Buonasera Cosetta mia *___*
In questa gelida serata romana, cosetta tua ti scrive e ti dice che sì, questa storia, la sta amando molto più di quanto potesse credere.
E' un insieme di tante cose, addirittura così diverse dalla prima parte, dove ci hai introdotti a loro, alla loro relazione intricata ma ricca di passione che trascende le paure e persino le guerre, eventuali, con un uomo pericoloso come il nostro carissimo Titan (te possa pija un bene, dannato distruttore di vite... ridammi gli Avengers perduti! ç_ç).
La bellezza di questa storia sta proprio in questo: tutto ruota intorno ad un amore che, sin dall'inizio, non doveva essere tale per entrambi. Non c'era alcuna intenzione di rendere quegli incontri più di quanto erano: semplici esternazioni di una passione, di fisicità e di appagamento e basta.
Le cose sono andate decisamente oltre, così tanto che alla fine i dubbi ci sono ma sembrano ridicoli e Sigyn lo sa. Sa che Loki ha sempre agito per interesse, eppure sa anche che quel viaggio a Parigi non può essere per lo stesso motivo che lo ha portato a Dakar. Sente che è diverso, ma le cose che Titan le ha detto, rimangono. La paura di essere solo ed esclusivamente un motivo e non un sentimento, a volte le pesa addosso.
Loki però non si mostra né impaurito dalla minaccia di Titan né tanto meno intenzionato proprio ad agire sotto l'influenza di quelle ragioni, ma dopotutto non ci è dato sapere.
La scelta di usare il PoV di Sigyn ha reso la cosa completamente estranea persino a noi, che sotto sotto la sappiamo la verità ma conosciamo anche Loki, che non sarà il dio degli inganni qui, ma l'indole rimane la stessa.
Difatti sparisce, dopo quella notte di passione a Parigi, dove lei gli ha esternato le sue paure e le intenzioni di Titan e dove lui ha mostrato zero interesse e solo una mera sfacciataggine nell'ammettere che non gli interessa di quell'uomo e che sì, forse è pazzo. Pazzo d'amore? Forse... non lo sappiamo ancora.
La seconda parte... è davvero il crollo totale delle consapevolezze di Sigyn. Cerca di non pensarci, si disfa di cose che le ricordano l'amato, tranne un unico oggetto: quello che glielo ricorda di più perché... okay, magari avrò capito male ma: vestiti larghi, magliette quasi indecenti su una donna bella come lei, ma temo che ci sia qualcosa che bolle in pentola o, meglio, un pezzo di pane nel forno... mi sto sbagliando? Guarda che zio Thor lo vuole un nipote, eh! ma di brutto! Vuole insegnargli a tirare fulmini contro Nonno Odino! (oddio che bella immagine!)
E Sigyn infatti esita, giustamente, nel volersi approcciare con la famiglia Odinson, ma non è sempre semplice convivere con i dubbi e con le paure e con, soprattutto, un segreto che non è solo suo.
E Thor? Thor non sa che fare, quel tontolone. Come potrebbe saperlo? Suo fratello è una presenza sfuggevole, scappa, va a far danni in giro e poi ritorna come se niente fosse ma qui di mezzo c'è una donna che è legata ad un uomo pericoloso, che vuole morto suo fratello; una donna che ha stregato Loki con una semplicità che non ha implicata alcuna malizia... quella è venuta dopo, e non per ottenere niente.
Una donna buona, che non ha fatto niente di male, che addirittura chiede aiuto solo quando sa di non potersi aiutare da sola; non più.
Adoro Sigyn, è una donna che sa esattamente quello che fa, che sa esattamente quali sono i suoi limiti, che sa essere sensuale quando serve, quando può esserle d'aiuto, ma che può crollare, anche se lo fa con difficoltà, perché è forte, completamente autonoma nelle sue scelte e nella propria vita.
Mi piace come tu riesca a renderla così umana, pronta ad ammettere i propri errori... un personaggio con cui sentirsi affini, spesso e volentieri, specie nel punto esatto in cui la sua forza viene meno e la sua fragilità esplode. Come nel finale.
Cosetta, sono in un ripieno di emozioni che manco un bombolone alla crema... e sono sempre più curiosa di capire che cosa hai in mente e capire se davvero, ma davvero, quella pagnottina è nel forno a cuocere... se Loki l'ha combinata più grossa del dovuto oppure no...
Come al solito sono affascinata dal tuo stile sempre così attraente e permeato di questa atmosfera decisamente effimera, pur avendo affrontato moltissimo il tema del terrore e della paura; rimane sempre un testo delicato, che non perde mai lo smalto e quel ritmo inesorabile che ti porta a dire: "azzo, ma è già finita?".
Quindi, detto ciò, ti rinnovo i miei complimenti per la tua immensa capacità di ammaliarmi.
A presto Cosa,
da Cosa, quella coattella de Roma Est di Miryel |