Tooru si portò alla bocca la bottiglia, e bevve tutto d'un fiato, per poi guardare l'asso negli occhi.
“ Sei attratto da me?”
“Oikawa..”
“Perfavore rispondimi” Oikawa si avvicinò a Iwaizumi, e con lo sguardo dritto nei suoi occhi, come se volesse scrutargli l'animo, si mise a cavalcioni su di lui, incrociando le braccia intorno al suo collo.
Hajime si sentiva a disagio, non riusciva a muoversi, c'era come un qualcosa che lo bloccava, o semplicemente quello che stava accadendo, o meglio, per accadere, non gli sarebbe dispiaciuto affatto.
“ No Tooru, non lo sono, non lo sono mai stato “

Una chiazza di blu scuro su una panchina, un cappello calato sulla testa, capelli più lunghi che mai che ormai hanno passato le spalle. Non vede le gambe, ma immagina siano rannicchiate contro il petto per ripararsi dal freddo. Gli da le spalle. Steve vede che ha addosso la solita felpa blu, i soliti jeans e Dio, si congela e quell'uomo non ha nemmeno una giacca addosso.
p.s. anche Steve Rogers è uno dei personaggi principali, ma il mio computer ha deciso che non sono degna di selezionare due voci nemmeno con il ctrl. E sia.

[Grantaire-Enjolras]
"Dammi le tue mani, Enjolras, di modo che io possa baciarle e tenerle strette. Voglio aggrapparmi alle tue dita, le tue sottili e bianche dita, ma adesso sono di nuovo sbronzo e tu non mi guarderai nemmeno. Eppure ti sento qui, vicino a me. Oddio, sei qui davvero. Sento il tuo respiro caldo nel mio orecchio, la tua bocca famelica che scava nel mio collo, amami, dolce Enjolras, con i tuoi capelli d'oro e il tuo naso dritto, la tua casacca rossa sul pavimento."

Un prologo, interludi, movimenti e un epilogo. Siamo ad Ecbàtana, in Persia, nel 324 a.C. – Efestione, sul letto di morte, ci racconta in prima persona il dramma di attendere il compagno della sua anima. Alessandro sta giungendo da Babilonia, ma nell’attesa i minuti che gli restano sembrano lunghi come ore, sebbene gliene rimangano pochi. È così che si aggrappa caparbiamente alla vita, immergendosi nella lotta come ha fatto durante l’intero corso della sua esistenza, scorrendo in rassegna gli avvenimenti che l’hanno portato fino a quel momento…per valutarli alla luce del più sincero dei modi: l’ultimo respiro. Dalla prima persona dell’interludio si passerà, in un costante intrecciarsi, alla terza persona dei movimenti, dove si delineeranno, attraverso dei flashback, la figura di Alessandro e i motivi della nascita di un rapporto così saldo, a partire dal primo incontro tra i due, avvenuto durante l’infanzia. Una storia che narra di un sogno di gloria, su uno sfondo di guerra e di sangue, retto da un’amicizia che trova la sua vera dimensione nell’amore…un sentimento e un'impresa racchiusi nella definizione di "un’anima in due corpi".

“Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.”
(Nazim Hikmet)
Le parole di questa poesia mi hanno fatto subito pensare a Erik e Charles, ed ecco che è nata questa piccola storia.

Ma poi arriva lui. La sua voce. I suoi occhi. La sua follia.
Lui, Mercuzio.
«Fredda! Vile! Disonorevole sottomissione! Tebaldo…» -il mio nome- «Acchiappatopi! Fatti avanti».
Faccio un passo verso di lui, i nostri occhi si incontrano, ma poi sfuggono via, incapaci di resistere ognuno allo sguardo dell’altro.

Bucky si svegliò all’improvviso. Un brivido gli percorse il corpo, sulla scia dell’ennesimo brutto sogno che puntualmente non ricordava. Meglio così. Meglio che la sua mente gli nascondesse il ricordo di quelle ore – quei giorni? – passati tra le mani del Teschio Rosso.
Si voltò, facendo cigolare la branda. La prima cosa che vide furono i grandi occhi blu di Steve puntati su di se. L’amico aveva un’espressione malinconica, che subito si fece allarmata, quando si accorse che lui era sveglio.

"Questi sono i segni delle tue emozioni. Questi sono i lividi che la tua rabbia, la tua paura, la tua frustrazione e tutto ciò che la vita ti ha fatto di orribile mi lasciano sulla pelle, caricandomi di un fardello troppo ingombrante, ma al cui interno risiede tutto ciò che sei, tutto ciò che ti rappresenta, per cui accetto di portarlo volentieri al posto tuo. Perché io ti amo."

"Hanno di nuovo gli stessi nemici, ma non combattono più dalla stessa parte. È strano con quante parole diverse possa scriversi una sconfitta."
[Stucky]
[Spoiler da TWS]

Textfic AU in cui John invia per errore un messaggio al numero sbagliato. Non sa che la persona a cui ha appena inviato l'sms trasformerà la sua vita più di quanto possa immaginare.
[Johnlock, teenlock]

[ Erik Lehnsherr x Charles Xavier. ]
La finestra di Charles ha un'ottima visuale. Sì, un'ottima visuale sulla camera del suo vicino, Erik Lehnsherr.
Scorge dita deliziosamente lunghe afferrare i bordi di quell'inutile T-shirt sudata e ormai sporca, liberando così dei fianchi stretti e delle spalle larghe e muscolose. Charles ha già visto quella scena un numero spropositato di volte, ma ogni volta è come la prima. I suoi occhi non riescono ad allontanarsi dai muscoli delineati, dalle scapole sporgenti, dalla schiena fin troppo limpida. Come può una creatura essere così assolutamente appetibile? si chiede. Charles vuole infilare le proprie unghie in quella carne matura e lasciare i segni del suo passaggio, ma sa che non succederà mai; per questo si limita a sognare.
Sogna delicate ma ferme mani sul proprio corpo, che lo accarezzano, lo riscaldano ancora di più; sogna quelle mani diventare artigli e strappare la sua pelle, segnare il corpo ancora giovane con ferocia animale. Guarda l'uomo davanti ai suoi occhi e si domanda se potrà mai anche solo parlargli.

Ogni cosa brucia. E mentre il Dottore smarrisce sé stesso tra le ceneri, tutto ciò che il Maestro può fare è guardare.
“In the end you just get tired, tired of the struggle, tired of losing everyone that matters you, tired of watching everything turn to dust. If you live long enough, the only certainly left is that you’ll end up alone.”

Un mondo distorto e dalle leggi perverse. Due ragazzi lasciati soli. Sovvertire le regole alpha-omega non è possibile: John Watson e Sherlock Holmes ne pagheranno le conseguenze. Uno di più dell'altro.
E forse, un giorno, la salvezza e il conforto si nasconderanno nei luoghi più inaspettati.