Carissimo,
eccomi qua a continuare la lettura... fortuna che esistono le mamme! Che sono sia il luogo sicuro dove tornare quando le cose vanno male e le certezze crollano, sia quell'occhio esterno lucido ma amorevole che sa scrutare in profondità, vede e a volte sa anche prevedere. Ho apprezzato la figura della madre della protagonista, che superato il primo momento di allarme sa accoglierla come se la figlia non avesse mai lasciato la casa. Perchè proprio così sono le mamme: conservano intatto il nido e la stanzetta dei loro figli, chissà mai possano capitare anche solo per riposare un attimo, mentre si addentrano nella vita di volo in volo. Ti segnalo un paio di refusi (bel busto = bellimbusto, tavola imbastita = imbandita), per il resto la tua storia scorre, anche se a volte eccedi nelle precisazioni col risultato di "caricare" un po' il periodo ;-). Molto sentito il momento in cui la protagonista reagisce con sconcerto alle parole della madre che le prospettano un'altro modo di vedere la situazione, qualcosa a cui Isa non aveva in realtà mai pensato: che Marco, di fatto, non l'ami realmente. Isa invece, al di là della precisione dei suoi ragionamenti, ama Marco profondamente, e il suo istinto profondo la porta a cercare la presenza del compagno al momento del risveglio, in uno scorcio d'alba quasi incantato, e a sentirsi profondamente ferita dalla sua assenza, testimoniata dalla mancanza di messaggi o avvisi di chiamata sul telefono cellulare. Il momento in cui Isa percepisce la profondità di quella mancanza - come se
una voragine si aprisse sotto i suoi piedi - rappresenta il punto culminante di questo capitolo, ed è descritto con molta sensibilità e grazia. Continuo a seguirti con piacere... Bravo! |