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Autore: sayuri_88    12/11/2011    6 recensioni
Edward si è appena trasferito in una nuova città e durante una fuga si scontra con due occhi marroni come il cioccolato e....LEGGETE^^
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Eccomi con il nuovo capitolo! Non mi convince molto ma lo posto lo stesso, il tempo per rivederlo non ce l'ho quindi a posto di farmi aspettare per non so quanto tempo eccomi qui! (coro di lettrici: buuuuuuuuuu..., Io: T.T). Voglio ringraziare le magnifiche 10 ragazze che hanno recensito lo scorso capito: nuovo record!!! XD e anche tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate e tutti i lettori silenziosi. Non siate timidi fatevi sentire, non mordo.
Vi lascio al capitolo e spero che qualcuno di voi decida di lasciare un piccolo segno del suo passaggio, in positivo o in negativo. 

Ah! Ho scritto una nuova storia " Tre all'improvviso - Lei, lui e ..." se volete farci un salto a me farebbe. piacere^^
Ancora una cosa: ho aperto un blog L'angolo dei perditempo, dove metto spoiler, avvisi o se volete chiedermi qualcosa. Adesso è in corso un piccolo sondaggio, ho in mente alcune storie che vorrei scrivere una volta terminate quelle in corso e se andate sul blog potete votarle. Nel mentre ve le lascio qui sotto così se vi interessa votate.

1. Storia di pirati: Agli inizi del 700 una nave spagnola viene assalita dai pirati. La storia di Isabella e Edward. Tra pirati, compagnia delle Indie e un vecchio amore vivranno molte avventure. ORIGINALE


2. Il beduino inglese: Giordania agli esordi della rivolta araba vedrà la nascita di una storia tra un inglese che sin da bambino ha vissuto con i beduini del deserto e una missionaria inglese. ORIGINALE


3. Becoming Elizabeth: Tutte vorrebbero vivere la storia d'amore tra Darcy e Elizabeth e se questo fosse possibile? JANE AUSTEN 
(se una cosa simile vi interessa potete guardare Lost in Austen , su youtube lo trovate. Breve serie inglese che nonostante i buoni spunti non è stata in grado di sfruttarli a pieno, parere personale,... - Darcy però è interpretato benissimo^^ - ma è guardabile, un Orgoglio e pregiudizio un po’ alternativo). 
E ho anche fatto una pagina facebook e ringrazio TwiFallVampireDrak per le informazioni^^. Se andate nella mia pagina di Efp trovate il link se siete interessate.

Ora ho veramente finito, giuro. Buona lettura!

 





…: Che tutte le donne mi stiano lontane :…

 
 
 
Sono passate due settimane e le cose sono ancora immutate. La scuola riempie ogni nostro momento libero, i professori ci riempiono di compiti, progetti e verifiche. Se sul fronte della possibile coppia non ho fatto molti progressi non posso dire lo stesso su quello dell’apertura di Isabella verso il mondo. Certo voglio con tutto me stesso che ci sia qualcosa per noi, ma prima di tutto Bella deve tornare ad aprirsi agli altri e non chiudersi a riccio, tornare a fidarsi e piano piano ci sta riuscendo.
Sotto la mia iniziale insistenza ha riallacciato i rapporti con Angela, la gentile fidanzata di Ben, che prima del suo isolamento avevo scoperto essere una sua stretta amica. I primi approcci devo ammettere erano imbarazzanti e spesso dopo un “ciao” non diceva più nulla, ora, invece, la vedo spesso fermarsi a parlare con Angela, ridono scherzano e vedo Bella sorridere più spesso e questo basta a scaldarmi il cuore e a ripagarmi dell’attesa.
— Allora, andiamo? — Bella si poggiò all’armadietto di fianco al mio e mi guardava sorridente. Le labbra carnose sollevate agli angoli mostrano una fila di denti bianchissimi, una fossetta sul mento a punta e gli occhi gli si illuminavano, quasi ardevano.
— Certo — chiudo l’armadietto e ci avviamo insieme verso l’aula di letteratura, ridendo delle ultime gaffe del professore di educazione fisica.
 
Sospiro di sollievo al suono della campanella dell’ultima ora, anche questa giornata è finita. Raggruppo la mia roba e quando mi sto per alzare, sento qualcuno chiamarmi. Una ragazza alta, bionda, con gli occhi azzurri si fa largo verso il mio banco.
— Edward, scusa se ti disturbo ma hai qualche minuto per me? Avrei bisogno del tuo aiuto.
— Certo, dimmi — e si mette a parlare di alcuni esercizi fatti durante la lezione e alcuni argomenti trattati in precedenza. Shallyèuna ragazzasimpatica ma la matematica non è propriamente il suo forte, così mi ha tenuto più di un quarto d’ora in aula per spiegarle quello che non ha capito.
In sostanza: tutto.
 
All’uscita trovo Alice seduta sul cofano della macchina che si guarda attorno annoiata. Automaticamente con lo sguardo cerco la mustang rossa di Bella, ma questa non c’è e il mio umore va sotto terra, al venerdì non abbiamo nessuna lezione in comune e in mensa mi aveva promesso che mi avrebbe aspettato…
— Alleluia! Ma che è successo? — esordisce Alice scendendo con un balzo dalla mia macchina.
— Alice, potresti evitare di usare la mia macchina come sedia? Rischi di lasciarmi un’ammaccatura prima o poi — borbottocontrollando che realmente non ce ne sia nessuna.
— La tua macchina è in ottimo stato — e posso essere certo che ha anche alzato gli occhi esasperata. Non sono un fissato con le macchine ma mi piace vederlasempre tirata a lucido e senza un graffio.
Mi rialzo e picchietto sulla carrozzeria.
— Bella, dov’è? — chiedo mentre torno a guardarmi attorno.
— È andata. A proposito che è successo? — non capendo la guardo interrogativo e così lei continua — èentrata a vedere dove fossi finito, poi è uscita dopo cinque minuti tutta di fretta dicendo che si era dimenticata di avere una commissione da fare per il padre e di salutarti quando avresti finito di fare i fatti tuoi.
— Io non lo so… non l’ho vista — dico estraendo il cellulare dalla tasta e pigiando il tasto di chiamata rapida. Il suo numero è in cima alla lista, ancora prima del 911.
Uno squillo, due squilli, tre squilli e passa alla segretaria.
Riprovo.
Uno squillo, due squilli, tre squilli e passa alla segretaria.
Sconfitto, riattacco il telefono e le mando un messaggio.
“Dove sei? È successo qualcosa?
Edward.”
Non so davvero che cosa pensare, forse aveva davvero qualcosa da fare per il padre ed io mi sto preoccupando per nulla… ma c’è un tarlo nella mia testa che mi dice che qualcosa non va.
— Andiamo?
La voce di Alice che arriva dall’interno della macchina mi risveglia dai miei pensieri.
Salgo in macchina e sperando in una sua risposta guido verso casa mentre Alice mi aggiorna sulle ultime notizie della Forks High School.
 
— Ciao, mamma — urlo appena entro in casa. Poggio le chiavi sul tavolino e il cappotto lo sistemo nell’armadio all’ingresso. Nell’aria aleggia un intenso profumo di cioccolato che risveglia il mio stomaco desideroso di digerire il mio cibo preferito.
— Ciao, mamma — anche Alice la saluta appena fionda in casa.
— Ciao, ragazzi! Venite in cucina che c’è la torta al cioccolato. Rose è andata a chiamare vostro fratello.
Rose? Oggi non è il suo turno, penso mentre entro in cucina. Due tazzine sono sistemate una davanti all’altra, sul piano vicino ai fornelli c’è il contenitore con le spezie portate dai colleghi  di papà dopo un viaggio in Giordania, segno che mamma ha fatto il suo “tè speciale”.
— Com’è andata a scuola? E Bella? — sogghigno sapendo che mamma voleva chiedermi di lei da subito. Stravede per quella ragazza.
— Bene solite cose, il compito di matematica credo sia andato bene…
— Piantala di fare il modesto, sei il secchione della scuola. Mal che vada hai preso “A” invece che “A più” — borbotta Alice sedendosi a tavola — io mi dovrei preoccupare! La matematica e la sottoscritta sono due linee parallele che non s’incontreranno mai.
— Suvvia tesoro, non essere così melodrammatica. Grazie a Jasper sei migliorata molto — le dice accarezzandole la testa.
— Oh sì, Jasper è un ottimo insegnate — dice con un tono che alle mie orecchie ha una forte sfumatura maliziosa. Scuoto la testa inorridito, non posso e non voglio immaginare mia sorella in certi atteggiamenti!
— E invece Bella? Come sta? È da molto che non viene a casa — lo chiede a me sorridendomi maliziosamente — sai Edward se dovete fare certe cose insomma non sarebbe meglio farle in casa? Certo sarebbe meglio quando io e tuo padre non siamo a casa…
— Mamma!
— Che c’è? Sei grande ed è normale fare certe esperienze con la propria ragazza. Tu e Alice siete grandi ed è normale… —
— Primo: Bella non è la mia ragazza,— non ancora, appunto mentalmente, — secondo: sei mia madre! Non dovresti essere come tutte le altre che reputano certi argomenti tabù? 
— Tesoro so che va il mondo e non parlarne non risolve il problema, è naturale e preferirei che foste in luoghi consoni per certe cose…
— Okay, okay basta! Non parliamone più — mi affretto a dire tappandomi le orecchie con le mani. Ma perché non ho una madre normale?
— Festeggiamo! festeggiamo — la voce esultante di Emmet mi fa voltare verso la porta della cucina da cui si intravedono le scale e mio fratello che a mano con Rose scende le scale a passo di carica.
— Emmet, vai piano! Rischiamo di cadere — Rose ha in viso deformato da una maschera di terrore mentre con la mano destra libera si aggrappa al corrimano per non cadere rovinosamente dall’alto dei suoi tacchi.
— Emmet per l’amor del cielo non correre così. È pericoloso — urla mamma raggiungendo la base delle scale. Emmet al richiamo si blocca sul penultimo gradino, Rose impreparata cerca di fermarsi ma perde l’equilibrio e ho il tempo si raggiungere le scale e afferrarla per la vita prima che cada a terra.
— Rose! — urlano in contemporanea i miei fratelli e mia madre. Rose è completamente poggiata a me, un piede sul pavimento e l’altro sul primo gradino, mentre con la mano sinistra stringe ancora quella di Emmet.
— Tutto bene Rose? — chiedo, aiutandola a recuperare l’equilibrio. — Ti fa male la caviglia o qualcosa?
— Tutto a posto. Grazie, Edwrad — mi ringrazia staccandosi da me e sistemandosi l’abito.
— Rose! Scusa, scusa,… — Emmet è nel panico e Rose deve faticare molto per rassicurarlo.
— Carlisle dovrebbe rientrare tra un’oretta, appena arriva, gli dico di darti un controllata — dice mamma che guarda apprensiva la nostra ospite.
— No, Esme davvero non ce n’è bisogno.
— Ti prego. Sarò più sicura — la implora mamma e Rose non può che acconsentire.
— Grazie, allora stenditi sul divano che mangeremo la torta in salotto, tutti insieme. Appoggiati a Emmet — dice prima di sparire in cucina. Purtroppo Emmet non ha ben capito il concetto di aggrapparsi che subito si china sotto i nostri sguardi curiosi e la prende in braccio.
— Emmet! Cosa fai? — urla Rose aggrappandosi però al collo di mio fratello rossa come un peperone. E nonostante tenti con tutte le mie forze di rimanere serio, un solo sguardo a mia sorella, che si trova nella mia stessa situazione e scoppio in una sonora risata seguito a ruota da lei.
— Oddio, che è successo ancora! — esclama trafelata mamma comparendo sull’uscio della stanza ma dopo un attimo di tentennamento scoppia anche lei a ridere alla scena di Emmet che come un cavaliere porta in salvo la dama in pericolo.
 
— Allora che c’è da festeggiare? — chiedo una volta che prendo posto sulla poltrona, Alice si accomoda sull’altra mentre la coppietta ha già preso posto sul divano dove un’imbarazzata Rose ha le gambe distese su quelle di Emmet che preoccupato le tasta una caviglia per volta per vedere se sente dolore. Mio fratello si rianima e con un sorriso che va da un orecchio all’altro, mi risponde.
— Rose ha lasciato il bacarozzo! — esclama esultante come se gli avessero detto che ha vinto la lotteria. Guardo la bionda che senza togliere gli occhi di dosso a Emmet sorride anche lei, gli occhi pieni di dolcezza.
Sorrido anch’io felice che le cose per loro abbiano preso il verso giusto anche se di problemi ne avranno molti.
Veniamo raggiunti da mia madre che con i piattini sistemati su un vassoio distribuisce a ognuno la sua fetta di torta.
— Ecco caro, questa è la più grande — mi dice mamma porgendomi effettivamente una bella fetta di torta accompagnata da un po' di panna montata. Pancia mia, fatti capanna.
— Mamma, sei la migliore — sentenzio mentre infilzo la forchetta dell’impasto soffice.
 
— Bella non ti ha ancora risposto? — la voce di Alice mi fa alzare lo sguardo dal cellulare che per l’ennesima volta ho estratto dai pantaloni nella speranza di vederlo lampeggiare per una chiamata o un messaggio.
— No — sono costretto ad ammettere riponendolo ancora nella tasca.
— Che è successo? — mamma… curiosa come sempre.
— Non lo so… — biascico mentre mastico un pezzo della seconda fetta di torta.
— Non si parla con la bocca piena — mi riprende Emmet puntandomi la forchetta contro. Alzo gli occhi al cielo ma ingoio il pezzo di torta quasi intero, rischiando oltretutto di strozzarmi, e riprendo a parlare.
— Non lo so, Alice ha detto che era fuori con lei ad aspettarmi ma io sono stato trattenuto da una mia compagna e Bella è… — e non finisco la frase, nella mia mente realizzo quello che è successo. Stupido! Perché non ci ho pensato prima?
— Devo andare — sbotto poggiando il piatto sul tavolino e guadagnando l’uscita. Rapidamente indosso la giacca e recupero le chiavi della macchina.
— Edward? Tutto bene? — posso capire la domanda mia madre, mi potrebbero scambiare per un matto.
— L’ho sempre detto che non ha tutte le rotelle a posto — sento dire da mia sorella mentre la porta si chiude alle mie spalle. Piccolo folletto malefico!
 
— Non parlerò con nessuna — è quello che le dico appena apre la porta di casa.
— Prego? — peccato che non è Bella ad aprire la porta.
— Salve, Capo Swan — balbetto e forse sono anche arrossito ma al momento il fatto di aver fatto una pessima figura col padre di Bella passa in secondo piano — Bella è in casa?
— No, non è ancora tornata. Dovrebbe essere da Jake — risponde stranito. Il nervoso sale al saperla con lui. So che sono solo amici e che quell’indiano non ha nessun interesse per lei ma non posso impedire al mostriciattolo della gelosia di sussurrarmi piccole parole di sospetto.
— Potrebbe dirmi dove abita? Avrei urgenza di parlare con sua figlia. — incalzo mentre apro e chiudo le mani con gesti nervosi. Un fastidioso tic che salta fuori quando solo nervoso.
— Vai verso nord verso la 101 verso Division St e vai sempre dritto dopo poco tempo giri a sinistra e imbocchi La Push road, continui su Ocean Front e quando arrivi al market fai trenta metri e giri a destra entrando nel bosco. La casa di Jake è l’ultima. È rossa non puoi sbagliare.
— Okay, grazie mille Capo Swan — e mi giro per tornare di corsa alla macchina ma il padre di Bella mi ferma proprio quando sto per aprire la portiera.
— Ehi, Cullen! Qualsiasi cosa sia successa tra voi, vedete di risolverla. Mi sto abituando a riavere la vecchia Bella per casa.
Sorrido a quella richiesta, vuol dire che fino ad ora quello che ho fatto è servito a qualcosa e la voglia di vederla e parlarle aumenta.
— Glielo prometto signore. Anche a me piace molto questa Bella — urlo prima di salire e partire.
— O cavolo! Ho detto che mi piace sua figlia! — mormoro quando realizzo di aver confessato a suo padre che Bella mi piace. La prossima volta mi accoglierà col fucile a portata di mano!
No, dai Edward non è così grave, anche lui vuole che risolviate la situazione, cerca di convincermi la vocina dentro di me. Io, spero solo che abbia ragione.
 
Seguendo le indicazioni datemi dallo sceriffo in poco più di mezz’ora la tribù Qulieute mi dà il benvenuto a La Push, proprio come dice il cartello all’inizio della riserva.
 

 
Non c’ero mai stato e quasi me lo immaginavo come un villaggio fatto di capanne e tende, stile film del vecchio west e gli abitanti vestiti di pelle e piume, invece sono più che altro prefabbricati, alcuni hanno l’aspetto di essere molto vecchi, e case isolate. Da l’idea di essere un posto poco vivace, come del resto è anche Forks. Non sono mai impazzito per la vita notturna ma inizio a sentire la mancanza delle uscite serali con gli amici per Chicago.
Al supermercato giro a destra e non faccio fatica a trovare la casa di Jacob, di un rosso sbiadito con bordi rifiniti in bianco. La macchina di Bella parcheggiata di traverso davanti all’ingresso come se avesse parcheggiato di fretta e furia. Sistemo la mia macchina alla sinistra della sua e scendo rimanendo fermo vicino alla macchina non sapendo dove andare. Sono qui ma non posso bussare, insomma Jake non lo conosco, l’ho visto una volta più di un mese fa, ma sono arrivato fin qui e non posso rimanere fermo come uno stoccafisso vicino alla macchina in attesa che la soluzione mi cada dal cielo, così raggiungo la porta di casa Black, così dice la targhetta sulla cassetta della posta e sto per bussare quando una voce profonda e roca mi blocca poco prima che la mia mano tocchi il legno.
— Edward? — Jake mi fissa tra l’esultante e il divertito, anche se non capisco il motivo della prima.
— Ciao, Jacob. Bella è qui?
— Glielo avevo detto che saresti venuto — continua senza togliere quel sorriso dalle labbra. L’indiano percorre velocemente il vialetto e mi raggiunge davanti alla porta. Indossa una maglietta a maniche corte rossa piena di macchie d’olio così come le sue mani, che tenta di ripulire con uno strofinaccio già sporco.
— Quindi è qui? — cerco conferma e lui m’indica con un cenno della testa un edificio a fianco della casa, una specie di garage.Sollievo è quello che provo ma anche ansia e timore che lei possa rifiutare le mie spiegazioni.
— Vi lascio un po' da soli. E Edward? — mi chiama quando io ho già fatto qualche passo nella direzione indicata.Mi giro e lo guardo curioso.
— Si?
— Può essere la persona più testarda della Terra ma tu non darle retta. Si più testardo di lei, okay? — ed entra in casa senza aspettare una mia risposta.
 
Lentamente scosto la porta del garage, anche questo, come la casa, deve essere una vecchia costruzione, la vernice rossa è scrostata in diversi punti e la porta diffonde un fastidioso cigolio.
Le pareti interne erano nascoste da alti scaffali pieni di cianfrusaglie e attrezzi di meccanica. L’unica luce naturale veniva da due grandi finestre sui lati lunghi del fabbricato mentre al centro issata su un ponte sollevatore, che come tutto quello che lo circondava poteva tranquillamente andare in pensione, una macchina che dal simbolo sul radiatore riconobbi essere una Volkswagen.
Bella è ferma davanti a una delle finestre e armeggia con una cassetta degli attrezzi poggiata sul tavolo di legno posizionato davanti a essa. Non ha fatto caso a me, forse persa che sia Jacob e infatti inizia a parlare senza voltarsi.
— Jake, secondo te — ed estrae una chiave inglese dalla cassetta — se lo tiro in testa a Newton o alla Stanley, dici che si rompe? Quei due hanno una testa… o dovrei tirarla a quella biondina? Edward, che ci fai qui? — la sua espressione quando si volta passa dal divertito, al sorpreso e infine al stizzito. Come temevo ha frainteso tutto e per quanto la voglia di arrabbiarmi sia tanta non lo faccio. Dopo quello che ha passato con la madre posso capire la diffidenza, ha passato gli ultimi cinque anni condizionata da quell’episodio.
— Secondo me, quella povera chiave andrebbe in mille pezzi — decido di sdrammatizzare, vorrei vederla sorridere invece mi riserva un’occhiata di fuoco e deglutisco intimorito. Ho paura che me la lanci in testa, fortunatamente non sembra essere il suo piano e rimette a posto l’attrezzo.
— Che vuoi Edward? — secca e distaccata.
— La stavo aiutando con dei compiti.
— Non so di che parli — mi risponde con un’alzata di spalle ma inconsapevolmente intrappola tra i denti il labbro inferiore, tic che fa quando è nervosa o viene colta in flagrante.
— Non aveva capito la lezione e le stavo spiegando...
— Ridendo e scherzando? — sbotta prima di spalancare gli occhi sorpresa alla vista del mio sorriso di vittoria.
— Vedi che sai di cosa sto parlando.
— Va al diavolo, Edward.
Stizzita, recupera la borsa poggiata su una sedia scassata vicino al tavolo e cerca di uscire e cerco di bloccarla ma lei è peggio di un anguilla e dopo una rapida occhiata al ponte elevatore mi piego sulla ginocchia e la prendo in spalla provocando le sue urla isteriche.
— Edward, ho mandato gente in ospedale per molto meno.
Ma non le do retta, apro la portiera posteriore e la butto dentro stando attento a non farle male, schiaccio il pulsante per l'elevazione e salgo anch’io chiudendo la portiera alle mie spalle.
— Ma sei matto! — urla guardando fuori dal finestrino. È praticamente spiaccicata contro il vetro, ma  dopo nemmeno due secondi salta come un grillo all’indietro venendomi addosso e spingendomi contro la portiera alle mie spalle.
— È l’unico modo per farmi ascoltare — obbietto massaggiandomi il gomito con cui avevo colpito. Una miriade di brividi si propagarono lungo il mio braccio. Raccapricciante.
— Fammi scendere — ringhia rannicchia sul sedile centrale e con gli occhi fissi sul freno a mano.
— Non posso, il bottone è in basso — e lei ringhia, non metaforicamente parlando, ringhia proprio e inizio a preoccuparmi — Bella, tutto bene? — le chiedo poggiando una mano sulla sua spalla, lei si scosta ma appena si rende conto di essere vicina alla portiera ritorna al centro della macchina.
— No che non va bene! Soffro di vertigini.
— Oh… — la mia geniale risposta, questo non lo avevo considerato. Mi affaccio al finestrino e guardo verso il basso, siamo all’incirca a tre metri di altezza.
— Okay rilassati, non pensare che siamo a tre metri di altezza.
— Così mi ci fai pensare! Dio, che cosa ti diceva lo stupido criceto che hai in testa quando hai avuto questa fantastica idea! — Okay Edward è solo spaventata e straparla. — Jake! Jake! Jacob Black! — urla con tutto il fiato che ha nei polmoni per chiamare il suo amico.
— Jacob è in casa non ti sente. Guardami — le ordino perentorio e lei scuote la testa testarda, nascondendola nelle ginocchia. Sembra un piccolo uccellino impaurito ed è strano vederla così vulnerabile, lei che è sempre spavalda.
Le prendo il viso tra le mie mani e con forza la obbligo a guardarmi, gli occhi sono lucidi e il respiro pesante e tempo che possa anche avere un attacco di panico.
— Concentrati su di me e sulla mia voce, okay? Non pensare ad altro — lei annuisci e poggia le sue mani sui miei polsi stringendoli.
— Non volevo urlarti contro prima, solo che ero nel panico — borbotta diventando rossa ed io sorrido mentre con i pollici le carezzo le guance.
— Lo so, non me la sono presa e vedrai che Jacob tornerà presto e ci fara scendere da qui — lei trema appena le ricordo dove siamo ma dopo aver intensificato la presa sui miei polsi si rilassa e così un po' per distrarla e un po' per chiarire la situazione inizio il discorso per cui sono venuto qui.
— Quella con cui parlavo era Shally, in matematica è un disastro e voleva solo il mio aiuto per capire un esercizio.
— Ridendo e scherzando? — borbotta con una smorfia buffissima e sogghigno.
— Vai piano o potrei illudermi che tu sia gelosa — la stuzzico e lei mi lancia un’occhiataccia prima di aprire la bocca per parlare ma è interrotta dal cigolio della porta.
— Ragazzi?
— Jake! Tiraci giù da qui — urla appena sente la voce del suo amico. Dopo un secco scossone, il ponte inizia la sua lenta discesa e Bella tira un sospiro di sollievo.
— Allora, Bella, mi credi? — il mio sguardo è una supplica, devo sapere che mi crede, non potrei mai prenderla in giro.
— Sì, ti credo è solo che… — ma non finisce la frase che uno scossone ci fa sussultare. Siamo ritornati a terra.
— Che ci facevate la in alto? — ci chiede l’indiano aprendo la portiera. Bella senza curarsi di me cerca di scavalcarmi e per la troppa foga si sbilancia finendomi addosso. Bella, a cavalcioni su di me, ed io con le mani su i sui fianchi, la mia pelle brucia a contatto con la sua, e il mio viso all’altezza del suo petto.
— Ma bene, bene… vi siete dati una mossa a quanto vedo — sghignazza Jacob ma non lo guardo, sono paralizzato dalla situazione.
— Piantala, Jake! Quanto sei scemo — ringhia, con una nota d’imbarazzo nella voce, contro l’amico che come risposta scoppia a ridere.
— Scusa, Edward — pigola prima di scendere.
— Ma figurati — sussurro con gli occhi ancora fissi davanti a me.
— Dove diavolo eri finito! Ti ho chiamato prima! — sento dire da Bella e così mi risveglio dal mio torpore e volto il capo per vedere Bella di spalle con le mani sui fianchi, nello stesso punto dove tenevo le mie poco fa, che inveisce contro il ragazzo che sembra non sapere che fare. Dispiacersi o riderle in faccia.
— Scusa ma mi sono addormentato sul divano e mi sono svegliato quando ho sentito qualcuno che gridava qualcosa ma ero ancora mezzo intontito e ci ho messo un po' a riprendermi — si giustifica lui grattandosi la testa.
Con un sospiro scendo dalla macchina e chiudo la portiera.
— Sei sempre il solito — borbotta sconsolata. Jake mi lancia un’occhiata speranzosa a cui rispondo con un accenno di sorriso. Mi crede e per ora basta ma vorrei sentire quello che con l’intromissione di Jacob non mi ha detto.
— Ehi Bella, qui ho finito per oggi che ne dici se andiamo al bar sulla spiaggia. Quil ed Embry vorrebbero vederti, ormai pensano che tu sia un fantasma — scherza con ritrovato sorriso. Non mi è sfuggita la strana scintilla che ha attraversato i suoi occhi.
— Ora? — dice con sguardo scettico.
— Sì, così anche Edward li conosce e alla festa di Halloween non starà poggiato alla parete perché non conosce nessuno.
— Come? — diciamo in coro io e Bella. Lei con tono scioccato, io interrogativo. Di che festa parlano?
 
— Vedrai Edward ti divertirai da matti. Prepariamo un barbecue sulla spiaggia, con un gigantesco falò e tutti si travestono, agli anziani non piace molto questa cosa del travestirsi, dicono che le usanze dei musi bianchi contaminano le nostre sacre tradizioni ma nessuno gli da retta.
Ci stiamo dirigendo tutti a questo fantomatico bar sulla spiaggia con la mia macchina. Bella sul sedile a fianco al mio con un gomito poggiato sul bracciolo della portiera, osserva il paesaggio fuori dal finestrino mentre Jake sistematosi dietro, ha la testa infilata tra i nostri due sedili e decanta questa festa della tribù per celebrare i morti. Sembra un bambino di cinque anni a cui hanno preso un giocattolo nuovo.
— Puoi portare chi vuoi comunque. Anche se non posso garantirti che non verranno usati come vittime sacrificali per placare le ire dei morti — continua con voce lugubre.
— Beh, allora porterò la Stanlay e Newton. Sarebbe la volta buona che ce ne liberiamo — rispondo, stando al suo gioco. Jake, non vuole che lo chiami Jacob visto che lo fa sentire vecchio per i suoi diciassette anni  - eh si diciassette, ed io che credevo che ne avesse almeno ventitre -, scoppia in una grassa risata e con sollievo noto che anche Bella ha alzato un angolo della bocca.
Il viaggio non dura poco, il bello di questi piccoli paesi è che tutte le cose sono attaccate e non devi impiegare mezz’ora per raggiungere il supermercato più vicino. Il bar è una costruzione in legno che si affaccia sul mare, non è molto grande ma fa la sua bella figura.
— E quello che diavolo è? — chiedo quando passo di fianco al cartello più strambo che abbia mai visto.
 

 
— Lascia perdere — borbotta infastidito — per quello stupido film, la riserva è diventata una meta turistica per ragazzine rompiscatole che vogliono vedere i luoghi della Saga sui vampiri vegetariani. Vampiri vegetariani poi, ma da dove li hanno tirati fuori!
— Vampiri vegetariani? — chiedo cercando di ricordare dove ho già sentito questo termine. Intanto parcheggio nel primo posto libero che trovo, a pochi metri dall’ingresso.— E perché quel cartello?
— La Push, nel film, è vietata per loro e da lì l’idea di mettere quel cartello. Il padre di Quil dice che è ottimo per gli affari — risponde con un’alzata di spalle. E come un flash mi torna alla mente un discorso di Alice, in cui mi parlava di questa storia, di quanto fosse romantico l’amore dei protagonisti, la rivalità di uno dei licantropi che si era anche lui invaghito della protagonista di alcuni vampiri italiani e di mezzi vampiri.
— Oh sì, ora ricordo! Alice mi aveva fatto una testa tanta, mi ha anche obbligato a vedere il primo film con lei al cinema — e rabbrividisco al ricordo di quell’esperienza agghiacciante.
Jake fa una faccia dispiaciuta e mi da una pacca sulla spalla come a consolarmi — Mi spiace amico, deve essere stato un vero trauma.
— Non me ne parlare, per quasi due ore, mi sono gli urletti di ragazzine allupate, pensa che c’erano anche delle signore di una certa età con bambine di tredici anni una che era seduta davanti a me si è chinata sulla figlia e gli ha detto “ visto che bel ragazzo tesoro” — Jake ride tenendosi la pancia.
— E poi ci si chiede perché gli adolescenti di oggi crescono in un certo modo — borbotta Bella e non posso che concordare con lei.
— Allora ti ricordi che uno di loro s’innamora della figlia dello sceriffo e lei ricambia — e qui l’indiano ammicca verso Bella che alza gli  occhi al cielo, sbuffando spazientita.
— Io vi precedo. Non voglio sentire le tue stupidate — annuncia per poi sparire dentro l’edificio. Jake intanto riprende a raccontarmi la storia ma la mia mente sta elaborando un piccolo particolare: nuovo arrivato uguale io e figlia dello sceriffo uguale Bella. Gongolo a questa prospettiva.
— Se ti vedesse Bella… — sghignazza. Probabilmente ho stampato in faccia un sorriso ebete alquanto imbarazzante.
— Ti ha raccontato quello che è successo? — il mio tono si rabbuia mentre parlo e anche Jake torna serio.
— Sì, so che non è successo nulla ma Bella…
— Lo so, lo so, per Reneé. Mi ha raccontato tutto — confesso e Jake accenna un sorriso amaro.
— È un bel passo avanti, sei il primo a cui racconta cosa è successo davvero.
— Comunque gli ho spiegato che le stavo solo spiegando un compito lei ha detto che mi crede e stava per dire altro quando sei arrivato. Insomma, la sua reazione, un po' mi rende felice perché vuol dire che è gelosa ma voglio che si fidi di me. Le ho promesso che gli avrei dimostrato che di me può fidarsi davvero. Non voglio che si allontani — confesso. Jake è un perfetto estraneo per me ma conosce Bella meglio di me e può darmi qualche consiglio.
— Tutto si sistemerà. La perseveranza premia — sentenzia dandomi una pacca sulla spalla. — Solo trattamela bene se no ti spezzerò le ossa e ci giocherò a Shanghai — mi minaccia aprendo la porta ed entrando nel locale. Subito vengo colpito dall’aria calda del riscaldamento. Fuori ci sono poco più di dieci gradi
Jake mi precede facendomi strada verso uno dei tavoli che danno sul mare dove è seduta Bella assieme a un ragazzo. È uno del posto e ridono e scherzano come se fossero vecchi amici ed è troppo vicino per i miei gusti.
— Quil! Visto che te l’ho portata? — esclama Jake sedendosi davanti ai due. Io lo imito con sguardo scuro senza togliere gli occhi da Quil.
— Amico, ti presento Edward è un amico di Bells. Edward questo è Quil non ti devi preoccupare è tutto fumo e niente arrosto — mi dice facendomi ridere.
— Ehi! Così mi offendo, bello — gli risponde portando una mano al petto con fare teatrale. — Tante belle signorine dell’università di Seattle ti possono smentire.
Ragazze universitarie? Osservo l’indiano con più attenzione, capelli e occhi marroni, pelle scura come quella di tutti gli indigeni di La Push, il corpo massiccio, imponente, e anche se è seduto posso capire che deve essere alto, anche più di me.
Ma se va all’università non starà certo a guardare una liceale, penso mentre guardo accigliato Bella ridere e scherzare con il ragazzo fino a che non la vedo lanciarmi un’occhiata circospetta e alzare un angolo della bocca in un sorriso soddisfatto. Lo sta facendo apposta! Mi sta ripagando con la stessa moneta e io dovrei essere arrabbiato, e effettivamente un po' lo sono infondo non stavo facendo nulla di male con Shally, stavamo parlano e lei alla rimessa aveva detto che lo aveva capito.
— Scusate, esco un attimo — dico alzandomi dal tavolo sotto lo sguardo incuriosito di Quil, quello dispiaciuto di Jake, anche lui ha capito il giochetto di Bella, e quello stupito e preoccupato di Bella di cui sostengo lo sguardo cercando di non far trasparire quello che sento. — Ho bisogno d’aria.
Spalanco la porta con un colpo secco e appena sono fuori vengo colpito dall’aria fredda di fine ottobre. Alzo il colletto del cappotto e incrocio le braccia al petto per cercare più calore. Mi guardo attorno alla ricerca di un posto dove sedermi e ma oltre alberi, macchine e cespugli non c’è nulla. Così decisi di seguire le indicazioni del cartello che portava alla spiaggia. First beach è una spiaggia di ciottoli e accumulo di tronchi di ogni dimensione portati a riva dalla corrente che lo rendono un posto pittoresco.
 

 
 
In lontananza dei grandi scogli coperti dalla vegetazione, tagliavano l’orizzonte. Il cielo quasi completamente sgombro di nuvole. È la prima volta da quando sono qui che non domina il grigio scuro delle nuvole. Le nuvole al contrario sono dentro di me, non riuscivo a comprendere l’atteggiamento di Bella, perché lo aveva fatto? Mi ha creduto e quindi quale motivo aveva di fare quella sceneggiata? Che tutto quello che abbiamo costruito è stato spazzato via come neve al sole o che fosse tutto frutto della mia mente e in realtà le cose non sono cambiate?
Sono arrabbiato, ferito e deluso.
 
Raggiungo un tronco bianco vicino al bagnasciuga, accompagnato solo dal sibilo del vento e dal rumore dei miei passi sui sassi, e mi siedo puntando i talloni nello strato di sassi che copre il terreno e poggio le mani sulle ginocchia. Osservo l’orizzonte senza vederlo veramente così vago con lo sguardo sulla spiaggia. È deserta, non c’è anima viva, ora solo il rumore del mare spezza il silenzio tanto forte da nascondere qualsiasi altro suono, e così porto lo sguardo a terra, dove un piccolo sasso grigio scuro con delle striature bianche attira la mia attenzione. Lo prendo e lo soppeso rigirandomelo tra le mani: non troppo pesante, piatto e ben levigato. Mi alzai e trovata la posizione giusta lo lanciai. Rimbalza due volte prima di infrangersi contro un onda che si stava formando.
— Bel tiro — la voce di Bella mi spaventa. Mi giro di scatto e la vedo a pochi passi da me, raggomitolata nel suo giaccone con le mani nascoste nelle tasche per proteggersi dal freddo. Lo sguardo circospetto, esitante.
— Il tuo atteggiamento è alquanto infantile lo sai? — le dico senza tener conto del suo tentativo di approccio. Accenna un sorriso di scuse, ha capito benissimo a cosa mi riferisco.
— Lo so che è stato stupido… — inizia a dire ma si ferma esitante — ma quando ho visto il tuo sguardo su Quil e ho letto il fastidio nel vedere il suo atteggiamento ho agito d’impulso.
— Hai detto che mi credevi.
— E la Bella che è venuta fuori in quest’ultimo periodo ti crede… — dice accennando un sorriso più aperto di quello di prima che non posso non ricambiare ripensando a come abbiamo legato dal nostro primo incontro, — ma la vecchia Bella, quella cinica e che vede inganni ovunque no, e ha voluto, in un certo senso, ripagarti con la stessa moneta. — ammette con rammarico.
— Lo sai che stai ammettendo di essere gelosa? — dico con una punta di divertimento nella voce, anche se non toglie che sia ancora ferito. Bella china il capo a terra osservando i sassolini che muove con un piede.
— Beh… forse un po' lo sono. Sei la cosa più bella che mi è capitata da cinque anni a questa parte — ammette con un tono leggermente imbarazzato, lasciando me basito.
Si china a raccogliere un sassolino simile a quello che avevo preso io e lo lancia in mare. S’inabissa subito al che ridacchio per lo sguardo imbronciato di Bella. Tutta l’aura negativa che scoppia come una bolla di sapone e anche le nuvole dentro di me si diramano lasciando rispendere il Sole sul mio animo.
— Sei pessima — le dico mentre recupero un sasso che possa andare bene e mi avvicino a lei, prendo una mano, è ghiacciata e così la tengo imprigionata tra le mie per un po' prima di lasciarla libera e sostituire la mia mano con il sassolino.
— Il sasso deve essere liscio e piatto e lo devi impugnare tenendolo tra il pollice e indice e devi lanciarlo tenendo una traiettoria diagonale. Così — dico mentre mi posiziono dietro di lei per accompagnarla nei movimenti. Lei prima s’irrigidisce e poi si rilassa e segue i miei movimenti. Una sensazione di pace mi attraversa il corpo e mi piace credo che potrei farci l’abitudine, forse è meglio togliere il forse, ne diventerei dipendente. Così come potrei abituarmi al suo profumo.
— Prova — le dico staccandomi da lei. Bella mi lancia un’occhiata di sbieco e fa come le ho detto. Si mette in posizione, ritira il braccio per poi lanciare il sasso. Un salto, due salti, tre salti e affonda.
— Niente male.
— Già — concorda tornando a guardarmi.
— Se può farti stare meglio, sono anche disposto a non parlare con nessuna, beh a parte mia sorella… può diventare irritante quando qualcuno la ignora. — dico ridendo. — Da oggi la mia politica è “ Che tutte le donne mi stiano lontane”. Beh a parte una, ovviamente — e ammicco verso di lei.
 
Bella spalanca gli occhi stupita, le gote rosse per la mia rivelazione, e poi scuote la testa come dispiaciuta.
— Edward, non de… — inizia ma la blocco.
— Attenta, Bella! — esclamoafferrandola per un braccio e strattonandola con me lontano dalla riva. Un’onda abbastanza grande si era infranta a riva portando con sé alcuni rami.
— Ehi, ragazzi. Tutto bene? — la voce di Jake ci fece sussultare. Si avvicina trotterellando con Quil alle calcagna.
— Sì, tutto bene. Certo che sono pericolosi quei legni — dico tenendo Bella stretta a me. Non volevo separarmi e anche lei sembrava del mio stesso avviso.
— Sì, infatti è per questo che ci sono un sacco di cartelli che dicono di fare attenzione. Pensa che qualche mese fa il mare a portato a riva una quercia gigantesca. Non è lontana se vuoi ti ci porto — mi propone un Jake entusiasta.
— Meglio di no, si sta facendo tardi e mia madre inizierebbe a dare di matto — le sei sono passate da un pezzo e se non voglio trovarmi con la polizia che mi cerca per tutto il paese, mi conviene tornare a casa.
Jake, perde tutto il suo entusiasmo — peccato…
— Sarà per la prossima volta. È davvero bello qui — dico guardandomi un ultima volta attorno.
— Devi vedere la spiaggia all’alba, in quelle poche volte in cui il cielo è sgombro di nuvole. È uno spettacolo favoloso — è Bella a parlare. Chino il capo e la vedo che mi guarda sorridente.
— Magari mi ci porti tu. Che ne dici? — le propongo immaginando noi che dopo una serata passata insieme come una vera coppia ci fermiamo qui sulla spiaggia a guardare l’alba.
— Si può fare.
— Okay piccioncini, se volete un po' di privacy basta dirlo — ed è Quil a rovinare il momento. Jake gli tira una gomitata dritto nelle costole facendo piegare in due il ragazzo.
Bella si stacca da me e si stringe nel suo giubbotto mentre io fulmino con lo sguardo l’indiano. Perché non se ne torna dalle sue studentesse universitarie al posto di rompermi le uova nel paniere?
— Che c’è? — chiede con fare innocente massaggiandosi la parte lesa.
— Tu non sai proprio quando chiudere quella bocca del cavolo! — lo rimbecca Jake prima di girarsi verso di me e fare un sorriso di scuse.
 
— Vi riporto a casa? — chiedo dopo essere tornati nel parcheggio del bar.
— Io sto ancora qui. Papà è da Harry e sicuramente verranno qua a mangiare — mi risponde Jake.
— Tu, Bella? — chiedo, allora rivolgendomi a lei che era rimasta silenziosa al mio fianco.
— Anch’io dovrei andare. Charlie dovrebbe essere tornato.
— Bene, allora buona serata a tutti — dico salutando i due ragazzi con la mano.
— Ci vediamo domani, Jake! — urla lei e insieme ci incamminiamo verso la macchina.
Il tragitto fino a casa di Jake sembra più lungo di quello dell’andata forse perché prima c’era la voce dell’indiano che riempiva l’abitacolo, ora c’è solo silenzio. Io non parlo, lei non parla. Silenzio di tomba.
— Eccoci arrivati — dico parcheggiando davanti alla sua Mustang.
— Grazie — dice mentre si toglie la cintura di sicurezza, mi aspettavo che mi salutasse e scendesse, invece rimane seduta sul sedile a giocherella lare con la cerniera della sua borsa.  Una ciocca di capelli le scivola davanti al viso impedendomi di godere del suo sguardo, così alzo una mano fino a sfiorarle la guancia e la sistemo dietro il’orecchio. I suoi occhi saettano nei miei e il marrone caldo sembra essere sconvolto da un tremendo terremoto.
— Tutto bene? — le chiedo apprensivo.
— Non devi farlo per forza — esordisce dopo alcuni attimi di silenzio.
— Cosa? — chiedo interrogativo, non sapendo a cosa si riferisce.
— Quello che hai detto prima di non parlare con nessuna. Non è giusto… — sorrido e la blocco posando un dito sulla sua bocca. Soffice e calda come la ricordavo.
— Lo faccio perché ti voglio dimostrare che ci tengo a te e che ti puoi fidare di me. E ora scendi — la incito quando cerca di ribattere, — che non voglio trovarmi lo sceriffo davanti a casa con un mandato di arresto perché sua figlia non era in casa quando era tornato.
Bella ridacchia, apre la portiera e scendere. La guardo mentre raggiunge la sua macchina e solo quando entra parto.
Se per dimostrare a Bella che le altre non m’interessano sono anche disposto a ignorarle.
 














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Bene, che ne dite? Una decisione un po assurda quella di non parlare con nessuna ma magari servirà a Bella per scacciare tutti i dubbi. Che dite? Spero di leggere qualche vostro parere.
Per il cartello dei vampiri, beh... c'è veramente, pensavo fosse solo un ritocco o altro e invece no... americanata^^
Questa, invece, è la quercia - ma non si sa se è proprio una quercia - di cui parla Jake
 


Pazzesca, vero?
 
 

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Tre all’improvviso - Lei, lui e… 
Quando un compito ti cambia la vita.
Dal capitolo 1:
« Cullen, Swan! In coppia ».
Nello stesso momento due persone, un ragazzo e una ragazza, alzarono la testa di scatto e guardarono la professoressa con occhi sbarrati, come se davanti a loro avessero il demonio in persona.
La professoressa ignara della reazione provocata, camminò tranquillamente verso la ragazza mora poggiando un bambolotto sul suo tavolo. [...]
« Per le prossime due settimane sarete i genitori di questa tenera bambina » annunciò sorridente la donna continuando poi il suo giro.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 10/11/11 ] [ Aggiornata: 10/11/11 ] [ Note: AU, OOC ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 6 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 04/11/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    La promessa di una bestia - Ultimo capitolo
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 2 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 07/10/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
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    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 12 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 26/09/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 14 recensioni ]

    Isabella and the half-vampire - Ultimo capitolo
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 2 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 11/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
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    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]
 
   
 
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