Carissima cosa, lì, Shilyss!
Che bello quando aggiorni tesori! Lo sai, le tue intere opere sono capaci di stregarmi, ma a questa storia sono sempre legata con un certo impeto, con una certa passione. Sarà che gli AU sono sempre bellissimi, specie se scritti bene e in modo così accurato, così Tesori è diventato come il regalo di Natale più ambito ♥
Ci inizi il capitolo con un dolcissimo e amarissimo flashback su Odino e Loki, il loro primo incontro. Ho letteralmente adorato come hai descritto la differenza tra il padre che, alla vista di quel pargolo, ricorda il figlio Thor e la moglie, e l'atmosfera che lo circonda, quella della guerra, quello degli orfani costretti a crescere in strutture educative alternative a quelle di una famiglia, e una sorta di empatia nei riguardi di uno dei tanti bambini, che però lo ha colpito molto più di altri. Per citarti le coincidenze non esistono. Era Loki, doveva essere Loki e così è stato. La meraviglia di un rapporto nato così, che pare quasi si siano scelti a vicenda, evoluto poi nelle varie problematiche che ne sono seguite.
E di bambini e di senso paterno/paterno ne è permeato tutto il capitolo. Sigyn soffre ancora troppo, per quel bambino perso, che avrebbe avuto fattezze sue e del suo amato, del suo amante, di quell'uomo con cui vorrebbe una famiglia ma che non può mettere in gabbia. Un uomo che parla fluentemente tre lingua, che usa ogni sua capacità, ogni suo talento per ingannare e ottenere ciò che vuole. Un uomo che non sta fermo, che ha bisogno di flessibilità e che se la prende senza tanti complimenti. Un uomo che comunque, malgrado si debbano scontrare con obiettivi diversi che forse non cozzeranno mai, Sigyn ama. La scena del passeggino, della sua infinita allegria e il suo coinvolgimento alla vista del bambino – che sì, quella mamma poteva essere lei... – mi ha fatto sorridere a allo stesso tempo mi ha lasciato un alone di tristezza, specie per la reazione di Loki. Eh sì, perché lui osserva, lui studia, guarda, ascolta e fa ipotesi e, dopotutto, non sbaglia mai. O almeno non così spesso, e quindi forse sa già. O forse lo ha sempre saputo, che Sigyn aspettava da lui.
Sì, perché per quanto a volte se ne esca con piani assurdi, non condivisi, che architetta da solo senza premurarsi di conoscere il parere degli altri suoi compagni di viaggio – e io mi identifico in Thor che se abbuffa de dorcetti e fa finta di niente – perché ha l'arroganza e sicuramente la sicurezza che le cose debbano andare così, perché funzionino, come dice lui. E, la cosa assurda, è che probabilmente è così che andrà. Anche se, dico la verità, vederli giocare a chiamate aiuto! non mi sarebbe dispiaciuto ma ho fiducia in te, cara cosa.
Infine voglio lasciare un ultimo pensiero alla forza di Sigyn. Questa coinvolta in affari loschi, in un viaggio che sa di epico, dal quale a volte riescono persino a ritagliare momenti spensierati, dove ha trovato in Thor un conforto che Loki non è in grado di darle, a volte, proprio perché è Loki. Questa donna che porta il peso di un'occasione persa, quella di un bambino mai nato, di un amore finito che non è finito davvero e di un patrigno che la cerca, che vuole morto l'uomo che ama e che difende ancora e ancora e ancora la sua persona, quando riceve accuse come: “Come e dove lo terrai a bada? In camera da letto? [...]. Sigyn è una donna che porta dentro di sé massi su massi, pesi su pesi; che butta giù groppi amari, ma non per questo non fa valere il proprio pensiero, non per questo lascia che Loki le dica certe cose senza reagire. Una donna che non è un soldato, ma che affronta ben altre battaglie, con la testa alta e con dei valori da difendere.
Sigyn è e rimarrà in ogni tuo racconto, un essere umano. E questo, mia cara Shilyss, non è da tutti perché, oggigiorno, è davvero difficile riuscire a trovare un personaggio femminile in cui identificarsi.
Perciò, aspetto questa chiacchierata tra lei e Loki, e i risvolti di questo viaggio.
Tu nel frattempo sentiti un po' in colpa, perché questo wall of text è colpa tua. E manco ho detto tutto, te possino acciaccatte!
A presto mia cara cosa, un abbraccio alla salsa tonnata (anche se c'ho voglia di purè)
Miry |