Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium
Questa quasi improvvisa vera consapevolezza della propria forza mi sembra l'abbia lasciato sconvolto per un momento. Perfino lui, dall'aria tanto glaciale ... *corre bimbaminkiamente ad abbraccirlo e rimane bloccata in una bara di ghiaccio, e giustamente* |
La prima volta in cui il nostro eroe diventa Camus, in pratica. |
Scritto in modo magnifico,levigato come un pezzo di cristallo la prima morte.. Alla prossima. |
Eccola qui, la prima volta in cui Camus ammazza un uomo. Sapendo quanto sei minuziosa nella scelta delle parole non ho potuto non notare la tua decisione di usare il nome proprio anziché quello del Saint. Aurélien anziché Camus. Perché le riflessioni che gli hai messo in bocca sono quelle di un uomo che nasce, cresce con le esperienze e poi muore, magari come il nemico riverso ai suoi piedi. Non c'è l'universalità del Saint, ma il brivido di un uomo che ha appena privato della vita un suo simile e si guarda le mani sospeso fra il senso di colpa e il delirio di onnipotenza. |
Oh ma questa è davvero stupenda! Hai indicato il punto di vista di Hyoga, ma potrebbe essere quello di ciascuno dei saint al servizio di Atena, nel presente, nel passato e nel futuro. Le stelle sono le guide e le carceriere dei saint. Verso di loro i guerrieri protendono, o a loro si prostrano. In un caso o in un altro sono parte del loro destino. E sono irraggiungibili e intoccabili, al punto tale che se anche volessero distruggerle sarebbero troppo lontane per essere intaccate. |
Vincoli e amiche, queste stelle ... non solo guidano il destino, come si usa dire in ambito astrologico (così leggiucchio ogni tanto, nei miei momenti hippy XD), ma che proprio lo decidono a priori, quantomeno per i Saint. E questa cosa la trovo intrigante, tanto più che sul piano astronomico, quando vediamo stelle lontane quanto le costellazioni che "proteggono" i Saint, in realtà è solo la loro luce ad arrivarci, ma loro sono già morte (questa cosa mi ha sempre inquietata tantissimo!). E una stella già morta ha già deciso da moltissimo tempo. Almeno ha il buon gusto di comunicarci la decisione, dai XD |
Oddio che bella! |
Questa drabble offre spunto per un sacco di riflessioni. |
Il Cerchio è considerato la figura geometrica perfetta, per l'idea di completezza che trasmette; il fatto che Hyoga non riesca a disegnarne uno (al di là dell'oggettiva difficoltà dell'operazione XD) ben si sposa col ricordo del suo "circolo familiare" spezzato ... come se le due cose fossero collegate. |
Wow, questa drabble è davvero intensa e ricca di significati. |
Camus e tutta la sua |
Per una volta è Camus a mostrare le sue fragilità, e non Hyoga. Anche io l'ho sempre visto come una creatura della notte, schivo e reticente. Per questo ho apprezzato maggiormente la resa cromatica dell'anime (capelli scuri) anziché il rosso fuoco pensato per lui da Kurumada. Non gli si addice. |
Non possiamo essere tutti il sole. A volte, occorre essere la luna. Perché è la nostra natura, schiva e introspettiva, che ci porta a stare un passo indietro, a vivere di luce riflessa; o, semplicemente, perché non c'era altro spazio. Hai citato Parmenide, altrove: l'essere e il non essere. Io rilancio. Se c'è la pace, è perché c'è la guerra a limitarla, a delinearla, a contenerla in una definizione. Un'antinomia. Ma viviamo all'interno di un sistema binario, per come lo abbiamo noi stessi concepito: c'è chi illumina e chi viene, di conseguenza, illuminato. Il che non è di per sé qualcosa di negativo. Ma è qualcosa di diverso dallo splendere di luce propria. Ma quando il sole cala, quando scende la notte, è la luna che cerco in cielo. Lei, libera di essere se stessa, con la sua metà oscura in barba al giogo del dovere che il sole si porta dietro. |
Mi è arrivata in pieno la botta di nostalgia e tristezza che affligge Hyoga. Che lo coglie in contropiede, se mi passi la metafora calcistica. Perché la nostalgia è una canaglia, come cantava un duetto di sposi trent'anni fa. E ti stringe alla gola quando meno te l'aspetti, quando il tuo cervello compie delle associazioni innocue, normali, quasi banali, ma ricche di una quotidianità che fa male, di una tristezza davanti a quei cocci sbriciolati che ti fa venire voglia non di stringere Hyoga e consolarlo - ché tutti hanno il proprio dolore e va mantenuto tale. Una cosa privata - quanto di provare una genuina solidarietà con quel pulcinotto biondo. Ché anche io sono incapace a realizzare un cerchio. Neppure col compasso. |
Quanta sofferenza. Sarà che in questo periodo di tempo la violenza del mondo mi rende particolarmente sensibile, ma nell'immaginare questo piccolo bambino che fa i compiti (per una volta non nel freddo becco di Ojmjakon, ma al caldo della stufa) e ripensa alla famiglia mi si stringe il cuore. Forse per Hyoga è meglio stare fuori a tirare pugni ai cumuli di neve della taiga anziché sentire il tepore della capanna, troppo simile a quello delle serate innaffiate dalla vodka e dai canti sguaiati di nonno Ivan. |