Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium
Bellissima anche questa, come le altre. |
E ricominciamo con il piccolo Hyoga in lacrime, umiliato e, tuttavia, troppo orgoglioso per mettersi a gridare e mostrarsi troppo debole di fronte al proprio maestro. |
No, allora... Qui si comincia male, molto molto male. |
Ciao carissima... Non so se ti ricordi di me, nel gruppo sono la pazza logorroica che diffonde ovunque amore per Hyoga e Shun (Brava Fede, ottima presentazione e ottimo modo per far scappare qualcuno)... Comunque sia, sono qui perchè sono curiosa di leggere le tue creazioni e, sopratutto, perchè il paperotto siberiano è praticamente l'incarnazione Saint Seiyana (passami il termine) dell'uomo dei miei sogni (Insieme a Shun, d'accordo.. Non chiedetemi di scegliere, perchè piombo nella depressione più nera) dunque non potevo non passare di qua. Insomma, sto divagando nella maniera più assoluta, tutto questo per dire che inizierò a leggere la tua raccolta e che inizieranno ad arrivarti parecchie recensioni. Sappilo. |
Bellissimo, uno dei miei preferiti fino ad ora. Nel leggere queste righe riecheggia nella mia mente il ricordo proustiano del profumo di madeleine, che riporta con forza all'infanzia. Mutatis mutandis, la situazione che descrivi tu è abbastanza simile. Non c'è logica in quel ricordo pre mortem. Camus ha combattuto una guerra, ha partecipato a missioni, ha imparato a gelare la vita con il suo colpo. Eppure, nell'attimo fatale, ritorna il vacuo ricordo di un momento d'infanzia, prima che Camus fosse Camus e quando c'era solo Aurélien a giocare per le strade di Parigi. |
Bellissimo. Il tema è delicato e intimo, ma la chiusura è di una semplicità spiazzante che riesce a ridurre il senso della vita (e della sua fine) in poche parole e grandi immagini. |
Il suo cuore è un orologio che ha in serbo solo due o tre scatti prima di fermarsi. |
Mi sto arrovellando il cervello per capire quale parola abbia sussurrato Hyoga. Ho pensato subito "mamma", ma la risposta di Camus è incongruente. Comunque non importa. Quello che mi è piaciuta è la tenerezza un po' impacciata di Camus nei confronti dell'allievo-figlioccio. Riempie di significato e contenuti il confronto che i due avranno, anni dopo, nell'Undicesima Casa. Camus è un po' come un padre, per Hyoga. Allora capisco ancora di più il dolore che prova vedendolo risalire le dodici case insieme al gruppo di impostori che vuole uccidere il sacerdote. |
...e c'è pure il ghiaccio che lo separa dalla tomba della cara mammina. Niente mi toglie dalla testa che Hyoga si sia addestrato come saint solo per imparare a distruggere la barriera che lo separava da lei. Quale altra ragione lo avrebbe tenuto saldo, altrimenti? |
Pretende, il maestro. E vede crescere Hyoga, che sa cosa fa il ghiaccio. Sta diventando un saint, ma i suoi occhi tradiscono la sua vera natura. Da cui il dubbio del maestro: riuscirà mai l'allievo a diventare duro e impenetrabile come la coltre di ghiaccio che ricopre il lago nel duro inverno? Noi sappiamo che Hyoga resterà una mozzarella, ma nonostante ciò si sobbarcherà le fatiche dell'addestramento solo per andare a trovare mammà... |
ahahah questa deve essere il prequel della storia precedente. Oppure il sequel, visto che Hyoga sa già quale punizione aspetta il masterchef alla rovescia Isaac. Io però mi chiedo una cosa: ma dove diavolo sparisce sempre Camus senza mai dire niente a nessuno? Lo so che la risposta me l'hai data, ma mi è venuto un altro dubbio: come mai i due piccoli allievi non fanno mai domande? |
Devono aver combinato un gran casino questi due ragazzini. Passano la giornata a -40 a spaccarsi le ossa, e invece di approfittare dell'assenza del maestro per godersi un po' di pace cosa vanno a fare? Non lo sapremo mai, ma immagino che in una baracca a Ojmjakon si sia ben poco da ridurre in brandelli. E dove si è involato il piccolo anatroccolo? A trovare le assi di ricambio nella taiga? |
Voliamo in Giappone dopo lo scontro fra Hyoga e Ikki per vedere che Camus aveva ragione. Ora Hyoga ha capito. Ma la strada che porta verso l'Undicesima Casa è ancora lunga. |
Mi piace come hai descritto questo flash. Il maestro di un saint deve essere così. Troppo severo, troppo esigente. Perché in guerra un saint incontrerà gente che spacca gli atomi in quattro, e allora sì che dovrà sperare di aver superato ogni limite per poterla fronteggiare ad armi pari. Games on Thrones ci dice qualcosa... |
E muore così, Hyoga. Un secondo dopo il maestro. Quel tanto che basta per capire la portata del tuo gesto, e sapere che la ferita che ti ha aperto non si rimarginerà più, ché gronda sangue come la luce del tramonto. |