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Sono Hugo Weasley, se non si fosse ancora capito.
Sì, quell’Hugo Weasley. Leggete i giornali, eh? Bravi, bravi.
Che dire di me? Sono il mago più potente in circolazione, Legilimens, Alchimista, Occlumante e dannatamente bello. E ricco. Ed intelligente. E simpatico!
Davvero, ogni volta che mi guardo allo specchio mi commuovo. Chi c’è, meglio di me?
Immagino che, sempre leggendo i giornali, siate a conoscenza del mio colore preferito – blu, come i miei fantastici occhi – della mia data di nascita – 23 marzo -, indi per cui del mio segno – Ariete per i babbani, Grifone per i maghi – e del mio piatto preferito – lasagne al forno. Dio che buone -.
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Nessuno sa che sono in grado di leggere nel pensiero della gente: a differenza di Lucy, che ha detto a tutta la famiglia, ai suoi amici e al suo ragazzo di essere una veggente,
io non l’ho mai detto a nessuno.
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Tre anni dopo le vicende di Lucy Weasley, troviamo suo cugino Hugo, con Louis, Gretchen, Dom, Lily, Lorcan, Lysander ed Evan.
E con l'anonima, insipida ed invisibile Diana Mac Pherson.

Missing Moment della fanfiction "Se una cosa può andare male, lo farà".
Emily è sempre più tesa, Naomi sempre più disperata, James e Freddie più irritanti del solito e Roxanne si annoia. Aggiungete un ragazzo invisibile, uno scomparso e una veggente sull'orlo di una crisi di nervi... sicuri di voler continuare?
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“James, Freddie”
“Sì, Naomi?”
“Cosa c’è, gioia?”
“Ve lo dico perché vi voglio bene…”
“Awww, incantevole”
“E sbalorditivo! Ci vuoi bene?!”
“A VOI SERVE AIUTO!”
“Naomi? Perché stai urlando? Non dovresti trattare male Jamie e Freddie, sono due così bravi ragazzi!”
“Ecco, Naomi, sentito Lucy?”
“Siamo due così bravi ragazzi!”
“Siamo incantevoli!”

“Allora” iniziò Lucy, sogghignando “Ho trovato qualcosa da fare per non morire di noia…”
Trevor e Rox si scambiarono un’occhiata spaesata, prima di rivolgere di nuovo la loro attenzione alla Weasley; lo sguardo calcolatore che le videro sfoggiare, però, trasfigurò le loro espressioni in due identici ghigni, marchio di fabbrica dei Malandrini.
La faccia di Lucy voleva dire solo una cosa: divertimento.
I Malandrini ne andavano pazzi.
“Ecco cosa faremo…”
Intanto, a pochi metri e alunni di distanza, il povero Al rideva ad una battuta del suo amico Mark, inconsapevole che quella sarebbe stata una giornata che avrebbe tentato di dimenticare per il resto dei suoi giorni.
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Quando mi ero svegliato, quella mattina, per colpa di un tuono più rumoroso degli altri, avrei riso in faccia a chiunque mi avesse detto cosa sarebbe successo.
E poi lo avrei fatto internare nel reparto di Igiene Mentale del San Mungo.
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 Neville impallidì e mimò ‘Tequila’, sconcertato.
 Chi era quello e che fine aveva fatto l’Albus Potter posato, gentile e normodotato?
 Neville si limitò a decidere che non voleva saperlo, prima di vedersi costretto a schivare una Mandragora urlante che Al gli aveva tirato.
 L’ultima cosa che tutti i presenti videro, prima di svenire per le urla delle Mandragore, fu un Albus Potter ghignante con un paio di paraorecchi rosa shocking.
 Il brivido di puro terrore che salì lungo le loro spine dorsali si fermò a metà strada, quando svenirono tutti, lasciando Al padrone incontrastato dei loro cadaveri, della serra numero 3 e strafatto come una pigna.

Mi chiamo Emily Thomas e ho un problema.
Un grosso, enorme, gigantesco, mastodontico problema.
E no, non è quell’orribile brufolo che mi è spuntato sul mento; non è neanche il tema di Astronomia in cui ho preso la prima A della mia ormai defunta carriera scolastica.
No, oh no, il mio problema è molto più grave, il mio problema non è solo una banale tragedia come potrebbe esserlo perdere la mia copia autografata da Albus Silente di Storia di Hogwarts; il mio problema è un cataclisma.
Il mio problema – sì, sempre lui – consiste nell’essere stata, durante il mio primo viaggio sull’Hogwarts Express, un’incosciente.
Il mio problema, gente, è quello di aver avuto più sfiga del Trio ed avere solo tredici anni.
Il mio fottuto problema di merda è, oltre ad essere diventata terribilmente volgare, avere degli amici semplicemente raccapriccianti.
Perché quando le sette persone che dovrebbero conoscerti meglio di tutta l’umanità ti spingono giù dalla Torre di Astronomia con solo una scopa in mano, capisci che sono malati.
Ma è quando atterri non si sa grazie a quale Dio – lo stesso che ti deve aver affibbiato degli amici del genere, immagini – e loro ti sorridono, orgogliosi di averti fatto passare le vertigini con una terapia d’urto, che capisci finalmente come curarli: urtare loro – guidata dalle migliori intenzioni, ovviamente – con una motosega.
Accesa.

Benvenuti nella mia vita, nella quale sono solo una comparsa.
Benvenuti nella mia vita, dove il regista è qualcun altro.
Benvenuti nella mia vita.
Già che ci siete, rimaneteci voi.
Io mollo.
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Song-fic sui sentimenti di Rose legata alla mia Fanfiction "Se una cosa può andare male, lo farà".
La canzone è "Welcome to my Life" dei Simple Plan, i pensieri di una ragazza stanca della sua vita.
Dannatamente triste, mi è venuta la depressione a scriverla, quindi armatevi di allegria :)
Dedicata a chi si sente solo, perchè non lo è.
Tecla.

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Lo avevano scoperto per caso.
Avevano scoperto la più grande bugia che ci fosse mai stata tra i Malandrini per una banale combinazione, per un bastardo scherzo del destino.
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Emily era paralizzata: davvero, dopo sei anni, Lucy pensava quelle cose di loro? Di lei?
Gliel’aveva detto il Cappello parlante anni prima e se l’era detto per anni ed anni lei stessa: chi riusciva a far breccia nel suo cuore era destinato a restarci per sempre
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Ci sono Luci ed Ombre in ognuno di noi: emozioni sconosciute, segreti mai svelati, paure mai ammesse...
Ma si può convivere con tali sfaccettature del proprio essere? Si vuole davvero farlo?
O è più semplice nascondere tutto, seppellire le proprie emozioni ed andare avanti con la vita di tutti i giorni?
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POV alternativi di "Se una cosa può andare male, lo farà" che raccontano le due terribili settimane di prigionia dal punto di vista degli amici e dei famigliari di Lucy e Molly.

Se siete qui per leggere una mielosa storia d’amore, girate i tacchi.
Questa storia non si tratterà che della autobiografia di Lucinda Francine Weasley, detta, per la gioia della sottoscritta, Lucy Weasley.
E Lucy Weasley è, come dire… l’antitesi dell’amore.
Ed è pazza, perché parla di sé in terza persona.
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Sono di media statura, definibile “accettabile”, smilza, poche curve, terza normale (convinta tu…), capelli originalissimamente MARRONI - da mia madre - occhi azzurri, un migliaio di lentiggini e dita estremamente lunghe.
Non fatevi strane idee, non sono pazza. È solo che sono veramente lunghe.
Ah, mi ero dimenticata.
Io vedo il futuro.
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Entro in fretta e mi accorgo di aver perso gli altri.
Ma dove diavo…?
“PIIIX!!” ruggisce Naomi, con una voce sorprendentemente potente per una persona così minuta. Sento il Poltergeist ridacchiare e so che ciò la farà infuriare ancora di più “COME DIAVOLO HAI OSATO TIRARMI ADDOSSO UNA CACCABOMBA?! HO APPENA PAGATO CENTOVENTI GALEONI UNA MESSA IN PIEGA DALLA MIGLIORE ACCONCIATRICE DI DIAGON ALLEY, PORCO SALAZAR!!”
Ecco, appunto.
“CENTO PUNTI IN MENO!!!” continua a strillare, isterica, e non è proprio il caso di ricordarle che non c’è alcuna Casa a cui sottrarre punti.
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Stranamente però Nott mi sfidò con lo sguardo, impermeabile alle mie critiche.
“Parla quanto vuoi, Weasley, ma ricordati…non ce l’hai d’oro”
OH. MIO. DIO.
Aveva davvero detto quello che avevo sentito?!
Spalancai la bocca, mentre tutti i Serpeverde scoppiarono a ridere.
Lucy, riprenditi! O rispondi ora o mai più!
“Um, beh, magari non è d’oro, ma tu comunque non lo potrai mai verificare, è una certezza”
Si alzarono un paio di fischi e la tensione aumentò.
Merlino, era tanto figo quanto stronzo.
L’estate faceva male ai cervelloni.