Recensioni per
Dammi mille baci
di padme83

Questa storia ha ottenuto 160 recensioni.
Positive : 160
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/07/20, ore 23:10

Ciao!
Eccomi anche qui, finalmente!
E, davvero, vorrei sottolineare non una, ma almeno dieci volte che hai detto una sciocchezza, affermando che questo capitolo non è granché. Non sono d'accordo, non sono affatto d'accordo, mi dispiace.
Ancora una volta sei riuscita a costruire un'atmosfera densissima, fatta di un desiderio talmente concreto e tangibile che lo si avverte sulla pelle, si sente come il calore di un incendio sulla pelle, e coinvolge come poche altre cose che io abbia letto.
Ho adorato, ho adorato davvero tantissimo questo desiderio quasi rabbioso, che divampa, che arriva da un Albus che qui appare quasi dominante, che si prende tutta la scena e riduce in cenere il desiderio di Gellert, se lo prende tutto, lo brucia, quasi lo distrugge. È un rapporto disperato, questo, un rapporto che, non so perché, sembra portarsi dentro quasi un presagio di ciò che sarà, quasi sapesse che non c'è l'infinito nel loro destino.
Ho davvero amato molto l'impostazione di questo capitolo, il loro divorarsi famelico, e questo tornare sempre ad amarsi in modo così assoluto, che anche nella foga della passione conosce sempre l'attenzione e la venerazione quasi mistica.
La tua capacità di intessere poi i tuoi brani a citazioni letterarie mi lascia sempre senza parole: non è solo un poggiarsi a parole altrui, è davvero un costruire altro andando a sfiorare delle basi solide e comuni, traendone sempre materia nuova. Riesci ad intrecciare in un dialogo perfettamente coerente King, Patti Smith e Catullo, ed è davvero splendido.
Leggerti è sempre garanzia di immensa meraviglia, e io non posso fare altro che ringraziarti per aver condiviso con noi tutta questa bellezza.
A presto!

Recensore Master
13/07/20, ore 19:14
Cap. 1:

Te l’ho già detto quanto mi piace quando ti sbilanci un po’ nel rating, ma anche nelle parole e nei gesti?
Ecco, te lo dico. Mi fai impazzire.
Mi piacciono i dialoghi, quelle poche parole che si scambiano, ma che in quei momenti rendono tutto più piccante, più vivido più reale... io ce li vedo molto innamorato, ma anche molto molto appassionato. E mi piacciono sia dolci e tormentati che ragazzacci che fanno sparire vestiti con un sol pensiero...

“ Sei un mago o cosa? Avanti, falli sparire!
Ride.
Ride forte, l’impudente.”

In questo pezzo ho riso, perché istintivamente ho pensato a Vargas e Callisto, lo so, lo so, perdonami il paragone con loro, ma mi è venuto così... Lo so che non è lo stesso, perché Albus e Gellert scritti da te sono inarrivabili, ma ecco mi ha fatto sorridere il modo...
Come sempre sono felice di aver letto e proseguirò sicuramente nella lettura della raccolta, anzi già non sto nella pelle.
Un abbraccio e rinnovo i miei complimenti da tua lettrice devota.
Ladyhawke83

Recensore Master
13/07/20, ore 12:55

Cara padme! <3 <3 <3

Mi ero ripromessa di recuperare tutto e quindi eccomi qui a rendere il lunedì, già brutto di suo, meno orripilante. Adoro sia la citazione di King, complice anche la visione recente di IT da cui è presa, sia la canzone stupenda che fu, com’è noto, scritta da Bruce Springsteen e passata a Patti Smith, che la rese celebre e immortale, ma soprattutto adatta a raccontare la passione a prescindere dal tempo e dai soggetti. Qui Albus fa visita a Gellert e la passione li comanda. Mi piacciono da morire i verbi che hai usato per raccontare di questa unione che è complementare, come quando li descrivi “crocefissi l’uno sull’altro”, in un’immagine sacrale che implica il necessario dolore che spesso si associa al piacere, ma anche la tensione dei corpi che si bramano e si cercano. Solo che nelle tue storie non c’è solamente un bisogno fisico di stare insieme, ma anche una connessione mentale, un pretendere di entrare l’uno nella mente dell’altro.

C’è un Albus molto rapace e simile alla fenice che lo guida e lo rappresenta, con quei suoi occhi da rapace, da pennuto. Il gioco, come sempre, è perfetto perché entrambi vogliono giocarlo e questa sottile e fondamentale base su cui si gioca tutto è sempre il segno della tua penna matura e arguta, che comprende e descrive la passione, che non è fatta solo di carezze, ma anche di una certa qual urgenza che sai descrivere sempre così bene. Perché questi due, ricordiamolo, non possono vivere alla luce del sole: stanno rubando momenti a vite che li assorbono, a progetti che li divideranno, sebbene quella passione non terminerà mai, rimanendo nel rimpianto dello sguardo di un vecchio Albus e nella soddisfazione di Gellert vecchio e prigioniero, quando a Voldemort confessa che la bacchetta ce l’ha sempre avuta Albus. Sono pazza se dico che era un filo soddisfatto e ammirato, perché l’antico amante è invincibile e furbo oggi come allora? Sì, leggerti è sempre un enorme piacere.

Ti mando un abbraccio forte che spero combatta lo schifodì settimanale,
Shilyss :*

Recensore Master
10/07/20, ore 09:52
Cap. 4:

Cara Padme,
è difficile elencare tutte le molte suggestioni che mi ispirano sempre le tue storie. Questa racconta l’idillio, un momento di quiete perfetta tra Gellert e Albus che si risvegliano insieme dopo una notte sicuramente d’amore, cui fanno seguire un risveglio di nuovo all’insegna di una passione che chissà quando potranno rivivere insieme. Già questo elemento del risveglio comune non è casuale – dormire in due vuol dire anche svegliarsi quasi sempre insieme o avere percezione che l’altro si è alzato a meno che non si sia veramente cotti dalla stanchezza – e questo temporale mattutino consente loro di dilatare il tempo, di crogiolarsi tra baci e carezze, di cercarsi e di amarsi. La grazia con cui racconti i loro incontri amorosi è sempre preziosa, a partire dalla dolcezza che riservi a gesti semplici che, scambiati tra due amanti con una connessione mentale così forte come, secondo il tuo headcanon, esiste tra Albus e Gellert, acquisiscono una forza nuova e universale, come le dita che si stringono per amicizia o per passione. Ecco, questi dettagli li adoro. Hai detto che il prompt è idillio e mentre ti leggevo, come ho detto in apertura alla recensione, sentivo nettamente l’eco de La pioggia del Pineto di D’Annunzio: forse era la pioggia che cade sul bosco e sui vetri della casa dove i due innamorati si risvegliano, ma c’è la stessa sensualità, la stessa commistione tra uomo e natura che genera un momento sospeso nel tempo e perfetto, dove le ambizioni reciproche dei due maghi non esistono più, svaniscono.

Poi diciamo che questo accostamento con D’Annunzio è anche riferito a certi elementi – come la presenza della dea ellenica dell’amore Afrodite – di stampo classicista, ma non mancano questi squisiti riferimenti all’amore come tentazione e piacevole peccato che mettono insieme la tradizione testamentaria evidente nel riferimento alla mela della conoscenza del bene e del male con il più avvolgente cantico dei cantici con la sua passionalità delicata. L’amore tra Albus e Gellert, infatti, come tutte le vere storie d’amore si muove su piani e livelli: è la passione, la tentazione, l’esigenza carnale di unirsi e di aversi, ma è anche l’intesa amicale e mentale e la dolcezza di un bacio che è un saluto mattutino e un’attenzione pigra da scambiarsi sotto le coperte. Ecco, nel turbine d’emozioni che sono sempre le tue storie si evince la complessità di un rapporto fotografato quando i due giovani amanti non sono ancora avversari, elemento imprescindibile per poterli comprendere e che tu non dimentichi mai. C’è sempre un filo di nostalgia nelle tue storie, che risulta ancora più dolorosamente bello perché il legame che unisce Gellert e Albus è totalizzante e in certi momenti è persino annichilente, senza però che le personalità si annullino l’una nell’altra come spesso ho la sfortuna di leggere. Sono un unico cuore, per citarti, si fondono e il loro amore reciproco li avvolge come una pianta rampicante, come l’edera (e qui volo altissimo), che vivono un desiderio che si leggono reciprocamente negli occhi, ma se tu citi lo specchio che mostra questo amore perfetto, come posso, dimmi, come posso non pensare a quell’altro specchio che un Albus ormai anziano fisserà con rimpianto, dove vedrà quell’amore giovanile (che solo giovanile non è ) fissarlo? Temo non si possa.

Non manca nemmeno il dolore, nella storia, ché fondersi ha sempre un prezzo, così come il piacere che, appunto, è condito da quel miscuglio di sensazioni che ci rendono vivi. Il mio rimpianto, come sempre, è di non riuscire mai a passare con abbastanza rapidità su questi lidi, ma prometto che diventerò più puntuale perché questi personaggi e il loro amore così lirico e intenso ti appartiene e leggerti fa bene all’anima, migliora l’umore ed è propedeutico ad affrontare persino il venerdì.
Un abbraccio forte,
Shilyss

Recensore Master
07/07/20, ore 16:15
Cap. 6:

Ciao!
Ormai le tue storie per me sono qualcosa di prezioso, che pregusto e tengo da conto aspettando il momento propizio per potermele godere appieno, già sapendo che, qualunque approccio sceglierai per arrivare a parlare di questi due, sarà un'esperienza meravigliosa.
Questa storia, ad esempio, me la sono tenuta per un momento di quiete, mentre ero sola in una camera d'albergo affacciata sul mare (ok, la riviera romagnola non è esattamente il contesto migliore per loro due, ma ho fatto del mio meglio XD), e poi ci sono tornata sopra adesso, con calma, per tornare a gustarmeli.
E, come sempre, mi hai totalmente conquistata.
Mi hai conquistata già con questo primo approccio, con un drappo consunto e polveroso che viene scostato da uno specchio in cui una madre ormai non si specchia più: la storia si colloca già così in questa atmosfera piena di malinconia e ricordi dolorosi, dove uno specchio serve a evocare il riflesso di una vita intera, ed è stupendo come tu riesca a creare tutto questo con una sola frase. E da questo riflesso poi emerge altro, dapprima con quel segno viola che rimanda a notti d'amore, e poi con l'immagine di Gellert, che non poteva restare lontano, non così a lungo.
E, davvero, adoro il modo in cui riesci a farli parlare, a creare questi dialoghi ritmati, pungenti, pieni di malizia e al tempo stesso densi di tutti i significati più o meno evidenti che restano sempre sottesi al loro rapporto, che non può essere mai solamente questo. L'alternarsi fra le parole pronunciate a voce alta e quelle comunicate è sempre un incastro perfetto, mi verrebbe da dire un riflesso stupendo di questa loro comunione inscindibile, ed è stupenda la complicità che li unisce, che permette loro di scherzare e di parlare di cose profondissime con una sola frase.
Come sempre, tra di loro c'è una carica erotica evidente e reale, tangibile, che permea ogni riga ma non riesce mai – nemmeno quando loro si stuzzicano nel modo più aperto ed evidente – a essere volgare: è qualcosa di molto coinvolgente, e intensissimo, ma tu riesci a mantenerti su questo meraviglioso equilibrio.
La tematica dello specchio, già introdotta sin dal primo paragrafo, viene ad assumere tutt'altro significato quando si comincia a fare riferimento allo Specchio delle Brame: non solo perché qui può emergere tutta la sete di conoscenza di questi due personaggi, che davanti a un oggetto magico di tale portata e potere non possono che essere accesi da un'eccitazione e un'attenzione tutta nuova, ma anche perché la domanda fatidica, inevitabilmente, viene a galla. È una domanda difficile, che in realtà implica una conoscenza di sé e una presa di coscienza della propria natura non da poco, e che certo due persone come Albus e Gellert non potrebbero mai prendere sotto gamba: niente risposte buffe, niente sogni o desideri di gloria altisonanti.
E quella domanda non può che arrivare in corsivo, perché è una domanda pronunciata nella lingua della sincerità: non è più un gioco, ma è qualcosa di così serio da far tremare un po' le vene dei polsi. La risposta, ovviamente, non poteva che essere una, ma nella storia non viene mai data per scontata: non è un vano ribadirsi e riconfermarsi un affetto, è un mettersi a nudo e condividere in maniera inesorabile una verità che ha radici talmente profonde da sconvolgere un'intera esistenza. Una verità che è un cordone d’acciaio, una catena dura e invincibile, un nodo di sangue – e di ossa, e di carne – impossibile da sciogliere..
Ormai per me questa è una certezza, ma ogni volta non posso fare a meno di ribadirti i miei complimenti: tutto il tuo progetto è qualcosa di stupendo, di concreto e fortissimo, e ogni momento che aggiungi dà una forza nuova al tutto.

Recensore Junior
06/07/20, ore 01:03
Cap. 8:

Solo due righe prima di crollare.
Solo due, ma dovevo scriverle assolutamente. Perché domattina la vita riprenderà la sua corsa e non credo che avrei modo di recensire con la dovuta calma.
Solo due righe per ribadire che il modo che hai di descrivere scene erotiche ha la potenza di un uragano e la delicatezza di una brezza estiva.
Una cosa per me mai vista e assolutamente perfetta.

Sto oscillando tra il cercare di imparare da te e il gettare la spugna perché non riuscirò mai a scrivere così.

Grazie, davvero.
Un abbraccio,
L.

Recensore Master
29/06/20, ore 13:02
Cap. 1:

Travolgente, e stravolgente.
Questo racconto è implosivo, e ha una carica assurda. In uno spazio relativamente breve riesce a mostrare tutta la passione, e il peccato, in cui i due personaggi annegano, dalla quale sono inevitabilmente dipendenti.
I loro gesti, le loro parole, i loro sibili sussurrati sono trepidanti, sudati, ansimanti, eccitati – alieni a qualsiasi attesa, non possono fare altro che cercarsi e viversi e sprofondare l'uno nell'altro – ancora e per sempre.
Apprezzo sempre molto il modo in cui riesci a trattare un tema spinoso come la passione che prende vita: credo che vi sia sempre il rischio che la scena possa apparire piatta o eccessiva o addirittura poco elegante, invece nel tuo caso la scena è sempre meravigliosa, sentita, e si snoda attraverso immagini e allusioni capaci di fotografare i momenti più intimi con un eleganza e al contempo una passione fantastiche. Sei veramente bravissima in questo.
Il tuo Gellert, perché questo è proprio il tuo Gellert, cede sempre sotto ai colpi di Albus, non sa proprio resistergli, e forse non vuole neanche farlo. Emerge un bisogno smodato di toccarlo e farsi toccare, di sentirlo sin dentro la pelle e le ossa, di averlo vicino e non lasciarlo scivolare via. Anche in questo racconto, complice il suo punto di vista, l'amore che lo lega ad Albus è talmente evidente da essere disorientante: si ha davvero la sensazione che viva solo per i loro incontri, solo per le sue labbra.
Albus, che tra i due è quello che mi è sempre parso più padrone della situazione, trasuda al pari il desiderio di avere Gellert con sé, per sé, tutta la vita e forse anche oltre. In queste righe in particolare ho rintracciato quasi una furia bramosa in lui, che lo bracca, lo bacia, lo pretende, ben consapevole che l'altro sia scosso da emozioni gemelle.
Come ogni volta, rintraccio nelle tue caratterizzazioni tutta la paura di perdersi che assilla i personaggi – e non potrebbe essere altrimenti, perché in effetti si perderanno, sono destinati a questo, eppure leggendoti ho la sensazione che si perderanno senza perdersi mai (non so se abbia senso, nella mia testa ce l'ha XD).
Mi è piaciuto tanto anche il modo in cui si punzecchiano, così irreverenti e giocosi tra loro. Sono piccoli momenti in cui emerge chiarissima la loro complicità – il loro conoscersi benissimo, la loro totale e istintiva sintonia.
Sul tuo stile ho già detto tanto nelle recensioni passate, ma davvero ti confermi sempre un'autrice fantastica. Mi piace tantissimo il tuo stile di scrittura: è pieno, elegante, appassionato, bello da leggere (e sì, te l'ho già detto, perdona il mio essere ripetitiva!).
Non conosco la canzone 3 gradi, ma dati la bellezza del testo citato e la stupenda flashfic che ha ispirato credo proprio che appena ne avrò l'opportunità l'ascolterò! Per ora mi limito a dire che gli estratti scelti sono una meravigliosa cornice del momento narrato.
Complimenti come sempre!
Un abbraccio, a presto!

Recensore Master
27/06/20, ore 16:00

Ormai non provo nemmeno più a giustificarmi per il disordine con cui sto leggendo le tue storie (nemmeno una raccolta riesco a leggere con ordine T.T), ma insomma, il titolo di questo racconto in particolare mi ha subito attratta, ed ero troppo curiosa di sapere come avresti affrontato una questione tanto spinosa con questi due personaggi.
E, come sempre, questa storia è una meraviglia!
Nemmeno io mi ero mai soffermata a ragionare sulle implicazioni romantiche del legame tra Albus e Elphias, ma insomma, mi piace davvero tanto come hai declinato la cosa, e, soprattutto, come ce l'hai presentata attraverso la gelosia tagliente e assolutamente distruttiva di Gellert: uno come lui non avrebbe mai, mai potuto accettare questo legame in silenzio, e credo tu sia stata davvero brava nel far emergere tutta la stizza covata quasi con compiacimento, quel silenzio dove Gellert si rinchiude senza poter fare il primo passo, ma restandosene a rigirarsi in testa pensieri distruttivi e, in un certo senso, ossessivi.
Ci sono, come sempre, delle frasi che sono dei piccoli capolavori, delle poesie in prosa capaci di dare un livello di profondità al testo che mi lascia davvero senza parole, ma solo con la voglia di tornare indietro e rileggere tutto, tutto tutto.
Capelli d’autunno e labbra di pallida aurora. Occhi lucenti, puliti, frangiati da lunghe ciglia scure. Dolcezza, fervore, devozione.: questa frase, da sola, è stata capace di costruire tutto il personaggio di Elphias, con la sua devozione per Albus e la luce malsana con cui Gellert non può fare a meno di guardarlo, e davvero, è un'impresa fantastica riuscire a dare corpo in questo modo a un personaggio che compare pochissimo con una sola frase efficacissima.
Ho poi adorato, assolutamente adorato il momento della "riconciliazione": il modo in cui Albus e Gellert si parlano, il rancore, la malizia, tutto scivola in un incastro perfetto, che trascina il lettore fino in fondo, fino a quel ritrovarsi d'intenti meraviglioso.
Trovo che anche affidare un momento conclusivo proprio ai pensieri di Elphias – distrutto, completamente inerme davanti a ciò che Albus e Gellert condividono, una passione contro la quale è anche impossibile provare a combattere – sia stata un'idea geniale, perché in poche mosse ribalta la situazione e riesce a mostrare come anche "da fuori" non ci sia proprio partita, perché per Albus davvero non c'è e non può esserci nessun altro.
Insomma, bravissima, davvero!
A presto!

Recensore Junior
27/06/20, ore 00:58
Cap. 9:

Ciao, non leggo FF su Harry Potter, e non sono una che scrive recensioni lunghe e articolate.
Ma sono finita in questo capitolo per caso da FB (non ho letto nemmeno i primi otto) e due righe dovevo scriverle per forza.
Perché ti garantisco che questo capitolo è una delle cose più erotiche e sensuali che abbia mai letto in giro e dovevo fartelo sapere.
È perfetto, semplicemente perfetto.

Quindi grazie, davvero.
Ci rivediamo presto su questi lidi,
L.

Recensore Master
25/06/20, ore 13:38

Kyaaaah, tu non sai quanto ho pigolato di gioia nel vedere che questa storia era tua e che tu eri l’autrice di questa storia,
Perché mi ricordavo di essere passata al primo capitolo di una bella raccolta grindeldore, ed era proprio questa! Poi purtroppo l’ho smarrita, perché ahimè ci sono tanti autori da tenere in mente e io nel fandom di HP ci vado davvero poco,
Devo ricordarmi di passare più spesso da te durante gli scambi, perché porca miseria se ci sai fare. Anzi, penso di aver amato questo capitolo persino più del precedente. Forse per la più banale delle ragioni: è più doloroso.
Alcune delle immagini che usi qui per esprimere la passione che unisce Gellert e Silente sono agghiaccianti, quasi gotiche, e le amo tutte. Lo sguardo spietato di Gellert è un facile highlight, uno dei momenti che meglio esemplificano la natura di uno dei più celebri Maghi Oscuri di sempre e l’uomo che avrebbe reso non più lo stesso uno di quelli “buoni” (con tante altre virgolette sottintese) semplicemente facendosi amare da lui.
Tutte le immagini legate ai suoi “risvolti dell’anima” sono parimenti splendide, e soprattutto amo come si adattano alla figura di un potente mago, come il cielo stellato e il verso in lontananza del gufo. E quel “mio blu”, poi, che cosa non è. Penso che sia un’altra citazione, ma
E qui mi ricollego all’utilizzo della citazione di Catullo all’inizio, e quel desiderio di baci espresso in latino che continua a ricomparire nei capitoli che proseguono. Questa brama di affetto, di sparire in quelle braccia e lasciarsi avvolgere dal corpo dell’amato diventa la forza trascinante in un Silente innamoratissimo. Ogni sensazione si allarga, il Tempo stesso sembra perdere la sua regolarità, solo perché finalmente è tornato dal suo Gellert e può averlo. Un amore che travolge, secondo, anche al di fuori della pagina.
Un amore che in Gellert è anche malato, tossico e soffocante –mentre in Silente sembra trovare uno sbocco benefico nei bambini che li hanno tenuti lontani, proprio loro. Una responsabilità che va oltre la passione e intingr questo scenario di un raziocinio che sicuramente a Gellert piace di meno.
O per lo meno sono stata io a vederla così, ma immergermi in queste pagine è sempre un piacere e sentire queste voci parlare, questi sguardi incrociarsi, è una meraviglia finché lo si fa come lo fai tu.
Un saluto e ancora complimenti, voglio passare da te più spesso
Lady R

Recensore Master
25/06/20, ore 00:04
Cap. 9:

Ormai avrai capito che sono una lettrice tremendamente disordinata e pasticciona, ma anche se non ho affatto intenzione di lasciar perdere l'idea di recuperarmi tutta la serie, nel frattempo faccio un salto anche qui (del resto, mi hai attratta con certe spelndide citazioni come fossero miele, non avrei potuto resistere alla tentazione).
E come sempre mi lasci senza parole: questa storia l'ho letta più di una volta, prima di trovare l'attimo di quiete (e neuroni funzionanti) giusto per passare a lasciarti qualche riga, e a ogni lettura mi si dischiudeva un livello di significato diverso, coglievo un dettaglio nuovo... e insomma, un po' tremo all'idea di quanta meraviglia potrei essermi persa.
Ho davvero apprezzato il modo in cui hai saputo intrecciare leggende arturiane e canone della saga di Harry Potter: perché sì, sono tutti elementi cui la Rowling accenna, che lascia sottintere e che probabilmente aveva sotto gli occhi, ma tu riesci a presentarli con una profondità tutta tua, portando a galla quello che c'è sempre stato ma che io non avevo mai visto con tanta attenzione.
Eppure è così ovvio: Parsifal è già presente nel nome di Albus, e le analogie fra i Doni della Morte e la ricerca del Graal sono così lampanti (Lovegood parlava proprio di una vera e propria quest che sono stata felicissima di vedere il tutto affrontato con tanta attenzione.
E, soprattutto, partendo sempre da loro. Loro che ormai, nelle tue mani, per me sono sinonimo di un legame che quasi atterrisce, che quasi fa sentire degli intrusi, dal tanto è forte e viscerale. E mi piace come, nonostante questo capitolo prenda le mosse soprattutto da una riflessione su Albus, tutto sia filtrato attraverso la voce di Gellert. Un Gellert che per la prima volta nella sua vita si trova a preoccuparsi per qualcuno... niente, con una sola immagine sei riuscita a rendere perfettamente il suo personaggio e al tempo stesso la vastità di portata della situazione che invece viene a dipanarsi qui.
Il finale, invece, è stata una pugnalata al cuore: . E fa male, sì, perché invece si fermeranno, e non saranno più insieme. E si fermeranno proprio perché non saranno più insieme... ma come si fa a continuare a scriverti un commento razionale, arrivati a questo punto?
Vabbe', forse è meglio che mi limiti a farti tanti tanti complimenti!
Un abbraccio!

Recensore Master
24/06/20, ore 23:28

Padme, eccomi a te!
Era da troppo che non ti leggevo e rispolverare la meraviglia dei tuoi scritti è sempre un piacere – mi è mancato non solo la poesia del tuo stile, ma anche il modo in cui solo tu riesci a raccontare dell’amore – c’è sempre quella nota magica, affascinante e malinconica. È qualcosa che riesce sempre a colpirmi, perché riesci, con loro due, a mostrare lati che sono sempre gli stessi, che sempre li consumano, che sempre sanno di possesso e di due anime unite, ma di cui mostri ogni volta nuove angolazioni. E in questo caso, il bacio di nascosto, direi che è un prompt perfetto per loro e che tu hai saputo sviluppare benissimo.
Adoro il modo in cui mi fai conoscere i tuoi Albus e Gellert, e in cui ritrovo piccoli particolari che da altre tue fic e che rendono tutte le tue storie un insieme di capitoli e scene di vita (come ad esempio il fatto che usi sempre quel “Mio Blu” ormai così da loro e che è soprattutto una delle tue firme).
E qui ci sono loro che si nascondono dal mondo al di fuori, dai bambini che non potrebbero capire, che Albus non vuole abbandonare e ch’eppure lo fa e lo fa rifugiandosi tra le braccia di Gellert. La descrizione del suo sguardo è la parte che mi ha colpita di più:

[ Gellert non giudica, mai.
Gellert non mostra pietà. ]

Adoro come in due frasi soltanto e con un solo sguardo tu sia riuscita a concentrare interamente questo personaggio… e ok, sì, io dico sempre che lo conosco poco, però sono sicura che sia così, come tu lo presenti, perché mi sembra così giusto e così perfetto.
E ovviamente poteva mica mancare la nota erotica, quel pizzico di amore carnale che si mescola perfettamente a qualcosa di più profondo e che proprio per questo lo rende più intimo e soltanto loro – e il fatto che tu ti sia soffermata sui vari particolari (il profumo, lo sfavillio di un bottone, il sussurro del vento…) non ha fatto altro che rendere il momento più tangibile e accrescerne la sensualità, nonostante dopotutto si tratti solo di un bacio. Ma è un bacio tra due anime gemelle e già solo questo lo rende meraviglioso.
Complimenti, davvero, mi emozioni ogni volta che torno a leggerti. Grazie di cuore!

Recensore Master
21/06/20, ore 13:54
Cap. 9:

Molti anni fa cedetti anche io al fascino del ciclo Arturiano e ho apprezzato tantissimo questo collegamento.
Albus e Gellert sono giovani e immersi nello studio, nella loro ricerca dei Doni, eppure è facile immaginare che si facciano soggiogare anche dal mito, dal fascino di personaggi senza tempo.
Che proprio Gellert decida di far fare una pausa ad Albus fa quasi tenerezza: lo immagino come il più immerso nella ricerca a lungo termine, anche se Albus è di certo capace di una concentrazione forse maggiore, ma magari c'è una punta di gelosia incosapevole, il desiderio di strappare Albus a quei cavalieri senza macchia e senza paura e riportarlo da sé.
E Albus cede, perché è suo, perché Gellert viene prima di tutto e, a differenza di Parsifal, che era solo nella sua ricerca e si è fermato perché il suo amore non condivideva la sua ambizione, probabilmente, loro hanno un obiettivo comune.
Ah, beata giovinezza! ^^
Come sempre bella.
A presto. ♥

Recensore Master
21/06/20, ore 12:37
Cap. 9:

Collegare Albus e Gellert alla leggenda del Santo Graal, è un'ottima trovata.



Per entrambi questo tesoro prezioso non è un possesso materiale, ma sono semplicemente loro stessi che rappresentano l'uno per l'altro il bene più inestimabile del mondo.



Ottimo lavoro, e alla prossima... 💕

Recensore Master
18/06/20, ore 22:00
Cap. 8:

Ma dio santissimo.
Era un po' che non ti leggevo e mi ritrovo ad ANNEGARE letteralmente in questa storia. Ha un'intensità incredibile. Mi avviluppa, mi stringe, mi soffoca quasi, di passione e di bellezza e di meraviglia.
Ogni volta che leggo qualcosa di tuo tendo a sentirmi un po' sopraffatta. Le parole in italiano a volte non mi bastano. Perchè il termine giusto è "overwhelming", per una storia del genere. E non mi basta dire che mi innamoro del tuo stile volta per volta, perchè è molto più corretto dire "fall in love": perchè c'è una caduta in qualche modo, perchè si annega in una passione senza confini, perchè c'è questa sensazione di perdizione, che si ricollega tanto bene al mio concetto di "caduta".

Qui però non c'è solo passione. C'è un mondo che perde i confini e diventa onirico, perchè quello che è il loro amore vive in più dimensioni. Non c'è solo la carne, anche se il desiderio tra Gellert e Albus è sempre violento e bruciante. C'è una comunione di intenti e di pensieri, di mente, anima e corpo. È tutto unito e mescolato.
Qui, in questo capitolo, in queste seicento parole o poco più, leggo tanto. Perchè c'è un dopo. Perché questo è uno dei rari casi in cui passione e introspezione sfociano in un attimo di pace. Di sospensione. In Gellert e Albus credo che questi attimi siano rari, perchè sono entrambi fatti di fuoco (un fuoco freddo e uno caldo): sono guizzanti, sempre in movimento, le loro menti non riposano mai. Sentire questo breve attimo di quiete e di riconoscimento è bellissimo. Il loro piccolo dialogo, quel “ti amo” a cui non viene risposto “anche io” e basta, ma un nuovo “ti amo”, è splendido. E sento che nasconde moltissimo, come anche tu ci dici: perchè c'è una scelta deliberata sia per chi lo dice per primo che per chi risponde. Si sono visti, toccati, scelti. È un amore indissolubile, sancito dalla carne e dal cuore, e da parole che si tatuano sul cuore.

È molto bella. Molto intensa. Significativa.
In qualche modo, mi fa pensare che sia un po' una pietra miliare nei tuoi scritti. Come una chiave di volta, questa scelta che possiamo leggere, diventa un punto fermo che ha un grande significato. Più volte ti ho sentito lamentarti di come le persone snaturino quello che per te è un amore così forte e paritario. Di come Albus venga relegato a un bimbetto piagnucolante e senza spina dorsale, plagiato da un viscido ma conturbante Gellert. Qui Albus è forte e potente, al pari di Gellert, e il loro è un amore che reclama giustizia e riconoscimento. Sai che sono d'accordo con te, ne abbiamo parlato. Mai come in questa storia la tua scelta, la LORO scelta, è ferma è luminosa.