[Lavi - Deak]
Poi rimasero immobili, a fissare verso il basso. La macchia rossa si allargava lentamente, tendendo i propri tentacoli viscosi come fili di ragnatela.
Deak chiuse gli occhi, e non disse più nulla.
[Lalala... ♫]

[Lavi-centric ( -> Lenalee)] [Surprise]
« Perché lei si e lui no? » domandò semplicemente, senza astio né malizia nella voce.
L’esorcista si sorprese di quella domanda, e non rispose subito. « … lui non era morto. » si giustificò dopo un po’, a bassa voce. Aveva ancora il capo chino e le braccia sul capo, come a nasconderlo.
« Ma tu non lo sapevi. » gli fece notare l'altro, non soddisfatto della risposta.
« Lui non era morto. » insistette Lavi.
« Tu non lo sapevi. »

[Mugiwara-centric] [Angst] [no-pairing]
Fosse stato un altro giorno –fosse stato un altro momento, un’altra ora- Rufy e Usopp lo avrebbero guardato con tanto d’occhi e avrebbero esclamato un “oooh” di bassa ammirazione, seguiti da un Chopper confuso e una Robin ridacchiante.
Ma era quel giorno, e i Mugiwara non poterono far altro che rimanere in silenzio.

[(Surprise)] [Nonsense]
Arricciò le labbra, inspirò dal naso e attese.
Sperava di avere un po’ più tempo. Lo sperava davvero.

[Dedicated to Yamamoto]
[24 Aprile - Happy Birthday, stupid baseballman!]
In quel momento Yamamoto assottigliò lo sguardo e divenne serio, concentrato. Ci metteva l’anima, ogni volta che giocava. In ogni cosa che faceva, a dire il vero. Solitamente con un sorriso sulle labbra e la voce cristallina che rideva, spensierata.
Ma non quella volta.
[Tsuna + Hayato + Takeshi]

C’era il vento. C’erano le lapidi –tante e tutte in fila, una schiera di uomini che sarebbero rimasti soldati fino alla fine- e l’erba opaca. C’erano tre pezzi di marmo avanti agli altri, di fronte a loro, e tre nomi. Tre date e nessuna dedica.

[AreRina] [Angst]
Cominciò a fare freddo.
Un po’ per il vento, un po’ per la pioggia. Un po’ per l’acqua che gli scivolava dal viso fino al collo, dal collo fino al petto e al ventre, un po’ per l’aria gelida che gli si infilava tra i capelli bianchi, facendolo rabbrividire involontariamente.
Ma Allen era forte, non si sarebbe di certo fatto scoraggiare da simili inezie.
Allen era grande, non era più un bambino. Non aveva più quindici anni, un braccio ingessato e non si trovata in una classe di sciocchi adolescenti complessati e svogliati.
Allen aveva vent’anni, ed era solo.

La serata dedicata all’Horror era di martedì, dopo il Karaoke del lunedì e prima dello studio del mercoledì.
La settimana prima avevano visitato il cimitero, quello appena fuori città, con i lampioni rotti e i cancelli arrugginiti. Avevano preso le torce, due pale e un sacco di stoffa.
Avevano preso i vestiti vecchi, quelli in fondo all’armadio, e le felpe con i cappucci.
Quel martedì avevano deciso di andare ai vecchi magazzini.
Ci abitava un fantasma, dicevano.
Ci abitava un demone, con occhi rossi come le fiamme dell’inferno, avevano sentito dire.
«Bah. Un demone, certo.»

Era anche lì, quella sensazione. Quel senso di freddo compatto che ricordava terribilmente il viscido dell’acqua addosso.
Se avessero sbagliato, avrebbero sempre potuto tornare indietro.

[Flashfic su Black*Star]
Black*Star era casinista, era forte. Lo sapevano tutti.
E poi era successo.
Bam. La Star non era più tale.

Raccolta di One-shot e Flashfic su Lavi, Kanda e Allen. Rating e Pairing vari.
[...] [7. Honey Bitter] Fece leva sui gomiti, spostò una ciocca di capelli bianchi e poggiò la bocca sul collo quasi altrettanto chiaro. [Lavi x Allen - Kanda x Allen(centric) - Notte 23. -rating giallo-]
[8. God, That's Good!] Non aveva la testa poggiata sul cuscino, eppure sentiva distintamente un profumo – non seppe dire se dolce o forte, ma comunque piacevole e nostalgico – che ad ogni respiro si faceva più distinto, più chiaro.[Lavi x Kanda x Allen, implicito - Notte 16. -rating verde-]
[9. Change] Allora aprì la bocca per ribattere, alzando un dito per richiamare l’attenzione, quando si rese conto che comunque non sarebbe servito a nulla. Quindi lasciò perdere, sentendo Lavi chiamarlo -alternando suppliche e richieste dal senso più o meno equivoco- e scosse la testa. [Kanda x Allen(implicito) - Lavi x Allen(centric) - Notte 11. -rating giallo-]
[10. Dreary] «Allen…» (...) ...gli si stese vicino, coprendosi come poteva con un lenzuolo trovato in fondo al letto, e lo strinse a sé. [Lavi x Allen - Notte 39. -rating rosso-]
[11. Know-It-All] Allen prese fiato e aprì bocca per dire qualcosa, ma quando si rese conto di non saper bene come reagire a quella piccola rivelazione la richiuse, corrucciando lo sguardo. «Ah» si limitò a replicare una seconda volta. [Lavi x Allen(implicito) -notte 17. -rating verde-]
[L'ispirazione ha fatto puff! Aggiornerò non appena tornerà.]

[Lavi x Kanda x Allen x Lenalee, implicito]
«Whoa!» esclamò uno, dai ribelli capelli rossi, lasciandosi andare del tutto sopra il primo ragazzino, quasi trascinandolo a terra.
«Ahi! Lavi, Lavi piant-»
E caddero.
Il giovane rimasto alzò gli occhi al cielo e fece schioccare le labbra, infastidito, limitandosi poi a guardare la ragazza che ridacchiava appena.
Sentì un fruscio, distrattamente.
«Ehi, ma non sembra la casetta di marzapane?»
Uno scalpiccio e un ringhio.
«…dove sono Kanda e Lavi?»
-Chi lo sa, chi lo sa...-

Un brutto gioco andato male. Una voce, insistente, una risata acuta che li rincorre.
Tre ragazzi, in un mondo senza Akuma e Innocence, che davanti ad un demone non possono far altro che scappare.

Un botto, un rumore, un singhiozzo.
Un ricordo, nostalgico.
Due fantasmi, un ragazzino. E una Lady che si è persa di sotto.

Tornò a guardare davanti a se, con una scrollata di spalle, quando qualcuno gli andò a sbattere contro, urtando la sua spalla con una forza tale che quasi lo fece cadere a terra.
Riconobbe distrattamente una testa bianca che continuava ad andare avanti, senza nemmeno girarsi per chiedere scusa, e il rosso mosse istintivamente una mano.
La strinse attorno al braccio del ragazzino, trattenendolo.
«Aspetta»
Quello si girò a guardarlo, puntando i sui occhi chiari, quasi argentati, su di lui. Attento, impassibile, totalmente preso.
[Un mondo perennemente bianco e grigio, monotono. Un'atmosfera malinconica, noiosa. Aria di pioggia, sempre.
E un ragazzino dai capelli bianchi che si infila letteralmente a forza nella sua vita.]