[Suicide Squad]
" Qualunque cosa sia, non è come lui. I suoi capelli sono ancora biondi, solo molto più chiari e sottili, la sua pelle non ha alcun riverbero innaturale. Quella creatura sembra modellata nel gesso.
'Vedremo se finirai per sbriciolarti nello stesso modo.' "

Il bacio divenne un aggrapparsi violento, ognuno alle proprie illusioni e frustrazioni. Finalmente avevano tra le braccia l'oggetto del loro desiderio.
Per Sasuke un amore disperato. Per l'altro, inatteso.
Naruto percepì un basso ringhio ed un avvertimento provenire dalle segrete più profonde di se stesso.
'Non spingerti oltre...'
'Non metterti in mezzo.' La passione era le fondamenta di quel sentimento.
'Te ne pentirai moccioso.'
'Domani forse, ma non questa notte.' Il desiderio di non vivere di rimpianti, le colonne.
'Te ne pentirai, per il resto della tua vita.'
'Kurama... ora basta!' L'amore per Sasuke ne era il tetto.
Naruto aveva finalmente un posto da chiamare casa, se l'era costruita in una vita di ricerca, ed anche se fosse stata solo per una notte ed edificata solo nei suoi pensieri, a lui sarebbe bastata.

Allen riceve una pessima notizia: è incinto.
Così, per tenere segreta la gravidanza e non far cadere il bambino nelle grinfie dell’Ordine, viene fatto fuggire dalla Home con l’aiuto di Cross. Naturalmente sarà inutile sperare in un aiuto del padre, dato che si tratta di sir Tyki Mikk...
[ Yaoi - Mpreg - Tyki x Allen ]
[ Autrici: Gala e XShade-Shinra ]
[ Capitolo 3 pubblicato per la "Poker pair Week 2010" ]
[ Capitolo 12 pubblicato per la "Poker pair Week 2012" ]
[ Capitolo 13 pubblicato per la "Poker pair Week 2013" ]

Bulma bevve il cocktail che aveva nel bicchiere, sorseggiandolo con lentezza, accavallò le gambe e guardò meglio negli occhi il suo interlocutore che aveva indugiato a lungo sulle sue fattezze.
“Voglio solo un altro uomo Yamcha, l’ho dimenticato davvero.”
Gustò di nuovo la bevanda che aveva tra le mani, forse il gin cominciava a farle vedere tutto in maniera differente o semplicemente più chiara della sua razionale lucidità.
“Voglio vivere serena ed è stato solo un errore pensare di poterlo fare con un saiyan venuto da chissà dove. Ho sbagliato i miei calcoli ecco tutto e ho la chiara intenzione di rivederli completamente.”
*Introduzione tratta dal primo capitolo

Il dolore e l’odio di Sasuke erano troppi per essere contenuti in quell’esile corpo. Lo spirito combattivo di Naruto, invece, gli lacerava l’anima. Tutte quelle emozioni erano esagerate anche per loro, quelli che sarebbe dovuti diventare gli eroi, ma che morirono da tali, uccidendosi a vicenda.
In una pozza di amore e sangue, con le parole non dette sulle labbra, le lacrime incastrate nelle ciglia e il cuore che, debolmente, batteva. Eppure a tutti è data una seconda possibilità, e Sasuke deve ancora riscattarsi. Deve riscattare lui, gli Uchiha, l’amore del ragazzo che giace al suo fianco.
E tutto si racchiude in un fascio di luce, che lo accoglierà accarezzandolo. Gli ricorda il suo Naruto, e ci si tuffa dentro.
Sasuke sconterà la sua pena, capirà i suoi errori in modo giusto seppur doloroso. Lo stesso dolore che, a causa sua, ha subito Naruto.
Perché nel nuovo mondo - quello di città, dove nessun coprifronte o casata conta - Sasuke dovrà rincorrerlo, e fare di tutto per essere di nuovo suo.
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Storia nata da una fanart trovata su Tumblr. É un esperimento; considerata un AU, ma sempre collegata al mondo del manga.
É la mia prima storia, spero vi incuriosisca!

"Mela." Sasuke alzò il frutto in aria, mentre l'indigeno biondo continuava ad osservare ogni suo gesto con sguardo ingenuo.
"Me-la." ripetè. L'Uchiha passò ad un'altra parola.
"Mano." disse, mostrandogli il palmo bianco, ancora segnato da qualche graffio. Naruto aggrottò la fronte, senza capire. "Ma-no." ripetè allora il moro, spazientito. Quel selvaggio era più stupido di quel che sembrava. Anzi, forse il suo aspetto era perfettamente proporzionale al suo cervello. "Andiamo, dobe. Ma-no. Ma-no." Naruto si concentrò, alzando la sua, di mano, e sovrapponendola d'istinto a quella di Sasuke. Combaciavano quasi perfettamente.
"Mano." esclamò quindi, felice di aver capito a cosa si stesse riferendo. L'Uchiha ritrasse subito la sua, portandola dietro la schiena ed arrossendo di colpo, per poi maledirsi mentalmente a causa dell'espressione dispiaciuta che aveva assunto il demone-volpe. Era incredibile che quel tipo fosse il terrore degli abitanti del suo Paese, così civilizzato e perfetto. Eppure lui stesso aveva visto quella mano strappare il cuore ad uno degli altri partecipanti alla spedizione di conquista del Paese del Fuoco. Era stata quella mano ad averlo salvato dalla furia di quei selvaggi. Perché?
"Sì, bravo. Finalmente stai iniziando ad imparare."

«In ogni futuro che immagino, ci sei sempre tu.»
«Lo senti questo?»
Dalla mano appoggiata sul petto si percepisce il cuore pulsare e battere veloce, impazzito.
«Colpa tua.»
Sono amici, rivali, colleghi e amanti.
Sono troppe cose insieme per essere chiusi in una definizione sola.
Sasuke torna a Konoha deciso a iniziare una nuova vita dopo anni di missioni solitarie; Naruto invece è alla ricerca di nuovi sogni da inseguire.
L'amore s'insinua nel loro rapporto e li coglie del tutto impreparati fino a perdere il controllo della loro vita, perché sanno entrambi che quel sentimento li porterà lontano a camminare su nuove strade, ad occhi chiusi, senza una meta precisa.
[SasuNaruSasu; reverse]
II. Tè al profumo di pioggia
«Quello che cercavi là fuori, l'hai trovato?» domanda piano, con una delicatezza che non gli appartiene.
Sasuke annuisce senza lasciar trasparire alcuna emozione. «Non c'era niente da cercare.»
III. Ad occhi chiusi con il mondo tra le mani
È la maledizione degli Uchiha a far incrinare leggermente la voce, sentire le orecchie ronzare, e percepire il fluire del sangue dell'intero corpo fino a raggrumarsi intorno al cuore e agli occhi.

Sente distintamente il filo di quel legame, che è stato rinforzato dalla condivisione del potere dell’Eremita delle Sei Vie; sa che se gli fosse successo qualcosa lo avrebbe saputo, se ne sarebbe accorto, ma nulla più di questo.
Sa che è lontano, così lontano che non riesce a percepirlo in nessun modo.
Per la prima volta nella sua vita, ha iniziato a scoraggiarsi. E questo non è da lui.
Ma non lo trova. E nessuno ha sentito più nulla.
Nessuno sa dove sia.
Ha detto che sarebbe tornato, ma tre anni sono lunghi. Altri tre.
...
Ha pensato e ripensato a tutto quello che è successo, a tutto quello che ha visto e sentito. Ha esplorato a fondo i sentimenti che ha provato nel tempo, il dolore per la perdita della sua famiglia, l’odio per Itachi, poi lo sconvolgimento quando tutto quello che credeva è cambiato, quando il mondo si è capovolto ancora una volta e tutti i punti fermi sono stati sbalzati via.
Tranne uno.
Ce ne è sempre stato solo uno che non è mai cambiato.
Questa consapevolezza lo ha sconvolto, ma ha cercato di ignorarla per un po’.
Non era ancora pronto a tornare.

Naruto Uzumaki ha ventun'anni, la sua vita non è molto entusiasmante, i suoi genitori viaggiano molto per lavoro e lui gestisce insieme ad Iruka l'attività di famiglia: la caffetteria Konoha.
È da sempre infatuato di Sakura Haruno e non perderebbe mai la voglia di mangiare ramen da Ichiraku. La sua vita non sembra voler affatto cambiare da così, e lui nemmeno desidera che cambi.
Almeno finché dalla porta non entrerà Sasuke Uchiha.
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Avrebbe tanto voluto tornare indietro e fissare quel ragazzo, chiedergli il nome, il numero, affondare le mani nei suoi capelli e stringere i suoi fianchi di sicuro magri e perfetti. Avrebbe voluto assaggiare quelle labbra al gusto di Chai Tea Latte, affondare i canini sul suo collo bianco e lasciargli un sacco di segni violacei, e possederlo lì sul bancone. Ma in realtà stava solo dirigendosi da Ichiraku, il piccolo ristorante che li ospitava sempre durante le loro cene, che era sempre stato il luogo preferito di Naruto sin da quando era bambino, e che ora aveva perso ogni attrattiva.

"Era ironico che fino a quando aveva inteso distruggere la propria città natale, gli incubi che ora lo tormentavano non lo avessero neppure sfiorato. Ironico, sì. E così dannatamente ingiusto che avrebbe digrignato i denti da mattina a sera, se non fosse stato “chi” in effetti era.
Avrebbe dovuto andarsene, e vivere senza rimpianti e libero, in una qualche città meno ipocrita con gente che non lo additava per strada come se fosse un fenomeno da baraccone. Trovarsi una donna, e ricostruire il clan, come aveva in mente da ragazzino, quando le conseguenze delle proprie azioni erano solo una vaga consapevolezza da accantonare per poter conquistare la vendetta."

-Sai, quand’ero piccolo, una volta, provai a portare a casa un gatto selvatico. Lo volevo tenere con me.
Sta delirando per la febbre. Pensò Naruto, seriamente preoccupato.
-Itachi sapeva che mio padre si sarebbe arrabbiato molto. Non era un uomo molto comprensivo, non spesso almeno – e un lieve sorriso gli increspò il viso – allora mi convinse con la ragione a riportarlo indietro. Quel gatto era stato troppo tempo da solo, ormai era impossibile addomesticarlo. Così solo, che non voleva più nemmeno incontrare qualcuno. Io ho pensato spesso, di essere diventato come lui.
Naruto gli tenne il viso per farlo bere, ma alcune gocce d’acqua gli scivolarono ai lati delle labbra.
-Però non mi ero reso conto, che qualcuno mi aveva già addomesticato e che ormai, senza neppure sapere come, si era creato un legame.

Tratto dal prologo:
«Come…dimmi come?» sussurrò con voce dolorante, stava impazzendo lentamente, un altro dolore come quelli e sapeva sarebbe morto.
Stai tranquillo, è una cosa semplice, basta che mi fai uscire.
«Uscire?» chiese Naruto confuso, la testa gli faceva male, bruciava, aveva il timore che da un momento all’altro il cervello si sarebbe sciolto in un lago bollente.
Lasciami uscire solo per oggi, e io ti lascerò in pace per sempre.
[NaruSasu/SasuNaru]
[Mpreg]

In una Notturn Alley fremente di corruzione e traffici illeciti, Tom Riddle pensa di poter manipolare chiunque, perché se la morale rende prevedibili, il vizio rende deboli, ma c'è qualcuno che non riesce a raggirare, un mago che potrebbe rappresentare la chiave di volta della sua vittoria o divenire il suo omicida. Che sia una spia, un sicario o solo un giovane dal nome falso, Tom presto lo scoprirà e tenterà di farne un alleato.
Riddle ha la capacità innata di far sì che chi gli sta attorno desideri la sua approvazione. Lo sa bene Harry, che ha passato mesi a studiarlo in un Pensatoio sino all'ossessione -- è convinto che Tom sia un assassino e nulla glielo farà dimenticare, neppure la sua decisione di conoscerlo.
Ciò che nessuno dei due sa è che sono entrambi vittime di un disegno crudele, e che presto saranno di nuovo chiamati a scontrarsi...
[Tom/Harry | Pseudo-Travel!Fic | special guests: Alphard & Walburga Black]

“Non temere, piccoletto,” disse Arthur, accarezzando distrattamente l'uovo adagiato sulle sue gambe. “Non permetterò mai che mammina ti metta nome Norberto, fosse anche l'ultima cosa che faccio.”
Merlin alzò un sopracciglio, fulminandolo con un'occhiataccia. “Mammina?”
“Non posso farla mica io la donna, ti pare?” disse il Grifondoro, oltraggiato.
Merlin si strizzò il ponte del naso tra le dita.
E il preside pretendeva anche che lui salvasse l'osso del collo di quell'individuo.
HP!AU in sei capitoli.
[Prima classificata al contest "AU- Wherever we are" indetto da Emmastarr sul forum di EFP.]

“Gaius! Aspettate! Cosa...?” esclamò il mago, squadrandolo come se fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma... potrei sapere chi siete?”
“Sono io!” sbottò allora, allargando le braccia “Gaius! Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico, battendosi il petto. “Non mi ricono-” Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio, sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce fosse davvero troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
(...) Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come spiegherò questo ad Arthur?”
[Arthur x Merlin, of course!]
NB: nel cap. 80 è presente una TRASFORMAZIONE TEMPORANEA IN ANIMALE (Arthur!aquila) e può essere letto come one-shot nel caso in cui vi interessi questo genere di storie.