Beh, in realtà, Ned non restava mai indifferente quando c’era Moze nei paraggi – però questo non l’aveva ancora realizzato; non del tutto; non proprio. (...)
«Non dirmi che hai accettato di sottostare alla palla.»
«Ned, piantala di parlare di Seth. Non è una cosa che riguardi lui.»
{Ned/Moze ♥}

E' il racconto di un sogno fatto la scorsa notte. Probabilmente penserete che sono pazza (e avrete ragione), ma vi chiedo qualche recensione, anche negativa, ma scrivetela!!!
Grazie in anticipo,
MissBallerina

"Suga era serio anche quando sembrava stesse scherzando. Quindi sì: era serissimo quando aveva detto che avrebbe dovuto creare un autografo per Kageyama.
Tobio, a differenza del suo senpai, non scherzava mai invece, tuttavia tutto si poteva dire di lui ma non che non fosse uno che non si sforzasse, ultimamente anche di ascoltare i consigli degli altri, in particolar modo dei suoi senpai[...]"
Scritta per la Challenge #comeasyouarenot2023 indetta dal gruppo FB “Non solo Sherlock”

“Io te l'avevo detto, sorella!” esclama Kankuro, mentre ci scambiamo due sguardi diversi: io esterrefatto, lui imbronciato.
Mai più.
Non mi fermerò mai più in un autogrill assurdo come questo, parola mia.
Mai più cadere vittima di una simile assurdità.
Temari, Kankuro, un autogrill deserto e tante stranezze.
[Fanfiction divisa in due parti - si era classificata seconda al “Contest a pacchetti” indetto da Nejisfan.]

[Helluva Boss]
[Helluva Boss][HELLUVA BOSS] [Stoliz]
Blitzo preferiva fare il suo ingresso teatrale dal balcone, come in quelle serie adolescenziali americane in cui il teppistello si intrufola nella stanza della prima della classe in barba ai genitori di lei.
Ma non c’era nulla di adolescenziale, di americano, di romantico. Erano – letteralmente – nel fottuto inferno e lui era solo quello che rendeva i sogni realtà, quello che realizzava tutte le richieste più oscure del demone che ogni mese, nel giorno di luna piena, lo aspettava nella penombra delle sue stanze.
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Prima fic, non so perchè e percome ma eccoci qui! Buona lettura!

La mia storia del perché ho iniziato a tagliarmi.

per tutte le ragazze che si fanno del male.

Io non volevo ma...

non so parlare del problema che ho da 4 anni a questa parte, non parlo con nessuno di ci� che ho dentro, ma ascolto gli altri che me ne parlano, e sapendo scrivere abbastanza bene ho pensato di legare le due cose. questo testo � uno sfogo personale non vi deve per forza piacere e non deve compiacervi.

Dalla storia: Sono un autolesionista. Non come i classici emo depressi che smontano temperamatite per avere una lametta con cui “tagliarsi”, sia chiaro. Io sono un vero autolesionista.

[Real life]
[Real life]Questa storia parla di un ragazzo pronto ad affrontare tutte le piu grandi cattività offerte dal mondo. Marco, così è il suo nome inizia a frequentare nuovi amici e far uso i alcol e droghe ma nello stesso tempo se la spassa facendo l'amore con una ragazza che lo porterai poi ad autolesionarsi.

Il dolore pretende sempre troppo e noi, falsi moralisti, gli concediamo un banchetto prelibato sul quale sfamarsi. «Portami...», sussurra Phoebe, cingendo il suo collo con le proprie braccia, «... Portami dove ogni dolore muore e diventa paradiso.»
[Seconda classificata al "Grey's Contest" indetto da meli_mao][Cole/Phoebe]

Michele e Andrea.
Il sogno di uno è disegnare, riuscire a riprodurre il mondo su un pezzo di carta. Il sogno dell'altro è riuscire, con le parole, a creare un nuovo mondo sulla carta.
Quanto sei disposto a sacrificare per inseguire qualcosa di incerto e fuori dal tuo tempo?
Mi allungai per aprire la cartella e tirare fuori l’album da disegno. Il quaderno degli schizzi conteneva materiale troppo compromettente, meglio qualcosa di più serio.
«E’ mostrare un pezzo della tua anima.» Gli porsi i fogli. «E’ avere paura di non essere capiti o, al contrario, di essere capiti troppo.»
Lui chinò il capo e li accettò con un sorriso. Aveva delle belle mani, con dita lunghe ed affusolate – peccato per le unghie mangiucchiate. «Esatto.»
Appoggiai le mani sulle ginocchia e la fitta tornò. Non volevo guardare mentre mi spiava dentro.
«E tu mi consegni la tua anima così?»

Fanfiction partecipante al contest di SteviaCookies e Mary Black: "L'equilibrio delle macerie".
“E la morte?”
“Ancora, Tom?”
“Ancora.”
A separarci c'è un muro più spesso del tempo, ma meno visibile, eppure lo evito come se il suo tocco potesse davvero sfiorarmi.
Niente può più farlo, ormai.