Ci sono cose che i soldi non posso comprare. Una frase fuori luogo nella Guild, ma che nasconde un minuscolo fondo di verità.
Storia partecipante al tredicesimo anniversario del mitico thexiiiorderforum
Prompt: #"Tutto ha un prezzo"

Kakashi zoppica. Genma lo nota e chiede spiegazioni... ma sa già qual è la risposta.

Mi diedero ordine di pulire come una qualsiasi altra volta il lurido cesso della caserma situato nel corridoio opposto al mio dormitorio e lì trovai un corpo morto,un uomo vi si era suicidato in quel lurido cesso impiccandosi alla lampada al neon proprio sopra la mia testa,prima di porre fine alla propria vita doveva aver inciso probabilmente con un coltello quella scritta agghiacciante sul muro opposto alla porta d’entrata ma io allora mamma non vi feci alcun caso ma incosciamente lei si aggrappò saldamente ai miei ricordi.
«Andiamo tutti all'inferno» e adesso ho capito che non c'è cosa più vera mamma,tutti qua siamo dei fottuti peccatori.

Lei aveva solo 16 anni,era una delle tante normali ragazze adolescenti,potrete pensare,in verità solo lei era consapevole di cosa stesse succedendo.Era il giorno del suo 16esimo compleanno quando immersa nei suoi pensieri ricordo quei 2 occhi scuri sprofondare nei suoi,quando il suo sguardo la scrutava attentamente senza lasciarla:'ed era trascorso solo un anno,mi ripetei quando punto il mio sguardo prima di andarsene,sapevo che sarebbe successo,sussurrò quelle parole che mi trapassarono la testa per ben 12 mesi:non è finita Juliette'.

-Questa one shot ha partecipato al contest “Il Club Dei Duellanti – Secondo Turno” indetto da _fabi, V ogue e Lilyblack- E' il 31 Ottobre e James e Lily Potter sono costretti a rimanere segregati in casa. Chi ne soffre di più è proprio James. Sembra una serata come tante, ma nessuno dei due sa che sono le loro ultime ore di vita.

Questa ff è per Jimmy che non c'è più purtroppo...love u Jim

Dal testo:
«Amanda Stone, la mia ragazza, insicura forse più di tutti gli esseri umani sulla terra, forse per via dei suoi chili in più che la rendevano perfetta.»

"Sapevo che mi avrebbe fatto male e quella sera non mi sembrava proprio il caso. Se avessi voluto provocarlo avrei dovuto chiamarlo con il suo vero nome: Brian; lui lo odiava per cui se volevamo rimaste tutti vivi bisognava chiamarlo Syn."

Legolas riflette sul significato che una persona può avere nella vita di un' altra. Inerente al contesto di una mia futura storia che sarà pubblicata a breve! :) (naturalmente i personaggi, i luoghi e tutto quello che mi sono dimenticata di citare appartengono al grandissimo JRR Tolkien che spero non si ribalti nella tomba per quello che scrissi, scrivo e scriverò.)

Niall fa sapere alla sua April quello che pensa su di lei. April si odia,ma il nostro Nialler cercherà di farle cambiare idea riguardo se stessa.
Fanfic inventata per narrare Little Things.
Buona Lettura! :)

' Perchè mi piaci quando ti alzi la mattina che sei tutta spettinata, mi piaci quando mi baci dolcemente, perchè mi piaci quando sei nervosa da scoppiare in lacrime, quando sei così felice che per te la vita sarebbe completa così com'è... e sopratutto mi piaci perchè sei mia!'
-Alexy;

Chantal, una ragazza di 17 anni è Alta, con i capelli rossi e occhi verdi.
Farà degli errori, e solo dopo si fiderà di Niall
Da un capitolo:
''Cosa stai facendo?'' dico mentre lui si avvicina a me
''Cerco di baciarti no?'' dice con fare ovvio,
si avvicina sempre di più e mi bacia

Il mio destino mi ha condotto a conoscere le passioni, le perversioni demoniache.

[Sheith Week] Day 1: Hurt/Comfort
- Sta fermo, ora. -, lo avvisa. C'è un'intensità devota nel suo sguardo, e per un istante Shiro sorride dell'impegno che Keith mette in qualcosa che lui ritiene insignificante; ma non appena solleva gli angoli della bocca un dolore sordo alla tempia destra lo costringe a mutare la propria espressione in una smorfia.

Fuori scoppiava la terza guerra mondiale? Sherlock era Sherlock. Se la sarebbe cavata comunque.
Malattie? Stanchezza? Fame? Dopo un anno e mezzo di vita con lui ormai aveva smesso di tentare di tenerlo al sicuro dalle insidie del mondo. Sherlock sembrava quasi immune a qualsiasi cosa, come se la natura lo avesse esonerato dalla fame o dal sonno, rendendolo straordinariamente bravo a ignorare i limiti umani e abile a cavarsela comunque egregiamente.
Anche John, alla fine, era stato costretto a cedere all’evidenza: Sherlock riusciva a badare a se stesso anche senza le sue sciocche premure.
Evidentemente si sbagliava.
[Terminally ill!lock, H/C, un accenno di parent!lock e parent!john.]