Vincitrice del concorso Miglior Scena Lemon di EFP
“Ti avevo detto di no” sbottò, massaggiandosi i polsi, quando Arthur sfilò la sciarpa e se la mise al collo. “Sì.. ma non era un no vero” replicò Arthur, facendo scivolare un dito lungo la sua colonna vertebrale “Era un no, faccio un po’ il difficile, ma in realtà voglio che tu faccia esattamente quello che stai facendo”

“Le erbe afrodisiache sono molto potenti” stava dicendo saggiamente Gaius, annuendo come per dare più enfasi alla sua affermazione. "L’amore è una forza spaventosa, ma la lussuria è capace di ottenebrare il cervello dell’uomo più mite, facendo venire a galla i suoi istinti più selvaggi e primitivi." Merlin guardò il suo viso rugoso, provando una sorta di timore reverenziale. “Che il cielo possa aver pietà dell’uomo che è preda della passione”...

Compiva gli anni tutti gli anni con precisione clinica. Ormai era abituato a tutta questa faccenda dei compleanni...Perché era il primo giorno dell’anno nuovo ed era anche il suo compleanno. Ma non era questa gran questione, davvero. (Scritta per il compleanno di Colin anche se un pò in ritardo..)

Non sei davvero rimasto nascosto lì sotto tutto questo tempo, vero? Le parole di Arthur continuavano a suonargli nelle orecchie e francamente continuavano ad avere un sapore strano. Anche se fosse rimasto nascosto sotto il suo letto – cosa che per altro aveva dell’assurdo - quale poteva mai essere il problema? Forse Arthur aveva paura che l’avesse spiato mentre si spogliava, ma andiamo.. l’aveva già visto nudo e per amor di precisione l’aveva visto nudo un sacco di volte.

Colin incrociò quegli occhi azzurri, pericolosamente disarmanti. Non se ne rendeva conto. Semplicemente il suo co-star non capiva quanto bene gli riuscisse di portare la gente all’esasperazione... e la nottata era ancora molto lunga....

“Non so che forma abbia il dolore. Non so se sia spigolosa e dura, oppure se si plasmi come una maschera di cera sulla dimensione di ciascuno.
Non so se in fondo abbia una forma, oppure sia veleno aeriforme che ognuno inala per poi veder venir meno il fiato.”
Severus Snape, una foto, una lettera, un ricordo.
Un dolore per sempre.
SPOILER HARRY POTTER and THE DEATHLY HALLOWS

“Ci sarebbe stato tempo, forse, un giorno, per raccontarci tutto ciò che non eravamo mai riusciti a dirci.
Un giorno. Ma non 'quel' giorno.
Quando, ed adesso lo so, è iniziato tutto. O forse dovrei dire è finito.
Quel giorno è finita la nostra attesa.
Ed è iniziata la mia veglia.”

C’è un’intera realtà
scandita di ricordi
che aspetta solo d’essere vista con occhi nuovi.

Sirius si è convinto per chissà quale assurdo ragionamento che la maniera migliore di esprimere ciò che prova sia una lettera d’amore, anche se la stesura non sembra delle più semplici: complici amici, conoscenti nonché una naturale incapacità di fondo.
Una trama sentita chissà quante altre volte.
Del resto è solo un’altra banale dichiarazione d’amore.

Le cicatrici sono strani lembi di pelle.
Non rivelano età, malattia, pallore o salute.
Sono brutte.
Eppure Sirius le ama.

Dedicata a un licantropo.

“-Vigliacco!-
Ma cosa ne sa questo bambino presuntuoso del coraggio di essere uomo, di zittire il pianto dell’anima e trasformare se stessi in mostri?
Ma cosa ne sa questo bambino superficiale del coraggio di continuare ad amare in silenzio e di essere ricambiati dall’odio?
Ma cosa ne sa questo bambino irruente del coraggio di scegliere una vita di dolore ad una morte purificatrice?
-Non chiamarmi vigliacco!-”

“Come si fa a staccare un chewing-gum dalla suola della scarpa, quando si è bello e solidificato da un paio di giorni?
No, non si può, non è una risposta!
Io, devo trovare una soluzione. Assolutamente.
No, no, no! Altri due giorni di 'Won-Won', che inizio a sodomizzarmi per trovare un qualche sollievo.”