Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 373 recensioni.
Positive : 373
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/04/15, ore 10:41
Cap. 32:

Ho sempre creduto che perfino il guerriero più temibile e sicuro di sé, prima di una battaglia, senta un fremito. Magari non è paura, ma eccitazione. Camus guarda l'alba e pregusta il momento di lavare con le sue mani l'onta del tradimento di cui si è macchiato il suo allievo. Peccato che le cose andranno diversamente, come sappiamo.

Recensore Master
04/04/15, ore 10:38
Cap. 31:

La danza macabra. Il memento mori per eccellenza. Certo il piccolo Hyoga non poteva capire il concetto di morte. Come tutti i bambini si tratta di una cosa lontana. Ma quando la morte si porta via sua madre, allora sì che il concetto si fa chiaro. La morte è quella che un giorno si prende le persone a cui vuoi bene e non te le fa più vedere. Questo è quello che ho pensato io quando avevo quattro anni e mio nonno è morto. Hyoga preferisce vedere sua madre danzare nell'affresco che lo spaventava tanto piuttosto che immaginarla per ciò che è: morta.

Recensore Master
04/04/15, ore 10:34
Cap. 30:

Ottima idea quella di legare l'investitura a una nuova rinascita, alla costruzione di quell'identità di saint che è altro dalla vita comune al di fuori del Santuario. Aurélien era un nome stupendo, ma per un saint che vive le intemperie della Valle Sacra il cognome di un filosofo che narra i turbamenti esistenziali della società europea del novecento calza a pennello. Vabbè che Camus è un cognome. Ma ho un amico che si chiama Matisse, quindi...

Recensore Master
04/04/15, ore 10:27
Cap. 29:

Forse Hyoga non conosce l'infinità del tempo, perché il suo destino di soldato è quello di morire prematuramente sul campo di battaglia. Ma la promessa di eternità, quella sì che la conosce. E' un Eroe di Atena. Le gesta della guerra sacra saranno tramandate nei secoli nella Valle Sacra. A ben guardare, non c'è eternità più sublime di quella delle gesta che hanno consentito al mondo di non soccombere alle tenebre. Lo diceva anche Foscolo che perfino i monumenti crollano, prima o poi. I miti no.

Recensore Master
04/04/15, ore 10:22

Ho apprezzato la tua scelta di non lasciarti andare all'ovvietà, utilizzando il tema fisso che dà il titolo al capitolo per parlare di Natassia. Sarebbe stato troppo scontato. Invece opti per i genitori di Camus, di cui non si sa nulla se non che sono sepolti (in modo anonimo) nel cimitero più visitato di Parigi (e del mondo, credo). Interessante. Da quello che dici sono morti quando il ragazzo era così piccolo da non ricordare nemmeno i loro volti. E' fortunato, Camus. Lui non porta nel cuore il dolore che attanaglia Hyoga. L'immagine della madre che si ritira sottocoperta mentre la scialuppa lo porta lontano dal luogo del naufragio è impressa a fuoco nella mente del piccolo anatroccolo. E rinforza l'edipo irrisolto.

Recensore Master
02/04/15, ore 10:27

E' diventato grande, Isaac. Probabilmente la pubertà incipiente (che in Hyoga non è ancora arrivata, a quanto vedo) lo mette sull'attenti. Tipico atteggiamento da adolescente: rifiuto dell'autorità paterna per andare a cercare compagni (compagne, direi nel suo caso) e godersi la (credo) unica festa di tutto l'anno a Ojmjakon. Cos'è, il solstizio d'estate?

Recensore Master
02/04/15, ore 09:47
Cap. 8:

C'è tutta la solitudine di Hyoga in questo caleidoscopio di giorni, tutti diversi e tutti differenti l'uno dall'altro, in cui questo marmocchietto vive, apprende, mangia, grida, aspetta. E questo verbo mi risuona nella testa, come mille campanellini. Aspettare. Uno sbucciare i giorni dal calendario, il proprio, come fossero spicchi di un'arancia. Uno dopo l'altro. Aspettando che finisca. L'allenamento, la solitudine, il freddo. O forse, la vita stessa.

Recensore Master
02/04/15, ore 09:33
Cap. 39:

E continua l'Educazione Siberiana di questo bambinetto dai grandi occhioni azzurri e i capelli biondi che sembra un angioletto appena scappato dal presepe - di quelli che il 7 di Gennaio non vogliono saperne di tornare nella scatola delle decorazioni fino al prossimo Dicembre.

Il tatto è un senso più istintivo con cui relazionarsi. Il nostro contatto col mondo avviene proprio attraverso il tatto, quando l'ostetrica ci piazza sulla pancia di nostra madre, quando portiamo alla bocca le cose che ci attraggono per capirle e prendere le misure, quando ci intestardiamo a succiarci il pollice o il cuccio, o quando prendiamo a sberle l'acqua saponata del bagnetto. Quando nasciamo la vista non è ancora chiara, e vediamo solo ombre in un mondo di grigio. Poi diventerà quello il senso principe con cui ci relazioneremo col mondo circostante, ma il tatto è e rimarra quello che più di tutti ci aiuta a capire la reale essenza delle cose. Se una stoffa è ruvida. Se c'è della polvere sul caminetto (e l'immagine della suocera che passa il dito sulla mensola ce l'abbiamo presente un po' tutti, no?). Se il latte è caldo. Se il fuoco brucia. E poi c'è il ghiaccio. Che agli occhi degli inesperti è tutto uguale, una grossa e fredda e dura patina biancastra che si posa sulle cose. Ma non è così. Perché c'è ghiaccio e ghiaccio. E questo Hyoga lo sa fin troppo bene.

Recensore Master
27/03/15, ore 16:12

C'è una durezza terribile nel modo in cui Camus vede questi due bambini. A prima vista potrebbe sembrare un maestro di scuola che guarda i due allievi, ma poi viene fuori tutta la tristezza. Lui sembra sapere quale sarà il destino dei suoi allievi. Perché solo uno può prendersi l'armatura del Cigno, e quindi... c'è poco da ridere.

Recensore Master
27/03/15, ore 16:08

Povero piccolo Hyoga, che si aggrappa a tutto e a tutti per ricostruire un concetto vago di famiglia! Manca solo il piccolo Jacov, e poi siamo al completo... Però Camus coi capelli rossi... OMG!
... e scusami se torno anche su questa. Noto solo ora il tuo uso dei colori nel descrivere i nuovi membri del clan di Hyoga. L'unica persona a non essere descritta cromaticamente è Natassia. Certo: lei è puro concetto ormai, ha in sé tutti i colori e nessuno. Se la scelta è voluta... chapeau!!! L'effetto è molto bello.
(Recensione modificata il 06/04/2015 - 09:53 am)

Recensore Master
27/03/15, ore 16:06
Cap. 24:

La tua drabble è ottimamente scritta e descrivi molto bene la glacialità del modo in cui Camus tesse la sua relazione. Peccato solo che proprio non me li figuro questi due insieme. No, per niente. E questo mi ha un po' straniato.
... OK so che mi stai detestando. Però una recensione di una riga è un'offesa alla tua bravura, quindi espando il concetto. Non ho mai capito da dove derivi l'idea che Camus e Milo sono amanti. Probabilmente è un prodotto del fandom. Io sorvolo su questo punto e mi limito a domandarmi come fa Milo a scappare dal Santuario per andare da Camus... e ora capisco pure dove sparisce il francese di tanto in tanto...
(Recensione modificata il 06/04/2015 - 09:56 am)

Recensore Master
27/03/15, ore 16:03
Cap. 23:

Certo che non sono nemici. L'ho detto all'inizio della raccolta che nello scontro dell'Undicesima Casa i due contendenti in realtà stavano cercando di far fuori una parte di sé colpendo colui che meglio la rappresentava. Camus cercava di uccidere la debolezza e l'orgoglio, Hyoga la freddezza e l'orrore del suo passato. Sappiamo com'è andata a finire....

Recensore Master
27/03/15, ore 16:00
Cap. 22:

E bravo Hyoga! Sarai un mammone, ma stupido no. Infatti diffidi del tuo maestro, e glielo dici in faccia che non gli credi, che non lo reputi un amico, perché secondo te ti sta prendendo per il naso. Però ignori una cosa: l'universo in una persona ci può stare eccome se prima del big bang tutto l'universo stava in un punto microscopico. O almeno così ce la raccontano...

Recensore Master
27/03/15, ore 15:56

Spietata e dura, questa drabble. La mia preferita fino ad ora. Atena esige che un Saint viva per lei, lotti per lei, muoia per lei, ma alla fine passa la mano a Hades e al suo regno incolore. Forse per qualche eroe c'è l'Elisio. Nella maggior parte dei casi, c'è solo il nulla, fino alla prossima reincarnazione. E allora non stupisce più il comportamento di un Death Mask, che se ne infischia del bene e del male e di tutte le manfrine che Atena racconta ai suoi per tenerseli buoni.

Recensore Master
27/03/15, ore 15:51
Cap. 20:

Una volta ho letto che nel ghiaccio gli inuit sono in grado di vedere tutti i colori dell'arcobaleno. Forse perché nel ghiaccio di vivono, quindi hanno imparato a guardare oltre quello che a noi sembra solo una monotona distesa di bianco. Spero che a scuola, a Ojmjakon, abbiano qualche gessetto colorato. Chissà se il soviet si ricorda di quei bambini sperduti in Siberia?