Ciao!
Guarda, devo proprio farti una premessa: sono contenta che mi sia capitata la tua storia! Già dell’introduzione e dall’elenco dei personaggi è riuscita a incuriosirmi, quindi direi che partiamo con il piede giusto.
Credo sia meglio andare con ordine, e spero mi perdonerai il puntiglio☺
Cominciamo con lo stile grafico. Qui, ahimè, il giudizio risente molto del gusto personale: ad esempio io preferisco capitoli molto “minimalisti”, tutto bianco e nero, niente immagini, niente scritte colorate. La piccola foto all’inizio del primo capitolo, d’altro canto, non disturba, quindi non mi ha “dato fastidio”, assolutamente. Al contrario, i titoli dei capitoli ed eventuali sottotitoli (più che altro, ad esempio, l’indicazione temporale nel secondo capitolo) sono carini: di nuovo, io tendo a non ripetere questi titoletti nel corpo della storia, ma hai scelto un carattere bellissimo e in tema (be’, più in tema di così!^^) che sarebbe anche molto leggibile… peccato per il colore! Non che sia brutto, anzi, ma soprattutto nei sottotitoli, in cui il font ha dimensioni minori, si sgrana un po’. Penso dipenda dall’azzurro che hai scelto: perde un po’ di risoluzione rimpicciolendosi. Forse un blu più scuro renderebbe meglio.
Passiamo al testo vero e proprio. Nulla da dire sul Times che hai scelto di usare: chiaro, semplice, dimensione leggibile anche da chi è una talpa come me! Apprezzo anche la scelta delle virgolette per il discorso diretto, le ho sempre trovate più “eleganti” dei caporali e più immediate dei trattini. L’unica cosa che “oggettivamente” mi stona un po’, invece, sono le interlinee tra i paragrafi. Alterni quella che sembra un’interlinea singola (all’interno dei periodi, quando non vai “attivamente” a capo premendo “invio”, per intenderci) a un’interlinea più ampia tra le battute dei personaggi. Qualche volta capita anche a me copiando e incollando il testo da Word alla casella sul forum di EFP per creare l’HTML, e sistematicamente devo mettermi ad aggiustare linea per linea. In generale, comunque, credo che adottare uno stile univoco per quanto riguarda l’interlinea sia la soluzione migliore: il testo appare più ordinato e leggibile.
Per quanto riguarda la sintassi ho molto poco da farti notare. E per fortuna! L’Italiano è una lingua tanto bella, mi fa sempre male vederla abusata. Ci sono alcuni dettagli, non gravi, che però andrebbero sistemati: ad esempio ho notato che usi spesso la virgola prima della congiunzione “e” non all’interno di un inciso, come ad esempio qui: “[…]insegnare Erbologia era l’unico mestiere che avesse mai desiderato fare, e sul finire del primo anno poteva dire di essersela cavata bene.[…]”. O la virgola o la congiunzione, anche se so per esperienza che tante volte sembra suonare meglio con entrambe. Sempre nel primo capitolo ho trovato “Geranio zannuto”; visto che, correttamente, metti la maiuscola a tutti i nomi strettamente correlati al Potterverse direi che anche “Zannuto” vada trattato allo stesso modo, tanto quanto “babbano” nel secondo capitolo.
Ho qualche perplessità su “Professore”: maiuscola o no? Nei libri ho notato che viene usata la maiuscola quando ci si rivolge direttamente al professore in questione tramite dialogo; al contrario, nelle parti strettamente narrative o in senso generale, è riportato minuscolo. Quindi in questa frase “[…]“Chi è là?” gridò il Professore[…]” secondo me sarebbe più corretta l’iniziale minuscola.
Questa è una nota stilistica più che grammaticale: nel quarto capitolo, in questa frase “[…]Accanto a lui c’era sua moglie, una donna dai capelli rossi e dal viso gentile, che teneva in braccio una bimba molto piccola la cui chioma era identica alla sua”, credo che “moglie” sia superfluo. È palesemente un “ritratto di famiglia” quello che ci proponi, e solo tu autrice sai che è davvero la moglie; d’altro canto il lettore può intuirlo anche senza esplicitarlo così. La solita, vecchia regola “Show, don’t tell”☺
Infine (giuro, ho finito) qualche volta dimentichi la virgola prima del vocativo (“E anche tu Ginny […]”, ad esempio). E in questa frase “Quell’oppure non sta messo lì a caso!” calcherei la mano sull’ “oppure”, magari mettendolo in corsivo: un po’ di enfasi ci sta bene!
In generale comunque devo complimentarmi perché, a parte qualche disattenzione, c’è poco da rimarcare a livello sintattico e lo stile è fluido, veloce eppure elegante. Come piace a me ☺
Bene! Dopo tutti questi sproloqui simil-tecnici, passiamo a qualcosa che mi piace davvero discutere: la storia!
Ho adorato l’introduzione: sa proprio di Hogwarts, di Neville che accudisce le sue piante con tanto affetto e un pizzico d’insicurezza. Anche l’atmosfera dell’orfanotrofio mi sembra adeguata: non siamo più negli anni ’40, è lecito che ci sia una struttura ragionevolmente meno squallida per ospitare i bambini.
Mi convince però poco che Neville parli così apertamente di “Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts”; certo, poche righe sotto scopriamo che non è una gran novità per il direttore (ne ha già sentito parlare), ma se ripenso a una scena analoga (Silente con Tom Riddle) ricordo una maggior cautela. Chiamare l’istituto semplicemente “Hogwarts”, tra l’altro, se da un lato concede di non spiazzare i Babbani, dall’altro non modifica di una virgola la trama, giacché il direttore Bennett potrebbe aggiungere, a sua volta, “Magia e Stregoneria”, visto che qualcuno gliene ha già parlato. Mi spiazza un po’ questa leggerezza nel divulgare uno dei più grandi segreti dell’umanità: mi risulta che gli unici Babbani a conoscenza del mondo magico siano, ovviamente, i coniugi dei maghi e il Primo Ministro Babbano.
La reazione di Bennett (“son tutti trucchi per attirare la gente”) non mi sembra sufficiente a rendere accettabile una simile infrazione dello Statuto Internazionale per la Segretezza Magica.
Il triangolo Catherine-Cathy-uomo buono è estremamente avvincente; quest’ultimo, soprattutto, è intrigante perché non rappresenta il classico stereotipo del benefattore alla “Piccola Principessa”, per intenderci. E lo trovo molto adeguato nel suo essere brusco e misterioso (“agghiacciante” non è un po’ forte come aggettivo? “Inquietante”, magari?), poiché Cathy non è sicuramente una bimba dolce e zuccherina! Mi spiace molto che non ci venga fornito un qualche scambio di battute relativo al “litigio” tra le due Catherine: fai capire molto bene che si tratta di un momento teso e persino doloroso e credo meriterebbe approfondimento (anche a sé stante, eh! È solo un consiglio!). Descrivi in maniera sintetica, anche se efficace, il loro rapporto ma non ci fai mai “vedere” in cosa consiste, e di questo, anche più in là, come al Paiolo Magico, si sente una certa mancanza.
Passando ai personaggi canonici devo riconoscerlo: hai fatto un buon lavoro. Del buon Neville ho già parlato, ma persino Ted, di cui non sappiamo nulla se non che ha i capelli che cambiano colore e che più in là avrà una predilezione per le biondine, mi risulta perfettamente convincente con il suo mix di caratteristiche paterne e materne. Harry e Ginny li avevamo conosciuti ragazzini e ora, da adulti, riesco a vedere come il loro carattere si sia evoluto senza stravolgersi. Il discorso di Harry a Teddy è molto tenero e paterno senza esser sdolcinato.
Mi ha fatto tanto piacere “tornare” a Diagon Alley con Cathy, il sense of wonder c’è e si sente, e non potrei chiedere di meglio.
Spero che Cathy non “cresca” troppo in fretta (mi piace che sia una ragazzina e non già più grande, come spesso accade) e che non dimentichi il suo passato. Si farà nuovi amici, e mi sembra più che giusto, ma Catherine è stata importante per lei e vorrei non “perderla” per strada. La scelta di non smistare Cathy e di renderla una rara eccezione è molto, molto rischiosa: creare un “prescelto” espone al pericolo di strafare, e per ora la cosa, nella tua storia, è ancora sotto controllo.
E, so che può sembrare assurdo, ma per il momento il professor Young mi affascina ancor più di Cathy! Sono sicura che le interazioni tra questi due saranno qualcosa di avvincente.
Che altro posso dirti? Appoggio la tua scelta di pubblicare capitoli più lunghi e un po’ più distanziati nel tempo. Credo che questo da un lato permetta di porre più attenzione nella storia, dall’altro conceda di mantenere viva l’attenzione dei lettori, attirandoli senza far loro venire l’ansia per gli aggiornamenti troppo frenetici!
Sai che mi rimane da fare, ora? Augurarti tante idee e tanta voglia di scriverle e cominciare a leggermi gli ultimi capitoli!
Valpur |