Recensioni per
L'aquila di cenere e ossa.
di Uptrand

Questa storia ha ottenuto 246 recensioni.
Positive : 238
Neutre o critiche: 8 (guarda)


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Recensore Master
21/06/20, ore 22:07
Cap. 1:

Walking Dead nell'Impero Romano? Di sicuro un'idea originale.
Interessante anche l'antefatto, con questi ragazzi delle tribù germaniche ormai completamente naturalizzati romani, e il fatto che Druso sia diventato imperatore invece di morire. Sono proprio curiosa di vedere meglio quest'impero alternativo!
Un inizio interessante, complimenti!

Recensore Master
21/06/20, ore 09:36

Eccomi per lo scambio del giardino di Efp.
Mi mancava questa storia su Roma. Ogni volta i tuoi intrecci tra la storia vera e la tua si mischiano benissimo.
La decisione di lasciar perdere la spedizione per la britannia mi è sembrata una scelta giusta infondo quei territori così lontani dall impero sono sempre stati un grosso problema e vedere come hanno risolto usando le isole minori mi pare un ottima idea anche per eventuali incursioni in altri luoghi.
Spero che aggiornerai presto questa storia ciaoo e alla prossima.

Recensore Master
03/06/20, ore 12:07
Cap. 1:

Ciao!
Malgrado sia una storia soprannaturale io scorgo l'ambientazione storica, cosa che non mi dispiace affatto, essendo una delle mie materie preferite è sempre bello leggere qualcosa che riguarda queste caratteristiche, se comparate poi col genere che hai scelto, è un mix perfetto per i miei gusti personali. Mi piace che venga messo in evidenza il contrasto con il suo modo di vivere odierno e di quelli che lo hanno preceduto, è sempre accattivante leggere di queste differenze che danno un termine di paragone.
Ti dico che adoro che si inizi a parlare di passato e di natura come introduzione, e che tu presenti in prima linea e subito il personaggio principale, la sua introspezione e anche il suo aspetto fisico, di come è mutato il suo modo di vedere le cose da quando si è spostato dalla zona natale a un territorio sconosciuto, ma che adesso è parte di lui.
E' evidentemente un uomo forte, un guerriero, con molta voglia di spendersi e mettersi in gioco, e sono curiosa di vedere come si svilupperà il tutto, è un primo capitolo davvero interessante.
A presto!
(Recensione modificata il 03/06/2020 - 12:09 pm)

Recensore Master
06/05/20, ore 23:02

Ciao Uptrand,
torno volentieri su questa storia che, piano piano, prende risvolti sempre più pericolosi, e ingestibili.
C'è una cosa che dici, all'inizio, ovvero che la fuga è di certo la migliore strategia. Che, l'importate, è correre. Sono una grande appassionata di videogame, e tra questi c'è la saga di Resident Evil e di Silent Hill. Ricordo che nel terzo capitolo di quest'ultimo, il miglior modo per sfuggire ai mostri, era proprio correre e seminarli, cercare di combattere il meno possibile, specie senza arma, o armi che potevi perdere in un battibaleno... dunque questo ragionamento lo trovo coerente, giusto. Laddove però gli uomini vincono con la velocità, i non-morti sono capaci di trovare un essere umano col solo fiuto e sono di certo caparbi. Il loro obiettivo nasce dall'olfatto, dalla percezione dell'uomo che per lui è cibo, e dunque non trova ostacoli davanti a sé, cerca di valicarli e arrivare dove deve, per poi fare tabula rasa e proseguire ancora. Insaziabili e numerosi i non morti sono dei nemici temibili, che non hanno la percezione del pericolo e il buon senso di retrocedere.

Nel finale mi sono sentita catapultata lì, in uno stato di angoscia e paura. Come i soldati guardavo quella gente venir divorata, uccisa... chiedere un aiuto che ormai non potevano più ottenere, per anche se ci si salva da un non-morto, una volta morsi non si torna più indietro. Dunque l'unica soluzione è quella detta poc'anzi: scappare, fuggire, salvarsi ed essere più veloce di quel nemico e più astuto, senza fermarsi mai.
Sembrano ondate inbloccabili, ma staremo a vedere.
Un terzo capitolo interessante, come lo sono le basi di questa storia.
Un caro saluto,
Miry

Recensore Master
04/05/20, ore 00:36
Cap. 5:

Buonasera caro, eccomi qui dopo poco per continuare la lettura della tua long; altro capitolo breve incentrato sulla figura del nuovo imperatore romano, di cui dai accenni nel complesso familiare e legame fraterno con il maggiore, non in successione di potere bensì come comandante e stratega eccezionale. Augusto ha scelto il minore che però ha mantenuto con sé Tiberio come fidato collaboratore: interessante il modo di ragionare, tattico e ben ponderato effettivamente… in un mondo maledetto, dove stanno continuando a rischiare di perdere terreno e capacità di approvvigionamento, si tenterà di recuperare una terra fertile, fondamentale per la produzione di cibo, strappandola ai non morti. Il ragionamento fila liscio, è una sorta di banco di prova in piccolo: la sfortuna ha voluto l’approdo del Male in un’isola, ma è anche vero che se esso viene eliminato, è impossibile che torni. Giusto? Almeno così pensano loro e spero io, e mi auguro di cuore che la spedizione di Tiberio possa avere il successo sperato perché questo mostrerebbe al popolo terrorizzato che in fondo, Roma è ancora capace di riprendersi il maltolto, ciò che è suo. Mi piace come alterni momenti di tensione, perdite, morte e disgrazia a periodi di calma calcolata ed indagatrice, dove si scelgono destini e si studiano soluzioni; a parte qualche piccolo refuso trovo la scelta di capitoli brevi azzeccata, di modo da concentrarti sugli avvenimenti più importanti e sulle figure fondamentali di questo periodo nero della storia dell’Impero Romano. Ad ogni pubblicazione la mia attenzione aumenta perché una parte di me teme per il peggior scenario possibile, ma l’altra ritiene che con le giuste scelte di un imperatore accorto ed intelligente si possa in qualche modo sopravvivere fino a… eh, fino a? Fino alla scoperta di una soluzione? Fino a che non moriranno tutti? O fino a che questa sorta di maledizione non si estingua da sé? Chi lo sa, naturalmente non vedo l’ora di scoprirlo procedendo mano a mano con le letture. Alla prossima caro, come sempre un approdo stimolante nel tuo profilo; buonanotte e buona ispirazione! :3

Recensore Master
03/05/20, ore 00:21

Buonasera caro, eccomi qui per procedere con la lettura di questa long. Questo capitolo di passaggio l’ho trovato molto interessante, perché dai confini e dal mondo esterno ora ti sei spostato su Roma e sull’attuale situazione dell’impero nella capitale. Attraverso l’occhio del regnante mi hai mostrato ciò che è accaduto, come si sono mossi negli anni e quanto abbiano fatto – e di fatto perso – per essere dove sono ora. Roma e l’impero hanno perso un punto di riferimento incredibile, rassicurante, potente, ma noto con piacere che non da meno si mostra Druso: un operato portato avanti con riflessione e pensiero per il futuro considerando ciò che è accaduto al di là dei confini. Noto anche un attaccamento maggiore tra i commilitoni ora che il numero incredibilmente alto di presenze sembra rassicurare una grande barricata fisica contro i non morti; una sensazione di rinvigorimento che è passata per momenti di panico, puro terrore, insubordinazioni stroncate con sangue e azioni punitive drastiche e definitive atte a mantenere un ordine che valeva più della vita di coloro passati a fil di lama. Sembra esserci un attuale equilibrio, la mia speranza è che possano trovarsi pronti per quanto il nemico riuscirà a passare le barriere.
Perché sono convinta che questo accadrà presto o tardi, e cosa resterà se perderanno buona parte dei legionari in occidente? Mi piace come tu riesca sempre a mantenere vivo il mio interesse, perché ad ogni capitolo mi aspetto d’avvicinarmi al fatidico punto di rottura. L’idea di utilizzare un classico come l’invasione di non morti che fa terra bruciata attorno ad uno specifico punto, in questo caso un impero, reinterpretandolo in un contesto completamente fuori da quelli utilizzati in film e libri, mi piace, e mi porta a voler scoprire ancora di più di questo tuo progetto. Alla prossima, buonanotte e buona ispirazione! :3

Nuovo recensore
22/04/20, ore 11:28
Cap. 11:

Giuro solennemente che al prossimo scambio passerò da una storia su Mass Effect.
Il fatto è che ricordo ancora bene questa long e mi mancano ancora un po' di capitoli per mettermi (momentaneamente) in pari, senza contare che mi ha sempre incuriosita, quindi ho pensato di proseguire questa, almeno per questa volta.
Anche questo capitolo mi è piaciuto, abbiamo modo di vedere sia la luce che l'ombra dovute a questo trionfo, nonché titolo del capitolo stesso: da una parte, la voglia di festeggiare, di rendere omaggio alle divinità offrendo loro doni nella speranza che non mandino mai più una piaga dall'Ade, distribuire il grano al popolo e progettare la rinascita della Sicilia ora che è stata liberata dai non morti.
Dall'altra, invece, il timore che i festeggiamenti non dureranno a lungo poiché la consapevolezza di essere comunque circondati da quelle creature è reale e si farà nuovamente strada in chiunque, smorzando tutta l'euforia e facendo ritornare la paura.
In ogni caso, è vero: la paura aiuta a restare vigili e in vita, specie in una situazione del genere, perché per quanto sia felice del trionfo dei romani, i non morti restano comunque creature imprevedibili e potrebbero tornare da un momento all'altro -- come se ciò non bastasse, né è stato trovato uno in un villaggio di pescatori nel Brutium, che non dista molto da Roma. Ed è arrivato galleggiando dalla Sicilia, da quel che si sa.
Insomma, la situazione è ancora molto incerta e i dubbi di Druso sono più che leciti; anzi, il momento dei festeggiamenti è proprio quello di maggior vulnerabilità, secondo me.
Chissà come proseguirà.
È stato un capitolo molto interessante, mi è davvero piaciuto.
Alla prossima ~

Harriet;

Recensore Master
12/04/20, ore 16:35

Buongiorno caro, eccomi qui tornata dopo tanto tempo – troppo! – in questa storia che avevo avuto modo di cominciare a leggere qualche mese fa. Un capitolo molto breve ma che comunque aggiunge sempre qualcosa in più alla storia, mano a mano che si procede. Insomma, mi ritrovo a sapere che questi esseri oltre ad essere instancabili hanno l’istintiva capacità di unirsi in gruppi così da poter “cacciare meglio”, oserei dire, ed il fatto che siano in grado di riconoscere a gran distanza la presenza dei vivi è una gran bella gatta da pelare. Fortunatamente noto che in quel luogo sono in grado di gestire anche gli assembramenti senza perire per forza, come era invece accaduto in passato; quando ho letto l’aneddoto di quello che pareva un vero e proprio assedio alla città mi sono venuti i brividi perché si comprende quanti siano in realtà e quanto poco basti a far ingrandire il loro numero. L’evento riportato a galla è terrorizzante, davvero, mi sono immaginata la scena di queste persone, davvero tante persone che vengono massacrate una per una senza pietà e con vorace bisogno di nutrimento, mentre vengono abbandonate a loro stesse dai soldati che erano riusciti a malapena a scappare.
Più passa il tempo, peggio è, ma sembra che si riescano a studiare delle strategie pe r contrastare questa piaga dell’umanità. Mi piace come tu entri nel particolare parlando di quel periodo, utilizzando termini tecnici di marchingegni dell’epoca accostati ai luoghi ben precisi con accuratezza. Più vado avanti e più voglio scoprirne, è interessante e ha quel sapore di racconto senza tempo che sembra mirare a portare l’umanità al collasso.
Spero di aver l’occasione di tornare presto su questa storia, perché a mio parere è passato troppo tempo dalla mia lettura sul tuo profilo. Non ho riscontrato particolari refusi e la brevità del racconto mi permette di poterlo leggere in ogni momento della giornata, anche con poco tempo a disposizione; sono dell’idea che sia meglio mettere qualche capitolo in più ad ogni storia, raccolta, serie piuttosto che accorparne e renderli pesanti e troppo lunghi. Alla prossima caro, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
25/03/20, ore 18:05

Mi ero ripromessa di passare ancora da questa storia ma poi sono stata presa da altro, la rileggo con piacere. E' proprio molto intelligente la tattica di usare la lancia da cinghiali per tenere a distanza i non morti. Mi pare di capire che siano zombie senza cervello, ma con ancora un corpo trafiggibile, non scheletri? Mi interesserebbe un sacco scoprire COME si sono formati tanto per cominciare, cioè si tratta di una maledizione, una profezia, una malattia? E questi tre morti di cui parlano, perché sono importanti?
Comunque anche se è "relativamente facile" ucciderli, mica sarà semplice affrontarne un branco: come fai ad arrivare alle spalle e tagliargli la testa se ce ne sono un fottio di altri intorno? Spero che non siano abbastanza "furbi" da organizzarsi in branchi, ovviamente dico furbizia ma sarà più che altro istinto, o caso. Gran bella storia, comunque.

Recensore Master
18/03/20, ore 14:40
Cap. 1:

Ehi!
Eccomi qui, di fronte a una premessa davvero molto carina. Antichi romani… e non morti? E a racing rosso per di più, senza lesinare nel sangue e nel Dolore con la D maiuscola! Sono davvero curiosa, e come introduzione alla questione… sì, mi hai preso.
Apprezzo molto come hai inserito come protagonista di questa storia un personaggio non romano di nascita, ma inserito con la forza e a seguito di una fuga tremenda di cui ricorda così poco. Mi sembra la perfetta combinazione di storia e Storia, un’integrazione impercettibile della minaccia Non Morti all’interno della storia romana che conosciamo e riconosciamo. Cosa sarebbe successo se ci fosse davvero stata un’invasione di morti viventi nell’Antica Roma? Sicuramente questo. Le mire espansionistiche continuano a non fermarsi, e per le tribù germaniche c’è davvero poco da fare.
Mi complimento per la conoscenza dei dettagli storici, che personalmente non sono in grado di confermare non essendo un’esperta di storia, ma tutti questi dettagli mi piacciono e mi sembrano decisamente funzionanti. Si respira un’aria di tensione, di incertezza, di dubbio costante. Come uscire da questa situazione, a che sistema rivolgersi. E nel mente le tribù più maltrattate e abbandonate a sé stesse cercano di sopravvivere e superare la loro situazione di inferiorità rispetto alla schiacciante potenza romana, lasciando portare i ricordi con un boccale di vino. Un’immagine triste, agrodolce, che aggiunge un po’ di intima umanità a questa tragedia di scala globale.
Un appunto sta nella punteggiatura, soprattutto qualche punto staccato dalla parola precedente. Ma è davvero un piccolo dettaglio paragonato a questo contesto ottimamente costruito, che mi rende curiosa di sapere come procederà.
Ti saluto, sperando di rivederti presto.
Lady R

Recensore Master
15/03/20, ore 17:44

Buongiorno, caro!
Sono sempre più grata al Giardino, poiché oltre a spingerci a confronti che portano alla crescita mi permette anche di scoprire storie intriganti, e come ho sempre detto ammiro l'impegno che sta dietro all'ideazione di una storia Originale.
Questo terzo capitolo ci permette di conoscere ancor meglio i Non-morti, vengono chiariti altri due vantaggi e un altro vantaggio degli uomini. Resistenza e fiuto contro velocità e furbizia. Per il momento le due parti non mi sembrano sbilanciate quanto a punti di forza e di debolezza, ragion per cui i Non-morti restano una concreta e terribile minaccia, finché per gli uomini i vantaggi non supereranno gli svantaggi.
Ho apprezzato il fatto che hai sottolineato che i Non-morti non hanno affatto bisogno di dormire, dopotutto è così, c'è un detto che dice "il maligno non riposa mai" e penso che sarebbe stato perfetto come titolo di questo capitolo (ma anche "L'importante è correre" è molto significativo e evocativo, in questa storia il primo consiglio che verrebbe da dare ad una vittima è: corri!).
In genere sono un amante dei capitoli lunghi ma in questo caso ci permettono di conoscere lo status quo.
Bravissimo, lo stile e l'ortografia è impeccabile e si fa sempre più grande la curiosità di scoprire come si evolverà lo scontro.
Un bacio,
Karen.

Recensore Master
26/02/20, ore 15:53

Buongiorno, carissimo!
Allora, ho provato a leggere le storie di Mass Effect ma facevo fatica a comprendere le varie dinamiche quindi ho deciso di dedicarmi a questa Originale che, SORPRESA, avevo già iniziato a leggere un po’ di tempo fa! Non me lo ricordavo, cavoli, comunque già la prima volta ero rimasta positivamente colpita e mi ritrovo a rinnovare la prima impressione.
Amo il genera sovrannaturale e l'idea di questa temibile minaccia che costituiscono i non-morti mi affascina da morire, principalmente perché quando si parla di non-morti si parla di aggressori senza odio e senza paura, che vogliono solo la distruzione e la morte; non puoi manipolarli, non puoi cercare un compromesso, una tregua, non puoi promettergli niente in cambio, qui si tratta di uccidere ed essere ucciso.
Infatti mi ha sorpreso in questo secondo capitolo leggere che consideri l’incapacità dei non-morti di pensare uno svantaggio. Da una parte lo è, certo, ma c’è anche da dire che mentre l’uomo ha, com'è normale che sia, paure, dubbi, insicurezze, magari anche mentre combatte si fa le sue paranoie, i non-morti sono privi di questa debolezza, attaccano e basta.
L'ambientazione storica permette di mettere un punto di confine tra il lato fantasy e quello realistico della storia, il che è ottimo perché permette di parlare anche dei conflitti dell'uomo antico, dove tutto era molto più difficile rispetto ad oggi.
I capitoli sono un po' corti per i miei gusti, ma capisco se è una scelta voluta, per permettere di fare il punto della situazione senza distrarsi troppo.
Penso che una storia Originale dia molte soddisfazioni quindi complimenti per aver deciso di intraprendere anche questa strada!
Un bacio,
Karen.

Recensore Master
20/02/20, ore 22:13

Ciao Uptrand,
eccomi qui per lo scambio a catena e per proseguire questa tua long che mi aveva molto incuriosito già dal primo capitolo. Volevo farti un plauso per questa bellissima frase iniziale, che ho trovato davvero ricca di spunti di riflessione:

Due erano i grandi vantaggi dell'umanità sui non morti, il primo era il saper pensare.

Dopotutto si ha a che fare con non morti, essere incapaci di pensare ma mossi solo dal puro istinto; l'umanità restante vigile ha ancora la testa per pensare e questo, dopotutto è sia un'arma che un oggetto del desiderio, da divorare.
Il racconto del cacciatore di cinghiali sembra una metafora, una leggenda raccontata per dare un insegnamento, e in effetti forse è proprio così. L'uso della lancia, sicuramente un'arma in grado di causare molto danno anche a pelli molto corazzate e forti, come appunto quelle dei cinghiali, non a caso dono fatto a Tiberio.
Insomma, tra i vari riferimenti storici, la fusione con gli zombie, la muraglia che per ora è una sicurezza, ma che sono certa avrà vita breve, con una minaccia simile che si estende a macchia d'olio. Vedremo poi i "celeberrimi" tre morti di cui parla il SIMPATICISSIMO Centurione che vuole far pulire i cessi a Eligius, sono proprio curiosa!
Alla prossima,
Miry

Recensore Master
19/02/20, ore 21:27

Eccomi per lo scambio a catena.
Torno nel tuo what if a tema zombie e romani che sono sincero mi mancava.
la spedizione sembra sul punto di partire ma, come al solito, ci sono problemi ai vertici come atteggiamenti non troppo seri e anzi abbassamento pure dei costi sulle provvigioni.
Con la seconda parte pure io presumo sia veleno e spero che, il soldato, riesca a salvare il figlio dell'imperatore stavolta.
Ciaoo e alla prossima.

Recensore Veterano
28/01/20, ore 15:58

Ed eccomi qui per l’iniziativa l’ABC delle recensioni.
Continuo su questa storia perché l’avevo lasciata in sospeso e, come sai, non conosco molto bene il fandom di Mass Effect, senza contare comunque che, già nelle precedenti recensioni, avevo elogiato l’originalità di quest’opera che mi attrae particolarmente (mi piacciono particolarmente Z-movies e tutto ciò che ruota intorno agli zombie in generale).
Il capitolo comincia con la descrizione di quello che è il maggior vantaggio della razza umana rispetto a quella non morta: la velocità dei movimenti. Un cliché, insomma, che però li rende canonici quanto basta da poterli immaginare facilmente.
Non è una novità, avevi già descritto una scena d’azione nel capitolo precedente che faceva intuire comunque questo vantaggio, è bene ribadirlo però, così che il lettore l’abbia sempre fresco nella mente. Altrettanto giusto, di conseguenza, portare alla luce quelli che sono i vantaggi dei non morti, invece. Una smodata forza fisica e una resistenza fuori dal comune fanno da contrappeso sulla bilancia per la loro scarsa mobilità. Giusto, equo, e fuori canon. Praticamente sono dei barbari in modalità berserk.
Come ulteriori contrapposizioni vi sono: la naturale necessità dell’uomo di dormire a confronto con quella dei non morti che, invece, non riposano mai e quindi braccano le loro prede al di là dei limiti umani grazie al fiuto che è più paragonabile a quello animale, a questo punto.
Insomma, un posticino dove dormire tranquilli.
A pagarne le conseguenze – carissime aggiungerei – furono le popolazioni germaniche che, prima pare riuscissero a tener botta vantandosi delle vittorie ottenute salvo poi essere sconfitti in una guerra fatta di resistenza alla stanchezza. Sul lungo, infatti, il logorio dell’essere umano privato del sonno può essere fatale, anche senza non morti alle calcagna, figuriamoci in una situazione del genere. Qui vi è una frase che ti segnalo poiché stona un pochino rispetto al contesto che, finora, non ha riservato alcun tipo di errore:
[...]In più appreso con orrore che anche solo un morso da parte di quei mostri ti trasformava in uno di loro.[…]
Credo che l’errore sia solo nel verbo, dovrebbe essere […] appresero […] perché stai utilizzando come soggetto i guerrieri.
Tornando al testo, pare che le disgrazie per i popoli germanici non siano terminate perché dall’Oriente arriva una grande orda di non morti che piega definitivamente la loro volontà costringendoli a piegarsi sotto l’aquila romana alla quale avevano resistito fino a quel momento.
Segue l’introduzione di un nuovo personaggio, Curculio, centurione veterano che, con poche righe, lascia traspirare la sua abilità di stratega sopraffino. In primis, con un modo di fare burbero e molto in linea con l’immaginario legato a un personaggio del genere, rimettendo in riga Eligius e ordinandogli di correre a prendere l’artiglieria e poi con la massacrante marcia a cui sottopone i suoi uomini pur di arrivare ad Alessandretta in tempo.
Cosa per cui tutta la sua legione dovrebbe essergli grata dato che è l’unico motivo per cui sono riusciti a scampare all’assedio dei non morti, entrati in città dopo essersi ammassati attorno alle sue mura.
La scena finale è la ciliegina sulla torta di un capitolo davvero interessante. Gretta e rude, con i legionari romani che osservano gli abitanti di Alessandretta venir divorati sulle banchine, imploranti una protezione che i soldati non possono più fornirgli. Immaginarla è stata veramente facile e, devo dire, molto splatter e frustrante. Così ho empatizzato i sentimenti a bordo della nave, il manipolo di uomini che osserva la disfatta della città sapendo che avrebbero potuto magari far qualcosa, prima di riprendere coscienza e capire che, invece, sarebbero periti anche loro nel tentativo di dar man forte.
L’ho detto e lo ripeto: storia decisamente brillante. La scelta di pubblicare capitoli corti e delle descrizioni piuttosto asciutte non ne inficia affatto la leggibilità, anzi, invoglia a proseguire capitolo per capitolo. Come quando si mangiano ciliegie.
Solo che qui sono legionari romani contro non morti.
Decisamente più gustoso.
Ti rinnovo i complimenti, intanto ti saluto…

...ci leggiamo presto.