Esiste un punto zero, un momento difficilmente definibile e quasi impercettibile, che condiziona la vita di ognuno di noi.
Ovviamente, il mascalzone presenta una fisionomia che lo rende perfettamente simile a tutti i suoi gemelli, ma uguale a nessuno di loro. Il problema è che la differenza in superficie è talmente sottile, che il 99,9% delle volte non viene notata nè dal diretto interessato/a, nè da chi gravita intorno, e lo si attraversa con lo stesso atteggiamento di sempre, senza minimamente sospettare che nasconda il più profondo dei vortici, capace di deviare o addirittura invertire la rotta della nostra esistenza in modo talmente subdolo e al contempo meraviglioso, da non farcene nemmeno accorgere. E' sconvolgente pensare a quanto potere possa custodire un solo, apparentemente banalissimo istante: può condurti verso un porto, una spiaggia sicura, o mandarti alla deriva..e succede in un attimo, inafferrabile e irripetibile.
Jane e Chris, i protagonisti di questa storia, si erano incontrati proprio nei rispettivi punti zero, che per qualche motivo coincidevano a loro insaputa.

Il brillante sceriffo Rick Grimes si rivolge alla nota agenzia pubblicitaria -Greene Company- per inaugurare e sponsorizzare la nuova officina meccanica del suo migliore amico, Daryl Dixon.
La società è stata ereditata dalle sorelle Greene, Maggie e Beth, ma è soltanto la prima ad avere in mano le redini dell’impresa di famiglia. La seconda, invece, è la mente creativa.
E sarà proprio la piccola Beth ad occuparsi dei nuovi clienti, Rick e Daryl.
C’è solo un piccolo dettaglio: non ha assolutamente idea di quale sia il volto del signor Dixon e questo le causerà un imbarazzante, catastrofico problema.

Brian e Justin stanno assieme da diciassette anni, beh, più o meno: sono passati diciassette anni dalla notte del loro incontro, quella in cui è nato Gus, il figlio di Brian e della sua amica Lindsey, e da allora si sono presi e lasciati più o meno regolarmente.
Gus, invece, è disposto a tutto perché la sua relazione fili liscia come l'olio, ma si è appena trasferito a Pitsburgh e l'unica cosa di cui è certo è che la vita è un gran casino e questo, in sostanza, è l'unica cosa su cui padre e figlio sono d'accordo.
❈ Questa fanfiction è stata inserita tra le Scelte del Forum di EFP

Probabilmente ero solo un coglione, ma ero sicuro che la principessina non fosse così docile come tutti credevano. Dietro quegli enormi occhi blu vi era un oceano di tenacia pronto a devastare ogni ostacolo con una sola potente onda, occorreva soltanto muovere le acque e a quanto pareva l’unico a volerlo fare ero io. Perché? Perché forse ero davvero solo un coglione.
Ma la piccola Greene.. era lei ad essere una creatura soprannaturale. Non gli zombie o l’apocalisse o il fottuto virus che aveva portato l’Inferno sulla Terra. Solo lei, la ragazzina dai capelli dorati.
Come definireste la leggerezza di una piuma scalfire la durezza di una pietra? Soprannaturale, per l’appunto.

E se Anastasia avesse conosciuto Christian in quanto sua dipendente e non per una intervista universitaria?
Da qui l'idea di scrivere una storia attinente 'solo' alle caratteristiche della trilogia di cinquanta sfumature; il resto è tutto rinnovato; a partire dall'esasperante sottomissione di Anastasia che nella mia storia è testarda, impulsiva, simpatica e dispettosa. Ha 24 anni e non è una studentessa, bensì la segretaria di Ros, vice del famoso e ricco amministratore delegato, Christian Grey.
Lavora alla Grey Enterprises da ormai cinque mesi, ma non ha mai avuto occasione di incontrate il pezzo grosso.
Quando però il suo capo, Ros, la costringerà a rimanere in ufficio fino a tarda sera, le coincidenze la porteranno diritta dal lunatico, prepotente, freddo e bellissimo amministratore delegato. Lei non lo riconoscerà e, in un momento di crisi isterica, rivelerà allo sconosciuto il suo disprezzo per Mr. Grey.
Ma come reagirà Anastasia quando scoprirà che il suo confidente è proprio Christian Grey?
(Non lasciatevi ingannare dal titolo; non è la solita solfa.)

Fan Fiction ispirata a Reign; ambientata nel 2014.
[...]
"E se da una parte c'è mia madre che mi terrorizza sul futuro della Scozia, dall'altra mi spinge ad abbreviare i tempi della mia unione con Francis, ma posso dirti che la sua famiglia non è l'unica a tentennare.
Vorrei che prendesse posizione, che mi facesse sapere cosa ne pensa lui e che non continuasse a dirmi “Forse, un giorno, se”, è estenuante. "
[...]
« Scommettiamo che se riesci a far innamorare quella ragazza di te, quella laggiù, capelli scuri, sguardo da cerbiatto distratto e lineamenti dolci, entro dicembre lo stage sarà tuo. Sbaglierò di proposito il compito per far in modo che tu vinca. Se, invece, quello ad innamorarsi sarai tu, la scommessa la vincerò io e tu sbaglierai di proposito il compito per far in modo che la mia vittoria sia certa. »
« Ci sto. »

Elena ha lasciato Mystic Falls per New York, si è creata molte barriere per paura di soffrire e non si lascia mai coinvolgere in storie troppo serie.
Damon è tornato in città dopo una lunga assenza, ha un passato turbolento, molta amarezza, e alcuni conti in sospeso con i Mikaelson, la famiglia più potente della città.
Lei ha paura di amare.
Lui si ritiene incapace di farlo.
E così, quando le loro strade si incrociano, è inevitabile: si incontrano, si scontrano, si attraggono e si respingono.
Il tutto in mezzo a vecchi rancori, trascorsi irrisolti e molte scintille Delena.
AU/AH

N.B. Rating rosso per linguaggio e argomenti da adulti
La trama:
Buffy è una ragazza giovane e con poca esperienza. Ma è anche una che sa quello che vuole. E lei vuole Spike, un uomo di diversi anni più grande di lei che l’ha vista crescere e la vede ancora come una bambina. Ma Buffy ha tutte le intenzioni di dimostrargli che ormai è diventata donna e così affila maldestramente le armi della seduzione. Quello che non ha previsto però è che Spike ha il cuore amareggiato e considera le donne come dei giocattoli da usare a suo piacimento. Sarà preparata ad affrontare le conseguenze delle sue azioni?
Dal 10° capitolo:
“Noi…non abbiamo ancora finito…”
“Oh, invece si che abbiamo finito!!” Spike aprì lo sportello e fece per entrare in auto.
Senza riflettere, Buffy allungò il braccio e con un movimento rapido gli strappò le chiavi di mano e le lanciò lontano. Nel silenzio che seguì si sentì solo il rumore metallico delle chiavi che toccavano il selciato da qualche parte tra alcune auto parcheggiate nelle vicinanze.
La ragazza lo guardò esterrefatta per l’azione impulsiva e spaventata per la possibile reazione dell’uomo.
Il volto di Spike era una maschera di furia e per un attimo lei temette che l’avrebbe picchiata.
“Ora farai meglio a trovarle se non vuoi che ti prenda a calci nel culo!” tuonò lui.

Nel vedere che al posto della professoressa Tutcher sta entrando un ragazzo, nemmeno un uomo, proprio un ragazzo, davanti ai miei occhi si presentano soltanto tre alternative possibili: urlare, piangere, scrivere una lettera di lamentele al direttore di istituto perché, cielo, quello ‘Shakespeare’ non lo saprebbe nemmeno sillabare.

*STORIA REVISIONATA E PUBBLICATA SU AMAZON*
Chiara accusò malamente il colpo, sapendo che lui l’aveva azzeccata in pieno. Era proprio così: oscillante tra i grandi autori che studiava e le banali storielle d’amore su cui sognava – libri di scarse pretese, Harmony, fanfictions -, lei aveva dovuto ammettere che la realtà non poteva mai competere con l’immaginazione, e non era riuscita ad accontentarsi, nella sua esistenza. Così, aveva finito per non avercela quasi, un’esistenza: pochissimi amici, con cui non usciva molto, poche relazioni naufragate di fronte alla sua incapacità di amare gli uomini di carne come amava quelli di carta, poco di tutto. Tranne che di parole. E di amore, che finiva per riversare sulle parole.

Se c'era una persona in grado di spiegarmi ciò che poteva esser accaduto a Bill, quella era Eric. Sempre che non fosse stato lui ad avergli fatto del male, ovviamente, il che mi sembrava un'ipotesi più che plausibile. In entrambi i casi avrei dovuto parlargli.
Bill è sparito nel nulla e Sookie non può fare altro che chiedere aiuto a Eric e partire insieme a lui per cercarlo. E niente sarà più come prima...
Liberissimamente ispirata ai libri di Charlaine Harris da cui è tratto True Blood, questa storia prende il via dagli eventi descritti nell'ultimo episodio della seconda stagione, "Beyond here lies nothing", per poi imboccare una strada... un po' diversa da quella che abbiamo visto tutti nello show-verse. Nota: ho scritto questa storia prima della messa in onda della terza stagione.

Joey camminava verso il molo. Erano passati due giorni dal funerale di Jen, e lei si preparava a tornare a New York quella sera stessa. Ma prima aveva una cosa da fare. Ci pensava da due giorni ormai, da quando lei e Pacey avevano avuto quella conversazione in cucina, ma aveva sempre rimandato. Ora non poteva più aspettare, non aveva più tempo.