Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium
Il Ringraziamento è una festa così tipicamente americana che difficilmente si può comprendere, anche per chi è cresciuto guardando i telefilm americani che riempivano il palinsesto pomeridiano. Halloween lo si accosta (impropriamente) al nostrano Carnevale, ma il Ringraziamento? Di cosa devi rendere grazie, esattamente? |
Complimenti a te, cara Engel, per aver portato a termine questo progetto. I drabble si addicono particolarmente al tuo stile asciutto ed evocativo. A te, che con poche parole sai creare immagini e sensazioni, le cento parole sono state più che sufficienti per raccontare la storia di Hyoga e Camus in un susseguirsi di diapositive ed emozioni che mi hanno portato dentro e attorno a questi due personaggi, così sfuggenti e criptici per me. Spero di ritrovarti presto con altri tuoi lavori, ben sapendo quanto il tempo sia tiranno per te che scrivi e per me che leggo (ormai sempre meno, purtroppo). Quando vedo il tuo nome nel campo dell'autore parto fiduciosa con la lettura, perché sei una garanzia. |
Uh, se fa male. Uh, se colpisce dritto al sodo. Mi piace che tu sia partita dal tema dell'Indipendenza, che qui non può che essere quella del 4 luglio americano, più che altro perché una parte dei temi si rifà in maniera molesta alle festività americane. Manca solo il Columbus Day e Halloween e poi c'è tutto. Ma che cos'è, l'indipendenza - e vogliamo darle dignità di maiuscola? Massì. Massì. Chiamiamola pure Indipendenza, va'! - e come la si ottiene? È qualcosa che si paga, qualcosa di doloroso una tappa da raggiungere lasciandosi dietro qualcosa. Il sole del 4 luglio, ad esempio. La vita sulla banchisa di ghiaccio, da allievo di Camus a Kraaken, una croce che s'è lasciato dietro, morendo al mondo che lo conosceva e lasciando Hyoga con un senso di colpa dal quale non si affrancherà mai. |
Quindi, Hyoga s'è rifatto una vita, dopo; con una ragazza statunitense - e se ripensiamo ai due blocchi contrapposti, la cosa fa anche sorridere: e sì, i russi erano sempre ritratti con colori freddi, distanti, distaccati, mentre gli americani erano quelli solari, positivi, allegri, pure se anche negli States, in certe zone almeno, quando cade la neve lo fa per bene. |
Che strano, che io continui a pensare a lei, quando me la sono presa così tanto con lui. |
Casa è dove si trova il cuore, ma qui il problema è proprio il cuore, tenuto assieme per scommessa o fede. Fili d'oro e d'argento, credo che nemmeno il vilissimo filo da pescatore o quello di ferro potrebbe tenere assieme qualcosa ridotto a brandelli, a frammenti, facce che si mescolano a quelle di chi vive la propria vita, oltre la vetrina del pub. |
Essì, qui si ridacchia, di quelle risatine ironiche che nemmeno la chiusura di Milo riesce ad increspare. |
La normalità è per noi un fardello, è pesante, è noiosa. Ti alzi, vai a scuola, poi al lavoro, ti sposi, fai i figli e la giostra ricomincia daccapo. |
Mi hai strappato un sospiro. C'è vita, uno scorcio di amabile decadenza crepuscolare in questi balli che fanno tanto Rive Gauche, coi sandali rossi, le pieghe dei calzoni ben stirate, le camicie corte. Ho sentito il suono della fisarmonica, col suo timbro di ruggine, in sottofondo, ché non è Parigi, non è Francia se non c'è la fisarmonica di mezzo. |
Anche la morte è un dono. |
Hyoga è l'unico a sapere chi sia in realtà Mitsumasa Kido quando arriva alla villa. Gli altri non sono neppure sfiorati dall'idea, dal sospetto. Hyoga sa, sa chi è quell'uomo. Stava andando a conoscerlo con sua madre, quando la loro nave è affondata. E sì, per essere suo figlio, deve avere parte del suo sangue a scorrergli nelle vene, ma non è un pensiero felice - non lo è mai stato, ché quel sangue determina tante cose: sofferenza, privazione, separazione, geloni sulle mani, naso spellato e ghiaccio ovunque. È più facile andare avanti e dimenticare, stornare lo sguardo da quelle vene e dal sangue che vi scorre dentro, e dimenticare, per quanto possibile, un padre mai capito, mai compreso, mai amato. |
La Siberia è tante cose. |
Geniale. |
È bella questa istantanea sui bambini. È vero, c'è sempre un modo giusto per fare le cose, ma ai bambini viene spesso il sospetto che non sia mai il loro per principio, per partito preso. Quella frase Di tanto in tanto c'è qualcuno che dice: Si fa così! è esemplificativo di come i bambini leggano le imposizioni degli adulti. E perché si farebbe così? Chi l'ha detto? Tu, solo perché sei più grosso? |
Quando Hyoga cede al potere di Camus, si arrende. Nell'anime ricordo che dice alle voci dei suoi amici "Scusate, vado dalla mamma" e se in un primo momento questa battuta ti faceva cadere il latte alle ginocchia, ad una seconda battuta ti dici che sì, Hyoga voleva solo tirare il fiato. Arrendersi, tornare all'origine, a quel nucleo in cui niente e nessuno può più farti male, può più ferirti, può più tangerti. Ed ecco i ricordi, ecco gli sciamani che dividono Nicolaj da Hyoga, che lo consacranoa alla dea. E chi è consacrato ad Athena non può permettersi il lusso di riposare, di scendere dal carrozzone, citando Renato Zero. Non gli è concesso, ché Athena è un'amante molto gelosa. |