Voglio dirti innanzitutto che mi sei mancata. Non mi sei mancata come mi mancano i vecchi periodi della mia vita, come mi manca il poter mangiare cioccolato quando mi pare, come mi manca una persona che amo (ma anche sì). Mi sei mancata molto di più, ed è per questo che paragono la tua mancanza a quella di un… concerto. Mi sei mancata in quel modo intimistico e anche un po’ egoista, mi sei mancata inconsciamente, giorno dopo giorno.
Le discussioni notturne, lo scoprirti un po’ alla volta; m’è mancato davvero tutto, tutto di te.
Forse sono patetica. Lo sono.
Bentornata, brutta-cessa-scrittrice-perfetta-tizia-ironica-entrata-a-cazzo-di-cane-nella-mia-vita-rendendola-diversa-(qui c’è una virgola)-insegnandomi-chi-sono.
Ok. Mi permetto di recensire anche il capitolo precedente, adorato e letto a suo tempo e ingiustamente in-recensito (mi flagello).
Capitolo 13- bis aka: come rendere felice una povera matta, aka: Evey.
Dire che mi spanzata dalle risate è veramente poco inefficace come termine. Io sono morta, implosa, esplosa, stata dilaniata dal ridere.
L’ansia pre-cerimonia che manda in palla chiunque è fra i momenti di panico meglio descritti di sempre, SYNYSTER E LA NONNA (featuring il mio caps lock “on” che rende meglio l’importanza dell’elemento), io vorrei…ecco…una sorta di astruso telefilm con le risate preregistrate che parla di Synyster e la nonna (feat gli altri sevenfold). Qualcosa tipo:
“Io vado a recuperare l'adorata nonna.”
“Cazzo, sembri quasi una persona normale.”
Ecco, sarebbe un buon titolo. Lungo, ma buono (!??!?!)
[…]
“Sì, ma per quanto potesse lasciarti lividi giganteschi poi dischiudeva quella boccuccia carnosa in un sorriso sdentato e sbatteva le ciglia sugli occhioni e l'unica cosa che riuscivi a fare era emettere suoni striduli e farle i grattini sotto il mento.”
Ecco, dimmi cosa c’è di più dolce dello spin-off su i due cuginetti. Io credo sia stata una delle parti che ho adorato maggiormente (si può dire?…boh)
Brian in crisi è molto credibile, asshdfhshf! (love that scene, adoro lo sguardo che fulmina Giovanni Battista che se ne stava per i cazzi suoi dentro un dipinto con l'acqua fino alle ginocchia.)
La nonna. La nonna mi ricorda tanto quella de Il tempo delle mele, hai presente? Quell’adorabile nonna sprint che davvero ha un paio di coglioni sotto paragonabili ai due emisferi. Ecco, tipo così; che personaggio adorabile: ora ho capito da dove Ria ha geneticamente attinto per esistere, assfhfh!
(Viva lo smoking di Ria!)
Nothing else matter è una di quelle canzoni perfette per valzerare ai matrimoni di tua sorella, che scelta azzeccata; certo che Ria è onnipresente peggio di Gesù in chiesa, cosa (manco a dirlo) apprezzatissima da me medesima, augh!
Il principe Il. Ho raccontato la storia a mia madre che voleva uccidermi perché la riteneva una cosa troppo dolce (sì, mia madre vuole uccidere qualcuno quando si sente pucciosa)
[…]
“Il figlio di Danette.”
Mi voltai.
“È mio.”
BOOM. No, perché un matrimonio neanche può andare perfettamente senza tarantelle, ashjdf!?
Ridurrai male i tuoi personaggi, stamm a sentr.
Da qui in poi è veramente una tarantella di quelle fatte bene, adoro tutte le reazioni a catena che ne discernono: Bliss che sostituisce “impossibile” con “impassibile”, la citazione di Morgan sull’ultimo sguardo commosso all’arredamento, Il Defender (con l’articolo maiuscolo come il Principe Il), Jimmy e solo Jimmy ( - me lo fai sentire vivo, anche se io non l’amo come te, sento, attraverso i tuoi scritti, la voglia di ritirarlo fuori, Jimmy, e non posso fare a meno di commuovermi dentro. Perché tu ci riuscirai, con la tua arte, a immortalarlo; c’è già riuscito lui, da solo, ma tu…tu lo renderai ancor più nitido, ovunque, di sicuro nel mio cuore). Brava, questo capitolo è degno del Pulitzer.
PASSIAMO ALL’ALTRO.
Capitolo 14- aka la pucciosità, aka come mandare in crisi una tipa che recensirà settimane dopo per pensarci su.
Salve.
C’è una gatta che ha partorito di fronte casa mia, ora lei e i suoi gattini stanno miagolando dalle ore 15.00 (- ora è l’una e venticinque della notte, pensa)…la cosa bellissima è il tipo che s’è affacciato urlando “Chitemmuòòò!”. Tanto amore. Ora recensisco, giuro.
[..] Bene, questo è un passo avanti, perché ho finito di leggere il capitolo con le lacrime agli occhi. Non per Ria, non per te, non per la storia, molto egoisticamente, ma per me stessa e per come mi sento; cose indecifrabili e sensazioni di vuoto cosmico davanti alla parola “tangenziale” da te citata nel tuo spazio autrice. Sapessi che tristezza mi mette quella parola, sapessi tu che tristezza mi mette oggi tutto.
Ti amo.
Devo recensirti il capitolo anche se non ho la forza, non ho proprio la forza di stare al mondo, stasera.
Bene.
Matt, come tutte le cose belle, è caro e lontano e si sente la sua mancanza, come si sente la sua presenza costernata e innamorata.
Io mi sono innamorata della lettera, mi sono innamorata di nuovo di te, tanto che mentalmente cerco di memorizzarla, la lettera. Voglio saperla a memoria.
Mi viene in mente una citazione dei Negramaro – “Tu respiri dalla stessa pancia mia”.
(…) Jimmy, devo davvero continuare a parlare di lui? Credo sia il mio personaggio preferito dell’intera fan fiction – sì, anche più di Evey, gnègnè.
“Ma quando lo capirà, da solo o con la scarica di mazzate che gli daremo io e Synyster ogni volta che sbaglierà, stai pure certa che non ti deluderà mai più.” – cioè, come potrei spiegarti cos’è stato per me leggere questo? Dio.
Ria sull’altalena e le nuvole così vicine da guardarle e dirgli qualcosa di stupido, tipo, “ma siete cotonate?”. Bah, Jimmy ancora…la devo finire. Sì.
LA MAGNIFICA BANDA DEI METALLARI ET IL PAPPAGALLO – una commedia in unico atto di Queen of Superficial.
Mi sono spanzata da tutta la situazione grottesca. Mio dio, Erminio, sposami! Tu e Dolores, per sempre, nel mio cuoricino- ino- ino!
Li immagino, questi tipi strani, tutti sdraiati per terra al buio, il rumore delle ali del pipistrello nella stanza, le offese ai morti di Synys, la schiena che preme per terra. Una delle situazioni che vanno raccontate perché non accadono tutti i giorni.
“Fu allora che mi recai allo scaffale più vicino, estrassi “Guerra e Pace” e, con tutta la forza che avevo, abbattei il volume alla cieca sui capelli della mia amica cercando di centrare l'eventuale posizione del pipistrello impigliato.”
Possiamo affermare che funge, Guerra e Pace. LOL. Mitica, mitica, ti adoro.
(…) da qui in poi è per me indescrivibile. Sarebbe come chiedermi di raccontare tutte le sfumature dell’odore del mare del Salento, come dire a tutti la sensazione che portarono con sé le prime note di Uprising al San Siro. Insomma, impossibile e impassibile descrivere tutto questo.
Jimmy, cuginone, la sua schiena e i messaggi – il pianto sul latte versato rende l’idea, rende l’idea di ciò che non vorrei ritrovare nella mia vita. No rimpianti, no surprises…mhph, non so, vaneggio. Scusa.
17 messaggi, 17 colpi al cuore e vaffanculo. La mattina dopo, phmb, Matt Bellamy (- oltre ad essere padre, ora) è proprio un cretino. Devo dirlo.
SHADOWS GRAZIE, SEI UN PERSONAGGIO MITICO, ci voleva il caps lock alla ribalta.
Tutti che escono dalle porte, la nonna che anticipa il “ma che cazzo” generale, il dover fare le valigie, la vita on the road, i morti squagliati di Jack Kerouac, la sensazione di paura e smarrimento, desolation and despair, casa Montague e le red bull, la mamma di Ria. La vita, la morte, l’amore. Non posso dire altro, hai detto tutto tu, hai finito le parole per conto mio.
“Aveva un odore acre, l’eternità”– io credo d’essere ninfomane ogni tanto, insomma non ninfomane, diciamo loveomane. Io mi innamoro di chiunque, un po’ per superficialità, un po’ per necessità. Penso ore ed ore ad incontri fortuiti, a fughe romantiche; penso che forse è il mio status di femmina a far tutto ciò, penso che non è normale sognare ad occhi aperti sul tipo che fuma nella metrò, penso, poi, però, che l’amore è bello se è qualcosa di terribilmente effimero. Un gioco di sguardi fra i banchi di un esame d’inglese, il madrelingua, l’amore incastonato lì e che non sarà mai consumato, perfetto per questo. L’amore è il contrario della morte, ed io non voglio morire…non più.
GRAZIE DI TUTTO.
È un grazie commosso e fra le lacrime, questo. Grazie d’esistere e farmi palpitare con le tue storie, sappi che io sarò, SEMPRE con te. Sempre con ciò che scrivi, sempre con le tue tarantelle e i tuoi personaggi.
Tua, perché m’hai marchiato con un nome che è ormai mio, lo sento.
Evey Zonk.
PS: QUEL PERACOTTARO DI PLATONE!
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