Recensioni per
NE RESTERÀ SOLTANTO UNO
di TigerEyes

Questa storia ha ottenuto 735 recensioni.
Positive : 735
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
27/09/10, ore 22:40
Cap. 6:

Ecco, lo sapevo che mi dimenticavo qualcosa! Nella fattispecie di farti i complimenti per lo splendido disegno: è perfetto a colori, ancor più bello che in bianco e nero! La posa che dà un'idea di leggerezza estrema, la posizione delle dita, così aggraziata, i petali neri e i capelli che si agitano per il vento o immagino per la rapidità della discesa... sono tutti particolari curatissimi che la rappresentano esattamente come l'hai descritta. Gli occhi sono espressivi e inquietanti al tempo stesso, in contrasto con la bocca scura, e si intravede un qualcosa di folle e spietato in lei, malgrado la bellezza. E' il degno disegno di un personaggio terribile e affascinante al tempo stesso, davvero non capisco come tu possa eccellere anche in questo XD<br>Bello anche il doppio pugnale, lo voglio pure io il muso ispiratore che mi fa questi regali (al momento il mio si limita a fare il rompiballe XD). Ancora bravissima, per il disegno e il capitolo *__*

Recensore Veterano
27/09/10, ore 21:38
Cap. 6:

Bene, ho cacciato i parenti, corrotto il fratello con un kitkat e sommerso il micio di coperte, così nessuno mi disturberà mentre commento finalmente questo capitolo! L'avevo atteso con ansia e come al solito non hai deluso per niente, anzi, ma un incipit così terribilmente intenso non me lo sarei mai aspettato, supera ogni mia aspettativa!
E' incredibilmente azzeccata la tua scelta di non descrivere direttamente il duello tra Ranma e Kuno, ma di lasciarlo intravedere tramite dei brevi quanto spietati flashback (ottimo a proposito l'uso del presente in questa circostanza, rende le scene molto più d'impatto). Credo sia inutile dire quanto mi sia piaciuta l'alternanza tra il presente, un momento di sofferenza e disgusto mostrato in maniera splendida, che rappresenta il dopo, e questi flashback dello scontro, che non risparmiano giustamente nulla della violenza che Ranma ha dimostrato. Se volevi renderlo terribile agli occhi di noi lettori ce l'hai fatta benissimo, la sua furia distruttrice e la sua (apparente) indifferenza per la vita umana sono davvero ben rese, tanto che, se non fosse per il disgusto che trapela dalle sue azioni del dopo scontro, mi sarebbe quasi sembrato di leggere di un simil saiyan.
Al contrario di Ranma io ho provato pena per Kuno, malgrado la sua ridicola presunzione e il suo atteggiamento da sbruffone da quattro soldi; considerando che non sapeva di essere immortale, che era sempre stato viziato e adorato, che alla fin fine non era nulla di diverso da un moccioso troppo cresciuto e che si credeva chissà chi, era ovvio che non avrebbe reagito con coraggio o eroismo nel trovarsi dinanzi a un guerriero spietato e immortale, infinitamente al di sopra del suo livello. Perfettamente plausibile quindi il suo tentativo di fuga e il rifiuto della realtà. Morte inevitabile, la sua, e che mi aspettavo, ciò non toglie che mi sia dispiaciuto per lui.
"Era bella, la pioggia di luce. Cadeva sulle foglie degli alberi come una cascata e riusciva quasi a nascondere lo schifo su cui si posava." Sappi che ho adorato questa frase *__* Mi sono immaginata perfettamente tutta la scena, questa pioggia di luce, nella pace del dopo lo scontro, che per un attimo nasconde lo schifo della carneficina appena compiuta, uno schifo da cui però Ranma non può fuggire, visto che è qualcosa di intangibile, che gli viene da dentro. Per quanto lui sia indifferente alla vita umana, pronto a uccidere chiunque si frapponga tra lui e il suo obiettivo, non è spietato quanto vorrebbe far credere in prima battuta, perché riesce ancora a disgustarsi per ciò che ha fatto e soprattutto ciò che sta diventando. Forse mi sbaglierò, ma al momento lo vedo come sospeso sulla sottilissima linea di demarcazione tra il bene e il male, tra un immortale tipo Happosai e uno come Taro; è come se lui ormai stesse diventando sempre più insensibile e spietato perché la propria immortalità è una condanna troppo pesante da sopportare, perché ancora non ha trovato un vero motivo per andare avanti e vivere davvero, anziché sopravvivere semplicemente, come sta facendo adesso. In sostanza deve ancora incontrare Akane (cosa che non vedo l'ora succeda *__*).
Questo Ranma è decisamente più tormentato rispetto a quello della prima stesura, più maturo e disilluso, e al tempo stesso incapace di trovare un equilibrio. Lo adoro, punto. A ogni capitolo lo doti di maggior spessore e ormai sto cominciando quasi a preferirlo ad Akane, che è sempre stato il mio personaggio preferito e che con te ha acquisito nuova profondità.
L'ultima frase di questa prima parte mi ha dato un brivido, il fatto che non riesca più a percepire l'odore del sangue è la prova tangibile di cosa sia diventato, e ho trovato geniale non solo una simile chiusura, ma anche il modo con cui questa si allaccia alla seconda parte.
Ed ecco finalmente un lungo flashback sul Ranma "normale", quello che solo poco prima non sapeva nulla dei propri poteri e che subisce il primo addestramento da parte di Happosai nelle vesti di un Ramirez decisamente più drastico e spietato. Ero curiosa di saperne di più sul passato di Ranma, e questa parte ci racconta un sacco di cose su di lui, rendendo evidente il suo cambiamento nei secoli e mostrandolo quando ancora era debole ma pieno di emozioni e, nonostante tutto umanità; e devo dire che ci voleva proprio questa digressione su di lui! Qui ho ritrovato subito il Ranma della Takahashi, perfettamente IC: il guerriero che non è mai stato sconfitto, orgoglioso, testardo e poco incline alla disciplina, che soprattutto mette al primo posto le arti marziali e la possibilità di diventare più forte. L'ho adorato quasi quanto il Ranma tenebroso e tormentato!
Certo che Happosai non si risparmia proprio, nel massacrarlo di botte, eh? E io che pensavo di essere bastarda quando descrivevo gli allenamenti di Bardak XD Scherzi a parte, comprendo in pieno il comportamento del vecchio maestro, così come le motivazioni che lo guidano; ciò non toglie che un massacro così totale di Ranma non me lo aspettavo. Ammetto però che i loro screzi, o meglio, le risposte ringhiate o pensate di Ranma, e i rimproveri e le minacce di Happosai, mi abbiano divertito assai. E' proprio da Ranma arrivare a minacciare il potentissimo immortale anche quando è a terra, ridotto a un purè di persona XD E in fondo sono proprio la sua testardaggine e il suo orgoglio a interessare Happosai, perché se lo avesse trovato inadatto come suo allievo non lo avrebbe mai tenuto con sé.
La parte in cui Ranma parla della propria famiglia, di come fosse maltrattato dalla gente a causa della sua particolarità, di come non potesse abbandonare Ukyo e la sua vecchia vita per rimanere con Happosai ad allenarsi, senza più tornare, mi ha ricordato il dialogo tra McLeod e Ramirez, quando quest'ultimo, come Happosai, spiega che gli immortali non possono legarsi con gli umani normali. E Ranma, al contrario del protagonista di Highlander, decide di seguire i consigli del suo maestro, spinto anche dal suo amore per le arti marziali; scelta più plausibile non potevi fargliela fare.
Ammetto però che questa parte ha sollevato un sacco di domande: la ricompensa cosa sarà? Sarà come quella del film? E Taro come si incastra in tutto ciò? E, soprattutto, cos'è che Happosai ha detto a Ranma, su cui tu hai abilmente glissato? Come vedi la mia curiosità è alle stelle!
C'è un'altra cosa che non mi torna: Happosai dice che vuole addestrare un altro immortale per avere un degno avversario quando ci sarà l'adunanza, cosa plausibile visto che molto altro non gli è rimasto da fare, ma immagino che in realtà c'entri anche Taro, o mi sbaglio? Ancora non so bene cosa sia successo con lui, o forse mi sono persa qualcosa, ma Happosai come mai non lo cerca per ucciderlo? Taro è così forte? Immagino che le risposte salteranno fuori nei capitoli futuri, ma io intanto le domande le pongo lo stesso, sia mai che riesca a carpirti qualche spoiler XD
E veniamo alla terza parte del capitolo. Lo stupore di Happosai mi ha molto divertito, specie quel riferimento alle curve femminili che tanto ricorda l'Happosai originale XD Ma quando ho capito che si trovava alle prese con Nabiki, mi sono subito messa a leggere più attentamente, cercando di comprendere cosa stesse macchinando questo genio del male. Devo dire che sei riuscita a fregarmi ben bene, visto che per buona parte della lettura mi stavo chiedendo anch'io come Happosai a cosa mirasse Nabiki; che la sua preoccupazione per l'onore dei Tendo fosse un'immane bugia lo sapevo con certezza, ma non capivo quali fossero i suoi piani. Ed ecco che poi, quando il punto della narrazione è passato da Happosai a lei, ho compreso all'istante la sua ennesima dimostrazione di genio: dimostrando una conoscenza incredibile della psicologia umana e rischiando una reazione stizzita da parte del genitore, è riuscita a convincere sia lui che Happosai della rassegnazione di Akane al matrimonio imminente. Questo doppio bluff è stato grandioso, non smetterò mai di dirti quanto io adori una simile antagonista *__* E così è riuscita perfino a fregare la lettura del pensiero del vecchio immortale... che dire, dove arriva l'intelligenza nemmeno i poteri speciali possono aiutare. Nabiki - Happosai 1-0!
So che lei trama contro Akane, che è più infida di una serpe, che è di una bastardaggine assoluta, ma non posso non ammirarla; solo tu riesci a farmi odiare e amare alla follia un personaggio *__*
E se Nabiki è ambiziosa fino allo stremo ma perfettamente sana di mente, lo stesso non si può dire dell'altra antagonista presente nel capitolo. Kodachi è pazza. Completamente, indiscutibilmente pazza. E tu l'hai resa splendidamente, hai giocato con la sua follia rendendola un personaggio terrificante, nella sua ossessione, e forse una nemesi che con le parole riesce a colpire Ranma più a fondo di quanto abbia mai fatto una spada. Il loro scontro è descritto in maniera superba, soprattutto perché oltre alle azioni ci mostri anche i pensieri disgustati di Ranma e la convinzione di Kodachi che lui la ami, a dispetto di tutto, delle sue parole di rifiuto, delle sue minacce. Semplicemente lei si è messa in testa questo concetto e nessuno riuscirà a farle cambiare idea, visto che si dimostra esattamente come la Kodachi originale; se però nel manga un comportamento simile fa divertire, qui dà i brividi, davvero! Non vedo l'ora che tu ampli anche il discorso sui trascorsi di Ranma e Kodachi, sono curiosissima in proposito!
Malgrado tutto sono arrivata a provare un po’ di pena anche per lei. Sarà per la disperazione dietro alla follia per il suo amore impossibile, sarà perché l’ossessione che la fa agire non verrà mai placata, ma non sono riuscita a rimanere insensibile quando gli si getta contro chiedendogli perché. Sei troppo brava a descrivere momenti così intensi e carichi di pathos, tanto che arrivi perfino a farmi provare empatia per i personaggi che dovrei detestare in toto, uffa XD
La parte finale del capitolo mantiene l'intensità emotiva di tutto l'incontro, riallacciandosi tra l'altro alla prima parte quando Kodachi sbatte in faccia a Ranma la realtà che lui aveva forse cercato di reprimere, mostrandogli che si è comportato come Taro o come lei stessa.
La conclusione, con un Ranma inorridito che rifiuta il bacio e poi si allontana alla ricerca di Happosai, è azzeccatissima e mi fa presagire un prossimo incontro tra lui e Akane. Sai già quanto attendo quella fatidica scena *___*
E ora che il capitolo è finito sto seriamente pensando di rileggere tutto da capo, giusto per mitigare la crisi d'astinenza XD Quello che adoro di questa tua storia e in generale del tuo stile non è (solo) il linguaggio scorrevole e incalzante, diretto malgrado si ponga su un registro parecchio elevato e di certo superiore alla media di quello che si trova tra gli scrittori amatoriali; non è nemmeno solo la trama, capace di incollarti allo schermo a ore assurde della notte, quando perfino il gatto ha rinunciato a sedersi sulla tastiera e ronfa beato sul letto. No, quello che più ammiro è la tua bravura nel descrivere benissimo i personaggi, mostrandoli nel significato più ampio del termine (grazie alle conversazioni, i comportamenti, perfino al più piccolo gesto), assieme alla tua capacità di dotare ogni scena di un'intensità estrema, quel tipo di intensità che ti entra dentro e ti fa vivere la storia.
Ormai non so più che complimenti farti, sei semplicemente inarrivabile e non mi resta che prostrarmi a livello pavimento e ringraziarti per questa splendida storia *__*

Recensore Veterano
26/09/10, ore 23:30
Cap. 6:

Innanzitutto voglio dirti che è stata una graditissima sorpresa, al mio ritorno, trovare un tuo aggiornamento! E ti chiedo subito scusa se il mio commento non sarà dei migliori ma sono sveglia dalle 6 di stamattina e ho ancora il ronzìo dell'aereo in testa, nondimeno soffro di nostalgia parigina!
Saltare dalla narrazione generica alla testa di Ranma è un ottimo espediente, fa vivere in maniera più approfondita le emozioni del protagonista, riportandoci fisicamente le sue stesse sensazioni di dolore o di rabbia. Ho notato solo un errorino di battitura, nella mia lettura dai riflessi un po' rallentati: 'dietro la trama del capello di paglia' XD Si ha l'impressione, nella lettura, proprio del guerriero che, quasi con noia, uccida l'avversario con la stessa nonchalanche di un ragazzino che sfogli un fumetto: così, mentre gli altri urlano e si disperano morendo, lui attraversa come una sorta di nebbia questo sciame di mosche fastidiose scacciandole con la mano; più impegnato a guardare la pioggia o a toccarsi la testa dolente che a rendersi conto della carneficina che sta provocando con tanta serenità... Quando passi nella testa di Tatewaki non c'è confusione, sono la concitata serie di pensieri di un guerriero tranquillo e di uno che sa che sta per morire; anche questo espediente è di sicuro effetto e movimento, lascia senza fiato incalzando il ritmo.
Quando passi alla scena con Happosai usi di nuovo la tecnica della narrazione con i pensieri mescolati in mezzo, e anche qui il ritmo è validamente accelerato e rende più fluida la lettura. Incredibile la cattiveria con cui Happy addestra un giovane Ranma, le descrizioni fanno rabbrividire davvero! (addirittura viene fatto un plauso a Genma wow!) Nel racconto del passato sovrapponi, come in un film, l'esigenza di un bagno per raccontare due momenti diversi eppure simili in parallelo: anche qui noto l'ottimo utilizzo della tecnica di scrittura. E' così insolito vedere Ranma che si preoccupa per sua moglie e i suoceri! Fa quasi tenerezza... Inoltre chiarisci anche qualche dubbio amletico sul come e perchè nascano e vivano gli immortali... praticamente sono scherzi di natura XD C'è anche una buona dose di mistero quando parli di 'reminescenza', 'adunanza' e 'ricompensa': il lettore rimane certo che capirà quando anche Ranma ne scoprirà i significati: per ora è tutto basato su una teoria con pochi punti chiave, ben delineati ma alquanto nebulosi addirittura per gli immortali stessi! L'unica cosa un po' contraddittoria (ma ha anche una sua logica) è il fatto che Happosai voglia che Ranma conservi la sua umanità ma lontano dagli affetti e dalla sofferenza di vederli spegnersi lentamente. E' così... disumano! Per cui capisco quasi che il puzzo del sangue non gli arrivi più alle narici, tanto ci è abituato! La parte di Nabiki me la ricordavo dalla recente betalettura e l'ho letta più velocemente: non posso che ripeterti che la mente della media delle Tendo è resa in maniera squisitamente diabolica!
Ed eccola, la Rosa Nera! (complimenti per il disegno!) Assolutamente da Kodachi prendere i cosiddetti 'fischi per fiaschi' nella sua follia e far infuriare Ranma (ah, se solo lui si infuriasse così anche nell'anime!). Hai descritto molto bene anche la risata con il dorso della mano sulla bocca (me la vedo: ah- ahahahahahaha!); devo capire, comunque, come mai Ranma non la faccia subito a pezzi e continui a dirle di smetterla! Non è da lui: che sia davvero ammaliato da Kodachi? Ho una mia teoria, in effetti, che lui tema di perdere anche l'ultimo briciolo di umanità... possibile? o ha tanto ribrezzo che teme di assorbirne la sudicia reminescenza uccidendola? Da come si mettono le cose direi che è un misto della prima e della seconda, è illuminante il loro ultimo dialogo. E ci lasci con una serie di cose sospese che, ovviamente, creano la giusta suspance! ;-))

Recensore Junior
26/09/10, ore 17:19
Cap. 6:

Dimenticavo: vorrei aggiungere un altro commento al tuo disegno! Sembra in un certo senso ripercorrere appieno una delle tematiche del capitolo: il contrasto fra ombra e luce. Il volto chiaro, luminoso ma, come hai detto, ha la luminosità di una pira funebre e il resto scuro come la sua anima. Bellissime le gradazioni di grigio del vestito. Ottimi anche i particolari, come le scarpe. Le lame delle fruste fanno venire i brividi. E il tocco che dà vita al tutto sono i petali neri che svolazzano delicati intorno alla figura.
Complimenti: hai disegnato una Kodachi dolce, dalle movenze aggraziate, ma al tempo stesso ha una strana luce negli occhi che fa presagire il peggio! Ha il volto di porcellana, ma uno sguardo duro, determinato e pericoloso.
Davvero perfetto (come sempre)!

Nuovo recensore
24/09/10, ore 22:42
Cap. 6:

In questi giorni stavo ripensando proprio a questa storia.
Sarò l’unico ma Kuno mi ha fatto pena, almeno ha sofferto poco. Ho pensato a cosa avrei fatto io se confrontato con l’incubo che è questo Ranma. Abbiamo compreso parte della vita di Ranma adesso. Così ha incontrato prima Ukyo, poi Shampoo ed infine Akane, proprio come nel manga anche se in un contento diverso. Il Ranma del passato è un contrasto rispetto a quello presente, ricorda proprio quello del manga. Mi è piaciuto come amaramente si rende conto di aver fallito i suoi propositi di gioventù e di essere troppo simile a chi disprezza
La scena tra Soun, Nabiki ed Happosai era quella mi ha intrigato di più, ero curioso di sapere dove Nabiki voleva andare a parare. Bel piano, anche Happosai può sbagliare, dopotutto anche lui è “umano”. Se le disavventure di Ryoga sono anche in minima parte simili a quelle del manga Akane avrebbe riso anche se lo avesse odiato. Infine Kodachi somigliava all’originale, anche se molto più disturbante e veramente folle invece che eccentrica come nel manga.
Sono ancora più curioso di prima di sapere come questa storia continuerà che è proprio cosa una grande scrittrice dovrebbe fare. Grazie per questo nuovo capitolo.

Recensore Veterano
24/09/10, ore 20:53
Cap. 6:

Oh, ecco, lo vedi come scorre bene questo capitolo? *_* Fidati, funziona tutto e con i fiocchi! Quel che avevo da dirti sullo stile te l'ho già detto, per cui passo alla mia parte preferita: trama e caratterizzazione dei personaggi.
Partiamo da Kuno. Mi piace tantissimo il contrasto tra la superbia, la tracotanza che Tatewaki mostrava in ogni gesto nel precedente capitolo e il terrore puro che s'impadronisce di lui man mano che la situazione degenera e la morte si fa per lui inevitabile. Se nel IV capitolo il personaggio suscitava, in fondo, un pizzico di ilarità, adesso il lettore è portato a non provare assolutamente nulla, nemmeno la minima empatia, per un essere così insignificante, e quasi si immedesima con l'indifferenza di Ranma (per lui, un cadavere in più uno in meno...).
Ottimo il Ranma nauseato dalla morte che semina, nauseato da se stesso, dall'innocenza perduta da ormai troppo tempo. E più tempestivo che mai arriva il flashback che ci riporta, per contrasto, al giovane Ranma ben più umano di tanti secoli prima, un Ranma che al contrario di quello attuale può veramente dirsi una versione rielaborata ma pur sempre derivata dal personaggio del manga. Il continuo contrasto, il punzecchiarsi incessante tra Ranma e Happosai dà modo al lettore di percepire perfettamente le personalità di entrambi: ho apprezzato in particolare la scena della "brodaglia", l'irriverenza continua di un Ranma che gioca col fuoco nonostante la lezione ricevuta sulla sua pelle (e ossa, e interiora) poco prima.
Ecco, magari come ti avevo accennato, Happosai mi è sembrato un po' troppo loquace: dopotutto i due hanno cinquant'anni di allenamenti davanti a loro, perché spiegare a Ranma le regole degli immortali (e come mai il vecchiaccio abbia deciso di addestrarlo) già il primo giorno? Ma probabilmente Happosai avrà deciso di essere franco fin dall'inizio per non correre il rischio che Ranma cambiasse idea e decidesse di tornare dalla sua famiglia: meglio fargli capire subito che non potrà mai avere una vita normale. (Ah, invece, dato che poi non te l'avevo detto... la narrazione, l'ordine delle sequenze, era chiarissimo. Non preoccuparti!)
Nabiki è stata diabolica, è anche una maestra di psicologia. Mi ha ben impressionato a sua volta Akane, che, bisogna dire, continua a recitare benissimo la sua parte. Per una volta quasi mi dispiace per Happosai, è stato ingannato per bene. E Soun con quel suo ventaglio fa la sua magra figura, dimostrando una certa ottusità di fondo nonostante (come vedremo meglio nei capitoli futuri) un'ambizione che, se non sbaglio, non ha nulla da invidiare a quella della figlia secondogenita.
Kodachi è perfetta in ogni dettaglio, parlare con lei è come parlare a un muro: non importa quanto si possa sbatterle in faccia la realtà, troverà sempre il modo di deformarla a suo favore. Ranma la ama, punto. Poco conta che lui neghi, si sia sposato con altre, eccetera. E' una pazzia che non fa ridere, come quella della Kodachi originale, ma impressiona e basta: mentre si legge, non si vorrebbe proprio essere nei panni di Ranma, perseguitato da una strega del genere. Ah, però qualcosa di buono ce l'ha: quel doppio pugnale è proprio bello. *_*
Il capitolo si chiude con Ranma che decide di incontrarsi (dopo chissà quanto tempo) con Happosai. Se ricordo bene la prima versione di NRSU, lì Ranma era più umano (infatti sottolineavi il fatto che Ranma non se la sentisse di uccidere Kodachi) e voleva diventare più spietato (lo stesso problema si sarebbe riproposto vari capitoli più tardi con Mousse). Adesso invece, com'è giusto che sia, com'è più realistico, Ranma è una macchina spietata di morte che ripete a se stesso di aver conservato un briciolo di umanità, di non essere come Taro, ma alla fine non ci crede tanto nemmeno lui stesso. Il bisogno di incontrare Happosai pare dunque quasi adeguarsi a un'esigenza opposta, del resto le parole del vecchio otto secoli prima erano state molto chiare: "Ho deciso di addestrarti perché ritengo che riuscirai a conservare la tua umanità. (...) non ho dubbi che, grazie anche alla mia guida, riuscirai a conservare la tua integrità, a non uccidere se non sarai costretto a farlo, ad avere pietà di chi non può difendersi, ad aiutare chi sarà in difficoltà, a rispettare coloro che sono più deboli di te. A non abituarti mai all’odore del sangue". Insomma, pare che il Ranma del presente abbia smentito in pieno Happosai...
Bravissima, Cri! A questo punto mi metto buono buono ad aspettare l'ultimo capitolo della "Gatta morta"! ^_^
(Recensione modificata il 24/09/2010 - 08:54 pm)

Recensore Junior
24/09/10, ore 17:05
Cap. 6:

Dire che è solo un capitolo non gli renderebbe giustizia: è sì un capitolo, ma è composto da quattro parti, o meglio quattro storie ricche, profonde e complete.
Iniziamo dalla prima: la fine dello scontro con Tatewaki. Sembra solo il ricordo di uno scontro con una massa di deboli e stupidi guerrieri, ma è in realtà la riflessione su uno scontro ben più significativo, quello cioè che sta avvenendo dentro l’animo di Ranma. È bellissima la dicotomia che sei riuscita a creare fra il desiderio di luce (e quindi di pulizia spirituale/mentale) e l’oppressione data dal buio della foresta (buio che simboleggia le tenebre che in quel momento stanno avvolgendo l’animo di Ranma). Ma il contrasto ancora più “feroce” che sono riuscito a percepire da questo scontro riguarda l’olfatto, sia del lettore che del protagonista: mentre infatti Ranma comprende di essere diventato così insensibile al sangue da non sentirne più l’odore, ne è stato versato così tanto in giro da “nauseare” quasi il comune essere umano che si trova a leggere questa descrizione. Effetto magnifico. Il tutto rincarato dalla descrizione della manica del vestito di Ranma, che oltre a essere lorda di sangue, era anche ricoperta di foglie putride (aggettivo davvero azzeccato!). Sempre restando in ambito olfattivo, è meravigliosa è azzeccata la ripetizione ravvicinata del termine “puzzava” (“La nebbia puzzava di marcio, le foglie puzzavano di marcio, l’erba puzzava di marcio, tutto quel dannato bosco brumoso puzzava di carne in putrefazione brulicante di vermi”). Fa capire non solo il fetore che riempiva quel posto, ma anche la nausea spirituale che in quel momento sta provando Ranma. Perfetto.
Delicatissimo ed estremamente efficace il modo in cui Kuno viene ucciso: si sente strano, leggero e poi nota la spada accorciarsi di un terzo. Sembra di trovarsi proprio al suo posto, sublime. Inoltre è una morte perfetta per uno come lui: lui è una persona che non vale niente, e quindi neanche la sua morte sia per Ranma, ma anche per il lettore, ha qualche valore. Mitica!
Dopo questa parte, in perfetto stile highlanderiano, abbiamo una reminiscenza: Ranma ricorda i suoi primi giorni di addestramento con il maestro Happosai. Se la parte di prima era incentrata sull’odorato, questa per me è incentrata sull’udito. Dalle urla disumane di Ranma che urla così tanto fino a non avere più voce, ai raccapriccianti rumori che il suo corpo emette sia quando si rompe che quando si ricompone, sia ai rumori del fuoco scoppiettante e ai sospiri pieni di fumo del maestro mentre parla al suo allievo. Inoltre, questa parte ritengo che sia di fondamentale importanza per comprendere meglio il carattere di Ranma: un Ranma perfettamente IC perché come sempre non sopporta l’onta di una sconfitta (tanto da volersi quasi raschiare via la pelle per cancellare la vergogna). Un Ranma anche caparbio e ostinato, che si riprende e non si mostra debole di fronte all’avversario. Anche Happosai mi è piaciuto. Innanzi tutto lasciati dire che lo hai descritto con una mimica e una gestualità perfette! E inoltre, da bravo Happosai, sembra apparentemente malvagio, ma dentro di sé un minimo di umanità ce l’ha sempre, tanto che esorta Ranma a non abituarsi mai all’odore del sangue… Questo riferimento fa trasalire sapendo il dramma che invece Ranma sta vivendo nel presente.
La terza parte si apre con un Happosai molto IC: perfetta la frase: “Che non potesse più palpare le curve generose di un esemplare femminile, se…”. E che dire del dubbio di essersi fumato erbe e funghi allucinogeni più forti del normale? Sembra proprio un’atmosfera ilare, tranquilla, ma invece un terribile piano sta prendendo forma sotto gli occhi di tutti. A tramarlo non poteva essere altri che Nabiki, che fino alla fine riesce ad ingannare tutti, ma proprio tutti, lettore compreso. Superba (sia tu che lei!). E’ così malvagia e determinata quella “vipera cornuta” che riesce ad ingannare anche la mente di un immortale vecchio di molti secoli. E il finale di questa parte è strepitoso: lei che si mette le mani di fronte al volto e si lascia andare a una lunga risata rauca. Fa venire i brividi. Sei stata bravissima a utilizzare il modello della Takahashi dandogli però molto più spessore e realismo, e molta più malvagità. Il piano che ha architettato è stato geniale (anche tu lo sei stata visto che lo hai scritto).
E come si dice: dulcis in fundo! Dopo tanti intrighi, dopo tanto dolore e dopo tanta sofferenza cosa abbiamo? L’arrivo di Kodachi preannunciato da un delicato petalo nero che plana leggero. La tua bravura, e ormai dopo questo è cosa certa, sta nello studiare e sviluppare la psicologia dei personaggi, prendendo come spunto il carattere che hanno nel manga, e poi “drammatizzandolo” per inserirli in un contesto reale. Se Kodachi nel fumetto era un po’ matta e molto testarda nel pretendere l’amore di Ranma, qui ci troviamo di fronte a “Misery non deve morire 2”! Hai ricreato la mente di una matta furiosa, che arriva a negare e distorcere la realtà! Fa di tutto pur di non credere che Ranma non l’ami più. E si attacca a qualunque cosa pur di credere invece che lui la continui ad amare: non l’ha uccisa perché lui la ama… più ovvio di così… Perfetto. E che dire della sua solita risata, che però diventa ora molto più sinistra, tanto da “scorticare i nervi”. Meraviglioso il pezzo riguardante il ciondolo: una matta che diventa ancora più matta, creando castelli in aria assurdi. Unico! Mi ha messo i brividi anche un’altra espressione: lei che si illumina tutta, ma della luminosità di una pira funebre. Riferimento quanto mai azzeccato! E il suo delirio cresce a ogni frase: giunge alla fine a compatire Ranma credendolo malato, e dichiarandosi la sua “unica cura”! Siamo di fronte a una sensazionale escalation di follia. E l’hai descritta davvero bene. Bravissima. E che dire dello scontro: tronchi che cadono, miriadi di foglie che si alzano in aria, pugnali che ruotano… mi sembra di stare a guardare il film Hero. In un certo senso sei riuscita a infondere in questo scontro la maestria dei registi cinesi di film di arti marziali. Davvero davvero brava.
Un capitolo ricco, completo ed emozionante, pieno di drammi, di sorprese e di colpi di scena, un capitolo che sa stimolare al massimo i cinque sensi. Sei davvero brava. Continua!

Nuovo recensore
23/09/10, ore 17:39
Cap. 6:

ciao la tua storia mi piace molto e andrà direttamente tra le mie preferite *_* cmq da quanto ho capito questa + una revisione di una storia già completa, giusto? potresti allora darmi le direttive per poterla leggere? un bacio continua a revisionarla xkè è molto bella!

Recensore Veterano
12/04/10, ore 13:04
Cap. 1:

(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali' - Voto annullato dall'amministrazione: si deve comprendere che il voto è stato espresso per merito dei personaggi inventati dall'autore della fanfic)
I personaggi di Ranma sono ripresi in maniera assolutamente nuova e diversa, nonostante mantengano il carattere IC degli originali. La bravura dell'autrice ce li fa riscoprire ed amare nella loro nuova veste.
(Recensione modificata da Webmistress Erika il 15/04/2010 - 03:59 pm)

Recensore Junior
02/04/10, ore 21:52

Bene, alla fine arrivo anche io, anche se ancora una volta in ritardo!
Non so davvero da dove cominciare. Probabilmente posso iniziare da qui: tre sono le cose che più ho amato in questo capitolo: la scena presentata dal punto di vista di Yukiko, Kuno e Nabiki.
Ora, non so come tu abbia fatto, ma Kuno è così Kuno che sono riuscita a sbellicarmi dalle risate nonostante il momento non fosse proprio leggero!
Il poema o la calligrafia? La calligrafia o il poema?
Tatewaki in tutto il suo splendore (?)! La sua dissertazione contorta ha allentato la tensione per un istante. Hai ragione a dire che questo Kuno è completamente diverso da quello della versione precedente, ed in meglio, lasciamelo dire! Arrogante e presuntuoso come l’originale. Anche la scelta di presentarlo inconsapevole della sua vera natura mi è piaciuta di più, ma non saprei dirti perché. Forse semplicemente perché mi piace come hai descritto la situazione e il suo smarrimento di fronte a quegli eventi per lui così inspiegabili.
Ma andiamo a Nabiki… la Nabiki spietata e calcolatrice che ho imparato a conoscere in questa fan fiction. Non mi stupisce che sia riuscita a piegare Akane così facilmente, naturalmente, ma la sua incantevole perfidia mi lascia sempre in balia di sentimenti contrastanti: da un lato, concedimelo, la vorrei uccidere! Dall’altro la sua caratterizzazione mi lascia semplicemente estasiata per la sua perfezione. È così intelligente e diabolica che quasi la invidio!
Infine, potrà sembrarti strano, ma probabilmente il mio momento preferito dell’intero capitolo è la parte in cui Yukiko “assiste” al massacro dei ronin. Non sono sicura di saperne spiegare il motivo. È più il modo in cui hai scelto di presentare la scena, non attraverso gli occhi della ragazza, come sempre si sceglie di fare, ma attraverso il suo udito. E secondo me è una scelta indovinatissima, perché non avresti potuto far sembrare la scena più reale. La descrizione dei suoni rende il tutto più raccapricciante e vero di quanto sarebbe sembrato descrivendo le immagini! Mi rendo conto che non sono riuscita a spiegare davvero perché questa cosa mi sia piaciuta tanto, ma spero capirai che intendo.
Ho apprezzato moltissimo anche il piccolo scorcio di passato di Ranma, presentato confusamente come confusa era la mente del codinato! Qui Ranma mi è sembrato molto vicino al Ranma Takahashiano, e a quello che troveremo più avanti. Finalmente un po’ umano!.
Ma oltre a questo, c’è molto di più. La tua attenzione ai dettagli, per esempio, o le ricerche che fai per rendere questa storia più vera possibile! Naturalmente sono cose che chi ha letto le tue storie sa già che fai sempre, ma non per questo le apprezzo di meno! Per un lettore una storia con accorgimenti del genere è sempre il massimo.
Cris! *.* nel caso in cui non fosse chiaro ho adorato questo capitolo, dettagli sanguinolenti compresi! E parlando di sangue, non dovremmo anche dire due paroline sul tuo Ranma? *.* Ne basta una: spettacolo!
Spero di non aver tralasciato nulla di quello che volevo dire, anche se non ne sono del tutto certa. In ogni caso non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo!

Nuovo recensore
28/03/10, ore 22:26

Ciao Cri!! Mi dispiace averti fatto aspettare tanto tempo, ma ho avuto un affaruccio da sbrigare ^__^
Sempre bellissime le descrizioni: ho sopresso brividi di freddo insieme a Ranma dopo la lunga traversata ed ho assistito agghiacciata come la povera Yukiko alla lotta con i ronin.Alcune scene sono un pò forti, come d'altra parte avevi già preannunciato, ma di sicuro contribuiscono a non far staccare gli ochhi dallo schermo. E che bello conoscere di più sulla storia di quel periodo: la considerazione di cui godevano i ronin e gli stranieri... e di questa Nabiki sempre più intrigante, che dire?
Continua con l'ottimo lavoro!! Baci

Recensore Veterano
07/03/10, ore 16:25

Ed eccomi qua a recensire l’ultimo capitolo (anche se ho superato il trauma dell’ultimo capitolo da qualche giorno, sono già in crisi di astinenza ç__ç).
Nella prima parte mi sono ritrovata con sorpresa a leggere di un Ranma più umano di quanto tu l’abbia descritto fino ad ora: non dico a livello di emozioni, ma proprio a livello di percezioni e bisogni fisici, visto che malgrado la sua natura sente il freddo, la fame e la stanchezza. Invece la sua indifferenza per la vita umana è rimasta la stessa, come dimostrano i pensieri privi di rimorso che riguardano il secondo di bordo, che comunque se l’è ampiamente cercata.
Mi sa che te l’ho già detto, ma adoro leggere le impressioni che i personaggi secondari o di contorno hanno di Ranma, così da vederlo attraverso gli occhi spaventati di semplici umani; quindi non ho potuto che apprezzare la descrizione della sua sosta, senza contare che questi scorci di vita comune, perfettamente plausibili grazie al tuo lavoro di documentazione, sono sempre interessanti. La paura della povera ragazza, alle prese con un Ranma in incognito, è ampiamente giustificata, così come i suoi sospetti, e in effetti non riesco proprio a immaginare come un uomo imponente e dalle sembianze minacciose, per nulla composto o educato negli atteggiamenti, possa passare per un agopunturista. I suoi modi sprezzanti e tipici di chi è abituato a fare tutto quello che vuole e non deve piegarsi dinanzi a nessuno, poi, sono la ciliegina sulla torta per sfatare in un attimo le sue bugie. Alla fine la ragazza si è dimostrata di gran lunga più furba, sia del padre, sia dei due ronin, altri che se la sono ampiamente cercata; mi dispiace solo che lei abbia dovuto assistere alle brutali uccisioni perpetrate da Ranma.
Dopo questa scena di violenza fisica, ecco che arriva una parte più statica ma ben più intensa a livello di emozioni e per la trama, che invece rappresenta un sottile esempio di violenza psicologica. Come al solito Nabiki è terribilmente perfida e bastarda, arrivare a dire che Akane sarebbe stata costretta a concedersi perfino al padre del suo futuro marito è stata un’autentica cattiveria, oltre che la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Quando, dopo il colloquio con il maestro, Akane torna dalla sorella per riferirle l’esito della loro conversazione, quell’“eccellente” mi ha provocato un brivido.
Ammetto che mi ha sorpreso che Akane riuscisse quasi a ingannare Happosai; Nabiki deve averle insegnato davvero bene. E la cosa triste secondo me è che alla fine lei ha detto solo la verità su Ryoga, nell’esprimere le motivazioni del suo cambio di opinione: Ryoga sarebbe stato davvero un marito eccezionalmente buono e permissivo nei suoi confronti, altro che tenerla prigioniera o forzarla a concedersi al padre. Resta da vedere quanto davvero Happosai le abbia creduto e come pensi di contrastare la sua ribellione in caso abbia intuito i suoi piani. Comunque resto sempre più in preda all'ammirazione per l'abilità con cui Nabiki manipola le persone, credo che lei sia l’unica degna avversaria per il vecchio immortale, in uno scontro a distanza basato sull’intelligenza anziché sul confronto fisico. Ho apprezzato il discorso che Happosai fa ad Akane, nel tentativo di mostrarle come sia la reale situazione delle persone comuni, condannate a una vita di stenti ben diversa da quella che le raccontava nei suoi resoconti; eppure nemmeno questa consapevolezza basta a cancellare il suo desiderio di libertà, perché alla fine Akane senza il suo desiderio di indipendenza, le ribellioni, la determinazione di affermarsi come persona e di non chinare la testa dinanzi a un uomo, non sarebbe più lei.
E un altro che proprio non ce la fa a chinare la testa è Ranma, che dimostra di avere una pazienza piuttosto infinitesimale (mi ricorda qualcuno XD) e dopo varie provocazioni da parte dei samurai non esattamente onesti decide di farla finita a modo suo. E' inutile, già da qui si vede che sono fatti l'uno per l'altra! A proposito, il disegno a colori di lui sporco di sangue è splendido *__*
Ho trovato particolarmente godibile e divertente l’entrata in scena di Kuno, la sua arroganza, i suoi soliti dilemmi, l’ego tanto grande da illudersi lui stesso sulle proprie capacità e l’assurda sudditanza dei suoi uomini, che lo venerano come fosse una sorta di divinità o profeta. Bisognerebbe che desse un po’ della sua sicurezza a Ryoga, tanto per equilibrare le cose XD Trovo che tu abbia fatto la scelta giusta nel rappresentarlo esattamente come appare nel manga, solo un pochino adattato al contesto: per quanto questa sia una storia drammatica e a tratti violenta, non trovo stonata la presenza di un individuo così singolare, in fondo gli sbruffoni e i palloni gonfiati esistono da sempre, quindi non mi sorprende trovarne uno anche qui. E poi è proprio da Kuno essere un immortale e non saperlo XD Povero, mi fa quasi pena, così come le sue guardie, che temo non finiranno bene.
Il flashback sull’incontro di Ranma con Happosai è stato terribilmente evocativo, per una volta Ranma è apparso debole, sfiancato e in preda all’incertezza, pur senza perdere la sua tipica testardaggine, mentre Happosai è apparso come l’immortale minaccioso e spietato, tanto da non provare alcuna simpatia per lui, né comprensione, e la scena è stata un po’ un parallelismo di quello che sta succedendo ora, con Ranma immortale esperto alle prese con il giovane e debole Kuno. Credo sia inutile dirti quanto io voglia saperne di più, sul passato di Ranma, che questo flashback e i ricordi tra parentesi della parte prima hanno solo reso più interessante!
Purtroppo non avendo la prima versione della storia non posso fare i dovuti confronti, ma da quello che ricordo hai migliorato ciò che era già un capolavoro! Questa revisione appare chiaramente più matura ed esaustiva, tracciando i contorni di un mondo che dà fin da subito un’impressione di solidità e vivacità, senza risultare un semplice sfondo incolore o di scarsa rilevanza in cui si muovono i personaggi. Il tuo stile, che ho ammirato fin dalla prima versione di NRSU, ha guadagnato un’impennata grazie al tuo studio della TPL, che ormai ti riesce alla perfezione. Cos’altro mi rimane da dire, se non porti per l’ennesima volta dei complimenti che sono comunque riduttivi in confronto alla qualità di questa tua opera? Sono sempre più incantata dal tuo modo di scrivere e dal modo sapiente in cui manovri i vari protagonisti, non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo e soprattutto di arrivare finalmente al punto in cui si interrompeva la prima versione, dovessi anche aspettare anni, tanto l’attesa vale la pena! E' fin troppo riduttivo rispetto a quello che meriti, ma bravissima davvero *__*

Recensore Veterano
02/03/10, ore 21:55
Cap. 4:

La prima cosa che ho pensato leggendo questo capitolo è stata che il linguaggio scurrile in bocca a questi personaggi di bassa estrazione sta benissimo, dà un tocco in più alla narrazione perché rispecchia in maniera a mio avviso più che fedele come poteva essere il linguaggio di semplici marinai (nemmeno del tutto onesti) e in che modo potevano rivolgersi l’uno con l’altro. Ottima scelta, quindi! La seconda cosa che mi è venuta in mente, oltre a una soddisfazione particolare per come loro temevano Ranma, è stata la certezza quasi assoluta che almeno uno di essi sarebbe finito male. D’altronde bisogna essere davvero idioti a voler sfidare un simile individuo, che anche ad un primo incontro appare qualcuno di molto pericoloso; o forse sono solo io che, sapendo bene chi e cosa sia davvero Ranma, mi gustavo l’ingenuità di questo Jung, convinto di poterlo sopraffare grazie a un attacco a sorpresa. Molto più saggio invece è apparso il capitano, che, per quanto non dubito fosse capacissimo di uccidere chiunque per mero profitto, se non altro ha saputo dar retta al proprio istinto, ricordandosi anche del racconto di quel cinese che chiese lo stesso servigio richiesto da Ranma. Sarò cattiva ma mi piace un sacco leggere l’effetto che fa un immortale del suo calibro nei confronti della gente comune!
Mi è piaciuta poi la totale indifferenza con cui Ranma ricorda le persone che hanno tentato di derubarlo in passato e lui ha ucciso, e pianifica la morte anche del marinaio. Invece sono proprio curiosa di sapere qualcosa di più su quel talismano che Happosai gli aveva prestato, non ricordo bene se fosse stato presente nella prima stesura, ma mi dà l’idea che sia qualcosa di cui si tornerà a parlare in futuro. Ho apprezzato molto poi l’accenno ad Akane, che sembra quasi essere una risposta ai ricordi della ragazza su di lui nel capitolo precedente, perché questo dimostra ancora quanto lei gli sia rimasta impressa *__* La sua risoluzione di cominciare lo sterminio sistematico di quelli come lui per ottenere la ricompensa era proprio quello che mi aspettavo, vista la sua stanchezza di vivere.
Di tutt’altro genere, ma pur sempre emozionante, è stata la parte del capitolo dedicata ad Akane. Mi sono davvero sentita male per lei, mentre leggevo della sua vestizione e dell’attesa che è stata costretta a subire.
In realtà sono convinta che Ryoga sarebbe stato un marito buono e gentile, nei suoi confronti, probabilmente Akane avrebbe potuto rigirarselo a piacimento, vista l’adorazione che prova per lei, e di sicuro avrebbe fatto il possibile per renderla felice, senza nemmeno pensare a tenerla prigioniera. Ma, d’altro canto, non posso fare a meno di capire anche lei: già qualunque altro uomo avrebbe perso miseramente se confrontato con i suoi ricordi di Ranma, ma aver visto un ragazzo impacciato, incapace di comportarsi come un adulto e, ai suoi occhi, simile a un selvaggio che non ha la più pallida idea di come reagire in presenza di una ragazza, è stato il colpo di grazia al suo già labile autocontrollo. Da un lato mi dispiace molto per Ryoga, già nel manga mi faceva tenerezza e mi è sempre stato simpatico, e qui non fa eccezione: come Akane, sembra essere fuori posto nel severo mondo dei samurai, visto che non riesce a controllare le proprie emozioni, né a mantenersi freddo e imperturbabile, senza contare il suo terrore di perdersi e di fare figure ridicole, dimostrandosi non all’altezza del proprio status (e qui ho apprezzato molto come hai mantenuto le caratteristiche del Ryoga originale); dall’altra però non posso fare a meno di notare quanto sia inadatto per Akane. Per quanto sia raro che un uomo di quell’epoca sia tanto gentile e innamorato della propria (futura) moglie, sposare Akane sarebbe un terribile errore e porterebbe dolore a entrambi.
Non mi ha stupito la brusca reazione della ragazza all’abbraccio di Ryoga: dopo tutto quello che ha subito in questi giorni, logorata dal pensiero delle nozze imminenti, che avrebbero in un certo senso posto fine alla sua vita, e dalle parole della sorella che hanno aumentato in maniera esponenziale la sua angoscia, era inevitabile che dopo un contatto tanto intimo perdesse il controllo.
E veniamo al combattimento, la parte che ho tenuto per ultima perché è quella che ho più apprezzato. Hai espresso molto bene il concetto di “perdere la faccia” e viceversa di “guadagnarne” molta, è una delle cose che ammiro di questa cultura, anche se erano davvero esagerati XD Mi è dispiaciuto un sacco per Akane, mi ha davvero dato l’impressione di un uccellino in gabbia che cerca disperatamente una scappatoia, arrivando perfino a minacciare di mostrarsi incapace, per non venire ritenuta degna di sposare Ryoga, o di ferirlo gravemente in modo da costringerlo a fare seppuku (a minacciare e basta, perché sono convinta che non avrebbe mai avuto il coraggio di mettere in pericolo la vita di un’altra persona per salvare la propria). Le risposte dure di Happosai sono state un colpo al cuore, perché hanno dimostrato che per lei non c’è più speranza. Istintivamente l’ho un po’ odiato, perché invece di aiutare Akane cercava di farle abbandonare ogni speranza di una vita libera; ma dal punto di vista razionale posso capire il suo punto di vista, non può sovvertire le usanze di un intero paese, né assecondare il volere di una ragazzina provocando gravi conseguenze, e poi ho apprezzato il fatto che dietro la sua severità mostrasse comunque del dispiacere e della compassione per quella sua allieva troppo ribelle.
Comunque il combattimento mi è piaciuto un sacco, e non solo per la grinta della ragazza, che ha comunque dimostrato di non volersi arrendere mai, ma anche per il punto di vista di Happosai, che in cuor suo disprezza i due genitori e un po’ li prende pure in giro, essendo l’unico, tra loro, ad aver davvero capito il livello delle forze in gioco. Ryoga è indubbiamente forte, è stato addestrato molto più a fondo rispetto ad Akane e conosce tecniche spaventose (esattamente come l’originale), ma non vuole fare male alla sua futura moglie; Akane, a sua volta, comprende il valore dell’avversario, ma combatte comunque con tutte le sue forze e cambia arma di continuo per metterlo in difficoltà, dimostrando un’astuzia e una determinazione che non si possono non ammirare. Mi sono piaciuti, inoltre, i ricordi tra parentesi che si alternavano alla narrazione.
Un altro bellissimo capitolo, tesora, ancora tantissimi complimenti!
PS: Quasi dimenticavo, povero, ingenuo Ryoga, che non comprende in minima parte i sentimenti di Akane ed è convinto che lei combattesse con questo accanimento per mostrargli di essere degna di lui. Se non fosse un contesto tanto drammatico mi sarebbe venuto da ridere.

Recensore Junior
02/03/10, ore 18:25

Waw! E’ davvero un bellissimo e ricchissimo capitolo. Non so da dove incominciare, tante sono le cose che mi sono piaciute! Nel complesso, lo trovo scritto in maniera davvero matura e artistica! E’ tutto molto serio, drammatico, crudo ma allo stesso tempo pieno di vita, di colori, odori e suoni. Meraviglioso!
Come già detto, essendo un capitolo molto ricco, non mi posso addentrare nei particolari, se no starei a parlarne per giorni. Cercherò quindi di affrontare gli argomenti che mi sono piaciuti raggruppandoli per tematiche.
La prima di queste sono i paesaggi. Li scrivi in maniera dannatamente realistica. Sono sopraffatto dalle emozioni che mi trasmettono, dal freddo sulla spiaggia illuminata dalla luna, alla contemplazione di un magnifico e rilassantissimo giardino autunnale, e alla pace che mette una mattina dal delicato colore rosa. Si può dire che in questo capitolo ci siano paesaggi per tutte le ore della giornata: alba, pomeriggio (bellissima la frase che descrive i pulviscoli di luce) e notte. Ma la cosa che rende queste descrizioni ancora più realistiche, è che sei riuscita a legare precise emozioni a precisi sfondi naturalistici. Sono davvero rimasto incantato.
La seconda tematica riguarda i personaggi. Quelli della takahashi, ovviamente sono stati resi in modo molto più realistico e pieno di pathos, ma al contempo mantengono tutti i tratti che li caratterizzano. Fra questi, il personaggio che mi è piaciuto di più è Nabiki, che è in pratica un serpente che lentamente ti avvolge fra le sue spire costringendoti inconsciamente a fare ciò che desidera. Perfetta la frase: “strinse le pupille tra due fessure” . Mi fa pensare agli occhi di un rettile! Oltre a lei, ho apprezzato moltissimo anche la tua versione di Kuno. Comprendo il tuo sforzo di rendere in maniera seria e realistica un tipo così ridicolo, e complimenti, ci sei riuscita appieno. Mitico il dilemma che lo lacera: il componimento o l’eccellenza nell’uso del pennello? Perfetto!!! Ovviamente anche il suo ego è reso realisticamente bene, ma ugualmente in maniera che fa davvero pensare al classico Kuno. Lui infatti crede di avere una superiorità intellettiva e marziale! Waw!
Terzo punto, e davvero qui ti faccio i miei più sentiti complimenti, è lo scontro alla locanda. Hai avuto una idea geniale e originalissima nel descrivere il tutto non utilizzando il solito senso della vista, ma quello dell’udito, che rende tutto ancor più vivo e in un certo senso ancor più raccapricciante (terribile il rumore simile a un frutto tagliato in due. Fa capire tutto!). Anche il secondo scontro, quello all’uscita della città, è descritto in modo davvero reale: non troppe parole che rallentano, ma pochi gesti veloci e mortali. E’ così che avviene uno scontro! Brava!!
Ovviamente altro punto a tuo favore, è la tua solita cura dei dettagli, fra cui quello che mi è piaciuto di più è la descrizione dei calli della mano che impugna la katana. Questo denota davvero una grande attenzione da parte tua! Altro dettaglio, che molti avrebbero tralasciato (ma non tu!) è il problema della pronuncia. Ranma infatti si deve allenare, dopo tanti anni di assenza, anche solo per pronunciare pochissime parole. Ovviamente complimenti per l’accuratezza geografica e storica!
Infine, altra chicca che ho apprezzato, è l’aver introdotto un modo di dire (ovviamente creato da te): “Soffia sempre troppo in alto e mai abbastanza in basso”, riferito al vento. Dà al tutto un ulteriore tocco di realismo. Anche se ti sembrerà strano, questo uso di inserire modi di dire mi ricorda un po’ Verga nei Malavoglia.
Davvero complimentosi. Hai raggiunto un elevato grado di abilità nello scrivere!!

Recensore Veterano
28/02/10, ore 21:40

Questo secondo capitolo, praticamente del tutto inedito, l’ho apprezzato dalla prima riga all’ultima. Mi è piaciuto molto il rapporto tra Akane e la sua dama di compagnia, la loro complicità e il modo in cui Yuki racconta e magari infioretta tutte le informazioni di cui è venuta a conoscenza per permetterle di vivere, sia pure indirettamente, quell’esistenza e quella libertà che le sono negate. I dialoghi sono ben curati e coinvolgenti, sia quello tra Akane e Yuki, con un incipit incentrato sullo specchio che denota grande profondità, sia quello tra Akane e la sorella; impossibile non notare i miglioramenti rispetto alla già ottima versione precedente.
E una volta giunta alla fine mi sono sentita fregata alla grande, perché questa complicità tra Akane e la dama è in realtà tutto frutto di una macchinazione di Nabiki. Non hai idea di come ci sono rimasta! Te l’ho già detto, ma Nabiki è il tuo capolavoro in una schiera di personaggi tutti splendidamente caratterizzati; è davvero impeccabile il modo in cui hai trasposto alla perfezione la personalità avida della Nabiki originale in un contesto più dark, dove può esprimere la crudeltà e la spietatezza che nell’atmosfera takahashiana sono comunque appena accennate e mitigate dall’umorismo. È incredibile come ogni sua parola, ogni suo gesto in apparenza casuali servano in realtà per raggiungere i suoi scopi, alimentando nella sorella le sue paure e la sua disperazione per l’imminente matrimonio con Ryoga, colpendo con ammirevole precisione i suoi punti deboli (basti pensare al modo in cui le parla della sua futura dimora, ponendo l’accento su quanto essa sarà opprimente, con finestre anguste, con muri e difese impossibili da oltrepassare sia da chi è all’esterno sia all’interno). Credo che questa scaltra donna senza scrupoli sia il personaggio più intelligente dell’intera storia, un’Antagonista con la ‘A’ maiuscola, temibile più di quanto potrebbe essere un guerriero o un immortale, proprio per la sua capacità di capire le altre persone e riuscire a manipolarle. Già lo sai, ma la amo e la odio profondamente allo stesso tempo XD
Akane invece è senza alcun dubbio la mia preferita. Anche lei ha mantenuto la sua indole ribelle, ovviamente contestualizzata in questo universo alternativo, tanto da aver avuto l’ardire di opporsi al padre quando aveva solo undici anni. Grazie al tuo stile trascinante mi sono immedesimata in lei, nella sua angoscia e nel suo dolore, più di quanto mi fosse successo con Ranma, ma immagino che fosse anche una cosa voluta per mantenere l’immortale una presenza, almeno momentaneamente, più distante e misteriosa. E ho adorato in particolar modo queste sue descrizioni “Lei era quella che non aveva mai sufficiente autocontrollo né lo avrebbe mai avuto, […]Lei era quella che detestava specchiarsi perché quando trovava il coraggio di farlo, era la Rassegnazione, era la Sconfitta che guardava, non la sua immagine” e “ Peggio ancora, si era voltata, le aveva fissate ed era tornata indietro. Per la sua curiosità insaziabile, perché sperava di scoprire qualcosa che mandasse in frantumi la monotonia della sua vita passata, presente e futura, perché era un’avventata irrecuperabile.” e non solo perché in molte cose mi ci ritrovo io stessa (curiosità irrefrenabile a parte, sono fisiologicamente incapace di rimanere impassibile e mascherare antipatie o irritazione), ma perché hai descritto l’essenza stessa di Akane. Un’Akane più matura, dura e tragica rispetto a quella della Takahashi, ma che è stata indubbiamente basata su di lei. È una donna così amante della vita e della libertà che pare quasi fuori posto in una società tanto severa e misogina.
Quasi dimenticavo, l’accenno a Kasumi è stata una pugnalata alle spalle, sbaglio o nella prima versione non si era parlato esplicitamente di maltrattamenti e percosse? O magari sono stata io a rimuovere quest’informazione così spiacevole… spero davvero che la sua storia finisca bene.
Anche l’incontro tra Akane e Ranma è cambiato molto, con più particolari, in una diversa situazione, e devo dire che lo preferisco così. La reazione di lei, che minaccia di staccargli la testa, ha fatto ridere anche me, se solo sapesse XD E come ho adorato la sua testardaggine e l’incoscienza con cui lo segue e si ostina a sfidarlo e disubbidirgli, dimostrando quell’ostinazione che tanto ammiro in lei! Ovviamente mi è piaciuto molto anche il comportamento così brusco, dark e minaccioso di Ranma (sarò io fissata, ma posso dire che ho notato in lui una vena simil saiyan? XD). Nel loro scontro non ho faticato a riconoscere i loro onnipresenti scontri del manga e ogni volta mi sorprendi per come riesci ad amalgamare così bene i caratteri dei personaggi originali e i loro comportamenti in una trama di gran lunga più matura e drammatica. Ottimo poi il rimando alla piattezza della ragazza XD
Per quanto l’incontro sia narrato dal punto di vista di Akane, che è rimasta tanto colpita da Ranma da custodire questo ricordo anche a distanza di dieci anni, si capisce che anche Ranma è stato colpito da lei, o non le avrebbe parlato come ha fatto e si sarebbe limitato a riportarla indietro senza nemmeno rivolgerle una parola: anche se indirettamente, ci rendiamo conto che Akane lo ha interessato, è riuscita a stupirlo, perfino a strappargli un sorriso con la sua spontaneità. E non credo sia una cosa facile farlo ridere.
Ovviamente questa è stata la parte che più ho preferito nell’intero capitolo: un incontro da cui già trapela l’ombra di un sentimento, raccontato con dialoghi incisivi e fulminanti (che malgrado non fossero separati dai soli segni di interpunzione non ho avuto la minima difficoltà a seguire, anzi, condivido appieno la tua scelta di renderli parte del fluire dei suoi ricordi) e descritto in maniera meravigliosamente vivida, con uno spunto di umorismo che non stona per nulla.
In caso non si fosse capito, sono sempre più conquistata dalla tua storia. Lo stile è perfetto e scorrevole, la trama interessante, i personaggi ben sfaccettati; inoltre è mirabile il lavoro di documentazione che si intuisce dietro alla solidità dell’ambientazione di questo Giappone feudale, che ci presenti con una sicurezza e una dovizia di particolari tali da poter sembrare quasi un’autorevole ricostruzione storica, e non un mondo in cui viene narrata una storia fantasy.
Riguardo i disegni, li ho trovati belli ed espressivi come i precedenti. Akane con in mano lo specchio e gli occhi chiusi è l’emblema della tristezza, ma il secondo disegno è finora il mio preferito in assoluto, adoro come hai reso i due protagonisti: Akane in quella posa e con quell’espressione a metà tra il sospettoso, il corrucciato e l’incuriosito, sembra un cucciolo di gatto selvatico (o di tigre?), indeciso se attaccare o rimanere immobile, mentre Ranma che le sorregge il mento per guardarla quasi interessato, come sempre affascinante e imponente, è perfetto! E qui mi partono i soliti trip mentali su loro due XD
Ancora tanti complimenti, tesora!