Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 373 recensioni.
Positive : 373
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/04/16, ore 15:35
Cap. 47:

Una drabble che porta in sé una bella massima di esperienza, se sei un Saint di Atena.
Come tutte le strade tracciate, anche quella di cavaliere ha i suoi pro e i suoi contro (perdona la "volgarizzazione" del concetto): vero, essa comporta vivere una vita che non si è scelta, dei gravosi doveri cui adempiere a ogni costo (nel senso pieno del termine), sangue, violenza, fatica.
Ma vuol dire anche avere un senso, una missione, uno scopo, sempre e comunque. Un cavaliere di Atena non potrà mai sentirsi inutile, poiché saprà di far parte, in ogni momento, di qualcosa di più grande.

Recensore Master
25/03/16, ore 09:36

E' incredibile come in una landa desolata come quella di Ojmjakon, dove il ghiaccio congela perfino l'aria e rende tutto immobile, possano succedere così tante cose all'interno dei personaggi. Il senso di colpa tormenta Hyoga. Ci sono tre persone nella sua vita: una, sua madre, gli muore davanti agli occhi. L'altra, Isaac, si sacrifica per lui. La terza, Camus, la ucciderà lui con le sue mani. Mi viene da dire che è meglio cambiare strada se lo si incontra ^__^

Recensore Master
15/03/16, ore 17:25

E cosa più del senso di colpa continua a dare energia a Hyoga, persino con il trascorrere del tempo?
In un certo senso, è ciò che lo rende quel nobile cavaliere che abbiamo imparato ad amare: sono il senso di colpa, il dolore e la mancanza di sua madre che lo hanno portato a desiderare di diventare cavaliere, a lottare con tutte le sue forze e a sopportare così faticosamente quegli addestramenti.
Quello stesso dolore che Camus ha cercato di cancellare, trabocca fino all'orlo dal cuore del piccolo Hyoga.

Bravissima, hai davvero rappresentato al meglio il dolore del piccolo Cigno.

Recensore Master
14/03/16, ore 11:57

Del senno di poi, son piene le fosse, diceva mia nonna buonanima, concordando col Manzoni.

Ed è col senno di poi che guardo a questa storia.

Una tomba vuota, il senso di colpa che attanaglia Hyoga, e Camus che osserva l'allievo con una vena di severo distacco.
Inflessibile.
Perché è giusto che sia così.
Perché spera che questo serva a far entrare nella zucca del suo allievo una lezione importantisisma: il passato deve restare morto e sepolto. Il passato è stato. Non c'è più. E, soprattutto, non devono essere i sentimenti a guidare le nostre azioni. Il distacco, la lucidità, la serena freddezza necessarie ad un guerriero. Ad un santo di Athena.

vedi che cosa succede quando ragioniamo col cuore, e non con il cervello?

Questo significano quella croce sbozzata e quella tomba vuota. Ché se Isaac non c'è più, la colpa è di Hyoga. Io non so cosa avrà mai raccontato il Cigno a Camus, come gli avrà spiegato che Isaac è rimasto lì, sotto al ghiaccio. Forse gli avrà detto tutta la verità nient'altro che la verità, ché quando sei colpevole basta un'occhiata un po' più dura e canti tutta la messa, parola per parola.

E allora, eccotela, la punizione.
Niente calci, niente pugni, niente botte. Ma una croce sbozzata ed una tomba vuota. Un memento durissimo che resti sempre sotto agli occhi. Per non dimenticare. O, almeno, per sperare che serva a farti entrare un po' di sale in zucca.

Col senno di poi, mi viene da sorridere; ma è un riso amaro, il mio, ché a Hyoga no, quella lezione non entrerà mai e poi mai nella testa, e ché Camus, purtroppo o per fortuna, scoprirà da sé quanto lui stesso predichi bene e razzoli male.
Ma, si sa, del senno di poi son piene le fosse.

Recensore Master
12/03/16, ore 22:13

Ma allora anche Camus ha un cuoricino stto tutta quella francosnobberia (sono un quarto francese, so di cosa parlo X°°D)!! Sennò non lascerebbe che il paperotto si distraesse in quel modo ç_ç

Straargh sono labile in questi giorniiii! T___T

Recensore Master
07/03/16, ore 23:45

NOn poteva che essere lui, il Re di Denari.
Mitsumasa Kido. ovvio, ma non c'è soltanto l'aspetto economico, in questa carta e in questo personaggio. Il Re di Denari è la stabilità materiale (non solo economica, non solo il vil denaro), e Mitsumasa Kido lo rappresenta per bene; ma il Re di Denari indica anche una lontananza fisica, più che mentale, da un eventuale consultante: è il capo, il datore di lavoro, il superiore, il proprietario del negozio. Qualcuno simile al Mega Direttore Generale di fantozziana memoria. Qualcuno che non abbassa mai lo sguardo sugli inferiori. E le rare volte in cui lo fa, non si preannunaciano certo novità positive...

Recensore Master
20/02/16, ore 16:03

Ancora una volta, questa drabble è molto triste ma estremamente bella al tempo stesso.
Del resto, la storia di Hyoga è emozionante proprio per questo motivo, perchè la sua intera vita è costellata da momenti dolorosi e terribilmente difficili da dover affrontare, specialmente per un bambino della sua età.
Non riesco ad immaginare quanto debba essere stato difficile, per tutti i piccoli arrivati a Villa Kido, dover sopportare di abitare in un luogo del genere, assieme ad altri bambini sconosciuti e con un uomo che - nonostante il legame di sangue - si comporta con tutti loro come degli estranei.
Hai espresso magnificamente le sensazioni di Hyoga ed il disagio dell'ambiente, davvero bravissima! :D

Recensore Master
18/02/16, ore 18:49

Eccolo qui Nonno Pervert Kido. Mi fa venire i brividi solo a pensarci. Sai che sto meditando di scrivere su di lui, ma ancora non ho trovato il giusto coraggio e la giusta ispirazione. Chissà se verrà mai. Intanto trovo molto azzeccata la reazione di difesa da parte di baby Hyoga. Anche io al suo posto avrei sperato di confondermi con la tappezzeria pur di passare inosservata agli occhi di quell'uomo così inquietante.

Recensore Master
18/02/16, ore 10:45

..lirico e stringente... In poche parole ecco il piccolo invisibile ...solo nel suo dolore e nella perdita. Ben scritto. J

Recensore Master
18/02/16, ore 07:39

un minuscolo paperotto apena demammato (??) che SA già che il vecchio malefico ha ehm fatto danni in giro (ha un modo tutto suo per prendersi le proprie responsabilità, come: mandare in giro i figli a farsi ammazzare ... *cough*) ma il vecchio malefico non caga nessuno (tranne la viziata) ... argh ... (prima o poi smetterò di chiamarlo paperotto ... forse ... naah non credo)

Recensore Junior
01/02/16, ore 14:13

La scelta di far salvare, ancora una volta, la vita a questo ragazzo da sua madre la trovai poetica persino la prima volta che vidi il cartone. Mi venne da piangere e andai ad abbracciare i miei genitori come se avessi paura di perderli. Penso che questa sia la sensazione di smarrimento quando ti aspetti tutto e subito dopo niente. Il dolore della desolazione nel cavaliere del cigno è palpabile, lui che è ballerino tra i ghiacci non può anelare a raggiungere la madre in quei passi che li congiungerebbero per sempre. Stupendo davvero.

Recensore Junior
01/02/16, ore 14:08
Cap. 34:

Camus mi ricorda molto un mio caro insegnante e in questo capitolo il suo volto si è disegnato nitido di fronte al mio, riconoscendo quel portamento e quel rigido modo di fare. La debolezza non può permettersela una persona qualunque figurarsi un Saint di Athena.
Principi del ghiaccio, così come lui ne è il sovrano indiscusso. Meravigliosa scena che si staglia agli occhi del lettore. Hyoga è ancora una volta più debole e tace, e forse è meglio così.
Eppure...c'è sempre qualcosa che sarà troppo; persino per il re di quella landa eterna

Recensore Junior
01/02/16, ore 08:02

Quando descrivi lo scontro al santuario di Athena durante la scalata delle dodici case si sente tutta la tua passione nonostante il tutto sia così breve da durare meno di un soffio nel vento, eppure avverto in ogni singola, e all'apparenza misera, parola tutta la sofferenza che c'è nel trovare una speranza in quella morte del sole, in quella luce che se ne va in un colore che il cavaliere del cigno conosce molto bene, un rosso acceso che sarà sempre pronto a tormentarlo per il resto della sua esistenza.
Un perdono contornato da ulteriore sofferenza e lacrime.
Mi mancano le parole per esprimere l'idillio.
Complimenti

Recensore Junior
01/02/16, ore 07:59
Cap. 32:

Un freddo che persino lui riesce a sentire? Un freddo di quale tipo riesce ad attanagliare persino il cavaliere dall'animo di ghiaccio.
Ammetto i miei ingenui limiti nel capire la maggior parte dei capitoli che riguardano proprio il francese dallo sguardo tagliente, forse perché nell'alba io trovo una luce chiara e candida che non potrebbe mai essere percepita fredda o forse perché a differenza sua sono una sognatrice e non riesco ad abbandonarmi a quell'idea lasciva del mondo che lui sottolinea più e più volte.
Il vento dell'Ovest ecco questa similitudine mi è piaciuta molto ma non posso commentare poi molto visto che non credo di aver capito il significato dell'intero capitolo

Recensore Junior
01/02/16, ore 07:54
Cap. 31:

Quanto lo capisco, in questa tua raccolta mi riconosco troppo spesso con il piccolo futuro cigno e la cosa non mi piace, scherzi a parte è un capitolo davvero molto evocativo e toccante.
Le chiese portano l'inquietudine nella mente di un bambino, spaventano ed è inevitabile collegarle alla morte nella loro silenziosa austerità.
Posso immaginarlo nitidamente mentre stringe ulteriormente la presa sulla mano della madre mentre tremola e storce il naso a quel racconto così incredibilmente agghiacciante...e poi gli anni e la loro perfidia trascorsi e lui è ancora lì in un perfido incubo che si cela nell'innocente sogno e vede la sua amata mamma svanire così in un turbinio d'orrore