Recensore Master
18/09/20, ore 10:12
Cap. 8:

Cara Padme, <3
c’è sempre un lirismo incredibile nelle tue storie che parlano di loro (in tutte le tue storie, in realtà), ma quando i protagonisti sono Albus e Gellert le frasi bruciano come fossero lava e la passione che li travolge lascia il lettore annaspante e ammirato. La prima sensazione che mi suscita questo spaccato di passione che si conclude con un meraviglioso ti amo reciproco è che mi è sembrato un omaggio alle più belle canzoni italiane; ancora, senza pietà e tante altre parole che cantano di amori altrettanto disperati, accompagnati dalle voci potenti del bel canto di tradizione nostrana, sembrano riacquistare forza nelle tue righe. E non è un caso che tutte quelle citate parlino di amori struggenti – e ti confesso che le ho anche canticchiate ^^.

Un concetto molto bello che torna spesso nelle tue storie e che ho ritrovato con piacere infinito anche qui è quello del tempo e dell’eternità. Noi pensiamo che i nostri amori vivano fuori dal tempo e dalle sue leggi, che il loro sentimento sia eterno, ma l’eternità è fatta di attimi. Alcuni di questi sono di felicità assoluta, come quelli in cui vi è un completamento che si esprime attraverso il piacere che solo il rapporto fisico sa dare. E quest’eternità, questo momento fisso, è incalcolabile. Mentre si completano amandosi, Albus e Gellert smarriscono il senso del tempo. Smarriscono la ragione – e forse è per questo motivo che i francesi chiamano il culmine del piacere “la piccola morte.” Ci sta. La realtà si sfalda ed esistono solo loro due. Nonostante Albus rintracci il senso di questa perdita di realtà dovuta all’inebriamento dei sensi, egli è sempre estremamente e fortemente concentrato su Gellert. Una cosa che amo del tuo Albus è l’intelligenza e la presenza di spirito che gli dai. Lui ama Gellert, ma sa benissimo chi è. Ne conosce l’oscurità e gli piace la sua oscurità, la ammira, la trova magnifica. E, allo stesso modo, l’egoistica ricerca del piacere che c’è durante l’amplesso si carica nel piacere di dare all’altro il piacere, di sentire i suoi gemiti che sono la via per completarsi. È una fusione che descrivi sempre con un lirismo e un’eleganza stupende e non mi stancherò mai di dirtelo.

Ci sono tanti modi per descrivere una passione che è mentale e fisica come questa che esiste tra Albus e Gellert, ma il tuo modo di scriverli mi lascia sempre senza parole. Il lirismo della connessione mentale si sposa con carne, gemiti e sudore e il rapporto fisico viene esaltato proprio perché preso nella sua bellezza primordiale. Perché uno non esclude l’altro e tu lo sai bene (e lo scrivi con grande forza). E mentre scrivo penso alle splendide figure plastiche di certi pittori rinascimentali, che esaltavano il corpo, così terreno, destinato a disfarsi sottoterra, facendolo assomigliare al divino. Nel molle abbandono di un braccio c’era la sensualità che veniva mostrata – allo stesso modo, quando ti leggo ritrovo quell’esaltazione della fisicità che è passione, dolore, intesa e, alla fine, orgogliosa resa, perché non c’è niente di più intenso di quel ti amo finale, che giunge dopo un completamento così viscerale. E quindi, non smettere mai di scriverne e di esprimere tutto questo mondo interiore e la tua potentissima e realistica visione di una coppia che è parte di te, ti appartiene.
Un abbraccio (e, come sempre, perdonami per il ritardo ^^)
Ti si vuol bene,
Shilyss <3

Recensore Master
17/09/20, ore 08:54
Cap. 4:

Ciaooo carissima eccomi per lo scambio a catena. Non potevi scegliere titolo più azzeccato: questa one shot è un vero incanto😍😍😍. Io non so se le altre trabocchino di drama e angst, ma è stato bellissimo vederli in questa slice of life così serena e intrisa d'amore. Ho sentito la pioggia che batteva sul vetro anche se qui c'è il sole... vedi un po' tu 🤩🤩🤩 è bellissimo e dolcissimo questo disperato bisogno che hanno di stare insieme 😍 questa passione che li travolge. È bellissimo vedere tutto dal pov di Albus con quel tuo stile inconfondibile e quelle ripetizioni volute che creano il giusto ritmo, perché questa è l'ennesima tua poesia.
Ma quanto li ami, quanto?😍😍😍 traspare da ogni sillaba
Complimenti come sempre

Recensore Master
15/09/20, ore 18:14
Cap. 4:

Ciao!
Eccomi qui: ormai, lo sai, sono un caso perso, ma questa raccolta me la sto godendo tutta al contrario, e ho pensato di non interrompere il flusso (e lo so, ho ancora due poesie da recuperare, per non lasciare troppi pezzi in giro: le ho lette e amate, ma per uno scambio non me la sentivo di passare di lì, perché sicuramente non sarei riuscita a scrivere una recensione un minimo sensata).
Questa storia mi ha conquistata da subito, sin dalle atmosfere che hai creato prima ancora di cominciare a scrivere: la citazione di Dickens è assolutamente perfetta per loro, per il loro rapporto, e While Your Lips are Still Red è una delle mie canzoni preferite in assoluto e, di nuovo, credo che tu abbia saputo utilizzarla in maniera perfetta per partire da lì ed evocare un'atmosfera tanto voluttuosa.
È un racconto breve, questo, ma che conserva una coerenza interna fortissima: questa pioggia che apre la narrazione e poi torna sul finale a richiuderla, cedendo sempre il passo a un amore potente, fatto di carnalità e di molto altro. Perché la pioggia può essere l'elemento che accompagna la narrazione e le dà una struttura circolare, ma la vera essenza di tutto, come sempre, sono Albus e Gellert. E poco importa che la pioggia che nel finale si fa voce di così tanti amanti che sono venuti prima di loro sia citata anche all'inizio, perché in realtà la storia comincia con tutt'altra dichiarazione. Con una dichiarazione lapidaria, che già dà la misura di quanto Albus e Gellert siano presenti, qui. Perché la pioggia può aver osservato decine di amanti, ma nessuno, nessuno è come loro. E su questo, non posso che confermare: nessuno è come loro, e nessun autore più di te riesce a caratterizzarli in maniera tanto efficace, riuscendo a condensare ogni loro complessità in testi che, nella loro brevità, hanno davvero la forza di un proiettile.
Perché tutta la particolarità del loro rapporto è già qui, già nel loro svegliarsi nel medesimo istante (come mossi dallo stesso istinto, come se non ci fossero barriere tra di loro, come se fossero a tratti la stessa persona).
E nel loro volersi assoluto, bellissimo, di cui non mi stancherei mai di leggere, c'è tutta la tua raffinatezza di autrice: questa storia è impregnata di passione in ogni sua riga, ed è una passione concreta, fatta di corpi che si cercano senza alcuna barriera, ma è anche una passione elegante, bellissima, che non ha mai cedimenti stucchevoli o al contrario volgari.
Il modo in cui riesci a far dialogare Albus e Gellert, pur senza mai scrivere un dialogo, è qualcosa di sublime, perché anche una parola, una sola, viene ad assumere un significato e una portata immensa. E tu riesco a farlo ogni volta, ogni volta dai un significato tutto nuovo alla parola "comunicare". O meglio, mi viene da dire che recuperi un significato meno recente, perché per Albus e Gellert comunicare significa davvero essere comunione, completa e totale, l'uno con l'altro. Ed è bellissimo, perché c'è sempre una naturalezza assoluta in questo tuo muoverli così.
Alla fine, quel ricominciamo, mio blu mi ha completamente commossa, perché davvero, con una sola espressione hai saputo richiamare tutta la struttura che sostiene questo progetto.
Bravissima, davvero. Io ogni volta che ti leggo vorrei solo avere giornate composte da un centinaio di ore, per poter continuare a leggerti e rileggerti di nuovo.
Un abbraccio!

Recensore Master
11/09/20, ore 15:25
Cap. 6:

Cara padme!
Finalmente trovo un mezzo momento per lasciarti qualche riga sconclusionata di recensione. Ah, fossero tutte così le storie mediocri! Sarebbe più semplice lasciarti una recensione, invece nelle tue scritture ci sono sempre più significati e testi. Hai preso un momento quotidiano e comune – Albus che si osserva in uno specchio – e Gellert che sopraggiunge – per raccontare qualcosa di più di due amanti che si corteggiano davanti allo specchio. Ma andiamo con ordine. Lo specchio riflette un’immagine, distorcendola parzialmente. Nella superficie noi scorgiamo il nostro riflesso, il nostro viso come appare agli altri. Ma Albus e Gellert sono legati da un filo rosso e da un patto di sangue che, nel tuo headcanon, diventa una connessione mentale. Lo specchio per uno è la mente dell’altro.

E quando sono insieme, come qui, si completano e sono più forti e superbi, se mi concedi il termine. Gellert insinua, seduce e Albus ammalia e spiega, portandoci però l’eco di un altro specchio. Un artefatto magico che per ora è solo una vaga chimera – lo specchio delle brame – ma che presto entrerà nella sua vita. Ed entra, per noi, nel più struggente e doloroso dei modi: come non pensare alla stupenda scena delle loro mani che si toccano e a pensare che ciò che si vede riflesso, in uno specchio, non siamo solo noi o la nostra anima, per intenderla alla Wilde e togliere il ritratto, ma ciò che desideriamo. Quindi ecco, non è solo un momento, ma la parte di un universo più grande. Nel modo in cui Albus, colto e brillante, racconta all’amato Gellert del prodigioso specchio non sa che lo avrà e vedrà riflesso proprio lui, il suo amore perduto. Vorrei continuare dicendoti che scegli sempre delle citazioni che amo: Borges è uno tra questi, senza dubbio. Racconti la passione con una grazia che commuove e tocca l’animo, quindi perdona il ritardo con cui giungo a recensire l’ennesima perla e continua a inondarci di loro – ne abbiamo bisogno <3.
Un abbraccio forte,
Shilyss

Recensore Master
24/08/20, ore 03:56
Cap. 1:

Ciao padme!
Finalmente scorro la lista delle storie da recensire del gruppo Caffè e Calderotti e arrivo a te che ti tengo d'occhio da tantissimo (mesi) anche grazie ai bellissimi aesthetic che prepari e alle presentazioni sui tuoi Albus e Gellert che ho finalmente iniziato a conoscere. Ora, ho perso il conto delle storie presentate e allora mi sono buttata su questa raccolta perché il titolo era troppo invitante.
Parti proprio a bomba con questo momento passionale in cui Gellert (mi par di capire che sia il suo pov) è quasi vittima della passione di Albus, dei suoi baci e delle sue attenzioni che finiscono per fare passare in secondo piano il proposito di uscire.
Mi piace molto come scrivi, con questo alternarsi di percezioni sensoriali e pensieri in testa. È una scelta perfetta per una flashfic così breve e passionale.
Non vedo l'ora di conoscere meglio i tuoi amati personaggi, al momento sono molto intrigata.

PS: mi sono accorta che ti sto scrivendo questa recensione a un'ora indecente e quindi tornerò domani! 😅 Cioè oggi, ma insomma ci siamo capiti quando mi sveglio, perché è tardissimo! 🙊🙈
Un abbraccio grande,
Sev

Recensore Master
05/08/20, ore 19:55

Ciao!
Non so da quanto tempo avevo intenzione di leggere questa storia. Amo gli esperimenti stilistici e una flashfic composta da un unico periodo è sicuramente un esperimento stilistico che merita di essere letto.
Insomma, ma sei stata fantastica!
Ho letto il racconto ad alta voce e tutte le pause inserite – lineette e virgole – sono inserite veramente a meraviglia, in maniera tale da dare sia ritmo che fiato al lettore, rendendo possibile la lettura di un testo dalla sintassi a dir poco complessa. E la cosa davvero meravigliosa è che leggendo non si ha affatto la sensazione di un gioco stilistico, ma si coglie l'intenzione che regge questa immersione, la voglia di catturare un momento che è continuo, che non ha limiti né pause, che abbraccia i personaggi e li incastra in un tempo che è un secolo e un secondo, senza dar loro respiro.
Un amore che non ha fine, che è nato al solo scopo di durare, di confinarsi in un eterno che non ammette repliche.
Mi sono piaciuti tantissimo i rimandi alle zone d'ombra, a quei chiaroscuri che rendono questi personaggi così unici ed eccezionali – tinte mai nitide in cui solo Albus e Gellert possono riconoscersi e viversi, in cui non c'è spazio per nulla che non siano ambizioni, passioni, eccezionalità gemelle, come se fossero venuti al mondo per essere al di là e per trovarsi oltre questo confine.
Complimenti, sei sempre bravissima, ma qui hai dato ritmo e il significato a un'unica frase di 499 parole, sei stata eccezionale!
Alla prossima!

Recensore Master
27/07/20, ore 14:12
Cap. 6:

Ciao my only true love **
E io ritorno, seppur con ritardo, dai tuoi loro ed essendo indietro con questa raccolta, mannaggia a me, la sto almeno recuperando tutta e spero durante le ferie di potermi mettere in pari **
Che meraviglioso modo di raccontarci uno specchio, se non quello del riflesso che il cuore lascia rimbalzare sulla sua superficie?
Questa shot ha qualcosa di diverso, qualcosa che va a sviscerare altri profondi e oscuri fori dell'anima, che però sono proiettati al futuro.
Mi spiego meglio: in questo contesto sia Albus che Gellert sono inconsapevoli di ciò che accadrà e che, guardandosi allo specchio delle Brame, vedranno davvero l'uno e l'altro; tra l'altro sappiamo canonicamente che per Albus è così, ma immagino che sarà lo stesso per Gellert e mi piace pensarlo, un po' perché rende il tutto più decadente, un po' perché sei tu che mi convinci che sia così ♥ Eppure, anche se ignari del futuro che li attende, in quei gesti, in quel ricercarsi, spogliarsi, trovarsi e fondersi, io ci ho visto una disperata paura che, la conseguenza di vedersi "ipoteticamente" in uno specchio incantato, significhi la separazione inevitabile che saranno destinati a vivere. Perché, my love, non si chiama specchio delle Brame tanto per dire... se le cose per loro fossero andare come sarebbero dovute andare, se il destino e le scelte non li avesse divisi, una volta specchiati lì, se fossero stati ancora insieme, che cosa avrebbero davvero visto?
Non si brama qualcosa che già si ha, ed è questo che rende tutto più sofferto; ogni gesto, ogni parola ha una delicatezza e importanza vitale – sembra stiano giocando, quando parlano, che si stiano prendendo in giro, stiano cercando di nascondere il futuro che li attende dietro una spensieratezza e toni scanzonati, arroganza, baci umidi, sospiri bagnati, mani che si stringono e si cercano. E l'idea che le dita intrecciate siano un cordone d'acciaio invincibile impossibile da sciogliere, ma che forse è più fragile di quanto si pensi.
E tu definisci tutto questo mediocre? La verità è che di mediocre non c'è proprio niente, my love... è diversa, come ti ho detto. Affronta temi ancora diversi, si spinge oltre, descrive ciò che non è ancora stato ma che noi conosciamo e anche loro in fondo al cuore sanno... è poetica, ci parla dell'ignoto del dopo, ma dell'attaccamento a un presente meno sfocato e più solido, perché è qui e ora.
No, la mediocrità non è per te, lasciala altrove. Tu sei troppo sensibile e innamorata di questi due per cadere nella mediocrità. Tu sei un'artista che semplicemente a volte non si piace. Solo che piaci a noi, e entri nell'anima. Non smetti mai di farlo, e questo non è da tutti, e questo lo sai ♥
Perciò non ti fermare mai ♥ Io torno presto, che tornare qui è sempre incantevole.
Your Love Miry

Recensore Veterano
25/07/20, ore 10:14
Cap. 1:

deinde  centum,

dein mille altera, dein secunda centum…



Arrivo a te sulla scorta di uno scorcio bellissimo – mozzafiato, nel senso che richiede un bel respiro, ampio e profondo sulla scorta della sintassi – in cui ho avuto il piacere di imbattermi; poi ho colto un’occasione estrinseca, perché, ahimè, altrimenti la gestione del mio tempo tende a sfuggirmi  di mano e finisco col procrastinare ad infinitum. Confesso, però, che se bazzicassi su questi lidi con una qualunque parvenza di regolarità, il titolo sarebbe bastato; e, dato che sono una persona bruttissima che sbircia in avanti, sappi anche che le epigrafi che  hai scelto sono l’una più colpo di grazia dell’altra – se più di un colpo di grazia non fosse una contraddizione in termini.  Sono una donna semplice, ecco.

Comincio dall’inizio, perché dall’inizio è giusto cominciare. Ed è forse appropriato cominciare con una nota, una premessa, personale: dalla sua primissima comparsa, come quasi una nota a piè di pagina in un libro di storia, io ho sempre avuto un debole per Grindelwald (vedi l’essere una brutta persona di cui sopra); la ship è  seguita a ruota. Ai bei tempi andati, questi due esercitarono su  di me una grande fascinazione e, occasionalmente, torno a leggere di loro con grande piacere, soprattutto quando quello che leggo è scritto con  criterio, con stile, con passione; dire “scritto bene” non renderebbe giustizia all’intensità ed alla bellezza di questa tua.

Mi sembra opportuno soffermarmi su due aspetti, sopra a tutti; perché, al nostro primo incontro, non voglio sommergerti con il papiro che pure potrei scriverti – e non solo per la mia inclinazione alla logorrea senza fine, ma per la ricchezza del materiale.

In primis, c’è un aspetto tecnico (mi piacciono le cose tecniche), ovvero il tuo ammirevole uso della seconda persona narrante. La seconda persona è un’arma a doppio taglio, almeno quando è puntata contro un lettore particolarmente intollerante come la sottoscritta, perché corre il rischio di suonare condiscendente, di instaurare un tono di paternalistico distacco – mi torna in mente  l’odiatissimo Se  una notte d’inverno un viaggiatore, che sarebbe dovuto piacermi immensamente, perché ha tutti i requisiti strutturali per parlare alla mia anima, tuta la metaletteratura di questo mondo, ma quel tono… La tua seconda persona, invece, sortisce l’effetto opposto del distacco, del giudizio. Trascina il lettore in un vortice, nel vortice della passione di quest’incontro d’amore che sa di clandestino – saranno le nebbie fumose, il freddo dell’inverno (britannico o continentale, poco importa), e l’intuizione della cronologia – eppure la clandestinità si perde sullo sfondo, in quel “dove” cui non è necessario arrivare, perché quello che conta è il qui, il prima di subito, l’adesso, assolutamente ora. Mi ha ammaliata, la maestria di questa tua seconda persona.

In secondo luogo, credo che una nota al merito vada alla grazia con cui padroneggi il genere erotico, in cui, almeno secondo me, è difficilissimo trovare la giusta misura, il giusto mezzo, descrittivo e stilistico, senza scadere nella becera meccanica dei pezzi che si incastrano né fermarsi un passo troppo presto, nel meramente allusivo – o, peggio, svagolare nel sentimentalismo da educande che vogliono far le trasgressive. L’erotismo, – quello vero, quello bello – è quello che hai messo in scena tu: uno scorcio di passione, dove è la passione stessa a raccontare una storia, a lasciare intuire una premessa, tra le righe e tra i sospiri.



Sappi che, passo passo, coi miei tempi da tartarughina artritica, conto di arrivare fino in fondo. <3



 

Recensore Master
23/07/20, ore 14:38

Ma che meraviglia! Io lo so che più o meno ogni mia recensione a qualcosa di tuo inizia e finisce così, ma davvero, non posso fare a meno di esprimere la mia meraviglia davanti alle tue parole.
Questa è una storia che è un respiro solo, ma in realtà in un respiro hai racchiuso tutto, davvero tutto.
L'esperimento stilistico è perfettamente riuscito: hai saputo gestire davvero in maniera mirabile la punteggiatura, non facendo mai pesare al lettore questa mancanza di punti fermi, ma anzi, riuscendo a dare al tutto un ritmo assolutamente perfetto, ben cadenzato, e che al tempo stesso è un unico precipitare, un rincorrersi di frasi per cercare di dilatare il più a lungo possibile un momento che sembra rinchiudere l'infinito. Insomma, credo non fosse affatto un'impresa semplice, ma il risultato è davvero mirabile.
Ho amato tantissimo l'ambientazione che hai dato a questo respiro lungo: questo lago profondo, questo immergersi fino quasi a non poterne più, questa lotta che alla fine non è altro che cercarsi... splendido, davvero.
Come sempre, riesci a dipingere dei dettagli assolutamente meravigliosi, che ti entrano in testa e non se ne escono più (come queste stelle raccolte nel palmo della mano, o il confine, la penombra, il chiaroscuro come dimensione per Albus e Gellert).
Insomma, di solito sono prolissa, nelle recensioni, ma con te mi ritrovo sempre un po' a corto di parole, e mi dispiace, ma la verità è che tu hai già scritto tutto, tutto tutto.
Bravissima.

Recensore Master
19/07/20, ore 11:58

Albus e Gellert hanno una connessione così profonda, che riescono a capire senza l'utilizzo di parole che unirsi carnalmente e spiritualmente è la cosa che più vogliono in assoluto.




E tu come sempre, riesci a descrivere tutto con delicatezza e passione.




Ottimo lavoro, e a presto... ❤

Recensore Master
18/07/20, ore 22:29

Se ricordo bene, è Saramago che scrive interi racconti senza punti, usando solo virgole e trattini. È un modo di scrivere difficile, ma devo dire che non ho avuto grandi problemi con la tua storia: è scritta bene ed è, tutto sommato, corta. Inoltre, se non mi sono sbagliata, ho sentito i trattini come dei punti, forse per la loro collocazione, e la lettura è filata liscia.
La frase di Besson (bella davvero) è la ciliegina sulla torta di un percorso che porta esattamente lì, che costruisce la scena come un fiume che scorre (verso il lago).
Inutile dire che, anche questa volta, mi è piaciuta. ^^
Alla prossima. ♥