Recensioni per
Dammi mille baci
di padme83

Questa storia ha ottenuto 160 recensioni.
Positive : 160
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/01/21, ore 16:15

Invece di procedere in ordine, sto finendo per andare al contrario, leggendo la raccolta dall’ultimo capitolo a ritroso. Sono fatta male, che ci posso fare.
Ricordo una delle tue ultime storie, in cui l’amore tra loro due era quasi violento, dove amore e guerra quasi si eguagliavano. Qui invece è l’esatto contrario, a partire dai versi da cui scegli di iniziare e che citi: il Cantico dei Cantici, ma anche De André (dico bene, vero? Sono andata a controllare perché nella mia ignoranza questa non la conoscevo) - più che una fic è un canto sacro, c’è infatti qualcosa di puro e divino nel loro toccarsi, nella loro unione, nel modo in cui si aggrappano l’uno all’altro.
Mi piace molto come sei riuscita a costruire questa storia; in un certo senso trovo buffo trovare riferimenti alla religione in HP che siano così spudorati (specie per due personaggi come loro), eppure ogni frase e ogni parola ha il suo peso specifico e ogni riferimento che viene fatto al divino e al sublime (così come viene indicato nella fic) alla fine non è che un altro modo per tornare a loro stessi, per descrivere qualcosa che è il loro miracolo, che, più che Dio, si tratta di Albus e di Gellert (e mi piace questa nota quasi arrogante che sa un po’ di blasfemia, che ancora una volta vede Gellert quasi sfidare l’universo tutto perché ben sa di non poter essere smentito, non in questo, non nel suo amore per Albus che è invincibile e inarrestabile e semplicemente perfetto). È sulla loro pelle e tra le loro mani che si toccano e si esplorano e si adorano che riscoprono per l’ennesima volta quanto siano splendidi come esseri umani, specie se possono esserlo insieme.
Ed è come se in un certo senso si riconoscano come gli unici degni di condividere questo momento, mentre pregano tra le lenzuola, invocando il nome dell’altro fino all’amplesso. Nome che poi si riallaccia al titolo, perché diventa una nuova preghiera – anche se probabilmente l’intera loro unione carnale lo è, ogni loro singolo gesto, ogni respiro e ogni bacio è un verso di questa nuova preghiera che tu crei e ci regali.
Mi sono davvero piaciute le immagini che sei riuscita a ricreare, c’è qualcosa di profondo – oltre che di particolarmente poetico (ma questo ormai lo sappiamo che non può mancare nelle tue storie) – e significativo nel loro legame, qualcosa che tu riesci a cogliere sempre benissimo. Ma questa penso sia in assoluto la mia preferita:
Ti lasci distendere e lui ti si preme addosso, chiude una mano intorno ai tuoi polsi – dita sottili, simili a intrecci di rami e foglie, ad adornare steli pulsanti, venati di porpora – [..]
Qui ti assicuro che mi sono sciolta completamente e che anche solo a rileggerla mi viene il batticuore. Mi piace davvero tanto l’idea delle dita di Albus chiuse intorno ai polsi di Gellert (intanto… sexy! <3), ma poi anche la metafora nella sua interezza credo che sia di una bellezza struggente. E già come qualcuno ti ha fatto notare, in realtà non è un capitolo triste, anzi, è qualcosa di bello, è un momento che un po’ mi fa scoppiare di gioia, ma ha in sé così tanta bellezza che ti giuro fa male.
Per non parlare dell’ultima frase con cui tutto si conclude, con l’amplesso che qui viene descritto come bianco sussulto e ancora una volta riesce a riportare alla mente qualcosa di puro e di sacro. E addio alle condanne della chiesa sull’omosessualità, tu la esalti e con loro due tutto è naturale e giusto – e ancora una volta mi commuovo per quel che riesci a tirare fuori tra questi due.

Recensore Master
15/01/21, ore 12:44

Ciaooo cara! Eccomi qui, sempre con immenso piacere, per continuare questa raccolta! :)
Ormai, quando so che potrò leggere qualcosa di tuo su questa coppia, preparo il cuore alla poesia e alle emozioni che so già che saprai trasmettermi! Questa OS, ovviamente, non è stata da meno!
Penso ormai tu abbia intuito che adoro il genere erotico – quindi capisco bene il tuo desiderio di vedere i tuoi beniamini insieme… possibilmente nudi e intenti a rotolarsi su qualsiasi superficie disponibile- ma ancora più dell’erotico, adoro quando il sesso si mescola con qualcosa di più profondo, come il tormento, assumendo delle tinte più forti, proprio come nel caso delle tue fantastiche storie! *^*
Dunque, in primo luogo, voglio farti i complimenti per le citazioni che scegli per le tue storie che, a parte essere bellissime, riescono a introdurle in maniera perfetta, come delle cornici. Qui, in particolare, è stata la frase di Stephen King a colpirmi e quando sono arrivata alla fine della storia mi sono resa conto di come essa, in appena tre righe, racchiudesse il fulcro della sua essenza appassionata.
Gellert e Albus si cercano e si trovano attraverso il legame spirituale che li unisce, qualcosa che non è visibile, ma è talmente intenso da risultare prepotente, inevitabile e, a tratti, anche bruciante. Il concetto che mi colpisce è che loro, di fatto, già si appartengono, già si posseggono in una maniera completa e totalizzante, eppure è come se cercassero di legarsi sempre di più, sempre di più e il risultato è questa passione che li innalza così come li consuma.
Il gesto da cui tutto parte è una carezza, qualcosa di lieve e delicato, mentre la pioggia comincia a cadere fuori dalla finestra. Il ritmo della narrazione qui rallenta fino quasi a fermarsi, focalizzandosi sui dettagli degli occhi di Albus, gli elementi circostanti, il tocco dolce delle mani di Albus.
Eppure, ecco che all’improvviso tutto cambia. Basta una scintilla per far sì che il fuoco possa divampare in un incendio indomabile e infatti i due ragazzi si saltano addosso, finendo per amarsi a terra (e quanto ho trovato erotico questo particolare!). Il ritmo diventa frenetico, vorticante al pari dei loro gesti. Non c’è più spazio per lente carezze ormai, perché c’è solo possesso e fame. Gellert vuole tutto e anche di più e ho amato il modo in cui hai reso questo concetto attraverso vocaboli forti, duri, come crocifiggere, squarciare, scavare.
Sono sempre più affascinata da questa coppia, davvero.
Prima mi incuriosiva e basta, ma la lettura che tu ne stai dando mi sta lasciando incantata, come se mi avesse aperto gli occhi su tutto ciò che questo iceberg si portava sotto!
Complimenti come sempre!
A presto, Violet :)

Recensore Master
13/01/21, ore 11:40

eccomiii, tesora,
quanto mi erano mancati questi due.
posso dirti che questa finora è la mia one shot preferita? Non perchè sia la meno erotica (anche se quel momento nella vasca, do santo, anche solo quello che hai fatto intendere, fuoco a mille , fiamme di passione che divampano), ma per il tema trattato, la gelosia, e come lo hai trattato bene, a partir dalla citazione Shakespeariana che poi ritroviamo anche nella storia.
da barav ignorante colossale di 70% delle cose di HP/AF (la mia memoria è pessima) non ricordo proprio chi sia Doge, ma ho adorato l'effetto che ha su Gellert.
Sbaglio io ad aver identificato l'acqua che lo percorre a poco a poco come una metafora della gelosia che si impadronisce del suo animo?
Amo come sia Albus a condurre i giochi stavolta, a SAPERE che Gellert è geloso e ad approfittarsene con fare un po' da gatta morta oooh ci sta, far soffrire ogni tanto il Tedesco .. ben fatto, Blu ;)
tanto poi Albus sa sempre come farsi perdonare.
l'ultimo pezzo, lo ammetto sono andata a sbirciare le risposte alle recensioni per farmi chiarezza, perché pensavo fosse il POV di Albus ed ero già lì che mi disperavo che qualcosa si fosse rotto fra i due .. invece tsè.. è solo Doge che aveva piani sul bel Silente ma.. caro mio, te li scorsi, sei arrivato tardi, toverai la tua felicità altrove...
insomma, mi è piaciuta proprio tanto, amo come sai rappresentarli in ogni aspetto e fase della loro relazione... gradirei veder anche un Albus geloso, ci farai un pensierino? ;)
bravissima, ma ormai è sottinteso <3

Recensore Master
11/01/21, ore 11:40

Ciao **
Intanto, devo dire subito che amo il titolo, è veramente bellissimo ed evocativo, ce lo vedrei bene per il titolo di un libro. E poi, ovviamente, ho amato anche questa piccola storia intrisa di malinconia, dolcezza ed erotismo. Non è un segreto oramai, si sa che le tue storie mi lasciano sempre un grande senso di malinconia misto a dolcezza, appunto, ma in questo caso lo è stato anche di più, forse per l'atmosfera, per questa neve che imbianca tutto, per questi canti natalizi che dovrebbero essere gioiosi, ma a che a loro risultano quasi estranei. C'è stato un lavoro d'introspezione incredibile su entrambi: da un lato c'è Albus, che ancora dopo anni si sente in colpa, non può perdonarsi la morte della sorella e che è addirittura arrabbiato con se stesso. Da un lato poi c'è Gellert, che davanti il tanto dolore del suo amato quasi non sa come reagire, addirittura teme (e spera), che voglia attaccarlo e farla finita, che arrivino ad attaccarsi e combattere fino a morire insieme, idea tragica ma molto romantica in effetti. E poi, sì, è vero, Gellert non passa per caso da quelle parti e adoro il fatto che prima Albus voglia che lui se ne vada, ma cambia idea immediatamente. Quello che succede dopo mi ha commosso come una scema, perché è veramente bellissima l'idea che loro si amino, che si marchino e si appartengano, non potrebbe essere diversamente. Non c'è solo passione nel loro amplesso, ma anche tanta tenerezza, il desiderio di appartenersi da parte di entrambi. Bello, bellissimo, le storie natalizie un po' più angst le amo tanto quelle più allegre. Mi ha fatto tanto piacere leggerla. A presto :*

Nao

Recensore Master
11/01/21, ore 00:55
Cap. 8:

Carissima mon amour **
Tu dici nelle note che non hai idea di cosa sia venuto fuori, ma io sono certa di saperlo: questo è l'amore. Lo so, detta così sembra un dannato cliché, ma l'amore è questo: che lo si consumi guardandosi negli occhi o facendo l'amore con una disperazione che teme la fine. Questo ho avvertito, il bisogno smodato di aggrapparsi l'uno all'altro, dove Albus non perde un solo istante a perdersi in pensieri che non siano Gellert, Gellert e ancora Gellert. lo ha stretto tra le mani, si scambiano baci, carezze, abbracci, si stringono, ma non sembra mai abbastanza. Sembra sempre che, ad ogni spinta, Albus ricerchi un contatto più profondo che, carnalmente, più di così non può fare. Ma è l'anima, la vera protagonista di questa storia.
Tu prendi la loro anima e la sfilacci, la accartocci, la descrivi come un dolore, come una salvezza, come qualcosa che incontra quella dell'altro e diventano una cosa sola. Non è un modo di dire, con te, che due corpi uniti siano un'entità unica. È la verità. Sembra che fare l'amore sia il gesto più estremo che possono permettersi per incontrarsi totalmente, in una dimensione che annulla ancora e ancora quello che c'è intorno a loro.
La cosa che mi ha colpito di più di questa shot sono i dettagli, quelli su cui Albus si sofferma, che ricerca come a volerli imprimere nella mente: la schiena inarcata, i gemiti, i baci, il ventre liscio, che a noi lettore descrive perfettamente una scena che parla con ansiti e urla, con nomi che vengono sussurrati nelle orecchie, mentre il culmine del piacere poi li vede succubi di troppe emozioni feroci, e li vede poi cadere, crollare, come due guerrieri che hanno appena concluso una guerra alla pari: dove hanno vinto entrambi. Dove hanno perso entrambi.
E poi, dal carnale desiderio di aversi, si scende in quello che è il vero e proprio incantesimo che li unisce: l'amore che viene dimostrato attraverso la parola più importante che si possa dire a qualcuno, quando si tiene a questi: ti amo. Una parola fragile, che non è sempre sincera, a volte è sporcata da altro, ma con loro è sempre purezza, qualcosa che appiana la disperazione e sottolinea il legame, questo legame che tu descrivi in loro come se non fossero mai in grado di raggiungerlo totalmente, in modo esaustivo, e allora si uniscono ancora e ancora... perché il calore che rimane dopo aver fatto l'amore, stretti a quel modo, è come se dentro ci fosse un fuoco che non si spegne e non va spento, va alimentato o non sarà mai eterno.
Perché Gellert è oscurità, e Albus lo sa e lo ha accettato, ma allo stesso tempo sa che questo, un giorno, li dividerà e ogni momento, tra loro, è prezioso tanto quanto respirare per restare vivi. Gellert è il suo respiro, che se va via lo soffoca.

La passione che metti in questi gesti è tua, solo tua, e loro e la poetica con cui ce li presenti è incantevole, struggente, distruttiva e disperata ma, alla fine, un po' di speranza quel ti amo, la porta ♥
Mi distruggi sempre, ogni volta, ma io sono sempre pronta a farmi fare da te tutto quello che vuoi, perché una storia ha sempre qualcosa da dire, anche quando l'autore non sa cosa è venuto fuori, ma se aveva dentro il bisogno di scriverla allora arriva sempre un messaggio: in questo caso l'eternità di un attimo.
Sei magnifica, leggerti mi arricchisce l'anima, perciò non smettere mai di farlo ♥
Miry

Recensore Master
28/12/20, ore 00:39

Mia cara Padme,
approdo su questa raccolta, così, senza bussare perché la verità è che non appena hai detto che l’hai scritta e ho visto il titolo, capirai, che l’ho letta appena ho avuto un momento ma, ahimé, questo Dicembre è stato un delirio e non ho avuto neanche le forze per mettere in fila due parole di senso compiuto per via del lavoro che stava distruggendo tutti i miei neuroni. Ma, fortunatamente, sono arrivate le sante ferie per cui eccomi qui a rispondere al richiamo della neve. Il testo di De André è - come è logico aspettarsi - meraviglioso e, al solito, sa guidare la tua mano e la tua fantasia in una maniera impeccabile. La neve è bellissima ma sa anche essere letale e, in particolare, qui mi sono fatta un trip mentale di un certo tipo e mi è venuto da pensare a quello che succede quando, senza guanti, decidi di mettere una mano nella neve (da noi non nevica spesso e da giovincella ho avuto la brillante idea di fare a palle di neve a mani nude °O°) e, quando la circolazione riprende, senti il sangue ribollire sotto alla pelle e, per assurdo, un calore travolgente sembra volerti spaccare le mani in due e, ovviamente c'è il dolore. Ecco, quest'immagine per me rappresenta alla perfezione il rapporto che hai costruito per Albus e Gellert, perché nonostante tutto, ogni volta che si trovano, il sangue dentro di loro ribolle e non possono fare a meno di amarsi in maniera travolgente, di farsi del male, perché il dolore fisico possa cancellare anche solo per un momento quello del cuore, perché quello non scompare mai.
L'immagine di Albus distrutto e mezzo congelato sulla tomba di Ariana è straziante e mi è piaciuto moltissimo che tu abbia voluto soffermati sul fatto che, in lontananza, qualcuno intoni una carola di Natale che, nonostante parli di un Dio a cui loro non credono, può - per un attimo - portare alla speranza che la ragazza sia in un posto migliore. Ed è dolcissimo che un pensiero di questo tipo venga proprio da Gellert, il grande mago oscuro, mentre Albus - nella sua totale razionalità e senso di colpa - non si concede nessuno sconto.
Anche il momento in cui Grindelwald pensa che, forse, sarebbe meglio per tutto e tutti che si uccidessero lì dove si trovano è molto potente perché, forse, finire la loro esistenza avrebbe significato la salvezza di molte persone, la fine del loro dolore. Ma non è quello che il destino ha in serbo per loro, perché loro sono menti acute, maghi potenti, ma sono anche carne e sangue, sono uomini, e per quanto la razionalità spinga, a volte, l'amore e la disperazione guidano le nostre azioni senza possibilità di opporsi.
Ed è solo abbandonandosi all'amore che Albus, alla fine, riesce a trovare un attimo di pace fra i tormenti.
Io credo che come, al solito, tu abbia fatto un lavoro superbo: quando cresciamo ci accorgiamo che il Natale non ha più lo stesso sapore di quando eravamo bambini, credo che sia, in effetti, la festa in cui si addensi maggiormente la malinconia (almeno, per me è così), l'importante è cercare di buttare tutto fuori in una maniera o nell'altra e se scrivere ti aiuta fallo, fai qualsiasi cosa sia necessaria.
E se si hanno dei Fagioli che scorrazzano per casa, farsi travolgere un po' dal loro entusiasmo ;)
Ti mando un abbraccio immenso e ti rinnovo i miei auguri per queste feste e per tutto <3
Cida

Recensore Master
26/12/20, ore 13:12

Cara Padme,
leggerti è sempre un’esperienza meravigliosa, di quelle in cui bisogna raccogliere tutte le impressioni del viaggio intrapreso per poi trovare la forza di restituire almeno un po’ dello splendore e della profondità delle tue storie. Io non riesco a pensare a Natale come a un momento di totale e assoluta serenità. Forse da bambini, quando c’è la voglia di aspettare la magia, babbo natale e i regali da scartare insieme a fratellini e cuginetti, ma dopo si tinge di nostalgia, struggimento, aspettativa. Festeggi e pensi al nonno che non c’è più, al familiare con cui non ti sei incontrato, all’amica persa durante l’anno per i casi della vita e così via. Albus e Gellert scelgono di trascorrere il Natale stando insieme, vittime di una passione e di un legame che è doloroso da quanto è viscerale e intenso. Il tuo Natale è una festa babbana che viene considerata quasi con altero disprezzo dai due maghi. È, prevalentemente, l’amara considerazione di un Albus già professore che rimpiange la madre e la sorella perduti e non sa darsi pace perché sa di non essere innocente, riguardo la loro morte. Il messaggio consolatorio cristiano non passa, in Silente. La morte non è la via per un’esistenza che si rincorre alle altre o il passaggio a un Aldilà dove le sofferenze della vita terrena vengono ricompensate, come ci si aspetterebbe nella notte in cui i Babbani accolgono la (presunta) nascita del Redentore, notoriamente nato in tutt’altro mese ^^’, ma una giornata d’inaudito gelo in cui convivere con più difficoltà col proprio senso di colpa. E Gellert non passava lì per caso, ma è colpevole come e quanto Silente e, poiché sente e conosce il suo dolore, può lasciare che l’altro gliene scarichi un po’ addosso – io, il loro splendido amplesso disperato e feroce, questo fondersi e annullarsi, ritrovarsi e calmarsi in una notte movimentata e intensa, l’ho voluto interpretare anche così, come una condivisione non solo di spinte e baci e quant’altro, ma anche di un peccato condiviso (quello della superbia, tra gli altri).

Il bello della tua visione sempre matura e originale di Albus e Gellert è che non solo ci troviamo davanti due adulti ben rappresentati dalle personalità sfaccettate, ma questi ultimi mantengono coerenza e realismo in un connubio che convince sempre il lettore e lo ammalia. Il sempre splendido Albus qui è sofferente e ha bisogno che Gellert resti, perché vabbé che è il mago più potente del regno magico, ma non è fatto di tungsteno o adamantio o acciaio inox come le padelle e di fronte alla tomba della sorellina morta che lo adorava sta male come sta male chi è fatto di carne e di sangue. E quante volte il dolore per una perdita inconsolabile si allevia tra le lenzuola, quante? Loro sono due persone con aspettative e scelte di vita separate, eppure amarsi significa anche questo – quanto ho amato quel dolore che non si capisce più in quale cuore sia, quanto mi è piaciuto leggere l’eleganza con cui il dolore mentale per la perdita viene stordito da un rapporto che è carnale e spirituale e trascende il semplice amplesso? Io resto sempre incantata e quindi ti auguro con un po’ di ritardo buon Natale: so quanto fa male togliersi le spine dal cuore e dover scrivere di loro, per forza, perché una storia ronza e continua a ronzare e ci possiede finché non la lasciamo andare, ma, rigirandoti una frase di Melania Mazzucco che amo tanto, ti dico che solo chi scrive sa quanta gioia ed emozione si prova a vedere che la freccia che scocchiamo nel cielo non è caduta ai nostri piedi, ma ha centrato il cuore di qualcuno. E tu, cara padme, il mio lo centri sempre. Sei una scrittrice preziosa.
Con affetto e stima,
Shilyss <3

Recensore Master
25/12/20, ore 12:07

Ciao tesoro! Tanti auguri di Buon Natale! Mi sento un po' Babbo Natale a comparire oggi con questa recensione, ma - ahimè!- tra feste e problemi personali solo stamattina ho trovato un secondo per sedermi e scrivere qualcosa di sensato! Alla fine, però, cosa c’è di meglio di gustarsi una storia così emozionante davanti all’albero di Natale? *^*
È la seconda OS che leggo di questa raccolta e mi è bastata per inserirla subito tra le preferite – anche se, ovviamente, non vedo l’ora di recuperarle tutte quante! xD- perché, proprio come la prima volta, sono stata avvolta, affascinata, rapita dal tuo stile e dall’amore quasi tangibile che sai esprimere per loro due. Ciò che traspare sempre dai tuoi testi è che Albus e Gellert hanno una connessione fisica, mentale, sentimentale potente al di là di ogni dire ed io mi rendo conto che tale unione quasi mi atterrisce, nel senso che mentre i miei occhi scorrono tra le righe del testo, a me pare di avvertirne il peso proprio sulla mia pelle, sul mio petto. E questo è tutto merito delle tue doti espressive straordinarie, del modo poetico, ma allo stesso tempo crudo con cui ci racconti di questo amore fulgido che abbaglia al punto da incenerire loro e chi legge.
“Nuda la pelle, intrecciati i pensieri, mischiate le ossa.” : nove parole ed io avevo la pelle d’oca.
Ti capisco, il Natale è un periodo molto particolare dell’anno, perché l’aria di festa è bella sì, ma pare anche acuire certe sofferenze. Per fortuna che chi scrive ha la possibilità di sfogare queste sensazioni su una pagina bianca, tramite la propria arte ed è proprio questo che ho trovato, leggendo questa OS.
Albus è annientato dalla perdita di Ariana e di sua madre, il suo è un dolore che tramortisce, ma allo stesso tempo capace di scatenare delle reazioni estremamente violente. E no Gellert non può essere balsamo, non può essere cura, perché non ne esiste una è radicato in luoghi desolati in cui sarebbe impossibile arrivare. Gellert è un vaso, un recipiente in cui far confluire il dolore per diluirne il peso almeno il tempo di un amplesso, ma dall’altra parte anche Grindrwald che, come hai ribadito nelle note, sente Albus anche quando non vorrebbe, si ritrova soverchiato da questo groviglio di emozioni feroci e ad un certo pare usare il sesso per assicurarsi che sotto tutta questa valanga di dolore furioso esistano ancora loro, il loro amore.
Ed ecco che, in questo quadro a tinte forti, i baci e il sesso si trasformano, non sono più il dolce incanto della OS che ho letto, al contrario diventano la trasposizione corporea della sofferenza che provano Albus e Gellert, ferendo, consumando e culminando in un amplesso che pare lo scoppio di una bomba.
La scena finale, di Gellert che culla Albus finché non si addormenta, è stato il finale perfetto, come se dopo la tempesta, tornasse la quiete, restituendo un po' di pace alle loro anime stravolte.
Un’altra opera meravigliosa, cara, assolutamente complimenti.
Un abbraccio e ancora, Buon Natale
Violet :D

Recensore Master
24/12/20, ore 19:42

Mio amore, mio dolce amore,
Il Natale ha tante sfumature, amor mio, e quella in cui tutti vivono felici e contenti è sempre mera utopia. In questo anno più di altri e, con loro, ovviamente lo è sempre. Perché dopotutto ci sono personaggi che non possono concedersela, la felicità e Gellert e Albus, nelle tue meravigliose righe, ne sembrano sempre estremamente consapevoli. Sanno sempre che ogni minuto passato insieme è prezioso; che sia in un letto, avvinghiati a cercare di diventare una cosa sola, o fingendo di passare di lì, per stare vicino alla persona che si ama, ben consapevoli di quanto stia soffrendo. E cercare, nel loro piccolo, di alleggerire quella che è l'attesa verso la divisione, cercando di sfruttare ogni secondo il più possibile, anche quello più pregno di infelicità e dolore. Anzi, soprattutto in quei casi.
Ciò che ho adorato in questa shot (tutto, in verità, ma voglio essere precisa) è come è strutturata. Ci inizi a raccontare di loro due, di come si rubino l'aria nel polmoni con baci violenti, che però hanno la dolcezza di un'anima soffice. Si cercano, si trovano per poi perdersi ancora, e più la sofferenza li ha colti, più quel legame è profondo; affonda in punti oscuri dell'anima, infila le sue radici in piccoli buchi di tristezza, e li colma dolorosamente, donando per un attimo l'assenza completa dei pensieri e lasciando, così, solo loro. Non c'è passato, presente, futuro, non c'è dolore e perdita, seppure poi... questo vuoto e questa distruzione interna ce la racconti, tornando a loro due un po' più distanti, almeno col corpo. Ad un Albus solitario di fronte ai corpi irraggiungibili di sua madre e di sua sorella, spettro di se stesso, nebulosa di sensi di colpa, che allontana Gellert ma poi reclama la sua presenza, disperato... perché a volte si ha bisogno di prendersela con qualcuno, distogliendo l'attenzione da se stessi, per poi pentirsi e cercare riparo... e è quello che ho visto fare ad Albus, nell'ombra un lutto descritto così bene nella sua rabbia e nella sua ingiustizia, che mi ha fatto venire i brividi, perché sono sensazioni che si conoscono ma, buon dio my love, non tutti sono in grado di graffiartele nell'anima come fai tu, e questa seconda persona, così cruda, realista e disperata, ci infila in cunicoli di pura disperazione, ma dove un appiglio c'è, ed è quello che si possono donare a vicenda, l'uno tra le braccia dell'altro, fluttuando nel vuoto di cose e luoghi e persone e momenti che, quando sono insieme, uniti a quel modo, non hanno nessuna importanza.
Una salvezza che ha tempo limitato, dove il dolore c'è ma viene ben nascosto e l'immagine di queste anime spezzate, in frantumi, che si donano qualcosa di diverso, sporcato comunque dalla sofferenza che non va mai via davvero, mi ha distrutto.
Perché c'è la violenza nei gesti, ma un amore assoluto che ha un climax così forte che, alla fine di tutto, esplode come una supernova.
E poi si addormentano.
Non so cosa dire, questo tema lo avevi dentro e andava di certo affrontato, e forse questo era periodo giusto per farlo, perché sono certa che qui dentro risiedano molte cose che ti appartengono, molti dolori, molta tristezza e spero con tutto il cuore che tu sia riuscita a buttarle vie...
Questa è pura poesia, my love e, pur non parlando del natale nel suo senso più gioioso, lo fa lo stesso, nel modo più umano e incantevole possibile.
Sei immensa, sei inarrivabile.
Ti auguro tutto il bene di questo mondo e, per ora, un Natale caldo, tiepido ♥
Un abbraccio,
Il tuo amore eterno Miryel

Recensore Master
24/12/20, ore 12:32

Forse andrò controcorrente, ma io preferisco questo genere di storie a Natale, se poi escono dalla tua fantastica penna e dalla tua capacità di mettere cuori su carta e anime nell’inchiostro allora ancora meglio.
Ho trovato questa shot più travolgente delle altre, nel modo più selvaggio e violento possibile. Se di solito racconti dell’amore tra i due, dell’amore sofferto e combattuto e straziante e totale che è in grado a portarli all’autoannientamento, in questa shot quell’autoannientamento ce lo fai assaggiare. Il modo in cui inizia è una secchiata di acqua ghiacciata in faccia (e già destinata ad evaporare, perché comunque l’erotismo fra di loro fa sempre un certo effetto), c’è qualcosa di straziante e violento e angosciante nel modo in cui Albus divora di baci aggressivi Gellert, nel modo in cui l’altro risponde e cerca ossigeno. Si combattono mentre fanno l’amore, così in contrasto l’uno con l’altro, ma anche così simili; ed è, in fondo, ciò di cui hanno assoluto bisogno: annullarsi insieme e, forse, ricostruirsi anche.
Lo sai ormai che io considero ogni tua storia come un quadro da ammirare, ma questo… oh questo ha tinte e tratti così forti che quasi mi acceca. Il dolore di Albus, che Gellert ha trovato alla tomba della sorella – dove altro sarebbe potuto essere, in fondo? – è così tangibile che esce dalla pagina, mi ha aperto il cuore, ma ancora di più me lo ha aperto la presenza di Gellert che non è proprio potuto mancare, che ovviamente lo ha sentito e che una volta lì, quasi agogna la fine insieme al suo amato. Mamma mia cosa non è stato quel pezzo, quello in cui spera diventino cenere – e il fatto che non lo spera soltanto di sé, ma anche di Albus, che augura la morte a entrambi fa un male cane, è egoista e altruista insieme, perché sa che morire insieme sarebbe meno sofferente per entrambi. E che morire in quel momento, invece di attendere quello che il destino ha in serbo per loro, sarebbe meglio.
Mi sono venuti i brividi, ti giuro.
Ho amato tantissimo anche il modo in cui hai costruito la storia, il modo in cui parti dal fondo, dall’amplesso che li consuma e torni indietro, ricostruisci la vicenda con naturalezza, lasciando scivolare le immagini davanti agli occhi del lettore, trasportandoci per mano ancora una volta nella vita di personaggi che ormai hai fatto tuoi. È tutto così fluido, perfino gli scambi di battute tra di loro che all’inizio sembrano più un’eco del dialogo che è stato, fino a prendere corpo quando ci immergiamo più chiaramente nel momento in cui Gellert ritrova Albus alla tomba di Ariana e tornare a sfumarsi pian piano tra i loro baci, nella ricerca l’uno dell’altro e nel modo in cui Albus non ha la forza di scacciare davvero Gellert, ma invece lo attira a sé e lo prega di rimanere. Come si fa a non sciogliersi davanti a tanto amore?
Adoro anche il modo che hai sempre di mescolare i due personaggi tra di loro e far perdere i confini dell’uno nell’altro, rendendo più difficile distinguere chi sia chi e chi stia facendo cosa. Ci fai perdere in loro e nelle tue storie e di questo non te ne sarò mai grata abbastanza, perché di storie così belle, che raccontano un amore così profondo, così vivido e al tempo stesso così crudele, non ce n’è abbastanza in giro.

p.s. E tra l’altro, possiamo soffermarci un attimo su quanto bello è il titolo e quale altro colpo al cuore sia la canzone di De André che hai scelto come sottofondo a questa storia?

Recensore Master
22/12/20, ore 23:47

Io sono senza parole (più del solito, almeno, perché davanti alle tue storie mi sembra sempre di non avere abbastanza).
Questa volta, non lo so, ho come avuto l'impressione che tu abbia varcato un confine. Non so quanto senso abbia quello che sto dicendo, anche perché non sono ancora, ahimé, riuscita a recuperare tutte le storie che compongono la serie, quindi non ho proprio una visione completa di tutto ciò che hai scritto su di loro, però mi sembra che qui tu abbia deciso di abbattere anche le ultime barriere. Che il loro rapporto fosse sempre gravato dalle ombre di ciò che sarebbe stato, dell'inevitabile lontananza e dal dolore di scelte che portano ad allontanare due creature che sembrano poter esisrere solo insieme, è sempre stato evidente. C'è sempre srato questo senso di ineluttabile, questo destino difficile che allungava le dita e plasmava qualsiasi vicenda in una prospettiva straziante, fatta di u senso di tragedia imminente.
Questa storia, invece, nella tragedia ci affonda proprio le mani, e lascia i personaggi inerti, nudi di fronte all'inevitabile. Perché, davvero, è straziante pensare a quanto Albus e Gellert si desiderino, si completino, siano in grado di capirsi e di essere tutto ciò di cui hanno bisogno, e al tempo stesso non possano esserlo. Perché quello che è successo tra di loro, Ariana e le scelte inevitabili sono uno di quegli elementi imprescindibili, quegli eventi da cui non si può tornare indietro, che non si possono evitare.
Il modo in cui hai saputo rendere il tormento di Albus è stato veramente straziante: è talmente reale, il suo lutto, la sua rabbia, il senso di colpa e nonostante tutto il bisogno di aggrapparsi un'ultima volta a Gellert sono così realistici da avermi davvero spezzato il cuore.
È tutto vivivdissimo, e davvero, non so dirti quanto io abbia apprezzato la maturità e la consapevolezza con cui hai affrontato il contrasto di questa situazione dai risvolti quasi incompatibili. È un tema delicatissimo, ed è poi il cardine, a mio parere, che sostiene tutto il loro rapporto, e questa storia lo mette in luce con una precisione perfetta.
Sei stata davvero bravissima.
Ti abbraccio forte, sperando davvero che possano arrivare prestissimo giorni più sereni.

Recensore Master
16/12/20, ore 00:26

Questo capitolo mi è piaciuto ancora di più, anche perché l'amplesso viene descritto molto più dettagliatamente.



Me ne compiaccio, perché mi coinvolge totalmente.



Gellert ha una smania di possesso molto intensa, mentre possiede Albus.



Così come il professore d'altro canto, è ammaliato dal fascino di Grindelwald.




Complimenti davvero, ottimo lavoro e alla prossima.💗

Recensore Junior
15/12/20, ore 22:22

Ciao :)
Mi dispiace per la situazione difficile, spero che le cose vadano meglio nei prossimi mesi. Fai bene a scrivere, se ti aiuta.
Venendo alla storia ... Per molto tempo ho evitato le storie con genere erotico, ma ho deciso che la cosa non aveva troppo senso, dato che ho ormai ventitré anni. Dunque eccomi :) Trovo che il tuo modo di trattare l'argomento sia delizioso, molto letterario, diciamo. Il tuo scopo è anche in questo frangente esprimere emozioni e il disperato amore dei protagonisti e ci riesci benissimo. Amore e disperazione non mancano certo con questi due.
Ti auguro ogni bene per il futuro e spero di rincontrarti presto su questi schermi.

Recensore Master
15/12/20, ore 19:09

Lungi da me augurarti del male, ma credimi, se le spine ti ispirano così...
Spero tu te la sia tolta e ti auguro di trascorrere delle feste serene e un nuovo anno migliore di quello che sta passando. Credo ne abbiamo bisogno proprio tutti, questa volta.
Veniamo però alla OS.
È bellissima. L'ho detto un sacco di volte delle tue storie, ma è la pura e semplice verità.
Si sentono il dolore e il bisogno che questi due hanno l'uno dell'altro, e si sente l'ansia di Gellert, il suo bisogno di Albus, di stargli vicino.
Forse persino il senso di colpa... magari non per quello che ha fatto, ma per le conseguenze che ha prodotto.
Mi ha ispirata. Se avessi tempo, in questo momento, mi piacerebbe scrivere di un amore così struggente e tormentato.
Sei sempre bravissima a far vibrare le corde giuste.
Alla prossima. ♥

Recensore Master
29/11/20, ore 22:17
Cap. 1:

Buonasera cara, che grandissimo piacere ritrovarti ed essere di nuovo qui, con nuove pubblicazioni da poter leggere. A ritrovare questa flash, pubblicata di botto quasi un anno fa, mi chiedo come sono rimasta indietro e non l’ho letta. Scema io, dico! Ma a parte questo, noto con piacere che da sola che doveva essere, ha dato poi il via ad una raccolta e ne sono molto felice, perché questi due personaggi tra le tue dita prendono letteralmente vita, si muovono, parlano, pensano con amore coinvolto e coinvolgente, perdendosi uno nelle braccia dell’altro, bocca contro bocca, lingue a cercarsi, neuroni a riaccendersi di passione. Loro non sono semplici amanti che si cercano di notte, al gelo, riscaldando la temperatura con il loro essere pura passione, espressività di un bisogno tanto evidente quanto profondo… no, loro sono esplorazione pura dell’animo dell’altro, loro sono la tua ispirazione e lo noto ad ogni volta che leggo qualcosa che è inerente a questa ship.
Entro in un mondo tutto costruito appositamente per dare vita alle loro emozioni, e senza fronzoli o situazioni particolarmente agiate a livello estetico e di ricercatezza – insomma, ovunque vadano per loro va bene, intendevo XD – si gettano nell’impulso e nel bisogno, in una fisicità che parla di quanto siano effettivamente bisognosi di ansimi, di baci, di contrasti di calore, pelle nuda, di loro. Ecco, hanno un bisogno viscerale di ritrovarsi e amarsi, non importa come, non importa dove, non importa il quando, e tutto esplode, fuoco con fuoco, attorno a loro in una chimica incomparabile. Tesoro, come li gestisci tu, sono davvero rapita! Non vedo l’ora di vedere cos’altro avrà in serbo questa tua raccolta, alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3