Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium
Ho letto l'intera drabble con una meravigliosa sensazione di benessere in corpo, ho percepito solamente la bellezza della primavera, gli aspetti più dolci e felici della vita, ho cercato di concentrarmi solamente su ciò che è bello. |
Stanotte non riuscivo a dormire per via di un temporale che neanche sul villino dei Frankenstein e ho deciso di leggere questa raccolta dall'inizio alla fine perché ho visto che è dedicata a uno dei miei Gold preferiti (sono una brutta persona). Infatti recensisco solo ora perché non so cosa sarebbe successo se l'avessi fatto alle tre di notte >_> |
Beh, che dire... L'inverno reca con sè tante cose, a volte felici - il Natale, i pupazzi di neve, il calore del camino, la cioccolata calda - e a volte infelici... Diciamo che dipende tutto dalla predisposizione e dallo stato d'animo! |
E qui torniamo tremendamente seri. Camus che scopre una cosa che non avrebbe voluto scoprire e che va ad aggiungersi ad altri pensieri già di per sé non molto incoraggianti. Nellìimmagine "due bambini che non aspettano il Natale" c'è tutto il peso di una responsabilità che forse, in fondo, Camus è ancora giovane per otersi prendere (anche aggiungendo qualche anno alla cronologia kurumadiana, visto comnque con che soggetti ha a che fare) |
E dopo un piccolo Camus natalizio, abbiamo un piccolo Hyoga che aspetta di bere una cosa da grandi (se non ho capito male, nella mia ignoranza, è un peliiiino concentrato lo zavarka? ) ma ino dosi da "piccoli" ... e io mi sciolgooooo |
Davvero inaspettato questo quadro. L'inverno è dominante all'interno di questa raccolta (proprio per ambientazione), ma tu opti per un inverno interiore. Mi ha molto colpito la scelta della parola "tremore" per chiudere il componimento. Tutto il resto del drabble è un corpo unico, una sequenza di immagini coerenti. La parola finale è staccata da tutto il resto. E' bivalente, tremore di freddo o un brivido di paura. C'è la precognizione del futuro, in quella parola. E lo zero assoluto della battaglia dell'Undicesima Casa. |
Ahaha nel tuo commento ritrovo parecchi elementi a me molto noti. Non so se la cosa ti debba far preoccupare, ma sta di fatto che la versione dell'Armata Rossa la conosco pure io e adesso non me la leva dalla testa più nessuno. Hyoga con il suo tazzone in mano mi fa tanta tenerezza. Mi ricorda me durante i giorni di festa, quando imploravo mio nonno di farmi assaggiare il vino. Quando me lo hanno dato, annacquato al punto da non sapere di niente, mi sono domandata "tutto qui?". Meno male, che sarebbe stato un problema innamorarsi del vino a dieci anni... |
Faccio fatica a immaginare Camus nei panni di un ragazzino normale, in una casa normale, con persone normali. Infatti lui, che normale non lo è per niente, non vede l'ora di andarsene, di staccarsi da quella vita e seguire la voce dell'Acquario che gli risuona nell'anima. Il suo destino è segnato. Non saranno quattro decori natalizi a fargli rimpiangere la famiglia. |
Di certo è un evento speciale il fatto che tu sia riuscita a trovare spunti per creare dei quadri coerenti con l'ambientazione, e allo stesso tempo evocativi, su temi che io avrei passato mesi prima di immaginare come declinare nella storia dell'addestramento di Hyoga. Complimenti |
A dodici anni io giocavo ancora con le barbie, indecisa se mettere la minigonna a loro o indossarla io per andare a scuola, che gli ormoni e la voglia di vivere l'adolescenza cominciavano a farsi sentire. Camus, invece, è un uomo intrappolato nel corpo di un ragazzino, fa cose da uomo, anzi da super-uomo. Il suo destino lo schiaccia come la neve che comincia ad appesantire la croce di legno, di certo insignificante rispetto a quella che si porta lui sulle spalle. |
Ho quasi sentito il profumo della brioche calda nella casupola immersa fra i ghiacci, elemento distonico e quasi surreale data l'ambientazione e, soprattutto, ciò che sta per accadere. In poche parole hai saputo tratteggiare alla perfezione il carattere dei tre protagonisti: l'algido distacco e la pedanteria di Camus, la vitalità di Isaac, il pragmatismo desolato di Hyoga. Bello. |
Molto bella anche questa drabble, si vede che è praticamente l'altra faccia della medaglia della precedente, questa volta raffigurante un momento dell'infanzia di Hyoga. |
Ancora una volta, quanta malinconia in uno scenario così apparentemente normale e lieto, dovrebbe essere un momento di gioia eppure, in qualche modo, trapela tanta tristezza dalle tue parole. |
A ogni drabble su Camus mi viene l'istinto di abbracciarlo forte (rischiando di finire in un sarcofago di ghiaccio, probabilmente, ma vista la temperatura attuale non la vedo male come soluzione XD). Con questa visione di un piccolo Camus natalizio hai eliminato ogni mio ritegno! *si lancia sul francese, che fugge lanciando aurora execution all'indietro* |
Non so perché, ma questo bel quadretto familgliare che ci mostri in una serie di diapositive (primi o primissimi piani) ha un alone dorato, quello che aleggia attorno a tutti i ricordi. E non so perché, il mio cervello malato mi ha mostrato un'analogia inquietante, quella con le immagini che la Piccola Fiammiferaia di Andersen vedeva, accendendo i fiammiferi per scaldarsi nel vicolo. L'abete illuminato, la tavola imbandita (con tanto di acquolina che si sposta sull'abito di Maman, rosso Borgogna!) Anche lì era Natale (la vigilia per lei, il 25 per lui), anche lì c'era una bolla di serenità di cui la nonna (o il nonno) era custode e sintomo, quasi. Mi hai lasciato con un senso di disagio addosso che difficilmente verrà via, sappilo. |