Recensioni per
Ombre strette nel raso verde
di shilyss

Questa storia ha ottenuto 223 recensioni.
Positive : 223
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/08/20, ore 13:06

Molto mi ha colpito in questo Capitolo,
se dovevi cucire assieme momenti intensi prima del gran finale... beh, ci sei riuscita al mille mila per cento. La verità è qualcosa che può friggere il Cuore, portalo alla confusione e alla disperazione; ed è in questo mare che si trova Sigyn; alla ricerca delle vere intenzioni di Loki, e anche di se stessa, di fronte a quell'abito, simbolo ora di gioia, di sogni in procinto di realizzarsi; ora di un macabro desiderio da parte Laufey, di una morbosa curiosità da parte di Loki, sempre desideroso di spingersi oltre ogni limite; di vedere se le anime possono tornare dal regno dei morti e ricongiungersi a un contenitore nuovo. Ma poi... è intervenuto qualcosa di diverso; e Loki, avvicinatosi a lei solo per tornaconto e curiosità, ha scoperto...l'amore, un'anima così affine alla sua. E allora tutto è cambiato. Forse per la prima volta parla con sincerità; e Sigyn infine si desta da quell'incubo, sciogliendosi tra le sue braccia, poiché ora sa, sa tutto, e sceglie di seguiere quell'Oscurità, o meglio l'oscurità di entrambi. Altra cosa che ho apprezzato è l'abito; la storia attorno a esso affascinante, come rendere un oggetto così bello e semplice, un arma letale, pieno di veleno, l'oggetto della sventata morte di Sigyn.
Anche Thor mi è piaciuto, carico e deciso mette di fronte a Lord Vanir la verità; e mi ha fatto tenerezza vedere quest'uomo anziano, che tanto aveva protetto la figlia, tanto aveva fantastico sul suo futuro quieto e da brava ragazza; accettare molto a malincuore questo nuovo destino.
Ora resta Laufey... la scena mi ha messo i brividi, ma.. secondo me Loki troverà un modo molto astuto per liberarsene senza sporcarsi le mani.
Un saluto cara e ci sentiamo allo scoppiettante epilogo
Un abbraccio
Elgas

Recensore Master
04/08/20, ore 11:54

Cara Shilyss,
quando ieri ho visto del nuovo aggiornamento mi sono precipitata subito a leggere, e oggi che ho tra le mani il pc posso ripassare da te, prima che scendano i cuginetti a cui far fare i compiti.
Ammetto che, pur curiosissima di scoprire alfine tutti i misteri che avvolgono questa storia – e in particolare saperne di più della profetessa danese e del conte, di quanto il loro destino sia intrecciato con quello di Loki e Sigyn – non vorrei dovermene separare e leggere l’ultimo capitolo e la parola fine. Ma, insomma, non siamo ancora arrivati a quel giorno e allora, per ora, immergiamoci in questo densissimo capitolo, pieno di rivelazioni.
 
Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati, col cuore in gola per quell’arma puntata e l’orrore negli occhi di Sigyn, e poco alla volta veniamo messi al corrente di nuovi tasselli del puzzle e altri che già potevamo conoscere vengono spiegati alla ragazza. L’immagine di tutte queste donne sposate da Laufey e poi uccise per i suoi esperimenti sull’anima, per far entrare in loro lo spirito di quella donna tanto ossessivamente amata, è terribile e orribile. È una conoscenza, questa, che opprime Sigyn: doveva essere il suo destino, questo, se Loki non l’avesse salvata, è una violazione al corpo e all’anima della madre, ma soprattutto è un piano orribile in cui l’uomo che ama ha giocato una parte. È difficile poter anche solo immaginare lo stato in cui si sia trovata Sigyn a quella scoperta, ora che anche lei è macchiata da questa verità. Eppure non smette nemmeno per un istante di amarlo – è la dea della fedeltà, lei, che resta accanto a Loki persino durante la punizione per i suoi crimini –, per quanto la conoscenza di questo orrore possa divenire ostacolo per vivere al suo fianco, sempre con questo peso a gravare su di loro. E Loki… questo Loki alchimista, invischiano in pratiche occulte e terribili, è interessante nella sua spasmodica ricerca di risposte e verità sugli aspetti più oscuri e misteriosi del mondo e della vita, assetato di conoscenza – e no, come Sigyn nota questa sua sete di conoscenza rende ammirati, ma le pratiche e gli scopi ultimi atterriscono.
Come ripete Loki, resta sempre un grandissimo ma nella storia: lui ha scelto di salvare lei e tradire il proprio mentore per la ragazza, per quel desiderio e l’amore che li lega ormai indissolubilmente, da molto prima che vi cedessero. E Loki ci tiene a sottolinearlo più volte, come lui l’abbia salvata e abbia così posto fine al proprio coinvolgimento nei piani, e a come lui le abbia sempre fornito briciole di verità, che lei ha deciso di accettare, nei primi momenti. Ma anche Sigyn è animata da sete di conoscenza, nel suo intimo, e forse è questa una delle caratteristiche che la uniscono di più a Loki, che lo hanno ammaliato e trascinato in questa spirale di desiderio e passione, ma anche quella che potrebbe ora mettere a repentaglio l’amore della ragazza e far sì che non acconsenta al matrimonio.
La scena si sposta poi da Lord Vanir e Thor, dove il giovane duca comunica al padre di Sigyn il destino della figlia, fuggita con Loki e prossima – almeno nelle intenzioni di Lord Odinson al momento di scrivere il biglietto – a sposarsi con lui. È bellissima la descrizione sulle differenze tra i due fratelli che metti in luce tratteggiando il carattere di Thor, e allo stesso tempo la profondità del loro legame: Thor si impegna a proteggere Sigyn, si impegna a sostenere il fratello minore anche in questo, ad assecondare i suoi piani.
Interessantissima, e sempre frutto della tua magistrale cura per il contesto storico, la riflessione di Lord Vanir sulla fuga d’amore della figlia.
E poi ci narri nuovi frammenti della storia del conte e della strega danese: il ciondolo di Sigyn è davvero quello della strega, che questo possa proteggerla? Ho riscontrato un certo, ulteriore, parallelismo tra le due vicende: quel salvare l’altro, anche se a parti invertite, e anche se Sigyn non era ancora morta ma solo in fin di vita. Sicuramente questo mistero e questa collana avranno un impatto importantissimo sulla trama: troveranno davvero il modo in cui il conte venne riportato indietro dai morti? O forse parte delle ricerche fatte da Loki per scoprirlo hanno aiutato nel formulare l’antidoto per Sigyn? Come sempre questa vicenda mi intriga moltissimo e mi lascia con ancora più dubbi e domande su cui arrovellarmi.
Anche questo capitolo si chiude con il cuore in gola e l’ansia per i nostri personaggi: c’è Laufey che sa del tradimento di Loki e vuole uccidere entrambi i giovani e prendersi quell’amore cercato da una vita di ossessione bruciante che lo ha corroso.
 
È stato un capitolo in grado di tenermi col fiato sospeso fino all’ultima parola, questo, e che mi ha ammaliata ancora di più per il tuo stile, del quale mi fai innamorare sempre più ad ogni pagina: la bellezza di certe immagini che sai costruire, la passione di cui trasuda ogni sguardo tra Loki e Sigyn, la maestria con cui tessi l’intreccio della vicenda dove nessun dettaglio è casuale ma perfettamente incastrato con gli altri per creare un piccolo capolavoro. Leggerti è davvero, ogni volta, un’esperienza meravigliosa in cui si viene trasportati in altri luoghi, epoche e mondi.
 
In attesa del capitolo finale – che sono certa sarà strepitoso – ti saluto e mando un grande abbraccio.
A presto,
Maqry

Recensore Master
03/08/20, ore 18:38

Due cose mi hanno colpita in questo capitolo. La prima è la frase "Ora però, anche quella di Sigyn si era macchiata, perché la conoscenza lascia sempre qualcosa a chi la tocca." L'anima di Sygin macchiata dalla conoscenza. È un concetto cristiano, ho pensato subito alla mela, e in un certo senso, Loki è il serpente che, chiudendo a chiave la porta spinge Sygin ad aprirla, ma a parte questo, è il concetto che la conoscenza lasci sempre qualcosa a piacermi.
Te l'ho detto già varie volte: amo questo aspetto di Loki, la sua ricerca della verità anche se è il dio degli inganni, il suo essere spietatamente onesto. In questo caso è Sygin a cercare la verità, a pretendere di sapere ogni cosa ed è lei che punta l'arma, Loki la carica parola dopo parola e, a quel punto, lei potrebbe sparare, potrebbe usare la verità contro di lui, ma non lo fa. Non è solo necessità narrativa (e convenienza: se Loki morisse lei cadrebbe nelle mani di Laufey), è anche il senso della conoscenza. Ora è sua, può farne quello che vuole. Può scegliere perché adesso ha la facoltà di farlo.
Adesso Sigyn conosce l'intero quadro di cui fa parte, e sceglie di rimanere con Loki, accetta l'oscurità di cui lei stessa è parte, quindi sì, ne è in qualche modo corrotta, ma anche completata. Nessuno può essere solo luce o solo ombra.
È un passaggio indispensabile perché questi Loki e Sigyn, dopo essersi trovati, possano restare assieme.
La seconda cosa, molto meno "filosofica", è il gesticolare delle mani di Loki. È una scena che mi piacerebbe vedere. C'è questo alchimista, questo "mago" dalla voce suadente, dalle parole ponderate, che mentre parla gesticola, e non so immaginare che ogni gesto non abbia un senso, non sortisca un effetto. Fa parte della magia.
L'ho trovato molto "scenico" in senso positivo. Quasi che il personaggio fosse involontariamente caduto nella parte.
Nemmeno da dire che l'intero capitolo è bellissimo e che non vedo l'ora di scoprire come andrà a finire, ma anche di conoscere la storia del conte e della strega! :P

Ti segnalo che mentre Laufey ricorda come Loki gli parlava di Sigyn ti è sfuggito un "le" al posto di "gli": "quando lui le parlava".

A presto! ^^

Recensore Master
03/08/20, ore 16:42

Luce del mio lunedì adorata <3 (potrei chiamarti Light ma dopo Cla giustamente si risentirebbe :P) non hai idea di che regalo meraviglioso tu mi abbia fatto con questo aggiornamento. Non dico che sto amando questa storia più di te che ne sei la madre, ma poco ci manca e già mi piange il cuore al pensiero che manchi così poco alla fine çç. Mi consolo con ciò che hai detto nelle note, perchè adesso bramo di saperne di più sul conte e la strega.

Ma veniamo a questo capitolo, dopo che ci avevi lasciato con un bel cliffhanger nello scorso.
Ho avuto i brividi per tutto il confronto tra Loki e Sigyn e ti giuro che per un attimo ho avuto il terrore che lei quella pistola la rivoltasse contro se stessa, piuttosto che contro lui (era alquanto improbabile che riuscisse a sparargli, era chiaro al 100% che fosse l'ultimo dei suoi desideri). Ma questo avrebbe voluto dire vanificare tutti gli sforzi fatti finora, darla vinta a Laufey, rendere inutile la fuga e tutto quel che c'è stato. E per quanto sconvolta Sigyn non è persona da arrendersi in questo modo.
Posso solo che immaginare il suo orrore: noi lettori conosciamo bene il ruolo di Loki, sappiamo che parte ha avuto nelle macchinazioni di Laufey e quanto intensamente desiderasse mandarle a monte. Sigyn no, anche se come dice Loki, una parte di lei ha sempre sospettato e saputo. Non di meno la rivelazione è stata uno shock, proprio perchè la verità una volta rivelata non è più revocabile, non è più possibile fare finta di nulla, l'innocenza è perduta per sempre. Spesso si dice "fai attenzione a quello che desideri perchè potresti ottenerlo" ed è quello che è successo ora: Sigyn voleva sapere la verità e conoscere pienamente Loki. E' successo e ora deve prendere tutto. Non è un caso, secondo me, che la proposta di matrimonio arrivi ora (e lasciami dire che tutti i pensieri di lui, a riguardo, hanno sciolto il mio cuoricino di shipper: la ama in maniera contorto e malsana, forse, ma la ama intensamente e mi sono inebriata di ogni parola da cui questo sentimento traspare.) ora che Sigyn è pronta ad accettare ogni cosa di lui. Sono sollevata al pari di lei che Loki in fondo non sia responsabile della morte delle altre donne e posso solo che augurarmi che non ve ne siano più altre (di morti di donne innocenti.)
Piccolo pensiero anche riguardo alla comune sete di conoscenza e di voglia di viaggiare che li accomuna: è un particolare che ho amato <3.
Le apparizioni di Thor per quanto mi riguardano sono sempre una gioia per gli occhi e mi fa piacere che in parte l'angoscia di Vanir sia stata attenuata per quanto anche per lui ormai non si torni più indietro: Sigyn non sarà mai più la sua bambina come prima.
Il finale nel cimitero con Laufey mi ha messo i brividi com'era giusto che fosse: non posso fare altro che aspettare con trepidazione la resa dei conti. Non hai idea di quanto mi mancherà questa storia, vorrei il nuovo capitolo ieri e allo stesso tempo non lo vorrei proprio <3

Con immenso affetto,

Bennina tua

Recensore Master
01/08/20, ore 12:27

Accipicchia! La tensione sessuale tra questi due, come in tutte le tue storie, è tangibile e palpabile in tutti i capitoli, ma non mi aspettavo che in questa storia andassero "già" al sodo. Quale piacevole sorpresa! <3
La decisione di Sigyn di cedersi a Loki, considerando il periodo storico in cui è ambientata la tua storia, equivale alla perdita totale dell'onore, ma mi piace questa vena ribelle che hanno sia lei che Loki, soprattutto del Loki che qui descrivi come un Alchimista (adoro!!) un ruolo che gli si confà appieno.
Sempre molto intrigante leggere di loro, della loro fuga, del loro rifugio, perdendosi poi nel letto e nelle lenzuola che, in quel momento, sono tutto il loro mondo!Loki è inequivocabilmente affascinante, misterioso, una personalità che carpisce; e carpisce Sigyn in tutto. Totalmente. Inequivocabilmente. Stuzzicante l'ultimo pezzo, in cui Loki la priva del raso con lentezza, godendosi il momento passo passo, per poi toccarle il seno. Mi piacciono molto queste scene, e tu le descrivi magnificamente!
Il pericolo tuttavia è tutt'altro che scampato, io credo, Laufey è dietro l'angolo, è tutt'altro che debellato, sempre secondo la mia opinione. temo che presto avremo dei risvolti, delle conseguenze della "fuga di amore" di Sigyn e Loki... ed io ovviamente non vedo l'ora di leggerli! :)
Ciao e alla prossima :)

Recensore Master
31/07/20, ore 18:17

Ciao Shilyss **
È davvero tanto, tantissimo tempo che non leggo una storia su Loki e Sigyn e sono molto felice di ricominciare da qui.
Hai molte storie tra cui avrei potuto scegliere, alla fine sono finita qui, sia per il periodo storico, sia perché ho visto che nelle note è segnata “Soulmates!AU” e io ho tipo un amore patologico per questa tipologia.

Mi è piaciuto tanto come tu sia riuscita a ricreare le atmosfere tipiche del periodo vittoriano, a partire dagli abiti. In particolare ho amato la descrizione dell’abito verde smeraldo di Sigyn, lo dico perché io a descrivere i personaggi, anche solo fisicamente, sono molto meh. Loki, in qualsiasi contento me lo metti, rimane sempre e comunque IC. Fiero e orgoglioso, non si crea problemi ad andare in un luogo in cui evidentemente non è gradito.
Non capiamo subito il perché, ma dagli sguardi che gli ospiti gli lanciano e anche dal come Thor lo riprende, capiamo che ci sono certe voci su di lui, voci di cui a Loki non importa niente, come al suo solito insomma. Per tutto il tempo, da quando la storia inizia, fin quando poi giunge alla festa a casa Vanheim, il suo pensiero è lei, Sigyn, che immagina mentre si guarda allo specchio e ne ricorda i tratti, le curve, ogni minimo dettaglio, fin quando poi la ragazza non gli è effettivamente davanti.
Sigyn viene presentata in maniera incantevole, leggendo le tue storie me la sono sempre immaginata molto delicata, a ricordarmi un po’ le ninfe e qui di certo non è da meno, poi beh, il fatto che il vestito sia verde, che è praticamente il colore di Loki, mi ha fatto adorare tutto.

Loki a quel punto non vede gli sguardi né sente alcun sussurro, si avvicina senza troppi problemi a Sigyn, parlandole e mi piace che lei sì arrossisca, ma allo stesso tempo gli risponda a tono, pur rimanendo molto calma e dolce. Da come parlano e stanno vicini, capiamo - e in realtà ci viene anche confermato – che i due sono molto intimi e che già qualcosa c’è stato. Sfortunatamente la famiglia di lei non sembra molto propensa a dare una benedizione se si parla di matrimonio, anche per come il fratello di Sigyn la prende e la tira via, cercando di allontanarla. Theoric è severo con la sorella, la rimprovera di avere la “decenza” di non mostrare davanti agli altri il suo interesse, e la risposta di Sigyn mi è piaciuta: lei comunque intende sposarlo, nella sua testa ha già deciso che dovrà sposarlo e questa sua decisione non può che farmi piacere.
Nonostante il periodo storico, si vede già che Sigyn non sarà molto disposta ad ubbidire alla famiglia, in caso quest’ultima volesse metterle i bastoni tra le ruote.

E ovviamente ho apprezzato tanto anche tutta la parte di storia dedicata a Loki. Si capisce sin subito che è il “ribelle” della famiglia, quello che non aveva proprio un rapporto felice con il padre ora morto. Anche quando hai parlato di Thor mi è piaciuto molto. Thor è proprio orgoglioso del suo casato, dopotutto è antico e i suoi antenati hanno preso parte ad importanti eventi storici, quindi il fatto che si dicano certe cose su suo fratello (per quanto poi vere siano), non gli fa piacere e sicuramente non da lustro al loro buon nome. Loki invece è quello che è stato spedito in giro per il mondo e nemmeno questo ha contribuito alla sua nemica. Theric insiste con la sorella dicendo che lui è diverso, e Thor invece preme sul fatto che il buon nome della famiglia non potrà proteggere Loki per sempre.
E poi infine, lui e Sigyn non possono che guardarsi da lontano. Ci ho visto anche una certa sofferenza in Loki, una sofferenza che è stato bravo a celare: parlo del fatto che il suo desiderio verso Sigyn è bruciante, ma questo trasuda da ogni parola e da ogni gesto. Ora, io non ho idea di che piega prenderà la storia, anche perché la fiaba a cui la storia è ispirata ammetto di non conoscerla (almeno credo, ma cercherò xD), però già così mi pare molto intrigante. È chiaro che Loki nasconde qualcosa, credo qualcosa legato alla magia, leggendo il primo paragrafo del suo viaggio in carrozza ho avuto quest’impressione, con questi viaggi che ha fatto e credo lo abbiano portato a scoprire e a fare cose “particolari”, diciamo così.
Un’altra nota per il titolo, anche quello mi piace, l’ho trovato molto evocativo, per lo stile beh, ti conosco già come autrice, quindi sai come penso, mi piace sempre molto.
Ho già scritto una recensione chilometrica, bene xD
Mi ha fatto piacere leggere questo primo capitolo, a presto :*


Nao

Recensore Veterano
29/07/20, ore 23:47

Carissima Shilyss,



Al momento in cui mi accingo a scriverti, sono giunta in pari con questa storia, il che mi infonde una sorta di malinconia languida. Non si tratta propriamente di tristezza, ma della consapevolezza che non potrò andare a divorare un altro capitolo e un altro ancora, per premiarmi o consolarmi, come ci si  ripromette quella scatola di cioccolatini per le giornate da segnare –  lapillo albo o lapillo nigro, poco conta.



.... nessuno chiude a chiave una stanza dove non viene tenuto nulla d’importante.

Era una necessità logica che la porta dovesse essere aperta, e che dovesse esserlo al momento meno opportuno, quello in cui Loki avanza spedito, con tanto di anello in tasca, intenzionato ad implementare il piano risolutivo di tutte le rogne. (Approvo l’efficienza, del ragazzo; così come approvo la  sua maestria nell’autoinganno.) Era una necessità logica, vuoi perché così si massimizza il pathos drammatico, ora che la posta in gioco è esattamente quello che Signyn in cuor suo desidera; vuoi perché Signyn stessa, per come ce l’hai dipinta – con un’intelligenza così viva, anche lei a suo modo vorace – non avrebbe potuto non aprirla alla prima occasione, quella porta. Comunque vadano a finire le cose nel mondo esterno, qui siamo al vero, sostanziale apice drammatico, perché l’inganno che conta, quello tocca Signyn in prima persona  e sul vivo, è venuto alla luce. Ed io mi chiedo che altro riveli quella corrispondenza galeotta, al di là del ruolo giocato da Loki nell’avvelenamento di Signyn, nella formulazione stessa del piano. Si parla  in quelle lettere del delirio d’onnipotenza dello sconfiggere la morte? Si intravede tra le righe il perché, per chi, si sia intrapresa la ricerca? Basta davvero il desiderio di gloria personale o di conoscenza fine a sé stessa ad animare una quête del genere, al cuore stesso della vita e dalla morte? Forse Loki ha una mente sufficientemente astratta o affamata d’assoluto da intraprenderla, quella quête, per simili motivi; ma l’intelletto fine di questo ragazzotto mi dà più l’idea di essere puntato come un segugio verso un obiettivo ben preciso, qualunque esso sia. E dunque mi chiedo se, in fondo, non si intraprenda una crociata contro la morte stessa non tanto per il timore della nostra morte – inevitabilmente vagheggiata, irreale, nella giovinezza – ma per  la morte altrui, necessariamente per qualcun altro. E, allora, chi?  Sto divagando, ma la corrispondenza rimane una cosa succosissima; vorrei davvero sfogliarle quelle lettere e farmi un oceano di fattacci non miei. XD Si parla forse, in quelle lettere, anche delle ricerche alchemiche di Odino? Ho l’impressione che l’evocazione dell’affinità di temperamento, di intelletto, di obiettivi magici o scientifici (la differenza, in fondo, a questo punto nel tempo, è sottile), tra padre e figlio, rievocata ripetutamente e da più parti in causa, come un costante memento, lì sullo sfondo ma sufficientemente in luce da essere ben presente all’attenzione del lettore; non sia semplicemente volta a spiegare la natura viscerale di un conflitto classico, tra padre e figlio, tra magneti della stessa polarità che non possono non respingersi. O  forse sì; mi fingo husserliana per una sera, sospendo il giudizio e resto in attesa di sviluppi.

Così come resto in attesa di ulteriori sviluppi – rivelazioni? – su Signyn. Perché anche questo capitolo è costellato di allusioni sulla scorta dello spirito da strega – quella precisa strega – che mi era saltato all’occhio in quello scorso – sì, lo so, io mi fisso su dettagli a caso, ma assecondami. ;)  Sono allusioni ambigue, come è giusto che siano, perché altrimenti mi sarei persa il gusto di stare qui ad arrovellarmi. Ci starebbe che la famosa medium sia una cialtrona, così come ci starebbe che ha invece sentito qualcosa di oscuro, di terrificante in Signyn. Il timore, il presentimento antico, più antico  di Londra, più antico del tempo stesso, che attanaglia Signyn al primo incontro con Loki, è certo una meravigliosa rappresentazione dell’istinto primordiale, di un’attrazione biologica nel senso più radicato nella nostra animalità del termine; ma che ci si interroghi su cosa significa insinua un sospetto sottile che ci sia qualcos’altro sotto, fosse anche solo perché la natura del significato è di richiamare altro alla mente, rievocarlo, renderlo presente pur nell’assenza. E no, non dimentico la maledizione, rievocata da Lord Vanir, che incombe sulle donne della sua famiglia.   Tutti i nodi stanno venendo al pettine e l’intreccio finissimo sta diventando, se non visibile, almeno chiaramente intuibile.

Anche questa volta mi sto dilungando troppo, e me ne scuso sinceramente. Sarei tentata di lanciarmi in un monologo sui Normanni – ah, i Normanni! – ma magari a questo giro te lo risparmio; non prendo tuttavia impegni per il futuro! XD Concedimi, tuttavia, una postilla rapidissima di apprezzamento anche per Lord Vanir e Thor.  Non prendo mai il tempo sufficiente per scriverti le mie discettazioni sugli altri personaggi che circondano Loki e Signyn, ma sappi che li apprezzo moltissimo: sono così vividi, così umani.

È una storia speciale, questa tua, come ce ne sono poche in giro, e non credo di avere le parole adatte per esprimere la profondità del mio apprezzamento, del fascino che questa storia sta esercitando su di me. Non so se siano le ombre o il raso verde ad avermi stregata – ti ho già detto che il verde è il mio colore preferito in assoluto? – o se sia questo Loki scienziato, alchimista e pirata, con suo sogghigno costante, la sua smania, incastonato come una gemma – come il ciondolo – in un contesto storicamente, concettualmente e stilisticamente ricchissimo. È un gioiello d’epoca, questa tua storia. Ora che è giunta  alla fase risolutiva, l’ultimo terzo della partita, quello in cui i giochi sono fatti e non resta che svilupparli sino alle loro estreme conclusioni, posso solo riabbandonarmi alla malinconia, di cui sopra ma rinnovata; mi mancherà, ecco.

Sherry

P.S. Ovidio e Catullo chiaramente scrissero per essere recitati con malizia evidente. È l’intentio auctoris e qui Loki è fine filologo. Nessuno potrà mai convincermi altrimenti! <3

Recensore Master
26/07/20, ore 19:55

Uh, accidenti. Ok allora avevo ragione a pensare che lui pianificasse di ucciderla già da tempo, ma pensavo che lo facesse per se stesso. Pensavo che lo facesse in cambio di un qualche tipo di patto soprannaturale. Invece è come pensa Sigyn, lui è l'ultimo degli alchimisti e il primo degli scienziati, ma non esattamente un mago. Mi sembra più qualcuno che ha delle buone basi scientifiche ma in tutto il resto sta un po' andando a braccio sperando che funzioni. L'immagine del Loki affascinante e sicuro di sé che fa sfoggio delle sue esperienze nei salotti londinesi secondo me mal si concilia con l'immagine dell'uomo riverso a terra in preda ai fumi dell'oppio, alla ricerca febbrile di qualcosa a cui è anche difficile dare un nome, qualcosa che sconfina fra la scienza e la magia. Quindi loro vogliono fare qualcosa tipo riportare in vita una donna morta assoggettandola al volere di chi l'ha riportata in vita. Ma sarà davvero vita? E soprattutto, funzionerà? Forse non avremo modo di saperlo?
In questa storia dal sapore vittoriano non è veramente dato sapere fino a che punto la magia funzioni e fino a che punto sia parte di quel sogno ottocentesco, o forse quell'incubo, che scaturiva dalla paura e dalla trazione verso l'ignoto, verso un mondo ancora barbarico e non civilizzato come l'occidente. Quando parli del salotto fin troppo rigoroso del padre di Sigyn, e di come Loki vi abbia portato facilmente sconvolgimento (un tipo di sconvolgimento forse ancora ancora socialmente accettabile), mi hai fatto pensare che fosse uno specchio dell'intera società vittoriana: come se quell'epoca storica fosse il secondo grande tentativo di instaurare una forma di razionalità su scala sociale (dico il secondo perché considero l'Illuminismo il primo, e il Rinascimento un tentativo in noce ma ancora pieno di superstizioni religiose quindi non veramente un'epoca logica né repressa, che sono poi due facce della stessa medaglia), ma questa razionalità su scala sociale richieda o meglio produca come sottoprodotto inevitabile un'attrazione verso l'occulto che è un po' figlia del bisogno di mistero è un po' figlia del desiderio di dominare tutto, anche l'incomprensibile. L'esotico è misterioso e dunque magico, ma l'esotico va dominato e assorbito nell'Impero.
La scena in cui lei pensa alla strega vichinga morta da secoli e ne invidia la libertà "anche se forse è peccato" (tranquilla tesoro, sicuramente è peccato), secondo me è emblematica di questa mentalità. Sigyn è un personaggio che mi piace molto perché, nonostante non riesca mai ad essere veramente all'altezza di Loki, anche per colpa del fatto che le donne all'epoca si trovassero in una situazione di inferiorità culturale e formativa, la sua mente intelligente e curiosa lascia sempre intendere che la donna avrebbe potuto essere all'altezza di Loki se ne avessi avuto i mezzi, se certe conoscenze non le fossero state precluse a causa del suo sesso e del buon costume. Credo che Loki veda questo in lei, la potenzialità. In quasi tutte le storie che scrivi Sigyn è una vergine, a parte nel corpo che è piuttosto ovvio, ma è una vergine nello spirito e nella mente, non ha avuto nessuno che le spiegasse certe cose e la avvicinasse a certe verità della vita. Penso che Loki veda non solo la sua bellezza ma anche il loro spirito affine. In questa storia lui sembra non avere un piano strutturato come invece in altre storie, alla fine di questo capitolo lui sembra andare contro il suo stesso piano e cercare di farla sopravvivere quando si è trovato davanti la cruda evidenza delle sue azioni, quando lei ha iniziato a morirgli fra le braccia e lui non ha potuto nascondersi dietro la comoda scusa di non vederla morire. In questa storia Loki è umano e si vede: tutto in lui sembra più giovane e meno pianificatore, più in balia degli eventi, più ancora agli inizi della sua scoperta del mondo. Mi chiedo come andrà avanti la ricerca sull'immortalità, se ho capito bene l'ambito della ricerca, e mi chiedo se questo insaziabile ricercatore si accontenterà di una vita domestica seppur con la donna che ama. Ma magari non si arriverà questo e lei morirà e basta...

Come ultima cosa, io non riesco a descrivere quanto bene scrivi. C'è qualcosa nel modo in cui scrivi che ogni volta mi fa dire "ma come ci riesce a scrivere queste cose in questo modo?". Boh non lo so descrivere ad un livello talmente profondo che non so neanche come farti i complimenti. Spero che tu abbia capito cosa intendo, hai quel non so che, vorrei tanto averlo anch'io, scrivi emozioni, scrivi passioni, e sono tutte così chiare e comprensibili anche se il linguaggio che usi è ricercato.

PS: l'Asgardshire mi ha spaccato, lol, sei un genio ahahhaha.
(Recensione modificata il 26/07/2020 - 07:57 pm)

Recensore Master
25/07/20, ore 19:56

Oh Autrice, oh immaginifica Fatina prodigiosa di ispirazione,
che magnifico capitolo è questo! Il profumo che pervade le tue righe lo sento sempre più dolce e reale. Continuo ad avvertirlo, sento di essere vicina alla risposta, ma l' epifania mi sfugge. Sento che è legato al passato, a queste donne così volitive e incantevoli, eppure non convenzionali. Sta diventando, questa seconda parte, un romanzo di donne. Misteriosa la madre di Sigyn, che fu origine di sgomento e pericolo, in quanto, orgogliosa o altera o crudelmente sincera, rise di un uomo. Loffio presumo. Magnifica, figura emergente dal buio come un volto fiammingo, è la madre magiara, fonte di storie mitiche, suggestioni guerresche, sogni di amore e dominio. E come tacere della strega che sedusse il cuore del conte? Oh quante donne! E come si comporterà Sigyn?
Mi affascina tutto di questo tuo romanzo: mi precipita nelle atmosfere oniriche della Londra vittoriana e nel mistero delle sue strade: da quelle di Jack lo squartatore a quelle curiose delle scienze occulte. Tu, poi, sei una coltissima storica e certamente conosci la passione sfrenata di Conan Doyle per lo spiritismo. L' autore di Holmes avallò come vere le cialtronerie della più famosa medium vittoriana (smentita da Houdini) e fotografie di fate che erano mere manipolazioni.
Porte chiuse, segreti barbablueschi, fascinazioni magiare di spiriti indomati, favole nordiche. Tutto mi spinge a sognare mille congetture. Ma non sono certa di nulla! Ormai sono vinta, rapita, spinta verso nuove righe da una curiosità soverchiante! A presto!
(Recensione modificata il 25/07/2020 - 09:46 pm)

Recensore Master
25/07/20, ore 18:55

Cara Autrice e in borsa Fatina glitterata,
in questo capitolo mi hanno colpito moltissimo due tematiche, la prima legata a Loki, la seconda... pure!
In primis, hai reso in modo sfaccettato e bifronte, come il dio Giano, il concetto dell' essere degno. Thor considera degno di suo fratello un piano funambolico, ardito, al limite della sfacciataggine. Perché, sottilmente, quell' uomo fiero che, pure, si ribellò in gioventù al loro padre, sa che ci vuole un certo arguto coraggio nel mutare in realtà un disegno egoistico. Questo è il motivo per cui Thor lo spalleggia: conosce la vera natura del fratello e ne scusa la protervia perché è anche la propria, per indole. Inoltre, riconosce in lui quei dettami paterni che ne originarono la deriva. Da uomo maturo, non se la sente di considerarlo totalmente colpevole e, da buon nobile decisionista, non si fida del giudizio del prossimo!
Loki, a sua volta, pesa e valuta e trova mancante il suo mentore. Così come trovò mancante suo padre. Loki è un giudice fiero e onesto, incorruttibile perché amorale. Non conosce ipocrisie, né deragliamento dalla meta finale: se stesso. E, visti i suoi trascorsi, giudica indegno il laido Lord Loffio, perché vacuo, poco attento, soprattutto nel non averlo saputo comprendere. Loki ha superato entrambi i suoi maestri in cultura, brama, onestà a se stesso. Egli si sente degno di bramare Sigyn, così come Loffio ne è immeritevole. Perciò, compie un doppio gioco.
Gioco cui partecipa scientemente la moderna Sigyn, che volle partire, che scelse di amare, che, con grazia tutta sua, scardina la corazza del duca cadetto e lo spinge a rivelarsi. Loki la ama. A suo modo, la corteggia nel modo più improbabile e deleterio, ma la salva. Egli è il caos che origina la turbativa e vi trova soluzione.
Ancora sento il profumo di altro tema. Un effluvio che mi ipnotizza, ma che ancora non è rivelato.
Attendo di volare al prossimo capitolo.
Sei bravissima e ti ringrazio di questa storia ebbra di meraviglia.

Recensore Master
25/07/20, ore 14:01

Autrice, Fatina,
ci colsi! Nostalgia ci fu! Tuttavia, ho assaporato anche qualcosa d' altro, che, però, non riesco a mettere a fuoco. È una sensazione, un quid misterioso, che sento esserci, ma che mi sfugge. È come un profumo che non invade le nari, ma le seduce, risvegliando ricordi come la madeleine di Proust.
Adoro il modo in cui hai descritto Thor: tanto schietto e nobile da ridere della fama del fratello, ma ancor più volitivo e orgoglioso quando ne vieta ogni offesa. Vi è racchiuso tutto il self control imposto alla high class inglese: olimpico distacco, odi superni e vendette immancabili. Tutto ciò fa da contraltare alla fuga precipitosa "Come una cameriera" di Sigyn. E al singolarissimo quanto socialmente sconveniente corteggiamento di Loki.
Questo è un vero e proprio romanzo storico, ricco di tutta la mentalità e spaccato sociale di cui è imbevuta l' Inghilterra vittoriana. Chi attinge lettura delle tue storie dovrebbe ringraziare ogni giorno, per il magnifico dono che offri, scrivendo qui.
Ma questa è anche storia di mistero e orrore: cosa vuol fare Lord Loffio del medaglione sepolcrale della donna amata? (Meravigliosa citazione, questa, che mi riporta ai bellissimi tempi in cui scrivevo di Sebastian) È forse un rito cajun legato al vudù? Sono curiosissima.
Post scriptum: adoro la descrizione del processo di tinteggiatura all' arsenico, in quanto hai reso interessante una nozione, in sé, tediosa. Ah, una domanda: perché Loki non è diventato "matto come un cappellaio"? Ammesso che sia savio, ovviamente!
Post post scriptum: la citazione musicale di Branduardi è una chicca per pochi.

Recensore Master
25/07/20, ore 12:53

Cara Autrice e mai dimenticata Fatina cicciottosa,
rieccomi a voi, dopo una delle mie solite assenze giustificate. Questa storia, mi diverte dirlo, sembra imbevuta di ispirazione tipica dei romanzi gotici, del buio tormentato delle anime crepuscolari, torbide di quelle abitudini, ben documentate storicamente, che sono solo la veste socialmente accettabile delle più bieche dipendenze. Ciò sembra. Ma, invece, non è affatto!
Questo è un puro, schietto, antichissimo romanzo del Nostos. Ne abbiamo potenti tutti i crismi, tu non mi inganni, Autrice! Abbiamo la sete di conoscenza, la doppiezza del suo crepuscolo, che può essere sia tramonto della magia che alba della scienza. Il tema del viaggio, che spinge Loki e i suoi mentori ad affondare la mente in culture lontane, nel desiderio di appagare la grandezza, declinata qui nel tentativo di imitare il Faber Maximus. Il Nostos è anche radice della nostalgia. Di un volto, di un sorriso, di un amore perduto. È la misura che dà il senso della perdita e del prezzo di essa.
Amo tutto ciò. Amo la tua doppia natura di storica e di letterata. Dai vita a mondi reali e mi rendi bramosa di nuove righe. Passo ai prossimi capitoli. Adieu.
Post scriptum: CULO! Tu sai perché.
(Recensione modificata il 25/07/2020 - 12:55 pm)
(Recensione modificata il 26/07/2020 - 02:27 pm)

Recensore Master
23/07/20, ore 08:22

Loki, anche inglese dell'epoca vittoriana, è sempre Loki: intelligente, affilato, spietato, attratto dalle arti arcane... Simile a Odino in questo, e similmente a Odino va in cerca anche di tradizioni magiche che non gli competerebbero. E il mondo vittoriano, nel momento di pieno sviluppo dell'impero, è molto più grande del mondo degli antichi norreni, forse più grande di tutti i loro nove mondi, quanto a varierà culturale.
Un'altra costante è Sigyn. Lui è un po' ossessionato da lei, non mi azzardo a dire innamorato, comunque si prepara a vederla morire dopo aver architettato lui stesso la sua morte se ho capito bene. Ma perché? Ha scambiato la morte di Sigyn in cambio di un potere più grande, come in quelle storie in cui devi pagare come prezzo la cosa che hai più cara? (Lo penso perché ad un certo punto parla di prezzi da pagare e di come siano elevati). L'avrebbe fatto comunque se gli fosse stato consentito di sposarla? L'ha mai voluto?
Una volta che Sigyn sarà morta, lui otterrà un potere abbastanza grande da richiamarla a sé e fregare il destino in questo modo? Io credo che Loki sia vorace e che voglia tutto, il potere e anche Sigyn.
Oppure sbaglio tutto e Sigyn è solo una pedina in un gioco di vendetta di Loki verso la famiglia della donna? (Il fratello di lei è un ipocrita di prima categoria, lol)
Questa storia comunque si sta prospettando davvero intrigante e bellissima! Mi piace un sacco questo scenario e hai messo i personaggi nella posizione sociale giusta per usufruire a pieno e mostrarlo ai lettori in tutte le sue potenzialità.
PS: la descrizione di Sigyn è davvero molto grafica, sono riuscita a immaginarmela benissimo.

Recensore Master
21/07/20, ore 11:35

Carissima Shilyss,
 
finalmente posso passare a dedicare a quest’ultimo capitolo tutte le attenzioni che merita! Nei miei piani dovevo riuscirci ancora lunedì scorso, ma mentre lasciavo recensioni il pc mi ha abbandonata e ho potuto riaverlo funzionante solo ieri. Ma il capitolo me lo sono già letto e riletto in questa settimana, e non sai quanto l’abbia amato! ❤
 
Parto ammettendo che quando ho letto che la storia si ispirava a Barbablù mi sono sentita proprio un disastro con gli indovinelli, la porta chiusa mi aveva portato alla mente subito tutt’altra fiaba, invece anche la figura di Loki con tutti i suoi misteri, in questa meravigliosa storia dai toni dark, ben si adatta alle atmosfere della fiaba.
E proprio davanti a questa porta misteriosa, dietro la quale si nasconde ben più di quanto Loki lasci intendere, il capitolo si apre: Sigyn si rende conto di quanto scoprire cosa si cela dietro di essa sarà fatale, eppure la determinazione con cui si allontana, sapendo che, una volta trovata la chiave, vi entrerà, ha fatto tremare anche me. Ormai sai quanto ami Sigyn, non posso che fremere ogni volta che la vedo tanto vicina a correre terribili rischi, per quanto mi ritrovi comunque ad ammirare immensamente la sua determinazione e il suo coraggio, così come quest’amore così viscerale che prova per Loki, nonostante sappia che l’uomo nasconde segreti tanto oscuri.
È stato molto interessante venire a sapere che lei e Loki si sono conosciuti proprio in concomitanza della sua visita con la zia da una medium, in un certo senso mi è parso di rintracciare un filo sotteso tra i due, con da una parte gli studi dell’uomo per sondare i misteri della morte e ciò che sta oltre essa e dall’altra questo interesse di Sigyn per il mondo degli spiriti, che come spieghi era in uso nel mondo vittoriano. Non avevo idea che fosse una pratica tanto in voga nella nobiltà e borghesia vittoriana, ma leggerti è spesso anche questo, venire a scoprire nuovi dettagli storici che hai saputo intessere così bene con la narrazione: la tua cura per le ricerche storiche mi lascia sempre ammaliata.
Meraviglioso anche come descrivi, dal punto di vista di Sigyn, questa volta, come pian piano siano mutati gli interessi di Lord Odinson: da semplice spettatore che si intratteneva con lei per carpirne ogni dettaglio e riferirlo al proprio mentore per i loro piani, a cacciatore che si ritrova a bramarla a propria volta, che ne è attratto inesorabilmente e che attrae a sua volta la ragazza. Per i due pare ormai impossibile sottrarsi a questa spirale di amore e passione, avanzando su di un filo sottile, e sembra sempre di più che le loro storie si intreccino con quelle della sacerdotessa pagana e l’uomo di lei innamorato, con quel ciondolo che Sigyn ancora porta al collo e la sensazione di ineluttabilità che la giovane sente gravare su di sé.
 
E passiamo invece da Thor dal padre e il fratello di Sigyn, che nella loro ricerca dei due fuggitivi si sono trovati a fare i conti con case vuote e nessuna traccia dei due. E qui iniziano i dubbi anche su Lord Vanir: quanto sa degli studi di Loki e Odino? È in qualche modo a conoscenza della frequentazione del primo e Laufey? Per questo teme tanto la vicinanza della figlia e Loki, sapendo del desiderio di Laufey per la moglie? Ho un’infinità di domande che mi ronzano per la testa, soprattutto attorno a cosa realmente accaduto alla profanazione della tomba della donna, e se ci sia di più sotto la questione della maledizione delle donne della famiglia.
Loki, infine, chiude il capitolo ponderando la possibilità di sposare, anche se in segreto, Sigyn: che questo possa essergli d’aiuto contro Laufey è indubbio, ma quella sensazione finale avuta da Loki sull’incastrarsi al posto giusto e il monito finale del tuo “lo avrebbe fatto, poi”, mi lasciano anche qui con un bel po’ di interrogativi su cui arrovellarmi. Anche perché ora, qualsiasi piano, è ben che infranto dalla scoperta fatta da Sigyn nello studio: quanto ha letto nelle lettere? Del piano che anche noi conosciamo essere stato disposto da Loki e Laufey, o di qualcosa in più?
Ultimo dettaglio: l’anello della madre di Loki e il ciondolo che lui ha donato a Sigyn sono in qualche modo collegati?
Insomma, come puoi ben vedere sono sempre più avvinta da questo mistero e dalle sue atmosfere e sempre più curiosa di scoprire come i destini dei due amanti siano legati anche in questo universo, e come potranno – se mai accadrà! – trovare uno spiraglio di luce.
 
Ogni volta che mi immergo nelle tue storie riesci sempre a farmi percepire ogni singolo fruscio di sete e sguardo lanciato solo di sottecchi, la tua narrazione è davvero in grado di catturare il lettore e trascinarlo con sé nelle pieghe della storia, e io non posso che amare leggere ogni nuovo capitolo.
Come ogni volta mi ritrovo a rinnovarti tutti i miei più sinceri complimenti, e tutta la mia apprensione per il destino di Loki e Sigyn (ps: personalmente l’idea di avere più capitoli ancora da passare in compagnia di questo universo mi rende solo felicissima, la storia è tanto bella che pur divorata dalla curiosità non credo di essere pronta a vederla finita!).
 
Un abbraccio e a presto,
Maqry

Recensore Veterano
18/07/20, ore 18:40

Carissima Shilyss,



La vita, forse, è fondamentalmente una forma di accanimento terapeutico senza analgesici. Dato che i miei piani ormai deragliano sistematicamente con risvolti sempre più tragicomici – e.g. ieri sera ci si sono messi i nuovi vicini, un trapano e il garage per le biciclette in cui c’è la centralina per l’impianto elettrico dell’intero stabile (lascio alla tua fantasia l’onere di combinare gli elementi e  di riempire i dettagli) – mi accingo a scriverti di soppiatto e guardandomi le spalle ad intervalli regolari, in attesa dell’ennesimo avvenimento grottesco. Non è paranoia: è consapevolezza.

Al di là delle cause di forza maggiore, ancor più mi irrita questo mio ennesimo ritardo perché passando sullo scorso capitolo non ero riuscita a resistere al cliffhanger – le domande in chiusa hanno questo effetto: esigono risposte! – e dunque ero corsa a leggere anche quello successivo. Scivola come l’acqua, questo capitolo. Il risultato è che sono finita col leggerlo tre volte. La prima, tutta d’un fiato, letteralmente divorandolo,  perché i pezzi che avevi sin ora abilmente disposto continuano ad incastrasi, a rivelare i perché  ed i moventi profondi, personali di questo intrigo – e su i come ed i perché, le ragioni profonde, io non riesco a fermarmi e meditare. La seconda, per prendere i miei appuntini; fa’ conto che di solito io prendo appuntini alla prima lettura: da pessima lettrice quale sono, una buona parte del piacere del leggere, per me,  è il gusto analitico, il riflettere in corso d’opera sul dettaglio, ma qualche volta, come in questo caso, mi capita di lasciarmi  completamente trasportare dalla narrazione. La terza lettura è da addebitare al fatto che i miei appunti sono sibillini ed io sono rimbambita, quindi anche a distanza di qualche giorno puntualmente non ho più la più pallida idea di che cosa vogliano dire. XD

A questo giro mi asterrò dal pontificare sullo spirito del tempo, perché ho l’impressione che, a questo punto, quell’affresco dello spirito e della temperie di un’epoca che hai meravigliosamente tracciato nei primi capitoli,  si sia perfettamente condensato – massì, svagoliamo nel linguaggio alchemico! – nella caratterizzazione, nelle azioni e nei pensieri dei personaggi, e nel procedere della trama.

Mi piace immensamente la struttura che hai dato a questo tuo intrigo, a questa fiaba di morte e d’amore; mi piace perché si legge trasversalmente rispetto a più generi e  su più livelli. È un mistero  solo parzialmente svelato (sia per noi che leggiamo sia per alcuni dei personaggi che cercano  di ricostruire gli elementi), è una heist story ed  una storia d’amore; è  un romanzo superomistico (ti ho già detto che ho uno stradebole per tutto quello che ha a che fare con la narrativa del sogno prometeico del trionfo sulla morte?), ed ho la sensazione che, in fondo sia un romanzo di formazione – d’altronde, cos’altro sono i romanzi superomistici con i novelli Icaro di turno, la caduta degli dèi e dei poveracci, e la debita lezione più o meno morale da portarsi a casa?

Il tuo presente narrativo ha una deliziosa qualità effimera e sospesa, presente. Sarà che dopo le febbri della passione qui c’è una pausa di convalescenza della ragione (o della scaltrezza, a seconda dei casi XD), ma in questo presente c’è tanto riflettere sul passato – per darvi un senso e spiegarlo, quel presente; o per rievocare l’aspettativa e la tensione che il futuro, ora presente, allora incuteva – ed  intrigare, considerare i futuri possibili, le prossime mosse necessarie. È in un equilibrio fragile e per nulla scontato, questo presente; e ci vuole grande maestria stilistica, una penna come la tua, per renderlo narrativamente fruibile, convincente.

Dicevo della convalescenza della ragione. A me piace leggere di personaggi che ragionano; sono una brutta persona e, finché ragionano, io sarei contentissima anche se non facessero nient’altro che ragionare – deformazione professionale? Se la ragione è poi, come qui, efficace, è un buon bonus. Dove l’accento, nello scorso capitolo, cadeva sulla necessità, sull’impellenza –vuoi delle circostanze, vuoi dell’imperativo biologico –, qui è calcato sulla volontà; ed in questo io sono profondamente medievale: cos’altro è la volontà se non la facoltà dell’”appetito razionale”?

La volontà è  cruciale, è il discrimine dell’autentico agente, conditio sine qua non della responsabilità. E Sigyn, in fondo, non ha fatto e non sta facendo altro che riaffermare il valore della propria volontà, sta reclamando il proprio principio decisionale; la libertà e la capacità di essere e di fare ciò che vuole, non per capriccio, ma per scelta – enorme differenza!. Perrault o non Perrault sullo sfondo, per come hai intavolato lo sviluppo di questo bellissimo ed articolato personaggio femminile, credo proprio che andrà ad aprirla, quella porta chiusa.



Potrei andare avanti all’infinito: c’è così tanto di cui parlare, su cui riflettere, in quello che scrivi. Però sono già in un ritardo imbarazzante che è bene non prolungare oltre! XD



È stato, come sempre, un grade piacere! <3



Sherry



P.S.

Il suo lo spirito appassionato era di una strega – ma non una qualunque, specificò, quella che condannò un famoso conte alla perdizione.

Sappi che ho preso nota, perché sono curiosa di scoprire quanto tutto ciò sia da prendere in senso più o meno letterale.