Carissima Shilyss,
Sono così contenta di essere, una tantum, riuscita a leggere questo capitolo senza far trascorrere i miei soliti tempi biblici, in particolare in ragione della svolta di fase narrativa avvenuta in quello scorso. Le storie, in fondo, sono un po’ come una partita a scacchi (chissà, forse così sarebbe anche una versione ordinata della vita, se ci fosse concessa) e, giunti alla terza fase, quella della risoluzione, il finale di partita, le geometrie intavolate e sviluppate precedentemente sono portate a compimento e le matematiche intessute, quelle seminascoste, vengono alla luce. C’è un piacere intrinseco nelle risoluzioni, almeno per me. E in questa tua storia così ricca, davvero come un tessuto prezioso, la fase della risoluzione non può che esserlo altrettanto. Si miete quello che si semina, tanto per essere in tema stagionale; e tu hai seminato molto e benissimo – nella complessità dell’intreccio, nella profondità dei personaggi, nell’accuratezza dello spaccato storico e sociale che hai presentato e in come sia essenziale per lo sviluppo della vicenda stessa (finalmente! Quante storie d’ambientazione storica tendono ad essere meramente sovrapposte su uno sfondo d’epoca che sa di cartonato per turisti, ma non contribuisce nulla di sostanziale), nella profondità concettuale e morale dei temi portanti di questa vicenda. Tanto hai intessuto in queste pagine, che è difficile selezionare una manciata di aspetti sui cui soffermarmi a scapito di altri, anche perché sto finendo con monologare sempre sugli stressi due o tre temi (il sogno di sconfiggere la morte, la conoscenza, l’avvento della scienza moderna, quanto sia interessante l’Ottocento, quanto sia fico Loki, etc. etc. XD) tirando i dadi a caso, ma non rendendo affatto giustizia alle sfaccettature del tuo lavoro.
Comincio dunque con una nota di immenso apprezzamento su Lord Vanir e Thor, perché tendo a trascurarli – e me ne rammarico – e perché, soffermandomi di solito su questioni concettuali o di struttura (ho i miei deboli e la tua penna mi ci fai indulgere spudoratamente), non credo di averti ancora espresso quanto mi piacciano e mi convincano i tuoi personaggi e la cura, l’umanità, con cui li caratterizzi. Inclusi i personaggi che esulano dal binomio portante. Qui, Lord Vanir è trattato con tanta delicatezza, con pietà – nel senso più classico, quello più alto. Mi fa quasi tenerezza, quest’uomo attempato, che scende a termini con la realtà inevitabile di dover lasciare andare una figlia, evidentemente amatissima, in circostanze così disdicevoli per il costume del tempo, e sotto l’ombra di una storia oscura in cui si è già trovato coinvolto. D’altronde, questa è – tra le mille altre bellissime cose – una storia sulla conoscenza, che è sì la sete di conoscenza dei misteri della morte e delle architetture universali che ordinano il reale tutto; ma è anche, in una perfetta corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo (che piacerebbe ai Vittoriani con restaurati entusiasmi alchemici e rosacruciani), quella conoscenza della vita e delle cose umane da bel romanzo di formazione. Qui, la formazione di Sigyn è fa formazione centrale, focale, di tutta la vicenda; e che tu abbia deciso di mostrarcela anche brevemente e dalle retrovie attraverso lo sguardo di suo padre, la rende così tanto più ancorata, più a tutto tondo. Ogni tua scelta trabocca di una potentissima sinergia tra le esigenze di trama, con progredire fluido dell’azione; sviluppo dell’arco evolutivo dei personaggi; e profondità di concetto. Insomma, questa storia mi ha dato e mi sta dando una gioia immensa e non dubito che tornerò a rivisitarla anche quando sarà conclusa, per il piacere della rilettura e per la profusione di aspetti e di chiavi di lettura su cui focalizzare lo sguardo.
Avrei una profusione di appunti da scorrere e sviluppare su questo capitolo, ma ahimè il tempo oggi è traditore – e continuo ad essere interrotta ogni due per tre.
Consentimi però due considerazioni estemporanee rispettivamente sul destino e sulla fedeltà, seguite da un breve sdilinquimento sui piccioni, perché se lo meritano ed io scuoricino – e dunque mi arrogo il diritto di fangirlarli. <3
Una delle cose che mi ha sempre affascinato degli approcci alla pratica ed alla conoscenza scientifica “pratica” (alchimia e medicina in primis) del passato, soprattutto tra tardo medioevo e rinascimento, è come la pratica scientifica sia spesso connessa ad istanze profetiche, ad un’epistemologia dell’illuminazione – dove l’illuminazione sia totale e propriamente profetica. Tutto è scritto, è destino; sa a noi saperlo leggere. Però, più ci si addentra nella modernità matura, con le prime istanze materialiste e positiviste, ovvero quando il disegno della provvidenza divina inizia a passare di moda, l’illuminazione sembra essere scalzata da istanze di fatalismo e smanie di dominio totale sul mondo naturale, che vanno a braccetto. E mi chiedo, in fondo, se questa tensione tra fatalismo/destino e desiderio di conoscenza e controllo totali, non siano le due anime della scienza moderna, maturate e ridisegnate in istanze come la capacità di previsione, ma ridimensionate dalle esigenze di refutabilità. Senza la refutabilità, però, è facile scivolare lungo la china che porta a posizioni, a visioni del mondo e della scienza, come quelle che muovono Laufey e Loki. E qui mi quieto prima di partirmene troppo per la tangente!XD
Ma, due parole sulla fedeltà, non posso risparmiarmele. Mi piace e mi convince come l’ira di Sigyn sia mossa innanzitutto da quella che lei percepisce come un’infedeltà di Loki e non dal tentato omicidio – perché lei in fondo sapeva, e lui sapeva che lei sapeva, e ora non è stato fatto altro che mettere le carte in tavola. Mi piace perché è, in un nuovo contesto, fedele al mito e risulta assolutamente convincente. Così come mi piace immensamente che, ora che l’inganno è venuto allo scoperto, Sigyn e Loki risultino autenticamente complici. Sappi che mi sto sdilinquendo tantissimo.
Mi mancherà tanto questa storia, ma altrettanto mi consola la possibilità di leggere, un giorno, la storia completa della strega pagana e del conte.
Ti ringrazio moltissimo del lavoro, del tempo e della cura che stai dedicando a questa storia, perché il risultato è assolutamente incantevole.
Un abbraccio forte e alla prossima!
Sherry
P.S. Occhio ad uno scherzo della tastiera risultato in una concordanza mancata: salvaguarderò gli interessi di quella ragazza e dei suoi futuri figli da ogni voce malevole,
(Niente, si vede che in questi giorni sto correggendo bozze a oltranza XD)
|