Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 373 recensioni.
Positive : 373
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/01/16, ore 11:23

Questa quasi improvvisa vera consapevolezza della propria forza mi sembra l'abbia lasciato sconvolto per un momento. Perfino lui, dall'aria tanto glaciale ... *corre bimbaminkiamente ad abbraccirlo e rimane bloccata in una bara di ghiaccio, e giustamente*

Recensore Master
16/01/16, ore 19:49

La prima volta in cui il nostro eroe diventa Camus, in pratica.
Perché questo è il punto di vista di Aurélien. Il ragazzo, non il Santo, la persona, non il personaggio.
C'è sempre una prima volta, dicevano le nonne, per tutto. Anche per uccidere.
Mi piace l'allusione cuori=coppe, e mi piace vedere come la coppa dell'Aquario possa essere portatrice di vita o di morte. Tutto dipende da che lato stai. O dal verso in cui sono voltate le carte.
Un abbraccio

Recensore Master
16/01/16, ore 17:30

Scritto in modo magnifico,levigato come un pezzo di cristallo la prima morte.. Alla prossima.

Recensore Master
16/01/16, ore 17:14

Eccola qui, la prima volta in cui Camus ammazza un uomo. Sapendo quanto sei minuziosa nella scelta delle parole non ho potuto non notare la tua decisione di usare il nome proprio anziché quello del Saint. Aurélien anziché Camus. Perché le riflessioni che gli hai messo in bocca sono quelle di un uomo che nasce, cresce con le esperienze e poi muore, magari come il nemico riverso ai suoi piedi. Non c'è l'universalità del Saint, ma il brivido di un uomo che ha appena privato della vita un suo simile e si guarda le mani sospeso fra il senso di colpa e il delirio di onnipotenza.

Recensore Master
04/01/16, ore 21:29
Cap. 47:

Oh ma questa è davvero stupenda! Hai indicato il punto di vista di Hyoga, ma potrebbe essere quello di ciascuno dei saint al servizio di Atena, nel presente, nel passato e nel futuro. Le stelle sono le guide e le carceriere dei saint. Verso di loro i guerrieri protendono, o a loro si prostrano. In un caso o in un altro sono parte del loro destino. E sono irraggiungibili e intoccabili, al punto tale che se anche volessero distruggerle sarebbero troppo lontane per essere intaccate.

Recensore Master
04/01/16, ore 18:08
Cap. 47:

Vincoli e amiche, queste stelle ... non solo guidano il destino, come si usa dire in ambito astrologico (così leggiucchio ogni tanto, nei miei momenti hippy XD), ma che proprio lo decidono a priori, quantomeno per i Saint. E questa cosa la trovo intrigante, tanto più che sul piano astronomico, quando vediamo stelle lontane quanto le costellazioni che "proteggono" i Saint, in realtà è solo la loro luce ad arrivarci, ma loro sono già morte (questa cosa mi ha sempre inquietata tantissimo!). E una stella già morta ha già deciso da moltissimo tempo. Almeno ha il buon gusto di comunicarci la decisione, dai XD

Recensore Master
04/01/16, ore 15:13
Cap. 47:

Oddio che bella!
Ci vedo tantissime cose in queste cento parole.
Il destino, che per te è predestinazione infrangibile, come una spada di Damocle che penda sulla tua testa e che reca incisa sulla lama il tuo nome.
Un legame, che ti costruisci perché vuoi avere qualcosa che ti ancori da qualche parte, per non sentirti una pianta sbucata dal nulla, al ciglio di una strada deserta.
La speranza. Di sapere che, oltre le nuvole il cielo non sarà blu come cantava qualcuno, ma loro ci sono e ci saranno sempre. Le stelle. Le radici di un Santo che non ha né madre, né madre se non loro.
E mi piace questo ribaltamento che hai creato: di solito, si tende a considerare il giorno il momento più positivo. Si dice "Coraggio, il cielo è azzurro, oltre le nuvole" oppure "Oggi splende il sole!", magari per confortare qualcuno. Invece, per i Saint funziona al contrario: il loro conforto - almeno, quello che può venire dal cielo - si manifesta di notte. mentre gli altri - le persone normali - dormono. Come se fossero due mondi che scorrono paralleli, ma destinati a non incontrarsi, dove valgono diversi parametri e diverse leggi di natura.
Davvero, spettacolare.

Recensore Master
27/12/15, ore 21:44
Cap. 46:

Questa drabble offre spunto per un sacco di riflessioni.
Chissà che tipo d'uomo sperava di diventare, Camus, da bambino; e chissà se, una volta cresciuto, sia alla fine rimasto soddisfatto del risultato.
Nonostante non possa fare a meno di vedere in Aquarius una sorta di ardore, tuttavia io escluderei che, al pari del maestro, egli bruci "come se fosse fatto di brace"; Camus lo immagino molto più affine al ghiaccio che non al fuoco, almeno prima facie.
Così come lo immagino più simile alla Luna che al Sole: il suo "risplendere" me lo figuro composto, privo della dirompenza della luce propria che "emettono" certe persone. Dunque, mi verrebbe da dire che Camus "riflette lo splendore degli altri", in un senso che però si allontana da quello normalmente attribuibile ad una frase del genere.
La recensione lascia un po' a desiderare, quanto a chiarezza, ma il succo finale del discorso è che la drabble mi è piaciuta moltissimo XD

Recensore Master
27/12/15, ore 19:30
Cap. 45:

Il Cerchio è considerato la figura geometrica perfetta, per l'idea di completezza che trasmette; il fatto che Hyoga non riesca a disegnarne uno (al di là dell'oggettiva difficoltà dell'operazione XD) ben si sposa col ricordo del suo "circolo familiare" spezzato ... come se le due cose fossero collegate.
Drabble malinconica, apparentemente dissonante in periodo natalizio ... solo apparentemente, però, giacché - almeno per me - il Natale è uno di quegli eventi malinconici per definizione, durante il quale qualsiasi assenza si nota più che in altri momenti.
Ps: a proposito di Natale, auguri di buone feste (e perdona il ritardo XD)!

Recensore Master
27/12/15, ore 14:45
Cap. 46:

Wow, questa drabble è davvero intensa e ricca di significati.
Ho trovato bellissima la frase pronunciata dal Maestro, una frase che rispecchia tutta la verità di questo mondo, nella maniera più assoluta.
E' strano eppure, in qualche modo, interessante vedere un Camus diverso da quello che siamo soliti conoscere, un Camus più fragile e spaventato, che con difficoltà si sottopone ad intensi allenamenti - non solo fisici - per diventare un prode cavaliere di Athena.
Molto bello il contrasto tra fuoco e ghiaccio, hai reso il tutto in maniera molto suggestiva, come tuoi solito.

Bravissima come sempre :D

Recensore Master
23/12/15, ore 15:15
Cap. 46:

Camus e tutta la sua snobaggine francese  schivezza (si può dire in qualche lingua? Schivezza? esiste?! non credo X°D) e, almeno come immagine, tendenzialmente solitario (o principalmente più interessato a fare le sue cose che a star dietro agli altri XD) si abbina perfettamente all'immagine della luna. Solo quando il sole (o i due picccoli soli ... argh vedermeli che si rincorrono ... dannata vecchitudine! Orologio biologico, a cuccia!) non sono in vista la luna può brillare in tutto il suo splendore U_U (adesso però mi serve una lobotomia perché il mio cervello crea idiozie random su questa cosa .. per fortuna non so disegnare X°°°D)*schiva aurora execution*

Recensore Master
22/12/15, ore 10:33
Cap. 46:

Per una volta è Camus a mostrare le sue fragilità, e non Hyoga. Anche io l'ho sempre visto come una creatura della notte, schivo e reticente. Per questo ho apprezzato maggiormente la resa cromatica dell'anime (capelli scuri) anziché il rosso fuoco pensato per lui da Kurumada. Non gli si addice.
Trovo molto interessante il contrasto dal quale scaturisce il suo potere. Una forma di difesa, piuttosto che di attacco. Ottima scelta.
Camus sarà pure la luna che riflette anziché illuminare, ma di notte non c'è il sole e la luna si prende tutto lo spazio che le compete.

Recensore Master
22/12/15, ore 00:30
Cap. 46:

Non possiamo essere tutti il sole. A volte, occorre essere la luna. Perché è la nostra natura, schiva e introspettiva, che ci porta a stare un passo indietro, a vivere di luce riflessa; o, semplicemente, perché non c'era altro spazio. Hai citato Parmenide, altrove: l'essere e il non essere. Io rilancio. Se c'è la pace, è perché c'è la guerra a limitarla, a delinearla, a contenerla in una definizione. Un'antinomia. Ma viviamo all'interno di un sistema binario, per come lo abbiamo noi stessi concepito: c'è chi illumina e chi viene, di conseguenza, illuminato. Il che non è di per sé qualcosa di negativo. Ma è qualcosa di diverso dallo splendere di luce propria. Ma quando il sole cala, quando scende la notte, è la luna che cerco in cielo. Lei, libera di essere se stessa, con la sua metà oscura in barba al giogo del dovere che il sole si porta dietro.

Recensore Master
14/12/15, ore 12:33
Cap. 45:

Mi è arrivata in pieno la botta di nostalgia e tristezza che affligge Hyoga. Che lo coglie in contropiede, se mi passi la metafora calcistica. Perché la nostalgia è una canaglia, come cantava un duetto di sposi trent'anni fa. E ti stringe alla gola quando meno te l'aspetti, quando il tuo cervello compie delle associazioni innocue, normali, quasi banali, ma ricche di una quotidianità che fa male, di una tristezza davanti a quei cocci sbriciolati che ti fa venire voglia non di stringere Hyoga e consolarlo - ché tutti hanno il proprio dolore e va mantenuto tale. Una cosa privata - quanto di provare una genuina solidarietà con quel pulcinotto biondo. Ché anche io sono incapace a realizzare un cerchio. Neppure col compasso.

Recensore Master
28/11/15, ore 20:20
Cap. 45:

Quanta sofferenza. Sarà che in questo periodo di tempo la violenza del mondo mi rende particolarmente sensibile, ma nell'immaginare questo piccolo bambino che fa i compiti (per una volta non nel freddo becco di Ojmjakon, ma al caldo della stufa) e ripensa alla famiglia mi si stringe il cuore. Forse per Hyoga è meglio stare fuori a tirare pugni ai cumuli di neve della taiga anziché sentire il tepore della capanna, troppo simile a quello delle serate innaffiate dalla vodka e dai canti sguaiati di nonno Ivan.