Sherlock aveva sempre saputo di non avere una vita lunga davanti a sé, ma non credeva che sarebbe finita così.
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Autore:Mad_Lori
traduzione: Charles

Alpha/Omegaverse.
In un mondo fantascientifico dominato dagli alfa e fatto di leggi impietose e coercitive verso gli omega, Sherlock disprezza e occulta da sempre, e con ogni mezzo, la sua vera natura: nessuno può dominarlo, nessuno può reclamarlo.
Fino all'arrivo di un alfa diverso dagli altri, uno con gli occhi mansueti e un cuore luminoso che non può appartenere a nessun altro.

« Senta, signor Holmes... c’è tanto del John Watson che conosceva lei nella persona oltre quella porta. Tanto, sì, ma è una maschera. Tutto ciò che di sé stesso quell’uomo ha rimasto è dentro un vaso di cristallo in bilico sull’orlo di un mobile traballante. Ora noi daremo una scossa a quel mobile... non posso assicurarle che ciò che è contenuto nel vaso si salverà » gli spiegò, anticipandolo verso la fine del corridoio.
Questa volta, Sherlock non si trattenne: « smetta di parlare per metafore e me lo faccia vedere » sibilò.
Lo psichiatra annuì, aprendo la porta a vetri.
[II parte di Hush. Whisper low. - si legge anche senza][Johnlock altalenante fra bromance e pre-slash]

John fu costretto a interrompere la propria – inutile – apologia nel momento in cui Sherlock fece qualcosa di totalmente assurdo.
O meglio, qualcosa non da lui.

C'è una questione legale che Sherlock vuole risolvere, peccato che John ne sia colto... alla sprovvista.
Note: questa follia mi farà perdere punti, lo so, ma ho avuto un attacco di idiozia oggi pomeriggio e vi prego di perdonarmi. Però ho riso tanto nello scriverla. Ogni tanto ce vò, no? Vabbè, leggete, se volete, e poi DIMENTICATE.
Disclaimer: nessun personaggio o situazione mi appartiene, nè lo farà mai.

«Po… potresti ripetere?» la voce che gli usciva con una nota molto più bassa rispetto al solito.
Sherlock roteò gli occhi e scosse la testa esasperato.
«Sai quanto io detesti farlo. Comunque, cosa vorresti sentirti ridire, esattamente?»
[...]
«Che vieni a letto con me solo per tenermi qui.»
Sherlock fece schioccare la lingua contro il palato, il sopracciglio lievemente inarcato.
«Non ho detto propriamente questo.»
«No, ma questa è la sostanza.»

Quando Mycroft Holmes e Sherlock Holmes vogliono delle cose, quelle cose dovrebbero cominciare a fuggire a gambe levate e nascondersi nel buco più remoto della terra.
E quando quelle cose si chiamano John Watson e Gregory Lestrade, la faccenda si complica. A DISMISURA.
(Attenzione: si ride! O almeno spero...)

“Mi serve urgentemente un donatore di seme.” Gli rispose Holmes, borbottando tra sé.
Dopo un istante di lecita sorpresa, il dottor Watson sorrise ironico.
“Mi sento lusingato che tu abbia pensato a me, ma dubito che sarò mai il padre dei tuoi figli, Sherlock, o tu la madre dei miei!” scherzò. “Perciò metti a tacere il tuo orologio biologico e ceniamo.”
“No. Mi serve un donatore di sperma. Ora.”
“Co-cosa?!” balbettò l’ex militare sconcertato.
“Sperma, John. Adesso.” Ripeté Holmes, seccato. “Hai per caso problemi d’udito?”
“Ma-ma...”
“Mi correggo. E’ quasi certamente un problema di balbuzie...” considerò, incrociando il suo sguardo, facendolo avvampare. “Ma mi serve un tuo campione.”
[John Watson x Sherlock Holmes]

The Family Man!AU (movie).
Ispirato al film omonimo. Sherlock è ormai un famoso consulente detective che intasca assegni decisamente corposi ad ogni caso che risolve. Vive da solo e sta benissimo così, tutto ciò che gli serve è il lavoro e ne ha in abbondanza. Per questo crede di vivere un incubo quando la mattina di Natale si risveglia in un letto matrimoniale accanto ad un uomo di nome John - un tizio che aveva conosciuto e rifiutato senza troppi complimenti 13 anni prima - con un bambino - Hamish - che lo chiama papà. Dapprima sconvolto e inorridito, Sherlock si troverà suo malgrado a scoprire quanto sia bello essere amati e a rimpiangere la scelta fatta anni prima con tanta superficialità.

John torna a casa un po’ alticcio... e se Sherlock è addormentato e non lo sente rientrare?

Post 4X03
[Sherlock/Molly]
Qualcuno direbbe, qualcuno che non sono io, che la bella luce dei tuoi occhi è polvere sulle corde di uno Stradivari.
Luce tremula sul fondo di ogni mio più madornale errore.
Qualcuno, qualcuno che non sarò mai io, ti potrebbe dire che sembri persino carina sotto questa luce pomeridiana, questa luce di ottobre, che filtra dalla finestre socchiuse, coperte da tende dozzinali.
Il Sole è buio oggi, ma tu non l’hai notato.
Vedo sempre tutto io.

Not a perfect man, but the object of love never is.
John non è andato in guerra ed è normale, troppo normale per Sherlock Holmes. Finché tutto cambia.
(RoaringTwenties!AU)

La prima volta che Sherlock incontrò John, si chiese se il vecchio Mike non si fosse bevuto il cervello a colazione. Un maschio Alpha reduce di guerra? Nello stesso appartamento con lui? Avrebbe declinato gentilmente l'offerta, senza dubbio, sperando con tutto sé stesso che il rifiuto non oltraggiasse troppo l'Alpha. Collaborando con Scotland Yard aveva imparato a sue spese cosa significava contrariare uno di quei tipi.
[...]
La prima volta che John mise piede nell'appartamento, emise un sospiro liberatorio. Niente a che vedere con il condominio sovraffollato dove si era adattato ad abitare fino a quel momento. Nessuna famigliola felice che gli lanciava sguardi stillanti pena, nessun Omega adolescente che appestava l'ascensore con i suoi feromoni regalandogli un'erezione indesiderata.

Non appena Sherlock aprì le due ante di cartone, John sorrise nell’udire i miagolii provenienti dall’interno: osservò i cinque micini bagnati ed infreddoliti miagolare verso l’alto, probabilmente alla ricerca della loro mamma “Oh piccoli...” si intenerì il dottore che iniziò a tirarli fuori uno ad uno e a metterli nella vasca asciutta “Sherlock, prendimi il phon per favore.” si tolse l’asciugamano che l’altro gli aveva posato in testa ed iniziò ad asciugare i cinque felini che, in risposta, fecero le fusa tutti contenti “Li ho trovati accanto ad un bidone della spazzatura. Ma dico io, come si fa! Con questo tempo poi... poveri piccoli. Sono infreddoliti, affamati ed impauriti.”
Sherlock, seppur controvoglia, attaccò il phon alla spina della corrente e lo passò a John “Tipico. La gatta avrà fatto i cuccioli e i propretari non volevano occuparsene.” si inginocchiò accanto al coinquilino, osservando i cinque felini con uno sguardo che era un miscuglio di curiosità e diffidenza “E così il buon dottore salvò le creaturine dalle intemperie.” parafrasò Sherlock, prendendo in giro l’amico.
Note: slash appena appena accennato.

Se chiude gli occhi, la sabbia invade il suo campo visivo ed è quasi peggio dell’incubo nero.
(...)
Forse Sherlock Holmes non saprà mai intrattenerlo con un’amabile conversazione, senza farlo sentire un completo idiota, ma sa alleviare i suoi tormenti, riempiendo di musica quel buio.
E forse quel buio farà meno paura.
[John Watson & Sherlock Holmes, friendship]

“Non è carino guardare due persone quando sono in intimità.”
“Non capisco.”
“Si stanno baciando. Non è carino star lì a guardare.”

John affronta il dolore in modo codardo, affondando in una routine quotidiana senza scopo. Almeno finché Sherlock non ritorna, e tutto diventa un continuo cercare di ritrovare la vecchia vita, le vecchie abitudini, tutte quelle cose che aveva smesso di fare perché faceva troppo male persino pensarci.
Ma c'è qualcosa che non va. John conta i mesi e calcola i giorni, i minuti, le ore, i secondi. C'è qualcosa che non va e non se ne rende conto, ma ne sente l'eco lontana. E la ignora.
[post-ritorno post-Reichenbach][Johnlock in una continua altalena fra bromance e pre-slash]

Il primo (vero) incontro tra John e Sherlock.

John guarda nel vuoto. E Sherlock gli tiene la mano.
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Premessa: ho scritto questa one shot angosciosa e straziante in pochissimo tempo, grazie alla meravigliosa ma devastante canzone dei Radiohead da cui ho rubato il titolo, per cui, se proprio volete prendervela con qualcuno, incolpate loro... e magari ascoltatela mentre leggete, giusto per stare anche peggio: http://www.youtube.com/watch?v=7vFaoA7t2RE

Con un sospiro di soddisfazione, John rilesse l'ultimo paragrafo che aveva scritto, approvando fra sé e sé i passaggi che più gli sembravano perfetti.
I suoi lettori sarebbero impazziti per quella descrizione così precisa e puntuale degli occhi di Sherlock, e l'accenno alle sue natiche avrebbe sicuramente fatto impennare il contatore delle visite.
Scrisse un altro paio di righe, decidendo di concludere il capitolo in un momento clou, in modo da incuriosire i lettori e fare in modo che aspettassero trepidanti il seguito.
John, dopo esserne stato folgorato, ha deciso di immergersi nel meraviglioso mondo delle fanfiction, diventando in breve tempo un V.I.F. (Very Important Fanwriter)

Le mani di Sherlock Holmes sono quanto di più sexy esista al mondo, John lo sa.
[John Watson x Sherlock Holmes]

Respirami, amami, scoprimi di nuovo. Conoscimi a memoria come mi conoscevi un tempo. Perché io sono la tua Londra e tu sei il mio Sherlock.

"Che cosa ci succederà quando sarà tutto... finito?"
Sherlock si sorprende che John non voglia usare la parola "morte". Inarca un sopracciglio e riflette.
"Credo che ci sarà un luogo, un limbo, in cui le nostre anime si rincontreranno per stare assieme, danzando nell'eternità" sussurra.
Sherlock Holmes non è credente, non lo è mai stato. Solo che non può credere che due anime come le loro siano condannate a separarsi. Di nuovo.
Non lo crede nemmeno John Watson quando attira l'ex detective a sé per unire ancora le sue labbra alle proprie.
Note: hurt/comfort, retirement!lock con tanto di Sussex e api...

« È una citazione » rispose: « più o meno ».
Chiuse gli occhi e affondò completamente nel materasso.
« Perché sono un lupo » disse dolcemente. « Non ha occhi un lupo? Un lupo non ha mani, organi, membra, sensi, affetti, passioni? Non s’alimenta dello stesso cibo, non si ferisce con le stesse armi, non è soggetto agli stessi malanni, curato con le stesse medicine, estate e inverno non son caldi e freddi per un lupo come per un umano? Se ci pungete, non sanguiniamo? Se ci solleticate, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? Dunque, se ci offendete e maltrattate, non dovremmo noi pensare a... vendicarci? ».
Rimase fermo nel silenzio che seguì, mentre le mani si John gli accarezzavano tranquillamente il petto.
« Il Mercante di Venezia » disse finalmente John.
« Sì ».
[Werewolf!AU][Traduzione a cura di Yoko Hogawa]

38,7 °C.
John fissò il termometro come se fosse il bollettino ufficiale di un’imminente catastrofe.
[Sherlock/John con tanto fluff]

« Senti, non posso inserirmi in una categoria quando si tratta di te » si risolse nel dire: « proprio perché tu non rientri in nessuna delle categorie che ogni essere umano riterrebbe standard. Ammettiamolo Sherlock, tu ti ritieni gay? » domandò allora, cercando di farlo ragionare.
O desistere.
« Io sono cervello, John ».
« Stai glissando, Sherlock ».

Rosie è arrivata al momento giusto e al momento sbagliato, come tutte le cose più importanti nella vita.
(Terza classificata al contest "Un fiore per tante eroine" indetto da NevilleLuna sul forum di EFP".)

"Che rapporto c'era tra lei e mio papà?"
"Lui non ti ha mai detto nulla?"
"No, nemmeno una parola. Ma ora ho bisogno di sapere. La prego." conclude con tono accorato.
E se Sherlock decidesse di non ricomparire più, dopo essersi finto morto?
Attenzione: death!fic

John e Sherlock discutono di sesso.
[Traduzione a cura di Yoko Hogawa della serie Two Coffees One Black One With Sugar Please di Linpatootie - Parte III]

John, Gregory Lestrade. Qualcosa che può attenuare il dolore. Forse. Fino a quando i fantasmi cominciano a lanciare strani messaggi.
Post-Reichenbach Johnstrade/Johnlock. Ce l'avevo in testa da tanto tempo e non potevo proprio farne a meno. Perdonate lo slash angstoso, ma è proprio my division.

I cinque uomini entrarono nel pronto soccorso con aria spavalda, non guardando in faccia nessuno.
Il dottor Louis White andò loro incontro.
-Chi siete voi?! Non avete il permesso di stare qui dentro!- esclamò.
Missing Moments di: The blog of Dr. John H. Watson. (dopo il capitolo 9)

Sherlock ha già classificato ogni cosa esistente sul pianeta. Tranne i baci.
John sarà all’altezza della situazione?
(Johnlock) Storia scritta dal punto di vista di Sherlock.

Dimostrazione di come la scienza, alla fine dei giochi, non è certo in grado spiegare tutto.
[Storia classificatasi prima al contest "Physicology" indetto sul forum Collection of Starlight]

Ancora non lo sapeva, Sherlock, ma la sua geniale mente l'avrebbe dedotto in fretta. L'aspetto con cui John gli si presentava in quel momento sarebbe presto diventato un piacevole segnale segreto tra di loro.