Lo so, sono come al solito in ritardo, facciamo che per vendetta mi lasci in balia di Ranma incazzoso e gocciolante? No, eh? XD Mentre mi deprimo per la mancanza di un aitante immortale in carne, ossa e codino, vedo di dare un senso a questo commento, che come prima stesura era solo un'accozzaglia di urletti estatici e adorazione folle.
Prima di tutto lascia che ti riempia di complimenti per lo stile: non so come sia possibile, ma lo hai migliorato ancora. È nitido, graffiante ed essenziale, senza una singola parola di troppo, e questo lo rende tanto d'impatto che non c'è bisogno di immagini per vedere tutto in ogni dettaglio, né di introspezioni approfondite e magari pesanti, per percepire ogni più piccola emozione dei tuoi personaggi. Hai raggiunto lo zen stilistico, e non sai quanto ti invidio!
Certo che un simile inizio da adrenalina pura non può che farmi felice! La rabbia di Ranma descritta dagli occhi di Happosai è qualcosa di palpabile, lode a te per come riesci sempre a gestire magnificamente la TPL e a giostrarti alla perfezione in ogni scena, così da darci l'idea di quello che i personaggi pensano e provano anche se non sono loro a guidare la narrazione.
Non sai che goduria leggere di Happosai sconvolto e scornato perché non aveva nemmeno visto Ranma! Ok, sono schifosamente di parte, ma adoro quando i personaggi che preferisco superano i loro maestri o si dimostrano molto più forti del previsto; il tutto raccontato poi in modo da esaltarne l'epicità *__* Mi fermo qui, o comincio a delirare prima ancora di finire la prima scena XD
Comunque non pensavo che Ranma sarebbe stato così fuori controllo, considerando che nel dialogo mentale del capitolo precedente sembrava più pacato e civile; ma immagino che un conto sia stato comunicare telepaticamente finché erano distanti, un altro invece incontrarsi e poter quindi sfogare tutta la rabbia repressa sull'oggetto della sua collera. L'ho già detto che adoro Ranma così spaventosamente incazzato? *__*
Lo scontro è descritto benissimo, tanto per cambiare. Alterni in maniera perfetta le azioni, le considerazioni di Happosai, lucidissimo malgrado le botte ricevute, ma poco a poco sempre più preoccupato, e gli insulti reciproci, che mi hanno fatto spisciare per la loro originalità!
Il contrasto tra i due immortali è un'altra cosa che mi è piaciuta molto: il vecchio piccolo e in apparenza fragile, controllato, pacato, con quella serenità tipica degli anziani maestri; e l'immortale più giovane, muscoloso, emblema di forza istintiva e rabbia pura, che la calma non sa nemmeno dove stia di casa. L'idea della sua aura che assume le sembianze di una pira funebre è un paragone bellissimo!
Bello come prima Happosai si convinca di essere stato colpito solo perché preso alla sprovvista, continuando a considerare Ranma il proprio allievo, quindi qualcuno che non ha la minima speranza contro di lui; e poi invece cominci a rendersi conto che il suo allievo è più pericoloso del previsto, con un orrore che mi ha fatto bastardamente esultare XD
Ho apprezzato comunque il fatto che Happosai sia ancora più forte (o, a scelta, più esperto e capace di trovare il modo di uscire da una situazione spinosa senza avere la peggio), perché la trovo una situazione più plausibile; in fondo lui è il vecchissimo ed espertissimo immortale. Malgrado non tifassi per lui, mi è piaciuta molto l'immagine del suo corpo che sprigiona l'aura mostrandosi incredibilmente potente, rivelando la reale forza di un immortale millenario. Però, e c'è un però, Happosai ha sottovalutato Ranma, non lo credeva così migliorato e così pericoloso, e questa sua realizzazione me la sono goduta tutta!
Terribili comunque le domande di Ranma, con cui praticamente rivela di essere alla disperata ricerca del dolore, forse perché sentire dolore in ogni centimetro del corpo è l'unica cosa che gli è rimasta e ancora non basta a far tacere i suoi pensieri. E ancora più agghiacciante è l'immagine di lui che ride, con il corpo ustionato e distrutto, mentre si gode tutta quella sofferenza. Come al solito le tue frasi tra parentesi sono qualcosa che ti colpisce e ti mozza il respiro.
Forse è meglio che chiudo qui, o il commento lo baso tutto sullo scontro. Solo, aggiungo un'ultima cosa: la descrizione dei colpi, delle conseguenze dei colpi, soprattutto, è agghiacciante; hai descritto corpi che si maciullano, ossa che si spezzano e articolazioni che finiscono in poltiglia, senza addolcire in alcun modo i danni sostenuti dai due personaggi, e la loro natura di immortali non mitiga la sensazione di dolore che trapela da queste tue splendide descrizioni.
La pace dopo la tempesta è qualcosa di assurdo, considerando la violenza con cui si sono scontrati, ma è proprio da Ranma attaccare a testa bassa e ragionare in un secondo momento, dopo essersi placato a suon di botte date e ricevute.
Aspettavo con ansia la scena dei due che parlano, con Ranma in tenuta adamitica XD Devo dire che, malgrado io abbia trovato molto divertente l'idea, sei riuscita a inserirla nella storia senza sdrammatizzare il capitolo, che invece resta molto cupo, salvo sporadici guizzi di ironia. Il disagio di Happosai nel trovarsi alle prese con questo “nuovo” Ranma è palpabile, lo si coglie dalla cautela con cui interagisce con lui e con il suo ammettere di non conoscerlo più. Ho sghignazzato non poco per la reazione del vecchio immortale quando Ranma si spoglia; c'era giusto un pelo di invidia XDD
Adesso però lascia che ti rimproveri. Come hai potuto mettere un disegno tanto splendido e ormonalmente stimolante nel mezzo del capitolo? Così hai mandato in crisi i miei neuroni, che non sapevano più se rimanere in adorazione per il capitolo capolavoro che hai sfornato o se sbavare per il Ranma nudo che hai disegnato in maniera così splendida. Praticamente mi si è inceppato il cervello, e una volta che ho ripreso a ragionare sono caduta in depressione perché non c'era nessun Ranma nella mia stanza ç__ç
Comunque sono convinta che tu abbia qualche strano superpotere (e non sono l'unica a pensarlo XD), perché è impossibile che una persona che sa scrivere così divinamente riesca anche a eccellere nel disegno.
Il dialogo tra i due, oltre che scritto in modo magistrale e perfetto nella sua caratterizzazione dei personaggi, presenta diversi risvolti interessanti. Intanto sono curiosa di sapere a cosa alludeva Happosai con quel suo “Non sarebbe il caso che…”, riferito a Mousse. Forse voleva che Ranma lo avvertisse della morte di Shampoo? O che si scontrasse con lui?
Poi c'è tutta la questione degli akuma che mi incuriosisce assai, ma di questo parlerò dopo.
Ho apprezzato tantissimo la presenza indiretta di Akane nella conversazione tra i due. Quando Happosai ripercorre le sue “gesta”, in particolar modo. Fin da piccola lei era ben decisa a far valere le sue scelte e l'elenco delle sue azioni ribelli è la perfetta sintesi del suo personaggio. La adoro! E ovviamente è tutta colpa di Ranma XDDD Non ti dico quanto ho gongolato quando hanno cominciato a parlare di Akane. È vero che Ranma si ricordava appena di lei e che di certo non ci ha pensato con la stessa assiduità con cui Akane pensava a lui, ma già il fatto che una normale mortale si sia impressa nei suoi pensieri fino a lasciare un ricordo di sé vuol dire tanto, a mio avviso. Mi ha divertito leggere questa parte di conversazione, perché c'è Happosai che rinfaccia a Ranma le sue colpe nell'aver enfatizzate l'indole ribelle di Akane (che comunque era già molto testarda di suo, c'è da dire XD), forse nella (assurda) speranza di fargli fare un mea culpa, e Ranma che invece si dimostra chiaramente indifferente e insensibile alla cosa XD Anzi, mostra pure del compiacimento per le difficoltà del suo maestro. E sono entrata in piena modalità fangirl con gli occhi a cuoricino quando ho letto di quel barlume di interesse che Ranma dimostra quando Happosai gli parla della ribellione di Akane, e il suo commento su di lei (“Mocciosa notevole, comunque, più di quanto mi aspettassi”). Sei riuscita a mostrare che il loro incontro ha segnato entrambi, seppur con gradi molto diversi, senza snaturare il carattere di questo Ranma cupo e immortale *__* Non vedo l'ora di leggere del loro prossimo incontro! E mi ha colpito il fatto che a Ranma sembri dispiacere l'idea che alla fine lei si sia piegata. Se solo sapesse... e infatti presto saprà! XDDD
E passiamo alla questione akuma. A parte che è agghiacciante il modo in cui hai intervallato il racconto di Ranma con i ricordi tra parentesi, queste righe aprono un ventaglio di nuove curiosità e domande. Non pensavo che il sangue di akuma potesse essere pericoloso; quindi se uno venisse contagiato rischierebbe di diventare come loro? Di venire posseduto, anche se fosse un immortale? È questo il caso di Taro? Non c'è da stupirsi comunque che Ranma fosse tanto sconvolto e furioso, visto quello che ha passato; i tuoi accenni alla battaglia con gli akuma fanno più male e sono più terribili di quanto sarebbe stato un racconto dettagliato. Adesso però devo chiedertelo, anche se la domanda probabilmente sarà idiota: Ranma non aveva figli, vero? Perché quel “padreeee!” mi ha ghiacciato le ossa.
M sono sentita male per lui quando ho immagino quello che doveva aver passato mentre massacrava il popolo che in fondo era la sua famiglia, tra l'altro dopo che era andato fin da Happosai alla ricerca di un talismano che avrebbe dovuto proteggere tutti e che invece si era rivelato inutile proprio nel momento del bisogno più disperato. Anche il vecchio immortale resta inorridito da quella scoperta e malgrado tutto si percepisce l'affetto che prova per Ranma quando prega che lui non perda la testa, in modo da non essere costretto a ucciderlo.
Per quanto mi faccia una gran pena, adoro sempre più questo Ranma così cupo e tormentato, hai approfondito e incattivito un sacco il suo personaggio, in questa nuova stesura! Mi è poi piaciuto il riferimento agli altri immortali, perché, seppure solo tramite accenni, hai mostrato un ampio ventaglio di possibilità e background che non si limita solo ai personaggi principali e che dimostra come il mondo in cui muovi la storia sia ricco di sfaccettature e curato nei minimi dettagli. In particolare sono curiosa di vedere se parlerai ancora di Hinako, non so perché ma mi ha dato una brutta sensazione, come se potesse tornare fuori come minaccia futura.
Ho trovato poi molto profondo e significativo il fatto che Ranma non abbia alcun ricordo dove rifugiarsi per poter ritrovare un po' di pace e felicità. È sempre stato tormentato e non è mai stato davvero felice, al contrario di Happosai, che infatti quando se ne rende conto resta un po' sconvolto. Immagino che la sua pace Ranma la troverà con Akane, dopo svariate e dolorose peripezie, ma adesso è solo un concentrato di sofferenza, rabbia e ricordi di una vita secolare dove non ha mai avuto un barlume di vera gioia e dove non ha mai trovato un posto a cui potesse sentire di appartenere. Plausibile quindi che Ranma sia diventato così duro e indifferente, così sprezzante di ciò che lo circonda. Happosai ancora una volta resta basito nello scoprire che lui ha fatto fuori senza pietà non solo un immortale neonato, come Kuno, ma perfino normali umani innocenti. “Forse Ranma aveva davvero la testa lì lì per perderla. Sarebbe stata una disgrazia, certo, ma una disgrazia ancora accettabile e soprattutto gestibile: un taglio netto, come amava ripetere, e sarebbe finita lì. Ma Ranma non stava perdendo il senno, purtroppo, kamisama, l’avrebbe preferito cento volte all’impressione agghiacciante di ascoltare uno dei tanti immortali che non distinguono esseri umani da cose e animali, perché hanno smesso da tempo di essere umani essi stessi.” Questa sua riflessione colpisce, perché se noi ce n'eravamo già accorti leggendo i capitoli precedenti, il vecchio immortale ancora credeva di conoscere il suo allievo e l'orrore con cui si rende conto che non è così enfatizza la gravità dei comportamenti di Ranma. Ranma non è più umano, non è più l'allievo che conosceva, non è più il ragazzo che sapeva bene o male come tenere a bada. È un immortale pericoloso e stanco di un'esistenza priva di scopo, è carico di rabbia e al tempo stesso incurante di chiunque, anche di se stesso. E non ha più i valori di un tempo. Ha perso la sua umanità, e la lucidità con cui si dimostra capace di uccidere chi gli sbarra la strada o osa incrociare il suo cammino rende il tutto ancora più terribile.
Ed ecco che si arriva a Kodachi. Lo sapevo che si sarebbe parlato di lei! Per un attimo, quando Happosai lo rimprovera e Ranma si gratta la testa, come imbarazzato, mi hanno ricordato troppo una scena dell'anime. Quel momento leggero tra i due è comunque svanito subito, e Ranma è tornato l'immortale pericoloso, sempre più vicino al punto di rottura, cancellando l'immagine del ragazzo imbarazzato che era trapelata un attimo. Adesso si capisce per quale motivo lui non abbia ancora ucciso quella pazza! In effetti capisco la sua paura, pure io avrei timore ad assorbire qualcosa di Kodachi, e quando lui dice di essere molto stanco mi è corso un brivido lungo la schiena. È davvero vicinissimo al punto di rottura, e la disperazione crescente di Happosai, che cerca invano di ritrovare il suo allievo sedicenne in lui, non fa che enfatizzare l'ineluttabilità della cosa.
Anche la parte successiva, Ranma che cerca di distruggere la felicità di Happosai, il suo unico ricordo felice, è il chiaro tentativo di un uomo disperatamente infelice di rendere gli altri infelici come lui.
Per la prima volta Happosai ammette apertamente di aver sbagliato, si chiede perfino, durante il racconto degli stermini compiuti da Ranma, se abbia fallito anche con lui. La sua compostezza è svanita, il modo in cui era sempre padrone della situazione ha lasciato spazio a un profondo turbamento; è Ranma adesso quello che ha la situazione più sotto controllo, è lui quello pacato, che esige e ordina, che minaccia e non ha la minima incertezza, che lo costringe a dei compromessi. Questo ribaltamento di ruoli mi è piaciuto un sacco, così come la conclusione del loro incontro.
Il fatto che adesso Ranma viva per staccargli la testa, odiandolo perché non lo ha lasciato morire, è l'inevitabile conseguenza di tutto ciò. Tesora, ma come fai a farmi emozionare tanto? A caratterizzare i personaggi così bene, rendendo alla perfezione ogni sfumatura e mostrando emozioni tanto intense e assolute con quest'incredibile maestria? Sei davvero unica *__*
Ed eccomi all'ultima parte di questo capitolo così coinvolgente. Ho apprezzato tantissimo anche la comparsa di Tofu, trovo che tu abbia avuto un'ottima idea nel raccontare la fuga di Akane tramite il suo punto di vista e con la conversazione tra lui e Happosai. La caratterizzazione del monaco ti è riuscita davvero bene: ama disperatamente Kasumi, ma al tempo stesso non può agire per salvarla, non può nemmeno vivere quell'amore e non gli resta che assistere impotente e pregare. Tofu non è Akane, gli manca la sua vena ribelle, la determinazione e anche quel lato un po' infantile con cui lei cerca di ribellarsi, sola contro il mondo, a una società che non accetta. Tra l'altro ho apprezzato moltissimo che, come nell'anime, sia stata proprio Akane ad accorgersi dell'amore di Tofu, lì dove lui neppure se n'era davvero reso conto. E allo stesso modo ho apprezzato il fatto che lei si sia prodigata per tenerlo in vita, senza permettergli di dimenticare Kasumi e di trovare così la pace, perché Akane ha il disperato bisogno di alleati e forse spera(va) ancora che lui possa fare qualcosa per salvare la sorella. L'ho adorata ancora di più nel vedere che si è resa conto delle vere capacità del monaco quando era ancora bambina; lei, e non Nabiki, come hai puntualizzato.
Certo che per Happosai questo è stato il capitolo delle mazzate! Prima Ranma, poi Akane... penso che nella sua mente si siano susseguite tante di quelle maledizioni da sconvolgere il karma XDD
Mi è piaciuto un sacco il chiaro gesto di ribellione con cui Akane dimostra di rifiutare le nozze: la distruzione del kimono nuziale è una cosa più diretta di una dichiarazione di guerra, e anche se così forse lei si è scoperta prima del tempo, è talmente IC che non posso che approvarla in pieno!
L'ultima riga è la conclusione perfetta: Akane ha deciso di fare quello per cui Tofu non ha trovato il coraggio. Non ha nulla da perdere, e quindi che Daichi si guardi le spalle (sempre se le ha ancora XD), perché avere come nemica una come Akane, e un'Akane in quelle condizioni, dev'essere di una pericolosità estrema.
Spero che il mio delirio per questo capitolo e per come hai trattato i personaggi sia stato almeno un po' comprensibile e abbia dato una vaga idea di quanto io abbia apprezzato ogni singola riga, ogni battuta di dialogo, ogni sfumatura di caratterizzazione!
Adesso però sono in crisi totale: quando ho letto il capitolo sono passata dall'adorazione estatica in fase occhi sbrilluccicanti all'adorazione estatica in fase di astinenza. La tua storia dà dipendenza, divorate le ultime righe mi sono disperata perché avevo già finito l'aggiornamento; per calmare un po' la mia disperazione ho dovuto rileggere i primi capitoli, ma resto comunque in spasmodica attesa del seguito, sappilo XD
Per il resto, che altro dire, oltre che ancora una volta hai superato tutte le più rosee aspettative di noi lettori?
Ho solo un paio di sviste da segnalarti: “inghiottito dalle pece dell’oscurità” e “Non tentò nemmeno di infilare le mani mentali fra le pieghe del suo cervello, come aveva fatto per tanti di quei secoli da finire per consideralo un suo diritto.”
Ancora tantissimi complimenti, sei irraggiungibile, tesora, non so se a prevalere è la mia adorazione o la mia invidia XDDD Spero davvero che tu possa ritrovare presto l'ispirazione e il tempo per scrivere. E beh, che altro aggiungere se non che la mia imperitura ammirazione per te ormai ha superato di gran lunga l'adorazione di Airin per Zarbon? XD Posso solo imparare da un genio della scrittura come sei tu!
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