Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/12/21, ore 21:36
Cap. 20:

Devo ammetterlo: per quanto Rowen sia un personaggio molto... difficile da amare o odiare, ha le sue capacità. Questo breve capitolo riassume tutti i precedenti in modo assurdamente realistico. I Demoni, troppo forti e fonte di terrore, il passato da cacciatore di Rowen, le debolezze che Mano Insanguinata cela dietro il suo atteggimento da Demone. Per quanto Rowen debbe essere considerato il più debole del gruppo, a livello psicologico è propabilmente il più temprato dei tre. Non ha nulla da perdere, non ha un conflitto interiore che lo spinge a odiare la sua fragile condizione umana. Sa che è umano, lo accetta. Studia la situazione con quel poco di armi che ha e cerca un modo di sfuggire conoscendo i suoi limiti. Il cugino invece non li accetta. Golgoth è troppo potente e non ha mai imparato a gestire correttamente quell'unica macchia nella sua corazza di assoluto potere. Riconoscendo in Mano Insanguinata l'anello, che pur tempreto è debole, Rowen ha acquisito un vantaggio la cui importanza, a mio avvisso, è stata descritta magistralmente. Con quel sorrisetto di speranza e acume che sembra spazzare via, ma solo per un attimo, tutte le reazioni finora messe in mostra dal giovane Syrdiniano fino a questo momento...
Si dice Syrdiniano? Boh...
Al prossimo capitolo
Ghostro (ex Spettro94)

Recensore Master
17/11/21, ore 07:59

Ehilà ^^
Sebbene non sia per nulla stimolante continuare questa storia senza la tua guida, mancano pochissimi capitoli per mettermi in pari.
Allora, ancora una volta si respira quell’atmosfera che particoleggia questo lavoro dal primo capitolo: l’assoluta, incontestabile situazione di sfiducia generale. Forse il Ricettacolo di Kyr ha concesso ai popoli che ha soggiogato una parvenza di libertà, ma le catene con cui tiene a bada i conquistati sono più sottili quanto costringenti e intricate. È come se una nube grigia fosse caduta su tutti. Una nube che sa di sfiducia, di una civiltà che si è dovuta riaffidare a istinti primordiali e crudeli per vivere, soffocandone altri. Anche i “buoni”, coloro che si battono per il tiranno, vivono in questo grigio, e per quanto la donna si sia mostrata benevolenza nei confronti di Mordhen, il fatto che quel possibile per salvare Thoan non sia stato fatto del tutto, ed è palese, mancano quei gesti eroici che vediamo compiere da qualunque “Resistenza”. Qui solo catene, e dubbio, e domande, domande, domande; la citazione, in questo particolare capitolo, è piu che azzeccata. Ma ci potrà mai fidare di Mordhen a tal punto? Onestante non lo so nemmeno io.
Persino io, lettore, ho cominciato ad essere contagiato dal clima caustico che il sovrano ha imposto al suo popolo. Per quanto toccante sia la storia di Thoan e Mordhen, per quanto crudele sia stato il loro destino, per quanto vulnerabile si sia mostrato, per la prima volta, davanti alla quasi-salma dell’amico di una vita, non ho potuto fare a meno di pensare: “Forse è meglio così, era un peso.”
Un pattern che si ripete: Rowen e sua madre, Thoan e Mordhen, forse persino Golgoth con Mano, la madre di Rowen e Mano. Non c’è spazio per il sentimento, non c’è spazio per la compassione, non c’è spazio per tutto ciò che, in fondo, dovrebbe essere ciò per cui i protagonisti combattono. E, si fatti, qui non ci sono ancora dei protagonisti definiti. È solo un crudele gioco di sopravvivenza diretto e manovrato dal sovrano. E quando i maghi dell’Accademia magari torneranno con una soluzione, e anche loro, guarda un po’, rientrano nel pattern qui sopra perché Syrdin per loro è stato un peso, non credo proprio possano essere etichettati come eroi.
Avvincente come, dall’inizio, mattone su mattone, tu sia riuscita a farci entrare in questo mood semplicemente spingendoci a considerare ai piu deboli come un peso. Mi correggo: facendoci “vedere” i pericoli di farsi carico del peso dei più deboli. Fa strano i sentimenti di Mordhen siano stati percepiti piu dall’empatia, o il senso di colpa, di quella donna, piuttosto che me come lettore. Ma non per cattiva gestione dello scrittore: è la storia, come è stata costruita finora, ad avermi reso un po’ più Demone e meno umano. 
Ok, l’ultima parte della recensione spero di essermi spiegato bene, perché, davvero, è un modo di descrivere l’atmosfera della propria storia in modo davvero superbo ^^
Alla prossima
Ghostro

Recensore Master
15/11/21, ore 16:33
Cap. 18:

Eccomi :)
E torno per commentare un capitolo moltoo importante. Definisce la gerarchia dei demoni e in particolare perché Golgoth sia così diverso. Lui è il migliore e non solo per le qualità in combattimento. Kyr l'ha creato per essere il "più perfetto tra gli imperfetti". Per questo in lui giace quel sentimento superiore, che si avvicina una primitiva sembianza di umanità senza tuttavia afferrarla davvero. È il più, e di molto. È il più umano, e di molgo. Forse solo Vorjha, se avessimo un suo Pov, potrebbe dimostrare un livello di personalità più elevato. Il resto, a scendere, conta creature sempre più retrograde e figlie dell'istinto, irrequiete e frenetiche, bestie che devono essere tenute al guinzaglio della voce del padrone.
È per questo che Golgoth è stato scelto per addestrare Mano, per questo sembra essere l'unico ad aver afferrato la vera natura del ricettacolo: null'altro che guscio vuoto di un semplice uomo mosso dall'odio.
È il più forte e il più triste dei demoni, il più completo e proprio per questo il più spezzato da un'inutile e improvida ricerca di un padre che ormai è solo un eco, di una casa che ormai non esiste più e solo lui ne sente la mancanza.
È sostanzialmente un estraneo in un mondo che non l'ha mai generato, in un luogo abitato da esseri che gli assomigliano ma al tempo stesso sembrano provenire da un altro universo. Un altro tempo
Quante similitudini con Mano Insanguinata. Sarà che il motivo per cui gli è così vicino è perché il ragazzo è l'unico che possa davvero capirlo. Un'altra entità diversa, stavolta nel fisico, ma nell'anima più simile di chiunque altra. Ormai
Alla prossima
Ghostro (ex Spettro94)
(Recensione modificata il 15/11/2021 - 06:51 pm)

Recensore Master
03/06/21, ore 14:31
Cap. 17:

Eccomi ^^
Dopo aver letto questo capitolo dove inizi e finisca il parallelismo tra Morhen e Rowen. Entrambi stanno vivendo situazioni molto simili, alla mercè di due fazioni completamente diverse. L'una, quella del tiranno, vede Rowen in mezzo ai demoni, costretto a subire una tortura lenta quanto degradante assieme a molti prigionieri. In un contesto dove la speranza, nonostante stia collaborando con la Mano, appare alquanto scarna; difatti ha preso la consapevolezza che, se vuole uscirne, dovrà farlo con le sue sole forze. Dall'altro abbiamo lo zio, anche lui in catene, ma in una cella solitaria e sotto il vigile, e per certi versi premuroso, controllo del suo carceriere. Alla tortura si è sostituito il dialogo, il peso dell'aria sulfurea e della presenza demoniaca si è sostituito a sguardi taglienti e la calma innaturale di una fanciulla/donna assolutamente indecifrabile. E al contrario di Rowen qui un sottile filo di speranza c'è: Thoan. Potrebbe essere un inganno, è vero, ma fino alla scoperta del suo cadavere, o che sta bene, Mordhen avrà questo pensiero positivo fisso in testa e una possibilità concreta di salvare la testa.
Tuttavia è restio a confessare la sua vera provenienza. Nel bene o nel male Syrdin sembra, ed è, un luogo di sciagura e non dubito che sentir pronunciare quel nome in qualunque parte del mondo sposti, per così dire, gli equilibri di una conversazione. Soprattutto se consideriamo come la città sia stata anche di recente assediata dai demoni.
Quale che sia lo sviluppo della sua storyline, è evidente che zio e nipote si ritrovino come ho già detto prigionieri di due fazioni diverse. Dunque c'è una resistenza, al tiranno. Non solo demoni ribelli ma anche umani, se lo sono, che non hanno accettato passivamento il pugno di ferro. Una tenue resistenza, come la brace di un fuoco, visto che si nascondono nella foresta, ma c'è. Il problema è che Mordhen non sembra proprio il tipo da partecipare a ribellioni contro il tiranno, nonostante sia a causa sua se ha perso (quasi) tutto.
Qui entro nella fase della teoria. È difficile che Mordhen abbia conosciuto chissà quante persone da quando Syrdin è caduta, se non per quella faccenda, qualche inverno prima, che lo perseguita da tempo, non abbiamo neanche la sicurezza che lui sia uscito spesso dai confini della cittadina; dando per scontanto che, qualunque cosa sia accaduto, sia accaduto fuori Syrdin. Questi due nuovi personaggi potrebbero riguardare quella parte del passato per cui Mordhen prova rimorso. Di certo dev'esserci una ragione se l'attenzione di lui sia stata attratta dalla cicatrice.
Beh, vedremo nel prossimo capitolo :)
Un saluto da
Spettro94

Recensore Master
30/05/21, ore 13:40
Cap. 16:

Rieccomi dopo... Beh, un bel po’ di tempo dall’ultima volta. Non ho dimenticato la tua storia, anzi, se non avessi avuto una tesi da scrivere l’avrei ricominciata molto prima.
Inizio dicendo che un po’ mi spiace sentire che Luth sarà un personaggio marginale rispetto ai due cugini. Ha attirato la mia attenzione, ora che finalmente ho potuto leggere un pov a lui dedicato. È un personaggio molto particolare. Se mi passi il termine, perché penso sia appropriato, lo definirei un “Sansa Stark con qualche goccia di Arya”. Mi spiego: Luth ha vissuto in una gabbia dorata per tutta la sua vita ma, stranamente, non sembra né ingenuo né borioso. Ha seppellito la sua vera essenza dietro a una maschera, ma è qualcosa che nella realtà in cui vive non è scontato, affatto, che quest’ultima non conceda nemmeno uno spiraglio. Lui non è una lady timorosa, ma al contento non sembra manifestare quel sentimento di superiorità che al figlio di un potente verrebbe naturale mostrare. È una persona riflessiva, anche curiosa, e ingenua. L’ultima caratteristica non è dispregiativa, quanto il frutto di un semplice calcolo: da dietro le sbarre dorate non puoi osservare il vero volto della realtà, rimarrai sempre indietro. E quando arriverà il momento, ti troverai sprovveduto al comando.
Mi ci rivedo molto nel pensiero di Luth. Anch’io per molto tempo ho provato il timore di trovarmi impreparato ad affrontare ciò che c’è là fuori, se di punto in bianco mi fossi ritrovato da solo; e sottolineo: non paura di rimboccarmi le maniche, ma di non avere le competenze necessarie per cominciare.
Forse è la ragione per cui lui è scappato di casa - ho ancora ho questa impressione - e ha cercato di immergersi in quello che c’è al di là della gabbia. O forse vuole scoprire sé stesso prima che l’oscurità che ha nascosto dietro la maschera emerga tutta in una volta. 
L’impressione è che Luth sia stato indottrinato in maniera piuttosto particolare. Piuttosto che acquisire la consapevolezza per affrontare i pericoli del comando, pare che gli sforzi dei suoi genitori siano finalizzati a coltivarne un’altra: quella del suo futuro ruolo di capo. Di onorare il padre, di non mostrare mai il suo lato più infantile per non arrecare disonore alla famiglia, di avere a cuore le dinamiche nelle quali non è stato ancora introdotto. Il contrario di Rowen, praticamente, a cui è stato messo un arco in mano e detto di andare a farsi le ossa nella foresta. E dove quest’ultimo non si è mai fatto domande perché era occupato a sviluppare i suoi talenti nella caccia, Luth ha sviluppato invece una forte curiosità; cosa che lo rende insofferente nei confronti dell’ignoranza di Rowen e Kayle.
Provo a buttare giù un’ipotesi. Arys e Wes erano stati incarcerati, Luth li ha liberati sulla parola che l’avrebbero aiutato a scappare. Quanto accaduto con i Razziatori, o forse prima che ciò avvenisse, si è convinto a tornare indietro e i due fratelli non vedono altra soluzione se non aggrapparsi al treno.
In sintesi, Luth è un personaggio che ancora non lo è. Un crisalide, e non sappiamo cosa ci sia dentro pronta a nascere, perché, semplicemente, non lo sa neanche lui. O almeno, fino all’incontro con i demoni non lo sapeva, ma adesso qualcosa si smuove e sappiamo che la paura provata verso di loro supera qualsiasi altra.
Vediamo cosa succederà in futuro.
Alla prossima
Spettro94

Recensore Junior
22/04/21, ore 11:54
Cap. 22:

Ciao cara Dark Sider, rieccomi dopo aver proseguito un po' con la lettura. Stavolta sarò breve: la storia continua a infittirsi, mi sembra che in questi capitoli tu abbia man mano accumulato la tensione per poi arrivare (immagino) a uno sbocco più avanti. I tuoi poveri personaggi se la passano tutti male, ma noi amiamo l'angst quindi apposto ^^ Mordhen com sempre mi colpisce, qualunque interazione che abbia mi piace, come in questo caso con questa donna senza nome. Trovo questo suo attaccamento a Thoan quasi commuovente, sai? Nonostante tutto, è ancora lì, a proteggerlo, a volerlo in vita. 
Parlando invece di Rowen e Mano Insanguinata: aspetto di vedere cosa hai in mente e come si svilupperà il loro rapporto partito con le premesse peggiori. Quella frase di Mano Insanguinata sull'essere fragili (non deboli) l'ho trovata particolarmente azzeccata e risonante.
In ultimo Luth: tu proprio non li lasci tranquilli i personaggi, vero? xD Pure il figlio di papà è stato preso in saccoccia. Beh, anche qui aspetto di vedere.
Ti lascio giusto questa traccia, spero nei prossimi giorni di andare avanti con la lettura. Salut!

Recensore Junior
12/04/21, ore 18:22

Ehy!

A me, personalmente, interessa Mordhen, probabilmente perché è molto umano avere grandi ambizioni, credere di poterci riuscire, mollare tutto e poi ricevere un crudele colpo basso chiamato realtà che ci ricorda che non importa quanto ci proviamo: possiamo solo accontentarci di ciò che ci viene offerto, piegare la testa e tenerci stretto quel poco che ci resta.
Forse sono un po' cupa, ma Mordhen rappresenta l'uomo comune, che ci prova ma non riesce. Se continui a scriverlo così bene probabilmente diventerà trai miei personaggi preferiti!

A presto!

Recensore Junior
12/04/21, ore 17:49
Cap. 8:

Impaziente il paparino.
Non mi aspettavo che Mano Insanguinata (bisogna trovargli un nomignolo a sto' povero ragazzo) risparmiasse i Razionatori, ma tenendo conto che a lui usa il distacco su tutto e cerca sempre soluzioni crudeli ma razionali ci stà, soprattutto se hanno dei buoni rapporti con questi ultimi.
Per giunta più andiamo avanti più mi convinco che questo ragazzo è solamente terribilmente traumatizzato e che suo padre ha probabilmente nutrito una bestia selvaggia e l'ha assoggettata a sé credendo di avere tra le sue mai il più grande dei guerrieri (o quanto meno qualcuno che gli è utile) quando, in realtà, ha creato l'essere più fragile di tutti. Lui stesso ammette che sente che al primo cedimento crollerà.

Sono curiosa di vedere cosa avrà da dire il ricettacolo.
A presto

Recensore Junior
11/04/21, ore 18:24
Cap. 7:

Ciao, rieccomi, dopo un'infinità di tempo.
Devo dire che la prima metà del capitolo mi ha messo un'ansia immensa, ha trasmesso molto bene il senso di angoscia che provavano tutti in quei momenti e mi è piaciuto come l'hai reso.

Sinceramente mi aspettavo che nella fuga ci sarebbe stato il delirio e che Rowan se ne sarebbe fregato bellamente di tutti. Oramai è chiaro che per lui viene prima la sua pellaccia e quella di sua madre e di quella degli altri non se ne interessa. Sono curiosa di scoprire se manterrà tale caratteristica ora che si troverà a far parte di un gruppo e anche considerando che da soli è più difficile sopravvivere. Ma si vedrà.

In aggiunta non vedo l'ora di scoprire la reazione di Mano Insanguinata quando lo scoprirà, prevedo almeno un paio di decapitazioni.
Al prossimo capitolo!

Recensore Junior
09/04/21, ore 21:13
Cap. 15:

Cara Dark Sider, spero tu abbia passato una bella Pasqua, io sì, ho approfittato poi per andare avanti con la lettura, eccomi qui con un commento che, lo dico già, potrà essere un po' confuso ma perché ho tante cose da dire!
Prima di tutto, te lo dico così su due piedi, eleggo ufficialmente Mano Insanguinata il personaggio che più mi intriga in questa storia: ce ne sono molto interessanti, ma lui mi ha particolarmente colpito in questi ultimi capitoli -- forse all'inizio, invece, attirata più dalla storyline di Syrdin, non gli avevo dato la giusta attenzione. L'"imprinting" vero e proprio c'è stato quando stava nella foresta con Golgoth (oddio, spero di averlo scritto bene), quando ricorda il suo passato, il primo momento della sua vita non confuso tra le nebbie della memoria. L'ho trovato un pezzo rilevante, oltre che molto ben scritto, perché capisci che segna proprio il passaggio tra la sua natura umana e la natura demoniaca che comunque non gli appartiene, questa iniziazione selvaggia e forzosa a un destino già deciso. So che non c'entra nulla perché immagino siano state altre le tue ispirazioni, ma quando Mano Insanguinata va al cospetto del padre, tutta l'atmosfera, la Corte dei demoni, la violenza e la durezza del ricettacolo, mi hanno ricordato vagamente la saga di Drizzt di Salvatore, a come anche Drizzt fosse intrappolato, per sangue, in un mondo crudele e spietato da cui non riesce neanche a pensare, all'inizio, di affrancarsi. Non so in realtà quale sarà il percorso in serbo per Mano Insanguinata (e non voglio spoiler ahah), ma sono molto curiosa e l'incontro con Rowen, che aspettavo, diciamo che mi fa ben sperare. Un incontro molto atteso che mi è piaciuto come hai gestito, con tutta la questione della prigionia.
Devo ammettere che trovo a volte il ritmo un pochino lento, però è sempre coinvolgente, poi in realtà io non ho problemi a leggere storie che si prendono il loro tempo per dispiegare la trama e le personalità dei personaggi. Per esempio, parlando di Rowen: anche di lui stai svelando uno strato dopo l'altro capitolo dopo capitolo. Abbiamo capito ormai che mr survivor xD duro come la gramigna che non si stacca dalla terra; ha un senso di autoconservazione pazzesco e io lo apprezzo sinceramente in questo suo disperato istinto di sopravvivenza che a volte si rivela egoista ma è anche molto verosimile. Adesso che si è staccato dalla madre e da Mordhen, comunque le sue figure di riferimento, forse barcollerà, ma lo vedo sempre in qualche modo padrone della situazione e questo è ammirevole, considerata la giovane età.
Per Mordhen ribadisco la mia grande simpatia e, poraccio, qualcuno gli spedisca un cornetto perché pure lui quanto a sfighe galoppa vedo (una cosa che ho notato: per 2 o 3 capitoli in pratica c'erano tutti personaggi che svenivano dopo averle prese: prima Mano Insanguinata, poi Rowen e infine pure Mordhen mezzo strangolato. Vedo che pure tu sei abbastanza sadica coi personaggi xD). Trovo commuovente che nonostante tutto rimanga federle anche alle persone che lo hanno ferito, in primis Nerya, che vabbè non ho capito perché non ha più voluto parlargli, e poi quel pirla di Thoan che a me piace pure ma perché a me piacciono i personaggi pirla, comunque era da prendere a craniate dopo la sua bella iniziativa -- in effetti, ci ho pensato e assomiglia davvero un botto a Eren Jaeger, almeno dai primi capitoli e il primissimo arco di Marley, n'altro kamikaze vivente, giusto perché fanno sempre comodo D:

Credo di aver delirato anche troppo! Grazie per la risposta alla mia scorsa recensione, mi ha fatto piacere che ti ha fatto piacere e a me fa piacere continuare a leggere. Mi aspetto un po' di tutto adesso, cioè non so davvero cosa aspettarmi, Mordhen guidami tu xD Un saluto e buon weekend :)

Recensore Junior
31/03/21, ore 10:30
Cap. 5:

Ciao! Amo il fantasy, è un vecchio amore che ho ripreso a leggere di recente e quando mi sono avventurata in questa sezione non ho potuto non notare la tua storia. Non ho letto il prequel, faccio questa premessa, quindi per me tutto il mondo che hai creato è nuovo. Non ho avvertito nessun tipo di buco, anzi: è bellissimo trovare storie con un worldbuilding così accurato, dove ti addentri senza sforzi e dove tutto è realistico e verosimile. Ero proprio alla ricerca di un fantasy "classico", con un mondo dai diversi elementi e creature magiche, un tipo di narrazione che mi piacerebbe saper scrivere ma purtroppo non riesco granché (mi perdo sempre nel worldbuilding ^^'). Quindi grazie per aver postato questa storia: mi sono immersa come non mi capitava da tempo! E siamo appena all'inizio.
Scusami se sarò un po' random ma è da tanto che non recensisco su questo sito, mi sono arrugginita ^^' Ma ci tenevo a lasciarti un piccolo commento su questi primi capitoli, soprattutto sui personaggi: per ora mi sembrano ben delineati, mi hanno attirato tanto Rowen e Mordhen forse perché sono due personalità all'opposto. Amo quando un idealista si scontra/confronta con uno più terra terra, che più che pensare agli altri pensa a se stesso e i propri affetti e non si fa illusioni sulla salvezza. Mordhen in quest'ultimo capitolo mi ha conquistata perché svela delle sfaccettature e dubbi che chiunque avrebbe nella sua situazione. "Mordhen aveva varcato la linea di demarcazione che separava gli illusi dai disperati." --> bellissima questa frase che riassume il suo conflitto interiore. Sta provando a salvare il suo popolo, la sua gente, ma si deve scontrare con la dura realtà. Il suo confronto con Thoan l'ho molto apprezzato (ho visto che qualcuno te lo ha paragonato a Eren Yeager, ma forse è più Flock? xD anche se non è così pazzo, anzi, sinceramente io capisco pure lui...), anche loro sono personaggi opposti ma in qualche modo complementari. Mi piace come, volutamente o meno, metti sempre due personaggi a confronto, che hanno modi diversi di affrontare un pericolo, senza che uno prevalga sull'altro perché, in una situazione di  difficoltà come quella che questi personaggi stanno vivendo, come si può mettere una netta linea di demarcazione tra giusto e sbagliato, tra ragione e torto? Sarebbe impossibile e semplicistico farlo ed ecco perché, anche se trovo Mordhen nel suo essere più razionale più giusto, non riesco a non capire il punto di vista di Thoan.
Ho apprezzato infine anche il momento in cui Mordhen accarezza Nerya (non mi aspettavo fosse la sorella, lo ammetto, per un attimo ho pensato fosse una vecchia amante). Anche quest'ultima mi piace, penso che alla fine sia una vittima, come tutti loro, di un mondo crudele e folle che li costringe a combattere o soccombere. La sua alienazione è in qualche modo toccante, spero non morirà...

Ti lascio con una domanda, per capire se ho capito bene: in pratica il ricettacolo di Kyr è stato creato per vincere la guerra contro il precedente tiranno, però la gente non lo sapeva? Cioè lo ha saputo solo dopo, quando il ricettacolo ha perso il controllo? Non avendo letto il prequel in effetti la parte sul passato mi è un po' oscura.

Bon, ho finito di sbrodolare XD Continuerò la lettura, spero che con la pausa pasquale potrò andare avanti più speditamemente, sono un po' lentina...

 
(Recensione modificata il 31/03/2021 - 10:31 am)

Recensore Master
20/02/21, ore 10:37
Cap. 15:

Rieccomi sbucare come un Spettro di periferia (?)
Come va? Spero che ti stia riprendendo dalla colossale mole di storie valutate per Darkest Fantasy ^^
Ma bando alle ciance e passiamo a questo capitolo. Come sempre la resa descrittiva mi ha catturato. È stato molto interessante vederla a complemento del supllizzio di Rowen. Il fatto che la sete sia più forte della fame, che Rowen logicamente soffra la prima perché ha già provato la seconda; e in ogni caso, probabilmente la sete è più subdola. Stavolta alla soffocante sensazione che porta la prigione se ne aggiunge un'altra: la calma, stagnante. Per la prima da quando questa storia è iniziata ho sentito Rowen più cacciatore che mai. Ho sentito la differenza, tra lui e altri giovani di Syrdin che si sono destreggiati nei boschi che circondano la città. Non è una questione di abilità o conoscenze, ma quella mentalità, fredda, calcolatrice, che ti trasforma in un vero predatore. Le illusioni, probabilmente dettate dal senso d'irrealtà che prova Rowen, l'hanno fatto aggrappare a una nuova consapevolezza e ne è uscito trasformato. Ha ripreso il controllo e ora è a caccia. Perché la caccia non è solo rincorrere per i boschi una preda, ma un gioco prima di tutto mentale. È questa la differenza tra Rowen e il suo compaesano; oltre all'innegabile scudo di trama che lo vede figlio di mago. In ogni caso, Rowen in questo capitolo mostra personalità. Mano Insanguinata un'eco di debolezza: Rowen stesso. Con lui, per ragioni che noi sappiamo ma lui no, non esprime appieno tutta la turpitudine di cui è capace; trovo molto azzeccatto quel momento, confuso, dove artiglia la gola di Rowen solo per lasciarla e poi artigliarla ancora, come se fosse una sorta di tic nervoso dovuto alle sue emozioni contrastanti.
Vediamo come continuerà questa faccenda :)
Alla prossima
Spettro94

Recensore Junior
10/02/21, ore 19:15
Cap. 6:

Il fatto che esistano città benestanti non mi sorprende più di tanto: se non esistessero questo tiranno governerebbe su un cumulo di sassi e non ci sarebbe voluto molto prima che qualche forza esterna lo annientasse.
Ciò che mi sorprende è come sia possibile che in diciotto anni Rowen e molti altri, a quanto sembra, non lo abbiano mai saputo o gli eventi di Syrdin sono stati così eclatanti da portare tutti alla convinzione che fosse diventata una città maledetta e per questo tutti la evitano oppure non lo so, malgrado tutto era pur sempre una città importante mi sembra strano che in tutti questi anni nessuno ci sia mai andato e non abbia mai detto "Ehi, ma sai che a città X c'è una buona probabilità di fare affari!". Ma essendo un mondo in cui la magia esiste non escludo nulla. Vedrò nei prossimi capitoli.

Recensore Junior
10/02/21, ore 18:19
Cap. 5:

Figurati, siamo solo al quarto capitolo se Mano Insanguinata trovasse Rowen di già sarebbe praticamente finita la storia.
Prima quei due devono viaggiare, soffrire, rischiare la vita e cambiare, altrimenti questa storia non esisterebbe :)

Recensore Master
07/02/21, ore 23:34
Cap. 22:

Ciao! Eccomi, anche se in ritardo.
Mi era mancata parecchio questa storia... ma questo capitolo è una stretta al cuore! >.<
Ti ho già detto che adoro l'amicizia fra Thoan e Mordhen? Giuro che ancora non capisco dove andrà a parare la loro storyline, e per ora li considero un filo della trama che potrebbe finire in nulla, da una parte un crudele scherzo degno di George R R Martin che prima ti fa sperare e poi fa morire i personaggi, ma dall'altra parte potrebbe essere visto come il dovere dell'autore, cronista di storie, che riporta gli eventi così come accadono anche se sono tragici o ti fanno sperare fino all'ultimo e poi niente.
Però, sotto sotto, continuo a sperare. Thoan sembra sulla soglia della morte, eppure Mordhen non si arrende e questo mi fa pensare che possa davvero esserci qualcosa che non è stato ancora tentato.
Quella donna è stranissima, cosa nasconde? Dovrebbe forse pagare un prezzo altissimo se salvasse Thoan? Oppure Thoan è stato in qualche modo contaminato da ciò che i demoni gli hanno fatto, e salvarlo vorrebbe solo dire condannarlo a una morte più lunga fatta di ferite che si infettano? O qualcosa di peggio?
Lei mi sembra quasi una creatura fatata, una che risponde solo a determinati input come i giuramenti, e Mordhen che giura che farà qualsiasi cosa per sdebitarsi forse ha toccato il tasto giusto, più che far leva sulla pietà.
E lei, è davvero capace di pietà? E' così difficile da leggere!
Altra domanda, è lei che vive nel mondo delle caramelle aspettandosi che Mordhen le tributi rispetto per gratitudine, oppure è una richiesta legittima ed è Mordhen a essere vissuto in una città che è troppo spietata anche per questo mondo?

Di sicuro qui stiamo assistendo a due mondi a confronto, due mondi che sono lo stesso ma non lo sono più, e forse c'è incomunicabilità. Mordhen forse lo capisce quando vede i bambini correre e giocare senza il terrore negli occhi. Sì, è un campo di fuggitivi o forse ribelli, ma questi non vivono nel terrore, non come la gente a Syrdin o forse perfino nelle altre città. Interessante.

Ora mi chiedo che cosa farà la donna. Thoan deve vivere. Non per il personaggio che è, francamente non mi piace nemmeno moltissimo, ma per quello che rappresenta per Mordhen. E poi devo ammettere che Thoan ha coraggio, anche Mordhen lo riconosce in questa frase che colpisce come un pugno: Si chiese perché, per quale motivo avesse dovuto attaccare i demoni, disobbedendo ai suoi ordini, negando la sua autorità e sovvertendo la sua decisione di attendere il ritorno di Mano Insanguinata e lasciarsi uccidere. Perché aveva dovuto rendere tutto così difficile?
Mi strazia questa frase, perché Mordhen si era proprio arreso in quel momento, sapeva che se avessero aspettato il ritorno di Mano sarebbero morti entrambi. Eppure quando Thoan si è azzardato a rischiare di morire prima di lui, Mordhen ha fatto carte false per fuggire dalla città con l'amico e salvarlo. E' tutto così paradossale. Molto umano.
...No, ma sul serio, ma 'ndo va Mordhen senza Thoan?? Maddai.

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