Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium
Pausa pranzo in una giornata un po' così, ma la passo con te, così mi si rallegra l'umore. |
Mi pare un ottimo modo per finire il rapporto tra l'allievo ed il maestro, con quella risata congelata nella gola, ma ben chiara nella mente. Di Hyoga, certo, perché un maestro non è solo un maestro. È un mentore, sì, ma anche un padre, un modello, qualcuno cui guardare per capire come crescere e in quale direzione muovere i propri passi. Che sia per una questione prettamente scenica - e penso ai ragazzini che imitano il lessico dei genitori - o più intima. Ché in questa vita siamo sbattuti senza tante cerimonie e non abbiamo neppure uno straccio di punto di riferimento. E allora ce li creiamo. Con le nostre mani. E si deve uccidere il modello, per crescere e diventare grandi. Metaforicamente, certo. Solo che questi due hanno avuto la sfortuna di dover prendere alla lettera questo passaggio... |
Assolutamente concorde. Camus è fatto di ghiaccio e così Hyoga. E così pure Isaac, ne sono sicura. Perché devi essere di ghiaccio, se vuoi sopravvivere al ghiaccio. E osservare gli sberleffi del Saltimbanco è una pericolosa distrazione epr un bimbo con gli occhi ancora lucidi che, per sua stessa ammissione, vuole diventare un santo per andare a trovare la mammina che riposa sott'acqua. Credo che Camus debba essere ancora più severo con Hyoga. Più rigido ancora. Credo che anche Isaac abbia i suoi demoni (che Kurumada ben si guarda dal raccontarci, sia mai!), ma, a differenza sua, Hyoga ci si balocca. Troppo. E il medico pietoso fa la piaga puzzolente, no? |
Me lo ricordo, quell'inverno e quel Febbraio. Credo proprio che Camus si sia fatto un viaggetto a Roma (nemmeno fosse Padre Gelo in trasferta!), in quei giorni... |
Queste sfide sono bellissime! Sono sfide con noi stessi, e quanta soddisfazione c'è nello spuntare la casella CONCLUSA! E ci fanno bene per il semplice fatto che costituiscono una sorta di lavoro di cesello del nostro stile. Cento parole secche (alza la mano, ché le sue sono sempre state cento storie con cento parole secche e non una di più) costituiscono il margine di miglioramento tra il troppo ed il troppo poco, tra la capacità di descrivere l'essenziale, senza scadere nella sinossi stringata. Ché quando hai così poche parole a disposizione devi effettuare delle scelte, velocizzare il ritmo, cogliere l'essenziale di quello che vuoi raccontare. E centrare dei temi che sembrano facili, ma che invece... |
Okay, sono pronta. Non amo particolarmente Hyoga ma sono vittima del fascino glaciale di Camus. E soprattutto ho una passione smodata per l'Artico e per gli ambienti glaciali in generale. Sono sicura che tu mi terrai incollata alla tua raccolta, visto che sono una fan del tuo stile. |
Secondo me, il rumore del ghiaccio varia da persona a persona. |
Oh, Hyoga che è quasi simpatico, incredibile! |
Sono bellissimi. Di una tenerezza che scalda il cuore. Me li immagino, questi due mocciosetti, ad arrovellarsi sui libri come qualsiasi ragazzino della loro età (fatte le debite proporzioni), mentre l'arrosto, o la zuppa o lo stufato si attacca alla pentola e brucia fino a diventare carbonella... |
Povero Isaac! |
Sì, Isaac. Raccontaci un po' che diamine è successo. Ché sono curiosa! |
Punto di vista russo che più russo non si può in cento parole secche. Con tanto di danza, quella che non può non ricordarci il più celebre balletto (e anche lì, una visione della vita drammaticamente russa), e di Morte (TAAAC!) che ha deciso che no, non ballerà con lui. Lasciandolo ad affrontare i suoi demoni (consentimi la citazione colta) appeso ad un ramo. |
L'ho detto più volte e continuo a ripeterlo: non condivido il metodo educativo adottato da Camus. |
Un bel flash sugli attimi immediatamente precedenti la Battaglia delle Dodici Case, senza dubbio. |
Anche a me piace molto il nome Aurélien ... specie se pronunciato da un francese XD |