"Alec aveva poche regole: una di queste era non si parla prima del caffè, la mattina. Un’altra era non farsi mai sfuggire un bel ragazzo quando lo incontri. E quella mattina, mentre varcava la soglia della caffetteria che stava proprio sotto lo studio legale dove Alec lavorava, le due regole si amalgamarono." // "Connor sospirò, mentre apriva la pesante porta della caffetteria, e si diresse al bancone. Fu un gesto così meccanico che per poco non rischiò di non notare il nuovo barista. Per fortuna, i suoi riflessi non erano del tutto addormentati. Il nuovo ragazzo, bello come l’alba, gli rivolse un sorriso impacciato e lo salutò."

“Ahi,” si lamentò, toccandosi la fronte. Ci sarebbe spuntato un bel bernoccolo, se lo sentiva.
“Oh santi numi!” sentì esclamare e poi di nuovo il botto metallico dello sportello che veniva chiuso. Alec aveva ancora le mani sulla fronte, quindi non poteva vedere chi fosse il suo interlocutore. La verità era che si stava vergognando così tanto di essersi comportato come un tale imbranato che non aveva il coraggio di togliersi le mani dal viso.
“Ehi, là sotto. Tutto bene?” lo sconosciuto appoggiò le mani sui polsi di Alec, il quale percepì il tocco caldo contro la sua pelle. Curioso, si liberò la faccia.

Alec sorrise appena. "Sarebbe bello poter andare in vacanza. Almeno per un po'" disse semplicemente, aggrottando le sopracciglia. Magari avessero potuto farlo.
"E perchè no?"
Si girò verso Magnus.
"E perchè no... Cosa?"
Lo stregone gli rivolse un occhiolino. "Perchè non andiamo in vacanza? Solo per qualche giorno, tutti assieme. Penso che vostra madre ve lo concederebbe."
Gli occhi di Isabelle si illuminarono. "In vacanza! Ma è un sogno!" urlò felice, i capelli spettinati che le accarezzavano il viso.

Tratto dalla storia:
Stringo il mio omamori, perdendomi nei ricordi, mentre ascolto il rumore della pioggia. Vengo distratto da un leggero bussare. Sbuffo andando ad aprire e quando lo faccio, devo aggrapparmi alla porta per non cadere.
- Alexander… - dico senza fiato.

*STORIA PUBBLICATA SU WHATTPAD*
PROLOGO:
Alexander Lightwood non era un tipo che beveva, massimo una birra, niente di più, ma poi, il suo Parabatai aveva deciso che dovevano andare a bere, e be non capiva come una semplice bevuta, potesse tramutarsi in questo...

*STORIA PUBBLICATA SU WHATTPAD *
"Credo di amarti Magnus Bane"
"Ti amo anche io Alexander."
Felici si accoccolarono e si addormentarono con il sorriso sulle labbra, da oggi sarebbe andato tutto bene.

Alec, Jace e Simon vanno a Las Vegas per l'addio al celibato di Jace e le cose si fanno un po' ridicole.
Alec si sveglia il mattino seguente e... aspetta un momento, chi è quello nel letto?
Ps. Questa fanfiction è la TRADUZIONE italiana della fic originale presente in inglese su AO3. Link e crediti nel primo capitolo.

Alec e Magnus si sono lasciati a seguito delle vicende della Spada Mortale.
Alec non riesce a tollerare l'assenza di Magnus nella sua vita e cerca di fare il possibile per non perdere ogni rapporto con lui.

Magnus Bane è in visita negli stati uniti per partecipare ad un importante festival internazionale. Alexander Lightwood è uno degli agenti della CIA che deve occuparsi di indagare sugli ospiti dell'evento per assicurarsi di trovare il terrorista di cui avevano sentito parlare durante le loro investigazioni.
Come può riuscire a conquistare la fiducia di quell'uomo rinomato per la sua passione per il divertimento ed ogni tipo di piacere che la vita può offrire?

«Alexander, non ti spaventa — dice Magnus alla fine — sapere che puoi provare dei sentimenti così forti per qualcuno che una parte di te ancora crede di conoscere a malapena? Perché a me spaventa da morire. Qualcuno che un giorno spunta nella tua vita, all'improvviso, e ti lascia senza alcuna possibilità di scelta a riguardo».
Alec incontra, nello specchio del suo bagno, un uomo che afferma di essere dall'altra parte del mondo. Da quel momento in poi la situazione s'impenna.
[Malec + Sense8 Clusters!AU → NON È NECESSARIO CONOSCERE SENSE8 PER POTER LEGGERE LA FIC]

"Chiudi la bocca"
"Chiudimela tu."

Magnus e Alec dopo la confessione dello Stregone della 2x15. La debolezza dello Stregone lo porta ad aprirsi completamente allo Shadowhunter, mostrando un lato di sé che ha sempre odiato: i suoi occhi da gatto, simbolo della sua natura. Magnus intende mostrarsi ad Alec così per come è, temendo il pensiero dell'altro. « Non c’è niente di brutto in te » aveva detto con così tanta determinazione da far ribaltare in aria le mille convinzioni e castelli d’acciaio che Magnus aveva costruito fin dal momento in cui era venuto al mondo, fin dalla sua infanzia. Da quando sua madre si era tolta la vita per colpa sua, per colpa della sua natura da Nascosto. Aveva ceduto anche se si era ripromesso di non farlo. Ma con Alec era stato diverso.
// Plus altri capitoli basati su altri episodi o di puro pensiero/ immaginazione so stay tuned.

"E, lentamente, incatenò di nuovo gli occhi su Magnus, che continuava a guardarlo con la stessa intensità che prima l’aveva costretto a distogliere lo sguardo. Nessuno l’aveva mai guardato in quel modo, ma si rese conto, sostenendo quell’occhiata, che avrebbe potuto farci l’abitudine."

Sei stupido, ed egoista, e ancora una volta ti ritrovi sotto casa sua, ad aspettare che lui ti apra la porta, ad aspettare che stringa le dita sul tessuto della tua camicia e ti trascini dentro, ad aspettare di essere messo con le spalle al muro mentre lui si prende tutto di te, tutto e anche di più, mentre con le labbra disegna confini sulla tua pelle, confini che nessun altro al mondo potrà mai superare, perché ormai è troppo tardi. Perché tu sei suo. Irrimediabilmente, prepotentemente, disastrosamente suo.

|CrissColfer basata sull'ultima intervista di Darren del 24 Agosto 2016|
Dal testo:
“Grazie tante di averci dato il tuo tempo Darren, è stato un piacere conoscerti!”
“Il piacere è stato tutto mio, grazie a voi.”
Darren sorrise e abbracciò calorosamente i due intervistatori prima di dirigersi verso il suo camerino.
Sentiva come qualcosa allo stomaco, un grosso macigno che quasi gli impediva di respirare: aveva fatto finta di nulla per tutto il tempo, aveva finto che andasse tutto bene e che quel nome non gli avesse fatto male, molto male.
Aveva sorriso come se niente fosse, come se stesse bene, aveva cercato di non pensarci , aveva cercato di distrarsi il più possibile.
Tutto però era stato inutile, nulla aveva avuto l'effetto desiderato.