Recensioni per
Edax Rerum
di ferao
Bisogna sempre diffidare di un colpevole che ha così tanta voglia di confessare e di raccontare tutto. Insomma, presto o tardi arriva la fregatura. Questa è una super fregatura. Povero Harry, diviso tra la possibilità di riportare in vita Audrey e Molly e la prospettiva di assecondare un pazzo. |
Rieccoti (e con un altro capitolo geniale)! |
I brividi e l'orrore che ho provato nel scoprire che è stato l'ostetrico di Ginny... Probabilmente mi si sarebbero rivoltante le budella. |
Scusami, eh, arrivo... mi è caduta la mascella... era qui, da qualche part- ah, eccola! |
Ma come questa storia finirà? Ma no ☹ |
Ciao! |
Eccomi qui per recensire questo capitolo al cardiopalma. Perdona il ritardo ma il mio computer ha deciso di abbandonarmi e mi sono dovuta attrezzare diversamente, recuperandone uno vecchio (la miopia non aiuta a recensire dal cell). |
«Mi guardi bene in faccia, Venerabile. Le sembra che me ne freghi qualcosa?» |
Ciao ferao, mi sa che tu debba prepararti (è un esordio minaccioso? Beh, pazienza. È a fin di bene). Ho tante idee e scarsa (nulla!) capacità di sintesi, ergo ... ti toccherà armarti di santa pazienza e sopportarmi. Sarà una lunga recensione. Allora. Nel (poco sano) giro di due giorni, mi sono imbattuta in due storie, qui sul sito: "Incantesimo di Scambio Essenziale" di Roxar e questa. Entrambe lette tutte d'un fiato. Tu dirai: era necessario sottolinearlo? Assolutamente no, è un aspetto completamente irrilevante. Ma aggiungerò quest'altra cosa: entrambe avete inferto un colpo mortale alla mia autostima di - timida - autrice che, di tanto in tanto, prova a scribacchiare qualcosina. E però, allo stesso tempo, mi avete offerto del materiale meraviglioso da leggere. Autostima da autrice annichilita, piacere da lettrice all'apice. Un risultato niente male, in un tempo davvero ridotto. Ora, con questa premessa inutile, dovrebbe iniziare a risultarti chiaro l'orientamento di questa recensione (come se la banderuola verde non basti da sé; in effetti no, se potessi, sceglierei l'opzione di accompagnarla con un tendone verde, altroché!). Ma veniamo a noi. La tua storia, per l'atmosfera un po' da incubo che evoca, l'aspetto dei rapimenti/omicidi e la questione Tempo, mi ha ricordato la serie "Dark" - non so se la conosci -. Angosciante ma nonostante tutto (e non so questo cosa comunichi della mia psiche, né mi va di saperlo) una delle mie preferite in assoluto. Questa associazione che mi è scattata ha costituito già un punto a tuo favore. Poi sono venuta in contatto con i tuoi personaggi e lì ho preso a toccare veramente con mano la qualità della tua scrittura. Innanzitutto: Audrey! Per quello che sappiamo di lei, dalle notizie concesse da JKR, ossia praticamente solo il nome e il fatto che è moglie di Percy e madre delle sue figlie, è indubbiamente un "personaggio-contenitore". Come dire, ognuno potrebbe prenderla e farci quel che più gli aggrada. Ma tu... wow! Non hai creato un personaggio. Tu hai creato una persona a tutto tondo. Le hai donato un passato, ti sei premurata di imbastirne l'intera vicenda personale, vicenda che - a sua volta - si inserisce in intrecci ben più ampi (ma su questo mi soffermerò dopo). Io, la tua Audrey, l'ho adorata alla follia, come anche la sua dinamica con Percy. Il capitolo del rapimento di Molly e di... di quello (ho finito da poco di leggere e lo shock persiste) è stupendo: in primo luogo, per la scena di assurda, coinvolgente e "poetica" sinestesia del rapimento vero e proprio e di quella (!) parte, penso sia il punto in cui tu ti sia superata (sempre se è possibile che ciò avvenga). In secondo luogo, è un capitolo che interrompe il POV di Harry e, nel farlo, ci fornisce l'occasione di immergerci nelle fondamenta stesse del rapporto tra Audrey e Percy. Io non so come tu faccia ad immedesimarti tanto, non so come tu riesca a ricreare così abilmente i meccanismi psichici, intellettuali, emotivi di persone così diverse eppure, in un solo capitolo, riesci a farci incarnare sia Percy, sia Audrey. Noi lettori, di fatto, "tocchiamo" il loro modo di ragionare, di vedersi reciprocamente, di gestire il loro rapporto e "tocchiamo" la portata dei sentimenti che li legano. Insomma, noi - in quel capitolo - diventiamo concretamente sia un marito e padre, siamo il marito che guarda, soffre e ama la moglie, sia la moglie/madre che fa altrettanto. Entriamo nelle teste di entrambi, tastiamo con mano il loro rapporto. In un solo capitolo li hai resi reali, hai concretizzato la loro storia. In un capitolo! Chapeau. Passiamo a Percy. Fino alla lettura di questa storia, questo personaggio non mi faceva né caldo né freddo. Dalla sua ricomparsa nei Doni della Morte in poi (e cioè nell'epilogo), mi risultava alquanto indifferente. Anzi, tutto al più, provavo per lui una sorta di compatimento, per il suo ruolo nella morte di Fred, che avrà inciso su di lui e per la quale, immagino, possa essersi colpevolizzato in seguito. Stop. A questo si spingeva il mio desiderio di approfondirlo. Ma il tuo Percy è tutta un'altra storia. Non ci sono parole per esprimere quanto mi sia piaciuto il litigio con Kingsley. Già dai primi capitoli, avevo letteralmente adorato il suo legame con il Ministro, ma è solo quando lo hai poi sviscerato (come hai fatto anche per il rapporto Percy/Audrey) che ho capito quanto avessi effettivamente apprezzato. Rivisitare le vicende della saga tra Ordine della Fenice e Doni della Morte, rivedere il ruolo di Percy durante la guerra... è stata una mossa da maestro. Mi piace un botto questa versione in cui Percy si riscopre la "talpa" dell'Ordine fin dai tempi del pre-caduta di Voldemort. Nonostante i difetti (in primis quel "nocciolo di ridicola prosopopea", come la definisci tu), Percy non è uno stupido. Certo, va ricordato che, appena uscito da Hogwarts e reclutato dal Ministero, è giovane, ambizioso e influenzabile ed è un movente comprensibile delle sue azioni nei libri eppure... eppure. Proprio perché alla fine non è uno stupido (lo si evince dal suo ritorno durante la Battaglia), questa tua versione mi piace, perché si innesta sull'idea di una continuità di intenti e di integrità (da parte sua) perfettamente plausibile. Insomma, passi la prima parte, in cui per la questione della gioventù e dell'influenzabilità, collabora con Caramel e compagnia bella. Questo discorso magari regge anche per l'inizio del mandato di Scrimgeour. Ma poi? Perché un ragazzo intelligente, come è in fondo Percy, sarebbe dovuto restare a lavorare al Ministero anche in seguito, senza mai battere ciglio (o battere in ritirata) persino ai tempi di O' Tusoe? E senza mai, mai riconciliarsi con la sua famiglia? Perché avrebbe dovuto comportarsi così? Per un miscuglio di orgoglio e paura, come si evince dai libri? Effettivamente, è un movente po' debole, a pensarci. La tua versione, invece, la tua versione nobilitante, mi piace tanto e, ripeto, non è poi così inconcepibile. Lo riconosce anche il tuo Harry, riflettendo su quanto udito assieme ad Hermione con le Orecchie Oblunghe. Alla luce di tutto ciò, il rapporto con Kingsley dei primi capitoli, si illumina di luce nuova e mi colpisce ulteriormente. E poi Kingsley, appunto. Il tuo Kingsley non è più quello dei libri, ma la tua non è una svista. È, ancora una volta, immedesimazione pura. Il tuo è il Kingsley alle prese con l'onerosità del suo ruolo e le conseguenze che esso comporta. Hai - ottimamente a mio parere - sottolineato il dissidio derivante dalla sua inclinazione di uomo attivo e scattante, incastrato dalle incombenze di un ruolo non richiesto. Incombenze tanto più gravose date le circostanze da te magistralmente e capillarmente descritte (come nel caso delle operazioni Anti-Dissennatori ecc.). Sei talmente brava che, in certi punti, mi è sembrato di rileggere quelle parti dei libri in cui si intravedevano gli effetti di una responsabilità profonda come quella che il ruolo di Ministro porta con sé. Insomma, sei stata capace di riproporre - nel personaggio di Kingsley - la tragicità e la complessità delle vicende di Caramel e Scrimgeour e i rispettivi declini. Ora che sto parlando di Kingsley (e prima di passare agli altri personaggi) non posso non affrontare un altro aspetto di questa storia fenomenale: l'accuratezza, la precisione, la coerenza a cui si aggiunge una spiccata originalità. Dietro la tua storia c'è un lavoro sovrumano, una mescolanza di padronanza tecnica e fantasia non indifferenti. È come se la tua storia - il tuo microcosmo - fosse una sorta di grande, macabro spin-off dell'Ordine della Fenice (il libro indubbiamente più interessante della saga, in quanto ad approfondimenti sull'istituzione del Ministero della Magia e i suoi scomparti; Ufficio Misteri/Ufficio Auror in primis). Non so come tu sia stata in grado di mettere su un'impalcatura simile, ma ti ringrazio dal più profondo del cuore. Mentre leggevo, mi sentivo come Harry in quel capitolo in cui credeva di poter escludere James dalla lista di potenziali vittime; continuavo ad andare avanti, affascinata e pensando solo: grazie, grazie, grazie! Praticamente, ci fornisci dettagli impressionanti della vita ministeriale, realizzi un approfondimento assurdo delle competenze dei vari dipartimenti e non solo. Indaghi magistralmente anche i vari approcci operativi, fai capire il perché di quegli approcci alla luce dei rispettivi caratteri. I personaggi che si occupano del caso (quindi, l'Auror Harry, la consigliera Granger, il Ministro ecc) presentano caratteri specifici, compiono scelte determinate, che però si innestano perfettamente su (e sono comprensibili in virtù del) loro background, che ci è già noto attraverso la saga. Hai compiuto un lavoro immane di approfondimento, con una fantasia non indifferente ma anche con una cura certosina, attenendoti alle direttive dei libri. Nuovo a partire dal noto. Originalità e canon. Tutto bilanciato alla perfezione. Sempre relativamente al Ministero in cui fai immergere il lettore, fin dall'inizio, ho adorato le relazioni sul posto di lavoro. Ho adorato le matricole Todd e Clay, il lavoro compiuto sul personaggio di Cho, persino l'antagonismo di Archer nei confronti degli Auror. Così come l'antagonismo Loggia-Ministero. Ecco. La Loggia. Tutto l'excursus sulla sua fondazione e, conseguentemente, sulla nascita del Ministero. L'istituzionalizzazione di quest'ultimo e il graduale costituirsi di dissidi e frizioni fra i due, la questione cruciale e spinosa del ruolo e dell'approfondimento o meno delle Arti Oscure nell'ambito del mondo magico... non so come esprimermi al riguardo. Sono - positivamente - allibita. (?) Dovrei avere in testa, figurativamente, almeno mille cappelli e togliermeli tutti, tanto è profonda la mia reverenza per questa storia, la sua complessità e la precisione millimetrica con cui l'hai strutturata. Per non parlare del caso in sé... Anche quello pensato nei minimi dettagli. Anche lì, ti premuri di accompagnare il lettore lungo le indagini, tassello dopo tassello. È proprio come leggere uno di quei gialli ben congegnati! Basti pensare alla questione del Signor Corvo. Alla maestria con cui avevi inserito questo elemento capitoli addietro, già nelle battutine di Percy e Audrey, per poi recuperarlo a tempo debito. L'abilità con cui ti destreggi tra ciò che ha inventato la Rowling e novità come la Migrazione, l'Altrove e tutte le spiegazioni affascinanti di Audrey (il settimo capitolo è una piccola perla, al riguardo). Insomma, devo per caso ripetermi sulla questione dei cappelli? No, eh? Sempre relativamente alla questione Loggia/ Alchimia, Sovrannaturale e tutte le interconnessioni da te istituite, mi è piaciuto anche lo scetticismo iniziale di Hermione (e qui torniamo ai personaggi). Il rapporto tra Hermione e la tua Audrey (di sotterraneo antagonismo/reciproca ammirazione) mi ha colpito un botto. Ma anche la scena della partita a scacchi mentali tra Ron e Audrey. Oh cavolo. Diciamo che adoro la tua Audrey in relazione a tutto e tutti. E anche da sola. Tornando ad Hermione. Hai fatto un lavoro magistrale anche con lei, ovviamente. C'è un commento che fa Harry su di lei, sul "dimostrarsi come al solito meglio di loro". Adoro le incisive (sempre azzeccate) frasi di questo genere disseminate nel testo. In una frase, hai ricordato al lettore (tutto!) il personaggio di Hermione: dotata di una lucidità impressionante, una razionalità acuta che, talvolta, la rende miope nei confronti di branche del sapere che reputa estranee (nei libri: Divinazione e tutta la questione del suo scetticismo nei confronti dei Doni, la sua intolleranza verso intelligenze e sensibilità diametralmente opposte alla sua - i Lovegood, per esempio -; qui: lo scetticismo iniziale verso Audrey e il suo mondo). Eppure, sempre con una manciata irrisoria di parole, hai ricordato che la razionalità di Hermione non sfocia mai nella disumanità, cosa che non si può dire di chi la circonda. È, questa, la caratteristica per cui Hermione è, indubbiamente, "gli occhi del Trio", colei che li tiene ancorati al Bene o, per evitare fastidiosi fraintendimenti con concetti vacui (e, perciò, pericolosi), li tiene ancorati al loro lato umano. (Sempre nei libri: mentre Ron ed Harry, entrambi animati dai propri desideri e paure, scelgono chi la Bacchetta di Sambuco, chi la Pietra, lei sceglie il Dono più di nicchia, ma - stando anche alla morale della Rowling - migliore). E tutto questo... in una frase! Per quanto concerne la Harry/Ginny: questa è la mia coppia, una delle mie coppie preferite! Pertanto, ha fatto un po' male leggere di una Ginny così distrutta a inizio storia. Fa male perché a me, a lei ed Harry, piace sempre immaginarli al meglio e spensierati, assieme ai piccoli Potter. Ma qui ritorniamo al talento: avevo gli occhi talmente incollati allo schermo, da digerire tutta la graduale discesa nell'orrore del caso (e da appassionarmici, persino!). Il rapporto Ron/James è di una tenerezza inaudita. Come anche la commovente immediatezza con cui Ron ed Hermione approntano un piano di protezione per il bambino. Elemento dopo elemento, ci consegni un surplus di dolcezza. Come anche la - bellissima - scena di (quasi) tutti riuniti a Grimmauld Place. A proposito di questo posto, anche lì una tua frase mi è piaciuta da matti. Questa: 《Aveva provato ad abitarci, dopo la guerra, ma era come tentare di sistemarsi in un cimitero popolato da fantasmi - fantasmi di risate e passi legnosi tra i corridoi, dell'aggirarsi senza pace di un ex carcerato e dei tormenti silenziosi di suo fratello, persino di quei tre ragazzini mandati allo sbaraglio in una ricerca più grande di loro.》 Ritorna la tua abilità di sintesi: qui, riassumi con grazia la tragicità di esistenze intere. Ma come fai? Bene, sinceramente, dovrei approfondire anche tante cose dei capitoli più recenti e scioccanti ma, per ora, anche per il tuo bene, dovrei proprio arrivare ad una conclusione e smettere di farneticare. Potrò sempre rifarmi a certi aspetti in recensioni future, come ad esempio il parallelismo tra il Venerabile e Silente (mi riferisco esclusivamente al rapporto tra il Venerabile e Varnos che riprende la dinamica Albus/Gellert). Bene. Dunque. Prima di concludere vorrei ringraziarti. Grazie perché questa è una di quelle storie che non sono fini a sé stesse, volte al puro intrattenimento. No, qui siamo dinanzi a ben altro. È una di quelle storie che, se possibile, ampliano la visione di un fan su un prodotto che credeva di conoscere e di amare e che, invece, riscopre come potenzialmente inesplorato. So che, dopo questa storia, molte delle cose che - grazie a te e al tuo talento - ho scorto, mi resteranno impresse. La saga per me, grazie a te, ha acquisito un valore ulteriore e per questo non potrei mai trovare le parole adatte per ringraziarti, oltre appunto un banale, scontato, schietto, ammirato grazie. In un capitolo hai scritto: 《Harry non era come Kingsley, che vedeva solo bianco e nero; la vita gli aveva insegnato fin troppo sulle scale di grigio. Silente, Piton, Regulus Black, i Malfoy e decine di altri glielo avevano insegnato.》 Ecco, proprio questo, in misura più ampia. Grazie per avermi mostrato che ci sono ancora un'infinità di "grigi" da esplorare, innumerevoli anfratti ancora da battere in questa saga splendida che non smetterà mai di stuzzicare la nostra fantasia. Ah, e per carità divina, aggiungi il Warning: "da non leggere tutta d'un fiato!"o specifica, almeno, che si corre il rischio di sviluppare una profonda assuefazione alla storia con possibili effetti collaterali. A me è successo!^^ P.s.e comunque mi sto aggrappando disperatamente a quel piccolo, rassicurante "Angst ma con un Happy Ending", neanche fossi uno che non sa nuotare aggrappato ad una boa! P.p.s. la smetterò di scrivere recensioni così prolisse quando voi autrici smetterete di essere così brave, permettendomi di racchiudere le mie considerazioni in poche, semplici frasi. Cioè mai. Una tua nuova (avida) lettrice Ok,ok. Ora vado. Passo e chiudo. |
Non so perché ma ero convinta che Ron potesse entrare perché fratello di Percy che a sua volta è sposato con un alchimista, in effetti non ha tanto senso che si passino poteri tramite il matrimonio. Ma adesso voglio un prequel con Gideon alchimista che aiuta l'Ordine della Fenice! |
Leggere questo capitolo è stata una corsa contro il tempo, altro che Uroboro. Non appena mi intrippavo arrivava qualcuno a distrarmi, da ultimo Babbano che è incorso nel mio sguardo da horcrux di Bellatrix (come dice Meissa), MA NON DIVAGHIAMO. |
Stai scrivendo una figata Ben costruita, con una struttura, con dei richiami alla letteratura classica che danno un gran tocco. Davvero complimenti |
Wow...Capitolo fantastico non ci sono altre parole per dirlo... |
Eccoci qua. Quanto tempo, programma recensioni! Non so nemmeno se ricordo come si recensisca... Proviamoci. |
Hai descritto bene il momento in cui si trovano davanti alla morte di Audrey, ci sta anche che riescano a "riprendersi" abbastanza, abituati alle perdite durante la guerra, Percy mi aspetto che non starà lì con le mani in mano aspettando, o forse almeno dirà i suoi movimenti per evitare quello che è successo ad Audrey. |